Questo disco è iniziato nel 2009 ed è stato finito di registrare nel mese di marzo dell’anno 2013. Un bell’applauso. Prodotto e registrato da Samuele Dessì in un sacco di posti, ma in particolare... Sgroove Home Studio, Capoterra (Ca) Sub-Marino Studio, Poggio dei Pini - Capoterra (Ca) Impatto, Bologna* Teatro di Serrenti, Serrenti (Ca)** Sonusville, Siliqua (Ca)*** Fonici aggiuntivi: * Marco Borsatti ** Jacopo Vannini *** Paolo Cabriolu Mix e Mastering: Marco Borsatti e Samuele Dessì Illustrazioni: Bruno Olivieri Progetto grafico: Studio grafico L’ogonek Grazie a: Celso Valli: la tua grande ospitalità è stata pari solo alla tua ospitata. Chiara Figus: potremmo dirti tante cose per la tua splendida interpretazione, ma te ne diciamo solo tre: ci vuoi sposare? Grazie anche a: Paola Pilia, Paolo Cabriolu, Francesca Dessì, Riccardo Erba, Raffaella Ilari, Marco Borsatti, MaryVì, Fabio Ortu, Stefano Marras, Lino Desogus, Luca Becciu, Daniel Cau, Mirko Sanna, Saverio Uccheddu, William Cuccu. E grazie pure ai tanti amici (siete moltissimi per essere nominati) … e anche ai nemici (siete pochissimi, ma col c**** che vi citiamo nel disco). L’Armeria Dei Briganti: Renzo Cugis: voce e chitarra manouche Samuele Dessì: chitarre elettriche, acustiche e manouche, ukulele, melodica, tastiere e cori Andrea Murru: chitarra manouche e classica, mandolino e cori Stefano Piras: chitarra manouche e cori Andrea Lai: contrabbasso, basso e cori Diego Deiana: violino, fisarmonica e cori Mario Marino: batteria, percussioni e cori A questo disco hanno partecipato anche: Chiara Figus: voce su “L’Uomo Montato Al Contrario” Celso Valli: pianoforte su “L’Uomo Montato Al Contrario” Riccardo Erba: tromba e flicorno su “La Bomba CH” e tromba su “Ok Se Te Ne Vai” Daniel Cau: fagotto su “La Bomba CH” e “Il Cane” e duduk su “L’Uomo Montato Al Contrario” MaryVì: cori su “Il Cane” e “Quando Ti Sei Sposata” Produzione esecutiva: Associazione Culturale Musicale L’Osteria Sonora Via Vittorio Emanuele 35, Capoterra (Ca) [email protected] Contatti: www.armeriadeibriganti.it [email protected] Quando Ti Sei Sposata Quando ti sei sposata Giuro che ho provato un grandissimo dolore Bianca, tutta velata A nascondere un sorriso lieto e ammaliatore Stravo li a guardarmi quella scena con lo strazio Di chi non può far più niente per fermare il rito “Scusi Vostro Onore io mi oppongo a quest’oltraggio” Ma per dirlo mi mancò il coraggio Quando ti sei giurata, Un amore eterno in vacanza e in ambulanza Morta la mia speranza, Dopo aver sentito simile chiaroveggenza Bella e ridondante sull’altare con quel tipo Che non riconosco eppure ha un’aria familiare Quando hai infilzato quell’anello su quel dito Giuro che ho sofferto come un animale. Perché quel dito era il mio! Brutta maledetta mi hai fregato Dicevi io non credo in Dio Guarda invece dove mi hai portato Perché quel dito era il mio! Guardami come m’hanno vestito Sembro invitato a un matrimonio Invece io sono il marito Tutti a mangiare a sbafo, Gente a cui non avrei manco detto un solo “ciao” Mamme coi lucciconi, Ma l’unico che piange veramente sono io. C’è chi canta e balla e chi si annoia da morire. Sto con i secondi perché sono solidale A chi si diverte vorrei tanto ricambiare Andando presto al suo funerale Perché quel dito era il mio! Brutta maledetta mi hai fregato Dicevi io non credo in Dio Guarda invece dove mi hai portato Perché quel dito era il mio! Guardami come m’hanno vestito Sembro invitato a un matrimonio Ma sono qui a fare il marito Perché lo sposo sono io Spiegami che male t’ho mai fatto Dicevi io non credo in Dio Guarda invece dove mi hai