Italienische Katholische Gemeinde München CONTATTO Anno XL-Nr. 4 Dicembre 2015 - Periodico della Comunità Cattolica Italiana di Monaco di Baviera Avvento: tempo di speranza IL TEMPO D‘AVVENTO IL NATALE RACCONTATO DAI BAMBINI IN ARRIVO I NUOVI LIBRETTI DEI CANTI 2 Contatto INFORMAZIONI UTILI SANTE MESSE Domenica e giorni festivi Ore 11.00 St. Anna Kirche, Krenmoosstr. 7, Karlsfeld (S2 Karlsfeld) Ore 11.30 St. Andreas Kirche, Zenettistr. 46, München (U3/U6 Poccistraße) Ore 12.00 St. Michael Kirche, ClemensAugust Str. 2, Berg am Laim, München (U2 Josephsburg) Ore 18.00 Bürgersaalkirche, Neuhauser Str. 14, München Zentrum (U4/U5 Stachus) Dal lunedì al sabato Ore 18.30 Cappella della Comunità Cattolica Italiana, Lindwurmstr. 143, München (U3/U6 Poccistraße) Prima e terza domenica del mese Ore 18.00 St. Hildegard Kirche, Paosostr. 25, Pasing (S3/S4/S6/S8 Pasing) Quarta domenica del mese Ore 16.30 Ursulinenkloster, Neustadt 535, Landshut CARITAS CENTRO Landwehrstr. 26, 80336 München Servizio sociale: tel. 089. 23 11 49 21 Servizio psicologico: tel. 089. 23 11 49 51 COMITES Hermann-Schmid-Str. 8, 80336 München, Tel. e fax 089. 721 31 90 CONSOLATO GENERALE D’ITALIA Möhlstr. 3, 81675 München, Tel. 089. 418 00 30 Fax 089. 47 79 99 PATRONATO ACLI Pettenkoferstr. 8 / IV 80336 München Tel. 089. 55 48 76 PATRONATO INAS/CISL (DGB-Haus) Schwanthalerstr. 64 80336 München Tel. 089. 53 23 32 PATRONATO INCA Häberlstr. 20 80337 München Tel. 089. 53 41 03 50 & PIÙ ENASCO Lindwurmstr. 38 80337 München Tel. 089. 74 64 08 14 SPECIALE NATALE 24 dicembre 2015 22.30 VEGLIA NATALIZIA nella Chiesa di St. Andreas 23.00 MESSA SOLENNE nella Chiesa di St. Andreas 25 dicembre2015 S. Messe come alla Domenica (anche a Pasing) 26 dicembre 2015 ore 18.30: S. Messa nella cappella della Missione (Lindwurmstr. 143) 27 dicembre 2015 S. Messe come alla Domenica (cfr. 25 dicembre) Landshut Ursulinenkloster: S. Messa alle ore 16.30 1 gennaio 2016 ore 11.30: S. Messa a St. Andreas ore 18.00: S. Messa alla Bürgersaal 3 gennaio 2016 S. Messe come alla Domenica 6 gennaio 2016 ore 11.30: S. Messa a St. Andreas Non c’è la Messa alla Bürgersaal (Chiesa occupata dalla comunità tedesca) e nelle altre zone. COMUNITÀ CATTOLICA ITALIANA Lindwurmstr. 143 - 80337 München Tel. 089.7463060 - Fax 089.74630635 U3-U6 - Poccistrasse E-Mail: [email protected] Sito web: www.mci-muenchen.de Segreteria: Lun-ven: 9.00 –12.00 Mar-gio:14.30 –16.30 Missionari Scalabriniani P.Gabriele Parolin P.Lorenzo Scremin P.Vincenzo Armotti Suore del Bell‘Amore Sr. Rossana Sollai Sr. Zaira Dovico Sr. Maria Foti Contatto 3 Editoriale In questo numero In ascolto della Parola 4 Vivi il tempo dell’attesa Il tempo liturgico 5 Avvento, tempo di speranza Testimonianze 6 – 7 La parola ai bambini… Che cos’è il Natale per te? A servizio del migrante 8 Willkommen in München 9 Progetto “Noi per Voi giovani” 10 -11 Giorno dell’unità nazionale e delle forze armate: dalla memoria al futuro La ricetta di Contatto 12 –13 Natale a Montelabbate Speciale Cultura 14 -15 Incontro con l’artista La voce dei gruppi 16 Una parabola in comunione Vita in Comunità 17 Arrivano i nuovi libretti dei canti Cari lettori, mi presento, sono Elisabetta Officio, alcuni di Voi mi conosceranno già, o personalmente o per aver letto qualche articolo scritto da me proprio su Contatto; sostituirò per qualche mese Noemi nella redazione della nostra rivista. Questo numero è dedicato al Tempo di Avvento, un tempo di speranza e di attesa, l’attesa del Natale di Cristo che è un momento di gioia da condividere con tutti. Gli articoli di questo numero, in particolare alcuni, mettono proprio in evidenza la speranza gioiosa dell’Avvento e la letizia ormai piena, propria del Natale. Altri, come di consuetudine, cercano di essere un aiuto e uno spunto per tutti gli italiani che si trovano a vivere nella comunità di Monaco di Baviera. La redazione di Contatto Vi manda i suoi più sinceri auguri, affinché possiate vivere appieno il significato del tempo liturgico che stiamo per affrontare. www.mci-muenchen.de iscriviti alla newsletter per restare sempre aggiornato sulle nostre attività! IMPRESSUM CONTATTO ERZBISTUM MÜNCHEN UND FREISING Erzdiözese München und Freising KdöR Vertreten durch das Erzbischöfliches Ordinariat München Generalvikar Dr. Dr. Peter Beer Rochusstrasse 5 - 7 80333 München Herausgegeben von Italienische Katholische Gemeinde Fotohinweise: Italienische Katholische Gemeinde Padre Gabriele Parolin Druck: Wir machen Druck UID Nummer: DE811510756 Collaboratori per questo numero: Lucio Benaglia, Anna Belfiore, Dr. Manuel Caballero González, Suor Zaira Dovico, Isabella Guarino, Barbara Lambiase, P. Gabriele Parolin. Foto Copertina: l‘Albero di Iesse, Scherenberg, Strasburgo, c. 1260 Salterio di Chefredakteur: Padre Gabriele Parolin Redaktion: Elisabetta Officio Tel. +49.089.74630624, [email protected] Erscheint quartalsweise—Quattro numeri all’anno Spende— Quota annuale di sostegno 10 euro Coordinate bancarie - Bankverbindung: Erz.-München-Freising (EMF) Ital.Kath.Gem.München (IKM Lindwurmstraße 143, München) Liga Bank EG München IBAN: DE28 7509 0300 0002 208601 (Konto-Nr.: 2208601 BLZ: 75090300) BIC (Swiftcode): GENODEF1M05 Verwendungszweck: Spende CONTATTO 4 Contatto In ascolto della Parola Vivi il tempo dell‘attesa Dice mbre, l’ultimo mese dell’anno civile, è anche l’inizio dell’anno liturgico con le quattro domeniche di Avvento. Come vivere questo tempo che nella chiesa precede la festa del Natale? Abbiamo la tentazione di fare dell’Avvento la “preparazione” al Natale, con i mercatini, le luci ed i regali. Un’atmosfera che ci prepara alla festa del Natale. Come se noi cristiani avessimo bisogno di un tempo per commemorare la venuta storica di Gesù. Noi crediamo non solo che Dio si è fatto uomo in Gesù, ma anche che è risorto e verrà nella gloria. La venuta nella carne di Gesù è la garanzia della sua venuta futura nella gloria. Non ripetiamo ogni domenica nella Messa: “Annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta?”. Il centro della nostra fede, lungi dall’essere solo il ricordo dell’incarnazione, è l’evento della risurrezione che ci apre alla promessa del Signore: “Sì, vengo presto”. La certezza dell’avvento del giorno del Signore dovrebbe fare del tempo di Avvento non tanto l’attesa della sera pia in cui rievocheremo la nascita di Gesù a Betlemme quanto l’attesa ben più forte e radicale della venuta gloriosa del Signore che riconcilierà la creazione intera a Dio. L’invocazione liturgica “Marana tha – Vieni Signore” scandisce il tempo di Avvento. Con questo appello a Cristo i cristiani fanno l’esperienza dell’attesa del Signore che viene. Ma noi che cosa abbiamo fatto dell’attesa? Dobbiamo riconoscere che il cristiano è colui che attende il Signore, un’azione che non si limita all’oggi, ma agisce nel futuro, volgendo il nostro spirito verso l’avvenire. Certo, nel nostro tempo, sovente contrassegnato da efficienza, produttività e attivismo, attendere sembra impopolare e irresponsabile. L’attesa, per il cristiano, è l’arte di vivere l’incompiuto e la frammentazione, senza disperare. E’ la capacità non solo di reggere il tempo, di perseverare, ma anche di sostenere gli altri, di “sopportare”, cioè di assumerli con i loro limiti e di portarli. L’attesa apre gli uomini e le d o n n e all’incontro e alla relazione, c h ia ma all a gratuità e alla possibilità di ricominciare sempre. L’attesa non è segno di debolezza, ma di forza. Essa diviene desiderio colmo di amore, desiderio di incontrare il Signore. Ti invita alla condivisione e alla comunione, ti spinge a dilatare il cuore alle dimensioni della creazione intera che aspira alla trasfigurazione e attende cieli nuovi e terra nuova. Con queste parole, tratte in gran parte da “Lettere ad un amico di Enzo Bianchi”, desidero augurare a te e alla tua famiglia un buon cammino verso il Natale. Padre Gabriele Parolin La teologia dell'Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Il termine "adventus" (= venuta, arrivo) indica da un lato l'anniversario della prima venuta del Signore e dall‘altro designa la seconda venuta alla fine dei tempi. Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. Il Tempo di Avvento 2015 comincia dai primi Vespri di domenica (29 novembre) e termina prima dei primi Vespri di Natale. Contatto 5 Il tempo liturgico Avvento, tempo di speranza Stiamo per cominciare il tempo d’Avvento, uno dei cosiddetti «tempi forti» della vita liturgica cristiana. È un momento privilegiato del nostro peregrinare su questa terra che ci ricorda lo scopo della nostra fede, cioè l’incontro con il Signore Risorto e la comunione con il Dio Trinitario. Purtroppo, molte volte, il senso profondo dell’Avvento viene frainteso e si perde la ricchezza teologica di un’attesa ardente e fiduciosa nel ritorno glorioso di Gesù, il Cristo. Tutto dipende da un semplice sguardo, da una prospettiva ben indirizzata, da un punto di vista corretto. L’Avvento non guarda al passato, bensì al futuro. Molti riducono l’Avvento al semplice ricordo di un avvenimento già accaduto com’è la nascita di Gesù il Nazareno. Ma chi può aspettare ciò che già è successo? Chi attende ciò che è un mero fatto del passato? Chi può vivere in attesa quando sa che tutto è concluso? L’Avvento non è una preparazione al Natale, che, a sua volta, è un semplice ricordo della nascita di Gesù, come i compleanni lo sono delle nostre nascite. Così non si capisce il senso profondo dell’Avvento. Questo termine proviene dal latino aduentus, faceva riferimento alla futura visita di un imperatore ad una città per onorarla con la sua presenza, esaminare i suoi punti forti e deboli e salutare i cittadini che in essa vivevano. La città, avvisata per tempo, si preparava nel miglior modo possibile addobbando i suoi edifici e adornando le sue vie. Non voleva dire che l’imperatore era già andato, ma che doveva ancora venire; si attendeva colui che sarebbe venuto in futuro. Così anche noi, non celebriamo il ricordo di chi è già venuto, ma di colui che deve venire (Mt 11, 3) per salvarci definitivamente dal peccato e dalla morte. Non dobbiamo guardare indietro, ma avanti; anzi, secondo la mentalità ebrea del tempo, come già abbiamo spiegato nel numero precedente, il momento opportuno è un «riempimento» –noi diremmo un compimento– del tempo stesso; quando questo è colmo, si compie l’avvenimento. Questo riempimento si attua dall’alto verso il basso, come si riempie un bicchiere. Appunto per questo (e per altri motivi, ovviamente) la nostra salvezza verrà dall’alto: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». (Lc 21, 28). Se c’è quindi un’immagine che simboleggia meravigliosamente questo riempimento e che prende in sé tutto il senso dell’Avvento è quella della donna incinta, come Maria, madre di Gesù. La donna in dolce attesa (da noi, in Spagna, si dice «in stato di buona speranza») guarda sempre al futuro, al figlio che viene, e non al passato, al momento in cui è stato concepito (soltanto nei casi dove non c’è stato amore nel concepimento, nelle violenze, la donna guarda con tremore e tristezza al passato; l’atto di peccato rovina l’essenza più profonda di questo momento cambiando la sua prospettiva). Ma è anche ovvio che nessuna madre stricto sensu attende il figlio che ha nelle braccia: è lì!! Chi deve aspettare? La Chiesa, come una donna in dolce attesa, aspetta ardentemente il compimento di quest’avvento e guarda in alto attendendo il suo Salvatore. Allora, perché il Natale è intimamente collegato con l’Avvento? La risposta è semplice. La prima venuta di Nostro Signore, quella accaduta più di duemila anni fa, è pegno della seconda venuta del Nostro Salvatore. Se qualcuno ci domanda: «Come potete essere sicuri che tornerà?», noi possiamo rispondere: «Perché è già venuto una volta!!!». Poiché è venuto, verrà di nuovo. Questa è la nostra fede. Così lo esprime il Catechismo della Chiesa Cattolica (524): «La Chiesa, celebrando ogni anno la Liturgia dell'Avvento, attualizza questa attesa del Messia: mettendosi in comunione con la lunga preparazione della prima venuta del Salvatore, i fedeli ravvivano l'ardente desiderio della sua seconda venuta [Cf Ap 22,17 ]». Questo è l’anelito di tutta la Chiesa: «Marana tha: vieni, o Signore» (1 Cor 16, 22). Dr. Manuel Caballero González 6 Contatto Testimonianze La parola ai bambini… „Che cos‘è il Natale per te?“ A cura di sr. Zaira Dovico Natale è il compleanno di Gesù. E’ un giorno di festa che ci ricorda la nascita di Gesù, una persona speciale, nata per salvare il mondo. A Natale prego di più. Durante l’Avvento io e la mia famiglia preghiamo insieme tutti i giorni. Addobbo la casa con mia madre e mia sorella, faccio il presepe e tanti buoni propositi. E poi ascoltiamo le storie di Natale e le canzoni americane natalizie. Il giorno di Natale vado in Chiesa a sentire la Messa e a sentire parlare della nascita di Gesù. A casa preghiamo insieme e ringraziamo Dio che ha mandato suo Figlio sulla terra per noi e che la nostra tavola è piena di cose buone. Natale è la festa della famiglia e mi piace passarla con i miei genitori, mia sorella, i nonni, gli zii e i miei cugini. Desidero che il Natale regali la pace a tutti e faccia finire le guerre, che regali il cibo a tutti e una casa dove vivere, soprattutto ai rifugiati. Che faccia sparire la sofferenza e le cattiverie. Per me Natale vuol dire che Gesù Bambino nasce e lo trovo la mattina di Natale nel Presepe. Lo so che lo mette la mamma dopo che lo tiene nascosto. E’ una bella festa il Natale, la festa dell’amore, con tutte le luci, l’albero pieno di foto dei miei cugini e gli addobbi in tutta casa e il Presepe speciale. Nel mio ci sono pure i miei lego. Mamma dice che importa l’amore di come lo si fa. Prima di dormire mamma e papà mi leggono la storia di Gesù ma io so già come finisce. E poi questo Natale che viene sarà ancora più speciale, perché nel Presepe ci sono anche io che canto, sono nel coro mentre nasce Gesù bambino, durante la Messa. Sono molto emozionata! Il Natale è la festa della felicità e dell’amore. E la cosa speciale è che Gesù nasce sempre. Rachael 6 anni Immagine: Cappella bartolini salimbeni, Annunciazione, predella 02 natività e annuncio ai pastori Testimonianze Natale è una cosa bella. Forse ci sarà la neve, nasce Gesù, ci si diverte, c'è Babbo natale, si fa il presepe, ci sono le luci. Gesù ci viene a salvare, porta la luce, se facciamo i birichini o siamo cattivi ci aiuta a correggerci con dolcezza. Parlo con Lui, soprattutto quando sto male e la sera prego e lo ringrazio di tutto perché ho una mamma, un papà, dei nonni giovani e lo prego affinché non andiamo in guerra. Festeggio il Natale in famiglia e con gli amici. Laura 8 anni Natale è la nascita di Gesù e quindi l'inizio della sua vita. A Natale si decora l’albero e suonano le campanelle: "Klingelingelin". Io canto "los Villancicos"… i biscottini che facciamo in casa sono buonissimi! Mi emoziona accendere ogni domenica una candela della Corona d’Avvento, poi due, poi tre fino a 4! Poi arriva il Natale! E i regali! Sara 7 anni Natale per me è la festa di Gesù che è stato bambino. Mi piace festeggiarlo per