Anno I - Numero 57 - Giovedì 13 dicembre 2012 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 A casa i marò o a casa Terzi Con lo Stato indiano l’Italia ha aperto un altro contenzioso internazionale, relativo alla vendita di una dozzina di elicotteri Agusta. Con lo sblocco di quest’ultima vicenda (Gianni Fraschetti a pag. 6) potrebbe chiarirsi anche la storia infinita dei nostri due soldati. Editoriale LA DESTRA ITALIANA NON MERITA UNA FINE INGLORIOSA di Francesco Storace isogna evitare di far finire male, malissimo, la storia gloriosa della destra italiana. Evitando il ridicolo. Ieri sono andato a trovare Silvio Berlusconi e non per parlare delle regionali del Lazio. Di quelle me ne occuperò da mercoledì in avanti, perché fino ad allora voglio anche capire che diamine succede in un mondo di cui non ci si capisce piu' nulla. Anzitutto, il leader del Pdl. Berlusconi e' sotto attacco. Da quando si e' rimesso in circolazione, decretando anche la fine del governo Monti e comunque con lo stop sostanziale ad ogni ipotesi sciagurata di Monti bis, Silvio e' nel mirino. Lo accusano di sentimento antieuropeo, come se fosse obbligatorio assoggettarsi a madame Merkel e soci. La politica italiana sembra impaurita. La Lega fa le bizze, un pezzo del Pdl fa fagotto. In generale si fa schifo. Eppure, la campagna per recuperare sovranità si puo' vincere tra i cittadini, che sono sempre piu' arrabbiati con le logiche da basso impero imposte dalla Banca Centrale Europea. Ma hanno paura di combatterla. Noi no. Ma fin qui si potrebbe pure sopportare. I campioni della pavidità non possono trasformarsi in eroi, ne' aspirano al martirio. Ad essi e' sufficiente il seggio parlamentare. Per quello si', si farebbero ammazzare. La tragedia e' pero' tale quando questo abito mentale riguarda il vecchio e antico mondo della destra italiana, quello che mi e' capitato di frequentare al tempo di Alleanza nazionale e prima ancora del MSI. Dal colloquio con Berlusconi ho capito alcune cose: Matteoli resta con lui; La Russa vuole andarsene ma Gasparri non si sa se lo segue; la Meloni e Rampelli vogliono fare qualcosa d'altro ma non si capisce che cosa e con chi; Alemanno e Augello guardano addirittura a Mario Monti o alla compagnia centrista. Roba da rimanere senza fiato. Hanno il problema di rimanere senza seggi, si capisce dai ragionamenti del Cavaliere. Noi, La Destra, siamo rimasti in piedi e con dignità in questi cinque anni e da qui non ci muoviamo. Il nostro onore non e' in offerta. Chi ha fallito non si rigenera solo perché lascia Berlusconi dopo aver mollato Fini. Che comunque, con tutto quel che si può dire di lui (e a ragione), e' stato un leader. Non basta una sigla malferma a dare il successo a qualche figurante. B IL CAVALIERE APRE ALLA POSSIBILITÀ DI UNA CANDIDATURA DEL PREMIER Berlusconi: sono pronto a fare un passo indietro S e Mario Monti dovesse candidarsi alla guida del nascente schieramento centrista, Silvio Berlusconi sarebbe pronto a ritirare la sua candidatura a palazzo Chigi. Lo ha detto lo stesso Cavaliere ieri pomeriggio a Roma, alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa. Berlusconi, pressato dai cronisti sulla sua ricandidatura, ha detto: “ Dipende da come si sviluppano le cose: posso fare il coordinatore, il regista di uno schieramento ampio che arrivi a comprendere il centro che si sta formando con Casini, Montezemolo, Giannino. Un centro che mira a una adesione di Monti a questa iniziativa. Non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte o di partito, ma ove il presidente Monti decidesse di aderire a questa richiesta, anche lo schieramento moderato aderirebbe tutto in suo supporto” ha però tenuto a precisare Berlusconi, aggiungendo un aneddoto: “Durante una visita a palazzo Chigi io stesso ho proposto a Monti di essere lui il candidato alla presidenza del Consiglio di tutto lo schieramento moderato, ma lui mi ha detto chiaramente di non essere interessato''. L’ex Presidente del Consiglio, comunque, per ora non si sfila del tutto dai giochi: “Io in questo momento sono il candidato a palazzo Chigi. Spinto dai miei ho accettato di poter essere candidato premier, ma anche leader della coalizione''. E il calo dei consensi non sembra far paura al leader del Pdl: ''Nel 2008 avemmo il 37, 4% ma dopo il congresso siamo saliti al 41,9%. Da focus che sono stati fatti al Nord, al Centro e al Sud risulterebbe oggi che praticamente nessuno di quegli elettori che allora ci diedero fiducia oggi sarebbe non disposto a ridarci fiducia. Si sono rifugiati nel non voto, ma potremmo riconquistarli se fossimo in grado di presentarci con un buon programma e uno schieramento di uomini nuovi e capaci''. Sull’esistente, invece, Berlusconi ha tenuto a sottolineare: ''Con la Lega stiamo trattando, la discussione è aperta. Se il Carroccio 'decidesse di andare da solo, immediatamente cadrebbero le giunte di Piemonte e Veneto. L'accordo con la Lega è in discussione''. Interpellato di nuovo sulle vicende tedesche ed economiche, il Cavaliere è ritornato all’attacco: ''Io sono un europeista convinto. Si può parlare solo eufemisticamente di malintensi, vedo piuttosto malizia. Lo spread? E’ un imbroglio. Fu fatta una battaglia durissima, dando a me la colpa, si disse che avevamo portato il Paese sull'orlo del baratro: questa è una menzogna colossale''. Fine del mondo? A noi italiani, dopo questo premier, nulla ci spaventa Fasulla la profezia Maya, quella di Monti no unto primo: a parte il fatto che se i Maya davvero avessero previsto la fine del mondo, dovevano prima di tutto prevedere la loro di fine; cosa che invece non è avvenuta, mentre la loro sparizione sì. Punto secondo: a noi italiani la profezia dei Maya sulla fine del mondo ci fa un P baffo, visto e considerato che siamo passati attraverso un anno intero di governo Monti e relativi tecnici, per cui di peggio difficilmente potrà capitarci. Detto questo, mettetevi d’accordo: per mesi siamo stati ammorbati con la fine del mondo fissata per il 21 dicembre, poi è slittata alla prima- vera neanche fosse il festival di Sanremo. Anzi no: negli ultimi giorni la Rete è stata invasa da un’altra ‘verità’: moriremo tutti il 12-12-12, alle ore 12.12. Che poi non si capisce perché il dodici, una volta mitico numero del secondo portiere del calcio prima della fantascientifica invenzione delle magliette con i numeri più strani, dovrebbe portar male. Comunque noi questo articolo – tiè! – lo abbiamo scritto proprio alla stessa ora fatidica e non c’è accaduto un accidenti di niente. Peraltro, alla stessa ora lanciava il suo primo twitter il Papa, che con il Padreterno e apocalissi varie dovrebbe avere un filo diretto. Figuriamoci se, conoscendo in anticipo come sarebbe andata, il Pontefice si prendeva la briga di lanciare un cinquettio del tipo: “Il mondo è finito, andate in pace”. E poi, abbiate pazienza, neppure ci convince questa moda del si salvi chi può. Roba che la credenza popolare ha stabilito due ‘zone franche’ in Italia: l’una a Cisternino, in Puglia e l’altra a Spinello, in Romagna. E se nel primo caso magari uno potrebbe ricondurre la salvezza alla bontà dei latticini prodotti in zona, non osiamo nemmeno immaginare che nel secondo caso il riferimento sia direttamente al nome e derivati - della località. Le cronache internazionali, invece, raccontano poche altre amenità. Evidentemente oltralpe sono sempre e solo alle prese con lo spread (a proposito, ma i Maya a che soglia lo fissavano?). A parte matrimoni di massa nelle Filippine (ma sicuro che sia la cosa giusta quella di sposarsi e finire così la vita terrena?) e scene di panico in Russia (magari è un retaggio del comunismo pure questo) c’è poco altro. Meglio tornare in Italia, allora, dove battiamo tutti in fantasia e ora anche nell’e-commerce. E così in Rete sono pronti a rifilarci un kit di sopravvivenza a 269 euro, più 8 per spese di spedizione. Immaginiamo con corriere privato, altrimenti con Poste Italiane c’è il rischio che la fine del mondo arriva e il kit no. Della serie: non è vero e neppure ci crediamo. E neanche spendiamo. Igor Traboni Lavoro Cronaca Attualità Lazio I sindacati perdono altri iscritti Ministero Agricoltura, scandalo senza fine Il legale di Crespi: verrà assolto Sanità nel caos ma Il giudice “licenzia” Bondi sta a guardare migliaia di operai Salvatore Filippelli a pag. 2 Carola Parisi a pag. 3 Federico Colosimo a pag. 4 Ugo Cataluddi Caso Ilva a pag. 9 a pag. 10 2 Giovedì 13 dicembre 2012 Attualità Si sposta anche nel settore pubblico un fenomeno che si verifica da tempo nel settore privato Crollano gli iscritti a Cgil, Cisl e Uil Secondo i dati diffusi dall’Aran il calo delle deleghe colpisce in modo diffuso tutte le organizzazioni sindacali e non si giustifica con l’aumento dei disoccupati di Salvatore Filippelli e ultime rilevazioni dell’Aran, Agenzia per la contrattazione, segnalano una perdita di 62mila deleghe da parte di Cgil, Cisl e Uil. Un dato ottenuto incrociando i dati sulle deleghe con i voti raccolti nelle elezioni periodiche delle rappresentanze sindacali. Secondo la relazione pubblicata sul sito internet dell’Aran, si vede come, rispetto alla precedente rilevazione, quella del 2008-2009, ci sia un calo diffuso delle deleghe che colpisce più o meno tutte le maggiori organizzazioni sindacali. Nel compartimento della Sanità i sindacati confederali perdono il 25% delle tessere. In favore della crescita delle sigle autonome, giudicate “più in grado di interpretare le esigenze del mondo del lavoro” come si legge in un comunicato diffuso dall’associazione dei medici veterinari FVM. In dettaglio la Cgil scende da 82.650 iscritti a 74.270 (-10%), la Cisl da 81.511 a 71.566 (-12%), la Uil da 48.206 a 46.915 (-2,6%) e questo nonostante i dipendenti della Sanità, secondo i dati più aggiornati, quelli del conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, siano diminuiti solo dello 0,2% dal 2008 al 2010 (dati al 31 dicembre). Stesso andamento per quanto L riguarda gli impiegati di Regioni e enti locali, dove sempre la Cgil fa da capofila nelle defezioni registrando una perdita di quasi 13 mila deleghe. Segue a ruota, la Cisl con 12 mila e infine la Uil con poco più di 6 mila. Il conto totale segna circa 31 mila, sui 41 mila iscritti in meno, totalizzati solo dalle 3 maggiori sigle. Un calo del 16,6% che non può essere giustificato dalla riduzione dei lavoratori del settore dell’1,4%, come tentano invano di giustificarsi i rappresentanti sindacali. Tra i dipendenti dei ministeri la Cgil perde quasi 5 mila tessere, la Cisl e la Uil circa 3 mila ciascuna, un calo vertiginoso in un comparto che ha visto i sindacati perdere ben 12 mila iscritti in tre anni, pari al 14,2%, a fronte di una diminuzione di personale del 5%. La novità dell’ultimo rapporto dell’Agenzia Aran è la perdita di iscritti nel pubblico impiego. In questo settore, grazie alla legge sulla rappresentanza, da una quindicina d’anni a questa parte, non si registravano perdite, anzi c’era stato persino un leggero incremento. Meno tessere però vuol dire per il sindacato una vera e propria perdita economica. Ogni iscritto, infatti, paga almeno 30 euro che gli vengono detratti direttamente dalla busta paga. E spesso non serve neppure la pubblicità mediatica a convincere i lavoratori ad iscriversi al sindacato. Come nel caso della Fiom-Cgil che rischia un nuovo calo degli iscritti e soprattutto delle risorse finanziarie, dovuto principalmente alla mancata sottoscrizione del contratto collettivo di lavoro. Cosa che avviene dal 2008 in poi, anno dell’ultima firma della Fiom. Così il sindacato di Maurizio Landini, presente più in tv che nelle fabbriche, resterà nuovamente escluso dal riparto del contributo contrattuale annuale. Ma i problemi di bilancio in rosso, che per la Fiom sono già impellenti, potrebbero diventare presto la maggiore preoccupazione di tutti gli altri sindacati italiani. Economia a picco. Il mercato immobiliare è in caduta libera I mutui vanno giù del 41% Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica le richieste di prestito verso gli istituti di credito, e non solo, sono scesi del 38,6% nel Nord-ovest, 36% al Centro, 44,8% nel Sud e del 58,3% nelle Isole na crescita e produzione sempre più in balia della crisi economica. “Inutili”, o “inefficaci”, le manovre del governo dei tecnici per invertire la rotta della recessione. Infatti, le vendite nel mercato immobiliare sono completamente paralizzate. Per l’Istat: ''Nel secondo trimestre del 2012 si registrano le variazioni