SCRIVERE LA CITTÀ:
LA MADONNINA
Volume cura di
Adriana Barbolini
Agli studenti della Scuola Media Cavour
Carissimi,
lo scorso anno abbiamo scelto di incontrarci, anziani e giovani nel territorio, perchè il luogo dove tutti
viviamo, che tiene unite le persone i loro bisogni, le famiglie e le istituzioni come la Vostra Scuola.
Insieme possiamo riflettere sulla nostra comunità adottando dei luoghi, ripensarli per noi e per quelli
che ci saranno dopo di noi. Per questo, insieme, abbiamo adottato il treno, la ferrovia, il quartiere.
Il Sindacato Pensionati Italiano una organizzazione che difende gli interessi dei pensionati e delle pensionate il loro reddito la loro salute, una organizzazione che ha dei valori, combatte le disuguaglianze,
pratica la solidarietà fra le generazioni: quante volte avete sentito frasi così: “pensionati, lavoratori,
studenti uniti per il diritto al lavoro”.
In questo lavoro che abbiamo fatto ci siamo scambiati quello che abbiamo: noi la nostra storia, i ricordi, esercitando la memoria, trasmettendo l’amore per il nostro territorio; voi la volontà di affermare la
vostra identità, di avere una capacità critica, di creare e di fantasticare.
Noi pensionati e pensionate siamo qui con voi, non solo per fare testimonianza ma per metterci insieme e fare proposte per la nostra comunità.
Renzo Malavasi Luisa Zuffi
VIAGGIO ALLA FINE DEL TRENO
DOCUMENTARE PER IL FUTURO
LO SPAZIO DELLA FERROVIA ALLA MADONNINA
SPETTACOLO TEATRALE LA II A DELLA
SCUOLA MEDIA CAVOUR
IL GRUPPO DEL LABORATORIO DI SCRITTURA
PRESENTANO
MI RACCONTI LA MIA STORIA?
Racconti sul treno
Nello spettacolo i ragazzi interpretano i testi composti dagli adulti durante il laboratorio
autobiografco. Mettono in scena parti di storia della Madonnina in cui il treno è stata presenza dominante, nell’intenzione di salvare per il futuro la memoria di una realtà in veloce
trasformazione.
Alla fne dello spettacolo lo SPI-CGIL assegnerà un premio in denaro alla Scuola per la
partecipazione al progetto di cui è stato promotore.
Sabato
17 dicembre 2011
alle ore 10,30
nella sala grande
della Polisportiva
Madonnina
Siete invitati a partecipare, seguirà un rinfresco nei locali della Polisportiva dove verrà nuovamente
allestita la mostra dei lavori degli studenti
CANOVACCIO
DELLO SPETTACOLO
Hanno collaborato allo spettacolo l’esperta in teatro con i ragazzi
CHIARA PELLICCIONI
l’insegnante
SILVIA ZETTI
e gli studenti della classe 2a A Scuola Media Cavour
ARICHARD ABROKWA
ALESSANDRO ANCESCHI
LUCA BARZANTI
ELENA BENINTENDE
ALESSANDRO BICA
ASIA CAMBI
MARGHERITA CAMPOLIETI
GENNARO CEMCINAR
STEVEN DELLA CASA
ALESSANDRO FERRETTI
ANDREA GUALMINI
GIORGIA GUIDETTI
ELHASSANIA HAFNAOUI
ANTON FEDIR HARASYM
ANXHELA HILA
DAWID GRZEGOR KUMOREK
MARCO MANZINI
MARTINA MARCIANO
MATTEO PETRUZZI
ALESSANDRO PIERRO
BEATRICE SAETTI
ELETTRA SAMMARCHI
LORENZO ANTONIO TARANTINI
MONICA VEZZALI
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MI RACCONTI LA MIA STORIA?
Racconti sul treno
Rita – Probabilmente no, se sapremo raccontarli
e riviverli come si deve.
Miria – Sì, sì, sapeste quante vicende mi ricordo
della mia … insomma di quand’ero più giovane.
Rita – Io, qualche cosina, ho pure scritto. Così
mi rimarrà meglio nella memoria.
Caro Diario che mi ascolti
I tuoi fogli sono molti
Ma i miei giorni sono tanti
E i ricordi sono canti
Li racconto, li rivivo,
Li ricordo se li scrivo
E se non ricordo più
Li racconti tu.
