SOMMARIO 10 11-12 3 LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ SVILUPPO. 7 ANZIANI E IMMIGRATI COSTRUIRE PONTI DI SOLIDARIETA' 8 BENVENUTO “CITTADINI DEL MONDO”, È A TREVISO IL PRIMO CENTRO AUSER MULTICULTURALE 9 GLI ANZIANI E LA CASA NELLE CONSIDERAZIONI DEL CENSIS TORINO, SI ESTENDE IL PROGETTO “PONY DELLA SOLIDARIETÀ “ TRA GENERAZIONI 10 UN'ESPERIENZA LONTANE TRA LORO MENSILE DI APPROFONDIMENTO DELL’AUSER NAZIONALE ONLUS OTTOBRE - NOVEMBRE - DICEMBRE 2007 Auser prima in classifica: grazie Sta per concludersi un anno di grande lavoro per i volontari e i dirigenti della nostra associazione. Un lavoro che è stato riconosciuto, in primo luogo, dagli iscritti e dai cittadini italiani che, attraverso la loro dichiarazione dei redditi, hanno voluto premiare la nostra associazione facendo aumentare i dati del 5xmille del 57% rispetto all'anno 2006. Un risultato che deve riempire tutti di soddisfazione e che fa aumentare la fiducia e l'entusiasmo per le attività da svolgere nel prossimo futuro. Per questo, vi ringraziamo tutti. Alla soddisfazione si aggiunge, però, un forte rammarico sui ritardi e gli intoppi burocratici che non hanno consentito, fino ad ora, alle associazioni aventi diritto, di potere riscuotere il loro credito. Insisteremo affinchè i tempi si riducano al minimo nell'interesse di tutti. Il nostro lavoro, comunque, continuerà in direzione del consolidamento ed il potenziamento di tutte le nostre attività. A partire dal Filo d'Argento, sul quale contiamo di pubblicare il primo rapporto informativo all'inizio del prossimo anno, accompagnando tale scadenza con un progetto di rafforzamento di tutte le attività che si svolgono nei diversi territori del nostro Paese. Riteniamo, inoltre, importante l'attenzione rivolta alle iniziative delle libere università della terza età, che hanno saputo coniugare l'esigenza della conoscenza e della formazione con le azioni di contrasto contro l'analfabetismo diretto e di ritorno, che è abbastanza diffuso nel nostro Paese. L'impegno va consolidato per allargare l'offerta formativa ai cittadini più deboli. Cioè a quelli che avvertono un forte bisogno formativo e di aggiornamento delle proprie conoscenze, ma non riescono ad entrare nei circuiti formativi che l'Auser propone. Insieme a questi obiettivi, intendiamo proseguire il nostro lavoro non solo sui tradizionali filoni del turismo sociale e della cooperazione internazionale, ma anche continuando quel lavoro sulla progettazione che ha permesso nel Mezzogiorno di valorizzare, attraverso il Progetto Sud, i temi della solidarietà, legalità e sviluppo in un quadro di rafforzamento e di formazione dei nostri volontari in quelle regioni. Ed ancora, con la straordinaria esperienza del progetto sull'immigrazione, che ha avuto anche il riconoscimento della Comunità Economica Europea e attraverso il quale abbiamo messo in evidenza la grande questione dell'informazione e della conoscenza per superare i luoghi comuni e prevenire le paure che sorgono, spesso, nel rapporto con le varie espressioni della diversità. E' stato importante chiarire la differenza tra il concetto di accoglienza e quello dell'integrazione. L'altro aspetto centrale della nostra attività è stata rivolta ai temi dell'adeguamento e dello sviluppo organizzativo della nostra associazione che ha bisogno, oggi più di ieri, di governare la crescita e realizzare l'obiettivo principale della Conferenza nazionale di Organizzazione, cioè, più coesione e più rete. Per l'anno nuovo, il nostro lavoro non sarà meno impegnativo, considerato che sarà l'anno dell'avvio operativo della nostra riforma organizzativa e del congresso nazionale, dove intendiamo porre al centro il tema dell'anziano liberato: declinato nelle sue molteplici dimensioni economiche, sociali, umane ed esistenziali. Intanto, vi porgo i miei più affettuosi auguri per le prossime festività. Michele Mangano Presidente nazionale Auser ATTUALITÀ 2 UNA POESIA PER AUSER "'Nzieme" (insieme) Si 'o tiempo se fermasse a stu mumento Penso ca nun sarria tanto sbagliato. Purtroppo 'o tiempo nun s'è mai fermato, Tu rice aiere , oggi, e già è dimane. Certo ca ognuno e nuje l'acciacche 'e tene, Ma stanno 'nzieme è na buona cura, Purtanno 'a capa a spasso co' misura , Tutte e prubleme tuoje t'e può scurda. Si staje tu sule , invece , 'o male pesa Pecche 'o pensiero corre sempe llà, Allora risulvimmole st'impresa 'A vita , in fondo, è fatta pe' campà. Marisa Fiorentino Auser di Agropoli (Sa) 3 PROGETTO SUD LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ, SVILUPPO A Palermo un convegno nazionale dell'Auser per dire no alla mafia e sì alla giustizia “Legalità, solidarietà, sviluppo”, attorno a questi tre concetti l'Auser nazionale ha chiamato a confrontarsi a Palermo, in un convegno nazionale sullo sviluppo del Mezzogiorno lo scorso 16 ottobre, società civile, Confindustria, Magistratura e sindacato. Con questa scelta l'Auser ha voluto rinnovare il suo impegno verso il Sud, verso quella parte del Paese dove la tenuta della famiglia e la sua rete di protezione sta venendo meno, dove è carente l'intervento da parte di tante istituzioni pubbliche e dove i bisogni dei cittadini più fragili, soprattutto anziani, non trovano risposta. In tutto il Mezzogiorno l'incidenza della povertà relativa è infatti del 21,6% contro un 5,3% del Nord Italia. Un Sud che invecchia sempre di più: gli over 65 in Sicilia rappresentano il 17,43% della popolazione, in Puglia sono oltre 671.000 (pari al 16,62%) in Calabria costituiscono il 17,6% della popolazione, mentre in Campania gli ultrasessantacinquenni sono oltre 851.000 (14,78 %). In queste quattro regioni l'invecchiamento, come nel resto d'Italia, è soprattutto al femminile. L'iniziativa ha rappresentato anche la conclusione delle attività svolte nell'ambito del “Progetto Sud Rafforzamento delle competenze Auser per lo sviluppo di reti solidali nel Mezzogiorno”. Un progetto finanziato dal Ministero del Solidarietà Sociale che si è avviato nel gennaio del 2006, ed ha coinvolto quattro regioni: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; 102 associazioni e 172 