Contemporanea «Il Canto della pelle (SEX Unlimited)» di Claudio Ambrosini La Fondazione Beaumarchais premia il musicista veneziano di Patrizia Parnisari I l prestigioso premio della Fondazione Beaumarchais a un libretto d’opera è stato quest’anno attribuito a un musicista italiano, il veneziano Claudio Ambrosini. «È un premio che ha una caratteristica molto intelligente, quella cioè di essere dato mentre la stesura è in atto. Questo fa sì che la sovvenzione arrivi come “sostegno alla fase di creazione”, come aiuto sia materiale che morale nel mome nto più difficile per un autore: quello in cui è a metà del guado e spesso teme di affogare», spiega il maestro. L’o p e ra premiata, Il Canto della pelle (SEX Unlimited), è la parte centrale di una trilogia operistica di cui Big Bang Circus (Piccola Storia dell’Universo) e Il Giudizio Universale costiClaudio Ambrosini tuiscono rispettivamente la parte iniziale e quella conclusiva… Sì, il trittico ricompone il percorso della vita, dalla comparsa dell’Universo al temibile «rendiconto conclusivo» che, auspicabilmente, ho voluto risolvere con un’opera buffa. Dall’una all’altra delle tre sezioni c’è un travaso di situazioni, di simboli, di temi (anche musicali): alcuni ricorrono, altri scompaiono, SEX Unlimited, Granpotacio a lt r i si trasformano. Se il Logos è il fulcro di Big Bang Circus («In principio era il Verbo») e il Suono è invece ciò che salverà l’Umanità nel divertissement conclusivo, questa volta il Contatto – fisico, la «scintil- la che unisce» – è il soggetto indagato nel pannello centrale: Il Canto della pelle (SEX Unlimited) ha dunque per tema l’Energia Vitale, l’Eros, il Sesso, inteso come forza scatenante, come energia attrattiva che produce vita sempre e ovunque (negli esseri animati come nella materia), tra il Primissimo Giorno e l’Ultimissimo: maschilefemminile, plus-minus, x-y, yin-yang… Con un assunto: pensiero, corpo e suono sono interrelati come macrocosmo e microcosmo, l’uno riproducendo l’altro in una diversa dimensione, o su un altro piano. «Come nel corpo, così nell’universo» recita uno dei versi – di origine induista – del libretto. E ancora: «Ciò che chiamiamo Corpo è una porzione dell’Anima, percepita dai cinque sensi» e «La verità del corpo rivela quella dell’universo» ci dice, stimolandoci a riflettere, William Blake. Quest’opera è stata originariamente composta nel 2005, su commissione dal Ministero della Cultura francese ed è stata presentata al Teatro dell’Opera di Lione nel 2006, nel l’ambito del Festival «Musiques-en-scène», e poi in Germania, come coproduzione del Centro di creazione GRAME di Lione, dei Choeurs et Solistes Bernard Tétu, della Pocket Opera Company di Norimberga e di Fabrica, col sostegno del Centre de la Voix, dei Percussions Cla- 40 Contemporanea viers de Lyon e della Commissione Europea per la culcultura che già almeno quattro secoli fa lavorava sul tura. L’opera è costruita su un immaginario percorso «colore» del suono, sulla distribuzione stereofonica delad anello per osservare quel «prisma» complesso che è le fonti sonore, sulla «spazializzazione» della musica il Sesso da vari punti di vista, a partire dalla Natura, per (basta ricordare l’uso dei «cori spezzati» nella basilica passare poi alla Tradizione, alla Cultura, alla Religione, di S. Marco, con i musicisti distribuiti sui due lati delalla Scienza, alla Società, all’Entertainment, alla Mitol’altare e intorno agli ascoltatori) – gli strumenti sono la logia e arrivare infine all’Arte nelle cui opere (visive, ma fonte inesauribile di nuove scoperte, il modo di toccarli anche letterarie e in ogni altra forma) si ritrova la forè la ricerca indispensabile alla crescita, è una disciplina za creativa e affermativa individuata all’inizio nella Naquotidiana, fondamentale quanto un rito devozionale. tura. Da queMa «erotico» st’opera il – rivelato dai Te at r o San sensi, diretto Carlo di Naai sensi – e di poli m i ha lì ad infinipoi commisti altri piani sionato una (mentali) di Suite da conpercezione e cer to e se di lettura. Il guita l’8 e il pianoforte è, 9 