Spazio Tre
XX edizione
Teramo 3 - 27 maggio 2011
Programma
LIBRI
CINEMA
FOTOGRAFIA
TEATRO
DANZA
MUSICA
Spazio Tre
Comune di Teramo
Fondazione
della Cassa di Risparmio
della Provincia di Teramo
Regione Abruzzo
Provincia di Teramo
www.maggiofesteggiante.it
www.spaziotre.info
XX edizione
Ideazione e Direzione artistica
SILVIO ARACLIO
Sezione Cinema Maggio Italiano
Ideazione
LEONARDO PERSIA
SILVIO ARACLIO
Organizzazione
LEONARDO PERSIA
SILVIO ARACLIO
Sezioni Libri Fotografia Teatro
Danza Musica
Ideazione
SILVIO ARACLIO
CARLA PIANTIERI
Organizzazione
CARLA PIANTIERI
Ufficio Stampa
ALLEGRA ARACLIO
GIOVANNA NICOLAI
Segreteria
MANUELA LAMONICA
Organizzazione tecnica teatro
VINCENZO MACEDONE
Immagine del Maggiofest
STEFANO CANULLI
Progetto grafico e realizzazione catalogo
PIERO ASSENTI
Stampa
MULTIPROGRESS
Documentazione video del Maggiofest
PRODEO SNC
Collaboratori:
Piero Assenti
Michele Ciccone
Mauro Di Girolamo
Davide Di Giuseppe
Vincenzo Macedone
Chiara Odoardi
Serena Sacco
Ringraziamenti:
Guido Campana, Paolo De Bernardin,
Antonio D’Orazio, Daniele De Santis,
Stefania Ganeri, Antonio Topitti,
Luigi Ponziani, Alba Riccioni.
S
ignore e Signori benvenuti alla XX edizione di MaggioFest!
Come vedete il programma è vario e ricco di appuntamenti, ma il denominatore del nostro
Barnum è lo spazio riservato ad artisti della nostra Città che variamente si sono affermati in
campo nazionale.
Per questo ventennale abbiamo voluto offrire loro una vetrina comune un oMaggio alla loro
creatività e al loro talento.
E via con musicisti raffinati (Paolo Di Sabatino) attori che da Spazio Tre hanno spiccato il volo
(Marco Cassini, Piergiuseppe Di Tanno, Riccardo Ricci, Eugenia Rofi, Roberta Santucci...) artisti
dell’immagine (Maurizio Anselmi e Giampiero Marcocci) e letterati che variamente hanno concorso al pensiero alto nella nostra Città (Daniela Attanasio e Francesco Sanvitale): naturalmente
molti mancano all’appello, ma saranno nel prossimo cilindro!
E poi un certo sguardo al Cinema d’Autore con Andrea Molaioli e per finire alla Danza con la
unbelievable creazione di Meraviglia (con l’onda musicale degli Ex.Wave).
Voilà, gradite le nostre Virtù!
Il Direttore Artistico
Silvio Araclio
XX edizione
PROGRAMMA
LIBRI
Martedì 3 maggio
IL RITORNO ALL’ISOLA
di Daniela Attanasio
Nino Aragno Editore
presenta lo scrittore Fabio Ciriachi
Biblioteca Provinciale M. Delfico
Sala Audiovisi - Ore 17,00
Mercoledì 25 maggio
CHI IN SETTE TI PARTÌO TRADÌ
L’IDEA DI DIO
di Francesco Sanvitale
Ed. il Centro/ANVRG
interventi musicali Alba Riccionimezzosoprano
al pianoforte Stefania Ganeri
legge Mauro Di Girolamo
Museo Archeologico - Sala San Carlo - Ore 18,00
CINEMA · Maggio Italiano
Cinema d’autore
ANDREA MOLAIOLI
Venerdì 6 maggio
Multisala Smeraldo
Ore 17,30 La ragazza del lago (95’)
Ore 21,15 Il gioiellino (110’)
incontro con il regista Andrea Molaioli
presenta il critico Leonardo Persia
FOTOGRAFIA
Sabato 7 · Domenica 22 maggio
MAURIZIO ANSELMI · Le storie
degli altri
GIAMPIERO MARCOCCI · Ritratti di
Palestina
Torre Bruciata, via Antica Cattedrale
Opening Sabato 7 maggio ore 18,00
Kurtz dj-set
Orari mostra 18,00-20,30
sab. dom. 11,00-13,00/18,00-20,30
TEATRO
RITORNO ALL’ISOLA*
Spazio Tre Teatro
Domenica 8 maggio - Ore 18,30
W>>intern
da Jon Fosse regia PLB con Piergiuseppe
Di Tanno Vijaya Bechis Boll
Mercoledì 11 maggio - Ore 21,15
Le ombre
di Riccardo Ricci con Riccardo Ricci
Eugenia Rofi Roberta Santucci
Domenica 15 maggio - Ore 18,30
L’orrore
di/regia Marco Cassini
con Mimosa Campironi Giulia Fratarcangeli Simone Gualtieri
Domenica 22 maggio - Ore 18,30
La lezione
di Eugène Ionesco coordinamento Silvio Araclio
con Bartolomeo Giusti Vincenzo Macedone Eugenia Rofi
DANZA
Venerdì 20 maggio
SONICS Performances volanti
Meraviglia
Teatro Comunale - Ore 21,15
MUSICA
Venerdì 27 maggio
PAOLO DI SABATINO
Voices
special guest
FABIO CONCATO
PEPPE SERVILLO
Teatro Comunale - Ore 21,15
*titolo dalla raccolta di poesie di Daniela Attanasio
LIBRI
Martedì 3 maggio
Biblioteca Provinciale M. Delfico
Sala Audiovisi
ore 17,00
IL RITORNO
ALL’ISOLA
Nino Aragno Editore
di Daniela Attanasio
Presenta lo scrittore Fabio Ciriachi
N
el ritorno di Daniela Attanasio c’è una seria competenza
sentimentale: è un libro pieno di movimento e di racconto. Tutto comincia con
alcune belle passeggiate cittadine che
però trasfigurano in natura il cemento
e le piazze, come incensieri che portano odori e dettagli: i calzari di Enea
o la penna nel taschino di Brodskij
ma anche l’isola -effettiva e affettiva- circoscritta dalla luce vuota del
fiume urbano. Le parole rifondano
sulla pagina un mondo percorso da
vivi e semprevivi -sebbene sempreverde sia detta la morte- perché
qui la scrittura è una conoscenza
acquatica, infiltrante, espansiva,
calma e lievemente attonita.
Il Sole 24 Ore - 2 gennaio 2011
Il Manifesto - 25 marzo 2011
Qui ci sono precipizi di solitudine, memorie potenti...ci sono sottili sinfonie di
percezioni. E c’è un cordoglio d’allegria,
una condizione di fine dell’amore che
ferisce e però invita come una rinascita.
Una violenta esperienza sondata con
la purezza di chi sa che ci deve essere
qualcosa da conquistare
Il ritorno all’isola è uno sperone, un raschio lavico di parole incagliate nel mare
animato del vivere, è un libro pieno delle
ondate di una lingua che si abbassa
quasi al parlato e poi s’impenna. I versi
hanno un andamento acquatico -e lo
stesso la lingua che scivola dalla conversazione alla lirica su impasti di per fetto
equilibrio... La memoria non è una figura
piegata né ha la testa girata all’indietro,
è invece una memoria della quale si fa
uso per colmare il futuro.
Davide Rondoni
Maria Grazia Calandrone
DANIELA ATTANASIO Biografia
Romana, ha pubblicato con l’editrice Empiria i libri di
poesia: La cura delle cose (1993), Sotto il sole (1988, Premio Dario Bellezza e Unione Scrittori Italiani), Del mio
e dell’altrui amore (Premio Camaiore 2005) e con Nino
Aragno Editore Il ritorno all’isola (2010). Sue poesie
sono presenti nell’Almanacco dello specchio Mondadori
2009 e in numerose antologie e riviste italiane e straniere. Dal 2007 cura per la Fondazione Tercas Teramopoesia, rassegna sulla poesia moderna e contemporanea.
Collabora con quotidiani e riviste letterarie.
LIBRI
Mercoledì 25 maggio
Museo Archeologico
Sala San Carlo
ore 18,00
CHI IN SETTE TI PARTÌO
TRADÌ L’IDEA DI DIO
Pagine sul Risorgimento nel 150° dell’Unità d’Italia
Ed. il Centro/ANVRG
di Francesco Sanvitale
Interventi musicali
Alba Riccioni mezzosoprano
Stefania Ganeri al pianoforte
legge Mauro Di Girolamo
I
l 150° anniversario dell’Unità italiana da luogo ad un grande fiorire di
opere didattiche, analisi, interpretazioni degli eventi, dei fatti, dei personaggi che hanno costituito il Risorgimento. Non mancano
le evocazioni delle arti che offrono rappresentazioni di fatti storici e cercano di tradurne motivazioni e sentimenti: i quadri di
Girolamo Induno, i grandi monumenti di Ferrari o Gallori e tanti altri, fissano la memoria
e sono anche testimoni dei loro tempi. Ma
ad accompagnare la battaglia, a spronare i
soldati, ad esaltare i sentimenti del popolo,
vi è un’arte primordiale e spontanea, la musica. Non è necessario essere intonati per
cantare l’Inno
Inno di Mameli: né allora né oggi.