volontari. L'obiettivo fondamentale del progetto è stato il rafforzamento e lo sviluppo delle competenze della rete meridionale di Auser, come fattore di ricostruzione di relazioni tra e con gli anziani. Ma veniamo al Convegno e ai contenuti che sono emersi. Presentiamo una breve sintesi degli interventi che si sono succeduti. Ha coordinato i lavori Alessandro Montebugnoli, Università di Roma La Sapienza. LA “LEGALITÀ DEBOLE” Pietro Fantozzi, Università della Calabria Ha parlato di “legalità debole” il prof. Fantozzi, “che si vede in tante forme. La forma mafiosa è il modo più radicale di manifestare questa debolezza”. “La legalità è debole perché chi produce le norme sociali non le produce in ottemperanza di questa legalità, cioè delle norme giuridiche”. Ma chi rende la legalità debole? La tesi del prof. Fantozzi è che le norme prodotte dai produttori di norme come la comunità, il mercato, la politica e di gruppi di interesse, rendono la legalità debole. “La comunità per eccellenza è la famiglia- ha sottolineato Fantozzi- che sta vivendo oggi un momento di grande trasformazione e indebolimento rispetto al passato, di precarietà. Sta mutando nella sua fisionomia, nel suo carattere. La funzione che la famiglia ha avuto nel Mezzogiorno è stata determinante. Ma si è indebolita anche nel Sud, con un forte calo della natalità. Se si pensa alla criminalità organizzata, il sistema familiare è però determinante”. Fantozzi ha poi parlato di mercato e di scambio. “Come avviene e quali sono gli elementi che contraddistinguono il mercato? Come avviene il processo produttivo in un contesto in cui sta crescendo enormemente la disuguaglianza?” Si è chiesto Fantozzi “C'è un meccanismo redistributivo della ricchezza significativo, in un'ottica in cui il processo produttivo è debolissimo. E dove permangono ancora fortemente i meccanismi di rendita, le fasce grigie si allargano. Sono convinto che nella stragrande maggioranza della vita economica del Mezzogiorno, e soprattutto di alcune regioni, la maggior parte della produzione reale di norme prodotte da quegli scambi produce azioni illegali o comunque al limite della legalità. Sono convinto che molto spesso tante imprese non ce la fanno a stare nella legalità. La produzione di norme in una condizione di precarietà determina condizioni di difficoltà”. “La trasparenza dei processi economici è determinante. A livello nazionale e delle regioni meridionali, i meccanismi di trasparenza dei processi economici e delle forme di scambio, non sempre sono possibili.” Nell'intervento di Fantozzi è stata poi la volta della politica. “La politica emana regole che dovrebbero produrre ridistribuzione; nel nostro Paese, in questi ultimi vent'anni, la disuguaglianza è cresciuta fortemente, creando differenze. I sistemi clientelari sono diventati sempre più pervadenti, assumendo altra natura e altra forma. I rapporti tra politica ed economia sono diventati sempre meno trasparenti e controllati. L'effetto è che la politica non svolge la sua funzione e i produttori di norme - la politica ne è l'esempio più tangibile - non producono norme rivolte verso la legalità che accrescono i motivi di obbedienza alle norme politiche. Fantozzi ha chiuso parlando dei sistemi associazionistici e della società civile “un elemento di grande speranza ma anche di grande delusione” ha detto. “ La società civile meridionale è cresciuta in maniera autonoma e fuori dalle logiche del particolarismo, e al suo interno coesistono grandi voglie di cambiamento, ma anche contraddizioni.” “Dobbiamo uscire fuori da quella vaga forma di condanna generica in cui spesso ci si limita, magari interessante sulla carta ma che non è pratica della vita quotidiana. L'obiettivo per cui bisogna battersi è la trasparenza e prima di chiederla bisogna praticarla; occorre rendere trasparente la propria azione, la propria azione di funzionamento, anche nella precarietà, nella difficoltà e nella sconfitta. La grande mobilitazione ha peso nel momento in cui dà ai cittadini e a coloro che vi partecipano la motivazione per andare avanti in una battaglia e rendere chiaro e trasparente a tutti che siamo impegnati in un cammino di questo tipo. Impegnati praticamente, concretamente”. VERSO IL CAMBIAMENTO Antonino Salerno Vice presidente Confindustria Sicilia La Confindustria Siciliana sta giocando un ruolo fondamentale sul territorio per contrastare la piaga del pizzo e dell'illecito. Antonino Salerno vicepresidente di Confindustria Sicilia ha sottolineato che “occorre instaurare le condizioni per fare impresa; è un passaggio fondamentale per lo sviluppo della legalità, per uscire dalla cappa che grava sulle imprese siciliane e non solo, per creare una vera e sana inversione di tendenza. Sono convinto - ha aggiuntoche insieme possiamo fare moltissimo.” “Tutti noi abbiamo il dovere di fare qualcosa in una società che continua a perdere i valori che sono parte della nostra cultura. Da qualche mese, la Confindustria, ha deciso di assumere la linea della fermezza. Abbiamo avuto la solidarietà dei sindacati, delle altre associazioni di categoria, ma soprattutto della società civile. Qualcosa sta cambiando in Sicilia ed è di un'importanza eccezionale. Ma come possono le aziende siciliane, le aziende del sud, avere competitività quando ancora dobbiamo subire quello che è stato il motivo del nostro sottosviluppo? Se dobbiamo mettere nei nostri conti una certa quota destinata alla mafia? Un ladrocinio che nessuno vede. Adesso basta. Vogliamo uscire da questa forma di sottosviluppo che porterà i nostri figli sempre di più a lasciare la loro terra per andare a lavorare altrove. I giovani devono essere messi nelle condizioni di contribuire allo sviluppo del nostro territorio.” “Malgrado gli sforzi, i regolamenti, le parole spese, i processi, ecc. non si riesce ad avere delle leggi chiare e semplici di facile applicazione che evitino lungaggini inaccettabili. Le imprese che aderiscono a Confindustria oggi in Sicilia rappresentano un numero abbastanza consistente; i nostri rapporti con le altre organizzazioni datoriali e con il sindacato sono imperniate su un clima