Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi
Spirito di gruppo
ottobre 2015
LiberEtà
Mar che
M
Suppl. a LiberEtà n. 10/2015 mensile del Sindacato pensionati italiani
della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil
regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma
Cantone:
dallo Spi
alla Ferpa
Sanità:
ripartire dalle
Case della salute
pagina 2
La fattoria
della legalità:
storie dal “campo”
pagina 4
pagina 8
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ORGANIZZAZIONE
Dallo Spi
al sindacato
europeo
, eletta nuova
segretaria della Ferpa
L’11 settembre scorso, a Budapest, il congresso della Ferpa, la federazione europea dei
pensionati e delle persone anziane, si è concluso con l’elezione all’unanimità a segretaria generale di Carla Cantone,
attualmente segretaria generale nazionale dello Spi Cgil.
La Ferpa, che aderisce all’Etuc-Ces
(European Trade Union Confederation-Confederazione Europea dei sindacati), raggruppa più di 40 associazioni sindacali europee per un totale
di circa 10 milioni di iscritti. Al suo interno la delegazione più importante è
sicuramente quella italiana; i sindacati
dei pensionati confederali di Cgil,
Cisl Uil contano complessivamente 6
milioni di associati e lo Spi, da solo,
con i suoi circa 3 milioni di iscritti, è
la sigla più rappresentativa.
“C’è bisogno –sono parole di Carla
Cantone- di un grande sindacato dei
pensionati in Europa, che rappresenti e intercetti i bisogni di una fascia di
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OTTOBRE 2015
popolazione, quella over65 anni, che
è in crescita esponenziale e che arriverà a superare il numero di 100 milioni di persone nei prossimi anni.
La Ferpa ha il compito e il dovere di
diventare sempre di più il punto di riferimento di tutte queste persone. Per
farlo è fondamentale che rafforzi il suo
ruolo e che dia vita ad una grande alleanza tra tutti gli anziani in Europa”.
DI ELIO CERRI
Numerosi interventi sulla stampa nazionale tendono, partendo
da episodi che non ci riguardano, a far passare l’idea che il
sindacato sia una istituzione i
cui dirigenti e funzionari si dedichino soprattutto a salvaguardare le loro posizioni e i
loro “lauti” guadagni.
Chi avesse voglia di capire e verificare come ciò non corrisponde all’agire
nostro, dello Spi e della Cgil, può leggersi la pubblicazione del bilancio sociale dell’organizzazione che abbiamo
diffuso in tempi non ancora sospetti e
che è reperibile anche sul sito della Cgil
Regionale (www. marche.cgil.it)
Alcune cifre dovrebbero aiutare a far
chiarezza:
Al 31 dicembre 2014, gli iscritti e
iscritte alla Cgil delle Marche erano
191.741 pari al 14,2% della popolazione marchigiana con più di 15 anni,
lo Spi contava 111.023 iscritti.
Nel corso del 2014, lo Spi e la Cgil
hanno firmato 75 accordi/protocolli di
cui 50 con i Comuni e/o le Province relativi al confronto su bilanci, tariffe,
servizi sociali e 12 accordi/protocolli
con la Regione Marche e/o altri soggetti a livello regionale.
La Cgil Marche ha un’ampia rappresentanza nei luoghi di lavoro e nel territorio. Lo Spi è presente con 19 Leghe
e tante sub-leghe che vede impegnati circa 300 tra collaboratori e attivisti.
Spiritodigruppo I ORGANIZZAZIONE
Cgil Marche, ecco il bilancio
sociale 2014
Il Sistema dei Servizi della Cgil offre
un’articolata serie di attività di tutela
individuale rispetto all’attività lavorativa, al fisco, a quella previdenziale, alla tutela della salute o all’accesso ai servizi sociali.
In merito ai compensi e stipendi, il regolamento applicato stabilisce che la
retribuzione media lorda mensile del
segretario generale regionale della
Cgil è di 3.791 euro lordi (ovvero
2.292 euro netti al mese), mentre il livello più basso percepisce 1.751 euro
lordi (1.241 euro netti).