APERTURA
Musica
Tutti in scena IMPROVVISAZIONE della stazione)
gli adulti salgono sul vagone, i ragazzi allo stop M. si
bloccano in posizione e a buio vanno dietro le quinte.
I personaggi sul treno parlano tra loro e introducono
la prima scena.
Maria – Ma che fa questo treno? Non parte? È
già dieci minuti in ritardo.
Mauro – Probabilmente non ha tanta voglia di
partire …
Miria – Sai con l’età forse anche i treni si affaticano e diventano un po’ fannulloni.
Maria – (quasi offesa) Ma che significa “con l’età” ? Io mi sento vivace e pimpante più che mai,
anche se non sono più una ragazzina.
Rita - …non prendertela … voleva dire: con l’abitudine.Sai, questo treno, comincerà a scocciarsi di andare sempre avanti e indietro sullo stesso
percorso e sugli stessi binari.
Miria – E poi anche sempre la stessa gente! Sai
che barba?
Maria – Ma io penso invece che stare con la gente sia invece stimolante ed anche utile. Anche se
è sempre … la stessa gente.
Mauro – Piuttosto avrà saputo la fine che lo
aspetta…
Rita – Prima ho poi, lo dovranno pure rottamare!
Maria – …Lo attenderà … il solito viaggio, di
andata e ritorno…o no?
Mauro – Eh no. Sarà, probabilmente, l’ultimo
viaggio. Si parla che andrà in deposito per sempre.
Miria – Come capita a molte cose vecchie, questo ronzino di terza classe è destinato a sparire …
Maria – (piuttosto seccata) Eh dalle … con le
“vecchie” !! Ma, insieme a lui, spariranno forse
molti nostri ricordi: le immagini, i pensieri, i nostri discorsi.
Scena 1
Personaggi: la nonna: Andrea, Ada la nipotina: Asia, due traslocatori: Alle+Marco
Alle+Marco+ CORO: orologio a pendolo- al
“DON DON DON” entra Asia.
Bambina- Mamma mia! Mi ero dimenticata, che
ore sono? Oggi devo andare a trovare mia nonna
che trasloca e devo arrivare fino a via Tabacchi,
ma è tardi! Come faccio???
Orologio - Mah!
Bambina - Proverò a prendere la bicicletta rossa... quella vecchia di mio fratello, per fortuna
che è una bici da donna, ma anche così non mi
sento tanto sicura...non sono capace(piagnucola)
Ma dove l’ho messa?...
Orologio- Di là!
Bambina-Eccola, via, dai dai, in fretta.(Prende
monopattino e gira tra pubblico è molto incerta)
M- bellezza in bicicletta
Mamma mia come traballo, sono nei guai se continuo così, e con questo fosso qui(guarda in basso) non mi sento per niente tranquilla (continua
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Nonna – Quei quadri sono stati sempre con me,
hanno seguito tutta la mia vita, se potessero raccontare...( poi si gira e dice ) Oh, grazie tesoro,
adesso sì che sembro più giovane! Ma adesso vai
che devo vedere se la casa è completa, se quei ragazzi hanno lavorato veramente bene. Ada, però
promettimi che quando ritorno a casa starai più
attenta, d’accordo?
Bambina – Va bene, nonna, prenderò la strada meno pericolosa, quella che costeggia la
ferrovia...e volterò al passaggio a livello. Ciao!
a pedalare finché) Aiuto!!! Come si ferma questo
pezzo di ferraglia? Sto andando dritta verso il fosso, aiuto!!!! (si scontra con l’orologio che porta
via il monopattino mandandola a quel paese)
Marco- Ma non sei capace!
Scena 2: Il trasloco
Personaggi: la bambina: Asia, la nonna: Andrea, i due traslocatori: Alle+Marco
Nonna – Oh mio Dio!! Che ti sei fatta?! Hai
combattuto contro un leone?
Bambina (piange e si gratta)- Avevo fretta di arrivare e sono caduta in un fosso pieno di ortiche!
Nonna – Ma vieni,vieni dentro che ti disinfetto,
non vedi che sanguini! (vanno i quinta)
Bambina (singhiozzando dalla quinta) –Noo
brucia!