di grande collaborazione. Siamo convinti che da soli non si va da nessuna parte. E' la società civile l'elemento trainante del cambiamento. Rivolgo un invito a tutti di cercare di sostituirsi alle carenze della scuola. Se dobbiamo immaginare un futuro migliore certamente non possiamo prescindere dai valori. Dobbiamo dare ai giovani la speranza e la voglia di guardare avanti, partendo dall'esperienza e dai valori di cui sono portatori gli anziani”. L'OBIETTIVO CHE CI LEGA TUTTI È LA GIUSTIZIA Don Luigi Ciotti presidente di Libera “Chi è morto per la giustizia è voce che parla con la vita. E' grido espresso con il corpo e con il dono di sé per valori più alti della vita stessa. Chi muore per un valore più alto della sua stessa vita diventa qualcuno che propone vita. Nonostante tutto. Queste persone morte sono un invito a prendere il testimone della vita.” “Il cambiamento e la speranza hanno bisogno del NOI, questa è la grande scommessa, il Noi. Ognuno con il suo ruolo e le sue competenze, con la sua partecipazione.” “L'obiettivo che ci lega tutti è la giustizia. La legalità e la solidarietà sono gli strumenti per costruire la giustizia. Abbiamo bisogno di giustizia. Sono due facce della stessa medaglia che si chiama giustizia. La legalità non è valore, è il prerequisito per costruire valori. La solidarietà e la legalità si incontrano sul valore della giustizia. Noi siamo qui tutti legati dalla stessa passione per costruire giustizia che per me comincia dalla giustizia sociale, dalle politiche sociali. La giustizia è il filtro critico che mi verifica la serietà della solidarietà e la validità della legalità. La legalità è la saldatura fra la responsabilità, il nostro metterci in gioco e la giustizia che noi chiediamo allo stato, alle istituzioni, alla politica. Ma non chiediamo allo stato di fare la sua parte se non c'è la coerenza che comincia dentro di noi.” “C'è una parola forte che ci lega tutti: l'etica. Tutti parlano di etica e dobbiamo ridefinirla con chiarezza. L'Auser è un'espressione etica. L'etica è la ricerca dell'autenticamente umano, è la responsabilità, la corresponsabilità degli uni verso gli altri, il prendersi cura delle situazioni più fragili, più deboli. L'Auser vive questa dimensione etica, come il sindacato.” “Bisogna promuovere sviluppo. Lo sviluppo non è solo occupazione, ma è anche informazione, che non costruisca solo cronaca, ma anche storia. Sviluppo è anche cultura, prevenzione, educazione. Abbiamo bisogno di un grande investimento culturale. Il diritto al lavoro è importantissimo perché è la maggiore garanzia della dignità dell'uomo. E' un bisogno della persona, per vivere per crescere, per non dover dipendere. La mancanza di questa opportunità non ci rende liberi. La disoccupazione costituisce un penoso stadio di frustrazione e sbandamento.” ATTUALITÀ 4 “Grazie al milione di firme raccolte, oggi la confisca dei beni ai mafiosi è una legge dello stato. Ma non è sufficiente. Noi chiediamo la costituzione di un'Agenzia nazionale che segua la confisca, che lavori con i magistrati, che accorci i tempi, che sia più pratica, meno burocratica, che trovi modalità per superare quelle zone grigie che creano ostacoli. Sono in molti a non volerla. Si dice che basta il Demanio, ma occorre qualcosa di più organizzato, forte ed incisivo. La cooperativa Placido Rizzotto è stata la prima cooperativa nata con bando pubblico attraverso la legge della confisca dei beni. “ “Non facciamoci scoraggiare e continuiamo a nutrire speranza, anche se è difficile. La speranza va tradotta e declinata nella vita concreta. La speranza salva qualcuno solo se appartiene a tutti portare sempre il nostro contributo al cambiamento. “Riscriviamo insieme il vocabolario della legalità, della solidarietà e della giustizia”. 5 PROGETTO SUD NUOVE FRONTIERE PER LA LEGISLAZIONE ANTIMAFIA Sergio Lari procuratore aggiunto di Palermo “Occorre spostare la nostra attenzione dall'aspetto soggettivo della pericolosità mafiosa, all'aspetto oggettivo della pericolosità del bene in possesso della mafia. Una delle nuove frontiere su cui tutta la legislazione antimafia si deve oggi mettere in discussione. Oggi, le misure di prevenzione antimafia, sono legate alle misure di prevenzione personale; si può applicare una misura di prevenzione antimafia in quanto il soggetto a cui questi beni vengono attribuiti sia anche un soggetto sottoposto a misure di prevenzione personale. Questo è un limite, un ostacolo. Qual è la nuova evoluzione che noi dovremmo dare a tutto il sistema delle misure di prevenzione? Dobbiamo preoccuparci dell'oggettiva illiceità del bene, stabilire che se un bene ha delle origini illecite, le mantiene anche dopo la morte di colui il quale l'ha creato. Sono anni che non riusciamo ad ottenere delle modifiche normative su questo versante.” “Si è dimostrato che l'agenzia del demanio non riesce a gestire tutti i beni che vengono confiscati alla mafia. Solo il 10% viene assegnato, il resto è bloccato, perché non si hanno gli strumenti per procedere adeguatamente. Sono beni che non sempre giungono “puliti” alla fase finale della confisca, sono gravati da ipoteche, ci sono creditori. I meccanismi delle misure di prevenzione oggi sono tali che ci vogliono 10 anni per arrivare alla confisca, poi si innesca una fase dai tempi lunghissimi.” “Si è verificato un crollo verticale delle confische dei beni dei patrimoni mafiosi, problema che nasce da un insieme di fattori ai quali si potrebbe cercare di porre rimedio con opportune riforme normative. Ci vorrebbe un testo unico, la razionalizzazione del sistema, l'aumento di poteri di indagine nella fascia di misure di prevenzione. “Oggi, per essere efficaci, le indagini antimafia le deve fare, le può fare, soltanto quella procura distrettuale che si avvale degli strumenti delle intercettazioni ambientali, dei collaboratori di giustizia, e di un panorama di indagini tali che gli consente di arrivare a risultare proficui. Sono anni che la magistratura aspetta queste riforme; sono anni che noi speriamo che al posto del demanio venga istituita un'agenzia che si possa occupare della gestione