Le quote tessera degli iscritti sono la
esclusiva fonte di finanziamento della Cgil e servono per finanziare l’attività sindacale delle diverse strutture
confederali e di categoria, nazionali, regionali e territoriali.
Va evidenziato che il 69% delle risorse della contribuzione rimane alle strutture del territorio, il 14% va a quelle regionali e il 17% va a quelle nazionali.
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VERTENZE REGIONALI
Sanità: ripartire
dalle Case della salute
DI
EMIDIO
CELANI
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Sempre più diffusa è la percezione (e non solo) di un sistema sanitario e sociale pubblico in estremo affanno che non
è più in grado di soddisfare i
bisogni di una popolazione in
profondo cambiamento specialmente per due aspetti epocali: il progressivo invecchiamento e la diffusa mobilità dei
popoli.
I continui tagli effettuati dai governi
che si sono succeduti hanno indebolito profondamente la struttura che,
non priva di effettivi sprechi, non è
riuscita a conservare e migliorare l’efficacia, ma è regredita in maniera indiscriminata rispetto alle risposte ai
bisogni delle persone.
Il sistema dei ticket e i tempi di attesa delle prestazioni hanno spinto sempre di più chi ha potuto permetterselo verso prestazioni privatistiche a pagamento, il cui costo, a volte, risulta
concorrenziale con l’entità del ticket
da pagare. Invece i più deboli economicamente, tra questi soprattutto i pensionati, hanno dovuto effettuare una
scelta disperata rinunciando spesso alle prestazioni necessarie.
Il nodo centrale, quello del rispetto
dell’unità della persona considerata
nel suo contesto di vita e di lavoro, resta ancora essenzialmente irrisolto,
nonostante la legge 328/2000. Infatti, la suddivisione del sistema salute
fra interventi sanitari e sociali è diventata nel tempo una potenziale causa di sovrapposizioni, duplicazioni e
confusione di ruoli e di funzioni.
Gli attuali assetti organizzativi dei
molteplici servizi e la gestione delle
risorse provenienti da diverse forme
di finanziamento con differenti modalità di gestione hanno scaricato principalmente e irresponsabilmente sull’utente tutte le profonde contraddizioni. La composizione multiprofessionale degli operatori che rispondono a livelli interistituzionali con si-
È questo il senso con cui, nell’accordo sottoscritto agli inizi del 2014 da
Regione e organizzazioni sindacali,
veniva prevista la definizione e realizzazione di ben 39 strutture (11 esistenti, 13 da riconvertire e 15 ex novo) e un suo relativo scadenzario.
Con l’avvento della nuova amministrazione regionale, abbiamo apprezzato la scelta di unificare le competenze sanitarie e sociali sotto un unico assessorato ritenendo che tale scelta avrebbe favorito il percorso verso
una più efficace azione d’integrazione. Nei prossimi incontri con la Giunta, prevedibilmente da realizzarsi dal
mese di settembre, dovrebbero emergere le reali intenzioni dell’amministrazione sul perseguimento di questa strada, anche se in alcune delibere di fine luglio circa gli obiettivi sanitari e i criteri di valutazione dei direttori generali non compariva più il
riferimento alla delibera citata.
Spiritodigruppo I VERTENZE REGIONALI
stemi organizzativi e di attribuzione
delle competenze indipendenti e non
effettivamente integrati rende praticamente impossibile qualsiasi forma
di intervento integrato.
Il pressing delle organizzazioni sindacali confederali Cgil Cisl Uil e le
rispettive organizzazioni dei pensionati ha prodotto alcune azioni importanti, tese ad attenuare e superare alcuni problemi essenzialmente organizzativi che spesso nascondono elementi campanilistici e di potere più
che di disordine e confusione. Su questo terreno, i piani di indirizzo e di
programma hanno efficacemente denunciato e quindi individuato concrete
soluzioni possibili anche se non sempre le conseguenti deliberazioni hanno saputo coglierne lo spirito e le indicazioni fornite.