Traslocatore 1 – Dai muoviamoci, sennò come
faccio all’una a essere dalla mia ragazza? Se arrivo
in ritardo, vedi te!
Traslocatore 2 – Ok, adesso non lamentarti! Attento, quel mobile è prezioso. (portando in scena
la nonna su una sedia)
I due traslocatori, insieme- Signora abbiamo finito, è tutto a posto, tanti saluti, alla prossima (e si
allontanano velocemente)
La nonna e la bimba si guardano intorno a bocca
aperta, stupite
Bambina – Che bel lavoro che hanno fatto! Ma
quanto ci hanno messo?
Nonna – Pochissimo! Un paio d’ore, io pensavo
che non avrebbero finito neanche per stasera invece, guarda qua!(si muovono sul palco, aprono
sportelli e cassetti) Hanno messo anche i quadri
e gli specchi(si guarda allo specchio e si meraviglia di essere spettinata) Ma guarda come sono
spettinata! Ada, potresti portarmi il pettine? È in
bagno, in fondo al corridoio, a sinistra.
Mentre va a prendere il pettine Ada si ferma ad
osservare un quadro.
Bambina – Mamma mia, quanti quadri ci sono
in questo corridoio... questo è stupendo, che paesaggio magnifico... vorrei viverci dentro
(la bimba ritorna e porta il pettine, la nonna lentamente si pettina e dice tra sé e sé)
Scena 3: Il passaggio a livello.
Personaggi: la bambina, i due vagabondi: Beatrice e Gennaro, due automobilisti: Lorenzo e Luca
M BINARI: ripropone movimento del traffico di
automobili.
Asia col monopattino si aggira tra le auto e si ferma al centro. Riparte. Quando si ferma la seconda volta al centro, le auto devono essere allineate
sui binari e entrano i 2 vagabondi che formano
passaggio a livello- braccio sollevato: auto in ginocchio.
M: (su cui ballano e cantano )
Automobilista1- (si rivolge a un passante) ma li
vedi? Tutti i santi giorni la stessa solfa, lei canta e
balla e lui con quel cappello...spera di riempirlo,
poveretto! Adesso gli do un soldo, ehi, tu vieni,
prendi.
Vagabondo- Grazie, grazie!
Automobilista2- Ma guarda un po’ come sono
ridotti, vivono in quel carretto con il cane, sì è
quella la loro casa, il ritmo della loro vita è scandito dal passaggio del treno e dalle sbarre, ma
sai, ti confesso, alla fine mi fa piacere incontrarli,
sentire le loro canzoni mi piace, è diventata una
bella consuetudine.
Scena 4: il Filobus, lettura del testo
Personaggi: la bambina e una signora: Ada e Miria
Bambina- Qualcuno ha perso dei fogli, sono tutti
sparsi per la strada, forse è meglio che li raccolga
e veda se posso portarli a chi li ha persi...(scende dalla bicicletta, ne raccoglie alcuni, ne legge uno,
silenziosamente, poi a voce alta dice): sembra un
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ti campi e orti...ma non era certo un paradiso, anzi
per noi bambini a volte era duro lavoro, soprattutto d’estate quando ci toccava aiutare nell’orto:
ero bambino, quasi adolescente, mi piaceva passare il tempo libero negli svaghi, negli incontri
con i coetanei del rione. Ma mia nonna, puntuale come un orologio svizzero, mi richiamava
all’ordine: c’era da zappare, estirpare erbacce o
annaffiare quei “quattro cavoli” che sembrava
valessero più di ogni altra cosa al mondo.
A me toccava portare i secchi pieni d’acqua raccolta dal fossato a cui andavo ricurvo e ciondolante a disturbare ranocchie e libellule ( per fortuna a quel tempo non c’erano le zanzare tigre ).
Detestavo camminare con quel peso per poi riversarlo in un attimo accanto a fagioli, pomodori
o insalata. Non era forse più comodo comprare le
verdure dal fruttivendolo e lasciare me a giocare
con gli amici?
E come se ciò non bastasse il tutto si compieva
d’estate, durante le vacanze scolastiche. Era caldo e quindi sudavo per una fatica che non era
causata dal rincorrere una palla, ma dal coltivare
verdure. È occorso molto tempo prima che mi riappacificassi col mondo vegetale.
diario! (si volta verso i passeggeri nel vagone, porge
il foglio a una delle signore lì sedute e dice): Signora
è suo?