dei beni confiscati ai mafiosi. Noi abbiamo indicato normativamente come fare. Norme ispirate dal buonsenso, eppure non riusciamo ad ottenere dal Parlamento delle risposte adeguate. Se non fosse stato per la legge promossa da Libera per cui furono raccolte un milione di firme, oggi la destinazione per fini sociali dei patrimoni confiscati sarebbe un'utopia. Invece è una realtà concreta.” “Sono convinto dell'importanza del rapporto con la società civile, con organizzazioni come l'Auser. Voi potete incidere fortemente sullo sviluppo della società, renderla migliore, voi siete portatori di una cultura, di un passato che può incidere fortemente. Voi siete una risorsa fondamentale e dovete fungere da stimolo della legalità. Siete una forza indispensabile per portare avanti un vero progetto di rinnovamento sociale ed economico che può partire da qui, dalla Sicilia. Soprattutto la partecipazione degli anziani può portare un contributo validissimo qui nel sud, dove è grande la sete di giustizia e dove i siciliani onesti sono tanti e vogliono far sentire forte la loro voce”. BENI CONFISCATI: STRUMENTI DI GIUSTIZIA SOCIALE Gianluca Faraone presidente cooperativa “Placido Rizzotto” “Dobbiamo continuare a costruire il consenso in chiave di lotta alla mafia attorno alla presenza dello stato e delle istituzioni. I patrimoni confiscati costituiscono nuovi strumenti di giustizia sociale. I tanti progetti avviati con le cooperative in Sicilia e nel Sud, hanno permesso a molti giovani di rimanere nella propria terra LA PASTA ANTIMAFIA CHE AIUTA GLI ANZIANI DON CIOTTI: “GRAZIE. AVETE SEMINATO SPERANZA” “L'Auser offrendo la pasta della cooperativa Placido Rizzotto nelle piazze di tutta Italia,in occasione della giornata di raccolta fondi per il filo d'argento, produce vita. Avete permesso, con un segno molto importante, di essere corresponsabili di un percorso per dare le gambe a quelle prime cooperative che hanno dato un segno a livello etico, culturale, economico, sociale e anche politico non indifferente. Voi avete seminato speranza e cultura. Avete legate insieme la solidarietà, la legalità e lo sviluppo, per costruire dei percorsi di vita per la gente. Vi devo ringraziare per il vostro servizio così umile, ma aver fatto quella scelta vi ha reso moltiplicatori di una cultura della legalità e avete contribuito a far crescere questa coscienza e questa responsabilità. Era impensabile qualche anno fa trovare i prodotti di Libera, la pasta, l'olio, il vino. Voi siete stati, e vi auguro di continuare ad esserlo, costruttori di una giustizia che si deve misurare sempre nei termini della prossimità. Perché la prima giustizia comincia dalla prossimità, dall'ascolto dei vissuti, della storia delle persone. a lavorare e rappresentano una straordinaria opportunità di crescita personale. Sono troppi i giovani che sono costretti ad andarsene per cercare lavoro. Noi vogliamo dare un segnale forte ai giovani, che anche qui è possibile farsi strada attraverso l'affermazione dei principi di legalità, solidarietà e sviluppo. Un bene sottratto alla mafia è un bene restituito alla comunità. L'idea che tutta l'Auser ha sposato la nostra battaglia utilizzando la pasta antimafia, che i volontari auser hanno vendemmiato con noi le uve che diventeranno vino “cento passi”, che ha stretto relazioni e sinergie, è la dimostrazione che la nostra collaborazione va oltre l'evento. E anche noi giovani della Placido Rizzotto siamo orgogliosi di poter fare qualcosa di utile per gli anziani seguiti dal Filo d'Argento.” “Il sindacalismo confederale ha una funzione importante, è il raccordo più immediato fra la società civile e la politica, tra il mercato e l'impresa e la politica. Il sindacato per sua natura è un incrocio che ha la possibilità di mettere in comunicazione quei fattori che sono determinanti per raggiungere quell'obiettivo. La funzione che come sindacato esercitiamo, ci mette nella condizione di interloquire a 360 gradi e ci da la responsabilità di fare fino in fondo il nostro mestiere, perché solo facendo così e in sinergia con tutti i soggetti, siamo nelle condizioni di poter arrivare all'obiettivo di far finire “quel fenomeno umano” che si chiama criminalità organizzata. IL RUOLO DEL SINDACATO Ha concluso il Convegno Michele Mangano che ha fatto suo l'appello di don Ciotti per l'istituzione urgente dell'Agenzia Unica per i beni sottoposti a provvedimento “il totale dei beni immobili confiscati ed assegnati è 2246, il 7,6% del totale. Bisogna fare di più”. Ha proseguito dicendo come “l'impegno per la legalità, la lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata, non può e non deve mai subire rallentamenti o vivere momenti di stanchezza e di sottovalutazione, soprattutto nella società civile”. “Il segnale che registriamo oggi è un segnale non solo di speranza, ma di fiducia circa l'impegno che magistratura, forze dell'ordine, imprenditoria, forze sociali, società civile, le cooperative di giovani, manifestano attraverso atti e scelte concrete e coraggiose, in direzione di una mobilitazione e di un rifiuto convinto del condizionamento mafioso nella vita della comunità, dei giovani e delle attività imprenditoriali. Una giornata pensata e voluta per la solidarietà, ma che è servita, anche per chi vive fuori da questi territori, a capire di più e meglio le condizioni in cui vivono i cittadini di questa comunità, di questa regione, e come in essi non c'è ancora rassegnazione e perdita di fiducia, ma voglia di reagire per sé stessi, per i figli, per le loro famiglie, per un futuro più sereno, libero dalla mafia e sorretto da una legalità cercata, voluta, condivisa e praticata.” Italo Tripi Segretario generale Cgil Sicilia “La Cgil persegue dalla sua nascita l'obiettivo della giustizia e gli strumenti della legalità e della solidarietà sono nel suo dna. La Confindustria ha fatto un gesto importante. Un gesto simbolico che ha lanciato come messaggio che fare impresa in modo diverso si può. E'un manifesto politico che deve essere preso con grande serietà. E dobbiamo fare squadra con questa scelta. C'è l'idea di una nuova cultura imprenditoriale. La