The Now Era
DI GL AUCO ZEGA
CAPITOLO 1
The Now Era
“It's a Book! And you have to create it! Good luck! Here is an Introduction!”
“E’ un Libro! Sta a te crearlo! Buona fortuna! Questa è un Introduzione!”
[- Glauco Zega - VOX Monologue -]
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Voglio perder tempo a far star bene la gente. Voglio essere come quelli che fanno stare bene gli altri, tanto so che siamo già tutti morti... il 01 FEB 2013 al LIVE
ON degli SKULLMONKEYS. E questo è quanto, fino ad Ora.
OMG, quanti condizionamenti in giro per il mondo. Cammini per una strada,
vedi bambini e bambine, vedi sguardi paterni, vedi sguardi di amore perduto, vecchi sogni di odio e di rancore, rabbia e passione. Vedi le stelle cadere e rialzarsi, vedi una birra, una pasticca, un diamante... e tutto appare troppo grande ai tuoi occhi indifesi. Sei un bambino, ti senti dire. Non vuoi più che le persone siano loro
stesse, le vuoi veder far musica, far musica vera. Non vuoi la tensione, non vuoi
l'elettricità, non vuoi la natura, non vuoi l'amore. Vuoi la Musica.
Fondiamo tutto. Fondiamo. Fondiamo.
Sei giovane. Attento. Ok, non sapevi cos'altro dire, vero? Sì, sono Vero e sono
un nuovo Nome.
“Grazie, è stato un piacere”
“Thank you, it’s been a Pleasure”
The Now Era
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Prefazione o Prologo
Capitolo 1
Esiste qualcosa? Siamo qualcosa? Chi sono io? Quante domande esistono?
Dove abbiamo lasciato i nostri prologhi quando hanno scritto l’ora e la data della
nostra nascita? A mio parere è molto probabile che siano rimasti nella mente di
chi ci ha sentito morire, nei suoi ricordi; che sia questo un essere umano, un animale, un oggetto o una sensazione passeggera provata da una luce forse più grande.
Salve, mi chiamo Glauco Zega e voi state per leggere il mio libro, The Now
Era. Non voglio negare che proverò immensa gioia quando tramite posta elettronica mi verrà comunicato dai miei agenti che il mio libro è stato tradotto in ben 17
lingue. Diciotto se vogliamo contare la lingua dell’aldilà.
Quando presenterò la mia mano secca e putrida a colui che gestisce i miei problemi, se non sarò infastidito dall’idea di trovarmi di fronte ad uno specchio, se
quindi sentirò un minimo di calore o di elettricità che mi confermerà una qualche
forma di vita, vi prometto che lo ringrazierò per avermi permesso di ispirare così
tante persone. Fantasticare cose quasi impossibili è stupido, ma ne sono al momento stimolato! Giusto per la prefazione. Non voglio rovinare il prologo. In realtà
l’unica cosa che dovevo fare era ringraziare coloro che acquistando questo libro pagano i miei studi. Thanks.
Per un periodo ho smesso di sperare, adesso ho iniziato nuovamente a farlo. Vi
auguro una buona lettura, ma soprattutto di non credere troppo alle stronzate che
scrivo.
A presto,
Glauco Zega
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CAPITOLO 2
ABC
Grazie di aver acquistato. Grazie, grazie veramente. Ormai non potete più tirarvi indietro, il libro è vostro e voi potenzialmente avete due opportunità: continuare a leggere per cercare di capire il significato, cos’è che rende questo libro uno
dei migliori mai scritti nonché uno dei più venduti, oppure potete lasciare che la
vostra quotidianità vi affondi ancor di più portandosi con sé il vostro spirito, quello
spirito che in alcune situazioni avete percepito come capace di fare qualsiasi cosa.
Bene, cosa scegliete di fare? Se state leggendo posso supporre che abbiate scelto di
continuare. Siamo in tanti ma tutti diversi. Alcuni potrebbero aver non capito la
precedente frase che parla dello spirito. Devo quindi spiegarla? Volendo potrei, ma
coloro che non l’hanno ben recepita possono studiarsi il significato della parola spirito. Non ha importanza, lo spirito può significare anima, forza interiore, vivacità
intellettuale, debolezza (?), o forse altro.
Tutto quello che volete - disse il Bimbo all’Anziano.
Voi riuscite a stare bene, a vivere divertendovi. Ed è molto importante ciò. Divertirsi e vivere bene.
Questo libro vuole spingervi a...
... ovviamente con il solo aiuto delle parole, con la forza che esse possono avere
se si parla di condizionamento mentale.
Provate a pensare che questo libro è scritto da una persona che sa come condizionare i pensieri altrui con il proprio linguaggio. Ed è qui che nasce in voi l’idea
della possibile presunzione. Provate a continuare a leggere e, se possibile, prendetela come sfida con voi stessi, divertendovi. Alla fine di tutto, questo resta solo un
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semplice, piccolo, innocente libro. Ogni singola parola e frase se si vuole può avere
la sua importanza, ma non ci fate caso. Così potete e così viziata.
La mente. Cosa sapete della vostra mente? Oltre al fatto che non potete far altro che ringraziarla se state leggendo queste parole, ringraziatela se l’esistenza vi
sta andando bene oppure in egual modo se vi sta andando male. Quanto realmente la conoscete, questa vostra mente? E’ buffo pensare che al mondo esistono persone più intelligenti di altre. Vi siete mai chiesti il perché? Non c’è mai niente di sbagliato, non c’è mai niente di esatto.
“Mi piace pensare, vivendo bene, che la ma via sia uno sbaglio, così non avrò
mai il dubbio di poter sbagliare qualcosa.”
Avete mai sentito parlare dello Yin e dello Yang? La relatività, le infinite possibilità, l’equilibrio. Sì? Bene! Adesso dimenticatelo.
