Archivio Storico news NEWSLETTER N. 9 MAGGIO 2011 In primo piano / Studi e Ricerche / Pubblicazioni / Incontri ed Eventi / Biblioteca Storica / Fonti Iconografiche e Audiovisive / Archivi del Gruppo / Acquisizioni / Curiosità IN QUESTO NUMERO EDITORIALE Unità d’Italia e strutture d’archivio La mappa storica di Intesa Sanpaolo è presente a Torino in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia p. 1 ACQUISIZIONI Gli album dedicati al cantiere di via Verdi La donazione Angiolini ha permesso all’Archivio storico di arricchire la sua sezione fotografica p. 2 STUDI E RICERCHE Uno scrittore alla Banca Commerciale Italiana Sergio Solmi, capo dell’Ufficio Legale della Comit, nonché fine e sensibile letterato p. 3 IN REDAZIONE Direzione Francesca Pino Coordinamento Barbara Costa Realizzazione editoriale Nexo, Milano Hanno collaborato a questo numero Giorgio Battisti Serena Berno Maria Letizia Cairo Maria Canella Antonio Galli Giovanni Leori Angelo Nascimbene Patrizio Perni Paola Zocchi Newsletter a cura di Archivio Storico Intesa Sanpaolo Via Morone 3 - 20121 Milano EDITORIALE Unità d’Italia e strutture d’archivio Per il rilancio degli enti di ricerca Francesca Pino Per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, Intesa Sanpaolo ha potuto offrire la propria mappa storica, navigabile su alcuni touch-screen allestiti nel sito della mostra Fare gli Italiani, le suggestive Officine Grandi Riparazioni ferroviarie di Torino. Anche la storia del Gruppo, infatti, è costituita da un plurisecolare intreccio di vicende bancarie, prima di crescita e poi di aggregazioni avvenute per grandi ondate, la prima negli anni Trenta e la seconda negli ultimi due decenni del Novecento. Il conto finale, esclusi i Monti di Pietà e i Mediocrediti, annovera 130 fusioni sul lato San Paolo Imi, 13 sul lato Cr Firenze e 107 sul lato Banca Intesa. A Torino i vertici del Gruppo al completo hanno invitato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a prendere visione della mappa, che oltre ad essere un utile strumento informativo esprime il nostro costante impegno nella salvaguardia dei patrimoni storici ereditati. Ci auguriamo che la folta selva degli eventi legati al 150° anniversario dell’Unificazione, in calendario per tutto l’anno e in ogni regione del nostro Paese, possa ispirare investimenti e impegni efficaci nelle infrastrutture permanenti di ricerca. Vi è ancora molto da fare per individuare e rendere disponibili al mondo della ricerca le fonti più importanti e significative. La rete professionale degli archivisti italiani è in grado di attivare una fruttuosa cooperazione, utilizzando anche gli spunti divulgativi e giornalistici di queste settimane. La Mappa storica è ora consultabile on line all’indirizzo www.group.intesasanpaolo.com sezione Chi siamo › Storia, come pure dalla home page dell’Archivio storico. Dal 16 maggio 2011, la sala di consultazione dell’Archivio storico viene trasferita in via Morone 3, per far spazio ad una importante iniziativa culturale della Banca. Ci scusiamo con gli utenti per i temporanei disagi causati dalla ristrutturazione. Il servizio di consultazione rimarrà funzionante solo per quesiti molto urgenti. La nuova sala riaprirà il 6 giugno. Archivio Storico News N. 9 MAGGIO 2011 2 ACQUISIZIONI IN PRIMO PIANO Officine Grandi Riparazioni, Torino Gli album dedicati al cantiere di via Verdi Donate all’Archivio storico le fotografie appartenute ad Alberto Angiolini Le Officine d’Italia Angelo Nascimbene Le Officine Grandi Riparazioni di Torino, insieme alla Reggia di Venaria, nel 2011 sono il cuore delle manifestazioni storiche e culturali per il 150° dell’Unità d’Italia. Vale la pena conoscerle da vicino, soprattutto se si pensa che nel piano regolatore di Torino