Signora- Ma come!? Sì, le riconosco sono pagine
della mia autobiografia, raccontano di parecchio
tempo fa, di un mondo che non c’è più, che oggi
non si può nemmeno immaginare, di quando
sono venuta ad abitare alla Madonnina, ve ne
leggo qualche riga...:
“La Madonnina era in realtà molto più simile a un
piccolo paese, la città risultava essere ancora lontana, nel 1962 eravamo oltre la periferia, ai confini
con la campagna. La ferrovia infatti accentuava la
separazione fra il quartiere e il centro della città e il
cavalcavia che allora, da pochi anni costruito, era un
esempio estremo di modernità, appariva a molti un
ostacolo anche maggiore dei vecchi passaggi a livello
che a piedi o in bicicletta si superavano anche arrischiandosi con le sbarre abbassate.
Il collegamento con la città era il Filobus n. 4. Tutti lo prendevano essendo l’auto ancora un mezzo di
“lusso”, a Modena si andava con il servizio pubblico,
che diventava anche luogo di socializzazione perché
ci si incontrava e nascevano conoscenze, amicizie,
persino amori.
Anch’io andavo a scuola in centro città e prendevo il
filobus (la mattina con grande sollievo rispetto a quando abitavo in campagna, perché potevo dormire un’ora
in più essendo il percorso molto più breve e veloce),
due volte al giorno, ma lo utilizzavo anche la domenica per andare al cinema o a fare “la vasca” in centro.
Ricordo ancora un inverno con tanta neve e una
domenica pomeriggio in cui aspettavo insieme alle
amiche il quattro al capolinea davanti alla farmacia della Madonnina; nei primi anni ‘60 le ragazze
non portavano i pantaloni in città, (solo al mare o
in montagna) e la domenica ci si vestiva comunque
eleganti anche con la neve, perciò noi stavamo lì ad
aspettare il filobus con le nostre scarpine leggere e
décolleté immerse nella neve ghiacciata...”
Mauro: Intorno alle case si vedevano i campi, tanti
campi e orti...ma non era certo un paradiso, anzi per
noi bambini a volte era duro lavoro, soprattutto d’estate quando ci toccava aiutare nell’orto.
Mauro - intorno alle case si vedevano i campi, tan-
M: tema di gioco.
(due cori disposti sui binari)
C1: zappate, estirpate, annaffiate, curate
C2: coreografia
stacco
C1: tu i cavoli, tu i fagioli, tu i pomodori, tu le
zucchine, tu l’insalata, tu porta l’acqua
C2: coreografia
stacco
Elena: uffa,
Martina: uffa tieni le erbacce,
Monica: tieni i tuoi cavoli,
Asia: tieni i fagioli,
Alle: che caldo,
Lorenzo: che sudore,
Angela: che fatica,
Beatrice: voglio essere una rana,
Andrea: una libellula,
C2: (riprendendo tema musicale) voglio andare
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Imelde: (gioca alla “settimana”e canta la filastrocca di “palla pallina”)
Ebe: Ciao Imelde!
Imelde: Ciao Ebe! Giochi con me?
Ebe: Certo (un giro di “Palla pallina”) Ho vinto!
Adesso devi assolutamente dirmi dove hai nascosto il tesoro….
Imelde: Ma che tesoro... magari... sono solo fondi
di bottiglia o frantumi di bicchieri rotti, altroché!
Ma hai ragione, a me sembrano tesori, meglio:
facciamo finta siano gioielli. Luccicano tanto! Li
ho sotterrati nel prato di casa...
Ebe: Lì a due passi dalla ferrovia?! Chissà, se un
giorno tutti i nostri gioielli verranno ritrovati da
qualcuno…magari un prode cercatore di tesori
Imelde: Mmmm….forse….ma prima dovranno
smantellare la ferrovia!(ridono assieme e escono)
a giocare, sono le mie vacanze
Lorenzo: Odio le verdure odio la campagna, odio
sudare...e poi che ci stanno a fare i fruttivendoli?
Io sogno una mega-partita a calcio...