Le persone e il vostro rapporto nei loro confronti? Difficile da spiegare. Possiamo dire che sono le emozioni che vivono tutti i giorni, quelle emozioni che conoscono bene e che quindi sono a loro familiari che rendono loro il “Sono” un vero e
proprio “So(g)no”. Sapete, come quelle pubblicità degli attrezzi sportivi dove si allude continuamente agli organi sessuali. I testimoni che confermano di essere dimagriti venti chili in due o tre giorni sono fenomenali. Il pensiero è lo stesso, anche per loro che stanno di fronte alla videocamera a dire epocali stronzate con il
sorriso sulla faccia.
Eccoci qui, adesso pensate che questo è uno dei tanti libri che parla di felicità e
di come viversi bene. Un’altra di quelle tante buffonate. E’ possibile, certo. La variante è che lo scrittore tratta i lettori come piccole merde, sapendo che probabilmente è l’unico giusto modo per attrarre la loro stupida attenzione. E fino a qui è
riuscito perfettamente nel suo intento, a quanto pare. Grazie, il piacere è tutto
mio.
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Mi dicevano: “E’ un libro troppo schietto, troppo volgare, troppo veloce. E’ un
libro che difficilmente verrà compreso”.
Le mille voci dentro la mia testa, queste amate...
Non le ho ascoltate e ho continuato a scrivere.
“Oh my god! Ma questo è ... !” – qualcun altro potrà dire, sussurrare o pensare.
Mi sembra di non esser più solo.
Con una birra in mano, vedi schiene frantumarsi di fronte a piccoli indifesi attimi di gloria e ti commuovi per loro. E se non lo fai, sei senza cuore. Vedi la poesia
che se ne va? Sei ancora una volta solo, di fronte a un computer, di fronte a un cellulare, di fronte ad un televisore, di fronte allo sguardo di una bambina.
Sei in difficoltà. Non ti piace.
Domani. Another Day On? It's your Faith, that's your Story.
Good Vote! A! - the Teacher
Almeno, tutti possiamo sapere che è più conveniente per i nostri cuori, o per il
nostro spirito, cercare l'armonia musicale, creando opere e poesie vestite di arte
col pennello, di arte fatta con quel che è rimasto del cinematografo, ad esempio.
Arte fatta di amici ai quali dimostrare che hai bisogno di loro e del loro tempo, per
confermare ancora una volta a te stesso che questo giorno dura un solo istante.
Oppure, come tante altre volte si vuole, vorresti che quello ormai passato fosse stato un momento d'oro, ma in cuor tuo sai di non poter mentire a te stesso. Piangere, gioire o morire. Sei la vita che se ne va, sei la frase convinta detta in un film, sei
la storia che si ripete, sei tutto quello che non ti vuoi sentir dire. Abbi paura, fede e
paura. Di nessun altro se non di te. Nessuno e la Teoria del Nulla.
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Gioia.
Poi si muore.
Poi si ricrea chi ti uccide.
Poi si muore.
Poi si ricrea la vita,
il sorriso,
la paura di non mostrare se' stessi,
la paura di non mostrarsi agli occhi di un bambino.
Finalmente, la paura di vivere.
Il sospirare,
la Vita, nuovamente,
conoscendo la parola Cuore,
trovi tutti i modi per abbandonare le parole.
Crei la tua unica storia
la storia che racconta di quell'istante per te importante.
Nessuno pare volerla sentire.
... e ci rialziamo. Cerchi di non annoiarti, di inventare mille modi per stare bene e divertirti. Inventi lingue, inventi professioni e inventi vita, se necessario.
Ma per nessuno, solo per te e per il tuo cuore.
Il cuore che chiede ancora una volta consiglio
a chi di cuore non sa parlar.
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Now I Fly - e un Coniglio
Poi, se volete controbattere sulla paura di morire in quel che è "The Now Era",
avvertite prima, magari con una settantina di anni o minuti in anticipo, giusto in
modo da permettere a chi ha cuore e fegato di morire, di morire con Gioia.
Dite a voi stessi parole di garbo e di pazienza, ascoltando il rumore del feticismo altrui e del potere sonoro naturale. Ringraziate il vento ogni giorno per quel
che vi regala. Odiate gli eroi e vogliate vederli cadere a terra. Paura delle movenze
di un gioco da tastiera o di un flusso di Mer. Vivendo da soli, scrivendo dentro voi
non potete far altro che tornare indietro sperando invano di andare avanti. E’ la
storia di un amore andato male.
Un nuovo inizio, una nuova pagina, il tutto per un nuovo Libro.
Il mio si chiama The Now Era.
Io, scrittore di questo libro, semplicemente scrivo. Ormai l’avete acquistato, avete reso felice l’esistenza di qualcun altro dando in dono i vostri amati soldi. Non si
torna indietro. Si può solo cercare di capire; capire il perché di alcune cose, di alcune formattazioni spaziali, come ad esempio il video di un quaderno e dei suoi fogli
strappati che cadono dal sole.
E Il Riflesso? - chiese spontaneamente Judith.
Grazie, è stato un enorme piacere avere degli amici sul Web, su Internet. Trovi
un nuovo amico che ha scritto parole e ha letto frasi, cita e inventa, ricorda e scrive, pensa di non sapere ma sa come non deve fare.
Fare qualcosa - dicevano.
Non puoi dirmi cosa è giusto fare, non puoi certo inventare le parole. Certo!
Nomenclatura. Nomen.
No nomi, grazie.
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Non utilizzare dei nomi. La luce sta per andare via. Il vento tira le sue funi e il
periodo è ormai andante verso la fine del suo corso, anche stavolta!
Ho vinto io! C’mon, ce la faccio! - from C’mon (Now)
Quante volte hai pensato a quel buco nero? Ne hai creati due di fronte a te, e i
tuoi piedi sono impazziti. Qualcuno sapeva dove andare, le dita parlavano tra di
loro. Era un peccato... la follia, questa mia amata. I lettori ne saranno impauriti.
Ho ucciso anch’io, una volta.
Sicuramente.
Voglia di andar via, trasparenza di soffio divino.
Sei tu? E’ una storia. Raccontami adesso la novità.
Non c’è bisogno di sopportare altri patimenti.
Potrebbero però non tornare mai più.
