Questo disco è iniziato nel 2009 ed è stato finito
di registrare nel mese di marzo dell’anno 2013.
Un bell’applauso.
Prodotto e registrato da Samuele Dessì
in un sacco di posti, ma in particolare...
Sgroove Home Studio, Capoterra (Ca)
Sub-Marino Studio, Poggio dei Pini - Capoterra (Ca)
Impatto, Bologna* Teatro di Serrenti, Serrenti (Ca)**
Sonusville, Siliqua (Ca)***
Fonici aggiuntivi:
* Marco Borsatti
** Jacopo Vannini
*** Paolo Cabriolu
Mix e Mastering: Marco Borsatti e Samuele Dessì
Illustrazioni: Bruno Olivieri
Progetto grafico: Studio grafico L’ogonek
Grazie a:
Celso Valli: la tua grande ospitalità è stata pari
solo alla tua ospitata.
Chiara Figus: potremmo dirti tante cose per la
tua splendida interpretazione, ma te ne diciamo
solo tre: ci vuoi sposare?
Grazie anche a:
Paola Pilia, Paolo Cabriolu, Francesca Dessì,
Riccardo Erba, Raffaella Ilari, Marco Borsatti,
MaryVì, Fabio Ortu, Stefano Marras, Lino Desogus,
Luca Becciu, Daniel Cau, Mirko Sanna,
Saverio Uccheddu, William Cuccu.
E grazie pure ai tanti amici
(siete moltissimi per essere nominati)
… e anche ai nemici (siete pochissimi, ma col
c**** che vi citiamo nel disco).
L’Armeria Dei Briganti:
Renzo Cugis: voce e chitarra manouche
Samuele Dessì: chitarre elettriche, acustiche e
manouche, ukulele, melodica, tastiere e cori
Andrea Murru: chitarra manouche e classica,
mandolino e cori
Stefano Piras: chitarra manouche e cori
Andrea Lai: contrabbasso, basso e cori
Diego Deiana: violino, fisarmonica e cori
Mario Marino: batteria, percussioni e cori
A questo disco hanno partecipato anche:
Chiara Figus: voce su
“L’Uomo Montato Al Contrario”
Celso Valli: pianoforte su
“L’Uomo Montato Al Contrario”
Riccardo Erba: tromba e flicorno su “La Bomba CH”
e tromba su “Ok Se Te Ne Vai”
Daniel Cau: fagotto su “La Bomba CH” e “Il Cane”
e duduk su “L’Uomo Montato Al Contrario”
MaryVì: cori su “Il Cane” e “Quando Ti Sei Sposata”
Produzione esecutiva:
Associazione Culturale Musicale L’Osteria Sonora
Via Vittorio Emanuele 35, Capoterra (Ca)
[email protected]
Contatti:
www.armeriadeibriganti.it
[email protected]
Quando Ti Sei Sposata
Quando ti sei sposata
Giuro che ho provato un grandissimo dolore
Bianca, tutta velata
A nascondere un sorriso lieto e ammaliatore
Stravo li a guardarmi quella scena con lo strazio
Di chi non può far più niente per fermare il rito
“Scusi Vostro Onore io mi oppongo a quest’oltraggio”
Ma per dirlo mi mancò il coraggio
Quando ti sei giurata,
Un amore eterno in vacanza e in ambulanza
Morta la mia speranza,
Dopo aver sentito simile chiaroveggenza
Bella e ridondante sull’altare con quel tipo
Che non riconosco eppure ha un’aria familiare
Quando hai infilzato quell’anello su quel dito
Giuro che ho sofferto come un animale.
Perché quel dito era il mio!
Brutta maledetta mi hai fregato
Dicevi io non credo in Dio
Guarda invece dove mi hai portato
Perché quel dito era il mio!
Guardami come m’hanno vestito
Sembro invitato a un matrimonio
Invece io sono il marito
Tutti a mangiare a sbafo,
Gente a cui non avrei manco detto un solo “ciao”
Mamme coi lucciconi,
Ma l’unico che piange veramente sono io.
C’è chi canta e balla e chi si annoia da morire.
