VOCABOLARIO ETIMOLOGICO COMPARATIVO Aree semantiche e percorso omologistico nella lingua italiana http://www.literary.it/dati/literary/G/gemmellaro_fer/percorso_omologistico_201201.html Ricerca e studio di Ferruccio Gemmellaro Diritti culturali LA COPERTINA Produzione già in DVD quale parte integrante del Manifesto in testo gutenberghiano Omologismodue curato da Ferruccio Gemmellaro a nome del Movimento Culturale “La Copertina”, edito da I Quaderni del Convivio in Castiglione di Sicilia (Ct) dicembre 2007. È vietata ogni riproduzione priva d’autorizzazione dell’autore, ad eccezione per uso didattico e, parzialmente, giornalistico, in ogni caso, ove possibile, citandone le fonti. Premessa La lingua indoeuropea italiana - il cui documento embrionale pare risalga al 900 con un Indovinello veronese, manoscritto in volgare che parla di prati e buoi, seguito nel 960 con un secondo, redatto a Capua e partecipe dei cosiddetti Placiti Cassinesi, atti notarili concordati tra un tale Rodelgrino e il monastero di Cassino - di là dell’ufficializzazione dantesca e delle premesse della Scuola siciliana di Federico II, è prevalentemente derivata, vale a dire costituita di termini svoltisi in linea diretta, dal greco e dal latino; da aggiungere quei neologismi perlopiù scientifici coniati, in coerenza con la tradizione, sia dal greco moderno sia dal latino classico e volgare. Non solo, essa ne conta numerosissimi seminati via via dal celtico, dal franco, dal gotico, dal longobardo e da altri ancora, senza contare i sopravvissuti delle lingue italiche prelatine, dei temi mediterranei, gli adattamenti dall’arabo e i dispersi grecolatini ritornati modificati dall’attraversamento d’aree romanze e d’altre lingue. Il lettore, infatti, scoprirà la neodefinizione (dell’autore) di Omologismo, termine relativo, qui per accezione, a tutti gli esotismi (parole e locuzioni) che l’italiano ha adattato foneticamente, sia estranei al percorso greco-latino sia da questo allontanatosi. L’italiano, pertanto, pur rifondato dal volgare toscano, non è una 1 lingua pura, ma omologa di tante altre, in altre parole la risultante di una variegata presenza di gente diversa sulla penisola. Nell’elencare i lemmi in percorso etimologico, l’autore ha evitato la limitazione di arcaismo, nel senso di forma linguistica scomparsa, così come riportata nei dizionari moderni, preferendo imporre quella di desueto o di obsoleto. Da questo intende effondere un implicito suggerimento al loro recupero, se non estinti in via logico-naturale o addirittura fossilizzati, allo scopo insomma di lenire il sovraccarico di troppi esotismi e termini globalizzati (parole e locuzioni straniere adottate in area internazionale, solitamente occidentale ma in via di espansione, mantenendo l’originale), questi complici di una crescente disseminazione di buche nella lingua corrente. Tornando al patrimonio indoeuropeo, immaginiamo l’italiano come il ramo di una solida pianta: il tronco, con i suoi cerchi concentrici, germogliato da una manciata di semi, s’è consolidato nei millenni, producendo innumerevoli ramificazioni, con i frutti e le foglie. È il simbolismo delle invasioni Kurgan (i semi) dal 4400 aC, donde è venuta a consolidarsi, in maniera concentrica, la magna indoeuropeità (il tronco); essa, infatti, s’è diramata in molteplici aree semantiche (la ramificazione), con i propri lessici ufficiali (i frutti) e i dialetti (le foglie), questi immancabili per la sopravvivenza etica ed estetica dei primi. C’è di più: com’è possibile innestare in una prima pianta le caratteristiche di una seconda, mediante porzione di ramo o di gemma (innesto), è stato parimenti possibile assimilare all’italiano una quantità di marze linguistiche appartenenti ad altre aree semantiche. C’è da precisare, stando alle ultime ricerche, che l’embrione, dal quale si sarebbero conformate le diverse lingue di matrice indoeuropea, sarebbe stata una lingua comune tra gli uomini di 14mila anni fa. La Teoria dell’Area Semantica o Campo Semantico è la concezione secondo la quale il dizionario linguistico non può essere esclusivamente un’elencazione di lemmi indipendenti l’uno dall'altro, ma distribuiti in campi d’affinità etimologica e semantica. Questa ricerca, infatti, rivolta innanzi tutto a quei tanti che amano scrivere, onestamente consapevoli delle lacune tematiche, e a chi intenda rinfrescarsi la memoria, autore compreso, non è nata per essere consultata come un normale dizionario, infatti i lemmi non sono elencati in ordine alfabetico. Queste pagine non comprendono certamente tutto il vocabolario, quantunque racchiuda un manuale sostanzioso ispiratorio di una ricerca fai-da-te o, meglio, l’incipit per il viaggio di perfetto completamento che ognuno potrà cosi intraprendere. Le voci, dopo il prologo dell’Alfabeto e dei Segni ortografici, si susseguono in un triplice esponente, questo il capofila per una serie di specifici riporti, e il lettore potrà scorrerle come se leggesse un saggio e solo alla fine potrà rendersi conto d’aver assimilato qualcosa in più 2 nell’apprendimento della nostra storia linguistica, pur ignorando il greco ed il latino; in ogni caso, nelle versioni WORD-PDF in DVD o On-line, un immediato reperimento delle parole è dato dall’idoneo programma Trova disponibile. Si ricorda, per una migliore comprensione della derivazione etimologica, che il gruppo letterale greco-latino PH si pronuncia F (PHILOSOPHIA-Filosofìa), i dittonghi latini OE AE si leggono E, vedi FOEDERATUS-Federatus e la T latina, in un contesto, è pronunciata Z vedi LAETITIA-Letizia); infine, che i gruppi radicali indoeuropei quali BH DH ricompaiono in F vedi BHLOS in FLOS (Fiore) e DHERMO in FIRMUS (Fermo). Si troverà nel testo la dicitura normale passaggio o normale caduta, essa sta per uso comune o corrente di un termine in una comunità linguistica, modificatosi dalla verità etimologica; si troverà altresì la dicitura tema mediterraneo, che sta a indicare la provenienza di un termine esclusivamente dall’ambito mediterraneo e, di massima, preindoeuropea o precedente all’attestazione latina (prelatina). I radicali e i temi, ove non diversamente identificati, s’intendano pertanto di provenienza indoeuropea. La grande importanza semantica dei prefissi, prefissoidi o primi membri e i suffissi, suffissoidi o secondi membri - nel testo è preferita rispettivamente la dizione concisa di Pref e di Suff - ha indotto ad esporne via via origine, significato e modelli lemmatici in appositi riporti o direttamente nel testo. La terzina è corredata, per una possibile e immediata visione globale, di termini in associazione, alieni (pseudoetimologici, vale a dire in apparenza d’identico percorso etimologico ma del tutto estranei), complanari (che sono accostabili nel percorso, semanticamente o figurativamente, insomma di pari importanza-sullo stesso piano), paronimi, omonimi, sinonimi (in alcuni accostamenti più significativi sono riportate le rispettive date di adozione), assonanti, espliciti o impliciti (questi di chiara, o non, lettura etimologica), di richiami lemmatici d’attinenza ed incisi culturali a mo’ di testo, prova dell’indissolubilità del trinomio popolo-lingua-storia; tali informazioni rappresentano la sintesi di un passato che viene a presentarci il conto all’inizio del terzo millennio dC. L’autore, quando appare tra parentesi la dicitura (Ved...), intende riportare a maggiori chiarimenti altrove, citando il primo termine della terzina o i richiami a riferimento o semplicemente (Ved terzina) qualora rimanga in ambito. Per i termini appuntati, oltre ai diffusi aC e dC Avanti Cristo e Dopo Cristo (se manca intendesi dC), leggasi Accr Accrescitivo, Alb albanese, Ant antico o anticamente e simili, Ar arabo, Arm armeno, Bal baltico, Celt celtico, Class classico, Denm denominale, Devb deverbale, Dim diminutivo, Ebr ebraico, Eccl ecclesiastico, Esot esotico o esotismo, Etim etimologia o etimologico e simili con Pseudoetim, Fem femminile, Fig figurativamente o figurato e simili, 3 Franc francese, franco o francone, Gbz greco-bizantino, Ger germano, Got gotico, Glb globale, globalizzato o globalizzazione e simili, Gr greco, Inc incrocio o incrociato, Ind indiano, Indoeur indoeuropeo, Indoiran indoiranico, Ingl inglese o anglicismo, Inv invariato, Iran iraniano o iranico, Ital italiano, Itt ittito, Lat latino, Lit lituano, Long longobardo, Mas maschile, Medv medioevale, Med mediterraneo-a, Mer meridionale, Metaf metafora o metaforicamente e simili, Ol olandese, Omn omonimo o omonimia e simili, Parasnm parasinonimo, Pf participio futuro, Plur plurale, Ptg portoghese, Pp participio passato e Ppres participio presente, Pr passato remoto, Pref prefisso, Pron pronuncia, Prvz provenzale, Rad radice o radicale e simili, SA stesso autore (del presente dizionario), Sct sanscrito, Sec secolo, Semant semantica o semanticamente e simili, Sett settentrionale, Sing singolare o singolarmente, Snm sinonimo o sinonimia e simili, Sp Spagnolo, Suff suffisso, Ted tedesco, Vrs verosimilmente o verosimile, Volg volgo, volgare, volgarmente. Infine, i termini elencati, discendenti da un radicale o in percorso da un lemma originale, sono di massima preceduti o da cui o da donde, questi con valore ellittico dal quale deriva (o derivano). Prefissi, suffissi, desinenze… Chiamati nel loro insieme Affissi, sono dei Morfemi sostituibili, aventi funzioni grammaticali, e si distinguono dai Lessemi, questi i puri eredi etimologici dei lemmi, insostituibili, i quali possiedono un proprio significato autonomo. Ad esempio: RI-TORN-ARE è un lemma in cui RI è il morfema prefisso iterativo che vale ancora, di nuovo, ARE è il morfema desinenza verbale (infinito 1° coniug.) e TORN è il lessema etimologico della lingua, dal lat TORNUS giro. La sostituibilità dei morfemi e l’insostituibilità dei lessemi qui si evidenziano, in esempio, apponendo all’identico lessema TORN il prefisso CON insieme e la desinenza ATO (del participio), si ottiene CON-TORN-ATO; si evince così l’insostituibilità e l’inalterabilità di TORN. Nel lemma Contadino, INO è il suffisso che indica “chi esercita un mestiere” saldato a Contad(o). Contado, poi, è il sostantivo dal latino COMITATUM che col suffisso vale “feudo di un COMES (conte)”, per cui il lessema è il latino COMES in origine “compagno di viaggio” svoltosi nel francese antico e nel provenzale in COMTE italianizzato Conte. A completare schematicamente l’argomento, ricordiamo il Grafema, la più piccola unità di scrittura equivalente alle lettere dell’alfabeto e il Fonema, corrispondente ai grafemi, la più piccola articolazione della catena parlata sprovviste di senso, eppoi il Glossema, termine adottato dal 1951, che definisce la minima unità linguistica di valore semantico. In sintesi, se una lettera la scriviamo è un grafema, se la stessa la pronunciamo è un fonema. La definizione concernente i grafemi-fonemi può tuttavia far sorgere delle perplessità. Si prenda la lettera A, è un grafema-fonema o un morfema-glossema? Scritta e pronunciata così, da sola, è rispettivamente grafema e fonema, insomma una particella senza significato, ma diventerebbe un morfema-glossema ove avesse un senso, vedi nel suo ruolo di preposizione semplice in Vado a casa che ha valore di moto a luogo, vedi il prefisso A in Avvicinare che ha valore allativo, cioè di direzione verso un posto, vedi il prefisso A in Asociale, che ha valore privativo, da leggere “non sociale”. Nella serie lemmatica che segue, la sostituibilità della vocale nella prima sillaba, in 4 quest’esempio utilizzandole tutte, muta sostanzialmente l’etimologia, almeno per i primi tre, e, logicamente, la semantica: Pazzo, Pezzo, Pizzo, Pozzo, Puzzo. Ancora, si prenda a esempio i lemmi Geloso e Goloso, dove le prime vocali e o sono essenziali all’etimologia e alla semantica. Casi latini La lingua latina, già dal greco, utilizza i Casi - Nominativo, Genitivo, Dativo, Accusativo, Vocativo, Ablativo - per identificare, dalla loro declinazione, rispettivamente il soggetto che compie l’azione (nominativo), il complemento di specificazione che precisa una funzione (genitivo), il complemento di termine dove è diretta (data) l’azione (dativo), il complemento oggetto o diretto su cui agisce il verbo transitivo (accusativo), il nome invocato (vocativo) e ogni altro complemento (ablativo). Il lettore, per un migliore intendimento della derivazione etimologica, troverà sovente il passaggio in italiano attraverso due versioni del termine grecolatino; per la prima s’intenda il nominativo e per la seconda il genitivo, che lo segue nella declinazione dei casi e che più delle volte rispecchia la traduzione italiana o con esso in assonanza: esempio, Sèlce dal lat SILEX SILICIS cui Sìlice, Dente dal gr ODUS ODONTOS cui Odontoiatra. Guida pratica di ricerca dei vocaboli Per un’agevole consultazione, si riporta l’elencazione delle terzine in ordine di sequenza, così come appaiono, inclusi gli esponenti dei Prefissi-Suffissi, i lemmi posti in risalto (d’apertura per altri percorsi) e alcune importanti annotazioni. Per la ricerca dei vocaboli significativi, vale a dire laddove ne sono analizzate le derivazioni etimologiche, occorre apporvi l’accentazione grafica “segnaccento” (esempio, Fìngere, Animàle), esclusi i lemmi in terzina e quelli posti in risalto la cui accentazione è riportata nell’analisi, l’onomastica (esempio Ornella), la toponomastica (esempio, Castro, Civitanova), alcuni nomi etnici perlopiù storici (esempio, Galli, Osci), e le voci specifiche in uso volgare (esempio: Cascia, Frescone, Strapiantare) salvo largamente diffuse nella penisola, ovvero omologate nella lingua; tuttavia l’accento è posto ove possa sussistere equivoco di dizione. Per i termini composti, che appaiono espliciti, ove non sia riportata l’etimologia o del primo o del secondo membro, è sufficiente ricercare questi nei propri percorsi; esempio, in Granducàto o il primo membro Gran o il secondo Ducato sono da ricercare nel proprio campo semantico, ovvero di Grande e di Duca; tale modalità di ricerca può essere avviata anche per quei termini composti o prefissati o ancora suffissati che non appaiono elencati nei percorsi di questa ricerca e che il lettore troverebbe in altri testi. Nei percorsi lemmatici sono ricondotti i derivati espliciti e impliciti, per quanto possibile; al ricercatore, non sarà ostico trarre da questi l’origine etimologica di un vocabolo non elencato ma che richiama il suo interesse. Per esempio, apparirà ovvio che nel ricercare la radice di Bevùto, essa è nel termine Bère, questo dal lat BIBERE mutatosi in BEVERE. Le voci sono elencate in maiuscolo, pertanto, gli sdruccioli che iniziano con vocale, sono immediatamente ripetuti in minuscolo con l’accento dovuto, esempio Arma-àrma, Odo-òdio. Gli omonimi o i polisemici sono solitamente accostati con le relative etimologie. Per favorire un sicuro reperimento lemmatico, sulle due vocali chiuse s’è preferito in ogni caso il comune segno grafico, il “segnaccento” corrispondente all’accento grave, per esempio, Còrrere, Rosèto, Vèdovo e Vòlgo invece dei corretti accenti acuti Córrere, Roséto, Védovo e Vólgo, che il lettore potrà accertare nei dizionari preferiti; talvolta, però è riportata in parentesi l’esatta accentazione. I vocaboli significativi, infine, che riappaiono altrove per ragioni 5 comparative, non hanno più di massima l’accento piano o, se inizio parola, sdrucciolo, giusto com’è nell’uso corrente (esempio: Animale per Animàle, Correre per Còrrere). L’accentazione piana o sdrucciola di un medesimo termine deriva dall’attestazione del suono rispettivamente o greco o latino, come in Timèle o Tìmele. Per gli articoli, avverbi, congiunzioni, prefissi, suffissi e altro d’uso frequente come un sostantivo, dal fatto che non sono accentati (o che siano tronchi) e per ovviare a una laboriosa ricerca della posizione in cui il termine è analizzato, tra una moltitudine di essi od omografi partecipi del testo, occorre per un loro rapido reperimento che siano preceduti da un asterisco saldato, esempio *A *B… (lettere dell’alfabeto), *ALLO (pref), *CHE, *MA, *RAD (pref), quest’ultimo per discriminarlo dall’abbreviazione Rad di Radice o Radicale, eppoi i tronchi usuali quali *Facoltà, *Però, *Unità… quando non è sufficiente porre la maiuscola iniziale. Per una ricerca generica degli omologismi, secondo la lingua di provenienza, basta inserire nel sistema “Trova” (solo parole intere) ad esempio ar (arabo), franc (francese), ingl (inglese) e così via, attingendo all’elencazione dei termini appuntati in Premessa; una ricerca generica che può essere effettuata ancora per le voci volgari (volg), termini globalizzati (glb) ed altro come le locuzioni, per le quali occorre inserire la parola intera Locuzione. L'omissione degli accenti dai termini greci, latini e stranieri (talvolta il termine è ripetuto con la corretta accentazione), questi riportati in lettere maiuscole, d’altronde consultabili nei rispettivi dizionari, è normalmente adottata sia per agevolarne un’eventuale ricerca, sia perché questo saggio nasce essenzialmente per una scorsa fondamentalmente morfologica lungo i percorsi omologistici della nostra lingua, dai radicali ai risvolti metaforici delle parole che scriviamo e che spesso temiamo non corrette. *ALFABETO Lettere greco-latine SEGNI ORTOGRAFICI Accento Segni diacritici Apostrofo Lineetta Linea Riga Parentesi Interpunzione o Punteggiatura Punto fermo Due punti Puntini di sospensione Punto Punto esclamativo o Interiezione Punto interrogativo Rogare Virgola Punto e virgola Virgolette Verga BASTONARE ABBACCHIARE AMMAZZARE Soma Salma Ibrido Affliggere Immergere Tingere Manganello Gianna Verga Fuscello - Frusta Frustra Etimo Etile Etere Anestesia Narcotico Scaglia Caglio 6 Canna Pistola Rivoltella Roggia Vagina Guaina Clava Randello Chiudere Bloccare Gabbiano Paronomasia Paronimia Pref *META - Fenomeno retorico della Metalèssi Metafora Allegoria Deverbale Denominale Intensivo Ciarlare Ciaccolare Cianciare Cianfrusaglia Rapina Longobardi Franchi Mattanza Tonno e Suff ANZA Gioco delle carte Goti Gallia Romanico Gotico Barocco Pref STRA CIS TRANS TRAS *TRA PRETER Suff ESI MENTO Pref INTRA INTRO INTUS INFRA INTER Emigrazione Atteggiamenti Cotto Crudo Essere Avere Duraturo Avaro Osci Celti - Arpie Amo Rampino Uncino Gancio Lupo Volpe Golpe Pref PROTO Tipo Il Ferro da stiro CASCINA CASONE CASINO Razza umana Pisside Bussola Pece Catrame Ittico Acciuga Seppia Accasciare Castro Castrare Merlo Radicale TEM Suff IZZARE EGGIARE Augurio Auspicio Sacerdote - *Nome di strumento L’età della Prospettiva Aumento Ausilio Cencio Cecio Centone Cronologia secolare Santo Sanculotto Nuova unità di misura del tempo: swatch beat Specchie Sanscrito Avestico Vedico Ittiti GLI AGLIO GANGLIO Altri pronomi personali Pref Suff FILLO Frasca Fronda Natica Scalmo Pref OMO OMEO 7 Suff ONIMIA Suff Pref ONIMO – Antonimia Nomignoli d’amore Suff NOMIA NOMO Pref NOMO - Antinomia Pref ETERO Pref Suff DOSSO *Età Evo Epoca MITRA MITRA MITRALE Rame Bronzo Stagno Le Ere e le Età Pref divino TEO Ambrosia Ambra Ipocoristico Epentesi Anaptissi Protesi Metatesi Sintesi - Melotesia Idiota Zotico Scemo Stolto Pref Suff *EPI *IMO *IPO *IPER - Iperbato e Iperbole Brina Pezza Attrezzo Sarto Antonomasia Circonlocuzione Perifrasi VANO INVANO VANAGLORIA Suff BONDO ANDO Sfarzo Pompa Sontuosità Onomastica ebraica Camera Stanza Prestito linguistico Bacio Briciola Camicia - Gruppo letterale finale cia o gia al plurale Carità Speranza Svegliare Dormire Solstizio Equinozio Stoviglia Vandali Briganti Tatuaggio Brigate Rosse Suff *ACE *OCE *ACEO *Verità Vera VELLO SVELLERE VELLEITARIO Radicale WELE Valere Vulnerabile Vaglio Cotone Lino Rascia Seta Feudo e Vassalli Tocario VEZZO VESSARE VESSILLO Convito Convitto Indiani Truppa Drappello Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro Slavina Labirinto Valanga Dedalo Cultura eterogenea sinonimo d’italianità Illiri Guardare Vedere – Suff INGO –Numero e articolo Uno OBLIO OBLITERARE OBLIQUO Eclittica Allitterazione Cancellazione Radicale LEIK Suff IERE ROSA ROSA ROSARIO 8 Garofano Geranio Giglio Viola Madonna Signora Felino Gatto LACUNA LAGUNA LACRIMA Fossa del grano Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata Caffettiera napoletana Secchia Fonte Pollone Poltrona Cipria Talco Emanare Stranguria Valle Volt Ampere Fascino Tropo Ridda Fascismo Nazismo Comunismo Suff GINE Aferesi Pref *APO Gnosticismo Eresia Rete Rito Rata RUOTA ROTTA ROTTAME Carrozze Botola Bozza Leponzi Radicale MEU Autore Destro Sinistro Rumore Silenzio Nord Sud Pref WES Ovest Est Abitare Nudo Corruzione linguistica Pref *ORTO Suff ELA *Tutto Suff *ILE *ICO*IACO Badile Ribadire Badare Sbadigliare Beare Bocca Labbra Voce Vocale Stomaco Gastrite Arista Resta Bricco Vocabolario Dizionario Suff ERO OBIETTIVO OBIETTO OBIETTARE Razzo Missile Messa Messia Sdraiarsi Radicale AG Suff *UME Fiume e corsi d’acqua Pioggia Radicali REG GES Canone Aggere Arbitro 9 Re Regina Principe Mare Oceano Xenofobia Senofobia Alga Clima Climax Anticlimax Enclisi Proclisi Acqua Vino Pietà Elemosina Miseria Natanti Vento Aviazione Timone Tenere Tendere Governare Tennis Rugby I venti Zefiro Zaffiro Zero Astenia *Aggettivi di grado positivo, di qualità, di relazione e loro posizione rispetto al nome Ufo Ad ufo Lento Lente Lenticchia Cumulo Radicale KWEI Pref TALASSO TASSI Suff TASSI - Tassema Pref *OB *OP CONTRA *CONTRO ENANTIO Suff e Pref OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO Le 17 Contrade di Siena Opera Operaio Copia Scafandro Schifo Pref Suff ANDRO ANDRIA Suff *TEMA EMA Pref APLO Aplografia Ghetto Gleba Glutine – Agglutinazione linguistica BIBLIOTECA EMEROTECA BOTTEGA Cibernetica Teca Bacheca Custodia Scrigno Pref ANTROPO ANTRO Pref FAGO Suff FAGO FAGIA Unghia Feci Orina Feccia Traffico Lotofagi TARPEA TARPARE ESTIRPARE Falce LAMPO LAMPIONE LAMPONE Probo Fanale Torcia Statua Suff *USO *OSO - A IOSA Astratto Tratturo MONDO MONDANO MONDEZZA Atlante Atleta Caos Gas Nafta Benzina Ammoniaca Vitamina Caos e Kali Rifiuto Spazzatura Passeggiata Spavento 10 Vigliaccheria Suff INO CINO *INA Pref RED *RE *RI *RAD RIN Zucchero Saccarina Pref *SEMI EMI Suff SEMIA Pref SEMIO STENO Suff EMIA Prefisso EMO Croma Eco TERRA CRETA TELLURICO Suffisso ICCIO ICCHIO Tamburo Timpano Timbro Nacchera Timballo Forma Morfina Plasma Carosello Luna Pianeti Intossicazione Piombo Terraglio Terrazza Suff OIDE Metallo Cellulosa Festa Ferie Feriale Ferale Gruppo letterale GMA Cosa Causa Accusa *METRO METROPOLITA METROPOLITANA AD USUM DELPHINI Pref MEGA MEGALO Suff MEGALIA Ape Vespa Sciame Suffissi etnici per toponimi e demotici ITANO ANO ESE *Materia Ventre Pancia da Nonna a Nipote Pane Pasta Riso Dagli Esistenzialisti ai Paninari e ai Punk Pref MACRO MICRO-NANO DOLICO Lungo Corto Torace Addome Lapara Buccia Crosta Radicale KER Cardo Corno Cognome Longo Fisionomica Fisiognomica Consonanti Fricative Saetta Sagitta Pref *PRE *ANTE *ANTI *POS *POST *PALEO Concedere Cedere Autorizzare COSMO MICROCOSMO COSMESI Infinito Stella Pianeta Satellite Cometa Meteora Suff GONIA Pref GONO POMO POMICE POMERIGGIO Imbalsamare Mummificare Volgare Suff MERIA MERO Pref MERO LUME ALLUME ALLUMINIO Berto 11 Itacismo Etacismo Solecismo Iotacismo Rotacismo Candela Splendore Luogo Brillio Luoghi comuni e bisemantici; incidenti linguistici Argento Argilla Radicale LEU Palla Paludamento Arancia Cicoria e frutti esotici Pref Suff PLES Suff AT Complementi Luogo Allativo Elativo Illativo Mina Monte Montare Baita Radicale ME *MED MEN MON Pref SESQUI Memoria Ricordo Misura Radicale *MA MAN MAT MET Suff CO Mascalco Lazzaro Toga Doga Doge Metonimia Sineddoche I mesi Uva Vite Gotto Gozzo Gusto MACCHIA MACCHINA MECCANICO Chiazza Piazza Molare Mascella Suff MACHIA MACO Taurini Taurisci Bull Bulldog Bullismo Teatro Anfieatro Pref *IN S *E ES ESO *E *EX *SCI EXTRA ESTRA Inglesismo Anglicismo Anglicanismo FOLLA FOLLIA FOLA Premere Scarpa Tacco Ciabatta Pantofola Sandalo Sughero Folk Pop Country *Tribù *Verbo Motto Cavillo Gnomo Egemonia Guidare Favola Fiaba Fava Filò Folletto casalingo Monaco Monogamo Ieratico Bonzo *Lenizione *Sincope Dissimilazione Assimilazione Capo Pref *CAPO CAPI Pellerossa Ficodindia Decasillabo Endecasillabo Suff *MENTE Avverbio derivato – Avverbio composto - Locuzione avverbiale Fitto Frequente Scalfire Scaltro Caustico – Suffissazione Infisso Infissazione (morfema) Mantello Berretto Giaccone 12 Falisci Etruschi PENA PENE PENATI Tiroide Alce Alcione Alcol Lemmi e locuzioni maschilistici – Suff MONIO Adultero Adulto Altare Alzaia Pubertà Pubblicità Dondolo CUBO CONCUBINA CONCUPIRE Cubismo Anca Angolo Sciatica Tristezza Incubo Soccombuto Succube DEMONE DEMOCRAZIA DEMOLIRE Esorcista Marca Pref *DIA *PAN Iconoclasta Dialetto Gergo Vernacolo Pleonasmo Pref *DE Concrezione Popolo Biada Blu Blue jeans Jersey Sport SALE SALSO SALARIO Nìtro Salaria Pepe Suff ACCO Salmo Stipendio Paga Radicale PEN Edonismo Aedo Poeta L’equivoco del Bardo Piangere Flebo Ridere Cetra Chitarra Liuto Gusla Vina SALA SALIRE SCANDALO Assometria Assonometria Spago Spaghetti Sugna Ala Volare Asciatico Ombra Tifone Tornado Uragano Gamma Camma Note musicali Giubileo Pref Suff TTERO PTERO Branchiati Sauri Consiglio Chiesa Calare Intercalare Caldo Freddo Brivido 13 Le terme Colore Pirenaico Calendario Calende Calendario universale Suff ALE Dito Ditale Lingua Linguale Ministero Ministeriale Porto Portuale Coro Corale PortaPortale Pref *ALLO - Allomorfo Orso Allobrogi Linguaggio Lingua Lessico Langue GELO GELOSO GELOSIA Lenizione Z G o viceversa GUACHIERA GUALDRAPPA BALDRACCA Sella Staffa LEGA DELEGATO OBBLIGATO Suff collettivi *AME IME UME ETO Tegame Padella toponimo Zapponeta Stero Stereo Fede Leghe MAGO MAGONE IMAGO Icona Ermetismo Alchimia Chimica Chimo Censura Questura Suff ALDO AMICIZIA AMORE AMENO Odio *Odissea Iliade Erotismo Nostalgia SETTE SETTA ASETTICO da Semplice a Decuplo e Dubbio da Basso a Violino Le sette meraviglie Cognomastica etichettata Terzo Trino Dittongo Trittongo Quadrittongo Iato Radicale PEL-D Armeni Fitologia Fisiologia Pref Suff FITO Pref FISIO FISO Baltiche Pref *PARA *PER PERI Eguale Equo OTTO OTTONE OTTENUTO Ottomano Divano Dogana Sofa Ottentotto GENE GENTILE GENIALE Genitivo sassone Blastula Derma Cacchio Borchia Genetica Garbo Galanteria 14 Frasi sconvenienti Geni viventi Pref *PRO PROD Vece Vice Fagiolo APPARIRE PARERE COMPARIRE Particella di Dio Rimpatrio dei reperti archeologici Fase Fenolo Potare Contare *Pari Dispari Parecchio Parrucca Parroco Connettere – Nesso (linguistica) Sparadrappo Cera Testa Teste Pref CARIO Carbone Pref allativo *AD *A Pref alfa privativo *A *AN Frigia QUIZ GUIZZO QUISQUILIA Quiz d’intelligenza PICCA PICCHETTO PICCOLO Cucchiaio Chiocciola Spilla Dorso Midollo Pertica Stanga Stecca Stilo Lancia Giavellotto Asta Alidada Zagaglia Sarissa Brando Gladio Spada Stocco Daga Sciabola Fioretto Scimitarra Spinaci Asparagi Ferro e nomi di persona Palo Pala Giardino mediterraneo Plagio Spiaggia Sabbia Tundra Brughiera Steppa Landa Laterculum Pompeiano Pidocchio Tigna Serie onomatopeica *Z Connivenza Renitenza Pus Putredine Suff *ULENTO Sciti Sciiti GRANDE VECCHIO GRANDINE Scabbia Grazie Lipide Pingue Dolina Dolmen Menhir Tavola Tovaglia Mensa Tabula peutingeriana Sgarrare Crollare Gargano il sacro promontorio Radicale CR-GR-KR Stesso Questo Nuovo Nove Triskaidekafobia Grafologia Calligrafia Scrittura Pref CALLI 15 Pernacchia Perla Prosciutto Polo NUBE NUVOLA NUBILE Nubi Nuvole Illibata Vergine Pura Mulo Asino Celibe Scapolo Marito Vedovo Enterite Meningite Pref LIO Suff LISI Elettricità Anniversari del matrimonio INCISO ACCIDENTE UCCISO Roncare Tagliare Crepare Fendere Lesionare Incrinare Spaccare Erba Accidia Trucidare Troncare Truciolare Komma Kopto Condanne capitali Boia LATRIA LATRICE LATRATA Prefica Prefetto PELAGO PEGOLA PERGOLA Storpio Zoppo Ciambella Ciambellano Camarlengo Canoa Canova Canapa Conopeo Pref Suff ARCHI ARCI ARCA ACRO Trabiccolo Trabucco Trabacca Bracciale Brachiale Caprifoglio Nibbio Arco Iride Trapezio Archibugio Fucile Carabina Radicale AK MIGLIO MIGLIORE MULTA Giudaico Islamico Proprietà terapeutiche del miele Neutro Ministra e sentinello Avventura Invenzione SASSO SESSO SESSA Rischio Azzardo Pietra Ciottolo Ciotola Alpi e Appennini Spezie mediterranee Roccia Marmo Marga Marna Scimmie Sassanidi Pref LITO Frangere Ghiaia Breccia Anemone Scacchi Dama Stampa Stampella 16 ASSESSORE ASSASSINO SASSOFONO Assideramento Sedulo Dolo Dolore Pref SED *SE Magnete Matassa Materasso LUSORIO ELUSIONE LUSINGA Gioco Giogo Animali della giungla, savana e non Arena Stadio Antichi giochi greci Antichi ludi romani Olimpiadi moderne Lotta Palestra Polemica Lingua OC OIL Pref OLTRE ULTRA PONENTE IMPOSTA PONTE Preposizioni semplici ed articolate – Preposizioni improprie Apposizione Attributo Magazzino Suff Pref ASCO Ellesponto Siponto Ponte delle tre P CERCHIO CINTO CERCATO Cozza Conchiglia Chiocciola Lumaca Gallo Gallone Cantare Ring Arringa Aringa Croce QUADRO QUADERNO SOQQUADRO Corda Pref *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR ZECCA ZECCHINO AZZECCARE Parassita CAMINO SCAMATO SGAMATO Figulo Mascara Prosopopea Blindare Suff AGLIA AGLIE AGLIO - ARDO AGGINE ONE Goffo Gobbo Goffrare Coda Fotone OSTIA OSPITE OSTAGGIO Podestà Possesso *Aggettivi e pronomi possessivi Nosocomio AMBO CAMBIALE SCAMBIO Tornare Turismo Trono Embolo Simbolo Bis – Prefisso intensivo Prefisso sottrattivo Culla Suff ACCHIO ACCHIARE Suff ACCIO AZZO *ASSO GIRE 17 Bambola CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO Pref PALIN Palindromia Palindromo CAMORRO CAMORRA MORE Naso Frogia Rino Radicale MUS Ragno Scorpione Acaro Rogna Vergogna Sputo Pref *CA Muffa Fungo Tartufo Zolfo Nuraghe Trullo Dammuso Cedri CAMPO CAMPIONE CAMPANA Campanilismo Vanga Zappa NOBILE IGNOBILE IGNEO Nichilista Niente Nulla Oncia e le monete romane Tralice GAZZARRA GAZZETTA GAZZA Licenza poetica Abbondanza BRUTO BRUTTO BRUT Suff Pref VORO Suff OMNI ONNI PERDONO PERDONISMO PERDUTO Vincere Vincolo BOTTA BOTTE COMBATTERE Fiasco Flacone Pirata Bucaniere Filibustiere CATTIVO RICATTO CATTOLICO Luccio Tinca Trota Fiala Vetro Cuccuma Borsa Tasca Marsupiale Pref CATA Concetto di Alto e Basso Bilancia Largo Ampio Azimut Zenit Nadir LIBRO TOMO LIBERO Suff *OMA *OSI Fanatico Profano Empito Impeto Scempio Plico Flesso Studiare Astuccio Tale Questo Tanto Licenza Suff TORE SORE TORIO SORIO VASO INVASATO EVASO Nappo Mappa Cavolo Vasca Basco BELLO BELLUINO BELLICO Bestemmia 18 Pugna Guerra Bombardamento Diminutivo latino Diminutivi italiani ATTOLO ICIATTOLO ICINO Furto Furia Curriculum Correo Gara Maratona BABBO BABBEO BABBUCCIA Draga Dracula Dragone Pravo Bravo Suff ARIO AIO ARO MAMMA MAMMONA MAMMALUCCO Balena Cetaceo Mastella Tetta Zizza Aramaico EDILE EDITORE EDIBILE Stromboli Bicchiere Calice Dente Cibo Suff TROFIA TROFO Pref TROFO Foraggio Dare Lingue romanze CREMA CREMISI CREMAGLIERA Suono primordiale Cresima *Cristo SOLDO DENARO MONETA Salvatore Salubre Citazione Ormone Le monete Zeppa Numeri romani CINE CINESI CINEREO Pref CINO CENO Suff CENE TELA TECNICA TELE Quark Cariatide Telicità Verbi telici Azionalità Vebi azionali Film Video Patronimia Patrionimia Eponimia Agionimia Agiotoponimia Antroponimia Pref Suff *TOPO Isobara Isopo Isola TEMA TIMORE TIMO Febbraio Febbre Titani Giganti Elfi OSSO OSSIMORO OSS…OSSIGENO da Cost di Costa a Ost di Ostruire Capra Stipa Stiva Suturare QUOTA QUORUM QUOTIDIANO Diurno Sera 19 VENDETTA VENDITA VENALE Radicale DEIK-DIK Criterio Menzogna Bugia Frottola Sardonico ANAS A.N.A.S. Juris Civilis di Giustiniano Dittatore Tiranno Despota Solco Delirio Aratro Sterzo Remo Burla Scherzo ORA ORO ORARE Incenso Mirra Origliare Ascoltare Udire Sentire Orecchio musicale Pref CRISO Protonica Postonica TRIVIO VICO TRIVIALE Odometro Dalla *Città ai Meandri Arti triviali Pittura Scultura Retorica MELO MELODIA MELANCONIA Attico Radicale religioso MEL Balaustra Nocciolo Noce Nocchio Torsolo Corpo Suff PEA Onomatopea Pref MELAN MASSA MASSACRO MASSAGGIO Starnuto Strategia Tattica Carneficina Olocausto Ecatombe Martirio Sterminio Strage Terminologia dell’Olocausto Amazzoni Massoneria Abramo DANNO DAPE DANNATO Rovina VIRALE VIRUS VIRILE Virtuale FINESTRA MONOFORA FORRA Defenestrazione Crusca Trepido Maiale Verruca ORDIRE STORDIRE ESORDIRE *Arte Tramare Moderare Medicare Mozzo Medicina alternativa Balla Ballo Biglia Palla Truffa Calcolo 20 Suoni canti e balli PARCO PARCHEZZA PARCHE Supino Prono OLIO OLEO OLEZZO Drupa Dumo Cobra Aspide Pref OLO OLIGO Suff OLO DISCEPOLO DISCOLO DISCESO *Incoativo Ingressivo DESERTO DISSERTARE DISERTO Clericale Laico Pref DIS *DI DIR MIS FIAMMA VAMPA INFIAMMABILE Bianco Fiore Sillogismo Fuoco Combustione SCHIAVO CHIAVICA SCHIAVONE Schiavismo AIA AIUOLA AIO Arsi Tesi Bolla Bullone Sbolognare Precettore ALBA ALBUM ALBUME Rosso Alberi Ramo Radice Bosco Selva Foresta Suff PESSIA PESSI Pref REO ARMA ERMELLINO-ARMELLINO ARMADIO Armi Armate Armonicona Armonomia Abside Gamba ANIMA ANIMO ANIMALE Pref e Suff *EO Gruppo letterale PS Maschio Femmina Verme Golem Uomo di Piltdown tra Neandertal e Homo sapiens - Adapide Ibernazione SPIRITO SPIRARE PIRITE Civiltà dello Spirito Alito Esalazione Evaporazione Fiato Soffio Trafelare Giallo Baio Foca Fon Fohn Foehn Stau Ansimare Spasmo Angina Pref ANGIO Suff FILIA FILO – FOBIA FOBO - GENIA GENO - *MANIA MANE Pref FILO Algonchini 21 I genocidi del XX secolo BENEFICIATO BENEFICATO BENFATTO Congruo Frutti mediterranei Cafone *FACERE Radicale DHE Futuro Ab urbe condita LOGO LOGICA LOGORO Logo di fede Tritare Rave Pref Suff LOGIA LOGO Suff PATIA IATRA ERGON Pref SIN TAUMA ERGON Congiunzione ERG Sindromi Modalità Episteme Epagoge Pref *ANA ABBIENTE ABBIETTO ABBIATICO Eufemismo BRANO SBRANARE SBRANDELLARE Saga Sagoma Le Muse Membro Membrana COLLO COLLA COLLE Coltura Cultura FAMIGLIA FAMILIARE FAMIGLIARE Osservare Scrutare Famiglia italiana dati ISTAT inizio secolo ESAUDITO ESAURITO ASOLA Acustica Ausonio ESTINTO PERITO PERITO Emporio LORDO SUDICIO NETTO Feltro Filtro Colare Sussurro Mormorio Brusio POLIPO POLPO POLITTICO Pref *POLI Pref BRADI Duale Triale Paucale Politico NOTO NOTA FAMOSO Saggio Scorta Concia Impronta Orma Pioniere Pulzella Fastidio Fame Sete Drenare Droga Sarcasmo Cinismo Umorismo Comicità Commedia Tragedia Dramma Farsa Ironia Satira 22 Crasi Idioma Volapük Esperanto Ido Fato Suff IA Prefisso *EU Vangelo Gli angeli Suff MANTE MANTICO MANZIA Pref CHEIRO CHIRO Pref NECRO Negro Nero Amuleto Tangente Sibilla Sfinge Scivolare Pregare Destino Profezia Presagio Mistero Suff AGOGIA AGOGO MORTO MORTELLA MORTAIO Radicale MER Letale Letargo Sonno Sogno Ipnosi Stanchezza Postumo Tumulo Sepoltura Tomba Cripta Grotta Caverna Spelonca Ruminare Troglodita Galleria Tunnel Loculo Nicchia Lapide Cippo Azzurro Funerale Lutto Defunto Cadavere Feretro Bara Lettiga Catafalco Consolo Fantasma Verde Tabù Compilare L’Aldilà EPILOGO Perché Indoeuropei Lingue non indoeuropee Famiglie linguistiche al mondo Le lingue più parlate Scritture al mondo Breve ricapitolazione cronologica COPYRIGHT BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE ***** *ALFABETO La vocale *A(a) è derivata dalla lettera gr ALFA già fenicio (A)LP toro discendente dall’ALEF (ALEPH-ALEP) dell’alfabeto semitico che rappresentava la testa stilizzata di toro con le corna sporgenti, ossia con un trattino orizzontale fuoriuscente da ambo i lati e che 23 taglia il segno a metà, poi in esso contenuto. Nella simbologia cristiana le lettere ALFA-OMEGA (prima e ultima lettera dell’alfabeto greco) indicano l’inizio e la fine d’ogni cosa La consonante *B(b), esplosiva bilabiale sonora in opposizione alla sonora p, è derivata dalla lettera gr BETA già segno schematico semitico BET casa, fenicio BETH, donde la rad per l’odierno lemma Baita. Il Betacìsmo è quel processo fonetico per cui la lettera b si muta nella lettera v o viceversa, esempio Barba in Varva e Bascio (basso) in Vascio nel volg mer, nella cognomastica si ha Vasile invece di Basile. Un personaggio sorto nel 1947 nei fumetti di Topolino è Eta Beta, un alieno proveniente dal centro della Terra, nome composto con la settima lettera dell’alfabeto gr ETA d’origine semitica. La consonante *C(c), gutturale (con le vocali a o u e consonanti), palatale (con le vocali e i) e palatizzante (preceduta dalla s e con le vocali e i), è la semplificazione della lettera G, per modificarne il suono. La consonante *D(d) è l’omologa della lettera gr DELTA già fenicio DALET; dato il suo suono dentale sonoro, in opposizione al dentale sordo della t, è vrs la connessione col rad indoeur ED-D cui Dente. La vocale *E(e) corrisponde alla gr EPSLON e in ambito semitico simboleggiava la staccionata, ovvero idealmente i pali con le assi orizzontali (tre). Nell’alfabeto fenicio valeva H. La differenza di questa vocale pronunciata aperta o chiusa, per cui in pratica è come se ce ne fossero due, è una eredità lat destinata a ridursi sino ad estinguersi. La consonante *F(f) è di suono labiodentale spirante sordo rispetto alla sonora v. Il suono della F corrisponde alla ventunesima lettera dell’alfabeto gr PHI, mantenuto in lat, questo però in origine col suono p aspirato. La consonante *G(g), di suono gutturale con le vocali a o u, e con le vocali e i interponendo la lettera h, di suono palatale con le vocali e i, va ancora ad indicare il suono palatale alle consonanti l n nei gruppi gl gn, è l’omologa della gr GAMMA già semitico GHIMMEL di rad indoeur 24 KAM curvo, successivamente passato a simbolo del cammello. La lettera *H(h), da sola muta ma utile a indurire il suono della c e della g, deriva dalla gr KH di suono spirante palatino, discendente dal segno semitico HETH simbolo di edificazioni, muri e vrs di staccionate più semplici, ad una sola asse orizzontale rispetto al simbolo della E. La consonante H in lat ant aveva un suono aspirato, che sopravvive nella lingua ingl; completamente scomparso in età classica, da qui la locuzione Non si capisce un’acca nel senso che non si capisce nulla. La vocale *I(i) deriva dalla gr IPSILON (Y), ma anche dalla gr IOTA (I) per la sua pron lunga, questa discendente del segno IOD fenicio ed ebraico, ossia semitico, che simboleggiava stilizzata la mano dell’uomo vista di profilo; infatti, questa lettera era l’incipit della parola Mano. La lingua indoeur ne conterrebbe un rad per l’ingl-ted HAND mano. La lettera gr *I (i) “iota” è la nona lettera dell’alfabeto gr. Lemma alieno è l’omn Iòta dal lat medv IUTTA “bevanda al latte” attraverso il friulano Iote. La lettera *J(j) è un omologismo dal franc e dall’ingl che l’ital aveva utilizzato in età umanistica per il suono lungo della vocale i, oggi desueto, vedi l’avverbio Ieri già Jeri, i toponimi Iesi già Jesi e Iesolo già Jesolo. Ad inizio parola, per il suo valore consonantico (semivocale) prevede gli articoli Lo e La ma privi d’elisione anche nella sostituzione con l’ital i, vedi La juta oggi La Iuta. A fine parola plur valeva doppia i, vedi il sostantivo Vassoj invece di Vassoii oggi Vassoi. La consonante *L(l), laterale (perché il fiato fuoriesce ai lati della lingua) sonora liquida, deriva dalla gr LAMBDA e pare rapprentasse una misurazione ottenuta tra pollice ed indice. Riapparirebbe nel rad indoeur, ad esempio, per il ger LANG lungo e per il lat LARGUS largo. La consonante *M(m), di pron nasale bilabiale per discriminarla dalla n, è la diretta, ant discendente del segno semitico MEM che simboleggiava le onde marine, cui l’ar HAMMAN bagno, terme con il toponimo tunisino Hammamet; riapparirebbe nel rad indoeur per l’ital 25 Mare, nel franc MER, nel ted MEER. \ Il disturbo di linguaggio relativo alla consonante m questa in gr MY (sua reiterazione, elisione o sostituzione), è indicato con Mutacìsmo dal gr MYTAKISMOS su calco di Solecismo; da non equivocare con l’omn Mutacismo, questo relativo a Muto ed indica una patologia cui Mutacìsta.\ La consonante *N(n) indica il suono nasale dentale; vrs svoltosi nel rad indoeur NAS per l’ital Naso, il ted NASE, l’ingl NOSE, nel franc NEZ. Si muta nel suono m ove le consonanti che seguono siano le labiali p b, e può sostituire la m innanzi alle consonanti f v. Dalla pron enne di questa consonante, è nato il termine matematico Ennèsimo svoltosi ad indicare l’ultimo di una serie, cui ancora Ennùpla ed Ennùplo su modello di Quadruplo. La vocale *O(o) rappresenta il suono internedio tra la a e la u, erede, attraverso il gr ed il lat, di un suono semitico simile ad un soffio, non vocalico. L’ital ne ha praticamente due, come il caso della e, una pronunciata aperta e l’altra chiusa; la differenza, già irrilevante nella rima, rischia d’estinguersi assieme a quella delle due e. Il gr conta la vocale OMEGA-òmega che vale O grande (gr MEGAS grande) ed è l’ultima lettera dell’alfabeto, cui la locuzione Dall’alfa all’omega che vale Dal principio alla fine. La formula scientifica Omega-3 è adottata per identificare gli Acidi grassi, benefici per la salute. Nella simbologia cristiana le lettere ALFA-OMEGA (prima e ultima lettera dell’alfabeto greco) indicano l’inizio e la fine d’ogni cosa La consonante *P(p) di suono esplosivo bilabiale sordo, in opposizione alla sonora b, deriva come suono e forma dal gr PI. La consonante *Q(q) già gr COPPA, ma questa subito disusata sopravvissuta nel valore numerale di 90, discende da un suono fenicio; il suo suono gutturale sordo prevede la vocale u Si comincia a chiederne l’utilità dato l’identico suono con cu. La consonante *R(r) di suono vibrante liquido, discende dal segno fenicio ROSH testa (in realtà, la lettera ricorda 26 la figura stilizzata di un uomo con testa e gambe) omologata nel gr RHO. La pronuncia gutturale della R è la cosiddetta R francese. La consonante *S(s), di suono sibilante sordo o sonoro, è l’erede del segno egizio che raffigurava un arco; in effetti, la saetta da questo scoccata sibila nell’aria. L’ebraico conta SCHIN-SCH per dente o fuoco, entrambi fig sibilanti. Chiamasi S impura quando essa è seguita da una consonante La consonante *T(t) è di suono dentale sordo opposto al dentale sonoro della d, erede dal lat; il segno è tuttavia di genesi fenicia utilizzato sia dall’ebraico con TAU a rappresentare “croce-marchio”, sia dal gr ancora con TAU cui il nome della particella negativa Tauòne. In catalano, il termine TAULA indica una struttura in pietra a forma di T scoperta a Minorca. Il gruppo letterale TH corrispondeva all’ottava lettera dell’alfabero gr Thèta o Tèta (dentale sorda seguita da aspirazione), in seguito assimilata alla T. La vocale *U(u) chiusa velare è di suono sia vocalico (la u di Uno) sia privo di valore sillabico (la u di Quale), In ital la si distingue dalla v a differenza del lat che rappresentavano identico suono, la cui diversificazione era solo grafica, particolare sopravvissuto nelle ant iscrizioni ital che ostentavano la u per v o viceversa. Le lettera non ital *W(w), già UU, infatti, è nata per sopperire all’equivoco u-v e per indicare nell’ingl il suono u semiconsonantico, utilizzata dal ger a indicare il suono u consonantico. Nel ted e nelle parole straniere italinizzate vale la pron v (VATER per WATER). Per il suo valore consonantico (semivocale), i lemmi che iniziano con W occorre determinarli con l’articolo Lo. La consonante *V(v) sino al 500 non era ben discriminata dalla u poiché era considerata un sorta di u consonante. Il suo suono è oggi labiodentale spirante sonoro opponendosi alla spirante sorda f. La consonante *Z(z) ha una storia particolare. Erede della semitica ZAIN quale segno rappresentante il pene, era stata cancellata dall’alfabeto lat per essere poi reintrodotta alcuni anni prima dell’era cristiana, allo 27 scopo di soddisfare il suono sibilante sonoro dei grecismi; motivo per cui occupa l’ultimo posto nell’alfabeto. Oggi, in ital, il suono si diversifica in sordo (z in Zio) e sonoro (z di Zero); una sua specificità è che all’interno di una parola è sempre doppia, fatta eccezione davanti alla i con successiva altra vocale (Razione) e naturalmente escludendo grecismi e omologismi. Dalla consonante Zèta (Z), l’ital conta Zetacìsmo (passaggio di una consonante alla lettera z, vedi Razzo dal lat RADJUS), su calco di Solecismo “greco sgrammaticato”. Fuori percorso, il gr conta la locuzione ZETETIKE AGOGHE guida (conduce) alla ricerca, cui Zetètìca e Zetètico “investigativo”. \ Lettere greco-latine La lettera *X(x) “ics” discende dalla gutturale sorda aspirata gr KH svoltasi nella Magna Grecia in KS; è una lettera storica gr-lat non elencata nell’alfabeto ital, ma la si ritrova in forme esclusivamente regionali di cognomi (il genovese Bixio) e toponimi, per soddisfare la pron KS GS o la franc S palatale sonora; il termine Bauxìte, infatti, è in relazione alla città di Les Baux, in Provenza, italianizzato Baussìte (suff ITE per minerali). Lemmi gr-lat che terminano con la KS-X, nella loro traslitterazione in lingua ital hanno assunto il gruppo letterale CE, quali il lat CALX in Calce, CRUX in Croce, PAX in Pace, PIX in Pece eppoi il gr BAMBAKS nel lat BAMBACEM cui la corruzione ital Bambagia, il gr LYNKS nel lat LYNX cui l’ital Lince e Linceo. Così la *Y(y) “ipsilon” che rimane storicamente nell’alfabeto della lingua gr-lat. Il termine gr PSILON sta per semplice; in origine, la lettera gr Y era HY pronunciata ü, poi si cominciò a pronunciarla i (Iota) assieme alla lettera Ë (Eta) ed ai dittonghi OI, EI, UI. Per distinguerla, i bizantini la indicarono con HY PSILON i semplice donde Ipsilon-ìpsilon e un volg ital Ipsilònne. L’ital conta il termine Iòide cui Ioidèo nella locuzione medica Osso ioideo dal gr HYOEIDES OSTEON osso simile alla Y (suff gr OEIDES simile a), situato anatomicamente alla radice della lingua, con il composto Genioioideo nella locuzione Muscolo genoioideo questo col gr GENA guancia. La lettera *K(k) “cappa” è la decima lettera degli alfabeti europei attinta al gr class attraverso il lat, cui Cappàtico “forma verbale greca con suff K”. Questa lettera non appartiene all’alfabeto ital, ma è utilizzata, facendoci ricordare d’essere gli eredi del gr-lat, per sanzionare la pron 28 velare innanzi alle vocali E ed I. Talvolta sostituisce la consonante C per imprimere una contestazione, come Kultura, Amerikano; durante gli anni di piombo italiani, appariva sui muri la scritta Kossiga riferita al nome del politico Cossiga. Occorre aggiungere a quanto elencato che le lingue indoeuropee hanno in comune una sorta di scheletro costituito dalle consonanti, dove l’aggiunta di vocali rende il tutto un perfetto corpo a se stante. Ad esempio, se utilizziamo lo scheletro B C, l’inserimento delle vocali andrebbe a plasmare le parole Bacio, Baco, Buca… Non accade nelle lingue come l’arabo e l’ebraico, dove le consonanti sono corredate, sotto e sopra, di punti e linee che rappresentano le vocali. I termini, naturalmente, subiscono variazioni, mutazioni o altro, a seconda del paese in cui sono pronunciate. I gerogligici, nella fattispecie egiziana, possiedono invece la peculiarità di cristallizzare la semantica dei termini, favorendone la corretta pron; la raffigurazione di un uccello rimane inalterabile nel tempo e saranno altre lingue a pronunciarlo diversamente, fermo restando l’immagine di lettura. Diversamente, ad esempio, dalla parola indoeuropea (italiano) Uccello che diventa BIRD in inglese, OISEAU in francese, PAJARO in spagnolo, VOGEL in tedesco, pur se l’immagine geroglifica ricorre nella mente di chi la pronuncia. SEGNI ORTOGRAFICI Le parole, i lemmi, che costituiscono una pur minima composizione logica, sono sempre accompagnati da segni ortografici convenzionali, questo lavoro non poteva chiudersi senza averla etim trattata. ACCENTO Il termine Accènto, con Accentàre, Accentatìvo, Accentatùra e Accentaziòne, è dal lat ACCENTUS composto col pref AD e CANTUS canto, sul modello gr PROSOIDIA ritmo poetico-accentazione, cui ancora Accentuàle e Accentuàre dal lat medv ACCENTUARE cui Accentuatìvo, Accentuàto e Accentuaziòne, eppoi il prefissato Contraccènto “accento secondario in una sola parola”, il composto Segnaccènto snm della locuzione Accento grafico. 29 L’Accento accentua il tono di una sillaba rispetto alle altre. L’accentazione detta tonica (primaria) o grafica, corrispondente al segno Grave, assume la definizione di Accento ortografico inteso che è imposto dalle regole; comporta la pron delle parole in forma Tronca quando cade sull’ultima (Tabù, Così), in forma Piana sulla penultima sillaba (Amòre, Ancòra), Sdrucciola sulla terzultima (Ancora-àncora, Raccògline) con Bisdrucciola sulla quartultima (Rimàndamelo - Precipitàndovici) e Trisdrucciola sulla quintultima (Fàbbricamene, Rècitamela) normalmente per tempi verbali enclitici. Insomma, quale segno ortografico, l’Accento invita ad aumentare l’intensità della pron ed è la formula del ritmo poetico, definito appunto Accentuativo rispetto all’antico Quantitativo (lunghezza metrica). L’ital conta ancora l’Accento Acuto per pron chiusa (Rósa “erosione” fem di Róso da Rodere), l’Accento Grave per pron aperta (Ròsa “fiore”), esclusivamente per le vocali e ed o; pertanto, le vocali si contano 7 relativi alla fonetica, ossia a é è i ó ò u. Erede della locuzione gr PERISMOMENE PROSOIDIA accento tirato intorno, di geroglifica memoria, dove indica una contrazione di vocale e adottata dal franc dove indica la lunghezza di una vocale a seguito della caduta della successiva consonante s, esisterebbe nella lingua ital l’Accento Circonflesso (^) dalla locuzione lat CIRCUMFLEXUS ACCENTUS accento piegato intorno su modello della locuzione gr, il quale contrae in una le due i di un plurale dove previsto (singolare in io preceduto da una consonante non palatale) imprimendo la pron allungata ji, quale Proprî per Proprii. Prendendo ad esempio Arbitrio con Arbitrii, Assassinio con Assassinii e Principio con Principii, si avrebbero così i plurali circonflessi Arbitrî, Assassinî e Principî questi discriminati dai plurali comuni Arbitri di Arbitro, Assassìni di Assassino e Principi di Principe. Il Circonflesso, già usato per contrazioni poetico-letterarie di altre vocali e per altre forme (Fûr per Furono e Tôrre da Togliere) è però in via d’estinzione e si preferisce apporvi l’accento sulla sillaba tonica che rende così il lemma sdrucciolo o piano 30 identificandone il valore, pertanto si avrebbero Arbitriàrbitri e Arbìtri, Prìncipi e Princìpi; rimarrebbero i casi come in Assassinio e Assassino i quali al plurale permangono Assassìni, sia nell’uno sia nell’altro caso, ma il contesto del discorso, in aggiunta ad un intelligente logismo d’autore, è presumibile, possa risolvere la questione, così come si potrebbe risolvere quella in relazione ai punti interrogativi ed esclamativi, per contenerli drasticamente. Nelle parole composte si contano l’accento primario e i secondari (contraccenti); prendendo quale esempio Contagiri, si ha l’accento secondario (contraccento) sulla prima sillaba Cònta e quello primario sulla terza Contagìri; nella tripla composizione Salvatelecomando, poi, gli accenti della prima e della terza sillaba sono secondari (contraccenti) Sàlva-tèle e quello della sesta Salvatelecomàndo è il primario. L’accento primario corrisponde all’accento principe (Ictus) nel ritmo poetico. SEGNI DIACRITICI Da non includere tra gli Accenti i cosiddetti Segni diacrìtici corrispondenti alla sp Tìlde (ñ) termine questo derivato dal lat TITULUS e Cedìglia o Zedìglia (ç)omologismo dallo sp ZEDILLA “piccola zeta” svoltosi in CEDILLA; eppoi all’ital Dièresi (ü) che indica l’autonomia metrica della vocale rispetto alle altre con le quali è associata: Paüra vale Pa-u-ra (tre sillabe) e non Pau-ra. Diacrìtico è dal gr DIAKRITIKOS dal prefissato DIA KRINO io distinguo. APOSTROFO Dal tardo lat APOSTROPHUS, già gr APOSTROPHOS, Apòstrofo è composto dal pref APO “separazione, allontanamento” e da STROPHE voltata (riferibile in origine al coro) e il termine sta per “volto addietro”, dal gr STREPHEIN avvolgere cui Stròfio “sorta di ant seggiseno” ma anche “benda o cinghia”; infatti, l’apostrofo è un segno grafico curvato e indirizzato verso l’inizio della scrittura e sta ad indicare il fenomeno dell’Elisiòne, che accade unicamente davanti a vocale, allo scopo di evitare lo Iato, dal lat ELISIO ELISIONIS da 31 ELIDERE spingere fuori, cancellare, cui Elìdere già Ellìdere col Pp Lìso o Elìso da ELISUM. Dal gr STROPHE l’ital conta Stròfe e la variante Stròfa “raggruppamento di versi”, cui Stròfico con Stroficamènte e i prefissati Astròfico (A privativo), Monostròfico eppoi, oltre ad Apostrofo, i prefissati Anàstrofe (pref gr ANA su, sopra) che vale “inversione”, infatti esiste il snm retorico Inversione, eppoi Antìstrofa o Antìstrofe “controstrofa”, Epìstrofe (pref gr EPI sopra) “ripetizione della stessa parola al termine dei versi” (diversa da Anàfora, che avviene all’inizio dei versi). Epistrofèo dal gr EPISTROPHEUS di STREPHO volgo vale “seconda vertebra cervicale”. LINEETTA La Lineetta è adottata per legare o accoppiare parole interessate in una composizione che si vorrebbe unico lemma; sovente è utilizzata prima e dopo un inciso, sostituendosi alle parentesi. \ Linea Riga Dall’aggettivo lat LINEUS filo si è coniato il sostantivato LINEA rimasto inv in Lìnea, il cui dim è appunto Lineètta; derivati, Lineamènto e Lineatùra, il verbo Lineàre cui i prefissati Allineàre, Allineamènto, Allineàto e Allineatòre, Delineàre con Delineamènto, Delineatòre e Delineaziòne, Slineamènto (S sottrattivo), il sostantivo Lineàle, l’aggettivo Lineàre con Linearità, Linearizzàre con Linearizzaziòne e il prefissato Unilineàre. Alìnea vale “alla linea successiva-a capo” attraverso il franc ALINEA. Da un errore di trascrizione di un prefissato Collineàre (CUM associativo e LINEA) già nel sec XVII, cui il franc COLLIMATEUR, l’ital conta Collimàre, con Collimànte, Collimatòre e Collimaziòne. In percorso, Lignàggio questo transitato dal franc LIGNAGE nel senso linea di discendenza, cui Tralignàre (col pref TRA) questo anche termine botanico, Tralignamènto. Nell’Arte, il Linearìsmo è la tendenza ad assegnare più valore alle linee che ai colori; una sorta d’antitesi dei Macchiaioli. Dal long RIGA linea dritta, svoltosi nel ted REIHE, l’ital ha adottato inv l’omologismo Rìga, cui Rigàggio, Rigàme, Rigàre, Rigàta, Rigatìno, Rigàto, Rigatòne o meglio Rigatòni “sorta di pasta alimentare”, Rigatòre, Rigatrìce, Rigatùra e dal lat fig RIGARE irrigare conta Rigàgno o Rigàgnolo, Rigòso “irriguo”, con il prefissato Irrigàre da IRRIGARE cui Irrigatòre, Irrigaziòne e Irrìguo IRRIGUUS, in riferimento a piccoli canali d’acqua, la locuzione equina Riga da mulo. Il termine composto Falsarìga vale “ricalco di una riga originale” attestatosi fig nel significato corrente. Pseudoetim, sovente fonte di equivoci, l’ital conta Rigabèllo (musicale), che pare connesso con l’aggettivo Regale piuttosto che con il rigo musicale; 32 Rigatterìa e Rigattière, questi omologismi dal franc REGRATTIER grattare, fig per l’impegno di rovistare tra la roba vecchia. PARENTESI Le Parentesi racchiudono un inciso. Le Parentesi tonde appaiono in un discorso, le Parentesi quadre in edizioni critiche per parole considerate intercalate, le Parentesi uncinate racchiudono congetture integrate, le Parentesi graffe (Graffe è sostantivo plur) o Parentesi a graffa appaiono in matematica. Il termine Parèntesi, dal lat PARENTHESIS, inv dal gr, è la composizione dei pref PARA “accanto-presso” e EN in con TITHENAI porre; il risultato è “interposizione”. INTERPUNZIONE O PUNTEGGIATURA PUNTO FERMO - DUE PUNTI – PUNTINI DI SOSPENSIONE Il Punto fermo indica la fine di un periodo, i Due punti introducono una parte del periodo in diretta dipendenza, i Puntini di sospensione intendono un prosecuzione o alludono ad una reticenza. \ Punto Dal lat PUNCTUM forellino, Pùnto è il Pp di PUNGERE in ital Pùngere o Pùgnere, questo con Pugnerèccio e Pugneròne, Pungènte (Ved Pugna Guerra in Bello…), Pùngolo o Pungèllo con Pungolàre o Pugnolàre, Pungìglio con Pungigliòne e Pungigliòso, Pungimènto, Pungitòio, Puntùra (adottato dalla prima metà del XIII sec ) o Pugnitùra e Pungitùra con la composizione Agopuntùra, eppoi il composto Pungitòpo o Pugnitòpo (sorta d’erba pungente usata dai contadini per allontanare i topi), Pungitòre, Pungitùra (adottato dal XIV sec, snm di Puntura). Dal Pp Punto i sostantivi Pùnto questo da Pungere nel senso di “cucire” cui il Soppùnto, il fig Pùnto “parte piccola”; in percorso si ha Pùnta da PUNCTA (anche nel senso di parte “terminale” o “avanzata”) con una variante Pònta (simile alla mutazione di Unto in Onto), Puntàglia “combattimento-contrasto” e Puntàle questo con un snm in Gòrbia o Sgòrbia e Scòbbia, dal lat GULBIAM già class GUBIAM d’origine celt, per accezione quella metallica di un bastone (o scalpello). Puntamènto, il composto Puntapièdi, Puntàre da Punta, Puntàre da Punto, Puntàre fig “segnare”, il volg Puntarèlla (germoglio della cicoria catalogna), Puntaruòlo o Punteruòlo, i composti Puntasècca e Puntaspìlli, Puntàta da Punto “forellino” e Puntàta da Puntare, Puntàto, Puntatòre, Puntatùra, Puntaziòne, l’accr Puntàzza, Punteggiàre con Punteggiamènto, Punteggiàto, Punteggiatòre, Punteggiatùra (nella scrittura, snm di Interpunzione) e Puntèggio, Puntellàre con Puntellàto, Puntellatùra e Puntèllo, Punterìa, il composto Puntifòrme, Puntigliàre con Puntìglio, Puntigliosità e Puntigliòso, Puntillìsmo attraverso il franc POINTILLISME (tecnica artistica, adottato nel XX sec) con Puntillìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in 33 ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Puntillìstico, il dim Puntìna con Puntìno, Puntinàto con Puntinatòre, Puntinìsmo (adottato dal 1915, snm di Divisionismo (tecnica artistica), Puntizzatòre, la locuzione Punto in bianco da una vecchio gergo militare, i composti Puntocòma “punto e virgola” e Puntofrànco, Puntòne, Puntòrio, Puntuàle con Puntualità, Puntualizzàre con Puntualizzaziòne, Puntuaziòne, Puntùto, Punziòne o Punzòne questo dal lat PUNCTIONEM cui Punzonàre, Punzonatòre, Punzonatrìce e Punzonatùra (questo in gergo sportivo-agonistico vale “assegnare i numeri ai concorrenti”), la variante Pinzàre questo dal lat volg PUNCTIARE sovrapposto a PICCARE cui Pinzamènto, Pinzàta, Pinzatrìce, Pinzatùra, vrs Pinzillàcchera che vale “inezia-piccola parte”. Il percorso conta ancora Punzecchiàre (suff attenuativo ICCHIARE, adottato nel XIV sec), il snm Punzellàre da Punzèllo (adottato dal 1313), il devb Punzècchio con Punzecchiamènto, e Punzecchiatùra, il prefissato Spunzecchiàre (pref S intensivo). Attraverso il franc PINCER pinzare-stringere, l’ital conta Pìnza con Pinzètta o meglio Pinzètte transitato dal franc PINCETTES con Pinzettàre, i glb Pince”piega”e la locuzione Pince-nez “sorta di occhialini stringinaso” con NEZ naso \ Il minuscolo segno grafico sulla vocale i, ovvero il puntino, non esisteva nel lat class; sarebbe stato introdotto nel Medioevo\ Con i pref, Appuntàre denm da Punto e Appùnto (avverbio) dalla locuzione A punto, Appùnto devb da Appuntare con Appuntàto. Ancora, Appuntìre e Appuntìto, Compùngere e Compùnto, Compunziòne, Disappùnto, Espùngere (pref EX vale “cancellare con i punti”) con Espùnto, Espuntòrio e Espunziòne (contario di Interpolazione), Impuntàre con Impuntamènto e Impuntatùra, Impuntigliàrsi, Impuntìre con Impuntìto e Impuntitùra, Impuntuale (con IN negativo “non puntuale”), Impuntùra con Impunturàre e Impunturàto, Interpùngere con Interpuntìvo e Interpunziòne (snm di Punteggiatura) da INTERPUNCTIO INTERPUNCTIONIS (comprende Punto, Due punti, Punto e virgola, Virgola, Punto esclamativo, Punto interrogativo), Spùntàre calco di Appuntare con pref S e Spuntàre denm da Punta col Pp Spuntàto. Eppoi, Spùnto, Spuntòne, Strapùnto, Strapuntìno ( questo in gergo marinaresco è il materasso della branda), Trapùngere, Trapùnta, Trapuntàre, Trapùnto; dal giapponese l’ital ha adottato l’omologismo Futòn “grossa trapunta”. Dalla locuzione Nemmeno un punto che vale “nulla”, sta lievitando l’interesse semantico per l’ellittico Punto nel senso di “nessuno”. Quale segno ortografico è codificato in chiusura delle proposizioni. Esiste un termine che vale Punta, attinto ad una serie onomatopeica P ZZ, cui, derivati e metaf, Pìzzo (adottato dal XIV sec) vrs attraverso il long SPIZZO cima-punta e il ted SPITZE, oggi snm di Tangente, con Pizzacchèrino o Pizzaccherìno (nel senso di becco) e Pizzàrda cui Pizzardòne (da un copricapo a feluca, il vigile urbano a Roma), Pizzàre e Pizzicàre, Pizzicherìa e Pizzicàgnolo (vendita di cose piccanti e chi le vende, con un suff di derivazione volg per nomi di strumento, ma che qui vale straordinariamente snm del suff VENDOLO) o Pizzicaiòlo con il volg Pizzicarolo, eppoi Pizzicamènto, Pizzicàto, Pizzichìno, il salentino Pìzzica o 34 Pizzica pizzica “frenetica danza contadina” snm di Taranta cui, in locuzione per indicarne i vari aspetti, Pizzica taranta, Pizzica de core (del cuore, ossia d’amore) e Danza delle spade (fig con fazzoletti rossi e gestualità digitale). Le migliaia di presenti nella Notte della Taranta, organizzata a Melpignano (Le) nel 2008, comprova l’ancora viva suggestione per questa ant danza terapeutica, oggi del folclore salentino. Il percorso conta ancora Pìzzico, Pizzicòre, Pizzicorìno, Pizzicottàre con Pizzicòtto, Pizzòso, Pizzùto con Pizzutèllo … il prefissato Appizzàre “aguzzare” sovente variato fig in Appuzzare in voce volg. Pìzza “focaccia”, con il veneto Pìnza, i derivati Pizzaiòlo, Pizzerìa, il dim Pizzètta e Pizzettàro, dovrebbe trovarsi in questo percorso, in un criptato senso fig, ma non è accertato; non è tuttavia azzardato considerare il termine quale volg attestazione devb da “picchiare”, dal fatto che la pasta viene ben percossa dal pizzaiolo prima d’essere condita e infornata. Altra opinione etim potrebbe essere che il termine sia il devb del volg mer Appicciare o Picciare “accendere” (il fuoco), riconducibile ad Appiccare, dato che la pizza tradizionale si cuoce direttamente al fuoco. Altre ricerche farebbero derivare il termine da una rad ted; infine, esiste la tesi che Pizza sia dal tema ar PITA focaccia cui l’omologismo Pìta. A ogni modo, Pizza è tra i vocaboli ital che hanno ottenuto la promozione quale termine glb. Pseudoetim l’omologismo Pìta, snm di Agave, da voce sudamericana attraverso lo sp PITA. Pizza sta ancora fig per “noiosità- schiaffo-pellicola di film, sviluppata e arrotolata”. Dal gr KENTRON aculeo-punta di compasso-centro-nucleo-sprone, il lat ha ricalcato il fig CENTRUM, cui Cèntro con Centràggio, Centràle, Centralìna e Centralìno con Centralinìsta, Centralìsmo, Centralità, Centralizzàre con Centralizzàto e Centralizzaziòne, Centramènto Centràre con l’iterativo Ricentràre, Centràto, Centratòre, Centratùra, Cèntrico, Centrìno, il termine chimico Centriòlo attraverso l’ingl CENTRIOLE, il politico Centrìsmo con Centrìsta, Centròide, i prefissati Accentràre (AD allativo) con Accentramènto e Accentratòre, Concentràre (CON associativo) cui Concentràbile, Concentramènto (donde i famigerati campi), Concentràto, Concentratòre, Concentraziòne, Concentrazionàrio, Concentrazionìsmo, Concèntrico e Concentricità con i doppi prefissati Deconcentràre (DE privativo) con Deconcentràto e Deconcentraziòne, Riconcentràre (RI iterativo); eppoi Decentràre o Dicentràre (DE di allontanamento) con Decentramènto o Dicentramènto, Decentràto, Decentralizzàre e Decentralizzaziòne, Discentràre (DIS dispersivo) con Discentramènto, Incentràre (IN illativo) col devb Incèntro, Scentràre (S sottrattivo) con Scentràto e Scentratùra. I termini Eccentricità ed Eccèntrico, con tutta la loro semant fig e letterale, derivano direttamente dal gr KENTRON col pref EK fuori e pertanto stanno per “fuoricentro”. Eppoi Centrolòfo “sorta di pesce” (col gr LOPHOS cresta-ciuffo) in cui il pref Centro vale “aculeo”così come in Centrìna “sorta di squalo” dal gr KENTRINES, ed ancora Centrànto (col gr ANTHOS fiore) e Centracàntidi (Famiglia di pesci, col gr AKANTA spina) dove Centro vale “sprone”. Il percorso prosegue con CENTRO quale pref, adattato o meno, nelle 35 composizioni Centrafricàno o Centroafricàno, Centramericàno o Centroamericàno, Centrasiàtico o Centroasiàtico, gli sportivi Centrattàcco o Centroattàcco e Centravànti o Centroavànti, Centrocàmpo con Centrocampìsta, Centroclassìfica, Centrodèstro, Centromediàno, Centrosinìstro e Centroterzìno eppoi Centrìfuga con Centrìfugo cui Centrifugàre, Centrifugàto, Centrifugaziòne e la locuzione fisica e astronomica Forza centrifuga, eppoi Centritaliàno, Centrobòa, il politico Centrodèstra, Centrodorsàle, Centroeuropèo, Centroitaliàno o Centritaliàno, Centrolecìtico, Centròmero (dal gr MEROS parte), Centropàgina, Centrosfèra, il politico Centrosinìstra, il biologo Centrosòma, Centrosostègno, Centrospèrme (dal gr SPERMA seme), Centrotàvola, lo sportivo Centrovàsca. Il percorso prosegue ancora con CENTRO e CENTRICO in suff per composizioni quali Aerocèntro, Autocèntro, i termini geometrici Circocèntro, Excèntro (con EX fuori) e Incèntro (pref IN illattivo), Metacèntro (termine navale, col gr META dopo, con) cui Metacèntrico, il dantesco Quincèntro “qui dentro” dalla locuzione Quinc’entro, Radiocèntro, Egocèntrico (al proprio Io (EGO in lat) ogni valore), Eterocèntrico (col gr HETEROS altro, vale “porre il prossimo al centro dei valori”), Etnocèntrico con Entocentrìsmo ed Entocentrìsta (col gr ETHNOS popolo, vale “analizzare la storia attraverso l’etnia), Eurocèntrico, Monocèntrico, Multicèntrico, Omocèntrico (dal gr HOMOS uguale), Ortocèntrico (dal gr ORTHOS dritto-conforme), Paidocèntrico (col gr PAIDOS fanciullo) e Paidocentrìsmo o Pedocèntrico con Pedocentrèìsmo, Policèntrico, Telocèntrico (col gr TELOS fine). Il termine Pungente avrebbe l’omologo etrusco TAPHANE, l’ispirazione per il lat agreste TAFANUS dal class TABANUS, cui l’ital Tafanàrio, Tàfano e, dal lat class, l’esplicito Tabànidi (la Famiglia). Nel long ZINKHA vale Punta, cui l’omologismo Zincòne che sta fig per “mozzicone”. Nessuna connessione con il minerale Zìnco (simbolo Zn), rintracciabile in alcuni alimenti quali latte, fegato e frutti di mare), un omologismo dal ted ZINK cui Zincàggio, Zincàre con Zincànte, Zincàto, Zincatòre, Zincatùra, Zincherìa, Zincìte (suff ITE per minerali), i composti Zincìfero, Zincografìa con Zincogràfico e Zincògrafo, Zincotipìa con Zincotipìsta. Il Solfuro di zinco è anche indicato con Blènda, omologismo attraverso il ted BLENDE dalla locuzione BLENDENDES ERZ minerale ingannevole poiché è confondibile con la Galena, vrs connesso in area indoeur con l’ingl TO BLEND mescolare cui il glb BLENDED “sorta di whisky con miscela di distillati”. Ancora, attraverso il long ZIPPIL punta, l’ital conta l’omologismo Zìpolo con Zipolàre e vrs il volg mer Zippo “astina-legnetto (a punta)”; si potrebbe credere che l’onomatopeico Zip “chiusura lampo”, di genesi ingl, cui l’omologismo Zippàre, abbia una certa connessione riflettendo sul fatto che artigianalmente sopravvivono chiusure lampo realizzate mediante l’antica pratica degli alamari e olivette “zipoli” (giaccone montgomery). (PUNTO) ESCLAMATIVO o INTERIEZIONE Lo si utilizza al termine di una frase interrogativa per 36 imprimere la corretta intonazione. Gli spagnoli, allo scopo di evitarne il ritardo percettivo da parte del lettore, lo anticipano all’inizio della frase in forma capovolta, fermo restando la posizione convenzionale al termine. Al verbo lat CLAMARE chiamare, l’apposizione del pref EX intensivo semantizza Esclamatìvo da Esclamàre (adottato dal XIV sec) in “più che chiamare” cui l’aferetico Sclamàre o il desueto Scramàre, in complanare con Schiamazzàre e Schiamàzzo questi col pref S durativo ed il suff peggiorativo AZZO cui il suff verbale AZZARE. In persorso, l’obsoleto Esclamamènto, Esclamativamènte, Esclamatòre, Esclamaziòne o l’aferetico Sclamaziòne. Il suo snm Interieziòne (sorto in contemporanea al primo), cui Interiettìvo con Interiettivamènte, viene dalla composizione lat INTER-IACERE frapporre. Esempi di Interiezione (Esclamazione) – questa parte invariabile del discorso - sono Ah!, Ahi-àhi!, Ahimè! o Aimè!, il volg romanesco Ahò!, Ahm!, Bah, Beh!, Boh!, Toh!, Neh! e Urca-ùrca! questo quale ipocoristico volg di Porca miseria! che esprimono dispiacere-pentimento… la derivazione può essere di natura onomatopeica o dall’uso esclamativo di parole. Dicesi Interiezione impropria l’utilizzo di sostantivi o altro quali parti variabili nel discorso, per esempio Peccato! (PUNTO) INTERROGATIVO Lo si utilizza al termine di una domanda per imprimere la corretta intonazione. Gli spagnoli, allo scopo di evitarne il ritardo percettivo da parte del lettore, lo anticipa all’inizio della frase in forma capovolta, fermo restando la posizione convenzionale al termine. In greco anche moderno il Punto e virgola vale Interrogativo. \ Rogare Al verbo lat ROGARE chiedere, forma intensiva di REGERE, cui Rogàre pregare con Rogatàre, Rogatàrio, Rogatòria, Rogaziòne, Rogazionìsta (termine liturgia cattolica), il pref INTER assegnerebbe la sfumatura “chiedere tra i dubbi per sapere”, ovvero Interrogàre con Interrogànte, 37 Interrogativamènte, Interrogatìvo, Interrogàto, Interrogatòre, Interrogatòrio e Interrogaziòne. La locuzione Interrogazione retorica esprime una proposizione che già contiene la risposta desiderata, inducendo l’interlocutore ad accettarla, quale “La guerra non è sempre utile ai fabbricanti d’armi?” da non equivocare con l’ Interrogazione direttiva la quale esplica una disposizione, un ordine, come in “Mi passi il cacciavite?”. L’enunciazione “Vero o falso?” è un esempio di interrogativa-congiuntiva. In area ger REGIN vale suggerimento, consiglio, connesso con RAGAN senno, cui l’onomastico Rinaldo composto con WALTAN comandare che vale “comanda con saggezza”. Rògito “presentazione di un disegno di legge, atto notarile” sorge dall’inc lat dei Pp ROGATUM chiesto e PLACITUM piaciuto, quindi sta per chiesto ciò che è piaciuto. Altri pref assegnano al verbo ROGARE diversi significati, quali (AB)Abrogàre “ritirare-annullare” con Abrogàbile, Abrogatìvo, Abrogatòrio, Abrogaziòne e Abrogazionìsta, (AD)Arrogàre “chiedere per sé”, col Ppres Arrogànte e Arrogànza da ARROGANTIA, Arrogaziòne, Arrògere e Arròto o Arruòto dal lat ARROGERE aggiungere da ARROGARE con metaplasmo, eppoi (EX)Erogàre “chiedere da…” ma la semant ne ha invertito il significato (enantiosemia) in “distribuire”, con Erogàbile, Erogabilità, Erogatòre ed Erogaziòne, (IN)Irrògare “proporre al popolo (una legge)” con Irrogaziòne, (SUB)Surrògare “al posto di …” con Surrogàbile, Surrogabilità, Surrogamènto, Surrogàto, Surrogatòrio e Surrogaziòne. Da Arroganza, attraverso l’aferetico Rogànza e il volg Ruganza si arriva al personaggio teatrale romanesco Rugantino. Termine alieno nel percorso è Rògo “pira”, dal lat ROGUS discendente dal gr-siciliano RHOGOS covone; vrs semant in fuoco dall’immagine di un covone in fiamme, non certamente raro sotto quelle temperature estive. VIRGOLA - PUNTO E VIRGOLA - VIRGOLETTE La Virgola indica un breve pausa all’interno del periodo, il Punto e virgola , già Punto acuto, una pausa più lunga ed è norma utilizzarla una sola volta nel periodo. Le Virgolette, o Doppie virgole, infine, semplici o in coppia, sono adottate per porre in rilievo una parola, una locuzione, una frase; da usare con educazione intellettuale poiché alle volte possono implicare discrediti e offese fini a se stessi; talvolta assumono la forma di piccole parentesi uncinate. \ Verga Vìrgola discende dal dim lat VIRGULA piccola verga di VIRGA verga, dal lat VERGERE, cui Vèrgere, Virgolàre, Virgolatùra, Virgolètta, Virgolettàre, Virgolettàto, Virgolettatùra, e, con i pref, Convèrgere, Divèrgere: il rad è WERG inclinarsi (Ved Manganello… in Bastonare…). La Virgola, infatti, è il segnetto grafico posto in obliquo. Il lat medv aveva coniato VIRGELLA quale dim di VIRGULA, cui l’ital 38 Vergèlla e, da una variante volg, Verzèlla e Vèrza o Svèrza “scheggia di legno” (omn di Verza “verdura) cui Sverzàre “rompere in sverze” o “otturare con sverze” e ilo dim Sverzìno, da non equivocare con Vèrza plur si VIRIDIS verde. La rad WERG inclinarsi pare sia il risvolto di una precedente WREG premere (vrs l’immagine “premere per piegare”), passata poi a URG cui Urgere-ùrgere, Urgènte, Urgènza. BASTONARE ABBACCHIARE AMMAZZARE BASTONARE Bastonàre viene dal lat volg BASTIUM basto, attinto al gr BASTAZO io trasporto. Il Bàsto è la sella che regge i carichi delle bestie da soma cui il Bastàio; metaforicamente è la “fatica dura” donde Bastàgio o Bastàso da BASTASIUS lenito nel medv VASTASIUS cui il mer Vastase (pugliese) con il più diffuso Vastaso (siciliano) “facchino”, cui Vastasata, fig trasferitosi nel valore di “giullare-mimo” ma anche, partendo dal significato di “svuotare per opera dei facchini”, nel senso semant o fig di “devastatore” come può essere un delinquente piccolo e grande o un bambino per gioco. L’accr Bastòne, dal lat BASTO di tema med BASTA sostegno per trasporto, contrariamente alla tradizione, è il Basto per accezione, ovvero il “sostegno” retto dalla mano, per portare il carico tenuto in equilibrio sulla spalla o, puntellato al suolo, per sorreggere il proprio corpo. Da qui, fig in gergo navale, Bastière “barra di legno” e il dim Bastètto attestatosi in “regolo”. Nell’usare il verbo d’azione Bastonare, la semant ha privilegiato la pratica aggressiva “percuotere-colpire col bastone”, anche in senso fig, cui Bastonàbile, Bastonàta, Bastonàto, Bastonatòre, Bastonatùra, i dim Bastoncìno e l’anatomico Bastoncèllo questo anche fig “sorta di cellula” con l‘aggettivo “chimico” Bastoncellàre. In connessione con BASTAZO o a questo assimilato, il gr conta PATASSO batto, ferisco cui Batassàre “scuotere” con Patassìo frastuono. Dal franc ant CRIQUET bastone, l’ital conta, attraverso l’ingl, il glb Cricket “sorta di gioco” cui ancora Wicket che ne è la porta, questo inv da WICKET cancelletto. Ancora dall’ant nordico RARLIK da RAR bastone e LIK falda di vela, attraverso il franc RALINQUE, l’ital conta l’omologismo Ralìnga “sorta di cavo per vela” cui Ralingàre, snm di Gratile. Da BASTO derivano il verbo denm Bastàre “corrispondere al carico sopportato dal basto” cui il sostantivo Bastèrna “lettiga”, eppoi l’interiezione Bàsta!, Bastànte, Bastantemènte, Bastèvole e l’avverbio con funzione aggettivale Abbastànza, questo da Bastànza 39 prefissato AD dell’astratto BASTANZA di BASTARE. Bastazo, quale voce veneziana, vale “facchino”. Tramite il passaggio dal long BASTJAN allacciare e dal franc BASTJAN intrecciare derivano i vari Bàsta “imbastitura” con Bastìa, Bastìre con i prefissati Imbastìre e Imbastitùra, Bastimènto questo dal lat medv BASTIMENTUM costruzione; ancora, lo sdrucciolo Bàstia “fortificazione” attraverso il franc BASTIE con il suo accr Bastiòne cui Bastionàre, Bastionàta, Bastionàto, Bastionatòre, Bastionatùra e un Bastìta. Bastàrdo (suff spregiativo ARDO) è il termine fig che sta per “nato da un intreccio tra principe e concubina” con Bastardàggine, il metaf Bastardàta “carognata”, Bastardùme col suff UME collettivizzante ovvero un “insieme di bastardi”, i fig Bastàrda “sorta d’imbarcazione” e Bastardèlla “sorta di tegame o di arma da fuoco”, Bastardèllo “sorta di registro”, Bastardièra “area di un vivaio” attraverso il franc BATARDIERE da BATARD bastardo. Gran Bastardo è stato l’epiteto assegnato a Renato di Casa Savoia (1468/1525). Batàcchio (adottato nel XV sec), dal dim lat volg BATUACULUM, è il grosso bastone specifico per colpire cui Batacchiàre, Batacchiàta, un prefissato Abbatacchiàre (A allativo) e dal suo utilizzo è nato fig il Batàcchio delle campane (e dei portoni); la derivazione è dal class BATTUERE cui, con sincope delle u, si ha Bàttere con Battìgia o Bàttima Battitìccio, Bàttito, Battitòia, Battitòio, Battitòre e Battitrìce, Battitùra, il fig Battòna “che batte il marciapiede”, Battùta con Battùto eppoi il Ppres sostantivato Battènte (metà di una porta o finestra) con Battentatùra e Battentìno; il percorso prosegue con Battèrio o Bactèrio (adottato dal 1888) dal gr BAKTERION bastoncino snm di Bacillo (adottato in contemporaneità), meglio Battèri, Battèrico o Bactèrico, cui i composti Battericìda o Bactericìda, Batteriemìa (con EMIA “sangue”), Batteriòfago o Bacteriòfago il cui ipocoristico è Fago, Batteriòfite (con FITO della botranica), Batteriolìsi con Batteriolisìna, Batteriolìtico, Batteriologìa o Bacteriologìa con Batteriològico e Batteriòlogo o Bacteriològico e Bacteriòlogo, Batterioscopìa, Batteriòsi (suff patologico OSI), Batteriòstasi con Batteriostàtico, Batterioteràpico o Bacteriotreràpico, Il termine polisemico Batterìa è dal franc BATTERIE da BATTRE battere cui Batterìsta (musicale). Il termine glb franc Boutade (pron butad) adottato nella scherma è dall’ital Botta e vale anche fig quale “battuta di spirito”. \ Alcuni ricercatori israeliani sono riusciti a costruire una Batteria elettrica ricavando Zinco e Rame dalle patate.\ 40 La rad è molto diffusa, pertanto si ha il glb ptg Batida “frullatosbattuto”, quello franc Battage da BATTRE battere e Battèria attraverso BATTRIE; l’ital conta ancora Bàtolo, Batòsta con Batostàre vrs attraverso un percorso ptg-prvz con perdita della seconda t. Termine alieno Batàta (sorta di pianta delle Convolvulacee) omologismo di genesi Haiti attraverso lo sp BATATA, altrimenti indicata con Patata americana o Patata dolce o ancora Patata zuccherina. Con i pref, il percorso di Battere conta Abbàttere con Abbattìbile, il composto Abbattifièno, Abbattimènto, Abbattitòre, Abbattùta e Abbattùto. Combàttere con Combattènte, Combattentìsmo, Combattentìstico Combattimènto, Combattitòre, Combattività da Combattìvo, Combattùto e la composizione glb ingl Combat vest (con VEST giubbotto “da combattimento”). Controbàttere con Controbatterìa, Controbattitòre e Controbattùta. Dibàttere con Dibattimentàle, Dibattitòre da Dibàttito, Dibattùto e Dibattimènto, Imbàttere meglio Imbattèrsi con Imbattibiltà da Imbattìbile, il sostantivo Imbàtto “l’imbattersi”e Imbattùto, Rabàttere “accostare (chiudere appena)” con un incerto Rabàzza o Rabbàzza (termine marinaresco), Ribàttere con Ribattimànto, Ribattìno (snm di Ribadino), Ribattitòre, Ribattitùra e Ribattùta. Sbàttere con Sbattimènto, Sbàttito, Sbattitòia, Sbattitòio, Sbattitòre, Sbattitùra, Sbattùta e Sbattùto, i composti Sbattighiàccio, Sbattiuòva. Battere, oltre ai derivati espliciti, ove contratto nel pref BATTI-BATTO, compone una lunga serie di vocaboli, da Battibalèno a Battologìa, con Battològico, termine questo che sta per abitudine di ripetersi continuamente in un medesimo discorso, passando da Battibeccàre con Battibècco, Batticòffa, Battifiàcca, Battifòlle “bastita” (col suff da Follare), Battifrèdo attraverso il franc BERFROI macchina d’assedio vrs sovrapposto a Battifolle, Battilàna con Battilàno “operaio addetto”, Battilocchio “tic delle palprebe”, Battilòro “artigiano dell’oro”. Battàglia da lat BATTALIA di BATTUERE cui Battagliàre con Battagliatòre, Battaglière, Battaglièro con Battaglierèsco, Battagliòla o Battagliuòla, Battagliòne, Battaìzza “sbattimento dell’acqua” attraverso il veneto. Il gr conta lo specifico ENYALIOS battagliero cui l’aggettivo Eniàlio epiteto di Ares il dio della guerra, omologato nel romano Marte. Il lat BATUACULUM ha imposto al prvz il termine BATALH, il quale è ritornato in Battàglio (già in uso nel 1400), snm quindi di Batacchio o Battente (per bussare), cui Sbattagliàre. 41 Battèllo, che appartiene alla famiglia latina di “battere”, ritorna in ital dopo l’attestazione prvz in BATEL (ingl BAT racchetta - BOAT battello), cui Battellànte o Battellière; termine alieno Battelmàtt “sorta di formaggio composto dall’oronimo Battel (Valle Anzasca) e dal franc MATTE “tipo di latticini”. Padre del Battello a vapore è considerato Robert Fulton che il 17 agosto del 1807 ne inaugurò il primo viaggio lungo l’Hudson da New York ad Albany con un motore da 24 cavalli-vapore. Dall’ingl BOAT si conta la locuzione glb Cat boat “battello gatto” fig una sorta di battello eppoi Boat people “profughi (gente)in barca” coniato dal 1979, al tempo dei fuggiaschi dal Vietnam, alla fine del conflitto con l’abbandono degli americani. Il glb ingl Ferryboat nave traghetto è composto con il verbo TO FERRY traghettare cui l’omologismo di suono siciliano Ferribòtto. Il pref BATI, in composizioni quali Batibentònico (zoologia, con Bentonico), Batigrafìa con Batigràfico, Batinàuta, Batimetrìa, Batipelàgico, Batiplàncton, Batiscàfo, Batiscòpio con Batiscòpico, Batisfèra, viene invece dal gr BATHYS di BENTHOS profondità, cui Batiàle, Bèntos o Bènthos dal gr BENTHOS profondità cui Bentònico, il composto Bathofobìa o Batofobìa: “paura della profondità e altezze” in complanare con Cremnofobia; termini alieni nel percorso, Bentonìte (suff ITE per minerali)1 dal toponimo Fort Benton in Montana (USA) eppoi Batìc o Batìk “tecnica di colorazione” omologismo dal malese BATIQ). Ancora, il suff BATO in composizioni quale Isòbato o Isòbata (col gr ISOS uguale); nulla vieta di pensare ad una connessione rad associativa di BATTI “battere” con BATI “fondo” nel senso di battere il fondo. Battezzàre, con Battezzatòio o Battezzatòrio, Battezzière, eppoi Battìsta “il battezzatore” per accezione nell’onomastica da Giovanni Battista, col suff ISTA2 di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottintesto “Battismo” non linguistico ma adottato in Anabattìsmo con Anabattìsta e Anabattìstico il cui pref ANA di nuovo indica i luterani, calvinisti e anglicani che sostengono laa necessità di rinnovare il battesimo in età adulta. Il percorso prosegue con Battistèro o Battistèrio, o un desueto Battistèo, dal tardo lat BAPTIZARE già gr BAPTIZEIN immergere, che appare in connessione con BATHIS profondità. L’omn Battìsta o Batìsta, alieno in questo percorso, ovvero pseudoetim, è anche la tela di lino puro, che prende il nome dal suo fabbricante, Baptiste, vissuto a Cambrai nel XIII sec. Il termine Balìlla, in auge nel ventennio fascista (adolescente paramilitare e tipo di auto FIAT) si rifà al vezzeggiativo Balilla del 42 ragazzo Giovanni Battista Peraso che nel 1746 avviò involontariamente l’insurrezione di Genova contro gli austriaci; il termine dovrebbe avere una connessione almeno fig con il percorso di Balia. La composizione Calciobalìlla dalla più corretta CalcioBalilla, quindi, starebbe per “incontro serio di calcio in dimensione gioco da tavolo (per ragazzi)”, a ricordo della storica protesta esplosa a seguito di una ragazzata. 1 Tra tanti altri minerali che assumono il nome da un toponimo, si conta Jacobsite, sorta di ferro manganese estratto dalla miniera di Jacobsberg in Svezia nel 1869. 2 Per il suff ISTA connesso con il suff ISTICO, fonte di perplessità poiché appaiono intercambiabili, si potrebbe adottare la norma per cui il primo sta ad indicare una verità, leggi Falangista nel senso di appartenente alla Falange; il secondo, leggi Falangistico, assume il significato di “idealmente, potenzialmente un falangistacomportamento da falangista”. Questo varrebbe, ancora per esempio, in Omologista e Omologistico, Realista e Realistico… e così via. \ Soma Salma Sòma (adottato nel XIII sec), snm di Basto (questo in uso subito dopo, nella prima metà del XIV sec), derivato dal lat tardo SAUMA, dal gr SAGMA, cui Somàro dal lat SAUMARIUS, il verbo iterativo Someggiàre, Somièro questo transitato dal franc SOMIER e Sàlma, termine quest’ultimo che in origine indicava “carico”, donde Salmerìa, poi, via via, “carico morto” e “cadavere”. Una voce d’incitamento per il somaro è Arri!, vrs d’origine onomatopeica che apparirebbe connessa con Arriba!, l’Evviva in sp. Il glb Sommelier, pur tratto dal franc, è il derivato dal lat SAGMARIUS conduttore di bestie da soma, svoltosi quale “incaricato dei viveri”, poi “addetto alla tavola” ed infine “esperto nella scelta dei vini” e della loro qualità; negli assaggi per esaminarei vini, il sommelier adotta termini quali Corto, Decrepito, Grasso e un suo strumento è il Tastevin, termine glb franc, cui l’omologismo Tastavìno (con Tastare). Il gr, viepiù, conta SOMA quale corpo, cui il biologico Sòma “insieme delle cellule”, Somàtico, Somatologìa, il composto Dittiosòma (organo cellulare, col gr DIKTYON rete) e il prefissato Prosòma (pref PRO); eppoi Bisòma (adottato in architettura “doppio corpo” cui la locuzione Arcosoli bisomi. Salmòne o l’ant Salamòne, con un volg Sermone, è dal lat SALMO, vrs in percorso con SALMA carico, peso, dalle dimensioni ben superiori alla media per un pesce che si trova nelle acque dolci; in realtà, il Salmone, della Famiglia dei Salmònidi, abbandona l’Atlantico sett per risalire i fiumi solo per la riproduzione. Termine pseudoetim Somàsco, meglio Somàschi, questo ordine religioso fondato a Somasca (Bergamo) da S. Girolamo Emiliani nel 1528. La mutazione lemmatica da SAGMA a SAUMA e Salma è analoga al passaggio dal gr SMARAGDOS al lat SMARAUDUS e all’ital Smeràldo, cui Smeraldìno, dovuta ad un’attestazione sett; per il primo, del gruppo gma in uma eppoi lma per il secondo, di gdo in udo eppoi ldo; entrambi con sostituzione finale della u in l. Nel secondo, ancora, c’è stata l’apofonia della prima lettera a in e. 43 \ Nella Cristalloterapia, lo Smeraldo avrebbe la proprietà di proteggere dalle radiazioni \ Somaro in gr è KANTELIOS, da tema med KANTHA, tradotto in lat CANTHERIUM cavallo castrato, cui l’ital Cantèo, usato come sostegno, svoltosi via via in “cavalletto di sostegno” sino a semplice “sostegno”, cui il glb ingl Cantilever “mensola”, Cantinèlla “asta o fila di lampade” adottato in teatro (omn di Cantinella”recipiente”), Cantìno “corda del violino”, Cantière “grossa trave”, un termine questo ampliatosi in “pali che sostengono una tettoia” eppoi via via in loggia, struttura complessa, fabbrica, organigramma… cui Cantierìstica, Cantierìstico e Cantierizzàre; vrs connesso anche fig con il lat CANTHARUS coppa cui l’ital Càntaro o Càntero “recipiente”, Càntera “cassetto” e Canteràno “mobile per biancheria”. Nel volg mer esiste la voce Cantro che indica il recipiente per i bisogni fisiologici, insomma la primordiale tazza del gabinetto. L’omn Càntaro “misura” è dall’ar QINTAR, dal gbz KENTENARION attinto al lat CENTENARIUS centinaio. \ Ibrido Ibrido-ìbrido (già in uso nel 1498), snm di Bastardo (già ricorrente nel 1306), è dal lat HYBRIDA, svoltosi nel franc HYBRIDATION cui l’ital Ibridaziòne, già gr HYBRIS alterigia; in percorso, Ibridatòre, Ibridaziòne, Ibridìsmo, Ibridizzaziòne, i composti Ibridologìa con Ibridològico, Ibridòma (suff biologico-medico OMA) e il prefissato biologico Diìbrido (DI di DIS due volte). Il franc ant avea BORT per Bastardo, cui fig l’omologismo Bòrt (minerale) e vrs l’origine di Bortolotto, Bortoloso e simili nella cognomastica, ma c’è da aggiungere, difficile verificarne una connessione rad, l’omologismo Bortsch (pron borsc) dal russo BORSC acanto, sorta di minestrone acidulo con cavoli e barbabietole. \ Affliggere Il lat conta anche FLIGERE battere dalla serie onomatopeica BHL (o DHL) cui Afflìggere con Afflìtto, Affliziòne, Conflìggere con Conflìtto, Inflìggere con Inflìtto; non è inverosimile una connessione rad con l’ar FITNA conflitto. La serie onomatopeica con base B conta B B poltiglia cui Bòbba o Bòba o ancora Bòbbia e Sbòbba o Sbòbbia con pref S intensivo, BU BA cui il lat BUTIO “sorta di uccello” donde Tarabùso o Tarabùgio con Tarabusìno (fig con il lat TAURUM toro) snm di Guàcco questo ancora onomatopeico, della Famiglia degli Ardeidi: da non equivocare con Guàco “sorta di pianta erbacea delle Composite” omologismo di genesi del Nicaragua. \ Immergere Tingere L’ital Immèrgere, con Immergìbile, Immersiòne e Immèrso, è dal lat MERGERE affondare cui il corretto ma desueto Mèrgere, poi attestatosi IMMERGERE (pref IN illativo); il percorso conta ancora Emèrgere dal EMERGERE (pref EX) cui Emergènte, Emergentìsmo, Emergènza, Emergenziàle con Emergenzialìsmo ed Emergenzialìsta, ed Emersiòne con Emèrso, Riemèrgere (RI reiterativo) con Riemersiòne, infine Sommèrgere 44 da SUBMERGERE (pref SUB), cui Sommergìbile 1 (dal XVIII sec), snm di Sottomarino (dal 1827), e Sommersiòne, con un ant snm Demèrgere da DEMERGERE (DE conclusivo). Tutti termini ispirati a MERGUS, questo una specie d’uccello che s’immerge, in ital Mèrgo cui Smèrgo e Smergolàre; la rad è MEZG immergere. \ Il numero unico per Chiamata d’emergenza, in area europea sarà il 112 che andrà a sostituire i vari 113,115 e 118 / Il lat conta anche TINGERE immergere in un liquido (in connessione con il verbo TANGERE toccare-sfiorare con normale passaggio di a in i, quale forma intensiva), cui Tìngere Tìnto questo dal Pp TINCTUS col fem Tìnta cui Tintarèlla con Tinteggiàre, Tinteggiatòre e Tinteggiatùra, eppoi Tintorìa, Tintoriàle (termine in Istologia), Tintòrio da TINCTORIUS, Tintùra da TINCTURA… il composto Tintillàno dalla locuzione Tinto in lana (prima della tessitura) e i prefissati Intìngere da INTINGERE (IN illativo) con la variante Intìgnere con Intìngolo e Intìnto, Ritìngere (RI reiterativo) con Ritìnto e Rotintùra, Stìngere o Stìgnere (S sottrattivo) con Stìnto; forse sovente sovrapposti con la rad di Tìna dal lat TINA bottiglia, di Tìno (snm di Botte) da TINUM con Tinòzza e il dim Tinèllo. Curiosità linguistica ci viene da Bàffo, dal gr BAPHE tintura, ovvero, fig “tintura al di sopra delle labbra”, cui Sbaffàre e Sbàffo; dal volg lombardo Barbiset “baffetto” è sorto Basètta (omn di Basetta dim di Base) con l’accr Basettòne e il dim Basettìno fig sorta di uccello di palude dei Timalidi, questo connesso con il percorso di Timo. Snm di Intingere (adottato nel XIV sec), l’ital conta Zuppàre (in uso dal 1879) con Inzuppàre dal got SUPPA ma già lat SUPPAM in origine fetta di pane intinta, cui Zùppa, Zuppàta, Zuppètta, Zuppièra e Zùppo questo ipocoristico di Zuppàto cui Inzuppàto, la locuzione dolciaria Zuppa inglese alias Zuppa degli Este; una sorta di zuppa di verdura è detta Alla Julienne attraverso la locuzione franc POTAGE A LA JULIENNE in onore di un Julien o di una Julienne cui l’ital Giuliano o Giuliana. La zuppa composta di erbe tipiche locali è detta in genovese Prebuggiùn perché pare sia stata storicamente composta per la tavola di Goffredo di Buglione, pertanto sarebbe un corruzione di Pro Buglione. \ Il piatto simbolo della città americana di S. Francisco è una zuppa di pesce detta Cioppìno, termine derivato dal ligure, poiché fu importata dai genovesi.\ Il gr conta lo specifico MYSTAKS MISTAKOS già MUSTAKION labbro superiore-baffo cui Mostàccio (adottato dal XIV sec), Mustàcchio, e il composto Misticèti (Sottordine di Cetacei) con KETOS cetaceo; da non equivocare con Mostacciolo da Mosto. 1 U-BOOTE erano i famosi sommergibili della Germania nazista; in risvolto fig, i tedeschi chiamavanoi U-boote gli ebrei tenuti nascosti (sommersi) preservandoli dalla Gestapo. \ Manganello Gianna Verga Fuscello Frusta Frustra Manganèllo “bastone corto di legno” (adottato dal XII sec), cui Manganellàre e Manganellàta, altro termine schiettamente aggressivo, è il dim di Màngano, dal lat MANGANUM, dal gr MANGANON, e sta per arnese da combattimento, ovvero una macchina per il lancio di proiettili, cui 45 il dim Manganèlla eppoi Manganàre e Manganeggiàre, attestatosi fig in “macchina utensile sia per tessitura sia per stiratura” cui ancora Manganàre eppoi Manganatòre, Manganatùra. Lo strumento quale arma è in dotazione alle forze dell’ordine, i cui snm Randello (dal XIV sec) e Sfollagente adottato in era fascista. \ Una straordinaria coincidenza ha voluto che il capo della polizia italiana (2008) abbia il cognome Manganelli. Coincidenza che riappare in Padre Cantalamessa, un ministro della Chiesa Cattolica, e in Cancellieri ministro italiano della Giustizia (Tribunali) nel 2014. Si potrebbe definirla omologismo della cognomastica nel mestiere . I romani invece asserivano che IN NOMINE OMEN “Il destino è nel nome che si porta”.\ Giànna “bastone” è dallo sp JINETA, cui Giannètta “asta, lancia” in dotazione ai guerrieri berberi Zeneti. Esiste il termine Giannìzzero importato dal turco YENI-CERI giovane soldato, recluta, che induce a credere in una connessione con Giannetta “arma in asta” dallo sp JINETA. e con Giannètto dallo sp JINETTE cavallo di razza cui Ginètto o Giannètto. Il Giannizzero indossava il Dulimàno, questo omologismo dal turco DOLAMAN. Termini omonimi, Giannètta “vento gelido di gennaio” il cui termine sembra stato ispirato ad una Gianna (forse perché frigida?); Giannètta “filatoio” questo dall’ingl Jenny, nome della figlia di James Hargreaves l’ideatore (1770). Giannètto era un manuale scolastico ideato da Luigi Parravicini e in commercio dal 1837 al 1910. Vèrga è dal lat VIRGA ramo flessibile, di rad WERG, connessa alla rad VIR uomo, cui Vergàio “pastore”, ossia l’uomo che tiene la verga, Vergàre, Vergàto, Virgùlto da VIRGULTUS coperto di ramoscelli dal dim VIRGULA di VIRGA ramoscello (Ved Virgola in Segni ortografici) connesso con Vergine, la locuzione Verga d’oro “sorta di pianta”. Vèrga è ancora fig l’organo sessuale maschile. Il lat conta ancora il termine FUSTIS bastone o palo, cui il verbo FUSTARE bastonare; nel percorso troviamo anche Frùsta, Frustàio, Frustàre cui l’iterativo Rifrustàre con Rifrùsto, Frustatòre, il Pp aggettivato Frùsto e fig Frustrànte con Frustràre, Frustràto e Frustraziòne poiché l’inserimento della lettera r è dovuto ad una sovrapposizione di Fusta con il lemma Briglia. Fuscèllo, con Fuscellìno, è dal lat volg FUSTICELLUS dim di FUSTIS, cui Fùsta, Fustàgno o Frustàgno, Fustàia, Fustigàre, Fùsto. Un colpo di frusta, attraverso una serie onomatopeica, à detto Scilàcca cui Scilinguàgnolo “frenulo della lingua” con Scilinguàre, Scilinguàto e Scilinguatùra. Esiste ancora l’omn Frùsto, ormai obsoleto, dal lat FRUSTUM pezzetto, tozzo, cui Frùstolo o Frùstulo dal dim FRUSTULUM e la variante Frùscolo “ramoscello” (sovrapposto a Bruscolo) da Frùsco questo per accezione “spiritello” o “piccolo animale” e talvolta unificati nella superstizione, fig rivolto ad un bambino, ricorrente al sud della Puglia, e in allocuzione con tono di commiserazione Povero fruscolo o di coccole Fruschella mia, eppoi Fruscàme (suff AME per collettivi “ramoscelli”). Il termine Infruscàre è il denm da Frusco con IN illativo. Inoltre, fuori percorso, occorre sottolineare, a scanso d’equivoci etim, che il lat aveva l’avverbio FRUSTRA invano, pertanto, ci è pervenuto l’omn Frùstra stesso valore avverbiale con Frustràneo (già ricorrente nel 1568), e un raro Frustraneità, snm di Inutile 46 (dal XIV sec) e Inutilità. L’avverbio FRUSTRA appare connesso con FRAUS FRAUDIS inganno, donde Fràude (antecedente al XIII sec) con il denm Fraudàre, Fraudatòre, Fraudatòrio, Fraudolènto o Fraudolènte o Fraudòso, Fraudolènza o Fraudolènzia, il prefissato Defraudàre con Defraudatòre e Defraudaziòne, eppoi Fròda, Fròdo questo nelle locuzioni Cacciatore di frodo, Merce di frodo, Pescatore di frodo, o il più orecchiabile Fròde (dal XIII sec) dall’accusativo FRAUDEM con i complanari Frodàre, Frodàbile, Frodatòre, il denm Fròdo eppoi Frodolènto e Frodolènza. Dal turco SAGRI pelle ruvida (della groppa d’animale) cui l’omologismo Sagrì con Sagrinàto, il veneziano conta il termine Zigrìno per “pelle ruvida”, lenito in Sagrino o Sigrìno, cui l’estensione semant generalizzata in Zigrinàre, Zigrinàto, Zigrinatùra; in una successiva attestazione fig, oggi archiviata, erano derivati Scigrìgna, questo il segno lasciato dalla frusta sulla pelle, e, più grave, Scigrignàta o Scirignàta quale ferita apportata da un colpo di frusta. Snm di Frusta è Sfèrza, con le varianti Fèrsa e Fèrza o Fèrzo, adottato anche fig nel senso di “critica-stroncatura”, d’etim non trovata cui Sferzàre, Sferzàta, Sferzatòre, il fig Sferzìna “cavo”, Sferzìno o Sverzìno “lo spago della frusta”eppoi il marinaresco Sfèrzo. \ Etimo Etile Etere Anestesia Narcotico Etimo-ètimo è dal lat ETYMON, dal gr ETHYMOS, questo un aggettivo che sta per reale, vero significato (di una parola), cui Etimologìa, Etimològico, Etimologìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Etimologismo non linguistico), Etimologizzàre, Etimòlogo. La locuzione Figura etimologica appartiene alla retorica ed indica l’esprimere un concetto accomunando due parole d’identica etimologia, quale “ Il suo amore amante…”. Pseudoetim il termine Etìle dal franc ETHYLE composto con il lat AETHER nel senso di gas ed il gr HYLE legno-materia, cui Etilène, Etilènico, Etìlico, Etilìsmo, Etilìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Etilizzàto, la locuzione Alcol etilico (Alcol per accezione), il suff ETIL “etilene” per composizioni quali Etilendiammìna, occultato in Edrofònio (Etil-Idrossi-Ammonio), il suff ETILO “alcol etilico” per Etilometrìa con Etilòmetro cui la moderna locuzione Etilometro a laser, Etilotèst, eppoi Terilène (Tereftalico e con Etilenico). Etere-ètere (dal XIV sec) con la variante poetica Etra-ètra, è dal gr AITHRA da AITHER AITHEROS aria e riversatosi nel lat AETHRA con valore parte più alta e pura dello spazio, aria, spazio, cui Etèreo o Etèrio, Etèrico, Eterizzaziòne. Etere-ètere (dal XVIII sec) dal franc ETHER è però fig il composito chimico utilizzato per l’anestesia, cui ancora Etèrio eppoi Eterificàre con Eterificaziòne, Eterìsmo o Eteromanìa con Eteròmane, “intossicazione di etere etilico”, Eterizzàre con ancora Eterizzaziòne; eppoi Estere-èstere attraverso il ted ESTER ellittico della composizione ESSIGATHER etere acetico (col ted ESSIG dal lat ATECUM questo una metatesi di ACETUM aceto) cui Esteràsi, Esterificàre ed Estereficaziòne, il 47 prefissato Polièstere (adottato dal 1949). In percorso Etàno (Etere con suff chimico ANO) che sulla Terra è conosciuto allo stato gassoso ma che pare sia stato scopetto allo stato liquido su Titano, il satellite maggiore di Saturno, dalla sonda americano-europea Cassini a luglio del 2008, in un lago di idrocarburi. Eppoi Etossìlico (Etano-Ossidato con suff chimico ICO) con Etossilaziòne, Uretàno (Etere con pref chimico URO e suff chimico ANO) cui Poliuretàno e Poliuretànico (pref POLI “molti”). Uretano ha il snm in Carbammàto in percorso con Carbàmmico e Carbammìde questo col snm Urea, composti con Carbone e Amido attraverso il franc CARBAMATE, CARBAMIQUE e CARBAMIDE.. In assonanza, il gr conta HETAIRIA compagna cui Etera-ètera o Etèria; nella Grecia antica, le Etere erano discriminate dalle donne sposate, queste addette alla casa ed ai figli. \ Le Etere, anche se talvolta contraevano dei prestigiosi matrimoni, un po’ come le Geishe giapponesi, erano donne indipendenti ed autonome, ricche di cultura e d’arte, ideali compagne di circoli, giammai con l’onta della prostituzione, onorate anche dopo morte, vedi Frine e Belistica; dal passato di etera è stata la moglie di Pericle. Oggi, purtroppo, l’arroganza maschilistica ha condotto a considerare le Etere nel significato più infamante. Geisha, termine glb dal giapponese, è traducibile in Danzatrice; da queste la locuzione Maniche alla geisha. Le Geishe (plur italianizzato, quindi un omologismo) hanno il loro albo professionale;.\ Anestesìa, con Anestètico, è dal gr AISTHESIS sensibilità col pref AN senza, cui i composti Crioanestesìa (col gr KRYOS freddo), Preanestesìa e Rachinestesìa (col gr RHAKHYS colonna vertebrale e Termoanestesìa. Sin dall’anticità, mediante alcol, oppio e altre droghe, l’uomo si è incessantemente prodigato per calmare il dolore. La storia moderna dell’Anestesia parte dal 1776 quando J. Priesley isolò il gas Protossido d’azoto che H. Davy, denominandolo Gas esilarante, lo sperimentò sui pazienti con successo; ma i Baroni della medicina di allora non vollero adottarlo, proseguendo nei loro tradizionali e dolorosi metodi. M. Farday, negli stessi anni, sperimentò l’uso dell’Etere. Oggi, fermo restando Il Protossido d’azoto in odontoiatria, l’Etere è sostituito da anestetici quali Alotàno “idrocarburo idrogenato”con il Fluoro quale alogeno, Ciclopropàno (pref CICLO dal gr KYKLOS cerchio, nel senso di “anello d’atomi”) in aggiunta all’Agopuntura e all’Ipnosi. Sinestèsi e Sinestesìa “percezione comune” è dal gr SYN insieme con AISTHESIS percezione, vale in psicologia quale percezione di uno stimolo accompagnata da immagini che appartengono a diverse sfere sensoriali, insomma uno scambio di sensi come accostare un odore a una figura o un suono a una parola; quale figura retorica vale l’associare a una immagine dei termini relativi a diverse sensorialità, adottata dai simbolisti e dagli ermetisti. Per l’esattezza, Sinestesi è la percezione visiva concomitante a uno stimolo sensoriale mentre Sinestesia, sovente snm del primo, nella critica letteraria vale definire l’associazione espressiva tra due termini che normalmente competono a due diverse sfere sensoriali, quali parole calde, silenzio verde. L’ital conta il pref ESTESO per composizioni quali Estesiologìa, 48 Estesiometrìa e il suff ESTESIA cui Barestesìa (col gr BAROS peso) con Barestesiòmetro, il filosofico Cenestesìa o Cenestèsi (col gr KOINOS comune quale “carica”) con Cenestètico e i composti quali il patologico Cenestopatìa, l’ancora patologico Cinestesìa con Cinestèsico o Cinestètico (con Cinesia), l’ancora extrasensoriale Radiestesìa o Radioestesìa (con il lat RADIUS raggio) con Radiestèsico o Radioestèsico e Radiestesìsta o Radioestesìsta, Termoestesìa “sensibilità termica” cui Termoestesiòmetro,), eppoi i prefissati Disestesìa (gr DYS male), Emianestesìa (gr HEMI metà), Iperestesìa, Ipoestesìa, Telestesìa (gr TELE lontano) con Telestèsico, Parestesìa (gr PARA accanto vale “alterazione della sensibilità” come la Mirmecia), Poliestesìa, Pseudoestesìa. Snm di Anestetico (adottato nel 1865) è Narcòtico (già dal XIV sec), questo in percorso con Narcòsi dal gr NARKOSIS azione dell’assopire da NARKE sopore, cui Narcotìna, Narcotizzàre con Narcotizzànte e il pref NARCO per composizioni quali Narcoanàlisi con Narcoanalìtico, Narcodòllaro, Narcoipnòsi, Narcolessìa con Narcolèttico (sonno repentino), Narcomanìa con Narcòmane, Narcomedùse (Ordine di Idrozòi quale la Medusa), Narcosìntesi, Narcotrerapìa, Narcoterrorìsmo con Narcotrerrorìsta, Narcotèst, Narcotràffico con Narcotrafficànte. ABBACCHIARE Da rad BAK bastone cui Bàcchio (omn di Bacchio “piede metrico”) e Bàculo da BACULUM, questo del valore di scettro, il termine Abbacchiàre è dal lat volg ABBLACARE denm da AD BACULUM. Per Abbacchiare non s’intenda “esercitare idealmente il comando”, bensì “battere i rami per far cadere e raccogliere il frutto” (le olive), insomma Bacchiàre rafforzato col pref A; ed anche “vendere a poco prezzo” o “abbattere-avvilire”. Un motivo esisterebbe, con il segno del baculo-comando non è impensabile avvilire, abbattere, umiliare. Dal prvz JEQUIR costringere a confessare (tramite tortura) l’ital conta l’omologismo Gecchìre con valore di “abbattere-umiliare”, un termine che parrebbe connesso con il franc JAQUE maglia d’acciaio (per combattimento) in un ipotetico risvolto in “camicia di forza”. Il baculo-comando che, in epoche più pompose, sarebbe divenuto lo scettro da accompagnare alla corona e al manto, quasi sempre si arricchiva di piume; tradizione, forse, di un dio-serpente piumato adorato in antichissime civiltà, insediatasi nell’inconscio, che rigurgita attraverso l’addobbo piumato dei carri (ieri) e delle auto (oggi) dei pellegrini in viaggio per i santuari. Scèttro è dal lat SCEPTRUM, dal gr SKEPTRON bastone connesso fig con Scèpsi o Schèpsi da SKEPSIS osservazione critica (ma privo di una certezza) cui Scèttico da SKEPTICOS con Scetticìsmo. Il termine offensivo Imbecìlle, col pref IN privativo, è il derivato dal significato di “debole”, ovvero “privo di baculo-comando” cui Imbecillàgine, Imbecillìre. Imbecillità . L’Abbàcchio, il povero 49 agnello da mensa pasquale, è prima avvilito, ossia legato ad un bastone (bacchio), poi macellato. Altri lemmi in percorso, dal dim BACILLUM bastoncino si ha Baccèllo, Baccellòne e Baccellonerìa, fig Bacchètta, Bacchettàre, Bacchettòne questo da “flagellante” s’è semant “bigotto”; eppoi Bacìllo questo attestatosi in microorganismo snm di Batterio dal gr BAKTERION bastoncino con l’aggettivo Bacillàre, Bacillòsi (suff patologico OSI), i composti Bacillariofìte (col gr PHYTON pianta), Bacillìfero (con il lat FER che porta), Bacillifòrme, Bacillofobìa “paura dei microbi” snm di Microbiofobia. Il lat conta lo specifico SILIQUA baccello cui Silìqua “sorta di frutto secco” e Siliquàstro da SILIQUASTRUM (lat scientifico di Plinio) altrimenti indicato Albero di Giuda. \ Bacchettoni sono stati i responsabili delle storiche trasmissioni televisive, condizionati dal bigottismo dilagante; non poteva essere pronunciata una locuzione del tipo Cazzotto in faccia, Uccello di bosco, Membro del governo, Amante della musica, Divorio all’italiana…\ Pseudoetim nel percorso lat BACILLUM di Baccello è Baccellière, o Baccalàre o Bacalàre, che invece sono omologismi dal franc BACHELIER già prvz BACALAR giovane uomo svoltosi nel medv BACCALARIUS giovane cavaliere. Omn un Baccalàre elemento strutturale delle vecchie galee o sostegno per mensole, d’etimo sconosciuto. Da non inserire nel percorso il termine ittico Baccalà. \ Scaglia Caglio Dal got SKALJA baccello l’ital conta Scàglia con Scagliètta, Scagliòla (snm di Canaria), Scagliòne e Scagliòso, cui il denm Scagliàre (nel senso di buttare addosso le scaglie quale atto offensivo, poi attestatosi nel significato corrente) con Scagliamènto e Scagliatòre; in percorso ancora Scagliòne quale “dente canino dei cavalli”. Eppoi Scagliòne questo attraverso il franc ECHELON scalino sovrapposto a Scaglia con Scaglionamènto e Scaglionàre… Nella tasonomia animale si conta l’Ordine dei Folidòti, mammiferi squamosi, lemma composto dal gr PHOLIS PHOLIDOS scaglia-squama, da OTOS orecchio.Termine alieno Folignàte questo relativo al toponimo Foligno. L’omn Scagliàre vale Disincagliàre opposto a Incagliàre dal prefissato sp ENCALLAR incappare da CALLAR cui Cagliàre che sta fig per perdersi d’animo; il succitato Incagliare ha il suo omn in Incagliàre che sta per Accagliàre da Càglio, questo dal lat COAGULUM latte coagulato (Ved Radicale AG in Obiettivo…), cui Cagliàre e le diverse attestazioni in Quàglio, Quagliàre col prefissato Squagliàre (S sottrattivo, anche fig “allontanarsi di nascosto”) cui Squagliamènto e Squàglio. Il gr conta LEPIS LEPIDOS scaglia già gr LEPION scaglietta, cui Lepìdio “genere di pianta”, Lepìsma “sorta di insetto dei Tisanuri” e i composti Lepidondendràcee (Famiglia di alberi, col gr DENDRON albero), Lepidosàuri (Sottoclasse di rettili, col gr SAUROS lucertola), Lepidosirèna 50 e Lepidosirènidi (col gr SEIREN sirena), Lepiòta (sorta di fungo, con US OTOS orecchio), Lepidòtteri questo un Ordine d’insetti (con PTERON ala) della Famiglia dei Pierìdi, termine questo ispirato al lat PIERIDAE già gr PIERIDES che indentificava il patronimico di nove giovani (figlie di Piero) tramutate in gazze dalle Muse. Lepisma è così indicato il Pesciolino d’argento che s’annida nelle case per cibarsi di carboidrati e zuccheri. Da non contare in percorso i termini composti con il lat LEPOS LEPORIS che sta per grazia, cui Lèpido con l’opposto Illèpido (IN negativo) e Lepidèzza, Lepòre “piacevolezza arguta” questo omn dello sdrucciolo Lèpore lepre, vrs sovrapposti o connessi alla rad. LEPUS LEPORIS, infatti, (il cui genitivo è omn del genitivo di LEPOS grazia) è da tema med LEPRO, in ital Lèpre cui Lèpore (omn di Lepore “piacevolezza arguta”), Lepòridi, Leporìno, Leprìno, Lepròtto; il lat conta la locuzione CANIS LEPORARUS cane da lepre, cui Levrière o Levrièro con mutazione della p in v , diventato un esot per il passaggio dal franc LEVRIER. \ Canna Pistola Rivoltella La bacchetta può essere di canna; Cànna è inv dal lat CANNA, dal gr KANNA, d’ascendenza semita, cui Cannàcee (Famiglia della canne), Cannàio, Cannaiòla, Cannalàdra (pertica, inc fig con Ladro), un Cannamèle (canna dolce, da zucchero), Cannarècchia o Canarèccia, Cannarecciòne o Cannarecciòne (sorta di uccello), i prefissati Incannàre con Incannàggio, Incannàta, Incannatòio, Incannatòre e Incannatùra, la locuzione Canna al vento, Cannàta “colpo di canna” e il fig Cannàre con l’omn Cannàta “sbagliare ed errore”, Cannatèllo, il fig Canneggiàre con Canneggiatòre e Cannèggio (l’ant misurare con una canna standard), l’omn Cannèggio (tubo degli strumenti musicali). Cannèlla “piccolo tubo” con l’omn Cannèlla “corteccia aromatica” dal dim CANNULA con l’inv Cànnula e Cannellàto, Cannellètto (doppio suff dim ELLO e ETTO), Cannellìna, Cannellino “sorta di fagioli” (doppio suff dim ELLO e INO) in omn con Cannellìno “sorta di vino”, Cannèllo cui il prefissato Incannellàre, Cannellòne, Cannèto (suff ETO per collettivi) con Cannettàto o il glb franc Cannetè, Cannètta, Cannicciàia da Cannìccio dal lat CANNICIUS fatto di canna cui il prefissato Incannicciàta e Incannicciatùra, Cannìsta “pescatore con canna” (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Cannòcchia o Canòcchia (omn di Canocchia da Collo), Cannòcchio o Canòcchio, il dim Cannòlo con Cannolìcchio (doppio dim) “sorta di mollusco” snm di Cappa lunga, Cannòlo (per accezione, fig “sorta di pasticcino” altrimenti detto Lo scettro del re dal XVII sec), Cannòso, Cannòtto, Cannùccia col prefissato Incannucciàre cui Incannucciàta e Incannucciatùra, Cannutìglia o Canutìglia attraverso lo sp CANUTILLO da CANUTO cannello. Una pertica ornata di fiori e che porti sulla sommità tre ceri posti a triangolo, quale strumento per accendere i lumi e il cero pasquale, è detto Arùndine dal lat ARUNDINEM canna, di etim non accertata; però si può pensare a una connessione fig in ambito indoeur con il franc ROND rotondo, poichè l’addetto alle accensioni si muove attorno ai candelabri. 51 Ancora, Canàle, dal lat CANALEM, sostantivo tratto dall’aggettivo fig di Canna, cui Canàla, i dim Canalètta, Canalètto e Canalìno, il toponimo veneziano Canareggio, Canalìcolo dal dim lat CANALICULUS cui Canalicolàre e Canalicolàto, Calalizzàre e Canalizzaziòne, l’accr Canalòne, col denm Scanalàre prefissato S intensivo cui Scanalàto, Scanalatrìce e Scanalatùra, col denm Incanalàre prefissato IN illativo cui Incanalamènto, Incanalàto, Incanalatùra. In Friuli, Canale vale, per estensione, “vallata”. A prova di una primitiva matrice linguistica, il persiano, nell’attuale Iran, conta QANAT con valore di canale-tunnel sotterraneo, con tracce nel ventre di Palermo costruiti dagli arabi. Il percorso prosegue con Cannocchiàle questo sovrapposto a Occhiale (pertanto non derivato da Cannocchia), ed infine l’accr Cannòne con i derivati Cannonàta, Cannoncìno, Cannoneggiamènto e Cannoneggiàre, Cannonièra e Cannonière questo in campo sportivo snm di Marcatore e del glb Goleador. Con i pref, si ha Scannèllo taglio di carne questo omografo di Scannèllo cassetta, e ancora Scannàre, Scannellàre, Tracannàre. Il Cannone ha una lunga storia che incomincia dalla Lancia da fuoco inventata in Cina nel 900 dC: successivi progressi si attingono ai documenti d’epoca dal 1338 relative alle armi descritte nelle battaglie. Il termine Calmière, che fa pensare ad una derivazione dal verbo Calmare, è invece l’ipocoristico dal gbz KALAMOMETREION che equivale ad una canna, questa utilizzata quale unità di misura, passato dal veneziano Calmedro e dal lat medv CALAMELLUM quale dim di CALAMUS canna, cui ancora Celamèlla con le diverse attestazioni in Ceramèlla, Ciaramèlla con Ciaramellàre, Ciramèlla, attraverso il franc CHALAMELL ed infine un Cennamèlla. Infine, in connessione col percorso di Canna, l’ital conta Canèstra e Canèstro dal lat CANISTRUM già gr KANASTRON, cui Canèfora “la fanciulla che reca in capo un canestro (con oggetti di culto) dal lat CANEPHOROS già gr KANEOPHOROS (col gr PHOROS io porto), Canestràio, Canestràta, Canestràto, Canestrèllo, Canàsta questo rientrato dallo sp CANASTA canestro, l’accr Canestròne “sorta di mollusco”, il glb ingl Canister “tanica”. Il gr aveva sviluppato un KALATHOS paniere, cui il percorso con Calàtide e Calàto “sorta di paniere, fig di copricapo e di capitello”. Particolare canna è il Bambù, questo omologismo glb dal franc BAMBOU attraverso il ptg BAMBU di genesi malese BAMBU, cui Bambusàia, Bambusèe o Bambusoidèe (col suff OIDE “simile” al plur vale Sottofamiglia di graminacee); dal bambù i cinesi traggono una sorta di acquavite. Pseudoetim nel percorso di Canna, è l’omologismo Cannìbale (dal 1494) snm di Antropofago (questo già in uso nel 1367) - dal caraibico CARIBE transitato dallo sp CANIBAL, cui Cannibalèsco, Cannibàlico, Cannibalìsmo. \ Una delle icone più toccanti della passione cristiana è la figura di Gesù, legato alla canna con una corona di spine intorno al capo ed un misero manto. \ Simile nell’aspetto e nel portamento della canna è lo Zènzero, con la variante Gèngiovo cui Zingiberàcee (la Famiglia), dal lat-gr ZINGIBER d’origine ind, in ar ZANJABIL. La locuzione Zenzerino di Toscana, invece, 52 indica una varietà di peperoncino. In ceco Canna è PISTAL, cui il franc ed il ted PISTOLE, l’omologismo ital Pistòla. Da altra ricerca, il termine deriverebbe dal toponimo Pistoia dove sarebbe stata inventata da un certo Camillo Vitelli. La Pistola fu creata tra l’altro perché il cavaliere potesse nel contempo stringere le redini, impossibile con l’uso delo fucile; la nascita di quest’arma è praticamente contemporanea al moschetto (XV-XVIII sec), di cui adotta la tecnica. In percorso, Pistolèro, Pistolettàta, Pistolètto, Pistolière, Pistolìno, Pistolòne con un Epistolòne e Pistolòtto. Il fig Pistòla “moneta” indicava lo scudo spagnolo di forma più piccola di quello francese poiché lo si paragonava idealmente all’arma della pistola più piccola dell’archibugio. Revolver, con Revolveràre, Revolveràta e Rivoltèlla, è invece il calco dell’ingl TO REVOLVE girare, rimpatriati dal pref lat RE-VOLVERE cui un raro Revolùto. Il Revolver è detto anche Colt dal nome del suo inventore Samuel Colt (1814/1862). Queste armi vengono in genere portate rinfoderate, questo da Fòdero dal got FODR custodia della spada, cui Fòdera, Infoderàre, Rinfoderàre. Oltre alla canna, queste armi contengono il dispositivo cosiddetto a Grillètto, questo vezzeggiativo tratto fig da Grillo “sorta d’insetto”; Grillètto è anche snm fig di “clitoride”. Grìllo “sorta di insetto” è dal lat GRILLUM o GRYLLUM dalla serie onomatopeica GR GR - GR GL (per il suo verso), in percorso Grillàia “terreno sterile, buono solo per i grilli”, Grillàstro 1 “sorta di Ortottero” cui Grìllidi (la Famiglia), il composto Grillotàlpa con Grillotàlpidi (la Famiglia), i fig Grillàio “sorta di falco” e Grillòtti attraverso il franc ant GRILOT sonaglio. Il Grillo produce il suo caratteristico suono utilizzando le ali. Grìllo è anche la denominazione di un vitigno mer dal quale si ricava il Marsàla, cui Marsalàto, un vino dolce che prende il nome dal toponimo Marsala. Il percorso prosegue ancora in senso fig con Grìglia, Grigliàta e il prefissato Sgrigliatòre (S sottrattivo), rispettando anche la serie onomatopeica, attraverso il franc GRILLE per il caratteristico friggio del cibo cotto ai ferri cui ancora Grillàre con Grillettàre e Sgrillettàre (S intensivo); il franc GRILLE riappare nell’ingl TO GRILL arrostire cui il glb Grill quale ellittico delle composizioni Autogrìll “composto con Autostrada e simile” e Grill-room “locale per grigliate” La locuzione Grigliata di carne mista ha il suo snm nell’esot Churràsco, inv dallo sp CHURRASCO d’origine onomatopeica e attestatosi in Brasile. Griglia è tra quei lemmi da considerare in un certo qual modo polisemico, infatti può indicare ora un componente elettrico o meccanico, ora un utensile e addirittura usato in forma figurata. 