gennaio di forse più dequest’anno. gli altri struLei ha da pomenti, simco terminato un bolo di queimportante consta possibicerto per pianolità di scavo forte e grande infinito. orchestra, ToRitiene poscar, richiestosibile og gi dele dall’Orchelineare già un stra Sinfonica primo bilancio SEX Unlimited, Innamorata e danzatore Nazionale deldella sua attivila Rai. Di cotà musicale? sa si tratta? Sono ancoÈ uno dei banchi ra in pieno cammidi prova più difficili no. SEX Unlimited per un compositore e è la mia quarta opedura circa mezz’ora. ra lirica. Il ciclo delTocar: «toccare», in la trilogia (Big Bang, veneziano; «suonaSex, Giudizio Univerre», in spagnolo. Per sale) ha preso più di me la musica è semventi anni, per essere pre stata qualcosa di completamente rea(anche) molto fisilizzato. Il Ministero co, sensuale, vorrei della Cultura francedire: toccare il «corse mi ha già commispo» dello strumensionato molti lavori: to, sfiorarlo, «accaun’opera (Sex Unlimirezzarlo», variare la ted), un oratorio (Supressione anche di sanna, 1995), un balf r a z ion i infinitesiletto (Canzoniere ballamali, cercare approcto, 1991), oltre Pisti a vari ci, contatti diversi. lavori strumentali fin SEX Unlimited, Collezionista e Beatrice È da questa qualità dal 1983. Adesso ho del tocco che nasce il vari progetti pronti, suono, il suo calibro, tra cui uno (La vera il suo colore, il suo profumo, la sua «aura». Mi accorgo storia dell’invenzione del pianoforte) dedicato a Bartolomeo che molti dei titoli dei miei lavori precedenti, rivisti in Cristofori, padovano, inventore del pianoforte. E inolprospettiva, rimandano a questo concetto: Vietato ai mitre ho il progetto di un’opera lirica divertente, destinanori (1981), Capriccio, detto l’Ermafrodita (1983), Dettaglio ta ai bambini. Quest’idea, ancora una volta, interessa sacrilego (1987), Dove c’è un tabù c’è un desiderio (1990), Balmolto francesi e tedeschi, ma io spererei che anche i lo da sfioro (1991), Canzone inconfessabile (1994), Il Canto delteatri italiani trovassero la voglia di fare cose innovala pelle (SEX Unlimited) (2005). tive e dirette a un pubblico nuovo, che poi sarà quelPer un musicista veneziano – che viene cioè da una lo del futuro. 41 Contemporanea Tra jazz e musica d’improvvisazione la nuova stagione del Centro d’Arte di Padova P resto! è il titolo che il Centro d’Arte di Padova ha coniato per la stagione 2007, puntando sulla suggestione dei giochi di parole per evitare un’associazione esclusiva con un genere musicale preciso. Per molti anni l’associazione ha proposto cartelloni di «jazz» e altri di «musica contemporanea», ma sempre con la cattiva coscienza di non rendere giustizia alla varietà e alla ricchezza delle musiche che si succedevano. Una novità di non poco conto: nuovamente privo del suo spazio tradizionale, la Sala dei Giganti, il Centro d’Arte ritorna dopo anni in un’altra storica sede, la «centralissima» sala MPX, capace di quasi 600 posti e ottimamente attrezzata. Non solo: all’MPX la possibilità di accoppiare musica e cinema sta già producendo importanti sviluppi nella programmazione che si dovrebbero ulteriormente estendere nella prossima stagione. Il cartellone che si è aperto il 19 febbraio con un duo formato da personaggi molto popolari come Uri Caine e Paolo Fresu, che hanno raccolto il previsto tutto esaurito, offre altri cinque appuntamenti fino al mese di maggio, centrati in prevalenza sul jazz e le musiche d’improvvisazione. Ogni gruppo esprime uno specifico progetto: così è quello del trio newyorkese di Jamie Saft (con Greg Cohen e Ben Perowsky), che il 16 marzo ripropone nel classico formato del piano trio il doppio repertorio Bod Dylan – John Zorn, e insieme una riflessione sulla continuità vera o presunta della cultura ebraica nelle musiche del momento. Molti artisti italiani in cartellone quest’anno: oltre a Fresu, il 29 marzo sbarca a Padova il sorprendente trombonista Gianluca Petrella, eletto rising star per il 2006 nientemeno che dalla prestigiosa rivista Down Beat, con il suo Bread and Tomato Trio, una curiosa combinazione con organo