“QUADERNI”
N. 4
DON PRIMO MAZZOLARI
“LA PAROLA CHE NON PASSA”
(sui sentieri scomodi della pace)
SCUOLA POPOLARE DI SERVIZIO ALLA PACE
31 Marzo 1-2 Aprile 2004
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RELAZIONI
don Primo: uomo, sacerdote, profeta
don Giuseppe Giussani
Ogni guerra è una sconfitta
La pace come unica via per l’umanità
don Paolo Antonimi
I poveri, gli ultimi, i lontani
L’amore per l’uomo prassi di cambiamento
sociale
don Paolo Antonimi
La scuola popolare di servizio alla Pace
(SPSP)
ha la sua sede presso la
Fraternità di Betlemme
in via Santimaria 187 a Vò Vecchio (PD)
(tel. 049-9940110) e-mail: [email protected]
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Introduzione (don Marco Girardi)
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4
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Madre Teresa di Calcutta: “Viviamo in un mondo
che soffre la fame d’amore. Ci sono persone che
si sentono non desiderate, non amate, dimenti-
Don Primo:
cate, trascurate. Noi siamo tutti troppo occupato
fino al punto da non avere tempo per sorridere
uomo, sacerdote, profeta
l’un l’altro. Ancora meno tempo abbiamo per
pregare, meno ancora per restare uniti, per sa-
Intervento di don Giuseppe Giussani (resp. Fondazione Don Primo Mazzolari, Bozzolo - Mn) agli Incontri
“Don Primo Mazzolari – la parola che non passa - sui
sentieri scomodi della pace”; Padova, Chiesa delle
Cave, 31 Marzo 2004 (relazione non rivista dall’autore).
ziare il bisogno che abbiamo gli uni degli altri.
Solo insieme si può portare a termine qualcosa
di bello agli occhi di Dio.”
E sentite Luther King: “Ricchi come siamo di beni
e di risorse materiali i nostri criteri di successo
sono quasi indissolubilmente legati con l’attività
Ricordo che don Primo ha voluto bene a Padova,
dell’acquisto. Abbiamo imparato a volare nell’aria
è venuto molte volte a Padova; nel 1950 ha te-
come uccelli, a nuotare nel mare come pesci,
nuto una conferenza sul “lupo di Gubbio”, un
non abbiamo appreso la semplice arte di vivere
manifesto sulla nonviolenza e sulla pace; il frate
insieme come fratelli.” La nostra abbondanza
francescano che l’aveva invitato, il giorno dopo è
non ci ha portato né pace della mente, né sere-
stato aspramente rimproverato dal vicario gene-
nità dello spirito.
rale e subito spostato da Padova per castigo, per
aver chiamato a parlare don Primo Mazzolari.
Questo vi dice quale figura non comoda è stata
quella di don Mazzolari nella chiesa italiana negli
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anni 30, 40 e 50. Figura che ha dovuto fare i
rinunciabile. È inutile illudersi: la storia insegna
conti con autorità che non intendevano il suo lin-
che quasi mai è stato il pane ad andare verso i
guaggio e ha saputo tuttavia praticare l’obbe-
poveri, ma i poveri ad andare dove c’è il pane.
dienza senza mai neanche lontanamente pensa-
Scegliersi l’ospite è un avvilire l’ospitalità, ma ciò
re di uscire dalla chiesa.
non significa un’ accettazione passiva, subita,
dissennata, nell’accoglimento solo di quell’ospite
don Mazzolari: l’uomo.
che sia simile a noi. Il magnanimo ospitante non
Era nato in campagna, nella pianura Padana in
teme il diverso, perché è forte della propria iden-
un paesino alla periferia di Cremona, nella bassa
tità”. L’ ho già detto: la parola extracomunitario
lombarda, famiglia numerosa; fin da piccolo Pri-
non è una parola cristiana; che ne faccio del cro-
mo ha conosciuto la fatica del vivere e ha saputo
cifisso al muro se non lascio entrare il Cristo cro-
coniugarla con la singolarità della sua personali-
cifisso che è in ogni povero?
tà; da piccolo non ha mai giocato. Al nonno che
Parrebbe a volte che la città abbia paura dei più
andava in paese non chiedeva di portargli a casa
deboli. Che la politica urbana tenga a ricercare la
le caramelle bensì il giornale: il Corriere della
tranquillità mediante la tutela della potenza. Per
Sera - si era nel 1896 e c’era la prima campagna
sant’Ambrogio la politica è imminentemente al
di Africa, in Libia; don Primo che era nato nel 1-
servizio dei più deboli.
890 voleva seguire quello che facevano i soldati
Su L’ Osservatore romano di qualche giorno fa,
italiani in Africa -; a 6 anni (mica normale) leg-
un titolo: “ L’ONU denuncia alla Sessione annua-
geva, ascoltava, pensava e soltanto dopo ha co-
le della Commissione per i diritti dell’uomo: ogni
minciato a scrivere e a parlare.
sette secondi - sette secondi! - muore di fame
un bambino.
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38%. Secondo un’indagine del sindacato france-
A 12 anni è entrato in seminario. C’era allora un
se dei quadri, gli italiani sono all’ultimo posto in
Vescovo eccezionale, forse il più grande in Italia
Europa per reddito lordo e reddito netto rispetto
alla fine dell’800 primi del ‘900 (Vescovo a Cre-
a francesi, tedeschi, inglesi e spagnoli.
mona per 35 anni): Geremia Bonomelli che era
Il cardinale Martini: “Noi tutti certamente stimia-
anche lui un po’ profeta. Vescovo che, dopo che
mo il progresso economico con le sue benefiche
la Santa Sede aveva perso Roma nel 1889, scris-
conseguenze, tuttavia non si può negare che se
se un libretto “Roma, l’Italia, la realtà delle co-
tale progresso diventa il regolatore unico della
se” (non firmato, il Vescovo Bonomelli lo pubbli-
vita umana allora è un idolo, un padrone a cui si
cò anonimo) in cui diceva che è stata una grazia
serve. Di qui le conseguenze negative: le com-
che la Santa Sede avesse perso lo Stato Pontifi-
petizioni, gli arricchimenti, le tangenti, le conte-
cio e che da questa perdita inizierà una nuova
se, le guerre, l’affamare le altre popolazioni. Sa-
era per la Chiesa. Il Santo Padre, Papa Leone
rebbe bene chiedersi come mai con tanto pro-
XIII, nel 1889 lo ha messo all’indice in mezzo ai
gresso c’è tanta fame, c’è ancora tanta ingiusti-
libri proibiti perché si parlava di accettare la per-
zia, c’è un nord e c’è un sud del mondo così divi-
dita dello Stato Pontificio. Il giorno di Pasqua del
si, i più ricchi sempre più ricchi e i più poveri
1889, il Vescovo, nel duomo di Cremona stipato,
sempre più poveri. Se il progresso economico è il
alla fine della messa, ha detto al suo popolo cre-
padrone a cui servire le conseguenze che ne de-
monese: “il Santo Padre ha messo all’indice que-
rivano sono davvero devastanti. Se si serve la
sto libretto”; “io ne sono l’autore e chiedo perdo-
dignità dell’uomo, una dignità da salvare ad ogni
no al Santo Padre se lo ho addolorato o se avessi
costo, con primato del progresso morale, spiri-
anche detto qualcosa di errato; obbedisco per
tuale, il progresso economico ha il suo valore ir-
insegnare a voi laici cristiani ad obbedire alla
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chiesa”.
consolazione. Dicevo allora, la Pasqua del Giubi-
Tuttavia Monsignor Bonomelli parlando poi con i
leo possa essere per tutti noi una vera liberazio-
suoi vicini disse: “io ho obbedito ma non ritraggo
ne. E sentite questo, fa un po’ sorridere: “Povere
nulla di quanto ho detto, ne sono convinto e
casseforti degli uomini, poveri sotterranei delle
penso che la storia mi darà ragione”. E infatti la
grandi banche, vere cattedrali dell’ illusione, non
storia gli ha dato ragione. Anche don Mazzolari
vale la pena assalirvi, non custodite che cifre.
tante volte sembrava avesse torto, lo hanno
Ogni soverchia sollecitudine del domani è un af-
censurato, emarginato, castigato, lo hanno mi-
fronto alla generosità del Padre, un manco di fi-
nacciato anche di togliergli la parrocchia. Tutta-
ducia, una incomprensione veramente contro l’
via è sempre rimasto fedele e una volta disse:
Eucarestia. Il mondo è così: mani che si chiudo-
“quando sarò morto anche i miei superiori mi da-
no, occhi che non vedono, cuori di pietra. Chi
ranno ragione”. Infatti il Concilio Vaticano II ha
spezza il pane quotidiano come spezza il pane
detto cose che don Primo aveva detto 20-30 an-
eucaristico fa la giustizia e gusta il sapore del
ni prima.
pane e di ogni creatura.”