scelta di dire no al pizzo costituisce un vero e proprio programma che rivendica un'economia differente. Il sindacato si deve interessare fortemente a questa presa di posizione di Confindustria, perché è chiaro che quando c'è un'economia che punta a determinare sviluppo c'è la possibilità di fare sindacato, di fare contrattazione, di ragionare sulla redistribuzione e su tanti altri versanti. La presenza del sistema mafioso in Sicilia ha avuto l'effetto di un freno a mano tirato sullo sviluppo. Noi tutti ci dobbiamo impegnare per dimostrare quello che era uno degli assunti di Falcone, che la criminalità organizzata è un fenomeno umano che ha un inizio e una fine.” ATTUALITÀ 6 LE CONCLUSIONI Michele Mangano presidente nazionale Auser “C'è la necessità di rilanciare oltre ai temi della lotta alla criminalità organizzata - ha proseguito Manganoanche un progetto per lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso alcuni precisi interventi come fiscalità di vantaggio; politiche infrastrutturali; ricerca innovazione; semplificazione amministrativa; politiche industriali; lotta al lavoro nero e precario; incentivi alle imprese sane che investono nel Mezzogiorno. C'è anche l'urgenza che sui temi della legalità e della sicurezza si chieda un impegno forte da parte dello Stato nell'azione di contrasto e di tutela del territorio e di garantire al sistema delle imprese ed ai cittadini condizioni di vita accettabili.” Mangano ha anche detto che occorrono più strumenti da dedicare alla formazione di una cultura della legalità che spesso è molto carente nei sistemi formativi tradizionali, utilizzando anche le strutture formative non formali come le università popolari della terza età. 7 Anziani e immigrati. Costruire ponti di solidarietà PROSEGUE L'IMPEGNO DELL'AUSER PER ABBATTERE I MURI DELL'INTOLLERANZA “Diventare un ponte verso le culture,aprire le sedi ai cittadini stranieri, creare in tutta Italia tanti punti di contatto fra anziani e immigrati”. Si può riassumere così il nuovo impegno dell'Auser per gli anni futuri sul tema del rapporto fra anziani ed immigrati. Il progetto dell'Auser finanziato dal Ministero per la solidarietà sociale ”gli anziani per conoscere l'immigrazione e superare ogni paura. L'immigrazione come risorsa sociale” i cui risultati sono stati presentati a Roma il 9 novembre in un Convegno Nazionale, proseguirà infatti il suo cammino. 5 le città coinvolte: due realtà del nord ad alta densità di immigrazione, la terra del “sindaco sceriffo” Treviso e Varese patria del leghismo; per passare alla Sardegna con Sassari, e al sud Italia con Napoli e Vittoria in provincia di Ragusa. 96 i volontari impegnati, per l'80% donne, un terzo composto da immigrati soprattutto giovani (provenienti dal Senegal, Costa d'Avorio, Nigeria, ma anche Maghreb, India, Perù e Romania). Oltre 400 gli anziani che hanno partecipato alle iniziative di incontro e conoscenza con gli immigrati. Decine gli incontri che si sono svolti all'insegna del cibo, della musica e della socialità. Il progetto era rivolto agli anziani per aiutarli a capire meglio il fenomeno dell'immigrazione, superare paure, diffidenze, insicurezze, favorire l'incontro e lo scambio. Nelle cinque realtà interessate le generazioni si sono mischiate con nonni e nipoti, le lingue e le culture, le donne immigrate si sono prestate a cantare, cucinare, ballare, spiegare e raccontare, gli amministratori locali hanno partecipato con entusiasmo. Gli immigrati coinvolti si sono interessati didascalia ai racconti delle storie partigiane. E, fra i risultati più interessanti raggiunti dal progetto, la nascita a Treviso del primo centro Auser multiculturale “cittadini del mondo” che sarà guidato da Marie Lobe della Costa d'Avorio. “Il progetto Auser - ha detto Renzo Scortegagna, docente all'Università di Padova - rappresenta l'inizio di un percorso di integrazione e convivenza tra anziani e immigrati. E' un progetto importante perché “di strada”, nato per la gente fra la gente, e che ha mirato alla costruzione di un nuovo modo di stare insieme. Ha indicato la via per creare una nuova comunità: stando insieme, facendo rete, trasformando la convivenza in dialogo, coinvolgimento e reciprocità. Tutte le esperienze del progetto hanno posto l'accento su tre aspetti fondamentali di confronto: il cibo, la festa e la musica; tre elementi simbolici, che hanno reso possibile e necessario l'incontro tra gli anziani e gli immigrati”. “Oggi quando si parla di immigrati si pensa subito alla sicurezza e non all'integrazione e alla valorizzazione di questa risorsa - ha sottolineato il presidente nazionale dell'Auser Michele Mangano concludendo il Convegno- Noi daremo il nostro contributo per un approccio nuovo a questo tema. “Gli scenari sono cambiati velocemente - ha detto prima l'immigrato era “qualcuno dalla pelle scura che viene da lontano”, un estraneo. Oggi non è più così. Dobbiamo dare dignità ai nostri concittadini comunitari ed aprire le frontiere della solidarietà. Ci impegneremo per costruire una nuova cultura dell'accoglienza dando dignità ai nostri concittadini, ai cittadini comunitari provenienti dall'est europeo. Bisogna inoltre chiamare UNA GIUSTA MISTURA Un dvd e un libretto raccontano il successo del progetto e l'entusiasmo che si è sviluppato attorno ad esso Per saperne di più su come si è sviluppato il progetto e sui risultati raggiunti sono disponibili, presso l'Auser Nazionale, un video documentario in Dvd e un interessante libretto dal titolo “Una giusta mistura. Persone, incontri, progetti” realizzato da Mirella Lattanzi, responsabile del progetto che ha seguito con grande passione tutto l'evolversi delle sperimentazioni nei cinque territori individuati. Nelle pagine del libro la storia di una vera e propria maratona interetnica durata nove mesi. “Il progetto si è chiuso con un bilancio positivo - scrive Mirella Lattanzi- La sperimentazione ha dimostrato, e in alcuni casi, accresciuto le possibilità i percorsi e il metodo di azioni innovative. Era uno degli obiettivi prefissati. Siamo inoltre convinti della trasferibilità in altri contesti delle