1 2 PENNELLATE DI RICORDI Antòn Morà 3 4 Quando gli anni trascorrono, germogliano i ricordi. Largheggia la sensazione di aver vissuto tutto, di essere finalmente esperti, ormai niente può sorprenderci... Quando lo scalpello del tempo colpisce, imprime nel nostro corpo e nella nostra anima incisioni profonde di tagli affilati e netti, e altre volte graffi leggeri come vapori d'acqua o fili di tulle smossi dal vento. Quando lo ieri suona ripetitivo e il domani comincia ad essere sottile, si riscontrano i dubbi 5 e le domande a cui non avemmo avuto il coraggio di rispondere. E quando il silenzio mentale, e questa leggera vertigine che produce il vuoto dell’eterno sconosciuto ci prende dallo stomaco fino alla gola, e quando non abbiamo vicino un corrimano di certezze a cui tenerci saldi per non cadere, ci vengono in aiuto queste persone, queste esperienze, questi materiali sentimenti che ci accompagnano da tempi remoti e che come un rompicapo 6 hanno costruito la nostra intera coscienza. A questi sentimenti tangibili che tanto mi colpirono allora, alla sensazione di quei visi radianti che ancora percepisco contro il mio, a queste situazioni luoghi e momenti che furono forme concave per le mie convesse convinzioni, va il mio saluto, la mia riverenza, e la mia perpetua gratitudine. Antòn Morà 7 8 Siamo Siamo due esseri uguali, e così diversi!... Siamo il nettare della stessa pianta, ma è così diverso il tuo sapore al mio... Siamo l'acqua dello stesso mulino in cascate sparigliate. Siamo la nube ed il cielo freddo, divisi all'alba in mattinata. Siamo ognuno identica speranza, speranza allegra, speranza vaga. Siamo marionette mosse dal tempo, ci guardiamo al passare, e tu mi senti... Siamo due sogni in un solo pensiero, ci sfioriamo, ed io ti sento... Siamo l'eco nella caverna oscura, ci incrociamo cento volte, quattro volte, una. Siamo due augelli migratori per il mondo, il tuo mondo, il mio mondo... Siamo dell'universo, il senso profondo. 9 Ode alla libertà Ci sono uomini che esprimono le loro idee per cambiare il mondo: ricercatori, liberi pensatori, filosofi; e molti di loro vogliono la pace. Alcuni uomini offrono il loro cuore per cambiare il mondo: sono poeti, mistici, filantropi, religiosi; e molti di loro professano la solidarietà. Altri uomini donano il loro corpo per cambiare il mondo: sono eroi, martiri, rivoluzionari; e molti di loro promuovono l'unita. Esistono uomini che offrono le loro idee, il loro cuore, e il loro corpo per cambiare il mondo: sono chiamati saggi o pazzi. e pochi sono capiti... 10 Tutti loro trasudano libertà, cammino intenzionale verso l’eternità. Loro via transpersonale è la non violenza, e il rispetto altrui. Auspico che la fiamma che fomenta loro saggezza e pazzia infuochi mente, corpo e cuori di tutti gli uomini al mondo! Perché sia perenne, presente, e futura la necessaria e continua evoluzione umana. 11 Il poeta Il poeta non piange, sono le lacrime che fuggono dal poeta. Il poeta non sgrida, sono le parole che cercano disperatamente una via d'uscita. Il poeta non guarda, è l'occhio del Creatore che anima la sua opera. Il poeta non canta, è il ritmo dei suoi pensieri che si manifesta. Il poeta non mente, sono i fatti, che cambiano a sua insaputa. Il poeta non tradisce, è l'amore volubile che lo confonde. 12 Il poeta non distorce i fatti, sono i fatti che illudono il poeta. Il poeta non soffre, è l'assenza di futuro che lo soffoca. Il poeta non ha paura di morire, è la morte che non vuole essere sfrattata. Il poeta non dirà mai la verità, la noia non fa parte della sua idiosincrasia. Attenzione al poeta! Non è quello che tu vedi... la sua esistenza giustifica unicamente l'antinomia emotiva di Dio 13 La stanza La stanza è ampia, ha un tavolino, due sedie, un armadio semplice, dei semplici libri, e una chitarra. E' la mia stanza grande dove c’è il letto e l’amata immaginaria, e una finestra che sforna sogni di mattinata. E' la mia stanza alta nell'attico di casa che ascolta chi canta, e riceve il coro degli amici di bisboccia e i suoi racconti da strada. E quando vengo in cruccio nella sola stanza, lei si intenerisce e mi accompagna. Rifugio, coraggio, sogno, tutto è nella mia stanza. 14 Anziano Ammiro la tua figura uomo anziano, e donerò del mio sangue per ravvivare la tua mano. Che il mio giovane spirito irrighi il tuo corpo inaridito perché continui a forgiare il cammino stabilito. Perché solo nel tuo sguardo vedo fissata, questa gloria che hai eretto alla tua spalla. Il tuo traguardo cosi’ semplice e cosi’ sacro da intravedere la campagna arata o il tagliare dell'albero, la forgia del ferro, quando lavoravi il legno, baciavi la tua sposa cullavi il rampollo... 15 Ti rispetto per lottare senza sosta per ragioni che hai portato per bandiera, per sconfinare il sonno, il dubbio, lo sgomento, le ferite sanguinanti, il desiderio. Per la tua temperanza, la passione, il disimpegno la compassione, la nobiltà, il tuo passo fermo, perché la tua vita è esempio di chiarezza io ti erigo monumento della terra. Piccola orazione Quando la morte avvenga volerò leggero verso la luce con il cuore in pace e la mente in silenzio. 16 Tre desideri Una luna grande, distante e sognatrice. Una brezza soave che profuma tamarindo. Un silenzio profondo che commuove l'immutabile scintillio delle stelle. Un ricordo che è presente e che invoca, la mia figura protesa nel futuro. Una sensazione di realtà senza limiti, e un'anima aperta alla speranza. Tu che caduta dal cielo oscuro penetrasti nella voragine del mare come scintilla hai promesso alla mia anima tre desideri, che gioiosamente, speranzoso chiederò: Che la lotta per il quotidiano sostegno non mi accechi intrappolato nel denaro, Che la routine e la fatica del lavoro non affievolisca la mia credenza per l'eterno. 17 Guardar i miei figli senza pausa crescere come cresce l'edera in primavera, che ai miei occhi ingrandiscano e posino le pietre di una tangibile chimera. E quando la mia anima abbandoni questo mondo possa io lasciare un segno sul cammino: con la penna, l'azione o la parola possa aiutare il dubbioso destino. O scintilla arrogante che penetri dalla mente alta del cielo alle profondità viscerali degli uomini: ti chiedo aiuto nel compimento magico, dei miei desideri terreni 18 Tre volte tre Tutta la scienza è arte perché nella ricerca della verità disegna l'origine della creazione. E a sua volta uno dei culti più sacri perché in tutte le sue ricerche trova l'amore devoto per ciò che è nato e ciò che è innato. Tutta l'arte è scienza, perché nel suo creare sublima le differenze più indivisibili nell'uguaglianza. È a sua volta un culto, posto che armonizzando ciò che è disgiunto, mostra che quello che non è, creato può essere. Tutto il culto è scienza, perché studia sviluppa e dimostra la verità incontestabile dell'esistenza. È a sua volta un'arte, perché si esprime, nell'armonia del canto, nella grandezza del gesto, nella figurazione dell'aldilà. Ermete ha detto: "tre volte tre"... 19 Aquila guerriera Se l'aquila dei sogni interrompesse il suo volo mutilata... Se le ombre della notte rubassero i colori della mattinata... Se la brezza si spegnesse prima di tuonare il silenzio... Tutto si fermerebbe. Se la volontà di amare morisse nel cuore dell'uomo... Se la luce nel suo sguardo fosse lucido vietato... Lo spirito cederebbe senza combattere. Sarebbe tutto un fremito speculatorio. Chissà non sarebbe niente... 20 Il Castello Un castello. Non di racconti né di fate. La sabbia non si ammonticchia sul portone. Non ha un valoroso principe né è gremito di fantasmi. E' un castello di carte... un castello che sostiene la fragilità dell'anima. Uno per volta i bambini lo ergono di tre, quattro piani di speranza e al lieve movimento del tavolo, vita... si disgrega... e si innalza. Racchiude al suo interno figure a migliaia, suoni, colori gesta misteriose... Rinchiude la cupola piegata perché la sfumatura allegra 21 atemporale, dei suoi arcani perduri. E torna il bambino, che il tempo vestì da uomo, a palpare nuovamente i suoi muri. Con mano salde sistemerà le carte malferme, affievolite... Sentirà con piacere che è a casa. E quando la notte immensa nei sogni del bambino sarà tangibile, emetterà un sospiro, trionfo emancipato della sua causa. Tentennerà allora il castello... e i sogni fuggiranno col vento. Tornerà il bambino a costruirlo di nuovo... Non ha dubbio: è solo un gioco. Un inconoscibile gioco. 22 Bambino poeta (canzone) Nelle cime dorate sull'alta montagna dov'è l'aurora sta. Laddove il silenzio le voci mascara della società, Si erge il bimbo poeta strappando al giorno sua testarda calma. Viene e regge in mano la forza che l'uomo perse in mille battaglie. Viene e porta in bocca la fraterna alleanza che la parola attacca. Genio alato, senza ali sgorga dal petto amore, esultanza. 