Julien Spiewak
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La Parigi di San Vincenzo de Paoli e di Federico Ozanam
Due secoli separano questi due uomini, hanno
percorso una Parigi molto diversa e, oggi, molti
posti testimoniano ancora la loro presenza.
Questa guida vi aiuterà a scoprire questi luoghi
ricchi della loro storia.
Julien Spiewak
LA PARIGI
di San Vincenzo de Paoli
e di Federico Ozanam
La Parigi
di San Vincenzo de Paoli
e di Federico Ozanam
La Parigi
di San Vincenzo de Paoli
e di Federico Ozanam
Parigi, testimone viva delle loro opere
San Vincenzo de Paoli e Federico Ozanam non
sono nati a Parigi, tuttavia questa città ha visto nascere il loro apostolato. Ed è stata da
loro amata. È il luogo in cui hanno sviluppato
una vasta rete di carità per alleviare la miseria
dei più poveri.
Questi due uomini, benché due secoli li separino, hanno percorso in lungo e in largo una
Parigi ben diversa da quella di oggi, anche se
molti posti continuano a testimoniare la loro
presenza.
Questa piccola guida vi permetterà di scoprire
questi luoghi, impregnati della loro storia.
La Società
di San Vincenzo de Paoli
Cronistoria
La carità è sempre giovane
8
15
Sulle orme di
San Vincenzo de’ Paoli
Biografia
Cappella di San Vincenzo de Paoli
Museo vincenziano
Cappella N-D de la Médaille Miraculeuse
Chiesa di Saint-Sulpice
Chiesa di Saint-Laurent
Priorato di Saint-Lazare
Chiesa di Saint-Vincent-de-Paul
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26
36
44
50
54
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62
Sulle orme di
Federico Ozanam
Biografia
Chiesa dicSaint-Joseph-des-Carmes
Museo Frédéric Ozanam
Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont
Chiesa di Saint-Médard
Università della Sorbona
Abitazioni di F. Ozanam e di E.Bailly
Cattedrale Notre-Dame de Paris
Cimitero di Montparnasse
Giardinetto pubblico Frédéric Ozanam
Società di San Vincenzo de Paoli, CGI
Mappe
Bibliografia
70
72
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86
90
92
94
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104
106
108
116
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Cupola della chiesa di Saint-Joseph-des Carmes
rappresentante Elia in cielo
e vari episodi della sua vita.
La Società
di San Vincenzo de Paoli
Cronistoria
8
La Società
di San Vincenzo de Paoli
ttt Cronistoria
Dalla Conferenza di Storia alla Conferenza di Carità La Società di San Vincenzo de Paoli (SSVP) è nata a Parigi nel 1833,
tra un gruppo di studenti riuniti nella “Conferenza di Storia”, che era
animata da Emmanuel Bailly, fondatore del giornale «La Tribune Catholique». Bailly riuniva studenti cristiani per trattare argomenti di
storia, di diritto e di filosofia. Tra questi c’era un giovane studente di
diritto, Federico Ozanam. Alle volte le discussioni divenivano accese.
Un giorno uno studente lanciò questa provocazione: «Un tempo il cristianesimo ha fatto prodigi, ma oggi è morto! Che cosa fate concretamente voi che vi vantate di essere cattolici?». Ozanam fu scosso da
questa obiezione e così pure alcuni suoi amici che si dissero: «Non
parliamo tanto di carità... piuttosto pratichiamola aiutando i poveri!».
Uno di loro, Auguste Le Taillandier, propose di riunirsi tra giovani cattolici non più per parlare, ma per agire: creare una Conferenza di Carità.
Proposero questa idea a Bailly e delegarono Ozanam a fondare un’o-
La Sociéta di San Vincenzo de Paoli
9
pera di giovani, il cui ideale caritativo si concretizzasse nella visita ai
poveri. Ecco come Ozanam ricorda quelle prime riunioni, in una lettera
del 17 maggio 1838 all’amico François Lallier: «Quando mi tornano
alla mente tutte quelle umili scene della nostra vita di studenti, hanno
per me un fascino inesprimibile: le riunioni serali alle conferenze di
M. Gerbet, che avevano un certo qual fascino di mistero e nelle quali
iniziammo a conoscerci meglio, quelle discussioni storiche, filosofiche,
nelle quali portavamo un ardore così sincero, dove si condividevano i
successi con tutto il cuore, le piccole riunioni di Rue du Petit Bourbon
Saint-Sulpice...».
Nascita della Società di San Vincenzo de’ Paoli
Il 23 aprile 1833 Emmanuel Bailly accoglie Federico Ozanam e i suoi
amici François, Jules, Auguste, Félix e Paul, nella stamperia della Tribune Catholique al n. 38 di Rue Saint Sulpice, a quell’epoca Rue
Petit-Bourbon-Saint Sulpice. È la riunione nella quale viene fondata la
prima Conferenza di Carità che sarà posta sotto la protezione di San
Vincenzo de Paoli nel 1834. Il gruppo propose che le riunioni fossero
settimanali e che l’attività fondamentale fosse la visita ai poveri e,
per fare ciò, si mise in contatto con Suor Rosalie Rendu, una Figlia
della Carità che organizzava la distribuzione degli aiuti nel quartiere
Mouffetard, uno dei più poveri di Parigi, vicino alla Chiesa di SaintEtienne-du-Mont.
10
I fondatori della Società
di San Vincenzo de Paoli
Le origini di questi giovani studenti parigini
sono state una risorsa per lo sviluppo della
Società di San Vincenzo de Paoli in Francia.
Félix Clavé
* 8 luglio 1811 a Tolosa
9 novembre 1853 a Pau
Auguste Le Taillandier
* 28 gennaio 1811 a Rouen
23 marzo 1886 a Rouen
Jules Devaux
* 18 luglio 1811 a Colombières
27 ottobre 1880 a Parigi
I fondatori della Società di San Vincenzo de Paoli
Federico Ozanam
* 23 aprile 1813 a Milano
8 settembre 1853 a Marsiglia
11
Emmanuel Bailly
* 9 marzo 1794 a Bryas
12 aprile 1861 a Parigi
Paul Lamache
* 18 luglio 1810 a Saint-Pierre-Eglise
28 luglio 1892 a Grenoble
François Lallier
* 22 giugno 1814 a Joigny
23 dicembre 1886 a Sens
12
Una crescita miracolosa
Federico Ozanam scriveva a uno dei suoi cugini il 21 luglio 1834: «Vorrei che tutti i giovani che hanno un cervello e un cuore si unissero per
fare opere di carità e che si formasse, in tutto il paese, una vasta associazione generosa per il sostegno delle classi popolari». Il suo desiderio
non ha tardato ad essere realizzato: tra novembre e dicembre di quel
medesimo anno il gruppo contava già oltre cento membri! Era dunque
necessario dividersi e ciò avvenne non senza esitazioni e rimpianti. Il
24 gennaio 1835 furono create due sezioni e Ozanam fu nominato
vice-presidente della prima di queste: era nata la Società di San Vincenzo de’ Paoli. Seguì a breve la diffusione nelle province: gli studenti
che alla fine degli studi lasciavano Parigi e ritornavano alle loro case
fondarono nuove Conferenze. Il 10 febbraio 1835 a Nîmes, il 16 agosto 1836 a Lione, poi a Rennes, a Nantes. Dopo lo sviluppo in Francia
la Società di San Vincenzo de Paoli si diffuse rapidamente all’estero.
Questo sviluppo quasi universale ha del prodigioso, se si pensa che
avvenne nonostante la scarsità dei mezzi di comunicazione dell’epoca.
Scrive Federico Ozanam all’amico Lallier il 9 aprile 1838: «La nostra
forza morale proviene dalle Conferenze di Parigi e della Provincia. Questa solidarietà costituisce il nostro credito agli occhi del mondo, e al
tempo stesso ci dà fiducia».
Ed oggi?
La Società di San Vincenzo de Paoli conta oggi circa 800.000 membri
in 146 paesi. La Società ha superato molteplici prove, ha attraversato
Il numero delle Conferenze
e dei membri aumenta ogni anno
Anno 1860
1913
1933
1983
2012
Conferenze
2 500
8 000
12 000
38 000
45 000
Membri
50 000
133 000
200 000
750 000
800 000
La Società di San Vincenzo de Paoli
13
rivoluzioni e guerre. La crescita della Società è una risposta ai bisogni che
si manifestano secondo le epoche e nei vari paesi. La preoccupazione costante della Società, fedele allo spirito dei fondatori, è quella di rinnovarsi
e di adattarsi alle condizioni che mutano con i mutamenti del mondo...
«Nessuna opera di carità è estranea alla Società. La sua attività comprende
ogni forma di aiuto portato per mezzo del contatto da persona a persona
per alleviare le sofferenze e promuovere la dignità e l’integrità dell’Uomo»
(Regolamento della Società). Scriveva Federico Ozanam a sua madre l’8
aprile 1832 queste parole, valide ancora al giorno d’oggi: «In mezzo a
questi tristi spettacoli, la carità non si stanca mai».
La Famiglia Vincenziana
Raggruppa numerose istituzioni che vantano l’eredità del pensiero di
San Vincenzo de Paoli e sono unite dalla medesima spiritualità: «Seguire Gesù Cristo, servitore ed evangelizzatore dei poveri» come faceva
il loro santo patrono. Oggi la Società di San Vincenzo de Paoli rappresenta il ramo più numeroso della Famiglia Vincenziana con i suoi
800.000 membri.
Rami della
Famiglia Vincenziana:
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La Società di San Vincenzo de Paoli
15
<
Thailandia.
Volontari di Bangkok, 2010.
La carità
è sempre giovane
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della prima Conferenza come modello
di lavoro e di semplicità
Come descrivere il ruolo che occupano i giovani nella Società di San
Vincenzo de Paoli senza ritornare alla sorgente, la prima riunione dell’aprile 1833? Un gruppo di giovani laici cristiani, animati da Emmanuel
Bailly, si riunisce per pregare, riflettere e lavorare assieme con lo scopo
di alleviare la povertà. È l’epoca in cui tutta la gioventù francese è in
fermento e si appassiona alle idee e alle lotte intellettuali. La prima
Conferenza del 1833 rappresenta per noi oggi l’essenza stessa dello
spirito vincenziano. La Società di San Vincenzo de Paoli è sempre stata
animata da uno “spirito giovane” le cui caratteristiche essenziali sono
descritte nel Regolamento: “entusiasmo, adattabilità e immaginazione
creativa”. La nostra Società ha saputo mantenere questo spirito e ha
saputo svilupparsi rapidamente in molti paesi. Le Conferenze hanno
sempre saputo scoprire i problemi del loro tempo e rispondere all’aspettativa delle persone più povere dei luoghi dove operavano. Anche
se i nostri gruppi non sempre sono composti da membri giovani, è
importante che questo “spirito giovane” d’innovazione e di adattabilità
sia presente nel cuore di ciascuno di noi.
16
I giovani nelle nostre Conferenze
Non sempre è facile far entrare nuovi membri nella nostra Società. I
giovani sono spesso impegnati nello studio, nei loro obiettivi professionali, negli svaghi o coi loro amici. Dobbiamo essere consapevoli
di queste difficoltà e di conseguenza farci accoglienti e disponibili.