M: tutti escono
Scena 5: Il tesoro nascosto
Personaggi: due signore, i bambini che giocano
a ruba-bandiera, 2 bimbe: Margherita+Angela
Signora 1(Miria) – Mi scusi...ma…quella collana che indossa….mi ricorda… tu sei l’Imelde?!
Io sono l’ Ebe, la figlia della Maria, mi ricordo di
quando eri una bambina, ma sì quella bambina
molto carina che abitava vicino alla ferrovia...
Signora2 (Rita): Sì sono proprio io. Ma pensa
te… adesso ti ho riconosciuta…le nostre madri
erano amiche e la mia mi raccontava che tu stavi
sempre sola, poverina... e che facevi un gioco...
ora non mi viene in mente bene...
M
A squadre i ragazzi allestiscono gioco del ruba
bandiera
n. 1 Gennaro: Mosca cieca, ruba bandiera, gnala
Luca: Rubare la frutta nei poderi, Orto-foresta, Altalena di PepoSela
n. 3 David: Soldatini, schemi di battaglie, bicicletta
Anton: Rintintin, Cowboys, gokart
n. 2 Richard: Partita di calcio, gara di corsa, tiro
a segno!
Alle: Palla a muro, Strega nascosta
n. 4 Monica: Palla, macchina a pedali, cerchio
Steven: Bigliardino, biglie, ricamo
n. 5 Elena: Corda da saltare, settimana, nascondino
Marco: Gare di salto, lanci di sassi, cerbottana
n. 7 Alessandro: Palline di terracotta, corsa con
le bici, pescare nel canale
Perre: Giro dell’oca, costruzioni di legno.
n. 6 Martina: Ruba fazzoletto, palla avvelenata,
calcio
Beatrice: Cicciobello, parrucchiera, gioco
della scuola
Tutti: Noooooooooo!
Signora 1 – Chissà se adesso che toglieranno la
ferrovia, il nostro tesoro tornerà alla luce…
Signora2 - Certo, certo, ormai mi ci ero quasi
quasi affezionata a questa vecchia ferrovia! Ma
come sarà la Madonnina senza i suoi binari e tesori! Bisognerà ricordarsela bene questa ferrovia,
è sempre stata con noi.
Signora 1 – Almeno ci lasciassero un pezzo di binario, una locomotiva, così, solo per non cancellare del tutto la nostra storia, che non facciano
come con le mura di Modena...
Scena 6: Il gioco del barbiere con il nonno
Personaggi: le due signore Imelde e Rita, un
nonno Mauro, un nipotino Alessandro F.
Mauro- Sì, sì, lo puoi dire che hanno segnato la
nostra vita, abitavo in fondo a via Tabacchi, a
ridosso dei binari e pensa te, i treni quando passavano cominciavano a fischiare proprio sotto la
mia finestra...ma in compenso, avevo un nonno
che dormiva sempre forse lo conoscevate, aveva quel nome strano...Adeodato, dai che tutti lo
prendevano in giro perché dormiva sempre, Adeodato, era un po’ gobbo, aveva quel testone di
capelli e girava con il tabarro anche d’estate...un
giorno l’ho conciato per le feste
Signora1- ...ma era quello che diceva che non
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riusciva a dormire di notte per il rumore dei treni
e così aveva la scusa... e dormiva tutto il giorno,
anche in piedi!!!! che risate facevano tutti.
(Su questa battuta si abbassano le luci e comincia il sogno: il nonno si addormenta nel vagone + scena dei ragazzi sotto il palco)
Nonno Alessandro F. – Zzzzzzzzzzz…..
Nipote Gennaro- (arriva con delle grandi forbici
e taglia i capelli del nonno: lancio della parrucca
a Mauro)
Nonno-( Svegliandosi si toglie la parrucca, sotto
ha i capelli spiritati, urla)
Il signore nel vagone si sveglia, si rimette platealmente la parrucca
Nonno- Questo sogno mi perseguita
Buio+ Musica
(Aprono un cassetto e trovano la pistola)...Ma
cos’è, chi l’ha messa lì, povera me!(piange disperata)
Guardia(Bica)- ( gira tra le mani la pistola e si
accorge che è un giocatolo, si infuria per la brutta figura) Ma cos’è? Non è una vera pistola, è
finta!!Ci volete prendere in giro? Volete scherzare con noi? Bambino- Mamma mamma, non
piangere, me l’ha data lo zio, è un giocattolo, è di
legno, non vedete? Siete ciechi?