esperienze emerse. La numerosità delle persone coinvolte segnala inoltre l'interesse e, in qualche modo l'urgenza, del tema trattato”. “Un'altra considerazione positiva - scrive ancora la Lattanzi- concerne la convinta adesione a proseguire sul terreno della multiculturalità e quindi sulla costruzione condivisa di azioni coerenti. Ciò va non soltanto in direzione della opzione nazionale sulla multiculturalità, ma si materializza anche in declinazioni nuove del “fare associazione” nei territori.” PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE IL MATERIALE: AUSER NAZIONALE 06/8440771 l'Unione Europea alla corresponsabilità, a svolgere un ruolo attivo nei processi di integrazione, non può limitarsi solo ad una semplice delega.” Mangano ha inoltre sottolineato quanto sia importante accrescere l'impegno verso gli immigrati di seconda generazione (oggi sono circa 400.000), nati nel nostro paese, ma troppo spesso discriminati e vittime dell'indifferenza e di intolleranza, o addirittura di episodi di razzismo. “La risorsa anziani - ha detto- ci aiuterà in questo percorso di costruzione di una società veramente solidale ed inclusiva”. Il Ministro Paolo Ferrero ha inviato al Convegno dell'Auser una lettera nella quale accenna alla nuova legge sull'immigrazione promossa insieme al Ministro Amato. “Il senso del provvedimento è molto semplice: voltare pagina rispetto alla legge Bossi Fini, garantendo un'immigrazione regolare attraverso la promozione di politiche di incontro tra offerta e domanda di lavoro ed il sostegno a processi di integrazione e di inclusione sociale. Le pregiudiziali ideologiche non aiutano a capire la complessità di questo fenomeno, e al contrario, alimentano paure ed allarmi sociali, che non facilitano soluzioni serie per questioni difficili”. “In Italia come nel resto d'Europa - prosegue la nota di Ferrero- l'immigrazione è semplicemente un dato di fatto, certo complesso ed articolato, che presenta problemi, ma che al tempo stesso offre delle opportunità . L'impegno dell'Auser aiuta a promuovere consapevolezza ed a orientare l'opinione pubblica nella direzione della costruzione di una società accogliente, pluralista e solidale”. Benvenuto “cittadini del mondo”. È a Treviso il primo centro Auser multiculturale Un segnale forte verso una pacifica convivenza, in un momento nel quale l'Italia ha bisogno di messaggi che vadano in questa direzione, è segnato dalla recente chiusura del progetto Auser anziani e immigrati “Gli anziani per conoscere l'immigrazione e superare ogni paura. L'immigrazione come risorsa sociale”. Il progetto ha coinciso con un rigurgito di xenofobia che ha attraversato il nostro Paese in seguito a gravi fatti di cronaca. L'enorme successo del progetto Auser ha segnato una direzione contraria rispetto a questo pericoloso malessere di molti, dimostrando come la convivenza tra cittadini italiani e cittadini stranieri è non solo auspicabile, ma anche possibile. Moltissimi anziani hanno accettato la sfida, partecipando alle iniziative di incontro e conoscenza con gli immigrati e gli esiti di questi incontri sono stati molto positivi. La voglia di continuare a conoscersi, di costruire insieme, il desiderio di convivere dialogando facendo rete hanno prevalso, e sono stati questi sentimenti che a Treviso hanno portato alla nascita del primo Circolo multiculturale Auser “Cittadini del Mondo”. Per dirigerlo è stata scelta Marie Lobe Gondo, donna originaria della Costa d'Avorio, in Italia da sei anni. Marie, che sarà la Presidente del centro, ci racconta la sua testimonianza. Da quando ha lasciato il suo paese d'origine per raggiungere il marito e i tre dei suoi cinque figli, Marie ne ha fatta di strada. In Italia Marie ha lavorato in fabbrica, poi nelle case private, fino a frequentare un corso per mediatrice culturale, che è oggi la sua professione. Oggi Marie vive in provincia di Treviso. La sua esperienza con l'Auser è cominciata quando, insieme alla Cgil, è stata coinvolta nel progetto di stesura di un breve libro “Cittadini come noi”, nel quale sono raccolte le testimonianze di uomini e donne stranieri. Successivamente, con la nascita del progetto Anziani e Immigrati, Marie è stata individuata dall'Auser per tenere incontri con gli anziani. Insieme ad altri mediatori culturali Marie ha cominciato a frequentare i centri Auser per raccontare la sua esperienza ad anziani interessati e ricettivi verso le nuove tematiche. Il primo risultato degli incontri è stata l'organizzazione di cene e corsi di cucina, che hanno reso possibile abbattere le prime barriere, trovare dei punti di contatto, fraternizzare iniziando un processo di conoscenza. Al termine di questi appuntamenti è stata organizzata una grande festa finale e da qui, quando le generazioni e le culture si sono trovate assieme, unite attraverso il cibo, la musica, la danza, i racconti delle proprie esperienze, è nata l'idea del centro multiculturale “Cittadini del Mondo”: un'associazione interetnica che vuole promuovere la cooperazione tra cittadini italiani e stranieri, per favorire l'accoglienza, l'integrazione e la conoscenza delle rispettive culture. Il centro, appena nato, non manca di idee e progetti ma non è ancora operativo. Gli obiettivi dell'associazione sono: favorire l'inserimento degli immigrati ATTUALITÀ 8 nella realtà sociale, culturale e politica della Provincia di Treviso; promuovere iniziative concrete per l'accoglienza e il rispetto dei diritti degli immigrati (diritto al lavoro, all'abitazione, al ricongiungimento familiare, all'asilo politico, alla salute, all'istruzione, alla lingua e alla religione); sviluppare attività, iniziative e percorsi di formazione, anche in collaborazione con altre associazioni e organizzazioni, finalizzati a far crescere la partecipazione e la cittadinanza attiva e l'impegno di ogni cittadino nella vita democratica delle comunità locali; promuovere la conoscenza di ogni cultura e il confronto tra di esse; favorire forme di coordinamento interetnico tra italiani e stranieri, per una maggiore capacità di rappresentanza e di integrazione. Il Centro esprime una presa di coscienza