23 Il popolo guarda con gli occhi aperti la bocca un po’ amara. Levano le braccia aprono le dita mostrano la faccia. Bagna con poesia questa mano bianca. Pianta i semi nuovi della tua terra strana. Fermati nel volo sulla nostra casa. Più di un contadino più di un commerciante ti seguirà in sogno quando il sol levante. 24 Sole nella mia piccola notte (canzone) Cerco un cammino dove i piedi nudi, possano danzare, possano cambiare il loro passo oscuro. Cerco la parola ammutolita dentro i muri, che stonante sbraita una canzone ai nostri figli. Cerco la figura di un essere volitivo quella favola, quei sogni già vissuti da bambino 25 Credo e cresco nel silenzio... credo e cresco nel silenzio... credo e cresco nel silenzio... laddove forgia il destino. Ricordo quei paraggi, paradisi perduti, affogo nelle paludi degli amori perduti, brucio tra le braccia del tempo, molto contrito, a chi ho lasciato solo, senza perdono, sconfitto, e salgo sulla montagna e mi credo sostenuto dalle braccia della quiete dalla voce del respiro. 26 Credo e cresco nel silenzio... credo e cresco nel silenzio... credo e cresco nel silenzio... laddove forgia il destino. Solo nella piccola notte della mia mattina luna argentina, sollevo da te la preghiera e contemplo basito la tua sagoma bella. Credo e cresco nel silenzio... credo e cresco nel silenzio... credo e cresco nel silenzio... laddove forgia il destino. 27 68 primavere A mio nonno e a tutti i “vecchi” che mi hanno guidato nella vita... Ah!... Questa aria di primavera mi ringiovanisce un sacco! Cammino per la strada godendo della frescura del verde e del profumo dei fiori nei giardini. Cammino, inspiro profondamente e m'inebrio con la brezza mattutina e i riflessi del sole tra le foglie. Cammino... la verità è che faccio un po' fatica. Certo, non sono più un ragazzo come nel 92... eh... sono passati 32 anni! … con 68 anni la vita ti cambia un po'... il corpo si fa pesante, ti senti gonfio, stanco... quando ti muovi è come se avessi addosso un grosso cappotto... ti cadono in avanti le spalle, è faticoso mantenere dritta la schiena, il petto si infossa... è come una vecchia camera d'aria inaridita dal sole che fatica a gonfiarsi... "umile fisarmonica... chan chan... vecchio mantice sgonfiato... chan chan chan..." canticchio senza riuscire a trattenere una tosse irritante per lo sforzo di gola... Ci sono volte in cui le ginocchia cedono un po'... dicono sia l'umidità... io, 28 nel dubbio, prendo il totale-magnesiano e una cucchiaiata di miele e limone a digiuno tutti i giorni, che dicono che fa benissimo... certo, alle ginocchia non fa né bene né male il miele e il magnesio... sono guaste, ma... sono come i cardini della porta della cucina, a forza di aprirli e chiuderli, si allentano e poi si bloccano... e va beh, non mi posso lamentare, le ho usate abbastanza... 68 anni... 45 anni di lavoro e tre anni e tre mesi di pensione... 45 anni di lavoro!... non voglio ripensarci, altrimenti mi intristisco... non sono mai stato uno ossessionato dal lavoro, però sono sempre riuscito a tenere due soldi in tasca e a non far mancare nulla alla famiglia... certo, non sono mai diventato ricco, però me la sono sempre cavata da solo... sempre indipendente, senza capi, senza padroni, e ora mi trovo senza dignità e senza stipendio! Continuo a camminare... devo spostarlo sull'altra spalla, perché questa mi fa male... Ma che soldi né merda di pensione!... O vorrebbero farmi credere che la Quota Mensile di Sostentamento Pensionistico che incasso ogni mese è abbastanza per vivere decentemente... meno male che nel ‘89 29 sono riuscito a comprarmi una casetta... mi ricordo che il presidente era Gaio Giulio, si.... quello che adesso sta con Cesare Bruto nell'Alleanza Progressista... si... mi ricordo bene... Gaio Giulio passò la fascia presidenziale a Cesare Bruto che era il capo dell'opposizione... che tempi quelli!... La gente era tutta eccitata dal chiacchiericcio della democrazia!... Gaio Giulio organizzo molto bene la scena della svolta democratica... Dopo tanti anni di dittatura tornarono le libere elezioni, la partecipazione popolare, il Terzo Movimento, la nascita del Liberalismo Popolare Umanizzato, diventare parte del primo mondo, l'Alleanza Mondiale del Nuovo Ordine... tutte balle... Fu in quel periodo che dovetti obbligatoriamente scambiare 16 anni di contributi pensionistici con Buoni Compensatori Nazionali - che ancora mi tengo per ricordo visto che non li compra nessuno - e dovetti cominciare a mettere i contributi in uno di quei fondi pensionistici privati. Ho scelto la Mercury-Shadow Retirement S.A. che oggi mi restituisce in forma di pensione l'equivalente del'82% del Salario Minimo 30 Internazionale, il "salamino" dei poveri come lo chiamiamo noi pensionati. Con questi soldi posso pagare le bollette, comprare 8 kg di culatello per fare cotolette, 16 pacchetti di spaghetti di semola, 14 kg di pane, 8 kg di melanzane, 7 litri di vino rosso comune, un po' di verdure, un caffè al bar due volte a settimana e 64 aspirine, che mi servono sia per i reumatismi, che per il raffreddore o il mal di testa... e niente altro. Ecco sono arrivato sul viale... accidenti come pesa!... Comparativamente qualcosa è cambiato, altre per niente; le automobili sono più piccole, più silenziose... dicono che inquinino di meno, e i mini-autobus si spostano su camere d'aria che fanno un rumorino sibilante quando passano; i vestiti sono più luccicanti, sintetici, impermeabili, termoisolanti, ipo-allergenici, ecc... ecc... la verità è che la gente vestita cosi’ assomiglia ai pupazzi dei cartoni animati... Ci sono più uomini pelati... si’, la gente ha sempre meno capelli... gli uomini, lo capisco, ma le donne... dovrebbero darsi una calmata! Non è che hanno meno capelli, ma quei bei 31 capelli robusti e abbondanti che si vedevano una volta, adesso sono diventati peluria, come quella dei neonati... perché se li tagliano tutti allo stesso modo: corti, corti, come uno spazzolino per le unghie!... tutti molto carini, e troppo identici per i miei gusti! E via! posso riconoscere che anche la mia presenza sembra un po' grottesca, a loro, però io ci sto comodo con questo vestito "antico", 100% lana e cotone, e più ancora con queste scarpe scamosciate che non hanno il pregio di rimanere sempre pulite come quelle che vanno ora ma mi permettono di camminare tranquillamente a dispetto di un paio di calli e l'alluce valgo. Continuo a camminare... lo sposto di nuovo sull'altra spalla... Spero di non stancarmi troppo nell'isolato che manca... Mio figlio mi ha detto mentre uscivo da casa: “ti accompagno babbo”… “no caro, lascia stare, questo voglio farlo da solo” ho risposto salutandolo. Che ragazzo!... Intelligente, moderno, però con una morale "di altri tempi"... non so fino a quando resterà fermo... per ora si frena perché capisce che non gli permetto di 32 accompagnarmi per vergogna... perché mi sento responsabile e complice di questa ingiustizia, di questo presente che abbiamo prodotto e del futuro esecrabile che lasciamo come eredità! Dopo il ‘98, la rivalità tra i partiti che storicamente hanno sempre governato il paese si è diluita: tra tutti e due hanno assorbito tutti i partiti più piccoli e i movimenti che esistevano, e dopo 9 anni di rivalità elettorale - che non era nient'altro che un aggiustamento dei registri di cassa eggià... entrati nel terzo millennio, si fusero nella Nuova Alleanza Progressista, che ci governa ancora oggi! Alcuni "rivoluzionari" che di tanto in tanto spuntano qui o là dicono che questo è un piano stabilito già da "prima" teso a livellare la classe media "dal basso", generando una "classe popolare" di operai produttivi/consumatori con pochissima capacita’ di risparmiare, e di progredire. In questo schema, i pensionati o muoiono di fame perché sono "improduttivi" o aiutano a far si’ che i propri familiari non "alzino troppo la cresta" visto che anche il minimo risparmio deve essere utilizzato per 33 mantenere i propri "vecchi"... Io non mi sento un rivoluzionario, al contrario, mi hanno sempre dato del "accomodato e opportunista", però, ora mi fa male ascoltare quello che i politici dicono: \...abbiamo bisogno di una massa produttiva con un'identità consumista standardizzata...\ \...i pensionati sono lo strato sociale che non permette i cambiamenti...