Archivio Storico
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NEWSLETTER N. 9
MAGGIO 2011
In primo piano / Studi e Ricerche / Pubblicazioni / Incontri
ed Eventi / Biblioteca Storica / Fonti Iconografiche e
Audiovisive / Archivi del Gruppo / Acquisizioni / Curiosità
IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
Unità d’Italia e strutture
d’archivio
La mappa storica di Intesa Sanpaolo è
presente a Torino in occasione delle
celebrazioni dei 150 anni dell’Unità
d’Italia
p. 1
ACQUISIZIONI
Gli album dedicati
al cantiere di via Verdi
La donazione Angiolini ha permesso
all’Archivio storico di arricchire la sua
sezione fotografica
p. 2
STUDI E RICERCHE
Uno scrittore alla Banca
Commerciale Italiana
Sergio Solmi, capo dell’Ufficio Legale
della Comit, nonché fine e sensibile
letterato
p. 3
IN REDAZIONE
Direzione
Francesca Pino
Coordinamento
Barbara Costa
Realizzazione editoriale
Nexo, Milano
Hanno collaborato
a questo numero
Giorgio Battisti
Serena Berno
Maria Letizia Cairo
Maria Canella
Antonio Galli
Giovanni Leori
Angelo Nascimbene
Patrizio Perni
Paola Zocchi
Newsletter a cura di
Archivio Storico Intesa Sanpaolo
Via Morone 3 - 20121 Milano
EDITORIALE
Unità d’Italia e strutture d’archivio
Per il rilancio degli enti di ricerca
Francesca Pino
Per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, Intesa
Sanpaolo ha potuto offrire la propria mappa storica,
navigabile su alcuni touch-screen allestiti nel sito
della mostra Fare gli Italiani, le suggestive Officine
Grandi Riparazioni ferroviarie di Torino.
Anche la storia del Gruppo, infatti, è costituita da un
plurisecolare intreccio di vicende bancarie, prima di
crescita e poi di aggregazioni avvenute per grandi
ondate, la prima negli anni Trenta e la seconda negli
ultimi due decenni del Novecento. Il conto finale,
esclusi i Monti di Pietà e i Mediocrediti, annovera
130 fusioni sul lato San Paolo Imi, 13 sul lato Cr
Firenze e 107 sul lato Banca Intesa.
A Torino i vertici del Gruppo al completo hanno invitato
il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a prendere visione della mappa, che oltre ad essere un utile
strumento informativo esprime il nostro costante impegno nella salvaguardia dei patrimoni storici ereditati.
Ci auguriamo che la folta selva degli eventi legati al
150° anniversario dell’Unificazione, in calendario per
tutto l’anno e in ogni regione del nostro Paese, possa
ispirare investimenti e impegni efficaci nelle infrastrutture permanenti di ricerca.
Vi è ancora molto da fare per individuare e rendere
disponibili al mondo della ricerca le fonti più importanti e significative. La rete professionale degli archivisti
italiani è in grado di attivare una fruttuosa cooperazione, utilizzando anche gli spunti divulgativi e giornalistici di queste settimane.
La Mappa storica è ora consultabile on line all’indirizzo
www.group.intesasanpaolo.com sezione Chi siamo ›
Storia, come pure dalla home page dell’Archivio storico.
Dal 16 maggio 2011, la sala di consultazione
dell’Archivio storico viene trasferita in via Morone
3, per far spazio ad una importante iniziativa
culturale della Banca. Ci scusiamo con gli utenti
per i temporanei disagi causati dalla
ristrutturazione. Il servizio di consultazione rimarrà
funzionante solo per quesiti molto urgenti.
La nuova sala riaprirà il 6 giugno.
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ACQUISIZIONI
IN PRIMO PIANO
Officine Grandi Riparazioni, Torino
Gli album dedicati al
cantiere di via Verdi
Donate all’Archivio
storico le fotografie
appartenute ad Alberto
Angiolini
Le Officine d’Italia
Angelo Nascimbene
Le Officine Grandi Riparazioni
di Torino, insieme alla Reggia
di Venaria, nel 2011 sono il
cuore delle manifestazioni storiche e culturali per il 150° dell’Unità d’Italia. Vale la pena
conoscerle da vicino, soprattutto se si pensa che nel piano
regolatore di Torino del 1995
ne era prevista la demolizione.