Quanto slancio, e quanta unità nazionale
anche nell’Inno di Garibaldi, nella melodia
del coro del Nabucco, nel Canto del Piave, o
di canti meno solenni come l’orecchiabile Bella, ciao, dalle parole inconfutabilmente legate
agli ideali della Resistenza.
Francesco Sanvitale sfoggia, nel bel libro che
ora presenta, il suo talento di musicologo,
ma anche di storico, oltre al naturale entusiasmo. Traccia per il lettore la trama degli
eventi sottostanti la nascita delle opere musicali come delle altre espressioni dell’arte dei
tempi, persino con un’utile cronologia. Pone
se si può dire le note sullo spartito, che è
quello di grandi speranze, di guerre micidiali,
di operazioni avventurose sempre condotte al
pericolo della propria vita, di tutto quello che
fa la storia di un popolo.
dalla prefazione di Annita Garibaldi Jallet
FRANCESCO SANVITALE Biografia
Musicologo e storico: insegna, scrive, organizza in Italia e in
giro per il mondo. Ama Garibaldi e il Risorgimento e ha tratto dall’oblio la figura e l’opera del musicista Francesco Paolo
Tosti. E’ presidente della Sezione Abruzzo-Ortona e membro
del Consiglio Nazionale, dell’Associazione Veterani e Reduci
Garibaldini.
Ha pubblicato, tra numerosi altri volumi: Francesco Paolo Tosti (Edt 1996), tradotto in inglese (Ashgate, Londra 2005) e in
giapponese (Shogakukan, Tokyo 2008); Giuseppe De Luca,
baritono inimitabile (Ianieri, 2007) è in uscita per la Edt di
Torino il volume Sinfonia Eroica: Garibaldi e la musica del
Risorgimento Italiano.
CINEMA
Venerdì 6 maggio
Multisala Smeraldo
Ore 17,30 La ragazza del lago
Ore 21,15 Il gioiellino
incontro con il regista
presenta il critico Leonardo Persia
Cinema d’autore
Andrea
MOLAIOLI
I
l cinema di Andrea Molaioli può sembrare contraddittorio. Su un impianto
classico di scrittura, assai piano, con numerosi
personaggi, sostanza psicologica che emerge
gradualmente da un disegno appena accennato, prima istoriato, poi sempre più netto, si
innesta una macchina da presa mobilissima,
inquieta, eppure lontana dall’idea che abbiamo
generalmente dei movimenti di macchina e del
cinema che descrive dall’interno la frenesia
e la nevrosi di ciò che rappresenta. Infatti lo
sguardo del cineasta non appare mai frenetico
o scomposto pur descrivendo, benissimo,
con discrezione clinica, la nevrosi. Soprattutto
l’innaturale solitudine, la tenebra dei rapporti
umani dell’epoca in cui viviamo.
Ne è un esempio, ne Il gioiellino, la storia
gelidamente sadomaso tra il ragioniere Ernesto Botta (Toni Servillo) e la manager Laura
Aliprandi (Sarah Felberbaum), fatta di rivalità e
frustrazioni, inaspettate complicità, trattenuta
nell’investimento emozionale, puramente e
meccanicamente pulsionale, ma di una pulsione corrotta dal calcolo, dal raziocinio inteso
nel senso peggiore del termine. E’ l’elemento
in piccolo, privato, di un mondo globale, di
furente e inappagata modernità, tristemente
autoreferenziale e chiuso, che l’autore prima
mostra a partire dall’individuo, dalla coppia,
dal rapporto familiare, poi inizia a duplicare, rifrangere in specchi veri e specchi drammaturgici (i rapporti moltiplicati tra padre e figli e quelli
dei singoli personaggi a contatto con la malattia, ne La ragazza del lago) per estenderla e
allargarla sempre più, fino a delineare un’intera,
terrificante, emozionalmente inibita e affollata,
criminale società la cui evidente consistenza
continua a manifestarsi soprattutto attraverso
il riflesso solitario sul singolo, sui suoi rarefatti
balbettii. Quello che sembra un’esposizione progressiva di personaggi, all’inizio collegati solo
per contiguità spaziale (l’azienda, la cittadina di
provincia) o girando intorno a un avvenimento
principale (un omicidio), un modo di essere e
fare (la new economy), assume a poco poco un
carattere unitario, omologato, soffocante e claustrofobico. Cinema politico atipico, che, come
i personaggi de La ragazza del lago, chiede
continuamente «perché?» o, ad libitum, ripete
«non è vero, non è vero, non è vero.... ».
Il vituperato minimalismo del cinema italiano a
partire dagli anni ’80, per molti versi ombelicale, incapace di reggere e leggere la Storia,
si rinnova allora in uno sguardo d’insieme
d’indiscutibile chiarezza e profondità d’analisi.
CINEMA
La valenza dimostrativa
e allusiva dello scorcio
s’intensifica e si supera
nella relazione e nell’impressione d’insieme.
Quella piccola frazione
d’esistenza che si rende
ed è restituita come
mondo, superando le contingenze del cinema
di denuncia, delineata in un poetico, pudico,
pertinente carattere d’unità, rompe la superficie plumbea dell’inerzia espositiva, riuscendo
a inscrivere in uno stile di essenziale smarrimento il blocco disincantato e disincarnato,
tragico, del nostro Paese, e poi del pianeta.
Si comprende meglio così l’apparente contraddizione da cui siamo partiti. Quella macchina
da presa che, senza mai diventare fisica, gira
intorno ai corpi. Li scruta, li avvolge, li interroga, cercando di indagare attraverso i volti l’interiorità. I numerosi carrelli, le panoramiche a
schiaffo, le gru e gli scivolamenti in steadycam
sono il segno di un’inquietudine reale, indignata e civile, non aggressiva né voyeuristica, a
contatto stretto con la propria materia. Orrenda ma mai compiaciuta. Lo sguardo di Molaioli
è intriso di razionalità, stavolta nell’accezione
più nobile della parola, di chi vuole conoscere
e sapere, analizzare e non (facilmente) giudicare. Uno sguardo controcorrente, capace di
passare dal primo piano della ragazza assassinata al totale del lago che rispecchia il cielo e
poi si riempe di esseri umani accorsi, evocati
per assolvenza (il contrario della dissolvenza).
Punto di vista che
prende le distanze,
come quando un dolly
spicca il volo, ergendosi molto al di sopra
dei coniugi Rastelli de
Il gioiellino, da tutti
stimati e salutati, per
arrivare in una posizione deterritorializzata che
traduce il risultato di una scelta morale, mettendone in evidenza lo straniamento spaziale
(alieno?) dello stesso.
Ciò non impedisce all’autore di entrare
all’interno dei suoi personaggi, di confondersi,
senza lasciarsi intrappolare, con il loro degrado
esistenziale, la loro pietosa paura. All’inizio de
La ragazza del lago, la soggettiva del commissario Sanzio (Toni Servillo), con un successivo
movimento di macchina che ne oltrepassa il
corpo scrutandolo di spalle, si raccorda direttamente con la lucida oggettività dello sguardo
dell’autore. Il quale, in tal modo, enuncia il
rigore di un’intenzione registica atta a stabilire
distanze di segno ideologico ed espressione, contemporaneamente, di un’attenzione
umanistica, vicina davvero al proprio campo
umano d’indagine, e per questo mai televisiva, invasiva. La sua è curiosità autentica,
spessore problematico di un distacco che non
può rinunciare al movimento, alla tipologia di
inquadrature mosse che segnano il rifiuto di
una superficie compatta delle cose eppure restano inamovibili nel e dal punto di vista di chi
osserva e analizza: quindi, di riflesso, anche di
uno spettatore reso attivo e mai sedotto.
Il cinema di Andrea Molaioli è secco e taglia
il superfluo, ipotecando l’emozione facile e lo
snodo narrativo scontato. Funziona come specchio aspro e mai ludico di rapporti alienati,
emblematico nel suo implicito furore descrittivo che si articola attraverso la disarticolazione.
Ogni elemento della messinscena riproduce
e ribadisce l’universo contrastante di un’inautenticità che viene svelata come tale a partire
dall’autenticità del proprio sguardo. Contiene il
segno di un’ambiguità costruttiva, dove in concomitanza emergono e si scontrano elementi
opposti. Il lavoro di sottrazione interpretativa
di Toni Servillo, ad esempio, oltrepassa paradossalmente le righe, è misurato ed esagerato
allo stesso tempo. La musica di Theo Teardo,
dove l’elettronica si mescola alla strumentazione classica, al violoncello, si contrappone, una
volta di più, a immagini già molto contrapposte
al loro interno. La diversità dei significanti
interviene sul piano del linguaggio, è il segno
distintivo di un cinema dialettico, di determinata indeterminatezza, e perciò inequivocabilmente significativo. Appassionatamente lucido.
Sul punto di esplodere ma trattenuto. Discreto,
intenso.
