Parrocchia Santa Rita da Cascia
Portogruaro
Natale 2013
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celebrazioni DELLE FESTIVITA’
NATALIZIE 2013/2014
CONCORSO PRESEPI.
Chi desidera partecipare al Concorso dei Presepi è pregato di dare la propria adesione a: P. Gabriele, oppure Sr.
Rosita, oppure ai propri catechisti.
ENTRO DOMENICA 29 DICEMBRE 2013
Premiazione dei partecipanti lunedì 6 gennaio 2014.
Domenica 29 dicembre 2013
FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA
Durante tutte le celebrazioni eucaristiche gli sposi saranno
invitati a rinnovare le promesse del "sacramento del matrimonio".
Carissima Sorella,
Carissimo Fratello,
per il messaggio natalizio di
quest'anno, vorrei proporti una riflessione su quei personaggi che "chiudono il tempo di Natale": i Magi: Erode con gli abitanti di Gerusalemme e la stella. Il protagonista, il Bambino Gesù, è colui che li accomuna e divide nello stesso tempo. Mi sembra che questi
"personaggi" incarnino bene l'uomo di tutti i tempi che
va alla ricerca della speranza, ma non sempre la trova,
perché si pone nei suoi riguardi con atteggiamenti diversi.
I Magi
no celebrato i sacramenti della Prima Confessione, Prima Comunione e Confermazione.
Nell'apparizione di questi misteriosi personaggi, i Magi, che vengono dal lontano oriente a rendere omaggio al "re
dei Giudei" che è nato, c'è qualcosa di entusiasmante. Si sente l'eco di antiche parole che oranti e profeti avevano pronunciato come promesse di Dio, e che affermavano che
quanto sarebbe accaduto in Israele a proposito del Messia
avrebbe certo riguardato il popolo eletto, ma insieme tutte le
genti della terra.
Nel salmo 72, che parla del re promesso, leggiamo che il
Messia atteso sarà il re dei re. Tutti i popoli si accorgeranno
di lui, ed egli sarà motivo di benedizione per tutte le genti:
"Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte / i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi. / A lui tutti i re si prostre-
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Alla S. Messa delle ore 10.30 in chiesa parrocchiale
sono invitati a partecipare gli sposi che quest’anno
20123 celebrano un anniversario significativo del
loro matrimonio.
N.B. Si è invitati a dare la propria adesione con
nominativo a data di ricorrenza al Parroco o a Sr.
Rosita entro domenica 22 dicembre.
Martedì 31 DICEMBRE 2013
(ULTIMO GIORNO DELL'ANNO CIVILE)
Durante le celebrazioni verranno ricordati i bambini che han-
ranno, / lo serviranno tutte le nazioni. / (...) Vivrà e gli sarà
dato oro di Arabia; / si pregherà per lui ogni giorno, / sarà
benedetto per sempre. / (...) Il suo nome duri in eterno, / davanti al sole persista il suo nome. / In lui saranno benedette / tutte le stirpi della terra / e tutti i popoli lo diranno beato" (Salmi 72,1011.15.17).
Isaia aveva parlato nel nome del Signore dicendo che i
figli di Gerusalemme sarebbero stati riportati in Israele dalle terre del loro esilio, e che i re avrebbero reso omaggio a Israele: "Ecco, io farò un cenno con la mano ai popoli, / per le
nazioni isserò il mio vessillo. / Riporteranno i tuoi figli in
braccio, / le tue figlie saran portate sulle spalle. / I re saranno i tuoi tutori, / le loro principesse tue nutrici. / Con la
faccia a terra essi si prostreranno davanti a te, / baceranno
la polvere dei tuoi piedi; / allora tu saprai che io sono il Signore / e che non saranno delusi quanti sperano in
me" (Isaia 49,22-23). Ma più avanti nel suo libro troviamo
una profezia che va ancora più in là. Essa raffigura la gloria di Gerusalemme come una luce. Tuttavia la città è illuminata dalla luce di Dio, dice Isaia, che brilla sopra di lei
come un sole o una stella. E brilla per illuminare anche popoli e re: " Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, /
la gloria del Signore brilla sopra di te. / Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, / nebbia fitta avvolge le nazioni; /
ma su di te risplende il Signore, / la sua gloria appare su di
te. / Cammineranno i popoli alla tua luce, / i re allo splendore del tuo sorgere. / (...) Uno stuolo di cammelli ti invaderà, / dromedari di Madian e di Efa, / tutti verranno da Sa4
SOLENNITA’ DELLA MANIFESTAZIONE DI
N. S. GESU’ CRISTO
DOMENICA 5 GENNAIO 2013
ORE 15.00
CHIESA PARROCCHIALE
PRIMI VESPRI DELLA SOLENNITÀ
BENEDIZIONE DELL’ACQUA, DELLA
FRUTTA E DEL SALE
ORE 17.00
CHIESA DI SANT’ANTONIO
S. MESSA - BENEDIZIONE DELL’ACQUA,
DELLA FRUTTA E DEL SALE
ORE 18.30
CHIESA PARROCCHIALE
S. MESSA
ORE 19.30
BENEDIZIONE E ACCENSIONE DEL “FALÒ”
CON PINZA E VIN BRULÈ PER TUTTI.
