Ricordiamo Mons. VINCENZO SAVIO Vescovo nella Chiesa di Dio Salesiano Vincenzo Savio: “Una storia che continua” Il motto sta a significare: “Uniti nel servire la verità con amore” PREGHIERA Un volto. Dall’eterno si prolunga nei miei piccoli giorni. Un volto. Un Dio che ha cercato l’uomo. I suoi occhi. Dio ne ha fatto il luogo dell’accoglienza e della tenerezza. Le sue lacrime. Scendono su un corpo fatto di faticosa speranza, in attesa di trasformarsi nella risurrezione. Labbra. Pronunciano, fino all’ultimo istante, la parola di vita del verbo di Dio: lo spirito, da lui effuso, che sempre opera per mettere nel cuore del mondo la certezza che dall’eterno proviamo, che nell’eterno sarà il nostro incontro con Lui. Un volto che parla di tutti i volti che cercano e desiderano la redenzione. E sono certo che in Te l’hanno trovata. Sei Tu la nostra salvezza. Preghiera dettata dal Vescovo Vincenzo poco prima della morte contemplando il volto del Redentore dipinto dal Beato Angelico. In cammino verso il sacerdozio La famiglia Vincenzo Savio nacque il 6 aprile 1944 ad Osio Sotto da Augusto (1900-1976) e da Santina Arnoldi (1907-1978), sesto di sette fratelli. I genitori di Vincenzo, di famiglia contadina, si erano sposati nel 1929 a Boltiere, nel 1938 si trasferirono ad Osio Sotto. La mamma, nonostante i problemi di salute causati da un'infezione contratta a venticinque anni, fu sempre il perno della casa e il riferimento primario per le decisioni del piccolo Vincenzo, che spesso pregava per la sua salute promettendo, ancor piccolo, piccole penitenze. La parrocchia Vincenzo ricevette dal parroco don Giovanni Manzoni il battesimo il 10 aprile 1944 e la prima volta la santa comunione il primo maggio 1951. Il vescovo della diocesi di Bergamo, Mons. Adriano Bernareggi, gli amministrò la cresima l’ 11 giugno 1950. Don Manzoni fu esempio di serietà per il giovanissimo chierichetto e poi suo maestro di catechismo. Vincenzo ebbe cordiali rapporti con don Battista Asperti, coadiutore parrocchiale e suo confessore, a cui con amore filiale prestava anche assistenza a casa, e con il curato dell’oratorio, prima don Battista Maffioli, e poi don Angelo Paravisi, divenuto vescovo ausiliare di Bergamo e vescovo di Crema, che lo aiutò nella scelta vocazionale. Tra i preti della fanciullezza di Vincenzo ci fu anche don Andrea Mosconi salesiano nativo di Leffe, che gli fece conoscere la realtà e lo spirito salesiano. Vincenzo ricordava con particolare affetto le suore della scuola materna di Osio: suor Rosina, suor Crescenza, suor Giovanna e le due suore cuciniere, suore della sua infanzia. La scuola Vincenzo frequentò la scuola elementare di Osio Sotto distinguendosi per intelligenza e serietà; tra i suoi maestri ebbe particolarmente cari i coniugi Ferrarelli. L’esame di ammissione alla scuola media, per il successivo ingresso in seminario, lo decise insieme ai suoi amici fidati Sandro Arrigoni e Antonio Riva, all’insaputa dei genitori. Ma le mamme si erano parlate per cui mamma Santina, a bruciapelo, proprio alla vigilia dell’esame gli chiese: ”Chi deve andare all’esame di ammissione?...”. L’esame fu superato brillantemente. La retta per la frequenza del seminario diocesano era troppo elevata per la famiglia Savio, don Andrea Mosconi aggirò l’ostacolo portando Vincenzo nella comunità salesiana. La frequenza della scuola salesiana distaccò Vincenzo da Osio Sotto, ma al distacco fisico non seguì quello spirituale: in Vincenzo l'attaccamento alle proprie radici non venne mai meno, alimentato non solo dalla presenza dei suoi cari e dal ricordo degli amici, ma anche dalla devozione per la nostra Chiesa, in particolar modo per il Fonte Battesimale. I salesiani Nel settembre 1955, a undici anni, accompagnato da don Mosconi e con altri quattro ragazzini bergamaschi, partì in treno per il seminario minore dei salesiani di Strada in Casentino (AR), per frequentare le medie inferiori. La lontananza