tendenziali più sfavorevoli dal 2008. Nonostante il recupero delle compravendite registrato nel terzo trimestre del 2011, per gli immobili ad uso economico, il trend è sempre caratterizzato dal segno negativo. Per entrambe le tipologie di utilizzo – ha sottolineato l’istituto di ricerca - si registra una diminuzione delle variazioni tendenziali in tutte le ripartizioni territoriali, in particolare nelle Isole (-30,3% per le compravendite ad uso residenziale e -38,4% per quelle ad uso economico)''. Per le compravendite ad uso residenziale, il calo tendenziale registrato ''nei grandi centri (-21,8%) è più contenuto di quella osservato nei centri minori (-25,1%)''. Stessa cosa per la vendita di immobili ad uso economico, infatti, le perdite più marcate si registrano nei centri minori (27,0%) rispetto a quello che si osserva negli archivi con sede nei grandi centri (-21,0%). ''Nel secondo trimestre 2012 – ha evidenziato l’Istat - sono 69 mila e 830 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni verso banche e soggetti diversi'' dagli istituti di credito U Roma, via Filippo Corridoni n.23 Tel. 06 37517187 - 06 37890101 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Direttore editoriale Guido Paglia Società editrice Amici del Giornale d’Italia Amministratore Roberto Buonasorte ''garantiti da concessione di ipoteca immobiliare''. Rispetto ai 118 mila del II trimestre 2011 ''i mutui, finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sperimentano una flessione tendenziale del 41,2%'', ha aggiunto l’Istat. ''A livello ripartizionale sono le Isole (-58,3%) a registrare il calo tendenziale maggiore per i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare, mentre nel Centro (-36,0%) il calo tendenziale è inferiore alla media nazionale (-41,2%). Mutui, finanziamenti ed obbligazioni garantite – ha sottolineato l’Istituto Nazionale di Statistica - registrano una diminuzione più contenuta negli Archivi Notarili Distrettuali con sede nelle Città Metropolitane (-39,1%) e maggiore nei Centri Minori (-42,7%)''. Ennesimo indice negativo di un’Italia alla ricerca della G.S. luce nell’infinito tunnel della crisi. Direttore Generale Niccolò Accame Marketing e Pubblicità Daniele Belli Progetto grafico e impaginazione Raffaele Di Cintio Nicola Stefani Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia rivolgiti a Eco Comunicazione e Marketing via di San Bartolomeo 9 Grottaferrata (Rm) Cell. 347 6927261 06 94546475 SALSI E FAVIA ESPULSI DAL MOVIMENTO CINQUE STELLE Grillo continua le epurazioni n post sul blog ed un tweet sul popolare social network, U ed il gioco è fatto. Tanto basta a Beppe Grillo per “scomunicare” i due grillini dissidenti. “A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l’utilizzo del logo del Movimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri”, scrive il comico su internet. Ma non è così facile liberarsi della consigliera del punto “G” e del dissidente che ha sputtanato il Movimento nel fuorionda a “Piazza pulita” su La7. “Peggio che nei vecchi partiti” commenta a caldo Federica Salsi la sua “epurazione”. Che però non si rassegna, “non lascio, sono stata eletta grazie ad un programma e lo porterò avanti”. Poi attacca direttamente il guru ed il comico poiché “il dissenso non è concepito nel Movimento. Paradossalmente sono più controllabili dai cittadini i vecchi partiti di quanto non lo siano Grillo e Casaleggio”. Mentre Giovanni Favia nel pomeriggio di ieri ha scritto su Facebook: “i personalismi, la verticalità organizzativa, la fede messianica in un leader, non sono mai state nel nostro DNA”. Poi risponde al leader che dal suo blog aveva tuonato “fuori dalle palle” ai dissidenti, che “nessuno obbliga nessuno a rimanere nel Movimento”, ma aggiunge sibilino “la chiusura su se stessi funziona nel breve periodo, ma alla lunga genera mostri”. La reazione di Valentino Tavolazzi, il primo attivista del M5s ad essere stato espulso, viene postata ancora una volta su Facebook: “Siamo all'inizio del crollo”. S.F. 3 Giovedì 13 dicembre 2012 Attualità Viaggi, centri benessere e mozzarelle: così venivano pagati i funzionari del Ministero per le Politiche Agricole “Non lo fa per la gloria. Capito?” Undici arresti e 37 indagati. Le indagini della Guardia di Finanza, partite quattro anni fa, hanno fatto luce su “un sistema inquinante della spesa pubblica” come lo definisce il procuratore aggiunto Nello Rossi di Carola Parisi ppalti taroccati (47 in tutto), finanziamenti concessi ‘a buon rendere’, bustarelle di ogni tipo, biglietti aerei, lampadari, autorizzazioni per compiere abusi edilizi, perfino mozzarelle. Non si sono fatti mancare niente gli 11 dirigenti e funzionari del ministero delle Politiche agricole arrestati, martedì mattina, dalla Guardia di Finanza. “Un piccolo trattato di sociologia della corruzione”, come lo definisce il procuratore aggiunto Nello Rossi. Al centro della lunga serie di episodi di malaffare c’è il settore della comunicazione e della promozione. I riscontri bancari, i documenti, i testimoni e, soprattutto, le intercettazioni telefoniche hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda che ruota attorno alla figura di Giuseppe Ambrosio. Oltre a lui, sono finiti in carcere Ludovico Gay, direttore generale di 'Buonitalia Spa'; Alfredo Bernardini, dirigente della Confederazione italiana agricoltori, Francesco Saverio Abate, direttore generale per la pesca marittima e l’acquacultura ed il dipendente ministeriale Michele Mariani. Agli arresti domiciliari, invece, gli imprenditori A Claudia Maria Golinelli, Luigi Cardona ed Oliviero Sordini; Riccardo Deserti, attuale direttore del consorzio del Parmigiano Reggiano e Luca Gaudiano funzionario del Mipaaf. Ambrosio detto il ‘Centurione’: direttore generale del consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura; capo della segreteria del sottosegretario Franco Braga, ex capo di gabinetto di Luca Zaia e Giancarlo Galan. Stipendio lordo 200 mila euro l’anno e già due rinvii a giudizio per truffa. È lui, assieme alla moglie Stefania Ricciardi (anche lei arrestata), il destinatario di due biglietti aerei per la Corsica pagati 2.800 euro dallo Studio Ega Srl a cui erano stati affidati lavori per quasi 100mila euro. Referente dello Studio Ega è l’imprenditrice Maria Claudia Golinelli. Anche per il progetto “Marinando”(budget 1.640.715 euro) la macchina dei favori si mette in moto. Addirittura il bando di gara, lo scrivono quelli che poi lo vincono: “Ieri per fare tre articoli di Marinando due ore”, dice al telefono uno dei due imprenditori del consorzio di imprese che si aggiudicherà l’appalto. È Michele Mariani, braccio operativ di Ambrosio, a rispon- Lusi resta ai domiciliari dere alla domanda amletica (che c***o ci scrivo?) di un manager che stava scrivendo di suo pugno il bando a cui avrebbe partecipato: “Vabbè, dai concentrati, trova un po’ di materiale e ci scrivi un po’ di ‘stronzate’.” Per ringraziare, a casa Ambrosio arriva una lampada “couche bay” da 1.219 euro per l’arredo della villa di Maratea. A proposito, anche il Comune lucano riceve un ‘regalo’. Un finanziamento di 63.500 euro, in cambio di un occhio chiuso sugli abusi edilizi della villa. Per completare il quadretto familiare anche la nipote di Ambrosi, Monica Ricciardi è indagata. Michele Mariani, assistente ‘malandrino’: “È chiaro che quello che fa mica me lo deve fa gratis...non è che lo sta a fa per la gloria, capito?”, dice Alfredo Bernardini, dirigente della Confederazione italiana agricoltori, a Mariani che gli aveva appena fornito infor- mazioni riservate sul bando per la gara “Food4u”(budget 3.780.000 euro). Anche quando il finanziamento è poco rilevante, la macchina della corruzione è perfettamente oliata. La Cooperativa Agricola Castelluccio viene ‘aiutata’ da Mariani per un contributo di 8.450 euro e così il rappresentante legale dell’azienda lo rassicura: «Ti volevo dire che...stavo spedendo un pensierino, domani tu sei a casa si? Allora oggi lo spedisco, domani arriva eh». Ludovico Gay , direttore di Buonitalia Spa (società a partecipazione interamente ministeriale): chiede invece un soggiorno in un centro benessere, dopo aver agevolato assieme a Mariani e a un altro dipendente, decreti per finanziamenti di quasi 400 mila euro. “Abuso se ti chiedo di mandarmi venerdì 21, out sabato 22 a Fonte Verde, resort di San Casciano dei Bagni. Inchiesta della Guardia di Finanza sulla Fondazione che organizza la kermesse di Rimini “per l’amicizia fra i popoli” Meeting di Rimini: c’è un’indagine per truffa aggravata ai danni dello Stato uigi Lusi, l’ex tesoriere della “Margherita” accusato di appropriazione indebita per un ammanco dalle casse del partito di oltre 23 milioni di euro, resta agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Maria Bonaventura, ha respinto l’istanza dei difensori, che miravano alla revoca della misura cautelare. Lusi, deve rispondere pure di calunnia nei confronti di Francesco Rutelli, che si è costituito,insieme con la “Margherita”, parte civile. Nel procedimento, è imputata anche la moglie del senatore del Pd, Giovanna Petricone, che se la caverà con il patteggiamento della pena a un anno di reclusione con sospensione condizionale. Il procedimento, pro- L seguirà oggi: Il Gup, ha già respinto tutte le eccezioni preliminari, compreso un difetto di notifica della richiesta di rinvio a giudizio invocato dai difensori di Lusi. Ora, dovrà pronunciarsi anche sulla medesima richiesta nei confronti degli stretti collaboratori di Lusi, i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio e la segretaria, Diana Ferri, accusata di aver fatto da prestanome a una società riconducibile proprio al senatore. L’ipotesi di reato, per tutti, è di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. Se l’ex tesoriere della Margherita verrà mandato a processo entro il 20 dicembre, non potrebbe tornare libero perché non scatterebbe la scadenza dei termini. F.Co. l meeting di Rimini non naviga in buone acque. La Fondazione “per l’amicizia fra i popoli” che organizza l’incontro annuale della Compagnia delle Opere (riconducibile a Comunione e Liberazione), ha ricevuto la spiacevole visita della Guardia di Finanza. L’accusa, se confermata, sarebbe pesante: truffa aggravata, per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Che, banalmente, vuol dire che per organizzare il raduno sono stati illecitamente utilizzati fondi dello Stato. L’inchiesta ha ad oggetto le edizioni del 2009 e del 2010 per le quali, l’organizzazione, avrebbe ricevuto oltre 310 mila euro da enti che sarebbero stati indotti in errore "circa la sussistenza di un passivo di bilancio della stessa Fondazione". Sono coinvolti nella vicenda un amministratore, il direttore generale e il responsabile am- I ministrativo della CDO perché "a vario titolo, hanno avuto gravi e precise responsabilità sia nella ideazione che nella realizzazione del disegno criminoso che ha permesso alla Meeting di ottenere le contribuzioni illecite". Risulta indagata anche la Fondazione stessa in base alla legge sulla responsabilità penale e amministrativa delle società per reati commessi da propri funzionari. I membri dell’organizzazione hanno respinto con forza le accuse ritenendole “del tutto infondate”. Fatto sta che le indagini vanno avanti e non sembrano destinate a finire tanto presto. Insomma, il buon nome del meeting di Rimini e di CL sarebbero infangati non poco se le accuse dovessero essere confermate. Per ora, dagli illustri ospiti, nessun commento. La storia non finisce qui. M.P. 4 Giovedì 13 dicembre 2012 Attualità Continua il polverone nell’ambito dell’inchiesta sui voti di scambio con la ‘ndrangheta “Il rito ambrosiano” del caso Crespi L’avvocato Marcello Elia: sulla relazione preparata dal direttore del Cise, Roberto D’Alimonte, in favore del mio assistito, il Gip non ha speso nemmeno una parola. Ambrogio verrà assolto, ma nulla lo ripagherà delle sofferenze subite di Federico Colosimo ontinua il calvario giudiziario di Ambrogio Crespi, finito in carcere il 10 ottobre scorso con l’accusa di corruzione, voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito dell’ inchiesta sui voti di scambio con la ‘ndrangheta, che ha portato in galera, tra gli altri, anche Domenico Zambetti, l’ex assessore regionale lombardo della giunta Formigoni. Sono passati più di 60 giorni dall’arresto, ma per i magistrati milanesi, la posizione di Crespi si sarebbe addirittura aggravata. Di quello che è stato definito dai “Radicali” come il “nuovo caso Tortora”, ne