GENEALOGIA DELLA FAMIGLIA CAFFARELLI SECOLI XIV-‐XVIII © 2011 Roberto Vergara Caffarelli Alcune note prima dell’albero genealogico 1300-‐1800 Pasquale Adinolfi1 ha saggiamente iniziato l’albero della famiglia Caffarelli con Giovanni «Cancelliere del Popolo Romano». L’albero servirà di guida per il periodo 1300-‐1800, utile perché non posso per ora portare avanti una trattazione approfondita dei vari rami. Perciò, mi limiterò a riprodurre nelle pagine che seguono gli articoli (che sono in internet) estratti dal Dizionario Biografico degli Italiani, che riguardano Antonio, figlio di Bonanno, suo fratello Pietro e suo figlio Prospero, e poi Giovanni, vescovo di Forlì, di Perugia, di Ancona, i quali tutti vissuti durante il secolo XV, e poi il cardinale Prospero e suo fratello Fausto arcivescovo di S. Severina e per lungo tempo nunzio a Torino, ambedue del quarto ramo, vissuti nel secolo XVII. Prima di affrontare altre biografie, ho invece l’intenzione di esaminare e presentare il contenuto di un certo numero di documenti che molti anni fa ho avuto dall’Archivio di Stato di Roma e dall’Archivio Storico Capitolino. Si tratta degli originali dei vari fedecommessi che sono all’origine di una contesa, durata quasi sett’antanni tra gli eredi dei due rami sopravvissuti a Roma -‐ il primo e il quarto -‐, che per essi si sono contesi palazzi e tenute. Prima di tutto, però, occorre chiarire le vicende legate al quarto ramo, il ramo dei Caffarelli “alla Valle”, così detti perché hanno sempre abitato i palazzi di via Papale e di via del Sudario, ramo che si è estinto nei Vergara, e le sue relazioni con il primo ramo, detto «del Campidoglio» o «dell’Araceli» per il loro palazzo, posto sulla rupe Tarpea, da dove si gode di una vista unica al mondo, ramo che si è estinto nei Negroni. Pasquale Adinolfi, dopo la morte di Anna Caffarelli, «donna celebre per bellezza», avvenuta nel 1693 quando aveva 49 anni, correttamente fa continuare il quarto ramo con il figlio Pietro, pur non citando il testamento di Anna2, che impone l’assunzione del proprio cognome, come condizione assolutamente necessaria per salvare il patrimonio ereditario, che i parenti del Campidoglio sostenevano spettasse a loro per l’estinzione del ramo maschile, e che, per ottenerlo, avevano promosso una serie di cause presso la Sacra Rota. Nella pubblicazione dell’Adinolfi il quarto ramo, dopo Anna Caffarelli, s’interrompe alla terza generazione. Egli ignora che l’altra Anna Caffarelli (1721-‐1759), l’ultima dei Minutillo Caffarelli, morta di parto a 38 anni a Craco, ducea dei Vergara, ha lasciato ai figli insieme al palazzo di via Papale, ricevuto in dote, anche l’impegno di aggiungere al proprio il cognome Caffarelli. Stupisce quindi di leggere a pagina 75 del libretto I Caffarelli la seguente affermazione: Da Lorenza Gaetani moglie di Pietro Caffarelli nacque una sola figlia Anna, ricordata per la sua grande bellezza che andò sposa al Cavaliere di Sant’Jago Antonio Minutoli che Quiñones [sic!] e si trasferì a Napoli dando luogo ad un ramo «napoletano» della Casa che poi ebbe diramazioni numerose nel Mezzogiorno ed anche in Sicilia estendendo «more hispanico» il nome della famiglia anche per linea femminile. 1 -‐ PASQUALE ADINOLFI, La Via Sacra o del Papa tra il cerchio di Alessandro ed il teatro di Pompeo. Quinto saggio della topografia di Roma nell’età di mezzo dato sopra pubblici e privati documenti, Roma 1865, pp. 81-‐86 e 153-‐ 166. 