ricordarlo, stare in famiglia e… fare e ricevere regali! Antonio 9 anni Per me quando il Natale è la festa della famiglia e nasce Gesù la famiglia è completa! Annalucia 7 anni Contatto 7 A me piace il Natale perché si sta con la famiglia. E' un momento bello, di armonia. Il Natale è la nascita di Gesù Bambino. È un periodo in cui si fanno insieme il presepe, l'albero e i biscotti in casa (che poi regaliamo ai nostri amici e alla nostra famiglia). Mi piace suonare col violino per la famiglia e mi piace cantare per la famiglia e mi piace cantare per tutto il periodo "los Villancicos". Sono canzoni di tradizione colombiana, in spagnolo, che raccontano la storia di Gesù, il viaggio a Betlemme di Giuseppe e Maria, la nascita nella grotta, i pastori che lo vanno ad adorare e i Re Magi. Di solito si cantano durante la Novena: la sera, per 9 sere, si legge un racconto della vita di Gesù, si fanno le preghiere e si cantano “los Villancicos”, usando gli strumenti musicali colombiani. A volte la facciamo a casa nostra la Novena, a volte andiamo a casa di amici a farla. La nostra famiglia (oltre a noi 4 qui) è in Italia, ma anche a Londra e in Colombia, però a Natale c’è sempre qualcun altro della famiglia insieme a noi. Martha 9 anni E dulcis in fundo… la parola a… La festa del Natale mi ricorda i giorni che trascorriamo in famiglia. Soprattutto mi piace quando la vigilia di Natale, verso le 17.00, ci incamminiamo per la "Kinder Christmette". Mi piacciono i canti natalizi e il fatto che tutte le persone in quel momento sono riunite a glorificare la nascita di Gesù bambino. Morena (13 anni) 8 Contatto A servizio del migrante Willkommen in München Fine settembre, Stazione centrale di Monaco di Baviera: circa 2200 profughi approdano nella capitale bavarese dopo un viaggio durato mesi. Un viaggio apocalittico che trova un momento di respiro sotto il cielo bavarese. Un grido di speranza echeggia nella zona Nord della stazione: Willkommen in München, Willkommen in München! Una folla gremita di cittadini monacensi abbraccia così questo epocale momento, che segnerà la città e tutto lo stato tedesco in modo inequivocabile. Ci troviamo di fronte ad un evento che di certo non passerà inosservato agli occhi delle future generazioni. Willkommen in München, non è allora solo un portale, ma un’occasione da non perdere per chi desidera vivere il mistero del Natale a cuore aperto, mettendosi in prima linea e sentendosi così protagonista e non solo spettatore di un evento accaduto più di 2000 anni fa. Auguri e Buon Natale ai nostri cari lettori di Contatto! Barbara Lambiase Da questo urlo di speranza nasce il portale Willkommen in München. Un portale (sito internet) proposto dalla Caritas e dal comune della città per far fronte alla crisi umanitaria di fronte a cui la città si trova ancora oggi protagonista. L´idea è molto semplice. Basta navigare un po’ nel portale per comprendere subito di cosa si tratta. Un alternativa digitale per poter sostenere ed aiutare queste persone senza più nulla ma cariche di aspettative e speranze. I due enti sopracitati, in collaborazione con circa 65 associazioni sociali operanti da anni nel territorio monacense, hanno organizzato questa vetrina di aiuti online dove chiunque può dare il proprio contributo. La prima schermata di benvenuto mette in evidenza subito I bisogni più urgenti a cui si deve far fronte per sostenere questa folla bisognosa. Ogni persona sensibile al tema, che desidera in qualche modo dare un contributo, può trovare all’interno del portale, un posticino o un organizzazione che fa al caso suo. Se si desidera, si possono anche sostenere a distanza, con un contributo libero in denaro, le vare attività. Insomma è una vera offerta nel mondo del digitale per chiunque desidera voler dare una mano. In un tempo come questo, dove la liturgia ci porta a celebrare la nascita di un Dio-uomo nato in uno stato di bisogno, non possiamo non sentirci vicini a questa realtà che ha messo in moto un continente intero. Non possiamo rimanere spettatori inermi. Siamo di fronte a una scena alquanto simile alla nascita di Gesù: un bambino viene al mondo in una capanna, in miseria e povertà, bisognoso di tutto, un bimbo di nome Gesù che sin dal suo inizio terreno incarna nel suo piccolo corpicino I bisogni di tutta un’umanità in cammino e bisognosa di speranza. Per avere maggiori informazioni sul progetto visitate il sito www.willkommen-in-muenchen.de Oppure telefonare a Caritas Hotline für bürgerschaftliches Engagement 0800/0005802 (kostenfrei) Mo-Do 10-14, Fr -12 Uhr Landeshauptstadt München Hotline zum bürgerschaftlichen Engagement 089/233-48454 Mo-Fr 9-17 Uhr Landeshauptstadt München Allgemeines Info-Telefon für Bürgeranfragen 089/233-48899 A servizio del migrante Contatto 9 Lavorare al meglio anche in Germania Molti dei nuovi italiani in Germania sono persone che hanno conseguito nella terra di origine una laurea, ma anche molto spesso un vero e proprio titolo professionale che vorrebbero spendere nel paese di destinazione, continuando a svolgere la professione svolta in Italia. Benché Italia e Germania facciano entrambe parte della Unione Europea e in un’ottica di armonizzazione, di snellimento e di uniformità il riconoscimento del titolo non sia un prerequisito fondamentale e prodromico all’ottenimento di un lavoro per tutte le professioni, quest’ultimo lo è per alcune mentre migliora le opportunità di lavoro sul mercato tedesco per altre. Se infatti si è o medici o insegnanti o infermieri è indispensabile presentare richiesta di riconoscimento del titolo professionale, che consente di ottenere un documento ufficiale che attesti qual è il titolo di studio equivalente in Germania. Se quindi per alcune professioni è imprescindibile, per altre resta certamente utile perché permette a datori di lavoro, che magari non hanno dimestichezza con il sistema italiano, di capire esattamente su cosa sia preparato il candidato e di fare un raffronto con la realtà che gli è più familiare in ambito tedesco. Molto utile in questo senso è la consultazione del portale formativo del Governo Federale Tedesco per il riconoscimento delle qualifiche professionali estere www.riconoscimentoingermania.it . Seguendo la voce “trova l’ufficio di riconoscimento” è possibile porre quesiti e fugare dubbi, nonché conoscere con esattezza quali documenti vadano presentati. Elisabetta Officio Progetto “Noi per Voi Giovani” Le Forme Design e Cilento-Arte.de sostengono il progetto “Noi per Voi giovani”, un progetto il cui scopo è quello di fornire aiuto a chi si trova in difficoltà, in particolar modo ai giovani, quei giovani che, delusi dal panorama lavorativo incerto e precario, o semplicemente annoiati dalle proprie situazioni personali, qualunque esse siano, si lasciano andare irrimediabilmente alla deriva, diventando prede di alcol, droga o cose anche peggiori. Roberto Cilento, artigiano e restauratore, fautore del progetto, si mette in prima linea, offrendo dalle tre alle cinque ore a settimana per insegnare a lavorare la pietra ed il legno con tecniche di restauro e recupero degli oggetti d’arte. Ritiene che basti un esempio serio, sano e costruttivo per offrire loro una valida alternativa. Questo progetto, secondo Roberto, è una valida alternativa, perché insegna ai giovani un mestiere, non solo tecnico, ma anche manuale e li fa diventare dei bravi artigiani ed artisti. Inoltre nel laboratorio d’arte l’insegnamento che viene impartito è anche un insegnamento di vita; si tramandano i segreti e tecniche di generazioni e viene affidato loro il nostro glorioso