ANNO X
numero 2
Marzo-Aprile 2015
distribuzione gratuita
bimestrale di informazione della Diocesi di Oria
MemOria
VOCE DEL VESCOVO
E voi chi dite che io sia?
DIOCESANA
Catechisti in (ri)elaborazione
CULTURALE
Barsanofio, il grande
anziano
Il vescovo Vincenzo e la redazione di MemOria
augurano una santa e serena Pasqua.
ANNO X numero 2
Marzo-Aprile 2015
bimestrale di informazione della Diocesi di Oria
MemOria
Sommario
Memoria
Bimestrale di informazione della
Diocesi di Oria - periodico di
informazione religiosa
Direttore editoriale:
✠ Vincenzo Pisanello
Direttore Responsabile:
Franco Dinoi
Redazione:
Gianni Caliandro
Franco Candita
Alessandro Mayer
Francesco Sternativo
Pierdamiano Mazza
VOCE del VESCOVO
E voi chi dite che io sia?
PROSPETTIVE
Il popolo, raro protagonista della sua storia
3
4
liturgia in pillole
Il ministero dell’accolitato
7
DIOCESANA
In copertina:
Cristo appare a Maria, Tommaso Conca,
1758, Basilica Cattedrale di Oria
Progetto grafico
impaginazione:
Progettipercomunicare
Catechisti in (ri)elaborazione
Don Salvatore Gennari ci ha lasciato
Con San Pietro da secoli
Diamo vita alla pace!
8
10
14
26
news
Marzo - Aprile
12
EDIZIONI E COMUNICAZIONE
www.progettipercomunicare.it
Stampa:
ITALGRAFICA Edizioni
Oria (Br)
s.r.l.
Curia Diocesana:
Piazza Cattedrale, 9 - 72024 Oria
Tel 0831.845093
www.diocesidioria.it
e-mail: [email protected]
Registrazione al Tribunale di Brindisi
n° 16 del 7.12.2006
chiuso il 20 marzo 2015
facebook.com/memoria.diocesidioria
MemOria
catechesi in pillole
L’omelia parte integrante della messa
16
CULTURALE
Barsanofio, il grande anziano
Ciò che inferno non è
PRO-MEMORIA
Agenda pastorale del Vescovo,
marzo - aprile 2015
18
20
22
MEMORIA POETICA
Pasqua
27
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
VOCE del VESCOVO
✠ Vincenzo Pisanello
E voi chi dite che io sia?
Nel vangelo di Marco, che è il vangelo domenicale di
questo anno liturgico, proprio nel mezzo dell’intero
libro, Gesù pone ai suoi discepoli questa domanda: “E
voi chi dite che io sia?” (Mc 8, 29). Spesso nel vangelo
Gesù pone delle domande: a volte sono domande
retoriche, che non richiedono risposta perché è già
scontata, oppure sono rimproveri sotto forma di
domanda, oppure sono domande poste per mettere in
difficoltà l’avversario. Qui Gesù pone una domanda,
per così dire, aperta, cioè che dà la possibilità di diverse
risposte. Perché Gesù fa questo? Per far maturare i
discepoli, per far emergere le loro incertezze e paure,
per aiutarli a esporsi e a dichiararsi.
Risponde Pietro per tutti: “Tu sei il Cristo” (Mc 8, 29).
Qual è il significato di questa risposta?
Qualche anno fa fu fatta in Europa un’indagine
di sociologia religiosa, e fu posta proprio la stessa
domanda che Gesù ha posto ai discepoli: “E voi chi
dite che io sia?”. Lo scopo dell’indagine era capire che
tipo di comprensione del mistero di Gesù aveva l’uomo
europeo. Dalle risposte date furono stabilite quattro
categorie di persone, secondo la tipologia di relazione
con Dio.
- Fu definita una prima categoria di cristiani come
coloro che vivono la propria fede e credono in Dio fatto
uomo, e che avrebbero dato una risposta come quella
di Pietro.
- Una seconda categoria sono coloro che affermano
semplicemente l’esistenza di un Essere supremo, e
mettono Gesù in relazione con questa potenza.
- Una terza categoria di persone vede in Gesù un
benefattore dell’umanità, una persona che si è
fortemente impegnata a favore dei poveri.
- Ci sono, infine, i non credenti, che riducono Gesù a un
filantropo o a un uomo politico.
Come si vede, non c’è univocità nella comprensione del
mistero di Gesù. E tale pluralità, che spesso rasenta la
MemOria
confusione, è anche del nostro tempo e, non di rado, di
noi cristiani. Perciò è assolutamente necessario porsi la
domanda di Gesù ai suoi discepoli e provare a darsi una
risposta che sia coinvolgente per la nostra vita.
Chi è, per me, Gesù? Come definisco il mio rapporto
con Lui? Come mi dichiaro rispetto a Lui? Come
Gesù è parte della mia identità?
Sono domande che servono a inquadrare la nostra
identità di uomini, prima di tutto, e poi di cristiani, di
discepoli.
Tutto il cammino quaresimale è un cammino di
discepolato, un andare dietro a Gesù per comprenderne
il mistero e per arrivare ad affidare la nostra vita
nelle mani del Risorto. Anche per noi c’è il rischio di
interpretare Gesù come il Battista, come Elia o uno dei
profeti. E questo perché è comodo, perché possiamo
accontentarci, senza sforzarci, possiamo vivere nella
pigrizia mentale. E così pensiamo a Gesù come a
qualcosa che è già sulla bocca della gente, non bisogna
fare alcuna fatica per scoprire qualcosa di nuovo, di
inatteso e inattendibile! Ma questa è paura di andare
più in là, di pensare di più, di cogliere il nuovo che si
affaccia all’orizzonte.
Il percorso quaresimale deve aiutarci a liberare il nostro
orizzonte dalla paura del nuovo, dalla paura di Dio che
rende nuove tutte le cose. Se restiamo rinchiusi nelle
tane delle nostre paure, non vedremo mai l’alba della
resurrezione, non avremo mai la vita nuova. Lasciamoci
stimolare quotidianamente dalla Parola di vita, la Parola
di Gesù, che in diversi modi, ci ripete: “E voi chi dite
che io sia?”. Proviamo a formulare delle risposte non
semplicemente corrette. Risposte che ci impegnano,
che ci stimolano, che ci spingono. Risposte che ci
fanno desiderare il nuovo, il bello, il divino. Risposte
che ci rendono persone nuove, figli della resurrezione,
figli della luce. “Tu sei il Cristo, il Risorto!” “E io sono
risorto con te!”.
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
3
PROSPETTIVE DI
Franco Candita
Il popolo, raro protagonista
della sua storia
relazionati a tensioni bipolari: a) II tempo è superiore
allo spazio, b) L’unità prevale sul conflitto, c) La realtà è
più importante dell’idea, d) Il tutto è superiore alla parte»
(nn. 222-225).
Papa Bergoglio col tema: “il tempo è superiore allo
spazio” ci fa entrare in empatia con le dinamiche
“processo” e “coinvolgimento”; questo è l’oggetto delle
brevi riflessioni sia sul versante civile che ecclesiale. Le
comunità cristiane erano agli inizi lo “spazio alternativo”
di solidarietà e di fraternità contrappeso alla durezza
della società contemporanea.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” fa oltrepassare
il recinto di appartenenza; ma oggi l’universalità del
comandamento s’infrange contro i nuovi recinti sorti
all’interno della stessa tribù, etnia, religione, nazione,
cultura e lingua.
4
Non c’è politica e religione senza popolo. Quale popolo?
Romanticismo e Risorgimento italiano correlano
“popolo” con Nazione: “una d’arme, di lingua, d’altare, /di
memorie, di sangue e di cor”. Da volgo spregiato e servo
dello straniero, diviene nazione, conquistando la libertà
e l’indipendenza col proprio sacrificio, come T. Koerner
(A. Manzoni, Marzo 1821). II Guicciardini descrisse il
popolo «animale pazzo, pieno di mille errori, di mille
confusione, sanza gusto, sanza diletto, sanza stabilità».
Ossimori storici! II Concilio Vaticano II codificò la
Chiesa “popolo di Dio”, superando la formula di “società
perfetta”.
Sull’argomento l’Evangelii Gaudium (EG) afferma:
«l’essere fedele cittadino è una virtù, e la partecipazione
alla vita politica è un obbligo morale. Diventare un popolo
è qualcosa di più, richiede un costante processo nel quale
ogni nuova generazione si vede coinvolta.