parla nell’intervista rilasciata al “Giornale di Italia”, uno dei due legali di Ambrogio Crespi, l’avvocato Marcello Elia. C Ancora un’ istanza di scarcerazione rigettata, dunque: perchè? Non ho più parole, i magistrati hanno cambiato le carte in tavola. Abbiamo basato la nostra domanda di scarcerazione su una relazione preparata dal professore Roberto D’Alimonte, direttore del Centro Italiani Studi Elettorali, non certo l’ultimo arrivato. E il Gip? Ci ha ignorato, completamente. Nell’ordinanza di rigetto, non ha speso una sola parola su quella relazione. Avevamo affrontato punto per punto i teoremi dell’accusa. Dimostrando che nel quartiere milanese Baggio, rione di riferimento di Crespi nella campagna elettorale, il candidato sindaco, Domenico Zambetti, ottenne lo 0,37% dei voti. Però, Crespi è ancora in carcere … Da 60 giorni e senza motivo. Ricorreremo in appello, ma non so se servirà. Probabilmente, troveremo un altro collegio ostile. A Milano, in questo momento, c’è un clima giacobino. Non si valutano oggettivamente i fatti concreti. Si è costruito un teorema che non ci consentono di smontare. Sembra incrollabile. Ma credo nella Cassazione, che ha più volte annullato i castelli della magistratura milanese. I giudici sostengono che la posizione di “Mr Blog” si sia addirittura aggravata … Non sono assolutamente d’accordo. Gli contestano di aver organizzato una cena con un presunto boss, Giuseppe D’Agostino. Ambrogio a quella cena non ha mai partecipato. E anche se l’avesse fatto, questo non avrebbe di certo costituito un reato. Per continuare, D’Agostino, non è un mafioso. Non ha mai ricevuto una sola condanna per quei reati. Ne ha riportata una soltanto e per fatti diversi (droga). Sulle valutazioni fatte dal Gip, ci può essere l’influenza da parte del procuratore aggiunto Ilda Boccassini? A Milano le decisioni importanti dell’ufficio del pubblico ministero vengono prese da lei. Ma non voglio pensare e assolutamente non voglio credere che riesca a incantare e condizionare anche i gip, i gup etc etc. Quando si chiuderanno le indagini preliminari? A breve. La Procura di Milano sta effettuando gli ultimi interrogatori. Ma non capisco allora perché Crespi sia stato arrestato il 10 ottobre. Prima di mandare la gente in galera andrebbero fatti degli approfondimenti investigativi che non ci sono stati. Su Crespi non c’è assolutamente nulla. Questa è un’inchiesta anomala, partita un anno dopo i fatti contestati. Purtroppo il nome del mio assistito, quando si parla di campagne elettorali, ha un grosso Nella foto qui sopra Ambrogio Crespi, nel riquadro l’avvocato Marcello Elia peso. Significa che è sempre stato molto bravo nel suo lavoro. E la carcerazione preventiva è una vergogna. E’ un’anticipazione della pena. Il sistema è marcio, così com’è non funziona. Pochi giorni fa sono stato a trovare dei miei assistiti al carcere di San Vittore. Gli istituti penitenziari versano in condizioni di difficoltà evidente. In un intero “braccio” del carcere milanese, manca il riscalda- mento. E’ scandaloso. Non siamo un Paese civile. Ci sono persone in attesa di giudizio che si trovano rinchiuse in cella con ergastolani. E’ incredibile. Crespi e Zambetti si conoscevano? Ambrogio non ha mai conosciuto Zambetti. Proprio pochi giorni fa, c’è stato l’interrogatorio della segretaria dell’ex assessore regionale lombardo, che ha specificato chiaramente quanto già spiegato da me e dal collega Giuseppe Rossodivita. Ambrogio Crespi verrà assolto? Assolutamente si. Ma neanche l’assoluzione lo ripagherà delle sofferenze subite. Queste sono esperienze che ti segnano, per tutta la vita. A patire, non sei solo tu, ma tutti i tuoi cari. E questo, quando sai di essere innocente, è profondamente ingiusto. La manifestazione anti (Corte) Costituzionale Tra gli “eccellenti” partecipanti: Aldo Busi, Manuel Agnelli, Daniele Silvestri e Moni Ovadia oma. 15 Dicembre 2012. Piazza Farnese. Ore 15.30. L’appun- gazzino di 13 anni, ma chissenefrega?” (Per chi non ci credesse, o tamento per chi volesse manifestare contro una “sentenza in- volesse rinfrescarsi la memoria, il video è facilmente reperibile su consulta, in sostegno della Procura di Palermo” (il volantino Youtube). Ora, va bene tutto, va bene la provocazione a tutti i costi, dell’evento recita così), è questo. E aggiunge anche, l’ormai consoli- ma che cosa avrebbe da insegnarci questo signore in materia di diritto dato slogan: “noi sappiamo”. Mutuato dal poe moralità? Ci saranno anche, come logico, vero Pier Paolo Pasolini, ripreso da Ingroia nel Marco Travaglio, Antonio Padellaro e il giovane suo ultimo libro “Io so”. Tutti sembrano dimene rampante giornalista-scrittore Benny Calaticarsi, però, che la frase di Pasolini finiva con sanzio, un nome da DJ e un ego smisurato che un non trascurabile “…ma non ho le prove”. gli permette di farsi fotografare in posa con i Quindi, se siete rimasti scandalizzati per la “sensuoi libri in mano (vedere per credere, basta tenza politica” della Corte Costituzionale sulle inandare sulla sua pagina web: www.bennycalatercettazioni che coinvolgevano Napolitano, sanzio.com) e l’onnipresente Salvatore Borselsiete seguaci del pm-guatemalteco Ingroia, salino, fratello di Paolo, nonché convinto pete come passare il vostro sabato pomeriggio. sostenitore della teoria che vuole che nelle Alla manifestazione, promossa nonché sponsostrage di via D’Amelio siano stati i servizi a guirizzata da MicroMega e dall’ormai immancabile dare la mano dei boss di Cosa Nostra. “Fatto Quotidiano”, parteciperanno nomi del caInsomma un discreto calderone. libro di Manuel Agnelli (degli Afterhours), DaLa manifestazione “cade a cecio”, come si dice niele Silvestri e Moni Ovadia, solo per citare a Roma. Sì, perché proprio ieri l’Anm ha requelli più esperti in diritto costituzionale… Ha spinto le accuse dei due pm di Palermo Nino Di già confermato la sua presenza anche Aldo Busi. Matteo e Vittorio Teresi , i quali, seguendo la deL’intellettuale “dissidente” che adesso si è ricilirante scia del collega (o ex collega?) Ingroia, clato a sinistra. Certo, solo dopo aver parteciavevano accusato il “sindacato” dei magistrati, pato all’Isola dei Famosi, aver curato una sorta di averli lasciati da soli nella battaglia davanti di rubrica letteraria in una trasmissione pregna alla Corte Costituzionale. Quindi, visto che l’asoBenny Calasanzio , uno dei giornalisti ciazione nazionale li abbandona, menomale che di cultura, “Amici” di Maria De Filippi e essersi che parteciperanno alla manifestazione c’è una manifestazione che solidarizza con loro. venduto come opinionista nei salotti del qualunquismo per eccellenza (disprezzati da tutti i E si schiera contro la Consulta. Ora, una consigiornalisti radical-chic del Fatto), quelli di Barbara D’Urso e Federica derazione sorge spontanea, ma se fosse sceso in piazza il PDL (fianPanicucci. Eppure nessuno sembra ricordarsi che Busi è lo stesso cheggiato da un qualunque quotidiano, “Libero” o il “Giornale”, ad che, qualche anno fa, disse al Maurizio Costanzo Show: “si fa, erro- esempio) per manifestare contro i supremi giudici costituzionali, neamente, il binomio pedofilia-omosessualità. Ma da quando in qua quando bocciarono il legittimo impedimento, tutto il mondo dell’inforla pedofilia è criminalità? Ma se anche un adulto fa una s… a un ra- mazione “travagliesca” avrebbe gridato allo scandalo. Quindi, come al R solito, due pesi e due misure, nonché una faziosità da fare spavento. Adesso non si può far altro che aspettare giovedì ed assistere al comizio di Santoro & co. Così sarà ufficialmente aperta la campagna elettorale del partito anti-istituzioni. Grazia Bontà 5 Giovedì 13 dicembre 2012 Economia Viaggio tra i problemi della sempre maggiore penuria di contanti I danni del “Salva Italia”: dove vai se il bancomat non ce l’hai? L’esperto: la “moneta elettronica” è un antidoto contro le rapine e lo strumento più efficace contro l’evasione – I fenomeni più diffusi di truffa – Dal “cash trapping” all’applicazione di false tastierine di Federico Colosimo e Paolo Signorelli econdo alcuni istituti di credito bancari, come UniCredit e Intesa Sanpaolo, ogni giorno, in Italia, circolano 3 miliardi di euro. Una notizia che rende felici truffatori e ladruncoli, che ora sanno quanta disponibilità di denaro pronto ad attenderli ci sia. Ma allo stesso tempo, questo dato, fa disperare le varie banche, sempre più impegnate nella battaglia per il passaggio al “soldo” elettronico, pur essendo ben consapevoli che per stroncare una tradizione di antichissima memoria (l’utilizzo dei contanti) non può bastare un decreto approvato solo un anno fa. Normative - “Con l’entrata in vigore del decreto legge 2011, il cosiddetto “Salva Italia”, spiega Pantaleo Cisotta, esperto del settore - sono state apportate modifiche alle disposizioni in tema di antiriciclaggio, relative all’utilizzo di denaro liquido, titoli, assegni e libretti al portatore. In particolare, la soglia di 2.500 euro inizialmente prevista, è stata abbassata a 1.000. I trasferimenti in contanti per importi pari o superiori a questa cifra, vanno effettuati tramite le banche, le poste e i bancomat. Per fare ciò, è necessario presentare una richiesta scritta allo sportello. Mario Monti, poche settimane fa, aveva annunciato addirittura l'arrivo di un ulteriore abbassamento dei limiti fino a 300 euro. I controlli sulla legge antiriciclaggio, ovviamente sono soggettivi e non si incentrano su tutti i cittadini, ma solo su quelli che destano più sospetti a causa degli ‘strani e ingiustificati’ movimenti sul proprio conto”. La psicologia del cittadino “C’è anche un altro genere di comportamento da considerare – continua Cisotta Per spese di un certo rilievo, diciamo superiori alla soglia, definita ‘psicologica’, di 143 euro, i rapporti si invertono. Tanto che gli italiani cominciano a preferire l’uso di bancomat e carte di credito a loro disposizione. La ‘piaga’ del fare ricorso ai contanti è in crescita. Se è vero che aumentano i prelievi allo sportello (due alla settimana, che diventano tre per i più giovani), resta comunque una certa diffidenza verso queste operazioni, visto che il 32% preferisce ancora ricevere i propri soldi direttamente dalle mani dell’operatore bancario”. S L’utilizzo della carta di credito - Sempre meno soldi nei portafogli, ma non è solo questione di crisi. Questa c’è e si sente, per carità, ma con le modalità dei pagamenti entrano in campo anche le abitudini che cambiano, tra consumatori ed esercenti. Fa parte dei nuovi costumi di chi paga sempre più spesso con il bancomat o la carta di credito. Al nord viene accettata da qualsiasi rivenditore, grande o piccolo che sia, e per qualsiasi pagamento. Al sud, differentemente, la moneta elettronica non riscuote molto successo. Secondo le statistiche, davanti a un conto di 500 euro, se non tiri fuori i contanti, ti guardano male. Poi c’è Roma, che come al solito si colloca nel mezzo, non solo per la sua posizione geografica. Nei negozi della capitale, capita spesso che ai clienti venga negata la transazione quando l’importo è basso. Il perché? Semplice. Il bancomat obbligatorio non piace ai commercianti per i troppi costi previsti dalla commissione. Alla domanda “posso saldare con la carta?”, i commercianti rispondono con un secco “no, ci dispiace”, che provoca imbarazzo nel cliente sprovvisto di soldi liquidi. Rimane il fatto che pochi italiani hanno questa abitudine di pagare con carte di credito e bancomat”. I negozianti sembrano essere d’accordo sull’utilizzo della “moneta elettronica”, ma chiedono un abbattimento dei costi di gestione e di utilizzo. Le statistiche - L’abitudine all’uso della carta, del resto, diventa un obbligo per le nuove norme finanziarie che, come già detto, non consentono più il pagamento in contanti per importi superiori a 999 euro. Il libretto degli assegni, per esempio, chi lo usa più? Gli italiani preferiscono i pagamenti in contanti rispetto alle operazioni con le carte elettroniche. L’uso del “cash”, in Italia, è del 50% sopra la media degli altri paesi europei; dalle statistiche, infatti, emerge che per gli acquisti tra i 200 e 1.000 euro, i cittadini usano il contante nel 31% dei casi, contro il 20 della media europea. Gli altri Paesi cercano di allinearsi in questo senso, così da affrontare insieme i rischi dell'illegalità connessi con la circolazione di moneta: dall’evasione fiscale, al riciclaggio, al finanziamento del terrorismo. In Italia sono state segnalate in media solo 66 operazioni non cash