Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi Spirito di gruppo ottobre 2015 LiberEtà Mar che M Suppl. a LiberEtà n. 10/2015 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma Cantone: dallo Spi alla Ferpa Sanità: ripartire dalle Case della salute pagina 2 La fattoria della legalità: storie dal “campo” pagina 4 pagina 8 he ar c M ORGANIZZAZIONE Dallo Spi al sindacato europeo , eletta nuova segretaria della Ferpa L’11 settembre scorso, a Budapest, il congresso della Ferpa, la federazione europea dei pensionati e delle persone anziane, si è concluso con l’elezione all’unanimità a segretaria generale di Carla Cantone, attualmente segretaria generale nazionale dello Spi Cgil. La Ferpa, che aderisce all’Etuc-Ces (European Trade Union Confederation-Confederazione Europea dei sindacati), raggruppa più di 40 associazioni sindacali europee per un totale di circa 10 milioni di iscritti. Al suo interno la delegazione più importante è sicuramente quella italiana; i sindacati dei pensionati confederali di Cgil, Cisl Uil contano complessivamente 6 milioni di associati e lo Spi, da solo, con i suoi circa 3 milioni di iscritti, è la sigla più rappresentativa. “C’è bisogno –sono parole di Carla Cantone- di un grande sindacato dei pensionati in Europa, che rappresenti e intercetti i bisogni di una fascia di 2 OTTOBRE 2015 popolazione, quella over65 anni, che è in crescita esponenziale e che arriverà a superare il numero di 100 milioni di persone nei prossimi anni. La Ferpa ha il compito e il dovere di diventare sempre di più il punto di riferimento di tutte queste persone. Per farlo è fondamentale che rafforzi il suo ruolo e che dia vita ad una grande alleanza tra tutti gli anziani in Europa”. DI ELIO CERRI Numerosi interventi sulla stampa nazionale tendono, partendo da episodi che non ci riguardano, a far passare l’idea che il sindacato sia una istituzione i cui dirigenti e funzionari si dedichino soprattutto a salvaguardare le loro posizioni e i loro “lauti” guadagni. Chi avesse voglia di capire e verificare come ciò non corrisponde all’agire nostro, dello Spi e della Cgil, può leggersi la pubblicazione del bilancio sociale dell’organizzazione che abbiamo diffuso in tempi non ancora sospetti e che è reperibile anche sul sito della Cgil Regionale (www. marche.cgil.it) Alcune cifre dovrebbero aiutare a far chiarezza: Al 31 dicembre 2014, gli iscritti e iscritte alla Cgil delle Marche erano 191.741 pari al 14,2% della popolazione marchigiana con più di 15 anni, lo Spi contava 111.023 iscritti. Nel corso del 2014, lo Spi e la Cgil hanno firmato 75 accordi/protocolli di cui 50 con i Comuni e/o le Province relativi al confronto su bilanci, tariffe, servizi sociali e 12 accordi/protocolli con la Regione Marche e/o altri soggetti a livello regionale. La Cgil Marche ha un’ampia rappresentanza nei luoghi di lavoro e nel territorio. Lo Spi è presente con 19 Leghe e tante sub-leghe che vede impegnati circa 300 tra collaboratori e attivisti. Spiritodigruppo I ORGANIZZAZIONE Cgil Marche, ecco il bilancio sociale 2014 Il Sistema dei Servizi della Cgil offre un’articolata serie di attività di tutela individuale rispetto all’attività lavorativa, al fisco, a quella previdenziale, alla tutela della salute o all’accesso ai servizi sociali. In merito ai compensi e stipendi, il regolamento applicato stabilisce che la retribuzione media lorda mensile del segretario generale regionale della Cgil è di 3.791 euro lordi (ovvero 2.292 euro netti al mese), mentre il livello più basso percepisce 1.751 euro lordi (1.241 euro netti). Le quote tessera degli iscritti sono la esclusiva fonte di finanziamento della Cgil e servono per finanziare l’attività sindacale delle diverse strutture confederali e di categoria, nazionali, regionali e territoriali. Va