Don Mazzolari non è citato nel concilio ma i pro-
Portiamo dei fatti. Su famiglia cristiana - 25 gen-
blemi della liberta, della solidarietà, giustizia e
naio 2004 - a Milano, la città più ricca d’Italia,
pace sono stati da lui annunciati, vissuti sofferti
sono povere 82.000 famiglie, il 14% dei milane-
e gridati quando il 99% dei preti e dei vescovi
si. L’ ISTAT dice che sono 6 milioni i lavoratori
tacevano di queste cose. O per riserbo o per
poveri che non ce la fanno a mettere insieme il
paura o per obbedienza non completa. E allora
pranzo con la cena. A Roma gli anziani italiani
volendo vedere in don Mazzolari cosa c’era di
che ritirano cibo nei centri della Comunità di
grande cominciamo col dire che era profonda-
Sant’ Egidio sono aumentati lo scorso anno del
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– questo è scritto al quel tempo - che siamo
mente un uomo e credeva nell’uomo e nell’uo-
chiamati a varcare come segno di accoglienza e
mo valorizzava la coscienza e il suo primato.
perdono riceveranno ulteriormente significato se
Nel 1941 un soldato scrive dal fronte don Primo:
sapremo entrare attraverso le porte della carità,
“[…] è possibile che Dio benedica un esercito e
attraverso il servizio agli ultimi: gesti concreti,
l’altro che gli è contrario, è possibile benedire i
disponibilità, pagare di persona, a giocarsi nel-
due che si combattono, è possibile che il signore
l’incontro con il povero, oltrepassare la soglia del
benedica la guerra?”. Don Primo gli risponde con
vicino di casa infermo, entrare nella roulotte di
45 cartelle dattiloscritte che il soldato non legge-
una famiglia nomade, nel carcere della propria
rà subito ma solo dopo la guerra. Don Primo gli
città, vale tanto quanto varcare le porte di San
diceva che la coscienza è una autorità interiore,
Pietro, della Cattedrale diocesana o di una Basili-
la coscienza accanto alla parola di Dio è un capo-
ca”.
saldo dell’umanità e anche dell’umanità cristiana.
Troppo spesso rischiamo di fare della fede una
Don Primo mica poteva pubblicare quella rispo-
cosa spirituale, travisando il significato del termi-
sta (“Lettera ad un aviatore”) – è stata pubblica-
ne. Per il cristiano spirituale non è termine con-
ta dopo la sua morte. L’ha pubblicata don Bede-
trapposto a materiale; vuol dire invece ogni real-
schi nel ’65. Tuttavia don Primo ha detto queste
tà umana, storica, culturale, sociale accolta e
cose quando era peccato dirle, quando erano
vissuta nello Spirito che ha risuscitato Cristo dai
scandalizzanti ma le ha dette. Perché credeva
morti, lo stesso nel quale il Padre risusciterà an-
nell’uomo, credeva nella coscienza anche se
che noi. Dunque esistenza spirituale è quella ani-
questo gli è costato molto caro.
mata dallo Spirito della vita, lo Spirito che è forza, vento impetuoso, libertà, pienezza, virtù,
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Già in seminario (ci stette 10 anni dal 1902 al
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1912) vedeva l’asfissia di un ambiente che dove-
in sacrificio come porta del nostro ingresso nell’-
va far formare dei preti e a 18 anni fu tentato di
abbraccio d’ amore di Dio. Ecco da dove viene la
abbandonare perché avendo aggiunto 10 righe
forza che spalanca la porta del sepolcro, che fa
alla predichina che doveva fare agli amici semi-
entrare Gesù dai suoi a porte chiuse. Dove van-
naristi nel mese di maggio le aveva aggiunte
no a finire le nostre messe, dove vanno a finire
senza farle vedere al rettore e per questa sua
le nostre comunioni, che Pasqua di Resurrezione
intemperanza fu sgridato con veemenza. Voleva
faremo se non risorge l’ amore, la fraternità, la
andarsene ma incontrò un frate barnabita che
solidarietà? Ho l’ impressione che qualche cri-
era in esilio a Cremona, perché tacciato di mo-
stiano faccia Pasqua per fare un piacere a Cristo
dernismo, ospite di Monsignor Bonomelli; questo
e ai suoi sacerdoti.
padre gli ha detto di non avere paura, di andare
Non si può fare Pasqua a porte chiuse. Le porte
avanti, di non cedere “…soffrirai molto nella vita
sbarrate ai poveri non lasciano entrare il Signore
ma arriverai ad annunciare il Vangelo, ad essere
risorto. Nelle strutture ecclesiastiche chiuse si
uomo per una chiesa rinnovata…va; sofferenza e
incontra un Dio che non è il Dio di Gesù. Sì, cri-
amore vanno sempre insieme, senza sofferenza
stiani che credono in un Dio sbagliato, che non è
non c’è amore, va avanti con coraggio, Dio ti ac-
il Dio rivelato da Gesù. “Essere chiusi è il contra-
compagnerà”.
rio di essere cristiani”; è sempre don Mazzolari.
E così don Primo continuò il seminario; nel 1912
L’ immigrato, il barbone, il nomade, la famiglia
diventò prete e quasi subito dopo iniziò la prima
sfrattata, il drogato, il carcerato, il malato di
guerra mondiale. Lui volle andare in guerra, era
AIDS bussano materialmente e simbolicamente
un interventista: credeva che la guerra spazzas-
alle nostre porte. Se li chiudiamo fuori come può
se via tutte le ingiustizie, ne era convinto; fino a
entrare il Signore?. “Le porte sante del Giubileo
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ha scopre che il di più è dei poveri, quando chi
quando il 24.11.1915 sul Sabotino suo fratello
limita si limita al piano soprannaturale e la co-
Giovanni di 22 anni venne ucciso da una granata
munione dei santi si rende conto che è un furto
di cannone; incominciò ad interrogarsi se vera-
tenere per sé più del necessario. Dove non c’è
mente la guerra era la soluzione di tutte le ingiu-
nessun amore il di più non c’è. Dove c’è poco a-
stizie del mondo; però non si è subito convertito
more il di più è sempre scarso. Dove c’è tanto
alla pace, anzi è andato cappellano militare, è
amore tutto è di più, anche la propria vita. Chi
andato in Francia 6 mesi nella Piccardia, e poi è
spreca per non dare è un criminale. Chi non dà
andato 6 mesi in Alta Sesia (Polonia) con i solda-
nulla per non creare un precedente è un crimina-
ti italiani, e mentre era la ha capito come nella
le stupido. Chi dà qualcosa per non perdere tutto
guerra non si risolve nulla. Quando tornò dalla
è un mercante qualunque. Solo chi dà tutto per
guerra nel ’20, tornò con due tentazioni: fare
non perdere nulla nel giorno del rendiconto è un
l’insegnante o fare il prete il mezzo alla gente, in
cristiano”.
mezzo ai popoli.