del 1995 ne era prevista la demolizione. Le Ogr furono concepite nel 1881 dalla Società Ferrovie Alta Italia con il duplice scopo di liberare gli scali delle stazioni di Torino Porta Nuova e Porta Susa dalla soggezione delle officine esistenti e di avere un nuovo impianto con caratteristiche adeguate al crescente sviluppo del parco rotabili. A lavori appena iniziati, nel 1885 la riforma delle ferrovie determinò la nascita della Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo (Sfm), che assunse la costru- zione del complesso per fasi funzionali: nel 1885 il reparto calderai e la palazzina uffici; nel 1887 il reparto montaggio locomotive con l’innovativo impianto di illuminazione elettrica e nel 1889 la torneria ruote con la carrozzeria per le riparazioni delle carrozze e dei carri. Nel complesso la fisionomia dell’impianto è rimasta inalterata fino alla dismissione nel 1992 e questo, nonostante il mutare delle lavorazioni, è rivelatore della qualità del progetto. L’unica modifica significativa è avvenuta nel 1953 lungo il perimetro sud per l’apertura di corso Peschiera. I capannoni del 1887, destinati al montaggio locomotive e ai calderai sono stati sempre il cuore delle Officine per le lavorazioni effettuate e per l’architettura, data la felice commistione di stili tra gli interni, dove dominano le strutture in ferro delle fabbriche ottocentesche e l’impianto monumentale degli esterni intonati all’eleganza sobria dell’edilizia urbana torinese. La pianta del reparto è ad H e ciascuno dei due bracci principali ha tre navate lunghe 183 metri. È qui che dal 17 marzo 2011 si tengono le mostre Fare gli Italiani, Stazione futuro e Il futuro nelle mani coniugando 150 anni di storia con quella che sarà l’Italia di domani. Le Ogr, tra la fine dell’Ottocento e il 1911 con i loro 2000 lavoratori che eseguivano le revisioni generali ai rotabili, sono state il più grande stabiL’ultimo rotabile riparato (nel 1992). Fotografia di Pier Paolo Viola Serena Berno Barbara Costa La sezione fotografica dell’Archivio storico si è recentemente arricchita con una significativa donazione: Carla e Mario Angiolini, figli dell’ingegnere capo della Cariplo Alberto Angiolini – in carica durante la costruzione del nuovo palazzo della sede, edificato fra 1936 e 1941 – hanno donato all’Archivio cinque album di fotografie originali degli anni 1932-1940 (per un totale di 236 foto) sul cantiere del cosiddetto “palazzo delle Colonne” di via Verdi 8. «Artefice principale» della costruzione dell’edificio e «per un quarto di secolo ottimo funzionario della Cassa di Risparmio» – così è descritto nella dedica in testa agli album – Alberto Angiolini, classe 1895, venne assunto all’Ufficio Tecnico della Cariplo nel 1924, quattro anni dopo la laurea al Politecnico di Milano, e ne diventò ufficialmente ingegnere capo nel 1935. Per la costruzione del palazzo si recò in più occasioni all’estero per esaminare quanto era stato svolto oltre frontiera e, a cantiere avviato, supervisionò giornalmente il Archivio Storico News N. 9 MAGGIO 2011 3 limento torinese, che ha avviato lo sviluppo industriale e demografico di Borgo San Paolo, dove Antonio Gramsci diceva di andare «a lezione» dalla classe operaia. Quell’aristocrazia operaia che aveva proprio nei ferrovieri delle Ogr la componente di punta. Non a caso la salvezza di questo impianto storico si deve anche alla coesione dei suoi lavoratori. Uno di loro, Gian Carlo Franceschetti, ha recentemente scritto su «museoTorino»: «Quest’aggregazione di persone dalla provenienza diversa intorno ad un unico obiettivo e le caratteristiche delle lavorazioni effettuate – che, seppur industrializzate, erano ben lontane dal lavoro individuale e alienante della catena di montaggio – hanno favorito