Numero 269 - Marzo 2013
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IL FARO
IL FARO - ANNO XXVI - Numero 269 - Marzo 2013 - POSTE ITALIANE S.p.A - Spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Lecco
Bollettino informativo della Parrocchia dei Santi Vito e Modesto - Civate -
“La lotta notturna di
Giacobbe con l’angelo
può essere letta come
una metafora dell’indomita ricerca biblica, e
non solo biblica, di Dio.
Dio cerca l’uomo e l’uomo cerca Dio. Una ricerca mai conclusa, quasi
una lotta in cui non sembrano esserci né vinti né
vincitori. La metafora
della lotta dice molto
bene la tensione che sta
al fondo di ogni rapporto
dell’uomo con il divino:
una tensione che non va
elusa o negata, ma
accolta e vissuta”.
(Bruno Maggioni)
In questo numero:
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Calendario
L’ultimo Angelus del Papa
Editoriale
Verbale Consiglio Pastorale
Gruppo famiglie a Gonzaga
Esercizi Spirituali
Via Crucis - Festa della Vita
Pag.9/12
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Pag. 18
Pag. 19
Pag. 20
Il Faretto
Villa Sacro Cuore
Casa del Cieco
Martiri missionari - Festa del malato
Zero6 - Vivicivate - SEC
Dona valore
Sasso di Malascarpa
Proposte di lettura
Anagrafe - Appuntamenti vari
Calendario di Marzo
Il Faro
Venerdì 1
Sabato 2
Domenica 3
Lunedì
Martedì
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Giovedì
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Venerdì 29
Sabato 30
Domenica 31
Lunedì 1
Marzo 2013
primo venerdì del mese ore 7.30 adorazione // ore 8.30 S.Messa // ore 15 e 20.30 Via Crucis //
ore 21.00 in sala Ticozzi a Lecco incontro per l’anno della Fede
ore 18.00 S.Messa prefestiva
DOMENICA INSIEME genitori e ragazzi ELEMENTARI - sante messe festive: ore 8.00 // 10.00 // 18.00 a Fatima //
ore 14.30 incontro catechesi 1-2 elem // ore 15.00 incontro genitori e bimbi gruppo zero6
ore 8.30 S.Messa // adorazione eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00 // ore 21.00 consulta pastorale giovanile
ore 8.30 S.Messa // ore 21.00 catechesi adolescenti
ore 8.30 S.Messa // ore 15.00 gruppo del mercoledì in oratorio filmato sui fidei donum della diocesi di milano
ore 8.30 S.Messa // ore 21.00 scuola della Parola Giovani e 18enni
ore 8.30 S.Messa // ore 15 e 20.30 Via Crucis // presente in Oasi David la Comunità San Martino del Seminario
Diocesano per gli ESERCIZI SPIRITUALI
ore 18.00 S.Messa prefestiva
sante messe festive: ore 8.00 // 10.00 // 18.00 a Fatima // ore 14.30 incontro catechesi 1-2 elementare
ore 8.30 S.Messa // adorazione eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00 // scuola della parola per ado decanato
ore 8.30 S.Messa // ore 18.30 catechesi 18enni
ore 8.30 S.Messa // ore 14.00 gruppo del mercoledì visita al santuario di S.Maria della Noce // ore 21.00 incontro iscritti pellegrinaggio ROMA
ore 8.30 S.Messa
ore 8.30 S.Messa // ore 15 e 20.30 Via Crucis // ore 19 GRUPPO FAMIGLIE
ore 18.00 S.Messa prefestiva // ore 15.00 vocazionali femminili
DOMENICA INSIEME genitori e ragazzi MEDIE - sante messe festive: ore 8.00 // 10.00 // 18.00 a Fatima //
ore 14.30 incontro catechesi 1-2 elementare
ore 8.30 S.Messa // adorazione eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00
ore 8.30 S.Messa // San Giuseppe, FESTA DEL PAPA’ ore 20.30 S.Messa per i papà // ore 21.00 catechesi adolescenti
ore 8.30 S.Messa // ore 15.30 gruppo del mercoledì Rosario e Compleanni
ore 8.30 S.Messa // ore 19.00 Cena Ebraica genitori e ragazzi di 4 elementare
ore 8.30 S.Messa // ore 15 Via Crucis // ore 20.30 in chiesa celebrazione per la Memoria dei Martiri Missionari
ore 18.00 S.Messa prefestiva // ore 19.30 partenza per la Traditio Symboli in Duomo a Milano
FESTA DELLE PALME (processione alle 9.40 da Piazza S.Calocero) - sante messe festive: ore 8.00 // 10.00 // 18.00
a Fatima // ore 14.30 incontro catechesi 1-2 elementare e visita alle case di Riposo
SETTIMANA SANTA
ore 8.30 S.Messa // adorazione eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00
ore 8.30 S.Messa // ore 16.00 confessioni 5elem - ore 17.00 2media - ore 21.00 adolescenti e giovani
ore 8.30 S.Messa // ore 15.00 confessioni anziani - ore 16.15 4elem - ore 17.00 1media
ore 8.00 la 1media partecipazione in Duomo alla consacrazione degli Olii // ore 16.00 confessioni 3media //
ore 20.30 santa Messa in “Coena Domini”
ore 15.00 “Via Crucis” // ore 20.30 “Passio Domini”
confessioni dalle 9.00-12.00 e dalle 15.00-18.30 // ore 20.30 VEGLIA PASQUALE
SANTA PASQUA DI RISURREZIONE
sante messe festive: ore 8.00 // 10.00 // 18.00 a Fatima // ore 16.00 Vesperi Solenni
sante messe festive: ore 8.00 // 10.00 // 18.00 a Fatima // ore 6.00 partenza pellegrinaggio parrocchiale a
ROMA // (adorazione eucaristica sospesa)
Editore Parrocchia SS.Vito e Modesto - P.zza della Chiesa,7 - 23862 Civate (Lc)
Direttore responsabile Dr. Filippo BURASCHI
Tipografia Tipolitografica Mauri s.n.c. - Via delle Industrie, 3 - 23862 Civate (Lc)
Registrazione Tribunale di Lecco n. 9/88 del 5/7/1988
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Il Faro
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Marzo 2013
Ultimo Angelus del 24 febbraio 2012
ari fratelli e sorelle!
Grazie per il vostro affetto, oggi nella seconda Domenica di Quaresima abbiamo un Vangelo particolarmente
bello, quello del Vangelo della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il
fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni,
i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il
Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste:
«Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge
e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il
Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il
Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di
fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3).Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima
impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non
è un isolarsi dal mondo e dalle
sue contraddizioni, come sul
Tabor avrebbe voluto fare
Pietro, ma l’orazione riconduce
al
cammino,
all’azione.
«L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa
Quaresima – consiste in un
continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la
forza che ne derivano, in modo
da servire i nostri fratelli e
sorelle con lo stesso amore di
Dio» (n. 3).Cari fratelli e sorelle,
questa Parola di Dio la sento in
modo particolare rivolta a me,
in questo momento della mia
vita. Il Signore mi chiama a
"salire sul monte", a dedicarmi
ancora di più alla preghiera e
alla meditazione. Ma questo
non significa abbandonare la
Chiesa, anzi, se Dio mi chiede
questo è proprio perché io
possa continuare a servirla con
la stessa dedizione e lo stesso
amore con cui ho cercarto di
farlo fino ad ora, ma in un
modo più adatto alla mia età e
alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria:
lei ci aiuti tutti a seguire sempre
il Signore Gesù, nella preghiera
e nella carità operosa.
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Il Faro
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Marzo 2013
"Uomini di riconciliazione"
arecchie volte in questa settimana di esercizi padre Antonio ci ha richiamato una verità basilare: la fede
è incontro personale con Gesù e decisione di affidarsi a lui per avere speranza di vita, per una vera conoscenza di Dio, per riconoscere la verità di noi stessi.
Gesù rivolge a tutti coloro che si lasciano raggiungere dalla sua parola l’invito a rinnovare la relazione con
Dio: questa è la sua missione. “Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi,
ma per colui che è morto e risorto per loro... Tutto questo però viene da Dio che ci ha riconciliati con sé
mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione” (cfr 2Cor 5,15.18).
Come scrive Papa Benedetto XVI: «La Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento. La Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (cfr 1Cor 11,26). Dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di
dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà anche se non perfettamente, il mistero
di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce». L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito a un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel
mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla
conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr At 5,31) (Porta Fidei,6).
Forse facciamo fatica a sentire il carico di questa “responsabilità” di essere nel mondo e per il mondo “RICONCILIATORI”, strumenti a servizio di questo dono che Dio pensa e vuole per tutta l’umanità.
Questa settimana di esercizi spirituali parrocchiali ha messo in luce questa nostra vocazione originaria, siamo
chiamati ad essere strumenti di perdono, innanzitutto riportando ad unità la nostra vita personale, così facilmente preda del diavolo (διαβάλλω, diabàllo, composizione di dia "attraverso" bàllo "getto, metto", indi
getto, caccio attraverso, trafiggo, metaforicamente anche calunnio).
Forse troppo facilmente dimentichiamo l’azione demoniaca di colui che semina in mezzo a noi divisione e in
noi separa l’intelligenza dal cuore ed entrambe dalla volontà di agire secondo la verità. Ogni volta che noi
agiamo siamo preda di questa tentazione, ascoltare solo una delle nostre parti: il cuore (la sfera emozionale),
l’intelligenza (la parte razionale e di coscienza), la volontà (la parte pratica e materiale). Quando la Dottrina
della Chiesa ci richiama ad “agire secondo coscienza” fa riferimento alla piena unità della persona, alla sua
capacità di stare di fronte ad una scelta con tutte e tre le sfere della nostra personalità unite e collegate nella
decisione! Può benissimo capitare di vivere tutta un’esistenza senza mai “fare unità” in noi stessi. Questo porta
ad una “immaturità” della persona che si lascia sempre attrarre, nelle sue decisioni, dall’una o dall’altra parte.