N.B. Le celebrazioni delle Ss. Messe del mattino sono
sospese
LUNEDÌ 6 GENNAIO 2013
ORE 9.00
ORE 10.30
S. MESSA A SANT’ANTONIO
S. MESSA SOLENNE IN CHIESA PARROCCHIALE
Ore 15.00
CHIESA PARROCCHIALE:
SECONDI VESPRI, ARRIVO DEI RE
MAGI, BENEDIZIONE DEI BAMBINI, BACIO DELLA STATUA DEL BAMBINO GESÙ, PREMIAZIONE CONCORSO DEI PRESEPI.
ARRIVO DELLA ….CON SORPRESA...
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FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA
DOMENICA 29 DICEMBRE
ORE 10.30
S. MESSA SOLENNE PER GLI ANNIVERSARI DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO.
ba, / portando oro e incenso / e proclamando le glorie del
Signore" (Isaia 60,1-3.6).
Un segno nel cielo
S. MESSA A SANT’ANOTINO
S. MESSA SOLENNE IN CHIESA PARROCCHIALE. CANTO DEL VENI CREATOR…
(LA S. MESSA DELLE ORE 10.30 È SOPSESA.)
N.B. INIZIAMO IL NUOVO ANNO INVOCANDO L’AIUTO
E LA BENEDIZIONE DI DIO E DELLO SPIRITO SANTO.
La speranza di cui Israele si è nutrito per tanti anni è
destinata a varcare ampiamente i confini della Palestina. E
la venuta dei Magi dall'oriente è una prima realizzazione
delle promesse. Essi hanno visto nel cielo un segno, una stella. L'hanno vista sorgere da est e si sono messi a seguirla
verso ovest. Hanno interpretato l'apparizione di questo
nuovo astro come il segno della venuta al mondo di una persona importante anche per la loro vita. Così sono arrivati a
Gerusalemme. Sanno che si trovano in un paese particolare e
cercano "il re dei Giudei che è nato". Non cercano dunque il
re dell'umanità, ma il re di un popolo. Eppure, se il suo segno è visibile nel cielo e a grande distanza, vuol dire che
questa nascita non riguarda solo gli ebrei, ai quali pure è destinata prima che ad altri, ma in qualche modo anche loro. I
Magi sono venuti per "adorare" questo re, cioè per riconoscere la sua signoria sulla loro vita.
Potrebbe stupire però che la realizzazione delle profezie di Isaia sulla venuta dei popoli a Gerusalemme per rendere omaggio al Signore appaia nel racconto di Matteo così
dimessa. In fondo sono solo tre persone, vengono dall'oriente e non dai quattro punti cardinali, e soprattutto vengono
nell'indifferenza generale. Nessuno a Gerusalemme si è accorto del segno che ha invece guidato il loro cammino. D'altra parte si tratta soltanto di un inizio. Questo stesso fatto
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Celebrazioni
per la conclusione
e l’inizio dell’anno civile
MARTEDÌ 31 DICEMBRE 2013
ULTIMO GIORNO DELL'ANNO CIVILE
ORE 17.00
ORE 18, 30
SANT’ANTONIO S. MESSA
CHIESA PARROCCHIALE
S. MESSA SOLENNE CANTO
DEUM.
DEL
TE
MERCOLEDÌ 1 GENNAIO 2014
SOLENNITÀ DELLA SANTA MADRE DI DIO
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
PRIMO GIORNO DELL’ANNO CIVILE
ORE 9.00
ORE 18.30
è a sua volta profezia di quanto accadrà in un futuro ancora lontano (e che non è giunto a pieno compimento neppure
per noi). Ma intanto conferma che da questo Gesù nato a
Betlemme ci si devono aspettare grandi cose.