\ecc, ecc\ ... Nel dubbio, io vado! Manca solo un isolato. Lo sistemo in modo che si veda un po' di più... Nonostante la distanza e i miei occhi stanchi nel portare questi occhiali spessi di vecchiaia, vedo il movimento in piazza. Le mie scarpe scamosciate riprendono vita e prestanza d'improvviso. Affretto il passo; sento quest'aritmia propria dell'innamoramento, della paura e dell'esitazione dentro al petto... Mi sto avvicinando... di nuovo i cartelloni... gli striscioni... come quand'ero giovane, nel ‘92! I vecchi in piazza, i "pensionati" al grido di: -migliori pensioni!-, -basta elemosina!-, -dove sono i soldi che abbiamo 34 messo da parte!-... Me lo sono tolto dalle spalle. Mi si stringe il petto al ricordo... i sindacalisti... i socialisti... gli umanisti... gli studenti... tutti quanti che per i "loro vecchi" sono scesi in piazza!... Mi sfrego il naso per asciugarmi una lacrima che potrebbe tradirmi... Incrocio la tracolla sulla schiena. Orgoglioso metto il petto in fuori e il mantice si gonfia come allora... Col pezzo di tubo nero in mano e gridando "avanti i pensionati!" entro in piazza! Batto sul tamburo con furia... con speranza... con la voglia che ogni colpo che do risuoni nella coscienza addormentata di coloro che non sono venuti e che domani saranno "vecchi"... -Andiamo ragazzi... andiamo pensionati... avanti i nonni!- … grido, mentre penetro in questa massa di eterni rivoluzionari... Bam!...Bum!... Bam!... Bum!...Bam!... 35 Vinto Sono passati gli anni. Il pathos pesa sulla tua schiena curva. Il tuo movimento è lento. Vedo che non disprezzi le lusinghe! Non reagisci ora? Non capisco... Non hai più ansia di essere? Non provi piacere nella complicità? Non hai bisogno della mia compagnia? Non ti stanca il rigoroso dovere? Che n'è stato del tuo furore libertario? E di quel sciopero? E di quella donna? Dove sono finite le tue ore di studio? E dove i tuoi giorni di lavoro? E lo scricchiolio delle tue forti mandibole? E le tue suppliche al cielo, esaurite? Non smentirmi... che potresti dirmi... 36 Perché giustificarti? Cosa legittimerebbero le tue parole? Forse furono i tuoi compagni... Forse i muri ti soffocarono e questo... Forse lo sforzo del giogo falciò il tuo impegno... Forse il silenzio ti frustro... Forse ti tradì l tuo popolo... Forse non riuscisti a comprendere te stesso... Ormai, cosa puoi spiegarmi? Che cosa puoi spiegarmi ora... Che non hai più forza, Che ti si è oscurata l'anima, Che hai consumato il sogno, Che hai fracassato il letto... Che puoi dirmi ora... Che hai gli occhi velati, Che hai dimenticato le parole, Che sei un corpo nel gorgo, Che non ti soggioga la fata... Non capisci cosa sei?... Non sei più niente. Niente! 37 Perché non accettasti il cambiamento, Perché preferisti i denari, Perché ti convincesti dell'errore, Perché alla fine, sono tutti uguali... Perché su tutti i fronti ce chi si sacrifica, Perché inebria il fruscio del subdolo. Perché già hai dato quello che dovevi dare, Perché si deve sopravvivere... Nonostante tutto, Coloro ti ammirano. Il tuo sangue le sue vite nutrono... Ce lai fatto... Sei una leggenda... Mentre il tuo gesto apparve severo e tranquillo, la vacuità del tuo sguardo è agghiacciante. 38 Dubbi Vado Vengo Sono Persisto Sopporto Condivido Osservo Aspetto Vivo Cammino Terra Destino Sentiero Destinazione Uomo Sensazioni Comprensione Generazione Eternità Orizzonte Sole Volo 39 Strappo Con il lutto più oscuro dei lutti, ho vestito il letto. Con la bile più amara del mio corpo, le lenzuola ho unto. Con il ricordo più sublime dei miei sogni, colmai le mie mani. Con la smorfia più ipocrita di questo tempo, ho coperto il viso. Con pennellate di assenza e contorni vaghi, ho effigiato la tua aura. Col freddo dell'affetto sconsolato, ho sigillato la tua anima. Credimi... Non basteranno mille giorni per smaltire il silenzio. E' tutto uno strappo... 40 Cordialmente A Voi conquistatori mi rivolgo salutandovi prima di partire: Siamo già stati scoperti, colonizzati, cristianizzati, educati, consigliati e riformati. E altrettanto manovrati, usati, lasciati, ingannati, dissezionati, vilipesi, abbandonati... Da Voi siamo stati imbevuti del dovere corretto, della legge, i poteri, il cosa-fare, la morale, la condotta, il cosa dire, la moda, il bene e il male. E più tardi privati paternamente della parola, della sicurezza, della completezza del sentimento, dei sogni, della ricchezza, della poesia, del movimento, dell'oratoria, 41 del futuro certo, dell'immaginazione. Voi, signori della terra... arbitri dell'eterna convivenza tra gli uomini... ci avete creati persuasivi, onnipotenti... geniali, onnipresenti... padroni della moneta di due facce. Per noi, e per Voi, e per il verso giusto della moneta vi chiedo: che ci lasciate mandar tutto a puttane. Cordialmente. Un cittadino. 42 Voglio Voglio volare eterno in questa notte disperata! Voglio che sgorghino acquose come sangue le parole! Voglio gridare al mondo: che mi hanno tolto tutto!... Voglio che lo sappiano tutti: sono un vortice nel nulla... Voglio piangere mille baci, voglio bere queste lacrime. Voglio ridere e che un gemito si propaghi in questo letto. Voglio raggiungere il cielo e il fuoco ardente dell'inferno. Voglio vivere mille vite per sapere quando muoio. Voglio strappare le tue carni per lasciare un segno nel cammino. Vorrei... Voglio... voglio sapere!... perché Esisto?... 43 Viene alla luce Ci sono dei momenti di eternità per gli dei... di carne e ossa. Ci sono lassi di tempo che uniscono: il pensare di un filosofo, il dire di un poeta e il sentire di un monaco... Momenti come questi dominano il destino... Fu un istante piccolo che durò un'immensità. Tempo di fiamme bianche, scoppiettanti, trasparenti, intrecciate, che formarono un ovulo di sostanza madre. Un alito di vita ancora confuso, che sorge dalle profondità dell'essere e tutto lo impregna... Mi fa rabbrividire evocarlo... 44 Piango e rido speranzoso al vedere i miei sogni, che tra rapide cascate prendono corpo. Quasi giungo già i prati diamantini, e chiudo gli occhi perché non mi abbagli il giorno. Sento l'alba di questa chiara mattina che non è oggi ne fu ieri, e che aspetta essere creata! E davanti un cumulo inesplicabile di figure senza diciture, di simboli senza sottotitoli... precipito, cado, riemergo! Torno agitato e tremante al mio posto. Non sono triste... Dalle mie mani, dalla mia fronte e dal mio petto, esce luce!... Tante luce! 45 Requiem prematuro Le tre del mattino. Sono in cucina. Una sola luce accesa. La casa in silenzio. Tutti dormono... Fuori nel patio e più in là, nel cortile grande della strada, lo stesso silenzio. Un silenzio più abissale, più corporeo del silenzio d'altri giorni; probabilmente sono io ad essermi immerso in un silenzio cossi tangibile... Sono seduto a tavola. Fumo una sigaretta dopo l'altra. Mentre aspetto davanti alla sedia vuota, controllo con sensi aguzzati la profondità che si estende oltre le pareti. Ti sento presente; non molto vicina... come poco più in là del cortile... e più vicina a me di quanto mai prima tu sia stata... Sei parte e complice di questo mio silenzio attento e pieno d'attesa; e sei parte di questa notte di luna piena che causa deliri e desideri; che fa dimenticare le nostre menzogne, le nostre paure, lasciando che i corpi volino nel fantastico, grottesco e delirante occulto quotidiano... Attendo paziente che tu appaia dal tunnel della notte, dal suo cavernoso e riverberante 46 silenzio; che attraversi soave e alata il cerchio che nell'infinito e distante i miei occhi svelano, e che manifestandoti a me, ti sieda... Non ti ho mai visto. Non credo che tu abbia la forma che il popolo ti ha imposto: brutta, scarnata, frigida. Ti immagino lieve, trasparente, bianca, vaporosamente luminosa, alata e con la tenerezza e bontà delle fate che mi facevano compagnia da piccolo. Cosi ti immagino e presumo: col movimento, la fragilità, la lievita, la tenerezza e il tintinnio di una fata; una fata che ha il ruolo di accompagnarmi in un nuovo cammino di sensazioni e sentimenti. Non ti dirò che questa inquietudine e aspettativa per il tuo arrivo non si confonde a volte col timore... certo, mi hanno tanto insegnato a evitarti che perfino la necessita di incontrarti e parlarti si può trasformare in timore... Sai cosa la gente dice di te? bene... in verità di te non si parla molto; il panico per ciò che non si conosce chiude loro la bocca, però nel più profondo dei loro pensieri, rocciosamente occulti, ti immaginano come la dama delle ombre, coperta di veli neri e 47 in perenne subbuglio, come le notti tormentate d'inverno... Ti immaginano sola, tanto sola, che il vuoto della tua presenza secca i pascoli dei campi su cui posi i tuoi passi gelidi: perché ti immaginano anche fredda, con quella freddezza attribuita a chi rimane impassibile davanti ad una carezza, davanti ad un sorriso o una supplica, e che si annida con un anelito spettrale negli spazi vacui lasciati dagli esseri estinti. Ti immaginano