Ricordiamo
Mons. VINCENZO SAVIO
Vescovo nella Chiesa di Dio
Salesiano
Vincenzo Savio:
“Una storia che continua”
Il motto sta a significare:
“Uniti nel servire
la verità con amore”
PREGHIERA
Un volto.
Dall’eterno si prolunga
nei miei piccoli giorni.
Un volto. Un Dio
che ha cercato l’uomo.
I suoi occhi.
Dio ne ha fatto il luogo
dell’accoglienza
e della tenerezza.
Le sue lacrime.
Scendono su un corpo fatto
di faticosa speranza,
in attesa di trasformarsi
nella risurrezione.
Labbra.
Pronunciano,
fino all’ultimo istante,
la parola di vita
del verbo di Dio:
lo spirito, da lui effuso,
che sempre opera per mettere
nel cuore del mondo
la certezza che dall’eterno
proviamo,
che nell’eterno sarà il nostro
incontro con Lui.
Un volto che parla di tutti
i volti che cercano
e desiderano la redenzione.
E sono certo che in Te l’hanno trovata.
Sei Tu la nostra salvezza.
Preghiera dettata dal Vescovo Vincenzo poco prima della morte
contemplando il volto del Redentore dipinto dal Beato Angelico.
In cammino
verso il sacerdozio
La famiglia
Vincenzo Savio nacque il 6 aprile 1944
ad Osio Sotto da Augusto (1900-1976)
e da Santina Arnoldi (1907-1978), sesto
di sette fratelli.
I genitori di Vincenzo, di famiglia
contadina, si erano sposati nel 1929 a
Boltiere, nel 1938 si trasferirono ad
Osio Sotto.
La mamma, nonostante i problemi di
salute causati da un'infezione contratta
a venticinque anni, fu sempre il perno
della casa e il riferimento primario per le decisioni del piccolo Vincenzo, che
spesso pregava per la sua salute promettendo, ancor piccolo, piccole penitenze.
La parrocchia
Vincenzo ricevette dal parroco don Giovanni Manzoni il battesimo il 10
aprile 1944 e la prima volta la santa comunione il primo maggio 1951. Il
vescovo della diocesi di Bergamo, Mons. Adriano Bernareggi, gli amministrò
la cresima l’ 11 giugno 1950.
Don Manzoni fu esempio di serietà per il giovanissimo chierichetto e poi suo
maestro di catechismo. Vincenzo ebbe cordiali rapporti con don Battista
Asperti, coadiutore parrocchiale e suo confessore, a cui con amore filiale
prestava anche assistenza a casa, e con il curato dell’oratorio, prima don
Battista Maffioli, e poi don Angelo Paravisi, divenuto vescovo ausiliare di
Bergamo e vescovo di Crema, che lo aiutò nella scelta vocazionale.
Tra i preti della fanciullezza di Vincenzo ci fu anche don Andrea Mosconi
salesiano nativo di Leffe, che gli fece conoscere la realtà e lo spirito salesiano.
Vincenzo ricordava con particolare affetto le suore della scuola materna di
Osio: suor Rosina, suor Crescenza, suor Giovanna e le due suore cuciniere,
suore della sua infanzia.
La scuola
Vincenzo frequentò la scuola elementare di Osio Sotto distinguendosi
per intelligenza e serietà; tra i suoi maestri ebbe particolarmente cari i
coniugi Ferrarelli.
L’esame di ammissione alla scuola media, per il successivo ingresso in
seminario, lo decise insieme ai suoi amici fidati Sandro Arrigoni e Antonio
Riva, all’insaputa dei genitori. Ma le mamme si erano parlate per cui mamma
Santina, a bruciapelo, proprio alla vigilia dell’esame gli chiese: ”Chi deve
andare all’esame di ammissione?...”. L’esame fu superato brillantemente.