La paura di Erode
Il turbamento nel quale cadono Erode e gli abitanti di
Gerusalemme alla domanda dei Magi è assai significativo.
Vengono colti letteralmente di sorpresa, una sgradita sorpresa. Il subbuglio che ne viene non è infatti l'agitazione
gioiosa di chi ha appena ricevuto un "vangelo", cioè una
buona notizia, ma é piuttosto la reazione scomposta di chi
ha saputo di un evento che può destabilizzare equilibri e interessi, soprattutto di quelli che contano. I ricchi e i potenti
hanno mai atteso il Messia? Perché mai dovrebbero sperare
nella sua venuta se a loro le cose vanno già tanto bene così?
Erode in particolare teme la venuta del Messia perché
perderebbe il regno. 0 più probabilmente non crede affatto
che verrà mai un Messia, ma ha comunque paura che l'impostore di turno, spacciandosi per il re atteso, possa attirare
dalla sua parte il popolo facendo cadere in disgrazia lui e
provocando la reazione degli occupanti romani. Questa faccenda deve essere messa a tacere al più presto!
La gioia dei Magi
I Magi in tutta questa agitazione passano quasi come
estranei. La vedono ma non ne restano coinvolti. Rischiano
di venire strumentalizzati da Erode, questo sì, che si finge
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ORARIO DELLE FESTIVITA’
NATALIZIE 2013/2014
NATALE DI N. S. GESU’ CRISTO
Martedì 24 dicembre
Chiesa di sant’Antonio
Ore 20.30 Sacra rappresentazione del “Mistero della
Natività da parte dei bambini del catechismo
Ore 21.00 S. Messa Solenne
Chiesa parrocchiale
Ore 23.00 Solenne Veglia di Natale
Ore 23.30 S. Messa Solenne animata dal “Coro parrocchiale”
Mercoledì 25 Dicembre
Ore 9.00
Chiesa Sant’Antonio:
S. Messa dell’Aurora
Ore 10.30
Chiesa Parrocchiale
S. Messa Solenne animata dal “Coro giovani”
Al termine delle Ss. Messe sul piazzale delle Chiese scambio
degli auguri .
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quale regalo possiamo offrire a Gesù? Invito ciascuno a presentare un
dono a Gesù appena nato.
Ognuno dei presenti offre al Bambino un dono, un fiore, un
gesto, una sofferenza, una gioia, una promessa..
Lettore: Per finire preghiamo cosi:
Tutti:
Accogli, Gesù, quello che ti offriamo come
segno di amore e di ringraziamento per quanto hai fatto per noi: i doni che ora condividiamo, qualunque sia
il sentimento, esprimono l'affetto che ci lega. Aiutaci a
restare uniti e a vivere la nostra fede con speranza
gioiosa e con amore servizievole.
Amen.
Il papà e la mamma tracciano sulla fronte dei figli il segno della croce.
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interessato a fare quello che hanno in animo di fare loro:
cioè trovare il bambino e rendergli omaggio adorandolo. Ma
sono persone che guardano il cielo e sono determinati a seguire il cammino al quale la stella li ha invitati. Escono dalla città e subito ritrovano la loro guida. Al rivedere la stella
"provarono una grandissima gioia". Questa gioia
"grandissima", con quello che evoca di entusiasmo, desiderio
di andare avanti, serenità, crea un contrasto netto con la
paura di Erode e di quelli come lui.
Proprio per questa loro disposizione di animo i Magi
diventano per noi una immagine della speranza. Sono figura di chi segue un cammino tracciato "dall'alto", uomini disposti a lasciare quanto conoscono perché hanno fiducia di
trovare di meglio sia pure al prezzo di grandi difficoltà, che
attraversano la terra senza restare impigliati nelle sue trame
e che si sottomettono ("prostratisi lo adorarono") solo a chi
offre loro la vera libertà: un re bambino, povero e inerme,
che però è il Figlio di Dio.
Alla fine essi sanno anche evitare la malizia di Erode e
fanno ritorno al loro paese. Ci immaginiamo che siano ritornati da dove sono venuti profondamente cambiati dall'incontro con il "re dei Giudei". Avranno portato con sé una
gioia e una speranza capaci di trasfigurare definitivamente
la loro vita.