onnipotente, onnipresente, atemporale, inesorabile e dispotica: come se fossi la faccia occulta di dei frustrati e vendicativi... Veramente, non sei una buona compagnia per la gente... e hanno paura di incontrarti a la svolta della strada. Divertente, perché tutti sanno di non poter evitarti... ma quando sentono dire che le tue orme si sono mischiate con i passi di un conoscente lungo il cammino, subendo l'inevitabile... girano il viso d'altra parte per non vederti, e si chiudono in un falso circolo ermetico che li protegge da questa trappola del destino. Un po' soli, vuoti e impauriti, continuano la loro vita senza guardarti, portando le stigmate incise 48 nell'anima poiché non possono affrontarti... Hm mm... morte... credo che non esistano forme oscure che tu induci... Credo che non esistano lugubri rappresentazioni temporali che possano aggiudicarti, nonostante rappresenti la fine del nostro passaggio esistenziale terreno... Perciò nel bisogno di affrontarti e conoscerti, preferisco visualizzarti, renderti materiale nel velo protettivo delle mie fate infantili... Nell'attesa del nostro incontro prefiguro il mio discorso: Ho una casa: mi dispiacerebbe non averla più?... no! Perdere i miei vestiti, i miei lavoretti d'artigianato, i miei scritti?... no! Allontanarmi di mia madre, mia sorella... i miei amici?... no! Niente di tutto questo mi straccia il cuore; tutto fa parte del caleidoscopio multicolore dove si lanciarono e crebbero i miei sogni, desideri e curiosità mondane; sono forme complete, vuote... Miei amici sapranno capirmi... Però penso che tutto non è cosi facile e non mi sento ancora preparato per affrontarti... C'è qualcosa che mi dispiacerebbe lasciare: i miei figli; mi dispiacerebbe lasciarli perché 49 credo che loro hanno bisogno di me per continuare a crescere, perché sono ancora cosi teneri e non voglio lasciare che altri li educhino al posto mio... Mi dispiacerebbe perché in loro lascio qualcosa per il futuro... Mi dispiacerebbe perché in loro proietto quello che induco tramandare come segno immortale della mia presenza sulla terra e che ancora non ho fatto. Mi dispiacerebbe, si, mi dispiacerebbe... E se non fosse ridicolo dirlo in tua presenza, direi che mi dispiacerebbe da morire! Questo non me lo aspettavo... veramente non me lo aspettavo... Non essere pronto!... come se qualcuno fosse pronto affronto a questo momento! Però... vedendo che ti impegni a ritardare il nostro incontro, ti propongo che: finché i miei figli non saranno cresciuti, posponiamo il nostro appuntamento! Non voglio lasciarli... Aspetta, aspetta!... non andartene ancora... credo che la tua presenza sia conclusiva nel mio cammino; credo di poter imparare molto dal conoscerti: non voglio voltare la faccia dall'altra parte quando ti penso!... Aspetta!... ascoltami per favore... tornando ai miei figli: sarebbe sensato lasciarli 50 quando possiederanno e godranno del dialogo che ho aperto con loro; quando sapranno che in tua compagnia sono arrivato a un posto molto lontano dai loro cinque sensi quotidiani, dove non ci sono strade di arrivo, ne cellulari e da dove potremmo continuare a comunicare solo attraverso lo spirito e l'immaginazione. Si, dello spirito come fonte inesauribile e perenne di vita e dell'immaginazione come l'unico dono che stato concesso ai nostri corpi solidi per addentrarsi nella dimora dell'eterno-lieve-sconosciuto; in quel momento, potrei lasciarli senza dolore. In quel momento, so che continueremo insieme, loro, io, e tutti quelli a cui sono rimasto unito in un solo corpo, in una sola intenzione... E la mia compagna?... sicuramente ricorderò tutti i momenti in cui insieme abbiamo costruito la storia: i nostri baci, il calore del suo corpo e la profonda elevazione del sesso; e il mutuo sostegno nei momenti in cui i sogni si sono spezzati... e l'allegria e la complicità di affrontare spregiudicatamente il mondo, e molte altre cose... e sicuramente ricorderò 51 che anche per lei, tu sei la fata buona che vive sulla cima di un pino, col sole dietro, che scalda e accoglie durante il giorno... e ricorderò i canali dello spirito e dell'immaginazione che abbiamo percorso insieme!... Prendo un'altra sigaretta... Le ore passano e io mi domando perché non vieni a sederti con me. Avrai le tue ragioni... o stai aspettando il momento giusto... Io continuo ad aspettarti... se vieni, potrai occupare il tuo posto vuoto... E tornando a quello che stavo dicendo, su cosa mi piacerebbe lasciare come orme del mio passaggio sulla terra: vorrei fosse un sentimento, un nuovo modo di vivere o per lo meno un'intenzione... Vorrei che fosse un messaggio che dica alla gente che anche loro sono atemporali, immortali, e che non è corretto aggrapparsi a carcasse vuote se alla fine saremo obbligati ad abbandonarle... Vorrei che fosse un’idea che spieghi che tutto cambia col passare dei secoli: i costumi e i bisogni; ma il cammino continua e non bisogna confondersi, né arrendersi, né abbandonarsi... Vorrei che 52 fosse la tua bacchetta magica quella che a toccarli facesse sentir loro che il vuoto non esiste... che la morte non esiste... che è una sofferenza immaginaria... Questo si’ che mi renderebbe felice!... e dovermene andare senza esserci riuscito mi addolora... mi addolora molto... Credo che manca molto tempo ancora al nostro trascendentale ritrovo! Mi pare che oggi non verrai... non sono pronto per l'appuntamento e tu lo sai; che succederebbe se tempestivamente dovessi andarmene ora? Beh, mi dispiacerebbe lasciare i miei figli e il lavoro che non ho fatto... sicuramente troverò più avanti nell'eternità la comprensione per questi atti e la via per completarli, ma, per qui ed ora non sono soddisfatto... Quando avvedrà quello che succeder avrà, voglio che la mia presenza sia annidata nella mente e nel cuore di tutti quelli che amo e che le mie spoglie evaporino tra le fiamme purificatrici del fuoco, e che tornino come ceneri al mondo... e che qualcuno mi personifichi a voce alzata: “ascoltate: non azzardarvi a futuro a cercarmi nelle profondità della terra o in un 53 vestito spoglio... io sarò in alto, nella vostra mente e all’interno delle vostre migliori rimembranze!” Guarda, sta già albeggiando... Il silenzio che mi accompagnava si è spento... Spunta il giorno e sento i primi trilli e il rumore di un'auto per strada... La sedia ancora vuota... Ho sonno... E' possibile che non abbia ottenuto nulla ad aspettarti... è possibile che tu non esisti nemmeno come la fata buona della mia immaginazione... però internamente, so che qualcosa è cambiato... Non potrò mai girarmi per non vederti... La tua ombra nera non angoscerà mai più i miei sogni... Non potrò mai accettare ignaro il divenire del destino... Mai potrò abbassare le braccia e sentirmi vinto... Non sono allegro; non sono triste... nel profondo della mia mente, nel profondo della mia coscienza spunta una voce che dice: "Chi rinasce alla vita, non muore mai"... Vado a dormire... ci vedremo... chissà... 54 Calmo Calmo. Sereno. L'uomo cammina sulla spiaggia. La spuma gioca a copiare le orme dei suoi piedi. In lontananza l'orizzonte riflette i suoi pensieri e la sua anima. Una realtà di esperienze raddrizza la sua schiena. In alto un infinito di illusioni coronano le cime bianche. Sorrise l'uomo; possiede una solida base, è acquosa a volte... un atteggiamento diretto al domani e la sensazione che niente finisce. Calmo. Sereno. L'uomo cammina sulla spiaggia. 55 Caspita! Più in là del cosciente, accovacciato, l'inconscio comanda. Quando il primo tace, la ragione fallisce il cuore sbanda e l'anima scappa. Sorpresa da un lapsus, la mente replica: non sono stata io! Caspita! 56 Incognita Ho perso il gusto della dialettica. E' insensato arrivare a un compromesso. Bramo un attimo di pace per il mio spirito, un istante di luce per la mia vita. E poi?... Che ne sarà di questo universo senza limiti che è la mia mente... Che ne sarà di questa spiaggia senza costa che è il mio corpo... Posso giustificare tutto, tutto... tranne la morte! 57 Le prime barriere Francesco sta mezzo addormentato sul tavolo; il palmo di una mano regge la sua testa inclinata; l'altra regge una sfera di cristallo trasparente, luminosa, eterea... all'interno della sfera si alternano immagini e ricordi fluttuando atemporali … domande senza risposta... le solite perché?... quando?... come?... domande piene di ansia, di ricerca incredula, di ascolto. E' angosciante sentire come è ingombrante il vuoto dentro il suo petto! I suoi occhi giovani cercano uno scenario futuro che non abbia tanta morte, tanti sacrificati, che non gli faccia paura, che gli permetta di camminare liberamente per le strade senza dover giustificare niente... un futuro che sia diverso... tanto diverso dal previsto! Io non posso restare zitto; gli dico: "perché ti esalti, perché tante domande?... che cambierai?... pensi di scoprire la formula della felicità? Da che il mondo è mondo tutti si domandano le stesse cose... e nessuno ha trovato la risposta... beh, uno o due chissà, ma...". "Ma cosa!...” mi disse. 