di Veniero Rizzardi Hammond e batteria (Michele Papadia e Fabio Accardi). In aprile poi venerdì 20 spazio al Quartetto di Pietro Tonolo, che con Roberto Rossi, Aldo Zunino e Alfred Kramer propone in un una formazione a due fiati e ritmica il repertorio di Lennie Tristano. Informazioni: www.centrodarte.it Email: [email protected] 42 Contemporanea Scorrono le «Note sullo schermo» Da Hindemith a Morricone le formule tra musica e immagine D a diversi anni si sta svolgendo a Padova una rassegna che si chiama «Impara l’Arte». Promossa dall’Università e organizzata congiuntamente da tre organismi, l’Orchestra di Padova, gli Amici della Musica e il Centro d’Arte, è stata fino allo scorso anno concepita in funzione di un pubblico solo studentesco, dunque un poco sottoepsosta. Ma la nuova stagione è ora finalmente aperta a tutti, senza che i prezzi dei biglietti, sempre poco più che simbolici, siano stati variati. Caratterizzata da un’impostazione «a tema», «Impara l’Arte» ha una storia di concerti pomeridiani di carattere didattico che sono stati presto abbandonati in favore di una proposta sempre culturalmente motivata ma ora tenuta ferma a un formato spettacolare, e in collocazione serale. Da quest’anno, inoltre, grazie alla collaborazione con la multisala MPX, con il titolo di «Note sullo schermo» la rassegna si assesta sull’accoppiata cinema/musica dal vivo offrendo a piene mani, da febbraio a giugno, tredici occasioni di assoluto pregio, articolate in diverse fasi. L’Orchestra di Padova il 21 marzo alle ore 21 accompagna dal vivo il capostipite dei film di genere alpinistico, Sfida alla montagna del 1921, con le musiche appositamente composte da Hindemith e mai eseguite in Italia. Il 26 aprile l’Orchestra propone un più normale concerto composto e diretto da Mirko Schipilliti, con pagine tratte da famose colonne (Morricone, Rota, Williams) cui seguirà la proiezione di Mission. L’Orchestra è nuovamente nella buca il 23 maggio alle 21 con Nuova Babilonia di Kozinsev e Trauberg (1929) e le musiche appositamente composte da Shostakovich. Le formule di associazione tra musica e immagine sono ancora differenti nel ciclo «Alla corte del Re Sole», curato dagli Amici della Musica, che tematizza la musica del Sei-Settecento francese: Concerto dell’Ensemble Sirocco (domenica 11 marzo, ore 11), e del duo Balestracci/De Michieli (domenica 18 marzo ore 11), proiezione di Tutte le mattine del mondo, centrato sulla figura di Marin Marais (12 marzo ore 21). (v.r.) Informazioni: www.amicimusicapadova.org w w w.cent rodar te.it www.pvorchestra.org Clint Eastwood e Eli Walach in una scena da Il buono, il brutto, il cattivo, di Sergio Leone, 1966; musiche di Ennio Morricone. 43 Contemporanea La «Vita di Lorenzo Da Ponte» di Andrea Zanzotto Uno spettacolo curato dagli Amici della Musica di Venezia I curatori dell’adattamento teatrale, Paolo Cattelan e Susanna Armani – pur costretti alla brevità per dare spazio al testo di Andrea Zanzotto – raccontano in estrema sintesi la genesi dello spettacolo: «Vita di Lorenzo Da Ponte nasce da un soggetto che, nel 1988, Andrea Zanzotto, in collaborazione con lo storico del cinema Luciano De Giusti ha scritto per una serie televisiva, poi però non realizzata. È stata l’occasione dell’anniversario mozartiano a suggerire l’idea del recupero di quel testo rimasto inedito per farne il “libretto” di uno spettacolo musicale che costituisce l’evento di chiusura del festival “Wolfango De’ Serenissimi Mozartini”. La vita di Da Ponte si presta naturalmente a diventare prodotto di intrattenimento, tanto è ricca di spunti teatrali e musicali. Così se dal processo subito da Lorenzo a Venezia per malcostume sono state ricavate alcune scene che suscitano nostalgia per una città che non c’è più, è poi dalla bruciante esperienza poetico-musicale che Da Ponte conduce a Vienna che proviene la maggior parte delle musiche che si eseguono durante lo spettacolo, dove brani rari o inediti si avvicendano a sublimi pagine di Mozart». (l.m.) Alcuni stralci del testo la città. Finte dame dagli abiti sgargianti, giocolieri, mangiatori