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PENNELLATE
DI
RICORDI
Antòn Morà
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Quando gli anni trascorrono,
germogliano i ricordi.
Largheggia la sensazione
di aver vissuto tutto,
di essere finalmente esperti,
ormai niente può sorprenderci...
Quando lo scalpello del tempo colpisce,
imprime nel nostro corpo
e nella nostra anima
incisioni profonde
di tagli affilati e netti,
e altre volte
graffi leggeri
come vapori d'acqua
o fili di tulle
smossi dal vento.
Quando lo ieri suona ripetitivo
e il domani
comincia ad essere sottile,
si riscontrano i dubbi
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e le domande
a cui non avemmo avuto
il coraggio di rispondere.
E quando il silenzio mentale,
e questa leggera vertigine
che produce il vuoto
dell’eterno sconosciuto
ci prende dallo stomaco
fino alla gola,
e quando non abbiamo vicino
un corrimano di certezze
a cui tenerci saldi
per non cadere,
ci vengono in aiuto
queste persone,
queste esperienze,
questi materiali sentimenti
che ci accompagnano
da tempi remoti
e che come un rompicapo
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hanno costruito
la nostra intera coscienza.
A questi sentimenti tangibili
che tanto mi colpirono allora,
alla sensazione
di quei visi radianti
che ancora percepisco contro il mio,
a queste situazioni
luoghi e momenti
che furono forme concave
per le mie convesse convinzioni,
va il mio saluto,
la mia riverenza,
e la mia perpetua gratitudine.
Antòn Morà
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8
Siamo
Siamo due esseri uguali,
e così diversi!...
Siamo il nettare della stessa pianta,
ma è così diverso il tuo sapore al mio...
Siamo l'acqua dello stesso mulino
in cascate sparigliate.
Siamo la nube ed il cielo freddo,
divisi all'alba in mattinata.
Siamo ognuno identica speranza,
speranza allegra, speranza vaga.
Siamo marionette mosse dal tempo,
ci guardiamo al passare, e tu mi senti...
Siamo due sogni in un solo pensiero,
ci sfioriamo, ed io ti sento...
Siamo l'eco nella caverna oscura,
ci incrociamo cento volte,
quattro volte, una.
Siamo due augelli migratori per il mondo,
il tuo mondo, il mio mondo...
Siamo dell'universo,
il senso profondo.
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Ode alla libertà
Ci sono uomini che esprimono le loro idee
per cambiare il mondo:
ricercatori, liberi pensatori, filosofi;
e molti di loro vogliono la pace.
Alcuni uomini offrono il loro cuore
per cambiare il mondo:
sono poeti, mistici, filantropi, religiosi;
e molti di loro professano la solidarietà.
Altri uomini donano il loro corpo
per cambiare il mondo:
sono eroi, martiri, rivoluzionari;
e molti di loro promuovono l'unita.
Esistono uomini che offrono le loro idee,
il loro cuore, e il loro corpo
per cambiare il mondo:
sono chiamati saggi o pazzi.
e pochi sono capiti...
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Tutti loro trasudano libertà,
cammino intenzionale
verso l’eternità.
Loro via transpersonale
è la non violenza,
e il rispetto altrui.
Auspico che la fiamma
che fomenta loro saggezza e pazzia
infuochi mente, corpo e cuori
di tutti gli uomini al mondo!
Perché sia perenne, presente, e futura
la necessaria e continua
evoluzione umana.
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Il poeta
Il poeta non piange,
sono le lacrime che fuggono dal poeta.
Il poeta non sgrida,
sono le parole che cercano disperatamente
una via d'uscita.
Il poeta non guarda,
è l'occhio del Creatore che anima la sua
opera.
Il poeta non canta,
è il ritmo dei suoi pensieri che si manifesta.
Il poeta non mente,
sono i fatti, che cambiano a sua insaputa.
Il poeta non tradisce,
è l'amore volubile che lo confonde.
12
Il poeta non distorce i fatti,
sono i fatti che illudono il poeta.
Il poeta non soffre,
è l'assenza di futuro che lo soffoca.
Il poeta non ha paura di morire,
è la morte che non vuole essere sfrattata.
Il poeta non dirà mai la verità,
la noia non fa parte della sua idiosincrasia.
Attenzione al poeta! Non è quello che tu
vedi...
la sua esistenza giustifica unicamente
l'antinomia emotiva di Dio
13
La stanza
La stanza è ampia,
ha un tavolino, due sedie,
un armadio semplice,
dei semplici libri, e una chitarra.
E' la mia stanza grande
dove c’è il letto
e l’amata immaginaria,
e una finestra che sforna sogni
di mattinata.
E' la mia stanza alta
nell'attico di casa
che ascolta chi canta,
e riceve il coro
degli amici di bisboccia
e i suoi racconti da strada.
E quando vengo in cruccio
nella sola stanza,
lei si intenerisce
e mi accompagna.
Rifugio, coraggio, sogno,
tutto è nella mia stanza.
14
Anziano
Ammiro la tua figura
uomo anziano,
e donerò del mio sangue
per ravvivare la tua mano.
Che il mio giovane spirito
irrighi il tuo corpo inaridito
perché continui a forgiare
il cammino stabilito.
Perché solo nel tuo sguardo vedo fissata,
questa gloria che hai eretto alla tua spalla.
Il tuo traguardo cosi’ semplice e cosi’ sacro
da intravedere la campagna arata
o il tagliare dell'albero,
la forgia del ferro,
quando lavoravi il legno,
baciavi la tua sposa
cullavi il rampollo...
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Ti rispetto per lottare senza sosta
per ragioni che hai portato per bandiera,
per sconfinare il sonno, il dubbio, lo
sgomento,
le ferite sanguinanti, il desiderio.
Per la tua temperanza, la passione, il
disimpegno
la compassione, la nobiltà,
il tuo passo fermo,
perché la tua vita è esempio di chiarezza
io ti erigo monumento della terra.
Piccola orazione
Quando la morte avvenga
volerò leggero verso la luce
con il cuore in pace
e la mente in silenzio.
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Tre desideri
Una luna grande, distante e sognatrice.
Una brezza soave che profuma tamarindo.
Un silenzio profondo che commuove
l'immutabile scintillio delle stelle.
Un ricordo che è presente e che invoca,
la mia figura protesa nel futuro.
Una sensazione di realtà senza limiti,
e un'anima aperta alla speranza.
Tu che caduta dal cielo oscuro penetrasti
nella voragine del mare come scintilla
hai promesso alla mia anima tre desideri,
che gioiosamente, speranzoso chiederò:
Che la lotta per il quotidiano sostegno
non mi accechi intrappolato nel denaro,
Che la routine e la fatica del lavoro
non affievolisca la mia credenza per
l'eterno.
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Guardar i miei figli senza pausa crescere
come cresce l'edera in primavera,
che ai miei occhi ingrandiscano e posino
le pietre di una tangibile chimera.
E quando la mia anima abbandoni questo
mondo
possa io lasciare un segno sul cammino:
con la penna, l'azione o la parola
possa aiutare il dubbioso destino.
O scintilla arrogante che penetri
dalla mente alta del cielo
alle profondità viscerali degli uomini:
ti chiedo aiuto nel compimento magico,
dei miei desideri terreni
18
Tre volte tre
Tutta la scienza è arte
perché nella ricerca della verità
disegna l'origine della creazione.
E a sua volta uno dei culti più sacri
perché in tutte le sue ricerche trova l'amore
devoto
per ciò che è nato e ciò che è innato.
Tutta l'arte è scienza, perché nel suo creare
sublima le differenze più indivisibili
nell'uguaglianza.
È a sua volta un culto, posto che
armonizzando ciò che è disgiunto, mostra
che quello che non è, creato può essere.
Tutto il culto è scienza, perché studia
sviluppa e dimostra la verità incontestabile
dell'esistenza.
È a sua volta un'arte, perché si esprime,
nell'armonia del canto, nella grandezza del
gesto, nella figurazione dell'aldilà.
Ermete ha detto: "tre volte tre"...
19
Aquila guerriera
Se l'aquila dei sogni
interrompesse il suo volo mutilata...
Se le ombre della notte
rubassero i colori della mattinata...
Se la brezza si spegnesse
prima di tuonare il silenzio...
Tutto si fermerebbe.
Se la volontà di amare
morisse nel cuore dell'uomo...
Se la luce nel suo sguardo
fosse lucido vietato...
Lo spirito cederebbe senza combattere.
Sarebbe tutto un fremito speculatorio.
Chissà non sarebbe niente...
20
Il Castello
Un castello.
Non di racconti né di fate.
La sabbia non si ammonticchia
sul portone.
Non ha un valoroso principe
né è gremito di fantasmi.
E' un castello di carte...
un castello che sostiene
la fragilità dell'anima.
Uno per volta i bambini lo ergono
di tre, quattro piani di speranza
e al lieve movimento del tavolo,
vita...
si disgrega... e si innalza.
Racchiude al suo interno
figure a migliaia,
suoni, colori
gesta misteriose...
Rinchiude la cupola piegata
perché la sfumatura allegra
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atemporale, dei suoi arcani
perduri.
E torna il bambino,
che il tempo vestì da uomo,
a palpare nuovamente
i suoi muri.
Con mano salde
sistemerà le carte malferme,
affievolite...
Sentirà con piacere
che è a casa.
E quando la notte immensa
nei sogni del bambino
sarà tangibile,
emetterà un sospiro,
trionfo emancipato
della sua causa.
Tentennerà allora il castello...
e i sogni fuggiranno col vento.
Tornerà il bambino a costruirlo di nuovo...
Non ha dubbio: è solo un gioco.
Un inconoscibile gioco.
22
Bambino poeta (canzone)
Nelle cime dorate
sull'alta montagna
dov'è l'aurora sta.