Carissima sorella e carissimo fratello, mettiti in cammino, senza paura e con gioia, segui la stella del Vangelo, incontrerai anche tu Cristo, speranza dell'uomo. Offrigli come
i Magi i tuoi doni: l'oro della tua vita, la mirra del tuo dolo7
re e l'incenso della tua preghiera. Ma ricordati che non te ne
andrai a mani vuote. Ti sembra che il Re Bambino si lasci
battere in generosità da te? Certamente no! Ti offrirà un dono solo: se stesso.
Con Lui nella vita e nel cuore sarai per i fratelli una
luce di speranza come la stella, li guiderai all'incontro con
Gesù il Cristo.
Buon Natale e sereno 20014
Allargo il cuore e le braccia
e in nome del Bambino Gesù Ti benedico.
Il tuo parroco
P. Gabriele
5 Condivisione
Il papà e la mamma conversano con i propri figli
sul senso del Natale .
6. Preghiera dinanzi a Gesù
Lettore: Presentiamo le nostre intenzioni al Bambino-Dio; ad
ogni invocazione rispondiamo: “Te lo chiediamo, Gesù".
I. Per la nostra famiglia, per noi qui riuniti e per gli assenti [si
possono nominare], perché il Signore li benedica e doni loro il
suo amore in questa notte santa, preghiamo:
2. Per le famiglie a noi vicine e della nostra parrocchia, perché il Natale ci trovi uniti e solidali soprattutto con i più
poveri, preghiamo:
3. Per tutte le persone care che sono morte e non sono fisicamente con noi, perché godano il Natale eterno nel cielo,
preghiamo:
4. Per i bambini di tutto il mondo, specialmente quelli che
hanno perso i loro genitori o non hanno famiglia, perché
questa notte ricevano l'amore di Gesù Bambino e di sua
Madre, preghiamo:
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale,
il Consiglio Pastorale degli Affari Economici, insieme a Sr. Rosita , porgono
a tutta la Comunità gli auguri di un
Santo Natale e di un sereno 2014.
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La famiglia può aggiungere altre intenzioni
Lettore: Recitiamo insieme il Padre nostro e l'Ave Maria
prendendoci per mano.
7. I doni
Lettore: Fare un dono è un'espressione d'amore, di generosità, di gioia, ma anzitutto è ricordo del più grande dono
che abbiamo ricevuto da Dio: suo Figlio. In questa festa di Natale,
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3. Vangelo
Lettore: dal Vangelo secondo Luca (Le 2,1-14)
GESU, SPERANZA
DEI POPOLI
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si
facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città
di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide,
chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria
sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel
luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce
il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in
una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di
notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore lì avvolse
di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo
disse loro: 'Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città dì Davide
un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine
dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel
più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama
Parola del Signore.
Tutti: Gloria a te, Signore Gesù.
4. Intronizzazione del Bambino Gesù nel presepe
Il più piccolo della famiglia prende la statuina del Bambino Gesù e la pone nel presepe; qualcun altro accende le luci
che ornano la Natività. Intanto si canta un inno di Natale.
Se ci soffermiamo a considerare il presente, per tanti versi così caotico e confuso nelle sue pieghe sociali, economiche, etiche,
così pesante nei suoi risvolti di
violenza e di guerre, di atrocità
infinite che insanguinano la terra
e deturpano la coscienza umana, viene istintivo il chiedersi: Signore, dove sei tu, ora, che ci hai promesso di rimanere con noi tutti i giorni sino alla fine dei tempi ? Dove
abiti perché ti possiamo venire a cercare e ti chiediamo di
entrare ancora nelle nostre città e paesi, alberghi e parlamenti, banche, multinazionali e ospedali ? Perché dormi
ancora, come un tempo sulla barca coi discepoli, mentre
l'umanità va in rovina e sembra inarrestabile il declino della giustizia e della pace ?
Grida ancor oggi il credente: "Alzo gli occhi verso i
monti, da dove verrà il mio aiuto ? L'aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra" (Sal. 121,1-2) mi risponde la
tua Parola. Signore, tu hai fatto il cielo e la terra e non ti
preoccupi che noi ora li stiamo distruggendo ? Stiamo distruggendo la vita, l'amore, il futuro.
Sono interrogativi profondi che solcano l'intimo di
ogni credente e fanno ritornare al cuore le parole dei discepoli di Emmaus, che tristi, si rivolgono allo sconosciuto viandante che si era accostato loro, dicendo: "Noi speravano che fosse Gesù, il Nazareno, a liberare il popolo
d'Israele" (Lc. 24,21)
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In Gesù era posta la speranza di salvezza di Israele!