Spero che non ci sia nessuno che dice: “Quanto
Ha fatto la seconda scelta: andò a Cicognara un
mai stasera sono venuto ad ascoltare quel prete
paesetto della bassa mantovana dove la maggio-
lì”.
ranza era miscredente e anche anticlericale: in
La porta della fede e la porta della carità hanno
chiesa pochissime persone. Il primo maggio ha
la stessa serratura. Le parole di Gesù: “Questo è
suonato le campane per la festa dei lavoratoti: il
il mio corpo, questo è il mio sangue, mangiatene
primo prete che festeggiava la festa dei lavora-
tutti, bevetene tutti”, sono per noi. Non li tiene
tori in chiesa. E i compagni di sinistra mica sono
più per sé come tesoro geloso, ce li dona per far-
andati in chiesa: disprezzavano e temevano fos-
ci entrare in comunione. Il corpo di Gesù offerto
se la trappola del prete. L’han capito dopo quan-
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do nella sua casa ha fatto la scuola popolare per
fa il povero, è il povero, egli è in ciascuno che ha
i contadini, ha fatto la biblioteca per i ragazzi, lui
fame, sete, che è senza casa, senza vestito, ma-
scriveva la grammatica e le piccole commedie,
lato, prigioniero; è come un ostensorio.
ha fatto il campo da gioco per i ragazzi e raccon-
Nel primo numero di Adesso, il suo giornale, in-
tava di un Cristo vicino al popolo. Il mese di
troducendo la rubrica La parola ai poveri, scrive:
maggio un anno l’ha fatto sulla divina commedia,
“Dare la parola ai poveri è molto più difficile che
un anno su pinocchio, un anno sui promessi spo-
dar loro ragione, è molto più impegnativo che
si. Voleva parlare alla gente con il loro linguag-
dare loro una bandiera, una tessera, un distinti-
gio, voleva far capire che in Cristo non vi era un
vo, una bomba a mano, un mitra. Parlare dei po-
capo ma un amico, un fratello, un compagno.
veri è un discorso così poco interessante che ca-
Non per nulla quando finisce la guerra nel ’45
sca subito. Altra cosa è dare la parola ai poveri.
scrive un libro per i soldati reduci dal fronte inti-
Un conto è parlare ai poveri, un discorso como-
tolato “Il compagno Cristo”, cioè il vangelo del
do. Qualche anno fa, oggi, c’è poco gusto a farlo.
reduce: voleva coniugare l’umanità con la fede
Ben diverso è dare la parola ai poveri, restituire
cristiana, voleva vivere con il popolo i valori più
la parola ai poveri. Ogni rivoluzione sociale che
grandi ma ha dovuto combattere sempre.
vuol essere vera rivoluzione parte e si ritrova
… Prima guerra mondiale e poi quando era a Ci-
nell’abbraccio della crocifissione quotidiana del
cognara nel ’22 andò in auge il fascismo. E l’han
povero. Le rivoluzioni hanno un’ anima quando
subito capito che amava la libertà e detestava la
chi soffre l’ ingiustizia la soffre attraverso l’ingiu-
dittatura, che dava alla coscienza la sua impor-
stizia altrui; la rivoluzione cristiana ha inizio
tanza. L’hanno quindi sempre pedinato e minac-
quando chi possiede molto si accorge di essere
ciato e prima che lasciasse Cicognara per Bozzo-
in debito con chi non possiede nulla, quando chi
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ro.
lo il 2 agosto del ’31 gli hanno sparato 3 colpi di
Gesù ha preso dimora nella povertà, è tra i po-
rivoltella dalla finestra. Perché cessasse di fare
veri che inizia il suo ministero; predica la buona
l’antifascista, l’anticonformista; e quando ci furo-
novella ai poveri. Il suo primo discorso nella si-
no le votazioni qualche anno prima per decidere
nagoga di Nazaret, dice: “Sono venuto per libe-
se accettare o meno il fascismo lui disse ai suoi
rare gli oppressi” da oggi! Da questo momento
parrocchiani di andare a votare “…voi avete i
comincia questa nuova storia. Noi abbiamo bloc-
bambini, se non ci andate manganelli, olio di rici-
cato la storia, l’abbiamo fermata. Questo è il
no, perdete il lavoro, io non ho bambini, non va-
peccato del quale nessuno si confessa. Qualcuno
do a votare e non voto anche per voi, scelgo la
si meraviglia quando confessando domando: “Lei
libertà anche per voi”. E così ha fatto. E aumen-
è un galantuomo? Lei paga le tasse? Lei ha fro-
tarono i suoi problemi, le sue difficoltà.
dato il fisco? Lei fa la carità? Ama? Che ne fa dei
Nel ’32 il Vescovo lo chiama parroco a Bozzolo.
suoi soldi?”. Ecco perché perdo clienti!
Non ebbe vita facile. Il 4 novembre si ricordava
È condannato, Cristo, alla morte dei poveri. Muo-
la vittoria del ’18 ma si ricordava anche il decen-
re nudo sulla croce. Gesù non è soltanto il Gesù
nale del fascismo. Lui quel giorno nella predica
dei poveri, E’ IL POVERO, il più povero degli uo-
dice “ricordiamo i morti della grande guerra per-
mini. Il vero amore non lo si misura dal livello
ché sono morti per la pace” e non ha nominato il
cui uno si innalza, ma dall’abbassamento di Lui,
fascismo. Fu denunciato a Roma, al Governo e
dallo scendere di Lui fino a noi. Gesù ci parla dal
alla Santa Sede, qualcuno l’ha protetto. Che ri-
di dentro della povertà, per cui la sua voce pie-
faccia la predica! E lui l’ha rifatta cambiando le
ga, pervade perché viene offerta una comunione
parole ma non cambiando la sostanza. Era te-
pienamente sofferta. Gesù non è uno spettatore:
stardo perché era convinto che nella sua parola
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era riflesso il Vangelo. Anche la seconda guerra
urgente, il vero impegno”.
lo ha visto impegnato, ha chiesto al Vescovo di
Scrive al Vescovo il 3 gennaio 1951: “Se il co-
andare cappellano “ho 500 giovani Bozzolesi in
munismo fosse soltanto un errore ideologico o
guerra, sono contro la guerra ma voglio stare
una conventicola di capi in malafede, tutto sa-
vicino a loro, soffrire con loro e se occorre mori-
rebbe già stato detto, ma dietro l’idea, senza ca-
re con loro”. Il Vescovo non accettò la domanda
pirla, dietro i capi, senza fiducia, avanzano milio-
di don Primo. Tuttavia don Primo si è messo a
ni e milioni di povera gente che porta sulla pro-
collaborare con la lotta partigiana rischiando di-
pria fatica onesta e mal retribuita la speranza del
verse volte la morte e tuttavia preparando l’Ita-
domani”. Ecco perché scrive La via crucis del po-
lia nuova. E’ dovuto stare 8 mesi nascosto, clan-
vero. Grande sarà la pena di don Primo per il de-
destino perché suoi due Bozzolesi li han fucilati i
creto del Sant’ Uffizio (1 luglio 1949) che commi-
nazisti a Verona, e c’era anche la condanna per
na l’esclusione dai sacramenti di chi vota per il
lui. Si è nascosto: 4 mesi a Gambana da un ami-
partito comunista e la scomunica di quanti pro-
co prete e 4 mesi a Bozzolo sotto il tetto del
fessano la dottrina materialista.
campanile e in quel periodo ha scritto, scritto e
La Via crucis del povero introduce in termini cri-
scritto e si preparava per il domani.
stologici il suo discorso sulla povertà, afferman-
E quando venne il 25 aprile si mise sulla piazza a
do non solo che il volto dei poveri, sebbene sia
Bozzolo nel mentre stavano fucilando un fasci-
segnato dalla fatica e dal soffrire riflette la bel-
sta; lui disse “no, il fascista, il comunista, son
lezza del volto dell’ Ecce Homo, il povero è quasi
tutti fratelli, dovete prima ammazzare me dell’a-
fratello carnale di Gesù, che in quanto figlio di
mico fascista”. Nessun fascista fu ucciso a Boz-
Dio è consustanziale al Padre, ma in quanto figlio
zolo. Però tanti capirono che lui voleva ricostrui-
dell’uomo è consustanziale al povero, l’uomo ve-
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zione. Vincendo la mia paura mi conquisto la
re l’Italia che avesse soprattutto ideali cristiani,
possibilità di elevarmi, proprio sul quel piano do-
lui ha creduto allora nella Democrazia Cristina
ve quasi tutti temono di perdersi. Non fuggo, ma
(1945), sperava…
accetto di essere povero, affermando quel solo
Andò a parlare su tutte le piazze di Lombardia,
coraggio spirituale cui nessuno forse si sentirà di
Emilia, anche del veronese, per un’Italia nuova
rendere omaggio, ma che ci darà in un domani la
che coniugasse democrazia e spirito cristiano. Ha
misura iniziale dell’uomo nuovo. Il giovane deve
rischiato anche la salute; a volte dava fastidio, a
toccare la miseria con le proprie mani, il giovane
volte invece faceva piacere ai superiori.
deve imparentarsi con il povero, con l’affamato,
Lui diceva di essere socialista e cristiano perché
con il delinquente, passare di là, in campo nemi-
il socialismo ha rubato al Vangelo le sue verità.