Le Ogr furono concepite nel
1881 dalla Società Ferrovie Alta
Italia con il duplice scopo di
liberare gli scali delle stazioni di
Torino Porta Nuova e Porta
Susa dalla soggezione delle
officine esistenti e di avere un
nuovo impianto con caratteristiche adeguate al crescente
sviluppo del parco rotabili.
A lavori appena iniziati, nel
1885 la riforma delle ferrovie
determinò la nascita della
Società Italiana per le Strade
Ferrate del Mediterraneo
(Sfm), che assunse la costru-
zione del complesso per fasi
funzionali: nel 1885 il reparto
calderai e la palazzina uffici;
nel 1887 il reparto montaggio locomotive con l’innovativo impianto di illuminazione
elettrica e nel 1889 la torneria ruote con la carrozzeria
per le riparazioni delle carrozze e dei carri.
Nel complesso la fisionomia
dell’impianto è rimasta inalterata fino alla dismissione nel
1992 e questo, nonostante il
mutare delle lavorazioni, è
rivelatore della qualità del
progetto. L’unica modifica
significativa è avvenuta nel
1953 lungo il perimetro sud
per l’apertura di corso
Peschiera. I capannoni del
1887, destinati al montaggio
locomotive e ai calderai sono
stati sempre il cuore delle
Officine per le lavorazioni
effettuate e per l’architettura,
data la felice commistione di
stili tra gli interni, dove dominano le strutture in ferro delle
fabbriche ottocentesche e
l’impianto
monumentale
degli esterni intonati all’eleganza sobria dell’edilizia
urbana torinese. La pianta del
reparto è ad H e ciascuno dei
due bracci principali ha tre
navate lunghe 183 metri.
È qui che dal 17 marzo 2011
si tengono le mostre Fare gli
Italiani, Stazione futuro e Il
futuro nelle mani coniugando
150 anni di storia con quella
che sarà l’Italia di domani.
Le Ogr, tra la fine dell’Ottocento e il 1911 con i loro 2000
lavoratori che eseguivano le
revisioni generali ai rotabili,
sono state il più grande stabiL’ultimo rotabile riparato
(nel 1992). Fotografia
di Pier Paolo Viola
Serena Berno
Barbara Costa
La sezione fotografica dell’Archivio storico si è recentemente arricchita con una significativa donazione: Carla e Mario Angiolini,
figli dell’ingegnere capo della
Cariplo Alberto Angiolini – in carica durante la costruzione del
nuovo palazzo della sede, edificato fra 1936 e 1941 – hanno donato all’Archivio cinque album di
fotografie originali degli anni
1932-1940 (per un totale di 236
foto) sul cantiere del cosiddetto
“palazzo delle Colonne” di via
Verdi 8.
«Artefice principale» della costruzione dell’edificio e «per un quarto di secolo ottimo funzionario
della Cassa di Risparmio» – così è
descritto nella dedica in testa agli
album – Alberto Angiolini, classe
1895, venne assunto all’Ufficio
Tecnico della Cariplo nel 1924,
quattro anni dopo la laurea al Politecnico di Milano, e ne diventò
ufficialmente ingegnere capo nel
1935.
Per la costruzione del palazzo si
recò in più occasioni all’estero per
esaminare quanto era stato svolto
oltre frontiera e, a cantiere avviato, supervisionò giornalmente il
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limento torinese, che ha avviato lo sviluppo industriale e
demografico di Borgo San
Paolo, dove Antonio Gramsci
diceva di andare «a lezione»
dalla classe operaia. Quell’aristocrazia operaia che aveva
proprio nei ferrovieri delle Ogr
la componente di punta. Non
a caso la salvezza di questo
impianto storico si deve anche
alla coesione dei suoi lavoratori. Uno di loro, Gian Carlo
Franceschetti, ha recentemente scritto su «museoTorino»:
«Quest’aggregazione di persone dalla provenienza diversa
intorno ad un unico obiettivo
e le caratteristiche delle lavorazioni effettuate – che, seppur industrializzate, erano ben
lontane dal lavoro individuale
e alienante della catena di
montaggio – hanno favorito
fenomeni di integrazione e di
partecipazione alla vita collettiva che si inserisce appieno
all’interno di quel ruolo che le
ferrovie hanno svolto nel processo di costruzione dell’unità
nazionale».
progredire dei lavori, tenendo i
rapporti con gli architetti Giovanni
Muzio e Giovanni Greppi e con
l’ingegnere Arturo Danusso e riferendo poi periodicamente sull’avanzamento dei lavori al Comitato esecutivo della Cassa di
Risparmio.