Diventare un popolo implica ispirarsi a quattro principi
MemOria
Lo spazio
Nella società, dice papa Bergoglio, «uno dei peccati
dell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli
spazi di potere al posto dei tempi dei processi»; e aggiunge:
«chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano
realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo,
più che ottenere risultati immediali che producano una
rendita politica facile, rapida ed effimera?» (EG nn. 2234). La politica da anni non innesca processi costruttivi
di unità nel popolo (incluso il contesto europeo). Ha
lasciato deperire il territorio, la scuola, la cultura, il lavoro
delle imprese e dei lavoratori, la sanità. Ha dilapidato un
patrimonio di nobili storie, ha privilegiato le caste e ora
«tenta di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e
di autoaffermazione». II momento attuale è rappresentato
bene dallo spazio della scena; sul palcoscenico i figuranti
e i protagonisti vivono dentro la scenografia del regista.
I loro movimenti sono perfetti ma preordinati, con
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
PROSPETTIVE DI
sembianze di spontaneità e di naturalità ma si tratta di
simulazione. Anche la democrazia oggi è da palcoscenico,
non reale.
I guasti di tale politica divisiva del popolo sono sotto gli
occhi di tutti, perché:
1- «Cristallizza i processi e pretende di fermarli» e
trasformarli in vantaggi, in rendite di posizioni per non
perdere nulla.
2- Si autoassolve in nome della modernità. Parola stregante,
divinità bifronte. Il volto bellico della modernità è vivere
senza la pazienza per costruire un edificio pietra su
pietra; è rapinare il territorio, il pane e l’acqua, l’onestà,
l’innocenza, i diritti; è accaparrarsi beni, cose e persone.
La modernità, figlia guerriera dell’utilitarismo, esige mille
incaute manipolazioni. Modernità è velocità che lascia
indietro chi non ha più fiato o gambe per camminare;
sacralizza le tecnologie di trasmissione dell’informazione
mentre nasconde i dati necessari per poter giudicare.
Modernità è processo di distanziamento tra i cittadini
in nome del profitto che ingabbia gli uomini e offende
il soffio creatore e pentecostale di Dio, ritmato sulla
contemporaneità (l’oggi di Dio).
3- Svuota la partecipazione. Agli Italiani, da più di venti
anni, i leader hanno staccato la spina della Costituzione e
hanno creato uno spazio/vuoto (horror vacui!). II vuoto
politico, economico, sociale non lo occupa il saggio ma
il mafioso, non la democrazia ma la protesta violenta. II
vuoto di legalità? Lo riempie il tritolo della mafia, cancro
delle Istituzioni.
4- Impone un leaderismo importuno. Malattia cronica
italiana. Memoria dell’uomo della Provvidenza; fattore
d’entusiasti populismi. Carismatico o no, il leader,
maledettamente solo, manda migliaia di messaggi,
conta i follower e sterilizza la collaborazione, predilige
l’esecuzione alla compartecipazione, ascolta le larve che
lo elogiano per servile interesse; non si fida di nessuno,
si circonda di replicanti. Non sopporta comprimari; non
dà conto. Egli teme il confronto, maschera timidezza e
decisionismo (forte con i deboli e debole con i forti).
Ha i piedi d’argilla. Vuole unire ma opera col “divide et
impera”. Stenta a confrontarsi. Gli è sgradevole un franco
e onesto dissenso; ciò suscita larvati e neri mugugni. Il
MemOria
suo ufficio lo frequenta spesso chi si aspetta ordini o
contentini che smorzano le coscienze e le resistenze. È
una sofferenza per tutti!
Per i leader ecclesiastici valgono le 15 malattie denunciate
dal papa nel discorso alla Curia.
“Spazio” si connette bene a “realizzazione”. Dare spazio ai
valori, fare spazio agli altri, agli ultimi, alla comprensione,
al dialogo; allora tempo e spazio confluiscono in vista di
alte realizzazioni. E «se le condizioni di competitività
cambiano, bisogna prenderne atto senza che questo
significhi affidare la loro descrizione alla schiera di coloro
che misurano tutto sull’unico parametro dei profitti.
Il diritto e la politica democratica non sono finiti, ma
devono dimostrarsi capaci di governare questo passaggio:
senza demonizzare i mutamenti, non separarsi dal mondo
ma giocare dentro di esso» (F. Cassano). È proprio in base
alla necessità dei mutamenti che papa Bergoglio dà la
priorità all’unità d’azione. «Nel nostro contesto spesso
confuso e disgregato – egli afferma – la prima missione
ecclesiale rimane quella di essere lievito di unità, che
fermenta nel farsi prossimo e nelle diverse forme di
riconciliazione: solo insieme riusciremo ad esser profezia
del Regno».
Il tempo
Il tempo ha la priorità (sullo spazio) se lo si coniuga
con “decisioni”. Un padre scuote il figlio dicendo:
“Quando ti decidi a...”? Decisione è in antitesi a lentezza
opportunista, oziosa e fannullona. II tempo ha la
priorità se non si rimanda all’infinito un problema o una
serie di problemi, se s’individua “il tempo opportuno”.
Smascherare l’ambiguità del tempo è compito del
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
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PROSPETTIVE DI
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cristiano. «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro
tempo invece è sempre pronto - dice il Signore» (Gv.7,6).
Il tempo si compie per chi paga un caro prezzo; è il tempo
dei don Bosco, dei Bartolo Longo, sempre presenti nelle
periferie umane degradate pronti ad affrontare per
tempo i problemi, creando i supporti vitali del vivere:
casa e lavoro, sanità, formazione, istruzione e mestiere,
dignità e riscatto. «Quando si rimanda il raccolto, i frutti
marciscono, ma quando si rimandano i problemi, essi
non cessano di crescere» (P. Coelho).
cambiamento che nei tempi forti raggiunge un 20-25%
dei cattolici italiani forse si scolora nella cultualità e mette
in attesa l’autentica conversione e l’irruzione delle energie
dello Spirito nella Chiesa. Il Tempo della Chiesa non è da
confondere con le quattro tempora, né con la quantità di
tempo che si passa nelle chiese e nelle sacrestie. Il tempo
della Chiesa dovrebbe cogliere il meglio dell’anno di
grazia del Signore (o Giubileo) tempo di giustizia e di
misericordia, (proclamato dal papa per l’8 dicembre, al
netto delle inutili sovrastrutture).
Osserva papa Bergoglio: «per valutare con successo
un’epoca c’è da domandarsi fino a che punto si sviluppa
in essa e raggiunge un’autentica ragion d’essere la
pienezza dell’esistenza umana, in accordo con il carattere
peculiare e le possibilità della medesima epoca. Questo
criterio è molto appropriato anche per l’evangelizzazione»
(EG n. 224).
L’opera, pur datata, di O. Cullmann “Cristo e il tempo”
è illuminante per capire il tempo della Chiesa, privo di
coreografie sofisticate e di inutili e dannosi orpelli. Il
tempo o è storia di grazia e di salvezza, e quindi tempoDono (Kairòs), o e un dio che divora ciò che genera,
stritola ogni cosa, incute paura, angoscia, perché è
tempo-Destino (Kronos). Per rendere uno il popolo
di Dio bisogna che il tempo della Chiesa sia tempo
della koinonia, della sinodalità, del coinvolgimento delle
generazioni nuove e vecchie nelle scelte che riguardano
tutti. In tutti gli organismi è ineludibile il principio che alla
diminuzione di responsabile partecipazione corrisponda
una crescente disaffezione per l’Istituzione stessa.
Tempo e spazio nella Chiesa sono ritmati,
prevalentemente, dalla liturgia: i tempi forti (Avvento/
Natale e Quaresima/Pasqua) e il tempo per annum; e gli
spazi formali del tempio e dei luoghi deputati al culto.
Ci vuole un tempo salvifico, pre e post cultuale, vissuto
con dinamiche generate dallo Spirito per finalità “non
alienanti”, e uno spazio valoriale per costruire il popolo
su Cristo e non il proprio potere sul popolo. «Se la casa
comune è lo spazio dell’attesa, il tempo sarà il personale
ritmo di appropriazione delle energie dello Spirito» (C.
