Spazio Tre XX edizione Teramo 3 - 27 maggio 2011 Programma LIBRI CINEMA FOTOGRAFIA TEATRO DANZA MUSICA Spazio Tre Comune di Teramo Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo Regione Abruzzo Provincia di Teramo www.maggiofesteggiante.it www.spaziotre.info XX edizione Ideazione e Direzione artistica SILVIO ARACLIO Sezione Cinema Maggio Italiano Ideazione LEONARDO PERSIA SILVIO ARACLIO Organizzazione LEONARDO PERSIA SILVIO ARACLIO Sezioni Libri Fotografia Teatro Danza Musica Ideazione SILVIO ARACLIO CARLA PIANTIERI Organizzazione CARLA PIANTIERI Ufficio Stampa ALLEGRA ARACLIO GIOVANNA NICOLAI Segreteria MANUELA LAMONICA Organizzazione tecnica teatro VINCENZO MACEDONE Immagine del Maggiofest STEFANO CANULLI Progetto grafico e realizzazione catalogo PIERO ASSENTI Stampa MULTIPROGRESS Documentazione video del Maggiofest PRODEO SNC Collaboratori: Piero Assenti Michele Ciccone Mauro Di Girolamo Davide Di Giuseppe Vincenzo Macedone Chiara Odoardi Serena Sacco Ringraziamenti: Guido Campana, Paolo De Bernardin, Antonio D’Orazio, Daniele De Santis, Stefania Ganeri, Antonio Topitti, Luigi Ponziani, Alba Riccioni. S ignore e Signori benvenuti alla XX edizione di MaggioFest! Come vedete il programma è vario e ricco di appuntamenti, ma il denominatore del nostro Barnum è lo spazio riservato ad artisti della nostra Città che variamente si sono affermati in campo nazionale. Per questo ventennale abbiamo voluto offrire loro una vetrina comune un oMaggio alla loro creatività e al loro talento. E via con musicisti raffinati (Paolo Di Sabatino) attori che da Spazio Tre hanno spiccato il volo (Marco Cassini, Piergiuseppe Di Tanno, Riccardo Ricci, Eugenia Rofi, Roberta Santucci...) artisti dell’immagine (Maurizio Anselmi e Giampiero Marcocci) e letterati che variamente hanno concorso al pensiero alto nella nostra Città (Daniela Attanasio e Francesco Sanvitale): naturalmente molti mancano all’appello, ma saranno nel prossimo cilindro! E poi un certo sguardo al Cinema d’Autore con Andrea Molaioli e per finire alla Danza con la unbelievable creazione di Meraviglia (con l’onda musicale degli Ex.Wave). Voilà, gradite le nostre Virtù! Il Direttore Artistico Silvio Araclio XX edizione PROGRAMMA LIBRI Martedì 3 maggio IL RITORNO ALL’ISOLA di Daniela Attanasio Nino Aragno Editore presenta lo scrittore Fabio Ciriachi Biblioteca Provinciale M. Delfico Sala Audiovisi - Ore 17,00 Mercoledì 25 maggio CHI IN SETTE TI PARTÌO TRADÌ L’IDEA DI DIO di Francesco Sanvitale Ed. il Centro/ANVRG interventi musicali Alba Riccionimezzosoprano al pianoforte Stefania Ganeri legge Mauro Di Girolamo Museo Archeologico - Sala San Carlo - Ore 18,00 CINEMA · Maggio Italiano Cinema d’autore ANDREA MOLAIOLI Venerdì 6 maggio Multisala Smeraldo Ore 17,30 La ragazza del lago (95’) Ore 21,15 Il gioiellino (110’) incontro con il regista Andrea Molaioli presenta il critico Leonardo Persia FOTOGRAFIA Sabato 7 · Domenica 22 maggio MAURIZIO ANSELMI · Le storie degli altri GIAMPIERO MARCOCCI · Ritratti di Palestina Torre Bruciata, via Antica Cattedrale Opening Sabato 7 maggio ore 18,00 Kurtz dj-set Orari mostra 18,00-20,30 sab. dom. 11,00-13,00/18,00-20,30 TEATRO RITORNO ALL’ISOLA* Spazio Tre Teatro Domenica 8 maggio - Ore 18,30 W>>intern da Jon Fosse regia PLB con Piergiuseppe Di Tanno Vijaya Bechis Boll Mercoledì 11 maggio - Ore 21,15 Le ombre di Riccardo Ricci con Riccardo Ricci Eugenia Rofi Roberta Santucci Domenica 15 maggio - Ore 18,30 L’orrore di/regia Marco Cassini con Mimosa Campironi Giulia Fratarcangeli Simone Gualtieri Domenica 22 maggio - Ore 18,30 La lezione di Eugène Ionesco coordinamento Silvio Araclio con Bartolomeo Giusti Vincenzo Macedone Eugenia Rofi DANZA Venerdì 20 maggio SONICS Performances volanti Meraviglia Teatro Comunale - Ore 21,15 MUSICA Venerdì 27 maggio PAOLO DI SABATINO Voices special guest FABIO CONCATO PEPPE SERVILLO Teatro Comunale - Ore 21,15 *titolo dalla raccolta di poesie di Daniela Attanasio LIBRI Martedì 3 maggio Biblioteca Provinciale M. Delfico Sala Audiovisi ore 17,00 IL RITORNO ALL’ISOLA Nino Aragno Editore di Daniela Attanasio Presenta lo scrittore Fabio Ciriachi N el ritorno di Daniela Attanasio c’è una seria competenza sentimentale: è un libro pieno di movimento e di racconto. Tutto comincia con alcune belle passeggiate cittadine che però trasfigurano in natura il cemento e le piazze, come incensieri che portano odori e dettagli: i calzari di Enea o la penna nel taschino di Brodskij ma anche l’isola -effettiva e affettiva- circoscritta dalla luce vuota del fiume urbano. Le parole rifondano sulla pagina un mondo percorso da vivi e semprevivi -sebbene sempreverde sia detta la morte- perché qui la scrittura è una conoscenza acquatica, infiltrante, espansiva, calma e lievemente attonita. Il Sole 24 Ore - 2 gennaio 2011 Il Manifesto - 25 marzo 2011 Qui ci sono precipizi di solitudine, memorie potenti...ci sono sottili sinfonie di percezioni. E c’è un cordoglio d’allegria, una condizione di fine dell’amore che ferisce e però invita come una rinascita. Una violenta esperienza sondata con la purezza di chi sa che ci deve essere qualcosa da conquistare Il ritorno all’isola è uno sperone, un raschio lavico di parole incagliate nel mare animato del vivere, è un libro pieno delle ondate di una lingua che si abbassa quasi al parlato e poi s’impenna. I versi hanno un andamento acquatico -e lo stesso la lingua che scivola dalla conversazione alla lirica su impasti di per fetto equilibrio... La memoria non è una figura piegata né ha la testa girata all’indietro, è invece una memoria della quale si fa uso per colmare il futuro. Davide Rondoni Maria Grazia Calandrone DANIELA ATTANASIO Biografia Romana, ha pubblicato con l’editrice Empiria i libri di poesia: La cura delle cose (1993), Sotto il sole (1988, Premio Dario Bellezza e Unione Scrittori Italiani), Del mio e dell’altrui amore (Premio Camaiore 2005) e con Nino Aragno Editore Il ritorno all’isola (2010). Sue poesie sono presenti nell’Almanacco dello specchio Mondadori 2009 e in numerose antologie e riviste italiane e straniere. Dal 2007 cura per la Fondazione Tercas Teramopoesia, rassegna sulla poesia moderna e contemporanea. Collabora con quotidiani e riviste letterarie. LIBRI Mercoledì 25 maggio Museo Archeologico Sala San Carlo ore 18,00 CHI IN SETTE TI PARTÌO TRADÌ L’IDEA DI DIO Pagine sul Risorgimento nel 150° dell’Unità d’Italia Ed. il Centro/ANVRG di Francesco Sanvitale Interventi musicali Alba Riccioni mezzosoprano Stefania Ganeri al pianoforte legge Mauro Di Girolamo I l 150° anniversario dell’Unità italiana da luogo ad un grande fiorire di opere didattiche, analisi, interpretazioni degli eventi, dei fatti, dei personaggi che hanno costituito il Risorgimento. Non mancano le evocazioni delle arti che offrono rappresentazioni di fatti storici e cercano di tradurne motivazioni e sentimenti: i quadri di Girolamo Induno, i grandi monumenti di Ferrari o Gallori e tanti altri, fissano la memoria e sono anche testimoni dei loro tempi. Ma ad accompagnare la battaglia, a spronare i soldati, ad esaltare i sentimenti del popolo, vi è un’arte primordiale e spontanea, la musica. Non è necessario essere intonati per cantare l’Inno Inno di Mameli: né allora né oggi. Quanto slancio, e quanta unità nazionale anche nell’Inno di Garibaldi, nella melodia del coro del Nabucco, nel Canto del Piave, o di canti meno solenni come l’orecchiabile Bella, ciao, dalle parole inconfutabilmente legate agli ideali della Resistenza. Francesco Sanvitale sfoggia, nel bel libro che ora presenta, il suo talento di musicologo, ma anche di storico, oltre al naturale entusiasmo. Traccia per il lettore la trama degli eventi sottostanti la nascita delle opere musicali come delle altre espressioni dell’arte dei tempi, persino con un’utile cronologia. Pone se si può dire le note sullo spartito, che è quello di grandi speranze, di guerre micidiali, di operazioni