Sto con i secondi perché sono solidale
A chi si diverte vorrei tanto ricambiare
Andando presto al suo funerale
Perché quel dito era il mio!
Brutta maledetta mi hai fregato
Dicevi io non credo in Dio
Guarda invece dove mi hai portato
Perché quel dito era il mio!
Guardami come m’hanno vestito
Sembro invitato a un matrimonio
Ma sono qui a fare il marito
Perché lo sposo sono io
Spiegami che male t’ho mai fatto
Dicevi io non credo in Dio
Guarda invece dove mi hai portato
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis, Samuele Dessì
Lo Specchio
Odio lo specchio non mente quello la
La rima in “vecchio” è la prima delle verità
Chiedo clemenza o un cenno di pietà
La minima indulgenza, un po’ di carità
Ma niente, il fetente non cede d’un niente
Lo guardo e sai che fa? Riflette mio papà.
E senza indugi svela il capo incanutito
Le rughe con il grigio: binomio garantito
Vorrei spiegargli che però così non fa
Che ad essere sincero poi si frantumerà
Lui smonta il mio ego, con grande sussiego
Gli chiedo ripiego eppure gli spiego:
Io sono bellissimo, son giovane
e freschissimo, sono muscolosissimo
Sono invulnerabile al tempo inalterabile
sono indeteriorabile
Ci son dei giorni che non ci salutiamo
Alcuni peggio ancora: neppure ci guardiamo
Ma uno di questi lo prendo alla cornice
La manderò in cantina, vediamo un po’ quel
che dice
E adesso fellone, mio bravo spione
Tu prova un po’ a negarmi la mia allucinazione:
Io sono bellissimo, sono giovane
e freschissimo sono muscolosissimo
Sono invulnerabile al tempo inalterabile
sono indeteriorabile
Io sono bellissimo, sono giovane
e freschissimo, sono muscolosissimo
Io sono fighissimo!
Ho il ciuffo biondo e fulgido
Ho l’occhio vispo e languido
lo sguardo penetrante
Il corpo sodo e aitante
E a culo quel che dice lui!
Per qualche anno è stato a casa mia,
Come un lontano parente
Come una suocera una bis-prozia
Un guardiano fedele, presenza costante
Però il mio cane aveva un non so che,
Che lo rendeva diverso.
Non era mio ma era padrone di se,
Era un cane fedele al suo essere, non come me.
Made In CuCina
La Bomba CH
Sono nato in casa a fianco al frigo
Senza ostetrica né medico
E la levatrice, un’allevatrice, sulla lavatrice mi lavò
Poi la levatrice, quell’allevatrice, con un canovaccio
m’asciugò
Io sono un genio, sono un visionario,
io sono atomico come l’uranio
Sono furbo, sono scaltro e sveglio:
sono colto come un dizionario
L’idea che vi propongo, che vi espongo
e che vi spingo a considerare
È l’unica possibile alternativa all’ordigno nucleare
Ma un giorno se ne è andato,
Assieme a un cane sconosciuto
Annusandosi felici dove non ve lo ripeto
“Questo bimbo muore… oppure più non cresce!”
Caro il mio dottore: mi rincresce.
Sono ancora vivo, un caso pittoresco
Forse sono un nano gigantesco.
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis,
Stefano Piras, Samuele Dessì
Mi manca quel cane e spero per lui
Che non abbia trovato un padrone
Che senza confini, si goda finché ce la fa
Una vita da cani!
E quando medito che sto vivendo a credito
Mi limito a pensare a quello che
Sarebbe stato se poi ci azzeccava il medico
Che noia la mia vita senza me
Il Cane
Senza il rimorso neanche di un morso
Come è arrivato mi ha abbandonato
Non sono un dottore, eppure sono d.o.c.
Prodotto artigianale, fatto ad hoc
Voglio il marchio d.o.p., dopo di me stop
... sono un metallaro, nato pop
Avevo un cane, avreste dovuto vederlo
Era un cane normale
Incerta la razza, dubbio connubio
di pelo, di forma e di stazza.
