SOMMARIO
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11-12
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LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ
SVILUPPO.
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ANZIANI E IMMIGRATI
COSTRUIRE PONTI
DI SOLIDARIETA'
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BENVENUTO “CITTADINI DEL
MONDO”, È A TREVISO IL PRIMO
CENTRO AUSER MULTICULTURALE
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GLI ANZIANI E LA CASA
NELLE CONSIDERAZIONI DEL CENSIS
TORINO, SI ESTENDE IL PROGETTO
“PONY DELLA SOLIDARIETÀ “
TRA GENERAZIONI
10 UN'ESPERIENZA
LONTANE TRA LORO
MENSILE DI APPROFONDIMENTO DELL’AUSER NAZIONALE
ONLUS OTTOBRE - NOVEMBRE - DICEMBRE 2007
Auser prima in classifica:
grazie
Sta per concludersi un anno di grande lavoro per i volontari e i dirigenti della
nostra associazione. Un lavoro che è stato riconosciuto, in primo luogo, dagli
iscritti e dai cittadini italiani che, attraverso la loro dichiarazione dei redditi,
hanno voluto premiare la nostra associazione facendo aumentare i dati del
5xmille del 57% rispetto all'anno 2006. Un risultato che deve riempire tutti di
soddisfazione e che fa aumentare la fiducia e l'entusiasmo per le attività da
svolgere nel prossimo futuro. Per questo, vi ringraziamo tutti.
Alla soddisfazione si aggiunge, però, un forte rammarico sui ritardi e gli intoppi
burocratici che non hanno consentito, fino ad ora, alle associazioni aventi diritto,
di potere riscuotere il loro credito. Insisteremo affinchè i tempi si riducano al
minimo nell'interesse di tutti.
Il nostro lavoro, comunque, continuerà in direzione del consolidamento ed il
potenziamento di tutte le nostre attività. A partire dal Filo d'Argento, sul quale
contiamo di pubblicare il primo rapporto informativo all'inizio del prossimo anno,
accompagnando tale scadenza con un progetto di rafforzamento di tutte le attività
che si svolgono nei diversi territori del nostro Paese.
Riteniamo, inoltre, importante l'attenzione rivolta alle iniziative delle libere
università della terza età, che hanno saputo coniugare l'esigenza della conoscenza
e della formazione con le azioni di contrasto contro l'analfabetismo diretto e di
ritorno, che è abbastanza diffuso nel nostro Paese.
L'impegno va consolidato per allargare l'offerta formativa ai cittadini più deboli.
Cioè a quelli che avvertono un forte bisogno formativo e di aggiornamento delle
proprie conoscenze, ma non riescono ad entrare nei circuiti formativi che l'Auser
propone. Insieme a questi obiettivi, intendiamo proseguire il nostro lavoro non
solo sui tradizionali filoni del turismo sociale e della cooperazione internazionale,
ma anche continuando quel lavoro sulla progettazione che ha permesso nel
Mezzogiorno di valorizzare, attraverso il Progetto Sud, i temi della solidarietà,
legalità e sviluppo in un quadro di rafforzamento e di formazione dei nostri
volontari in quelle regioni. Ed ancora, con la straordinaria esperienza del progetto
sull'immigrazione, che ha avuto anche il riconoscimento della Comunità
Economica Europea e attraverso il quale abbiamo messo in evidenza la grande
questione dell'informazione e della conoscenza per superare i luoghi comuni e
prevenire le paure che sorgono, spesso, nel rapporto con le varie espressioni della
diversità. E' stato importante chiarire la differenza tra il concetto di accoglienza e
quello dell'integrazione. L'altro aspetto centrale della nostra attività è stata rivolta
ai temi dell'adeguamento e dello sviluppo organizzativo della nostra associazione
che ha bisogno, oggi più di ieri, di governare la crescita e realizzare l'obiettivo
principale della Conferenza nazionale di Organizzazione, cioè, più coesione e più
rete. Per l'anno nuovo, il nostro lavoro non sarà meno impegnativo, considerato
che sarà l'anno dell'avvio operativo della nostra riforma organizzativa e del
congresso nazionale, dove intendiamo porre al centro il tema dell'anziano liberato:
declinato nelle sue molteplici dimensioni economiche, sociali, umane ed
esistenziali. Intanto, vi porgo i miei più affettuosi auguri per le prossime festività.
Michele Mangano
Presidente nazionale Auser
ATTUALITÀ
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UNA POESIA PER AUSER
"'Nzieme" (insieme)
Si 'o tiempo se fermasse a stu mumento
Penso ca nun sarria tanto sbagliato.
Purtroppo 'o tiempo nun s'è mai fermato,
Tu rice aiere , oggi, e già è dimane.
Certo ca ognuno e nuje l'acciacche 'e tene,
Ma stanno 'nzieme è na buona cura,
Purtanno 'a capa a spasso co' misura ,
Tutte e prubleme tuoje t'e può scurda.
Si staje tu sule , invece , 'o male pesa
Pecche 'o pensiero corre sempe llà,
Allora risulvimmole st'impresa
'A vita , in fondo, è fatta pe' campà.
Marisa Fiorentino
Auser di Agropoli (Sa)
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PROGETTO SUD
LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ, SVILUPPO
A Palermo un convegno nazionale dell'Auser
per dire no alla mafia e sì alla giustizia
“Legalità, solidarietà, sviluppo”, attorno
a questi tre concetti l'Auser nazionale
ha chiamato a confrontarsi a Palermo,
in un convegno nazionale sullo
sviluppo del Mezzogiorno lo scorso 16
ottobre, società civile, Confindustria,
Magistratura e sindacato.
Con questa scelta l'Auser ha voluto
rinnovare il suo impegno verso il Sud,
verso quella parte del Paese dove la
tenuta della famiglia e la sua rete di
protezione sta venendo meno, dove è
carente l'intervento da parte di tante
istituzioni pubbliche e dove i bisogni
dei cittadini più fragili, soprattutto
anziani, non trovano risposta.
In tutto il Mezzogiorno l'incidenza
della povertà relativa è infatti del 21,6%
contro un 5,3% del Nord Italia.
Un Sud che invecchia sempre di più: gli
over 65 in Sicilia rappresentano il
17,43% della popolazione, in Puglia
sono oltre 671.000 (pari al 16,62%) in
Calabria costituiscono il 17,6% della
popolazione, mentre in Campania gli
ultrasessantacinquenni sono oltre
851.000 (14,78 %). In queste quattro
regioni l'invecchiamento, come nel resto
d'Italia, è soprattutto al femminile.
