PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE - Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Lucifero 40 - Crotone 88900 - Tel.(0962) 905192 - Fax (0962) 1920413 Iscr.Reg.Naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Poste Italiane Filiale di Catanzaro - Gruppo 3° - mensile pubblicità inferiore al 50% - tassa pagata - tax paid Direttore Editoriale Pino D’Ettoris - Direttore Responsabile Tina D’Ettoris - Abbonamenti: euro 26,00 - Contributo Sostenitore euro: 50,00 - Estero euro: 100,00 c.c.p. 15800881 intestato a IL CORRIERE DEL SUD Sito Web: www.corrieredelsud.it - E-Mail: [email protected] - [email protected] - [email protected] ASSOCIATO ALL’USPI 1,00 Anno XVIII N° 9/2009 - 25 giugno UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA C REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE - Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 La crisi economica ha avuto per l’Italia un impatto più contenuto rispetto ad altri paesi, ma ora per non restare indietro è necessario fare della crisi una occasione per migliorare la struttura della nostra economia L’Italia resiste alla crisi economica Tremonti torna anche sulla necessità di stabilire delle regole globali. I paradisi fiscali sono “come la caverna di Ali’ Babà” Giorgio Lambrinopulos “L ’Italia ha resistito, resiste, resistera’” alla crisi economica. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenendo all’anniversario della fondazione della Guardia di finanza ribadisce che la crisi “non e’ interna ma esterna, non e’ stata causata dalle nostre negativita’ ma ha avuto un impatto sulle nostre positivita’” perche’ l’Italia e’ un paese esportatore e quindi ha risentito dei fenomeni della recessione mondiale che ha provocato “la caduta delle fiducia e quindi della domanda”. L’Italia, prosegue il ministro, “trova fondamento dalla nostra geografia civile fatta di otto mila comuni. Per fortuna non abbiamo grandi metropoli circondate da anelli di periferia spesso fonte di rivolta sociale. L’Italia e’ fatta come una rete capace di assorbire tutto l’impatto della crisi”. Il ministro ricorda poi che nel Paese ci sono 8 milioni di partita Iva su un totale di 35 milioni presenti in Europa: “Il doppio della Francia. Non e’ un fattore di debolezza Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e delle Finanze ma di forza. La crisi ci ha insegnato che la manifattura e’ ancora importante”. Tremonti torna anche sulla necessità di stabilire delle regole globali. I paradisi fiscali sono “come la caverna di Ali’ Babà” , afferma, dove e’ possibile in modo “comodo e sicuro depositare il bottino”. La proposta presentata al G8 relativa alle regole e al contrasto ai paradisi fiscali e’ indispensabile perche’, spiega Tremonti, “e’ difficile fare una lotta dentro i confini se fuori e’ possibile in modo co- modo e sicuro depositare il bottino come nella caverna di Ali’ Baba’”. La crisi economica ha avuto per l’Italia un impatto piu’ contenuto rispetto ad altri paesi, ma ora per non restare indietro e’ necessario fare della crisi una occasione per migliora- Commento elettorale del Premier “S e questa per l’opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così”. Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, commentando il voto di domenica e lunedì. “La campagna elettorale - osserva il presidente del Consiglio - si e’ conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province. Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province. Altre 3 province (MonzaBrianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini. Oggi, il quadro si è ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province”. “Il centrodestra - conclude Berlusconi - ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata”. Gia’ ieri sera, Berlusconi aveva parlato di ‘sonora sconfitta’ per la sinistra. ‘Un dato solo toglie di mezzo ogni discussione: prima di queste elezioni provinciali il Popolo della Libertà governava 5 milioni di persone interessate dal voto. Adesso ne governa ben 21 milioni’, ha sottolineato il presidente del Consiglio. Il Pdl nel complesso si mostra più che soddisfatto. Il coordinatore Denis Verdini dice che “il centrodestra ha vinto”, perché è aumentato il numero delle province e dei comuni amministrati. E comunque, sottolinea, “va considerato il dato dell’astensione”. Umberto Bossi rivendica l’apporto decisivo della Lega: “Bisogna prendere atto che la gente si fida di noi. Siamo forti, abbiamo chiesto alla gente di non votare per il referendum e di votare per le amministrative”. In casa dei Democratici, il risultato elettorale viene visto come la prova che l’onda lunga di Berlusconi si è esaurita e che è possibile risalire la china. Secondo il segretario Dario Franceschini, con il risultato di oggi “comincia il declino della destra. Sarà un percorso lungo, ma con lavoro e impegno porteremo avanti un cammino di cambiamento del Paese”. Quanto al Pd, per Franceschini, il risultato è “positivo, meglio delle aspettative”. Intanto, il segnale è “importantissimo”, dice il segretario Democratico: “Appena 15 giorni fa, il Pdl prevedeva di raggiungere il 45% alle Europee e di conquistare tutte le grandi città. Oggi invece Berlusconi è 10 punti sotto e c’é alle amministrative una tendenza a favore del Pd molto importante, in un momento in cui in Europa soffia un vento di destra”. Replica il coordinatore del Pdl Ignazio la Russa: “Gli italiani Continua a pag 2 re la struttura della nostra economia. Lo sottolinea il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso dell’assembela annuale ricorrendo ad una metafora sportiva per descrivere l’impatto della crisi economica nel nostro Paese. ‘L’Italia al tempo della crisi -spiega- si puo’ provare a raccontarla attraverso una metafora ‘atletica’, costruita attingendo alla disciplina della corsa ad ostacoli. Nella corsa ad ostacoli della crescita, infatti, l’Italia e’ come un partecipante che, da tempo, era stato distaccato da concorrenti piu’ veloci. Concorrenti piu’ veloci, perche’ dotati di migliore preparazione e di migliori fondamentali. Concorrenti, pero’, che, in qualche caso, non avevano esitato ad alimentare il ritmo della loro corsa con il doping dei consumi a debito.Tutti i partecipanti alla corsa sono inciampati nell’ostacolo della crisi. L’impatto e’ stato piu’ violento e la caduta e’ risultata piu’ rovinosa per chi procedeva con maggior slancio, e si dovra’ ora rialzare e riprerndere la corsa senza potere far conto sul doping’’. ‘Per l’Italia, che non aveva un ritmo impetuoso, l’impatto contro l’ostacolo della crisi e’ stato forse meno forte rispetto a qualche suo concorrente. Ma certamente, quando la corsa riprendera’, l’Italia rischia, ancora una volta, di rimanere indietro, anche perche’, questa volta, l’effetto scia del plotone di testa sara’ assai piu’ modesto -continua Sangalli- Cosa fare, allora? Appunto, fare della crisi un’occasione per migliorare la nostra preparazione e per irrobustire i nostri fondamentali.Cosi’, quando la corsa riprendera’, magari non saremo i migliori scattisti sui cento metri. Ma, sui duecento o sui quattrocento metri, qualche soddisfazione potremo ottenerla! Ecco, con il linguaggio della metafora, questa ci sembra essere la sostanza dell’Italia al tempo della crisi’’, conclude Sangalli. L’Italia è il Paese dell’area Ocse con il più alto livello di spesa pensionistica, che è risultato Continua a pag 2 Emanuele Di Marco Rino Gaetano Live Nuovi Equilibri pp. 160 €. 14,00 Questo libro non è solo un tributo ma anche una lente d’ingrandimento per conoscere Rino Gaetano, uomo e cantautore. E lo fa attraverso i ricordi di amici, colleghi e musicisti che lavorarono con lui e attraverso materiale inedito, scritti e foto. Politica 2 Segue dalla prima nel 2005 al 14% del Pil, il doppio della media Ocse (7,2%). E’ l’appunto fatto dall’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo nel suo rapporto annuale sulle pensioni, nel capitolo dedicato all’Italia. Nel decennio 1995-2005 la spesa previdenziale è aumentata del 23%. Le pensioni assorbono quasi il 30% del budget pubblico contro il 16% medio Ocse. Insomma, afferma l’Ocse, l’applicazione delle riforme delle pensioni in Italia avanza molto lentamente rispetto agli altri paesi dell’Ocse e inoltre molti dei cambiamenti ‘’vitali’’ per la sostenibilità finanziaria dei costi del sistema previdenziale sono stati ‘’ripetutamente rinviati’’. In particolare, si rileva la ‘’preoccupazione per il rinvio dell’adozione dei nuovi coefficienti di trasformazione contributiva che sono un importante fattore per calcolare l’importo della pensione’’. Non solo. ‘’L’aspettativa di vita in Italia, così come negli altri Paesi - avverte l’Organizzazione ha continuato a crescere in questo periodo e il rinvio dell’introduzione dei nuovi coefficienti ha avuto un impatto negativo sul sistema. Al tempo stesso, gli economisti parigini sottolineano che ‘’ci sono stati di recente altri ritardi nell’introduzione dell’aumento dell’età minima di pensionamento per anzianità’’. Da parte sua, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta spiega che la proposta che il governo deve fare per adeguare l’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a quella degli uomini, oggetto di una sentenza di condanna del novembre scorso da parte della Corte di giustizia europea, per ora non verrà mandata a Bruxelles. “Aspettiamo la messa in mora che dovrebbe arrivare dopodomani - ha affermato il ministro - ma non c’è problema, la soluzione dovrebbe essere molto ‘light’”. Oggi, secondo quanto annunciato dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi la scorsa settimana, si sarebbe dovuto tenere un incontro tra i ministri competenti, Sacconi, Brunetta e Ronchi dietro la regia del sottosegretario della èresidenza del Consiglio, Gianni Letta. Giorgio Lambrinopulos Segue dalla prima non sono scemi. Noi abbiamo vinto: su 22 città dove si votava per il ballottaggio, noi conquistiamo molte città mentre loro nessuna dove governavamo noi”. Tra i soddisfatti ci sono i centristi dell’Udc, che hanno differenziato le loro alleanze nei vari comuni: “Ovunque - dice il segretario Lorenza Cesa - l’Udc ha fatto e fa la differenza. Da Bari a Torino le nostre scelte coraggiose ci stanno premiando, nonostante l’autentica caccia all’uomo messa in piedi dal Pdl”. Entusiasta del contributo dato dall’Udc al centrosinistra anche il democratico Francesco Rutelli. I risultati delle elezioni aprono anche una polemica sul meccanismo dei ballottaggi. La Russa propone di cambiare le regole, lasciando il ballottaggio solo se nessun candidato raggiunge il 40%. Insorge Franceschini: “La proposta di eliminare i ballottaggi che arriva in queste ore dal centrodestra è una chiara ammissione di sconfitta. Una proposta surreale, come a dire che siccome c’é un risultato negativo allora si cambia la legge... ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere”. Il turno dei ballottaggi evidenzia una sostanziale tenuta del Pd, soprattutto nelle sue roccaforti, non perdendo la guida di città da sempre legate al centrosinistra come Bologna e Firenze, o come anche la provincia di Torino. Il centrodestra espugna però la presidenza di province di rilievo come Milano, Venezia e Belluno. Significativi anche gli esiti, anch’essi favorevoli al centrodestra, dei ballottaggi per i comuni di Cremona, Prato e Foggia. Nulla da fare per i candidati del centrodestra nei comuni simbolo del centrosinistra. Così è andata a Firenze, dove Matteo Renzi si è imposto sul candidato del Pdl Giovanni Galli e a Bologna, dove Flavio Delbono ha battuto con il 60,7% Alfredo Cazzola (39,3%). Il centrodestra ha invece espugnato la città di Prato, dove Roberto Cenni ha superato il candidato del centrosinistra, seppur per poche migliaia di voti, attestandosi al 50,9%. Dopo Bologna in Emilia Romagna il centrosinistra è riuscito a confermare l’elezione di suoi candidati a Ferrara (con Tiziano Tagliani, 56,8%) e a Forlì (Roberto Balzani, 55%). Centrosinistra battuto invece nella lombarda Cremona, dove il sindaco uscente Giancarlo Corada è stato superato da Oreste Perri del centrodestra (51,5%). Diverso l’esito della sfida alla carica di primo cittadino di Padova, dove il sindaco uscente di centrosinistra Flavio Zanonato è riuscito a imporsi con un discreto margine (52%) sul candidato di centrodestra Marco Marin. La sinistra ha tenuto anche a Terni, dove il sindaco uscente Paolo Raffaelli sarà sostituito dal suo collega di coalizione Leopoldo Di Girolamo (53%). Stesso esito ad Ancona, dove Fiorello Gramillano (cs) si é imposto con il 56,8% sul candidato di centrodestra Giacomo Bugaro (43,2%). Il centrodestra si riconferma invece ad Ascoli Piceno, anche se sul filo di lana, dove Guido Castelli ha superato con il 50,7% Antonio Canzian. Al sud gli occhi erano tutti puntati sull’esito del confronto di Bari, dove il centrosinistra ha confermato a primo cittadino l’ex magistrato Michele Emiliano (59,8%). Allo stesso modo di Foggia, dove Gianni Mongelli (cs) ha battuto il candidato di centrodestra Enrico Santaniello con il 53,4%. Diverso al contrario il risultato del ballottaggio di Brindisi, in cui il centrodestra riesce a confermare Domenico Mennitti (52,4%). Nella campana Avellino, il centrosinistra è riuscito invece a confermare sulla poltrona di primo cittadino Giuseppe Galasso (61,6%). Come per Potenza, dove Vito Santarsiero si è riconfermato sindaco con quasi il 59,3%. Da ultimo il centrodestra è riuscito a imporsi a Caltanissetta - come ha fatto del resto in tutti i ballottaggi che hanno interessato la Sicilia grazie a Michele Campisi (55,21%). La tornata dei ballottaggi per le province viene giudicata più che soddisfacente dal centrodestra: uno dei risultanti più attesi era quello di Milano, dove Pdl e Lega sono riusciti con Guido Podestà, anche se di misura, ad espugnare la Provincia (50,2%). Altro fiore all’occhiello è il risultato di Venezia, dove l’ex presidente di centrosinistra Davide Zoggia verrà sostituito da Francesca Zaccariotto (51,8%). Altro cambio di poltrona a Belluno, con il candidato di Lega e Pdl Gianpaolo Bottacin, ha superato con il 51,1% Sergio Reolon (48,9%). Cambio politico anche a Savona, dove il centrodestra è riuscito a imporsi con Angelo Vaccarezza (52,1%), e nella toscana Prato, dove il candidato di Pdl e Lega, Roberto Cenni, si è imposto sul candidato di centrosinistra Massimo Calvesi. A favore del centrosinistra i ballottaggi di Torino, dove Antonino Saitta si riconferma presidente con il 57,4%, di Alessandria (Paolo Filippi a se stesso con il 51,3%) e Rovigo (che rimane al centrosinistra grazie al 52,3% di Tiziana Virgili). Confermata anche la presidenza della provincia di Ferrara, con Tiziano Tagliani che ha superato con il 56,8% il candidato di Pdl e Lega Giorgio Dragotto, di Parma (confermato Vincenzo Bernazzoli con il 60,8%), Rimini (grazie al 53,6% di Stefano Vitali), Arezzo (Roberto Vasai, 60,6%) e Grosseto (con Leonardo Marras, 56,8%). Il centrodestra è però riuscito a strappare al centrosinistra anche la presidenza della provincia di Ascoli Piceno (con Piero Celani (52,6%), Frosinone (con Antonello Iannarilli), Lecce (con Antonio Gabellone, 51,1%) e Crotone (Stanislao Zurlo, 52%) Esultano Lega e Udc per il flop del referendum elettorale. La gente e’ con noi, dice Bossi mentre per Casini e’ la fine del bipartitismo. E si apre il dibattito sulla necessita di rivedere l’istituto del referendum. ‘’Anche nei momenti piu’ difficili e drammatici, anche nelle difficolta’, noi siamo capaci di vincere perche’ la gente e’ con noi’’. Lo ha detto alle Agenzie di stampa il ministro delle Riforme e leader della Lega Umberto Bossi commentando il risultato del referendum. ‘’Siamo bravi, siamo davvero bravi - ha aggiunto Bossi con tono allegro - e questo deriva dal fatto che stiamo tra la gente e la gente lo capisce’’. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciando che proporra’ una modifica sulla legge che regola i referendum, ‘’per evitare che uno strumento importante di democrazia diretta diventi inutile’’. Maroni ha anche annunciato l’intezione di “dare mandato ai legali di agire contro chi ha indirizzato a me ed al ministero accuse di intimidazioni nei confronti dei presidenti di seggio in relazione al referendum’’. Si tratta, ha spiegato il ministro, ‘’di parole inaccettabili. Tutto si e’ svolto regolarmente ed in modo trasparente. Per questi insulti l’unica risposta e’ dare mandato ai miei avvocati di agire’’. ‘’L’esito di questo referendum, mi spiace dirlo perche’ ero fra i promotori, era abbastanza prevedibile’’. Cosi’ il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervistato da Tv Parma, ha anticipato il suo giudizio sull’ esito della tornata referendaria. ‘’Certamente il referendum ha il merito di accendere i fari del dibattito politico - ha proseguito Fini - Ma c’e’ da chiedersi perche’ il cittadino non creda piu’ a questo strumento referendario’’. ‘’Io credo, in primo luogo, che questo avvenga perche’ i N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno quesiti sono troppo tecnici e i cittadini non sempre li comprendono a pieno - ha spiegato il presidente della Camera - In secondo luogo, credo che rinunciare a partecipare sia sinonimo di una certa stanchezza nei confronti del dibattito politico, nei confronti del funzionamento della democrazia, e questo ci deve fare riflettere tutti’’. Alzare la soglia delle firme necessarie per proporre il referendum ed eliminare il quorum: e’ questa la direzione da seguire secondo Massimo D’ Alema, che cosi’ replica a chi gli chiede se l’esito del referendum sulla legge elettorale porti con se’ la necessita’ di rivedere l’istituto referendario. Per l’esponente del Pd occorrerebbe infatti fare in modo che ‘’il numero delle firme sia piu’ alto in modo da rendere agibile il referendum solo in circostanze straordinarie’’, cosi’ come sarebbe necessario ‘’eliminare il quorum, che e’ uno strumento per annullare il voto popolare’’ ‘’Col venire meno dell’impegno del presidente del Consiglio e il generale oscuramento delle tv e’ un risultato prevedibile anche se non scontato’’: cosi’ Massimo D’Alema, arrivando a un convegno organizzato presso la sede romana della Cgil, commenta l’esito del referendum sottolineando la necessita’ di modificare l’attuale legge elettorale. ‘’Spero - dice l’esponente del Pd - che si possa tornare a discutere della legge elettorale in Parlamento, perche’ quella attuale e’ pessima’’. Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti saluta come ‘’una buona notizia’’ il mancato raggiungimento del quorum nei referendum elettorali e legge nel risultato la necessita’ di costruire un’ampia intesa in Parlamento per la riforma della legge elettorale. ‘’E’ l’obiettivo per il quale ci siamo impegnati. I cittadini non hanno approvato ne’ la pessima legge elettorale - il cosiddetto porcellum - ne’ un suo peggioramento, attraverso l’estremizzazione dei suoi difetti. Il fallimento di questo referendum, che proponeva l’instaurazione di un bipartitismo coatto, consegna di nuovo al Parlamento il problema di un’ampia intesa per modificare la legge elettorale, rendendo definitive le regole contro la frammentazione e garantendo ai cittadini italiani la scelta delle maggioranze di governo e quella dei loro rappresentati nelle istituzioni’’. ‘’Abbiamo bisogno - conclude Chiti - di una legge equilibrata, che assicuri, come e’ possibile, governabilita’ e rappresentanza’’ ‘’Il referendum e’ fallito miseramente e ancora una volta abbiamo speso migliaia e migliaia di euro per un referendum inutile. Il bipartitismo e’ stato bocciato’’. Lo afferma il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, commentando sul suo sito le prime notizie sulla mancanza del quorum per i tre quesiti elettorali. Casini si augura che ora ‘’i promotori si mettano il cuore in pace’’ e che ‘’non parlino di complotti perche’ gli italiani hanno l’intelligenza per capire che dare il 25% di voti ad un partito e consentirgli di prendersi il 55% dei seggi sarebbe stato un salto nel buio per l’Italia e per gli italiani’’. ‘’Ora - esorta Casini - si vada avanti con un partito moderato e di centro’’. Sedici comuni al centrosinistra, quattordici al centrodestra: sono dieci quelli che nelle recenti elezioni amministrative hanno cambiato divisa. Questo il quadro riepilogativo per coalizioni delle comunali 2009, tra primo turno e ballottaggio, per quanto riguarda i 30 comuni capoluogo, con il confronto rispetto alla situazione precedente: 2009 PREC. CENTROSINISTRA 16 26 CENTRODESTRA 14 4 TOTALE 30 30 Ventotto province al centrosinistra, trentaquattro al centrodestra, con un “saldo positivo” di più 22 per il centrodestra. Questo il quadro riepilogativo per coalizioni delle elezioni amministrative 2009, tra primo turno e ballottaggio, per il rinnovo di 62 consigli provinciali e l’elezioni dei presidenti di Provincia, con il confronto rispetto alla situazione precedente 2009 PREC. CENTROSINISTRA 28 50 CENTRODESTRA 34 12 TOTALE 62 62 Direzione - Redazione - Amministrazione Via Lucifero 40 - 88900 Crotone Tel. (0962) 905192 Fax (0962) 1920413 Direttore Editoriale Pino D’Ettoris Direttore Responsabile Tina D’Ettoris Iscriz. registro naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 Servizi fotografici, fotocomposizione e impaginazione c/c postale 15800881 Intestato a IL CORRIERE DEL SUD Associato U. S. P. I. UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Sito Internet: http://www.corrieredelsud.it E-Mail: [email protected] - [email protected] [email protected] G. L. Pagina Tre N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno 3 1989-2009. Perché la Chiesa ß ß ha condannato il comunismo Massimo Introvigne Prima Parte I vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino offrono occasione di riflettere sul Magistero cattolico in tema di comunismo. La Chiesa – come ricorda Papa Pio XI (1857-1939) nell’enciclica Divini Redemptoris del 1937 (n. 4) – ha condannato il comunismo già prima che fosse pubblicato, nel 1848, il Manifesto del Partito Comunista, precisamente nel 1846 con l’enciclica Qui pluribus del Beato Pio IX (1792-1878). La stessa Divini Redemptoris – pubblicata cinque giorni dopo l’enciclica sul nazional-socialismo Mit brennender Sorge per evitare l’uso propagandistico della condanna dell’avversario da parte dell’uno come dell’altro regime – costituisce la più articolata analisi del fenomeno comunista da parte della Chiesa. Ma i documenti sono letteralmente centinaia, e fra i più recenti spiccano l’istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede (allora presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger) Libertatis nuntius su alcuni aspetti della “teologia della liberazione”, del 1984, e i riferimenti al marxismo nell’enciclica Spe salvi, del 2007, di Benedetto XVI. Ma perché la Chiesa ha condannato il comunismo? Come ricorda la stessa Divini Redemptoris le risposte “perché insegna e diffonde l’ateismo” e “perché perseguita la Chiesa” non sono di per sé sbagliate, ma sono inadeguate e incomplete. Esaminando il Magistero sul comunismo, emergono sei punti che vale la pena di ricordare e di meditare. (1) Il comunismo è un sistema intrinsecamente perverso, per sua natura anti-religioso e contro l’uomo. Va sicuramente di moda oggi – a fronte, è vero, di un involgarimento delle dottrine politiche – riconoscere al comunismo almeno una certa coerenza interna ed eleganza di sistema. È un giudizio che si sente enunciare anche da cattolici e da uomini di Chiesa. Non tutto è falso in questo riconoscimento. Ma c’è il rischio che faccia dimenticare l’essenziale: il comunismo è “intrinsecamente perverso” (Divini Redemptoris, n. 58), e non lo è per caso, per circostanze storiche, per malvagità individuale di qualcuno. Le atrocità del comunismo non sono “un fenomeno transitorio solito ad accompagnarsi a qualunque grande rivoluzione, isolati eccessi di esasperazione comuni ad ogni guerra; no, sono frutti naturali del sistema” (ibid., n. 21). Certo, il comunismo è ateo, anzi è la versione più radicale ed estrema dell’ateismo: “per la prima volta nella storia stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta, e accuratamente preparata dell’uomo contro tutto ciò che è divino. Il comunismo è per sua Pio XI natura antireligioso, e considera la religione come l’oppio del popolo perché i princìpi religiosi, che parlano della vita d’oltre tomba, distolgono il proletario dal mirare al conseguimento del paradiso sovietico, che è di questa terra” (ibid., n. 22). Ma, una volta instaurato l’ateismo assoluto, ne segue anche la negazione dei diritti fondamentali della persona umana. La dottrina fondata sui due presupposti “del materialismo dialettico e del materialismo storico (…) insegna che esiste una sola realtà, la materia, con le sue forze cieche, la quale evolvendosi diventa pianta, animale, uomo. Anche la società umana non ha altro che un’apparenza e una forma della materia che si evolve nel detto modo, e per ineluttabile necessità tende, in un perpetuo conflitto delle forze, verso la sintesi finale: una società senza classi. In tale dottrina, com’è evidente, non vi è posto per l’idea di Dio, non esiste differenza fra spirito e materia, né tra anima e corpo; non si dà sopravvivenza dell’anima dopo la morte, e quindi nessuna speranza in un’altra vita. Insistendo sull’aspetto dialettico del loro materialismo, i comunisti pretendono che il conflitto, che porta il mondo verso la sintesi finale, può essere accelerato dagli uomini. Quindi si sforzano di rendere più acuti gli antagonismi che sorgono fra le diverse classi della società; e la lotta di classe, con i suoi odi e le sue distruzioni, prende l’aspetto d’una crociata per il progresso dell’umanità. Invece, tutte le forze, quali che esse siano, che resistono a quelle violenze sistematiche, debbono essere annientate come nemiche del genere umano. Inoltre il comunismo spoglia l’uomo della sua libertà, prin- cipio spirituale della sua condotta morale; toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l’assalto degli stimoli ciechi. All’uomo individuo non è riconosciuto, di fronte alla collettività, alcun diritto naturale della personalità umana, essendo essa, nel comunismo, semplice ruota e ingranaggio del sistema” (ibid., nn. 9-10). Tutti e due gli elementi, “l’ateismo e la negazione della persona umana, della sua libertà e dei suoi diritti, sono centrali nella concezione marxista” (Libertatis nuntius, n. 9); “il disconoscimento della natura spirituale della persona porta a subordinare totalmente quest’ultima alla collettività e a negare, così, i principi di una vita sociale e politica conforme alla dignità umana” (ibidem) Né varrebbe obiettare che esistono diversi marxismi, che il marxismo di questo o quel partito o pensatore è diverso dalla “più efferata barbarie” (Divini Redemptoris, n. 21) di cui il comunismo ha offerto il triste spettacolo dove e quando è andato al potere. “È vero che il pensiero marxista fin dai suoi inizi, ma in maniera più accentuata in questi ultimi anni, si è diversificato per dare vita a varie correnti che divergono considerevolmente le une dalle altre. Nella misura in cui restano realmente marxiste, queste correnti continuano a ricollegarsi ad un certo numero di tesi fondamentali incompatibili con la concezione cristiana dell’uomo e della società” (Libertatis nuntius, n. 8). (2) Il comunismo è un blocco: non si può separare il materialismo storico dal materialismo dialettico Benché uno dei fondatori della “teologia della liberazione” d’im- pronta marxista, padre Clodovis Boff O.S.M., in un articolo autocritico del 2007 che ha fatto molto rumore (“Teologia da Libertação e volta ao fundamento”, Revista Eclesiástica Brasileira, vol. 67, n. 268, ottobre 2007, pp. 10011022), abbia sostenuto che questa teologia ha portato lentamente ma inesorabilmente i suoi più conseguenti promotori verso l’ateismo, la maggioranza dei simpatizzanti cattolici del marxismo non si è dichiarata atea. Ha affermato di rifiutare nel marxismo il materialismo dialettico – cioè la filosofia atea – e di accettare il materialismo storico, cioè l’analisi economica e sociale. Ha sostenuto non solo che questa analisi è utile ma che, una volta separato dal materialismo dialettico, il materialismo storico potrebbe dare frutti positivi e sfuggire a quelle conseguenze negative che si sono manifestate nei regimi comunisti, le quali dipenderebbero dagli elementi filosofici e non dalla teoria economica e sociale. Ma in realtà, come insegna Papa Paolo VI (1897-1978) nella lettera apostolica del 1971 Octogesima adveniens (n. 34), non è possibile separare materialismo storico e materialismo dialettico, analisi e ideologia: “sarebbe illusorio e pericoloso giungere a dimenticare l’intimo legame che tali aspetti radicalmente unisce, accettare gli elementi dell’analisi marxista senza riconoscere i loro rapporti con l’ideologia”. Spiega la Congregazione per la Dottrina della Fede, nel linguaggio filosofico rigoroso che è tipico del cardinale Ratzinger: “il pensiero di [Karl] Marx [18181883] costituisce una concezione totalizzante del mondo nella quale numerosi dati di osservazione e di analisi descrittiva sono integrati in una struttura filosofico-ideologica, che predetermina il significato e l’importanza relativa che si riconosce loro. Gli a priori ideologici sono presupposti alla lettura della realtà sociale. Così la dissociazione degli elementi eterogenei che compongono questo amalgama epistemologicamente ibrido diventa impossibile, per cui mentre si crede di accettare solo ciò che si presenta come un’analisi, si è trascinati ad accettare la stessa filosofia o ideologia” (Libertatis nuntius, n. 6). Per Marx la critica della religione è il presupposto di ogni critica: “la critica del cielo si trasforma nella critica della terra, la critica della teologia nella critica della politica” (Spe salvi, n. 20). (3) Anche il materialismo storico, ipoteticamente separato dal materialismo dialettico, è intrinsecamente perverso, è una ricetta non per la giustizia ma per l’oppressione e la vergogna Ma vi è di più. La risposta alla domanda “è possibile separare il materialismo storico dal materialismo dialettico?” è negativa. Immaginiamo per un momento una realtà parallela in cui questa separazione fosse possibile. Il giudizio del Magistero sul materialismo storico – accompagnato da una filosofia non atea, anzi eventualmente favorevole alla religione o anche dichiaratamente cristiana – sarebbe per questo positivo? Niente affatto. La Chiesa Cattolica non difende solo la religione contro l’ateismo. Insegna pure una dottrina sociale, che è parte integrante del suo Magistero, in base alla quale il comunismo – anche se fosse possibile esaminarlo prescindendo dall’ateismo – è, nei suoi aspetti economici e sociali, una ricetta per l’oppressione e per la miseria. Quello che è successo nei Paesi comunisti non è – insegna Benedetto XVI – il risultato di una cattiva interpretazione di Marx. Al contrario, rivela “l’errore fondamentale di Marx”, il quale “supponeva semplicemente che con l’espropriazione della classe dominante, con la caduta del potere politico e con la socializzazione dei mezzi di produzione si sarebbe realizzata la Nuova Gerusalemme. Allora, infatti, sarebbero state annullate tutte le contraddizioni, l’uomo e il mondo avrebbero visto finalmente chiaro in se stessi. Allora tutto avrebbe potuto procedere da sé sulla retta via, perché tutto sarebbe appartenuto a tutti e tutti avrebbero voluto il meglio l’uno per l’altro. Così, dopo la rivoluzione riuscita, [Vladimir Il’ic] Lenin [1870-1924] dovette accorgersi che negli scritti del maestro non si trovava nessun’indicazione sul come procedere. Sì, egli aveva parlato della fase intermedia della dittatura del proletariato come di una necessità che, però, in un secondo tempo da sé si sarebbe dimostrata caduca. Questa ‘fase intermedia’ la conosciamo benissimo e sappiamo anche come si sia poi sviluppata, non portando alla luce il mondo sano, ma lasciando dietro di sé una distruzione desolante” (Spe salvi, n. 21). Politica 4 N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno Elezioni europee, i vincitori e gli sconfitti A nalizziamo i numeri, iniziando con l’astensione, troppo grande è lo squilibrio fra le percentuali di votanti nelle diverse regioni italiane: nelle isole ha votato il 47,13% contro il 65,04% dato nazionale, quindi non abbiamo un “campione omogeneo”. E’ indubbio che l’astensionismo particolarmente clamoroso in Sicilia colpisce il PDL, che vi perde 10,4 punti di percentuale rispetto alle politiche del 2008. Ha pesato molto la spaccatura interna del PDL — con due fazioni contrapposte e litigiose fino all’insulto pubblico — in occasione della recentissima crisi della giunta regionale siciliana. Bisogna sottolineare anzitutto che la sconfitta del PDL e della coalizione di governo è ampiamente immaginaria. Di fronte alla più grave crisi economica degli ultimi ottant’anni, che di solito penalizza gravemente chi è al governo a prescindere dalle sue effettive responsabilità, una coalizione di governo che sfiora il 48% (dovendosi attribuire alla coalizione anche un buon 80% del dato MPA/La Destra) fra l’altro, sommando appunto l’80% del dato MPA la coalizione avanza, e non arretra, rispetto alle politiche (dal 46,8 del 2008 al 47,24 del 2009) e un PDL che rimane ampiamente il primo fatto che l’eccessiva insistenza del PDL sui sondaggi durante la campagna elettorale ha contribuito alla percezione distorta del risultato. Inoltre il voto delle elezioni europee non boccia affatto le posizioni vicine a quelle della Chiesa Cattolica su vita e famiglia, come hanno sostenuto alcuni personaggi vicini al presidente della camera dei deputati, on. Gianfranco Fini. La somma dei voti ottenuti dai partiti che nei programmi o nella maggioranza dei loro parlamentari (sia pure con minoranze di opinione diversa) sui valori non negoziabili (fine vita, unioni omosessuali, scuole non statali) hanno posizioni vicine a quelle della Chiesa — PDL, Lega Nord, UDC, La Destra-MPA — arriva al 54,19% (e più, se si aggiungesse anche la Südtiroler Volkspartei). E resta fuori del Parlamento Europeo il Partito Radicale, il partito-simbolo della posizione contraria. Che apprendiamo con piacere. I voti che ha perso il Pdl non sono certo andati al PD, come sostengono gli amici dell’on. Fini, sembra fin da ora evidente, per quanto siano complesse le analisi dei flussi, che quei voti siano passati alla Lega o all’UDC, i quali sui valori non negoziabili hanno posizioni più chiaramente identificate con quelle sostenute dalla Il cardinale Angelo Bagnasco partito in consultazioni diverse da quelle politiche (le quali tradizionalmente sono più favorevoli ai partiti fortemente connotati dalla presenza di un leader) sono dati su cui altrove in Europa e nel mondo chi governa metterebbe la firma. Si è molto discusso che ad impedire “lo sfondamento” del Pdl, abbia influito gli attacchi di magistrati e giornalisti al premier Silvio Berlusconi in relazione a sue vicende personali; ma forse hanno pesato molto le vicende relative alla squadra di calcio del Milan, (la cessione di Kakà) di cui Berlusconi è proprietario. Non si comprende l’esultanza del PD che in un anno dalle politiche alle europee ha perso il 7,1%, un autentico crollo che nessun artificio mediatico riesce a mascherare. Paragonare i risultati effettivi ai sondaggi ha interesse per valutare la qualità dei sondaggisti ma non ha un grande significato politico (se i sondaggi erano sbagliati, non ha senso sostenere che qualcuno «è risalito» o «è sceso» rispetto alle loro cifre), ancorché si possa convenire sul Chiesa Cattolica di quelle dello stesso PDL, come mostrano anche alcune specifiche candidature nell’UDC. Pertanto, la lezione da trarre — pur tenendo conto del carattere non completamente rappresentativo del sondaggio — è che l’elettore di centro e di destra gradisce — o, comunque, certamente non disprezza — il richiamo a posizioni chiare in materia di vita e di famiglia. Dunque si potrebbe ipotizzare che siano state, semmai, più le posizioni dell’on. Fini che quelle di altri esponenti del partito più sensibili al tema dei valori non negoziabili a sottrarre qualche voto al PDL. Infatti, scrive Mario Cervi su Il Giornale, nell’ora del cimento (l’onorevole Fini) si è defilato. Intanto per quanto riguarda il successo della Lega — in alcune zone d’Italia particolarmente clamoroso — mostra che l’elettorato gradisce i richiami all’identità e a una politica rigorosa in tema d’immigrazione e di contrasto all’estremismo ultra-fondamentalista islamico. La stessa UDC, che — Gianfranco Fini senza trionfare — ha guadagnato il suo punto di percentuale, che non è poco per un piccolo partito, aveva diffuso manifesti con il volto di un suo candidato, il giornalista convertito dall’islam al cattolicesimo Magdi Cristiano Allam, e la scritta «islamicamente scorretto». Questi temi — anche qui, contro l’opinione dell’on. Fini e dei suoi amici — hanno dunque esercitato un forte richiamo sugli elettori. Dal momento che il successo della Lega Nord - scrive Massimo Introvigne - è più marcato proprio nelle zone d’Italia dove maggiore è l’affluenza alla Messa domenicale, s’impone una riflessione anche alla gerarchia cattolica sul perché le opinioni espresse da alcuni suoi esponenti in materia d’immigrazione e di respingimenti di clandestini non siano state seguite da elettori cattolici che hanno ampiamente votato per la Lega. Con ciò non si vuole sostenere che la gerarchia ecclesiastica debba farsi dettare tempi e agende dagli esiti elettorali. Mi sembrano estremamente positive le ultime e più pacate dichiarazioni sull’immigrazione del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, del resto già raccolte da esponenti del centro-destra come il sottosegretario all’Interno on. Alfredo Mantovano, dove si esamina la questione in modo più approfondito secondo i principi che si ricavano dalla dottrina sociale della Chiesa, affinché bsi riporti nello stesso tempo con forza l’attenzione sull’identità cattolica del nostro Paese. Il successo dell’IDV non va sopravvalutato più di tanto. Nelle consultazioni europee dove non si eleggono governi, partiti che tuonano contro chi è al governo con la modalità dell’insulto raccolgono ovunque in Europa più o meno quanto raccoglie l’IDV in Italia. Il problema non sono i voti dell’IDV, ma chi pensa — illusoriamente — che sia possibile utilizzarli politicamente all’interno di coalizioni, mentre i voti che partono dai vari «Vaffa-Day» — o come altro si chiamano in altri Paesi — sono per loro natura voti «contro» e non «per». Il crollo de La Destra, che in realtà non ha preso il 2,2% come si legge nelle tabelle, ma molto meno; il 2,2 vada ampiamente attribuito al MPA di Lombardo. A Torino, a Roma e in molte altre località l’alleanza LA Destra-MPA è superata dalla Fiamma Tricolore. E probabile che alla disfatta avranno giocato il simbolo, la fiamma tricolore stavolta l’aveva, appunto, la Fiamma Tricolore, l’illegibilità del simbolo della coalizione Storace-Lombardo, l’assenza dell’attivismo televisivo del 2008 dell’on. Daniela Santanché, nel frattempo passata con il suo movimento al PDL. Ma soprattutto sembrano avere avuto un ruolo le turbolenze della Regione Siciliana che, se hanno giovato