Italienische Katholische Gemeinde München
CONTATTO
Anno XL-Nr. 4 Dicembre 2015 - Periodico della Comunità Cattolica Italiana di Monaco di Baviera
Avvento: tempo di speranza
IL TEMPO
D‘AVVENTO
IL NATALE
RACCONTATO DAI
BAMBINI
IN ARRIVO
I NUOVI LIBRETTI
DEI CANTI
2
Contatto
INFORMAZIONI UTILI
SANTE MESSE
Domenica e giorni festivi
Ore 11.00 St. Anna Kirche, Krenmoosstr. 7,
Karlsfeld (S2 Karlsfeld)
Ore 11.30 St. Andreas Kirche, Zenettistr. 46,
München (U3/U6 Poccistraße)
Ore 12.00 St. Michael Kirche, ClemensAugust Str. 2, Berg am Laim, München (U2
Josephsburg)
Ore 18.00 Bürgersaalkirche, Neuhauser Str.
14, München Zentrum (U4/U5 Stachus)
Dal lunedì al sabato
Ore 18.30 Cappella della Comunità
Cattolica Italiana, Lindwurmstr. 143, München
(U3/U6 Poccistraße)
Prima e terza domenica del mese
Ore 18.00 St. Hildegard Kirche, Paosostr. 25,
Pasing (S3/S4/S6/S8 Pasing)
Quarta domenica del mese
Ore 16.30 Ursulinenkloster, Neustadt 535,
Landshut
CARITAS CENTRO
Landwehrstr. 26, 80336 München
Servizio sociale: tel. 089. 23 11 49 21
Servizio psicologico: tel. 089. 23 11 49 51
COMITES
Hermann-Schmid-Str. 8, 80336 München,
Tel. e fax 089. 721 31 90
CONSOLATO GENERALE D’ITALIA
Möhlstr. 3, 81675 München,
Tel. 089. 418 00 30 Fax 089. 47 79 99
PATRONATO ACLI
Pettenkoferstr. 8 / IV
80336 München
Tel. 089. 55 48 76
PATRONATO INAS/CISL (DGB-Haus)
Schwanthalerstr. 64
80336 München
Tel. 089. 53 23 32
PATRONATO INCA
Häberlstr. 20
80337 München
Tel. 089. 53 41 03
50 & PIÙ ENASCO
Lindwurmstr. 38
80337 München
Tel. 089. 74 64 08 14
SPECIALE NATALE
24 dicembre 2015
22.30 VEGLIA NATALIZIA nella Chiesa di St. Andreas
23.00 MESSA SOLENNE nella Chiesa di St. Andreas
25 dicembre2015
S. Messe come alla Domenica (anche a Pasing)
26 dicembre 2015
ore 18.30: S. Messa nella cappella della
Missione (Lindwurmstr. 143)
27 dicembre 2015
S. Messe come alla Domenica
(cfr. 25 dicembre) Landshut Ursulinenkloster:
S. Messa alle ore 16.30
1 gennaio 2016
ore 11.30: S. Messa a St. Andreas
ore 18.00: S. Messa alla Bürgersaal
3 gennaio 2016
S. Messe come alla Domenica
6 gennaio 2016
ore 11.30: S. Messa a St. Andreas
Non c’è la Messa alla Bürgersaal (Chiesa occupata
dalla comunità tedesca) e nelle altre zone.
COMUNITÀ CATTOLICA ITALIANA
Lindwurmstr. 143 - 80337 München
Tel. 089.7463060 - Fax 089.74630635
U3-U6 - Poccistrasse
E-Mail: [email protected]
Sito web: www.mci-muenchen.de
Segreteria:
Lun-ven: 9.00 –12.00
Mar-gio:14.30 –16.30
Missionari Scalabriniani
P.Gabriele Parolin
P.Lorenzo Scremin
P.Vincenzo Armotti
Suore del Bell‘Amore
Sr. Rossana Sollai
Sr. Zaira Dovico
Sr. Maria Foti
Contatto 3
Editoriale
In questo numero
In ascolto della Parola
4 Vivi il tempo dell’attesa
Il tempo liturgico
5 Avvento, tempo di speranza
Testimonianze
6 – 7 La parola ai bambini… Che cos’è il Natale
per te?
A servizio del migrante
8 Willkommen in München
9 Progetto “Noi per Voi giovani”
10 -11 Giorno dell’unità nazionale e delle forze
armate: dalla memoria al futuro
La ricetta di Contatto
12 –13 Natale a Montelabbate
Speciale Cultura
14 -15 Incontro con l’artista
La voce dei gruppi
16 Una parabola in comunione
Vita in Comunità
17 Arrivano i nuovi libretti dei canti
Cari lettori,
mi presento, sono Elisabetta
Officio, alcuni di Voi mi
conosceranno già, o
personalmente o per aver letto
qualche articolo scritto da me
proprio su Contatto; sostituirò per qualche mese
Noemi nella redazione della nostra rivista.
Questo numero è dedicato al Tempo di Avvento,
un tempo di speranza e di attesa, l’attesa del
Natale di Cristo che è un momento di gioia da
condividere con tutti.
Gli articoli di questo numero, in particolare alcuni,
mettono proprio in evidenza la speranza gioiosa
dell’Avvento e la letizia ormai piena, propria del
Natale.
Altri, come di consuetudine, cercano di essere un
aiuto e uno spunto per tutti gli italiani che si
trovano a vivere nella comunità di Monaco di
Baviera.
La redazione di Contatto Vi manda i suoi più
sinceri auguri, affinché possiate vivere appieno il
significato del tempo liturgico che stiamo per
affrontare.
www.mci-muenchen.de
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sempre aggiornato sulle nostre attività!
IMPRESSUM CONTATTO
ERZBISTUM MÜNCHEN UND FREISING
Erzdiözese München und Freising KdöR
Vertreten durch das Erzbischöfliches Ordinariat München
Generalvikar Dr. Dr. Peter Beer
Rochusstrasse 5 - 7 80333 München
Herausgegeben von Italienische Katholische Gemeinde
Fotohinweise: Italienische Katholische Gemeinde
Padre Gabriele Parolin
Druck: Wir machen Druck
UID Nummer: DE811510756
Collaboratori per questo numero: Lucio Benaglia, Anna
Belfiore, Dr. Manuel Caballero González, Suor Zaira
Dovico, Isabella Guarino, Barbara Lambiase, P.
Gabriele Parolin.
Foto Copertina: l‘Albero di Iesse,
Scherenberg, Strasburgo, c. 1260
Salterio
di
Chefredakteur: Padre Gabriele Parolin
Redaktion: Elisabetta Officio
Tel. +49.089.74630624, [email protected]
Erscheint quartalsweise—Quattro numeri all’anno
Spende— Quota annuale di sostegno 10 euro Coordinate bancarie - Bankverbindung:
Erz.-München-Freising (EMF)
Ital.Kath.Gem.München (IKM Lindwurmstraße 143, München)
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4
Contatto
In ascolto della Parola
Vivi il tempo dell‘attesa
Dice mbre, l’ultimo mese
dell’anno civile, è anche l’inizio
dell’anno liturgico con le quattro
domeniche di Avvento. Come
vivere questo tempo che nella
chiesa precede la festa del
Natale?
Abbiamo la tentazione di fare
dell’Avvento la “preparazione” al Natale, con i
mercatini, le luci ed i regali. Un’atmosfera che ci
prepara alla festa del Natale. Come se noi
cristiani avessimo bisogno di un tempo per
commemorare la venuta storica di Gesù. Noi
crediamo non solo che Dio si è fatto uomo in
Gesù, ma anche che è risorto e verrà nella gloria.
La venuta nella carne di Gesù è la garanzia della
sua venuta futura nella gloria. Non ripetiamo ogni
domenica nella Messa: “Annunciamo la tua morte
Signore, proclamiamo la tua risurrezione,
nell’attesa della tua venuta?”. Il centro della nostra
fede, lungi dall’essere solo il ricordo
dell’incarnazione, è l’evento della risurrezione che
ci apre alla promessa del Signore: “Sì, vengo
presto”.
La certezza dell’avvento del giorno del Signore
dovrebbe fare del tempo di Avvento non tanto
l’attesa della sera pia in cui rievocheremo la
nascita di Gesù a Betlemme quanto l’attesa ben
più forte e radicale della venuta gloriosa del
Signore che riconcilierà la creazione intera a Dio.
L’invocazione liturgica “Marana tha – Vieni
Signore” scandisce il tempo di Avvento. Con
questo appello a Cristo i cristiani fanno
l’esperienza dell’attesa del Signore che viene. Ma
noi che cosa abbiamo fatto dell’attesa?