1 Il suff *ASTRO, al fem ASTRA, dal lat ASTER, imprime al lemma un senso intensamente peggiorativo, assimilabile al suff ACCIO-AZZO. \ Roggia Dal tema med ARRUGIA canale-cunicolo, l’ital ha coniato Ròggia canale artificiale da non equivocare quale fem di Roggio nel percorso di Rosso; 53 mentre dal tema sempre med AVINCO canale di scolo è pervenuto Vingòne. \ Vagina Guaina Per il lat, VAGINA sta per fodero, vrs connessione rad con Vagèllo (Ved Vaso…), svoltosi in ital nel significato corrente, cui l’anatomico Vagìna, Vaginàle, Vaginalìte, Vaginìsmo, Vaginìte (straordinaria l’assonanza con il gr GYNE donna) snm di Colpite, i composti Invaginàre (mettere nel fodero”cui , Invaginamènto e l’anatomico Invaginàbile con Invaginaziòne, Evaginàre “trarre dall fodera”adottato in biologia cui Evazinaziòne. Il napoletano, poi, ha tradotto il lat INVAGINARE mettere nel fodero in Ammainàre o l’aferetico Mainàre, termine semant in ital nel significato corrente. Dal lat VAGINA, a seguito del passaggio long del gruppo VA in GUA e lenizione totale della consonante intervocalica g, è sorta la voce ital Guàina o Guaìna, donde Guainànte, Inguainàre con Inguainàto, Sguainàre con Sguainàto. Dalla forma di guaina del frutto, è stato coniato fig il lemma Vanìglia o Vainìglia dallo sp VAINILLA quale dim di VAINA vagina, cui Vanigliàto, Vanillìna o Vainiglìna o ancora Vaniglìna \ Nell’aromaterapia, il profumo della Vaniglia è indicato per attenuare la sensazione di fame. \ Il velo che sigilla la vagina della donna vergine è detta Imène, dal gr HYMEN membrana cui Imenoplàstica; lemma attestatosi anche nel snm di Nozze, cui Imenàico, Imenèo. Dal suo significato originale di membrana, l’ital conta Imènio e Imenomicèti “sorta di funghi” questo composto col gr MYKETOS fungo, Imenòtteri “Ordine d’insetti” apocriti (col gr PTERON ala a membrana) al qiale appartiene la Famiglia degli Evànidi dal lat EVANIDAE di Genere EVANIA caratterizzati da livrea nera. AMMAZZARE Ammazzàre ci viene, infine, dal lat MATEA, cui il dim class MATEOLA bastone. Il lemma ha condotto al lat MACTARE sacrificare svoltosi nell’ital Mattàre uccidere, nello sp MATANZA con MATADOR, da MATAR uccidere, cui l’adattamento ital Mattanza. Ammazzare, quindi, verbo fornito di pref allativo AD, è “usare il bastone”, la Màzza, svoltosi nella semant di letale. Mazzàre ed il suo rafforzativo Ammazzare si sarebbero dunque attestati nello specifico di uccidere, complice una certa pratica ereditata dai greci; Pericle, infatti, quando nel 439 sedò la rivolta di Samo, fece legare i prigionieri nell’agorà di Mileto, per finirli a colpi di mazza. Col pref S durativo, si ottiene Smazzàre che varrebbe “colpire con la mazza”. Una delle più offensive armi medv era, infatti, la MAZZA, un bastone corredato di micidiali appendici appuntite che non lasciava speranze di sopravvivenza al disgraziato colpito.Vrs, per la loro antichissima affinità, Mazza è il termine sdoppiatosi dal percorso di Masso, Massa, Ammassare, Massacro... (Ved Massa...). Attraverso il labirinto dei percorsi semantici, sta tentando, infatti, di guadagnarsi vitalità il termine Ammazzerìa, che ricalcando il franc TUERIE, in 54 snm con “strage, massacro, eccidio...” aspirerebbe al posto per un’ulteriore, distintiva sfumatura. Mazzolàre (adottato dal XVIII sec) da Mazzola con Mazzolàta sono i corrispondenti (snm) di Bastonare (dal XVI sec) con Bastonata e Abbacchiare (già dal 1327) con Abbacchiata (talvolta nel senso terminale di Ammazzare), ma ha assunto volg - anche con la contrazione Màzzo - sfumature metaforiche quali “rimprovero umiliante, sconfitta al gioco delle carte, fallimento” Nella forma mas, Màzzo, Mazzètto sta per “insieme di più cose legate”, specialmente come riferimento a fiori, erbaggi, carte da gioco... Relativo al gioco delle carte, Smazzàre, con pref S estrattivo, sta per “dare le carte togliendole dal mazzo”, più comune dell’omn Smazzàre “colpire con la mazza” con pref S intensivo. Mazzètta è anche l’insieme lecito o illecito di banconote, semant “tangente”. Rispetto a Basto e Baculo, dai termini Mazza e Mazzo c’è stata dunque una straordinaria prolificazione: Mazzacavàllo, Mazzàta (fig danno repentino), Mazzafrùsto, Mazzapìcca, Mazzerànga, Mazzettière, Mazzière, Mazzòcchio un ant copricapo maschile e “germoglio di (mazzetto di) cicoria”, gli arnesi Mazzòla (Mazzuòla), Mazzòlo (Mazzuòlo)... Con il pref STRA, che continua il lat EXTRA, si compone il termine Stramazzàre, letteralmente “abbattere con un colpo di mazza”, con i derivati espliciti Stramazzàta, Stramàzzo, Stramazzòne... Sovente può ritrovarsi in locuzione Stramazzare con una bastonata; come nel caso di “tarpare le ali” (Ved Tarpea...), potrebbe risentire di pleonasmo, ma il termine si è oramai semant svolto in “cadere pesantemente a terra” a seguito di un malore, una caduta, un pugno, un colpo contundente... Stramàzzo “il cadere pesantemente a terra” conta altri due omonimi quali Stramàzzo “apertura” di sicurezza operata (a colpi di mazza) agli argini fluviali, etim puro, e Stramàzzo “elementare giaciglio” creato con un sacco, pseudoetim perché derivato da Stràme “stoppia” dal lat STRAMEN di STERNERE distendere, cui il prefissato Strameggiàre “mangiare strame” (pref intensivo STRA) e ancora, in connessione o sovrapposizione, Stramònio “sorta di pianta delle Solanacee” già lat medv STRAMONIUM dal class STRUMUS al quale è stato aggiunto il suff MONIO ciò che compete. Il lat MATEA cui MATEOLA bastone oltre al gr MAKHE battaglia, allo sp MATAR e all’ital Mattanza, nell’area comune indoer è in connessione col ger MAHT forza cui l’onomastico Matilde (composto con HILD battaglia) che vale “coraggiosa in battaglia” in concorrenza col celt Mafalda. \ Clava Randello 55 Clàva, inv dal lat CLAVA, è nel percorso semantico della rad indoeur KELA-K(E)LA battere, cui il lat CELLERE battere; in percorso rad, un Giàva quale corruzione sett cui Giavòne snm di Panicastrella, Chiàve dal lat CLAVIS già gr KLEIS KLEIDOS, cui la locuzione di vendita Chiavi in mano, le composizioni Cleithrofobìa o Cleisiofobìa e Clithrofobìa o Cleithrofobìa “panico di essere rinchiusi” con una leggera sfumatura rispetto a Claustrofobia, questa per gli spazi chiusi non essenzialmente d’esservi rinchiusi. Eppoi, Chiavistèllo con Inchiavistellàre (nel chiudere, battono) questo sovrapposto a CLAUSTELLUM dim di CLAUSTRUM serratura cui Chiòstro o Clàustro con Chiòstra dal plur CLAUSTRA, Chiostrière, e Chiostrìna sorta di “pozzo di luce nei caseggiati”, il prefissato Esclaustràto con Esclaustraziòne (dal lat eccl EX CLAUSTRATIO fuori della comunità ma legato all’osservazione delle regole) eppoi Clàde dal lat CLADES abbattimento, strage, Cleidomanzìa con Cleidomànte e Cleidomàntico (divinazione attraverso le chiavi). Incòlume con pref IN privativo da IN COLUMIS vale “esente dal danno”, quindi il ragionamento scorrerebbe in Còlume “colpo-di-clava” e Incòlume “non-colpo-di-clava” (non l’ha ricevuto). Procèlla, con Procellòso, col pref PRO a favore, vale “che favorisce, provoca abbattimenti, danni” cui Procellària (adottato nel 1804) snm di Gabbiano (XVII sec) e Diomedea (già adottato nel 1797), che svolazza in terraferma lontano dalla tempesta in mare, cui Procellarifòrmi (l’Ordine). Nel volg mer esiste il termine Chianca dal lat CLANCA, con Chiancone e Chiancarella, che stanno rispettivamente per “masso, grosso masso, piccolo masso”, vrs in connessione col turco KANCA questo con valore di ricurvo. La rad KELA avrebbe condotto all’ital Chèla “unghia biforcuta e battente”, meglio Chèle, dal lat CHELAE già gr CHELE cui Chelànte e Chelàto, Cheliceràti (Sottotipo di Artropodi, con KERAS corno), Chelìcero, Chelìfero, il patologico Chelòide (suff OIDE “simile”), il gr CHELYS testuggine cui Chèli (la Lira suonata da Mercurio, fatta col guscio di testuggine), Chèlide “testuggine”, Chèlidi (la Famiglia), Chelìdra “testuggine d’acqua” con Chelìdro “serpente d’acqua” (col gr HIDOR acqua), Chelòni (Ordine di rettili) snm di Testudinati, ed ancora al gr HELOS chiodo donde il composto fig Elodèrma (sorta di lucertolone dai numerosi tubercoli). Il termine Clava sarebbe legato a Chiòdo, questo dal lat CLAVUS per l’azione del “percuotere”, cui Chiodàia, Chiodàme e Chiodatùra; l’uso del Chiodo è documentato sin dal 3000 aC. Sorta di Giubbotto di pelle nera, sovente con compimenti metallici, è definito Chiodo in gergo giovanile. In percorso, il prefissato Inchiodàre cn Inchiodamènto, Inchiodàto, Inchiodatòre, Inchiodatùra e il composto Inchiodacrìsti snm di Agutoli, un arbusto dai rami spinosi, con i quali pare sia stata fatta la corona di spine per il Cristo; il gr conta GOMPHOS chiodo cui Gonfòsi (termine d’anatomia, suff medico OSI) e Gonfrèna (termine della botanica, col gr PHREN PHRENOS membrana). Dal termine lat CLAVIS chiave derivano Clavicèmbalo (cembalo a chiavi), Clavìcola (dim lat e sta per piccola 56 chiave) e, nel senso di chiudere attraverso il gr KLEISTOS chiuso, i composti Cleistogamìa e Cleistògamo, Conclàve “chiuso a chiave” questo quale istituzione della Chiesa cattolica per eleggere il papa e che dal XV sec si svolge nella Cappella Sistina, Enclàve, questo rimpatriato dal franc ENCLAVER, che s’è semant “piccola porzione di Stato chiusa in altro Stato” (Campione d’Italia in Svizzera) snm di Exclàve con sostituzione del pref , e Succlàvio, questo sta per “muscolo sotto la (chiuso dalla) clavicola”. Dal dim lat class CLAVICULA di CLAVIS, il lat tardo avrebbe avuto CABICOLA, cui Cavìcchia e Cavìcchio, questo anche “chiave per gli srumenti a corde” col snm Cavìglia (omn di Caviglia del piede) cui Caviglièra, Caviglière (anche parte della chitarra snm di Paletta, dove hanno sede le chiavette), Cavigliatòio, i prefissati Accavigliàre cui Accavigliatòre e Accavigliatùra, Incavicchiàre con Incavicchiatùra, Incavigliàre con Incavigliatùra e Scavigliàre; eppoi Cavìglia (del piede) questo transitato dal prvz CAVILLA con ancora Caviglièra. Il mas Chiavìcchio, con Chiavicchièra e le diverse attestazioni in Cavicciòlo, Cavicciùle, Cavicciùlo e Cavicciuòlo, sarebbe un parasnm, poiché pare derivato dal dim di CAPUT testa, quindi sta per “piccolo capo”. In ordine al lemma corrente Chiave, si conta Chiavàrda (col suff ARDO aumentativo) con Chiavardàre e Inchiavardàre. Il verbo d’azione Schiavacciàre da Chiavàccio, col pref S intensivo-durativo, sta per “chiudere col catenaccio”, mentre Schiavardàre è composto col pref S privativo e sta per “privare dalla Chiavarda (grosso perno)”. Il termine Chiave è prolificato ancora in Chiavàio, Chiavàre con Inchiavàre, Chiavatùra, Chiavèllo, Chiaverìna, Chiavètta con Inchiavettàre, Chiàvo (snm di chiodo), il composto Chiavacuòri snm di Rubacuori. Chiavistèllo, infine, nasce dall’inc del lat CLAUSTELLUM (dim di CLAUSTRUM serratura) con CLAVIS. In connessione il glb franc Clou “chiave” attestatosi in “apice, culmine di un evento”. Il volg fig Chiavare, oltre all’ancora fig Scopare, ha il suo snm in Fòttere fig dal valore di ingannare e da questo il superlativo Strafottènte, dal lat medv FUTTERE già class FUTUERE sovrapposto a Battere, cui Fòtta, Fottìo e Fottùto. I percorso prefissato S intensivo conta Sfòttere, Sfotticchiàre, Sfottimènto, Sfottitòre, Sfottitùra, e un popooloare Sfòttò. Il got conta RANDA bordo esterno dello scudo o più in generale di una cosa tondeggiante, connesso con il franc RONDE di Rondare dal lat RETUNDUS. Da RANDA pare sia derivato l’ant utensile da falegname Rànda (specie di compasso, dunque tondeggiante) cui fig il dim Randèllo passato semant a “bastone” (in realtà, un compasso chiuso di legno può avere le funzioni di bastone) donde i snm Manganello e Sfollagente, con Randellàre, Randellàta e il prefissato Arrandellàre (pref AD); il termine s’è poi attestato nel significato marinaresco di “vela di taglio” cui Randeggiàre che vale “bordeggiare” e Randìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), con le locuzioni Randa aurica e Randa svedese. L’ital conta un glb franc Randonnée “corsa furiosa” di genesi ger, vrs connesso alla rad, attraverso varie attestazioni fig, col got RANDA; così potrebbe essere stato per il glb ingl Random nel senso di “casuale”, utilizzato nel linguaggio informatico, 57 cui l’omologismo Randomizzàre con Randomizzaziòne. Il got RANDA è vrs conneso in area rad indoeur col RHAKOS randello cui l’ital Racòforo “sorta di Anfibio” col suff di tema gr PHERO io porto. Grimaldèllo, infine, la chiave dei ladri, è il termine di uno strumento da forzatura ispirato a un Grimaldo, vrs noto scassinatore. \ Chiudere Bloccare Chiùdere è dal lat tardo CLUDERE dal class CLAUDERE con rad KLEUD, cui il gr KLEISTOS chiuso, il percorso ital Chiudènda, Chiùsa, Chiusìno, Chiùso, Chiusùra, i prefissati Acchiùdere (snm di Accludere), Conchiùdere (snm di Concludere), Dischiùdere con Dischiùso, Inchiùdere snm di Includere, Schiùdere con Schiudimènto, Schiùsa e Schiùso; il gr conta KHAINO schiudo cui Achènio (botanica “frutto secco”, pref A privativo). Frutti cosiddetti ad achenio appartengono ad una pianta erbacea chiamata Inula-ìnula inv dal lat INULAM di genesi sconosciuta cui i termini chimici Inulàsi e Inulìna. In linea esplicita dal lat, l’ital conta Clàusola dim dal lat CLAUSA parentesi con Clausùra. Chiòsa “bisogno di spiegazione” (in origine con valore di Idiotismo) è l’inc tra Glossa e CLAUSA, cui Chiosàre e Chiosatòre; Chiosa ha il suo omn in Chiòsa che vale “macchia, chiazza e monetina falsa da gioco”. Chiòsco è invece l’omologismo dal turco KOSK villetta o simile, cui Chioscàro, tra l’altro omologato nell’ingl KIOSK; dall’ingl TO GAZE guardare, l’ital conta ancora Gazebo “chiosco da giardino o simile” omologato inv dall’ingl GAZEBO. Infine, con i pref, Acclùdere (snm di Acchiudere) con Acclùso, Conclùdere (snm di Conchiùdere) con Concludènte, Concludènza, Conclusiòne, Conclusionàle e Conclùso, Esclùdere, o Eschiùdere, con Esclusiòne, Esclusìva, Esclusivamènte, Esclisivìsmo, Esclusivìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Esclusivìstico, Esclusività, Esclusìvo, Esclùso ed Esclusòrio, Inclùdere (snm di Inchiudere) con Inclusiòne, Inclusivamènte, la locuzione glb ingl Inclusive tour “viaggio turistico tutto compreso”, ed Inclùso, Occlùdere con Occlusiòne, Occlusìvo, Occlùso e Occlusòre, Preclùdere con Preclusiòne, Preclusìvo e Preclùso (pref lat PRAE “prima”), Socchiùdere con Socchiùso (pref lat SUB). Attraverso il franc FORCLUSION, l’ital conta l’omologismo Forclusiòne quale termine della psicologia, già ted VERWERFUNG rifiuto. L’ingl, in ambito comune delle rad indoeur, conta TO CLOSE chiudere cin CLOSED chiuso cui la locuzione glb Close up “primo piano” in terminologia foto-cinematografica con UP sopra. Dall’ol BLOKHUIS posto di sorveglianza (casa fortificata), attraverso il franc BLOCUS, l’ital conta l’omologismo Blòcco “chiusura” snm di Lotto, cui Bloccàbile, Bloccàggio, Bloccamènto, Bloccàre, Bloccàta, Bloccàto, Bloccatùra e le composizioni Blocconavètte, Bloccaruòta, Bloccastèrzo; attraverso il franc BLOC, comunque sempre dall’ol BLOK tronco squadrato, l’ital conta ancora fig Blòcco “massa compatta” cui Blocchètto con i glb Block-notes o Bloc notes, Blocchièra, Blocchìsta. Il franc conta comumque un proprio ant LOC chiusura, svoltosi in LOQUET, donde l’omologismo Lucchètto. 58 \ Gabbiano Gabbiàno è dal lat volg GAVJA già class GAVIA, sorto da una voce d’espressione soggettiva cui Gabbiano reale, Gabbiano russo, Gabbiano zafferano. Diomedèa, invece, è così chiamato il grosso gabbiano delle isole Tremiti, del Gargano e della sua costa, dove secondo il mito fu sepolto Diomede, cui Diomedee (altro nome delle Tremiti), Diomedèidi, questo snm di Albatri, la Famiglia dei Procellariformi. Il lat scientifico conta LARUS gabbiano cui Làridi, Famiglia di uccelli dell’Ordine de Caradriformi. Il toponimo Tremiti è dal lat TRIMERUS già gr TRIMEROS tre parti-tre isole da MEROS parte. Sorta di gabbiano, ovvero Genere di uccello marino dei Procellariformi, è detto Puffìno, omologismo dall’ingl PUFFIN, al quale G. Pascoli dedica una poesia nella silloge Mirycae del 1891.Il termine, adottato dal 1804, ha il snm in Bèrta. \ Paronomasia Paronimia Paronomasìa, termine composto con il gr ONOMASIA denominazione da ONOMAZEIN chiamare per nome, e il pref PARA vicino, racchiude retoricamente l’avvicinare nella stessa frase due o più parole assonanti ma di significato completamente differente; per esempio, Accolita dal rad di Accogliere e Accolito dal gr AKOLYTHOS compagno di strada; /…/ ch'i' fui per ritornar più volte vòlto /…/ Dante. L’uso improprio provoca risultati di bisticci e, alla meglio, può essere equivocata con l’Allitterazione; la Paronomasia, infatti, comunemente indicata con “bisticcio” o “annominazione”, è una semplice questione di sonorità morfologica, mentre l’Allitterazione si riflette sugli intenti metaforici o semantici che l’autore vuole imprimere. Nella poesia, la Paronomasia configura il far cominciare la strofa con l’ultima parola della strofa precedente, o con una parola contenuta nell’ultimo verso della strofa precedente. La Paronimìa, con Paronìmico, termine composto col gr ONYMA nome, definisce due o più parole di diversa estrazione etim (lemmi alieni o pseudoetim), ma somiglianti nella forma; il Parònimo, viepiù, indica un termine che contiene una lieve modificazione in relazione alla sua storia etimologica, quale il lat DOCTOR dottore da DOCERE insegnare; in sintesi, è parola simile ad un’altra ma diversa nella forma. La differenza sostanziale con Paranomasia è che la Paronomia non è ricercata ai fini di una retorica, ma coincidentale nel testo quando non d’uso obbligato; i luoghi comuni in locuzione quali Chi dice donna dice danno, Il traduttore è sempre un traditore, Onore ed oneri ne sono un esempio. \ Prefisso *META META, con i suoi adattamenti, è il pref derivante dal gr META, con valore di con-fra-dopo, nel senso di mutamento, trasposizione, partecipazione, successione, posterità, donde una nutrita serie di prefissati quali Metàbasi dal gr MATABASIS “da un discorso all’altro”, Metabiològia, Metabiòsi (col gr BIOSIS metodo di vita), Metàbole dal gr inv METABOLE trasferimento, mutazione (dal gr BOLOS di BALLO io metto) con Metabòlico, Metabolìsmo, Metabòlita o Metabòlito, Metabolizzàre con Metabolizzànte, 59 cui Ametàbolo (col pref A privativo vale “che non muta”), Emimetàbolo (col pref EMI metà vale “mezza mutazione”) Olometàbolo (col pref OLO dal gr HOLOS intero vale “mutazione completa”), Paurometàbolo (col pref dal gr PAUROS poco vale “mutazione parziale”); eppoi Metacinematogràfico, Metacognitìvo con Metacogniziòne, Metacrilàto (vale acido metacrilico da Acrilico 1) e Metacrìlico, Metacrìtica, Metacromasìa con Metacromàtico e Metacromatìsmo, Metacronìsmo, Metadìnamo, Metaemoglobìna o Metemoglobìna,, Metaètica, Metafilosofìa con Metafilosòfico, Metafàse (in Citologia), Metàfisi (anatomia, vale tessuto tra Diàfisi dal gr DYAPHYSIS crescenza ed Epìfisi dal gr EPIPHYSIS sovra crescenza, questo in relazione con Ipòfisi), Metafìsica (oltre la fisica) con Metafisicàre e Metafisicherìa, Metafonèsi con Metafonètico, i parapsicologici Metafonìa e Metafònico, Metafràste (traduttore, col gr PHRAZO parlo), Metagalàssia con Metagalàttico, Metagènesi con Metagenètico, Metageometrìa, Metagiurìdico, Metagràmma, Metaldèide, il termine retorico Metalèpsi o Metalèssi “sorta di metonimia” 2 dal prefissato gr METALEPSIS trasposiziome, Metalessicografìa, Metaletteràrio con Metaletteratùra “oltre il tradizionale” da appiare a Metalinguàggio con Metalinguìstica e Metalinguìstico “oltre il linguaggio concreto”, eppoi Metalìmnio “strato intermedio di un lago” col gr LIMNE lago, Metalògica con Metalògico, Metamatemàtica, il biologico Metamerìa (dal gr MEROS parte) con Metamèrico, Metamerìsmo, Metamerizzaziòne e Metàmero, Metamioglobìna, Metamìttico col gr MIKTOS mescolato, Metamoràle, Metamòrfosi “trasformazione” (col gr MORPHE forma) con Metamorfosàre e Metamorfosàto, Metamorfìsmo ed Esometamorfìsmo (doppio pref dal gr EKSO fuori) e ancora Metamòrfico e Metamorfizzàre, Metamotòre, Metanarraìvo e Metanarraziòne, Metanàuplio da Nàuplio “stato larvale iniziale” dal gr Nauplios il nome del figlio di Poseidone, il dio del mare, e quindi connesso con il gr NAU, riconducibile al gr NAUTES navigante, Metanòia, Metanòrma, Metaplasìa “mutazione cellulare verso il tumore” (suff PLASIA) cui Metaplàstico, il biologico Metaplàsma, il linguistico Metaplàsmo “modellato diversamente” dal gr METAPLASMOS, Metapsìchica, Metapsìchico e Metapsichìsta, Metaromànzo e Metaromanzière, Metasciènza, il linguistico Metasemìa (col gr SEMA segno) “cambiamento di significato”, il mineralògico Metasomatìsmo o Metasomatòsi (col gr SOMA corpo che qui vale massa rocciosa), il fisico Metastàbile, Metàstasi (spostamento della stabilità, la riproduzione di un processo tumorale, col gr STATIS stabilità) con Metastàtico, Metastatizzànte e Metastatizzàre, Metastòria con Metastoricità e Metastòrico, Metatòrico, Metatèsto con Metatestuàle, Metatoràce, Metazòi (Sottoregno animale col gr ZOION animale), Metempìrico, Metempsicòsi (proprietà che avrebbe l’anima, gr PSYKHE anima, di passare da un corpo all’altro), infine Metòdo e Metòdico (fra la strada, la strada che si percorre, in senso fig, col gr HODOS strada). Il Metèco (plur metèci per il Garzanti e metèchi per Marcel Brion) dal gr METOIKOS, dalla composizione METAOIKOS (casa), era nella Grecia Antica il forestiero che, pur stanziatosi nel comprensorio di una città, non fruiva di tutti i diritti e doveri spettanti ai 60 cittadini veri e propri, ovvero l’omologo extracomunitario d’oggi, l’immigrato. 1 Dal franc ACRYLE radicale monovalente, l’ital conta Acrilàto, Acrìlico con i composti Acrilammìde, Acrilonitrìle; sorta di tessuto acrilico è il Dràlon marchio registrato in concorenza con Leacrìl altro marchio registrato entrambi dal 1961. 2 Il fenomeno retorico della Metalèssi accade quando il termine viene traslato non in un suo immediato ma attraverso una o più metafore; per esempio, l’oronimo Monte Canino arriva attraversando Vetta-Punta-Dente - Dente canino, oppure in una locuzione quale Siamo ancora ai lamenti in riferimento ad una persona cara scomparsa. \ Metafora Allegoria Metàfora, dal gr-lat META-PHORA mutamento-trasferimento-portare oltre da METAPHERO trasferisco (suff gr PHERO io porto), definisce una figura retorica in cui il significato esplicito del primo termine è traslato, ovvero semant diverso, in un termine intermedio che accomuna proprietà con un terzo. Insomma, quale esempio, dal primo termine Cima arriviamo al terzo termine Dente, transitando dal termine intermedio che li accomuna “aguzzo”; quindi , il “dente della montagna” è la metaf di Cima grazie al termine “aguzzo”. Un’egregia metaf deve sapere d’originalità, che non ricalchi quelle tradizionali, oramai discreditate in luoghi comuni (simbolismi, similitudini), nella banlità come Agnello per Innocenza, Fuoco per Passione, Tramonto per Vecchiaia, Viale per Esistenza o Vita; “Viale del Tramonto” è un film di successo del 1950, diretto da Billy Wilder, con Gloria Swanson e William Holden, che percorre gli ultimi fotogrammi di vita di un’anziana diva del muto. In percorso con Metafora, si contano Metaforeggiàre, Metaforicamènte, Metafòrico, Metaforìsmo e Metaforizzàre. Da non equivocare con la Similitudine, una figura retorica che vuole un paragone mediante avverbi o locuzioni, quale “Quel lottatore è imponente come una montagna”, una frase che si muta in metafora affermando invece “Quel lottatore è una montagna”. Qualora si faccia ricorso a più metafore in seno ad un unico testo, questo diviene allegorico. Allegorìa, dal gr ALLEGORIA (ALLOS-AGOREUEIN) parlare diversamente (pref ALLOS altro) connesso col gr AGON che in questo caso assume fig il senso verbale, vale infatti una metafora continuata. La Divina Commedia 1 è un’opera allegorica. In percorso, Allegòrico, Allegorìsmo (adottato dal 1920) con Allegorìsta, Allegorizzàre, la locuzione carnevalesca Carro allegorico. 1 In un tentativo di creare una contrapposizione soggettiva alla Divina Commedia, Francesco de Santis, battezzò il Decamerone di Boccaccio “Terrestre Commedia”. \ Deverbale e denominale - Intensivo Per sostantivo e aggettivo Deverbale, o solo aggettivo Deverbativo, s’intenda il termine ricavato da un verbo, cui Chiacchiera da Chiacchierare e Vòglia, questo un sostantivo devb estratto dalla prima persona sing di Volere, dal lat volg VOLJO da VOLEO similmente a Doglia dal lat volg DOLIA da DOLEO. Chiacchieràre, cui Chiàcchiera e Chiacchieràta, Chiacchieràto, Chiacchierìccio, Chiacchierìno, Chiacchierìo e Chiacchieròne, è il termine derivato da Chierere per Chiedere, dal lat 61 QUAERERE cercare, ricostruito da una forma onomatopeica CL CR (Ved Censura in Mago…); snm di Chiacchierata è Sciaràda, con Sciaradìsta, attraverso il prvz CHARRADO chiacchierata. Lòdo, dal lat LAUDUM, è termine giuridico apparso per la prima volta in un documento ad Orvieto nel 1353 e tornato d’attualità nel 2000 grazie ad un evento giudiziario di richiamo nazionale, che sta per “decisione arbitrale” e per estensione “transazione- compromesso” ed è il sostantivo devb del verbo LAUDARE. Lòde, ancora connesso con LAUDARE, è dal lat LAUS con genitivo LAUDIS, cui il percorso fedele al lat quali Làuda “componimento poetico”, Laudàbile, Laudatìvo, Laudatòre, Laudatòrio e Làude; il percorso corrente quali Lodàbile, Lodabilità, Lodàre, Lodatìvo, Lodatòre, Lodèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, eppoi i prefissati (IN negativo) Illaudàbile, Illaudàto e Illodàbile. Adulàre pare connesso con LAUDARE, anche quale snm, ma in realtà deriva dal lat ADULARI d’etimo non accertato, cui Adulàbile, Adulatòre, Adulatòrio, Adulaziòne. Fuori percorso Adulària (minerale) relativo ad Adula l’antico oronimo delle Alpi Lepontine cui Adularescènza questo modellato come Florescenza; tuttavia si potrebbe pensare ad una forma intensiva, in connessione o in sovrapposizione, per esempio, con il verbo URULARE, questo intensivo di ORARE parlare. Il lemma Allòdola o Lòdola cui Lodolàio “sorta di falco” o ancora il poetico Alàuda inv dal lat ALAUDA cui Alàudidi (la Famiglia), che pare abbia delle connessioni fig con LAUDARE, merita una maggiore attenzione: dal lat ALAUDULA, dim di ALAUDA d’origine celt, la A iniziale era stata considerata come pref AD; c’è di più, con l’aferesi dello pseudoprefisso A, il termine si muta in LAUDULA e qualcuno poi, nel volg, lo ha trascritto in L’ALODOLA e qualcun altro in LA LODOLA, da questo, infine, l’attestazione di Lòdola complanare ad Allodola. Agli aludidi appartiene la Tottavìlla “sorta d’allodola”, termine considerato d’origine onomatopeica, ma si potrebbe pensare ad una composizione volg da “in tutta la villa” ovvero “uccello diffuso in tutta la campagna”. Per Denominale, viceversa, s’intenda un verbo costruito da un nome, cui Ingabbiàre da Gàbbia questo dal lat volg CAVJA già CAVEA cui la variante Gàggia dal genovese Gagia, omn di Gaggìa dal gr AKAKIA cui l’ital Acàcia snm di Mimosa o Robìnia questo dedicato al botanico Robina da Linneo, altrove citato con J. Robin, che ne introdusse i semi in Europa (1601); tra le Acacee si conta il Catecù, con l’adattato Catecòlo, omologismo dal malese CACHOU attraverso il franc CATECHU, cui Catechìna (suff chimico INA), il composto Catecolammìna o Catecolamìna. Nel percorso di Gabbia l’ital conta Gabbiàio, Gabbiàta (l’insieme di uccelli in gabbia), il termine marinarèsco Gabbière dalla locuzione Vele di gabbia, i dim Gabbiètta, Gabbiòla e Gabbiòtto, l’accr Gabbiòne con Gabbionàta (opera idraulica); variante di Gabbia è un ant Càiba o Gàiba (XIII sec). Gàbbia, oltre al significato corrente, assume svariate attestazioni fig o semant quali “vela quadra” nella nautica snm di Terzarolo, strumento di tortura, recinto da lancio in atletica, ostacolo nelle gare d’ippica, intelaiatura, museruola, armatura in edilizia, la locuzione fisica Gabbia di Faraday snm di Schermo elettrostatico a difesa dei fulmini, il foglio in editoria dove è 62 compreso (ingabbiato) il contenuto di una pagina, infine la locuzione anatomica Gabbia toracica. Il lemma Gabbèo, nella terminologia delle saline, d’etimo non accertato, è vrs connesso con Gabbia da CAVEA. Così per Ghèbbio “gozzo dell’uccello” quale devb dal toscano Ghebbiàre e Inghebbiàre, cui il veneto Ghebo “piccolo canale naturale”, vrs connesso con il lat CAVEA cavità. Viàggio è il sostantivo diretto discendente dal lat VIATICUM transitato dal prvz VIATGE, cui il verbo denm Viaggiàre. Una diversità, invece, va assegnata a termini quali Prèsa (anche in terminologia elettrica, associato a Spina), Ppres sostantivato e volto al fem da Prèndere, Prèso-Prèsa, Presàme (dal Pp Preso come Rottame da Rotto, col suff AME per collettivi); Prendere è inv dal lat tardo PRENDERE, dal class prefissato PRAE HENDERE, cui Prendìbile, Prenditòre, i composti Prendinòta, Prendisòle; il lessema è da rad GHED afferrare cui Edera-èdera da HEDERA con Ederàceo, Ederèlla, Ederìfero e Ederòso; il gr conta lo specifico KISSOS edera cui Cissòide col suff OIDE “simile”adottato in geometria. Straordinaria una vrs connessione con l’ingl KISS bacio, riflettendo sulla proprietà dell’edera di baciare le pareti o le sedi dove si arrampica. \ Un proverbio marchigiano recita che “Prendere e mai dare non può durare per la vita”. \ Ancora col pref PRAE davanti, Prèda, Predàre, Predatòre, Predòne, Prènsile questo dal Pp PRENSUS dal class PRAE HENSUS (svoltosi nel tipo ital come in Fissile e Pensile) con Prensilià, Prensiòne dal tardo PRENSIO PRENSIONIS, Prigiòne o Pregiòne attraverso il franc PRISON con Prensilità già lat PREHENSIONEM con Prigionia, Prigionièro o Prigionière e, con i pref Apprèndere da ADPREHENDERE con Apprendìbile, Apprendimènto, Apprendìsta con Apprendistàto, il Pp Apprèso, eppoi Apprensìbile da ADPREHENSIBILIS con Apprensìva, Apprensiòne e Apprensìvo, Comprèndere con Comprensiòne, Comprensìvo, Comprèso e Comprensòrio, Comprendònio questo inc lemmatico di Comprendere con Testimonio dall’immagine di chi fa comprendere i fatti accaduti tramite la deposizione; Depredàre con Depredatòre e Depredaziòne, Disapprèndere, Imprèndere con Imprenditòre, Imprenditòrìa e Imprèsa (pref IN illativo) cui Impresàrio, Intraprèndere, Intraprendènte e Intraprèso, Rapprèndere e Rapprèso col pref RA-D, Reprèndere con Reprensiòne, Reprensìbile e Irreprensìbile (doppio pref IN negativo), Riprèndere, già Reprendere, con Riprendimènto, Riprenditòre, Riprènsìbile, Riprensiòne e Riprensòre tutti col pref RI iterativo, Soprapprèndere con Soprapprendimènto, Sorprendènte con Sorprèndere e Sorprèsa col pref SOR vale “prendere da di sopra”. Termine particolare nel percorso di Prendere è il prefissato Rappresàglia (pref RA-D) dal medv RAPRESALIA dal prefissato REPRESA presa in cambio. Il gr conta LAMBANO io prendo donde LEMMA LEMMATOS riflesso nel lat LEMMA premessa-assunto cui Lèmma (adottato dal XVI sec) con valore di “proposizione, titolo o sommario, voce e locuzione elencati in dizionario, snm di Articolo” con Lemmàrio, Lemmàtico, 63 Lemmatizzàre, Lemmatizzaziòne; il termine Lemma è preferito nella terminologia dell’Omologismo. In alcune composizioni LEMMA vale fig involucro-scorza quale “premessa del contenuto interno”. Per verbo intensivo, invece, ereditato dal lat, s’intenda la mutazione dalla voce normale di un verbo allo scopo di porre in forte rilievo il significato, cui QUASSARE crollare da QUATERE scuotere svoltosi nell’ital Scassàre con EX estrattivo (omn di Scassare “cancellare” e Scassare “levare dalla cassa”), ma anche Squassàre (Ved Accasciare in Cascina…) con Squàsso e Squataròla (snm di Pivieressa); il percorso conta ancora il volg composto Scassacàzzi e Scassaquìndici (gioco della morra). In ital, allora, l’effetto intensivo è dato dai pref, come Incutere dal lat CUTERE, Stemperare da Temperare, Stracarico da Carico. \ Ciarlare Ciaccolare Cianciare Cianfrusaglia Snm di Chiacchierare (adottato nel XVI sec) è Ciarlàre (già dal XIV sec) cui Ciàrla, Ciarlatàno questo inc di Ciarlare con un Cerretàno (da Cerreto di Spoleto noto nel medioevo per la provenienza dei primi ambulanti), Ciarlièro, Ciarlòne, Cialtròne questo inc di Ciarlòne con Poltrone. Il borgo storico di San Severo, nel foggiano, è chiamato volg Ciarriere, il quartiere popolare dove più si ciarla. Altri snm, Ciaccolàre (XVI sec) da Ciàccola con Ciaccolòso e il volg veneto Ciacolare con Ciàcola, di genesi onomatopeica vrs dal tema di CIA C schiocco; Cianciàre (XIV sec) da Ciància con Cianciamènto, Cianciatòre, Cianciòso, la variante Ciancicàre con Ciancicòne, una seconda variante Cianciugliàre con Cianciugliòne, il composto Cianciafrùscola e Cianciafrùscolo cui la variante Cianfruscàglia o il corrente Cianfrusàglia meglio Cianfrusàglie, con ancora Cianfrugliàre o Ciafrugliàre col devb Cianfrùglio o Ciafrùglio e Cianfrugliòne o Ciafrugliòne, eppoi Il tutto dovrebbe essere connesso ai temi dalla serie onomatopeica CIA R e C NC rumore sordo ripetuto. Infine, c’è da contare in ital il snm Bègole o Bégole chiacchiere cui Begolàrdo e Begolàre o Bergolàre, termini attraverso il lat fig BERBECARE ciarlare da BERBEX pecora. \ Rapina Dal rad REP prendere con avidità, il lat aveva coniato RAPERE strappare, cui Rapàce da RAPAX, Rapidèzza con Rapidità e Ràpido da RAPIDUS cui RAPDUS e l’aggettivo e avverbio Ràtto “veloce” con sincope della i e assimilazione del gruppo td in tt, come Netto da NITIDUS e NITDUS; in connessaione fig l’ital conta gli omn-snm sovrapposti al significato di Veloce cui i sostantivi Ràtto “rapimento” e Ràtto “grosso topo” eppoi l’aggettivo Ràtto “rapito”. Dall’aggettivo Ratto “veloce” s’è attestato dal XVI sec il fem Ràtta quale elemento architettonico relativo alle colonne. Dal Pp RAPTUS l’tal conta l’unv Ràptus con valore di “impulso irresistibile” adottato in psichquuueeesto con un letterario Rattòre, eppoi il Rapimènto, Rapìna cui Rapinàre, Rapinatòre, Rapinòso, Rapìre cui Rapìto, Rapitòre. Attraverso il franc SNEL rapido l’ital conta l’omologismo Snèllo cui 64 Snellèzza, Snellìre con Snellènte e Snellimènto, attestatosi nel senso di “sottile-slanciato-elegante-grazia-leggerezza…”. \ Longobardi Franchi I Longobardi, dal ger LANGBART composto con LANG lungo e BART barba e vale “dalla lunga barba”, indicano la popolazione germanica che nel 559 dC calò nel Friuli, dilagando nella Pianura Padana sino a Milano. La Longobardia, oggi ricordata con il coronimo della regione Lombardia 1, ebbe per capitale Pavia; coronimo storicamente assegnato dai bizantini insediati un Romagna. Successivamente s’impossessarono di territori al centro Ducato di Spoleto - e al sud della penisola - Ducato di Benevento quest’ultimo l’embrione del futuro Regno delle Due Sicilie, per cui anche la Puglia era identificata con Longobardia (capiate Benevento). Si convertirono al cristianesimo merito della regina Teodolinda, promotrice dell’editto di Rotari. A Monte S. Angelo, sul Gargano, dove ancora resiste una chiesetta longobarda, dedicata a S. Salvatore, si credeva fosse stato sepolto Rotari nel quartiere medv Junno, ma risultò un errore; comunque, per quest’antico monumento non s’è ancora cancellata del tutto l’antica identificazione quale Tomba di Rotari. La dinastia ebbe termine all’avvento dei Franco-normanni al Sud della penisola, questi successivamente svevizzati da Federico II. Lo storico ricercatore Paolo Diacono (VIII sec dC) ha contribuito con le sue opere, la più nota HISTORIA LANGOBARDORUM (dall’ant ger LANGBARDLAND), alla conoscenza delle vicende longobarde dal tempo della loro emigrazione dalle terre scandinave all’invasione in Italia. Altrove ed in Europa, i Franchi puri furono guidati da Pipino il Breve e da suo figlio il futuro Carlomagno. Fondatore della monarchia dei Franchi era stato Clodoveo (466-511), che conquistò la Gallia del Nord con la guerra contro gli Alemanni. Durante La battaglia decisiva di Tolbiaco, nel 496, fece voto di convertirsi alla religione cattolica già professata dalla moglie Clotilde. Coerente, condusse i Franchi al Cattolicesimo. Dal castello di WIBELING in Franconia, attribuito agli Svevi, è stato coniato il termine Ghibellìno lo storico avversario del Guèlfo questo dal ted WELF il capostipite dei duchi di Baviera. Dal significato franc di FRANK uomo libero, cui il lat FRANCUM, Franchi quale poopolo, s’è avviato quel percorso semant ital sorto da un’ant metaf di libertà, cui Frànco e i derivati Francàre con Affrancàre, Francamènto e Affrancamènto, Francatùra con Affrancatùra, un Francheggiàre (rendere libera la servitù), Franchèzza, Franchìa (marinaresco), Franchìgia, l’esot Franchising con Franchisee e Franchisor, ancora il prefissato Infranchìrsi (IN illativo) o Rinfrancàrsi (doppio prefisso RI iterativo con IN illativo) questo in percorso con Rinfrancàre, Rinfrancàro e Rinfrànco, il composto Francobòllo con Francobollàre nel senso di “bollo che dà il via libera alla spedizione”. Molte città conservano il toponimo storico di Villafranca o Francavilla nel senso di “paradiso fiscale”, insomma dove, per diverse ragioni, le tasse o erano ridotte o addirittura i cittadini ne erano esenti. Nell’onomastica si contano Francesco e Francesca con gli ipocoristici Cecco e Cecca; in voce volg, Cècca vale “donna chiacchierona – gazza” e nella 65 locuzione Far cecca sta per “fare cilecca”. Il composto Ceccofùria, poi, è assegnato a chi pretende o mostra troppa fretta nelle cose, in complanare con Ceccosùda ma questo in odore di inconcludenza. Fuori da questo percorso Ceccòna o Ciaccòna, questo dallo sp CHACONA “sorta di danza”. Nel significato etnico di Francesi, attraverso il franc ant FRANCEIS da FRANCE cui Francia, anche in riferimento agli ant Franchi, da FRANC, questo sempre del valore di uomo libero, l’ital conta Frànco con Francèsco e Francescòne da FRANCISCUM dei Franchi, Francèsca “la scure (dei Franchi)”, Francèse con Franceseggiàre, l’obsoleto Franzèse con Franzeseggiàre, Franceserìa, Francesìna, Francesìsmo con Francesìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Francesìstica, Francesizzàre con Francesizzaziòne, lo spregiativo Francesùme, Francheggiàre, Franciàno (un dialetto), Fràncico attraverso l’ant franc FRANCIQUE, Francìgeno con Francìgena o Francèsca (ant strada medv europea, dal nord dell’Europa sino alle Puglie), Fràncio (elemento chimico, simbolo Fr), un Franciòso con il prefissato Infranciosàre o Infrancesàre; quale pref FRANCO appare in composizioni quali Francofilìa e Francòfilo, Francofobìa e Francòfobo, Francòfono, Franconormànno, Francoprovenzàle, Francovèneto. L’onomastica prevede un Franco attraverso il ger FRANCH “libero” cui Lanfranco “il liberatore della patria (con LAND territorio-paese esteso in patria) ed un Franco ipocoristico di Francesco “proveniente dalla Francia” cui i derivati Francescanèsimo, Franescàno attraverso San Francesco. Il francofono della Luisiana (USA) è indicato con Cajun, corruzione del franc ACADIAN cui Acadiàno questo relativo al geologico coronimo canadese Acadia L’uccello Francolìno è considerato d’etimo non accertato, comunque, essendo un galliforme, dovrebbe pur esserci una connessione fig con l’equivalenza celti-galli-franchi; il suo snm è Roncàso, anche questo d’etim non accertata. 1 In percorso da Lombardia, il glb attraverso l’ingl Lombard “tasso d’interesse”, Lombàrda (danza e vento piemontese da nord), Lombardàta “sistema di “passamattoni” dal medv Lombàrdo “muratore” appunto perché venivano assunti emigrati dalla Lombardia, Lombardèsimo o Lombardìsmo, Lombàrdo con Lombardità, un Lombardi nella cognomastica. Nel toponomastica esiste un Castello di Lombardia in Sicilia (Enna) a ricordo di una guarnigione appunto lombarda, e ancora un Guardia Lombardi in Campania (Av) a ricordo più antico dei longobardi. \ Mattanza Tonno Suffisso ANZA Mattànza, come gà analizzato, termine adattato dallo sp MATANZA, è riferito allo specifico della pesca dei tonni; lo stesso, il termine è usato in disgraziate espressioni, sovente in relazione alle stragi criminali da resa dei conti. Il lemma Tònno, con Tonnàra, Tonnaròtto e Tonnàto con ul glb franc Tonnè (forma corretta tonné), è dal volg lat TUNNUS già THUNNUS e class THYNNUS dal gr THYNNOS, di estrazione precedente a questa cultura cui ancora Tùnnidi (la Famiglia). 66 Pseudoetim Tonnarèllo, meglio Tonnarèlli, “sorta di spaghetti” quale corruzione volg di Tondarello, Tonneggiàre con Tonnèggio da TONOS tensione e valgono “spostare un’imbarcazione tirando i cavi d’ormeggio”. L’ital contiene il proprio suff ANZA dal lat ANTIA, per i sostantivi astratti ad indicare un modo d’essere, quali Adunanza, Temperanza… in alcuni termini rientrati attraverso il franc, il suff ANZA è omologato da ANCE, vedi Alleanza da ALLIANCE. \ Gioco delle carte Giochi comuni delle carte sono Canasta, Domino, Ramino e Scopa. Canàsta, con un Canastòne, è l’esot inv dallo sp CANASTA e vale “canestro” così Ramìno che dovrebbe essere correlato fig all’omn Ramino che sta per “recipiente” di rame. Dòmino è ispirato fig al Domino ”cappa con cappuccio” dai colori appunto bianco e nero. Scòpa, infine, è il fig di Scopa, l’attrezzo per ramazzare, e sta per “pulizia delle carte dal tavolo”cui Scopòne. Ciascuna specie delle carte è fig indicata con Seme, quali Bastoni, Coppe, Denari e Spade o Cuori, Fiori, Picche e Quadri. Nelle carte da Scopa, famose le Carte napoletane, i Bastoni sottintendono i contadini, i Denari i commercianti, le Coppe i preti e le Spade i guerrieri. Il lemma Bagàtto sta per “carta da gioco di minor valore” cui Bagatèlla o Bagattèlla con Bagatellàre o Bagattellàre, attraverso il ted BAGATELL, e il volg veneto Bagattino “monetina di poco conto” coniata tra il 1200 e il 1300, che qualche etimologista vorrebbe derivati da BAGATTO l’ant nome di Baghdad, cui presumibilmente Bagascia. Nel 1750, il sacerdote napoletano Marcello Chitarrella ideò il cosiddetto Codice Chitarrella che sancisce le regole per alcuni giochi delle carte quale lo Scopone. Nel gioco delle carte ricorrono i termini Sparpagliare e Mischiare. Il primo, Sparpagliàre, è il prodotto lemmatico dell’inc di Spargere con Spagliare, quest’ultimo nel significato del tema med “traboccare”. Spàrgere, con Spargimènto, Spàrgolo Spàrso o Spàrto (omn del botanico Sparto) e il prefissato Cospàrgere con Cospàrso, dal lat immutato SPARGERE, dal gr SPEIRO semino, discendente dalla rad SPHER seminare. Il lat SPARGERE ha la variante in SPERGERE cui l’ital Spèrgola o Spèrgula snm di Renaiola “sorta di pianta delle Cariofillacee”. Il percorso conta ancora Sprecàre (adotato dal 1300) con Sprecamènto, Sprecàto, Sprèco e Sprecòne dal volg DISPERGICARE attraverso il passaggio DISPARGERE-DISPERGERE (pref DIS intensivo) con normale passaggio della a in e, cui Dispèrgere e Dispersiòne questo assimilato al significato di Disperdere dal lat DISPERDERE. \ In Italia, è previsto nel 2008 uno spreco alimentare di circa 584 € per cittadino.\Il percorso continua con Spèrma inv dal gr-lat SPERMA seme, cui Spermàtico, con una serie di composti quali Spermacèti “semi di cetaceo”, Spermatèca, Spermatèisfora (col gr EISPHORA contribuzione), il biologico Spermatìdio (col suff per diminutivi IDIO dal gr IDION), Spermatòfìte (col gr PHYTON pianta) snm di Fanerogame, e col pref SPERMATO in composizioni quali Spermatocìto (col gr KYTOS cavità con valore di Cellula), Spermatòfite (col gr PHYTON 67 pianta) snm di Fanerògame, Spermatogènesi, Spermatogònio (col gr GONOS generazione), Spermatorrèa (col suff gr RROIA da RHEO io scorro), Spermatozòo snm di Zoospèrmio col gr ZOION animale, cui Spermatozòide, snm di Nemasperma, Spermicìda, il prefissato Aspermìa (A privativo); è vrs una connessione di SPHER con una rad più ant di SPEUD sputare nel senso di spargere (sputo). Spagliàre, col pref S sottrattivo “togliere la paglia”, è dal lat PALEA - in volg PALJA - presumibilmente dalla rad madre di una numerosa discendenza, quali Pàglia “ciò che resta dalla raccolta di cereali” con Pagliàccio questo letteralmente “che indossa una veste fatta di tela da pagliericcio” “snm di Pezzente, cui Pagliaccèsco, il dim Pagliaccètto (abito per clown e bambini) e Pagliacciàta, Pagliàio o Pagliàro, Pagliaiòlo, Pagliàra, l’esot Pagliàrdo dal franc PAILLARD pezzente che dorme sulla paglia, Pagliarèccia snm di Zigolo muciatto, Pagliarèsco, Pagliaròlo (sorta di uccello) e Pagliaròla “pecora nutrita con paglia di grano”, Pagliàta, i fig Pagliàto e Paglierìno “tonalità di giallo”, Paglìccio, Paglierìccio questo col doppio suff ARIO collettivo e ICEO di materia, Paglièto, Pagliètta con Pagliettàto, Pagliètto “stuoia”, Pagliettòne snm di Loglierella, Paglìno, Pagliolàia (composto con Paglia e Bargiglio), Pagliòlo “sorta di pavimento per imbarcazioni” con Pagliolàto, eppoi Pagliùca, Pagliùzza. Esiste l’omn Spagliàre “traboccare” da tema mediterraneo PALIA vrs connesso con Palta. Il detto toscano Avere la moglie nella paglia sta a significare moglie incinta, ereditato dai tempi quando le condizioni economiche imponevano alle partorienti si sgravarsi al caldo delle stalle, su giacigli di sola paglia. Pànama è un cappello maschile di paglia bianca tipico dell’America centrale, che prende il nome all’apertura del Canale di Panama. Il gr cont KARPHE paglia cui la locuzione fig mer Pecora carfagna ovvero di lana ruvida (come paglia). Il percorso conta Pèlle con Pellàgra dalla locuzione Pelle agra il cui snm è Zeìsmo coniato nel 1957 dal lat ZEA “specie di grano” già gr ZEIA. Da non equivocare con Zeifòrmi “Ordine di pesci” dal lat ZAEUS già gr ZAIOS “sorta di pesce”. Il percorso continua con Pellàio o Pellàro (con suff di mestiere AIO con la variante mer ARO), Pellètica, Pelletterìa, Pellìccia con Impellicciàre, Impellicciàto e Impellicciatùra passati quali snm di Impiallacciare, Impiallacciato e Impiallacciatura, Pellicèllo, Pellìcola dal dim lat PELLICULA cui Pellicolàre e le locuzioni Pellicola fotografica, Pellicola cinematografica e Pellicola piana; infine Pèlvi da PELVIS catino poi fig bacino anatomico cui Pèlvico e i composti Pelvimetrìa, Pelviperitonìte, connesso ad un più ant PELEVIS rivestimento; il rad comune è PEL, un rad che ha assunto diverse attestazioni semantiche, quali PEL (buccia) di Paglia e Pelle, PEL (grigio) di Pallido, PEL di Pulire. La voce Pelliccia ha uno specifico tema med paleosardo MASTRUCA pelliccia, vrs connesso col tema med MAK MAKKA pestare, schiacciare (la lavorazione della pelle), cui rimane inv Mastrùca o Mastrùcca già lat MASTRUCAM attestatosi in giaccone di pelle. Il termine Skài (marchio nregistrato) indica “pelle 68 sintetica” adottata per i sedili delle auto, valigeria, divani e poltrone. Dal tardo lal GUNNA pelle l’ital ha coniato Gònna col dim Gonnèlla; una sorta di gonnella indossata da ambo i sessi nel medv era chiamata Ciòppa, omologismo dal tred SCHOPE. Il percorso conta vrs Gunnèllo che in senso fig è una sorta di pesce che puà sopravvivere a secco (pelle disidratata) attendendo il ritorno delle acque. Snm di Pelle (adottato dal XII sec) è Cùte (dal XIV sec) dal lat CUTIS, cui Cotènna da CUTINA (attestazione romagnola-emiliana), Còtica da CUTICA (attestazione sett) col dim Cotechìno o Coteghìno, Cuterèbridi (Famiglia d’insetti, con il lat TEREBRA succhiello), Cuticàgna (inc Cotica-Cute con suff aggettivante AGNO), Cutàneo con i prefissati Epicutàneo, Intercutàneo, Percutàneo, Trascutàneo o Transcutàneo e Sottocutàneo, il composto Muscolocutàneo, eppoi Cutìcola dal dim CUTICULA con Cuticolàre, Cutìna (suff chimico INA), i composti Cutireattività, Cutireaziòne; la duplicatura naturale della cute in alcuni mammiferi volatori (pipistrelli) o arboricoli, o nel protorace delle farfalle è definita Patàgio fig dal lat PATAGIUM orlatura. Il grasso sottocutaneo, invece, è indicato con Làrdo, dal lat LARIDUM poi LARDUM con sincope della i, privo di connessioni indoeur, cui Lardàceo, Lardaiuòlo, Lardàre, Lardatòio, Lardatùra, il dim Lardèllo (piccola quantità) con Lardellàre, Lardòso, il composto Pappalàrdo divenuto snm di “sciocco-goffo-ipocrita” ma anche “bigotto” ricalcando il franc PAPELARD quale metaf che indica il fedele che di nascosto mangia lardo nei giorni proibiti (venerdì, Venerdì Santo, Quaresima…). Mischiàre, col prefissato Frammischiàre o Inframmischiàre, con un desueto Meschiàre, infine, con Mìschia o Mèschia, Mischiamènto, Mischiàta, un Pp Mìschio, Miscùglio e il volg Mescuglio (suff collettivo, dal lat ALIAALIAE traducibile in diversi, tanti), perviene dal lat MISCULARE iterativo di MISCERE cui Mescolàre con i prefissati Frammescolàre, Rimescolàre con Rimescolamènto, Rimescolànza, Rimescolàta con Rimescolàto, Rimescolìo e Rimèscolo, eppoi Mèscola questo snm sia di Mescolanza sia di Mestola, Mescolàbile, Mescolamènto, Mescolànza questo snm di Mescola e Mestola, Mescolàta, Mescolatòre con Mescolatrìce, Mescolatùra, Mescolaziòne e Mescolìo; attraverso il franc RATATOUILLER mescolare si conta il glb gastronomico Ratatouille “mescolanza di pezzetti di verdura mista cotti in salsa di pomodoro. Direttamente da MISCERE si ha Mèscere (metaplasmo) con Miscìbile, Miscibilità e Mèscita questo in sostituzione di Bar durante il fascismo quando furono inibiti gli esotismi, l’iterativo Rimèscere, il Pp MIXTUS questo in ital Mìsto, di rad MEIK-MEIG, col prefissato Frammìsto, eppoi Mistiòne da MIXTIO MIXTIONIS, Mistùra o Mestùra, Metìccio dal lat MIXTICUS transitato dallo sp MESTIZO, ancora Miscèla, Miscelamènto, Miscelàre, Miscelatòre, Miscelatùra, Miscelaziòne, Miscìbile con Miscibilità cui il prefissato Immiscìbile con Immiscibilità (IN negativo), il glb ingl Mustang dallo sp MESTENGO sangue misto. Attraverso l’ingl MIXER mescolatore l’ital conta l’omologismo Mixàre o Missàre con Missàbile, Mixeràggio o Missàggio con Missatòre ma anche i glb Mix, Mixing e Mixage questo riflesso dal franc; da non equivocare con i composti cui il 69 pref MIXO dal gr MYKSA muco, in connessione rad. Dal lat tardo MISCELLUS misto di MISCERE, il lat conta il derivato MISCELLANEUS cui Miscellàneo con Miscellànea. Infine, i prefissati Commìscere con Commistiòne, Commìsto e Commistùra, Promìscuo da un tardo PROMISCUUS con Promìscuità, Smistàre con Smistamènto (pref S sottrattivo) e i composti Mistilìngue, Mistilìneo... Il franc conta MELER mescolare cui l’esot Melange con l’omologismo Melangiàto. Fuori percorso Mistòforo dal gr MISTHOPHOROS composto con MISTHOS salario e PHOROS che porta, Mistagogìa, Mistagègico e Mistagògo composti col gr MYSTES iniziato e il suff tratto da AGO conduco. Verbo intensivo volg di MISCERE è MISCITARE, cui Mestàre con un obsoleto Mestiàre, Mestamènto, Mestatòio, Mestatòre, Mèstola, questo snm di Mescolanza e di Mescola, con Mestolàccia, Mestolàta, Mèstolo, l’accr Mestolòne questo anche fig “anatra selvatica” e un Mestolàre eppoi Tramestàre e Tramestìo. \ Il Mestolo di legno è una ant unità di misura, che appare nel racconto arabo “Ali Baba e i quaranta ladroni”, con il quale contavano le monete d’oro del bottino. Attraverso l’ingl SCOOP (pron scup) mestolata l’ital conta fig il glb giornslistico Scoop con un semiomologismo Scoopìsmo. Mesticàre da MIXTICARE questo un secondo intensivo volg di MISCERE cui Mèstica con Mesticherìa (esercizio commerciale ai primi del ‘900), Mesticànza o Misticànza, Mesticatòre, Mestichìno. Il rad è MEIK-MEIG, cui il lat MICA briciola, donde anche i termini omm Mìca “particella silicata”, cui Micàceo, Micanìte (suff ITE per minerali), Micascìsto col gr SKHISTOS roccia metamorfica, il dim Micèlla con Micellàre, da non equivocare in percorso Micelio con Micelico dal gr MYKES fungo, eppoi Mìca - ant Mìga – semant fedele briciola, quest’ultimo anche avverbio Mìca, sovente male usato, e un dim volg Michetta “sorta di pane”. Il prvz conta BROLHAR mescolare, cui l’omologismo Brogliàre con Brogliàccio o Brogliàzzo e Bròglio, incluso i prefissati Sbrogliàre con Sbròglio (S sottrattivo) e Imbrogliàre (IN illativo) con Imbrogliàta, Imbrogliàto, Imbrogliatùra, Imbròglio e Imbrogliòne questi nel senso di “frodare-mescolare le cose”. L’omonima rad MEIG sta per battere gli occhi, cui il raro Nittitànte o Nictitànte “membrana oculare”, con Nittitaziòne o Nictitaziòne, dal lat NICTITANS dal verbo NICTARE battere le palpebre, in vrs connessione figurata con Nèttare, dal lat NECTAR, questo un prodotto botanico succhiato dalle api che battono le ali, cui Nettàrio. Inoltre, occorre ricordare che il Nettare è un liquido secreto e potrebbe avere la connessione con il rad MEIK-MEIG di Mescere. Nel gioco delle carte si contano ancora il glb ingl Poker, d’etim non rintracciato, cui i semiomologismi Pokerìno e Pokerìsta con i pieni Pòcher, Pocherìno e Pocherìsta, la variante ital Teresìna o Telesìna snm di Poker americano; eppoi l’ingl Whist, un gioco assai complicato, d’etim vrs onomatopeico della serie SSS ST dal profondo silenzio che lo accompagna. \ Goti Gallia Iberia Goti erano i popoli germanici di provenienza scandinava, che dopo aver invaso i territori sino al Mar Nero, e le province romane della Tracia (attuali Turchia, Grecia e Bulgaria) - cui Trace o Tracio, meglio Traci, o il non 70 comune Tracico con Tracici - Mesia (Basso Danubio), Grecia e Asia Minore (238 dC), penetrarono nella penisola italica, nella Gallia e nella Spagna, diramandosi in Visigòti (occidentali) ed Ostrogòti (orientali). Derivati, Gòto e Gòtico con l’onomastico Gustavo italianizzato dallo svedese GOTSTAFR partigiano dei goti (STAFR sostegno) o, il più nazionalista “condottiero dei goti”. La Gallia, dal nome dei Galli che l’avevano invasa, così chiamti i Celti dai romani, comprendeva la Gallia Cisalpina (Italia sett ad esclusione della Liguria e parte del Veneto) e la Gallia Transalpina (ovvero l’Oltralpe, attuali Svizzera, Belgio, Francia e parte della Germania). La regione italica, abitata fin dalla presistoria, fu nel IV aC occupata dai Celti, i quali si piegarono agli influssi liguri, etruschi e veneti. I Romani spartirono la Gallia Cisalpina in Cispadana e Transpadana. Dai Galli, al sing Gàllo, il percorso conta Gaèlico e Gallèco (lingue) o ancora Goidèlico relativo ad un gruppo linguistico diffusosi in Islanda, in Scozia e nell’isola di Man, eppoi Gàllego attraverso il coronimo iberico Galizia, Gallèse attraverso il coronimo Galles, Gallicàno con Gallicanèsimo (della Gallia, per accezione relativo alla Chiesa di Francia), Gallicìsmo (snm di Francesìsmo) con Gallicizzàre con Gallicizzànte, Gàllico (omn di Gallico da Galla), i vari composti Gallammìna “ammina gallica” dalla locuzione Acido gallico, Gallofilìa con Gallòfilo, Gallofobìa con Gallòfobo riferiti ai francesi, Galloitàlico snm di Celtàlico (coniato da SA per un intervento stampa del 2005, ma riveduto e corretto da un precedente d’anni prima), Gallomanìa con Gallèmane intendendo oggi la Francia (snm quindi di Francofilia e di seguito), Galloromànzo “latino parlato in Gallia”. Da includere Portoghèse dal coronimo Portogallo. Molti termini celto-gallici si sono riversati nell’ital radicandosi talmente da risultare complicato riprenderne le origini etim; ad esempio, il lemma Gìgaro, Gìcaro o Gìchero “pianta erbacea velenosa” ci viene dal lat GIGARUM di presunta provenienza gallica, ma in complanare al tema med GIGARO pianta; snm di Gigaro è Aro-àro dal gr ARON col quale dovrebbe essere connesso o, questo, il suo ipocoristico. Nel qual caso Aro, svoltosi nel lat ARUM, fosse per davvero l’ipocoristico di GIGARO pianta, perché non credere in una correlazione col gr-lat AROMA cui il lat AROMATITES (relativo alle spezie) e l’inv ital Aròma, questo con Aromatàrio, Aromàtico con Aromaticità, Aromatizzàre con Aromatizzàtre, Aromatizzàto e Aromatizzaziòne, ed il composto Aromaterapìa con Aromaterapèuta. Termine alieno Aromùno questo relativo ad un dialetto romeno diffuso in Macedonia e nell’Epiro. L’Iberia è l’antica regione degli Iberi, che oggi comprende la Spagna e il Portogallo, cui Ibèrico dal lat HIBERICUM già gr IBERIKOS, con Iberìsmo (esotismo linguistico) e Iberìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere). I Celti stanziatisi in questa regione erano indicati Celtibèri cui Celtibèrico. In percorso da Spagna, oltre al relativo Spagnòlo o Spagniuòlo o Spagnùlo anche in cognomastica, con Spagnolìsmo, l’ital conta il botanico Spagnàio dalla locuzione Erba spagna snm di Erba medica, il termine erotico 71 Spagnòla, Spagnoleggiàre, il fig Spagnolèsco, Spagnolètta questo anche Nocciolina americana, il glb ingl Spanièl “spagnolino”attraverso il franc ant ESPAGNOL e che indica una razza di cani. Il volg mer conta Spagnare nel senso di “spaventarsi”. \ Romanico Gotico Barocco Romànico, per accezione lo stile europeo occidentale già dal sec X con estensione al XII, è dal lat medv ROMANICUS da ROMANUS relativo a Roma. La città attraversata dal RUMON, connesso con RHEO scorrere, fluire, l’arcaico nome del fiume Tevere, il cui idronimo offuscherebbe l’eponimo Romolo. Il fiume avrebbe poi assunto l’idronimo di TIBERIS cui Tiberìno e l’onomastico Tiberio da TIBERIUS abitante lungo il Tevere; da aggiungere il toponimo Tivoli attraverso il preromano TRIBUX, in connessione o sovrapposto a TIBERIS, che, da una metaf, s’è globalizzato nell’intendere “parco divertimenti” o “teatro, bar, ristorante, cinema...” In percorso, Romàncio e Romàndo rispettivamente lingua ladina e francprvz in Svizzera, Romàico o Romèico dal gbz RHOMAIKOS relativo all’Impero Romano d’Oriente cui l’attuale Romagna dal gbz ROMANIA la regione del Nord Italia rimasta ai bizantini, eppoi Romanamènte, Romanèsca e Romanèsco, Romanìsmo, Romanìsta, Romanìstica e Romanìstico, Romanità, Romanizzàre con Romanizzaziòne, Romàno da ROMANUS, questo sia nella cognomastica sia nell’onomastica con Romano “cittadino di Roma”, di fascista memoria, con Romina questo non politicizzato, e Romeo da Romèo dal lat ROMEUS “diretto a Roma” questo in riferimento ai pellegrini che percorrevano la transeuropea Francìgena altrimenti detta Romèa. Romàntico, con Romanticheggiàre, Romanticherìa, Romanticìsmo, Romantizzàre e Romanticùme, transitato dall’ingl ROMANTIC ma gia franc ROMANTIQUE, è relativo a Romànzo questo sostantivo e aggettivo sempre tramite il franc ROMANZ cui Romanzamènto, Romanzàre, Romanzatòre, Romanzeggiàre, Romanzèsco, Romanzètto, Romanzière, Romanzìna o Ramanzìna (lunga come un romanzo); Romànza con Romanzèro, invece, è tramite lo sp ROMANCE che resta glb Romance, cui Romancero, Romanceiro. In percorso i composti Romano-barbarico, Romanogermanico. In percorso la regione Romagna cui Romagnòlo e Romanèlla “componimento poetico romagnolo di quattro endecasillabi” variante della Villotta friulana. Gòtico è lo stile europeo fiorito nell’arte durante il Rinascimento, dal lat GHOTICUS in senso dispregiativo, considerato barbarico, cui Goticùme, in contrapposizione a Romanico; eppure il Gotico, questo stile di ricchezza espressionistica, avrebbe avuto molto fortuna. \ L’ultima grande costruzione italiana in stile got (neogotico) è il tempio monumentale dell’Addolorata a Castelpetroso, Isernia, iniziata il 28 settembre del 1890 e completata nel 1975, quando furono ultimati la facciata, i due campanili, i portali e le porte di bronzo. Il tempio appare improvvisamente dalla strada, eretto solitario sulle colline, ed infonde una stupefacente suggestione. Ancora allo stato progettuale, fu premiato a Torino (1900) e a Liegi (1910). La comunità locale lo volle edificare sul luogo dell’apparizione taumaturgica dell’Addolorata. Promotore dei lavori fu il bolognese Carlo Aquaderni, il cui figlio era stato miracolato da una gravissima malattia. Primo architetto, Francesco Gualandi di Bologna. Dopo le interruzioni imposte dalle due 72 grandi guerre, e dalle vicissitudini intermedie, il progetto fu ripreso grazie al giovane architetto Gualandi figlio.\ Il termine Baròcco nascerebbe dal ptg BARROCCO “perla grezza” cui Baroccheggiànte, Barocchètto “tardo barocco” e Barocchìsmo. Lo stile del Barocco, snm di Secentìsmo, si sviluppò nel 600 a seguito della Controriforma nei paesi cattolici, la cui peculiarità è un’intenso decorativismo, tendente ad emozionare con forme ardite e virtuosistiche; si espanse dall’arcchitettura alla pittura, scultura, poesia, musica. In Italia si può ammirare il Barocco leccese a Lecce, o meglio Barocco pugliese questo patrimonio di tante cittadine e di masserie specialmente salentine. \ Prefissi STRA CIS TRANS TRAS *TRA PRETER Suffisso ESI MENTO Prefissi INTRA INTRO INFRA INTER STRA IL pref STRA continua la tradizione del lat EXTRA e vale fuori estendendosi, in similitudine con Arci, quale eccesso o superlativo. In passate forme volg va ad indicare oltre. Straordinàrio “fuori dell'ordinario, non comune”. Stracòtto (tipica pietanza) “cotto in eccesso”, fig “assai innamorato”. Strapotènte vale il superlativo “potentissimo” e Strapotère “oltre il potere assegnato”. Strapiantàre, invece, contiene il pref S intensivo e vale volg Trapiantàre “piantare oltre” cui Trapiantamènto, Trapiantàto, Trapiantatòio, Trapiantatrìce, Trapiantaziòne, Trapiantìna, Trapiantìsta. Oggi, Trapiantare con Trapiantato, Trapiantista e Trapiànto, il doppio prefissato Politrapiantàre con Politrapiantàto (di più organi) e il composto Trapiantologìa, merito della chirurgia, è sovente associato a Espiantàre (dal lat EXPLANTARE) con Espiantaziòne (attraverso l’ingl EXPLANTATION) o Esplantaziòne (fedele al lat) e Espiànto, questo ha già conquistato una deviazione semant tutta sua, nobilitandosi nell’asportazione d’organi ed arti umani (animali) per utilità chirurgiche, prendendo le distanze dal snm Spiantàre (pref EX sottrattivo) “svellere, sradicare” fig “mandare in rovina” cui Spiantàto “già in rovina” e Spiànto “crollo economico” eppoi Spiantamènto, Spiantatòre. CIS Continua immutata la tradizione latina, sia semant che grafica, del CIS di qua da... cui CITER che è al di qua donde CITERIOREM e l’ital Citeriòre, da rad KI, comunemente utilizzato in composizioni geografiche: Cispadàno (di qua dal Po), Cismarìno (…dal mare). Fuori percorso Citèllo dal lat CITELLUM “sorta di mammifero” d’etim ignoto, Citerèa “epiteto di Afrodite” e Citerèo “il culto” dall’isola gr di Citera, dal gr KITHEREIA, lat CYTHEREA. \ Racconti cisfantastici, SA Personaledit 1998, narrano di fatti al di qua della fantasia, ma al di là della realtà.\ TRANS ESI MENTO TRAS TRA PRETER Anche il pref TRANS mantiene fede alla tradizione latina TRANS al di là, oltre, vrs una forma secondaria del sct TAR oltrepassare, in configurazione geograficamente dirimpettaia al Cis: Transpadàno eppoi Transahariàno “che attraversa il deserto del Sahara”, Transatlàntico questo anche metaf il 73 corridoio di palazzo Montecitorio, e Transocèano; è ancora nella memoria collettiva il transatlantico italiano Rex, varato il 1934, orgoglio del regime fascista, e affondato dagli inglesi nel ’44. Tregènda dal volg TRANSIENDA passaggio è il gerundivo lat sostantivato di TRANS IRE andare attraverso-passare e sta per “convegno notturno di demoni, streghe.per compiere malefici”; il termine s’è ulteriormente semant in Caos, Confusione. L’introvabile Tregèsi, che sta per “riduzione provocata della popolazione, procurata con armi occulte”, sembrerebbe connesso a Tregenda; è invece l’esasperazione linguistica del lemma Trègua “sospensione temporanea”, dal franc TREWVA patto-trattato, che ritroviamo nel ted TREUE fedeltà, col suff gr ESI che vale mandare-azione, vedi Anamnesi (che manda a ricordare)... pressoché corrispondente all’ital MENTO, che va a trasformare un verbo in un sostantivo devb, quali Svolgimento (l’azione dello svolgere), Movimento (l’azione del muovere). Col pref TRANS sono sorti molteplici lemmi cui Transàre con Transàto, Transattìvo e Transaziòne dal lat TRANS-ACTIO da TRANS-ACTUS Pp di TRANSIGERE cui Transìgere da AGERE guidare-spingere con apofonia della a in i con Transigènza e l’opposto Intransigènza da Intransigènte; da ACTUS si ha Atto-àtto (omn di Atto “adatto) donde il denm iterativo Atteggiàre con Atteggiamènto e Attitùdine “atteggiamento” questo omn di Attitudine “inclinazione”, Attìvo dal lat ACTIVUS cui Attivàre, Attivaziòne, Attivìsmo e Attivìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Attività ed Attivizzàre, eppoi Attuàle dal lat ACTUALIS cui Attualità, Attualìsmo e Attualizzaziòne, Attuàre dal lat medv ACTUARE cui Attuàbile, Attuabilità, Attuamènto, Attuatìvo, Attuatòre e Attuaziòne, l’esot Attuariàle questo attraverso l’ingl ACTURIAL nel senso particolare di scritturale cui Attuàrio da ACTUARY, Attuòso, Aziòne dal lat ACTIO ACTIONIS cui Azionàle con Azionalità e la locuzione Verbi azionali, Azionìsmo con Azionìsta e gli omonimi esot Aziòne e Azionìsta attraverso il franc ACTION e ancora gli esot franc Attànte da ACTANT e Attanziàle da ACTANCIE e Entracte ”entro un atto e l’altro”. Transènna, questo dovrebbe essere alieno nel persorso TRANS poiché è dall’etrusco-lat TRASENNA rete per uccelli ma è sovrapposto al lat TRANS ITUS transito. Trànsfuga dal lat FUGERE da rad BHEUG. Transiènte è con il Ppres del lat IRE andare. Transumàre, adottato dal 1909, sta per “attraverso la terra (HUMUS)” su modello sp TRASHUMER, cui il Ppres Transumànte e da questo Transumànza ed è relativo alla migrazione stagionale di bestiame, greggi, dalle pianure ai monti e viceversa; Transumanza è un neologismo rispetto al precedente snm Mena dal lat MINARE spingere già in uso nel XIII secolo. L’assonante Trasumanàre o Transumanàre sta per “oltre la natura umana” (col suff Umano) cui Transumanaziòne. TRANS spazia anche in termini indicanti passaggio, attraversamento, cambio di condizione... contraendosi in TRAS cui Trasbordàre questo transitato dal franc TRANSBORDER, con il devb Trasbòrdo. Trasmigràre dal lat inv MIGRARE da rad MEIGW, cui Emigràre con Emigraziòne, 74 Immigràre con Immigraziòne, Migràre con Migratòre, Migratòrio e Migraziòne. Trasmutaziòne, Trasmèttere... e addirittura con valore negativo come in TRA di Tradìre, o un desueto Tradère, dal lat TRANS DARE dare al di là, ovvero consegnare, giusto come Giuda consegnò Cristo ai romani e da questo ha avuto origine il significato “negativo” di Tradimènto, Traditòre rispetto a quello “positivo” di Tradiziòne “ciò che è consegnato verbalmente ai posteri” con Tradizionàle, Tradizionalìsmo, Tradizionalìsta, Tradizionalìstico, Tradizionalmènte. Il Pp TRADITUS pertanto è traducibile “negativamente” nel piano Tradìto e nello sdrucciolo Tràdito “tramandato”. Il termine Diziòne in (Tra)dizione, infatti, è dal lat DICERE, cui il nostro Dire, per cui lo ritroviamo lungo il percorso di Condiziòne dal pref CONDITIO CONDITIONIS (CUM associativo) di CONDICERE dire insieme, convenire, accordarsi cui Condizionàle, Condizionàre con Condizionamènto, Condizionatòre - cui Condizionatore d’aria, il cui prototipo era già installato nel 1851 brevettato da J. Gorrie, poi ci fu W. Carrier che lo perfezionò in maniera definitiva - Condizionatrìce e Condizionatùra, Condizionàto con Condizionatamènte. Eppoi Dizionàrio cui Dizionarìsta e Dizionarìstica; snm di Dizionario è Calepìno, termine che designava lo storico dizionario latino stampato agli inizi del ‘500 per conto di Ambrogio dei conti di Calepio, poi passato a indicare tutti i voluminosi dizionari, altresì registri e taccuini. Il lemma Addizione è pseudoetim, poiché è dal lat ADDERE aggiungere (vedi Edile…). Termine ancora alieno nel percorso prefissatoi TRANS è Trastùllo cui il denm Trastullàre e i vari Trastùlla questo solo al fem e solo fig nella locuzione Erba trastulla “fandonie”, Trastullamènto, Trastullatòre, Trastullèvole e Trastullòne, d’etimo incerto ma derivante dal lat TRANSTRUM cui Tràsto, la struttura che sosteneva il banco dei rematori; la semant lo ha reso snm di “dilettarsi”, a seguito di una consolidata metaf. Il pref TRA che sta per “al di là” può concorrere ad imprimere al vocabolo il senso della “non normalità”, quale Traballare da Ballare. Dal lat PRAETER, composto di PRAE ampliato di comparativo TER, il suff PRETER sta per “al di là, oltre”, ma con una sfumatura rispetto al snm TRANS il quale andrebbe ad indicare una posizione geografica, mentre PRAETER è di pensiero, d’azione, d’incarico, cui Preterintenzionàle con Preterintenzionalità, Pretermèttere col Pp Pretermèsso e Pretermissiòne, Preternaturàle, eppoi Preterìre col Pp Preterìto dal lat PRAETER IRE chi va avanti cui Preteriziòne da PRAETERITIO PRAETERITIONIS, questo adottato tra le figure retoriche per definire ciò che si dichiara di voler tacere ma che in realtà si afferma nello stesso momento “Non dico che sia ubriaco ma in queste condizioni gli fanno il palloncino alcolometrico”. INTRA INTRO INTUS INFRA INTER Il pref INTRA rimane inv dalla preposizione lat INTRA dentro-tra derivato da IN introduzione, cui Intradòsso (superficie concava), Intrattenère, Intravedère o Intravvedère... da non equivocare nei termini quali Intramontabile, Intraducibile... contenenti il pref IN negativo e quindi stanno 75 per Non-tramontàbile e Non-traducìbile. Tramontàre è il denm da Tramònto, questo in composizione con Monte e vale “oltre i monti”. INTRO invece è inv dall'avveribio lat INTRO dentro complanare di INTUS cui Intestìno questo sia aggettivo da INTESTINUS sia sostantivo da INTESTINUM “tubo anatomico” con Intestinàle; l’infiammazione all’intestino cieco è indicata con Tiflìte, dal gr TYPHLOS cieco. INTUS sintetizzato dall'aggettivo INT(ER)US sta anche ad indicare il moto verso l’interno, cui Intussusceziòne con il lat SUSCEPTIONEM ricevimento con valore di “invaginazione-accrescimento intermuscolare dei viventi” Eppoi, Introdùrre e Introduziòne (da DUCERE) con l’iterativo Rintrodùrre, Introflèsso, Intròito questo dal lat INTROIRE entrare cui Introieziòne e Introitàre. Da non equivocare in termini quale Introvàbile, con IN negativo “non trovabile”, dal lat TROPARE cui Trovàre con Trovatòre, il prefissato Ritròvo, con lenizione p in v. Snm di Ritrovo (notturno) adottato dal XVII sec, è l’omologismo franc Tabarin (in uso dal 1933), che sottintende “Ballo di Tabarin” questo il nome di una maschera buffa, attestatosi in “locale da ballo”; termine ormai obsoleto a favore dell’ingl Night Club. INFRA, infine, giunge inv dal lat INFRA sotto, spesso usato per motivi eufonici in sostituzione di INTRA-INTRO e quindi diventa “fra-all’interno di”. Termini etim corretti quali Infraròsso (al di sotto dello spettro luminoso), Infrasuòni (sotto l’udibilità). Termini con sostituzione quali Inframmèttere e Infrasettimanàle, da non equivocare con i prefissati come Infracidare, Infrangere e Infrascare tutti con IN illativo che accompagnano i lemmi Fracido, Frangere, Frasca. Il pref lat INTER tra, dalla forma primitiva indoiran ENTER, questa sopravvissuta nell’ingl cui il glb Enter nella terminologia dei computer, e da quella d’area ger e osco-umbra NTR, ritrovabili entrambi nel celtico e nel lat, è il legamento dell’illativo IN col suff comparativo TER, con significato spaziale o temporale, ma anche di privazione e di distruzione. Lo ritroviamo infatti in Interaziòne con Interazionàle e Interazionìsmo attraverso il franc INTERACTION, Interdìre con Interdittòrio, Interdiziòne e Interdètto “proibito” (Pp del lat DICERE) con valore di “bloccato” attraverso il franc INTERDIT, nello sdrucciolo Intèrito “morte”... e in Interìto “irrigidito” (dal lat INTERIRE da una serie onomatopeica T R, cui Intirizzimènto, Intirizzìre e Intirizzìto, con Stirizzìre (cambio di pref), Interazziàle (da un ant franc HARAZ allevamento di cavalli, poi semant, previo passaggio fig, in di uomini), Interinàle “provvisorio” (dal lat INTERIM frattanto) con Interinalmènte, Interinàre attraverso il franc ENTERINER, Interinàto e Interìno questo inv dallo sp INTERINO, eppoi Interim-ìnterim che vale “frattanto-provvisorio” a sua volta composto da INTER e IM questo un suff che vale “al singolare” con Interimìstico; a tutto questo occorre associare Mèntre dal lat DUM INTERIM dal quale deriva ancora Domèntre, un fossile lemmatico il cui pref DUM sta per una forma irrigidita della rad DWA di Durare; da ricordare che Mentre quale congiunzione avversativa è snm di Invece, pertanto non vanno appaiate così come Ma e Però. Il percorso continua con Interafricàno, Interagìre con Interagènte, 76 Interallacciàre, Interalleàto, Interamericàno, Interàrabo, Interàrmi, Interarticolàre, Interasiàtico, Interàssàssi, Interastràle, Interatòmico, Interatriàle (riferito a “atrii cardiaci”), Interattività con Interattìvo, Interaziendàle, Interbancàrio, Interbàse, Interbèllico, Interbinàrio, Interblòcco, Intercàmbio con Intercambiàbile e Intercambiabilità con ancora Interscàmbio con Interscambiàbile e Interscambiabilità, Intercapillàre, Intercardinàle, Intercategoriàle, Intercervicàle, Intercìdere (con il lat CAEDERE tagliare) con Intercìso, il glb ferroviario Intercity (con CITY città), Interclàsse con Interclassìsmo, Interclassìsta e Interclassìstico, Interclùdere con Interclusiòne e Interclùso (con il lat CLUDERE chiudere), Intercolònnio o Intercolòmnio o ancora Intercolùnnio (con il lat COLUMNA colonna), Intercompartimentàle, Intercomunàle, Intercomunicànte, Interconfederàle, Interconfessiòne con Interconfessionàle, Interconfessionalìsmo e Interconfessionalità, Interconnètter con Interconnessiòne, Intercontinentàle, il glb ingl Intercooler (con COOLER raffreddatore), Intercòrrere e Intercorrènte, Intercostàle, Intercotidàle, Intercromosòmico, Intercultuàle con Interculturalìsmo, Interdefinìbile, Interdialettàle, Interdicèndo, Interdigitàle, Interdipendènte con Interdipendènza, Interdisciplinàre e Indiscipolinarità, Interdistrettuàle, Interessènza, Interetnico, Intereuroèo, Interfàccia o la variante Interfàcie con Interfacciàre, Interfacciàbile, Interfacciàle e Interfacciamènto, Interfacòltà, Interfàlda, Interfamiliàre, Interfecòndo con Interfecondità, Interfederàle, Interfèrro, Interfèrtile con Interfertilità, Interfilàre, iol verbo Interfogliàre o Interfoliàre cui Interfogliatùra, Interfòglio o Interfòlio con l’aggettivo Interfogliàre, Interfòno con Interfònico, Interfòrze, Intergalàttico, Intergenerazionàle, Interglaciàle, Intergovernatìvo, Interlacciàre con Interlacciamènto, Interleuchìna da Leucocìto in versione ingl LEUKOCYTE, Interlìnea con Intelineàre questo aggettivo e verbo, Interlineatùra e Interlineaziòne con ancora Sterlineàre e Sterlineatùra (con cambio di pref in S sottrattivo da IN illativo, vale “eliminazione delle interlinee”), Interlìngua con Interlinguìstica e Interlinguìstico con il snm Interlìngua tratto dalla locuzione Lingua internazionale, Interlocàle, Interlùdio da Preludio con cambio di pref, Interlunàre con Interlùnio (un snm di Novilùnio), Intermammillàre, Intermascellàre, Intermèttere con Intermèsso e Intermissiòne eppoi Intermittènte con Intermittènza, Intermèstruo con Intermestruàle, Intermetàllico, Interminàbile con Interminàto, Interministeriàle, Intermodàle, Intermolecolàre, Intermontàno, Internàuta, Internazionàle (dal lat NATIO nazione) con Internaionalìsmo, Internaizionalìsta, Internaionalìstico, Internazionalià, Internazionalizzàre, Internazionalizzaziòne e lo sportivo Interìsta ellittico della locuzione Internazionale football club, Internebulàre, Internegatìvo, il glb Internet dalla locuzione INTERNATIONAL NETWORK rete telematica internazionale dove NET rete e WORK lavoro, cui l’omologismo sostantivo ed aggettivo Internettiàno che si ritrova nella locuzione Galateo Internettiano e in quelle glb Internet café, Internet point, Internet provider. Il percorso prefissato continua con Internòdio (col suff tratto dal lat NODUS nodo), Internùnzio con Internunziatùra, Interoceànico, Interòsseo, 77 Interparète, Interparietàle, Interparlamentàre, Interpartìtico, Interpersonàle, Interpiàno, Interplanetàrio, Interpònte, Interpòrto con Interportuàle, Interprovinciàle, Interpsicologìa, Interradiàle, la composizione glb ingl Inter-rail “carta ferroviaria” con RAIL rotaia nel senso di ferrovia fig dal sgnificato originale di barra, Interrazziàle o un Interraziàle attraverso il franc RACIAL, Interregionàle, Interscapolàre, Interscuòla con Interscolàstico, Intersessuàle con Intersessualità, Intersindacàle, Intersoggettività con Intersoggettìvo, Interspaziàle, Interspecìfico, Interspinàle, Interstazionàle, Interstellàre, Intertàppa, Intertèmpo, Intertèsto con Intertestuàle con Intertestualità, Intertrìgine (con il lat INTERTRIGO da TERERE sfregare), Intertropicàle, Interurbàno, Intervàllo (dal lat VALLUS palo e VALLUM palizzata, cui Vallo) con Intervallàre, Interventricolàre, Interversiòne, Intervertebràle, Intervìa, Intervocàlico, Interzòne con Interzonàle. Il percorso conta Interiòre dal superlativo INTERIOR del lat INTERUS interno cui Interiorità, Interiorizzàre e Interiorizzaziòne, Interiòra dal plur lat INTERIORA di INTERIOR, eppoi la locuzione glb ingl Interior design “progetto (grafico-disegno) per interno”. Infine, Intèrno da INTERNUS (dal XIV sec) con il filosofico Internalìsmo su calco ingl INTERNALISM, Internàre, Internamènte, Internamènto, Internàto aggettivo e sostantivo dal Pp di Internare e il sostantivo Internàto attraverso il franc INTERNAT, Internìsta, Internalìsmo dall’ingl INTERNAL, il composto Internografàre con Internografàto, in locuzione glb ingl Internal auditing e Internal auditor “Revisione contabile interna” e “Revisore contabile interno”; eppoi Entràgna o Entràgno (contrario di Estraneo), in opposto al percorso del lat EX fuori di… cui Estèrno da EXTERNUS di EXTER o EXTERUS che sta fuori - superlativo assoluto di Esterno è Estremo (vedi lemma) - cui il denm Esternàre con Esternalìsmo, Esternalità, Esternalizzàre, Esternalizzaziòne, Esternamènte, il Pp Esternàto con il sostantivo Esternàto attraverso il franc EXTERNAT, Esternatòre ed Esternaziòne; eppoi Esteriòre da EXTERIOR che sta fuori praticamente snm di Estero-èstero cui i composti Esterocettìvo ed Esterocettòre attraverso l’ingl EXTEROCEPTOR con RECEPTOR che riceve già lat RECEPTOR, Esterofilìa, Esterofobìa, Estràneo dal lat EXTRANEUS, Lèstra “l’esterno della casa” semant in “rifugio cespuglioso del cinghiale fuori tana”. Da una presumibile forma umbra STRAINO, in ital si è attestato Stràno cui il percorso Stranèzza, Straniamènto, Straniàre, Straniàto, Stranièro o un ant Stranière, Stranierìsmo, Stranìre con Stranìto, il glb ingl Strange (termine fisico), in complanare a Estraneaziòne o Estraniaziòne, Estraneità, Estràneo o Estrànio o ancora Estràno (omn di Estrano “idrocarburo”) con l’aferetico Strànio, Estraniamènto, Estraniàre ed Estraniàto tutti questi col pref EXTRA italianizzato ESTRA, cui una serie composta da Estracontrattuàle a Estravagànte INTER lo ritroviamo anche nel verbo Interessàre, denm dal sostantivo Interèsse “stare in mezzo-essere importante” composto dal lat INTER-ESSE essere, cui Interessamènto, Interessànte, Interessatamènte, Interessàto. \ Emigrazione 78 In circa un secolo, dal 1876 al 1973, l’esodo emigratorio degli italiani aveva raggiunto un totale di 25.528.505 unità, di cui 3.037.849 nel solo Veneto, seguiti dai 2.696.266 della Campania. L’ultimo trentennio dell’arco temporale qui esaminato, l’emigrazione era stata prevalentemente interna all’Europa, toccando Belgio, Francia, Germania e Svizzera; gli ultimi dieci anni, invece, avevano interessato il polo industriale nazionale, Genova, Milano e Torino. Le rimesse degli emigrati, che avevano sensibilmente soccorso l’economia nazionale, e un loro decente benessere esistenziale raggiunto sono stati però pagati con lo smembramento delle famiglie, l’abbandono dei figli e la proliferazione delle cosiddette Vedove bianche, spose rimaste in patria senza più notizie dell’uomo, vittime delle occasioni di sopravvivenza. In un paese del sud, le vedove bianche votatesi alla prostituzione esercitavano il loro mestiere di sopravvivenza sotto la foto del loro matrimonio, in bella vista sul comò. \ Atteggiamenti Alcuni accurati studi psicologici relativi al significato degli atteggiamenti assunti inconsciamente da un individuo, risulterebbe che le braccia incrociate indicano voler frapporre una barriera di superiorità con l’interlocutore, il pugno chiuso, magari percuotente un piano, sta per imprimere maggiore forza al proprio enunciato, il pollice e l’indice uniti a formare un cerchio o un ovale valgono la ricerca della precisione, il battere i piedi denota impazienza, reggere il capo tra le mani con i gomiti appoggiati implica uno stato d’isolamento, la mano sotto il mento, come volerlo reggere, è segno di esitazione, le mani giunte dimostrano sicurezza, piegare il capo di lato trasmette desiderio d’affetto, toccarsi il naso, infine, determina che l’individuo sta mentendo. \ Cotto Crudo Dal lat COQUERE da una serie onomatopeica C Q-C C, l’ital conta derivati e prefissati quali Cucìna, dal lat COQUINA svoltosi nel volg COCINA, cui Cucinàre, Cuòcere con Cuocitòre o Cocitòre, Cuocitùra o Cocitùra, Cuòco con gli obsoleti Còco e Quòco cui l’onorificenza massima per i cuochi Collegium Cocorum di derivazione lat, eppoi il Pp Còtto con Cottìccio, Còttile e il fig fem Còtta (evidente innamoramento, passione), eppoi Biscòtto (cotto due volte BIS) con Biscottàre; sorta di biscotto, in volg siciliano, è ‘Nzuddi al plur da Vincenzuddu dim di Vincenzo, vrs riferito all’omn santo. Il gr conta MAGEIROKOS che sta per “abile nel cucinare” donde il composto Mageirocofobìa che indica paura nel cucinare. Il percorso conta ancora Decòtto 1 e Decoziòne (cotto completamente, pref DE conclusivo e COQUERE) , Precòce (cotto prima, pref PRAE) con Precocità, Ricuòcere (pref RI iterativo) con Ricòtto “cotto ancora” cui Ricòtta e il composto mer Cacioricòtta con la locuzione Ricotta forte (piccante), Scottàre e il Pp Scòtto (con pref EX conclusivo) omn dell’etnico Scotto “scoto” e Scotto “tassa”, eppoi uno Scottòne in macelleria; infine Culinàrio con Culinària attraverso il lat tardo CULINA cucina. \ Brevetti per Ricette culinarie erano già rilasciati ai tempi della Magna Grecia\ 79 Oltre ad essere il fem fig di Cotto, Còtta, termine alieno in questo percorso, ha l’omn nell’omologismo dal franc COTTE tunica, in uso tra i cavalieri medv, sopravvissuto in ambito liturgico, cui Cotìssa e Cotissàto. Ancora pseudoetim è Còttidi (Famiglia di pesci) dal lat COTTIDAE già gr KOTTOS corrispondente all’ital Scazzòne, termine fig moderno (1931), vrs ispirato al risvolto volg di Pene “cazzo”. \ L’evoluzione dell’uomo è iniziata con le prime esperienze di cucina \ Contrario di Cotto è Crùdo, questo dal lat CRUDUS in origine sanguinolento, poi non cotto, cui il prefissato Incrudìre con Incrudimènto, il composto Crudìvoro; dall’astratto CRUDES di CRUDUS, il lat ha coniato CRUDELIS cui Crudèle e Crudeltà, in analogia all’articolazione FIDUS fido-FIDES fede-FIDELIS fedele. 1 Diversamente dall’Infuso (immersione dell’erba in acqua già bollente) il Decotto si ottiene portando all’ebollizione l’acqua e l’erba assieme. \ Essere Avere Duraturo Avaro Essere-èssere è dal lat volg ESSERE già class ESSE da rad ES trovarsi connesso con la rad BHEWE crescere (Ved Futuro in Beneficiato…), cui Sìa da ESYE questo composto da ES e suff ottativo YE, cui ancora Fùi più esplicitamente legato alla rad BHEWE (da ricordare la pron f di bh). Essere è usato quale snm di Stare. Dal gr ON ONTOS questo Ppres di EIMI io sono, l’ital utilizza il pref ONTO “ente-esistenza” cui Ontofanìa (su modello di Epifania), Ontogènesi con Ontogenètico, Ontologìa con Ontològico, Ontologìsmo e Ontologìsta, Ontosofìa (dal gr SOPHIA scienza), Ontoteologìa. \ Il verbo Essere è l’ausiliare di se stesso “Sono stato”, nelle forme passive, nei verbi impersonali “È piovuto” (usabile l’ausiliare Avre per indicare continuità “Ha piovuto un intero giorno”), in tutte le forme riflessive (proprie, apparenti, reciproche, pronominali, col Si passivante e Si impersonale); il Si passivante è seguito dal verbo concordante col numero del soggetto “Si sentono voci, Vendesi appartamento”.Essere è ancora l’ausiliare dei verbi intransitivi di moto, stato, un fatto quali “Sono andato, Sono seduto, Sono invecchiato…”, di verbi d’azione fisica in relazione ad una meta “Sono corso in casa, È volata sul tetto...”. \ Duratùro, vale “ciò che va a durare”, dal lat DURUS da rad DWA continuare a essere cui Duràre con Duràbile e Durabilità, Duràta, Duratìvo, Duraziòne, Durèvole con Durevolèzza e Durevomènte, Radduràre (doppio pref RI AD) e Perduràre (pref PER rafforzativo), Durànte questo con l’ellittico Dànte e Dante per l’onomastica e che vale “paziente”, Durèvole (suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE), eppoi Dùro da DURUM (coniato associando la durata alla solidità) con Duramènte, i botanici Duracìno o Duracìne (per ciliege, pesche, uva) dal lat DURACINUS, Duràme con Duramificaziòne, eppoi Duràstro, Durèzza, Dùrium “plastica sintetica” (marchio registrato, per in dischi musicali) termine in via di archiviazione, Duròna “sorta di pesca dura” indicata anche come Duròne questo però attestatosi in “callosità”, e i composti Duràcine o Duràcino (ACINUS), Duròmetro, Duroscòpio, l’anatomica locuzione Dura madre (dal XV sec) con il relativo ellittico Duràle, cui il prefissato Periduràle (PERI intorno) attraverso l’ingl PERIDURAL, ma dalla locuzione lat medv DURA 80 MATER CEREBRI dura madre del cervello su modello ar UMM ADNIMAGH; interessante l’analisi etim del lemma Durlindàna, la spada di Orlando, che vale d’Orlendàna, inc con Dura “resistente”. Dal lat DURUS, lo sp conta ENDURAR resistere cui l’esot Endùro con Endurìsta (nel motociclismo) e l’ingl conta ENDURANCE termine glb quale gara automobilistica di lunga durata. Il termine gr ADROS vale duro-forte, vrs connesso con la rad DWA cui il lat DURUS, cui il botanico Adròma (suff biologico OMA) snm di Xilema, e il termine fisico nucleare Adròne su modello di Elettrone, cui la particella LHC acronimo di LARGE HADRON COLLIDER Grande Collisore di Adroni. Durallumìnio, invece, è del tutto fuori percorso, poiché è composto di un pref che sta per DUREN, la città ted degli stabilimenti d’alluminio. L’altro verbo ausiliare Avère è dal lat HABERE ma da rad osco-umbra GHABH entrare in possesso in connessione indoeur con la rad KAP prendere. Ai primi del Novecento, erano ancora corrette le forme io ò ed egli à per Io ho ( ant Io àggio) ed Egli ha quali persone singolari del presente indicativo del verbo Avere. Da HABERE, aggettivando il verbo, sono derivati Avido-àvido da AVIDUS cui Avidèzza ed Avidità, ed Avàro da AVARUS cui Avarìzia e la locuzione Crepi l’avarizia; da non equivocare con lo sdrucciolo Avaro-àvaro realitivo ad una lingua caucasica. \ Il verbo Avere è ausiliare di se stesso “Ho avuto”, di verbi transitivi o usati tali “Ho vissuto una vita”, di verbi intransitivi d’azione fisica o morale “Ho corso, Ho trepidato…”, di alcuni verbi intransitivi di modo “Ha bollito, Ha deviato…”. E poi di verbi servili privi di infiniti serviti “Ho dovuto”; ove il verbo servito è posto all’infinito, invece, va posto l’ausiliare che s’accorda con questo “Sarei dovuto andare”.\ Da HABERE l’ital conta ancora i prefissati Prebènda in lat PRAEBENDA questo futuro passivo di PRAE HABERE offrire-somministrare (dove PRAE vale “priorità”) con Probendàrio e Probendàto, eppoi il lenito Provènda questo influito dal franc PROVENDE cui Proviànda inc con Vivanda eppoi Profènda “razione (per accezione “di biada)” questo ancora sovrapposto a Profitto. HABERE si è svolto in HIBERE trattenere donde il percorso prefissato di Adibìre da ADHIBERE (AD allativo), Coibènte (CUM associativo) dal Ppres COHIBENS con Coibèntare, Coibentatòre, Coibentaziòne e Coibènza, Esibìre da EXHIBERE mettere in mostra (EX fuori) con Esibitòre, Esibiziòne, Esibizionìsmo attraverso il franc EXHIBITIONNISME con Esibizionìsta e Esibizionìstico già in uso dal 1894 attestatosi in “perversione sessuale”, ma dal 1924 quale volontà esasperata di esibirsi alla ricerca di notorietà”; appare evidente che entrambi le manifestazioni ricadono nella patologia. \ L’esibizionista è chi si esibisce in ogni campo, e insiste a farlo, senza riceverne apprezzamento, spesso incorrente nella giustizia…. Chi invece si esibisce in ogni campo, perlopiù artistico, ricevendone compiacimento, lo si potrebbe definire Esibitòre (questo tradizionalmente è il latore di una lettera).\ Il percorso prosegue con Inibìre da INHIBERE (IN illativo) cui Inibìto, Inibitòre, Inibitòrio e Inibiziòne, l’opposto doppio prefissato Disinibìre 81 (DIS) con Disinibìto, Disibinibitòrio e Disinibiziòne, Proibìre da PROHIBERE avere fuori (PRO con valore di tenere lontano), snm di Vietare, cui Proibitìvo, Proibìto, Proibitòre, Proibitòrio, Proibiziòne con Proibizionìsmo, Proibizionìsta e Proibizionìstico. Il gr conta lo specifico EECHEIN avere cui il prefissato Sinechìa o Sinèchia (pref SYN insieme) che vale “continuità” con Sinecìsmo “agglomeratoaccentramento”1. 1 La moderna storiografia enuncia che Roma non fu fondata con tracciato volontario da Romolo o chi per lui - ma da una graduale agglomerazione di tribù sparsi quali etruschi, latini e sabini e situati sui tradizionali sette colli. Un Sinecismo, questo, allegoricamente rappresentato nei miti sulla fondazione di Roma e negli avvenimenti dei sette re di Roma. La data del 753 aC, alla quale si farebbe risalire la fondazione, insomma alla metà dell'VIII secolo aC, avrebbe una conferma dall'abbandono in quest'epoca delle necropoli tribali e con l’inizio dell’utilizzo della necropoli dell’Esquilino. \ Osci Celti Osci-òsci, un’ant popolazione stanziale della Campania, affine agli Opici e Aurunci o Ausonii (sovente assimilati), sopraffatta dai Sabelli (ramo osco centromeridionale, poi identificati con il gruppo dei Sanniti) dal V sec aC. La lingua appartiene al gruppo indoeur Osco-umbro, che include in un vasto raggio Apuli, Bruzi (Calabria), Equi, Frentani (Abruzzo), Mamertini, Marrucini (zona dell’ant Teate oggi Chieti, cui il demotico Teatìno), Lucani, il gruppo dei Peligni, Marrucini, Marsi e Sabini, (Umbria e Sannio), Sanniti, Sidicini (gruppo sannita), Umbri, Vestini (Abruzzo), con alfabeto derivato dall’etrusco. Gli Umbri ed i Sanniti, infatti, s’esprimevano con una lingua, pur diversa l’una dall’altra, discendente del Sabellico e ricorrendo alle lettere ispirate all’etrusco ed al gr-lat. Della lingua umbra rimangono le Tavole Iguvine datate non più di due secoli prima del 90 aC dove Iguvino è riferito a Gubbio, l’ant IGUVIUM umbro e Iguvìno o Eugubìno (forma medv dal precedente toponimo EUGUBIUM) è il suo abitantie. Della cultura sannita, nella seconda metà del sec scorso, grazie all’intuito di Adriano La Regina (oggi soprintendente archeologico), è emerso miracolosamente un sito che sta a dimostrare come questo popolo fosse già di cultura avanzata, con il loro teatro risalente al II sec aC, in cui si rappresentavano le Atellane, le farse. Dall’Osco-sannito è giunto il termine Erpice-èrpice, dal lat HIRPICEM conneso a HIRPUS lupo, l’attrezzo agricolo che ha denti di ferro simili a quelli del lupo, cui Erpicàre con Erpicamènto, Erpicatòio, Erpicatòre, Erpicatùra, Inerpicàre, Ispido-ìspido; nel percorso l’ital conta Arpa-àrpa “arma” dal lat HARPEM già gr HARPE falce, Arpese-àrpese “uncino” inv dal veneziano attinto al gbz ARPAGOS, Arpicàre, Arpiòne questo dal lat volg HARPIGO dal gr HARPAGE uncino con Arpionàre, Arpòne attraverso il franc HARPON utensile da caccia, eppoi le mitologiche Arpìe 1. In connessione fig l’omografo Arpa-àrpa, lo strumento musicale, dal lat ARPAM già ger HARPA, adottato quale emblema irlandese. Col tema HIRPUS sarebbero connessi i vari Irto-ìrto, Irsùto con Irsutìsmo, Irsùzie da HIRSUTIA e, ma non è certo, Irudinèi “Classe di Anellidi” da HIRUDO sanguisuga, cui Irudinicultùra “allevamento di sanguisughe”. Una certa 82 correlazione dovrebbe anche esserci con Irco-ìrco “caprone” e Ircocèrvo. Attraverso il franc PITON arpione, l’ital conta Pitòne (neologismo dal 1976) omn di Pitone serpente. I Celti, con Celta questo sing mas e fem, chiamati CELTAE dai lat, KELTOI dai gr e Galati altrove (dai romani erano chiamati Galli), un popolo che appartiene alla protostoria e che nel I Millennio aC s’era insediato nell'Europa centrale e nelle isole Britanniche; l’ital conta nel percorso Cèltico, Celtìsmo e Celtìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), eppoi Cèltio o Cèlzio (elemento chimico) analogo allo Zirconio e snm di Afnio (smbolo Hf) questo dal toponimo Hafnia l’antica Copenaghen. Le tribù celtiche, dedite alla pastorizia e all’allevamento, erano fondamentalmente guerresche e basate sulle pratiche sacerdotali. All’inizio dell’attuale millennio, la loro lingua indoeur sopravvive nella Bretagna armoricana, nel Galles, parzialmente nella Scozia e nell’Irlanda, parlata da cira due milioni d’individui tra irlandesi, gallesi, scozzesi (il gaelico) e bretoni. La cultura celtica era salvaguardata dal Drùida o Drùido dal lat DRUIDAS, cui Druìdico e Druidìsmo, termine composto con WID conoscitore e DRU quercia che vale sacerdote il quale utilizzava per le pratiche religiose il vischio quercino; i Celti, infatti, nutrivano grande devozione per gli alberi. 1 Una versione considera le tre Arpie “le rapaci” o più in estensione “le rapitrici”, Aello (o Nicotoe) Ocipete e Celeno, figlie di Taumante e di Elettra; una seconda, figlie di Tifone (o Tifeo) e Echidna, questi ancora procreatori di mostri quali la Chimera e l’Idra di Lerna. Da non equivocare etim questo Tifone di genesi gr col Tifone questo omologismo dal cinese; tuttavia, se riflettiamo sul fatto che il Tifone gr, essere mostruoso figlio minore di Gaia (Terra) che avrebbe generato col Tartaro (elemento primordiale del mondo con Caos, Eros e la stessa Gaia), giace nelle viscere dell’Etna, dove fu scagliato da Zeus, e continua a vomitare fiamme, provocare eruzioni, una certa remota connessione, se non una sovrapposizione più moderna, ci dovrebbe pur esserci stata col Tifone cinese “ciclone-uragano. \ Amo Rampino Uncino Gancio Amo-àmo, col dim Amulo-àmulo e il prefissato Slamàre (pref S sottrattivo addattato eufonicamente, omn di Slamare da Lama) cui Slamatòre, è dal lat HAMUS privo di connessioni; fuori percorso l’omologismo Amoèrro o Moèro, dall’ar MUHAIJAR stoffa, cui anche il franc MOIRE. Ràmpino e Rampòne sono esot dal franc HRAMPON contrarsi, già gr RAMPHOS becco ricurvo, cui Ranfàstidi “Famiglia di uccelli tropicali”, Rànfia snm di Granfia, Rànfio snm di Graffio, Ranforìnco “rettile del Giurassico”, Ranfotèca “anatomico animale”, Ràmpa con un raro snm Rampàro, Rampàre con Rampànte cui la locuzione iconografica Cavallino rampante (in piedi sulle zampe posteriori; tradizionalmente, però, su una sola zampa posteriore). \ Secondo una ant simbologia, il personaggio scolpito o ritratto su cavallo rampante indica scomparso per morte violenta mentre su cavallo a quattro zampe per morte naturale. \ Il percorso continua con Rampantìsmo, Rampàta, 83 il dim Rampìno con Rampinàre, Rampinàta e Rampinìsmo, Rampìsta, l’accr Rampòne cui Ramponàre e Ramponière, l’iterativo Rampicàre con Rampicànte, Rampicatòre, Rampichìno, Rampicòne e il prefissato Arrampicàre (AD allativo) con Arrampicatòre e la locuzione Arrampicarsi sugli specchi o Arrampicarsi sui vetri “tentare di giustificare se stessi con tesi insostenibili”; il glb franc Grimpeur vale “arrampicatore” dal verbo GRIMPER vrs in connessione indoeur con HRAMPON RAMPHOS. Termine alieno nel percorso l’omologismo Rampògna “rimprovero” dal franc RAMPOSNE da RAMPOSNER schernine cui Rampognàre. Attraverso l’ol KLAMP rampino, questo in connessione indoeur col franc HRAMPON, in area glb è adottato il termine Clamp “pinza chirurgica” cui l’omologismo ital Clampàggio attrraverso il franc CLAMPAGE. Uncìno o Oncìno è dal lat UNCINUS sostantivo di UNCUS arpione, cui gli obsoleti Uncicchiàto, Uncinàle eppoi Uncinàre,Uncinàto o Oncinàto o Uncinùto e Oncinùto, i dim Uncinèllo e Uncinètto o Oncinètto, e Adùnco (AD UNCUS). UNCUS è connesso fig col gr ONKOS che vale volume, massa, attestatosi in tumore, cui Oncòsi (suff med OSI) ed il pref ONCO in termini composti quali Oncocerchiàsi o Oncocercòsi dal termine scientifico ONCHOCERCA “sorta di nematodi” col suff OSI, Oncogène con Oncogènesi, Oncògeno, Oncologìa con Oncològico e Oncòlogo, Oncosfèra, Oncoterapìa, Oncotomìa, Oncotròfico. L’Oncosoppressòre, meglio gli Oncosoppressòri i quali indicano due geni che gestiscono l’invecchiamento dell’uomo; uno lo accelera e l’altro lo rallenta; la loro manipolazione potrebbe condurre l’umanità ad una esistenza più serena in tarda età. Gàncio è l’omologismo dallo sp GANCHIO, cui i prefissati Aggàncio, con Agganciàre e Agganciàto, Sganciàre con Sgancio, Sganciàbile, Sganciamènto, il composto Sganciabòmbe, rintracciabile nell’ingl HOOK in terminologia pugilistica. Lo sp dovrebbe aver attinto al turco KANCA e questo al gr KAMPSOS ricurvo di rad KAM curvo. Una certa connessione, tuttavia, dovrebbe esserci col rad ANG-ANK punta di Angolo. \ Lupo Volpe Golpe Il lat conta il termine LUPUS, cui Lùpo col fem Lùpa, i dim Lupacchiòtto e Lupètto, Lupàia “tana” con l’omn Lupàia o Lupària,“sorta di erba che si credeva velenosa per i lupi”, Lupanàre con un desueto Lupanàrio, Lupàra (arma per cacciatori di lupi, tristemente nota), Lupàrdo, un Lupàro, Lupèsco con un desueto Lupicìno, Lupicànte “snm di Astice” per la sua aggressività, dal lat volg LUCOPANTE già gr LYKOPANTHER, eppoi Lupìno “erba (delle Papilionacee) preferita dai lupi” o perché la pianta uccide con la propria ombra l’erba ad essa intorno, con Lupinàio e Lupinòsi, Lupinèlla o Lupinèllo o ancora in locuzione Erba lupina “sorta di erba” con Lupinellàio, eppoi Lupìno o Lupìgno quale fig aggettivo e avverbio, i toponimi d’attestazione locale Lovara, Lovera, i luoghi dove ant erano situate le fosse quali trappole per lupi. Ancora, la locuzione lat Lupus in fabula ancora ricorrente, Lupus “affezione dermatologica grave” cui Lupòma La locuzione Lupo Mannaro è dal lat LUPUM HOMINARIUM questo con valore di sembianze d’uomo ossia Mannàro, aggettivo che pare derivato dal tema indoeur MAN uomo adottato in ingl e nel ted MANN. 84 Lùppolo è un erba, con la quale si aromatizza la birra, il cui termine nasce dal dim LUPULUS di LUPUS, così come avrebbe fatto intendere Plinio 1, con una correlazione rimasta oscura, donde Luppolèto, Luppolìna o Luppolìno, Luppolizzàre (la birra) con Luppolizzaziòne. LUPUS è giunto da una forma primitiva LUKWOS passata al gr LYKOS, questo sopravvissuto in ital quale pref, cui Licantropìa e Licàntropo “lupo mannaro” (col gr ANTHROPOS uomo), Licaòne “canide” dal gr Lykaon (dal mome di un mitico re mutato in lupo da Zeus), Lìcidi “Famiglia di Coleotteri”, Licopène “carotenoide” ellittico dal lat LICOPERSICUM cui il snm Licopèrsico (elemento colorante nel pomodoro, considerato preventivo dell’infarto), Licoperdàcee (Famiglia di funghi, col gr PERDOMAI emetto peti), Licopòdio (col gr POUS PODOS piede) cui Licopodiàli “Ordine di Pteridofite, vegetale”, Licòpside (col gr OPSIS occhio nel senso di aspettovisione), Licoressìa (col gr OREKSIS appetito), Licòsa “genere di ragno”, con Licòsidi la Famiglia della Tarantola, fig da LYKOS. Lìcio è invece un termine alieno nel percorso, dal gr LYKIOS e dal lat LYCIUM è il relativo del coronimo Licia in Asia, cui Lìcio “Genere di Solnanacee” I Lupercàli erano ant feste del febbraio romano in onore di Zeus Lykaios, svoltosi nell’epiteto di Lupercus, la cui ara sacrificale era all’interno di una grotta, dove si tramandava fossero stati allevati i gemelli Romolo e Remo dalla lupa; pertanto, Lupercàle è l’aggettivo che vale “sacro al dio latino Luperco” (in origine il lupo sacro al dio Marte). Lupo, in sct era VRHA dalla rad WLKWOS, donde l’ingl WOLF e il ted WOLF, da questo l’onomastico esplicito Volfango da WOLFGANG cacciatore di lupi, eppoi Raoul o Raul “molto saggio” dove il suff WULF da WOLF è utilizzato fig come rafforzativo-intensivo, ed ancora Rodolfo “lupo glorioso” con HROD gloria, questo rintracciabile nell’onomastico Rodrigo “ricco di gloria” (con RIKS ricco), in Rosalinda da HRODLIND protezione gloriosa (con LIND scudo” fig “protezione”), in Ruggero “lancia gloriosa” (con GER lancia). Dal ted WOLF si conta Wolfràmio o Volfràmio (dal XVIIII sec) attraverso il lat WOLFRAMIUM già ted WOLFRAM (composto con RAM sporcizia), elemento chimico cui l’immediato snm Tungstèno (simbolo Tu) questo omologismo dallo svedese TUNGSTEN che sta letteralmente per TUNG pesante e SATEN pietra, con l’aggettivo Tùngstico nella locuzione Acido tungstico; fuori percorso Tungùso questo relativo al popolo dei Tungusi cui Lingua tungusa della famiglia altaica. L’ar conta LUF lupa (da notare l’assonanza con l’indoeur WULF) cui l’omologismo lat LUFFA e l’tal Lùffa “Genere di Cucurbitacee” e la locuzione botanica ital Spugna di Luffa. Per i messapi, inoltre, il lupo era identificato con DAUNUS, cui la Dàunia, questa la regione che include il promontorio del Gargano, e il suo popolo i Dauni; ed ancora, in sannita HIRPUS valeva lupo, cui il popolo Hirpi e Irpinia con Irpini. Per rispettare un binomio, citiamo il lemma Vòlpe, questo dal lat VULPES, cui Volpàia, Volpàre, il fig Volpeggiàre, Volpìgno, il composto fig Volpòca (volpe-oca) “sorta di anatra dal becco rosso” altrimenti detta Tadòrna questo 85 omologismo dal franc TADORNE cui Tadorna ferruginea detta anche Casàrca. VULPES discende dal gr ALOPEKS, donde Alopecìa, o Alopècia o Alopezìa, volpinità, nel senso patologico della perdita di peli nell’uomo in riferimento fig alla muta dell’animale. Volpàra, snm di Argine, appare d’etimo ignoto, ma potrebbe essere fig inteso nel senso di “tappare le buche delle volpi” ovvero le falle, assimilando queste, appunto, al lavorio delle volpi. Una curiosa variante di Volpe è il termine Gòlpe, con Golpeggiàre e Golpòne, termine desueto che sopravvive fig in botanica Gòlpe “sorta di malattia spelacchiante da funghi” cui Golpàto, ma che non ha nulla dell’esot sp Golpe, già lat COLPUS colpo, ellittico della locuzione GOLPE DE ESTADO Colpo di Stato, cui Golpìsmo, Golpìsta e Golpìstico. Il gr conta lo specifico BASSARA per Volpe, cui l’attributo Bassàride, l’aggettivo fig Bassàrico che vale Bacchico da Bacco, Bassarìsco “sorta di mammiferi” Dallo sp ZORILLA l’ital conta l’omologismo Zorìlla “sorta di mammifero”, quale dim di ZORRA volpe cui vrs l’appellativo del leggendario Zorro (furbo e imprendibile come la volpe). La cultura romana conta Caio Plinio Secondo il Vecchio (23\79) comandante della flotta di Miseno e scrittore, morto a Stabia durante l’eruzione del Vesuvio, che voleva studiare a distanza ravvicinata, e l’omonimo suo nipote e figlio adottivo il Giovane (61\113) avvocato e scrittore spentosi a Bitinia, cui l’aggettivo Pliniàno per entrambi; erano nati a Como. 1 \ Prefisso PROTO Il pref PROTO, dal lat PROTIUM già gr PROTOS, vale primo, cui derivati e composti Protanopìa (col suff OPIA), Proteìna con Proteàsi snm di Peptidàsi, Protèico o Proteìnico, Proteinemìa (suff EMIA sangue) e Proteinurìa (suff URIA urina), Protìde e Protìdico con valore di Proteina e Proteico cui Protidogràmma, Pròtio o Pròzio “isotopo dell’idrogeno” dal lat PROTIUM (pron prozium), Protìsta, Protìsti (organismi unicellulari) con Protistologìa; eppoi Protoàntropo o Protàntriopo, Protoattìnio o Protattìnio (con Attìnio), Protobrànchi (Ordine di Lamellibranchi primitivi), Protocanònico, Protococcàcee (Famiglia di alghe col suff dal gr KOKKOS granello), Protocordàti, Protofìllo (con il gr PHYLLON foglia), Protofìsico, Protogermànico, Protògino (col suff GENO), Protoindoeuropèo, Protolìngua, Protomaèstro o Protomàstro, Protomàrtire, Protomatèria, Protomèdico, Protomòrfo, Protòne (su calco di Elettrone) con Protònico (questo omn di Protonico da Tonico di Tono), Protònio e il prefissato Dipròtico, eppoi Protonefrìdio (PROTO con Nefridio), Protonotàio o Protonotàro con Protonotariàto, Protooncogène, Protoplàsma con Protoplasmàtico, Protoplàsto (col gr PLASTOS formato), il curioso Protoquàmquam (col suff dal lat QUAMQUAM sebbene e sta ironicamente per “saccente”), Protoromàntico, Protoromànzo (lingua in lat parlato che precede le lingue romanze), Protosemìtico (termine linguistico), Protosincrotòne, Protoslàvo, Protospatàrio o Protospadàrio (con il gr SPATHARIOS guardia del corpo da SPATHE spada), Protòssido, Protostèlla (termine astrologico), Protostòmi (Gruppo di metazoi, col gr 86 STOMATOS bocca), Protostòria con Protostòrico, Prototìpo (col gr TYPOS impronta), Protòttero (suff TTERO ali), Protovangèlo, Protozòi (Sottoregno animale, suff dal gr ZOION animale) con Protozoàrio e Protozòico. I Decàproti erano i dieci membri elettivi della magistratura romana, termine adottato dal I sec dC. Fuori percorso Proteàcee (Famiglia botanica), Proteifòrme, Proteìsmo (dal XIX sec) tutti dal gr PROTEUS, ital Proteo, la divinità che si dilettava ad assumere multiformi aspetti, Protoràce (termine zoologico) che è composto col pref PRO e Torace. \ Tipo Dal gr TYPOS impronta connesso con TYPE lettera (alfabetica), cui il lat TIPUS, l’ital conta Tìpo “esemplare” fig “persona particolare” donde Tipicità, Tipicizzàre, Tìpico, Tipizzàre, Tipizzaziòne; termine utilizzato dalla stampa cui le composizioni Tipocomposiziòne, Tipografìa con Tipogràfico, Tipògrafo e Tipolitografìa; eppoi Tipologìa, Tipometrìa e Tipòmetro, il prefissato Ectipografìa dal gr EKTIPOS (pref EK fuori) impronta in rilievo cui Ectìpo-èctipo “punzone-sigillo” (col pref gr EK fuori), i suff TIPIA TIPO in Callotipìa con Callotìpo (col gr KALLOS bellezza), Cariòtipo e Cariotìpico (col gr KARYON nucleo), Cianotipìa con Cianòtipo (con il lat CYANUS azzurro), Controtìpo, Dagherrotipìa con Dagherròtìpo (da nome dell’inventore L. J. Mandè Daguerre 1789\1851), Ecotìpo (col gr OIKOS abitazione), Eidotìpo (col gr EIDOS aspetto), Fototìpo, Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS “termine scientifico”, Idiòtipo (col gr IDIOS proprio-distinto-particolare), Isotipìa con Isòtipo (col gr ISOS uguale), Logotìpo (dal gr LOGOS parola e TYPE lettera), Olotìpo (col gr HOLOS tutto intero), Optotìpo o Ottotìpo (col gr OPTIKOS ottico) Ootìpo (col gr OION uovo), Politìpo, snm di Logotipo, attraverso l’ingl POLITYPE (col gr POLYS molti), Sottotìpo, Stereòtipo su modello franc STEREOTYPE cui Stereotipia (disturbo psisomatico) con Stereotipàto questo anche con valore di “convenzionale-immutabile dall’uso”, l’omn Stereotipìa (termine tipografico, col pref dal gr STEREOS fermo) cui Stereotipàre e ancora Stereostipàto “stampato con Stereotipia”, Stereotìpico e Stereotipìsta; eppoi Stenotipìa (ellissi di Stenografia e TIPIA). In conclusione, Stereotipo vale nella stampa per Stereostipato cui la locuzione Edizione stereotipa, in psicologia sta per “concetto rigido” cui la locuzione Pensare per sterotipi, in linguistica vale “successione fissa e ripetuta di parole” insomma snm della locuzione Frase fatta o Luogo comune. Il gr TYPE lettera si rintraccia dell’ingl TYPEWRITER macchina per scrivere 1. 