in Sicilia — + 2,9% per l’alleanza La Destra-MPA rispetto ai voti ottenuti separatamente dai due partiti nel 2008 —, evidentemente non sono piaciute agli elettori de La Destra nel Centro-Nord che non hanno capito né il senso della coalizione elettorale, né il suo progetto politico, né le minacce dell’on. Lombardo di nuove alleanze alla Regione Siciliana «al di là» del centro-destra. Per quello che può valere. Mi son trovato casualmente al comizio di Francesco Storace in piazza Duomo a Milano, c’era più gente sul palco che ad ascoltare il “povero” Storace, li ho contati, non più di 50 persone, un piccolo raduno di reduci. Infine la lezione che si ricava dalla tornata elettorale europea è che — per chi non si lasci ingannare da «spiriti fini» che vanno a cercare maliziosamente colpevoli di sconfitte in buona parte immaginarie — il richiamo ai valori della vita e della famiglia e all’identità — anche nel contrasto dell’immigrazione clandestina e dell’ultra-fondamentalismo islamico — ha dato buoni risultati: se s’intende continuare a operare in consonanza con le aspirazioni reali degli elettori non va abbandonato ma semmai ulteriormente reiterato e spiegato. Ma soprattutto in questo momento bisogna ricordare a chi è comprensibilmente preoccupato, e vale non solo per La Destra, ma anche per il Pdl, illuso dai sondaggi, e oggi deluso — che le soluzioni e le alleanze ad horas difficilmente danno frutti. Gli esiti politici sono sempre preparati da un lungo, faticoso lavoro di studio e di formazione pre-politica, - scrive Introvigne attraverso la riflessione sulla storia, sulla dottrina, sui princìpi. A questo lavoro pre-politico — alla luce non di alchimie elettorali, ma della dottrina sociale della Chiesa — Alleanza Cattolica offre da sempre il suo contributo. Per i valori non negoziabili, per l’identità e le radici cristiane dell’Europa e dell’Italia, per la maggior gloria di Dio anche sociale. Domenico Bonvegna Obama illuso vaneggiatore A ll’università del Cairo, l’unto del Signore Obama, nella duplice veste di neo messia cristiano e neo profeta maomettano, ha pronunciato secondo alcuni osservatori, uno storico discorso. In realtà l’irenico presidente americano, non ha fatto altro che ripetere vecchi slogan pacifisti, come democrazia, libertà e diritti umani, che come l’11 settembre e i plurimi fallimenti di Camp David, Oslo e Ginevra hanno dimostrato, sono serviti unicamente a far sbellicare dalle risate gli adoratori della mezza luna. Non a caso, neppure il tempo di dispensare l’ennesima minestrina a base di buonismo e “volemose ben”, Bin Laden lo ha minacciato, Al Qaeda ha sgozzato un ostaggio britannico e in Italia sono stati arrestati 5 terroristi islamici. Barak Obama e i pacifisti occidentali, non sono ancora riusciti a ficcarsi in testa (non è chiaro se per ignoranza o malafede) che il Corano in nessuna summa, parla di uguaglianza, di ecumenismo, di dialogo interreligioso, di pace e di rispetto per gli infedeli. Per converso, il libro vergato dal poligamo Allah, incita all’odio e alla conversione forzata dei nemici. Peccato che l’ambizioso idealista, o più probabilmente, furbetto Obama, non passerà alla storia come il sensale che ha interrotto lo scontro di civiltà iniziato con la nascita dell’islam, ma come il più grande illuso vaneggiatore dei presidenti americani. Gianni Toffali Politica POLITICA EUROPEA N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno Dal nostro inviato Budapest - Nonostante gli ambiziosi obiettivi della strategia di Lisbona (marzo 2000) e i successivi sforzi intrapresi in tale direzione dalla CE e dagli Stati Membri, la povertà in Europa continua ad essere una sfida chiave. La povertà rurale rappresenta un importante aspetto della povertà europea, se consideriamo che il territorio europeo e la sua popolazione sono costituiti per una gran La povertà rurale in Europa La politica dell’Unione Europea per combattere la povertà nelle aree rurali Veduta aerea di Budapest parte da aree rurali. La Commissione europea, con gli ultimi due rounds di allargamento, ha acquisito maggiore consapevolezza della rilevanza della dimensione rurale ed ha, pertanto, commissionato alla Fondazione Brodolini uno studio sulla povertà e l’esclusione sociale nelle aree rurali i cui risultati sono stati presentati da Paola Bertolini (Università di Modena e Reggio Emilia) e Vito Peragine (Università di Bari) a Budapest l’11-12 giugno u.s. nell’ambito di una conferenza organizzata dalla DG Occupazione, Affari sociali e Pari Opportunità in collaborazione con il Ministero ungherese agli Affari sociali e al Lavoro. Lo studio evidenzia quattro principali categorie di problemi delle aree rurali: demografia, isolamento, istruzione e mercato del lavoro. Tali problemi sono collegati tra loro e possono generare un “circolo vizioso”, che può riprodurre ed amplificare il fenomeno della povertà nelle aree rurali. Il “circolo della demografia” inizia con una situazione demografica sfavorevole di molte aree rurali: una gran parte di residenti anziani, pochi giovani ed una bassa densità di popolazione influenzano negativamente l’economia di tali aree. Le conseguenze sono un basso tasso di nascita e l’emigrazione di giovani, che peggiorano ulteriormente la situazione demografica. Il “circolo dell’isolamento” è generato dalla carenza di infrastrutture, che influenza negativamente l’economia dell’area stimolando l’emigrazione; ciò si ripercuote sulla situazione demografica e rappresenta un ulteriore ostacolo allo sviluppo delle infrastrutture. Il “circolo dell’istruzione” è creato da bassi livelli di istruzione della maggior parte della popolazione rurale; questo comporta un basso tasso di occupazione e, conseguentemente, un incremento del tasso di povertà, che a sua volta diminuisce la possibilità di ricevere un’istruzione di maggiore qualità. Infine, il “circolo del mercato del lavoro” comincia con scarse opportunità di lavoro in gran parte delle aree rurali che incoraggiano le persone qualificate ad emigrare, ciò contribuisce a diminuire la qualità della forza lavoro locale. Le scarse competenze della forza lavoro sono un disincentivo all’investimento nell’area delle imprese nazionali ed estere; il risultato è un ulteriore indebolimento della situazione del mercato del lavoro. A tal riguardo Jérome Vignon, Direttore della Divisione Protezione Sociale ed Integrazione della DG Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità della Commissione europea ha sottolineato il ruolo determinante delle politiche dell’Unione europea nell’affrontare e spezzare questi “circoli viziosi”. “Maggiore crescita ed occupazione per tutte le Regioni e le città dell’Unione Europea” è il messaggio chiave della nuova politica di coesione 2007-2013. La politica di coesione europea intende portare risultati concreti di coesione economica e sociale al fine di ridurre il gap tra i livelli di sviluppo delle diverse regioni (il Lussemburgo è sette volte più ricco della Romania), grazie al più grande investimento mai fatto dall’Unione Europea che si aggira intorno ai 350 miliardi di euro, di cui l’82% concentrato nelle regioni più povere che fanno parte dell’Obiettivo Convergenza. Per quanto riguarda le aree rurali, il tasso di povertà è generalmente più elevato rispetto a quello delle aree urbane così come la possibilità di esclusione sociale. Ciò vale ancor di più per Paesi prevalentemente rurali come l’Ungheria o la Romania dove il prodotto interno lordo pro-capite delle aree urbane è oltre il doppio di quelle rurali e dove la prevalenza di popolazioni Roma nei villaggi aumenta le difficoltà di integrazione sociale e di crescita. Antonia Carparelli, capo unità della DG Occupazione della CE, sostiene che “la carenza della politica agricola relativamente all’esclusione sociale delle aree rurali rende necessario un approccio integrato con le politiche di coesione volte a ridurre le disparità fra le diverse regioni”. La povertà rurale in Ungheria In Ungheria, afferma Laszlo Herczog, Ministro agli Affari sociali e al Lavoro, la situazione della povertà rurale è molto delicata. Nella gran parte dei villaggi circa il 60% della popolazione è Rom, con scarsa attitudine al lavoro e con serie difficoltà di integrazione. A livello nazionale invece, la percentuale è del 20% su una popolazione totale di circa 10 milioni di abitanti. Il Governo ungherese non può, quindi, trascura- re ai fini della crescita dell’intero Paese l’inclusione sociale di tali comunità. Il problema non è solamente economico, ma anche socialepsicologico-antropologico: la popolazione Rom ha una propria identità e soprattutto manca la consapevolezza della povertà che è strettamente correlata con il grado di esclusione sociale. Il Ministero agli Affari sociali e al Lavoro ha ritenuto, pertanto, opportuno lavorare insieme ai Roma avvalendosi della figura di un advisor, Andor Urmos, responsabile dei programmi Roma. Sono stati avviati i primi interventi di integrazione in alcuni villaggi. In particolare nel villaggio di Tarnabod, oggetto di una visita organizzata nell’ambito della conferenza, che conta circa 900 abitanti, prevalentemente Roma, nel 2004 il Ministero della Gioventù, della Famiglia, degli Affari sociali e delle Pari Opportunità in collaborazione con l’Ordine di Malta, la Fondazione “Tutor” e la Fondazione pubblica per i “senza tetto” ha avviato il programma “Inclusive Village” con l’obiettivo di creare una reale opportunità di sviluppo del villaggio grazie al cambiamento dello stile di 5 vita delle famiglie. Il villaggio, destinato a scomparire, presentava una situazione particolarmente disagiata: elevato tasso di disoccupazione, scarso livello di istruzione, infrastrutture sottosviluppate, difficoltà o mancanza di accesso ai servizi sociali e sanitari; in pratica segregazione. Il piano di azione avviato, che ha previsto il coinvolgimento nei processi decisionali degli stessi abitanti, è un chiaro esempio di approccio integrato delle politiche. Diversi sono stati gli interventi realizzati. Nel campo dell’istruzione: i 70 bambini del villaggio in età tra i 3 e i 5 anni hanno cominciato a frequentare l’asilo nido e ricevono tre pasti al giorno. Tra i formatori sono state coinvolte alcune donne del luogo che ricevono la formazione ed il supporto di docenti specializzati. La scuola che era in stato di abbandono è stata restaurata e le classi attrezzate. Nel settore sociale: è stata costruita una casa per i “senza tetto” . Ad ogni famiglia è stato assegnato un piccolo pezzo di terra da coltivare per soddisfare i bisogni alimentari. E’ stato assicurato un servizio di trasporto tramite bus per il collegamento con i maggiori centri più vicini. Sono state installate alcune attrezzature mediche. Nel campo economico ed occupazionale: viene fornito supporto per trovare un lavoro. E’ stata creata, con un investimento di soli 35.000 euro, un’impresa di smaltimento e riciclaggio di materiale elettronico che occupa trenta persone del villaggio (sia uomini sia donne) che ricevono una formazione continua ed alle quali viene riconosciuto il salario minimo garantito di euro 200. Il villaggio di Tarnabod, come tanti altri in Ungheria, sta avviando un processo di sviluppo a lungo termine per evitare l’abbandono delle aree rurali. L’obiettivo del governo ungherese, in conformità a quello europeo, è quello di modernizzare le regioni in modo da generare crescita e competitività. E per raggiungere tale obiettivo, soprattutto in contesti difficili come quello dei villaggi Roma, che presentano seri problemi di integrazione, si parte dai bambini. Salvatore D’Ettoris Attualità 6 N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno Distrazione e inefficienza per i Fondi europei per il Sud I morti sulle strade non “B fanno notizia isogna stare molto attenti a non distrarre per scopi diversi i Fondi destinati al Mezzogiorno.” Questo è stato il monito lanciato, recentemente, a Palermo, dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Vediamo, perché. L’allarme è emerso, in quanto, purtroppo, si è registrato un dato preoccupante: la Relazione quadrimestrale approvata dalla Corte dei Conti, il 26 maggio scorso, ha rilevato in termini tecnici inequivocabili, un uso inappropriato del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (Fas), facendo ricorso in modo massiccio a copertura di oneri di natura corrente e di interventi normativi attuativi di politiche pubbliche ordinarie, non direttamente connessi con il riequilibrio territoriale, obiettivo delle risorse comunitarie. Ma c’è di più. La macchina degli incentivi comunitari arranca e, in particolare, l’agricoltura italiana rischia di perdere,già, a fine anno una fetta importante delle risorse stanziate per il periodo 20072013. Questa altra emergenza è stata rilevata dai dati sull’avanzamento finanziario dei piani regionali di sviluppo pubblicati sul sito del ministero dell’Agricoltura. In forte ritardo di spesa risultano molti programmi del Mezzogiorno, anche in consi- derazione delle ingenti risorse assegnate con i Fondi Ue. Come se non bastasse, poi, i pochi fondi che si riescono ad impegnare arrivano con il contagocce agli agricoltori. E qui entra in campo un altro allarme lanciato, ancora, dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano:”La burocrazia penalizza le aziende. Occorre, massima efficienza e trasparenza nell’assegnazione e nell’uso dei fondi europei e nazionali per il Sud ”. Ad oggi, per i Fondi Ue, prevale l’inefficienza: è stato, appena, speso il 15% del budget complessivo 2007-2013. A ciò si aggiunga il rischio di revoca, da parte di Bruxelles, se parte delle somme programmate non saranno utilizzate. Ma, a preoccupare, dalla lettura delle procedure burocratiche attivate, è anche la qualità della spesa: a tirare sono quasi esclusivamente le “vecchie “ misure agroambientali, mentre arrancano i bandi dedicati al sostegno della competitività delle imprese e le misure più innovative per la diversificazione dell’attività agricola, specie nel Meridione. In particolare, gli aiuti al primo insediamento di giovani in agricoltura, l’incentivo più importante per garantire il necessario turn over ad un settore che più di altri soffre l’invecchiamento e la fuga dei giova- ni, sono fermi al 2% sul totale della spesa programmata dai Fondi Ue. Mentre, i contributi destinati all’ammodernamento delle imprese agricole arrivano appena al 3,8% del budget complessivo degli stessi fondi europei. Pertanto, la Confederazione italiana degli agricoltori ha denunciato, tra l’altro,al Governo, “che gli agricoltori sono costretti a fare i conti, con i gravissimi ritardi degli Organismi pagatori nell’erogazione degli aiuti europei e con una burocrazia che diventa sempre più opprimente”(Cfr.”Il Sole 24 Ore” del 16 maggio 2009). E,in tal senso, si è espressa duramente anche la Presidente di Confindustria , Emma Mercegaglia: “C’è una “battaglia storica”, nel nostro Paese, la semplificazione burocratica”. Ma, qui va detto pure che “gli uffici dell’Ue sono il paradiso dei burocrati, cui non pare vero disporre della sopravvivenza di settori e aziende industriali giocando con i numeri e la penna. Viva la discrezionalità. Un ritocco all’insù o all’ingiù, e ingiustizia è fatta”(Cfr.”Perché l’Europa non seduce gli europei” di Giuseppe De Tomaso” in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Bari, 7 giugno 2009). Pertanto, a nostro avviso, gli organi istituzionali europei e nazionali oltre a combattere la scarsa efficienza LETTERA AL DIRETTORE La legge non aiuta i dislessici E gregio Direttore, sono un’insegnante e da 15 anni sono a contatto con gli studenti e con le problematiche riguardanti l’apprendimento, oltre ad avere esperienza come madre di un figlio di 14 anni. Sono rimasta sorpresa dalle ultime iniziative istituzionali riguardo il disegno di legge sulla dislessia. Nel disegno di legge viene sancito in modo perentorio e inconfutabile che la difficoltà di lettura o di calcolo, e gli errori nello scrivere, sono considerati disturbi dell’apprendimento di origine costituzionale che persisteranno per tutta la vita. Per questo vengono attivate modalità di insegnamento specifiche, come si fa con i portatori di handicap, tutto ciò sotto la supervisione della neuropsichiatria infantile. Ho cercato invano dei riscontri scientifici riguardo tali diagnosi e purtroppo ho trovato solo teorie soggettive, opinioni e conclusioni su ipotesi di prestazioni medie che gli alunni dovrebbero ottenere. Chi non rientra in queste ipotetiche “prestazioni medie” concordate, viene diagnosticato dislessico, discalculo, disgrafico ecc.. Nella mia esperienza ho visto un’infinità di difficoltà negli studenti e grazie al mio intuito, desiderio di aiutare, e grande pazienza ho scoperto che dietro ad ogni difficoltà degli alunni c’era qualche motivazione specifica e risolvendola pian piano migliorava raggiungendo buoni risultati. Sono preoccupata per il futuro di molti bambini che, diagnosticati attraverso semplici test, si troveranno sbarrata la porta dell’istruzione, perché verrà loro negato l’esercizio dello scrivere, del leggere, del fare calcoli, risolvere problemi, tutti strumenti utilizzati da sempre nella scuola e fondamentali per imparare a leggere, scrivere e far di calcolo. Al posto di questi strumenti, per gli alunni diagnosticati con disturbi di apprendimento, la legge prevede che la loro “istruzione” debba C avvenire mediante l’utilizzo di sintetizzatori vocali, registratori che leggono al posto dell’alunno, computer con correttore ortografico, video scrittura, calcolatrici. Appare evidente l’incongruenza di questa legge che da una parte vuole garantire il diritto all’istruzione, rimuovendone gli ostacoli, dall’altra crea dei futuri cittadini disabili. Se questa legge fosse esistita 30 anni fa, quanti fra noi, insegnanti, medici, avvoca- qui rilevata per l’assegnazione dei Fondi Ue, al Meridione, devono avere, sempre, come obiettivo primario la trasparenza nelle politiche di assegnazione degli stessi Fondi, attraverso la possibilità di verificare avanzamento e procedure d’assegnazione e la supervisione in capo ai ministeri. Peraltro, in tal senso, Roberto Saviano, autore di Gomorra” ha rilevato e detto, senza mezzi termini, che lo stesso voto europeo “ha riacceso gli appetiti sulla grande fame di capitali pubblici per sostenere intere strutture di welfare che lo Stato italiano non è più in grado di mantenere. Questa è, oggi, l’Europa vista dal Meridione: una nuova grande Cassa del Mezzogiorno. A Napoli, Reggio Calabria, Bari, Palermo, i Fondi Ue servono per tenere insieme i corsi di formazione, la disoccupazione, le clientele e le attività sportive”(Cfr.”Saviano:ecco le storie disperate di un Sud sempre meno europeo”, “Il Sole 24 Ore. com” del 12/06/2009). In conclusione, diciamo che se l’”eurocrazia” è diventata sinonimo di burocrazia è colpa degli Stati nazionali e dei decisori di Bruxelles che non riescono ad imporre una cura dimagrante agli uffici e alle regole dell’Unione Europea. Salvatore Resta ti, giornalisti attraverso una di queste diagnosi avrebbero visto svanire nel nulla i loro sogni e carriere? Perché dobbiamo riservare questo trattamento alle generazioni future? I bambini e i genitori di fronte alle “autorità” non hanno gli strumenti per contrastare tali diagnosi, sta ad ognuno di noi vigilare e garantire che l’istruzione resti libera, come recita l’articolo 33 della Costituzione e che le scuole siano dei luoghi dove i bambini vanno per imparare, e non per raggiungere ipotetiche medie nazionali di abilità. Non dobbiamo creare una nuova “razza ariana”. Maria Covini La Madonna è entrata in RAI osenza - La Madonna è entrata nella sede RAI