Una delle risposte, che può raccogliere
la necessità di una effettiva integrazione e una concreta risposta all’utente
in quanto persona e pertanto portatore di un bisogno complesso ma non
divisibile, è certamente la Casa della
Salute che vede nella Drg 452/2014,
anche se la sua formulazione contiene diversi limiti ad è spalmata prevalentemente sul versante sanitario.
La Casa della Salute può creare le condizioni strutturali per passare dalle affermazioni di principio alla concreta
realizzazione dell’unitarietà e integrazione dei livelli essenziali delle
prestazioni sociosanitarie di base. Essa si costituisce come il luogo della
ricomposizione delle culture, delle
competenze e delle responsabilità dei
servizi sanitari e sociali territoriali.
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ATTIVITÀ
Via libera ai Patti per l’equità
Nell’ultima settimana di luglio,
sono stati raggiunti e siglati accordi tra Cgil Cisl
e Uil, insieme a
Spi Fnp e Uilp, con
quattro importanti
amministrazioni comunali della provincia di Ascoli: San Benedetto del Tronto,
Grottammare, Offida e Folignano.
Gli accordi, a vario titolo, tengono a
mantenere inalterati la qualità e la quantità dei servizi del welfare locale nonostante i pesanti tagli che da anni vengono fatti, il più delle volte in maniera lineare, dai governi nazionali,
I protocolli, anche attraverso strumenti
come l’Isee, prevedono tutti, in maniera originale per ciascun Comune,
la difesa dei più deboli, dagli anziani
ai minori, dall’emergenza abitativa alla disabilità, ma anche aiuti alle attività commerciali, politiche sociali e
Firmati in vari
comuni
dell’Ascolano
DI
FRANCESCO
VAGNONI
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sanitarie, sburocratizzazione della macchina pubblica ed altro ancora.
Particolare attenzione è stata rivolta
alle politiche ambientali di sviluppo
ecosostenibile. Importantissimo l’impegno assunto da parte delle amministrazioni a perseguire nuove pratiche
per combattere illegalità e tentativi di
eventuali infiltrazioni malavitose.
Giancarlo Collina, segretario generale Spi di Ascoli, ha evidenziato come
questi accordi aiutino le comunità a
restare coese attivando processi solidaristici. Paola Giovannozzi, segretaria generale provinciale Cgil, ha dichiarato: “La sigla dei protocolli è un
fortissimo e straordinario segnale di
apertura al mondo dei lavoratori e alle loro istanze, che, in controtendenza con quanto accade a livello nazionale, le amministrazioni stanno dando in raccordo con le organizzazioni
sindacali. Lavoreremo perché queste
esperienze positive siano un passo decisivo verso il coinvolgimento di tutto il territorio”.
DI PAOLO FILIACI
Lo Spi Cgil di Fermo ha deciso
di attivare un importante progetto che consiste nell’invitare i pensionanti iscritti e non
iscritti a presentarsi presso le
nostre sedi per verificare innanzitutto l’importo della pensione che l’Inps eroga mensilmente. Occasione, questa, per individuare la possibilità di ottenere degli aumenti attraverso una serie di opportunità a cui si può accedere a certe condizioni e solo se si fa domanda
le cui ragioni principali sono, anzitutto, il supplemento di pensione e/o
la pensione supplementare che riguarda
tutti coloro che, da pensionati, versano contributi previdenziali anche per
lavoretti saltuari di qualche giornata
di lavoro. Le domande possono essere inoltrate dai pensionati all’Inps
ogni cinque anni e una sola volta dopo due anni. Poi, c’è l’ integrazione
delle pensioni al minimo e maggiorazioni sociali. Quindi, l’erogazione da
parte dell’Inps della cosiddetta quattordicesima mensilità introdotta dal
Prodi; per diverse motivazioni la stessa non sempre viene liquidata dall’Inps. Ci sono poi gli assegni familiari. E anche il controllo della pensione erogata dall’Inps: spesso accade che la pensione è di un importo minore perché non è stata calcolata su
tutti gli anni di contribuzione (servizio militare, i mesi successivi alla do-
manda di pensione in cui si è rimasti
in servizio, liquidazione successiva
alla data di pensione da parte di ex datori di lavoro di altri emolumenti retributivi, lavoro straordinario, ecc.).