Nel dicembre 1947 la Cariplo
omaggiò Angiolini, prossimo alla
pensione, con gli album di fotografie oggetto di questa generosa
donazione. La dedica fu scritta da
Cesare Chiodi – vicepresidente
della Cassa dal 1946 al 1962 –
insigne urbanista e professore di
Angiolini al Politecnico di Milano;
nel fascicolo personale di Angiolini si conserva una lettera di raccomandazione del professor Chiodi,
datata 1921, in cui il giovane
ingegnere neolaureato viene
segnalato calorosamente «per
eventuali suoi concorsi ad impieghi od uffici».
Amsterdam
Operai al lavoro, 1930-1940 circa.
Fotografia Ferrovie dello Stato
STUDI E RICERCHE
Sergio Solmi
Uno scrittore alla Banca Commerciale Italiana
I parte
Maria Letizia Cairo, Giovanni Leori
Quest’anno ricorre il trentesimo
anniversario della scomparsa di
Sergio Solmi, avvenuta a Milano il
7 ottobre 1981 (era nato a Rieti il
16 dicembre 1899). Qui ricordiamo questo importante personaggio del mondo letterario italiano
del Novecento per la ragione che
ha fatto parte del personale della
Banca Commerciale Italiana, lavorando per quarant’anni presso il
Servizio Legale dell’istituto, nella
Direzione Centrale di piazza della
Scala, divenendone poi il capo.
Sono state recentemente riordinate le carte della consulenza legale
della Banca Commerciale Italiana
dal 1941 al 1953, nelle quali sono
di indubbio interesse i pareri di
19 maggio 2011
Workshop Photography Collections
of (Financial) Companies - a Corporate
Historical View
Il seminario è organizzato dalla European
Association for Banking and Financial History
(EABH). L’Archivio storico di Intesa Sanpaolo
partecipa con una relazione tenuta da
Serena Berno e da Barbara Costa dal titolo
Are Banking Pictures valuable? Establishing
a Group Photographic Collection at Intesa
Sanpaolo.
Milano
Solmi, soprattutto quelli relativi al
sequestro e alla confisca dei beni
di cittadini ebrei, ai provvedimenti
in tema di epurazione e alle questioni concernenti le filiali istriane
della Comit cedute alla Jugoslavia.
Dopo essere stato chiamato alle
armi nel giugno 1917 come
«ragazzo del ’99» e congedato
nel marzo 1920, Solmi si laureò in
Giurisprudenza nel 1923; per trovare al più presto un’occupazione
rinunciò così alla laurea in Lettere,
a lui più congeniale perché ambiva a diventare uno scrittore. Solmi
infatti era rimasto orfano a 13
anni, quando il padre Edmondo
morì improvvisamente di tifo mentre era in vacanza con la famiglia.
26 maggio 2011, ore 9.30-19.00
Palazzo Besana
piazza Belgioioso 1
Convegno internazionale Banche e banchieri
in Italia e in Svizzera. Strutture finanziarie,
mercati e investimenti (XVI-XXI secolo).
Milano-Lugano, 25-27 maggio 2011
L’Archivio storico di Intesa Sanpaolo ospita la
seconda giornata del Convegno organizzato
dal Centro Interdipartimentale di Storia della
Svizzera Bruno Caizzi, dal Centro
Interuniversitario di Ricerca per la Storia
Finanziaria Italiana - CIRSFI e dalla
Fondazione Centro Studi Bancari Villa
Negroni con il patrocinio della Società
Italiana degli Storici dell’Economia.