Il Regolamento ci ricorda che «la Società è costantemente preoccupata di formare Conferenze di giovani e di favorire la loro accoglienza
in tutte le Conferenze». Ci sono delle Conferenze che puntualmente
chiedono l’aiuto dei giovani in occasioni specifiche. Come potrebbe
un giovane rifiutare di aiutarci sentendosi rivolgere un appello alla
“buona volontà” per una raccolta di generi alimentari, o per distribuire caffè a dei “senza fissa dimora”? Queste iniziative non comportano un impegno gravoso e permettono a numerosi giovani di
scoprire la nostra attività. Questi appelli alla generosità e al dono di
sé costituiscono occasioni preziose per incontrare nuovi membri e
per far conoscere la Società. Se non è facile attirare nuovi membri,
è anche difficile conservarli nel tempo nelle Conferenze: l’impegno
vincenziano non è un impegno di breve durata. Vivere il carisma
vincenziano significa rivedere la propria vita di fronte al modello di
San Vincenzo de Paoli per essere in ogni momento al servizio dei
più poveri.
La Società di San Vincenzo de Paoli
17
<
Spagna.
Più di cento paesi erano
rappresentati dai giovani di tutto
il mondo alle giornate internazionali
di studio della Gioventù Vincenziana
a Salamanca nel 2008.
Per vivere pienamente questa chiamata è importante che i giovani
scoprano la bellezza del messaggio di San Vincenzo de Paoli. Capire questo messaggio permette a ciascuno di aprire il proprio cuore,
di mettersi in ascolto e al servizio dei poveri. «Andrete dieci volte
al giorno a visitare i poveri e dieci volte al giorno vi troverete Dio»,
dice San Vincenzo de Paoli. È lui che, con la testimonianza della
sua vita, ha saputo farci scoprire la bellezza della visita ai poveri,
perché nella visita prendiamo contatto e confidenza con quelli che
aiutiamo. A poco a poco i giovani volontari scopriranno la gioia di
appartenere ad un gruppo, ad una famiglia che offre loro amicizia,
appoggio e fraternità. Ognuno di noi è responsabile dell’accoglienza di questi nuovi membri con spirito vincenziano. Dobbiamo lavorare per una “conversione personale” per meglio recepire questa
chiamata alla fraternità e sviluppare il nostro dono dell’ascolto e
della condivisione. Nel corso della vita dobbiamo a volte superare
delle tappe dolorose, patire delle sconfitte o cambiare radicalmente modo di vivere. I giovani si trovano spesso di fronte a queste
situazioni difficili. Interroghiamoci fin da oggi sulla capacità della
nostra Società di essere presente in ognuna di queste tappe e particolarmente vicina ai giovani: in ogni momento essi devono sentirsi
membri e parte attiva della nostra Società.
18
I giovani nella nostra struttura
I giovani sono ben preparati ad affrontare le inquietudini del loro tempo e a sviluppare le capacità di risposta. Nelle giornate di studio della
Gioventù Vincenziana a Salamanca (Spagna) del giugno 2008, i giovani hanno lavorato sul tema “Nuove forme di povertà”. Mi ha rattristato
fare l’elenco delle povertà delle quali i giovani erano testimoni in prima
persona: le malattie endemiche, la disoccupazione, la depressione, le
tossicodipendenze, la prostituzione, il frantumarsi delle famiglie, la
mancanza di spiritualità e di valori, le guerre civili, il moltiplicarsi delle
catastrofi naturali, ecc. Sono problemi che si diversificano sempre di
più e sempre più rapidamente. Sono rimasto molto stupito dalla vicinanza dei giovani a tutti questi problemi, ne parlavano con tristezza e
con familiarità. Le diverse attività all’interno delle Conferenze li rendono veri attori che combattono le sofferenze del giorno d’oggi e pertanto i giovani devono sentirsi pienamente parte della nostra Società. È
importante che siano ascoltati e che le loro proposte siano valorizzate.
Da diversi anni il Consiglio Generale raccomanda ai Consigli Nazionali
l’integrazione dei giovani nelle loro strutture e lo sviluppo dei Comitati
Nazionali Giovani. Non si tratta di creare delle strutture parallele, ma
di mantenere l’unità della nostra organizzazione. Però i giovani devono
poter lavorare ai vari livelli della struttura per trasmettere le loro idee
e condividere il più possibile le attività. L’impiego ormai invalso di
La Società di San Vincenzo de Paoli
19
<
Brasile.
Incontro dei rappresentanti
dell’America del Sud
à Iguassu, 2010.
Internet e la possibilità di lavorare in rete permettono a molti giovani
di scambiare e condividere le loro esperienze. Questi nuovi mezzi di
comunicazione favoriscono la diffusione delle informazioni ed estendono la consapevolezza di costituire un gruppo o una famiglia. Oltre la
Conferenza, oggi si sono formati dei collegamenti più ampi, anche tra
Conferenze appartenenti a paesi diversi. Per esempio, per mezzo del
Comitato Internazionale Giovani, decine di giovani, provenienti dalle
diverse parti del mondo, si sono riuniti in una rete internazionale per
restare in contatto tra loro. Gli scambi sono molteplici e possono crearsi dei progetti di collaborazione su vasta scala. «Vorrei racchiudere
il mondo intero in una rete di carità», questa frase profetica suona
sempre attuale nelle prospettive della Società.
La fondazione permanente
Cari adulti, voi che spendete molta della vostra energia per alleviare le
miserie dei nostri giorni, il vostro lavoro è testimonianza vera per tutti i
giovani che scoprono la Società. Avete saputo vivere seguendo le orme
di San Vincenzo de’ Paoli donando quello che avevate di più prezioso.
È grazie alle vostre numerose opere che la Società è oggi così dinamica
e sviluppata. I giovani ammirano e sono riconoscenti a tutti coloro che
hanno fatto sì che la Società si sviluppasse e restasse al medesimo
tempo così vicina ai poveri. Il Regolamento dice in proposito: «I mem-
20
bri, nonostante l’età, cercano di mantenere lo spirito giovane». Questo
spirito giovane deve accompagnarci per essere sempre più vicini alle
realtà dei giorni nostri. Se comprenderemo meglio le problematiche
attuali, potremo agire in modo più efficace e più giusto. Conserviamo uno slancio di entusiasmo che favorisca la presenza dei giovani
nelle nostre Conferenze e nella nostra struttura. I giovani sapranno
perpetuare con impegno l’entusiasmo che ci permette di continuare
ad essere testimoni audaci. Dobbiamo essere attenti a cogliere ogni
spirito nuovo, dobbiamo essere perennemente in evoluzione. Accogliamo le iniziative dei più giovani come avevano intuito i nostri fondatori.
Non dobbiamo avere timore ad utilizzare nuovi strumenti di lavoro e
a sfruttare nuovi canali di comunicazione, non dobbiamo aver paura
di sostenere i giovani perché possano realizzarsi nella nostra Società
e apprezzare l’amicizia fraterna che unisce i suoi membri per formare
un unico corpo.
Serviamo tutti insieme coloro che soffrono
Cari giovani, ho avuto la fortuna di incontrarvi in occasione di molte
manifestazioni in questi ultimi anni. Quale gioia nel vedere la nostra
Società irradiare in tutti i continenti la medesima spiritualità che tutti
ci accomuna! Viviamo in regioni lontane le une dalle altre, abbiamo
culture diverse, eppure tutti noi riconosciamo l’enorme lavoro fatto dai
La Società di San Vincenzo de Paoli
21
<
Italia.
Incontro dei Giovani Vincenziani
Europei a Roma, 2012.
fondatori. Hanno saputo trasmetterci l’amore per i più poveri, lo spirito
della carità e un tesoro spirituale al quale ognuno è invitato ad attingere per rigenerarsi. Il confrontarci col mondo della povertà rinforzerà
la nostra fede e ci aprirà a nuove sfide. Non dobbiamo aver timore
di assumerci responsabilità all’interno delle nostre Conferenze e nella
nostra struttura nazionale: la Società di San Vincenzo de Paoli saprà
accompagnarci nel nostro percorso. Le persone che incontriamo nelle
varie attività, così come i volontari, diventeranno un po’ per volta degli
amici prima, e una famiglia poi, con la quale raggiungeremo le grandi
tappe della vita. Non dobbiamo aver timore di essere animati dalla bellezza e l’umiltà del messaggio di San Vincenzo de Paoli. Non dobbiamo
aver paura di servire, tutti insieme, coloro che soffrono. Con l’entusiasmo di Federico Ozanam e di Emmanuel Bailly, costruiamo la Società
di San Vincenzo de Paoli di domani e apriamo oggi stesso le porte delle
nostre Conferenze e della nostra struttura ai giovani. Conserviamo il
dinamismo e l’efficienza della prima Conferenza quali modelli di lavoro
e di semplicità. Chiediamo allo Spirito Santo di guidarci nelle nostre
decisioni e nella nostra attività di modo che la Società di San Vincenzo
de Paoli possa svilupparsi per servire sempre meglio i più poveri.
18e
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Sui passi
di San Vincenzo de Paoli
24
Sui passi
di San Vincenzo de Paoli
San Vincenzo de Paoli,
patrono delle opere di carità
Vincenzo de Paoli nasce il 24 aprile 1581 a Pouy, nelle Lande, da
una numerosa famiglia contadina
molto devota. Da questa riceve,
nella semplicità “della gente dei
campi”, il senso del lavoro, l’attenzione alle piccole cose e alla gente
semplice, la fede che lo forgia. In
questo ambiente Vincenzo ha anche la possibilità di studiare: sarà
prete.
Ritratto di san Vincenzo de Paoli, Viene ordinato sacerdote il 23 setminiatura su rame, scuola francese tembre 1600 dal vescovo di Périgueux a Château-L’Evêque.
del XVII secolo, collezione privata.
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25
Parigi, un indirizzo decisivo
Dopo anni alla ricerca di un’occupazione tranquilla, Vincenzo nel 1608
si reca a Parigi. Si dona a Dio e Dio lo dona ai poveri. Cappellano della
regina Margherita di Valois nel 1610, frequenta poi Bérulle e l’Oratorio
e nel 1612 diventa Curato di Clichy. Dal 1613 la sua vita cambia e
prende un indirizzo preciso: Vincenzo è nominato precettore della nobile famiglia dei Gondi. Nel 1617 due eventi sono determinanti. Durante
l’inverno a Gannes, nell’Oise, Vincenzo, confessando un contadino, si
rende conto della povertà spirituale nelle campagne e dell’ignoranza
del clero: “i poveri delle campagne”. Spinto dalla Signora Gondi lancia
la missione: per cambiare la propria vita bisogna orientarsi verso Dio e
lasciarsi riconciliare da Lui (Sermone di Folleville, 25 gennaio 1617).
Nel 1625, grazie al finanziamento dei Gondi, fonda la Congregazione
della Missione per l’evangelizzazione dei poveri e la formazione del clero. Nell’estate dello stesso anno, mentre è curato a Châtillon, incontra
dei poveri e mobilita dei laici perché li aiutino: è nata la Confraternita
della Carità, ed è lui stesso a dettarne il Regolamento. Da Châtillon
nascono le Dame della Carità e nel 1633, grazie a Luisa di Marillac,
nasce la Compagnia delle Figlie della Carità.