Il messaggio di conversione che Gesù viene a portare ci chiede innanzitutto un lavoro personale perché il Suo
Vangelo sia davvero “Buona Notizia” per noi personalmente, perché ci spinge ad essere “persone mature”,
capaci cioè di fare unità in noi stessi, di trovare nella Sua figura e nel Suo Vangelo una “Parola” vera che tiene
unita e da uno scopo a tutta la nostra esistenza: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”!
Credere significa allora lottare, contro il male del divisore e contro “noi stessi” divisi, perché la meta è quella
della nostra maturità: “uomo perfetto come lo è stato Gesù, il Figlio”.
Ma credere significa anche lottare contro tutte quelle “divisioni” che il demonio semina nella comunità, sia
quella ristretta della coppia o delle famiglie che in quella ampia della comunità fatta dai suoi gruppi e da tutte
le persone.
Riconciliare, l’uomo con se stesso e l’uomo con l’uomo, senza più leggere sul volto dell’altro i tratti dell’estraneo, del diverso, o peggio ancora del nemico, ma solo quelli della creazione, del dono, della fragilità estrema
della natura. Accogliere e vivere di questo compito penso sia la missione più importante in questo momento
per la nostra comunità cristiana.
Questo compito ci riporterà così alla verità di ciò che siamo come credenti: gente che segue Gesù e non altro
(ruoli, incarichi, progetti, ideali…)! Scopriremo così che non ci sono persone già arrivate e altre lontane, che
non ci sono alcuni “fuori” e altri “dentro” la parrochia, la comunità o l’oratorio … ma che tutti siamo in cammino “CON” Gesù e “VERSO” Gesù.
“Lasciatevi riconciliare da Dio”, gridava S. Paolo alle sue comunità, lasciate che Lui faccia unità in voi per
diventare poi voi strumento di grazia per i fratelli nel mondo!
E’ questa la “grazia” che chiedo con abbondanza in questa Pasqua per la nostra comunità!
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Il Faro
Marzo 2013
Verbale del Consiglio Pastorale
completato, bisogna salire il monte dell’incontro con Dio
e tornare ad essere maggiormente assetati della Sua
Parola. Serve attingere a Dio per portarlo agli altri e fare
in modo che non sia solo nostro lo stupore dell’incontro
con Cristo. All’inizio c’è l’incontro con Gesù e la fede
nasce dalla consapevolezza di essere amati, perdonati e
serviti da Dio; però nessuno ha mai visto il volto di Dio
e il nostro essere Chiesa serve proprio a renderlo visibile. Il volto di Cristo deve essere toccato e la carità è l’evangelizzazione. Non è possibile credere che l’immagine
di Gesù è nell’uomo che si incontra se prima non si è
stati assidui nella Parola, se non si è spezzato il pane con
i fratelli e non si è fatto comunità. Come diceva il cardinale Martini, si cresce nella fede nella misura in cui
non si abbandona il mondo. Fare comunione è sentire
che la vita è comune e non si è soli. Viene indicato da
un consigliere che forse servono questi segni di comunione anche nella nostra comunità, ad esempio nel
momento dell’adorazione eucaristica o quando si prega
per le famiglie. Sarebbe bello avere più attenzione per
gli avvenimenti che capitano nella nostra comunità,
dando un nome alle persone per cui si prega, guardando così il volto di Cristo in chi lo incarna.
Viene anche ribadito che occorre trovare un equilibrio
tra fede e carità. La carità non è solo un aiuto umanitario, ma è un servizio alla Parola, che richiede di essere
stata capita e meditata.
Un consigliere segnala quanto sia positiva per la nostra
comunità la riflessione sulla Preghiera delle Lodi mattutine che il parroco sta proponendo, ringraziando per
l’opportunità di rifletterci sopra e di dare il giusto ordine alla preghiera.
In conclusione don Gianni sottolinea che una comunità
di adulti nella fede deve avere il coraggio di interrogare
ciò che capita nella vita. Ad esempio emerge il problema di alcuni ragazzi che partecipano alla catechesi, ma
non frequentano regolarmente la S.Messa.
Mercoledì 6 febbraio 2013 alle ore 21 presso l’aula
dell’Oasi David si è tenuta la riunione del Consiglio
Pastorale presieduta da don Gianni.
Assenti giustificati: Butti Claudio, Loretz Giovanna e
Scola Genoeffa.
Don Gianni apre la seduta con una preghiera e viene
illustrato il seguente o.d.g. della riunione:
- lettura del messaggio del Santo Padre per la quaresima 2013
- appuntamenti quaresima
- varie ed eventuali.
Don Gianni legge il messaggio di Papa Benedetto XVI
per la quaresima 2013 e propone alcune riflessioni.
Il Santo Padre in questo messaggio riprende ciò che ha
scritto nella lettera “Porta fidei”, in cui indica Gesù come
porta della fede. La quaresima serve a mettere a fuoco la
nostra identità di cristiani; nel periodo quaresimale
ognuno di noi fa un esame di coscienza, usando l’immagine di Cristo per analizzare la propria vita. Il Papa ci
vuole far capire il legame tra il credere e l’agire; la fede
non è un’idea e nemmeno una decisione etica. E’ importante tenere presente il contesto sociale, in cui i riferimenti mancano o cambiano, c’è un relativismo e un
qualunquismo. La fede è una relazione che è bella e
intensa al suo esordio, ma va continuamente ripresa e
rinforzata.
La nostra comunità deve capire che per una sana vita
spirituale deve rifuggire sia dal fideismo che dall’attivismo moralista. A volte è facile rinchiudersi nel misticismo e nella preghiera senza accorgersi delle situazioni a
noi vicine; è anche necessario però non voler solo “fare,
organizzare”, ma va ritrovata la relazione con Gesù
come scelta di fede. Ogni cristiano deve fare la fatica di
chiedersi: “Chi sei per me Gesù di Nazaret? Cosa c’entri
con la mia vita?”. Bisogna riprendere in mano la figura
di Cristo e domandarsi se in ogni scelta della vita si
guarda a Lui come guida, seguendo gli insegnamenti del
Vangelo. Occorre ritrovare la relazione originaria e chiarire il rapporto tra fede e carità, che non è un semplice
pietismo, ma è lo sviluppo integrale dell’umanità. Il cristiano fa la carità, perché vuole la salvezza di tutti e
crede che la dignità della persona non stia in ciò che
possiede.
Don Gianni propone ai consiglieri di riflettere su come
aiutare la nostra comunità in questo cammino e a questo proposito illustra gli appuntamenti della Quaresima,
che verranno proposti riguardo alla preghiera, al digiuno e alla carità. L’obiettivo che ci si pone è di far riscoprire il gusto della ricerca di un fondamento della propria vita di fede.
Al termine il parroco chiede ai consiglieri di condividere le proprie riflessioni, mettendo in luce i passaggi del
messaggio del Papa che li hanno colpiti maggiormente.
Alcuni consiglieri sottolineano che il segno distintivo
del cristiano è la fede. L’Amore non è mai concluso e
Don Gianni ringrazia tutti per il contributo e presenta ai
consiglieri la proposta per il gruppo famiglie per il 20 e
21 aprile, si andrà a Gonzaga per incontrarsi con le
famiglie di questa parrocchia, che ci ospiteranno. Ci sarà
un momento di riflessione comune guidata dal formatore Giuseppe Tondelli e la Corale di S.Pietro al Monte
terrà un concerto.
Inoltre il parroco informa che i Padri Passionisti a fine
aprile e inizio maggio inizieranno a incontrare alcuni
membri della nostra parrocchia per le Missioni.
Il consiglio pastorale si è concluso alle ore 23,30 e il
prossimo incontrò sarà il 9 aprile.
Il Presidente
(don Gianni De Micheli)
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La segretaria
(Sozzi Claudia)
Il Faro
Marzo 2013
A GONZAGA CON IL GRUPPO FAMIGLIE E LA
CORALE SAN PIETRO AL MONTE SABATO 20 E DOMENICA 21 APRILE
Da Civate, la mattina, partirà un pullman che porterà a Gonzaga la Corale San Pietro al Monte.
Nel pomeriggio infatti, presso il Teatro Comunale,
alle ore 16:00, il nostro coro terrà un concerto “THE
ARMED MAN – UNA MESSA PER LA PACE” – di K.
JENKINS per soli, coro e orchestra. Prevediamo l’orario di arrivo a Gonzaga intorno alle 11.00 (la partenza da Civate sarà quindi verso le 8.00-8.30) dove
all’accoglienza, ci sarà il Coro di Gonzaga. Tutti
insieme poi si pranzerà in Oratorio.
Il rientro a Civate è previsto in serata per tutti i partecipanti a questi due incontri.
Chi volesse partecipare a queste due “imperdibili”
proposte non deve far altro che comunicare il proprio nominativo così da poter organizzare al meglio
la trasferta in terra mantovana.
Naturalmente è superfluo dire che a Gonzaga ci
aspettano con grande gioia: è davvero una
Comunità vivace e accogliente! Non ci resta quindi
che rivolgervi un invito caloroso: PARTECIPATE
NUMEROSI!
Le iscrizioni si potranno fare in parrocchia a partire dai primi giorni di marzo, oppure potete contattare il nr. 340 1581442 (Vera) preferibilmente ore
serali.
