38
IL CAFFÈ
27 luglio 2014
tra
virgolette
l’incontro
Chi è
Il 39enne attore
cinematografico
e televisivo italiano
è stato il protagonista
principale del film
“Incompresa” di Asia
Argento, presentato
al Festival di Cannes
“Più faccio il cattivo e più piaccio”
ROSELINA SALEMI
C’
è quella che si è fatto tatuare il suo ritratto sulla schiena. Quella che voleva
un figlio da lui a tutti i costi (una russa,
dicono, affascinante). Quella che gli ha
chiesto lo sperma per la fecondazione
artificiale. Certe signore saranno anche pazze a intestardirsi sul materiale genetico di Gabriel Garko, però
quando lo incontri, ti siedi di fronte a lui e lo guardi nella perfezione del suo metro e novanta, michelangiolesco, occhi verdi, carnosa bocca baciabile, e giusto una
ciocca bruna fuori posto, puoi capire il perché di tanti
deliri anche se non è il tuo tipo. Sostiene, Garko, di avere un buon rapporto con il suo corpo, e figuriamoci. Se
l’avessero costruito in laboratorio, non sarebbe riuscito
meglio. Anzi, se ha un difetto, è quello di sembrare alieno nel completo vintage anni ‘40 color crema, con il
colletto chiuso da uno spillone, una creatura artificiale
spuntata fuori da chissà quale smagliatura spazio-temporale. Uscita da una fiction, per calpestare la terra dei
mortali, come il protagonista di un celebre film di Woody Allen, “La rosa purpurea del Cairo”.
Da dovunque sia arrivato, Dario Gabriel Oliviero, in
arte Garko, quarantenne, è arrivato al cinema con “Incompresa” di Asia Argento, passato a Cannes 2014 nella
sezione “Un certain regard”. Provvisto di zazzera bionda e notevole isteria, vive un tempestoso amore con
Charlotte Gainsbourg ed esprime tutta la sua incapacità di essere padre. Dentro il film c’è, come citazione,
qualche fotogramma di “Senso 45”, opera scandalosa di
Tinto Brass. Il film rimane nella memoria collettiva perché Garko appare in una scena di nudo frontale al rallentatore diventata un cult della rete. Meno casta di
quella censurata da Mediaset, che ha tagliato quindici
Gabriel
bollenti secondi al suo “Valentino” televisivo, onde evitare turbamenti erotici nelle famiglie. Il taglio gli è dispiaciuto: “Quel nudo non era gratuito. Rappresentava
un momento simbolico importante della storia, quello
in cui Rodolfo Guglielmi si spoglia di tutto per diventare un nuovo uomo, il grande Rudy Valentino.”
Gli americani, che hanno comprato la fiction, non si
sognano nemmeno di censurarla (Hbo ha reso il nudo
maschile ordinaria amministrazione nella serie “Il trono di spade”). Di “Valentino”, a parte le polemiche, Garko ricorda soprattutto le estenuanti lezioni di ballo (“mi
sono venuti i crampi”). È abbastanza saggio da evitare i
paragoni: “Stiamo scherzando? Quello sì era un divo!”,
ma per il pubblico televisivo il latin lover più mitizzato
del mondo ha la sua faccia.