L’inizio passa dalla fine. Re.
Pardon.
Ricordati i sogni futuri e dimenticati le poesie del passato, amavano scrivere nei
testi di fuoco. Chi diavolo sei tu per dirmi cosa devo e cosa non devo fare? E l’amicizia? Pensa a qualcosa di più bello... probabilmente non c’è!
E invece io credo che ci sia! L’Amore. Non è per tutti, certo, non è per tutti.
In una società di esseri viventi, le emozioni diventano scopi ricreativi di massa
per grandi imprese monetarie. Soldi sudati - mi dicevano.
Un problema è un problema. Sorrisi idealizzati.
E ti ricordi mai di dover sorridere anche di fronte ad uno schermo? Visione.
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Chi sei tu? Non mi convincerai a fare ciò che vuoi. E’ la prefazione o il forse
prologo di questo libro. Ed è molto divertente. Pericolosa sì, pericolosa no. Adesso
ho fame di sentire qualche movimento sessuale dentro il muro che ho davanti. Perché non provarci?
Se mi permettete di cambiare discorso, vorrei dire che in un isola dove l’alba è
scura pare vendano la birra di Napoleone! E’ una grande cosa! Tornando a noi,
cari lettori, voglio ricordarvi che non devo chiedere il vostro permesso. Sponsor pagati da altri sponsor, nel mentre che Lei si cullava tra le sua braccia, uno specchio
si rompeva in lontananza, con il riflesso ombreggiante che attraversava la stanza.
Ciò rendeva l’atmosfera di una unicità alcune volte musicale altre volte teatrale.
Tutto ciò, per lo spettatore, era disarmante.
Amicizie. Pare servano a qualcosa. Secondo me servono a fare soldi, a fare all’amore e a fare a botte. Rudi spermatozoi che si intrecciano con il loro naturale
corso di imprevedibilità. Piccolo me.
Osare. “Sempre” è un gran parolone, ecco. La credenza in qualcosa può aiutare forse, ma non aiuta il Me. Non che io sia chissà chi.
Quando ti trovi a dover acquistare pacchi di preservativi per dimostrare a te
stesso che puoi reggere un desiderio, una perversione e un lutto nelle tue mani,
quella sì che è una bella sensazione.
Non cercare niente che non faccia al caso tuo. Prendi e basta! Te ne rendi conto solo dopo, quando hai quella magnifica idea che ti costringe a riflettere sul perché.
Non sei mai stato un grande attore, eroe di masse o conquistatore di gentil sesso, vero? Hai annunciato che la guerra avesse inizio. Sei scappato? Dubbi.
E’ un cerchio che domanda! E’ un cerchio che comanda?
Si può chiedere ad un occhio di andare dove l’amore vuole? No.
Alieni, fantasmi fantasmagorici ed allegri ideali sanno cosa fare, in certi casi
scientificamente provati. Istanza: “piazza un Modulo”.
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Non dar loro retta, cerca dentro te e spia qualcosa là fuori, che una soluzione
sei in grado di trovarla sempre. Tu, mio caro amico, cerca adesso di non farmi male. In lontananza, la musica scritta da qualcun altro risuona nelle mie orecchie!
“Ho scritto una poesia, adesso sono felice e mi sento realizzato. Solo, ho messo
pensieri su foglio, carta o schermo, e ho avuto la forza di cantarli dentro la mia testa.”
Voglio vedere l'eroe che sono stato che si deteriora, giorno dopo giorno. Voglio
poter modificare frasi e parole, senza spendere tempo ad organizzare una vita che
non ha lo scopo di essere organizzata. Sono folle. No, sei quel che io ho già visto.
Hai ragione tu.
Sei lo sguardo di un altra persona.
Sei solo un numero.
Sei una stella che se ne va.
Sei tutto quello che non sei.
Sei l'infinito che scompare dentro al cuore.
Sei la forza del tuo specchio.
Sei la maldicenza.
Sei la ignoranza.
Sei la paura.
Sono paura.
Voglio la paura.
Può far bene, almeno adesso so cosa scrivere.
Sono un creatore di situazioni strane?
Mi piace.
No, adesso non più.
Ciao, sono Indeciso.
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Sei qualcosa.
Perché sono dentro la parola, quando la scrivo.
Perché sono dentro un pensiero e fingo di fare altro, come tutti.
Poi ci sono quelli forti, perché li creo dentro la mia testa malata.
Sono malato. Ho dei problemi. Ho infiniti problemi.
Ho infiniti ricordi. Tu, dimmi, quanti te ne bastano? Scrivi ma non dici, dici ma non vivi, scrivi ma non sei.
Lo so. Grazie, è un piacere, torni a trovarci.
Vedete, sono diventato bravo e ho dovuto cambiare personalità per non essere
uno dei tanti. Stressante.
L'importante? Che ti faccia sognare ancora di più - mi dicono.
Riavvia per Aggiornare. Torni a scrutare il fuoco e ti chiedi il perché. Magari
non è del tutto colpa tua. La paura del fuoco, del giocare con il fuoco. E’ sicuramente una paura, una delle mia. Potrei giocare anche con l’Acqua. Se prima o poi
mi brucio, giocando anche con l’acqua mi dovrei anche bagnare. Problema risolto,
per come la vedo io. Tu sei uno che rischia, mi piaci...
Ma adesso però sei banale. Non cercare scuse o troverai parole. Pensa in fretta,
pensa in fretta, più veloce che puoi. La tensione che senti è solo un condizionamento. L’elettricità è nell’aria, se alcuni hanno preso la scossa realmente fino a morire
non è stato un caso di sfortuna. Attira un uragano, attira un fulmine, attira un onda anomala. Provarci è divertente.