avventurose sempre condotte al pericolo della propria vita, di tutto quello che fa la storia di un popolo. dalla prefazione di Annita Garibaldi Jallet FRANCESCO SANVITALE Biografia Musicologo e storico: insegna, scrive, organizza in Italia e in giro per il mondo. Ama Garibaldi e il Risorgimento e ha tratto dall’oblio la figura e l’opera del musicista Francesco Paolo Tosti. E’ presidente della Sezione Abruzzo-Ortona e membro del Consiglio Nazionale, dell’Associazione Veterani e Reduci Garibaldini. Ha pubblicato, tra numerosi altri volumi: Francesco Paolo Tosti (Edt 1996), tradotto in inglese (Ashgate, Londra 2005) e in giapponese (Shogakukan, Tokyo 2008); Giuseppe De Luca, baritono inimitabile (Ianieri, 2007) è in uscita per la Edt di Torino il volume Sinfonia Eroica: Garibaldi e la musica del Risorgimento Italiano. CINEMA Venerdì 6 maggio Multisala Smeraldo Ore 17,30 La ragazza del lago Ore 21,15 Il gioiellino incontro con il regista presenta il critico Leonardo Persia Cinema d’autore Andrea MOLAIOLI I l cinema di Andrea Molaioli può sembrare contraddittorio. Su un impianto classico di scrittura, assai piano, con numerosi personaggi, sostanza psicologica che emerge gradualmente da un disegno appena accennato, prima istoriato, poi sempre più netto, si innesta una macchina da presa mobilissima, inquieta, eppure lontana dall’idea che abbiamo generalmente dei movimenti di macchina e del cinema che descrive dall’interno la frenesia e la nevrosi di ciò che rappresenta. Infatti lo sguardo del cineasta non appare mai frenetico o scomposto pur descrivendo, benissimo, con discrezione clinica, la nevrosi. Soprattutto l’innaturale solitudine, la tenebra dei rapporti umani dell’epoca in cui viviamo. Ne è un esempio, ne Il gioiellino, la storia gelidamente sadomaso tra il ragioniere Ernesto Botta (Toni Servillo) e la manager Laura Aliprandi (Sarah Felberbaum), fatta di rivalità e frustrazioni, inaspettate complicità, trattenuta nell’investimento emozionale, puramente e meccanicamente pulsionale, ma di una pulsione corrotta dal calcolo, dal raziocinio inteso nel senso peggiore del termine. E’ l’elemento in piccolo, privato, di un mondo globale, di furente e inappagata modernità, tristemente autoreferenziale e chiuso, che l’autore prima mostra a partire dall’individuo, dalla coppia, dal rapporto familiare, poi inizia a duplicare, rifrangere in specchi veri e specchi drammaturgici (i rapporti moltiplicati tra padre e figli e quelli dei singoli personaggi a contatto con la malattia, ne La ragazza del lago) per estenderla e allargarla sempre più, fino a delineare un’intera, terrificante, emozionalmente inibita e affollata, criminale società la cui evidente consistenza continua a manifestarsi soprattutto attraverso il riflesso solitario sul singolo, sui suoi rarefatti balbettii. Quello che sembra un’esposizione progressiva di personaggi, all’inizio collegati solo per contiguità spaziale (l’azienda, la cittadina di provincia) o girando intorno a un avvenimento principale (un omicidio), un modo di essere e fare (la new economy), assume a poco poco un carattere unitario, omologato, soffocante e claustrofobico. Cinema politico atipico, che, come i personaggi de La ragazza del lago, chiede continuamente «perché?» o, ad libitum, ripete «non è vero, non è vero, non è vero.... ». Il vituperato minimalismo del cinema italiano a partire dagli anni ’80, per molti versi ombelicale, incapace di reggere e leggere la Storia, si rinnova allora in uno sguardo d’insieme d’indiscutibile chiarezza e profondità d’analisi. CINEMA La valenza dimostrativa e allusiva dello scorcio s’intensifica e si supera nella relazione e nell’impressione d’insieme. Quella piccola frazione d’esistenza che si rende ed è restituita come mondo, superando le contingenze del cinema di denuncia, delineata in un poetico, pudico, pertinente carattere d’unità, rompe la superficie plumbea dell’inerzia espositiva, riuscendo a inscrivere in uno stile di essenziale smarrimento il blocco disincantato e disincarnato, tragico, del nostro Paese, e poi del pianeta. Si comprende meglio così l’apparente contraddizione da cui siamo partiti. Quella macchina da presa che, senza mai diventare fisica, gira intorno ai corpi. Li scruta, li avvolge, li interroga, cercando di indagare attraverso i volti l’interiorità. I numerosi carrelli, le panoramiche a schiaffo, le gru e gli scivolamenti in steadycam sono il segno di un’inquietudine reale, indignata e civile, non aggressiva né voyeuristica, a contatto stretto con la propria materia. Orrenda ma mai compiaciuta. Lo sguardo di Molaioli è intriso di razionalità, stavolta nell’accezione più nobile della parola, di chi vuole conoscere e sapere, analizzare e non (facilmente) giudicare. Uno sguardo controcorrente, capace di passare dal primo piano della ragazza assassinata al totale del lago che rispecchia il cielo e poi si riempe di esseri umani accorsi, evocati per assolvenza (il contrario della dissolvenza). Punto di vista che prende le distanze, come quando un dolly spicca il volo, ergendosi molto al di sopra dei coniugi Rastelli de Il gioiellino, da tutti stimati e salutati, per arrivare in una posizione deterritorializzata che traduce il risultato di una scelta morale, mettendone in evidenza lo straniamento spaziale (alieno?) dello stesso. Ciò non impedisce all’autore di entrare all’interno dei suoi personaggi, di confondersi, senza lasciarsi intrappolare, con il loro degrado esistenziale, la loro pietosa paura. All’inizio de La ragazza del lago, la soggettiva del commissario Sanzio (Toni Servillo), con un successivo movimento di macchina che ne oltrepassa il corpo scrutandolo di spalle, si raccorda direttamente con la lucida oggettività dello sguardo dell’autore. Il quale, in tal modo, enuncia il rigore di un’intenzione registica atta a stabilire distanze di segno ideologico ed espressione, contemporaneamente, di un’attenzione umanistica, vicina davvero al proprio campo umano d’indagine, e per questo mai televisiva, invasiva. La sua è curiosità autentica, spessore problematico di un distacco che non può rinunciare al movimento, alla tipologia di inquadrature mosse che segnano il rifiuto di una superficie compatta delle cose eppure restano inamovibili nel e dal punto di vista di chi osserva e analizza: quindi, di riflesso, anche di uno spettatore reso attivo e mai sedotto. Il cinema di Andrea Molaioli è secco e taglia il superfluo, ipotecando l’emozione facile e lo snodo narrativo scontato. Funziona come specchio aspro e mai ludico di rapporti alienati, emblematico nel suo implicito furore descrittivo che si articola attraverso la disarticolazione. Ogni elemento della messinscena riproduce e ribadisce l’universo contrastante di un’inautenticità che viene svelata come tale a partire dall’autenticità del proprio sguardo. Contiene il segno di un’ambiguità costruttiva, dove in concomitanza emergono e si scontrano elementi opposti. Il lavoro di sottrazione interpretativa di Toni Servillo, ad esempio, oltrepassa paradossalmente le righe, è misurato ed esagerato allo stesso tempo. La musica di Theo Teardo, dove l’elettronica si mescola alla strumentazione classica, al violoncello, si contrappone, una volta di più, a immagini già molto contrapposte al loro interno. La diversità dei significanti interviene sul piano del linguaggio, è il segno distintivo di un cinema dialettico, di determinata indeterminatezza, e perciò inequivocabilmente significativo. Appassionatamente lucido. Sul punto di esplodere ma trattenuto. Discreto, intenso. Leonardo Persia ANDREA MOLAIOLI Biografia Andrea Molaioli (Roma, 1967) ha iniziato a lavorare nel cinema nel 1988, prima come assistente alla regia e poi come aiuto regista, lavorando con alcuni tra i più importanti registi italiani. Tra essi, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti, Pasquale Pozzessere, Mimmo Calopresti, Leone Pompucci, Giovanna