E ancora, c’è il controllo degli estratti conti contributivi, servizio gratuito
di stampa del Obism (busta paga mensile del pensionato) e altri servizi.
La tutela dei pensionati, inoltre, continua con la nostra
lotta costante e
continua per la
modifica della famigerata
legge “MontiFornero” e per la rivalutazione delle pensioni.
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Spiritodigruppo I ATTIVITÀ
Fermo: tutela e
assistenza ai pensionati
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ATTIVITÀ
La fattoria della legal
A Isola Del Piano, tanti giovani e anzia
Come si possono trasformare
in parole “Emozioni”?
Come puoi descrivere
sessantenni/ventenni che grondano
sudore mescolando paglia e sterco per
un progetto comune?
Come traduci in parole l’impegno di un
ragazzo ventenne che litiga con un
coltello che non taglia per imitare la
signora che riesce a sminuzzare con
maestria aglio, cipolle e carote?
Chiacchierate di ventenni/sessantenni
su Platone, Chopin, Guccini per
scoprire che si, si può fare... un mondo
migliore è possibile... che i nostri
vecchi sogni sono i loro sogni!
Non è stata una passeggiata, ci sono
stati anche momenti di nervosismo, ma
in fondo la vita del campo rispecchia il
mondo fuori.
Non siamo riusciti a salutare ed
abbracciare tutti questi nuovi nipoti. Il
groppo in gola non l’ha permesso.
Di una cosa siamo sicuri: l’esperienza
del campo ci ha regalato complicità e
solidarietà.
Forse chi scrive di conflitti
generazionali, di sindacato come male
sociale, avrebbe bisogno di un
soggiorno/lavoro alla Fattoria della
Legalità.
A. e R.
Sotto le note dei Jefferson
Airplain scrivo queste righe,
sulla veranda che forse cadrà
perché non è in regola
(sperando che non succeda con
me sopra), guardando un po’
perplessa il bruttissimo tendone
davanti ai miei occhi, una
raccolta di risate, emozioni,
cultura, stanchezza e allegria.
Non è semplice riportare su un foglio
bianco la conclusione dei pensieri avuti
in una settimana così bella e così piena,
appunto perché avrei da dire solo cose
positive per così cadere nel banale.
Forse la prima parola che mi viene in
mente è ‘crescita’, una crescita
personale dovuta alle persone
magnifiche che mi sono trovata intorno
in questo campo, persone di valore da
cui ho ricavato molto e mi auguro
anche d’incontrarne sempre così
durante il mio percorso.
Mi sento in dovere di dire un grazie
speciale a tutti, ma soprattutto ai
formatori, che sono stati ovviamente la
colonna portante, sempre gentili e attivi
pur avendo dormito una media di tre
ore a notte. Questa è una di quelle
esperienze che mi porterò dietro per
sempre. Potete essere fieri del vostro
lavoro. Alla prossima!
Angelica, 18 anni
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ani si sono ritrovati nel segno dell’antimafia
Caro amico,
ti vorrei parlare delle notti in
bianco dai lunghi sbadigli, degli
incontri e anche degli occhi
lucidi.
Ti vorrei far vivere le fatiche delle albe
troppo vicine, delle occhiaie profonde,
dei lunghi abbracci.
Ti vorrei far ascoltare le uscite più
chiassose e le canzoni cantate a
squarciagola fino a perdere la voce
sotto la luce foca della luna
accompagnati da una chitarra.
Ti vorrei raccontare delle mani sporche,
delle docce a cielo aperte e
dell’incredibile atmosfera che ho
respirato qui.
Ti vorrei mostrare la tristezza di un
arrivederci e le dediche sul corpo. Ti
vorrei far provare la gioia e
l’entusiasmo dell’arrivo e la
consapevolezza che questo viaggio avrà
una fine.
Quando questa giunge senti di far parte
di qualcosa, sì, far parte di un gruppo!