Dopo una lunga giornata di lavoro te ne torni a casa, dormi quelle ore che pensi siano necessarie a farti stare bene, ti alzi e hai mille altre cose da affrontare. Ti
sembra stato inutile aver chiuso gli occhi. Fisicamente non lo è, ma non pare essere una novità da scrivere in un libro. Andiamo, sto scrivendo un libro e mi sento
veramente bene nel farlo, mi realizzo, frase dopo frase. Voi lettori, numerosi come
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siete, avrete fra voi quelli indignati, quelli stupiti, quelli comprensivi e infine quelli
colti. Allora decisi di iniziare a coltivare api, semi gialli e poesie nere. L’unico problema era il fisico che cercava sempre di interrompermi sul più bello, quando queste fantasie parevano prendere vita dentro me.
La cosa mi faceva saltare i nervi - disse Etta, quando per la terza sera successiva, tornata a casa dopo il duro lavoro, il suo vibratore a pile pareva non funzionare.
Pile nuove acquistate al bar vicino casa. Niente, quelle emozioni sognate e messe da parte durante l’intera sopracitata giornata erano destinate a rimanere solo
un idea da poter scrivere in una piccola favola. Mi sento una merda adesso.
L’orologio. Il nervosismo. Un gioco! Prender parte a una corsa senza avere la
paura di dover almeno arrivare fino in fondo. Tagliato il traguardo ti senti realizzato, poi ti accorgi non del secondo o del terzo partecipante, ma di chi, alla fine di
tutti e di tutto, non ha preso in considerazione nemmeno per un secondo la tua
competitività. Quasi a sfottere chi si è penato così tanto a giocare con serietà. Le
persone sono bellissime!
Dipende dal fatto se è o meno un gioco pericoloso. Alcuni preferiscono amarsi
nella pace, altri preferiscono amarsi nella guerra. Prendete ad esempio quelli che
portano esempi per spiegare qualsiasi cosa, cercando di spiegare a loro stessi che
possono prender spunto dagli altri, da altre cose e situazioni, ma non possono accettare di essere veramente come loro. In parte giusto, in parte sbagliato. Non è
forse questa la bellezza che cercavate?
Sbruffone, giocherellone testa a fallo.
Symphony. The Devil’s, ABC!
Minutes. Seconds. Hours. Days.
Emotions, Feelings, Peace, War, Love.
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CAPITOLO 3
Folks. The Beautiful
Folks.
Scrivi parole, scrivi idee e leggi melodie. Hai raggiunto un punto dal quale non si
torna indietro. Sei adesso solo con te stesso, stai leggendo, come sempre e come
non mai. Adesso fermati a non leggere, a non guardare, a non pensare e vivi te
stesso per un momento. Trova tutti i possibili errori che hai dentro, le tue mille
paure e le tue mille eventuali gioie... delete - cancellale. Adesso sei zero. Non hai
più niente, puoi solo essere "1", o cosa altro tu voglia poter divenire. Vai avanti,
con la convinzione che chi ha detto che bisogna sempre andare avanti abbia detto
la cosa giusta. Dimentica che anche per andare indietro, se non si guarda dove si
mettono i piedi, si può cadere ugualmente. Sprofonda adesso e cogli con il palmo
della tua mano qualche bianca nuvola. Sveglia. Che ore sono? E' il tempo che passa. Sono andato indietro, sono andato avanti. Sono. Sempre lo sarò - mi dissi. E
chiunque, persino Nessuno, potrà mai negarmelo. Adesso per chi non vuol leggere
e osservare solamente, io ti dico: smetti di leggere, sei in pericolo. Devi muoverti.
Non perderti troppo, sul serio, coglione. Quale dei due? Dei coglioni intendo. Siamo figli di armi e di passioni, figli di cani e di video. Non permetterti di giudicare.
Sfogo sotto copertura territoriale all’articolo The Beautiful People.
Oh, I got you. "Let me touch your boobs".
Il cantante sta cantando "Forgive me now" - "Why can't I forgive that?".
Es otro idioma. Folks. Nessuno, dissero, essere stato in grado di formulare tanto di quell’amore quanto temperamento ed elettricità erano in egual modo sparse nelle nuvole. Ringrazia14
mi. Perdonare non è certo poi così facile da dirsi come da farsi. Era un ragazzo
molto biondo e un poco verde, se visto dal lato oscuro della sua malsana gioiosità.
Comunque vadano le cose, si disse, sarò in grado di andare avanti come un
grande. Non era certo sua intenzione cercare di evitare il pensiero a ciò che sarebbe poi successo. Qualcosa lo colpì, qualcosa lo prese in contropiede. Era quella sensazione di divina giocosità che solo i bimbi potevano provare. Almeno così lui credeva. In realtà tutti erano in grado di provare quella fatidica sensazione.
Era la 47esima settimana di Settembre di quell'anno, quando Judith Perlosky
riuscì finalmente a capire il senso al perché le logiche inventate singolarmente da
ogni uomo non combaciavano tra loro, al fine di porre fine ad ogni possibile ed immaginabile senso di incompletezza che l'essere umano ha. Nella sua mente scattò
inesorabile l'idea di mettere per scritto quello che aveva capito, in modo che nessun altro mai avesse dovuto in futuro penarsi per un quesito per lui oramai umanamente comprensibile. J. Perlosky poi morì, poco prima di riuscire nel suo intento...
inesorabilmente.
Un Maggio bimestrale durante il suo ciclo mestruale, Leonessa Darmedhonson, originaria dell'Oceano Pacifico ma nata in Svizzera, si rese conto di aver scoperto qualcosa di bellissimo. Seduta sul cantero, si diede una pulita, si alzò e si diresse verso la sua magnifica scrivania in pelle umana. Prese un foglio fatto di vetro
e iniziò a timbrare di nero matita le seguenti parole: "Ad oggi ho scoperto che la
soluzione al non volersi bene e al non amarsi, la soluzione a tutti i quesiti in generale ma non in particolare, è la seguente...". Poco dopo anche lei morì, non riuscendo a completare la frase.
Hyppijal Georkerjsomn, un afrodisiaco nome per un tedesco fornitore di macchine telecomandate per studi psico-somatici tenuti al settantaquattresimo dipartimento dentistico del locale 5B dell'area ministeriale delle scienze ippo-cammellistiche.