E quando abbaiava, inutile dirgli di smettere
Non ti ascoltava
Il nome: mai dato. l’ho sempre chiamato cane
E si è sempre voltato
Dormiva in cuccia, inabile alla caccia
Mangiava avanzi saltava i pranzi.
Gli istinti canini, odiava secondo natura
I gatti e i postini
Per qualche anno è stato a casa mia,
Come un lontano parente
Come una suocera una bis-prozia:
Un guardiano fedele, presenza costante.
Mi aveva trovato, non ho mai capito perché
M’avesse adottato
Mi presi l’impiccio di dare un cortile per casa
A un estraneo meticcio
Un cane che evade
É come chi lascia alle spalle una vita banale
Per qualche anno è stato a casa mia,
Come un lontano parente
Come una suocera una bis-prozia
Un guardiano fedele, presenza costante
Però il mio cane aveva un non so che,
Che lo rendeva diverso.
Non era mio ma era padrone di se,
Era un cane fedele al suo essere, non come me.
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì
Bravi, avete indovinato, l’arrangiamento (ma
solo l’arrangiamento) è ispirato al brano di Gotye
“Somebody That I Used To Know”.
Ah... dimenticavamo, scrivete in un motore di
ricerca queste tre parole: Cane, Plagio e Gotye.
E poi, quando verrete a vederci in concerto, vi
raccontiamo una cosa.
E quando medito che sto vivendo a credito
Mi limito a pensare a quello che
Sarebbe stato se poi ci azzeccava il medico
Che noia la mia vita senza me
E quando morirò, dovesse capitare
Non voglio foto sul giornale
Ecco l’epitaffio, pronto all’evenienza:
“Il genio non l’amò, ma neppure la scemenza”
E quando medito che sto vivendo a credito
Mi limito a pensare a quello che
Sarebbe stato se poi ci azzeccava il medico
Che noia la mia vita senza me
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì
La soluzione è semplice e il rimedio
è senz’altro alquanto elementare
Se invece d’ammazzar, ci limitassimo
semplicemente a imbarazzare
L’idea all’apparenza può sembrare
certo perlomeno un po’ bislacca
Scusando il gioco di parole…
io sgancerei la bomba cacca
Manca il test preliminare, ora torno a lavorare.
Torno a lavorarci un po’, presto la collauderò
Immaginatevi un conflitto
tra potenze multimegamiliardiarie
Con le città sbriluccicanti di vetrine
e strade con le luminarie
Si ritrovassero coperte del prodotto interno lordo
primordiale
Che renda simile il palazzo in centro al casermone
popolare
Notabili, magnati, preti, netturbini,
imbruttiti ed imbrattati
Le figone e i calciatori,
chiusi nei privè tutti impiastricciati
Belli e brutti, ricchi e poveri
sommersi da un odor pestilenziale
Alla fine della guerra manco un morto,
solo un mondo da lavare
Torno a lavorarci un po’, presto la collauderò
Ma, mentre torno a casa,
ho dovuto attraversare un centro commerciale
Ho visto che la gente ha il carrello,
ma ci passa il tempo a passeggiare
Megaschermi con programmi in onda
fatti e visti da decerebrati
Telegiornali con notizie in nero e rosa
ottime per pervertiti
Mi sorge un dubbio atroce che mi smonterebbe
il lavoro di trent’anni
Poco dopo dubbio più non è,
ma è certezza che non cela inganni
Se la gente passa il tempo a crogiolarsi
e appassionarsi a quel pattume
La mia bomba non funziona…
l’uomo dalla merda è immune.
Tutto il tempo che ho passato qua
a studiare una bomba che non va
Ma l’esperienza che ho sulla popò
in politica io la riciclerò.
Titolo originale: “La Java Des Bombes Atomiques”
scritta da Boris Vian
Testo in italiano: Renzo Cugis
Non sai che...
Non sai che io ormai sono pazzo di te?
Ma non vedi quanto amore quanto amore c’è?
E non sai quanto male mi fai
A non ripararmi il cuore che si è ingrippato per te
Non ti vedi manco i piedi per l’abbondanza che hai
E se piove mi ripari, purtroppo è solo nei sogni miei.