Leonardo Persia
ANDREA MOLAIOLI Biografia
Andrea Molaioli (Roma, 1967) ha iniziato a lavorare nel cinema nel 1988, prima come assistente alla regia e poi
come aiuto regista, lavorando con alcuni tra i più importanti registi italiani. Tra essi, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti, Pasquale Pozzessere, Mimmo Calopresti, Leone
Pompucci, Giovanna Gagliardo, Marco Risi. Proficua la collaborazione con Nanni
Moretti, per il quale è stato aiuto regista in Palombella rossa (1989), Caro diario
(1993), Aprile (1998).
In relazione a quest’ultimo film, dove interpreta se stesso, realizzerà pure lo
speciale televisivo Diario d’aprile e, nell’ambito del progetto collettivo morettiano I diari della Sacher (2001), firma Bandiera rossa e borsa nera
nera, basato sul
diario di guerra della tredicenne Gloria Chilanti, figlia di genitori impegnati nella
Resistenza, nella Roma del 1944, occupata e ridotta alla fame.
Tali collaborazioni lo inquadrano già come cineasta con il gusto dell’impegno,
profilato però da una forma meno scontata, più sottile, ironica quanto cau-
CINEMA
stica, aperta persino a contaminazioni di genere, che si ritrova completamente nel lungometraggio d’esordio,
La ragazza del lago.
Il film, scritto dal regista insieme a Sandro Petraglia, sulla base del romanzo della norvegese Karin Fossum
Lo sguardo di uno sconosciuto, si rifà a codici narrativi di genere ben precisi, con lo scopo però di uscire dai
cliché abituali del filone per indagare sugli aspetti emotivi dei personaggi, sullo sfondo decisamente notevole
di un’ambientazione friulana..
Come dichiara lo stesso autore, «C’è un poliziotto che indaga e vive problemi personali che sono lo specchio
delle vicende sulle quali indagherà nel dipanarsi della storia verso la soluzione dell’enigma, che è il ritrovamento
del corpo senza vita di una ragazza».
Il film risulta quindi, più che un giallo (ai cui codici narrativi comunque appartiene), uno sconsolato reperto sull’Italia di oggi, sulla provincia omologata tanto a nord quanto a sud. Nel Friuli rinato dalle macerie dei terremoti,
tipici dei terreni carsici, restano sepolti i tanti personaggi, ugualmente colpevoli e ugualmente innocenti, personaggi che hanno una qualche mancanza, a cui è accaduto qualcosa che impedisce loro di essere pienamente.
Il regista lavora di sottrazione, eliminando i dati di cronaca e tutto quello che avrebbe reso scabrosa la vicenda.
Alla fine rimane la storia di un dolore insopportabile, formalizzato nelle convenzioni narrative e stilistiche del
genere. Più il film si avvicina alle dinamiche profonde ed eterne dei rapporti umani, più riesce a fissare lo sfondo, la copertura, il dato quotidiano.
L’opera, presentata alla XX Settimana Internazionale della Critica a Venezia, ha ricevuto dal Sindacato Nazionale
dei Giornalisti Cinematografici il premio ISVEMA 2007 mentre il protagonista Toni Servillo è stato invece insignito del premio Francesco Pasinetti. Il film, con i suoi autori e interpreti, è stato anche protagonista dell’edizione
2008 del premio David di Donatello vincendo 10 statuette tra cui quella per il miglior regista e il miglior regista
esordiente per lo stesso Andrea Molaioli.
Con il secondo film, Il gioiellino (2011), ispirato al caso Parmalat, Molaioli si è trasferito in Piemonte, da dove
ha continuato a guardare la provincia italiana come singola metafora di una società italiana viziata e sofferente. Se La ragazza del lago avviava un’indagine introspettiva a partire da un corpo senza vita annegato e poi
abbandonato sulla riva, il nuovo lavoro si concentra su una corporation affogata dai debiti e poi costretta alla
bancarotta.
In entrambe le pellicole, al centro della vicenda c’è un Toni Servillo gelidamente coinvolto. Un attore perfettamente intonato alle atmosfere “in togliere”, minimalizzate eppure collettive, dei due film che, da soli, hanno
imposto sulla scena del nuovo cinema italiano il nome di Andrea Molaioli.
LA RAGAZZA DEL LAGO
Regia: Andrea Molaioli Sceneggiatura: Sandro Petraglia Fotografia: Ramiro Civita Montaggio:
Giogiò Franchini Musiche: Theo Teardo Anno: 2007 Durata: 95’
Interpreti: Toni Servillo, Valeria Golino, Omero Antonutti, Sara D’Amato, Anna Bonaiuto, Fausto Maria
Sciarappa, Fabrizio Gifuni, Nello Mascia, Marco Baiani, Giulia Michelini, Denis Fasolo.
Un tranquillo paese del nord Italia, sperduto tra le montagne, è scosso dal ritrovamento del cadavere
di una ragazza, abbandonata nuda sulle rive del lago, assassinata forse dalla mano gentile di un
conoscente più che dall’atto brutale di un estraneo. Scoprire il male che si nasconde all’interno della
comunità stessa è il compito del commissario Sanzio (Toni Servillo), nuovo della zona, che nel corso
dell’indagine porterà a galla altre tristi verità.
Sulla misteriosa morte di Anna, studentessa e giocatrice di hockey, indaga quindi, il commissario Giovanni
Sanzio, padre ruvido e introverso di Francesca (Giulia
Michelini). Procedendo in un’indagine investigativa ed
esistenziale scoverà l’assassino e attribuirà il giusto senso
alla sua vita, finora in perenne disordine esistenziale.
“Un film e Toni Servillo. L’impressione è che la presenza
e il lavoro del migliore attore italiano del momento assomiglino a quelle del sole in una giornata d’estate. Dall’amniotico buio della sala dapprima sorgono i chiarori dell’alba, sfumati, ma già tersi in cui appaiono i caratteri del
personaggio assieme al profilo degli sfondi. Poi si fa strada
una luce più vivida, abbagliante che riempie lo schermo,
nutre la suspense e rassicura il viaggio dello spettatore.
Infine arriva il crepuscolo, che protegge i soprassalti della
CINEMA
mente e del cuore, mantiene vivo il calore della messinscena e riporta nell’ombra
il tormento e l’estasi dell’incarnazione.”
(Valerio Caprara, Il Mattino
Mattino).
“Là dove giace il corpo nudo di una
bella ragazza senza vita, sulla tranquilla
riva del lago carnico del titolo, non ci
sono riflettori tv e flash dei fotografi ad
illuminare la scena del delitto. Il rischio,
addirittura, è che non si faccia nemmeno caso alle impronte da rilevare
lasciate per terra. Pare un altro mondo,
quest’Italia di provincia descritta da Sandro Petraglia e finita sotto la lente d’ingrandimento dalla
macchina da presa di Andrea Molaioli. Il ritmo dell’agire di abitanti, presunti assassini, funzionari di
polizia è qualcosa di metafisico che si spalma e scioglie sulle pareti del quadro come in un dipinto
di Dalì.” (Davide Turrini, Liberazione).
Liberazione
“Bella ragazza nuda trovata cadavere di fronte al lago. Sospiro di sollievo: «che fortuna che è morta
lei». Ma non sarà facile trovare assassino e movente, nonostante l’eccentrica professionalità degli
inquirenti. Tutti possono essere colpevoli: il fidanzato pelandrone, il padre inquietante, il fidanzato segreto, da buon borghese troppo sospetto (Fabrizio Gifuni), l’ex moglie gelosa del fidanzato
segreto, che è Valeria Golino e sa verniciare sguardi e gesti di tali ambiguissimi strati..., lo scemo
del villaggio che «non ha mai fatto male neanche a un coniglio», anzi «spancerebbe chiunque lo
toccasse, quel coniglio», e soprattutto il suo rude padre padrone, Omero Antonutti, più selvatico
che mai.” (Roberto Silvestri, Il Manifesto
Manifesto).
“In un periodo in cui il cinema sembra troppo urlato La ragazza del lago fa capolino ricordandoci
che ogni tanto una storia quasi bisbigliata può lasciare attoniti per la sua forza comunicatrice. (...)