Laddove il silenzio
le voci mascara
della società,
Si erge il bimbo poeta
strappando al giorno
sua testarda calma.
Viene e regge in mano
la forza che l'uomo
perse in mille battaglie.
Viene e porta in bocca
la fraterna alleanza
che la parola attacca.
Genio alato, senza ali
sgorga dal petto
amore, esultanza.
23
Il popolo guarda
con gli occhi aperti
la bocca un po’ amara.
Levano le braccia
aprono le dita
mostrano la faccia.
Bagna con poesia
questa mano bianca.
Pianta i semi nuovi
della tua terra strana.
Fermati nel volo
sulla nostra casa.
Più di un contadino
più di un commerciante
ti seguirà in sogno
quando il sol levante.
24
Sole nella mia piccola notte (canzone)
Cerco
un cammino
dove i piedi nudi,
possano danzare,
possano cambiare
il loro passo oscuro.
Cerco
la parola
ammutolita dentro i muri,
che stonante sbraita
una canzone ai nostri figli.
Cerco
la figura
di un essere volitivo
quella favola, quei sogni
già vissuti da bambino
25
Credo e cresco
nel silenzio...
credo e cresco
nel silenzio...
credo e cresco
nel silenzio...
laddove forgia il destino.
Ricordo quei paraggi,
paradisi perduti,
affogo nelle paludi
degli amori perduti,
brucio tra le braccia del tempo,
molto contrito,
a chi ho lasciato solo,
senza perdono, sconfitto,
e salgo sulla montagna
e mi credo sostenuto
dalle braccia della quiete
dalla voce del respiro.
26
Credo e cresco
nel silenzio...
credo e cresco
nel silenzio...
credo e cresco
nel silenzio...
laddove forgia il destino.
Solo nella piccola notte
della mia mattina
luna argentina,
sollevo da te la preghiera
e contemplo basito
la tua sagoma bella.
Credo e cresco
nel silenzio...
credo e cresco
nel silenzio...
credo e cresco
nel silenzio...
laddove forgia il destino.
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68 primavere
A mio nonno e a tutti i “vecchi” che mi
hanno guidato nella vita...
Ah!... Questa aria di primavera mi
ringiovanisce un sacco! Cammino per la
strada godendo della frescura del verde e
del profumo dei fiori nei giardini.
Cammino, inspiro profondamente e
m'inebrio con la brezza mattutina e i riflessi
del sole tra le foglie. Cammino... la verità è
che faccio un po' fatica. Certo, non sono più
un ragazzo come nel 92... eh... sono passati
32 anni! … con 68 anni la vita ti cambia un
po'... il corpo si fa pesante, ti senti gonfio,
stanco... quando ti muovi è come se avessi
addosso un grosso cappotto... ti cadono in
avanti le spalle, è faticoso mantenere dritta
la schiena, il petto si infossa... è come una
vecchia camera d'aria inaridita dal sole che
fatica a gonfiarsi... "umile fisarmonica...
chan chan... vecchio mantice sgonfiato...
chan chan chan..." canticchio senza riuscire
a trattenere una tosse irritante per lo sforzo
di gola... Ci sono volte in cui le ginocchia
cedono un po'... dicono sia l'umidità... io,
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nel dubbio, prendo il totale-magnesiano e
una cucchiaiata di miele e limone a digiuno
tutti i giorni, che dicono che fa benissimo...
certo, alle ginocchia non fa né bene né male
il miele e il magnesio... sono guaste, ma...
sono come i cardini della porta della cucina,
a forza di aprirli e chiuderli, si allentano e
poi si bloccano... e va beh, non mi posso
lamentare, le ho usate abbastanza... 68
anni... 45 anni di lavoro e tre anni e tre mesi
di pensione... 45 anni di lavoro!... non
voglio ripensarci, altrimenti mi intristisco...
non sono mai stato uno ossessionato dal
lavoro, però sono sempre riuscito a tenere
due soldi in tasca e a non far mancare nulla
alla famiglia... certo, non sono mai
diventato ricco, però me la sono sempre
cavata da solo... sempre indipendente, senza
capi, senza padroni, e ora mi trovo senza
dignità e senza stipendio! Continuo a
camminare... devo spostarlo sull'altra
spalla, perché questa mi fa male... Ma che
soldi né merda di pensione!... O vorrebbero
farmi credere che la Quota Mensile di
Sostentamento Pensionistico che incasso
ogni mese è abbastanza per vivere
decentemente... meno male che nel ‘89
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sono riuscito a comprarmi una casetta... mi
ricordo che il presidente era Gaio Giulio,
si.... quello che adesso sta con Cesare Bruto
nell'Alleanza Progressista... si... mi ricordo
bene... Gaio
Giulio passò la fascia
presidenziale a Cesare Bruto che era il capo
dell'opposizione... che tempi quelli!... La
gente era tutta eccitata dal chiacchiericcio
della democrazia!... Gaio Giulio organizzo
molto bene la scena della svolta
democratica... Dopo tanti anni di dittatura
tornarono
le
libere
elezioni,
la
partecipazione
popolare,
il
Terzo
Movimento, la nascita del Liberalismo
Popolare Umanizzato, diventare parte del
primo mondo, l'Alleanza Mondiale del
Nuovo Ordine... tutte balle... Fu in quel
periodo che dovetti obbligatoriamente
scambiare
16
anni
di
contributi
pensionistici con Buoni Compensatori
Nazionali - che ancora mi tengo per ricordo
visto che non li compra nessuno - e dovetti
cominciare a mettere i contributi in uno di
quei fondi pensionistici privati. Ho scelto la
Mercury-Shadow Retirement S.A. che oggi
mi restituisce in forma di pensione
l'equivalente del'82% del Salario Minimo
30
Internazionale, il "salamino" dei poveri
come lo chiamiamo noi pensionati. Con
questi soldi posso pagare le bollette,
comprare 8 kg di culatello per fare
cotolette, 16 pacchetti di spaghetti di
semola, 14 kg di pane, 8 kg di melanzane, 7
litri di vino rosso comune, un po' di
verdure, un caffè al bar due volte a
settimana e 64 aspirine, che mi servono sia
per i reumatismi, che per il raffreddore o il
mal di testa... e niente altro.
Ecco sono arrivato sul viale... accidenti
come pesa!...
Comparativamente qualcosa è cambiato,
altre per niente; le automobili sono più
piccole, più silenziose... dicono che
inquinino di meno, e i mini-autobus si
spostano su camere d'aria che fanno un
rumorino sibilante quando passano; i vestiti
sono più luccicanti, sintetici, impermeabili,
termoisolanti, ipo-allergenici, ecc... ecc... la
verità è che la gente vestita cosi’ assomiglia
ai pupazzi dei cartoni animati... Ci sono più
uomini pelati... si’, la gente ha sempre
meno capelli... gli uomini, lo capisco, ma le
donne... dovrebbero darsi una calmata! Non
è che hanno meno capelli, ma quei bei
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capelli robusti e abbondanti che si vedevano
una volta, adesso sono diventati peluria,
come quella dei neonati... perché se li
tagliano tutti allo stesso modo: corti, corti,
come uno spazzolino per le unghie!... tutti
molto carini, e troppo identici per i miei
gusti!
E via! posso riconoscere che anche la mia
presenza sembra un po' grottesca, a loro,
però io ci sto comodo con questo vestito
"antico", 100% lana e cotone, e più ancora
con queste scarpe scamosciate che non
hanno il pregio di rimanere sempre pulite
come quelle che vanno ora ma mi
permettono di camminare tranquillamente a
dispetto di un paio di calli e l'alluce valgo.
Continuo a camminare... lo sposto di nuovo
sull'altra spalla... Spero di non stancarmi
troppo nell'isolato che manca... Mio figlio
mi ha detto mentre uscivo da casa: “ti
accompagno babbo”… “no caro, lascia
stare, questo voglio farlo da solo” ho
risposto salutandolo. Che ragazzo!...
Intelligente, moderno, però con una morale
"di altri tempi"... non so fino a quando
resterà fermo... per ora si frena perché
capisce che non gli permetto di
32
accompagnarmi per vergogna... perché mi
sento responsabile e complice di questa
ingiustizia, di questo presente che abbiamo
prodotto e del futuro esecrabile che
lasciamo come eredità!
Dopo il ‘98, la rivalità tra i partiti che
storicamente hanno sempre governato il
paese si è diluita: tra tutti e due hanno
assorbito tutti i partiti più piccoli e i
movimenti che esistevano, e dopo 9 anni di
rivalità elettorale - che non era nient'altro
che un aggiustamento dei registri di cassa eggià... entrati nel terzo millennio, si fusero
nella Nuova Alleanza Progressista, che ci
governa ancora oggi!
Alcuni "rivoluzionari" che di tanto in tanto
spuntano qui o là dicono che questo è un
piano stabilito già da "prima" teso a
livellare la classe media "dal basso",
generando una "classe popolare" di operai
produttivi/consumatori con pochissima
capacita’ di risparmiare, e di progredire. In
questo schema, i pensionati o muoiono di
fame perché sono "improduttivi" o aiutano
a far si’ che i propri familiari non "alzino
troppo la cresta" visto che anche il minimo
risparmio deve essere utilizzato per
33
mantenere i propri "vecchi"...
Io non mi sento un rivoluzionario, al
contrario, mi hanno sempre dato del
"accomodato e opportunista", però, ora mi
fa male ascoltare quello che i politici
dicono: \...abbiamo bisogno di una massa
produttiva con un'identità consumista
standardizzata...\ \...i pensionati sono lo
strato sociale che non permette i
cambiamenti...\ecc, ecc\ ... Nel dubbio, io
vado! Manca solo un isolato. Lo sistemo in
modo che si veda un po' di più...