L'iniziativa ha rappresentato anche la
conclusione delle attività svolte
nell'ambito del “Progetto Sud Rafforzamento delle competenze Auser
per lo sviluppo di reti solidali nel
Mezzogiorno”. Un progetto finanziato
dal Ministero del Solidarietà Sociale
che si è avviato nel gennaio del 2006,
ed ha coinvolto quattro regioni:
Calabria, Campania, Puglia e Sicilia;
102 associazioni e 172 volontari.
L'obiettivo fondamentale del progetto è
stato il rafforzamento e lo sviluppo
delle competenze della rete meridionale
di Auser, come fattore di ricostruzione
di relazioni tra e con gli anziani.
Ma veniamo al Convegno e ai contenuti
che sono emersi. Presentiamo una
breve sintesi degli interventi che si
sono succeduti. Ha coordinato i lavori
Alessandro Montebugnoli, Università di
Roma La Sapienza.
LA “LEGALITÀ
DEBOLE”
Pietro Fantozzi,
Università della Calabria
Ha parlato di “legalità debole” il prof.
Fantozzi, “che si vede in tante forme.
La forma mafiosa è il modo più
radicale di manifestare questa
debolezza”. “La legalità è debole perché
chi produce le norme sociali non le
produce in ottemperanza di questa
legalità, cioè delle norme giuridiche”.
Ma chi rende la legalità debole? La
tesi del prof. Fantozzi è che le norme
prodotte dai produttori di norme come
la comunità, il mercato, la politica e di
gruppi di interesse, rendono la
legalità debole.
“La comunità per eccellenza è la
famiglia- ha sottolineato Fantozzi- che
sta vivendo oggi un momento di
grande trasformazione e
indebolimento rispetto al passato, di
precarietà. Sta mutando nella sua
fisionomia, nel suo carattere. La
funzione che la famiglia ha avuto nel
Mezzogiorno è stata determinante. Ma
si è indebolita anche nel Sud, con un
forte calo della natalità. Se si pensa
alla criminalità organizzata, il sistema
familiare è però determinante”.
Fantozzi ha poi parlato di mercato e di
scambio. “Come avviene e quali sono
gli elementi che contraddistinguono il
mercato? Come avviene il processo
produttivo in un contesto in cui sta
crescendo enormemente la
disuguaglianza?” Si è chiesto Fantozzi
“C'è un meccanismo redistributivo
della ricchezza significativo, in
un'ottica in cui il processo produttivo
è debolissimo. E dove permangono
ancora fortemente i meccanismi di
rendita, le fasce grigie si allargano.
Sono convinto che nella stragrande
maggioranza della vita economica del
Mezzogiorno, e soprattutto di alcune
regioni, la maggior parte della
produzione reale di norme prodotte da
quegli scambi produce azioni illegali o
comunque al limite della legalità. Sono
convinto che molto spesso tante
imprese non ce la fanno a stare nella
legalità. La produzione di norme in una
condizione di precarietà determina
condizioni di difficoltà”.
“La trasparenza dei processi
economici è determinante. A livello
nazionale e delle regioni meridionali, i
meccanismi di trasparenza dei
processi economici e delle forme di
scambio, non sempre sono possibili.”
Nell'intervento di Fantozzi è stata poi
la volta della politica. “La politica
emana regole che dovrebbero produrre
ridistribuzione; nel nostro Paese, in
questi ultimi vent'anni, la
disuguaglianza è cresciuta fortemente,
creando differenze. I sistemi clientelari
sono diventati sempre più pervadenti,
assumendo altra natura e altra forma. I
rapporti tra politica ed economia sono
diventati sempre meno trasparenti e
controllati. L'effetto è che la politica
non svolge la sua funzione e i
produttori di norme - la politica ne è
l'esempio più tangibile - non
producono norme rivolte verso la
legalità che accrescono i motivi di
obbedienza alle norme politiche.
Fantozzi ha chiuso parlando dei
sistemi associazionistici e della
società civile “un elemento di grande
speranza ma anche di grande
delusione” ha detto. “ La società civile
meridionale è cresciuta in maniera
autonoma e fuori dalle logiche del
particolarismo, e al suo interno
coesistono grandi voglie di
cambiamento, ma anche
contraddizioni.”
“Dobbiamo uscire fuori da quella vaga
forma di condanna generica in cui
spesso ci si limita, magari interessante
sulla carta ma che non è pratica della
vita quotidiana.
L'obiettivo per cui bisogna battersi è la
trasparenza e prima di chiederla
bisogna praticarla; occorre rendere
trasparente la propria azione, la
propria azione di funzionamento,
anche nella precarietà, nella difficoltà
e nella sconfitta.
La grande mobilitazione ha peso nel
momento in cui dà ai cittadini e a
coloro che vi partecipano la
motivazione per andare avanti in una
battaglia e rendere chiaro e
trasparente a tutti che siamo
impegnati in un cammino di questo
tipo. Impegnati praticamente,
concretamente”.
VERSO IL
CAMBIAMENTO
Antonino Salerno Vice presidente
Confindustria Sicilia
La Confindustria Siciliana sta giocando
un ruolo fondamentale sul territorio
per contrastare la piaga del pizzo e
dell'illecito. Antonino Salerno
vicepresidente di Confindustria Sicilia
ha sottolineato che “occorre instaurare
le condizioni per fare impresa; è un
passaggio fondamentale per lo sviluppo
della legalità, per uscire dalla cappa che
grava sulle imprese siciliane e non solo,
per creare una vera e sana inversione di
tendenza. Sono convinto - ha aggiuntoche insieme possiamo fare moltissimo.”
“Tutti noi abbiamo il dovere di fare
qualcosa in una società che continua a
perdere i valori che sono parte della
nostra cultura.
Da qualche mese, la Confindustria,
ha deciso di assumere la linea della
fermezza. Abbiamo avuto la solidarietà
dei sindacati, delle altre associazioni di
categoria, ma soprattutto della società
civile. Qualcosa sta cambiando in Sicilia
ed è di un'importanza eccezionale. Ma
come possono le aziende siciliane, le
aziende del sud, avere competitività
quando ancora dobbiamo subire quello
che è stato il motivo del nostro
sottosviluppo? Se dobbiamo mettere
nei nostri conti una certa quota
destinata alla mafia? Un ladrocinio che
nessuno vede. Adesso basta. Vogliamo
uscire da questa forma di sottosviluppo
che porterà i nostri figli sempre di più a
lasciare la loro terra per andare a
lavorare altrove. I giovani devono
essere messi nelle condizioni di
contribuire allo sviluppo del nostro
territorio.” “Malgrado gli sforzi, i
regolamenti, le parole spese, i processi,
ecc. non si riesce ad avere delle leggi
chiare e semplici di facile applicazione
che evitino lungaggini inaccettabili. Le
imprese che aderiscono a Confindustria
oggi in Sicilia rappresentano un
numero abbastanza consistente; i nostri
rapporti con le altre organizzazioni
datoriali e con il sindacato sono
imperniate su un clima di grande
collaborazione.