lo obbligò per tre anni a non tornare al paese neppure per le vacanze. Nel settembre 1958 passò a Pietrasanta (LU) per gli studi ginnasiali, dove fu ammesso al noviziato. Nel novembre 1960 fece la vestizione e nell’agosto 1961 emise la sua prima professione religiosa salesiana. Poi partenza per Casa di Nave (BS) per il corso Magistrale e con mansione di animatore all'oratorio di Muratello. Nel luglio 1964 a Modena conseguì il diploma; per l’occasione scrisse a casa “ … per Sua Grazia sono maestro”. Nell’agosto 1964 a Carisolo (TR) rinnovò la professione religiosa salesiana divenendo membro dell'Oratorio dei Salesiani. A settembre, a Nave iniziò il quarto anno di studio di materie filosofiche proprie di chi aspira al sacerdozio. Giugno 1965, superò l’esame di abilitazione all’insegnamento della musica nelle scuole medie; a settembre era a Pietrasanta come insegnante di quinta elementare e assistente dei ragazzi. Durante le vacanze di natale, a Napoli, frequentò il corso di Educazione Artistica per il titolo di professore di disegno per le scuole medie. Agosto 1967, a Panicagliora di Marliana (PT), emise la professione religiosa perpetua entrando così nella congregazione salesiana. A ottobre 1968 iniziò il cammino di studi teologici presso il Collegio Teologico dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, e nel giugno 1969 superò gli esami del primo anno di teologia. Nel 1970 passa alla Facoltà Teologica Lateranense per continuare e finire gli studi teologici. Vincenzo passò i periodi estivi del 1969, 1970, 1971, a Livorno, vivendo una esperienza pastorale tra i baraccati di Via Torino: piani d’aiuto per sgomberare e sanare prima possibile la baraccopoli e alla sera discussioni e intrattenimenti con i giovani impegnati a rileggere i documenti del Concilio. Il 28 novembre 1971 Vincenzo venne ordinato Diacono a Roma. Il Sacerdote L’ordinazione sacerdotale Vincenzo Savio fu ordinato sacerdote nella congregazione dei Figli di don Bosco il 25 marzo 1972, a Roma, nella basilica del Sacro Cuore. Fin da subito don Vincenzo pose il suo sacerdozio sotto la protezione di Maria, la Vergine Annunciata. Celebrò la prima Messa ad Osio Sotto il 9 aprile, ricevendo anche le felicitazioni di don Bepo Vavassori, il don Bosco bergamasco. Nell’agosto dello stesso anno fece i voti perpetui fra i salesiani. Don Savio svolse la sua esperienza sacerdotale nelle parrocchie di Savona (1972-1976), di Livorno (1977-1985), di Firenze (1986-1990), ad Alassio (1990-1993), svolgendo anche numerosi e vari incarichi che gli vennero assegnati. A Savona A Savona fu direttore dell’Oratorio-Centro Giovanile, responsabile del gruppo vocazionale della sua Ispettoria e insegnante nelle scuole superiori. Molti giovani sentivano ancora la tensione del ’68, ma non riuscivano a tradurla in impegno etico, sociale e politico se non con la lotta armata. Don Vincenzo si fece carico di questa situazione e il suo Oratorio divenne il centro propulsore di una proposta nonviolenta, allora originale e rivoluzionaria. Per valorizzare le iniziative culturali organizzò convegni, tavole rotonde, conferenze e chiamò a parlare ai suoi giovani personalità di spicco della politica, della sociologia, esperti del Concilio. D'estate realizzava campi scuola per i ragazzi dell’oratorio e nel 1975 pianificò anche il convegno nazionale dei giovani. Nel marzo 1976 andò in Calabria, ad Isola Capo Rizzuto (CZ), per una esperienza di prete operaio. Su proposta del vescovo di quella città lavorò tra gli zingari che da alcuni anni si erano fermati là. In una sua lettera ai familiari scrisse a commento di quanto poté vedere: ”…vivono in baracche, vi ricordate quelle di Livorno? Ebbene, quelle erano delle villette in confronto a queste.” Dopo circa un mese, il vescovo gli chiese di sostituire il parroco, morto in quelle settimane, in attesa della nomina del nuovo titolare; lì conobbe la realtà di un paese che viveva sotto