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La carità conduce alla giustizia, specialmente sul piano sociale e ospedaliero. Per far fronte ai bisogni dei poveri, «che si moltiplicano all’infinito», Vincenzo de Paoli vuole racchiudere il mondo in una rete di
carità: dalla regione parigina alle province devastate dalle guerre, fino
alla Polonia e all’Italia, oltre i mari: dall’Africa del Nord (1645-1646)
al Madagascar (1648).
Vincenzo de Paoli muore a Parigi il 27 settembre 1660. Viene beatificato il 13 agosto 1720 e canonizzato il 16 giugno 1737. Papa Leone
XIII lo nomina patrono di tutte le opere di carità esistenti o che traggono ispirazione da lui. In Francia San Vincenzo de Paoli è patrono della
Assistenza pubblica.
2
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Cappella di
San Vincenzo de Paoli
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Entrata principale della
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Teca ove riposa il corpo
di San Vincenzo de Paoli.
2
Storia
Vincenzo de Paoli è morto il 27
settembre 1660 nella Maison de
Saint Lazare, in rue du Faubourg Saint-Denis, che era al tempo
stesso un ospedale, un seminario
ed un luogo per ritiri spirituali. È
stato sepolto nel coro della chiesa
di Saint Lazare. Durante la Rivoluzione la chiesa fu saccheggiata
e trasformata in prigione. Le spoglie di San Vincenzo, restituite nel
1795, furono poste nella Cappella
della Casa Madre della Congregazione della Missione fino al 1830.
La prima pietra della Cappella di
San Vincenzo fu posta il 17 agosto
1826 e la consacrazione avvenne
il 1° novembre 1827 ad opera
di Monsignor Hyacin-the-Louis
de Quélen, arcivescovo di Parigi.
Questa cappella è una bellissima
testimonianza dello stile accurato
dell’epoca di Carlo X.
L’architettura
La facciata, di stile antico, è
composta da quattro pilastri sormontati da un fregio rappresen-
tante delle croci greche legate
alle iniziali di San Vincenzo: S e
V. Nel timpano triangolare vi è l’iscrizione latina: Sancto Vincentio
a Paolo sacrum. Sopra la porta si
può vedere un medaglione con il
busto del santo. La sobrietà della
facciata contrasta con la ricchezza degli ornamenti all’interno. La
navata è delimitata da ventidue
colonne. Al centro l’altar maggiore, la teca di San Vincenzo e un
trompe-l’oeil in cui San Vincenzo è rappresentato nella gloria
al centro delle istituzioni da lui
fondate. Entrando nella Cappella si notano due grandi quadri: a
sinistra San Vincenzo che sale al
cielo (XVIII secolo) e a destra La
visione dei globi (1760).
3
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9
L’Altar maggiore
Padre Jean-Baptiste Etienne,
superiore generale della Congregazione della Missione dal 1843
al 1874, fece erigere, nel 1854,
un altar maggiore con due rampe
di accesso alla teca di San Vincenzo.
30
L’altare maggiore è riccamente
decorato da molte sculture di
santi. Ai lati della croce dorata si
trovano le reliquie dei due santi
particolarmente legati a San Vincenzo: San Francesco di Sales
(a sinistra) e Santa Giovanna di
Chantal (a destra).
Più in alto, ai lati della teca, troviamo le statue degli apostoli e
degli evangelisti. Nel lato sinistro
troviamo: Giovanni, Tommaso,
Filippo, Bartolomeo, Giacomo il
minore, Luca e Pietro. A destra:
Paolo, Andrea, Marco, Giacomo il
maggiore, Simone, Matteo e Giuda Taddeo.
Teca di San Vincenzo de Paoli
La teca dove riposa il corpo di
San Vincenzo è d’argento massiccio. È stata offerta da Mons.
Hyacinthe de Quélen grazie ad
una sottoscrizione popolare e fu
posta solennemente al di sopra
dell’altar maggiore nel 1830.
Sulla teca, una statua raffigura
San Vincenzo che sale al cielo
circondato da quattro angeli che
rappresentano la religione, la
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31
<
Nei due lati della navata centrale
si trovano due serie
di cinque altari laterali.
2
fede, la speranza e la carità. Da
ogni lato della teca si possono vedere due orfanelli, un ragazzo ed
una ragazza, con le mani giunte,
che invocano San Vincenzo.
Arco di trionfo
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4
7
Sebbene le spoglie di San Vincenzo siano state nascoste e
spostate più volte durante le
guerre e le rivoluzioni, la teca
ha ben conservato il suo corpo.
Il viso e le mani sono incerate,
il corpo del santo è vestito di un
camice e una stola ricamate a
filo d’oro. San Vincenzo tiene tra
le mani la croce che gli è servita quando ha accompagnato re
Luigi XIII sul letto di morte. Molti sono i pellegrini che durante
l’anno vengono ad inginocchiarsi davanti al santo per pregare.
Il dipinto semicircolare in trompe
l’oeil «Apoteosi di San Vincenzo
e delle sue istituzioni più importanti» è stato realizzato nel 1855
da François Carbonnier, lazzarista
e allievo del celebre pittore Jean
Auguste Dominique Ingres. Al di
sotto del dipinto si trova l’iscrizione latina «Pertransiit bene faciendo
(Passò facendo il bene)», citazione
tratta dagli Atti degli Apostoli (10,
38) riferita a Gesù Cristo e qui applicata a San Vincenzo. A sinistra:
San Vincenzo predica il vangelo ai
poveri, San Francesco-Regis Clet
con un crocifisso, San Gabriele
Perboyre con una gran croce e San
Vincenzo che insegna a degli ordinandi nell’ambito delle Conferenze
9
32
>
San Vincenzo che sale al cielo (XVIII secolo)
di François Carbonnier.
del martedì. Al centro c’è San Vincenzo, poi Santa Luisa di Marillac
con le Figlie della Carità, le Dame
della Carità e alcuni feriti di guerra
curati dalle Figlie della Carità.
Altari, vetrate e cappelle
Ai due lati della navata principale
si trovano due serie di cinque altari laterali, diverse vetrate e due
cappelle: a sinistra la cappella della Santa Vergine e a destra quella di San Giuseppe. Ogni altare è
dedicato a un santo e ogni vetrata
contiene dei medaglioni che rappresentano la vita di San Vincenzo, dalla nascita fino alla morte. È
anche rappresentata la traslazione
delle sue reliquie e l’invito a vivere
oggi la carità a sua immagine.
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Comprendono una serie di altari
laterali, dei confessionali e otto
grandi dipinti.
La cantoria di sinistra è dedicata
alla Vergine Maria e contiene quattro quadri: la Presentazione di Maria al tempio, l’Annunciazione, la
Visitazione e la Definizione dell’Immacolata Concezione. La cantoria
di destra, dedicata a Gesù Cristo, è
decorata con quattro quadri: l’Adorazione dei Magi, Gesù al tempio a
dodici anni, il Discorso della Montagna e l’Ascensione.
Da notare
Federico Ozanam e i suoi com
QBHOJDPOPTDFWBOPCFOFRVFTUP
MVPHP'FEFSJDPJOQBSUJDPMBSFÒ
venuto regolarmente a prega
re in raccoglimento davanti al
corpo di San Vincenzo. «Martedì scorso, festa di San Vincenzo
de Paoli, ci siamo trovati assieme alla Messa del mattino nella
Chiesa dei Lazzaristi ove riposa il
corpo di San Vincenzo de Paoli»
-FUUFSBBMMBNBESFEFMMVHMJP
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1
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Dall’entrata, iniziando dal corridoio
di destra e continuando per il
corridoio di sinistra, troviamo le
seguenti vetrate (in coppia):
t7JODFO[PQBTUPSFDBSJUBUFWPMF
La prigionia di Vincenzo a Tunisi.
t-F%BNFEFMMB$BSJUË (2)
Le Confraternite di uomini.
tIl catechismo.
La predicazione di San Vincenzo.
tLe Conferenze del martedì.
I seminari.
t*OTPDDPSTPEFJTPMEBUJGFSJUJ
Le missioni all’estero. (1)
t*M$POTJHMJPEJDPTDJFO[B(3)
La morte di Luigi XIII.
t San Vincenzo cappellano
delle galere.
La liberazione di un galeotto.
tSan Vincenzo nominato
Superiore delle Visitandine
da San Francesco di Sales.
La visione dei globi.
tI trovatelli.
L’ospedale del Santo Nome
di Gesù.
t-F$PTUJUV[JPOJEFMMB.JTTJPOF
Le Regole delle Figlie della Carità.
t4BO7JODFO[PSJDFWF
l’Estrema Unzione.
L’apoteosi di San Vincenzo.
t-BUSBTMB[JPOFEFMMFSFMJRVJF
di San Vincenzo.
Le Figlie della Carità
in missione all’estero.
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2
3
Museo vincenziano
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2
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Busto di San Vincenzo, da un
calco in gesso del suo volto nel
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Visite su appuntamento
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Il Museo vincenziano è un tesoro
ricco di storia e di emozioni.
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9
Andiamo a scoprirlo
Nella Casa Madre della Congregazione della Missione si trova
un Museo Vincenziano dove sono
esposti numerosi ricordi di San
Vincenzo de Paoli e di altri santi e
beati della Famiglia Vincenziana.
Scoprirete un vero tesoro ricco di
storia e di emozioni: quadri, incisioni, disegni, sculture, reliquie,
abiti, libri, medaglie... Nei vani in
legno scolpiti, situati a sinistra e a
destra della sala, troverete i ritratti
di San Vincenzo de Paoli e di Santa Luisa di Marillac: sono opera
di François Carbonnier, che è anche l’artefice di numerosi dipinti
e ornamenti della Cappella. Due
grandi reliquiari dei due santi sono
situati ai lati della porta d’ingresso.
Seguendo la pianta riportata qui
sopra, troverete una selezione di
oggetti legati a San Vincenzo de’
Paoli, esposti nelle 15 sezioni che
compongono il museo.
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.VTFPWJODFO[JBOP
41
<
Il camice pieghettato nel quale
il corpo di San Vincenzo de Paoli
è stato trovato intatto,
dopo cinquant’anni dalla morte.
2
t%PDVNFOUJDIFFWJEFO[JBOPJM
ruolo che il Duca de Gondi, Generale delle Galere e sua moglie Margherita de Silly hanno avuto nella
vita e nelle opere di San Vincen[PEF1BPMJt-BQSJNBCJPHSBmB
di San Vincenzo de Paoli, datata
1664, quattro anni dopo la morte,
ad opera di Louis Abelly. È aperta
al capitolo che descrive la fondazione della Congregazione della
Missione.