fenomeni di integrazione e di partecipazione alla vita collettiva che si inserisce appieno all’interno di quel ruolo che le ferrovie hanno svolto nel processo di costruzione dell’unità nazionale». progredire dei lavori, tenendo i rapporti con gli architetti Giovanni Muzio e Giovanni Greppi e con l’ingegnere Arturo Danusso e riferendo poi periodicamente sull’avanzamento dei lavori al Comitato esecutivo della Cassa di Risparmio. Nel dicembre 1947 la Cariplo omaggiò Angiolini, prossimo alla pensione, con gli album di fotografie oggetto di questa generosa donazione. La dedica fu scritta da Cesare Chiodi – vicepresidente della Cassa dal 1946 al 1962 – insigne urbanista e professore di Angiolini al Politecnico di Milano; nel fascicolo personale di Angiolini si conserva una lettera di raccomandazione del professor Chiodi, datata 1921, in cui il giovane ingegnere neolaureato viene segnalato calorosamente «per eventuali suoi concorsi ad impieghi od uffici». Amsterdam Operai al lavoro, 1930-1940 circa. Fotografia Ferrovie dello Stato STUDI E RICERCHE Sergio Solmi Uno scrittore alla Banca Commerciale Italiana I parte Maria Letizia Cairo, Giovanni Leori Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa di Sergio Solmi, avvenuta a Milano il 7 ottobre 1981 (era nato a Rieti il 16 dicembre 1899). Qui ricordiamo questo importante personaggio del mondo letterario italiano del Novecento per la ragione che ha fatto parte del personale della Banca Commerciale Italiana, lavorando per quarant’anni presso il Servizio Legale dell’istituto, nella Direzione Centrale di piazza della Scala, divenendone poi il capo. Sono state recentemente riordinate le carte della consulenza legale della Banca Commerciale Italiana dal 1941 al 1953, nelle quali sono di indubbio interesse i pareri di 19 maggio 2011 Workshop Photography Collections of (Financial) Companies - a Corporate Historical View Il seminario è organizzato dalla European Association for Banking and Financial History (EABH). L’Archivio storico di Intesa Sanpaolo partecipa con una relazione tenuta da Serena Berno e da Barbara Costa dal titolo Are Banking Pictures valuable? Establishing a Group Photographic Collection at Intesa Sanpaolo. Milano Solmi, soprattutto quelli relativi al sequestro e alla confisca dei beni di cittadini ebrei, ai provvedimenti in tema di epurazione e alle questioni concernenti le filiali istriane della Comit cedute alla Jugoslavia. Dopo essere stato chiamato alle armi nel giugno 1917 come «ragazzo del ’99» e congedato nel marzo 1920, Solmi si laureò in Giurisprudenza nel 1923; per trovare al più presto un’occupazione rinunciò così alla laurea in Lettere, a lui più congeniale perché ambiva a diventare uno scrittore. Solmi infatti era rimasto orfano a 13 anni, quando il padre Edmondo morì improvvisamente di tifo mentre era in vacanza con la famiglia. 26 maggio 2011, ore 9.30-19.00 Palazzo Besana piazza Belgioioso 1 Convegno internazionale Banche e banchieri in Italia e in Svizzera. Strutture finanziarie, mercati e investimenti (XVI-XXI secolo). Milano-Lugano, 25-27 maggio 2011 L’Archivio storico di Intesa Sanpaolo ospita la seconda giornata del Convegno organizzato dal Centro Interdipartimentale di Storia della Svizzera Bruno Caizzi, dal Centro Interuniversitario di Ricerca per la Storia Finanziaria Italiana - CIRSFI e dalla Fondazione Centro Studi Bancari Villa Negroni con il patrocinio della Società Italiana degli Storici dell’Economia. Il 27 maggio a Lugano è prevista una relazione di Guido Montanari e Francesca Pino dal titolo La Comit e la Banca della Svizzera Italiana: contatti tra Roma, Milano e Lugano nel periodo dell’occupazione tedesca (1943-1945). Sergio Solmi, 1933 Archivio Storico News N. 9 MAGGIO 4 2011 Il 14 gennaio 