Molari). Una domanda: Quanto diminuiscono nella
società i delitti e le illegalità nei tempi forti dell’Avvento
e della Quaresima? L’invito alla penitenza, al digiuno, al
MemOria
S’impone che il tempo della Chiesa sia tempo profetico,
della denuncia (il dire) e della testimoniama (il fare);
tempo della salvaguardia del Creato; tempo della libertà
e della liberazione (in tempo reale!), tempo Esodale (per
divenire popolo); la dimensione teologica e pastorale
del tempo della Chiesa, ben considerata da preti e laici,
aiuterebbe tutti a divenire popolo (di Dio) liberato, senza
rimpianti per le cipolle d’Egitto. Intere casse di cipolle
d’Egitto ingombrano le cucine di tante comunità. È
tempo ecumenico, (la Chiesa esce da se stessa e dialoga
col mondo). Tempo ultimo (éskaton) impetrato con la
rarefatta invocazione “Maranathà” (vieni Signore Gesù).
Non è l’invocazione per accelerare la fine ‘del mondo’, ma
di ‘questo’ mondo. È il tempo di una Chiesa missionaria,
ospedale da campo (tempo/ spazio), che va alle periferie
esistenziali di casa nostra e a quelle ancor più disastrate del
mondo; Chiesa ministra del perdono, della misericordia
unificante. È il tempo dello Spirito.
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
liturgia
IN PILLOLE
Salvatore Rubino*
Il ministero dell’accolitato
(CEI, I ministeri nella Chiesa, 8)
Quali sono i compiti dell’Accolito istituito e di fatto
durante la Messa?
I compiti che l’accolito può svolgere sono di vario genere;
molti di essi si possono presentare contemporaneamente.
Conviene quindi distribuire i vari compiti tra più accoliti;
se però è presente un solo accolito, svolga lui stesso gli
uffici più importanti, e gli altri vengano distribuiti tra più
ministri (OGMR 187).
L’etimologia del termine greco “akólouthos” (accolito)
è “compagno di vita”, colui che cammina nello stesso
sentiero. Il latino traduce con sequens o comes: seguace,
attendente.
L’Accolito può essere un ministero istituito o di fatto.
Quali sono i compiti dell’Accolito istituito durante la
S. Messa?
L’accolito è istituito per il servizio all’altare e per aiutare
il sacerdote e il diacono. A lui spetta in modo particolare
preparare l’altare e i vasi sacri, e, se necessario, distribuire
l’Eucaristia ai fedeli di cui è ministro straordinario
(OGMR 98). Se si fa la Comunione sotto le due specie,
in assenza del diacono, l’accolito presenta il calice ai
comunicandi, o tiene lui stesso il calice, se la Comunione
si dà per intinzione (OGMR 191).
Terminata la distribuzione della Comunione, aiuta il
sacerdote o il diacono a purificare e riordinare i vasi sacri.
In assenza del diacono, l’accolito istituito porta i vasi sacri
alla credenza e lì, come si usa abitualmente, li purifica, li
asterge e li riordina. (OGMR 192).
L’Accolito è chiamato, dunque, a curare con impegno
il servizio all’altare e farsi educatore di chiunque nella
comunità presta il suo servizio alle azioni liturgiche.
MemOria
Se manca l’accolito istituito, si possono designare, per il
servizio dell’altare in aiuto al sacerdote e al diacono, altri
ministri laici che portano la croce, i ceri, il turibolo, il
pane, il vino, l’acqua. Essi possono essere anche incaricati
per distribuire la Comunione come ministri straordinari
(OGMR 100).
Accoliti di fatto sono dunque i ministranti - piccoli e
grandi - che prestano il loro servizio all’altare.
La spiritualità dell’Accolito
L’Eucarestia a cui l’Accolito partecipa con vera pietà, di cui
si nutre e si sforza di comprenderne l’intimo e spirituale
significato è la fonte della spiritualità dell’Accolito.
La serietà ed il rispetto che l’Accolito assume nel tempio è
trasparenza del legame intimo con l’Eucarestia.
Sarà altrettanto fondamentale che l’Accolito nutra un
profondo amore con il Corpo mistico di Cristo, la
Chiesa, in particolar modo con le sue membra sofferenti
(Cf Ministeria quaedam VI).
Si rimanda ad una lettura attenta dell’Ordinamento
Generale del Messale Romano e del Rito della comunione
fuori della Messa e Culto Eucaristico.
*direttore dell’Ufficio liturgico diocesano
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
7
DIOCESANA
Giacomo Lombardi*
Catechisti in (ri) elaborazione
8
Lungo il solco dei processi pastorali in atto nella
Catechesi (1997), infatti, si legge che: “La pastorale
nostra Diocesi, in vista di un progetto diocesano
catechistica diocesana deve dare assoluta priorità
di Iniziazione e Vita cristiana e a partire da una
alla formazione dei catechisti laici” (n°234).
rinnovata pastorale che tenga conto dello stile
Oggi diventa necessaria una figura del catechista
pastorale indicato dal nostro Vescovo, durante il pre-
in [ri]elaborazione, capace di passare attraverso il
convegno dello scorso giugno, quali l’accoglienza,
riordino delle “competenze” e la cura delle condizioni
la condivisione e l’entusiasmo, l’ufficio catechistico
che ne consentono l’esercizio (formazione continua).
vuole accompagnare questa fase investendo nella
Educare alla fede oggi, la centralità educativa mentre
formazione dei catechisti convinto che è un impresa
il cambiamento è in corso e procede ad altissima
di sicuro rendimento. Nel Direttorio Generale per la
velocità non può più significare riprodurre modelli
DIOCESANA
a livello diocesano ma a domicilio. Così
abbiamo potuto coinvolgere un maggior
numero di catechisti tra cui molti giovani
(466) che con un’esperienza centralizzata,
non avremmo potuto incontrare e favorire
in questo percorso di formazione. E
parlando dell’atmosfera creatasi durante
gli incontri si è avvertita una grande
positività determinata dall’entusiasmo e
dalla partecipazione attiva. Molti hanno
dichiarato di sentirsi “accolti dall’interesse
della Diocesi” nelle loro sedi, e non solo
“esecutori di disposizioni” calate dall’alto.
Gli incontri sono stati condotti in modo
pressoché laboratoriale e c’è stata una
ideali del passato, plasmare ragazzi e adulti su schemi
partecipazione pro-attiva da parte di tutti
appunto immutabili, quanto piuttosto formarli ad
i partecipanti, confermato dalla restituzione, con
una grande duttilità, a saper in ogni momento lasciar
interventi molto pertinenti sia a caldo sia quando
emergere il meglio di sé.
hanno inviato i contributi in segreteria per e-mail.
Ecco perché la questione formativa oggi più che
Ancora altri commenti a caldo che riporto volentieri
mai deve restare al centro di qualsiasi riflessione
confermano la validità del format: è la prima volta
seria sul futuro della nostra pastorale, come ha
che parliamo tra catechiste di parrocchie diverse; è
ribadito Benedetto XVI al Convegno di Verona: “In
interessante la metodologia applicata, si potrebbe
concreto, perché l’esperienza della fede e dell’amore
usare anche durante l’incontro di catechesi con i
cristiano sia accolta e vissuta e si trasmetta da una
ragazzi; si potrebbero allargare questi incontri anche
generazione all’altra, una questione fondamentale
agli operatori pastorali “non catechisti”?
e decisiva è quella dell’educazione della persona.
Naturalmente si è coscienti che questo entusiasmo
Occorre preoccuparsi della formazione della sua
iniziale è da leggere ad un livello emozionale e come
intelligenza, senza trascurare quelle della sua libertà
corrispondenza di un bisogno-attesa latente; ma
e capacità di amare”.
può essere certamente indirizzato per esprimersi in
A partire da questa riflessione l’Ufficio Catechistico
consapevolezza e protagonismo, all’interno di un
ha voluto offrire al singolo catechista l’opportunità di
processo di cambiamento per favorirela realizzazione
approfondire la chiamata ad essere evangelizzatori
del progetto pastorale diocesano.
attraverso un itinerario di base. Si è messo in calendario
da gennaio a maggio 2015 un incontro al mese non
MemOria
*Direttore dell’Ufficio catechistico diocesano
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
9
DIOCESANA
Pietro Pesare
Don Salvatore Gennari
ci ha lasciato
10
Alle ore 23 del 3 gennaio 2015, in seguito a un
urgente intervento chirurgico, il nostro don
Salvatore è ritornato alla Casa del Padre, confortato
dalla benedizione e assoluzione in articulo mortis
impartitegli dal nostro vescovo mons. Vincenzo
MemOria
Pisanello, accorso al suo capezzale
nell’ospedale “Santissima Annunziata” in
Taranto. La forte fibra della sua veneranda
età non ha retto innanzi a un malore grave
e improvviso, accadutogli il giorno di
Capodanno, e che gli aveva oscurato la sua
duratura lucidità di mente e di coscienza.