passato. Di questi esempi e valori, hanno bisogno i nostri giovani, affinché riescano, in seguito, a costruire il loro futuro. Dichiara Roberto “La forma più appropriata per realizzare questo progetto, visto che sono solo un artigiano con pochi mezzi che non mi permettono di creare di sana pianta un laboratorio scuola, è unirmi ad altri colleghi per coadiuvare questo progetto frutto della mia esperienza con i giovani; conosco molto bene le loro difficoltà e la voglia di apprendere che è innata in loro, ho avuto operai di tutte le età ed ho gestito cantieri di grosse dimensioni in Italia ed in Europa. Noi genitori, artigiani, o " artisti " che dir si voglia, giovani o maturi pensionati, già esperti della vita più che del mestiere, formando un team possiamo lavorare insieme, trasmettere il nostro mestiere, ed ammirare la loro intraprendenza, mentre noi stessi diamo merito ai nostri maestri per averci insegnato tante cose. Un’ora del tuo tempo per salvare il futuro di qualcuno: noi non siamo medici, ma tutti possiamo fare qualcosa; anche solo un sorriso, a volte, accende la speranza per chi è nell'oblio dei vizi, nella miseria o della solitudine. A gran voce chiedo agli amanti della vita e dell'arte di partecipare a questo progetto, dando testimonianza di coerenza umana e professionale! Molti di noi, maestri ed artisti colgono il merito, conquistato con sacrifici; ricordiamoci anche di coloro che vorrebbero imitarci, e gioire con noi. Lo spero perché costruire il futuro, spetta anche a noi; non significa farlo domani: bisogna cominciare da adesso. Chiunque costruisca una casa vale in egual misura, sia egli manovale, maestro muratore o architetto. Tutti sono la storia di qualcosa che è stato costruito: del nulla non c`è ricordo alcuno!”. Elisabetta Officio Informazioni sul sito http://www.cilento-arte.de/ 10 Contatto A servizio del migrante Giorno dell’unità nazionale e delle forze armate: dalla memoria al futuro Gentili Connazionali, Gentile Console Generale, Renato Cianfarani, Gentile Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Giovanna Gruber, Gentile Direttore-Parroco della Missione Cattolica Italiana, Padre Gabriele Parolin, Alti rappresentanti delle Forze Armate, Gentili Autorità civili e militari, Rappresentati delle Associazioni, del neo eletto Comites e del Comites precedente, Volontari che ogni giorno date segno di presenza di questa Comunità su questo territorio, delle perdite causate dal conflitto si può stimare a più di 37 milioni, contando più di 16 milioni di morti e più di 20 milioni di feriti e mutilati tra militari e civili. Queste cifre fanno della "Grande Guerra" uno dei più sanguinosi conflitti della storia umana. Sono cifre che devono far riflettere. Oggi celebro con Voi, per la prima volta nella veste di Presidente del Comites di questa Comunità, una giornata che per molti anni in Italia è stata Festa Nazionale, il 4 Novembre. Eppure quella prima guerra mondiale lasciò un tratto nero di lutto sull’uscio di ogni casa. Credo che non ci fosse famiglia che non piangesse almeno un proprio caro, un milite ignoto. L’unico giorno di festa che, istituito nel 1919 ha attraversato gli anni dell’Italia liberale, quella fascista e poi l’età della Repubblica. Uno di quei tanti militi ignoti, scomparsi sul campo o per le conseguenze di ferite e malattie contratte in trincea, le cui morti furono necessarie a quella vittoria. Da meno di quarant’anni questo giorno di memoria è stato trasposto alla domenica precedente e la mia generazione e quelle che ci hanno seguito, forse, non ricordano più cosa vogliamo celebrare. Fu una vittoria che riconsegnò alle generazioni future un mondo diverso, un’Italia diversa, un’Europa in cui il confronto fra le culture aveva spesso ceduto il passo ad uno scontro fra vincitori e vinti. Eppure, in realtà, era un’Europa sconfitta, e basta perché le guerre generano solo sconfitte. Non bastò tuttavia, la prima Guerra mondiale a risvegliare questa consapevolezza. La stessa Europa andò incontro ad un ulteriore conflitto e forse ad ancora maggiore violenza.. La storia a volte insegna, molte volte invece, purtroppo, no! Militi ignoti, scomparsi senza nome e senza volto, che sono padri, nonni, bisnonni, trisnonni di tanti di noi, forse di ciascuno di noi. È il giorno in cui ricordiamo la firma dell’armistizio che pose fine al conflitto bellico fra Italia e AustriaUngheria. Una firma che arriva dopo l’offensiva di Vittorio Veneto dopo 41 mesi di guerra, sacrificio, dedizione e paura per tutte le famiglie italiane. La paura di perdere l’ennesimo figlio, il padre, il fratello, il marito, il giovane fidanzato. Paura di padri che non avrebbero mai conosciuto i propri figli, figli che rimanevano orfani prima ancora di venire al mondo. Generazioni troncate da una lacerante Guerra di trincea. 41 mesi di freddo e privazioni. Quanti morti senza volto vengono ancora oggi sepolti nei nostri cimiteri. Tanti. Sono fratelli anche loro che erano partiti alla ricerca di un futuro, in un mondo di cui sapevano troppo poco. Fu una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani mentre 1.050.000 furono i feriti italiani. Il totale È in questo momento che la comunità transnazionale europea deve manifestare la Erano figli di madri che avevano scelto tra le proprie creature proprio i più forti, perché fossero in grado di attraversare il Mediterraneo o superare confini e montagne per costruire un ponte con questa Europa, figli che scappano da altri conflitti, dalla fame, da morte certa e la vedono come una terra promessa. A servizio del migrante propria Unità, dare un senso al risultato di tanti conflitti degli ultimi 100 anni che hanno prodotto quelle che sono le democrazie moderne e la società del benessere. Contatto 11 competenze, promuovere i singoli progetti di vita che diventino progetti di evoluzione delle nostre democrazie e delle nostre culture. Non esiste tuttavia benessere senza condivisione. Non può esistere una società in cui alcuni stanno bene e altri vivono di stenti. Non può nemmeno esistere una società in cui una fetta ampia ed in crescita delle cittadinanza rischia di rimanere assistita e passiva. Chi meglio di noi, figli delle migrazioni e del sempre più repentino cambiamento, può cogliere il senso di questa emergenza? Chi meglio di noi, migranti dei Gastarbeiterverträge di 60 anni fa o migranti permanenti, può capire il senso e l’importanza della nuova Unità nazionale e transnazionale? Dare accoglienza non è soltanto garantire un passaggio o fare esercizio di generosità offrendo un tetto o sostentamento anche per un lungo periodo. Buona festa dell’Unità nazionale, buona festa della memoria, che sia festa del futuro della democrazia, della giustizia sociale, festa della Pace! Accogliere vuol dire conoscere e riconoscere. Vuol dire dare un posto nella società, riconoscere Dr. Daniela Di Benedetto Presidente/Vorsitzende Com.It.Es. München Errata Corrige Nuovo Console Generale per Monaco di Baviera Il nuovo eletto Console Generale Renato Cianfarani è nato a Roma il 16 maggio 1960. Dopo la Laurea in Scienze Politiche Indirizzo internazionale presso l’Università di Roma “La Sapienza”, entra in carriera diplomatica a seguito di concorso pubblico il 14 febbraio 1987. Dopo aver prestato servizio al Cerimoniale Diplomatico della Farnesina, dal 1988 al 1990 svolge le funzioni di Secondo Segretario presso l’Ambasciata d’Italia a Nicosia (Cipro) e dal 1990 al 1992 di Primo Segretario presso l’Ambasciata d’Italia ad Antananarivo (Madagascar), accreditato anche a Mauritius, sempre con compiti di vicario