Gagliardo, Marco Risi. Proficua la collaborazione con Nanni Moretti, per il quale è stato aiuto regista in Palombella rossa (1989), Caro diario (1993), Aprile (1998). In relazione a quest’ultimo film, dove interpreta se stesso, realizzerà pure lo speciale televisivo Diario d’aprile e, nell’ambito del progetto collettivo morettiano I diari della Sacher (2001), firma Bandiera rossa e borsa nera nera, basato sul diario di guerra della tredicenne Gloria Chilanti, figlia di genitori impegnati nella Resistenza, nella Roma del 1944, occupata e ridotta alla fame. Tali collaborazioni lo inquadrano già come cineasta con il gusto dell’impegno, profilato però da una forma meno scontata, più sottile, ironica quanto cau- CINEMA stica, aperta persino a contaminazioni di genere, che si ritrova completamente nel lungometraggio d’esordio, La ragazza del lago. Il film, scritto dal regista insieme a Sandro Petraglia, sulla base del romanzo della norvegese Karin Fossum Lo sguardo di uno sconosciuto, si rifà a codici narrativi di genere ben precisi, con lo scopo però di uscire dai cliché abituali del filone per indagare sugli aspetti emotivi dei personaggi, sullo sfondo decisamente notevole di un’ambientazione friulana.. Come dichiara lo stesso autore, «C’è un poliziotto che indaga e vive problemi personali che sono lo specchio delle vicende sulle quali indagherà nel dipanarsi della storia verso la soluzione dell’enigma, che è il ritrovamento del corpo senza vita di una ragazza». Il film risulta quindi, più che un giallo (ai cui codici narrativi comunque appartiene), uno sconsolato reperto sull’Italia di oggi, sulla provincia omologata tanto a nord quanto a sud. Nel Friuli rinato dalle macerie dei terremoti, tipici dei terreni carsici, restano sepolti i tanti personaggi, ugualmente colpevoli e ugualmente innocenti, personaggi che hanno una qualche mancanza, a cui è accaduto qualcosa che impedisce loro di essere pienamente. Il regista lavora di sottrazione, eliminando i dati di cronaca e tutto quello che avrebbe reso scabrosa la vicenda. Alla fine rimane la storia di un dolore insopportabile, formalizzato nelle convenzioni narrative e stilistiche del genere. Più il film si avvicina alle dinamiche profonde ed eterne dei rapporti umani, più riesce a fissare lo sfondo, la copertura, il dato quotidiano. L’opera, presentata alla XX Settimana Internazionale della Critica a Venezia, ha ricevuto dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici il premio ISVEMA 2007 mentre il protagonista Toni Servillo è stato invece insignito del premio Francesco Pasinetti. Il film, con i suoi autori e interpreti, è stato anche protagonista dell’edizione 2008 del premio David di Donatello vincendo 10 statuette tra cui quella per il miglior regista e il miglior regista esordiente per lo stesso Andrea Molaioli. Con il secondo film, Il gioiellino (2011), ispirato al caso Parmalat, Molaioli si è trasferito in Piemonte, da dove ha continuato a guardare la provincia italiana come singola metafora di una società italiana viziata e sofferente. Se La ragazza del lago avviava un’indagine introspettiva a partire da un corpo senza vita annegato e poi abbandonato sulla riva, il nuovo lavoro si concentra su una corporation affogata dai debiti e poi costretta alla bancarotta. In entrambe le pellicole, al centro della vicenda c’è un Toni Servillo gelidamente coinvolto. Un attore perfettamente intonato alle atmosfere “in togliere”, minimalizzate eppure collettive, dei due film che, da soli, hanno imposto sulla scena del nuovo cinema italiano il nome di Andrea Molaioli. LA RAGAZZA DEL LAGO Regia: Andrea Molaioli Sceneggiatura: Sandro Petraglia Fotografia: Ramiro Civita Montaggio: Giogiò Franchini Musiche: Theo Teardo Anno: 2007 Durata: 95’ Interpreti: Toni Servillo, Valeria Golino, Omero Antonutti, Sara D’Amato, Anna Bonaiuto, Fausto Maria Sciarappa, Fabrizio Gifuni, Nello Mascia, Marco Baiani, Giulia Michelini, Denis Fasolo. Un tranquillo paese del nord Italia, sperduto tra le montagne, è scosso dal ritrovamento del cadavere di una ragazza, abbandonata nuda sulle rive del lago, assassinata forse dalla mano gentile di un conoscente più che dall’atto brutale di un estraneo. Scoprire il male che si nasconde all’interno della comunità stessa è il compito del commissario Sanzio (Toni Servillo), nuovo della zona, che nel corso dell’indagine porterà a galla altre tristi verità. Sulla misteriosa morte di Anna, studentessa e giocatrice di hockey, indaga quindi, il commissario Giovanni Sanzio, padre ruvido e introverso di Francesca (Giulia Michelini). Procedendo in un’indagine investigativa ed esistenziale scoverà l’assassino e attribuirà il giusto senso alla sua vita, finora in perenne disordine esistenziale. “Un film e Toni Servillo. L’impressione è che la presenza e il lavoro del migliore attore italiano del momento assomiglino a quelle del sole in una giornata d’estate. Dall’amniotico buio della sala dapprima sorgono i chiarori dell’alba, sfumati, ma già tersi in cui appaiono i caratteri del personaggio assieme al profilo degli sfondi. Poi si fa strada una luce più vivida, abbagliante che riempie lo schermo, nutre la suspense e rassicura il viaggio dello spettatore. Infine arriva il crepuscolo, che protegge i soprassalti della CINEMA mente e del cuore, mantiene vivo il calore della messinscena e riporta nell’ombra il tormento e l’estasi dell’incarnazione.” (Valerio Caprara, Il Mattino Mattino). “Là dove giace il corpo nudo di una bella ragazza senza vita, sulla tranquilla riva del lago carnico del titolo, non ci sono riflettori tv e flash dei fotografi ad illuminare la scena del delitto. Il rischio, addirittura, è che non si faccia nemmeno caso alle impronte da rilevare lasciate per terra. Pare un altro mondo, quest’Italia di provincia descritta da Sandro Petraglia e finita sotto la lente d’ingrandimento dalla macchina da presa di Andrea Molaioli. Il ritmo dell’agire di abitanti, presunti assassini, funzionari di polizia è qualcosa di metafisico che si spalma e scioglie sulle pareti del quadro come in un dipinto di Dalì.” (Davide Turrini, Liberazione). Liberazione “Bella ragazza nuda trovata cadavere di fronte al lago. Sospiro di sollievo: «che fortuna che è morta lei». Ma non sarà facile trovare assassino e movente, nonostante l’eccentrica professionalità degli inquirenti. Tutti possono essere colpevoli: il fidanzato pelandrone, il padre inquietante, il fidanzato segreto, da buon borghese troppo sospetto (Fabrizio Gifuni), l’ex moglie gelosa del fidanzato segreto, che è Valeria Golino e sa verniciare sguardi e gesti di tali ambiguissimi strati..., lo scemo del villaggio che «non ha mai fatto male neanche a un coniglio», anzi «spancerebbe chiunque lo toccasse, quel coniglio», e soprattutto il suo rude padre padrone, Omero Antonutti, più selvatico che mai.” (Roberto Silvestri, Il Manifesto Manifesto). “In un periodo in cui il cinema sembra troppo urlato La ragazza del lago fa capolino ricordandoci che ogni tanto una storia quasi bisbigliata può lasciare attoniti per la sua forza comunicatrice. (...) Tutto è al servizio della storia, niente virtuosismi che avrebbero appesantito inutilmente l’anima intimista e minimalista del libro da cui è tratto il film. Servillo punta su una recitazione essenziale, incentrata su piccoli gesti, silenzi e dove serve vigorose intemperanze regalandoci così il ritratto di un uomo stanco, ma mai in completa balia degli eventi che lo circondano, che raccoglie pazientemente piccoli frammenti di un puzzle di cui cerca il senso, mentre la malattia divora la memoria della moglie. Tessere le lodi del cast o di alcuni attori sarebbe un errore, lo sforzo di ogni singolo è indirizzato al quadro d’insieme, nessuna figura ne emerge, ma per propria volontà non certo per mancanza di bravura a testimonianza del concetto di gioco di squadra che si percepisce da questa pellicola. La macchina da presa ci immerge