pro capite, contro le 176 della media europea. Se si affronta il tema dell’uso dei soldi in contanti, lo si fa guardando a più obiettivi: allinearsi agli standard per quel che riguarda la sicurezza dei pagamenti e diminuire i costi della gestione del circolante che tocca i 10 miliardi su un totale di 50 dell'intera Europa. Soprattutto, è necessario contrastare i falsari. In queste disposizioni rientra anche il tetto dell’uso dei contanti, nonostante il motivo principale fosse garantire la trasparenza del percorso dei soldi per svelare l’infedeltà dei contribuenti. Moneta elettronica - Secondo gli esperti, con l’avvento della moneta elettronica, si limitano anche le barbarie dei partiti del malaffare, dando vita ad una nuova epoca fatta di trasparenza ed equità. E’ un antidoto contro le rapine e il più efficace strumento contro l’evasione. Come si può essere contrari quindi al suo utilizzo? C’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Nuove e vecchie tecniche per manomettere gli sportelli bancari e derubare i clienti, sono sempre più frequenti. Le tecniche – Un sistema oggi molto diffuso, è quello del “cash trapping”, che consiste nell’inserimento di una forcella metallica appositamente costruita nello sportellino di fuoriuscita delle banconote. Gli utenti possono concludere tutte le operazioni di prelievo sino alla visualizzazione della dicitura “Operazione completata/importo erogato”, ma le banconote non fuoriescono dallo sportellino, che rimane chiuso. A quel punto, il cliente, imputando il disguido a un guasto tecnico, solitamente si allontana, deciso a reclamare il disservizio all’istituto di credito in un secondo momento. Peccato che, una volta girato l’angolo, i malviventi, che stazionano nei dintorni siano pronti a forzare lo sportellino e a recuperare la forcella, estraendola con tutte le banconote trattenute. Tecnica efficace, rimane poi quella della microtelecamera installata e nascosta dai malviventi nello sportello bancario per intercettare il numero della tessera e del codice di sicurezza. Inoltre, un altro strumento per “fregare” i malcapitati, è il fenomeno dell’applicazione di una falsa tastierina sullo sportello della banca. Anche in questo caso, c’è un chip che memorizza il codice segreto. Ma sempre secondo il parere degli esperti del settore bancario, la responsabilità di questi metodi di truffa, è spesso riconducibile alla distrazione dell’utente al momento del prelievo: “Nonostante questo – afferma sempre Pantaleo Cisotta – la banca è sempre attenta alla tutela dell’interesse dei suoi assistiti, provvedendo una volta accertata la truffa, al rimborso totale, della somma sottratta”. 6 Giovedì 13 dicembre 2012 I due marò Riportiamoli a casa Focus Pochi giorni fa il nostro ambasciatore a Nuova Dehli è stato convocato al Ministero degli Esteri indiano per un colloquio che ha riguardato l’inchiesta sulla vendita di 12 elicotteri per 560 milioni di euro Un altro intrigo internazionale Insieme alla vicenda dell’Agusta dovrebbe camminare di pari passo quella dei due soldati: ostaggi trattenuti in cambio di qualcosa? di Gianni Fraschetti iù si va avanti e più questa vicenda di Latorre e Girone somiglia ad una sciarada degna della penna di Alfred Hitchcock. Un vero intrigo internazionale nel quale, e spiace dirlo, ci facciamo la solita, pessima, figura. Prima per i soliti metodi disinvolti, le scorciatoie abituali ed anche poco intelligenti che taluni utilizzano per riempirsi le tasche con la scusa di promuovere il made in Italy, rappresentato nella fattispecie da dodici elicotteri Augusta Westland (Gruppo Finmeccanica). Dopo, quando la frittata con l’India era stata bella che combinata, per il profilo imbarazzante assunto dai nostri governanti (in special modo Terzi e Di Paola) nella contigua vicenda che vede da quasi un anno i nostri due Fucilieri di marina in mani indiane. Un atteggiamento, quello dei nostri Ministri, simile a quello di bambini beccati dalla mamma con le mani dentro il vasetto della marmellata. Consapevolezza dei veri motivi sottostanti a tutta la storia? Senso di colpa con gli indiani? Paura che si aprissero i tombini (cosa che poi è accaduta) e ne uscissero di tutti i colori? Mah, per ora sono solo impressioni delle quali abbiamo già parlato, tempo fa, su queste pagine, ma è il caso di tornarci sopra perchè ci sono novità. Dunque, ricapitolando, non molti giorni orsono, il nostro ambasciatore a Nuova Delhi, Giacomo Sanfelice, è stato convocato al Ministero indiano degli esteri per un colloquio che ha riguardato molto da vicino l’inchiesta sulla vendita all’Air Force indiana di dodici elicotteri AW 101, per la modica somma di cinquecentosessanta milioni di Euro, da parte della AugustaWestland, azienda controllata da Finmeccanica. Lo ha dichiarato il portavoce governativo Syed Akbaruddin e, secondo indiscrezioni, nell’incontro si sarebbe anche parlato della vicenda dei P nostri due marò, trattenuti ingiustamente da otto mesi nel paese asiatico. L’accostamento tra le due vicende stona parecchio e dà da pensare, e non poco, perchè le autorità indiane hanno anche presentato un promemoria in cui chiedono a Roma di condividere informazioni sulle presunte tangenti che AgustaWestland, attraverso alcuni intermediari, avrebbe versato a funzionari indiani. Circostanza, peraltro, che è sempre stata smentita dall’azienda. «Il governo indiano considera la questione molto seriamente», ha precisato il portavoce del governo. Fonti dell’ambasciata italiana hanno confermato all’Ansa il colloquio che è avvenuto all’indomani del ricevimento per la Festa nazionale e per la giornata delle Forze Armate in cui è stato ospite d’onore il segretario agli Esteri Ranjan Mathai. Secondo la stampa indiana, infatti, i requisiti tecnici per il bando di gara relativo ai dodici elicotteri destinati alla difesa indiana sarebbero stati modificati per consentire ad AugustaWestland di partecipare alla gara. Lo afferma il giornale The Indian Express, sostenendo che l’informazione sarebbe stata data ai magistrati italiani da un socio di Guido Haschke, l’uomo d’affari indiano Sanjeev Kumar Tyagi. Secondo questi, gli Aw 101 non avevano inizialmente le caratteristiche richieste nel 2006 dall’India. Requisiti che sarebbero stati modificati quando Haschke trovò l’accordo con Finmeccanica. Inoltre Tyagi è cugino di primo grado di un alto ufficiale che era ai vertici dell’Aeronautica indiana. Il giornale cita poi un interrogatorio del 14 maggio scorso del consulente Carmelo Messina, il quale avrebbe detto di aver messo in contatto Haschke e il suo partner Carlos Gerosa con AugustaWestland proprio per facilitare il contratto indiano. Messina sostiene di aver ricevuto 50-60mila euro in contanti da Haschke come segno di gratitudine nel 2009. Dunque, alla luce dello scandalo che stava scoppiando, l’affare sembrava ormai compromesso nel momento che ne scrivemmo la prima volta. Ed invece no, perchè l’ Agenzia Reuter ha reso noto in questi giorni che l'Air Force dell'India, nonostante la modifica dei bandi, ritiene regolare la commessa, e ciò malgrado l'inchiesta avviata su questa vicenda da due procure in Italia, ed attende pertanto la consegna del primo esemplare. Consegna prevista durante il mese di Dicembre, aggiungendo che probabilmente, ad oggi, circa il 20-30% dell’importo totale di 560 milioni di euro è già stato pagata. La fonte della Reuter ha inoltre dichiarato che "…l'intero processo di acquisizione e selezione è stato regolare e senza discrepanze. Per questo, ci aspettiamo la consegna del primo esemplare entro il mese di dicembre…" ed ha poi proseguito affermando che l'India "…prenderà provvedimenti solo se ci sarà prova concreta del pagamento di tangenti e di discrepanze nel processo di acquisizione…". "Non abbiamo ancora fatto l'intero pagamento. Probabilmente solo circa il 20-30% della commessa è già stato pagato ad AgustaWestland. Il resto sarà pagato in base al programma di consegna degli elicotteri” ed ha aggiunto che in ogni caso appare molto complicato che si possa eventualmente procedere a una nuova gara diversa di elicotteri visto che "ci stiamo già preparando a volare con gli Aw101". Particolare quest’ultimo di non secondaria importanza. L’affare dunque è sostanzialmente concluso (si preparano a volare) e la posizione indiana, complessivamente, appare assai più morbida di quella assunta inizialmente, quando, all'apparire delle prime notizie sull'inchiesta giudiziaria italiana, il Ministero della Difesa di Nuova Delhi aveva chiesto un rapporto alla sua ambasciata di Roma circa le notizie di stampa che stavano uscendo in merito al contratto stipulato con l’Air Force indiana. Un atteggiamento di intransigente chiusura sulla questione tangenti che era stato manifestato dall’Ambasciatore indiano allo stesso Giulio Terzi e che probabilmente aveva influito anche nella lunga detenzione cui sono stati sottoposti Latorre e Girone. Adesso la televisione indiana Ndtv ha diffuso la notizia che AugustaWestland consegnerà in Gennaio all'India gli elicotteri rimanenti. Pare dunque che la situazione elicotteri si sia improvvisamente sbloccata che il tempo volga nuovamente al sereno e quindi, se le nostre supposizioni sono esatte, insieme a questa faccenda dovrebbe camminare di pari passo la detenzione di Latorre e Girone che appaiono sempre più ostaggi trattenuti dagli indiani in cambio di qualcosa ( un forte sconto? Una dilazione? Un supplemento di tangente?) che riguarda molto da vicino questa storia. In effetti supporre che il Governo indiano, una volta appreso dell’indagine delle nostre procure, non abbia inteso assolutamente farsi carico di oltre cinquanta milioni di “mazzette” volate per questo affare non è ipotesi poi così peregrina. Considerando poi che è specificatamente indicato nel contratto che l’Air Force indiana non avrebbe riconosciuto alcunchè a consulenti e mediatori, sai che piacere deve essere stato per loro apprendere che , viceversa, il sistema Finmeccanica prevedeva una “percentuale di ritorno” dell’ 11% che doveva servire a far contenti politici e faccendieri a vario titolo e livello coinvolti nelle diverse operazioni e che questa percentuale veniva ricaricata sul prezzo finale. Questo meccanismo a volte era pienamente accettato dai clienti che, come gli arabi da cui è stato recentemente Monti, lo utilizzavano anch’ essi per distribuire prebende ma altre volte, come questa, si attivava a danno di persone ignare della cosa ed è fin troppo facile intuire quale potrebbe essere stata la reazione degli indiani quando si sono resi conto cosa c’era appiccicato a quel contratto. Si sono presi i due marò e ci hanno detto…..Questi li teniamo noi. Adesso cominciamo a parlare del resto... (Continua) 7 Giovedì 13 dicembre 2012 Esteri Reciproche accuse di abusi e saccheggi ai danni dei civili tra Kinshasa e insorti Congo, fallite le trattative tra ribelli e governo L’Onu rende noti stupri e crimini commessi da entrambe le parti, mentre è sempre più evidente la presenza di soldati ruandesi. La Repubblica riesce ad intervistare il ”vescovo cattolico” a capo del “23Marzo”, ma si tratta di un evangelico peranze infrante per la Repubblica Democratica del Congo, dove le trattative tra i ribelli del “Movimento 23 marzo” (M-23) e il governo si sono bruscamente interrotti a causa delle accuse mosse dagli insorti contro l‘esercito regolare. Le insinuazioni vertevano su presunti abusi compiuti dai soldati di Kinshasa sulla popolazione. Il governo congolese non poteva accettare simili ingiurie da un’organizzazione che ritiene “criminale” e rilancia le stesse accuse sui ribelli. Il presidente Joseph S Kabila ha a sua volta dichiarato che i miliziani del M23 sono finanziati dal Ruanda, che a sua volta vorrebbe ottenere un ruolo leadership nella regione del Nord Kivu, ricca di minerali come oro ed attualmente occupata dai ribelli. Interviene anche l’ONU, che taglia la testa al toro ed accusa entrambe le fazioni di stupri, saccheggi e omicidi in tutta la regione. Il rapporto delle Nazioni Unite sembra essere veritiero. A quanto pare entrambi gli schieramenti si sarebbero macchiati di innumerevoli e orrendi crimini entro un’area di soli 60 km. Il Movimento 23 Marzo, nell’ultimo mese, aveva conquistato la città di Goma, capoluogo del Nord Kivu, dopo un violento scontro a fuoco con l’esercito, dove ben 90 soldati regolari hanno trovato la morte. Dopo la presa della città avevano minacciato di marciare sulla capitale, ma presto hanno optato per sedere al tavolo delle trattative con il governo. I ribelli