Il 27 maggio a Lugano è prevista una
relazione di Guido Montanari e Francesca
Pino dal titolo La Comit e la Banca della
Svizzera Italiana: contatti tra Roma, Milano
e Lugano nel periodo dell’occupazione
tedesca (1943-1945).
Sergio Solmi, 1933
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Il 14 gennaio 1926 Solmi fu
assunto alla Direzione Centrale
di Milano della Comit e iniziò a
lavorare presso l’Ufficio Legale.
Nel 1933 venne nominato procuratore e nel 1942 divenne
capo della Consulenza all’interno del Servizio Contenzioso (poi
Legale). Avanzò quindi nella carriera, fino a diventare nel 1960
condirettore centrale e capo del
Servizio Legale. Andò in pensione nel 1967.
Sergio Solmi letterato
L’importanza di Solmi nel campo
letterario è nota. Oggi possiamo
conoscere meglio la sua produzione letteraria grazie alla pubblicazione delle Opere di Sergio
Solmi (6 voll. in 9 tomi, Milano,
Adelphi, 1983-2011), a cura di
Giovanni Pacchiano, che definisce Solmi «uno scrittore che
appare negli anni sempre più singolare e prezioso fra gli autori del
Novecento nei quali riconosciamo i nostri più vicini “classici”».
La lettura di questi testi ci fa
apprezzare ancora una volta
Solmi come fine e sensibile
poeta, critico e saggista, autore
di studi fondamentali su Leopardi, Montale e sulla letteratura
francese, prosatore d’arte, traduttore, autore di scritti anche
sulla fantascienza. Quanto a
Leopardi, che Solmi sentiva
«prossimo e fraterno», non si
possono dimenticare i due tomi
apparsi sulla famosa Ricciardi (il
secondo dei quali curato insieme con la figlia Raffaella).
L’interesse sempre attuale per
l’opera di Solmi è attestato da
alcuni recenti studi e approfondimenti, tra i quali si segnalano
la monografia di Francesca
D’Alessandro su Lo stile europeo
di Sergio Solmi. Tra critica e poesia (Milano, V&P Università,
CURIOSITÀ
Un cassiere poeta
delle cose umili
Carlo Bazzi tra ideali
risorgimentali e passione
poetica
Antonio Galli
Sergio Solmi, Poesie,
meditazioni e ricordi.
Milano, Adelphi 2011
2005) e il volume di
Betocchi Lettere a Sergio
(a cura di Michela Baldini
introduzione di Anna
Roma, Bulzoni, 2006).
Carlo
Solmi
e con
Dolfi,
PUBBLICAZIONI
Gli archivi delle donne
Collana di repertori sulle fonti documentarie femminili
negli archivi milanesi
Maria Canella, Paola Zocchi
Negli ultimi decenni si è notevolmente ampliato
l’interesse della storiografia italiana «per le
forme primarie di scrittura» (corrispondenze e
documenti di carattere privato, quali lettere
familiari, d’amore, d’amicizia, d’affari, ma anche
diari e autobiografie), data l’importanza di tali
testimonianze per la ricostruzione di percorsi esistenziali sia di personalità di rilievo nella vita
politica, sociale, culturale e religiosa, sia di più
oscuri appartenenti ai ceti non egemoni.
In quest’ottica l’Università degli Studi di Milano
(con il contributo di Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano) ha promosso una collana di repertori sulle scritture femminili, da noi
curata, nella consapevolezza che tali fonti (carteggi, epistolari, memorie, documenti), rimaste
fino ad oggi mascherate o nascoste nei fondi
intitolati ad autori maschili, una volta individuate, censite e indicizzate potranno costituire una
Primo libretto Cariplo intestato
ad una donna, Mastro delle
partite su libretti, 1823
Nato a Cassano d’Adda da Gaspare,
farmacista del paese, e da Angiola Villa
il 12 febbraio 1843, nono di dieci figli,
Carlo Bazzi nel 1860, dopo aver conseguito al liceo Paolo Sarpi di Bergamo la
medaglia d’oro dell’Istituto Maccarini
per la fisica, abbandonò gli studi per
arruolarsi volontario nell’esercito.
Nel 1866 Bazzi prese parte alla battaglia
di Custoza meritandosi una medaglia al
valore. Partecipò poi alla repressione del
brigantaggio nell’isola di Pantelleria.