portato Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Samuele Dessì Lo Specchio Odio lo specchio non mente quello la La rima in “vecchio” è la prima delle verità Chiedo clemenza o un cenno di pietà La minima indulgenza, un po’ di carità Ma niente, il fetente non cede d’un niente Lo guardo e sai che fa? Riflette mio papà. E senza indugi svela il capo incanutito Le rughe con il grigio: binomio garantito Vorrei spiegargli che però così non fa Che ad essere sincero poi si frantumerà Lui smonta il mio ego, con grande sussiego Gli chiedo ripiego eppure gli spiego: Io sono bellissimo, son giovane e freschissimo, sono muscolosissimo Sono invulnerabile al tempo inalterabile sono indeteriorabile Ci son dei giorni che non ci salutiamo Alcuni peggio ancora: neppure ci guardiamo Ma uno di questi lo prendo alla cornice La manderò in cantina, vediamo un po’ quel che dice E adesso fellone, mio bravo spione Tu prova un po’ a negarmi la mia allucinazione: Io sono bellissimo, sono giovane e freschissimo sono muscolosissimo Sono invulnerabile al tempo inalterabile sono indeteriorabile Io sono bellissimo, sono giovane e freschissimo, sono muscolosissimo Io sono fighissimo! Ho il ciuffo biondo e fulgido Ho l’occhio vispo e languido lo sguardo penetrante Il corpo sodo e aitante E a culo quel che dice lui! Per qualche anno è stato a casa mia, Come un lontano parente Come una suocera una bis-prozia Un guardiano fedele, presenza costante Però il mio cane aveva un non so che, Che lo rendeva diverso. Non era mio ma era padrone di se, Era un cane fedele al suo essere, non come me. Made In CuCina La Bomba CH Sono nato in casa a fianco al frigo Senza ostetrica né medico E la levatrice, un’allevatrice, sulla lavatrice mi lavò Poi la levatrice, quell’allevatrice, con un canovaccio m’asciugò Io sono un genio, sono un visionario, io sono atomico come l’uranio Sono furbo, sono scaltro e sveglio: sono colto come un dizionario L’idea che vi propongo, che vi espongo e che vi spingo a considerare È l’unica possibile alternativa all’ordigno nucleare Ma un giorno se ne è andato, Assieme a un cane sconosciuto Annusandosi felici dove non ve lo ripeto “Questo bimbo muore… oppure più non cresce!” Caro il mio dottore: mi rincresce. Sono ancora vivo, un caso pittoresco Forse sono un nano gigantesco. Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì Mi manca quel cane e spero per lui Che non abbia trovato un padrone Che senza confini, si goda finché ce la fa Una vita da cani! E quando medito che sto vivendo a credito Mi limito a pensare a quello che Sarebbe stato se poi ci azzeccava il medico Che noia la mia vita senza me Il Cane Senza il rimorso neanche di un morso Come è arrivato mi ha abbandonato Non sono un dottore, eppure sono d.o.c. Prodotto artigianale, fatto ad hoc Voglio il marchio d.o.p., dopo di me stop ... sono un metallaro, nato pop Avevo un cane, avreste dovuto vederlo Era un cane normale Incerta la razza, dubbio connubio di pelo, di forma e di stazza. E quando abbaiava, inutile dirgli di smettere Non ti ascoltava Il nome: mai dato. l’ho sempre chiamato cane E si è sempre voltato Dormiva in cuccia, inabile alla caccia Mangiava avanzi saltava i pranzi. Gli istinti canini, odiava secondo natura I gatti e i postini Per qualche anno è stato a casa mia, Come un lontano parente Come una suocera una bis-prozia: Un guardiano fedele, presenza costante. Mi aveva trovato, non ho mai capito perché M’avesse adottato Mi presi l’impiccio di dare un cortile per casa A un estraneo meticcio Un cane che evade É come chi lascia alle spalle una vita banale Per qualche anno è stato a casa mia, Come un lontano parente Come una suocera una bis-prozia Un guardiano fedele, presenza costante Però il mio cane aveva un non so che, Che lo rendeva diverso. Non era mio ma era padrone di se, Era un cane fedele al suo essere, non come me. Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì Bravi, avete indovinato, l’arrangiamento (ma solo l’arrangiamento) è ispirato al brano di Gotye “Somebody That I Used To Know”. Ah... dimenticavamo, scrivete in un motore di ricerca queste tre parole: Cane, Plagio e Gotye. E poi, quando verrete a vederci in concerto, vi raccontiamo una cosa. E quando medito che sto vivendo a credito Mi limito a pensare a quello che Sarebbe stato se poi ci azzeccava il medico Che noia la mia vita senza me E quando morirò, dovesse capitare Non voglio foto sul giornale Ecco l’epitaffio, pronto all’evenienza: “Il genio non l’amò, ma neppure la scemenza” E quando medito che sto vivendo a credito Mi limito a pensare a quello che Sarebbe stato se poi ci azzeccava il medico Che noia la mia vita senza me Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì La soluzione è semplice e il rimedio è senz’altro alquanto elementare Se invece d’ammazzar, ci limitassimo semplicemente a imbarazzare L’idea all’apparenza può sembrare certo perlomeno un po’ bislacca Scusando il gioco di parole… io sgancerei la bomba cacca Manca il test preliminare, ora torno a lavorare. Torno a lavorarci un po’, presto la collauderò Immaginatevi un conflitto tra potenze multimegamiliardiarie Con le città sbriluccicanti di vetrine e strade con le luminarie Si ritrovassero coperte del prodotto interno lordo primordiale Che renda simile il palazzo in centro al casermone popolare Notabili, magnati, preti, netturbini, imbruttiti ed imbrattati Le figone e i calciatori, chiusi nei privè tutti impiastricciati Belli e brutti, ricchi e poveri sommersi da un odor pestilenziale Alla fine della guerra manco un morto, solo un mondo da lavare Torno a lavorarci un po’, presto la collauderò Ma, mentre torno a casa, ho dovuto attraversare un centro commerciale Ho visto che la gente ha il carrello, ma ci passa il tempo a passeggiare Megaschermi con programmi in onda fatti e visti da decerebrati Telegiornali con notizie in nero e rosa ottime per pervertiti Mi sorge un dubbio atroce che mi smonterebbe il lavoro di trent’anni Poco dopo dubbio più non è, ma è certezza che non cela inganni Se la gente passa il tempo a crogiolarsi e appassionarsi a quel pattume La mia bomba non funziona… l’uomo dalla merda è immune. Tutto il tempo che ho passato qua a studiare una bomba che non va Ma l’esperienza che ho sulla popò in politica io la riciclerò. Titolo originale: “La Java Des Bombes Atomiques” scritta da Boris Vian Testo in italiano: Renzo Cugis Non sai che... Non sai che io ormai sono pazzo di te? Ma non vedi quanto amore quanto amore c’è? E non sai quanto male mi fai A non ripararmi il cuore che si è ingrippato per te Non ti vedi manco i piedi per l’abbondanza che hai E se piove mi ripari, purtroppo è solo nei sogni miei. Ecco perché io impazzisco ma tu… Fosse mi quel lavoro li, quella coppia di Q Ma poi cedi e ti siedi, di fronte a un metro da me E nonostante... tu mi sfiori, ma ancora è un sogno ed è un sogno perché. Non sai che, io impazzisco per te? Ma non vedi quanto amore quanto amore c’è? E non sai, quanto male mi fai… A non ripararmi il cuore che si è ingrippato per te Testo e Musica: Renzo Cugis e Samuele Dessì Musica liberamente ispirata al brano “Georgia on my mind” di Hoagy Carmichael nella versione strumentale di Django Reinhardt. Sai Che C’è? Chi ti racconta cose che non sa E poi, se proprio devo dirlo c’è… Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè Chi è tutto d’un pezzo, un vero portento Che piscia benzina e che caga cemento E non va ai funerali che gli fa un brutto effetto (mentre gli altri ci vanno per puro diletto) Non mi piace la gente che detesta la gente Che non tollera il mezzo: o sei tutto o sei niente E non perde occasione per dare lezioni Che pretende di farlo scrivendo canzoni E sai chi non mi piace a me? Chi dice d’esser quello che non è Chi ti racconta cose che non sa E poi, se proprio devo dirlo c’è… Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè Chi non fa niente per niente, chi non dice mai bugie Chi ti ascolta ma non sente, chi non chiede mai… non sente mai… Non mi piace la gente che non vive la vita E che gioca soltanto a battaglia finita Chi invece la vive aspettando la morte Chi la vuole tentare pagando la sorte Ma alla fine la morale di questa storia È che morale non ce n’è È una questione di gusto… è soltanto un affare di pelle Come quel tizio che si soffia il naso usando due piastrelle A te non piace il caffè E a me non piacciono quelli come te. Chi si vanta di avere una nonna immortale Un figlio geniale, una mamma speciale Una moglie fedele, un cognato alcolista Una suocera stronza, un cugino tronista Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? Sai che c’è? C’è che a me non mi piace la gente che non beve caffè E sai chi non mi piace a me? Chi dice d’esser quello che non è Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Samuele Dessì, Andrea Murru Distinti Saluti Egregio signore, il sottoscrivente ancora lamenta il saldo ammancante e inoltre rammenta l’ammenda che aumenta da euro 3.000 a 3.300. Son certo che non vorrà procrastinare il debito rateo che sopra le pende, da troppo si attende che venga versata sul conto corrente la somma spettante e voglia gradire distinti saluti e l’invito a porre immediato riparo al fin di evitare la bega legale che mio malgrado le intraprenderò. Mio caro lei, io lo pagavo se solo potrei Ma c’ho problemi che manco a un nemico glielo augurei: Mio figlio che fa il manovale, si è appena fatto patente e frontale Ha perso il braccio col nuovo tatuaggio tridimensionale Egregio signore, mi trovo costretto al rinnovo consueto del grave difetto. É troppo che aspetto e non sembra corretto lasciare inevaso il pesante insoluto. Non è più possibile attendere invano che ponga rimedio al suo rosso conteggio che pure è ancor peggio di quanto era stato citato nel nostro recente carteggio e aggiungo che presto la ingiungo al pignoro immediato di qualche suo avere, sebbene, distinto saluto, in attesa di un segno concreto che giunga preciso e a dovere. Caro dottore se avevo cosa da pignorare Secondo lei non me l’ero venduta per poterlo pagare? Mia figlia provetta estetista, si è messa in testa di far la cubista Ha messo debiti e prende lezioni da una professionista Moglie e cinque figli a carico, Due cognati e cani a seguito Stanno ancora tutti quanti da me. Lei non sa quel che mi mangiano, Manco a dirlo quanto bevono Grattano però non vincono mai. Non è più possibile attendere invano che ponga rimedio al suo rosso conteggio che pure è ancor peggio di quanto era stato citato nel nostro recente carteggio e aggiungo che presto la ingiungo al pignoro immediato di qualche suo avere, sebbene, distinto saluto, in attesa di un segno concreto che giunga preciso e a dovere. Caro dottore se avevo cosa da pignorare Secondo lei non me l’ero venduta per poterlo pagare? Mia moglie con la testa non c’è, non mi parla e non so neanche perché Me lo vuole spiegare in TV a “C’è posta per te” Moglie e cinque figli a carico, Due cognati e cani a seguito Stanno ancora tutti quanti