della Calabria. Salta subito agli occhi di chi entra in sede la statuina di appena 50 centimetri collocata all’inizio delle scale. Il sette maggio scorso un mani- polo di impiegati si sono riuniti nell’atrio è hanno esposto la statuina. Tutto si è svolto nella semplicità più assoluta: il montaggio sul treppiede, una preghiera, qualche attimo di riflessione in silenzio, poi l’applauso di saluto e di ringraziamento.”Non è stata casuale la scelta del treppiede per cinepresa”, ha raccontato Paolo Bozzo”, l’abbiamo scelto con la speranza che la Madonna ci aiuti a guardare con i suoi occhi misericordiosi attraverso le telecamere, per raccontare i bisogni della nostra regione”. La statuina proviene da Placanica, dalla località Scoglio, il luogo dove l’11 maggio del 1968, la Madonna, quella vera, è apparsa al giovane diciottenne Cosimo Fragomeni, all’imbrunire, mentre tornava a casa al termine del lavoro nei campi. Era una bella giornata di novembre, una cinquantina di dipendenti, con le proprie famiglie, si sono recati a Placanica, spinti dal desiderio di incontrare Fratel Cosimo e pregare insieme a lui. Ad organizzare il pellegrinaggio è stato il presidente dell’ARCAL (il dopolavoro dei dipendenti RAI) Francesco Mancini che ha raccolto l’idea di Paolo Bozzo, telecineoperatore della sede. Sono partiti il 29 novembre 2008, era sabato. L’incontro con Fratel Cosimo fu entusiasmante, raccontano, accolti fraternamente e fatti sedere al posto solitamente riservato alle autorità. Fu proprio alla fine dio quella giornata meravigliosa che spuntò l’idea di acquistare la statuina, di farla benedire e G li incidenti stradali sono le prime cause di morte. Ogni anno in media nella sola Europa (dati della World Health Organization dell’ONU e solo per la parte monitorata dall’O.M.S.) gli incidenti da traffico uccidono quasi 350 persone al giorno, ovvero più di 127.000 persone perdono la vita a causa degli automezzi. Sarebbe come se un terremoto ogni anno uccidesse la popolazione di una città di medie dimensioni. Per non parlare dei feriti: 2,4 milioni all’anno e tra questi una cospicua percentuale resta invalida a vita. Dei 2 milioni di incidenti l’anno , circa il 65% avviene in città e paesi, dove a perdere la vita sono in particolare pedoni e ciclisti. Basta ricordare che sono 6500 i soli bambini che muoiono, loro malgrado, annualmente, per incidenti legati alla circolazione stradale, e spesso incidenti che avvengono sui segnali pedonali. Un vera strage di innocenti dimenticata volutamente da tutti, anche in quanto tutti siamo automobilisti. Le auto restano più importanti della vita stessa. Un dato per l’Italia: 633 incidenti stradali al giorno che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893 (solo nel 2007 230.871 incidenti rilevati, 5.131 decedute e 325.850 feriti di diversa gravità). Ma a quanto pare, come possiamo constatare direttamente, i mass media preferiscono occuparsi di singole vittime o meglio di quei casi di morte trasformati in gossip per aumentare le vendite dei giornali e l’audience delle televisioni. Ovvero tale mattanza, che potrebbe essere limitata a minimi termini se ci fosse più attenzione da parte degli organi d’informazione in primis e conseguentemente da chi amministra le città e da chi legifera (in quanto questi si muovono solo quando vengono aspramente criticati su giornali o televisioni), viene di fatto messa a tacere in quanto non fa scoop dato che giornalmente muoiono per incidenti stradali centinaia di persone, così come peraltro accade con i milioni di bambini che muoiono per la malnutrizione e le malattie curabili in occidente. Alfio Lisi trasportarla in sede. Rimase nella stanza di Paolo fino a maggio appena trascorso, poi, il 7 dello stesso mese, alle 16.30, l’esposizione. Sono in molti a fermarsi a salutarla, prima di cominciare la fatica giornaliera. È vestita di bianco. I capelli, castani come gli occhi, sono lunghi e scendono sul mantello blu trapuntato di stelle bianche. La protegge una campana di vetro, reperita da Salvatore Esposito, specializzato di ripresa. Fra le mani le hanno messo una coroncina del rosario, l’invito più importante per disporre l’animo a vedere la realtà con i suoi occhi misericordiosi, e in RAI di occhi buoni ce n’è proprio bisogno. Roberto De Napoli INSERTO Corriere Letterario N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno A cura di Antonio D’Ettoris Il Nazareno Cosimo Galasso “L a mia conversione è stata una lenta evoluzione, completamente interiore. Anni fa, a mia stessa insaputa, diedi una forma ed un carattere così intimamente cristiani ai miei scritti che un Arcivescovo di Roma disse del mio libro “il Nazareno”: Chiunque è suscettibile di errore, ma per quanto possa vedere, come vescovo, potrei tranquillamente apporre il mio nome a questo libro.”Queste parole di Eugenio Zolli -ex rabbino capo di Roma-, tratte dall’autobiografia Prima dell’alba, basterebbero da sole a fotografare l’importanza dell’opera in questione, il Nazareno, appunto. Prima di addentrarci più dettagliatamente nell’analisi –seppur breve- del testo è utile descrivere, per sommi capi, il con-testo in cui uscì questa opera che, lo ricordiamo, vide la luce per la prima volta nel 1938. Erano anni quelli in cui, soprattutto in ambito cattolico, nel campo della Sacra Scrittura si era raggiunto un certo equilibrio-dopo epiche battaglie-, tra le esigenze scientifiche del metodo storicocritico e le preoccupazioni teologico-apologetiche del Magistero della Chiesa in ambito dogmatico e pastorale. Partendo dalle filosofie idealiste di Kant ed Hegel, che avevano chiuso al Trascendente per aprirsi esclusivamente all’im- Eusebioa da Cesarea Vita di Costantino Bur pp. 429 €. 11,80 manente, agli inizi del novecento gli esegeti-soprattutto tedeschiavevano approntato delle griglie –Methoden - attraverso le quali leggere e filtrare i versetti evangelici. I risultati furono sconvolgenti per la fede tradizionale della Chiesa; si proclamò l’esistenza di un “fossato”(Graben) invalicabile _tra l’irraggiungibile “Gesù della storia”e il “Cristo della fede”, predicato dalla Chiesa. Quest’ultimo, l’unico che possiamo davvero conoscere, era un prodotto creato dalla primitiva comunità cristiana che offuscava per sempre la vera persona di Cristo: in pratica, la nostra fede non aveva più alcun rapporto oggettivo con la storia, bensì soggettivo con la fede della prima comunità cristiana. Non pochi studiosi cattolici, imbevuti acriticamente da queste novità, caddero nella trappola della Formgeschichte (storia delle forme), e della Redaktiongeschichte(Storia della redazione): si avviò la crisi modernista, con tanti studiosi, alcuni in buona fede, che auspicavano una riconciliazione acritica della Chiesa con il mondo moderno. La lotta contro il modernismo fu particolarmente aspra soprattutto in Italia: San Pio X nella memorabile enciclica Pascendi, lo definì come la sintesi di tutte le eresie. Analoga crisi aveva vissuto, circa un secolo prima, il mondo ebraico dell’Europa centroorientale: come conciliare la fede e la tradizione dei padri con il mondo moderno? La risposta fu la Wissenschaft des Judentumus ossia si adottarono le parti migliori dei vari metodi filologici, storicocritici e si applicarono allo studio e all’esegesi della Bibbia. In questo contesto nacque l’opera di E. Zolli, che qui stiamo analizzando. In pratica, in ambito protestante l’applicazione delle varie Methoden prima descritte aveva portato in poco tempo a negare la divinità e i miracoli di Cristo; la messianicità e l’universalismo della sua missione: possiamo comprendere benissimo l’energica reazione della Chiesa! Seppur sul versante opposto anche l’ebraismo italiano si era opposto al “suo modernismo” e al relativo tentativo di risposta elaborato con la Wissenschaft des Judentumus dagli ebrei mitteloeuropei: il metodo storico-critico era rifiutato anche dai rabbini italiani. La Chiesa Cattolica troverà negli anni un giusto equilibrio tra le esigenze del metodo scientifico e quelle della fede, mostrando che non vi è alcuna contraddizione tra essi: il mondo rabbinico italiano coniugherà scienza e tradizione in maniera autorevole proprio con il libro di Zolli. Il Nazareno è un’opera di una sconfinata erudizione che si snoda in oltre 500 pagine più un’Appendice e una postfazione per opera del curatore del Libro, Alberto Latorre. Zolli dimostrando una padronanza fuori del comune degli usi e costumi ebraici e non avendo alcun timore reverenziale nei confronti del metodo storico-critico, rompe senza indugi il silenzio assordante del mondo ebraico italiano sulla figura di Cristo, convogliando nel suo libro quanto di buono avevano già espresso studiosi del calibro di J. Klausner, A. Geiger e tanti altri. Una grande intuizione che traspare dalle pagi- In questa opera Eusebio di Cesarea celebra il primo imperatore cristiano, Costantino, di cui intuisce il carattere quasi rivoluzionario della condotta politica. Dall’inedito connubio tra religione cristiana e potere imperiale nascerà la nuova teologia politica, destinata a divenire il cardine dell’ideologia imperiale dell’intero millennio bizantino. Un’inchiesta sulla tv di Stato che punta il dito sulle Denise Pardo storture di un’azienda pubblica che spesso segue La piovra Rai logiche non di mercato, ma di opportunismo. La Bompiani radiografia di una casta sovrabbondante, in cui pp. 192 €. 17,00 cariche, seggiole e poltrone sono sproporzionate rispetto alle necessità. Ma chi sono i padroni del palinsesto Rai e in che modo il Palazzo interferisce con viale Mazzini? Qual è il rapporto della Rai con la Corte dei Conti? Thurston Clarke L’ultima campagna Il Saggiatore pp. 367 €. 22,00 Che cosa aveva fatto Kennedy negli 82 giorni della sua campagna elettorale? Chi era l’uomo a cui l’America guardava con speranza? Che cosa univa quella catena di persone in lutto che, per più di quattrocento chilometri, accompagnò il treno che trasportava la sua salma? Nel rispondere a queste domande, Thurston Clarke ricostruisce le primarie americane del ’68, intervista amici, collaboratori, testimoni. Oscar Wilde rappresenta un mistero non ancora pienamente svelato, un artista unico dalla personalità complessa. Questo libro - una biografia affascinante come un romanzo - racconta la storia vera di questo genio, un ritratto a tutto tondo di un uomo che per tutta la vita cercò la Bellezza e finì per incontrare la Verità. Paolo Gulisano Il ritratto di Oscar Wilde Ancora pp. 192 €. 14,00 7 Rolf Worsdorfer Il confine orientale Italia e Jugoslavia dal 1915 al 1955 Il Mulino pp. 454 €. 35,00 La fascia di confine fra Italia e Jugoslavia è stata nel corso del Novecento una zona di forte tensione, cruciale non solo nei rapporti fra i due paesi, ma anche negli equilibri internazionali. Il libro presenta una documentata narrazione, basata su fonti sia italiane, sia croate, slovene e tedesche, della travagliatissima storia di questa regione adriatica, che nel giro di nemmeno mezzo secolo ha sperimentato una dozzina di forme statali differenti, dall’impero asburgico alla monarchia italiana, dal fascismo alla repubblica, dall’occupazione tedesca alla Jugoslavia socialista, e una dura contrapposizione di nazionalismi (di cui esiti drammatici sono il fenomeno delle foibe e l’esodo degli italianidall’Istria). ne del Nazareno- interamente dovuta all’acume di Zolli-, è l’uso simultaneo ed integrato, da un punto di vista metodologico, dei principi della religionsgeschichte e della formgeschichte; semplificando, mentre queste due scuole si combattevano, Zolli usò i principi dei primi- ricostruire esattamente la cornice storica entro la quale visse Gesù per coglierne le sue vere parole –per raggiungere i fini dei secondi-che volevano indagare le parole vere di Gesù, prescindendo, però, totalmente dalla cornice storica. In pratica, Zolli in questo volume accompagna il lettore per mano partendo dai loghia di Gesù conservati nei Vangeli-in primis Matteo- per portarlo poi a “spasso” nella Palestina del primo secolo erudendolo sulla tradizione ebraica, all’interno della cornice aramaica, lingua nella quale Gesù si è espresso. Fatte le debite proporzioni, è un po’ quello che ha fatto Mel Gibson nel suo film capolavoro The Passion, girato interamente con le lingue dell’epoca, per far meglio immergere lo spettatore nel contesto in cui si svolsero i fatti. Piace pensare che magari Marc Levy Quello che non ci siamo detti Rizzoli pp. 319 €. 19,50 Gibson abbia letto Zolli… Naturalmente, quest’opera ha qualche lacuna, dovuta anche ai 70 anni passati da quando è stata scritta. Da parte cattolica è troppo riduttiva l’idea che il banchetto eucaristico è una semplice prosecuzione del seder ebraico, ossia la cena cerimoniale che ricorda l’esodo dall’Egitto e che è fortemente identitaria per gli ebrei. Da parte ebraica, invece, è troppo forte l’identificazione del Servo di Jahvè, descritto da Isaia, con Gesù: in pratica, è un’ammissione della messianicità di Gesù, preludio ad una piena fede in Lui, che, infatti, Zolli ritroverà qualche anno più tardi. In definitiva, si tratta di un’opera che non dovrebbe mancare nella biblioteca di chiunque desidera approfondire la vita e l’opera di Gesù di Nazareth: Zolli, tra le altre cose, mostra anche che non c’è contraddizione tra il Gesù della storia e il Cristo della fede accompagnando il lettore “quasi” fino alla soglia della fede… un “quasi”che ciascuno di noi deve poi sciogliere nella sua vita, proprio come fece lo stesso Zolli, che il 13 febbraio1945 disse a Cristo il suo sì definitivo, facendosi battezzare. In una New York primaverile piena di sole e di promesse, Julia Walsh si prepara a sposare il ricco e rassicurante Adam, l’uomo con il quale è placidamente fidanzata da anni. Ma a pochi giorni dalla data fatidica, una telefonata dell’assistente di turno la informa che Anthony Walsh - per tutti brillante e invidiato uomo d’affari, per lei solo un padre distante e distratto - non potrà accompagnarla all’altare. Il viaggio proposto in queste pagine avviene nel Marco Albino Ferrari cuore di un immaginario che sì è convertito nel In viaggio sulle Alpi tempo. Un viaggio illuminante dal quale si evince Einaudi come ognuna delle montagne incontrate abbia pp. 236 €. 14,50 assunto la propria attuale riconoscibilità. Come, ad esempio, il Cervino sia diventato il simbolo onnicomprensivo di un idealizzato eden alpino, di quel mito della Svizzera conosciuto come elvetismo. Oppure, come il Monte Bianco sia stato il laboratorio naturale per i viaggiatori-scienziati di fine Settecento. Raffaele Migro Santa Maria delle battaglie Mondadori pp. 298 €. 21,00 Federica ha diciotto anni, i capelli corti e neri, gli occhi verdi. È bellissima. Ma è entrata in coma nel 2005 a causa di un incidente e ora non sa più nulla di ciò che è stato, che è, che sarà. Raffaele Migro, con un romanzo storico-antropologico senza confini, è riuscito a ricreare la sontuosità del Cinquecento e i furori delle pestilenze, è riuscito a ricreare la sontuosità del Cinquecento e i furori delle pestilenze, gli scontri tra civiltà e il sapore denso della terra. Gli archivi letterari sono luoghi di conservazione dei materiali prodotti da uno scrittore nel corso della propria esistenza. Il testo analizza il percorso che ha condotto all’attribuzione di credibilità archivistica alle documentazioni di soggetti privati e i conseguenti cambiamenti di approccio nella critica letteraria. Myriam Trevisan Gli archivi letterari Carocci pp. 127 €. 10,00 LIBRI DA LEGGERE 8 L Gianluca Gardini La Stoccolma di Stieg Larsson Marsilio pp. 80 €. 10,00 Questa guida offre un modo nuovo di visitare la capitale svedese immergendosi nelle suggestive atmosfere della Millennium Trilogy e rivivendo le avventure dei suoi protagonisti. Della storia a storia non è mai stata così bella da leggere e da capire. Non è un’esagerazione, ma solamente la considerazione che segue alla lettura delle ultime due opere, postume, del prof. Marco Tangheroni (1946-2004). Il grande storico pisano, a cinque anni dalla sua scomparsa continua ad essere guida e maestro grazie a quanti hanno lavorato con lui e lo hanno stimato. Anzitutto la sua allieva che ha condiviso per anni il lavoro di studio e di ricerca, Cecilia Iannella, e che ha curato quello che il prof. Tangheroni considerava “il libro”: Della storia. In margine ad aforismi di Nicolás Gómez Dávila (Sugarco, 2008). Lo considerava importante perché, seguendo le riflessioni sugli aforismi di carattere storico del pensatore colombiano, conosciuto grazie a Giovanni Cantoni ancor prima che l’editore Adelphi ne pubblicasse una parte, portava il lettore a riflettere sulla metodologia della storia fondamentale per la professione dello storico. E ancora, questo libro, spiega, anche ai non addetti ai lavori, chi è lo storico e quanto sia utile lo studio della storia e quanto il presente aiuti a conoscere il passato. Quanto sia vivo il ricordo di Tangheroni lo testimonia il Convegno Internazionale tenutosi a Cagliari dal 27 al 29 maggio scorsi che ha dedicato, mercoledì LIBRI INSERTO Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico) a cura di Maria Grazia D’Ettoris C A. B. L e Guerre d’Italia del secolo XVI hanno rappresentato un periodo burrascoso e cruciale nella storia della Penisola, divenuta per alcuni decenni terreno di conquista di innumerevoli eserciti, che vi seminarono morte e desolazione. Il lungo conflitto non fu solo un mero confronto militare fra alcune potenze europee, conclusosi con il predominio di una di esse, ma causò anche significativi mutamenti politici. Una descrizione concisa ma non manualistica degli avvenimenti è offerta da Marco Pellegrini — docente di Storia moderna all’Università di Bergamo e autore, fra l’altro, di Congiure di Romagna (Olschki, 1999) e di Ascanio Maria Sforza (Istituto storico italiano per il Medio Evo, 2002) — nell’opera Le guerre d’Italia. 14941530 (il Mulino, Bologna 2009, 212 pp., 12,00 euro), che prende in esame la lunga fase dalla discesa del onservali nella tua I celti sono gli antenati di un gran numero di popoli europei e, sebbene siano scomparsi ormai da molto tempo, le loro lingue sopravvivono in Bretagna, nella Scozia e in Irlanda. Il loro ruolo fu fondamentale per la formazione dell’Europa, dato che per secoli esercitarono un dominio culturale, economico e militare che si estendeva dall’Oceano ai Carpazi, dalle grandi pianure del Nord fino alle rive del Mediterraneo. Jacopo Tondelli Sceriffi democratici Marsilio pp. 173 €. 12,50 Jacopo Tondelli in questo viaggio-inchiesta racconta l’emergenza criminalità in diverse città italiane e interpella i diretti interessati, gli amministratori di sinistra Sergio Chiamparino, Ravio Zanonato, Marta Vincenzi, Filippo Penati, Leonardo Domenici. Sull’onda della pressante attualità del tema è tempo di bilanci e di riconsiderare le scelte. sovrano francese Carlo VIII di Valois fino all’incoronazione dell’imperatore Carlo V d’Asburgo a Bologna per mano del Pontefice Clemente VII. La posta in gioco è il primato insieme morale e politico nella Cristianità occidentale, nel momento della transizione dal medioevo all’età moderna. I contendenti sono da un lato i re di Francia — che volevano rimettere in discussione il monopolio germanico del titolo imperiale e ambivano a spingere il Papato a riformare la Chiesa sotto la loro supervisione — e dall’altro lato i sovrani della «Spagna», cioè l’unione dinastica dei regni di Castiglia e di Aragona, impegnati nella lotta contro gli infedeli islamici e interessati a espandersi nel Mezzogiorno d’Italia per guidare una guerra santa contro i turchi nel Mediterraneo. In un secondo momento subentrerà nello scontro con il regno francese il Sacro Romano Impero, in virtù del concentrarsi in Carlo d’Asburgo delle Corone spagnole e del titolo imperiale. Gli eventi bellici sono caratterizzati da non poche novità: «una guerra “corta e grossa”» (p. 28), per dirla con Niccolò Machiavelli, nella quale la diplomazia viene ridotta al minimo, almeno fino al B A cura di Ruth Ben-Ghiat Gli imperi Dall’antichità all’età contemporanea Il Mulino pp. 346 €. 