Siamo convinti che da soli non si va da
nessuna parte. E' la società civile
l'elemento trainante del cambiamento.
Rivolgo un invito a tutti di cercare di
sostituirsi alle carenze della scuola. Se
dobbiamo immaginare un futuro
migliore certamente non possiamo
prescindere dai valori. Dobbiamo dare ai
giovani la speranza e la voglia di
guardare avanti, partendo
dall'esperienza e dai valori di cui sono
portatori gli anziani”.
L'OBIETTIVO CHE
CI LEGA TUTTI
È LA GIUSTIZIA
Don Luigi Ciotti presidente di Libera
“Chi è morto per la giustizia è voce che
parla con la vita. E' grido espresso con
il corpo e con il dono di sé per valori
più alti della vita stessa.
Chi muore per un valore più alto della
sua stessa vita diventa qualcuno che
propone vita. Nonostante tutto.
Queste persone morte sono un invito a
prendere il testimone della vita.”
“Il cambiamento e la speranza hanno
bisogno del NOI, questa è la grande
scommessa, il Noi.
Ognuno con il suo ruolo e le sue
competenze, con la sua partecipazione.”
“L'obiettivo che ci lega tutti è la
giustizia. La legalità e la solidarietà
sono gli strumenti per costruire la
giustizia. Abbiamo bisogno di giustizia.
Sono due facce della stessa medaglia
che si chiama giustizia. La legalità non
è valore, è il prerequisito per costruire
valori. La solidarietà e la legalità si
incontrano sul valore della giustizia.
Noi siamo qui tutti legati dalla stessa
passione per costruire giustizia che per
me comincia dalla giustizia sociale,
dalle politiche sociali.
La giustizia è il filtro critico che mi
verifica la serietà della solidarietà e la
validità della legalità. La legalità è la
saldatura fra la responsabilità, il
nostro metterci in gioco e la giustizia
che noi chiediamo allo stato, alle
istituzioni, alla politica.
Ma non chiediamo allo stato di fare la
sua parte se non c'è la coerenza che
comincia dentro di noi.”
“C'è una parola forte che ci lega tutti:
l'etica. Tutti parlano di etica e
dobbiamo ridefinirla con chiarezza.
L'Auser è un'espressione etica. L'etica è
la ricerca dell'autenticamente umano, è
la responsabilità, la corresponsabilità
degli uni verso gli altri, il prendersi
cura delle situazioni più fragili, più
deboli. L'Auser vive questa dimensione
etica, come il sindacato.”
“Bisogna promuovere sviluppo. Lo
sviluppo non è solo occupazione, ma è
anche informazione, che non costruisca
solo cronaca, ma anche storia. Sviluppo
è anche cultura, prevenzione,
educazione. Abbiamo bisogno di un
grande investimento culturale. Il diritto
al lavoro è importantissimo perché è la
maggiore garanzia della dignità
dell'uomo. E' un bisogno della persona,
per vivere per crescere, per non dover
dipendere. La mancanza di questa
opportunità non ci rende liberi. La
disoccupazione costituisce un penoso
stadio di frustrazione e sbandamento.”
ATTUALITÀ
4
“Grazie al milione di firme raccolte,
oggi la confisca dei beni ai mafiosi è
una legge dello stato. Ma non è
sufficiente. Noi chiediamo la
costituzione di un'Agenzia nazionale
che segua la confisca, che lavori con i
magistrati, che accorci i tempi, che sia
più pratica, meno burocratica, che trovi
modalità per superare quelle zone
grigie che creano ostacoli. Sono in
molti a non volerla. Si dice che basta il
Demanio, ma occorre qualcosa di più
organizzato, forte ed incisivo.
La cooperativa Placido Rizzotto è stata
la prima cooperativa nata con bando
pubblico attraverso la legge della
confisca dei beni. “
“Non facciamoci scoraggiare e
continuiamo a nutrire speranza,
anche se è difficile. La speranza va
tradotta e declinata nella vita
concreta. La speranza salva qualcuno
solo se appartiene a tutti portare
sempre il nostro contributo al
cambiamento. “Riscriviamo insieme il
vocabolario della legalità, della
solidarietà e della giustizia”.
5
PROGETTO SUD
NUOVE FRONTIERE
PER LA LEGISLAZIONE
ANTIMAFIA
Sergio Lari procuratore
aggiunto di Palermo
“Occorre spostare la nostra attenzione
dall'aspetto soggettivo della
pericolosità mafiosa, all'aspetto
oggettivo della pericolosità del bene in
possesso della mafia. Una delle nuove
frontiere su cui tutta la legislazione
antimafia si deve oggi mettere in
discussione. Oggi, le misure di
prevenzione antimafia, sono legate
alle misure di prevenzione personale;
si può applicare una misura di
prevenzione antimafia in quanto il
soggetto a cui questi beni vengono
attribuiti sia anche un soggetto
sottoposto a misure di prevenzione
personale. Questo è un limite, un
ostacolo. Qual è la nuova evoluzione
che noi dovremmo dare a tutto il
sistema delle misure di prevenzione?
Dobbiamo preoccuparci dell'oggettiva
illiceità del bene, stabilire che se un
bene ha delle origini illecite, le
mantiene anche dopo la morte di colui
il quale l'ha creato. Sono anni che non
riusciamo ad ottenere delle modifiche
normative su questo versante.”
“Si è dimostrato che l'agenzia del
demanio non riesce a gestire tutti i
beni che vengono confiscati alla mafia.
Solo il 10% viene assegnato, il resto è
bloccato, perché non si hanno gli
strumenti per procedere
adeguatamente. Sono beni che non
sempre giungono “puliti” alla fase
finale della confisca, sono gravati da
ipoteche, ci sono creditori.
I meccanismi delle misure di
prevenzione oggi sono tali che ci
vogliono 10 anni per arrivare alla
confisca, poi si innesca una fase dai
tempi lunghissimi.”
“Si è verificato un crollo verticale
delle confische dei beni dei patrimoni
mafiosi, problema che nasce da un
insieme di fattori ai quali si potrebbe
cercare di porre rimedio con
opportune riforme normative.
Ci vorrebbe un testo unico, la
razionalizzazione del sistema, l'aumento
di poteri di indagine nella fascia di
misure di prevenzione.
“Oggi, per essere efficaci, le indagini
antimafia le deve fare, le può fare,
soltanto quella procura distrettuale che
si avvale degli strumenti delle
intercettazioni ambientali, dei
collaboratori di giustizia, e di un
panorama di indagini tali che gli
consente di arrivare a risultare proficui.