co, ove si trama contro il suo star bene e dichia-
“Ma non sono sue – diceva -, non le ha inventate
rare a chi lo guarda sospettoso e diffidente più
Marx - che ci ha aggiunto l’ateismo che io non
che la sua solidarietà, la sua responsabilità”. “Io
accetto -, ma il socialismo vero ha le radici nel
voglio – dice Mazzolari – una carità che mi impe-
Vangelo di Cristo”. Questo dava fastidio a molti,
gna mente, cuore, sogno, che mi invada con la
creava confusione; tanti Vescovi proibirono che
sua pietà, la quale grida da ogni parte del mondo
nei seminari venisse letto don Primo Mazzolari. E
con il grido del crocifisso “Perché mi hai abban-
quando anche don Primo si accorse che la De-
donato?”. È mortificante una carità che vuole to-
mocrazia Cristiana non realizzava quelle promes-
gliermi il dovere della rivolta verso un mondo
se di aiuto ai poveri, di riforme appena iniziate e
che moltiplica l’ infelicità. Senza una carità folle
subito sospese, come quella agraria, e quando si
chi potrà salvare il mondo? Noi crediamo nella
accorse che i suoi articoli non venivano pubblica-
carità perché è l’atto di fede più coraggioso e più
ti sui giornali nazionali ha fatto un suo giornale
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“Adesso”. Nel ’49, nel primo numero loda il Car-
mini avverte prima e in modo più vivo i bisogni
dinale Shuster, Arcivescovo di Milano perché a-
della vita materiale, mentre ciò che vale è l’eter-
veva donato il suo anello arcivescovile per le ca-
no. Adesso deploro senza meravigliarmene. Non
se degli operai poveri. “Io lo ammiro, vorrei che
è tanto naturale che parli prima il senso dello
tutti i Vescovi facessero così”. Dopo due anni lo
Spirito, specialmente là dove le necessità mate-
stesso Arcivescovo Shuster ha proibito ai preti di
riali sono strangolatrici. Non è facile dimenticare
scrivere su “Adesso”. Perché voleva che don Pri-
di avere fame per correre dietro al pane delle
mo smettesse di scriverci sopra; perché gridava
Spirito. La ricchezza spegne l’anima, ma lo stes-
sui diritti dei poveri, sull’esigenza di giustizia,
so fa la miseria, che il Vangelo non ha elencato
contro inadempienze del Governo e contro reti-
nelle Beatitudini. La verità ha bisogno di una te-
cenze e silenzi della gerarchia. Don Primo ancora
stimonianza di carità audace”.
una volta ha detto: “obbedisco, però penso che
Ecco perché il massiccio esodo delle masse verso
Dio suggerirà quello che sarà meglio”. Dopo
il
qualche mese (sembra che don Giovanni Cala-
“un’enorme coagulazione di malcontento, un
bria abbia detto a Shuster qualche parolina per
grande fenomeno di invasione in terra di nessu-
don Primo), nel novembre dello stesso anno,
no, uno stato d’animo di rivolta contro il males-
“Adesso” riprende la pubblicazione. Però a don
sere sociale di qualsiasi nome, un interiore tem-
Primo era proibito di scriverci sopra. E qui don
po di avvento, l’attesa di una novità che senza
Primo ha disobbedito; diceva “la mia coscienza
farci dimenticare le sofferenze patite renda im-
viene prima di certe imposizioni delle autorità”.
possibile il loro ripetersi. E allora perché io ho
Allora scriveva senza firmare, con pseudonimi,
paura di fare il povero, io mi perdo fra i poveri, li
nomi inventati. I superiori lo sapevano. Eppu-
adotto, mi faccio con i poveri una famiglia di ele-
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comunismo
Mazzolari
lo
vede
come
ai poveri del ducato milanese, come un indu-
re….
striale non pulisce il suo denaro donando qualche
Oggi se cercate articoli, sinceri, autentici, veritie-
milione alla parrocchia.
ri su quegli anni li trovate soltanto sul giornale di
Io ho cominciato a fare il parroco in un paese di
don Mazzolari.
contadini e il duca di Sabbioneta imponeva ai
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contadini una tassa. Il parroco era obbligato a
don Mazzolari: prete
dirlo in chiesa e siccome si rifiutava lo prendeva
La coscienza era per lui un primato ma c’è un
e lo metteva in prigione a Sabbioneta e lo
ri-
altro primato che coesiste con la coscienza o lo
mandava a casa la domenica. Paghiamo care
precede che è la parola di Dio; perché vedeva lì
queste cose. Quel duca è sepolto nella chiesa
la chiave della libertà, la radice della giustizia,
dell’ Incoronata.
una solidarietà vissuta. E allora don Primo scrive
I ricchi hanno i monumenti nelle chiese.
il libro “La parola che non passa”; commenta le
Se un cristiano va dal povero come uomo politico
letture del Vangelo, che erano ogni anno uguali
o per motivi unicamente politici e non c’è come
cercando in quella parola una spiegazione per le
povero tra i poveri, cioè di casa, di condizione, la
ingiustizie e una premessa per una società diver-
sua presenza è cristianamente inutile e politica-
sa.
mente pericolosa. Mancano appena i nomi dei
Voleva una chiesa aperta, non una chiesa che si
nostri politici.
barricasse, si chiudesse; una chiesa che lancias-
Madre Teresa di Calcutta diceva: “Se ci fossero
se ponti, non che aspettasse lontano ma che an-
dei poveri sulla luna dovremmo andarci”.
dasse incontro; una chiesa ecumenica, spalanca-
“Una volta - dice don Primo - mi meravigliavo e
ta ai lontani, che avesse rapporti anche con i
mi indisponevo perché la maggior parte degli uo-
protestanti, gli ortodossi (a quei tempi era proi-
17
bito, era peccato); e quando nel ’44 bombarda-
gliano mai indirizzo, né abbisognano di indicazio-
rono Cremona, lui in un rifugio sotterraneo pre-
ni, basta il campanile”. Questa sua passione per i
gava con un suo amico prete don Astori e un pa-
poveri e per i braccianti del delta -perché ha
store protestante perché la guerra finisse e tor-
viaggiato un po’ in tutta Italia, anche giù in Sici-
nasse la pace. L’ecumenismo in radice che poi
lia o per gli operai della Pignone, questa atten-
diventerà aperto, diffuso, comunicato: quindi u-
zione ai poveri raccolti intorno alle pievi e a quel-
na chiesa spalancata agli altri, ecumenica. E poi
li che si sono allontanati in cerca di più immedia-
voleva che nella chiesa i laici avessero un ricono-
ta liberazione viene intesa e vissuta da Mazzolari
scimento autentico che non fossero degli aiutanti
come un’angelica predilezione, come una cristia-
del prete, ma dei collaboratori; anzi don Primo
na parzialità che ha in Cristo il suo fondamento
parla di corresponsabilità dei laici nella chiesa.
ultimo e nella legge dell’amore la sua regola d’o-
Soffriva quando vedeva che i laici non erano
ro. E precisa: “Prediligere non vuol dire amare di
pronti, ardimentosi.
più o amare meno, ma amare secondo una rego-
Voleva che i preti, e anche le suore, riscoprissero
la o un criterio non di maggior merito, ma di
i valori evangelici: povertà, carità e servizio nel-
maggior bisogno. Troppa gente ha paura di dire
l’umiltà.
ai ricchi, per amore, le uniche parole giuste, le
parole forti. E’ assai più facile esulare il giorno
18
don Mazzolari: profeta
che si presentano a fare le elemosina alla chiesa
Per la pace è proprio un profeta (pensate che il
che rimandarli a casa i ricchi, se prima non si so-
libretto “Tu non uccidere” lo scrisse nel ’55 senza
no messi in regola nei riguardi della giustizia
firmarlo per paura di essere offeso nella sua li-
verso i loro dipendenti. Fabbricando la certosa di
bertà). Quando nel ’34 scrisse il primo libro - il
Pavia un Visconti non cancella le taglie imposte
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Chi soffre ha diritto a un po’ di impazienza, non
commento al figliol prodigo, “la più bella avven-
lo dimentichino i nostri uomini di governo.
tura” – dopo un anno il Santo Uffizio dice: ..no è
Ancora una parola bellissima: “Io voglio l’orgo-
erroneo, perché parla bene del figliolo prodigo e
glio- dice don Primo – di essere e di rimanere
invece non è ricco di compiacenza per il maggio-
povero.” E’ una lettera che scrive nel 1921, il 5
re..” e lo hanno censurato. E così altre volte.
settembre, a sua sorella.