Aveva compiuto 96 anni di età e 72 anni e sei
mesi di sacerdozio, essendo nato in Maruggio
il 20 dicembre 1918 e ordinato presbitero il 28
giugno 1942.
La sua vita sacerdotale, interamente trascorsa
al centro diocesi – tranne gli ultimi dieci anni
circa, vissuti nella Casa di Riposo “Maria
Immacolata” di Maruggio, essendo rimasto
solo in famiglia – è stata continuamente
impregnata dal proprio attaccamento di
fedeltà alla Chiesa, alla sua dottrina e alle sue
norme, che di riflesso egli viveva nella vita
della diocesi verso la quale nutriva grande
affetto e preoccupazione perché ogni cosa
stesse sempre al giusto posto nel rispetto
dei vari ruoli, incombenze ed esigenze
soprattutto nel campo pastorale. E questo lo
ha vissuto lungo tutta la sua vita a contatto
quasi continuo con i sei vescovi, succedutisi
nel tempo, che nell’arco di circa ottanta anni
hanno guidato la santa Chiesa di Oria.
Compiuto il corso normale di filosofia e teologia
nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta,
prestò subito servizio nel Seminario Vescovile
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
DIOCESANA
in Oria, insegnando storia, per alcuni anni, nella
scuola media e ginnasio. Dopo il Concilio Vaticano
II, nel contesto di una rinascita generale in seno
alla Chiesa e nelle chiese locali, frequentò l’Istituto
di Teologia ecumenico-patristica “San Nicola” in
Bari raggiungendo la licenza in Sacra Teologia
ecumenica. Tale traguardo gli servì per poter
collaborare da vicino con il vescovo De Giorgi
(1978-1981) prima e con il vescovo Franco (19811997) dopo, e qualche altro sacerdote diocesano,
all’istituzione dell’Istituto Superiore di Scienze
Religiose in diocesi, presso il quale poi, per diversi
anni, fu docente di Sacra Scrittura. Ricoprì inoltre il
ruolo di Canonico Teologo nel Capitolo Cattedrale
e fu nominato Cappellano d’onore di Sua Santità.
Per un breve periodo di tempo svolse il servizio di
parroco in San Francesco d’Assisi in Oria, mentre
per quasi l’intera sua vita sacerdotale in Oria ha
svolto il servizio di Cerimoniere Vescovile, di
Notaio nell’ufficio Matrimoni della Curia e presso il
Tribunale Ecclesiastico Diocesano.
Ma l’impegno preponderante, che per lui
costituì una vera missione in tutto il suo servizio
sacerdotale, fu l’interessamento, quasi spasmodico
e duraturo, per la sacra Liturgia vista come Fonte
e Culmine (Sacrosanctum Concilium, n.10) non
solo di santificazione personale ma soprattutto
di evangelizzazione nella pastorale della Chiesa
e dell’attività diocesana. Nominato Direttore
dell’Ufficio Liturgico Diocesano subito dopo il
Concilio, fu il conduttore nella diocesi – in piena
MemOria
collaborazione con i vescovi Alberico Semeraro
(1947-1978) e Salvatore De Giorgi – della Riforma
Liturgica, voluta dal Concilio negli anni 1963-1965,
nonché animatore anche di Settimane Liturgiche in
varie parrocchie per la formazione dei laici. Durante
il governo del vescovo mons. Franco fu l’estensore
del nuovo Messale Diocesano.
Il suo amore verso la Liturgia, tinto di vera
preoccupazione per la vita della diocesi in tale
campo, lo portò a costituire la Fondazione Fons et
Culmen orientata all’organizzazione e attuazione
della pastorale liturgica in diocesi nei tempi avvenire,
perché soprattutto la celebrazione della Santa Messa,
quale centro della vita cristiana, potesse essere nel
tempo sempre più capita e partecipata dall’assemblea
cristiana in tutte le sue componenti, specialmente
nella giornata del Signore.
Anche verso le sante Missioni e il Seminario
diocesano, don Salvatore ha nutrito amore
riservando verso di essi, nella generosità del suo
cuore sacerdotale, vistose donazioni: grosse somme
di denaro per la costruzione di pozzi acquiferi
in Tanzania, in terra Africana e la sua villetta in
Campomarino di Maruggio al Seminario Vescovile.
Che il Signore, attraverso l’intercessione della Vergine
Santa, madre dei Sacerdoti, cui era particolarmente
legato soprattutto negli ultimi anni, toccato da
prove fisiche particolari quali la sordità e la cecità,
sopportate con pazienza vivamente esemplare,
lo benedica e lo introduca nel canto eterno della
liturgia celeste.
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
11
Seminario pastorale
familiare
Azione Cattolica in formazione
Prosegue il percorso
del VI seminario di
Pastorale familiare.
Il 25 febbraio il prof.
Michele Lenoci
(docente emerito di
Sacra Scrittura presso
la Facoltà Teologica
Pugliese) ha trattato la
tematica “Testi paolini sul matrimonio”. L’11 marzo
è intervenuta sul tema “Il matrimonio e la legge
naturale” la prof.ssa Gabriella Gambino, docente di
filosofia del diritto presso l’Università “Tor Vergata”
di Roma e presso il Pontificio Istituto “Giovanni
Paolo II” di Roma.
L’Azione Cattolica
diocesana ha
promosso il convegno
sul tema “Dottrina
sociale della Chiesa
e impegno nelle
istituzioni”, tenutosi
domenica 14 marzo
nel Seminario
diocesano di Oria con l’intervento di Gianluca
Budano (direttore generale Ambito sociale Br/3),
Giovanni Semeraro (dirigente scolastico ITIS
“E. Fermi” di Francavilla Fontana) ed Emanuele
Sternativo (vice presidente Camera di Commercio
della provincia di Brindisi); ha moderato Corradino
De Pascalis (presidente diocesano AC).
Settimana biblica 2015
A Maruggio la Via Crucis delle
Confraternite
Dal 16 marzo al 18
marzo, nella chiesa
parrocchiale di San
Lorenzo martire in
Francavilla Fontana si
è tenuta la Settimana
biblica diocesana,
appuntamento
annuale dedicato
all’approfondimento della Scrittura. Relatore è stato il
gesuita padre Franco Annicchiarico che ha trattato il
Vangelo di Marco analizzando i tre seguenti aspetti:
la buona notizia di Gesù che guarisce e libera l’uomo;
la buona notizia di Gesù che chiama a sequela; la
buona notizia di Gesù che rivela il vero volto del
Padre.
Anche quest’anno le
confraternite della
Diocesi di Oria hanno
vissuto l’importante
appuntamento
quaresimale della Via
Crucis diocesana per
le Confraternite, che
in questo 2015 si è
tenuta domenica 14 marzo nel comune di Maruggio.
Promossa dall’Ufficio diocesano per le Confraternite,
la Via Crucis ha visto la partecipazione di centinaia
di confratelli e di consorelle appartenenti alle oltre
trenta confraternite presenti nella nostra diocesi ed è
stata presieduta dal vescovo Vincenzo.
news
GMG diocesana 2015
Formazione per famiglie
e fidanzati
Sabato 28 marzo i
giovani della nostra
comunità diocesana
di Oria vivranno la
GMG, promossa e
organizzata dall’Ufficio per la Pastorale
giovanile. I giovani
provenienti dei diversi
comuni si raduneranno alle ore 15.30 presso il Santuario di Sant’Antonio in Oria, il Santuario di Santa
Lucia in Erchie e il Santuario di Sant’Antonio in
Manduria per procedere insieme, dopo un momento
di riflessione, in pellegrinaggio verso il santuario dei
Santi Medici in Oria, dove incontreranno il vescovo
Vincenzo.
Il 15 aprile presso il
Santuario dei Santi
Medici in Oria si terrà
l’ultimo appuntamento del VI seminario
di pastorale familiare
con l’intervento del
prof. Basilio Petrà sul
tema “Tradizione cattolica e tradizione ortodossa sul matrimonio”. Inoltre
è già stato avviato il percorso di fede per i fidanzati
su “fede, relazione, sacramento”; gli appuntamenti
si tengono presso il Santuario dei Santi Medici dalle
19.30 alle 21.00; i restanti appuntamenti sono: 27
marzo, 17 aprile, 24 aprile e 29 aprile.