Nonostante la distanza e i miei occhi
stanchi nel portare questi occhiali spessi di
vecchiaia, vedo il movimento in piazza. Le
mie scarpe scamosciate riprendono vita e
prestanza d'improvviso. Affretto il passo;
sento
quest'aritmia
propria
dell'innamoramento,
della
paura
e
dell'esitazione dentro al petto...
Mi sto avvicinando... di nuovo i cartelloni...
gli striscioni... come quand'ero giovane, nel
‘92! I vecchi in piazza, i "pensionati" al
grido di: -migliori pensioni!-, -basta
elemosina!-, -dove sono i soldi che abbiamo
34
messo
da
parte!-...
Me lo sono tolto dalle spalle.
Mi si stringe il petto al ricordo... i
sindacalisti... i socialisti... gli umanisti... gli
studenti... tutti quanti che per i "loro
vecchi" sono scesi in piazza!... Mi sfrego il
naso per asciugarmi una lacrima che
potrebbe tradirmi...
Incrocio la tracolla sulla schiena.
Orgoglioso metto il petto in fuori e il
mantice si gonfia come allora...
Col pezzo di tubo nero in mano e gridando
"avanti i pensionati!" entro in piazza!
Batto sul tamburo con furia... con
speranza... con la voglia che ogni colpo che
do risuoni nella coscienza addormentata di
coloro che non sono venuti e che domani
saranno "vecchi"...
-Andiamo ragazzi... andiamo pensionati...
avanti i nonni!- … grido, mentre penetro in
questa massa di eterni rivoluzionari...
Bam!...Bum!...
Bam!... Bum!...Bam!...
35
Vinto
Sono passati gli anni.
Il pathos pesa sulla tua schiena curva.
Il tuo movimento è lento.
Vedo che non disprezzi le lusinghe!
Non reagisci ora?
Non capisco...
Non hai più ansia di essere?
Non provi piacere nella complicità?
Non hai bisogno della mia compagnia?
Non ti stanca il rigoroso dovere?
Che n'è stato del tuo furore libertario?
E di quel sciopero?
E di quella donna?
Dove sono finite le tue ore di studio?
E dove i tuoi giorni di lavoro?
E lo scricchiolio delle tue forti
mandibole?
E le tue suppliche al cielo, esaurite?
Non smentirmi...
che potresti dirmi...
36
Perché giustificarti?
Cosa legittimerebbero le tue parole?
Forse furono i tuoi compagni...
Forse i muri ti soffocarono e questo...
Forse lo sforzo del giogo falciò il tuo
impegno...
Forse il silenzio ti frustro...
Forse ti tradì l tuo popolo...
Forse non riuscisti a comprendere te
stesso...
Ormai, cosa puoi spiegarmi?
Che cosa puoi spiegarmi ora...
Che non hai più forza,
Che ti si è oscurata l'anima,
Che hai consumato il sogno,
Che hai fracassato il letto...
Che puoi dirmi ora...
Che hai gli occhi velati,
Che hai dimenticato le parole,
Che sei un corpo nel gorgo,
Che non ti soggioga la fata...
Non capisci cosa sei?...
Non sei più niente. Niente!
37
Perché non accettasti il cambiamento,
Perché preferisti i denari,
Perché ti convincesti dell'errore,
Perché alla fine, sono tutti uguali...
Perché su tutti i fronti ce chi si sacrifica,
Perché inebria il fruscio del subdolo.
Perché già hai dato quello che dovevi
dare,
Perché si deve sopravvivere...
Nonostante tutto,
Coloro ti ammirano.
Il tuo sangue le sue vite nutrono...
Ce lai fatto...
Sei una leggenda...
Mentre il tuo gesto apparve severo e
tranquillo,
la vacuità del tuo sguardo è
agghiacciante.
38
Dubbi
Vado
Vengo
Sono
Persisto
Sopporto
Condivido
Osservo
Aspetto
Vivo
Cammino
Terra
Destino
Sentiero
Destinazione
Uomo
Sensazioni
Comprensione
Generazione
Eternità
Orizzonte
Sole
Volo
39
Strappo
Con il lutto più oscuro dei lutti,
ho vestito il letto.
Con la bile più amara del mio corpo,
le lenzuola ho unto.
Con il ricordo più sublime dei miei
sogni,
colmai le mie mani.
Con la smorfia più ipocrita di questo
tempo,
ho coperto il viso.
Con pennellate di assenza e contorni
vaghi,
ho effigiato la tua aura.
Col freddo dell'affetto sconsolato,
ho sigillato la tua anima.
Credimi...
Non basteranno mille giorni
per smaltire il silenzio.
E' tutto uno strappo...
40
Cordialmente
A Voi conquistatori mi rivolgo
salutandovi prima di partire:
Siamo già stati scoperti, colonizzati,
cristianizzati, educati,
consigliati e riformati.
E altrettanto manovrati, usati,
lasciati, ingannati, dissezionati,
vilipesi, abbandonati...
Da Voi siamo stati imbevuti
del dovere corretto, della legge,
i poteri, il cosa-fare, la morale,
la condotta, il cosa dire,
la moda, il bene e il male.
E più tardi privati paternamente
della parola, della sicurezza, della
completezza
del sentimento, dei sogni, della
ricchezza,
della poesia, del movimento, dell'oratoria,
41
del futuro certo, dell'immaginazione.
Voi, signori della terra...
arbitri dell'eterna
convivenza tra gli uomini...
ci avete creati persuasivi, onnipotenti...
geniali, onnipresenti...
padroni della moneta di due facce.
Per noi, e per Voi, e per il verso giusto della
moneta vi chiedo:
che ci lasciate mandar tutto a puttane.
Cordialmente.
Un cittadino.
42
Voglio
Voglio volare eterno
in questa notte disperata!
Voglio che sgorghino acquose
come sangue le parole!
Voglio gridare al mondo:
che mi hanno tolto tutto!...
Voglio che lo sappiano tutti:
sono un vortice nel nulla...
Voglio piangere mille baci,
voglio bere queste lacrime.
Voglio ridere e che un gemito
si propaghi in questo letto.
Voglio raggiungere il cielo
e il fuoco ardente dell'inferno.
Voglio vivere mille vite
per sapere quando muoio.
Voglio strappare le tue carni
per lasciare un segno nel cammino.
Vorrei...
Voglio... voglio sapere!...
perché Esisto?...
43
Viene alla luce
Ci sono dei momenti di eternità
per gli dei...
di carne e ossa.
Ci sono lassi di tempo che uniscono:
il pensare di un filosofo,
il dire di un poeta
e il sentire di un monaco...
Momenti come questi
dominano il destino...
Fu un istante piccolo
che durò un'immensità.
Tempo di fiamme bianche,
scoppiettanti, trasparenti,
intrecciate,
che formarono un ovulo
di sostanza madre.
Un alito di vita ancora confuso,
che sorge dalle profondità dell'essere
e tutto lo impregna...
Mi fa rabbrividire evocarlo...
44
Piango e rido speranzoso al vedere
i miei sogni, che tra rapide cascate
prendono corpo.
Quasi giungo già i prati diamantini,
e chiudo gli occhi
perché non mi abbagli il giorno.
Sento l'alba di questa chiara mattina
che non è oggi ne fu ieri,
e che aspetta essere creata!
E davanti un cumulo inesplicabile
di figure senza diciture,
di simboli senza sottotitoli...
precipito, cado, riemergo!
Torno agitato e tremante al mio posto.
Non sono triste...
Dalle mie mani, dalla mia fronte e dal mio
petto, esce luce!...
Tante luce!
45
Requiem prematuro
Le tre del mattino. Sono in cucina. Una sola
luce accesa. La casa in silenzio. Tutti
dormono...
Fuori nel patio e più in là, nel cortile grande
della strada, lo stesso silenzio. Un silenzio
più abissale, più corporeo del silenzio d'altri
giorni; probabilmente sono io ad essermi
immerso in un silenzio cossi tangibile...
Sono seduto a tavola. Fumo una sigaretta
dopo l'altra. Mentre aspetto davanti alla
sedia vuota, controllo con sensi aguzzati la
profondità che si estende oltre le pareti.
Ti sento presente; non molto vicina... come
poco più in là del cortile... e più vicina a me
di quanto mai prima tu sia stata... Sei parte
e complice di questo mio silenzio attento e
pieno d'attesa; e sei parte di questa notte di
luna piena che causa deliri e desideri; che fa
dimenticare le nostre menzogne, le nostre
paure, lasciando che i corpi volino nel
fantastico, grottesco e delirante occulto
quotidiano...
Attendo paziente che tu appaia dal tunnel
della notte, dal suo cavernoso e riverberante
46
silenzio; che attraversi soave e alata il
cerchio che nell'infinito e distante i miei
occhi svelano, e che manifestandoti a me, ti
sieda...
Non ti ho mai visto. Non credo che tu abbia
la forma che il popolo ti ha imposto: brutta,
scarnata, frigida. Ti immagino lieve,
trasparente,
bianca,
vaporosamente
luminosa, alata e con la tenerezza e bontà
delle fate che mi facevano compagnia da
piccolo. Cosi ti immagino e presumo: col
movimento, la fragilità, la lievita, la
tenerezza e il tintinnio di una fata; una fata
che ha il ruolo di accompagnarmi in un
nuovo cammino di sensazioni e sentimenti.
Non ti dirò che questa inquietudine e
aspettativa per il tuo arrivo non si confonde
a volte col timore... certo, mi hanno tanto
insegnato a evitarti che perfino la necessita
di incontrarti e parlarti si può trasformare in
timore...
Sai cosa la gente dice di te? bene... in verità
di te non si parla molto; il panico per ciò
che non si conosce chiude loro la bocca,
però nel più profondo dei loro pensieri,
rocciosamente occulti, ti immaginano come
la dama delle ombre, coperta di veli neri e
47
in perenne subbuglio, come le notti
tormentate d'inverno...