dell’Ambasciatore. Dall’ottobre 1992 al novembre 1995 è Console d’Italia a Norimberga. Dal novembre 1995 al maggio 1999 presta servizio alla Farnesina nella Direzione Generale Affari Economici. Dal giugno 1999 al giugno 2002 è Consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Addis Abeba (Etiopia). Dal luglio 2002 all’ottobre 2006 presta servizio a Strasburgo come Vice Rappresentante Permanente d’Italia al Consiglio d’Europa. Dal novembre 2006 al dicembre 2010 è di nuovo alla Farnesina con l’incarico di Capo dell’Ufficio per le Organizzazioni Internazionali della Direzione Generale Paesi dell’Europa. Console Generale d’Italia a Fiume (Croazia) dal gennaio 2011 all’agosto 2015. Ufficiale dell’Ordine al M e r i t o d e l l a R e p u b b l i c a . Coniugato con Florinda Klevisser. Il Console Generale Renato Cianfarani 12 Contatto La ricetta di Contatto Natale a Montelabbate - il diario di una profuga In passato come oggi chi si trovava a rischiare la vita a causa di conflitti era costretto a lasciare le propria terra per cercare riparo altrove, come Jole Zambonini Guidi, che nel 1942 dovette lasciare Napoli insieme a figlia e nipote, alla volta delle campagne marchigiane, al confine con la Romagna, dove la guerra era ancora lontana. Vi arrivarono due giorni prima di Natale e questi racconti, scritti proprio dalla bisnonna Jole, ci fanno vivere l’atmosfera natalizia di allora. 23 dicembre Natale! Natale! Le campane della chiesa del borgo diffondono intorno un suono giulivo e il cielo che conserva una luminosità cristallina si associa a quelle note per rendere maggiormente bella la più poetica festività dell’anno. Natale! Ricordi lontani, dolorosi risorgono in me, il pianto si dissecca negli occhi, ma si scioglie nel cuore. Clara dall’avvilimento della partenza è passata ad una specie di reazione benefica nella sorpresa di aver trovato anche qui il conforto del sole. La vecchia casa accoglie sempre bene, e fra le sue mura sembra che esali un senso di protezione e di fiducia. Il verde intenso dei pini e dei cipressi che la circondano, spezza con una grande macchia la monotonia degli alberi dispogli e se nel giardino non ci sono fiori, le siepette di bosso si presentano ben tosate e le grandi foglie d’acanto combinano un’elegante decorazione. Clara con alcuni pastori pensa di combinare un piccolo presepe ed ha in progetto di allestire un albero di Natale. Sarebbe bello adornare di stelle e di lumicini uno dei grandi abeti che stanno innanzi alla casa. Appendere ai rami frangiati tanti doni ed invitare tutti i bimbi dei dintorni per offrire ad ognuno un ricordo preferibilmente utile. Vedere tante faccine illuminate nella gioia della sorpresa, piccole mani che si tendono per accogliere l’offerta inaspettata. Ma sebbene qui della guerra giunga appena un’eco lontana, l’oscuramento è prescritto e la bellezza dell’albero sta principalmente nella sua fantasiosa illuminazione. Prepariamo con criterio più razionale un alberuccio piantato in un bel vaso di terracotta, lo decoriamo di stelline lucenti di fili d’argento e d’oro, vi fissiamo le candeline elettriche. Vi appendiamo grosse noci smaltate d’oro e d’argento, ingegnosamente sostenute da nastrini di tinte vivaci, alle noci aggiungiamo delle mele appese pure coi nastri, delle mandorle, dei fichi secchi, delle prugne entro sacchettini di tulle ed Ester, ancella fedele e abile, preparerà qualche buona torta e dei biscotti. Pel presepe ho dipinto in fretta montagne di cartone, ho combinato degli alberelli con rametti di pino e di cipresso, ho stabilito dei ponti con leggeri fuscelli, ho creato rocce con dei sassi, le cascatelle di argentea carta filata e il fiume con pezzetti di specchio bordato di musco. 24 dicembre La messa di mezzanotte è stata anticipata alle quattro del pomeriggio; lo stato di guerra che qui si vorrebbe dimenticare riaffiora sempre anche se non ammonisce. La chiesa è modesta, quasi povera: è vecchia ma non antica. I muri intonacati di calce vengono spezzati dagli altari sui quali si ergono vecchie tele di capaci dimensioni dove ignorati pittori hanno raccontato storie di santi, ma il tempo e l’incuria degli uomini hanno cancellato quel qualcosa di buono che poteva esserci stato. Sull’altar maggiore un crocifisso di antica e ingenua scultura lignea ha subito l’oltraggio di una ripulitura dai teneri colori di cartapesta. Anche i candelabri rimessi a nuovo nascondono le vecchie dorature sotto puliti smalti da cucina. Forse l’ora inconsueta non ha chiamato molti fedeli alla funzione natalizia, vi sono posti vuoti sulle panche, intorno agli altari, in fondo al tempio. Domani vi accorrerà gente in maggior numero, più per seguire la consuetudine che per devozione sentita e le buone paesane a imitazione delle cittadine sfoggeranno qualche nuovo indumento preparato per questa solenne festività. Viene gente a casa per vedere il presepe e l’albero; mamme coi bambini, ragazzi, giovanette. Tutti ammirano, ognuno si porta via un ricordino. Questa sera ci onoreranno i notabili e le signore del paese per fare un giro di tombola e una partita a carte, mentre la brava Ester in cucina chiuderà i cappelletti e ammannirà il tradizione cappone. Non c’è famiglia in questi paesi, anche la più povera, dove manchi per domani il cappone e una buona minestra cotta nel suo brodo. Mi sono sovente domandata perché una mistica festa si solennizzi con la succulenza dei cibi per la piena soddisfazione di uno dei nostri sensi più grossolani: la gola. Certo andando indietro nel tempo fino alle remotissime età, in tutti i paesi e sotto ogni forma di religione, i simposi hanno sempre presieduto le feste della vita ed anche le cerimonie della morte. Nonostante il lungo cammino di una civiltà sempre in progresso vi è nell’uomo una radice che lo riallaccia agli istinti e a quelle tendenze che turbavano ed esaltavano i nostri antichissimi progenitori. Anche oggi il banchetto è atteso dalla moltitudine con ansia e qualche volta può avere la significazione di un rito. Forse solo a me le feste acuiscono la malinconia. Natale! Giorni lieti in lunga serie, dalla Vigilia all’anno nuovo, dall’anno nuovo all’Epifania - ma sul mio cuore in questi giorni preme più forte la tristezza dei ricordi. A cura di Isabella Guarino La ricetta di Contatto 13 Natale a Montelabbate Ed ora un paio di ricette della tradizione natalizia, per deliziarci durante le feste in famiglia. Fonte: A Tavola, pagg. 94 e 212, Volume I, Marotta Editore. 