hanno abbandonato Goma, come stabilito secondo gli accordi. Questa ritirata strategica era la condizione necessaria per avviare i ne- Non riconosce l’autorità del governo per servire il Papa e viene privato dei suoi incarichi goziati. Una vittoria politica estremamente significativa per il M23. Ma i ribelli hanno, poi, annunciato che, se l’autorità congolese non avesse trovato l’accordo, avrebbero nuovamente occupato la città. Ora, il capoluogo del Nord Kivu è invaso da centinaia di agenti di polizia congolesi, oltre che da numerosi soldati dell’esercito, che non hanno perso tempo nello sfruttare la ritirata dei ribelli. Nel frattempo, si confermano le voci che giravano circa i sostanziali aiuti provenienti dal Ruanda e dall’Uganda. Circa 1000 soldati ruandesi si sono riversati oltre il confine, già prima dell’offensiva contro Goma, e ora combattono al fianco degli insorti. “La Repubblica” ha pubblicato tre pagine sui ribelli nella Repubblica Democratica del Congo, in cui il giornalista è riuscito ad ottenere un’intervista dal presidente e guida spirituale del M23. Si tratta del vescovo Jean-Marie Runiga Lugerero, che nell’intevista confida di essere stato adottato da una donna di Salerno e che quindi si “sente un po’ italiano”. Il vescovo (apparentemente) cattolico spiega quali siano le lotte dei rivoluzionari, definendoli come uomini che combattono per la “dignità, lo sviluppo, la giustizia”, per ottenere la costruzione di “scuole, strade, ospedali”. E quando gli si chiede riguardo alle ingerenze ester- ne, il religioso risponde che “il problema è solo congolese” e aggiunge che “Kinshasa ha tutti gli interessi a dirottare all’esterno l’attenzione di una realtà interna”. Alla domanda “come concilia il ruolo di uomo di Chiesa con quello di capo di un movimento armato” il vescovo Lugerero risponde di essere tra i congolesi che “amano il proprio paese, il proprio popolo e che amano Dio”. Poi cita qualche passo biblico e annuncia che la sua posizione non influisce nel suo ruolo di pastore della Chiesa. Per quanto possa sembrare poetico, sembra strano che non sia giunta alcuna nota negativa dalla Città del Vaticano. Nessun segno di disapprovazione per un vescovo che appoggia e conduce la rivolta armata. E un motivo effettivamente c’è. Jean-Marie Runiga Lugerero pare che sia il presidente nazionale dell’”Associazione della Chiesa del Risveglio” e presidente della “Chiesa di Gesù Cristo Unico Salvatore”. Non si tratta di un vescovo cattolico, quindi, ma di vescovo evangelico, che sembra si sia auto-proclamato tale e che nulla ha a che fare con la Chiesa Cattolica. Anzi, gli evangelici sono tra le sette cristiane più critiche verso il Vaticano e verso la dottrina apostolica romana, poiché la accusano di “politeismo”, a causa del culto dei Santi. Federico Campoli L’INTOLLERANZA RELIGIOSA CRESCE IN TUTTO IL MEDIO ORIENTE Cina, arrestato vescovo ribelle La persecuzione sia religiosa che politica è una pratica abituale per il governo comunista, ma è troppo potente perché dall’Occidente si levino voci di protesta l Monsignor Taddeo Ma Daqin, vescovo cattolico di Shangai, è stato esautorato del suo titolo. E’ l’ennesimo sopruso che i cinesi applicano a chi non si piega al volere dello Stato. In Cina la Chiesa Cattolica è fuori legge, ma è permesso il culto cattolico purchè si riconosca l’indiscussa autorità del governo cinese. Il Santo Padre stesso ha definito questa versione ecclesiastica “inconciliabile con la dottrina cattolica”. Stessa religione ma niente Papa. Una parodia della vera Chiesa, insomma. Il vescovo Daqin si è opposto a questa concezione e, come prima mossa della sua elezione episcopale, si è dimesso da membro dell’Associazione Patriottica, l’organismo di controllo della Chiesa cattolica cinese. E la sua ribellione non finisce qui. Si è rifiutato di condividere il calice della comunione con un vescovo sco- I municato. Il suo comportamento non è tollerabile per i funzionari del paese del dragone. Subito è stato condotto agli arresti domiciliari, dove è stato privato di tutti i simboli e delle cariche episcopali. Messaggi di solidarietà giungono da tutto il mondo ecclesiastico nei confronti di questo coraggioso vescovo. L’autorevole voce del Monisgnor Savio Hon Tai-fai tuona da Hong Kong. “Mons. Ma Daqin ha fatto questo in obbedienza al Papa, ma nella visione dell’Associazione Patriottica questo è un delitto” dichiara Mons. Hon. Le persecuzioni religiose e politiche in Cina non sono certamente una novità, a cominciare dai monaci tibetani, che come estrema protesta continuano a darsi fuoco. Il tutto nella quasi totale indifferenza del mondo occidentale, sempre troppo impegnato a gestire accordi poco convenienti con il Dragone. F.Ca. Estremisti israeliani assaltano un monastero cristiano Insulti e bestemmie contro Gesù. Non è la prima volta che si verificano eventi simili n gruppo di coloni israeliani ha attaccato un monastero cristiano ortodosso. Accade a Gerusalemme nelle prime ore della mattina di ieri, quando un gruppo di estremisti israeliani hanno assaltato il Monastero della Croce, imbrattando le mura dell’edificio con insulti contro il Cristianesimo e i cristiani. Per completare l’opera, hanno poi scritto delle bestemmie contro Gesù Cristo ed hanno inciso a grandi lettere “Buon Hnnukka” (il natale ebraico) sui muri della chiesa. Non contenti hanno poi danneggiato alcuni veicoli con targa palestinese, scrivendo sopra la frase “price tag” (cartellino del prezzo). Il monastero in questione riveste un ruolo di particolare importanza per i cristiani, poiché si trova nel luogo da cui si ritiene che provenisse l’albero dal quale si ricavò U il legno della Croce di Cristo. La polizia ha già avviato le indagini, ma per il momento non sono ancora stati individuati i colpevoli. Intanto, l’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede ha espresso la più “ferma condanna” nei confronti degli atti vandalici. Non è la prima volta che accadono episodi del genere. La tensione crescente tra Israele e il resto del mondo arabo ha agito da accelerante per il divampare dell’ultra-nazionalismo tra gli ebrei. E la rabbia si riversa spesso sui luoghi di culto cristiani, in un momento in cui l’intolleranza religiosa sta subendo un’allarmante impennata in tutto il Medio Oriente. Il presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, ha espresso “sdegno per gli atti violenti che si sono verificati la scorsa notte a Gerusalemme”. F.Ca. 8 Giovedì 13 dicembre 2012 Italia DA ROMA E DAL LAZIO La decisione del Tar slitta al 18 dicembre Elezioni regionali, regna l’incertezza Lazio Al voto Ieri sono state solamente ascoltate le parti dopo il ricorso, presentato dal Codacons, per chiedere l’election day di Igor Traboni esta ancora tanta incertezza sulla data di voto , anche se il prefetto le ha indette per il 3 e 4 febbraio prossimi - in esecuzione di una sentenza del Tar su ricorsi del Movimento difesa del cittadino -, bisogna ancora aspettare l’esito di un ricorso e neanche la giornata di ieri in tal senso ha aiuta. E’ slittata infatti a martedì prossimo 18 dicembre la decisione del Tar del Lazio in merito al ricorso con il quale il Codacons chiede la fissazione dell'«election day», per unire in un'unica tornata le elezioni regionali nel Lazio e quelle politiche. Ieri, davanti al presidente della II Sezione bis, Eduardo Pugliese, si è svolta un'audizione delle parti interessate, ovvero i legali del Codacons, Carlo Rienzi e Gino Giuliano, il legale del Movimento difesa del cittadino, Gianluigi Pellegrino e il rappresentante dell'avvocatura dello Stato . Assenti invece i legali della Regione Lazio. Il Tar dovrà pronunciarsi in merito al ricorso del Codacons, con R il quale l'associazione ha chiesto allo stesso Tribunale di revocare il decreto con cui il prefetto individuava nel 3 e 4 febbraio le date utili per le elezioni regionali del Lazio. Il Codacons sostiene che votare il 3 e 4 febbraio significherebbe sprecare 30 milioni di euro: soldi che invece potrebbero essere risparmiati con l'election day. Nel corso dell'audizione del 18 “spiegheremo al Tar come quei 30 milioni possano essere meglio utilizzati - sottolinea in una nota la stessa l'associazione - per salvare ospedali della regione vicini alla chiusura o imprese laziali che rischiano di fallire lasciando a casa centinaia di lavoratori”. “La legge – ha aggiunto Rienzi - consente al Tribunale in composizione monocratica di bloccare o sospendere gli effetti di un provvedimento, ma non di imporre misure che, di fatto, renderebbero inutili le decisioni dell'organo collegiale. La decisione del giudice Eduardo Pugliese appare pertanto corretta e soddisfa pienamente la nostra richiesta”. HERPES In un asilo a Ciampino Crolla solaio: ferite una bambina e la maestra di Luca Casciani Al Pigneto, far west eri sera sono andato, con amici, in una piccola trattoria al Pigneto, zona di Roma piuttosto vicina al centro, rivalutata moltissimo grazie a tanti locali di ogni tipo aperti negli ultimi anni. Per capire come vivono gli abitanti di questo quartiere e cosa sono costretti a subire ogni giorno, bisogna fare un giro tra le vie: italiani in nettissima minoranza, stranieri di carnagione scura e scurissima dai tratti indefinibili che si radunano, numerosissimi, davanti a frutterie e negozietti etnici gestiti da loro connazionali, spacciatori magrebini ed africani che cercano il tuo sguardo per offrirti, senza alcun tipo di remora, droga di ogni genere recitando una litania uguale per tutti :- Hashish? Marijuana? Erba? Coca?- ed invitandoli a seguirli, con un cenno del capo, nelle vie laterali dove, presumibilmente, altri compari passeranno loro la dose richiesta. Il tutto sotto i portoni delle abitazioni mentre la gente rincasa dopo aver lavorato e vorrebbe un minimo di tranquillità e decenza. In molti casi, chi fa uso di droghe pesanti, si buca tra le auto in sosta oppure si infila all’interno dei condomini per “accomodarsi” sulle scale in cerca di un minimo di privacy… E le siringhe a terra sono una costante!!! Mentre attendevo fuori del locale, un cinese è stato scippato ed il I eri mattina nella scuola materna Martin Luther King di via Bologna, a Ciampino, una maestra ed una bambina di 5 anni sono rimaste ferite a causa della caduta di un pezzo di solaio precipitato dal tetto. Le condizioni della scuola sono fatiscenti, ma è un destino comune per molti istituti italiani. L’incidente di ieri ha rischiato di trasformarsi in un una tragedia. La bimba si è salvata per miracolo: il pezzo di intonaco ceduto ha colpito la bimba in testa ma fortunatamente di striscio, provocandole solo una ferita. La piccola alunna è stata trasportata all’ospedale di Albano. L’insegnante invece non ha riportato ferite gravi ma ha avuto un malore quando ha visto la bimba ferita. La maestra è stata accompagnata all’ospedale di Marino per accertamenti. Dopo l'intervento di tre squadre dei vigili del fuoco, e l’accompagnamento in ospedale della bambina e della maestra rimaste coinvolte nell’incidente, saranno immediatamente valutate le conseguenze dell’incidente dalle autorità intervenute sul posto. L’edificio è stato evacuato per motivi precauzionali e il Comune di Ciampino sta effettuando i rilievi tecnici. In una nota il Comune ha poi specificato che il crollo “non è riconducibile a problemi strutturali dell’edificio scolastico. Gli uffici tecnici del Comune stanno predisponendo un’ordinanza di chiusura della scuola dell’infanzia fino a venerdì 14 dicembre” I ladro ha iniziato a correre come una gazzella ma la sua fuga è stata interrotta dall’arrivo di una volante della polizia che lo ha bloccato e tratto in arresto. Sembrava uno di quei filmati che si vedono in televisione. Mi sono avvicinato ad uno degli agenti per congratularmi, fortunatamente era un ascoltatore della radio e quindi è stato facile scambiare quattro chiacchiere nonostante il momento concitato. Ecco il resoconto :- Questa è la nostra vita, Luca. Il tizio che abbiamo preso è un africano che conosciamo bene, lo avremo arrestato almeno altre 10 volte per vari reati, lo portiamo in commissariato, il giorno dopo viene processato per direttissima e rimesso in libertà… E’ una buffonata. Chi ci governa dovrebbe scendere dalle stanze dorate e venire qui per comprendere cosa significhi stare in prima linea!