1 La forma corretta italiana è in locuzione Macchina per cucire - Ago per cucire Macchina per scrivere - Penna per scrivere e non “da cucire-da scrivere”; mentre la carta (una pagina) è correttamente “da scrivere” e la stoffa “da cucire”. Lo stesso dovrebbe valere per Ferro da stiro (da stirare) la cui versione più corretta sarebbe Ferro per stirare. Pertanto, in questi esempi, la preposizione PER intende il mezzo “attraverso il quale” mentre DA determina un fine o scopo, una proposizione finale (o 87 consecutiva ma non è in questo caso), insomma l’oggetto “ da scriverci – da cucire…” Nel caso moderno dei computer, la stampante e la tastiera sono strumenti per scrivere, mentre il monitor rappresenta la pagina Word o la pagina Web da scrivere. \ Il Ferro da stiro Il Ferro da stiro - questa locuzione è la forma ellittica di Ferro da stirare pare sia stato ideato tra il 200 e il 400 aC. Il prototipo risalirebbe, infatti, alla dinastia Han che avrebbe governato la Cina dal 206 aC al 221 dC. I nostri avi dell’Apulia, quindi, usavano quell’attrezzo “cinese” che i greci già avevano acquisito e che lo avrebbero importato nelle terre italiche occupate, la cosiddetta Magna Grecia. L’utensile dell’epoca non era altro che un contenitore di bronzo per brace con manico di legno; ne sono stati ritrovati di manifattura artistica con impugnatura di avorio. I romani, poi, nell’estendervi la loro egemonia, avrebbero diffuso la pratica di una piastra di bronzo, sempre provvista di manico, da scaldare al fuoco prima dell’uso sui tessuti; ciò non solo comportava il continuo andirivieni del ferro tra fuoco e stoffa ma questa era facile che si sporcasse di cenere. Una consuetudine questa, dei carboni esterni, che ha resistito ai tempi sino all’XI secolo, quando iniziarono a elaborare ferri ottenuti con la fusione di leghe meglio idonee a distribuire il calore e dalle forme più adatte al loro uso. Sino all’Ottocento non ci furono ancora progressi ma si proseguì a migliorarne la forma continuando a riscaldarlo sulle braci. Fu in quel secolo, infine, che ebbe inizio la modernizzazione – si fa per dire – poiché tornò a essere quell’attrezzo “cinese” che inglobava nel suo dentro i carboni ardenti, serbando il calore necessario. Merito anche di Isaac Wilkinson, tra gli attori della rivoluzione industriale, che nel 1737 ne aveva già ideato uno con un soffietto interno, che alimentava l’incandescenza ottenendo così un calore pressoché uniforme e continuo. Ai giorni nostri, usiamo il ferro da stiro la cui piastra è riscaldata dall’energia elettrica, datato 1891, sempre più soppiantato dal ferro a vapore brevettato nel 1926. CASCINA CASONE CASINO CASCINA Originariamente, Cascìna è “semplice casa a forma di cassa”, dove si trovano la stalla ed un artigianale caseificio famigliare, cui Cascinàio; semant, è la casa colonica, ovvero il Casolare. “Andare alle cascine” è ancora oggi un romantico itinerario per gli innamorati fiorentini. Altra attestazione è Cascinàle, questo però traducibile nel collettivo di cascine. Termine alieno è Casciolòngo questo omologismo dal franc CACHOLONG “sorta di opale” d’origine 88 mongola. Il lemma Cascina è il dim dal lat volg CAPSIA, da CAPSA contenitore, cui Càssa, il fig Càsso “vuoto”, l’omn-snm Càsso “cassa del carro” cui Cassonàta “zucchero grossolano” (direttamente dai cassoni prima d’essere raffinato), Cassòne e il fig “torace”, Cassòla “sorta di pietanza lombarda” snm di Posciandra, fig da Casseròla o ancora Casseruòla attraverso il franc CASSEROLE già prvz CASSA dal lat CATTIA tazza cui Càzza in percorso con la variante Cazzeròla o Cazzeruòla e Cazzuòla o Cazzòla con Cazzolàta, eppoi i glb franc Chassis e Cassoulet questo già prvz CASSOLO terrina. Derivato esplicito dal volg, l’ital conta Càpsula con la variante Càssula cui Càpside con Capsòmero (termini in virologia), Capsulàre, Capsulatrìce, Capsulatùra, Capsulìsmo, i prefissati Incapsulàre (IN illativo) con Incapsulamènto e Incapsulatòre, e Scapsulàre (S sottrattivo); eppoi, dal significato di CAPSA quale bacca l’ital conta Càpsido (Genere botanico), Capsum (Genere chimico) cui la Classe dei Capsaicinòidi affini alla Capsaicìna o Capseicìna, questi Metaboliti di cui è ricco il peperoncino piccante, utilizzata anche per la produzione dei Gas lacrimogeni, donde in composti Diidrocapsaicìna, Nordiidrocapsaicìna, Omocapsaicìna e Omodiidrocapsaicìna. Il percorso continua con i vari Casèlla (dim di cassa), Casellàrio, Cassàio, Cassètta (adottato dal XIV sec) cui fig gli ormai in via di archiviazione Audiocassètta, Cinecassètta, Fonocassètta, Microcassètta, Musicassètta e Videocassètta dove Cassetta sta per “caricatore di nastro magnetico”, tutti pressoché adottati dagli anni Settanta, ormai rimpiazzati dai CD (dal 1983) e DVD (dal 1996) anche questi già tecnologicamente passibili di sostituzione, eppoi Cassètto snm di Tiretto, eppoi Cassettàta, Cassettièra, Cassettìsta (“di sicurezza” o “compratore di titoli provvisori” col suff ISTA qui di collegamento ad un significato più vicino ad un mestiere), l’accr Cassettòne con la locuzione architettonica Soffitto a cassettone, Cassìno (cassa della carrozza, fig “cavità della spiga dove si forma il granello) omn di Cassino “cancellino”, il fig Cassìdidi (Famiglia di molluschi) qui il termine assume il significato di “casco” dal lat CASSIS elmo, Cassière, l’aggettivo Càsso dal lat CASSUS vuoto e fig inutile con il sostantivo anatomico Càsso “cassa toracica”; il composto Cassaintegràre con Cassintegraziòne e Cassintegràto il cui primo membro Cassa (istituzione di utilità collettiva) è in locuzione storica Cassa Mutua e Cassa per il Mezzogiorno. Con il pref S estrattivo si ha Scassàre “levare dalla cassa” (omn di Scassare “cancellare” e Scassare “crollare”) con Scàssa e Scàsso, Scassinàre e 89 Scassinatòre, Scassettàre. Altro derivato è il Cassonètto, dim di Cassone, questo il mobile in voga nei secoli XIII^ e XIV^ per riporvi la biancheria, che la semant ha via via deprezzato in contenitore generico di merce, piccolo vano murale per contenervi il rullo degli avvolgibili, recipiente pubblico per la raccolta dei rifiuti. Cassiterìte (suff ITE per minerali) è dal gr KASSITEROS stagno vrs connesso con CAPSA contenitore. Il percorso composto prosegue con Cassafòrma questa una struttura provvisoria nell’edilizia, appunto a forma di cassa, per getti di cemento con un snm in Cassero, eppoi con Cassafòrte, Cassamàdia, Cassapànca, Cassavuòta. Fuori percorso Càssio “assorbimento aureo” cui la locuzione Porpora di cassio in onore del chimico A. Cassius (XVII sec), il glb franc Cassis da CASSE cui la locuzione Sciroppo di Cassis, con l’ital Càssia “ribes nero”, Cascìno è lo strumento (stampo ligneo - “piccola cassa”) per fare il cacio; il lemma nasce dall’inc di Cassa con Càscio “cacio”, questo dal lat volg class CASJUS già class CASEUS con suff dim e in alcune contrade si pron ancora il volg Cascia per indicare la Cassa. Càcio, infatti, deriva dall’ant CASCIO, attraverso il volg CASJUS cui, derivati e composti, Caciàia o il volg Caciara (omn del volg Caciara “gazzarra”), Caciàio, Caciatèlla, Cacière, Cacimpèrio o Cazzimpèrio (composto col lat PIPER pepe) snm di Pinzimonio, Caciofiòre, Caciòtta, Caciottàro in complanare con Casàro, Casatèllo o Casadèllo, il volg napoletano Casatiello, eppoi il class lat CASEUS donde Caseàrio, Caseificqziòne, Caseifìcio, Caseifòrme, Caseìna, Caseìnico, Càseo “coagulo del latte” e Caseòso, da qui la locuzione fig Vernice caseosa “rivestimento del feto verso il termine della gravidanza”. Il percorso prosegue in Cassàta (sovrapposto a Cassa) con Cassatèlla e la locuzione gastronomica Cassata siciliana (con ricotta), tutti fedeli al class CASEUS cui ancora un volg mer Caso e il glb ingl Cheese con il composto Cheeseburger questo composto con Hamburger. Il Caciocavàllo, meglio Caciocavallo silano, è il tipico formaggio prodotto sul Gargano e sulla Sila, in estensione nella Basilicata, Campania e Molise, con latte di mucche (cosiddette podoliche) ovvero pascolate nel periodo “a cavallo” tra primavera ed estate. Vrs, la definizione viene fig dalla pratica di far stagionare le tondeggianti forme a due a due, legate con una fune e penzolanti a cavallo di una trave. Termine alieno Cacìcco o Cacìco “capo indigeno”, omologismo attraverso lo sp CACIQUE ma da KACIK di genesi arawak. L’ingl cnnta CASH che vale fig “contanti” (come del resto anche in 90 ital) connesso in area indoeur col significato di Cassa cui la locuzione glb ingl Cash flow “flusso (differenza) di cassa” con l’ingl FLOW flusso. I latini contrassero CAPSA in CASA, dal tema med KASA capanna, in connessione col gr OIKOS, giunto immutato in Càsa cui i prefissati Accasàre e Rincasàre, i suoi derivati espliciti quali Casàta “stirpe” e Caserèccio, eppoi Casalìna “tessuto in casa”, Casàle questo con suff ALE vale “agglomeramento di case” o “casa isolata” in campagna con Casalìno, Casalèse o Casalèsco (dal toponimo Casale, questi tuttavia in riferimento etim a “agglomeramento”), Casamènto, Casolàre, il toponimo campano Casoria, eppoi Casalìnga con Casalìngo (doppio suff, ALE di derivazione aggettivale e INGO) e, Casalingàto e Casalinghitùdine, che rispettivamente esprimono soggetto, lavoro e condizione; i composti Casa base questo termine sportivo nel gioco ingl BASEBALL, Casamàtta (nel senso di casa finta), Casamòbile snm di Roulotte. Il termine Casamìcciola vale “caos, disordine, tafferuglioi” attestatosi dopo il sisma che distrusse Casamicciola nel1883, toponimo nell’isola d’Ischia, vrs da un Casame (suff AME per collettivi e quindi “agglomerato”) con suffissi alterativi ICCIO e OLO. Casanòva vale “avventuriero” attestatosi dalla cognomastica Casanova del celebre personaggio veneziano Giacomo Casanova (1725/1798); il termine è da considerare nel percorso poiché Casanova sta in veneziano per “casata di nuova nobiltà”. G. Casanova passato alla storia per le sue avvenure amorose, in realtà è stato un fine studioso; infatti è suo il trattato “Dimostrazione geometrica della duplicazione del cubo”. Dalla locuzione ingl PUBLIC HOUSE casa pubblica dove HOUSE vale casa snm di HOME, è nato il noto ellittico Pub, I greci, però, avevano KOAS pelle, donde, vrs, è partito il percorso lemmatico; la pelle d’animale, infatti, è stata una prima protezione dell’uomo, dopo aver scoperto che la propria non bastava più… e poi c’erano le lumache e le tartarughe alle quali fare riferimento. Altra forma lemmatica per Cassa è Castòne “parte incavata” anche in anatomia, attraverso il franc KASTO - in ted KASTEN - dalla quale discendono Incastonàre “inserire” con Incastonatòre, Incastonatùra e Scàtola questo il dim lat con metatesi da CAST a SCAT, cui Scatolàio, Scatolàme (suff AME per collettivi), Scatolàre questo verbo e aggettivo, Scatolàta e il Pp aggettivato Scatolàto, il dim Scatolètta, il composto Scatolifìcio ed Inscatolàre con Inscatolamènto, Inscatolatòre e Inscatolatrìce. In connessione indoeur si ha l’ingl TO CAST scritturare-assegnare un personaggio, una parte fig “incastonare” cui i glb Cast “il complesso degli 91 addetti” e Casting “distribuziuone delle parti”. Càsto, invece, “illibato-puro”, dal lat CASTUS, arriva dall'inc tra le due rad KAS istruire e KAS mancare cui Castimònia (suff MONIUM, Ved Lemmi e locuzioni maschilistici in Pena…) con Castimoniàle, Castità, il negativo Incèsto “non casto”, anche Carènte con Carènza, Carenzàto e Carenziàle da CARERE mancare; eppoi Carestìa con Carestòso attraverso il gr AKHARISTIA. Il termine, nel genere fem Càsta, ricopiato dal ptg CASTA, sta per (etnia) pura-non mescolata, cui Castàle; termine pseudoetim è Castàlio o Castàlide dal lat CASTALIUM relativo alla fonte Castalia, questa ad uso delle Muse e quindi il termine è esteso quale attinente alla poesia. Connesso con CASTUS, il lat ha coniato CASTIGARE correggere (vedi Fatigare da FATIS), poi mutatosi semant in punire, cui Castigàre con la variante volg Gastigare, Castigàbile, Castigatèzza, Castigàto con Castigatamènte, Castigatòre, Castigaziòne dal lat CASTIGATIO CASTIGATIONIS, Castìgo o il volg Gastigo e il composto Castigamàtti, questo il fortunatamente desueto bastone dei manicomi per colpire i matti durante le crisi, oggi attestatosi in risvolto fig. In connessione col rad KAS mancare esiste il termine lat CASSUS vuoto, cui Cassàre con Cassamènto, Cassatùra, Cassaziòne “annullamento-revoca” per accezione il tribunale altrimenti detto Corte suprema cui Cassazionìsta, questi sovrapposti a CAEDERE tagliare e Scassàre “cancellare-rendere vuoto” col pref S intensivo (snm di Scassare “crollare” e Scassare “levare dalla cassa”), il glb franc Casse “alterazione del vino” in senso di “rottura”, Càsso “nullo” e Cassìno, questo il devb da Cassare, snm di Cancellino, ed omn del Cassino della carrozza. Fuori percorso l’omn Cassaziòne, l’omologismo dal ted GASSEN gironzolare che vale “sorta di serenata”; il termine Cassinèse o Cassinènse relativi al toiponimo Cassino. Dalla rad gr KISTE, che vrs ha comune sorgente con KASTO, è pervenuto Cèsta attraverso il lat CISTA e al mas Cèsto con il denm Cestìre ed il prefissato Accestìre (AD allativo); in percorso Cestàio, Cestèlla, Cestèllo, Cesterìa, Cestinàio, Cestinàre, Cestinerìa, Cestìno, Cestìsmo con Cestìsta (in Pallacanestro), Cèstola, Cestòne e Cestòso. Omn-snm di Cesto l’ital conta in connessione Cesto “sorta di pianta a cespuglio”, Cèsto dal lat CAESTUS “guanto da combattimento”. L’ital conta ancora un Chìstera con valore di “cesta” di genesi basca ma attraverso lo sp CHISTERAS. E chissà se non c’è stata una remotissima associazione tra il mancare 92 di Casto e la cassa di Castone fig vuota. Dal long ZAINJA cesto l’ital conta l’omologismo Zàino con Zainètto; termine omn Zàino, vrs in connessione fig, attraverso lo sp ZAINO “mantello di un unico colore per cavalli” Dall’ar QUFFA cesta, l’ital ha adottato Còffa “piattaforma per vedette posta sull’albero della nave” rintracciabile nel volg mer quale “corbello” da cavapietre o muratore e fig “gobba”, vrs la voce ancora volg mer Scoffolato “rovinato al suolo”; tuttavia l’etim lo fa risalire al lat COPHINUS cesto già gr KOPHINOS, donde Còfano o il desueto Còfino, Còfana, Cofanàio, Cofanètto e Cofanìsta. Il lat volg conta CORBA cesto di vimini già class CORBIS, cui Còrba, l’esot dal franc Corbeille “cestino di fiori” già dim lat CORBICULA, Corbellàta “contenuto del corbello” e il dim Corbèllo, utilizzato nel volg quale snm di Testicolo-Coglione, cui Corbellàgine, Corbellàta o Corbellerìa, Corbellatòre, Corbellòne con Corbellonàggine e il prefissato Scorbellàto. Dal significato di “recipiente” vale “scafo”snm di Costa o Ossatura, ed una ant misura bolognese di capacità (78,644 m3). In percorso ancora un Chiòrba, attraverso il dim lat CORBULAM, attestatosi in Toscana con valore di “testa-capo”. L’omn Còrba (dal XIII sec) in termini di veterinaria è dal franc COURBE curva. D’etimo ignoto, l’ital conta Bùrga “cesto di vimini”, in accezione per contenere pesce, ma che sta anche per gabbione colmo di materiale pietroso da sistemare a difesa dell’erosione fluviale; non è facile ammettervi una connessione fig da parte del termine volg romagnolo Sburgida che sta per “ragazza disinibita”. Ràzza (omn di Razza, un pesce), curiosamente, è l’omologismo dal franc HARAZ e in origine stava ad indicare allevamento di cavalli, comunque dal lat RATIO cui Razzatòre relativo all’animale scelto per la riproduzione della razza, successivamente svoltosi in Specie (umana), cui Razziàle o Raziàle attraverso il franc RACIAL, Razzìsmo, Razzìsta, Razzìstico, Razzizzaziòne, Razzumàglia o Razzamàglia (sovrapposto a Marmaglia); curiosa pure la sua attestazione lemmatica in ital, che da una forma mas L’arazz s’è svolta nel fem La Razza (umana) con aferesi della vocale iniziale A (che già aveva perso l’h) e che va a comporre l’articolo fem logicamente non eliso. In percorso, il glb franc Racé (corretto Racé) da RACE razza e non non può essere solo una coincidenza l’omn con l’ingl RACE corsa da TO RACE correre, in origine riferito ai cavalli (allevati per la corsa), cui il glb Racer corridore e la locuzione glb Racing team “squadra da corsa”, oggi in accezione 93 automobilistica. Termine assonante con Aràzzo, l’omologismo derivato invece dalla città franc di Arras. Dal tema med KORBA cesto di vimini svoltosi nel lat CORBIS cui il volg CORBA, l’ital ha ricalcato Còrba d’identica traduzione, donde il dim Corbèllo questo fig “testicolo” e Corbèzzo, dal lat volg CORBITJUS, col dim Corbèzzolo questi inc col tema med ARBITUS “specie d’arbusto sempreverde”, infatti, il suo snm è Albatro-àlbatro dal lat ARBUTUM col dim Albatrèllo; da non equivocare con l’omn Albatro-àlbatro “sorta di uccello dei Diomedeidi” omologismo dall’ar AL QATTAS attraverso lo sp ALCATRAZ e il franc ALBATROS. L’Albatro urlatore è una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. Il lat, ancora, aveva un proprio termine in FISCUS, che valeva Cesto-Canestro, cui gli italianissimi Fèscina, Fiscèlla, Fiscìna e Fìscolo tutti dim, eppoi Fìsco e Fiscàle, questi ultimi due certamente per la tradizione di “dare quel che è di Cesare” levandola e porgendola dai cesti, cui la locuzione Leva fiscale. Il volg pugliese contiene un Fiskulo “piccolo cesto per le formette di ricotta”. Il Fisco assieme all’Erario erano custoditi nel tempio di Saturno. Termine alieno è Fìschio-Fischiàre con Fischiètto, Fischiòne (“anatra selvatica” che emette un fischio, volando, snm di Capirosso, Chiurlo, Fratino e di Morigiana) ed il fig Infischiàrsi, dal lat FISTULARE denm da FISTULA zampogna, cui Fìstola. Curiosità nella mappa indoeur è il termine ingl FISH pesce vrs dal passaggio di un PHISH (PH pron f), che inevitabilmente farebbe pensare ad una connessione etim tra il cesto FISCUS ed il suo tradizionale contenuto di FISH pesce. L’area indoeur ha portato nel ted il termine FISCH pesce e nell’ital Pèsce dal lat PISCEM, vrs dal passaggio di un PHISH (da ricordare che il gruppo PH vale f) eliminando la h e di conseguenza la pron f, adottando così la pron p, cui Pescàre ed il devb Pèsca (pésca) omn di Pesca (pèsca) “frutto”, eppoi, incluso il segno zodiacale al plur Pesci, Pescagiòne, Pescàia “argine fluviale”, Pescàtico, Pescatòre, Pescatòrio, i dim Pescètto, Pescìno (per accezione, piccola imbarcazione per palude), Pesciolìno e Pescherèccio, Pescherìa (suff sostantivante ERIA con valore di “vendita di (pesce)”), i composti Pescaturìsmo (dal XXI sec) questo in associazione con Ittiturismo, Pescecàne, Pesciaiòla o Pescièra e Pesciaiòlo, Pescicoltùra, Pescivèndolo (suff VENDOLO), in complanare con il percorso più esplicito al lat, cui Pìsca “vaso per pesci” e i metaf Pischèlla, Pischèllo riferiti a ragazzo e ragazza, 94 Piscàtico e Piscatòrio (varianti dei primi), Piscìna inv dal lat PISCINA, i composti Piscicoltùra (variante del primo), Piscìcolo, Piscicoltòre, Piscifòrme, Piscìvoro. In percorso prefissato si conta l’iterativo Ripescàre con Ripescàggio fig “recupero” questo neologismo attraverso il franc REPECHAGE adottato dal 1978. Un tipo di pesca è con la Sciàbica, sorta di rete a strascico che, in metonimia, dà il nome anche alla relativa imbarcazione, omologismo dall’ar SABAKA, cui Sciabicàre. Caratteristica naturale del pesce è la Squàma o Squàmma, meglio al plur Squàme, dal lat inv SQUAMA cui Squamàre, Squamàti (Ordine di Rettili Lepidosauri), Squamàto, Squamòso: e pare sia connesso alla rad di Squàlo dal lat SQUALUS, cui SQUALERE varrebbe essere squamoso, da qui il chimico Squalène (idrocarburo contenuto nel fegato), Squàlidi (Famiglia di Selaci), Squalifòrmi (Ordine di Elasmobranchi), pertanto il percorso conta fig Squàllido “squamoso” da SQUALIDUS di SQUALERE questo con valore fig di essere aspro, con Squallènte, Squallidèzza e Squallòre. Lo Squalo toro è una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. \ L’intensa edificazione turistica in coste tradizionalmente allo stato naturale e il conseguente incremento delle attività di pesca in loco hanno indotto gli squali alla ricerca disperata di cibo pur attaccando l’uomo come non avevano mai fatto; la colpa pertanto ricade sempre su quest’ultimo e in riferimento ancora alle costruzioni abitative sotto i crateri, lungo le golene dei fiumi, a valle di pareti sedi di frane o valanghe, in aree particolarmente telluriche prive di adeguate precauzioni.\ La piscina è il luogo ideale per il tuffo sia esso sportivo sia per diletto; Tùffo è l’omologismo dal long TAUFFJAN immergere, d’origine onomatopeica, svoltosi nel ted TAUFEN battezzare, cui l’ital Tuff e Tùffete, Tuffamènto, Tuffàre e Tuffàrsi, Tuffàta, Tuffatòre, Tuffatùra, Tùffolo. Dall’inc di Tuffo col ted STAMPFE pestello, questo connesso col franc STAMPON pestare, l’ital ha composto l’omologismo Stantùffo. Il gr conta KOLYMBOS tuffatore cui Colìmbo (Genere di uccelli) con Colimbifòrmi (l’Ordine). \ Razza umana Il termine Razza, neologismo coniato nel XV sec è finito per scalzare Specie, questo adottato dal XII sec, in riferimento all’uomo, pertanto si ha la locuzione Razza umana sostitutiva di Specie umana; ma c’è dell’altro, è adottato in Gruppo razziale per selezionare gli uomini in base ai caratteri somatici, genetici ed ereditari, come il colore della pelle, sostituendosi all’appropriato Gruppo etnico, toccando l’assurdità della Razza pura. Il lemma, con i suoi derivati, peraltro nato in un contesto equino, avendo assunto un significato discriminatorio e persecutorio è dunque da cancellare dalla terminologia umana, viepiù in locuzione Conflitto razziale, Lotta 95 razziale, Distinzione di razza… Alla pari di quelle voci create dall’arroganza maschilistica (Ved Pena...), occorre una rivisitazione correttiva o eliminatoria per queste legate al concetto di una razza dominante, padrona, come Schiavesco, Negriero, Aguzzino, Galera, Servo, di razza migliore o pura, come l’aggettivo Chiaro dipartitisi lungo un percorso semantico che lo avrebbe elevato al valore di “schietto, onesto, comprensibile, illustre”, in contrapposizione a Nero che, vieppiù, vale peccatore in Anima nera e ladro in Manonèra o Mano nera; in complanare con Bianco e Nero, le puntualizzazioni in locuzione Razza bianca e Razza nera, solo per distinguere la superiorità della prima rispetto all’altra, invece delle appropriate Etnia bianca ed Etnia nera. \ Pisside Bussola Pece Catrame Dal gr PYKSOS arbusto-legno di bosso dal tema med BUKSO-PUKSO pianta (del bosso?), cui PIKSIS scatola (di bosso?) per riporvi gioielli, e il lat PYXIS con BUXIS scatoletta di bosso, sono pervenuti i termini quali Pìsside, Bòsso dal lat BUXUS cui Bossàcee o Buxàcee (Famiglia di piante), Bòssola (snm di Brusca “spazzola” e misura di liquidi questo attestatosi in Veneto), il dim Bòssolo, una variante Bùssolo, con Bossolòtto o, più ricorrente, Bussolòtto, eppoi Bòssolo (di un proiettile, nel senso di contenitore della carica) e Bùssola nel senso di “scatoletta” la cui proprietà di orientamento è basata sul magnetismo terrestre; la Bussola era conosciuta dai navigatori cinesi e europei già del XII sec. cui un doppio prefissato Scombussolàre con Scombussolamènto, Scombussolìo e Scombussolàto (S sottrattivo e CON associativo col valore fig “senza essere con la bussola”). Il percorso prosegue con Bussolànte “trasportatore della portantina (cassetta)”, Bùsta con Bustarèlla, il prefissato Imbustàre e il composto Autobustànte, transitato dal franc ant BOISTE, pertanto del tutto estraneo all’etim di Busto. In vrs connessione il celt BOSTA cui l’ant franc BOISSIEL o BOISSEL svoltosi nel glb ingl BUSHEL “unità (anglosassone) di misura per capacità” corrispondente a 32/36 litri. In ingl BOX è Scatola ed anche fig “spazio-vano-recinto” termine vrs connesso con la rad indoeur cui il lat BUXIS scatoletta di bosso di tema med, che composto con JUKE “sala da ballo”, anche questo connesso con il lat IOCUS scherzo, forma il glb Jukebox, ovvero “scatola (musicale) per sale da ballo”; il termine nel ignificato di “scatola” riappare glb dall’ingl in Boxer quale terminologia motoristica, relativo ai cilindri e nella locuzione Box office “ufficio cassa”. Il risvolto dell’ingl Box in “colpo” cui il glb Boxer “pugilato” nasce fig dal significato di “recinto” o “quadrato” ove si svolge un incontro di pugilato, indicato nel glb Ring “circolo”; da qui l’omologismo Boxàre “tirare di boxe” cui Boxìstico, eppoi, ancora in ambito glb, il franc Boxeur “pugile”, il ted Boxer “lottatore” esteso ad una razza di cane simile al Bulldog, l’ingl Boxer “calzoncino” per associazione al tipico indumento del pugile. Il passo fig da BOX all’ingl BOOK libro è breve considerando questo “una scatola, un contenitore di parole” , cui i glb Bookmaker “Allibratore”con MAKER artefice e Bookmark “segnalibro” con MARK segno. Dal lat volg BUXIDA svoltosi da BUXIS, il franc conta BOITE (pron buat ) 96 scatola e fig “piccolo locale notturno” cui l’esot Boàtta o Buàtta “scatola di latta” attestatosi in voce mer. Il franc conta ancora BOIS legno cui gli esot Boiserie “rivestimento in legno”, Oboe-òboe “strumento musicale della famiglie dei Legni” con Oboìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), dal franc HAUTBOIS composto con HAUT alto e quindi “strumento di legno dal suono alto”; HAUT lo si ritrova fig nell’onomastico celt Mafalda da MAHAUT che sta per “forte in battaglia” in concorrenza col ger Matilde. La rad indoeur PIK vale pece, cui il gr PITTA e donde, attraverso il lat PIX PICEM, l’ital conta Pèce con Pecètta, Peciòso, Pìceo, Petacciòla dal gr PITTAKION (tavoletta) impeciata snm di Piantaggine, il prefissato Impeciàre con Impeciamènto e Impeciatùra, il composto glb ted Pechblenda (con BLENDE blenda) snm di Uranite, e perché non pensare ad una primitiva relazione con PYKSIS di Scatola, giusto questa sigillata ed isolata con la pece. Dall’aggettivo lat PICEUS di pece, sono stati coniati Appicciàre (pref A allativo) dal volg ADPICJARE “attaccare (con la pece)” col devb Pìccia, Appiccicàre con Appiccicatìccio, Appiccicatùra, Appiccocòso, Appiccicùme (suff collettivo), Appiccicòso eppoi l’intensivo Spiccicàre con Spiccicàto (pref S intensivo). Nel volg mer Appicciare vale “accendere il fuoco” (con pece infiammata o con torcia di pece accesa), una sovrapposizione lemmatica che vale anche fig istigazione e provocazione. Dall’ar QATRAN pece liquida, l’ital conta Catràme cui Catramàre, Catramàto, Catramatòre e Catamatrìce, Catramtùra, Catramaziòne, Catramìna (suff chimico INA), Catramìsta, Catramòso, il prefissato Incatramàre. Il lat DISPEDICARE (pref DIS) slacciare da un PEDICA dal valore di laccio, il franc ant lo aveva svolto semant in DESPEECHIER sbarazzare, cui l’ital Impedicàre già lat IMPEDICARE (pref IN) impedire-allacciare, Spicciàre in percorso con Compicciàre, questo, con cambio di pref, su calco di Impicciàre cui Impicciàto, Impìccio e Impicciòne, dal franc EMPEECHER, che si ritrova nel glb ingl Impeachment con valore esteso di “stato d’accusa”. I suddetti verbi lat prefissati sono diventati DESPACHAR e EMPACHAR nel prvz, donde il percorso italiano Dispacciàre da DESPACHAR, Impacciàre da EMPACHAR cui Impàccio e Impacciàto, eppoi Spacciàre “smerciare” ancora dal prvz ESPACHAR cui Spàccio, Spacciatamènte, Spacciàto Spacciatòre con Antispàccio “operazione contro gli spacciatori”. Infine Dispàccio dallo sp DESPHAO missiva di disbrigo. \ Ittico Acciuga Seppia Il gr conta IKHTHYS per Pesce, cui Ikhthyfobìa semitalianizzato Ichthyofobìa “Avversione psicologica per i pesci”, l’aggettivo Ittico-ìttico, Ittiòlo “pesce fossile”, il patologico Ittiòsi e il pref ITTIO in composti quali Ittiocòlla, Ittiocoltùra, Ittiofagìa e Ittiòfago, Ittiofàuna, Ittiòfilo, Ittiofòrmio, Ittiogènico, Ittiologìa, Ittiòlogo e Ittiològico, Ittiosàuro o Ictiosàuro, il neologismo del XXI sec Ittiturìsmo (col pref adattato vale turismo tra i pescatori) in pratica snm di Pescaturismo. Il mediterraneo conta un proprio tema APYU per pesce, cui il gr APHYE piccolo pesce svoltosi nel lat APIUVA e nell’ital Acciùga il cui snm Alìce è 97 dal (genitivo) lat HALLEX ALLICIS e sta per salsa di acciuga (di pesce), termine connesso con il gr HALS sale (ma che appare talvolta in estensione fig nel senso di “mare”); Alice pertanto è il termine di ricetta attestatosi ad indicare l’Acciuga al di fuori dell’etimo naturale APYU, così come Fegato dalla ricetta FICATUM farcito di fichi, attestatosi ad indicare l’organo ghiandolare al di fuori dell’etimo IECUR. Il gr conta ENGRAULIS sorta d’acciuga cui Engfraulìdi (la Famiglia). Coesiste ancora il tema RAIA pesce cui inv il lat RAIA e l’ital Ràia con la variante Ràzza attestatasi da fonetica sett e omn di Razza etnia) cui il fig peggiorativo Razzamàglia o Razzumàglia, i composti Ràidi (la Famìglia) con Raifòrmi (l’Ordine) Pesci che per via di logica, data l’etim locale, gremivano il Mediterraneo; come la Sèppia già Sèpia, cui Sèpidi “la Famiglia”, eppoi Seppiàre, i fig Seppiàto “colore” e Sepiolìte “sorta di minerale” questo snm di Schiuma o Spuma, dal gr SEPIA e dal lat volg SEPJA già class SEPIAM, che pare abbia addirittura impresso nel toponimo all’antica SIPONTUM nell’attuale golfo di Manfredonia, ancora oggi cittadina (la nuova Siponto) rinomata, fra l’altro, per la bontà e la quantità delle seppie e non solo; pare che qui, da sempre, si siano gustate le Triglie di scoglio. Trìglia, con Trìglidi (la Famiglia), dal lat TRIGLA inv dal gr TRIGLA o TRIGLE. Il gr conta TEUTHIS TEUTHIDOS sorta di seppia cui Architèutidi (la Famiglia, pref ARCHI) altrimenti dette Piovre. \ Accasciare Diversa da Cascio è l’anamnesi per il lemma Accasciàre, derivato dal lat volg AD-QUASSARE crollare, intensivo di QUATERE sbattere, cui Squassàre col pref S durativo e Sconquassàre con Sconquàsso (doppio pref CUM). Eppoi, col pref EX intensivo EXCUTERE scuotere, Escùtere (XVIII sec) “interrogare un teste - porre un debitore sotto azione legale – citare”con Escussiòne (XVI sec) e il Pp Escùsso (XV sec), ancora Scuòtere o Escuòtere e Scòtere, con Scuotimènto o Scotimènto o ancora Scotìo, Scuotitòio o Scotitòio, Scuotitòre o Scotitòre, che giungono composti da EX conclusivo e da QUATERE, con il normale passaggio di ua in u in sillaba interna, quindi CUTERE, donde ancora il fig Discùtere con Discussiòne e Discùsso (DIS dispersivo), con successiva attestatzione della u in o; Scotolàre, ancora, è da EXCUTOLARE iterativo di EXCUTERE cui il devb Scòtola e Scotolatùra. L’ital conta ancora il composto Scuotipàglia. Il Pp di EXCUTERE è EXCUSSUS, cui Scòsso del XIV sec e Scòssa con Scossàre, Scossòne; il genere al fem si spiega perché il lemma è stato inc con Mossa. Scòsso è anche il cavallo del Palio di Siena che arriva senza fantino. Fuori percorso Scossàle e Scossalìna “indumento femminile a grembiule” omologismo dal long SKAUZ grembo. Il gr conta lo specifico ENOSIS scossa cui Enosigèo”scotitore della terra” epiteto di Nettuno. Ancora, l’indoeur conta SEIEIN scuotere cui il gr SEISTRON, il lat SISTRUM “strumento di culto egizio” e l’ital Sìstro. Nel proseguire il percorso prefissato,con IN intensivo è nato Incùtere col Pp Incùsso; col pref CUM i termini Concussiòne, Concùsso in percorso COM QUATERE-CONCUTERE, questo nome d’azione del primo; il verbo 98 Concussàre già lat CONCUSSARE intensivo di CONCUTERE è obsoleto e sostituito da Squassàre. Col pref PER Percuòtere o Percòtere con Percotimènto, Percuotitòre o Percotitòre, Percòssa con Percòsse e Percòsso, i desueti Percossùra o Percussùra, ancora Percussiòne o Percossiòne con Percussionìsta e il doppio prefissato Ripercussiòne, eppoi Percussìvo e Percussòre. Col pref RI Riscòssa, Riscossiòne e Riscuòtere. Snm di Percossa è Sòrba, con Sòrbola e l’esclamazione Sòrbole! fig da Sòrba frutto del Sòrbo dal lat SORBUM “albero delle Rosacee”, cui Sorbàre, Sòrbico (pref chimico ICO) cui Acido sorbico, Sorbìte, Sorbitòlo. Dal lat RE CUTERE scuotere lo sp aveva tratto RECUDIR ricorrere svoltosi in ACUDIR assistere cui l’ital Accudìre. \ Castro Castrare Il lat conta così CASTRUM fortezza donde l’ital Càstro con Castrènse, eppoi, un Càstro che avrebbe identificato quel centro abitato di dignità inferore a Civitas (Ved Dalla città ai Mendri in Trivio…); Castro sopravvive nella toponomastica locale quali Castro, Castro dei Volsci... in memoria d’antiche fortificazioni, accampamenti militari; nel medioevo. Da CASTRUM fortezza il lat conta il dim CASTELLUM cui Castèllo con il sostantivo e aggettivo Castellàno, il sostantivo Castellàre, il fig Castellatùra “rinforzo”, il dim Castellètto, Castellière “abitato preistorico su alture”, Castellìna snm di Catasta, Castellologìa, il prefissato Incastellàre con Incastellamènto e, in complanare con Castro, alcuni toponimi in cui appare Castello e i vari Castellànza, Castellanèta, Castelmàgno cui l’omn formaggio, Città di Castello (demotico Tifernàte dal lat TIFERNUM, o Castellàno), Villacastèlli… dai quali ricorre il demotico Castellàno; attraverso il coronimo sp Castiglia, conneso con CASTILLO castello, si ha l’omologismo relativo Castigliàno, questo anche la lingua cui la locuzione Lingua castigliana. Snm di Castello è Manièro o Manière dal lat MANIER podere agricolo, o MANEO, svoltosi da MANERE dimorare-restare-sostare, omn di Maniero maneggevole. Il termine Càssero, già in uso nel 1300 vale “struttura navale” cui Casserètto, “recinzione fluviale impermeabile”, “mura di cinta” ed discenderebbe dall’ar QASR, influenzato dal gbz KASTRON e dal lat CASTELLUM. Cassero è ancora snm di Cassafòrma Castràre, infine, inv dal lat CASTRARE, arriverebbe dalla rad KES tagliare, che avrebbe prodotto un omn CASTRUM rintracciabile nel sct con CASTRAM strumento da taglio; nel percorso si contano derivati e composti quali Castracàni, Castramentaziòne, Castrànte, Castrapòrci, Castràto, Castratòio, Castratòre, Castratòrio, Castratùra, Castraziòne, Castrìno “l’addetto alla castrazione” e per estensione “l’apposito coltello”, Castròne questo “agnello o puledro castrato” e fig “persona sciocca” cui Castronàggine, Castronàta e Castronerìa. Incastràre, allora, col pref IN illativo, indicherebbe letteralmente “inserire in un’intagliatura”, metaf “mettere alle strette”; anche per questo termine, è lecito supporre un’assimilazione con Castro di “cittadella-fortificazione”, che avrebbe reso il prefissato Incastràto (IN illativo) snm di Assediato; in persorso 99 Incastratrìce, Incastratùra, il devb Incàstro. La rad KES di Castrare trova snm nella SEK di Secare-Segare (Ved Sasso…) e nel lat CAEDERE. In ogni caso, tutte dovrebbero essere partite da una rad comune, che si sarebbe mutata, scissa e diramata in SEK KES KE CAE CE. \ Merlo Mèrlo, elemento decorativo del castello ma con funzione di riparo, cui Merlàre con Merlàto, Merlatùra e Merlòne, in campo di ricamo tessile Smèrlo con Smerlàre, Smerlàto e Smerlatùra, il dim Merlètto 1 cui Smerlettàre. Il termine, fig da Mèrlo (uccello dei Turdidi), è dal lat volg MERULUM già MERULA, cui Mèrla (femmina del merlo), Merlàngo o Merlàno (fig pescemerlo dei Gadidi, attraverso il franc MERLAN), Merlòt (fig un vitigno delle Tre Venezie) e Merlòtto attraverso il franc MERLE merlo, Merlùzzo, snm di Nasello, dal prvz MERLUS già lat MERLE col dim MERULA fig pesce merlo dei Gadidi, con Merluzzètto. La locuzione I giorni della merla indica nella tradizione popolare gli ultimi tre di gennaio, considerati i più freddi dell’anno. Il termine Gàdidi (la Famiglia) è dal gr GADOS, questo specifico per Merluzzo, cui Gadifòrmi; a tale Famiglia appartiene l’Ordine dei Teleòstei cui la Mènola dal lat MAENA, Mòlva omologismo dal bretone, la Motèlla dal franc MOTELLE fig dal lat MUSTELA donnola, eppoi l’Ordine dei Zeifòrmi questo col gr ZAIOS “sorta di figura” e FORMIS a forma di cui il Sampietro. Ai Gadiformi appartiene ancora l’Eglefìno, sorta di pesce osseo, omologismo attraverso il franc AIGLEFIN da un precedente ESCLEVIS con sovrapposizione di AIGLE aquila, questo un termine che, in armonia al patrimonio indoeur, risuona nell’ingl EAGLE aquila; il termine ESCLEVIS è un omologismo franc dall’ol SCHELVISCH una composizione di VISCH pesce con SCHELLE scaglia. Da notare ancora la risonanza indoeur con l’ital PESCE, l’ingl FISCH e l’ol VISCH. Pseudoetim nel percorso GADOS, Gadolìnio (elemento chimico) con Gadolinìte relativo al chimico J. Gadolin (1760/1852). Ancora, dal merlo del castello sono derivati fig Merlètto con Merlettàia, Merlettàre, Merlettatùra. Il nome Merlino, del famoso mago medv, è azzeccato in un contesto di castelli e merlatture; in ogni caso, non dovrebbe essere estraneo all’ol MEERLING o MARLING da MARREN legare cui il franc MERLIN e l’ital Merlìno termine marinaresco per “sottile cavo di canapa”, in vrs connessione rad con le legature-ricami dei merli. Esiste il termine glb franc Mirliton che indica una sorta di rozzo strumento musicale (adottato dal 1942) diffuso in Asia, Africa, e nel folclore sardo ed aragonese, il cui etim non è certo sia connesso col verso del Merlo. 1 Sorta di merletto tipico di Genova è il Macramè, omologismo dall’ar qui col significato di “fazzoletto”. \ Radicale TEM Suffisso IZZARE EGGIARE 100 Ancora, esiste nell’immenso contenitore indoeur la rad TEM tagliare cui il gr TEMNEIN tagliare, che, oltre al sostantivo metrico Tmèsi (scissione, ossia “taglio” di una parola in due parti tra un verso e l’altro) snm di Diàcope; Tmesi è anche la divisione di una parola in due nparti separate da una seconda parola, quale Infolliàcubo (Follia in Incubo), questo neologismo SA da “Quella notte fatta di sogni e di mistero” Edizioni Rebellato 1989. Il rad avrebbe ispirato i vari TOMO e TOMIA che appaiono come pref e suff in composizioni quali Micròtomo, Tomògrafo, Anatomìa cui Anatomicità, Anatòmico, Anatomìsta, Anatomizzàre con i composti Anatomopatològico e Anatomopatòlogo (pref ANA), in complanare con con Notomìa, Notomizzàre, Notomìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Notomìstico e Notomizzàre. Il percorso continua con Tòndere, o l’obsoleto Tondàre (omn di Tondare di Tondo) dal lat inv TONDERE tosare, tagliare interamente, cui il Pp TONSUS che ha condotto a Tonsùra, cui l’eccl Rito della tonsura e un Tonstrìna (barberia), Tosàre con Tòsa, Tosàto, questi svoltosi in veneto nel senso fig di Ragazzo e Ragazza (capelli rasati, come era nell’uso), e il prefissato Intònso (IN negativo) “non tosato” e fig “libro non letto” questo dal fatto che le pagine non avevano ancora le piegature tipografiche tagliate. L’ingl conta il verbo TO SHEAR tosare, cui in area glb il termine Shearling “giaccone di lana rovesciata”. L’ingl SHEAR vale ancora azione-spinta e non può essere solo un caso di parallelismo incidentale se con la rad TEM tagliare svoltasi in TONDERE tosare l’ital conta in connessione il termine Tempellàre “percuotere (spingere)” con Tempellamènto, Tempellàta, Tempèllo, Tempellòne, in sovrapposizione alla base onomatopeica di TEMP battere, percuotere. Nel percorso rad, l’ital conta Tèmpo dal lat TEMPUS (sia fisico che meteo, sintesi da “frazionamento del tempo”) cui l’accr Tempàccio e il dim Tempùscolo, Tempàrio, il prefissato Attempàto (pref AD allativo vale “fornito di tempo-anni”), Tempràre o Temperàre questo inv da TEMPERARE denm da TEMPUS (tagliare al fine di mescolare e armonizzare, moderare) con Tempràto o Temperàto, l’astratto Tempèrie e Intempèrie (IN negativo), Temperìno col suff INO di strumento, i composti Temperalàpis o Temperamatìte o ancora Temperamìne, il composto Frattèmpo da utilizzare in locuzione avverbiali quale Nel frattempo; ancora, Temperànza o9 Temprànza da TEMPERANTIA con Temperatòre e l’opposto Intemperànza e Intemperànte, eppoi Temperatùra, Tempèsta (astratto di TEMPUS con suff peggiorativo) cui il relativo Tempestòso e Tempestìvo, questo non ancora in senso peggiorativo, cui Tempestività, eppoi Tempestìo, Tempìsmo e Tempìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) cui Tempìstica e Termpìstico, Tempòne quali accr di Tempo nel senso fig di “Allegria” con la locuzione Far tempone, Tèmpora direttamente dal plur lat TEMPORA “tempi” in senso liturgico con un plur ital nella locuzione Pro tempore, Temporàneo o Temporàrio con Temporaneamènte, Temporaneità, Temporeggiàre con Temporeggiamènto, Temporeggiatòre, Temporizzàre 101 con Temporizzatòre, la locuzione dal lat Temporibus illus “quei tempi”, un Tèmpura “piatto tipico giapponese” dal lat TEMPORA attraverso il portoghese (piatto abituale dei missionari durante il periodo delle tempora), i prefissati Estemporàneo con Estemporaneità (col pref EX fuori); il prefissato Contemporàneo, cui Contemporàle, Contemporaneamènte, Contemporaneìsta, Contemporaneità, ha il proprio snm in Simultàneo dal lat SIMUL stesso tempo cui Simultanàre, Simultaneamènte, Simultaneìsmo, Simultaneìsta e Simultaneità. L’aggettivo Temporàle da TEMPUS (omn di Temporale da Tempie) con Temporalìsmo e Temporalità, eppoi il suffissato Atemporàle e Atemporalità (pref A privativo), il dim Tempùscolo, col snm-omn Temporàle da TEMPORALIS “fenomeno atmosferico temporale” cui Temporalèsco; dall’ingl TIME tempo, il glb Timing. Il Tèmpio, o Tèmplo, è la parte di spazio (terra-cielo) tagliato dal sacerdote-àugure ed a lui riservato, cui Tempière o ancora Templàre e Templàrio, il dim Tempiètto, Tempificàre, la locuzione Ordine dei templari e Cavalieri templari 1, il glb ingl Temple block “sorta di strumento musicale ligneo a percussione” fig dalla cupola del tempio. Il percorso prosegue con il composto Contemplàre con Contemplaziòne. Più metaf, connessi alla rad omonima TEM spregiare, i vari Contumàce, Contumèlia, Contemnèndo o, grazie alla mutazione del gruppo lat mn in nn, Contennèndo dal gerundivo lat CONTEMNENDO da CONTEMNERE disprezzare, tutti con pref associativo COM. Nel percorso di Temperare, l’ital conta ancora Tèmpera, la variante Tempràre con Tèmpra, Temperamènto con Temperamentàle, e prefissati quali Contemperàre o Contempràre con Contemperamènto Contemperànza (pref COM associativo), Intemperànte (IN negativo) “non moderato”, Ottemperàre o Obtemperàre (OB al cospetto) “adeguarsi al cospetto delle istruzioni” cui Ottemperàte o Obtemperànte e Ottemperànza, Stemperàre o Stempràre (S intensivo) “più che tagliare, sciogliere” cui Stemperamento o Stemperatùra, Stemperàto... Temperàre vale anche “fare la punta” con il suo contrario Stemperàre “togliere la punta, spuntare” con Stemperàto. Tèmpia (anatomia) da TEMPORA (plur) tempie, il suo aggettivo Temporàle (omn di Temporale da Tempo) svoltosi in pref TEMPORO o TEMPOR nei composti quali Temporomandibolàre e Tempororbitàrio, deriverebbero metaf dal lat TEMPLUM trave di sostegno, omn di TEMPLUM tempio, donde Tempiàle “relativo alla trave”. Dal lat ASYLUM, dal gr ASYLON tempio è perveuto Asìlo, termine composto dal pref A privativo e da SYLE che vale senza diritto di cattura, ovvero l’extraterritorilità della casa degli dei, omologata nelle nostre chiese, santuari, monasteri, case protette per l’infanzia e nella qualifica di protezione per i rifugiati; l’opposto di Asilo è Esìlio conn le ant varianti in Esìglio, Essìglio o Essìlio, cui Esiliàre e Esiliàto, in complanare con Spatriare, dal prefissato lat EXSILIUM di EXSULE “fuori della proprio suolo” cui Esule-èsule, Esulàre questo anche fig. Il suff verbale IZZARE, omologato nel volg EGGIARE, in verbi denm o tratti da aggettivi, si ritrova in molteplici termini italiani e sta ad indicare “attuazione, trasformazione, riduzione”, dal gr IZEIN agire in un modo, cui Democratizzare (con aggettivo Democratico) dal gr DEMOKRATIZEIN, Organizzare dal 102 sostantivo Organo; da qui poi si è passato alla forma sostantivata Democratizzazione e Organizzazione. Il suff volg conta termini quali Amoreggiare, Ondeggiare e le forme sostantivate Amoreggiamento e Ondeggiamento. 1 L’Ordine dei Cavalieri templari aveva un rigida etichetta; era proibito dalla regola abbigliarsi di collane, andare a letto scalzi, baciare una donna anche se madre o sorella, indossare tuniche colorate o disegnate, intraprendere viaggi da soli, mangiare abitualmente carne, parlare ad alta voce in refettorio, ridere in qualsiasi occasione\ \ Augurio Auspicio Sacerdote * Nome di strumento L’Augure-àugure, dal lat AUGUR già AUGUS promotore, annunciatore di buone nuove astratto del verbo AUGERE dalla rad AWEG prosperare, era il sacerdote nel tempio che prediceva il futuro, traendolo sia dal volo degli uccelli, dai sogni e da altro, sia dalle condizioni atmosferiche, ovvero dal Tempo e dal suo ruolo di preannunciatore delle buone cose, c’è pervenuto Augùrio con Auguràle e Auguròso, Auguràre-Inauguràre… in opposizione Sciagùra e Sciaguràto col pref EX sottrattivo, cui le varianti poetiche Sciaùra e Sciauràto. La rad di Augurio s’individua nel sct AJAS forza, cui i derivati Augùsto “consacrato” (agg. e nome proprio di persona), Augustàle (sacerdote), Augustèo (relativo all'imperatore Augusto o al suo tempo); l’onomastico Agostino da AUGUSTINUS valeva di Augusto. Da contare il toponimo insulare, oggi croato, Làgosta attraverso il lat AUGUSTA INSULA già gr LADESTANOS, svoltosi nell’illirico LADEST, nel croato LASTOVO. Il lat conta lo specifico STRENUUS di buon augurio d’ant origine sabina, cui il sostantivo STRENA svoltosi nell’ital Strènna, col quale, vrs connesso STRENUUS coraggioso, donde Strènuo svoltosi nel snm di Tenace. Più tardi, il lat avrebbe coniato ENCAENIARE inaugurare dal gr ENKAINIA inaugurazione da KAINOS nuovo, cui Incignàre e Incìgno questi dal poetico valore di INCIPIT, da non equivocare con Incignere questo una variante di Incingere. Curioso il verbo toscano Incincignàre, un inc tra Incignare e Cencio, che starebbe per “sgualcire, ridurre ad un cencio”, ma altra fonte lo vorrebbe “incignare un cencio” (un abito). \ Proviamo a formulare tre testi augurali per una coppia di sposi: Gli auguri più splendidi non basterebbero ancora a colmare la felicità che proviamo nel vedervi sposi e felici per la vita - L’amore vi tinga ogni cosa del colore più bello, quello tutto vostro e che vi apparterrà per sempre - Quando una coppia bella come voi si sposa, l’umanità tutta si rinnova di un bocciolo; il vostro ha già le corolle d’incanto.\ Dalle facoltà divinatorie, grazie alla lettura delle viscere è sorto il termine Estispìcio o Extispìcio dalla composizione EXTA visceri con la rad SPEK osservare; dal volo degli uccelli, è nato il termine Auspice-àuspice da AUSPEX con il denm Auspicàre con i vari Auspicàbile e Auspicabilità, Auspicàle, Auspìcio o Auspìzio, dalla composizione lat di AVI uccello con la rad SPEK osservare; in associazione il termine Oscìni “Sottordine di Passeriformi” dal lat OSCEN OSCENIS dal cui canto si traevano gli auspici, donde il fig OSCITARE sbadigliare con l’ital Oscitaziòne “sbadiglio 103 continuato” e il risvolto Oscitànte cui Oscitànza nel senso di “negligente e negligenza”; in opposizione al valore di auspicio il lat conta il prefissato OBSCENUS (OB contro) “di malaugurio” cui l’ital Oscèno con Oscenità. La rad SPEK, cui il lat SPECERE guardare, è l’abbrivo del percorso lat-ital SPECULUM cui Spècchio con Spècchia (manufatto preistorico), Specchiàio, Specchiatùra, Specchièra, Specchiètto, eppoi, dal dim SPECILLUM, Specìllo con Specillàre Spècimen inv da SPECIMEN saggio; del percorso di SPECULA osservatorio cui Spècola o Spècula, Speculàre o Specolàre, l’inv Spèculum, ancora Speculàre con Speculàbile, Specularità, Speculatìva, Speculatìvo, Speculatòre, Speculatòrio e Speculaziòne in senso filosofico cui l’attestazione corrente. Il composto Frontespìzio o Frontispìzio è con il lat FRONS FRONTIS e SPICIUM dal tema di SPECERE. Da SPECIES di SPECERE l’ital conta Spècie questo la categoria di individui capaci di accoppiarsi e fecondare, cui Specie umana; in caso di organismi asessuati identifica l’insieme morfologico. In chimica sta per l’insieme di proprietà distinte, filosoficamente indica quella forme intermediaria tra oggetti con i quali hanno rapporti di somiglianza umana cui Specie intellegibile. Eppoi, snm di Aspetto, Qualità, Sorta e nel senso d’apparenza nella locuzione Sotto specie di… Infine, indica una sorpresa biasimevole nella locuzione Fare specie. Il percorso prosegue con il glb ingl Special, Speciàle con la variante Speziàle (omn di Speziale da Spezie) e l’avverbio Specialmènte o l’ellittico Spècie, Specialìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Specialìstico, Specialità o la variante Spezialità, Specializzàre attraverso il franc SPECIALISER con Specializzaziòne, Speciaziòne, Specificàre con Specìfica, Specificatìvo, Specificaziòne, Specìfico cui il prefissato Aspecìfico (A privativo), il composto biologico Specie-specìfico, Speciòso da SPECIOSUS cui Speciosità e, con la lenizione, il solo plur Spèzie (vale “specie”, un termine medv per mercanzie, droghe) con Speziàle (questo omn di Speziale variantre di Speciale), Speziàre e Spezierìa, Speziàto. Curioso il glb ingl Spam che è tratto dalla locuzione SPICED HAM carne speziata (di maiale) e che si è attestato in “invadente messaggio in Internet” cui Spammer e Spamming, vrs dalla massiccia pubblicità per questo prodotto poco gradito dai consumatori.. Il ted SPECK non appartiene a questa rad, vale lardo svoltosi nel significato di “prosciutto affumicato”. D’identica rad SPEK è invece il got SPEHA osservazione, cui Spiàre con Spìa, Spiamènto, Spionìstico, l’accr Spiòne, i dim Spioncèllo “sorta di uccello dei Motacillidi, simile all’allodola” e Spioncìno, Il verbo è il lat SPECTARE guardare, intensivo di SPECERE esaminare, cui i prefissati Introspètto da INTROSPICERE guardare dentro con Introspettìvo, Introspeziòne e Introispezionìsmo, Prospettàre (PRO SPECTARE) con Prospettìva con l’obsoleto snm Perspettìva, Prospètto dal Pp PROSPECTUS, Prospettòre, Prospeziòne attraverso l’ingl PROPSPECTOR da PRO SPICERE (con normale passaggio della e in i) con il Ppres PRO SPICIENS cui Prospiciènte. Il percorso SPEK prosegue con Spettàcolo dal dim lat SPECTACULUM con 104 Spettacolàre, cui Spettacolarità, Spettacolarizzàre o Spettacolizzàre con Spettacolarizzaziòne e Spettacolòso, Spettàbile da SPECTABILIS ragguardevole, Spettàre da SPECTARE guardare svoltosi “nelle competenze-essere dovuto” con Spettànza, Spettatòre da SPECTATOR, il nome di strumento* Spèttro sia “fantasma” (adottato dal XVI sec) sia fig “fascio luminoso” cui Spettràle e una nutrita serie di composizioni quali Spettrobolòmetro (col gr BOLE raggio), Spettrochìmica con Spettrochìmico, Spettrocolorìmetro (con Colore e Metro “misurazione”), Spettrocomparatòre, Spettroeliogràfico con Spettroeliògrafo (col gr HELIOS sole) eppoi Spettroeliogràmma da Spettrogràmma, Spettroeliscòpio con Spettroelioscòpico da Spettroscòpio con Spettroscòpico e Spettroscopìa, Spettrofotometrìa con Spettrofotomètrico e Spettrofotòmetro, Spettrografìa con Spettrogràfico e Spettrògrafo, Spettrometrìa con spettromètrico e Spettròmetro. \ Nel 1517, papa Leone X colse al balzo la notizia che a Bergamo era apparso un esercito di spettri, interpretando il fenomeno quale segno di una imminente guerra tra cristiani e turchi musulmani, insomma una ennesima crociata \ Il *Nome di strumento è un termine tratto dal verbo e rimodellato perché indichi il conseguimento di uno scopo, la raffigurazione di un oggetto, di un’identità, di un’astrazione... quali Rastrello dal verbo lat RADERE, Simulacro dal verb lar SIMULARE, Enigma dal verbo gr AINISSOMAI vedo oscuro. Il percorso prefissato conta Aspettàre (AD SPECTARE) cui il devb Aspètto “attesa” e Aspètto “modo di presentarsi”, Aspettatìva, Aspettaziòne, Aspettuàle attraverso l’ingl ASPECTUAL, in obsoleto complanare con Espettàre cui Espettamènto, Espettatìva e Espettaziòne, eppoi Cospètto o Conspètto (CUM SPECTUS), Cospìcuo o Conspìcuo da CONSPICUUS e Cospicuità (CUM SPECERE), Dispettàre (DE SPECTARE) e Dispètto o Despètto, Ispettìvo (IN SPECERE) con Ispettòre, Ispezionàre e Ispeziòne, Perspicàce da PERSPICAX con Perspicacemènte, Perspicàcia con l’obsoleto Perspicacità, Perspìcuo cui Perspicuità con gli obsoleti Perspicuitàde o Perspicuitàte (PER SPICERE) cui ancora un Perspettìva snm di Prospettiva dal Ppass, Rispettàre (RE SPECTARE) con Rispètto o Respètto (RE SPECTUS) – in poesia il Rispetto e snm di Strambotto - e ancora Rispìtto attraverso il franc ant RESPIT, Rispettìvo e Corrispettìvo con Corrispettività (doppio pref CUM), Sospettàre (SUB SPECTARE), Sospètto questo sia Pp sia sostantivo, Sospettàbile e Sospettàto con gli opposti Insospettàbile e Insospettàto, Sospettòso e Sospettosità, eppoi Insospettìre (IN illativo) con Insospettìto, infine Suspiciòne da SUSPICIO (da SUB SPECERE) con la variante Sospeziòne o Suspeziòne o Suspiziòne; attraverso il prvz SOSPECHAR, l’ital contava dal XII sec, oggi obsoleto, Sospecciàre “sospettare” con Sospecciòne “sospetto” e Sospecciòso “sospettoso”. La locuzione Foglio di rispetto o Pagina di rispetto indica la pagina bianca posta tra il frontespizio e la copertina di un libro. Dalle facoltà divinatorie, grazie alle interiora degli animali, è sorto il termine composto Estispìcio o Extispìcio con il lat EXTA visceri (il suff SPICIO è dal rad SPEK di SPECERE-SPICERE) snm di Arùspice cui Aruspicàle, 105 Aruspicàre o Aruspiciàre, Aruspicìna “la tecnica” e Aruspìcio, componendo la rad SPEK col sct HIRA vena, con questo una vrs connessione del lat IRA, cui Ira, dal fatto che in una persona irata si gonfiano a vista alcune vene. Il lemma ital Vèna è invece inv dal lat VENA privo di connessioni, vrs dal sct HIRA vena, che, oltre in anatomia, assume fig il significato botanico di “nervo” e geologico di “canale” o “filone di minerale” cui Venàre, Venàto, Venatùra; da non equivocare col termine volg Vena questo aferesi di Avèna dal lat inv AVENA. Dal lat SAPHENA già ar SAFIN, l’ital conta Safèna (ciascuna delle due vene sottocutanee degli arti inferiori) con Safèno (anche riferito al vicino nervo) e il composto Safenoctomìa. Il termine Sacerdòte è il derivato di una composizione lat SACER sacro e DOS, questo da rad DHE porre. Sacerdote, pertanto, può essere tradotto in Colui che ha in dote (è posta in lui) la sacralità. Il convegno di Sacerdoti, Vescovi, Prelati è detto Sìnodo, dal gr SYN insieme e HODOS via-strada, cui Sinodàle e Sinòdico. Da SACER, oltre a Sacerdòte, sono derivati tutti quei termini, derivati e composti, in percorso con Sàcro ol superlativo assoluto Sacèrrimo, Sacràle, Sacralità, Sacralizzàre con Sacralizzaiòne, Sacramènto da SACRAMENTUM con Sacramentàle, Sacramentàre, Sacramentàrio e Sacramentàto, Sacràre, Sacràrio, Sacràto “sacro” e Sacràto dalla locuzione Luogo sagrato, Sacrestìa o Sacristìa con Sacrestàno, Sacrificàre (SACER FACERE fare) con Sacrificàbile, Sacrifìcio o Sacrifìzio, Sacrificàle, Sacrificàto e Sacrificatòre, Sacrìlego con Sacrilègio (Ved Lega…), Sacrìsta “sacrestano” (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il composto Sacrosànto e, con i pref, Consacràre o Consegràre con Consacràbile, Consacramènto, Consacràndo, Consacratòre, Consacraziòne e Sconsacràre con Sconsacraziòne, Dissacràre con Dissacrànte, Dissacratòre, Dissacratòrio e Dissacraziòne Esecràre con Esecràbile e Esecrabilità, Esecràndo, Esecràto, Esecratòre, Esecratòrio, Esecraziòne, Ossecràre con Ossecraziòne (pref OB verso, vale “pregare rivolto a (un dio, un santo…); termini alieni, l’omn Sàcro o Sàgro, una sorta di falco, omologismo dall’ar SAQR falcone, Sacripànte “uomo grande e fiero” in riferimento al personaggio Sacripante delle opere “Orlando innamorato” e “Orlando furioso” rispettivamente di M. M. Boiardo e dell’Ariosto. L’ital conta ancora Sacràle con Sacralgìa (col gr ALGOS dolore) e Sacralizzaziòne, in riferimento all’osso sacro dalla locuzione lat OS SACRUM su calco dell’eufemismo gr HIERON OSTEON. Dal dim lat di SACER è pervenuto Sacèllo piccola cappella. SACER è di rad SAK, la quale indica stare lontani da ciò che è considerato da venerare; una specie dell’OFF LIMITS ingl. Dalla rad sono pervenuti in percorso semantico Sancìre rendere intoccabile inv da SANCIRE, donde il nome d’azione Sanziòne da SANCTIO attraverso il franc SANCTION col denm Sanzionàre cui Sanzionàbile, Sanzionatòrio, Sanzionìsmo, Sanzionìsta e Sanzionìstico. Con lenizione della c in g, l’ital conta ancora, in complanare, Sàgra “festa, celebrazione sacra”, Sagramènto con Sagramentàle e Sagramentàre, Sagràre, Sagràto questo attestatosi quale blasfemo e Sagràto snm di Sacrato “luogo 106 sagrato”, Sagrestìa con Sagrestàno, Sàgro (Sacro con la lenizione). In coppia col sagrestano ci sarebbe la Perpètua, la donna addetta alla cucina e alla pulizia della casa del parroco, termine sorto dal nome del personaggio nei “I Promessi sposi” di A. Manzoni. Segrèto o Secrèto e Segrèta o Secrèta, l’esot franc Secrétaire (pron secreter), Segretamènte, Segretàre, Segretariàle, Segretarièsco, Segretàrio e Segreterìa con Segretariàto, Segretaziòne, Segretèzza, Segretùme, attestatosi con lenizione sett cr\gr, dal lat SECRETUS vale ciò che è sacro, ovvero da serbare con cura. Sarebbe pleonastico, quindi, dire un sacro segreto, conservare un segreto come una cosa sacra, segretare un reperto sacro… e così via. La locuzione Segreto di Pulcinella indica una confidenza diffusa a largo raggio ovvero di pubblica conoscenza. Il Libro dei segreti risultanti dai pensieri è un trattato in arabo dell’XI sec scritto da Ibn Khalaf al-Muradi (amanuense) e che descrive il funzionamento di orologi e macchinari; l’unica copia è catalogata nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. La rad SAK propria d’aree italica, ittita e ger, corre in complanare alla rad TYEG sacrifico allontanante il male-sacro d’area gr e ind cui il gr SEBO io venero. Da non equivocare con Secrèto, questo Pp di Secernere, inv dal lat SECRETUS (omn del primo “ciò che è sacro”) di SECERNERE separare; in ogni caso, una snm tra i due secreti esisterebbe, nulla vieta infatti credere ad un unico significato di partenza, dal fatto che un segreto non è altro “ciò che si secerne (viene secreto) dalla cose divulgabili”. \ Chi ha timore di confidare i propri segreti è colui che appena raccoglie un’altrui confidenza la diffonde immediatamente. SA\ Consacrare ha il suo snm nel lat VOTARE intensivo di VOVERE consacrare, da rad WEGWH, cui Vòto e Votàre, con le varianti desuete di Botàre e Bòto; con i pref, l’ital conta Devòto, Devoziòne con Devozuinàle dal lat DE VOVERE, eppoi una locuzione inv dal lat Ex voto (pref estrattivo) che sta per “offerto (estratto) dalla devozione”. Il lemma Voto, quindi, è passato da una semant di devozione religiosa a quella per la politica. Il sacerdote indòssa la Tùnica, dal lat inv TUNICA, termine d’origine semitica adottato in area di tema med KHITON, così inv nel gr quale veste, in ital Tònaca con normale passaggio della della i in a, come è accaduto in Monica-Monaca, oppure volg Tonica e il dim Tonicèlla. Attraverso il lat, in via fig, l’ital conta Tunicàto, o meglio Tunicàti (sottotipo di cordati marini), il prefissato Stonacàrsi (S sottrattivo vale come “spretarsi”). In senso fig si ha il pref Intònaco (IN illativo) “rivestimento della parete” cui Intonacàre o Intonicàre (IN illativo) cui Intonacamènto, Intonacàto, Intonacatòre o Intonachìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Intonicatrìce, Intonacatùra eppoi Rintonacàre (doppio pref RI iterativo) con Rintonacatùra e Stonacàre (S sottrattivo) con Stonacàre. Dal gr KHITON KHITONOS tunica, l’ital conta Chitòne “tunica” cui Chitonomanzìa e Chitonomànte “divinizzare dal modo di vestire”. 107 Il gr conta ancora CHEIRYDOTOS che da CHEIRIS guanto-manica vale “fornito di maniche” cui Chiridòta “tunica fornita di maniche”. Dal gr KYTOS vaso e fig corazza, attraverso il franc CHITINE, l’ital conta Chitìna “rivestimento per Invertebrati” cui Chitinòso. Chitosàno, infine, (doppio suff OSIO “carboidrato” e ANO “idrocarburo”) è tra i termini chimici,. \ L’età della Prospettiva I primi empirismi prospettici apparvero nelle tombe egizie in cui il senso della profondità era impartito dall’ordine delle figure e poi in un trattato cinese intorno al IV sec aC, dove ci si affidava alla dimensione delle ombre. Giotto (1267/1337), nel suo affresco di Assisi già impresse il senso della profondità prospettica, tale da poter esserne considerato il vero inventore; senza di lui, forse non avremmo avuto così presto un Brunelleschi e il leonardesco. Fu Brunelleschi (1377/1446), infatti, a ideare decisamente la Prospettiva artificiale utilizzando macchine “calcolatrici” delle dimensioni, delle distanze e profondità, che Leon Battista Alberti (1404/1472) marcò nel suo codice “De pictura”. ll Rinascimento (1400/1500) fissò una sorta di Prospettiva sociale raffigurando i personaggi con dimensioni via via maggiori in relazione alla loro importanza Al richiamo di queste novità, s’impegnarono i Fiamminghi (dal XV al XVI sec) decisi così a superare la loro tecnica di Prospettiva naturale (declinazioni di brillantezza e lucidità cromatiche) e l’uso di una particolare Scatola ottica, antesignana della Macchina fotografica. Il tedesco Albrecht Durer (1471/1528), addirittura, corse in Italia per imparare e qui ebbe l’idea del suo Prospettògrafo, col quale la profondità è calcolata mediante una tensione dei fili. Leonardo da Vinci (1452/1519) con la sua Prospettiva aerea e Galileo Galilei (1564/1642) con il cannocchiale, apportarono qualità scientifiche alla prospettiva. Il vedutista veneziano Canaletto (1697/1768) utilizzò a sua volta una sorta di Camera oscura la cui immagine esterna si proiettava su un vetro, che il pittore ritraeva realisticamente. \ Aumento Ausilio Dalla rad AWEG prosperare (crescere) il lat conta il verbo AUGERE cui il nome AUGMENTUM attestatosi nell’ital Aumènto ed Aumentàre; sempre dalla stessa rad e dallo stesso verbo è derivato il termine lat AUXLILIO, da un più ant AUXULUS (che permette la prosperità, la crescita), svoltosi nell’ital Ausìlio con Ausiliàre, Ausiliàrio, Ausiliatòre, la locuzione Verbo ausiliare quali Avere, Essere, Venìre, d’ausilio ai verbi principali nella composizione dei tempi. \ Cencio Cecio Centone Cèncio “straccio”, è dal lat CINCIUS, cui Cenciàia, Cenciàio, Cencaiòlo o Cencaiuòlo, Cenciàme o Cenciùme (suff AME UME per collettivo), Cenciàta e Cenciòso; l’ital ha adottato il glb franc Chiffon (pron sciffòn) con valore di “seta trasparente” svoltosi nel XIX sec dal significato originale di 108 “cencio-straccio”, con i derivati Chiffonnier e il semiomologismo Chiffonnière Cencio sarebbe nato dall’inc di Centone con CINCINNUS riccio di capelli cui Cincinnàto dal lat CINCINNATUS ricciuto, donde l’allora cognome del noto senatore romano Lucio Quinzio Cincinnato, corrispondente al terzo nome, oggi omologato nel soprannome, similmente a Caio Giulio Cesare (100-44 aC - “nato da taglio all’utero”, Ved Egemonia in Folla…) e a M. Tullio Cicerone perché aveva un vistoso neo a forma di un Cèce, questo in lat CICER, cui la variante toscana Cècio e il mer fedele al lat Cicero cui Cicirata “tipico piatto a base di palline di pasta fritte fig “ceci”; il dim lat CICERCULA s’è svolto nell’ital Cicèrchia con Cicerchiàta “dolce meridionale” e Cicerchiòne “pianta erbacea”. Quali snm di Cicerchia, si ha Veggiòla dal lat VILIA, Mòco o Mòchi d’origine prelatina. Il cognome lat del personaggio Cicerone, cui Ciceroniàno con Ciceronianìsmo o Ciceronianèsimo, s’è svolto metaf nel termine Ciceròne snm di Eloquente, ma anche di Guida turistica quale forzatura in senso spiritoso, e infine di “sapientone-arrogante”. Centimolo in volg garganico è il mulino, vrs dalla farina ottenuta da diverse specie di grano ammassate. Ciceòne è fuori percorso, di etim greco, è una bevanda rituale associato ai misteri eleusini dell’ant Grecia, importata dai romani; per Eleusìno, cui Misteri eleusini (riti religiosi in onore di Demetra e Persefone) s’intende relativo al toponimo Eleusi in Attica Cecèno è fuori percorso poiché, omologismo dal russo CHECHENETS già CHECHEN, è l’etnonimo relativo alla Cecenia. Centòne “panno di vari pezzi cuciti insieme” è dal lat CENTO CENTONIS “coperta cucita con vari pezzi”, attestatosi fig in “componimento letterario” di tanti brani d’autori diversi (fig cento), snm di Antologia, cui Centonàrio. Centone ha il proprio snm nel lemma lat ancora corrente Quòdlibet o Quòlibet ciò che piace cui l’aggettivo Quodlibetàle; altri snm adottati nel gergo musicale, Fantasia, il glb franc Pot-pourri e Pasticcio. Il numero cardinale Cènto dal lat CENTUM, invece, è da rad KNT, infatti la sua prima pron era kentum, già gr HEKATON, rintracciabile nel ted HUNDERT e nell’ingl HUNDRED. In percorso, Centaròlo “maiale di cento libbre”, Centàvo dal ptg SENTAUVU, una moneta divisionale, Centèna dal lat CENTENUM a cento a cento, Centenàrio, Centènnio, l’ordinale Centèsimo da CENTESIMUS, Centèsimo o Centèsmo “moneta divisionale” cui Centèsima o Centèsma e Centesimàle, Centìle ellittico di Percentìle, Centinàio, un Centèlla “sorta di erba odorosa”, Centèllo nel senso di “centesima parte” col dim Centellìno o Ciantellìno o Cintellìno cui Centellàre con Centellinàre, eppoi la romana Centùria “unità base del Comizio centuriato” con Centuriàre, Centuriàto, Centuriaziòne, Centurionàto, Centuriòne e Capocentùria; eppoi le composizioni Centennàle e Centènnio “di cento anni”, Centèrbe, Centofòglie, Centogàmbe, l’atletico Centometrìsta o Centìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Centometrismo o Centìsmo non linguistico), Centònchio o Centòcchi o ancora Centòcchio da CENTUCULUM “specie di 109 pianta” dim lat di CENTO CENTONIS, Centonèrvia “pianta erbacea, fig di cento nervi”, Centonovèlle, Centopèlle o Centopèlle… il pref CENTI in composizioni quali Centiàra, Centìgrado, Centigràmma e Centigràmmo, Centìlitro, Centilòquio “opera letteraria in cento parti” con il lat LOQUI parlare, il mitologico Centìmano “dalle cento mani”, Centinòdia questo ellissi della locuzione lat HERBA CENTINODIA composta con NODUS nodo, pertanto fig erba dai cento nodi. Centàuro è dal lat CENTAURUM gia gr KENTAUROS cui Centàurea o Centaurèa e Centàurico, il mitico mostro metà cavallo e metà uomo, il cui elemento lemmatico TAURUM toro sta ad indicare la sua forza taurina centuplicata. Centuriaziòne dal lat CANTURIATIO CENTURIATIONIS era la suddivisione del territorio in cento parti tramite linee incrociate dei cardini (nord-sud) e dei decumani (est-ovest) a beneficio dei cittadini romani nelle nuove colonie; in omologismo militare, i long assegnavano il FARA quale corpo di spedizione prima e terreno a loro assegnato dopo, cui l’ital inv Fàra e i toponimi quale Fara S. Martino. Dal gr HEKATON cento, l’ital conta Ettaro-èttaro (simbolo convenzionale Ha) attraverso il franc ECTARE pari a 10.000 mq cui Etteràggio o Etteràto, il pref ETTO per composizioni quali Ettogràmmo cui l’ellittico Etto-ètto, Ettòlitro, Ettòmetro, Ettowatt-èttowatt questo dal glb Watt “unità internazionale di potenza” in onore di J. Watt (1736/1819) cui gli omologismi Wattàto, Wàttmetro o Wattòmetro, Wattòra (con Ora) cui Wattoràmetro, Wattsecòndo. Dall’avestico SATEM cento, nel 1933 fu coniata la locuzione Lingue satem per indicare l’Area delle lingue idoeur centro-orientali in cui si pronunciano in maniera sibilante le consonanti gutturali ricorrenti nelle lingue indoeur occidentali e nord-orientali, pertanto, il gutturale gr HEKATON cento diventa SIMTAS cento in lit (Area satem). \ Cronologia secolare In riferimento ai secoli dC, dal I Millennio, si ha una cronologia numerica, ossia il I sec sino al 99, il II sec dall’anno 100, il III sec dal 200, il IV sec dal 300, il V sec dal 400, il VI sec dal 500, il VII sec dal 600, l’VIII sec dal 700, il IX sec dall’800, il X sec dal 900 al 999; dopo il Mille, questo il Millèsimo dC, si ha il II Millennio con l’XI sec dall’anno 1000, il XII sec dall’anno 1100. Dal 1100 si può elidere il 1000 ottenendo ‘100, ‘200, ‘300… Eppoi, dal 1200, ha inizio una cronologia comunemente in lettere, rendendo implicito il Mille, ossia il Duecènto (XIII sec) e il derivato Duecentèsco con Duecentìsta e Duecentìstico con le varianti letterarie Ducentèsco o Dugentèsco, Ducentìsta e Dugentìsta e Ducentìstico o Dugentìstico, così via dal Trecènto (XIV sec) il Trecentèsco con Trecentìsta e Trecentìstico, dal Quattrocènto (XV sec) il Quattrocentèsco con Quattrocentìsta e Quattrocentìstico con un Quattrocentìno (dal 1933) snm di Incunabolo (già dal 1688), dal Cinquecènto (XVI sec) il Cinquecentèsco con Cinquecentìsta, Cinquecentìstico e un Cinquecentìno relativo ad una edizione d’epoca, dal Seicènto (XVII sec) il Seicentèsco e Seicentìsmo con le varianti artisticoletteraria Secènto cui Secentèsco, Secentèsimo, Secentìsmo e Secentìstico, 110 dal Settecènto (XVIII sec) con Settecentèsco e Settecentìsta, dall’Ottocènto (XIX sec) l’Ottocentèsco con Ottocentìsta, dal Novecènto (XX sec) il Novecentèsco con Novecentìsmo, Novecentìsta e Novecentìstico. Nel III Millennio, segue il XXI sec dall’anno 2000 al 2099, il XXII sec dal 2100 al 2199; più complicato elidere il 2000 dopo il 2100 per ottenere ‘100, ‘200… come nel secondo millennio, preferendo forse un doppio segno grafico cui “100, “200, “300… eppoi, si dovrebbe ripetere la cronologia in lettere con Duecentèsco (XXIII sec), Trecentèsco (XXIV)… accompagnandolo, chissà, da un prefisso, ad esempio, Biduecentèsco, Bitrecentèsco o Diduecentèsco, Ditrecentèsco (pref BI dal lat BIS o DI dal gr DIS valgono “due volte”). \ Santo Sanculotto Dal Pp SANCTUS del lat SANCIRE rendere intoccabile, ci viene Sànto cui il troncamento San che accompagna (innanzi a consonante semplice, z, connessione muta-liquida, s impura, semiconsonante) il nome maschile dei santi ed alcuni composti quali Sanfedìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) ipocoristico di Santa Fedista (partigiano dei Borboni cui il relativo Borbònico), Sangiovèse ipocoristico di Sangiovannese (nome un vino), cui ancora l’elisione Sant innanzi a vocali come in Sant’Antonio; in percorso con Santificàre, Santìno, Santità, Santòne, Sàntolo “padrino” attraverso il veneto dal dim lat SANCTULUS, Santoràle dalla locuzione Periodo santorale, Santorèggia (sorta d’erba aromatica, snm di Barbaforte) dal lat SATUREIA sovrapposto con Santo, Santuàrio e Santuariàle, Santimònia e Santimoniàle da SANCTIMONIA col pref MONIUM ciò che compete sta per “vita apparentemente santa” ovvero l’agire con atti di competenza di chi vive come un santo. L’onomastica, dal lat SANCTUS, conta Sante, Santo e un nomignolo siciliano Santuzza (Santuccia) reso celebre da Mascagni attraverso l’opera “La cavalleria rusticana”. Esiste ancora il termine Sant’Ubèrto “razza di cane inglese” dalla locuzione Cane di Sant’Uberto corrispondente all’ingl BLOODHOUND segugio. \ La norma ecclesiastica contenuta nel Canone 1230 cita: “Col nome di Santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo”. S’evince che Santuario è in stretta relazione con Pellegrinaggio; pertanto, senza di questo evento smarrisce la propria qualifica. Il numero dei Santi non è certamente corrispondente di massima ai giorni dell’anno, poiché è una quantità cristianamente infinita. \ In versione scandinava, Santa è tradotta in HELGI cui il russo OLGA che riappare inv nell’onomastica in Olga. Snm di Santone è Marabùtto omologismo dall’ar MARABIT svoltosi in estensione quale snm di Mausolèo, questo dal gr MAUSOLEION che in origine indicava iul sepolcro del satrapo Mausolo (377/353 aC) ad Alicarnasso, una delle Sette meraviglie. Sàtrapo (il termine è la composizione Regno-Proteggere), è dal lat SATAPRES inv dal gr, già iran XSATHRA PA governatore dell’impero persiano, poi passato a monarca. Fuori percorso del tema SANCTUS-SANCIRE, Santònico questo sintesi della locuzione lat HERBA SANTONICA derivata da una popolazione 111 gallica dei Santones, cui ancora Santolìna o Santolìno “suffritice” snm di Abrotano, Santonìna (suff chimico INA). Sanculòtto questo il popolano rivoluzionario francese che sta per SANS CULOTTE senza calzoni corti. Infine, l’omologismo Sangiàcco con Sanciaccàto dal turco SANGIAQ bandiera, e Santìppe questo in riferimento a Santippe la petulante compagna di Socrate. Una particolarità: in ingl Sand è “sabbia, renella”, in senso lato “terriccio”, pertanto si potrebbe pensare ad una remota connessione rad con SANDALON, la calzatura ideata in paesi dalle superfici prevalentemente arenose, per affrontare comodamente il cammino a piedi. \ Nuova unità di misura del tempo: Swatch Beat Pare che il sistema fin qui adottato universalmente per contare il tempo abbia fatto appunto il suo tempo; i ricercatori della nuova generazione propongono questa novità: 1 swatch beat = 1 minuto 26,4 secondi. Formula SB = h x 1m 26s 4d ore 21 = 893 Il termine ingl sta per “(unità di ) battito campione”. \ Specchie Nella penisola salentina possono essere ancora visitate le Spècchie, da SPECULA plur di SPECULUM specchio semant in riferimento al rad SPEK osservare; preistorici manufatti cumuliformi, costruiti pietra su pietra, sovente a forma semiconica, vrs utilizzati come punti d’osservazione (torrette), pur considerati monumenti sepolcrali; alla loro memoria, alcuni comuni e loocalità al sud della Puglia ne portano il toponimo. CASONE Alle alterazioni di Casa, la semant ha assegnato significati particolari, cui Casòne è Casa rustica, tipica del Veneto. In Emilia, il termine è adottato nel significato di Caseifìcio. Casòtto è il capanno per ricovero, la cabina da spiaggia... Casière è il custode della casa. Casermòne, grande caseggiàto popolare che ricorda gli edifici delle camerate militari, termine coniato dall’inc di Casone con Caserma. Casèrma ci è giunto attraverso il franc CASERNE, dal prvz CAZERNA già inc con il lat quaterna; originariamente, infatti, indicava il casotto per quattro soldati. Il termine Casimìro, ritrovabile tra i cognomi, insieme a Casimìra e Casimìrra non hanno nulla del percorso di Casa, essi sono l’italianizzazione adattata di CACHEMIRE dall’ingl KASMIR. \ Domenico Casimiro Promis (To 1804-74) raccolse in Svizzera e Francia documenti, sigilli e monete riguardanti i Savoia e la storia dei loro territori. Diresse la biblioteca e il medagliere del re. Suo fratello Carlo (1808-72) lasciò opere di storia dell’architettura.\ CASINO Dim di Casa è Casìna; al mas, invece, Casìno ha assunto il significato di casa da gioco attraverso il glb franc Casinò cui il Casinò di Venezia, casa per raduni di caccia (XV sec), seconda casa 112 per incontri particolari (Venezia), casa di prostituzione (ital volg).Quest’ultima casa, dopo la chiusura per legge, è stata rimodernata clandestinamente in Casa-squillo, assimilando il termine di ragazza squillo (dal clacson delle auto di richiamo alle donne di strada), o in Casa d’appuntamento, diversificandosi dal vecchio lemma volg ormai questo tradotto in iperbole a via vai-confusionefracasso... per cui Casinaro, Casinista, il prefissato Incasinàre... Casèllo, dim al mas di Casa, sta per cantoniera (manutenzione stradale) o autostradale (per il pedaggio). Casùpola è Casa inc con Cupola, Casìpola è invece tra Casupola e Casina, insomma, un intreccio lemmatico. \ In Italia, i Casini, Case chiuse o Case di tolleranza, furono semanticamente aboliti nel 1958 grazie all’approvazione della Legge Merlin. Al tempo della chiusura, si contavano 700 casini con 3000 prostitute; dopo mezzo secolo se ne contano da 50 a 70mila delle quali il 30% sono straniere. \ Sanscrito Avestico Vedico Il Sànscrito è l’ant lingua indoeur dei popoli indoiran, scomparsa come il nostro lat, attestatasi in India fin dal X sec aC, ppartenente all’identico gruppo linguistico del Celtico, Germanico, Greco, Latino e Persiano. Il suo periodo class risale al V sec aC, diversificandosi così dalla lingua corrente e dialettale (anche il lat class era distante dal volg, ma quest'ultimo sarebbe stato assunto a lingua ufficiale, l’italiano); il termine deriva dal sct SASKRTA elaborato (con perfezione). Il Sanscrito era in concreto simile all’Avèstico, idioma ufficiale della religione Avèsta (Zoroastrismo) termine questo connesso con il persiano medv APASTAK testo fondamentale, e si sostituì al più ant Vèdico quale lingua di cultura. Il Vèdico è la lingua dei Veda, inv dal sct VEDA scienza, i più ant testi sacri (quattro) dell’India, fondamentali della sua cultura, risalenti al 1500 aC, cui Vedànta “scuola induista” con un suff sct ANTA e Vedìsmo. \ Ayurvedica indica una ant pratica culinaria indiana in cui il cibo assume forme terapeutiche, da qui le seguenti corrispondenze: l’aglio influisce sulla coagulazione del sangue, le carote sulla gravidanza, il formaggio sulla circolazione, il sale sulla digestione, eppoi, le banane purificano dalle tossine epidermiche, le lenticchie purificano il sangue, il miele aiuta la puerpuera a produrre latte, i ravanelli riducono i grassi e gli spinaci tonificano il fegato. \ \ Ittiti Gli Ittiti, dall’ebr HITTI, popoli di lingua indoeur, provenienti dal Caucaso, apparvero in Anatolia - regione della Turchia in Asia occidentale - nel II Millennio aC. Il loro impero, con capitale Hattusa, durò fino al XI sec aC, quando furono soverchiati da invasori provenienti dal mare. Alcuni regni di dinastia ittita continuarono la loro esistenza in Siria, Cilicia 1, Cappadocia, sino al VII sec aC. I loro testi sono in scrittura con alfabeto cuneiforme sillabico. Merito del loro successo espansionistico, fu la scoperta dell’utilizzo del ferro per la forgia delle armi e per la costruzione di embrionali carri armati. L’ital conta Ittìta e Ittitìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Ittitismo non linguistico), espliciti derivati da HITTI. 113 Dal gr KILIKION proprio della Cilicia, attraverso il lat CILICIUM, Cilìcio o Cilìzio indica una sorta di “cintura penitenziale, fig “tormento” e “stoffa grezza” per i soldati romani 1 GLI AGLIO GANGLIO \ Uno straniero si chiede perché mai pronunciamo l’articolo o il pronome GLI in maniera dolce, mentre per altri lemmi, come “glicine”, preferiamo la pron gutturale. Il motivo naturalmente esiste ed è d’origine etim; una diversità linguistica che rende complicato il nostro idioma.\ GLI L’articolo plur *Gli, ed il suo omofono pronome con i composti Gli(e)la-le-li-lo-ne, sono i discendenti del lat volg (I)LLI questo plur di ILLE egli, attraverso una progressione di posizione antevocalica “Illi amici” poi “Ljamici”, infine “Gli amici”. In forma arcaica Li si ritrova a precedere le date in documenti ufficiali, in via di estinzione. Sempre da ILLI deriva l’articolo *Il, con un obsoleto El oggi nel volg, e dall’accusativo ILLUM deriva invece l’articolo *LO questo determinativo per lemmi che iniziano con i gruppi Gn, Pn, Ps o Sp, con le consonanti Z e X, con le semivocali J e W e con H aspirata di parole straniere. Il pronome Egli-ègli 1 con la forma atona (o con aferesi) Gli è dal lat class ILLE con valore di quello; Gli è ancora la forma toscana che vale pronome Li plur di Lo sempre da ILLE. Ella-èlla da ILLAM. Esso-èsso, Essa-èssa, Essi-èssi ed Esse-èsse, invece, rispettivamente da IPSUM stesso, IPSAM stessa, IPSI stessi, IPSAE stesse. Ancora dal volg ILLI, svoltosi in ILLUI, deriva il pronome Lùi (questo raramente svolto in IL accusativo); pertanto, da ILLAE fem di ILLI, cui ILLAEI, è pervenuto il pronome Lèi. I pronomi Colùi e Colèi col plur Colòro sono la composizione lat di ILLUI e ILLAE e ILLORUM con ECCUM Ecco-ècco, questo da un precedente ECCE ampliato da un ant dimostrativo EK, rintracciabile nel pref gr EK col significato di fuori; è nota l’esclamazione dimostrativa lat ECCE HOMO Ecco l’uomo! cui Ecceòmo! vrs nel senso di “L’uomo è qui fuori!” Dalle composizioni di ECCUM l’ital conta Eccolo-èccolo da ECCUMILLUM (con ILLUM) con valore corrente di Quèllo; l’ant ital contava Kello per Quello donde i mer ancora correnti Chillo e Chello. Codèsto o Cotèsto “vicino a chi ascolta” da ECCUM TIBI ISTUM ecco a te questo. Costì da ECCUM ISTIC in codesto luogo e Costà da ECCUM ISTAC in codesto luogo (ma meno circonscritto) cui Costassù e Costaggiù, in complanare con Qua e Qui. Colà da ECCUM ILLAC ecco là, in complanare con Là (non esiste il Colì complanare di Lì). Costùi da ECCUM ISTUI e Costèi da ECCUM 114 ISTEI, (forma di dativo) col plur Costòro da ECCUM ISTORUM (genitivo pl) tutti in declinazione con ISTUM questo. Cotànto da ECCUM TANTUM proprio così grande. Da ECCUM INDE ecco da qui, l’ital conta Quìndi, mentre Dùnque, già Dònque, è dal tardo lat DUNC già DUMQUE. Da ECCUM con HAC o HIC sono pervenuti *Qua “in questo luogo” cui l’avverbio Quassù o Quassùso dalla locuzione Qua in alto, in percorso con Quìa da QUIA perché, il fatto che , *Qui “vicino a chi parla”, attraverso l’ant ital Ki che sopravvive nel mer (meglio precisato rispetto a Qua) o Quìci o ancora l’obsoleto Quìne con l’avverbio Quinavàlle o Quindavàlle “laggiù in fondo” fig composto con Valle; eppoi Quìnci dalla locuzione ECCUM HINCE ecco da qui con Quincèntro dalla locuzione Quinc’entro “qui dentro”. HIC e HAC sono connessi al percorso di HODIE- HO DIE in questo giorno (oggi) e discendono da un ant HEICE il cui suff CE ha poi sviluppato la congiunzione desiderativa ital *Se già lat SI e inc con Che, con un ant eufonica Sèd; la *Se condizionale, invece, è dal lat SI da un ant SEI. Il Se non accompagna in maniera assoluta il congiuntivo, come nell’esempio della seguente proposizione di valore dubitativo “Non sapeva se avrebbe finito in tempo”; l’accoppiamento col congiuntivoo accade nelle proposizioni ipotetiche “Se vincessi una buona somma al gratta e vinci mi canbierei finalmente la vecchia auto”. 115 Ancora, i pronomi riflessivi *Sè (corretto *Sé) e *Si discendono da un lat atono SE o SIBI; infatti, il Sé ital perde l’accento, ovvero torna ad essere atono, ove, ad esempio, in locuzione seguito da stesso, leggasi Se stesso, dal momento che l’accento ricade sulla vocale e di stesso, un particolare importante in composizione ritmico-poetica. In composizione, si ha Sèco da SECUM in correlazione con Mèco da MECUM e Tèco da TECUM, che stanno per le forme in locuzione Con me, Con te, Con sé. Correlativi di Qua e Qui l’ital conta gli avverbi *Lì “luogo lontano da chi parla e da chi ascolta” dal lat ILLIC e *Là da ILLAC in quel luogo, entrambi da ILLE rafforzato con c. Dal tema indoeur KWI-KWO-KWA discendono invece i vari pronomi *Chi da QUI, *Cùi inv dal lat CUI cui la locuzione esot Di cui attraverso la traduzione del franc DONT “linguaggio borsistico”, eppoi Quàle dal lat QUALEM, da questo il percorso Qualità con Qualitatìvo, i composti Quàlche, Qualificàre con Qualificatìvo e Qualificaziòne, Qualsìasi, Qualùnque (con CUMQUE) cui il sociopolitico Qualunquìsmo, l’aggettivo Qualsivòglia dalla locuzione Quale si voglia, il sostantivo Qualunquìsmo con Qualunquìsta e Qualunquìstico, la congiunzione Qualvòlta dalla locuzione Quale volta. Da ricordare che Qualche è errato usarlo in enunciati negativi e pertanto è da sostituire con Alcuno o Nessuno, Qualunque è in coerenza con le costruzioni di Chiunque e Dovunque, altrimenti dovrà essere sostituito con Qualsiasi. L’ital conta ancora un obsoleto Chènte, aggettivo che vale “di quale specie”, il cui suff è ricalcato da MENTE degli avverbi. *Che congiunzione è da QUIA e QUAM secondo i casi cui le congiunzioni Dacchè (corretto Dacché) dalla locuzione Da che, Giacchè (corretto Giacché) dalla locuzione Già che; il Che congiunzione non va posto come correlativo di Sia e non va posto dopo Appena pertanto, ad esempio, si ha “A colazione non bevo sia caffè sia latte, Appena giunse mi apostrofò, Per quanto facile sia non ho voglia di farlo…” Eppoi il *Chè da QUOD quale aferesi del composto saldato *Perchè (accento corretto Perché - Ché ) avverbio e congiunzione) da QUIA perché dalla locuzione Per che, ancora il *Che quale pronome interrogativo e relativo da QUID che cosa. L’ital ant contava un Ko del valore di congiunzione dichiarativa “che, perché”. Il lat QUID sta quindi per che cosa cui il percorso ital Quid stesso significato, Quidàm inv da QUIDAM un certo, un tale, Quiddità con Quidditàte “qualche cosa” con Quidditatìvo o Quidità con Quiditàte e Quiditatìvo. La locuzione Qui pro quo o Quiproquò 116 “equivoco” è da QUID PRO QUO dove QUO sta per ciò che cui ancora Quòndam. un tempo-una volta. Ancora, dal lat QUID QUID l’ital conta Checché dalla locuzione Che Che con valore di “qualunque cosa” cui Checchessìa “qualsiasi cosa” (in frasi negative vale “nulla-niente”) dalla locuzione Checché sia già Che che sia; da non equivocare con il pronome Chicchessìa o Chicchesìa dalla locuzione Chi che sia con valore di “chiunque – qualunque – qualsivoglia (persona)” mentre in frasi negative sta per “nessuno”. D’identico tema si ha Quàndo e Quànto; il primo dal lat QUANDO composto dalla congiunzìone QUAM con un suff DO derivato dall’ant tema di direzione DE-DO rintracciabile nel gr OIKONDE verso casa, nel lat DE UNDE di dove cui Dònde e Onde-ònde (corretta accentazione ónde) quale avverbio di luogo col composto (Là con Onde) Laònde (corretta accentazione laónde); Onde-ònde, quale congiunzione finale, deve essere sempre seguita dal congiuntivo, ad esempio “Ti scrivo onde tu possa venire”. Nel percorso di Quando, si hanno le composizioni Quandànche e Quandùnque. Da DE UNDE Il franc ha coniato il pronome relativo DONT, questo glb quale “contratto di borsa” che in ital vale aggettivo corrispondente alla locuzione Di cui. Il secondo, Quànto, dal lat QUANTUM (avverbio) e QUANTUS (aggettivo), usato anche come sostantivo, è ancora derivato dalla congiunzione QUAM ma con suff TO, cui Quantìle, Quantità con Quantitatìvo, Quantizzàre, Quantochè, l’inv Quantùm “entità” i composti Quantificàre con Quantificatòre e Quantificaziòne, Quantomài, Quantomèno, Quantùnque. In fisica, Quànto o l’inv Quantùm (coniato nel 1900) è la misura di un valore minimo o “particella elementare” cui Quàntico, Quantìstica e Quantìstico, Quantizzàre, il composto Quantomeccànico, Quantòmetro; eppoi Quantosòma (botanica), Quantodinàmica e Quantocromodinàmica (fisica). Il sostantivo Incànto con Incantàre (omn di Incanto e Incantare da Incantare “ammaliare”) è dal lat medv IN QUANTUM? a quanto (è venduto?). L’avverbio Quàsi è inv dal lat QUASI, sovente sostituito da Mezzo come nel caso di “bicchiere quasi (mezzo) pieno”. 1 Altri pronomi personali, tutti dal latino: Io-ìo è dal volg EO già class EGO, *Tu è inv da TU, Nòi già Nùi è da NOS, cosi Vòi già Vùì da VOS, cui un dantesco Vòsco quale ipocoristico della locuzione Con voi dal lat VOSCUM già class VOBISCUM; infine, Lòro (ustato anche come aggettivo e pronome) è da ILLORUM quale genitivo plur di ILLE egli. A questi sino legate le particelle *Me e *Mi rispettivamente da ME e MIHI, cui l’interiezione Ahimè! o Ahimé! o Aimè!, eppoi *Te, *Ti da TE e TIBI; il pronome Me 117 è transitato da un ant forma rafforzativa Mève (corretta accentazione méve). Eppoi *La da ILLAM, *Lo da ILLUM, *Le da ILLAE, *Li da ILLI, *Ne quale pronome ed avverbio da INDE da dove, nel senso desueto del pronome Ci da NOS, quale preposizione nelle forme articolate, vedi Nello, da IN. AGLIO Dal lat ALLIUM (ant ALUM) sono pervenuti Aglio-àglio con Agliàceo, Agliàio, Agliàta. \ Il cosiddetto Aglio nero di origine orientale, ottenuto con una speciale fermentazione, evita il fastidioso odore che emana il consumatore di questa pianta delle Liliacee. L’Aglio, considerato antibiotico naturale, per giunta afrodisiaco, già nei tempi ant era ritenuto dal popolo un rimedio contro i malanni. La locuzione lat ALLIUM OLERE che odora d’aglio era indirizzata ai ceti bassi (popolo e soldati) per la loro abitudine alimentare di consumare aglio per scopi sia teraputici sia di prevenzione; anzi, lo stato forniva regolarmente ai militi dotazioni d’aglio. Al tempo di C. Colombo, al marinaio che aveva mangiato aglio era interdetto avvicinarsi alla bussola poiché il suo alito si credeva potesse influenzarne l’ago. \ Così come dal lat FOLIA e FOLIUM questi dal gr PHYLLON foglia, l’ital conta Fòglia con Fogliàceo, Fogliàme, Fogliàre, Fogliàto, Fogliaziòne o Foliaziòne questo fedele al lat, Foglìfero, Fogliòso, Fogliùto, il fig Foiòlo “foglioso” attraverso il milanese Fojo che vale “trippa” detta Centopèlle, il più fedele al lat Fòlico utilizzato in chimica con Folàto ossia Acido folico (ossia Vitamina M e Bc presenti negli spinaci, germi di grano e nel fegato), la locuzione Mangiare la foglia, i prefissati Disfogliàre, Esfoliaziòne (fedele al prefissato lat EXFOLIARE) con Esfoliànte, Esfoliàrsi, ed Esfoliatìvo, eppoi Sfòglia (S intensivo) con Sfogliàre, Sfogliàta, Sfòglia con Sfogliàre, Sfogliàta, Sfogliatrìce, Sfogliatùra “privare delle foglie” da EX FOLIARE cui il composto Sfogliasgranatrìce; infine Fòglio con Fogliètto, i prefissati Affogliamènto, gli omonimi (da Foglia) Sfòglia (con S intensivo), Sfogliàre e Sfogliàta, infine Sfogliàzzo e Sfòglio. La locuzione In folio (inv dal lat IN FOLIO) o In foglio sta per “stampa su foglio”, dove il pref lat IN vale “su”. Infine si ha la locuzione fig Pasta sfoglia snm di Sfogliètta quale impasto di farina ridotto in strato sottile (come le foglie) donde il termine Sfoglìna già assegnato alle casalinghe che la stendono con l’apposito mattarello. Sfòglia è anche un snm fig della Sogliola. Come accaduto per altre attestazioni, mantenendo il gruppo letterale gr PH di PHYLLON foglia e attestandolo nella pron p , è pervenuto il lat SPOLIA “collettivo di vesti” dal sing SPOLIUM voltosi in “involucro, salma”, ma anche “foglie” riavvicinandosi così alle origini etim, con la S iniziale che pare prefisso intensivo, cui Spòglia. Da SPOLIA ma con la S iniziale che assume il ruolo di prefisso sottrattivo, da un ipotetico EX SPOLIA l’ital conta 118 Spogliàre cui Spogliarellìsta, Spogliarèllo, Spogliàto, Spogliatòio, Spogliatòre, Spogliatùra, Spogliaziòne o Spoliaziòne e il polisemico Spòglio “privo di rivestimento” quale Pp sostantivato ed ellittico di Spogliato, quale sostantivo Spòglio “operazione di raccolta”, infine Spòglio dal lat SPOLIUM “capo d’abbigliamento dismesso”. Un snm di Spogliatoio è Apoditèrio questo dal lat APODYTERIUM già gr APODYTERION da APODYO mi spoglio, adottato nelle terme ed anche con valore di Sagrestia. Spogliare, pertanto, non è che un’attestazione di Sfogliare (privare delle foglie, ossia dell’abito primordiale) attestatosi nell’oggetto di vestizione. Dallo specifico gr SKHEDE foglio (nel senso originale di scritto estemporaneo-improvvisazione), cui il lat SCHEDA con il dim SCHEDULA, l’ital conta Schèda (adottato dal XVIII sec), Schedàre, Schedàrio, Schedarìsta col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Schedàto, Schedatòre, Schedatùra, Schedìna, l’accr Schedòne, Schedulàre, questo fedele al lat, rintracciabile nel glb ingl Scheduler attraverso TO SCHEDULE programmare e un inaspettato Scèda che sta per “scherno-smorfia” associato ad una “improvvisazione di comportamento”; il termine Cèdola con Cedolàre è la mutazione ital del lat SCHEDULA nel XIII sec. Reperito in ambito intellettuale e artistico-culturale il termine Autoschedìsmo “lo schedare se stesso” da uno Schedìsmo traducibile in “ricorrente uso iudeologico, proprio o improprio, della schedatura”. Storicamente noto Il processo delle schedature instradato nella seconda metà del XX sec in Veneto. Ed ancora, dal lat CORDOLIUM composto da COR cuore e DOLIUM (relativo al dolore) su calco del gr KORDIALGIA, da FAMILJA (lat class FAMILIA), da LOLIUM, da MULIER (ant MULIES), da PALEA (volg PALJA), e da STIVILJA (lat medv), sono rispettivamente pervenuti Cordoglio, Famiglia, Loglio (graminacea), Moglie, Paglia, Stoviglia. Lòglio, dal lat LOLIUM, cui Loglierèlla (snm di Pagliettone) o Loglierèllo, Logliòso, il dim Loiètto, Lolìsmo “intossicazione da loglio) e il prefissato Allogliàto (AD allativo), ha il snm in Zizzània dal lat ZIZANIA già gr ZIZANION e che vale fig “discordia”, Il termine Lòia “ sporcizia untuosa sugli abiti” attestatosi in Emilia, deriverebbe da Loglio. Fuori percorso Loiolèsco, questo riferito a Ignazio di Loyola (1491/1556) fondatore dei Gesuiti, donde un risvolto fig spregevole quale snm di Ipocrita cui Loioloscamènte. 119 \ Prefisso Suffisso FILLO I termini Fìllade “sorta di roccia”, Fillìo “sorta d’insetto”, Fillirèa “sorta di pianta” sono tutti composti con PHYLLON foglia. Da PHYLLON, l’ital conta il pref FILLO per composizioni quali Fillochinòne (ossia la Vitamina K, questa contrastante la riduzione della coaguilità del sangue, presente nei pinoli, kiwi e in genere nei frutti di bosco), Filloclàdio (col gr KLADOS ramo, snm di Cladofìllo), Fillodìa con Fillodìneo e Fillòdio (col gr OEIDES simile a…), Fillòfago, Fillòma 1 (suff medico OMA affezione omologato nelle piante), Fillomanìa, Fillòpodi (Ordine di crostacei, col suff dal gr PODOS piede) con Fillopòdio, Filloptòsi (col gr PTOSIS caduta), Fillosòma, Filòssera o Fillòssera e Filossèrico (col gr KSEROS secco), Fillostictòsi (con Fillostìcta “genere di funghi” dannosi alle foglie e suff OSI di malattia), Fillostomatìdi (Famiglia di mammiferi, col gr STOMATOS bocca); eppoi, il suff FILLO per prefissati e composti quali Acifìllo (col gr AKIS punta), Afìllo (pref A privativo), Antofìllo (col gr ANTHOS fiore), Catafìllo (col gr KATA in giù), Cladofìllo (col gr KLADOS ramo, snm di Fillocladio), Difìllo (col pref dal gr DIS “duedoppio”), Epifìllo (pref EPI), Eterofìllo, Ipofìllo, Mesofìllo (con il gr MESOS medio), Microfìllo, Monofìllo, Nomofìllo (col gr NOMOS regola), Pastafìllo dalla locuzione Pasta fillo, Pentafìllo, Polifìllo, Profìllo, Sarcofìllo (col gr SARKS SARKOS carne), Sporofìllo (col gr SPORA seme). Termine alieno nel percorso è la Fillipsìte o Phillipsìte, un minerale dele zeoliti, così denominato in onore dello studioso W. Phillips (1775/1828) 2 con suff ITE per minerali. 1 Relativo al Filloma e al suo margine l’ital conta il termine Crenàto con Crenatùra dal lat volg CRENA tacca. 2 Fra tanti altri minerali cha assumono il nome dei loro scopritori, si ha Domeytkite “rame minerale arseniuro” dal mineralogista Ignacy Dometrko (1802/18889 e Koninckite “vitreo trasparente” daol geologo LG Koninck (1809/1887). \ Frasca Fronda Connesso a Foglia, il lat ha coniato VIRASCA verdeggiante (dal lat VIRIDIS verde), donde FRONS frasca, da un BRASSICA di tema med BRASKE adottato dal gr e che, dal significato originale di cavolo, s’è svolto in Fràsca cui Frascàme, il toponimo Frascati, Frascàto, Fraschèggio, Frascheggiàre, Frasconàia, Frascùme; eppoi, Infrascàre questo “tra le frasche” con Infràsco “sostegno per rampicanti”. Invece, dal long HRAUSTA fascio di frasche, l’ital conta Ròsta questo fig anche “serramento” cui il prefissato Arrostàre (AD allativo) con valore di “dimenare” o “ripararsi”. Da FRONS, il genitivo FRONDIS è stato adottato dal lat cristiano in FRONDIA piccola foglia, cui Frònda, Frondìfero, Frondòso, attestatisi in Frònza, Frònzolo e Fronzùto cui il prefissato iterativo Rifronzìre questo da Fronda inc con Fronzolo. Frònda dal franc FRONDE è fig un movimento d’opposizione politica, così battezzato in Francia nel XVII sec contro l’assolutismo di Anna e del cardinale Mazzarino. GANGLIO Pare che dai latini l’ital abbia ereditato la pron più fluida e moderna; 120 a ritroso nei tempi, attingendo direttamente ai progenitori greci, pare invece che l’tal si conti ancora le tracce di un gutturalismo primordiale i cui termini qui si riportano. Gànglio è parente a GANGLION tumoretto. Glinònio o Glicòneo è il nome di un verso ottonario che ci viene dal poeta Glykon italianizzato Glicone. Connessi con la rad GLYK dolce l’ital conta Glicemìa con Glicèmico, Gliceraldèide, Gliceràto, Glicèrico, Glicèride con Triglicèride meglio Triglicèridi “lipidi” nelle analisi del sangue, Glicerìna o Gliceròlo (suff INA e OLO chimici); la Glicerina fu una scoperta casuale di C. Scheele che nel 1783 mise involontariamente assieme Ossido di piombo con Olio d’oliva. Il percorso prosegue con il suff GLICERO per composti quali Glicerofosfàto e Glicerofosfòrico, eppoi il suff GLICO o GLUCO cui Glicìde o Glucìde con Glicìdico o Glucìdico, Glicìmetro, Glicìna o Glucìna (suff chimico INA), Glìcine, Glicòlico o Glucòlico cui Acido glicolico, il glb Glìcol attraverso l’ingl GLYCOL, Glicolàto, Glicòsio o Glucòsio o Glucòso attraverso il franc GLYCOSE del quale l’ital ha tratto il suff OSIO o talvolta OSO con valore di “carboidrato” (omn del suff *OSO aggettivante), Glucìnio snm di Berillio, i composti Glucagòne (“ormone” con il lat AGERE agire), Glucoammìna, Glucòmetro, Gluconeogènesi o Gliconeogènesi, Glucurònico (con Uronico), Glicosìde o Glucosìde e Glicosìdico con Glicosidàsi e Aglicòne (ellittico di Glicoside con pref A privativo e suff ONE), Glicòso, il pref-suff GLICO per composizioni quali Glicocòlla snm di Glicina, Glicòforo, Glicogènesi con Glicogenolìsi e Glicògeno, Glicòlido, Glicolìpide, Glicolìsi, Glicometrìa, Gliconeogènesi, Glicopèptide, Glicoproteìna con Glicoprotèico e Glicoprotèide, Glicoregolaziòne, Glicoracchìa (col suff dal gr RHAKHIS colonna vertebrale), Glicosaminoglicàno (composto da Glicosio, Amino e suff GLICO), Glicosilaziòne (col suff ILE e suff sostantivante), Glicosùria o Glucusurìa (con suff URIA che vale “urina”) dal gr GLYKYS cui GLEUKOS mosto e l’ital Gleucòmetro snm di Mostimetro; la rad GLYK pare si sia assimilata con DLYK, cui il lat DULCU e DULCIS. Un miscela tossica di Glicosidi con Agliconi di Alcaloidi è indicata con Solanìna dal lat SOLANUM con suff chimico INA cui Solanàcee (patate, peperoni, pomodori, tabacco…) dal lat SOLANUM “pianta del sole”. Da GLYPHE intaglio, incisione, l’ital conta Glìfo “scanalatura” (dallo scolpire) cui Glìttica o Glìptica con Glìttico o Glìptico, e i termini prefissati quali Anàglifo o Anaglìpto “piccolo bassorilievo-cesellato” con Anaglìptico o Anaglìttico e Anaglìttica, Dìglifo “doppiamente scanalato” con pref DI che sta per BIS, Trìglifo, il pref GLITTO o GLIPTO in 121 composizioni quali Glittografìa, Gliptogènesi, Glittotèca o Gliptotèca. Ieroglìfo o Geroglìfo cui Ieroglìfico o Geroglìfico o ancora Geroglìptico è la composizione col gr HIEROS sacro dalla locuzione HIEROGLYPHIKA GRAMMATA lettere sacre incise, con apofonia del gruppo HIE in GE; donde il calco Arboglìfico “scrittura incisa sulla corteccia degli alberi” con il lat ARBOR albero; il geroglifico indicante “gambe e piedi” sarebbe stato il primo segno più che avrebbe ispirato il corrente + di genesi tedesca. Ancora, Glùma “buccia dei cereali” snm di Bràttea o Ipsofìllo, dal lat GLUBERE sbucciare cui Glumeàle,Glumèlla o Glumètta, Glumifòre (con FLOS FLORIS fiore, Ordine botanico), eppoi Glùteo dal gr GLOUTOS natica il quale, comunque, in anatomia non è snm di Natica, poiché i glutei sono i tre muscoli che costituiscono la natica (piccolo, grande e medio). Infine, Glaucòma foneticamente inv dal gr GLAUKOMA è dal GLAUKOS cilestrino cui Glàuco “ceruleo tendente al verde”, Glaucòfane (col suff dal gr PHAINEIN apparire), Glaucòmio (col suff da MYS topo), Glauconìte (col suff ITE per minerali), Glaucòpide (col suff da OPS sguardo) \ Esiste a Milano una via dedicata al musicista tedesco Christoph Gluck vissuto nel 1700; l’interesse per questo personaggio è divampato a seguito del successo di una canzone di Adriano Celentano. \ Una particolarità è nel termine non gutturale Gliòmmero intrigo, così metaf dal lat GLOMUS viluppo-intreccio (svoltosi nel significato di gomitolo); Gliommero è anche una particolare elaborazione poetica in napoletano. L’etim è incerta, tuttavia, è vrs un termine addolcito dai latini attingendo ad un primitivo gutturale Gliòma tumore, d’identico percorso col gr GANGLION. Altra particolarità è nel lemma gutturale Glissàre, che pare derivi dal lat GLACIARE scivolare; il termine sarebbe transitato dal franc GLISSER, ritornandoci come francesismo, mantenendone il gutturalismo obbligato, ovvero del gruppo letterale lat GL(ACIARE), cui Glissàndo (sostantivo). Il lemma Ghìro, con Ghirètto e un non comune fig Ghirèsco (relativo al suo mitico sonno), permane coerente con la pron gutturale dal lat GLIRUM già class GLIS GLIRIS, cui Glìridi (la Famiglia); questo termine era vrs destinato a smarrire la propria pron gutturale se fosse rimasto fedele all’origine italianizzandosi Gliro; il gr conta ELEIOS ghiro cui Eliòmio “roditore dei Gliridi” con MYS topo, altrimenti detto fig Quercino, Altro suono gutturale addolcitosi è Gèrlo “cavo” da Ghèrlo di Gherlìno attraverso il franc ant GUERLIN, vrs connesso con Gerla devb del lat GERERE portare e quindi rientrato alle origini. 122 \ La lingua italiana, quindi, contiene il gruppo trilitterale GLI indivisibile ed omografo, da solo o inserito nei lemmi, ma bi-fono a seconda delle sue radici. Non sarebbero quindi in Omonimia (parole uguali), perché questa definizione include sia l’Omografia (parole scritte uguali) sia l’Omofonia (parole uguali nel suono) ma con significati diversi.\ \ Natica Scalmo Il termine Nàtica, meglio Nàtiche, è dal lat tardo inv NATICA, questo dal class NATIS natica, vrs connesso con Nàtola “apertura della scalmiera”. Scalmièra è il derivato da Scàlmo, questo dal lat SCALMUS già gr SKALMOS remo, cui Interscàlmio o Interscàlmo, connesso con SKALLO scavo; da non equivocare con il percorso di Scalmanarsi (Ved Caldo Freddo… in Sala…). \ Prefissi OMO OMEO Il gr conta HOMALOS uguale, cui il pref HOMOS italianizzato OMO in composizioni quali Omocèli “Ordine di Poriferi” (col gr KOILOS cavità), Omocèrco dal gr KERKOS appendice codale, Omocìclico, Omocinètico, Omocromìa con Omocromàtico, Omodònte “stessi denti” con Omodontìa dal gr ODONTOS dente, Omoeròtico con Omoerotìsmo o Omosessualità, Omofilìa con Omòfilo, Omofonìa “identità fonica tra elementi” con Omofònico e Omòfono, Omografìa con Omogràfico e Omògrafo “identica grafia”, Omogamìa dal gr GAMOS matrimonio con Omogamètico, da Omogeneo (analizzato altrove) si conta Omogenàto o Omogeneizzàto con Omogeneità, Omogeneizzatòre e Omogeneizzaziòne, con Omogenizzàre, Omogentìstico, Omogràmma, Omolateràle, Omònimo con Omonimìa e Omonìmico, Omomorfòsi o Omomòrfosi, Omorgànico, Omoritmìa, Omosfèra, Omotetìa con Omotètico (col gr THETOS collocato), Omotipìa con Omotìpico, Omotonìa con Omotònico, Omotopìa con Omotòpico, Omòtteri (Sottordine di Insetti Emitteri, col gr PTERON ala), Omozigòte. Homofobìa indica avversione psicologica per l'uguaglianza e pertanto dell'omosessualità. Termine alieno Omoplàta omn di Scapola con il gr OMOS spalla e PLATYS largo. Col pref AN privativo si ha Anomalìa dal gr ANOMALIA con Anomalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Anomalismo non linguistico) e Anomalìstico, Anòmalo da ANOMALOS. Omousìa è dal gr HOMOUSIA con USIA sostanza-essenza e, come sancito dal Concilio di Nicea, sta per “consustanzialità del Figlio col Padre e con lo Spirito Santo”, cui Omousiàno. Omofagìa con Omòfago, invece, vale “il mangiare carni crude, col gr OMOS che si potrebbe intendere “il mangiare uguale sostanza, di cui si è fatti”, ponendo in connessione i due pref. Il termine prefissato Esòmide “sorta di tunica greca” è composto col gr EKSO fuori e OMOS che qui vale carne nuda poiché lasciava scoperta la parte destra del torace. Omozigòte o Omozigòto con Omozozigòsi e Omozigòtico vale “con geni di origine paterna e materna”, termine biologico con il gr ZYGOTOS 123 aggiogato. Un secondo pref OMEO dal gr HOMOIOS simile, in connessione col primo, va a comporre termini quali Omeomerìa (col gr MEROS parte), Omeomorfìsmo e Omeomòrfo, Omeopatìa con Omeòpata o Omeopàta, Omeopàtico e Omeopatìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il chimico Omeopolàre o Omopolàre snm di Covalente, Omeorìtmo, Omeòsi con Omeòtico, Omeosmòtico (da Osmosi), Omeosòmo (col gr SOMA corpo), Omeostàsi o Omeòstasi (col gr STATIS stabilità) con Omeostàtico e Omeòstato o Omeosràto Omeotelèuto o Omeotelèuto o addirittura Omoiotelèuto (col gr TELEUTE fine, compimento) sta per “contrassegnato da identità di desinenza” e quale figura retorica indica una successione di termini con identiche sillabe finali omofone, praticamente come se fossero rime; ancora Omeotermàle con Omeotermìa, Omeotèrmico e Omeotèrmo, Omeotònico \ Suffisso ONIMIA Suffisso Prefisso ONIMO Antonimia Derivano dal gr ONYMA variante volg di ONOMA nome da rad NOMN, cui Nòme che nella Roma lat era di natura gentilizia preceduto dal Prenòme e seguito dal Cognome, Nomàre, Nomèa, Nomìgnolo (dim), Nòmina, Nominalìsmo, Nominànza, Nominàre, Nominatìvo sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è dalla locuzione lat NOMINATIVUS CASUS, Nominàto, Nominaziòne, il composto Nomatofobìa “avversione per i nomi” da non equivocare con Nomofobia. Nomenclatòre è composto con CLATOR che chiama è in origine stava per “lo schiavo che chiama per strada i clienti” con Nomenclatùra, sostantivo questo coniato col Pf. Eppoi Onomàstica con Onomàstico cui Deonomàstica e Deonomàstico (pref DE sottrattivo) “vocabolo tratto da un nome proprio, cognome, etnicodemotico o toponimo” quali Biedermeier “stile d’arredamento semplificato dal cosiddetto Impero” tratto da un personaggio letterario del XIX sec”, Rodomònte con Rodomontèsco tratto dall’omn personaggio ideato da L. Ariosto (1474/1533) cui Ariostèsco e nell’Orlando Furioso da M. M. Boiardo (1441(1494) nell’Orlando Innamorato, l’omologismo Chippendàle “stile per mobilio” da Th. Chippendale (1718)1779), Sibarìta “persona raffinata” cui Sibarìtico dall’ant colonia gr Sibari nell’attuale Calabria, Sinopìa “tinta rossastra” da Sinope sul Mar Nero. Con i pref, il percorso conta Anònimo “privo di nome” da ANONYMUS (pref A privativo) cui il sostantivo Anònima, Anonimàto, Anonimìa e un Inanònimo “non anonimo”, Annominaziòne da ADNOMINATIO (pref AD allativo), Antonimìa con Antònimo e Antonìmico (contrapposizione retorica tra due termini) col pref ANTI, Denominàre (pref DE conclusivo) o Dinominàre cui Denominàle o Denominatìvo, Denominatòre e Denominaziòne, Eteronimìa (con HETEROS diverso) con Eterònimo, Etnònimo (sostantivo o nome etnico), Nuncupàre e Nuncupatìvo prendere il nome con CAPS di CAPERE, Onomanzìa (aplologico da Onomamanzìa, vale divinazione attraverso le lettere del nome), Onomasiologìa con 124 Onomasiològico, eppoi Sunnominàre con Sunnominàto. Eteronimia, cui Eteronimo, vale parole naturalmente appaiate, ma di etimo diverso (Moglie e Marito - Fratello e sorella…) il contrario di Omonimia, e Zoònimo “nome di animale soggetto a studi”, Onomanzia è l’arte divinatoria attraverso i nomi delle persone. Onomasiologia è la disciplina che studia le diverse espressioni lessicali di una medesima idea o immagine in seno ad una o più lingue. In complanare al generico Onomastica, ma adottato per accezione nello studio dei nomi propri di persona, gli antroponimi, è lecito, a parere dell’autore di queste pagine, utilizzare il termine Cognomàstica e Cognomàstico, relativo, nello specifico, allo studio dei cognomi. Eppoi Rinomàre (pref RI frequentativo) cui Rinomànza, Rinomàto attraverso il franc RENOMME famoso (corretta accentazione e pron renommé), infine Rinominàre (RI iterativo). Il termine prefissato Pronòme vale “al posto del nome” su calco del gr ANTONIMOS cui Pronominàle, Pronominalizzàre, Pronominalizzaziòne; la grammatica italiana conta Pronomi dimostrativi, Pronomi interrogativi, Prionomi personali, Pronomi possessivi e Pronomi relativi. \ Nomignoli d’amore In tutto il mondo, tra innamorati esiste una certa consuetudine di rivolgersi adottanto un nomignolo. Ciò che segue è un piccolo campionario. Pistacchio mio in Turchia Miele in Inghilterra Liquirizia in Olanda, Paperetta di gomma in Germania Bebè d’amore in Francia Forbicetta in Ungheria Regina dei miei sogni in Armenia Amarena in Russia \ Suffissi NOMIA NOMO - Prefisso NOMO Antinomia NOMIA, dal gr NOMOS, di tema NEMO io amministro, quale suff vale legge-norma-amministrazione, cui, col pref ANTI, Antinòmìa con Antinòmico (contrapposizione logica tra due proposizioni), eppoi Agronomìa, Anomìa con Anòmico “assenza della legge” col pref A privativo, Eunomìa col pref EU buono vale Buon governo, Eteronomìa questo il contrario di Autonomìa e vale dipendenza da volontà estranea alla sua (per esempio, alle leggi), Foronomìa “termine per progetti idraulici” (col gr PHOREO trasporto), eppoi Tassonomìa o Tassinomìa “classificazione”, cui Tassinomìsta, nella linguistica, pedagogia e nelle scienze naturali dove appare snm di Sistematica, Tassonòmico e Tassonomìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Tassonomismo non linguistico), questi dal gr TASSEIN classificare, ordinare. NOMO, quale suff, vale la designazione personale relativa alle attività elencate col suff NOMIA, cui Agrònomo, Eterònomo, Autònomo, e Zoòno (esperto d’allevamento). Quale primo membro lemmatico, NOMO vale ancora legge, regola, cui Nomografìa leggi scritte, Nomotèta (col gr 125 THETES da TITHEMI porre) colui che stabiliscei \ Prefisso ETERO Composizioni lemmatiche col pref ETERO derivante dal gr HETEROS diverso, ci vengono i vari Eteroàtomo, Eterocàrpo con Eterocarpìa e Eterocàrpico, Eterocèntrico con Eterocentrìsmo, Eterocèrco “sorta di coda ittica” ( col gr KERKOS coda), Eterocìclico (da Cìclo), Eteroclìto con Eteroclisìa (da Clìsma), Eteroclàmide con Eteroclamidàto, Eterocromìa con Eterocromosòma e Eterocromosòtico, Eterocronìa con Eteròcrono (col gr KHRONOS tempo) snm di Arìtmico in campo medico, Eterodìna (col suff dal gr DYNAMIS potenza) con Supereterodìna, il sociologico Eterodirètto “influenzato e condizionato dall’esterno, dai suoi persuasori occulti e non” (preda del Super io), lo zoologico Eterodònte (mammifero dai denti di diverso aspetto, con ODUS dente), Eterodossìa con Eterodòsso (contrario di Ortodosso - pref ORTO Ved Ruota…), Eteroeducaziòne “affidata del tutto ad un estraneo”, il botanico Eterofillìa con Eterofìllo (col gr PHYLLON foglia), il mucicale Eterofonìa con Eterofònico, Eterogamète con Eterogamètico e Eterogamìa con Eterògamo, Eterogèneo con Eterogeneità, Eterogènesi, Eterogonìa, Eteroinnèsto o Eterotrapiànto, Eterointegraziòne, Eterolalìa (col gr LALIA loquacità), Eterolìsi con Eterolìtico (col gr LYSIS scioglimento) in opposizione a Omolìsi con Omolìtico (col gr HOMOS uguale), Eterològico con Eterèlogo, il botanico Eteròmero (col gr MEROS parte), Eterometàbolo (col gr METABOLO io trasformo), Eteròmidi (Famiglia di Roditori, col gr MYS topo), il botanico Eteromorfìsmo con Eteromòrfo e il biologico Eteromorfòsi, Eteropàtico, il patologico Eteroplasìa col chirurgico Eteroplàstica, il chimico Eteropolàre snm di Ionico, Eteropòlio (ellittico con Monopolio), Eteropsònio (col gr OPSONION provvista di alimenti), Eteroscopìa “facoltà paranormale” che permetterebbe di scrutare con i soli occhi l’interno dei corpi, Eterosessuàle cui l’ellittico Etero-ètero con Eterosessualità “attrazione naturale per l’altro sesso” opposto a Omosessualità, Eterosfèra (ellittico con Atmosfera), il linguistico Eterosillàbico “vocale o consonante che non appartiene etim alla sillaba esaminata”, lo zoologico Eterosòmo (col gr SOMA corpo), Eterosuggestiòne “nei riguardi di una persona estreanea”, Eterotàssi o Eterotassìa (col grc TAKSIS ordine), Eterotermìa con Eterotèrmo, Eterotopìa con Eterotòpico (col gr TOPOS luogo), Eterotrofìa con Eterotròfico e Eteròtrofo, Eteròtteri (Sottordine di insetti, col gr PTRON ala, che include la Pulce), infine il genetico Eterozigòsi con Eterozigòte o Eterozigòto. Heterofobìa indica avversione per il sesso opposto. Uno scrittore può raccontare una storia in cui la sua persona è assente; è il caso di un rapporto Eterodiegètico. Ove invece narri un avvenimento che lo vede fantasticamente, virtualmente o realmente, protagonista, il rapporto diventa Omodiegètico (pref OMO uguale). Diegètico e Diegèsi sono dal gr DIEGESIS racconto, composto col pref DIA attraverso e il lessema HEGEISTHAI condurre, guidare, in correlazione con Esegèta o Esegète, Esegètica, Esegètico ed Esegèsi da EKSEGESIS narrazione o interpretazione (da parte dello studente, ricercatore, critico) col pref EX 126 fuori, il doppio prefissato Epesegèsi con Epesegètico “narrazione aggiunta” da EPEKSEGESIS (col pref EPI “sopra-di nuovo”). Il termine Lessèma, unità lessicale, è dal gr LEKSIS parola, cui Lessìa, Lessicàle, Lessicalizzàre, Lessicalizzaziòne, Lèssico questo dal gr LEKSIKON libro delle parole snm di BIBLION, i composti Lessicografìa con Lessicogràfico e Lessicògrafo, Lessicologìa con Lessicològico e Lessicòlogo, Lessicometrìa, Lessicostatìstica con Lessicostatìstico, i prefissati Alessìa “afasia sensoriale” col pref A privativo cui Alessifàrmaco, Dislessìa col pref DIS “male”. Corrispondente al Lessema l’ital conta Semèma quale unità di tratti semantici (suff gr EMA di Fonema, Grafema, Lessema, Morfema…) \ Prefisso Suffisso DOSSO Con DOSSO, dal gr DOKSA opinione, lode, sono stati coniati i termini Dossàstico, Dòssico, composti quali Dossografìa con Dossogràfico e Dossògrafo “raccoglitore di opinioni”, Dossalogìa o Dossologìa oppure Demodossalogìa (col gr DEMOS popolo) eppoi Dossologìa “brano glorificatore cui Dossològico, infine Ortodòsso e Eterodòsso rispettivamente chi ha e chi non ha l’opinione ufficiale relativa alla dottrina riconosciuta. Il suo omn, il sostantivo Dòsso, è invece dal lat volg DOSSUM, a sua volta dal lat class DORSUM dorso, inc con il last class OS osso, questo successivamente svoltosi nel volg OSSUM; cui Dossàle, i prefissati Addossàre (AD allativo) con Addossàbile, Addossamènto, Addossàto e Addòsso dalla locuzione A dosso, Indossàre (IN illativo) con Indossatòre, Indossatrìce e Indòsso dalla locuzione In dosso eppoi Sdossàre (pref S sottrattivo). In percorso il prefissato fig Paradòsso “trave principale” omn di Paradosso “strano”, cui la locuzione Sonno paradosso snm di Sonno REM, fase del sonno in cui simuovono rapidamente i globi oculari, acronimo della locuzione ingl RAPID EYE MOVEMENT movimento rapido degli occhi. La locuzione ital Pronto d’essere indossato, riferita a un capo d’abbigliamento,è stata accantonata adottando il glb franc Pret à porter. \ Le misure ideali per una indossatrice degli anni Trenta, secondo l’Ente della Moda indicava mt 1,60 di altezza con 60 kg di peso.