in questa sonnolenta realtà, i suoni della natura si dividono la scena con l’ottima e mai fuori luogo colonna sonora. L’obiettivo indugia su scorci paesaggistici che ci incantano anche quando la superficie di questa apparente tranquillità vien increspata dal macabro ritrovamento. Molaioli ci accompagna tra personaggi e dialoghi cogliendo pause e sguardi, mai invadente, come un osservatore timido, ma attento e noi spettatori veniamo rapiti da questa storia dai toni rarefatti, la cui natura di romanzo giallo diventa una scusa per raccontare luoghi e personaggi che ci appaiono così vicini e per una volta tangibili nella loro umanità. Unica pecca, se così la possiamo chiamare, è che forse in un’epoca dominata dai mass-media come in quella in cui viviamo, un delitto come quello del film avrebbe attirato la morbosa attenzione di stampa e televisione trasformando il luogo in un circo mediatico, ma ciò non toglie nulla alla genuinità di un’opera assolutamente da riscoprire.” (Pietro Ferraro, www.ilcinemaniaco.com). www.ilcinemaniaco.com CINEMA IL GIOIELLINO Regia: Andrea Molaioli Sceneggiatura: Andrea Molaioli, Ludovica Rampoldi, Gabriele Romagnoli Fotografia: Luca Bigazzi Montaggio: Giogiò Franchini Musiche: Theo Teardo Anno: 2011 Durata: 95’ Interpreti: Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felbermaum, Fausto Maria Sciarappa, Lino Guanciale, Vanessa Compagnucci, Lisa Galantini, Renato Carpentieri, Gianna Paola Scaffidi. La Leda è una delle maggiori aziende agro-alimentari del Paese: ramificata nei cinque continenti, quotata in Borsa, in continua espansione verso nuovi mercati e nuovi settori. Quello che si dice un gioiellino. Il suo fondatore, Amanzio Rastelli, padre padrone dell’azienda, ha messo ai posti di comando i suoi parenti più stretti: il figlio, la nipote, più alcuni manager di provata fiducia - malgrado i loro studi si fermino al diploma in ragioneria. Un management inadeguato ad affrontare le sfide che il mercato richiede a Leda. E infatti il gruppo s’indebita. Sempre di più. Non basta falsificare i bilanci, gonfiare le vendite, chiedere appoggio ai politici, accollare il rischio sui risparmiatori attraverso operazioni di finanza creativa sempre più ardite. La voragine è diventata troppo grande e si prepara a inghiottire tutto. “Anche se nel film di Andrea Molaioli (per ragioni piuttosto ovvie, non ultima la libertà narrativa degli ideatori: con il regista, Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli) i nomi sono inventati e inventato è un marchio di latte e di prodotti alimentari inclusi loghi e campagne pubblicitarie, risulta evidente il riferimento a Parmalat, al suo patron Calisto Tanzi, a tanti altri personaggi reali - del suo entourage aziendale e familiare, della finanza, della politica - di una storia a tutti nota a partire dal 2003-2004, quando fu scoperto il baratro.” (Paolo D’Agostini, La Repubblica Repubblica). “«Possiate morire di morte lenta e dolorosa, voi e i vostri cari». Lo dice con cattiveria impassibile il ragioniere Botta, portato via dalla finanza mentre si consuma il crac annunciato dell’azienda «familiare» che però non ha rinunciato a entrare nei giochi (sporchi) della finanza globale. E mentre l’oscuro ragioniere fissa qualcosa dalle sbarre del cellulare, gli altri si affannano inutilmente a cancellare le prove delle truffe spaccando i computer e gettando le carte nel fiume... Siamo in una non precisata provincia italiana, ma in quelle strade ordinate, e nei sorrisi borghesi di riverenza, messa e paste della domenica, riconosciamo la Parma di Calisto Tanzi, come nel crollo della Leda, società di latte e prodotti alimentari, quello che nel 2003 ha travolto la Parmalat, e soprattutto i risparmiatori che avevano investito in borsa sui titoli della società.” (Cristina Piccino, Il Manifesto Manifesto). “«I soldi non ci sono? Inventiamoceli». Lo dice Toni Servillo quando il suo personaggio, direttore finanziario di un’azienda alimentare in sofferenza, l’incammina alla bancarotta fraudolenta. Accade nel Gioiellino, film di Andrea Molaioli, da oggi nella sale italiane. Riferimenti a persone in carne e ossa e a fatti realmente accaduti - il caso Parmalat - non sono casuali. Non è una novità, il cinema - come la narrativa -riproduce la realtà specie quando nega di farlo. La novità è che Molaioli resta ad alti livelli anche dopo La ragazza del lago, che l’aveva rivelato, e si sa che l’opera seconda è sempre più difficile dell’opera prima.” (Enrico Marletti, Il Secolo d’Italia d’Italia). “Un film italiano di seria qualità. Come quelli che realizzavano Francesco Rosi e Elio Petri negli anni d’oro del nostro cinema civile. L’ha diretto, anche scrivendolo, Andrea Molaioli che ha trionfalmente esordito qualche anno fa con “La ragazza del lago”, lodato dalla critica, festeggiato dal pubblico, fatto segno a premi di sicuro prestigio. Oggi si fa ispirare, neanche CINEMA molto in filigrana, da quel crac Parmalat che ha lasciato dietro di sé veri e propri disastri ai danni di una moltitudine di risparmiatori.” (Gian Luigi Rondi, Il Tempo Tempo). ““IlIl gioiellino punta a dare una linea coerente a forma e sostanza, scegliendo di raccontare un fatto di cronaca significativo della nostra epoca non in maniera didascalica ma attraverso le pulsioni di alcuni protagonisti della vicenda. L’Italia dell’alta finanza qui si specchia nel volto burbero e determinato del sempre monumentale Toni Servillo (in interpretazioni che rischiano ogni volta di fagocitare il resto del film) e quello più disinvolto e (forse) umano di Remo Girone. Marginale e meno pregnante la figura della nipote di Rastelli, interpretata da Sarah Felberbaum, intelligente e determinata figura di donna che prenderà parte all’avventura aziendale, lasciandosi per un attimo sfiorare dall’incanto emotivo, senza mai perdere però di vista le sue priorità. Tre personaggi con la comune voglia di arrivare, trainati dai loro obiettivi fin sull’orlo del precipizio e poi rovinati a terra senza paracadute. Un tragico volo di Icaro racchiuso nella plumbea fotografia del fidato Luca Bigazzi e nel ricercato realismo del suono in presa diretta a cura di Mario Iaquone, e di ambienti fasulli (dove spiccano in bella vista la Bibbia e mille altri volumi di plastica) quanto il conto da 14 miliardi, in cui è facile perdersi sempre più difficile ritrovarsi. Un punto di vista che osserva senza ergersi a giudice, lasciando invece che siano luoghi e personaggi a parlare, per un film senza dubbio interessante che ha molti elementi di forza e che viene meno solo nell’appeal narrativo, forse sminuito dal fatto che la storia sia nota e che non ammetta dunque alcun colpo di scena, o dal fatto che la mancanza di una presa di posizione forte, non permetta allo spettatore il classico schieramento nelle file delle forze del bene, o del male. Perché il bene e il male qui sono una cosa sola, un mescolarsi di ideali e sentimenti che non può che confonderci, in un mondo in cui è sempre più difficile scindere i buoni dai cattivi.” (Elena Pedoto, www.everyeye.it). www.everyeye.it FOTOGRAFIA Sabato 7 · Domenica 22 maggio Torre Bruciata via Antica Cattedrale Opening Sabato 7 maggio ore 18,00 Kurtz dj-set Orari mostra 18,00-20,30 sab. e dom. 11,00-13,00/18,00-20,30 L Maurizio ANSELMI Le storie degli altri e immagini realizzate per questo progetto si ispirano a problematiche di carattere sociale e vengono realizzate non in forma di reportage, ma appositamente create e costruite attraverso le tecniche della fotografia tradizionale e cinematografica. Caratterizzate da un tono surreale e quasi fiabesco, le immagini rimandano comunque a temi forti ed estremamente toccanti, senza essere al tempo stesso cruda rappresentazione della realtà. Atteggiamenti sospesi a metà fra un prima e un dopo, personaggi che dipingono attraverso il corpo, turbamento orrore a volte preoccupazione, come se qualcosa di straordinario