Questo è stato per me il campo
“Coltivare i frutti della legalità”.
B., 19 anni
Mi chiamo Giuseppina Severi
ho 55 anni faccio parte
dello Spi Cgil .
In realtà mi sono divertita tantissimo
perché non
ho fatto altro che svolgere
la mia professione di cuoca, anche se
adattata, appunto,
ad un campo, anziché
in una cucina di ristorante.
Ciò che dà più soddisfazione
in un impegno come questo
è collaborare con giovani che scelgono
di passare una parte delle loro vacanze,
lavorando per rimettere in funzione un
bene confiscato alla mafia.
Quello che mi ha entusiasmato
maggiormente di questa esperienza è
aver sentito parlare questi giovani di
grandi temi, non è vero che non si
interessano di niente, basta dargli la
possibilità di dire,
di discutere e anche di
credere in quel sogno a cui spesso
alcune persone più adulte rinunciano:
sconfiggere le mafie.
Lo Spi, insieme a Libera e
alle altre associazioni, ci sta provando
ed io sono fiera
di far parte di questo
progetto.
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Spiritodigruppo I ATTIVITÀ
lità: storie dal “campo”
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ATTIVITÀ
A Macerata, lo Spi Cgil
viaggia sui progetti futuri
Mentre proseguono gli incontri con le istituzioni locali per la contrattazione sociale, con la novità del territorio che ha assunto rilevanza e ruolo
primari nell’attività quotidiana del sindacato pensionati della Cgil, lo Spi
è impegnato con tre iniziative di notevole spessore: la Festa provinciale,
quella organizzata dalla Lega di Macerata (in collaborazione con l’Anpi e
l’Auser) dal titolo “Il Tempo, la Storia, le Nostre Storie” ed una manifestazione in collaborazione con LiberEtà sulla questione “amianto”.
A CURA DI
ROMOLO
SARDELLINI
La festa di Matelica
Matelica ospiterà la Festa provinciale dello Spi di Macerata,
che avrà come titolo “Memoria e Storia del lavoro nel tempo”.
Si vuole infatti documentare e ricordare il lavoro del passato tramite una raccolta di foto di pensionati ritratti nei propri luoghi di lavoro, con i propri compagni o da soli.
Sarà una mostra fotografica che testimonierà quindi, indirettamente, la storia
ed il passato delle aziende del nostro territorio
(alcune ancora presenti) con istantanee relative al lavoro ed anche rappresentative dei momenti di lotta vissuti a tutela dei lavoratori.
“Non vogliamo realizzare questa mostra – ha
spiegato il segretario provinciale dello Spi, Stefano Tordini – per rivangare solo la memoria
di quel che è stato: sarebbe solo un’operazione di nostalgia. Desideriamo, invece, che le immagini raccolte assumano un valore educativo
per i più giovani, mostrando loro cosa significhi andare in fabbrica, non solo per guadagnarsi
il pane, ma per ottenere l’applicazione concreta
dei diritti previsti dalla Costituzione”.
L’amministrazione comunale di Matelica ha
accolto con interesse la richiesta dello Spi mettendo a disposizione il teatro ed organizzando
visite turistiche per i partecipanti all’iniziativa. Per non disperdere il prezioso materiale,
verrà realizzata una pubblicazione specifica
con le foto della mostra.
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Spiritodigruppo I GENERAZIONI A CONFRONTO
La mostra
La Lega dello Spi di Macerata
ha organizzato (in collaborazione con l’Anpi e l’Auser) un’iniziativa culturale intitolata “Il
tempo, la storia, le nostre storie”. L’obiettivo è quello di portare
alla luce storie che fino ad oggi sono
rimaste nel chiuso delle singole famiglie o in qualche cassetto, ma che
hanno una loro valenza per ricostruire il periodo dell’immediato dopoguerra e l’entrata in vigore della Costituzione. Si è scelto di limitare il
campo agli articoli 4, 34, 36 e 37 della Costituzione, cioè la tutela del lavoro e del diritto allo studio.