\ \ *Età Evo Epoca Età, con la variante Etàte o Etàde, dal lat AETAS, nel significato di durata della vita, per estensione termine adottato nella preistoria e nella geologia, è il lemma astratto da AEVUM tempo cui Evo-èvo. Il gr conta AION ONOS età-evo cui direttamente in ital Eòne “essere intermediario tra Dio e gli uomini” secondo la dottrina gnostica e che non proprio alcuna Paremtela con l’omologismo Eonìsmo snm di Travestitismo, ispirato nal diplomatico francese Ch. D’Eon, e con Eonìstica “ arte arte basata sull’ornitomanzia” dal gr OIONISTIKE da OIONOS uccello. Da Età, cui il prefissato Coetàneo (CUM associativo), ci viene l’aggettivo Etèrno con Eternità, Eternamènte, Eternàre o Eternizzàre con Eternàbile e Eternatòre, Eternàle, Eternalmènte, Eternìsmo (filosofico), il prefissato Coetèrno; Sempitèrno questo col pref SEMPI tratto dal lat SEMPER cui Sèmpre, il prefissato Insempràrsi e il composto Semprevìvo. Le forme in locuzione Età virile, Età adulta… Il termine Eternìt o Eternit-èternit è un 127 marchio registrato nel 1940 per un discusso prodotto edile. L’ingl conta AGE età cui il diffusissimo glb Teenager “adolescente” per accezione tra i 13 e 19 anni, composto con TEEN che è il derivato di TEN dieci; il termine AGE si ripete in franc con l’identica traduzione, nel pref ital GERO svoltosi in vecchiaia, tutti in connessione indoeur con il rad AG condurre-portare e pertanto vale “conduzione degli anni”. L’uomo del 2008 ha un’età media di 87 anni, nello specifico 85 per il maschio e 89 per la femmina, con una rispettiva attesa di 89 e 93 nel 2030. Evo è storicamente composto con Medio, cui Coèvo “contemporaneo” (CUM associativo), Medioevàle o Medievàle, Medioevalìsmo o Medievalìsmo, Medioevalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere che qui si sovrappongono) o Medievalìsta, Medioevalìstico o Medievalìstico, Medioevìstica; ma ancora gli ipocoristici Medievìsta con Medievìstica. La differenza tra Evo ed Era è che il primo riguarda la civiltà e la cultura, in esso contenute, cui la locuzione Evo moderno; il secondo parte da avvenimenti rilevanti quale Era cristiana o Era volgare (dalla Nascita di Cristo), Era geologica; il snm è Epoca, questo però in tempi più contenuti quale Epoca delle crociate, pertanto Epoca può essere considerata “parte di Era”. Il lemma Epoca-època, infatti, è dal gr EPOKHE sospensione, cui Epocàle e il termine filosofico Epochè che vale “sospensione dell’assenso” o “del giudizio” essenziale al saggio perché si tuteli l’atarassia. Il lemma Era vale “numero di anni” (Ved Rame Bronzo Stagno nella terzina seguente Mitra…) \ Gli storici hanno suddiviso le vicende della Terra in Preistoria (antecedente alla scrittura), Storia antica o Evo antico sino alla caduta dell’impero romano), Storia medievale o Medio Evo o Medioevo o Età di mezzo (sino alla Scoperta dell’America nel 1494), Storia moderna o Evo moderno (sino al Congresso di Vienna nel 1815) e Storia contemporanea o Evo contemporaneo. In particolare, la Preistoria (Età della pietra, Età del bronzo e Età del ferro) inizia con la comparsa dell’uomo e cessa con la nascita delle civiltà che vengono a costituirsi; nel IV millennio aC in Egitto e Mesopoitania, secolo VII-VII aC nella penisola italica, secolo VII-IX dC nell’Europa settentrionale. Basso Impero Romano o Tardo Impero Romano è storicamente compreso tra la presa di potere di Diocleziano nel 284 dC e la Caduta dell’Impero Romano nel 476 dC mentre Basso Medioevo o Alto Medioevo lo è tra l’anno 1000 e la Scoperta dell’America. Si presume che la Storia moderna possa essere estesa e abbia termine con l’esplosione sperimentale della prima Bomba atomica sull’atollo di Bikini o con il piede di N. Armstrong posatosi dalla scaletta del LEM sulla superficie lunare o con la Caduta del Muro di Berlino: pertanto occorre un rifacimento della suddivisione per adeguare la Storia contemporanea alle nuove generazioni. In seguito, poi, nei secoli a venire, per lo scivolamento delle date racchiudenti, il Medioevo così conme racchiuso oggi non potrà più rappresentare l’Età di mezzo \ MITRA MITRA MITRALE MITRA Mìtra al mas è l’ipocoristico di Mitràglia, traslitterato dal franc MITRAILLE insieme di monetine, con rad franc ant MITE monetina 128 di rame; nel suo genere mas, la semant lo ha voluto insieme di proiettili, insomma, un’arma a rapida successione di colpi. Il Mitridatìsmo, fuori percorso, è l’assuefazione al veleno, a scanso di attentati, ingerito metodicamente a piccole dosi, che secondo i tramandamenti, sarebbe stata escogitata da Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, la storica regione dell'Asia Minore sul Mar Nero. \ Rame Bronzo Stagno Ràme, elemento conosciuto sin dall’antichità, ha naturalmente una primordiale rad, il cui termine è da AYES che stava per Rame e poi anche Bronzo. Dalla rad è pervenuto Eneo-èneo, cui il composto Eneolìtico, dal lat AENEUS rame, sul calco di FERREUS ferro e AUREUS oro; e, ancora, Era-èra, che sta per numero (di anni), dal lat AERA cifra-numero plur fig di AES AERIS denaro, questo svoltosi in bronzo da AYES rame, donde Estimàre con Estimatìva ed Estinmaziòne e gli aferetici Stimatìva e Stimaziòne, Estimo-èstimo con l’obsoleto Stìmo, Stìma con l’obsoleto Stìmo devb da Stimàre dal lat AESTIMUS superlativo di AES, cui Stimàbile, Stimatòre i prefissati Autostìma e Disistìma; termine alieno Stimatizzare questo da Stigma. I Verbi estimativi, in forma passiva, sono quelli che appaiono in concomitanza con il Complemento predicativo (essere considerato, essere valutato…) Il Ràme, quale minerale (simbolo chimico Cu) è presente negli alimenti quali il pollame, i legumi, frutti di mare, nelle ciliege e nei cereali. Nel percorso ital di Rame, troviamo Ramàio, Ramaiolàta o la variante Romaiolàta, Ramaiòlo o Ramaiuòlo o la variante Romaiòlo, Ramàre, Ramàta con Ramàto e Ramatùra (omonimi di Ramata, Ramato e Ramatura da Rame), e vrs Ramàrro associando il termine a “verde rame”cui la variante volg Ràgano o Ràcano e Ragnàlla; eppoi Ramèico, Rameòso, Ramìfero (omn di Ramifero da Rame), Ramìna, vrs Raminàta “recinto”, Ramìno “recipiente di rame” vrs connesso con l’omn gioco del Ramìno. Il termine Rame è connesso con il sct TAMRAM rame donde TAMRAH color rame rintracciabile nel malese TAMBAGA e svoltosi nel franc TOMBAC cui l’ital Tombàcco, una sorta di ottone di lega rame-zinco dal colore che pare oro e quindi utilizzato in bigiotteria. Dallo specifico lat CUPRUM rame, l’ital conta Cupràto, Cuprène (suff chimico ENE), Cùpreo questo aggettivo da CUPREUS, Cùprico, Cuprìfero (dal lat FERRE portare), Cuprìsmo, Cuprìte (suff ITE per minerale), il pref CUPRO per composizioni quali Cuprallumìnio, Crupammònio, Cuprolèga. Il gr conta lo specifico KHALKOS rame cui il pref CALCO (da non equivocare con Calco dal verbo Calcare) per composizioni quali Calcocìte (con Calcìte dalla quale s’estrae il rame), Calcòfora “sorta di coleottero” (col gr PHER io porto), Calcografìa con Calcogràfico e Calcògrafo in correlazione con i vari Calcolitografìa, Calcosiderografìa (col gr SIDEROS ferro), Calcosilografìa (col gr KSYLON legno) dove il pref CALCO “rame” permane assimilandosi a Calco “impronta-stampa”. Eppoi Calcoidèo “simile al rame” (col suff EIDES somiglianza), Calcolìte (suff ITE per minerali), 129 Calcolìtico, Calcopirìte, Calcotipìa. Per le diverse etim, dalla locuzione storica Età del Rame si ha Calcolìtco, l’età tra quella della pietra e del rame; dall’Età del Bronzo si ha Eneolìtìco. Attraverso l’ingl si conta il glb Shaffield (neologismo del XX sec) che sta per “lastra di rame (placcato)” inv dall’omn toponimo. Il rivolgimento semantico di Rame in Bronzo è stato certamente ispirato dalla fusione con lo stagno; Brònzo, dal lat BRUNDUM, infatti, vale brace accesa, cui Brònza, Bronzàre, Bronzàto, Bronzatòre, Bronzatrìce, Bronzatùra, Brònzeo, Bronzètto, Bronzìna, Bronzìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il prefissato Abbronzatùra, Stàgno, dal lat STAGNUM o STANNUM, omn di Stagno “acquitrino”, è un termine “moderno”, di probabile origine celt, cui Stàgna “recipiente di stagno”, Stagnàre (omn di Stagnare “di acque”), cui Ristagnàre), con Stagnàio o Stagnàro, Stagnàta, Stagnàto, Stagnatòre e Stagnatrìce, Stagnatùra e Stagnìno questo snm di Magnano e Calderaio, eppoi Stagnìna e Stagnòla; da includere i lemmi complanari fedeli al lat STANNUM cui Stànno, Stannìfero, con Stànnico, Stannìte e Stannòso utilizzati in chimica. \ Le Ere e le Età Era antica include tutto l’aC, l’avanti Cristo. Era volgare parte dalla nascita di Cristo, attraversa i nostri giorni e corre nel futuro… I periodi principali, accantonando la presistoria, sono : Antichità comprende la storia dalla comparsa della civiltà egizia e sumera fino alla caduta dell' Impero romano d' occidente il 476 d. C.) . Un periodo di circa 4mila anni. Medioevo (Età di mezzo) 11 secoli dal 476 dC alla scoperta dell’America nel 1492 . Età moderna 3 secoli buoni dal 1492 al 1815; alcuni storici, però, la segnano sino all’alba della Rivoluzione Francese, il 1789 data della convocazione degli Stati Generali. Età contemporanea dal 1815, data del Congresso di Vienna, ai nostri giorni. MITRA Mìtra al fem (ma anche MITRIA), ci viene dal gr MITRA, assunto poi immutato dal lat (MITRIA) ed è la contrazione di Mìtera - con epentesi della vocale e - originario dal persiano MITHRA la tiara dei sovrani. Oggi è il copricapo vescovile e di alti dignitari della chiesa, i Mitràti, ovvero degni di indossare la Mitra. Il verbo d'azione è Mitràre, che vale coronare con Mitra o insignire di carica vescovile. S. Biagio è infatti indicato Il Mitrato perché è raffigurato con la mitra. \ ...e se, in un passato, il copricapo dignitario MITHRA non fosse stato altro che una corona di penduli metallici MITE (rame, argento, oro...), per diversificarlo dalla corona di olivo, di pino, d’alloro, o d’altro, per atleti, artisti.\ Il snm Tiàra è di origine persiana, svoltosi in gr-lat in TIARA, 130 giuntoci immutato. L’attinenza di questo termine alle pratiche religiose-rituali, farebbe pensare ad un’arcaica rad comune con Tìade “baccante” dal gr THYAS, con Tìaso “sodalizio di fede” dal gr THIASOS, e con il pref TEO, che oggi vale il nostro Dio, dal gr THEOS, nato nelle contrade che videro le civiltà storiche dell’umanità, Teìsmo, Teìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Teìstico, che appaiono anche in composizioni quali Monoteìsmo con Monoteìsta e Monoteìstico “fede per un solo Dio” con Enoteìsmo (col gr HEN uno, vale nei Veda “adorazione per una sola divinità” tra le altre riconosciute ed è la premessa per il Monoteismo , Diteìsmo “credenza nelle due divinità del bene e del male” ( pref DI due) e Politeìsmo con Politeìsta e Politeìstico (per più Dei), col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO; e gli onomastici Teo, Tecla dal gr THEOKLAIA di considerazione divina, Timoteo dal gr TIMOTEOS stimato da Dio. Da non equivocare con Ditelìsmo “credenza della duplice natura di Cristo, l’umana e la divina” questo composto col pref DI due e col gr THELESIS volontà cui ancora Monotelìsmo, Monotelìsta e Monotelìtico col pref MONO uno, solo “credenza nell’unicità della natura di Cristo”. \ Ci si chiede se l’umanità, nel momemto in cui ha inteso il bisogno di fede religiosa, sia stata monoteista o politeista. In proiezione preistorica, l’adorazione per il Sole, che rappresenta la vita e la luce, è certamente Monoteismo. L’avvento di nuovi idoli, uno o due (Bene e Male) per ogni tribù - l’idolo benefico è del vincitore, quello malefico è dello sconfitto - avrebbe condotto, in tempi d’incessanti conquiste ed egemonie, via via all’adozione di una collettività divina, tale da svolgersi in politeismo. Inoltre, se l’idolo rappresentava il protettore della principale attività (artigianato, pesca, caccia, guerra…) in seno alla tribù, è vrs che la collettivizzazione pagana abbia acceso l’incipit per quella moltitudine di Dei greci e romani, che sarebbero stati omologati nei santi protettori istituiti dal Cristianesimo.\ \ Prefisso divino TEO Ambrosia Ambra Il pref divino TEO dal gr THEOS è rintracciabile in molte composizioni lemmatiche dal gr quali Teobromìna inv da THEOBROMA questo con BROMA nutrimento, Teocàlli “casa del dio” omologismo di genesi azteca per accezione “tempio a piramide”, Teocèntrico e Teocentrìsmo cui Teocentrìsta con KENTRON centro “relativo a Dio” in contarpposizione con Antropocentrismo, Teocrasìa con KERANNIMI miscelo (vale fusione di Dei), Teocrazìa con KRATIA signoria, Teodìa con OIDO canto, Teodicèa con DIKE giustizia, Teofagìa con PHAGOS mangiare (vale mangiare la vittima sacrificale), Teofanìa “manifestazine divina” (di Dio nel cristianesimo) con PHAINEIN manifestarsi, Teofillìna questo un inc tra THEOBROMA e PHYLLON foglia con suff INA, Teòforo o Teofòrico dal gr PHOROS porto vale colui che porta il nome di un dio (vedi Apollonio da Apollo e, in era cristiana, potrebbe essere chi, ad esempio, è chiamato 131 Crocifìsso, Nazareno), Teogonìa cui Teogònico, con GONOS generazione vale l’origine degli Dei 1, Teologìa con Teologàle cui la locuzione Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità), Teologàre, Teologìsmo e Teòlogo tutti con LOGOS studio; ancora, Teosofìa e Teòsofo con SOPHIA scienza, Teomòrfo con MORPHE forma. Il lemma Entusiàsmo è dal gr ENTHUSIASMOS da EN THEOS (pref EN dentro) e sta per che ha Dio in sé cui Entusiasmàre, Entusiàsta, Entusiàstico; l’ingl conta TO FLIP entusiasmarsi, ma anche agitarsi cui l’omologismo Flippàre con Flippàto, e il glb Flipper. Teobròma “pianta del cacao” sta per “cibo degli dei”, in complanare con Ambròsia e l’aggettivo Ambròsio dal gr-lat inv AMBROSIA “ciò che appartiene agli immortali” e quindi “cibo agli Dei” in binomio con Nettare “la bevanda degli dei”; fuori percorso Ambrosiàno, questo derivato da S. Ambrogio, onomastico che vale “immortale” fig ispirato all’Ambrosia. Il termine Ambra-àmbra, dall’ar ANBAR ambra grigia, tradotto in lat medv AMBAR, pare sia stato connesso ad Ambròsia “che appartiene agli immortali”, ovvero agli dei, per la sua miracolosa proprietà magnetica se strofinata; fuori percorso Ambrogètta “mattonella di terraglia smaltata” sovrapposto al franc LAMBRIS rivestimento a piastrelle. \ La mitologia narra che Giove colpì con una saetta il dio Fetonte, figlio di Elio (Sole) o di Eos (Aurora), facendolo precipitare nel fiume Eridano, l’ant idronimo del Po, poiché, guidando sprovvedutamente il carro solare consegnatogli dal padre, si era avvicinato troppo alla terra rischiando di distruggerla. Le lacrime delle sorelle straziate dal dolore, esse poi tramutate in pioppi, divennero gocce di ambra così da comporre tra gli uomini un perenne ricordo del dolore. La proprietà elettro-magnetica di questo minerale fa pensare che il mito, come tanti altri, non è altro che la descrizione di un fenomeno scientifico così da essere compreso nei canoni culturali di allora. L’utilizzo dell’ambra era già noto tra gli antichi, i quali addirittura avrebbero costruito primordiali “pile elettriche” che producevano un voltaggio impercettibile ma utile per scopi artigianali come la doratura di metalli. Il fiume Eridano, altra tesi vuole che sia il Rodano, percorso dagli Argonauti, è mitologicamente nato dall’accoppiamento delle divinità Teti e Oceano. L’etim dovrebbe essere connesso con il gr ERIDAINO io lotto-combatto, certamente in riferimento alle esondazioni. Infine, c’è da includere Eridio, l’altro limnomino del Lago d’Idro, questo forse da una composizione gr di ERIDAINO e HYDOR. Il lat conta il proprio SUCCINUM per Ambra, cui Succìno, Succìnico, Succinìte (suff ITE pe minerali). Tornando al pref divino TEO, questo non è da considerare in composizioni quali Teorèma, Teoremàtico, Teorèsi in opposizione alla Prassi, Teorèta, Teorètica, Teorìa, Teòrico… queste dal gr THEORIA ciò che si spiega con la mente- meditazione da THEOREO vedo-osservo, anche se l’associazione con Dio non appare casuale. Fuori percorso ancora Teocritèo “bucolico” da Teocrito, il poeta gr (IV-III sec aC), Teodolìte dall’ingl THEODOLITE strumento a cannocchiale, Teodosiàno relativo all’imperatore d’Oriente Teodosio II (401-450). Geova, che sta per Dio, è l’italianizzazione, ovvero un omologismo, dell’ebr YAHWEH con le varianti in IEHOUA, IEHOUAH, IEHOVA e IEHOVAH, cui Geovìsta. Pare in una certa connessione che si sperde nella notte delle rad, il termine 132 cinese TAO col gr THEOS, che dal significato di via-strada s’è attestato nel significato ideologico-teologico di “Legge dell’Universo”, cui Taoìsmo, Taoìsta e Taoìstico; un po’come le forme ital moralistiche e comportamentali in locuzione Strada giusta e Strada maestra. 1 Il gr Evemero, vissuto nel IV-III sec aC, asseriva che l’origine degli dei era di natura umana, poiché considerava questi personaggi straordinari che si erano conferiti natura divina; donde la dottrina Evemerìsmo, una sorta di Arianesimo ante litteram, che avrebbe negato la Consustanzialità di Cristo. MITRALE Mitràle è la valvola cardiaca fig simile alla Mitra, cui l’aggettivo Mitràlico, ma, riflettendo, potrebbe ricordare il Mitra per la successione dei battiti. Vàlvola è il dim di Valva “guscio” (Ved Lacuna…) con la variante Vàlvula dal lat VALVULA, cui, nei risvolti tecnici, anatomici e musicali, Valvolàme, Valvolàre, Valvolopatìa o Valvulopatìa, Valvulìte, Valvuloplàstica. Le Valvole, fin troppo note ai tempi dei primi apparecchi radio e televisivi, erano una sorta di ingombranti gusci a camera stagna, contenenti Dìodo (pref DIS due volte), Trìodo1, Pèntodo (pref dal gr PENTE cinque), con suff DO estratto da Elettrodo, ovvero, a due, tre e cinque elettrodi, via via rimpicciolite e poi sostituite dai Transistor, questo brevettato il 1950 da J. Bardeen e W. H. Brattain. Transìstor, voce ingl adottata nel linguaggio glb, è l’ipocoristico di TRANSFER RESISTOR ovvero trasferimento di un segnale elettrico attraverso una resistenza; ma se analizziamo l’etim scopriamo, se ce fosse ancora bisogno, l’appartenneza indoeur riversatasi nel lat: il primo termine della locuzione ci viene quindi dalla composizione lat TRANSFERRE donde TRANS attraverso-FERRE portare e il secondo dalla composizione RESISTERE donde RE indietro-SISTERE fermare, cui, nel primo percorso, l’inv Trànsfer, Transferàsi (suff medico ASI), Trasferìre (in concorrenza con Traslare) con il glb ingl Trànsfer, Transferàsi (suff medico ASI), Trasferèllo, Trasferìbile con Trasferibilità, il glb franc Transfert (in psicoanalisi), Trasferimènto “portare da una sede ad un’altra”, Trasfèrta questo attestatosi in “trasferimento provvisorio” con Trasfertìsta, il glb franc Trànsfert e, nel secondo percorso, Resistènte, Resistènza, Resistenziàle, Resistività, Resìstere, Resistòre. L’unità di misura della Resistenza elettrica è Ohm dal nome dello scienziato G. S. Ohm (1787/1854). Attraverso l’ingl TO SWITCH trasferire, si conta il glb Switch in terminologia borsistica e tecnica e Switching in quella dell’informatica e degli allenamenti muscolari. 1 Dall’acronimo dell’ingl LIGHT EMITTING DIODE è nato il moderno termine elettronico Led. 133 \ Ipocoristico Ipocorìstico (col gr pref HYPO e KORIZESTAHI vezzeggiare, il suff aggettivale ISTICO) vale per abbreviazione lemmatica di un termine o di una locuzione, come Auto-àuto per Automobile, Sub per Subàcqueo, il Prof per Professore. Professòre con Professoràle, Professoràto, Professorìno, Professòrio e Professoròne, è dal lat PROFESSOR composto da PRO davanti e FATERI confessare, riconoscere di FARI parlare, raccontare cui Professàre con Professànte, Professàto, Professatòre, Professiòne, Professionàle, Professionalmènte, Professionalità, Professionalizzàre, Professionalizzazione, Professionìsmo, Professionìsta, Professionìstico, e uno spregiativo Professoràme (suff AME poer collettivi); da notare che, grazie al suff PRO, l’originaria semantica di Professare “dichiarare apertamente, pubblicamente qualcosa, confessare un sentimento”, si è attestata in “esercitare un mestiere pubblico”. In ipocoristico onomastico, poi, si ha Franco per Francesco, Matùsa per Matusalemme... comunque, mai nel senso appuntato (Spett. per Spettabile), di sigla o dim (Nino da Gaetanino di Gaetano). Può essere assimilato ad un’ellissi o viceversa nel senso di “sintesi”. \ Epentesi Anaptissi Protesi Metatesi Sintesi Melotesia Epèntesi, con l’aggettivo Epentètico, vale Inserzione, dal lat EPENTHESIS inserzione, immutato dal gr, con due pref EPI sopra EN in al nome d’azione THESIS da TITHEMI porre, cui Tèsi “asserzione filosofica” (omn-snm di Tesi quale termine ritmico opposto ad Arsi) con i derivati Tesìna e Tètico; in connessione si ha il letterario Atetèsi da ATHETOS (pref A privativo) fuori posto cui Atetizzàre, il patologico Atetòsi (suff patologico OSI) con Atetòsico cui la locuzione Movimenti atetosici. In campo linguistico, per Epentesi s’intenda l’inserimento di un suono alieno (non etim) nei corpi lemmatici, vedi Inverno la cui prima n non appare nell’etim lat HIBERNUS; lo scopo è di addolcirne la fonetica. Anaptìssi-Anaptìttico, dal gr PTYSSEIN piegare connesso a PTERON di Ala, viepiù, è il fenomeno poetico-linguistico per cui viene inserita una vocale, a differenza dell’Epentesi, solo in un gruppo consonantico, per agevolarne la pron, quali Asima per Asma, Fantasima per Fantasma. Da non scambiare, però, con Pròtesi, dal gr PRO-THESIS da PROTITHEMI porgo avanti (in cui PRO vale avanti), che è l’aggiunta di un suono alieno all’inizio del lemma, per fini fonetici (Istrada per Strada, Ischerzo per Scherzo) cui Protètico; con il snm Prostètico più che altro attestatosi in medicina da Pròstesi dal gr PROS-THEMI aggiungo,applico (in cui PROS vale verso). In questo percorso si può includere la locuzione inv dal gr Hysteron proteron (con HYSTERON posteriore) “l’ultimo che è posto in avanti (per primo)” che, in qualità di figura retorica, indica l’inversione temporale degli avvenimenti o delle azioni, allo scopo di infondere una maggiore espressività o un aggiustamento metrico nella poesia; il fenomeno assume la definizione di Isterologìa questo però omn di Isterologia col pref ISTERO utero. 134 L’Epentesi, l’Anaptissi, la Protesi e L’Epitesi (Ved Tema…) sono molto amate dai poeti classici, per la possibilità che offrono di modificare la ritmìa metrica del verso per meglio armonizzarlo nella strofa. “il fantàsma del castèllo”, infatti, avrebbe l’ictus (accento tonico principale, dal lat ICTUS gettato quale Pp di IACERE) sulla 3^ e 7^ sillaba, mentre “la fantàsima del castèllo” lo avrebbe sulla 3^ e 8^. “Andàr in stràda (a) mendicàre” avrebbe l’ictus sulla 2^, 4^ e 8^ e “andàr in istràda (a) mendicàre” l’avrebbe sulla 2^, 5^ e 9^. La Metàtesi, cui Metatètico, dal gr META THESIS, infine, è lo spostamento di una lettera (fonema) all’interno delle parole, come Strùpo e Stùpro, entrambi corretti, anche se il primo tende decisamente ad archiviarsi; l’errore ricorrente è unificare i due termini in Strupro. Stùpro-Strùpo dal lat STUPRUM, Stupìre da STUPERE con Stupòre da STUPOR e Stupìto, Stupefàre da STUPEFACERE con Stupefacènte o Stupefaciènte, Stupefàtto e Stupefaziòne, eppoi Stupèndo dal gerundivo STUPENDUS e Stùpido da STUPIDUS… derivano tutti etim dalla rad ST(R)UP battere. Il percorso conta il prefissato Ostupèscere con OB quale rafforzativo e l’incoativo lat STUPESCERE di STUPERE. Direttamente dal gr, rispecchiando le definizioni scientifiche, Metathesiofobìa indica la paura dei cambiamenti. \ L’imperatore svevo Federico II, per antonomasia, era Stupor mundi; a suo ricordo, oltre a Federico, l’onomastica conta Sveva in onore della patria dei suoi avi, la Svevia.\ Antìtesi, in retorica, con l’aggettivo Antitètico, è logicamente in opposizione a Tesi, ognuna vale ciò che autonomamente è situato, sostenuto, dimostrato e, nell’insieme, costituiscono l’Antinomia, poiché non compatibili; qualora, però, si raggiunga un soddisfacente compromesso, meglio, un terzo momento, s’ottiene la Sìntesi; l’articolazione tesi-antitesi-sintesi costituisce il Ritmo dialettico. Sìntesi è dal da SYNTHETIS (pref SYN insieme e TITHENAI porre) con Sintetàsi, Sinteticità, Sintètico cui Fibra sintetica, Sintetizzàre (da non equivocare con Sìndesi e derivati). Il termine Melotesìa, col gr MELOS membro e THESIS vale in astronomia l’assegnazione delle varie parrti del corpo umano all’influsso dei corpi celesti. \ Idiota Zotico Scemo Stolto Quali snm o consimili di Stupido troviamo Idiota, Scemo e Stolto. Idiòta (attestatosi largamente dal XIII sec), con la variante Idiòto, è un esito metaf dal lat IDIOTA già gr IDIOTES cittadino escluso da ogni carica pubblica, connesso con il pref gr IDIO particolarità, cui Idiotàggine, il relativo Idiòtico questo dal lat volg IDJOTICUS già gr IDIOTIKOS, eppoi Idiotìsmo quale termine medico-patologico e sopravvissuto col valore di “espressione linguistica fuori delle regole” fig dal gr IDIOTOSMOS “vita da privato” da IDIOTES, infine Idiotizzàre questo sia “rendere idiota” e sia “far largo uso di idiotismi linguistici” 1; il trattamento della dj del lat IDJOTICUS in z ha prodotto Zòtico 2 (dal XIV sec) cui Zoticàggine, Zotichèzza e Zoticòne. Il sostantivo Scèmo (adottato dal XIII sec) è dal Pp lat volg EXSEMARE 135 prendere la metà sottraendola all’intero quale denm da SEMUS mezzo, metà col pref EX sottrattivo, cui Scemàre e Scemamènto questo in riferimento alla Luna calante; Scemo, allora, è passato dall’originale significato generico di “a metà” allo specifico corrente fig “cervello a metà” cui il Pp aggettivato Scèmo (sempre dal XIII sec) con Scemàta, Scemènza e Scemenzàio, la variante Scimunìto attestatasi successivamente nel XIV sec cui Scimunitàggine. La locuzione Arco scemo indica in architettura un arco a sesto ribassato. Stòlto, dal lat STULTUM chi s’è pacato, Pp di STOLERE con rad STEL essere tranquillo cui Stoltèzza e la variante Stoltìzia entrambe da STULTITIA, e il composto Stoltilòquio (con il lat LOQUI parlare); il snm Stòlido da STOLIDUS è un’invettiva che può rivelarsi meno litigiosa di Stolto. Il rad lo ritroviamo nel ted STILL tranquillo. 1 Esempio di Idiotismo è la costruzione in lingua italiana utilizzando espressioni dialettali 2 Il lemma Zotico, da una recente ricerca linguistica, è posto in testa ad una classifica di termini da salvare seguito da Uggioso e via via, in ordine alfabetico, da Abominio, Accozzaglia, Becero, Bislacco, Ciarpame, Nefando, Oblio. \ Prefissi Suffissi *EPI *IMO *IPO *IPER EPI Epi, primo membro di parole composte, dal gr EPI (EPHI) che sta per sopra, in, di nuovo e, più in generale, davanti, aggiunta, ripetizione, sovrapposizione, successione, con una numerosa serie di prefissati da Epiblàsto (col gr BLASTOS germe), Epibolìa “sovrapposizione” in correlazione con Embolia, il patologico Epicànto col gr KANTHOS angolo (dell’occhio), Epicàrdio e Epicardìte correlativi di Pericardio e Percardite. Eppoi Epicàrpo che è lo strato esterno (superiore) del frutto, snm Esocàrpo col gr EXO fuori composto con KARPOS che vale anche giuntura dal che il frutto è tutt’uno col (aggiunto al) ramo, cui Carpìa e Càrpico utilizzati relativi al suff CARPO, Càrpo “giuntura” della mano, il polso, cui l’avverbio Carpòni o Carpòne e Metacàrpo con Metacarpàle. Epicèno col gr KOINON genere comune vale “promiscuo”, Epicèntro col gr KENTRON vale “nel centro” per accezione riferibile ai terremoti, cui Epicentràle. Epigènesi “tecnica embriologica” con Epigenètica che vale “modulazione dell’espressione del gene” ed Epigenètico; eppoi Epigenìa “processo di fossilizzazione”. Epigèo dal gr EPIGEIOS composto con GE terra (termine botanico e geologico), Epigìno col gr GYNE donna (termine botanico). Epìgrafe col gr GRAPHO vale “scrivo sopra” cui Epigrafìa, Epigraficamènte, Epigràfico ed Epigrafìsta, cui ancora Epigràmma, Epigrammàtica dalla locuzione EPIGRAMMATIKE TEKHNE “arte-tecnica degli epigrammi” con Epigrammaticamènte, Epigrammàtico, Epigrammìsta e Epigrammìstico. Epilàmina (con Lamina) cui Epilamìnico, Epilèmma “premessa”. Epilessìa (col gr LEPSIS presa- attacco) con Epilèttico cui Epilettifòrmne “in forma di epilettico”, Epilettògeno “che genera crisi epilettiche” ed Epilettòide (suff OIDE simile) “sintomo simile a quello epilettico”. Epilìmnio col suff dal gr LIMNE lago. Epìllio col gr EPOS racconto (epico). Epilòbio “sorta di pianta” dalla locuzione gr EPI 136 LOBU ION viola su un baccello. Epìlogo col gr LOGOS vale “dire di nuovo, aggiunta” cui Epilogàre con l’iterativo Riepilogàre, Epigolatùra, Epigolaziòne o Riepìlogo, in correlazione con Prologo. Epimàco “sorta di uccello” col gr MAKHE competizione vale fig “alleato”. Il botanico Epimèdium altrimenti detto Erba della capra in calore. Epimorfòsi (col gr MORPHOSIS conformazione), Epinefrìna con NEFRO e suff chimico INA snm di Adrenalina, cui Norepinefrìna snm di Noradrenalìna col pref chimico NOR. Epinìcio col suff dal gr NIKE vittoria vale “canto sulla vittoria”. L’anatomico Epìploon col suff tratto dal gr PLEKSIA piega cui Epiplòico e Epiploìte, il composto chirurgico Epiploplàstica. Il letterario Epirrèma (correlativo di Paràbasi) inv dal gr EPIRREMA “aggiunta” conneso con il lat ARARE di rad ERE tirare-solcare con valore di “tracciare”, pertanto vale “aggiunta a ciò che è già tracciato”. Il patologico Episclerìte col gr SKLEROS duro e suff medico ITE. Episcòpio “strumento ottico” (omn-snm di Episcopio di “Vescovo”) cui Episcopìa, Episcòpico e il derivato Epidiascòpio, col suff dal gr SKOPEO osservo; in complanare con Epìscopo col gr SKEPTOMAI “ispettore” che vale “osservo da sopra” cui il lat EPISCOPUS lenito in EVISCOPUS per attestarsi in Vèscovo, donde Episcopàle Episcopaliàno o Episcopalìsta con Episcopalìsmo, Episcopàto, Episcòpio (omn-snm di Episcopio “apparecchio ottico”), in complanare con e Vescovìle, Vescovàdo o Vescovàto, Vescovìle. A Cipro, un feudo aggiudicato alla famiglia Cornaro da Pietro I di Lusignano, re dell’isola, era indicato con Episkopi donde il predicato “della Piscopia”, che appare oggi tra i non comunui cognomi. Il numismatico Episèma col gr SEMA segno. Episòdio dal gr EPEISODION con EISODOS ingresso, questo a sua volta composto da EIS verso e HODOS via, vale “azione collegata alla principale” cui Episodiàre, Episòdico con Episodicamènte ed Episodicità. Il patololgico Epispadìa col gr SPADIZO ritiro, relativo alla pelle del pene. Il percorso prefissato prosegue con Epispèrma, Epìstasi (col gr STASIS che si ferma) che in biologia indica prevalenza di un carattere sull’altro, Epistàssi (colgr STAZEIN che gocciola) “sangue dal naso” cui Epistàòttico e Epistaxiofobìa che indica paura del sangue dal naso, eppoi Epìstate (col gr STASIS che si ferma) che indica l’ant funzionario ateniese insignito di massime funzioni, Epìtoco con Epitochìa o Epitocìa col gr TOKOS che genera, in biologia vale “fase sessualmente matura”; ancora, Epìtopo (col gr TOPOS luogo) vale “antigenico”, Epìtrito col gr TRITOS terzo “piede poetico di tre sillabe lunghe”, Epìtrope inv dal gr EPITROPE decisione, Epìtropo dal gr EPITROPOS funzionario, Epizòo (col gr ZOION animale) vale “che si mette sopra altri animali” ma non parassita, Epizootìa o Epizoozìa con Epizoòtico attraverso il franc EPIZOOTIE vale “epidemia animale”. Il significato del pref EPI può contenere il valore di importanza retorica, come in Epifonèma ciò che è detto di nuovo, dopo uno scritto o un pronunciamento, in espressione enfatica di morale o di sentenza, dal gr EPIPHONEMA esclamazione. Epifanìa dovrebbe entrare nella retorica, quale “apparizione della divinità”, dal gr EPI-PHAINES visibile, appariscente; il 137 termine, con lenizione sett della p in b ed aferesi della E è finito per mutarsi nel popolaresco Befanìa con la personificazione nel fem Befàna. \ Nel Veneto, per accezione nel veneziano, la Befana è chiamata Maràntega, dal lat MATER ANTIQUA madre antica; infatti, secondo una tradizione nordica sarebbe una dea primordiale \ L’Epònimo (EPI ONYMA, questa variante dorica per ONOMA nome) è il personaggio da cui prende nome una località, un periodo storico, cui Eponimìa. Il chirurgico Episiotomìa composto con EPISEION regione pubica e il suff TOMIA dal gr TEMNO taglio varrebbe “operare chirurgicamente al di sopra della zona anatomica che viene scossa (atto sessuale)” dal gr SEIO scuoto, questo in percorso con Sisma dal gr SEISMOS scossa. Il termine Epochè è direttamente dal gr EPOCHE arresto composto col pref EPI e ECHEIN tenere-avere, sta per “sospensione del giudizio” (tenere sopra). Da non equivocare nel percorso prefissato EPI termini quali Epilaziòne (pref EX estrattivo) cui Epilatòre ed Epilatòrio dal lat EPILARE da PILUS pelo, snm di Depilazione da Depilare (DE privativo), Epiornitifòrmi “Ordine di uccelli Ratiti” col pref dal gr AIPYS alto e ORNIS ORNITHOS uccello e FORMIS forma. IMO Imo-ìmo è un termine a sé, dal lat IMUS che sta nel luogo più basso, profondo usato anche come pref o suff adattati. Imoscàpo “diametro della base di una colonna” dalla locuzione Imo scapo. Brùma, lat inv BRUMA, dalla locuzione BREV-IMA DIES il giorno più breve, ovvero il solstizio d’inverno, cui Brumàio attraverso il franc BRUMAIRE il mese del calendario rivoluzionario dal 22 ottobre al 21 novembre, Brumàle, Brumòso svoltosi in “nebbioso”; termine alieno, l’omn Brùma “mollusco bivalve” dal gr BROMA cibo cui Brumèggio attraverso il genovese Brumesu “esca”. Col percorso lat BRUMA è vrs connesso Brùno “scuro lucente”. con l’onomastico Bruno anche in cognomastica, attraverso il franc BRUN cui Brunàstro (suff ASTRO), Brunèllo, Brunìccio, Brunimènto, Brunìre, Brunìto, Brunitòio, Brunitòre, Brunitùra, il prefissato Rabbrunàre (pref RAD); termine alieno Brunìce dal lat PRUNA brace sovrapposto a Cinice. Sòmmo o Sòmma o ancora un Sùmmo fedele al lat, cui Sommità, o Sommitàte, e Sommitàle, dal lat SUMMUS, dalla composizione SUB IMUS, che infine risulta il più (alto) dal basso, dopo un macchinoso ragionamento, con il composto Sommoscàpo e vrs il volg toscano Sommòmolo “frittella di pasta lievitata” questo fig “pugno” in riferimento alla tumefazione che provoca; in altre aree linguistiche, in parallelo a questo termine, il corrispondente superlativo IMUS viene dopo una base di partenza più chiara UP (ingl), AUF (ted) che valgono per sopra (ingl UPPER il più alto). In percorso Sommìsta o Summìsta. L’omologismo Sciumbàsci “il più elevato di grado nella truppa” è dall’amarico SUMBASI composto con il turco SUM capo, che pare connesso con il lat SUMMUS. Fuori percorso invece l’omologismo Sumo di voce giapponese che sta per un 138 tipo di lotta orientale. Con UP l’ital conta, in area glb, i pugilistici Uppercut snm di Montante e Undercut “colpo basso (alle costole)” con TO CUT tagliare (qui colpire di taglio) cui Cutting “l’insieme di frammenti rocciosi”, il cinematografico Final cut ”taglio finale”, Upgrade “miglioramento” e Upgrading “salire al livello superiore” con GRADE grado. L’ingl Under vale sotto opposto di UP sopra cui i glb Underground “sotterraneo” svoltosi in campo artistico quale definizione da contestazione, Underscore “sottolineatura” da TO SCORE segnare, Understatement “(sotto) mezza asserzione” co STATEMENT affermazione-asserzione, Underwear “biabcheria intima” con TO WEAR indossare. IPO Primo membro di parole composte, IPO, dal gr HYPO, sta per “sotto, stato inferiore”, quali Ipocondrìo, con Ipocòndrico, dal gr HIPOCHONDRION cartilagine sotto le costole, dove si ipotizzava avesse origine la malinconia (secondo Ippocrate, infatti, la milza era la sua sede) pertanto Ipocondrìa e Ipocondrìaco. Ipocèntro (col gr KENTRON centro) per accezione riferibile ai terremoti. Ipocrisìa o Ipocresìa con Ipòcrita da HYPO KRISIS vale “il giudicare sotto (l’apparenza)” ovvero “simulazione”; snm di Ipocrita (adottato dal XIII sec) è Farisèo (dal 1300), cui Fariseìsmo (XIX sec), dall’aramaico PERISHAYYA separati “appartenenti ad una setta giudaica prescristiana” tradotto in gr PHARISAIOS e in lat PHARISAEUS donde il lemma ital. Ipòfisi dal gr HYPOPHYSIS “escrescenza endocrina” attestatosi in “ghiandola”. con PHYSIS natura, cui Ipofisàrio, in relazione con Epìfisi. Il sostantivo ed aggettivo Ipogèo col gr GE terra sta per ”sotterraneocatacomba” cui il doppio prefissato Semipogèico (SEMI-IPO) col suff aggettivante ICO, da qui la locuzione geologica Cripta semipogeica. \ A Trinitapoli, nella foggiana capitanata, nel pieno del Tavoliere delle Puglie, è stato scoperto nel primo decennio del nuovo millennio, un Ipogeo risalente al 2004 aC, ossia datato quattromila anni; l’eccezionalità del ritrovamento è che racchiude un osservatorio astronomico puntato verso la costellazione Alfacentauro. \ Il percorso prefissato continua con Ipèrico “sotto l’erica” - altrimenti detto Scacciadiàvoli per la proprietà antidepressiva - dal gr HYPO EREIKE cui Ipericàcee snm di Guttifere, Ipogeusìa (col gr GEUSIS gusto). Il fig Ipògino col gr GYNE donna, vale “fiore con ricettacolo al di sotto dell’ovario”. Ipolìmnio col gr LIMNE lago, vale il punto più profondo di un lago”. Ipòmero con il lat MEROS parte, termine dell’embriologia. Iponimìa e Ipònimo che in linguistica vale “vocabolo specifico” diversamente da Iperonimia e Iperonimo. Ipòpio o Ipòpion con gr PYON pus. Iporchèma col gr ORKHEOMAI io danzo vale “sorta di coro cretese” termine connesso con Orchestra. Iposcènio col gr SKENE scena, termine teatrale. Iposmìa col gr OSME odorato vale “affievolimento olfattivo”. Ipostàsi, con Ipostàtico, vale “stare sotto” ovvero sedimento, anche termine filosofico per “sostanza” e figura retorica che indica un concetto astratto reso concretizzato o personificato. Ipostenìa e Ipostènico col gr STHENOS forza vale “ di forza debole” in correlazione con Astenia. Ipòstilo col gr STYLOS colonna vale 139 “colonnàto sotto il tetto”. Ipotàssi con Ipotàttico da HYPO TAKSIS vale “proposizione subordinata” ovvero dipendenza, in opposizione a Paratàssi con Paratàttico (pref gr PARA) donde il termine Paraipotàssi “procedimento sintattico” con Paraipotàttico. Ipotenùsa, lat HYPOTENUSA dalla locuzione gr HYPOTEINUSA GRAMME “linea che si tende al di sotto”. Ipotipòsi dal gr HYPOTYPOSIS abbozzo (con TYPOUN plasmare) e in qualità di figura retorica indica una descrizione plasmata in maniera vivace; ed ancora termini quali Ipotonìa, Ipotrofìa, Ipovarìsmo (con Ovario), Ipovedènte, il patologico Ipovolemìa con Volume e il gr HAIMA sangue vale “caduta volumetrica del sangue”. Iponatremìa (composto con Natremìa) vale “diminuzione della concentrazione di sali minerali nell'organismo” causata dal fatto che i reni non riescono a filtrare i liquidi eccedenti. Termini alieni Ipomèa “Genere di piante” dal lat IPOMEA dalla composizione gr IPS IPOS verme e HOMOIOS simile, IPER Dal gr HYPER sopra, oltre cui HYPATE superiore donde Ipate-ìpate “corda superiore della cetra”, opposto a HYPO sotto con questo connesso rad, può essere considerato complanare se non snm del lat SUPER, cui Iperìsmo adottato in linguaggio artistico. L’ital conta un nutrito percorso prefissato, cui Iperacidità, Iperacusìa (col gr AKUSIS audizione), Iperacùto, Iperaffaticamènto, Iperalgesìa (col gr ALGESIS dolore), Iperalimentaziòne, Iperattività con Iperattìvo, Iperazotemìa, Iperazòturia o Iperazoturìa, Iperbàrico, Ipèrbato e Ipèrbole 1 con Iperboleggiàre, Iperbolèo, Iperbolicità, Iperbòlico, Iperbolifòrme, Iperbolòide, eppoi Iperbilirubinemìa, Iperbòreo meglio Iperbòrei (col gr BOREAS settentrione, un leggendario popolo che abitava l’estremo nord “di là del vento del nord”; come in ogni leggenda, un fondo di verità ci dovrebbe pur essere e il pensiero va agli eschimesi.), Ipercalòrico, Ipercapnìa (col gr KAPNOS fumo), Ipercàrica, Ipercatalèttico o Ipercatalètto, Ipercheratòsi, Iperchilìa, Ipercinèsi o Ipercìnesi con Ipercinesìa e Ipercinètico, Ipercloridrìa, Iperclorùria o Iperclorurìa, Ipercolesterolemìa, Ipercolìa (col gr KHOLE bile), Ipercorrettìsmo (col lat CORRIGERE correggere) che in linguistica indica il fenomeno per cui un termine regolare viene considerato sbagliato; pertanto s’attesta erroneamente corretto, cui Zabagliòne invece di Zabaiòne. Eppoi Ipercorrètto e Ipercorreziòne “sostituzione di un termine che a torto si ritiene errato”. Il percorso prefissato IPER prosegue con Ipercrìtica, Ipercriticìsmo e Ipercrìtico “con eccessiva severità”, Iperdattilìa, Iperdosàggio, Ipereccitàbile con Ipereccitabilità, Iperemèsi (col gr EMESIS vomito), Iperemìa (col gr HAIMA sangue) con Iperèmico e Iperemizzànte, Iperemotività con Iperemotìvo, Iperergìa (col gr ERGON forza-azione), Iperestensiòne, Iperstesìa (col gr AISTHESIS sensibilità), Iperfalangìa (malformazione alle falangi della mano o del piede), Iperfocàle (termine fotografico), Iperfonèsi, Iperfosforemìa, Iperfunziuonànte, Ipoerfunziòne, Ipergeusìa (col gr GEUSIS gusto), Iperglicemìa con Iperglicèmico, Iperglicìdico, Iperglobulìa, Ipergòlo (tripla composizione con ERGON e suff chimico OLO, vale “combustibile 140 ad alto potenziale”), Iperidròsi “sudorazione eccessiva, patologica” (col gr HIDROS che vale sudore), Iperinflaziòne, Iperleucocitòsi, Iperlipemìa o Iperlipidemìa con Iperlipìdico, Ipermarket meglio Ipermercàto, Ipermenorrèa, Ipermetrìa con Ipèrmetro, Ipermetropìa con Ipermètrope (colo gr METRON misura e OPOS occhio), Ipermnesìa (aumento della capacità menmònica), Ipernefròma, Ipernutrìre con Ipernturiziòne, Iperòne (particella fiìsica con suff ONE come in Elettrone); eppoi il linguistico Iperonimìa con Iperònimo “vocabolo di significato esteso” diversamente dall’Iponimìa con Ipònimo e quale esempio vale una frase quale Il cavallo è un animale in cui Animale è l’iperonimo mentre Cavallo l’iponimo. Iperosmìa (col gr OSME odore), Iperossìa (questo con un suff OSSIA per Ossigeno), Iperossigenaziòne, Iperostòsi (col gr OSTEON osso), Iperparassitìsmo, Iperpiressìa con Iperpirètico, Iperpituitarìsmo, Iperplasìa con Iperplàstico o Iperplàsico, Iperpnèa (col gr PNOE respiro), Iperprotèico o Iperprotìdico, Iperprotettività con Iperprotettìvo, Iperrealìsmo “movimento pittorico” con Iperrealìsta e Iperrealìstico, Iperreattività, Iperrecettività, Iperretroattìvo con Iperretroattività, Ipersecreziòne, Ipersensìbile con Ipersensibilità, Ipersomìa (col gr SOMA corpo), Ipersostentàre con Ipersostentatòre e Ipersostentaziòne, Iperspàzio, Iperstàtico, Iperstenìa (col gr STHENOS forza), Ipersuòno, Ipertelìa (col gr TELOS sviluppo) e l’omn Ipertelìa (col gr THELOS capezzolo), Ipertèmpra, Ipertermàle, Ipertèsto con Ipertestuàle, Ipertonìa con Ipertònico, Ipertricòsi (crescita abnorme di peluria su tutto il corpo), Iperurànio “di là del cielo” (col gr OURANIOS celeste-cielo), Iperurbanèsimo col snm Iperurbanìsmo, Iperurèsi snm di Poliuria, Iperuricemìa, Iperventilaziòne, Ipervitamìnico, Ipervolemìa questo con Volemìa che vale “volume del sangue” dalla composizione Vol(ume)-Emia, l’aggettivo Ipètro col gr AITHRA etra (voce poetica per Etere) vale “edificio privo di tetto” ovvero “all’aria”. Vrs connesso con un ant rad d’origine, l’aggettivo Ipetràle o Ipètro dal gr HYPAITHROS “ a cielo scoperto-privo di tetto”. 1 Iperbàto e Ipèrbole (in questo caso IPER vale oltre) sono due figure retoriche. Iperbato, normalmente poetico, è dal gr HYPERBATON spostamento, per cui, a scopo ritmico o stilistico, viene mutato l’ordine logico di una proposizione: \...\ sopita nel mio dentro la speranza \...\ (SA dai versi “Diomedea” in “Letteratura Italiana Contemporanea” di N. Bonifazi e R. Tommasi-Ed Helicon). Ipèrbole, cui Iperboleggiàre, Iperbolicità, è dal gr HYPERBOLE eccesso per cui la norma quantitativa, a scopi metaforici, viene condotta in maniera esagerata sia in eccesso sia in difetto: è una vita che non vado a trovarlo-mangio solo un boccone e poi di corsa al lavoro. \ Brina Pezza Attrezzo Sarto Dal lemma Bruma, inc con il lat PRUIN rugiada gelata cui Pruìna con Pruinòso, è sorto Brìna con Brinòso e, metaf, Brizzolàto, questo attraverso il denm Pezzàre dal celt PETTIA macchia, inv nel lat, cui Pèzza, Pezzàme, Pezzàto, Pezzètto, Pèzzo, Pezzòla o Pezzuòla, Pezzòtto, i prefissati quali Rappezzàre (dal XIV sec) - snm di Rattoppare (già nel 1556) - con Rapperzzamènto, Rappezzatòre, Rappezzatùra e Rappèzzo, Spezzamènto, Spezzàre con Spezzòne, Spezzettàre, Spezzatìno, Spezzatùra; il termine Pezzènte è alieno, ovvero pseudoetim, poiché è dal lat PETERE chiedere e 141 quindi sta per “chi chiede (l’elemosina)”; dall’ingl PATCH pezza, toppa, L’ital conta il glb Patch con il composto Patchwork “lavoro di cucito”. Pezzènte è ancora fig una sorta di insaccato di carni povere. Dall’inc di Pezzo con un ant franc ATTRAITS, già lat ATTRACTUS questo Pp di TRAHERE, cui Attràzzo, è sorto invece il termine Attrèzzo con Attrezzàre e Attrezzàggio, Attrezzamènto, Attrezzatùra, Attrezzerìa, Attrezzìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Attrezzìstica. Il lat conta lo specifico SARCIRE per rappezzare-riparare donde Sàrcina, il pref Risarcìre con Risarcìbile e Risarcibilità, Risarcimènto, Risarcitòrio, il derivato SARTOR SARTORIS cui l’ital Sàrto o Sartòre tratto dal nominativo e Sartòrio tratto dal genitivo (postura tipica del sarto) cui la locuzione anatomica Muscolo sartorio, il composto Sartotècnica, eppoi Sartorìa, Sartoriàle e Sartorialità. Nel passato recente, Caterinètta stava per “sarta giovane” a ricordo di S. Caterina d’Alessandria d’Egitto. \ Antonomasia Circonlocuzione Perifrasi Antonomàsia è la sostituzione di un nome proprio con un attributo, un’apposizione, una locuzione o con un secondo nome proprio famoso, per indicarne le qualità, inv dal gr ANTONOMASIA parola al posto di... o meglio contro denominazione col pref ANTI al lemma ONYMA nome, cui l’aggettivo Antonomàstico. Per esempio, Dama Bianca per la compagna del campione Coppi, Giullare per l’artista affabulatore Dario Fo, Regina (della canzone italiana) per la cantante Nilla Pizzi, Segretario fiorentino per N. Machiavelli. Perìfrasi è praticamente snm di Circonlocuzione, quel giro di parole che va oltre una locuzione, allo scopo di definire qualcosa senza esprimersi direttamente, dal gr PERIPHRASE, composto da PERI intorno e PHRAZEIN parlare, cui Perifrasàre con Perifràstica e Perifràstico su calco di Transfrastico (questo col pref TRANS) e di Olofrastico (questo col pref OLO). Perifrastico, in riferimento ai verbi, cui le locuzioni Coniugazione perifrastica, Forma perifrastica, vale la combinazione di un verbo con l’ausiliare La Perifrasi è normalmente lodevole, pur talvolta adottata per ipocrisia, mentre la Cinconlocuzione può essere offensiva e provocatrice. Beve parecchio succo d’uva per non dire direttamente che “beve vino con smoderatezza”. VANO INVANO VANAGLORIA VANO Vàno è l’aggettivo che sta ad indicare “non serve a nulla-inefficace”, cui Vanificàre “rendere vano, inutile”, Vànto col denm Vantàre ma che semant ha assunto il significato di “spazio vuoto-il vuoto dell’aria”; l’onomastico Vanessa non pare di questo percorso, utilizzato storicamente da J. Swift (XVIII sec) in un suo poemetto, a meno che non l’abbia coniato col pensiero al lat VANUS. 142 Vano lo ritroviamo erroneamente attestatosi in “stanza”; Vano, allora, un locale o parte d’esso, ma vuoto. Arriva dal lat VANUS e questo modernizzato dall’ant VASNOS con rad WA ampliata di S attestata nell’area celt-ger. È l’identica rad WA che ha condotto a Vàsto, che i latini pronunciavano VASTUS intendendo reso vuoto (devastato), cui VASTARE svoltosi nell’ital Vastàre con Vastaziòne, Vastèzza e Vastità, il prefissato Devastàre con Devastànte, Devastatòre e Devastaziòne (pref DE sottrattivo); il passaggio dal long WOSTI deserto ha prodotto la mutazione della prima sillaba va in gua, cui Guastàre con Guàsto questo sia Pp aggettivato sia devb sostantivo, eppoi Guastamènte, Guastatòre, Guastatùra, i composti Guastafèste, Guastamestièri, Guastastàmachi, similmente a Guàdo con Guadàre, Guadàbile con Inguadàbile (pref IN negativo) dal lat VADUM di VADERE andare passando dal franc WAD cui un Vàdo con Vadàre e Vadòso. Per associazione, non è difficile correlare “devastato” a “svuotato” o “vuoto”, quindi, ecco il rivolgimento in Vàcuo dal lat VACUUM da VACERE già class VACARE essere libero, cui Vacàre con Vacàbile, Vacànte “non occupato” con un ant Vacantàle e un Vacanterìa, Vacànza “privo d’impegni importanti” cui Vacanzàre con Vacanzière o Vacanzièro, inv dal lat Vacàtio (pron vacazio) con la locuzione Vacàtio legis e Vacaziòne, il termine Controvacànza di recente conio (XX sec). Il percorso prosegue con Vacuàre e Vacuaziòne, Vacuìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Vacuità, Vacuòlo con Vacuolàre e Vacuolizzaziòne, Vacuòma con i composti Vacuòmetro, Vacuoscòpio, Vacuòstato, Vacuumterapìa; ma anche in Vuòto con Vuotàre con Vuotàggine, Vuotamènto, Vuotàta, Vuotatòre, Vuotatùra, Vuotèzza, i composti Vuotacèssi, Vuotamèle, Vuotapòzzi, Vuotazucchìne o Vuotazucchìni e, col pref EX estrattivo, Evacuàre con Evacuamènto, Evacuànte, Evacuatìvo, Evacuàto, Evacuatòre ed Evacuaziòne “svuotamento”, Svuotàre con Svuotamènto. In complanare si conta Votàre snm di Svuotare cui Votàggine, Votamènto, Votàta, Votatòre, Votatùra, Votàzza questo inc con Gottàza, Votèzza; alieno il termine Votiàco questo relativo ai Votiàchi, popolazione finnica cui Lingua votiaca. Dall’aramaico REQA vuotezza, l’ital conta l’omologismo Ràca che non ha nulla di Ràcano questo una mutazione da Ràgano di Raganèlla. In giapponese, Vuoto si traduce KARA cui, attraverso l’ingl, la composizione glb Karaoke con l’ipocoristico di OKE(SUTORA) orchestra, che pertanto vale “canto vuoto” ovvero senza accompagnamento musicale dal vivo. 143 Esistono i termini Vagànte “errante” e Vàgo “incerto”, che si rifanno fig al lat VAGUS desideroso, cui, nel senso di “errante”, Vàgo (medicina) con Vagàle, Vagolìtico, Vagotomìa, Vagotonìa e Vagotònico, Vàgile “termine della biologia” questo in opposizione a Sèssile, Vagàre dal lat VAGARI cui Vagabòndo 1 con Vagabondàggine, Vagabondàggio e Vagabondàre, eppoi Vagolàre con Vagolànte (verbo iterativo di VAGARI) e i prefissati Divagàre con Divagaziòne da DIS VAGARI, Svagàre da EVAGARI (S intensivo) cui Svagamènto, Svagatàggine, Svagatèzza, Svagàto, Svàgo e l’intensivo Svagolàre con Svagolamènto, eppoi il fig Stravagànte già Estravagànte cui Stravagànza dal lat EXTRAVAGANS EXTRAVAGANTIS; il termine Vàgone, sebbene sia stato tratto dall’ingl WAGON, è derivato dal lat VAGUS nel senso di errante, viaggiante, e lo si ritrova nel franc WAGON. Nel senso di “incerto”, Vagheggiàre con Vagheggiamènto, Vagheggiatòre, Vagheggìno, Vaghèzza. Nel senso di “desideroso”, Invaghìre da IN illativo e VAGUS cui Invaghimènto e Invaghìto. Sia “vagare” sia “essere incerto” e “desiderare” sono associabili all’idea del vuoto spaziale e mentale, pertanto è vrs che abbiano assunto la lenizione di c in g dal lat VACARE essere libero; nel volg mer, infatti, Vacantìa sta per “signorina-zitella” (vacante di marito) da Vacantìva lenito in Vagantìva e il termine ha il proprio mas per “celibe” . Vagantìvo è ancora un termine usato nella pastorizia e nella pesca. Furibondo, Vagabondo… come Moribondo, contengono un suff particolare BONDO coniato e adattato su modello del Pf passivo lat MORIUNDUS del verbo MORI morire. Si potrebbe pensare ad una connessione del suff con il verbo lat ABUNDARE, o ad una sovrapposizione, pertanto varrebbe Furibondo “abbondante di furia” , Vagabondo “abbondantemente vagante”, Moribondo “abbondantemente vicino alla morte”, e così via. In ital, il Pf lat in forma passiva è dato dal suff ANDO in termini sostantivati ed aggettivati quali Battezzàndo e Cresimàndo, Diplomàndo, Giudicàndo, Monacàndo, Operàndo, Periziàndo, Permutàndo,.il matematico Radicàndo, Specializzàndo; da non includere i termini verbali al gerundio sostantivati qualu Celebràndo, Commiseràndo, Lusingàndo, Miseràndo, Probàndo (dal lat PROBARE provare),Veneràndo, Notificàndo, comunque differenziati da una sfumatura. 1 \ Sfarzo Pompa Sontuosità Il significato di “Vanto inutile o bugiardo” è implicito nel termine napoletano Sfarzo, questo devb da Sfarzare “ostentare”, attinto allo sp DISFRAZAR trasvestire, cui l’adozione ital di Sfàrzo, Sfarzosità, Sfarzòso. Sfarzo ha il snm in Pòmpa, questo inv dal lat POMPA, dal gr PEMPO mando-porto-accompagno; pertanto, Pompa prevede un accompagnamento, una processione, un corteo, un portare in trionfo, cui Pompeggiàre, Pomposità, Pompòso, il termine, in eccessivo metaplasmo, Fànfano, di attestazione veneta, detto anche Pesce pilota (che porta) dei Carangidi, eppoi la locuzione Pompe funebri snm di Onoranze funebri. 144 Esiste tuttavia l’omn termine Pòmpa col verbo Pompàre, dall’ol POMPE considerato di presumibile rad onomatopeica che vale trarre, cui Pompàggio, Pompàta… ma il significato di mandare, portare, adottato dai greci in PEMPO fa supporre un’origine comune. L’Arcangelo Michele è invocato Psicopòmpo, colui “che porta le anime” al giudizio divino. Inoltre, nel volg sabino in contemporanea al lat, il termine POMPE indicava il numerale “Cinque (5)”, cui l’onomastico Pompeo “il quinto nato dei figli”, corrispondente a Quinto dal lat QUINTUS; l’onomastico Quintino, ancora, non è il dim del lat Quinto ma l’omologismo in onomastica del celt QUENTIN agile. Pontino è una regione del Lazio dal lat POMPTINUS vrs connesso con il numerale, in una suddivisione territoriale, e Pompei è lo storico toponimo campano, che piace relativo a “città lussuosa”, ricordando i suoi trascorsi cancellati dall’eruzione vesuviana. Altro onomastico d’origine preromana è Tito da TITIES che difende attraverso il lat TITUS, vrs connesso con la gens romana TITIA (pron tizia) cui Tizio, Tiziano “della gens TITIA”. Tizi (TITIES) è il demotico di una delle tre tribù, che da fonti storiche pare fossero etrusche, che costituivano la Roma di Romolo, assienme ai Luceri (LUCERES) e ai Ramni (RAMNES). Altre fonti indicano invece i Luceri di stirpe etrusca (da un loro titolo onorifico), i Ramni di stirpe latina (coniato da Romolo) e i Tizi di stirpe sabina (dal loro re Tito Tazio). Tìzio si ritrova nella locuzione Un Tizio a indicare una persona indeterminata ed associato nella più estesa espressione Tizio Caio e Sempronio (persone indeterminate). Sontuosità, o Suntuosità, snm di Sfarzo e Pompa quale sfarzo, è dal lat SUMPTUOSITAS, cui Sontuòso o Suntuòso dispendio, fig dal Pp SUMPTUS da SUMERE prendere, cui Sùmere con Sùnto, Sunteggiare e Suntuàrio con la locuzione rinascimentale Leggi suntuarie “contro l’ostentazione del lusso” ma anche Arti suntuarie relative agli oggetti di lusso; con i pref, Assùmere “prendere” (AD allativo) con Assuntìvo, Assùnto “fatto proprio-tesi-incarico”, Assuntòre con Assuntorìa ed Assunziòne con Assunzionìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) (nel Cristianesimo Assunta con Assunzione sono in riferimento alla Vergine Maria “presa” dal cielo) e con l’iterativo (RI) Riassùmere cui Riassuntìvo, Riassùnto e Riassunziòne. Consumàre (CUM associativo) con Consumàbile, Consumànte, il Pp Consumàto, Consumatòre cui il glb ingl Consumer svoltosi in contrapposizione a Professionale in campo dell’Informatica, la locuzione Consumer benefit “beneficio per il consumatore”, eppoi Consumatorìsmo, Consumaziòne e Consùmo cui Consumìsmo, Consumìsta e Consumìstico, eppoi i glb franc Consommè (corretto Consommé) “brodo ristretto (consumato dall’evaporazione da cottura) cui il sostantivo ital Consumàto, l’ingl Consumer con la locuzione Consumer benefit “benefici per i consumatori” e l’adattamento ital Consumerìsmo con Consumerìstico, in complanare con Consùmere, Consùnto e Consunziòne, eppoi Consuntìvo con Consuntivàre attraverso il franc COMSOMPTIF. Desùmere (DE 145 conclusivo), Desumìbile e Desùnto. Presùmere (PRAE prima), con il desueto Pressùmere, Presumìbile, Presuntìvo, Presùnto, Presuntuòso con Presuntuosàggine, Presuntuosità, Presunziòne e la variante Prosùmere (PRO avanti)) con Prosuntuòso e Prosunziòne. Sussùmere (SUB sotto) con Sussuntìvo e Sussunziòne. Transùnto quale Pp del lat TRANSSUMERE cui un obsoleto Transuntàre, da non associare a Transumare composto invece da TRANS e HUMUS terra (Ved Pref STRA… in Bastonare…). Il gr conta MARASMOS consunzione, cui Maràsma o Maràsmo attraverso il franc MARASME, Maràntico dal gr MARANTIKOS logorante, Maràsmio (sorta di fungo); termine alieno Marantàcee (Famiglia di piante) dal nome dello studioso B. Maranta (1500/1571). \ Onomastica ebraica Con Michele dall’ebr MI KHA EL “chi è come Dio?, assieme a Micaela e Micol, l’onomastica conta alcuni omologismi dall’ebr composti con il termine EL ipocoristico di ELOHIM che vale Dio, sovente posto in finale, cui Daniele da DANI EL Dio è mio giudice con Danilo, Elìa da EL YAH Dio è Dio poiché il secondo termine è l’ipocoristico di YAHVE (Yahvè) che vale ancora Dio, Elisa ed Eliseo da EL ISH Dio è salvezza ma anche ipocoristico di Elisabetta questo da EL SEBHA Dio ha giurato e da questo vrs la variante Isabella (questo, per altre fonti dal fenicio EZBEL amante), Elvira da ELBIRAH tempio di Dio (oggi, chiesa), Emanuele da IMMANUEL Dio è in noi con Manuela e Manuele, Gabriele con Gabriella da GABAR EL Dio è forte, Lazzaro da ELEAZAR assistito da Dio, Raffaele con Raffaello (Raffaela e Raffaella) da RAPHA EL Dio sana, Samuele Dio ascolta. YAHVE Dio è rintracciabile in Geremia da YERMEYAH esaltazione di Dio, donde il termine Geremìa “annunciatore di sciagure” con Geremìade “lamentela” attraverso il franc JEREMIADE; eppoi in in Gessica o Jessica da ISKAH Dio vede, in Giacobbe con Giacomo (cui il dim Mina dal fem Giacomina) e Jacopo, da JAAKOB seguace di Dio, in Gioacchino da YOHAQUIM Dio rende forte, in Gionata o Jonathan inv da JONATHAN Dio l’ha donato (con MATHT dono, in Giosuè da YEOSHUA Dio è salvezza in complanare con Elisa ed Eliseo, Giovanni col dim fem Vanna, l’ipocoristico Gianni e il suo dim Nino da Johaman dono di Dio con la versione russa Ivan, Giuda da JEHUDAH sotenitore di Dio, Giuditta da JEHUDITH loderò Dio, Giuseppe con i dim Pino, Pippo da YOSEPHYAH Dio mi mandi altri figli, Isacco da YI ZAHAQ Dio gli sorride, Matteo col suo ipocoristico Teo e Mattia da MATATH dono e YAH quale ipocoristico di YAHWEH pertanto dono di Dio in complanare sia con Gionata e Giovanni sia con l’aramaico Taddeo da THADDAY dono di Dio e con l’onomastica gr Dorotea, Teodoro e Fedora; infine, Tobia da TOBIJAH gradito a Dio e l’italianizzazione Zaccaria che in ebr vale Dio s’è ricordato. Fuori percorso divino, invece, l’ital conta gli omologismi Betsabea settima figlia o figlia del giuramento, Davide da DAWIDH diletto, Debora da DEBORAH ape e fig conduttrice, Efrem da EPHRAJIM fruttuoso, Ester attraverso l’assiro-babilonese ISH TAR stella svoltosi metaf in dea (straordinaria la connessione di questo termine mesopotamico con il 146 percorso indoeur, quali il ted R(STERN, l’ingl STAR, che sta anche fig per divo o diva cui Starlet “giovane divo o diva” con l’omologismo Starlètta e la locuzione pubblicitaria glb Star system, corrispondenti al gr (A)STER al latital Stella e con Astro), Giordano da JOR DAN svoltosi nel lat JORDANUS è ispirato all’omn idronimo del fiume cui anche un Giordano in cognomastica, Ilenia “pianta” in concorrenza col gr Ilenia, Leila che vale “notturna” o fig “scura” dall’ar attraverso il persiano, Lia da LE AH laboriosa, Maddalena “donna di Magdala” questa un toponimo sul lago Tiberiade, Mara con Marella da MARAH amareggiata (straordinaria l’assonanza con l’indeur Amaro), Maria con Mariàno e Mariologìa riferiti alla Madonna, e Marilena (sovrapposto a Maddalena) con Marisa (Maria e Luisa) incluso Miriam tutti da MARYAM o MYRIAM composto di MAR goccia con YAM mare e vale “goccia di mare” connesso con l’egiziano MYRHIAM svoltosi metaf in principessa. \ Maria Antonietta principessa d’Austria, futura regina di Francia, ebbe come pretendente Mozart, ancora entrambi in tenera età. L’onomastica conta ancora Melchiorre da MELKI OR il mio re è luce in comune al fenicio MELK re rintracciabile nel cartaginese Amilcare, Mosè da MASCIAH salvato dalle acque, Noè da NOAH quiete, vrs sovrapposto con la rad di NOESIS intelletto, per la sua veneranda età (acquietata ma fervida di consigli) e che nel suo mondo era considerata fonte di intelligenza (esperienza), cui Noàchide o meglio Noàchidi “i suoi discendenti”, il relativo Noètico omn di Noetico “relativo all’intelletto”; l’onomastica ebraica prosegue con Noemi da NOAM gioia, Pasquale da PESAH passaggio (per accezione attraverso il Mar Rosso) cui il lat PASCHA e l’ital Pàsqua con Pasquàre e Pasquètta, Pasquinàta “satira” ci viene attraverso il nome Pasquino dato dai romani rinascimentali al gruppo marmoreo posto a ridosso di palazzo Braschi, dove solevano affiggere satire contro il governo del papa; Pasquènse infine è relativo all’isola di Pasqua – in sp Isla de Pascua e in lingua indigena Rapa Nui “grande roccia” - cui le locuzioni Mitologia pasquense e Statue pasquensi dette Moai (noti monoliti scolpiti – giganteschi menhir antropomorfi, 638 di numero secondo l’archeologo K. P. Emory) 1. Eppoi Rachele da RACHEL pecorella (di Dio?), Rebecca da RIBHQAB CH legame (affettivo?), Ruben da REUBEN figlio della Provvidenza, Rut o Ruth da RUTH amica, Sabrina da SABRA che indicava gli ebrei che non erano emigrati dalla Palestina al tempo della diaspora del 70 dC, in concorrenza con un Sabrina di genesi celt; eppoi Samantha “ascoltatrice” influenzato dall’ingl, Serafino da SERAPH ardente (plur SERAFIM) o dall’attestazione lat-cristiana SERAPHIN (angelologìa) cui Serafino o Serafo, Seràfico e Seraficità e, infine, l’onomastica conta e termina con Sara da SARAH principessa (azzardato credere in una connessione rad con l’ind SARHI o SARI “veste indiana drappeggiata”), Susanna da SHUSHAN giglio, Tamara da TAMAR palma. 1 Sembra più verosimile che l’Isola di Pasqua, di origine vulcanica, sia stata storicamente abitata tra il 500 e l’800 dC da un’etnia qui approdata dalla Polinesia, piuttosto che dal continente americano (costa meridionale del Pacifico); lo proverebbe un’indagine genetica. Fu l'olandese Jakob Roggeveen a incamminarsi per la prima volta sull'isola, il giorno di Pasqua del 1722 e da questo fu così battezzata. 147 Le gigantesche statue furono scolpite utilizzando l’antico materiale vulcanico e innalzate mediante sistemi meccanici utilizzando tronchi la cui produzione avrebbe comportato un disboscamento fatale all’equilibrio ambientale e alla stessa vita. Nel 1870, infatti, gli indigeni erano già ridotti a 200 individui.\ Camera Stanza Càmera, inv dal lat CAMERA, per accezione semant è la volta della stanza, vale a dire la stanza coperta, protetta dal soffitto; in percorso, l’esot sp Camarìlla “camera del re” con Camerìsta attraverso CAMARISTA, Cameràle, Cameralìsmo e Cameralìsta, Cameràrio (per accezione “custode della camera del tesoro”), Cameràta attraverso lo sp CAMERADA dormitorio questo anche nel senso di “compagno” con Cameraterìa, Cameratèsco e Cameratìsmo, i dim Camerèlla con Camerètta, Camerière e Camerièra, il teatrale Camerìno con Cameritìsta, Cameritìstico (da Musica da Camera), l’accr Cameròne, Cameròtto attraverso il veneziano Cameroto “attendente in Marina”. Termine alieno è Cameròpe “sorta di palma” composto con i gr KHAMAI in basso e RHOPS cespuglio, questo vrs connesso con RHOPALON estesosi semant in mazza-clava cui Ropàlico “verso poetico” dove le parole crescono via via di una sillaba (fig dall’immagine della clava che cresce in grossezza), e Ropalòceri “Superfamiglia d’insetti” questo composto con KERAS corno. Nel XII sec, per camera s’indicava il corredo di arazzi, stoffe e tessuti ricamati, che personalizzavano l’ambiente e che di norma seguivano i proprietari in viaggio. Oggi, comunemente, per camera s’intende la stanza dove si dorme e, per estensione, i mobili che l’arredano. Il verbo Incameràre (col pref illativo IN) sta letteralmente per “deporre in camera”: nel percorso semantico ha assunto via via il valore di “trattenere a sé, imprigionarsi, appropriarsi, rendere di patrimonio pubblico (erario, demanio...)”. I percorsi semantici hanno peraltro condotto il lemma Camera a rappresentare assemblee, enti, spazio per utilizzi della fisica e tutto per quel particolare aggiuntivo della volta, che la rende protetta e sicura. Camera è anche fig la macchina per le riprese cinematografiche e televisive, significato però sottratto all’ingl CAMERA cui il glb Cameramen “l’operatore” che ha generato le trovate da Candid camera questo il sofisticato spioncino (televisivo) con Cameracar “cinepresa mobile su carro”, Camcorder “telecamera e registratore”. In albergo si chiede una Camera, nel cercare un appartamento vuoto si pensa al numero dei Vani, per un ammobiliato a quello delle Stanze; in ristorante, si può domandare una Saletta appartata. In ambito indoeur si ritrova il termine nel ted KAMMER camera con KAMARADE camerata cui il famigerato omologismo Kapò questo ellittico di KAMARADE POLIZEI, l’agente di polizia nominato tra i prigionieri per l’ordine nelle baracche dei lager. Sempre dal ted, l’ital conta l’omologismo Chellerìna o Kellerìna da KELLNERIN cameriera, nello specifico di bar e birrerie. Ancora, attraverso l’ingl CHAMBER camera, si conta il glb Chamberless “fucile privo di camera, ossia ad anima liscia” (con LESS senza) il cui suffisso si ritrova nell’ancora glb Hammerless “fucile a cani interni” dove HAMMER vale martrelletto (del fucile); ed infine, attraverso il franc il glb Chambrè (corretto Chambré) che sta per “a temperatura 148 ambiente”da CHAMBRER. Nella società araba Cameriera sta per ODALIK derivato da ODA camera, cui l’omologismo Odalìsca transitato dal franc ODALISQUE. Stànza, invece, è l’astratto dal lat STANS STANTIS Ppres di STARE, ovvero “la co-esistenza di cose ivi concluse”, quindi non usabile nel senso di “vano-locale vuoto”; il termine raggiunge l’apice semantico con l’espressione “stanza dei bottoni”, dove possono coesistere i diversi destini delle genti. In una struttura poetica definita Canzone, la Stanza è la strofa poetica che conchiude armonicamente metrica, ritmo, rima... Essere di stanza a... per un militare, vale essere (stante) di servizio in un luogo. Per uno zingaro, invece, essere diventato Stanziàle vuol dire che ha finito di girovagare (non più nomade). Stanziàre, da una variante STANZIA, sta per “destinare un finanziamento”, ovvero stante il denaro. Stantìo “che ha perso freschezza” vale per ciò “che sta per troppo tempo”; questo lemma ha perso la consonante intervocaliva v, poiché dovrebbe essere scritto e pronunciato Stantìvo, ma non è il solo, vedi Bacivo, Solativo e Restivo, tutti oramai in Bacìo, Solatio e Restio. Con i pref, l’infinito Stare, il Ppres Stànte ed il suo astratto Stanza assumono molteplici sviluppi semantici: Astànte e Astanterìa con AD allativo, Instàre da INSTARE con IN illativo cui Instànte “imminente” con un raro Istànte, Instantaneamènte, Istantàneo, la locuzione glb ingl Istant film o Istant movie e l’omn-snm Istànte dal lat INSTARE “lo stare sopra” con Istànza o Instànzia o ancora Istànzia con IN con valore di “su-sopra”. Distàre, Distànte, Distànza o Distànzia cui Distanziàle, Distanziamènto, Distanziàre, Distanziatòre, con DIS separativo cui i composti Distanziòmetro cuiu Distanziomètrico, Equidistànza con Equidistànte. Prestànte, Prestànza con PRE di superiorità. In percorso ancora l’aggerttivo anatomico Distàle attraverso l’ingl DISTAL Prestàre, Prestatòre con il composto Prestanòme, Prestaziòne “garanzia”, Prèstito (questo inc con Debito) con PRE anticipativo, Prèsto “pegno” (omn di Presto “a portata di mano”) ed il prefissato Imprestàre. Constàre, Costàre con Costànte, cui il prefissato in opposizione Incostànte, e Costànza con Incostànza (anche in onomastica inv Costante e Costanza con Costantino), svoltisi dal lat CON STARE, possiedono il CUM associativo italianizzato CON ora nel senso di “consistere” (anche relativo al prezzo) ora in quello di “star fermo”. L’Incostante è stato l’epiteto assegnato allo spagnolo Ferdinando I (1345/1383). Constatàre è tratto straordinariamente dalla terza persona lat CONSTAT (pres indicativo di CONSTARE) su suggerimento franc CONSTATER. Sòsta e Sostàre da SUBSTARE, Sostantìvo da SUBSTANTIVUS che può stare a sé, Sostànza con Sostanziàle da SUBSTANTIA, tutti con il SUB italianizzato SO oppositivo al movimento. Da Sostanza, infine, i prefissati Consustanziàle, questo su calco del gr HOMOUSIOS (con HOMOS uguale e USIA sostanza), Consustanzialità e Consustanziaziòne che con doppio pref CON SUB valgono “della stessa sostanza”, per accezione riferiti alla SS Trinità. Transubstanziàrsi con Transubstanziaziòne o, meglio, Transustanziàrsi con Transustanziaziòne “mutare di sostanza” col pref TRANS adattato foneticamente. Pròstata con PRO d’anteriorità cui 149 Prostàtico, Prostatìsmo, Prostatìte, il composto Prostatectomìa. Restàre, variante Ristàre, con Restànte, Rèsto “residuo”, Restùccia meglio Restùcce “ciò che rimane nei campi dopo il raccolto, destinato ad essere bruciato in loco” e un Restòne (cane) tutti con RE reiterativo, ed ancora i prefissati Antistàre con Antistànte, Retrostànte con Retrostànza, l’avverbio composto Nonostànte con Ciononostànte e la variante Cionnonostànte dalla locuzione Ciò nonostante, il composto Benestànte dalla locuzione Bene stante e il sostantivo Benestàre, questo non solo snm di Benessere ma anche con valore di “autorizzazione-consenso” cui Benestarìsta; da ricordare che Nonostante non è sostituibile da Malgrado se riferito a persone. Còsto è il devb da Costare e può essere caro, ma non la locuzione glb ingl Low cost “basso costo” con LOW giù-basso. Càro è dal lat CARUS, cui Carèzza con Carezzàre e il prefissato Accarezzàre (pref AD allativo), che, con rad estesa KA-RO, s’è semant in due aspetti, quello affettivo “il mio caro bambino” e quello economico e metaf “a caro prezzo” cui Rincaràre e Rincàro (doppio pref Ri iterativo e IN illativo); termini alieni, l’omologismo Caròla dal franc CAROLE “danza” connesso all’onomastico Carla come Carolìno questo relativo a Carlomagno. Il termine prefissato Discàro (DIS sottrattivo) vale “sgradito” esteso in “dannoso”. Accarezzàre (adottato dal 1532), è il snm di Mòlcere (già dal XIV sec) dal lat MULCERE carezzare dal sct MRC-ATI tocca con le varianti Mùlcere questo fedele al lat, Molcìre, Mulcìre. Una forma di momentaneità ha duplicato STARE in SISTERE fermarsi, simile al meccanismo SEDERE SIDERE, quindi, con i rispettivi pref, Assìstere, Assistènza e Assistenziàle col pref AD vale stare accanto, cui l’esot glb sportivo ingl Assist “passaggio di palla al compagno di squadra”. Consìstere, Consistènte e Consistènza col pref COM associativo stare insieme; Concistòrio o Concistòro il fedele Consistòrio o Consistòrio da COM SISTORIUM questo in origine sala d’aspetto cui Concistoriàle o Consistoriàle sia aggettivo sia sostantivo tratto dalla locuzione Congregazione concistoriale. Desistènza e Desìstere con DE ablativoestrattivo. Esìstere con EX fuori cui Esistènte con Esistentìvo ed Esistènza questo con Esistenziàle, Esistenzialìsmo, Esistenzialìsta ed Esistenzialìstico. Insìstere con IN di moto verso il basso cui Insistènza. Persìstere dal lat PERSISTERE col pref PER intensivo cui Persistènza. Resìstere questi con RE indietro cui Resistènza e Restìo ellittico dal lat RESISTIVUS, quindi nel senso di “fermarsi indietro- contro”. Subsidènte (dal Ppres del lat SIDERE) cui Subsidènza (geologia,“abbassamento di un bacino”) o Sussidènza da SUBSIDENTIA sedimentazione eppoi Sussìstere o Subsìstere dal lat SUBSISTERE resistere-tener saldo col pref SUB cui Sussistènte, Sussistènza con l’opposto Insussistènte e Insussistènza (pref IN negativo). Particolare il verbo Destàre, col Pp Destàto svoltosi nell’ellittico Dèsto, che sembrerebbe partecipe nello stesso percorso semantico di STARE, invece, discende dalla composizione lat CITARE venire, mettere in movimento con ben due pref DE-EX-CITARE. \ Prestito linguistico Tradizionalmente, l’Omologismo, definizione assunta in queste pagine, è 150 chiamato Prestito; il prendere cioè in prestito quei lemmi estranei alla lingua ital e adattarli o assumerli integralmente, quali Tatuaggio dal franc TATOUAGE e Karakul “razza di pecore” invariato dal toponimo dell’Uzbekistan. \ Bacio Briciola Camicia Da non equivocare Bàcio, con Bacìo. Il primo, Bàcio, sdrucciolo, è dal lat BACIUM da BASCIARE, poi attestatosi in BACIARE cui Baciàre, Baciamènto, Baciàta “sorta di ballo”, Baciàtico e Baciatòre, l’iterativo Baciucchiàre con Baciucchiamènto e Baciucchìo incluso in complanare il prefissato Sbaciucchiàre (S intensivo) con Sbaciucchiamènto, Sbaciucchìo e Sbaciucchiòne, eppoi composti Baciamàno e Baciapìle attraverso la forma BASIARE Tirabàci è un termine composto, in voga prima del secondo conflitto mondiale, e identificava un ricciolo sulla fronte, spettacolare quello dell’attore Macario. La locuzione Bacio del pane indica quella piccola parte dove il pane risulta meno cotto, per la troppa vicinanza l’uno all’altro in forno. Il celt conta POG con valore di “baciare” e senza meno è una mera coincidenza l’avcvicinamento con il lat PODJARE poggiare-posare (le labbra?). \ Una curiosa analisi psicologica vuole che il bacio ad occhi chiusi identifichi il romantico, se accompagnato da carezze idenifica il tenerone, eppoi quello in lento crescendo per il cauto sensuale, in pubblico l’esibizionista, dopo aver succhiato una caramella l’igienista, alla francese il disinibito, ad occhi aperti il non rilassato, infine se accompagnato da parole indica una inibizione. Il doppio bacio amichevole sulle guance, secondo il galateo dovrebbe incominciare da sinistra\ Il secondo, Bacìo, infine, è una sorta di ipocoristico dal lat OPACIVUS opaco, con lenizione della p in b. Il fenomeno della mutazione di BASIARE in Baciare è accaduto con BRISIARE cui Briciola, BRUSIARE-Bruciare, con CASEUS-Cacio e con CAMISIA-Camicia. Brìciola è il derivato dal lat BRISIARE rompere d’origine celt, svoltosi nel tardo BRISARE, cui Brìcia, Brìciola, Brìciolo, Brìsa, il prefissati Sbriciàre con Sbriciolàre, Sbriciolamènto, Sbriciolatùra, Sbriciolòna “varietà di Finocchiona” e il volg veneto-lombardo Sbrisolona; il lat BRISARE si ritrova nel franc BRISER cui il glb Brisée. Camìcia (plur cie) 1 dal lat tardo CAMISIA con probabile rad celt, infatti in franc è CHEMISE, cui Càmice, questo incrociando Camicia col gr KAMASOS tunica, Camicerìa, Camiciàto con Scamiciàto, i dim Camicètta, Camiciàio, i fig Camiciàta “sudata”, Camiciàto “proiettile rivestito”, i dim Camiciòla e Camiciòtto, il prefissato Scamiciàrsi con Scamiciàto, le locuzioni Camìcia di forza, Camicia di Meo (di origine toscana per una faccenda che appare infinita), Camicia di Nesso (di detto centauro, origine mitologica per una faccenda insopportabile); col percorso pare connesso il lat CAMILLUS “fanciullo assistente dei sacerdoti” dalla camiciola che indossavano, omologati negli attuali chierichetti, cui l’onomastico Camillo e il derivato Camilliàno o Camillìno dall’Ordine di S. Camillo. In Argentina, il DESCAMISADO lo scamiciato era il sostenitore di J. Domingo Peron. 151 In ingl, SHIRT vale camicia cui la locuzione TEE SHIRT glb T-shirt “maglietta”, fig a forma della lettera T (grafia tee e pron ti). 1 Il lemma con il gruppo letterale finale cia o gia va al plurale in cie e gie (mantenendo la vocale i) se preceduto da vocale quali camicia-camicie, aquilegia-aquilegie, altrimenti va in ge e ce quali mancia-mance, pioggia-piogge; ove l’accento cada sulla i va mantenuta la vocale, quali farmacia-farmacie, magia-magie. Purtroppo l’ital conta tante eccezioni e, nello svolgere in plur, abbiamo in complanare termini quali battigia-battige e battigie, ciliegia-ciliege e ciliegie, mogia-moge e mogie, ragia-rage o ragie, valigia-valige e valigie;, pertanto occorre consultare un buon dizionario. A parere dell’autore di queste pagine si dovrebbe rispettare in ogni caso la norma, almeno allo scopo di evitare errori con altri plurali. \ Carità Speranza Il termine Carità, da un desueto Caritàte, sembrerebbe connesso al rad KARO, dal lat CARITAS amore per il prossimo, connesso col gr KHARIS KHARITOS grazia, cui Caritatèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, il glb franc Charity “beneficenza”. La locuzione Carità pelosa indica un’azione caritatevole per egoistici interessi. Carità è la terza delle Virtù teologali insieme a Fede e Speranza. Sperànza è dal lat tardo SPERANTIA astratto di SPERARE, cui Speràre, denm dal lat class SPES per Speranza cui il snm Spème coniato dall’accusativo SPEM. \ Svegliare Dormire Svegliàre è dal lat EXVIGILARE (pref EX sottrattivo italianizzato S) transitato dal prvz ESVELHAR; in percorso troviamo il devb Svèglia, Svèglio estratto da Svegliàto, eppoi Vèglia, Vegliàre con la variante Vegghiàre cui i prefissati Disvegliàre (col pref DIS, da assimilare a Svegliare), Sorvegliàre con Sorvegliànte, Sorvegliànza e Sorvegliàto (pref SOR). Direttamente dal lat VIGILARE troviamo Vigilànte dal Ppres VIGILANS, Vigilànza, Vigilàre, Vigilàto, Vigilatòre, Vigilaziòne, Vigìlia con Vigliàre. (Per il lemma Vìgile Ved terzina pref OCE). Eppoi Villòtta “canto (poesia) popolare di veglia di quattro endecasillabi” attraverso il veneto-friulano Vila dal lat VIGILIA, in Romagna è chiamata Romanèlla; altre ricerche lo farebbero derivare da Villa “campagna” quindi varrebbe “canto popolare dei campi”; una sua variante romagnola è indicata con Romanella. In associazione, Dormìre è inv dal lat DORMIRE da rad DER ampliata in DER-M, cui un Dòrmi, Dormicchiàre, il Ppres Dormènte (valore verbale) e Dormiènte (valore aggettivato o sostantivato), Dormiènza, Dormigliàre con Dormigliòne, Dormìta, Dormitìna, Dormitòrio, l’eccl Dormiziòne, il prefissato Addormentàre, le composizioni Dorminpièdi, Dormivèglia, il glb franc Dormeuse “sorta di plotrona”. Il gr conta KOIMAO faccio addormentare cui KOIMETERION luogo dove si dorme, da qui il lat CIMITERIUM e l’ital Cimitèro o Cemetèrio con Cimiteriàle o Cemeteriàle, il composto Coimetrofobìa che indica l’avversione pere i cimiteri. \ Solstizio Equinozio Solstìzio è il termine derivato dal lat SOLSTITIUM, composto di SOL sole e del tema STITIUM della famiglia STARE-SISTERE fermarsi,cui Solstizio d’inverno e Solstizio d’estate; sia nel primo caso (la notte più lunga) che nel 152 secondo (il giorno più lungo), è traducibile fig in sole fermato (oltre l’orizzonte-di qua dell’orizzonte). Nella tradizione popolare di ant genesi babilonese, il Solstizio d’estate indica l’incontro annuale del sole con la luna. L’aforisma “A Santa Lucia la notte più lunga che ci sia” è di antico conio e aveva un veritiero riscontro; prima della riforma del calendario corrente (gregoriano), infatti, la notte si S. Lucia coincideva con il solstizio d’inverno. Nel percorso lat di STITIUM cui STIZIO l’ital conta il prefissato Interstìzio con Interstiziàle quale “spazio intermedio”; vrs in connessione rad con il gr STYPHO restringo cui Stìpsi con Stìtico e Stitichèzza dal lat STYPTICUS nel senso di fermarsi. Equinòzio, invece, (d’autunno-di primavera) è dal lat AEQUINOCTIUM, composto di AEQUUS uguale e NOX notte, traducibile letteralmente in notte uguale (al giorno), in riferimento alla durata. Il lemma Autùnno è dal lat AUTUMNUS, participio passivo di AUTERE rinfrescare, rintracciabile nell’ingl AUTUMN e nel franc AUTOMNE. \ Il Capodanno babilonese, la prima ricorrenza storica risalente a 4000 anni addietro, coincideva con l’equinozio primaverile.\ INVANO Invàno è il lemma Vano col pref IN illativo per indicare dentro (nel vuoto). Invano, che vale snm di Vano, è quindi una forzatura linguistica, con un inutile pref IN negativo (meglio definirlo iterativo) che non distingue un’antitesi come, ad esempio, CapaceIncapace e pare giunga dalla Bibbia, dall’ant formula NON ASSUMES NOMEN DOMINI IN VANO ripresa poi nel tardo lat IN VANUM, diventando la locuzione ital In vano per attestarsi Invano. Altro snm di Invano è Inutile, che andiamo ad esaminare. L’astratto Uso-ùso del verbo Usàre (lat inv USARE) discende dalla rad OIT, adottata nel lat USUS astratto del verbo UTI usare, cui Usànza, Usàto e il prefissato Disusàre con Disusànza, Disusatamènte, Disusàto e Disùso; un rad non rintracciabile in connessioni indoeur fuori della nostra penisola, ma vrs in relazione con OSUS (Ved Suff USO OSO in Lampo…) Nel percorso USUS-UTI l’ital conta Usitàre, Utilizzàre ed i vari prefissati e composti quali Abusàre (non coniugabile al riflessivo) con Abusìvo ed Abùso, Usitàto e Inusitàto, Usuàle e Inusuàle, Usuàrio, Usucapìre e Usucapiòne (inc di USUS con CAPERE prendere), Usùra con un obsoleto Osùra, Usuràio e Usuràrio; il lat tardo conta FENUS usura cui iul relativo bFeneratìcio da FENERATICIUS. Il percorso prosegue con Usurpàre (inc del lat USUS con un RAPARE forma durativa di RAPERE rapire) cui Usurpatìvo, Usurpatòre e Usurpaziòne, eppoi lo sdrucciolo Utènsile (aggettivo dal lat UTENSILIS) e il piano Utensìle (sostantivo dal plur UTENSILIA svoltosi nel mas), Utènte (dal Ppres UTENS di 153 UTI) e Utènza, infine Utile-ùtile (lat UTILIS) con Utilìsta, Utilità o Utilitàde o ancora Utilitàte, Utilitària – per accezione un’auto economica - e Utilitàrio, Utilitarìsmo e Utilitarìsta con Utilitarìstico, il glb ingl Utility, Utilizzàbile con Utilizzabilità, Utilizzàre (suff AZZARE), Utilizzatòre, Utilizzaziòne e Utilìzzo, con gli opposti prefissati Inùtile, Inutilità, Inutilizzàbile, Inutilizzàre, Inutilizzàto, e Inutilizzaziòne (pref IN negativo), eppoi il prefissato Disùtile (lat DIS dispersivo d’opposizione) con Disutilàccio, Disutilità. SUV è l’acronimo glb della locuzione ingl SPORT UTILITY VEHICLE Veicolo utilitario sportivo. \ Stoviglia Il lat medv aveva USITIVILJA, un inc lemmatico tra USIVILIA e USITILIA, questo svoltosi dal class UTILIA. Successivamente, per salvaguardarne l’unità sillabica delle due vocali, è stata inserita la consonante “v”, sintetizzando e svolgendo il termine in STIVILJASTOVILIA in Stovìglia, meglio Stovìglie, con Stovigliàio e Stoviglierìa. VANAGLORIA Ogni lemma costruito o composto con Vano “inefficace, che non serve a nulla, vuoto” indica “vuotezza di...”. Vanaglòria è “vano orgoglio” per vuotezza di meriti, Vaneggiamènto il “dire o pensare per vuotezza” di logica o d’altro, Vanèsio il “rendersi ridicolo e sciocco” nel voler ostentare qualità inesistenti, Vanàre “perdere la coscienza di sé”, Vanèzza vale Vanità, ovvero “vuotezza”, cui Vanitòso; eppoi Vanescènte col prefissato Evanescènte cui Evanescènza da EVANESCERE “che si disperde nel vuoto” questo dall’icoativo denm VANESCERE da VANUS, ancora Vanìre con Svanìre (pref S intensivo), Svanènte, Svanimènto e Svanìto tutti nel significato di “lasciare il vuoto”. Snm di Vanitoso è Narcìso, dal nome del mitologico Narcisio (morì affogato nella fonte dove era solito specchiarsi per ammirare la propria bellezza) cui Narcisìsmo, Narcisìstico o Narcìssico e Narcisìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). Narcìso o Narcìsso, cui Narciso poetico, è anche un fiore, dal gr NARKISSOS, vrs connesso col gr NARKE sopore cui NARKOSIS azione dell’assopire. \ Vandali Briganti Vàndalo con Vandalìsmo sono termini discendenti dall’etnonimo Vandali di rad ger WANDEL vagare, popolazione germanica che saccheggiò Roma nel 455 dC e che, successivamente, convertitisi al cristianesimo dal convincimento latino, si ritirarono in Pannonia, l’attuale Ungheria 1. A loro ricordo, l’onomastica conta Wanda e l’italianizzata Vanda. Nulla vieta di credere ragionevolmente che il nome fosse già stato assegnato, ispirato al VANUS vuoto di distruzione che seguiva al loro passaggio; un’eleborazione semant del tipo Skand- Skandsla-Scàndalo (Ved Sala...). 154 Meglio, come accadde per la tribù celtica dei Briganti (lat Brigantes), che occuparono l’arcipelago britannico, il cui nome avrebbe ispirato Brigànte con i ricorrenti Brigantàggio, Briganteggiàre, Brigantèsco, Brigantèssa, Brigantìno o Bregantìno. L’identicità del primo elemento lemmatico BRI di Briganti con i preesistenti Britanni non sarebbe casuale: perché gli indigeni praticavano l’usanza del BRYTHON tatuaggio; oppure, da altre ricerche, perché abitavano di là dallo stretto PHRET (della Manica). Pare fossero stati gli stessi celti a battezzarli Britanni e quando una loro stirpe si stanziò da invasori in una parte della BRItannia, avrebbero assunto il toponimo di BRIganti. I Britanni non erano troppo diversi dai Celti-Briganti e, scacciati dagli Anglosassoni, furono costretti ad emigrare in quella regione dell’attuale Francia, che ancora conserva il toponimo Bretagna. I BritanniBriganti fondarono come loro capitale Eburacum, oggi York, ma finirono per essere sottomessi a Roma con l’imperatore Vespasiano. Esiste il tema celt-gallico BRIG alto, potente cui BRIGA che stava per forza, svoltosi in seguito come prepotenza, vrs a causa del comportamento dei Celti-Briganti. Il tema celt BRIG BRIGA, allora, ha portato Brigàta con Brigatàre, Brigatìsmo, Brigatìsta e Brigatòre, eppoi Brigadière attraverso il franc BRIGADE brigata cui, in associazione a “forza”, Brìga, Brigàre, Brigarìa, e Brìgo-Brigòso relativi a “prepotenza, rissa”, l’onomastico Brigida e Brigitta “alta-eccelsa” cui il dolcetto Brigidìno ideato dalle suore di Santa Brigida; Brìo “vivacità” (omn di Brio “muschio”), con Briòso, infatti, inv dallo sp BRIO è un’attestazione fig di Brigo attraverso il prvz BRIU, cui Briosità. Il termine Briga, in aggiunta, è oggi semant in molestia, faccenda preoccupante, ma anche imbroglio cui i prefissati Disbrigàre con il devb Disbrìgo (DIS dispersivo), Sbrigàre con Sbrigatìvo e Sbrigatività (S sottrattivo), il lemma Brighèlla “intrigante” attraverso la maschera Brighella. Furono i francesi, calati nel Meridione d'Italia nel 1799, a chiamare BRIGANT coloro che non volevano sottomettersi a loro, i nuovi padroni. Il termine sarebbe passato poi ad identificare i partigiani borbonici e, infine, si sarebbe consolidato ingiustamente quale snm di Bandito nel parallelismo Banda Bandito - Briga Brigante. Il got conta BEGA in connessione col ted BAGA contesa, entrambi derivati da una comune rad con il celt BRIG; in questo percorso l’ital conta Bèga o Béga litigio-faccenda fastidiosa con un raro Begàre; fuori percorso Begàrdo dal franc BEGARD e questo da BEGUIN cui Beghìno, eppoi Beghìna, Beghinàggio, Beghinìsmo, tutti riferiti a un movimento riformatore cattolico del XIII sec sorto in Olanda, svoltisi di massima quali snm di Bigotto e Bigottismo. Ungherìa è il toponimo nazionale da Ungari-ùngari, il popolo che occupò queste terre intorno all’anno mille, chiamate Pannonia dai romani; in percorso, Ungàrico, il desueto Ungaro-ùngaro anche Ongaro-òngaro o Unghero-ùnghero, il corrente Ungherèse e la composizione storico-imperiale Austro-Ungarico. 1 \ Tatuaggio Tatuàggio è l’omologismo attraverso il franc TATOUAGE da TATOUER, cui Tatuàre, Tatuatòre, da una voce d’origine polinesiana TATOO (pron tatu), da non equivocare con Tatù “sorta di mammifero” questo dal franc 155 TATOU (pron tatù) di genesi americana (meridionale). \ Brigate Rosse Le BR - Brigate Rosse - caratterizzarono tragicamente gli anni settanta a poco più di due decenni dalla fine del Millennio; per il tramite di una strategia terroristica auspicavano una riforma rivoluzionaria in seno alle istituzioni dello stato italiano. La rivoluzione fallì, ma le istituzioni, impresso nei nuovi politici, n’avrebbero portato il segno. \ “… E non era nemmeno clandestino, a Torino, Angelo Basone, un nostro compagno che lavorava alle presse della FIAT, iscritto al PCI, delegato sindacale, nel quale i compagni di lavoro riponevano grande fiducia. Era uno dei quadri migliori che il PCI avesse in FIAT e un giorno, alla riunione della sezione di fabbrica, andò Giuliano Ferrara 1, in quegli anni responsabile per il PCI delle fabbriche torinesi. Doveva essere eletto il nuovo segretario e fu Ferrara, che conosceva Angelo da tempo e sapeva la stima di cui godeva presso gli operai, a proporre la sua candidatura …” da “Mara Renato ed io” di Alberto Franceschini, Pier Vittorio Buffa e Franco Giustolisi Mondadori Editore 1989. 1 Giuliano Ferrara, ex responsabile delle fabbriche torinesi per il PCI, ex segretario del comitato cittadino, ex consigliere comunale di Torino sempre nel PCI, è poi passato nelle file del PSI. È notista del Corriere della Sera (Nota degli Autori). Dopo la presenza nel primo e breve Esecutivo Berlusconi, Ferrara predilige la direzione giornalistica. Oggi, anno 2006, dirige Il Foglio e cura una trasmissione televisiva fuori RAI. Nel 2008, ancora direttore del Foglio, si è riposizionato per rivedere la Legge 194 relativa all’aborto, provocando un risentimento sociale femminile che ha aizzato un’affollata contestazione nelle piazze (SA). Margherita Cagol (Mara) è stata la moglie di Curcio e, insieme a lui e Franceschini, fondatrice delle BR. È uccisa nel 1975 durante un conflitto a fuoco con i carabinieri, che avevano individuato il casolare dove i BR tenevano sequestrato l’industriale Vallariano Gancia. Renato Curcio, fondatore, insieme a Mara Cagol e Alberto Franceschini, delle BR. Arrestato insieme a Franceschini nel 1974, evade dal carcere di Casale Monferrato dopo pochi mesi. Viene di nuovo arrestato a Milano, dopo meno di un anno di latitanza. Deve scontare una condanna a 30 anni di reclusione (Nota degli Autori). Renato Curcio è tornato in libertà. Alberto Franceschini, studente in Ingegneria, è arrestato il 1974 per costituzione di banda armata. Alla pubblicazione del libro, Franceschini collaborava in semilibertà con la redazione della rivista “ARCI Ora d’aria”, Pier Vittorio Buffa era il capo dei servizi interni del settimanale Espresso e Franco Giustalisi giornalista dello stesso.(SA)\ Anno 2007, tornano le BR e torna la paura. Uno dei vecchi militanti, Sergio D’Elia, oggi parlamentare per la Non violenza, alla domanda del giornalista Giovanni Fasanella, il quale chiede se si potrà un giorno chiudere davvero questa pagina della storia italiana, risponde “... purché la radice della violenza venga estirpata del tutto dalla cultura di questo Paese. E che venga soddisfatta la sete di verità sull’intera stagione degli anni di piombo, da Piazza Fontana in poi. Finora, conclude, abbiamo avuto soltanto una verità di regime.” \ Suffissi *ACE *OCE *ACEO *Verità ACE Dal lat ACEM d’orgine indoeur il suff ACE sta ad indicare facoltà, attitudini, tendenze, ed è posto in aggettivi esclusivamenbte derivanti dal lat. In ital esiste una copiosa serie lemmatica, quali Fallàce, cui Fallàcia, con il lat FALLERE già FALDERE da rad PHEL ingannare, cui Fàglia “frattura rocciosa” con Fagliàre o Sfagliàre e Fàglio o Sfàglio, dove però Sfagliare e 156 Sfaglio sono adottati fig nel gioco delle carte e nella caccia; eppoi Fàlla (attestatosi dal 1612) termine questo, reale e fig, devb dal lat tardo FALLARE - class FALLERE - da rad PHEL ingannare-sbagliare cui Diffàlta (DE conclusivo) o Difàlta attraverso il franc ant DEFAUTE, eppoi Fallànza attraverso il prvz FALHANSA, Fallàre, Fallàto e Fallatùra “difettoso”, un Fàllere dal lat class FALLERE “sbagliare”cui Fallènte e Fallènza, eppoi Fàllo “errore” (omn di Fallo “pene”) con il glb ingl Fault nello sport e Default in informatica, Fallàccio, Fallòso e Fallosità, Fallìre dal lat tardo FALLIRE con Fallìbile, Fallibilìsmo e Fallibilità, i prefissati in opposizione (IN) Infalliìbile, Infallibilità e Infallibilmènte, ancora Fallimènto, Fallimentàre con Fallimentarìsta; il percforso conta Fàlso dal Pp FALSUS già FALDTUS con Falsàre dall’inv FALSARE, Falsàrio da FALSARIUS o Falsatòre e Falsadòre da FALSATOR, Falsàto ,l’avverbio Falsamènte, Falsamènto, Falsatùra, Falseggiàre quale continuativo di Falsare, Falsètto con Falsettìsta, Falsificàre (con il lat FACERE fare) con Falsificàbile, Falsificabilità, Falsificamènto, Falsificàto, Falsificatòre, Falsificaziòne, Falsificazionìsmo, Falsità dal lat tardo FALSITAS FALSITATIS; un pref FALSO per composizioni quali Falsabràca attraverso il franc FAUSSE-BRAIE “sorta di fortificazione”, Falsachìglia attraverso il franc FAUSSEQUILLE snm di Controchiglia, Falsamonète con i snm Falsario e Falsatore, Falsobòrdo ricalcando il franc FAUXBORD, Falsobordòne dalla locuzione Falso bordone (terminologia medv per voci nella musica), Falsobràccio, Falsopiàno, Falsoscòpo già locuzione Falso scopo e Falsotàglio da Falso taglio. Fallire vale la locuzione Far cilecca, termine omologismo, Cilècca, dal ted bavarese SCHLECK! quale intierezione di scherno. Il gr conta PSEUDES menzognero cui il pref ital PSEUDO falso in composizioni quali Pseudoconcètto, Pseudocultùra, Pseudoetimològico (dicesi di lemma che pare corradicale di un secondo, ma che invece è alieno nel percorso, leggi Apolide da A-polide e Apofonia da Apo-fonia), Pseudònimo “nome falso-posticcio” snm di Criptonimo, in concorrenza con Allònimo (pref gr ALLOS altro) che indica (per uno scrittore) l’uso di un nome diverso, insomma di un prestanome. Tra gli pseudonimi artistici si contano Il Botticelli per Sandro Filipepi, Il Correggio per Antonio Allegri, Il Ghirlandaio per Domenico Bigordi, Il Giorgione per Giovanni Barbarelli (verosimile), Il Guercino per Giovanni Barbieri, Il Parmigianino per Francesco Mazzola, Il Perugino per Pietro Vannucci e il Pinturicchio per Bernardino Betti o di Betto. Il regista cinematografico Sergio Leone, autore di indimenticabili Spaghetti western aveva scelto inizialmente lo pseudonimo di Bob Robertson. A proposito di Spaghetti western, nella cinematografia internazionale ne sono omologhi i Camembert western, Hamburger western, Kartoffell western, Paella western, Roast Beef western… Tornando alla serie lemmatica col suff ACE, l’ital conta Audàce, già Aldàce, cui Audàcia già Aldàcia, con il lat AUDERE cui Osàre (non coniugabile al riflessivo), Auso-àuso ardito e Austèro. Bibàce con il lat BIBERE cui Bère o Bèvere, Beriòlo già Beveruòlo, Bìbita 157 con Bibitàio o Bibitàro, Biberon, con il risvolto infantile Bombàre “bere” (omn di Bombare “arrotondare” e “tuonare”) con l’iterativo Bombettàre e un Bòmbo “bevanda” (omn di Bombo “rimbombo”); il percorso continua con Bèva e Bevànda (ricalcando Vivanda), Bevàce snm di Bibace con Bevacità, Bevazzàre e Sbevazzamènto, Beveràggio o Beveràglia o Beveròne, Beveràre da BEVERARE iterativo della mutazione BEVERE da BIBERE (Ved Edile…) cui il prefissato Imbeveràre, Beveratòio, Beverèccio (sul modello di Mengereccio), Beverèllo o Beverìno o ancora Beveròlo o Beviròlo, Beverìa, Bèvero o Bìvero o ancora Bìvaro dal lat BIBER castoro vrs in connesione per la sua particolarità di vivere in zone ricche d’acqua, Bevìbile, Bevicchiàre o Bevucchiàre con l’intensivo Sbevicchiàre o Sbevucchiàre, Bevimènto, Bevitòre, Bevitùra, Bevigiòne o Beviziòne, Bevòne o Beòne, Bevùta con un Bèuta (recipiente di vetro per usi chimici, altrimenti detto Matraccio), Bevùto e, con i pref, Abbeveràre con Abbeveràggio, Abbeveràta e Abbeveratòio, Imbibìre già Imbìbere con Imbibènte, Imbibìto e Imbibiziòne, eppoi Imbevìbile, Imbèvimènto e Imbevùto da un obsoleto Imbèvere, Sbevazzàre, il composto Bevilacqua “astemio” dalla locuzione Bevi l’acqua. La locuzione Qui si beve, destinata a tramutarsi in un'unica parola Quisibève, fu adottata in sostituzione di Bar durante il fascismo quando erano inibiti gli esotismi; da qui la bizzarra denominazione di Qui si sana per la clinica. Il gr conta Pincèrna snm di Coppiere dal lat PINCERNA già gr PINKERNES questo composto con PINO io bevo e KERANNYMI io mescolo, io verso; per accezione, il mitico Pincerna era Ganimede, il coppiere personale di Giove. Termini alieni Bevatròne (macchina acceleratrice di protoni), questo composto da una specifica sigla BEV (BILLION ELECTRON VOLTS un bilione di elettronvolt) con Ciclotrone, Bèvola o Bèola “roccia metamorfica” relativo al toponimo Beola in Val d’Ossola, Beòta con Beòtico relativi al toponimo gr Beozia. Il percorso BEVERE dovrebbe invece includere Bèttola questo snm di Taverna (XIII sec), di Osteria (già nel XIV sec) e di Gagno (XV sec), un dim fig da Bètta “piccola nave “ (entrambi frequentati da marinai), in genovese Bettoa, comunque in connessione con Bevèttola dim di Bevètta “luogo dove si beve” ispirato al franc BUVETTE. Bettola è anche un toponimo piacentino, località dove anticamente s’incontravano per affari conmmnerciati liguri e emiliani. L’ar conta SARUP che vale bibita cui l’omologismo Sciròppo o Siròppo o Scilòppo, con Sciroppàre, Sciroppàto, Sciropposità, Sciroppòso, attestatosi però nel senso di “bibita zuccherata”. Dall’ar GULAB o GULEB questo dalla composizione persiana GUL rosa e AB acqua e quindi acqua di rose, si ha l’omologismo Giulèb, o Giulèbbe o Giulèbbo, con Giulebbàre “cuocere in sciroppo di zucchero” e Giulebbàto; attraverso il lat GILEPPUS si ha ancora un Gilèppo o Giulèppe con la locuzione Gileppo aromatico. \ Una riflessione sul radicale AB del valore di padre in aramaico e quale preposizione indicante provenienza per i latini: non è assurdo immaginare una remotissima 158 connessione con AB acqua, dato che questa ha dato origine all’uomo.\ Veràce, con Veracità, “che è da credere”, ancora, è dal lat VERUS vero, in percorso indoeur con WERO, cui Vèro 1 in percorso con Vèra fede-fiducia (in slavo WERA) cui l’onomastico di genesi russa Vera in concorrenza con il ger Vera da WAR difesa di rad WEG che, in area comune indoeur, oltre allo slavo WERA, connette il franc ant WARDON stare in guardia, il got WARD guardia, l’ingl WAR guerra cui Garènna attraverso il franc GARENNE dal lat WARENNA riserva di caccia o di pesca di genesi ger, e Guèrra attraverso WERRA dei Franchi (analizzato altrove). Dal termine ingl WAR guerra si conta la locuzione glb War game “gioco di guerra”. Il percorso VERUS continua con Verìva, l’avverbio Veramènte, Verìsmo, Verìstico, Veritièro, Verità con Veritàde o Veritàte, Veritatìvo, Veritièro, i composti Verdètto (col Pp DICTUM detto) e Veridicità con Verìdico (con DICERE-Dire), Vericìda (con pref CIDA da CADERE) bugiardo, che uccide la verità, Verìfica con Verificàre, Verificatòre e Verificazionìsmo (con FACERE-Fare), Verosimigliànte o Verisimigliòntene, Verosimigliànza, o Verisimigliànza con Verosìmile o Verisìmile e Verosimilitùdine (con i derivati da SIMILIS simile), Verosimilmènte o Verisimilmènte, le locuzioni La bocca della verità, questa anche in riferimento al reperto romano che in origine era un tombino per la cloaca massima, eppoi La nuda verità e La verità nuda e cruda, donde una statua di donna nuda che era posta in Vaticano sino al XVII sec. Altra verità è quella rappresentata dall’artista Gustav Klimt nel 1899 con la sua opera di Art nouveau, un nudo di donna. In lat si ritrova in VERECUNDUS aggettivo coniato col Pp passivo di VERERI aver rispetto (fede) onorare cui Verecòndia e Verecòndo (come Facondo e simili), Riverìre, Riverènte, Riverènza, Reverèndo. Il gr conta ALETHES vero, cui l’ital Alètico, termine della Logica che indica valore di verità in un enunciato. Snm di Verismo, con Veristico, è l’omologismo Truìsmo con Truìstico dall’ingl TRUE vero. Esiste un secondo suff ACEE, dal lat ACEAE, plur fem di ACEUS, utilizzato in botanica per indicare le famiglie, cui Fagàcee alle quali appartiene il Faggio. Infine, l’ital conta il suff aggettivante ACEO dal lat ACEUM ad indicare la qualità o la somiglianza, come in Coriaceo, Cartaceo; tale suffisso è per aggettivi esclusivamente derivati dal lat. 1 Il termine Averroìsmo, cui Averroìsta e Averroìstico, indica quel pensiero filosifico della ricerca del Vero, di là della religione e dell’intelligenza; il termine pare derivato appunto da Vero, in realtà è relativo al filosofo arabo Averroè (XII sec) OCE I termini come Veloce, Feroce e Atroce sono in composizione con la rad OX (OKW-S occhio) e con i rispettivi VEGSLO vigoroso, FERUS fiero e ATER nero. Al tema VEGSLO di Velòce, appartiene il percorso ital Vèlite (dal lat VELOX MILES milite veloce armato alla leggera), Velocìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Velocità con Velocitàre e Velocizzàre, il pref VELO per composizioni quali Velocìfero, Velocìmetro, il semiomologismo 159 Velocròss, Velòdromo, Velocìpede (l’ant bicicletta); da non equivocare con Velocrèspo (tessuto), Velopèndulo fig “palato molle”, Velours “villoso” attraverso il prvz. Al tema VEGSLO appartiene ancora il percorso lat VEGERE-VIGERE animare-aver vigore, l’ital conta Vìgere (essere in vigore), Vègeto da VEGETUS cui Vegetàre da VEGETARE “vivificare” con Vegetàbile o Vegetèvole e Vegetabilità, Vegetàle, Vegetaliàno, Vegetalìsmo e Vegetalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Vegetànte, Vegetariàno attraverso l’ingl VEGETARIAN con Vegetarianìsmo o Vegetarìsmo, Vegetativo, Vegetaziòne con Vegetazionàle da VEGETATIO VEGETATIONIS, il composto Vegetomineràle; eppoi Vìgile da VIGIL VIGILIS (questo sovrapposto al senso del lat VIGILARE vegliare) cui il prefissato Pervìgile dal lat PERVIGIL il cui suff PER vale per superlativo, l’onomastico Vigilio, ed infine Vigòre da VIGOR VIGORIS con Vigoreggiàre, Vigorìa, Vigoròso con Vigorosità, i prefissati Invigorìre con Invigorimènto (pref IN illativo), Rinvigorìre con Rinvigorimènto e Rinvigorìto (doppio pref IN illativo RI intensivo), Svigorìre con Svigorimènto (pref S sottrattivo). Da includere nel percorso ital il glb ingl Vègan, un ellettico da VEGETABLE vegetale col suff AN, cui il corrispondente omologismo Vegàno con Veganìsmo e la locuzione Cucina Vegana. Dal tema FERUS di Feròce, con Feròcia e Ferocità, l’ital conta ancora nel percorso Fièra (omn di Fiera “giorno festivo”), Fièro, Fierèzza e i prefissati Efferàto da EFFERARE rendere selvaggio, Infierìre da IN FERUS. Fierezza ha il snm in Orgòglio, questo omologismo dal prvz ORGOLH cui l’ital Orgogliòso con Orgogliosamènte e il prefissato Inorgoglìre (IN illativo), eppoi Rigòglìo “sviluppo botanico” dal franc URGOLI già con valore di “orgoglio” cui Rigogliosamènte e Rigogliòso con Rigogliosità che col pref italianizzato RI vale spinta. Nel percorso del tema lat ATER di Atròce con Atrocità, oltre ad Atro-àtro, con la variante poetica Adro-àdro dal gr HADROS forte-duro, che è la metaf del nero, cui il botanico Adròma, la particella fisica Adrlòne (su modello di Elettrone) cui Adroterapìa e il preistorico Adrosàuro, esisterebbe Tètro col suo superlativo Tetèrrimo e Tetràggine, praticamente snm, da un TAETER vrs originato da ATER, sebbene lo si faccia derivare da un TAEDET di valore disgusto, così come Pìgro dal lat PIGER che dovrebbe derivare da un PIGET agire controvoglia, cui Pigrèzza, Pigrìzia, il prefissato Sprigrìre. Il long conta LUNZ pigro, che appare inc con termini quale Lattonzolo. Esiste ancora il snm Mùrcido “pigro-ignavo-poltrone” dal lat MURCIDUS vrs relativo al nome di una divinità. \ Vera La Vèra, quale concreta fede nuziale, era in origine un braccialetto, dal lat VIRIA di presunta origine celt, che per la sua forma circolare ricorda la sponda del pozzo, cui il termine Veròne; nel percorso, non dovrebbe esserci Verànda, questo dall’indostano VARANDA altalena, transitato dal ptg VERANDA, ma la connessione col rad indoeur WERO e col termine celt-lat VIRIA non sembra poi così perduta. Il rad WERO è in concorrenza col rad 160 snm BHEIDH fidarsi (Ved Lega…) cui Fede, Fiducia. Con i pref, si sono ancora ottenuti Avveràre, Davvèro con un ant Daddovèro (dalla locuzione Da di vero), Invèro, Ovvèro; eppoi Sevèro con un ellittico Sèvo (omn di Sevo “sego”), con Severità, questo “senza fede-fiducia (da prestargli)”, composto con il pref separativo SE(D) cui Asseveràre, Asseveramènto, Asseveratìvo e Asseveraziòne col doppio pref AD dal lat inv ASSEVERARE “affermare con severità”. Veràtro dal tema med VERATRO cui il lat VERATRUM con Veratrìna “alcaloide” (suff chimico INA), Verònica, questo dal gr BERENIKION connesso con il toponimo e onomastico Berenice, sono piante erbacee, La Veronica cristiana è infatti il nome gr Beronike o Bernike, attestatosi nel sudario in cui è rimasto impresso il volto di Gesù; Verònica, ispirata al sudario esteso con due mani, è ancora la figura della cappa aperta nelle corride. Verismo, Verista, Vero e Verità valgono Realìsmo, Realìsta, Reàle (omn di Reale e Realista da REX re) e Realtà o Realità, questi dal lat RES cosa, quindi tangibile, da rad REI ricchezza, in connessione nel significato di “sgorgare” con il lat RIVUS già gr RHEIN scorrere, cui ancora Realìstico, Realizzàre, Realizzatòre, Realìzzo e Realizzaziòne col prefissato Derealizzaziòne o Dereìsmo (psicologia). VELLO SVELLERE VELLEITARIO VELLO Tra i lemmi che ci giungono da remote origini, appare Vèllo, snm di Lana, materia unica per paleovestiari, attendamenti, stuoie, coperte... da una variante popolare si ha Vìllo “pelo” cui Villòso e Villosità, il patologico Villocèntesi (col gr KENTESIS puntura). Dalla rad WELE-D, cui il lat VELLUS, dal precedente VEL-NOS corrispondente in area arm, l’ital ha ereditato Vèllo “pelliccia, pelame”, Vellòso “pieno di peli” in complanare con Villoso, Vellùto; in ingl, il termine s’è attestato in Velvet donde Black velvet una bevanda a base di birra nera e champagne, dove BLACK vale nero. Vèlcro è un marchio commerciale coniato nel 1960, indica uno strumento tessile il cui termine è l’ipocoristico (o acronimo che si voglia) della composizione franc VELOURS-CROCHET vellutouncino. La rad WELE-D ebbe un’evoluzione in WNA, attestatasi nelle aree indoiran, slava, bal, lituana (VLNA), ger (WOLLE), ingl (WOOL), cui (W)LaNA-Làna - in aree indoeur e latina – e i derivati Lanàggio attraverso il franc LAINAGE, Lanaiòlo o Lanaiuòlo, il fig Lanàrio (sorta di falco), Lanàta e Lanàto, Lanìccio, Lanière, Lanièro, il dim Lanìna o Lanètta, Lanizzàre, Lanolìna (doppio suff chimico OLO e INA), Lanosità, Lanòso o Lanùto, Lanùgine con Lanuginòso da LANUGO LANUGIS, i composti Lanàmetro, Lanìfero, Lanifìcio, 161 Lanìgero (suff GERO “che porta, indossa”), Lanitàl - termine commerciale per “lana italiana”, tessuto ricavato dalla caseina (latte) in regime autarchico (fascista), il raro suff LANO rintracciabile in Battilàno, la curiosa locuzione fig Questione di lana caprina perché essendo di cattiva qualità viene assimilata ad argomenti di basso valore. Il colore naturale della Lana è indicato con il glb franc Beige, d’etim non trovato, ma è straordinaria l’associazione con il verso della pecora, produttrice della lana, tale da far pensare ad una origine onomatopeica. In celt-gallese Lana è GWLAN cui il volg garganico Gualano “guardiano di pecore” ereditato attraverso le dominazioni dal Nord Europa. In area glb si conta dall’ingl Shetland, una sorta di tessuto di lana prodotta dalle pecore delle omn isole Shetland, e la locuzione Lamb’s Wool (dal 1965) cui il termine composto Lambswool che vale “sorta di lana morbida” con LAMB agnello. Una particolare razza di pecore è detta Merìno, cui la pregiata locuzione Lana merino, già sp MERINO di presunta etim connessa con la tribù africana dei Benimerines, termine diffuso dagli inizi del XIX sec. Sul Gargano, antichissima terra di pastori, esiste lo storico toponimo Merinum fondato dai colonizzatori della Magna Grecia; così indicato si potrebbe affermare, poiché era un centro d’allevamento di questa razza da essi importata, che l’indicazione di Merino sia un ripescaggio. Ancora, la locuzione (Pecora) merinizzata italiana. Attraverso il gr KROKYS fiocco di lana, l’ital conta il termine psico- patologico Crocidìsmo e Crocidolìte (suff ITE per minerali). Un’armatura tessile per stoffe di lana è definita Batàvia, un omologismo ol ispirato alla capitale di Giava oggi Djakarta. Dal lat VELUM, già in ant WEKSLOM, ci giunge Vèlo 1 della stessa rad indoeur WES vestire e non è difficile afferrarne la connessione, cui, praticamente in omonimia, Disvelàre con Disvelatèzza, Disvelàto e un Disvelatùra col pref DIS di separazione vale “manifestarsi del tutto”, Rivelàre, con Rivelatòre e Rivelaziòne col pref RE d’inversione sta fig per “chiarire” e Svelàre che col pref S sottrattivo vale semant “togliere il velo” … però, nella nostra lingua, Disvelare vale il togliere materialmente il velo (copertura) come lo scoprire un monumeno per inaugurarlo mentre Svelare assume il significato fig di Palesare, Rendere manifesto (esempio “Svelare il nome della propria ragazza”) In ar, Velo è MI’ZAR cui gli omologismi ital Mèsere o Mèsero. 162 È semant curioso che nel semplificare una consonante s’ottenga parimenti una ridotta consistenza materiale: Vello-Velo. Derivati, Vèla, Velàme, Velàre, Velàrio, Velatìno, Velàto (fig anche “offuscato”), Velatùra, Veleggiàre con Veleggiamènto, Veleggiàto, Veleggiatòre e Velèggio, Velètta, questo capo d’abbigliamento delle donne europee adottato negli anni Quaranta del XX sec (in concorrenza con il velo delle arabe), Vèlico, Velièro, Velìno, Velìsmo, Velìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Velìstico, Velìvolo (in origine Nave a vela, semant anche Aeroplano) dall’aggettivo lat VELIVOLUS. Una particolare manovra nautica per tirare la vela è indicata con l’ingl Cunningham in area glb, vrs dalla cognomastica. Si conta che l’idea della Vela sia nata con l’uso della Canapa nell’8000 aC in Mesopotamia, per arrendersi nel XX sec al Nylon. Eppoi Velìna con Velinàre, Velinàrio e Velinàro, quest’ultimo termine starebbe per “chi riproduce copie dei comunicati del potere da cui dipende” (una specie di portaborse del portavoce); metaf, però, potrebbe stare per chi informa tempestivamente l’opinione pubblica di risoluzioni non ancora ratificate e che pertanto potrebbe vanificarle (talpa). Il gr conta ERION lana in connessione fig con il lat class ERICUS riccio dal gr KHER, cui Erinòsi e il pref ERIO per composizioni quali Eriocalcìte o Eriocàlco, Eriodinamòmetro, Eriòfilo, Eriòforo, Eriòmetro, Eriosòma “afide” (col gr SOMA corpo); da non equivocare con il termine Erìsamo o Erìsimo “sorta di pianta erbacea” questo dal gr ERYSTHAI difendere-proteggere cui ancora Erìstica ed Erìstico. 1 Vèlo è anche termine anatomico con valore di Membrana, quale Velo virginale o Imene, Velo palatino altrimenti detto Palato molle, Velo pendulo o Velopendulo, con l’aggettivo Velàre, svoltosi nella fonetica cui Velarizzàto e Velarizzaziòne. Il suono velare, cui la consonante g, s’ottiene fronteggiando o lambendo il velo palatino con il dorso della lingua. \ Radicale WELE Valere Vulnerabile Vaglio Dalla radice iniziale WELE amministrare e dal lat VALERE ci è pervenuto Valère essere valido, cui Vàglia “assegno (che vale)” da VALEAT (3° persona sing del congiuntivo) con Vàglia “pregio” devb da VALERE, Valènte dal Ppres VALENS (appare sovente nella cognomastica) cui Covalènte e Covalènza (pref CUM associativo), con Valentìa e Valènza, Valèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Validità, Vàlido da VALIDUS, Valòre da VALOR astratto di VALERE con Valoriàle, Valorizzàre, Valorizzatòre, Valorizzaziòne, Valorosità e Valoròso, eppoi il Pp Vàlso cui Valsènte (formati dal passato remoto Vàlsi), l’ant Pp Valùto cui il corrente sostantivo Valùta donde Valutàre con 163 Valutàbile, Valutàrio, Valutatìvo, Valutaziòne e Valutìstico; l’acromimo scolastico INVALSI vale Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione, donde la locuzione Prove Invalsi. Ancora, i prefissati Svalorizzàre, Svalutàre con Svalutatìvo e Svalutaziòne (S sottrattivo), eppoi il saluto romano VALE, che stava per sta bene, gli onomastici Valerio da VALERIUS di valore attraverso il verbo VALEO valgo con Valeriano “figlio di Valerio” e Valentino da VALENTINUS che vale attraverso il Ppres VALENS, i prefissati Avvalèrsi da AD VALERE cui Avvalènte, Convalescènte dall’incoativo CUM VALESCERE riprendere forza cui Convalescènza e Convalescenziàrio, Convàlidare da CONVALIDARE di CUM VALIDUS cui Convàlida, Convalidamènto e Convalidaziòne. Col pref ESA (dal pref gr EKSA da EKS sei), Esavalènte con Esavalènza. Col pref IN negativo, Invalère cui Invàlso, Invàlido Ida INVALIDUS cui Invalidàre, Invalidàbile con Invalidabilità, Invalidamènto, Invalidànte e Invalidaziòne. Dal coronimoValeria, ant regione della Pannonia, si ha Valèriana (pianta erbacea medicinale) cui Valerianàcee (Famiglia alla quale appartengono le Dicotiledoni), Valerianàto (Sale o Estere – suff chimico ATO), Valerianèlla (snm di Dolcetta) e Valeriànico. Prevalère con Prevalènte “ che vale prima”, Prevalentemente, Prevalènza e Prevàlso da PRAE VALERE. Dall’iterativo Rivalère si conta Rivalèrsi cui Rivàlsa dal Pp Rivàlso eppoi Rivalutàre con Rivalutatìvo e Rivalutaziòne. Il percorso prefissato conta infine Equivalère con Equivalènte, Equivalènza (con AEQUUS uguale). Il ger conta un ERNUST valoroso cui l’onomastico Ernesto. Connessi alla rad WELE, le voci Valetùdine “salute” da VALETUDO VALETUDINIS e Valetudinàrio “cagionevole” dal lat VALETUDINARIUS, questo con presumibile aferesi del pref IN negativo in un INVALITUDO INVALITUDINIS con suff aggettivante IO. Il verbo Vagliàre col devb Vàglio, snm di Cribro, invece, non ha nulla del Vaglia, bensì, deriva dal lat volg VALLIARE, questo denm da VALLUS quale dim di VANNUS setaccio, cui l’agricolo Ravagliàre (pref RAD) con Ravagliatòre e Ravagliatùra. Dall’ampliamento di un omn rad WELE ferire nel lat VULNUS ferita, questo ancora utilizzato inv Vùlnus nel giuridico, sono pervenuti Vulneràbile con l’opposto Invulneràbile (pref IN negativo), il denm Vulneràre “ferire” da VULNUS cui Vulneràbile e Vulnerabilità, Vulnerànte, Vulnerària questa sorta di pianta delle Papilionacee d’azione astringente per ferite, Vulneràrio “cicatriizzante”. \ Cotone Lino Rascia Seta Cotòne è l’omologismo dall’ar AL-QUTN, probabile remota connessione med con il lat CUTIS pelle, cui Cotonàceo, Cotonàre, Cotonària, Cotonàta e Cotonàto, Cotonatùra, Cotonèlla, Cotonerìa, Cotonière, Cotonièro, Cotonìna, Cotonizzàre e Cotonizzaziòne, Cotonòso, la locuzione Cotone idrofilo snm di Ovatta, i composti Cotonicoltòre con Cotonicoltùra, Cotonifìcio. La locuzione Filo di Scozia vale “di cotone”. Stato del cotone è così indicato lo stato americano dell’Alabama. 