Dobbiamo riconoscere che il cristiano è colui che
attende il Signore, un’azione che non si limita
all’oggi, ma agisce nel futuro, volgendo il nostro
spirito verso l’avvenire. Certo, nel nostro tempo,
sovente contrassegnato da efficienza, produttività
e attivismo, attendere sembra impopolare e
irresponsabile. L’attesa, per il cristiano, è l’arte di
vivere l’incompiuto e la frammentazione, senza
disperare. E’ la capacità non solo di reggere il
tempo, di perseverare, ma anche di sostenere gli
altri, di “sopportare”, cioè di assumerli con i loro
limiti e di portarli.
L’attesa apre gli
uomini e le
d o n n e
all’incontro
e
alla relazione,
c h ia ma
all a
gratuità e alla
possibilità
di
ricominciare
sempre. L’attesa non è segno di debolezza, ma di
forza. Essa diviene desiderio colmo di amore,
desiderio di incontrare il Signore. Ti invita alla
condivisione e alla comunione, ti spinge a dilatare
il cuore alle dimensioni della creazione intera che
aspira alla trasfigurazione e attende cieli nuovi e
terra nuova.
Con queste parole, tratte in gran parte da
“Lettere ad un amico di Enzo Bianchi”, desidero
augurare a te e alla tua famiglia un buon cammino
verso il Natale.
Padre Gabriele Parolin

La teologia dell'Avvento ruota attorno a due
prospettive principali. Il termine "adventus" (=
venuta, arrivo) indica da un lato
l'anniversario della prima venuta del Signore
e dall‘altro designa la seconda venuta alla
fine dei tempi.

Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia
caratteristica: è tempo di preparazione alla
solennità del Natale, in cui si ricorda la prima
venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e
contemporaneamente è il tempo in cui,
attraverso tale ricordo, lo spirito viene
guidato all'attesa della seconda venuta del
Cristo alla fine dei tempi.

Il Tempo di Avvento 2015 comincia dai primi
Vespri di domenica (29 novembre) e termina
prima dei primi Vespri di Natale.
Contatto 5
Il tempo liturgico
Avvento, tempo di speranza
Stiamo per cominciare il tempo d’Avvento, uno dei
cosiddetti «tempi forti» della vita liturgica cristiana.
È un momento privilegiato del nostro peregrinare
su questa terra che ci ricorda lo scopo della
nostra fede, cioè l’incontro con il Signore Risorto e
la comunione con il Dio Trinitario. Purtroppo, molte
volte, il senso profondo dell’Avvento viene
frainteso e si perde la ricchezza teologica di
un’attesa ardente e fiduciosa nel ritorno glorioso di
Gesù, il Cristo.
Tutto dipende da un semplice sguardo, da una
prospettiva ben indirizzata, da un punto di vista
corretto. L’Avvento non guarda al passato, bensì al
futuro. Molti riducono l’Avvento al semplice
ricordo di un avvenimento già accaduto com’è la
nascita di Gesù il Nazareno. Ma chi può
aspettare ciò che già è successo? Chi attende ciò
che è un mero fatto del passato? Chi può vivere in
attesa quando sa che tutto è concluso? L’Avvento
non è una preparazione al Natale, che, a sua
volta, è un semplice ricordo della nascita di Gesù,
come i compleanni lo sono delle nostre nascite.
Così non si capisce il senso profondo dell’Avvento.
Questo termine proviene dal latino aduentus,
faceva riferimento alla futura visita di un
imperatore ad una città per onorarla con la sua
presenza, esaminare i suoi punti forti e deboli e
salutare i cittadini che in essa vivevano. La città,
avvisata per tempo, si preparava nel miglior modo
possibile addobbando i suoi edifici e adornando
le sue vie. Non voleva dire che l’imperatore era
già andato, ma che doveva ancora venire; si
attendeva colui che sarebbe venuto in futuro. Così
anche noi, non celebriamo il ricordo di chi è già
venuto, ma di colui che deve venire (Mt 11, 3) per
salvarci definitivamente dal peccato e dalla morte.
Non dobbiamo guardare indietro, ma avanti; anzi,
secondo la mentalità ebrea del tempo, come già
abbiamo spiegato nel numero precedente, il
momento opportuno è un «riempimento» –noi
diremmo un compimento– del tempo stesso;
quando questo è colmo, si compie l’avvenimento.
Questo riempimento si attua dall’alto verso il
basso, come si riempie un bicchiere. Appunto per
questo (e per altri motivi, ovviamente) la nostra
salvezza verrà dall’alto: «Quando cominceranno
ad accadere queste cose, alzatevi e levate il
capo, perché la vostra liberazione è vicina». (Lc
21, 28).
Se c’è quindi un’immagine che simboleggia
meravigliosamente questo riempimento e che
prende in sé tutto il senso dell’Avvento è quella
della donna incinta, come Maria, madre di Gesù.
La donna in dolce attesa (da noi, in Spagna, si dice
«in stato di buona speranza») guarda sempre al
futuro, al figlio che viene, e non al passato, al
momento in cui è stato concepito (soltanto nei casi
dove non c’è stato amore nel concepimento, nelle
violenze, la donna guarda con tremore e tristezza
al passato; l’atto di peccato rovina l’essenza più
profonda di questo momento cambiando la sua
prospettiva). Ma è anche ovvio che nessuna madre
stricto sensu attende il figlio che ha nelle braccia: è
lì!! Chi deve aspettare? La Chiesa, come una
donna in dolce attesa, aspetta ardentemente il
compimento di quest’avvento e guarda in alto
attendendo il suo Salvatore.
Allora, perché il Natale è intimamente collegato
con l’Avvento? La risposta è semplice. La prima
venuta di Nostro Signore, quella accaduta più di
duemila anni fa, è pegno della seconda venuta del
Nostro Salvatore. Se qualcuno ci domanda: «Come
potete essere sicuri che tornerà?», noi possiamo
rispondere: «Perché è già venuto una volta!!!».
Poiché è venuto, verrà di nuovo. Questa è la
nostra fede. Così lo esprime il Catechismo della
Chiesa Cattolica (524): «La Chiesa, celebrando
ogni anno la Liturgia dell'Avvento, attualizza
questa attesa del Messia: mettendosi in comunione
con la lunga preparazione della prima venuta del
Salvatore, i fedeli ravvivano l'ardente desiderio
della sua seconda venuta [Cf Ap 22,17 ]». Questo
è l’anelito di tutta la Chiesa: «Marana tha: vieni, o
Signore» (1 Cor 16, 22).
Dr. Manuel Caballero González
6
Contatto
Testimonianze
La parola ai bambini… „Che cos‘è il Natale per te?“
A cura di sr. Zaira Dovico
Natale è il compleanno di Gesù.
E’ un giorno di festa che ci ricorda la
nascita di Gesù, una persona speciale, nata
per salvare il mondo.
A Natale prego di più. Durante l’Avvento io e
la mia famiglia preghiamo insieme tutti i giorni.
Addobbo la casa con mia madre e mia sorella,
faccio il presepe e tanti buoni propositi. E poi
ascoltiamo le storie di Natale e le canzoni
americane natalizie.
Il giorno di Natale vado in Chiesa a sentire la
Messa e a sentire parlare della nascita di
Gesù. A casa preghiamo insieme e
ringraziamo Dio che ha mandato suo Figlio
sulla terra per noi e che la nostra tavola è
piena di cose buone. Natale è la festa della
famiglia e mi piace passarla con i miei
genitori, mia sorella, i nonni, gli zii e i miei
cugini.
Desidero che il Natale regali la pace a tutti e
faccia finire le guerre, che regali il cibo a
tutti e una casa dove vivere, soprattutto ai
rifugiati. Che faccia sparire la sofferenza e le
cattiverie.
Per me Natale vuol dire che Gesù
Bambino nasce e lo trovo la mattina di
Natale nel Presepe. Lo so che lo mette la
mamma dopo che lo tiene nascosto. E’ una
bella festa il Natale, la festa dell’amore, con
tutte le luci, l’albero pieno di foto dei miei
cugini e gli addobbi in tutta casa e il
Presepe speciale. Nel mio ci sono pure i miei
lego. Mamma dice che importa l’amore di
come lo si fa. Prima di dormire mamma e papà
mi leggono la storia di Gesù ma io so già come
finisce. E poi questo Natale che viene sarà
ancora più speciale, perché nel Presepe ci
sono anche io che canto, sono nel coro
mentre nasce Gesù bambino, durante la
Messa. Sono molto emozionata! Il Natale è la
festa della felicità e dell’amore. E la cosa
speciale è che Gesù nasce sempre.