1 cappone di media grandezza, ½ kg di grossi marroni, 200 gr. di cipolline, ½ bicchiere di vino bianco secco, 3 cucchiaiate d’olio, 50 gr di burro, ½ bicchiere di panna liquida, 2 mestoli di brodo, Foglioline di salvia, sale e pepe Preparazione Sbucciare i marroni e poi lessarli per cinque minuti per meglio eliminare la pellicina. Nel cappone, già preparato a dovere, introdurre i 12 marroni, 6 cipolline, 3 o 4 foglie di salvia, un pizzico di sale e uno di pepe. Cucire l’apertura addominale, poi mettere il cappone in una casseruola col burro e l’olio. Quando sarà dorato uniformemente irrorarlo col vino bianco. Evaporato il vino, unire le cipolline, gli altri marroni, versare un mestolo di brodo, salare e lasciar cuocere dolcemente per circa un’ora e mezza , bagnando, se necessario, con altro brodo. Aggiungere al fondo di cottura la panna, mescolare e fare restringere la salsa. Sul piatto da portata accomodare il cappone, circondarlo con le cipolline e i marroni ben alternati, velare con la cremosa salsa e porgere in tavola. Si consiglia di accompagnarlo con del vino San Giovese. Impasto 500 gr di farina setacciata, 5 uova, una cucchiaiata d’olio, 2 cucchiaiate d’acqua, un pizzico di sale Ripieno 200 gr. trito di carne di tacchino ( si può eventualmente sostituire con la salsiccia), 60 gr. trito di prosciutto crudo e mortadella, 30 gr di ricotta, 2 cucchiaiate di Marsala, 1 cervelletto d’abbacchio sbollentato e tritato grossolanamente, 2 tuorli d’uovo noce moscata pepe Condimento 4 dl. di sugo di carne, 50 gr. di burro, 120 gr. di parmigiano grattato Preparazione Raccogliere in una terrina il trito di tacchino, prosciutto e mortadella, la ricotta, il cervelletto, qualche cucchiaiata di parmigiano, il Marsala e la noce moscata, condire con sale e pepe, farne un tutto omogeneo unendo tuorli d’uova e lasciare riposare. Lavorare l’impasto, lasciarlo riposare e poi stenderlo in sfoglie sottili. Tagliarle a dischetti di 5 cm o a quadratini; allinearli sulla tavola ricoperta da una tovaglia leggermente infarinata, mettere al centro di ognuno una nocciola di ripieno, piegarli in due e riunire le due estremità, schiacciarle leggermente con le dita per saldarle bene, formando così i cappelletti. Impastare i ritagli, tirarli a sfoglia e ripetere l’operazione sino ad esaurimento dell’impasto e del ripieno. Cuocere i cappelletti in acqua bollente salata, sgocciolarli, disporli in un piatto di servizio riscaldato, cospargerli a strati con sugo di carne o, a scelta, con il ragù alla bolognese, pezzetti sparsi di burro e qualche cucchiaiata di parmigiano grattugiato. Servire ben caldi con il parmigiano rimasto a parte. 14 Contatto Speciale Cultura Oggi incontriamo… Matteo Chincarini, attore e regista, oltre che artista a tutto tondo. A Matteo, classe 1988, piace e viene naturale spaziare e sperimentare i diversi campi che solo l’arte riesce ad offrire. Diplomatosi come “Maestro d’Arte” al Liceo Artistico di Trento, dopo aver vissuto un paio d’anni a Roma dove ha conosciuto dall’interno il mondo del cinema, della pubblicità e della danza con diverse esperienze, stage e film, entra a far parte della scuola del teatro stabile di Verona. Nel periodo veronese torna a cimentarsi con la danza, cui si aggiunge la passione per fotografia, regia di cortometraggi e cabaret. Nel 2011 approda a Milano, entrando a far parte del circolo degli attori di Milano. Si riavvicina inoltre alla pittura, arte che aveva lasciato dopo gli studi. Ora Matteo vive e lavora a Monaco di Baviera dove conduce regolarmente la trasmissione radiofonica “L’ora Italiana” , recita per diverse compagnie teatrali e continua a dipingere quello che nella vita lo porta ad emozionarsi. Matteo, tu sei un artista a 360 gradi, hai vissuto in diverse città in cui hai avuto modo di far conoscere la tua arte. Come ritieni il panorama di Monaco, dal punto di vista culturale? Devo dire che non avrei mai immaginato di trovare una città che ha sete di cultura italiana come a Monaco. è una realtà che vede in modo molto positivo quello che accade di espressivo nel nostro Paese. Per un artista come me è stato piacevole trovare questo ambiente e mi ha dato lo stimolo giusto per continuare ed essere orgoglioso della mia terra e a lavorare in quello stile che tanto apprezzano i tedeschi. Da quando sei arrivato quali sono state le tue esperienze artistiche nel capoluogo bavarese? Sono a Monaco da poco più di un anno, quindi mi sono appena affacciato al panorama artistico bavarese ma devo dire che non sono rimasto con le mani in mano. Ho realizzato in collaborazione con L'Istituto Italiano di Cultura due mostre su un mio progetto fotografico intitolato "Città Esterno Giorno" che vedeva come protagoniste le nuove architetture e geometrie di Milano e le abbiamo messe a confronto con delle foto d’inizio '900 quando nella città Meneghina, non tutti lo sanno, c'è stata la prima Esposizione Universale, oggi chiamata Expo. Per riallacciarmi al discorso dell'orgoglio di essere italiano, la scorsa primavera ho scritto e diretto, oltre che interpretato, uno spettacolo musicale intitolato "Mambo Italiano" che racconta di un fantastico viaggio colorato tra le eccellenze delle nostre città, passando dai profumi della cucina napoletana ai set dorati di Cinecittà, dalle passerelle milanesi alle calde spiagge di Rimini, il tutto condito con coreografie, balli, luci e costumi che hanno fatto molto divertire il pubblico, tant'è che il Console Generale ci ha voluto come ospiti per un’esibizione al Consolato, un successo che riproporremo di certo a breve. Il teatro è da più di quindici anni la mia passione e sono rimasto colpito di trovare in città molte realtà teatrali in lingua italiana, ho avuto modo di recitare con la compagnia "I-Talia" nell'opera di De Filippo "Filumena Marturano" e nella "Mensa", testo contemporaneo per la festa annuale di Rinascita. Da qualche anno però un altro mondo mi affascina particolarmente ed è quello radiofonico, ma di questo ne parleremo più avanti. Hai già progetti per il futuro? Nuovi spettacoli? Fin da piccolo mi è stato detto, ed ora posso confermarlo, che il segno zodiacale dei Gemelli non riesce per natura a non fare nulla ed è sempre alla ricerca di nuove idee e nuovi stimoli, ecco io rappresento a pieno questo segno. Per il futuro ho molte idee e progetti, che ovviamente non svelerò nemmeno sotto tortura, ho imparato che questo ambiente è molto critico se annunci un progetto che malauguratamente non realizzi quindi preferisco parlare a giochi fatti. Quello che posso dire è che questa città mi sta dando molti stimoli e Speciale Cultura sto conoscendo parecchie realtà nascoste che penso debbano essere raccontate. Il mio è un lavoro socialmente utile, che ha il dovere di raccontare le diverse situazioni, ad esempio con la fotografia o la pittura, con il teatro o con il cinema, quindi nel prossimo futuro vorrei partire da questo per costruire qualcosa che solo l'arte poi riesce a far diventare immortale. Cosa ti appaga maggiormente e perché? Le cose belle, la bellezza da tutti noi è sottovalutata o peggio ancora è data per scontata. Penso che, soprattutto in questo periodo storico, si Contatto 15 debba dare il giusto valore a quella parola, siamo attorniati di cose belle, dalla natura all'arte. Come si può essere impassibili a questa caratteristica? Durante l'ultimo festival del Cinema di Roma, il regista Paolo Sorrentino disse: "La bellezza e la realtà non vengono quasi mai rappresentate assieme nel cinema, forse per paura che una sovrasti l'altra, ecco, io cerco di farle convivere assieme". Questo per me è stato un grande insegnamento contemporaneo. Elisabetta Officio "L'ora Italiana": un appuntamento mensile ospitato nel palinsesto di Radio Lora 92.4 tutti i primi martedì del mese dalle 21 alle 22 offre alla comunità italiana presente in Baviera, ma anche ai tedeschi amanti della nostra cultura, una panoramica sugli eventi che si svolgono in città, come mostre, concerti, conferenze o spettacoli che hanno come comune denominatore la cultura italiana L‘organo, re degli strumenti Più di 200 persone hanno partecipato sabato 21 novembre, nella chiesa di St. Peter, in centro a Monaco, al concerto d’organo organizzato dalla Missione cattolica italiana insieme alla Società Dante Alighieri di Monaco. L’organista bergamasco, Paolo Oreni, ha risvegliato tutte le canne dell’organo e in certi momenti sembrava di essere alla presenza di una vera orchestra. “Mai sentito un organo così ricco di suoni e di tonalità”, è il commento di uno spettatore. Grazie all’organizzazione di Lucio Benaglia e del signor Macrì della Dante Alighieri è stato possibile un guadagno di circa 1200 €, destinati al finanziamento