58 Lo guardai, mi accorsi di aver parlato troppo, e rimasi in silenzio... "Perché!... che cosa hanno saputo?..." tornò a ripetermi dopo un istante. Continuai a tacere; la corda che trascina il passato verso il futuro mi soffoca la voce nel presente. Sento un nodo grosso in gola; come un nocciolo di pesca di traverso che mi fa male. Non potevo emettere un suono... Sostenni il suo sguardo. Non è facile guardare negli occhi di qualcuno che ti fa una domanda dal profondo del cuore, senza pregiudizi, senza paure, con una comprensibile esigenza. Sostenni il suo sguardo perché volevo che leggesse nei miei occhi le parole che la mia bocca non poteva pronunciare. Volevo che lo scoprisse nei miei occhi. Francesco non seppi o non potei farlo. Furono cinque minuti nei quali non riuscii a superare quelle prime barriere di dolore, il confrontarsi con sé stessi e con il mondo; arrivò solo al confine; non attraversò la porta. Non potevo fare nulla per lui. Nulla... Niente... come tanti altri niente per tanti altri, Manuel, Maria, Antonio, Luisa... Non che io mi creda il salvatore del mondo... non ho tutte le risposte, però 59 possiedo la capacità di assorbire il dolore altrui, interpretarlo e comprenderlo; solo dopo aver sublimato la pena e il dolore che sento nell'altro, posso tornare a sentirmi vivo, e a sorridere. Chissà se è proprio il sorriso ciò’ che può aiutare le persone... o alleviare l'angoscia di Francesco, di Manuel, Maria, Antonio, Luisa... ma sono così distante dall'essere perfetto... così lontano dal poter offrire una risposta che possa essere utile a tutti... mi sento così impotente! La testa gli pesava molto ed ebbe bisogno delle due mani per sostenerla. La sfera rotolò fino a fermarsi in una fessura del tavolo; non brillava più, non pulsava... Un profondo singhiozzo partì dall'anima di Francesco. Un lamento lento, offuscato, continuo, come da un neonato... un grido che non riusciva a tramutarsi in voce... un gemito che uccide di dolore e non smette prima di averci lacerato... un pianto sordo, profondo, come per essere sentito solo da se’ stesso; vuoto; che dissangua il petto dalle ultime speranze e sentimenti che si possiedono. "Non so se le tue lacrime hanno abbastanza acqua da riempire il tuo vuoto interno, ne’ sufficiente sale per cauterizzare le tue 60 ferite... pero’ non importa Francesco, piangi" gli dissi, "piangi fino a svuotarti per intero, piangi fino a seccare l'ultimo ricordo, piangi fino a sentire che le tue lacrime cadono in uno spazio cavo... si ripetono e si allontanano risuonando come l'eco... Piangi Francesco, che non è la sofferenza che ti aiuterà a comprendere... è il silenzio, la calma che viene dopo, il sentirsi svuotato senza speranze, e anche senza dolore... Questa sensazione di vuoto, di silenzio, di calma, di leggerezza, di indifferenza, ti darà la possibilità di comprendere. Piangi Francesco, che il tuo pianto sia sincero, primordiale... non risparmiare niente..." Come la calma dopo la tempesta, come il silenzio dopo il caos, come la pace segue al fremito dell'amore, il suo tempo cercò altri tempi e un nuovo momento nel mosaico della sua vita trovò il suo posto. Qualcosa sorse in Francesco: la necessità. Credeva di avere tutto nella sua stanza: una chitarra, motivo di gioia per i suoi silenzi; i libri, messaggeri di sogni e progetti; CD per protestare, per sentirsi vicino a coloro che soffrono oppressi nella grande città; il computer che lo fa sentire grande; la TV per 61 guardare film cult; le pareti con i poster, porte immaginarie che conducono a mondi sconosciuti; una laurea da avvocato con la ceralacca ancora fresca; un libretto sopra la scrivania dove scrive tutti i giorni cosa ha fatto, che cosa vuole fare, le sue migliori idee (che un giorno lo faranno conoscere e diventare famoso), e le X... queste X che accusano con due tratti rossi quello che non ha potuto fare... Forse che sia questo libretto la chiave di tutto?... le pagine mostrano molti tratti rossi... forse che sia questa la chiave?... Credeva di avere tutto ma si sentiva solo; non solo nel senso di allontanato dalle persone... si sentiva solo come uno zombie, come se la sua vita non trovasse spazio ne’ senso nell’esistenza degli altri. D'improvviso si alzò e uscì a camminare. Sentiva le strade come grandi tunnel, come incurvati da una lente grandangolare; la gente si muoveva più lenta, pesantemente; sentiva le voci, i rumori, i suoni come in Dolby, come in bassa risoluzione... passivi, cavi, riverberanti dentro, riverberanti fuori; il mondo gli risultava stranamente vuoto anche se pieno di gente... camminava come sulla luna, lento, leggero, in un silenzio avvolgente. Guardava tutto come un 62 bambino davanti ad un negozio di giocattoli, con occhi che accarezzano le cose, ascoltando suoni che effigino nuove forme, respirando l'aria che rivela segreti arcani... Io lo seguivo da vicino. Da una bambina con i boccoli rossi stile Shirley Temple, scoprì che dall'innocenza, dall'incredulità, dalla mancanza di preconcetti, si impara. Da un cane vagabondo che lo seguì per diversi isolati imparò che l'amicizia non ha regole precise, che e’ necessario dare senza aspettarsi nulla, perché’ chi sa’ dare, sa’ ricevere. Da un salice piangente piantato in una piazza, imparò che anche vivendo in una situazione mediocre si può godere di tutto quello che ci circonda e che anche se si cambia di posto cercando il paese, la gente o la metropoli che ci piace di più, portiamo sempre con noi la nostra città ideale, piena di forme, di etica, di concetti, di pregiudizi. Quando passò davanti ad una coppia lo vidi turbato: li guardò furtivamente, come non volendo essere notato; continuò a camminare guardando per terra, poi si fermò un minuto e alzò lo sguardo al cielo muovendo gli occhi e le mani come 63 risolvendo un rompicapo; poi proseguì avanti. Mi sembrò che un desiderio stava facendo breccia nei suoi pensieri: il desiderio che qualcuno insieme a lui riempisse quello spazio aperto, siderale, che tanto amava; partendo dalle piccole cose, crescendo insieme, aiutandosi a vicenda ad essere grandi... umani… Si era fatto un po' tardi. Francesco girò sui suoi passi e tornò indietro. Rientrava a casa. Mi vide. Sapeva che lo avevo seguito. Nel suo sguardo brillava uno strano Francesco, più saggio, più giocoso, più irriverente, più vecchio... Camminava col petto in fuori, respirando profondamente, il passo forte. Quando ci incrociammo, si mise davanti a me e allungò la mano socchiusa, come per porgermi qualcosa: era la sfera di cristallo, nuovamente luminosa, eterea, pulsante. In quel gesto scoprii un nuovo Francesco. Riconobbi un amico. Sentii che era riuscito a superare le prime barriere. 64 Sai Sai... oggi è un giorno triste... Tempo addietro credevo di vedere in ogni goccia di pioggia che cadeva, un piccolo diamante cromatico... Il cielo grigio era la tela dove fantastiche farfalle di colori fumanti danzavano il rito della primavera in pieno inverno. Attraverso la finestra osservavo la strada. Vapori bianchicci e tenui si elevavano, dando corpo a ballerine gracili, che girando, volavano... Un giorno di pioggia era per me un giorno di scoperte... e incontri. Un giorno in cui i miei sogni febbrili di adolescente diventavano realtà nelle piccole lagune specchiate dell'attesa. Ero così felice!... Pero’ oggi... Oggi piove... è senza dubbio un giorno molto triste... E' un giorno per pensare... per ricordare... Ricordare chissà cosa... Ricordare che da pochi giorni... solo da pochi giorni... cammino solo sotto la pioggia. 65 Parole Nascondo le tue parole perché il cicaleccio mi turba. Non concepisco la tua retorica ripetuta nell’incapacità di comprenderla. Voglio solo avvicinarmi al tuo corpo, alla tua presenza. Emettere una imprecazione nella tua assenza. Voglio trovare in te gli spiriti vivi dei primi simboli. Perché il silenzio è la danza arcana che unisce sagome riti, desideri, segni... Capisci ora perché, sei per me libido e quiete? 66 Vita mia Ho una storia universale, divina, da raccontarti vita mia. Ho le mani piene di un tempo che non finisce, da darti. Pero’ mi serve il tuo aiuto vita mia perché ho un grande peso sulle spalle. Con un po' di tempo vita mia tornerò leggero come piume, e sarà il tuo fuoco sacro a sublimare questa bestia infiammata che ti mira. So che non posso donarti vita mia più che il grido di questo sogno che mi anima. Sarai tu, sarà il tuo senso a percepire il canto celestiale che a te si brinda. So di non essere nessuno vita mia, niente di più che il cielo che cammina. Seguirai i miei passi lentamente, perché vedrai nelle orme la salita. 