A chi è in crisi di astinenza, Gabriel annuncia che
tornerà in video in autunno con la quarta stagione del
tragico e popolarissimo romanzone che l’ha consacrato: “L’onore e il rispetto”. L’ultima puntata ha raggiunto
quasi il 25% di share in Italia, il che significa che la saga
mafioso-sentimentale andrà ancora avanti. Del successo è particolarmente orgoglioso: l’ha conquistato dopo
una dura gavetta: “Avere questa faccia mi ha aiutato
tantissimo. Non dico certo che la bellezza è un problema, ma solo con quella non vai da nessuna parte. Ho
cominciato a quattordici anni, ho fatto il primo film a
sedici, piccoli ruoli, una lunga trafila, il film d’autore e
la fiction, sono andato avanti a poco a poco, senza
grandi exploit, le parti da protagonista sono arrivate
tardi… E mi piacerebbe cambiare. Anzi, vorrei fare come Charlize Theron in ‘Monster’, trasformarmi abbruttendomi fisicamente. Purtroppo in Italia sono pigrissimi: chiamano l’attrice grassa per fare la grassa, e l’attore
bello per fare il bello.” La sua vita sentimentale è vivace
e chiacchierata. Eva Grimaldi, Serena Autieri, Manuela
Garko
Arcuri sono sue notissime ex, con le quali mantiene
buoni rapporti, ma le effimere compagne di strada, i
flirt/amori/incontri di una notte, ha smesso di contarle
dopo la numero trentaquattro e, inseguito da gossip di
omosessualità e bisessualità ci scherza su: “Mi sta bene
essere corteggiato da chiunque, basta che la cosa si fermi lì. Mica posso discriminare…” Poi, però, parla di una
misteriosa fidanzata che non fa parte del mondo dello
spettacolo, ma rifiuta di dire il nome: “È una bella storia
spensierata, tranquilla, che dura da un po’ di tempo e
voglio che duri ancora, per questo non la rendo pubblica, per non sciuparla.“
Sulla paternità si interroga parecchio, come succede spesso ai quarantenni giovanili e indecisi: “I figli li
vorrei, ma è una grande responsabilità. Come dice un
mio amico, i bambini non hanno il libretto delle istruzioni. Qualcosa mi frena. Primo: sarei troppo apprensivo. Lo sono con la mia fidanzata, con i miei animali, cani, gatti, cavalli, e con gli amici, figuriamoci con un figlio. Secondo: mi spaventa il mondo di oggi. Quando
ero piccolo, non c’era internet, non c’erano i telefonini,
si giocava all’aperto tutti insieme, in piazza, invece oggi
i bambini stanno davanti al computer e hanno sempre
il cellulare in mano. Possono raggiungere chiunque, ed
essere raggiunti da chiunque. Ci metti niente a trovare
un sito porno, a fare brutti incontri, a cadere in trappola. Io faccio da testimonial contro la pedofilia. Penso all’importanza dell’educazione. Bisogna spiegare ai
bambini che cosa è il sesso. Parlarne. Non considerarlo
un tabù…Il proibito attira, poi sono proprio loro a cercare le parolacce, le foto.”
Di Asia Argento che gli ha servito “Incompresa”, gli
schiaffi (sul set) di Charlotte Gainsbourg e l’emozione
di Cannes, dice che è stata “esigente” e “meravigliosa”.
Lei assicura che non aveva pensato a nessun altro per la
parte. E lui: “Potevo rifiutare?”. Così è entrato nella produzione, investendo il suo cachet e puntando alle royalties, “niente di strano, in America lo fanno tutti.” Le
ammiratrici che lo immaginano cupo e tenebroso, bello e crudele come alcuni suoi personaggi (“e più sono
cattivo, più piaccio”), sarebbero spiazzate nel conoscere un uomo curioso e spigliato che si sottopone al rito
delle interviste a batteria, anche dieci in un pomeriggio, offrendo dettagli della sua vita: “Non sono superstizioso: ho due gatti neri!. Non porto gioielli, non mi
piacciono, metto soltanto l’orologio e questo braccialetto. Non sono uno mondanissimo, ho la mia villa a
Zagarolo, e quando non lavoro me ne sto tranquillo.
Non prendo droghe, non ne ho bisogno.” E addirittura:
“Sono timido.” Forse questo non è vero, e la timidezza
non è esattamente la prima definizione che viene in
mente pensando a lui, ma l’aria sfrontata esibita nelle
ospitate televisive (famoso un battibecco con Daria Bignardi alle “Invasioni barbariche”) o certi momenti di
vanità, quando rievoca le ragazzine che lo trovavano irresistibile “già alle elementari”, certe volte suona come
un’autodifesa, un tentativo di non lasciarsi invadere
del tutto dalle esigenze del minuscolo, ma feroce star
system all’italiana. Così com’è, è sopravvissuto. È diventato famoso.
Si è amministrato con sano pragmatismo. E sta attento a non concedersi troppo. Anche quando racconta
la sua “prima volta” a sedici anni con una ragazza di diciotto, (“È stata una cosa molto bella, né deludente, né
catastrofica”) dà l’impressione di voler spostare l’attenzione su dettagli erotico-sentimentali per distoglierla
dal vero Gabriel, quello che dice orgoglioso: “Mia
mamma ha settantacinque anni e ne dimostra quindici
di meno.” Alla domanda cruciale: ma non è faticoso essere sempre “quello sexy”? risponde con semplicità:
“Bah, non mi lamento, finché il fisico regge.”
Scarica

Più faccio il cattivo e più piaccio