1926 Solmi fu assunto alla Direzione Centrale di Milano della Comit e iniziò a lavorare presso l’Ufficio Legale. Nel 1933 venne nominato procuratore e nel 1942 divenne capo della Consulenza all’interno del Servizio Contenzioso (poi Legale). Avanzò quindi nella carriera, fino a diventare nel 1960 condirettore centrale e capo del Servizio Legale. Andò in pensione nel 1967. Sergio Solmi letterato L’importanza di Solmi nel campo letterario è nota. Oggi possiamo conoscere meglio la sua produzione letteraria grazie alla pubblicazione delle Opere di Sergio Solmi (6 voll. in 9 tomi, Milano, Adelphi, 1983-2011), a cura di Giovanni Pacchiano, che definisce Solmi «uno scrittore che appare negli anni sempre più singolare e prezioso fra gli autori del Novecento nei quali riconosciamo i nostri più vicini “classici”». La lettura di questi testi ci fa apprezzare ancora una volta Solmi come fine e sensibile poeta, critico e saggista, autore di studi fondamentali su Leopardi, Montale e sulla letteratura francese, prosatore d’arte, traduttore, autore di scritti anche sulla fantascienza. Quanto a Leopardi, che Solmi sentiva «prossimo e fraterno», non si possono dimenticare i due tomi apparsi sulla famosa Ricciardi (il secondo dei quali curato insieme con la figlia Raffaella). L’interesse sempre attuale per l’opera di Solmi è attestato da alcuni recenti studi e approfondimenti, tra i quali si segnalano la monografia di Francesca D’Alessandro su Lo stile europeo di Sergio Solmi. Tra critica e poesia (Milano, V&P Università, CURIOSITÀ Un cassiere poeta delle cose umili Carlo Bazzi tra ideali risorgimentali e passione poetica Antonio Galli Sergio Solmi, Poesie, meditazioni e ricordi. Milano, Adelphi 2011 2005) e il volume di Betocchi Lettere a Sergio (a cura di Michela Baldini introduzione di Anna Roma, Bulzoni, 2006). Carlo Solmi e con Dolfi, PUBBLICAZIONI Gli archivi delle donne Collana di repertori sulle fonti documentarie femminili negli archivi milanesi Maria Canella, Paola Zocchi Negli ultimi decenni si è notevolmente ampliato l’interesse della storiografia italiana «per le forme primarie di scrittura» (corrispondenze e documenti di carattere privato, quali lettere familiari, d’amore, d’amicizia, d’affari, ma anche diari e autobiografie), data l’importanza di tali testimonianze per la ricostruzione di percorsi esistenziali sia di personalità di rilievo nella vita politica, sociale, culturale e religiosa, sia di più oscuri appartenenti ai ceti non egemoni. In quest’ottica l’Università degli Studi di Milano (con il contributo di Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano) ha promosso una collana di repertori sulle scritture femminili, da noi curata, nella consapevolezza che tali fonti (carteggi, epistolari, memorie, documenti), rimaste fino ad oggi mascherate o nascoste nei fondi intitolati ad autori maschili, una volta individuate, censite e indicizzate potranno costituire una Primo libretto Cariplo intestato ad una donna, Mastro delle partite su libretti, 1823 Nato a Cassano d’Adda da Gaspare, farmacista del paese, e da Angiola Villa il 12 febbraio 1843, nono di dieci figli, Carlo Bazzi nel 1860, dopo aver conseguito al liceo Paolo Sarpi di Bergamo la medaglia d’oro dell’Istituto Maccarini per la fisica, abbandonò gli studi per arruolarsi volontario nell’esercito. Nel 1866 Bazzi prese parte alla battaglia di Custoza meritandosi una medaglia al valore. Partecipò poi alla repressione del brigantaggio nell’isola di Pantelleria. Congedato nel 1871, egli ritornò a Cassano delegato scolastico del Mandamento. Sposatosi con Luigia Magni nel 1875, si stabilì a Treviglio assumendo la gerenza della Tipografia Messaggi di cui divenne poi il proprietario. Dal 1882 al 1906 Bazzi fu impiegato come