2 t Il busto di Monsignor Hyacinthe-Louis de Quélen (17781839), arcivescovo di Parigi. A
lui si deve l’iniziativa dell’acquisto
della teca d’argento ove riposa
JM DPSQP EJ 4BO 7JODFO[P t %VF
sculture lignee, L’Annunciazione e
La Crocifissione, dono della Regina Anna d’Austria a San Vincenzo
de Paoli. Erano poste nella sua
stanza a Saint Lazare
3 t 6O NBOUFMMP TPUUP JM RVBMF
dei bambini abbandonati erano
stati raccolti da lui e dalle Suore.
3
4
t*MQSJNPSJUSBUUPEJ4BO7JODFOzo de Paoli realizzato di nascosto
verso la fine della sua vita. Ha
ispirato molti artisti per ritratti
posteriori.
7
9
4 t%JWFSTJDJMJDJFDJOUVSFEJDSJOF
e pungenti, strumenti di penitenza
che usava San Vincenzo de Paoli.
t6OBDPQJBEFMDBMJDFDPMRVBMF
celebrava la Messa. Il camice pieghettato nel quale il suo corpo è
stato trovato intatto, cinquant’anni dopo la sua morte.
t*MSJUSBUUPEFMMB%VDIFTTBEh"Jguillon, Marie de Vignerod, una
delle grandi benefattrici di San
Vincenzo de Paoli.
42
t6OBTFSJFEJJNNBHJOJEJ&QJOBM
che rappresentano scene della
vita di San Vincenzo de Paoli.
t%VFMFUUFSFPSJHJOBMJEJ-VJTBEF
Marillac.
t*MSJUSBUUPEJ.POTJHOPS+FBO
François de Gondi, arcivescovo di
Parigi al tempo di San Vincenzo
EF1BPMJt3JDPSEJEJTVPS3PTBMJF
Rendu, Figlia della Carità. Indirizzò
Ozanam e i suoi compagni all’incontro con i poveri del quartiere
Mouffetard a Parigi.
7 t6OBDPMMF[JPOFEJTJHJMMJVUJMJ[zati da San Vincenzo de Paoli per
TJHJMMBSFMFTVFMFUUFSFt6OBMFUUFra di Vincenzo de’ Paoli al fratello
Jean Parre datata 1658.
t6OJNQPSUBOUFCVTUPSFMJRVJBrio argentato di San Vincenzo proWFOJFOUFEB"NJFOTEFMt
Un paliotto della Casa Madre delle
Figlie della Carità di rue du Bac
140 (7° arrondissement di Parigi).
9 t-BCJPHSBmBEJ4BO7JODFO[PEF
Paoli aperta al capitolo della fondazione delle Figlie della Carità.
t 5SF RVBESJ DIF JMMVTUSBOP
come Luisa di Marillac, che personifica le Figlie della Carità, continua le opere iniziate da San VinDFO[P EF 1BPMJ t 6OB GPUPHSBmB
di un testo che Luisa di Marillac
portava sempre con sé.
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43
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3
4
7
t 6OJODJTJPOF DIF JMMVTUSB JM
saccheggio del Priorato di Saint
Lazare, la notte del 12 luglio 1789,
EVSBOUFMB3JWPMV[JPOFGSBODFTFt
Un libretto di preghiere macchiato
del sangue di uno dei settantasei
preti massacrati il 3 settembre
1792 al seminario di San Firmino.
t3JDPSEJEJUSFQSFUJEFMMB$POgregazione della Missione: San
François-Régis Clet (1748-1820),
San Jean-Gabriel Perboyre (18021840) e San Justin de Jacobis
t6ORVBESPSJDBmato, ricordo di un laico e di otto
missionari massacrati il 9 ottobre
1937 a Tcheng-ting-fou (Cina) da
ausiliari dell’armata giapponese.
t*NNBHJOJEFJNBSUJSJMB[[BSJTUJt-FTUBUVFEFMNBSUJSF+FBO
Gabriel Perboyre, il suo scrittoio
cinese, la sua Bibbia e un grande
reliquiario.
9
t*NNBHJOFEFMHSVQQPGPOEBtore della Società di San Vincenzo
de Paoli: Federico Ozanam, EmNBOVFM#BJMMZFJQSJNJNFNCSJt
Una maschera mortuaria di Padre
Guillaume Pouget (1847-1933),
lazzarista, che ha vissuto gli ultimi venticinque anni della sua
vita completamente cieco. Nonostante il suo handicap, ha saputo
condividere la fede, l’amore per la
Chiesa, il suo sapere con alcuni
universitari cristiani.
Cappella di Nostra Signora
della Medaglia Miracolosa
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3
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3FMJRVJBSJPDPOUFOFOUFJMDVPSF
di San Vincenzo de Paoli.
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circonda la statua del santo.
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5FM
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>
Statua di San Vincenzo de Paoli
all’entrata di rue du Bac 140.
Apparizioni
La Cappella di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa è stata costruita nel 1815; consacrata il 6
agosto 1816, è stata ampliata una
prima volta nel 1849, quindi nel
1930 è stata oggetto di una vera e
propria ricostruzione. È in questa
cappella che la Vergine Immacola-
ta è apparsa alla Figlia della Carità
suor Caterina Labouré, e ha donato al mondo la Medaglia Miracolosa. Suor Caterina (1806-1876),
novizia ventiquattrenne, ha avuto
tre apparizioni nelle quali la Vergine Maria le ha affidato la missione
di far coniare una medaglia con
l’invocazione: «O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che
ricorriamo a Te».
Sono più di due milioni i pellegrini
che ogni anno vistano la Cappella.
La Vergine dai raggi
Al centro, l’altar maggiore è sormontato dalla statua della Vergine. Dalle sue mani escono dei
raggi come aveva visto suor Caterina. Sono il simbolo delle grazie che Dio diffonde nel mondo
per intercessione della Vergine.
Al di sopra, un affresco di André
Mériel Bussy, datato 1930, rappresenta la prima visione di suor
Caterina con la Vergine seduta in
poltrona che le affida la sua missione.
Sotto l’altare di destra riposa il
corpo di santa Caterina. Sopra
l’altare c’è una statua della Ver-
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<
Oltre due milioni di pellegrini
vengono ogni anno a visitare
la cappella di Nostra Signora
della Medaglia Miracolosa.
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3
gine Maria che porta un globo
sormontato da una croce.
I due fondatori
Sopra l’altare di sinistra, in una
teca, giace il corpo di Santa Luisa
di Marillac (1591-1660). Si deve
a lei e a San Vincenzo de Paoli la
fondazione della Congregazione
delle Figlie della Carità nel 1633.
Al di sopra della teca un mosaico
della scuola di Mauméjean rappresenta lo Spirito Santo che vola
nella gloria smagliante lasciando
cadere, tra due angeli in adorazione, raggi d’oro che avvolgono
con la loro luce Santa Luisa. Un
reliquiario posto sopra l’altare di
destra contiene il cuore di San
Vincenzo de Paoli. Il reliquiario è
stato offerto da una delle Dame
della Carità più generose, la Duchessa d’Aguillon, nipote del Cardinal Richelieu.
Una grande statua realizzata nel
1930 dalla ditta Raff rappresenta l’apostolo della carità. Dietro,
un altro mosaico della scuola
Mauméjean circonda il santo con
le fiamme della carità. Due angeli
portano i sigilli delle due famiglie
religiose, le Figlie della Carità e i
Padri e Fratelli della Missione. Ai
lati della statua si possono leggere
le parole di san Vincenzo de Paoli;
a sinistra: «La grazie della perseveranza è la più grande di tutte. Essa
incorona tutte le altre grazie, e la
morte che ci troverà con le armi
in pugno è la più gloriosa e la più
desiderabile»; a destra: «Amiamo
Dio, ma questo si realizzi con la fatica delle braccia e il sudore della
fronte».
4
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Chiesa di Saint-Sulpice
Fondazione della prima équipe
delle Dame della Carità a Parigi
4
>
Statua in marmo di
San Vincenzo in una cappella
a sinistra della navata.
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5FM
52
San Vincenzo che sale in cielo
circondato dagli angeli (1825).
Due legami
Jean-Jacques Olier, curato della
parrocchia dal 1642, era grande amico di Vincenzo de Paoli.
In varie occasioni lo ha aiutato
nelle missioni a Parigi e nella
provincia. Ha fondato il primo seminario francese e anche la Compagnia dei Preti di Saint-Sulpice
(1642). San Vincenzo era legato
a questa parrocchia anche per
un altro aspetto: è qui che, nel
1630, fu fondato il primo gruppo
parigino delle Dame della Carità
(oggi, in Italia, Gruppo di Volontariato Vincenziano e, nel mondo,
Associazione Internazionale della
Carità, AIC). È la prima opera che
Vincenzo de Paoli creò a Châtillon
les Dombes, vicino a Lione, nel
1617, persino prima della fondazione della Congregazione della
$IJFTBEJ4BJOU4VMQJDF
53
Targa commemorativa
della cappella dedicata
a San Vincenzo de Paoli.
2
Missione (1625) e delle Figlie della Carità (1633).
3
4
I dipinti della cappella
La cappella a sinistra della navata
è dedicata a San Vincenzo. Due
magnifici affreschi, realizzati da
Guillemot nel 1825, mostrano
San Vincenzo che parla a due
bambini trovati presso le Dame
della Carità all’Hotel de Dieu, e
San Vincenzo che assiste re Luigi
XIII sul letto di morte. Il soffitto
rappresenta San Vincenzo che
sale al cielo circondato dagli angeli. Ai quattro angoli del soffitto
si possono osservare scene della
vita del santo: San Vincenzo che
distribuisce cibo ai poveri, che
visita le galere, che rifiuta un bicchiere di vino e mentre canta i
salmi in prigionia.
Infine, una grande statua rappresenta il Santo seduto con due
bambini: è una riproduzione in
marmo della statua originale che
si trova a Châtillon-sur-Chalaronne nella regione del Rodano.
7
9
Chiesa di Saint-Laurent
Parrocchia di San Vincenzo de Paoli
5
>
San Vincenzo de Paoli
compie opere di carità
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5FM
56
Architettura
La costruzione della chiesa di San
Lorenzo iniziò nel XV secolo e terminò con la costruzione del portico
d’ingresso nel XIX secolo. L’architettura costituisce un magnifico
insieme di stile gotico “fiammeggiante”. Sul timpano del grande
portale si possono osservare degli
smalti su lava raffiguranti momenti
della vita di San Lorenzo.
Vita parrocchiale
San Lorenzo fu la chiesa parrocchiale di San Vincenzo de Paoli
dal 1632 al 1660. Santa Luisa di
Marillac vi fu inumata nella cappella di San Francesco di Sales
(allora cappella della Visitazione)
due giorni dopo la sua morte, il
17 marzo 1660. Il suo corpo restò
nella cappella fino al 1755 prima
di essere trasferito alla Casa Madre
delle Figlie della Carità.
Prima cappella a sinistra
Le vetrate del XX secolo sono state realizzate da Gaudin di Parigi.
Nella prima cappella a sinistra, la
prima vetrata (1955) è dedicata
alla Madonna di Lourdes. La seconda vetrata (1875) ricorda la
fondazione delle Figlie della Carità
da parte di San Vincenzo. Un quadro di Maillard (1922) posto sopra
l’altare rappresenta santa Luisa di
Marillac. Nella cappella successiva (originariamente dedicata alla
Visitazione e oggi cappella di San
Francesco di Sales) si trovava la
tomba di Luisa di Marillac.