La retta per la frequenza del seminario diocesano era troppo elevata per la
famiglia Savio, don Andrea Mosconi aggirò l’ostacolo portando Vincenzo
nella comunità salesiana.
La frequenza della scuola salesiana distaccò Vincenzo da Osio Sotto, ma al
distacco fisico non seguì quello spirituale: in Vincenzo l'attaccamento alle
proprie radici non venne mai meno, alimentato non solo dalla presenza dei
suoi cari e dal ricordo degli amici, ma anche dalla devozione per la nostra
Chiesa, in particolar modo per il Fonte Battesimale.
I salesiani
Nel settembre 1955, a undici anni, accompagnato da don Mosconi e con altri
quattro ragazzini bergamaschi, partì in treno per il seminario minore dei
salesiani di Strada in Casentino (AR), per frequentare le medie inferiori.
La lontananza lo obbligò per tre anni a non tornare al paese neppure per le
vacanze.
Nel settembre 1958 passò a Pietrasanta (LU) per gli studi ginnasiali, dove fu
ammesso al noviziato. Nel novembre 1960 fece la vestizione e nell’agosto
1961 emise la sua prima professione religiosa salesiana. Poi partenza per
Casa di Nave (BS) per il corso Magistrale e con mansione di animatore
all'oratorio di Muratello. Nel luglio 1964 a Modena conseguì il diploma; per
l’occasione scrisse a casa “ … per Sua Grazia sono maestro”.
Nell’agosto 1964 a Carisolo (TR) rinnovò la professione religiosa salesiana
divenendo membro dell'Oratorio dei Salesiani. A settembre, a Nave iniziò il
quarto anno di studio di materie filosofiche proprie di chi aspira al sacerdozio.
Giugno 1965, superò l’esame di abilitazione all’insegnamento della musica
nelle scuole medie; a settembre era a Pietrasanta come insegnante di quinta
elementare e assistente dei ragazzi.
Durante le vacanze di natale, a Napoli, frequentò il corso di Educazione
Artistica per il titolo di professore di disegno per le scuole medie. Agosto
1967, a Panicagliora di Marliana (PT), emise la professione religiosa
perpetua entrando così nella congregazione salesiana.
A ottobre 1968 iniziò il cammino di studi teologici presso il Collegio
Teologico dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, e nel giugno 1969
superò gli esami del primo anno di teologia. Nel 1970 passa alla Facoltà
Teologica Lateranense per continuare e finire gli studi teologici.
Vincenzo passò i periodi estivi del 1969, 1970, 1971, a Livorno, vivendo una
esperienza pastorale tra i baraccati di Via Torino: piani d’aiuto per
sgomberare e sanare prima possibile la baraccopoli e alla sera discussioni e
intrattenimenti con i giovani impegnati a rileggere i documenti del Concilio.
Il 28 novembre 1971 Vincenzo venne ordinato Diacono a Roma.
Il Sacerdote
L’ordinazione sacerdotale
Vincenzo Savio fu ordinato sacerdote nella congregazione dei Figli di don
Bosco il 25 marzo 1972, a Roma, nella basilica del Sacro Cuore. Fin da
subito don Vincenzo pose il suo sacerdozio sotto la protezione di Maria, la
Vergine Annunciata.
Celebrò la prima Messa ad Osio Sotto il 9 aprile, ricevendo anche le
felicitazioni di don Bepo Vavassori, il don Bosco bergamasco.
Nell’agosto dello stesso anno fece i voti perpetui fra i salesiani.
Don Savio svolse la sua esperienza sacerdotale nelle parrocchie di Savona
(1972-1976), di Livorno (1977-1985), di Firenze (1986-1990), ad Alassio
(1990-1993), svolgendo anche numerosi e vari incarichi che gli vennero
assegnati.
A Savona
A Savona fu direttore dell’Oratorio-Centro Giovanile, responsabile del
gruppo vocazionale della sua Ispettoria e insegnante nelle scuole superiori.