cassiere dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, succursale di Treviglio. Suo figlio Giulio ricoprirà fra il 1924 e il 1933 la carica di ispettore capo del personale della stessa Cassa. Ardente mazziniano, Bazzi fu uno dei fondatori della Società di Mutuo Soccorso di Cassano di cui divenne poi anche presidente e si adoperò per la creazione di alcuni asili infantili della zona. Amico di Tommaso Grossi, Andrea Verga e di Antonio Fogazzaro, si dilettava a scrivere versi in dialetto cassanese. Alla sua morte, avvenuta a Treviglio il 17 febbraio 1906, il figlio Giulio Gaspare, raccolse alcune delle sue poesie in un libretto intitolato Viva Cassaan!, stampato dalla Tipografia Messaggi, devolvendone i proventi all’Asilo infantile di Cassano d’Adda di cui Bazzi era stato un convinto sostenitore. Archivio Storico News N. 9 MAGGIO 5 2011 base documentaria fondamentale non solo per la storia delle donne, ma per tutte le discipline storiche nel loro complesso. Il censimento è stato finalizzato, dunque, a individuare e rilevare le scritture femminili e i documenti relativi alla storia delle donne (carteggi, epistolari, memorie, diari, manoscritti, ma anche documenti pubblici e privati, fascicoli del personale, cartelle cliniche, carte patrimoniali e giudiziarie ecc.) presenti in tutti gli archivi pubblici e nelle biblioteche milanesi. Trattandosi di un vastissimo scenario sul quale operare, alla ricerca di fonti documentarie spesso non inventariate né segnalate in alcun modo, l’obiettivo è stato quello di varare una collana di repertori caratterizzati da una scansione cronologica non eccessivamente ampia, in modo da garantire il raggiungimento in tempi ragionevoli di una serie di risultati compiuti. Per il primo repertorio, in uscita per i tipi di Storia e Letteratura di Roma, è stato scelto il periodo dalla Restaurazione all’Unità, vale a dire l’arco cronologico compreso fra il 1815 e il 1859, per il carattere fortemente unitario delle fonti di tale periodo. Il repertorio apre numerosi nuovi filoni di ricerca, grazie all’accostamento e all’incrocio di fonti di archivi diversi; un tema particolarmente interessante è quello relativo alle attività economiche delle donne nella prima metà dell’Ottocento testimoniato dai testamenti presenti nel fondo Notarile dell’Archivio di Stato, dai fascicoli relativi alle attività commerciali conservati nel Registro ditte dell’Archivio storico della Camera di Commercio di Milano, e dallo spoglio dei Mastri delle partite su libretti conservati presso l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo. In particolare i Mastri contengono la registrazione dei libretti di risparmio aperti presso la Cassa di Risparmio di Milano dal 1823 in avanti (riportando per ogni pagina del registro i movimenti di un libretto). Com’è noto, il libretto di deposito, in quanto documento rilasciato dalla banca all’atto della stipulazione di un contratto di deposito a risparmio, veniva utilizzato presso la Primo mastro delle partite su libretti, 1823, copertina Cassa di Risparmio di Milano durante la Restaurazione come libretto al portatore con l’indicazione di un intestatario. Grazie a questo strumento, la Cassa si rivolgeva, nella prospettiva filantropica che la guidava, ai propri utenti privilegiati, gli artigiani, i giornalieri e i membri dei ceti meno agiati, ma non solo, poiché chiunque avrebbe potuto trarne profitto, soprattutto in assenza sul territorio di un’articolata struttura creditizia. Il libretto, così come era concepito, non solo tutelava i depositanti da ogni indagine sulla propria persona e sul proprio patrimonio, ma rappresentava di fatto una sorta di banconota con interesse, un efficace strumento per regolare crediti e debiti senza che fosse necessario