Mamma (Elettra) – Taci, taci, per amor di Dio,
taci.
Guardia2 (Anton) – Ci ricorderemo di voi, state in
guardia, faremo altri controlli! E la prossima volta
non la passerete liscia, ve lo giuro!!!Andiamocene
(escono di scena rumorosamente)
Scena 7: Un gioco pericoloso
Personaggi: le due signore, un uomo, lo zio:
Pierro, il nipote: Luca, la madre: Elettra, i fascisti: Alessandro + Anton.
Mauro- Ma forse non avete mai saputo cosa ho
combinato io in quel terribile momento in cui le
milizie fasciste cercavano armi o documenti nelle
case di chi non li osannava, per arrestarli...Dovete sapere che un mio zio mi aveva regalato...(si
apre la scena )
Zio (Fierro)–Caro nipotino, visto che in questi
giorni ti sei comportato bene, ti faccio questo
regalo che mi ricorda quando ero in guerra.(gli
consegna una pistola giocattolo)
Bambino (Luca) – Grazie! Lo vado a dire alla
mamma e lo metto nel cassetto. Mamma, mamma, sai che cosa mi ha regalato lo zio Anselmo?
Mamma (Elettra)– Che cosa?
Bambino (Luca)– una pis…(Si sentono dei pugni alla porta) Mamma – Ma chi è a quest’ora?
(Apre la porta)
Guardia (Bica) –( entra con violenza e spinge la
donna da una parte) perlustrate tutta la casa!!!(
entrano altre guardie che buttano tutto all’aria)
Mamma (Elettra)– Ma cosa sta succedendo?
Guardia (Anton)– Ci hanno detto che nascondete delle armi!
Mamma (Elettra)– Non è vero! Ma quali armi?
Signora1(Miria)- Bravo furbo, voi maschi sempre con le pistole...e niente cervello. Anche
adesso, stavamo divertendoci e ci hai fatto venire male, rimettiti a dormire con le tue prodezze,
va’ va ‘ va là…
Signora2 (Maria)- Ma che dormire!...È ormai
mezzogiorno suonato! …È ora di mettere qualche osa sotto i denti…(tirando fuori un panino)…Volete favorire… qualcuno ha fame?
Signora 1( Miria)- Che profumo…il panino con
la mortadella non ha rivali…
Mauro – È vero…antichi sapori…quando il prosciutto non c’era…la mortadella era una degna
sostituta…
Signora1(Miria)-Che profumi quando si entrava
nella botteghe di una volta e i colori….
Scena 7: I negozi
Personaggi due ragazzi Richard e David, quattro signore Elettra,Monica, Beatrice, Giorgia.
Due ragazzi, Richard e David con lo zaino entrano nel vagone del treno.
Ragazzi: Buongiorno…sono liberi questi posti?
Adulti: Prego!
Ragazzo1 – (Guardando gli altri viaggiatori mangiare) I panini! Ci siamo dimenticati di comprare
i panini…Domani c’è la gita al museo delle cere.
Dovevamo ricordarci di prendere….
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mani, tovaglie, lenzuola, insomma, tutto quello
che serve. È un sacrificio, però...cosa vuoi, rinuncio volentieri al prosciutto, mi faccio andar bene
la mortadella!
Sig4 Giorgia -Certo che tua nipote è fortunata,
si troverà con una bella dote senza aver speso un
soldo di suo, ma è giusto così. Una volta mi sono
fermata a vedere cosa vende la Cassiani, sai quella che ha il biroccio di stoffe vicino al passaggio
a livello, ma non ha niente di bello, solo stracci,
roba da poveretti
Da dietro le quinte, mentre i due avanzano i
compagni, uno alla volta: - A me patatine, a me
coca cola, a me i tuk, a me i ringo, a me le gommose, a me i ciuppa ciuppa, a me le girelle...
Sul palco vengono proiettate immagini di negozi
e negozianti, due alla volta, una per parte. L’azione si sposta davanti al palco.
FOTO, ALIMENTARI
Sig1Elettra - Cioni oggi mi ha messo lo zucchero
nella carta gialla, che novità è questa?
Sig.2 Monica - Guarda, ieri mi ha incartato la
farina nella carta della carne. Ma cosa gli è successo, si è innamorato?