2 -‐ Si veda: http://www.vergaracaffarelli.it/styled-‐2/files/1644-‐1693_anna_caffarelli.pdf Sui Minutillo Caffarelli mi intrattengo più a lungo nelle pagine che dedico a loro specificatamente, ma qui non posso fare a meno di scrivere qualcosa sull’argomento del cognome Minutillo Caffarelli. Può essere che in qualche documento ufficiale il marito di Anna Caffarelli abbia aggiunto al suo cognome quello della madre D. Anna Quiñones; una volta mi è capitato di leggere Antonio Minutillo y Quiñones. Avendo incarichi governativi a Napoli, gli poteva riuscire vantaggioso far sapere che la madre apparteneva ad una famiglia dell’aristocrazia spagnola. Biagio Adimari3, ricorda, però, le tante parentele dei Minutillo: Ha imparentato questa Casa con Case nobilissime, come con la Sacchetti Fiorentina, Brancia, Caracciola, Marchese, Galeota, Pitti Fiorentina, Regina, Capece-‐Latro, Cordes, Quiñones, Caffarelli, Cesarini, Sarriano, Leyva, Cajetano, Azzia & altre. L’uso spagnolo, invocato nel libretto I Caffarelli, come spiegazione dell’esistenza del ramo “napoletano” con diramazioni anche in Sicilia, si fonderebbe solo sull’influenza di una nonna, unica «spagnola» tra tante famiglie alleate, tutte italianissime. Ma se nel quarto ramo fosse entrato veramente in voga l’uso spagnolo, il nipote Prospero avrebbe dovuto mettere il cognome della propria madre, Petrosini, al posto di quello Caffarelli della nonna, mentre questo non è avvenuto. L’ipotesi della diffusione del Caffarelli more ispanico non è sostenibile. Osservo, inoltre, che non vi è stato un trasferimento a Napoli dei Minutillo Caffarelli che hanno continuato a vivere a Roma, tra l’altro con molto onore, nel palazzo di via Papale. Prospero Caffarelli Minutillo è priore nel 1715 e nel 1717, poi conservatore nel 1721, nel 1729, nel 1731, nel 1734 e infine nel 1738; mentre suo figlio Alessandro è priore nel 1746 e conservatore nel 1770. Filippo Caffarelli non poteva ignorare l’esistenza del fedecommesso di Anna Caffarelli, ricordato dal Palazzolo Gravina, nel suo Il Blasone in Sicilia ossia Raccolta Araldica del 1875 e nell’Araldo, Almanacco Nobiliare del Napoletano del 1906, oltre ad essere presente in tutte le edizioni del Libro d’oro della Nobiltà Italiana, a pertire dal volume VI del 1919-‐1925. L’autore poi conosceva il gen. Carlo Vergara Caffarelli che risiedeva a Roma dalla fine della prima guerra mondiale. Se questo non bastasse, ricordo che alle pp. 20 e 34 del suo I Caffarelli sia nel testo che in nota è citata la Via sacra o del Papa … di Pasquale Adinolfi, dove, come abbiamo visto e come vedremo più avanti, tra gli alberi genealogici c’è il proseguo dei Caffarelli discendenti da Anna con il figlio Pietro, e poi Prospero e Alessandro tutti chiamati Minutilli-‐Caffarelli. La vendita del Palazzo di via del Sudario da parte di Prospero Caffarelli è ricordata a p. 44 de Il Palazzo Vidoni in Roma appartenente al conte Filippo Vitali, …, del Tomasetti, che Filippo Caffarelli cita a p. 22 con il titolo Il Palazzo Stoppani, e a p. 34 con il titolo Il Palazzo Vidoni già Caffarelli e così lo indica a fine libro anche nella bibliografia! Avendo stabilito che con la morte di Anna Caffarelli nel 1693 l’unica linea sopravvissuta era quella di Ascanio, come potrebbe giustificare ai suoi lettori quello che afferma più avanti a p. 63: Nonostante i molti accordi interceduti con i membri degli altri rami della famiglia per il regolamento dei comuni interessi, alla morte di Giovan Pietro si aprì innanzi alla “Congregazione dei Baroni» una lunga serie di controversie patrimoniali e di aspri litigi nelle quali i suoi eredi e discendenti dovettero seguitare a difendersi [sic!] fino quasi al 1731 nei confronti dei congiunti, successori di Pietro, di Bernardino e di Prospero. E poi come giustificare quanto scrive più esplicitamente alle pp. p. 89-‐90? La sua rigida amministrazione [quella di Gaspare] suscitò controversie numerose: in particolare si ricordano quelle innanzi al Tribunale della S. Rota nei confronti del cugino Pietro di Alessandro seniore, padre di 3 -‐ BIAGIO ADIMARI, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, ...; Napoli 1691, pp. 658-‐660. 