Ti immaginano sola, tanto sola, che il vuoto
della tua presenza secca i pascoli dei campi
su cui posi i tuoi passi gelidi: perché ti
immaginano anche fredda, con quella
freddezza attribuita a chi rimane
impassibile davanti ad una carezza, davanti
ad un sorriso o una supplica, e che si annida
con un anelito spettrale negli spazi vacui
lasciati dagli esseri estinti.
Ti immaginano onnipotente, onnipresente,
atemporale, inesorabile e dispotica: come se
fossi la faccia occulta di dei frustrati e
vendicativi... Veramente, non sei una buona
compagnia per la gente... e hanno paura di
incontrarti a la svolta della strada.
Divertente, perché tutti sanno di non poter
evitarti... ma quando sentono dire che le tue
orme si sono mischiate con i passi di un
conoscente lungo il cammino, subendo
l'inevitabile... girano il viso d'altra parte per
non vederti, e si chiudono in un falso
circolo ermetico che li protegge da questa
trappola del destino. Un po' soli, vuoti e
impauriti, continuano la loro vita senza
guardarti, portando le stigmate incise
48
nell'anima poiché non possono affrontarti...
Hm mm... morte... credo che non esistano
forme oscure che tu induci...
Credo
che
non
esistano
lugubri
rappresentazioni temporali che possano
aggiudicarti, nonostante rappresenti la fine
del nostro passaggio esistenziale terreno...
Perciò nel bisogno di affrontarti e
conoscerti, preferisco visualizzarti, renderti
materiale nel velo protettivo delle mie fate
infantili...
Nell'attesa del nostro incontro prefiguro il
mio discorso: Ho una casa: mi
dispiacerebbe non averla più?... no!
Perdere i miei vestiti, i miei lavoretti
d'artigianato, i miei scritti?... no!
Allontanarmi di mia madre, mia sorella... i
miei amici?... no! Niente di tutto questo mi
straccia il cuore;
tutto fa parte del
caleidoscopio
multicolore
dove
si
lanciarono e crebbero i miei sogni, desideri
e curiosità mondane; sono forme complete,
vuote... Miei amici sapranno capirmi... Però
penso che tutto non è cosi facile e non mi
sento ancora preparato per affrontarti... C'è
qualcosa che mi dispiacerebbe lasciare: i
miei figli; mi dispiacerebbe lasciarli perché
49
credo che loro hanno bisogno di me per
continuare a crescere, perché sono ancora
cosi teneri e non voglio lasciare che altri li
educhino al posto mio... Mi dispiacerebbe
perché in loro lascio qualcosa per il futuro...
Mi dispiacerebbe perché in loro proietto
quello che induco tramandare come segno
immortale della mia presenza sulla terra e
che ancora non ho fatto. Mi dispiacerebbe,
si, mi dispiacerebbe... E se non fosse
ridicolo dirlo in tua presenza, direi che mi
dispiacerebbe da morire!
Questo non me lo aspettavo... veramente
non me lo aspettavo... Non essere pronto!...
come se qualcuno fosse pronto affronto a
questo momento! Però... vedendo che ti
impegni a ritardare il nostro incontro, ti
propongo che: finché i miei figli non
saranno cresciuti, posponiamo il nostro
appuntamento! Non voglio lasciarli...
Aspetta, aspetta!... non andartene ancora...
credo che la tua presenza sia conclusiva nel
mio cammino; credo di poter imparare
molto dal conoscerti: non voglio voltare la
faccia dall'altra parte quando ti penso!...
Aspetta!... ascoltami per favore... tornando
ai miei figli: sarebbe sensato lasciarli
50
quando possiederanno e godranno del
dialogo che ho aperto con loro; quando
sapranno che in tua compagnia sono
arrivato a un posto molto lontano dai loro
cinque sensi quotidiani, dove non ci sono
strade di arrivo, ne cellulari e da dove
potremmo continuare a comunicare solo
attraverso lo spirito e l'immaginazione.
Si, dello spirito come fonte inesauribile e
perenne di vita e dell'immaginazione come
l'unico dono che stato concesso ai nostri
corpi solidi per addentrarsi nella dimora
dell'eterno-lieve-sconosciuto;
in
quel
momento, potrei lasciarli senza dolore. In
quel momento, so che continueremo
insieme, loro, io, e tutti quelli a cui sono
rimasto unito in un solo corpo, in una sola
intenzione...
E la mia compagna?... sicuramente
ricorderò tutti i momenti in cui insieme
abbiamo costruito la storia: i nostri baci, il
calore del suo corpo e la profonda
elevazione del sesso; e il mutuo sostegno
nei momenti in cui i sogni si sono
spezzati... e l'allegria e la complicità di
affrontare spregiudicatamente il mondo, e
molte altre cose... e sicuramente ricorderò
51
che anche per lei, tu sei la fata buona che
vive sulla cima di un pino, col sole dietro,
che scalda e accoglie durante il giorno... e
ricorderò i canali dello spirito e
dell'immaginazione che abbiamo percorso
insieme!...
Prendo un'altra sigaretta... Le ore passano e
io mi domando perché non vieni a sederti
con me. Avrai le tue ragioni... o stai
aspettando il momento giusto...
Io continuo ad aspettarti... se vieni, potrai
occupare il tuo posto vuoto...
E tornando a quello che stavo dicendo, su
cosa mi piacerebbe lasciare come orme del
mio passaggio sulla terra: vorrei fosse un
sentimento, un nuovo modo di vivere o per
lo meno un'intenzione... Vorrei che fosse un
messaggio che dica alla gente che anche
loro sono atemporali, immortali, e che non
è corretto aggrapparsi a carcasse vuote se
alla
fine
saremo
obbligati
ad
abbandonarle...
Vorrei che fosse un’idea che spieghi che
tutto cambia col passare dei secoli: i
costumi e i bisogni; ma il cammino
continua e non bisogna confondersi, né
arrendersi, né abbandonarsi... Vorrei che
52
fosse la tua bacchetta magica quella che a
toccarli facesse sentir loro che il vuoto non
esiste... che la morte non esiste... che è una
sofferenza immaginaria... Questo si’ che mi
renderebbe felice!... e dovermene andare
senza esserci riuscito mi addolora... mi
addolora molto...
Credo che manca molto tempo ancora al
nostro trascendentale ritrovo!
Mi pare che oggi non verrai... non sono
pronto per l'appuntamento e tu lo sai; che
succederebbe se tempestivamente dovessi
andarmene ora? Beh, mi dispiacerebbe
lasciare i miei figli e il lavoro che non ho
fatto... sicuramente troverò più avanti
nell'eternità la comprensione per questi atti
e la via per completarli, ma, per qui ed ora
non sono soddisfatto...
Quando avvedrà quello che succeder avrà,
voglio che la mia presenza sia annidata
nella mente e nel cuore di tutti quelli che
amo e che le mie spoglie evaporino tra le
fiamme purificatrici del fuoco, e che
tornino come ceneri al mondo... e che
qualcuno mi personifichi a voce alzata:
“ascoltate: non azzardarvi a futuro a
cercarmi nelle profondità della terra o in un
53
vestito spoglio... io sarò in alto, nella vostra
mente e all’interno delle vostre migliori
rimembranze!”
Guarda, sta già albeggiando... Il silenzio
che mi accompagnava si è spento... Spunta
il giorno e sento i primi trilli e il rumore di
un'auto per strada... La sedia
ancora
vuota... Ho sonno...
E' possibile che non abbia ottenuto nulla ad
aspettarti... è possibile che tu non esisti
nemmeno come la fata buona della mia
immaginazione... però internamente, so che
qualcosa è cambiato...
Non potrò mai girarmi per non vederti...
La tua ombra nera non angoscerà mai più i
miei sogni...
Non potrò mai accettare ignaro il divenire
del destino...
Mai potrò abbassare le braccia e sentirmi
vinto...
Non sono allegro; non sono triste... nel
profondo della mia mente, nel profondo
della mia coscienza spunta una voce che
dice: "Chi rinasce alla vita, non muore
mai"...
Vado a dormire... ci vedremo... chissà...
54
Calmo
Calmo.
Sereno.
L'uomo cammina sulla spiaggia.
La spuma gioca
a copiare le orme dei suoi piedi.
In lontananza
l'orizzonte riflette
i suoi pensieri e la sua anima.
Una realtà di esperienze
raddrizza la sua schiena.
In alto
un infinito di illusioni
coronano le cime bianche.
Sorrise l'uomo;
possiede una solida base,
è acquosa a volte...
un atteggiamento diretto al domani
e la sensazione che niente finisce.
Calmo.
Sereno.
L'uomo cammina sulla spiaggia.
55
Caspita!
Più in là del cosciente,
accovacciato,
l'inconscio comanda.
Quando il primo tace,
la ragione fallisce
il cuore sbanda
e l'anima scappa.
Sorpresa da un lapsus,
la mente replica:
non sono stata io!
Caspita!
56
Incognita
Ho perso il gusto della dialettica.
E' insensato arrivare a un compromesso.
Bramo un attimo di pace per il mio spirito,
un istante di luce per la mia vita.
E poi?...
Che ne sarà di questo universo senza limiti
che è la mia mente...
Che ne sarà di questa spiaggia senza costa
che è il mio corpo...
Posso giustificare tutto, tutto...
tranne la morte!
57
Le prime barriere
Francesco sta mezzo addormentato sul
tavolo; il palmo di una mano regge la sua
testa inclinata; l'altra regge una sfera di
cristallo trasparente, luminosa, eterea...
all'interno della sfera si alternano immagini
e ricordi fluttuando atemporali … domande
senza risposta... le solite
perché?...
quando?... come?... domande piene di ansia,
di ricerca incredula, di ascolto.