Ecco perché io impazzisco ma tu…
Fosse mi quel lavoro li, quella coppia di Q
Ma poi cedi e ti siedi, di fronte a un metro da me
E nonostante... tu mi sfiori, ma ancora è un sogno
ed è un sogno perché.
Non sai che, io impazzisco per te?
Ma non vedi quanto amore quanto amore c’è?
E non sai, quanto male mi fai…
A non ripararmi il cuore che si è ingrippato per te
Testo e Musica: Renzo Cugis e Samuele Dessì
Musica liberamente ispirata al brano “Georgia on
my mind” di Hoagy Carmichael nella versione
strumentale di Django Reinhardt.
Sai Che C’è?
Chi ti racconta cose che non sa
E poi, se proprio devo dirlo c’è…
Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è?
C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè
Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è?
C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè
Chi è tutto d’un pezzo, un vero portento
Che piscia benzina e che caga cemento
E non va ai funerali che gli fa un brutto effetto
(mentre gli altri ci vanno per puro diletto)
Non mi piace la gente che detesta la gente
Che non tollera il mezzo: o sei tutto o sei niente
E non perde occasione per dare lezioni
Che pretende di farlo scrivendo canzoni
E sai chi non mi piace a me?
Chi dice d’esser quello che non è
Chi ti racconta cose che non sa
E poi, se proprio devo dirlo c’è…
Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è?
C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè
Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è?
C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè
Chi non fa niente per niente, chi non dice mai bugie
Chi ti ascolta ma non sente, chi non chiede mai…
non sente mai…
Non mi piace la gente che non vive la vita
E che gioca soltanto a battaglia finita
Chi invece la vive aspettando la morte
Chi la vuole tentare pagando la sorte
Ma alla fine la morale di questa storia
È che morale non ce n’è
È una questione di gusto… è soltanto un affare di pelle
Come quel tizio che si soffia il naso usando due piastrelle
A te non piace il caffè
E a me non piacciono quelli come te.
Chi si vanta di avere una nonna immortale
Un figlio geniale, una mamma speciale
Una moglie fedele, un cognato alcolista
Una suocera stronza, un cugino tronista
Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è?
C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè
Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è?
C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè
E sai chi non mi piace a me?
Chi dice d’esser quello che non è
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis, Samuele Dessì, Andrea Murru
Distinti Saluti
Egregio signore,
il sottoscrivente ancora lamenta il saldo ammancante e inoltre rammenta l’ammenda che aumenta
da euro 3.000 a 3.300. Son certo che non vorrà
procrastinare il debito rateo che sopra le pende,
da troppo si attende che venga versata sul conto
corrente la somma spettante e voglia gradire
distinti saluti e l’invito a porre immediato riparo
al fin di evitare la bega legale che mio malgrado
le intraprenderò.
Mio caro lei, io lo pagavo se solo potrei
Ma c’ho problemi che manco a un nemico glielo augurei:
Mio figlio che fa il manovale,
si è appena fatto patente e frontale
Ha perso il braccio
col nuovo tatuaggio tridimensionale
Egregio signore,
mi trovo costretto al rinnovo consueto del grave
difetto. É troppo che aspetto e non sembra corretto lasciare inevaso il pesante insoluto. Non è
più possibile attendere invano che ponga rimedio
al suo rosso conteggio che pure è ancor peggio di
quanto era stato citato nel nostro recente carteggio e aggiungo che presto la ingiungo al pignoro
immediato di qualche suo avere, sebbene, distinto
saluto, in attesa di un segno concreto che giunga
preciso e a dovere.
Caro dottore se avevo cosa da pignorare
Secondo lei non me l’ero venduta per poterlo pagare?
Mia figlia provetta estetista,
si è messa in testa di far la cubista
Ha messo debiti e prende lezioni da una professionista
Moglie e cinque figli a carico,
Due cognati e cani a seguito
Stanno ancora tutti quanti da me.
Lei non sa quel che mi mangiano,
Manco a dirlo quanto bevono
Grattano però non vincono mai.