Molti giovani sentivano ancora la tensione del ’68, ma non riuscivano a
tradurla in impegno etico, sociale e politico se non con la lotta armata. Don
Vincenzo si fece carico di questa situazione e il suo Oratorio divenne il
centro propulsore di una proposta nonviolenta, allora originale e
rivoluzionaria. Per valorizzare le iniziative culturali organizzò convegni,
tavole rotonde, conferenze e chiamò a parlare ai suoi giovani personalità di
spicco della politica, della sociologia, esperti del Concilio. D'estate realizzava
campi scuola per i ragazzi dell’oratorio e nel 1975 pianificò anche il
convegno nazionale dei giovani.
Nel marzo 1976 andò in Calabria, ad Isola Capo Rizzuto (CZ), per una
esperienza di prete operaio. Su proposta del vescovo di quella città lavorò tra
gli zingari che da alcuni anni si erano fermati là. In una sua lettera ai
familiari scrisse a commento di quanto poté vedere: ”…vivono in baracche,
vi ricordate quelle di Livorno? Ebbene, quelle erano delle villette in
confronto a queste.”
Dopo circa un mese, il vescovo gli chiese di sostituire il parroco, morto in
quelle settimane, in attesa della nomina del nuovo titolare; lì conobbe la
realtà di un paese che viveva sotto l’incubo della ‘ndrangheta.
A Livorno
Arrivò a Livorno nel giugno del 1976, dopo l’esperienza calabra, e visse al
convitto insegnando religione al Liceo scientifico e svolgendo un nuovo
apostolato a Stagno (LI), dove faceva quasi il parroco.
Nel settembre 1977, a soli 33 anni, fu nominato parroco della parrocchia
Salesiana del Sacro Cuore, la parrocchia più popolosa della città e della
diocesi.
Per l’animazione della Pastorale Giovanile, d’estate lasciava la parrocchia ai
confratelli salesiani per portare i giovani in campeggio in ogni parte d’Italia:
da questa intensissima opera formativa sono uscite bellissime figure
sacerdotali e laicali, molti dei quali impegnati ora in politica, a livello locale,
nazionale, europeo.
L'interesse per i poveri e gli emarginati lo portò in Africa, per stringere un
"gemellaggio" con le popolazioni del Camerun.
Nel febbraio 1982 fu addetto all’informazione e ai rapporti con la stampa in
occasione della visita del Papa
a Livorno e a Rosignano.
Coordinò per la Caritas gli
interventi per i terremotati
dell'Irpinia.
Fu rappresentante diocesano al
Convegno di Loreto.
Per volontà del suo Vescovo
Mons. Alberto Ablondi fu
segretario del Sinodo Diocesano di Livorno, iniziato nel
1980 fino al 1985, uno dei
primi in Italia.
Nel settembre del 1985 tornò
a Roma, alla Pontificia
Università Salesiana, per conseguire la licenza in spiritualità. A Roma, mentre completa-
va gli studi, prestò la sua opera nelle baraccopoli romane, vivendo
un'esperienza di povertà e apostolato.
La sua tesi, presentata nel 1986 al prof. A. M. Triacca, reca il titolo: Lo
Spirito Santo dono pasquale presente e operante presso l’infermo secondo il
nuovo Ordo Unctionis Infirmorum.
Don Savio rifiuta la carriera accademica.
A Firenze
Nel settembre 1986 rientrò a Firenze come animatore dei giovani
dell’oratorio di via Gioberti nella parrocchia salesiana della Sacra Famiglia.
Nel 1987 il cardinale di Firenze Mons. Silvano Piovanelli lo volle segretario
generale del Sinodo Diocesano di Firenze, affidandogli l’organizzazione del
Sinodo.
L’attività svolta da don Vincenzo e dai suoi collaboratori in questo importante
impegno di Firenze, è documentato dalla testimonianza del dott. Renato
Burigana nel volume “Sono contento di Dio” nel capitolo “Un Sinodo su due
ruote”.