Rachael 6 anni
Immagine: Cappella bartolini salimbeni, Annunciazione,
predella 02 natività e annuncio ai pastori
Testimonianze
Natale è una cosa bella. Forse ci sarà la
neve, nasce Gesù, ci si diverte, c'è Babbo
natale, si fa il presepe, ci sono le luci.
Gesù ci viene a salvare, porta la luce, se
facciamo i birichini o siamo cattivi ci aiuta a
correggerci con dolcezza. Parlo con Lui,
soprattutto quando sto male e la sera prego e
lo ringrazio di tutto perché ho una mamma, un
papà, dei nonni giovani e lo prego affinché
non andiamo in guerra.
Festeggio il Natale in famiglia e con gli amici.
Laura 8 anni
Natale è la nascita di Gesù e quindi
l'inizio della sua vita.
A Natale si decora l’albero e suonano le
campanelle: "Klingelingelin".
Io canto "los Villancicos"… i biscottini che
facciamo in casa sono buonissimi!
Mi emoziona accendere ogni domenica
una candela della Corona d’Avvento, poi due,
poi tre fino a 4! Poi arriva il Natale! E i regali!
Sara 7 anni
Natale per me è la festa di Gesù che è
stato bambino. Mi piace festeggiarlo per
ricordarlo, stare
in famiglia e… fare e
ricevere regali!
Antonio 9 anni
Per me
quando
il Natale è la festa della famiglia e
nasce Gesù la famiglia è completa!
Annalucia 7 anni
Contatto 7
A me piace il Natale perché si sta con la
famiglia. E' un momento bello, di armonia.
Il Natale è la nascita di Gesù Bambino. È un
periodo in cui si fanno insieme il presepe,
l'albero e i biscotti in casa (che poi regaliamo
ai nostri amici e alla nostra famiglia). Mi piace
suonare col violino per la famiglia e mi piace
cantare per la famiglia e mi piace cantare per
tutto il periodo "los Villancicos". Sono canzoni di
tradizione colombiana, in spagnolo, che
raccontano la storia di Gesù, il viaggio a
Betlemme di Giuseppe e Maria, la nascita
nella grotta, i pastori che lo vanno ad
adorare e i Re Magi. Di solito si cantano
durante la Novena: la sera, per 9 sere, si legge
un racconto della vita di Gesù, si fanno le
preghiere e si cantano “los Villancicos”,
usando gli strumenti musicali colombiani.
A volte la facciamo a casa nostra la Novena, a
volte andiamo a casa di amici a farla.
La nostra famiglia (oltre a noi 4 qui) è in Italia,
ma anche a Londra e in Colombia, però a
Natale c’è sempre qualcun altro della famiglia
insieme a noi.
Martha 9 anni
E dulcis in fundo… la parola a…
La festa del Natale mi ricorda i giorni che
trascorriamo in famiglia. Soprattutto mi piace
quando la vigilia di Natale, verso le 17.00,
ci incamminiamo per la "Kinder Christmette".
Mi piacciono i canti natalizi e il fatto che
tutte le persone in quel momento sono
riunite a glorificare la nascita di Gesù
bambino.
Morena (13 anni)
8 Contatto
A servizio del migrante
Willkommen in München
Fine settembre, Stazione centrale di Monaco di
Baviera: circa 2200 profughi approdano nella capitale
bavarese dopo un viaggio durato mesi. Un viaggio
apocalittico che trova un momento di respiro sotto il
cielo bavarese. Un grido di speranza echeggia nella
zona Nord della stazione: Willkommen in München,
Willkommen in München! Una folla gremita di cittadini
monacensi abbraccia così questo epocale momento,
che segnerà la città e tutto lo stato tedesco in modo
inequivocabile. Ci troviamo di fronte ad un evento che
di certo non passerà inosservato agli occhi delle future
generazioni.
Willkommen in München, non è allora solo un portale,
ma un’occasione da non perdere per chi desidera
vivere il mistero del Natale a cuore aperto, mettendosi
in prima linea e sentendosi così protagonista e non solo
spettatore di un evento accaduto più di 2000 anni fa.
Auguri e Buon Natale ai nostri cari lettori di Contatto!
Barbara Lambiase
Da questo urlo di speranza nasce il portale Willkommen
in München. Un portale (sito internet) proposto dalla
Caritas e dal comune della città per far fronte alla crisi
umanitaria di fronte a cui la città si trova ancora oggi
protagonista.
L´idea è molto semplice. Basta navigare un po’ nel
portale per comprendere subito di cosa si tratta. Un
alternativa digitale per poter sostenere ed aiutare
queste persone senza più nulla ma cariche di
aspettative e speranze. I due enti sopracitati, in
collaborazione con circa 65 associazioni sociali
operanti da anni nel territorio monacense, hanno
organizzato questa vetrina di aiuti online dove chiunque
può dare il proprio contributo. La prima schermata di
benvenuto mette in evidenza subito I bisogni più urgenti
a cui si deve far fronte per sostenere questa folla
bisognosa.
Ogni persona sensibile al tema, che desidera in qualche
modo dare un contributo, può trovare all’interno del
portale, un posticino o un organizzazione che fa al caso
suo. Se si desidera, si possono anche sostenere a
distanza, con un contributo libero in denaro, le vare
attività. Insomma è una vera offerta nel mondo del
digitale per chiunque desidera voler dare una mano.
In un tempo come questo, dove la liturgia ci porta a
celebrare la nascita di un Dio-uomo nato in uno stato di
bisogno, non possiamo non sentirci vicini a questa realtà
che ha messo in moto un continente intero. Non
possiamo rimanere spettatori inermi. Siamo di fronte a
una scena alquanto simile alla nascita di Gesù: un
bambino viene al mondo in una capanna, in miseria e
povertà, bisognoso di tutto, un bimbo di nome Gesù che
sin dal suo inizio terreno incarna nel suo piccolo
corpicino I bisogni di tutta un’umanità in cammino e
bisognosa di speranza.
Per avere maggiori informazioni sul progetto
visitate il sito
www.willkommen-in-muenchen.de
Oppure telefonare a
Caritas
Hotline für bürgerschaftliches Engagement
0800/0005802 (kostenfrei)
Mo-Do 10-14, Fr -12 Uhr
Landeshauptstadt München
Hotline zum bürgerschaftlichen Engagement
089/233-48454
Mo-Fr 9-17 Uhr
Landeshauptstadt München
Allgemeines Info-Telefon für Bürgeranfragen
089/233-48899
A servizio del migrante
Contatto 9
Lavorare al meglio anche in Germania
Molti dei nuovi italiani in Germania sono persone che
hanno conseguito nella terra di origine una laurea, ma
anche molto spesso un vero e proprio titolo
professionale che vorrebbero spendere nel paese di
destinazione, continuando a svolgere la professione
svolta in Italia.
Benché Italia e Germania facciano entrambe parte
della Unione Europea e in un’ottica di armonizzazione,
di snellimento e di uniformità il riconoscimento del titolo
non sia un prerequisito fondamentale e prodromico
all’ottenimento di un lavoro per tutte le professioni,
quest’ultimo lo è per alcune mentre migliora le
opportunità di lavoro sul mercato tedesco per altre.
Se infatti si è o medici o insegnanti o infermieri è
indispensabile presentare richiesta di riconoscimento
del titolo professionale, che consente di ottenere un
documento ufficiale che attesti qual è il titolo di studio
equivalente in Germania.
Se quindi per alcune professioni è imprescindibile, per
altre resta certamente utile perché permette a datori di
lavoro, che magari non hanno dimestichezza con il
sistema italiano, di capire esattamente su cosa sia
preparato il candidato e di fare un raffronto con la
realtà che gli è più familiare in ambito tedesco.
Molto utile in questo senso è la consultazione del
portale formativo del Governo Federale Tedesco per il
riconoscimento delle qualifiche professionali estere
www.riconoscimentoingermania.it . Seguendo la voce
“trova l’ufficio di riconoscimento” è possibile porre
quesiti e fugare dubbi, nonché conoscere con
esattezza quali documenti vadano presentati.