Non è più possibile attendere invano che ponga
rimedio al suo rosso conteggio che pure è ancor
peggio di quanto era stato citato nel nostro recente carteggio e aggiungo che presto la ingiungo al
pignoro immediato di qualche suo avere, sebbene,
distinto saluto, in attesa di un segno concreto che
giunga preciso e a dovere.
Caro dottore se avevo cosa da pignorare
Secondo lei non me l’ero venduta per poterlo pagare?
Mia moglie con la testa non c’è,
non mi parla e non so neanche perché
Me lo vuole spiegare in TV a “C’è posta per te”
Moglie e cinque figli a carico,
Due cognati e cani a seguito
Stanno ancora tutti quanti da me.
Lei non sa quel che mi mangiano,
Manco a dirlo quanto bevono
Grattano però non vincono mai.
Morto il mio cognato inabile
Un dolore insopportabile
L’accompagnamento non mi danno più
Cerco soluzioni invano,
Ma son costretto al gesto insano:
A questo punto mi toccherà lavorar.
Testo: Renzo Cugis
Musica: Andrea Murru, Renzo Cugis, Samuele Dessì
Ok, Se Te Ne Vai…
Se adesso te ne vai, mi riempi di tristezza
non trovo le parole è troppa l’amarezza
Ok, se te ne vai, a me sembra un’ingiustizia,
ma visto che vai giù: “mi scendi” l’immondizia?”
Io sono certo un uomo che ha fatto molti sbagli,
ma lascia che ti aiuti, ti porto io i bagagli
Non posso sopportare quanto è triste il tuo faccino
Ma se pensi di tornare, passa prima al tabacchino.
Non posso immaginare la casa senza te
il vuoto li in cucina, sarà incolmabile
Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia,
ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?”
Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio
ma prima di lasciarmi mi rendi l’orologio?
Mi dici che è impossibile convivere con me:
Un tipo che scongela il pollo a mollo nel bidet.
Che usa carta igienica per assorbire il fritto.
Capisco le tue critiche ma pagami l’affitto
Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia,
ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?”
Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio
ma prima di lasciarmi mi rendi l’orologio?
Ferma… non roviniamo tutto quanto,
l’amore merita un bel pianto.
Appena fischia il primo tempo però
Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia,
ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?”
Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio
ma prima di lasciarmi mi rendi l’orologio?
Mi dici che è impossibile convivere con me:
Un tipo che scongela il pollo a mollo nel bidet.
Che usa carta igienica per assorbire il fritto.
Capisco le tue critiche ma pagami l’affitto
“Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia,
ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?”
Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio,
ma prima di lasciarmi, rendimi, tornami…
RITORNAMI lo Swatch
Titolo originale: “Ok Tu T’en Vas”, scritta da
Y. Jamait - Y. Jamait / F. Cogne / M. Descloitres
Adattamento del testo in Italiano: Renzo Cugis
Via Dell’Indecenza
Una scimmia va allo zoo guarda le scimmie e non capisce
Se la gabbia la separa o la contiene. le conviene
Non pensarci e limitarsi ad imitarsi e a consolarsi:
“Se ce l’hanno fatta loro… pensa me”
Una scimmia che ha ambizioni da gorilla,
Un’anguilla che si veste da serpente, un deficiente
Travestito da normale mica male, manco fosse carnevale,
Però qua non c’è più niente da scherzare
Mi piacerebbe pensare che a tutto c’è un limite
E che la frase fatta diventi affermazione
Visto che qualcuno ancora non lo sa
Al limite, chi supera il limite
Rimanga fermo un turno in via dell’indecenza
In quarantena fino a quando guarirà
All’appello non si manca, che sia a dritta che sia a manca
Qualsivoglia la domanda: la risposta sia supposta,
Al tapino che supino si prepara all’assunzione
È prono- farmaco e non pone opposizione
C’è chi mente e poi smentisce, c’è chi spiega e non capisce,
Chi ha la mira non colpisce. Adesso ci si approfondisce
Nel salotto aperto a tutti, si discute a suon di rutti.