del cambiamento degli scenari nel nostro Paese, e rappresenta un punto di partenza per operare in direzione di una valorizzazione delle risorse che ciascun immigrati porta con sé. Anna Monterubbianesi 9 GLI ANZIANI E LA CASA NELLE CONSIDERAZIONI DEL CENSIS Sotto il profilo demografico l'Italia, come tutti i Paesi avanzati, presenta rilevantissimi tassi di senilizzazione. La componente anziana della popolazione, già oggi particolarmente elevata, è in costante aumento. Questa situazione, che si lega all'allungamento della vita media ed ai bassi tassi di natalità, se non gestita consapevolmente, può creare diversi problemi. La nuclearizzazione spinta delle famiglie e la progressiva difficoltà di queste ultime ad offrire assistenza ai parenti anziani, impattano direttamente sulla qualità della vita delle persone in età avanzata.Il dibattito attuale sui problemi della popolazione anziana è fortemente centrato sulla dimensione della perdita di autosufficienza. Non a caso la gran parte delle riflessione si concentrano sul tema delle cosiddette RSA (residenze sanitarie assistenziali), strutture socio-assistenziali di ospitalità permanente che forniscono un mix di accoglienza e prestazioni sanitarie per anziani non autosufficienti. Questa legittima attenzione per le residenze per i non autosufficienti, finisce per nascondere parzialmente la realtà di quelle quote significative di popolazione in età avanzata, in buona salute, ma con problemi riconducibili agli aspetti abitativi che, senza rasentare l'emergenza, finiscono per ridurre drasticamente la qualità della loro vita. Il primo di questi attiene alla socialità. Una quota molto elevata di anziani vive in condizioni di solitudine. In molti casi, specie quando subentrano oggettive limitazioni alla mobilità spaziale, questo coincide con una realtà di protratto isolamento. Ulteriori bisogni si originano da particolari correlazioni tra condizioni economiche e abitative. Molti anziani a basso reddito vivono in immobili sovradimensionati rispetto alle loro esigenze, con alti costi di gestione (manutenzione ordinaria e straordinaria, aspetti fiscali, ecc…). In ultimo, non va trascurata la tipologia edilizia e le condizioni dell'immobile, in molti casi non adeguate ai bisogni di cui gli anziani sono portatori. Si pensi alle case senza ascensore, agli immobili fatiscenti, alle case isolate. Questi fattori, tenendo presente la forte correlazione tra anzianità e disabilità, spesso si configurano come vere e proprie barriere architettoniche in grado di penalizzare fortemente la qualità della vita degli anziani. Appare necessaria una riflessione in merito alla disponibilità degli anziani nei confronti di soluzioni abitative innovative, contraddistinte dall'uso di una “casa propria” pur in un contesto caratterizzato da spazi e servizi collettivi in grado di sopperire a tutti quei disagi che l'età avanzata spesso produce, soprattutto in situazioni di rarefazione dei rapporti familiari. Questo tipo di proposta, assente in Italia se non in piccoli numeri e a livello quasi sperimentale, incontra opinioni favorevoli di quote non marginali di anziani. Opinioni che, tuttavia, stentano a sedimentarsi in una domanda esplicita come avviene invece per le RSA. Il compito delle istituzioni, al riguardo, dovrebbe essere quello di favorire lo sviluppo di un'offerta residenziale specifica e mirata. Mario Corsini TORINO, SI ESTENDE IL PROGETTO “PONY DELLA SOLIDARIETÀ” DA OTTOBRE E PER TUTTO IL 2008, COINVOLTE SCUOLE, GIOVANI E ANZIANI Il progetto “Pony della solidarietà”, nasce nel 1999 al Centro Auser Provinciale di Torino; grazie al finanziamento della Compagnia di San Paolo e all'impegno dell'associazione, l'esperienza si consolida nel corso degli anni ampliando costantemente il raggio d'azione ed incrementandone l'attività. Nel 2006 la Compagnia di San Paolo ha deciso di finanziare il progetto estendendolo anche alle province di Asti, Cuneo e VerbanoCusio-Ossola dove ha ottenuto uno straordinario successo. In considerazione dei riscontri ottenuti anche nelle nuove province coinvolte, la Compagnia di San Paolo ha confermato il suo sostegno al progetto “Pony della solidarietà” anche per l'anno 2007/2008 estendendolo alle province di Alessandria e di Novara. I “Pony” sono volontari, ragazzi o ragazze, che si rendono disponibili a fornire assistenza domiciliare agli anziani bisognosi facendo loro visita settimanalmente; l'obiettivo principale del progetto è infatti il sostegno alla domiciliarità degli anziani attraverso visite e contatti costanti con i giovani “Pony” disposti a far loro compagnia, accompagnamento per commissioni, visite mediche, ritiro esiti esami, spesa, ecc. Questi appuntamenti, protratti nel tempo, creano le condizioni per stabilire tra l'anziano assistito e il “Pony” conoscenze che si possono trasformare in vere e proprie amicizie. L'esperienza assume quindi una duplice valenza: fornire agli anziani un'assistenza “diversa”, umana, diretta e concreta presso la propria abitazione e, al tempo stesso, consentire ai giovani di rendersi utili impiegando il loro tempo libero in maniera costruttiva. Per entrambe le parti, dunque, un'opportunità di crescita attraverso la valorizzazione dei rapporti intergenerazionali e la creazione di un contatto che diventi un veicolo costante di solidarietà e che sviluppi la cultura del volontariato tra i giovani. Grazie al sostegno dei 250.000 euro messi a disposizione dalla Compagnia di San Paolo, dal mese di ottobre sono state attivate iniziative in molte scuole superiori delle province interessate. Come avvenuto negli scorsi anni, infatti, Auser ripropone l'iniziativa presso le scuole già coinvolte con l'obiettivo di aumentare il numero dei ragazzi interessati e presenta per la prima volta il progetto in realtà che ancora non vi hanno partecipato al fine di ampliare il bacino a cui attingere nuove forze per il volontariato. Dirigenti scolastici e docenti hanno dimostrato particolare sensibilità e, grazie a loro ed alle assemblee organizzate all'interno degli istituti per la presentazione del progetto, stiamo incontrando centinaia di