$IJFTBEJ4BJOU-BVSFOU
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Prima cappella di destra
Questa cappella è quella del battistero con una magnifica scultura
di San Giovanni Battista. Si può
osservare una vetrata del 1934 in
cui San Vincenzo de Paoli compie
opere di carità verso i galeotti e gli
schiavi di Algeri.
A fianco, una vetrata del 1939
raffigura il battesimo di Clodoveo.
Prima cappella di sinistra:
La fondazione delle
Figlie della Carità da parte
di Vincenzo de Paoli.
Vetrata del 1875.
Priorato di Saint-Lazare
(JBSEJOP"MCBO4BUSBHOF
6
>
Monumento che segna la posizione
della porta dell'edificio principale
del Priorato di San Lazzaro
e
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60
>
Monumentale ritratto di San Vincenzo
realizzato dall’artista Yvaral,
(Jean Pierre Vasarely) sul muro
di un edificio di rue du Faubourg-Saint-Denis.
$JORVBOUBEVFFUUBSJB1BSJHJ
Il Priorato di Saint Lazare, all’epoca di Vincenzo de Paoli, formava
un grande rettangolo delimitato
dalla rue Faubourg-Saint Denis, il
boulevard de la Chapelle, la rue du
Faubourg-Poissonnière e la rue de
Paradis. Il tutto ricopriva cinquantadue ettari! Saint Lazare fu la
Casa Madre della Congregazione
della Missione dal 1632 al 1792.
Lì Vincenzo de Paoli visse dal 1632
fino alla morte, il 27 settembre
1660. Il suo corpo vi riposò in una
cappella per lunghi anni. La Casa
Saint Lazare rispondeva a molteplici finalità: formazione dei preti,
rifugio per i ricercati in tempo di
guerra, distribuzione di cibo per
gli affamati. L’intera costruzione
del priorato fu demolita nel 1933.
Ritratto monumentale
Da non perdere è il gigantesco
ritratto di San Vincenzo nella rue
du Faubourg-Saint Denis, realizzato nel 1988 dal celebre artista
Yvaral (Jean Pierre Vasarely) sul
muro dell’edificio. Quest’opera è
stata concepita come un pannello pubblicitario, le cui lamelle di
alluminio, pur rimanendo ferme,
fanno sì che il volto del santo
compaia e scompaia progressivamente a seconda della posizione
assunta da chi guarda.
Da vedere
Il giardinetto Alban-Satragne,
in rue du Faubourg-Saint Denis
107, è il riferimento che ricorda
l’ingresso principale del Priorato Saint Lazare, costruito nel
1683. Nel giardinetto è stata
posta una statua in pietra in
memoria di San Vincenzo, con
un medaglione con il ritratto
del Santo che porta scritto:
«Quanta pena provo per le
vostre pene». Alle spalle del
monumento si può vedere la
cappella dell’Ospedale di Saint
Lazare che è oggi sede di una
facoltà di medicina di Parigi e
contiene un’aula ad anfiteatro
dedicata a San Vincenzo.
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La chiesa
di San Vincenzo de Paoli
*MQVOUPQJáBMUPEFMSJPOF4BJOU-B[BSF
7
Scultura di San Vincenzo de Paoli,
apostolo della carità.
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Aperto
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5FM
64
La storia
La chiesa di San Vincenzo de Paoli
è stata costruita nel XIX secolo sul
punto più alto del rione di Saint
Lazare dove San Vincenzo svolse
le sue attività dal 1632 fino alla
morte. Fu costruita dall’architetto
Jean Jaques Ignace Hittorf sullo
stile delle basiliche latine.
All’esterno
Un magnifico frontone rappresenta la glorificazione di San Vincenzo
de Paoli. Artefice dell’opera, nel
1846, fu Charles Leboeuf-Nanteuil. San Vincenzo vi appare circondato da due angeli, che rappresentano la fede e la carità. Le sculture
ai lati evocano le sue attività: i
-BDIJFTBEJ4BO7JODFO[PEF1BPMJ
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<
Nell’abside: Cristo incoronato
di gloria benedice i bambini
che san Vincenzo gli presenta
(In bassorilievo)
2
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forzati, un neo convertito, un prete lazzarista, Figlie della Carità e
trovatelli. Al di sotto, un porticato
ispirato ad un tempio greco, costituito da dodici colonne, simbolo
dei dodici apostoli.
portano gli strumenti della passione, tra i quali la corona di spine,
la croce e i chiodi. Più sotto, in un
fregio semicircolare sono riportati
i sette sacramenti della Chiesa: il
battesimo, l’eucarestia, la cresima, il matrimonio, l’ordinazione,
la riconciliazione ed il sacramento
dei malati.
4
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9
All’interno
Larghe colonne con capitelli ionici in basso, e corinzi in alto, delimitano le navate e le tribune. I
volumi ricordano le prime chiese
romaniche. Nell’abside, un Cristo
incoronato di gloria troneggia su
un fondo d’oro e benedice i bambini che San Vincenzo gli presenta
(bassorilievo). Cristo è attorniato
dagli arcangeli Michele e Gabriele
e da due gruppi di sei angeli che
%BWFEFSF
%JFUSP MB DIJFTB DÒ SVF 4BJOU
Vincent de Paul, con diverse
indicazioni toponomastiche che
recano il nome del Santo.
Cappella
di San Vincenzo de Paoli
Cimitero di
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Cappella di Nostra Signora
EFMMB.FEBHMJB.JSBDPMPTB
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Chiesa di
4BJOU+PTFQIEFT$BSNFT
Piazza Federico Ozanam
$IJFTBEJ4BJOU4VMQJDF
Casa di
Federico Ozanam e
&NNBOVFM#BJMMZ
Chiesa di
San Vincenzo de Paoli
Cattedrale di
/PUSF%BNFEF1BSJT
La Parigi
di San Vincenzo de Paoli
e di Federico Ozanam
1SJPSBUPEJ4BJOU-B[BSF
Chiesa di
4BJOU-BVSFOU
Chiesa di
4BJOU&UJFOOFEV.POU
Università
-B4PSCPOB
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Sui passi
di Federico Ozanam
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Sui passi di
Federico Ozanam
Ritratto a pastello di Ozanam
all’età di vent’anni realizzato da
Sophie Bouvet, su disegno di
Louis Janmot in occasione della
beatificazione di Federico Ozanam.
Federico Ozanam,
un santo laico per i nostri tempi
Antonio Federico Ozanam, nato a
Milano il 23 aprile 1813 e morto
a Marsiglia l’8 settembre 1853,
è una delle figure più brillanti
del cattolicesimo del XIX secolo.
Dopo gli studi secondari a Lione,
durante i quali supera una difficile crisi spirituale, si trasferisce a
Parigi per frequentare l’università.
La difesa della verità e l’impegno
sociale costituiscono i due poli
della sua breve ma intensa e generosa vita.
#JPHSBGJBEJ'FEFSJDP0[BOBN
71
Semplicità e successo
Nel 1833 fonda, assieme ad alcuni amici, la Società di San Vincenzo
de Paoli, che si diffonde rapidamente nei cinque continenti. Ozanam è
anche legato alla nascita delle Conferenze Quaresimali di Notre-Dame
a Parigi. Titolare della cattedra di Diritto commerciale a Lione, poi professore di Letterature straniere alla Sorbona, si dedica allo studio della
civilizzazione nel V secolo, dei Germani prima del cristianesimo, della
civilizzazione cristiana dei Franchi, dei poeti francescani in Italia, di
Dante e della filosofia cattolica nel XIII secolo.
2
Testimone della carità in tutti gli aspetti della vita
Nel 1848 Ozanam partecipa alla fondazione del giornale «L’Ere
Nouvelle» nel quale s’impegna a «introdurre lo spirito cristiano nelle istituzioni repubblicane». Nello stesso anno si candida alle elezioni dell’Assemblea Nazionale. Il suo audace programma trae spunto
dall’intuizione profetica che il fossato che divide la classe ricca da
quella povera sia destinato a divenire sempre più profondo. Il suo pensiero ha influenzato moltissimo il cattolicesimo sociale e lo si ritrova
nell’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII del 1891. Poiché le
condizioni di salute lo allontanano dall’insegnamento, ritenuto da lui
un apostolato, consacra le sue ultime forze alle ricerche storiche e alla
Società di San Vincenzo de Paoli, prima di spegnersi a quarant’anni
nell’abbandono totale a Dio. Figlio, sposo, padre e amico di rara delicatezza, ha segnato profondamente tutti quelli che l’hanno conosciuto.
È stato testimone della carità in tutti gli aspetti della vita personale,
familiare e civile. Il processo di beatificazione è stato aperto il 15 marzo 1925 e chiuso il 25 giugno 1966 con la firma del decreto pontificio
in riconoscimento del miracolo ottenuto per la sua intercessione. Papa
Giovanni Paolo II l’ha proclamato Beato il 22 agosto 1997 a NotreDame di Parigi durante la Giornata Mondiale della Gioventù.
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Chiesa di
Saint-Joseph-des-Carmes
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>
Federico Ozanam andava a messa ogni
HJPSOPBMMBDIJFTBEJ4BO(JVTFQQF
dei Carmelitani, poi tenuto dai domenicani,
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La presentazione al tempio,
dipinto del XVII secolo.
2
3
Una chiesa ricca di storia
I primi Carmelitani vi si installarono nel 1611. Alla fine del XVIII secolo, i rivoluzionari trasformarono
il tempio in prigione. Molti sono i
martiri morti il 2 settembre 1792
dopo essere stati rinchiusi nella
chiesa. Se ne contano 110: 105
sacerdoti, 3 vescovi e 2 laici. Molte reliquie dei martiri riposano nella cripta adiacente a quella dove
si trova ora la tomba di Federico
Ozanam. Sopra l’altar maggiore un
dipinto del XVII secolo rappresenta ed è intitolato La presentazione
al tempio. I dipinti della cupola
mostrano il profeta Elia rapito in
cielo e altri episodi della sua vita
(vedi pagg. 6-7) Le parti inferiori
rappresentano episodi della vita
dell’Ordine dei Carmelitani. Dal
1876 la chiesa e il convento dei
Carmelitani ospitano l’Istituto Cattolico di Parigi, un’università cattolica.
4
7
9
76
-BUPNCBEJ'FEFSJDP0[BOBN
Costeggiando il lato destro della
chiesa, si accede ad una scala
che scende nella cripta dove si
trova la tomba di Federico Ozanam. Già prima della partenza
per un viaggio nel sud della Francia ed in Italia – era la fine della
primavera 1852 – Federico era
gravemente malato e la moglie
ebbe il presentimento che non
sarebbe ritornato vivo a Parigi.
Infatti, dopo un lungo soggiorno in Italia, Ozanam rientrò in
patria passando per Marsiglia,
dove morì l’8 settembre 1853.