un materiale spostamento di denaro. L’obiettivo per il quale la Cassa era nata era d’altra parte perseguito fissando, nel 1823, in 300 lire austriache l’importo massimo per i versamenti e in una lira austriaca quello minimo, le operazioni possibili per ogni persona ad una al giorno e l’interesse sul deposito al 4%. Nel repertorio, dunque, sono stati trascritti tutti i nomi delle circa 2500 donne che aprirono un libretto tra il 1823 e il 1859 (pari ad almeno un terzo dei depositanti totali), notando che spesso accanto al nome della donna vi era un libretto intitolato al marito o ad altri membri della stessa famiglia. L’analisi dell’andamento del risparmio nei libretti femminili permetterà di gettare luce non solo sui grandi patrimoni delle maggiori famiglie milanesi e lombarde, ma soprattutto sulle centinaia di donne titolari di una piccola attività commerciale o assunte come levatrici, domestiche o maestre, presso istituzioni pubbliche o private (quali l’Ospedale Maggiore, i collegi, le scuole) o presso le case aristocratiche e borghesi della Milano del primo Ottocento; donne, che con il loro lavoro e il risparmio costituirono una parte importante nella creazione del ruolo commerciale, finanziario e imprenditoriale del capoluogo lombardo alle soglie dell’età contemporanea. ARCHIVI DEL GRUPPO Una gondola veneziana a Torino La Cassa di Risparmio di Venezia è presente a palazzo Cavour La gondola, uno dei simboli di Venezia nell’immaginario collettivo, rappresentata da Carpaccio e Bellini nel XV secolo, da Canaletto e Domenico Guardi agli inizi del XVIII, è anche parte della vita quotidiana della città lagunare: la Barca xe casa è stata infatti l’unico veicolo mobile fino all’avvento del vaporetto. Quando l’alleanza con la Francia apparve essenziale per la liberazione di Venezia, proprio una gondola aiutò la diplomazia sabauda a riportare l’attenzione dell’imperatore Napoleone III sulla questione di Venezia. Lo scafo allungato per adattarsi agli stretti canali veneziani; la poppa e la prua rialzate per facilitare la voga e rendere la gondola più agile; il Felze, una vera e propria cabina chiusa con uno sfarzoso salottino che permette ai passeggeri di difendersi dalle intemperie e di ripararsi da occhi indiscreti fecero infatti della gondola un dono perfetto per l’imperatrice Eugenia che amava le romantiche passeggiate sul lago del castello di Fontainebleau. Per rievocare questo episodio, l’Istituzione per la Conservazione della Gondola e la Tutela del Gondoliere e la Cassa di Risparmio di Venezia hanno scelto di collaborare alla mostra Cavour genio seduttore gourmet attraverso il prestito di una rarissima gondoletta: in perfetta scala 1:2, vogata da due bambini, agli inizi degli anni settanta faceva da “battistrada” in canalasso, aprendo la sfilata della regata storica che da sempre precede le gare dei campioni. Varata il 18 marzo 1949, la gondoletta rivive ora quale “ambasciatrice” di Venezia, degli antichi mestieri e della specificità della voga alla veneziana. Archivio Storico News N. 9 MAGGIO 2011 6 ARCHIVI DEL GRUPPO Un anonimo cronista dell’Unità d’Italia Foligno nell’Italia unita Giovanni Rossi, bancario della Cassa di Risparmio di Foligno Giorgio Battisti, Patrizio Perni Nel 1891 lo storico monsignor Michele Faloci Pulignani pubblica sulla «Gazzetta di Foligno», a piccoli brani e in forma anonima, alcuni scritti riguardanti gli accadimenti che avevano interessato la città di Foligno tra il 1859 e il 1865. L’anno successivo gli stessi scritti uscirono raccolti in un volume intitolato Diario delle cose di Foligno dal 1859 al 1865, anche questa volta in forma anonima e sempre a cura di Faloci. Circa l’autore di tali scritti, nella prefazione al volume Faloci afferma: «Stimo qui