164 Il termine medv Gambesòne “giacca imbottita sotto l’armatura per cavalieri” è l’italianizzazione della composizione del ted ant WAMBA stomaco con l’ar AL QUTN cotone questo attraverso il franc AKETON già ant ALCOTTONEM. Snm di Gambesone sono Gambesòn, Aketon o Zuppa d’arme dove il termine Zuppa varrebbe morbido. Un particolare tessuto di colone è indicato con Fèlpa (adottato dal 1598), omologismo dal franc ant FELPE, cui Felpàre, Felpàto e Felpatùra; altro particolare tessuto di cotone è il Makò o l’omologismo Macò dal toponimo egiziano Mako accentato alla franc, adottato dal 1918. Bambàgia “cascame di cotone” dal lat volg BAMBACIA già class BAMBAX dal gr BAMBIKS baco da seta, cui un Baè e gli espliciti Bambagiàto, Bambagìna e Bambagìno questo con le corruzioni in Basìno o Basèno attraverso il franc BOMBASIN, il fig Bambagiòna o Bambagiòne, il prefissato Imbambagiàre, un implicito Basìno attraverso il franc BAMBASIN bambagina e un Bombacàcee (Famiglia botanica) da BOMBAX metaplasmo di BAMBAX; termini vrs composti, poiché, escludendo o meno il gruppo BAM, se ne estrae, attraverso un macchinoso percorso, Bigàtto “baco da seta” fig dal lat volg (BOM)BICEM già class (BOM)BYX insetto ronzante cui Bigattòia, Bigattièra e Bigattière, Bìgio “colore grigio spento” dal lat volg BICJUS già class (BOM)BYCEUS cui Bigèllo questo “panno” fig per il colore grigio e Bigiògnolo (su calco di Azzurrognolo), eppoi Bìgia e Bigiarèlla “passeriforme, fig dal scolore delle penne”, il fig Bigìno “libretto con le traduzioni dal latino o greco” o “manuale didattico riassuntivo” per il colore d’epoca della veste tipografica. ancora Bìgaro o Bìghero e Bigherìno “merletto” attraverso un sett Bigo da un (BOM)BICE. Attraverso l’ol KAPOK bambagia l’ital conta il glb Kapok o gli omologismi Capok o Capòc. Il lombardo Bigiàre snm della locuzione di Marinare la scuola dovrebbe derivare fig da Bigio quale “oscurare le lezioni-renderle di colore grigio”. Il veneto Bìgolo, meglio Bìgoli “sorta di pasta alimentare a forma di vermicelli”, dovrebbe anche questo derivare fig da Bigio per il suo colore prodotto con amalgama di sarde (ricetta tradizionale), cui l’accr Bigolòne ed il risvolto Bacchillòne, questo incrociando Baccello con Bigolone, donde l’idronimo Bacchiglione nel padovano; c’è da aggiungere però che Bìgolo, sempre in veneziano, è il bastone ritorto portato sulle spalle dall’Acquaiuola - Bigolànte - dalle cui estremità pendevano due secchi d’acqua, pertanto da “bastone ritorto” a “spaghettone o vermicello”, il passo fig è breve. Fuori percorso Bigòncia-Bigòncio (corretta accentazione bigóncia-bigóncio) dal lat BI CONCIUS doppia misura (di liquidi), Bigùtta (marmitta) questo inc di Bigoncio col sett Bauta o Bautta, e Bigòtto, col fem Bigòtta, omologismo dal franc BIGOT che vale per Dio (in nome di Dio), attribuito ai normanni, cui Bigotterìa, Bigottìsmo e ancora il prefissato Sbigottìre con Sbigottìto e Sbogottimènto (S intensivo) che si sarebbe svolto nel senso corrente dall’originale “preso dall’estasi”. La locuzione Occhio di bigotta indica fig il foro per il passaggio di un cavo. Lìno “pianta e tessuto dal quali si ricava” dal lat LINUM dal gr LINON di 165 eredità indoeur in occidente, rintracciabile infatti nelle aree slava e gr, vrs in connessione con il gr SINDON inv in lat SINDON tela di lino, il sudario col quale gli ebrei avvolgevano i cadaveri, cui Sìndone, termine questo per accezione il drappo che aveva avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro, sul quale, secondo la tradizione, è restata impressa l’immagine. In percorso, Linàcee (la Famiglia botanica), Linàio “sorta di rete per pescare”, Linaiòla quale snm di Linaria, Linaiòlo (il mestiere) e Linària “sorta di pianta erbacea snm di Linaiola, eppoi i composti Camelìna o Camellìna (col gr KHAMAI a terra e LINON), l’esot Gridollìno dalla locuzione franc GRIS DE LIN grigio di lino, il composto Crinolìno cui Crinoloìna, Lintèo dal latr LINTEUS “tunica di lino bianca sotto l’armatura” cui Linteàta “la cavalleria sannita”, Linoleìna (con il lat OLEUM olio) con Linolèico o Linòlico, Linoleografìa, eppoi Linòleum, il glb franc Linon esito di un’ant composizione LINOMPLE (con OMPLE unito) con l’adattamento ital Linòne, Linòsa attraverso il franc LINUISE “seme di lino”e vrs il toponimo di Linosa (isola di), la terza delle Pelagie, in senso fig “piccola come un seme” cui Linosìte “minerale di Linosa”, Linotipìa “fotoriproduzione su tela di lino” con Linotìpico e Linotipìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), la locuzione Panno lino, il glb Linotype. Il composto Linonofobìa indica l’avversione per i legacci (ant fatti di lino). Eppoi, Lènza con Lenzàre dal volg LENTEA e Lenzuòlo o Lenzòlo, o ancora Lenzòl, da LINTEOLUM dim di LINTEUM, sono i derivati dall’aggettivo lat LINTEUS di lino. Attraverso il franc LINGE lino, cui un desueto Lìngio dal lat LINTEUS, l’ital conta Lingerie inv da LINGERIE con l’adattamento Lingerìa, Lingerìsta. Il lemma Lentìa, un esot attraverso lo sp LANTIA imbracatura, appare vrs in connessione. Lino ha assunto attraverso il gr la semant di rete, cui l’onomastico Lino. Tra i tessuti, la Ràscia è di provenienza serbocroata, il cui nome è legato alla città di Rascia e del regno RASC’KA. Nell’Ottocento, la Rascètta era preferita dai poveri montanari, ovvero uno spinato di lana rozza. Una connessione rad, in risvolto fig, dovrebbe esserci col lat medv RASCETA palma della mano-mano, che avrebbe portato a Racchètta; la “racchetta da neve” è indicata con Ciàspola, d’etimo non ritrovato, ma supposta connessione rad con il gr KYATHOS coppa. Sèta “sostanza naturale” dal lat SAETA crine (per la sua somiglianza), dal tema med SAITA peli grossi cui cui Sètola, Setolàre, Setolinàre, Setolìno, Setolòso o Setòso, Setolùso; da SAETA, l’ital conta Setaiòla, Setaiòlo, Setàle, Seterìa, Setòso (questo omn di Setoso o da Setola o da Sete), i composti Seticoltùra, Setificàto, Setifìcio; coesiste il termine Sèrico dal lat SERICUS (omn di Serico da Siero) relativo a Seta attraverso il gr SERIKON seta, derivato dal popolo dei Seres, così chiamati dai greci, vrs Cinesi, produttori della seta, cui Serìceo, Sericìgeno, Sericìna cui Serìna e Sericìte (pref chimici INA e ITE), Serittèrio (col suff da Batterio), i composti Serìcolo (dal lat COLERE coltivare) con Sericoltòre o Sericultòre, Sericoltùra o Sericultùra, Serigrafìa (da non equivocare con Seriografia) snm 166 di Crivellografia, con Serigràfico, Serìmetro; eppoi Sàrgia attraverso il lat volg SARICA già SERICA fem di SERICUS. Il termine Damàsco “tessuto di seta con motivi floreali” con l’omm Damàsco “acciaio speciale” prendono il nome dalla città di Damasco. Un tessuto di seta con fili poco pregiati è indicato in area glb con Shantung cui l’omologismo Sciàntung, relativo al coronimo cinese Shantumg. Setàccio o Stàccio, questo con sincope della e (da dittongo lat ae), è dal lat volg SAETACJUM connesso con il lat SAETA crine, cui Setacciàre, Setacciàta, Setacciatùra e, in complanare, Stacciàre, Stacciàio, Stacciàta, Stacciatòre, Stacciatùra, i dim Staccìno e Stacciòlo o Stacciuòlo. La connessione con SAETA è dovuta all’utilizzo del crine per comporre la retina dello staccio. SVELLERE L’azione di Vèllere “strappare”, di eguale rad con il sostantivo VELLUS, starebbe ad indicare che anticamente la lana (il vello) non si tosava, ma si strappava, cui il prefissato Disvèllere (DIS di separazione) snm di Sradicare. Altresì, Vellicamènto, Vellicaziòne, Vellichìo, Vellicàre “pizzicare per strappare il vello” semant mutatisi in “solleticare”. Il lat VELLERE vale “schiantare” e dal suo Pp VULSUS “fiacco” l’ital conta la corruzione in Bòlso “flaccido” cui Bolsàggine o Bolsèdine. Con i pref, l’ital ha ottenuto Avèllere dal lat AVELLERE (pref A) cui Avulsiòne con Avulsìvo e il Pp Avùlso “strappato”, Convùlso con Convulsiòne, Convulsìvo e Covùlso col pref CUM d’intensificazione ed il Pp VULSUS (che ricorda il movimento frenetico delle mani che strappano la lana), Revulsiòne o Rivulsiòne, con Revulsìvo o Rivulsìvo, da REVULSUS Pp di REVELLERE (pref RE di movimento inverso), Svèllere e Svellimènto col pref S privativo dal lat EXVELLERE togliere-strappare con forza il vello cui la variante Evèllere eppoi il Pp Svèlto, con Sveltèzza e Sveltìre, che semant indica azione a strappo, ovvero rapidamente; snm di Svelto è il lemma Lèsto di etim ignota (si configurerebbe una composizione del lessema con il sct HASTA mano nel senso di “veloce di mano” in connessione, quasi un snm, con Presto “a portata di mano-in breve tempo”), cui Lestèzza, la composizione fig Lestofànte “ragazzo troppo abile (in senso negativo)” e il prefissato Allestìre con Allestitòre e Allestimènto (pref AD). Esiste l’omn Svèlto “sciolto” da SUELTO ereditato dai tempi dell’occupazione spagnola. Altro verbo è Divèllere (pref DIS estrattivo), col Pp Divèlto, che starebbe ad indicare “strappare” in snm con Svèllere, ma del vello non c’è più traccia, quindi sta per il più generico “strappare con forza”; nel percorso si ha ancora Divulsiòne, ilsecondo Pp Divùlso e Divulsòre. Archimede (III sec 167 aC) inventò uno strumento per curare le slogature, problemi alle articolazioni, e lo battezzò Divulsìle. Da rad PEK-T strappare di area gr e bal, è derivato Pècora (l’animale da svellere), la cui vita media è di 15 anni, con derivati e fig Pecoràggine, Pecoràio o Pecoràro (suff di mestiere AIO col corrispondente mer ARO), Pecoràme, Pecoràre, Pecorèccio, il dim Pecorèlla, Pecorèsco, Pecorìle, Pecorìno (formaggio) cui i rinomati Pecorino romano e Pecorino sardo, Pècoro, Pecoròne, Pecoròso, Pecorùme, il prefissato fig Impecorìre e il composto Cartapècora con Incartapecorìta; il verso Belàre, con Belamènto, Belànte, Belìo, Belàta, Belàto, Bèlo e il fig Belòne, è d’origine onomatopeica, rintracciabile nel franc BELIER montone. Pecora è inv dal lat PECORA che inizialmente era il plur di PECUS bestiame-gregge forma collettiva di PECU, cui il dim PECULIUM piccola parte del gregge, svoltosi in ital Pecùlio che sta per “patrimonio” in riferimento ad animali d’allevamento; questo il termine che ha avviato il percorso anche fig di Peculàto, Peculiàre, Peculiarità, Pecùnia, Pecuniàrio. La definizione astronomica Stella peculiare indica la stella fuori della norma. Una grassa pecora asiatica-cinese è indicata con l’omologismo Argàli direttamente dal persiano ARGALI pecora selvatica, altrimenti detta Pecora di Marco Polo poiché la descrisse storicamente. Il piccolo meno di un anno, nato dalla Pecora, è indicato con Agnèllo o poeticamente Agno-àgno e al fem Agna-àgna. Agnèllo è dal lat AGNELLUM dim forzato di AGNUS questo già con valore di “agnello” già gr AREN ARNIOS, cui Agnellàio o Agnellàro, Agnellatùra, il sostantivo dim e aggettivo Agnellìno, Agnellòne, l’aggettivo Agnìno. Arnoglòssa è dal gr ARNOGLOSSON lingua d’agnello “sorta di pianta” con foglie simili alla lingua d’agnello. Ancora dal gr si ha Arnomanzìa con Arnomànte che l’arte di divinizzare attraverso le viscere d’agnello. Agnello è la metafora della purezza, dell’innocenza, della castità dalla locuzione lat AGNUS CASTUS agnello casto, donde pur perdendo l’aggettivo CASTUS ne assume ogni significato, infatto in gr HAGNUS vale casto. Fuori percorso, l’ital conta un Agnolòtto “involucro di pasta” di derivazione dal toscano Agnellòtto, cui il torinese Agnulot; non è chiaro, anche in senso fig, il riferimento ad Agno-Agnello, oppure ad Angelo-Agnolo, a meno che, dalla sua bontà, non s’intendesse in origine “cibo per gli angeli”; comunque altre ricerche lo farebbero derivare dal lat volg ANELUM anello. La pecora selvatica in ambito sardo è il Muflòne, o Muffiòne o 168 Mufiòne, attraverso il lat MUFRO MUFRONIS già MUSRON di genesi paleosarda. Il maschio della Pecora è Ariète (questo anche il nome di un’ant macchina militare terrestre “da urto e sfondamento” e segno zodiacale) dal lat ARIES ARIETIS svoltosi nel franc HRUT cui l’ispirazione per il prvz URTAR e il semiomologismo ital Urtàre cui il devb Urto-ùrto o Urta-ùrta, Urtamènto, Urtànte fig “indisponente”, Urtàta e Urtatùra; lo sp conta invece CARAMBOLA urto, cui l’esot Caràmbola utilizzato nel gioco del biliardo con la variante Carolìna quale libero adattamento del dim Carambolìna. Il gr conta lo specifico KRIOS ariete cui Criòcera “sorta di coleottero” con il gr KERAS corno. Una pregiata razza di pecore è il Caràcul o Caracùl o inv Karàkul omologismo dal toponimo KARAKUL in Uzbekistan. Il termine Strappàre è dal franc STRAPPON, cui Stràppo, vrs connesso al lemma long Tràppa “laccio”, cui Tràppola, Intrappolàre, Rattrappìre con le varianti Rattrappàre cui Rattrappimènto (denm da Trappa col doppio pref RI AD), eredi del rad PEK-T. Il termine Rattrappànte, invece, adottato dal 1993, è attraverso ill franc RATTRAPANT Ppres di RATTRAPPER riprendere. Dalla zona da pettinare prende nome il termine lat PECTUS, rintracciabile vagamente in aree tocaria e celt, cui Pètto con Pettàta, Pettìna e Pettìno, Pettièra, Pettoràle sia sostantivo sia aggettivo, Pettoreggiàre (urtarsi con il petto, fig confrontarsi), Pettorìna, Pettorùto e il prefissato Impettìre o Impettàrsi con Impettìto, questo con un snm in Despìtto o Dispìtto attraverso il franc ant DESPIT e con un secondo snm in Spòcchia cui Spocchiòne e Spocchiòso d’etim non trovato, il prefissato Espettoràre con Espettorànte, Espettoratìvo, Espettoràto, Espettoraziòne, eppoi i composti Battipètto, Contropètto, Doppiopètto con Monopètto, Guardapètto, Rimpètto e Dirimpètto (pref DI RI), Soprappètto, Pettazzùrro e Pettiròsso “sorta di uccelli”, il glb ingl Petting “lasciarsi ad effusioni erotiche”, snm del volg “Pomiciare” da TO PET accarezzare”. Il percorso continua con Pèttine-Pettinàre, attraverso il gr ant PKT-EN cui Ctenòfori (Tipo di invertebrati, col gr PHOROS portatore), termini questi per indicare vrs la pratica di pulizia dell’animale dai rimasugli lanosi dopo lo svellimento. Dal nome di strumento Pettine dal lat PECTEN, discendono Pettignòne (ant pube), Pettinàre, Pettinabilità, Pettinàta, Pettinàto sia “capelli in ordine” sia lo scientifico “simile ad un pettine”, Pettinatòre, Pettinatrìce, Pettinatùra, Pettinèlla, Pettìnidi o Pectìnidi (Famiglia di molluschi), Pettinièra, i dim Pettinìna e Pettinìno la locuzione anatomica 169 Muscolo pettineo dal lemma Pettìneo attraverso l’ingl PECTINEUS; attraverso il franc RIPLIN pettine di ferro, l’ital conta l’omologismo Rèbbio con Rebbiàre, Rebbiàta e Rebbìsta. Rebbio è ognuna delle punte di una forca, forchetta e diapason; i rebbi della fiocina e del tridente hanno in più l’ardiglione. \ Una forchetta a quattro rebbi fu ideata a Napoli, in epoca borbonica, per meglio avvolgere gli spaghetti per portarli in bocca. \ Dallo specifico gr STETHOS petto, l’ital conta i composti Stetoscòpio con Stetoscopìa e Stetoscòpico; strumento di competenza medica inventato da R. T. H. Laennec nel 1816. \ Feudo e Vassalli Fèudo è dal lat medv FEUDUM, già franc FEHOD proprietà di bestiame identico a PECUS bestiame-gregge, cui FIEU e l’ital Fìo, questi nella locuzione Pagare il fio valeva “Pagare il feudo” ovvero il balzello, successivamente svoltosi fig in “Pagare il fio di una colpa”, ossia “Pagarne le conseguenze”. Da Feudo, i derivati Feudàle, Feudalèsimo e Feudatàrio. Il Feudo era organizzato in Vassalli, Valvassori e Valvassini. Vassàllo è dal lat medv VASSALLUS da VASSUS servo già celt KWAS, Valvassòre dal prvz VALVASSOR da VASSORIUM vassus dei vassalli, Valvassìno questo dim di VALVASSOR e sta per vassus del valvassore e , in gerarchia, anche del vassallo; in percorso Vallètto e Vallètta attraverso il prvz VALET dal lat VASSALLUS. In omologismo storico-medv e linguistico, il termine Samurài inv dal giapponese SAMURAI vale “membro della casta militare” da SAMURARU essere al servizio di… il cui codice d’onore è il BUSHIDO. In associazione si ha Omàggio con Omaggiàre, dal franc HOMMAGE derivato da HOMME uomo nel senso di vassallo, pertanto sta per “atto di sottomossione al suo signore”; il lat medv aveva HOMINATICUM omaggio, col suff medv ATICUM, di pari elaborazione con il termine Formaggio dal franc FORMAGE e dal lat medv FORMATICUM. Dal franc, l’ital conta il glb Cotillon ”omaggio a sorpresa” svoltosi da COTILLON gonnella dal nome di un’ant danza. VELLEITARIO Da ben diversa rad ci arriva invece il termine Velleitàrio con i sostantivi Velleità o Velleitarìmo. Nella sua accezione di “volitivo” è l’astratto lat di VELLE volere, che è l’infinito class di VOLO voglio, rad WEL volere diversificatasi dall’omonima rad WEL volgere, ma che spesso appaiono assimilate. Da VOLO voglio è pervenuto più esplicitamente il volg VOLERE, cui Volère con Volènte, Volentièri, Volenteròso, Volitìvo, Volontà, Volontàrio con Volontariamènte, Volontariàto, Volontarietà, Volontarìsmo e Volontarìstico; eppoi Vòglia e Vogliòso dal volg VOLJO, i prefissati l’aggettivo Invìto da INVITUS “contro voglia” (omn del sostantivo Invito) e Involontàrio “privo di voglia”, i composti Benvolère e Malvolère, Disvolère, l’iterativo Rivolère, Stravolère “bramare”, un opposto Svolère (S 170 sottrattivo). Dalle locuzioni lat QUAM VELLES quanto tu voglia e QUOD VELLES quel che vorresti l’ital ha tratto rispettivamente Cavèlle e Covèlle “qualche cosa – nonnulla” cui Noncovèlle con valore di “nulla”. Ma il voglio di Velleitario è semant bizzarro, capriccioso, estroso, fantasioso... senza efficacia. Occorre contare nel percorso il termine Nolènte, sempre in binomio nella locuzione Volente o nolente, che è dal Ppres lat NOLENS, l’ellittico risultante da una mutazione progressiva del composto NE VOLO non voglio successivamente NOVOLO per attestarsi nell’infinito NOLLE e in NOLO non voglio, cui ancora Nolontà su modello di Volontà, eppoi la locuzione divina, inv dalla traduzione lat, pronunciata da Gesù Noli me tangere “Non mi tocccare (non voglio che mi tocchi)” nei riguardi di Maddalena, locuzione che indica in botanica una sorta di piante altrimenti dette Impatiènte e Sensitìva. La rad indour WEL volere riappare nell’ingl WILL e nel ger WILL volontà cui l’onomastico Guglielmo, con i suoi dim fem Mina e Wilma da Guglielmina, italianizzazione di WILLIHELM protettore della volontà composto con HELM elmo fig protezione. L’inc della radice WEL volere con l’aggettivo lat VOLUPIS tratto dal nome della dea del piacere Volpia, ha prodotto il lat VOLUPTAS VOLUPTADIS cui Voluttà o il fedele al lat Voluptàde, Voluttario, Voluttuoso con Voluttuosità. \ Tocario Il Tocàrio o Tocàrico o Tochàrio è l’ant lingua indoeur parlata nella parte orientale del Turchestan; i greci chiamavano quel popolo TOCHAROI. VEZZO VESSARE VESSILLO VEZZO Il parlar d’oggi e la sua naturale omologazione nello scrivere sono il risultato di svariati influssi linguistici da strutture precedenti, scomparse o semant sopravvissute altrove. L'ital è uno scrigno straordinario ed è una lingua che non può che essere calzata comodamente da un popolo che, negli aspetti e nelle manifestazioni, racchiude un’antica ed immensa cultura eterologa. Poniamo ad esempio Vezzo e Vezzato, per cui potrà apparire logica la correlazione del secondo col primo lemma, come nel caso di VizioViziato. Vèzzo (dal XIV sec) da lat VITIUM cui Vezzatamènte, Vezzàto, Vezzeggiàre con Vezzeggiamènto, Vezzeggiatìvo e Vezzòso con Vezzosità stanno per “abitudine” spesso non bella, oppure per “carezza, moina, smanceria e monile” (senso lato); in percorso 171 prefissato si ha Avvèzzo “condotto ad un’abitudine”, aggettivo estratto o sostantivo devb da Avvèzzare (pref aggiuntivo AD allativo) cui Avvezzamènto e Avvezzàto con Disavvezzàre (doppio DIS dispersivo) “far perdere un’abitudine cui il Pp Disavezzàto aggettivato in Disavvèzzo, Disvezzàre e Disvezzàto, eppoi ancora Divezzàre snm di Slattare (cambio di pref da AD a DI ) cui Divezzamènto e il Pp Divezzàto aggettivato in Divèzzo. Svezzàre (pref sottrattivo S) “sottrarre ad un’abitudine” cui Svezzamènto, Quasi snm è il termine Vìzio (sempre dal XIV sec) sempre dal lat VITIUM cui Viziàre, Viziàto, Viziatùra, Viziètto, Viziòso con Viziosità, la locuzione eccl Vizi capitali…incluso il prefissato Stravìzio (STRA superlativo) cui il denm Straviziàre. Vezzo è l’estratto di un presunto VIRE, che è verbo denm lat di VIS violenza, cui i derivati Violàre con Violàbile, Violàto, Violatòre e Violaziòne, Violènto o Violènte con Violentàre, Violentatòre e Violènza 1, Vitàre ed Evitàre. Vezzàto nel senso di “scaltro-accorto” viene invece in eredità dal prvz VEZAT derivato quest’ultimo da VEZAR avvezzare; provenienti da VITIUM e dal presunto VIRE latini, semant mutati in quelle contrade francesi. Certo, il lemma Abitudine-Vitium lo immaginiamo remoto da Scaltrezza-Vezar, talvolta in opposizione (abitudine-vizio è snm di riflesso condizionato, ovvero azione priva di raziocinio), ma se entrambi - Vizio Vezzo - arrivano da VIRE - che ci porta semant ad “evitare” - possiamo dedurne che il prvz abbia assimilato l’azione di evitare con proprietà di scaltrezza. 1 La personificazione mitologica gr-lat del male fisico era rappresentata dalle Erinni in gr ERINNYS, da non mettere in connessione col termine composto Erinnofilìa questo omologismo ellittico dalla locuzione ted ERINNE RUNGSMARKE e vale “collezionismo di bolli non postali” cui Erinnòfilo. \ Convito Convitto Il termine Evitàre e dal lat inv EVITARE composto di EX intensivo e VITARE, questo denm da VITUS di sua volontà legato a VIS tu vuoi, tutti discendenti dalla rad WEI desiderare spontaneamente, cui il lat INVITARE far venire, e l’ital Invitàre col pref IN intensivo (omn di Invitare “avvitare”) cui il devb Invìto (omn di Invito “contro voglia”), eppoi Convitàre col COM associativo cui Convitàto e Convìto “pranzo”. L’assonante Convìtto “istituto” con Convittòre è invece dal lat CONVICTUS astratto da CONVIVERE convivere COM VIVERE (Ved Morto…), cui Convìva, Convìvere, Convivènte, Convivènza; i termini Convìvio e Conviviàle appaiono con entrambi gli etimi VITARE e VIVERE sovrapposti. In composizione prefissata si ha ancora Sopravvìvere con Sopravvivènza; dall’ingl SURVIVAL sopravvivere, l’ital conta infine gli omologismi Survivalìsmo con Survivalìsta (col suff ISTA di collegamento ai 172 sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere che qui si sovrappongono ove si intenda “istruttore”) e Survivalìstico. VESSARE Diversa analisi merita l’assonante Vessàre-Vessaziòne, Vessatòrio, Vessatòre “opprimere, maltrattare moralmente”, dal lat VEXARE agitare, tormentare. La rad ci riporterebbe ad un presunto progenitore WEG vigile, vigoroso, cui WEGH sino al lat VEHERE trasportare, corrispondenti al ger WAGE bilancia e al gr WOKKOS scuotitore. Dal Ppres VEHEMENS del lat VEHERE è nato Veemènte il cui opposto è Clemènte col derivato Clementìno dal Ppres lat CLEMENS docile fig dalla rad KLEI piegare, cui l’onomastico Clemente e la sua versione slava in Milen al fem Milena; eppoi Clemènza dal lat CLEMENTIA e Clementìna, snm di Mandarancio, questo attraverso il franc CLEMENTINE il noto agrume ibrido dal nome del missionario Clemente che ne contribuì l’importazione dall’Algeria nel XX sec. È evidente che il nostro Vessare abbia cominciato a prendere forma dal gr scuotere, per poi passare dal lat tormentare, prima di formalizzarsi nel significato di “schiavizzare, opprimere”. Continua a succedere per molteplici lemmi, per i quali la semant appare senza soluzione di continuità, quindi nulla può accertarci che Vessàre non subirà altre mutazioni. VESSILLO Il lemma Vessìllo dal lat VEXILLUM, quale dim di Velo questo però risalente ad un ant WEKSLOM, ci giunge dalle identiche rad WEGH (VEXARE), ossia che si scuote, che è trasportato, quindi scosso, trasportato, tormentato dal vento. Da Vessillo, si sono ricavati Vessillàrio, Vessilìfero, ma anche Vessillologìa e Vessilòlogo, questi due la materia e lo studioso - o collezionista - di bandiere, estensibile ad armi ed uniformi, in competizione semant con Oplologia, Oplologo. Nel percorso si conta il prefissato Convèsso con Convessità dal lat CONVEXUS ricurvo, immaginando la forma che assume un vessillo (o una vela) gonfiato dal vento, in opposizione a Concavo con Concavità. Vessìllo è anche Bandièra dal prvz BAND(I)ERA, nel senso di insegna-ciò che simboleggia la banda, cui Banderàio, Banderèse, Banderìglia o l’esot sp Banderìlla con Banderillèro, Bandieràbile, Bandieràio, Bandieràre, il dim Bandierìna. \ La bandiera dei pirati, quella col teschio e le ossa incrociate, era chiamata glb JOLLY ROGERS \ Bànda è un termine polisemico; sta per “parte” se attinto al prvz Bandìre, e Banditòre da BANDWJAN dare il segnale, Bandìta, 173 Bandìto “incriminato tramite bando-intimazione, in estensione vale allontanamento. esiliato” con Banditèsco, Banditìsmo, l’esot sp Bandolèro da BANDOLERO, le composizioni Imbandìre (da “convitare tramite bando” s’è attestato nel significato corrente), Contrabbàndo (contro il bando); dal franc medv BAN bando cui BANAL proclama per tutti, l’ital ha assunto l’omologismo Banàle, Banalizzàre, eppoi cui il carolingio Eribànno “bando del re” dal lat HERIBANNUM omologismo dal ted HERIBAN. Nel volg centro-mer sopravvive Banna per Banda “banda musicale” o “parte” e Banno per “bando”. Attraverso il lat BANDERIUM “membro di una banda” il serbocroato conta PANDUR cui l’italianizzato Pandùro “miliziano” con un fig Pandùro “persona rozza e violenta”. Bandiera o Vessillo o ancora Striscione è tradotto in ingl con BANNER, termine questo glb Banner dall’uso del computer, dove vale quale striscia che riporta il nome del sito, cui Web banner o Banner ad che vale quale pubblicità attraverso un banner. Si deduce che il lemma ingl BANNER è connessa in dimensione indoeur con il lat BANDUM insegna, vicino al franc BAN e al volg ital Banno. Il termine Abbandonàre, cui il devb Abbandòno, che sembrerebbe voler significare “mettere da parte (banda)” è in realtà l’italianizzazione, ovvero l’omologismo dalla locuzione franc A BAN DONNER dare al bando ossia “porre a disposizione d’ognuno-lasciare del tutto libero”, cui Abbandonàto, Abbandònico, Abbandonìsmo e il prefissato Riabbandonare (RI iterativo), in connessione con Adonàre dal franc S’ADONNER abbandonarsi il cui verbo DONNER è connesso con il lat DARE-DONUM. Banda è un termine polisemico e pertanto non è semplice rintracciarne l’origine rad, tuttavia si può immaginare una connessione con BHA parlare in riferimento ai bandi con valore d’annunzio e d’avviso, con BHAS autorizzare in relazione alle bandiere, alle insegne di comando, al dare il segnale, con BHAD fasti in relazione alle festose banderuole; in ogni caso con base unificante BH. Dall’ar KHRUMIR contrabbandiere il franc aveva tratto KROUMIR cui l’omologismo fig ital Crumìro. Il termine Bandàna è dal hindi BADHNU attraverso il ptg, ma vrs sovrapposto a Banda “striscia”. Fuori percorso, ancora, Bandoneòn, uno strumento musicale, simile ad una piccola fisarmonica, dal nome del suo primo venditore ted H. Band, Bandùra o Mandùra “strumento musicale a tre corde” con Bandurrìa “strumento musicale a sei paia di corde”, dal gr-lat 174 PANDURA, l’esot svedese Bandy “antesignano dell’hockey”. \ Indiani Hindi è la lingua ufficiale dell’India-ìndia, termini derivati da un rad comune, come Italiano e Italia; in percorso, Indiàna, Indianìsmo, Indianìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Indiàno con Indo-ìndo dal gr INDOS; Indio-ìndio è invece l’abitante delle Indie Occidentali, America, dalo sp INDIOS. Indio-ìndio è k,’elemento chimico con simbolo In. Eppoi Indaco-ìndaco, termine dal lat INDICUM che vale indiano, per accezione l’uno dei sette colori dello spettro solare, intermedio tra azzurro e violetto, e quale sostanza colorante la si può ricavare dall’Anìle, una pianta, il cui termine è dal sct NILA, transitato dall’ar AN NILA ed infine nello sp ANIL, donde Anilìde e Anilìna. Da Indaco si conta un Indòlo “composto organico” che vale l’ellittico di Indaco col suff chimico OLO. Il percorso conta ancora il pref INDO per composizioni quali Indoàrio “lingua indoeuropea diffusasi in India”, Indocinèse, Indoeuropèo o Indeuropèo col desueto snm di Indogermanico (entrambi dal 1842) con un Anàrio (pref AN privativo) che vale “non indoeuropeo”, Indogangètico relativo agli idronimi Indo e Gange (Gangètico), Indoirànico, Indostàno questo della regione Indostan tra l’Indo e il Gange. Il suff (I)STAN di Indostan è un derivato di una ant rad che sta per regione-paese-nazione dei… ossia il paese dove si sta rintracciabile in Afghanistan (degli Afghani), Kurdistan (dei Kurdi), eppoi in Daghestan (una cui lingua caucasica è il Lèsghi), Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan ed altro, snm dell’occidentale Landa-Landia cui Irlanda, Finlandia; pare che STAN sia connesso con una ant rad che avrebbe condotto al lat STANS cui l’ital Stanziàle e che vuol dire “popolo che ha finito di girovagare (non più nomade)”. Dal sct KRSNA, è indicata in spazio glb Krishna il salvatore l’una delle dieci incarnazioni induiste (Avatara) di Vishnu onnipervadente, questa l’una delle tre grandi divinità indiane Shiva e Brahama, cui la locuzione Hare Krishna dall’originale vocativo HARE KRSNA signore Krishna. Staordinaria l’assonanza con il Cristo “il Salvatore-l’Unto”. Le altre nove incarnazioni, secondo la dottrina maggioritaria, sarebbero Matsya il pesce, Kurma la tartaruga, Varaha il cinghiale, Narasimha l’uomo leone, Vamana il nano, eppoi Rama con Parashurama (Rama con l’ascia), Buddha e Kalki questa l’incarnazione futura. L’Induìsmo è la religione tradizionale ed ortodossa praticata da oltre 700milioni di indiani, cui Induìsta, Induìstico derivata da Indù cui Induizzàto. Da Visnù, omologismo di VISHNU, si ha il Visnuìsmo, questo ad nindicare una delle sette ortodosse dell’Induismo, cui Visnuìta e Visnuìtico. Visnù con Brahama e Siva costituiscono la Trimùrti dal sct MURTH corpi solidi prefissato TRI tre (questo risuonante in ambito indoeur), la Teofania omologabile nel cristianesimo con la Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo). \ Truppa Drappello Il prvz TROPEL dovrebbe essere connesso con il franc TROUPE già THROP branco-mucchio cui il glb Troupe (pron trup), l’omologismo 175 Trùppa con i prefissati Attruppàre, Intruppàre (omn di Intruppare variante di Intoppare) cui Intruppàto, e l’avverbio Tròppo attraverso il lat medv TROPPUS. Drappèllo è dal prvz TROPEL inc con Dràppo “stoffa di pregio”, questo esteso in “palio” o “vessillo” e ancora fig “aurora boreale” dal lat tardo DRAPPUS d’origine gallica, cui Drappeggiàre, Drappeggiamènto, Drappèggio, Drappière e Drapperìa, il composto prefissato Smandrappàto che vale la locuzione Mal drappato (con S intensivo). Il termine Drappèllo adottato militarmente vale pertanto per accezione “ pattuglia insignita (contrassegnata) con un vessillo indicante che è dalla parte di...”, metaforizzato in “complesso di suonatori” e addirittura in “masnada di malviventi”. \ Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro Insègna è dal lat INSIGNIA plur neutro di INSIGNE segno, composto di IN illativo e SIGNUM intaglio-incisione (quale indicazione, tacca) connesso con SECARE tagliare di rad SEK, cui il fig Insegnàre “imprimere il segno (della conoscenza)” con Insegnamènto, Insegnànte, Insegnatìvo, Insegnatòre, eppoi Insìgne, Insignìre. Da SIGNUM deriva Sègno con Sègnico (linguistica) e Segnàcolo o Signàculo, Segnàle da SIGNALE già SIGNALIS con Segnalamènto, Segnalàre, Segnalàto, Segnalatòre, Segnalaziòne e Segnalètica, Segnàre da SIGNARE, cui Segnatàrio, Segnatòio, Segnatòre, Segnatùra o Signatùra e il glb ingl Signature “firma”, la locuzione Segni dello zodiaco o Segni zodiacali (dodici); negli anni settanta del XX sec fu captata dagli spazi una frequenza elettromagnetica di un segnale alieno, che fu classificato in (Segnale) Wow. Il percorso prosegue con i prefissati Assegnàre con Assegnatàrio, Assegnaziòne e Assègno (pref AD) cui la locuzione Assegno circolare, Consegnàre con Consègna e Consegnatàrio (pref CON da COM), il percorso ideale Designàre (pref DE durativo) con Designàbile, Designàto, Designatòre e Designaziòne in complanare con il percorso concreto Disegnàre (pref DI da DE) con Disegnatòre, Disegnatùra e Disègno, il glb ingl Design “disegno.progetto” con Designer “progettatore” da TO DESIGN disegnare, Contrassegnàre con il sostantivo Contrassègno “nota–indizio” (pref CONTRA) e l’avverbio Contrassègno “modalità” (pref CONTRO già locuzione avverbiale Contro assegno eppoi Controassègno), Insignificànte con Insignificànza (pref IN negativo), Rassegnàre o Rassignàre dal lat RE SIGNARE togliere il segno che in origine valeva dissuggellare (pref RAD adattato RA), con Rassègna, Rassegnamènto, Rassegnatamènte, Rassegnàto, Rassegnatòre e Rassegnaziòne infine i composti Crocesègno con Crocesegnàre o Crocesignàre, Segnacàrte, Segnacàso, Segnaccènto, Segnalìbro, Segnalìmite, Segnalìnee, Segnapàssi, Segnapòsto, Segnaprèzzo, Segnapùnti, Segnasùb, Segnatàsse, Segnatèmpo, Segnavènto, Segnavìa, Signìfero (con il suff FERO dal lat FER che porta) che ha un suo snm in Aquilìfero “che porta l’insegna di Roma (Aquila) da AQUILIFERUM, eppoi Significàre (con il lat tardo FICARE da FACERE fare) con Significànte e Significànza, Significatività, Significatìvo, Significàto e Significaziòne con i prefissati Autosignificànte, Insignificànte e Insignificànza (pref IN 176 negativo), Soprassegnàre… ed ancora Sìgla dal lat tardo SIGLA ellittico di SINGULA abbreviazione dim di SIGNA, cui Siglàre, Siglàrio e Siglatùra. Dim di SIGNUM intaglio è ancora SIGILLUM cui l’ital Sigìllo, Sigillànte, Sigillatùra, Sigillàre e i prefissati Controsigìllo, Disigillàre o Dissigillàre (pref DIS) che, col cambio di pref in SUB si muta in Suggèllo e Suggellàre con Disuggellàre (doppio pref DIS), i composti Guardasigìlli questo snm di Ministro della Giustizia, Sigillografìa, questo snm di Sfragistica. Snm di Sigillare è anche Otturàre, questo col pref OB e il lat TURARE, cui Otturamènto, Otturàto, Otturatòre, Otturatòrio e Otturaziòne; da TURARE si ha il dim Turàcciolo da Turàccio, un devb al quale è stato posto il suff ACCIO, Turamènto, i composti Turafàlle e Turapòri, e, col pref S negativo, Sturàre. Il gr conta SPHRAGIS per sigillo cui la latinizzazione nel 1745 nella locuzione ARS SPHRAGISTICA, donde il franc SPHRAGISTIQUE e il calco ital Sfragìstica (snm di Sigillografia) con Sfragìstico. Snm di Insegna, Blasone, Fregio e Stemma. Blasòne dal franc ant BLASON scudo, cui gli omologismi Blasonàre, Blasonàrio, Blasonàta, Blasònico, Blasonìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) Frègio o Frégio (corretto sia l’accento acuto sia grave) è dalla locuzione lat PHRYGIUM OPUS (opera) lavoro frigio, relativo alle decorazioni dei tessuti importanti dalla Frigia, cui Fregiàre con un archiviato Fresàre, Fregiatùra e il prefissato Sfrègio con Sfregiàre, Sfregiàto, Sfregiatòre (pref S sottrativo), svoltosi nella semant corrente (offesa). Fregio ha una variante in Frìso svoltosi nella terminologia marinaresca snm di Cinta o Soglia relativo al fasciame. Stèmma è inv dal gr-lat STEMMA corona, cui Stemmàto e Stemmàrio. Stendàrdo snm di Ostendale, cui Stendardière, l’esot che sarebbe rincasato dal franc ant ESTANDART già STANDHARD stabile, è vrs un derivato dal lat EXTENDERE stendere. Gagliardètto, l’omologismo che già indicava la bandiera principale della nave, è il dim di Gagliàrdo dal prvz GALHART forte-vigoroso, cui Gagliàrda, Gagliardèzza, Gagliardìa. Ed infine Làbaro, dal lat LABARUM stendardo che è considerato di ignota etim, ma non è un’assurdità ricercare una connessione rad che accomuni Labaro e Alabarda, questo già Labarda, d’altronde associati da un contesto militare. \ Slavina Labirinto Valanga Dedalo I latini avevano LABES caduta e LABARE scivolare già LABI scorrere, di rad LAB, cui Làbile “che cade”, cui Labilità, e vrs Làbe snm di Macchia dal lat LABEM, eppoi Làsso da LAPSUS scorrimento cui il sempre corrente lemma Lapsus “errore involontario” e le locuzioni ancora in auge Lapsus freudiano – questo attraverso il franc FREUDIEN relativo allo psicanalista storico S. Freud (1856/1939) cui Freudìsmo - con le lat Lapsus calami “errore nello scrivere” con CALAMUS “canna-penna per scrivere” e Lapsus linguae “errore nel parlare”. Il termine Relàsso o Relàpso, poi, per accezione con valore di “ricaduto nel peccato” è dal lat RELAPSUM Ppass di RELABI ricadere col pref reiuteratuivo RE. In percorso, Làva per accezione “massa magmatica che scivola-cade dal 177 cratere e che poi si pietrifica” da un’attestazione napoletana, con Làvico, eppoi Lavìna “che scivola” per accezione in riferimento alla neve e Slavìna con pref S durativo; il termine Lavàgna, deriva dal toponimo Lavagna, in Liguria, una composizione con l’etnonimo LAEVI e il suff collettivo AGNA, vrs connesso con LABES per le cave della particolare pietra metamorfica qui esistenti, cui Lavagnìno e Lavagnòso, questi ormai obsoleti. In questo contesto, è difficile assicurare l’origine all’onomastico Lavinia, di accertata genesi lat. Slavina (questo adottato dal 1934) è snm di Valànga (già in uso dal 1803) è un termine ristretto e lenito dal franc AVALANCHE, corrispondente all’alpino prelatino VALANCA, il quale altro non è che la metatesi di LAVANCA ossia LAVA col suff med ANCA. (Ved Cubo...) già lat LABINA; la coincidenza vuole che Valanga da LAB(ES) caduta di partenza prelatina ed il secondo da LAB(YRINTHOS) labirinto di partenza preellenica (analizzato più avanti), non dissolve certamente la percezione di un abbrivo comune. Nel percorso di LABES LABARE si conta sorprendentemente Lavòro con Lavoràre (LABOR-LABORARE), che in origine vale sacrifìcio, fatica (LABOR), cui il duplice percorso, l’uno fedele all’ital cui Lavoràbile con Lavorabilità, i frequentativi Lavoracchiàre, Lavoricchiàre e Lavorucchiàre, il Ppres sostantivato Lavorànte, Lavoràta, Lavoratìvo, Lavoràto, Lavoratòre, Lavoratòrio snm di Laboratorio, Lavoratùra, Lavoraziòne, Lavorètto, Lavorièro, Lavorìo, il giuridico Lavorìsta, e il fedele al lat con Laboratòrio snm di Lavoratorio, Laboriòso, Laburìsmo, Laburìsta (dal partito dei lavoratori inglesi LABOUR PARTY e col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere). Un eccessivo entusiasmo per il lavoro è indicato con Stacanovìsmo cui Stacanovìsta e Stacanovìstico in complanare con Stachanovìsmo, Stachanovìsta e Stachanovìstico; omologismi coniati dal nome del minatore russo A. Grigorevic Stachanov che nel 1935 raggiunse il primato per aver estratto da solo ben 102 tonnellate di carbone. Stachanovismo poi fu il movimento che nell’Unione Sovietica nacque quale stimolo per una crescente produzione. \ La Festa del 1° maggio o Festa del Lavoro non è affatto prerogativa della sinistra lavoratrice; il nazismo l’aveva adottata organizzando delle solenni parate.\ I prefissati Collaboràre (CUM associativo) cui Collaborativo, Collaboratòre, Collaboraziòne questo con Collaboraionìsmo e Collaborazionìsta, l’ellittico Còlf che vale “collaboratrice familiare”, Elaboràre (EX fuori) cui Elaboratòre, Elaboraziòne nel senso di “prima del lavoro”, insomma al di fuori della realizzazione pratica, con l’iterativo Rielaboràre cui Rielaboraziòne. Il termine Lavoro è sovente in locuzione con Còttimo, Lavoro a cottimo, dal lat medv COTTIMUS quale? già class QUOTUMUS svoltosi in sostantivo con valore quantitativo, cui Cottimàle e Cottimìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). Dall’ar DAR SINA’A casa del lavoro, il genovese ha tratto il calco Dàrsena e il veneziano Arsenàle, termini adottati in ital, cui Arsenalòtto. L’ingl conta WORK lavoro cui i glb Workaholic “maniaco del lavoro” col suff AHOLIC che si traduce nell’ital 178 MANE di Mania, Workshop, Worksong da Work song, Workstation “postazione di lavoro” con STATION postazione, Working poor “lavoratore a competenze basse” con POOR povero, Work in progress “lavoro in corsoin progressione”, Work music Labirìnto, con la variante Laberìnto, discende invece da un preellenico LABYRINTHOS, da tema med LABUR, praticamente rimasto indenne durante i passaggi gr-lat-ital, cui Labirìntici “Ordine di pesci teleòstei”, Labirìntico, Labirintifòrme, Labirintìte con i patologici Labirintopatìa o Labirintòsi (relativo al Labirinto organico in sede dell’orecchio), ma appare vrs una relazione etim tra il tema med LABUR di Labirinto e la rad LAB di Lavoro, associando il termine alla fatica per uscirne; tesi avvalorata dall’associare il termine LABUR a un etim che significherebbe “ascia”, questo strumento di lavoro (LAB). Il perché di tale associazione deriverebbe dalla decorazioni parietali a forma d’ascia all’interno del labirinto storico. Snm di Labirinto è Dèdalo, termine che ricorda Dèdalo, il costruttore di un mitologico labirinto. Pertanto esistono in complanare gli aggettivi Labirìnteo e Dedàleo. \ Dèdalo, insieme al figlioletto Icaro, riuscì ad evadere dall’inestricabile labirinto di Creta, ivi rinchiuso dal committente re Minosse, perchè non ne costruisse di simili. Dedalo è anche ricordato come il primo aviatore dell’umanità, per essere riuscito a decollare dal labirinto con ali di cera da lui stesso ideate. Icaro, entusiasta dell’avventura, si avvicinò troppo al sole, nonostante gli avvertimenti paterni, e precipitò con le ali liquefatte. La metaf del progresso degli uomini, che si consolida col sacrificio dei primi. Dedalo, però, era un inventore senza troppi scrupoli: accontentò la regina Paifae follemente innamorata di un toro e le costruì una sagoma di similvacca con la quale lei si camuffò per sedurre l’animale; dall’amplesso nacque il terrificante Minotauro, divoratore di fanciulli, che finì ucciso dall’eroico Teseo. L’allegoria della lussuria e della corruzione in cui si ritrovano tutti i regimi alla loro decadenza. Nel 1961, lo storico astronauta sovietico Yuri Gagarin fu soprannominato Icaro redivivo, appunto perché, diversamente dal personaggio mitologico, tornò sano e salvo sulla terra “dopo essersi avvicinato al sole”. \\ \ Cultura eterogenea sinonimo d’italianità Entro i confini nazionali sussistono minoranze alloglotte per lo più bilingui, in competizione con la lingua ufficiale italiana. La Costituzione italiana, all’articolo 6 recita che la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. La Legge 482 del 1999 elenca le minoranze linguistiche degne di tutela. Lingua tedesca È la lingua da Salorno al Brennero, di Luserna e dei Mòcheni 1 nel Trentino, di Val Canale, Sauris e Timau (Udine), di Sappada (Belluno), di Gressoney, Issime e Gabi (Aosta), di Alagna, Rima San Giuseppe e Rimella (Vercelli), di Macugnaga e della Val Formazza (Novara). Nella valle di Gressoney - a Gressoney-la-Trinité, Saint-Jean e a Issime sopravvive la particolare parlata alto-tedesca, irrigidita dal 1200, propria di popolazioni vallesane (walser), che s’erano stanziate a sud del gruppo del Monte Rosa in epoca tardo-medievale, tradizionalmente dediti alla pastorizia ed artigianato. C’è da sottolineare una specifica lingua-dialetto, quelle dei Cimbri, dal lat CIMBRUM, d’origine germanica dello Jutland, parlata da alcune comunità nelle valli del Trentino, nell’altopiano di Asiago, tra i 179 Monti Lessini e nel Veronese. Lingua francese I dialetti locali sono di natura franc-prvz, e si parlano anche in Val Soana e nella Valle di Lanzo. I dialetti valdostani sono simili ai dialetti transalpini della Savoia, del Delfinato, della regione di Lione e della Svizzera romanda con i quali costituiscono appunto il raggruppamento franc-prvz. Dialetti o parlate prvz, che ritroviamo in Val Pellice ed in altre località italiane - piemontesi - che transigono con quelle francesi. La lingua di cultura per i Valdostani è però il francese, che il loro statuto autonomo ha parificato alla lingua italiana. A Faeto e a Celle San Vito (Foggia) si parla tuttora un dialetto di tipo franc-prvz, derivato da un nucleo di circa 200 soldati stanziatosi al tempo di Carlo I d’Angiò; alcune tracce sopravvivono nel circondario, ad Ariano Irpino, Montaguto, Monteleone di Puglia, a sud e a Castelluccio Valmaggiore, San Bartolomeo in Galdo, Volturara Áppula. a nord. Lingua slovena e serbo-croata Sopravvive in Val di Resia (Udine), nell’Alto Isonzo e nel Goriziano. Una contenuta comunità di lingua serbo-croata si trova nel Molisano. Lingua albanese detta Arbëresh Abruzzo, Molise, Calabria (Spezzano Albanese, Piana degli Albanesi) e Sicilia; tracce sopravvivono nel nord della Capitanata e sui monti della Daunia; alcune colonie si trovano nel tarantino nei comuni di Faggiano, Roccaforzata, Monteparano, San Giorgio Ionico e San Marzano. Lingua greca detta Grìca Nel Salento da I Comuni dell’Unione della Grecia Salentina quali Calimera, Carpignano, Castrignano, Corigliano, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino, eppoi in alcuni comuni in provincia di Reggio di Calabria. Lingua catalana Alghero in Sardegna. Al Sud vivono 100mila Albanesi fin dal '500, cosiddetti Arbësh. In Sardegna, ad Alghero, 18mila Catalani dal 1354. Tra Aosta e Torino, 90mila Franco-provenzali, la cui lingua discende da quella francese, ufficiale dei Savoia; gli Occitani (gli eredi della lingua d’Oc) tra le valli del Piemonte ai confini con la Francia e la Liguria, sono 180mila e questi ultimi due dal Medioevo. Sui confini con l’Ex Jugoslavia, circa 80mila Sloveni, in emigrazione fin dal VII sec. Nel Molise, 2600 Croati, dal '400 a seguito dell’invasione turca. In Puglia e Calabria, 20mila Grecanici, che s’esprimono in grico e in romaico, i quali hanno addirittura fondato alcuni paesi (Sternatia, Calimera...), giunti 2600 anni addietro. Nella Carnia, 39mila tra Carnici e Carinziani. Fra Trentino e Veneto 55mila Ladini, i diretti discendenti di Roma fin dal 15 aC. E poi, 1000 carinziani nel Friuli, 2230 cimbri sull’altopiano d’Asiago e nel veronese dal XII sec, 10mila corsi alla Maddalena, 15mila ebrei a Roma dal 70 dC, 526mila i friulani tra Udine, Gorizia e Pordenone il cui idioma incominciò ad attestarsi con la dominazione romana da XVI sec; in alcuni centri siciliani e della Basilicata s’incontrano i gallo-italici mentre in Puglia e in Calabria 340 gli occitani del gruppo gallo-romanzo; ancora, 1900 mòcheni (tedesco medioevale) in Trentino, 8500 tabarchini in Sardegna (parlata ligure ereditata dalla lingua di Nueva Tabarca in Spagna), 287mila tirolesi nell’Alto Adige, 2000 walser 180 in Val d’Aosta e Piemonte dal XII sec, infine, manush, turchi, armeni... tendenze artistiche e culturali, comportamenti tradizionali, abitudini sociali, ereditati dai greci, dagli albanesi, dagli arabi, spagnoli, francesi, austriaci, e non è finita. Oltre a questi popoli stanziatisi storicamente, il fenomeno di un biblico esodo di gente extracomunitaria (fuori della comunità europea), rifugiatasi nella penisola per fame, per rivoluzioni intestine, per guerra, ha incrementato notevolmente la presenza straniera. Nell'ultimo anno del II Millennio, si contano ancora Albanesi che vanno dagli 11728 in Puglia ai 465 del Molise, Marocchini dai 27033 della Lombardia ai 275 del Molise, Tunisini dai 15306 della Sicilia ai 194 della Basilicata, 1441 Egiziani in Lombardia, 8760 Cinesi della Repubblica Popolare in Toscana, 10757 cittadini della Jugoslavia nel Veneto e 5734 nel Friuli, dove ancora sono insediati 4547 Croati, 1559 Macedoni nelle Marche, tutti in aggiunta ai vari Polacchi, Filippini, Nigeriani, Indiani... Dati indicativi storici in costante evoluzione e che non tengono conto di tantissimi soggiornanti stranieri, i quali, da una elaborazione Caritas, a tutto il 2001 risulterebbero 1.362.630, in calo rispetto all’anno precedente \1.388.153\ così distribuiti: [I dati del 2004, comunque, farebbero risalire la presenza dei soggiornanti intorno ai due milioni] Nord 761.298 - Centro 422.483 - Sud 143.121 - Isole 61.251 e che vanno dai 158.094 marocchini ai 16.895 iraniani, passando dai 46.494 tunisini, non considerando i clandestini. Gli sbarcati dagli USA, anche questi extracomunitari, ammonterebbero a 43.650, più di pakistani e nigeriani messi insieme, ma nessuno si pone il problema dell’emigrazione americana che sottrae lavoro agli italiani, visto come un libero scambio con i nostri espatriati oltreoceano. All’1 gennaio 2009 il dato ufficiale degli stranieri residenti in Italia è di 3.891.295, il 13% in più rispetto al 2008 e 860mila sono i minori alla fine del 2009. La statistica resa nota in aprile 2012, esito del censimento, segna invece 3.769.518 stranieri residenti, i quali occupano l’Emilia Romagna con il 12,4 % della popolazione e la Lombardia con l’11,8 seguiti dal Veneto. Da una statistica stilata dalla coalizione al governo, la mappa dei clandestini segna 20.455 presenze nel 2007 con un decremento del 7% rispetto all’anno prima, 36.951 nel 2008 con un incremento dell’81%, 9.573 nel 2009 con un calo del 74%. Nel biennio 2008-209 sono stati rimpatriati 42.595 clandestini. 1 Mòcheni deriva dal ted MACHEN fare, poiché il termine pare sia stato storicamente assegnato a coloni, lavoratori. radunati dai feudatari di Pergine nel XIII secolo, per popolare e rendere produttiva una regione scarsamente antropizzata. \ Illiri Illiri, popolazione di lingua indeuropea stanziatasi nel versante adriatico della penisola balcanica, cui Illiria, introdottasi in Grecia e in Italia. Nel contesto, Adriàtico è dal lat HADRIATICUS della città di Adria, cui Adrìaco, Adriàno, l’onomastico Adriano. Secondo fonti mitologiche, fu Dauno che, alla guida di un esercito illirico, assieme ai fratelli Iapige e Peucezio, sbarcò sulle coste garganiche, invase l’attuale Puglia, toponimo regionale da APULIA il territorio degli Apuliàpuli, e la divise in tre regni, Daunia, Messapia (popolazione preesistente e 181 in subordine) e Peucezia, ribattezzando il territorio Paese degli Iapigi, in memoria o al merito di Iapigio, il quarto fratello che aveva già toccato queste terre. Dauno è considerato il padre di quel Turno che sarebbe accorso in appoggio al re Latino aggredito dal brigantaggio dei troiani capeggiati da Enea; insomma è un’ennesima allegoria della colonizzazione e delle tappe di una genesi linguistica indoeur. Stando a fonti meno fantasiose, i Messapi, il popolo che occupava la penisola salentina protesa nel mare Ionio, avrebbero imposto (indipendentemente dall’origine dei suoi abitanti) il nome di Peucezia, da una rad indoeur PEUKOS pino o abete, al territorio cisofantino, vale a dire che, dai confini nord-occidentali delle loro contrade, si estendeva sino a specchiarsi sulla destra Ofanto (AUFIDUS), il cui corso discende dagli Appennini per sfociare in Adriatico tra le attuali cittadine di Margherita di Savoia e Barletta, transitando in agro Canosa. Margherita, con le sue saline, è l’omologa moderna dell’antica Salapia (Salpi), di ceppo illirico SAL APA acqua salsa (per rad AP, Ved Acqua Vino in Obiettivo…). Alla piana transofantina sormontata dal Gargano, avevano altresì assegnato il nome di Daunia, omologandolo dall’ant lemma messapico DAUNUS lupo, vrs dalla presenza di questi animali sul promontorio. La Daunia e la Peucezia costituivano l’Apulia, oggi Pùglia ma che si sarebbe estesa sino a comprendere tutto il territorio degli antichi messapi, la penisola salentina. La verità storica, come sempre, sta nel bel mezzo delle versioni. \ Guardare Vedere Dal progenitore rad WEG, cui il franc ant WARDON stare in guardia, l’ital ha coniato una serie di omologismi, quali Guardàre dal significato originale ancora semant attuale stare attento a… cui Guàrdia o Guàrda, Guardàbile, Guardamènto, Guardàta e Guardatùra “sguardo”, Guardatòre o Guardiàno dal got WARDIAN accr di WARD cui ancora Guardianàto, Guardanìa, Guardìna dalla locuzione Posto di guardia, Guardiòla “casotto per le guardie”, Guardìngo 1, Guàrdo “sguardo”, Guardòlo “termine da calzatura”, il pervertito Guardòn; i composti, talvolta in complanare con GUARDA e GUARDIA quali Guardabarrière, Guardabòschi con Guardia campestre e Guardapàrco o Guardiapàrco eppoi Guardacòste con Guardapèsca e Guardapòrto (anche “galleggiante”) tutti indicati con l’ipocoristico Guàrdia, Guardabuòi, Guardacàccia o Guardiacàccia, il termine meccanico Guardacànapo, Guardacàvo, Guardacènere, Guardaciùrma, Guardacòrpo, Guardadìghe, Guardafìli, Guardafuòco, il navale Guardalàto, Guardalìnee o Guardalìnee, Guardamàcchine, il termine meccanico Guardamàno, Guardanìdo o Guardanìdio snm di Nidiàndolo e Endice, la manopola Guardapàlma, i protettivi Guardapètto e Guardarèni questo “parte dell’armatura”, Guardapìnna “sorta di crostaceo” dei Decapodi, Guardapòrta con Guardaportòne, i cuscinetti nautici Guardareggitòri, Guardaròba con Guradarobière, Guardasàla, il ferroviario Guardascàmbi, Guardasigìlli già snm di Cancelliere ed oggi dell’ital Ministro di Grazia e Giustizia, Guardiaspàlle snm di Guardia del corpo o fig “Gorilla”, Guardaspiàggia, il marinaresco Guardastìva, Guardatèsta “sorta di rete”, Guardatràma “nel telaio”, Guardavìa “barriera di sicurezza nelle strade in costruzione”, eppoi 182 Guardiamarìna (il primo grado gerarchico della Marina Militare), il termine da calzolaio Guàrdolo “ un particolare a protezione delle suole”, la locuzione glb ingl Guard rail “protezione ai bordi delle strade” con RAIL barra, il limnonimo Lago di Garda cui il relativo Gardesàno (da WARDA sbarramento di guardia – connesso con il franc GARDO luogo chiuso) questo indicato con Lago Benaco in tempi latini cui il relativo Benacènse da BENACUS già BENNACUS ricco di promontori di genesi celtica; il lat BENNAM, infatti, indica una carretta a quattro ruote del tipo gallico, utilizzata su strade montuose cui il termine Bènna diffuso oggi in Toscana. Il percorso prosegue con i prefissati Ragguardàre (pref RAD) con Ragguardamènto, Riguardàre (pref RI iterativo) con Riguardamènto, Riguardànte, Riguardàta, Riguardàto, Riguardatòre, Ragguardèvole e Ragguardevolèzza, Riguàrdo, Riguardòso con Riguardosità, Salvaguardàre, Sguardàre con Sguardàta e il corrente Sguàrdo con Risguardàre (sovrapposizione di Riguardare e Sguardo) con Risguardèvole e Risguàrdo, Sogguardàre (pref SOB da SUB), Traguardàre con Traguàrdo (pref TRA attraverso). Traguardo è sportivamente il limite, questo in ingl GOAL cui l’omologismo adattato Gòl; dallo sp GOL si contano Goleàda o Goleàta, Goleàre e il glb Goleador su calco di Toreador, snm di Cannoniere e Marcatore. Nulla a che vedere con Gollìsta o Gaullìsta, questo con riferimento al generale francese Ch. De Gaulle (1890/1970) primo presidente della Quinta Repubblica. Ancora in percorso, il lemma Guarnìre, col prefissato in negativo Sguarnìre o Sguernìre, attestatosi fig nel generico preparare dal franc WARNJAN avvertire il pericolo e tenersi pronti, con Guarnàcca e Guarnèllo (questo un inc Guarnacca-Gonnella, era l’indumento cinquecentesco della donna incinta) attraverso il prvz GUARNACHA, Guarnitòre, Guarnitùra, Guarnigiòne e Guarniziòne. In connessione si ha infine Guarìre, o un desueto Guerìre, questo dal long-franc WARJAN tenere lontano- mettere riparo-difendere, in got WARJA difesa, cui Guaribilità, Guarigiòne, i desueti Guerigiòne con Guarimènto e Guerimènto, ancora Guaritòre e, nell’onomastica, Alvaro che col pref got ALA del tutto e WARJA sta per che si difende da tutti (i nemici). Snm di Guarnire, l’ital conta l’omologismo prefissato Addobbàre con Addòbbo e Raddobbàre con Raddòbbo in senso fig e sempre dal franc ADOBER armare questo svoltosi da un ant DUBBAN colpire sulla spalla (quale investitura). Dal rad WEID, cui il gr IDEIN vedere e il lat VIDERE, l’ital conta Vedère con Vedènte, Vedètta “luogo eminente-in risalto” poi estesosi nell’individuo posto in vedetta, questo inc col ptg VELETA, il glb franc Vedette nel senso di “messo in risalto”, Veditòre “spettatore”, Vedùta con Vedutìsmo e Vedutìsta (relativo all’arte pittorica di edifici e paesaggi), il Pp aggettivato Vedùto con un ant Vìso, il percorso dell’astratto VISUS aspetto da VIDERE cui Vìso “faccia” con i dim Visètto e Visùccio, eppoi Visìvo, Visìbile e Invisìbile (IN privativo) da VISIBILIS un aggettivato dal passivo di VIDERE, Visibìlio questo dal lat eccl VISIBILIUM OMNIUM ET 183 INVISIBILIUM tutte le cose visibili ed invisibili, Visièra questo esot dal franc VISIERE da VIS viso, Visiòne “osservazione accurata” dal nome d’azione VISIO derivato dal Pp VISUS cui Visionàre, Visionarietà e Visionàrio, Visòre con il composto Retrovisòre, Visuàle, il glb ingl Visualizer “visualizzatore”, Visualizzàre con Visualizzàbile, Visualizzatòre e Visualizzaziòne, Visùra e l’inv dal lat Vìsus (termine medico); da VISITARE iterativo di VISERE, a sua volta desiderativo di VIDERE, l’ital conta Vìsita, Visitàre, Visitatòre, Visitaziòne. Il percorso continua con Vìsta col Pp e sostantivo Vìsto (omn di Visto da Vivere) cui Vistàre, il glb ingl Vistavìsion “tecnica cinematografica”, Vistòso dal Pp volg VISITUS con Vistosamènte e Vistosità, e Svìsta (S sottrattivo) che nella locuzione Prendere una svista sta per “avere frainteso l’informazione”. Nella verità semant, spesso erroneamente tradotto quale snm di Guardare, Vedere sta per avere imparato da, insomma indica un’immagine dalla quale si trae un’informazione: “ho visto uno spettacolo straordinario”; il “non vedente”, pertanto, è colui che non può trarre informazioni mediante il senso della vista. Il percorso continua con i prefissati quali Avvedère e Avvedùto (pref AD), Evidènte con Evidènza o Evidènzia, Evidenziàre con Evidenziàbile, Evidenziatòre (pref EX), Improvvìso da IMPROVISUM (IN privativo e Pp PROVISUS di VIDERE) col denm Improvvisàre cui Improvvisàta fem di Improvvisàto, Improvvisatòre, Improvvisaziòne o Improvvisamènto, Improvvisamènte, Intervìsta ed Intervistàre e Intervistatòre su calco del franc ENTREVUE cui l’ingl INTERVIEW colloquio dal vivo (nel vedersi), Intravedère con Intravìsto. Invidò-ìnvido, cui Invìdia (Ved Gelo…), Invidiòso e Invìso dal lat INVISUS odioso (IN illativo). Prevedère (PRAE prima VIDERE) con Prevedìbile, Previsiòne, Prevìsto ed Imprevìsto (IN privativo). Provedère o meglio Provvedère (PRO a favore VIDERE) con Provvedigiòne, Provvedimènto o Provedimènto, Provveditòre o Proveditòre con Provveditoràto, Provveditorìa, Provvedùto o Provedàùto, Provvidènte o Providènte (Pp PROVIDENS) con Provvidènza o Provedènza con Providènza, Providènzia, Provvedènza e Provvidènzia con Provvidenziàle, Provvidenzialìsmo con Provvidenzialìsta e Provvidenzialità, eppoi Pròvvido o Pròvido da PROVIDUS e Impròvvido, Provvigiòne o Provigiòne Provisiòne o ancora Provvisiòne con Provvisionàle da PRIVISIO PROVISIONIS, Provvisòre o Provisòre, Provvisòrio dal medv PROVISORIUS con Provvisorièta svoltosi in “provigione temporanea”, infine Provvìsta e Provvìsto con un Improvvìsto (IN negativo) snm di Sprovveduto, Sprovvedere (S sottrattivo) con Sprovvedùto. Prudènte questo dalla contrazione del Ppres PROVIDENS in PRUDENS 2 cui PRUDENTIA tradotto in Prudènza, con Prudenziàle e il prefissato in opposizioone (IN negativo) Imprudènte con Imprudènza, da non equivocare con il percorso di Prudere da PRURIRE; dalla composizione franc PREUDEFEMME donna prudente, l’tal adotta il glb Prude “puritano” con Pruderie in connessione con Prode. Ravvedère e Ravvedimènto (RI moto inverso e Avvedere). Revisiòne con Revisionàre, Revisionìsmo, Revisionìsta, Revisionìstico e Revisòre, eppoi Rivedère con Rivedìbile e Rivedibilità, Rivedùta e Rivedùto, Rivìsto e Rivìsta (RE RI iterativo). Revisione e Riveduta, 184 Revisionare e Rivedere, sono etim snm, ma il primo sottintende nello specifico “tornare a controllare-esaminare-visitare” ai fini di una efficienza e di un giusto procedimento, a scanso di errori, per un buon adattamento… il secondo genericamente “tornare a vedere”. Col pref TRANS adattato, infine, Travisamènto e Travisàre con un intensivo Stravisàre, Travedère con Intravedere o Intravvedère, Stravedère (STRA superlativo).Travisare, composto con Viso “faccia-capo”, vale “alterare il viso” pertanto può essere considerata una forzatura, una non purezza linguistica, ove utilizzato col valore di “travestirsi”; il termine però ha assunto via via il valore di “vista, sguardo, aspetto…” Vidimàre, infine, è tratto dalla formula verbale VIDIMUS abbiamo visto, un’annotazione di cancelleria sui documenti già esaminati, donde Vidimaziòne. La locuzione DEJA VU è l’esot dal franc che vale Già visto, ma in dimensione psicologica ove non addirittura parapsicologica. Eppoi Antivedère (pref ANTI “prima”), Divedère (prefisso DI intensivo) esclusivamente nella locuzione Dare a divedere, la composizione Belvedère con Controbelvedère. Attraverso il franc VOIR vedere, connesso alla rad indoeur WEID, si conta il glb (morboso) Voyeur con gli omologismi Voyeurìsmo da VOYEURISME e Voyeurìstico. Da IDEIN vedere, sempre di rad WEID, il gr conta EIDOS quadro-aspetto nel senso di ampia composizione (a tutto campo), donde EIDYLLION, il lat IDILLIUM e l’ital Idìllio con Idillìaco o Idìllico, connesso con EIDOLON simulacro in ital Idolo-ìdolo. Dal tema IDEIN vedere, il gr conta ancora IDEA svoltosi inv in ital Idèa cui il denm Ideàre con Ideàle cui Idealità, Idealìsmo, Idealeggiàre, Idealìsta, Idealìstico, Idealizzàre cui Idealizzaziòne, Idealmènte, il composto di terminologia sociologica Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS, eppoi Ideatìvo, Ideatòrio, Ideatòre, Ideatòrio, Ideaziòne; il pref IDEO per composizioni quali Ideocrazìa con Ideocratìsmo, Ideòforo, Ideografìa con Ideogràfico, Ideogràmma (scrittura che non ha valore di fonemi, ma di idee, d’immagini) cui Ideogrammàtico, Ideologìa con Ideològico, Ideologìsmo, Ideologìsta, Ideologizzàre, Ideologizzàto, Ideologizzaziòne e Ideòlogo.Fuori percorso Idèo questo relativo all’oronimo Ida a Creta. Ideofobìa indica paura delle idee (altrui). Dalla rad WEID vedere connessa più anticamente con la rad SEK cui il lat SECERE-SECARE tagliare nel senso di distinguere (Ved Roncare… in Inciso…), il passaggio all’interpretazione di sapere e conoscere non può essere stato affatto macchinoso, donde il lat SCIRE sapere svoltosi nel percorso ital Scìre “sapere” con Scìbile da SCIBILIS, Sciènte dal sostantivo SCIENS SCIENTIS, Scientìfico, Sciènza e Scienziàto da SCIENTIA; eppoi Scitamìnee (Ordine botanico) attraverso il lat SCITAMENTA leccornie. la locuzione glb ing WFS vale l’acronimo di WORLD FEDERATION OF SCIENTISTS “Federazione mondiale degli scienziati” nel cui convegno del 24 agosto 2008 a Erice in Sicilia, di 120 scienziati, presieduto dal fisico ital Antonino Zichichi (Trapani 1929), sono stati trattati la crisi energetica, le malattie climatiche, la climatologia e il controllo del pianeta. 185 Il percorso prosegue con i prefissati Ascitìzio da AD SCITICIUS tratto da ADSCITUM Pp di ADSCISCERE, questo incoativo del prefissato ADSCIRE adottare da SCIRE sapere con pref SCI intensivo; ancora Insciènte con Insciènza da INSCIENS e Inscio-ìnscio da INSCIUS che col pref IN negativo valgono “ non sapere”, così come Nèsci e Nèscio tratto dalla terza persona sing del presente indicativo lat NESCIT del verbo NESCIRE non sapere letteralmente NE non SCIRE sapere, cui Nesciènte dal Ppres con Nesciènza, infine Prescìre da PRAESCIRE cui Presciènza da PRAESCIENTIA. Il percorso prefissato conta ancora Metasciènza (suff gr META dopo), Neurosciènza (col gr NEURON nervo) “relativo al sistema nervoso”, Pseudosciènza (col gr PSEUDES falso) con Pseudoscientìfico. Il lemma Scientologìa “ricerca o studio della conoscenza” è dall’ingl SCIENTOLOGY il quale termine s’è ormai glb, sostituendosi al primo, e indica un movimento religioso fondato negli anni ’40 da L. Ron Hubbard, scrittore di fantasciènza. Da non equivocare con l’omn Gardìngo “dignitario di corte” omologismo adattato da voce franc GARDO luogo chiuso in connessione con Giardino. Il suff aggettivante INGO è d’origine long, come in Solìngo da Solo, questo dal lat SOLUS termine aggettivato dal pref separativo SE svoltosi in SO. L’ital conta un secondo, omn, suff INGO aggettivante per sostantivi, vrs tratto dal primo, per termini quale Ramingo da Ramo, ma anche sostantivante per aggettivi come Casalingo da un Casalino “di casa”. Il termine numero-articolo Uno-ùno, con il tronco *Un, dal lat UNUM, della locuzione Uno solo, invece, ha una propria rad in OINO, cui Niùno con la variante Ignùno e l’aferetico Gnùno dal lat NE UNUS, *No da *NON già lat NOENUM da NE OINOM non uno. Uno lo si ritrova in composizioni quali Alcùno dal lat ALICUNUM già ALIQUIS UNUS dove ALIQUIS nasce da ALIUS altro, questo già gr ALLOS altro, e in composizione Alcunché; Alcuno quale pronome è solo variabile nel genere al plur “Alcuni vennero…Alcune andarono”, al sing è sostituito da Qualcuno “Qualcuno venne… Qualcuno andò…) e nelle frasi negative è da sostituire con Nessuno “ Non venne nessuno…”. Ancora, in Certùno con Certo dal lat CERTUS, Ciaschedùno o l’ellittico Ciascùno dal lat volg CISQUE (class QUISQUE) UNUS, Cadaùno o l’ellittico Catùno col pref rafforzativo CA da CATA (gr KATA), Nessùno o Nissùno ellittico dal lat NE IPSE UNO neppure uno, il quale (così come Niente e Nulla) dovrà essere preceduto dalla negazione “Non” se segue il verbo, ad esempio “Non amo nessuno”, ove invece lo preceda non occorre la negazione come in “Nessuno mi vuole”. Eppoi Qualchedùno o l’ellittico Qualcùno da Quale che (sia) uno. In connessione indoeur rintracciamo la rad OINO nell’ingl ONE, franc UN, ted EINER; in area glb, dall’ingl, si ha in locuzione One man band “banda con un solo musicista” ossia “solista a più strumenti” e One man show “spettacolo con un solo artista”.. 2 Frase tipo “Il provvidente deve essere prudente” è pertanto etim pleonastico, se non scorretto, ma l’attestazione semantica l’ha resa del tutto regolare; anzi, Provvidente e Prudente si ritroverebbero in odore d’enantiosemia. 1 OBLIO OBLITERARE OBLIQUO OBLIO Oblìo o Obblìo è il devb da Obliàre o Obbliàre (ob-liare), attraverso il franc OBLIER, d’origine lat volg OBLITARE già class 186 OBLIVISCI dimenticare cui il Pp OBLITUS, prefissato OB (pref OB Ved Obiettivo...), cui Obliàbile e Obliànza. La traduzione originaria è allora raschiare via, pertanto, semant dimenticare (raschiare via dalla memoria). L’aggettivo è Obliòso o Obbliòso, poeticamente Oblìto, e le forme Obliviòne o Obbliviòne e Obliviòso o Obbliviòso. Il progenitore di -liare è la rad LEI fregare che ricompare nel lat in LEVIS liscio, metaf Liève, con un desueto Lève donde Levèzza e Levità, da LEVEM, cui Linimènto l’ungere da LINIMEN unguento e Levigàre inv dal lat LEVIGARE con Levigatèzza, Levigatòre, Levigatùra, Levigaziòne; il percorso prosegue col prefissato Alleviàre cui Alleviamènto e Alleviatòre, inv dal lat ALLEVIARE con una variante in Allibàre dal lat tardo ALIBIARE cui Allìbo questo con l’aferetico Lìbo snm di Alleggio cui Libàre omn di Libare “versare”. Fuori percorso Leviatàn italianizzato Leviatàno, dal lat LEVIATHAN già ebr LIWYATHAN animale sinuoso, il cui termine ital vale fig “macchina per sgrassare la lana”. Snm di Levigare (adottato dal XVIII sec) è Smerigliàre (già dal XVI sec) con Smerigliatùra ispirato al termine Smerìglio “minerale granulare” dal gbz SMERILION già class SMIRYS. Termini omonimi, Smerìglio dal franc ant ESMERIL un falco e Smerìglio dal gr SMARIS uno squalo; vrs intreccio di connessioni fig. Levigare è ancora un snm di Raspàre (questo ancora prima, dal XIV sec) denm di Ràspa “attrezzo” (omn di Raspa “ballo”) omologismo dal long RASPON con Raspatòio, Raspatùra, Raspìno, Raspìo “il relativo rumore”, Raspòso “ruvido”, il fig Ràspo (grappolo privo di acini) con Raspòllo, Raspollamènto, Raspollàre e Raspollatùra, l’ancora fig Rasperèlla (botanica) snm di Equiseto. Raspo ha un snm in Ràppa sempre da RASPON ma attraverso il franc RAPE in riferimento però a cime di finocchio, rosmarino e altre piante. Rappa, infine ha un desueto omn Rappa inv dal got RAPPA con valore di Ruga, cui un Rappèlla. Tornando alle composizioni di OB verso, con LATUS (Pp lat di FERRE portare) è nato Oblàto (Pp di Offrire), semant assunto in seno alla chiesa quale uomo che si offre, che dedica la sua vita a Dio cui i derivati Oblatìvo, Oblàto, Oblatòre (chi fa un’offerta), Oblatòrio, Oblaziòne (l’offerta) con Oblazionàre, Oblazionàbile, Oblazionàrio. Obolo-òbolo, dal lat OBULUS - attinto al gr OBOLOS moneta ateniese - è oggi un’offerta quasi dovuta in denaro, per lo più sempre formale o simbolica. 187 Termini fuori percorso Oblò, che è l’omologismo dal franc riscritto assonante alla loro pron di HUBLOT questo fig da un precedente HUVELOT di HUVE berretto (tondo come un basco); eppoi Oblomovìsmo, termine antropologico adottato dal 1931 che indica una istintiva tendenza dell’individuo alla remissività dopo secoli di schiavitù della gleba, relativo al nome del protagonista Oblomov dell’omn romanzo del russo I. A. Goncarov (1812/1891). Il termine indica anche tutti quegli scrittori russi della seconda metà dell’Ottocento, che nutrivano sentimenti indolenti verso la piccola borghesia \ Un certo Oblomovismo antropologico di casa italiana può essere identificato tra i veneti attraverso il loro “comandi!”, che riemerge da un passato di estrema miseria dedito al servizio di padroni, oggi in via d’estinzione merito di un’encomiabile riconquista della dignità sociale, culturale ed economica, attraverso le sofferenze emigratorie. / OBLITERARE Obliteràre, dal lat OBLITERARE, composto con OB e LITTERA, pertanto togliere la lettera. Oggi, invece di togliere, tramite lo sforacchiare o lo strappare per annullare la validità, si aggiungono altre lettere (data) mediante il marchingegno automatico ed è un esempio di come un lemma, pur mantenendo la propria etim, si sia svolto in contrapposizione al significato originale (fenomeno dell’Enantiosemìa). Obliterare vale semant annullare o cancellare, suoi derivati Obliterànte, Obliteratòre e Obliteratrìce, Obliteraziòne. \ Allitterazione Cancellazione Allitteràre con Allitteraziòne, col pref AD dal lat AD LITTERAM lettera aggiunta, se non fosse oggi semant un termine linguistico-musicale, sarebbe forse il più appropriato a sostituire il desueto Obliterare con Obliterazione. L’Allitterazione retorica accade quando gli stessi fonemi si ripetono all’inizio o in seno a due o più parole non essenzialmente affiancate, ma per sottolineandone il rapporto, talvolta ai fini di un’armonia imitativa dei suoni naturali \...\ sibilante e passata la saetta \...\ (SA) Cancellàre o il volg Scancellòre cui Cacellàbile e Scancellàbile, Cancellerìa o Cancellarìa, Cancellamènto, Cancellatòre, Cancellatàùra, Cancellaziòne, il dim Cancellìno snm di Cassìno, dal lat CANCELLARE, intendeva effettivamente coprire con una graticciata; la metaforizzazione poi si è attestata semant, cui Cancellière o Cancellàrio (che era il custode dei cancelli) con Cancellieràto e i relativi Cancellerèsca e Cancellerèsco, eppoi Cancellàta e Cancellètto da Cancèllo, quest'ultimo dal lat CANCELLI (solo plur) dim di CANCRI graticci assimilato a CANCER granchio-cancro, cui la forma CARCER pigione in origine le sbarre del circo, cui Càrcere col denm Carceràre, Carceràrio, Carceraziòne, Carcerière, il fig chimico Carcerànte, i prefissati Incarceràre (IN illativo), Decarceràre che col pref DE di negazione s’è svolto “imporre una pena alternativa”, Scarceràre (S sottrattivo) con Scarceramènto e Scarceraziòne. 188 Snm di Cancellare è Abolìre dal lat ABOLERE cui Abolitìvo, Abolitòre, Aboliziòne con Abolizionìsmo, Abolizionìsta e Abolizionìstico, vrs connesso con la rad BELO(M) forza nel significato di “valenza”. OBLIQUO Dal lat OBLIQUUS indiretto, il termine Oblìquo (già Obblìquo) è la composizione OB-LIQ, presumibilmente, quest’ultimo, da LINQUERE tralasciare, con rad LEIK lasciare cui il gr LEIPO io lascio. Pochi i derivati: Obliquàre, Obliquamènte, Obliquità. Letteralmente, allora, contro lasciare ovvero obliquare. Altro derivato è Bièco, snm di Torvo, una sorta d’ellittico da OBLIQUUS, cui il pref Sbièco (S intensivo) con Sbiecàre e la locuzione Di sbieco o Per sbieco. Il lat conta uno specifico LIMULUM obliquo cui Limùlo questo un artropode marino dei Merostomi. Attraverso il franc BIAIS obliquo, dalla locuzione TAILLER EN BISEAU tagliare in obliquo, l’ital conta un desueto omologismo Beziòli “occhiali per strabici”. Il verbo LINQUERE è l’origine del termine Lìmpido lasciato sedimentare, questo inc con un indoeur LUMPA acqua, cui il lat LYMPHA svoltosi nell’ital Lìnfa con Linfàtico, Linfòma, il composto Linfonòdo. Il lat tardo aveva tratto SCLIMBUS obliquo dal got SLIMBS, svoltosi nell’ital Sghèmbo con Sghimbèscio, questo un inc con Sghembo e Rovescio. Tornando al percorso LINQUERE, l’ital conta Derelìtto, Dereliziòne (doppio pref DE sottrattivo e RE d’inversione con LINQUERE) e Relìtto Pp di RE LINQUERE. Il Mar Caspio è fig indicato con Lago Relitto. Con il pref DE sottrattivo, ci ha portato Delinquènza, Delinquenziàle, Delìnquere, Delinquènte che si sottrae al dovere, alle leggi, Delìtto questo dal Pp DELICTUM, Delìquio… e DELIQUIUM SOLIS ovvero Eclisse. \ Nel 2007, in Italia, i delitti sono aumentati dell’8% pari a 2.933.000, incudendo estorsioni, sequestri di persona, truffe e frodi informatiche, cristallizzando l’entità degli omicidi e dei suicidi.\ Una connessione dovrebbe esserci col gr LOXOS obliquo, cui Lossàrtro, Lossodromìa o Lossòdromia (linea che collega due punti terrestri tagliando i meridiani con lo stesso angolo, pratica utilizzata nelle rotte aeree e navali), Lossopsìa. Esiste la forma verbale poetica Relìnquere tralasciare, abbandonare adottata da Dante, già lat RELINQUERE col pref RE senso inverso, stesso significato, cui Relìquia. \ ROMA RELINQUENDA EST Roma è da abbandonare è stato il patetico pianto di Ovidio Nasone Publio, nato a Sulmona il 43 aC, costretto in esilio a Tomi (Costanza) sul Mar Nero, dove sarebbe deceduto (data incerta dall’8 al 17 dC) mentre i suoi libri erano mandati al rogo come immorali. Sposato per tre volte, conduceva vita mondana 189 alla corte di Augusto, ma ebbe il tempo di scrivere opere rimaste immortali: Arte Amatoria, Metamorfosi, Fasti... Sodale del circolo letterario di Messalla Corvino, in breve tempo primeggiò negli ambienti intellettuali e si conquistò una fama popolare, più che altro per un espressionismo erotico. La ragione del suo irreversibile esilio, o meglio la natura dello scandalo di corte (di regime), è rimasta ignota. Ovidio è un esempio universale di poeta, artista in senso esteso, osannato dalla critica e dal pubblico contemporanei, grazie ad una “divinizzazione” sponsorizzata, ieri dal mecenatismo di corte, oggi da una fazione politica o consumistica. Sono rari questi artisti che riemergono nei posteri, esclusivamente perché ancora considerati di valore; altrimenti, ove accada, è perché riesumati per meri interessi di parte. Ovidio insegna che il mecenatismo, il partitismo, il consumismo, come innalzerebbero un artista alle glorie, così lo trascinerebbero all’oblìo (esilio metaforico). Durante il viaggio per Tomi, dolorosamente nel salpare da Brindisi, il capolinea della via consolare Appia, avrebbe composto i TRISTIA, cinque libri con cinquanta elegie, dove appare l’immortale lamento d’addio a Roma ed alla costa italica \...\ Roma relinquenda est: utraque iusta mora est \...\ Dal gr ELLEIPO, composto da EN e il verbo LEIPO io lascio, l’ital conta il termine geometrico Ellìsse, quello grammaticale Ellìssi, cui il relativo Ellìttico, che vale anche “sintesi”, e i composti quali Elissògrafo, Elissoidàle, Elissòide, tutti dal lat ELLIPSIS già gr ELLEIPSIS mancanza. Col cambio del pref gr EK, si ha infine EK LEIPO abbandono cui Eclìsse o Eclìssi con Eclìttica 1, Eclitticàle e Eclìttico, le locuzioni Eclisse solare, Eclisse lunare, entrambi Eclisse parziale e Eclisse totale, la forma antiquata Ecclìsse o Ecclìssi con Ecclìttica ed Ecclìttico. 1 L’Eclittica, dalla locuzione gr KYKLOS EKLEIPTKOS cerchio dell’eclissi indica in origine la traettoria circolare compiuta dal sole intorno alla terra; logicamente è puramente virtuale, d’ant eredità quando si credeva che fosse il sole a ruotare intorno al nostro pianeta. Oggi il termine Eclittica, giusto il piano dove avvengono le eclissi, è omologato nel definire correttamente il piano dell’orbita terrestre intorno al sole. \ Radicale LEIK Dalla rad LEIK s’è avviato un secondo percorso in LIQUERE-LIQUARE, cui Prolissità e Prolìsso da PROLIQUERE colare avanti, tutti dal Pp LIXUS, eppoi Liquàme (suff AME per collettivi) col composto Spandiliquàme, Liquàre, Liquefaziòne, Liquidàre, Liquidità, Lìquido, l’anatomico Lìquor con Liquoràle, Liquòre o il poetico Licòre dal lat LIQUOR con Liquorerìa, Liquorièro, Liquorìno, Liquorìsta, Liquorìstica e Liquoròso, la cui rad LEIK s’è svolta in LYK-LIQ, e, con i pref, Colliquàre e Colliquaziòne (Cum associativo), Dileguàre e Dilèguo con lenizione della q in g da DE LIQUARE. Liquirìzia, dell’Ordine delle Leguminose, con le varianti Liquerìzia o Liquorìzia, è dal gr GLYKYRRYHIZA composto da KLYKYS dolce e RHIZA radice, svoltosi nel lat LIQUIRITIA questo sovrapposto a LIQUOR; considerata afrodisiaca. Lisciva e Liscìvia dal lat LIXIVA o LIXIVIA da LIXA acqua bollita (per il bucato) con la variante Lascìvia, cui Lascivànza, Lascivèzza, Lasciviàre, Lascìvio o meglio Lascìvo, Lasciviòso, Lascivìre con l’opposto prefissato Illascivìre (IN illativo), Lascività, però attestatosi fig in “atto impudico”, è 190 nel percorso di Lessàre da ELIXARE con Lessàta, Lessatùra e Lèsso da ELIXUS (pref EX), Lisciàre conl prefissato Allisciàre (AD allativo) cui Allisciatòio e Lìscio, questo anche fig “sorta di ballo”, cui la locuzione Ballo liscio (per lo strusciare dei piedi), dal lat LIXIARE levigare già gr LISSOS liscio connesso co LEIKSAI aoristo di LEIKHO lambisco-lecco, cui Leccàre con Leccàrda e Leccàrdo “goloso” (suff ARDO), Leccàta snm di Linguata, Leccatùra, Lècco, Leccòne e Lecconerìa, Leccornìa questo un inc col tal volg GUTTURNIA, la locuzione Lecca lecca, i composti fig Leccapiàtti e Leccapièdi; eppoi, il lat LICHEN LICHENIS lichene, già gr LEIKHEN LEIKHENOS da LEILHO lambisco, e il percorso ital Lichène cui Lìchen “alterazione citanea”, Lichèni, Lichenificaziòne, Lichenìna, Lichenografìa, Lichenòide (suff OIDE “simile”), Lichenologìa, Lichenòso. In associazione rad appare Lecanòra (col gr HORA grazia) “sorta di Lichene” cui Lecanoràcee (la Famiglia botanica) connessi con il gr LEKANE bacinocatino cui il dim LEKANION tradotto nell’ital Lecànio donde i composti Lecanomanzìa con Lecanomànte “divinizzare osservando il fondo del catino contenente acqua ed olio con alcuni piccoli oggetti preziosi considerati magici”. Sorta di Licheni è Oricèllo dal lat URCEOLARIS inc con il lat AURUM oro. Direttamente dal gr LISSOS liscio l’ital conta Lìssa (omn di Lissa “muggine” e del termine medico Lìssa “rabbia” dal gr LYSSA rabbia) e il pref LISSO per composizioni quali Lissencèfalo “sorta di mammifero”.Con un suff italianizzato LEIO liscio l’ital conta il composto Leiomiosarcàma col gr MYS MYOS muscolo e Sarcoma. Connesso con il rad LEIK, attraverso il franc ALIS liscio, l’ital conta gli omologismi Alesàggio, Alesàre, Alesatòio, Alesatòre, Alesatùra e il composto Alesàmetro. Fuori percorso i termini Leibnizianèsimo e Leibniziàno relativi al filosofo GF. W Leibniz (1646/1716), Leishmanìa “protozoo parassita tropicale” cui la patologia Leishmaniòsi (suff medico OSI). \ Suffisso IERE D’età carolingia (Franchi), il suff IERE indicante il mestiere si ritrova in molti termini, quali Armière, Carrettière, Cocchiere, Mulattière, Panettière (franc PANETIER). ROSA ROSA ROSARIO ROSA Nel suo genere fem, Ròsa è il nome di un fiore, ereditato immutato dal lat ROSA d’origine preindoeur; lemma dunque d’area med, risalente al tema WRODYA stabilizzatasi nell’area gr WRHODON, RHODON, RHODEA - e iran, dilagando in Armenia. RHODEA isola greca e Rodi cittadina garganica, la prima abitata dai Rodièsi, la seconda dai Rodiàni. Dal tema ROSA, derivati, Rosàcee (la Famiglia) alla quale appartiene il Nèspolo con il frutto Nèspola dal lat MESPILUS cui il volg NESOPILUS già gr MESPILLON; 191 eppoi Rosàcea e Rosàceo, Rosàcee (la Famiglia), Rosàio, Rosèto (corretta accentazione roséto), la locuzione Acqua di rose, i fig Ròsa “cerchia ristretta” cui la locuzione, una tra tante, Rosa dei vincitori, eppoi i marinareschi Rosa della bussola, Rosa dei venti, Rosolàccio (papavero), Rosòne che indica la monofora circolare e radiale, visibile sulle facciate di chiese in stile romanico o got, e Rosètta che può indicare un gioiello, un panino, una rondella, una disposizione figurativa. Infine l’onomastico fem Rosa con Rosanna questo in composizione con Anna, che nulla ha del suo assonate Rossana, questo un onomastico tratto dal persiano ROSHEN lucente occidentalizzato tramite il lat ROXANES cui anche Rossella. Il conflitto tra le due famiglie York e Lancaster è passato nella storia come Guerra delle due rose, poiché entrambi avevano questo fiore quale marchio. Fuori percorso Rosolàre, questo dal long ROSA crosta, cui Rosolàta, Rosolatùra, Ròsolo; dal franc SAUTER saltare nel senso di rosolare, l’ital ha adottato l’esot Sautè (corretto Sauté) con Sauternes. Dal tema rad RHODEA, sono derivati Ròdio (composto chimico che assume colore rosa) cui Rodiàre e Rodiatùra, Rodìte (insetto dei rosai), e le composizioni col gr RHODON rosa adattato foneticamente quali Rodoficèe (Classe di alghe, col gr PHYKOS alga), Rododèndro (con il gr DENDRON albero), Rodopsìna (col gr OPSIS vista e il suff chimico INA), Rodotàmno (composto con il lat TAMNUS vite selvatica). Nel suo genere mas, invece, Ròsa è il nome di un colore, che per la sua omocromia col fiore n’è divenuto l’omografo. Fuori percorso l’oronimo Monte Rosa poiché in questo caso non è il colore naturale della roccia o la tonalità che essa assume al crepuscolo, ma un esito di ant voce indigena che sta per “schiacciato”. Tornando al colore Rosa, particolare straordinario è che raddoppiando il fonema S, se ne accentua il colore (Rosa rosa - Rosa rossa). Nella gamma del colore rosso, si conta il lemma Rossokìni, che dovrebbe indicare un Bikìni, o l’omologismo Bichìni, di color rosso, il costume da mare “a due pezzi” coniato negli anni 40, metaf esplosivo dall’omn toponimo dell’atollo del Pacifico, dove fu sperimentata la Bomba atomica 1, una stravagante composizione italo-esotica, cui Monokìni “ad un solo pezzo” e Trikìni “a tre pezzi”; termini di composizione forzata poiché la prima sillaba BI del modello di partenza è volutamente intesa quale pref BI “due” correlativo di MONO “uno” e di TRI “tre”. Derivati del Rosa, Rosatèllo, Rosàto, il glb Rosè (accento corretto é) per la locuzione Vino rosé, Rosèola (lesione cutanea), Rosolìa con la 192 variante Rosalìa, il prefissato Arrosàre, il composto sportivo Rosanèro dalla forma Rosa-nero “dalla maglia della squadra di calcio”, Rosanilìna (con Anilina), e un Enrosadìra, che, atrraverso il Ladino, indica il colore rosa sfuggevole verso il viola, delle Dolomiti al tramonto. Dal gr DENDRON albero, l’ital conta Dendrìte (suff ITE in biologia) con Dendrìtico, l’omn-snm Dendrìte (in anatomia, col suff medico ITE), Dendròide (suff gr EIDOS a forma), il pref DENDRO per composizioni quali Dendrìmero (col suff del tema gr MERO parte), Dendroclimatologìa “studio del clima attraverso gli alberi”, Dendrocronologìa “studio di passati fenomeni meteorologici attraverso la crescita degli alberi fossili o secolari in relazione a fattori climatici”, Dendrofobìa “avversione pergli alberi”, il rituale Dendròforo “che porta un ramoscello” o più in origine “che porta un albero sulle acque del fiume per il trasporto a valle” (col suff del tema gr PHERO io porto), Dendrografìa, Dendrologìa con Dendrològico, Dendrometrìa con Dendromètrico, Dendromorfìsmo, Nella nostra epoca, l’esperimento nucleare sull’atollo di Bikini ha ispirato Bikinizzàre “distruggere con bombardamento atomico” e sarebbe pertanto un pleonastico l’uso dell'espressione “bikinizzare con un lancio nucleare”. Il percorso semantico di questo lemma era apparso veloce, tant’è che sarebbe stato richiamato per evidenziare formose bellezze femminili (le atomiche degli anni 50). 1 \ Garofano Geranio Giglio Viola Garòfano, con un desueto Gheròfano, è dal gr KARYOPHYLLON, dalla composizione KARYON frutto e PHYLEN foglia, pertanto sta per ”frutto con involucro”, cui una variante in Gheròfano e i derivati Cariofillàcee, Cariofillàta e i leniti Garofonàia, Garofonàto. La locuzione Chiodi di garofano, con le varianti Bottoni di garofano o Teste di garofano, indica i boccioli di una pianta delle Mirtacee usate come spezie. Gerànio o Girànio dal lar GERANIUM, dal gr GERANION, connesso fig a GERANOS gru (zoologia) per l’associazione “becco simile a quello della gru”, cui la Famiglia Geraniàcee, l’Ordine Geraniàli, i chimici suffissati Gerànico, Geranìle, Geraniàle (snm di Citrale) e Geraniòlo, il composto divinatorio Geranomanzìa, il toponimo Gerano. Esiste un ricorrente errore di mutare Geranio e il proprio plur Gerani in Geraneo e Geranei forse modellando su Roseo da Rosa. Gìglio, dal tema med LILIO, svoltosi nel volg JILJUM già LILIUM, d’origine onomatopeica L L con dissimilazione in G L, cui Liliàcee (Famiglia botanica) che include il Dente di cane, Liliàceo, Liliàle, l’onomastico Liliana con le varianti Liana e Lilia, la varietà Giglio marino altrimenti detto Fiore di Pancrazio. L’onomastico Liana appare però in concorrenza con Liàna ispirato a LIANE d’origine franc delle Antille vrs dal lat LIGAMEN legamento, cui l’aggettivo Lianòso, grazie ai film su Tarzan, che indica una pianta sarmentosa il cui fusto s’attorciglia o pende come funi, tra le quali si muoveva atleticamente l’eroe della Giungla emanando il suo grido di presenza. In franc Giglio è LIS cui la locuzione FLEUR DE LIS 193 fiore di giglio, tradotto in ital Fiordalìso. Una particolare Liana brasiliana delle Sapindacee è detta Guaràna, attraverso lo sp GUARANA (guaranà) di genesi tupi WARANA (waranà), da cui si ricava l’omn droga. Fuori persorso Lilangeni, unità monetaria dello Swaziland, di voce locale siswati il cui plur è EMALANGENI; popolazione Swazi di ceppo linguistico Nguni appartenenti al Bantu. Viòla, cui Violàceo, termine med VIOLA, svoltosi nel gr WION e nel lat VIOLA, questo tradotto inv in ital, cui Violàcee (la famiglia), l’aggettivo Violàceo con il sostantivo Violètto (per accezione il colore delle radiazioni elettromagnetiche di lunghezza compresa tra 455 e 395 nm), il composto Violacciòcca o Violacciòcco o ancora Violaciòcca (con il lat CLOCCA campana) l’onomastico Viola e Violetta. In gr ION vale viola cui IODES violaceo, pertanto il percorso ital del minerale Iòdio (simbolo chimico I) o Iòdo per il colore del suo vapore cui Iodàto, Iòdico, Iodìdrico, Iodìsmo, Iodòso, Iodùro (suff chimico URO) con Ioduràre e Ioduraziòne, le composizioni Iodìfero, Iodobenzène, Idofòrmio, Iodometrìa, Iodoterapìa. Lo Iòdio è rintracciabile nel pesce, nei frutti di mare, nelle uova e nei vegetali. L’onomastico Iolanda, con il suo ipocoristico Iole, vale “color di viola” dal lat YOLANTIS attraverso il franc ant YOLANT, ma è in concorrenza con Iolanda dal ger JODHLINT giovane guerriera composto da JODH ragazza e LINT scudo. ROSA Ròsa (corretta accentazione rósa, ben diversa n’è l’origine, quale Pp Ròso e Pr Ròsi (corretta accentazione róso - rósi) al fem di Ròdere (ródere), questo immutato dal lat class RODERE, trae le sue rad da una remota onomatopea R D, attestatasi nel sct RADATI gratta e nel lat RADERE radere, cui i prefissati Eròdere con Erosiòne ed Eròso, Corròdere con Corrosiòne e Corròso, il primo col pref EX estrattivo (asportazione di parti dovuta al rodimento) ed il secondo con il pref COM che potrebbe essere tradotto sia associativo (partecipare al rodimento) sia intensificativo (più che rodere). Il termine prefissato Corrasiòne è dal lat CORRASUS Pp di CORRADERE radere via. Per cui, tramite i percorsi semantici, sono giunti Ràdere, cui Raditùra e Ràdula (adottato in zoologia) questo inv dal lat RADULA raschiatoio, eppoi Ràlla questo dal lat RALLUM “strumento per nettare il vomero” omn di Ralla “morchia”, Rodàre con Rodàggio, Rodatòre, Rodatùra, Rodenticìda (vale Topicida dal Ppres Rodente), Rodimènto questo utilizzabile metaf quale tormento, Rodìo, Roditòre, Roditòri (l’Ordine), Roditrìce, Rosicàre immutato dal lat volg ROSICARE da RODERE con Rosicànti (altro nome per l’Ordine dei Roditori), Rosicatùra, Rosicchiàre (con suff verbale dim-spregiativo da ACCHIO) con Rosicchiamènto e Rosichìo o 194 Rosìcchiolo, eppoi Ròstro, nome di strumento da RODERE, cui Rostràle e Rostràto dal lat ROSTRUM, che sta per becco, cui Recurviròstridi la Famiglia di uccelli, con il lat RECURVUS ricurvo quindi “dal becco ricurvo”, alla quale appartiene l’Avocètta questo d’etimo non rintracciato altrimenti detta Recurvirostra avosetta; Ròstro, è fig la tribuna, il podio, donde un politico presiede un comizio. La definizione nasce dal fatto che a Roma si usava arringare il popolo dall’alto di una tribuna ornata di rostri, i trofei di guerra strappati alle galere catturate. Il Rostro era un congegno metallico, prorompente, situato avanti in prora per speronare (rodere) le navi nemiche; sarebbe stato soricamente adottato da Temistocle durante la guerra con i Persiani (Serse). Sovente è confuso con il fig Còrvo, che invece consisteva di un ponte d’abbordaggio ed era un’innovazione romana nelle battaglie navali. I Romani, con i Corvi, trasferirono sul mare la loro vincente perizia di guerrieri di terra. Da RASTRUM, invece, nome di strumento da RADERE, cui il volg RASTRELLUM l’ital ha coniato Rastrèllo e Ràstro. Il lemma lat RADERE s’è svolto nel suo intensivo volg RASARE, cui Rasàre questo sia “tagliare” sia “rendere regolare-liscio”, con Rasamènto, il Pp aggettivato Rasàto e il sostantivo Rasàto “sorta di tessuto” con Rasatèllo, Rasatòre, Rasatrìce, Rasatùra, Rasènte questo con Radente sovrapposto a Raso cui Rasentàre, Rasièra “sorta di attrezzo per rasare o levigare” con Rasieràre attraverso il franc RASIER, il Pp aggettivato Ràso “spianato-liscio” ma anche col valore di “rasente” cui Rasùra “cancellatura” e il sostantivo Ràso “armatura tessile”, Rasòio (quello elettrico è datato 1928) con Rasoiàta, il composto Rasotèrra dalla locuzione Raso terra “sfiorando la superficie”. \ L’enunciato filosofico “È inutile fare con più ciò che si può fare con meno” è definito Rasoio di Ockham con riferimento a Guglielmo di Ockham (1280/1349), poiché questi affermava che “ogni ipotesi su cui fondare la filosofia dovrà essere eliminata (rasata) se non suffragata da esperienze”.\ Il lat conta in connessione RALLUS rasato cui Ràllidi (Famiglia d’uccelli Gruiformi) e Ràllo snm di Porciglione. RADERE s’è infine svolto in RASCULARE denm da RASCULUM strumento per radere, cui Raschiàre con Raschiàbile, Raschiamènto, Raschiàta, Raschiatòio, Raschiatòre, Raschiatùra, i dim Raschiètto e Raschìno “utensili” con Raschiettàre, il sostantivo Ràschio che sta per “raschiamento” e fig per “rumore “ o “fastidio alla gola”, il composto Raschiaòlio ed il lemma Raschèra “sorta di formaggio prodotto nel cuneese, attraverso il prvz RASCAR raschiare. ROSARIO 195 Rosàrio, dal lat ROSARIUM rosaio, nel ‘200 entrò nella simbologia mistica (la metaf della corona di rose quali preghiere per la Madonna) e non più abbandonato. N’è derivato, fatto salvo Rosa dal fiore e dal colore, l’onomastico sia al fem sia al mas, Rosaria e Rosario, questo con l’ipocoristico Saro, Rosalia attraverso il prvz ROCELIN “fatto di rose”. In Spagna, Rosario appartiene all’onomasticab femminile. \ Madonna Signora Madònna è il risultato ellittico di “Mia Donna” senza accento sulla i del possessivo, cui Madonnàro, artista di strada (on the road) come Bruno Fabriani, e la bruttissima espressione Madòsca! simile a Perdìo! con le più mascherate Pediàna! e Perdìnci! questa estesa in Perdindirindìna, che stanno “per Dio”, tanto per non voler peccare di bestemmiare apertamente Madonna e Dio. Dall’ipoicoristico del lat volg MEA DONNA “Mia donna”, è pervenuto Mònna (da MEADONNA) che sta per signora e, con la caduta di una consonante n, il fig volg alterato Monàtta con il risvolto mas Monàtto attraverso il lombardo Monatt, i dim Monèlla con Monèllo cui Monellàta, Monellerìa e Monellèsco, vrs il volg veneto Mona, l’onomastico Monaca in concorrenza con Monica da MONOS; tuttavia, l’epiteto veneto Mona potrebbe essere connesso, o sovrapposto, con il lat volg MONACULA cornacchia o addirittura con lo sp MONA che sta per scimmia. Fuori percorso Monèl, questo “lega di nichel-rame” in onore di A. Monell presidente storico della società produttrice nel 1917. Signòra, col dim-vezzeggiativo Signorìna o Segnorìna (deformazione attestatasi attraverso le truppe americane d’occupazione), è il fem di Signòre, questo con la variante Segnòre ; attraverso l’ingl si conta il glb Lady “signora” cui la locuzione politico-diplomatica First lady, quale fem di GENTLEMAN “gentile uomo” corrispondente all’ital Gentiluomo, cui First gentleman (ove la moglie è la titolare) con i vari Gentleman driver “autista” dove DRIVER si traduce in guidatore (pron draiver), utilizzato in terminologia informatica cui Key driver (con KEY chiave), Gentleman rider “fantino” con TO RIDE cavalcare, (pron raid) cui i glb Rendigote abito maschile per cavalcare e Rider in terminologia sportiva per surf e snowboard, Gentleman’s agreement “patto fra signori” dove AGREEMENT sta per accordo e la s finale saldata al nome da una sorta di virgoletta vale genitivo (sassone) corrispondente alla preposizione ital di, eppoi l’omologismo Gentrificaziòne dall’ingl GENTRIFICATION dal verbo TO GENTRIFY rendere signorile in riferimnento alla ristrutturazione qualificata di quartieri popolari. Ancora, attraverso l’ellittico ingl MISS “signora non sposata” (corrispondente all’ital Signorina questo in via di desuefazione) di MISTRESS signora, già franc ant MAISTRESSE e corrente MAITRESSE, l’ital conta Miss utilizzato in concorsi femminili. Signore è dal lat SENIOR comparativo di SENEX vecchio, cui Senàto col composto Senatoconsùlto, Senatoràto, Senatoriàle, Senatòrio, il botanico Senècio o Seneciòne (fig per la peluria, snm di Calderugia o Sollecciola), 196 Senescènte con Senescènza, Senìle, Senilìsmo, Senilità, Seniòre, gli obsoleti Sène snm di Vecchio, Senètta con Senettùte o Senettù o ancora Senettùdine snm di Vecchiaia; Siniscàlco o Seniscàlco, questo un lemma composto attraverso il franc SINISKALK servo anziano… il franc SKALK è inv dal got SKALK servo cui l’omologismo ital Scàlco con il fig Scalcàre e Scalcherìa. Da SENIOR il franc ant ha tratto Sìre quale appellativo regale, cosi adottato in ital attestandosi via via in un’appellativo di autorità più estesa, incluso il padre. In persorso si ha, ricorrenti e desueti, Signoràggio, Signorànza dal prvz SENHORANZA da SENHOR signore (da evitare a causa di una voluta sovrapposizione d’ironia con il termine Ignoranza), Signoreggiàre, Signoreggiamènto, Signoreggiàtòre, Signorèsco con Signorescamènte, Signorèvole o Signorèvile con Signorevolmènte, Signorìa con il prefissato di riverenza Vossignorìa questo ipocoristico della locuzione Vostra signoria e ancora ridotto volg in Vossìa, in complanare con Voscènza questo in volg siciliano dalla locuzione Vostra eccellenza ricalcato dallo sp VUECENCIA ipocoristico della locuzione VUESTRA EXCELENCIA. Signorìle con Signorilmènte, Signorilità, Signorìno, Signornò o Signòrno o l’aferetico Gnornò dalla locuzione Signor no o in aferetico Gnor no, Signorsì con l’aferetico Gnorsì dalla locuzione militaresca Signor sì, Signoròne, Signoròtto, Signòrso “suo signore” (enclitico dal lat SUUM suo) con Signòrto “tuo signore” (enclitico dal lat TUUM tuo), la variante Segnòre cui Segnorànza, Segnoreggiàre, Segnorìa, Segnòrso “suo signore”. Signoria vale Potere ed entrambi hanno il snm in Dinastìa dal gr DYNASTEIA, cui Dinàsta “signore” e il relativo Dinàstico; in percorso ancora Dinastìni (Sottofamiglia di Coleotteri Scarabeidi) dal lat scientifico Dynastinai termine introdotto nell prima metà del XX sec. In ind, SAHIB vale signore, per accezione rivolto all’europeo, termine di genesi ar. Dal turco AGA signore, l’ital conta l’omologismo Aga-àga o Agha-àgha. L’area mediterranea prelatina contava il tema PRUTAN-PURSTAN che valeva signore, presunta origine etrusca, sopravvissuto nell’ital Pritàno dal lat PRYTANEUM dal gr PRYTANIS signore, che pare si rispecchi nell’onomastica relativo al mitico Porsenna, con i derivati Pritàna “periodo di tempo” e Pritàneo “edificio in cui si custodiva il fuoco sacro” e questo potrebbe far pensare ad una connessione o sovrapposizione con PYR fuoco. Ancora, in aramaico, la lingua di Gesù, MARTA sta per signora, cui l’onomastico Marta e un disusato Màrta per “signora”. Marta possiede il suo dim in Martina, cui vrs il risvolto mas Martino, da questo il percorso di derivazione con Martinàccio, Martinèlla (da S. Martino, una campana fiorentina del palazzo comunale), Martinèllo o Martinètto “il piviere dorato”, l’omn Martinètto un snm di Cric o Crìcco (entrambi dal XVI sec), e Martinìcca (in meccanica), il milanese Martinìtt nome dato agli orfani dell’istituto S. Martino, lo zoologico Martin pescatore “sorta di uccello degli Alcedinidi) Fuori percorso, gli omologismi Martingàla, questo calco del franc MARTINGALE dal toponimo Martigue in Provenza (i cui abitanti eran noti 197 per un abbigliamento risibile, così visto dalla presunzione di abitante della città), e Martagòne calco dello sp MARTAGON e questo dal turco MARTAGAN una specie di turbante; ancora, Màrtora dal lat volg inv MARTORA attinto al ted MARTHR già got MARTHUS. \ Felino Gatto Il lat conta lo specifico FELES per Martora “gatto selvatico”, cui Felìno e Fèlidi. Felino d’eccezione, già divinizzato nell’antichità, è il Gàtto, la cui vita media è di 17 anni, dal lat CATTUM rintracciabile nell’ingl CAT, donde una nutrita teoria di lemmi espliciti e composti, in percorso reale e fig, quali Gattabùia che vale “gattaia buia”, Gattàia, Gattaiòla con Sgattaiolàre, Gattamòrta, Gatteggiamènto con Gatteggiànte e Gatteggiàre dal suo sguardo iridescente, Gattèllo questo un sostegno o mensola a forma di gatto, Gattèsco, Gàttice snm di Albogatto, Gattòfilo, Gattomammòne, Gattonàre col pref Aggattonàre, Gattòni questo un avverbio, Gattopàrdo (con il lat PARDUS già gr PARDOS pantera) che svoltosi nel franc GUEPARD è ritornato in ital con Ghepàrdo (conterrebbe un prefisso che indicherebbe “vespa” fig per il suo colore), Gattùccio questo sia uno squalo col snm fig Gattopàrdo sia una specie di sega, eppoi Pescegàtto che i giapponesi chiamano NAMAZU poiché nei loro miti provoca i terremoti. Pare che l’antenato del Gatto sia nato 130mila anni fa nella regione oggi Iraq e che sia diventato un “casalingo” circa 10mila anni fa. Il Gatto nero tradizionale apportatore di disgrazie è invece un portafortuna nel mondo giapponese. Felinofobìa è l’avversione per i gatti, per i felini in genere. Tra i gatti si contano, oltre al Gatto d’Angora che appare altrove nel testo, le locuzioni, Gatto Persiano e Gatto Siberiano questo l’unico a non provocare allergie all’uomo, grazie a una particolare proteina della sua saliva. Fuori percorso l’omologismo Gatò o il brutto Gattò ricalcati sul franc GATEAU 1, plur GATEAUX, focaccia, torta farcita già ant WASTIL. Dal verso del Gatto si ha un percorso onomatopeico con Mìcio cui Miciòne e Micètto, Miagolàre e Miagolìo con Miagolamènto, Miagolàta e Miàgolo, le voci imitative Miào e Mào, della serie M UL cui il lat MIAULARE e allo stesso percorso appartiene il termine Moìna meglio Moìne; termini alieni Maòna questo omologismo dall’ar MA’UN vaso svoltosi fig in “galleggiante-galeazza” e l’omn Maòna snm o variante di Magona dall’ar MAUNA appoggio-aiuto per sorreggere” vrs in connessione rad col primo; infine, Maònia “sorta di arbusto” è il termine in onore dello studioso botanico B. Mac Mahon (1775/1816). Miao s’è svolto nell’onomatopeico Gnào o Gnàu cui un fig Gnaulàre con Gnaulòne snm di Lamentarsi e Lamentone. La struttura di Miagolare con Miagolio è analoga a quella di Pigolàre con Pigolìo, questi dalla serie P UL cui il lat PIULARE, con Pigolamènto e Pigolòne. Pigolare ha il suo snm in Pipilàre inv dal lat PIPILARE svoltosi nel volg PIPIRE dalla serie onomatopeica PI O PI O cui Pippiòne dal lat PIPIO svoltosi nel volg PIPJO cui Picciòne con il fig Piccionàia, il dim Piccioncìno, la locuzione Piccione viaggiatore; il verso del Picionne è 198 l’onomatopeico Grugàre dalla serie GRU GRU. Pigolàre, ancora, ha il snm in Pipiàre cui il fig Pipinàra o Pipinàro “gruppo di ragazzi rumorosi”; in percorso ancora da PIPIRE il lat PIPA cui Pìva snm di Cornamusa, Pivètta il fig Pivèllo con Pivellìno, la locuzione Tornare con le pive nel sacco ovvero “a mani vuote” . Da non equivocare con Pipìno o Pippìno questo relativo al Partito Popolare di Don Sturzo (1919). \ Per tradizione araba, il gatto casca sempre ammortizzandosi sulle quattro zampe, salvandosi la vita, per grazia che riceve da Maometto.\ Tra i Felidi c’è la Lìnce dal lat LYNX LYNCIS già gr LYNKS LYNKOS cui Lìnceo o Lincèo, Lònza attraverso il volg LUNCJA; dal gr KARAKULAK orecchio nero, l’ital conta l’omologismo Caracàl o Caràcal, sorta di lince africana e asiatica. L’omn Lònza è dal lat LUMBEA aggettivo di LUMBUS attraverso il franc LONGE, cui Lòmbo che sta per “massa muscolare” con Lombàggine, Lombàre, Lombàta con Lombatìna, i composti Lombosacràle in riferimento all’osso sacro, Lombalgìa, il prefissato fig Allombàto “animale domestico ben pasciuto”. Esiste un Lònzo che sta metaf per “snervato”. C’è ancora il Pùma omologismo di voce quechua detto anche Coguàro omologismo dal franc COUGUAR a sua volta dal portoghese CUCUARANA che aveva corrotto la grafia dal guarinì SUSUARANA. 1 Dalla cucina francese l’ital ha ancora adottato l’omologismo Ragù (dal XVII sec), cui Ragutièra, da RAGOUT di RAGOUTER provocare-stuzzicare appettito e Supplì (dal 1846) attraverso SURPRISE sorpresa poiché questo contiene tradizionalmente un ripieno a piacere. Sartù (1959) “sformato di riso” riccamente farcito, della cucina napoletana, che sembrerebbe franc, è vrs un derivato dal lat SATUR saturo, e se così fosse sarebbe un risvolto metatetico. LACUNA LAGUNA LACRIMA LACUNA Lacùna è dal lat LACUNA mancanza derivato da LACUS, cui Lacuàle, Lacunàre, Lacunosità, Lacunòso, Lacùstre. Esiste, inoltre, in lat tardo LACCUS fossa, cisterna - cui Làcco avvallamento del terreno ma anche Làcca con Laccolìte - che con il gr LAKKOS fossa, da tema med LAKKA forma di terreno, si richiamano al rad LAK, che avrebbe viepiù condotto al tema med LAMA piano paludoso cui inv il lat LAMA e l’ital Làma pantano con Allamàre “impantanare” cui Allamàto, Slamàre”smottare” omn di Slamare da Amo; da includere il toponimo Lecco. Il toponimo dolomitico Antelao vale davanti al lago dal lat ANTELACUM. Evidente la connessione tra LACUS lacuna e LACCUS fossa. Lacùna è fig Assènza, questo dal lat AB ESSE essere lontano... cui Assentàre, meglio Assentàrsi da ABSENTARE, Assènte dal Pp ABSENS con Assenteìsmo, Assenteìsta, Assenteìstico e la congiunzione-preposizione Sènza o il desueto Sànza, con i composti 199 Senzacàsa, Senzadìo, Senzalavòro, Senzapartìto, Senzapàtria, Senzatètto “privo di casa-barbone”, sostantivati da precedenti locuzioni. Tornando alla rad LAK, questa ha prodotto una discendenza straordinaria, cui l’omn Làcca tumore alle gambe delle bestie da tiro, vrs svoltosi nel senso fig da Lacca relativo al terreno, ancora, Laceràre-Làcero da LACER stracciato con Laceràbile cui Lacerabilità, eppoi Laceramènto, Lacerànte, Laceratòre e Laceraziòne, Lacèrna inv da LACERNA mantello a cappuccio (nel cappuccio c’è il vuoto, fig “fossa”), Lacèrto da LACERTUS brandello, frammento, anche fig muscolo cui Lacertòso e un pesce questo con la variante sett Lanzàrdo, Lucèrtola da LACERTULA con Lucèrtolo, Lucertolàre e Lucertilòne, le cui misure possono raggiungere i due metri; LUCERTOLA è il dim lat di LACERTA mancante di vertebre ovvero muscolo cui Laceèrtidi (Famiglia), Lacertifòrme, eppoi Lacìnia inv da LACINIA brandello, Laciniàto questo sta per ridurre carta, stoffa... in lacinie. Il termine Lancinàre, col Ppres Lancinànte, è da una variante LANCINARE attestatasi per Lacerare. Lacònico “sobrio, mancante di retorica” è fuori percorso poiché è dal gr LAKONIKOS da LAKOS spartano-della Laconia, fig per il suo modo “spartano” di condurre la propria esistenza; un suo snm è infatti Spartàno, con Spartanamènte, da Sparta, la città greca, rivale di Atene, dove fin da giovani si veniva educato all’austerità, alla severità ed alla sobrietà. L’ital conta ancora l’om Làcca gomma cui il composto Laccìfero, dal lat medv LACCA con rad indostana LAKH e, infine, vrs in connessione con questo, un ulteriore omn Làcca omologismo dall’ar LAKK di genesi sct LAKSA col valore di migliaia, cui il colorante vegetale Làcca con Laccàre, Laccatòre e Laccatùra, il composto Laccamùffa; il riferimento è fig poiché la sostanza viene prodotta da migliaia di insetti. Il termine si rintraccia nel ted LAKMUS, nell’ol LAKMOES. Riappare sempre il rad LAK; se ne può dedurre che al primo contatto della lacca, gli uomini l’abbiano immediatamente identificata inconsistente-mancante di solidità, e chissà se la fonte ispiratoria per il percorso semantico LAK-LAKH-LACCUS non sia stata giusto quest’immediata sensazione. Termine collaterale a LACCUS, dal lat FOVEA fossa, tana, in connessione col gr PHOLAS, l’ital conta Fòggia col snm-omn Fòggia svoltosi in “aspetto” con Foggiàre, Foggiatùra, e Sfoggiàre e Sfòggio (pref S intensivo), Folàde “che sta in tana (mollusco)” con 200 Folàdidi (la Famiglia), il toponimo della città di Foggia; dal verbo FODERE scavare, sono giunti il friulano Fòiba da FOVEA, Fòssa da FOSSA e Fòsso da FOSSUS con Fossàto e Fossòre (questo vale Becchino o Beccamorto), i prefissati Effossòrio dal Pp lat EFFOSUS scavato fuori (EX d’estrazione) cui la locuzione Macchina effossoria snm di Scavatrice, Rifòsso (con RI iterativo vale “fosso di rinforzo al fosso di difesa”) eppoi Fòssile dal lat FOSSILIS “che si recupera scavando” con Fossilizzàre, Fossilizzaziòne, la locuzione Fossa del grano, il composto Fossilìfero e, con i pref, Affossàre-Infossàre, tutti in connessione rad con il lemma Fogna. In persorso anora il termine Fiòsso “la parte stretta della scarpa tra il tacco e la pianta” da FIOSSUM derivato da Fossa. Fosse papiriane è l’antico coronimo della Versilia, così indicata nell’ant Roma per l’ambiente paludoso e dal nome del governatore Papirio incaricato alla sua bonifica ma che non fu attuata. Dal gr BOTHROS fossa, sono giunti, inoltre, l’espicito Bòtro e Borràna (questo omn di Borrana “pianta erbacea”), Bòrro e Burròne questo accr del primo col snm Burrato omn di Burrato “imburrato”. Dal tema med GAVA fossato, l’ital ha coniato Gavòne, Gavònchio “pesciolino dei fossati” e vrs le connessionifig con Gavètta e Gavitèllo. Nel termine Gaviàle, dal lat GAVIALIS coccodrillo e dal franc GAVIAL, si potrebbe alludere ad una connessione col tema med GAVA, poiché questo grosso rettile vive nei fossi, ma l’etim lo vuole derivato dall’indostano GHARIYAL; nulla toglie, tuttavia, ad un’ipotetica parentela d’area indoeur. \ Fossa del grano Nel bacino mediterraneo, sin dall’antichità, era in uso la pratica delle “Fosse del grano”, ossia degli appositi granai sotterranei per la conservazione del grano, cereali in genere. Queste erano scavate comunemente per otto metri, di forma ovoidale o a campana, e le pareti erano rese impermeabili con un sistema il cui materiale primo era la paglia. Le imboccature, a livello del suolo, erano sigillate con ammasso di terra su copertura di tavole, al centro della quale era praticato il foro dove si conficcava un cono sempre di paglia e che fungeva da tappo. La scelta delle fosse, anziché i silos innalzati sui campi, garantiva la sicurezza dai cedimenti delle pareti e dalle possibili autocombustioni proprie delle granaglie. Vi erano quindi custodite le quantità derivanti dalle raccolte di avena, fave, grano e orzo. Intorno alle istituzioni delle fosse operavano i sensali governativi e locali, quest’ultimi con lo strascico degli acquirenti, e poi gli immancabili caporali, questi conduttori della forza-lavoro quali facchini, carrettieri e mulattieri, e 201 infine gli addetti alle registrazioni cartacee, tutti ben vigilati dai massari. Gli esperti incaricati al recupero delle granaglie sarebbero stati chiamati “Carlentini” a partire dal medioevo, almeno nel foggiano; il loro ruolo era di misuratori e sfossatori. Un termine, carlentino, che si è attestato grazie all’influsso linguistico delle genie nordeuropee, poiché pare un omologismo etimologico connesso con il nordico KERLING abitacolo (figurativamente considerato quale incavo) e che avrebbe dato alla nostra lingua anche Carlinga nel XX secolo con l’avvento dell’aviazione. Insomma, per carlentino leggasi “l’addetto al kerling”. Per dovere di chiarezza etimologica, il toponimo siciliano Carlentini non ha nulla di quanto detto; la cittadina fondata nel XVI secolo in prossimità di Lentini, vale invece in ipocoristico la “Lentini di Carlo V”. Sulle fosse, durante le carestie, si accalcavano frotte di affamati alla ricerca di una manciata e le cronache descrivono cadaveri ammucchiati di gente d’ogni età, morti di fame o trucidati dalle milizie incaricate alla vigilanza. Fosse del grano, oggi monumenti storici, sono ancora visibili in un popoloso quartiere di Foggia, già antica area, appunto identificata con “Piano delle fosse”. Una coincidenza vuole la città di Foggia e “Fossa del grano” legate da una radice comune. Il percorso dal latino FOVEA cavità-buca, infatti, l’italiano conta Fossa, Fossòre (becchino), il toponimo Foggia e altri derivati. \ Regno delle Due Sicilie 1818. A che cosa sarebbe servito il contenuto delle fosse, se non ad alleviare la fame del popolo in tempi di carestia, almeno per anziani, mamme e bimbi. I signori, però, erano più preoccupati per i loro stomaci. - Signora mia bella – interloquì un carbonaro alla donna che aveva innanzi, aspirante giardiniera (carbonara) – il popolo muore affamato sulla pietra che chiude i granai sotterranei… Una metafora, oggi, 2012, dei caveau…\ \ Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata Il termine lat LAC d’origine indoeur sta per Làtte, questo coniato dal genitivo LACTIS; la forma arcaica pare fosse stata GLAC GLACTIS, donde il gr GALA GALAKTOS latte ed il pref ital GALA o GALATTO per Latte, cui Galalìte “pietra latte” (col suff ITE per minerali), Galàssia latteità (fig termine astronomico), Galattagògo (Lattagogo) questo termine medico, col suff gr AGOGOS che conduce, Galattàno, Galàttico, Galattìte, Galattòfago, Galattòforo, Galattògeno, Galattòmetro, Galattopoièsi (col gr POIESIS formazione), Galattorrèa (suff dal gr RHEO scorro), Galattosìde composto con Lattosio col suff chimico IDE, questo, con il plur IDI, adottato in chimica ad indicare composti organici e, meno frequente, inorganici; in antropologia a designare l’appartenenza ad un ceppo, omologato storicamente per evidenziare una discendenza dinastica. Il percorso continua con Galattòsio (Lattosio), Galattourònico (suff dal gr URON urina) e il prefissato Agalassìa o Agalattìa (A privativo) vale “privo di secrezione lattea”; termine alieno Galànga “rizoma” inv dal lat GALANGA ma già ar 202 KHALANGAN. Galèga, snm di Capraggine, sorta d’erba delle Leguminose, è la composizione ellittica del gr GALA latte con AIGOS capra (genitivo di AIX) Dalla forma più moderna lat, si contano termini, sovente in complanare, quali Lattagògo (Galattagogo) o Lactagògo, Lattàio, Lattaiòlo, Lattànte, Lattànza, Lattàre con Allattàre e Slattàre, Lattarìna con Lattarìno o Latterìno, Lattàrio, Lattàta e Lattàto, Lattatrìce, Lattaziòne, Làttea e Làtteo da LACTEUS cui una variazione in Làzzo “sapore acidulo del latte” e fig “stridulo” (omn di Lazzo da Laccio), Latteggiàre, Latterìa (suff sostantivante ERIA che qui vale “vendita di (latte)”, Lattescènte con Lattescènza dall’incoativo LACTESCERE diventar latte, eppoi Làttice o Lattìccio dal lat LATEX LATICIS liquido-succo lattiginoso, sovrapposto a Latte; nel percorso di LATEX l’ital conta Làtice e Laticìfero. Il percoso ital dal lat LACTIS latte continua con Latticìno o il corrente Latticìni, Làttico cui Acido lattico , Lattìme “velo del latte” con una fig locuzione Crosta lattea (dei bambini) cui ancora un fig Lattùme “seme di tonno”, il fiug Lattìmo “vetro bianco”, Làttide (Lattico con suff chimico IDE), Lattièra con Lattièro, Lattìzio, Lattòne, Lattònzo e Lattònzolo (inc con Lonzo), Lattòsio (Galattosio), Lattòso, Lattùga o Lattùca dal lat LACTUCA (per l’umore lattiginoso) con Lattughèlla e Lattugòne dall’aggettivo LACTUCUS cui Lattucàrio da LACTUCARIUM più esplicito rispetto al lat; la Lattuga selvatica è anche chiamata Erba bussola per la caratteristica delle foglie di orientarsi verso il sole. Eppoi, l’ital conta i composti Lattalbumìna o Lattoalbumìna, Lattàme o Lattammìde (con Ammide), Lattemièle, Latticemìa (col gr HAIMA sangue), Lattivèndolo (suff VENDOLO), Lattìfero, Lattìfugo, Lattìgeno con Lattiginòso o Latticinòso, Lattobacìllo con Lattobacillàcee, Lattodensìmetro (con Densità e Metro vale “misuratore della densità”), Lattodòtto, Lattofermentatòre, Lattoflavìna, Lattogènesi con Lattogenètico e Lattògeno, Lattoscòpio, Lattòsio (suff chimico OSIO che indica “carboidrato”) cui Lattàsi (suff chimico ASI), la locuzione fig astronomica Via lattea. Il termine Pluriverso, al tempo di Kant, era riferibile all’insieme delle galassie, dato che fu questi ad intuirne l’esistenza di altre di là della Via lattea. Il Latte di cavalla era una diffusa bevanda tra in tartari nel V sec. In associazione a Latte, si elencano Caffè, Tè e Cioccolata. Caffè è l’omologismo dall’ar QAHWA cui il turco KAHVE svoltosi nell’ital Caffè, cui il fig Caffeàno “vomito dal colore di caffè”, gli aggettivi Caffeàrio e Caffèico, l’adattamento Caffeàus dal ted KAFFEEHAUS rivendita del caffè, Caffeìna (suff chimico INA), Caffeìsmo, Caffetterìa, Caffettièra e Caffettière su ricalco del franc CAFETIERE e CAFETIER, i composti il fig Ammazzacaffè “amaro digestivo”, Caffeìcolo, Caffeìfero, Caffeologìa o Caffeomanzìa (suff MANZIA “divinazione”) con Caffedomanzìa che che sta pe “esame dei fondi di caffè” Caffettière e i composti Caffelàtte o Caffellàte, Cafòrzo (caffè ed orzo) questo coniato dai futuristi, Dosacaffè, Macinacaffè, Tostacaffè, il prefissato Decaffeinàre attraverso il franc DECAFEINER (pref DE sottrattivo e che vale “togliere la caffeina”) con Decaffeinàto il cui 203 ellittico è Decaffè, eppoi Decaffèinaziòne, Decaffeinizzàre, Decaffeinizzaziòne.Il termine ricorrente Nescafè è tratto dalla locuzione NESTLE CAFE (Nestlé café) dove il primo termine è un noto marchio registrato svizzero e il secondo è in franc. Fuori percorso l’omologismo Caffetàno o Caffettàno o ancora Caftàn e Caftàno, ricalcato dall’ar QAFTAN già persiano KHAFTAN. Il Caffè è il primo prodotto d’esportazione mondiale dopo il petrolio. \ Quale prova della genuinità del caffè in polvere, è controllare se una discreta quantità (il contenuto di un cucchiaino) resta a galla in una tazza o bicchiere d’acqua; se tutta o in parte affonda è certezza di misture.\ Tè, un omologismo, è dal cinese T’E transitato dal franc THE connesso all’ingl TEA, cui Tèa (varietà delle rose colorate come il tè), Teàcee (la Famiglia), Teièra, Teicoltùra, Teìna (alcaloide chimicamente “caffeina”) cui il prefissato Deteinàre con Deteinàto (DE sottrattivo); fuori percorso il lemma Teatìno, questo identifica l’abitante di Chieti, appunto l’antica Teate. Alla Famiglie delle Teacee appartiene la Camèlia, nome imposto dedicato al suo importatore dal Giappone J. Kamel (1661\1706), da non associare a Camelina (Ved Lino da LINON). La pianta dalla quale si ricava il Tè è indicata con il lat scientifico CAMELIA SINENSIS “Camelia cinese”. Il Màte o Matè, invece, indicato anche come Tè del Parguay, è una bevanda ottenuta con foglie dell’omonima pianta delle Celastracee, d’etim peruviana. \ Un antico proverbio cinese recita che “se vuoi essere felice tutta vita coltiva le camelie”.