E' angosciante sentire come è ingombrante
il vuoto dentro il suo petto!
I suoi occhi giovani cercano uno scenario
futuro che non abbia tanta morte, tanti
sacrificati, che non gli faccia paura, che gli
permetta di camminare liberamente per le
strade senza dover giustificare niente... un
futuro che sia diverso... tanto diverso dal
previsto!
Io non posso restare zitto; gli dico: "perché
ti esalti, perché tante domande?... che
cambierai?... pensi di scoprire la formula
della felicità? Da che il mondo è mondo
tutti si domandano le stesse cose... e
nessuno ha trovato la risposta... beh, uno o
due chissà, ma...". "Ma cosa!...” mi disse.
58
Lo guardai, mi accorsi di aver parlato
troppo, e rimasi in silenzio... "Perché!... che
cosa hanno saputo?..." tornò a ripetermi
dopo un istante. Continuai a tacere; la corda
che trascina il passato verso il futuro mi
soffoca la voce nel presente. Sento un nodo
grosso in gola; come un nocciolo di pesca
di traverso che mi fa male. Non potevo
emettere un suono...
Sostenni il suo sguardo. Non è facile
guardare negli occhi di qualcuno che ti fa
una domanda dal profondo del cuore, senza
pregiudizi, senza paure, con una
comprensibile esigenza. Sostenni il suo
sguardo perché volevo che leggesse nei
miei occhi le parole che la mia bocca non
poteva pronunciare. Volevo che lo scoprisse
nei miei occhi.
Francesco non seppi o non potei farlo.
Furono cinque minuti nei quali non riuscii a
superare quelle prime barriere di dolore, il
confrontarsi con sé stessi e con il mondo;
arrivò solo al confine; non attraversò la
porta.
Non potevo fare nulla per lui. Nulla...
Niente... come tanti altri niente per tanti
altri, Manuel, Maria, Antonio, Luisa...
Non che io mi creda il salvatore del
mondo... non ho tutte le risposte, però
59
possiedo la capacità di assorbire il dolore
altrui, interpretarlo e comprenderlo; solo
dopo aver sublimato la pena e il dolore che
sento nell'altro, posso tornare a sentirmi
vivo, e a sorridere. Chissà se è proprio il
sorriso ciò’ che può aiutare le persone... o
alleviare l'angoscia di Francesco, di
Manuel, Maria, Antonio, Luisa... ma sono
così distante dall'essere perfetto... così
lontano dal poter offrire una risposta che
possa essere utile a tutti... mi sento così
impotente!
La testa gli pesava molto ed ebbe bisogno
delle due mani per sostenerla. La sfera
rotolò fino a fermarsi in una fessura del
tavolo; non brillava più, non pulsava...
Un profondo singhiozzo partì dall'anima di
Francesco. Un lamento lento, offuscato,
continuo, come da un neonato... un grido
che non riusciva a tramutarsi in voce... un
gemito che uccide di dolore e non smette
prima di averci lacerato... un pianto sordo,
profondo, come per essere sentito solo da
se’ stesso; vuoto; che dissangua il petto
dalle ultime speranze e sentimenti che si
possiedono.
"Non so se le tue lacrime hanno abbastanza
acqua da riempire il tuo vuoto interno, ne’
sufficiente sale per cauterizzare le tue
60
ferite... pero’ non importa Francesco,
piangi" gli dissi, "piangi fino a svuotarti per
intero, piangi fino a seccare l'ultimo
ricordo, piangi fino a sentire che le tue
lacrime cadono in uno spazio cavo... si
ripetono e si allontanano risuonando come
l'eco...
Piangi Francesco, che non è la sofferenza
che ti aiuterà a comprendere... è il silenzio,
la calma che viene dopo, il sentirsi svuotato
senza speranze, e anche senza dolore...
Questa sensazione di vuoto, di silenzio, di
calma, di leggerezza, di indifferenza, ti darà
la possibilità di comprendere.
Piangi Francesco, che il tuo pianto sia
sincero, primordiale... non risparmiare
niente..."
Come la calma dopo la tempesta, come il
silenzio dopo il caos, come la pace segue al
fremito dell'amore, il suo tempo cercò altri
tempi e un nuovo momento nel mosaico
della sua vita trovò il suo posto.
Qualcosa sorse in Francesco: la necessità.
Credeva di avere tutto nella sua stanza: una
chitarra, motivo di gioia per i suoi silenzi; i
libri, messaggeri di sogni e progetti; CD per
protestare, per sentirsi vicino a coloro che
soffrono oppressi nella grande città; il
computer che lo fa sentire grande; la TV per
61
guardare film cult; le pareti con i poster,
porte immaginarie che conducono a mondi
sconosciuti; una laurea da avvocato con la
ceralacca ancora fresca; un libretto sopra la
scrivania dove scrive tutti i giorni cosa ha
fatto, che cosa vuole fare, le sue migliori
idee (che un giorno lo faranno conoscere e
diventare famoso), e le X... queste X che
accusano con due tratti rossi quello che non
ha potuto fare...
Forse che sia questo libretto la chiave di
tutto?... le pagine mostrano molti tratti
rossi... forse che sia questa la chiave?...
Credeva di avere tutto ma si sentiva solo;
non solo nel senso di allontanato dalle
persone... si sentiva solo come uno zombie,
come se la sua vita non trovasse spazio ne’
senso nell’esistenza degli altri.
D'improvviso si alzò e uscì a camminare.
Sentiva le strade come grandi tunnel, come
incurvati da una lente grandangolare; la
gente si muoveva più lenta, pesantemente;
sentiva le voci, i rumori, i suoni come in
Dolby, come in bassa risoluzione... passivi,
cavi, riverberanti dentro, riverberanti fuori;
il mondo gli risultava stranamente vuoto
anche se pieno di gente... camminava come
sulla luna, lento, leggero, in un silenzio
avvolgente. Guardava tutto come un
62
bambino davanti ad un negozio di
giocattoli, con occhi che accarezzano le
cose, ascoltando suoni che effigino nuove
forme, respirando l'aria che rivela segreti
arcani...
Io lo seguivo da vicino.
Da una bambina con i boccoli rossi stile
Shirley Temple, scoprì che dall'innocenza,
dall'incredulità,
dalla
mancanza
di
preconcetti, si impara.
Da un cane vagabondo che lo seguì per
diversi isolati imparò che l'amicizia non ha
regole precise, che e’ necessario dare senza
aspettarsi nulla, perché’ chi sa’ dare, sa’
ricevere.
Da un salice piangente piantato in una
piazza, imparò che anche vivendo in una
situazione mediocre si può godere di tutto
quello che ci circonda e che anche se si
cambia di posto cercando il paese, la gente
o la metropoli che ci piace di più, portiamo
sempre con noi la nostra città ideale, piena
di forme, di etica, di concetti, di pregiudizi.
Quando passò davanti ad una coppia lo vidi
turbato: li guardò furtivamente, come non
volendo essere notato; continuò a
camminare guardando per terra, poi si
fermò un minuto e alzò lo sguardo al cielo
muovendo gli occhi e le mani come
63
risolvendo un rompicapo; poi proseguì
avanti. Mi sembrò che un desiderio stava
facendo breccia nei suoi pensieri: il
desiderio che qualcuno insieme a lui
riempisse quello spazio aperto, siderale, che
tanto amava; partendo dalle piccole cose,
crescendo insieme, aiutandosi a vicenda ad
essere grandi... umani…
Si era fatto un po' tardi. Francesco girò sui
suoi passi e tornò indietro. Rientrava a casa.
Mi vide. Sapeva che lo avevo seguito. Nel
suo sguardo brillava uno strano Francesco,
più saggio, più giocoso, più irriverente, più
vecchio...
Camminava col petto in fuori, respirando
profondamente, il passo forte. Quando ci
incrociammo, si mise davanti a me e
allungò la mano socchiusa, come per
porgermi qualcosa: era la sfera di cristallo,
nuovamente luminosa, eterea, pulsante.
In quel gesto scoprii un nuovo Francesco.
Riconobbi un amico. Sentii che era riuscito
a superare le prime barriere.
64
Sai
Sai... oggi è un giorno triste...
Tempo addietro credevo di vedere in ogni
goccia di pioggia che cadeva, un piccolo
diamante cromatico...
Il cielo grigio era la tela dove fantastiche
farfalle di colori fumanti danzavano il rito
della primavera in pieno inverno.
Attraverso la finestra osservavo la strada.
Vapori bianchicci e tenui si elevavano,
dando corpo a ballerine gracili, che girando,
volavano...
Un giorno di pioggia era per me un giorno
di scoperte... e incontri.
Un giorno in cui i miei sogni febbrili di
adolescente diventavano realtà nelle
piccole lagune specchiate dell'attesa.
Ero così felice!...
Pero’ oggi...
Oggi piove... è senza dubbio un giorno
molto triste...
E' un giorno per pensare...
per ricordare...
Ricordare chissà cosa...
Ricordare che da pochi giorni...
solo da pochi giorni...
cammino solo sotto la pioggia.
65
Parole
Nascondo le tue parole
perché il cicaleccio mi turba.
Non concepisco la tua retorica ripetuta
nell’incapacità di comprenderla.
Voglio solo avvicinarmi al tuo corpo,
alla tua presenza.
Emettere una imprecazione
nella tua assenza.
Voglio trovare in te
gli spiriti vivi
dei primi simboli.
Perché il silenzio
è la danza arcana
che unisce sagome
riti, desideri, segni...
Capisci ora perché,
sei per me libido e quiete?
66
Vita mia
Ho una storia universale, divina,
da raccontarti vita mia.
Ho le mani piene di un tempo
che non finisce, da darti.