Tutto è al servizio della storia, niente virtuosismi che avrebbero appesantito inutilmente l’anima
intimista e minimalista del libro da cui è tratto il film. Servillo punta su una recitazione essenziale,
incentrata su piccoli gesti, silenzi e dove serve vigorose intemperanze regalandoci così il ritratto di
un uomo stanco, ma mai in completa balia degli eventi che lo circondano, che raccoglie pazientemente piccoli frammenti di un puzzle di cui cerca il senso, mentre la malattia divora la memoria
della moglie. Tessere le lodi del cast o di alcuni attori sarebbe un errore, lo sforzo di ogni singolo
è indirizzato al quadro d’insieme, nessuna figura ne emerge, ma per propria volontà non certo per
mancanza di bravura a testimonianza del concetto di gioco di squadra che si percepisce da questa
pellicola. La macchina da presa ci immerge in questa sonnolenta realtà, i suoni della natura si dividono la scena con l’ottima e mai fuori luogo colonna sonora. L’obiettivo indugia su scorci paesaggistici che ci incantano anche quando la superficie di questa apparente tranquillità vien increspata dal
macabro ritrovamento. Molaioli ci accompagna tra personaggi e dialoghi cogliendo pause e sguardi, mai invadente, come un osservatore timido, ma attento e noi spettatori veniamo rapiti da questa
storia dai toni rarefatti, la cui natura di romanzo giallo diventa una scusa per raccontare luoghi e
personaggi che ci appaiono così vicini e
per una volta tangibili nella loro umanità. Unica pecca, se così la possiamo chiamare, è che forse in un’epoca dominata
dai mass-media come in quella in cui
viviamo, un delitto come quello del film
avrebbe attirato la morbosa attenzione
di stampa e televisione trasformando il
luogo in un circo mediatico, ma ciò non
toglie nulla alla genuinità di un’opera assolutamente da riscoprire.” (Pietro Ferraro, www.ilcinemaniaco.com).
www.ilcinemaniaco.com
CINEMA
IL GIOIELLINO
Regia: Andrea Molaioli Sceneggiatura: Andrea Molaioli, Ludovica Rampoldi, Gabriele Romagnoli Fotografia:
Luca Bigazzi Montaggio: Giogiò Franchini Musiche:
Theo Teardo Anno: 2011 Durata: 95’
Interpreti: Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felbermaum, Fausto Maria Sciarappa, Lino Guanciale, Vanessa
Compagnucci, Lisa Galantini, Renato Carpentieri, Gianna
Paola Scaffidi.
La Leda è una delle maggiori aziende agro-alimentari
del Paese: ramificata nei cinque continenti, quotata in
Borsa, in continua espansione verso nuovi mercati e
nuovi settori. Quello che si dice un gioiellino. Il suo fondatore, Amanzio Rastelli, padre padrone dell’azienda,
ha messo ai posti di comando i suoi parenti più stretti: il
figlio, la nipote, più alcuni manager di provata fiducia - malgrado i loro studi si fermino al diploma
in ragioneria. Un management inadeguato ad affrontare le sfide che il mercato richiede a Leda. E
infatti il gruppo s’indebita. Sempre di più. Non basta falsificare i bilanci, gonfiare le vendite, chiedere
appoggio ai politici, accollare il rischio sui risparmiatori attraverso operazioni di finanza creativa
sempre più ardite. La voragine è diventata troppo grande e si prepara a inghiottire tutto.
“Anche se nel film di Andrea Molaioli (per ragioni piuttosto ovvie, non ultima la libertà narrativa degli
ideatori: con il regista, Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli) i nomi sono inventati e inventato
è un marchio di latte e di prodotti alimentari inclusi loghi e campagne pubblicitarie, risulta evidente
il riferimento a Parmalat, al suo patron Calisto Tanzi, a tanti altri personaggi reali - del suo entourage
aziendale e familiare, della finanza, della politica - di una storia a tutti nota a partire dal 2003-2004,
quando fu scoperto il baratro.” (Paolo D’Agostini, La Repubblica
Repubblica).
“«Possiate morire di morte lenta e dolorosa, voi e i vostri cari». Lo dice con cattiveria impassibile il ragioniere Botta, portato via dalla finanza mentre si consuma il crac annunciato dell’azienda «familiare»
che però non ha rinunciato a entrare nei giochi (sporchi) della finanza globale. E mentre l’oscuro ragioniere fissa qualcosa dalle sbarre del cellulare, gli altri si affannano inutilmente a cancellare le prove
delle truffe spaccando i computer e gettando le carte nel fiume... Siamo in una non precisata provincia
italiana, ma in quelle strade ordinate, e nei sorrisi borghesi di riverenza, messa e paste della domenica,
riconosciamo la Parma di Calisto Tanzi, come nel crollo della Leda, società di latte e prodotti alimentari, quello che nel 2003 ha travolto la Parmalat, e soprattutto i risparmiatori che avevano investito in
borsa sui titoli della società.” (Cristina Piccino, Il Manifesto
Manifesto).
“«I soldi non ci sono? Inventiamoceli». Lo dice Toni Servillo quando il suo personaggio, direttore finanziario di un’azienda alimentare in sofferenza, l’incammina alla bancarotta fraudolenta. Accade nel Gioiellino, film di Andrea Molaioli, da oggi nella sale italiane. Riferimenti a persone in carne e ossa e a fatti
realmente accaduti - il caso Parmalat - non sono casuali. Non è una novità, il cinema - come la narrativa
-riproduce la realtà specie quando nega di farlo. La novità è che Molaioli resta ad alti livelli anche dopo
La ragazza del lago, che l’aveva rivelato, e si sa che l’opera seconda è sempre più difficile dell’opera
prima.” (Enrico Marletti, Il Secolo d’Italia
d’Italia).
“Un film italiano di seria qualità. Come quelli
che realizzavano Francesco Rosi e Elio Petri
negli anni d’oro del nostro cinema civile. L’ha
diretto, anche scrivendolo, Andrea Molaioli
che ha trionfalmente esordito qualche anno fa
con “La ragazza del lago”, lodato dalla critica,
festeggiato dal pubblico, fatto segno a premi
di sicuro prestigio. Oggi si fa ispirare, neanche
CINEMA
molto in filigrana, da quel crac Parmalat che ha lasciato dietro di sé veri e propri disastri ai danni di una
moltitudine di risparmiatori.” (Gian Luigi Rondi, Il Tempo
Tempo).
““IlIl gioiellino punta a dare una linea coerente a forma e sostanza, scegliendo di raccontare un fatto di
cronaca significativo della nostra epoca non in maniera didascalica ma attraverso le pulsioni di alcuni
protagonisti della vicenda. L’Italia dell’alta finanza qui si specchia nel volto burbero e determinato del
sempre monumentale Toni Servillo (in interpretazioni che rischiano ogni volta di fagocitare il resto del
film) e quello più disinvolto e (forse) umano di Remo Girone. Marginale e meno pregnante la figura
della nipote di Rastelli, interpretata da Sarah Felberbaum, intelligente e determinata figura di donna
che prenderà parte all’avventura aziendale, lasciandosi per un attimo sfiorare dall’incanto emotivo,
senza mai perdere però di vista le sue priorità. Tre personaggi con la comune voglia di arrivare, trainati
dai loro obiettivi fin sull’orlo del precipizio e poi rovinati a terra senza paracadute. Un tragico volo
di Icaro racchiuso nella plumbea fotografia del fidato Luca Bigazzi e nel ricercato realismo del suono
in presa diretta a cura di Mario Iaquone, e di ambienti fasulli (dove spiccano in bella vista la Bibbia e
mille altri volumi di plastica) quanto il conto da 14 miliardi, in cui è facile perdersi sempre più difficile
ritrovarsi. Un punto di vista che osserva senza ergersi a giudice, lasciando invece che siano luoghi e
personaggi a parlare, per un film senza dubbio interessante che ha molti elementi di forza e che viene
meno solo nell’appeal narrativo, forse sminuito dal fatto che la storia sia nota e che non ammetta
dunque alcun colpo di scena, o dal fatto che
la mancanza di una presa di posizione forte,
non permetta allo spettatore il classico schieramento nelle file delle forze del bene, o del
male. Perché il bene e il male qui sono una
cosa sola, un mescolarsi di ideali e sentimenti
che non può che confonderci, in un mondo
in cui è sempre più difficile scindere i buoni
dai cattivi.” (Elena Pedoto, www.everyeye.it).
www.everyeye.it
FOTOGRAFIA
Sabato 7 · Domenica 22 maggio
Torre Bruciata
via Antica Cattedrale
Opening Sabato 7 maggio ore 18,00
Kurtz dj-set
Orari mostra 18,00-20,30
sab. e dom. 11,00-13,00/18,00-20,30
L
Maurizio
ANSELMI
Le storie degli altri
e immagini realizzate per questo progetto si ispirano a problematiche di carattere sociale
e vengono realizzate non in forma di reportage, ma appositamente create e costruite
attraverso le tecniche della fotografia tradizionale e cinematografica.
Caratterizzate da un tono surreale e quasi fiabesco, le immagini rimandano comunque a temi forti ed
estremamente toccanti, senza essere al tempo stesso cruda rappresentazione della realtà.
Atteggiamenti sospesi a metà fra un prima e un dopo, personaggi che dipingono attraverso il corpo,
turbamento orrore a volte preoccupazione, come se qualcosa di straordinario o sconvolgente stia accadendo o sia già accaduto. L’inquietudine sprigionata da ogni scatto cerca di catturare l’attenzione
per ricostruire un accaduto, ciò che si è appena compiuto sulla scena, mentre l’uso scenografico del-
la luce taglia lo spazio e l’aria aumentando l’intensità del momento in una drammaticità teatrale.
Le immagini proposte non vogliono essere spontanee nè attimi rubati all’eternità ma sono al contrario, studiate e create nel dettaglio simili a fotogrammi tratti da film di David Lynch e Spielberg: di
fronte ad esse ci si ferma a pensare...