Hyppijal G. continua a fornire macchine telecomandate ad aria, ma è morto
dentro. “No, non può essere vero.” - si disse. Poi in lontananza qualcuno suonò
una nota musicale di Si. E fu proprio in quel momento che, a quanto i racconti storici narrano su i libri delle nostre industrie, Hyppijal G. si sentì morire.
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Erano tutte storie belle, impacchettate con maestrale disinvoltura, ma nessuna
di queste riuscì a convincere il lettore che quel qualcosa di così estremamente bello
e impossibile da realizzarsi, in effetti, si era già realizzato dentro la sua mente (o
anima che sia). Continuò il suo viaggio tra lettere e colori, tra parole e inni all’ozio. Era questo il libro mai più grande che mano umana avesse scritto? Se lo stava chiedendo, in realtà, ma era meglio cercare di evitare anche solo l’idea. La tastiera di fronte a lui pareva confermare il contrario. Si diresse allora verso la sua
anima gemella più grande e forte. Uno specchio a muro.
Gli fu detto che barare per ottenere ciò che non si vuole, non era poi così autoconfortante. Rincuorato prese le sue poche idee ed iniziò a immaginare qualcosa.
Sei un ladro adesso. Stai rubando adesso! Hai appena rubato.
Il pianto di un bimbo può essere così fastidioso da spingerti a buttarti giù da un
aereo nel momento in cui portano merendine e snack, oppure, nel peggiore dei casi può spingerti a sperare che quel santo bimbo apra accidentalmente il portellone
di sicurezza del mezzo volante. Dovrei in effetti essere più carino.
C’erano anche alcune donne ed altri esemplari di sesso femminile sparsi tutti in
quell’ambiente, amici di salvataggio e utensili di non poco conto, mi ricordo.
Era una grande e bella famiglia, fino a quando il soldo stampato sopra la lettera più importante nella parola “famiglia” non iniziò a splendere un po’ troppo.
Avete presente il futuro nel quale si dice che i soldi ci comanderanno? Io certamente sì, lo ho visto e sognato! Forse era un altra vita la mia. No, non ha importanza.
Per niente facile descrivere le emozioni, le bellissime parole e le intimidatorie ombre di quegli oggetti poco sopra presi in considerazione come utensili di non poco
conto. Probabilmente tutto il libro è così, quindi non disperate. Ha senso quello
che ho appena scritto? Mi ripeterò, per essere sicuro. Probabilmente tutto il libro è
così, quindi non disperate.
Qualcuno dovrebbe prendere il comando di questa nave. Peccato che in quella
circostanza non c’era il timone, altrimenti avremmo potuto viaggiare tutti felici e
contenti nella giungla di speranze e nel bosco di fantastiche ipocrisie. Cari miei
odiati lettori, se non volete sapere oltre, vi consiglio ora di chiudere un occhio, poi
di riaprilo, di chiudere l’altro, riaprirlo, chiuderli a questo punto entrambi, poi con
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molta saggezza chiudere la pagina, o quello che è (sempre considerando la moderna tecnologia) e passare oltre con la vostra idilliaca vita.
Erano discorsi di bene e di male, e con loro c’era chi provava bene e chi provava male. I soldi erano secondari, ma primari. Una volta ho scritto una canzone
che fa più o meno così...
- Ta ta ta ta - Work, Work For Free - Ta ta ta ta Era un successo! Proprio come questo libro, più o meno.
Qualche moneta fa di un essere umano un perfetto sconosciuto, se si vuole. Mi
ricordo di quel successo planetario che solo le scimmie sono riuscite ad ottenere
con i loro test sugli umani. Popolo di stolti e cinici, finalmente qualcuno che dice le
cose come stanno. Non riderci su, per favore. Ridendoci su è come se tu confermassi la mia iniziale bastarda voglia di imprimere nel cervello bacato una forse
possibile soluzione di miglioramento.
Love.
Erano tutti in classe, i termosifoni scaldavano la temperatura, i maschi pensavano al sesso e le donne pensavano al senno del poi. A me toccava dover sporgere denunce false sulle autorità di troppo. Brutti pensieri in un ormai calda estate di velati ricordi. Era un suono che poteva risparmiarsi, questo. Azzardati a leggere e non
potrai più sognare con i tuoi occhi. Minacciando per poi scherzare e inveire fu per
lui la miglior soluzione. Rumore di denti che battono tra di loro.
Pensieri di maiali malati che si strusciano al suono di tamburi riempiono momentaneamente la mia solida mente. Scrivi un libro per chi sarà costretto a provare la paura del suicidio, quella sensazione magica che ti permette di sperare sempre in qualcosa di più. Attenzione però, attenzione e attenzione.
Nel mondo di Urghentyz, alcuni ragazzi tedeschi si prendevano certe confidenze di troppo. Il pastore del villaggio si diresse verso di loro. Con la mano destra,
dalla cintura prese la sua pistola AKG9817 (modello della terza guerra agricola
per la fondazione della città Maiaz) e senza troppo indugiare decise di puntarla sul
primo dei tre ragazzi... su quello che potrete ricordare come il vostro preferito. La
musica del pandemonio iniziò a suonare nella mente del minaccioso pastore.
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“Vuoi che ti spari o che ti insegni a vivere?” - disse il pastore.
Il ragazzo inizialmente non capì, ma cercò velocemente di fare cenno all’uomo
invitandolo a calmarsi. L’uomo però, sfortunatamente, non si calmò.
Il risveglio del bruco Ghinetto, così chiamato dagli amici più intimi, fu brusco e
letale. Il bruco si trovava sopra ad una foglia di un albero nelle vicinanze. La pallottola, dopo essere uscita dalla corta canna della pistola AKG, fece un frastuono
enorme, soprattutto per i piccoli esseri viventi che abitavano la natura circostante
e che furono involontariamente resi partecipi di quella scena. Per Ghinetto fu quasi come se un infarto stesse prendendo la sua più grande paura fino a farlo giungere a uno stato deliziosamente divino, come la morte appunto. Il ragazzo riaprì gli
occhi. I suoi bulbi, rossi dalla paura, videro nuovamente il pastore in piedi di fronte a lui. Per la salutare fortuna degli altri due e del vostro ancora preferito, il pastore aveva mirato a un albero dietro di loro, senza colpirli. Il funerale del piccolo bruco si tenne il giorno successivo, anche se nella bara non vi fu posto altro se non la
foglia bucata dal proiettile e qualche resto spiaccicato del povero amico Ghinetto.