Sono anni che la magistratura aspetta
queste riforme; sono anni che noi
speriamo che al posto del demanio
venga istituita un'agenzia che si possa
occupare della gestione dei beni
confiscati ai mafiosi. Noi abbiamo
indicato normativamente come fare.
Norme ispirate dal buonsenso, eppure
non riusciamo ad ottenere dal
Parlamento delle risposte adeguate.
Se non fosse stato per la legge
promossa da Libera per cui furono
raccolte un milione di firme, oggi la
destinazione per fini sociali dei
patrimoni confiscati sarebbe un'utopia.
Invece è una realtà concreta.”
“Sono convinto dell'importanza del
rapporto con la società civile, con
organizzazioni come l'Auser. Voi potete
incidere fortemente sullo sviluppo
della società, renderla migliore, voi
siete portatori di una cultura, di un
passato che può incidere fortemente.
Voi siete una risorsa fondamentale e
dovete fungere da stimolo della
legalità. Siete una forza indispensabile
per portare avanti un vero progetto di
rinnovamento sociale ed economico
che può partire da qui, dalla Sicilia.
Soprattutto la partecipazione degli
anziani può portare un contributo
validissimo qui nel sud, dove è grande
la sete di giustizia e dove i siciliani
onesti sono tanti e vogliono far sentire
forte la loro voce”.
BENI CONFISCATI:
STRUMENTI DI
GIUSTIZIA SOCIALE
Gianluca Faraone presidente
cooperativa “Placido Rizzotto”
“Dobbiamo continuare a costruire il
consenso in chiave di lotta alla mafia
attorno alla presenza dello stato e
delle istituzioni. I patrimoni confiscati
costituiscono nuovi strumenti di
giustizia sociale. I tanti progetti
avviati con le cooperative in Sicilia e
nel Sud, hanno permesso a molti
giovani di rimanere nella propria terra
LA PASTA ANTIMAFIA
CHE AIUTA GLI ANZIANI
DON CIOTTI: “GRAZIE.
AVETE SEMINATO SPERANZA”
“L'Auser offrendo la pasta della cooperativa Placido Rizzotto nelle
piazze di tutta Italia,in occasione della giornata di raccolta fondi per il
filo d'argento, produce vita. Avete permesso, con un segno molto
importante, di essere corresponsabili di un percorso per dare le gambe a
quelle prime cooperative che hanno dato un segno a livello etico,
culturale, economico, sociale e anche politico non indifferente. Voi avete
seminato speranza e cultura. Avete legate insieme la solidarietà, la
legalità e lo sviluppo, per costruire dei percorsi di vita per la gente.
Vi devo ringraziare per il vostro servizio così umile, ma aver fatto quella
scelta vi ha reso moltiplicatori di una cultura della legalità e avete
contribuito a far crescere questa coscienza e questa responsabilità.
Era impensabile qualche anno fa trovare i prodotti di Libera, la pasta,
l'olio, il vino.
Voi siete stati, e vi auguro di continuare ad esserlo, costruttori di una
giustizia che si deve misurare sempre nei termini della prossimità.
Perché la prima giustizia comincia dalla prossimità, dall'ascolto dei
vissuti, della storia delle persone.
a lavorare e rappresentano una
straordinaria opportunità di crescita
personale. Sono troppi i giovani che
sono costretti ad andarsene per
cercare lavoro. Noi vogliamo dare un
segnale forte ai giovani, che anche qui
è possibile farsi strada attraverso
l'affermazione dei principi di legalità,
solidarietà e sviluppo.
Un bene sottratto alla mafia è un bene
restituito alla comunità. L'idea che
tutta l'Auser ha sposato la nostra
battaglia utilizzando la pasta
antimafia, che i volontari auser hanno
vendemmiato con noi le uve che
diventeranno vino “cento passi”, che ha
stretto relazioni e sinergie, è la
dimostrazione che la nostra
collaborazione va oltre l'evento. E
anche noi giovani della Placido
Rizzotto siamo orgogliosi di poter fare
qualcosa di utile per gli anziani
seguiti dal Filo d'Argento.”
“Il sindacalismo confederale ha una
funzione importante, è il raccordo più
immediato fra la società civile e la
politica, tra il mercato e l'impresa e la
politica. Il sindacato per sua natura è
un incrocio che ha la possibilità di
mettere in comunicazione quei fattori
che sono determinanti per
raggiungere quell'obiettivo.
La funzione che come sindacato
esercitiamo, ci mette nella condizione
di interloquire a 360 gradi e ci da la
responsabilità di fare fino in fondo il
nostro mestiere, perché solo facendo
così e in sinergia con tutti i soggetti,
siamo nelle condizioni di poter
arrivare all'obiettivo di far finire “quel
fenomeno umano” che si chiama
criminalità organizzata.
IL RUOLO DEL
SINDACATO
Ha concluso il Convegno Michele
Mangano che ha fatto suo l'appello di
don Ciotti per l'istituzione urgente
dell'Agenzia Unica per i beni sottoposti
a provvedimento “il totale dei beni
immobili confiscati ed assegnati è
2246, il 7,6% del totale. Bisogna fare di
più”. Ha proseguito dicendo come
“l'impegno per la legalità, la lotta alla
mafia ed alla criminalità organizzata,
non può e non deve mai subire
rallentamenti o vivere momenti di
stanchezza e di sottovalutazione,
soprattutto nella società civile”.
“Il segnale che registriamo oggi è un
segnale non solo di speranza, ma di
fiducia circa l'impegno che
magistratura, forze dell'ordine,
imprenditoria, forze sociali, società
civile, le cooperative di giovani,
manifestano attraverso atti e scelte
concrete e coraggiose, in direzione di
una mobilitazione e di un rifiuto
convinto del condizionamento
mafioso nella vita della comunità, dei
giovani e delle attività imprenditoriali.
Una giornata pensata e voluta per la
solidarietà, ma che è servita, anche per
chi vive fuori da questi territori, a capire
di più e meglio le condizioni in cui
vivono i cittadini di questa comunità, di
questa regione, e come in essi non c'è
ancora rassegnazione e perdita di
fiducia, ma voglia di reagire per sé
stessi, per i figli, per le loro famiglie, per
un futuro più sereno, libero dalla mafia
e sorretto da una legalità cercata, voluta,
condivisa e praticata.”
Italo Tripi Segretario generale
Cgil Sicilia
“La Cgil persegue dalla sua nascita
l'obiettivo della giustizia e gli
strumenti della legalità e della
solidarietà sono nel suo dna. La
Confindustria ha fatto un gesto
importante. Un gesto simbolico che ha
lanciato come messaggio che fare
impresa in modo diverso si può.