Pero’ mi serve il tuo aiuto vita mia
perché ho un grande peso sulle spalle.
Con un po' di tempo vita mia
tornerò leggero come piume,
e sarà il tuo fuoco sacro a sublimare
questa bestia infiammata che ti mira.
So che non posso donarti vita mia
più che il grido
di questo sogno che mi anima.
Sarai tu, sarà il tuo senso a percepire
il canto celestiale che a te si brinda.
So di non essere nessuno vita mia,
niente di più che il cielo che cammina.
Seguirai i miei passi lentamente,
perché vedrai nelle orme la salita.
67
Stato d'animo
Sono i sogni ipotetici
fantasmi del domani?
I ricordi imitano le pietre
che sostengono i passi?
La vita è una sintesi
di glorie parallele, vagiti,
molteplicità di esseri che si uniscono
costruendo l'infinito
La saggezza salta e scivola
nelle capriole fatue della esistenza,
e in momenti sottili, intangibili,
cristallizza la sua esperienza.
Quante facce ha dio
nella miscredenza?
Quante notti ho cercato
la luce della sua dimora?
Quante volte lo ho ingiuriato
con innumerevoli nomi?
Quante altre volte
ho dovuto implorarli?
68
Ho un cristallo che giocherella
nelle mie mani.
E' la mia coscienza
imprevedibile come un dado.
Allo stesso tempo giocatore e azzardo...
Lancio il cristallo e il futuro è donato.
Su quale virtù cardinale ho inciampato?
Quale timore capitale ho meritato
da non poter chiudere gli occhi
davanti all'interiore sconosciuto?
Solo chiedo al cielo, all'uomo,
alla mia personale incarnazione
che non mi offuschi l’oscura bocca
del dubbio
ne’ la penuria che a volte si fa carne...
Solo chiedo a questo grandioso, luminoso,
onnipotente che mi invade,
che il miraggio misterioso
insondabile e mistico
delle sue forme,
non mi abbacchi.
69
Amico
Mi sono chiesto all'improvviso:
quanto amico sei, amico...
oggi ho voluto domandarmi
quanto sono io, come amico.
E ti chiesi definire
e mi chiesi giudicare
e volli classificare
l'amicizia.
Dissi che era comprensione
stessi gusti, desideri,
una partita a calcetto
o una diversione folle.
Ma ciò’ plasmo una forma
sgombra di contenuto;
volevo metterci l’abito
ma non ci trovi un vestito.
Sei quello che mi sostiene?
che mi abbraccia quando cado?
che riceve i miei consigli?
che mi strilla quando sbaglio?
che ha parte nel mio futuro?
che ha costruito il passato?
colui che si sentì vicino
70
anche abitando lontano?
Adesso che sei distante
di questo oggi quotidiano
continuo a ricordarti
amici come eravamo
E sentii il vuoto nell’anima
e mi scappò una lacrima
e una nuvola di silenzio
mi rabbuio’ la giornata.
E sentii come la tua mano
si appoggio’ sulla mia spalla
e il sorriso strepitoso
che ti si modellava in faccia.
E un abbraccio, una manata,
una storia combinata.
E mi avvicinai alla tua immagine,
vidi il tuo sguardo sapiente,
che non è uguale al mio
neanche diverso in niente.
Allora sentii i miei dubbi
e il peso della domanda
sentii che ti avevo offeso
allora asciugai la tua lacrima.
71
Neo-mondo
Nella mia stanza dei sogni penso;
deliro sulla soglia della mia capanna scura;
e mentre modello il tempo,
gioco con la mia immagine pura.
Un istante,
un giorno o due,
un pulsare,
fecondazione.
Cammino tra arterie di luce
soggetto ad un cordone universale.
Con l'eco di mille voci
formo il grido primordiale.
Fu un lapsus
nove lune,
emergo trionfante
delle brume.
72
Aforismi & Pensamenti
- I potenti della terra stanno discutendo
come risolvere il flagello della fame del
mondo nella pausa pranzo.
- E' facile dire come si fanno le cose,
seduti comodamente dal divano di casa.
- L'intelligenza della vita si contrappone
alla stupidità della morte.
- L'universo non è tanto grande come
dicono: posso percorrerlo tutto con la mia
immaginazione.
- Nessun animale commette lo stesso errore
tre volte tranne uno: l'uomo.
- Quelli che fanno volontariato, non lo
fanno soltanto perché sono persone solidali;
lo fanno anche perché sono rivoluzionari.
- La fede, il sentimento universale che
sorvolando la mediocrità della nostra
quotidianità ci avvicinava ai confini
dell'infinito, fu reclusa nei templi.
73
- Mio nonno, un grande coltivatore della
terra, disse a mio papà: Non voglio che tu
passi quel che ho passato io. Devi studiare
ed essere dottore...
Mio papà, un professore universitario
molto rispettato, mi disse: Non voglio che
tu passi quel che ho passato io, quindi vai
da parte mia e parla con Tizio Caio che mi
deve un favore, e sicuramente ti favorirà
assegnandoti un posto vacante...
Io che ho sempre lavorato usando le parole,
ho detto a mio figlio: Questa società è
ambigua, non si sa dove è il giusto o lo
sbagliato e non ti puoi fidare della gente.
Quindi la cosa migliore è non dipendere da
nessuno e farcela da soli. Vedi tu cosa vuoi
fare, avrai tutto il mio appoggio.
E mio figlio mi disse: sai papa’, andrò a
coltivare la terra...
- L'attività quotidiana, l'agire tra la gente, è
il ponte che comunica il nostro mondo
interiore (epico, empirico, utopico,
sognatore) con il mondo esterno (reale,
concreto, rigido, prevedibile).
74
- L'insegnamento che si può ottenere
da una filosofia, da una scuola di
pensiero o da una dottrina religiosa,
presuppone sempre la accettazione
degli enunziati prestabiliti.
La vera conoscenza si ottiene
quando la nostra coscienza scopre qualcosa
di nuovo, di creativo, e lo integra
liberamente nell'atto del comprendere.
- In principio non capivo la gente,
non capivo il mondo, non sapevo chi ero io.
Mi sentivo molto solo. E mi resi conto che
analizzando le situazioni, studiando e
meditando, potevo rispondere a tutte le mie
domande. E questo mi avrebbe avvicinato
alla gente...
Più avanti, quando ho capito come stavano
le cose, sentii che quello che pensavo delle
situazioni era molto diverso da quello che la
gente pensava o credeva. E mi sentii molto
solo. E mi resi conto che dovevo spiegar
loro in che cosa consisteva la realtà. E
questo mi avrebbe avvicinato alla gente...
Quando cominciai a spiegare alla gente
come stavano le cose, dove stavano
sbagliando, e che cosa si doveva cambiare,
sentii che la gente dubitava di me, mi
75
criticava, si insospettiva. E mi sentii molto
solo. E decidetti di creare un movimento
religioso che imponesse la verità attraverso
la fede. E questo mi avrebbe avvicinato alle
persone...
Quando la gente inizio’ a seguirmi,
per toccarmi come un santo, per chiedermi
miracoli, per estasiarsi misticamente
davanti alla mia figura, mi sentii molto
solo. Mi resi conto che studiando,
analizzando e meditando di nuovo sulle
situazioni, con maggior profondità e
maggior impegno, avrei risposto a tutte le
mie domande...
Passo’ il tempo, e mi resi conto che non
bastava studiare, analizzare e meditare
tutto in profondità per non sentirmi solo.
- Quando senti che il tuo lavoro fa
parte del bene comune e aiuta gli altri, il tuo
lavoro guadagna un senso. E anche la
quotidianità della tua vita.
- Un'affermazione non si discute se
coincide con l'usanza del luogo. Tutte
le premesse che si oppongono, sono
sospette.
76
- Rivoluzionario non è chi combatte gli
schemi socio-culturali obsoleti.
Rivoluzionario è chi costruisce nuovi
modelli socio-culturali.
- Si definisce di sinistra colui che giustifica
le sue azioni in nome del popolo, della
legge e di dio.
Si definisce di centro colui che giustifica
le sue azioni nel nome di dio, del popolo e
della legge.
Si definisce di destra colui che giustifica
le sue azioni nel nome della legge, di dio e
del popolo.
- Non c'è martirio più intenso, sacrificio più
grande, tortura più impietosa per l'animo
umano, che vivere la vita intensamente,
amando senza condizionamenti gli esseri
che ci circondano, sapendo che alla
fine del cammino, inesorabilmente,
bisognerà separarsi da essi.
Tragico destino quello dell'uomo: non poter
vedere il ponte che comunica con l'aldilà.
- Nessun uomo è così intelligente, o
così stupido, da morire due volte.
77
- In natura, non esiste evoluzione della
specie, senza la consapevolezza, il bisogno
del cambiamento e il dispendio di energia
da parte del soggetto che sta cambiando.
- Viviamo in un mondo pieno di
informazioni, circondati dalla gente, a due
passi da tutto e la cosa più importante di
tutte, è il denaro... Che assurdità, no?
- L'essere umano, per trasformarsi in
spirito, deve realizzare un grande sforzo
personale e impiegare tempo ed energia nel
cambio. O pensi che tutto cada dal cielo?
-A
M
O
R
E
mmirazione per l'altro
agnetismo sessuale
biettivi comuni
ispetto per l’altrui libertà
mpatia esistenziale
- Meno si presta attenzione, meno si vede;
meno si vede, meno si ricorda; meno si
ricorda, meno si immagina; meno si
immagina, meno si pensa; meno si pensa,
meno si rifiuta; meno si rifiuta, meno si
domanda; meno si domanda, meno si sente;
meno si sente, si inizia a dormire; quando si
inizia a
78
dormire, i sensi tradiscono; quando i
sensi tradiscono, si presta meno
attenzione; meno si presta attenzione,
meno si vede...