l’incubo della ‘ndrangheta. A Livorno Arrivò a Livorno nel giugno del 1976, dopo l’esperienza calabra, e visse al convitto insegnando religione al Liceo scientifico e svolgendo un nuovo apostolato a Stagno (LI), dove faceva quasi il parroco. Nel settembre 1977, a soli 33 anni, fu nominato parroco della parrocchia Salesiana del Sacro Cuore, la parrocchia più popolosa della città e della diocesi. Per l’animazione della Pastorale Giovanile, d’estate lasciava la parrocchia ai confratelli salesiani per portare i giovani in campeggio in ogni parte d’Italia: da questa intensissima opera formativa sono uscite bellissime figure sacerdotali e laicali, molti dei quali impegnati ora in politica, a livello locale, nazionale, europeo. L'interesse per i poveri e gli emarginati lo portò in Africa, per stringere un "gemellaggio" con le popolazioni del Camerun. Nel febbraio 1982 fu addetto all’informazione e ai rapporti con la stampa in occasione della visita del Papa a Livorno e a Rosignano. Coordinò per la Caritas gli interventi per i terremotati dell'Irpinia. Fu rappresentante diocesano al Convegno di Loreto. Per volontà del suo Vescovo Mons. Alberto Ablondi fu segretario del Sinodo Diocesano di Livorno, iniziato nel 1980 fino al 1985, uno dei primi in Italia. Nel settembre del 1985 tornò a Roma, alla Pontificia Università Salesiana, per conseguire la licenza in spiritualità. A Roma, mentre completa- va gli studi, prestò la sua opera nelle baraccopoli romane, vivendo un'esperienza di povertà e apostolato. La sua tesi, presentata nel 1986 al prof. A. M. Triacca, reca il titolo: Lo Spirito Santo dono pasquale presente e operante presso l’infermo secondo il nuovo Ordo Unctionis Infirmorum. Don Savio rifiuta la carriera accademica. A Firenze Nel settembre 1986 rientrò a Firenze come animatore dei giovani dell’oratorio di via Gioberti nella parrocchia salesiana della Sacra Famiglia. Nel 1987 il cardinale di Firenze Mons. Silvano Piovanelli lo volle segretario generale del Sinodo Diocesano di Firenze, affidandogli l’organizzazione del Sinodo. L’attività svolta da don Vincenzo e dai suoi collaboratori in questo importante impegno di Firenze, è documentato dalla testimonianza del dott. Renato Burigana nel volume “Sono contento di Dio” nel capitolo “Un Sinodo su due ruote”. Nel luglio 1988 fece il pellegrinaggio in Russia con il cardinale Piovanelli e i sacerdoti novelli, alla scoperta di un paese dove “la fede ha vinto la paura". I pellegrini incontrarono personalità di altissimo livello, il metropolita di Mosca, il ministro Zagladin, e scoprirono con emozione che l’immagine di La Pira, conosciuta e stimata, fu il loro miglior lasciapassare. Il Sinodo di Firenze si concluse nel 1992 nella Chiesa dell'Isolotto. Nel 1990 è regolatore del Capitolo ispettoriale Salesiano e nello stesso anno partecipa, come delegato dell’Ispettoria, al Capitolo Generale XXIII della Congregazione Salesiana a Roma. Ad Alassio Settembre 1990, don Vincenzo ricevette la nomina a Direttore della Comunità Salesiana e gestore delle Scuole medie e Liceo dell'Istituto Salesiano di Alassio (SV). Qui creò una nuova impostazione organizzativa, dando lustro alla scuola e meritando la stima del mondo scolastico esterno, pubblico e privato. Insegnò anche ecclesiologia nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Albenga. Nella diocesi di Albenga-Imperia fu membro del Consiglio Presbiterale quale rappresentante degli ordini religiosi della diocesi. Il Vescovo Vescovo ausiliare di Livorno Il 14 aprile 1993 don Vincenzo Savio venne eletto titolare alla Chiesa di Garriana e nominato ausiliare di mons. Ablondi e Vicario generale della Diocesi di Livorno. La consacrazione a vescovo avvenne il giorno di Pentecoste, 30 maggio 1993, nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Livorno. Il 6 giugno 1993 ringraziava il Signore nel paese natio di Osio Sotto celebrando un solenne Pontificale, partecipò alla