E'un manifesto politico che deve
essere preso con grande serietà. E
dobbiamo fare squadra con questa
scelta. C'è l'idea di una nuova cultura
imprenditoriale. La scelta di dire no al
pizzo costituisce un vero e proprio
programma che rivendica un'economia
differente. Il sindacato si deve
interessare fortemente a questa presa
di posizione di Confindustria,
perché è chiaro che quando c'è
un'economia che punta a determinare
sviluppo c'è la possibilità di fare
sindacato, di fare contrattazione, di
ragionare sulla redistribuzione e su
tanti altri versanti.
La presenza del sistema mafioso in
Sicilia ha avuto l'effetto di un freno a
mano tirato sullo sviluppo.
Noi tutti ci dobbiamo impegnare per
dimostrare quello che era uno degli
assunti di Falcone, che la criminalità
organizzata è un fenomeno umano che
ha un inizio e una fine.”
ATTUALITÀ
6
LE CONCLUSIONI
Michele Mangano presidente
nazionale Auser
“C'è la necessità di rilanciare oltre ai
temi della lotta alla criminalità
organizzata - ha proseguito Manganoanche un progetto per lo sviluppo del
Mezzogiorno attraverso alcuni precisi
interventi come fiscalità di vantaggio;
politiche infrastrutturali; ricerca innovazione; semplificazione
amministrativa; politiche industriali;
lotta al lavoro nero e precario;
incentivi alle imprese sane che
investono nel Mezzogiorno.
C'è anche l'urgenza che sui temi della
legalità e della sicurezza si chieda un
impegno forte da parte dello Stato
nell'azione di contrasto e di tutela del
territorio e di garantire al sistema
delle imprese ed ai cittadini condizioni
di vita accettabili.”
Mangano ha anche detto che
occorrono più strumenti da dedicare
alla formazione di una cultura della
legalità che spesso è molto carente nei
sistemi formativi tradizionali,
utilizzando anche le strutture
formative non formali come le
università popolari della terza età.
7
Anziani e immigrati.
Costruire ponti di solidarietà
PROSEGUE L'IMPEGNO DELL'AUSER PER ABBATTERE I MURI DELL'INTOLLERANZA
“Diventare un ponte verso le
culture,aprire le sedi ai cittadini
stranieri, creare in tutta Italia tanti
punti di contatto fra anziani e
immigrati”. Si può riassumere così il
nuovo impegno dell'Auser per gli anni
futuri sul tema del rapporto fra
anziani ed immigrati. Il progetto
dell'Auser finanziato dal Ministero per
la solidarietà sociale ”gli anziani per
conoscere l'immigrazione e superare
ogni paura. L'immigrazione come
risorsa sociale” i cui risultati sono
stati presentati a Roma il 9 novembre
in un Convegno Nazionale, proseguirà
infatti il suo cammino.
5 le città coinvolte: due realtà del nord
ad alta densità di immigrazione, la
terra del “sindaco sceriffo” Treviso e
Varese patria del leghismo; per passare
alla Sardegna con Sassari, e al sud
Italia con Napoli e Vittoria in provincia
di Ragusa. 96 i volontari impegnati,
per l'80% donne, un terzo composto da
immigrati soprattutto giovani
(provenienti dal Senegal, Costa
d'Avorio, Nigeria, ma anche Maghreb,
India, Perù e Romania). Oltre 400 gli
anziani che hanno partecipato alle
iniziative di incontro e conoscenza con
gli immigrati. Decine gli incontri che
si sono svolti all'insegna del cibo, della
musica e della socialità.
Il progetto era rivolto agli anziani per
aiutarli a capire meglio il fenomeno
dell'immigrazione, superare paure,
diffidenze, insicurezze, favorire
l'incontro e lo scambio. Nelle cinque
realtà interessate le generazioni si
sono mischiate con nonni e nipoti, le
lingue e le culture, le donne immigrate
si sono prestate a cantare, cucinare,
ballare, spiegare e raccontare, gli
amministratori locali hanno
partecipato con entusiasmo. Gli
immigrati coinvolti si sono interessati
didascalia
ai racconti delle storie partigiane. E, fra
i risultati più interessanti raggiunti dal
progetto, la nascita a Treviso del primo
centro Auser multiculturale “cittadini
del mondo” che sarà guidato da Marie
Lobe della Costa d'Avorio.
“Il progetto Auser - ha detto Renzo
Scortegagna, docente all'Università di
Padova - rappresenta l'inizio di un
percorso di integrazione e convivenza
tra anziani e immigrati. E' un progetto
importante perché “di strada”, nato per
la gente fra la gente, e che ha mirato
alla costruzione di un nuovo modo di
stare insieme. Ha indicato la via per
creare una nuova comunità: stando
insieme, facendo rete, trasformando la
convivenza in dialogo, coinvolgimento e
reciprocità. Tutte le esperienze del
progetto hanno posto l'accento su tre
aspetti fondamentali di confronto: il
cibo, la festa e la musica; tre elementi
simbolici, che hanno reso possibile e
necessario l'incontro tra gli anziani e
gli immigrati”. “Oggi quando si parla
di immigrati si pensa subito alla
sicurezza e non all'integrazione e alla
valorizzazione di questa risorsa - ha
sottolineato il presidente nazionale
dell'Auser Michele Mangano
concludendo il Convegno- Noi daremo
il nostro contributo per un approccio
nuovo a questo tema. “Gli scenari sono
cambiati velocemente - ha detto prima l'immigrato era “qualcuno dalla
pelle scura che viene da lontano”, un
estraneo. Oggi non è più così.
Dobbiamo dare dignità ai nostri
concittadini comunitari ed aprire le
frontiere della solidarietà. Ci
impegneremo per costruire una nuova
cultura dell'accoglienza dando dignità
ai nostri concittadini, ai cittadini
comunitari provenienti dall'est
europeo. Bisogna inoltre chiamare
UNA GIUSTA MISTURA
Un dvd e un libretto raccontano il successo del progetto e
l'entusiasmo che si è sviluppato attorno ad esso
Per saperne di più su come si è sviluppato il progetto e sui
risultati raggiunti sono disponibili, presso l'Auser Nazionale,
un video documentario in Dvd e un interessante libretto dal
titolo “Una giusta mistura. Persone, incontri, progetti”
realizzato da Mirella Lattanzi, responsabile del progetto che
ha seguito con grande passione tutto l'evolversi delle
sperimentazioni nei cinque territori individuati. Nelle pagine
del libro la storia di una vera e propria maratona interetnica
durata nove mesi. “Il progetto si è chiuso con un bilancio
positivo - scrive Mirella Lattanzi- La sperimentazione ha
dimostrato, e in alcuni casi, accresciuto le possibilità i
percorsi e il metodo di azioni innovative. Era uno degli
obiettivi prefissati. Siamo inoltre convinti della trasferibilità
in altri contesti delle esperienze emerse. La numerosità delle
persone coinvolte segnala inoltre l'interesse e, in qualche
modo l'urgenza, del tema trattato”. “Un'altra considerazione
positiva - scrive ancora la Lattanzi- concerne la convinta
adesione a proseguire sul terreno della multiculturalità e
quindi sulla costruzione condivisa di azioni coerenti. Ciò va
non soltanto in direzione della opzione nazionale sulla
multiculturalità, ma si materializza anche in declinazioni
nuove del “fare associazione” nei territori.”
PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE IL MATERIALE:
AUSER NAZIONALE 06/8440771
l'Unione Europea alla corresponsabilità,
a svolgere un ruolo attivo nei processi
di integrazione, non può limitarsi solo
ad una semplice delega.”
Mangano ha inoltre sottolineato
quanto sia importante accrescere
l'impegno verso gli immigrati di
seconda generazione (oggi sono circa
400.000), nati nel nostro paese, ma
troppo spesso discriminati e vittime
dell'indifferenza e di intolleranza, o
addirittura di episodi di razzismo.
“La risorsa anziani - ha detto- ci aiuterà
in questo percorso di costruzione di
una società veramente solidale ed
inclusiva”. Il Ministro Paolo Ferrero ha
inviato al Convegno dell'Auser una
lettera nella quale accenna alla nuova
legge sull'immigrazione promossa
insieme al Ministro Amato. “Il senso
del provvedimento è molto semplice:
voltare pagina rispetto alla legge Bossi
Fini, garantendo un'immigrazione
regolare attraverso la promozione di
politiche di incontro tra offerta e
domanda di lavoro ed il sostegno a
processi di integrazione e di inclusione
sociale. Le pregiudiziali ideologiche
non aiutano a capire la complessità di
questo fenomeno, e al contrario,
alimentano paure ed allarmi sociali, che
non facilitano soluzioni serie per
questioni difficili”. “In Italia come nel
resto d'Europa - prosegue la nota di
Ferrero- l'immigrazione è
semplicemente un dato di fatto, certo
complesso ed articolato, che presenta
problemi, ma che al tempo stesso offre
delle opportunità . L'impegno
dell'Auser aiuta a promuovere
consapevolezza ed a orientare
l'opinione pubblica nella direzione
della costruzione di una società
accogliente, pluralista e solidale”.
Benvenuto “cittadini del mondo”.
È a Treviso il primo centro
Auser multiculturale
Un segnale forte verso una pacifica
convivenza, in un momento nel quale
l'Italia ha bisogno di messaggi che
vadano in questa direzione, è segnato
dalla recente chiusura del progetto Auser
anziani e immigrati “Gli anziani per
conoscere l'immigrazione e superare
ogni paura. L'immigrazione come risorsa
sociale”. Il progetto ha coinciso con un
rigurgito di xenofobia che ha
attraversato il nostro Paese in seguito a
gravi fatti di cronaca. L'enorme successo
del progetto Auser ha segnato una
direzione contraria rispetto a questo
pericoloso malessere di molti,
dimostrando come la convivenza tra
cittadini italiani e cittadini stranieri è
non solo auspicabile, ma anche possibile.
Moltissimi anziani hanno accettato la
sfida, partecipando alle iniziative di
incontro e conoscenza con gli immigrati
e gli esiti di questi incontri sono stati
molto positivi. La voglia di continuare a
conoscersi, di costruire insieme, il
desiderio di convivere dialogando
facendo rete hanno prevalso, e sono stati
questi sentimenti che a Treviso hanno
portato alla nascita del primo Circolo
multiculturale Auser “Cittadini del
Mondo”. Per dirigerlo è stata scelta Marie
Lobe Gondo, donna originaria della Costa
d'Avorio, in Italia da sei anni. Marie, che
sarà la Presidente del centro, ci racconta
la sua testimonianza.
Da quando ha lasciato il suo paese
d'origine per raggiungere il marito e i tre
dei suoi cinque figli, Marie ne ha fatta di
strada. In Italia Marie ha lavorato in
fabbrica, poi nelle case private, fino a
frequentare un corso per mediatrice
culturale, che è oggi la sua professione.
Oggi Marie vive in provincia di Treviso.
La sua esperienza con l'Auser è
cominciata quando, insieme alla Cgil, è
stata coinvolta nel progetto di stesura di
un breve libro “Cittadini come noi”, nel
quale sono raccolte le testimonianze di
uomini e donne stranieri.
Successivamente, con la nascita del
progetto Anziani e Immigrati, Marie è
stata individuata dall'Auser per tenere
incontri con gli anziani. Insieme ad altri
mediatori culturali Marie ha cominciato a
frequentare i centri Auser per raccontare
la sua esperienza ad anziani interessati e
ricettivi verso le nuove tematiche. Il primo
risultato degli incontri è stata
l'organizzazione di cene e corsi di cucina,
che hanno reso possibile abbattere le
prime barriere, trovare dei punti di
contatto, fraternizzare iniziando un
processo di conoscenza. Al termine di
questi appuntamenti è stata organizzata
una grande festa finale e da qui, quando
le generazioni e le culture si sono trovate
assieme, unite attraverso il cibo, la
musica, la danza, i racconti delle proprie
esperienze, è nata l'idea del centro
multiculturale “Cittadini del Mondo”:
un'associazione interetnica che vuole
promuovere la cooperazione tra cittadini
italiani e stranieri, per favorire
l'accoglienza, l'integrazione e la
conoscenza delle rispettive culture.
Il centro, appena nato, non manca di idee
e progetti ma non è ancora operativo.
Gli obiettivi dell'associazione sono:
favorire l'inserimento degli immigrati
ATTUALITÀ
8
nella realtà sociale, culturale e politica
della Provincia di Treviso; promuovere
iniziative concrete per l'accoglienza e il
rispetto dei diritti degli immigrati (diritto
al lavoro, all'abitazione, al
ricongiungimento familiare, all'asilo
politico, alla salute, all'istruzione, alla
lingua e alla religione); sviluppare attività,
iniziative e percorsi di formazione, anche
in collaborazione con altre associazioni e
organizzazioni, finalizzati a far crescere la
partecipazione e la cittadinanza attiva e
l'impegno di ogni cittadino nella vita
democratica delle comunità locali;
promuovere la conoscenza di ogni cultura
e il confronto tra di esse; favorire forme
di coordinamento interetnico tra italiani
e stranieri, per una maggiore capacità di
rappresentanza e di integrazione. Il
Centro esprime una presa di coscienza
del cambiamento degli scenari nel nostro
Paese, e rappresenta un punto di partenza
per operare in direzione di una
valorizzazione delle risorse che ciascun
immigrati porta con sé.