67 Stato d'animo Sono i sogni ipotetici fantasmi del domani? I ricordi imitano le pietre che sostengono i passi? La vita è una sintesi di glorie parallele, vagiti, molteplicità di esseri che si uniscono costruendo l'infinito La saggezza salta e scivola nelle capriole fatue della esistenza, e in momenti sottili, intangibili, cristallizza la sua esperienza. Quante facce ha dio nella miscredenza? Quante notti ho cercato la luce della sua dimora? Quante volte lo ho ingiuriato con innumerevoli nomi? Quante altre volte ho dovuto implorarli? 68 Ho un cristallo che giocherella nelle mie mani. E' la mia coscienza imprevedibile come un dado. Allo stesso tempo giocatore e azzardo... Lancio il cristallo e il futuro è donato. Su quale virtù cardinale ho inciampato? Quale timore capitale ho meritato da non poter chiudere gli occhi davanti all'interiore sconosciuto? Solo chiedo al cielo, all'uomo, alla mia personale incarnazione che non mi offuschi l’oscura bocca del dubbio ne’ la penuria che a volte si fa carne... Solo chiedo a questo grandioso, luminoso, onnipotente che mi invade, che il miraggio misterioso insondabile e mistico delle sue forme, non mi abbacchi. 69 Amico Mi sono chiesto all'improvviso: quanto amico sei, amico... oggi ho voluto domandarmi quanto sono io, come amico. E ti chiesi definire e mi chiesi giudicare e volli classificare l'amicizia. Dissi che era comprensione stessi gusti, desideri, una partita a calcetto o una diversione folle. Ma ciò’ plasmo una forma sgombra di contenuto; volevo metterci l’abito ma non ci trovi un vestito. Sei quello che mi sostiene? che mi abbraccia quando cado? che riceve i miei consigli? che mi strilla quando sbaglio? che ha parte nel mio futuro? che ha costruito il passato? colui che si sentì vicino 70 anche abitando lontano? Adesso che sei distante di questo oggi quotidiano continuo a ricordarti amici come eravamo E sentii il vuoto nell’anima e mi scappò una lacrima e una nuvola di silenzio mi rabbuio’ la giornata. E sentii come la tua mano si appoggio’ sulla mia spalla e il sorriso strepitoso che ti si modellava in faccia. E un abbraccio, una manata, una storia combinata. E mi avvicinai alla tua immagine, vidi il tuo sguardo sapiente, che non è uguale al mio neanche diverso in niente. Allora sentii i miei dubbi e il peso della domanda sentii che ti avevo offeso allora asciugai la tua lacrima. 71 Neo-mondo Nella mia stanza dei sogni penso; deliro sulla soglia della mia capanna scura; e mentre modello il tempo, gioco con la mia immagine pura. Un istante, un giorno o due, un pulsare, fecondazione. Cammino tra arterie di luce soggetto ad un cordone universale. Con l'eco di mille voci formo il grido primordiale. Fu un lapsus nove lune, emergo trionfante delle brume. 72 Aforismi & Pensamenti - I potenti della terra stanno discutendo come risolvere il flagello della fame del mondo nella pausa pranzo. - E' facile dire come si fanno le cose, seduti comodamente dal divano di casa. - L'intelligenza della vita si contrappone alla stupidità della morte. - L'universo non è tanto grande come dicono: posso percorrerlo tutto con la mia immaginazione. - Nessun animale commette lo stesso errore tre volte tranne uno: l'uomo. - Quelli che fanno volontariato, non lo fanno soltanto perché sono persone solidali; lo fanno anche perché sono rivoluzionari. - La fede, il sentimento universale che sorvolando la mediocrità della nostra quotidianità ci avvicinava ai confini dell'infinito, fu reclusa nei templi. 73 - Mio nonno, un grande coltivatore della terra, disse a mio papà: Non voglio che tu passi quel che ho passato io. Devi studiare ed essere dottore... Mio papà, un professore universitario molto rispettato, mi disse: Non voglio che tu passi quel che ho passato io, quindi vai da parte mia e parla con Tizio Caio che mi deve un favore, e sicuramente ti favorirà assegnandoti un posto vacante... Io che ho sempre lavorato usando le parole, ho detto a mio figlio: Questa società è ambigua, non si sa dove è il giusto o lo sbagliato e non ti puoi fidare della gente. Quindi la cosa migliore è non dipendere da nessuno e farcela da soli. Vedi tu cosa vuoi fare, avrai tutto il mio appoggio. E mio figlio mi disse: sai papa’, andrò a coltivare la terra... - L'attività quotidiana, l'agire tra la gente, è il ponte che comunica il nostro mondo interiore (epico, empirico, utopico, sognatore) con il mondo esterno (reale, concreto, rigido, prevedibile). 74 - L'insegnamento che si può ottenere da una filosofia, da una scuola di pensiero o da una dottrina religiosa, presuppone sempre la accettazione degli enunziati prestabiliti. La vera conoscenza si ottiene quando la nostra coscienza scopre qualcosa di nuovo, di creativo, e lo integra liberamente nell'atto del comprendere. - In principio non capivo la gente, non capivo il mondo, non sapevo chi ero io. Mi sentivo molto solo. E mi resi conto che analizzando le situazioni, studiando e meditando, potevo rispondere a tutte le mie domande. E questo mi avrebbe avvicinato alla gente... Più avanti, quando ho capito come stavano le cose, sentii che quello che pensavo delle situazioni era molto diverso da quello che la gente pensava o credeva. E mi sentii molto solo. E mi resi conto che dovevo spiegar loro in che cosa consisteva la realtà. E questo mi avrebbe avvicinato alla gente... Quando cominciai a spiegare alla gente come stavano le cose, dove stavano sbagliando, e che cosa si doveva cambiare, sentii che la gente dubitava di me, mi 75 criticava, si insospettiva. E mi sentii molto solo. E decidetti di creare un movimento religioso che imponesse la verità attraverso la fede. E questo mi avrebbe avvicinato alle persone... Quando la gente inizio’ a seguirmi, per toccarmi come un santo, per chiedermi miracoli, per estasiarsi misticamente davanti alla mia figura, mi sentii molto solo. Mi resi conto che studiando, analizzando e meditando di nuovo sulle situazioni, con maggior profondità e maggior impegno, avrei risposto a tutte le mie domande... Passo’ il tempo, e mi resi conto che non bastava studiare, analizzare e meditare tutto in profondità per non sentirmi solo. - Quando senti che il tuo lavoro fa parte del bene comune e aiuta gli altri, il tuo lavoro guadagna un senso. E anche la quotidianità della tua vita. - Un'affermazione non si discute se coincide con l'usanza del luogo. Tutte le premesse che si oppongono, sono sospette. 76 - Rivoluzionario non è chi combatte gli schemi socio-culturali obsoleti. Rivoluzionario è chi costruisce nuovi modelli socio-culturali. - Si definisce di sinistra colui che giustifica le sue azioni in nome del popolo, della legge e di dio. Si definisce di centro colui che giustifica le sue azioni nel nome di dio, del popolo e della legge. Si definisce di destra colui che giustifica le sue azioni nel nome della legge, di dio e del popolo. - Non c'è martirio più intenso, sacrificio più grande, tortura più impietosa per l'animo umano, che vivere la vita intensamente, amando senza condizionamenti gli esseri che ci circondano, sapendo che alla fine del cammino, inesorabilmente, bisognerà separarsi da essi. Tragico destino quello dell'uomo: non poter vedere il ponte che comunica con l'aldilà. - Nessun uomo è così intelligente, o così stupido, da morire due volte. 77 - In natura, non esiste evoluzione della specie, senza la consapevolezza, il bisogno del cambiamento e il dispendio di energia da parte del soggetto che sta cambiando. - Viviamo in un mondo pieno di informazioni, circondati dalla gente, a due passi da tutto e la cosa più importante di tutte, è il denaro... Che assurdità, no? - L'essere umano, per trasformarsi in spirito, deve realizzare un grande sforzo personale e impiegare tempo ed energia nel cambio. O pensi che tutto cada dal cielo? -A M O R E mmirazione per l'altro agnetismo sessuale biettivi comuni ispetto per l’altrui libertà mpatia esistenziale - Meno si presta attenzione, meno si vede; meno si vede, meno si ricorda; meno si ricorda, meno si immagina; meno si immagina, meno si pensa; meno si pensa, meno si rifiuta; meno si rifiuta, meno si domanda; meno si domanda, meno si sente; meno si sente, si inizia a dormire; quando si inizia a 78 dormire, i sensi tradiscono; quando i sensi tradiscono, si presta meno attenzione; meno si presta attenzione, meno si vede... - La verità non si conosce attraverso le parole: possiamo ascoltare chi ci parla, capire cosa vuole dirci, quali sono le sue intenzioni, per quale motivo dice quello che dice, sapere che cosa ha fatto nella sua vita, ecc. Poi, se tutto va bene, con molta fortuna e un grande impegno da parte nostra, cominceremo a capire "qualcosa" di quel che dice. Probabilmente la verità non la conosceremo mai. - Alla fine del cammino, che dirai quando ti chiederanno: O viaggiatore che vuoi continuare il viaggio... cosa hai portato fin qui?... Rispondi: Come pagherai il traghettatore?... - Ieri, oggi, domani. Il tuo oggi e’ quello che successe ieri. Il tuo domani e’ quello che ti succede oggi. Un'unica linea. Non necessariamente retta. 