N.B Quota iscrizione per partecipanti del sabato
bus+cena €50 a famiglia (25 per una coppia) (iscrizioni in parrocchia)
Quota iscrizione per partecipanti della domenica
bus+pranzo € 30 a persona (iscrizioni presso la
Corale)
per il Gruppo Famiglie
Vera Brusadelli
Con piacere quest’anno noi del “gruppo famiglie”,
in collaborazione con Don Gianni, abbiamo pensato di proporre a tutta la nostra comunità civatese,
due iniziative da vivere insieme agli amici di
Gonzaga per continuare un cammino di conoscenza e solidarietà iniziato lo scorso anno. Ci piacerebbe essere in molti a condividere tali progetti e, per
questo motivo, ora cercheremo di illustrarveli brevemente.
Il “primo momento” si terrà il giorno 20 aprile ed è
rivolto a tutte le famiglie della nostra comunità,
oltre a quelle che da mesi si incontrano con il
“gruppo famiglie”.
Ecco una bozza del programma: si partirà da Civate
in pullman nel primo pomeriggio per Gonzaga dove
verremo accolti da Don Lorenzo e dalle famiglie
della comunità mantovana. Insieme, poi, saremo
impegnati in un interessante momento con
Giuseppe Tondelli, conosciuto da molti di noi per i
bellissimi incontri avuti con lui. Per sera è prevista
la cena comunitaria nell’oratorio di Gonzaga. Vi
possiamo garantire che la cucina gareggia in bontà
con quella del nostro oratorio di Civate! Per l’occasione ci hanno proposto un menù davvero goloso,
complici due ottimi cuochi esperti in cucina mantovana. Saremo poi ospitati dalle famiglie di
Gonzaga per il pernottamento. Domenica mattina,
dopo la Santa Messa, proseguiranno i lavori per le
famiglie con Giuseppe Tondelli fino all’ora di pranzo, per il quale saremo ancora accolti dalle famiglie.
Eccoci ora al “secondo momento” previsto per
domenica 21 aprile.
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Il Faro
Marzo 2013
Esercizi Spirituali
Mi presento: sono p. Antonio, passionista.
Venerdì 15 febbraio. Sono giunto a Civate dal nostro convento di Caravate per la predicazione degli esercizi spirituali. Don Gianni mi ha alloggiato all’oasi e sono rimasto davvero colpito dall’ambiente molto bello ed accogliente con le
stanze e la cappella, dipinte in modo meraviglioso: non vi
nascondo che mi sono emozionato. Ho dormito nella stanza degli aquiloni che mi ricordavano qualcosa di speciale
per me.
Ora che la settimana di esercizi si è conclusa, Don Gianni
mi ha chiesto di lasciare qualche pensiero che riassuma un
po’il percorso che abbiamo vissuto insieme. Ci provo …..
Il tema trattato in questa settimana di esercizi è stato quello della fede. La nostra fede vista alla luce di alcuni brani
del vangelo di Marco e degli scritti del magistero di papa
Benedetto XVI: la lettera per l’indizione dell’anno della
fede, “Porta fidei”, e il messaggio in occasione di questa
quaresima “Credere nella carità suscita carità”.
Le cinque tappe percorse nelle due meditazioni quotidiane
ci hanno consentito di tracciare un cammino di riflessione
che a partire dall’annuncio del regno di Dio (Mc 1,14-15) ci
ha fatto giungere fino al Golgota, alla croce di Cristo, al suo
sacrificio d’amore. Strada facendo ci siamo soffermati a
meditare in particolare la guarigione del paralitico, la tempesta sedata e l’episodio sconcertante di Gesù che non viene
riconosciuto dai suoi concittadini di Nazareth.
Filo conduttore del nostro itinerario è stato il confronto tra
la fede dei discepoli e della gente di Palestina, di fronte alla
figura di Gesù e la nostra fede oggi. Abbiamo visto, che fin
dall’inizio del Vangelo, Gesù ha desiderato che i discepoli
facessero esperienza di Lui, attraverso una comunione e una
sequela che avranno, in Gerusalemme, il loro evento cruciale. La stessa cosa è parsa essenziale anche per noi; infatti
nella passione e morte in croce di Gesù a Gerusalemme,
sono smascherate tutte le illusioni e le false immagini di dio
che abitano il nostro cuore e d’altro canto si rende riconoscibile
il
vero volto di
Dio, Padre
d’amore, che
esprime se
stesso
in
dono, gratuito
ed
incondizionato.
La fede dei discepoli, e anche la nostra, trova allora fondamento in questa esperienza di annientamento e di rinascita
del figlio di Dio, che ci offre la verità che ci salva e dischiude il nostro cuore alla carità, Benedetto XVI a questo proposito scrive: “La fede, dono e risposta, ci fa conoscere la
verità di Cristo come Amore incarnato e crocifisso, piena e
perfetta adesione alla volontà del Padre e infinita misericordia divina verso il prossimo; la fede radica nel cuore e nella
mente la ferma convinzione che proprio questo Amore è
l’unica realtà vittoriosa sul male e sulla morte. … Da parte
sua, la carità ci fa entrare nell’amore di Dio manifestato in
Cristo, ci fa aderire in modo personale ed esistenziale al
donarsi totale e senza riserve di Gesù al Padre e ai fratelli”
(Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la quaresima 2013, 4)
Mi piace ed è importante ricordare che in questi giorni è
stato vissuto anche un momento breve, ma intenso di preghiera con i bambini e i ragazzi delle elementari e delle
medie. Prima del loro ingresso a scuola ci siamo soffermati
con loro a riflettere sul Padre Nostro e insieme abbiamo
pregato e cantato l’amore del Signore.
Un’ altra proposta significativa è stata offerta agli adolescenti e ai giovani: un cammino di scuola della preghiera
che ha avuto per titolo “Imparasti cosa vuol dire essere
figlio”. La preghiera è relazione che ci insegna come si vive
da figli, nel modo in cui ha vissuto Gesù il suo rapporto con
Dio Padre. Nei cinque incontri pomeridiani abbiamo cercato di scoprire e sperimentare il modo attraverso il quale la
nostra preghiera può diventare risposta d’amore all’amore
di Dio. Essa diventa lo strumento che trasforma la nostra
persona rendendoci vicini alla forma di Cristo.
Un bilancio conclusivo di come sono andati gli esercizi
credo sia prematuro. Se è possibile verificare quale sia stata
la presenza numerica ai diversi momenti che hanno caratterizzato il percorso degli esercizi, ben più difficile se non
impossibile, dire quali siano stati gli effetti su coloro che li
hanno vissuti. Il protagonista del tempo degli esercizi, al di
là dell’insufficienza e parzialità delle parole umane, come
ho avuto modo di indicare nel primo incontro, è lo Spirito
Santo e sappiamo bene quanto lo spirito di Dio sia libero di
operare in tempi, modi e risultati differenti rispetto alle
nostre aspettative. Tuttavia è chiaro che il tempo degli esercizi si colloca come un tempo privilegiato perché Dio nello
suo Spirito parli al nostro cuore. Per questo motivo nutro la
speranza e l’auspicio che questa esperienza possa recare un
significativo beneficio a tutti coloro che in questi giorni si
sono lasciati coinvolgere dalla proposta.
Personalmente sono stato molto contento di aver vissuto
con voi questi giorni: sono stato molto bene. Il mio ringraziamento sentito va a Don Gianni e a tutta la comunità di
Civate. Auguro a tutti un ricco tempo di quaresima e una
Felice Pasqua di Redenzione
Sinceramente in Cristo, p. Antonio Brambilla cp.
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Il Faro
Marzo 2013
La via Crucis: se passi Tu
Se passi Tu, Signore, tutto si rinnova e quello che sembra un deserto – o forse lo è davvero – cambia e si trasforma in un giardino fiorito. La forza della Croce è
capace di convertire i cuori delle persone ma anche le
situazioni che sembrano immerse nel dolore e nella tristezza. Nel significato del gesto della croce che viene
messa sulle spalle di coloro che vogliono predicare la
pace e la giustizia, e la ricercano, siamo invitati alla celebrazione della via Crucis, OGNI VENERDI’ in parrocchia
alle ore 15,00
Gli
appuntamenti
della Via Crucis, come
preghiera Itinerante
nelle vie del paese,
alle ore 20,30:
venerdì 1 marzo
Via Broggi al n.14
venerdì 8 marzo
Via della Pace al n.5
venerdì 15 marzo
Frazione Scola
venerdì 22 marzo
In chiesa parrocchiale
Suor Sara Donata Isella
è la nuova Abbadessa del convento
s. Agnese di Perugia, a lei il nostro caro
augurio accompagnato da un costante
ricordo orante
FESTA DELLA VITA
un fiore ai bambini battezzati nel 2012
La radice della gioia di Cristo è entrata in noi col battesimo e si completa nella Pasqua.
Con la resurrezione Dio, nostra gioia, è con noi e dentro di noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
La gioia della Pasqua è una gioia straripante.
È la gioia possente della vita che travolge la morte.
È la gioia del trionfo e dell’immortalità.
È la gioia dell’eterno sul tempo.
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Il Faro
Marzo 2013
I L FA R E T T O
dell’Oratorio
Battesimo: l’inizio di una vita nuova !
Il Battesimo, che ci unisce a Cristo e che ci permette di conformarci alla storia di Gesù, diventandone testimoni, è un dono gratuito. E’ un sacramento dell’iniziazione cristiana; dono d’amore di
Dio, che ci fa diventare “creatura nuova”, perché non basta nascere, bisogna “ri-nascere”. Per
comprendere meglio il significato di questo sacramento abbiamo intervistato due giovani genitori
che hanno scelto di “donare” alla loro piccola la vita di Dio.
Le nostre
domande
sulla
FEDE
Perché avete deciso di battezzare la vostra bambina?
In realtà non è stata una vera e propria decisione perché abbiamo sempre saputo che Cecilia sarebbe stata battezzata. Crediamo che sia importante darle tutte le opportunità che noi stessi abbiamo ricevuto e accompagnarla nel percorso con l’esempio fino a quando non sarà in grado di decidere da sola.