Congedato nel 1871, egli ritornò a
Cassano delegato scolastico del Mandamento. Sposatosi con Luigia Magni
nel 1875, si stabilì a Treviglio assumendo la gerenza della Tipografia Messaggi di cui divenne poi il proprietario. Dal
1882 al 1906 Bazzi fu impiegato come
cassiere dalla Cassa di Risparmio delle
Provincie Lombarde, succursale di Treviglio. Suo figlio Giulio ricoprirà fra il
1924 e il 1933 la carica di ispettore
capo del personale della stessa Cassa.
Ardente mazziniano, Bazzi fu uno dei
fondatori della Società di Mutuo Soccorso di Cassano di cui divenne poi anche
presidente e si adoperò per la creazione
di alcuni asili infantili della zona.
Amico di Tommaso Grossi, Andrea
Verga e di Antonio Fogazzaro, si dilettava a scrivere versi in dialetto cassanese. Alla sua morte, avvenuta a Treviglio
il 17 febbraio 1906, il figlio Giulio
Gaspare, raccolse alcune delle sue
poesie in un libretto intitolato Viva Cassaan!, stampato dalla Tipografia Messaggi, devolvendone i proventi all’Asilo
infantile di Cassano d’Adda di cui Bazzi
era stato un convinto sostenitore.
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base documentaria fondamentale non solo per
la storia delle donne, ma per tutte le discipline
storiche nel loro complesso.
Il censimento è stato finalizzato, dunque, a individuare e rilevare le scritture femminili e i documenti relativi alla storia delle donne (carteggi,
epistolari, memorie, diari, manoscritti, ma anche
documenti pubblici e privati, fascicoli del personale, cartelle cliniche, carte patrimoniali e giudiziarie ecc.) presenti in tutti gli archivi pubblici e
nelle biblioteche milanesi.
Trattandosi di un vastissimo scenario sul quale
operare, alla ricerca di fonti documentarie spesso
non inventariate né segnalate in alcun modo,
l’obiettivo è stato quello di varare una collana di
repertori caratterizzati da una scansione cronologica non eccessivamente ampia, in modo da
garantire il raggiungimento in tempi ragionevoli
di una serie di risultati compiuti. Per il primo
repertorio, in uscita per i tipi di Storia e Letteratura di Roma, è stato scelto il periodo dalla Restaurazione all’Unità, vale a dire l’arco cronologico
compreso fra il 1815 e il 1859, per il carattere fortemente unitario delle fonti di tale periodo.
Il repertorio apre numerosi nuovi filoni di ricerca,
grazie all’accostamento e all’incrocio di fonti di
archivi diversi; un tema particolarmente interessante è quello relativo alle attività economiche
delle donne nella prima metà dell’Ottocento
testimoniato dai testamenti presenti nel fondo
Notarile dell’Archivio di Stato, dai fascicoli relativi alle attività commerciali conservati nel Registro
ditte dell’Archivio storico della Camera di Commercio di Milano, e dallo spoglio dei Mastri delle
partite su libretti conservati presso l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo.
In particolare i Mastri contengono la registrazione dei libretti di risparmio aperti presso la Cassa
di Risparmio di Milano dal 1823 in avanti (riportando per ogni pagina del registro i movimenti di
un libretto). Com’è noto, il libretto di deposito,
in quanto documento rilasciato dalla banca
all’atto della stipulazione di un contratto di
deposito a risparmio, veniva utilizzato presso la
Primo mastro delle partite
su libretti, 1823, copertina
Cassa di Risparmio di Milano durante la Restaurazione come libretto al portatore con l’indicazione di un intestatario. Grazie a questo strumento, la Cassa si rivolgeva, nella prospettiva
filantropica che la guidava, ai propri utenti privilegiati, gli artigiani, i giornalieri e i membri dei
ceti meno agiati, ma non solo, poiché chiunque
avrebbe potuto trarne profitto, soprattutto in
assenza sul territorio di un’articolata struttura
creditizia.