Elisabetta Officio
Progetto “Noi per Voi Giovani”
Le Forme Design e Cilento-Arte.de
sostengono il progetto “Noi per Voi
giovani”, un progetto il cui scopo è
quello di fornire aiuto a chi si trova
in difficoltà, in particolar modo ai
giovani, quei giovani che, delusi dal
panorama lavorativo incerto e
precario, o semplicemente annoiati dalle proprie
situazioni personali, qualunque esse siano, si lasciano
andare irrimediabilmente alla deriva, diventando prede
di alcol, droga o cose anche peggiori.
Roberto Cilento, artigiano e restauratore, fautore del
progetto, si mette in prima linea, offrendo dalle tre alle
cinque ore a settimana per insegnare a lavorare la
pietra ed il legno con tecniche di restauro e recupero
degli oggetti d’arte. Ritiene che basti un esempio serio,
sano e costruttivo per offrire loro una valida alternativa.
Questo progetto, secondo Roberto, è una valida
alternativa, perché insegna ai giovani un mestiere, non
solo tecnico, ma anche manuale e li fa diventare dei
bravi artigiani ed artisti.
Inoltre nel laboratorio d’arte l’insegnamento che viene
impartito è anche un insegnamento di vita; si
tramandano i segreti e tecniche di generazioni e viene
affidato loro il nostro glorioso passato. Di questi esempi
e valori, hanno bisogno i nostri giovani, affinché
riescano, in seguito, a costruire il loro futuro.
Dichiara Roberto “La forma più appropriata per
realizzare questo progetto, visto che sono solo un
artigiano con pochi mezzi che non mi permettono di
creare di sana pianta un laboratorio scuola, è unirmi ad
altri colleghi per coadiuvare
questo progetto frutto della mia esperienza con i
giovani; conosco molto bene le loro difficoltà e la
voglia di apprendere che è innata in loro, ho avuto
operai di tutte le
età ed ho gestito cantieri di grosse dimensioni in Italia
ed in Europa. Noi genitori, artigiani, o " artisti " che dir si
voglia, giovani o maturi pensionati, già esperti della vita
più che del mestiere, formando un team possiamo
lavorare insieme, trasmettere il nostro mestiere, ed
ammirare la loro intraprendenza, mentre noi stessi
diamo merito ai nostri maestri per averci insegnato
tante cose. Un’ora del tuo tempo per salvare il futuro di
qualcuno: noi non siamo medici, ma tutti possiamo fare
qualcosa; anche solo un sorriso, a volte, accende la
speranza per chi è nell'oblio dei vizi, nella miseria o
della solitudine. A gran voce chiedo agli amanti della
vita e dell'arte di partecipare a questo progetto, dando
testimonianza di coerenza umana e professionale!
Molti di noi, maestri ed artisti colgono il merito,
conquistato con sacrifici; ricordiamoci anche di coloro
che vorrebbero imitarci, e gioire con noi. Lo spero
perché costruire il futuro, spetta anche a noi; non
significa farlo domani: bisogna cominciare da adesso.
Chiunque costruisca una casa vale in egual misura, sia
egli manovale, maestro muratore o architetto. Tutti sono
la storia di qualcosa che è stato costruito: del nulla non
c`è ricordo alcuno!”.
Elisabetta Officio
Informazioni sul sito http://www.cilento-arte.de/
10 Contatto
A servizio del migrante
Giorno dell’unità nazionale e delle forze armate:
dalla memoria al futuro
Gentili Connazionali,
Gentile Console Generale,
Renato Cianfarani,
Gentile
Direttrice
dell’Istituto Italiano di
Cultura, Giovanna Gruber,
Gentile Direttore-Parroco
della Missione Cattolica
Italiana, Padre Gabriele
Parolin,
Alti rappresentanti delle Forze Armate,
Gentili Autorità civili e militari,
Rappresentati delle Associazioni,
del neo eletto Comites e del Comites precedente,
Volontari che ogni giorno date segno di presenza
di questa Comunità su questo territorio,
delle perdite causate dal conflitto si può stimare a
più di 37 milioni, contando più di 16 milioni di
morti e più di 20 milioni di feriti e mutilati tra
militari e civili. Queste cifre fanno della "Grande
Guerra" uno dei più sanguinosi conflitti della storia
umana. Sono cifre che devono far riflettere.
Oggi celebro con Voi, per la prima volta nella
veste di Presidente del Comites di questa
Comunità, una giornata che per molti anni in Italia
è stata Festa Nazionale, il 4 Novembre.
Eppure quella prima guerra mondiale lasciò un
tratto nero di lutto sull’uscio di ogni casa. Credo
che non ci fosse famiglia che non piangesse
almeno un proprio caro, un milite ignoto.
L’unico giorno di festa che, istituito nel 1919 ha
attraversato gli anni dell’Italia liberale, quella
fascista e poi l’età della Repubblica.
Uno di quei tanti militi ignoti, scomparsi sul campo
o per le conseguenze di ferite e malattie contratte
in trincea, le cui morti furono necessarie a quella
vittoria.
Da meno di quarant’anni questo giorno di memoria
è stato trasposto alla domenica precedente e la
mia generazione e quelle che ci hanno seguito,
forse, non ricordano più cosa vogliamo celebrare.
Fu una vittoria che riconsegnò alle generazioni
future un mondo diverso, un’Italia diversa,
un’Europa in cui il confronto fra le culture aveva
spesso ceduto il passo ad uno scontro fra vincitori
e vinti. Eppure, in realtà, era un’Europa sconfitta, e
basta perché le guerre generano solo sconfitte.
Non bastò tuttavia, la prima Guerra mondiale a
risvegliare questa consapevolezza. La stessa
Europa andò incontro ad un ulteriore conflitto e
forse ad ancora maggiore violenza..
La storia a volte insegna, molte volte invece,
purtroppo, no!
Militi ignoti, scomparsi senza nome e senza volto,
che sono padri, nonni, bisnonni, trisnonni di tanti di
noi, forse di ciascuno di noi.
È il giorno in cui ricordiamo la firma dell’armistizio
che pose fine al conflitto bellico fra Italia e AustriaUngheria. Una firma che arriva dopo l’offensiva di
Vittorio Veneto dopo 41 mesi di guerra, sacrificio,
dedizione e paura per tutte le famiglie italiane. La
paura di perdere l’ennesimo figlio, il padre, il
fratello, il marito, il giovane fidanzato. Paura di
padri che non avrebbero mai conosciuto i propri
figli, figli che rimanevano orfani prima ancora di
venire al mondo. Generazioni troncate da una
lacerante Guerra di trincea. 41 mesi di freddo e
privazioni.
Quanti morti senza volto vengono ancora oggi
sepolti nei nostri cimiteri. Tanti. Sono fratelli anche
loro che erano partiti alla ricerca di un futuro, in
un mondo di cui sapevano troppo poco.
Fu una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani
mentre 1.050.000 furono i feriti italiani. Il totale
È in questo momento che la comunità
transnazionale europea deve manifestare la
Erano figli di madri che avevano scelto tra le
proprie creature proprio i più forti, perché fossero
in grado di attraversare il Mediterraneo o
superare confini e montagne per costruire un
ponte con questa Europa, figli che scappano da
altri conflitti, dalla fame, da morte certa e la
vedono come una terra promessa.
A servizio del migrante
propria Unità, dare un senso al risultato di tanti
conflitti degli ultimi 100 anni che hanno prodotto
quelle che sono le democrazie moderne e la
società del benessere.
Contatto 11
competenze, promuovere i singoli progetti di vita
che diventino progetti di evoluzione delle nostre
democrazie e delle nostre culture.
Non esiste tuttavia benessere senza condivisione.
Non può esistere una società in cui alcuni stanno
bene e altri vivono di stenti. Non può nemmeno
esistere una società in cui una fetta ampia ed in
crescita delle cittadinanza rischia di rimanere
assistita e passiva.
Chi meglio di noi, figli delle migrazioni e del
sempre più repentino cambiamento, può cogliere il
senso di questa emergenza? Chi meglio di noi,
migranti dei Gastarbeiterverträge di 60 anni fa o
migranti permanenti, può capire il senso e
l’importanza della nuova Unità nazionale e
transnazionale?
Dare accoglienza non è soltanto garantire un
passaggio o fare esercizio di generosità offrendo
un tetto o sostentamento anche per un lungo
periodo.
Buona festa dell’Unità nazionale, buona festa
della memoria, che sia festa del futuro della
democrazia, della giustizia sociale, festa della
Pace!
Accogliere vuol dire conoscere e riconoscere.