Che significato ha per voi il battesimo?
Il Battesimo ci dà la possibilità di condividere: prima di tutto nostra figlia, nata nella nostra piccola famiglia, ma
con il Battesimo la condividiamo con una famiglia più grande che la accoglie e nella quale potrà avere una parte
attiva come persona.
Con che criterio avete scelto il nome di vostra figlia?
La nostra bimba si chiama Cecilia. Abbiamo scelto un nome che per noi ha un suono bellissimo ed è strettamente legato alla musica che riveste un ruolo fondamentale nella nostra vita.
Come vi siete preparati a questo sacramento?
Il primo ad incontrarci è stato Don Gianni che ci ha illustrato brevemente il significato del Battesimo chiesto per
Cecilia; qualche giorno prima della cerimonia abbiamo ricevuto la visita di Claudio e Manuela, i catechisti del
battesimo con cui abbiamo riflettuto sui gesti da compiere durante la cerimonia.
Come avete scelto il padrino e la madrina?
Il padrino e la madrina che abbiamo voluto per Cecilia sono due persone a cui siamo legati da un grandissimo
sentimento di affetto e fiducia, due persone che sappiamo sapranno accompagnarla, consigliarla ed amarla per
tanto tempo.
Quale consiglio potete dare ai neogenitori che dovranno battezzare i
loro bambini?
Consigliamo ai genitori che si interrogano sul compiere o meno questo
gesto di non pensare che battezzare
significhi imporre una decisione ad
un piccolo che non può scegliere; il
Battesimo è un dono, un indirizzare
ed offrire una opportunità ai nostri
bimbi che in futuro saranno liberi di
coltivare.
ANNA e EMMA
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Il Faro
Marzo 2013
SMS A GESÙ, all’inizio della giornata
In questa settimana noi ragazzi e ragazze, bambini e bambine di elementari e medie abbiamo fatto una piccola preghiera ogni
mattina per prepararci alla Pasqua del Signore. Padre Antonio e Don Gianni ci hanno accompagnato a comprendere il significato profondo e vero del Padre Nostro. Noi recitiamo questa preghiera tutti i giorni, ma ci siamo chiesti cosa significa veramente, da dove viene e perché è così importante? Secondo me, solo pochi ci hanno pensato e magari in questa settimana quei
pochi ragazzi che ci hanno pensato sono riusciti a trovare una risposta. È inutile recitare questa fantastica preghiera senza
sapere cosa significa veramente, piuttosto è meglio starsene zitti, come tante volte ci è stato detto. Comunque, in questi giorni abbiamo iniziato la giornata con questa preghiera e siamo riusciti, in questo modo, ad affrontare altri cinque lunghi, pesanti e noiosi giorni di scuola. La preghiera iniziava con un canto che esaltava quanto è grande e meraviglioso l’amore che Dio
ha per tutti noi, senza escludere nessuno: né il più basso, né il più alto, né il più grande e nemmeno il più piccolo. Poi, con
una breve riflessione sul significato del Padre Nostro, finivamo recitando questa preghiera. Ci hanno anche fatto notare che
oggi, noi ragazzi, non chiamiamo nostro papà ‘padre’, ma papino o comunque in un modo meno formale. Quindi abbiamo
fatto una piccola modifica e abbiamo fatto iniziare la preghiera con “papino nostro che sei nei cieli …”
Spero che questa preghiera vi abbia aiutato a prepararvi alla Pasqua che è l’avvenimento fondamentale della vita cristiana.
Infatti, l’intera vita del Figlio di Dio culmina in questo dono supremo, nel segno dell’amore totale.
GAIA
La domenica mattina, alla Messa delle 10.00,
tutti i bambini dall’età di 3 anni, possono frequentare la CAPPELLA DEI BAMBINI, un
luogo dove i piccoli possono ascoltare il
Vangelo, commentato per la loro età!!!
APPUNTAMENTI dei RAGAZZI/E
• Preghiera della sera a turno con le classi di catechismo in collegamento radio - ore 20,30
• Domenica delle Palme, S. Messa - ore 10 in
memoria dell’arrivo di Gesù a Gerusalemme dove fu
accolto e salutato dalla folla con rametti di palma
nelle mani.
Vi aspettiamo numerosi!
le ragazze della cappella dei bambini
• Le celebrazioni della settimana Santa che ci conducono a comprendere e a vivere l’annuncio gioioso della risurrezione di Gesù: Giovedì Santo con la
Cena del Signore e la Lavanda dei Piedi, Venerdì
Santo con l’Adorazione della Croce e la Via Crucis.
ALLA SCOPERTA DELLA SINAGOGA
Domenica 17 febbraio i ragazzi di 4^ elementare sono andati a visitare, insieme ai catechisti e ai genitori, la sinagoga di
Casale Monferrato. Li ha accolti Silvio, il custode della sinagoga, però hanno avuto come guida una signora ebrea molto
simpatica. Come prima informazione ha riferito che questo luogo di culto non è utilizzato perché oggi le famiglie ebree
sono molte poche. All’interno di esso, i maschi, hanno messo la Kippah, il tipico cappello che si indossa nelle cerimonie
ebree, inoltre si sono dovuti dividere dalle femmine che sono andate dalla parte opposta alla loro. La guida ha spiegato che
all’interno della sinagoga non si può raffigurare Dio con dei disegni e non si può nemmeno nominare il Suo nome. Allora
per descriverlo si utilizzano dei salmi scritti in oro sulle pareti. Quindi, hanno potuto visitare il luogo dove le donne assistevano, dietro a delle grate metalliche, le funzioni ebraiche. Dopo aver visitato la sinagoga, il gruppo ha visitato il museo
dedicato interamente agli oggetti, alle scritture, alle feste ebraiche. Alcune teche contenevano la Torah (la legge) e l’Antico
Testamento. La guida, ha specificato che queste scritture vengono considerate così preziose che, per non rovinarle, le ricoprono con delle stoffe e usano un piccolo scettro con una manina che indica dove tenere il segno. C’erano anche i candelabri a sette o nove bracci ed alcune stanze dove venivano riprodotte le feste come: la Pasqua ebraica, il matrimonio o la festa delle
capanne. I ragazzi hanno provato
stupore e meraviglia durante la
visita della sinagoga e molto interesse per tutto quello che hanno
visto nel museo. È stato importante conoscere meglio la storia degli
ebrei, della Bibbia, e il legame
con le loro tradizioni.
Giada con i ragazzi di 4^elementare
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Il Faro
Marzo 2013
Esercizi spirituali: scuola di fede e di preghiera
Durante la settimana degli esercizi spirituali noi adolescenti ci siamo riuniti per
imparare un metodo di preghiera: il dialogo con Dio richiede però uno sforzo continuo e quotidiano.
In questo percorso Padre Antonio ci ha guidati nella riflessione sul vero senso della
parola “PREGARE”, aiutandoci con un piccolo libretto da cui prendere spunto.
Il contenuto dei nostri momenti di raccoglimento è strettamente legato all’atteggiamento: come primo atto occorre invocare i doni dello Spirito Santo, per poter distogliere il proprio cuore da ogni distrazione o pensiero superfluo; il secondo atto consiste nel
mettersi alla presenza del Signore ascoltando la Parola di Gesù per poi concludere con
un momento di ringraziamento o di lode. I principali problemi che solitamente ostacolano il dialogo con Dio possono essere la stanchezza e la
mancanza di tempo, ma questi fattori dovrebbero essere superati dalla
conoscenza dell’amore che Dio ha nei nostri confronti! Ciascuno di noi
dovrebbe fermarsi davanti alla frenesia della vita per poter ritagliare uno spazio della giornata per
riflettere e ringraziare il Signore. Una cosa che ci ha colpito particolarmente è legata al fatto che noi spesso trascuriamo Dio mettendo in primo piano il superfluo, ma Dio si cura sempre di noi, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Quando preghiamo, inoltre, è importante essere spontanei per far provenire le riflessioni dal profondo del cuore, senza sentirci in obbligo o vivere questo momento come una normale abitudine.
Quest’esperienza è stata di grande aiuto per comprendere la vera identità della preghiera, per continuare a vivere l’incontro con Dio come un’esperienza unica!
Alessandra, Alice
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
Il 13 febbraio alle 14.00 ci siamo ritrovati nel
piazzale davanti alla chiesa di San Calogero
per la salita a San Pietro: un pellegrinaggio
penitenziale con l’ imposizione delle ceneri. È
stato davvero bello condividere con altri questo momento di raccoglimento per pregare tutti
insieme. Il cammino, nonostante la neve, non è
stato faticoso, anzi, il paesaggio imbiancato
rendeva l’atmosfera più suggestiva. Durante il
percorso ci siamo fermati diverse volte a riflettere e pregare insieme, invocando il Signore
chiedendogli di stare vicino a noi durante il
nostro cammino di Quaresima, di aiutare il
Papa in questa sua scelta difficile e di sostenere suor Sara alla quale è stato affidato un incarico ricco di responsabilità. Una volta raggiunta la meta ci siamo recati nella basilica per concludere la preghiera e per ricevere le ceneri.
Anna e Lisa
VERSO LA DOMENICA DELLE PALME
Dopo la bella esperienza con i bambini di 1° e 2° elementare vissuta nelle quattro domeniche di Avvento, il
catechismo è ricominciato con la prima domenica di Quaresima. Ci siamo ritrovati in oratorio e abbiamo iniziato con un gioco tutti insieme. E' seguita la proiezione di un video sulla figura di Zaccaria che con la moglie
Elisabetta hanno un figlio di nome Giovanni Battista.