evidenziato che il 69% delle risorse della contribuzione rimane alle strutture del territorio, il 14% va a quelle regionali e il 17% va a quelle nazionali. OTTOBRE 2015 3 he ar c M VERTENZE REGIONALI Sanità: ripartire dalle Case della salute DI EMIDIO CELANI 4 OTTOBRE 2015 Sempre più diffusa è la percezione (e non solo) di un sistema sanitario e sociale pubblico in estremo affanno che non è più in grado di soddisfare i bisogni di una popolazione in profondo cambiamento specialmente per due aspetti epocali: il progressivo invecchiamento e la diffusa mobilità dei popoli. I continui tagli effettuati dai governi che si sono succeduti hanno indebolito profondamente la struttura che, non priva di effettivi sprechi, non è riuscita a conservare e migliorare l’efficacia, ma è regredita in maniera indiscriminata rispetto alle risposte ai bisogni delle persone. Il sistema dei ticket e i tempi di attesa delle prestazioni hanno spinto sempre di più chi ha potuto permetterselo verso prestazioni privatistiche a pagamento, il cui costo, a volte, risulta concorrenziale con l’entità del ticket da pagare. Invece i più deboli economicamente, tra questi soprattutto i pensionati, hanno dovuto effettuare una scelta disperata rinunciando spesso alle prestazioni necessarie. Il nodo centrale, quello del rispetto dell’unità della persona considerata nel suo contesto di vita e di lavoro, resta ancora essenzialmente irrisolto, nonostante la legge 328/2000. Infatti, la suddivisione del sistema salute fra interventi sanitari e sociali è diventata nel tempo una potenziale causa di sovrapposizioni, duplicazioni e confusione di ruoli e di funzioni. Gli attuali assetti organizzativi dei molteplici servizi e la gestione delle risorse provenienti da diverse forme di finanziamento con differenti modalità di gestione hanno scaricato principalmente e irresponsabilmente sull’utente tutte le profonde contraddizioni. La composizione multiprofessionale degli operatori che rispondono a livelli interistituzionali con si- È questo il senso con cui, nell’accordo sottoscritto agli inizi del 2014 da Regione e organizzazioni sindacali, veniva prevista la definizione e realizzazione di ben 39 strutture (11 esistenti, 13 da riconvertire e 15 ex novo) e un suo relativo scadenzario. Con l’avvento della nuova amministrazione regionale, abbiamo apprezzato la scelta di unificare le competenze sanitarie e sociali sotto un unico assessorato ritenendo che tale scelta avrebbe favorito il percorso verso una più efficace azione d’integrazione. Nei prossimi incontri con la Giunta, prevedibilmente da realizzarsi dal mese di settembre, dovrebbero emergere le reali intenzioni dell’amministrazione sul perseguimento di questa strada, anche se in alcune delibere di fine luglio circa gli obiettivi sanitari e i criteri di valutazione dei direttori generali non compariva più il riferimento alla delibera citata. Spiritodigruppo I VERTENZE REGIONALI stemi organizzativi e di attribuzione delle competenze indipendenti e non effettivamente integrati rende praticamente impossibile qualsiasi forma di intervento integrato. Il pressing delle organizzazioni sindacali confederali Cgil Cisl Uil e le rispettive organizzazioni dei pensionati ha prodotto alcune azioni importanti, tese ad attenuare e superare alcuni problemi essenzialmente organizzativi che spesso nascondono elementi campanilistici e di potere più che di disordine e confusione. Su questo terreno, i piani di indirizzo e di programma hanno efficacemente denunciato e quindi individuato concrete soluzioni possibili anche se non sempre le conseguenti deliberazioni hanno saputo coglierne lo spirito e le indicazioni fornite. Una delle risposte, che può raccogliere la necessità di una effettiva integrazione e una concreta risposta all’utente in quanto persona