Sig 1 Elettra -Per fortuna la saracca la messa nella carta oleata, se no sai tu che puzza!
Sig.2 Monica – Io lo dico sempre...a me piace di
più andare da Bianchini, mi scrive tutti i prezzi
sui cartocci, ed è di una precisione: carta bianca
farina, gialla per la carne, azzurra….. sai che tiene sempre quella matita dietro l’orecchio..., poi
mi piace il nuovo bancone in legno, bello lucido, con i cassetti che davanti hanno il vetro, si
vede bene cosa c’è dentro pasta, fagioli, farina da
polenta...e poi le palette lucide e pulite per pescarci dentro... è più moderno!
Sig.1 Elettra -Sì, sì, ma stai attenta che le apparenze ingannano, guarda che ti diano della roba
fresca, sorridono troppo quelli lì...
I due ragazzi nel vagone, stupefatti si guardano
intorno
Rag 1 Richard - Ma dove siamo finiti!
FOTO,BARBIERE
Rag 2 David - Ma dov’è la Coop? Di cosa parlano queste signore? Guarda, ma quello è un negozio di barbiere? Proviamo a entrare?
I ragazzi saltano giù dal palco a proscenio- un salto che li proietta direttamente nel passato….
Entrano e il barbiere si mette a cantare sulle note
del Barbiere di Siviglia, i ragazzi scappano e finiscono dal ciabattino.
FOTO, CIABATTINO
Rag.1 David- Che puzza! Sono allergico a
quest’odore di colla, anche il cuoio mi fa venire
da vomitare!
Rag2 Richard- Ma come sei esagerato, guarda è
un negozio piccolissimo e pieno di persone che si
divertono, senti c’è anche una radio che trasmette il calcio, come sei noioso, ti perdi il bello delle
cose, senti sta raccontando una barzelletta...
Calzolaio– (cercare una barzelletta su un barbiere o su un treno....)
FOTO, MERCERIA
Entrano in scena altre due signore Beatrice,
Giorgia
Sig3 Beatrice - ciao ragazze ...la Romana e la Lella, sempre qui a chiacchierare voi, non avete mai
fretta, io corro, devo fare un salto dalla Casilde
che mi deve fare vedere una tela di cotone per un
lenzuolo e devo passare anche dalla Zelmira che
oggi ha cotto i castagnacci!
Sig 4 Giorgia– Compri ancora delle lenzuola, ma
se avevi un corredo che non finiva più!
Sig.3 Beatrice - Ma non è per me, è per l’ Ada,
mia nipote, mi metto avanti, sai il tempo passa in
fretta...ho fatto un accordo con la Casilde, le do
dieci lire al mese e lei mi mette da parte asciuga-
FOTO, FALEGNAME
I ragazzi scappano e si ritrovano nella bottega del
falegname
Rag.1 David- Ci mancava Geppetto, vuoi vedere che ci trasforma in burattini di legno?!
Rag 2 Richard- Dobbiamo uscire da quest’incubo, io voglio tornare nella mia scuola, voglio an52
dare al museo, ci aspettano...!!!!!
I ragazzi escono correndo, le luci si spengono,
quando si riaccendono la classe è disposta in fila
per due, l’insegnante li porta al museo
ora che ho moglie e tre marmocchi
ho la camicia piena di pidocchi
e quando torno a casa e sono stanco di lavorare
mi tocca fare i letti e risciacquare l’orinale.
Scena 9: Il museo,
Personaggi: l’insegnante Elena, la classe
Insegnante Elena- Ragazzi ascoltate, nel libretto
scuola-città ho trovato questa proposta di itinerario didattico che mi ha incuriosita. Oggi visitiamo un museo particolare, è un museo itinerante,
allestito su un vecchio treno che percorre i binari
per l’ultima volta, faremo un percorso della memoria, vi troveremo le statue di alcuni abitanti
della Madonnina che abbracciano oggetti curiosi
…e visto che vivete qui... sarà una sorpresa anche
per me, voi comportatevi bene, mi raccomando.
AL PRET o IL PRETE DA LETTO
Attrezzo (non di colore nero e senza tonaca )
in legno o metallo, si metteva sotto le lenzuola
del letto un paio d’ore circa prima di coricarsi.