26,20 Duemila anni dopo Roma, la parola “impero” mantiene intatto il suo fascino, la capacità di evocazione di potere incontestato su terra e mari, oltre che su intere popolazioni. Questo volume, basato su nuove ricerche, si occupa di imperi che si sono sviluppati in contesti geografici e temporali molto diversi: dell’antica Roma e dell’antica Cina, degli imperi creati da Francia e Russia, del potere statunitense ai giorni nostri. Gorge M. Dallam, Steven Jonas Triathlon da campioni Libreria dello Sport pp. 368 € 25,00 Dedizione, passione e ossessione - per gli atleti di endurance che fanno sul serio, per gli allenatori, per i duatleti e per i triatleti, la ricerca del miglioramento non finisce mai. Essendo consapevoli di poter limare del tempo rispetto alla performance precedente, tutti sono alla ricerca della novità più recente nel campo della ricerca e delle tecniche di allenamento. Enzo Bettiza 1989 La fine del Novecento Mondadori pp. 161 €. 18,00 CULTURA Le Guerre d’Italia 29, un Prologo Bibliografico proprio alla figura del grande storico pisano al quale sono intervenuti David Abulafia (Cambridge), che ha scritto la Presentazione a Della Storia, Olivetta Schena (Cagliari) e Attilio Mastino (Sassari). Assieme a questo volume, un altro ha visto la luce nel mese di maggio: Cristianità, modernità, Rivoluzione. Appunti di uno storico fra «mestiere» e impegno civicoculturale (Sugarco, 2009). Curato da Oscar Sanguinetti raccoglie le trascrizioni di un breve corso di storia tenuto a Pisa, in ambito extra universitario, tra la fine del 1989 e i primi mesi del 1990. Corso che percorre la storia a partire dal Medioevo, la sua crisi e la Riforma protestante, la Rivoluzione Francese e si conclude col Risorgimento italiano. A integrare questo corso, che fu rivisto e corretto dal prof. Tangheroni, le trascrizioni di alcuni incontri pubblici tenuti a Pisa e nelle sue vicinanze, su: la scoperta dell’America in occasione del 5° centenario (Pisa,1992), l’Islam (S. Frediano a Settimo, 2002), le radici storiche dell’Occidente (Marina di Pisa, 2002). Questi ultimi due incontri attualizzano questa pubblicazione e portano la riflessione storica nel presente. Vennceslas Kruta La grande storia dei celti Newton & Compton pp. 492 €. 11,00 è LEGGERE N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno Il 7 ottobre 1989, in occasione del quarantesimo anniversario della Repubblica democratica tedesca, Michail Gorbaciov pronuncia a Berlino un discorso apparentemente celebrativo, che racchiude, in realtà, una critica implicita al regime comunista tedesco. La città è ancora divisa dal Muro che separa il settore sovietico e la Germania dell’Est dall’Occidente europeo. A un mese dal discorso del capo di Stato sovietico, il 9 novembre 1989, il Muro viene abbattuto e le sue macerie diventano il simbolo della fine del comunismo. Enzo Bettiza, profondo conoscitore dell’universo comunista, già presidente delle delegazioni del Parlamento europeo per i rapporti con la Jugoslavia, la Cina e l’Urss, ripercorre da testimone e da protagonista gli avvenimenti che hanno segnato “gli ultimi due decenni del Novecento predestinati a coincidere con le strozzature finali e in certi casi tragiche del comunismo reale”. Lo scrittore rivisita dall’interno l’inarrestabile effetto domino, che sconvolge la carta geopolitica dell’Europa centrorientale, spingendo il racconto fino alla Russia di Eltsin e alla Cina di Deng. raggiungimento dell’obbiettivo; il coinvolgimento, anche terroristico, della popolazione portato avanti dagli eserciti francesi, tanto da meritare il nome appunto di «furia francese»; e la comparsa dell’artiglieria. Da un punto di vista più generale il lungo conflitto determina una internazionalizzazione della questione italiana, intesa come riproposizione a livello europeo di quella «politica dell’equilibrio» che aveva consentito al sistema interstatale italiano di autogovernarsi. Sarà la grave crisi politica e religiosa determinata dalla Rivoluzione Protestante a indurre Carlo V a riscoprire il compito provvidenziale di scudo della Chiesa cattolica, spettantegli in quanto imperatore dell’Occidente cristiano: iblioteca Walter Russell Mead Dio & Dollaro Garzanti pp. 560 €. 32,00 “Dio & dollaro” racconta la nascita e lo sviluppo del mondo moderno, l’affermazione su scala globale del sistema politico ed economico nato con l’impero britannico, e poi sviluppato dagli Stati Uniti. Suoi motori sono stati senz’altro il progresso tecnologico, lo sviluppo finanziario e le strategie militari. Pietro Cingolani Romeni d’Italia Il Mulino pp. 305 €. 26,00 I migranti romeni costituiscono in Italia la principale comunità straniera. Nonostante la sovraesposizione mediatica e le strumentalizzazioni politiche di cui a volte è stata oggetto, su di essa mancavano finora analisi approfondite. Questo libro viene a colmare tale lacuna, ricostruendo la vicenda esemplare di Marginea, un paese rurale della Moldavia romena, che ha conosciuto dopo il 1989 un vero e proprio esodo della popolazione. «[...] l’esistenza di un Sacro romano impero dotato di effettività non poteva che poggiare sulla complementare azione di un papato romano autorevole e rispettato» (p. 188). Le guerre sanciscono la prevalenza della Casa d’Austria nella penisola, l’esclusione della Francia e la persistente importanza politica dello Stato Pontificio. Se il sistema degli Stati peninsulari viene ridotto da soggetto autonomo a oggetto della politica internazionale, è anche vero che il sistema sopravvive, nelle sue articolazioni, alle violente prove cui era stato sottoposto per più decenni e che il senso di una comunità di destini degli Stati italiani esce rafforzato dalla lunga crisi. Francesco Pappalardo David Jiménez Figli del monsone Tropea pp. 255 €. 15,60 Dieci storie di sconcertante forza d’animo e umanità, dieci ritratti di bambini in lotta contro la miseria e l’emarginazione, divengono i fili conduttori di un viaggio attraverso le diverse facce dell’Asia, dalla Cambogia all’Afghanistan, dal Tibet a Hong Kong. E rivelano le contraddizioni di paesi brutalmente plasmati dal progresso recente e ancora in balia dei capricci della natura, dove “i monsoni sono tutto, danno la vita e la tolgono”. Francesco Tomatis Libertà di sapere Bompiani pp. 114 € 10,00 L’autore formula i principi del sapere universitario: inscindibilmente costituito di insegnamento e ricerca, criticità e creatività, autonomia e responsabilità, differenza e interdisciplinarietà, verità e libertà. La tesi centrale è che non c’è autentica libertà senza relazione con differenti prospettive, sino all’apertura dell’uomo alla verità che lo trascende, restando né religiosamente né ideologicamente qualificata. N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno Letteratura Mediterranea INSERTO Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Giovanna Crisà Le emozioni ferite P rimario di Psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara, Eugenio Borgna, ci spiega, nel suo saggio, quali sono le emozioni che curano, e quelle che non vengono riconosciute. Come spiega lo stesso Prof. Borgna, le emozioni perdute, sono quelle che abitano nella nostra interiorità, “quartiere” nel quale non siamo abituati a scendere. Quando siamo preda della G orgo è un paesino. Il 20 agosto del 2007, due anziani coniugi, custodi di una villa, vengono trovati uccisi, dopo aver subìto indicibili torture. Il giornalista Gianfranco Bettin, che ha seguito il caso, ne ha fatto un libro, mettendoci dentro anche uno spaccato della storia politica del nostro paese. L’io narrante è lo stesso Gianfranco Bettin , che si è occupato del caso di Gorgo. L’incisività della scrittura, dona ai fatti narrati, quasi la visibilità delle scene . Causa di quello scempio, furono extracomunitari. Uno dei malinconia e dell’angoscia, perdiamo le emozioni che possono curarci. Sono infiniti i linguaggi dell’anima, quasi come versi sublimi di una poesia. Sciveva Patrizia Runfola “ I miei pensieri più belli li ho lasciati morire tra le mie braccia; forse li ho visti ciondolare senza avere la forza di sostenerli e così li ho lasciati morire… Li ho uccisi io stessa, i miei pensieri più belli, perché non sono riuscita a sostenerli”. Sono parole, che ci invitano al pensiero positivo, terapeutico, che Gorgo due, si suiciderà in carcere per il rimorso. Non uomini, ma bestie sanguinarie che hanno agito senza pietà. Per mesi, il figlio delle vittime vivrà soltanto di incubi. Daniele, questo il suo nome, entra nel gorgo della depressione, mentre politicamente gli sono vicini quelli del partito della Lega. Un libro denuncia, contro la magistratura italiana, contro la violenza che dilaga sempre più, soprattutto per mano di extracomunitari. Lo stesso titolo del libro, non è solo il nome di un paese ma indica un vortice. In quel vortice, si sono trovati due può riuscire a lenire un dolore. Spesso, nel momento della sofferenza, l’uomo si chiede dove sta Dio, o perché, egli che è tanto misericordioso, ha permesso che nel mondo possano accadere violenze e disastri di ogni genere. In quegli istanti, perdiamo la fede, per ritrovarla , poi, quando siamo vicino alla morte. Anche in questo caso, bisogna cercare dentro noi stessi, cercando anche un piccolo barlume di speranza, e quell’emozione che possa aiutarci. Magi- anziani coniugi, sposati da quarant’anni. Gente comune che arrotondava la pensione con un lavoro onesto. La loro morte, sarà sempre ricordata, ma il conto rimane aperto, perché gli uomini bestia erano quattro non tre. Speriamo nella giustizia. stralmente scritto, le emozioni perdute è un saggio di psichiatria, che tuttavia, può aiutare quanti di noi hanno perso se stessi. Eugenio Borgna Le emozioni ferite Feltrinelli pp. 221 €. 17,00 Gianfranco Bettin Gorgo Feltrinelli pp. 158 €. 13,00 H ong Kong alla scoppio della Seconda guerra mondiale. Trudy Liang è un’attraente, ricca europea che nel 1941 dà scandalo nella buona società di Hong Kong passando da un uomo all’altro. Di lei si innamora un avventuriere inglese, Will Trusdale, che rimane colpito dalla sua disperata vitalità. La sua passione viene ricambiata dalla donna, ma lo scoppio della guerra costringe Will al servizio militare. Dieci anni dopo, Claire Pendleton arriva a Hong Kong e trova lavoro come insegnante di pianoforte di Locket Chen, figlia di una ricchissima coppia della città. Le lezioni di piano saranno occasione di una vita segreta e di scoperte inaspettate; cleptomane e irrequieta, novella Madame Bovary, Claire diventa infatti l’amante dell’autista dei Chen, che altri non è che quello stesso Will Trusdale. Ma questo non è l’unico segreto della famiglia Chen. In un crescendo narrativo sullo sfondo delle sensuali atmosfere d’Oriente, Claire si troverà a dover scegliere, senza possibilità d’appello, tra amore e sicurezza, tra coraggio e sopravvivenza, tra presente e passato. G. C. Janice Y. K. Lee L’insegnante di pianoforte Bompiani pp. 336 €. 20,00 Maria Rita Parsi Alle spalle della luna Mondadori pp. 207 €. 18,00 Michele Mari Tu, sanguinosa infanzia Einaudi pp. 133 €. 13,00 Il passato raccontato da Michele Mari è quello mitico e irrecuperabile dell’infanzia, eroso negli anni da una diaspora di oggetti e sentimenti il cui ricordo continua a sanguinare. Ma in questi racconti non c’è mai il rimpianto di una perduta età dell’oro, perché la violenza immaginifica dell’autore opera un recupero altissimo di emozioni infantili… Èdouard Bourdet Marco Garzonio Il codice di Tarso Paoline pp. 248 €. 19,00 Un medico si reca in Terra Santa. È un momento particolare della sua vita: 56 anni, crisi in famiglia, affermato in una professione di cui è però ormai difficile trovare il senso, rapporti sociali improntati a un sostanziale conformismo. L’incontro con Rut, guida ebrea, la conoscenza di altri partecipanti al viaggio, la capacità evocativa dei luoghi aiutano Giovanni Picapedra a capire le ragioni delle sue difficoltà e le conseguenze per il futuro. Giunto a Gerusalemme, Giovanni gira per la città vecchia. Entra nella bottega di un antiquario arabo dove si imbatte in un antico codice. È il manoscritto di due lettere di san Paolo: l’Epistula Beati Pauli Apostoli ad Romanos Secunda e l’Epistula ad Mediolanenses Prima. Capisce che si tratta di opere sinora sconosciute. Non sa che fare, attratto e diffidente insieme. Rivolge all’antiquario una vaga promessa di tornare il giorno successivo. La notte, invece, ha un lungo sogno-incubo. Vede due protagonisti degli anni della sua formazione. Sono Paolo VI e Pier Paolo Pasolini che hanno un confronto sull’attualità di san Paolo. Il Papa sprona i cristiani “a fare di più”, mentre l’artista contesta alla Chiesa l’incapacità di parlare al mondo contemporaneo, accusandola di non aver più “la furia paolina”. Al risveglio Giovanni acquista il prezioso documento e riesce a portarlo fuori da Israele. I testi, tradotti, vengono riportati in appendice del libro. Stieg Larsson La regina dei castelli di carta Marsilio pp. 857 €. 21,50 G. C. L’insegnante di pianoforte 9 Custodia nasce ad Avezzano, nel cuore dell’Abruzzo, all’inizio della Seconda guerra mondiale. Ma più che gli eventi connessi al conflitto è una vicenda privata a segnare la sua esistenza e quella della famiglia: l’amore del padre - reduce dal fronte greco - per la bella ed eccentrica Crocifissa. La passione clandestina tra i due si alimenta dei frequenti incontri in casa della donna, dove Custodia accompagna il padre… La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d’ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su “Millennium” un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l’intero paese. Non ci saranno compromessi. L’ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson è ancora una volta una descrizione della società contemporanea sotto forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all’anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile. Manuela Bisani Il gioco delle farfalle Fazi pp. 141 €. 15,00 Calabria, anni Sessanta. Nicola, nove anni, la sorellina Marzia e la madre Giga tornano a passare l’estate nel paese d’origine della famiglia ma la vicenda di cui si renderanno testimoni sarà destinata a cambiare per sempre il loro rapporto. Al centro del dramma Marinella, dodicenne misteriosa e inquieta, che coinvolgerà il piccolo Nicola in un’amicizia ambigua, poco chiara e perciò subito malvista, mettendo in crisi gli equilibri esistenti. Il bambino, al di là dei pregiudizi che pesano sulla ragazzina, da sempre emarginata perché considerata “strana”, sarà l’unico ad accettarne l’evidente diversità anche se il “gioco delle farfalle” fatto dai due amici di nascosto sarà quasi presaga rappresentazione di quello che accadrà a naturale compimento della vicenda come di un’esistenza tormentata. A distanza di anni, Nicola, Marzia e Giga, ognuno con le proprie paure e i propri fantasmi, torneranno a quell’estate lontana tra rimorsi, sensi di colpa, riflessioni. Sullo sfondo l’Italia del boom, oscillante tra la modernità di realtà metropolitane come Roma e la persistente arretratezza degli ambienti claustrofobici di paese. Un contrasto sociale, oltre che culturale, esaltato qui da una trama ricca di colpi di scena e tratteggiato dall’autrice con insolita abilità, grande senso del ritmo e l’ausilio di una scrittura sobria ed essenziale, sostenuta da un sottile, delicato, lirismo. 10 INSERTO Libri Ragazzi N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno per David Roberts, Jeremy Leslie Sfogliopedia Fabbri pp. 349 €. 29,00 La tradizionale miscellanea per ragazzi in una concezione innovativa e moderna. In ogni doppia pagina, una diversa tematica di scienze, storia, geografia e molto altro viene trattata da punti di vista affascinanti, in un intrecciarsi di riferimenti che spaziano dal rock alla tecnologia, dalla cucina alla metafisica. Età di lettura: da 10 anni. Philip Caveney Sebastian Dark nella città dei briganti Piemme PP. 364 €. 15,90 Sebastian è un giovanotto di belle speranze. Max è il suo inseparabile “bufante”, un bestione parlante. Cornelius è un formidabile guerriero in miniatura. Insieme si mettono in viaggio, in cerca di fortuna e sulla strada incontrano una carovana attaccata dai briganti e una dama da salvare. Così, i tre avventurieri entrano in città acclamati da eroi e i loro sogni diventano realtà: Cornelius viene arruolato nel prestigioso corpo delle Guardie Rosse, Max si trasferisce nelle scuderie reali, dove si abbuffa di mele succose e fieno della migliore qualità, e Sebastian viene nominato giullare di corte. Ma il Re Septimius non ha un gran senso dell’umorismo. Anzi, a dirla tutta, è un gran despota... Età di lettura: da 9 anni. Laurent Degos Il sangue del mio corpo Dedalo pp. 54 €. 7,50 Per quanto impressionati dallo “spargimento di sangue”, tutti sanno che un taglietto a un dito non è una ferita molto grave: si rimargina da solo. Ma come fa il sangue a scorrere fluido nel nostro corpo, per poi coagularsi quando è necessario? Dopo aver esplorato le cellule e gli organi del corpo umano, Chiara e Federico ricorrono ancora una volta all’aiuto del buffo zio Enrico per rispondere a questa e altre mille domande riguardo alle funzioni e alla composizione del sangue. Dal trasporto delle sostanze nutritive allo sviluppo degli anticorpi, dalla circolazione al gruppo sanguigno e alla coagulazione, non c’è aspetto di questo fluido vitale che non venga spiegato con chiarezza e vivacità. Età di lettura: da 9 anni. Tea Stilton Il segreto del castello scozzese Piemme pp. 181 €. 15,50 “Un bel viaggio in Scozia?! Perché no! In motocicletta?! Fantastico! ! ! Le Tea Sisters non si tirano certo indietro. Un antichissimo castello scozzese le attende per svelare un segreto che lo salverà dalla distruzione.” Età di lettura: da 6 anni. Albert Biesinger Non inganniamo i bambini su Dio Elledici pp. 144 €. 11,00 Il volume nasce dall’esperienza dei molti incontri e colloqui avuti dall’autore con i genitori in materia di educazione religiosa dei figli. Perché per i bambini è importante sperimentare che sono abbracciati da Colui che li ha creati e che Lui parla loro, che alla fine la loro vita si concluderà bene nonostante tutte le paure. Eugenio Corti Il Medioevo e altri racconti Ares pp. 192 €. 12,00 Con questo nuovo libro, Corti si dedica al Medioevo visto come paradigma realizzato della civiltà cristiana. E lo fa raccontando la storia della beata Angelina da Montegiove (1377-1435), lontana antenata della moglie dello scrittore e conterranea della più nota beata Angela da Foligno (1208-1309), premettendo un ampio excursus che valorizza il Medioevo nella storia dell’umanità. Il tono narrativo, saldamente ancorato alle fonti storiche, è lo stesso che Corti usa negli incontri con i numerosissimi studenti universitari che vanno a trovarlo nella sua casa in Brianza, che trovano «nell’aquila dei suoi 87 anni» (per parafrasare il poeta) uno straordinario testimone del Ventesimo secolo e un maestro per i tempi nuovi. Heuvel Eric; Van der Rol Ruud; Schippers Lies La stella di Esther De Agostini pp. 61 €. 