Vuol dire dare un posto nella società, riconoscere
Dr. Daniela Di Benedetto
Presidente/Vorsitzende Com.It.Es. München
Errata Corrige
Nuovo Console Generale per Monaco di Baviera
Il nuovo eletto Console Generale Renato Cianfarani è
nato a Roma il 16 maggio 1960. Dopo la Laurea in
Scienze Politiche Indirizzo internazionale
presso
l’Università di Roma “La Sapienza”, entra in carriera
diplomatica a seguito di concorso pubblico il 14
febbraio 1987.
Dopo aver prestato servizio al Cerimoniale
Diplomatico della Farnesina, dal 1988 al 1990 svolge
le funzioni di Secondo Segretario presso l’Ambasciata
d’Italia a Nicosia (Cipro) e dal 1990 al 1992 di Primo
Segretario presso l’Ambasciata d’Italia ad Antananarivo
(Madagascar), accreditato anche a Mauritius, sempre
con compiti di vicario dell’Ambasciatore.
Dall’ottobre 1992 al novembre 1995 è Console d’Italia
a Norimberga. Dal novembre 1995 al maggio 1999
presta servizio alla Farnesina nella Direzione Generale
Affari Economici. Dal giugno 1999 al giugno 2002 è
Consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Addis Abeba
(Etiopia). Dal luglio 2002 all’ottobre 2006 presta
servizio a Strasburgo come Vice Rappresentante
Permanente d’Italia al Consiglio d’Europa.
Dal novembre 2006 al dicembre 2010 è di nuovo alla
Farnesina con l’incarico di Capo dell’Ufficio per le
Organizzazioni Internazionali della Direzione
Generale
Paesi
dell’Europa.
Console Generale d’Italia a Fiume (Croazia) dal
gennaio 2011 all’agosto 2015. Ufficiale dell’Ordine al
M e r i t o
d e l l a
R e p u b b l i c a .
Coniugato con Florinda Klevisser.
Il Console Generale Renato Cianfarani
12 Contatto
La ricetta di Contatto
Natale a Montelabbate - il diario di una profuga
In passato come oggi chi si trovava a rischiare la vita a
causa di conflitti era costretto a lasciare le propria terra
per cercare riparo altrove, come Jole Zambonini Guidi,
che nel 1942 dovette lasciare Napoli insieme a figlia e
nipote, alla volta delle campagne marchigiane, al
confine con la Romagna, dove la guerra era ancora
lontana. Vi arrivarono due giorni prima di Natale e
questi racconti, scritti proprio dalla bisnonna Jole, ci
fanno vivere l’atmosfera natalizia di allora.
23 dicembre
Natale! Natale! Le campane della chiesa del borgo
diffondono intorno un suono giulivo e il cielo che
conserva una luminosità cristallina si associa a quelle
note per rendere maggiormente bella la più poetica
festività dell’anno. Natale! Ricordi lontani, dolorosi
risorgono in me, il pianto si dissecca negli occhi, ma si
scioglie nel cuore. Clara dall’avvilimento della partenza
è passata ad una specie di reazione benefica nella
sorpresa di aver trovato anche qui il conforto del sole.
La vecchia casa accoglie sempre bene, e fra le sue
mura sembra che esali un senso di protezione e di
fiducia. Il verde intenso dei pini e dei cipressi che la
circondano, spezza con una grande macchia la
monotonia degli alberi dispogli e se nel giardino non ci
sono fiori, le siepette di bosso si presentano ben tosate
e le grandi foglie d’acanto combinano un’elegante
decorazione. Clara con alcuni pastori pensa di
combinare un piccolo presepe ed ha in progetto di
allestire un albero di Natale. Sarebbe bello adornare di
stelle e di lumicini uno dei grandi abeti che stanno
innanzi alla casa. Appendere ai rami frangiati tanti doni
ed invitare tutti i bimbi dei dintorni per offrire ad
ognuno un ricordo preferibilmente utile. Vedere tante
faccine illuminate nella gioia della sorpresa, piccole
mani che si tendono per accogliere l’offerta inaspettata.
Ma sebbene qui della guerra giunga appena un’eco
lontana, l’oscuramento è prescritto e la bellezza
dell’albero sta principalmente nella sua fantasiosa
illuminazione. Prepariamo con criterio più razionale un
alberuccio piantato in un bel vaso di terracotta, lo
decoriamo di stelline lucenti di fili d’argento e d’oro, vi
fissiamo le candeline elettriche. Vi appendiamo grosse
noci smaltate d’oro e d’argento, ingegnosamente
sostenute da nastrini di tinte vivaci, alle noci
aggiungiamo delle mele appese pure coi nastri, delle
mandorle, dei fichi secchi, delle prugne entro sacchettini
di tulle ed Ester, ancella fedele e abile, preparerà
qualche buona torta e dei biscotti. Pel presepe ho
dipinto in fretta montagne di cartone, ho combinato
degli alberelli con rametti di pino e di cipresso, ho
stabilito dei ponti con leggeri fuscelli, ho creato rocce
con dei sassi, le cascatelle di argentea carta filata e il
fiume con pezzetti di specchio bordato di musco.
24 dicembre
La messa di mezzanotte è stata anticipata alle quattro
del pomeriggio; lo stato di guerra che qui si vorrebbe
dimenticare riaffiora sempre anche se non ammonisce.
La chiesa è modesta, quasi povera: è vecchia ma non
antica. I muri intonacati di calce vengono spezzati dagli
altari sui quali si ergono vecchie tele di capaci
dimensioni dove ignorati pittori hanno raccontato storie
di santi, ma il tempo e l’incuria degli uomini hanno
cancellato quel qualcosa di buono che poteva esserci
stato. Sull’altar maggiore un crocifisso di antica e
ingenua scultura lignea ha subito l’oltraggio di una
ripulitura dai teneri colori di cartapesta. Anche i
candelabri rimessi a nuovo nascondono le vecchie
dorature sotto puliti smalti da cucina. Forse l’ora
inconsueta non ha chiamato molti fedeli alla funzione
natalizia, vi sono posti vuoti sulle panche, intorno agli
altari, in fondo al tempio. Domani vi accorrerà gente in
maggior numero, più per seguire la consuetudine che
per devozione sentita e le buone paesane a imitazione
delle cittadine sfoggeranno qualche nuovo indumento
preparato per questa solenne festività.
Viene gente a casa per vedere il presepe e l’albero;
mamme coi bambini, ragazzi, giovanette. Tutti
ammirano, ognuno si porta via un ricordino. Questa
sera ci onoreranno i notabili e le signore del paese per
fare un giro di tombola e una partita a carte, mentre la
brava Ester in cucina chiuderà i cappelletti e
ammannirà il tradizione cappone. Non c’è famiglia in
questi paesi, anche la più povera, dove manchi per
domani il cappone e una buona minestra cotta nel suo
brodo. Mi sono sovente domandata perché una mistica
festa si solennizzi con la succulenza dei cibi per la
piena soddisfazione di uno dei nostri sensi più
grossolani: la gola. Certo andando indietro nel tempo
fino alle remotissime età, in tutti i paesi e sotto ogni
forma di religione, i simposi hanno sempre presieduto le
feste della vita ed anche le cerimonie della morte.
Nonostante il lungo cammino di una civiltà sempre in
progresso vi è nell’uomo una radice che lo riallaccia
agli istinti e a quelle tendenze che turbavano ed
esaltavano i nostri antichissimi progenitori. Anche oggi il
banchetto è atteso dalla moltitudine con ansia e
qualche volta può avere la significazione di un rito.
Forse solo a me le feste acuiscono la malinconia.
Natale! Giorni lieti in lunga serie, dalla Vigilia all’anno
nuovo, dall’anno nuovo all’Epifania - ma sul mio cuore in
questi giorni preme più forte la tristezza dei ricordi.
A cura di Isabella Guarino
La ricetta di
Contatto 13
Natale a Montelabbate
Ed ora un paio di ricette della
tradizione natalizia, per
deliziarci durante le feste in
famiglia.
Fonte: A Tavola, pagg. 94 e
212, Volume I, Marotta Editore.









1 cappone di media grandezza,
½ kg di grossi marroni,
200 gr. di cipolline,
½ bicchiere di vino bianco secco,
3 cucchiaiate d’olio,
50 gr di burro,
½ bicchiere di panna liquida,
2 mestoli di brodo,
Foglioline di salvia, sale e pepe
Preparazione
Sbucciare i marroni e poi
lessarli per cinque minuti per
meglio eliminare la pellicina.
