Provincia di Roma Assessorato ai servizi Sociali e politiche per la Famiglia ITAS VIA PRENESTINA Responsabile Tutor : dott.ssa Cristiana Freni Tutor : Daniele Nardi Renato Caldiera Andrea Guido Si ringrazia per la collaborazione: Prof. Antonino Culicchia Prof. Anna Maria Fabiani Rita Brunella Dario Moricci Augusto Camicioli Programma Giovedì 6 Novembre Presentazione Gruppi di lavoro Sabato 8 Novembre Proiezione Video Discussione Manifestazione Giovedì 13 Novembre Sabato 15 Novembre Terzo Settore Statuto Regionale Giovedì 20 Sabato 22 Novembre Giovedì 4 Dicembre Manifestazione Sabato 6 Dicembre 11/13 Dicembre Assemblea Manifestazione Terzo Settore Esperienze Manifestazione PEER EDUCATION L’educazione fra pari, è un processo di educazione interno ai gruppi di pari avviato e mantenuto sulla base delle esigenze e caratteristiche del gruppo stesso. Questo tipo di educazione s’istituisce spontaneamente nei gruppi ogni volta che un membro, esperto di un argomento, comunica ciò che sa agli altri, indicando cosa fare, come agire e dove raccogliere informazioni ulteriori. Questo favorisce il realizzarsi di uno scambio tra chi sa e il gruppo con un processo di arricchimento reciproco. L’esperienza e le conoscenze personali diventano un’esperienza autoformativa condivisa dal gruppo e nel gruppo, che non solo acquisisce nuove informazioni, ma rafforza anche la propria capacità creativa di rispondere ai problemi, di agire in modo positivo ed efficace. Lo scambio tra singolo e gruppo è dialettico: uno scambio di conoscenze che vengono condivise; la rappresentazione di nuovi atteggiamenti, nuovi comportamenti che influenzano sia il singolo che il gruppo. La Peer Education è un metodo formativo che può rendere i ragazzi soggetti attivi della conoscenza e più in generale della propria formazione, perciò individui consapevoli delle scelte e delle azioni. Nascendo, inoltre, dall’intreccio di relazioni e conoscenze, di esigenze specifiche e reazioni spontanee, si rivela particolarmente adatta per trattare argomenti che con maggiore difficoltà i ragazzi vorrebbero affrontare con persone vissute come estranee o distanti per età o ruolo. LA FUNZIONE DELLA FORMAZIONE E’ QUELLA DI AGEVOLARE UN PROCESSO DI MODIFICAZIONE COMPORTAMENTALE DA ATTEGGIAMENTI E VISIONI “SPECIALISTICHE” ATTEGGIAMENTI DIPENDENTI BISOGNO DI CERTEZZA E SICUREZZA MODELLI DI COMPORTAMENTO STEREOTIPATI E LIMITATI COMPORTAMENTI VOLTI ALLA RICERCA DEL COMPROMESSO INTOLLERANZA E RIGIDITA’ DILETTANTISMO / NAIF DOGMATISMO E RICERCA DI UNA “SOLA” LINEA DI AZIONE A ATTEGGIAMENTI E VISIONI GLOBALI INTERFUNZIONALI ED INTEGRATE DEI PROBLEMI SVILUPPO DI AUTONOMIA E DI RESPONSABILITA’ ABILITA’ A VIVERE IN CONTESTI PIU’ INCERTI CHE RICHIEDONO MAGGIORE AUTONOMIA OPERATIVA MODELLI DI COMPORTAMENTO CREATIVI E FLESSIBILI RICERCA DI AUTENTICITA’ E DI ACCETTAZIONE DEL CONFRONTO TOLLERANZA E ACCETTAZIONE COMPETENZA PROFESSIONALE ATTEGGIAMENTI CREATIVI CAPACI DI CONSIDERARE E VALUTARE VARIABILI DIFFERENTI E SOLUZIONI ALTERNATIVE AD UNO STESSO PROBLEMA IL METODO DEL CONSENSO La seguente didattica è un esercizio sulla presa di decisioni in gruppo nel quale si applica il “metodo del consenso”. Si può ritenere di aver raggiunto il consenso quando tutti i membri del gruppo sentono che la decisione presa è logica e fattibile e si ritengono adeguatamente soddisfatti della stessa: a questo punto la decisione può essere realmente considerata una decisione di gruppo. Evitare di fare discussioni solo per difendere i vostri giudizi personali: presentate la vostra posizione in modo più chiaro e logico possibile, ma prestate molta attenzione alle reazioni del gruppo quando le altre persone esprimono la loro opinione. Cercate di evitare che la discussione assuma l’aspetto di una competizione in cui qualcuno debba perdere. Quando il gruppo non riesce a trovare un accordo fra due alternative, cercatene una terza che sia più accettabile da parte di tutti 1. Non cambiate