della stampa dei nuovi libretti di canto della comunità italiana. Nella foto in alto: Paolo Oreni Nella foto in basso: da sinistra P. Gabriele Parolin, Paolo Oreni; Lucio Benaglia 16 Contatto La voce dei gruppi Una parabola in comunione La Comunità di Taizé, nel sud della Francia, celebra quest’anno 75 anni dalla fondazione e 10 anni dalla morte di Frère Roger Schutz, suo ideatore e fondatore. Tutto è incominciato nel 1940 quando, all’età di venticinque anni, Frère Roger lasciò il paese dove era nato, la Svizzera, per andare a vivere in Francia, il paese di sua madre. Per diversi anni aveva sofferto di tubercolosi polmonare. Durante questa lunga malattia, aveva maturato in sé il richiamo a creare una comunità. Durante la Seconda Guerra Mondiale iniziò ad accogliere rifugiati, ebrei e prigionieri di guerra nel piccolo villaggio di Taizé. Nel 1945 un giovane uomo della regione creò un’associazione che si faceva carico di ragazzi che la guerra aveva privato della famiglia. Molti trovarono accoglienza a Taizé e poco alla volta qualche altro giovane venne ad unirsi ai primi fratelli. Il giorno di Pasqua del 1949 sette uomini si impegnarono insieme per tutta l’esistenza nel celibato e la vita comune in grande semplicità. Nel silenzio di un lungo ritiro durante l’inverno 1952-1953, il fondatore della comunità scrisse la Regola di Taizé. Per lui la cosa più importante era vivere il Vangelo e comunicarlo agli altri. E il Vangelo, non lo si può vivere che insieme. Oggi la comunità di Taizé conta un centinaio di fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche, provenienti da quasi trenta nazioni. Con la sua stessa esistenza, la comunità è una “parabola di comunione”, un segno concreto di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati. accanto ai più poveri, ai bambini di strada, carcerati, moribondi, a chi è ferito nel più profondo per le lacerazioni affettive, gli abbandoni umani. Lungo gli anni, cominciò ad arrivare a Taizé un sempre maggior numero di giovani. Le suore di Sant’Andrea, alcune suore orsoline polacche e delle suore di San Vincenzo di Paolo assumono una parte dei compiti dell’accoglienza dei giovani. Anche uomini di Chiesa si recano a Taizé e la comunità ha così accolto il Papa San Giovanni Paolo II, quattro Arcivescovi di Canterbury, dei Metropoliti ortodossi, i quattordici Vescovi luterani di Svezia e numerosi pastori del mondo intero. Frère Roger è morto il 16 agosto 2005, a 90 anni, ucciso durante la preghiera serale. Frère Alois, scelto da lui già da tanto tempo come suo successore, è ora il priore della comunità. Così scrive in un omaggio a Frère Roger: “Ora la nostra piccola comunità si sente spinta a continuare sul cammino che lui ci ha aperto. È un cammino di fiducia. Questa parola, "fiducia", contiene un invito: accogliere con grande semplicità l’amore che Dio ha per ciascuno di noi, vivere di questo amore e assumersi i rischi che questo comporta. La fede in questo amore è una realtà semplicissima, tanto semplice che tutti potrebbero accoglierla. E questa fede smuove le montagne. Allora, anche se il mondo è sconvolto da violenze e conflitti, possiamo guardarlo con speranza.” Anna Belfiore I fratelli vivono unicamente del loro lavoro. Non accettano nessun regalo. Non accettano per se stessi nemmeno le proprie eredità personali, la comunità ne fa dono ai più poveri. Alcuni vivono in piccole fraternità in Asia, Africa, America Latina dove cercano di condividere le condizioni d’esistenza di coloro che li circondano, sforzandosi d’essere una presenza d’amore Fonte: Jeunes Cathos Blog Vita in comunità Contatto 17 Arrivano i nuovi libretti dei canti! Questo nuovo libretto di canti e preghiere ad uso della nostra Comunità Cattolica Italiana di Monaco di Baviera è il frutto di un grande sforzo iniziato più di un anno fa per dotarci finalmente, dopo ormai un decennio, di un repertorio di canti più aggiornato ed al passo con il rinnovamento liturgico perennemente in corso nella storia della Chiesa. Diverse persone responsabili delle liturgie nelle diverse zone in città ed in periferia, si sono ritrovate per definire un repertorio che tenesse conto il più possibile delle esigenze di tutti. È iniziato così un cammino comune a partire dall’analisi delle necessità e che è proseguito poi nella ricerca dei canti più adatti, nella consapevolezza di dover mantenere un necessario equilibrio tra il repertorio tradizionale e quello proposto dalle più giovani esperienze della musica sacra. Il contatto con la tradizione si manifesta, ad esempio, attraverso la ripresa di diversi canti in lingua latina, per i quali viene proposta, nella maggior parte dei casi, anche la corrispondente versione in italiano. Alcune delle melodie gregoriane utilizzate per cantare questi testi risalgono ai primi secoli della vita della Chiesa. Un patrimonio troppo importante per essere completamente dimenticato. Da qui la scelta di riproporre questi canti, nella speranza che non rimangano solo sulla carta ma che ogni tanto le loro melodie risuonino ancora nelle nostre assemblee. Lo stesso vale anche per diversi canti della tradizione più popolare che, molte volte, anche a causa di un testo antiquato e non più aderente alla sensibilità moderna, vengono sempre più trascurati. Eppure sono i canti che, per come è costruita la loro melodia dal ritmo semplice, cantabile, orecchiabile, sono ancora in grado di trascinare ed entusiasmare il popolo orante. Per arrivare poi al repertorio contemporaneo, caratterizzato da testi più vicini alla nostra sensibilità ed alle esigenze liturgiche moderne, capaci di coinvolgere al meglio, grazie alla loro ritmica ed all’organico generalmente richiesto per la loro esecuzione, il pubblico più giovane. Infine, vivendo a stretto contatto con le comunità cristiane tedesche che ci ospitano nelle loro chiese, abbiamo dedicato una certa attenzione a far sì che fosse rappresentato un nutrito numero di canti le cui melodie sono presenti anche nel Gotteslob. Una cura particolare è stata posta nella redazione dell’indice analitico suddiviso per parti della Santa Messa, per tempi liturgici e feste e per tematiche specifiche. In tal modo diventerà più facile la scelta dei canti da parte di coloro che hanno la responsabilità di organizzare e coordinare le liturgie per le diverse assemblee della nostra Comunità, non solo nell’ambito della Santa Messa domenicale o di feste particolari, ma anche nell’organizzazione di incontri di preghiera o di adorazione. Ma la grande novità sta nel fatto che si sia deciso di dare un certo peso anche alla parte dedicata alla preghiera personale e comunitaria. Abbiamo raccolto infatti nella prima parte del libretto le preghiere più importanti della tradizione cristiana introducendo anche alcune preghiere che possono essere recitate in famiglia o nei gruppi in particolari occasioni. Per chi desidera seguire la liturgia della Santa Messa è presente la sezione ad essa dedicata. Alla stessa si affiancano poi le sezioni dedicate alla preghiera dell’Angelus e quelle dedicate alla Via Crucis e all’Adorazione del Santissimo Sacramento. Questo libretto diventa così un vero e proprio vademecum, capace di accompagnarci giorno per giorno nella nostra vita suggerendoci in ogni momento le preghiere e i canti più opportuni. Purtroppo, l’economia della nostra Comunità, che deve far fronte anche a tanti altri bisogni, non ci ha permesso un’edizione più colorata o più ricca di segni o immagini che avrebbero probabilmente reso più piacevole da parte del fruitore di questo nostro libretto. Ci siamo dovuti accontentare