e pertanto portatore di un bisogno complesso ma non divisibile, è certamente la Casa della Salute che vede nella Drg 452/2014, anche se la sua formulazione contiene diversi limiti ad è spalmata prevalentemente sul versante sanitario. La Casa della Salute può creare le condizioni strutturali per passare dalle affermazioni di principio alla concreta realizzazione dell’unitarietà e integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie di base. Essa si costituisce come il luogo della ricomposizione delle culture, delle competenze e delle responsabilità dei servizi sanitari e sociali territoriali. OTTOBRE 2015 5 he M ar c ATTIVITÀ Via libera ai Patti per l’equità Nell’ultima settimana di luglio, sono stati raggiunti e siglati accordi tra Cgil Cisl e Uil, insieme a Spi Fnp e Uilp, con quattro importanti amministrazioni comunali della provincia di Ascoli: San Benedetto del Tronto, Grottammare, Offida e Folignano. Gli accordi, a vario titolo, tengono a mantenere inalterati la qualità e la quantità dei servizi del welfare locale nonostante i pesanti tagli che da anni vengono fatti, il più delle volte in maniera lineare, dai governi nazionali, I protocolli, anche attraverso strumenti come l’Isee, prevedono tutti, in maniera originale per ciascun Comune, la difesa dei più deboli, dagli anziani ai minori, dall’emergenza abitativa alla disabilità, ma anche aiuti alle attività commerciali, politiche sociali e Firmati in vari comuni dell’Ascolano DI FRANCESCO VAGNONI 6 OTTOBRE 2015 sanitarie, sburocratizzazione della macchina pubblica ed altro ancora. Particolare attenzione è stata rivolta alle politiche ambientali di sviluppo ecosostenibile. Importantissimo l’impegno assunto da parte delle amministrazioni a perseguire nuove pratiche per combattere illegalità e tentativi di eventuali infiltrazioni malavitose. Giancarlo Collina, segretario generale Spi di Ascoli, ha evidenziato come questi accordi aiutino le comunità a restare coese attivando processi solidaristici. Paola Giovannozzi, segretaria generale provinciale Cgil, ha dichiarato: “La sigla dei protocolli è un fortissimo e straordinario segnale di apertura al mondo dei lavoratori e alle loro istanze, che, in controtendenza con quanto accade a livello nazionale, le amministrazioni stanno dando in raccordo con le organizzazioni sindacali. Lavoreremo perché queste esperienze positive siano un passo decisivo verso il coinvolgimento di tutto il territorio”. DI PAOLO FILIACI Lo Spi Cgil di Fermo ha deciso di attivare un importante progetto che consiste nell’invitare i pensionanti iscritti e non iscritti a presentarsi presso le nostre sedi per verificare innanzitutto l’importo della pensione che l’Inps eroga mensilmente. Occasione, questa, per individuare la possibilità di ottenere degli aumenti attraverso una serie di opportunità a cui si può accedere a certe condizioni e solo se si fa domanda le cui ragioni principali sono, anzitutto, il supplemento di pensione e/o la pensione supplementare che riguarda tutti coloro che, da pensionati, versano contributi previdenziali anche per lavoretti saltuari di qualche giornata di lavoro. Le domande possono essere inoltrate dai pensionati all’Inps ogni cinque anni e una sola volta dopo due anni. Poi, c’è l’ integrazione delle pensioni al minimo e maggiorazioni sociali. Quindi, l’erogazione da parte dell’Inps della cosiddetta quattordicesima mensilità introdotta dal Prodi; per diverse motivazioni la stessa non sempre viene liquidata dall’Inps. Ci sono poi gli assegni familiari. E anche il controllo della pensione erogata dall’Inps: spesso accade che la pensione è di un importo minore perché non è stata calcolata su tutti gli anni di contribuzione (servizio militare, i mesi successivi alla do- manda di pensione in cui si è rimasti in servizio, liquidazione