Anna Monterubbianesi
9
GLI ANZIANI E LA CASA
NELLE CONSIDERAZIONI DEL CENSIS
Sotto il profilo demografico l'Italia,
come tutti i Paesi avanzati, presenta
rilevantissimi tassi di senilizzazione. La
componente anziana della popolazione,
già oggi particolarmente elevata, è in
costante aumento. Questa situazione,
che si lega all'allungamento della vita
media ed ai bassi tassi di natalità, se
non gestita consapevolmente, può
creare diversi problemi.
La nuclearizzazione spinta delle
famiglie e la progressiva difficoltà di
queste ultime ad offrire assistenza ai
parenti anziani, impattano
direttamente sulla qualità della vita
delle persone in età avanzata.Il
dibattito attuale sui problemi della
popolazione anziana è fortemente
centrato sulla dimensione della perdita
di autosufficienza. Non a caso la gran
parte delle riflessione si concentrano
sul tema delle cosiddette RSA
(residenze sanitarie assistenziali),
strutture socio-assistenziali di
ospitalità permanente che forniscono
un mix di accoglienza e prestazioni
sanitarie per anziani non
autosufficienti. Questa legittima
attenzione per le residenze per i non
autosufficienti, finisce per nascondere
parzialmente la realtà di quelle quote
significative di popolazione in età
avanzata, in buona salute, ma con
problemi riconducibili agli aspetti
abitativi che, senza rasentare
l'emergenza, finiscono per ridurre
drasticamente la qualità della loro vita.
Il primo di questi attiene alla socialità.
Una quota molto elevata di anziani vive
in condizioni di solitudine. In molti
casi, specie quando subentrano
oggettive limitazioni alla mobilità
spaziale, questo coincide con una
realtà di protratto isolamento.
Ulteriori bisogni si originano da
particolari correlazioni tra condizioni
economiche e abitative.
Molti anziani a basso reddito vivono in
immobili sovradimensionati rispetto
alle loro esigenze, con alti costi di
gestione (manutenzione ordinaria e
straordinaria, aspetti fiscali, ecc…).
In ultimo, non va trascurata la tipologia
edilizia e le condizioni dell'immobile, in
molti casi non adeguate ai bisogni di
cui gli anziani sono portatori. Si pensi
alle case senza ascensore, agli immobili
fatiscenti, alle case isolate.
Questi fattori, tenendo presente la
forte correlazione tra anzianità e
disabilità, spesso si configurano come
vere e proprie barriere architettoniche
in grado di penalizzare fortemente la
qualità della vita degli anziani.
Appare necessaria una riflessione in
merito alla disponibilità degli anziani
nei confronti di soluzioni abitative
innovative, contraddistinte dall'uso di
una “casa propria” pur in un contesto
caratterizzato da spazi e servizi
collettivi in grado di sopperire a tutti
quei disagi che l'età avanzata spesso
produce, soprattutto in situazioni di
rarefazione dei rapporti familiari.
Questo tipo di proposta, assente in
Italia se non in piccoli numeri e a livello
quasi sperimentale, incontra opinioni
favorevoli di quote non marginali di
anziani. Opinioni che, tuttavia,
stentano a sedimentarsi in una
domanda esplicita come avviene invece
per le RSA. Il compito delle istituzioni,
al riguardo, dovrebbe essere quello di
favorire lo sviluppo di un'offerta
residenziale specifica e mirata.
Mario Corsini
TORINO, SI ESTENDE IL PROGETTO
“PONY DELLA SOLIDARIETÀ”
DA OTTOBRE E PER TUTTO IL 2008, COINVOLTE SCUOLE, GIOVANI E ANZIANI
Il progetto “Pony della solidarietà”,
nasce nel 1999 al Centro Auser
Provinciale di Torino; grazie al
finanziamento della Compagnia di San
Paolo e all'impegno dell'associazione,
l'esperienza si consolida nel corso degli
anni ampliando costantemente il
raggio d'azione ed incrementandone
l'attività. Nel 2006 la Compagnia di San
Paolo ha deciso di finanziare il
progetto estendendolo anche alle
province di Asti, Cuneo e VerbanoCusio-Ossola dove ha ottenuto uno
straordinario successo.
In considerazione dei riscontri ottenuti
anche nelle nuove province coinvolte, la
Compagnia di San Paolo ha confermato
il suo sostegno al progetto “Pony della
solidarietà” anche per l'anno
2007/2008 estendendolo alle province
di Alessandria e di Novara.
I “Pony” sono volontari, ragazzi o
ragazze, che si rendono disponibili a
fornire assistenza domiciliare agli
anziani bisognosi facendo loro visita
settimanalmente; l'obiettivo principale
del progetto è infatti il sostegno alla
domiciliarità degli anziani attraverso
visite e contatti costanti con i giovani
“Pony” disposti a far loro compagnia,
accompagnamento per commissioni,
visite mediche, ritiro esiti esami, spesa,
ecc. Questi appuntamenti, protratti nel
tempo, creano le condizioni per
stabilire tra l'anziano assistito e il
“Pony” conoscenze che si possono
trasformare in vere e proprie amicizie.
L'esperienza assume quindi una duplice
valenza: fornire agli anziani
un'assistenza “diversa”, umana, diretta e
concreta presso la propria abitazione e,
al tempo stesso, consentire ai giovani
di rendersi utili impiegando il loro
tempo libero in maniera costruttiva.
Per entrambe le parti, dunque,
un'opportunità di crescita attraverso la
valorizzazione dei rapporti
intergenerazionali e la creazione di un
contatto che diventi un veicolo
costante di solidarietà e che sviluppi la
cultura del volontariato tra i giovani.
Grazie al sostegno dei 250.000 euro
messi a disposizione dalla Compagnia
di San Paolo, dal mese di ottobre sono
state attivate iniziative in molte scuole
superiori delle province interessate.
Come avvenuto negli scorsi anni,
infatti, Auser ripropone l'iniziativa
presso le scuole già coinvolte con
l'obiettivo di aumentare il numero dei
ragazzi interessati e presenta per la
prima volta il progetto in realtà che
ancora non vi hanno partecipato al fine
di ampliare il bacino a cui attingere
nuove forze per il volontariato.