Ogni bambino ha avuto una scheda con le parole del Vangelo di Luca, che ci hanno aiutato a sottolineare
la preghiera e la fiducia nel Signore. L'incontro si è concluso con la merenda. Nei prossimi incontri di
Quaresima approfondiremo la figura della figlia di Giairo e i bambini conosceranno altri personaggi
del Vangelo. Prepareremo anche un lavoretto, con gli auguri Pasquali, che porteremo a tutti gli ospiti
delle case di riposo di Civate, nella domenica delle Palme.
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Il Faro
Marzo 2013
LA NEVE CADE, IL CAMINO ARDE, IL ROSSO E IL GIALLO SCALDANO IL CUORE
OPEN a 11
Capita giusto a fagiolo la reiterata nevicata di fine febbraio: con la sospensione dei campionati è più facile riorganizzare le idee
e fare il primo punto dell'anno sportivo iniziato a settembre. Come promesso il mese scorso è giunto il turno di occuparci dei
nostri ragazzi. Senza indugio riassumiamo quindi, quanto sin qui raccolto dalle intrepide compagini rosso-giallo sui più disparati campi e campetti del lecchese e della Brianza tutta.
POLISPORTIVA SAN VITO – POL. 2001 1-1 (4-2)
POLISPORTIVA SAN VITO – CIBRONE 2-2 (4-6)
AC VITTORIA – POLISPORTIVA SAN VITO 1-1 (4-5)
GSO LAORCA – POLISPORTIVA SAN VITO 3-3 (8-7)
POLISPORTIVA S. VITO – ASD SANSONE ORATORIO 0-3
POLISPORTIVA SAN VITO – POL. ROVINATA 1-1 (6-7)
MALGRATE - POLISPORTIVA SAN VITO 2-2 (6-7)
POL. 2001 - POLISPORTIVA SAN VITO 2-0
POLISPORTIVA SAN VITO – POL. FUTURA 96 1-3
POLISPORTIVA SAN VITO – A.C. VITTORIA 1-1 (5-6)
TLM SERVICE CASARGO - POLISPORTIVA SAN VITO 2-1
POLISPORTIVA SAN VITO – MALGRATE 0-2
Stagione interlocutoria per la prima squadra... pareggi a ripetizione e ancora nessuna vittoria entro i 90 minuti regolamentari. Attendiamo con fiducia i frutti del lavoro di Mister Moris e dei ragazzi, sicuri che non tarderanno!
JUNIORES
POL. SAN VITO – FEAT IDRAULICA FUMAGALLI 6-3
OPEN a 7 “A” - Eccellenza
POL. SAN GIORGIO MOLTENO - POL. SAN VITO 3-1
GS BRONGIO - POLISPORTIVA SAN VITO 1-6
POLISPORTIVA SAN VITO – OVER SOCCER 3-5
POLISPORTIVA SAN VITO – GS DUE V Z 5-1
ORATORIO
OGGIONO - POLISPORTIVA SAN VITO 6-1
POLISPORTIVA SAN VITO – POL. ORAT. BULCIAGO 4-5
POLISPORTIVA SAN VITO – GS COLLE BRIANZA “B” 6-5
GSO CIBRONE - POLISPORTIVA SAN VITO –1-7
POLISPORTIVA SAN VITO – GS BRONGIO 2-2 (5-6)
POLISPORTIVA SAN VITO – US BOSISIO “A” 5-5 (8-9)
GS DUE V Z - POLISPORTIVA SAN VITO 2-1
LONGOBARDA – POLISPORTIVA SAN VITO 4-6
Dopo un inizio scoppiettante i nostri subiscono un paio di battute d'arresto inaspettate, ma conservano la quinta posizione
in classifica a sole cinque lunghezza dal secondo posto. Ci aspettiamo quindi una fase finale del campionato da brividi!
POLISPORTIVA SAN VITO – REAL VERCURAGO 7-2
GARBAGNATE BOCA – POL. SAN VITO 5-5 (9-7)
GS COLLE BRIANZA “C” - POL. SAN VITO 4-4 (9-7)
POL. SAN VITO – GS COLLE BRIANZA “A” 4-4 (8-5)
POLISPORTIVA SAN VITO – ATLETICO CARSANA 5-2
GS PESCATE - POLISPORTIVA SAN VITO 4-6
POL. SAN VITO – ASD SAN GIORGIO IMBERIDO 2-1
POLISPORTIVA SAN VITO - SAN GIORGIO ANNONE 5-2
POLISPORTIVA SAN VITO – GARBAGNATE BOCA 6-2
ARCI BELLAVISTA CIVATE - POL. SAN VITO 0-5
La nostra compagine non ha lasciato che le briciole agli avversari: unica imbattuta nel girone e primo posto meritatissimo! Solo un paio di stop ai rigori, ma per il resto vittorie nette e convincenti. Nulla da dire: avanti così!
Consci di aver già sforato lo spazio a nostra disposizione, non ci resta che dare appuntamento al prossimo mese per completare
il quadro dei più piccoli.
Marcello
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Il Faro
Marzo 2013
VILLA SACRO CUORE
INFORMA.....
“LA CORRIDA: giovani e vecchi allo sbaraglio!”
MARTEDI’ 12 FEBBRAIO 2013
Grande successo per la Corrida 2013 che ha visto protagonisti i nostri ospiti in esibizioni canore e scenette comiche.
Abbiamo potuto ascoltare la musica di Giovanni e Mario improvvisati Firlinfeu; Gemma e Maria ci hanno emozionato con
grandi canzoni del passato; le volontarie hanno divertito tutto il pubblico con la loro interpretazione di “E mi la dona bionda la vori no!”; e ancora la musica del nostro Francesco, le voci di Dorothy e Edoardo, operatori della struttura e due scatenate animatrici in versione “Lorella Cuccarini e Heather Parisi”; e come colpo di scena, ospiti speciali Raimondo Vianello
e Sandra Mondaini (Rosetta e Ginetta), che ci hanno fatto scoppiare dalle risate. Infine il fratello di un’ospite ha improvvisato una bella canzone d’amore. E che dire ancora… Peccato per chi non c’era! All’anno prossimo!
Tombolata di Carnevale in compagnia dei ragazzi del doposcuola di Civate. L’incontro fra
generazioni apparentemente molto lontane ma che hanno trovato nel gioco della tombola un
momento di condivisione. Questo gioco appassiona a qualsiasi età, creando adrenalina, allenando i sensi e facendo riscoprire il desiderio di vincere in grandi e piccoli. Grazie e alla prossima!
Con questa
fotografia
vogliamo salutare la nostra
cara animatrice Virginia e
ringraziarla
per questo
anno insieme!
Cristina
e gli ospiti
♣ Per il mese di marzo facciamo gli auguri di COMPLEANNO a Gigliola giovedì 21; facciamo tantissimi auguri alla
♣
nostra cara Santina che domenica 10 marzo compirà 100 anni!
Tutti i venerdì di Quaresima alle ore 16.00 potrete pregare con la VIA CRUCIS nella nostra cappella.
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Il Faro
Marzo 2013
Notizie dalla
Casa del Cieco
FESTA DI CARNEVALE
Festa di Carnevale alla Casa del Cieco!!!
Mercoledì 6 febbraio alle 15.30 è stata presentata la sfilata delle maschere di Carnevale; operatori e anziani sono
stati i protagonisti della giornata, indossando costumi di vario genere, come quello da mago, da pagliaccio, da
cappuccetto rosso…
Ogni maschera è stata votata da una giuria composta da alcuni ospiti della Casa, i quali si sono divertiti nel veder
sfilare, davanti a loro tavolo, abiti allegri e colorati. E’ stato un pomeriggio di festa, accompagnato da musica,
balli, coriandoli e stelle filanti.
Il vincitore, Baratto Luciano, è stato premiato con trombette, cappellini colorati e con una sfilata personale per
mostrare nuovamente a tutti il
suo travestimento da mago.
Dopo la premiazione è stato
offerto un piccolo rinfresco a
base di chiacchiere per festeggiare insieme il Carnevale.
Nelle foto: il Sig.re Baratto
Luciano vestito da mago e la
giuria composta da Armida,
Isola e Franco.
CORRIDA
Martedì 12 febbraio alcuni ospiti della Casa del Cieco sono stati invitati ad assistere alla Corrida organizzata dall’RSA “Brambilla Nava” di Civate, per festeggiare tutti insieme il Carnevale; a causa delle
avverse condizioni meteorologiche non hanno potuto partecipare e concorrere con la canzone che
avevano preparato giorni prima “Romagna e Sangiovese”. Gli ospiti sono stati molto dispiaciuti ma
stanno già aspettando l’anno prossimo per avere il loro momento di “gloria”!!!
FESTA DI COMPLEANNO
Festa di compleanno del Sig. Rosario e della Sig.ra Gina. Lunedì
pomeriggio hanno festeggiato in compagnia degli ospiti e dei loro
parenti. È stato un momento di allegria, non solo per i festeggiati
ma per tutti gli anziani del reparto, che hanno avuto occasione di
mangiare una golosa ciambella e di trascorrere un pomeriggio
divertente. Tanti auguri Gina e Rosario!!!
Sabato 9 marzo, in previsione della Festa delle donne, le animatrici hanno
organizzato un pomeriggio musicale in compagnia di un coro!
Vi aspettiamo numerosi alle ore 15.30!!!
Le animatrici Vanessa,Virginia ed Annael
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Il Faro
Marzo 2013
GIORNATA MARTIRI MISSIONARI
Anche la nostra parrocchia, come da tradizione, vivrà l’appuntamento con
la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri.
La giornata cade in domenica ma per dare risalto a questo forte momento di ecclesialità verrà anticipata venerdì 22 marzo
Cos’è?
È una giornata in cui il Santo Padre invita tutta la Chiesa in Italia, a pregare in
memoria dei tanti missionari e missionarie, laici e religiosi, famiglie e operatori
pastorali, che donano la vita per il Vangelo, in diverse parti del mondo.