Nel luglio 1988 fece il pellegrinaggio in Russia con il cardinale Piovanelli e
i sacerdoti novelli, alla scoperta di un paese dove “la fede ha vinto la paura".
I pellegrini incontrarono personalità di altissimo livello, il metropolita di
Mosca, il ministro Zagladin, e scoprirono con emozione che l’immagine di
La Pira, conosciuta e stimata, fu il loro miglior lasciapassare.
Il Sinodo di Firenze si concluse nel 1992 nella Chiesa dell'Isolotto.
Nel 1990 è regolatore del Capitolo ispettoriale Salesiano e nello stesso anno
partecipa, come delegato dell’Ispettoria, al Capitolo Generale XXIII della
Congregazione Salesiana a Roma.
Ad Alassio
Settembre 1990, don Vincenzo ricevette la nomina a Direttore della
Comunità Salesiana e gestore delle Scuole medie e Liceo dell'Istituto
Salesiano di Alassio (SV).
Qui creò una nuova impostazione organizzativa, dando lustro alla scuola e
meritando la stima del mondo scolastico esterno, pubblico e privato.
Insegnò anche ecclesiologia nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di
Albenga.
Nella diocesi di Albenga-Imperia fu membro del Consiglio Presbiterale quale
rappresentante degli ordini religiosi della diocesi.
Il Vescovo
Vescovo ausiliare di Livorno
Il 14 aprile 1993 don Vincenzo Savio venne eletto titolare alla Chiesa di
Garriana e nominato ausiliare di mons. Ablondi e Vicario generale della
Diocesi di Livorno.
La consacrazione a vescovo avvenne il giorno di Pentecoste, 30 maggio 1993,
nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Livorno.
Il 6 giugno 1993 ringraziava il Signore nel paese natio di Osio Sotto
celebrando un solenne Pontificale, partecipò alla processione eucaristica del
Corpus Domini per le vie del paese e incontrò i ragazzi ed i giovani
dell’oratorio dedicato a don Bosco.
A Osio Sotto ritornò altre volte per amministrare le cresime, per partecipare
alle festività di san Donato, in occasione del 25° anniversario dell’ordinazione
sacerdotale e con Mons. Ablondi in occasione dell'inaugurazione dei
restauri della chiesa parrocchiale il 4 maggio 1997.
La Conferenza Episcopale Toscana gli affidò il compito di rappresentarla nei
settori delle comunicazioni, dell’ecumenismo, e poi per la scuola e delegato
della Cei per la facoltà teologica del centro Italia.
Fu membro del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo e fu tra i fondatori
del centro culturale CE.DO.MEI (Centro Documentazione Movimento
Ecumenico Italiano) di Livorno.
Esercitò Il ministero episcopale in
Toscana dal 1993 fino alla nomina a
vescovo di Belluno-Feltre, avvenuta il
9 dicembre 2000.
Vescovo della diocesi
di Belluno-Feltre
Il servizio pastorale nella diocesi di
Belluno-Feltre iniziò con il solenne
ingresso e la S. Messa in Cattedrale
domenica 18 febbraio 2001; sabato 24
febbraio salì al Santuario dei SS.
Martiri Vittore e Corona e celebrò la
S. Messa nella Concattedrale di Feltre.
L’attenzione di Mons. Savio fu prima
di tutto rivolta a conoscere la diocesi,
per cui durante tutto il 2001 incontrò
sacerdoti, religiosi, autorità e laici per ascoltarne le riflessioni, le domande e
i problemi anche nella prospettiva della celebrazione di un sinodo diocesano.
Si fece subito notare per la capacità di mettere a proprio agio ogni genere di
persone, dalle autorità più alte ai bambini più piccoli.
A giugno 2001 visitò gli emigranti bellunesi della famiglia Nord RenoWestfalia, in Germania.