Gesù è la speranza di ogni popolo e nazione perché "non
vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel
quale è stabilito che possiamo essere salvati" (Atti 4,12).
Speranza e salvezza si richiamano e si completano
"poiché nella speranza noi siamo salvati" (Rom. 8,24).
Quello che specifica e rende particolare la speranza del
cristiano, è che essa ha un volto, una storia; è una Presenza, quella di Gesù di Nazareth, il Cristo. È l'incontro con
Lui che spegne la sete di ricerca del cuore umano : "Il mio
cuore è inquieto finché non riposa in Te" (S. Agostino). E nel
contempo, poiché siamo ancora viandanti nel tempo e nella carne, la riaccende come desiderio di comunione totale
col Signore della vita.
"Alcuni Greci chiesero a Filippo: vogliamo vedere
Gesù" (Gv. 12, 21). È il grande desiderio e la grande meta
di ogni uomo e di ogni cultura e nazione È solo nello
stare "faccia a faccia con Lui" che il volto dell'umanità
risplende, come Mosé disceso dal Sinai (cfr. Es. 34, 29).
La comunità cristiana è questa speranza visibile
solo quando essa trasmette nel suo operare e nel suo
farsi carico degli uomini, questa luce profonda che emana dall'avere nelle sue viscere, come lo ebbe Maria,
la presenza salvifica del Signore Gesù, al cui contatto
l'umanità esulta di gioia. La comunità cristiana è questa
speranza raggiungibile e rasserenante, diventata Vangelo leggibile nel comportamento di ogni cristiano, quando essa è trasparenza della sua trasformazione interiore
in atto.
Come i Magi seguirono una stella e seppero deci10
Natale in famiglia
Nella notte di Natale, prima della cena o della
Messa di mezzanotte, la famiglia si riunisce davanti al
presepio preparato nella casa. La culla è vuota, i regali
di Natale ancora coperti. Alcuni familiari fungono da lettori e tutti partecipano in un clima d"intimità e di gioia.
Accolgono la venuta del Signore, la grande notizia
dell'incarnazione del Salvatore Gesù.
1. Rito d'inizio: si esegue un canto popolare natalizio.
Lettore Iniziamo questa celebrazione nel segno della croce di
Gesù.
Tutti: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
2. Il saluto dell'angelo:
Lettore: L'angelo del Signore portò l'annunzio a Maria.
Tutti:
Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Lettore: Eccomi, sono la serva del Signore.
Tutti:
Si compia in me la tua parola.
Lettore: E il Figlio di Dio si fece carne.
Tutti:
E abitò tra noi.
Lettore: Preghiamo: "Padre buono, guarda questa nostra famiglia che celebra il Natale del tuo Figlio Gesù: desideriamo
che egli venga a nascere nei nostri cuori per donarci la sua salvezza e curare le nostre ferite. Donaci la dedizione silenziosa di
san Giuseppe e la Vergine Madre spalanchi i nostri cuori. Donaci il tuo Spirito Santo perché il Bambino-Dio possa regnare
in questa casa. Padre, che questa notte di Natale sia per noi, per
il nostro paese e per il mondo una notte di pace e di giustizia,
una notte d'amore e di misericordia".
Tutti:
Amen.
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Quante volte ce lo siamo chiesti:
Ma noi chi siamo veramente?
Cosa desideriamo dalla vita, dalla società,
dalla Chiesa?
Quale speranza per noi?
È già stata tutta bruciata o svenduta?
Entrando nel mondo Gesù rinnova lo splendore del creato e porta la storia umana alla
sua pienezza. Dopo duemila anni l'umanità
ha ancora bisogno di Gesù. Le speranze del
mondo sono effimere, durano ben poco. Cerca Gesù, conosci la sua persona, vivi il suo
Vangelo, compi le sue opere, ama come lui,
gioisci con la sua stessa intensità… Lui, solo
Lui, ti aiuterà ad essere uomo di speranza
che accende speranza. Lui non delude mai i
suoi amici.
frare nel firmamento della storia un evento di umile ed
eccezionale importanza quale fu la nascita del Messia,
così oggi sapienze e culture diverse, popoli e individui
scrutano gli orizzonti e le profondità del sapere e della
vita per cogliere in esse quel qualche cosa che non
muore alla fine della ricerca, quella luce che conduce
alle sorgenti della luce, quella pienezza che nessuna
creatura può dare. "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in
terra tenebrosa, una luce rifulse" (Is. 9,1) "Coi prodigi
della tua giustizia, tu ci rispondi o Dio, nostra salvezza,
speranza dei confini della terra e dei mari lontani" (Sal.