Perché viene celebrata?
Fare memoria di coloro che muoiono a causa del Vangelo, non significa celebrare
degli eroi caduti in battaglia, né tanto meno lo si fa per condannare la crudeltà dei
persecutori. Celebrare la memoria dei martiri serve a noi cristiani in Italia per ricordare che la Testimonianza è una condizione che ci riguarda tutti e alla quale tutti
siamo chiamati.
Perché il 24 Marzo?
Il 24 Marzo del 1980, in Salvador (Centro America), venne ucciso Mons. Oscar
Arnulfo Romero, un vescovo salvadoregno che si oppose con forza e decisione al
governo militare che massacrava i più poveri e ne calpestava i diritti. Egli fu considerato Vescovo scomodo per le sue continue omelie che denunciavano i delitti compiuti dall’esercito e per questo fu fatto fuori. Nel 1992, quando Giovanni Paolo II, indisse la prima Giornata in memoria dei missionari martiri, le Pontificie Opere, scelsero lui come Martire simbolo dei giorni nostri e il giorno del suo martirio per ogni anno
celebrarne il ricordo suo e di quanti nel mondo donano la vita per fede.
Come vivrà la nostra comunità questa giornata?
Come ogni venerdì di quaresima verrà proposto il magro e il digiuno, l’apertura della chiesa senza la sosta del mezzogiorno la celebrazione eucaristica delle 8,30, via crucis alle ore 15,00 mentre alla sera alle 20,30 in parrocchia (non in frazione scola come già
era stato già annunciato) verrà celebrata una adorazione della croce... inoltre ripeteremo l’esperienza di preghiera, che trova sempre grande entusiasmo dai nostri ammalati, a loro infatti verrà affidato un missionario.
Ripensare alla vita di questi fratelli, ci fa dire ancora una volta l’urgente bisogno di annuncio del vangelo, ma soprattutto ripensare alle loro vite donate per Gesù ci fa dire che il martirio è un atto di fede. Perchè nella e per la fede siamo stati generati.
Pensare ai missionari martiri è ricordare anche i nostri santi patroni, che per fede hanno consegnato le loro vite.
Ogni volta che entriamo nella nostra chiesa sembra che il sole filtri dai loro volti a ricordarci che siamo donne e uomini in cammino verso la vera luce, e questo invito a vivere nella fede ce lo ricordano tutti i giorni!
FESTA DEL MALATO
(11 febbraio)
Per ricordare la grazia del sacramento dell’unzione dei malati, che nella nostra comunità parrocchiale tanti malati e non hanno
ricevuto nella giornata mondiale del malato e memoria liturgica della Beata vergine di Lourdes, mi avvalgo di un prezioso strumento lasciato in eredità da mons. Alesando Maggiolini (vescovo di Como fu lui ad invitare il beato Giovanni Paolo II nella diocesi di Como per un significativo anniversario del papa comasco INNOCENZO XI)
…“Com’è difficile comprendere il senso cristiano della malattia, soprattutto quando ognuno di noi soffre! Non a tutti è dato di conoscere il suo mistero di salvezza. E’ una grazia da invocare nella preghiera allo spirito santo. Diventa necessario educarci ad interpretare con fede e ad affrontare con serenità i disagi e gli inconvenienti che la salute può recarci ogni giorno.
Fedele al suo Signore, la Chiesa, già fin dagli inizi, rende presente e operante la missione di Gesù presso i malati con il sacramento dell’unzione degli infermi.
Dice, infatti, l’apostolo Giacomo. “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con
olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà, e se ha commesso peccati, gli
saranno perdonati” (Gc 5,14-15).
La sacra unzione è il momento culminante della sollecitudine amorosa verso i malati. Non l’unico, acquista il suo significato quando diventa espressione costante della premura costante dei cristiani verso i fratelli malati.
La sacra unzione dei malati, non è il sacramento dei moribondi, il Signore non vuole essere presente solo là dove l’uomo scopre la
sua fragilità, ma anche dove si realizza nella vita, nella gioia, nella sua vocazione alla comunione personale….
Un’aggiunta per significare la grazia di quel giorno, anche se emozionata frastornata per l’annuncio della rinuncia di Papa
Benedetto, che don Gianni ha presentato all’assemblea riunita, la sacra unzione è qualcosa che t’investe dalla testa ai piedi, è sentire la forza dello spirito santo, che attraverso la mediazione del sacerdote t’inonda e ti fa nuova creatura.
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Il Faro
Marzo 2013
MERENDA AI LAGHETTI...
...CON VIVICIVATE
martedi 2 aprile
per trascorrere un pomeriggio all'insegna
della natura e dell’allegria
Ritrovo: ore 14.00 località Rii
Partenza tutti insieme con destinazione Laghetti
qui si potrà giocare in libertà e consumare la
propria merenda al sacco
Rientro: ore 16.30 circa inizieremo la discesa
Ogni bambino dovrà essere accompagnato da un
adulto che se ne assume la responsabilità.
Per chi non lo conoscesse il percorso
non presenta difficoltà.
Si consiglia: scarpe comode e portare anche dell'acqua.
L'associazione vivicivate non si riterrà responsabile per danni provocati da e a persone presenti.
IN CASO DI MAL TEMPO L’INIZIATIVA VERRA'
RIMANDATA A DATA DA DESTINARSI
IN OCCASIONE DEL FESTEGGIAMENTO DEL 60° ANNO DI FONDAZIONE
DELLA SOCIETÀ ESCURSIONISTI CIVATESI,
STIAMO ORGANIZZANDO UNA MOSTRA FOTOGRAFICA
HAI TRASCORSO DEI BEI MOMENTI
ALLA S.E.C.???
CONDIVIDI CON NOI LE TUE FOTO
Portale alla sede della S.E.C. (Casa delle Associazioni) il LUNEDÌ e MERCOLEDÌ
dalle ore 21.OO alle ore 22.00, entro il 13 Marzo 2013
Il Comitato “60° Anno di Fondazione Società Escursionisti Civatesi”
con “40° Anno di Comportamento in Montagna” ringraziano per la collaborazione.
P.S.: Ricordati di etichettare le tue foto con Nome, Cognome e numero di telefono.
7 aprile 2013
la Nostra Famiglia di Bosisio Parini propone la
40a camminata dell’Amicizia
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Il Faro
Marzo 2013
“Dona Valore” I cassonetti non sono tutti uguali
Si stima che ogni anno i quasi
5 milioni e mezzo di abitanti
della diocesi di Milano si disfino di 30 mila tonnellate di abiti
usati: una montagna di stoffa,
fatta di gonne, cappotti, giacche passati di taglia o di moda.
Caritas Ambrosiana, attraverso
il lavoro delle cooperative
sociali, ne recupera ogni anno
circa 8 mila tonnellate, producendo occupazione, solidarietà
e un grande vantaggio per
l’ambiente. Ma si può fare molto di più !Per questo motivo le cooperative della Rete R.I.U.S.E. (Raccolta
Indumenti Usati Solidale ed Etica) che gestiscono il servizio, lanciano l’operazione “Dona Valore”.
La valorizzazione economica degli abiti salvati dalle discariche consente di aiutare persone in difficoltà. Dal
1998, da quando sono stati installati i primi cassonetti
gialli, è stato distribuito un milione e mezzo di euro che
ha permesso di finanziare 76 progetti sociali nel territorio della diocesi milanese.
Inoltre, poiché la raccolta è gestita da cooperative socia-
li, il servizio ha permesso di dare lavoro a soggetti difficilmente collocabili sul mercato. Ora, con “Dona
Valore” si vuole puntare nei prossimi anni a raddoppiare il numero dei cassonetti sul territorio e dunque a moltiplicare i vantaggi ambientali e sociali.
La raccolta degli indumenti usati promossa da Caritas
Ambrosiana è l’unica gestita integralmente da organizzazioni ONLUS che danno lavoro a persone che difficilmente lo troverebbero, proprio perché affidata a cooperative sociali di tipo B, per statuto, finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Inoltre, proprio grazie alla mediazione di Caritas Ambrosiana, le
risorse ricavate dalla raccolta restano sul territorio e
sostengono progetti sociali più vicini ai cittadini. E in
tempi di tagli alla spesa pubblica, sono anche un piccolo contributo al welfare.
Per questo, allo scopo di distinguersi dagli altri, i cassonetti cambieranno veste. I contenitori avranno una
nuova immagine che riporterà in evidenza il messaggio
“Dona Valore”. Le parrocchie e i comuni, che parteciperanno, metteranno in evidenza esattamente i valori promossi attraverso l’iniziativa: la solidarietà, il lavoro e la
salvaguarda dell’ambiente.