o sconvolgente stia accadendo o sia già accaduto. L’inquietudine sprigionata da ogni scatto cerca di catturare l’attenzione per ricostruire un accaduto, ciò che si è appena compiuto sulla scena, mentre l’uso scenografico del- la luce taglia lo spazio e l’aria aumentando l’intensità del momento in una drammaticità teatrale. Le immagini proposte non vogliono essere spontanee nè attimi rubati all’eternità ma sono al contrario, studiate e create nel dettaglio simili a fotogrammi tratti da film di David Lynch e Spielberg: di fronte ad esse ci si ferma a pensare... Una mise en scène davvero articolata, realizzata partendo dall’individuazione delle varie location per poi passare all’elaborazione progettuale dell’allestimento dei rispettivi set. L’abbinamento delle location con ciascuno dei temi affrontati dà alle immagini una caratteristica simbolica, resa possibile anche dal posizionamento del punto di ripresa, dalla scelta degli accessori e dei colori. Tutte le storie fotografate ci appartengono, ci sono quotidianamente vicine, ci coinvolgono direttamente, fanno parte della vita di tutti noi, potrebbero toccare i nostri affetti, le nostre famiglie, la nostra stessa esistenza... possono non essere le Storie degli altri. Maurizio Anselmi MAURIZIO ANSELMI Biografia Nato a Teramo nel 1957, si laurea al D.A.M.S. di Bologna. Negli anni ‘80 inizia l’attività di fotografo pubblicitario e collabora con importanti agenzie pubblicitarie, dedicandosi alla fotografia di moda. Le sue immagini compaiono sulle maggiori riviste nazionali come Panorama, Max, Amica, Vogue Sposa e Sposa Bella. Negli anni ‘90 riceve i primi riconoscimenti a livello nazionale: le riviste Fotopro e Il Fotografo Professionista, s’interessano alla sua attività pubblicando articoli e redazionali. La sua ricerca in campo culturale, è incentrata in gran parte sul patrimonio artistico abruzzese. Tra le collaborazioni di rilievo: i volumi della collana Documenti dell’Abruzzo Teramano edito dalla Tercas, La Cappella Sistina della Maiolica - Il Soffitto della Chiesa di San Donato di Castelli Castelli, edito da Andromeda Multimedia. Numerose immagini di quest’ ultima opera sono pubblicate sulla rivista d’arte FMR di Franco Maria Ricci Editore. Dal 2003 al 2007 è fotografo dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e della rivista ABC Abruzzo Beni Culturali Culturali. Nel 2004 cura il calendario In Volo sul Parco ed in seguito i volumi Sapori della Natura, Sapori della Cultura e Santo Stefano di Sessanio, il borgo della rinascita.. Suggestivi ed emozionanti, infine, la mostra ed il libro Colpiti nel cuore, conoscere per ricostruire del 2009, che raccolgono le drammatiche immagini realizzate immediatamente dopo il tragico sisma del 6 aprile che ha sconvolto la città de L’Aquila ed il territorio abruzzese. Nel 2009 pubblica Ager Praetutianus Praetutianus, Omaggio al paesaggio teramano - Artemia Edizioni-, una raccolta di immagini dal Gran Sasso alla costa adriatica, dalle colline ai borghi e paesini medievali dell’entroterra. FOTOGRAFIA Sabato 7 · Domenica 22 maggio Torre Bruciata via Antica Cattedrale Opening Sabato 7 maggio ore 18,00 Kurtz dj-set Giampiero MARCOCCI Ritratti di Palestina Orari mostra 18,00-20,30 sab. e dom. 11,00-13,00/18,00-20,30 G iampiero Marcocci è fotografo e, in occasione di un recente viaggio in Terra Santa, tra dicembre e gennaio scorsi, è entrato in contatto con la drammatica realtà palestinese. Ha visitato Gerusalemme e i territori occupati, Betlemme, Gerico, Hebron, Nablus, restando profondamente colpito dalla precarietà e dalla povertà estrema che improntano l’esistenza di quelle popolazioni... egli è stato impressionato dalla loro dignità, da una forte identità... che li trattiene tenacemente alla vita. Una situazione pesantissima, più grave e comunque diversa da quanto lasciano filtrare in Europa i grandi mezzi di comunicazione. A richiamare l’attenzione di Marcocci sono stati in particolare i bambini; e ai bambini palestinesi egli ha dedicato un intero reportage fotografico, da cui ha adesso tratto i trentacinque ritratti che costituiscono questa installazione dal forte accento corale: Ritratti di Palestina. Volti e occhi incuriositi e imbronciati, divertiti e disorientati, comunque innocenti, ma condannati a pagare il prezzo più elevato di una tragedia che appare, quanto meno ad un giudizio umano, senza soluzione, priva di una credibile via di uscita. Bambini costretti a confrontarsi quotidianamente con situazioni crude e violente, assolutamente inadatte ad una infanzia a cui, oltretutto, sono stati negati svago e serenità; spesso gli affetti più cari. Marcocci ha visitato un orfanotrofio, dove sono accolti bambini che i lutti e le miserie di una guerra senza fine hanno privato della famiglia. E’ entrato nei campi profughi che inalberano come insegna una chiave, quella delle case che essi hanno dovuto abbandonare e in cui sperano, nonostante tutto, di poter tornare. Le Beatitudini, vuol dirci l’artista, non appartengono a contesti lontani nello spazio e nel tempo; parlano nella muta (ma assordante) richiesta di giustizia che si alza da questi volti infantili e che supera, naturalmente, il contesto geografico, politico, culturale che essi testimoniano. Carlo Fabrizio Carli GIAMPIERO MARCOCCI Biografia Nato nel 1971, si occupa di fotografia dal 1994. Dopo aver conseguito la maturità all’Istututo Tecnico Industriale frequenta a Roma l’Istituto Superiore di Fotografia. Frequenta vari workshop con professionisti tra i quali Maurizio Buscarino e Paolo Pellegri. È titolare di uno studio fotografico a Teramo dove si occupa di fotografia commerciale e di reportage sociale e di viaggio. Tra le esposizioni e i riconoscimenti più importanti segnaliamo il Premio Arte Mondadori alla Permanente di Milano, la Triennale di Arte Sacra Contemporanea di Lecce, Immagini del Gusto al Centro Nazionale Della Fotografia D’Autore di Bibbiena, il Premio Termoli alla Galleria Civica di Arte Contemporanea. Tra i vari premi il Concorso 626 Comunicazione & Sicurezza del Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, si è aggiudicato nel 2005 il Premio Speciale Ventaglio D’Oro all’interno del Premio Arte Mondadori di cui è finalista, nel 2006 finalista del Premio Pagine Bianche D’Autore; nel 2008 il Premio Bronze Award per la categoria Ritratto e nel 2010 i Premi Gold, Silver e Bronze Award nella categoria reportage a Orvieto Fotografia Professional Photography Awards. KURTZ aka Bernardo Di Sabatino, musicista, dj, producer, suona musica elettronica downtempo muovendosi con agilità tra chill-out, lo-fi, trip-hop e deep-house. Un dj-set che non si esaurisce nella selezione del sound adatto alle circostanze, piuttosto una performance live dove loops, textures e campionamenti si fondono con l’esecuzione di tracce di artisti come Groove Armada, Bonobo, Flying Lotus, Dzihan & Kamien. TEATRO RITORNO ALL’ISOLA* Ritorno all’isola è titolo di un primo Festival teatrale dedicato ad atti unici scritti, interpretati o diretti da giovani attori teramani che hanno frequentato, prima di intraprendere la carriera, la Scuola di Teatro Spazio Tre diretta da Silvio Araclio. Tre atti unici originali al loro debutto e La lezione di Ionesco in un nuovo allestimento. Questo il programma della I edizione e ci auguriamo di averne una prossima con nuovi debutti e nuovi ritorni. *titolo dalla raccolta di poesie di Daniela Attanasio Domenica 8 maggio Spazio Tre Teatro ore 18,30 W>>INTERN nei pressi di Jon Fosse Il futuro ci appare antico come il passato Antonio Maria Lisboa con Piergiuseppe Di Tanno Vijaya Bechis Boll regia PLB scenografia Gabriella Di Tanno D ove si avvera l’incontro di due sconosciuti? Un parco, una panchina. Quando? Ieri, tra poco, due mesi fa. Niente di più ordinario. Eppure incontrarsi può capitare in uno spazio non rintracciabile Piegiuseppe Di Tanno grazie a nessuna mappa e in un tempo non