12,90 La stella di Eshter è un fumetto ideato e prodotto dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam; quella di Esther è la storia di una possibile coetanea di Anne, sullo sfondo di una delle pagine più oscure della storia dell’umanità: la Shoah, il genocidio nazista del popolo ebraico. Esther visita dopo molti anni fa fattoria dove si era rifugiata durante la seconda guerra mondiale per sfuggire alla persecuzione nazista. È un viaggio di scoperta e di conoscenza, alla ricerca delle persone che l’hanno aiutata e che hanno condiviso il suo destino. Tra queste, i suoi genitori, trucidati ad Auschwitz. Grazie a suo nipote Daniel, e a Internet, incontrerà l’ultima persona che li ha visti vivi. Di loro non le rimane che una vaga memoria; e un’ultima rivelazione da parte di Helena, la sua vecchia compagna di scuola. Età di lettura: da 10 anni. Fairy Oak Elisabetta Gnone Gli incantevoli giorni di Shirley De Agostini pp. 247 €. 14,90 A Fairy Oak è finalmente giunta la primavera. L’aria profuma di narcisi, di giornate lunghe e di giochi. Ma anche di pioggia. E infatti piove, diluvia, grandina perfino! Per lunghi, interminabili giorni. Menomale che c’è Shirley Poppy a sollevare gli animi dei giovani del villaggio, con un nuovo, intricato mistero. Nascosto nel laboratorio di sua zia, infatti, la giovane e potentissima strega, ha trovato un ricettario molto, molto strano… Età di lettura: da 8 anni. Geronimo Stilton Le avventure di Ulisse Piemme pp. 384 €. 23,50 Siete pronti ad affrontare un viaggio straordinario insieme a Geronimo Stilton e al leggendario eroe Ulisse? Navigherete per mari tempestosi, visiterete terre sconosciute e incontrerete creature misteriose, tra pericoli e insidie mozzafiato! Una storia avvincente ed emozionante, ricca di colpi di scena e avventure indimenticabili! La mia prima enciclopedia De Agostini pp. 767 €. 29,90 Un viaggio alla scoperta della natura, della scienza, della tecnologia, della storia, attraverso i quattro elementi nei quali gli studiosi antichi cercavano di “sistematizzare” le conoscenze umane: aria, acqua, terra e fuoco. Un volume compatto, maneggevole e ricco di illustrazioni. Un percorso per giovani esploratori del sapere realizzato come una vera e propria galleria di immagini suggestive. Un testo ricco di collegamenti a più livelli fra diversi ambiti tematici. Un indice analitico per trovare tutto quello che si cerca. Età di lettura: da 10 anni. Sylvia Waugh Occhi di bottone Salani pp. 202 €. 8,00 Molte persone fingono di vivere, non inventano una vita personale, ma ripetono gli atti che credono di dover fare. Una vita automatica che diventa finzione, stereotipo. La famiglia di bambole che una sarta magica inventò un tempo nella sua casa buia finge di appartenere all’umanità, di aver bisogno di mangiare, di lavorare, di dormire, perfino di venire in visita da una villetta suburbana, quando invece si esce da un armadio. La finzione continuerebbe per sempre, se una lettera che annuncia l’arrivo del nuovo padrone di casa non gettasse tutti nel panico di essere scoperti. Basteranno gli occhiali neri a nascondere gli occhi di bottone, le sciarpe a nascondere le guance di stoffa, i berretti a celare i capelli di lana? Attualità N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno L’AVIS: malattie rare, sport e la goccia della pace C osenza - Oltre un migliaio di persone ha risposto attivamente e con entusiasmo all’invito di solidarietà lanciato dall’AVIS provinciale di Cosenza e delle sue sezioni comunali nel mese di maggio appena trascorso. Cinque istituti di scuola superiore, sei scuole fra elementari e medie, di Cosenza e provincia, oltre alla popolazione della splendida Amantea, sono stati coinvolti in tre progetti che si sono conclusi con successo la fine del mese scorso. Obiettivo: la diffusione della cultura della donazione del sangue. L’iniziativa sportiva ha visto, invece, il coinvolgimento dell’intera cittadina di Amantea. Due di questi progetti sono stati realizzati nel mondo della scuola e uno, ad Amantea, in quello dello sport. “Sono risultati”, ha dichiarato Angelo Coscarella, neo presidente dell’AVIS provinciale di Cosenza, “che dimostrano che la strada che abbiamo imboccato, in continuità con quella di chi ci ha preceduto, è quella giusta. L’attività culturale, in strettissima sinergia con le sezioni comunali, è uno dei cavalli di battaglia per conseguire obiettivi sempre più utili alla nostra società”. Di cosa si è trattato esattamente? Andiamo con ordine. “Una Perla nel Mare”, è lo slogan della manifestazione organizzata a Cosenza, per parlare a cuore aperto, soprattutto ai giovani fra i 16 e i 18 anni, di talassemia, conosciuta anche come microcitemia o anemia mediterranea o ancora come morbo di Cooley. È una grave malattia genetica e congenita del sangue, che si caratterizza per lo Il disegno che ha vinto la borsa di studio di Lattarico scarso numero di globuli rossi, variamente deformati, e l’insufficiente capacità di trasportare l’ossigeno a tutte le cellule del corpo. Si vive soltanto con continue trasfusioni di sangue. È una malattia annoverata fra quelle rare, ma in Calabria rara non è. Non esiste ancora una cura definitiva, tuttavia le trasfusioni di sangue e la cosiddetta terapia chelante, aiutano i malati a condurre una vita quasi normale. Il progetto si è concluso con l’“Incontro multididattico”, presso il Cineteatro Aroldo Tieri di Cosenza. La sala era gremita; fra i relatori, anche il prof. Carlo Brancati, ex direttore del “Centro Studi della Microcitemia di Cosenza”, che ha concluso i lavori. Il convegno si è aperto con i saluti della prof.ssa Campolongo, presidente del Soroptimist; della sig.ra Feola, presidente della ONLUS “A.MA. RE.… Oltre”; del dott. Piercarlo Spataro, presidente uscente dell’AVIS provinciale di Cosenza e del presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio. Duplice il messaggio lanciato dagli studenti con i loro lavori: prevenzione, attraverso l’individuazione dei portatori sani, e terapia attraverso le trasfusioni. Ruolo fondamentale in ciò è quello svolto dall’AVIS che, attraverso la raccolta del sangue consente le trasfusioni e quindi il mantenimento in vita dei talassemi- 11 ci; mentre attraverso l’esame del sangue individua i portatori sani e quindi di operare l’azione preventiva. “È necessario operare proprio nelle scuole per diffondere la cultura della donazione”, ha detto Piercarlo Spataro, e la dottoressa Aurelia Costabile, ematologa dell’AVIS comunale di Cosenza, ha soggiunto che “Occorre costruire le basi per la prevenzione e la cura delle talassemie, anche di altre malattie, creando nella popolazione una coscienza sanitaria sin da piccoli, la volontà cioè a difendere la propria salute, la responsabilità di tutti a riguardo dei problemi di salute”. Il progetto è stato promosso dalla ONLUS “A.MA.RE….Oltre”, di Castrolibero, in collaborazione con l’AVIS provinciale e comunale di Cosenza e da Soroptimist di Cosenza, con il sostegno del “Centro Servizi per il Volontariato” anch’esso della città dei Bruzi. “Sport e valori etici”, è stato il tema del convegno di apertura della manifestazione sportiva organizzata ad Amantea alla quale ha partecipato, come relatore e testimonial, l’olimpionico Pietro Mennea. La manifestazione, alla seconda edizione, oltre a festeggiare i donatori AVIS ha ricordato anche la morte prematura per leucemia del giovane imprenditore Dario Metallo. La domenica successiva al convegno, il 31, si è svolta la “2a Stracittadina. Corsa della solidarietà”, vinta dal lamentino Antonio Guzzi, già campione italiano di cross nella categoria juniores. In campo femminile, indisturbata al traguardo è arrivata Luisa Corso, bissando il successo dello scorso anno. Alla gara podistica è seguita la “Family Run, una passeggiata non agonistica aperta anche alle famiglie che hanno partecipato numerose spingendo anche i carrozzini con i bambini. Particolarmente simpatica la “Corsa delle Piccole Gocce”, riservata ai bambini. A conclusione della giornata agonistica si è svolta la gara “Bandi – amo insieme” dedicata ai diversamente abili. “È stata LETTERA AL DIRETTORE I militari della mente e gli interrogatori del terrore N on esiste un confine chiaro tra interrogatori militari, brutali trattamenti della mente ed esperimenti mentali; è un territorio labile, segnato solo da ingenti flussi di denaro, e troppo spesso attraversato da “dottori della mente”, che fanno la spola tra cliniche e centri di detenzione. E’ un dato di fatto che molti psicologi abbiano collaborato con la CIA e i reparti militari negli interrogatori e nello sviluppo di tecniche di deprivazione del sonno, di umiliazione sessuale, per non parlare del famigerato waterboarding (annegamento simulato) e del probabile uso di sostanze psico-attive. Le pratiche si sono diffuse anche in Afghanistan e in Iraq, nel carcere di Abu Ghraib. L’APA ha permesso ai suoi membri di partecipare agli interrogatori sino al 2008, sostenendo che la loro presenza rendeva gli interrogatori più sicuri. Una decisione che ha lasciato molti allibiti, tra cui lo psicoanalista Steven Reisner che ha commentato: “Dobbiamo seriamente chiederci che cosa siamo in quanto organizzazione”. Il solo obiettivo sembrava essere diventato il denaro, che nelle tasche di Jessen e Mitchell entrava al ritmo di 1000 dollari al giorno, in cambio della loro esperienza nella supervisione di tecniche per l’estorsione di preziose informazioni sugli attentati dell’11 settembre. [1] Può sembrare raccapricciante, ma mai quanto è successo negli stessi ospedali psichiatrici o in molte università, che si sono prestate a sperimentazioni di tipo militare. Nel 1994 un ufficio contabile del governo degli Stati Uniti ha reso noto che in 15 strutture del Nord America su 80 si conducevano ricerche clandestine e tra queste c’erano il Psychopathic Hospital di Boston e l’Università McGill di Montreal. I fondi partivano quasi certamente dalla CIA e giungevano a destinazione tramite agenzie federali, ma è agghiacciante notare come molte delle tecniche sviluppate con la sperimentazione siano collegate ai metodi di interrogazione usati poi a Guantanamo e in altri centri di detenzione. [2] C’è di peggio: molte pratiche spacciate oggi come “cure” non sono così diverse dalle tecniche usate a livello militare. Al Vermont State Hospital, una delle cliniche implicate nelle sperimentazioni, si sottoponevano i pazienti a elettroshock ripetuti e a sostanze psico-attive. Dopotutto si tratta delle stesse tecniche usate in ogni parte del mondo! (Gli stessi uomini implicati nell’operazione erano poi gli stessi che continuavano a spacciarsi per terapisti). Molte cliniche per malati di mente sembrano campi di prigionia. Pazienti legati ai letti, grida disumane e grandi quantità di sostanze psicotrope. Su internet circola un video sconvolgente, registrato con un cellulare in una scuola per disabili mentali: il Corpus Christi, in Texas. Il video, che ha condotto a sei arresti, mostra gli abusi nei confronti di pazien- ti, costretti a lottare tra di loro. [3] Non è chiaro il ruolo dei “dottori della mente” ai giorni nostri, considerati i continui fallimenti e le tecniche barbariche. Più chiaro è invece il ruolo del denaro e l’interesse militare per il controllo della mente. Altrettanto chiaro è il fatto che intorno alla commercializzazione di psicofarmaci ruotino cifre enormi e che la stigmatizzazione possa far comodo a molti governi, perché dopotutto... chi potrà mai credere a un pazzo? Davis Fiore http://www.foxnews.com/ politics/2009/04/30/report-psychologists-responsible-devisingcia-torture-program/ [2] h t t p : / / w w w. r u t l a n dherald.com/apps/pbcs.dll/ article?AID=/20081130/ NEWS/811300299 [3] http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_13/abusi_cellulare_pazienti_29f74a2a-3fff-11debc3f-00144f02aabc.shtml [1] una festa”, ha detto il presidente dell’AVIS comunale di Amantea, l’architetto Leonardo Ferrara, “con la quale abbiamo trasmesso il valore della donazione del sangue a centinaia di persone. Già molti hanno risposto alla nostra sollecitazione e sono sicuro altri si avvicineranno alla nostra associazione”. Contemporaneamente alla manifestazione sportiva della cittadina tirrenica si è concluso il terzo “Concorso Borse di studio 2009” a Lattarico, organizzato dall’AVIS comunale con il patrocinio della BCC Mediocrati e del comune di Lattarico, in stretta collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale di Lattarico e dell’Associazione “La Città del Crati” di Bisignano. Il primo premio è stato vinto da Carmine Conforti, Carmen Lombardo, Ilaria Melicchio, Francesco Paura e Rebecca Trotta della scuola primaria di Santa Maria Le Grotte. Hanno ideato e disegnato la colomba della pace che trasporta una goccia di sangue anziché il tradizionale ramoscello d’ulivo, stigmatizzando che la donazione del sangue accresce il valore inalienabile della pace fra gli uomini. Gli altri vincitori sono stati Eva Caruso, Federico Internò, Erika Sciammarella, Mariacristina Tocci, Angela Dell’Oglio, Lucia Intorno, Giuseppe Vita. Al concorso hanno partecipato tutte le quinte elementari e prime medie di Lattarico, Rota Greca, San Martino di Finita, San Benedetto Ullano e Santa Maria Le Grotte. L’iniziativa è stata patrocinata dalla BCC Mediocrati e dallo stesso Comune. Il tema da svolgere era “La pace non è soltanto il contrario di guerra: pace è di più. Pace è la legge della vita umana. Pace è, quando noi agiamo in modo giusto; è, quando tra ogni singolo essere umano regna la giustizia”. Un tema abbastanza complesso che però non ha creato difficoltà ai giovani studenti, magistralmente guidati dagli insegnanti. Anche a questa manifestazione è stata particolarmente sentita non solo dagli alunni, e, naturalmente dai loro genitori, ma anche dalla stragrande maggioranza degli abitanti convenuti per l’occasione dai paesi limitrofi. Un particolare apprezzamento e ringraziamento è andato agli insegnanti. “Nella scuola”, ha dichiarato Giosina Gigliotti, Vice presidente dell’AVIS provinciale e presidente della comunale di Lattarico, “gli insegnanti sono gli strumenti fondamentali per la trasmissione di queste conoscenze, e grazie al loro impegno ed interesse che è nata l’idea da parte nostra di proporre un metodo di lavoro che presupponga lo sviluppo di stima, fiducia, collaborazione e corresponsabilità nei ragazzi”. La manifestazione, presentata da Noemi Pedatella, si è svolta domenica 31 maggio scorso, con l’esibizione del Gruppo FolK “Ullania” di San Benedetto Ullano. È stata l’ultima manifestazione dell’AVIS del mese di maggio. “Un’attività che non deve diminuire”, ha detto Anna Iazzolino, il primo presidente donna dell’AVIS comunale di Cosenza, “I tre successi conseguiti su tre progetti, non devono farci cullare. Dobbiamo lavorare ancora di più e meglio perché ogni goccia di sangue che raccogliamo contribuisce a salvare una vita. Per questo possiamo davvero dire che la pace arriva da una goccia di sangue donata”. Cultura 12 ß N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno La topologia dell’Universo Cosimo Galasso Seconda Parte S i accorsero che la peculiarità della geometria euclidea non era data tanto dall’evidenza dei primi quattro assiomi, quanto dall’“oscurità”del meno evidente di tutti: il quinto, quello che ci garantisce (?) che per un punto esterno ad una retta passa una e una sola parallela alla retta data. La domanda che il sedicenne Gauss- senza palesarla a nessuno, per non esser preso per matto-fu: cosa accadrebbe se modificassimo tale postulato? Andremmo incontro a delle contraddizioni? La risposta fu data da Lobacevskij e Bolany da un lato e da Riemann dall’altro: i primi due costruirono una geometria altrettanto coerente di quella euclidea, postulando che Alexander Friedmann (18881925) per quel punto potessero passare un’infinità di rette; il secondo, invece, postulando che non ne potesse passare nessuna. Dopo secoli, dunque, la geometria di Euclide fu detronizzata, perdendo il suo status assoluto e divenendo, semplicemente un sistema tra gli altri. In particolare, nel 1854, B. Riemann risolse il paradosso del bordo, dimostrando che era possibile concepire, in modo non contraddittorio, uno spazio illimitato, di volume finito e privo di un confine. Applicando questo ragionamento non solo agli spazi astratti, ma anche alla cosmologia, dimostrò, per la prima volta nella storia, che era possibile concepire in modo coerente, cioè senza contraddizioni, un universo finito e senza frontiere: un po’ come la superficie del nostro pianeta che è curva, priva di limiti, ma di volume finito. Geometricamente il suo modello è un’ipersfera. Circa sessanta anni dopo, Einstein per modellizzare la gravitazione – su suggerimento del matematico e amico M. Grossmann scelse proprio l’ipersfera di Riemann: in questo modo l’universo non era più riconducibile ad uno spazio e ad un tempo assoluti e separati ma all’unione dello spazio tempo. L’abbandono della geometria euclidea fu dovuto alla necessità di dover tener conto, nella descrizione dell’universo, dei fenomeni gravitazionali. Einstein poi, per motivi filosofici, preponderava per un universo statico. Diversa- Il satellite Wmap mente, le soluzioni dinamiche trovate da Friedmann prima, e G. Lemaitre dopo, si dimostreranno più rispondenti alle prove sperimentali.trovate mediante l’osservazione astronomica da G.Hubble e dal suo assistente Humason. All’interno del quadro delle soluzioni proposte da Friedmann e Lemaitre trova effettivamente posto la questione topologica. In particolare, i modelli cosmologici che ne derivano raffigurano universi isotropi ed omogenei che presuppongono spazi di tipo euclideo, iperbolico o sferico a seconda che la curvatura spaziale sia nulla, negativa o positiva rispettivamente. Occorre rilevare che uno spazio a curvatura positiva è sempre di volume finito. La teoria della Relatività generale, dunque, misura direttamente la curvatura dello spazio; il suo valore reale è correlato alla densità media di materia ed energia contenute nel cosmo. Nel caso in cui il rapporto tra il valore misurato e la cosiddetta soglia critica, pari a 1, è superiore, allora la curvatura è positiva e l’universo è finito. L’astronomia osservativa si prefigge di misurare tale valore. Friedmann rilevò un errore concettuale, commesso dal grande Einstein e da tanti altri dopo di lui fino ad oggi, passando per mostri sacri come S.Weinberg e G.Gamow: l’ipersfera riemanniana, riguardo allo spazio, fornisce non solo la metrica- ossia le sue proprietà geometriche locali- ma anche la topologia, cioè le sue proprietà geometriche globali come l’infinità o meno del suo volume. All’acume matematico di Friedmann- non altrettanto si poteva dire di quello di Einsteinnon sfuggì che le equazioni einsteniane, contenendo solo derivate parziali, non erano in grado di descrivere, da sole, la geometria globale dell’universo. Ascoltiamo lo stesso Friedmann in un passaggio di un suo splendido articolo del 1924: “In assenza di ipotesi aggiuntive, le equazioni dell’universo di Einstein non permettono di risolvere la questione della finitezza del nostro universo (…) Uno spazio a curvatura positiva è sempre finito (…) ma le conoscenze matematiche non permettono di risolvere la questione della finitezza per uno spazio a curvatura negativa o nulla.” Friedmann puntualizzò che per determinare l’infinitezza o meno di uno spazio a curvatura nulla o negativa occorresse introdurre delle “ipotesi aggiuntive”specifiche per le condizioni al contorno: in pratica, occorre conoscere se alcuni punti coincidono o No. In un Universo euclideo i punti non coinciderebbero; esso sarebbe connesso, in altre parole infinito in tutte le direzioni. Diversamente, nel secondo caso con alcuni punti coincidenti l’Universo sarebbe multi-connesso, cioè finito. La questione topologica era posta perfettamente; mancavano, però, all’epoca le conoscenze matematiche, oltre che osservative per risolverla adeguatamente. L’astrofisico J.P.Luminet che, assieme al suo gruppo di lavoro, è, forse, il maggior esperto vivente su tale questione, ha così riassunto la situazione odierna: ”La quasi totalità dei manuali di cosmologia, specialistici o meno, omette di citare la questione topologica, riducendo il problema del carattere finito o infinito dello spazio unicamente alla sua curvatura (…) ammettendo implicitamente che la struttura spaziale dell’universo sia l’ipersfera finita, o lo spazio euclideo infinito, o lo spazio iperbolico infinito, senza menzionare le alternative topologiche”. no coinvolto l’uomo è una storia fatta di passioni, d’intrecci, e di pregiudizi, perché contrariamente a quanto crede normalmente il grande pubblico- in ciò indotto, talvolta, anche da noi professionisti della comunicazione- nessun uomo e, dunque, nessun ricercatore è talmente imparziale da essere scevro da pre-comprensioni filosofiche che ne guidano, come invisibili binari, l’agire in campo scientifico. L’uomo e, a fortori, lo scienziato perfettamente neutrale, ß al lettore ignaro. Nessuno spazio è stato dato alle voci dissenzienti come, ad es. quella del già ricordato J.P.Luminet, ascoltiamolo: ”L’Universo non può essere piatto (…) l’aggettivo piatto, reso talvolta in inglese con flat si riferisce soltanto alla superficie, non ai volumi. Sarebbe stato esatto dire: Lo spazio è a curvatura nulla, oppure Lo spazio è euclideo. Distinguere tra Universo e spazio, nonché tra piatto ed euclideo, potrebbe sembrare una civetteria da specialisti amanti del rigore, una cosa del tutto fuori luogo in ambito divulgativo. Nient’affatto! Se si vuole che il pubblico comprenda quel che accade, occorre essere molto attenti nella scelta dei termini!”