successiva alla data di pensione da parte di ex datori di lavoro di altri emolumenti retributivi, lavoro straordinario, ecc.). E ancora, c’è il controllo degli estratti conti contributivi, servizio gratuito di stampa del Obism (busta paga mensile del pensionato) e altri servizi. La tutela dei pensionati, inoltre, continua con la nostra lotta costante e continua per la modifica della famigerata legge “MontiFornero” e per la rivalutazione delle pensioni. OTTOBRE 2015 Spiritodigruppo I ATTIVITÀ Fermo: tutela e assistenza ai pensionati 7 he ar c M ATTIVITÀ La fattoria della legal A Isola Del Piano, tanti giovani e anzia Come si possono trasformare in parole “Emozioni”? Come puoi descrivere sessantenni/ventenni che grondano sudore mescolando paglia e sterco per un progetto comune? Come traduci in parole l’impegno di un ragazzo ventenne che litiga con un coltello che non taglia per imitare la signora che riesce a sminuzzare con maestria aglio, cipolle e carote? Chiacchierate di ventenni/sessantenni su Platone, Chopin, Guccini per scoprire che si, si può fare... un mondo migliore è possibile... che i nostri vecchi sogni sono i loro sogni! Non è stata una passeggiata, ci sono stati anche momenti di nervosismo, ma in fondo la vita del campo rispecchia il mondo fuori. Non siamo riusciti a salutare ed abbracciare tutti questi nuovi nipoti. Il groppo in gola non l’ha permesso. Di una cosa siamo sicuri: l’esperienza del campo ci ha regalato complicità e solidarietà. Forse chi scrive di conflitti generazionali, di sindacato come male sociale, avrebbe bisogno di un soggiorno/lavoro alla Fattoria della Legalità. A. e R. Sotto le note dei Jefferson Airplain scrivo queste righe, sulla veranda che forse cadrà perché non è in regola (sperando che non succeda con me sopra), guardando un po’ perplessa il bruttissimo tendone davanti ai miei occhi, una raccolta di risate, emozioni, cultura, stanchezza e allegria. Non è semplice riportare su un foglio bianco la conclusione dei pensieri avuti in una settimana così bella e così piena, appunto perché avrei da dire solo cose positive per così cadere nel banale. Forse la prima parola che mi viene in mente è ‘crescita’, una crescita personale dovuta alle persone magnifiche che mi sono trovata intorno in questo campo, persone di valore da cui ho ricavato molto e mi auguro anche d’incontrarne sempre così durante il mio percorso. Mi sento in dovere di dire un grazie speciale a tutti, ma soprattutto ai formatori, che sono stati ovviamente la colonna portante, sempre gentili e attivi pur avendo dormito una media di tre ore a notte. Questa è una di quelle esperienze che mi porterò dietro per sempre. Potete essere fieri del vostro lavoro. Alla prossima! Angelica, 18 anni 8 OTTOBRE 2015 ani si sono ritrovati nel segno dell’antimafia Caro amico, ti vorrei parlare delle notti in bianco dai lunghi sbadigli, degli incontri e anche degli occhi lucidi. Ti vorrei far vivere le fatiche delle albe troppo vicine, delle occhiaie profonde, dei lunghi abbracci. Ti vorrei far ascoltare le uscite più chiassose e le canzoni cantate a squarciagola fino a perdere la voce sotto la luce foca della luna accompagnati da una chitarra. Ti vorrei raccontare delle mani sporche, delle docce a cielo aperte e dell’incredibile atmosfera che ho respirato qui. Ti vorrei mostrare la tristezza di un arrivederci e le dediche sul corpo. Ti vorrei far provare la gioia e l’entusiasmo dell’arrivo e la consapevolezza che questo viaggio avrà una fine. Quando questa giunge senti di far parte di qualcosa, sì, far parte di un gruppo! Questo è stato per me il campo “Coltivare i frutti della legalità”. B., 19 anni Mi chiamo Giuseppina Severi ho 55 anni faccio parte dello Spi Cgil . In realtà mi sono divertita tantissimo perché non ho fatto altro