superfluo di metter fuori il nome dell’autore, sì perché nel manoscritto originale questo non ci è, sì perché il lettore studioso può trovare in altri libri indicato questo nome, come autore del Diario». Ma chi era questo misterioso autore, reso tale per evidenti motivi di opportunità visto che a Foligno erano ancora vivi in quegli anni i ricordi degli accadimenti descritti e in considerazione anche della vicinanza che lo stesso autore più volte manifestava nei confronti dello Stato Pontificio? Ancora oggi è possibile verificarlo direttamente consultando il manoscritto conservato presso la Biblioteca Comunale di Foligno, dove lo stesso Faloci appose la scritta «Rossi Giovanni, Cronaca di Foligno 1859-1865, pubblicato da me col titolo “Diario delle cose di Foligno dal 1859 al 1865”, Foligno, S. Carlo, 1892, In. 16. di p. 94. Ediz. di 50 esemplari, D.M.F.P.» A questo punto è doveroso chiedersi: chi era Giovanni Rossi? Diario delle cose di Foligno dal 1859 al 1865, edizione a stampa e Intestazione del manoscritto della Cronaca di Foligno 1859-1865. Foligno, Biblioteca Comunale Era uno dei 76 azionisti fondatori della Cassa di Risparmio di Foligno, nonché ragioniere della stessa dalla sua fondazione fino al 1863, un fedelissimo impiegato pontificio che ci ha tramandato gli accadimenti avvenuti a Foligno negli anni che portarono all’Unità d’Italia, come li vedeva, come li sentiva. E così Rossi ci racconta come l’esercito piemontese fosse composto da ottimi soldati, ben equipaggiati e valorosi e come la popolazione di Foligno li accolse calorosamente, nonostante la città fosse considerata da sempre fedele al Papa. Di particolare significato le annotazioni registrate nel Diario alla data del 15 settembre 1860 quando le truppe piemontesi entrarono a Foligno: «Verso le 5. pom. le campane di Palazzo, e della Catt. hanno annunziato l’arrivo delle R. Truppe. Procedeva un Corpo di Lancieri, e dopo un quarto d’ora suonando nuovamente le Campane è giunto un Corpo di Tiragliori con cannoni rigati ec. Carriaggi. La nostra Banda, che gli era andata incontro, era alla testa; nelle finestre delle strade principali erano le coperte, e bandiere tricolori. Il popolo affollatissimo, e con molte Bandiere applaudiva battendo le mani, e gridando Viva l’Italia, Viva Vittorio Emanuelle» e quelle relative al 18 marzo 1861: «Dietro invito del Municipio questa sera vi è stata una languida illuminazione a causa del cattivo tempo: il concerto ha girato per poco tempo; le solite Campane hanno suonato a un ora [sic] di notte per festeggiare l’accettazione fatta da Vittorio Emanuele del titolo di Re d’Italia!». La Cassa di Risparmio di Foligno pubblica, ormai da oltre trent’anni, un calendario artistico destinato ad approfondire aspetti storico-culturali riferiti alla propria area di presenza. L’edizione 2011 è stata dedicata a Foligno nell’Italia Unita. È un contributo di grande interesse, come ha tenuto a precisare il presidente della Cassa di Risparmio di Foligno, Denio D’Ingecco, che traccia il quadro di riferimento storico di quegli anni, il tutto però secondo un’ottica fortemente locale; in definitiva il Calendario 2011 ha voluto proporre una lettura degli accadimenti del 1860-1861 avendo come riferimento l’Umbria e, in particolare, la città di Foligno. Il calendario artistico 2011 si snoda, come di consuetudine, attraverso una serie di saggi introduttivi a cui seguono dodici schede di approfondimento, che si alternano alla parte calendariale, oltre ad una appendice conclusiva. Di interesse anche le illustrazioni a corredo del volume, con in copertina un particolare della Partenza dei volontari da Colle San Lorenzo per la Lombardia nel 1848 con la benedizione di San Feliciano opera di Benedetto Pizzoni (1793-1870).