- La verità non si conosce attraverso le
parole: possiamo ascoltare chi ci parla,
capire cosa vuole dirci, quali sono le sue
intenzioni, per quale motivo dice quello che
dice, sapere che cosa ha fatto nella sua vita,
ecc. Poi, se tutto va bene, con molta fortuna
e un grande impegno da parte nostra,
cominceremo a capire "qualcosa" di quel
che dice.
Probabilmente la verità non la conosceremo
mai.
- Alla fine del cammino, che dirai quando ti
chiederanno: O viaggiatore che vuoi
continuare il viaggio... cosa hai portato fin
qui?... Rispondi: Come pagherai il
traghettatore?...
- Ieri, oggi, domani. Il tuo oggi e’ quello
che successe ieri. Il tuo domani e’ quello
che ti succede oggi. Un'unica linea. Non
necessariamente retta.
79
- La mente condivide i limiti con l'infinito.
Il corpo cerca l'armonia nella retta condotta.
- Ho dovuto vivere tutta una vita per
poter capirla. Adesso posso dedicarmi a
qualcos'altro.
- Non esistono limiti nell'infinito.
Nell'infinito non esiste un inizio, ne’ una
fine. Nell'infinito non esiste il tempo, ne’ la
morte, ne’ dio...
I limiti li costruiamo noi, nell'illusione di
accaparrarci un pezzettino d'eternità...
- Come le linee parallele, la scienza e
la religione trovano nell'infinito un punto
d'unione.
- Il problema che ci si presenta nel
negare l'esistenza di dio senza cadere nella
disperazione, è rammentare che siamo fatti
a sua immagine e somiglianza.
- Dopo la morte possono succedere
due cose: che la vita continui nell'aldilà, o
che tutto finisca qua. Se la vita continua
nell'aldilà: perché dobbiamo preoccuparci?
E se la vita finisce qua: di che cosa
dobbiamo preoccuparci?
80
- E' vero tutto ciò’ che assomiglia alle
nostre credenze o alla nostra convenienza.
- E' un gran risparmio di energia quello che
ottiene l'umanità concentrando in pochi
individui tutta l'intelligenza.
Purtroppo qualche volta restano posti
vacanti.
- E' l'amore per la vita, la natura e
gli esseri umani ciò che permette di intuire i
confini dell'eternità. E' il rispettargli senza
condizionamenti, ciò che ci permette di
raggiungerli.
- Da un bambino che ride poco, che quasi
non gioca e che parla sempre con serietà, si
dice che è un bambino adulto.
Di un anziano che ride sempre, che gioca
con i bambini e che non prende niente
seriamente, si dice che è un vecchio
rimbambito.
- Mi è più simpatica la sottigliezza
del dubbio, che la prepotenza
dell'affermazione.
81
- Marx si è sbagliato. Se le religioni sono
l'oppio dei popoli, in alcuni momenti della
nostra storia avremmo dovuto sentire la
crisi d'astinenza.
- Noi affermiamo che l'universo
ebbe inizio con il big-bang perché è
angosciante non sapere da dove veniamo.
- I potenti fanno di tutto per mantenere il
potere. I deboli fanno di tutto per
accontentarli.
- La saggezza e la virtù si dovrebbero
applicare all'attività quotidiana per
sovvertire gli schemi sociali noiosi.
- La violenza generalizzata che subiamo
non dovrebbe essere parte della realtà
quotidiana: dovrebbe essere una singolarità.
- L'arte della pubblicità consiste in generare
un desiderio da una necessità che non
esiste. L'arte della politica consiste nel
generare una necessità da un desiderio che
non esiste.
82
- Tutte le manifestazioni dell'arte ci
permettono di superare i limiti del
materiale, ottenendo che il nostro spirito, la
nostra parte eterea, si liberi dalla prigione
del corpo rompendo le catene del
convenzionale, del prevedibile, della
causalità.
Succede anche con l'arte di vivere...
- Vivere nel mondo dei sogni, con un
occhio aperto alla realtà, e’ un'arte che solo
la genialità concede.
- Non esiste democrazia senza equanimità,
senza parità di condizione, di coloro che
devono scegliere.
- Abbiamo la certezza, quando quello che
osserviamo corrisponde a quello che
conosciamo e internamente vogliamo.
Abbiamo il dubbio, quando quello che
osserviamo corrisponde a quello che
conosciamo e internamente non vogliamo.
Neghiamo, quando quello che osserviamo
non corrisponde a quello che conosciamo e
internamente non vogliamo.
E’ un enigma quando quello che
osserviamo non corrisponde a quello che
conosciamo ma internamente vogliamo.
83
- Un grande enigma è un grande paradosso
che fa barcollare la nostra mente fra una
realtà che il cervello nega, e una illusione
che il cuore attende.
- Tutto quello che facciamo, tutta l'opera
umana, subentra nelle leggi della natura,
ergo, degli animali.
Il pensiero superiore, il sentimento nobile,
l’azione disinteressata, sono quelle
impercettibili scie che sorvolano l'odierno,
lo trascendono, creando precedenti, sentieri
che modificano il nostro futuro e la nostra
natura.
- Io mi domando: in queste riflessioni così
profonde, così elevate che a volte mi
strabiliano, non è che tu, maestro, celeste
amico, ti comunichi con me utilizzando
questa forma sottile del pensiero?
84
Il tuo compleanno
(canzone)
Vieni, accostati a me un po’
svelati ai miei occhi
voglio guardarti così…
Vieni, stringimi la mano
perché oggi è il tuo compleanno
voglio viverlo con te.
Perché è nostra la vita
e anche nostro l’amore
Perché mutiamo il mondo
giocherellando in due.
Perché il vecchio materasso
dipingemmo a colori
e diventammo grandi
schivando il dolore.
85
Perché ho preso mille cose
cercando di imparare
i nostri primi anni
con grande libertà.
Perché hai saputo in fretta
che non ti puoi arrabbiare
quando faccio il noioso
senza voglia di parlare.
Poiché è tuo questo giorno
e in parte un po' anche mio,
svelati ai miei occhi
voglio vederti cosi'…
Vieni, accostati a me un po’
svelati ai miei occhi
voglio guardarti così…
86
Non si può. Può essere... Sarà cosi!
Tre atteggiamenti, tre situazioni ricorrenti
nell’inerzia della psiche: La prima nega
tutte le possibilità.
La seconda è relativista, ci fa perdere
tempo, assaggia diverse alternative
tiepidamente per poter giustificare il "non si
può".
La terza è l'unica valida, l'unica che ci da’
la possibilità d'iniziare a realizzare
qualcosa: Non si valuta l'esito o
l’insuccesso; esiste solamente l'obiettivo.
In qualunque situazione o progetto, il
dubbio e la certezza devono essere fari che
illuminano tutte le fasi, tutte le possibilità
da tenere in conto per arrivare all'obiettivo.
Devono dare più luce alla scena, più colore,
più profondità alle situazione, ai personaggi
Noi, registi della nostra propria vita
dobbiamo illuminare le scene di quello che
succede e di quello che succederà, chiarire i
dubbi, colorare le zone grigie, i timori.
Illuminare, colorare, definire, finché’ il
futuro sia spinto dal: Sarà cosi!
87
Trafiggente parola
Come possono ferirti
le mie parole...
cosi’ leggere, smussate,
trafiggenti solo
come un sogno
che non riesce
a sporgersi
fra i tuoi pensieri?
Come può umiliarti
il mio sentire
se ti innalzi davanti
il mio spirito virile
come Diana trionfante
sulla preda abbacinata?
Perché appaiati ai movimenti
che animano la tua bocca,
cosi’ lievi, liberi, sensuali,
le mie labbra appaiono atterrite
prigioniere d'una strofa?
Donna...
come possono ferirti
le mie parole?
88
La strada
Puoi indicare la strada
e aspettare che la seguano.
Puoi suggerire la strada
e aspettare che capiscano il senso.
Puoi camuffare la strada
ma qualcuno la troverà.
Puoi mostrare la strada sbagliata
e troverai chi ci riprova.
Puoi negare ed evitare la strada
e la troverai dentro.
Puoi costruire la tua strada personalizzata
e vedrai che il senso unico è violato.
Puoi dire che le strade sono di tutti
e vedrai il tuo senso libero vietato.
E’ difficile intraprendere una strada
nello stesso tempo in cui la si progetta
e la si costruisce...
89
Quanto vorrei
Vorrei essere la luce
intrappolata nelle tue pupille
cosi’ da poter girovagare,
libero...
nel tuo pensiero.
Vorrei essere il suono
della pioggia, del vento,
del ronzio di un insetto...
interferire con la tua parola,
in coro nella tua bocca.
Vorrei essere il profumo della sera,
della terra umida, della mela,
recondito...
nell’esaltazione ricorrente,
della tua mente.
Vorrei essere il fruscio di una piega,
il tepore avvolgente del vestito,
penetrare la pelle e in profondo,
sublimarmi...
nel grembo del tuo corpo.
Vorrei essere il passare del tempo,
l'agonia dell'attesa,
la gioia dell'avvenimento...
sentirmi parte insolubile, protetta,
del tuo interno sentimento.
90
Paragone della vita.
E’ banale paragonare e dire:
la vita è come un fiume?:
Va in fretta, carico, gremito,
distrugge i contorni, uccide.
Va fermo, senza moto,
si dilegua, inaridisce.
Se si allarga e non avanza
crea pestilenze, pozzanghere, paludi.
Quando invece avanza, tumultuoso,
a flusso continuo, premuroso,
dona linfa, cibo, umidità
forme, luce, suono.
Potrebbe paragonarsi la vita
al pensiero?:
Quando infatuato, impone
e non condisce
Quando fermo e’ perché nega,
uccide valori e soluzioni
Quando si annida nel dubbio, l'incertezza
si sfuma in mille idee senza colore.