che svolgere la mia professione di cuoca, anche se adattata, appunto, ad un campo, anziché in una cucina di ristorante. Ciò che dà più soddisfazione in un impegno come questo è collaborare con giovani che scelgono di passare una parte delle loro vacanze, lavorando per rimettere in funzione un bene confiscato alla mafia. Quello che mi ha entusiasmato maggiormente di questa esperienza è aver sentito parlare questi giovani di grandi temi, non è vero che non si interessano di niente, basta dargli la possibilità di dire, di discutere e anche di credere in quel sogno a cui spesso alcune persone più adulte rinunciano: sconfiggere le mafie. Lo Spi, insieme a Libera e alle altre associazioni, ci sta provando ed io sono fiera di far parte di questo progetto. OTTOBRE 2015 Spiritodigruppo I ATTIVITÀ lità: storie dal “campo” 9 he ar c M ATTIVITÀ A Macerata, lo Spi Cgil viaggia sui progetti futuri Mentre proseguono gli incontri con le istituzioni locali per la contrattazione sociale, con la novità del territorio che ha assunto rilevanza e ruolo primari nell’attività quotidiana del sindacato pensionati della Cgil, lo Spi è impegnato con tre iniziative di notevole spessore: la Festa provinciale, quella organizzata dalla Lega di Macerata (in collaborazione con l’Anpi e l’Auser) dal titolo “Il Tempo, la Storia, le Nostre Storie” ed una manifestazione in collaborazione con LiberEtà sulla questione “amianto”. A CURA DI ROMOLO SARDELLINI La festa di Matelica Matelica ospiterà la Festa provinciale dello Spi di Macerata, che avrà come titolo “Memoria e Storia del lavoro nel tempo”. Si vuole infatti documentare e ricordare il lavoro del passato tramite una raccolta di foto di pensionati ritratti nei propri luoghi di lavoro, con i propri compagni o da soli. Sarà una mostra fotografica che testimonierà quindi, indirettamente, la storia ed il passato delle aziende del nostro territorio (alcune ancora presenti) con istantanee relative al lavoro ed anche rappresentative dei momenti di lotta vissuti a tutela dei lavoratori. “Non vogliamo realizzare questa mostra – ha spiegato il segretario provinciale dello Spi, Stefano Tordini – per rivangare solo la memoria di quel che è stato: sarebbe solo un’operazione di nostalgia. Desideriamo, invece, che le immagini raccolte assumano un valore educativo per i più giovani, mostrando loro cosa significhi andare in fabbrica, non solo per guadagnarsi il pane, ma per ottenere l’applicazione concreta dei diritti previsti dalla Costituzione”. L’amministrazione comunale di Matelica ha accolto con interesse la richiesta dello Spi mettendo a disposizione il teatro ed organizzando visite turistiche per i partecipanti all’iniziativa. Per non disperdere il prezioso materiale, verrà realizzata una pubblicazione specifica con le foto della mostra. 10 OTTOBRE 2015 Spiritodigruppo I GENERAZIONI A CONFRONTO La mostra La Lega dello Spi di Macerata ha organizzato (in collaborazione con l’Anpi e l’Auser) un’iniziativa culturale intitolata “Il tempo, la storia, le nostre storie”. L’obiettivo è quello di portare alla luce storie che fino ad oggi sono rimaste nel chiuso delle singole famiglie o in qualche cassetto, ma che hanno una loro valenza per ricostruire il periodo dell’immediato dopoguerra e l’entrata in vigore della Costituzione. Si è scelto di limitare il campo agli articoli 4, 34, 36 e 37 della Costituzione, cioè la tutela del lavoro e del diritto allo studio. Gli elaborati pervenuti sono al vaglio della commissione che sceglierà quelli più significativi per lari-costruzione storica di quegli anni. Ci sono sto- rie di emigrati per lavoro – in Italia o all’estero – storie di scolaresche e pluriclassi di campagna, storie di soprusi sui posti di lavoro etc. L’iniziativa si concluderà con la premiazione dei vincitori e la raccolta