Nel cappone, già preparato
a dovere, introdurre i 12
marroni, 6 cipolline, 3 o 4 foglie di salvia, un
pizzico di sale e uno di pepe. Cucire l’apertura
addominale, poi mettere il cappone in una
casseruola col burro e l’olio. Quando sarà dorato
uniformemente irrorarlo col vino bianco. Evaporato
il vino, unire le cipolline, gli altri marroni, versare un
mestolo di brodo, salare e lasciar cuocere
dolcemente per circa un’ora e mezza , bagnando,
se necessario, con altro brodo. Aggiungere al
fondo di cottura la panna, mescolare e fare
restringere la salsa. Sul piatto da portata
accomodare il cappone, circondarlo con le
cipolline e i marroni ben alternati, velare con la
cremosa salsa e porgere in tavola.
Si consiglia di accompagnarlo con del vino San
Giovese.
Impasto
 500 gr di farina setacciata,
 5 uova,
 una cucchiaiata d’olio,
 2 cucchiaiate d’acqua,
 un pizzico di sale
Ripieno
 200 gr. trito di carne di tacchino ( si può
eventualmente sostituire con la salsiccia),
 60 gr. trito di prosciutto crudo e mortadella,
 30 gr di ricotta,
 2 cucchiaiate di Marsala,
 1 cervelletto d’abbacchio sbollentato e tritato
grossolanamente,
 2 tuorli d’uovo
 noce moscata pepe
Condimento
 4 dl. di sugo di carne,
 50 gr. di burro,
 120 gr. di parmigiano grattato
Preparazione
Raccogliere in una terrina il
trito di tacchino, prosciutto e
mortadella, la ricotta, il
cervelletto, qualche
cucchiaiata di parmigiano, il
Marsala e la noce moscata,
condire con sale e pepe, farne un tutto omogeneo
unendo tuorli d’uova e lasciare riposare.
Lavorare l’impasto, lasciarlo riposare e poi stenderlo
in sfoglie sottili. Tagliarle a dischetti di 5 cm o a
quadratini; allinearli sulla tavola ricoperta da una
tovaglia leggermente infarinata, mettere al centro
di ognuno una nocciola di ripieno, piegarli in due e
riunire le due estremità, schiacciarle leggermente
con le dita per saldarle bene, formando così i
cappelletti. Impastare i ritagli, tirarli a sfoglia e
ripetere l’operazione sino ad esaurimento
dell’impasto e del ripieno.
Cuocere i cappelletti in acqua bollente salata,
sgocciolarli, disporli in un piatto di servizio
riscaldato, cospargerli a strati con sugo di carne o,
a scelta, con il ragù alla bolognese, pezzetti sparsi
di burro e qualche cucchiaiata di parmigiano
grattugiato. Servire ben caldi con il parmigiano
rimasto a parte.
14 Contatto
Speciale Cultura
Oggi incontriamo…
Matteo Chincarini, attore e regista, oltre che artista a tutto tondo. A
Matteo, classe 1988, piace e viene naturale spaziare e sperimentare i
diversi campi che solo l’arte riesce ad offrire. Diplomatosi come
“Maestro d’Arte” al Liceo Artistico di Trento, dopo aver vissuto un paio
d’anni a Roma dove ha conosciuto dall’interno il mondo del cinema, della
pubblicità e della danza con diverse esperienze, stage e film, entra a far
parte della scuola del teatro stabile di Verona. Nel periodo veronese
torna a cimentarsi con la danza, cui si aggiunge la passione per
fotografia, regia di cortometraggi e cabaret. Nel 2011 approda a
Milano, entrando a far parte del circolo degli attori di Milano. Si
riavvicina inoltre alla pittura, arte che aveva lasciato dopo gli studi. Ora
Matteo vive e lavora a Monaco di Baviera dove conduce regolarmente
la trasmissione radiofonica “L’ora Italiana” , recita per diverse compagnie
teatrali e continua a dipingere quello che nella vita lo porta ad
emozionarsi.
Matteo, tu sei un artista a 360 gradi, hai
vissuto in diverse città in cui hai avuto modo di far
conoscere la tua arte. Come ritieni il panorama di
Monaco, dal punto di vista culturale?
Devo dire che non avrei mai immaginato di trovare
una città che ha sete di cultura italiana come a
Monaco. è una realtà che vede in modo molto
positivo quello che accade di espressivo nel nostro
Paese. Per un artista come me è stato piacevole
trovare questo ambiente e mi ha dato lo stimolo
giusto per continuare ed essere orgoglioso della
mia terra e a lavorare in quello stile che tanto
apprezzano i tedeschi.
Da quando sei arrivato quali sono state le tue
esperienze artistiche nel capoluogo bavarese?
Sono a Monaco da poco più di un anno, quindi mi
sono appena affacciato al panorama artistico
bavarese ma devo dire che non sono rimasto con
le mani in mano. Ho realizzato in collaborazione
con L'Istituto Italiano di Cultura due mostre su un
mio progetto fotografico intitolato "Città Esterno
Giorno" che vedeva come protagoniste le nuove
architetture e geometrie di Milano e le abbiamo
messe a confronto con delle foto d’inizio '900
quando nella città Meneghina, non tutti lo sanno,
c'è stata la prima Esposizione Universale, oggi
chiamata Expo. Per riallacciarmi al discorso
dell'orgoglio di essere italiano, la scorsa primavera
ho scritto e diretto, oltre che interpretato, uno
spettacolo musicale intitolato "Mambo Italiano" che
racconta di un fantastico viaggio colorato tra le
eccellenze delle nostre città, passando dai profumi
della cucina napoletana ai set dorati di Cinecittà,
dalle passerelle milanesi alle calde spiagge di
Rimini, il tutto condito con coreografie, balli, luci e
costumi che hanno fatto molto divertire il pubblico,
tant'è che il Console Generale ci ha voluto come
ospiti per un’esibizione al Consolato, un successo
che riproporremo di certo a breve. Il teatro è da
più di quindici anni la mia passione e sono rimasto
colpito di trovare in città molte realtà teatrali in
lingua italiana, ho avuto modo di recitare con la
compagnia "I-Talia" nell'opera di De Filippo
"Filumena Marturano" e nella "Mensa", testo
contemporaneo per la festa annuale di Rinascita.
Da qualche anno però un altro mondo mi affascina
particolarmente ed è quello radiofonico, ma di
questo ne parleremo più avanti.
Hai già progetti per il futuro? Nuovi
spettacoli?
Fin da piccolo mi è stato detto, ed ora posso
confermarlo, che il segno zodiacale dei Gemelli
non riesce per natura a non fare nulla ed è sempre
alla ricerca di nuove idee e nuovi stimoli, ecco io
rappresento a pieno questo segno. Per il futuro ho
molte idee e progetti, che ovviamente non svelerò
nemmeno sotto tortura, ho imparato che questo
ambiente è molto critico se annunci un progetto
che malauguratamente non realizzi quindi
preferisco parlare a giochi fatti. Quello che posso
dire è che questa città mi sta dando molti stimoli e
Speciale Cultura
sto conoscendo parecchie realtà nascoste che
penso debbano essere raccontate. Il mio è un
lavoro socialmente utile, che ha il dovere di
raccontare le diverse situazioni, ad esempio con la
fotografia o la pittura, con il teatro o con il cinema,
quindi nel prossimo futuro vorrei partire da questo
per costruire qualcosa che solo l'arte poi riesce a
far diventare immortale.
Cosa ti appaga maggiormente e perché?
Le cose belle, la bellezza da tutti noi è
sottovalutata o peggio ancora è data per scontata.
Penso che, soprattutto in questo periodo storico, si
Contatto 15
debba dare il giusto valore a quella parola, siamo
attorniati di cose belle, dalla natura all'arte. Come
si può essere impassibili a questa caratteristica?
Durante l'ultimo festival del Cinema di Roma, il
regista Paolo Sorrentino disse: "La bellezza e la
realtà non vengono quasi mai rappresentate
assieme nel cinema, forse per paura che una
sovrasti l'altra, ecco, io cerco di farle convivere
assieme". Questo per me è stato un grande
insegnamento contemporaneo.
Elisabetta Officio
"L'ora Italiana": un appuntamento mensile ospitato nel palinsesto di Radio Lora 92.4 tutti i primi martedì del
mese dalle 21 alle 22 offre alla comunità italiana presente in Baviera, ma anche ai tedeschi amanti della
nostra cultura, una panoramica sugli eventi che si svolgono in città, come mostre, concerti, conferenze o
spettacoli che hanno come comune denominatore la cultura italiana
L‘organo, re degli strumenti
Più di 200 persone hanno partecipato sabato 21
novembre, nella chiesa di St. Peter, in centro a
Monaco, al concerto d’organo organizzato dalla
Missione cattolica italiana insieme alla Società
Dante Alighieri di Monaco. L’organista
bergamasco, Paolo Oreni, ha risvegliato tutte le
canne dell’organo e in certi momenti sembrava di
essere alla presenza di una vera orchestra. “Mai
sentito un organo così ricco di suoni e di tonalità”, è
il commento di uno spettatore. Grazie
all’organizzazione di Lucio Benaglia e del signor
Macrì della Dante Alighieri è stato possibile un
guadagno di circa 1200 €, destinati al
finanziamento della stampa dei nuovi libretti di
canto della comunità italiana.