Dirigenti scolastici e docenti hanno
dimostrato particolare sensibilità e,
grazie a loro ed alle assemblee
organizzate all'interno degli istituti per
la presentazione del progetto, stiamo
incontrando centinaia di ragazze e
ragazzi. Molti giovani stanno
confermando interesse all'iniziativa
dando la propria disponibilità a
frequentare i primi corsi di formazione
organizzati dall'Associazione con
psicologi, geriatri e operatori di servizi
sociali. Presto i nuovi volontari
cominceranno le loro visite domiciliari
aggiungendosi così ai “Pony” che, in
tutta la regione, svolgono da tempo il
loro volontariato a favore degli anziani
segnalati dall'Associazione.
Come lo scorso anno, il progetto verrà
presentato agli organi di informazione
e di stampa nelle province coinvolte e
dalla scorsa settimana è stata avviata,
su alcune radio private che
trasmettono nelle province
interessate, una campagna di
sensibilizzazione mirata al
“reclutamento” di nuovi giovani
volontari. In un momento in cui i mezzi
di informazione denunciano,
giustamente, i gravi episodi di
bullismo e di violenza che si sono
verificati nelle scuole italiane, le
centinaia di giovani che hanno dato e
danno la loro disponibilità a
collaborare per il miglioramento della
qualità della vita di persone in
situazioni di non autosufficienza o di
limitata autonomia, è una nota di
fiducia che certamente ci spinge a
moltiplicare gli sforzi per la riuscita e
lo sviluppo del progetto. “Aiutaci ad
Aiutare gli Anziani” è lo slogan che
Auser Piemonte ha scelto per la sua
campagna di sensibilizzazione; la
risposta dei giovani a questa richiesta
di aiuto è stata assolutamente
positiva. Ci sembra un segnale
importante ed innovativo che a credere
in questa iniziativa siano in prima
persona i giovani che stanno
dimostrando una sensibilità ed
un'attenzione straordinarie alla
solidarietà diventando essi stessi
veicoli per accrescere quei valori
destinati a contrastare
l'emarginazione e l'esclusione.
Nicoletta Marcon
Un'esperienza tra
generazioni lontane tra loro
Il Circolo "La Margherita" di Mestre ha
realizzato la seconda edizione de' "Il
giardino degli aromi" che ha coinvolto
gli anziani dell'Auser e i bambini delle
Elementari. Diciotto gli incontri conclusisi di recente - programmati nel
“laboratorio” del cortile di Villa Lucia,
dependance della Casa di riposo di
Mestre. Nel “giardino”, che ha ospitato
l'iniziativa, si è lavorato, seminato e
curato le piantine seguendole nelle
varie fasi dello sviluppo sino a quando,
dopo un'attenta osservazione, si è
proceduto alla loro catalogazione.
Oggi, a progetto realizzato, si può dire
che i risultati siano confortanti, il
laboratorio di giardinaggio ha, sul
serio, facilitato la reciproca
comprensione tra giovani ed anziani
che assieme hanno giocato, parlato,
scherzato e creato delle vivaci e
colorite piccole piantagioni.
L'avvicendarsi di azioni, di ruoli, hanno
permesso agli anziani, impegnati in
questa esperienza, di ritrovare se
stessi stimolati dall'allegra curiosità
dei bambini che hanno movimentato i
pomeriggi a Villa Lucia. Il sereno
dialogo, i profumi degli aromi del
“vivaio” hanno accresciuto nei
ragazzini l'interesse nei confronti
dell'ambiente e dei "nonni" al loro
fianco. Le insegnanti Grazia e
Maddalena della classe 4^ B, della
Scuola primaria “Enrico Toti”, alla
quale appartenevano gli alunni
partecipanti al progetto, hanno
sintetizzato la loro opinione
sull'iniziativa, scrivendo: ”La
freschezza e l'entusiasmo hanno
caratterizzato un'esperienza nuova
anche per noi insegnanti. Alcune
perplessità iniziali, non solo quelle che
ti prendono prima di iniziare a lavorare
per un nuovo progetto (obiettivi, orari,
autorizzazioni…) ma anche altro. Come
è possibile l'incontro tra generazioni
così lontane tra loro, quali punti di
contatto perché rimanga un'esperienza
significativa e non una delle tante che
si fanno a scuola e che poi si
dimenticano? E sarà possibile che
questi bambini ipertecnologici che
“smanettano” con i computer meglio
delle maestre, che ricevono in dono
l'iPod da Babbo Natale si interessino di
bulbi, di terra e di nonni, nonni che
viaggiano verso il secolo e che a volte
per la decima volta chiedono il loro
nome? La risposta a tutte queste
domande è SI'! E' stato possibile.” E
sulla scia delle insegnanti anche gli
“scolari” hanno voluto dire la loro. Tra
questi, Arianna: “A Villa Lucia, c'erano
delle signore abbastanza anziane. Vito
era l'unico maschio: è il signore più
simpatico del mondo ed è bravissimo a
fare gli aerei. Mi hanno detto che c'è
una signora di 105 anni e che tra poco
ne compirà 106! Secondo me gli
anziani sono sempre felici di averci là,
perché quando arriviamo ci chiedono
subito qualcosa e a me piace
rispondere, anche se di solito sono
timida!” Marco, commenta: “Abbiamo
scoperto che Villa Lucia era come una
casa di riposo per gli anziani; ma il
signor Vito una volta abitava a
Pellestrina e ci ha accolti con gli aerei
di carta. Dentro abbiamo conosciuto
ATTUALITÀ
10
altri anziani che ci hanno raccontato
dei loro tempi, dopo insieme a loro
abbiamo fatto giardinaggio e siccome
sul muro c'erano delle erbacce, le
abbiamo tolte.” Paolo, invece,
preferisce esprimersi in rime: “ Villa
Lucia è proprio una fioreria/Con quei
fiori mi fanno immaginare/Un
arcobaleno bello/In un cielo sereno/Il
signor Vito è proprio forte/E fa ridere
tutta la gente…/Le vecchiette sono
delle simpatiche!/Pietro è proprio un
giardiniere/E sa curare proprio tutti i
fiori come un ingegnere/La vecchietta
di 105 anni/E' proprio una leggenda!”
Tommaso constata: “Io mi sono trovato
bene con gli anziani di Villa Lucia e ho
fatto amicizia con alcuni di loro. Mi è
anche molto piaciuto il lavoro che si è
svolto con il giardiniere: piantare i
bulbi, piantare le viole…
Particolarmente mi sono piaciuti i giochi
che faceva il signor Vito: non so perché,
ma è la cosa che mi è piaciuta di più.”
Severino Benettelli
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Hanno collaborato a questo numero
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MICHELE MANGANO, NICOLETTA MARCON,
ANNA MONTERUBBIANESI, MARIO CORSINI
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