Pensate che ancora nel ’60 il Santo Uffizio sigilla-
E in una lettera a Miglioli, sindaco di Bozzolo: “Lo
va nelle casse il libro “Tu non uccidere”.
stare con i poveri è una malattia che mi ha at-
Soltanto il Concilio Vaticano ha dato un’aria nuo-
taccato Cristo, perché dove ci sono i poveri, c’è
va; e don Primo ebbe una grazia; prima di mori-
più Cristo”. Allora gli atei non sono quelli di sini-
re (pensate che con Papa Pacelli aveva chiesto
stra, ma sono quelli che non amano i poveri. Po-
udienza molte volte ma non l’aveva mai avuta)
vertà intesa non come handicap, come situazio-
ebbe udienza da Papa Giovanni XXIII; per un li-
ne di inferiorità, ma come titolo quasi nobiliare
bretto su 300 preti uccisi da fascisti, nazisti e co-
che avvicina il cristiano, il sacerdote alla vita po-
munisti e questo libretto lo offriva a Papa Gio-
vera di Colui che è Signore ed è maestro.
vanni. Era a Roma che aspettava udienza quan-
Nel suo rapporto con i contadini don Mazzolari
do un prete lombardo lo ha visto in piazza e dis-
matura la propria vocazione per i poveri. Pensa-
se in Vaticano che non dovevano ricevere don
te, nel 1921 a Bozzolo istituì la scuola serale per
Mazzolari.
i figli dei contadini.
Lui lo sente e vuole tornare a casa. Poi…
Dice: “I poveri sono gli amici abituali e continui
La provvidenza, era amico di don Capovilla – se-
della parrocchia; non hanno stagioni, non hanno
gretario di Papa Giovanni -, scrive una lettera a
orari, non conoscono tregue né soste, non sba-
Capovilla dicendogli che è 50 anni che vive per
19
Cristo e per il Vangelo: “non posso vedere il Pa-
bero essere tentati di trovare maggiore com-
pa?”. Allora l’udienza si fa, senza fotografo, sen-
prensione dei loro bisogni piuttosto che in chie-
za il suo nome sull’Osservatorio Romano; Papa
sa”.
Giovanni lo abbraccia e lo chiama: “Ecco la
Per quelli che non erano presenti ieri sera ripeto
tromba dello Spirito Santo in terra mantovana” .
quella parola che può fare sorridere , ma è la ve-
Lo abbraccia e gli dice: “don Primo guardi che
rità: il portafogli è una vipera, sia pieno che vuo-
l’aspetto fra due mesi in vaticano, inizia il conci-
to. Se è pieno ti illude, ti droga; se è vuoto ti
lio, lei può parlare dei protestanti, dell’ecumeni-
mette disperazione e terrore.
smo”.
Mi viene da pensare alla morte di Mazzolari;
Appena a casa, andò ad ordinare una veste nuo-
qualche ricco avrà detto: “Finalmente non senti-
va al sarto di Bozzolo; invece un mese dopo
remo più la sua voce e non sentiremo più le sue
mentre predicava in chiesa a Bozzolo un ictus
parole.”
cerebrale lo colpisce e sette giorni dopo muore.
“I poveri - dice don Primo - quando sono stanchi
La domenica del buon pastore del 1959. e quan-
di aspettare o di soffrire si danno anche al diavo-
do l’han sepolto, il Vescovo di Cremona Mons.
lo, che in politica ha quei nomi che ben sappia-
Bolognini, che l’aveva fatto soffrire disse: “Oh,
mo. Far presto; non pare un buon consiglio se-
una pagina è chiusa, voltiamo pagina”.
condo le regole della saggezza, ma secondo l’ur-
Ma il Concilio ha voltato pagina davvero.
genza della carità è forse l’unico che meriti il nostro nome buono in questo frangente. Il Signore
stesso, che nel cenacolo era già in agonia, non
dice al traditore che se ne va: “Ciò che fai fallo
presto?”
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non ha partito: è Cristo che passa e che domanda a tutti non la pietà, ma l’amore. Io mi domando come certa gente abbia il coraggio di fare
la comunione senza questo amore senza questa
visione dei suoi fratelli”.
E’ incredibile dirlo, ma certa gente vuol fare i
conti in tasca al povero e denunciarlo per i suoi
peccati. Io posso immaginare cosa può costare il
peccato di un povero. Non riesco a fare i conti
con quello che costano i peccati di certi ricchi di
casa nostra.
Don Mazzolari: “Non basta ai poveri la mia predica domenicale sulla povertà .Essi hanno il diritto
di chiedermi che significato prendono giorno per
giorno le mie insuperabili certezze mistiche.
Quanto vale la mia carità soprannaturale come
lievito di giustizia tra gli uomini. Se non vedono
la concretezza, dirò meglio, l’inizio della verità
anche quaggiù, non solo non capiranno nulla delle nostre sante verità, ma capiranno rovescio.
Anche le critiche che con dottrina legittima noi
muoviamo a certi movimenti sociali ove potreb-
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chiesa di tutti e particolarmente la chiesa dei poveri. Io non dirò ai ricchi non mettete piede in
Ogni guerra è
chiesa, ma mettete piede in chiesa per convertirvi”.
una sconfitta
Paolo VI: “Il povero è colui che non conta nulla,
la pace come unica via per l’umanità
che non viene mai ascoltato, di cui si dispone
senza domandare il suo parere e si chiude in un
isolamento così sofferto che può arrivare talora a
Intervento di don Paolo Antonimi (testimone vivente
di Don Primo Mazzolari) agli Incontri “Don Primo Mazzolari – la parola che non passa - sui sentieri scomodi
della pace”; Padova, Chiesa delle Cave, 1 Aprile 2004
(relazione non rivista dall’autore).
gesti irreparabili di disperazione. Poveri perché
respinti dall’evoluzione, dal progresso, respinti
dalla cultura, respinti dalle responsabilità”.
Parole autorevoli che dovremmo studiare a memoria.
Buonasera a tutti, grazie di questo invito, sono
Mazzolari: “Il povero è numero, il povero è soffe-
sacerdote dal 1945 sono stato discepolo di don
renza, il povero è ingiustizia, il povero è malcon-
Primo, da lui ho imparato a fare il prete ad ama-
tento, quindi è un deposito di dinamite. Si può
re i poveri ad amare i lontani, a capire i problemi
anche dargli una miccia ed è così facile prendere
della società, i problemi della chiesa. Direi che
il povero e servirsene, aizzare la sofferenza del
ogni colloquio che avevo con lui mi dava questa
22
povero; invece di calmarlo, invelenirlo. Noi vo-
carica perché sentivo di avere davanti e vicino a
gliamo una espressione umana prima di tutto
me un profeta che sapeva leggere i segni della
della giustizia e della carità perché il povero non
storia e tracciava la strada perché la cristianità
ha nazione, non ha religione, non ha emblema,
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do? Perché quello che importa non è sapere chi
avesse a marciare coi tempi. Tante volte da pre-
sono i poveri. Importa sapere: se ci sono dei po-
te novello sono andato da don Primo per sentire
veri, perché è così facile scordarci che esistono?
il suo parere, i suoi consigli, diventato prete nell’
E’ una esistenza scomodante, com’è scomodante
immediato dopoguerra e quindi con i problemi di
l’esistenza di Dio. Perché se Dio c’è, la mia esi-
pastorale nuovi, posti proprio dal momento poli-
stenza non può essere quella che conduco. Se ci
tico e sociale, l’ esplosione della lotta politica do-
sono i poveri forse la mia vita non può essere
po la guerra, predominio delle forze comuniste.
condotta così. Non è il fatto che ci siano dei po-
Allora noi preti si andava a fare i comizi sulle
veri che fa paura, ma il fatto che ci siano degli
piazze, nei teatri si partecipava a questi dibatti-
uomini che non li vogliono vedere, dei fratelli che
ti, quindi avevo bisogno di ascoltare continua-
non si accorgono delle sofferenze di altri fratelli.
mente don Primo. Dicevo questa sera a tavola
C’è chi si difende. “Non sono mai contenti! Dia-
che andavo a dire a don Primo: prepari noi preti
mo cinque ed è come se non glieli avessimo dati.
giovani!, ci prepari ci educhi ci formi per poterci
Diamo dieci ed è lo stesso, ma io vi domanderei:
lanciare nel campo dell’ apostolato. Don Primo
“Perché date cinque e avete il cuore chiuso? Da-
mi diceva Don Paolo diceva:” metterei nei guai
te dieci ed avete il cuore ancora più chiuso? Per-
anche voi, perché già nei guai ci sono io…percui
ché tenete il cuore chiuso?”
non posso organizzare una forza clericale di pre-
Tenete in mente questa parola. La povertà non
ti proprio per questo”. Mi diceva addirittura con
si paga. La povertà si ama.
le lacrime agli occhi:” vedi Don Paolo, mi tratta-
Il più bel commento ai vangeli e alle pagine che
no come un cane: quando hanno bisogno di un
vi ho letto mi pare lo ha fatto papa Giovanni. “La
cane che abbai mi tirano fuori dal canile, quando
chiesa si mostra quale è, quale deve essere: la
ho abbaiato, con un calcio mi rimettono dentro.