Nella foto in alto: Paolo Oreni
Nella foto in basso: da sinistra P. Gabriele Parolin,
Paolo Oreni; Lucio Benaglia
16 Contatto
La voce dei gruppi
Una parabola in comunione
La Comunità di Taizé, nel
sud della Francia, celebra
quest’anno 75 anni dalla
fondazione e 10 anni dalla
morte di Frère Roger Schutz,
suo ideatore e fondatore.
Tutto è incominciato nel 1940 quando, all’età di
venticinque anni, Frère Roger lasciò il paese dove
era nato, la Svizzera, per andare a vivere in
Francia, il paese di sua madre. Per diversi anni
aveva sofferto di tubercolosi polmonare. Durante
questa lunga malattia, aveva maturato in sé il
richiamo a creare una comunità.
Durante la Seconda Guerra Mondiale iniziò ad
accogliere rifugiati, ebrei e prigionieri di guerra
nel piccolo villaggio di Taizé.
Nel 1945 un giovane uomo della regione creò
un’associazione che si faceva carico di ragazzi
che la guerra aveva privato della famiglia. Molti
trovarono accoglienza a Taizé e poco alla volta
qualche altro giovane venne ad unirsi ai primi
fratelli. Il giorno di Pasqua del 1949 sette uomini si
impegnarono insieme per tutta l’esistenza nel
celibato e la vita comune in grande semplicità.
Nel silenzio di un lungo ritiro durante l’inverno
1952-1953, il fondatore della comunità scrisse la
Regola di Taizé. Per lui la cosa più importante era
vivere il Vangelo e comunicarlo agli altri. E il
Vangelo, non lo si può vivere che insieme.
Oggi la comunità di Taizé conta un centinaio di
fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche,
provenienti da quasi trenta nazioni. Con la sua
stessa esistenza, la comunità è una “parabola di
comunione”, un segno concreto di riconciliazione
tra cristiani divisi e tra popoli separati.
accanto ai più poveri, ai bambini di strada,
carcerati, moribondi, a chi è ferito nel più
profondo per le lacerazioni affettive, gli
abbandoni umani.
Lungo gli anni, cominciò ad arrivare a Taizé un
sempre maggior numero di giovani. Le suore di
Sant’Andrea, alcune suore orsoline polacche e
delle suore di San Vincenzo di Paolo assumono
una parte dei compiti dell’accoglienza dei giovani.
Anche uomini di Chiesa si recano a Taizé e la
comunità ha così accolto il Papa San Giovanni
Paolo II, quattro Arcivescovi di Canterbury, dei
Metropoliti ortodossi, i quattordici Vescovi luterani
di Svezia e numerosi pastori del mondo intero.
Frère Roger è morto il 16 agosto 2005, a 90
anni, ucciso durante la preghiera serale. Frère
Alois, scelto da lui già da tanto tempo come suo
successore, è ora il priore della comunità. Così
scrive in un omaggio a Frère Roger:
“Ora la nostra piccola comunità si sente spinta a
continuare sul cammino che lui ci ha aperto. È un
cammino di fiducia. Questa parola, "fiducia",
contiene un invito: accogliere con grande
semplicità l’amore che Dio ha per ciascuno di noi,
vivere di questo amore e assumersi i rischi che
questo comporta. La fede in questo amore è una
realtà semplicissima, tanto semplice che tutti
potrebbero accoglierla. E questa fede smuove le
montagne. Allora, anche se il mondo è sconvolto
da violenze e conflitti, possiamo guardarlo con
speranza.”
Anna Belfiore
I fratelli vivono unicamente del loro lavoro. Non
accettano nessun regalo. Non accettano per se
stessi nemmeno le proprie eredità personali, la
comunità ne fa dono ai più poveri.
Alcuni vivono in piccole fraternità in Asia, Africa,
America Latina dove cercano di condividere le
condizioni d’esistenza di coloro che li circondano,
sforzandosi d’essere una presenza d’amore
Fonte: Jeunes Cathos Blog
Vita
in comunità
Contatto 17
Arrivano i nuovi libretti dei canti!
Questo
nuovo
libretto di canti e
preghiere ad uso
della
nostra
Comunità Cattolica
Italiana di Monaco
di Baviera è il frutto
di un grande sforzo
iniziato più di un anno fa per dotarci finalmente, dopo
ormai un decennio, di un repertorio di canti più
aggiornato ed al passo con il rinnovamento liturgico
perennemente in corso nella storia della Chiesa.
Diverse persone responsabili delle liturgie nelle diverse
zone in città ed in periferia, si sono ritrovate per
definire un repertorio che tenesse conto il più possibile
delle esigenze di tutti. È iniziato così un cammino
comune a partire dall’analisi delle necessità e che è
proseguito poi nella ricerca dei canti più adatti, nella
consapevolezza di dover mantenere un necessario
equilibrio tra il repertorio tradizionale e quello
proposto dalle più giovani esperienze della musica
sacra.
Il contatto con la tradizione si manifesta, ad esempio,
attraverso la ripresa di diversi canti in lingua latina, per
i quali viene proposta, nella maggior parte dei casi,
anche la corrispondente versione in italiano. Alcune
delle melodie gregoriane utilizzate per cantare questi
testi risalgono ai primi secoli della vita della Chiesa. Un
patrimonio troppo importante per essere
completamente dimenticato. Da qui la scelta di
riproporre questi canti, nella speranza che non
rimangano solo sulla carta ma che ogni tanto le loro
melodie risuonino ancora nelle nostre assemblee.
Lo stesso vale anche per diversi canti della tradizione
più popolare che, molte volte, anche a causa di un
testo antiquato e non più aderente alla sensibilità
moderna, vengono sempre più trascurati. Eppure sono i
canti che, per come è costruita la loro melodia dal
ritmo semplice, cantabile, orecchiabile, sono ancora in
grado di trascinare ed entusiasmare il popolo orante.
Per arrivare poi al repertorio contemporaneo,
caratterizzato da testi più vicini alla nostra sensibilità
ed alle esigenze liturgiche moderne, capaci di
coinvolgere al meglio, grazie alla loro ritmica ed
all’organico generalmente richiesto per la loro
esecuzione, il pubblico più giovane.
Infine, vivendo a stretto contatto con le comunità
cristiane tedesche che ci ospitano nelle loro chiese,
abbiamo dedicato una certa attenzione a far sì che
fosse rappresentato un nutrito numero di canti le cui
melodie sono presenti anche nel Gotteslob.
Una cura particolare è stata posta nella redazione
dell’indice analitico suddiviso per parti della Santa
Messa, per tempi liturgici e feste e per tematiche
specifiche. In tal modo diventerà più facile la scelta dei
canti da parte di coloro che hanno la responsabilità di
organizzare e coordinare le liturgie per le diverse
assemblee della nostra Comunità, non solo nell’ambito
della Santa Messa domenicale o di feste particolari,
ma anche nell’organizzazione di incontri di preghiera
o di adorazione.
Ma la grande novità sta nel fatto che si sia deciso di
dare un certo peso anche alla parte dedicata alla
preghiera personale e comunitaria. Abbiamo raccolto
infatti nella prima parte del libretto le preghiere più
importanti della tradizione cristiana introducendo
anche alcune preghiere che possono essere recitate in
famiglia o nei gruppi in particolari occasioni.
Per chi desidera seguire la liturgia della Santa Messa
è presente la sezione ad essa dedicata. Alla stessa si
affiancano poi le sezioni dedicate alla preghiera
dell’Angelus e quelle dedicate alla Via Crucis e
all’Adorazione del Santissimo Sacramento.
Questo libretto diventa così un vero e
proprio vademecum, capace di accompagnarci giorno
per giorno nella nostra vita suggerendoci in ogni
momento le preghiere e i canti più opportuni.
Purtroppo, l’economia della nostra Comunità, che
deve far fronte anche a tanti altri bisogni, non ci ha
permesso un’edizione più colorata o più ricca di segni
o immagini che avrebbero probabilmente reso più
piacevole da parte del fruitore di questo nostro
libretto.