Il 26 agosto, a Canale d’Agordo, presiedette la S. Messa nell’anniversario
dell’elezione al soglio pontificio di Albino Luciani.
Il 29 settembre 2001, nei locali del Seminario di Feltre, per il IX centenario
del santuario dei Santi Vittore e Corona, inaugurò la mostra delle Iconostasi
di Livorno dal titolo: “Una finestra sull’infinito”.
Negli anni 2001, 2002, 2003 partecipò ai pellegrinaggi diocesani
dell’U.N.I.T.A.L.S.I. a Lourdes.
Nel febbraio 2002 costituì il primo “gruppo di lavoro” del sinodo diocesano
con il compito di esplorazione e chiamato “vedere” le realtà presenti nel
nostro tessuto sociale.
Non trascurò gli impegni che nascevano dai suoi incarichi a livello di
Conferenza Episcopale Triveneta (Presidente della Commissione per la
catechesi e l’evangelizzazione) e a livello di CEI (Segretario della
Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, per
questo incarico compì diversi viaggi a Roma e uno a Strasburgo).
La sua competenza nella teologia e nella prassi sinodale gli fruttarono molti
inviti per l’animazione dei Sinodi in varie Diocesi d’Italia: Noto (settembre
2001), Verona (ottobre 2001), Tempio Pausania – Ampurias (settembre
2002).
Quale membro del Consiglio di Amministrazione della Società Biblica
Italiana, si recò spesso a Roma per le riunioni, dove incontrò il S. Padre per
il XXV anniversario della traduzione interconfessionale del Nuovo
Testamento.
Mons. Savio aveva molto a cuore i suoi sacerdoti, tanto che volle incontrare
anche i missionari bellunesi in Brasile dal 23 giugno all’ 8 luglio 2002.
Ne tornò affaticato.
Il 28 agosto 2002 a Canale d’Agordo annunciò l’apertura della Causa di
beatificazione e canonizzazione di Papa Luciani e costituì l’equipe per la
ricerca preliminare necessaria a raccogliere le informazioni relative alla vita
e all’opera del Papa. Il 28 settembre era a Roma per la solenne funzione,
celebrata dal Sommo Pontefice, in suffragio di Papa Giovanni Paolo I.
Alla fine di settembre 2002 ripercorse nuovamente la diocesi incontrando
quasi tutte le foranie per continuare il dialogo iniziato l’anno prima e per
rispondere alle osservazioni, iniziativa inserita nel cammino del Sinodo.
La malattia
Il 19 ottobre l’ecografia e la TAC all’ospedale San Martino di Belluno.
Il 20 ottobre celebrò S. Messa e Cresime in tre parrocchie.
Il 21 Ottobre il primo ricovero alla clinica Humanitas di Rozzano Milanese,
dove gli venne spiegata la natura del male: tumore maligno esteso.
Il 13 novembre 2002 il vicario generale di Belluno-Feltre don Giuseppe
Andrich, comunicò lo stato di salute del vescovo Vincenzo a tutta la
comunità, invitando tutti i fedeli alla preghiera.
Nonostante la sofferenza l’attività di Mons. Savio continuò con la stessa
generosità di prima.
I cicli di chemioterapia, affrontati prima a Rozzano Milanese e poi a Belluno,
non interruppero gli impegni e le attività.
A Natale presiedette la S. Messa nella Basilica Cattedrale e il giorno dopo
nella Concattedrale.
Il primo giorno del nuovo anno 2003 non si sottrasse alla Celebrazione a
Belluno.
Il primo marzo del 2003 salutò i partecipanti al Convegno diocesano di
liturgia e salì al Cimitero delle Vittime del Vajont a Fortogna, dove benedisse
la prima pietra della nuova opera.