4 5 Anna Minutoli , sul fidecommesso di Prospero seniore e sul fidecommesso di Giovan Pietro seniore, liti che vennero proseguite dai rispettivi eredi e discendenti e non trovarono componimento se non cento anni più tardi, nel 1746! Questa cancellazione dei Minutillo Caffarelli -‐ e per conseguenza dei Vergara Caffarelli – nel libretto di Filippo Caffarelli spiega l’atteggiamento inizialmente perplesso del conte Gérard de Caffarelli nella corrispondenza con Edoardo Vergara Caffarelli, che poi chiarì nella sua lettera del 18 aprile 1975: Cher Cousin, Je veux vous remercier sens tarder de votre lettre du 9 Avril. Les informations que vous me donnez m’ont beaucoup interessé. Nous connaissions bien dans la branche française le Marquis de Comignano qui a signé le document du Capitol indiquant la filiation de notre branche. Dans le document il est précisé sa parenté et indiqué comment sa branche est parente de la nôtre, mais nous pensions qu’elle était eteinte. Filippo ha scritto del ramo “francese” alle pp. 105-‐110, e ricorda il Decreto del 1739 firmato dai tre Conservatori del Popolo Romano; aggiunge perfino un particolare che solo Gérard de Caffarelli avrebbe potuto fargli conoscere, cioè che il documento fu legalizzato dal duca di Saint Agnan, Ambasciatore di Sua Maestà Cristianissima presso la Santa Sede, ma si guarda bene da dirne i nomi. Come avrebbe potuto visto che uno dei Conservatoriera Prospero Minutillo Caffartelli! Ecco perché Gérard de Caffarelli era convinto che la famiglia fosse estinta. Tutto ciò dispiacque molto a Edoardo, che nel luglio del 1991 mi scrisse: … io ebbi una fraterna polemica con Don Filippo nel 1961 quando mi regalò l’operina CAFFARELLI ove si legge a pag. 75. “Da Lorenza Gaetani moglie di Pietro Caffarelli nacque una sola figlia Anna, ricordata per la sua grande bellezza che andò sposa al Cavaliere di Sant’Jago Antonio Minutoli de Quiñones e si trasferì a Napoli dando luogo ad un ramo «napoletano» della Casa che poi ebbe diramazioni numerose nel Mezzogiorno ed anche in Sicilia estendendo «more hispanico» (ín corsivo) il nome della famiglia anche per linea femminile [sua nota: «Io che sono un sensitivo, lessi tra le righe una specie di “contempt” per questo ramo Vergara Caff. Filippo lo negò, tanto più che gli dissi che era in fondo un Negroni !!]. Per un certo periodo di tempo Edoardo tolse dallo stemma la parte Caffarelli adottando solo la parte Vergara come appare in questa carta intestata: Lo stemma di Prospero Minutillo Caffarelli è presente in un volumetto composto di 48 fogli, quasi tutti membranacei, risalente al 1715, che ha nel primo foglio lo stemma del Comune di Roma, nel secondo quello del Senatore di Roma Mario Frangipani, e nel terzo le insegne delle famiglie Piatesi, Parracciani, Capponi che erano i Conservatori in carica, insieme allo stemma di Prospero Caffarelli, quell’anno Priore dei Caporioni. L’aver scoperto l’esistenza di questo stemma mi ha dato grande soddisfazione perché Prospero Caffarelli, (1698 -‐ 1746,) terzo Marchese di Comignano, sposato con D. Giovanna Gomez Homen, è il nipote di Anna Caffarelli e Antonio Minutillo ed è il padre di Anna Caffarelli dei Marchesi Minutillo (1721 -‐ 1759) che andò sposa a Carlo Vergara (1721 -‐ 1787), secondo Duca di Craco. Fu da questo 4 5 - Non la vuol chiamare Caffarelli neppure lei ! e poi perché insistere sul cognome Minutoli affibiato ad Antonio ? - Si veda: http://www.vergaracaffarelli.eu/styled-2/files/1673-1700-la-grande-lite-0028prima-parte0029.pdf matrimonio che venne ai Vergara l’obbligo, derivante dal fedecommesso del 1693, di conservare il cognome Caffarelli. Stemma di Prospero Caffarelli, Archivio Capitolino segn. Credenzone 25, tomo 34 (catena 2226). 