Il libretto, così come era concepito, non solo
tutelava i depositanti da ogni indagine sulla propria persona e sul proprio patrimonio, ma rappresentava di fatto una sorta di banconota con
interesse, un efficace strumento per regolare crediti e debiti senza che fosse necessario un materiale spostamento di denaro. L’obiettivo per il
quale la Cassa era nata era d’altra parte perseguito fissando, nel 1823, in 300 lire austriache
l’importo massimo per i versamenti e in una lira
austriaca quello minimo, le operazioni possibili
per ogni persona ad una al giorno e l’interesse
sul deposito al 4%.
Nel repertorio, dunque, sono stati trascritti tutti i
nomi delle circa 2500 donne che aprirono un
libretto tra il 1823 e il 1859 (pari ad almeno un
terzo dei depositanti totali), notando che spesso
accanto al nome della donna vi era un libretto
intitolato al marito o ad altri membri della stessa
famiglia. L’analisi dell’andamento del risparmio
nei libretti femminili permetterà di gettare luce
non solo sui grandi patrimoni delle maggiori
famiglie milanesi e lombarde, ma soprattutto
sulle centinaia di donne titolari di una piccola
attività commerciale o assunte come levatrici,
domestiche o maestre, presso istituzioni pubbliche o private (quali l’Ospedale Maggiore, i collegi, le scuole) o presso le case aristocratiche e borghesi della Milano del primo Ottocento; donne,
che con il loro lavoro e il risparmio costituirono
una parte importante nella creazione del ruolo
commerciale, finanziario e imprenditoriale del
capoluogo lombardo alle soglie dell’età contemporanea.
ARCHIVI DEL GRUPPO
Una gondola
veneziana a Torino
La Cassa di Risparmio
di Venezia è presente
a palazzo Cavour
La gondola, uno dei simboli di
Venezia nell’immaginario collettivo, rappresentata da Carpaccio e
Bellini nel XV secolo, da Canaletto
e Domenico Guardi agli inizi del
XVIII, è anche parte della vita quotidiana della città lagunare: la
Barca xe casa è stata infatti l’unico
veicolo mobile fino all’avvento del
vaporetto.
Quando l’alleanza con la Francia
apparve essenziale per la liberazione di Venezia, proprio una gondola aiutò la diplomazia sabauda
a riportare l’attenzione dell’imperatore Napoleone III sulla questione di Venezia.
Lo scafo allungato per adattarsi
agli stretti canali veneziani; la
poppa e la prua rialzate per facilitare la voga e rendere la gondola
più agile; il Felze, una vera e propria cabina chiusa con uno sfarzoso salottino che permette ai
passeggeri di difendersi dalle
intemperie e di ripararsi da occhi
indiscreti fecero infatti della gondola un dono perfetto per l’imperatrice Eugenia che amava le
romantiche passeggiate sul lago
del castello di Fontainebleau.
Per rievocare questo episodio,
l’Istituzione per la Conservazione
della Gondola e la Tutela del Gondoliere e la Cassa di Risparmio di
Venezia hanno scelto di collaborare alla mostra Cavour genio seduttore gourmet attraverso il prestito
di una rarissima gondoletta: in
perfetta scala 1:2, vogata da due
bambini, agli inizi degli anni settanta faceva da “battistrada” in
canalasso, aprendo la sfilata della
regata storica che da sempre precede le gare dei campioni.
Varata il 18 marzo 1949, la gondoletta rivive ora quale “ambasciatrice” di Venezia, degli antichi
mestieri e della specificità della
voga alla veneziana.
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ARCHIVI DEL GRUPPO
Un anonimo cronista dell’Unità d’Italia
Foligno
nell’Italia unita
Giovanni Rossi, bancario della Cassa di Risparmio di Foligno
Giorgio Battisti, Patrizio Perni
Nel 1891 lo storico monsignor Michele Faloci
Pulignani pubblica sulla «Gazzetta di Foligno», a
piccoli brani e in forma anonima, alcuni scritti
riguardanti gli accadimenti che avevano interessato la città di Foligno tra il 1859 e il 1865.
L’anno successivo gli stessi scritti uscirono raccolti in un volume intitolato Diario delle cose di Foligno dal 1859 al 1865, anche questa volta in
forma anonima e sempre a cura di Faloci.