di tutti i documenti pervenuti. L’amianto Con questa iniziativa, lo Spi intende dar voce ad alcune storie di vita vissuta, con la raccolta di inter-viste a lavoratori, ora in pensione, che portano sul corpo lo stigma dell’amianto. Lavoratori presenti in aziende che lavoravano, trasformavano ed installavano l’amianto, e che pur subendone gli effetti nocivi non hanno ottenuto il riconoscimento giuridico del danno subito e, di riflesso, neppure l’applicazione della specifica legge a tutela dei loro diritti. Sentiremo raccontare, direttamente dai protagonisti, la propria esperienza sotto forma di intervista. È anche previsto une dibattito pubblico a cura a cura dello Spi Cgil di Macerata, con la partecipazione della Fiom, categoria di riferimento da cui provengono i nostri narratori-protagonisti. Importante sa-rà il contributo del Servizio di Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro della zona 8 dell’ASUR (Civitanova Marche) nella persona del Dott. Roberto Calisti. Saranno presenti giornalisti della “LiberEtà” che faranno emergere gli aspetti storici, sociali e giuridici di una vicenda tragica e complessa. OTTOBRE 2015 11 he ar c M ATTIVITÀ “Desaparecidos”: le donne Spi Cgil in campo per i diritti DI AURORA FERRARO 12 OTTOBRE 2015 Lunedì 6 luglio, il Coordinamento donne dello Spi Marche, insieme al Comune di Ancona, all’Ambasciata Argentina in Italia, alle associazioni Terzavia e Tra-mare culture, ha organizzato un incontro con alcune ed alcuni testimoni di nazionalità argentina, boliviana ed uruguayana chiamati a deporre nel processo Condor, che da mesi si sta celebrando in Italia per appurare e punire i responsabili materiali di sequestri, torture e uccisioni segrete di migliaia di oppositori alle dittature che tra gli anni 1960 e 1980 imperversarono nel Sud America con l’appoggio anche del Governo degli USA in quello che fu chiamato “Piano Condor”. L’Italia ha avviato questo processo in difesa delle numerose vittime di origini italiane. Tra loro due anconetani: Luis Stamponi e sua madre Mafalda Corinaldesi, emigrati in Argentina ed entrambi “desaparecidos” alla fine del 1976. Luis Stamponi, era un guerrigliero dell’Eln, rivoluzionario ed oppositore della dittatura Argentina, convinto sostenitore della lotta rivoluzionaria in tutto il Sud America. Mafalda era semplicemente una madre, che alla notizia della scomparsa del suo unico figlio si metteva in viaggio per ritrovarlo o per conoscerne la sorte. L’iniziativa è servita anche per parlare del movimento delle donne argentine che durante gli anni terribili della dittatura si sono mobilitate per chiedere conto della sparizione dei loro figli perseguitati, torturati e in moltissimi casi uccisi. Recentemente il movimento è impegnato per identificare e ritrovare i giovani nati da ragazze detenute in stato di gravidanza, desaparecidos subito dopo la nascita e dati illegalmente in adozione, sono le “Madres y Abuelas de Plaza de Mayo.” La forza di queste donne è stata capace di destabilizzare la dittatura stessa, in parte causandone il crollo. La presidente delle “Abuelas”, Estela Carlotto, non è potuta essere presente ma ha dato il suo contributo attraverso un suo video. In questo numero cercheremo di allenare una funzione cerebrale importantissima per tutte le persone, ma in modo particolare per quelle che hanno superato i 60 anni. Si tratta del senso dell’equilibrio, che ci consente di ridurre, grazie anche ad una muscolatura robusta, il rischio di cadere in terra. Anche per l’equilibrio, come abbiamo fatto nei numeri scorsi per la forza delle gambe e per la flessibilità della colonna vertebrale, cominciamo con un piccolo test di auto-valutazione, che ci consentirà così di capire se il nostro “senso dell’equilibrio” funziona bene oppure se ha bisogno di essere migliorato. Per fare il test mettetevi in piedi con le mani sui fianchi e gli occhi chiusi, quindi sollevate la gamba destra. Indispensabile che un amico o un familiare metta le sua braccia attorno alle vostre spalle (senza però toccarvi) per sorreggervi se doveste perdere l’equilibrio in modo da evitare di farvi cadere per terra. Nello stesso tempo avrà fatto partire un Età Secondi cronometro per misurare i secondi 20 70 e più in cui riuscirete a restare in equili30 55-65 brio su una gamba sola. Fate il test tre volte e prendete il risultato mi40 45-55 gliore. 