Era fornito di una padella in cui si ponevano le
braci ricoperte da uno strato di cenere.
Serviva per scaldare il letto nelle rigide notti invernali quando non c’era il riscaldamento.
Si suppone fosse chiamato prete perché, una volta
messo nel letto, sembrava una persona ben pasciuta e panciuta come solo lo erano i preti una volta.
Ovviamente prima di coricarsi si toglieva dal letto per non bruciarsi.
Gli OGGETTI
Scena10 quattro ragazzi Alessandro F., Monica, Martina, Stiven, quattro adulti
Mentre la classe avanza sul palco si vedono quattro
statue di cera che tengono in mano vecchi oggetti: un
vaso da notte, un prete, la macchina da scrivere, il
pettine per fare i maccheroni.
Appesi al collo delle statue dei cartelli che descrivono
gli oggetti.
PETEN PER I MACAROUN o PETTINE
PER I MACCHERONI
Attrezzo alto circa venti centimetri, composto
da due bacchette tenute insieme da tanti fili di
saggina. Serviva per tenere separati i fili della
tessitura nei telai.
Non si sa come né quando le rezdore, presero la
prima volta un pezzo del pettine del telaio e lo
usarono per chiudere e rigare la sfoglia, dando
origine dando origine a un nuovo tipo di pasta, i
“maccheroni col pettine”
I primi due ragazzi entrano nel vagone si fermano a
guardare le statue e i cartelli. Uno dei due ragazzi
prende il primo cartello, si volta verso il pubblico e
lo legge.
BUCALÈIN o VASO DA NOTTE
Oggetto in metallo o ceramica a forma di vaso,
fornito di un manico.
Serviva a fare la pipì di notte senza recarsi al gabinetto del piano o del cortile, di solito in comune
con altre famiglie. Si teneva sotto il letto o dentro
al comodino. Al mattino veniva vuotato e lavato.
Subito dopo questa lettura l’ultimo ragazzo Stiven, che ha in mano un computer, si rivolge a
Maria che sta battendo furiosamente sulla sua
Olivetti32:
Ragazzo4 Stiven– Ma cosa stai facendo? Cos’è
questo coso, fa un rumore terribile...
Maria- Ehi, tu non permetterti di offendere la
mia Olivetti32, è la mia preziosa macchina da
scrivere, non l’abbandonerò mai!! E non vedi
come vado veloce, uso tutte le dieci dita, tu ci
riesci?, non credo...
Mio nonno lo chiamava anche l’orinale e canticchiava questa canzone:
Quando ero piccolo ero beato
tutto pulito ben pettinato
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ragazzo4 Stiven- Ma senti un po’, e dimmi quando ti sbagli come fai?
Maria- riscrivo tutto...
Ragazzo4 Stiven- ...Brava furba.... e se vuoi inserire un file?
Maria- cosa stai dicendo che diavoleria... (intanto
il ragazzo apre il computer), ma cosa mi fai vedere?
Ragazzo4 Stiven: senti, ho capito, non hai mai
usato un computer, se vuoi facciamo un patto, mi
è venuta un’idea, facciamo un cambio, io ti insegno a usarlo, ma tu mi insegni come fai ad andare
così veloce sulla tastiera...ti va?
Maria -sì, sì, non mi sono mai attentata a chiedere....proviamo, ma per me sarà difficile...,ma con
il tuo aiuto, chissà...!
Stiven apre il computer, si siede accanto a Maria
e la scena si chiude mentre parlottano, incrocia-
no le braccia per scrivere uno sul mezzo dell’altro..., si scambiano le competenze.
FINALE
Scena11: tutti, un ragazzo che legge
Tutti salgono sul treno, uno fa un passo avanti e
rivolto al pubblico dice:
Ragazzo- stasera abbiamo fatto insieme un viaggio nella memoria della Madonnina, fra non molto il nostro quartiere cambierà, diventerà città, si
modernizzerà, i treni non passeranno più se non
nel pensiero di chi ha con loro convissuto e intrecciato la propria storia, ma come fare a conservarne le tracce, come fare a mantenere un segno
di queste storie nel nostro paesaggio?
e con i fazzoletti salutano il pubblico.
FINE
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Via Marco Polo 116-118 /41123 Modena
Tel 059 326185-326184 Fax 059 2059716
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