Quando avanza definito
sull'azione, sull’obiettivo,
e’ lui a delineare
le sponde del cammino
91
Potrebbe paragonarsi la vita
all'emozione?:
Quando voluttuosa impone i desideri
separa, soffoca, divide, ferisce.
Quando apatica, buia, vuota, sfratta,
giudica, patisce, uccide, maltratta.
Quando confusa divarica i desideri
inganna, soggioga, mente.
Quando avanza serena fra desideri e dubbi
costruisce catene di unità
al suo interno.
Potrebbe paragonarsi la vita
all'azione?:
Quando forza la situazione attorno
genera confusione, incidenti e non ritorno.
Quando nega, rigetta, annulla,
si offusca, elimina, consuma.
Quando si diffonde in mille possibilità
perde forza, contorno, obiettività.
Quando sa’ che fare
quando e come farlo,
è perché il futuro c'è
e può’ solo aspettarlo.
La vita, il fiume, il pensiero,
il sentimento, l’azione,
non è un po' banale
paragonarle insieme?
92
Gioia Primavera
Quanta gioia, quanta...!
guardarti distante,
non per paura, non per scortarsi...
solo per venerarti.
Continuo a osservare come poco a poco
fiorellini gialli, viola, biancorosso
che sbalzano attorno, ti sbocciano addosso.
Sagoma leggera, posante presenza,
dileguata adagio nell’erba grezza,
un soave profumo di mela e cannella
sorvola e si immischia con la fresca brezza.
Voglio ammirarti da lontano un po'
finché’ tu intuii il mio fremente sguardo;
carnale primavera, rara gioia sei,
Botticelli sogna lodarti in un quadro.
Sorridi, sorprenditi, studia, canticchia,
muoviti, cavalca ideali, sfidati,
la vita è sogno, chimera, speranza,
per chi come te, giocherellando abbraccia.
C'è un posto tranquillo, isolato, vasto,
nella mia utopia, magico, lontano,
li’ vorrei portarti, in una vita, un giorno...
percorrerlo insieme, mano nella mano...
93
Mi pensi?...
Devi attirare i miei pensieri
prima di chiedere di pensarti.
Devi riempire il mio cuore
prima di chiedere di volerti.
Devi coprire il mio corpo
prima di chiedere di anelarti.
Perché fare del tuo sogno
il mio sogno,
se ancora non ti conosco?
94
Bologna
Sono Donna.
Bella, voluttuosa, sensibile,
sacerdotessa, matrona,
carnale e padrona.
Odoro di malva, sempreverde, menta,
di rosa e maggiorana.
Sono Donna.
La dotta, la popolana,
irascibile, abnegata, sola.
La più bella
Sono Donna.
Dicono di me
che prevedo il futuro
che capisco il passato
che tramuto il presente...
solo dicerie...
sciccherie d'invidia!
Sono Donna,
Semplicemente: Bologna!
95
L'amante
Un amante è colui che spicca dal tuo sogno
al letto, ti coccola, ti inebria di baci, ti
sussurra all’orecchio parole che
serpeggiano impertinenti per il tuo corpo
incandescente, e dopo, sfuggente... torna
via.
Un amante è costui che conosce ogni piega,
ogni raccordo della tua pelle come se’
stesso, che con fluidi balsamici appaga i
tuoi fremiti e che con gesti rassicuranti
ancora i tuoi demoni più avvizziti nelle
profonde grotte della voluttuosità; è colui
che rotola con te nelle lenzuola e quando ti
addormenti appagata, sparisce, svanisce,
sostando in agguato nel tuo pensiero.
Un amante è colui che penetra nelle stanze
più profonde del tuo essere, quelle più buie,
più nascoste, quelle chiuse con i catenacci
del peccato, della lussuria... si addentra,
irrompe, porta l'aria frizzante della
96
primavera, il profumo feromonico
dell’amore, porta la luce giusta del tardo
pomeriggio sulla spiaggia di sabbia... Ti
cerca, ti trova, ti sconvolge, gioca con i tuoi
vizi, sfida il tuo pudore, ride della tua
trasgressione...
Un amante è un ponte da attraversare verso
un futuro luminoso che si offre proprio
davanti a te, e quando sei pronta a
oltrepassarlo, sparisce, e resti sola in attesa
del suo ritorno... ma continui a sentire la
luce, l'aria, il profumo...
Un amante è quell'amico che ti capisce
sempre, che ti ascolta, che ti consiglia, che
può immolare la sua vita per te, ma che non
è un amico...
E’ costui che ti accompagna, ti sostenta,
t’incoraggia, ma è meno ingombrante di un
granello di sabbia...
Un amante ti fa sentire consapevolmente la
più lurida delle puttane nell’harem delle
vergini puritane.
Un amante è un desiderio incompiuto, ogni
piacere, ogni sogno perduto...
97
E' l'attesa della magna libido che borbotta
irrompente nel tuo presente lucido.
Un amante è la mano che ti guida, che ti
supporta fino a che sei arrivata.
E' lo sguardo che ti spoglia senza farti
sentire in imbarazzo.
E' il compagno di gioco a chi dai del Lei
davanti altri.
E la sensazione di un domani sfuggente che
ritorna insistente nel tuo pensiero odierno.
Un amante è un diritto acquisito delle
anime sensibili e un dovere concesso alle
anime succubi.
Un amante è l’essenza sublimata del brivido
che esperimenti al mattino quando ti trovi
bagnata abbracciata al cuscino.
Un amante è la cosa più bella, oscena e
peccaminosa che una società brutta, casta e
pudica può offrirti.
Togliendo tutto il superfluo, rimane il
gioco, l'immaginazione, il tremito, la
leggerezza, l'amore...
98
A mia figlia
Un tuo ricciolo si sistema
fra gorgogli di risa e di pianto
e le mie braccia.
In uno spasmo fetale ti accoccoli
piccolina,
stuzzicando con il naso
una streghetta.
Come mi sento bene
al tuo fianco!
si ferma il mondo...
si è fermato!
voglio scendere...
sentire che esisto...
accucciarti nelle mie braccia...
vivere!
Un tempo prima,
ben prima dei tuoi primi passi,
è che sentii il silenzio
degli dei, e del tramonto
immenso e vacuo dei giorni...
99
E il miracolo di immaginarti, piccolina,
domando il futuro, balbettando il domani,
si bloccava negli ingranaggi del tuo corpo,
e della mia anima.
Ci fu un giorno... molto prima
dei tuoi primi scoppiettii di risa,
in cui mi sentii impotente, marchiato
da uno sleale fato macabro.
In quel lasso di tempo,
rinunciai ai giorni, ai sogni,
e a tutto ciò’ che mi avevano portato...
E fu il tuo sorriso
e quel luccichio nei tuoi occhi!
e le tue manine dai piccoli movimenti
che cercavano di toccarmi,
che riuscirono a rialzarmi.
E nell'affanno di portarti
nelle mie ludiche avventure
come compagna di giochi,
e incoraggiato, grazie
ai tuoi sforzi, e sfidante
sguardo verso il futuro...
100
confrontammo il destino!
Spaventammo il niente!
E iniziammo un cammino
senza segni prefissati...
E vincemmo!
andando a gattoni...
passo a passo...
Sprememmo al tuo corpo
e a la vita,
le gocce di succo
che aspettavamo.
Oggi,
quando ti addormenti,
i tuoi ricci si sistemano
e il tuo piccolo nasino spaventa
fattucchierie.
E in questo presente di vittorie,
di soddisfazione e pienezza guadagnata,
gioco con il tuo futuro,
ti accompagno in salita,
e continuammo a farci beffe
della strega impaurita.
101
A mio figlio
Piccolo, rude, tenero.
Batuffolo di sogni,
e braccia immense
che abbracciano il cielo.
Per il nomignolo e la tua sagoma
sei il degno discendente di una stirpe
galiziana,
e nel nome rifletti l'illusione materna
di associarti alle divinità greche.
Nelle tue mezze parole
e nella tua lingua trotterellante,
arruffi insieme giocattoli, amici,
aranciata, patatine e nonne.
102
Cosa ti porterà il futuro bimbo mio!
Quale sarà il tuo gioco nelle pianure del
domani?
Quali sogni magici, agresti, voluttuosi
ti incoraggeranno quando volerai via dal
nido?
Ad ogni tuo strattone, il mio corpo
vibra,
e nel tuo sguardo vedo riflesso il
mondo,
e nella piccola, immensa,
magnitudine della tua statura
vedo la proiezione della mia immagine
futura.
103
Sono un bambino
Nel tribunale esistenziale della vita
mi trovo braccato e accusato:
Dicono che mi comporto da bambino...
Ha plagiato, condanniamolo! grida uno...
Racconto... la mia colpa è questa:
Sono l'innocenza che denuda
gli strati più deboli dell'uomo.
Sono la dolcezza che compensa
questo atteggiamento grigio per il mondo.
Sono la domanda fastidiosa
perché cerca quello che è nascosto.
Sono il capriccio che non capisce
le giuste ragioni dei più grandi.
Sono il giocare continuamente
con i problemi miei e della gente.
Sono quello sguardo interrogante
che cerca la verità ingenuamente.
104
Sono lo scusarsi divertente
davanti a chi già tiene
la risposta in mente.
Sono il gesto che si brinda cordialmente
aspettando che lo si riceva ampiamente.
Sono adulto perché uso le scarpe grandi
ma bambino nello sfruttarle.
Sono quel eretico che negli anni autunnali,
ha rivendicato il bambino.
Sono un'illusione, un sogno semplice
dell'unica cosa che considero certa:
Nel profondo del mio intimo,
nascosto, ride un bambino!
La mia colpa questa:
Sono un omino di tanti anni...
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per contattare l'autore:
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