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Io andavo ad ascoltare i suoi comizi e le sue pre-
Dio mi giudicherà. Dio ha fatto sia me sia il mio
diche ogni volta che mi era possibile. Mi hanno
servo. Io non mi sono tenuto il pane dei poveri,
detto di trattare due temi questa sera il tema
né ho fatto piangere le vedove. Non ho mangiato
della pace. Allora mi introduco dicendo che que-
il mio pane da solo, ma l’ho diviso con l’orfano.
sto appuntamento sul tema della pace nel pen-
Quando ho visto un povero senza vestiti e qual-
siero di Don Mazzolari, innanzitutto pare sia una
cuno tremare dal freddo l’ho ricoperto con la la-
risposta all’ appello del Papa, che nella sua rispo-
na delle mie pecore. Non ho mai riposto fiducia
sta all’appello per la giornata della Pace del 1
nel mio oro, non sono stato orgoglioso delle mie
gennaio di quest’anno si rivolge agli educatori
ricchezze».
della gioventù che in ogni continente lavorano
Ecco perché io non vado a benedire la famiglia e
per formare le coscienze ed educare alla Pace.
la casa quando alla porta trovo scritto: “Vietato
Dice il Papa: “sfida sempre attuale” perché la Pa-
suonare il campanello agli extracomunitari”. Do-
ce resta possibile e se possibile la Pace è anche
ve non entra Cristo, non entro neppure io.
doverosa. Quindi per raggiungere la Pace dice il
Questo l’ho detto proprio per denunciare quei
Papa bisogna educare alla pace. Fu proprio que-
cristiani che mal sopportano la parola di Cristo
sta la consegna del Papa nel messaggio del pri-
sul tema dei poveri.
mo gennaio 1979 e lasciatemi aggiungere, que-
Don Mazzolari ci provoca così: “Chi sono i pove-
sta è l’ostinazione del Papa, anche se non capito,
ri? Quanti sono i poveri? e come quando si parla
non ascoltato, neanche in casa nostra, continua.
di Dio, qualcuno vuol subito sapere chi è o dov’è.
Sono oramai 32 i suoi appassionati appelli. Per
Ma Dio c’è e se c’è Dio, è questo che importa.
questo la vostra presenza e la vostra partecipa-
Come posso dirvi chi sono i poveri se non ci sia-
zione a questo incontro mi fa dire le parole di
mo ancora accorti che ci sono dei poveri al mon-
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ridete perché sarete afflitti e piangerete».
Don Mazzolari nel suo libro “ il compagno Cristo”
Il vangelo del buon samaritano, i dieci comanda-
“ noi saremo di guardia fino all’ultimo respiro,
menti dell’amore: «Il samaritano lo vide, si mos-
saremo di guardia, dobbiamo essere sentinelle
se a pietà, si curvò su di lui, gli fasciò le ferite,
che vegliano, che danno l’ allarme, che svegliano
gli versò olio e vino, lo caricò sul suo giumento,
coscienze, che provocano crisi dentro comunità
lo porto all’albergo, si prese cura di lui, pagò per
assonnate, se non addirittura drogate dalla tele-
lui, ritornò indietro a pagare».
visione di stato. Non è esagerato parlare del no-
Antico Testamento, dal libro del Siracide: «Figlio
stro tempo come una lunga notte buia. Anche il
non rifiutare il sostentamento al povero, non es-
Papa ha parlato di giorni bui nella storia dell’u-
sere insensibile allo sguardo dei bisognosi, non
manità. Belle le parole del Cardinale Martini che
rattristare un affamato, non esasperare un uomo
è arrivato a dire:” è come trovarsi di fronte alla
già in difficoltà, non turbare un cuore esaspera-
notte oscura dello spirito, dove prevale l’odio, la
to, non negare, un dono al bisognoso, non re-
follia omicida, una crudeltà gratuita, un terrori-
spingere la supplica di un povero, non distogliere
smo portato ai limiti estremi: la notte di una vo-
lo sguardo dall’indigente, non offrire a nessuno
lontà di morte che sfrutta le più avanzate tecno-
l’occasione di maledirti; dà a chi ti chiede, a chi
logie delle nostra epoca per farne strumento di
ti chiede non distogliere lo sguardo».
massacro e di distruzione. Ecco perché ripeto qui
Salmo 71: «Dio
a voi, la parola d’ordine risuonata nella cornice
libererà il povero che invoca,
sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue».
solenne del palazzo ducale di Venezia:” siamo
Dal libro di Giobbe: «Se avessi rifiutato il diritto
sul piede di Pace”. Fu lanciata durante la costitu-
del mio servo. Della mia serva quando hanno re-
zione del centro interuniversitario europeo per i
clamato contro di me niente potrei fare quando
diritti umani. Alla presenza di rettori, professori,
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studenti di27 prestigiose università europee che
to come quando si tocca i fili dell’alta tensione.
da sei anni gestiscono il master europeo sui di-
Non ho esagerato: è capitato a don Mazzolari, è
ritti umani. Siamo sul piede di paca, ecco perché
capitato e capita a tutti i profeti del nostro tem-
siete qui!. Diciamolo ai nostri politici, che hanno
po. Sarebbe ora di finirla di sentir dire che chi
violato l’ articolo 20 del patto internazionale sui
parla di poveri, degli ultimi, degli scarti della so-
diritti civili del 1966, ratificato dall’ Italia nel 19-
cietà è un comunista o è di sinistra. Ecco perché
77 e che dice :” qualsiasi propaganda a favore
io credo che questa sera parlando dei cristiani
della guerra deve essere vietata dalla legge,
sia giusto partire dalla parola di Dio, partire dal
qualsiasi appello all’ odio nazionale, razziale, re-
Vangelo per potere dire che chi dice certe calun-
ligioso che costituisca incitamento alla discrimi-
nie, chi fa certe critiche, chi non sopporta questo
nazione, all’ostilità alla violenza, deve essere
discorso, non conosce la Bibbia, non conosce il
vietato dalla legge. Aveva ragione il vescovo To-
Vangelo, non consce la Parola di Dio.
nino Bello: “ dobbiamo cambiare la frase del
Ecco perché mi permetto di citare qualche brano
Vangelo, beati i costruttori di Pace, e dire: in
della Bibbia. Capiremo meglio anche don Mazzo-
piedi! Costruttori di Pace! Purtroppo coloro che
lari.
calpestano questi trattati, vengono promossi ed
Vangelo di Luca: Gesù, alzati gli occhi verso i
insediati nei più alti seggi del potere. E ci faccia-
suoi discepoli, diceva: «Beati Voi poveri perché
mo governare da loro, ma poi si salvano con la
vostro è il Regno di Dio, beati voi che ora avete
loro faccia tosta regalando crocefissi da muro. La
fame, perché sarete saziati, beati voi che ora
vostra presenza mi mette sulle labbra la conse-
piangete perché riderete; guai a voi ricchi che
gna di D Mazzolari: “ è finito il tempo di fare lo
avete già la vostra ricompensa, guai a voi che
spettatore, sotto il pretesto che si è onesti e cri-
siete sazi perché avrete fame, guai a voi che ora
43
stiani”. Dice Don Primo” troppi credono di avere
le mani pulite, perché non hanno mai fatto nien-
I poveri, gli ultimi,
i lontani
te” e prosegue “la Pace non sarà mai sicura, fino
a quando i poveri, per fare un passo avanti in
difesa del loro pane , della loro dignità, saranno
L’amore per l’uomo, prassi di cambiamento sociale
lasciati nella diabolica tentazione di dover rigare
di sangue la loro strada. Non c’ è rovina che non
venga dalla guerra dice Don Primo,quali ingiusti-
Intervento di don Paolo Antonimi (testimone vivente
di Don Primo Mazzolari) agli Incontri “Don Primo Mazzolari – la parola che non passa - sui sentieri scomodi
della pace”; Padova, Chiesa delle Cave, 2 Aprile 2004
(relazione non rivista dall’autore).
