30 il Giornale Mercoledì 25 novembre 2009 Spettacoli L’INTERVISTA ∫ CLAUDIO BAGLIONI STASERA SU SKYUNO «Il mio kolossal con settanta big» Da Allevi a Battiato, da Fiorello a Mina, tutti insieme per celebrare «Questo piccolo grande amore» Dopo due anni di lavoro, esce il doppio album che dà il via al tour. A dicembre la tappa a Milano Paolo Giordano Roma Alloraselimettiamoinfila sono addirittura settanta: da Allevi a Zarrillo, da Alessandra Amoroso ad Antonello Venditti. Tuttiinsiemeappassionatamente a cantare le canzoni di Questo piccolo grande amore nel doppio cd che si intitola Q.p.g.a.. E poi c’è una su tutti: Mina. Ascoltarlamentre canta il verso «lo teneva stretto stretto», con uno strepitoso equilibrio di acuti e sussurri, è un’emozione, altro che.EavrestedovutovederlaSilvia Seleppico, la madre 91enne di Claudio Baglioni, come se le beveva, queste nuove canzoni: oltredue oreferma eimmobile e concentratissima con le cuffie nella saletta sotto una chiesa ai Parioli. Però attenzione, Claudio Baglioni, che naturalmente è la voce principale di tutto questo kolossal, dice subito: «Non è un remake del disco del 1972, è un arricchimento della versione originale». Difatti è così: oltre a esserelastoriadelgrandeamore di Giulia e Andrea, «quello che non dura tutta la vita, ma che la cambia», ci sono alcuni inediti e alla fine Q.p.g.a. diventa una enciclopedia della musica d’autore perché trovatelo voi un altro disco in cui cantano Battiato e Fiorello, Fossati e Giusy Ferreri, Giorgia e i Pooh senza pestarsi i piedi, tutti parte dello stesso affresco, tutti docilmente alla corte di quello che forse è il più torrenziale dei nostri artisti, l’unico cheforsesiariuscitoaconservarsi fedele a se stesso senza annoiarsi neanche un po’. Baglioni, un disco così non è mai stato registrato nella storia del pop italiano. «Ci ho impiegato due anni di lavoro. E in qualche momento ho avuto anche la tentazione di “ Cover Di quella mia canzone esistono 120 versioni Assenze Manca Francesco De Gregori, ma non è l’unico Progetti Prometto un cd più breve, magari solo tra un anno 52 CANZONI «QPGA» ESCE IL 27 NOVEMBRE Mina,Bocelli,Fiorello, Battiato, Ivano Fossati,Morgan,Jovanotti, Laura Pausini, Giorgia, Jannacci, Ennio Morricone e Luis Bacalov sonofraicirca70artisti che partecipano a Q.P.G.A il doppio cd con52 canzoni in uscita venerdì. mollare tutto». Quando? «Sono entrato in crisi due o tre volte. Specialmente quando sono passato dall’idea di fare un semplice remake a quella di allargare il disco fino a dove poteva arrivare». Difatti dentro ci sono preludi, interludi, temi e melodie che si intrecciano. Però in tutto questo elenco di ospiti mancaFrancescoDeGregori. «In realtà ne mancano altri. Qualcuno non poteva, qualcuno voleva evitare la sovraesposizione». Però c’è Fiorello in «Porta QUARANTENNALE Claudio Baglioni è nato a Roma nel 1951 e cominciò a scrivere i primi brani nel 1969, a 18 anni. «Questo piccolo grande amore», invece, uscì nel 1972: «Non è solo la canzone della vita - dice Baglioni - ma è la canzone che ti cambia la vita» Portese». «Gliel’ho affibbiata io, quella canzone». E a lui sarà venuta la tentazione di imitarla. «E forse all’inizio del brano si sente anche un po’». Insomma, caro Baglioni, stavolta non si può dire che lei si sia stufato di «Questo piccolo grande amore». «Selofossi,nonsareiqui.Questaèunacanzonechemihacambiato la vita». In«Q.p.g.a.»c’èpureunbrano che nella versione origi- nale non c’era. «Si intitolava Lungo il viaggio». Perché gliela censurarono? «Perché la ritenevano troppo politica visto che nel testo si parla di un corteo e quelli erano anniunpo’complicati,diciamocosì.Cosìlasciaiperdere.Peròbisogna ricordare che all’inizio censurarono anche Questo piccolo grande amore». Ma se è la canzone