L’argomento è “il vaccino per i brutti”
Mi piacerebbe pensare che a tutto c’è un limite
E che la frase fatta diventi affermazione
Visto che qualcuno ancora non lo sa
Al limite, chi supera il limite
Rimanga fermo un turno in via dell’indecenza
In quarantena fino a quando guarirà
Testo: Renzo Cugis
Musica: Andrea Murru, Renzo Cugis, Samuele Dessì
Il Nostro Camminare
Il nostro camminare è un indice sociale
Rivela esattamente ciò che sei
C’è chi ha il passo militare, chi invece da asociale
Ma c’è un passo che ti rende a tutti uguale
Quando pesti una merda cammini così
Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così
C’è il passo di chi ha fretta, il passo di chi è stanco
Il passo di chi non sa dove va
Suorine o passeggianti, tamarri od eleganti
Quando capita siam tutti claudicanti
Quando pesti una merda cammini così
Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così
Col sandalo da freak, con lo stivaletto chic
Se è una scarpa che respira sono guai
Qualunque direzione, qualsiasi l’intenzione
Di colpo non sai più che strada fai
Quando pesti una merda cammini così
Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così
Il nostro camminare potrebbe raccontare
Segreti che neanche tu li sai
La vita è un marciapiede che pullula di guai
Basta niente che cascare ci potrai
Diceva d’essere stato
raccolto nella spazzatura
Di avere un’immensa cultura
Ma ho i miei però
Quando pesti una merda cammini così
Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così
Diceva d’avere un segreto
Ignaro a tutti gli umani
D’aver incontrato i marziani
... e qui esagerò
Titolo originale: “Always Look On The Bright Side
Of Life” scritta da Eric Idle
Testo in italiano: Renzo Cugis
L’Amico Bugiardo
Avevo un amico bugiardo
Campione mondiale di balle
Diceva d’avere tre palle
E chi lo sa?
Diceva d’avere un gemello
Nascosto da sempre in cantina
D’avere una mamma aguzzina
Ma ho più di un ma!
Poi si offendeva a morte se non gli credevi
Giurava su di te che era tutta verità
Il mio amico era sincero
Un poeta, un genio
Non diceva frottole ma solo verità
Ma oggi a distanza di più di vent’anni
Ho realizzato che non mentiva mai.
Il mio amico era sincero
Un poeta, un genio
Non diceva frottole ma solo verità
Avevo un amico bugiardo.
Qualche giorno fa l’ho rincontrato
Dice d’essere guarito, che ha mentito che ha
capito e non si fa.
Poi m’ha lasciato, dice: devo proprio andare
Devo salvare l’intera umanità
Il mio amico era sincero
Un poeta, un genio
Non diceva frottole ma solo verità
Senza prosa e senza rime
Senza un doppio fine
Quel che raccontava era la sua realtà
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì
L’Uomo Montato Al Contrario
Sono montato al contrario. Sembro normale d’aspetto
Ma invece ho la schiena davanti e la pancia di dietro.
La punta dei piedi è alle spalle,
mentre la nuca è di fronte
Costretto a voltarmi per guardare il comune orizzonte
L’uomo montato al contrario sembrava normale d’aspetto
Ma aveva la schiena davanti e la pancia di dietro
La punta dei piedi alle spalle, aveva la nuca di fronte
Costretto a voltarsi guardando il comune orizzonte
Ciò che pareva corretto invece era opposto
Perfettamente contrario da sembrare a posto
Diversamente normale viveva una vita fasulla
Tutto reale, ma vero non c’era nulla
Per camminare in avanti tornava indietro
Celando agli altri e se stesso l’assurdo segreto
Quando sembrava ridere in realtà moriva dentro
Quando brillava era invece spento
E lentamente andava giù
Sempre un po’ più giù
Senza il conforto che gli atri lo vedessero strano
Malato aggravato dal fatto di sembrare sano
Quando sembrava ridere in realtà moriva dentro
Quando brillava era invece spento
E lentamente andava giù
Sempre un po’ più giù
Sono montato al contrario. Sembro normale d’aspetto
Invece ho la schiena davanti, ma questo è stato già detto.
Non ho niente da rivendicare, è andata così.
Non faccio nessuna denuncia
Però, quando mi addormenterò,
mettetemi disteso di pancia.
Testo: Renzo Cugis
Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì
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