processione eucaristica del Corpus Domini per le vie del paese e incontrò i ragazzi ed i giovani dell’oratorio dedicato a don Bosco. A Osio Sotto ritornò altre volte per amministrare le cresime, per partecipare alle festività di san Donato, in occasione del 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale e con Mons. Ablondi in occasione dell'inaugurazione dei restauri della chiesa parrocchiale il 4 maggio 1997. La Conferenza Episcopale Toscana gli affidò il compito di rappresentarla nei settori delle comunicazioni, dell’ecumenismo, e poi per la scuola e delegato della Cei per la facoltà teologica del centro Italia. Fu membro del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo e fu tra i fondatori del centro culturale CE.DO.MEI (Centro Documentazione Movimento Ecumenico Italiano) di Livorno. Esercitò Il ministero episcopale in Toscana dal 1993 fino alla nomina a vescovo di Belluno-Feltre, avvenuta il 9 dicembre 2000. Vescovo della diocesi di Belluno-Feltre Il servizio pastorale nella diocesi di Belluno-Feltre iniziò con il solenne ingresso e la S. Messa in Cattedrale domenica 18 febbraio 2001; sabato 24 febbraio salì al Santuario dei SS. Martiri Vittore e Corona e celebrò la S. Messa nella Concattedrale di Feltre. L’attenzione di Mons. Savio fu prima di tutto rivolta a conoscere la diocesi, per cui durante tutto il 2001 incontrò sacerdoti, religiosi, autorità e laici per ascoltarne le riflessioni, le domande e i problemi anche nella prospettiva della celebrazione di un sinodo diocesano. Si fece subito notare per la capacità di mettere a proprio agio ogni genere di persone, dalle autorità più alte ai bambini più piccoli. A giugno 2001 visitò gli emigranti bellunesi della famiglia Nord RenoWestfalia, in Germania. Il 26 agosto, a Canale d’Agordo, presiedette la S. Messa nell’anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Albino Luciani. Il 29 settembre 2001, nei locali del Seminario di Feltre, per il IX centenario del santuario dei Santi Vittore e Corona, inaugurò la mostra delle Iconostasi di Livorno dal titolo: “Una finestra sull’infinito”. Negli anni 2001, 2002, 2003 partecipò ai pellegrinaggi diocesani dell’U.N.I.T.A.L.S.I. a Lourdes. Nel febbraio 2002 costituì il primo “gruppo di lavoro” del sinodo diocesano con il compito di esplorazione e chiamato “vedere” le realtà presenti nel nostro tessuto sociale. Non trascurò gli impegni che nascevano dai suoi incarichi a livello di Conferenza Episcopale Triveneta (Presidente della Commissione per la catechesi e l’evangelizzazione) e a livello di CEI (Segretario della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, per questo incarico compì diversi viaggi a Roma e uno a Strasburgo). La sua competenza nella teologia e nella prassi sinodale gli fruttarono molti inviti per l’animazione dei Sinodi in varie Diocesi d’Italia: Noto (settembre 2001), Verona (ottobre 2001), Tempio Pausania – Ampurias (settembre 2002). Quale membro del Consiglio di Amministrazione della Società Biblica Italiana, si recò spesso a Roma per le riunioni, dove incontrò il S. Padre per il XXV anniversario della traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento. Mons. Savio aveva molto a cuore i suoi sacerdoti, tanto che volle incontrare anche i missionari bellunesi in Brasile dal 23 giugno all’ 8 luglio 2002. Ne tornò affaticato. Il 28 agosto 2002 a Canale d’Agordo annunciò l’apertura della Causa di beatificazione e canonizzazione di Papa Luciani e costituì l’equipe per la ricerca preliminare necessaria a raccogliere le informazioni relative alla vita e all’opera del Papa. Il 28 settembre era a Roma per la solenne funzione, celebrata dal Sommo Pontefice, in suffragio di Papa Giovanni Paolo I. Alla fine di settembre 2002 ripercorse nuovamente la diocesi incontrando quasi tutte le foranie per continuare il dialogo iniziato l’anno prima e per rispondere alle osservazioni, iniziativa inserita nel cammino del