6 Pubblicato su concessione dell’Archivio Storico Capitolino del 6 giugno, Prot. 2012, n. 18459. In una rampa di scale del palazzo dei Conservatori vi è uno stemma di ottima fattura: 6 -‐ Ringrazio per la concessione la dott.ssa Mariarosaria Senofonte, Direttore dell’Archivio Storico Capitolino. 1738. Stemma di Prospero marchese Caffarelli (Minutillo) Palazzo dei Conservatori, Scala (III rampa) L’epigrafe commemora la visita in Campidoglio di Federico Cristiano figlio di Federico Augusto III re di Polonia, L’iscrizione sormonta i quattro stemmi dei Conservatori in carica nel 1738. Iscrizione con stemmi dei magistrati in carica nel 1738 (III rampa Scalone) © Musei Capitolini -‐ gentilezza del direttore, dott. Claudio Parisi Presicce. Riproduzione proibita. Autorizzazione prot. 654/MC del 24 maggio 2012 Colgo l’occasione per ricordare un paio di apparizioni di Prospero Caffarelli Minutillo in funzione della sua carica di Conservatore. La terza domenica di Novembre del 1721 vi fu una solenne cavalcata per il Possesso di Innocenzo XIII, descritta accuratamente da Francesco Cancellieri7, e tra gli altri personaggi elencati dall’Autore: Succedevano poi li Sig. Conservatori vestiti con simil toghe d’oro E in nota: Mar. Camillo Massimo, Mar. Prospero Minutillo Caffarelli, essendo stato dispensato il Sig. Marc. Dom. Serlupi per la sua grave età, serviti da 12 Fedeli vestiti di panno cremisi guarniti d’oro con ferraioli con bavari all’antica dell’istesso panno e guarnizioni col Decano vestito di velluto nero. Sette giorni dopo : Non mancò il Senato di far precorrere l’invito agli E.mi Sig. Card., a tutta la Prelatura, et a Baroni Romani per la Domenica mattina 23 corrente: e verso le ore 16 l’EE. LL. [Cardinali] fino al numero di 27 con li loro più nobili Treni (comparendo ognuno per quel giorno in gala) si portarono in Aracoeli, e perché entrarono dalla parte del Convento, l’Ecc.mo Sig.March. Mario Frangipani Senatore di Roma, vestito di rubbone di tela d’oro fino a terra con sottana di porpora con sua cinta compagna con merletto d’oro, e collana, et il Sig. March. Domenico Serlupi, Sig. March. Camillo Massimi, e Sig. March. Prospero Minutillo Caffarelli Conservatori, et il Sig. Pietro de’ Nobili Vitelleschi Priore vestiti dell’istessa maniera, ma senza collana, riceverono l’EE. LL. dentro il chiostro, col corteggio di 13 Caporioni. Credo che queste poche note siano sufficienti per correggere l’affermazione8 sul doppio cognome Caffarelli Minutillo che Filippo Caffarelli ha voluto inserire nel suo libretto sulla storia della famiglia, attribuendolo ad un inesistente costume spagnolo. Tanto dovevo alla memoria del nostro caro Eddy. Con la morte di Anna Caffarelli Minutillo, come ho già detto, il cognome Caffarelli passò ai suoi figli, che lo aggiunsero al proprio cognome, che da allora in avanti divenne Vergara Caffarelli. Quanto al cognome Caffarelli, senza altro cognome aggiunto, devo ricordare che è diffuso in varie parti d’Italia, usato da gruppi familiari che non hanno nulla in comune tra loro e lontani geograficamente. Ne ho parlato a lungo in altra pagina di questo stesso sito9. 7 -‐ FRANCESCO CANCELLIERI, Storia de’ solenni possessi de’ sommi Pontefici ..., Roma 1721, p-‐. 344. 8 -‐ Affermazione non giustificabile dal punto di vista storico ed erronea per quanto riguarda l’uso in Spagna, dove il cognome di uno spagnolo è il primo cognome di suo padre, il secondo cognome è il primo della madre, il terzo è il secondo del padre e il quarto il secondo della madre e cosí via. 9 -‐ http://www.vergaracaffarelli.it/styled-‐3/files/altre-‐famiglie-‐con-‐il-‐cognome-‐caffarelli.pdf