Il vescovo Vincenzo e la
redazione di MemOria augurano
una santa e serena Pasqua.
DIOCESANA
Nando Perrone
Con San Pietro da secoli
Torna quest’anno a Manduria l’antica tradizione di fede
sopportabilità umana di pesi a foggia di tronchi
d’albero o di altarini compongono un mistero che
invita, quanto meno, a sospendere il giudizio.
In quest’anno, come in tanti altri, anche l’assenza
della richiesta della grazia dell’acqua fa passare in
foto di Cosimo Di Monopoli
secondo piano la credenza rispetto al credo. Quella
14
stessa credenza che, nel 1893, porta il Gigli ad
annoverare tra le sue Superstizioni questo affascinate
rito popolare e che, per molti culti cristiani
particolarmente radicati nel volgo, può avere chiare
origini pagane.
Se è difficile distinguere pienamente tra storia e
14 marzo 2015, processione di San Pietro: l’alba del
leggenda, è sicuramente più agevole comprendere
terzo millennio conserva intatte religiosità popolare,
le ragioni di un sentimento popolare di devozione,
tradizione e folklore. Ci si potrebbe chiedere se
che trova la sua forza nella semplicità della vita
anche la fede è sempre quella intensa e drammatica
contadina e della sua economia di natura, ribadita
di un rito senza eguali e se questa sia fede autentica.
nella simbologia che invade la processione: l’acqua,
Migliaia di persone che sfidano le intemperie e la
il pane, il raccolto, le fronde degli alberi.
Intorno a questa processione penitenziale e
devozionale
popolare.
si
sviluppa
Ciascuno
crea
la
e
fantasia
decora
il proprio altarino nei modi che gli
sembrano più belli: chi con le canne, chi
col ferro battuto, che con i fiori, chi non i
nastri, chi con sterpi secchi per ricordare
la siccità. Anche il bastone da pellegrino
viene decorato con pennacchi di canne o
MemOria
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
foto di Giuseppe Fanuli
DIOCESANA
tutte le età sono guidati dai sacerdoti.
foto di Armando Maggi
Vi sono poi le Confraternite, che
conferiscono un’ulteriore nota di colore
alla processione coi loro alti stendardi e i
loro camici.
C’è dunque un modo per rivivere la
tradizione
ciuffi di rami e frasche di ogni tipo.
Quando non c’erano gli attuali mezzi di trasporto,
si partiva sin dalla notte, a piedi o in traino, per
raggiungere la marina, bivaccare nel bosco o sulle
dune e trovarsi all’alba alla funzione religiosa. Dopo
la Messa si benedice il pane, offerto dai devoti.
Così il corteo sacro procede, fra frasche, immagini
del Santo, altarini, canti e preghiere. È molto
popolare,
partendo
dalle
antiche ispirazioni e modificandole un
po’. Fede, sacrificio, festa. Forse oggi è più festa che
sacrificio.
Per tutti invece c’è questa coralità, questo vivere
insieme l’esperienza del pellegrinaggio, la speranza
della grazia soprannaturale, la gioia dell’essere
comunità. Un rito che esprime ancora il senso
dell’identità e dell’appartenenza.
foto di Andrea De Gaetani
numeroso e variopinto. Uomini, donne e bambini di
MemOria
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
15
catechesi
IN PILLOLE
Alessandro Mayer
L’omelia parte integrante
della messa
Quali sono le finalità e le caratteristiche dell’omelia,
anche alla luce dei recenti insegnamenti di papa
Francesco?
domanda posta da un lettore di Oria
16
La domanda tradisce probabilmente qualche delusione.
D’altra parte lo ha ammesso anche il Santo Padre
nella Evangelii Gaudium che “molti sono i reclami” in
merito, tanto da sentire la necessità di dedicare al tema
dell’omelia e della sua preparazione diverse pagine
dell’Esortazione apostolica. Così come anche papa
Benedetto XVI - già nel 2010 - auspicava la sollecita
redazione di un Direttorio sull’omelia come strumento
per i presbiteri (Verbum Domini 60).
Che al papa stia a cuore la questione è evidente
anche dall’energia con cui egli stesso si dedica
quotidianamente alla predicazione, dallo stile e dai
contenuti che egli preferisce e di conseguenza dall’eco
che le sue omelie – tra le più “cliccate” sul web –
producono anche nei social network.
Per rispondere al nostro lettore, ricordiamo innanzi
tutto che l’omelia si distingue dalle altre forme
di predicazione, perché è parte integrante della
celebrazione liturgica e perché è prerogativa del
ministro sacro (vescovo, presbitero o diacono). Essa
è obbligatoria nelle domeniche, nelle solennità ed in
tutte le S. Messe con grande partecipazione di popolo
MemOria
ed è consigliata anche nelle feste e nei giorni feriali,
soprattutto nelle ferie di Avvento e Quaresima.
Già questi semplici elementi ci aiutano a comprenderne
l’importanza e a non sottovalutarne la portata.
Essa è volta a far sì che la Parola di Dio sia meglio
compresa da chi la ascolta e quindi più efficace e deve
consistere nella spiegazione di qualche aspetto delle
letture, per stimolare le giuste scelte di vita dei credenti
in accordo con la fede; deve tenere conto perciò delle
particolari circostanze in cui si svolge e delle necessità
di chi ascolta (cf. Ordinamento Generale del Messale
Romano). Vuol dire che sarà necessario modificare
il contenuto e lo stile della predicazione qualora ad
esempio ci si rivolgesse ad un’assemblea composta in
gran parte di bambini o in occasione di una liturgia
penitenziale oppure nell’occasione di una festa
patronale, etc…
Anche il Codice di diritto Canonico richiama
l’importanza e la natura dell’omelia ed afferma che in
primo luogo essa deve fare in modo che ai fedeli venga
comunicato “ciò che è necessario credere e fare per
la gloria di Dio e per la salvezza degli uomini” (can.
769); in secondo luogo ciò che la Chiesa propone “sulla
dignità e libertà della persona umana, sull’unità e
stabilità della famiglia e sui suoi compiti, sugli obblighi
che riguardano gli uomini uniti nella società, come
pure sul modo di disporre le cose temporali secondo
l’ordine stabilito da Dio” (ibid.). Tutto ciò “in modo
conforme alla condizione degli uditori e adattato alle
necessità dei tempi” (can. 769).
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
catechesi
IN PILLOLE
Papa Francesco nei numeri 135-159 della Evangelii
gaudium ne fa soprattutto una questione di stile.
E’ il modo con cui Gesù comunicava la vita di Dio
attraverso il suo stile di vicinanza e di delicatezza
ad essere lo sfondo sul quale deve necessariamente
collocarsi il ministero della predicazione anche oggi.
Il papa fa notare che “è Dio che desidera raggiungere
gli altri attraverso il predicatore” e che se ben preparata
l’omelia può diventare “un’intensa e felice esperienza
dello Spirito, un confortante incontro con la Parola,
una fonte costante di rinnovamento e di crescita”.
La prima finalità dell’omelia quindi, proprio come
parte integrante della liturgia della Parola, prima mensa
della Celebrazione eucaristica, è quella di preparare i
fedeli ed il predicatore stesso ad una “comunione con
Cristo nell’Eucaristia che trasformi la vita” e costituisce
il “momento più alto del dialogo tra Dio e il suo popolo,
prima della comunione sacramentale”.
Non è perciò in nessun modo una sorta di oneman-show con protagonista il sacerdote, bensì
uno strumento di cui Dio si serve per parlare nella
circostanza più sacra possibile che è l’Eucaristia, “in
cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza e
continuamente riproposte le esigenze dell’Alleanza”.
L’omelia che papa Francesco ha in mente “trasmette
coraggio, respiro, forza, impulso” e deve essere
espressione soprattutto dei sentimenti prodotti dal
dialogo con il Signore nella fede, senza la pretesa di
essere una trattazione esaustiva, “in modo tale che in
seguito ciascuno possa scegliere come continuare la
conversazione” con Dio. Al predicatore il papa chiede
la pazienza e la devozione necessarie nella preparazione
per cogliere il significato centrale del testo della
Scrittura, il messaggio principale che l’autore sacro ha
voluto trasmettere, “l’effetto che quell’autore ha voluto
produrre”, così da poter comunicare – per quanto è
possibile – la forza propria del testo proclamato.