Ci siamo dovuti accontentare di questa versione più
essenziale che, comunque, e questo lo speriamo di
cuore, potrà trovare buona accoglienza e ben presto
un posto centrale nelle celebrazioni della nostra
Comunità di lingua italiana.
Il comitato di redazione
18 Contatto
Info
ACR (Azione Cattolica Ragazzi)
dai 7 ai 14 anni
Sono suddivisi in 4 gruppi che si incontrano il sabato
pomeriggio nella sede della Missione. I ragazzi sono
seguiti da animatori-catechisti. Il cammino ACR è scelto
dalla Missione Cattolica Italiana per la preparazione
dei ragazzi ai sacramenti dell’Eucarestia (Prima
Confessione e Comunione) e della Confermazione
(Cresima). Gli incontri si svolgono di sabato alle ore
14:30 e si concludono alle 17:00 con la celebrazione
della S. Messa nella Chiesa di St. Andreas. Tutte le
attività e gli appuntamenti possono essere seguiti sul
sito dell'ACR Monaco.
shttps://sites.google.com/site/monacoacr
Responsabile: Barbara Fradeani
ACG (Azione Cattolica Giovanissimi)
dai 15 ai 18 anni
Il Settore Giovani riunisce i giovanissimi dai 15 ai 18
anni che aderiscono all'Azione cattolica italiana. A loro
l'AC propone cammini formativi ordinari, svolti nelle
comunità territoriali con lo scopo di confrontarsi e
crescere nella fede. È presente attualmente un gruppo
di Giovanissimi, o del dopo-cresima, ragazzi di età
compresa tra i 15 e i 18 anni. Si incontrano il venerdì
sera dalle ore 18:00 alle 19:30 presso i locali della
Missione Cattolica Italiana.
Responsabile: Maria Grazia Cusati
AC (Azione Cattolica adulti)
Il gruppo adulti AC si riunisce un sabato al mese alle
ore 18:00 presso la sede della Missione. Tutte le
attività e gli appuntamenti degli incontri possono
essere seguiti sul sito dell’AC Monaco.
Responsabile: Davide Cassata
Gruppo Fanciulli (da 0 a 7 anni)
Si incontra un sabato al mese dalle ore 10:00 alle
12:00 presso i locali della Missione.
Attraverso un linguaggio semplice e giocoso i bambini
approfondiranno la conoscenza di Dio e il loro viaggio
nella fede.
Responsabile: Suor Zaira
(089) 77 66 58.
gruppi 18
presso i locali della Missione. Sono un gruppo di
giovani dai 18 ai 36 anni, desiderosi di crescere
insieme nella Fede e nella conoscenza reciproca. Il
gruppo si interroga su come vivere una vita piena e
come seguire la volontà di Dio.
Responsabile: P. Vincenzo Armotti
Leandro Zaza: [email protected]
Gruppo Coro
Si incontra il giovedì sera dalle ore 19:00 presso i locali
della Missione.
Responsabile: Giovanni Gualniera
Gruppo Famiglie
Si incontra un sabato al mese dalle ore 16:00 presso i
locali della Missione. L‘incontro è articolato
normalmente in 5 momenti: accoglienza, riflessione
comunitaria, Adorazione eucaristica, celebrazione
della S. Messa e cena in condivisione. Al centro
dell‘incontro vi è la riflessione su temi legati alla
famiglia. Le varie fasi vengono organizzate di volta in
volta con il contributo di ciascuna coppia.
Responsabile: Valentina Di Gangi: [email protected]
Gruppo Terza Età
Si incontra ogni 15 giorni il mercoledì dalle ore
14:30 presso i locali della Missione. L'incontro è
articolato in tre momenti: accoglienza, momento
conviviale con Kaffee und Kuchen e un momento di
riflessione spirituale. Durante l'anno sono previsti anche
pellegrinaggi e festeggiamenti particolari in occasione
dei momenti forti.
Responsabile: Suor Maria (089) 77 66 58
Riflessioni sui testi biblici
La Missione propone degli incontri di riflessione sui testi
biblici che si tengono il venerdì dalle ore19:00 nei
periodi di Quaresima e Avvento presso i locali della
Missione. Le riflessioni sono guidate da P. Gabriele
Parolin e dal Dr. Manuel Caballero Gonzàlez.
Gruppo S. Padre Pio
Si incontra due volte al mese.
Responsabile: Walter Fasson (089) 3108584.
Gruppo Fanciulli 2 (dai 7 anni in su)
Si incontra un sabato al mese dalle ore 10:00 alle
12:00 presso i locali della Missione.
I bambini proseguiranno il loro cammino di fede,
approfondendo alcune tematiche in modo adatto alla
loro età.
Responsabile: Suor Zaira
(089) 77 66 58.
Gruppo Giovani (dai 18 anni in su)
Si incontra ogni giovedì alle ore 20:30 alle 22:30
Per ulteriori informazioni su date e modalità di
partecipazione si prega di contattare i responsabili
allo 089-7463060 oppure
di visitare il sito web della
Comunità Cattolica Italiana:
www.mci-muenchen.de
Contatto 19
Sacramenti e Info Utili
BATTESIMO
Il battesimo ci inserisce nella vita di Cristo. Gli
interessati si annunciano in Missione. Il battesimo
è preceduto da un colloquio personale con il
sacerdote durante il quale si riflette sul significato
del battesimo e sul rito della celebrazione.
La celebrazione avviene in una delle chiese dove
viene celebrata l’Eucarestia. L’avvenuto battesimo
viene poi notificato al Matrikelamt della Diocesi.
CONFESSIONE
La confessione ci fa partecipare al perdono di
Cristo. E’ possibile in Missione o su appuntamento
oppure durante i giorni feriali primo e dopo la S.
Messa delle ore 18.30.
PRIMA COMUNIONE E
CRESIMA DEI RAGAZZI/E
Negli ultimi anni la preparazione è stata inserita
nel percorso annuale dell’Azione Cattolica Italiana
(ACR), in modo da facilitare i ragazzi che
rientreranno in Italia. Vengono ammessi a questa
preparazione ragazzi/e dagli 8 ai 14 anni che non
conoscono o hanno difficoltà nella lingua
tedesca. Agli altri suggeriamo di rivolgersi alla
parrocchia locale.
Gli incontri avvengono nei locali della Missione il
sabato pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 17.00
e si concludono con la S. Messa nella Chiesa di St.
Andreas.
Nei mesi di settembre-ottobre si raccolgono le
iscrizioni. La celebrazione della Confermazione è
da concordare con il Vescovo diocesano. Avviene
solitamente il giorno di Pentecoste.
MATRIMONIO
Vengono offerti ogni anno due corsi di
preparazione al matrimonio, uno nei sabati del
mese di novembre e un altro in quelli di marzo,
sempre il sabato mattina.
Con un sacerdote della Missione inoltre vengono
adempiute le pratiche matrimoniali, sia per coloro
che celebrano il matrimonio religioso a Monaco,
sia per coloro (e sono la maggioranza) che lo
celebrano in Italia.
UNZIONE DEGLI INFERMI
L’unzione degli infermi avviene su richiesta dei
singoli o dei famigliari negli ospedali o nelle case
private. Una volta all’anno, nel periodo di
Quaresima, viene offerta la possibilità di ricevere
l’Unzione durante una liturgia domenicale nella
chiesa di St. Andreas.
PELLEGRINAGGIO A LOURDES
Da martedì 3 a domenica 8 Maggio 2016
INFO e ISCRIZIONI: Padre Vincenzo Armotti
CRESIMA DEGLI ADULTI
Dagli inizi del mese di novembre di ogni
anno offriamo un corso di preparazione il sabato
pomeriggio alle ore 15.00.
Tel. 089-7463060
Cell. 0172-9291448
In ricordo dei nostri cari defunti
Francesco
Franco
Pasquina
Trovato
Ruocchio
Crescimbello
12 .05.1983
20.11.1967
03.11.2015
12.11.2015
04.04.1949
03.10.2015
Eugenio
Matteo
Aldo
Massimo Emiliano
D‘Addato
Righini
Ruocchio
Fecondo
22.02.1956
11.03.1954
14.04.1947
08.08.1976
08.08.2015
05.09.2015
04.11.2015
06.11.2015
Grazie
!
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Un
ringraziamento
a tutti iasostenitori
Contatto
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reso
Se sincero
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Felice Anno Nuovo!
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Avvento: tempo di speranza - Comunita´ Cattolica Italiana Monaco