Gli elaborati pervenuti sono al vaglio
della commissione che sceglierà quelli più significativi per lari-costruzione storica di quegli anni. Ci sono sto-
rie di emigrati per lavoro – in Italia o
all’estero – storie di scolaresche e pluriclassi di campagna, storie di soprusi sui posti di lavoro etc. L’iniziativa
si concluderà con la premiazione dei
vincitori e la raccolta di tutti i documenti pervenuti.
L’amianto
Con questa iniziativa, lo Spi intende dar voce ad alcune storie di vita vissuta, con la raccolta di inter-viste a lavoratori,
ora in pensione, che portano sul corpo lo stigma dell’amianto.
Lavoratori presenti in aziende che lavoravano, trasformavano ed installavano l’amianto, e che pur subendone gli effetti nocivi non hanno ottenuto il riconoscimento giuridico del danno subito e, di riflesso, neppure l’applicazione della specifica legge a tutela dei loro diritti.
Sentiremo raccontare, direttamente dai protagonisti, la propria esperienza
sotto forma di intervista. È anche previsto une dibattito pubblico a cura a
cura dello Spi Cgil di Macerata, con la partecipazione della Fiom, categoria di riferimento da cui provengono i nostri narratori-protagonisti. Importante sa-rà il contributo del Servizio di Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro della zona 8 dell’ASUR (Civitanova Marche) nella persona
del Dott. Roberto Calisti. Saranno presenti giornalisti della “LiberEtà” che
faranno emergere gli aspetti storici, sociali e giuridici di una vicenda tragica e complessa.
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ATTIVITÀ
“Desaparecidos”: le donne
Spi Cgil in campo per i diritti
DI
AURORA
FERRARO
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Lunedì 6 luglio, il Coordinamento donne dello Spi Marche,
insieme al Comune di Ancona,
all’Ambasciata Argentina in
Italia, alle associazioni Terzavia e Tra-mare culture, ha organizzato un incontro con alcune ed alcuni testimoni di nazionalità argentina, boliviana
ed uruguayana chiamati a deporre nel processo Condor, che
da mesi si sta celebrando in Italia per
appurare e punire i responsabili materiali di sequestri, torture e uccisioni segrete di migliaia di oppositori alle dittature che tra gli anni 1960 e 1980
imperversarono nel Sud America con
l’appoggio anche del Governo degli
USA in quello che fu chiamato “Piano Condor”.
L’Italia ha avviato questo processo in
difesa delle numerose vittime di origini italiane. Tra loro due anconetani:
Luis Stamponi e sua madre Mafalda
Corinaldesi, emigrati in Argentina ed
entrambi “desaparecidos” alla fine del
1976.
Luis Stamponi, era un guerrigliero dell’Eln, rivoluzionario ed oppositore della dittatura Argentina, convinto sostenitore della lotta rivoluzionaria in
tutto il Sud America. Mafalda era semplicemente una madre, che alla notizia della scomparsa del suo unico figlio si metteva in viaggio per ritrovarlo o per conoscerne la sorte.
L’iniziativa è servita anche per parlare del movimento delle donne argentine che durante gli anni terribili della dittatura si sono mobilitate per chiedere conto della sparizione dei loro figli perseguitati, torturati e in moltissimi casi uccisi. Recentemente il movimento è impegnato per identificare
e ritrovare i giovani nati da ragazze
detenute in stato di gravidanza, desaparecidos subito dopo la nascita e dati illegalmente in adozione, sono le
“Madres y Abuelas de Plaza de Mayo.”
La forza di queste donne è stata capace di destabilizzare la dittatura stessa, in parte causandone il crollo.
La presidente delle “Abuelas”, Estela Carlotto, non è potuta essere presente ma ha dato il suo contributo attraverso un suo video.
In questo numero cercheremo di allenare una funzione cerebrale importantissima per tutte le persone, ma in modo
particolare per quelle che hanno superato i 60 anni. Si tratta del senso dell’equilibrio, che ci consente di ridurre, grazie anche ad una muscolatura robusta, il rischio di cadere in terra.