79 - La mente condivide i limiti con l'infinito. Il corpo cerca l'armonia nella retta condotta. - Ho dovuto vivere tutta una vita per poter capirla. Adesso posso dedicarmi a qualcos'altro. - Non esistono limiti nell'infinito. Nell'infinito non esiste un inizio, ne’ una fine. Nell'infinito non esiste il tempo, ne’ la morte, ne’ dio... I limiti li costruiamo noi, nell'illusione di accaparrarci un pezzettino d'eternità... - Come le linee parallele, la scienza e la religione trovano nell'infinito un punto d'unione. - Il problema che ci si presenta nel negare l'esistenza di dio senza cadere nella disperazione, è rammentare che siamo fatti a sua immagine e somiglianza. - Dopo la morte possono succedere due cose: che la vita continui nell'aldilà, o che tutto finisca qua. Se la vita continua nell'aldilà: perché dobbiamo preoccuparci? E se la vita finisce qua: di che cosa dobbiamo preoccuparci? 80 - E' vero tutto ciò’ che assomiglia alle nostre credenze o alla nostra convenienza. - E' un gran risparmio di energia quello che ottiene l'umanità concentrando in pochi individui tutta l'intelligenza. Purtroppo qualche volta restano posti vacanti. - E' l'amore per la vita, la natura e gli esseri umani ciò che permette di intuire i confini dell'eternità. E' il rispettargli senza condizionamenti, ciò che ci permette di raggiungerli. - Da un bambino che ride poco, che quasi non gioca e che parla sempre con serietà, si dice che è un bambino adulto. Di un anziano che ride sempre, che gioca con i bambini e che non prende niente seriamente, si dice che è un vecchio rimbambito. - Mi è più simpatica la sottigliezza del dubbio, che la prepotenza dell'affermazione. 81 - Marx si è sbagliato. Se le religioni sono l'oppio dei popoli, in alcuni momenti della nostra storia avremmo dovuto sentire la crisi d'astinenza. - Noi affermiamo che l'universo ebbe inizio con il big-bang perché è angosciante non sapere da dove veniamo. - I potenti fanno di tutto per mantenere il potere. I deboli fanno di tutto per accontentarli. - La saggezza e la virtù si dovrebbero applicare all'attività quotidiana per sovvertire gli schemi sociali noiosi. - La violenza generalizzata che subiamo non dovrebbe essere parte della realtà quotidiana: dovrebbe essere una singolarità. - L'arte della pubblicità consiste in generare un desiderio da una necessità che non esiste. L'arte della politica consiste nel generare una necessità da un desiderio che non esiste. 82 - Tutte le manifestazioni dell'arte ci permettono di superare i limiti del materiale, ottenendo che il nostro spirito, la nostra parte eterea, si liberi dalla prigione del corpo rompendo le catene del convenzionale, del prevedibile, della causalità. Succede anche con l'arte di vivere... - Vivere nel mondo dei sogni, con un occhio aperto alla realtà, e’ un'arte che solo la genialità concede. - Non esiste democrazia senza equanimità, senza parità di condizione, di coloro che devono scegliere. - Abbiamo la certezza, quando quello che osserviamo corrisponde a quello che conosciamo e internamente vogliamo. Abbiamo il dubbio, quando quello che osserviamo corrisponde a quello che conosciamo e internamente non vogliamo. Neghiamo, quando quello che osserviamo non corrisponde a quello che conosciamo e internamente non vogliamo. E’ un enigma quando quello che osserviamo non corrisponde a quello che conosciamo ma internamente vogliamo. 83 - Un grande enigma è un grande paradosso che fa barcollare la nostra mente fra una realtà che il cervello nega, e una illusione che il cuore attende. - Tutto quello che facciamo, tutta l'opera umana, subentra nelle leggi della natura, ergo, degli animali. Il pensiero superiore, il sentimento nobile, l’azione disinteressata, sono quelle impercettibili scie che sorvolano l'odierno, lo trascendono, creando precedenti, sentieri che modificano il nostro futuro e la nostra natura. - Io mi domando: in queste riflessioni così profonde, così elevate che a volte mi strabiliano, non è che tu, maestro, celeste amico, ti comunichi con me utilizzando questa forma sottile del pensiero? 84 Il tuo compleanno (canzone) Vieni, accostati a me un po’ svelati ai miei occhi voglio guardarti così… Vieni, stringimi la mano perché oggi è il tuo compleanno voglio viverlo con te. Perché è nostra la vita e anche nostro l’amore Perché mutiamo il mondo giocherellando in due. Perché il vecchio materasso dipingemmo a colori e diventammo grandi schivando il dolore. 85 Perché ho preso mille cose cercando di imparare i nostri primi anni con grande libertà. Perché hai saputo in fretta che non ti puoi arrabbiare quando faccio il noioso senza voglia di parlare. Poiché è tuo questo giorno e in parte un po' anche mio, svelati ai miei occhi voglio vederti cosi'… Vieni, accostati a me un po’ svelati ai miei occhi voglio guardarti così… 86 Non si può. Può essere... Sarà cosi! Tre atteggiamenti, tre situazioni ricorrenti nell’inerzia della psiche: La prima nega tutte le possibilità. La seconda è relativista, ci fa perdere tempo, assaggia diverse alternative tiepidamente per poter giustificare il "non si può". La terza è l'unica valida, l'unica che ci da’ la possibilità d'iniziare a realizzare qualcosa: Non si valuta l'esito o l’insuccesso; esiste solamente l'obiettivo. In qualunque situazione o progetto, il dubbio e la certezza devono essere fari che illuminano tutte le fasi, tutte le possibilità da tenere in conto per arrivare all'obiettivo. Devono dare più luce alla scena, più colore, più profondità alle situazione, ai personaggi Noi, registi della nostra propria vita dobbiamo illuminare le scene di quello che succede e di quello che succederà, chiarire i dubbi, colorare le zone grigie, i timori. Illuminare, colorare, definire, finché’ il futuro sia spinto dal: Sarà cosi! 87 Trafiggente parola Come possono ferirti le mie parole... cosi’ leggere, smussate, trafiggenti solo come un sogno che non riesce a sporgersi fra i tuoi pensieri? Come può umiliarti il mio sentire se ti innalzi davanti il mio spirito virile come Diana trionfante sulla preda abbacinata? Perché appaiati ai movimenti che animano la tua bocca, cosi’ lievi, liberi, sensuali, le mie labbra appaiono atterrite prigioniere d'una strofa? Donna... come possono ferirti le mie parole? 88 La strada Puoi indicare la strada e aspettare che la seguano. Puoi suggerire la strada e aspettare che capiscano il senso. Puoi camuffare la strada ma qualcuno la troverà. Puoi mostrare la strada sbagliata e troverai chi ci riprova. Puoi negare ed evitare la strada e la troverai dentro. Puoi costruire la tua strada personalizzata e vedrai che il senso unico è violato. Puoi dire che le strade sono di tutti e vedrai il tuo senso libero vietato. E’ difficile intraprendere una strada nello stesso tempo in cui la si progetta e la si costruisce... 89 Quanto vorrei Vorrei essere la luce intrappolata nelle tue pupille cosi’ da poter girovagare, libero... nel tuo pensiero. Vorrei essere il suono della pioggia, del vento, del ronzio di un insetto... interferire con la tua parola, in coro nella tua bocca. Vorrei essere il profumo della sera, della terra umida, della mela, recondito... nell’esaltazione ricorrente, della tua mente. Vorrei essere il fruscio di una piega, il tepore avvolgente del vestito, penetrare la pelle e in profondo, sublimarmi... nel grembo del tuo corpo. Vorrei essere il passare del tempo, l'agonia dell'attesa, la gioia dell'avvenimento... sentirmi parte insolubile, protetta, del tuo interno sentimento. 