Una mise en scène davvero articolata, realizzata partendo dall’individuazione delle varie location per
poi passare all’elaborazione progettuale dell’allestimento dei rispettivi set.
L’abbinamento delle location con ciascuno dei temi affrontati dà alle immagini una caratteristica
simbolica, resa possibile anche dal posizionamento del punto di ripresa, dalla scelta degli accessori
e dei colori. Tutte le storie fotografate ci appartengono, ci sono quotidianamente vicine, ci coinvolgono direttamente, fanno parte della vita di tutti noi, potrebbero toccare i nostri affetti, le nostre
famiglie, la nostra stessa esistenza... possono non essere le Storie degli altri.
Maurizio Anselmi
MAURIZIO ANSELMI Biografia
Nato a Teramo nel 1957, si laurea al D.A.M.S. di Bologna. Negli anni ‘80 inizia l’attività di fotografo pubblicitario e
collabora con importanti agenzie pubblicitarie, dedicandosi alla fotografia di moda. Le sue immagini compaiono
sulle maggiori riviste nazionali come Panorama, Max, Amica, Vogue Sposa e Sposa Bella. Negli anni ‘90 riceve i
primi riconoscimenti a livello nazionale: le riviste Fotopro e Il Fotografo Professionista, s’interessano alla sua attività pubblicando articoli e redazionali. La sua ricerca in campo culturale, è incentrata in gran parte sul patrimonio artistico abruzzese. Tra le collaborazioni di rilievo: i volumi della collana Documenti dell’Abruzzo Teramano edito
dalla Tercas, La Cappella Sistina della Maiolica - Il Soffitto della Chiesa di San Donato di Castelli
Castelli,
edito da Andromeda Multimedia. Numerose immagini di quest’ ultima opera sono pubblicate
sulla rivista d’arte FMR di Franco Maria Ricci Editore. Dal 2003 al 2007 è fotografo dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e della rivista ABC Abruzzo Beni Culturali
Culturali.
Nel 2004 cura il calendario In Volo sul Parco ed in seguito i volumi Sapori della Natura, Sapori
della Cultura e Santo Stefano di Sessanio, il borgo della rinascita.. Suggestivi ed emozionanti,
infine, la mostra ed il libro Colpiti nel cuore, conoscere per ricostruire del 2009, che raccolgono
le drammatiche immagini realizzate immediatamente dopo il tragico sisma del 6 aprile che ha
sconvolto la città de L’Aquila ed il territorio abruzzese. Nel 2009 pubblica Ager Praetutianus
Praetutianus,
Omaggio al paesaggio teramano - Artemia Edizioni-, una raccolta di immagini dal Gran
Sasso alla costa adriatica, dalle colline ai borghi e paesini medievali dell’entroterra.
FOTOGRAFIA
Sabato 7 · Domenica 22 maggio
Torre Bruciata
via Antica Cattedrale
Opening Sabato 7 maggio ore 18,00
Kurtz dj-set
Giampiero
MARCOCCI
Ritratti di Palestina
Orari mostra 18,00-20,30
sab. e dom. 11,00-13,00/18,00-20,30
G
iampiero Marcocci è fotografo e, in occasione di un recente viaggio in Terra Santa, tra
dicembre e gennaio scorsi, è entrato in contatto con la drammatica realtà palestinese.
Ha visitato Gerusalemme e i territori occupati, Betlemme, Gerico, Hebron, Nablus, restando profondamente colpito dalla precarietà e dalla povertà estrema che improntano l’esistenza di quelle
popolazioni... egli è stato impressionato dalla loro dignità, da una forte identità... che li trattiene tenacemente alla vita. Una situazione pesantissima, più grave e comunque diversa da quanto lasciano
filtrare in Europa i grandi mezzi di comunicazione. A richiamare l’attenzione di Marcocci sono stati
in particolare i bambini; e ai bambini palestinesi egli ha dedicato un intero reportage fotografico, da
cui ha adesso tratto i trentacinque ritratti che costituiscono questa installazione dal forte accento
corale: Ritratti di Palestina. Volti e occhi incuriositi e imbronciati, divertiti e disorientati, comunque
innocenti, ma condannati a pagare il prezzo più elevato di una tragedia che appare, quanto meno ad
un giudizio umano, senza soluzione, priva di una credibile via di uscita. Bambini costretti a confrontarsi quotidianamente con situazioni crude e violente, assolutamente inadatte ad una infanzia a cui,
oltretutto, sono stati negati svago e serenità; spesso gli affetti più cari.
Marcocci ha visitato un orfanotrofio, dove sono accolti bambini che i lutti e le miserie di una guerra
senza fine hanno privato della famiglia. E’ entrato nei campi profughi che inalberano come insegna
una chiave, quella delle case che essi hanno dovuto abbandonare e in cui sperano, nonostante tutto,
di poter tornare. Le Beatitudini, vuol dirci l’artista, non appartengono a contesti lontani nello spazio e
nel tempo; parlano nella muta (ma assordante) richiesta di giustizia che si alza da questi volti infantili
e che supera, naturalmente, il contesto geografico, politico, culturale che essi testimoniano.
Carlo Fabrizio Carli
GIAMPIERO MARCOCCI Biografia
Nato nel 1971, si occupa di fotografia dal 1994. Dopo aver conseguito la maturità
all’Istututo Tecnico Industriale frequenta a Roma l’Istituto Superiore di Fotografia.
Frequenta vari workshop con professionisti tra i quali Maurizio Buscarino e Paolo
Pellegri. È titolare di uno studio fotografico a Teramo dove si occupa di fotografia
commerciale e di reportage sociale e di viaggio. Tra le esposizioni e i riconoscimenti
più importanti segnaliamo il Premio Arte Mondadori alla Permanente di Milano, la
Triennale di Arte Sacra Contemporanea di Lecce, Immagini del Gusto al Centro
Nazionale Della Fotografia D’Autore di Bibbiena, il Premio Termoli alla Galleria
Civica di Arte Contemporanea. Tra i vari premi il Concorso 626 Comunicazione &
Sicurezza del Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, si è aggiudicato nel 2005
il Premio Speciale Ventaglio D’Oro all’interno del Premio Arte Mondadori di cui è finalista, nel 2006 finalista del
Premio Pagine Bianche D’Autore; nel 2008 il Premio Bronze Award per la categoria Ritratto e nel 2010 i Premi
Gold, Silver e Bronze Award nella categoria reportage a Orvieto Fotografia Professional Photography Awards.
KURTZ aka Bernardo Di Sabatino, musicista, dj, producer, suona musica elettronica downtempo muovendosi con agilità tra chill-out, lo-fi, trip-hop e deep-house. Un dj-set che non si esaurisce nella selezione del sound adatto alle circostanze, piuttosto una performance live dove loops,
textures e campionamenti si fondono con l’esecuzione di tracce di artisti come Groove Armada,
Bonobo, Flying Lotus, Dzihan & Kamien.
TEATRO
RITORNO ALL’ISOLA*
Ritorno all’isola è titolo di un primo Festival teatrale dedicato ad atti unici scritti, interpretati o diretti
da giovani attori teramani che hanno frequentato, prima di intraprendere la carriera, la Scuola di
Teatro Spazio Tre diretta da Silvio Araclio.
Tre atti unici originali al loro debutto e La lezione di Ionesco in un nuovo allestimento. Questo il programma della I edizione e ci auguriamo di averne una prossima con nuovi debutti e nuovi ritorni.
*titolo dalla raccolta di poesie di Daniela Attanasio
Domenica 8 maggio
Spazio Tre Teatro
ore 18,30
W>>INTERN
nei pressi di Jon Fosse
Il futuro ci appare antico come il passato Antonio Maria Lisboa
con Piergiuseppe Di Tanno
Vijaya Bechis Boll
regia PLB
scenografia Gabriella Di Tanno
D
ove si avvera l’incontro
di due sconosciuti? Un
parco, una panchina. Quando? Ieri,
tra poco, due mesi fa. Niente di più
ordinario. Eppure incontrarsi può capitare in uno spazio non rintracciabile
Piegiuseppe Di Tanno
grazie a nessuna mappa e in un tempo non misurabile, sospeso fra la realtà visitabile e il non detto
che si può ascoltare. Un uomo e una donna collidono dentro il loro abbraccio, studiano l’occasione di
sostenersi a vicenda. Le interruzioni dei loro discorsi comunicano il bisogno che hanno di sentimenti,
l’illusione di poter mettere da parte una vita intera e di ricominciare. Se è possibile scrivere ciò che
non si può dire, come pensa J. Derrida, allora al di là delle voci e dei corpi sarebbe prezioso trascinare sulla scena tutto quello che esiste in potenza nella partitura testuale o che viene mascherato,
ogni pulsione che si sceglie di non dire e che non si ha il coraggio di accennare. Ci vuole orecchio
per distinguere la musica indecente e distruttiva di questo ossessivo concerto per creature umiliate.
Durante i silenzi di Inverno, testo del 2000, si mettono a danzare un uomo e una donna.