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11
65,6).
Affermare che Gesù è la nostra speranza significa
anche dire lasciate che Dio sia Dio nell'uomo! Lasciate
che Dio entri nelle culture dei popoli, le sciolga da tutto
ciò che avvilisce e deturpa la bontà e la sapienza di
quelle genti. Lasciate che il Vangelo liberi l'uomo dalle
schiavitù e sia davvero il Signore della vita per non diventare insignificante dentro la complessità della storia.
Gesù è la speranza perché colpisce la povertà e l'oppressione cui l'uomo è assoggettato e si rivela come liberatore dai nuovi faraoni moderni che sono l'impero
del danaro, dell'individualismo sfrenato, del materialismo diffuso. C'è una forma di cristianesimo, tanto integrato a sistemi di dominazione sociale, economica, culturale nei quali Dio rischia di diventare inutile ed assolutamente marginale perché prigioniero di quelle logiche. La speranza vera, crea ed accetta partecipazione in
quanto passa dentro al cuore dell'uomo e lo abilita a
concretizzare quei sogni legittimi e fecondi, capaci di
progresso autentico e di vera umanità. La speranza vera
ha il nome di Gesù nel suo graduale rivelarsi alla coscienza e al mondo che sempre più si accorge della precarietà e dell'inconsistenza del vivere sulla terra.
"Che cosa dunque dobbiamo fare" ?, chiesero le
folle a Giovanni il Battista che li invitava alla conversione per il Regno (cfr. Lc. 3,10ss). "Che cosa debbo fare per
avere la vita eterna" ? chiese un giovane a Gesù, in un
desiderio di vita migliore e di un futuro più significativo
(cfr. Mt. 19, 16) ?
"Osserva la bontà e la giustizia e nel tuo Dio poni
la tua speranza, sempre" risponde il Profeta Osea (12,7)
"Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso
"ci ricorda l'autore della lettera agli Ebrei (10, 23)
Dobbiamo in sostanza incontrare più profondamente
e radicalmente Gesù, ascoltarne la Parola per rinnovare la
nostra speranza certa in Lui : "In virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture,
teniamo viva la nostra Speranza" (Rom. 15,4)
Un Gesù, smarrito oggi nelle nostre convulse città,
come un tempo lo fu, giovinetto, a Gerusalemme, è da ritrovare come centro della nostra rinnovata speranza. E il
primo ritrovamento va attuato in quegli spazi di esistenza
personali dove ciascun credente si rapporta a Dio e ne segue le orme in quella storia segnata dalla normalità che è il
nostro quotidiano: "Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi
domandi ragione della speranza che è in voi " (1Pt, 3, 15).
Un Gesù, nascosto in popoli e gruppi umani umiliati
Con che spirito guardi il mondo dalla tua "casa verde"? E "le sfide autunnali e invernali"? Hai mai dovuto
fronteggiare i "venti e le bufere"? Di che tipo?
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Passarono molti giorni e notti.
I tre alberi quasi dimenticarono i loro sogni”
Anche tu inizi ad allontanarti dalla tua “casa
verde”. La scuola, il lavoro, la comitiva di amici che ti stai
formando, i sentimenti… ti proiettano fuori.
Anche a te, come agli alberi, succede di dimenticare i
tuoi sogni? Se sì, in quali occasioni? C'è differenza, nella
tua esperienza, tra la casa verde della "montagna" e i vari
luoghi della "pianura"? Ti fa paura l'idea di non diventare
quello che vorresti essere? Di non veder realizzate, un giorno, le tue speranze?
C'è qualche "boscaiolo" che credi possa minacciare le
tue aspettative? Qual è per te la peggiore "ascia" che potrebbe abbatterti? Cosa puoi fare per parare i colpi?
“L’Amore di Dio aveva
trasformato tutto”
Gesù non solo ridona speranza, ma realizza i sogni dell'Uomo facendoli diventare più alti e più grandi, oltre ogni speranza...
In che senso l'amore di Dio aveva trasformato tutto?