Sinodo. La malattia Il 19 ottobre l’ecografia e la TAC all’ospedale San Martino di Belluno. Il 20 ottobre celebrò S. Messa e Cresime in tre parrocchie. Il 21 Ottobre il primo ricovero alla clinica Humanitas di Rozzano Milanese, dove gli venne spiegata la natura del male: tumore maligno esteso. Il 13 novembre 2002 il vicario generale di Belluno-Feltre don Giuseppe Andrich, comunicò lo stato di salute del vescovo Vincenzo a tutta la comunità, invitando tutti i fedeli alla preghiera. Nonostante la sofferenza l’attività di Mons. Savio continuò con la stessa generosità di prima. I cicli di chemioterapia, affrontati prima a Rozzano Milanese e poi a Belluno, non interruppero gli impegni e le attività. A Natale presiedette la S. Messa nella Basilica Cattedrale e il giorno dopo nella Concattedrale. Il primo giorno del nuovo anno 2003 non si sottrasse alla Celebrazione a Belluno. Il primo marzo del 2003 salutò i partecipanti al Convegno diocesano di liturgia e salì al Cimitero delle Vittime del Vajont a Fortogna, dove benedisse la prima pietra della nuova opera. Il 20 marzo 2003, giorno dello scoppio della guerra in Iraq, consapevole del valore della pace e dell’ingiustizia della guerra, fece suonare a morto le campane di tutta la diocesi. Inoltre partecipò alla manifestazione contro la guerra organizzata dai Sindacati confederali e dal Coordinamento provinciale per la pace, in quella circostanza pronunciò uno dei suoi discorsi più applauditi e citati, ricordando il ramo di mandorlo già visto dal profeta Geremia. Poi ricominciò a presiedere alcune Cresime. Il 14 maggio prese corpo, in una riunione da lui presieduta, il progetto di restauro del Vescovado Vecchio di Feltre e del Museo diocesano. L’8 giugno, Pentecoste, prese il via l’anno sinodale del “discernere” e venne distribuita la lettera sinodale: Discernere secondo la volontà del Signore; Mons. Savio diede inoltre l’annuncio ufficiale dell’autorizzazione, da parte di Sua Santità, a che la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, si tenesse presso la curia diocesana di Belluno-Feltre. Il 23 e 24 giugno scese a Chianciano Terme per il Convegno nazionale dei delegati diocesani della Pastorale Sanitaria, dove portò la sua testimonianza. Il 2 di ottobre presentò ai Sacerdoti la nota pastorale: quale Chiesa per la nostra terra, che sintetizzava i risultati dell’analisi socio-religiosa tenuta in Diocesi; alla sera l’opera è stata presentata al Centro Giovanni XXIII, nella sala teatro, traboccante di gente. L’8 ottobre 2003 il Presidente della Repubblica italiana Azeglio Ciampi visitò le città di Belluno e di Feltre, il Presidente incontrò a tu per tu il Vescovo in Prefettura. Il 9 ottobre era a Longarone per il quarantesimo anniversario del disastro del Vajont: Mons. Savio presiedette l’Eucaristia in suffragio delle vittime cui partecipò anche, in forma privata, la coppia presidenziale. Le autorità civili di Belluno, riconoscendo il valore umano e cristiano della presenza e dell’opera di Mons. Savio tra la gente a lui affidata, gli attribuirono l’11 novembre 2003, con una toccante cerimonia al teatro Comunale di Belluno, la massima onorificenza cittadina, il prestigioso Premio San Martino, che il vescovo volle dedicare ai suoi preti. Il 23 novembre, alla presenza del Card. José Saraiva Martins, C.M.F., Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, aprì in Cattedrale il Processo di Beatificazione e Canonizzazione di Papa Luciani. La vigilia di Natale visitò i carcerati a Baldenich; poi presiedette le celebrazioni natalizie a Belluno e a Feltre. La sera del 26 febbraio 2004, noncurante del freddo e della neve, uscì per dare un fugace, ma intenso, saluto ai partecipanti al II Convegno Diocesano di Quaresima (sul problema dei giovani lavoratori). Domenica 21 marzo un ricovero in Ospedale a Belluno confermò l’estrema gravità della situazione. Torna in Vescovado il 24 marzo. Il 25 concelebrò nella sua stanza