ragazze e ragazzi. Molti giovani stanno confermando interesse all'iniziativa dando la propria disponibilità a frequentare i primi corsi di formazione organizzati dall'Associazione con psicologi, geriatri e operatori di servizi sociali. Presto i nuovi volontari cominceranno le loro visite domiciliari aggiungendosi così ai “Pony” che, in tutta la regione, svolgono da tempo il loro volontariato a favore degli anziani segnalati dall'Associazione. Come lo scorso anno, il progetto verrà presentato agli organi di informazione e di stampa nelle province coinvolte e dalla scorsa settimana è stata avviata, su alcune radio private che trasmettono nelle province interessate, una campagna di sensibilizzazione mirata al “reclutamento” di nuovi giovani volontari. In un momento in cui i mezzi di informazione denunciano, giustamente, i gravi episodi di bullismo e di violenza che si sono verificati nelle scuole italiane, le centinaia di giovani che hanno dato e danno la loro disponibilità a collaborare per il miglioramento della qualità della vita di persone in situazioni di non autosufficienza o di limitata autonomia, è una nota di fiducia che certamente ci spinge a moltiplicare gli sforzi per la riuscita e lo sviluppo del progetto. “Aiutaci ad Aiutare gli Anziani” è lo slogan che Auser Piemonte ha scelto per la sua campagna di sensibilizzazione; la risposta dei giovani a questa richiesta di aiuto è stata assolutamente positiva. Ci sembra un segnale importante ed innovativo che a credere in questa iniziativa siano in prima persona i giovani che stanno dimostrando una sensibilità ed un'attenzione straordinarie alla solidarietà diventando essi stessi veicoli per accrescere quei valori destinati a contrastare l'emarginazione e l'esclusione. Nicoletta Marcon Un'esperienza tra generazioni lontane tra loro Il Circolo "La Margherita" di Mestre ha realizzato la seconda edizione de' "Il giardino degli aromi" che ha coinvolto gli anziani dell'Auser e i bambini delle Elementari. Diciotto gli incontri conclusisi di recente - programmati nel “laboratorio” del cortile di Villa Lucia, dependance della Casa di riposo di Mestre. Nel “giardino”, che ha ospitato l'iniziativa, si è lavorato, seminato e curato le piantine seguendole nelle varie fasi dello sviluppo sino a quando, dopo un'attenta osservazione, si è proceduto alla loro catalogazione. Oggi, a progetto realizzato, si può dire che i risultati siano confortanti, il laboratorio di giardinaggio ha, sul serio, facilitato la reciproca comprensione tra giovani ed anziani che assieme hanno giocato, parlato, scherzato e creato delle vivaci e colorite piccole piantagioni. L'avvicendarsi di azioni, di ruoli, hanno permesso agli anziani, impegnati in questa esperienza, di ritrovare se stessi stimolati dall'allegra curiosità dei bambini che hanno movimentato i pomeriggi a Villa Lucia. Il sereno dialogo, i profumi degli aromi del “vivaio” hanno accresciuto nei ragazzini l'interesse nei confronti dell'ambiente e dei "nonni" al loro fianco. Le insegnanti Grazia e Maddalena della classe 4^ B, della Scuola primaria “Enrico Toti”, alla quale appartenevano gli alunni partecipanti al progetto, hanno sintetizzato la loro opinione sull'iniziativa, scrivendo: ”La freschezza e l'entusiasmo hanno caratterizzato un'esperienza nuova anche per noi insegnanti. Alcune perplessità iniziali, non solo quelle che ti prendono prima di iniziare a lavorare per un nuovo progetto (obiettivi, orari, autorizzazioni…) ma anche altro. Come è possibile l'incontro tra generazioni così lontane tra loro, quali punti di contatto perché rimanga un'esperienza significativa e non una delle tante che si fanno a scuola e che poi si dimenticano? E sarà possibile che questi bambini ipertecnologici che “smanettano” con i computer meglio delle maestre, che ricevono in dono l'iPod da Babbo Natale si interessino di bulbi, di terra e di nonni, nonni che viaggiano verso il secolo e che a volte per la decima volta chiedono il loro nome? La risposta a tutte queste domande è SI'! E' stato possibile.” E sulla scia delle insegnanti anche gli “scolari” hanno voluto dire la loro. Tra questi, Arianna: “A Villa Lucia, c'erano delle signore abbastanza anziane. Vito era l'unico maschio: è il signore più simpatico del mondo ed è bravissimo a fare gli aerei. Mi hanno detto che c'è una signora di 105 anni e che tra poco ne compirà 106! Secondo me gli anziani sono sempre felici di averci là, perché quando arriviamo ci chiedono subito qualcosa e a me piace rispondere, anche se di solito sono timida!” Marco, commenta: “Abbiamo scoperto che Villa Lucia era come una casa di riposo per gli anziani; ma il signor Vito una volta abitava a Pellestrina e ci ha accolti con gli aerei di carta. Dentro abbiamo conosciuto ATTUALITÀ 10 altri anziani che ci hanno raccontato dei loro tempi, dopo insieme a loro abbiamo fatto giardinaggio e siccome sul muro c'erano delle erbacce, le abbiamo tolte.” Paolo, invece, preferisce esprimersi in rime: “ Villa Lucia è proprio una fioreria/Con quei fiori mi fanno immaginare/Un arcobaleno bello/In un cielo sereno/Il signor Vito è proprio forte/E fa ridere tutta la gente…/Le vecchiette sono delle simpatiche!/Pietro è proprio un giardiniere/E sa curare proprio tutti i fiori come un ingegnere/La vecchietta di 105 anni/E' proprio una leggenda!” Tommaso constata: “Io mi sono trovato bene con gli anziani di Villa Lucia e ho fatto amicizia con alcuni di loro. Mi è anche molto piaciuto il lavoro che si è svolto con il giardiniere: piantare i bulbi, piantare le viole… Particolarmente mi sono piaciuti i giochi che faceva il signor Vito: non so perché, ma è la cosa che mi è piaciuta di più.” Severino Benettelli 11 Direttore responsabile GIUSEPPINA COLMO Hanno collaborato a questo numero SEVERINO BENETTELLI, GIUSY COLMO, MICHELE MANGANO, NICOLETTA MARCON, ANNA MONTERUBBIANESI, MARIO CORSINI Direzione, redazione, amministrazione VIA NIZZA 154, 00198 ROMA TEL. 068440771 - FAX 0684407777 www.auser.it Editore AUSER NAZIONALE - ONLUS Progetto grafico e impaginazione ESTROGENI SRL Stampa OGRARO ROMA AUT. TRIB. N. 00195/91 DEL 09/04/91 DISTRIBUZIONE GRATUITA