da me. Lei non sa quel che mi mangiano, Manco a dirlo quanto bevono Grattano però non vincono mai. Morto il mio cognato inabile Un dolore insopportabile L’accompagnamento non mi danno più Cerco soluzioni invano, Ma son costretto al gesto insano: A questo punto mi toccherà lavorar. Testo: Renzo Cugis Musica: Andrea Murru, Renzo Cugis, Samuele Dessì Ok, Se Te Ne Vai… Se adesso te ne vai, mi riempi di tristezza non trovo le parole è troppa l’amarezza Ok, se te ne vai, a me sembra un’ingiustizia, ma visto che vai giù: “mi scendi” l’immondizia?” Io sono certo un uomo che ha fatto molti sbagli, ma lascia che ti aiuti, ti porto io i bagagli Non posso sopportare quanto è triste il tuo faccino Ma se pensi di tornare, passa prima al tabacchino. Non posso immaginare la casa senza te il vuoto li in cucina, sarà incolmabile Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia, ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?” Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio ma prima di lasciarmi mi rendi l’orologio? Mi dici che è impossibile convivere con me: Un tipo che scongela il pollo a mollo nel bidet. Che usa carta igienica per assorbire il fritto. Capisco le tue critiche ma pagami l’affitto Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia, ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?” Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio ma prima di lasciarmi mi rendi l’orologio? Ferma… non roviniamo tutto quanto, l’amore merita un bel pianto. Appena fischia il primo tempo però Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia, ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?” Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio ma prima di lasciarmi mi rendi l’orologio? Mi dici che è impossibile convivere con me: Un tipo che scongela il pollo a mollo nel bidet. Che usa carta igienica per assorbire il fritto. Capisco le tue critiche ma pagami l’affitto “Ok, se te ne vai mi sembra un’ingiustizia, ma visto che vai giù, “mi scendi” l’immondizia?” Se proprio te ne vai mi rendi triste e mogio, ma prima di lasciarmi, rendimi, tornami… RITORNAMI lo Swatch Titolo originale: “Ok Tu T’en Vas”, scritta da Y. Jamait - Y. Jamait / F. Cogne / M. Descloitres Adattamento del testo in Italiano: Renzo Cugis Via Dell’Indecenza Una scimmia va allo zoo guarda le scimmie e non capisce Se la gabbia la separa o la contiene. le conviene Non pensarci e limitarsi ad imitarsi e a consolarsi: “Se ce l’hanno fatta loro… pensa me” Una scimmia che ha ambizioni da gorilla, Un’anguilla che si veste da serpente, un deficiente Travestito da normale mica male, manco fosse carnevale, Però qua non c’è più niente da scherzare Mi piacerebbe pensare che a tutto c’è un limite E che la frase fatta diventi affermazione Visto che qualcuno ancora non lo sa Al limite, chi supera il limite Rimanga fermo un turno in via dell’indecenza In quarantena fino a quando guarirà All’appello non si manca, che sia a dritta che sia a manca Qualsivoglia la domanda: la risposta sia supposta, Al tapino che supino si prepara all’assunzione È prono- farmaco e non pone opposizione C’è chi mente e poi smentisce, c’è chi spiega e non capisce, Chi ha la mira non colpisce. Adesso ci si approfondisce Nel salotto aperto a tutti, si discute a suon di rutti. L’argomento è “il vaccino per i brutti” Mi piacerebbe pensare che a tutto c’è un limite E che la frase fatta diventi affermazione Visto che qualcuno ancora non lo sa Al limite, chi supera il limite Rimanga fermo un turno in via dell’indecenza In quarantena fino a quando guarirà Testo: Renzo Cugis Musica: Andrea Murru, Renzo Cugis, Samuele Dessì Il Nostro