I tre ragazzi invece, dopo essersi ripresi dallo spavento, se ne tornarono nella loro
patria. Il pastore invece se ne tornò normalmente ai suoi affari agricoli.
Nelle pellicole alcune volte si osa scrivere copioni fuori dal normale, soltanto
per vedere se i sogni possono superare la materialità della realtà - questa fu l’unica
frase che la madre del povero bruco disse al suo funerale, cercando di descriverlo
per il meglio.
Il tuo sincero bisogno di essere bambino non cessa di esistere, lo si confina sempre più... fino a quando ciò non diventa pericoloso. Estremamente pericoloso.
Non forzare la serratura della vita, o avrai bisogno di incantesimi e di musica
dell’aldilà per tornare quello che non sei mai potuto essere. Adesso acquista qualcosa, adesso spendi il tuo potere dentro una donna.
Vigliaccheria, minacce e poesia nera fanno del mondo un posto per eroi, falsi
dei e stupratori. Io ho bisogno di stare bene. Io ho bisogno di sorridere per sempre. No, sciocco, tu hai solo bisogno di trovare chi ti ama, chi è disposto a parlare
con te del tempo, del passato, chi è disposto ad ascoltarti anche se stai zitto e parli
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con la 7° stella dentro il tuo cuore. Esistono i genitori, per alcuni ne esiste uno, per
altri non esistono proprio. E’ un mondo difficile.
Prendersi cura di te stesso, e poi prenderti cura anche del prossimo ti fa sentire
bene, ti fa sentire vivo ed è persino pericoloso. Se non sei uno cresciuto, intendo.
“Trova l’amore, trova la fantasia che ogni persona ha bisogno di trovare, trova
tutto, la gioia compresa... e poi si lascia andare!” - supposero, parlando di me.
Io, me stesso medesimo, incauto e un po’ alla ricerca della follia, trovata finalmente l’esperienza di grandezza sognata nel mio piccolo mondo idilliaco, decido
di andare avanti. Forse stare fermo era anche quella una decisione rispettabile. Fermo e inutile. Qualche volta la rabbia fa i suoi miracoli. Presente, passato e futuro.
Altre volte è la paura a fare miracoli. Non giocare con il peccato, mi dissero. E
fu una delle regole che volli strappare. Il passato, se considerato come uno specchio un po’ sporco, un po’ negligente e vile, è da considerarsi valido se lo si vive
nel punto giusto al momento giusto. Altrimenti non vale utilizzarlo. Prego, le dissi.
Una mia più grande paura è quella di essere attore solo per soldi, dottore solo
per amore e fantastico solo per follia.
Quando poi crolli inesorabilmente a terra, peggio che in ginocchio, quello sì
che è un momento che fa riflettere. Sto parlando per me. Tu lettore curioso, continua a leggere. Non è che ometto i segreti personali per niente, così tanto per.
L’amicizia può essere una favola con diversi fini, con diversi finali e con diversi
significati. Perdersi qualche volta può fare bene. Lascia spazio alle follie del proprio istinto, lasciando perdere l’ego.
Prendete adesso le vostre immagini, i vostri quadri e il sole che ogni giorno avete la fortuna di poter vedere. Capovolgete tutto. Vi sembrerà di aver fatto qualcosa
di buono. E’ una domanda quella che voglio farvi. Perché?
Attendi il tuo futuro. Sempre sia lodato il pascolo incandescente.
Kaboom! Attendi il tuo numero.
Ottenendo ciò che si cerca e che si desidera, non si può poi far altro che attendere e andare a trovare ciò che non si ha. Mi sbagliavo. Decisi di prendere frasi e
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parole e di scriverle, una dopo l’altra, senza dare loro un senso reale. Alcuni si fermavano a rileggere, altri si fermavano a cercare di capire. Vai avanti - dissi loro.
“Go, babe/man go!”
Mi resi conto che soltanto qualche genio ribelle avrebbe potuto darmi la gioia
che cercavo, ovviamente a un costo piuttosto elevato. Ero talmente disperato che
avrei accettato anche se il prezzo fosse stato esattamente il doppio. La mia biografia inizia da qui. Sto leggendo un libro, sto cercando di capire se colui che ha scritto queste parole è da considerarsi qualcuno fuori di testa, fuori dal normale, o se è
solamente una persona disturbata con delicati problemi mentali. Sempre considerando che posso decidere di smettere e chiudere tutto ciò, dimenticandomi e andando avanti a fare altro. Proprio come una droga.
Pensai una cosa del genere, poi mi diressi verso il secondo paragrafo, controllai
i capitoli della prossima mia vita e ne fui felice. Auto ironia.
Ricordandomi sempre di prendere la pillola dell’auto ironia, in un altra vita da
me creata, decisi che era forse l’ora di accettare la mia terza vita. La sorte se hai
un fratello non conta. Siamo tutti degli umani.
Forse mi sbagliavo - continuò in seguito ad interrogarsi il pastore - forse avrei
dovuto prendere e fare altro, forse avrei dovuto spiegare a me stesso dove era finito
realmente il proiettile dopo che sparai.
Sensazioni, proprio come nei sensi di colpa. Lui aveva creduto di fare ciò che
andava fatto.
“Numero 17. Numero 56. Numero 87. Il numero 46 aspetti un attimo per cortesia. Prego signorina, mi dica...”