Circa l’autore di tali scritti, nella prefazione al
volume Faloci afferma: «Stimo qui superfluo di
metter fuori il nome dell’autore, sì perché nel
manoscritto originale questo non ci è, sì perché il
lettore studioso può trovare in altri libri indicato
questo nome, come autore del Diario».
Ma chi era questo misterioso autore, reso tale
per evidenti motivi di opportunità visto che a Foligno erano ancora vivi in quegli anni i ricordi degli
accadimenti descritti e in considerazione anche
della vicinanza che lo stesso autore più volte
manifestava nei confronti dello Stato Pontificio?
Ancora oggi è possibile verificarlo direttamente
consultando il manoscritto conservato presso la
Biblioteca Comunale di Foligno, dove lo stesso
Faloci appose la scritta «Rossi Giovanni, Cronaca
di Foligno 1859-1865, pubblicato da me col titolo “Diario delle cose di Foligno dal 1859 al
1865”, Foligno, S. Carlo, 1892, In. 16. di p. 94.
Ediz. di 50 esemplari, D.M.F.P.»
A questo punto è doveroso chiedersi: chi era Giovanni Rossi?
Diario delle cose di Foligno dal
1859 al 1865, edizione a stampa
e Intestazione del manoscritto della
Cronaca di Foligno 1859-1865.
Foligno, Biblioteca Comunale
Era uno dei 76 azionisti fondatori della Cassa di
Risparmio di Foligno, nonché ragioniere della stessa
dalla sua fondazione fino al 1863, un fedelissimo
impiegato pontificio che ci ha tramandato gli accadimenti avvenuti a Foligno negli anni che portarono
all’Unità d’Italia, come li vedeva, come li sentiva.
E così Rossi ci racconta come l’esercito piemontese fosse composto da ottimi soldati, ben equipaggiati e valorosi e come la popolazione di Foligno li accolse calorosamente, nonostante la città
fosse considerata da sempre fedele al Papa.
Di particolare significato le annotazioni registrate
nel Diario alla data del 15 settembre 1860 quando le truppe piemontesi entrarono a Foligno:
«Verso le 5. pom. le campane di Palazzo, e della
Catt. hanno annunziato l’arrivo delle R. Truppe.
Procedeva un Corpo di Lancieri, e dopo un quarto
d’ora suonando nuovamente le Campane è giunto un Corpo di Tiragliori con cannoni rigati ec.
Carriaggi. La nostra Banda, che gli era andata
incontro, era alla testa; nelle finestre delle strade
principali erano le coperte, e bandiere tricolori. Il
popolo affollatissimo, e con molte Bandiere
applaudiva battendo le mani, e gridando Viva l’Italia, Viva Vittorio Emanuelle» e quelle relative al 18
marzo 1861: «Dietro invito del Municipio questa
sera vi è stata una languida illuminazione a causa
del cattivo tempo: il concerto ha girato per poco
tempo; le solite Campane hanno suonato a un ora
[sic] di notte per festeggiare l’accettazione fatta da
Vittorio Emanuele del titolo di Re d’Italia!».
La Cassa di Risparmio di Foligno
pubblica, ormai da oltre trent’anni, un calendario artistico destinato ad approfondire aspetti storico-culturali riferiti alla propria
area di presenza.
L’edizione 2011 è stata dedicata
a Foligno nell’Italia Unita.
È un contributo di grande interesse, come ha tenuto a precisare il presidente della Cassa di
Risparmio di Foligno, Denio D’Ingecco, che traccia il quadro di
riferimento storico di quegli anni,
il tutto però secondo un’ottica
fortemente locale; in definitiva il
Calendario 2011 ha voluto proporre una lettura degli accadimenti del 1860-1861 avendo
come riferimento l’Umbria e, in
particolare, la città di Foligno.
Il calendario artistico 2011 si
snoda, come di consuetudine,
attraverso una serie di saggi
introduttivi a cui seguono dodici
schede di approfondimento, che
si alternano alla parte calendariale, oltre ad una appendice conclusiva.
Di interesse anche le illustrazioni
a corredo del volume, con in
copertina un particolare della
Partenza dei volontari da Colle
San Lorenzo per la Lombardia
nel 1848 con la benedizione di
San Feliciano opera di Benedetto
Pizzoni (1793-1870).
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