misurabile, sospeso fra la realtà visitabile e il non detto che si può ascoltare. Un uomo e una donna collidono dentro il loro abbraccio, studiano l’occasione di sostenersi a vicenda. Le interruzioni dei loro discorsi comunicano il bisogno che hanno di sentimenti, l’illusione di poter mettere da parte una vita intera e di ricominciare. Se è possibile scrivere ciò che non si può dire, come pensa J. Derrida, allora al di là delle voci e dei corpi sarebbe prezioso trascinare sulla scena tutto quello che esiste in potenza nella partitura testuale o che viene mascherato, ogni pulsione che si sceglie di non dire e che non si ha il coraggio di accennare. Ci vuole orecchio per distinguere la musica indecente e distruttiva di questo ossessivo concerto per creature umiliate. Durante i silenzi di Inverno, testo del 2000, si mettono a danzare un uomo e una donna. JON FOSSE, classe 1959, staziona nei piani alti del teatro contemporaneo e l’ascesa è stata rapidissima in patria, dove in dieci anni è diventato l’autore più rappresentato dopo Ibsen, e altrettanto veloce in Europa e negli Stati Uniti. La sua drammaturgia mette a fuoco le tare umane, gli scarti inavvertibili nei cortocircuiti del linguaggio sociale e domestico, la compresenza molesta di più età in un’unica persona, l’inferno di qualsiasi slancio d’amore, la scelta drastica del tacere. Nei suoi testi, rapporti poco lusinghieri e tragedie imperscrutabili restituiscono il silenzio appena parlato. La sua scrittura domina il non-detto, sviluppa un linguaggio freddo e asettico, che costruisce l’atmosfera turbata di una commedia umana senza più limiti di tempo, di luogo o di sesso. PIERGIUSEPPE DI TANNO, nato a Teramo, dopo aver frequentato i Corsi di recitazione di Spazio Tre con Silvio Araclio, si è diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, ha lavorato con Lorenzo Salveti, Piero Maccarinelli, J.S.Sinisterra, Sergej Tcherkasskij, Paolo Magelli, Toni Cafiero, Giancarlo Sepe, Marcello Magni, Massimo Di Michele, Juan Diego Puerta Lopez. Dal 2007 collabora intensamente con il Teatro Nazionale Croato ‘Ivan pl. Zaic’ di Rijeka. Al cinema ha partecipato di recente a Venti Sigarette di Aureliano Amadei, vincitore della sessione Controcampo Italiano alla Mostra del Cinema di Venezia. Il suo è un percorso di contaminazione: un’indagine tra il corpo e la parola, il teatro e la danza. Ha curato di recente la preparazione fisica della compagnia Toujours Grande et Belle al Theatre La Balsamine di Bruxelles. VIJAYA BECHIS BOLL si è diplomata presso Il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ha studiato con Maestri quali M. Bellocchio. Lavora in Francia in progetti diretti da Anatoli Vassiliev. Lavora in cinema e televisione. Di recente ha partecipato a Primo incarico, un film di Giorgia Cecere, presentato al Festival del Cinema di Venezia. TEATRO Mercoledì 11 maggio Ritorno all’isola Spazio Tre Teatro ore 21,15 LE OMBRE di Riccardo Ricci con Riccardo Ricci Eugenia Rofi Roberta Santucci musiche originali Luca D’Alberto compagnia Tre Polveri Sottili Riccardo Ricci Eugenia Rofi Roberta Santucci U na giovane ed indifesa laureata in lettere viene adescata in strada da un misterioso individuo. Condotta in un ‘agenzia si ritroverà seduta davanti ad un contratto standard a cui manca solo la sua firma... Tre personaggi. Un ‘anima ingenua e due iene manageriali sono i protagonisti di una macabra danza sul bordo del vuoto dei nostri giorni. Una violenza conforme e massificante, un rito di iniziazione al mondo professionale dalle tinte oscure ed inquietanti. Le Ombre è una pièce, dal carattere fortemente grottesco, che riecheggia deliberatamente lo stile di un certo teatro dell’assurdo e ha la volontà di raccontare in questa chiave, la delicata realtà del futuro professionale giovanile. RICCARDO RICCI, nasce a Teramo dove consegue la maturità classica. Dopo aver frequentato i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Silvio Araclio, si diploma a Roma all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Inizia a lavorare con Lorenzo Salveti e successivamente in rassegne estive del Teatro Silvano Toti con la direzione artistica di Gigi Proietti e in seguito con la compagnia di Michele Placido. Ha lavorato per alcune fiction Rai e Mediaset e in alcuni film diretti da Michele Placido. Scrive per il Teatro. EUGENIA ROFI, nata a Teramo. Dopo aver frequentato i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Carla Piantieri e successivamente con Silvio Araclio, si laurea a Roma in Letteratura, Musica e Spettacolo e si diploma nel 2008 presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Partecipa agli spettacoli: Revisore, IOeIO, La Casa di Bernarda Alba, Macbeth... I fatti di Fontamara, di e con M. Placido, Amleto, regia di V. Rosati (Premio Sandro D’Amico , Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010), con il Teatro Stabile delle Marche, On Winnie Winnie, testo e regia V. Manna (Premio S.I.A.E. Talenti emergenti, Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010)... ROBERTA SANTUCCI, dopo aver conseguito la maturità classica, frequenta i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Silvio Araclio. Diplomata presso l`Accademia Nazionale d`Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, prosegue la sua formazione con i maestri N.Karpov, J.Sinisterra, K.Weinder, S.Main,A.Wirth, F.Ansalone. E` tra le fondatrici di The Company Company, compagnia teatrale che collabora spesso con Michele Placido ed è impegnata con la produzione di spettacoli e la realizzazione di progetti di sensibilizzazione e diffusione della cultura teatrale in territori problematici (Alétheia: Alétheia: Tor Bella Monaca per San Luca e Officine culturali-Salto cicolano cicolano). Ha lavorato in produzioni televisive e cinematografiche e affianca all’attività di attrice quella di formatrice in scuole e aziende e di aiuto regia (nel 2010 è stata l’aiuto regia del M. Silvio Araclio in La Bohème Bohème). TEATRO Domenica 15 maggio Spazio Tre Teatro ore 18,30 Ritorno all’isola L’ORRORE di Marco Cassini con Mimosa Campironi Giulia Fratarcangeli Simone Gualtieri regia Marco Cassini scena Davide Salamino L Marco Cassini ondra all’alba... Quartieri alti della city. Mark e Gin sono fidanzati ormai da diverso tempo. La gelosia di lei è alle stelle, perché Mark è l’autista personale di Felix Primander, la più grande rockstar del momento... ma dietro la grande rockstar si nasconde un terribile segreto... L’orrore è un viaggio nero e triste di tre personaggi della upper class che sembra non abbiano nulla da perdere e si trovano in un continuo stato di tempesta interiore: rappresentanti di una vecchia borghesia che arranca e cerca una nuova dimensione nel contemporaneo. Fa da sfondo al nostro noir una setta segreta, metafora di un futuro nuovo che vuole sovvertire i valori e la società del passato... Una congrega che vive di dubbi senza risposte, in questo momento di crisi intellettuale e morale per tutto l’occidente, dove ogni certezza viene puntualmente attaccata da realtà nuove... e riappare l’eterno interrogativo che nei vuoti dell’anima attanaglia l’umanità ... C’è vita dopo la morte? MARCO CASSINI, attore e regista, nasce a Teramo. Dopo il successo di esperienze teatrali e di cortometraggi avuti nell’adolescenza frequenta i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Silvio Araclio. Terminato il Liceo viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia (insegnanti M. Bellocchio, G.Giannini, L. Wertmuller...) Non ancora diplomato, ha un ruolo nel film La Canarina Assassinata di Daniele Cascella. Segue una breve esperienza nel Cinema a Los Angeles (David Warren e Maureen Murphy). In Italia interpreta un ruolo minore ne Lo smemorato di Collegno diretto da Maurizio Zaccaro. Per la televisione: Don Matteo 7 (2008), è Aldo Tiburzio nella serie Fuoriclasse con Luciana Littizzetto (2010) e in Una canzone per