Nel suo testamento implorava
la famiglia e gli amici di pregare
molto per lui. Così fu celebrata
una prima messa a Marsiglia,
un’altra a Lione e poi a Parigi
nella chiesa di Saint-Sulpice. La
moglie Amélie desiderava che
il corpo del marito riposasse in
una chiesa, ma a quell’epoca le
inumazioni di laici in luoghi sacri
erano proibite. Il feretro fu così
depositato provvisoriamente nella cripta di Saint-Sulpice, e poi
trasportato notte tempo in quella di Saint-Joseph-des-Carmes.
Con l’appoggio del Priore dei
Domenicani e del grande predicatore Henri Lacordaire, Amélie
ottenne l’autorizzazione verbale e
ufficiosa del ministro per il culto,
$IJFTBEJ4BJOU+PTFQIEFT$BSNFT
77
2
3
4
Hippolyte Fortoul, già discepolo
di Ozanam, di lasciare definitivamente il feretro in quel luogo. Fu
scavata una tomba e una piccola
cappella venne eretta nello stile
spoglio delle catacombe.
Il medaglione posto
all’entrata della cripta
proviene dall’antica tomba
di Federico Ozanam.
7
9
Nel 1913, in occasione delle celebrazioni per il centenario della
nascita di Federico Ozanam, fu
eretta una nuova tomba in marmo. Una esumazione canonica
dei resti avvenne nel luglio del
1929 in vista della beatificazione. Per quell’esumazione l’archi-
tettura attorno alla tomba venne
demolita. Nel 1953, centenario
della sua morte, l’artista francese
René Dionnet dipinse un affresco
rappresentante il buon samaritano. Il dipinto semicircolare orna il
muro dietro la tomba. Da notare la
rassomiglianza del volto del buon
samaritano con quello di Ozanam.
Il dipinto simbolizza la testimonianza sempre attuale data da
Ozanam ai numerosi giovani che
s’impegnano ogni giorno nella Società di San Vincenzo de Paoli in
Francia e nel mondo.
Museo Federico Ozanam
Società San Vincenzo de Paoli, Consiglio di Parigi
9
>
6ORVBEFSOPEJ0[BOBN
2VFTUPQF[[PÒNPMUPQSF[JPTP
ÒMhVOJDPMJCSPOPUPSJTBMFOUF
all’infanzia di Ozanam.
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5FM
XXXTTWQQBSJTPSH
80
.VTFP'FEFSJDP0[BOBN
81
<
Museo Federico Ozanam
detto «Ricordo».
2
3
Realizzazione
La denominazione «Ricordo Federico Ozanam» è stata preferita
a quella di Museo, perché questo luogo è stato concepito più
come una rievocazione vivente
del principale fondatore della San
Vincenzo che non come un rigido
monumento commemorativo. Il
«Ricordo Federico Ozanam» è stato creato da Amin A. de Tarrazi, ex
presidente generale della Società
di San Vincenzo de Paoli. Originariamente, nel 1985, questa
istituzione era ospitata nella sede
della Società – al tempo in rue du
Pré aux Clercs n. 5. Nel 2007 il
museo è stato trasferito nella sede
del Consiglio di Parigi della Società in rue de Saint Petersbourg n. 8
(Paris 8°). L’inaugurazione ufficiale è avvenuta il 23 ottobre 2010
alla presenza dei discendenti di
Federico Ozanam.
La maggior parte dei mobili, oggetti, dipinti e incisioni è appartenuta a Ozanam e deriva da un
lascito da parte delle tre pronipoti: Mlle Laporte, Mme Brémard e
Mme Houssay. Poco dopo il trasferimento del museo al Consiglio
di Parigi, il lascito è stato trasformato in donazione per volontà
unanime di tutta la famiglia. A
questi oggetti se ne sono successivamente aggiunti altri per ricordarne la vita, la testimonianza e le
opere. Amin A. de Tarrazi, aiutato
da Pascal Pesneau, ha cercato di
presentare questa figura nei vari
aspetti della sua troppo breve esistenza: familiare, professionale,
civile, intellettuale, spirituale e
vincenziana. Sulla parete di destra
c’è una grande vetrina suddivisa in
tre parti, il cui contenuto ci parla
di Ozanam sotto diversi aspetti.
t -B WFUSJOB EJ TJOJTUSB DPOUJFOF
essenzialmente ricordi di famiglia,
della sua nascita e della sua morte:
documenti, ritratti e oggetti personali che fecero parte dell’ambiente
quotidiano di Ozanam.
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7
9
82
t-BWFUSJOBDFOUSBMFDPOUJFOFMB
sua toga di professore della facoltà di lettere di Parigi e il decreto di
beatificazione del 22 agosto 1997
recante l’emblema pontificio di
Papa Giovanni Paolo II.
t-BWFUSJOBEJEFTUSBNPTUSB1BSJHJ
la fondazione della Società di San
Vincenzo de Paoli, documenti e ricordi relativi alla Società.
Le pareti della stanza sono ornate
con disegni, stampe, acquerelli e
pastelli, tutti relativi alla vita e al
ricordo di Federico. Tutto l’insieme
è presentato armoniosamente e ci
fa sentire la presenza del beato in
modo coinvolgente. Si tratta di un
vero e proprio pellegrinaggio alle
sorgenti della santità.
Oggetti rari
t*OOBO[JUVUUPJMCBVMFDIFMPIBBDcompagnato nei numerosi viaggi in
Francia e all’estero. Il baule contiene diversi vestiti e biancheria che gli
sono appartenuti. In una targhetta
sul coperchio è inciso il suo nome.
.VTFP'FEFSJDP0[BOBN
83
<
Pastello che rappresenta
la dimora ove Federico visse
coi suoi parenti durante
gli ultimi mesi ad Antignano.
2
3
4
7
t-BMFUUFSBEBVUFOUJDB[JPOFEFM
crocefisso firmata da S.E. il Cardinale Jean Verdier, arcivescovo
di Parigi, il 6 luglio 1938.
9
Insieme di ricordi degli ultimi momenti di Federico Ozanam nel settembre 1853:
t%VFNFEBHMJPOJFEVOBDJPDDB
di capelli prelevati dopo la sua
morte.
t 6O DSPDFmTTP F VOB NFEBHMJB
che erano stati posti nella bara e
poi ricuperati dai familiari in occasione della prima esumazione
nel 1929.
t6OTFSWJ[JPEBDBGGÒEJQJOUPTUJle direttorio, utilizzato in famiglia.
84
.VTFP'FEFSJDP0[BOBN
85
<
Poema originale di Federico Ozanam
per il suo amico François Lallier.
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3
4
7
9
t*MCFSSFUUPFMBUPHBEJ0[BOBN
professore aggiunto alla facoltà
di lettere della Sorbona. Il colore
giallo indica la facoltà di lettere.
t "NÏMJFF.BSJF0[BOBNTQPTB
e figlia di Federico. Fotografia
tratta da un dagherrotipo.
Chiesa di
Saint-Etienne-du-Mont
Prima Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli
10
>
La chiesa si trova sulla
NPOUBHOB4BJOUF(FOFWJÒWF
alle spalle del Pantheon.
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TBCBUPI¦ IFUI¦I
EPNFOJDBI¦ IFUI¦I
5FM
88
Scoprite la magnifica tribuna
trasversale che separa
il coro dalla navata.
È stata costruita nel 1530
(MJJOJ[J
La chiesa di Saint-Etienne-duMont fu testimone delle prime
attività di Federico Ozanam e
dei suoi compagni al servizio
dei poveri, incoraggiati dall’Abbé
Faudet. È in questa chiesa che è
nata la prima Conferenza di San
Vincenzo de Paoli. Non lontano
da qui, si trova la Place de l’Estrapade sulla quale si apriva la
pensione tenuta da Emmanuel
Bailly, il professore tipografo
che accompagnò la nascita della prima «Conferenza di Carità».
Federico Ozanam abitò in quel
quartiere per diversi anni. In una
cappella laterale un medaglione
con il suo ritratto e una targa incisa testimoniano le prime attività
della Società di San Vincenzo de
Paoli in quella parrocchia.
$IJFTBEJ4BJOU&UJFOOFEV.POU
89
Un medaglione di Federico Ozanam
posto in una cappella laterale
a ricordo della fondazione della
Società di San Vincenzo de Paoli
2
3
4
7
9
Corrispondenza
Nella lettera del 7 novembre 1831
a sua madre Ozanam commenta:
«Sono stato ricompensato di questa triste riflessione dalla bellezza
della chiesa di Saint-Etienne-duMont, la mia parrocchia, il fasto
delle cerimonie, la bellezza dei
canti e dell’organo». Nella stessa
lettera illustra alla madre il Pantheon: «Incomincio a conoscere
Parigi, malgrado la pioggia che ieri
è stata ininterrotta e oggi molto
frequente. Ho visto il Pantheon,
sia all’interno che all’esterno. Che
monumento singolare! È un tempio pagano in mezzo ad una città
in cui tutti gli abitanti sono cristiani oppure atei. Una magnifica
cupola, mancante della croce che
la coronerebbe così bene, facciata
superba, il cui colore scuro indica
un’origine molto anteriore alla sua
stravagante destinazione».
90
Chiesa di Saint-Médard
2VBSUJFSF.PVGGFUBSE
11
SVF.PVGGFUBSE1BSJTe
.FUSP$FOTJFS%BVCFOUPO
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5FM
$IJFTBEJ4BJOU.ÏEBSE
91
2
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4
7
9
Scultura posta in una
cappella laterale dedicata
a suor Rosalie Rendu
Aiutare i più poveri
All’epoca di Ozanam nel quartiere
Mouffetard si potevano incontrare tutte le miserie di quel tempo.
Nelle strade di quel quartiere, nel
1833, suor Rosalie Rendu, Figlia
della Carità, conduceva il giovane Federico e i suoi compagni ad
incontrare e aiutare le famiglie
più povere. La parrocchia di suor
Rosalie Rendu era quella di Saint
Medard, in rue Mouffetard 141. In
questa chiesa le è stata dedicata una cappella laterale con una
scultura che rappresenta la suora
che, col suo velo, abbraccia la
parrocchia e le sue opere.
92
Università La Sorbona
Studenti e insegnanti
12
QMBDFEFMB4PSCPOOF1BSJTe
.FUSP$MVOZ-B4PSCPOOF
Una visione dell’esterno
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2
3
4
7
9
-B4PSCPOBMFHHFOEBSJB
È in questa prestigiosa università
che nel 1840 Federico Ozanam,
allora ventisettenne, fu ammesso
al concorso per l’aggregazione
alla facoltà di lettere. Divenne
insegnante e poi titolare della
cattedra di Letteratura straniera
comparata nel 1844. Molti edi-
fici del quartiere sono collegati
all’università. Al suo arrivo a Parigi, Federico Ozanam commenta
questa facoltà in una lettera indirizzata all’amico Falconnet del 18
dicembre 1831: «Questa antica
Sorbona fondata dal cristianesimo
e la cui cupola è ancora coronata
dal segno della Croce».