-. Sarebbe bellissimo se il sindaco, a sorpresa, una sera decidesse di andare a cena al Pigneto, quartiere di Roma a meno di due chilometri in linea d’aria dal Colosseo. Due soli chilometri… Luca Casciani, ogni mattina, dal Lunedì al Venerdì, dalle 10.00 alle 13.30 su RTR 99 Radio Ti Ricordi www.rtr99.it Danilo Coppola: la Cassazione annulla la sentenza di condanna, di nuovo P er la seconda volta in pochi giorni, i giudici di merito si ricopre di gloria. È di ieri la sentenza della Cassazione che annulla, “per vizi procedurali e di forma”, la condanna di primo grado, confermata in appello, a sei anni di reclusione per bancarotta, dell’immobiliarista romano Danilo Coppola. La seconda volta, sì. Perché non più tardi di venerdì, sempre la Cassazione, aveva annullato un’altra sentenza di condanna, sempre a carico di Coppola. Quella per la scalata di Antonveneta da parte di Unipol. Insieme a lui, erano coinvolti nella vicenda anche l’ex Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio e tutta la cricca dei “furbetti del quartierino”, ma questa è un’altra storia. Coppola era stato accusato di aver fatto fallire fraudolentemente una delle sue società, la Micop, nel 2006. Tre anni dopo era arrivata la prima condanna. Nel frattempo l’immobiliarista aveva già scontato due anni di carcerazione preventiva. Una vera e propria vergogna, visto che 24 mesi di galera non li fanno neppure gli stupratori condannati in via definitiva. Nel 2010 la Corte d’Appello di Roma aveva confermato la sentenza. Ieri la Cassazione annulla entrambe le sentenze. Tutto da rifare. Da capo. I processi in questione hanno ad oggetto solo uno dei fallimenti per i quali è accusato Coppola che, rintracciato telefonicamente dal “Fatto Quotidiano” attacca proprio su questo punto, dicendo “se la legge esiste anche gli altri verranno ritirati”. Il che significa, in termini un po’ più giuridici, che dovrebbero cadere anche le altre accuse contro di lui. E aggiunge anche, “prima del rinvio a giudizio avevo saldato i debiti tributari (la prassi vuole che, se si paga prima di arrivare al processo, il reato decada, ndr) . Non voglio avere la medaglia però… nonostante questo mi hanno rinviato a giudizio. E allora la Procura, sentendosi molto debole, prende il fascicolo Micop e lo porta dentro questo procedimento facendosi bella della condanna a 6 anni”. Micol Paglia 9 Giovedì 13 dicembre 2012 Italia DA ROMA E DAL LAZIO Sanità, la Polverini al presidente del Consiglio Monti “La salute è civiltà” La governatrice del Lazio ha espresso la propria preoccupazione circa l’azione di risanamento messa in campo dal commissario Bondi In questi giorni è sotto gli occhi di tutti che c'è una grave sofferenza che investe sia le strutture pubbliche che quelle classificate che quelle private”. Torna a parlare di Sanità la dimissionaria presidente del Lazio, Renata Polverini e lo fa durante l’inaugurazione del nuovo reparto di radioterapia all’ospedale San Camillo. Mentre continua la rivolta delle varie strutture ospedaliere (nella mattina di mercoledì si è registrato il secondo tentativo di suicidio di un lavoratore in poco più di una settimana), la governatrice mette “ le cose in chiaro su chi abbia le maggiori responsabilità riguardo alla drammatica situazione attuale e lancia un appello al presidente del Consiglio e al suo commissario Enrico Bondi. E lo fa rivendicando quanto fatto dalla sua amministrazione negli anni del suo mandato: ''Ieri ho rappresentato al presidente del Consiglio Mario Monti, la preoccupazione per ciò che sta accadendo nel Lazio perchè raggiungere un equilibrio e continuare il risanamento non può essere in contrasto con il diritto alla salute che e' alla base della civiltà''. Equilibrio che secondo la presidente “sarà raggiunto anche grazie al nostro lavoro degli ultimi tre anni, ma non scardinando un sistema che garantisce il diritto alla salute di milioni di cittadini e crea migliaia di posti di lavoro”. Durante l’incontro con il premier quindi, l’ex sindacalista gli ha rappresentato “la necessità di riservare attenzione al Lazio che già in questi 30 mesi ha prodotto in termini di risparmio un disavanzo che abbiamo portato da 1,470 milioni a 600 milioni''. Tuttavia ormai “la regione è commissariata – ricorda la Polverini – la responsabilità quindi sono tutte del governo e del suo commissario”. Monti da parte sua, in controtendenza rispetto alle sue dichiarazioni recenti, in cui gettava nel panico un paese intero, paventando il rischio di una copertura sanitaria insufficiente per la totalità della popolazione in futuro, si sarebbe “mostrato consapevole di quanto stava accadendo e – si augura la Polverini - si spera che in questi giorni porti a termine qualche intervento distensivo''. Ugo Cataluddi San Raffaele: senza stipendio da settembre minaccia il suicidio Un dipendente del San Raffaele Portuense (ieri, ndr) e' salito sul tetto della struttura di via Ramazzini e, dopo essersi fatto un taglio ad un braccio, ha minacciato di lanciarsi nel vuoto perche' da settembre e' senza stipendio, e' disperato e non puo' piu' pagare l'affitto di casa ne' affrontare le spese quotidiane. Fortunatamente, dopo essere stato medicato e tranquillizzato dai colleghi e dalla nostra Rsa e dopo aver parlato con i vertici aziendali, ha deciso di scendere". A riferirlo sono il segretario dell'Ugl Sanita' Roma e Lazio, Antonio Cuozzo, e la responsabile Ugl Sanita' San Raffaele Portuense, Simona Rossi. Il dipendente in questione è un iscritto all'Ugl. "Questo gesto estremo e imprevedibile, maturato mentre le lavoratrici e i lavoratori dell'ospedale bloccavano spontaneamente via Ramazzini - “ sottolineano i due sindacalisti in una nota - e' l'ennesimo chiaro segnale dell'esasperazione di chi non riesce ad arrivare a fine mese, pur continuando a svolgere responsabilmente il proprio lavoro e ad assicurare cure e assistenza ai pazienti". "Se padri e madri di famiglia scelgono questa strada per chiedere semplicemente dignita', le istituzioni, locali e nazionali, dovrebbero interrogarsi sulle gravi mancanze di cui sono responsabili sul piano del dialogo e dell'azione. Al commissario straordinario per la sanita' regionale, Enrico Bondi, chiediamo un confronto immediato con tutti i soggetti interessati, e di farsi portavoce della gravita' della situazione: non si puo' restare a guardare mentre il diritto alla salute e il diritto al lavoro dei cittadini del Lazio vengono calpestati". Pomezia: continua Licenze per il noleggio il terremoto nel Pd auto a Roma, blitz a corruzione rappresenta un cancro sempre più profondo e radicato nella società italiana. Un male che, purtroppo, è presente nella nostra classe dirigente. Mentre il Partito Democratico gonfia il petto per i “buoni” risultati dei sondaggi, che li vedrebbero diventare il primo movimento politico nel Paese con un soglia di astensionismo pari al 52%, non affronta i gravi capi d’imputazione che vengono addebitati ai propri uomini. Dopo i casi Lusi e Penati, il partito di Bersani è stato travolto dallo scandalo delle “mazzette del cemento” di Pomezia. Infatti, una settimana fa, il capogruppo del Pd, Fabio Mirimich, è stato arrestato e posto ai domiciliari dagli uomini delle fiamme gialle. L’accusa è di corruzione. Secondo gli inquirenti: “nell’ambito dell’iter amministrativo relativo al piano di lottizzazione, sarebbe stata prodotta ed acquisita falsa documentazione, al fine di fare approvare il progetto per una cubatura superiore a quella consentita in base alla normativa urbanistica”. Un vero terremoto politico. In questi giorni, il segretario locale del Pd, Dino Spagnoli, ha rassegnato le dimissioni perché non condivide più “l’azione amministrativa che il partito da diversi mesi sta portando avanti sul territorio”. Spagnoli ne ha per tutti, anche per il primo cittadino della città alle porte della capitale, Enrico De Fusco. “Questa amministrazione – ha spiegato – non è stata in grado di programmare un rilancio industriale, agricolo e turistico. Credo che, mai come oggi, all’interno del nostro partito ci sia bisogno di un totale rinnovamento di una nuova classe politica”. Nel frattempo, si attende nei prossimi giorni la decisione del Tribunale del Riesame circa la revoca del provvedimento di custodia cautelare presso il proprio domicilio imposta dal Gip di Velletri proprio all’esponente del Pd, Fabio Mirimich, e agli altri due fermati, Giuseppe Francioni e Francesco Iovine. G.S. L Polstrada in Abruzzo l Compartimento della polizia stradale dell'Abruzzo, dopo aver controllato 211 comuni su 305 totali, ha riscontrato ben 65 casi di irregolarita' penali a carico dei privati che avevano ottenuto le autorizzazioni Ncc, (noleggio con conducente), per aver falsamente attestato la presenza della rimessa nel territorio comunale, ma in realtà poi operavano a Roma. Coinvolti nell'inchiesta anche alcuni amministratori comunali compiacenti. In particolare, le squadre di polizia giudiziaria della sezione polizia stradale di Pescara e della sottosezione di polizia stradale di Pratola Peligna (L'Aquila), coordinate dal sostituto procuratore Barbara Del Bono della Procura della Repubblica di Pescara, hanno effettuato indagini nel Comune di Turrivalignani (Pescara) che I ha rilasciato oltre 80 autorizzazioni. Una vera e propria organizzazione criminale che ha fatto finire nel mirino della polizia anche il sindaco in carica del Comune di Turrivalignani Roberto Di Cecco: secondo quanto emerso dalle indagini, rilasciava un numero ingente di autorizzazioni Ncc (individuando un'area comunale da destinare a rimessa per il cui uso i titolari delle autorizzazioni avrebbero dovuto versare un canone annuo pari a 400 euro), a favore di soggetti che, in realta', non hanno mai svolto il servizio di trasporto secondo quanto previsto dalle vigenti normative . Il gip, su richiesta del pm, ha emesso un'apposita ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di una parte dei 39 indagati nel procedimento. Francesca Ceccarelli La Croce Rossa in musica A uguri di Natale in musica al Centro Militare di Equitazione di Montelibretti a Roma. Una splendida ambientazione, messa a disposizione dal Comandante Col. Gianfranco Fedele, che ha ospitato mertedì sera il concerto della Banda della Croce Rossa Italiana “G. Costanzi – L. Pierantoni’, diretta dal Maestro Roberto Rubini. Eseguiti con precisione dai musicisti, tutti volontari della Croce Rossa, i numerosi brani classici hanno incantato un pubblico attento ed appassionato. Il repertorio musicale eseguito durante il concerto è stato molto variegato: da Jacoob de Haan a Novaro, da Doddridge a Shostakovic. Una grande attenzione all’esecuzione ed alla ricerca di suoni raffinati ha caratterizzato lo spettacolo. Una Banda che si è formata nel febbraio del 2006, per volontà del maggiore Mario Moriconi, prendendo il nome dai due ufficiali della Croce Rossa caduti il 24 marzo del 1944 nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. "E' un lavoro eccezionale quello che fanno questi musicisti -ha detto il Colonnello Gianfranco Fedele- e il fatto che siano volontari di Croce Rossa rende tutto ancora più prezioso. Come se non bastasse, sono bravissimi". Molti concerti importanti alle spalle, una grande dedizione e preparazione musicale e i sette principi fondamentali della Croce Rossa (umanità, unità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato e universalità) trasformati in musica. Potrete trovare il servizio a cura di Emma Moriconi, nella sezione video del nostro portale Carola Parisi 10 Giovedì 13 dicembre 2012 Dall’Italia Nuovo capitolo dello scontro istituzionale tra politica e magistratura tarantina che non concede il dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati Ilva, il gip “licenzia” quattromila persone Dura la reazione dell’azienda che minaccia la chiusura di altri stabilimenti in Italia e all’estero con ulteriori ricadute occupazionali. Il Ministro dell’Ambiente Clini corre ai ripari con un emendamento al decreto già presentato e critica duramente l’operato dei giudici o scontro tra politica e magistratura continua, con al centro sempre lo stabilimento Ilva di Taranto. Da ieri infatti circa 1.400 dipendenti dei Riva saranno senza lavoro. Ad annunciarlo una nota diffusa in mattinata dalla stessa azienda, in cui si legge testualmente che “da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro”. La decisione è legata al rifiuto da parte del Gip, Patrizia Todisco, al dissequestro dei prodotti giacenti sulle banchine, poiché “il decreto non è applicabile a quanto prodotto prima dell’entrata in vigore dello stesso, la legge non si applica in maniera retroattiva”. Il numero dei lavoratori che saranno oggetto del taglio del personale, si andrà a sommare ai già 1.200 