\ Dal franc CABARET servizio da tè, è sorto fig il termine CABARET per locale non proprio signorile, questo meglio attestatosi, cui l’ol CABRET, il piccardo CAMBRETTE piccola camera, l’omologismo ital Cabarè, che vale l’uno o per l’altro, cui Cabarettìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Cabarettìstico. Cioccolàta è un omologismo dall’azteco CHOCOLATL transitato dallo sp CHOCOLATE, cui Cioccolàto, Cioccolatìèra. Gli Aztechi occupavano l’attuale Messico al tempo dell’invasione spagnola, ma essi si chiamavano MEXICA cui l’attuale toponimo nazionale Mèssico con Messicàno e quello della capitale Città del Messico. Nelle Filippine, l’oronimo Colline di cioccolato hanno la loro leggenda: sarebbero sorte dalle lacrime di un gigante, triste per la perdita della sua compagna. Durante il fascismo, l’autarchia suggeriva di consumare Carcadè, Zabaione, Chinotto, Idromele. Carcadè è l’omologismo dall’eritreo KARKADÈ, una bevanda acidula di colore rosso ottenuta con l’infuso di petali e sepali di una pianta delle Malvacee. Lo Zabaiòne, o Zabagliòne (attestazione errata), ovvero il tuorlo d’uovo sbattuto, è dal lat SABAIA specie di bevanda che per il suo colore ricorda la birra, termine d’origine illirica. Il termine Chinòtto da China 1, questo l’antico nome della Cina erroneamente pronunciato, è la bibita aromatizzata con un estratto dall’omonima pianta delle Rutacee. Idromèle, infine, dal lat HYDROMELI, inv dal gr, è la composizione di HYDOR acqua e MELI miele. 204 Cìna prende il nome dal suo imperatore storico Qin Shi Huangdi, ideatore della Grande Muraglia Cinese e sepolto in un imponente mausoleo, circondato dall’Esercito di terracotta. Il nome è pervenuto in occidente attraverso il ptg CHINA (pron scina) già lat SINAE dal gr SINAI cui Chìna (inchiostro di Cina), Chinèse e Cinèse; Chineserìa e Cineserìa dal franc CHINOISERIE, da tardo 1800, è il termine che va ad indicare ninnoli e suppellettili di costruzione o d’imitazione cinese; ma è sfociato ad indicare tutta una banale oggettistica (kitsch). Eppoi, Cinesìno, Cinesizzàre, il glb composto ingl Chinatown “quartiere cinese” con TOWN città, i glb franc Chinè “striato” e Chinois “passino a forma di cappellino cinese capovolto”, il pref SINO per composizioni quali Sinologìa con Sinològico e Sinòlogo, Sinotibetàno che indica il cinese del Tibet e da questo Tibetàno. Tra le lingue parlate in Cina si distinguono il Tibetano, il Mancese e il Mongolo. Per Mancèse s’intende la lingua dei Manciù, popolazione di etnia tungusa (di ceppo mongolo, gruppo appartenente alla famiglia altaica) oggi in parte stanziatasi nella Manciuria, da qui il relativo Manciuriàno. In associazione a Tibet si ha Sherpa quale glb dal tibetano SHAR PA uomo dell’est ossia appartenente agli SHARPA, questa la tribù himalaiana che vive lungo le pendici 1 meridionali dell’Everest (già Picco XV); i cui uomini, gli Sherpa, sono noti per essere utilizzati come guide e portatori sulle loro montagne. Tornando ai derivati “cinesi”, il lessico politico si è appropriato di Cineseria, Cinèse, Cinesìsmo, Cinesizzànte, per intendere, metaf o effettivamente, atteggiamenti e comportamenti speculari della Cina comunista. Fedele al gr-lat si conta il lemma Sinàntropo (lat SINA e gr ANTHROPOS) che indica l’ominide fossile scoperto nei pressi di Pechino corrispondente all’Homo erectus. Nel 2008, da un recente censimento, la popolazione cinese sarebbe di 1 miliardo e 300 milioni. Il più noto dei cinesi contemporanei è Mao Tse tung (1893/1976) cui gli omologismi Maoìsmo e Maoìstico. Dalla capitale Pechino, cui il demotico Pechinese, l’ital conta Pechinèse quale razza di cane snm di Spaniel. \ Caffettiera napoletana La Caffettiera napoletana, detta Cuccumella in volg napoletano, ideata da Morize nel 1819, francese a Napoli, ebbe da quell’anno una straordinaria diffusione in tutte le case italiane. Ci sarebbero poi state le Caffettiere per bollitura, ovvero alla turca, quelle a infusione generalmente corredate di filtro e che rivaleggiava con la Caffettiera a filtro per il caffè alla americana, ancora, la Caffettiera a stantuffo degli anni Trenta. In tempi più moderni, apparve la macchina per il caffè espresso presentata nel 1884 all’Esposizione Generale di Torino da Angelo Moriondo e via via perfezionata da Luigi Bezzera nel ‘900 e da Achille Gaggia nel ’47, utilizzata esclusivamente dai bar e simili. Merito di Alfonso Bialetti, infine, con la sua invenzione della Moka, che l’espresso poté entrare nelle case per gustare nell’intimità la nera bevanda resa gustosamente cremosa. LAGUNA Lagùna è il lat LACUNA con lenizione veneziana di c in g. Sono i discendenti del ramo g i termini Làgo, Lagòne, un composto Lagostàgno, Lagunàggio e Lagunàre (quest’ultimo per accezione “della laguna” a Venezia. Il Lago Garibaldi, diversamente da quanto si possa credere, è geograficamente posto in Canada. \ Il MOSE (semi)acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico è l’invenzione 205 che dovrebbe risolvere sensibilmente il drammatico fenomeno dell’acqua alta a Venezia. Alcuni di questi marchingegni dovrebbero essere posti di fronte alla millenaria città, barattando una relativa tranquillità dalle maree con la definitiva deturpazione ambientale. Da un’indagine giornalistica proposta da due quotidiani veneziani, al dicembre del 1998, l’orientamento popolare pare orientato favorevolmente alla sua istallazione: per Nuova Venezia, il 43% di Sì contro il 32% di No ed il 25% d’astenuti; per il Gazzettino, sono 942 i favorevoli tra 982 intervistati.\ Esiste un pref LAGO che non ha nulla di questo percorso, poiché è dal gr LAGOS lepre cui Lagocefàlidi (col gr KEPHALE testa, Famiglia di pesci), Lagoftàlmo (col gr OFTALMO vale “malformazione palpebrale” ovvero Occhio di lepre), Lagomòrfi (Ordine di mammiferi), Lagòstoma (col gr STOMA bocca altrimenti detto Labbro leporino). Lagòtrice o Lagòtriche dal lat LAGOTHRIX (col gr THRIX TRICHOS pelo) è un Genere di scimmie, altrimenti dette Scimmie lanose, fig per il pelo che ricorda quello delle lepri, suddivise in LAGOTHRICHA questa dal grigio-giallastro al marrone-nero, in FLAVICAUDO questa di colore mogano, con il lat FLAVERE colore oro e CAUDA coda poiché l maschio ha un ciuffo di peli gialli sui genitali. Il pendio di un lago montano è detto Pentìma, termine introvabile da inv tema med PENTIMA; azzardata connessione col termine Pentèlico dal gr PENTELIKOS monte, marmo bianco greco. Sinomini di Lago si contano Gòra, da un tema med GAURA dal lat medv GAURUS canale (per accezione “che porta acqua al mulino”), e Bacìle con Bacìno, Bacinèlla, dal gallo-romanzo BACCINUM dal lat BACA cosa gonfia e quindi anche Bàcca, questo già dal tema med BAKKA frutto cui Bàgola dal dim lat BACULA con Bagolàro “albero delle Ulmacee” e fig Bàgola con Bagolòne questi snm di Chiacchiera e Chiacchierone’, i composti Baccìfero, Baccifòrne e vrs Bàccara (sorta di pianta, adottato dal XVI sec) dal lat BACCAR già gr BAKKARIS snm di Asaro-àsaro (già dal XIV sec) questo dal lat ASAUM già gr ASARON, con il dim Baccarìna o Baccherìna (sorta di pianta erbacea) snm di Conìza questo dal gr-lat CONYZA, da non includere Conizzazione questo da Cono. Bacinètto fig “elmo” è dovuto al transito dal franc ant BACINET, moderno BASSINET da BACIN cui vrs Bassìna “recipiente di rame” con Bassinatòre, sovrapposto al termine Basso. Cinèlli è un termine antiquato che sta per piatti, abbreviazione di (Ba)cinelli. L’ital conterebbe ancora in questo percorso un Baciàsca, che vale “piletta di rame” (per lavre i bicchieri) nelle cantine e taverne. Bacìno, snm di Pelvi dal lat PELVIS catino, è anche anatomico ed il gr conta lo specifico PYELOS cui Pielografìa, Pielogràmma e Pielonefrìte questo composto col gr NEPHROS rene (adottati dal 206 XX sec). Il gr conta ancora EILEOS “osso del bacino, porzione dell’intestino, arresto intestinale” cui il lat ILIA fianchi e l’ital Ileoìleo o Ilio-ìlio con gli aggettivi Ileàle e Ilìaco (questo omn di Iliaco dal toponimo Ilio altrimenti Troia), il patologico Ileìte (suff medico ITE) o Ileopatìa, ancora i composti Ileocecàle (da intestino cieco), Ileostomìa (suff dal gr STOMA bocca), la locuzione anatomica Fossa iliaca; termine alieno Ilidi-ìlidi (Famiglia di Anfibi Anuri) dal gr YLAO abbaiare connesso col tema med LA lamento. Stàgno, omn del metallo, è dal lat STAGNUM palude, come il primo forse d’origine celt, rintracciabile infatti nel franc ETANG, cui Stagnamènto, Stagnànte, Stagnàre (omn di Stagnare “rivestire di stagno), Stagnìcola, Stagnicoltùra, e fig Ristàgno, Stagnàrsi, Stagnaziòne, cui ancora il prefissato Ristagnàre con Ristàgno; però, vrs il termine Stagno “acquitrino” può essere stato ispirato fig allo stagnamento dello stagno metallo allo stato liquido. Nel percorso, l’omologismo ellittico Stagflaziòne, in ambito d’economia, attraverso l’ingl STAGNATION stagnazione e INFLATION inflazione. Altri termini, talvolta resi snm, Pòzza, Pozzètta e Pozzètto, Pòzzo, cui un prefissato Contrappòzzo e la locuzione Pozzo di luce, dal lat volg PUTJUS erede del class PUTEUS, cui Puteàle, Puteolàno (demotico di Pozzuoli), Pozzolàna con Pozzolànico dalla locuzione lat PUTEOLANUM POLVEREM “sorta di tufo”, Pozzànghera, questo adattato da un sett POCCIANGHERA o POCIACHERA inc con Fango, Soppozzàre questo col pref SUB, da SUBPUTJARE, vale immergersi nel pozzo svoltosi nel napoletano Sommozzàre cui l’ital Sommozzatòre; Pùzza o Spùzza (pref S intensivo) e Pùzzo dal lat volg PUTJUM, connesso con PUTJUS di Pozzo in associazione all’odore sprigionato, cui Puzzàre o Spuzzàre da PUTERE puzzare, con Puzzachiàre o Puzzichiàre (suff attenuativo ICCHIARE), Pùzzola (mammifero dei Mustelidi) cui Formica puzzola (sorta di formica che emana odore sgradevole), Puzzolènte o Puzzolènto con Puzzolentemènte, Puzzonàta da Puzzòne, Puzzòre e Puzzòso, il prefissato Appuzzàre (pref AD) anche fig “corrompere”. \ La Grande puzza è quel periodo londinese del 1858 quando calò una straordinaria ondata di caldo umido che provocò il ristagnamento d’ogni odore, specialmente nel Tamigi. \ Dal tema med DRAUSIA-TRAUSIA, sovrapposto al long TRAUSAN precipitare, è pervenuto Tròscia (adottato dalla seconda metà del XIII sec), con il snm Pozzanghera questo già ricorrente nel 1306. L’ar conta AL GIUBB pozzo tradotto nello sp ALJIVE, cui la locuzione BOVEDA DE ALJIVE arco di cisterna, passato fig nel 207 franc OGIVE e da questo l’ital ha tratto l’omologismo Ogìva “arco acuto” con Ogivàle, termini utilizzati nell’architettura gotica. \ Secchia Nel pozzo si cala la Sècchia o il Sècchio, con Secchiàio, Secchiàta, Secchièllo e il fig Secchiòne “sgobbone”, dal lat SITULA-SITULUS, con normale caduta della vocale u e normale passaggio del gruppo tl in cl, attestatosi via via in SITLA, SICLIA, SICCHIA, SECCHIA. Sìtula è il sopravvissuto termine archeologico per ricordare i secchi artigianali di alcuni popoli antichi, quali i veneti, meglio venetici, questi attestatisi dal VIII sec aC nella regione compresa tra il lago di Garda, il fiume Tagliamento, i monti del Cadore e il Po, e che contavano Este e Padova tra i loro centri principali ; furono romanizzati tra il II ed il I sec aC. L’origine etim potrebbe essere connesso, almeno per inerenza, con la rad GWHYTIS siccità, che avrebbe portato al lat SITIS e all’ital Sete (Ved Fame Sete in Noto…). Il termine fig Secchione “sgobbone” ha un suo snm glb dall’ ingl in Geek questo però relativo all’uso dell’Internet. Dal normanno ant BIDHA secchio, il franc conta BIDON cui l’omologismo Bidòne 1 con i derivati e fig quali Bidè, o il glb Bidet, dal dim franc BIDET, Bidonàre, Bidonàro, Bidonàta, Bidonatòre, Bidonìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui un Bidonismo sottinteso non linguistico). Il composto inv dal franc Bidonville questo agglomerato di baracche utilizzate come abitazioni, fig bidoni. 1 Bidòne vale anche quale Truffa o Imbroglio, vrs dal fatto che dopo l’incauto acquisto, l’acquirente lo scopre completamentre vuoto del contenuto pattuito; pertanto ne ricava unicamente un bidone. \ Fonte Pollone Fònte (omn di Fonte “fusione”), con i derivati Fontàle, Fontàna, Fontanàzzo, Fontanèlla, Fontanière, Fontanile, Fintanòne, Fontìcolo, dall’accusativo lat FONS FONTIS connesso al sct DHANAYATI scorre; Pòlla (vena d’acqua sorgiva) con l’accr Pollòne “germoglio” cui Pollonèto “vivaio”, meritano una particolare descrizione: termine devb da un raro Pollàre dal lat PULLARE germogliare, questo denm da PULLUS piccolo nato cui Pòllo in percorso con Pollàio, Pollaiòlo, Pollàme (suff AME per collettivi), Pollàstra e Pollàstro (suff ASTRO) e Pollerìa; Pollo comprende sia il gallo sia la gallina ma il termine s’è attestato nell’indicare l’animale maschio. In ingl CHICKEN vale pollo cui la locuzione glb Chick lit “lettaratura adatta per le ragazze (pollastrelle)”. Il percorso conta ancora Pollìna “lo sterco”, l’aggettivo Pollìno da PULLINUS, eppoi Poiàna dal volg PULLIANA col snm Bozzàgo o Buzzàgo e Bozzàgro o Buzzàgro attraverso il prvz BUSAC dal lat BUTEO BUTEONIS specifico per poiana; da BUTEO con il pref SUB (con valore di simile) si ha il termine Subbùteo “gioco del calcio da tavolo” nome imposto dall’ornitologo P. Adolph nel 1947, ispiratosi al Falco subbuteo snm di Falco lodolaio “che caccia le allodole”. Il percorso conta ancora Pollànca dal napoletano Pullanca, eppoi Pulèdro o Polèdro o ancora Pollèdro da PULLETRUM, Pulcìno da PULLICINUM cui il fiabesco Pollicino, Pullulàre mettere al mondo dei piccoli, termine questo 208 semant in essere gremito cui Pullulamènto, Pullulaziòne, e i vari personaggi quali Pollicino, Pulcinella questo dal napoletano Polecenella dim di Polecino (Pulcino) vrs ispirati o sovrapposti al lat PULICELLAM pulzella. In percorso il prefissato Appoiallàrsi con Appollaiàto, i composti Pollicultùra o Polliciltùra con Pollicultòre o Pollicoltòre, Pollivèndolo. Dalla locuzione lat RAMI PULLUM pollone del ramo è nato il termine Rampòllo, questo attestatosi fig nel valore di “diretto discendente di una famiglia”, cui Rampollàre, Rampollamènto e Rampollàto. Sorta di grosso pollo, uccello sudamericano, l’ital conta l’omologismo Caimìchi di voce caribica. Dall’Ottocento, s’è attestato il snm Clòne attraverso il gr KLON rampollogermoglio cui Clonàre con Clonàggio, Clonàle e Clonaziòne; ma anche Clòno, cui Clonìa e Clònico, attraverso KLONOS agitazione, in connessione col primo (s’immagini l’agitazione di una polla d’acqua). Pollino, oltre al relativo di Pollo da PULLUS, sta per scuro, nero, questa volta dall’omn PULLUS connesso col verbo PALLERE apparire di colore grigio, cui un obsoleto Pp Pallènte (già nel XIV sec) snm di Pàllido (già nel XIII sec), Pallidàstro, Pallidèzza col snm Pallòre (già nel XIII sec), Pallidìccio, Pallidità, Pallidòre, Pallidùme col prefissato Impallidìre, l’oronimo Pollino, Pòlline con Pollinòsi (suff medico OSI), e il prefissato Impollinàre e Impollinaziòne; infine, da rad POL variante di PEL pulire cui il lat PULVIS polvere, il percorso ital Polènta o Polènda o ancora Pulènda dal lat inv POLENTA, che stava per farina d’orzo poiché il mais è conosciuto dalla scoperta dell’America, cui Polentàio, Polentièra e Polentìna. In Valtellina è comune la locuzione Polenta taragna dove Taragna è l’apposito bastone per mescolarla, un termine questo che appare d’origine onomatopeica da affiancare al composto Tarabùsto “sorta di ant cannone a canna corta”. Màis è l’omologismo dallo sp MAIZ ricopiato da MAHIZ di genesi arawak, cui Maizena “farina di mais” e poi Maiscoltùra o Maiscultùra con Maiscoltòre o Maiscultòre, ma anche Maìdico, Maidìcolo e Maidìsmo dal lat scientifico MAYS MAYDIS ricordando che il mais non era conosciuto dai latini e pertanto tale declinazione è una modernizzazione del XX sec. Il gr, però, da una rad indoeur, conta MAZA pasta d'orzo e l’assonanza appare straordinaria, tale da confermare storicamente il mito che i progenitori di questo gruppo linguistico dell’America centromeridionale, assieme al Tupi e il Guaranì, abbiano attraversato lo Stretto di Bering (dall’Europa all’America) 50mila anni fa, ancora remoti i tempi rispetto all’invasione Kurgan in Europa (4400 anno fa) foriera della lingua, della cultura indoeuropea, rispetto alle escursioni vichinghe nel nuovo continente e alla di questo riscoperta colombiana. Fuori percorso il termine ippico Maiden, un glb ingl che sta per “vergine” in riferimento fig ad un cavallo che scende in pista per la prima volta o che non ha mai vinto. Dal tema rad PEL POL l’ital conta ancora Pùla (dal XIV sec), cui Spulàre e Spulatùra (pref S sottrattivo), d’inv tema med PULA pulviscolo- cascame di 209 trebbiatura, snm di Crusca o Lolla. Dal gergo franc POULE pula, l’ital ha adottato l’esot volg Pùla per “polizia”. Il percorso prosegue con Pòlta o Pùlte dal lat PULS PULTIS, cui Poltìglia, con Poltigliòso, transitato dal franc POLTILLE, Pòlvere cui Polveràccio o Polverùme, Polveràio, Polveràre, Polveratrìce e la locuzione Polvere cosmica, eppoi Polverièra e Polverifìcio associati alla locuzione Polvere da sparo o Polvere esplosiva, detta polvere scoperta dagli alchimisti cinesi nel 900 dC, accostando per caso alle fiamme una miscela di Carbone di legna, Salnitro e Zolfo. Polverìna (farmaceutica) snm di Droga, Polverìno (sabbia o carbone), Polverìo, Polverizzàre con Polverizzàbile, Polverizzamènto, Poloverizzàto, Polverizzatòre e Polverizzaziòne, Polveròne, Polveròso con Polverosità, Polverulènto o Pulverulènto, Polvìglio, questo un esot poiché transitato dallo sp POLVILLO dim di POLVO, e il dim Polvìscolo o Pulvìscolo. Nel percorso prefissato e composto si contano Antipòlvere, Aspirapòlvere, Baciapòlvere, Battipòlvere, Battispòlvere o Battispòlvero, Depolverizzàre con Depolverizzatòre e Depolverizzaziòne, Impolveràre, Spolveràre con Spolveràta, Spolveratùra e Rispolveràre, Spolverìno “piumino o soprabito”, il sostantivo Spòlvero. L’inglesismo Pullman non ha nulla della rad, bensì è tratto dal suo inventore G. M. Pullman (1831-1897), termine coniato come Battista (tela), Bachelite, Dolomite, Sax e Spinetta (vedi) e come Ghigliottìna, dal suo inventore il medico J. Guilotin (1738 – 1814). \ L’utilizzo storico della Ghlgliottina in Francia è datato 25 aprile 1792 mentre l’ultima esecuzione risale al 10 settembre 1977 \ Dall’ar RAHG AL-GHAR polvere di caverna e attraverso il franc REALGAR, l’ital conta l’omologismo Realogàr “minerale di solfuro di arsenico e monoclino” di colore rosso, cui il prefissato Pararealgàr. \ Polentone e Terrone Diversamente da Terrone, il termine Polentòne o Pulendòne era già in uso alla fine del ‘600, nel significato di persona lenta e pigra. La spiegazione è storica e viene dal fatto che la sintomatologia della pellagra, la terribile malattia propria di quelle regioni dove il mais era l’alimento più unico che principale, s’innescava appunto con tali prodromi. La semantica l’ha trasformato nell’epiteto popolare mangiatore di polenta, in risposta all’offensivo Terròne, mangiatore di terra, coniata dall’arroganza di gente che ha dimenticato i propri trascorsi di peggior miseria e mali. (da “La pulzella delle specchie” SA Piazza Editore 2001) \ Poltrona Da un ampliamento di PULLUS piccolo nato in PULLITRUS passato nel volg PULLITER, è stato coniato, oltre a Puledro (PULLETRUS), il termine Pòltro “puledro”; da Poltro, quale animale da trasporto, il termine è passato fig al significato di stare comodo, quindi a letto, cui Poltrìre, Poltròna, il fig Poltròne “pigro” con il prefissato Impoltronìre. \ Cipria Talco Cìpria vale Polvere dell’isola di Cipro, cui il prefissato Incipriàre con Incipriàto (IN illativo), un parasnm di Cùpreo che però vale Rame poiché è l’ellittico di AES CUPRIUM Rame di Cipro, cui Copparòsa o Cuperòsa 210 “solfato metallico” quale mutazione dal lat CUPRI ROSA grazie al passaggio dal franc COUPEROSE rosa di rame questo da GOUTTE ROSE goccia rosa cui l’esot Couperose “maccdhie rossastre della pelle”. Nel percorso di Cipria, si ha Ciprièra, termine che però è da distinguere rispetto allo specifico percorso di Cipro che conta Ciprìgno con Inciprignìre (IN illativo) in riferimento fig all’aspro vino locale, Cìprio “di Cipro” ma anche “piede metrico classico” e Cipriòta. Eppoi il distinto percorso “divino” con Cìpride (attributo della dea Venere-Afrodite nata a Cipro) dal lat CYPRIS già gr KYPRIS cui Ciprèa, il fig Cipripèdio (il piede di Venere col suff PEDIS) che sta per “sorta di pianta delle Orchidee”. Le composizioni Cypridofobìa o Cyprifobìa e Cyprianofobìa o Cyprinofobìa indicano avversione psicologica per le prostitute e delle malattie veneree. Un snm di Cipria (questo in corso dal 1802 nel senso di Polvere cipria) è Borotàlco (dal 1941) questo omologismo composto con Bòro estratto da Boràce dall’ar BURAQ d’origine persiana, in percorso con Boràto, Bòrico, Acido bòrico e Tàlco (adottato dal sec XVI sec) questo ancora dall’ar TALQ, cui Talcoscìsto, Talcòsi e Talcòso. LACRIMA Làcrima, dal lat LACRIMA, dall’ant LACRUMA, è un lemma ampliato da LACRU della famiglia rad di DAKRU. Corrispondenza nel gr DAKRY-DAKRION lacrima e nel ted TRANE. Dal gr utilizziamo il pref DACRIO in termini medici quali Dacrioadenìte (col gr ADEN ghiandola e suff ITE per malatta acuta) e Dacriocìsti, Dacriòlito, Dacriòma. La mutazione di D(Dakru) in L(Lacru) si è imposta per l’acquisizione del modello sabino tra i latini. Ritorna il progenitore comune LAK di lacuna-laguna che semant ci ha condotto a Làcrima “piccolissima cisterna d’acqua” ovvero “una goccia dall’imo” (dal profondo intimo). Lacrima è l’equivalente di Làgrima con lenizione di c in g, com’è accaduto per Lacuna-Laguna, cui il percorso complanare Lacrimàbile e Lagrimàbile con l’opposto prefissato Illacrimàbile e Illacrimàto (pref IN negativo), Lacrimàle e Lagrimàle, Lacrimàre e Lagrimàre col prefissato Collacrimàre (CUM associativo), Lacrimàto e Lagrimàto, Lacrimatòio e Lacrimatòrio con Lagrimatòio o Lagrimatòrio, Lacrimaziòne e Lagrimaziòne, Lacrimèvole e Lagrimèvole questi con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Lacrimògeno e Lagrimògeno, Lacrimòso e Lagrimòso. Gòccia, devb da Gocciàre e questo dal lat GUTTIARE denm da GUTTA goccia cui il dim Gòcciola o Gòccio o Gocciòlo e Gocciolàre con Gocciolòtti, vrs il lemma Guttùrnio “sorta di vino”; il termine sembra attestatosi dal toscano Gocciare dopo aver attraversato il sett Gozzàre. Da Gùtta, sono sopravvissuti i termini Gottàre “togliere acqua dalla 211 barca” con Sgottàre (pref S intensivo) e Gottàzza o Gotàzza snm di Sassola che è lo strumento per farlo, Guttaziòne, i composti Guttiferàcee o Guttìfere (Famiglia botanica, con il lat FERRE portare) snm di Ipericacee; alle Guttiferacee appartiene la Garcinia Mangostana (Genere di piante dal nome del botanico L. Garcin). Nel Veneto è diffuso il termine Gotto per indicare fig (in metonimia) “un bicchiere” o “un po’-una goccia - (di vino)”. Zinzìno, infine, che vale “sorsetto” è la composizione lemmatica di un onomatopeico Z NZ, quale fonosimbolismo per piccolo, ancora diminuito con Zinzolìno. Dal gr STALAGMA goccia, deriva Stalagmìte (suff ITE per minerali) o, raro, Stalammìte “goccia sorgiva” donde Stalagmìtico con Stalagmometrìa con Stalagmòmetro, e da STALAZO gòcciolo STALAKTOS cui Stalattìte “goccia pendente” con Stalattìtico. La forza di una goccia insistente è tramandata dal detto poipolare La goccia scava la roccia \ Nelle Grotte di Castellana, in Puglia, ritrovate nel 1948, si possono ammirare suggestivi spettacoli di stalattiti e stalagmiti. In esse il ricercatore Franco Anelli scoprì un singolare minerale di fosfato acido, che in suo onore è indicato con Francoanellìte; lo scienziato apparve in RAITV per una lunga intervista nel 1960. \ Nulla in comune col ted STALAG campo base, questo un ipocoristico di STAMMLAGER, semant attestatosi quale Campo di prigionia o Campo di concentramento o Campo di correzione. Termine alieno è ancora il termine Staliniàno, snm di Intransigente, cui Stalinìsmo, Stalinìsta e Stalinizzàre, relativo allo statista sovietico J. V. Dugavili, noto con lo pseudonimo di Stalin “Il piccolo padre del popolo russo”, ma la coincidenza vuole che abbia fatto grande uso dei campi di concentramento per i suoi avversari politici, indicati con il glb Gùlag questo acronimo del russo GLAVNOE UPRAVLENIE ISPRAVITEL’NO-TRUDOVYCH LAGEREJ Direzione generale dei campi di lavoro di correzione. Dal long ZAHHAR liquido gocciolante, ancora, l’ital conta l’omologismo Zàcchera o Zàccaro con Zaccheròne, Zaccheròso e il prefissato Inzaccheràre con Inzaccheràto. \ In agosto del 2008, in una dacia fuori Misca, s’è spento a 89 anni lo scrittore dissidente russo A. Solgenitsin, condannato nel 1945 dal regime staliniano ad 8 anni di Lager più 3 di confino. Fu rilasciato nel 1956 e successivamente riabilitato merito della mutata situazione politica. Autore del capolavoro Arcipelago Giulag e Premio Nobel per la letteratura nel 1970; eppure, alla caduta dello stato sovietico, avrebbe detto “ La Russia ha smarrito la propria anima con l’occidentalizzazione e la globalizzazione…” (parafrasi di SA) / \ Emanare Stranguria Di derivazione celt, il lat aveva adottato MANARE per gocciolare, cui il percorso Emanàre, Emanaziòne, Promanàre. Dal gr STRANX goccia, genitivo STRANGOS, l’ital conta Strangùria o Strangurìa già lat STRANGURIAM, questo dal gr STRANGOURIA in 212 composizione col suff OURIA (ital URIA) dal gr AUREIN orinare. \ Valle Volt Ampere Fascino La Valle di lacrime è la metaf che sta per Terra, Mondo, in cui la sofferenza è comune. L’idea della “valle” viene dall’immagine della terra in subordine alle montagne (il cielo). Il termine Vàlle è dal lat VALLIS, d’appartenenza a VOLVERE da rad in WEL volgere, cui Vallàta, Valligiàno (in correlazione con Alpigiano e Pianigiano, il composto Vallicoltùra o Vallicultùra, i coronimi composti quali Valsesiàno da Valsesia, Valpolicella… Vàllo da VALLUM semantizzatosi “costruzione a difesa” snm di Baluardo cui Vallàre (aggettivo e verbo), la locuzione storica romana Vallo di Adriano (tra la Britannia e la Caledonia) e Vallo atlantico durante il secondo conflitto mondiale, eppoi Vallìvo, Vallòne questro omn Vallòne “proprio della popolazione belga di lingua franc Valloni”. Il percorso prosegue con Vàlva questo dal lat VALVAE battenti, imposte con Valvàre; dall’inc di VALVAE con l’ant VULBA utero il lat ha coniato VULVA inv in ital Vùlva (dal XIV sec), con un snm in Potta (già dal XIII sec), il composto Vulvavaginàle con il patologico Vulvavaginìte, Vulvìte (suff medico ITE per “infiammazione”), con la variante botanica Vòlva cui Volvàre, Volvària (sorta di pianta delle Cheniopodiacee), Volvavariàcee (Famiglia di funghi) Termine alieno Vallonèa o Valonèa oppora Vallonìa o Valònìa e addirittura in metaplasmo Gallonèa “sorta di quercia” dal gr BALANOS ghianda. Il percorso WEL prosegue con Vilòcchio da VOLUCUM (botanica) cui Vilùcchio “fusto rampicante” con Vilucchiòne delle Convolvulacee, Vilùppo questo attraverso il franc ENVELOPER intrecciare inc col tema med FALOPPA paglia cui Lòppa “scoria”, Vòlgere con Volgìbile e Volgimènto, Vòlgolo, Vòlta dal volg VOLVITA (anche “soffitto curvato” attestatosi genericamente in “soffitto semplice”, eppoi “sorta di danza” e “periodo metrico” di una strofa petrarchesca) con Voltàre, Volteggio e Volteggiàre, Vòlto, Voltolàre e il devb Voltolìno (uccello), Voltùra, Volùbile con Volubilità. Il termine Vòlta indica ancora “momento temporale” cui Univoltìno e Univoltinìsmo “insetto a un'unica generazione annuale)n snm di Monovoltìno, la locuzione C’era una volta, la locuzione avverbiale Questa volta o l’ipocoristico Stavòlta; termine che dal volg VOLVITA ha seguito l’evoluzione differenziandosi nel volg mer VICATA attraverso un VICIS che il franc aveva adottato creando il proprio ant omologismo FIEE (corretta accentazione fiée) rientrando in Fiàta diffondendosi nel meridione d’Italia dal Duecento con l’arrivo degli angioini. Attraverso lo sp, si conta il glb Vuelta che sta per “giro” in termini sportivi (ciclismo), pertanto La vuelta a España ha i suoi omologhi nel Tour de France e nel Giro d’Italia questo storicamente dal 1905 seguito nel 1909 dal Giro di Lombardia. Il gr conta TREPEIN volgere cui il termine composto Treponèma (col gr NEMA filo) “sorta di organismo unicellulare” cui la locuzione Treponema pallido “agente della sifilide” col snm Spirocheta pallida. Il persorso WEL continua con Volùme dal lat VOLUMEN “rotolo” con il desueto Vilùme (suff UME collettivizzante, nel senso di libro “tante pagine 213 da voltare”) cui Volùmico, Voluminòso con Voluminosità, e i composti Volumenòmetro, Volumetrìa e Volumètrico, Voluminizzàre e Voluminizaiòne; eppoi Volùta, Volutàbro o Voluttàbro “pantano in cui si rivoltano i maiali”, Vòlvere, Volvocàcee (Famiglia di alghe), Vòlvolo (termine medico), il termine composto Voltagabbàna (1918) con Voltagabbanìsmo, questo neologismo del XXI sec, dalla locuzione fig Voltar (o Mutar) gabbana con l’omologismo Gabbàna o Gabbàno “sorta di mantello” dall’ar QABA tunica attraverso il franc CABAN cui il dim Gabbanèlla; Làmia (adottato dal XIV sec) è inv dal tardo gr TA LAMIA e vale “copertura a volta (profonda)” peculiare delle abitazioni rustiche del meridione italiano dove Lamia partecipa al dialetto, fig connesso con l’omn Làmia o Làmmia “mostro femminile mitologico”dal gr LAMYROS vorace, talvolta snm di Strega o Megera e addirittura di benefica Ninfa; vrs dal fatto che una costruzione col soffitto a volta è molto più capiente (vorace) di quelle a soffitto piano. Il percorso WEL conta i prefissati Avvallàre e Avvàllo, Avviluppàre, Avvòlgere con Avvolgimènto, Avvòlto e Avvoltolàre, eppoi Avvoltòio con i desueti Avoltòio e Avoltòre da VULTURIUM con il snm Vùlture o Vultòre da VULTUR VULTURIS attraverso la divintà etrusca Vul della stessa rad, l’oronimo Vulture e l’idronimo Volturno; ancora, Coinvòlgere con Coinvolgènte, Coinvolgimènto e Coinvòlto, Convòlgere con Convòlto e Convolùto, Convòlvolo e Convolvulàcee (Famiglia di piante) alla quale appartiene la Gialàppa - o Scialàppa o Sciaràppa – sorta di radice così indicata dal toponimo messicano Jalapa (Xalapa) e vale RAIZ DE JALAPA radice di Jalapa. Devòlvere con il glb ingl Devolution, Devolutìvo e Devoluziòne, Disvòlgere e Disvòlto, Evòlvere con Evolvènte ed Evolùto cui Evoluziòne con Evoluìre attraverso il franc EVOLUER con Evolutìvo da EVOLUTIF, Evoluzionàrio, Evoluzionìsmo, Evoluzionìsta ed Evoluzionìstico, Inviluppàre con Inviluppamènto, Inviluppàto e Invilùppo, Invòlgere con Involgimènto, Involtàre con Involtàta, Involtatùra, Involtìno ed Invòlto, Involtùra, Invòlucro (connesso col lat VOLUCRA rampicante da VOLVERE), Invòlvere con Involùto, Involutìvo, Involutòrio e Involuziòne, Rivolgère con Rivolgimènto, Rivolgitòre, Rivòlta, Rivòlto, Rivoltòso, Rivoltamènto, Rivoltànte, Rivoltàre, Rivoltàta, Rivoltàto, Rivoltatùra, l’iterativo Rivoltolàre, Rivoltolamènto, Rivoltolìo, Rivoltùra, Rivoluziòne, Rivoluzionàre, Rivoluzionamènto, Rivoluzionàrio, Rivoluzionarìsmo e Rivòlvere. Il percorso conta i composti Voltafàccia, Voltafièno. \ A parte la Rivoluzione industriale questa a carattere sociale, tra le più recenti rivoluzioni sovvertitrici dell’ordine costituito, in ordine cronologico si contano la Rivoluzione americana (seconda metà del ‘700) seguita dalla Rivoluzione francese (fine ‘700), eppoi la Rivoluzione Russa o Rivoluzione bolscevica 1 agli inizi del XX sec, che ha generato la Rivoluzione cinese e la Rivoluzione cubana; questa alla fine degli anni ’50, il cui promotore Fidel Castro, Lider maximo, ha lasciato il potere a suo fratello Raul per motivi di salute solo nel XXI sec (2007/2008), ad onta di vari tentativi esterni politici e militari d’opposizione. Negli anni sessanta, infatti, la Crisi cubana portò il mondo sull’orlo di un terzo conflitto, rientrata grazie al buon senso delle due potenze egemoniche. Raul Castro, in un suo pronunciamento nel luglio del 214 2008, ha promesso di instaurare a Cuba un sorta di Socialismo realistico rispetto alla politica di Socialismo reale del fratello, ossia di sostenere l’acquisizione dei redditi più alti. Da includere la Rivoluzione del Sessantotto (1968), per opera di studenti ed operai, via via implicando (o aizzata da) la borghesia e i ceti medio-alti, comunemente indicata con Sessantòtto, cui Sessantottìno, Sessantottèsco, Sessantottìsmo, Sessantottìsta… in correlazione storica con il 1848 cui Quarantottàta, Quarantottèsco e la locuzione Fare un quarantotto. Da includere Il movimento democratico delle Forze Armate negli anni Settanta del XX sec, che avrebbe condotto a una democratizzazione nelle caserme e alla stesura parlamentare di una Legge dei Principi, la carta costituzionale per i militari sino allora in balia delle norme stilate dalle gerarchie e non dall’assemblea legislativa. Da qui il Movimento degli uomini radar che accompagnò la categoria alla smilitarizzazione del Servizio di controllo del traffico aereo in Italia nel 1979, questo ancora gestito dall’Aeronautica Militare, l’unico in Europa. 1 Bolscèvico o Bolscevìco conj Bolscevìsmo, Bolscevizzàre, Bolscevizzaziòne e Bolshefobìa “paura dei bolscevichi” è dal russo BOL SEVIK uno della maggioranza. Il percorso continua con Sconvòlgere (da Convolgere e il doppio pref S intensivo) con Sconvolgimènto, Sconvolgitòre e Sconvòlto, Svòlgere con un poetico Svòlvere, Svolgimènto, Svòlta, Svoltamènto, Svoltàre (S sottrattivo vale “disfare un avvolgimento”), Svoltàre “effettuare una svolta”, Svoltàta, Svoltatùra, Svoltìsta, Svòlto con Risvòlto (RI ripetitivo) e l’iterativo Svoltolàre, Sviluppàre da un Viluppare di Viluppo con S sottrattivo, Sviluppàto, Sviluppatòre, Sviluppatrìce e Svilùppo, Travòlgere con un poetico Travòlvere, Travolgènte, Travolgimènto e Travòlto. Il gr conta ELYTRON involucro, cui la voce dotta Elitra-èlitra, utilizzato in zoologia, da non equivocare col termine Elitrasportàre questo composto con l’ellittico di Elicottero ed il verbo Trasportare perrtanto sta per “trasportare via elicottero”. Dal volg ital Ammalloppà inviluppare è sorto Mallòppo (adottato dal XIX sec), in snm con Bottino (già dal XIV sec) e con l’omologismo Rififì, che appare in desuetudine, a seguito di un noto film francese “Rififi” del 1955 e della sua colonna sonora “Le rififi” cantata da Magali Nöel, il cui termine è vrs connesso con il long HRAFFON strappare via di Arraffare. Malloppo e Rififi sono in concorrenza con un secondo omologismo franc Grisbi (adottato dal 1963) questo vrs fig da GRIS grigio, il colore della moneta. Il termine alieno Vòlta è l’unità di misura di tensione elettrica, meglio Vòlt, cui Voltàggio, Voltàico col composto Fotovoltàico, Voltaìsmo e Voltìmetro o Voltòmetro o Vòltmetro, dal nome dello scienziato A. Volta (1745 \ 1827); simile all’associata misura di corrente elettrica Ampère dal contemporaneo M. Ampere (1775 \ 1836), cui Amperàggio, Amperometrìa con Amperomètrico e Amperòmetro, Amperòra e Ampersecòndo rispettivamente composti con Ora e Secondo e valgono “quantità di ampere in un’ora \ in un secondo” cui lo strumento Amperoràmetro, Amperspìra (energia generata da una spira percorsa da corrente). Ampersecondo vale anche Coulòmb, questo da Ch. A, de Coulomb (1736\1806) cui Coulombomètro. Tornando nel percorso WEL, Vàlico, invece, pur presumibilmente connesso con la rad di Valle, è il devb dal lat VARICARE allargare le gambe, cui Valicàre con il prefissato Travalicàre – con un ant Travarcàre - cui 215 Travalicamènto, Varcàre, Vàrco, Varicàre con il prefissato Divaricàre (pref DIS) cui Divaricàbile, Divaricamènto, Divaricàta, Divaricàto, Divaricatòre, Divaricaiòne, eppoi Varàre con Vàro (termine marinaresco e fig “mettere in opera”) dal lat inv VARARE, questo il denm da VARA, il primitivo congegno per avviare in mare le imbarcazioni, cui Varamènto, Varàta, Varatòio. Vàlgo è dal lat VALGUS “storto in fuori”, attestatosi in riferimento a qualsiasi arto o parte d’esso spostato patologicamente dal proprio asse, cui Valgìsmo “angolo ottuso formato da due segmenti ossei aperto all’esterno” e pertanto il termine pare composto con un ellittico suff GONON angoloarticolazione; il contrario è Varìsmo dal lat VARUS storto in dentro cui Vàro questo nel tema di VARA sostegno biforcuto da VARARE, cui il fig Vàro in senso marinaresco con Varàre. Esiste una seconda rad, WERT, che avrebbe condotto al lat class VERTERE volgere, cui Vèrtere, Vertènte, il fig Vertènza con Vertenziàle e Vertenzialità, Vertìbile da un Vertìre, eppoi Vertècchio da VERTICULUM e la variante Bertòccio, che si sarebbe semant consolidato nell’indicare “volgersi verso l’alto” cui Verticàle, Verticalìsmo, Verticalizzàre con Verticalizzaziòne, Verticalmènte, Vèrtice, Verticìllo con Verticillàto, Verticìsmo con Verticìsta e Verticìstico, subendo una enantiosemìa nell’invertirsi in “volgersi verso il basso” con Vòrtice e Vorticòso, nell’includere addirittura “tutto attorno” con Vertìgine e Vertiginòso; eppoi Bertuèllo o Bertovèllo “rete illegale da pesca o caccia” quale corruzione del dim lat VERTIBELLUM (nome di strumento). Il ted conta STRUDEL per vortice, cui il corrispondente omologismo in ital con la locuzione gastronomica Strudel trentino il cui ingrediente principale è la Mela renetta. Il percorso ital prefissato prosegue con i pref, Avvertènza, Avvertimènto, Avvertìre. Convertìre e Convertìbile con Convertibilità, Conversiòne, Convèrso o Convertìto cui il fem Convèrsa “suora laica” con un omn-snm Convèrsa “raccolta delle acque”, Convertìsta, Convertitòre e Convertitrìce. Diversiòne, Divèrso o Devèrso, Divertìcolo, Diversiòne. Divertimènto e Divertìre. Divorziàre e Divòrzio che meritano un breve esame: dal lat DIVORTIUM di un arcaico lat DIVORTERE che vale biforcare le strade (bilaterale), diverso da REPUDIUM ripudio che vale in senso unilaterale (da parte del marito), cui Divorzìsta (avvocato). \ Stando alle statistiche, in Italia nel 2007 i divorzi sono aumentati del 2,3% pari a 50.669.\ Introvertìre (pref lat INTRO dentro) o Introvèrtere con Introvertìto, Introversiòne, Introvèrso correlativo di Estrovèrtere ( pref lat EXTRA fuori) con Estrovertìto, Estroversiòne ed Estrovèrso; da aggiungere il neologismo Ambivèrso. Invertìre (col pref RE di movimento inverso) con Invertìre, Invertìbile e Invertibilità, Invertìto, Invertitòre, Inversiòne, Invèrso, la locuzione glb ingl Inverted coaster “Ottovolante appeso” (non sul binario). In linguistica, la Figura d’inversione indica una frase in cui le parole sono invertite dalla corretta logica: “ Prendere due fave con un piccione invece di due piccioni con una fava. 216 Pervertìre (pref PER con valore di superlativo “eccessivo”) con Pervertimènto, il Pp Pervertìto, Pervertitòre, Pervèrso dal Pp lat PERVERSUS di PERVERTERE cui Perversiòne, Perversità e il composto Imperversàre (doppio pref IN illativo). Sovvertìre da SUBVERTERE cui Sovversiòne con Sovversìvo questo transitato dal franc SUBVERSIF. L’intensivo di VERTERE è VERSARE, passato poi nel volg VERSIARE, attestatosi anche in VERSARI trovarsi, cui Versàre con Versamènto, Versànte, Versàtile con Versatilità, Versàto, Versìcolo con un’attestazione dal sett Verzìcola, Versùto da VERSUTUS con valore di “svelto”, un marinaresco Vèrta “parte di rete” dal lat AVERTA con valore fig di “bisaccia”, eppoi Vèrso questo sia sostantivo da VERSUS rigo con l’aggettivo Vèrso unicamente nella locuzione Pollice verso sia ancora preposizione Vèrso da VERSUM poeticamente Ver o Ver’ col fedele al lat Vèrsus attraverso l’ingl, tutti dal Pp di VERTERE, donde i poetico-letterari Verseggiàre con Verseggiatòre e Verseggiatùra, i composti Versificàre con Versificatòre e un Versaiòlo, i dim Versètto e Versìcolo, Versiòne, un accr di scherno Versàccio, Versoliberìsta dalla locuzione Verso libero; eppoi Versòio (parte dell’aratro), Versòre (termine matematico-fisico), i prefissati Avversàre da ADVERSARI quale frequentativo di ADVERTERE (AD allativo) “volgere verso”, con Avversàrio, Avversatìvo, Avversiòne, Avversità, l’aggettivo Avvèrso da ADVERSUS “posto al cospetto” con la preposizione Avvèrso da ADVERSUM contro, eppoi un curioso Versièra “moglie del diavolo” già Avversièra. Conversàre (COM associativo) “trovarsi insieme” con Conversaziòne. Infine i composti Versicolòre “che muta (volge) colore”, Versipèlle “che muta pelle”. Termine alieno Vèrsta omologismo inv dal russo VERSTA “misura di lunghezza in età imperiale” pari a 1066,781 mt. Attraverso l’ingl TO CHAT (pron ciat) chiacchierare-conversare, vrs di genesi onomatopeica dal tema di CIA C cui l’ital Ciarlare, l’ital ha adottato nel linguaggio glb dei computer (Internet) i glb Chat “conversazione” e Chatter “utente” con le licuzioni Chat-line “in linea con più computer”, Chat room “conversazione ristretta” fig con ROOM stanza-camera dal verbo TO ROOM alloggiare, e l’omologismo Chattàre (pron ciattàre); il termine ingl ROOM si rintraccia in ambito glb nei termini composti Tearoom, Showroom questo dalla locuzione Show room “sala d’esposizione” con SHOW mostra dal verbo TO SHOW mostrare-presentare, ancora in locuzione glb Dark room “stanza in penombra” con DARK buio per particolari incontri in locali notturni, Dealing room che nella finanza vale “locale per compra-vendita con DEALING negoziazione cui Dealer negoziatore dal verbo TO DEAL dare svoltosi in negoziare-amministrare con il glb New Deal “nuova amministrazione” (di storica memoria il new deal di J. F. Kennedy) e rintracciabile nel borsistico NASDAQ acronimo di NATIONAL ASSOCIATION OF SECURITIES DEALERS AUTOMATED QUOTATION Associazione nazionale operatori (dealers) titoli a quotazioni automatizzate, ovvero un sistema telematico per contrattazioni ed è Indice di borsa. Il percoso glb ROOM continua con Living room “soggiorno” o l’ellittico Living dal verbo TO LIVE vivere, eppoi Rooming in questo in 217 riferimento ospedaliero per i neonati che sono sistemati in camera con la madre e non nell’apposito Nido, l’alberghiera Room service “servizio in camera”. Il percorso ital dal lat VERSARE prosegue con i prefissati Riversàre con Rivèrso, Rovesciàre variato dal precedente Rivesciàre dal volg REVERSIARE o REVERSARE riversare cui Rovesciàta, Rovesciàto, Rovescìna o Reversìna “la parte del lenzuolo piegata sulla coperta”, Rivescìno o Reversìno (termine da sarto), Rovèscio e Rovesciòne (anche in rif alla pioggia), l’avverbio Rovesciòni cui la locuzione Cadere rovescioni (supino), e con i correlativi di un doppio prefissato Arrovesciàre, l’ingl REVERSE rovescio cui il semiomologismo Autoreverse. Sversàre con Sversamènto e Sversàto o Svèrso (S intensivo). Traversàre (pref TRANS) con Traversamènto Traversàta, Travèrsa cui Traversìna e Traversòne, Travèrso cui Traversàle o Trasversàle, Traversìa “sorta di vento” e Traversìno attraverso il franc TRAVERSIN, e Attravèrso dalla locuzione A traverso, eppoi Attraversàre (doppio pref AD allativo) con Attraversamènto, Attraversànte, Attraversàta, Attravèrso dalla locuzione A traverso. Intraversàre dalla locuzione In traverso. Malversàre attraverso il franc MALVERSER dalla locuzione lat dalla locuzione MALE VERSARI, il composto Traversàgno che sta per “due pezzi di legno posti di traverso, a croce”. La traversa della nave è indicata con Bìtta un omnologismo dallo scandinavo BITI attraverso il franc BITTE cui Bittàre, l’accr Bittòne, Bittatùra e il prefissato Abbittàre. Bìtto, invece, è un tipico formaggio della Valtellina. La rad WERT è ancora il capostipite di Vèrtebra e Vertebràle, Vertebràti (Sottotipo di Cordati), Vertebràto, il composto Vèrtebro-basilare, con i prefissati Devertebràre con Devertebraziòne, Invertebràti (tutti i non appartenenti ai Vertebrati), Invertebràto; dal gr KYPHOSIS curvatura, l’anomalia della Colonna vertebrale, che nei casi più gravi è definita Gobba, è indicata con Cifòsi cui Cifòtico, i composti Cifoscoliòsi questo con Scoliòsi (suff patologico OSI) dal gr SKOLIOS storto cui ancora Scoliòtico, eppoi Cifoplàstica “intervento alle vertebre” e Kyphofobìa “paura di abbassarsi”. Il Pp VERSUS di VERTERE, in composizione con il pref UNI unico questo logicamente da UNUS uno, ha dato Univèrso con Universàle e Universalità o Universalitàde e Universalitàte, Universalizzàre o Universaleggiàre, Universalizzaziòne, Universalìsmo, Universalìsta, Universalìstico, Universalisticamènte, Università con Iniversìade (col suff IADE che vale “olimpiade” e Universitàrio; da C.U.S. Da Centro Universitario Sportivo è nato il termine Cussìno “studente appartenente a tale centro sportivo”. \ Tra le prime università al mondo si ricorda l’Accademia fondata da Platone nel 385 aC; tra le più antiche sopravvissute si contano quella italiana di Bologna, la marocchina Qarawiyn di Fes e l’egiziana Al-Azhar del Cairo. \ Termine particolare è Giùso cui la variante corrente *Giù, dal lat volg DJUSUM già DEOSUM dal class DEORSUM, una forma irrigidita da VERSUM rovescio col pref DE di DE VERTERE; in percorso Colaggiù 218 dala locuzione Colà giù, Ingiù da In giù, , Laggiù da Là giù e Quaggiù da Qua giù, Suppergiù dalla locuzione Su per giù. Avvolgere è anche Fasciàre, questo dal lat FASCIS involto, cui i derivati e prefissati Fàscia, Fasciàle, Fasciàme, Fasciànte, Fasciàta, Fasciàto, Fasciatòio, Fasciatòre, Fasciatùra, Fascìcolo con Fascicolàre, Fascicolàto, Fascicolatòre, Fascicolatrìce, Fascicolaziòne, Fascìna con Fascinàia, Fascinàme, Fascinàre, Fascinàta con Affascinare “fare, raccogliere fascine” o. Il percorso conta ancora Fàscio, Fasciòne, Fascìte (pref ITE, termine medico), Fascitèllo dal dim Fascitèllo di Fascio, Fasciòla dal dim FASCIOLA cui Fasciolàridi “Famiglia di molluschi” e Fasciòlidi “Famiglia di Platelminti, i prefissati Affasciàre con Affasciatùra, Sfasciàre (S sottrattivo) questo sia da Fascia “togliere la fascia” cui Sfasciato e Sfasciatùra con i composti Fasciacòda e Fasciapiède sia da Fascio “rompere” cui Sfasciàto, Sfasciamènto, Sfàscio, Sfascìsmo con Sfascìsta e Sfasciùme e i composti Sfasciacarròzze e Sfasciavetrìne. Certamente in connessione con FASCIS involto-avvolto s’articola il percorso fig di FASCINUM amuleto (che avvolge di tentazione) ma anche maleficio, vrs contaminato dal gr BASKANOS ammnaliatore, cui Fàscino con i derivati Fascinàre, Fascinatòre, Fascinatòrio, Fascinaziòne, Fascinòso, il prefissato Affascinàre cui Affascinamènto e Affascinànte; Affascinare e Fascinare, infatti, li ritroviamo in omn in entrambi i percorsi, semant e fig. FASCINUM per i lat era anche fig membro virile cui Riti fescennini e Versi fescennini. Il termine Sfacèlo, fuori percorso, è dal gr SPHAKELOS cancrena. Il celt conta KEN fascino inv nell’onomastica con Ken; azzardato credere in una connesione fig col gr KHEN oca cui Chenìsco da KHENISKOS ornamento navale (a forma di oca), Chènopo “sorta di mollusco (col gr POUS PODOS piede) con Chenopòdio (svoltosi in botanica quale genere di piante erbacee o arbustive) e Cheniopodiàcee (la Famiglia). Dal gr KILINDO avvolgo, il lat ha tratto CYLINDRUS, cui Cilìndro e i vari derivati quali Cilindraàia, Cilindràre, Cilindràta, Cilindratòio, Cilindratùra, Cilìndrico, Cilindròide, il composto scientifico Cilindràsse (snm di Assone o Neurite). La fascia ad armacollo è definita Ciàrpa, omologismo dal franc ECHARPE già SKERPA bisaccia a bandoliera (già paniere di giunco), cui Ciarpàme o Ciarpùme con Ciarpàre, e i prefissati Acciarpàre (AD allativo) questo attestatosi nel snm di Abborracciare, con Acciarpamènto, Acciarpatòre, Acciarpatùra, Acciarpìo e Acciarpòne questo snm di Abborraccione, eppoi ancora Sciàrpa con Sciarpàta. Esiste il termine Ciarmòtta che vale “barcone da carico” vrs una corruzione volg connesso fig col significato di “bisaccia”. \ Tropo Ridda Dal gr TROPOS direzione-volgimento (verso direzione diversa) cui TROPE io volgo, è derivato il termine Tròpo snm di Traslato, svolto nel lat TROPUS da TROPARE questo poi lenito in Trovare. In percorso, Tropèa “vento turbinoso” fig “ubriacatura” dal lat volg TROPAEA dalla locuzione gr TROPAIA PNOE vento che si volge dal mare alla terra; eppoi Tròpico “circolo di rivolgimento”, Tròpico e Tropicàle, Tropìsmo questo utilizzato 219 anche in suff TROPISMO con TROPIA TROPIO nelle composizioni quali Idrotropìsmo, Enantiotropìa “passaggio reversibile di una sostanza cristallina ad un’altra forma”, Zootròpio “sorta di giocattolo ottico del XIX sec)”; eppoi il pref TROPO nelle composizioni quali Tropologìa (linguaggio metaforico, figurato) con Tropològico, Troposfèra con Troposfèrico col grlat SPHAERA-SPHAIRA sfera e Tropopàusa questo col gr PAUSIS cessazione da PAUSAI fermati! questo aoristo di PAUO mi fermo cui il lat PAUSARE e l’ital Pàusa con Pausàre, Pausàto, il glb ingl Pause “tasto di pausa”, svoltosi in Posàre con mutazione del gruppo vocalico au in o cui Pòsa, Posàta con Posaterìa, Posàto con Posatèzza, Posatòio, Posatòre, Posatùra, il prefissato Riposàre cui Riposànte, Riposànza, Riposàta, Riposàto, Riposìno, Ripòso, il composto Posatùbi. In chimica si conta Tropòne quale composto organico aromatico cui il derivato Tropolòne. Il long contava WRIDAN per svolgere-voltare, cui l’omologismo ital Rìddàre e il suo devb Rìdda “antico ballo” fig “confusione”.. \ Fascismo Nazismo Comunismo Dal lat FASCIS è nato il politico Fàscio e Fascìsmo (vocabolo apparso storicamente nel 1932 nelle enciclopedie italiane) questo fig “forze fasciate per un unico fine (collettivo)” cui Fascìsta, Fascìstico, Fascistizzàre, Fascistizzaziòne, Fascistòide. Il logo del fascismo è stato del tutto omologato dalla simbologia etrusca. Nazìsmo, questo per accezione il regime di Hitler, in complanare con Fascismo, è l’ipocoristico di Nazionalsocialìsta, con Nazìsta, Nazìstico, eppoi ancora un breve Nàzi cui Nazificàre, la composizione unificatrice quale Nazifascìsmo con Nazifascìsta, la composizione glb Naziskìn con l’altrettanto glb Skinhaed pelle visibile in testa nel senso di rapato con SKIN pelle e HAED testa. Straordinaria la disgraziata coincidenza lemmatica col termine ebr NAZIR separato cui Nazirèo “consacrato a Dio” e Nazireàto” consacrazione a Dio” attraverso il gr NAZIRAIOS; vrs la connessione rad col termine ar NAZIR questo attestatosi nel senso di opposto. Nel 1941 nacque un personaggio dei fumetti Capitan America, il quale combatteva contro Hitler. In contrapposizione politica al Nazifascismo, dal tema rad MOI-N-MOI-R autorità, si conta Comunìsmo dal lat CUM MUNIS “sottoposti insieme ad unica autorità” (vedi il percorso rad in suff GLIA-GLIE in Camino…), transitato dal franc COMMUNISME da COMMUNE cui Comunàrdo da COMMUNARD (principi giacobini), però con la mutata semantica del termine base dell’aggettivo Comune svoltosi nel sostantivo dal valore di bene di tutti (e repubblica), cui Comunìsta. Il termine Vietcong diffuso dal 1973 durante la Guerra del Viet Nnam, è l’ellittico della composizione VIET NAM CONG SAN comunisti del Viet Nam. \ Fascisti e Comunisti, dunque, affratellati semanticamente, anche socialmente poiché entrambi gli attori raffigurano la borghesia della nazione, ma tra i quali la differenza, manifestatasi in maniera cruenta, è unicamente in relazione ad una egoistica presa del potere e quindi interesse di ceto. Nel senso di unico fine per il bene collettivo, fascismo e comunismo sarebbero sinonimi, ma purtroppo sia dell’una che dell’altra parte lo spirito è tragicamente 220 tradito. C’è da aggiungere, tuttavia, che il comunismo e, più in là, i movimenti partigiani, con i loro eccessi, non sarebbero sorti se non fosse stato imposto un egoistico e minaccioso capitalismo, in aggiunta al colonialismo esclusivamente a beneficio di questo, e sovente protetto da un delittuoso fascismo.\ \ Suffisso GINE Il suff GINE è virtuale, perché i termini sono stati coniati con il loro genitivo lat CALIGINIS, FERRUGINIS, FULIGINIS, LANUGINIS, ORIGINIS, AERUGINIS. Esiste una grande varietà di lemmi terminanti in GINE, qualcuno attestatosi con la doppia G, cui Calìgine, Caliginàre con Caliginòso e i desueti Calìgo, Caligàre”con Caligamènto1, eppoi Calùgine - questo dall’inc di Caligine con Lanùgine (da Lana) - tutti dal lat CALUS scuro, che avrebbe condotto anche a Calùnnia, cui Calunniòso. Calunnia, dal lat CALUMNIA, con pref S intensivo si svolge nella corruzione Scalògna “malasorte”; il suo omn Scalògna, meglio Scalògno (vegetale), è sintesi della locuzione ASCALONIA CEPA ovvero “la cipolla di Ascalonia” (Palestina). Dal franc ant CHALENGE calunniare dal lat CALUMNIA, svoltosi nell’ingl TO CHALLENGE sfidare s’è attestato il glb ingl Challenge “gara sportiva” cui Challenger “sfidante”. Fulìggine o Filìggine con Fuligginòso da rad DHULI polvere la cui variante DHUMO vale fumo- spirito. Rùggine con il fig Rugginìna (sorta di felce), Rugginìre o Ruginìre, Rugginòso e Rugginosità, con i prefissati Arrugginìre con Arrugginimènto e Arrugginìto (AD allativo), Irrugginìre (IN illativo), Srugginìre (S sottrattivo), dal lat AERUGO ricavato dal lat AES AERIS denaro di rad AYES rame-bronzo cui Eràrio moneta-tesoro (pubblico) dal lat AERARIUM con Erariale e Suberàto “moneta di poco valore”. L’erario era custodito nel tempio di Saturno assieme al Fisco. 1 In vrs connessione fig Calìga inv dal lat CALIGA “sorta di sandalo del soldato romano” cui Caligàio“calzolaio” poiché la calzatura copriva (oscurava) il piede; ma altra ipotesi lo farebbe derivare da un vocabolo barbaro non identificato. Da qui il soprannome Caligola assegnato all’Imperatore Caio Giulio Cesare Germanico poiché indossava una simile piccola calzatura. \ Aferesi Caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio della parola, come Rabèsco e Rabescàre con Rabescatùra invece di Arabèsco e Arabescàre con Arabescatùra. Afèresi, che vale “sottrazione”, è dal lat tardo APHAERESIS, già gr APHAIRESIS, composto di APO da e HAIREIN prendere cui l’aggettivo Aferètico “sottoposto all’aferesi”. Come in in esercizio linguistico, prendendo ad esempio il termine Inverno, il fenomeno dell’aferesi si ottiene sottraendone la sillaba iniziale In riducendolo al poetico Vèrno; ma se al termine puramente etim lat HIBERNUS vi inseriamo dopo la vocale I la consonante n si ha Inverno, ossia il fenomeno della Epentesi. \ Prefisso *APO APO È il pref ricopiato immutato dal gr APO da, che vale separazioneallontanamento-differenziazione- esaltazione... cui Apogèo (col gr GEION da GE terra) il punto orbitale più lontano dalla Terra, fig è il culmine della notorietà, della fama, con il snm Auge-àuge questo omologismo dall’ar 221 AUG altezza, da non equivocare con Augìte (suff ITE per minerali) questo dal gr AUGE luce in vrs connessione con ARG brillare. Il percorso prefissato APO prosegue con Apocalìsse o Apocalìssi cui il sostantivo Apocalìttica “categoria di testi ebraici” e l’aggettivo Apocalìttico, dal gr APOKALYPSIS nome d’azione del verbo APOKALYPTO io svelo, passato nel significato biblico di “catastrofe finale del mondo”. La visione descritta dall’apostolo Giovanni ricordata come I cavalieri dell’Apocalisse è l’allegoria di Peste, Guerra, Fame e Morte. Eppoi, Apocìno “che allontana i cani perché nocivo” (sorta di pianta, col gr KYON cane) con Apocinàcee (Famiglia e Classe delle Dicotilèdoni, cui Pervica e Oleandro). Il botanico Apocìzio (col gr KYTOS cibo). Apòcrifo col gr KRYPHOS occulto, segreto “non contemporaneo dell’autore cui è attribuito, falso, eretico” quindi, allontanato e tenuto nascosto. Apofàntico “assertivo (vero o falso)” col gr da PHAINO io mostro. L’anatomico Apòfisi dal gr APOPHYSIS escrescenza col gr PHYSIS natura, cui Apofisiàrio, adottato anche in geologia e astronomia quale “corpo minore”. Il botanico Apòfita “pianta spontanea” (col gr PHYTON pianta). Apògrafo col gr GRAPHO scrivo “trascrizione, copia”. Apomòrfo che in biologia sta per carettere differenziatosi. Apotropàico col gr TREPO volgo-allontano “che allontana il malocchio” relativo agli scongiuri. Individuato il significato di APO, risulta comprensibile il percorso semantico di termini quali Apòstolo col gr APOSTOLOS da STELLO spedisco-mando “che s’allontana per diffondere un credo”; nel percorso di STELLO l’ital conta Stuòlo dal lat STOLUM già gr STOLOS spedizione militare. Il percorso prefissato APO prosegue in Apostasìa, Apòstata e Apostatàre col gr STASIS stabilità “chi si allontana” differenziandosi dal credo, Apoteòsi con Apoteòtico col gr THEOS Dio varrebbe deificazione attestatosi fig in “esaltazione, glorificazione, celebrazione”. La retorica è ricca di termini composti con APO: Apòcope con Apocopàre (snm di Troncamento) col gr KOPE taglio è la caduta di uno o più fonemi in coda ad una parola \ al cuor mio \ Apòdosi con DOSIS conseguenza, in un periodo ipotetico è la proposizione principale conseguente ad una Pròtasi (questa col gr TEINEIN tendere prefissato mPRO) \ se nevica (protasi) vado a sciare (apodosi). Apologìa con LOGIA è parlare in difesa con esaltazione, cui Apologèta, Apologètico, Apòlogo. Apoplessìa con Apoplèttico da APOPLEKSIA abbattimento col gr PLEKSIA il piegarsi. Apoptòsi “frammentazione cellulare-morte cellullare” col gr PTOSIS caduta. Aporèma “sillogismo dubitativo” dal gr APOREO sono incerto, con Aporìtica e Aporètico, in connessione col gr RHEIN scorrere nel senso del pensiero che scorre per rendere di uguale dignità due tesi in contrapposizione. Apòstrofe e Apostrofàre con STROPHE mi rivolgo, che in retorica vale il rivolgere con eccitazione la parola ad una persona o cosa personificata. Termine alieno nel percorso APO è Apòlide “senza cittadinanza”, che può favorire un equivoco etim; in realtà, è composto dal pref A (ALFA) privativo e da gr POLIS città. Così per il termine Apice-àpice, il quale è un derivato del lat APERE attaccare da rad EP attestata in aree itt e ind, cui Apicàle e Apicectomìa (odontoiatria). Il termine Apice, il cui contrario è 222 Pedice, è pervenuto seguendo un percorso simile a quello di Vèrtice derivato dal lat VERTERE. \ Gnosticismo Eresia Un vangelo apocrifo è considerato gnostico o eretico. Gli Gnostici erano gli adepti dello Gnosticismo (per etim Ved Folla…), filosofia alla quale appartenevano quei gruppi che, pur riconoscendo il cristianesimo, consideravano lo spirito quale manifestazione positiva, rispetto al corpo drasticamente del tutto in negativa. Il termine Eretico merita una buona analisi etim. Eresìa è dal gr-lat HAERESIS scelta (dottrinale), che il cristianesimo ha voluto attestare in scelta ostile, cui Eresiàrca capo eretico, Eresiologìa con Eresiòlogo, ed il relativo Erètico cui Ereticàle, Ereticàre, Ereticaziòne; in percorso la locuzione Eresia monofisita (unica natura divina in Cristo), Eresia cristologica, Eresia trinitaria (degli ariani), Eresia monotelitica (una sola volontà in Cristo, ovvero natura divina e umana) Esistono tuttavia i termini Eretìsmo ed Eretìstico dal gr ERETHEIN con valore di eccitare, irritare, il primo sta per “crisi d’irritabilità”, sovente con valore di eccitazione in riferimento alla sessualità, ed il secondo è il suo relativo, quindi entrambi fuori percorso da Eresia, ma ricorrente fonte d’equivoco semantico. \ Rete Rito Rata L’ital ha ereditato Irretìre, con IN illativo, che sta per “condurre nella rete”, dal lat RETE RETIS, questo presunto discendente della rad ERE separare, cui Ràro dal lat RARUS “separato dai molti” e il percorso esplicito Rète questo snm di Gol in terminologia sportiva, il dim Reticèlla, l’accr Retàccia con Retàzza o Redàzza (voce padana), i composti Retifòrme e il fig Maxiretàta (termine di polizia), i dim Reticèlla e Retìcolo con Reticolàre questo aggettivo e verbo cui Reticolàto, Reticolatùra, Reticolaziòne, il biologico composto Reticolocìta o Reticolocìto eppoi Reticoloendotèlio con Reticoloendoteliàle, l’oculare Rètina cui Retìnico, Retinìte, i composti Retinogràmma, Retinopatìa, Retinoscopìa, eppoi Retìna, Retìno con Retinàre, Retinàto e Retinatùra, Retinòlo (derivato da Retina col suff chimico OLO, forma attiva della Vitamina A individuabile nel fegato, uova, verdure gialle e verdi) cui Retinàle o Retinène e Retinòide, Retìre, tutti con valore di separazione. Fuori percorso Aretìno, questo il demotico di Arezzo già lat Arretium. Dal plur RETIA reti l’ital conta infine Rèzza, Rezzàglio o Rizzàgio e Reziàrio da RETIARIUS questo il gladiatore fornito di rete. Eppoi il lemma Raro, cui Raramènte, Rarèzza o Rarità da RARITAS, i composti Rarefàre o Rarificàre (con il lat FACERE fare) con Rarefàbile, Rarefacimènto, Rarefàtto con Rarefattìbile, Rarefattìvo e Rarefaziòne, la locuzione inv dal lat Rara avis che dal significato letterale “uccello raro” è passata fig a indicare “persona rara-eccezionale”; lemma questo Raro che s’è svolto in Ràdo con dissimilazione della seconda r in d, vrs per una preferenza locale, cui Radèzza o Radùme, Radità, Radùra, il prefissato Diradàre con Diradamènto e Diradatrìce. Il Ritrècine “sorta di rete” già Rotècine, è un lemma inc con il lat ROTA.In vrs connessione il prefissato moderno Epèira (dal 1892) “sorta di grosso ragno” con un lessema gr del valore di “intreccio- 223 rete” col pref EPI. Il gr conta lo specifico DYKTION rete, cui lo scientifico Dictiosòma o Dittiosòma. L’ital ha viepiù ereditato Irritàre cui Irritabilità e Irritamènto che, con IN negativo, vale “contro i riti”, dal lat RITUS, già sct vedico RTA, cui Rìto e Rituàle, da rad ARE adattare donde ARITHMOS numero che ha dato Aritmètica con Aritmètico e Arithmofobìa “paura dei numeri; eppoi Logarìtmo, con Logarìtmico, questo fig composto con LOGOS discorso. Matemàtica, con Matemàtico e Matematìsmo, è invece l’ellissi dalla locuzione lat MATHEMATICA ARS arte già gr MATHEMATIKE TEKHNE tecnica e vale “(arte) tecnica d’insegnamento” dal gr MANTHANANEIN imparare, cui Matèsi da MATHESIS apprendimento e Matètico attraverso l’ingl MATHETIC. \ Il sct conta RITA, da RTA, che vale concatenamento ovvero l’ordine cosmico, termine che pare in connessione rad con Rete e Rito, nel significato di un’immane rete addattata ovvero un ordine reticolare concatenato.\ Infine, come se non bastasse, l’ital conta Irrito-ìrrito, che non è nel percorso di Irritare (omn della prima persona sing presente indicativo “irrito”), poiché è dal lat IRRITUS che conta, composto col pref IN illativo e RATUS, questo Pp di RERI contare dalla rad RE, cui Ragiòne da RATIO con Ragionàre, Ràta dalla locuzione RATA PARS parte stabilita (contata) cui Rateàle e la locuzione Pagamento a rate o Pagamento rateale coin gli acronimi associati TAN Tasso Annuale Nominale e TAEG Tasso Annuo Effettivo Globale. Ancora, Ràto “ratificato” e Raziocinàre, Raziocinatìvo, Raziocìnio, Razionàle, Razionalità, Raziòne. RUOTA ROTTA ROTTAME RUOTA La Ruota appare storicamente in un pittogramma del 3500 aC in Mesopotamia. Ruòta, con un letterario Ròta, dal lat ROTA con epentesi della u, nome d’azione di uno sperduto RETERE, cui RETUNDUM e l’ital Rotònda, Rotondàre dal lat ROTUNDARE con Rotòndo, Rotondeggiàre e Rotondeggiànte, il dim Rotondètto, Rotondèzza e Rotondità, Rotòne (fisica, sovrapposto a Fotone), il glb ingl Rotooffset “macchina di stampa” (con OFFSET 1 riporto), Rotòre con Rotòrico, l’estratto Tòndo con Tondàre (omn di Tondare “tosare”), Tondeggiàre con Tondeggiamènto e Tondeggiànte, Tondèllo, Tondèzza, Tondìno e Tondòne; i prefissati Arrotondàre con Arrotondamènto e Arrotondàto, Stondàre (S intensivo). La locuzione Tondo di Paestum indica una sorta di carciofo prodotto in quell’agro. I derivati di ROTA-Ruota, che appare implicitamente connesso con il gr TROKHOS ruota, sono molteplici, con e senza epentesi, derivati e composti: un volg fig Ròta di recente conio “crisi di astinenza”, Rotàia, Rotàle questo relativo alla Sacra Rota ossia al 224 Tribunale della Sacra Romana Rota, Rotàre e Ruotàre con Rotàbile, Rotatìva con Rotativìsta, Rotatìvo, il Pp Rotàto, Rotatòria, Rotatòre, Rotatòrio, Rotamènto o Rotaziòne con Rotazionàle e il prefissato Irrotazionàle (fisica, pref IN negativo), Roteàre questo denm da ROTEUS aggettivo di ROTA ma anche Roteggiàre con il devb Rotèggio, Rotèlla con Rotellìsta, Rotìno o Ruotìno con Rotìsmo o Ruotìsmo, Rotòide e Rotoidàle (suff OIDE “simile”) il sostantivo Ruòto, i composti Rotàmetro, Rotavìrus, Rotìferi “sorta di invertebrati”, Rotobàlla, Rotocàlco con Rotocalcografìa, Rotocalcogràfico e Rotocalcògrafo, Rotocompressòre, i prefissati Arrotàre (AD allativo) con Arrotamènto, Arrotàto, Arrotatrìce, Arrotatùra, Arrotìno (suff INO di mestiere), Arrotolàre con Arrotolamènto, Arrotolatòre, Arrotolatrìce, e Srotolàre (S sottrattivo). Dal lat volg ROTOJOLARE e dal parlato ROTEOLARE, da ROTEUM di ruota, sono derivati Rùzzola, Ruzzolàre, e da questo un Druzzolàre con pref rafforzativo DI simile all’obsoleto Drusciolàre snm di Sdrucciolare, eppoi Ruzzolòni (avverbio), Ruzzolòne, inc con Ruzzànte, Ruzzàre e Rùzza o Rùzzo dalla serie onomatopeica R Z. Nel volg emiliano si conta Rozel e Ruzel “gioco infantile”. Nel volg mer sopravvive il termine Rozz’la per Ruota e, in ital, se e per quanto ancora, il gioco infantile della Rùzzola. La Ruzzola, in verità, è un ant gioco competitivo per i grandi, già conosciuto tra gli etruschi, in cui si fa rotolare – ruzzolare – una forma di cacio a mo’ di ruota, indicato nel folclore di alcune località quale Gioco della Ruzzica. La locuzione Avere la ruzza “idea che frulla, ruota nel cervello”, in semant volg, sovente adottata nella vita quotidiana dalla romanesca attrice manierista Anna Magnani, sta per “sentire una voglia improvvisa di giocare, divertirsi” in ossequio alla locuzione lat SEMEL IN ANNO LICET INSANIRE una volta all’anno è lecito far pazzie (divertirsi). In toscano Sèmel o Sèmelle sta per “panino” attraverso il ted SEMMEL già lat SIMILA semola cui Semellàio “fornaio”. \ Il gioco “passatempo” Yo-yo o l’omologismo Iò-iò, costituito da una rotellina intorno alla quale s’avvolge un filo è di genesi cinese, diffuso dal 1929.Una variante è costituita da pallotta ed elastico. In Inghilterra era indicato con Bandilor quale corruzione di un termine orientale \ Ancora, Ròtolo o un ant Ruòtolo con Rotolàre, Rotolamènto, Rotolàta, Rotolìno, Rotolìo, Rotolòne e l’avverbio Rotolòni, Ròtula con Rotùleo, Ruotìsmo. Ròtan o Ròtang “sorta di palme arrampicanti” è l’omologismo attraverso il franc ROTANG ma di genesi malese, ma non può sfuggire una ipotetica connessione con 225 l’indoeur RETERE-ROTA immaginando “l’arrampicarsi ruotando”. Termine del tutto alieno nel percorso è invece Rotenòne (suff chimico ONE) “composto chimico”, omologismo dal giapponese RHOTEN. Eppoi, tornando al percorso i glb, sovente in omologismo, quali Rollè attrraverso il franc ROULER cui Roulètte, Roulòtte coin Roulottìsta e Roulottòpoli, Ròund, Routìne con Routinàrio e Routinièro attraverso ROUTE strada, eppoi Router e Routier attraverso l’ngl TO ROUTE instradare; l’esot Rodèo esot dallo sp RODEAR ruotare. In tutti i casi, ogni derivato non ha mai tradito la propria origine RETUNDA. I termini Sdrùcciolo e Sdrucciolàre sono i derivati della composizione lat volg EXDEROTJOLARE già EXDEROTEOLARE dall’aggettivo ROTEUS, cui ancora Sdrucciolamènto, Sdrucciolèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Sdrucciolevolèzza, Sdrucciolìo, Sdrucciolòne, l’avverbio Sdrucciolòni, Sdrucciolòso. \ Il Ròtolo appartiene alle solennità del passato, poiché era la maniera più ovvia e protettiva per conservare i documenti, incluse le leggi del dio. L’Arca del Tempio di Gerusalemme custodiva i Rotoli dei Comandamenti ricevuti da Mosè. Nelle grotte di Qumran sono stati ritrovati, tra il 1947 ed il 1956 alcuni manoscritti, immediatamente chiamati Rotoli del Mar Morto (Palestina), che riportano frammenti dell’Antico Testamento e la vita di una comunità religiosa collegata alla setta ebraica degli Esseni, che certamente ne sono gli autori. La descrizione è bruscamente interrotta, vrs a causa della repressione romana perpetrata contro di loro nel 70 dC. I Rotoli del Mar Morto, manoscritti religiosi scoperti nel XX sec, pare siano contemporanei dei Vangeli.\ La genesi di ROTA è dal sct RATHAS, riportata in area indoiran con rad AT ruotare-svolgere e in quella bal con RUOTA (sing) e CARRO (plur) (in verità, il carro ha più di una ruota ) cui il fig Carrièra, con Carrierìsmo, Carrierìsta e Carrierìstico, tratto dalla locuzione Via Carraria già lat tardo VIA CARRAIA donde Carràia con la locuzione Ponte alla Carraia (Firenze) e Carràio questo aggettivo con la locuzione Passo carraio o Passo carrabile e sostantivo Carràio “carradore”; ancora, Càrica cui l’ant Carcàre, e Càrico (sostantivo e aggettivo) con la variante Càrco, dal lat volg CARRICARE “lavorare col carro” con la variente CARCARE cui Carcàre, Caricatùra nel senso fig di “gravare i tratti per deformarli”; i prefissati Discaricàre (DIS sottrattivo) con Discàrico, Incaricàre (pref IN illativo) con Incàrico, Reincaricàre (doppio pref Ri iterativo) con Reincàrico, Ricaricàre (RI iterativo) con Ricàrica, Ricaricàbile, Ricaricamènto, Ricàrica e Ricàrico e un glb ingl Refill “ricarica” da TO FILL riempire, eppoi Scaricàre (pref S sottrattivo) con Scàrica e Scàrico inclusa la vaiante Scàrco, Scaricàbile, Scaricamènto, Scaricatòio, Scaricatòre, Scaricatùra, i composti fig Scaricabarìle o Scaricabarìli e Scaricalàsino dalla locuzione Scarica l’asino infine 226 Sopraccaricàre con Sopraccàrico o Sovraccaricàre con Sovraccàrico. Attraverso l’ingl TO DUMP scaricare, l’ital conta i glb Dumper “camion a cassone ribaltabile” e Dumping “esportazione di materiale”. Il percorso prosegue con Càrro dal lat CARRUS, diversificato da CURRUS cocchio, cui Carrarmàto dalla locuzione Carro armato con il glb Tank e Carrìsta; l’idea di un veicolo bellico corazzato risale al XVIII sec e du R. Edgewoirth che nel 1770 costruì il primo cingolato nel 1770 che chiamò fig Trattore catepillar in cui l’ingl CATERPILLAR sta per bruco o nell’ital Trattore bruco. Nel 1899 apparve il Motor war car “veicolo da guerra a motore” progettato da F. Simms. Snm di Carro è Plaùstro dal lat PLAUSTRUM “carro romano”, che stava a indicare anche la costellazione dell’Orsa maggiore; l’etim è considerato sconosciuto ma qui lo si considera in probabile connessione fig con PLAUTUS largo. Il percorso continua in Carràta “quantità contenuta in un carro” con Carratèllo o Caratèllo “piccola botte per il vin santo, che era portato su carri”, e i dim Carrèllo con Carrellàbile, Carrellàre, Carrellàta, Carrellàto e Carrellìsta, Carrètta (questo anche in senso spregiativo come “carretta del mare”) e Carrètto con Carrettàio, Carrettàta, Carrettèlla e Carrettière, Carrettìno con Carrettinìsta, l’accr Carrettòne con Carrettonàio, Carrettonàta e il prefissato Accarratùra (voce adottata nel mer); ancora, Carriòla o Cariòla con Carriolànte o Cariolànte e i prefissati Scarriolàre o Scariolàre con Scarriolànte, ancora Carrùcola e Carrucolàre con i prefissati Scarrucolàre, Scarrucolamènto e Scarrucolìo, la locuzione glb ingl Car sharing “parco organizzato d’autovetture” (con SHARING “compartecipazione”) infine, Carràbile, Carradòre o Carratòre con ilo volg veneto Carador, Carrarèccia e Carrarèccio, Carreggiàre con Carreggiàbile, Carreggiamènto, Carreggiàta e Carrèggio, Carriàggio o Cariaggio esot attraverso il franc CHARIAGE, eppoi Carròccia con Carrocciàre, Scarrocciàre e Scarròccio, Carròccio dal lat CARRUCA cui l’attestazione toscana Carròzza, col dim Carrozzètta, e da questo Carrozzàbile con Scarrozzàre, Scarrozzàta e Scarrozzìo, l’esot Garròccio attraverso lo sp GARRUCHA carrucola; termini alieni l’omologismo Carràsco “sorta di macchia delle savane” inv dal ptg CARRASCO arbusto e il glb Carrageen “alga delle Rodoficee” con l’omologismo Carragenìna (suff chimico INA) dal toponimo irlandese Carragheen. La modernità ha portato i termini composti Motocarrèllo, Motocarriòla, Motocàrro e Motocarrìsta, Motocarrozzètta tutti col pref MOTO abbreviaziomne di Motore; eppoi Autocàrro attraverso il 227 franc AUTOCAR, attestatosi nell’omologismo glb dal franc Càmion con gli italianizzati Camionàbile o Camionàle, Camionàta, Camioncìno, Camionètta, Camionìsta e Camionìstico; Camionetta è a sua volta snm dell’omologismo glb dall’ingl Jeep che sta per la pron dell’acronimo GP di GENERAL PURPOSE uso generico. Dalla locuzione franc CAROSSE COUPE carrozza tagliata, è sorto il termine glb Coupè, da COUPER tagliare, riferito alle auto a due sportelli e quattro posti, in percorso con Cupòne omologismo dal franc glb Coupon “cedola (tagliata)” con l’ingl Couponing; sempre da voce franc, si ha il glb Cabriolet o Cabriolè “auto decapottabile” da CABRIOLER fare capriole, cui gli esot Cabràre, Cabràta in terminologia d’aviazione, fig dal franc SE CABRER rizzarsi come le capre, connesso con il lat CAPER capro. Carrùgio o Carùgio e Carùggio “vicolo” attraverso il genovese e Carròbio “quadrivio” attraverso il lombardo, derivano dal lat QUADRUVIUM quadrìvio, termini vrs inc fig con la rumorosità dei carri in transito. Dal lat CARPENTUM carro d’origine celt, il prvz ha tratto CARPENTIER ricalcato dall’ital in Carpentière con Carpenterìa; l’ital mantiene esplicito dal celt-lat il lemma storico Carpènto “carro” o in metonimia “il suo carico”. In corrispondenza ai nostri Ruota e Carro il rad indoeur AT ruotare ha generato il lat ANNUM Anno-ànno, ossia la ruota del tempo, cui Anniversàrio (composto col suff dal verbo lat VERTERE vale ”che ritorna (riguarda) annualmente”), Annàle, meglio Annàli con Annalìsta, questo snm di Cronografo, Annalìstica e Annalìstico, Annòso con Annosità, Annuàle con un snm Annovàle e Annualità, l’avverbio Annualmènte, Annuàrio, la locuzione avverbiale Quest’anno, la locuzione di misura astronomica Anno luce, (simbolo a.l.) già adottata nel 1955, che vale 9460,5 miliardi di chilometri percorsi in un anno dalle radiazioni luminose o elettromagnetiche nello spazio, la locuzione avverbiale glb D’antan “tempo passato” attraverso il franc, ma dal prefissato lat ANTANNUM anno precedente (con ANTE prima). Particolare il termine Annonàrio da Annòna, questo inv dal lat ANNONA che era la dea delle biade annuali, indirettamente però derivato da ANNUS come le dee Pomona da POMUS e Bellona da BELLUM. Altro lemma particolare è Avannòtto “sorta di pesce giovane nd’acqua dolce” quale dim di Avànno questo attraverso il lat volg AB ANNO di quest’anno di contro alla forma regolare Uguànno o Unguànno dal lat HOC ANNO. 228 Infine, c’è da contare il termine Annùtolo “bufalo o bovino dai tredici mesi a due-tre anni” anche in genere fem. Il gr conta AION “vita terrena” assunto dal cristianesimo in contrapposizione alla Vita eterna che l’ha tradotto in lat adottando SAECULUM con esito di Cento anni via via transitando dal significato di “generazione” e “lungo spazio temporale”; il percoso ital conta Sècolo (dal XIII sec) con Secolàre questo aggettivo sia riferito alla durata di cento anni sia (da parte della Chiesa) all’appartenenza allo stato laico o civile contrapposto a Ecclesiastico e Religioso, ossia sacerdoti non formalmente conventuali come il Clero regolare, cui Secolarizzàre, Secolarizzatòre, Secolarizzaziòne e Secolarmènte; il percorso semant dei “cento anni” conta Secolarèsco e Secolarità, il prefissato fig Trasecolàre “uscire fuori senno” (dal XV sec). Nell’area ger, AT-RATHAS riappare in RAD e dilaga in quelle celt e lat. Il lat RETUNDUS, infatti, dopo aver attraversato l’Europa, ritorna negli esot Rònda, Rondàre, Rondèlla e Rondèllo dallo sp RONDA-RONDAR e dal franc RONDE-RONDEL cui i glb Rondeau (pron rondò) italianizzato Rondò e Randonnèe (pron randonnè); Rondìsmo e Rondìsta sono indirettamente nel percorso, poiché derivati dalla rivista letteraria La Ronda (Roma dal 1919 al 1923). Il termine Ròndine, con Rondìcchio, Rondinètta, Rondinèlla, Rondinìno, Rondòne e Irundìnidi (la Famiglia), dal lat HIRUNDINEM, farebbe pensare in connessione col verbo Rondare, invece è l’ipocoristico del lat HIRUNDO discendente dalla serie onomatopeica GH R, come il lat HIRRIRE da il latrare del cane. Prògne è il nome poetico di Rondine, ispirato al gr Prokne, il mitico personaggio tramutato in tale volatile, Salangàna è l’omologismo snm di Rondone, di genesi malese SARANG nido attraverso il franc SALANGANE. I verso generico della rondine è il Garrire, ma è definibile anche Zinzilulàre inv dal lat ZINZILURARE cinguettare di origine onomatopeica ossia imitativa. Sorta di rondinella è il Topìno, così fig indicato. \ Nel Medioevo era diffusa la credenza che le rondini, d’inverno, andassero in letargo nel fondo degli stagni.\ Il gr conta LOBOS rotondeggiante cui Lobàre, Lobàti, Lobàto con il prefissato Polilobàto, Lòbo, Lobìte, Lobodònte, Lobopòdio, Lobòsi, Lobotomìa con Lobotomozzàre, il dim Lòbulo con Lobulàre e Lobulàto; fuori percorso i termini botanici Lobèlia con Lobeliàcee e Lobelìna (l’alcoloide ricavato) dal nome dello studioso M. Lobelio del XVI sec. In ambito glb si conta l’ingl Slob o Slobbing per “zoticone” vrs un 229 prefissato peggiorativo fig dal gr LOBOS cui l’ital Lobo quale parte minore architettonica che partecipa all’armonia complesiva. Contùndere e Contundènte non hanno nulla di tondo, bensì, dal significato di non tagliente, discendono dalla rad TEUD battere, cui il lat TUDES martello e il prefissato CUM TUNDERE percuotere, contundere. In percorso, l’ital enumera Ottùndere con Ottundimènto, Ottùso (smussato, ovvero punta percossa per renderla meno appuntita, col fig “stupido”), ed ancora i prefissati Contusiòne e Contùso (CON d’intensificazione), Rintuzzàre, cui Rintuzzamènto, dalla forma lat intensiva TUDITIARE col doppio pref RI di movimento inverso e IN illativo, Stuzzicàre, con Stuzzicamènto, Stuzzicànte, Stuzzicatòre, Stuzzichìno, il composto Stuzzicadènti, dalla forma TUDITARE denm da TUDES sovrapposto al long STUZZJAN troncare, mozzare cui Stòzzo “tronco-maglio”, eppoi Tozzàre “rompere” (inc di Toccare con Mozzare) con Stozzàre, Stozzatòre, Stozzatrìce e Stozzatùra, eppoi Tòzzo questo sia “ammaccato” (relativo al percuotere) e fig ”goffo”, sia “pezzo” (relativo a mozzato) cui la locuzione Tozzo di pane che in franc vale BIRBE, donde l’omologismo Bìrba o Bìrbo con i derivati Birbàta, Birberìa, Birbèsco, l’accr Birbòne con Birbonàggine, Birbonàia, Birbonàio, Birbonàta, Birboneggiàre, Birbonerìa, Birbonèsco, infine Birbànte con Birbantàggine, Birbantàre, Birbanteggiàre, Birbanterìa, Birbantèsco. Il percorso prosegue ancora nel fig Tòsse o il desueto Tòssa, con Tossicàre, Tossicchiàre e Tossìre, eppoi Tossicolòso e Tossilàggine, che non deriva, come si può credere, dal percorso di Tossina, la sostanza batteriologica, ma dal lat TUSSIS nome d’azione di TUNDERE percuotere, cui ancora Pertòsse col pref IPER (aferesi della I) e Tossìfugo. Lo specifico termine gr per Tosse è BECHOS, dal gr BECHIKOS svoltosi nel lat BECHICUM rimedio per la tosse cui Bèchico (adottato dal XVI sec). Dall’ingl CROUP “tosse canina” l’ital conta Crup o Grup o l’omologismo Grùppe cui il relativo Crupàle o Cruppàle. Snm di Ruotare è Giràre dal lat GYRARE, già gr GYROS cui Gìro, con Giràta, Giratàrio, Giràto, Giratòre, Giratòrio, Giraziòne, Girèlla con Girellàre (col suff verbale ELLARE per diminutivi) , Girellìo e Girèllo, Girellòne con Girellonàre, la locuzione av verbile A girellòni, Girètto, Girèvole, Girìnidi (Famiglia di coleotteri), Girìno da GYRINUS (larva di anfibi), Girìo con l’iterativo Rigirìo, l’accr Giròne con le locuzioni la dantesca Girone infernale e le sportive Girone di andata e Girone di ritorno, eppoi Gironzàre con l’iterativo Gironzolàre da un Girònzolo, Giròtta “strumento indicatore della direzione eolica” attraverso il franc GIROUETTE Gìta quale Pp fem 230 con Gitànte, i prefissati Aggiràre (pref AD allativo) con Aggiramènto, Aggiràta e Aggiratòre, Raggiràre (doppio pref RI iterativo) con Raggiratòre e Raggìro. Da Girare il pref GIRA-GIRO usato in composizione come in Giradìschi, Giramòndo, Girandolàre o Girondolàre (col verbo Andare e col suff iterativo OLARE adattato) con Giràndola, Girarròsto snm di Menarrosto, il fiore Girasòle snm di Mirasole, Giratùbi, Girautensìli, Giravìte, Giravòlta o Giravòltola con Giravoltàre, Girigògolo con Girigogolàre (con Arzigogolo), Girobùssola, Girocòllo, Girocònto, Girodirezionàle, Giromagnètico, Giromànica, Giromìtra (Genere di funghi, col gr MITRA benda), Giropilòta, Giroplàstica, Girorizzònte, Giroscòpio con Giroscòpico, Girostabilizzatore (con Giroscopio), Giròstato con Girostàtico, Girotòndo con Girotondìno o Girotondìsta (questo, grazie al regista Moretti, l’ideatore, vale “chi partecipa d un girotondo di protesta politica”, col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Girotondismo non linguistico), Giròvago con Girovagàre, Girovìta, Destrogìro, Sinistrogìro o Levogìro questo dal lat LAEVUS già gr LAIWOS sinistro; altro snm è Prillàre con il suo complanare Brillàre “ruotare intorno a se stesso” (omn di Brillare “emanare luce”), come la ruota della macina, da un onomatopeico R LL, cui Prìllo e vrs Birìllo. Ghirònda è l’inc di Giro con Rotonda cui successivamente Girònda da Ghironda inc con Girare; pseudoetim Girondìno dal franc GIRONDIN relativo al dipartimento della Gironda. Il lat aveva ROTULARE che, espatriato in Francia, ivi diventato ROLE-ROULER comunque dall’onomatopeico FR, è ritornato in forma d’esot in Ruòlo dal franc ROLE già lat ROTULUS, con Ruolìno, Ruolizzàre, Ruolizzàto e Ruolizzaziòne, il prefissato Arruolàre o il desueto Arrolàre - con Arruolamènto da ENROLER con cambio di pref da EN (dal lat IN illativo) in AD allativo; eppoi i glb Roulette e Roulotte questo con gli omologismi Roulottìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Roulottismo non linguistico), Roulottòpoli (fig col gr POLIS città) e Autoroulòtte snm di Camper, ed ancora in Rollàre, Rollàta, Rollatrìce, Rollatùra, Rollè, Rùllo (questo snm di Tombolo nella filatura) con Rullètta, Rullètto, Rullìno o Rollìno, Rullàre con Rullàggio, Rullamènto, Rullànte e Rullìo, la composizione Rullòmetro; eppoi, attraverso l’ingl, l’ital conta i glb Round “giro, turno”, Router con Routier “instradare” e “corridore”, i glb ingl il composto Rollerblade “sorta di pattino” con TO ROLL rotolare e BLADE lamina” e in locuzione Roll ball “palla rotolante”, Roll bar 231 “barra tubolare”, Roll on e Roll off “rotolare su” e “rotolare fuori”. Dal franc RAIL rotaia (rintracciabile in ingl RAIL barra e fig binario) cui il denm DERAILLER, l’ital ha ottenuto l’omologismo Deragliàre con Deragliamènto e Deragliatòre; ancora dal franc CONTROLE già CONTRE ROLE “contro ruolo” nel valore di “doppio registro” per verificare la correttezza del primo, l’ital conta l’omologismo Contròllo cui Controllàre, Controllàto, il glb ingl Controller, Controllerìa e Controllòre. L’ingl conta TO HOLD tenere-attendere, cui HOLD presa, svoltosi fig e metaf in controllare cui la locuzione glb Holding company “Società finanziaria di (che tiene il) controllo”. Sembrerebbe in connessione il glb ingl Holter, l’apparecchio portatile “che si tiene addosso” per la misurazione del ritmo cardiaco e delle pressione arteriosa, invece questo termine, adottato dal 1961, è in onore del suo inventore N. J. Holter. \ I Controllori del Traffico Aereo - giornalisticamente Uomini Radar - sono passati dall’immaginare geometricamente il traffico aereo in volo, e quindi le rotte ed i livelli occorrenti, immaginare le esecuzioni dei loro ordini da parte dei piloti, ad un’esplicita visualizzazione del movimento tramite i radar computerizzati. I controllori operano sulle Torri Controllo per il traffico aeroportuale, negli Avvicinamenti per il traffico in movimento intorno ad uno o più aeroporti importanti, relativamente vicini, nei Centri di Controllo Regionale per il traffico in rotta lungo le Aerovie o determinati vettori. Nell'affacciarsi nel terzo millennio, lo Spazio aereo italiano è ancora suddiviso, ai fini del Controllo, in quattro Regioni - Milano (NW), Padova (NE), Roma (Centro), Brindisi (Sud) - ognuno direttamente collegato con i Centri esteri confinanti. Una vecchia suddivisione (ne basterebbero due, se non una distribuita in settori) ereditata dall'Aeronautica Militare all'inizio degli anni ottanta, quando ai controllori, tradizionalmente tutti in uniforme militare, fu concessa, il 19 ottobre 1979, la smilitarizzazione, dietro un’energica richiesta della categoria, le cui ragioni furono avallate dall’intervento decisivo dell’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. (estratto dal saggio “Stellette e Radar” SA, Ed Matteo 1983). Per completare l’argomento, il termine Ràdar è tratto dalla locuzione ingl RADIO DETECTING AND RANGING radio rivelazione e misurazione della distanza, cui Radaràbile, Radarìstica con Radarìstica e Radrìstico, i composti da Radaraltìmetro a Radartopografìa con Radartopogràfico. Il Radar apparve storicamente in Inghlterra nel 1935 merito di R. Watson-Watt che ne aveva iniziato gli studi e gli esperimenti dal 1915. Da aggiungere il glb ingl Radome, struttura in vetroresina per la protezione del radar e che permette il passaggio delle onde radar. Il Georàdar è lo strumento capace di rilevare cose interrate o murate all’interno di manufatti; utile alle ricerche di persone fatte sparire dalla criminalità\ Rìccio “mammifero insettivoro” dal lat volg RICJUS già ERICIUM dal class ER ERIS riccio, dal gr KHER, cui EKHINOS riccio, ma anche Rìccio “di mare”; direttamente dal gr giungono i lemmi composti Echìmidi (Famiglia di roditori) con MYS topo, eppoi Echinàto “spinoso”, Echìno riccio marino (ma dal gr ECHIS serpente) e un pref ECHINO per composizioni quali il botanico Echinocàctus, Echinocàrdio (il Genere), Echinocòcco (parassita 232 intestinale, col gr KOKKOS granello) cui Echinococcòsi, eppoi Echinodèrmi con Echinodermàti (Tipo in tassonomia animale, col gr DERMA DERMATOS pelle), Echinòidi o Echinodèi (gr OIDE somiglianza), Echinopròcto “sorta di roditore degli Eretizontidi” (col gr PROCTOS ano), Echinulàto “di spore” con Echìnulo quale dim di Echino. Echinàcee, infine è una Famiglia botanica. Simile al Riccio terrestre è il Tanrec o Tanreck o Tenrec di genesi malgascia (Madagascar) cui l’omologismo Tenrècidi (la Famiglia). Il percorso conta poi il fig Rìccio “della castagna” cui Ricciàia, oppure Rìccio “sorta di ant ordigno irto di aculei di ferro”, ancora fig Rìccio “di capelli” cui i dim Ricciolìna e Ricciolìno, Rìcciolo (suff alterativo OLO) con Ricciolùto, con la variante Ricciùto, e Ricciolatùra, Ricciòtto e Ricciutèzza, eppoi i fig Ricciarèllo (sorta di dolce), Ricciolìna (lattuga riccia), Ricci e Riccio nella cognomastica svoltosi in Rizzi e Rizzo con i derivati, i prefissati quali Arricciàre con Arricciamènto, Arricciàto, Arricciatùra e Arrìccio cui il volg Arrizzare e derivati, Arricciolàre (da Ricciolo) con Arricciolamènto, Diricciàre (col pref DI dal lat DE privativo) e Sdiricciàre con Sdiricciatùra (doppio pref S intensivo); le composizioni Arricciabàffi, Arricciabùrro, Arricciacapèlli, la locuzione romantica Ricciolo tirabaci. Il termine Eretizòntidi (Famiglia di Roditori, comunemente Porcospìno americano) è dal gr ERETHIZO io eccito, ERETHEIN con valore di irritare, verbo in connessione fig dalla sensazione che si prova nel trovarsi in contatto con gli aculei del riccio. Grìccio è la sovrapposizione di Riccio con Graticcio; l’omn Grìccio “capriccio-brivido” - al pl Grìcci con valore di “solletico” - è invece la sovrapposizione di Capriccio con Grido, cui Gricciòre, Aggricciàre. Il lat conta ancora ERINACEUS con valore di arricciato cui Erinacèidi, Famiglia di mammiferi che s’avvolgono a palla, come il Riccio termine in connessione fig col percorso gr di ERION lana. Vrs tramite un fenomeno di metatesi, RICJUS è diventato CIRRUS ricciolo, cui Cirràto, Cirròso e i composti Cirrifòrme, Cirrìpedi, Cirro “nube a riccio” (Ved Nubi Nuvole in Nube…). Snm gr di Ricciolo è BOSTRYKHOS, cui Bòstrico e Bostrìchidi (Famiglia di coleotteri) attraverso il lat BOSTRYCHIDAE, termini in connessione fig con BOTHRION piccola fossa (solco a serpentina) e con BOTRYS grappolo cui Botrìchio (Genere di felci), Botridìo o Bòtrio “fossetta”, il suff BOTRIO per composizioni quali Botriocefàlidi con Botriocèfalo e Botriocefalòsi (col gr KEPHALE testa), Botriomicòsi (gr MYKES fungo), Botrioterapìa 233 questo snm di Ampeloterapia, Botrìte (Genere di funghi), Bòtro “fossa”. Il termine Crèspo è dal lat CRISPUM arricciato cui Crèspa, Crespìgno snm di Cicèrbita questo da tema med KIKIRBITA KUKURBITA, il denm Crespàre con Crespèlla e il prefissato Increspàre e Increspatùra; il lat CRISPUM è da un ant CRIPSUS cui i glb franc Crepe e Crepon con le locuzioni Crepe de Chine, Crepe giorgette e Crepe satin, gli omologismi Crepèlla, Creperìa. L’ingl OFF indica allontanamento, lo si ritrova in locuzione glb ingl quali il militaresco Off limits “(tenersi) fuori, lontano dal limite”, Off line (pron lain) “fuori linea”, Off shore (pron scior) “fuori costa”, Off side (pron said) “fuori posto”, e perché non rinvenire queste ed altre nelle corrispondenti locuzioni in lingua italiana. 1 \ Carrozze Snm di Carrozza (dal XVI sec), l’ital conta degli omologismi quali Calèsse (dal XVII sec), con Calessìna, un termine europeo, dal franc CALECHE rintracciabile nel ted KALESSHE, nel ceco KOLESA e nel polacco KOLASKA e potrebbe essere una forzatura voler trovare l’etim nel verbo lat CALERE essere inquieto, andando nel passato all’immagine dei viaggiatori sobbalzanti nel calesse, mezzo veloce di trasporto su strade pietrose, eppoi Còcchio (dal 1546) con Cocchière dal boemo KOCI (ungherese KOCSI) vettura a nicchia, Berlìna (in omn a Berlina-gogna) in richiamo alla carrozze berlinesi del XVII sec, Landò (XVIII sec) dal franc LANDAU ma derivato dalla cittadina bavarese Landau donde si diffusero tali vetture, ancora Fiacre (dal 1766) dal franc FIACRE originato dal che i vetturini sostavano nella piazza intorno all’immagine di San Fiacre cui l’adattamento ital Fiàcchiere con Fiaccheràio dal toscano, ed infine Brum “carrozza chiusa a quattro ruote”, apparsa in Inghilterra nel 1830, omologismo dall’ingl BROUGHAM in onore di lord H. P. Brougham (1778\1868). Biròccio (dal 1700) è dal lat BIROTIUM già BIROTUS ovvero “carro a due (pref BIS) ruote”, e che ha subito la variante in Baròccio o Barròccio mutando il pref come è accaduto con Bardosso e Baruffa. Altra carrozza a due ruote e due posti è l’ingl Tilbury (1931), nome in onore del suo costruttore storico Dal gr Phaeton, il nome del mitologico figlio del sole che scorrazzava nei cieli, si conta il Fhaèton (accento corretto phaéton), attraverso il franc, la leggera carrozza scoperta a quattro ruote, di moda nel XIX sec. In ingl Carrozza è COACH, termine indoeur conneso con l’ital Cuccia, con il franc COUCHER; da qui in risvolto metaf il glb Coach che vale “allenatore” sportivo. \ Botola Bozza Inc con Rotolare, l’ital ha coniato Bòtola, forse sovrapposto a BALTA di Ribaltamento, con la variante Bòdola dal ligure Bodo “fossato o fossa occultata” dal tema med BODO fossato, cui il lat BODIUS questo svoltosi nell’ital Bòzzo con un accr Bozzone e BODINCUS questo il nome ligure del fiume Po; il tema pare connesso al nome PADUS d’origine lepontina (da Leponzio), in vrs connessione con il tema indoeur PO potabile, cui Padàno e 234 Padània cari alla Lega Nord. Singolare il termine Padìmetro, monumentale indicatore pubblico in piazza a Ferrara delle massime piene del Po. \ Il Po, con la sua Pianura padana e gli affluenti, si sarebbero conformati grazie al Golfo padano, una profonda rientranza dell’Adriatico verso ovest; lo scorrere millenario del fiume avrebbe lasciato via via i detriti sino a comporre la pianura.\ L’omn Bòzzo, riferito alla prima lavorazione di una pietra, è il mas di Bòzza che sta per Bugna forma sett di Boccia “pietra sporgente da un muro”, fig dalla testa dopo un colpo, cui Bozzàto ed ancora il fig botanico Bozzàcchio o Borzàcchio “susina gonfia e vuota” con Bozzacchiòne e il prefissato Imbozzacchìre con Sbozzacchìre; termine alieno Borzacchìno “stivaletto” omologismo attraverso lo sp BORCEGUL. Bozza, in associazione fig a Bozzo è passato ad indicare la “prima lavorazione di un documento” cui Bozzètto con Bozzettìsmo, Bozzettìsta, Bozzettìstico e ancora un Bozzòne, con i prefissati Abbozzàre (D allativo) con Abbozzamento, Abbozzàta, Abbozzatòre e Abbòzzo, Imbozzàre con Imbozzatùra, eppoi Sbozzàre (S sottrattivo) con Sbozzàto, Sbozzatòre, Sbozzatùra e il devb Sbòzzo. Giornalisticamente, il Bozzone definitivo di una pubblicazione è indicata con Menabò, da una scherzosa espressione volg lombarda “Conduci a buon fine” connesso al verbo Menare “portare”. \ La bozza del famoso romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” aveva titolo provvisorio in “L’abbazia del delitto”./ L’ancora omn Bòzza, termine marinaresco, è dal franc BOSSE attraverso lo sp BOZA fune con un grosso nodo cui fig “fiasca”, con Bozzèllo questo sia finito per indicare la carrucola e il “cordone” (della fiasca); eppoi il prefissato marinaresco Imbozzàre (IN illativo) con Imbozzatùra. Infine, Bòzza è un’ant misura veneziana di capacità (2,682 lt) dal significato di Fiasco attraverso la forma Boccia. Da includere i relativi, Bozzòne vale “agnello castrato” vrs per il fatto che tende ad ingrassare fig come un fiasco dopo l’operazione. Fuori percorso Bòzzima, dal gr-lat APOZEMA decotto cui, derivati e fig, Imbozzimàre (IN illativo), Imbozzimatòre, Imbozzimatrìce, Imbozzimatùra. \ Leponzi I Lepònzi, antica tribù celtica, dunque di tradizione indeuropea e la cui lingua, il Lepònzio, era affine al Gallico, stanziatasi in una porzione delle Alpi, donde l’oronimo Alpi Lepontine. Discesero nella valle del Ticino, ancora detta Lepontina, e nella Val d’Ossola, documentato da tracce epigrafiche. Successivamente attraversarono la Pianura Padana e, in epoca antecedente ai Galli, si riversarono tra l’Appennino Ligure-Emiliano lasciandovi significative memorie linguistiche, anche se indirette. \ Radicale MEU L’esponente nato dall’invenzione della ruota, una delle più grandiose in seno all’umanità - abbiamo dovuto aspettare la propulsione aerea e spaziale per avere una corrispondenza - ha naturalmente indotto ad una straordinaria proliferazione lemmatica, che ancora prosegue. L’assimilazione della figura geometrica della ruota, all’immagine elioteistica (il dio Sole), ha contribuito ad infondere nelle generazioni l’idea della ruota quale “il gran dono del dio”. 235 La ruota era il simbolo della proprietà divina di “spostarsi in ogni luogo”, pertanto non potevano mancare nel rad verbale le lettere U-M del suono primordiale AUM, a rappresentare M la persona e U il tramite per conoscere il dio. Nacque così spontaneamente la rad MEU spostare, muovere, il causativo lat MOVERE cui Muòvere e, in percorso, Momènto da MOMEMTUM “minimo movimento” con Momentàneo. Il medio persiano conta ZUNVAN “momento-tempo” cui il termine filosofico Zurvanìsmo o Zervanìsmo. Il percorso prosegue con Movìda attraverso lo sp MOVIDO movimentato connesso con il lat MOVITA (Pp volg di MOVERE), il glb ingl Movie “film” dalla locuzione MOVING PICTURES figure movimentate cui l’omologismo Moviòla con Moviolare e Moviolìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Movìbile con Movibilità eppoi i prefissati Amovìbile con Amovibilità (pref AB da), Removìbile o Rimovìbile con Rimoziòne o Remoziòne (pref RI iterativo) e l’opposto Irremovìbile con Irremovibilità (doppio prefiso IN negativo), Movière; il lemma Movìl è il marchio registrato per un filato ricavato dalla polimerizzazione del clorulo di polivinile. Movimènto con Movimentàre, Movimentàto, Movimentaziòne, Movimentìsmo con Movimentìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Movimentìstico, Mòssa e Mòsso (tratto dal pass remoto Mossi), Mòto “fatto fisico” dal lat MOTUS con Motilità, Motòre dal genitivo MOTORIS di MOTOR cui Motorfobìa “avversione per le automobili”, la locuzione da Motore a vapore questo brevettato da J. Watt nel 1769 a seguito di esperimenti avviati già dal XVII sec da D. Papin, T. Savey, T. Newcomen, J. Calley; ancora, cronologicamente le locuzioni Motore a combustione interna o Motore a scoppio questo storicamente brevettato nel 1794 da R. Street, Motore elettrico, questo a corrente continua, costruito da M. Faraday nel 1831, mentre quello a corrente alternata da N. Tesla nel 1887, Motore Diesel brevettato da R. Dieselo nel 1892. Da Motore si ha il percorso di Motricità, Motòrio dal nominativo MOTOR, il prefissato Trimotòre (a tre motori, in genere riferito ad un aereo), i composti Motopròprio o Motupròprio inv dalla locuzione lat MOTU PROPRIO e che vale “di propria iniziativa”, i prefissati Promotòre, Promuòvere con Promòsso e Promoziòne, il glb franc Remuage, Rimòsso con Rimuòvere dal prefissato REMOVERE ed ancora Rimoziòne questo dal lat REMOTIO REMOTIONIS (RE di movimento inverso) col snm Amoziòne dal prefissato lat AMOVERE (A privativo); eppoi Smuòvere o Smòvere con Smòsso dal lat EXMOVERE (pref EX con valore “da”), Sommuòvere o Sommòvere con Sommòssa, Sommòsso, Sommovimènto, Sommovitòre e Sommoziòne da SUBMOVERE (pref SUB sotto), cui un glb ted Putsch “sommossa armata” di genesi onomatopeica cui il semiomologismo Putschìsta, adottati nel XX sec. Ancora, Mòbile (aggettivo e sostantivo) con Mobìlia o Mobìglia o ancora Mobìlio e Mobìglio cui Mobiliatùra, Immobiliàre, questo esteso per altri 236 bene mobili, Mobilière e Mobilifìcio, il composto Soprammòbile snm di un glb franc Bibelot di genesi onomatopeica; eppoi Immòbile e Immobilìsmo, Mobilità e Immobilità, Mobilitàre e Mobilitaziòne, Mobilizzàre e Mobilizzaziòne, la locuzione glb ingl Mobility manager “professionista per la mobilità del personale”. Termine alieno è Mobùlidi (Famiglia di pesci) dal lat scientifico MOBULIDAE di genesi caribica. Motòre quale “fatto meccanico” col fem Motrìce attraverso la locuzione Macchina motrice, eppoi i dim veicolari Motorètta e Motorìno, il glb ellittico ingl Motèl che vale Hotel per viaggiatori in veicoli a motore, Motorìsmo, Motorìsta con Motorìstica e Motorìstico, Motorizzàre con Motorizzàto e Motorizzaziòne, i composti con un pref MOTO meccanico o veicolare cui Motoaliànte, Motoalpinìsmo, Motoaratrìce cui Motoaratùra, Motocampèstre, Motocampèstre, Motocannonière, Motocarrèllo, Motocarrièla, Motocàrro, Motocarrozzètta, Motocarrozzìno, Motocìclo con Motociclètta con l’ipocoristico Mòto con un Ciclomotòre il cui snm è Motorìno e un Motoleggèra, Motociclìsmo, Motociclìsta, Motociclìstico, Motocingolàto, Motocistèrna, Motocolònna (rif alle truppe), Motocoltivatòre, Motocompressòre, Motocorazzàto, Motocròss o l’ipocoristico Cròss con gli omologismi Motocrossìsmo e Motocrossìsta, Motòdromo, Motoèlica, Motofàlce con Motofalciatrìce , Motofurgòne, Motogeneratòre, Motolància, Motonàutica e Motonàutico con Motonàuta, Motonàve, Motoneuròne snm della locuzione Neurone motore, Motopescherèccio, Motopòlo “gioco del Polo motorizzato”, Motopòmpa, Motopropulsòre, Motoradùno con Motoradinìsta, Motorcàravan su modello di Autocaravan, Motoreattòre, Motothome “sorta di roulotte” (con l’ingl HOME casa), Motoriduttòre, Motorìno (diverso da Motociclo) nel senso di “piccolo motore” per svariati usi quale il Motorino d’avviamento, i glb ingl Motosailer dove SAILER vale barca a vela, connesso con SAILOR marinaio derivati da SEA mare, Motorscooter (gli storici Vespa della Piaggio (1950) con Vespìsta e Vespìstico, e Lambretta della Innocenti di Lambrate, marchio registrati) o l’omologismo Motoscùter con Motoscuterìsmo e Motoscuterìsta dove SCOOTER vale “monopattino” dal verbo TO SCOOT guizzare via, Moto-sidecar “motocarrozzetta” dove SIDECAR vale “carrozzetta a lato (SIDE) della moto”, Motoscàfo con Motoscafìsta, Motosèga, Motoseminatrìce, Motosilurànte, Motoslìtta, Mototòpo “piccola imbarcazione” veneziana fig da Topo, Mototorpedinièra, Mototraziòne, Mototurìsmo, Motovedètta, Motoveìcolo, Motovelièro, Motovelòdromo, Motovettùra, Motozàppa, Motozàttera; ancora il patologico Motulèso (fedele al lat MOTU e col Pp di Ledere). Il percorso continua con Motivàre, Motivàbile, Motivàto, Motivatòre, Motivaziòne e Motivazionàle, Motivètto, e Motìvo quale sostantivo cui Motìvico, Motìvo quale aggettivo dal lat tardo MOTIVUS capace di far muovere da MOTUS Pp di MOVERE, la locuzione glb ted Leitmotiv “motivo (filo) conduttore”, i prefissati con Demotivàre e Demotivàto, Remòto o Rimòto dal lat REMOTUS Pp di REMOVERE rimuovere. Il lemma Motore diventa pref MOTO per innumerevoli composizioni da Motociclètta a Motozàttera. Termine fig è Mòvil questo un marchio 237 registrato nel XX sec per una sorta di filato. In composizione, l’ital conta ancora Automòbile con il gr AUTOS sé-stesso cui il dim Automobilìna, Automobilìsmo con Automobilìstico, Automobililìsta con uno spregiativo Automobilàstro, Autobus-àutobus, questo in composizione Automobile con il lat OMNIBUS per tutti cui Autobussìstico, l’erede del vecchio Omnibus-òmnibus trainato dai cavalli. L’automobile storica è a vapore, inventata nel 1771. Il genere femminile di Automobile è stato storicamente assegnato da G. D’Annunzio. L’autobobile moderna arriva a seguito delle invenzioni di H. Ford dal 1893. L’Automobile elettrica era già stata costruita agli inizi del XX sec. Oggi si diffonde il neologismo Elettromòbile per indicare un automobile a trazione elettrica. Il percorso continua con Autèntica, il patologico Autìsmo con Autìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Autìstico, l’omn Autìsta (da Automobile col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Autòma, ed una lunga serie di composti col pref AUTO sia per “autoveicolo” sia per “séstesso”, da Autarchìa (autogestione) con Autàrchico ad Autocàravan, Automèzzo, Automotrìce, Automunìto, Autoveìcolo e Autovèlox (questo con il VELOX veloce) che in ted è definito “radar trappola”. L’ital conta ancora l’omologismo Furgòne questo per accezione “autoveicolo chiuso per merci o funebre” attraverso il franc FOURGON, cui Furgonàto, il dim Furgoncìno, Furgonìsta. Con il lat LOCUS luogo si ha Locomotòre, Locomotìva, Locomoziòne; sono tutti termini sorti nel percorso semantico di “muovere da un luogo all’altro”. La locomotiva nasce da un’idea di R. Trevithick, il quale si era appoggiato all’invenzione di Watt del motore a vapore brevettato nel 1769; si narra che questi ne fu talmente contrariato da augurargli di morire impiccato. La locomotiva moderna, però, è opera di G. Stephenson indicato per antonomasia Padre delle ferrovie da quando nel 1922 fu inaugurata la sua locomotiva che viaggiava a circa 40 km l’ora. Rochet è un esemplare di locomotiva creata nel 1819. Questa rad, MEU, che è entrata con lecita prepotenza nel dentro degli uomini, nel loro spirito, nel loro cerebrale, ha così generato i vari Commoziòne, Commuòvere e Commòsso dal lat COMMUOVERE agitare, Emotìvo attraverso il franc EMOTIF emozione con Emotività, Moziòne dal lat MOTIO MOTIONIS dal Pp MOTUS di MOVERE con Emoziòne, Emozionàre e Emozionàto attraverso il franc EMOTION, la locuzione glb ingl per computer Motion capture. Ammutinàre merita un’analisi particolare: dal lat MOVERE, il Pp volg MOVITA è stato tradotto in franc prima in MEUET eppoi in MUTIN svoltosi nello sp MOTIN sedizione con AMOTINAR cui l’omologismo ital Ammutinare con Ammutinamènto, Ammutinàto. \ Autore Il lat conta AUCTORARE ingaggiare con AUCTOR per promotore, cui Autòre con un prefissato Coautòre (CUM insieme), Autorèvole con Autorevolèzza, Autoriàle con Autorialità, Autorità (lat AUCTORITAS) con Autoritatìvo, il glb ingl Authority; Autoritario, questo attrverso il franc 238 AUTORITAIRE cui Autoritarietà e Autoritarìsmo, come Autorizzazione attraverso AUTORISATION dal verbo AUTORISER cui Autorizzàre, Autorizzàto. Termine prefissato è Esautoràre “togliere l’incarico d ’autorità” da EXAUCTORARE (pref EX fuori) cui Esautoràto eppoi Esautoramènto o Esautoraziòne. \ L’autorità è la salute sociale, da difendere; l’autoritarismo, invece, ne è la patologia, da combattere. (SA)\ \ Destro Sinistro Dèstro è dal lat DEXTER da rad DEKS normale, conveniente, poi attestatosi in abile, la cui rad s’era ampliata da DEK di Degno; in percorso con Dèstra, Destrièro o Destrière “cavallo da battaglia”(due singolari e il solo plurale Destrieri) attraverso il franc ant DESTRIER da DESTRE destra, Destrìna, Destrìsmo, Destròrso, Destròsio, Destrèzza; prefissati e composti, Addestràre (pref AD con Destra) “accompagnare il cavallo tenendolo a destra” con Addestràre (prefrd AD con Destro) “esercitare per imparare ad essere destro” cui Addestràbile, Addestramènto e Addestratòre, eppoi i composti Destrìmano, Destrocardìa o la variante Dessiocardìa, Destrochèrio (gr CHEIR mano), Destrogìro, il composto Dextrofobìa che indica avversione per gli oggetti alla destra del corpo. Da non equivocare con termini quali Destruente o Destrutturato composti col pref DE (DeSTRUERE e De-strutturare). Sinìstro, dal lat SINISTER, cui Sinìstra, da avverbio SINIS a differenza di da una vecchia preposizione SINE, più ant SENI che trova corrispondenza in area celt - con suff di comparazione TER. Sinistro sta allora per “ciò che è diverso dal normale”, attestatosi poi in “funesto” e “disgrazia”. Snm di Sinistro è il lat LAEVUS, usato in composizione con LEVO, cui Levogìro. In percorso complanare, ovvero in eteronimia a Destro, Sinistràre, Sinistràto, Sinistrèse, Sinistrìsmo, Sinistrochèrio (gr CHEIR mano), Sinistrogìro, Sinistròide, Sinistròrso, Sinistrosità. In franc GAUCHE (pron gosc) vale sinistra, attestatosi in versione politica cui l’omologismo Goscìsmo da GAUCHISME e Goscìsta da GAUCHISTE. Niente a che vedere con un glb GAUCHO (pron gaucio) “mandriano a cavalloi” da voce indigena WAHCHA povero. ROTTA Ròtta vale l’attestazione di “itinerario” dal lat RUPTA strada aperta dagli ostacoli (rotta di ostacoli), cui Dirottamènto, Dirottàre. È vrs che si è arrivati dopo aver attraversato lo sp ROTA nel lessico della navigazione. Possiamo ragionevolmente credere che Rotta non sia stato altro che l’itinerario del rotare, ossia “salpare per approdarvi dopo aver circumnavigato”. Rotta, quale percorso, è stata traslata nel linguaggio aereo, storicamente calcolata da un esperto ufficiale, oggi demandata al sistema computerizzato e, come “basso” e “alto”, è indissolubilmente legata alla geoformazione: al di fuori del pianeta non esistono poli geografici o magnetici. La semant, però, ha un’infinita risorsa e per non disperderne la storia, avrà la capacità, 239 mai negata, di adeguare la definizione dei termini alla configurazione cosmica. Essere in rotta equivale tradizionalmente - sulla Terra - ad orientarsi, in altre parole a spostarsi, muoversi, tenendo sempre presente il punto geografico donde sorge il sole, l’oriente. Dal franc, l’ital conta il glb Routine da ROUTE strada (pron rut) cui Routier “corridore ciclista su strada” in correlazione con Pistard, il semiomologismo Routinàrio o Routinièro o l’omologismo Rutinàrio e dall’ingl TO ROUTE instradare fig l’informatico Router (pron rauter) “dispositivo di collegamento per più reti”. Oriènte e Orientàrsi, dal lat ORIENS Ppres di ORIRI il sorgere del sole, viene dal tema primitivo OR, attestatosi nel lat ORTUS (Pp), nell’itt e nel gr ORTO, e nell'ind RTA, lettere che compaiono nel lemma Rotta. Orto-òrto (omn di Orto-giardino), termine che indica il sorgere del sole o degli astri, sopravvive poeticamente dal lat ORTUS Pp sostantivato di ORIRI e cui Ortìvo (omn di Ortivo da Orto-giardino); i due lemmi tuttavia sono sovrapposti poiché l’Ortogiardino è tradizionalmente coltivato al sole, sin dal suo sorgere. Per Abortìre, cui Abortìsta, Abortìvo e Abòrto, dal lat AB ORTUS la traduzione sarebbe fig allontanare il sorgere ovvero nascita a vuoto. Dalla rad OR è derivato Orìgine composto con GENUS nascita, cui Originàle, Oriùndo da ORIUNDUS questo gerundivo di ORIRI e, da un successivo ampliamento rad gr HOROS confine - HORIZO separo - HORIZON delimitante, il termine Orizzònte dalla locuzione gr HORYZONTOS KYKLOS cerchio limitante, con l’ant Orizzònta e l’ellittico poetico Orizzòn, cui Orizzontamènte, Orizzontàre e Orizzontamènto, con i geometrici Orizzontàle, Orizzontalità e Orizzontalmènte. Il lemma Origine può ancora far pensare alla composizione fig di OS ORIS bocca e GENUS nascita, pertanto si costruirebbe il termine “nato alla bocca (sorgente-fonte…)” ovvero agli inizi del corso. Da HORIZO, col suff APO con valore da, il gr ha composto APHORISMOS definizione cui il lat APHORISMUS e il percorso ital Aforìsma o Aforìsmo e Aforìstico. Il gr, infatti, conta ancora l’ampliamento rad in ORIZEIN determinato, cui l’ital Aorìsto “non determinato” con il relatiuvo Aorìstico, derivato dalla composizione col pref A privativo. Aoristo è dunque l’erede del tempo AORISTOS della coniugazione greca, che sta per azione compiuta in un tempo non determinato, ossia non è passato, presente e futuro. Col pref DE s’è composto l’esot Derapàre “deviare di lato bruscamente” comunemente in terminologia aeronautica, con Derapàggio e Derapàta attraverso il franc DE-RAPER e DERAPAGE già prvz RAPAR dal ger RAPON. 240 Idealmente, Rotta-Sconfitta è associabile a Rotta-Itinerario, ove le truppe siano in fuga lungo una strada sguarnita (Storica la Rotta di Caporetto), ove l’acqua, rompendo gli argini, trovi la strada sgombra (Le rotte del Po). \ Rumore Silenzio Il rad REUP rompere è della serie di RE-U ampliatosi, tra le altre estensioni, in REUM rumore, cui Rumòre o un desueto Romòre con Rumoreggiàre cui Rumoreggiamènto, Rumoreggiànte e Rumereggiatòre, Rumorìo, Rumorìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Rumorìo o il desueto Romorìo, Rumorista, Rumoròso o Romoròso con Rumorosità, il glb ingl Rumor “diceria” variante americana del già ROMOUR, eppoi Rèuma cui Reumàtico, Reumatìsmo, Reumatòide, i composti Reumatèst, Reumatologìa con Reumatolègico e Reumatòlogo, fig dal dolore rumoroso delle articolazioni, pur se, da qualificati studi, fatti derivare dal gr RHEUMA flusso da RHEO scorro (del sangue), ma nulla osta che i termini siano sovrapposti o inc. Dal franc STORM rumore cui STURMJAN tempestare, in long STURM rumore, battaglia, l’ital s’è ispirato per l’omologismo Stòrmo e Stormìre addolcendone però il termine, questo tradotto in ital nel significato poetico del frusciare delle foglie, eppoi Stormeggiàre e Stormeggiàta. L’opposto Silènzio, invece, dal lat SILENTIUM da SILENS, cui Silènte, Silenziamènto, Silenziàre con Silenziàto, Silenziàrio, Silenziatòre, Silenzionàre, Silenziosità, Silenziòso, in locuzione quali Silenzio assenso, Il silenzio è oro (in correlazione con La parola è argento), Silenzio rifiuto, Silenzio rigetto, Gioco del silenzio. Silenzio è di rad SWEI tacere, rintracciabile nel ted SCHWEIGEN, dalla serie onomatopeica SS T, cui Zìtto (forma toscana). Pseudoetim è il toscano Zitta da Citta “ragazza” cui il vezzeggiativo Zitella con lenizione totale di una t; occorre aggiungere, però, che il persiano conta ZITA ragazza vergine cui l’onomastico Zita e da questo si sarebbe fatto derivare Zitèlla al quale si sarebbe sovrapposto il toscano Zitella. Nel Meridione d’Italia, Zito e Zita valgono “fidanzati”. Tacère, infine, col prefissato Sottacère, è inv dal lat TACERE, anche questo connesso a termini in area germanica, cui Tacitàre, Tàcito, Tacitùrno, questo con un suff su calco di Notturno, ancora Reticènte e Reticènza, lat RETICERE da RE TACERE col pref intensivo. Tra le figure retoriche, la Reticenza indica il silenzio a conclusione di un enunciato, di una poesia, lasciando al fruitore la conclusione o i conati emotivi; può essere assimilata all’Autocensura o alla Sospensione e allo Spazio bianco in musica. \...\ compose a versi camera che ardeva colui che dal gozzo tranciata fu la vita. Moloise l’hanno impiccato ... ... ... 