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Si diede da fare oltre le aspettative. Alcuni conoscenti decisero di iniziare a fare
addirittura il tifo per lui. Pareva essere l’unico così diverso da attrarre tutte le attenzioni. Le ragazze lo amavano, i ragazzi lo invidiavano. Alla fine si fece del male da
solo. Indossò un cappello di paglia, sopra uno da marinaio e poi ancora uno: un
Cilindro. Prese la sua autostima e la gettò in un tombino, come ad esorcizzare la
sua essenza così demoniaca agli occhi degli altri. Era quello che quando tutti ballavano stava appoggiato ad una colonna godendosi lo spettacolo. Qualcuno sapeva
che avrebbe dovuto poi cantare fuori tutte le sue emozioni... usarle per fare del bene.
Troppo facile, la sua voce interiore, la sua coscienza gridava! Così è perfino
troppo facile, i suoi occhi urlavano. Le emozioni sparse a terra con il cuore ormai
vicino alla fine, diedero speranza alla sua peggior nemica. Lei era lì ad aspettarlo a
braccia aperte. Rimbombi di tempesta e fragranze di attesa infinita lo osservavano
pazienti, mentre la sua saliva si asciugava sempre più con il passare degli istanti.
Corri, corri, corri! Il coniglio nero gli sussurrava all’orecchio destro. Aveva anche lui bisogno di sentirsi qualcuno, d’altro canto. Le mille note di un pianoforte
in discesa dal cielo parevano eseguire melodie studiate. Parole d’infermo essere invece sospettavano idee malsane ed appelli musicati che nessuno pareva capire.
Era semplice - protestò con forza, cercando di essere quello che non era mai stato. Si decise ad essere folle finalmente, se proprio folle doveva essere.
Babbuino che non sei altro, tu lettore senza palle, perché non decidi di realizzare ogni tuo sogno prima che io concluda questa stupida frase?
Erano ormai passati degli anni da quell’ultima volta. Nelle mie pause le persone giungevano a farmi compagnia, a imparare e a leggere dal mio cuore. Nel momento in cui questo succedeva, sembrava essere una delle sensazioni più gradevoli
mai provate. L’anima però, dopo qualche mese, ne risultava distrutta. Le ore e i
minuti si fermavano, tutto pareva divenire un film e la gioia di non essere più solo
prendeva alcune volte il sopravvento sulla ragione. Hai realizzato il tuo sogno? Il
mondo è pieno di stolti. Se provi ad amarli, dai loro il cuore, se provi ad odiarli,
dai loro il cuore. Tu non cresci, diventi solo più piccolo e indifeso.
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Alcune parole possono distruggere veramente, possono togliere il terreno da sotto ai piedi. Altre sono musica. Una nota di Sol:
“Al mondo c’è chi ama perché ha paura di non essere amato e c’è chi viene
amato perché ha paura di amare.”
Lei eseguì il comando che le sembrò provenire dall’alto, estraendo così dai suoi
occhi quella dolce e profonda lacrima, che scivolando giù scrisse la storia di una generazione intera. Nessuno capì che era lentamente diventato ripetitivo.
Era bella, aveva occhi azzurri e carnagione umana. I Love You.
Dentro i suoi pensieri però era animalesca, proprio come Lui.
Poco dopo fu amore. Il sesso era un pericolo troppo divertente al momento.
Furono i tempi in cui mi sentii il rosero tempo di un errore.
Tante note di pianoforte servirono a cancellare in parte i resti che erano rimasti
dentro la mia fragile e indebolita anima. Una foglia gialla che cadeva dal cielo, un
bimbo dagli occhi blu in lontananza. Oh, misery.
Alcune rare volte possiamo con la nostra immaginazione giungere fino alla fine
del nostro tempo, raccogliere qualche informazione in più e andare poi verso l’inevitabile catastrofe mentale che ci attende, com’è d’altro canto giusto che sia. Oltre
alla mente c’è il corpo e la propria anima. Restare in pace con la propria anima
non è certo facile, però è fattibile, ed è comprensibilmente accettabile se si vuole
raggiungere determinati sogni proibiti. Paura dei suoni e delle coincidenze sono le
pietanze a me preferite. Il cuore batte mille volte più forte del normale, e non fa bene, però mi fa sperare e mi fa divertire. Io ho sempre amato coloro che pregano lo
star bene, l’amarsi e il divertirsi. Devo quindi fornire a me stesso problematiche
più grandi di me per poter un domani raccontare cosa è possibile e cosa non è possibile, anche oltre l’immaginabile. Le persone sono tutte stupende, nessuna esclusa.
Dimenticando Nessuno.
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Per concludere così questo capitolo del libro, voglio citare una poesia di Leopardi, l’Infinito.
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »
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CAPITOLO 4
This is the End.
Questa è la Fine.
La fine è ormai ad un passo. La cenere ammucchiata si fa sempre più grande. Il
vento deve prima o poi tirare anche da questa parte. Rincorrere non potei altro se
non il battere del mio cuore solitario. Raccomandato fui di esser forte laddove il
mio odio innalzava vele e mari di follia. La ragion divina non si dimentica, la si
può solo amare, come io avevo amato lei. Semplicemente perdersi nella propria
anima non è poi così facile come vogliono negarci sia. L’essere complicato fa trasparire e condanna chi, come me, vuol volare anche quando le ali bruciate supplicano da anni la pietà. Esageratamente ubriaco del proprio benessere, mi riparai e
fuggii dentro le mie più spietate idee, sempre alla ricerca di quella scoperta da millenni e millenni profetizzata come fallimentare. Ed era per me divertente ma allo
stesso tempo sacrificante. Fu così che decisi di eleggerla come mio primo obbiettivo. Non avere nessuna meta era divertente, cercare l’impossibile era ragion di sacrificio. Amici e parenti mi sembravano urla dal profondo della terra a volermi forzatamente indicare la retta via, ma io non potei far altro che continuare ad esser me
stesso.
Ne fui grato e andai avanti fino a quando il cor non mi disse adesso fermati, adesso fermati, adesso fermati. Sapevo che non era corretto fare ciò che stavo facendo.
Mi chiedevo il perché e mentre lo facevo commettevo l’errore, volutamente con
classe e perfetto sincronismo nei confronti di chi lo sgarbo riceveva. Andando avanti, sempre mi dispiacevo anche sapendo che cosa giusta era stata fatta, almeno per
il mio benessere. Il mio benessere era sopra ad ogni cosa, così mi resi conto che
c’era chi di me avrebbe potuto giovare. “Una volta ancora, ti prego una volta ancora!”