di fuoco, venditori di bagigi e di vino, saltimbanchi, prostitute maliziose e sorScena I ridenti, suonatori di violino e tamburello, efebi imparruccati di biondo, […]Il piccolo Lorenzo è seduto al suo tavolo di studio. Dietro di lui mucchi di spazzatura e di gatti, luminarie di candele che si sciolgono sui c'è il maestro assunto dal padre per la sua istruzione. La grammatica davanzali delle case più ricche, vociare confuso dal quale emergono palatina dell'Alvaro aperta sul tavolo, Lorenzo sta tentando di fare esercirole straniere, canti dalle barche nei canali addobbate di frasche e lamzi per lui difficili. Poiché non si era riscontrato nessun progresso nel rapioncini colorati, capre e buoi dipinti a colori sgargianti condotte dalgazzo, il padre quel giorno, capitato nella stanza, si mette inosservato la catena, scimmie vestite da gentiluomo accoccolate sulla spalla di alcudietro le spalle del maestro e sta a vedere. ni passanti, raffiche di petardi cinesi, rifiuti solidi e liquidi che piombaDA PONTE (sta leggendo e facendo molti errori, ad ognuno il maeno sulla folla dalle finestre, urli risate, musiche, incontri, contatti segrestro sussulta e alla fine esplode) ti e fugaci negli angoli più scuri. ...iam facies enormis et os La grande festa è al culmine. La prolixum et nares hiantes città dischiude una ad una le sue et labiae pendulae: sic et auseduzioni. […] Venezia – Teatro Fondamenta Nuove res immodicis horripilant 31 marzo, 1 aprile, ore 20.30 auctibus. Nec ullum miseCastelfranco Veneto – Teatro Accademico rae reformationis video so4 aprile, ore 20.30 lacium, nisi quod mihi naScena XIII Padova – Teatro Maddalene tura crèscebat. Martin y Soler e Da Ponte. 10 aprile, ore 20.30 MAESTRO ...crescèbat! (…) DA PONTE ( prenVita di Lorenzo Da Ponte crescèbat! sei un asino, una dendo tempo) ...Imaginate soggetto di Andrea Zanzotto e Luciano De Giusti bestia! (Incomincia a picchiardunque che Diana, la famusiche di Giuseppe Tartini, George Friederich Handel, lo. Allora il padre si avvicina, volosa dea della castità, Wolfgang Amadeus Mozart, Joseph Schuster, prende l’insegnante e imprecando avesse un albero nel suo Vicente Martin y Soler, Antonio Salieri, lo trascina fuori spingendolo giù giardino... Giuseppe Gazzaniga, Giovanni Paisiello, dalla scala e tirandogli addosso MARTINI Un albero? Gioachino Rossini, Anonimi veneziani sec. XVIII grammatica, penna e calamaio. Ma che dite? adattamento teatrale e musicale Il bambino guarda incredulo la DA PONTE …un albedi Paolo Cattelan e Susanna Armani scena e suo padre come un salro i cui rami producesseregia di Adriano Sinivia vatore, cominciando ad incubaro frutti d’una grandezza interpreti principali: T2M- La Compagnie (Parigi); re l’idea che deve esserci qualche straordinaria… Susanna Armani, soprano; Catherine King, mezzosoprano; santo che lo protegge) MARTINI Via Da Ponte Luca Tittoto, baritono; Orchestra da Camera «Lorenzo Da Ponte»; VOCE OFF Per più di tre che corbelleria è questa? Coro multietnico di voci bianche «Città di Padova» anni non si parlò più di latiDA PONTE …quando diretto da Marina Malavasi; Roberto Zarpellon, direttore no. L’effetto però fu per me le ninfe della Dea passavafatale. Rimasi fino all’età di no sotto a quell’albero… 14 anni del tutto ignorante. MARTINI Non parlateEntrano alcuni bambini ed eseguono un canto in latino. Il piccolo Da mi più di quest’albero! Ponte resta a guardarli. DA PONTE …uscivan da quelli e da tutti i rami de’ suoCORO DI BAMBINI Personent hodie / voces puerulae […] ni e de’ canti di celeste e soavissima melodia… MARTINI Oh bella, vuol dire che scriverò musica per un albero cantante! Scena II TERZETTO DI BAMBINI (da L’albore di Diana, Martin Venezia. Lorenzo gira curiosando tra calli e campielli in abito talay Soler. Veduta di un tempio, a destra del giardino un arbore colle poma re. Nella città imperversa il Carnevale. Le strade sono piene di gend’oro da potersi illuminare al colpo d’occhio) Zitto zitto non parlate. Donne e uomini, quasi tutti in maschera, affollano ogni angolo delte... zi zi zi venite fuori... 44