50 36-44 Nella tabella sottostante (tratta dal 60 27-33 numero di settembre 2006 di Run70 18-22 ners World) potrete poi confrontare 80 9-11 il vostro tempo con quello previsto alla vostra età. DI MARCELLO BAIOCCO Spiritodigruppo I I CONSIGLI DELL’ESPERTO I test per l’equilibrio LiberEtà La rivista dove le generazioni si incontrano Per abbonarti rivolgiti alla lega Spi più vicina oppure effettua un versamento sul c/c postale n. 23020001, intestato a LiberEtà, Via dei Frentani 4/a, 00185 Roma, indicando nome, cognome, recapito completo e la causale (abbonamento a LiberEtà). L’abbonamento annuale costa 12,00 euro: il costo di un caffè al mese. OTTOBRE 2015 13 he ar c M ATTIVITÀ Da “L’anziano si racconta” La mamma del disabile Quanto ti voglio bene figlio mio, ma questo lo sappiamo io, tu e Dio. Da quando ti ho portato in grembo io ti pensavo forte e turbolento, ma il giorno che nascesti, tu te ne stavi li quasi inerme, non piangesti nemmeno e non facesti niente, solo i tuoi occhi parlavano dicendomi che volevi tanto amore, allora, senza indugio, ti abbracciai e ti strinsi forte al cuore. Sì, ti ho abbracciato e ti ho baciato. Un grande bacio forse per colmarti di tutto quello che non ho saputo darti. In te mi sono persa in questo doloroso abbraccio, promettendoti un mio grande coraggio, di poterti sempre accudire, assicurandoti un sereno avvenire. Ti amo più della mia stessa vita, ti guardo, tu mi sorridi e ti abbandoni a me allora mi sento ripagata tremila volte tre. Quanto abbiamo da fare io e te! ma non mi stanco mai di dedicarmi a te. Io ti guardo e ti vedo come tutti gli altri, anzi il tuo sorriso mi ripaga di tutti i miei affanni. Ti voglio ringraziare di averti avuto, tu mi hai insegnato cose che non avrei mai creduto. Ti abbraccio forte e ti stringo a me, tu sei la cosa più importante e preziosa che c’è. Lucia Angelini All’Expo con lo Spi Cgil Neanche la canicola ha fermato i pensionati delle Marche. Due giorni, 16 e 17 luglio, il primo giorno giro turistico di Milano, il secondo, visita all’ Expo. Organizzazione perfetta, puntualità, comfort del mezzo di trasporto e dell’hotel hanno fatto sì che questa fosse veramente un’occasione importante e non solo dal punto di vista turistico: è sempre bello, infatti, stare insieme ai propri compagni e condividere momenti di divertimento, oltre a quelli di lavoro. La visita è stata soprattutto un’occasione per arricchirsi culturalmente: all’Expo, infatti, si è dato appuntamento tutto il mondo per far conoscere il proprio modo di mangiare, di vivere, di lavorare. L’accostamento che più colpisce è la perfetta fusione tra la tecnologia, largamente impiegata per creare suggestioni indimenticabili, e l’elemento umano, sempre presente attraverso i racconti e l’estrema cortesia degli addetti ai padiglioni. Donatella Cesarini 14 OTTOBRE 2015 Spiritodigruppo I CULTURA “Pensare la televisione” DI ELISABETTA GABRIELLI Marco Alloni, scrittore e giornalista, in un piccolo libretto edito da Adv Publishing house ltd Lugano, dal titolo “ Pensare la televisione”, intervista Corrado Augias per avviare una riflessione sul rapporto tra cultura, soprattutto civica, e televisione. Si domanda: è in grado un comunicatore televisivo di comunicare cultura? È