241 da “Alla cornice” SA \ Nord Sud - Prefisso WES - Ovest Est Dal norvegese NORRON settentrionale viene il termine Norrèno, relativo alla cultura norvegese, cui anche Norìte, una particolare roccia locale. Edda è una silloge di canti norreno del XI/XII sec, cui il termine Eddicoèddico. Rùna “ant carattere grafico dei popoli nordici” tra segno alfabetico e magico, dal got RUNA mistero, ted RUNE, già norreno RUNAR cui Rùnico. Per i romani il Norico era la regione abitata dai celti compresa tra il Danubio, la Rezia (donde il demotico Rètico, il dialetto Retoromànzo e l’oronimo Alpi Retiche), la Pannonia (Ungheria) e le Alpi Carniche, oggi corrisponde all’Austria cui Austrìaco con Austriacànte e lo storico Austroungàrico dove AUSTRO è omn di AUSTRO “meridionale”; e chiamavano Vindoböna la loro città oggi Vienna, cui l’imologismo demotico Vindobonènse. L’ant rad NOR si ritrova nel franc NORD, nello sp NORTE, nel ger NORTH e nell’ital Nòrd. Forse per un gioco radicale, la lettera N di NOR starebbe per spostamento di novanta gradi verso l’alto dalla rad OR di Oriente. Sùd dall’ingl SOUTH (ant SUTH) o dal franc SUD. I latini avevano SUB per Sotto, vrs connesso con un’antica rad che avrebbe condotto a Sud “verso il basso”. Esiste, tuttavia, il tema SWOIDO d’area indoiran, che riappare nel lat SUDOR, cui Sudàre con Sudacchiàre, Sudàrio, Sudàta, Sudatìccio, Sudàto, Sudatòrio, Sudoràle, questo attraverso l’ingl SUDORAL, Sudoraziòne e Sudòre, Sudorìna questo versione volg di Sudamìna (patologia tra le Dermatosi) dal lat SUDAMEN SUDAMENIS, il prefissato Essudàre (pref EX fuori) cui Essudàto con Essudatìvo e Essudatìzio, Essudaziòne,i composti Sudorìfero (suff FERO che porta), Sudorìfico (suff FICO dal lat FACERE), Sudorìparo (suff PARO che produce), i prefissati Essudaziòne, Trasudàre, che farebbe supporre una connessione con Sud “laddove si suda”. Il gr conta lo specifico EPHIDROSIS (pref EPHI e HIDROS) essudazione cui il patologico Efidròsi. Dalla rad indoeur WES, d’estrazione sanscrita nel valore di abitare, sono pervenuti Vèste o Vèsta, cui il composto Sopravvèste; il gr conta EPENDYMA sopravveste cui il fig Epèndima con Ependimàle “membrana anatomica” con un lessema gr del valore di “ copertura ” e con due pref EPI sopra EN in. Il percorso WES prosegue con Vestàglia, Vestiàrio, Vestiarìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Vestibilità, Vestìbolo questo composto con il lat STABULUM deposito (delle vesti) cui Vestibolàre e connesso col pref gr BOLOS che vale mettere, Vestìgio dal lat VESTIGIUM “impronta dell’uomo” (e quindi la sua abitazione) con il plur Vestìgia, Vestigiàle e il prefissato Investigàre con Investigaziòne, eppoi Vestimènto, Vestitùra, Vestìre, Vestìto dal lat VESTITUS (sostantivo e Pp di Vestire), Vestiziòne, il composto Primavèra (PRIMO VERE prima vestizione (rinascita) della natura) dal lat VER VERIS, che in realtà già sta per la stagione primaverile, cui Primaverìle; la Primavera è la prima delle quattro nel conteggio astronomico; la locuzione fig Primavera di Praga indica un breve periodo 242 storico (1968) in cui la nazione s’era riscattata (rinascita) dal comunismo sovietico. Eppoi i vari prefissati Investìre (IN illativo) con Investimènto, Investitùra (in senso anche dal significato originale di indossare un vestito, fig una carica), Disinvestìre (pref DIS separativo)con Disinvestimènto, Rivestìre con Rivestimentìsta, Rivestimènto, Rivestìto e Rivestitùra dal lat REVESTIRE (pref RE iterativo) cui Rinvestìre (doppio prefisso RI iterativo e IN ittativo) con Rinvestimento e Rinvestitùra anche fig, Sovrainvestimènto “squilibrio per eccesso”, Travestìre con il glb franc Travesti (pron travestì) da TRAVESTIR, Travestimènto, Travestìto cui Travestitìsmo , il cui pref TRA indica un cambiamento. Il ted ant, giusto per confermare il patrimonio indoeur, conta WERJAN vestire cui GIWERI e il moderno GEWERE “termine del diritto germanico”. Il composto Esterovestiziòne è un neologismo e si traduce in “travestito da straniero – singolo o azienza – allo scopo di evadere lo fisco italiano” Il termine lat VER si rintraccia nell’ingl TO WEAR portare-indossarevestire cui i glb Sportswear “abbigliamento sportivo”, in locuzione quali Urban wear “abbigliamento cittadino (urbano)” che identifica fig una categoria, Wash and wear “lava e indossa”. La Vestàle, lat VESTALIS, era l’austera sacerdotessa romana di Vesta, dea che personificava il focolare della casa-patria, dal gr HESTIA focolare; non è impensabile credere ad una identica genesi rad, dal fatto che WES coincida con abitazione e focolare. Un’adattamento fonetico della lettera W di WES, avrebbe condotto al pref lat EXUERE spogliare cui Esùvia o Exsùvia “strato della pelle che il rettile muta periodicamente” cui Esuviaziòne e si potrebbe pensare ad una connessione fig di Vesuvio col tema WES-EXSUERE-EXSUVIA-Esuvia; eppoi ai prefissati INDUERE vestire (IN illativo) cui Indumènto, REDUERE rivestire (RE ripetitivo) cui Redùvidi (Famiglia d’insetti). La locuzione Battaglia del Vesuvio indica un episodio nella storia di Roma, durante la rivolta degli schiavi guidata da Spartaco (73 aC). Tornando ai punti cardinali, l’indicazione di Ovest-òvest da WES, e ricalcato sull’ingl WEST, nasce vrs dal fenomeno dei grandi spostamenti umani verso le nuove terre da abitare; ricordiamoci del flusso emigratorio dei popoli Indi verso l’occidente, portatori della lingua indoeur, quindi Vèspro con le varianti Vèspero, Espero-èspero o l’obsoleto Espro-èspro (dove tramonta il sole) dal lat VESPER in accusativo VESPERUM già gr HESPERA sera; per un ulteriore gioco radicale, da WES WEST, togliendo la W, sarebbe divenuto Est-èst, ossia la parte opposta, dall’ingl EAST o dal franc EST. Nel percorso di Vespro o Vespero, troviamo Vesperàle, Vesperàre, Vesperòne Vespertìno e Vespertìllo questo dal lat VESPERTILIO, il quale, da un percorso complanare, sovrapponendosi alla serie onomatopeica PI PIS fruscio è passato nell’ital Vispistrèllo, per poi diventare il corrente Pipistrèllo. \ Alcuni regioni al mondo, contese tra spinte autonomiste e logiche di egemonia politico-economica, sono state divise in Nord e Sud, quali Corea del Nord e Corea del Sud, Irlanda del Nord (coronimo Ulster) rispetto alla Repubblica d’Irlanda indipendente dal 1949 (già coronimo celtico Eire dal 1937 al ’49), Ossezia del Nord (indipendente) e Ossezia del Sud (Provincia autonoma della Georgia), oltre ai già Yemen del Nord e Yemen del Sud unificati nel 1990 e Vietnam del Nord e Vietnam 243 del Sud unificati nel 1976. Una questione sempre foriera di guerra e che aveva coinvolto grandi nazioni come gli odierni USA nati dal conflitto intestino nord-sud del XIX sec. Una questione che riaffiora in Italia con le pretese di una sedicente Padania (Italia del Nord), questa combattuta tra fini secessionistici e federalistici. Nell’estate del 2008, in Georgia (già repubblica URSS, proclamatasi indipendente il 1991), il palazzo sudosseta di Tskhinvali, ovvero dell’Ossezia del Sud, separatista e filorussa, dichiarando unilateralmente l’indipendenza dalla capitale Tbilisi, ha provocato una crisi internazionale rimettendo in pericolosa contrapposizione russi e americani, i primi intervenendo con l’appoggio delle armi agli indipendentisti e i secondi col sostegno politico-diplomatico alla Georgia,. la quale appare chiaramente in via di occidentalizzazione. Il rischio, che pareva dissoltosi, è che ritorni la strategia pre Cuba della dislocazione di batterie missilistiche in paesi amici; infatti si parla del ripristino dei missili russi a Cuba e l’installazione storica di testate americane in Polonia e in Georgia. Nell’ultima settimana dell’agosto 2008, il parlamento russo sancisce l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, definita “un disastro “ dalla Georgia, versosimilmente una peicolosa premessa per un grave conflitto. / \ Abitare Abitàre, con Abitàbile e Abitabilità, Abitànte, Abitatìvo, Abitàto, Abitatòre, Abitàre quale sostantivo snm di Abitaziòne, è dal lat HABITARE, intensivo (o frequentativo) di HABERE avere, cui il prefissato Coabitàre e Coabitaziòne col pref COM associativo, eppoi Abitàcolo dal dim HABITACULUM; l’abitacolo specifico per un aereo è Carlìnga, un omologismo dal franc CARLINGUE già nordico KERLING e scandivano HERLING. Il percorso conta ancora Abitùro da HABITURIUM configurato Tugùrio questo dal lat medv TUGURIUM, in presumibile connessione con Tùga “struttura navale di passaggio-casotto” e con TEGULA tegola; il termine ha conservato la vocale u diversamente da Promontorio questo da PRO-MUNTURIUM. Entrambi posseggono il raro suff URIUM sostantivante. Dal lat TEGULA nel senso fig di coperchio, l’ital conta Tèglia, una mutazione fonetica simile al processo lemmatico da Macchia a Maglia, e un Tègghia incluso l’ant Tièlla che sopravvive volg, anche in riferimento al contenuto. Da HABERE HABITARE l’ital conta Abituàle con Abitualità da HABITUS contegno, Abitualmàènte, Abituàre dal tardo HABITUARE con Abituàto, Abitùdine con Abitudinàrio da HABITUTO HABITUDINIS cui Abitudinarietà. Nel percorso si trova ancora Abito-àbito questo dal lat HABITUS aspettocontegno, infatti, indossare un abito equivale ad “avere un aspetto contegnoso” cui il dim Abitìno questo anche fig una sorta di collare quale “segno di devozione religiosa”, eppoi il prefissato Sopràbito; dall’inc del franc HABILLER preparare, è sorto l’ital Abbigliàre e Abbigliamènto con Disabbigliàre (pref DIS di separazione) e il composto Dishabiliofobìa che indica chi prova panico a spogliarsi al cospetto di qualcuno. Il lat conta anche COLERE per abitare, relativo al contesto agricolo (Ved Coltura e Cultura in Collo…), da tema rad KWEL-KWER, vrs estratto dal sct WES vestire, abitare, cui il gr OIKOS casa donde l’ital Economìa dalla 244 composizione gr OIKONOMIA amministrazione (della casa) con NOMIA da tema NEMO amministro, Econòmico da EKONOMOKOS con Economicità, Economicìsmo, Economicìstico, Economìsmo, Economìsta, Economìstico ed Economicamènte, Economizzàre su calco franc ECONOMISER con Economizzatòre, eppoi Ecònomo con Economàle e Economàto, il composto Econometrìa con Economètrico, Econometrìsta ed Econòmetro, la locuzione esot Economy class “Classe economica”, per navi e aerei; Ecumène dal gr OIKUMENE GE terra abitata quindi universalità, con Ecumènico, Ecumenità, Ecumènico e il prefissato Subecumène cui Subecumènico “area non abitabile se non occasionalmente”. Inquilinàto e Inquilìno (INQUILINUS da un arcaico INQUELA di INCOLA da COLERE) e Cortìna, questo inv dal lat CORTINA, da rad KWER, termine che, attraverso il lat AULLA o AULA già gr AULAIA e inc con il lat volg OLLA, è passato dal significato di recipiente a quello di tenda cui Cortinàggio e Cortinàio; Cortìna era anche il Tripode del dio Apollo, fig l’oracolo. In percorso il termine composto Oècio (col gr OION uovo) che sta per “nicchia incubatrice” dei Briozoi. Il termine gr OIKOS casa è ancora l’origine del percorso gr DIOIKETES amministrare prefissato DIA attraverso, cui Diòcesi con Diocesàno in riferimento cattolico alla Casa del Signore che è di tutti; la coincidenza lemmatica Dio-Diocesi è casuale, diversamente da quanto si possa pensare. Nello stesso percorso prefissato di OIKOS, l’ital conta cui Diecèta “ant amministratore greco”, Diòico con Dioicìsmo dal gr DIOIKISMOS che vale il frazionamento di una comunità in più agglomerati (di case) indipendenti, termine utilizzato anche in botanica (fiori mas e fem della stessa pianta ma in dimore separate), in opposizione a Sinecismo. Riprendendo il percorso gr-lat AULAIA-AUYLLA-OLLA, questo, oltre all’ital Olla-òlla con l’aggettivo Ollàre cui Pietra ollare (piastra per cuocere) e la pietra Ollìte (suff ITE per minerali) utile per la fabbicazione di particolari pentole, conta lo sp OLLA pentola cui la locuzione glb Olla podrida “sorta di zuppa a base di legumi (fig putrida)” e vrs, quale ambito indoeur, l’ingl HOLE; il percorso discende da un AUK-SLA pentola da rad AUKW-UKW, col quale pare curiosamente connesso il termine lat CACCABUM pentola, cui il volg CACCAVO, che ricompare nel volg napoletano Caccavella, il folcloristico strumento musicale (praticamente snm dell’onomatopeico Putipù), omn fig da Caccavèlla “pentola di terracotta”. L’ingl HOLE sta per buca-buco (fig la bocca di una piccola olla), per accezione quella del Golf, cui la locuzione glb Hole in one “buca al primo colpo”. \ Pare che l’antenato del Golf sia nato in Cina nel XI sec chiamato CHUIWAN colpisci la palla. \ \ Nudo Avverso a Vestito è Nùdo, dal lat NUDUS contratto dalla forma NOVIDUS, da rad NEG-NOG, Nudàre Nudità, Nudìsmo, il composto patologico Nudofobìa “avversione per la nudità” e, col pref, Denudàre; eppoi un Ignùdo 245 (dal toscano) con l’aferetico Gnùdo o, giusto come la storiella dell’uovo o della gallina, dal toscano Gnùdo il protetico Ignùdo. Dal gr GYMNOS nudo, dal fatto di esercitare nudi, si sono attestati Ginnàsio, questo svoltosi nell’odierno Liceo, Ginnàsta, Ginnastèrio snm di Palestra ginnica, Ginnàstìca, Gìnnico, eppoi il pref GIMNO per composizioni quali Gimnocàrpo, Gimnodàttilo, Gymnofobìa “avversione per la nudità”, Gimnosofìsta “nudo con saggezza”, Gimnospèrme “seme nudo” (col gr-lat SPERMA seme), Gimnòtidi “a dorso nudo” (Famiglia di pesci, col gr NOTOS dorso) con Gimnòto “pesce dulcacquicolo”. Particolare il lemma Gincàna, omologismo dall’hindi GENDKHANA palestra per il gioco della palla, che sovrapposto al pref gr atletico GIMNO s’è svolto in Gimcàna; la composizione Gimnamèbe “Ordine di protozoi” è con AMOIBE cambiamento e da questo Amèba “sorta di Protozoo” con Amèbico e Amebòide (suff OIDE somiglianza), Amebèo “canto alternato”, Amebìasi (patologia, suff IASI dal gr IASIS). Dal long BLAUS nudo, ci è pervenuto Biòscia che sta per “brodo” o “neve molle”, cui Bròscia-Sbròscia (con pref S intensivo) che vale “disadorna” e Abbiosciamènto con Abbiosciàrsi; Broscia è snm di Borlànda o Burlànda “brodaglia” fig attraverso il milanese Borlare rotolare (vrs nel significato di “mescolare”). Nel senso specifico di “rotolare”, l’ital conta Bòrlo “rullo” con Borlòne “dispositivo cilindrico” cui Borlonatùra, Borlonàio e Borlòtto meglio Borlòtti “varietà di grossi fagioli rotondeggianti” questo attraverso l’accr milanese Borlot. Il termine ital Bròdo, dal franc BRODH è vrs connesso in questo percorso long, poiché Brodo è una pietanza che appare “nuda, disadorna” rispetto alle altre in cui gli elementi soddisfano la vista, donde Bròda, Brodàglia, Brodetto “zuppa di pesce” con Brodettàto e la locuzione culinaria Agnello brodettato (con uova), Brodolòne, Brodòso, i prefissati Sbrodolàre e Abbrodìrsi questo nel gergo giovanile adottato nel nuovo millennio. Nel gergo degli allevatori Brodàro sta per il vitello che ha perso la madre durante il parto; il termine indica fig il fatto che l’animale è obbligato ad alimentarsi col una brodaglia preparata in sostituzione del latte materno. Si potrebbe azzardare che il lemma Briòscia abbia una certa connessione con Bioscia-Broscia, per la sua consistenza molle e comunemente disadorna, comunque, questo deriva dal franc BRIOCHE risalente al normanno BRIER impastare che vrs ha condotto a Brie dal franc BRI “sorta di formaggio a pasta molle” connesso con l’etim della regione di Brie dove è prodotto. ROTTAME Rottàme dal Pp RUPTUS del lat RUMPERE rompere cui l’ital Ròmpere con il Pp Ròtto con Rottamàggio, Rottamàio, Rottamàre, Rottamaziòne, eppoi Rùttile o Rùptile e Ruttòre, che in ordine alla derivazione sorreggono rigida fede alle origini; l’astratto Rottùra, invece, già è tracimato fig nel lessico politico quando sta ad indicare un’interruzione di alleanze, se non addirittura scioperi, scissioni e rivoluzioni. In forma onomatopeica, Trac vale “rottura” con un Tràchete (dal XX 246 sec), che pare una sovrapposizione con Stracciare, diverso dal glb franc Trac che vale “panico nell’affrontare il pubblico, specie la prima volta”. Ròtta “sconfitta” è la forma sostantivata al fem del Pp Rotto da Rompere. RUMPERE viene dalla rad REUP - variante di REUB attestata nel lat RUPES, cui Rùpe, Rupèstre, Rupìcola, Rupìcolo il prefissato Dirupàre con Dirupamènto, Dirupàto e Dirùpo (suff DI di DE intensivo con valore di “discesa”), e nell’area ger col significato di rompere, strappare; in area ind ritroviamo, nel dialetto, LUMPATI rompe, con la mutazione di R in L, RUMP(ERE) LUMP(AT). Il percorso dal termine ital conta Rompimènto, Rompitòre e Rompitùra, i composti fig Rompibàlle con l’ellittico Ròmpi, Rompicàpo e Rompicòllo, i volg Rompicàzzo, Rompicogliòni o Rompipàlle coi snm Rompiscàtole e Rompitàsche, i realistici Rompifiàmma, Rompigètto, Rompighiàccio, Termini alieni lo sdrucciolo Rùpia cui Rupofobìa dal gr RYPOS sporcizia, questo snm di Misofobia; eppoi Rupìa dall’ind RUPIA argento attraverso l’ingl RUPEE “unità monetaria indiana”. \ Il conumismo ci ha convinti che le cose rotte sono sinonimo di immondizia, quindi da buttare via, insieme ai vecchi mestieri quali ombrellaio, calzolaio, affilatore, rammendatrice... la consuetudine è sorta dal fatto che la riparazione di un oggetto è, generalmente, più dispendiosa di un nuovo acquisto sostitutivo. Le discariche sono infatti colme di prodotti riparabili, ma resi inservibili da una latenza riparatrice. Il consumismo, poi, complice di una rinnovata igienicità, è anche una macchina produttrice di rifiuti; non esiste più un alimento che non abbia la propria confezione, la quale viene buttata appena utilizzato il contenuto. Un semplice bidone col sacchetto per il travaso nei cassonetti non è più sufficiente; la nostra civiltà pretende lo smaltimento differenziato dei rifiuti, il composter per orti e giardini (la vecchia concimaia all’aperto), le discariche controllate, i forni di incenerimento, il riciclaggio...\ Rottame è anche Catorcio, Rudere. Catòrcio è l’inc di Càtro, questo forma lemmatica per “cancello”, direttamente dal dorico KLAITRA, con il vedrbo Torcere, quindi fig “cancello contorto”; in percorso la variante Catòrzo o Catòrzolo e Catòrchio per accezione “stralcio della vite”, con Catorzolùto e il prefissato Incatorzolìre. Rùdere o Rùdero, infine, con Ruderàle, è dal lat RUDUS calcinacci, da RUERE precipitare da rad RU di Rovina, cui l’inv verbo Rùere, il prefissato Dirùto, con Diruttòre, dal Pp DIRUTUS di DIRUERE rovinare col pref DI di DIS che vale “del tutto”, snm del corrente Distruttore. In connessione con RUDUS, il lat conta RUDIS rozzo cui Rùde con Rudèzza e Rudìste (Famiglia di molluschi), Rudità, il fig Rudimènto, meglio Rudimènti “primi insegnamenti (rozzi)”, con Rudimentàle, Rudimentaziòne, il prefissato Erudìre che, col pref E di 247 EX sottrattivo, vale “sottrarre al rozzume” cui Erudìbile, Erudimènto, Erudìto con Eruditìsmo, Erudiziòne, il prefissato in opposizione Inerudìto da INERUDITUS (IN negativo) con Inerudiziòne da INERUDITIO INERUDITIONIS; eppoi Ròzzo dal lat RUDIUS, questo comparativo di RUDIS, con Rozzèzza, Rozzùme (questo col suff UME collettivizzante, quindi “tante cose rozze”), un Rozzòre, il prefissato Dirozzàre con Dirozzamènto e Dirozzatòre col pref DI di DE intensivo. Questo percorso appare talvolta in sovrapposizione fig con quello di Ruga, vrs da una associazione temporale delle rad RU rovinare e REUG incidere di Ruga. Lo scandinavo CLOWN rozzo – lat COLONUM e ingl KHLON colono - contadino rozzo - è un termine glb in “pagliaccio da circo”; in percorso, il glb Clownwrie attraverso il franc, l’omologismo Clownèsco, Clownterapìa “ terapia con il far ridere”, in ingl CLOWNTHERAPY, termine assimilato o snm di Gelototerapìa, questo col prefisso dal gr con valore di Riso o Risata cui Gelotologìa “lo studio degli effetti terapeutici dal far ridere” e Catagelofobìa “paura di essere ridicolizzati” (doppio pref CATA); ci sarebbe ancora la Clownfobìa, la repulsione per la figura del clown. La connessione col tema RU RUERE RUDUS continuerebbe ancora con Rudènte “elemento decorativo”, cui Rudentàto, dal lat RUDENS svoltosi fig e poeticamente in fune (quale decorazione grossolana, rozza, a forma semplice di fune). Rimane il fascino misterioso della rad comune REUP con RUMPERE rompere e con RUPES rupe, roccia. Si potrebbe affermare, se riflettiamo, per associazione, che ai primordi litici dell’umanità un buon pezzo di roccia era un ricercato utensile per rompere… o era un frammento rotto, caduto dal grande masso, dalla montagna. Con il pref d’intensificazione CO di CUM ed il verbo RUMPERE (CUM RUMPERE), sono stati coniati Corròmpere, Corrompimènto, Corrompitòre, l’aggettivo Corròtto (dal Pp lat CUM RUPTUM), i più fedeli al lat Corruttèla da CORRUPTELA, Corruttìbile da CORRUPTIBILIS cui Corruttibilità, Corruttìvo dal tardo CORRUPTIVUS, Corruttòre da CORRUOPTOR e Corruziòne da CORRUPTIO 1. Esiste l’omn sostantivo Corròtto che vale “cuore rotto” da COR RUPTUM cui Corrucciàre e Corrùccio e Crùccio questo devb da una forma volg Crucciàre in percorso con Crucciàto e Crucciòso, eppoi Scorrùccio e Scorrucciàrsi col pref S intensivo. Con altri pref, il verbo RUMPERE rompere si trasfigura in Diròmpere da DIRUMPERE col pref DI di DIS dispersivo cui Dirompènte, Dirompènza, Dirompimènto e Diruttòre dal Pp 248 DIRUPTUS. Eròmpere da ERUMPERE con Eròtto, Eruttìvo ed Eruziòne (pref E di EX fuori) cui le locuzione Eruzione vulcanica ed Eruzione cutanea questo con un glb ingl Rash, eppoi Interròmpere con Interrompimènto, Interròtto (dal Pp lat RUPTUM), Interruttìvo, Interruttòre cui le locuzioni Interruttore crepuscolare (accende l’illuminazione al calare della luce naturale), Interruttore elettrico e Interruziòne (pref INTER), il doppio prefissato Ininterròtto con Ininterrottamènte (IN negativo), infine Irròmpere ed Irruziòne col pref IN illativo. Il primo interruttore elettrico è del 1829 e si deve all’invenzione del Relè elettrico di J. Henry; il suo perfezionamento sarà dato dal Fusibile di J. Joule. 1 In linguistica, Corruziòne vale un vocabolo attestatosi dopo aver subito contaminazioni e disfacimenti rispetto al modello etimologico, quale Marmotta dalla locuzione lat MUS MONTANUS, così ritornato in italiano attraverso un percorso in lingua francese. Altro esempio di corruzione, questa volta volg garganica, relativa all’onomastica è Scandoneje che sta per Francesco Antonio saldati in Francescantonio eppoi in ipocoristico Scantonio-Scandoneje. \ ...In merito alla sconfitta militare - che il generale Luigi Cadorna, vergognosamente coprendo l’inefficienza propria e del Comando Supremo, attribuì alla viltà dei soldati la storiografia ha ormai accertato di là di ogni dubbio che le responsabilità furono dei massimi ufficiali, i quali prima avevano sottoposto i soldati a fatiche massacranti, a disagi mortali \...\ con la minaccia, spesso attuata, delle fucilazioni \...\ da Corrotti e Corruttori - dall’Unità d’Italia alla P2 di Sergio Turone, Ed. Laterza 1984 \ \ Prefisso *ORTO Dal gr ORTHOS dritto, cui Ortesi-òrtesi “apparecchio medico” su modello di Protesi, il minerale Ortìte (suff scientifico ITE), esiste il pref ORTO talvolta adattato, che sta per “esatto, giusto, corretto”, talvolta appare snm del pre gr EU bene, per composizioni quali Orticon-òrticon ellittico della composizione Orticonoscòpio (col gr EIKON immagine e SKOPEO vedo), Ortocèntro con Ortocèntrico, Ortoclàsio o Ortòse (riferito alla roccia, dal gr KLASIS frattura), Ortoclinoscòpio (con KLINO piego) Ortocromàtico questo snm di Isocromàtico, Ortodermìa, Ortodontìa o Ortodonzìa ellittico di Ortognatodònzìa (col gr GNATHOS mascella e ODUS dente) cui Ortodòntico e Ortodontìsta, eppoi Ortognàti (Raggruppamento di Araneidi), Ortognatìsmo o Ortognazìa (dal gr GNATHOS mascella), Ortognazìa; il percorso composto prosegue con Ortodossìa e Ortodòsso, dal gr ORTHOSDOXA d’opinione giusta, Ortoepìa (col gr EPOS parola) cui Ortoèpico, Ortofonìa con Ortofònico e Ortofonìsta, Ortofotografìa, Ortofrenìa e Ortofrènico (dal gr PHREN mente), Ortogènesi con Ortogenètico, Ortognèis o Ortognèiss dal ted GNEIS o GNEIST scintilla che vale “quarzo o mica e simili” cui l’omologismo Gnèis o Gnèiss o ancora Gnàis, Ortogonàle “angolo retto” con Ortogonalità, Ortografìa con il relativo Ortogràfico ed ancora Ortogràfico quale ellittico di Ortogonale-grafico, Ortogràmma, Ortòlogo con valore biologico di Omologo, Ortonèttidi (Classe di Mesozoi, col gr NEKTES nuotatore), Ortopedìa e Ortopèdico col gr PAIDEIA educazione su modello franc ORTHOPEDIE, Ortopnèa opposto a Dispnèa 249 (dal gr PNEIN respirare), Ortoressìa (dal gr OREKSIS appetito) “il mangiare corretto” con Ortorèssico in contrasto con Anoressìa (pref AN privativo) “mancanza patologica d’appetito” cui Anoressànte o Anoressizzànte, Anoressìgeno e Anorèssico, ed al suo opposto Bulimìa, con Bulìmico (in concorrenza con Sitomania e Sitomane), dal gr BULIMIA fame da bue composto da BUS bue e LIMOS fame. Ed ancora Ortoròmbico, Ortoscopìa e Ortoscòpio (col gr SKOPEO vedo), l’anatomico Ortosimpàtico, Ortostàtico con Ortostatìsmo (dal gr HISTEMI sto), Ortòstico (dal gr STIKHOS verso fig bene in riga come un verso poetico), Ortòtomo (sorta di uccello, dal gr TEMNO taglio), Ortòtono (riferito al tono muscolare), Ortotòpico (dal gr TOPOS luogo), Ortòtteri (Ordine di insetti dei Pterigoti, col gr PTERON ala e vale dalle ali dritte), Ortòttica con Ortòttico e Ortottìsta. In ambito retorico si conta Epanortòsi (pref gr EPI sopra) che indica la ripetizione di un’espressione sia per attenuarne il concetto sia per correggerlo. L’equivoco con ORTO oriente potrebbe sorgere dal termine Ortodromìa cui Ortodròmico, (ORTHOS-DROMOS), che letteralmente sta ad indicare l’arco congiungente due punti della rotondità terrestre, e quindi è il percorso “più dritto”. Nella navigazione navale ed aerea, in binomio con Lossodromia (Ved Oblio…), l’Ortodromia è una rotta cui la locuzione Rotta Ortodromica, per cui i due termini ORTUS-ORTHOS Orientarsi e Dritto vengono ad assimilarsi. Altro omn è il lemma Orto-òrto, dal lat HORTUM giardino, derivato dal tema GHORTO d’area osco-umbra e celt, rintracciabile nel ted e nell'ingl GARDEN, nel franc JARDIN già GARDO luogo chiuso, cui gli omologismi Giardìno con Giardinàggio, Giardinàio, Giardinètta (fig vecchio tipo di arrozzeria d’auto), Giardinètto, Giardinièra e Giardinière. Gardènia o Cardènia è il nome del fiore dedicato al botanico A. Garden (1728\1791) la cui traduzione onomastica sta per “giardino” cui il toponimo Val Gardena e il relativo Gardenèse (demotico di Ortisei). Eppoi, i glb ingl Garden center “vivaio”, Gardening “giardinaggio”, Garden party “ricevimento in giardino”. L’evoluzione linguistica ital ha condotto ad adottare il lemma Orto, col significato corrente, trascurando l’originario semantica di “giardino” in madrelingua e adottare invece Giardino attingendo alle lingue estere, pur indoeur. Orto-Giardino ha il snm adottato nel veneto in Bròlo col dim Brolètto dal lat medv BROGILUS questo però già omologismo dal celt BROGA campo; Brolo, poeticamente, può definire un bosco, una ghirlanda o corona di fiori; Bròlio è un vino tipico del Chianti e non è da escludere che l’etim sia comune considerando il vino tratto da un campo di viti. Il termine Ortìcolo è sul modello di Agricolo cui i composti Orticoltòre o Orticultòre e Orticoltùra, Ortomercàto ellittico della locuzione Mercato ortofrutticolo, Ortovivaìsmo con Ortovivaìsta; altri derivati, Ortàggio, Ortàglia, Ortolàno, Ortènse, l’onomastico Ortensio dal lat HORTENSIUS accolto tra la gens romana; Ortènsia è l’arbusto che prende il nome da Hortense Lepaute coniuge del botanico Commerson (1727\1773). I composti 250 Ortofloricoltùra con Ortoflorofrutticoltùra e Ortoflorofrutticolo, Ortofrùtta con Ortofruttìcolo, Ortofrutticoltòre e Ortofrutticoltùra. Probabilmente esiste un nesso rad tra HORTUS giardino ed ORTUS il sorgere del sole, dal semplice fatto che ogni giardino avrebbe un’esposizione solare; comunque, il termine Ortìvo sta ad indicare sia un terreno coltivato ad orto, omn di Ortivo questo da Orto il punto dell'orizzonte dove sorge un astro. Nel percorso semantico troviamo il lat COHORS spazio che comprende l’orto ed altro - recinto, cui Còrte, Cortèo e Corteàre, l’amoroso Cortèggio o Corteggiamènto con Corteggiàre e Corteggiatòre questo snm di Spasimante, Cortegiàno con il corrente Cortigiàno, il glb sp Cortes “corti”, Curtènse “relativo alla corte” fedele al lat medv CURTENSIS da CURTIS corte 1, e Cortèse, questo sia sostantivo che aggettivo attraverso il prvz CORTES, con Cortesìa “modo da corte” cui Corteseggiàre e Cortesemènte, Coòrte “accampamento, recinto militare” che discende direttamente da COHORS recinto, questo attestatosi poi nel “reparto” accampato; si potrebbe ancora leggere i lemmi Corte e Coorte considerandoli in sovrapposizione col gr ORTHOS dritto prefissato CUM associativo con valore quindi di “un insieme disciplinato e regolamentato” come lo erano le coorti storiche degli eserciti e le corti regali. Con il suff ILE troviamo Cortìle, che vale per “spazio limitato, chiuso”. Il lat conta lo specifico AEMILIUS cortese in connessione con la storica gens romana, riversatosi nell’onomastica in Emilio e Amelia; l’assonante Amalia, invece, è considerata di genesi ostrogota. Ortìca, invece, è termine alieno, dal lat class URTICA, che ha subito la trasformazione della U in O, come Ubbidire in Obbedire; si ha così, in percorso complanare, Urtìca, Urticàcee (la Famiglia botanica), Orticàio e Urticàio, Orticànte e Urticànte, Orticària e Urticària con Orticàrico, Urticariòide (suff OIDE simile), il fig Ortichèto “abbandonato alle ortiche”. L’Ortica, stando alla tradizione popolare, preserva dai malefici. Alieno è anche Esortàre, il cui pref EX è in composizione con il lat HORTARI, da rad indoeur GHER desiderare, donde Esortamènto, Esortatìvo, Esortatòre, Esortatòrio, Esortaziòne. Il gr conta lo specifico AULE corte, cui Aula-àula, Aulico-àulico da AULIKOS e un prefissato Diàulo da AULOS (con DI da DIS due sta per “gara a doppio percorso”) dove AULOS vale Stadio quale estensione spaziale di Aula. In vrs connessione il lemma omn AULOS flauto, l’ant strumento il cui suono accompagnava i pranzi o altro, a corte, cui l’inv Aulòs con Diàulo doppio flauto, (omn di Diaulo “doppio percorso atletico”) eppoi Aulèta o Aulète da AULETES, Aulètica dalla composizione AULETIKE TEKHNE tecnica (arte) di suonare il flauto, Aulètico attraverso il passaggio dal lat AULETICUS, Aulètride da AULETRIS AULETRIDOS, il patologico Aulofobìa (per il flauto). 1 Per accezione medievale, in una pianificazione giuridica, Economia curtense o Sistema curtense vale “produzione e consumo in proprio”, ovvero all’interno delle corti e dei monasteri, omologato nell’Autarchia fascista. \ Suffisso ELA 251 *Tutto Il suff lo si ritrova dal lat in termini quali Lamentèla dal lat LAMENTARE. Loquèla dal lat inv, astratto di LOQUI parlare. Querèla. dal lat inv, astratto di QUERI lamentarsi, il suff ELA sta dunque ad indicare un astratto e tale era in origine il termine Candela, che intendeva la “condizione dello splendere”, mutatosi in un sostantivo concreto, pur restando lo storico suff d’astrazione quale unità di misura dell’illuminazione di una lampada. Si ritrova nel termine Tutèla, cui Tutelàre, inv dal lat TUTELA, astratto di TUTUS integro, con valore fig perfettamente maturo (non guasto) cui Tùto “sicuro” da TUTARE di rad TEWE gonfiarsi che aveva prodotto il class TUERE proteggere-difendere e, in senso fig e meno, Tùtolo “asse della pannocchia del granturco” (adottato nel sec IX con la diffusione del granturco) da TUTULUS ornamento del capo cui Tùtulo, eppoi Tutòre dal lat TUTOR (nome d’agente) con Tutòrio, i glb ingl Tutor, Tutorial e Tutoring, eppoi Tutoràggio e Tutoràto. Eppoi il prefissato Attutàre da TUTARE con AD allativo cui le varianti in metaplasmo Attutìre, Attuìre e il sostantivo Attutimènto. In percorso fig si conterebbe il volg mer Astutari o Stutare con pref sottrattivo dal significato di spegnere. Infine, in connessione fig con la rad TEWE il lat ha inoltre coniato, col IN pref illativo, INTUERI guardare dentro cui Intuìre, Intùito, Intuiziòne. Il termine Tùtto è pertanto dal lat volg TUTTUM attraverso TUTUS integro, già class TOTUS con l’ablativo TOTO, cui anche Tòto usato in locuzione corrente già lat In toto e Toto corde “di tutto cuore” nelle composizioni Totocàlcio con l’ellittico Tòto, Totogòl, Totonèro “scommesse clandestine”. Tutto, al sing conferisce valore superlativo “Ascoltò la telefonata tutto contento, Partì tutto solo…” mentre al plur, nell’assumere una forma numerale, dovrà essere seguito dalla congiunzione “ Tutti e cinque i posti furono occupati… Tutti e due, marito e moglie, se ne andarono”. Il termine appare in composizioni quali Tuttafiàta dalla locuzione Tutta fiata (con Fiata “volta”) e o Tuttavòlta da Tutta volta, Tuttàla (sorta di velivolo, con Ala), Tuttasànta, Tuttavìa o Tuttavòlta, Tuttochè (corretto Tuttoché), Tuttodì, Tuttofàre,Tuttologìa con Tuttòlogo, Tuttopònte, Tuttòra da Tutta ora, Tuttotòndo, l’ant aggettivo rafforzativo Tutùtto che vale Tutto tutto, nella locuzione Tutt’al più, eppoi nel glb franc Atout “a tutto” nelle carte di briscola, in Anzitùtto, Dappertùtto, Dopotùtto o Postùtto (pref POST), nella locuzione Fuori tutto, Mangiatùtto, Mettitùtto, Oltretùtto, Passatùtto, Pigliatùtto, Soprattùtto, Tritatùtto. Il termine Tùta, con Tutìna, dovrebbe essere ispirato alle lettere del nome originale del modello (1920) ma altra ricerca lo fa derivare dalla sintesi dal franc TOUT DE MEME, ossia tutto (cucito) della stessa (stoffa), cui il franc TUTU (pron tutù). e l’ital Tutù questo talvolta assimilato all’onomatopeico Tutù “sederino” in complanare con Totò o Tottò “sederino” ed anche “busse sul sederino”. Tutània è una lega metallica di numerosi elementi, utilizzata per la produzione di posate, termine adottato dal 1895, vrs nel senso retorico d’iperbole “tutti gli elementi assieme”. 252 \ Suffisso *ILE *ICO *IACO ILE Il suffiso aggettivante ILE appare in termini quale Scurrìle con Scurrilità dal lat SCURRA buffone cui Scùrra, Senìle dal lat SENILIS relativo alla vecchiaia, ed ancora Vescovìle da EVISCOPUS, e può essere ritrovato semant trasformato in suff sostantivante come Canìle dal lat CANIS cane, Monìle dal lat MONILE da MONIS collo, nuca e con la variante Manìle cui Monìlia con Moniliàli (Ordine di funghi, fig per la conformazione in “catenella”) e Monilìasi (suff patologico IASI dal gr IASIS), Porcìle con Porcilàia da PORCUS maiale, Ovìle dal lat OVIS pecora già gr OIS OIOS cui l’aggettivo e sostantivo Ovìno, l’onomastico Ovidio dal lat OVIDIUS “proprietario di ovini” e, in linea gr, Esipo-èsipo “grasso di lana greggia” Col suff ILE, oltre a Missile (Ved Razzo Missile in Obiettivo…), l’ital conta ancora termini tratti da verbi quali Fòssile (da FODERE scavare), Fìssile (da FINDERE fendere) con Fissilità, eppoi termini come Agile-àgile cui Agilità e l’opposto Inàgile (IN negativo-AGILIS) da AGERE guidare, spingere, Abile-àbile cui Abilitàre con Abilitànte, Abilità, Abilitatìvo, Abilitàto, Abilitaziòne e Disàbile (DIS d’opposizione - ABILIS) cui Disabilità, Disabilitàre e Disabilitàto, da HABERE avere; i termini aggettivati sono coniati dal tema di tempo presente. Abilità si ritrova nell’ingl ABILITY ma con valore di “possibilità”. Esiste un ulteriore suff ILE, di competenza chimica e sta ad indicare rad organici monovalenti o inorganici, cui Metìle, con Metìlico, ellittico di Metilène questo composto col gr METHY bevanda inebriante e HYLE legno-materia con un altro suff chimico ENE rintracciabile in Etène o Etilène (da Etile) e Propilène questo da Propàno con Propanòne, Propìle e Propìlico, tutti dal gr PION PIONOS grasso col pref PRO prima cui Propiònico, cui Isoprène (composto ellittico con Propile) con Isopropilammìna (con Ammina), Isopropìle (con Propano) cui Isopropìlico (tutti col suff gr ISOS uguale). Metedrìna è l’omologismo dall’ingl METHEDRINE “composto chimico metilico” (marchio registrato) Il percorso conta ancora Metadòne, questo ellittico della composizione Metile con Ammina, Fenile e suff ONE, cui Metadònico, eppoi Trimetilamìna (pref TRI con Ammìna) questa sostanza contenuta nel pesce, uova, cavolfiori e piselli. Methyfobìa indica una forte avversione per l'alcol. Dal gr AMETHYO non sono ubriaco, col pref A privativo, è sorto il termine AMETHYSTOS cui il lat AMETHYSTUM e l’ital Ametìsta, una pietra di quarzo dal colore violetto, paragonata ad una gemma e che era considerata un rimedio contro le ubriacature, cui Ametistìno. La lega oro-alluminio, risultante di color viola, è chiamata Oro ametista. Quàrzo, infine, è l’omologismo dal ted QUARZ, d’etimo ignoto, cui il composto Quarzìfero (con il lat FER che porta), il suffissato Quarzìte (suff ITE per minerali) e Quarzòso (suff OSO aggettivale), ICO IACO Altro suff aggettivante è ICO, adottato anche in chimica, dal gr IKOS (lat ICUM), cui Mistèrico dal lat MISTERIUM dal gr MISTIKOS relativo ai 253 misteri pagani; Frenètico dal lat PHRENETICUS dal gr PHREN mente o diaframma, cui i termini composti con FRENO e FRENIA quali Frenastenìa, Frenesìa, Freniàtra con Feniatrìa, Frenocòmio, Frenologìa col snm Craniomanzìa “divinazione attraverso la forma del cranio”, Frenopatìa e Infrenesìre con IN illativo, Oligofrenìa questo col gr OLIGOS poco. Il lemma Farnètico è sempre da PHRENETICUS così attestatosi da una metatesi volg di fre in far, pertanto, l’ital conta complanare Farneticamènto e Freneticamènto, Farneticànte, Farneticàre e Freneticàre, Farneticaziòne, Farnètico e Frenetico. L’omn Frèno è invece dal lat FRENUM derivato da FRENDERE stridere i denti, da rad GWRENDH stridere, cui Frenàre, Frenàggio, Frenàta, Frenatùra, Frenèllo con un Frenellàre e Sfrenellàre (pref S sottrattivo), il dim Frènulo dal dim FRENULUM (il nervetto frenante della ligua snm di Filetto) e, con i pref, Infrenàre (IN illativo) che vale Frenare cui Infrenàbile, Sfrenàre (S privativo) con Sfrenamènto, Sfrenatàggine o meglio Sfrenatèzza, eppoi Sfrenàto. Il suff IACO forma aggettivi esclusivamente derivanti dal lat, quale Afrodisiaco da APHRODISIACUS. \ Badile Ribadire Badare Sbadigliare Beare Non apparterrebbe al percorso suffissato dall’aggettivante ILE, Badìle, strutturato direttamente dal lat volg BATILE, derivato da BATILLUM, di tema med BATA-PATA vaso di larga apertura (bocca), come lo è fig il Badile (pala larga), cui Badilànte, Badilàta e Badilòne; tra questi derivati si conterebbe Ribadìre fig “insistere a colpi di badile” (pref RI reiterativo) con Ribadibilità, Ribadimènto, Ribadìno snm di Ribattino da Battere, Ribaditòio, Ribaditrìce e Ribaditùra, però, una seconda analisi lo vuole dal lat RIPA riva-bordo e quindi col valore di “ribattere i chiodi sul bordo” cui Sbadìre “estrarre i chiodi della ribaditura”. Ancora, ma con sovrapposizione della serie onomatopeica BA BAT, Badàre “sorvegliare” col desueto Abbadàre fig dal lat volg BATARE “aprire la bocca pronto ad intervenire”, con lenizione della t in b, cui Bàda con un vrs Badalòne e Badalùcco dal lat BADALUCMUM “strumento per catturare i coturnici (per badare alla loto cattura)” con Badaluccàre, il ricorrente lemma Badànte, Badatòre, Badatùra, Baderìa, vrs Badèrna “treccia di canapa o di cotone” utilizzata sulle navi a proteggere (quindi strumento per badare) da sfregamenti ed urti o di fuoriuscite di pressione, dal prvz BADERNO attraverso il franc BADERNE; eppoi Sbadigliàre da BATARE lenito e prefissato S intensivo “spalancare la bocca come un recipiente di grande apertura” cui Sbadigliamènto, Sbadigliarèlla, Sbadìglio “dal lat BADIGLIO con Sbadigliòso, ed anche l’esclamzione Bah! Pandiculaziòne, invece, dal lat PANDICULATIO vale “lo sbadiglio con lo stirarsi” ovvero l’insieme delle contrazioni muscolari, con pref PAN “tutto” dal lat PANDERE aprire. Risalente al lat volg BATARE stare a bocca aperta, cui Badare come succitato, il percorso conta Beànza attraverso il franc BEANCE apertura con Beànte da BEANT “spalancato” che omn-snm di Beante da Beare. Beàto, dal lat BEATUS “che gode”, appare infatto connesso col tema BATA-PATA ina connessione fig “beato-a bocca aperta”, cui Beatamènte, 254 Beàre “godere”, Beànte (omn-snm di Beante “aperto”), Beatànza, Beatèzza, Beatrìce, Beatìglia “sorta di mussolina per abito da suora” questo attraverso lo sp BEATILLA in metonimia da Beata nel senso di “suora”, Beatitùdine, Beatòre e Beatrìce con l’onomastico Beatrice dal lat BEATRIX che fa felice, eppoi il termine eccl Beàto “assunto agli altari” con Beatificàre, Beatificàbile, Beatificaziòne e Betaìfico. Il termine, in area indoeur, è connesso con il franc BEAUTE (corretta accentazione beauté) e con l’ingl BEAUTY bellezza cui la locuzione glb Beauty case “borsetta con prodotti di bellezza”, dove CASE è connesso con il lat CAPSA contenitore, o semplcemente Beauty. Beauty, ancora, è adottato in fisica come “particella” snm di Bottom, Eppoi, in locuzione Beauty center “centro-istituto di bellezza” e Beauty farm “stabilimento per la terapia fisica di bellezza” con FARM fattoria. Da non includere il termine glb franc Beaujolais “sorta di vino” relativo all’omn coronimo regionale. \ Bocca Labbra Voce Il gr conta MASTAX MASTAKOS bocca in connessione col tema med MAK MAKKA pestare, schiacciare, cui MASTIKHAO svoltosi nel lat MASTICARE e il percorso ital Massetère “muscolo masticatoio” dalla locuzione MYS MASETER, Masticàre, Masticamènto, Masticatìccio, Masticàto, Masticatòio, Masticatòre, Masticatòrio, Masticatùra, Masticaziòne, il prefissato Rimasticàre e derivati con un sostantivo Rimàstico, il composto fig Masticabròdo. Il termine gr MASTIKA è una sorta di acquavite diffusa in Grecia e Cipro; vrs una sua connessione rad (pestare i frutti dai quali si ricava – gustarla con la bocca). Col tema med MAK MAKKA pestare, è vrs connesso il gr MAKTRA madia da MASSEIN impastare, cui l’ital Màstra (madia per la lavorazione del pane, omn di Mastra “maestra”) con un snm improprio in Focone (vrs dal fatto che l’impasto è poi posto al fuoco). In connessione rad, l’ital conta ancora Màstica “acquavite dell’Egeo” dal gr MASTIKHA già MASTIKHE gomma di lentisco cui Màstice con Masticògna attraverso il lat MASTICE già MASTIX; da aggiungere infine il gr MASTIKS che vale frusta (associazione masticazione e macerazione). Bòcca, dal lat BUCCA, inizialmente guancia, poi attestatosi semant nel significato d’oggi, è un termine d’origine celt, cui l’aggettivo Boccàle, con la locuzione anatomica Apparato boccale, e il sostantivo Boccàle questo un inc lemmatico tra il lat tardo BAUCALE dal class BAUCALIS brocca già gr BAUKALIS e BUCCA bocca, Bècca “angolo di fazzoletto-cocca” omn (vrs in connessione) di un Bècca dallo sp BECA sciarpa, il derivato Bècco con Beccàccia e Beccaccìno “sorta di uccello” (adottato dal XVI sec) della Famiglia degli Scolopàcidi questo dal gr SKOLOPAKS beccaccia, snm di Accèggia dal lat ACCEIA già corrente nel 1449 e ancora snm di Pizzaccherìno o Pizzacherìno connesso con Pizzo nel senso di “becco”; Beccaccìno è anche fig “sorta d’imbarcazione a vela” corrispondente al glb ingl Snipe (pron snaip). Eppoi Beccofrosòne o Beccofrusòne “sorta di uccello dei Bombicillidi”. Dalla locuzione franc BEC DANE becco d’anatra si conta l’omologismo Bedàno “fresa” con Bedanatrìce e Bedanatùra. In igl, 255 poi, Beccaccia si traduce nel composto WOODCOCK dove WOOD bosco e COCK gallo “gallo dei boschi” donde il glb Cocker questo una razza di cani specializzati per la caccia alle beccacce. Il percorso conta la locuzione Becco di Bunsen quale sorta di bruciatore a gas. Il percorso prosegue con Beccàre (anche snm fig di Acchiappare), Beccàta e Beccatèlla (fig Inezia), Beccatèllo “mensoletta”, Beccàto con Beccatura sia semant “preso col becco” sia fig “acchiappato”, Beccheggiàre fig “ondeggiare (dal movimento del becco degli uccelli)” con Beccheggiàta e Becchèggio; dal franc TANGAGE questo da TANGUER beccheggiare, l’ital conta l’omologismo Tanghèggio col denm Tangheggiàre. Il persorso conta ancora l’intensivo Becchettàre con Becchettìo, il fig Becchètto, Becchìme con Beccatòio, eppoi Beccàstro con Beccastrìno “attrezzo agricolo”, Beccucchiàre o Beccuzzàre, il dim Beccùccio anche fig “della brocca”, Beccùto. Il percorso conta ancora un Bezzicàre quale sovrapposizione di Beccare e Pizzicare, cui Bezzicàta e Bezzicatùra; termine alieno Bèzzo “ant moneta di Venezia”, omologismo dal ted BATZEN “moneta svizzera di Berna”. Beccare, come già visto, è anche fig “prendere”, cui Becchìno “chi prende” (per eccellenza) adottato dal XIV sec e il più esplicito Beccamòrti o Beccamòrto (stesso sec) snm di un burocratico Fossore questo ricorrente dal 1869. Il percorso conta ancora i composti Beccamòshe, Beccamoschìno, Beccapèsci, Becchincròce “sorta d’uccello” dalla locuzione Becco in croce snm di Crociere. Il termine Stambècco è l’omologismo dal ted STEINBOCK “caprone”, termine questo inc con l’ital Becco. Fuori percorso il lemma Princisbècco “lega di rame, stagno e zinco” dal nome del suo inventore Ch Pinchbeck (1670/1732) corrotto dal volg. Il percorso prosegue negli espliciti “bocca” cui Boccàccia, Boccàglio, Boccàme, Boccheggiàre, Bocchètta questo fig “chiusa di legno”, Boccòne cui Bocconòtto “sorta di dolce”, l’avverbio Boccòne o Boccòni, Bocchìno, eppoi Bùca da BUCA variante di BUCCA bocca (assimilazione ) cui Bucàre con Bucacchiàre, Bucàto, Bùco, Bucatìni “pasta alimentare” snm di Foratini e, con i pref, Abboccàre con Abboccamènto, Imboccàre con Imboccatùra e Imbòcco, Rimboccàre con Rimboccatùra e Rimbòcco, Sboccàre con Sboccatàggine, Sboccatùra e Sbòcco. Boccatòrta è stato l’epiteto del polacco Boleslao III (1086/1138). Omn di Bucato da Buca, l’tal conta Bucàto “lavatura” che è l’omologismo dal franc BUKON immergere. Pseudoetim Boccaccèsco e Boccacciàno, relativi a G. Boccaccio (1313/1375). Il volg Vummile corrisponderebbe all’ital Boccàle; infatti, la rad volg VUM si ritrova italianizzata in VOM da rad WOG vomere e WEME vomitare cui il lat VOMERE e il percorso ital Vòmica, Vomicàre o Bomicàre o Vòmere, Vomicatòre, Vomicaziòne, Vomichèvole, Vòmico, Vomitamènto, Vomitàre con le varianti Vòmìre o ancora Gomìre, Vomitatìccio, Vomitatìvo, Vomitatòre, Vomitatòrio, Vomitèvole, Vomitìvo, Vòmito, Vomitòrio sia aggettivo sia sostantivo, Vomituraziòne, Vomiziòne. 256 In gergo marinaresco, Raccàre sta per Vomitare, da un’origine onomatopeica. L’azione del vomito è associata al termine Conàto comunemente al plur Conàti, dal lat CONATUS da CONARI sforzarsi. L’omn Vòmere o Vòmero da VOMEREM, cui una variante in Bòmbero (omn di Bombero “sciocco”), la lama dell’aratro usata dal contadino, appare in connessione poiché serve appunto per far “vomitare” la terra, cui Vomeràia, Vomeràle; il lemma Vombàto, sorta di marsupiale dei Fascolomidi, omologismo dall’ingl WOMBAT, appare ancora rad connesso. Il Vomere ha il snm in Còltro, dal lat CULTER, cui Cùltro e Coltèllo dal dim CULTELLUM. Vrs la connessione del termine Vulcàno con il tema rad WOG-VUM, dal lat VULCANUS o VOLCANUS anche se questo è tratto dall’omonima divinità romana Vulcano, dio del fuoco, cui Vulcanèsimo o Vulcanìsmo, Vulcanìte (roccia eruttiva, col suff ITE per minerali), Vulcànico, Vulcanizzàre transitato dall’ingl TO VULCANIZE con Vulcanizzànte, Vulcanizzàto, Vulcanizzatòre e Vulcanizzaziòne, il composto Vulcanologìa con Vulcanològico e Vulcanòlogo. \ Il vulcano storicamente più esplosivo è il Tambora la cui eruzione è avvenuta nel 1815 \ In Puglia, il termine volg Vummile identifica un recipiente panciuto di terracotta, dalla boccatura stretta e dal collo lungo, con due comode anse d’impugnatura. Utilizzato dai lavoratori all’aperto, d’estate, per la provata conservazione dell’acqua fresca, la quale è sorseggiata direttamente dal recipiente, sovente “A garganella”, lemma questo della serie onomatopeica GR GR cui una rad GAR inghiottire eppoi il lat GARGALA trachea e il percorso Gargagliàre, Gargàme Garganèlla, Garganèllo (un uccello), Gargarìsmo o Gargherìsmo, Gargarizzàre, Gargaròzzo o un Gargalòzzo (suff alterativo OZZO), Gargìa, eppoi Gargoilìsmo tramite il franc GARGOYLE già GARGOULE gola così come Gargòlla dal franc GARGOUILLE, l’esot inv dal franc Gargouille (figura architettonica), Gargòtta ancora attraverso il franc GARGOTER mangiare avido, Garrìre (oltre al verso delle rondini, in senso fig sta per “lo sventolare della bandiera) con Garrimènto (fig “rimprovero”), Garrìto, Garritòre e Gàrrulo, l’esot Garròta o Garròtta transitato dallo sp GARROTE con Garrottamènto e Garrottàre. Garìga o Garrìga dal franc GARRIGUE quercia, in estensione boscaglia, già termine med antecedente all’indoeur, vrs connesso all’onomatopeico Garrire degli uccelli che vi hanno sede. Il percorso includerebbe ancora Gargantua, il personaggio di F. Rabelais (1493/1553). Il becco d’un vaso è chiamato Pìppio dal lat medv PIPIUM cui Impippàre con IN illativo; assonante di Impipàre, meglio Impiparsi, che è una sovrapposizione di Pipa con Infischiare. Pìppio è anche fig un giovane piccione cui Pippiòne “persona sciooca”. Dal gr SKYPHEIOS “simile ad un boccale (vaso per bere)” il lat conta COFEA cancellando la s, cui l’ital Cùffia “a forma di vaso” il quale la recupera poi in Scùffia questo anche fig “sbornia” e “cotta”; il verbo Scuffiàre, però, sembra pseudoetim poiché è considerato d’origine onomatopeica della serie SC FL, il quale sarebbe stato inc con il lat SCOFINA raspa (complanare di SCOBINA) per coniare Scuffìna con 257 Scuffinàre. Cùffia è fig la buca del suggeritore a teatro. Tornando a BUCCA, da questo, ancora, deriva il termine ormai desueto Buccellàto “pane” con un omn Bucellàto “sorta di dolce”, da BUCCELLA boccone. La Bocca è rotonda ed allora è vrs la connessione con termini derivanti dal tema med BOKKO corpo rotondo, cui Bòccia, Boccìno, Bòccio e il dim Bocciòlo, eppoi il dim Boccètta e l’accr Bocciòne, Bòcco e Bòccolo con la variante Biòcco e Biòccolo con Bioccolùto e Bioccòso dal lat BUCCULUM ricciolo, i composti Bocciòdromo, Bocciòfilo. Snm di Boccetta è Lecìzio dal gr LEKYTHION con LEKYTHOS vaso per unguenti, a collo lungo, in uso nelle cerimonie; il termine gr LEKYTHOS, tuttavia, sarebbe in riferimento al contenuto, dunque una metonimia, poiché è connesso con LEKITHOS tuorlo, cui Lecìte, snm di Tuorlo, con Lecìtico, Lecitìna (suff chimico INA) e Lècito questo snm di Lecito “legittimo”. Lecìzio è anche un verso della metrica classica Bocciòlo ha la variante in Bòzzolo cui Bozzolàccio, Bozzolàia, Bozzolàio, Bozzolàre, il fig Bozzolìna “sorta d’erba”, Bozzolòso, Bozzolùto e i prefissati Abbozzolàrsi (AD allativo), Imbozzolàre (IN illativo) e Sbozzolàre con Sbozzolatùra (S sottrattivo). Da Boccia discende il termine Bocciàre, con Bocciatùra, nel senso di “respingere” ricalcando una locuzione ingl che sta per Dare palla nera; deriva ancora Sbocciàre con il devb Sbòccio, ma in tal caso, il lemma di derivazione Bòccia sta poeticamente per Bocciolo cui il fig triveneto Boccia giovane. Il percorso tematico med continua con Bùcine “rete (a forma di conchiglia)”, Buccìno “conchiglia (a forma di tromba) dal lat BUCINUM (specie di) conchiglia dalla composizione BOS bue e CANO canto, il cui termine è connesso con BUCINA tromba, cui Buccìna o Bucìna (corno di bue quale tromba) con Buccinàre o Bucinàre e Sbuccinàre “suonare” o fig “insinuare” con Buccinatòre o Bucinatòre cui Muscolo buccinatore, tutti termini, questi, vrs sovrapposti o inc con Bucca-Bocca. Una confusione sarebbe sorta con i termini Bòce e Bociàre, snm di Voce e Vociare, la cui origine può essere stata prodotta dall’associazione Bocca-Rotondità. La confusione non ha tregua: l’eredità di un omn di BOKKO corpo rotondo, quale secondo tema med paleoeuropeo BORRA corpo tondo, ha condotto a Bòrra “ceppo d’albero” d’attestazione alpina e, ancora, omn di Burlare da Burla, coesiste il volg Burlàre d’area padana che sta per “rotolare”, svoltosi quale denm dal tema BORRA cui Buràre denm da Bùra o Bùre “timone dell’aratro”. Coesiste ancora l’omn Bòrra dal lat BURRA cascame, lana grezza cui Borracìna o Borraccìna e Boràgine, Borracinòso o Borraccinòso, Borràccio, Borràggio e Borràre con il prefissato fig Abborracciàre, snm di Raffazzonare, con Abborracciàto, Abborracciatòre, Abborracciatùra e Abborracciòne. BORRA, allora, è un lemma polisemico. Borràgine o Borràggine con Borraginàcee o Boraginàcee (Famiglia boitanica delle Tubiflorali) e Borràna (questo omn di Borrana fossa), infine, è dal lat BORRAGO pianta erbacea, di presumibile connessione fig con Borra “ceppo”. Alle Borraginacee appartiene la Miosòtide o Miosòta o ancora Miosòte fig 258 dalla composizione gr MYS topo, OTUS orecchio altrimenti detta Nopntiscordardimè o Occhio della madonna. Dal lat LABRA plur di LABRUM o LABIUM, di originre onomatopeica, l’ital conta Labellàto, il dim Labèllo, Labiàle con Bilabiàle, Labiodentàle, Labializzàre, Labializzàto e Labializzaziòne (linguistica fonetica), Labiàte questo nella Classe delle Dicotilèdoni alla quale appartiene la Bettònica o Betònica dal lat VETTONICA relativo al popolo dei VETTONES, i Vettoni della Lusitania, l’ant Portogallo, appartengono le Flacourtiàcee (dal nome di E. de Flacourt 1607/1660), la Famiglia della Chaulmoogra questo esot di genesi bengali CAULMUGRA attraverso l’ingl. L’tal conta l’omologismo Tembèta di genesi tupi, che indica un ornamento labiale che nelle tribù Gè (Brasile) è indicato con il glb Botoco “disco di legno nelle labbra inferiori” che in lingua locale vale “Pipa” Il percorso continua con Làbbra e Làbbro e l’aggettivo botanico Labiàto, transitando dal volg LABJA, cui Làbbia, il prefissato Slabbràre (S sottrattivo) con Slabbràto e Slabbratùra, eppoi il pref LABIO cui Labiodentàte, Labiodorsàle, Labiolettùra, Labionasàle, Labiopalatàle, Labiovelàre. Incrociando il termine LABRA con il lat LEPRA lebbra s’è ottenuto Lèbbra ed il snm Lèpra, cui Lebbròso con Lepròma (suff patologico OMA), Lepròso e ilcomposto Leprofobìa o Leprafobìa “paura di contrarre la lebbra”. Al ted LEFFUR l’ital ha attinto Lèrfia “labbro sporgente” omologismo cui un metaplasmo Berlèffo con i ricorrenti Sberlèffo e Sberleffàre (S intensivo). Il gr conta KHEILOS labbro cui i patologici Cheilìte (suff ITE “infiammazione”) e il prefissato Achelìa (patologia, A privativo), Prochèlio da PROKHEILOS labbra in fuori (PRO avanti) e Aprochèlio con A privativo, eppoi il pref CHEILO o CHILO (omn del pref Chilo “mille” e del sostantivo Chilo intestinale) per composizioni quali Cheilodièresi o Cheiloschìsi (col gr SKHISIS fenditura), Cheiloplàstica, i voraci Chilògnati (Sottordine di Miriapodi quale il Millepiedi, col gr GNATHOS mascella), Chilòpodi (Classe di Antropodi quale il Centopiedi (col gr POUS PODOS piede). Vòce, dal lat VOX VOCIS con VOCARE chiamare, è di rad WEK, cui Vocàbolo con Vocabolìsta o Vocabulìsta, Vocabolàrio con Vocabolarièsco, Vocabolarìsta, Vocabolarìstico, Vocabolarizzàre e Vocabolarizzaziòne, l’aggettivo Vocàle da VOCALIS di VOCIS con il sostantivo Vocàle 1 dalla locuzione LITTERA VOCALIS lettera vocale, Vocàlico, Vocalìsmo, il glb ingl Vocalist “interprete” cui l’adattamento ital Vocalìsta, Vocalità, Vocalizzàre con Vocalizzaziòne e Vocalìzzo, l’esplicito dal lat Vocàre, l’aggettivo Vocatìvo dal lat VOCATIVUS del chiamare e nella declinazione è dal lat VOCATIVUS CASUS, Vocaziòne “chiamata” con Vocazionàle, Vòcero “nenia” attraverso il corso, Vocianèsimo con Vociàno (relativi alla corrente letteraria La Voce), Vociàre, Vociferàre con Vociferatòre e Vociferaziòne, Vocìo, l’accr Vociòne, il glb ing Vocòder (con VOICE voce e ENCODER codificatore), Vocòide (suff OIDE) attraverso l’ingl VOCOID e, con i pref, Avocàre inv dal lat AVOCARE distogliere (per assumere su di sé e quindi AD allativo) cui Avocatòrio e Avocaziòne, Avvocàto da ADVOCATUS da ADVOCARE chiamare a sé cui Avvocaterìa, 259 Avvocatèsco, Avvocatìcchio, Avvocatòre o Avogadòre o ancora Avvogadòre, e Avvocatùra; eppoi Convocàre (CUM associativo) con Convocamènto, Convocàto, Convocatòre e Convocaziòne, Evocàre (EX fuori) con Evocatìvo, Evocaziòne, Evocatòre, Evocatòrio ed Evocaziòne, Invocàre (IN illativo) con Invocàbile, Invocatìvo, Invocatòre, Invocatòrio ed Invocaziòne, Provocàre (lat PRO davanti-fuori) con Provocàbile, Provocànte, Provocatìvo, Provocatòre con un ipocoristico Pròvo attraverso il franc PROVOCATOR (omn di Provo ”vicino”), Provocatòrio e Provocaziòne, Revocàre (pref RE d’inversione) con Rèvoca, Revocàbile, Revocabilità, Revocamènto, Revocatìvo, Revocatòre, Revocatòrio e Revocaziòne. I termini Vòga con Vogàre e Vogàta sono in complanare nel percorso di Vocare, con lenizione della c in g, in riferimento ai relativi comandi vocali. Da un ant VOCERARE variato in BECERARE, è sorto il termine Bècero (suff ERO) con Beceràggine, Beceràta, Becerèsco, Becerùme (suff UME per collettivi). Il termine Precòne “banditore”, ma è pur vero che tale rad WEK potrebbe avere avuto nei primordi la rad comune WE con WEME di Vomitare, contiene una composizione complicata: PRAE-(W)EK-ONIS, con pref PRE prima e suff ONE di caratterizzazione, vale colui che chiama avanti, cui Preconizzàre; da non equivocare con Sprecone da Sprecare. Dal russo GLAS voce l’ital adotta il glb Glàsnost inv dal russo con significato di “informazione”. 1 La Vocale, suono di autonomia sillabica, partendo dal suono fondamentale A può essere definita Anteriore ove s’articoli da a verso e ed i, esempio Aizzare, Posteriore ove s’articoli da a verso o ed u, esempio Automobile; Miste (insieme Anteriore e Posteriore) quali à ed ù, esempio Aula-àula. Vocali aperte sono quelle più vicine ad a, le Vocali chiuse quelle più lontane e quando la distanza è massima assumono l’aspetto delle consonanti. Nei gruppi vocali ia ed ua, addirittura, sia la i sia la u perdono del tutto l’autonomia sillabica per essere considerati consonanti, esempio Pianùra, tenendo in mente che questo termine è dal lat PLANUS. \ Stomaco Gastrite Dallo specifico gr STOMA bocca, cui l’ital Stòma, e il suo ampliamento in STOMAKHOS orifizio, il lat ha ricalcato STOMACUS riversatosi nell’ital Stòmaco (adottato dal XIII sec) con Stomacàle, Stomacànte, Stomacàre, Stomachèvole, Stomàchico, Stomacòso, eppoi Stomàtico, Stomatìte, Stomizzàre con Stomizzàto, i composti Stomocòrda (termine zoologico, ellittico di Stoma-Notocorda, col lat CHORDATA corda dorsale) con Stomacordàti o Stomacòrdi; eppoi il pref STOMATO per composizioni quali Stomatologìa con Stomatològico e Stomatòlogo, Stomatòpodi (Ordine di crostacei, col gr PODOS piede), il suff STOMIA per Cistostomìa (col gr KYSTIS vescica), Colostomìa (con Colon), Enterostomia (col gr ENTERO intestino), Esofagostomìa, Gastrodigiunostomìa, Gastroenterostromìa, Gastrostomìa, Macrostomìa, Neostomìa. L’omologa ingl della locuzione ital Bruciore di stomaco è Bruciore di cuore, poiché il disagio è avvertito sino all’esofago, questo più vicino al cuore. Il gr conta ancora il proprio GASTER per stomaco, ventre cui il percorso ital 260 Gastràle, Gàstrica e Gàstrico, Gastrìna “ormone”, Gastrìte, Gàstro “sorta di addome, relativo agli insetti”, Gastròsi, i composti col pref adattato GASTRO o GASTERO quali Gastralgìa, Gastràlgico, Gastrectasìa, Gastrectomìa, Gastrocèle, Gastrocnèmio (col gr KENEME gamba), Gastrodigiunoscopìa, Gastroduodenàle con Gastroduodenìte, Gastroenterìte con Gastroentèrico, Gastroenterocolìte, Grastroenterologìa con Gastroenteròlogo e Gastroenterostomìa, Gastroepàtico con Gastroepatìte, Gastroesofagìte, Gastrointestinàle, Gastrologìa, Gastromicèti o Gasteromicèti (Ordine di Funghi), Gastropatìa con Gastropàtico, Gastròpodi o Gasteròpodi (con PODOS piede, Classe di molluschi con il Sottordine Nudibrànchi, questo con il lat NUDUS nudo e il gr BRANKHION branchia) cui il Genere Cleopàtra dal nome della nota regina d’Egitto, Gastroproteziòne con Gastroprotètto, Gastroptòsi (col gr PTOSIS caduta cui il suff itall PTOSI), Gastroreseziòne, Gastrorragìa, Gastrorrèa, Gastroscopìa con Gastroscòpio, Gastrospàsmo, Gastrostèidi o Gasterostèidi e Gastrosteifòrmi (col gr OSTEON osso, Ordine di pesci ossei), Gastrostenòsi, Gastrostomìa, Gastrozòide (col gr ZOION animale), i prefissati Epigàstrio con Epigàstrico, Ipogàstrio con Ipogàstrico, Mesogàstrio con Mesogàstrico, tutti termini medici. Gastronomìa, col gr NOMOS norma sta quindi per “regolazione dello stomaco” cui Gastronòmico e Gastrònomo. Il gr GASTRA vale fig recipiente inv nel lat GASTRA (stomaco e recipiente sono in correlazione) cui Gàstrula con Gastrulaziòne, dal dim lat GASTRULA, lo stadio successivo a Blastula nell’evoluzione cellulare dei Metazoi. Il volg mer (area Magna Grecia) conta Grasta o Crasta per “vaso (di fiori)” in metatesi dal gr GASTRA. L’ital ant conta Guastàda “caraffa”, una corruzione del lat volg GASTRATA già GASTRUM vaso panciuto, vrs identica corruzione per Guastèlla “pagnottina” attraverso il franc ant GASTEL. Attraverso il prv ENGRESTARA dal gr GASTRA l’ital conta Anguistàra “caraffa di vetro” con le varianti Enghestàra, Engrestàra, Ingastàda, Ingastàra, Inghestàda e Inguistàra, tutti desueti. Omènto dal lat OMENTUM (anatomico relativo allo stomaco) è connesso con il lat OMASUM “trippa di bue” di presunta origine celtica cui Omàso o Omaso-òmaso e il prefissato Abomàso o Abòmaso (pref AB). Omento, infatti, in ar è TARB, donde in ital l’omologismo Trìppa riflesso dal percorso lemmatico ptg cui TRIPEIROS mangiatori di trippa, cui il Trippàio, Trippaiòlo, Trippàto, Tripperìa e Trippòne, i prefissati cui il volg ital Destrippàre che sta per “aprire il ventre”, Strippàre con Strippàta (S intensivo) fig mangiare a sazietà (non solo trippa) ma anche drogarsi. \ Arista Resta Dal tema med ARISTA ovino sopravvive nell’ital il calco Arista-àrista macchinosamente svoltosi in “schiena di maiale”, da non equivocare col termine d’accentazione piana Arìsta o Rèsta inv dal lat ARISTA filamenti di graminacee cui Aristàto; da non equivocare con i termini relativi ad ARISTOS ottimo. In percorso il composto Aristolòchia (Ved Apparire…) Termini alieni Aristofanèo o Aristofanìo e Aristofanèsco, relativi ad 261 Aristofane (445/385 aC). Se un primo termine omn Rèsta, che vale “filza”, dal lat RESTIS fune, è pertanto chiaramente connesso col tema di Arista-Resta “filamenti”, un secondo Rèsta, che vale “appoggio”, attestatosi nello specifico della lancia, è l’alieno devb di Restare cui Arrestàre “lancia in resta” omn di Arrestare fermare. \ Bricco L’omn Bècco (di Becco da Bocca) deriva dall’ancora omn lat BECCUS di tema med IBEK capro selvatico - da questo Beccàio “macellaio” con Beccherìa, il fig Bècco con Beccacciòne “cornuto”, cui Brìcco “montone”. Ci troviamo in seno ad un intreccio di omonimie e assonanze, infatti, l’ital conta l’omologismo Brìcco dal turco IBRIK che vale Brocca ( per il caffè alla turca) e un Brìcco dal lat volg BURRICUM cavallino con Burìcchio e Burìcco asino, vrs connesso con Bròcco “cavallo di poco pregio” e Bròccolo da un’attestazione fig (omn del Broccolo vegetale, vrs in sovrapposizione), riconducibili all’ant tema med BRIKKO asino africano, omn del BRIKKO roccia-sasso e da questo il ger BRIQUE cui ancora un omn Brìcco “mattone” con Brìccola “palo nell’acqua-macchina d’assedio per lanciare sassi” e l’ennesimo omn Brìcco con valore di “sentiero scosceso - cima aguzza”. Ancora, attraverso il franc BRICOLER “lavorare a intervalli” cui il fig BRICOLE “macchina militare-catapulta” l’ital conta l’esot Bricòlla questo attestatosi in “cesta o carico per contrabbandieri” e il glb Bricolage. L’ital conta infine l’accr Briccòne con Bricconàggine o Bricconerìa, Bricconàta, Bricconeggiàre, Bricconèsco e il composto Combrìccola (pref CUM associativo), cui Incombriccolàrsi, da un metaf Brìcco “furfante” connesso con un Brìccola “masnada” questo vrs coniato da un soprannome o più vrs da un ant franc BRIC stolto, cui ancora in estensione Brìccola (omn di Briccola “palo nell’acqua-macchina d’assedio”) che sarebbe il dim di un Brìcca “banda di furfanti” il cui senso negativo si modera con uno scherzoso Birichìno attraverso il passaggio emiliano dal valore di “ piccolo briccone” donde Birichinàta, Birichinerìa e Birichinèsco. Snm di Combriccola è Gànga, cui Ganghìsta, omologismo dall’ingl glb Gang dal verbo ant GANGAN incedere insieme- andare insieme d’accordo, con le varianti Ghènga e Ghèga; dal corrispondente ted GANG cammino l’ital conta il fig Gànga “filone minerario”. In assonanza il lemma Gàngamo o Gàngano o ancora Angamo-àngamo dal gr GANGAMON connesso con GENTO coglie, cui Gàngama “rete da pesca per le ostriche” con la variante Gàngava “rete da pesca per le spugne”. Ancora in assonanza Ghègo, omologismo dall’albanese GEGE “gruppo linguistico dialettale del nord” \ Vocabolario Dizionario Vocabolario (adottato dal XVI sec) è considerato snm di Dizionario (adozione contemporanea). Vocabolario, da Vocabolo, dal lat VOCARE, da VOX, sta per “raccolta di vocaboli”; Dizionàrio è, a sua volta, da Diziòne, dal lat DICERE, sta per “libro di dizioni”, ossia “detti abituali”. La sfumatura è che il primo elenca gli esponenti, cioè i lemmi, ed il loro significato; il secondo ordina gli esponenti marcandovi innanzitutto la 262 dovuta pron con i segni convenzionali. I due termini, oggi, si sono praticamente assimilati… ed è un peccato linguistico. In questa corretta interpretazione, il Vocabolario elenca cinque vocali, il dizionario, invece, ne elencherebbe sette - ovvero sette Suoni vocalici - poiché considera le vocali e ed o rispettivamente aperte e chiuse: è-ò vocali aperte (accento grave) vedi Cuòre, é ó vocali chiuse (accento acuto) vedi Védovo. Si ricorda che, per una sicura ricerca, i lemmi analizzati in queste pagine possiedono tutti l’accento grafico, o segnaccento, corrispondente al grave, e che l’interessato può verificarne la corretta accentazione consultando un dizionario. \ Suffisso ERO Il suff ERO peggiorativo, oltre a Becero e Canchero con Tanghero, si ritrova in Mènchero da un volg Menco in ellissi da un Domenico vrs “scemo del villaggio-popolano goffo” dal quale è ancora tratto un Meco cui il toscano Beco. L’insistenza del suff in termini quali Cappero, un ant Cècero o Cècino questo dal lat volg CYCINUM già class CYGNUS dal gr KIKNOS cui Cìgno, con Cigno reale. ed ancora l’omologismo Pìffero dal ted PIFER fischiatore cui il fig Spifferàre (S durativo-intensivo) e il devb Spìffero cui Paraspìfferi, fa assumere alle voci un senso d’ironia popolaresca rispetto ad un tema originale. Cicògna, il cui verso è Glottolàre (dal gr GLOTTA lingua), con Cicognìno, Ciconifòrmi (Ordine di uccelli) e la varietà Cicogna nera, non ha nulla di connessione con il percorso di Cigno, poiché è dal lat CICONIA vrs connesso con un precedente CONEA di origine prenestina. All’Ordine dei Ciconiformi appartiene la Famiglia dei Treschiornìtidi questo composto col plur gr THRESKIA pratiche religiose con ORNIS ORNITHOS uccello; appare vrs una remota connessione rad del lemma Trescàre cui Trèsca, Trescòne e il prefissato Intrescàre (IN illativo) col gr THRESKIA, attraverso il got THRISKAN pestare, se si pensi alle danze (pratiche) religiose. Il temma Trescare ha assunto fig il senso di “danzare nei campi, ordire intrighi, trascorrere il tempo in orge”. Il gr conta lo specifico PELARGOS cicogna cui fig Pelargònio “Genere di piante delle Geraniacee” con il derivato (estratto chimico) Pelargònico nella locuzione Acido pelargonico. OBIETTIVO OBIETTO OBIETTARE OBIETTIVO Obiettìvo imparziale dal lat medv OB-IECTIVUM, verbo Obiettàre composto dal pref OB e il verbo volg IECTARE, già class IACTARE scagliare intensivo di EIECERE gettare, cui Gètto, questo anche “germoglio”, con Gettàre, il prefissato Rigètto con Rigettàre da RE-IECTARE con aferesi di E, quindi leggasi gettare contro, opporre, donde il nostro Eiaculàre che non ha mai voluto arrendersi all’aferesi. Nel percorso, l’ital conta Gettòne, con Gettonàre e Gettonièra, transitato dal franc JETON; ancora un Gètto, transitato dall’ingl JET snm di Reattore quale suff di Aviogètto e rintracciabile come pref in Gettopropulsiòne, Gettosostentamènto, 263 Gettosostentaziòne e la locuzione Motore a getto disegnato e brevettato da F. Whittle nel 1930. Obiettìvo, oltre che “imparziale” (non favorire gli uni o gli altri, rigettare...) è il fine - astratto o concreto - dell’azione “andarci contro”. Per cui, al mondo coesistono obiettivi di ricerca per una decisa terapia avversa, ad esempio, al cancro, all’aids e obiettivi da bombardamento su popolazioni inermi. Il termine OB IECTIVUM è pertanto tra i più impregnati di schizofrenia linguistica. Da IECTARE questo intensivo di EICERE l’ital conta ancora Iettàre attestatosi nel significato di malocchio, cui Iettàto, Iettatòre, Iettatòrio, Iettatùra. Iattùra, invece, da IACTURA nel significato di “danno, rovina” dalla consuetudine di gettare in mare la merce in caso di emergenza. Iattànza con Iattaziòne nel significato fig di vantarsi ovvero “arroganza”, il gettare in faccia al prossimo i propri meriti presunti o reali. Infine, da EXIECTARE (pref EX fuori) deriva Eiettàre con Eiettàbile (come il seggiolino del pilota fornito di paracadute), Eiettìvo, Eiettòre (aspira e scarica i fluidi) ed Eieziòne, da INIECTARE (pref IN che vale dentro) deriva Iniettàre con Iniettàbile, Iniettàto, Iniettìvo e Inieziòne questo però da IN EICERE gettare dentro, eppoi il termine psicologico Introiettàre con Introièttàto e Introieziòne, Reiètto da REIECTUS questo Pp di RE EICERE respingere e Reieziòne da REIECTIO REIECTIONIS col pref RE di moto inverso; con il pref PRO avanti e IECERE è derivato il Ppres aggettivato e sostantivato Proiciènte “che imprime un moto”, e con IECTARE ha prodotto Proieziòne questa cinematografica cui Proiezionìsta, grafica, psicologica... Proiettàre dal lat PROIECTARE, Proiettàto, Proièttile cui Proiettifìcio, Proiettività, Proiettìvo, Proiètto, Proiettòre, Proiettùra, Progètto e Progettàre questi rincasati dal franc PROJECT già lat PROICERE gettare avanti (pref PRO avanti) cui un desueto Proiciènte. Il gr conta BOLIS BOLIDOS oggetto lanciato-proiettile dal verbo BALLEIN lanciare cui l’ital Bòlide. Ghètto dal veneziano Gheto, significherebbe il luogo ove a Venezia dal 1500 venivano gettati gli ebrei e, qui, con la stessa morfologia, è nato il termine composto Traghètto con Traghettàre - veneziano Traghetar – e Traghettière o Traghettatòre attraverso il lat volg prefissato TRAIECTARE gettare oltre (trasportare), sfumandosi da Tragittàre, con Tragìtto o ant Tragettàre con Tragètto, dopo una precedente sinonimia. L’assonante Ghètta, meglio Ghètte, è l’omologismo dal franc GUETRE già ant WRIST collo del piede. In connessione con EICERE anche il lemma Pròsa, questo dalla locuzione lat PROSA ORATIO discorso che scorre in linea retta 264 (fino alla fine della riga), svoltosi in antitesi a Poesia, dove PROSA è il fem di PROSUS già PRORSUS che va dritto cui Prosàico con Prosaicìsmo, Prosàre, Prosàstico con Prosasticità e Prosasticamènte, Prosatòre, Proseggiàre, dal lat volg PROCE da PROIEX devb di PROICERE, eppoi un ironico Prosòne “presuntuoso o testo ampolloso”. Pròsa vale in origine “scavo nel terreno” quale omn-snm di Porca “solco” a comprovare una semantica svoltasi da una radicata cultura agricola, includendo Pagina già “piantagione”, Scrivere da tema “tagliare-grattare-incidere (arare)”. Dal termine SIPARE, connesso al sct KSIPATI getta risalente alla rad KYEIP gettare, variato in SUPARE gettare e col pref EX dispersivo tradicibile nella preposizione ital “Da”, il lat ha ottenuto EXSIPARE (con il lessema variato) che sta per da gettare, abortire, cui l’ital Scipàre, meglio Sciupàre con Sciupacchiàre, Sciupàto (anche fig “segnato nel volto” dalla stanchezza, da una malattia), Sciupatòre (fig rivolto al donnaiolo), il toscano Sciupinàre, Sciupinìo, Sciupìo, il devb Sciùpo, Sciupòne, questi col pref EX svoltosi in SCI, ed ancora Dissipàre e Discipàre questi col pref DIS di dispersione, oltre ad un pref SCIUPO con valore di “spreco” in composizioni quale il fig Sciupafèmmine. \ Razzo Missile Ràzzo, con un raro fem Ràzza (termine meccanico), è pervenuto attraverso il lat volg RADJUS, dal class RADIUS, connesso col gr RHAGE eruzione, cui Razzàre “raggiare-disegnare a raggi-legare con un cavo il raggio della ruota a mò di freno” (omm di Razzare “grattare”) con Razzàta e Razzàto, Razzànte e Razzeggiàre, Razzàto, Razzièra, la locuzione Razzo spaziale. Julies Verne a parte con il suo romanzo fantascientifico “Dalla Terra alla Luna”, la paternità del Razzo spaziale spetterebbe a R. H. Goddard, che ne iniziò studi ed esperimenti dal 1911, edotto dagli studi di K. Tsiolkovsky; il razzo per scopi bellici sarebbe stato poi adottato dalla Germania nazista ideato da Wernher von Braun (1912/1977) grazie alla scuola di Goddard, indicato con V-2, in precedenza c’era stata la Bomba volante V-1 che sganciata da un velivolo-madre, volava in autonomia. Alla fine della guerra, W. von Braun si recò negli USA dove dette l’avvio all’avventura spaziale. Dello stesso percorso semantico, l’ital conta Ràggio da RADIUS cui Raggiàre con Raggiàto (snm di Radiato), il fig Raggiànte, il composto Irraggiàre con Irraggiamènto, eppoi il percorso esplicito Ràdio “raggio”con gli omn-snm Ràdio “osso” fig da RADIUS raggio poiché ha la forma di un raggio di ruota, Ràdio o Ràdium “sostanza chimica radioattiva” (simbolo Ra) donde Ràdon o Ràdo (simbolo Rn) snm di Radioemanazione, Radiàre (omn di Radiare “cancellare”) con Radiatòre questo su modello franc RADIATEUR cui Radiatorìsta, Radiaziòne (omn di Radiazione “cancellazione), Radiatìvo “proprio di una radiazione” da non equivocare con Radioattìvo (conduttore di radioattività) cui Radioindicatòre ellittico 265 della locuzione Indicatore radioattivo. Radioattivàre con Radioattivaziòne e Radioattività, il matematico Radiàle cui Radialmènte e il relativo Radiàle (al Radio), il poetico Rài “raggi” cui Raiàre “raggiare”, il Ppres aggettivato Radiànte cui Radiànza con il sostantivato Radiànte e l’ancora sostantivato Radiànte quale unità di misura degli angoli (modellato su Quadrante) meglio indicata con Rad, il biologico Radiàto snm di Raggiàto, Radiatùra, il fig Radiolàri (Sottoclasse di protozoi), Radiolarìte (suff ITE per minerali) “sorta di roccia”, Radiòso con Radiosità. L’unità di misura di una sostanza radioattiva e che conta un milione di disintegrazione al secondo, è definita glb Rutherford dal nome del fisico E. Rutherford di Nelson (1871/1937) cui il Rutherfòrdio questo elemento chimico con simbolo Rt, altrimenti detto Curciatòvio o Kurciatòvio (simbolo Ku), semiomologismo relativo al fisico I. Kurcatov (1903/1960). Ancora l’om-snm Ràdio quale ipocoristico di Radiofonia e utlizzato in composizioni, assimilabile al suff RADIO in riferimento a radiazioni di diversa origine, cui Radioaltìmetro (aeronautica), Radioastronomìa con Radioastronòmico e Radioastrònomo, Radiobiologìa, Radiobùssola, Radiocarbònio con Radiocarbònico, Radiochìmica, Radiochirurgìa, Radiocobàlto, Radiocomàndo con Radiocomandàre e Radiocomandàto, Radiocontaminaziòne, Radiocoròna (del sole), Radiodermatìte o Radiodermìte con Radioepidermìte, Radiodiàgnosi con Radiodiagnòstica e Radiodiagnòstico, Radiodistùrbo, Radioèco con Radioecologìa, il chimico Radioelemènto, Radioelèttrico con Radioelettricità, Radioemanaziòne snm di Ràdon o Rado, Radiofàrmaco, Radiofàro con Radiofaro fisso o ancora Radioindicatòre (omn di Radioindicatòre di Radioattività), Radiogalàssia, Radiògeno, Radiogràmma, Radioguida con Radioguidàre, Radioimmunologìa con Radioimmunològico, Radiointerferòmetro, Radioiòdico, Radioisòtopo o Radionuclìde, Radiolesiòne, Radiolocalizzàre con Radiolocalizzatòre e Radiolocalizzaziòne, Radiologìa, Radiològico e Radiòlogo, Radioluminescènza, Radiometallografìa, Radiometeorologìa, Radiometrìa con Radiomètrico e Radiòmetro eppoi Radiomicròmetro, Radiotelemetrìa e Radiotelèmetro, Radiomisùra, Radionavigaziòne, Radiònda (elettromagnetica o hertziàna), Radiopàco (opaco ai Raggi X), Radiopatologìa, Radiopolarìmetro, Radioprotettòre con Radioproteziòne, Radiorelè questo con l’omologismo Relè dal franc RELAIS “commutatore” dal verbo RELAYER dare il cambio, Radioriflettènte, Radiorilevamènto, Radioscandàglio, Radioscintillaziòne, Radioscopìa con Radioscòpico e Radiotelescòpio, Radioscrivènte con Radiotelescrivènte, Radiosegnàle con Radiosegnalatòre, Radiosensìbile con Radiosensibilità, Radiosentièro (aeronautico), Radiosònda con Radiosondàggio, Radiosorgènte, Radiospèttro con Radiospettrògrafo, Radiospolètta, Radiostèlla snm di Radiosorgente discreta con Radiostellàre, Radiotelecomàndo con Radiotelecomandàre, Radioterapìa o Radiumterapìa con Radioterapèutico, Radioteràpico e Radioterapìsta, Radiotrasparènte, Radioulnàre, il meteorologico Radiovènto, in locuzione Raggi Alfa, Raggi Beta, Raggi Delta, Raggi Gamma, Raggi Attinici, Raggi infrarossi, Raggi X o Raggi Rontgen, Raggi ultravioletti, Raggi Verdi. 266 Eppoi, come già citato, Ràdio questo “apparecchio di ricezione” ipocoristico di Radiofonìa donde Radiolìna e il relativo percorso composto con Radiofònico, Radiofonicamènte e Radiofonìsta con Radiotelefonìa, Radiotelèfònico e Radiotelèfono, Radioabbonato, Radioamatòre con Radioamatoriàle, Radioascoltatòre con Radioascòlto, Radioassistènza con Radioassìstere, Radioauditòre con Radioaudiziòne, Radiocanàle, Radiocèntro, Radiocollàre, Radiocollegàre con Radiocollegamènto, Radiocommòdia e Radiodràmma (questo storicamente trasmesso in Italia il 1927), Radiocomunicaziòne, Radiocrònaca con Radiocronìsta, Radiodiffòndre con Radiodiffusiòne, Radiodilettànte, Radiofonògrafo, Radioflùsso, Radiofòto con Radiofotografìa e Radiotelefotografìa, Radiofrequènza, Radiofurgòne, Radiogoniometrìa con Radiogoniomètrico e Radiogoniòmetro, Radiogrammòfono, Radiointervìsta, Radiomessàggio, Radiomicròfono, Radiomòbile quale ellissi di Radio automobile, Radiomontòggio con Radiomontatòre, Radiopilòta (di apparecchi radiocomandati), Radiopropagaziòne, Radioregistratòre, Radioricevènte con Radioricevitòre e Radioriceziòne, Radioriparatòre, Radioripetitòre, Radiospìa, Radiostaziòne, Radiostereofonìa con Radiostereofònico, Radiosvèglia, Radiotàxi o Radiotassì, Radiotecnica con Radiotèncico, Radiotelegrafìa con Radiotelegrafàre, Radiotelegràfico, Radiotelegrafìsta e Radiotelègrafo, Radiotelegràmma o l’ellittico Radiogràmma (omn di Radiogramma da Raggio), Radiotelevisiòne e Radiotelevisìvo, Radiotrasmèttere con Radiotrasmettitòre con Radiotrasmissiòne questo snm di Radioemissiòne, e Radiotrasmittènte, Radioutènte, eppoi Autoràdio queso l’ellittico di Radio per automobile cui il ricalcato Motoràdio “per motocicli”; in locuzione Radio Audizioni Italia con la sigla RAI dal 1954 – qui contava 88.118 abbonati - già URI Unione Radiofonica Italiana dal 1924, EIAR Ente Italiano Audziioni Radiofoniche dal 1944, oggi RAI TV Radio Televisione Italiana, in cui non può esere coincidentale l’associazione con Rai “raggi” (ovvero onde elettromagnetiche). L’avvento della Radio è attribuita a Guglielmo Marconi (1874/1937) con l’invenzione del Telegrafo senza fili nato ufficialmente alla fine del IX sec grazie alle Onde elettromagnetiche scoperte da H. Hertz cui Onde hertziane. La Compagnia Marconi, voluta da Guglielmo fondò la nota emittente inglese BBC. In percorso, l’ital conta Marconigrafìa, Marconigràmma, Marconìsta, Marconiterapìa. In Russia, merito di una concomitanza di esperimenti, è considerato l’inventore della radio A. S. Popov. Esiste ancora l’omn Radiàre “tagliare, togliere” che è attraverso il franc RADIER cancellare cui Radiàto e Radiaziòne gli omn da Raggio, la locuzione Radi e getta “rasoio da buttare dopo l’uso”; i francesi, però, commisero un errore nel coniare il loro termine, perché lo ricopiarono dal lat medv RADIARE già fatto derivare con inesattezza dal franc ant RAYER tirare una riga. Comunque, tirare una riga ricorda l’immagine di un raggio e l’ingl ha appunto RAY 1 raggio. Dal gr AKTIS raggio l’ital ha ricalcato Attìnia o Actìnia (Genere di Malacoattinie), Attiniàri o Actiniàri (Ordine di Celenterati), Attinicità, Attìnico, Attìnide, Attìnio, Attino-àttino, Attìnon (isotopo) ed il pref ACTINO-ATTINO in composti quali Attinografìa con 267 Attinògrafo, Attinometrìa con Attinòmetro, Attinomòrfo o Actinomòrfo, Attinopterìgi o Attinotterìgi (Sottoclasse di pesci Osteitti) col gr PTERYKS pinna connesso a PTERON ala e una corruzione in Làdano snm di Storione, dal lat ATTILUS per accezione “Storione del Po”. \ Pio XII è ricordato anche come il papa che è stato incoronato in diretta storica via radio. \ Mìssile è dal lat MISSILIS, questo sostantivo ma anche aggettivato col suff italianizzato ILE, su un tema del Pp MISSUS di MITTERE mandare: il responsabile del lancio dello storico missile statunitense indicato con Saturno V , veicolo della navicella spaziale Apollo, nel progetto di sbarco lunare, è ancora W. von Braun. Il suff ILE si ritrova in Dùttile da DUCTILIS dal Pp DUCTUS di DUCERE guidare) cui Duttilità; il gr conta ELASTOS duttile, cui Elàstico con Elastànza, Elasticità, Elasticizzàto, Elastìna (suff chimico INA), Elastòsi (suff med OSI), derivato da ELAUNO spingo cui Elatère da ELATER con Elatèridi (Famiglia di coleotteri), Elaterìna (suff chimico INA), Elatèrio, il composto Elastòmero con Elastomèrico (col gr MEROS parte), Elastoplasticità. Il tema MITTERE mandare da rad MEIT-MIT lanciare, mettere, cui Mèttere (Ved Mina in Lume…) con il Ppres Mittènte, include ancora i vari Mèssa (fem del Pp MISSUS) e Messàle questo sostantivato dall’aggettivo dalla locuzione LIBER MESSALIS libro della messa, Il Pp Mèsso da MISSUS con i risvolti Mèsso (portata di vivande), Mèsso (inviato), Messàggio attraverso il franc MESSAGE con Messaggèro, Messaggìstica e l’acronimo glb per telefonini cellulari SMS dall’ingl Short Message Service. Missiòne quale Pp MISSUS di MITTERE svoltosi nel sostantivo MISSIO MISSIONIS con Missionàrio e il composto Missionologìa, Missìva questo sostantivato dall’aggettivo medv MISSIVUS che si manda; eppoi Messiòne attraverso il prvz MESSION dal lat MISSIO, Messitìccio “germoglio” nel senso di Mettere quale Germogliare, il composto Messinscèna dalla locuzione Messa in scena modellandola sulla franc MISE EN SCENE. Dal franc ant BEDEL messo già BIDIL, l’ital conta ancora l’omologismo Bidèllo con l’attestazione corrente. Dal lat MITTERE mandare discendono i vari prefissati Ammèttere con Ammnettènza, Ammissiòne, Ammèsso (pref AD) e Ammittànza attraverso l’ingl ADMITTANCE. Commèttere, Commèsso (questo mestiere pare, da uno studio, il meno sofferente in caso di recessione), Commissàrio con Commissariàle, Commissariàre, Commissariamènto, Commissariàto, Commissionàre e Commissiòne questo sia “incarico affidato” sia ” effettuazione”, Commìttere con Committènte e Committènza da COMMITTERE affidare (pref COM associativo). Dimèttere, Dimissiòne e Dimèsso (pref DIS di dispersione svoltosi in DI), ancora Dimissòrio “che dimette (concede) autorizzaziòne” con Dimissòria e Dimissoriàle dalle rispettive locuzioni Lettera dimissoria e Letterera dimissoriale. Dismèttere che mantiene il pref DIS dal lat eccl DISMETTERE con Dismèsso. Emèttere con Emittòre, Emissàrio, Emissiòne, Emèsso ed Emittènza (pref EX “fuori”) connesso col gr EMESIS vomito. Frammmèttere. Immèttere con Immissiòne 268 e Immèsso (pref IN illativo). Inframèttere o Inframmèttere con Inframettènte e Inframmettènte, Inframettènza e Inframmettènza, Intromèttere, Intromèsso e Intromissiòne (pref INTRO). Malmèsso dalla locuzione Mal messo (messo male). Omèttere, Omissiòne o Ommissiòne e Omèsso (pref OB “via da”). Permèttere con Permettività, Permèsso e, più fedeli al lat, Permissiòne (pref PER) con ancora Permissìbile, Permissìvo con Permissivìsmo, Permissivìsta, Permissivìstico e Permissività. Premèttere con Premèssa (pref PRE dal lat PRAE). Promèttere da PROMITTERE con Promèsso, Promittènte, eppoi Promèssa da PROMISSA con Promissàrio, Promissiòne, Promissìvo e Promissòrio (pref PRO “mandare avanti”) e Compromèttere con Compromèsso (doppio pref COM associativo e Promettere) cui la locuzione politica Compromesso storico adottata nella seconda metà del XX sec (alleanza tra democristiani e comunisti, storicamente avversari politici); ancora col doppio pref (ES PRO) si ha Espromissàrio con Espromissiòne, Espromissòre e Espromittènte. Remittènte con Remittènza (pref RE di movimento inverso, dal lat REMITTERE venir meno) eppoi Remissìbile, Remissiòne con Remissìvo e Remissività, Remissòrio. Rimèttere con Rimettàggio e Rimettitùra eppoi Rimèssa con Rimessàggio, Rimèsso, Rimessiòne e Rimessitìccio (pref RI reiterativo), Tramètte con Tramèsso. \ Rimessa vale anche quale risparmio spedito dagli emigranti alle famiglie in patria, utile al bilancio statale. Dal 1876 al 1973, periodo di grande emigrazione italiana all’estero, hanno lasciato il paese 25.528.505 connazionali; primi fra tutti i veneti in 3.037.849 seguiti via via dai campani, siciliani, lombardi, piemontesi, friulani, trentini questi in 217.698.\ Eppoi, ancora Scommèttere e Scommèssa (doppio pref S sottrattivo con COMMITTERE). Smèttere con Smèsso (pref S sottrattivo). Sottomèttere da SUBMITTERE con Sottomèsso, Sottomissiòne e Sommissiòne, o Sommessiòne o Summessiòne, questo da SUBMISSIO SUBMISSIONIS e Sommèsso dal Pp SUBMISSUS (pref lat SUB sotto) questo omn di Sommesso ”misura di lunghezza”. Trasmèttere e Trasmissiòne… Il percorso lat di MITTERE continua con Emissàrio, pref EX estrattivo “che manda fuori”, ed Immissàrio, pref IN illativo “che manda dentro”, i quali sono in riferimento semantico sia a persona (agenti) che a corsi d’acqua, comunemente che n’escono o entrano nel lago. Dal pref lat AMITTERE (A privativo) con valore di perdere, l’ital conta un desueto Amissione “perdita”. E non può essere solamente una coincidenza linguistica se anche il giapponese conta un REI svoltosi nel significato etereo di Spirito (questo, infatti, è rappresentato dalle iconografie tramite raggi); un termine che composto con KI energia vitale ha dato il glb REIKI “tecnica di concentrazione”. 1 \ Messa Messia Anche per Messa, oltre ai termini Fegato e Patente, è accaduto l’identico fenomeno: dalla primitiva formula latina “ITE EUCHARISTIA MISSA EST Andate, l’Eucarestia è stata inviata (mandata agli assenti, attraverso il fem di MISSUS mandato, inviato da MITTERE mandare) si sarebbe attestato il termine MISSA-Messa attraverso l’ellittico ITE MISSA EST. Alla fine di giugno 2007, è la notizia che la Chiesa, tramite motu proprio di Benedetto XVI, ristabilisce la Messa in latino, che era stata sospesa negli 269 anni sessanta a favore delle lingue nazionali. Il ripristino, oltre a rivitalizzare il latino, imprescindibile patrimonio culturale ital e delle collettività romanze, riafferma l’universalità della Chiesa Cattolica. Messìa, che sembrerebbe inviato da Dio, in realtà è alieno nel percorso di MISSUS MITTERE, ed è invece dall’ebr MASHIAH unto, ritrovato nel gr e nel lat in MESSIAS, cui Messiànico. \ Sdraiarsi Sdràio e Sdraiàre dal lat volg EXDERADJARE valgono gambe e braccia adagiate a RADJUS raggio. Il snm Spaparanzàre o Spaparacchiàre, meglio Spaparanzarsi e Spaparacchiarsi, deriva da una voce volg napoletana che sta per “spalancarsi”; vrs ispirazione fig a Parànza, con Paranzèlla, “rete a strascico” tenuta aperta, “spalancata”, da divaricatori e trainata da una coppia di barche, anch’esse chiamate Paranze. Termine d’estrazione mer da Paro “paio - a due a due”. \ Radicale AG La rad di AGERE guidare, spingere è AG condurre cui Abigeàto (da AB AGERE condurre via, nello specifico rubare il bestiame), il sostantivo ed aggettivo Agènte (Ppres AGENS) con Agènda (gerundio GENDA), Agenzìa (calco sull’ingl AGENCY) e la locuzione glb ingl Press agent “agente stampa”, Ambàge da AMBAGES giro di parole-cammino zigzagante composto da AMB intorno e AG, Attòre dal lat ACTOR nome d’agente di AGERE cui il fem Attrìce, eppoi Attoriàle o Attoràle coin Attorialità, Attòreo o Attòrio. Indagàre da INDAGARE durativo di AGERE cui Indàgine, Indìgete “protettore divino di un luogo” passato a indicare il “nativo del luogo” e Indigitamènti dal lat INDIGITAMENTA composto da IND (arcaico IN) e l’intensivo AGITARE di AGERE cui Agitàre, Agitaziòne e, col pref COM, COGITARE pensare “agitare nella mente” cui Cogitabòndo, Cogitàre con un obsoleto ed equivoco Coitàre da evitare, Cogitatìvo, Cogitàto, Cogitaziòne, un Còto “pensiero” omn di Còto “pianta delle Lauracee” termine di genesi quecqua (Bolivia), eppoi il doppio prefissato Trascutàto da TRASCOITATUM Pp di TRANSCOGITARE cui Trascutàggine con le varianti Traccutàto e Traccutàggine. Infine i prefissati Tracontànte e Tracotànza da un obsoleto Tracotàre questo composto con Cogitare ridotto in Coitàre (prefissato TRA) e che quindi non ha nulla di connessione con Coito. Attraverso lo sp CUIDAR pensare già lat COGITARE, cui il prefissato DESCUIDAR trascurare con DESCUIDO, l’ital conta l’omologismo Disguìdo. Col pref EX intensivo, Esageràre, Esageràto, Esageraziòne (EX AGGERARE incrociando Agitare-AGGER), Esagitàre con Esagitàto, Escogitàre con Escogitàto e Escogitaziòne. Col pref EX estrattivo ha dato ancora EXIGERE spingere fuori da EX AGERE cui fig Esìgere (dal XVI sec) questo sia “pretendere” sia il termine amministrativo “riscuotere” con i derivati Esigènte, Esigìbile con Esigibilità, Esigènza, eppoi Esàtto (omn di Esatto “perfetto”) cui Esattòre. In opposizione con pref IN negativo, si ha Inesàtto “non riscosso” (omn di 270 Inesàtto “non perfetto”). AGERE col pref COM ha dato COGERE costringere cui Coaziòne da COACTIO COACTIONIS, Cogènte dal Ppres COGENS cui Cogènza, Coàtto “imposto” fig dal Pp COACTUS di COACTARE comprimere già CUM ACTARE svoltosi fig in “sottoproletario” e “ignorante”, eppoi Coattìvo con Coattitùdine e Coattività; fuori percorso Coattaziòne dal lat COAPTATIO di APTARE (Ved Radicale DEIK-DIK in Vendetta…). Il Pp COACTUS è stato ancora tradotto nell’aggettivo Quàtto svoltosi nel significato di “costretto a piegarsi per non essere scorto” cui il prefissato Acquattàrsi (AD allativo) snm di Accucciarsi con il doppio prefissato Racquattàrsi eppoi la locuzione aggettivale superlativa Quatto quatto e la locuzione avverbiale Quatton quattoni. che valgono anche fig Zitto zitto. Più esplicito dalla composizione COAGULARE da COM AGERE, l’ital conta Coàgulo da COAGULUM cui Coagulàre con Coagulàbile e Coagulabilità, Coagulamènto, Coagulànte, Coagulaziòne e il composto Coagulopatìa (Ved Scaglia Caglio in Bastonare…). Col pref DE conclusivo ha dato Degènte questo Ppres di un DEGERE continuare a condurre la vita (senza particolari impegni) con Degènza. Infine, col pref RED di movimento inverso, AGERE ha dato Redìgere (attenzione a non ricadere nell’errore comune Redarre) col Pp Redàtto, Redigènte e Redattòre, Redazionàle, Redaziòne. Agitare vale Vibràre, questo dal lat inv VIBRARE, cui Vibramènto, Bibrànte, Vibratèzza, Vibràtile, Vibràto, Vibratòre, Vibratòrio, Vibratùra, Vibraziòne con Vibrazionàle, Vibriòne, Vibrìssa (il pelo sensoriale dei mammiferi incluso l’uomo che ce l’ha nel vestibolo nasale) ed il pref VIBRA o VIBRO, cui Vibràfono e Vibrafonìsta, Vibrocoltivatòre, Vibrofinitrìce, Vibroformatrìce, Vibrògrafo, Vibrogràmma, Vibromassàggio con Vibromassaggiatòre, Vibrometrìa con Vibròmetro, Vibroscòpio, Vibroterapìa. \ Suffisso *UME Fiume e corsi d’acqua Il suff indoeur MEN che indica collettivo s’è svolto nel lat UMEN e nell’ital UME; lo si ritrova, anche in sovrapposizione con valore peggiorativo, in termini quali Acidume, Bastardume, Bitume, Fradiciume, Legume, Luridume, Pattume, Piantume, Rozzume, Volume. L’insieme dei corsi d’acqua sono indicati in Acque dolci, cui l’ironica locuzione Marinaio d’acque dolci. La rad di Fiùme, dal lat FLUMEN, cui Fluminènse o Fluminiènse, Fluviàle e Fluviàtile, Flùvido (snm di Fluido) Flùvio (snm di Fiume), con i composti Fluvioglaciàle e Fluviòmetro, è SREU scorrere, col quale si è connesso il lat FLUERE, pertanto, ha seguito il percorso SREUMEN-FRUMEN-FLUMEN. FLUMEN, dunque, sta per l’insieme di FLU(ERE). Si potrebbe credere che Frumènto, con le varianti Formènto con Formentòne, Fromènto con il fig (per il colore) Fromentìno, dal lat FRUMENTUM, sia un termine figurativo del tema grazie alla sua proprietà d’apparire come acqua che scorre ondeggiando al vento, in realtà è dal verbo lat FRUI godere del (raccolto), da rad BHRUGWH profittare, cui il sistantivo Frùi “godimento”, Fruìre con 271 Fruìbile, Fruibilità, Fruitìvo, Fruitòre, Fruiziòne. Derivati di Frumento, Frumentàceo, Frumentàre, Frumentàrio, Frumentaziòne, Frumentòne, i desueti Formènto e Formentòne; eppoi, attraverso l’emiliano, Formentàzzo da Formentas “frumentaccio (mais) e Formentìno “grano saraceno” da Forment. Dal verb FRUI godere deriva l’astratto FRUCTUS cui Frùtto e Frùtta con Fruttàio, Fruttaiòlo o Fruttaiuòlo, Fruttànte, il denm Fruttàre (da Frutto), Fruttariàno in correlazione con Vegetariàno, Fruttarìsta (da Frutta), Fruttàto sia aggettivo sia sostantivo (la rendita), Frutterìa, Fruttescènza dall’incoativo FRUCTESCERE dar frutti, Fruttèto (suff ETO per collettivi), Fruttièra, Fruttìno, Fruttuòso con Fruttuosamènte e Fruttuosità, i composti Frutticoltùra con Frutticoltòre e Fruttìcolo, Frutticultùra con Frutticultòre, Fruttidòro attraverso il franc FRUCTIDOR era il didicesimo mese del calendario rivoluzionario franc (tra agosto e settembre), Fruttìfero o Fruttìfico con Fruttificàre e Fruttificaziòne, Fruttivèndolo (suff VENDOLO), Fruttìvoro, Fruttòsio (carboidrato, col suff chimico OSO) con il patologico Fruttosùria (col gr URON urina), Infruttescènza, il glb ingl Fruit “maglietta” dalla locuzione FRUIT OF THE LOOM (marchio registrato) frutto (prodotto) del telaio, eppoi le locuzioni Frutto di terra, Frutto di mare, con Frutto del ventre o Frutto del seno per accezione Gesù figlio di Maria. Infine il prefissat Sfruttàre con Sfruttàbile, Sfruttabilità, Sfruttamènto e Sfruttatòree, il composto Usufrùtto dal lat USUSFRUCTUS (con USUS uso) cui il denm Usufruttàre cin Usufruttuàrio relativo al diritto di godere del bene d’altri. \ Concludere il pranzo con la frutta è una convenzione ereditata in Italia dagli antichi greci, mediante la colonizzazione della Magna Grecia.\ Una mescolanza di frutta è indicata con Macedònia, fig dalla storica regione Macedonia culla di tante etnie, cui i relativi Mecèdone e Macedònico. Dal sostantivo FRUX frutto discendono Frugàle (dal lat FRUGI sobrio nel senso che si nutre di frutta?), Frugalità o Frugalitàte o Frugalitàte, Frugìfero, Frugìvoro; discende ancora Frùtice dal lat FRUTEX, snm di Arbusto, con Fruticòso e Suffrùtice, cui Suffruticòso questo dalla composizione lat SUB FRUTEX; quale esempio di Frutice è il Màro dal gr MARON, suffrutice è la Rùta dal lat RUTA già gr RHYT, cui Rutàcee, ed è anche il Guaiùle omologismo dallo sp GUAYULE. Nella credenza popolare, la Ruta esorcizza i demoni. Dal rad SREU si sarebbe attestato l’indoeur SERO scorrere, il sct SARAS, il gr OROS ( questo monte donde scorrono le acque), cui l’ital Sièro con Sièrico o Sèrico (questo omn di Serico da Seta), Ssieròsa, Seròso o Sieròso con Serosità o Sierosità ed una teoria di composti col pref SERO o SIERO quali Serologìa o Sierologìa con Sierològico, Sieroalbumìna, Sierodiàgnosi con Sierodiagnòstica e Sierodiagnòstico, Sieroglobulìna, Sieromucòso, Sieronegatività con Sieronegatìvo e Sieropositività con Sieropositìvo, Sieroprofilàssi, Sieroproteìna, Sieroterapìa con Sieroteràpico, eppoi Serotonìna (col gr TONOS tensione e il suff chimico INA) la quale, sostanza rilassante per l’organismo, viene stimolata mangiando, ad esempio, riso bollito (amido). Cui i composti Serotoninemìa (con EMIA), Serotoninèrgico 272 (con ERGICO dal gr ERGON). Dei corsi d’acqua, i più contenuti assumono il nome di Rio e Torrente. Rìo, da rad REI sgorgare nel tema di SREU, è dal gr RHEIN scorrere con RHEOS flusso, svoltosi nel lat RIVUS cui Rìvo ed il dim Rìvolo da RIVULUS con Rivulària (Genere di piante); il tema lo si ritrova in Croazia con RIJEKA, la città di Fiume. In percorso, Esorèico o Esorrèico (pref EKSO fuori, detto di bacino che scorre a mare), Riolìte composto con LITE sasso “roccia eruttiva” snm di Liparìte (questo indica un tipo di roccia vulcanica il cui nome deriva dal toponimo insulare Lipari e una sua varieà è indicata con Pantellerìte dal toponimo insulare Pantelleria), eppoi Ruscèllo da RUSCELLUM da RIVULUS, Ruscellamènto e Ruscellàre; l’omn Rìo, invece, nell’intendere “cattivo”, è da REUM e varrebbe “interessato alla cosa” dal lat RES cosa, cui Rèo “colui che difende la cosa, che si difende”, Corrèo (preferibile) o Còrreo (pref COM associativo con chi si difende) con Correità, e Reàto cui le locuzioni Reato di impeto e Reato premeditato; l’inv Rèbus dal lat ablativo REBUS, cui Rebussìstico, vale per mezzo di cose. Nel percorso di Reale, troviamo, con i pref, Irreàle, Surreàle e Surrealìsmo con Surrealìsta (pref SUR sopra e suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere). \ Roberto Sebastian MATTA, deceduto a Tarquinia nel novembre 2002 a 91 anni, è l’artista che aveva aderito nel ‘71, su spinta di Salvator Dalì, al Movimento Surrealista di Andrè Breton (teorico). Negli anni settanta era considerato tra i migliori dieci artisti. \ Torrènte, rispetto al Fiume (d’acque perenni), è per accezione il conduttore di acqua piovana, che può assumere piene pericolose, ed ha una semant particolare: è il Ppres lat TORRENS di TORRERE essere secco e quindi in origine vale “che è secco”, infatti, in assenza o in scarsità di pioggia, il suo alveo rimane asciutto; il termine è il discendente della rad indoeur TER-S seccare. Nel percorso, oltre ai suoi derivati espliciti svoltisi in enantiosemia quali Torrenziàle (snm di Impetuoso) e Torrentìzio, troviamo Torrefàre (lat TORREFACERE), Torrefaziòne, Tòrrido, Torròne 1 (atttraverso lo sp TURRON da TURRAR dal lat TORRERE) e Tòsto, questo omn del Pp Tostàto di Tostàre dal lat tardo TOSTARE, italianizzato dall’ingl TOAST tostato già franc ant TOSTER cui il composto Tostapàne; in senso figurato si contano ancora gli omn Tòsto “duro-testardo” dal lat TOSTUM e l’aggettivo o avverbio Tòsto “rapido” da TOSTUS cui Tostàno. Una variazione rad in TER-P avrebbe portato Tièpido o Tèpido con Tiepidità, un Tepidàre e i prefissati Intiepidìre (IN illativo) con Rintiepidìre (doppio pref RI iterativo ), Rattiepidìre o Rattepidìre (doppio pref RI iterativo e AD allativo, da un Attepidire), Stiepidìre o Stepidìre (S intensivo), eppoi Tepòre, Tepènte “che riscalda” da Tèpere o Tepère con i desueti Tepefàre e Tepefàtto, Tepidàrio (nelle terme romane); le due rad paiono assimilarsi in Torpore, Torpido. La rad iniziale TER essere scosso, cui Tremàre (lat volg TREMARE), Tremànte, Tremarèlla, Tremebòndo, Tremèndo cui Tremendìsmo “corrente letteraria spagnola neorealistica”, Tremòre, Trèmulo o Trèmolo, il composto Tremacòre o Tremacuòre, ha invece condotto fig al lat TERRERE spaventare, cui Terrìbile con Terribilià e Terribilmènte, 273 Terrificàre con Terrificànte e Terrìfico, Terròre con Terrorìsmo, Terrorìsta, Terrorìstico e Terrorizzàre, il prefissato composto Esterrefàtto dal lat EXTERRERE (EX intensivo) modellato come Stupefatto. La storia ci ha tramandato l’epiteto il Terribile assegnato al russo Ivan (1530/1584). All’ingresso della spelonca garganica dell’Apparizione dell’Arcangelo Michele è riportata la dicitura TERRIBILE EST LOCUS ISTE ET JANUA COELI Questo luogo è terribile ed è la porta del cielo. Dal lat TEREBINTHINA resina, cui Trementìna, associato al pregreco TEREBINTHOS di tema med TEREBINTO, l’ital ha ricalcato Terebìnto (specie d’albero della macchia mediterranea dal quale si ricava una fluida resina) cui Terebintàli (l’Ordine) ed ha coniato Terpène (idrocarburo) con Terpènico, Terpenòide (suff OIDE simile), Terpìna (suff chimico INA) con Terpinèolo e Terpinòlo (suff chimico OLO), tutti inc con TREMARE. Deterrènte dal Ppres DETERRENS attraverso l’ingl DETERRENT, cui Deterrènza, è dal prefissato lat DE TERRERE attestatosi in distoglieresconsigliare. Tutti i corsi d’acqua hanno il loro Alveo-àlveo, termine dal lat ALVEUS da ALVUS cavità cui Alvo-àlvo con un desueto Albio-àlbio col dim Albiòlo, Alvèolo, con Alveolàre, dal dim ALVEOLUS con il verbo Inalveolàre, il sostantivo Alveàre dal plur ALVEARIA tante cavità, il verbo Inalveàre con Inalveamènto e Inalveaziòne (pref In illativo) anche in senso fig. Alvo è semant la cavità intestinale che trova corrispondenza nel gr AULOS, così come Nèrvo dal lat NERVUM in Neuròne (cellula, suff biologico ONE) dal gr class NEURON, cui derivati e composti con NEURO-NEURI quali Neuràle, Neuràsse snm di Cilindrasse (con ASSE “vertebra cervicale”) con Neurassìte, Neurastenìa con Neurastènico, Neurectomìa, Neurilèmma (col gr LEMMA involucro), Neurinòma (col gr IS INOS fibra e suff medico OMA), Neurìte questo sia patologia nervosa (suff medico ITE) sia snm di Cilinfrasse o Assone, Neurocìto, Neuròglia (col gr GLIA colla), Neurologìa, Neuropatìa con Neuropàtico, Neuròsi con Neuròtico, Neuròtteri (questo composto con PTERON ala), Nèurula, ed ancora una serie di composizioni da Neurobiologìa a Neurovegetatìvo; nel percorso lat l’ital conta Nervatùra, Nèrveo, Nervètto, Nervìno, Nervòso con Nervosìsmo e Nervosità, Nervùto, il composto Centonèrvia (termine della botanica) e nel percorso della pron gr moderna NEVRO da NEURO (la lettera u e lettera v erano assimilate nel suono lat, Ved Alfabeto), l’ital conta in complanare Nevralità, Nevràsse, Nevrastenìa con Nevrastènico, Nevrìle, Nevrìte, Nevrìtico, Nevròglia, Nevropatìa con Nevropàtico, Nevròsi con Nevròtico, Nevrotizzàre con Nevrotizzànte, Nevròtteri. I prefissati Denervàre con Denervàto, Disnervàre, Enervàre con Enervaziòne, Innervàre con Innervàto e Innervaziòne, Innervosìre con Innervosìto, Rinnervàre, Snervàre con Snervamènto, Snervànte, Snervatèzza, Snervàto e Snervatrìce. In complanare, la variante Nèrbo di Nervo, cui Nerbàre, Nerbàta, Nerbatòre, Nerbatùra, Nerborùto, il prefissato Snerbàre; da non equivocare con Inerbare e simili da Erba. I corsi hanno Sorgente e Foce, questa o a Delta o ad Estuario; se sono Immissari hanno Sorgente e Foce, se sono Emissari hanno solo la Foce. Il termine Sorgènte con Sorgentìfero, Sorgentìzio, Sorgènza, Sorgèvole, 274 Sorgimènto, vrs Sorgitòre (termine marinaresco), Sorgìva e Sorgìvo composto dal pref SUB e REGERE tenere-sostenere-dirigere da rad REG deriva dal Ppres del lat SURGERE, cui Sòrgere o Sùrgere con il Pp Sòrto o il desueto Sùrto, e vale allora “che si dirige dal basso verso l’alto” cui il doppio prefissato Risorgìva, questa sorgente alimentata da una falda freatica, ricorrente nella pianura padana definita Linea risorgiva. Il gr conta lo specifico KRENE sorgente cui i composti Crenòbio (col gr BIOS vita), Crenologìa “studio sulle acque minerali” con Crenològico, Crenoterapìa, eppoi Elocrène (col gr HELOS palude), Limnocrène (col gr LIMNE lago) ) e Reocrène (col gr RHEOS flusso-scorrimento; Crenogènica è lo strato d’acqua di uno specchio (lago) in associazione con Meromìssi, relativi all’ossigenazione presente o assente. \ Nel mer d’Italia, in particolare nel sipontino, Acqua di Cristo è la provvidenziale sorgiva in zona arida.\ Il termine glb ingl GEYSER ha origine dall’islandese GEYSIR questo il nome di una sorgente termale cui l’omologismo Geyserìte. Il percorso prosegue con i secondi pref, Insòrgere o Insùrgere da INSURGERE (IN illativo) col Pp Insòrto o Insùrto, Insurreziòne da INSURRECTIONEM con Insurrezionàle questo attraverso il franc INSURRECTIONNEL, Risòrgere e Resùrgere (RI iterativo) cui Risorgènte, Risorgimènto con Risorgimentàle e Risorgimentalìsta, Resureziòne o Risurreziòne, Resurressìre con Resurrèssi e Resurrèsso o Risurrèsso (volg), Risòrsa questo attraverso il franc RESSOURCE, Risòrto, I snm quali Risuscitamènto, Resuscitàre o Risuscitàre, Risuscitatòre, Risuscitatòrio, sempre col secondo pref iterativo, discendono dal lat SUSCITARE svegliare cui Suscitàre “muoversi dal basso verso l’alto” composto dal solito primo pref SUB e dal verbo CITARE muoversi; qui il SUSCITARE svegliare ha valore di venire alla luce, quindi Risuscitare sta per “tornare a venire alla luce” Nel percorso ital del lat REGERE cui Règgere, si conta Reggènte con Reggènza, Reggìbile, Reggimènto con il glb ingl Regimental “sorta di cravatta”, Reggimentàle e Irreggimentàre, Reggitòre, eppoi Regìme dal lat REGIMEN cui il denm Regimàre con Regimaziòne e un Regimità, Regiòne da REGIO REGIONIS con Regionàle con Corregionàle (pref CUM associativo), Regionalìsmo, Regionalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Regionalìstico, Regionalizzàre e Regionalizzaziòne; tra le regioni italiane istituite con la repubblica, Salento e Lunezia (questa da Parma al mare) erano state previste ma non furono approvate. Regìa con Regìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Regìstico transitati dal franc REGIE e REGISSEUR, ed ancora Rètto (anche snm di Dritto) dal Pp RECTUS di REGERE cui il composto Rettilìneo, il fig Rettitùdine, il fem Rètta, eppoi Rettòre, con Rettoràle, Rettoràto, Rettorìa e Rettòrico, da RECTOR che regge, questo connesso col gr EKTOR che sostiene cui l’onomastico Ettore di omerica memoria attraverso il lat HECTOR. Règola, con un desueto Règula, sempre nel percorso di REGERE, merita un’attenzione poiché è derivato da REGULA assicella (di legno) idealmente 275 associata a linea retta, cui in volg sett Règgia (omn-snm di Reggia da Re) con Reggètta, Reggettatrìce o Reggiatrìce; vrs in percorso fig il marinaresco Rìggia “pezzi di sartie” e Rìggiola “mattonella-piastrella” tipica nell’amalfitano, cui ‘U riggiullaro “piastrellista-posatore”. Eppoi, in percorso esplicito, Regolàbile, Regolamentàre sia aggettivo sia verbo, Regolamentaziòne, Regolamènto, Regolànte, Regolàre sia verbo sia aggettivo, Regolàri (Sottoclasse di Echinodermi), Regolarìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Regolarismo non linguistico), Regolarità, Regolarizzàre con Regolarizzaziòne, Regolarmènte, Regolàta, Regolatamènte, Regolatèzza, Regolatìvo, Regolàto, Regolatòcco (composto con Tocco) “dispositivo per macchina per scrivere”, Regolatòre, Regolaziòne, Regolìstica, Regolìzia (questo una sovrapposizione di Regola “assicella” con Liquirizia) e Règolo questo omn di Regolo “piccolo re”. Ed ancora Rìtto dalla variante RICTUS, Rizzàre con Rìzza e Rìzzo, il composto Rizzacùlo “sorta di formica, che solleva il didietro quando minacciata”, Rizzamènto, Rizzàta, Rizzatùra dal volg RECTIARE da RECTUS. Rècto è anche la parte anteriore di un foglio dalla locuzione lat FOLIO RECTO. Rètto dalla locuzione Intestino retto è anche la “parte terminale dell’intestino crasso” cui Rettàle, i composti Rettocèle, Rettocolìte, Rettoscopìa e Rettoscòpio. Fuori percorso Rizzotto una varietà di riso (Ved Pane Pasta Riso in Metro…). Il percorso continua con il composto Rettificàre cui Rettificàbile, Rettificamènto, Rettificàto, Rettificatòre col fem Rettificatrìce, Rettificaziòne il prefissato Dirìgere cui Dirigìbile con Dirigibilìsta e Dirigibilità, eppoi il Pp Dirètto con Direttìvo, Direttòre, Direttòrio, Direziòne, il glb ingl Directory adottato in informatica con valore di “guida”, eppoi Dirìtto e Drìtto (lat DIRICTUS) questo con sincope della prima i, cui in complanare Dirittùra e Drittùra con l’avverbio Addirittùra già Dirittùra; ancora, Diritto s’è attestato estendendosi fig in “insiemistica di norme da osservare (per filar dritto) cui la composizione Diritto-dovere. \ A Bologna, nel 1088, la più antica università occidentale aveva come unica facoltà il Diritto \ Il termine verbale Drizzàre è la variante di Dirizzàre (sincope della prima i) dal volg DIRICTIARE intensivo di DIRICTUS dritto, cui Dirizzamènto, Dirizzatùra, Dirizzatùra e il fig Dirizzòne in complanare con Drìzza, Drizzamènto, Drizzatòre, Drizzatùra, Drizzìsta e Drizzòne, eppoi i prefissati Addirizzàre o Addrizzàre (Ad allativo) cui Addrizzo e Addirizzamènto o ancora Addrizzamènto, Raddrizzàre (doppio pref RAD) con Raddrizzàbile, Raddrizzamènto , Raddrizzatòre, Raddrizzatrìce e Raddrizzatùra, Indirizzàre (IN illativo) cui Indirizzamènto, Indirìzzo e Indirizzàrio, infine il reiterativo Ridrizzàre (pref RI). Il franc ant conta DRECIERE via dritta da DRECIER drizzare cui l’attestazione siciliana Trazzèra snm di Tratturo. Erìgere inv dal lat ERIGERE o Erègere, con il Pp aggettivato Erètto, Erèttile, Erettòre, Ereziòne, Erigèndo ed Erigìbile, cui la variante Ergereèrgere con Erta-èrta, Erto-èrto, Ertèzza e Adèrgere, la locuzione anatomica Muscolo erettore. Sorrèggere, Sorreggènte e Sorrètto (pref SO di SOB). Spòrgere con Spòrto, Sporgènte e Sporgènza col pref EX ed un PORGERE 276 (POR REGERE) mutatosi nel class PORRIGERE (POR RIGERE) cui Pòrgere col Pp Pòrto (omn di Porto “disponibilità” e di Porto “riparo per natanti”), dove il pref POR è un ipocorostico di PRO e PER; il lat ricalca il composto gr EKPHORA sporgenza. L’omn termine Rètta, è l’ellittico della locuzione lat ARECTA AURE prestare orecchio ed è utilizzato nella locuzione ital Dar retta; l’altro omn Rètta “somma mensile” è invece dalla locuzione lat SOMMA RETTA somma pattuita. Il termine Spòrta (che pare il fem di Sporto) del valore di “borsa”, col dim Spòrtula, dal lat SPORTA paniere, sarebbe derivato dal gr SPYRYS, svoltosi nell’etrusco SPURTA; vrs sovrapposto al lat PORGERE poiché fig il paniere viene sporto al destinatario. I termini Corrèggere, con Correggìbile e l’opposto Incorreggìbile, Correggitòre, Correttèzza, Correttìsmo, Corrètto, Correziòne, o Correggimènto sono l’inc dell’ital Reggere (lat REGERE tenere) con la composizione lat class CORRIGERE (COM RIGERE), cui la locuzione lat immutata in ital ERRATA CORRIGE con il sostantivo Corrìge e il gerundio Corrigèndo e che sarebbero sovrapposti alla rad KERS correre, nel senso allora di “far in modo che regga ciò che è d’uso corrente”, con i prefissati in opposizione Scorrettèzza e Scorrètto. La famosa frase d’incigno del papa Giovanni Paolo II \... \ se sbaglio… se sbaglio mi corrigerete \...\ pertanto non è affatto una sgrammaticatura ma un latinismo. La serie prosegue con le composizioni Reggibòrsa o Reggibòrse, Reggicàlze, Reggicànne,Reggicòda, Reggilìbro o Reggilìbri, Reggilùme, Reggipàlo, Reggipància, Reggipènne, Reggipètto o Reggisèno questo il simbolo femminista negli anni sessanta, Reggipiccòzza, Reggiposàta, Reggispìnta, Reggitèsta; il snm Reggipetto è meglio utilizzarlo quale finimento dei cavalli. \ Il prototipo del Reggiseno, in fattezza moderna, fu esposto a Parigi durante l’Esposizione internazionale del 1900.\ Fòce, è il discendente della mutazione lemmatica volg in FOX dal lat class FAUX FAUCIS gola, per cui sono pervenuti in complanare Fàuci con il proprio aggettivo Faucàle (termine della fonetica), Fògo-Fòga, questo anche fig con valore di “impeto” sovrapposto a Fuga, in connessione interlinguistica con FOGGARÀ 2 “sorgenti artificiali” costruite in Nord Africa (Sahara), e i prefissati Sfogàre con Sfògo e Sfogatèllo, Sfogàto, Sfogatòio da Foga col pref S sottrattivo, Affogàre con Affogamènto dal lat volg AFFOCARE da AD FAUCES prendere per la gola, Soffocàre o Suffocàre con Soffocamènto o Soffogamènto, Soffocànte, Soffocàto, Soffocatòre, Soffocaziòne o Suffocàre e Sòffoco da SUFFOCARE o ancora Soffogàre con Soffogaziòne o ancora Suffogaziòne, col pref SUB sotto. Sembrerebbe connesso all’ingl FOX volpe, il divoratore (fauci) di animali da cortile. In Veneto, Fogar vale “scavare”, vrs in connesione fig con Affogare nel senso di “sprofondare” cui Fògola “grotticella-affossamento” ed il toponimo Fogolana. In toscano, Fògo, devb da Affogare, vale “cibo di traverso” nelle locuzioni Mettere fogo, Fare fogo. La Foce a delta è il disegno triangolare delle acque che si diramano prima di 277 riversarsi nel mare, assumendo complessivamente l’immagine della quarta lettera dell’alfabeto gr DELTA, cui Dèlta, fig a forma di ventaglio o dell’insieme delle radici di una pianta, con Deltaziòne e Deltìzio; tuttavia, in assenza di piene alluvionali, rimane sulla pianura l’impronta a delta. Relativo alla lettera gr DELTA, e fig triangolare, l’ital conta il percorso Deltacìsmo, Deltòide, Deltoidèo e il composto Deltaplàno con Deltaplanìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Deltaplanismo non linguistico). La Foce ad estuario è invece ad imbuto; il termine Estuàrio con Estuariàle è dal lat AESTUARIUM luogo di ribollizione delle acque (metaforico), dal verbo AESTUARE denm da AESTUS calore, ribollimento, cui Estuànte, Estuàre, Estuòso. Il corso d’acqua che entra in un fiume, e pertanto lo rende naturalmente più copioso, assume il nome di Affluènte quale Ppres di Fluire dal lat FLUERE fluire con pref AD, cui Fiòtto da FLUCTUM con Fiottàre e Fiottìo, Flottàre attraverso il franc FLOTTER cui Flottàggio snm di Fluttuazione, Flottamènto, Flottànte. Flottaziòne snm di Fluitaziòne, Flùido da FLUIDUM connesso col franc FLOD onda con Fluidèzza, Fluìdica con Fluìdico, Fluidificàre con Fluidificànte e Fluidificaziòne, Fluidìsta, Fluidità o Fluiditàde o ancora Fluiditàte, Fluidizzàre con Fluidizzaziòne, i composti Fluidodinàmica con Fluidodinàmico e Fluidostàtica con Fluidostàtico, eppoi Fluìre, Fluitàre questo intensivo di FLUERE con Fluitaziòne snm di Flottazione, Fluènte, ed ancora Fluòro da FLUOR quale astratto di FLUERE con Fluoràto, Fluorescènte e Fluorescènza, Fluòrico, Fluorìte (suff ITE per minerali), Fluorizzàre, Fluoròsi (suff medico OSI), Fluorùro con Fluoròsi, Fluoruràre e Fluorizzaziòne, i composti Fluoboràto attraverso l’ingl FLUOBORATE (con FLUOR fluoro e BORATE borato) con Fluobòrico, Fluografìa, Fluorosceìna da Fluorescenza con suff chimico INA, Fluorimetrìa con Fluorimètrico, Fluorocarbùro, Fluoroderivàto, Fluosilicàto, Fluosilìcico. Flussàggio attraverso uil franc FLUXAGE, Flussìbile “transitorio”, Flùssile, Flussiòne, Flùsso dal lat FLUXUS cui i composti Flussimetrìa con Flussìmetro (specifico per le arterie) e Flussòmetro. Flùtto da FLUCTUS, Fluttuamènto, Fluttuànte, Fluttuàre verbo denm da FLUCTUS, Fluttuaziòne snm di Flottaggio, Fluttuòso e, con i pref, Confluènza, Effluènte, Efflùsso, Efflùvio, Influìre, Influènte (anche persona importante), Influènza (anche malanno) con Influenzàle, Refluìre con Rèfluo dal lat REFLUUS e Rifluìre con Riflùsso (pref RE di movimento inverso), Supèrfluo dal lat SUPER FLUERE scorre sopra. Flòscio è dal lat FLUXUS transitato dallo sp FLOJO cui Afflosciàre e Floscèzza. Per maggiore chiarezza d’informazione, il termine Flusso è tratto da una base FLUXO più “moderna” rispetto ad un precedente FLUCTO cui Flutto, questo successivo all’originale FLUTO cui Fluitare. In vers connessione il glb franc Flou “sfumato”. L’ingl, onorando l’area comune indoeur, come il franc con FLOD, conta FLOW flusso rintracciabile in informatica nei glb il composto Overflow flusso in eccesso, con OVER sopra-di là, la locuzione Flow chart snm del preferibile ital Diagramma di flusso e dove CHART carta qui vale tradizionalmente “carta-diagramma o mappa”. 