Il 20 marzo 2003, giorno dello scoppio della guerra in Iraq, consapevole del
valore della pace e dell’ingiustizia della guerra, fece suonare a morto le
campane di tutta la diocesi. Inoltre partecipò alla manifestazione contro la
guerra organizzata dai Sindacati confederali e dal Coordinamento provinciale
per la pace, in quella circostanza pronunciò uno dei suoi discorsi più applauditi
e citati, ricordando il ramo di mandorlo già visto dal profeta Geremia.
Poi ricominciò a presiedere alcune Cresime.
Il 14 maggio prese corpo, in una riunione da lui presieduta, il progetto di
restauro del Vescovado Vecchio di Feltre e del Museo diocesano.
L’8 giugno, Pentecoste, prese il via l’anno sinodale del “discernere” e venne
distribuita la lettera sinodale: Discernere secondo la volontà del Signore;
Mons. Savio diede inoltre l’annuncio ufficiale dell’autorizzazione, da parte
di Sua Santità, a che la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo
di Dio Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, si tenesse presso la curia
diocesana di Belluno-Feltre.
Il 23 e 24 giugno scese a Chianciano Terme per il Convegno nazionale dei
delegati diocesani della Pastorale Sanitaria, dove portò la sua testimonianza.
Il 2 di ottobre presentò ai Sacerdoti la nota pastorale: quale Chiesa per la
nostra terra, che sintetizzava i risultati dell’analisi socio-religiosa tenuta in
Diocesi; alla sera l’opera è stata presentata al Centro Giovanni XXIII, nella
sala teatro, traboccante di gente.
L’8 ottobre 2003 il Presidente della Repubblica italiana Azeglio Ciampi
visitò le città di Belluno e di Feltre, il Presidente incontrò a tu per tu il
Vescovo in Prefettura. Il 9 ottobre era a Longarone per il quarantesimo
anniversario del disastro del Vajont: Mons. Savio presiedette l’Eucaristia in
suffragio delle vittime cui partecipò anche, in forma privata, la coppia
presidenziale.
Le autorità civili di Belluno, riconoscendo il valore umano e cristiano della
presenza e dell’opera di Mons. Savio tra la gente a lui affidata, gli
attribuirono l’11 novembre 2003, con una toccante cerimonia al teatro
Comunale di Belluno, la massima onorificenza cittadina, il prestigioso
Premio San Martino, che il vescovo volle dedicare ai suoi preti.
Il 23 novembre, alla presenza del Card. José Saraiva Martins, C.M.F., Prefetto
della Congregazione per le Cause dei Santi, aprì in Cattedrale il Processo di
Beatificazione e Canonizzazione di Papa Luciani.
La vigilia di Natale visitò i carcerati a Baldenich; poi presiedette le
celebrazioni natalizie a Belluno e a Feltre.
La sera del 26 febbraio 2004, noncurante del freddo e della neve, uscì per
dare un fugace, ma intenso, saluto ai partecipanti al II Convegno Diocesano
di Quaresima (sul problema dei giovani lavoratori).
Domenica 21 marzo un ricovero in Ospedale a Belluno confermò l’estrema
gravità della situazione. Torna in
Vescovado il 24
marzo. Il 25 concelebrò nella sua stanza la S. Messa e ricevette la Comunione:
ai presenti chiese di
pregare per il perdono dei suoi peccati.
Il 27 marzo 2004 si
aggrava: un canonico lo confessò e gli
conferì l’Unzione
dei malati.
Riuscì tuttavia a
vedere nella sua stanza, per pochi minuti, il “Volto del Redentore” del Beato
Angelico: anche il volto di Mons. Vincenzo, dopo la contemplazione del
quadro, traspirava felicità e serenità.
Domenica 28 marzo ricevette un grande numero di suoi sacerdoti e chiese
loro perdono per quanto non aveva potuto fare e da ognuno ricevette la
benedizione.
Mons. Savio morì, dopo giorni di sofferenze, alle 8.42 di mercoledì 31 marzo
2004.