Per la Caritas, Enrica Sozzi
Malascarpa: il sasso di Charun e Beleth
(racconto d’inverno)
“Si tratta d’un fatto successo un sacco di tempo fa, quando ancora su questa montagna non c’erano che capre, terrazzamenti di coltivo e il piccolo sacello di Duro, sullo sperone a metà salita...”. Feci solo un cenno d’assenso per confermare che c’ero arrivato. Duro è un personaggio che
non si può non conoscere nella storia civatese. “Bene. Allora gli abitanti nei dintorni erano pochi e così diversi fra loro. Ogni famiglia, e le
famiglie erano dei veri e propri gruppi di varie generazioni, la pensava a suo modo ed aveva un po’ le sue regole per vivere, ma ciò ch’era certo
è che tutti si aiutavano veramente fra loro e si rispettavano da sempre. Che vuoi, allevavano capre e pecore, sfalciavano l’erba per il fieno, coltivavano le terrazze strappate faticosamente ai boschi e al pendio della montagna e della collina con un po’ di farro, frumento, avena e le
immancabili viti, perché con un goccio di vino prende sapore anche il cibo più povero, soprattutto nei giorni di festa… Le cose erano così da
tempo immemorabile, anche se quelli erano momenti duri e senza sicurezza. Ci si accontentava del poco che davano la terra ed il lago, attorniato dalla palude nella vallata, ed i torrenti. E ciascuno ringraziava il proprio Dio di ciò che aveva. Già, perché a Tozio resistevano ancora i
culti druidici dei galli, mentre sulla collina i discendenti dei soldati romani della vecchia guarnigione avevano per le famiglie il loro tempietto
quasi diroccato dedicato alla divinità della caccia e dei boschi, in cui la vestale manteneva acceso il fuoco e sul fiume i bizantini, prima d’andarsene, avevano convertito un po’ di famiglie alla nuova religione d’oriente, anche se poi era rimasto per loro solo Duro, a pregare solitario
sul monte. Guerre e devastazioni in quegli anni non c’erano state. Tutto quindi andava bene per loro, o meglio, era andato bene sino a due
anni prima, quando tutti erano veramente felici di stare insieme. Da allora, infatti, si erano ripetutamente verificati fatti funesti e disgrazie un
po’ ovunque, che restavano inspiegabili. I pesci del lago e dei fiumi erano morti in massa a primavera al momento della riproduzione, poi il
raccolto del farro era bruciato in molti campi quand’era maturo, le viti rinsecchivano improvvisamente durante l’estate, capre e pecore si trovavano misteriosamente avvelenate e le spighe erano desolatamente vuote per il raccolto. Non si sapeva più cosa fare, a chi ricorrere. Si cominciava ormai a guardarsi con sospetto fra i vari gruppi di famiglie, ma le disgrazie colpivano tutti, indistintamente. Gli uomini erano scoraggiati, le donne piangevano in silenzio, i bambini dimagrivano e chiedevano inutilmente da mangiare alle madri disorientate.
Fu allora che si decise di riunire di primo mattino, presso la vecchia torre romana, i capifamiglia con i responsabili eletti della comunità: Rachis,
il druido, Cornelia, sacerdotessa di Diana e Duro, l’eremita della montagna. Ogni capofamiglia aveva le sue disgrazie da raccontare: la perdita
di raccolti, l’incendio di capanne, la rovina ed il taglio di alberi da frutto, la sparizione di capi di bestiame. A chi dare la colpa? Chi poteva
essere così malvagio, scaltro e potente da riuscire a fare tanti spaventosi danni? Era il caso di pensare a lasciare il territorio e cercare un altro
luogo in cui fermarsi? Ma dove? Tutti erano sconsolati. Come avrebbero nutrito i propri figli e le proprie mogli?
Fu Duro a interrompere con la sua autorità questi lamenti confusi. Chiese a ciascun capofamiglia di indicare quali fossero i membri del proprio
gruppo. Allora non v’erano certo registri della popolazione e solo loro avrebbero potuto essere precisi. Una volta che tutti avevano concluso
l’elenco dei propri cari, Duro domandò loro se, tolti i nominati, ci fosse qualcuno di dimenticato, di escluso dal numero. Fu Alberico, un capofamiglia non ancora trentenne, cui era misteriosamente morto il padre qualche giorno prima e s’era ritrovato il peso della famiglia sulle spalle. “Qualcuno ci sarebbe… Sono due fratelli, così dicono loro, arrivati proprio da un paio d’anni. Vivono di caccia e dormono qua e là, nelle
“casotte” della montagna.” Tutti lo guardarono, alcuni confermarono d’averli visti a volte nei boschi o ai margini delle capanne al crepuscolo.
Altri addirittura non sapevano nulla della loro esistenza e non li avevano mai incontrati. Ciò che fu certo, è che essi non appartenevano ad
alcuna famiglia conosciuta. Cornelius decise che bisognava interrogarli. Furono inviati sulla montagna i giovani del villaggio. E si rimase in
attesa. Forse loro avrebbero potuto dare delle spiegazioni?
Era già passato il sole del mezzogiorno quando si udirono i corni suonare nei boschi. Qualcuno li aveva trovati ed avvertiva tutti gli altri per17
Il Faro
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ché rientrassero. Man mano che i giovani scendevano, s’incontravano con coloro che avevano sorpresi i due fratelli sconosciuti e formavano un drappello numeroso. I due prigionieri
comunque non mostravano alcuna paura, anzi, sembravano non preoccuparsi troppo di ciò che
accadeva loro. Furono finalmente condotti ai piedi della torre e fatti sedere di fronte a tutti.
Erano accorsi uomini, donne e fanciulli presi dalla curiosità di vedere e sentire. Stranamente,
pur vivendo sulla montagna, i due fratelli, che non s’assomigliavano per nulla, avevano vesti
finemente tessute e bracciali d’oro. Solo ai piedi avevano strani e pesanti calzari di cuoio i cui
lacci avvolgevano strette fasce di pelle di capra quasi sino al ginocchio. Rachis cominciò a
interrogarli sui loro nomi e la loro provenienza, mentre Duro, in un canto, li osservava attentamente. Rispose uno di loro, il più anziano. La sua voce era tagliente, ma usava un linguaggio da nobile. Si chiamava Charun e suo fratello era Beleth. Venivano dalla lontana Aquileia
ed erano cacciatori. Era strano. I cacciatori del villaggio si guardarono stupiti. Nessuno di loro,
infatti, li aveva mai incontrati durante le batture sui monti o nella vallata e lo fecero notare. Non si scomposero e mormorarono delle giustificazioni confuse. Preferivano cacciare la notte alla luce della luna. Fu chiesto loro se avessero parenti o una famiglia nelle vicinanze. Non ne
avevano alcuna. E dei danni alle colture, le uccisioni d’animali domestici, la devastazione dei campi, ne sapevano qualcosa? Era sempre Charun
a rispondere con freddezza, quasi con alterigia, come se disprezzasse quei poveri contadini vestiti alla meglio di tela e di pelli. Rachis allora
pareva smarrirsi di fronte a quegli sguardi fieri, aveva paura? Alle secche risposte di Charun non riusciva a replicare. Era evidente che il fare
sarcastico, quasi beffardo di Charun nascondeva ogni volta una menzogna, ma che fare? Il suo sguardo vagò sui volti dei stupiti e impotenti
dei capifamiglia per posarsi infine su Duro. L’eremita era sereno, il suo sguardo penetrante osservava Beleth. Quindi s’alzò avvicinandosi ai due.
Il suo volto ora era teso. Charun si volse verso di lui e iniziò a parlare, ma il monaco lo zittì con un gesto deciso. Afferrò invece il braccio di
Beleth stringendolo in una morsa ferrea. Risuonò allora un verso disumano, il lamento di un animale feroce ferito e dalla bocca di Beleth si
rovesciò un fiume di parole in una lingua incomprensibile e strana frammista a orribili bestemmie contro ogni divinità. Cornelia aveva capito
all’istante e fece segno ai capifamiglia ed ai giovani di gettarsi sui due. Anche Charun allora urlò terribilmente in una lingua spaventosa. Le
mani degli assalitori a stento trattenevano a terra i due. Era come afferrare dei carboni ardenti. Furono portate cinghie di pelle per legarli e
quando furono assicurati strettamente, Duro si chinò incurante delle minacce e slegò loro i calzari. Poi, con estrema precauzione, svolse lentamente, molto lentamente le pelli di capra che ricoprivano un piede di Beleth. Intorno a lui la tensione e il silenzio si toccavano con mano. Tutti
gli occhi erano tesi per cogliere la prima immagine dell’estremità dello strano individuo. Poi si alzarono improvvise esclamazioni di stupore e
incredulità. All’interno dell’involucro, una forma in legno scavato chiudeva una grossa zampa di capro che emanava un intenso e penetrante
fetore di zolfo. Tutti s’accalcavano spingendosi l’un l’altro per vedere e capirono all’istante. Beleth e Charun non erano altro che terribili démoni! Fu un istante di caos tremendo. Ecco spiegati tutti i misteri come d’incanto. L’assemblea si immobilizzò incerta, vinta dall’incredulità e dallo
sgomento. Si udì allora un nuovo urlo bestiale che lacerò l’aria e fece arretrare atterriti i curiosi. Charun, con incredibile violenza, aveva spezzato i lacci di cuoio che lo stringevano. Nel medesimo istante anche Beleth si liberava di colpo. Inutilmente Duro e Rachis tentarono di afferrarli. Il movimento improvviso aveva sconvolto gli astanti. D’un balzo i démoni furono al di là del cerchio dei presenti. Sembravano possedere una forza prodigiosa, tanto compivano incredibili balzi. Dopo un primo sbigottimento, i più giovani e prestanti si lanciarono forsennati all’inseguimento. Dietro s’accodava tutta la folla. Inutilmente. I due scellerati, strappatisi di dosso rabbiosamente abiti e pelli, ora volavano davvero verso il fianco della montagna e lo risalivano di balza in balza più che mai indemoniati. Solo Duro e Rachis non si mossero. Si scambiarono invece un cenno d’intesa e quando gli altri si volsero per un consiglio, erano entrambi spariti. Se Charun e Beleth potevano, infatti, usare
poteri soprannaturali, questi non erano certo sconosciuti al druido e all’eremita. Così, quando i primi due giunsero ghignando e bestemmiando sul Prato della Colma, i due uomini santi li attendevano sicuri. “Vade retro! In nome di Dio vi ordino: allontanatevi per sempre da questa
montagna che da oggi sarà santa!” gridò loro con autorità Duro tendendo alzate entrambe le mani, mentre Rachis segnava i confini col vischio
e pronunciava, le antiche formule segrete della grande maledizione. I due démoni allora fuggirono, fuggirono presi da un folle terrore e correndo sopra questa grande roccia le loro orme infocate si impressero indelebili sulla superficie di pietra. La roccia stessa allora si innalzò come
per scuoterli dalla sua superficie. Ecco perché, ancora oggi, questa si chiama Sasso Malascarpa.”. Qui Paolo s’interruppe e mi guardò. Il racconto mi aveva lasciato senza fiato. Nella mia mente si agitavano i personaggi e le vicende del racconto, ma mi balenò improvvisa una domanda.