JON FOSSE, classe 1959, staziona nei piani alti del teatro contemporaneo e l’ascesa è stata rapidissima in
patria, dove in dieci anni è diventato l’autore più rappresentato dopo Ibsen, e altrettanto veloce in Europa e negli
Stati Uniti. La sua drammaturgia mette a fuoco le tare umane, gli scarti inavvertibili nei cortocircuiti del linguaggio
sociale e domestico, la compresenza molesta di più età in un’unica persona, l’inferno di qualsiasi slancio d’amore,
la scelta drastica del tacere. Nei suoi testi, rapporti poco lusinghieri e tragedie imperscrutabili restituiscono il silenzio appena parlato. La sua scrittura domina il non-detto, sviluppa un linguaggio freddo e asettico, che costruisce
l’atmosfera turbata di una commedia umana senza più limiti di tempo, di luogo o di sesso.
PIERGIUSEPPE DI TANNO, nato a Teramo, dopo aver frequentato i Corsi di recitazione di Spazio Tre
con Silvio Araclio, si è diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, ha
lavorato con Lorenzo Salveti, Piero Maccarinelli, J.S.Sinisterra, Sergej Tcherkasskij, Paolo Magelli, Toni Cafiero,
Giancarlo Sepe, Marcello Magni, Massimo Di Michele, Juan Diego Puerta Lopez. Dal 2007 collabora intensamente con il Teatro Nazionale Croato ‘Ivan pl. Zaic’ di Rijeka. Al cinema ha partecipato di recente a Venti Sigarette
di Aureliano Amadei, vincitore della sessione Controcampo Italiano alla Mostra del Cinema di Venezia. Il suo è
un percorso di contaminazione: un’indagine tra il corpo e la parola, il teatro e la danza. Ha curato di recente la
preparazione fisica della compagnia Toujours Grande et Belle al Theatre La Balsamine di Bruxelles.
VIJAYA BECHIS BOLL si è diplomata presso Il Centro Sperimentale
di Cinematografia di Roma, dove ha studiato con Maestri quali M. Bellocchio. Lavora in Francia in progetti diretti da Anatoli Vassiliev. Lavora in
cinema e televisione. Di recente ha partecipato a Primo incarico, un film
di Giorgia Cecere, presentato al Festival del Cinema di Venezia.
TEATRO
Mercoledì 11 maggio
Ritorno all’isola
Spazio Tre Teatro
ore 21,15
LE OMBRE
di Riccardo Ricci
con Riccardo Ricci Eugenia Rofi Roberta Santucci
musiche originali Luca D’Alberto
compagnia Tre Polveri Sottili
Riccardo Ricci
Eugenia Rofi
Roberta Santucci
U
na giovane ed indifesa laureata in lettere viene adescata in strada da un misterioso individuo. Condotta in un ‘agenzia si ritroverà seduta davanti ad un contratto standard a cui
manca solo la sua firma...
Tre personaggi. Un ‘anima ingenua e due iene manageriali sono i protagonisti di una macabra danza
sul bordo del vuoto dei nostri giorni. Una violenza conforme e massificante, un rito di iniziazione al
mondo professionale dalle tinte oscure ed inquietanti.
Le Ombre è una pièce, dal carattere fortemente grottesco, che riecheggia deliberatamente lo stile
di un certo teatro dell’assurdo e ha la volontà di raccontare in questa chiave, la delicata realtà del
futuro professionale giovanile.
RICCARDO RICCI, nasce a Teramo dove consegue la maturità classica. Dopo aver frequentato i Corsi
di Recitazione di Spazio Tre con Silvio Araclio, si diploma a Roma all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Inizia a lavorare con Lorenzo Salveti e successivamente in rassegne estive del Teatro
Silvano Toti con la direzione artistica di Gigi Proietti e in seguito con la compagnia di Michele Placido. Ha
lavorato per alcune fiction Rai e Mediaset e in alcuni film diretti da Michele Placido. Scrive per il Teatro.
EUGENIA ROFI, nata a Teramo. Dopo aver frequentato i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Carla Piantieri e successivamente con Silvio Araclio, si laurea a Roma in Letteratura, Musica e Spettacolo e si diploma nel
2008 presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Partecipa agli spettacoli: Revisore, IOeIO,
La Casa di Bernarda Alba, Macbeth... I fatti di Fontamara, di e con M. Placido, Amleto, regia di V. Rosati (Premio Sandro D’Amico , Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010), con il Teatro Stabile delle Marche, On Winnie
Winnie,
testo e regia V. Manna (Premio S.I.A.E. Talenti emergenti, Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010)...
ROBERTA SANTUCCI, dopo aver conseguito la maturità classica, frequenta i Corsi di Recitazione di
Spazio Tre con Silvio Araclio. Diplomata presso l`Accademia Nazionale d`Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, prosegue la sua formazione con i maestri N.Karpov, J.Sinisterra, K.Weinder, S.Main,A.Wirth,
F.Ansalone. E` tra le fondatrici di The Company
Company, compagnia teatrale che collabora spesso con Michele
Placido ed è impegnata con la produzione di spettacoli e la realizzazione di progetti di sensibilizzazione e
diffusione della cultura teatrale in territori problematici (Alétheia:
Alétheia: Tor Bella Monaca per San Luca e Officine
culturali-Salto cicolano
cicolano). Ha lavorato in produzioni televisive e cinematografiche e affianca all’attività di
attrice quella di formatrice in scuole e aziende e di aiuto regia (nel 2010 è stata l’aiuto regia del M. Silvio
Araclio in La Bohème
Bohème).
TEATRO
Domenica 15 maggio
Spazio Tre Teatro
ore 18,30
Ritorno all’isola
L’ORRORE
di Marco Cassini
con Mimosa Campironi
Giulia Fratarcangeli
Simone Gualtieri
regia Marco Cassini
scena Davide Salamino
L
Marco Cassini
ondra all’alba... Quartieri alti della city. Mark e Gin sono fidanzati ormai da diverso
tempo. La gelosia di lei è alle stelle, perché Mark è l’autista personale di Felix Primander, la più grande rockstar del momento... ma dietro la grande rockstar si nasconde un
terribile segreto...
L’orrore è un viaggio nero e triste di tre personaggi della upper class che sembra non abbiano
nulla da perdere e si trovano in un continuo stato di tempesta interiore: rappresentanti di una
vecchia borghesia che arranca e cerca una nuova dimensione nel contemporaneo. Fa da sfondo al nostro noir una setta segreta, metafora di un futuro nuovo che vuole sovvertire i valori e
la società del passato...
Una congrega che vive di dubbi senza risposte, in questo momento di crisi intellettuale e morale per tutto l’occidente, dove ogni certezza viene puntualmente attaccata da realtà nuove...
e riappare l’eterno interrogativo che nei vuoti dell’anima attanaglia l’umanità ... C’è vita dopo
la morte?
MARCO CASSINI, attore e regista, nasce a Teramo. Dopo il successo di esperienze teatrali e di cortometraggi
avuti nell’adolescenza frequenta i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Silvio Araclio. Terminato il Liceo viene
ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia (insegnanti M. Bellocchio, G.Giannini, L. Wertmuller...) Non
ancora diplomato, ha un ruolo nel film La Canarina Assassinata di Daniele Cascella. Segue una breve esperienza
nel Cinema a Los Angeles (David Warren e Maureen Murphy). In Italia interpreta un ruolo minore ne Lo smemorato
di Collegno diretto da Maurizio Zaccaro. Per la televisione: Don Matteo 7 (2008), è Aldo Tiburzio nella serie Fuoriclasse con Luciana Littizzetto (2010) e in Una canzone per te. Attualmente è in tv con Un medico in famiglia 7.
SIMONE GUALTIERI, romano, attore di formazione teatrale e cinematografica ha esperienze nel Cinema e nella fiction con Paolo Sorrentino (L’amico di famiglia), M. Mattolini
(Bella e impossibile), Raffaele Mertes (Carabinieri), inoltre Raima Ciacof (Fantasme,
Fantasme, Premio
Fantasme
cinematografico nuovi autori, Premio miglior attore emergente).
MIMOSA CAMPIRONI, studi di Canto Pianoforte e di Teatro, frequenta nel 2006 il Centro Sperimentale di Cinematografia. In Teatro (La
La bancarotta di C. Goldoni, regia F. Vanacore e
Prendimi con te
te,, regia F. Apolloni). Esordisce nel Cinema con Sfiorarsi di A. Orlando, Nessuna
qualità agli eroi di P. Franchi con Elio Germano, L’imbroglio del lenzuolo di A. Arau. In tv
Incantesimo 10
10, Don Luca c’è...
CLAUDIA FRATARCANGELI, laurea in Storia e critica del cinema. Ha studiato in varie
accademie private e nel workshop sul metodo Strasberg con Elizabeth Kemp. Ha recitato in
diversi cortometraggi, film indipendenti, spettacoli teatrali (IlIl Gabbiano di Cechov, Antigone
di Sofocle, Tradimenti di Pinter...), reading, videoclip e spot per il web e radiofonici. Amante
dell’arte in tutte le sue forme, da quasi un anno collabora con il portale web indie-eye e sta
muovendo i primi passi nel campo della fotografia.