te. Attualmente è in tv con Un medico in famiglia 7. SIMONE GUALTIERI, romano, attore di formazione teatrale e cinematografica ha esperienze nel Cinema e nella fiction con Paolo Sorrentino (L’amico di famiglia), M. Mattolini (Bella e impossibile), Raffaele Mertes (Carabinieri), inoltre Raima Ciacof (Fantasme, Fantasme, Premio Fantasme cinematografico nuovi autori, Premio miglior attore emergente). MIMOSA CAMPIRONI, studi di Canto Pianoforte e di Teatro, frequenta nel 2006 il Centro Sperimentale di Cinematografia. In Teatro (La La bancarotta di C. Goldoni, regia F. Vanacore e Prendimi con te te,, regia F. Apolloni). Esordisce nel Cinema con Sfiorarsi di A. Orlando, Nessuna qualità agli eroi di P. Franchi con Elio Germano, L’imbroglio del lenzuolo di A. Arau. In tv Incantesimo 10 10, Don Luca c’è... CLAUDIA FRATARCANGELI, laurea in Storia e critica del cinema. Ha studiato in varie accademie private e nel workshop sul metodo Strasberg con Elizabeth Kemp. Ha recitato in diversi cortometraggi, film indipendenti, spettacoli teatrali (IlIl Gabbiano di Cechov, Antigone di Sofocle, Tradimenti di Pinter...), reading, videoclip e spot per il web e radiofonici. Amante dell’arte in tutte le sue forme, da quasi un anno collabora con il portale web indie-eye e sta muovendo i primi passi nel campo della fotografia. TEATRO Domenica 22 maggio Spazio Tre Teatro ore 18,30 Ritorno all’isola LA LEZIONE di Eugène Ionesco con Bartolomeo Giusti Vincenzo Macedone Eugenia Rofi coordinamento Silvio Araclio produzione Spazio Tre Bartolomeo Giusti Vincenzo Macedone Eugenia Rofi E ugène Ionesco, rumeno di origine ma francese di adozione è annoverato tra i grandi del Teatro dell’assurdo. È certamente tra i maggiori drammaturghi del secondo Novecento e tra i più rappresentati. Celeberrima tra le sue commedie La cantatrice calva. La lezione è uno dei testi più importanti di Ionesco, è un dramma comico, secondo la definizione dell’autore, che ha tre soli personaggi. Il protagonista è il linguaggio, innanzitutto come dimostrazione della difficoltà di comunicazione, ma specialmente come strumento di potere: è il professore a decidere i significati da dare alle parole e chi ha il potere del linguaggio ha il potere sulle cose e sulle persone... La relazione maestro-allievo diviene il simbolo di un significato più generale che consiste nella relazione fra linguaggio e potere e nella natura sessuale, in quanto sadica, di ogni potere. Dietro un’apparente lezione si consuma un rito gotico e omicida che si ripete all’infinito sotto gli occhi complici della governante. Il linguaggio assurdo e paradossale amplia e dilata il gioco crudele che si instaura tra il professore e l’allieva. BARTOLOMEO GIUSTI, ha all’attivo una carriera teatrale ormai quarantennale. Docente di Costume presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, ha lavorato con le maggiori Istituzioni Teatrali aquilane e abruzzesi (Teatro Stabile d’Abruzzo, L’Uovo etc.) e con Arena del Sole, Teatro Comunale di Bologna, Todi Festival, Compagnia dell’Atto e Compagnia dell’Albero di Roma etc. E’ stato diretto da Ida Basignano, Mario Missiroli, Beppe Navello, Gigi Proietti, Lorenzo Salveti, Maurizio Scaparro, Silvio Araclio, Massimiliano Farau etc. Lavora regolarmente come costumista con Lorenzo Salveti. VINCENZO MACEDONE, inizia come attore di teatro di strada e di rievocazioni storiche (La Quintana di Ascoli Piceno, Camunerie di Breno, La notte dei Briganti Briganti, La congiura dei Baroni a Montorio...) Frequenta i Corsi di Teatro a Spazio Tre e inizia una promettente carriera sia come attore di cinema (Una storia di lupi di Cristiano Donzelli, Sound Track di Francesca Marra, ...) che di teatro. Attualmente è attore e collaboratore della Compagnia Teatrale Spazio Tre ed è assistente alla regia di Silvio Araclio negli Spettacoli finali dei Corsi di Recitazione. EUGENIA ROFI, nata a Teramo. Dopo aver frequentato i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Carla Piantieri e successivamente con Silvio Araclio, si laurea a Roma in Letteratura, Musica e Spettacolo e si diploma nel 2008 presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Partecipa agli spettacoli: Revisore, IOeIO, La Casa di Bernarda Alba, Macbeth... I fatti di Fontamara, di e con M. Placido, Amleto, regia di V. Rosati (Premio Sandro D’Amico , Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010), con il Teatro Stabile delle Marche, On Winnie, testo e regia V. Manna (Premio S.I.A.E. Talenti emergenti, Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010)... Winnie DANZA Venerdì 20 maggio Teatro Comunale ore 21,15 SONICS Per formances volanti Meraviglia M eraviglia: acrobazie aeree e macchine sceniche imponenti creano un insieme di immagini intrecciate, di sogni vissuti dentro a un altro sogno più grande; la storia di come ognuno di noi spesso si affidi a pozioni magiche o a falsi santi per affrontare il quotidiano dimenticando che l’unico vero elisir della vita risiede dentro noi stessi, dentro le nostre emozioni che vengono dallo stupore per le cose semplici... se solo imparassimo a scollegarci dalla realtà... ognuno di noi avrebbe dentro di sé il suo pianeta Meraviglia, il luogo in cui contenere l’emozione non convenzionale, il luogo in cui rifugiarsi e a cui rifarsi quando quello che ci sta intorno sbiadisce i contorni dell’essere umano ... Adrenalina e stupore sono gli ingredienti di questo spettacolo che non disdegna riflessioni ambientali e che strizza l’occhio alla condivisione tra popoli, una favola moderna e senza presunzione se non quella di traspor tare lo spettatore in spazi surreali e indefiniti della fantasia umana, luoghi animati da animali anomali in cui un fiore proveniente da un altro pianeta lotta contro lo smog provocato dall’uomo o dove una carezza si trasforma in una straordinaria storia d’amore sospesa per aria. DANZA Creazione e direzione Alessandro Pietrolini Disegno luci Niki Casalboni, Alessandro Pietrolini Coreografie aeree Ileana Prudente e Federica Liuzzo Testi Antonio Villella Performers Ileana Prudente Irene Chiarle Federica Liuzzo Francesca Torta Claudio Bertolino Lucio Rizzi Giorgio Richetta Alessandro Pietrolini Tecnica TuttoService.net Costumi Ileana Prudente Produzione e distribuzione Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi sas / Sonics srl Durata 80 minuti in 2 tempi Sonics Meraviglia è una delle grandi performance a cui ha dato vita la creatività visionaria ed onirica di Alessandro Pietrolini fondatore insieme ad Ileana Prudente dei Sonics,, una compagnia di acrobati tutta italiana protagonista di eventi magici e di grande effetto. Nel loro curriculum grandi eventi e spettacolari performance aeree presentate nelle più belle piazze italiane europee e del mondo: con i loro spettacoli hanno fatto sognare il pubblico di mezzo mondo da Miami a Mumbai, da Frankfurt a Dubai. I Sonics riempiono i cieli, le piazze e finalmente anche i teatri con i loro leggeri acrobati, le imponenti attrezzature, le visioni oniriche del loro immaginario e tutta la multiforme e geniale fantasia del circo moderno e della danza acrobatica dando vita ogni volta ad eventi unici e irripetibili, che lasceranno a bocca aperta... ... e al termine non resterà che domandarsi se è stato reale o frutto di un sogno. Presidente Carla Piantieri Direttore artistico Silvio Araclio Scuola di Teatro: Corsi per ragazzi (9-15 anni) Corsi pomeridiani (età minima 15 anni) Corsi serali per adulti Corsi di: recitazione, dizione, impostazione della voce Seminari di educazione teatrale nelle scuole Produzione spattacoli Organizzazione rassegne MUSICA Venerdì 27 maggio Teatro Comunale ore 21,15 Paolo DI SABATINO Voices E ccellente e quotato pianista quarantenne, Paolo Di Sabatino è un modernissimo jazzista che mal si inquadra nelle etichette che la stampa sui generis dispensa agli artisti. Ogni definizione gli va stretta. Dopo una ventina di lavori strumentali (molti dei quali pubblicati per un raffinato pubblico giapponese) come esecutore ed autore dotato di un tocco classico profondamente legato alla melodia ecco presentare per la primavera 2011 un nuovo lavoro che diventa un turning point per la sua ventennale carriera. In Voices, Di Sabatino si cimenta con la forma canzone scrivendo e arrangiando magistralmente, spesso con belle sezioni d’archi, una dozzina di componimenti raffinatissimi e inusuali e affidandoli a voci calibrate e ben assemblate tra cui spiccano quelle di Peppe Servillo, Linda Valori, Gegé Telesforo, Fabio Concato, Iva Zanicchi, Grazia Di Michele, Pilar, Massimo Guerrini e Gino Vannelli. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su questo grande jazzista italiano potrebbe rivedere le sue tesi ascoltando questo splendido lavoro in cui la leggerezza si sposa al rigore e la forza di ogni composizione riesce a catturare anche l’ascoltatore più distratto. Paolo De Bernardin Paolo Di Sabatino pianoforte Marco Siniscalco basso Glauco Di Sabatino batteria Massimo Guerini voce special guest FABIO CONCATO PEPPE SERVILLO MUSICA PAOLO DI SABATINO Biografia Nato a Teramo nel 1970, inizia giovanissimo lo studio del pianoforte sotto la guida del padre e si diploma nel 1990 col massimo dei voti presso il Conservatorio di Bari. Nel 1994 consegue il diploma di Musica Jazz. Dedicatosi esclusivamente al jazz si esibisce con varie formazioni a proprio nome dal piano solo all’ottetto. Ha partecipato a numerose trasmissioni radio-televisive e si è esibito in importanti club e festival in Italia e all’estero. Ha suonato con moltissimi artisti italiani e stranieri tra i quali P. Fresu, N. Arigliano, L. Patruno, E. Rava, I. De Paula, R. Gatto, B. Cobham, P. Costa, P. Drummy e molti altri... Ha collaborato inoltre con attori quali Michele Placido, Arnoldo Foà, Alessandro Haber, Alessio Boni... Nel marzo del 1999 suona a Chicago presso il famoso jazz-club Jazz Showcase e firma un contratto esclusivo per la Hallway Records di Chicago con la quale pubblica un cd nel 1999... E’ pianista e arrangiatore (insieme a Ruggieri e Roberto Colombo) del progetto Canzoni fra le guerre di Antonella Ruggiero e sempre nel 2007 collabora come pianista e compositore allo spettacolo Serata d’onore con Cavuti e gli attori Michele Placido e Giorgio Albertazzi.Nel 2008 effettua il tour teatrale con Mario Biondi e registra il primo cd in trio (con M. Siniscalco e G. Di Sabatino) per l’etichetta giapponese Atelier Sawano e un altro con il gruppo Tango or not tango del quale è leader insieme a Davide Cavuti e a cui hanno partecipato anche Paola Turci, Javier Girotto, Michele Placido, Caterina Vertova. Nel 2009 Mario Biondi inserisce due canzoni co-firmate da Paolo nel suo cd If... Hanno parlato di lui: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Liberazione, Musica Jazz, Famiglia Cristiana, Jazzit, Audio Review, Musica & Dischi, Guitar Club, L’Unità – Diario della settimana, Fare Musica, All About Jazz, Jazzitalia, Il Manifesto, Il Secolo XIX...E’ docente di jazz presso il Conservatorio “A. Casella” di L’Aquila. Numerose sono le sue incisioni in Italia e all’estero. Voices è la sua ultima produzione per Irma Records, marzo 2011. 1994 GIUSEPPE PICCIONI 1995 DANIELE LUCHETTI 1996 MARIO MARTONE ROBERTA TORRE ARCIPELAGO (Antonietta De Lillo, Antonio Rezza, Cosimo Alemà, Fabio Caramaschi, Stefano Saveriano, Ilaria Freccia, Giovanni Martinelli, Paolo Bragaglia, Beniamino Catena) 1997 FRANCESCA ARCHIBUGI FABIO SEGATORI ARCIPELAGO (Guido Chiesa, Maurizio Dell’Orso, Giancarlo Bocchi, Antonio Meucci, Giancarlo Rolandi, Stefano Bessoni) 1998 PAPPI CORSICATO GUIDO CHIESA ARCIPELAGO (Gianluca Sodaro, Rolando Stefanelli, Enrico Salimbeni, Giulio Laurenti) VIDEA (Cristina Vuolo) 1999 PAOLO VIRZÌ EROS PUGLIELLI ARCIPELAGO (Fluid Video Crew, Vincenzo Scuccimarra, Enrico Pitzianti, Laura Muscardin, Stefano Corazziari) VIDEA (Alessandro Nico Savino e Simona Piattella) 2000 DAVIDE FERRARIO DANIELE SEGRE TONINO VALERII 2001 FERZAN OZPETEK LUCIANO EMMER VideA (Marco Chiarini) 2002 CRISTINA COMENCINI GILLO PONTECORVO VideA (Riccardo Forti) 2003 MIMMO CALOPRESTI FRANCA VALERI ARCIPELAGO (Emanuele Crialese, Camille D’Arcimoles, Alessandra Stabile, Frizzi Maniglio, Alessia Lucchetta, Tommaso Lipari, Simone Massi, Daniele Lunghini, Diego Zuelli) VideA (Francesco Calandra) 2004 SILVIO SOLDINI VideA (Giovanna Di Lello) 2005 MATTEO GARRONE VideA (Massimo Martelli - Stefano Odoardi) PIER PAOLO PASOLINI 2006 PAOLO SORRENTINO EDOARDO WINSPEARE VideA (Dino Viani) 2007 SAVERIO COSTANZO DEMONI & GAY - letteratura e omosessualità nel Cinema ASTA NIELSEN/HAMLET 2008 CARMINE AMOROSO È SUCCESSO UN ‘68 - I suoi primi 40 anni 2009 GIANNI DI GREGORIO FUTURITMI - Corti del ’20 e del ’30 di ispirazione futurista ITALO DOC 8 film di Italo Moscati 2010 CARLO VERDONE ALBO D’ORO Sezione Cinema MAGGIO ITALIANO ALBO D’ORO Sezione Danza 1996 Concerto d’Europa · LILIANA COSI e MARINEL STEFANESCU 1997 Mediterranea · BALLETTO DI TOSCANA Gran Gala del Maggio per la Danza ORIELLA DORELLA, ANITA MAGYARI, MICHELE VILLANOVA 1999 Indiscipline · KATAKLÒ 2000 La Lupa · LUCIANA SAVIGNANO 2001 Arie di corte e Pavane - Souvenir di Isadora Duncan CARLA FRACCI 2002 Coreografia europea · ATERBALLETTO Patchwork · COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA 2003 Vento (nelle costellazioni silenziose) COMPAGNIA VIRGILIO SIENI DANZA Gee Andy! (Il mondo dell’artista mito della Pop Art Andy Warhol) · BALLETTO TEATRO DI TORINO 2004 Gli Scordati · GIORGIO ROSSI ASSOCIAZIONE SOSTA PALMIZI Catalogo Tangueros NUEVA COMPAÑIA TANGUEROS 2005 Aterballetto Suite · ATERBALLETTO 2006 Duende; Camuflage-Venus SPELLBOUND DANCE COMPANY Grazie Rudy · Galà Rudolf Nureyev MAXIMILIANO GUERRA 2007 Polis · Compagnia ABBONDANZA/BERTONI 2008 Omaggio a Béjart GRAZIA GALANTE - RAFFAELE PAGANINI Carmina Burana SPELLBOUND DANCE COMPANY 2009 Giulietta e Romeo · KLEDI KADIU e COMPAGNIA BALLETTO DI ROMA 2010 Inferno · EMILIANO PELLISARI Sezione Musica 1992 DUO CAMERISTICO ITALIANO ARCO IN BLUES ALBA RICCIONI-PAOLO SPECA 1993 CORO POLIFONICO “A. ZACCARIA” ORCHESTRA DA CAMERA “BENEDETTO MARCELLO” ORCHESTRA “GAETANO BRAGA” 1994 WIM MERTENS HARMONIA ROGER ENO E HARMONIA 1995 NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE 1997 AVION TRAVEL 1998 MADREBLU 2000 NADA - RITA MARCOTULLI - XAVIER GIROTTO 2001 OMINOSTANCO QUINTORIGO 2002 LU PASSAGALLE 2003 QUARTETTO EUPHORIA 2004 GERMANO MAZZOCCHETTI FRANCO PIERSANTI ENRICO MELOZZI - STEFANO DE ANGELIS 2005 BANDA OSIRIS 2006 OFFICINA ZOÈ 2007 AMBROGIO SPARAGNA e ORCHESTRA PIZZICATA Sezione Teatro 1992 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE 1993 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE SCENADINAMICA T.S.A. 1994 GRAZIA SCUCCIMARRA MAURO MARINO COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE 1995 TEATRI D’ABRUZZO rassegna delle compagnie teatrali abruzzesi L’UOVO (L’Aquila) TEATRO DEI COLORI (Avezzano) PICCOLO TEATRO DEL ME-TI (Paglieta) DRAMMATEATRO (Pescara) FLORIAN CENTRO A.R.T. (Pescara) L’ARTE DEL TEATRO (Pescara) SPAZIO TRE (Teramo) 1996 PICCOLO TEATRO DEL ME-TI AL BREK (Aldo Beccaceci) 1997 MARIA EGLE SPOTORNO T.S.A.-PIERA DEGLI ESPOSTI ANTONIO CALENDA DEPOSITO DEI SEGNI TEATRO DI PUCK SCENADINAMICA 1999 PEPPE BARRA T.S.A. - LORENZO SALVETI 2000 FRANCESCA REGGIANI 2001 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE 2002 PAOLA PITAGORA 2003 WALTER MAESTOSI 2004 DACIA MARAINI - PIERA DEGLI ESPOSTI 2005 KOREJA e RAIZ 2006 PIERA DEGLI ESPOSTI MARIA INVERSI - LAURA MAZZI 2007 RICCARDO REIM - MANUELE MORGESE GIACINTO PALMARINI e DANIELE SALVO 2008 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE 2009 LABORATORIO TEATRALE SPAZIO TRE ALBO D’ORO 2008 LISMA PROJECT THE CITY EUGENIO BENNATO 2010 EX.WAVE GIRODIBANDA-CESARE DELL’ANNA Finito di stampare nel mese di maggio 2011 Multiprogress - Mosciano S.A. (Teramo)