dipendenti attualmente in cassa Integrazione. La nota dell’azienda prosegue in tono minaccioso, con un altro annuncio poco rassicurante. L'Ilva infatti, comunica che, in conseguenza L dell’impossibilità di recuperare profitti con la vendita dei prodotti in giacenza, “si fermeranno a catena gli impianti di Novi Ligure, Genova Racconigi e Salerno, dell'Hellenic Steel di Salonicco, della Tunisacier di Tunisi e di diversi stabilimenti presenti in Francia”. Con un ulteriore risvolto sul piano occupazionale. Si calcola una perdita nell’ordine delle 2.500 unità di lavoro tra gli altri stabilimenti. Come afferma testualmente l’azienda nel prosieguo della nota: “tutto ciò comporterà, in attesa di ricostituire la scorta minima per la ripresa dei processi produttivi, una ricaduta occupazionale che coinvolgerà un totale di circa 2.500 addetti”. Le ripercussioni maggiori, sottolinea l’azienda, si avranno a Genova e Novi Ligure dove nell’arco di pochi giorni da oggi (ieri nda), saranno coinvolte circa 1.500 persone (1.000 su Genova e 500 su Novi Ligure)”. Questa tragica prospettiva ha indotto il Ministro Clini a correre subito ai ripari con un emendamento al decreto già emanato per salvare il colosso siderurgico italiano. Il titolare del dicastero dell’Ambiente ha duramente criticato la decisione del Gip di Taranto di non concedere il dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati dell’azienda dei Riva, “la magistratura, ha spiegato Clini, ha preso atto che c’è stata INVIATO IERI DOPO L’UDIENZA DEL MERCOLEDÌ Il primo twitter del Papa Il Pontefice ha subito risposto a tre “messaggini”. Per Ratzinger già un milione di follower Cari amici, sono lieto di entrare in contatto con voi attraverso Twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Benedico tutti voi dal profondo del cuore”. E' questo il testo del primo tweet del Papa che Benedetto XVI ha inviato ieri al termine dell'udienza generale. Proprio mentre il Papa inviava il suo primo tweet, l'account "@Pontifex" ha superato il milione di follower, con le adesioni nelle otto lingue. Il primo tweet cliccato dal Papa è stato un saluto alla comunita' del social network. Nel corso della stessa giornata di mercoledì 12 dicembre, Benedetto XVI, come spiega la Sala stampa della Santa Sede, ha risposto via twitter a tre diverse domande che sono state scelte fra quelle inviate e che arrivano da tre diversi continenti. Nell'invio del primo tweet il Pontefice e' stato assistito da Thaddeus Jones, del Pontificio consiglio “ per le comunicazioni sociali e da Claire DiazOrtiz, di Twitter. Erano presenti anche due studenti della Villanova University che lavorano attualmente preso il Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, Mika Rabb e Andrew Jadick e la giornalista messicana Katia Lopez -Hodoyan. Il tweet in italiano è arrivato con 8 minuti di ritardo sulla versione inglese. Però i follower italiani non hanno ancora raggiunto i 100 mila (sono 93.855 mentre in lingua inglese sono gia' 664.566). “Come possiamo vivere meglio l`Anno della fede nel nostro quotidiano?". Questa la prima domanda al quale il Papa ha risposto via Twitter con un secondo tweet: "Dialoga con Gesù nella preghiera, ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra Gesù presente in chi ha bisogno". Igor Traboni continuazione nella produzione dello stabilimento, questa ha come risultato i prodotti finiti. Quindi non è coerente con il decreto il blocco dei prodotti finiti”. E per far fronte a questa nuova emergenza il Ministro si è precipitato ieri alla Camera con un emendamento al decreto SalvaIlva, il cui obiettivo è quello di permettere la commercializzazione dei prodotti, compresi quelli realizzati prima dell’entrata in vigore del provvedimento del Governo. Nel testo presentato si legge che: “A decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto, la società Ilva spa di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell'impresa ed è in ogni caso autorizzata, nei limiti consentiti dal provvedimento alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all'entrata in vigore del presente decreto”. L'azienda fa sapere che comunque “ricorrerà al Tribunale del Riesame contro il provvedimento” del Gip Todisco. “L'Ilva ha prescrizioni severe in materia ambientale. In cambio deve essere assicurata continuità produttiva che non può prescindere dalla vendita dei prodotti finiti” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini sul caso. “Riconosco alla magistratura il merito di aver messo in luce una problematica acuta. Ma con l’Aia del 26 ottobre, l’azienda deve rispettare prescrizioni ambientali severe che garantiscono la tutela dell’ambiente e in cambio deve essere assicurata la continuità produttiva”. Di diverso avviso l'Anm, secondo cui “la magistratura non può fare ragionamenti di convenienza” che “non le spettano”. Il mancato provvedimento di dissequestro dei prodotti finiti, quindi, è “giustificato anche alla luce dell’emendamento che il governo si appresta a presentare”. Bisogna comunque “dare merito alla magistratura di aver fatto diventare l'Ilva un caso nazionale”. Salvatore Filippelli A L L E R TA M E T E O S U T U T T O L O S T I V A L E Aspettando ‘Giunone’ Freddo e pioggia non lasciano tregua: sarà un’altra settimana da battere i denti uove previsioni del tempo per l’Italia: dopo ‘Attila’ a far battere i denti agli italiani ci penserà ‘Giunone’. Da venerdì al Nord con nubi diffuse e compatte nella mattinata e precipitazioni sparse ancora in forma nevosa fino a quote di pianura su Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna occidentale e veneto occidentale, ma con quota della neve in progressivo innalzamento. Nella notte e nelle prime ore del giorno persiste il rischio gelate in Veneto e in Emilia Romagna orientale. Dal pomeriggio invece tendenza a temporanea cessazione delle precipitazioni sulle aree pianeggianti del Piemonte, con persistenza della neve invece in area alpina e sub-alpina. Per quanto riguarda il Centro e la Sardegna ci sarà un cielo parzialmente nuvoloso sull’isola, ma con nuovi annuvolamenti in arrivo nel corso del pomeriggio. Qualche schiarita su bassa Toscana, alto Lazio e Umbria, con nubi che invece al mattino insisteranno sul resto del centro portando ancora delle piogge sparse e qualche isolato rovescio o temporale. Tendenziale miglioramento nel corso della mattinata, ma con nuove nubi in arrivo già nel corso del pomeriggio. N Anche il Sud e la Sicilia non sfuggiranno a questa nuova ondata di maltempo: molte nubi e piogge diffuse su gran parte del meridione, con temporali sulle coste della Campania e sui versanti ionici di Sicilia, Calabria e Puglia. Schiarite in arrivo da metà giornata sulla Sicilia e sul resto del sud nel corso del pomeriggio, ma con nuove velature che si affacceranno su Campania e Molise nella serata. Temperature: minime e massime in aumento su tutte le regioni, con l'eccezione della pianura padana, dove l'aumento delle minime sara' piuttosto limitato e le massime non subiranno variazioni significative. I venti saranno deboli in Pianura Padana e sulle zone alpine. Moderati invece sulla Liguria e su tutte le rimanenti regioni, con rinforzi sulla Puglia e, per fine giornata, anche sulla Toscana. Un weekend ‘coi fiocchi’ è quello che si prospetta per gli italiani che dovranno quindi far fronte a maltempo diffuso sia per quanto riguarda sabato che domenica. Molte nubi e molta pioggia al nord e sulle regioni tirreniche, in estensione a quelle adriatiche nella seconda parte della giornata. F.Ce. 11 Giovedì 13 dicembre 2012 Cinema Il film THE MAN NOBODY KNEW di Carl Colby Francia - 2011 - 105’ Con Donald Rumsfeld, Bob Woodward, Edward Luttwak, Barbara Colby ’uomo che nessuno conosceva era William Egan Colby: nessuno, compresi i suoi famigliari. Colby nasce nel Minnesota nel 1920; durante la seconda guerra mondiale è arruolato nell’artiglieria, anche se lui voleva essere un paracadutista. L’occasione per gettarsi da un aereo gli arriva quando la sua domanda di entrare nell’OSS, il servizio segreto americano antesignano della CIA, viene accettata. Colby si distingue in alcune pericolose operazioni in Norvegia e Francia, che gli fanno guadagnare la Silver Star. Finita la guerra con la divisa militare, per Colby inizia quella in giacca e cravatta, senza disdegnare il papillon, nelle fila dell’intelligence. Fa appena in tempo a sposare Barbara Heinzen e a mettere al mondo i primi figli (ne avrà in tutto cinque), che viene inviato a Roma. Lui si trasferisce in Italia con la famiglia e ci resta per tutti gli anni Cinquanta. Barbara ricorda ancora quel periodo come uno dei più felici, i più belli: i Colby erano vicini di casa dei De Gasperi e vivere nella città del Papa, per loro che erano cattolici, sembrava la realizzazione di un sogno. Colby aveva l’incarico di supportare l’ambasciatrice Claire Luce la quale, come ricorda Luttwak, non era ritenuta sufficientemente all’altezza del suo compito, cioè quello di vigilare che l’Italia non cadesse in mano L comunista. A questo aveva già provveduto Colby durante le elezioni del 1948 quando, tramite lui, gli Stati Uniti aiutarono De Gasperi a vincere il duello con Togliatti. Il compito non era facile, come raccontano gli ex addetti CIA di via Veneto Thomas McCoy e Hugh Montgomery, visto che inizialmente i fondi USA dati alla DC ammontavano a circa sei milioni di dollari, contro i quaranta che l’URSS aveva elargito al PCI, tanto da far dire all’ex generale del KGB Oleg Kalugin che a Mosca erano certi della vittoria del PCI. Più o meno conferma la stessa cosa Corrado Cantatore, ex agente del SISMI, il quale menziona il denaro speso dal Vaticano tramite un cardinale americano. Nel 1959 Colby viene inviato in Vietnam del sud con l’incarico di aiutare il presidente Diem a organizzare una resistenza contro il nord. La sua permanenza nel sud est asiatico durò tre anni, poi quando fu nominato responsabile CIA per quella zona, dovette seguire l’incarico dalla sua scrivania di Langley, anche se numerosi furono i suoi viaggi a Saigon. Nulla potette contro il colpo di stato che Lodge, l’ambasciatore americano a Saigon, organizzò contro Diem in cui rimasero uccisi quest’ultimo e suo fratello. Colby seguì l’escalation militare statunitense in Vietnam, fu coinvolto nel controverso programma Phoenix che prevedeva l’uso dell’intelligence per combat- tere il nemico rosso, solo che molto spesso si superarono i confini delle più elementari norme che regolano, o dovrebbero regolare, una guerra. Torture ed esecuzioni sommarie, magari più da parte dei vietnamiti alleati che dagli stessi americani, non si contarono. Quando alcuni anni più tardi molti funzionari CIA furono interrogati dalle commissioni Church e Pike proprio su quanto accaduto in Vietnam, e più in generale sulle operazioni degli ultimi quindici anni (1960-1975), si inserisce l’interessante testimonianza di padre John Langan, sacerdote cattolico, che cerca di dare una spiegazione al concetto di “fine necessario, fine supremo” e, ancora di più, a quello di dover dire sempre la verità. Nel settembre 1973, una settimana prima del golpe di Pinochet, Colby diventa capo della CIA e ci resta fino alla fine del 1975. Durante la cerimonia del passaggio di consegne che avvenne nel gennaio 1976, dopo aver stretto la mano al suo successore George Bush Sr., Colby si avvia solo al volante della sua automobile verso casa. Nel 1984 divorzia da Barbara per risposarsi poco dopo con una deputata del partito democratico di quasi venticinque anni più giovane di lui. Il 27 aprile 1996 è l’ultimo giorno che viene visto da qualcuno. Il giorno dopo venne ritrovata la sua canoa sulle rive del Potomac, in zona Cobb Island. Questo interessante documentario appena passato al Noir in Festival di Courmayeur, ha come sottotitolo “In search of my father CIA spymaster William Colby”. Infatti suo figlio Carl, regista e voce narrante, ricorda più volte il suo smarrimento di fronte all’interrogativo chi sia stato veramente suo padre, se ha mai amato qualcuno, comprese le sue mogli e i suoi figli, perché sempre dedito alla sua vera e unica passione: la guerra. Carl lo descrive come un guerriero, e poco importa che per quasi tutta la vita abbia indossato abiti civili. Carl ricorda che il padre non aveva veri amici, amava vivere nel- l’ombra, non aveva manie di protagonismo; forte era il suo senso del dovere, senso che aveva trasmesso a tutta la famiglia. In casa sapeva essere buono, ma anche severo: quando era arrabbiato con i figli, li chiamava “amici” e, con