90 Paragone della vita. E’ banale paragonare e dire: la vita è come un fiume?: Va in fretta, carico, gremito, distrugge i contorni, uccide. Va fermo, senza moto, si dilegua, inaridisce. Se si allarga e non avanza crea pestilenze, pozzanghere, paludi. Quando invece avanza, tumultuoso, a flusso continuo, premuroso, dona linfa, cibo, umidità forme, luce, suono. Potrebbe paragonarsi la vita al pensiero?: Quando infatuato, impone e non condisce Quando fermo e’ perché nega, uccide valori e soluzioni Quando si annida nel dubbio, l'incertezza si sfuma in mille idee senza colore. Quando avanza definito sull'azione, sull’obiettivo, e’ lui a delineare le sponde del cammino 91 Potrebbe paragonarsi la vita all'emozione?: Quando voluttuosa impone i desideri separa, soffoca, divide, ferisce. Quando apatica, buia, vuota, sfratta, giudica, patisce, uccide, maltratta. Quando confusa divarica i desideri inganna, soggioga, mente. Quando avanza serena fra desideri e dubbi costruisce catene di unità al suo interno. Potrebbe paragonarsi la vita all'azione?: Quando forza la situazione attorno genera confusione, incidenti e non ritorno. Quando nega, rigetta, annulla, si offusca, elimina, consuma. Quando si diffonde in mille possibilità perde forza, contorno, obiettività. Quando sa’ che fare quando e come farlo, è perché il futuro c'è e può’ solo aspettarlo. La vita, il fiume, il pensiero, il sentimento, l’azione, non è un po' banale paragonarle insieme? 92 Gioia Primavera Quanta gioia, quanta...! guardarti distante, non per paura, non per scortarsi... solo per venerarti. Continuo a osservare come poco a poco fiorellini gialli, viola, biancorosso che sbalzano attorno, ti sbocciano addosso. Sagoma leggera, posante presenza, dileguata adagio nell’erba grezza, un soave profumo di mela e cannella sorvola e si immischia con la fresca brezza. Voglio ammirarti da lontano un po' finché’ tu intuii il mio fremente sguardo; carnale primavera, rara gioia sei, Botticelli sogna lodarti in un quadro. Sorridi, sorprenditi, studia, canticchia, muoviti, cavalca ideali, sfidati, la vita è sogno, chimera, speranza, per chi come te, giocherellando abbraccia. C'è un posto tranquillo, isolato, vasto, nella mia utopia, magico, lontano, li’ vorrei portarti, in una vita, un giorno... percorrerlo insieme, mano nella mano... 93 Mi pensi?... Devi attirare i miei pensieri prima di chiedere di pensarti. Devi riempire il mio cuore prima di chiedere di volerti. Devi coprire il mio corpo prima di chiedere di anelarti. Perché fare del tuo sogno il mio sogno, se ancora non ti conosco? 94 Bologna Sono Donna. Bella, voluttuosa, sensibile, sacerdotessa, matrona, carnale e padrona. Odoro di malva, sempreverde, menta, di rosa e maggiorana. Sono Donna. La dotta, la popolana, irascibile, abnegata, sola. La più bella Sono Donna. Dicono di me che prevedo il futuro che capisco il passato che tramuto il presente... solo dicerie... sciccherie d'invidia! Sono Donna, Semplicemente: Bologna! 95 L'amante Un amante è colui che spicca dal tuo sogno al letto, ti coccola, ti inebria di baci, ti sussurra all’orecchio parole che serpeggiano impertinenti per il tuo corpo incandescente, e dopo, sfuggente... torna via. Un amante è costui che conosce ogni piega, ogni raccordo della tua pelle come se’ stesso, che con fluidi balsamici appaga i tuoi fremiti e che con gesti rassicuranti ancora i tuoi demoni più avvizziti nelle profonde grotte della voluttuosità; è colui che rotola con te nelle lenzuola e quando ti addormenti appagata, sparisce, svanisce, sostando in agguato nel tuo pensiero. Un amante è colui che penetra nelle stanze più profonde del tuo essere, quelle più buie, più nascoste, quelle chiuse con i catenacci del peccato, della lussuria... si addentra, irrompe, porta l'aria frizzante della 96 primavera, il profumo feromonico dell’amore, porta la luce giusta del tardo pomeriggio sulla spiaggia di sabbia... Ti cerca, ti trova, ti sconvolge, gioca con i tuoi vizi, sfida il tuo pudore, ride della tua trasgressione... Un amante è un ponte da attraversare verso un futuro luminoso che si offre proprio davanti a te, e quando sei pronta a oltrepassarlo, sparisce, e resti sola in attesa del suo ritorno... ma continui a sentire la luce, l'aria, il profumo... Un amante è quell'amico che ti capisce sempre, che ti ascolta, che ti consiglia, che può immolare la sua vita per te, ma che non è un amico... E’ costui che ti accompagna, ti sostenta, t’incoraggia, ma è meno ingombrante di un granello di sabbia... Un amante ti fa sentire consapevolmente la più lurida delle puttane nell’harem delle vergini puritane. Un amante è un desiderio incompiuto, ogni piacere, ogni sogno perduto... 97 E' l'attesa della magna libido che borbotta irrompente nel tuo presente lucido. Un amante è la mano che ti guida, che ti supporta fino a che sei arrivata. E' lo sguardo che ti spoglia senza farti sentire in imbarazzo. E' il compagno di gioco a chi dai del Lei davanti altri. E la sensazione di un domani sfuggente che ritorna insistente nel tuo pensiero odierno. Un amante è un diritto acquisito delle anime sensibili e un dovere concesso alle anime succubi. Un amante è l’essenza sublimata del brivido che esperimenti al mattino quando ti trovi bagnata abbracciata al cuscino. Un amante è la cosa più bella, oscena e peccaminosa che una società brutta, casta e pudica può offrirti. Togliendo tutto il superfluo, rimane il gioco, l'immaginazione, il tremito, la leggerezza, l'amore... 98 A mia figlia Un tuo ricciolo si sistema fra gorgogli di risa e di pianto e le mie braccia. In uno spasmo fetale ti accoccoli piccolina, stuzzicando con il naso una streghetta. Come mi sento bene al tuo fianco! si ferma il mondo... si è fermato! voglio scendere... sentire che esisto... accucciarti nelle mie braccia... vivere! Un tempo prima, ben prima dei tuoi primi passi, è che sentii il silenzio degli dei, e del tramonto immenso e vacuo dei giorni... 99 E il miracolo di immaginarti, piccolina, domando il futuro, balbettando il domani, si bloccava negli ingranaggi del tuo corpo, e della mia anima. Ci fu un giorno... molto prima dei tuoi primi scoppiettii di risa, in cui mi sentii impotente, marchiato da uno sleale fato macabro. In quel lasso di tempo, rinunciai ai giorni, ai sogni, e a tutto ciò’ che mi avevano portato... E fu il tuo sorriso e quel luccichio nei tuoi occhi! e le tue manine dai piccoli movimenti che cercavano di toccarmi, che riuscirono a rialzarmi. E nell'affanno di portarti nelle mie ludiche avventure come compagna di giochi, e incoraggiato, grazie ai tuoi sforzi, e sfidante sguardo verso il futuro... 100 confrontammo il destino! Spaventammo il niente! E iniziammo un cammino senza segni prefissati... E vincemmo! andando a gattoni... passo a passo... Sprememmo al tuo corpo e a la vita, le gocce di succo che aspettavamo. Oggi, quando ti addormenti, i tuoi ricci si sistemano e il tuo piccolo nasino spaventa fattucchierie. E in questo presente di vittorie, di soddisfazione e pienezza guadagnata, gioco con il tuo futuro, ti accompagno in salita, e continuammo a farci beffe della strega impaurita. 101 A mio figlio Piccolo, rude, tenero. Batuffolo di sogni, e braccia immense che abbracciano il cielo. Per il nomignolo e la tua sagoma sei il degno discendente di una stirpe galiziana, e nel nome rifletti l'illusione materna di associarti alle divinità greche. Nelle tue mezze parole e nella tua lingua trotterellante, arruffi insieme giocattoli, amici, aranciata, patatine e nonne. 102 Cosa ti porterà il futuro bimbo mio! Quale sarà il tuo gioco nelle pianure del domani? Quali sogni magici, agresti, voluttuosi ti incoraggeranno quando volerai via dal nido? Ad ogni tuo strattone, il mio corpo vibra, e nel tuo sguardo vedo riflesso il mondo, e nella piccola, immensa, magnitudine della tua statura vedo la proiezione della mia immagine futura. 103 Sono un bambino Nel tribunale esistenziale della vita mi trovo braccato e accusato: Dicono che mi comporto da bambino... Ha plagiato, condanniamolo! grida uno... Racconto... la mia colpa è questa: Sono l'innocenza che denuda gli strati più deboli dell'uomo. Sono la dolcezza che compensa questo atteggiamento grigio per il mondo. Sono la domanda fastidiosa perché cerca quello che è nascosto. Sono il capriccio che non capisce le giuste ragioni dei più grandi. Sono il giocare continuamente con i problemi miei e della gente. Sono quello sguardo interrogante che cerca la verità ingenuamente. 104 Sono lo scusarsi divertente davanti a chi già tiene la risposta in mente. Sono il gesto che si brinda cordialmente aspettando che lo si riceva ampiamente. Sono adulto perché uso le scarpe grandi ma bambino nello sfruttarle. Sono quel eretico che negli anni autunnali, ha rivendicato il bambino. Sono un'illusione, un sogno semplice dell'unica cosa che considero certa: Nel profondo del mio intimo, nascosto, ride un bambino! La mia colpa questa: Sono un omino di tanti anni... 105 106 Dello stesso autore 5 Claves para adelgazar Idioma originale: spagnolo Traduzione al italiano in corso: 5 Chiavi per dimagrire Como organizarme sin estresarme Idioma originale: spagnolo Traduzione al italiano in corso: Come organizzarmi senza stressarmi 365 Aforismas para pensar Idioma originale: spagnolo Traduzione al italiano in corso: 365 Aforismi per riflettere per contattare l'autore: mail [email protected] 107