"Il più bello, il più forte, il più grande albero del mondo"...
Anche tu hai di queste speranze?
Ma che speranza è, quella cristiana? E tu, che speranze riponi in Gesù?
chiodato. Il povero albero si sentì orribile e crudele. E piangeva, reggendo quel povero corpo tormentato... lui che voleva che la gente grazie a lui vedesse Dio!
Ma la Domenica mattina, quando il sole si levò alto
nel cielo e tutta la Terra vibrò di una gioia immensa, il terzo
albero seppe che non aveva trasportato un uomo qualunque,
ma Dio!
In quel mattino l'Amore di Dio aveva trasformato tutto.
Aveva fatto del primo albero il meraviglioso scrigno
del più tenero e incredibile dei tesori. Aveva reso il secondo
albero forte portatore del Creatore del cielo e della Terra. E
ogni volta che una persona avesse guardato il terzo albero
avrebbe visto Dio! Ogni persona, anche noi, non solo i pochi della Valle...
Dopo aver letto attentamente il racconto, rispondi a
queste domande:
Come tutti coloro che stanno
crescendo, gli alberi sognavano quello che
avrebbero voluto diventare da grandi”
Anche tu stai crescendo... Sei in quell'età in cui
ci si confonde con i fiori della primavera che profumano
di freschezza, di gioia, di attese.
Sogni anche tu come i tre alberi? Quale importanza dai ai sogni nella tua vita? Quali sono le tue speranze per il futuro?
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dalla miseria e ridotti a brandelli in dignità, è da ricercare
come luogo che feconda la loro e la nostra speranza di vita, piena e fraterna, di oggi e di domani, affinché non si
avveri anche per tutti noi il grido e l'amarezza di Israele
che si rivolge al Signore dicendo: "Le nostre ossa sono
inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti" (Ez. 37, 11).
Un Gesù, allontanato dai templi dorati delle nostre
logiche narcisiste e dei nostri interessi circoscritti, è da far
rientrare per gustare una speranza che ha il sapore della
giustizia, della solidarietà, della fraternità universale, riconoscendo prima che "siamo stati infedeli verso il nostro
Dio, anche se c'è ancora una speranza per Israele nonostante ciò" (Esd. 10,2).
Un Gesù, germoglio vivo, umile granello di senapa,
invisibile pizzico di lievito presente nella fatica di un mondo che vuole rinnovarsi e di esistenze che vogliono risorgere, quale fonte di gioia come lo fu per Abramo, che:
"esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide
e se ne rallegrò" (cfr. Gv. 8,56. Un Gesù, vivente nella Parola e nei sacramenti, nel mistero del Suo corpo mistico e
nella predicazione, quale speranza comunicata e diffusa
agli uomini d'oggi che si interrogano sulle rive della loro
esistenza. Essi, dopo aver passato la notte del dubbio e
della sofferenza, possano alla fine dire "noi ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra
speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore di tutti gli
uomini, soprattutto di quelli che credono" (1Tim. 4,10).
"Far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza
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della gloria" (Col. 1, 27) è l'urgenza attuale anche per la nostra Chiesa d'oggi. Per questo è indispensabile accogliere e
fare nostro, anche noi l'invito di Paolo: "possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi
comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale
tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi" (Ef.
1,18).
Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa
L`esempio di Nazaret
La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a
comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo.
Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di
questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare. Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a
noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri
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"Perché mi succede questo? - si chiedeva - Tutto ciò
che volevo pensare a Dio ".
Passarono molti giorni e molte notti. I tre alberi quasi
dimenticarono i loro sogni.
Ma una notte, la luce dorata di una stella accarezzò il
primo albero, proprio nel momento in cui una giovane donna, con infinita tenerezza, sistemava nella mangiatoia il suo
bambino appena nato. "Avrei preferito costruirgli una culla
" - mormorò suo marito. Lei gli sorrise: "Questa mangiatoia
è magnifica". In quel momento, il primo albero capì di contenere il tesoro più prezioso del mondo.
Altri giorni e altre notti passarono.
Una notte, un viaggiatore stanco ed i suoi amici si imbarcarono sul vecchio battello. Mentre la barca scivolava
sull'acqua del lago, il viaggiatore si addormentò. All'improvviso, scoppiò la tempesta. Il piccolo albero tremò. Sapeva di non avere la forza di portare in salvo tante persone
contro la violenza di quelle onde. Le sue fiancate scricchiolavano penosamente per lo sforzo. Preoccupati, gli amici
svegliarono il misterioso viaggiatore, che spalancò le braccia, sgridò il vento e disse all'acqua del lago: "Fa' silenzio!