Camminare Il nostro camminare è un indice sociale Rivela esattamente ciò che sei C’è chi ha il passo militare, chi invece da asociale Ma c’è un passo che ti rende a tutti uguale Quando pesti una merda cammini così Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così C’è il passo di chi ha fretta, il passo di chi è stanco Il passo di chi non sa dove va Suorine o passeggianti, tamarri od eleganti Quando capita siam tutti claudicanti Quando pesti una merda cammini così Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così Col sandalo da freak, con lo stivaletto chic Se è una scarpa che respira sono guai Qualunque direzione, qualsiasi l’intenzione Di colpo non sai più che strada fai Quando pesti una merda cammini così Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così Il nostro camminare potrebbe raccontare Segreti che neanche tu li sai La vita è un marciapiede che pullula di guai Basta niente che cascare ci potrai Diceva d’essere stato raccolto nella spazzatura Di avere un’immensa cultura Ma ho i miei però Quando pesti una merda cammini così Ovunque tu vada o tu venga lo stile è così Diceva d’avere un segreto Ignaro a tutti gli umani D’aver incontrato i marziani ... e qui esagerò Titolo originale: “Always Look On The Bright Side Of Life” scritta da Eric Idle Testo in italiano: Renzo Cugis L’Amico Bugiardo Avevo un amico bugiardo Campione mondiale di balle Diceva d’avere tre palle E chi lo sa? Diceva d’avere un gemello Nascosto da sempre in cantina D’avere una mamma aguzzina Ma ho più di un ma! Poi si offendeva a morte se non gli credevi Giurava su di te che era tutta verità Il mio amico era sincero Un poeta, un genio Non diceva frottole ma solo verità Ma oggi a distanza di più di vent’anni Ho realizzato che non mentiva mai. Il mio amico era sincero Un poeta, un genio Non diceva frottole ma solo verità Avevo un amico bugiardo. Qualche giorno fa l’ho rincontrato Dice d’essere guarito, che ha mentito che ha capito e non si fa. Poi m’ha lasciato, dice: devo proprio andare Devo salvare l’intera umanità Il mio amico era sincero Un poeta, un genio Non diceva frottole ma solo verità Senza prosa e senza rime Senza un doppio fine Quel che raccontava era la sua realtà Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì L’Uomo Montato Al Contrario Sono montato al contrario. Sembro normale d’aspetto Ma invece ho la schiena davanti e la pancia di dietro. La punta dei piedi è alle spalle, mentre la nuca è di fronte Costretto a voltarmi per guardare il comune orizzonte L’uomo montato al contrario sembrava normale d’aspetto Ma aveva la schiena davanti e la pancia di dietro La punta dei piedi alle spalle, aveva la nuca di fronte Costretto a voltarsi guardando il comune orizzonte Ciò che pareva corretto invece era opposto Perfettamente contrario da sembrare a posto Diversamente normale viveva una vita fasulla Tutto reale, ma vero non c’era nulla Per camminare in avanti tornava indietro Celando agli altri e se stesso l’assurdo segreto Quando sembrava ridere in realtà moriva dentro Quando brillava era invece spento E lentamente andava giù Sempre un po’ più giù Senza il conforto che gli atri lo vedessero strano Malato aggravato dal fatto di sembrare sano Quando sembrava ridere in realtà moriva dentro Quando brillava era invece spento E lentamente andava giù Sempre un po’ più giù Sono montato al contrario. Sembro normale d’aspetto Invece ho la schiena davanti, ma questo è stato già detto. Non ho niente da rivendicare, è andata così. Non faccio nessuna denuncia Però, quando mi addormenterò, mettetemi disteso di pancia. Testo: Renzo Cugis Musica: Renzo Cugis, Stefano Piras, Samuele Dessì