zie sono riparate dalla guerra? Quali mali dissipati? Quali errori e mali fermati? E quando non
avremo più voce, testimonierà il nostro silenzio,
la nostra morte…perché noi cristiani crediamo in
una rivoluzione che preferisce il morire al far
morire. il cristiano è un uomo di pace non un uo-
Volete riflettere questa sera sul tema dei poveri,
mo in pace. Fare la pace, la sua vocazione. Il
sul tema degli ultimi. Io prendo atto di questa
Cardinale Sodano, segretario di stato ha detto:
vostra scelta che mi dà gioia, mi dà conforto,
“sono passati mesi dalla fine del conflitto, e lo
perché oggi, lasciatemelo dire, questo tema è
sviluppo degli eventi in Iraq sta dimostrando che
mal sopportato anche in casa nostra.
se è facile vincere la guerra, non è altrettanto
Un prete che parla dei poveri, degli ultimi, oggi
facile vincere la causa della pace e della giusti-
non è tollerato. Oggi è sopportato, oggi è emar-
zia. Resta però un fatto degno di nota, che molti
ginato. E’ una battuta, ma ha un fondamento:
attenti osservatori della politica internazionale
oggi chi tocca i ricchi rischia di rimanere fulmina-
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hanno messo in risalto i ripetuti, meditati ed appassionati interventi de Papa contro la guerra in
Iraq,
considerata
immorale,
illegale,
danno-
sa:inutile. mi pare di leggere una vostra prima
reazione, le parole del Cardinale e del Papa possono far nascere un inquietante interrogativo:
ma chi vuole la pace oggi è sconfitto?! Il Papa
non è stato ascoltato, le preghiere non sono state esaudite, quindi in teoria ha vinto la guerra,
ha vinto il male. noi dobbiamo credere che la pace non è mai definitivamente sconfitta. La si può
violentare, ma non è mai definitivamente sconfitta. La pace purtroppo ha pochi leader, urge
restituire vigore, concretezza alla pace. Urge lavorare incessantemente per riportare concordia
tra gli uomini. Trovare, lavorare per una riconciliazione che cancelli l’ odio. dobbiamo trovare la
forza di credere più che mai che la guerra, qualsiasi guerra dice Don Primo, E sbagliata. Che
non ha validi alibi, che ogni guerra prepara un’altra guerra. Il cristianesimo ha un attitudine ed
una responsabilità del tutto peculiare. Annun-
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la primavera comincia col primo fiore, la notte
ciando il Dio dell’ Amore, si propone come la reli-
con la prima stella, il fiume con la prima goccia
gione del reciproco rispetto, del perdono, della
d’ acqua, l’ amore col primo sogno. voi direte pa-
riconciliazione. Cresce il bisogno di una concor-
role belle ma che prezzo c’è da pagare, ve lo di-
dia di solidarietà e di pace. il Papa non rimangia
ce proprio Don Primo con queste parole:”le vette
nulla dei 32 interventi pronunciati contro la guer-
più alte, sono le più colpite dal fulmine”, e Don
ra e ribadisce puntigliosamente che il divieto di
Primo era proprio una vetta. Il genio è il più tri-
ricorso alla forza prevede due sole eccezioni:la
bolato, e don Primo, quante tribolazioni! Il Santo
legittima difesa e la sicurezza collettiva che con-
è il più percosso. Io l’ho visto piangere. ci è
segna al consiglio di sicurezza dell’ONU, il potere
mancata l’ audacia della fede e la passione che
di decidere. Dunque il Papa non dimentica quello
essa accende. Il mondo di domani sarà di chi lo
che è successo, non fa sconti a nessuno, nean-
ama e meglio sa darne la prova. Una grande in-
che agli stessi Stati Uniti di Bush. Il Papa guarda
chiestata i giovani ha dato questo sorprendente
avanti e auspica, un salto di qualità. C’è bisogno
risultato in testa alla graduatoria dei pensieri dei
di un grado superiore di ordinamento internazio-
giovani, non ci sono più come ieri le parole suc-
nale. Convinti che “devono cadere “ dice Don
cesso, carriera. Quello che campeggia è l’ amo-
Mazzolari, “ devono cadere tutte le distinzioni tra
re. un giovane ha detto, l’ amore è l’unica cosa
guerre giuste ed ingiuste, difensive e preventive,
che ci ripaga dall’ essere vivi. Allora siamo qui
reazionarie e rivoluzionarie: ogni guerra è fratici-
perché il Signore faccia di noi i profeti della spe-
dio, oltraggio a Dio e all’uomo. O si condannano
ranza che annunciano un futuro di pace, di giu-
tutte le guerre, anche quelle difensive e rivolu-
stizia con la forza dell’ amore. Così sia, per tutti
zionarie o si accettano tutte. Basta un eccezione
noi, per voi qui presenti, con i miei auguri.
per lasciar passare tutti i crimini, e chi rinuncia a
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fare il soldato della giustizia, della carità è già
una moltitudine affamata!gli uomini di oggi non
materiale di guerra. Se dopo venti secoli di van-
inciampano più nelle dottrine,specialmente i gio-
gelo, dice ancora Mazzolari, siamo in un mondo
vani, divenuti egualmente spregiudicati e insen-
senza pace,cristiani ho messo tra parentesi, preti
sibili di fronte a qualsiasi insegnamento. Ci vuole
e laici, devono avere la loro parte di colpa. Ho
per questo una generazione senza romanticherie
detto la parola preti,perché il libro sulla pace di
ed entusiasmi, ci vuole il realizzatore, il Santo
Don Mazzolari, fu censurato dall’autorità eccle-
alla mano, senza aureola, senza etichetta, senza
siastica. E Don Primo scrisse ad un amico “ do-
tessere. Ci sono troppe tessere in giro perché
ver occultare un libro in cui un prete raccomanda
l’uomo vi presti fede sul serio. Il cittadino e il cri-
la pace, non è la vergogna più grossa?” e ag-
stiano non sono in antitesi, se non laddove c’è
giunge “ la guerra ammazza la patria, la quale se
un immatura esperienza, poco equilibrio di uomi-
non è un nome vano, è fatta di cittadini, case ,
ni e la non mai abbastanza poca voglia di ridurre
immiserisce il popolo, fa servi di dittatori o stra-
per semplificazione o tutto allo spirito, o tutto
nieri e con la miseria eccita una rapacità e sfrut-
alla materia: cioè la roba. Concludo, gli erodi si
tamento percui l’ingiustizia aumenta. Chi ama
sono moltiplicati e si moltiplicano per la complici-
veramente la patria le assicura la Pace, cioè la
tà dei nostri silenzi, ed ho messo di mio, silenzi
vita, come chi ama suo figlio gli assicura salute:
di preti, di laici per non dire di peggio. Chi rinun-
la pace è la salute di un popolo. Lasciatemi fare
cia a fare il soldato della giustizia della carità, ad
una piccola parentesi. Pochi giorni dopo l’inizio
agonizzare per qualcosa di giusto: è già materia-
dell’intervento in Iraq, Bush ha chiesto al con-
le di guerra. Dice Don Primo, il mondo si muove
gresso USA 74,7 miliardi di dollari, cifra ritenuta
se noi ci muoviamo, l’ ordine nuovo incomincia
necessaria ai costi aggiuntivi per un mese di
se alcuno si sforza di diventare un uomo nuovo,
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petto. Il mondo si muove, se noi ci muoviamo, si
guerra che si assommano ai 164,6 miliardi di
muta se noi ci mutiamo, si fa nuovo se alcuno si
dollari per la loro spesa militare nel 2003. e la
fa nuova creatura. sul suo giornale adesso, Don
corsa al riarmo riguarda anche molti altri paesi.