Anche per l’equilibrio, come abbiamo fatto nei numeri scorsi per la forza delle gambe e per la flessibilità della colonna vertebrale, cominciamo con un piccolo test di auto-valutazione, che ci consentirà così di capire se il nostro “senso dell’equilibrio” funziona bene oppure se ha bisogno di essere migliorato.
Per fare il test mettetevi in piedi con le mani sui fianchi e gli occhi chiusi, quindi sollevate la gamba destra. Indispensabile che un amico o un
familiare metta le sua braccia attorno alle vostre spalle (senza però toccarvi) per sorreggervi se doveste perdere l’equilibrio in modo da evitare di farvi cadere per terra. Nello
stesso tempo avrà fatto partire un
Età
Secondi
cronometro per misurare i secondi
20
70 e più
in cui riuscirete a restare in equili30
55-65
brio su una gamba sola. Fate il test
tre volte e prendete il risultato mi40
45-55
gliore.
50
36-44
Nella tabella sottostante (tratta dal
60
27-33
numero di settembre 2006 di Run70
18-22
ners World) potrete poi confrontare
80
9-11 il vostro tempo con quello previsto
alla vostra età.
DI MARCELLO
BAIOCCO
Spiritodigruppo I I CONSIGLI DELL’ESPERTO
I test per l’equilibrio
LiberEtà La rivista dove le generazioni si incontrano
Per abbonarti rivolgiti alla lega Spi più vicina oppure
effettua un versamento sul c/c postale n. 23020001,
intestato a LiberEtà, Via dei Frentani 4/a, 00185 Roma,
indicando nome, cognome, recapito completo e
la causale (abbonamento a LiberEtà).
L’abbonamento annuale costa 12,00 euro:
il costo di un caffè al mese.
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ATTIVITÀ
Da “L’anziano si racconta”
La mamma del disabile
Quanto ti voglio bene figlio mio,
ma questo lo sappiamo io, tu e Dio.
Da quando ti ho portato in grembo
io ti pensavo forte e turbolento,
ma il giorno che nascesti,
tu te ne stavi li quasi inerme,
non piangesti nemmeno e non facesti
niente,
solo i tuoi occhi parlavano
dicendomi che volevi tanto amore,
allora, senza indugio, ti abbracciai
e ti strinsi forte al cuore.
Sì, ti ho abbracciato e ti ho baciato.
Un grande bacio forse per colmarti
di tutto quello che non ho saputo darti.
In te mi sono persa in questo doloroso
abbraccio,
promettendoti un mio grande coraggio,
di poterti sempre accudire,
assicurandoti un sereno avvenire.
Ti amo più della mia stessa vita,
ti guardo, tu mi sorridi e ti abbandoni a
me
allora mi sento ripagata tremila volte tre.
Quanto abbiamo da fare io e te!
ma non mi stanco mai di dedicarmi a te.
Io ti guardo e ti vedo come tutti gli altri,
anzi il tuo sorriso mi ripaga di tutti i
miei affanni.
Ti voglio ringraziare di averti avuto,
tu mi hai insegnato cose che non avrei
mai creduto.
Ti abbraccio forte e ti stringo a me,
tu sei la cosa più importante e preziosa
che c’è.
Lucia Angelini
All’Expo con lo Spi Cgil
Neanche la canicola ha fermato i pensionati delle Marche. Due giorni, 16 e 17 luglio, il primo giorno
giro turistico di Milano, il secondo, visita all’ Expo.
Organizzazione perfetta, puntualità, comfort del mezzo di
trasporto e dell’hotel hanno fatto sì che questa fosse veramente un’occasione importante e non solo dal punto di
vista turistico: è sempre bello, infatti, stare insieme ai propri compagni e condividere momenti di divertimento, oltre a quelli di lavoro. La visita è stata soprattutto un’occasione per arricchirsi culturalmente: all’Expo, infatti, si
è dato appuntamento tutto il mondo per far conoscere il
proprio modo di mangiare, di vivere, di lavorare.
L’accostamento che più colpisce è la perfetta fusione tra
la tecnologia, largamente impiegata per creare suggestioni indimenticabili, e l’elemento umano, sempre presente
attraverso i racconti e l’estrema cortesia degli addetti ai
padiglioni.