“E la maledizione di Rachis?”. Il monaco sorrise, sicuro in cuor suo di calmato per un bel po’ il mio malumore. “Se ci affrettiamo, riesco a
mostrartela”, disse. E si alzò leggero come non avesse sulle spalle il peso di non so quanti anni. Firpo era già avanti e io li seguivo obbediente. Scendemmo un tratto di monte e ci trovammo su una specie di terrazza che s’affaccia a meridione, abbracciando nella vista tutta la Val
Madrera. Il cielo sopra di noi, tuttavia, lasciava cadere fiocchi di neve sempre più decisi. Sotto si stendeva solo una soffice nebbia, ma già Paolo
mi indicava di guardare alla mia destra. Poco distante, su una strana sporgenza piatta e rocciosa del monte, erano incise, come solchi profondi, lunghe linee irregolari tracciate nella stessa direzione da oriente ad occidente. “Sono i cosiddetti Campi Solcati. Quando successero gli avvenimenti che ti ho raccontato, era un freddo dicembre ed è in questo stesso mese che la maledizione di Rachis si rinnova ogni anno. Quando la
terra è finalmente spoglia e si fa intenso il gelo dell’inverno, mentre i contadini nella valle hanno oramai concluso l’aratura dei campi, Charun
e Beleth sono condannati a tornare nelle tremende notti di neve e di pioggia ad arare questa roccia con i loro stessi lunghi artigli. E questo perché conoscano come sia sacra la fatica vera compiuta dell’uomo onesto, che costruisce la pace e la serenità della famiglia lavorando insieme
agli altri in armonia la terra perché essa dia loro buoni frutti”. Gli occhi di Paolo, mentre diceva questo, si volsero in alto. La neve intanto
cadeva sempre più fitta. “Ora affrettati. Scendi svelto tu che hai gambe giovani, prima che il buio e la neve ti sorprendano ancora sulla montagna. Io ho meno strada di te da percorrere”. E già Firpo era impaziente di partire. Ci buttammo lungo il pendio insieme sotto la tormenta ed
io intanto ripensavo al suggestivo racconto di Paolo e vedevo scorrere davanti a me immagini fantastiche. Quella notte, ai primi rintocchi delle
campane che chiamavano alla messa, m’ero affrettato avvolto in sciarpa, cappotto e berretta. La neve era caduta ormai abbondante e copriva
col suo manto candido le strette vie fra le case del paese. Tracciavo orme profonde, compiaciuto del soffice rumore dei miei passi premuti sulla
coltre bianca. Gli ultimi fiocchi lenti della generosa nevata brillavano alla luce dei rari lampioni. Accanto mi passavano persone imbacuccate
che come me volevano assicurarsi un posto comodo nella chiesa indubbiamente affollata. Incrociandosi, si scambiavano spontanei e affettuosi auguri. Sorridevano anche a me: “Buon Natale! Buon Natale!”. Li osservavo contento. Pensavo che, dopotutto, fosse esagerato ritenere che tutti
mi ignorassero o ce l’avessero con me. I saluti e gli auguri mi facevano sentire benvoluto, parte di una comunità, una comunità semplice e antica
che si ritrovava da secoli in quella notte magica, stringendosi insieme in attesa d’un millenario messaggio di speranza, amicizia e serenità.
Per gli Amici di San Pietro carlo castagna
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Il Faro
Marzo 2013
Riflettere attraverso le parole del Papa
Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di
grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono
pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il
ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto
non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a
rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro
e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in
me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di
Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che,
dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di
vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per
tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e
imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il
nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Benedetto XVI, annuncio durante il Concistoro dell'11 febbraio 2013
DIO E IL MONDO. ESSERE CRISTIANI NEL NUOVO MILLENNIO,
di Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
San Paolo Edizioni, Euro 25 - anno 2001
Quali sono le domande dell'uomo di oggi sulla fede? Due su tutte: dov'è Dio? Com'è e che cosa
vuole? Il card. Joseph Ratzinger delinea un nuovo rapporto, questa volta incentrato sulle questioni interne della fede cristiana, spaziando tra i problemi più scottanti e centrali del credo cristiano:
l'immagine di Dio, la crisi della fede, Dio e la ragione, Dio si - Chiesa no?; uomini e donne, il peccato originale, l'anima, la libertà; l'antica alleanza, il libro dei libri, le quattro leggi, i dieci comandamenti; Gesù Cristo, il più importante momento della storia; la croce, la risurrezione e il futuro dell'uomo. Il libro, scritto in forma di intervista con
linguaggio piano e comprensibile per tutti, offre un quadro completo e attualissimo sui contenuti della fede cristiana per l'uomo di oggi.
CARITAS IN VERITATE, di Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
EDB edizioni, Euro 7,20 - anno 2009
L'enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate , certamente rappresenterà a lungo un punto di riferimento essenziale sia per gli studiosi di dottrina sociale sia per quanti si assumeranno il compito
di tradurla, svilupparla, riprenderla in vista dell'auspicato "nuovo corso" della civiltà nella stagione della globalizzazione, dell'impetuoso sviluppo della tecnica, della difficile ricerca della pace e
della giustizia fra i popoli. A motivo della complessità dei temi affrontati, il documento può risultare non a tutti di
facile lettura. Vi si intrecciano riflessioni propriamente teologiche, analisi economiche, implicazioni di ordine politico, soprattutto di politica internazionale e non mancano cenni a questioni scottanti come la promozione della pace
e la salvaguardia del creato.
LA GIOIA DELLA FEDE, di Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
San Paolo Edizioni, euro 10 - anno 2012
Attingendo al ricco patrimonio di omelie, catechesi e discorsi di Benedetto XVI, questo libro ripercorre i contenuti fondamentali della fede cristiana. Nella prospettiva dell'Anno della fede, il Papa
guida a ravvivare e ad approfondire le verità cristiane, offrendo un'occasione propizia per iniziare
quel cammino di conoscenza, conversione e preghiera al quale la Chiesa chiama i fedeli in questo
anno di grazia. Un libro dedicato a tutti i cristiani, scritto in un linguaggio chiaro e diretto e pensato per aiutarli a
vivere al meglio la fede.
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Il Faro
Marzo 2013
Anagrafe parrocchiale
Numeri telefonici utili
Parrocchia telefono
Parrocchia fax
Radio Civate
Morti nel Signore
8) Luca Crippa di anni 45
9) Espedito Arrigoni di anni 80
10) Luigia Sandionigi di anni 88
0341
0341
0341
0341
0341
0341
0341
0341
550711
210773
210356
210738
550351
550331
550431
1765441
Casa di Riposo Villa Sacro Cuore
Casa del Cieco
Scuola dell’Infanzia
ASL – Valmadrera
Prenotazioni Medico di Base
Centro Unico Prenotazioni
848 884 422
Ospedale di Lecco
ASL – Lecco
800 638 638
Prenotazioni visite e Prestazioni ambulatoriali da lunedì
a venerdì dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 13:00 alle 15:00
Guardia Medica Distretto Oggiono
0341 577502
Notturno, Festivo e Prefestivo
C.A.V. (Centro Aiuto alla Vita)
0341 251827
0341 368088
CELAF (Centro Lecchese Aiuto alla Famiglia)
Farmacia di Civate
0341 550321
Dott. Fadda
0341 210070
Dott.ssa Valsecchi
0341 210294
Per tutte le emergenze
sanitarie e non (numero unico)
112
A.C.E.L. Segnalazione guasti
800 550 444
Attivo 24 ore su 24
ENEL Segnalazione guasti
803 500
Attivo 24 ore su 24
Comune di Civate
0341 213111
CONFESSIONI PASQUALI
LUNEDÌ SANTO
durante l’Adorazione Eucaristica
MARTEDÌ SANTO
ore 16.00 - V elementare
ore 17.00 - II media
ore 21.00 - adolescenti e giovani
MERCOLEDÌ SANTO
ore 15.00 - anziani
ore 16.15 - IV Elementare
ore 17.00 - I media
ore 21.00 - adulti
GIOVEDÌ SANTO
dalle ore 9.00 / 12.00 e dalle ore 15.00 / 18.30
ore 16.00 - III media
VENERDÌ e SABATO SANTO
dalle ore 9.30 / 12.00 e dalle ore 15.00 / 18.00
A partire da Lunedì Santo durante le ore del mattino i
Sacerdoti si recheranno dagli ammalati per la confessione
Triduo pasquale
Giovedì Santo
• ore 20.30 Santa Messa in coena domini
ETTORE, DAVIDE e LORENZO nel momento
della consegna delle vesti da chierichetto.
Venerdì Santo
• ore 15.00 via crucis • ore 20.30 Passio Domini
Sabato Santo
• ore 9.00 preghiera mariana
• ore 20.30 inizio Veglia Pasquale
Dalla sera del Giovedì Santo adorazione ininterrotta allo
scurolo presso la cappella dell’Oasi David
24 MARZO
D O M E N I C A D E L L E PA L M E
ore 9.40 ritrovo alla chiesa di San Calocero per la
benedizione degli ulivi e processione alla chiesa
parrocchiale Santa Messa alle ore 10,00
Come da tradizione, per la solennità delle Palme, nella basilica di san Pietro al Monte sarà celebrata la santa Messa alle
ore 10.30, preceduta dalla benedizione degli ulivi
Grazie ragazzi, di aver scelto di svolgere un vero e proprio
ministero liturgico (= un servizio d'amore!)
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