TEATRO
Domenica 22 maggio
Spazio Tre Teatro
ore 18,30
Ritorno all’isola
LA LEZIONE
di Eugène Ionesco
con Bartolomeo Giusti Vincenzo Macedone Eugenia Rofi
coordinamento Silvio Araclio
produzione Spazio Tre
Bartolomeo Giusti
Vincenzo Macedone
Eugenia Rofi
E
ugène Ionesco, rumeno di origine ma francese di adozione è annoverato tra i grandi del
Teatro dell’assurdo. È certamente tra i maggiori drammaturghi del secondo Novecento
e tra i più rappresentati. Celeberrima tra le sue commedie La cantatrice calva.
La lezione è uno dei testi più importanti di Ionesco, è un dramma comico, secondo la definizione dell’autore, che ha tre soli personaggi. Il protagonista è il linguaggio, innanzitutto come
dimostrazione della difficoltà di comunicazione, ma specialmente come strumento di potere: è il
professore a decidere i significati da dare alle parole e chi ha il potere del linguaggio ha il potere
sulle cose e sulle persone... La relazione maestro-allievo diviene il simbolo di un significato più
generale che consiste nella relazione fra linguaggio e potere e nella natura sessuale, in quanto
sadica, di ogni potere. Dietro un’apparente lezione si consuma un rito gotico e omicida che si
ripete all’infinito sotto gli occhi complici della governante. Il linguaggio assurdo e paradossale
amplia e dilata il gioco crudele che si instaura tra il professore e l’allieva.
BARTOLOMEO GIUSTI, ha all’attivo una carriera teatrale ormai quarantennale. Docente di Costume
presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, ha lavorato con le maggiori Istituzioni Teatrali aquilane e abruzzesi (Teatro Stabile d’Abruzzo, L’Uovo etc.) e con Arena del Sole, Teatro Comunale di Bologna, Todi Festival, Compagnia dell’Atto e Compagnia dell’Albero di Roma etc. E’ stato diretto da
Ida Basignano, Mario Missiroli, Beppe Navello, Gigi Proietti, Lorenzo Salveti, Maurizio Scaparro, Silvio Araclio,
Massimiliano Farau etc. Lavora regolarmente come costumista con Lorenzo Salveti.
VINCENZO MACEDONE, inizia come attore di teatro di strada e di rievocazioni storiche (La Quintana
di Ascoli Piceno, Camunerie di Breno, La notte dei Briganti
Briganti, La congiura dei Baroni a Montorio...) Frequenta
i Corsi di Teatro a Spazio Tre e inizia una promettente carriera sia come attore di cinema (Una storia di lupi
di Cristiano Donzelli, Sound Track di Francesca Marra, ...) che di teatro. Attualmente è attore e collaboratore
della Compagnia Teatrale Spazio Tre ed è assistente alla regia di Silvio Araclio negli Spettacoli finali dei Corsi
di Recitazione.
EUGENIA ROFI, nata a Teramo. Dopo aver frequentato i Corsi di Recitazione di Spazio Tre con Carla
Piantieri e successivamente con Silvio Araclio, si laurea a Roma in Letteratura, Musica e Spettacolo e si diploma
nel 2008 presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Partecipa agli spettacoli: Revisore,
IOeIO, La Casa di Bernarda Alba, Macbeth... I fatti di Fontamara, di e con M. Placido, Amleto, regia di V. Rosati (Premio Sandro D’Amico , Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010), con il Teatro Stabile delle Marche, On
Winnie, testo e regia V. Manna (Premio S.I.A.E. Talenti emergenti, Festival dei due Mondi di Spoleto, 2010)...
Winnie
DANZA
Venerdì 20 maggio
Teatro Comunale
ore 21,15
SONICS
Per formances volanti
Meraviglia
M
eraviglia: acrobazie aeree e
macchine sceniche imponenti creano un insieme di immagini
intrecciate, di sogni vissuti dentro a un
altro sogno più grande; la storia di come
ognuno di noi spesso si affidi a pozioni
magiche o a falsi santi per affrontare
il quotidiano dimenticando che l’unico
vero elisir della vita risiede dentro noi
stessi, dentro le nostre emozioni che
vengono dallo stupore per le cose semplici... se solo imparassimo a scollegarci dalla realtà... ognuno di noi avrebbe
dentro di sé il suo pianeta Meraviglia, il
luogo in cui contenere l’emozione non
convenzionale, il luogo in cui rifugiarsi
e a cui rifarsi quando quello che ci sta
intorno sbiadisce i contorni dell’essere
umano ...
Adrenalina e stupore sono gli ingredienti
di questo spettacolo che non disdegna riflessioni ambientali e che strizza
l’occhio alla condivisione tra popoli, una
favola moderna e senza presunzione se
non quella di traspor tare lo spettatore in
spazi surreali e indefiniti della fantasia umana, luoghi animati da animali
anomali in cui un fiore proveniente da
un altro pianeta lotta contro lo smog
provocato dall’uomo o dove una carezza
si trasforma in una straordinaria storia
d’amore sospesa per aria.
DANZA
Creazione e direzione
Alessandro Pietrolini
Disegno luci
Niki Casalboni, Alessandro Pietrolini
Coreografie aeree
Ileana Prudente e Federica Liuzzo
Testi
Antonio Villella
Performers
Ileana Prudente Irene Chiarle Federica Liuzzo Francesca Torta Claudio Bertolino Lucio
Rizzi Giorgio Richetta Alessandro Pietrolini
Tecnica
TuttoService.net
Costumi
Ileana Prudente
Produzione e distribuzione
Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi sas / Sonics srl
Durata 80 minuti in 2 tempi
Sonics
Meraviglia è una delle grandi performance a cui ha
dato vita la creatività visionaria ed onirica di Alessandro Pietrolini fondatore insieme ad Ileana
Prudente dei Sonics,, una compagnia
di acrobati tutta italiana protagonista
di eventi magici e di grande effetto.
Nel loro curriculum grandi
eventi e spettacolari performance aeree presentate nelle più belle piazze italiane europee e del mondo: con i loro spettacoli
hanno fatto sognare il pubblico di mezzo mondo da Miami a Mumbai, da Frankfurt a Dubai. I Sonics riempiono i cieli, le piazze e finalmente anche i teatri con i loro leggeri acrobati, le imponenti attrezzature, le
visioni oniriche del loro immaginario e tutta la multiforme e geniale fantasia del circo moderno e della
danza acrobatica dando vita ogni volta ad eventi unici e irripetibili, che lasceranno a bocca aperta...
... e al termine non resterà che domandarsi se è stato reale o frutto di un sogno.
Presidente Carla Piantieri
Direttore artistico Silvio Araclio
Scuola di Teatro:
Corsi per ragazzi (9-15 anni)
Corsi pomeridiani (età minima 15 anni)
Corsi serali per adulti
Corsi di:
recitazione, dizione, impostazione della voce
Seminari di educazione teatrale nelle scuole
Produzione spattacoli
Organizzazione rassegne
MUSICA
Venerdì 27 maggio
Teatro Comunale
ore 21,15
Paolo
DI SABATINO
Voices
E
ccellente e quotato pianista quarantenne, Paolo Di Sabatino è un
modernissimo jazzista che mal si inquadra
nelle etichette che la stampa sui generis dispensa agli artisti. Ogni definizione
gli va stretta. Dopo una ventina di lavori
strumentali (molti dei quali pubblicati per
un raffinato pubblico giapponese) come
esecutore ed autore dotato di un tocco
classico profondamente legato alla melodia
ecco presentare per la primavera 2011 un
nuovo lavoro che diventa un turning point
per la sua ventennale carriera. In Voices, Di
Sabatino si cimenta con la forma canzone
scrivendo e arrangiando magistralmente,
spesso con belle sezioni d’archi, una dozzina di componimenti raffinatissimi e inusuali
e affidandoli a voci calibrate e ben assemblate tra cui spiccano quelle di Peppe
Servillo, Linda Valori, Gegé Telesforo, Fabio
Concato, Iva Zanicchi, Grazia Di Michele,
Pilar, Massimo Guerrini e Gino Vannelli. Se
qualcuno avesse ancora dei dubbi su questo grande jazzista italiano potrebbe rivedere le sue tesi ascoltando questo splendido
lavoro in cui la leggerezza si sposa al rigore
e la forza di ogni composizione riesce a
catturare anche l’ascoltatore più distratto.