la S. Messa e ricevette la Comunione: ai presenti chiese di pregare per il perdono dei suoi peccati. Il 27 marzo 2004 si aggrava: un canonico lo confessò e gli conferì l’Unzione dei malati. Riuscì tuttavia a vedere nella sua stanza, per pochi minuti, il “Volto del Redentore” del Beato Angelico: anche il volto di Mons. Vincenzo, dopo la contemplazione del quadro, traspirava felicità e serenità. Domenica 28 marzo ricevette un grande numero di suoi sacerdoti e chiese loro perdono per quanto non aveva potuto fare e da ognuno ricevette la benedizione. Mons. Savio morì, dopo giorni di sofferenze, alle 8.42 di mercoledì 31 marzo 2004. Il 2 aprile 2004 a Belluno e Feltre si svolsero i solenni funerali e il 3 aprile 2004 ad Osio Sotto. Mons. Savio è sepolto in Osio Sotto come lui volle, accanto al parroco don Manzoni che tanto stimava e vicino alla mamma. Di lui si è scritto e parlato come di un “Salesiano vulcanico”, “instancabile ricercatore del dialogo con tutti, e specialmente con i giovani e con gli ultimi”, “organizzatore capace di coniugare profonda cultura e grande senso pratico”. Chi gli è stato più vicino dice che sono state tre le dimensioni fondamentali del magistero del vescovo Vincenzo Savio: 1) ricezione e attuazione del Concilio Vaticano II, 2) sinodalità, 3) dialogo ecumenico e interreligioso. Ora la tomba è meta di incessanti pellegrinaggi, di visite di seminaristi, di alpini, di suore, di anziani, di associazioni locali bellunesi, di giovani con i loro curati, di comunità parrocchiali con i loro sacerdoti, di handicappati e di numerosissime famiglie singole che deviano dalla meta per pregare e visitare il loro vescovo Vincenzo. Gian Mario Paganini Testamento spirituale Vescovado di Belluno, 25 marzo 2004 Solennità dell’Annunciazione Nel nome del Signore Dio, certo della materna vicinanza di Santa Maria, in fraterna compagnia di tutta la Chiesa celeste. Se dovessi solo abbozzare un testamento spirituale, la mia confessione di lode e di richiesta di perdono non finirebbe più e, soprattutto, mi lascerebbe insoddisfatto. Ad ogni buon conto la cosa più importante è dire a tutti che io sono senza misura contento di Dio. Una meraviglia! Una sorpresa continua tale da poter dire a me, con convinzione, che in ogni istante la Sua misura era piena e pigiata. Avrei potuto salutare la vita terrena in ogni istante sentendomi “riempito” di gratuità e di stupore. Credo, anzi sono certissimo, che Lui ha molte cose da far quadrare in me e non di poco conto. Kyrie eleison! Tra le sorprese la fraternità, le collaborazioni e tutte le amicizie. Una gratuità impensabile. Come faccio ad elencare? Non mi sono risparmiato nel dire alle persone che volevo bene intensamente. Chi lo deve sapere lo sa, e resta vero oltre ogni momento umorale. In modo perenne. I miei familiari soprattutto: con affetto. Vi benedico tutti e voi tutti beneditemi. † Vincenzo Savio Vescovo nella Chiesa Cattolica Le pubblicazioni sul Vescovo Vincenzo Savio: • “Il Vescovo e Margherita” di Umberto Folena, Edizioni Ancora, 2004 • “Abbiamo bisogno di tutti” di Riccardo Burigana, Editasca, 2007 • “Vincenzo Savio” di Don Antonio Miscio, Edizioni Elledici, 2008 • “Sono contento di Dio” Testimonianze, a cura di Amici di Vincenzo Osio Sotto, La Grafica, 2009 Pubblicazione offerta gratuitamente Amici di Vincenzo Si invita ad un contributo a: C.I.F. Opere Assistenziali Comunità Villa S. Francesco Via Facen 21 – 32034 Pedavena (BL) c/o Oratorio S. Giovanni Bosco Via S. Alessandro, 3 - 24046 Osio Sotto (BG) Segreteria: Paganini Gian Mario tel. 035 807982 [email protected] Ponti Gian Carlo tel. 035 881335 [email protected] Codice IBAN IT02 Q076 0111 9000 0001 4016 323 Si ringrazia per la pubblicazione AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSIO SOTTO ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ CULTURALI Numero Unico - Giugno 2010 – Stampa “La grafica” di E. Tasca – Ciserano-Zingonia (BG)