di questa versione più essenziale che, comunque, e questo lo speriamo di cuore, potrà trovare buona accoglienza e ben presto un posto centrale nelle celebrazioni della nostra Comunità di lingua italiana. Il comitato di redazione 18 Contatto Info ACR (Azione Cattolica Ragazzi) dai 7 ai 14 anni Sono suddivisi in 4 gruppi che si incontrano il sabato pomeriggio nella sede della Missione. I ragazzi sono seguiti da animatori-catechisti. Il cammino ACR è scelto dalla Missione Cattolica Italiana per la preparazione dei ragazzi ai sacramenti dell’Eucarestia (Prima Confessione e Comunione) e della Confermazione (Cresima). Gli incontri si svolgono di sabato alle ore 14:30 e si concludono alle 17:00 con la celebrazione della S. Messa nella Chiesa di St. Andreas. Tutte le attività e gli appuntamenti possono essere seguiti sul sito dell'ACR Monaco. shttps://sites.google.com/site/monacoacr Responsabile: Barbara Fradeani ACG (Azione Cattolica Giovanissimi) dai 15 ai 18 anni Il Settore Giovani riunisce i giovanissimi dai 15 ai 18 anni che aderiscono all'Azione cattolica italiana. A loro l'AC propone cammini formativi ordinari, svolti nelle comunità territoriali con lo scopo di confrontarsi e crescere nella fede. È presente attualmente un gruppo di Giovanissimi, o del dopo-cresima, ragazzi di età compresa tra i 15 e i 18 anni. Si incontrano il venerdì sera dalle ore 18:00 alle 19:30 presso i locali della Missione Cattolica Italiana. Responsabile: Maria Grazia Cusati AC (Azione Cattolica adulti) Il gruppo adulti AC si riunisce un sabato al mese alle ore 18:00 presso la sede della Missione. Tutte le attività e gli appuntamenti degli incontri possono essere seguiti sul sito dell’AC Monaco. Responsabile: Davide Cassata Gruppo Fanciulli (da 0 a 7 anni) Si incontra un sabato al mese dalle ore 10:00 alle 12:00 presso i locali della Missione. Attraverso un linguaggio semplice e giocoso i bambini approfondiranno la conoscenza di Dio e il loro viaggio nella fede. Responsabile: Suor Zaira (089) 77 66 58. gruppi 18 presso i locali della Missione. Sono un gruppo di giovani dai 18 ai 36 anni, desiderosi di crescere insieme nella Fede e nella conoscenza reciproca. Il gruppo si interroga su come vivere una vita piena e come seguire la volontà di Dio. Responsabile: P. Vincenzo Armotti Leandro Zaza: [email protected] Gruppo Coro Si incontra il giovedì sera dalle ore 19:00 presso i locali della Missione. Responsabile: Giovanni Gualniera Gruppo Famiglie Si incontra un sabato al mese dalle ore 16:00 presso i locali della Missione. L‘incontro è articolato normalmente in 5 momenti: accoglienza, riflessione comunitaria, Adorazione eucaristica, celebrazione della S. Messa e cena in condivisione. Al centro dell‘incontro vi è la riflessione su temi legati alla famiglia. Le varie fasi vengono organizzate di volta in volta con il contributo di ciascuna coppia. Responsabile: Valentina Di Gangi: [email protected] Gruppo Terza Età Si incontra ogni 15 giorni il mercoledì dalle ore 14:30 presso i locali della Missione. L'incontro è articolato in tre momenti: accoglienza, momento conviviale con Kaffee und Kuchen e un momento di riflessione spirituale. Durante l'anno sono previsti anche pellegrinaggi e festeggiamenti particolari in occasione dei momenti forti. Responsabile: Suor Maria (089) 77 66 58 Riflessioni sui testi biblici La Missione propone degli incontri di riflessione sui testi biblici che si tengono il venerdì dalle ore19:00 nei periodi di Quaresima e Avvento presso i locali della Missione. Le riflessioni sono guidate da P. Gabriele Parolin e dal Dr. Manuel Caballero Gonzàlez. Gruppo S. Padre Pio Si incontra due volte al mese. Responsabile: Walter Fasson (089) 3108584. Gruppo Fanciulli 2 (dai 7 anni in su) Si incontra un sabato al mese dalle ore 10:00 alle 12:00 presso i locali della Missione. I bambini proseguiranno il loro cammino di fede, approfondendo alcune tematiche in modo adatto alla loro età. Responsabile: Suor Zaira (089) 77 66 58. Gruppo Giovani (dai 18 anni in su) Si incontra ogni giovedì alle ore 20:30 alle 22:30 Per ulteriori informazioni su date e modalità di partecipazione si prega di contattare i responsabili allo 089-7463060 oppure di visitare il sito web della Comunità Cattolica Italiana: www.mci-muenchen.de Contatto 19 Sacramenti e Info Utili BATTESIMO Il battesimo ci inserisce nella vita di Cristo. Gli interessati si annunciano in Missione. Il battesimo è preceduto da un colloquio personale con il sacerdote durante il quale si riflette sul significato del battesimo e sul rito della celebrazione. La celebrazione avviene in una delle chiese dove viene celebrata l’Eucarestia. L’avvenuto battesimo viene poi notificato al Matrikelamt della Diocesi. CONFESSIONE La confessione ci fa partecipare al perdono di Cristo. E’ possibile in Missione o su appuntamento oppure durante i giorni feriali primo e dopo la S. Messa delle ore 18.30. PRIMA COMUNIONE E CRESIMA DEI RAGAZZI/E Negli ultimi anni la preparazione è stata inserita nel percorso annuale dell’Azione Cattolica Italiana (ACR), in modo da facilitare i ragazzi che rientreranno in Italia. Vengono ammessi a questa preparazione ragazzi/e dagli 8 ai 14 anni che non conoscono o hanno difficoltà nella lingua tedesca. Agli altri suggeriamo di rivolgersi alla parrocchia locale. Gli incontri avvengono nei locali della Missione il sabato pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 17.00 e si concludono con la S. Messa nella Chiesa di St. Andreas. Nei mesi di settembre-ottobre si raccolgono le iscrizioni. La celebrazione della Confermazione è da concordare con il Vescovo diocesano. Avviene solitamente il giorno di Pentecoste. MATRIMONIO Vengono offerti ogni anno due corsi di preparazione al matrimonio, uno nei sabati del mese di novembre e un altro in quelli di marzo, sempre il sabato mattina. Con un sacerdote della Missione inoltre vengono adempiute le pratiche matrimoniali, sia per coloro che celebrano il matrimonio religioso a Monaco, sia per coloro (e sono la maggioranza) che lo celebrano in Italia. UNZIONE DEGLI INFERMI L’unzione degli infermi avviene su richiesta dei singoli o dei famigliari negli ospedali o nelle case private. Una volta all’anno, nel periodo di Quaresima, viene offerta la possibilità di ricevere l’Unzione durante una liturgia domenicale nella chiesa di St. Andreas. PELLEGRINAGGIO A LOURDES Da martedì 3 a domenica 8 Maggio 2016 INFO e ISCRIZIONI: Padre Vincenzo Armotti CRESIMA DEGLI ADULTI Dagli inizi del mese di novembre di ogni anno offriamo un corso di preparazione il sabato pomeriggio alle ore 15.00. Tel. 089-7463060 Cell. 0172-9291448 In ricordo dei nostri cari defunti Francesco Franco Pasquina Trovato Ruocchio Crescimbello 12 .05.1983 20.11.1967 03.11.2015 12.11.2015 04.04.1949 03.10.2015 Eugenio Matteo Aldo Massimo Emiliano D‘Addato Righini Ruocchio Fecondo 22.02.1956 11.03.1954 14.04.1947 08.08.1976 08.08.2015 05.09.2015 04.11.2015 06.11.2015 Grazie ! Ti piace sc rivere? Un ringraziamento a tutti iasostenitori Contatto che hanno reso Se sincero la risposta è sì e vuoi mettere servizio leditue doti? Scrivici o vieni a possibile la realiazzazione dei numeri annuali e continuano a starci vicini trovarci: per il 2015 siamo alla ricerca di nuovi collaboratori nel team con entusiasmo. editoriale! Ti piace sc rivere? Se la risposta è sì e vuoi mettere a servizio le tue doti, scrivici o vieni a trovarci: per il 2016 siamo alla ricerca di nuovi collaboratori nel team editoriale! Buon Natale e Felice Anno Nuovo! Abbonati a Contatto! 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