Il 2 aprile 2004 a Belluno e Feltre si svolsero i solenni funerali e il 3 aprile
2004 ad Osio Sotto. Mons. Savio è sepolto in Osio Sotto come lui volle,
accanto al parroco don Manzoni che tanto stimava e vicino alla mamma.
Di lui si è scritto e parlato come di un “Salesiano vulcanico”, “instancabile
ricercatore del dialogo con tutti, e specialmente con i giovani e con gli ultimi”,
“organizzatore capace di coniugare profonda cultura e grande senso pratico”.
Chi gli è stato più vicino dice che sono state tre le dimensioni fondamentali
del magistero del vescovo Vincenzo Savio:
1) ricezione e attuazione del Concilio Vaticano II,
2) sinodalità,
3) dialogo ecumenico e interreligioso.
Ora la tomba è meta di incessanti pellegrinaggi, di visite di seminaristi, di
alpini, di suore, di anziani, di associazioni locali bellunesi, di giovani con i
loro curati, di comunità parrocchiali con i loro sacerdoti, di handicappati e di
numerosissime famiglie singole che deviano dalla meta per pregare e
visitare il loro vescovo Vincenzo.
Gian Mario Paganini
Testamento spirituale
Vescovado di Belluno, 25 marzo 2004
Solennità dell’Annunciazione
Nel nome del Signore Dio,
certo della materna vicinanza di Santa Maria,
in fraterna compagnia di tutta la Chiesa celeste.
Se dovessi solo abbozzare un testamento spirituale,
la mia confessione di lode e di richiesta di perdono
non finirebbe più e, soprattutto,
mi lascerebbe insoddisfatto.
Ad ogni buon conto la cosa più importante è dire
a tutti che io sono senza misura
contento di Dio. Una meraviglia!
Una sorpresa continua tale da poter dire a me,
con convinzione, che in ogni istante
la Sua misura era piena e pigiata.
Avrei potuto salutare la vita terrena in ogni istante
sentendomi “riempito” di gratuità e di stupore.
Credo, anzi sono certissimo, che Lui ha molte cose
da far quadrare in me e non di poco conto.
Kyrie eleison!
Tra le sorprese la fraternità,
le collaborazioni e tutte le amicizie.
Una gratuità impensabile. Come faccio ad elencare?
Non mi sono risparmiato nel dire alle persone
che volevo bene intensamente.
Chi lo deve sapere lo sa,
e resta vero oltre ogni momento umorale.
In modo perenne.
I miei familiari soprattutto: con affetto.
Vi benedico tutti e voi tutti beneditemi.
† Vincenzo Savio
Vescovo nella Chiesa Cattolica
Le pubblicazioni sul Vescovo Vincenzo Savio:
• “Il Vescovo e Margherita” di Umberto Folena, Edizioni Ancora, 2004
• “Abbiamo bisogno di tutti” di Riccardo Burigana, Editasca, 2007
• “Vincenzo Savio” di Don Antonio Miscio, Edizioni Elledici, 2008
• “Sono contento di Dio” Testimonianze, a cura di Amici di Vincenzo Osio Sotto,
La Grafica, 2009
Pubblicazione offerta gratuitamente
Amici di Vincenzo
Si invita ad un contributo a:
C.I.F. Opere Assistenziali
Comunità Villa S. Francesco
Via Facen 21 – 32034 Pedavena (BL)
c/o Oratorio S. Giovanni Bosco
Via S. Alessandro, 3 - 24046 Osio Sotto (BG)
Segreteria:
Paganini Gian Mario tel. 035 807982
[email protected]
Ponti Gian Carlo tel. 035 881335
[email protected]
Codice IBAN
IT02 Q076 0111 9000 0001 4016 323
Si ringrazia per la pubblicazione
AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSIO SOTTO
ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ CULTURALI
Numero Unico - Giugno 2010 – Stampa “La grafica” di E. Tasca – Ciserano-Zingonia (BG)
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