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Fa che ogni gesto sia il tuo ultimo! Bum. Bam. Bin.
Che bello essere fuori di testa in un mondo che ci ha insegnato che a seguito di
ogni situazione dobbiamo assumere determinati atteggiamenti.
Chi è un folle? Un folle è colui che si vive totalmente il suo essere senza pensare. Non vive, muore. Ed è un uomo morto perché vive ogni istante come se fosse
già il suo ultimo.
Ho il pieno controllo su di voi. Voi siete ciò che io decido che voi siate. Viceversa, voi avete il pieno controllo su di me.
Amo la depressione tanto quanto lei ama me. Alcune volte però fa la troia che
sparisce. Mi fa quasi convincere di averla dimenticata. E poi torna. Ma non riesco
a non perdonarla. Le voglio troppo bene.
L'unico vantaggio nello stare male è che ti da la forza di renderti veramente
conto di quanto il mondo sia banale, e così facendo ti resta anche facile pensare cose geniali, no? Insulto la vostra specie? La tua mente da lettore cosa ne pensa adesso? Credimi, voglio saperlo. Inviami una e-mail, un messaggio, una lettera.
E anche questa notte, quando sarò nel mio letto, dopo questo spettacolo, il
mondo come sempre... si spegnerà... si spegnerà insieme ai miei occhi.
Sei nella mia testa, chiunque tu sia. Prima o poi ti sparerò.
Frasi che rincorrono frasi, parole inutili che cercano vie saporite e profumi dimenticati. La mia pace, legata ad un filo verso il cielo. Una lacrima di coccodrillo
che scende piano piano fino a tornare verso il centro del mio mondo. Il filo non è
troppo robusto quanto sembra. Solo una donna può comandarmi.
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Nella infinita attesa del mio ozio riesco solo a far germogliare idee malsane frutto di attività folli. Esempio verso l’umanità, la storia che racconto a me stesso. Paura e divinità, la storia che ricordo come più vera. Siamo la recita scadente dei nostri film mentali.
Erano le ore 13:45 quando il movimento di una foglia che cadeva dal suo ramo
fece riflettere la sua ombra nella superficie dell’acqua della pozzanghera preferita
dal bruco Ghinetto.
Fatti strani e malati indiscussi si trovavano all’interno di sfere magiche e di lune
ipocondriache. L’ultimo respiro pazientava e attendeva chi osava mentire più del
dovuto. La musica dell’infinito è il pianto di un bambino che ricorda lo sguardo
amorevole di una mamma.
Piango, piango, piano.
Non devi piangere.
Ridi soltanto come se tu fossi un po’ matto,
Corri verso l’Infinito come se tu non avessi meta,
Vai dove c’è Amore e contribuisci,
Anima la tua Vita con il tuo pensiero,
Sette per sette rendon tutto più difficile.
Non fissarli per troppo tempo.
Sparisce già quel suono di Male e di Bene!
Questa è la fine. Vi ringrazio veramente di aver assistito con le vostre menti e
con i vostri cuori a quel che sono state per me tante parole e idee da scrivere con
un ben preciso scopo; scopare.
Non vogliate esser volgari e ricordate che c’è sempre chi vi farà ricordare, se dimenticare avrete dovuto. In ogni caso, paradossi e intrusioni a parte, non è certo la
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parola di un libro a render migliore la vostra vita. Io sono stato scritto da qualcun
altro. Un ultima pagina vi resta per leggere di chi ha amato e odiato, di chi ha deciso di prendervi un po’ per i fondelli facendo lo sbruffone, cogliendo al volo la possibilità di rifugiarsi dietro qualche foglio digitale. Vi prometto, vi prometto...
... ancora una volta, dai, ti prego! Vi prometto, giusto per crearmi un possibile
pretesto in caso questo libro piaccia e sia di gradimento popolare e io ne voglia
scrivere un altro, che un domani creerò un libro non di pensieri volanti, ma un libro che ha una storia. Horror? Giallo? Western? Consigli ben accetti - disse il Coniglio Bianco al Coniglio Rosa. Il Coniglio Nero, poverino, se ne stava in un angolo ad attendere la fine geniale che ponesse degna conclusione a tutte queste parole.
Vigliaccheria! - urlò, credendo di esser già giunto al finale, reputandolo non di suo
geniale gradimento. Questo forse non torna, ma è la fine e niente conta ormai. Le
belle fanciulle del bosco infiammato correranno a ringraziarmi per non aver citato
la favola che tanto tempo fa scrissi, che io continuo a reputare una delle mie migliori. Andatevela a cercare, merita. Il titolo? A voi e alla vostra patetica immaginazione. Nel senso buono della parola pateticità.
Presi l’ultima mia pensierosa follia e decisi di buttarla giù in note e parole. La
realtà dei fatti è la seguente: The Now Era - Il Libro è all’interno di un progetto
creato per gli Sk|_|lLM0Zk3YS (Skullmonkeys)... un progetto forse più grande di
me, che però porterò a termine provandoci e realizzando quello che per me è un
Gran Bel Disco. Le sonorità, tutte ancora in forse: troppo egoista, un po’ solitario
e decisamente molto musicale. E’ così che penso sia arrivata la fine di questo magnifico book scritto e creato per voi. Ovvio che sì, la mia iniziale idea era quella di
creare un libro che descrivesse ogni singola canzone che registrerò nel disco
“Now”. Il problema è che quel processo creativo deve rimanere unicamente per
quel momento. Nel qual caso dovessi trovarmi a scrivere buone cose, forse creerò
un altro libretto come questo che pubblicherò in seguito, per i fan. Fontane di desideri mi inondano la mente esortandomi a continuare a dettare a me stesso i dovuti
ringraziamenti finali. Allorché concluderò come il coniglio nero vuole che io faccia:
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Grazie.
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The Now Era – Il Libro – Glauco Zega