Paolo De Bernardin
Paolo Di Sabatino pianoforte
Marco Siniscalco basso
Glauco Di Sabatino batteria
Massimo Guerini voce
special guest
FABIO CONCATO
PEPPE SERVILLO
MUSICA
PAOLO DI SABATINO Biografia
Nato a Teramo nel 1970, inizia giovanissimo lo studio del
pianoforte sotto la guida del padre e si diploma nel 1990
col massimo dei voti presso il Conservatorio di Bari. Nel
1994 consegue il diploma di Musica Jazz. Dedicatosi esclusivamente al jazz si esibisce con varie formazioni a proprio
nome dal piano solo all’ottetto. Ha partecipato a numerose
trasmissioni radio-televisive e si è esibito in importanti club
e festival in Italia e all’estero. Ha suonato con moltissimi artisti italiani e stranieri tra i quali P. Fresu, N. Arigliano, L. Patruno, E. Rava, I. De Paula, R. Gatto, B. Cobham, P. Costa, P. Drummy e molti altri... Ha collaborato
inoltre con attori quali Michele Placido, Arnoldo Foà, Alessandro Haber, Alessio Boni... Nel marzo
del 1999 suona a Chicago presso il famoso jazz-club Jazz Showcase e firma un contratto esclusivo
per la Hallway Records di Chicago con la quale pubblica un cd nel 1999... E’ pianista e arrangiatore
(insieme a Ruggieri e Roberto Colombo) del progetto Canzoni fra le guerre di Antonella Ruggiero
e sempre nel 2007 collabora come pianista e compositore allo spettacolo Serata d’onore con Cavuti
e gli attori Michele Placido e Giorgio Albertazzi.Nel 2008 effettua il tour teatrale con Mario Biondi
e registra il primo cd in trio (con M. Siniscalco e G. Di Sabatino) per l’etichetta giapponese Atelier
Sawano e un altro con il gruppo Tango or not tango del quale è leader insieme a Davide Cavuti e a
cui hanno partecipato anche Paola Turci, Javier Girotto, Michele Placido, Caterina Vertova.
Nel 2009 Mario Biondi inserisce due canzoni co-firmate da Paolo nel suo cd If... Hanno parlato di
lui: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Liberazione, Musica Jazz, Famiglia Cristiana, Jazzit, Audio
Review, Musica & Dischi, Guitar Club, L’Unità – Diario della settimana, Fare Musica, All About
Jazz, Jazzitalia, Il Manifesto, Il Secolo XIX...E’ docente di jazz presso il Conservatorio “A. Casella”
di L’Aquila.
Numerose sono le sue incisioni in Italia e all’estero. Voices è la sua ultima produzione per Irma
Records, marzo 2011.
1994 GIUSEPPE PICCIONI
1995 DANIELE LUCHETTI
1996 MARIO MARTONE
ROBERTA TORRE
ARCIPELAGO (Antonietta De Lillo, Antonio
Rezza, Cosimo Alemà, Fabio Caramaschi,
Stefano Saveriano, Ilaria Freccia, Giovanni
Martinelli, Paolo Bragaglia, Beniamino Catena)
1997 FRANCESCA ARCHIBUGI
FABIO SEGATORI
ARCIPELAGO (Guido Chiesa, Maurizio
Dell’Orso, Giancarlo Bocchi, Antonio Meucci,
Giancarlo Rolandi, Stefano Bessoni)
1998 PAPPI CORSICATO
GUIDO CHIESA
ARCIPELAGO (Gianluca Sodaro, Rolando
Stefanelli, Enrico Salimbeni, Giulio Laurenti)
VIDEA (Cristina Vuolo)
1999 PAOLO VIRZÌ
EROS PUGLIELLI
ARCIPELAGO (Fluid Video Crew,
Vincenzo Scuccimarra, Enrico Pitzianti,
Laura Muscardin, Stefano Corazziari)
VIDEA (Alessandro Nico Savino e Simona Piattella)
2000 DAVIDE FERRARIO
DANIELE SEGRE
TONINO VALERII
2001 FERZAN OZPETEK
LUCIANO EMMER
VideA (Marco Chiarini)
2002 CRISTINA COMENCINI
GILLO PONTECORVO
VideA (Riccardo Forti)
2003 MIMMO CALOPRESTI
FRANCA VALERI
ARCIPELAGO (Emanuele Crialese,
Camille D’Arcimoles, Alessandra Stabile,
Frizzi Maniglio, Alessia Lucchetta, Tommaso
Lipari, Simone Massi, Daniele Lunghini,
Diego Zuelli)
VideA (Francesco Calandra)
2004 SILVIO SOLDINI
VideA (Giovanna Di Lello)
2005 MATTEO GARRONE
VideA (Massimo Martelli - Stefano Odoardi)
PIER PAOLO PASOLINI
2006 PAOLO SORRENTINO
EDOARDO WINSPEARE
VideA (Dino Viani)
2007 SAVERIO COSTANZO
DEMONI & GAY - letteratura e omosessualità
nel Cinema
ASTA NIELSEN/HAMLET
2008 CARMINE AMOROSO
È SUCCESSO UN ‘68 - I suoi primi 40 anni
2009 GIANNI DI GREGORIO
FUTURITMI - Corti del ’20 e del ’30
di ispirazione futurista
ITALO DOC 8 film di Italo Moscati
2010 CARLO VERDONE
ALBO D’ORO
Sezione Cinema MAGGIO ITALIANO
ALBO D’ORO
Sezione Danza
1996 Concerto d’Europa · LILIANA COSI
e MARINEL STEFANESCU
1997 Mediterranea · BALLETTO DI TOSCANA
Gran Gala del Maggio per la Danza
ORIELLA DORELLA, ANITA MAGYARI,
MICHELE VILLANOVA
1999 Indiscipline · KATAKLÒ
2000 La Lupa · LUCIANA SAVIGNANO
2001 Arie di corte e Pavane - Souvenir di Isadora Duncan
CARLA FRACCI
2002 Coreografia europea · ATERBALLETTO
Patchwork · COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA
2003 Vento (nelle costellazioni silenziose)
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI DANZA
Gee Andy! (Il mondo dell’artista mito della Pop Art
Andy Warhol) · BALLETTO TEATRO DI TORINO
2004 Gli Scordati · GIORGIO ROSSI
ASSOCIAZIONE SOSTA PALMIZI
Catalogo Tangueros
NUEVA COMPAÑIA TANGUEROS
2005 Aterballetto Suite · ATERBALLETTO
2006 Duende; Camuflage-Venus
SPELLBOUND DANCE COMPANY
Grazie Rudy · Galà Rudolf Nureyev
MAXIMILIANO GUERRA
2007 Polis · Compagnia ABBONDANZA/BERTONI
2008 Omaggio a Béjart
GRAZIA GALANTE - RAFFAELE PAGANINI
Carmina Burana
SPELLBOUND DANCE COMPANY
2009 Giulietta e Romeo · KLEDI KADIU
e COMPAGNIA BALLETTO DI ROMA
2010 Inferno · EMILIANO PELLISARI
Sezione Musica
1992 DUO CAMERISTICO ITALIANO
ARCO IN BLUES
ALBA RICCIONI-PAOLO SPECA
1993 CORO POLIFONICO “A. ZACCARIA”
ORCHESTRA DA CAMERA
“BENEDETTO MARCELLO”
ORCHESTRA “GAETANO BRAGA”
1994 WIM MERTENS
HARMONIA
ROGER ENO E HARMONIA
1995 NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE
1997 AVION TRAVEL
1998 MADREBLU
2000 NADA - RITA MARCOTULLI - XAVIER GIROTTO
2001 OMINOSTANCO
QUINTORIGO
2002 LU PASSAGALLE
2003 QUARTETTO EUPHORIA
2004 GERMANO MAZZOCCHETTI
FRANCO PIERSANTI
ENRICO MELOZZI - STEFANO DE ANGELIS
2005 BANDA OSIRIS
2006 OFFICINA ZOÈ
2007 AMBROGIO SPARAGNA
e ORCHESTRA PIZZICATA
Sezione Teatro
1992 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE
1993 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE
SCENADINAMICA
T.S.A.
1994 GRAZIA SCUCCIMARRA
MAURO MARINO
COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE
1995 TEATRI D’ABRUZZO
rassegna delle compagnie teatrali abruzzesi
L’UOVO (L’Aquila)
TEATRO DEI COLORI (Avezzano) PICCOLO TEATRO DEL ME-TI (Paglieta)
DRAMMATEATRO (Pescara)
FLORIAN CENTRO A.R.T. (Pescara)
L’ARTE DEL TEATRO (Pescara)
SPAZIO TRE (Teramo)
1996 PICCOLO TEATRO DEL ME-TI
AL BREK (Aldo Beccaceci)
1997 MARIA EGLE SPOTORNO
T.S.A.-PIERA DEGLI ESPOSTI
ANTONIO CALENDA
DEPOSITO DEI SEGNI
TEATRO DI PUCK
SCENADINAMICA
1999 PEPPE BARRA
T.S.A. - LORENZO SALVETI
2000 FRANCESCA REGGIANI
2001 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE
2002 PAOLA PITAGORA
2003 WALTER MAESTOSI
2004 DACIA MARAINI - PIERA DEGLI ESPOSTI
2005 KOREJA e RAIZ
2006 PIERA DEGLI ESPOSTI
MARIA INVERSI - LAURA MAZZI
2007 RICCARDO REIM - MANUELE MORGESE
GIACINTO PALMARINI e DANIELE SALVO
2008 COMPAGNIA TEATRALE SPAZIO TRE
2009 LABORATORIO TEATRALE SPAZIO TRE
ALBO D’ORO
2008 LISMA PROJECT THE CITY
EUGENIO BENNATO
2010 EX.WAVE
GIRODIBANDA-CESARE DELL’ANNA
Finito di stampare nel mese di maggio 2011
Multiprogress - Mosciano S.A. (Teramo)
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