possibile integrare il linguaggio culturale in quello della divulgazione? Si può trovare la formula di una semplificazione che non sia banalizzazione? È possibile insomma avviare in televisione un discorso culturale? La risposta che emerge è positiva: Augias ha dimostrato che la formula di una divulgazione efficace della cultura in televisione è possibile. E’ riuscito ad elevare la televisione alla cultura invece di abbassare la cultura alla televisione. Ha saputo proporre un uso della televisione in grado di coniugare le regole della comunicazione con quelle dell’approfondimento, riuscendo a fare sintesi fra divulgazione e cultura. Una ben calibrata dialettica che restituisce alla televisione civismo, portata morale, valore educativo, funzione formativa. Tutto a posto, il mosaico composto. Alloni si ferma qui. A riflettere ulteriormente sembrerebbe che Augias non possa far testo. Si tratta infatti di una collaborazione eccezionale troncata bruscamente solo formalmente per limiti di età. Le affermazioni di Augias sulla fede religiosa ricondotta alla sfera intima dell’individuo o sull’aspetto assolutistico della Chiesa che incarna un potere politico, o sulla morale religiosa indirettamente qualificata come infantile, in quanto subordinata alla elargizione di premi, sembrano non proprio in linea con la struttura degli apparati televisivi. Perché proprio di questo si tratta: la televisione come apparato educa ed omologa sia i telespettatori che coloro che ci lavorano. OTTOBRE 2015 15 he ar c M DI GIUSEPPE FILLICH 16 OTTOBRE 2015 La strada Maicol, uno dei tanti che bivaccano dove capita: ai giardini pubblici, nei locali-vagone invecchiati ed arrugginiti, definitivamente abbandonati sui binari di una ferrovia, per le strade. Dove i tanti, uomini e donne, appaiono immediatamente uguali, spesso contrassegnati da intricate e dolorose esperienze di vita. Ma tra questi, spesso, si trova l’improbabile, lo straordinario. Aveva colpito il mio orecchio un suono inusuale, stridulo e speciale, proveniente da lontano, dalla strada. Quasi il suono di una cicala, esperta canterina d’estate. Chi sarà? Ben presto la curiosità aveva trovato appagamento e certezze: erano le note magistralmente prodotte dalla mano e dall’ archetto di Maicol, un ”violinista di strada”. Perché la strada? “ La strada -commenta Maicolè il luogo dell’incontro senza regole, dell improvvisazione, della spontaneità, dell’ imprevisto, dell’ originalità… l’ unico che favorisce l’ autenticità del vivere. Né i Conservatori né i luoghi istituzionali riescono ad appagare il desiderio della profondità dell’animo”. Parole che producono subito un tonfo, un colpo forte al petto e all’anima. Sensazioni che mi rimandano al variopinto e affascinante, talora incomprensibile, scenario della “strada felliniana”. Approfondire per conoscere le situazioni, le vicende, il senso del futuro in questa scelta di vita è inutile. Ha senso chiedergli dove passa le notti, dove mangia, dove sbarca il lunario? Quel quarantenne, dai capelli arruffati, pronto ad accennare, a richiesta dei passanti, alcuni passaggi dai concerti di Bach e Mozart, non è uno qualsiasi. Le spiegazioni, i suoi commenti, le sue considerazioni filosofiche sul senso della vita esprimono, oramai, un motivo unico: “La musica di strada è l’appagamento totale…”. Segreteria regionale Spi Cgil Marche: Emidio Celani, Elio Cerri, Aurora Ferraro Comitato di redazione: Maria Federica Buroni, Donatella Cesarini, Marina Druda, Giuseppe Fillich, Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni, Carlo Mestichelli, Romolo Sardellini, Francesco Vagnoni Grafica: Media Graphics Collaborazione fotografica: Maurizio Petrini Stampa: Spadamedia srl Sede: Via Primo Maggio, 142/a - Ancona Tel. 071/285741 Fax 071/2857400 e-mail: [email protected]