Abitazioni
di Federico Ozanam
e di Emmanuel Bailly
Parigi, un testimone privilegiato
13
96
"CJUB[JPOJEJ'FEFSJDP0[BOBNFEJ&NNBOVFM#BJMMZ
97
Prime impressioni
Federico Ozanam, all’arrivo a Parigi per la prima volta nel 1831,
ha solo diciotto anni. La grande
capitale non lo conquista subito,
e parla addirittura della «bruciante
e pericolosa solitudine della capitale». Un mese dopo, scrive all’amico Pierre Balloffet: «Ho visto la
celebre Parigi, la grande città di cui
tanto spesso abbiamo parlato: l’ho
vista, eccomi qua, non è un sogno,
è proprio la vecchia Lutezia, con le
sue bellezze e i suoi orrori, edifici
e baracche, luci e corruzione. Ho
visto quasi tutto ciò che si ammira:
palazzi, chiese, monumenti di tutti i
tipi, Louvre, Tuileries, Carrousel, ho
visto tutto quello che bruciavamo
dalla voglia di vedere, e non sono
assolutamente soddisfatto. La realtà è ben al di sotto dell’idea che mi
ero fatto» (Lettera a Pierre Balloffet
del 10 dicembre 1831).
Un attaccamento profondo
Dopo qualche tempo, Ozanam inizia a sentirsi un po’ più a suo agio
a Parig; ha allacciato amicizie ed
ha scoperto le bellezze della ca-
pitale. Nel 1835, all’avvicinarsi di
una sua partenza da Parigi, scrive:
«Mi rattrista il pensiero che l’anno
prossimo sarà l’ultimo che passerò
a Parigi ... sarà duro, sarà duro lasciare il luogo del mio esilio, dire
addio a quelli che l’hanno reso sopportabile, dare l’addio alle riunioni
fraterne...» (Lettera a François Lallier del 23 novembre 1835).
2
3
4
7
L’anno seguente si rallegra di rivedere Parigi: «Molti impegni mi
obbligano a passare sei settimane a Parigi, e tra quattro giorni il
battello a vapore mi porterà verso
questa grande capitale di cui altre
volte ho parlato tanto male, ma per
la quale non saprei rinunciare all’attaccamento profondo, dal momento che vi ho lasciato tanti amici»
(Lettera a Léonce Curnier del 10
ottobre 1836). Nel 1837 ammette persino: «In verità, dopo i fastidi
del primo anno, la capitale mi ha
dato molte consolazioni, e il tempo
che vi ho trascorso non figurerà tra
i giorni meno felici della mia vita»
(Lettera a Pierre Balloffet del 23
gennaio 1837).
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98
/FJQSFTTJEFM+BSEJOEFT1MBOUFT
1BSJTe
«Da sabato sera mi sono sistemato
nella pensione, in una cameretta
che guarda a mezzogiorno, sul
giardino, in uno dei quartieri più
salubri vicino al Jardin des Plantes» (Lettera alla madre del 7 novembre 1831).
3VF.POHFBMMBOHPMPDPOSVFEV$BSEJOBM-FNPJOF
1BSJTe
Ozanam abita, dalla fine di dicembre 1831 fino all’aprile 1833,
presso il celebre fisico e chimico
André Marie Ampère in rue des
Fossés Saint-Victor, n. 5, oggi rue
du Cardinal Lemoine. Lo stabile si
trova all’angolo di questa via con
rue Monge (Vedi pag. 96)
«Oggi sto molto meglio, perché da
due giorni mi trovo da M. Ampère...
e sono sistemato in una camera
bella e palchettata, con due porte
che danno sul giardino, una biblioteca piena di libri tedeschi, italiani
e persino svedesi e spagnoli» (Lettera al padre del 18-29 dicembre
1831).
Ozanam si trova come in famiglia:
«Mi ricordo della casa che si aprì
per ospitare la mia inesperienza,
la famiglia che mi ha considerato
come uno dei suoi figli e colui che,
in mezzo ai suoi impegni numerosi e agli onori che gli tributavano,
trovò il tempo e non disdegnò di
farmi da padre» (Lettera a Jean
Jaques Ampère del 16 febbraio
1837).
"CJUB[JPOJEJ'FEFSJDP0[BOBNFEJ&NNBOVFM#BJMMZ
99
2
3
3VF$VKBT
4
1BSJTe
Ozanam si sistema presto nell’albergo dei suoi amici lionesi: «Fortunatamente c’erano due camere
libere nell’albergo d’Arthaud e di
Bouchacourt: ma non era un gran
che ed era caro, così abbiamo
fissato delle camere che saranno
libere dal 20 prossimo all’albergo
di Chaurand...» (Lettera alle madre del 16 aprile 1833). L’albergo
dove alloggiava Chaurand era l’albergo Des Ecoles, in rue de Grès,
n. 7, oggi rue Cujas, n. 11.
7
9
1JB[[BEFM1BOUIÏPO
1BSJTe
«Il mio indirizzo è piazza del Pantheon, n. 3, al 5° piano. Sono sistemato bene per morire: il mio corpo
non dovrebbe fare che due passi
per essere sepolto con i grandi e
la mia anima si troverebbe a metà
strada per il cielo» (Lettera a Ferdinand Velay del 25 maggio 1835).
3VF4BJOU"OESÏEFT"SUT
1BSJTe
Ozanam abitò con sua moglie in
rue Saint-André des Arts al n.
54 dal dicembre 1841 a gennaio
1842. Il n. 54 oggi corrisponde al
n. 46.
100
"CJUB[JPOJEJ'FEFSJDP0[BOBNFEJ&NNBOVFM#BJMMZ
101
3VFEF(SFOFMMFF3VF(BSBODJÒSF
1BSJTe
Dopo un rapido passaggio a
Nogent-sur-Marne, la coppia
Ozanam abitò in rue de Grenelle, 10 e poi al primo piano lato
giardino dell’immobile sito in rue
Garancière, 7. Questa casa esiste
tutt’oggi ed è dietro la chiesa di
Saint-Sulpice.
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3
3VFEF'MFVSVT
4
1BSJTe
L’ultimo appartamento abitato
da Federico Ozanam a Parigi fu
quello in rue de Fleurs, 31-33,
accanto alla chiesa di Saint-Joseph-des-Carmes. Questo caseggiato fu poi distrutto.
7
<
"CJUB[JPOFEJ&NNBOVFM#BJMMZ
JOSVF4BJOU4VMQJDF
Vista dall’esterno
-B MJTUB EFMMF BCJUB[JPOJ EJ 'F
EFSJDP0[BOBNB1BSJHJÒMVOHB
F QVSUSPQQP Ò EJGmDJMF TDPQSJSF
RVFJ GBCCSJDBUJ B WPMUF BOEBUJ
distrutti o che non hanno parti
colare rilievo. Invece il 23 aprile
&NNBOVFM#BJMMZBDDPHMJF
Federico e i suoi amici François,
+VMFT"VHVTUF'ÏMJYF1BVMBMO
EFMMBUUVBMFSVF4BJOU4VMQJDF
VOBWPMUBSVF1FUJ#PVSCPO4BJOU
Sulpice. Si tratta della riunione
in cui venne fondata la prima
Conferenza di Carità, che dal
TBSËQPTUBTPUUPMBQSPUF
zione di San Vincenzo de Paoli.
Una lapide che commemora l’e
WFOUPÒTUBUBQPTUBTVMMBGBDDJBUB
della casa. Le Conferenze nasco
no rapidamente a Parigi. Ozanam
OFMoDJORVFBOOJEPQPMB
fondazione della Società di San
7JODFO[PEF1BPMJoTDSJWFWBEB
-JPOFBMMBNJDP'SBOÎPJT-BMMJFS
«I legami che ci uniscono alla Società di Parigi sono come quelli
che univano quei celebri gemelli
la cui separazione ne provocò la
morte: il sangue e la vita vi circolano interiormente».
9
102
Cattedrale di
Notre-Dame de Paris
#FBUJmDB[JPOFEJ'FEFSJDP0[BOBN
14
1BSWJT/PUSF%BNF1MBDF+FBO1BVM**1BSJTe
.FUSP$JUÏ
"QFSUBUVUUJJHJPSOJI¦I
IJMTBCBUPFMBEPNFOJDB
5FM
$BUUFESBMFEJ/PUSF%BNFEF1BSJT
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2
3
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9
Conferenze wuaresimali
Le «Conferenze di Notre-Dame»
furono create grazie all’insistenza
di Federico Ozanam e dei suoi
compagni presso la gerarchia
ecclesiastica. Tenute dal domenicano padre Lacordaire, questa
istituzione continua ad avere un
impatto importante in Francia,
particolarmente durante la Quaresima. «A mezzogiorno e mezzo
devo essere a Notre-Dame per
ascoltare l’Abate Lacordaire che,
sotto la presidenza dell’arcivescovo
e di fronte a un numeroso uditorio,
continua a tenere le conferenze iniziate lo scorso anno in una piccola
cappella. Le sue conferenze sono
magnifiche» (Lettera al padre, 15
marzo 1835). Una targa ricorda
la cerimonia di beatificazione di
Federico Ozanam, presieduta da
Giovanni Paolo II, proprio a NotreDame il 22 agosto 1997, in occasione delle Giornate Mondiali della
Gioventù. Una cappella della cattedrale è dedicata a San Vincenzo
de Paoli e una sua bella statua
troneggia sull’altar maggiore di
quella cappella.
Cimetero di Montparnasse
Suor Rosalie
15
CE&EHBS2VJOFU1BSJTe
e
e
1PTJ[JPOFe division,
7eMJHOFO¡/PSE
.FUSP&EHBS2VJOFU
Apertura
%BMNBS[PBMOPWFNCSFI¦I
%BMOPWFNCSFBMNBS[PI ¦I
*MTBCBUPBQFSUVSBBMMFI
La domenica e i festivi apertura alle 9h
$JNFUFSPEJ.POUQBSOBTTF
105
2
Suor Rosalie Rendu (17861856), Figlia della Carità, guidava Federico Ozanam e i suoi
compagni nel quartiere Mouffetard per aiutare i più poveri. Suor
Rosalie Rendu è stata beatificata
a Roma da Papa Giovanni Paolo
II nel 2003.
Dare conforto agli infelici
Il giornale ufficiale del tempo,
«Le Moniteur universel», lodò
l’azione caritativa di quella suora: «A suor Rosalie Rendu sono
stati resi onori funebri con un
lustro fuori del comune. La santa
donna per cinquantadue anni ha
dato ospitalità ai miserabili in un
quartiere dove ci sono moltissimi
infelici da confortare e tutti costoro, riconoscenti, l’hanno accompagnata in chiesa e al cimitero.
Un picchetto d’onore faceva parte
del corteo».
3
Numerosi visitatori vengono al cimitero di Montparnasse in raccoglimento sulla tomba di colei che
fu davvero la provvidenza. Non fu
facile trovare un recinto riservato alle Figlie della Carità, così il
suo corpo fu deposto in un luogo
molto più accessibile, più vicino all’entrata del cimitero. Sulla
tomba, sormontata da una grande croce, sono incise queste parole: «Alla buona madre Rosalie,
i suoi amici riconoscenti, ricchi e
poveri». Mani sconosciute hanno
ricoperto e continuano a ricoprire
di fiori la tomba: omaggio discreto ma duraturo a questa umile
Figlia della Carità.