una punta di sincera commozione, Carl ricorda che il padre credeva nell’utilità delle punizioni corporali. Sempre attento alla forma fisica, fu proprio nel periodo di massimo potere che in Colby iniziò a rompersi qualcosa dentro: infatti fra il ’73 e il’76 Colby perdette una figlia e dovette subire vari interrogatori delle commissioni Church e Pike (in un anno ne ebbe 32), vedendo continuamente il suo nome legato a qualsiasi nefandezza accaduta nel mondo, dove ci poteva essere l’ombra americana su quegli avvenimenti. Sono numerose le testimonianze presenti nel documentario: oltre a quelle citate, vanno segnalate almeno quelle di Brent Scowcroft, Zbigniew Brzezinski, James Schlesinger e Robert McFarlane; in più, fra le tante fonti, distinguiamo i nomi di Maria Romana De Gasperi, Niccolò Pollari e Francesco Cossiga. A proposito della morte di Colby, suo figlio esclude l’ipotesi dell’omicidio; quanto al referto ufficiale dell’autopsia, che parla di annegamento causato da un precedente infarto, Carl ricorda che, due settimane prima di morire, il padre lo aveva chiamato chiedendogli perdono per non aver fatto il necessario per salvare la vita di sua sorella: nel portafoglio trovarono anche una sua foto. Per Carl, suo padre era semplicemente stanco di vivere, tutto qua. La famiglia non accolse il desiderio di Colby di avere le proprie ceneri sparse per il vento: avevano bisogno di lui, fosse pure da morto, così da tenerlo definitivamente con loro. Fu sepolto nel cimitero di Arlington. La data ufficiale della sua morte è quella del 27 aprile, ma sulla lapide è riportata quella del 6 maggio. Forse è l’ultimo mistero della vita dell’uomo che nessuno conosceva. Nicola Palumbo PROSSIMAMENTE NELLE SALE ITALIANE “Les Misérable”, un musikolossal dal vivo opo l’Oscar dello scorso anno per D “Il discorso del re”, Tom Hooper, quarantenne regista inglese torna sugli schermi con un attesissimo kolossal in musica. Les Misérables, un film tratto dall’omonimo spettacolo di Broadway, è pieno zeppo di grandi star hollywoodiane. Stavolta non solo impegnate nella recitazione, ma anche nel canto. Dopo l’anteprima del 6 dicembre scorso a Londra, la pellicola uscirà a Natale negli Stati Uniti, per arrivare in Italia il 31 gennaio. Ispirato al grande romanzo di Victor Hugo ed ambientato nella Parigi della Restaurazione, Les Misérables è un'opera di due ore e mezza che convince. La sfida più grande è stata, per la prima volta, far cantare tutti gli interpreti in presa diretta e senza stacchi di inquadratura. “Era fondamentale catturare quel momento di sofferenza e canto”- commenta il regista –“ lavorare in playback avrebbe significato inseguire un momento, un'emozione che era già passata e lontana". Una splendida protagonista, Anne Hathaway nei panni di Fantine. Un’operaia ragazza madre, costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosetta. Un ruolo commuovente ed intenso, che a quanto si dice, le avrebbe fatto ipotecare l’Oscar come miglior attrice protagonista. Dimagrita undici chili per le riprese, ha scelto di farsi tagliare davvero i capelli, che Fantine, nella storia, vende. "L'ho interpretata con tutta la rabbia che avevo nei confronti di una società che costringe all'inferno una donna dal cuore generoso come lei" commenta l'attrice, che ha fatto molte ricerche sulla condizione femminile nella Francia di centocinquant'anni fa. Amanda Seyfried, invece, interpreta Cosetta: “La performance live ha costretto tutto il cast a mesi e mesi di esercizi e vocalizzi, in confronto ‘Mamma mia!’ è stato una passeggiata.” Voci dal vivo, una storia intensa e commuovente, un regista pluripremiato ed un successo assicurato. Carola Parisi 12 Giovedì 13 dicembre 2012 Tecnologia Con la fine del Governo Monti a rischio il processo di digitalizzazione del paese S.O.S Italia: …aiuto non avrò più internet! A fronte della nuova situazione politica l’unica emergenza sembra essere quella digitale l Governo tecnico cade e il primo allarme che viene spontaneo dare è quello relativo a un bene ‘primario’: internet. Ironia? No. E’ davvero il tam tam che opinione pubblica e sostenitori montiani lanciano sul rischio mandare a gambe all'aria un anno di lavoro che reso l'Italia un Paese più digitale. La banda larga per tutti, pagare le multe su internet o diffondere e-book nelle scuole: queste alcune conquiste in cantiere nel decreto Crescita 2.0, asse portante dell'Agenda digitale italiana. Un insieme di norme di sicura importanza per la crescita non solo intellettuale, ma anche economica dello stivale che a onor del vero avrebbe però da affrontare ben altri problemi. Ma il Parlamento è stato messo in subbuglio per ottenere prima del 18 dicembre (data X per I non far decadere la norma) il via libera per trasformare il decreto in legge. La digitalizzazione montiana ha di certo riscosso molto successo anche a livello europeo tanto che la rappresentante della Commissione Neelie Kroes ha twittato il suo apprezzamento per l’iniziativa incitando lo sforzo di tutti a portarla a termine il prima possibile. Certo un risparmio calcolato di 200 euro l’anno grazie al nuovo pacchetto di riforme non passerebbero inosservate nel già disastroso bilancio delle famiglie italiane, che di certo però preferiscono aver risposte più celeri e immediate su quello che riguarda temi come lavoro, occupazione e sanità. "Sarebbe gravissimo se il decreto saltasse: significherebbe perdere un anno sulla via del digitale e già siamo in forte ritardo con il resto d'Europa", commenta Francesco Sacco, direttore di EntER-Bocconi ,che aggiung- è vero, si poteva fare di più con questa legge. Per esempio, gli incentivi all'e-commerce sarebbero necessari per la nostra economia. Ma ora bisogna tutelare quanto già nel testo e che è comunque importante per rilanciare la produttività del nostro tessuto industriale e tagliare i costi della pubblica amministrazione”. Certo, il processo di digitalizzazione diventa una priorità per il paese nel momento in cui si impone una piattaforma unica per l'Anagrafe nazionale o l’obbligo per le Pa ad accettare pagamenti elettronici entro giugno 2013 e ancora per i negozi, entro gennaio 2014. E i famosi e-book che fine farebbero?Un tempo si narrava che le scuole dovessero adottare solo libri digitali o ibridi entro l'anno scolastico 2014-2015: oggi questo termine è stato spo- stato di un anno con un emendamento del Senato (prima era il 2013-2014). C’è poi una nuova poltrona da occupare ed è quella del nuovo direttore dell’Agenzia digitale ita- liana che già da tempi è stata assegnata ad Agostino Ragosa(ex poste italiane), designato dal Consiglio dei ministri a fine ottobre, ma che ancora non può legiferare per colpa dei soliti ritardi burocratici che di digitale non hanno proprio nulla se non quelli di essere intrinsechi alla politica italiana. Francesca Ceccarelli NUOVI MEZZI, NUOVE PAURE Bellezza 2.0 Nomofobia, così si chiama la dipendenza da smartphone Un social network a portata di bisturi Ne soffre il 66% della popolazione secondo uno studio britannico. In aumento del 13% rispetto a 4 anni fa L gni era ha le sue paure. L’ansia di perdere le chiavi di casa, il portafogli? Passata. La televisione non funziona? Non è più un problema. Il nuovo vero terrore contemporaneo è la cosiddetta ‘Nomofobia’. È la paura di restare senza collegamento internet (no mobile) e senza il proprio smarthphone. Il 70% delle donne e il 61% degli uomini, secondo la ricerca britannica di Securenvoy, sono terrorizzati all’idea di restare fuori dal mondo del web. AfflittoUn microcosmo fatto di contatti, social network, mail, fotografie, video ed informazioni personalissime. Sempre più spesso in metropolitana, nei luoghi affollati o nelle situazioni di attesa c’è non riesce a stare senza controllare il proprio cellulare, anche solo per pochi minuti, o addirittura secondi. Un vero e proprio tic moderno. Se prima erano considerati solo degli atteggiamenti ora viene riconosciuta una reale patologia per questi comportamenti: avere paura di danneggiare o smarrire il telefono, di restare senza batteria o credito per connettersi alla rete. Come riconoscere un no- O mofobico? Innanzitutto non si stacca mai dal suo smarthphone, lo utilizza in ogni contesto senza preoccuparsi di dov’è e con chi. Lo porta ovunque anche in bagno. Generalmente chi sviluppa questa dipendenza, è giovane: Securenvoy localizza un 77% dei nomofobici tra i 18 e i 24 anni e un 68% subito dopo, nell'età tra i 25 e i 34. Nonostante possa sembrare un problema di poco rilevante, si tratta, in realtà, di una questione sociale rilevante. In Corea del Sud, il governo stima che la smartphone addiction (dipendenza da smarthphone) coinvolga 2,55 milioni di persone, attaccate in modo ossessivo ai propri cellulari per oltre otto ore al giorno. Tra i centri specializzati per la riabilitazione a Newport in California c'è il Morningside Recovery Center, un polo per le dipendenze digitali che registra un boom delle casistiche. In linea con quanto rilevano sondaggi e indagini, tra cui quella di Time, in cui si rileva consistenza di dati con altre ricerche, e un dato curioso: il 50% del campione ammette di dormire tenendo nel letto un cellulare. E chissà quanti altri lo fanno. Carola Parisi Un sito web interamente dedicato a chi vuole farsi più bella: un mix di forum, consigli e pareri di specialisti a nuova frontiera della bellezza? ‘Beauty advisor’, un nuovo trend nato sul web totalmente dedicato alla cura di sé e ai ritocchi estetici. Acido jaluronico, blefaroplastica o glytone, tutti termini con cui gli avventori del sito impareranno a confrontarsi senza battere ciglio. Solo poche settimane fa è nato il portale online ‘WiBeauty.it’, un contenitore a portata di click per tutte le donne (e perché no anche gli uomini) che in cerca di consigli di bellezza possono orientarsi nel mondo dell’estetica. Forum per scambiarsi opinioni ed esperienze consigli di professionisti accreditati: tutto questo per andare incontro alle esigenze di utenti in cerca della massima soddisfazione sia davanti lo schermo del pc che davanti lo specchio. Un successo annunciato quello di WiBeauty che si avvale comunque di esperti pronti a raccogliere dubbi e perplessità di donne e uomini sull’orlo di una crisi …di rughe e non solo: nella top ten dei trattamenti più apprezzati ci sono il filler, il laserfraxel e la blefaroplastica. E ancora presenti sul sito diverse sezioni ad hoc: dall’angolo gossip e statistiche al ‘chiedi al medico’, dai consigli per chi vuole copiare le star del jetset internazionale a semplici consigli per combattere le vecchie e ostinate zampe di gallina che nessun click è riuscito ancora a debellare. Più belli ai tempi della crisi? Ci pensa Internet a farci sembrare le più belle del reame. F.Ce. Novità L’ultima frontiera della tecnologia: in arrivo il Galaxy S IV La multinazionale Samsung prepara il lancio del cellulare entro aprile 2013 S i chiama Galaxy S IV ed è pronto a conquistare i mercati di mezzo mondo. Si tratta dell’ultimo gioiello della Samsung, azienda leader nel settore della telefonia. Un altro incentivo per il panorama degli smartphone in continua crescita sia sul piano della progettazione che degli introiti: un’occasione che la casa coreana di certo non può lasciarsi sfuggire rispondendo invece con il lancio di una nuova gamma della famiglia Galaxy S( serie IV, nome in codice “Project J”) entro aprile 2013. Un nuovo apparecchio che mostra non poche peculiarità: da uno schermo infrangibile( da 5 pollici di diagonale e a tecnologia Amoled) a uno speciale sistema di ricarica wireless, da una fotocamera da 13 megapixel alla piattaforma Android Jelly Bean versione 4.2. Un altro acerrimo concorrente si prepara a sfidare quindi la mela più famosa del mondo con un nuovo prodotto che va ad alimentare un settore come quello degli smartphone totalmente estraneo alla crisi: infatti sono circa 720 milioni gli apparecchi circolanti al momento , un numero in continua crescita che mostra un trend di crescita del 45% solo rispetto allo scorso anno. Stando agli ultimi dati poi Android si conferma il sistema operativo più accreditato a livello mondiale: con una quota del 68,3% contro il 18,8% rispetto alla Apple iOs. Blackberry e Windows Phone invece si dividono il resto della torta rispettivamente con il 4,8% e il 2,6% delle vendite globali. Anche se si guarda al futuro le aspettative sembrano rispecchiare lo stato attuale: i telefoni con Android copriranno il 63,8% delle vendite e quelli con iOS il 19,1% del totale. F.Ce.