. Non c’è nulla da aggiungere; è una grande lezione di rigore e professionalità, anche nei confronti di noi giornalisti. Infatti, da quei titoli sensazionalisti il grande pubblico è stato indotto a credere che le galassie fossero disposte su di un piano infinito e che la teoria di Einstein, presupponendo un cosmo incurvato dalla materia, fosse ormai superata.! Ascoltiamo, ancora una volta, il prof. Luminet.: ”Pretendere che lo spazio sia piatto, è un errore Interpretazioni equivoche A partire dal 1992, la cosmologia ha cessato di essere una disciplina soltanto speculativa ed è assurta al ruolo di scienza vera e propria caratterizzata, in altre parole, da parametri quantitativii soli appannaggio della scienza- rilevabili e sperimentalmente riproducibili. Il tutto grazie al satellite COBE che fornì ai cosmologi, per la prima volta, lo studio delle minuscole fluttuazioni di temperatura della radiazione fossile; tali misurazioni, unitamente alla matematica, consentirono un primo studio quantitativo sulla topologia dell’universo. Queste micro fluttuazioni della radiazione fossile sono chiamate, dai cosmologi, anisotropie e costituiscono il seme iniziale dal quale sono nate tutte le macrostrutture dell’universo: galassie, ammassi di galassie, ect. Alle misurazioni effettuate da COBE seguirono quelle che furono eseguite per mezzo di palloni sonda o su aereo delle missioni Boomerang e Maxima; infine, last but non least, la cosmologia dispone delle misurazioni, le più accurate in nostro possesso finora, ottenute tramite il satellite Wmap nel 2003. La storia di queste scoperte è affascinante e meritevole d’essere raccontata, seppur per sommi capi. Come in tutte le storie che vedo- Lemaitre e Einstein che separa i fatti dai giudizi, non esiste; è un mito del giornalismo anglosassone che- a parere dello scrivente-non trova alcuna applicazione concreta e meno che mai proprio nel mondo scientifico e giornalistico anglosassone, come dimostra la storia che mi accingo a raccontare. Tutti ricorderanno l’enfasi con la quale il 27 Aprile 2000, la prestigiosa rivista scientifica Nature presentò i dati raccolti con le missioni COBE, MAXIMA e BOOMERANG col titolo: ”L’universo è piatto”. In realtà un’analisi attenta e veramente scientifica-senza pregiudizi-dimostra come, dai dati raccolti in quelle missioni, l’ipotesi evocata da Nature, così come da tante altre testate quel giorno, non sia per niente l’unica plausibile, come invece si lascia intendere dal punto di vista logico. A rigore vuol dire che la densità della materia è uguale a un valore ben definito dalla teoria, e cioè con precisione infinita. Ora, è evidente che nessun esperimento di fisica potrà mai dare come risultato una misura con precisione infinita. Qualsiasi misura comporta una barra d’errore. è deplorevole che gli scienziati che hanno spinto a quel titolo abbiano dichiarato di poter dire con grande certezza che l’universo è piatto. Hanno sacrificato il rigore allo scoop. Sarà sempre impossibile provare (nell’accezione sperimentale del termine) che lo spazio è piatto. Anzi, questo è l’unico caso che non può mai essere provato”. Continua N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno ß Renzo Allegri D a qualche settimana, il suo nome circola sui giornali di mezzo mondo. Si chiama Wanda Poltawska, è polacca, ha 88 anni ed è medico psichiatra. La ragione di questo improvviso interesse della stampa sta nel fatto che la Poltawska ha reso pubbliche molte delle lettere che ha ricevuto da Giovanni Paolo II. E le lettere di un Papa a una donna hanno fatto subito gridare allo scandalo. In Vaticano, ora circola la voce che questo imprevisto potrebbe frenare i tempi della causa di beatificazione del Papa Polacco. “Doveva stare zitta”, afferma il cardinale di Cracovia, ex segretario particolare di Wojtyla. Le lettere sono state pubblicate da Wanda Poltawska in un libro, uscito alcune settimane fa in Polonia, suscitando subito polemiche. In Italia se ne è avuto ampia notizia ora tramite due importanti e belli articoli del giornalista Giacomo Galeazzi inviato del quotidiano “La Stampa”. Quelle lettere fanno parte di una intensa corrispondenza intercorsa tra la Poltawska e Wojtyla nell’arco di 55 anni. I due si sono conosciuti subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono diventati amici, hanno collaborato in numerose iniziative insieme. Prima a Cracovia, nelle attività culturali e sociali della diocesi, soprattutto per i problemi della famiglia; e, dopo l’elezione di Karol Wojtyla a Pontefice, a Roma, dove la Poltawska divenne membro del “Pontificio Consiglio per la famiglia”, consultore del “Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari” e membro della “Pontificia Accademia per la vita”. Una attività intensa, un’amicizia solare, che tutti conoscevano. Un’amicizia che ebbe una straordinaria visibilità nel 1984, quando si seppe che la Poltawska aveva ottenuto un miracolo per intercessione di Padre Pio, tramite richiesta di Karol Wojtyla. La vicenda risale al 1962. Ammalata di tumore, Wanda stava per morire. I medici non davano speranze. Volevano comunque tentate un intervento chirurgico. Wojtyla, giovane vescovo, si trovava a Roma per il Concilio. Venne informato e scrisse subito una lettera a Padre Pio, chiedendogli di pregare per quella donna. La lettera porta la data del 17 novembre 1962. Fu recapitata a Padre Pio a mano, da Angelo Battisti, che era amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza. Padre Pio chiese a Battisti di leggergli la lettera. Al termine, disse: “Angiolino, a questo non si può dire di no”. Battisti, che conosceva bene i carismi di Padre Pio, tornò a Roma stupito e continuava a chiedersi il “perché” di quella frase: “A questo non si può dire di no”. Undici giorni più tardi, e cioè il 28 novembre fu incaricato di portare una nuova lettera a Padre Pio. In questa, il vescovo polacco ringraziava il padre delle preghiere perché “la donna ammalata di tumore, era guarita all’improvviso, prima di entrare in sala operatoria”. Un vero e strepitoso miracolo quindi, attestato dai medici. Conosco bene questa vicenda perché fui io a farla conoscere per la prima volta nel 1984, in una biografia di Padre Pio che scrissi per Mondadori. Le lettere di Wojtyla mi erano state Cultura 13 Wojtyla, Wanda e tante lettere ß esperimenti su cavie umane. «Eravamo destinate a morire. Le nostre sorveglianti ci picchiavano a sangue. Fummo spogliate nude, ci diedero dei vestiti a righe, ci raparono a zero, volevano distruggere la nostra personalità». Cominciarono i lavori, pesanti, pesantissimi. «Caricavano una quantità smisurata di pesi sulle nostre spalle... Ricordo di aver portato sulle mie spalWanda Poltawska con Giovanni Paolo II e un Wanda Poltawska fotografata in le 80 chili di cemento salendo scale strette nipotino Piazza San Pietro fino al soffitto di una date da Angelo Battisti il quale mi tutte le compagne con lo stesso in- casa a due piani: mi sentivo morire aveva anche riferito il dettaglio del teresse. E questo è un dato da tene- ma non potevo far cadere quel peso commento incredibile del Padre: re ben presente perché dimostra perché dietro di me c’era un’altra “A questo non si può dire di no”. che le disumane sofferenze patite prigioniera e l’avrei uccisa... DoveAppena uscito il mio libro, quelle non spensero mai nel suo cuore la vamo spalare sabbia. Avevamo aclettere furono riprese dalla stampa bontà, la dignità umana, la solida- canto le sorveglianti con terribili di mezzo mondo e quindi, fin da al- rietà. Nei Lager tedeschi ci fu l’in- cani che ringhiavano minacciosi lora, l’amicizia tra Karol Wojtyla e ferno, dilagò il “Male personifica- appena una di noi si riposava un Wanda Poltawska era nota. Nei vari to” ma tra le vittime innocenti ci poco. Le mani sanguinavano. Al articoli usciti in questi giorni si par- furono luminosi e incredibili esem- mattino la sabbia era bagnata e pela delle lettere del Papa alla dotto- pi di bene, di altruismo eroico. sante, durante il giorno si asciugava ressa Poltawska, ma nessuno si sof- «Una sera», scrive Wanda Pol con il vento, si alzava, entrava negli ferma a spiegare chi sia questa tawska all’inizio di quel suo libretto occhi, nella bocca, nelle orecchie». donna e perché sia stata tanto amica di memorie (cito dalla traduzione Un tormento terribile era costituito di Karol Wojtyla. Allo scoppio del- che mi diede il professor Turano) dal freddo. «Dove dormivamo penla Seconda Guerra Mondiale nel «studiavo a casa quando all’ingres- devano dal soffitto i ghiaccioli. Sul1939, Wanda Poltawska era una so una voce maschile, in polacco, le nostre coperte c’era la brina e la giovane studentessa universitaria. risuonò strana e aggressiva: “Chi di sorvegliante ci ordinava sistematiAveva diciotto anni. Frequentava, i voi è Wanda?” E così cominciò. Mi camente che aprissimo le finestre circoli degli studenti cattolici. E alzai, uscii... e sono tornata solo dei due lati del dormitorio per colquando i nazisti invasero la Polo- adesso, dopo quasi cinque anni di pirci con le correnti d’aria. Nelle nia, come tanti altri suoi coetanei, campo di concentramento». La ra- baracche dove andavamo a lavorare entrò a far parte della Resistenza gazza, dapprima fu portata al co era, invece, molto caldo. La baracpartigiana, per difendere la patria. mando della Gestapo, a Cracovia, e ca era superaffollata e sudavamo. Ma venne scoperta, arrestata, tra- sottoposta a un interrogatorio che Indossavamo vestiti leggeri, con le dotta in Germania e trascorse cin- durò alcuni giorni. Venne picchiata, maniche corte. Il mio turno termique anni in un lager. Tornata a casa, violentemente, con pugni in faccia, nava alle cinque del mattino, ci riprese gli studi, si laureò in medici- nello stomaco, minacciata con una sbattevano fuori, tutte sudate e con na, si specializzò in psichiatria. Per- rivoltella. Venne poi rinchiusa in gli stessi vestiti leggeri rimanevasona riservata, non parlava mai di una cella zeppa di persone. «Nella mo ore e ore al gelo. Tornavamo dal quanto aveva sofferto. Volle però prigione c’erano pidocchi, pulci, lavoro con le mani gonfie, le ossa trascrivere in un quaderno quanto sporcizia, non c’era l’acqua ed era rotte. Ci buttavamo sulle brande e ricordava perché non andasse per- scoppiato il tifo. Di notte, a volte, dopo un’ora suonava la sirena e doduto. E solo all’inizio degli Anni all’improvviso, accendevano le luci vevamo alzarci per gli appelli. RiOttanta si lasciò convincere da facendoci stare sull’attenti, comin tornavamo nel dormitorio e dopo un’amica a pubblicare quelle sue ciavano a chiamare alcune di noi. un’altra ora ancora la sirena per memorie in un libretto, che si intito- Dopo, in cella, non si dormiva più, l’appello. Non si riusciva a chiudela Ravenshrúck. E ho paura dei si pregava per quelle che erano an- re occhio. La stanchezza era enormiei sogni”. Me lo fece conoscere date via. E poco dopo, sotto le no me. A volte, durante gli appelli, si nel 1996 il professor Adolfo Tura- stre finestre sentivamo i colpi d’ar- dormiva in piedi, a occhi aperti, e no, microbiologo, che lo stava tra- ma da fuoco dell’esecuzione». qualcuna cadeva a terra tramortita e ducendo per pubblicarlo anche in Dopo quasi sette mesi, le pri veniva presa a bastonate. La fame Italia. Conservo ancora il mano- gioniere furono caricate su un treno era più forte del desiderio di dormiscritto che mi diede. Poi il professo- merci e inviate in Germania, nel fa- re. Eravamo magre come scheletri. re morì prematuramente, ma so che migerato lager di Ravensbruck, Neanche la vista delle donne nude, il libro, lo scorso anno, è stato pub- dove i medici tedeschi facevano in coda per il bagno, terribilmente blicato anche nel nostro paese, dalle Edizioni dell’Orso. E’ un documento sconvolgente. Svela particolari tremendi, alcuni inediti, sulle crudeltà degli aguzzini nazisti. La Poltawska racconta la propria vicenda di giovane prigioniera che vive un dramma spaventoso, ma la racconta con una commovente e meravigliosa partecipazione alla sofferenza degli altri. La Poltawska non si limita a riferire, in quelle pagine, i propri patimenti, le proprie ansie, le proprie sofferenze. Lettera di ringraziamento di Wojtyla a Lettera di Wojtyla a Padre Pio per Guarda a se stessa e a Padre Pio chiedere preghiere per Wanda magre, causava più disgusto. Guardavamo con indifferenza la nostra magrezza e quella delle altre, così come la perdita dei seni e la morte. Per la fame eravamo diventate ladre, ci rubavamo un tozzo di pane, litigavamo per poche briciole». E poi, ecco, a un certo momento, l’appello di un gruppo che viene portato nel padiglione dell’infermeria, tra esse anche Wanda. Vengono lavate, un’infermiera depila le loro gambe, pratica delle iniezioni che fanno perdere la coscienza e quando le ragazze si svegliano si trovano con le gambe ingessate. Che cosa é accaduto? Non lo sanno. Vengono riportate nel dormitorio su una sedia a rotelle. Messe a letto e, nel corso della notte, quando termina l’effetto del potente sonnifero, cominciano dolori lancinanti. Inizia così il martirio. Quelle ragazze diventano delle cavie umane per atroci esperimenti medici. Gli interventi chirurgici alle gambe si succedono a periodi fissi. Le ferite praticate vengono trattate con medicinali particolari che producono infezioni, cancrene. In quello stato le vittime vengono abbandonate sole nel dormitorio, senza alcuna assistenza. Wanda, pur non riuscendo a reggersi in piedi, si lascia cadere dal letto e, aggrappandosi alle brande delle compagne, raggiunge quelle più sofferenti per dare loro un po’ di conforto, bagna i visi bruciati dalla febbre con stracci inumiditi, conforta chi sta agonizzando. Di giorno arrivano i medici che osservano le ferite e ordinano altri esperimenti. Le povere cavie umane vengono riportate nel padiglione dell’infermeria e sottoposte ad altre orribili mutilazioni, asportazioni di pezzi di ossa, iniezioni di batteri nelle ferite. Un calvario spaventoso e interminabile. Ogni tanto una ragazza muore. Se ne vanno in questo modo in molte. Wanda le ricorda, scrivendo i loro nomi, come su una lapide, perché sono vittime in nocenti, uccise da un odio assurdo, freddo, cinico, umanamente in concepibile. L’esasperazione delle sopravvissute è indicibile. Ma Wanda, anche in quella tremenda situazione, riesce a mantenere il suo equilibrio cristiano. «Non pro vavo odio e neanche adesso lo provo. Cosa vedevo in quei tedeschi? Li guardavo e cercavo in loro le persone». Questa, in una rapidissima sintesi, l’incredibile e orribile esperienza che Wanda Poltawska fece, dai 18 ai 23 anni, nel lager di Ravensbruck. Un’esperienza capace di distruggere qualsiasi equilibrio psichico. Wanda è sopravvissuta fisicamente e psichicamente a quegli orrori grazie alla sua fede. E grazie all’aiuto di un giovane sacerdote, Karol Wojtyla, conosciuto al suo rientro a casa, riuscì a superare e a vincere le conseguenze devastanti che gli orrori patiti avrebbero certamente lasciato nella sua personalità. A quel sacerdote confidò i suoi drammi spaventosi e quel sacerdote potè “capire”, perché anche lui, negli anni della guerra, era stato martoriato da grandi dolori personali che lo avevano condotto alla vocazione sacerdotale. E nacque così un’amicizia, continuata per il resto della vita, intensa di attività e di iniziative per promuovere i valori che da quelle lontane sofferenze erano germogliati. 14 Cultura Alla riscoperta dei grandi d’ogni tempo che hanno I San Francesco in meditazione olio su tela cm 123x 92,5 Roma, chiesa di San Pietro a Carpineto in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte antica N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno saputo rendere visibile ciò che non si vedeva A CARAVAGGIO Caravaggio l’antiaccademico, Caravaggio che non mistifica, che non nasconde il suo essere concretamente uno del popolo, calato nella veracità del suo tempo, entusiasta della cristianità dei primordi ispirata ai dettami della povertà e della semplicità. nvito all’ Natività con i santi Lorenzo e Francesco olio su tela cm 268 x 197 rte Una mostra all’Accademia di Francia A Roma presentata “Scritti e scatti” di Marina Cicogna Adriana Ginammi Crisafulli A utorità, attori, giornalisti, personaggi famosi e naturalmente il padrone di casa Frédéric Mitterrand, direttore dell’Accademia di Francia a Roma hanno partecipato all’inaugurazione della mostra “Scritti e scatti”. Marina Cicogna, elegantissima, ha sostenuto con cortese disponibilità l’assalto dei numerosi fotografi. Nipote del Conte Volpi, ex governatore della Libia e fondatore nel 1932 del primo Festival cinematografico della storia: quello di Venezia, è nota soprattutto come produttrice di capolavori cinematografici. Tutte pellicole di grande importanza: Bella di giorno, Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Medea, Ulti- mo tango a Parigi, Portiere di notte, sono solo alcuni titoli. La fotografia è un’antica passione che l’ha accompagnata nel tempo. Sono un centinaio le foto che raccontano una vita, ricca di incontri con personaggi celebri, volti che difficilmente si facevano ritrarre, come Greta Garbo ripresa in due foto originali. Erza Pound al festival di Spoledo è sorpreso ma consenziente alla richiesta della fotografa. Moltissimi gli attori la bellissima Silvana Mangano sotto la cui foto Marina Cicogna ha scritto: “Ho voluto celebrare con questo ritratto la più bella bocca e il più bel naso del nostro cinema. La discrezione, l’eleganza, la malinconia”. C’è il dolce volto di Audrey Hepburn, una bella espressione di Gina Lollobrigida, Roger Vadim e Jane Fonda, Henry Fonda e Jean Sorel. Fra i per- sonaggi più noti: Gunther Sachs, Gianni Agnelli e Porfirio Rubirosa al gran Premio di Montecarlo. Una foto tenerissima ritrae Gianni e Suni Agnelli, giovanissimi. Ci sono anche Cristina e Aristotele Onassis, Paola e Alberto di Liegi, giovani sovrani, e una foto scattata a sorpresa di Maria Pia di Savoia e Charlie Chaplin. Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci ripresi insieme in giacca e cravatta sembrano stanchi e pensosi. Quanti volti noti abbiamo visto e con loro percorso una vita così ricca di incontri e di grande sensibilità, se, come scrive l’amica Jeanne Moreau:” Marina sa che il tempo passa ma lei è stata sempre capace di fermarlo anche solo per pochi attimi,ovunque si trovi il suo sguardo attento, il suo profondo bisogno di fedeltà, la spingono a voler catturare quelli che sono i suoi amici”. Altrettanta sensibilità l’autrice manifesta in quegli scatti che ci mostrano la natura. Attratta in particolare da “Paesaggi d’acqua” come alcuni ripresi a Ceylon, o nel ritrarre a macao i giovani pescatori al lavoro. Le immagini sono belle ricche di atmosfera, e gli “scritti” amano a base delle foto caratterizzano con affetto il personaggio, ce lo mostrano e lo fanno sentire ancora presente. Tante presenze di un “bel nudo” ormai lontano, ma anche le persone scomparse nell’attimo che le guardiamo sono fra noi. Potenza evocativa della fotografia. La mostra è accompagnata da un catalogo “Electa” in tre lingue italiano, francese, inglese con testi di Frédéric Mitterrand, Dacia Maraini, Jeanne Moreau e Kelvin Klein. La scenografia è di Dante Ferretti. Al Palazzo delle Esposizioni la mostra Foto Grafia Agenzia Creare e Comunicare Gabriele di Stefano_02 Golien che presenta “Heartbeat” una video installazione in cui appaiono su quattro schermi, in sincrono fra loro, le foto di amici, amanti e scene di vita accompagnata da una colonna sonora di Sir John Tavener. Don McCullin presenta “Roman frontiers” dedicato alle testimonianze dell’Impero romano nel mondo. Mi hanno particolarmente coinvolta le foto di Giorgio Barbera che ha saputo cogliere con lo sguardo “Attraverso la finestra” particolari di persone e cose, con occhio osservatore, comprensivo e intrigante. Altre sezioni di grande interesse “Photographer” di Gerard Rancinan che ha immortalato in 23 ritratti i Maestri viventi della fotografia moderna di tutto il mondo. Tra questi, per citarne alcuni: Roman Opalka, Mimmo Jodice, Sebestiao Salgano, Oliviero Toscani. Fra tanta ricchezza di materiali alcune mostre raccontano Roma. Guy Tillim un fotografo sudamericano, in “Roma la cit- tà di mezzo” con immagine a colori ci mostra luoghi di passaggio o in trasformazione come gli ex Mercati Generali, è una città di- Galleria Gallerati Eva Tomei Al mare versa fredda, invernale, vista con occhi sensibili. Nella “Roma occulta” di Giovanni Verdezoto entriamo in punta di piedi nelle Comunità degli extracomunitari della capitale. “Dall’anima al corpo, viaggio nel Caucaso russo “ di Davide Monteleone, è l’ultima tappa di un territorio da esplorare, quello intorno alla Russia che da tempo ha attratto il fotografo. Sono terre di contrasti, di conflitti etnici, religiosi, di antiche tradizioni, e l’obiettivo di Monteleone si è fermato con leggerezza e attenzione su scena di vite e usanze, ponendosi molte domande. Immagino che arrivano al cuore e fanno riflettere. L’Ottavo Festival della Fotografia è un’edizione di ampio respiro con titolo augurale “La Gioia” che esorcizza il momento critico in cui viviamo e apre una visione positiva al futuro. Con fotografi giunti da tutto il mondo, moltissime le novità, le idee, i percorsi interessanti che confermano quanto ha detto l’Assessore Croppi: “Roma Capitale della Fotografia”. Galleria Interno Ventidue Rosetta Messori St Galleria Fabio Barile-Cuore R oma - Quest’anno l’VIII Festival della Fotografia apre con alcune novità come hanno sottolineato nella presentazione il direttore artistico Marco Delogu e l’Assessore alla Cultura del Comune di Roma Umberto Croppi che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento. Il nucleo centrale della mostra è concentrato al Palazzo delle Esposizioni. Sono state coinvolte con mostre specifiche sul tema del Festival “La Gioia: visioni e rappresentazioni” le Accademie straniere presenti a Roma: l’Accademia Americana, l’Accademia di Francia, quella di Spagna, il British School, il Circolo Scandinavo e l’Istituto Culturale Ceco. Rispetto alle precedenti edizioni è ristretto il numero delle Gallerie del Circuito esterno scelte a partecipare al Festival sullo stesso tema. Il calendario parallelo alle mostre è fittissimo di incontri, presentazioni, documentari. I fotografi girano il mondo e con le foto fissano un frammento di tempo che non tornerà più, fermano un istante, un’emozione che si può rivivere nel tempo. L’Esposizione principale di quest’anno è una collettiva di 29 fotografi dal titolo”La Gioia” realizzata interamente con proiezioni e video in un percorso di rimandi visivi e sonori. Gli autori rappresentano una generazione internazionale di fotografi di talento, molti noti e premiati come la giapponese Rinko Kawauchi e l’americano Gus Powell, tutti di grande livello, con alcuni italiani emergenti: Filippo Romano, Jacopo Benassi e Manuel Capurso. I soggetti vanno dai paesaggi ai ritratti, oppure l’obiettivo si fissa su oggetti di uso quotidiano che hanno valore personale e riflettono la gioia di un momento trascorso. L’evento eccezionale del Festival è la partecipazione di due grandi della fotografia la bravissima e famosa Nan Religione N° 9/2009 - ANNO XVIII - 25 giugno L’ora di Satana Omar Ebrahime P resente nell’immaginario popolare di tutti i tempi con i nomi e le sfumature più diverse, la figura del diavolo ha sempre suscitato straordinaria curiosità. Tuttavia, se la letteratura e l’arte nel corso della storia hanno ripreso l’immagine personificata del male facendone materia dei propri soggetti e diffondendola universalmente, il suo significato originario è andato però perdendosi fino a scomparire. I vari nomi che la Sacra Scrittura usa per definire l’essere personificato del male (Diavolo, Demonio, Satana, Lucifero) sono così diventati appellativi di omonimi personaggi di fiabe, fumetti o film di successo. Ma del diavolo, osiamo dire reale, come creatura incarnata e tentatore di Gesù nel Vangelo, nulla è rimasto. Con l’ultimo libro-intervista in collaborazione con Diego Manetti, padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, cerca di riportare le cose a posto partendo dalla Rivelazione cristiana e dalle manifestazioni del Maligno nella storia (L’ora di Satana. L’attacco del Male al mondo contemporaneo, Casale Monferrato 2009, pp. 248, euro 15,00). Ne viene fuori un saggio divulgativo in cui si parte dalla definizione di Satana e del suo regno, l’Inferno, avendo presente la Bibbia e i testi del Magistero (capp. 1-2) per passare ai tratti qualificanti del tentatore (capp. 3-4) contrapposti all’opera di liberazione di Gesù (cap. 5). La parte centrale è dedicata agli esempi dei Santi vittoriosi contro il Maligno, come padre Pio da Pietrelcina o suor Faustina Kowalska (cap. 6) e alle manifestazioni ordinarie e straordinarie dell’agire diabolico (capp. 7-9). Infine, dopo aver osservato l’attacco del Male al mondo contemporaneo, il viaggio si conclude nella speranza secondo la prospettiva del Vangelo e delle apparizioni mariane recenti in cui risplende, dinanzi al peccato che pervade come un virus la società, la figura dell’Immacolata (capp. 10-14). L’opera è dettata da un’urgenza di carattere teologico e pastorale, poiché se agli stessi cristiani non è chiaro da che cosa Gesù di Nazaret abbia redento l’umanità, nella temperie relativista si rischia di perdere la André Vauchez La santità nel Medioevo Il Mulino pp. 685 €. 19,00 Quest’opera, che costituisce un classico fra gli studi in materia di religiosità medievale, analizza la diffusione del culto popolare dei santi e la risposta istituzionale della Chiesa con i processi di canonizzazione. Dopo aver ripercorso la disciplina del culto dei santi, le modalità dei processi e le ragioni della fioritura del culto, Vauchez illustra dettagliatamente i modelli di santità che emergono dalle fonti processuali. Luca Frigerio Lazzati Il maestro, il testimone, l’amico Paoline pp. 320 €. 22,00 Il volume presenta un ritratto di Lazzati, nel centenario della nascita (22 giugno 2009), mentre è in corso il processo di beatificazione, attraverso testimonianze e ricordi di chi l’ha conosciuto: amici, collaboratori, discepoli, personalità del mondo politico, religioso e culturale, ma anche persone comuni che ebbero il privilegio d’incontrarlo. fede. Cristo certamente ha redento l’umanità dal peccato, dal male e dalla morte ma tutte queste cose non sono casuali, bensì frutto del Diavolo che è all’origine di ogni deviazione. Il suo nome d’altronde (dal greco diabolos) ha un significato ben preciso ed indica ‘colui che si mette di traverso’: egli è quindi, letteralmente, colui che ostacola l’opera di salvezza di Dio. I versanti su cui Satana opera oggi sono quelli della menzogna e della violenza: nel primo caso seducendo la cultura dominante con l’idea che la vita finisca con la morte, che senza Dio sia più bella, che la minaccia alla pace venga dalla fede. Nel secondo caso atterrisce “la violenza inaudita che colpisce la vita nascente” (pag. 13): basta citare il miliardo di aborti legali degli ultimi vent’anni, qualcosa che va oltre ogni immaginazione, o “la violenza sulla vita che volge al termine, quando il malato è ridotto a un costo sociale o a un incomodo” (pag. 14). Tuttavia, pur se meno impressionante, è forse la prima prospettiva quella più preoccupante a lungo termine perché determina scelte che influenzano stili di vita e cambiano i riferimenti di una civiltà. Si tratta forse di un residuo dell’ideologia comunista (padre Fanzaga accennando alla persecuzione dell’ateismo sovietico alla Chiesa ricorda che Lenin affermava orgogliosamente: “Dio è mio nemico personale”, pag. 198) ancora vivo. E’ un atteggiamento che guadagna consensi e, adottato in massa, diventa pericoloso non solo per l’individuo ma per la società: “Infatti, se con la morte finisce tutto, che senso ha la vita? Che senso ha fare il bene o fare il male? Che senso ha essere giusti, sapendo quanto limitata sia la giustizia umana? Se con la morte finisce tutto, dov’è la giustizia?” (pag. 230). La prospettiva della morte come annientamento si mostra così realmente un veleno per chi la adotta: non esiste più sanzione né motivazione che spieghi perché “bisogna fare il bene piuttosto che il male” (pag. 231). Se in queste ‘libere opzioni per il male’ la presenza del Demonio magari c’è ma non si vede, nelle manifestazioni diaboliche vere e proprie (vessazioni, possessioni) siamo di fronte alla prova-provata del potere del Maligno. Qui, il sacerdote tramite l’esorcismo dimostra “la grandezza I L Osvaldo Poli Mamme che amano troppo San Paolo pp. 232 €. 13,00 Antonia Pozzi (1912-1938), straordinaria voce lirica del ’900, frequentò intensamente la montagna, traendone ispirazione più di ogni altro poeta italiano. Marco Dalla Torre ne ricostruisce l’attività alpinistica e ne indaga la relativa trasfigurazione poetica, che costituisce una linea tematica fortemente originale all’interno del suo canzoniere. Il testo è completato da una ricca documentazione fotografica inedita. Michel Quesnel Meditiamo con san Paolo Paoline pp. 112 €. 9,00 Di Paolo si conosce lo zelo apostolico, la grande capacità oratoria, le lettere, la profonda e a volte complessa teologia, ma pochi si soffermano sul Paolo mistico, sulle sue preghiere. L’autore, biblista, grande conoscitore della figura dell’apostolo, accompagna il lettore in un percorso di preghiera di quindici giorni. Che cosa trasforma un bambino-pulcino in un piccolo tiranno, capace di tenere in scacco la famiglia, e poi - da ragazzo - in un bamboccione insicuro di sé? È possibile “amare troppo” un figlio? In questo libro l’autore mette in guardia i genitori: anche l’amore di una mamma (ma anche di un papà) verso un figlio può venire snaturato dall’eccesso. Il cardinal Martini in questa preziosa antologia di meditazioni e preghiere propone una lettura originale dell’Eucaristia, come realtà dinamica che coinvolge la Chiesa e la storia in un movimento che prende il via dalla consegna che Gesù fa di se stesso. E sollecita nel discepolo il desiderio di dare “forma eucaristica” alla propria vita nel dono di sé. Carlo Maria Martini Prendete il largo Ancora pp. 144 €. 15,50 Cos’è la morte - la morte di tutti e di ciascuno, la morte di sempre e quella marcata dai segni inquietanti del nostro tempo? Come penetrare in un evento tanto decisivo da incidere in profondo la nostra esistenza eppure tanto opaco da mettere in scacco ogni sapere volto a rappresentarlo? Sono queste le domande, brucianti ed estreme, che alla fine degli anni Cinquanta, a pochi anni dalla più grande apocalisse dell’epoca moderna, si poneva Vladimir Jankélévitch. Vladimir Jankélévitch La morte Einaudi pp. 474 €. 28,00 Zygmunt Bauman “Nella modernità liquida il tempo non è né ciclico né lineare, come normalmente era nella altre società Vite di corsa della storia moderna e premoderna, ma invece “punIl Mulino tillistico” ossia frammentato in una moltitudine di pp. 102 €. 10,00 particelle separate, ciascuna ridotta ad un punto”. Questa perdita di senso del tempo, che ci costringe a vivere in un perpetuo e trafelato presente, in cui tutto è affidato all’esperienza del momento, è accompagnata dallo svuotamento dei criteri di rilevanza che fanno distinguere l’essenziale dal superfluo, il durevole dall’effimero. L. Bellaspiga, P. Ciociola Eluana, i fatti Ancora pp. 144 €. 12,00 Eluana Englaro è morta il 9 febbraio 2009 a Udine, dopo diciassette anni di stato vegetativo, chiudendo una vicenda che ha lacerato il Paese, ma lasciando aperti gli interrogativi che hanno scosso le coscienze e diviso gli italiani. Questo libro, raccontando i fatti senza censure, si propone di offrire al lettore gli elementi per farsi un’opinione sui problemi posti dalla drammatica e complessa vicenda. della Chiesa che è veramente Sacramento di Cristo” (pag. 152) operando la liberazione nel nome di Gesù. Qualcuno a queste pagine forse riderà: liberi di farlo. Purché non ci accada quello che accadde a quel vescovo che andando a trovare padre Pio, informato della possibile presenza del Demonio che vessava ibri dello Marco Dalla Torre Antonia Pozzi e la montagna Ancora pp. 160 €. 14,50 Riflettiamo con i Libri 15 S pirito Aa. Vv. Discepola della Parola Paoline pp. 128 €. 5,00 “La Parola non finisce mai di prendere carne: Dio, infatti, continua a chiedere ospitalità nei nostri cuori, come in Maria. Da lei, Vergine in ascolto, possiamo imparare come accogliere e lasciarci plasmare dalla Parola così che la nostra vita gusti la gioia vera, testimoni la fede e porti un fermento cristiano nella società. È questo il criterio con cui sono stati scelti le preghiere e i testi di riflessione qui proposti. Michele Mazzeo Con Maria in ascolto della Parola Paoline pp. 152 €. 6,00 Si tratta di un agile strumento diviso in due parti: Maria di Nazareth; Maria di Nazareth alla sequela di Gesù. Lo scopo del volume è duplice: riflettere sull’identità e sulla missione di Maria, a partire dalle parole di Dio e del Figlio suo, e dai silenzi e dalle parole di Maria, dal suo agire, dal suo sforzo di comprendere, insieme con Giuseppe; alimentare la fede del popolo di Dio con la luce della Parola di Dio, quella Parola che in Maria si è fatta “carne”. il Santo esclamò divertito: “Ma via, il Medioevo è finito e voi credete ancora a queste panzane?” (pag. 103). La sera stessa il refettorio tremò, mentre dalla cella del Santo arrivarono inquietanti rumori. Il vescovo rimasto senza fiato, impallidì. Alle prime luci del giorno se ne andò in gran fretta: non tornò mai più. Per me il vivere è Cristo Itinerario spirituale con san Paolo Paoline pp. 168 €. 18,00 L’autore, attraverso una lettura originale biblico-teologico e spirituale delle lettere paoline, ci mette in contatto con l’apostolo Paolo, schiavo e prigioniero di Cristo, e il suo vangelo sperimentato, assorbito, reso vivo nella sua pelle. Alcune accentuazioni peculiari: - Il cristiano è chiamato a vivere il Cristo in una relazione d’amore. - Il vangelo di Paolo è tutto incentrato sulla signoria di Cristo. A cura di VIncenzo Paglia Fenomeno Bibbia San Paolo pp. 168 €. 16,00 I risultati della prima indagine mondiale sulla lettura della Bibbia in Usa, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Olanda, Germania, Polonia, Russia, Hong Kong, Filippine e Argentina. Alle sessanta tabelle che riportano dati, domande e risposte fanno seguito un commento teologico-pastorale di S.E. Vincenzo Paglia e uno di natura sociologica del prof. Luca Diotallevi. La divisione della Cristianità Occidentale i studi a Oxford e la conversione al carriera di storico indipendente dal olo saltuariamente e per incarichi storia dell’educazione occidentale oto principalmente come studioso ’affermazione dei regimi totalitari e tiene conversazioni radiofoniche nascono a seguito delle Conferenze di Edimburgo, fra le più celebri del 8, è chiamato a occupare la prima rvard University, negli Stati Uniti Christopher Dawson 965) raccoglie una parte delnel periodo in cui occupa la ivinity School della Harvard in parte note al lettore italiacristiana occidentale, Dawson eclino dell’unità medioevale, à, con l’esito non secondario nvertito al cattolicesimo, che turale del continente di fronone — di aver prodotto una di vissuto storico, altrettanto ca, fra cattolicesimo e proteprotestante, la Riforma cattoa, l’età del barocco, il sorgere ura classica francese nel pee libertino, l’illuminismo, la enzione alle sue conseguenze Tenace assertore dell’unità di i d’America, si sofferma anone culturale di questi ultimi, w England e del metodismo Christopher Dawson La divisione della Cristianità Occidentale a cura di Paolo Mazzeranghi e con presentazione di Marco Respinti ISBN 978-88-89341-11-7 9 788889 341117 07/05/09 11:32 Christopher Dawson La divisione della Cristianità Occidentale a cura di Paolo Mazzeranghi e con presentazione di Marco Respinti Il saggio The Dividing of Christendom (1965) raccoglie una parte delle lezioni tenute da Christopher Dawson nel periodo in cui occupa la cattedra di Studi cattolico-romani alla Divinity School della Harvard University (1958-1962). Dopo le opere, in parte note al lettore italiano, dedicate alla formazione della civiltà cristiana occidentale, Dawson percorre l’itinerario che, partendo dal declino dell’unità medioevale, ha portato alla dissoluzione di tale civiltà, con l’esito non secondario — per la sua sensibilità di un inglese convertito al cattolicesimo, che ha a cuore la restaurazione dell’unità culturale del continente di fronte alla sfida della moderna secolarizzazione — di aver prodotto una separazione intellettuale, psicologica e di vissuto storico, altrettanto pronunciata di quella strettamente teologica, fra cattolicesimo e protestantesimo. Esamina dunque la Riforma protestante, la Riforma cattolica, più conosciuta come Contro-Riforma, l’età del barocco, il sorgere del pensiero scientifico moderno, la cultura classica francese nel periodo dell’assolutismo, lo spirito scettico e libertino, l’illuminismo, la Rivoluzione Francese con particolare attenzione alle sue conseguenze sul cattolicesimo di Francia ed europeo. Tenace assertore dell’unità di civiltà che accomuna Europa e Stati Uniti d’America, si sofferma anche sul ruolo della religione nella formazione culturale di questi ultimi, come nel caso del puritanesimo del New England e del metodismo wesleyano. I-88900 Crotone, via Lucifero 40 tel. 0962/90.51.92 fax 0962/1920413 ISBN 978-88-89341-11-7 pp. 312, € 19,90