idea solo per il timore del conflitto o per raggiungere l’accordo e l’armonia. Resistete alla pressione che non sia fondata su basi obiettive e logiche; mantenete un atteggiamento elastico e razionale; evitate di capitolare anzitempo. Evitate tecniche quali: votazioni di maggioranza, assoluta o relativa, la contrattazione, il sorteggio, ecc. che sono dirette ad evitare il conflitto. Quando ci sono differenze di opinione considerate come indicative del fatto che qualcuno non ha potuto esprimere chiaramente tutti i motivi che lo hanno condotto a fare certe scelte, chiedetegli ulteriori informazioni, sia in relazione agli aspetti emotivi della comunicazione, quando appaiono rilevanti, che a quelli razionali. 1. Considerate le differenze di opinione come un fatto naturale e come un aiuto piuttosto che come un ostacolo. Generalmente, quante più idee si esprimono, tanto maggiori sono le probabilità di conflitto, ma d’altra parte anche le probabilità di ottenere una buona decisione aumentano. 1. Considerate con diffidenza l’accordo raggiunto troppo in fretta. Cercate di capire quali ragioni hanno indotto le persone trovare un accordo apparente; se si verifica una immediata coincidenza di opinioni non accettatela prima di aver verificato se le ragioni che hanno indotto le persone ad accettare l’accordo sono effettivamente simili o complementari tra di loro. ORGANIZZAZIONE e’ la divisione del lavoro fra persone i cui sforzi devono essere coordinati per raggiungere specifici obiettivi CONCETTO DI ORGANIZZAZIONE ORGANON: STRUMENTO, ORGANO FISICO ERGON: LAVORO, OPERA, ESECUZIONE ORGANIZZAZIONE COME PRESENZA DI UNA : ATTIVITA’ FINALIZZATA svolta da PIU’ PARTI DI UN INSIEME COORDINATA ORGANIZZAZIONE COME DISCIPLINA UNA BUONA ORGANIZZAZIONE QUANDO LΥA TTIVITAΥSVOLTA DA CIASCUN ELEMENTO SI COMBINA AGEVOLMENTE CON QUELLA SVOLTA DA ALTRI IN MODO DA COMBINARSI AGEVOLMENTE. ORGANIZZAZIONI NELLA STORIA DI UNA ORGANIZZAZIONE SI POSSONO INDIVIDUARE 5 FATTORI FONDAMENTALI CHE NE DETERMIANO LO SVILUPPO 1. LΥETAΥDELLA ORGANIZZAZIONE (TEMPO) 2. LE DIMENSIONI DELLΥORGANIZZAZIONE (GRADO DI SVILUPPO) 3. I PERIODI DI EVOLUZIONE ( PERIODI DI CRESCITA SENZA SOVVERTIMENTI) 4. I PERIODI DI RIVOLUZIONE O CRISI (PERIODO DI GRAVE SCOMPIGLIO ) 5. IL RITMO DELLO SVILUPPO DI SETTORE IO NEL GRUPPO… SONO Il Bastian Contrario Il Creativo Il Moderatore L’Arrivista Il Conservatore La Pecora Nera Il Fante L’Infiltrato Il Public Relation Il Vecchio Saggio evidenzia le diversità, stimola le discussioni e a volte fa perdere tempo. non si ferma alla prima soluzione, e con la sua voglia di innovazione crea parecchie difficoltà. si accolla il compito di ricucire le diverse posizioni e propone compromessi Agisce in anticipo rispetto agli altri, per appropriarsi il merito e non si presenta mai a nome del gruppo Spinge indietro, ricordando il rischio delle novità e invitando alla prudenza è quello che è sempre ritenuto responsabile dei cattivi risultati Accetta le tendenze del gruppo e lavora silenziosamente senza far domande si sa che riferisce ai superiori su come va o non va il gruppo, prima che sia raggiunto l’obiettivo Rappresenta il gruppo verso l’esterno, estende le relazioni Parla poco, ascolta, offre un parere solo se richiesto NEL GRUPPO NON DOBBIAMO Criticare Giudicare Imporre Minacciare Moralizzare Incalzare Svalutare Accusare Prevaricare Isolarsi …non stai mai attento si deve fare così … se non fai così… Dovresti capire che è per il tuo bene È così sì o no?… …ma lascia perdere Tu stai facendo … Togliti dai piedi NEL GRUPPO DOBBIAMO Diagnosi Mi sembra di capire che… Consigliare Io farei … Razionalizzare Teniamo conto dei seguenti fattori Rassicurare C’è sempre un aspetto positivo Approvare Sì, va bene Rispettare Capisco il tuo punto di vista Coinvolgere Sentiamo il pare di tutti Incoraggiare Sarebbe interessante approfondire Richiamare Teniamo presente i limiti… Verificare E’ chiaro? Siamo d’accordo? ITAS VIA PRENESTINA