MemOria
Per quanto riguarda le caratteristiche dell’omelia
secondo la Evangelii Gaudium, essa deve innanzitutto
“essere breve ed evitare di sembrare una conferenza o
una lezione”.
Il papa la intende poi “come la conversazione di una
madre”, nel senso che il predicatore sa di collocarsi
all’interno di un rapporto che già esiste tra Dio e il suo
popolo e perciò come una madre (la Chiesa intera è
madre!) è chiamato a riconoscere e custodire questa
preziosa azione di Dio. Avere coscienza di essere
strumenti e custodi implica per il predicatore assumere
lo stile di una “vicinanza cordiale” che si esprime nel
“calore del suo tono di voce”, nella “mansuetudine dello
stile delle sue frasi”, nella “gioia dei suoi gesti”, in un
“linguaggio positivo”, incoraggiante e mai dai toni di
condanna, perché “nell’omelia, la verità si accompagna
alla bellezza e al bene”. Parlare come una madre vuol
dire anche capacità di inculturare la predicazione,
con l’utilizzo di immagini e linguaggio comprensibili
agli uditori e vicini alla vita quotidiana (perché no?,
anche al dialetto!), così come il dono della “sintesi del
messaggio evangelico” e della giusta scelta di priorità
negli argomenti da trattare. Questione molto seria
quest’ultima, per la quale vale il più generico asserto
del n. 38:
“se un parroco durante un anno liturgico parla dieci
volte sulla temperanza e solo due o tre volte sulla carità
o sulla giustizia, si produce una sproporzione, per
cui quelle che vengono oscurate sono precisamente
quelle virtù che dovrebbero essere più presenti nella
predicazione e nella catechesi. Lo stesso succede
quando si parla più della legge che della grazia, più
della Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della
Parola di Dio”.
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
17
CULTURALE
Pierdamiano Mazza*
Barsanofio, il grande
anziano
Il patrono della Diocesi oggetto di un’interessante pubblicazione
Sta suscitando attenzione e procurando stimoli
patrono della Città e della Diocesi di Oria. Culto
di interesse l’opera dal titolo “San Barsanofio,
e preghiera nella liturgia e nella devozione”, agile
pubblicazione presentata
lo scorso 20 febbraio,
festa del patrocinio di San
Barsanofio.
18
Il
volume
la
luce
ha
visto
grazie
alla
iniziativa e al lavoro di
don
Daniele
direttore
Conte,
dell’Archivio,
della Biblioteca e del
Museo
diocesani,
che
ha svolto una paziente
opera di consultazione
del materiale esistente sul
Grande Anziano (com’è
appunto
denominato),
selezionando quanto di
più utile potesse essere
offerto alla lettura di fedeli
e di studiosi di buona
volontà.
La figura di Barsanufio di
Gaza (per citare il nome
con cui è conosciuto negli
CULTURALE
ambienti specialistici) è particolarmente rilevante
alle preghiere e testi devozionali che Sant’Annibale
per i cristiani d’Oriente e le sue lettere fin dall’alto
Maria di Francia compose in onore del Patrono
medioevo sono oggetto di antologie prima e di
oritano; nella sesta parte sono raccolti gli inni e i
studi in seguito. A partire dal XIX secolo le epistole
canti con cui è onorato il Santo; conclude il volume
barsanufiane sono state analizzate e sottoposte ad
un’ampia appendice documentaria comprendente
analisi filologiche, divenendo nell’ultimo trentennio
una selezione dalle epistole barsanufiane, il testo di
oggetto di ricerca scientifica anzitutto nelle istituzioni
alcuni riti riguardanti le celebrazioni in onore del
accademiche ecclesiastiche e successivamente negli
Santo e il testo completo delle tre udienze generali
atenei statali, occupando inoltre posti di rilievo in
in cui il papa Benedetto XVI (tra il 2005 e il 2006) ha
convegni e pubblicazioni.
citato appunto le lettere di San Barsanofio.
Il lavoro di don Daniele – che ha visto anche la
Senza dubbio il lavoro del sacerdote Conte (di
collaborazione mons. Barsanofio Vecchio, arciprete
cui è possibile richiedere copia presso la Basilica
della Basilica Cattedrale di Oria – offre un completo
Cattedrale di Oria) è il frutto di una personale
quadro divulgativo della figura di San Barsanofio
passione e di una solida competenza nell’ambito
e del culto che gli è tributato nella città e nella
della promozione della cultura religiosa, maturata
diocesi oritana. Alla prefazione dell’autore segue la
con un’esperienza pluridecennale; non dunque un
presentazione curata dal vescovo Vincenzo Pisanello
libretto di propaganda devozionistica ma un valido
che – offrendo diverse considerazioni in merito –
strumento culturale nonché adeguato sussidio
definisce la pubblicazione come insieme di “pagine
pastorale di cui sarebbe auspicabile sul territorio la
dense di preghiera e di testimonianze di fede e di
diffusione e l’utilizzo.
devozione”. L’opera è dunque un piccolo prezioso
Agli oritani e ai fedeli dell’intera diocesi dunque è
scrigno: i cenni storici sulla vita di San Barsanofio
data l’occasione e il piacere di poter conoscere meglio
ne anticipano le sei parti ovvero la prima, dedicata
la figura di San Barsanofio e la sua imponente statura
alla novena, alle litanie e alla supplica in onore del
spirituale e letteraria.
Santo; la seconda parte presenta una selezione di
benedizioni e intercessioni tratte dall’epistolario
barsanufiano; la terza parte raccoglie orazioni
e preghiere al Santo estratte dai libri liturgici di
Oriente e Occidente; la quarta parte include le
*direttore dell’Ufficio diocesano
preghiere che i vescovi oritani hanno composto e
per le Comunicazioni sociali e la Cultura
diffuso per il culto di San Barsanofio (da quella del
vescovo Gargiulo del 1899 alla più recente composta
dal vescovo Pisanello); la quinta parte è dedicata
MemOria
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
19
CULTURALE
Marco Tatullo, Mauro Spina
Ciò che inferno non è
20
Il 28 ottobre 2014 è stato pubblicato un romanzo che
sin da subito ha riscosso successo tra i lettori. Stiamo
parlando dell’ultima fatica di Alessandro D’Avenia,
intitolata Ciò che inferno non è.
Una grande opera e soprattutto una grande abilità a
raccontarla. Con i sentimenti di un testimone oculare
e la potenza dello scrittore, Alessandro D’Avenia narra
la lunga estate di Federico e 3P (Padre Pino Puglisi), in
cui tutto sembra statico ma tutto comincia ad evolversi,
e ridà vita a un prete straordinario che in queste pagine
dialoga con noi, custodendo quel sorriso che non svanì
nemmeno davanti al suo assassino.
Il libro è scritto in prima persona da un adolescente
ma con uno stile che di questa età ha davvero poco.
Potremmo dire che è la vicenda di un adolescente, vista
con gli occhi di un adulto.
Il protagonista è Federico, diciassette anni. La scuola è
finita, l’estate palermitana si annuncia piena di novità.
MemOria
Infatti, poco prima di partire per una vacanza-studio a
Oxford, Federico incontra il suo professore di religione
che tutti chiamano affettuosamente “3P”, perché il suo
nome è Padre Pino Puglisi. In questo incontro fuori dal
contesto scolastico, il giovane riceve una proposta che lo
segnerà: aiutare il suo professore nell’attività pastorale con
i ragazzi del malfamato quartiere Brancaccio. Federico
ancora non sa che in questa esperienza ha inizio per lui
una nuova vita e la sera, pur tornando a casa senza bici e
con il labbro spaccato, sente di aver scoperto una realtà
totalmente estranea a lui ma che lo riguarda da vicino.
Nel romanzo leggiamo cose che tutti conoscono
(l’assassinio di Borsellino; l’impegno dell’ormai beato
Padre Puglisi e la sua morte per mano della mafia) ma
soprattutto troviamo descritte scene che sono lontane
dalla nostra vita “normale” (una bambina orfana di
padre che si era ribellato al pagamento del pizzo; una
ragazza con in grembo una vita non voluta perché frutto
di violenza).
Mentre ci porta nei vicoli della sua Palermo, l’autore ci
lascia intendere che non è necessario muoversi lontano
nel mondo per trovare la sofferenza, anche quella nata
dalla consapevolezza di non avere alternative. Un
quartiere come Brancaccio (dove la legge dello Stato non
ha valore ma vige invece la legge del più forte) potrebbe
non essere distante dai nostri quartieri.