d’amore per eccellenza. Secondo lei hainfluenzatoancheleopere di Federico Moccia? «Ma non è stato l’unico ad ascoltarlo. Tra Italia e resto del mondo, ci sono oltre 120 versionidiquellacanzone.Hannorifatto anche Con tutto l’amore che posso e Quanto ti voglio». Anche Mina ha cantato «Questo piccolo grande amore in passato». «Con lei, come con tutti, stavoltasonostatotirannoenonsono sceso a patti. Con lei abbiamo discusso di tonalità perché non voleva tenere registri troppo alti. Alla fine mi ha detto che questoèilregalopiùbelloedelegante che potessi fare al mio album». Che è uscito nel 1972. «Ma ho iniziato a comporre le primecanzonigiànel1969,quindi Questo piccolo grande amore festeggia in qualche modo quarant’anni. È arrivato nell’epoca del grande sogno che poi per molti è diventato solo ambizione». E lei come festeggerà? «Andrò in tour e dal 5 all’8 dicembre sarò agli Arcimboldi a Milano.PoiandrònegliStatiUniti, in Canada e nel resto d’Europa». E il prossimo cd? «Magarigiàtraunanno.Masarà più breve, lo prometto». LA PRIMA DELLA SCALA «Carmen» secondo Barenboim: colori, risate e paura Il direttore presenta l’opera di Bizet che apre la stagione: piena fiducia nella debuttante Rachvelishvili Pier Anna Franini Milano Avete letto forse, in questi giorni, di una Carmen rivoluzionaria, con stupri e inquietanti passaggidibare?Nientedituttociò.Laregistanonlasciatrapelaregranchédellospettacolocheil7aprelastagione del teatro alla Scala. Al fianco del direttore d’orchestra Daniel Barenboim, che quel dì sarà sul podio, Emma Dante, appunto regista di Carmen, assicura che non vedremo niente di tutto ciò. E allora? «Sarà una Carmen molto viscerale, con richiami ai colori del Sud, però tutto è in chiave metaforica», ha spiegato ieriunadelleregiste dipuntadi casa nostra. Drammaturga provocatoria,ilcuinomefecesubitopensarea grandi rivoluzioni nella roccaforte del teatro di tradizione, la Scala. E invece ha spento tutti i fuochi affermando che non opererà nessuna «forzatura al libretto, sebbene provenga dal teatro di ricerca». Qui c’è il vincolo della musica, dice. Così pure - aggiungiamo noi - è determinantelacollaborazioneconunaforza della natura come Barenboim: una personalità dirompente che lasceràpurespazidimanovra,mafor- seriservandosi uncerto gradodi supervisione. Da vero regista di questaCarmen,ieriBarenboimcihafornitoqualchedettagliodiquestaproduzione. E parte dal cuore dell’opera. Cosa rimane impresso di Carmen, chiede? «L’Habanera», risposta. Habanera che proviene da Cuba e ha un sapore africano. «La cosa interessante di Carmen è questo triangoloSpagna-Africa-Cubavisto con gli occhi di una sorta di colonialista francese», cioè Bizet, composi- 15 30859 ATTIVITA’ DA CEDERE/ACQUISTARE, ARTIGIANALI, INDUSTRIALI, TURISTICO, ALBERGHIERE, COMMERCIALI, BAR, AZIENDE AGRICOLE, IMMOBILI. RICERCA SOCI. PERIZIE/CONSULENZE. 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Altra cosa, Carmen èun’operacomique,manonpoicosì comique, aggiunge il direttore. «Vi sono momenti dove si muore 53097 HDE centro sperimentale Tantra, splendide massaggiatrici per ritrovare l’equilibrio mente corpo spirito. Tel. 3270217645. www.rosarossa.com 53030 MIRELLA ITALOBRASILIANA, 22ENNE, BIONDA, 170, QUARTA NATURALE. SENZA PORTINERIA. MILANO ZONA LORETO. 