Mazzolari aveva aperto uno spazio con questo
Il quadro mondiale oramai destabilizzato, non
tema:” Pace , nostra ostinazione” per questo sia-
farà che aumentare la spesa per armamenti di
mo qui questa sera, siamo ostinati nel volere la
tutti gli stati anche dei più poveri. Negli ultimi
pace. Dice Don primo , se noi cristiani in quest’o-
anni, circa un terzo dell’intero debito estero dei
ra grave, sentissimo il dovere di essere anche
paesi poveri:2400 milioni di dollari, è stato utiliz-
cittadini e degli uomini di vivere cioè sulla pub-
zato per acquistare armi dalle industrie degli
blica piazza, più che all’ombra delle sagrestie, di
stessi paesi dai quali avevano ricevuto i crediti.
confonderci con la folla, invece di fuggirla. Di a-
secondo un rapporto del dipartimento di stato
marla la folla invece di sconfessarla, di parlarle
USA, le spese militari dei paesi più poveri, sono
attraverso tutte le voci che essa intende e nel
aumentati del 18% negli ultimi 10 anni, e ancora
linguaggio che essa comprende. Di contendere
nel mondo 230 milioni di mine antipersona giac-
con ardente carità il posto a quelli che pretendo-
ciono negli arsenali di 94 paesi. Nel 2001 erano
no di condurla e la conducono male. Un prete ha
stati identificati 7987 nuovi feriti da mine terre-
detto che al governo c’è anche lo spirito santo,
stri ed ordigni esplosi, 8064 nel 2000. nell’ultimo
quello non è ancora stato scomunicato come Don
decennio, il finanziamento di mine è stato di 1, 4
Primo. Se comprendessimo in una parola che il
miliardi di dollari di cui 700 milioni di dollari negli
nostro dovere è quello di essere lievito nella pa-
ultimi 3 anni. L’Italia si colloca al nono posto nel-
sta…più che dai panini ben torniti! Non importa
la graduatoria dell’export di materiale di arma-
se benedetti, ma coi quali non si può più nutrire
menti. Cambiare il corso della storia o dirottarlo
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sulle strade del mondo seguendo la segnaletica
venga intaccata la pretesa felicità che i pochi
della pace. Cosa dice questa segnaletica? Segui-
hanno raggiunto. urge alzare il velo dice Don Pri-
re la freccia dell’ accoglienza: accogliamo il fra-
mo per una nuova rivelazione del male in cui sia-
tello come un dono non come un rivale, un con-
mo sommersi dall’assurdità di una società il cui
corrente. Accogliere il fratello con tutti i suoi ba-
Dio è il denaro, la cui legge è il successo,il cui
gagli, compresa la sua carta di identità. Seguire
tempo e scandito dagli orari di apertura delle
la freccia della riconciliazione, dare un passaggio
borse mondiali. A questo proposito, c’è un passo
ai fratelli che abbiamo ostracizzato dai nostri af-
bellissimo nel messaggio del Papa di questa an-
fetti. Stringere la mano alla gente con la quale
no. “ L’ amore dovrà animare ogni settore della
abbiamo rotto il dialogo. Seguire la freccia della
vita umana, estendendosi anche all’ordine inter-
comunione, mai da soli. Lottare, soffrire con gli
nazionale. Solo un umanità nella quale regni la
altri, solidarizzando per avanzare insieme. Ascol-
civiltà dell’amore, potrà godere di una pace au-
tiamo ancora Don Mazzolari: ci siamo accorti che
tentica duratura. All’inizio di un nuovo anno vo-
non basta essere custodi del verbo di pace e ne-
glio ricordare a tutti, di ogni lingua, religione,
anche uomini di pace nel nostro intimo, se la-
cultura, l’ antica massima:” l’ amore vince tutto,
sciamo che altri a loro modo e fosse pure solo a
l’ amore vincerà” . ha ragione Don Mazzolari di
parole, ne siano i soli testimoni davanti alla po-
scrivere che questa è l’ ora , che chi rifiuti anche
vera gente, la quale ha fame di pace come ha
una briciola di buona volontà
fame di giustizia. Le manifestazioni per la pace
verso quell’impegno di salvezza e di ricostruzio-
non sono conclusive,ma non sono nemmeno inu-
ne cui solo qualche sciagurato può non aver ade-
tili. Richiamare intorno a questo problema del
rito con amore puro perché la barbarie degli uo-
nostro tempo, l’attesa e la sofferenza della pove-
mini civili non ha ancora imparato a battersi il
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come sacrilegio
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ne di bombe, ma la semplice esistenza di questo
ra gente. La non violenza è la cosa più nuova e
violento sistema economico. L’ assurdo non è
la più antica, la più tradizionale e al più sovversi-
che nel mondo ci siano ricchi e poveri, ma che i
va, la più santa e la più umile, la più sottile e la
ricchi diventino sempre più ricchi sulla pelle dei
più difficile, la più semplice e la più dolce ed esi-
poveri che diventano sempre più poveri. Don Pri-
gente, la più audace e la più savia, la più profon-
mo dice, il portafoglio è una vipera, sia pieno
da. La guerra non è soltanto una calamità, ma
che vuoto, se è pieno ti illude, ti droga, se è
un peccato. Se non avremo paura di affermare il
vuoto ti mette disperazione e terrore. pace è so-
senso del peccato che c’è in ogni guerra e di di-
lidarietà è insonnia perché la gente stia bene, è
chiarare le nostre contraddizioni di cristiani ri-
condividere gioie dolori, progetti, speranze. È
spetto alla guerra, l’ amore vincerà la pace. Una
portare gli uni i pesi degli altri con la tenerezza
delle beatitudini evangeliche dice “beati i pacifici
del dono. chi ama la pace non ha paura di dire
perché saranno chiamati figli di Dio” i pacifici so-
come stanno le cose, anche quando le sue parole
no i “facitori” della pace, perché la pace si fa, si
rovinano la digestione dei potenti. Purtroppo, ab-
produce. Il cristiano è un produttore di pace che
biamo dei politici molto in alto che hanno stoma-
ricostruisce indefinitivamente nel tessuto dei se-
co da struzzo, questo l’ho detto io però, non l’ha
coli, cioè senza tregua la vita, facendo guerra
detto Don Primo. Don Mazzolari dice, regna oggi
alla guerra. chi non è disposto a rifiutare la guer-
una ideologia in cui gli uomini abituati alla ric-
ra come può ricevere il dono del risorto? A noi
chezza e al benessere non fanno più sacrifici per
non importa sapere se ci furono guerre giuste
raggiungere un benessere universale. Ma pro-
nel passato, ci basta sapere che oggi nessuna
muovono strategie per ridurre il numero dei
guerra, nessuna può dirsi giusta. Se il nostro
commensali al tavolo dell’umanità, affinché non
tempo non ha conosciuto, né può conoscere
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guerre giuste ha però tuttora il privilegio di poter
ra ci possiamo domandare:” ma che cos’è la pa-
difendere la causa della giustizia, resistendo alla
ce, la domanda è legittima per poterla volere e
ingiustizia. Le porte del cenacolo sono ancora
decidere. La pace è un cumulo di beni,è la som-
chiuse, ma Cristo non forza più, egli sta alla por-
ma delle ricchezze più grandi di cui un popolo o
ta e bussa se dentro c’è qualcuno che gli apre
in individuo possa godere. La pace è giustizia, è
egli entra e ripete pace a voi! Ma che noi gli a-
libertà, dialogo,crescita,uguaglianza; la pace è
priamo o no, la pace è sulla strada e noi gli di-
riconoscimento reciproco della dignità umana,
ciamo fiduciosi: Deo grazias! Chi pensa di difen-
rispetto accettazione dell’alterità dell’altro. Pace
dere con la guerra la libertà, si troverà con un
è solidarietà come unico imperativo morale che
mondo senza nessuna libertà che pensa di difen-
noi credenti chiamiamo comunione. Pace risco-
dere con la guerra la giustizia, si troverà con un
perta del volto di ogni uomo, un volto da con-
mondo che avrà perduto perfino l’idea e la pas-
templare, da provocare con la parola, da acca-
sione della giustizia. La pace cristiana non è re-
rezzare. Pace è vivere radicalmente faccia a fac-
golata “ti do perché tu dia a me”, “se tu sarai
cia con l’ altro. Deporre l’io della sua sovranità e
uomo di pace con me, io lo sarò con te”, il cri-
far posto all’altro al suo indistruttibile volto. Pace
stiano procede per un’altra strada dietro un’altra
quindi come cammino perché non è un dato di
logica. Un cristiano deve fare la pace anche
fatto, ma una conquista. Non tollera atteggia-
quando venissero meno le ragioni della pace. se
menti sedentari, non annulla la conflittualità, non
gli altri odiano, non è una buona ragione perché
ha nulla da spartire con la banale vita pacifica.
odiamo anche noi, si vince il male con il bene, la
pace come giustizia, non ci potrà mai essere pa-
malattia con la salute. Si oppone all’ostilità la ca-
ce finché i beni della terra sono così ingiusta-
rità, gli altri sono comandamenti di uomini. Allo-
mente distribuiti. La guerra non è solo esplosio-
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Don Primo Mazzolari - La Parola che non passa