Per chi si trova al di fuori di queste vicende è facile dare un
giudizio, ma in questo romanzo siamo guidati dall’Autore
ad oltrepassare il passaggio a livello che divide la Palermo
bene dalla povertà di Brancaccio. Così ci sforziamo di
capire perché dei bambini diventano schiavi di Cosa
Nostra, cosa spinge una ragazza madre a prostituirsi ed
anche quale sia il motivo per cui un’altra ragazza cerca
invece di essere diversa, nonostante il mondo che le sta
intorno esige da lei il contrario.
Questo libro ci stimola a riflettere su ciò che nessuno
vorrebbe avvicinare. Questo libro ci fa scendere dentro
l’inferno. Un inferno non fatto di fiamme e diavoli, ma di
intimidazioni, pistole, vicoli bui. Qui diffidare degli altri è
purtroppo l’unica possibilità di sopravvivenza.
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
Resoconto offerte per i sacerdoti raccolte
nell’anno 2014 dai referenti parrocchiali
attraverso l’Istituto per il Sostentamento del
Clero della Diocesi di Oria.
SPECIALE SOSTENTAMENTO CLERO
COMUNE
PARROCCHIA
N. OFFERTE
IMPORTI IN €
ORIA
Basilica Cattedrale
San Domenico
San Francesco d’Assisi
San Francesco di Paola
3
//
25
//
80,00
AVETRANA
Sacro Cuore
San Giovanni Battista
25
3
175,00
30,00
CEGLIE MESSAPICA
Immacolata
San Rocco
San Lorenzo da Brindisi
Collegiata dell’Assunta
28
56
13
11
340,00
610,00
90,00
110,00
ERCHIE
di Maria Natività
& Santissimo Salvatore
57
536,00
FRANCAVILLA FONTANA
Carmine
Basilica Collegiata del Rosario
68
50
445,00
602,00
Immacolata
San Lorenzo Martire
Santa Maria Goretti
Spirito Santo
Madonna della Croce
Sant’Eligio
Beata Vergine dei Sette Dolori
//
23
8
5
//
//
//
LATIANO
San Giuseppe Lavoratore
Sacro Cuore
Collegiata di Santa Maria della Neve
25
25
20
125,00
255,00
100,00
MANDURIA
Collegiata della Trinità
Santa Maria di Costantinopoli
San Michele Arcangelo
San Paolo della Croce
Madonna del Rosario
San Giovanni Bosco
112
15
10
10
//
//
1.035,00
150,00
70,00
50,00
14
230,00
UGGIANO M.CO
Maria Assunta in Cielo
205,00
155,00
65,00
110,00
MARUGGIO
Natività di Maria
35
295,00
SAVA
San Giovanni Battista
Santi Medici
Sacra Famiglia
8
//
//
800,00
TORRE SANTA SUSANNA
Santa Maria e San Nicola
Cristo Re
17
//
110,00
VILLA CASTELLI
San Vincenzo de’ Paoli
22
800,00
CAMPOMARINO
Maria Assunta in Cielo
//
SAN PIETRO
San Pietro
//
Movimento Cursillos di Cristianità
22
170,00
Totale offerte
691
TOTALE €
7.288,00
A cura dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero
21
PRO
Agenda pastorale del Vescovo, marzo - aprile 2015
domenica 1 marzo 2015
sabato 14 marzo 2015
ore 16.30 - Sava, santuario Madonna della
Madonna di Pasano: Solennità Madonna
di Pasano
ore 16.00 - Manduria, Collegiata della
Trinità: processione penitenziale
di San Pietro e santa Messa
giovedì 5 marzo 2015
ore 15.45 - Oria, Basilica Cattedrale:
“Scenni Crištu”, celebrazione dell’antico
rito e della santa Messa con catechesi del
Vescovo
venerdì 6 marzo 2015
ore 17.30 - Oria, Basilica Cattedrale: santa
Messa con il “canto delle Piaghe”
e catechesi del Vescovo
mercoledì 11 marzo 2015
ore 19.00 - Oria, Santuario di San Cosimo:
VI seminario di Pastorale familiare
giovedì 12 marzo 2015
domenica 15 marzo 2015
ore 10.00 - Torre S. S., Chiesa Matrice:
Cresime
ore 15.30 - Maruggio: Via Crucis
diocesana delle Confraternite
giovedì 19 marzo 2015
ore 11.00 - Erchie, Santuario di Santa
Lucia: santa Messa nella festa di San
Giuseppe
ore 15.45 - Oria, Basilica Cattedrale:
“Scenni Crištu”, celebrazione dell’antico
rito e della santa Messa con catechesi del
Vescovo
ore 15.45 - Oria, Basilica Cattedrale:
“Scenni Crištu” celebrazione dell’antico
rito e della santa Messa con catechesi del
Vescovo
ore 17.30 - Oria, parrocchia di San
Francesco d’Assisi: santa Messa nella
festa di San Giuseppe
ore 17.30 - Oria, santuario di San Cosimo:
ritiro familiari del clero
venerdì 20 marzo 2015
venerdì 13 marzo 2015
ore 17.30 - Oria, Basilica Cattedrale:
santa Messa con il “canto delle Piaghe” e
catechesi del Vescovo
ore 17.30 - Oria, Basilica Cattedrale:
santa Messa con il “canto delle Piaghe” e
catechesi del Vescovo
sabato 21 marzo 2015
ore 20.00 - Oria, Santuario di San Cosimo:
incontro di preghiera con i giovani
ore 18.00 - Torre Santa Susanna,
parrocchia di Cristo Re: Cresime
PRO
domenica 22 marzo 2015
ore 18.30 - Francavilla Fontana,
parrocchia del Carmina: conclusione
della Settimana eucaristica
giovedì 26 marzo 2015
ore 15.45 - Oria, Basilica Cattedrale:
“Scenni Cristu”, celebrazione dell’antico
rito e della santa Messa con catechesi del
Vescovo
venerdì 27 marzo 2015
ore 10.00 -Torre Santa Susanna, Chiesa
Matrice: auguri pasquali con i gli alunni
e i docenti della scuola statale “G.