334.54.95.716 WWW.ROSA-ROSSA.COM 52237 SPETTACOLARI indimenticabili massaggi intensi rilassanti centro olistico tutti i giorni. Tel. 02/36635871 www.rosarossa.com 52973 31 PRESTITI FIDEJUSSIONI BANCARIE Prima richiesta assoluta per Ditte-Aziende interessate ottenimento Ampliamento linee di credito, capitalizzazioni, sviluppo, forniture. Faxare 099.9721407 53070 il coltello è sempre presente, c’è il senso della minaccia e paura dall’inizio alla fine». Carmen è poi ritmo allo stato puro, il ritmo della fierezza ispanica talvolta ammansito dallanguore di un ritmo latinoamericano. Barenboim, un po’ al pianoforte e un po’ canticchiando, ricordache in Carmen si insinua il tango, ad esempio: se lo dice Barenboim, argentino, ci crediamo. Un po’ da questa prospettiva, e sempre a proposito di triangoli geografici, ricordache Africa, Cuba e Spagnacondividono il sole e il calore, cifra di Carmen dunque, di un’opera dove la passione è il motore delle azioni diversamente da quanto accade nella musicarussadove«spessolapassione è gelata dal freddo. Carmen è già riscaldata prima di cominciare». Quantoaipersonaggi,Carmenanzitutto, che assieme a Don Josè è il perno dell'opera. Il ruolo spetta a una giovane debuttante georgiana, Anita Rachvelishvili. Barenboim, dainguaribileironico,vuolesdrammatizzare il fatto di aver scoperto questafanciulla prodigiosache, dopo sole tre produzioni operistiche in vita sua, si aggiudica il titolo dell’opera di una prima scaligera. Ieri ha ribadito la massima fiducia in questa sua scoperta. In una ragazza che ha «voce, temperamento e nel frattempohastudiatoconincredibile tenacia e disciplina». Gabriella Carlucci presenta «Green», l’ambiente alla portata di tutti Agnese Gazzera Milano GabriellaCarluccitornain tv in nome dell’ambiente. Va in onda stasera, su SkyUno alle 21 (poi in replica),lospeciale Green.Unpianeta da amare, ideato e scritto dall’ex conduttrice e ora parlamentare nelle file del Pdl.Greenciparleràdelleultime tendenze dell’ecologia, a partiredal G8 Ambientesvoltosi a Siracusa in aprile, con attenzione ai temi più attuali e controversi, anche in vista della Conferenza Onu sul clima che si terrà a dicembre a Copenaghen. In primo piano sarannoitemidellatuteladella biodiversità, dello sviluppo di nuove tecnologie, della produzionedienergiadafontirinnovabili.Con unosguardo su ciò che l’Italia ha fatto e sta facendo, alle tecnologie che le aziende stanno sviluppando e utilizzando, alle innovazioni che prendono piede.«Questaèunapuntatasingola - spiega la Carlucci -, ma il progetto è più ampio: una serie di 10 puntate per il National Geographic, con taglio documentaristico e pedagogico, per sviluppare la co- STAR Nella puntata anche un’inchiesta sull’impegno ecologista dei divi di Hollywood scienzaambientalenellepersone».L’obiettivo,infatti,èfare educazione ambientale in modointeressanteedivertente, raccontando l’ecologia in modo che tutti possano comprendere. «L’ambizione è che tutti possano capire, anche i bambini: per far questo ci sono tante e belle immagini,cosìcomeesempiespiegazioni concrete - dice ancora laCarlucci-.Saperecomevienetrattata e poi riusata la plastica che va al riciclaggio, ad esempioperfarne abiti,invoglia a impegnarsi a differenziare». Laprimapartedellospeciale di stasera, inoltre, sarà dedicata alla docu-inchiesta Il riscaldamento globale: Hollywood salverà il pianeta?. Star, produttori e registi di Hollywood risponderanno a più di una domanda irriverente su quanto ci sia di vero e quanto di calcolato nell’impegno ambientalista di molti divi. Ascolteremo, tra le altre, leopinionidiLeonardoDiCaprio e Peter Fonda, di Robert Redford, Arnold Schwarzenegger e di Larry Hagman, lo spietatopetroliereJRdellasoap opera Dallas, che svelerà il suo vero volto di appassionato ecologista. Inprimopianoci saràladomanda:inun’epocaincuianche la politica è diventata show, può lo show business difendere la causa verde meglio della politica stessa? In proposito, spiega la Carlucci: «I personaggi famosi vengono più facilmente ascoltati. Io stessa penso che la mia popolarità sia utile per essere ascoltatasuquestitemi.Ecredo che la tv sia il mezzo di comunicazione migliore per parlarne, perché è quello a cui tutti hanno accesso e che conmaggiorfacilitàentranelle case della gente».