Donatella Cesarini
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Spiritodigruppo I CULTURA
“Pensare la televisione”
DI ELISABETTA GABRIELLI
Marco Alloni, scrittore e giornalista, in un piccolo libretto
edito da Adv Publishing house
ltd Lugano, dal titolo “ Pensare la televisione”, intervista
Corrado Augias per avviare una
riflessione sul rapporto tra cultura, soprattutto civica, e televisione. Si domanda: è in grado un
comunicatore televisivo di comunicare cultura? È possibile integrare il
linguaggio culturale in quello della divulgazione? Si può trovare la formula di una semplificazione che non sia
banalizzazione? È possibile insomma
avviare in televisione un discorso culturale?
La risposta che emerge è positiva: Augias ha dimostrato che la formula di
una divulgazione efficace della cultura in televisione è possibile. E’ riuscito ad elevare la televisione alla cultura invece di abbassare la cultura alla televisione. Ha saputo proporre un
uso della televisione in grado di coniugare le regole della comunicazione con quelle dell’approfondimento,
riuscendo a fare sintesi fra divulgazione e cultura. Una ben calibrata dialettica che restituisce alla televisione
civismo, portata morale, valore educativo, funzione formativa. Tutto a posto, il mosaico composto.
Alloni si ferma qui. A riflettere ulteriormente sembrerebbe che Augias
non possa far testo. Si tratta infatti di
una collaborazione eccezionale troncata bruscamente solo formalmente
per limiti di età. Le affermazioni di
Augias sulla fede religiosa ricondotta alla sfera intima dell’individuo o
sull’aspetto assolutistico della Chiesa che incarna un potere politico, o
sulla morale religiosa indirettamente
qualificata come infantile, in quanto
subordinata alla elargizione di premi,
sembrano non proprio in linea con la
struttura degli apparati televisivi. Perché proprio di questo si tratta: la televisione come apparato educa ed omologa sia i telespettatori che coloro che
ci lavorano.
OTTOBRE 2015
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DI
GIUSEPPE
FILLICH
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La strada
Maicol, uno dei tanti che bivaccano dove capita: ai giardini pubblici, nei locali-vagone invecchiati ed arrugginiti,
definitivamente abbandonati
sui binari di una ferrovia, per
le strade. Dove i tanti, uomini e donne, appaiono immediatamente uguali, spesso contrassegnati da intricate
e dolorose esperienze di vita. Ma tra
questi, spesso, si trova l’improbabile,
lo straordinario. Aveva colpito il mio
orecchio un suono inusuale, stridulo
e speciale, proveniente da lontano, dalla strada. Quasi il suono di una cicala, esperta canterina d’estate. Chi sarà? Ben presto la curiosità aveva trovato appagamento e certezze: erano
le note magistralmente prodotte dalla mano e dall’ archetto di Maicol, un
”violinista di strada”. Perché la strada? “ La strada -commenta Maicolè il luogo dell’incontro senza regole,
dell improvvisazione, della spontaneità, dell’ imprevisto, dell’ originalità… l’ unico che favorisce l’ autenticità del vivere. Né i Conservatori né
i luoghi istituzionali riescono ad appagare il desiderio della profondità
dell’animo”. Parole che producono
subito un tonfo, un colpo forte al petto e all’anima. Sensazioni che mi rimandano al variopinto e affascinante, talora incomprensibile, scenario
della “strada felliniana”. Approfondire per conoscere le situazioni, le vicende, il senso del futuro in questa
scelta di vita è inutile. Ha senso chiedergli dove passa le notti, dove mangia, dove sbarca il lunario? Quel quarantenne, dai capelli arruffati, pronto
ad accennare, a richiesta dei passanti, alcuni passaggi dai concerti di Bach
e Mozart, non è uno qualsiasi. Le spiegazioni, i suoi commenti, le sue considerazioni filosofiche sul senso della vita esprimono, oramai, un motivo
unico: “La musica di strada è l’appagamento totale…”.
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