Missere”
ore 17.30 - Oria, Basilica Cattedrale:
santa Messa con il “canto delle Piaghe” e
catechesi del Vescovo
DOMENICA DELLE PALME
GIOVEDÌ SANTO
2 aprile 2015
ore 10.30 - Oria, BasiCattedrale:
Messa Crismale
ore 18.30 - Oria, Cattedrale: Messa “in
Coena Domini”
VENERDÌ SANTO
venerdì 3 aprile 2015
ore 10.30 - Oria, Basilica Cattedrale:
celebrazione della Passione del Signore
SABATO SANTO
sabato 4 aprile 2015
ore 8.30 - Manduria, parrocchia San
Michele Arcangelo: l’Ora della Madre
ore 22.00 - Oria, Basilica Cattedrale:
Veglia pasuqale
29 marzo 2015
ore 9.30 - Oria, piazza Manfredi:
benedizione cittadina dei rami di ulivo
ore 10.00 - Oria, Basilica Cattedrale:
santa Messa
MERCOLEDÌ SANTO
PASQUA DI RESURREZIONE
domenica 5 aprile 2015
ore 11.00 - Oria, Basilica Cattedrale:
solenne Pontificale
1 aprile 2015
ore 16.00 - Oria, Basilica Cattedrale:
“Discesa dei Misteri”, celebrazione
dell’antico rito e della santa Messa con
catechesi del Vescovo
ore 17.30 - San Pietro in Bevagna,
parrocchia di San Pietro: Perdonanze
venerdì 10 aprile 2015
ore 20.00 - Oria, santuario di San Cosimo:
incontro di preghiera con i giovani
PRO
sabato 11 aprile 2015
giovedì 23 aprile 2015
ore 18.00 - Ceglie Messapica, Collegiata
dell’Assunta: Cresime
ore 18.30 - Oria, santuario di San Cosimo:
lectio divina OR
domenica 12 aprile 2015
ore 10.30 - Maruggio, Chiesa Matrice:
Cresime
venerdì 24 aprile 2015
ore 18.00 - Francavilla Fontana,
parrocchia del Carmine: Cresime
mercoledì 15 aprile 2015
ore 19.30 - Oria, Santuario di San Cosimo:
VI seminario di Pastorale familiare
giovedì 16 aprile 2015
ore 18.00 - Erchie, Santuario di Santa
Lucia: santa Messa e processione
sabato 25 aprile 2015
ore 10.30 - Sava, parrocchia dei Santi
Medici: Cresime
ore 18.30 - Erchie, Chiesa Matrice:
Cresime
sabato 18 aprile 2015
domenica 26 aprile 2015
ore 10.00 - Oria, rettoria di San Francesco
di Paola: santa Messa nella festa di San
Francesco di Paola
ore 10.30 - Maruggio, chiesa Matrice:
Cresime
ore 10.00 - Latiano, parrocchia del Sacro
Cuore: Cresime
domenica 19 aprile 2015
ore 10.00 - Erchie, chiesa Matrica:
Cresime
martedì 28 aprile 2015
ore 19.30 - Avetrana, Chiesa Matrice:
santa Messa per la festa patronale
di San Biagio
ore 16.00 - Oria, santuario di
Sant’Antonio: festa della Famiglia
giovedì 30 aprile 2015
ore 18.00 - Oria, parrocchia di San
Francesco di Paola: Cresime
ore 17.00 - Francavilla Fontana,
parrocchia del Carmine: Cresime
PRO
COMPLEANNI MARZO
ANN. di ORDINAZIONE MARZO3
2 marzo
25 marzo
Sac. Gianfranco Aquino
Sac. Domenico Spina - IX
8 marzo
31 marzo
Sac. Francesco Nigro
Sac. Franco Marchese - XXXI
13 marzo
Sac. Daniele Giangrande
17 marzo
Sac. Gianni Caliandro
26 marzo
Sac. Giuseppe Leucci
COMPLEANNI APRILE
ANN. di ORDINAZIONE APRILE3 5 5 5
2 aprile
5 aprile
Sac. Antonio Andriulo
8 aprile
Sac. Salvatore Casella - XVIII
7 aprile
Mons. Barsanofio Vecchio
Sac. Tommaso Prisciano - XXXVIII
Sac. Teodoro Tripaldi - XXXVIII
17 aprile
8 aprile
Sac. Giuseppe Summa
✠ Vincenzo Pisanello - V
18 aprile
(Ordinazione episcopale)
Sac. Vitantonio Cavallo
9 aprile
20 aprile
Mons. Gianfranco Gallone
29 aprile
Mons. Angelo Altavilla
Sac. Gianfranco Aquino - XXI
11 aprile
Mons. Angelo Altavilla - XXVIII
18 aprile
Sac. Francesco Nigro - XVII
22 aprile
Sac. Patrizio Missere - XX
24 aprile
Sac. Giacomo Lombardi - XVII
25 aprile
Sac. Gianni Caliandro - XXIII
Sac. Lorenzo Elia - XXIII
Sac. Michele Elia - XXI
Sac. Antonello Prisciano - IX
DIOCESANA
Leonardo Mariggiò*
Diamo vita alla pace!
26
Domenica 8 febbraio si è tenuta a Manduria l’annuale Festa della Pace.
L’evento, organizzato dall’Azione Cattolica dei Ragazzi interparrocchiale, ha coinvolto l’intera cittadinanza
per un’intera giornata di giochi e allegria, in cui non è
però mancato un momento di seria riflessione sull’importante tema della Pace. La Festa inoltre, non si è tenuta solo nella città di Manduria, bensì in ogni città della
nostra bella Diocesi di Oria in cui è presente la grande
famiglia dell’AC! Durante la giornata sono stati sviluppati varie e importanti tematiche che i nostri ragazzi,
veri protagonisti della giornata, hanno potuto osservare da vicino con i loro stessi occhi e viverle in prima
persona attraverso ciò che riesce loro meglio: giocare!
Così, grazie al lavoro e ai suggerimenti dell’Equipe
Diocesana di Acr, educatori e ragazzi, divertendosi nei
laboratori di illustri scienziati come Newton, Galilei,
da Vinci e cimentandosi con le loro straordinarie, e a
volte strampalate, invenzioni, hanno avuto modo di riflettere allo stesso tempo sull’importanza di alcuni valori come l’amicizia, la solidarietà, la collaborazione
e di scoprire l’essenzialità di alcuni modi di agire quali l’impegno civile, l’amore per la propria terra e per le
proprie tradizioni e più di tutto il rispetto per ogni tipo
di diversità, in quanto quest’ultimo è una prerogativa
fondamentale e determinante per chiunque voglia definirsi, ma soprattutto essere, un “Costruttore di Pace”.
La giornata infine è stata impreziosita dall’intervento dell’amministrazione comunale che,
partecipando attivamente alla
nostra Festa, ha dato un’importante dimostrazione di ascolto
nei confronti dei nostri bambini
e della cittadinanza, che proprio
in eventi simili si riscopre unita
e desiderosa di miglioramento e
di progresso comune: una strada
sicuramente difficile da percorrere, ma meno impervia se si cammina tutti insieme verso la meta.
Non dimentichiamo però che una
MemOria
Festa presenta anche tanti momenti di pura allegria e
svago: infatti per tutta la durata della festa si son susseguiti intervalli di gioco e animazione atti a divertire e
intrattenere grandi e piccini, utili per creare legami di
amicizia fra i ragazzi e per divertirsi insieme in allegria!
In definitiva, una giornata piena di emozioni e significati che non possono lasciare indifferente nessuno: né i
ragazzi, né le loro famiglie, né la città’ che dovrebbe essere fiera di questi piccoli cittadini, che rappresentano una
risorsa ed una speranza per il suo futuro, né tanto meno
chi ha contribuito a far sì che tutto ciò potesse avvenire.
L’unione delle forze degli Educatori ACR e la collaborazione fra le Parrocchie Chiesa Madre, San Michele Arcangelo e Santa Maria di Costantinopoli, ha fatto sì che il
tutto prendesse forma e vita e, sebbene sia costato tanto
sforzo e tanta fatica, il compimento della giornata nel migliore dei modi ha ricompensato tutto il tempo e l’impegno, poiché infatti per me, come per i miei “colleghi amici”, niente potrebbe ripagare di più che constatare i frutti
del proprio “lavoro” nella gioia contagiosa dei ragazzi,
nella fiducia delle famiglie e nel sostegno delle tre Comunità Parrocchiali, nostra unica e vera fonte di carburante! *Educatore Acr della Chiesa Madre di Manduria
anno X n. 2 Marzo-Aprile 2015
POETICA
PASQUA
La Domenica dell’olivo
Giovanni Pascoli
Hanno compiuto in questo dì, gli uccelli
il nido (oggi e la festa dell olivo)
di foglie secche, radiche, fuscelli;
quel sul cipresso, questo su l’alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d’un rivo,
nell’ombra mossa d’un tremolio d’oro.
E covano sul musco e sul lichene
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzio d’ape, un vol di maggiolino.
Ultima cena
Renzo Pezzani
Le donne preparano sul desco
un po’ di vino e un po’ di pane fresco.
E Gesù mesce il vino e il pane tocca,
ma prima d’accostarseli alla bocca
dice per tutti le parole arcane:
«Ecco; chi mangerà di questo pane
di frumento, di me sarà saziato,
e chi berrà del vino che ho toccato
del mio sangue berrà, né più avrà sete.
Poi la bevanda e il cibo spartirete
e verso il mondo col mio cuore; andrete»
Pasqua
Ada Negri
MemOria
E con un ramo di mandorlo in fiore,
a le finestre batto e dico: «Aprite!
Cristo è risorto e germinan le vite
nuove e ritorna con l’april l’amore
Amatevi tra voi pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon sulla terra,
uomini della penna e della guerra,
uomini della vanga e dei martelli.
Aprite i cuori. In essi irrompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza».
lo passo e canto che la vita è bellezza.
anno
n. 2 Marzo-Aprile 2015
Passa e canta con
meXla primavera.
27
RINFRANCATE I VOSTRI CUORI
(GC 5,8)
QUARESIMA DI CARITA’ 2015
per i nostri fratelli cristiani di Albania
Contribuiamo al completamento dei locali parrocchiali nel
villaggio di Mali i Jushit (Albania), dove si erge la Chiesa dedicata
ai Santi Medici, costruita grazie al contributo dei fedeli della
nostra Diocesi di Oria.
Possiamo aiutare con gesti di carità,
raggiungendo sia i vicini che i lontani...
La Quaresima è un tempo propizio!
papa Francesco
www.caritasoria.it
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DIOCESANA VOCE DEL VESCOVO CULTURALE