4
7
9
106
Giardino Federico Ozanam
Omaggio della Città di Parigi
16
CEEV.POUQBSOBTTF1BSJTe
.ÏUSP.POUQBSOBTTF#JFOWFOàF
(JBSEJOP'FEFSJDP0[BOBN
107
2
3
4
Riconoscenza
La città di Parigi ha voluto rendere omaggio a Federico Ozanam
dedicandogli un giardinetto situato lungo la chiesa di Notre-Damedes-Champs tra il Quartiere latino
e Montparnasse.
7
9
Società di
San Vincenzo de Paoli (SSVP)
$POTJHMJP(FOFSBMF*OUFSOB[JPOBMF
17
>
I preziosi volumi
EFMMBCJCMJPUFDB
SVFEF-POESFT1BSJTee
.FUSP5SJOJUÏEh&TUJFOOFE0SWFT
Apertura
EBMVOFEÖBWFOFSEÖI¦IFUI¦ I
DIJVTVSBBMMFIEFMWFOFSEÖ
Visite su appuntamento,
5FM
XXXTTWQHMPCBMPSH
110
Società di San Vincenzo de Paoli
111
<
San Vincenzo de Paoli nella gloria.
Quadro di Bury.
2
La sede del Consiglio Generale
Internazionale (CGI) della Società di San Vincenzo de Paoli dal
settembre 2005 si trova in rue de
Londres n. 6 (Parigi, 9° arrondissement). Sulla facciata del palazzo sventola la bandiera con il logo
della Società. L’interno accoglie
l’ufficio del Presidente generale e
quelli dei vari servizi che formano
il CGI. Una cappella e diverse sale
sono dedicate ai santi originari dei
Paesi che hanno contribuito alla
realizzazione del CGI.
La cappella
Nell’interrato si trova una cappella dedicata a suor Mary Mackillop, «la santa del popolo australiano». È la prima beata d’Australia.
Ha dedicato la sua vita al servizio
dei poveri e degli analfabeti ed
ha fondato la congregazione delle
Suore di San Giuseppe. Beatificata da Papa Giovanni Paolo II
nel 1995 a Sidney, ci ha lasciato
una incredibile eredità con la sua
generosità e la sua determinazione nel rispondere con la carità di
Cristo alle esigenze di quel vasto
continente.
4BMB4BOUB.BSHIFSJUBEJ4DP[JB
Nella sala delle Conferenze, al
piano terreno, una serie di dieci
incisioni decora le pareti e rappresenta gli aspetti più significativi della vita di San Vincenzo
de Paoli. È in questa sala che i
membri del Consiglio generale ed
i volontari della Società appartenenti ai vari paesi si riuniscono
periodicamente.
3
4
7
9
112
Società di San Vincenzo de Paoli
113
<
La galleria dei ritratti
dei Presidenti generali della SSVP .
2
3
Il pianerottolo del primo piano
Sul pianerottolo del primo piano
sono esposti alcuni ricordi:
tGPUPHSBmFEFJWBSJQPOUFmDJDPO
i diversi Presidenti Generali della
SSVP;
t VOB NJOJBUVSB DPNNFNPSBUJva delle nozze d’oro della SSVP
(1833-1883);
tVOCVTUPJOCSPO[PEJ'FEFSJDP
Ozanam;
tVOB HBMMFSJB EJ SJUSBUUJ EFJ WBSJ
Presidenti generali della SSVP.
una scultura in pietra del celebre
scultore M. Dublos (1889-1974)
intitolata Rami. Una scultura del
medesimo autore che rappresenta Santa Genoveffa si trova nella
Chiesa della Trinità, poco distante dalla sede del CGI.
4
7
9
-VGmDJPEFM1SFTJEFOUFHFOFSBMF
Il Presidente generale svolge la
sua attività in questo ufficio e
nella adiacente sala riunioni, dedicata a Santa Teresa d’Avila.
In questa sala sono esposti i
doni offerti ai vari Presidenti nel
corso delle loro visite ai Paesi
dove la Società è presente. Nelle vetrinette sono esposte molte
medaglie coniate in occasione di
anniversari e cerimonie particolari. È esposta permanentemente
C’è anche da osservare il quadro
di Bury San Vincenzo de Paoli nella gloria, rappresentante il
santo che veglia sulle opere della Congregazione dei Preti della
Missione e della Compagnia delle Figlie della Carità. Nella parte
superiore c’è un trittico in smalto
del 1960 dell’artista italiano Maretto Il buon samaritano. Sulle
pareti una lettera autografa di
San Vincenzo de Paoli a Luisa di
114
Immagine commemorativa
delle Nozze d'Oro della SSVP
(1833-1883).
Marillac, fondatrice e prima superiora della Compagnia delle Figlie
della Carità. Vicino all’ufficio, un
ritratto a matita di Ozanam del
1923, un’incisione rappresentante Emmanuel Bailly, Presidente
della Società dal 1836 al 1844 e
un’altra di Adolphe Baudon, Presidente dal 1848 al 1886.
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La biblioteca è dedicata a suor
Suzanne Aubert, missionaria in
Oceania per sessantasei anni.
Questa religiosa lionese è la fondatrice delle Suore della Compassione, è la “Madre Teresa” della
Nuova Zelanda. In questa biblioteca sono conservate collezioni
d’epoca: libri che costituiscono un
vero tesoro per la Società di San
Vincenzo de Paoli. Sulle pareti
della biblioteca sono esposti ritratti dei papi dalla fondazione della
SSVP fino ai giorni nostri. Federico
Ozanam ha avuto un interesse particolare ad incontrare Gregorio XVI,
che ha accordato alla Società di
San Vincenzo de Paoli l’approvazione ufficiale nel 1845. Ozanam
ha avuto il privilegio e la gioia di
incontrare anche Pio IX.
Società di San Vincenzo de Paoli
115
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Sulle scaffalature della biblioteca
si possono osservare:
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del gruppo fondatore della SSVP;
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1836, tre anni dopo la prima riunione dei fondatori della Società di San Vincenzo, fu creato un
Consiglio direttivo, poi sostituito
dal Consiglio generale che tenne
la prima riunione il 27 dicembre
1840. Il primo «Bollettino della
Società», che aveva lo scopo di
servire da legame tra i membri, è
datato 1848. Il sogno di Ozanam
veniva così realizzato: «Vorrei racchiudere il mondo intero in una
rete di carità»;
tJSBQQPSUJQBSUJDPMBSJEFMMF$POGFrenze, i Bollettini dei principali rami
europei del XIX secolo, la Règle e
altri libri che illustrano la storia della Società.
Il logo della Confederazione
Internazionale
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cietà di San Vincenzo de Paoli.
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al tempo stesso l’unione con le
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che contorna il logo rappre
senta la dimensione mondiale
della SSVP, organizzazione in
ternazionale. Il motto «Serviens
in spexTJHOJmDB«Servire nella
speranza».
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116
Mappe da 1 a 6
Panoramica di Parigi
Cappella di San Vincenzo de’ Paoli
Museo vincenziano
Cappella di N-D de la Médaille Miraculeuse
Chiesa di Saint-Sulpice
Chiesa di Saint-Laurent
Priorato di Saint-Lazare
Chiesa di Saint-Vincent-de-Paul
Chiesa di Saint-Joseph-des-Carmes
Museo Federico Ozanam
Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont
Chiesa di Saint-Médard
Universita La Sorbona
Abitazione di F. Ozanam e di E. Bailly
Cattedrale di Notre-Dame de Paris
Cimitero di Montparnasse
Piazza Federico Ozanam
Società di San Vincenzo de’ Paoli
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Federico Ozanam e
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Riepilogo indirizzi
Cappella di
Saint-Vincent-de-Paul
95 rue de Sèvres, Paris 6
Museo vincenziano
95 rue de Sèvres, Paris 6e
Cappella di Notre-Dame
de la Médaille Miraculeuse
140 rue du Bac, Paris 7e
Chiesa di Saint-Sulpice
Place Saint-Sulpice, Paris 6e
Chiesa di Saint-Laurent
68 bd Magenta, Paris 10e
Priorato di Saint-Lazare
107 rue du Faubourg-St-Denis,
Paris 10e
Chiesa di Saint-Vincent-de-Paul
Place Franz Liszt, Paris 10e
Chiesa di
Saint-Joseph-des-Carmes
70 rue de Vaugirard, Paris 6e
Museo Frédéric Ozanam
8 rue de Saint-Pétersbourg,
Paris 8e
Chiesa di
Saint-Etienne-du-Mont
Place Sainte-Geneviève,
Paris 5e
Chiesa di Saint-Médard
141 Rue Mouffetard, Paris 5e
Università della Sorbona
17 rue de la Sorbonne,
Paris 5e
Abitazione di Emmanuel Bailly
38 rue Saint-Sulpice, Paris 6e
Cattedrale di
Notre-Dame de Paris
Place Jean-Paul II, Paris 4e
Cimetero di Montparnasse
3 bd Edgar Quinet,
Paris 14e
Giardino Frédéric Ozanam
91 bd du Montparnasse,
Paris 6e
Società di
San Vincenzo de Paoli
6 rue de Londres, Paris 9e
126
>
Lettera originale
di San Vincenzo de Paoli
(conservata al Consiglio Generale
Internazionale di Parigi)
Bibliografia
t.BUUIJFV#SFKPOEF-BWFSHOÏF
La Société de Saint-Vincent-de-Paul au XIXe
siècle, Un fleuron du catholicisme social,
Paris, Cerf-SSVP, 2008.
t31$IBMVNFBVDN
Guide de Saint Vincent de Paul à travers
Paris, Paris, Editions CEFAG, 1960.
t$IBOUBM$SÏQFZ
Petit guide de la chapelle Notre-Dame
de la Médaille Miraculeuse,
Strasbourg, Editions du Signe, 2002.
t:WFT%BOKPVDNEJSEFMBQVC
Le guide de la Chapelle Saint-Vincent-de-Paul,
Paris, Archiconfrérie de la Sainte-Agonie
de Notre-Seigneur Jésus-Christ, 2010.
t'SÏEÏSJD0[BOBN
Lettres de Frédéric Ozanam,
lettres de jeunesse (1819-1840),
Paris, Editions Klincksieck, 1997.
t+PIO&3ZCPMUDN
Sur les pas de Saint Vincent de Paul,
Bruyères-le-Châtel, Nouvelle Cité, 2010.
Scoprire la SSVP
in Italia: www.sanvincenzoitalia.it
internazionale: www.ssvpglobal.org
MonumentCity Editions 2011
t%JGGVTJPO%JTUSJCVUJPOø1BSJT$IÏSJ
[email protected]
www.parischeri-shop.com
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198 allée de Provence, 84210 Pernes
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Julien Spiewak
t5SBEV[JPOFJOJUBMJBOP
Marco Bétemps
t1SPHFUUPHSBmDP
e realizzazione: KvJ
t3JOHSB[JBNFOUP
a Maurizio Ceste
Edizione italiana
t&GGBUË&EJUSJDF
Via Tre Denti, 1
10060 Cantalupa (To) Italy
t'FCCSBJP
ISBN : 978-88-7402-843-6
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La Parigi di San Vincenzo de Paoli e Federico Ozanam