Calmati!". La tempesta si quietò immediatamente. In quel
momento, il secondo albero capi che stava trasportando un
re, anzi, il re dei Cieli, della Terra e degli infiniti oceani.
Poco tempo dopo, un Venerdì mattino, il terzo albero
fu molto sorpreso quando le sue rozze travi furono tolte di
malagrazia dalla catasta di legname dimenticato. Furono
trasportate nel mezzo di una folla vociante e irosa, sbattute
sulle spalle torturate di un uomo, che poi su di esse fu in19
mo albero piombò al suolo. "Ora sto per trasformarmi in
un magnifico forziere -pensò l'albero.
Il secondo boscaiolo guardò il secondo albero e disse: "Questo albero è vigoroso e solido. È proprio quello
che ci vuole ". Sollevò la scure, che lampeggiò al sole, e
abbatté l'albero." D'ora in poi, navigherò sui mari infiniti
e i vasti oceani -pensò l'albero - Sarò una nave importante, degna dei re".
Il terzo albero si sentì mancare il cuore quando lo
fissò il boscaiolo, il quale intanto pensava: "Per me, va
bene qualunque albero ". L'ascia balenò nell'aria e, poco
dopo, anche il terzo albero giaceva sul terreno.
I loro bei rami furono stroncati uno ad uno.
I tre tronchi furono fatti rotolare lungo il fianco della
montagna, fino alla pianura.
Il primo albero esultò quando il boscaiolo lo portò da
un falegname. Ma questi aveva ben altri pensieri che mettersi a fabbricare forzieri e con le sue mani callose lo trasformò in una mangiatoia per animali.
Il secondo albero sorrise quando il boscaiolo lo trasportò al cantiere navale, ma quel giorno nessuno pensava a
costruire un veliero. Con grandi colpi di martello e di sega,
l'albero fu trasformato in una semplice barca da pescatori,
che, troppo piccola e fragile per navigare su un oceano, fu
portata in un laghetto. Tutti i giorni, trasportava carichi di
pesce, che la impregnavano di odore sgradevole.
Il terzo albero divenne tristissimo quando il boscaiolo
lo squadrò per, farne rozze travi che accatastò nel cortile
della sua casa.
riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi
al mondo. Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato.
Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché
dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e
metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret!
Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la
superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo
che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di
continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta
formazione all'intelligenza del Vangelo.
Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla
casa di Nazaret.
In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile
ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da
tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e
tumultuosa vita del nostro tempo.
Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei
buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l'interiorità
della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.
Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di a-
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more, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere
sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale.
Infine impariamo la lezione del lavoro.
Oh! dimora di Nazaret, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare
la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui
nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da
tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine;
qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e
mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il
profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.
(Discorso tenuto a Nazaret, 5 gennaio 1964)
I TRE ALBERI
Sulla vetta di una montagna, spuntarono un giorno
tre piccoli alberi... così teneri e verdi che si confondevano con l'erba, ma, primavera dopo primavera, il loro piccolo tronco si irrobustì. Come tutti coloro che stanno
crescendo, sognavano quello che avrebbero voluto diventare da grandi.
Il primo albero guardava le stelle che brillavano
nella notte. `Io sopra ogni cosa vorrei essere bello e custodire pietre preziose. Diventerò il più bello scrigno per
tesori del mondo ".
Il secondo alberello guardava il torrente che si apriva il cammino verso il mare. "Io voglio essere forte, disse - navigare sugli oceani e trasportare re potenti. Sarò il galeone più forte del mondo ".
Il terzo alberello contemplava la valle e la città, dove formicolavano uomini e donne. Io non voglio lasciare
questa montagna - disse - Voglio crescere tanto che
quando la gente si fermerà per guardarmi, dovrà alzare
gli occhi al cielo e pensare a Dio. Io diventerò il più
grande albero del mondo! "
Gli anni passarono e i tre alberelli divennero alti e
imponenti.
Un giorno, tre boscaioli salirono sulla montagna,
con le loro scuri a tracolla. Uno dei boscaioli squadrò il
primo albero e disse: “È un bell'albero. È perfetto ". Dopo pochi minuti, stroncato da precisi colpi d'ascia, il pri-
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