278 Il termine Torrone, secondo una tradizione locale, sarebbe stato ispirato dal campanile di Cremona detto “Torrazzo”; il primo torrone, infatti, avrebbe avuto quella forma. 2 Foggarà ha i suoi omologhi internazionali nel marocchino KHOTTARA che pare in connessione col gr KOTHON recipiente cui il lat GUTTUS (In)vaso, eppoi nell’arabo FALAJI questo vrs in connessione (dato l’elemento comune acqua) con l’ar FALUK imbarcazione-feluca) e infine in MADJIRAT nell’Andalusia, il quale, e non può essere ancora una coincidenza, è in connessione con il lat MADIDUM madido da 1 MADERE essere bagnato. \ Pioggia Dalla comune rad LEU scorrere e lavare, lo stesso rapporto lemmatico di (EF)FLUVIO effluvio con FLUERE fluire esiste tra PLUVIA e PLUERE, volg PLOVIA e PLOVERE cui un precedente Plòia attraverso il prvz PLOJA, eppoi le attestazioni di Piòggia (plur gge) e Piòvere con Piovàsco, Piovènte con Spiovènte, Piovicchiàre, Piovìggine ciui Piovigginàre e Piovigginòso, Piovòrno “cupa pioggia continua” (straordinario suff che vale “giorno e notte” dal lat DIURNUS e NOCTURNUS), Piovòso con Piovosità, Piovòso (alla memoria del quinto mese del calendario napoleonico, così chiamato), i derivati espliciti Pluviàle, Plùvio, Pluviòso, le composizioni quali Pluviògrafo, Pluviometrìa con Pluviomètrico e Pluviòmetro, Pluvioscòpio, i prefissati Complùvio da COMPLUVIUM di COMPLUERE, Implùvio da IMPLUVIUM da IMPLUERE e Displùvio da Impluvio con cambio del pref. In complanare con Puviometria, Pluviometrico e Pluviometro, dallo specifico lat ODUM umidità da UVIDUS umido, l’ital conta Udometrìa, Udomètrico e Udòmetro. Il gr conta lo specifico HYETOS pioggia che sopravvive nel prefissato Isoièta (pref gr ISOS uguale) e sta, in meteorologia, per “linea di eguale intensità di pioggia”. L’etrusco conta TUL che vale “pioggia violenta” cui l’onomastico ancora ricorrente Tullio. Dal volg veneto Piova “pioggia” l’ital conta Piovàno (omn di Piovano da Pieve), il dim Piovìscola con Pioviscolàre, Pivière “sorta di uccello dei Caradridi” (omn di Piviere da Pieve) con Pivierèssa (snm di Squatarola) e vrs Piovanèllo “sorta d’uccello degli Scolopacidi” cui Piovanello pancianera. Il gr conta lo specifico KHARADRIOS piviere cui la Famiglia Caràdridi, l’Ordine Caradrifòrmi e il Genere Caràdrio. Dal sct ABHRAM nuvola di pioggia, il lat aveva traslatato il termine IMBREX pioggia, cui Embrice-èmbrice con Embricàre e Imbricàre, Embricàto e Imbricàto, Embricatùra, Embriciàta e Imbriciàta, Embrocàre con Embrocaziòne e Embròcca, Imbrìfero “che porta pioggia” \ Una nube imbrifera\. Il gr ne aveva tratto OMBROS pioggia cui il suff OMBRO in ambito botanico cui Ombrofilìa e Ombròfilo “pianta che resiste alla pioggia” (omonimi di Ombrofilia e Ombrofilo “attrazione per l’ombra”), Ombrofobìa e Ombròfobo “non resistente alla pioggia” (omonimo di Ombrofobia e Ombrofobo “avversione per l’omra”), Ombrògrafo e Ombròmetro snm di 279 Pluviografo e Pluviometro. Eppoi, Imbùto già Embùto, cui Imbutìni (botanica) e il composto Imbutifòrme; termine alieno l’omologismo Imbutìre con Imbutitòre e Imbutitùra, dal franc EMBOUTIR da BOUT capo, estremità prefissato EM (omologo dell’ital IN che diventa IM innanzi a consonanti b, p). Il gr conta lo specifico KHOANE per Imbuto, cui l’ital Coàna “cavità anatomica”. \ Nel Medievo, il simbolo dell’imbuto rovesciato indicava fig l’ignoranza poiché in tale posizione non si poteva utilizzarlo per un riempimento (del sapere); nella corretta posizione invece rappresentava la conoscenza. \ \ Radicali REG GES In assonanza al percorso REGERE tenere-sostenere da rad REG, v’è GERERE da rad GES portare, questo il capofila di Gerènte cui Gerènza, Gèrla dal devb dim GERULA cesto, Gestìre questo sia “fare gesti” sia “amministrare” cui Gestìbile, Gestiòne con Gestionàle e Gestòre, eppoi Gèsta che mantiene il plur lat GESTA con Gèsto da GESTUS cui un toscano Gèstro, Gestuàle con Gestualità, Gestànte “che porta (il feto) e Gestaziòne (adottano dal 1765) quale snm di Gravidanza (già dal XIV sec) con il patologico Gestòsi (suff medico OSI), Gestatòria cui la papale Sedia gestatoria, Gesticolàre da GESTICULARI con Gesticolamènto, Gesticolatòre, Gesticolaziòne e Gesticolìo, Gestualità. \ La gestualità nasce quale linguaggio sostitutivo della parola tra individui di diversa provenienza geografica; l’italiano, pertanto, manifesta una tenace gestualità culturale dovuta alla sua storia di convivenza con popoli stranieri \ Dal ted si conta il glb Gestalt “forma” donde gli omologismi Gestàltico, Gestaltìsmo e Gestaltìsta. Il percorso prosegue con il prefissato Regìstro o Regèsto da REGESTA registro da REGERERE riportare cui Registràre con Registràbile, Registràto, Registratòre, Registratùra, Registraziòne; attraverso lo sp FINCA colonna di registro, l’ital conta l’omologismo Fìnca con Fincàto e Fincatùra. Il Registratòre moderno è dovuto al vecchio Magnetòfono, ossia Registratore a filo magnetico, perfezionato dai tedeschi durante l’ultma guerra e, alla fine del conflitto, passato in mano americane. Dal 1946 si diffuse il Registrratore a nastro magnetico. Con i diversi pref, l’ital conta ancora Congèrie dal lat CONGERIES astratto di CONGERERE ammassare (CUM GERERE), erroneamente equivocato quale esot franc, in realtà è al contrario, con Congestiòne cui Congestionàre, Congestionàto, Congèsto e Congestìzio dal lat CONGESTICIUS, Digerìre da DIGERERE (pref DIS dispersivo) con Digerìbile, Digestiòne e Digèsto, il glb ingl Digest dal verbo TO DIGEST fig riassumere (digerire), Digestòre (il nome originale imposto alla pentola a pressione dal suo costruttore, per la sua qualità di rendere digeribili i cibi in essa cucinati), Ingerìre da INGERERE (IN illativo) con valore di “deglutire” cui Ingerimènto, Ingèstiòne, Ingèsto e i doppi prefissati Indigestiòne con Indigèsto, Ingerìre con valore fig di “intromettersi-intereferirere” cui Ingènte, Ingerènza, eppoi Suggerìre da SUGGERERE portare sotto (pref SUB) con Suggerimènto e Suggeritòre eppoi Suggestiòne dal Pp SUGGESTUS cui Suggestionàbile con Suggestionabilità, Suggestìvo con Suggestività e Suggèsto. Utilizzato 280 come suff GERO, termini quali Alìgero “che porta le ali”, Armìgero “che porta le armi”, Crocìgero “che porta la croce”, Lanìgero che “porta la lana”; da non equivocare con l’omn pref GERO, ampliato in GERONTO, dal gr GERON GERONTOS vecchio da GERAS GERATOS vecchiaia, rintracciabile in Gerocòmio, Gerònte, Gerusìa (assemblea d’anziani), Gerontocòmio, Gerontocrazìa, Gerontofilìa, Gerontofobìa che indica avversione per i vecchi e la paura di invecchiare, Gerontoiatrìa, Gerontologìa, il prefissato botanico Ageràto (A privativo) “che non invecchia”, ma anche in onomastica quale Calogero che sta per “bel vecchio” con il gr KALLOS bellezza (cui l’introvabile composizione Calomelàno “bel nero” con MELAS nero), Erìgero “pianta erbacea” con Erigeròne (col gr ERI presto), Geroboàmo “bottiglione di champagne”, è il termine ispirato all’omn re biblico, il cui nome è vrs connesso col valore di anziano. Dovrebbe, tuttavia, esserci una connessione, poiché la rad REG teneresostenere, svoltasi da GES portare, ossia col pref RE del valore di atto ripetuto, varrebbe più che portare; e non appare quindi inverosimile una comune origine tra la rad BHER di PHERO e GES di GERERE, entrambi semant portare, dando per buona l’ipotesi di una successiva attestazione di pron in area separata. \ Canone Il gr conta KANON per regola, cui il lat CANON e l’ital Cànone, Canònica, Canònico con una curiosa variante Calònaco, e Canonizzàre. \ Aggere Arbitro Aggere-àggere “trincea” ed Aggeràre sono termini che hanno mantenuto la costruzione lat class di AGGER, dal sabino ARGER, rifiutando l’italianizzazione con Argine-àrgine, questo da AD GERERE cui Arginàle, Arginàre, Arginatùra; la tradizione sabina conta il pref AR al posto di AD, che ritroviamo in ARBITER cui Arbitro-àrbitro con Arbitràggio passando dal franc ARBITRAGE, Arbitràle dal lat ARBITRALIS, Arbitràre dal lat ARBITRARI denm di ARBITER, Arbìtrio dal lat ARBITRIUM. \ Arbitrio vale “facoltà libera di scegliere”, ma Lutero non era d’accordo, poiché considerava l’Arbitrio pur sempre Servo, dal fatto che l’umano arbitrio dipende dalla volontà divina.\ \ Re Regina Principe Dalla rad REG di Reggere, il sct aveva RAJA il re, cui MAHARAJAH (MAHA grande) con l’omologismo ital Maragià o Maràgia, l’ar RAIS, il lat REX REGIS e l’ital Re con la variante Rège cui i collaterali Reàle e Realìsta (omonimi di Reale e Realista nel percorso di RES cosa, il secondo col suff ISTA di collegamento a sostantivi in ISMO), Reàme dal lat REGIMEN attraverso il franc ant REIALME, il prefissato Interrè o Interrège dal lat INTERREX con INTERREGNUM cui Interrègno (INTER tra), il prefissato Vicereàme con Vicerè (corretto Viceré) con Vicereàle; attraverso il franc KHEDIVE ma di genesi turca KEDIV “signore”, l’ital conta l’omologismo Chedivè o l’esot Kedivè che sta per Viceré per accezione in Egitto durante la potenza ottomana. Regalàre “rendere omaggio al re” attraverso lo sp REGALAR sovrapposto a 281 Gala, cui Regàle con Regalità e Regalmènte, Regalìa da REGALIA con Regàlo “dono al re” sia sostantivo sia aggettivo quale nella locuzione Pacco regalo, ed anche Regàglia o Rigàglia “parti spettante al re” questo metaf svoltosi in enantiosemia come “avanzo di nessun valore” 1. Il percorso prosegue con Règgia (omn-snm di Reggia “utensile”) dalla locuzione lat REGIA DOMUS casa reale, il toponimo Règgio e l’aggettivo Règio “del re” che avrebbero assunto fig il significato di “principale” come nella locuzione Strada regia omologandosi nella variante veneta Calle reza; eppoi Regicìda con Regicìdio (col suff vderivato dal lat CAEDERE uccidere), Règno dal lat REGNUM di REX REGIS cui Regnànte o Regnatòre e Regnìcolo, Regìna con Viceregìna (con suff INA per generi fem), il gioco per ragazzi Regina reginella, titolo adottato dall’onomastica in Regina cui Reginella, Règolo (omn di Regolo assicella) dal dim lat REGULUS piccolo re cui fig Règolo “sorta di uccello”. Curioso il termime Reattìno da uno sperduto Regattìno da Regàtto dim di Re. Dal franc REINETTE reginetta, l’ital ha adottato l’esot Renètta o Ranètta per classificare un tipo di Mela. \ Tra i regni moderni, l’Europa conta il Regno Unito che include Galles, Inghilterra, Irlanda del Nord e Scozia \ Prima d’essere incoronato, il Re è un Prìncipe, al fem Principèssa, questo dal lat PRINCEPS composto con PRIMUS e KAP di CAPERE prendere e quindi vale che prende il primo posto; attraverso il persiano BIGUN principessa, si conta un glb ingl-ind Begum, termine oggi sopravvissuto quale consorte dell’Aga Khan. Il percorso prosegue Principàle, Principalità, il “regale” Principàto, Principiàre e Princìpio. In ambito di Princìpio, il termine Sicutèra (situazione precedente), è dalla formula lat SICUT ERAT come era… Sicumèra (atteggiamento scostante), invece, è d’etimo sconosciuto, anche se, da altra ricerca, lo si fa derivare dalla stessa formula, ma con l’errore dell’inserimento di CUM con, così attestatosi, ovvero SICUT CUM ERAT (IN PRINCIPIO); ma non si spiega ancora l’eventule passaggio fig al significato corrente. Una forzata eventualità ci sarebbe nel tradurre il termine “(Comportarsi) come con ciò che era prima (che entrassimo in confidenza)”. Principiàre è il snm di Iniziàre, questo dal lat sacerdotale INITIARE introdurre ai misteri religiosi, significato ancora oggi sopravvissuto in un più ampio contesto con Iniziàto, Iniziaziòne, Iniziamènto; in percorso, Iniziàbile, Iniziatìva questo transitato dal franc INITIATIVE, Iniziatòre, Inìzio; il termine è nato dalla composizione del pref IN illativo con il verbo IRE andare, e non solo, l’ancora snm verbo Cominciàre, già Comenzàre, da COMINTIARE nasce nel XIII sec col secondo pref CUM ossia attreverso CUM IN IRE, cui Cominciamènto, Cominciàta e Cominciàto già Comenzàta e Comenzàto, Comincitòre già Comenzatòre, Cominciatùra e Comìncio. Eppoi il percorso conta in complanare il prefissato Incominciàre (già dal 1250) con Incominciamènto, Incominciàto, Incomìncio (pref IN illativo). Il percorso desueto in z sopravvive nel volg mer talvolta fedele al CUM latino, quale Cuminzare, Cuminzato… 282 Il verbo Cominciare regge l’infinito con le particelle Con o A, quali “Comincio a crederti, Comincio col rinunciare ai dolci…” 1 Da particolari studi antropologici, la tradizione dei regali avrebbe avuto un’origine negativa; il regalo, infatti, per un gioco inconscio, sarebbe storicamente lo strumento per legare a sè una persona e poi farle del male. Se ciò fosse vero, si spiegherebbe tutta la malvagità che un individuo può ostentare verso chi avrebbe tradito quell’affettuoso legame arricchito di suoi regali. \ Mare Oceano E tutte le acque terminano in Mare o in Oceano. Màre, dal lat immutato MARE, è il termine che anticamente identificava la laguna, consolidatosi nella parte occidentale indoeur; in quella orientale è prevalso il corrispondente SELOS, rintracciabile nel sct SARAS cui Sàrgo o Sàrago dal lat SARGUM già gr SARGOS snm di Spàro dal lat SPARUS già gr SPAROS cui Spàridi, la Famiglia alla quale appartiene il Pàgro altrimenti detto Pàrago con metatesi del gruppo gr in rag, dal lat PAGER o PAGRUS fig dal gr PHAGROS “pietra da affilare” per la sua forma, cui ancora Pagèllo, altrimenti Mormora o Luvaro, dal lat PAGELLUM dim di PAGER; un altro snm locale è Manfròne d’etim lat VAFER astuto, quindi non connesso con il termine Manfrìna questo ellittico di Monferrìna relativo al toponimo del Monferrato, e che indica una sorta di danza piemontese, metaf svoltosi quale “lungaggine” con attributo di “fastidiosa”. \ Si contano appena 44 le nazioni al mondo che non sono bagnate dal mare.Il termine Mare è adottato per indicare metaf una grande quantità, cui la locuzione Un mare di problemi \ Il tema orientale lo si ritrova in rari termini italiani quali Selàce dal gr SELAKHION pesce cartilagineo in connessione con KHONDROS cartilagine cui Selàci “Sottoclasse di pesci” e il prefissato Euselàci (EU bene) “Superordine di pesci” questo snm di Elasmobranchi, eppoi in Selaginèlla “sorta di felce, pianta con foglie a forma di squama” altrimenti detta Rosa di Gerico, da SELOS cui Selaginellàcee (la Famiglia), in Sargàsso “alga” e in Sàrgo “pesce” da SARAS. La connessione dei termini Sarda, questo pesce azzurro tipico della Sardegna, Sardonia (ranuncolo proprio della Sardegna) e Sardonico (maligno, proprio dell’erba sardonica) con il toponimo Sardegna ha fatto forse smarrire la rad iniziale di SARAS. Nulla vieta di connettere Sardegna con la rad sct SARAS mare, il cui toponimo varrebbe “che è nel mare” sul calco di Terrìgno “che è nella terra”. Altre fonti fanno derivare Sardegna dal lat KARALIS “di un fiore locale” di rad mediterranea (preromana) vrs connesso col gr KHLOROS verdastro di Cloro. In versione gr ant, ancora, l’isola era indicata fig con ICHNUSSA orma, appunto per la sua forma che ricorda l’impronta del piede con l’alluce. Infine, da una indicazione punica, l’oronimo dell’isola era latinizzata in HAMPSICORAS o HAMPSAGORAS cui un Amsicora o Ampsicora nell’onomastica ancora corrente ma risteretta nel cagliaritano. Nel percorso della Sardegna, l’ital conta Sardagnòlo o Sardegnòlo o ancora Sardignòlo, Sardìsmo con Sardìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Sèrdo; termini alieni nel percorso, Sardàna omologismo dal catalano SARDANA danza della Cerdana in Catalogna, Sardònica “pietra onice” dal 283 toponimo Sardi in Lidia. Dal tema di Mare discende Maràno o Marràno (dal XV sec) “bastimento mercantile” attraverso il veneziano, il quale conta un omn Marràno “spregevole” in adozione dallo stesso secolo, pertanto vrs relativo al marinaio che sbarcava dal marrano e che ne combinava di tutti i colori, in complanare o sovrapposto, però, con lo sp MARRANO porco questo rivolto a ebrei e mori pur convertiti. Il percorso del tema Mare conta una nutrita serie lemmatica, cui Marèa attraverso il franc MAREE (marée) da MER mare, con i composti Mareografìa cui Mareogràòfico e Mareògrafo, Mareogràmma, Mareomotòre e, in locuzione, Alta marea, Bassa marea, Mareggiàre con Mareggiamènto e Mareggiàta, Marètta, Marèmma dalla locuzione lat MARITIMA REGIO regione marittima cui Maremmàno con l’epiteto Leone maremmano rivolto al poeta Giosuè Carducci (1835/1907) e di questo il relativo Carducciàno e Carducianèsimo. Eppoi i composti Maremòto, Maricoltùra, Marsovìno o Marsuìno (sorta di cetaceo con il snm Focèna) dal danese-svedese MARSVIN porco di mare attraverso il franc MARSOUIN, il fig Marezzàre “sorta di tessuto” con Marezzàto e Marezzatùra “variegare con linee sinuose”, Marìna, Marinàio, Marinàra con Marinàro, Marinàre “tecnica di conservazione del pesce” questo denm da Marino con Marinàta, Marinàto e Marinatùra, il glb ingl Marine dalla locuzione MARINE CORPS Corpo di Marina, Marinerìa, Marinèsco, il sostantivo Marinarèsca e l’aggettivo Marinarèsco, il dim Marinarètto, Marinizzàre, l’aggettivo Marìno dal lat MARINUM, con un sostantivo Marìno “vino tipico” dal toponimo laziale Marino (questo vrs dall’onomastica), Marìttimo dal lat MARITIMUS cui Marittimità, l’ellittico Marò per “marinaio”, Maròso meglio Maròsi, il prefissato Ammaràre con Ammaràggio. Occorre differenziare il termine Marino aggettivo “di mare” e il sostantivato Marino da Marra “mucchio di pietre”; in entrambi i casi, comunque, la locuzione Marinare la scuola 1, snm di Bigiare, varrebbe metterla in disparte, nascondendola metaf sotto l’accqua o sotto i sassi. Il volg napoletano conta Maruzzella “lumachella” ossia “piccola creautura del mare”, resa famosa da una nota canzone. L’onomastica conta Marino con Marina e Marinella e il toponimo Marino sui colli romani. Da aggiungere la locuzione lat sempre valida in letteraura Mare magnum “oceano” italianizzata Mare magno e Mare nostrum ad indicare il Mediterraneo; questo termine, però, Mediterràneo, che sta per “in mezzo alle terre” indica geograficamente tutti quei mari circondati da terraferma. Dall’aggettivo prefissato Sottomarìno è nato il sostantivo Sottomarìno quale snm di Sommergibile, questo storicamente apparso durante la Guerra di secessione americana ideato da D. Bushnell; poi ci fu J. P. Holland con nuove idee ma che riuscirono a sfondare solo dopo la sua morte, nel 1950. L’ital conta ancora un marinaresco Marangòne carpentiere, cui il volg veneto Marangon, dal tardo lat MERGO MERGONIS attraverso il franc ant MARENC marino-marinaio, adottato anche quale snm fig di Cormoràno questo una composizione dal franc ant CORP corvo e MARENC; altra ricerca vorrebbe Cormorano quale esito fig dal gr KORMOS “tronco”. 284 Nel sipontino esiste un volg Maradoss che sta per “venditore di abiti e stivali da pesca” vrs composto con “indossare”. Maròtta “sorta di recipiente” attraverso il veneto Marota d’etimo non rintracciato, vrs in associazione con l’acqua del mare. Termini alieni Marà “sorta di roditore” omologismo di genesi arawak, Marinìsmo con Marinìsta e Marinìstico relativo allo scrittore G. B. Marino (1569/1625), Il mare è ricco di Seni e Golfi, Rade e Baie. Il termine Seno marino, con Insenàre e Insenatùra, fig con Insinuàre e Insinuàto, Sinusòide e Sinuòso, è ispirato al lat SINUS che in origine sta per piegatura della veste femminile successivamente attestatosi nel termine geografico; il percorso dall’originale conta la variante fig Sèno “petto” della femmina, snm di Còlpo dal gr KOLPOS cui Colpìte (XIX sec) snm di Vaginite (1911) con Colporragìa, questo col suff RAGGIA che vale “scorrimento (di sangue) – emorragia ”, Colposcopìa con Colposcòpio, eppoi Kolpofobìa che è l’avversione per i genitali, particolarmente femminili. Conta ancora i Seni paranasali cui Sinusàle, Sinusìte, Sinusìtico, in botanica quale Sinuàto. Il Sèno, infine, quale Funzione trigonometrica, è tratto dall’ar GAIB svoltosi nel medv SINUS omn del primo, cui Cosèno (pref CO con valore di Complemento) dalla locuzione COMPLEMENTI SINUS Seno del complemento. Termine alieno Senùsso con Senussìta, relativo ai Senussi, una confraternita religiosa musulmana. Gòlfo è il snm di Seno marino, dallo specifico gr KOLPOS seno, cui i fig Ingolfàre (la dannazione per le auto in panne) con Ingolfamènto e Ingolfàto; termini che hanno soverchiato la semantica originale, infatti sopravvive a stento Ingolfarsi, che è l’azione delle acque marine nell’appropriarsi della costa sino a formare appunto un golfo. In percorso, la locuzione Corrente del golfo. Ràda è l’omologismo dal franc RADE insenatura, già anglosassone RAD. Bàia (marina), infine, è l’omologismo dal franc BAIE modesta insenatura da BAYER essere aperto rintracciabile nello sp BAHIA e, tanto per non smarrire il ricordo del patrimonio comune indoeur, nell’ingl BAY cui il glb Baywatch “bagnino”, dal verbo TO WATCH che vale guardare-sorvegliare. Vichingo, relativo al popolo nordico dei Vichinghi “coloro che vengono dalla baia”, è l’omologismo dallo scandinavo VIKINGR da VIK baia; e pare ormai storicamente accertato che fu il navigatore scandinavo Bjarni Herjolfsson nel 996, ovvero cinque secoli prima di C. Colombo, a scorgere per caso le coste americane e approdarvi, trascinato da correnti che lo avrebbero deviato dalla rotta verso la Groenlandia. Da sfatare anche l’immagine dell’elmo vichingo corredato di corni, che si è attestato nella tradizione così come il falso codice del pollice verso il basso o l’alto ostentato dall’imperatore romano nei riguardi dei gladiatori combattenti. Vichianèsimo con Vichiàno, invece, è relativo al pensiero di G. B. Vico (1668\1744). Il termine Ocèano, cui il coronimo Oceània, è d’estrazione religiosa; 285 appartiene all’onomastica delle divinità, dal gr OKEANOS, divenuto OCEANUS in lat, era il dio dei mari 2 cui Oceanìna, ciscuna delle figlie avute con Teti; in percorso, Oceànico, Oceanìno, i composti Ocenàuta, Oceanografìa con Oceanogràfico e Oceanògrafo. \ Museo oceanografico famoso al mondo è nel Principato di Monaco, fondato nel 1910.\ Gli oceani pullulano di coralli; il termine Coràllo è dal lat CORALLUM già class CORALLIUM dal gr KORALLION d’etim non accertato, forse connesso con il rad KER di Coriaceo, cui Corallàio o Corallàro, Corallière, Corallìna e Corallìno, i composti Corallìfero, Corallifòrme. Il Corallo appartiene ai Celenterati marini ed è quindi un organismo animale, non vegetrale come si può credere. In maniera fig per i colori, esiste sia il Serpente corallo velenoso sia il Serpente falso corallo innocuo. 1 Marinàre vale anche “assentarsi con arbitrio dalle lezioni scolastiche”, metaf “conservare-tenere in serbo” come si fa col pesce. Una riflessione sortami ai tempi quando, tra la primavera e l’estate, con un clima accogliente e le spiagge ancora vacanti d’ombrelloni, noi, due o tre compagni di classe più assidui, andavamo a tuffarci nel mare, privilegiandolo rispetto all’aula; la scuola, così, guarda caso, la marinavamo. 2 Il dio Oceano era un Titano (divinità gigantesche personificratrici dei colossali aspetti del mondo), figlio di Gea (Terra) e di Urano (Cielo). Accoppiato carnalmente con la sorella Teti, di straordinaria bellezza, Oceano era d’indole pacifica e non volle partecipare all’immane conflitto tra i fratelli Titani e il grande Zeus, scegliendo di godersi tranquillamente l’incesto, dal quale furono procreati migliaia di figli. È la mitologica metaf che narra della formazione delle acque che precipitano, sorgono dal cielo e che penetrano negli abissi primordiali (costituendo un accoppiamento indissolubile), rimaste naturalmente immuni dagli sconvolgimenti tettonici, e dalle quali si sarebbero diramati migliaia e migliaia di corsi d’acqua. Da Teti, deriva il sostantivo Tètide mollusco.\ \ Xenofobia Senofobia Sèno (omn di Seno “golfo” e di Seno geometrico), in composizioni quali Senofobìa e Senòfobo, è l’omologazione ital dal gr KSENOS-XENOS straniero-ospite, pertanto, esistono in complanare Xenofobìa e Xenòfobo e, in percorso, Prossenèta (col pref PRO), Prossenètico, Prossenetìsmo (XX sec), da non equivocare con Prossemica (Ved Prefissi SEMI… in Mondo…) e con i lemmi del percorso di Prossimo. Il percorso dal gr KSNOS-XENOS omologato in ital (pur non contemplando la lettera x e pertanto destinato a svolgersi in s) prosegue con Xenìa “ospitalità” da KSENIA con Xenitìa da KSENITEIA il vivere da forestiero, Xèno “rarissimo gas nobile” (simbolo Xe), il pref XENO per composizioni quali i termini zoologici Xenòbio (suff BIOS vita) con Xenobiologìa, Xenobiòsi (suff dal gr BIOSIS vita) e Xenobiòtico, Xenodòchio (ospizio) o la variante Senodòchio (col gr DEKHOMAI accolgo), Xenodònte “sorta di serpente” (col gr ODUS dente), Xenoecologìa con Xenoecològico e Xenoecòlogo, Xenofilìa con Xenòfilo (col gr PHILIA amore), il botanico Xenogamìa (col gr GAMIA accoppiamento), Xenogènesi (col tema gr GEN generare), Xenoglossìa “manifestazione medianica” (col gr GLOSSA lingua) in associaione a Xenografìa, Xenoparassìta “parassita estraneo”, Xenotrapiànto “tra organi di soggetti diversi per specie”; il percorso prosegue con il prefissato A 286 privativo cui Axenico “ privo di flora intestinale”. \ Rispetto ai latini-romani, i greci avevano un religioso culto del KSENIA ospitalità, in concorrenza con il mondo arabo. Il peccato di aggredire ospiti ed ambasciatori odorava di nefanda superstizione. La societa meridionale italiana, erede della Magna Grecia e nella cultura araba, ne ha ereditato il grande rispetto, in contrapposizione con la società nordica, naturalmente salvo eccezioni individuali e famigliari.\ \ Alga Il lemma Alga-àlga con Alghe-àlghe (organismi) è originario da tema med ALGA pianta, cui Algàle e Algòso, Algìna “estratto dalle alghe” (suff chimico INA) con Algìnico e Alginàto dalla locuzione Acido alginico e suff chimico ATO, i composti Alghicìda, Algologìa, questo snm di Algologia da Algia col proprio derivato Algòlogo; termine alieno è Algarròbo “sorta di pianta delle Mimosacee), omologismo dall’ar AL KARRUBA attraverso lo sp ALGARROBO. Il gr conta PHYKOS per alga d’origine semitica, cui il lat FICUS e l’ital Fùco “sorta di alghe” (omn di Fuco delle api) cui Fucàcee (la Famiglia) e Fùco “sostanza colorata estratta” con il Pp aggettivato Fucàto, eppoi il pref FICO per composizioni quali Ficobilìna (con il lat BILIS secrezione), Ficocianìna (con il glucoside Cianìna dal gr KYANOS azzurro), Ficoeritrìna (con il gr ERYTHROS rosso), Ficomicèti (col gr MYKES fungo) cui Ficolichèni (questo con Ficomiceti e il lat LICHEN Lichene), Ficologìa e Ficòlogo; da non equivocare con i termini composti con Fico, il noto frutto. Infine, il suff FICEE in composizioni quale Carofìcee questo con un Càra “radice selvatica” dal lat CHARA cui Caràcee (la Famiglia), Cianofìcee (con Ciàno) snm di Schizoficee, Clorofìcee (col gr KHLOROS verde), Criptofìcee (con Cripto dal gr KRYPTOS nascosto), Crisofìcee (col gr KHRYSOS aureo), Dinofìcee (col gr DINOS roteazione-vortice), Feofìcee (col gr PHAIOS scuro), Rodofìcee (col gr RODON rosa), Schizofìcee (con suff dal gr SKHIZO fendo) snm di Cianofìcee, Xantofìcee (col gr KSANTHOS giallo) In termini militari glb si conta dal 1987 il termine Dròne dall’ingl DRONE fuco-ronzio con valore di radiobersaglio per missili aria-aria. \ Clima Clìma è inv dal lat CLIMA, dal gr KLIMA inclinazione, poi semant “inclinazione della terra dall’equatore ai poli” anche “latitudine”, cui Climàtico, Climatologìa con Climatòlogo, Climatizzàre questo un esot moderno coniato nel 1970, ispirato al franc CLIMATISER cui Climatizzatòre. \ La differenza tra Clima e Tempo è che il primo termine determina le condizioni atmosferiche medie proprie, ovvero peculiari di una territorio; il secondo è relativo all’incidenza delle condizioni in una frazione appunto temporanea. L’Italia è suddivisibile in clima continentale al nord, clima mediterraneo lungo la penisola; una differenzazione che appare sempre più indicativa, se non virtuale, poiché le due regioni geografiche, rispetto al passato, appaiono influenzabili reciprocamemnte. Il clima del nostro pianeta ha sempre ostentato importanti mutazioni, poi, molto più tardi è apparso l’uomo il quale ha dovuto smentire, anche amaramente, credenze di inalinabili peculiarità territoriali “a memoria dei padri”, una memoria che per la vita terrestre è solo un istante. Il problema del riscaldamento globale si è avviato già dai tempi quando l’uomo, diffusosi per il pianeta, ha acceso dappertutto fuochi per 287 riscaldarsi, cucinare, fondere… i polmoni della Mummia di Similaun contengono tracce di carbone, come se avesase fumato. Dopo secoli, una inondazione può ricorrere nell’identico posto, un vulcano può risvegliasi… i danni e le tragedie arrivano ove la mancanza di memoria ha fatto sì che qui i costruissero manufatti, case ed altro. \ Climatèrio sta per “gradino”, ovvero “punto critico”, infatti, dal gr KLIMAX scala l’ital ha direttamente assunto Klìmax, meglio Clìmax, termine questo utilizzato solo in riferimento ad una figura retorica cui l’opposto Anticlìmax. Il Climax, snm quindi di Gradazione, quale figura retorica è il comporre in successione lemmi o versi (parole e frasi nella prosa) in graduale intensificazione da una espressione normale, moderata o positiva verso quella negativa; per esempio si prenda questo segmento dei versi dello SA impressi sul monumento ai Caduti di Silea Treviso \...\ sul selciato langue raccolto\ s’è macchiato sangue dirotto \...\ dove la moderatezza espressiva del “langue raccolto” si svolge nella negatività estrema del “sangue dirotto”. In opposizione si ha l’Anticlimax; nell’ultimo verso dell’Infinito di Leopardi \...\ e il naufragar m’è dolce in questo mare \ la negatività (naufragar) si svolge in positività (dolce). Il Climax e l’Anticlimax, viepiù, possono riguardare il tecnicismo dei versi ove questi siano elaborati in un susseguirsi metrico-ritmica crescente e viceversa. Il composto Klimaxfobìa o Climaxfobìa indica la paura per le scale, del cadere di sotto. Il gr KLIMA è da KLINO io piego da rad KLEI cui KLINE letto, Clìnica “arte relativa a chi giace” con il composto Policlìnico; in percorso troviamo Chinàre dal verbo intensivo lat CLINARE con un obsoleto Acchinàre nel senso di “Umiliare”, e Chìna (pendio) con Chìno, in locuzione metaf Mettersi su una brutta china e Risalire la china. Ancora, Clìne e Clìvo dal lat CLIVUS pendio cui Proclìve con Proclività (col pref PRO avanti vale fig o meno “che pende in avanti”. Clivàggio “sfaldatura” è l’omologismo dall’ol KLIEVEN fendere attraverso il franc CLIVAGE, in vrs connesione con la rad KLEI. Clìzia snm di Girasole deriva dal nome della ninfa Clizia che Apollo trasformò in questo fiore dopo averla amata; non può però sfuggire l’associazione fig di Clizia-Girasole con la propria particolarità di piegarsi seguendo il sole. Termine certamente alieno è Clìvia (termine botanico) ispirato a Lady Ch. Clive (1892). Il percorso continua con i prefissati e composti quali Declinàre, con un ant Dechinàre, cui Declinàbile, Declinamènto, Declinànte, Declinatòre, Declinatòria con Declinatòrio, Declinazionàle, Declinaziòne 1 e Declìno, Declìve o Declìvo con Declività, Declìvio, il composto geofisico Declinòmetro, Inchinàre con Inchinamènto, Inchinèvole e Inchìno questo sia sostantivo sia aggettivo, il composto topografico Eclìmetro o Ecclìmetro da EKKLINO, Inclinàre con Inclinaziòne, Inclìne e Inclinòmetro, Reclinàre con Reclinàbile, Reclinàto e Reclìno, Sinclinàle (pref gr SYN insieme) “piegato verso l’alto” (in geologia), Triclìnio 2 , Triclìno (sistema cristallino); eppoi il pref-suff CLINO per composizioni quali l’anatomico Clinòide o Clinoidèo, Clinòmetro, Clinoscopìa con Clinoscòpio, Clinostàtico con Clinostatìsmo; 288 eppoi il fisico Baròclino (col gr BAROS peso) cui la locuzione meteo Campo baroclino in concorrenza con Isoclìno e Isoclinàle (suff gr ISOS uguale), l’aggettivo floreale Diclìno, il minerale Microclìno, il botanico Monoclìno con Monoclinàle, il mineralogico aggettivo Triclìno cui la locuzione Sistema triclìna. Il composto Clinofobìa indica l’avversione psicologica di andare a letto. In senso astronomico, il lat conta NUTARE inclinare o vacillare, cui Nutànte da NUTANS che si piega, Nutazionàle, Nutaziòne “oscillazione, spostamento”, forse connesso con la rad dell’ingl NUT bullone in estensione fig da noce. Alieno, o tropologico, è il termine Nutèlla, questo un marchio commerciale nel 1995. Nella linguistica, Declinazione vale la flessione dei temi per indicare il numero e il caso, in eredità dal gr-lat ma già sct. 2 Nei Romani era la sala da pranzo costituita da tre letti, LECTUS SUMMUS, LECTUS MEDIUS, LECTUS IMUS (grande, medio e piccolo (il più basso), accostati alla tavola dove, secondo gli usi d’allora, s’adagiavano i commensali. 1 \ Enclisi Proclisi Il fenomeno dell’Enclìsi, dal lat prefissato ENCLISIS già gr ENKLISIS, da KLINO piego, cui Enclìtico e Enclìtica, avviene quando una parola trova accentazione sulla parola che la precede, quale Mi sègui in Sèguimi, Si crède in Crèdesi; le cosiddette particelle pronomonali mi ti ci si, vi lo la ne… che qui assumono la definizione aggettivata di Clìtico dal gr KLITIKOS, presentano infatti enclisi. Al contrario, la Pròclisi o Proclisìa, con Proclìtico e Proclìtica, stessa derivazione lat-gr ma con diverso pref, avviene ove una parola trova l’accentazione sulla parola che segue, quale Per amòre, Se Stèsso qui sottintese nella forma ricorrente Per amore, Se stesso. Da non equivocare etim con termini relativi al gr KLYSIS lavaggio, quale Enteroclisi, anche se sorge la riflessione che una rad comune KL si sia evoluta dal generico piegare fig in piegare per lavare (lavarsi). \ Acqua Mare ed Oceani sono d’acqua. Acqua-àcqua, come il precedente Màre, è il termine diffuso nella parte nordoccidentale indoeur, dal lat AQUA, da tema AKWA, cui il desueto Aqua-àqua fedele al lat, Acquàio, Acquaiòlo o Acquaiuòlo, Acquarèllo o Acquerèllo con Acquarellàre o Acquerellàre e Acquarellìsta o Acquerellìsta. \ Salvator Dalì, negli anni Cinquanta, dipinse la “Divina Commedia” in cento diversi acquerelli suddivisi in tre parti nel rispetto dei canti \ Il percorso prosegue con Acquàre, Acquàrio (anche segno zodiacale) o Aquàrio, Acquàta e Acquàto da AQUATUS, Acquàtico o Aquàtico snm di Acquàtile o Aquàtile con Acquaticità, Acquatìna, eppoi Acquastrìno da AQUATRINUM con la variante Acquidrìno o Acquitrìno dal volg QUATRINUM (aferesi della A) con Acquidrinòso o Acquitrinòso dal verbo AQUARI rifornirsi d’acqua sul calco di PISTRINUM luogo dove di pesta il grano dal verbo PISTARE pestare. Il percorso continua con Acquazzòne dal lat AQUATIONEM, Acqueo-àcqueo o Aqueo-àqueo, Acquerèccia o 289 Acquerèccio, Acquerèlla, i dim Acquerùgiola e Acquètta, Acquido-àcquido o Acquidòso, Aquifoloiàcee “Famiglia di arboree”, Acquolìna cui la locuzione Acquolina in bocca, Acquòreo, Acquòso o Aquòso con Acquosità o Aquosità e, con i prefissati e composti, l’agricolo Ablaqueaziòne dal verbo ABLAQUERARE scalzare (la terra sotto le piante per raccoglere acqua piovana) con il pref tratto dal Pp ABLATUS di AUFERRE portare via, Annacquàre-Innacquàre, in composizione, Acquacedràta (con sciroppo di cedro), Acquacoltùra o Acquicoltùra, Acquafòrte “Acido nitrico” con Acquafortìsta dalla locuzione Acqua forte, Acquafràgio (snm di Naufragio), Acquamanìle (bacinella medv, oggi religiosa, col derivano di Mano), Acquamarìna dalla locuzione Acqua marina, Acquanàuta, Acquapàrk ricalcando Luna park, Acquapèndere con Acquapendènte “versantependice”, la locuzione scientifica Acqua pesante, Acquaplàno snm di Idroplano o Idrovolante, Acquaràgia dalla locuzione Acqua ragia, Acquariofilìa con Acquariòfilo, Acquariologìa, Acquasànta con Acquasantièra dalla locuzione Acqua sànta, Acquascìvolo, Acquascooter con il glb ingl Scooter cui l’omologismo Scooterìsta, la locuzione Acquaterra (riferito al punto di lancio e di caduta dei missili, in associazione a Terra-terra e Terra-aria), Acquatìnta dalla locuzione Acqua tinta, Acquavìta o Acquavìte (plur Acquaviti o Acqueviti) ossia bevanda alcolica che sta per “acqua di vita” con Acquavitàio; tra le acqueviti si conta il glb ingl Whisky o Whiskey di genesi gaelica UISGEBEATHA “acqua di vita”. Eppoi Acquemòto snm di Maremoto, Acquìcolo (col suff COLO che abita ricalcando Agricolo), Acquicoltòre o Acquacoltòre e Acquacoltùra o Acquicoltùra, Acquìfero, la locuzione Acqua tinta “vino annacquato”; dall’ol BRANDEWIJN acquavite-vino distillato l’ital ha adottato il glb Brandy, cui l’omologismo piemontese Brànda “acquavite” attraverso il franc BRANDI (pron brandì), snm del glb Cognàc o Cògnac questo da toponimo franc Cognac cui un omologismo volg Cognàcche con Cognacchìno. Ancora, Acquedòtto o Acquidòtto da AQUIDUCTUS con Acquidòccio da AQUIDUCIUM e Acquadottìstico… le prime tubature idrauliche apparvero a Creta così riesumate dagli scavi; nell’ant Roma ci fu il trionfo della Tubazione idraulica e dell’Acquedotto. Il tema è rintracciabile nell’omologismo ingl Water cui, in area glb, Wàtsu “terapia fisica in acqua” questo una conposizione ingl-giapponese con SHIATSU pressione delle dita e, in locuzione, Water closet “stipo d’acqua” dove CLOSET “armadio” è connesso con TO CLOSE chiudere, eppoi Water polo “pallanuoto” letteralmente “polo d’acqua” e Waterproof “impermeabile” letteralmente “a prova d’acqua” con PROOF prova. Il Water closet ossia l’ital Tazza per gabinetto corredato di scarico, fu ideato nel 1879 da S. S. Helior, a seguito di precedenti sperimenti di J. Preser e J.Bramah nel XVIII sec. A onore dell’umanità tutta, occorre sottolineare che le prime tazze per impellenze fisiologiche collegate a fognature sorsero in India nel 2500 aC. Dopo la caduta di Roma e fino al 1500, gli escrementi erano raccolti in vasi da svuotare nelle strade, dalle finestre. Infine, il lemma Acqua si ritrova inaspettatamente in Guazzàre, fornito 290 anche di pref S durativo cui Sguazzàre “muoversi a proprio agio nell’acqua” o metaf “godere di...” denm di Guàzza e Guàzzo dal lat volg AQUATIA astratto di AQUATUS con lenizione del gruppo qua in gua e aferesi della A che pare si sarebbe mutata in articolo (L)a Quatia (pron la quazia); il termine ricompare in Guazzabùglio e Guazzabugliàre tramite l’inc con Garbuglio. Guazzètto è una sorta di Intingolo. Guazzabuglio ha un snm fig in Cibrèo che sta per “pietanza con vari elementi” ma esito attraverso un ipocoristico della composizione lat ZINGIBEREUS fatto a zenzero con REGIUS degno di re ; il fem Cibrèa invece, di etim non accertato, è il snm di Treggia. Il tema AKWA indica una più concretezza se confrontato con la rad AP diffusasi nella parte sudorientale tradizionalmente meno umida (nella variante persiana, acqua è AB; in rumeno, acqua è APA). La rad AP pare sia l’origine di termini italiani, quale Aprìco, che configura uno spazio libero da ostacoli ed esposto al sole - come lo può essere o uno specchio d'acqua o il suo sito prosciugato - pertanto, nello stesso percorso semantico, troviamo anche il mese di Aprìle con i derivati Aprilànte e Aprilìno. Sarebbe vrs la connessione con il termine (prefissato AD) Ademprìvio “sfruttamento indiretto del terreno” adottato in Sardegna cui Ademprivile d’origine catalana dal prefissato EMPRIUS “terreno da pascolo comune”. Intriso d’acqua vale Bagnàto di Bagnàre con Bàgna “intingolo” cui la gastronomica torinese Bagnacauda “intingolo caldo”, Bagnàbile, Bagnaiòlo meglio Bagnànte, Bagnamènto, Bagnaròla, Bagnàta con Bagnàto, Bagnatòre, Bagnatùra, Bagnèt (salsa piemontese), Bagnìno, Bagnòlo “impacco o Vasca da bagno”, il prefissato Bibàgno o Bibàgni (con BI da BIS due vale “casa a due bagni” ovvero Doppi servizi), da Bàgno dal volg BANJUM già gr BALNEION riversatosi nel lat BALNEUM, nel parlato BANEUM, cui i più espliciti Balneàre, Balneàrio, Balneaziòne, Bàlneo, il composto Balneoterapìa. Il termine Bagno è utilizzato nelle composizioni quali Bagnacàuda (con Cauda calda in piemontese), Bagnomarìa, già in uso nel ‘500, fatto derivare da Maria l’Ebrea, presunta sorella di Mosè, appassionata d’alchimia, Bagnoschiùma questo un prodotto cosmetico, infine Bagnasciùga, questo col verbo Asciugare, relativo alla linea di galleggiamnento, ossia la zona della carena “ora bagnata ora asciutta”, erroneamente indicata quale snm di Battigia, così come pronunciato da Benito Mussolini nella frase “Inchioderemo (gli alleati) sul bagnasciuga” intendendo “appena sbarcati sulla battigia”. La locuzione Bagno turco è la traduzione dall’ar HAMMAM bagno adottato in area glb, Hammam, cui il toponimo Hammamet. Direttamente dal gr si conta Adiànto “sorta di felce delle Polipodiacee con foglie piccole a ventaglio” dal prefissato gr ADIANTON che non si bagna con A privativo da DIAINO io bagno, il cui snm è Capelvènere questo ipocoristico dalla locuzione lat CAPILLUS VENERIS capello di Venere Snm di Bagnato, Màdido è invece dal lat MADIDUM da MADERE essere bagnato cui Madefàtto e Madefaziòne derivati dalla composizione lat MADEFACERE inumidire; il termine Màtto, questo dal lat MATUM ubriaco, è connesso metaf con MADIDUM bagnato-molle, ma che da 291 questo, in aggiunta a “non sano-opaco-falso…” s’è differenziato attestandosi nel significato corrente cui Mattèzza, Mattòide, i fig Mattùgio o Mattùgiolo e Mattolìna “sorta di uccello”, il prefissato Ammattìre (AD allativo, non coniugabile al riflessivo) cui Ammattìto. In percorso l’obsoleto Mattaccìno snm di Giullare. L’omn Màtto è l’omologismo dall’ar MAT morto, in remota connessione con il sct MRTA, dalla locuzione SAH MAT Il re è morto snm di Scacco al re nel gioco degli scacchi, cui Mattàre. Mattòne, non è l’accr di Matto, bensì da una voce preindoeur di cui si sarebbe smarrita la rad; il Mattone, infatti, si considera storicamente nato tra il Tigri e L’Eufrate, in Mesopotamia insomma., suggerito dagli indurimenti del limo dopo le inondazioni. Lo storico arco in mattoni d’argilla risale a un documento del IV sec aC rinvenuto negli scavi di Ur nell’Iraq di oggi. Il rad avrebbe portato al lat MATTA zolla e fig stuoia, donde in ital l’inv Màtta con Mattaiòne. Derivati da Mattone, si contano Mattonàia, Mattonàio, Mattonàta, Mattonàto, Mattonatùra, i dim Mattonèlla e Mattonètto, Mattonièra, il prefissato Ammattonàre (AD allativo) con Ammattonàto e Ammattonatùra, i composti Mattonellifìcio, Mattonifìcio. In Piemonte nel comprensorio della Fraschetta la casa tipica è indicata con Trunera, vrs dal franc TROU tana –piccolo alloggio che avrebbe assunto in metonimia il significato di “mattone”. In gr, il mattone era PLINTHOS, cui l’ital Plìnto transitato dal lat PLINTUS. Acquàridi o meglio Aquàridi, è il nome di una coppia di sciami meteorici che appaiono nella prima quindicina di maggio e a fine luglio. Dalla nostra ottica terrestre, provengono dalla costellazione dell’Acquario. Dal gr HYDOR acqua giungono infine tutti quei numerosi termini derivati e composti col pref IDR IDRO e suff IDRICO, quali Idra-ìdra, Idratàre con Idratànte, Idratàto e Idrataziòne, cui i prefissati Deidratàre con Deidrataziòne snm di Disidratàre con Disidratàto e Disidrataziòne (DE-DIS sottrattivo), Idràcido, Idràto, Idràulica con Idràulico e Idraulicità (composti con il lat AYLIS tubo), Idrazìna (con Azoto e suff chimico INA), Idremìa o Idroemìa (col suff EMIA sangue), Idria-ìdria (largo recipiente per l’acqua, esplicito dal gr HYDRIA), Idrico-ìdrico, Idroalcòlico, Idròbate (“sorta di uccello”, col gr BATES che va) e Idrobàtidi (la Famiglia) alla quale appartiene anche il Petrèllo “sorta di uccello”questo attraverso il franc PETREL altrimenti detto Uccello delle tempeste, eppoi il glb Idrobike (con l’ingl BIKE bicicletta), Idrobiologìa con Idrobiòlogo, Idrocarbùro cui Idrocarbùrico; tra gli idrocarburi si conta il Frèon “Gruppi di idrocarburi-marchio registrato”, Diène questo con DI di DIS due volte e suff chimico ENE, altrimenti detto Diolefìna (DIS due volte e Olefina), cui Pentadiène (col pref PENTA cinque vale “cinque atomi di carbonio”). Olefìna, cui Olefìnico, è un idrocarburo alifatico, omologismo dal franc OLEFIANT dove ant finale è sostituito dal suff chimico ital INA. In connessione con HYDOR il toponimo Hydruntum l’ant Otranto “città tra le acque” cui il demotico Idruntìno o, modernamente, Otrantìno. Il percorso IDRO prosegue con Idrocaritàcee (Famiglia di piante, col gr KHARIS grazia), il patologico Idrocefalìa cui Idrocèfalo, Idrocèle (col gr 292 KELE gonfiore), Idroceràmica, Idrochèridi (sorta di mammifero, col gr KHOIROS porco), Idrochinòne, Idrocinesiterapìa, Idrocinètico, Idrociòne (sorta di pesce, col gr KYON cane), Idrocolonterapìa, Idrocoltùra, Deidrocongelaziòne, Idrocoràlli, Idrocorìa (col gr KHOREO mi sposto) cui Idrocòro, Idrocortisòne, Idrocuziòne attraverso l’ingl Hydrocution con EXECUTION esecuzione e vale “morte accicdentale per immersione in acqua fredda”, Idrodinàmica cui Idrodinàmico, Idroelèttrico, Idroestrattòre, Idròfidi (Famiglia di serpenti, col gr OPHIS serpente), Idrofinitùra, Idrofìsica, Idròfita (sorta di pianta acquatica, col gr PHYTON pianta), il patologico Idrofobìa con Idrofòbico e Idròfobo o Hydrofobìa e relativi che indica paura dell'acqua o della Rabbia (patologia virale trasmessa da alcuni mammiferi come ilcane e il lupo), Idròfono con Idrofònico e Idrofonìsta, Idròforo (col gr PHOROS io porto), Idroftàlmo (col suff dal gr OPHTHALMOS occhio), Idròfugo, Idrogeologìa con Idrogeològico, Idrogeotèrmico, Idrogètto snm di Idroreattòre, Idrografìa con Idrogràfico, Idrògrafo, Idroguìda, Idrolàbile con Idrolabilità, la molecola d’acqua Idròlo cui il prefissato Peridròlo (pref chimico PER “più valenza”), Idrologìa con Idrològico e Idròlogo, Idromanzìa con Idromànte, Idromassàggio, Idromeccànica, Idrometallurgìa, Idromètra (sorta di insetto, col gr METRES che misura), Idrometrìa con Idromètrico, Idròmetro e Idromètridi (Famiglia d’insetti), Idròmio (sorta di topo, col gr MYS topo), Idromòrfico, Idronefròsi. Idronimìa con Idrònimo quale nome di fiume o di lago, ma in estensione anche di un mare, di un oceano, insomma di tutto ciò che è acqua, evitando il più corretto Limnonimo. Il percorso continua con Idrònio o Idròssònio (IDROSSI col suff di Ione), Idronutriènte, Idrope-ìdrope cui Idròpico, Idropisìa o Idropesì (col gr OPS OPOS aspetto) da non equivocare con Idropessìa o Idropèssi (col suff dal verbo gr PEGNYMI io fisso), Idròpote con Idropìnico e Idropinoterapìa (col verbo gr PINO bevo), Idropittùra, Idroplàno snm di Acquaplano o Idrovolànte con Idroricognitòre, associati a Idropòrto questo con il snm Idroscàlo, ancora associati a Idroscìvolo e Idroscivolànte “fuoribordo”, Idroaerogìro questo velivolo come Elicottero o Elicoplano. Eppoi il termine tecnico Idropneumàtico e il medico Idropneumotoràce, Idropteridàli o Idroptèridi (Ordine di felci, col gr PTERIS felce), Idropulsòre, Idropellènte (con Repellente) e Idropellènza, Idrorrèa o Idròsi (intensa sudorazione, col verbo gr RHEO scorro e suff medico OSI), Idrosadenìte qui con HIDROS col valore di sudorazione, Idrosalìno. Idrosalpìnge (col gr SALPINKS SALPINGOS tromba-tuba) con valore anatomico quale Tromba(Tuba) uditiva e Tromba(Tuba) uterina. Nel percorso, ancora, Idrosanitàrio, Idroscàfo, Idroscàla, Idroscì con Idrosciatòre e Idrosciìstico, Idroservostèrzo, Idrosfèra (la parte del globo cosiddetto Terracqueo interassata dalle acque, anche sotterranee, in sequenza con Aerosfera e Litosfera), Idrosilurànte, Idrosoccòrso, Idrosòl ellittico attraverso l’ingl HRYDROSOL dove SOL vale SOLUTION soluzione, Idrosolùbile, un pref IDROSSI (con OSSI “ossigeno”) per composizioni quale Idrossilammìna (con Ammina), Idrostàtica con Idrostàtico, Idrotàssi o Idrotattìsmo (col gr TAKSIS disposizione), Idroterapìa con Idroterapèutico e Idroteràpico, Idrotermàle, Idrotimerìa qui da HYDROTES che vale umidità 293 con Idrotimètrico, il patologico Idrotoràce, Idròtropo (col gr TROPO da volgere), Idrozincìte con Zinco e suff ITE per minerali, Idrozòi (Sottordine di forme marine, col gr ZOION animale), il poetico Idrùrga “sorta di foca” col gr ERGON forza-lavoro e Idrùro col suff chimico URO. In percorso il prefissato Anidro-ànidro (A privativo) cui Anidròsi “mancanza patologica di sudore” eppoi il chimico Anidrìde che appare in locuzione Anidride carbonica (CO2), Anidride solforosa, e Anidrìte. \ Bruciare 50 litri di benzina equivale a produrre circa 119 Kg di Anidride carbonica. L’acqua piovana, acida di anidride carbonica, irrompendo nel sottosuolo e sciogliendone il calcare ha cosi creato le grotte \ Infine, nel percorso, i composti quali Clessìdra dal lat CLEPSYDRA già gr KLEPSYDRA (col gr KLEPS rubo), Cloridràto che sta per Acido cloridrico, Crioidràto (col gr KRYOS freddo) e Solfidràto che sta per Acido solfidrico, tutti col suff chimico ATO. Infine, Fluoridràto attraverso il franc FLUORHYDRATE (con Fluoruro) e Fluorìdrico attraverso il franc FLUORHYIDRIQUE (con FLUOR fluoro). Da includere i prefissati il chimico Anìdro “privo d’acqua” (pref A privativo) ed Enìdro “sorta di minerale” (prefisso gr EN illativo) “pieno d’acqua” cui Enidrocultùra. Il gr elenca anche HYGROS umido di rad comune HY, cui Hygrofobìa che indica avversione per i liquidi e umidità in genere, il patologico Igròma (suff medico OMA) i composti Igròfilo (col gr PHOLOS che preferisce (ama), Igròfito (col gr PHYTON pianta), Igrògrafo, Igrogràmma, Igrometrìa con Igromètrico e Igròmetro, Igropètrico, Igroscopìa con Igroscopicità, Igroscòpico e Igroscòpio, Igròstato, Igrotattìsno o Igrotàssi. \ L’Igrometro fu inventato da Benedict Horace nel 1783 mediante lo studio della proprietà dei capelli di modificare la loro lunghezza con l’umidità \. Ogni acqua ha il movimento ondoso e il termine Onda-ònda è dal lat UNDA cui UNDARE e l’ital Ondàre, da rad WED-UD presente in tutta l’area indoeur, cui Ondamènto, Ondànte, Ondàta, Ondàto (suff del Pp ATO per Ondulato), Ondaziòne, Ondòso con Ondosità, Ondulàre quale denm ddel dim lat ONDULA con Ondulamènto, Ondulànte, Ondulàto (Ondato), Ondulatòre, Ondulatòrio o Ondulatoria (con Sussultorio-Sussultoria sono sovente in locuzione con “movimento tellurico” o “scossa di terremoto”) e Ondulazione; eppoi Ondeggiàre con Ondeggiamènto e Ondeggiànte, Ondoleggiàre dal dim UNDULA di UNDA cui UNDULARE e il prefissato EXUNDULARE cui Ciòdolàre (dal XVI sec) con Ciondolamènto, Ciondolìo, il devb Ciòndolo, il sostantivo Ciondolòne con l’avv Ciondolòne o Ciondolòni (modello di Pendoloni e simili): eppoi un Ondagàto, sul modello di Variegato, in riferimento ad un particolare calcare della cosiddetta Pietra di Apricena, l’onomastico tratto da un personaggio fiabesco Ondina, i composti Ondìsono (con Risuonare), Ondìvago con Ondivagàre, Ondògrafo, Ondoscòpio, Ondulatòria “scossa tellurica” diversa da Sussultoria e, con i pref, Esondàre con Esondaziòne, Inondàre con Inondaziòne, Ridondàre, o Redondàre o Redundàre, con Ridondànza o Redundànza o Redundànzia e Ridondànte, questo col pref RE(D) di movimento inverso vale “straripare”, Sondàre da SUB ONDARE cui Sònda e Sondàggio. Dallo sp OLA onda l’ital conta l’esot Ola-òla che vale “onda 294 umana negli stadi”; da non equivocare con Olà che è la ruota dei mulini in volg padano, omn di Olà dalla locuzione di richiamo Oh là. Una sorta di onda marina, lunga ed estesa, senza deformazioni è indicata glb col termine franc Houle, d’etim non trovato, azzardato connetterlo in ambito indoeur con l’ingl HOLE. La dimensione delle onde generate dipende dal vento e dalla lunghezza dello spazio in una porzione di mare; tale porzione è indicata glb con l’ingl Fetch che vale “distanza”. Con la rad WED-UD è connesso il lemma russo VODA acqua cui il dim glb Vòdka; a tale rad appartiene il tema UDOR-N cui l’idronimo russo Don “acqua” attraverso un ant persiano, eppoi UDRO animale acquatico svoltosi nel gr ENYDRIA cui Enìdra, nel lat LUTRA da LUTRUM bagno, sovrapposto a LUTUM fango, nell’ital Lòntra, cui il dim Lutrèola e la composizione Lutrafobìa “avversione per le lontre, con un esot Nùtria “castorino” attraverso lo sp NUTRIA dal lat LUTRA, snm di Miopòtamo e di Còipo questo omologismo da COIPU (Coipù) di genesi arawak; Castòro, invece, è dal lat CASTOR già gr KASTOR, cui Castòreo o Castòrio, Castòridi (la Famiglia), Castorìno, vrs connesso con il tema med KASA capanna-tana Il gr ha KYMA per onda, cui i composti Kymofobìa o Cimofobìa “paura delle onde”, Cimoanàlisi o Cimanàlisi, Cymodocèa o Cimodocèa “genere (protetta) di pianta acquatica dioica spermatofita della Famiglia Potamogetonacee”, Cimòfane (col gr PHAINOMAI appaio), Cimòmetro, Cimotrichia (col gr THRIKHOS capello) con Cimòtrico, ll termine Bonàccia, che indica “acque chete per assoluta assenza di vento”, una sventura per le imbarcazioni a vela, è dal lat vol BONACIA, su calco di MALACIA, dal gr MALAKIA languore, ma il termine Bonaccia è il derivato esplicito di BONUS, diversamente quindi da MALACIA che non lo è di MALUS cattivo; snm di Bonaccia è Accalmìa omologismo dal franc ACCALMIE da CALME calma. BONUS è il precedente lat di Bòno e Buòno, da rad DEI-DU, che avrebbe consolidato la formula “pieno di virtù”; a parte il suo dim lat BELLUS di Bello (analizzato altrove), il termine ha condotto ad una lunga serie lemmatica inclusi i composti, cui Benìgno e un desueto Benègno con Benignànza o Benenànza, Benignàrsi e Benignità, col pref GNO di natura come in Maligno, Beninànza o Benenànza attraverso il prvz, Bonacciòne, Bonarietà, Bonàrio, Bongiòrno o Buongiòrno dalla locuzione Buon giorno, Bongovèrno o Buongovèrno, Bongustàio o Buongustàio, la locuzione glb franc Bonheur du jour felicità del giorno, Bonificàre con Bonìfica, Bonificàbile, Bonificamènto, Bonificatòre, Bonificaziòne e Bonìfico, la locuzione glb franc Bon mot Buon motto (arguta battuta), il glb franc Bonne, Bonomìa, Bonòmo o Buonòmo dalla locuzione Buon uomo, Bontà o Bontàde o ancora Bontàte cui Bontadiòso, Bontempòne o Buontempòne con Tempone, eppoi la locuzione glb franc Bon ton Buone maniere snm di Galateo, il sostantivo inv dal lat Bonus con la composizione Bonus-Malus; eppoi, legate alla rispettiva locuzione, l’ital conta Buonacristiàna quale fem da Buon cristiano, Buonafède da Buona fede, Buonagràzia o Bonagràzia da Buona grazia, Buonalàna o Bonalàna da Buona lana che in fig ironica vale 295 “briccone”, Buonalància da Buona lancia “esperto nell’adoperarla”, e così per Buonamàno o Bonamàno, Buonamòrte o Bonamòrte, Buonànima o Bonànima, Buonanòtte o Bonanòtte, Buonasèra o Bonasèra, Buonauscìta o Buonuscìta, Buonavòglia o Bonavòglia, Buoncostùme, Buondì, la locuzione Buon fresco, Buongùsto, Buonòra, Buonsènso, Buontèmpo, Buonumòre o Bonumòre, Buonìsmo con Buonìsta. Infine Abbonàre da Buono, Abbonìre attraverso il franc ABONIR, Abbuonàre denm di Abbuòno o Abbòno, Imbonàre con Imbonimènto e Imbòno, Imbonìre con Imbonitòre e Imbonitòrio. Ancora, Rabbonìre con Rabbonìto. Dall’egiziano UENOFRE il buono, attraverso la versione lat ONUPHRIUS, l’onomastica italiana conta Onofrio. Fuori percorso il lemma Bonòbo “sorta di scimmia” questo omologismo da una voce indigena congolese. L’omn Abbonàre “pattuire”, cui Abbonamènto, è dal franc ABBONNER, probabile connessione col primo dal concetto che Abbonare vale “rendere buona la contrattazione”; comunque, il termine deriva dal celt BORNE limite, vrs connesso al celt-franc BORD orlo, passato poi nel denm lat BONNE che, col pref AD, si sarebbe svolto in AD BONNE assumendo la semantica odierna. Tornando nel contesto d’acqua, l’ital conta i snm Annaffiàre e Innaffiàre, dal lat volg IN AFFLARE e AD AFFLARE fig mandar fuori acqua, composti con ulteriore pref al verbo class già prefissato AFFLARE da FLARE soffiare; più poetico il verbo Roràre cui Rorànte con il prefissato Irroràre (IN illativo) cui Irroratòre, Irroratrìce, Irroraziòne, inv dal lat IRRORARE bagnare di rugiada da ROS RORIS rugiada cui l’aggettivo Ròrido già Ròscido da ROSCIDUS, eppoi, in locuzione, ROS MARINUS rugiada di mare ovvero il Rosmarìno con la variante toscana Ramerino, ROS SOLIS rugiada del sole ovvero Rosòlida, donde Rosòlio e Rosolièra, questi inc con Olio ed Oliera. Il sostantivo Rugiàda, infine è da un’attestazione sett Rosada quale collettivo di ROS, con Rugiadòso e un prefissato Arrugiadàre. \ Il Rosmarino, stando a un’antica credenza italica, tiene vivo il ricordo dell’amato lontano o defunto; pertanto è diventato il simbolo della fedeltà\ \ Vino Vìno è dal lat VINUM, dal gr (W)OINOS, dal tema med VOINO, cui Enìlico snm di Vinicolo, Enòico eppoi il pref ENO vino, cui Enocianìna, Enodiversità, Enòfilo, Enofobìa, Enogastronomìa con Enogastronòmico, Enografìa con Enogràfico, Enolìta (col gr LYTOS solubile) snm della locuzione Vino medicinale, Enologìa con Enològico ed Enòlogo, Enopòlio, Enotèca con Enotecàio e Enotecàro, Enotècnica e Enotècnico, Enoteràcee (Famiglia di piante, le cui radici erano utilizzate a donare profumo al vino) cui Fùcsia, Enitèrmo, Eniturìsmo con Enoturìstico e Enoturìsta, Enovàglio (con Vagliare) snm di Spartisemi. Il fiore di Fucsia ha il proprio snm fig nella locuzione Orecchino di dama. L’ital conta le locuzioni Vin santo donde il termine Vinsànto e Vino cotto donde Vincòtto che in lat è SAPA cui Sàpa “mosto bollito” vrs connesso col tema di SAPOR e già noto ntra i romani; il termine Sapèrda “sorta di coleottero” appare invece fuori percorso, inv dal lat SAPERDA già gr SAPERDES che qui però indica una sorta di pesce. 296 Una varietà di vino aromatizzato, in auge tra i romani, era indicato con Ippocràsso poiché considerato ideato dal famoso medico dell’antichità Ippocrate (V sec aC) cui il relativo Ippocràtico. L’ant vaso gr OINOKHOE, composto da WOINOS e KHEO verso, con aferesi della W, è ricalcato esplicitamente nell’ital Oinokòe o Oinochòe, serviva per versare il vino, omologo del Boccale. \ Mitico tema VOINO-ENO, che viene fatto risalire al favoloso regno del Sud della penisola, quando due popoli, gli Enotri (in gr OINOTRIOI, i quali occupavano le odierne Basilicata e Calabria), e gli Itali (da V-ITELIA), avevano rispettivamente scoperto la maniera industriale di produrre vino e e vitelli, pertanto avevano fatto delle loro terre un forte richiamo nell’allora mondo conosciuto. (Ved Asolo… in Esaudito…).\ Nel percorso di Vino, si contano Vinàccia (buccia degli acini) questo non accr ma dal fem VINACEA dell’aggettivo lat VINACEUS cui Vinaccièra e Vinacciòlo, eppoi Vinàio, Vinàrio, Vinàto (tono di colore), Vinattière, Vinètico, l’esot Vinaigrette dal franc VINAIGRE aceto, Vinìcolo snm di Enìcolo, Vinòso con Vinosità, l’aggettivo Vinolènto dal VINOLENTUS con Vinolènza, la locuzione Vino cotto, il composto Vinìfero con Vinificàre, Vinificatòre e Vinificaziòne (con il lat FICARE fare-rendere da FICERE), eppoi Vinìle questo un derivato dall’etilene la cui resina era utilizzata per la produzione di dischi fonografici, cui Vinìlico, Vinilìte e i composti Vinilacetilène, Viniclorùro cui PVC acronimo di PoliVinilCloruro, Vinilpèlle o l’ipocoristico Vilpèlle, Polivinìle e Vinavil (marchio registrato) . In connessione indoeur, si rintraccia l’ingl WINE vino cui, in locuzione glb, Wine bar (locale per la vendita di vino e spuntini) e Wine cooler “bevanda rinfrescante a base di vino” dove COOL è freddo. Un tipo di vino rosso è il Frèisa o Frèsia dal toponomo Freis del Monferrato; omn di Frèsia “sorta di pianta erbacea” in onore dello studioso S. H. Th. Freese (XIX sec). Dalla locuzione VINUM MUSTUM vino novello, è nato il termine Mòsto da MUSTUM giovane connesso con il gr MOSCHOS rampollo, con il prefissato Ammostàre con Ammostamènto, Ammostatòio, Ammostatòre, Ammostatùra, i composti Malmostòso “scorbutico” questo fig attraverso il milanese e Mostìmetro (misuratore del grado zuccherino), i derivati Mostacciòlo, Mostàio, Mostàrda attraverso il prvz MOSTARDA; Mòscio, ancora, è fig dal lat MUSTEUM da MUSTUM nel senso di fresco, recente (prima dell’indurimento), cui Mosciarèlla, Moscèzza, Mosciòne e un Mòsco direttamente dal gr. Alieno nel percorso è il lemma Mosciàme o Musciàme omologismo dall’ar MUSAMMA seccato transitato dallo sp MOXAMA tonno salato. Il MUSTUM era anche comunemente chiamato nell’ant Roma la bevanda ottenuta dalla miscela di mosto e miele. Il lat conta SAPA vino cotto poi esteso al significato di Mosto, vrs connesso con la rad del percorso di Sapido. \ Il vino era usato quale succedaneo del sangue nei sacrifici sulle are, un’eredità che la chiesa cattolica ha ricevuto con il rito dell’Eucarestia \ Dal volg VINJA vigna, svoltosi dal class VINEA, pervengono Vendèmmia, o Vendèmia e Vindèmia, dal lat VINDEMIA dalla composizione VINUM 297 vino e un suff dal lat DEMERE levare cui Vendemmiàbile, Vendemmiàio (primo mese rivoluzionario franc, dal 22 settembre al 21 ottobre) da VENDEMIAIRE, Vendemmiàle, Vendemmiàre, Vendemmiatòre e Vendemmiatrìce. Vintage, dal franc ant VENDENGE e questo dal lat VINDEMIA è un neologismo che indica un oggetto prodotto almeno venti anni prima. Un capo di vestiario o altro considerato vintage appassiona collezionisti e amatori perché considerati creati con materiale migliore di quello corrente. La chiave d’interpretazione è giusto nel lemma lat VINDEMIA che in origine significa “vino d’annata di pregio”. Il percorso prosegue con Vìgna o il fedele al lat Vìnea, con il fig Vìnea “macchina da guerra”, Vignàio, Vignaiòlo o Vignaròlo già Vignàio, Vignèto e fig Vignètta dal franc VIGNETTE poiché questa era graficamente ornata di piante d’uva donde Vignettatùra e Vignettìsta, il figVignuòla dal dim VINEOLA attestatosi in “passatempo-zimbello-persona da sfruttare”, Vignuòlo snm di Viticcio, un ant prefissato Avvignàto (terreno a vigna). Il verbo Svignàre, meglio Svignàrsela, d’ispirazione fig, varrebbe “sottrarsi al lavoro nella vigna”. Vigna sta metaf quale dimora del padrone cui Vignàle la struttura esterna dell’edificio costituita da scale e ballatoio; Vigna è ancora il simbolo cristiano della Chiesa. Il termine Imbriàco o Ubriàco o Ubbriàco, cui Ubriacatùra e Ubriachèzza, è dal latino volgare EBRIACUS, questo dal class EBRIUS col pref OB d’opposizione (germanizzato) in UB per dare il senso contrario a SOBRIUS sobrio. \ Foresta ubriaca è la locuzione fig che indica un particolare piegamento degli alberi in Siberia, a seguito dello scioglimento dei ghiacci \ EBRIUS è di pura origine indoeuropea donde EBRIO ma in ital avviene il raddoppio della b nel gruppo letterale br poiché questo trovasi in posizione postonica (cioè dopo una vocale accentata) come il lat FABER in Fàbbro; pertanto il percorso linguistico conta Ebbro-èbbro, Ebbrèzza - o Ebro-èbro e Ebrèzza fedeli alle origini - e Ebbrietà questo da EBRIETAS.. Col gioco dei prefissi, si ottiene Inebriàre e Inebriànte con IN illativo, Disebriàre con DIS di sottrazione; da notare che la lettera b non è più raddoppiata perché il gruppo letterale br questa volta non è più in posizione dopo una vocale accentata); e poi dal lat SOBRIUS si ha Sòbrio “chi si astiene” col pref SO di privazione (un pref questo che ritroviamo svoltosi SE in Secernere), e Sobrietà. Quali snm l’italiano conta Sbrònza e Sbrònzo, termini d’etimologia ignota, coniati dal 1923; si potrebbe però ammettere una connessione figurata con Bronzo prefissato S intensivo nel significato etim di “brace accesa” dal colore del viso. Altro sinonimo è Sbornia col prefisso S durativo, una corruzione linguistica apparsa nella metà dell’800 tardivamente attinto al latino EBRIONIA da EBRIUS. Altra corruzione, questa volta dialettale, è il veneziano Boresso dal latino EBRIETAS e che ha assunto il significato figurato di “allegria…”, utilizzato nella locuzione Aver boresso “smania, entusiasmo improvviso per far qualcosa” 298 Astèmio è una composizione lat AB STEMIUS, tratto da un nome del vino TEMETUM, questo in snm col termine med VOINO, e che in origine TEMETUM stava per qualsiasi bevanda inebriante, done Temulènto “ubriaco” con Temulènza dal lat TEMULENTUM e TEMULENTIAM. \ Pietà Elemosina Miseria Un snm di Bontà è Pietà con la variante poetica Pietàte, dal lat PIETATEM astratto di Pìo, questo dal lat PIUS da un più ant osco-umbro PIHO, cui l’onomastico Pio che oggi, dalla santificazione di Padre Pio da Pietrelcina, è comunemente imposto a sua devozione; in percorso troviamo Pietànza (che si offre per pietà), Pietanzièra, Pietìsmo, Pietòso, e, con i pref, Impietosìre, Spietàto. Il toponimo Pienza è da un Pio papa. Il prvz conta HELLIONOR pietosa cui l’onomastico Eleonora o Leonora con i dim Nora e Norina questi in concorrenza con lo sp Nora da NORA nubile. \ Il termine Pietanza ha ormai smarrito la derivazione da Pietà ma sarebbe meglio non definirla tale offrendola ad un ospite invitato, privilegiando i sinonimi Secondo, Piatto, Portata…\ In gr, ELEIO sta per ho pietà, il cui astratto ELEEMOSYNE, svoltosi nel lat cristiano ELEMOSYNA, è diventato l’ital Elemòsina o il desueto Lemòsina, cui Elemosinàre, Elemosinière. La vecchia dizione Limòsina, Limosinàre aveva integrato l’articolo di “l’elemosina”. Ancora in lat, MISERERE sta per aver pietà, cui Miseràbile, Miseràndo, Miserère, Misèria cui Erba Miseria una varietà botanica, MisericòrdeMisericòrdia (composto con COR cuore), Mìsero (lat MISER), Misèrrimo (superlativo di MISER)… e, con i pref, Commiseràre, Commiseraziòne, Immiserìre. \ La Miseria è uno stato di costrizione sociale, la Povertà invece è una scelta, vedi Il poverello d’Assisi.\ \ Natanti Vento Aviazione La storica imbarcazione costruita in legno con criteri scientifici risale al quarto millennio grazie ai Fenici, i quali idearono la Bireme, poi chiamata Galea nel XVIII sec, e la Trireme Natànte è il Ppres del lat NATARE di rad NATR, verbo intensivo di NARE nuotare, passato nel volg NOTARE inc con ROTARE far girare, cui un desueto Notàre (omn di Notare da Nota), ma questo squisitamente etim, e il moderno Nuotàre, con Nuotàta, Nuotatòre e Nuòto, nel quale l’aggiunta (epentesi) del fonema extraetim u serve a distinguerlo da Notare di Nota. Serpe. Direttamente dal rad NATR l’ital conta un raro Natrìce “Genere di serpenti” dal lat NATRICEX nuotatrice. La rad indoeur è SNA bagnarsi cui il sct SNATI fare il bagno. In area med ricorre, infatti, il tema acquatico NA riscontrabile in NASA isola, in NASSA cui l’inv Nàssa, in NATTA cui l’inv Nàtta “cisti-tumoretto del cuoio capelluto”” snm di Ateroma ed omn di Nàtta “stuoia” omologismo dal franc NATTE. Dal turco KAYIK natante l’ital ha tradotto Caìcchio o Caìcco svoltosi nel veneziano Caiccio; laborioso cercare, data la distanza geografica, una connessione con il termine eschimese QAJAQ. Sui mari e sugli oceani navigano i Natànti, cui, innanzitutto, il termine 299 generico Nave, analizziamone etim i più significativi. Nàve da un’attestazione lat NAVIS donde Navàle, Navalèstro (inc con Maestro), Navàta (fig parte architettonica, per l’ampiezza), ancora il fig Navètta con il glb fig franc Navette “spoletta-taglio di diamante”, Navigàre col desueto Navicàre inv dal lat NAVIGARE cui Navigàto, Navigatòre e Navigaziòne, eppoi l’aggettivo Navicolàre “a forma di nave” adottato in anatomia dal dim lat NAVICULA, snm di Scafoide. Navigatore, oggi, vale la locuzione Navigatore satellitare altresì indicato con l’acronimo GPS di GLOBAL POSITIONING SYSTEM Sistema globale di rilevamento della posizione; l’invenzione era secretata tra i progetti delle forze armate statunitensi che dal 1999 ne hanno concesso l’utilizzo collettivo. Il percorso prosegue con Navìgio da NAVIGIUM bastimento”, Navìglio (suff per collettivi, connesso con AGLIA) “insieme di natanti” ed anche “canale di navigazione” cui il milanese idronimo Naviglio, ed infine il composto Navimodellìsmo ; il lat NAVIS aveva modificato il gr NAUS nave da un’antica forma indoeur NAU, riconducibile alla rad SNA, cui Nàuta dal gr NAUTES navigante utilizzato quale suff NAUTA, con Nàutica e Nàutico, in composizioni quali Astronàuta questo con Astronàutica e Astronàutico in riferimento ad Astronàve, Cosmonàuta con Cosmonàutica e Cosmonàutico in riferimento a Cosmonàve con Cosmonavigaziòne, Entronàuta (psicologia, col pref che vale “dentro di sé”). In connessione il gr NAUKLEROS timoniere-pilota cui il lat NAUCLERUM e l’ital Nocchière o Nocchièro. Nel gr, NEKTES vale nuotatore. Il mitico nome Nausicaa, che appare nell’Odissea, la principessina dell’isola dei Feaci, un popolo di mare, è vrs connessa con tale rad NAUS. Il termine Nòlo è dal lat NAULUM già gr NAULON da NAUS che quale corrispettivo dovuto al trasporto su nave s’è attestato genericamente in “utilizzo di un bene mobile”, cui il denm Noleggiàre con Noleggiamènto, Noleggiànte, Noleggiatòre e il devb Nolèggio; fuori percorso Nolàre dal lat NOLARIUM campanile- campana. Una concordanza lat NAVIS nave-AVIS uccello è consolidata dal fatto che la marina avrebbe riprodotto con le vele il planare degli uccelli. Uccèllo è infatti dal lat AUCELLUM dim di AVIS, dal rad indoeur A-OW(E)I uccello, vrs connesso con WE soffio, cui Augèllo attraverso il prvz AUZEL, Uccellàccio, Uccellàio, Uccellàme (suff AME per collettivi), Uccellerìa, Uccellètto, Uccèlli (la Classe), Uccellièra, il fig Uccellìna (vela), Uccellìno con Uccellinàre, Uccellàre con Uccellàbile, Uccellagiòne, Uccellamènto, Uccellànda, Uccellatòio, Uccellatòre, Uccellatùra e un Otàrda o Ottàrda “sorta di uccello” attraverso il franc OUTARDE già OUSTARDE quale calco della locuzione lat AVIS TARDA uccello lento, cui Otìdidi (la Famiglia). \ Nella mitologia gr, gli Uccelli Stinfalidi, così indicati poiché dimoravano nelle palude di Stinfalo, erano creature mostruose dagli artigli come lame e dal becco durissimo da tranciare finanche le armature; e non solo, essi avevano la proprietà di lanciare le piume a guisa di saette. Nelle Dodici fatiche di Ercole è elencata quella di aver scacciato questi mostri. Tra le sue fatiche, si potrebbe inserire l’impresa dei rapporti amorosi con quarantanove donne delle quali ebbe ben cinquanta figli.\ 300 Il percorso prosegue con Oca-òca – snm di Papero - dal lat volg AUCA da AVICA di AVIS, cui il dim Ochètta, le locuzioni Oca granaiola e Oca africana (nonostante l’appartenenza geografica letterale, è un animale nato in Cina), i fig Ocàggine, Ocarìna (strumento musicale) con Ocarinìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). Il gr conta lo specifico ANSER oca cui Anserifòrmi (Ordine di Uccelli), il fig Anserìna (sorta di erba), Anserìni (Sottofamiglia di uccelli) e l’aggettivo Anserìno. Da PHOKE oca il gr conta PHOCAINA cui l’ital Focèna snm di Marsovino. La locuzione Ferrare le oche vale fig agire con esterema precisione, in concorrenza con Fare gli occhi alle pulci. \ L’oca è tra gli animali con minor tempo di gestazione (28 giorni). \ WE soffio, esteso in WE-NT, ha prodotto il percorso di Vènto dal lat VENTUS cui Ventàglia questo fig attraverso il franc VENTAILLE “parte dell’armatura”, Ventàglio (suff AGLIO per significato di strumento) cui il sostantivo di mestiere Ventagliàio, il riflessivo Ventagliàrsi e il fig Ventaglìna snm di Alchimilla, Ventàre, Ventaròla, Ventàta, Ventatùra, il fig Ventièra “fortificazione” attraverso il franc VENTIER, Ventilàbro, Ventilàre, Ventilatòre con Ventilatorìsta e Ventilaziòne, Vèntola con Ventolàre e Ventolatùra, Ventòsa con Ventosàre, Ventòso con Ventosità e, con i pref, il fig Avventàre (AD allativo) con Avventàto e Avventatàggine nel senso di “lanciarsi con impeto (come il vento), Sventagliàre con Sventagliàta, Svèntola con Sventolamènto, Sventolàre, Sventolàta, Sventolàto e Sventolìo, Sventàre questo con pref S durativo svoltosi in senso fig attraverso “dar vento al fornello di una mina per contenere gli effetti dello scoppio” cui Sventàto con Sventatàggine e Sventatèzza. In percorso, l’ital conta Povènta attraverso il tosco-umbro che sta per un prefissato con il lat POST dopo-dietro e Vento, ovvero “al riparo dal vento”, usato in locuzione A poventa o Alla poventa. \ Le mosche, perché possano agevolmente muoversi sul vetro attivano delle minuscole ventose sotto le zampette. \ In ingl WIND vale vento dal verbo TO WINDER girare, cui i glb Winder, la locuzione Wind shear (SHEAR azione-spinta), i composti Windstopper (STOPPER che ferma), Windsurf o Windsurfing (SURF frangente) con Winsurfer o Surfer italianizzato nell’omologismo Surfàre con Surfìsta dall’ellittico Surf (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Surfismo non linguistico) donde Surfing, Surfwear (WEAR abbbigliamento) e un Surf casting “sorta di pesca sportiva”; restando nella terminologia sportiva del Surf, si conta la locuzione Green room che si riferisce al tunnel provocato dall’onda attraversato dal surfista, con GREEN verde e ROOM ambiente. Il gr conta lo specifico ANEMOS vento utilizzato in ital quale pref ANEMO per composizioni quali Anemocorìa con Anemocòro (col gr KHOREO mi sposto vale “disseminazione”), Anemofobìa “paura delle correnti d’ariea e del vento” con Anemèfobo, Anemofilìa con Anemòfilo è il processo botanico di impollinazione mediante il vento, Anemogamìa, con Anemògamo, Anemografìa con Anemògrafo, Anemometrìa con 301 Anemòmetro, Anemoscòpio, Anemotropìsmo (col gr TROPOS direzionevolgimento). Tornando al percorso di AVIS uccello, l’ital conta ancora Aviàrio (purtroppo oggi drammaticamente noto al fem in binomio con Influenza), dal suo relativo AVIARIUM, inc con AQUARIUM, vale aggettivo degli uccelli e Aviatòrio in uso ital dal 1915, dal franc AVIATION-AVIATEUR, che sta per aggettivo concernente l’aviazione, cui Aviaziòne, Aviatòre, Avière, il pref AVIO cui Aviofobìa “paura dell’aereo”, Aviocistèrna, Avioimbàrco, Aviolàncio con Avioloanciàre, Aviolìnea, Avioradùno, Avioràzzo, Aviorimèssa, Aviosbàrco, Aviosuperfìcie, Aviotraspòrto con Aviotrasportàre, Aviotrùppa, la composizione Aviònica (sostantivo) con Aviònico (aggettivo) attraverso l’ingl AVIONICS (AVIATION ELETTRONICS aviazione elettronica) e la locuzione Benzina Avio dove Avio-àvio è aggettivo. OACI è l’acronomno ital dell’ente Organizzazione Aviazione Civile Internazionale in complanare con quello ingl ICAO International Civil Organization, cui Alfabeto OACI o ICAO ALPHABET, utili per scandire le parole via radio. Il termine franc AVIATION, tuttavia, è pur sempre il derivato del lat AVIS uccello, ceppo quindi in comune con entrambi gli aggettivi. L’aviazione avrebbe successivamente utilizzato sia la fraseologia sia le strumentazioni marinare, avvicinandosi straordinariamente alle configurazioni dei volatili. Avigliano è un simpatico paese della Basilicata, già Lucania; il suo toponimo, che ha un omografo in Umbria ed al fem in Piemonte, c’è chi lo farebbe risalire al latino AVIS uccello. \ Aviaria, equivoco etimologico. Uno studente, durante l’esame, invitato a pronunciarsi sull’influenza aviaria, ostentò tutta la propria conoscenza in materia al cospetto dell’allibito docente “ /…/ si comprese immediatamente che l’aviazione, sin dalla sua nascita, grazie al veloce trasporto di merci e di persone da un continente all’altro, sino allora assurdo nella storia dell’uomo, avrebbe influenzato considerevolmente i mercati, gli scambi, l’economia più in generale” \ Bùrchio, cui il dim Burchièllo, è l’ant imbarcazione veneziana a fondo piatto, a vela, a remi o trainata dall’alzaia, per canali e laguna; l’etim dovrebbe risalire al long BURGI recipiente “specifico per pesci”. In connessione Burchiellèsco e Burchielleggiàre relativi al poeta Burchiello (1404/1449). Càrgo, un ispanismo inv dallo sp CARGO carico, acquisito anche dall’ingl, vrs connesso con il lat CARRUS. Chiàtta è il fem di Chiatto, lemma attestatosi da un’alterazione mer del gruppo sillabico PLA/PLO in CHIA/CHIO, snm di piatto, schiacciato, dal rad indoeur PLT piatto dal lat PLATTUS; esiste il termine Chiòtto “quieto, silenzioso”, nato dalla metaf “liscio come un piatto”, incrociando PLAUTUS-CHIUAUTUS dai piedi piatti con PLATTUS-CHIATTUS. L’alterazione volg mer si riscontra ancora in termini quali Chiano “piano” nel senso di “sottovoce” o “senza rumore” e Chianura “pianura” dal lat PLANUS-CHIANUS. La regione toscana del Chianti, cui il noto omn vitigno, è invece collinosa. Corvètta è una sorta di nave militare, omologismo dall’ol KORVER attraverso il franc CORVETTE, termine connesso col franc COURBE curvo 302 cui ancora l’omologismo direttamente dal franc Corvetta “figura equestre” con Corvettàre. Felùca, l’imbarcazione a due vele, ha una lunga storia: dal gr EPHOLKION e dall’ar FALUK, s’è attestato nel franc FELOUQUE, nello sp FALUCA e nel nordico HULK, da questo vrs il fantastico e l’incredibile Hulk. La rad indoeuropea EP vale per essere adatto, quindi nulla vieta di pensare a EPHOLKION quale adatto a… Feluca, oltre a semantizzare un’imbarcazione, è utilizzato per indicare un cappello a foggia simile portato da ufficiali di marina e diplomatici, o addirittura, in metaf, chi lo indossa. Fregàta, nave militare, vrs dal lat FRICARE nel senso fig di mezzo che strofina l’acqua, ossia scivola via, alludendo alla velocità, donde ancora Fregàta, Genere di uccelli Pelecaniformi. Galèa o Galèra (variante genovese), snm di Bireme, sono dal gbz GALEA e pare identificassero anche il pescecane, quindi un “corsaro”, ossia che “corre per combattere”; ma Galèa è anche snm di Donnola dal gr GALEE transitato nel lat GALEAM pertanto la bireme, da altre fonti, sarebbe stata chiamata Galea in riferimento fig a questo animale e da questo i vari Galeàzza e Galeòne, eppoi Galèa o Galèra quale “carcere” richiamandosi ai rematori a lavoro forzato cui Galeòtto “incarcerato”. Il lat conta GALERUS cui Galèro “copricapo ecclesiastico” connesso con un omn lat GALEA elmo. Nulla vieta di credere nell’origine etim comune dei due GALEA gbz e lat. \ In quel di Martina Franca, Taranto, la località Galeone conserva tale toponimo a ricordo dei tempi quando i veneziani vi andavano a tagliare gli alberi per costruire i galeoni della loro flotta \ Golètta “navicella” (omn di Goletta quale capo d’abbigliamento) è l’omologismo dal franc GOELETTE, questo da un ant bretone GOELAD gabbiano; altre fonti ne farebbero derivare l’origine dal fenicio GOLAH. Gòndola è un particolare tipo di piccola barca della tradizione veneziana, il cui termine pare sia il devb da Gondolare “dondolare-ondulare- ondeggiare” di vocabolario appunto veneziano; in percorso Gondolière o Gondolièro e Gondolièra “composizione musicale” da appaiare alla Barcarola. \ Dopo nove secoli, a Venezia è tornata una donna al mestiere di Gondoliere \ L’esot ingl Hovercraft cui letteralmnente CRAFT potenza e HOVER che si libra sarebbe meglio indicarlo Aeroscivolànte. Attraverso l’ingl YAWL “imbarcazione costiera” , l’ital conta l’omologismo Iòle o Iòlla con un esot Yòle. Lància questo il termine fig, per la sua forma prolungata, ispirato alla Lancia (arma o strumento) questo dal lat LANCEA lancia. Pànfilo è il ricalco dal gr PAMPLHILON che sta per nave della Panfilia cui Panfìlio, Panfìlico, Panfìlidi, e corrisponde al glb ingl Yacht, già ant ol Jaght, cui gli esotismi Yachting, Yachtsman. Dal lat PAMPHLUS, nome di una commedia, l’ingl ha adottato PAMPHLET libretto, opuscolo cui l’omologismo ital Panflet. Piròga di genesi caribica, attraverso il franc PIROGUE, un snm del quale è Parào d’origine malese PERAHU o PRAHU attraverso il ptg PARAO e lo sp PARAO o PRAO. Piròscafo è un termine composto, connesso ai lemmi gr PYR fuoco e 303 SKAPHOS scafo, questo da SKAPTO io scavo, vado giù. Sciabècco, dall’ar SABBAK nave piccola, attraverso lo sp JABEQUE, indica una imbarcazione algerina in mare dal XVII sec a due o tre alberi con le vele latine o quadre, adottata bdai pirati. Scialùppa è l’omologismo dal franc CHALOUPE attinto all’ol SLOEP imbarcazione; suo snm è Zàttera è dal ligure Ciatta (chiatta) attraverso il toscano Zatta adottato in veneto, cui Zatteràggio, Zatterànte, Zatterière, Zatterìno e Zatteròne; il gr conta il proprio RATIS zattera cui l’ital Ratìti “Sottoclasse di uccelli inabili a volare”. L’omn Zàtta “sorta di melone”, altrimenti detto Cantalùpo dal toponimo laziale Cantalupo, appare d’etimo sconosciuto, a meno che non sia connesso fig con “galleggiante”. In origine, Carovàna indicava “insieme di navi” (straordinaria l’associazione con Cammello quale “nave del deserto”) omologismo dal persiano KARWAN mercanti e KARAWAN persone in viaggio, cui il glb Caravan con Caravanning attraverso l’ingl TO CARAVAN viaggiare in carovana e l’omologismo Caravanìsta e la forma ital Carovàna con Carovanière e Carovanièro; snm di Carovana, pertanto, potrebbe essere Flotta. Flòtta giunge dal lat FLUCTUARE volgarizzato FLUTTARE, passato dal franc FLOTTER fluttuare, e Flottiglia n’è il dim dallo sp FLOTILLA, come Bottiglia da BOTILLA, Mantìglia da MANTILLA, comunque dim d’origine lat. Conchìglia, invece, con il fig Conchìglie “sorta di pasta alimentare”, pare arrivi direttamente dal gr HONKHYLION, che i latini avrebbero inc con CONCHA, da questo l’ital Cònca con Concàggio, Concàio e Concàle, ottenendone CONCHYLIUM, quindi, un falso dim. In percorso Conchìferi (Sottordine di molluschi), Conchìfero o Conchilìfero (terreno particolare ricco di conchiglie fossili), Conchiliologìa con Conchiliòlogo, la sostanza organica Conchioliìna (suff chimico INA); eppoi Vòngola, cui Vongolàre, dal dim puro lat CONCHULA attraverso il volg napoletano corrispondente ad un Gongola in toscano ant. Termine alieno Conchìn o Conchìno “un gioco delle carte”, omologismo attraverso il franc CONQUIN già sp CON QUIEN con chi. Il termine gr HONKHYLLION conchiglia appare in evidente connessione indoeur con il ger SKILDLING fig piccolo scudo che aveva dato il nome ad una moneta d’oro romana, l’ingl SHELL conchiglia cui il dim SHELLING sia “moneta inglese in corso” divisionale della Sterlina sia la moneta ufficiale austriaca sostituita dall’Euro, con l’omologismo ital Scellìno. \...\ Il termine Scheo, praticamente Spicciolo, cominciò ad essere popolare a Venezia, e nei veneti, dopo il Trattato di Campoformido del 1797, che poneva fine alla repubblica, portandovi gli austriaci, ed è l’attestazione locale di Scellino, dal ger SKILLING. Talvolta, Scheo, sta idealmente per pochino nelle misurazioni. Il particolare sociale è che il preesistente Palanca era in binomio con signore, poiché sottintendeva molto demaro \...\ da “La pulzella delle specchie” SA. Attraverso una voce hindi KAURI, l’ital conta l’omologismo Càuri “sorta di conchiglia”. Cabotàggio è dal franc CABOTAGE, dall’ant CABO quale “lingua di terra 304 (capo) che si addentra nel mare” e varrebbe allora “navigare seguendo i contorni dei capi e dei promontori”, per accezione riferito alle piccole o medie imbarcazioni, cui Cabotàre e Cabotière; il termine deriverebbe dal lat CAPUT capo cui ancora il glb franc Cabochon “chiodone” che pare sia la sovrapposizione di CAPUT col franc BOSSE bozza. La parte posteriore è la Poppa (Ved suffisso ACCIO in Ambo…). La parte anteriore di un natante è la Pròra, dal lat PRORA già gr PROIRA col veneziano Improrare, cui la variante Pròda con Prodière e Prodièro, il verbo Approdàre e Appròdo col pref AD del valore “avvicinare la proda” a terra, il composto Proravìa; altra variante, ma meglio attestata, è Prùa questo dal genovese, cui Prueggiàre e Pruèggio, il composto Pruavìa altrimenti Proravia e il prefissato Appruàre con Appruamènto (pref AD). Tòlda, il primo ponte scoperto, è inv dal ptg TOLDA tenda, vrs connesso col rad TEN-D di Tenda e Tendere, infatti, Tolda vale anche “copertura impermeabile” per le barche a secco. Un natante ha la Chìglia, cui Controchìglia snm di Falsachiglia o Chiglia di deriva, dallo sp QUILLA già franc QUILLE d’etimo scandinavo, il cui snm Carèna è dal lat CARINA, transitato dal genovese CARENNA, cui Carenàggio, Carenàre, Carenàti questo Sottoclasse di uccelli dal lat CARINATAE da CARINA, eppoi Carenàto, Carenatùra. Ai Carenati appartengono gli Scolopacìdi (la Famiglia) questo dal gr SKOLOPAK beccaccia cui la Trìnga dal lat TRINGA già gr TRINGAS di etim non trovato e il Pìro pìro di genesi onomatopeica snm di Gambecchio; eppoi i Recurvirostridi, gli Stercoraridi e gli Alcidi-àlcidi dal lat ALCIDAE già svedese ALKA alca cui l’omologismo Alca-àlca “sorta d’uccello”; termini non in percorso Alcàde o Alcàlde “sindaco” omologismo dallo sp ALCALDE già ar AL QADI giudice-magistrato, Alcàico relativo al poeta gr ALCEO (VII/VI sec aC) Sartìa o Sàrtia è dal gr prefissato EK-SARTIA plur di EK-SARTION attrezzatura di nave, cui Sartiàme (suff AME per collettivi) snm di Cordame, Sartiàre e Sartiòla. L’albero prodiero estremo dei velieri è indicato con Bomprèsso, omologismo dallo sp BAUPRES già ol BOEGSPRIET albero di prora. Associato ai natanti, troviamo Ciurma, Equipaggio ed Ormeggiare. Ciùrma, cui Ciurmàglia, è dal lat volg CLURIMA già class CELEUSMA dal gr KELEUSMA chiamata (per sincronizzare le remate) connesso con la rad KELA chiamare questa omn di una seconda KELA battere, ma sopvrapposte (in questo caso, infatti, battere vale chiamare). Equipàggio, con Equipaggiamènto, viene invece quale omologismo dal franc EQUIPAGE risuonante in ambito indoeur nell’ol SCHIPPER, nell’ingl glb SKIPPER “addetto al comando di manovra della barca a vela” e nello scandinavo SKIPA allestire una nave. Ormeggiàre, omn di Ormeggiare da Orme, è dal lat medv HORMIZARE da HORMOS rada, cui Ormeggiatòre e Ormèggio. \ Timone Tenere Tendere Governare Tèmo è il termine poetico che sta per Timòne, con Timonàre, Timoneggiàre, 305 Timonerìa, Timonièra, Timonière e Timonièro, derivato dal lat tardo TIMO già TENKS, da rad indoeur TEN donde il lat TENERE ampliatasi in TEN-D cui il lat TENDERE in ital Tèndere con Tendènza, Tenditòio, Tenditòre e Tèso, Tensiòne dal PP lat TENSUS cui Tensionàle attraverso l’ingl TENSIONAL da TENSE svoltosi in un tempo verbale, Tensìvo, Tensòre con Tensoriòle, e da includere Entasi-èntasi dal gr ENTASIS distensione, Tenèsmo “tensione”; eppoi le composizioni Tensioattìvo con Tensioattività e Tensiòmetro (con l’ellittico di Tensione a mo’ di pref), con una sorta di pref da TENSUS cui Tensocettòre (con Recettore) e Tensostruttùra. Eppoi Tènda inv dal lat medv TENDA cui Tendàggio, Tendaggìsta, Tendàle, Tendalìno, Tendàme, Tendàre (snm Attendarsi) il dim Tendìna, l’accr Tendòne, il prefissato Attendamènto da Attendàrsi (snm Tendare) col snm composto Tendòpoli (fig col gr POLIS città); ancora Tèndine dal lat medv TENDO già gr TENON “tendine” cui Tenalgìa, Tenarrofìa (col gr RHAFE sutura), Tendìneo e Tendinìte (suff medico ITE), Testèso un ant avverbio derivante vrs dalla locuzione Teso teso oggi Testè (corretta accentazione testé). In vrs connessione con la rad TEN-D, l’ital conta un Tènar da un ant Tenàre dal gr THENAR THENAROS palmo della mano cui la locuzione anatomica Eminenza tenar (o tenare) “rilievo carnoso del pollice”. Fuori percorso Tenàrio questo demotico di Tenaro in Laconia, Grecia. L’ital Tendènza - cui Tendenziàle, Tendenziamènte e Tendenziòso - in campo economico e di moda, ha il corrispondente glb ingl Trend cui l’aggettivo Trendy “alla moda” e la locuzione Trend setter “arbitro di tendenze” con SETTER che vale chi stabilisce dal verbo TO SET fermarsi in connessione con TO SIT sedersi, cui l’omn-snm Sètter quale razza canina e il termine Set che vale un numero stabilito (gruppo) tangibile o astrattro. L’esotismo Tènder “carro o nave appoggio” è dall’ingl TENDER ausiliario. L’ital conta un TENDI in qualità di pref in lemmi quali Tendicatèna, Tendicìnghia, Tendifìlo,Tendiscàrpe. Il percorso prosegue con i prefissati Attèndere, con l’iterativo Riattèndere, da ATTENDERE anche nell’attestazione di “applicarsi” cui Attendènte 1 “che accudisce”, Attendìbile con Attendibilià con i contrari Inattendìbile e Inattendibilità (IN negativo), Attendìsmo attraverso il franc ATTENTISME cui Attendìsta, il Pp Attèso con Inattèso (IN privativo con valore “d’improvviso”) e col fem sostantivato Attèsa (pref AD allativo), eppoi Attènto dal Pp ATTENTUS di ATTENDERE con Attenziòne cui Attenzionàre, Attenzionàto e i pref opposti Inattènto, Inattenziòne. Contèndere da CUM TENDERE (CUM associativo) cui Contendènte, Contendìbile con Contendibilità, Contenditòre. Disattèndere (pref DIS dispersivo-negativo) con Disattènto, Disattenziòne; il gr conta APROSEXIA disattenzione (A privativo e PROSECHEIN fare attenzione) cui Aprossèssia.Il percorso prosegue con Disattèso. Distèndere, Distensiòne, Distèso con Distèsa e il glb franc Detente da DETENDRE distendere; un Disintèndere. Estèndere da EX TENDERE (EX fuori) cui Estensiòne con Estèso e il comnposto Estensìgrafo. Fraintèndere o Frantèndere con Fraintendimènto e Fraintèso (pref FRA). Intèndere dal lat INTENDERE (IN illativo) con l’attenuativo Intendicchiàre, Disintèndere (DIS dispersivo), 306 Intendènte, Intendentìzio, Indendènza da Intendere con un omn-snm Intendènza attraverso il franc INTENDANCE ente amministrativo, Intendimènto, Intenditòre, Intèso e Intèsa col snm Entènte questo attraverso il franc ENTENDRE cui Entènza snm di Intenza, Intensità, Intensìvo, Intènso da INTENSUS con Intensamènte, eppoi Intensificàre e Intensificaziòne, il composto Intensìmetro (con Intensità), Intensiòne (dal XIV sec) “intensità d’azione” da INTENSIO con Intensionàle, eppoi Intenziòne (dal XIII sec) “partecipazione volontaria”, Intènza snm di Entenza, cui Intènto, con Intenzionàle, Intenzionalìsmo, Intenzionalità, Intenzionàto. Ipertensiòne con Ipertèso e Ipertensìvo, Ipotensiòne con Ipotensìvo. Ostèndere da OB STENDERE cui OSTENDERE mostrare, con sostantivo Ostendàle snm di Stendardo, Ostensìbile cui Ostensibilmènte, Ostensiòne dal tardo OSTENSIO OSTENSIONIS (dal XV sec), Ostensìvo, Ostensòre, Ostensòrio, l’intensivo Ostentàre con Ostentamènto, Ostentatìvo, Ostentàto, Ostentatòrio e Ostentaziòne; Ostensione è adottato dalla Chiesa cattolica in locuzione quali Ostensione della Sindone, Ostensione del Corpo di Padre Pio… Pretèndere da PRAETENDERE (pref PRAE prima) col Ppres sostantivato Pretendènte e il Pp aggettivato Pretèso con il fem sostantivato Pretèsa, Pretensiòne e Pretensiòso (calco dal franc PRETENTIEUX) con Pretensiosità e il più ital Pretenziòso con Pretenziosità, Pretensionatòre. Portèndere con Portènto e Portentòso col valore di “segno celeste” dal lat PORTENDERE presagire, dove il pref POR è l’integrazione di PRO con PER. Protèndere dal lat PROTENDERE cui Protensiòne e Protèso, eppoi si potrebbe includere il chirurgico Pròtesi (adottato anche in linguistica e in architettura, da non equivocare con Pròtesi e Proteàsi), cui Protèsico e Protesìsta, attraverso il gr-lat PROTHESIS atto di mettere avanti dal verbo TITHEMI io pongo che col pref PRO avanti assume il significato di tendere. Stèndere da EXTENDERE (pref EX da) cui Stèsa, Stèso, Stesùra, con l’iterativo Ristendere e con Prostèndere doppio prefissato PRO, cui Stendìno snm dei composti Stendibiancherìa e Stendipànni, eppoi Stenditòio, Stenditòre, Stenditrìce, Stenditùra, ancora il composto Stendifìli. Il composto Malintèso, ipocoristico dalla locuzione Proposito inteso male, e i prefissati complanari a scelta, Sopraintèndere o Soprintèndere Soprintendènte con Soprintendènza, Sopraintendènte con Sopraintendènza, con Sovraintèndere con, Sovraintendènte con Sovraintendènza ed ancora Sovrintèndere con Sovrintendènte e Sovrintendènza (pref SOPRA o SOVRA adattati foneticamente). Eppoi Sottintèndere (pref ital SOTTO) con Sottintendimènto e Sottintèso e Sottèndere dal lat da SUBTENDERE (pref lat SUB) col Pp Sottèso da non equivocare con la preposizione Sottesso. Direttamente dal lat TENERE l’ital conta Tenère col Ppres sostantivato Tenènte e Tenènza da TENENS TENENTIS, i composti l’ant termine burocratico Bonatenènza cui Bonatenènte e Tientibène questo dalla locuzione Tieniti bene, Tenàce con Tenàcia e Tenacità dal lat TENAX cui il prefissato Pertinàce (pref PER rafforzativo) snm di Ostinato e talvolta di Protervo, con Pertinàcia, Tenàglia o Tanàglia, col verbo Tenagliàre o Tanagliàre, dal lat TENACULA plur di TENACULUM cui Tenàcolo, 307 Tènero dal lat TENER che si tiene agevolmente cui Teneramènte, Tenerèto, Tenerèzza, Tenerìno, Tenerità, Teneritùdine, Tenerizzatòre “additivo” attraverso l’ingl TENDERIZER, Teneròne, Teneròre o Tenerùme (suff collettivo UME), Tenière “impugnatura” attraverso il prvz TENEIRE, Tenòne “pezzo da incastrare” questo attraverso il franc TENON da TENIR tenere sovente in associazione con Mortasa, cui Tenonatrìce, Tenòre “modo di comportarsi-valore percentuale-voce da canto e strumento musicale” cui Tenoreggiàre con Tenorìle e Tenorilità, eppoi il prefissato Intenerìre con Intenerimènto e Intenerìto, Tènue dal lat TENUUS svoltosi in “lieve-piccolo” con Tenuàre e Attenuàre dal lat TENUARE (pref allativo AD) cui Attenuànte e Attenuaziòne. Tenimènto, Tenùta con Tenutàrio e Tenùto, Tenzòne con Tenzonàre snm di Tenciòne con Tencionàre, eppoi Estenuàre con Estenuànte (pref EX fuori con valore intensivo). Fuori percorso, Tenàrio “infernale” o “sorta di marmo”, questo relativo al toponimo Taenarus Il percorso continua con i prefissati quali Astenère da ABSTINERE (pref ABS via) con Astensiòne e Astensionìsmo, Astensionìsta e Astensionìstico, Astenùto, eppoi il Ppres Astinènte da ABSTINENS con Astinènza con un obsoleto aferetico Stinènzia. Attenère da ATTINERE (pref AD allativo) cui Attinènte o Attenènte e Attinènza o Attenènza. Contenère da CONTINERE di CUM TENERE (CUM associativo) col Pp sostantivato Contenùto anche aggettivo, Contègno da CONTINIUM, Contenènte con Contenènza, eppoi Contenimènto, Contenitìvo, Contenitòre, Contèsa, Contenziòne e Contenziòso, il Ppres Continènte da CONTINENS con Continènza e gli opposti Incontinènte con Incontinènza (pref IN negativo), il sostantivato Continènte dalla locuzione CONTINENS TERRA terra continua nel senso terra senza mare, eppoi un introvabile avverbio Incontanènte o ancora Inconinènte “in un attimo, non appena che” dalla locuzione lat INCONTINENTI TEMPORA in tempo continuo. L’ital conta il glb Container attraverso l’ingl da TO CONTAIN contenere, cui l’omologismo Containerizzàre. Detenère da DETINERE cui Detentìvo, Detentòre, Detenùto e Detenziòne. Un raro Intertenère. Eppoi Pertinènte con Pertinènza, Pertinenziàle e un Partenère inc con Parte, dal pref PERTINERE concernere, attraverso PERTENERE (pref PER continuativo e TENERE tenere quindi appartenere), cui il prefissato Appartenère dal lat APPARTINERE, (pref AD allativo e incrociando Pertinenza con Parte, nel senso di possesso), con Appartenènte e Appartenènza. Retinènza, Retinènte, Ritenère, Ritentìvo o Retentìvo con Retentìva o Ritentìva e Retentività, Retentòre e Retentrìce, Ritègno, Ritenutèzza, Ritenùto, Ritenziòne o Retenziòne, dal lat RETINERE e da questo il devb RETINA cui Rèdine. Sostègno con Sostenère da EXTENDERE (EX fuori), Sostenìbile cui l’opposto Insostenìbile (IN negativo), Sostentamènto, Sostentàre, Sostentatòre, Sostentaziòne e Sostenùto, Trattenère con Trattenimènto col prefissato Intrattenimento cui Intrattenitòre e il glb ingl Entertainment “intrattenimento”, eppoi Trattenitòre con Intrattenitòre e il glb ingl Entertainer “intrattenitore”, Trattenùta e Trattenùto. Da un’ant terminologia dei boscaioli AN-TEND, vrs in relazione agli alberi, il lat conta fig 308 ANTENNA nel senso di tendere verso l’alto, cui l’attestazione ital Antènna con Antennàle, Antennàrio, Antennìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO); altre ricerche porrebbero il termine in connessione col prefissato gr ANATITHEMI pongo sopra, ma nulla vieta di considerare una sovrapposizione lemmatica. La specifica antenna lignea a mo’ di puntello, intorno alla quale viene accumulata la paglia, è indicata con Stòllo, omologismo dal long STOLLO, vrs in connessione con Stolòne (“ramo” in botanica e “peduncolo” in zoologia, omn dell’accr Stolone di Stola) dal lat STOLO STONOLIS, cui Stolonìfero e Stolonizzaziòne. Luogotenènte, Luogotenènza e Luogotenenziàle valgono “in luogo di…, nelle veci di…”. Intensificàre è composto col verbo FICARE rendere, anche se l’ital lo ha ricalcato dal franc INTENSIFIER dal lat TENDERE. Il verbo intensivo TENTARE di TENERE ha dato Tentàcolo, Tentàre con Tentatìvo, Tentatòre, Tentaziòne e Tentàbile con l’opposto Intentàbile (pref IN negativo) omn di Intentabile da Intentare, l’avverbio Tentòne o Tentòni cui, in locuzione, Andar tentone, A tentone o A tentoni; eppoi i prefissati Accontentàre con Accontetàto, Attentàre con Attentàto, Contentàre e Contènto, Intentàre da INTENTARE con Intentàto e Intentìvo, eppoi Intentàbile omn del negativo Intentàbile da Tentare; dalla composizione EX TENTARE viene Stentàre con Stentàto cui Stentatèzza, il Pp aggettivato Stènto, il sostantivo Stènto, meglio Stènti, con la locuzione avverbiale A stento, l’omomastico carnascialesco Stenterello. Il lat conta lo specifico GUBERNUM timone da tema med KUBRO, Governàle, transitato dal prvz GOVERNAL ma già lat GUBERNACULUM, Governàre 2 o Gubernàre da GUBERNARE cui Governàbile con Governabilità, Govèrno in origine snm di Timone GUBERNUM e poi devb di Governare donde Governàle, Governamènto, Governànte, Governatìvo o Gubernatìvo, Governatòre o Governadòre da GUBERNATOR col fem Governatòra e il l’ufficio Governatoràto, Governatoriàle, Governatùra, Governìccio, Governìme relativo al governo degli animali, Governìssimo. Dall’ar AL-MUSTAHLF giurato l’ital conta l’omologismo Amostànte che sta per Governatore. 1 Nell’esercito piemontese, era in uso il termine Trabànte, omologismo dal ted TRABANT fante già ceco DRABANT, passato poi ad indicare una sorta di attendente. 2 N. Machiavelli asserisce che per ben governare occorre essere volpe e leone. \ Tennis Rugby Attraverso il franc TENEZ tenete, già lat TENERE, l’ingl ha rifatto TENNIS, così diffuso globalmente in Tènnis, cui l’omologismo Tennìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, da un sottinteso Tennismo non linguistico), Tennìstico ed il composto Tennistàvolo dalla locuzione Tennis da tavolo ovvero Ping Pong questo glb dall’ingl, termine d’origine onomatopeica, cui l’omologismo Pongìsta. Sorta di Tennis è ancora l’ingl Badminton, così in area glb, che prende il nome dall’omn residenza del duca di Beaufort. Dall’ingl, deriva ancora il termine glb Rugby, cui l’omologismo Rugbìsta, 309 ispirato all’omonima città. \ I primi americani autorizzati ad entrare nella Repubblica popolare cinese di Mao furono i giocatori di una squadra di Ping Pong per un campionato internazionale; era l’anno 1971 e s’aprì finalmente la strada diplomatica.\ \ I venti Tra i nomi dei venti, i più familiari sono gli espliciti Grecàle con Grecalàta (dalla Grecia, da Nord est), Libèccio (dalla Lìbia già gr LIBYKION) con Libecciàta, eppoi Maèstro o Maestràle (da Nord ovest con il franc MISTRAL) con Maestralàta e Maestraleggiàre dal lat MAGISTER il più forte, chiamato anche Càuro dal lat CAURUM con una variante in Còro, infine Sciròcco, snm di Euro, con una desueta variante Scilòcco, omologismo dal magrebino SHULUQ attestatosi col normale passaggio del genovese della l in r, per il fenomeno del Rotacismo. Mistrà invece è un liquore d’anice d’etim non accertato, lemma già attestato nel 1886, vrs sorto da un’idea tropologica in relazione a MISTRAL. Tra i nomi dei venti esotici, il vento del deserto egiziano è detto Khamsin questo omologismo in ellissi dall’ar RI AL KHAMSIN vento dei 50 (giorni); vento del deserto libico è l’omologismo Ghìbli dall’ar QIBLI meridionale. Il termine Monsòne, cui Monsònico, è a se stante, non è connesso con la rad di Montare nel senso di un vento montato (rigonfio) o sovrastante rispetto agli altri, poiché è il ricalco dello sp MONZON, a sua volta dall’ar MAUSIM stagione, che per gli arabi indicava il periodo favorevole per navigare verso l’India. Alisèo “vento dei Tropici” dallo sp ALISIOS transitato dal franc ALIZES, d’etim non rintracciata, sebbene si possa pensare connesso con la rad di Ala, fig quale “vento che mette le ali come un volatile che plana” per la sua caratteristica d’essere costante e regolare. \ Zefiro Zaffiro Zero Dal nome gr del dio dei venti Eolo da AIOLOS veloce, cui un attuale onomastico Eolo, sono derivati gli aggettivi Eòlico e Eòlio cui la locuzione Energia eolica, Arpa eolia con Modo eolio “modo musicale” snm di Modo ipodorico , il sostantivo Eolìna riferito al soffio delle canne dell’organo, Eolìte “roccia erosa dal vento” (suff ITE per minerali), il composto Eoloaziòne “effetto del vento sulla superficie terrestre”, eppoi, in locuzione, Antro eolico “grotte in cui scorrono correnti di vento”, la desueta Procella eolica “tempesta di vento” tutti in riferimento al vento; eppoi il toponomastico ital Eolie (arcipelago siciliano), quello gr Eolia ed Eolide da Eoli “la storica stirpe greca” (la terza con Achei e Ioni) cui ancora Eòlio ed Eòlico, la locuzione Dialetto eolico. Tra i venti c’è lo sdrucciolo Zèfiro dal lat ZEPHYRUM già gr ZEPHYROS che pare connesso con ZOPHOS occidentale; fig anche un tipo di tessuto transitando dal franc ZEPHYR. Il termine s’allittera con la parola piana Zaffìro, una pietra preziosa, causando sovente delle errate sovrapposizioni, questo dal lat SAPPHIRUS già gr SAPPHEIROS, cui Zàffera o Zàffara, Zaffirìno. Il lat conta l’omn ZEPHYRUM che sta per zero, svoltosi nel lat tardo in CIFRA, attinto all’ar SIFR vuoto, nulla pronunciato SEFER ma di genesi 310 ind, cui lo sp ZERO; in ital è stata adottato del tutto l’omologismo Zèro d’origine sp ant, cui Zeràto (numero con lo zero), Zerèsimo su calco di Ennesimo, i composti Zerovòltmetro, Zerozerosètte questo divenuto snm di “agente segreto” grazie alla cinematografia, eppoi il prefissato Azzeràre con Azzeramènto; i composti l’elettrotecnico Zerovòltmetro, Zerozerosètte “investigatore” tratto dalla nota serie cinematografica dell’agente 007 (in codice), la locuzione glb ingl per titoli obbligazionari Zero coupon ”privo di cedole”. Dal termine lat CIFRA l’ital conta Cìfra diversificatosi da Zero, attestatosi nel significato di “segno grafico” quali numero arabo, lettera dell’alfabeto, sigla, scrittura segreta, oppure, metaf, somma di denaro coefficiente, stile di un autore da interpretare, cui Cifràre, Cifràrio, Cifràto, Cifratùra, Cifrìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il prefissato Decifràre (pref DE sottrattivo) con Decifratòre e Decifraziòne. \ Lo Zero, inventato dagli indiani e successivamente adottato dagli arabi ed infine dagli occidentali, non è affatto vuotezza o nullità; ha un proprio apprezzato valore mediano tra due infinite scale e, in termini meteorologici, poi, merita grande attenzione. La locuzione Vale uno zero è quindi del tutto impropria.\ \ Astenia Il termine Astenìa è dal gr ASTHENEIA da ASTHENES senza forza da STHENOS forza col pref A privativo, cui Astènico, i prefissati Asthenofobìa “paura di svenire o di indebolirsi”, Astenopìa (col gr OPA vista), Astenosfèra “strato roccioso che ricopre la terra”. Il gr conta ancora l’assonante STENOS che sta per stretto, vrs connesso fig col primo nell’associazione “stringere vale forza”, cui l’ital Stenòsi, col suff medico OSI, e le composizioni Stenografìa, Stenogràmma in cui stringere vale ridurre. Sia STHENOS sia STENOS, tuttavia, sarebbero vrs connessi in origine con la rad TEN di Tenere-Tendere, ancora per l’associazione “tenere o tendere vale stringere ed usare la forza” Stentòreo, dal lat STENTOREUS, è ispirato al personaggio omerico Stèntore, il cui grido era così amplificato da eguagliarne cinquanta tutt’assieme; anche in questo caso si potrebbe confermare una connessione con la rad TEN per il fatto che “amplificazione sta per forza (tensione) vocale”. Una coincidenza rad vuole Stentoreo “di voce possente” assonante con il percorso di Stento “misero-debole”. OBIETTO Obiètto oggetto dal lat medv OB IECTUM, forma neutra dal class Pp OB IECTUS. Dal significato di Oggètto, verrebbe l’omn Obiettìvo, il sistema ottico convergente “che va verso l’oggetto”; Oggetto, in termini linguistici, sta per chi subisce l’azione in opposizione a Soggetto (Ved Abbiente…). Nel tema si conta il verbo di stato IACERE giacere, ma anche stare comodo, cui Giacère, questo con un snm “accoppiarsi sessualmente” col prefissato Soggiacère cui Soggiacènte, Giacènza, Giacìglio, 311 Giacimènto, Giacitùra, il Pp Giaciùto; Giàcchio, la rete per la pesca da lancio, è dal lat IACULUM di IACERE, cui Giacchiàre e Giacchiàta. Termine alieno Giacìnto “pianta bulbosa”, cui Giacintìno, inv nell’onomastico Giacinto, dal lat HYACINTHUS gà gr HYAKINTHOS, in connessione con Giargòne o Iargòne, altrimenti detto Diamante del Siam, attraverso il franc JARGONCE giacinto, snm di Zircòne “sorta di minerale” (in connessione rad) e omologismo dal franc ZIRCON cui Zircònio, con Zircònico, questo elemento chimico (simbolo Zr). Il percorso IACERE continua con Agio-àgio dal lat ADIACENS che sta comodo vicino cui il denm Adagiàre (pref AD allativo) con Adàgio “comodamente lento”, Adagìno e Adiacènte; Adagio “lento” ha l’omn in Adagio connesso con Aio; eppoi Addiàccio da AD IACERE dormire presso... ma all’aperto col volg Agghiàccio, Aggiaccàrsi dal lat volg AD IACICARE da IACERE, Amìtto dal lat AMICTUS sopravveste, questo sta per Pp ICTUS di IACERE col pref AMB attorno e vale “gettata addosso tutta attorno”. Nella liturgia cattolica, Amitto è il telo di lino indossato dal sacerdote sotto il camice. Infine Disàgio (da non equivocare con Disaggio) con Disagiàre e Disagiòso (pref DIS “male”), eppoi Agèvole con Agevolèzza, Agevolmènte, Agìbile con Agibilità, con il prefissati Disagèvole e Disagevolèzza, Inagìbile e Inagibilità (IN negativo), sovrapposti ad AGERE nel senso di fare-operare. Col pref DE di distacco il lat ha composto DEICERE gettar giù-fuori (DE IACERE) cui Deieziòne snm di Defecazione ma anche termine geologico, astrologico e filosofico, col pref RE di movimento inverso REICERE scagliare indietro (da RE IACERE) cui Rècere ”vomitare”, Recitìccio “vomito” e Reciùto “vomitato”, anche nel senso fig di “respingere”. Iazzo è il termine volg mer correlativo di Addiaccio o Agghiàccio, che sta per “luogo scoperto per il raduno notturno delle mandrie, greggi...”. Pseudoetim l’omn Agghiàccio o Aggiàccio “congegno per timone”, dal gbz OIAKION da OIAX OIAKOS timone. Nel percorso, in estensione, è presente anche Aggio-àggio, con Disàggio (pref DIS “male”, da non equivocare con Disagio) dal gbz ALLAGION “comodità, vantaggio (di cambio)”, per accezione riferito alla moneta legale, cui Aggiotàggio e Aggiotatòre attraverso il franc AGIOTAGE, attinto ad Aggio ma qui con valore di speculazione quale reato. Col pref AD si ottiene ancora Aggètto “aggiunto” con le variazioni Aggèggio dal lat ADIECTI aggiunti attraverso il franc AGIETS, rintracciabile nel glb ingl Gadget 312 aggeggio; Aggetto in architettura ha il suo snm in Ecfora-ècfora dal gr EKPHORA sporgenza cui il pref EK fuori e PHERO io porto. Il percorso continua con Aggettìvo dalla locuzione lat ADIECTIVUM NOMEN nome aggiunto; la definizione di Aggettivo, con gli obsoleti Addiettìvo e Adiettìvo, indica la parte variabile del discorso che s’accoppia ad un sostantivo (nome) per qualificarlo o specificarlo. L’omn Adàgio “motto” è dal lat ADAGIUM, da un rad AG che vale parlare, ma nel senso di “portare-guidare” connesso al termine Aio, cui Indìgete, divinità romana protettrice di un luogo, ovvero, alla quale è stato iscritto un luogo. Oggetto trovato è la traduzione ital della corrispondente locuzione franc che, in ambito artistico, rappresenta la materia prima per l’Accumulazione. Per Accumulazione s’intenda i particolari prodotti del movimento artistico Oggetto Trovato, fondato da Arman, utilizzati per scultura e pittura espresse mediante la presenza (cumulo) di una variegata oggettistica. \ *Aggettivi di grado positivo, di qualità, di relazione e loro posizione rispetto al nome Dicesi Aggettivo di grado positivo ove esprima una qualità senza gradazione maggiore o minore; esempio, Onesto e Crudele sono aggettivi di grado positivo. Oltre agli aggettivi puramente qualificativi, come Buono, Freddo, Gioioso… la nostra lingua conta Aggettivi di relazione, relativi cioè a una materia – vedi Marmoreo, Aureo, Ferreo, Ligneo, Vitreo… - a un’azione – Cadente, Incombente – a una forma – Ovale, Elicoidale. Dalla posizione dell’aggettivo rispetto al nome, la nostra lingua prevede l’Ordine NA (Nome e Aggettivo) o l’Ordine AN (Aggettivo e Nome). Le frasi Un pasticcio grosso e Un cielo bello sono in ordine NA diversamente da Un grosso pasticcio e Un bel cielo, questi in ordine AN. \ Ufo Ad ufo La sigla ingl UFO (U.F.O.) sta per UNIDENTIFIED FLYING OBJECT Oggetto volante non identificato, cui l’adattamento omologistico ital Ufo\ Nel 1970, il regista Sergio Corbucci, durante ùfo (sostantivato) con Ufologìa, Ufològico e Ufòlogo.le riprese di un suo film in Spagna, scorse un UFO e lo immortalò nella pellicola; il filmato è in archivio nella NASA.\ Su calco di UFO è sorta la sigla USO (U.S.O.) che in omologismo marino sta per UNIDENTIFIED SUBMERGED OBJECT oggetto sommerso non identificato.Nel 2009 solo in Campania si contano 272 avvistamenti di UFO dei 1500 in tutta Italia. Da non equivocare UFO con il termine Ufo-ùfo della locuzione A ufo, che vale “a spese altrui ”, questo d’etimo controverso. Si presume una connessione con l’onomatopeico Sbafo di diverso percorso, confortato dal prvz in locuzione A OUFE, A BOUFE, A POUFE; tra le meno fantasiose, una tesi farebbe risalire il termine al marchio (sigla) papale UF tratto da AD 313 URBIS FABRICAM Per la fabbrica (il cantiere) di S. Pietro impresso sulle importazioni esenti dal dazio per i materiali utili alla costruzione di San Pietro, nella fattispecie i marmi. Altra tesi indica l’origine dalla locuzione osca AD UFAR complanare del lat AD UBER in abbondanza da UBER fertile cui Ubertoso. \ Lento Lente Lenticchia Snm di Adagio “pian piano”, il lemma Lènto è dal lat LENTUS pieghevole da rad LEN flettere, cui la variante toscana Lènte, Lentàre, Lentèzza o Lentàggine (questo omn del botanico Lentaggine), Lentàre con i prefissati Allentàre con Allentamènto e Allentàto, Rallentàre con Rallentamènto, il musicale Rallentàndo tratto dal gerundio, Rallentatòre e il glb franc Ralenti “terminologia cinematografica” (pron ralentì) da RALENTIR, Slentàre, eppoi Lenteggiàre, Lentità, Lentòre, Lentòso, i composti Lentivìrus, Lentocrazìa, e, nel senso di “flessibile” in via semant o fig, Lènte (dispositivo ottico) da LENS LENTIS con Lenticolàre, Lentògeno eppoi i botanici Lentàggine omn di Lentaggine “lentezza” da LENTAGO LENTAGINIS, Lentibulariàcee (Famiglia, con il lat TUBULUS dim di TUBUS tubo). Lentìcchia dal dim lat LENTICULA, Lenticèlla e Lenticellàre, ed ancora i fig Lentìggine, meglio Lentìggini (pigmentazione della pelle, adottato già dal XIV sec) snm di Efelidi (dal XVIII sec), con Lentigginòsi (suff medico OSI), l’aggettivo Lentigginòso. In vrs corruzione popolare, il lat tardo conta LENDINEM dal class LENS LENDIS cui Lèndine “uova di pidocchio” e Lendinòso. Fuori percorso Lentìa “braga marinaresca” questo omologismo dallo sp LANTIA. Il risvolto Lente-Lenticchia era già noto attraverso il gr PHAKE lenticchia e PHAKOS lente (cristallino) cui Fàchico con il prefissato Afachìa cui Afàchico (A privativo) “assenza delo cristallino dell’occhio”, Fachìte (patologia), Fàcola o Fàcula, il pref FACO per composizioni quali Facocèro o Facochèro (mammifero, col gr KHOIROS maiale, per delle verruche che sembrano lenticchie), Facoexèresi (col gr EKSAIRESIS estrazione), Facolìsi, Facomatòsi (suff OMA e OSI), Facòmetro, Facoscleròsi o Facosclèrosi (accento alla gr). L’ingl conta SLOW col valore di lento, cui, in locuzione glb, Slow food “pasto frugale (lento)” e Slow sex “incontro sessuale ricco di preliminari e attenzioni (lento)”; si ritrova FOOD pasto nelle locuzioni glb Non food “non alimentare” e Food corner “angolo adibito alla ristorazione in un Grande Magazzino”. \ Cumulo Radicale KWEI Incrociando il termine Tumulo con la rad indoeur KWEI ammasso, si è ottenuto Cùmulo o Cùmolo, cui Cumulàre e Cumulaziòne col prefissato Accumulàre (AD allativo) cui Accumulaziòne e l’iterativo Riaccumulaziòne. A Cumulo, si sono ispirati i neologismi Cumulìsmo e Cumulìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), in riferimento a chi si affanna a racimolare tante cariche. La rad KWEI raduna molteplici significati, quali pena, 314 cruccio, sicuro, mucchio... pertanto i nostri avi avrebbero associato questi termini alla tumulazione: la morte quale sofferenza, portatrice di cruccio per i sopravvissuti, il corpo messo al sicuro sotto un mucchio di terra. KWEI intendeva anche pagare, quindi sarebbe stato associato all’obolo che il defunto recava seco per entrare nell’Aldilà. La rad KWEI, nel suo risvolto di sicuro, ha condotto anche a Cùra dal lat CURA donde Curàre, Curàbile e Curabilità con i prefissati in opposizione Incuràbile e Incurabilità (IN negativo), e ancora Noncurànte con Noncurànza con valore di “indifferenza” dalle locuzioni Non curante e Non curanza, Curandàio dal lat CURARE svoltosi fig in imbiancare (operaio che curava l’imbiancatura della tela grezza, su calco di Lavandaio), Curandèro “sciamano” attraverso lo sp, il Ppres aggettivato Curànte, i composti Curapìpe (strumento per pipe) e Curasnètta attraverso il franc ROISNETE (sovrapposizione di Curare e Nettàre, strumento per cavalli), Curatèla (su modello di Tutela), Curatìno (operaio per latticini), Curatìvo, Curàto questo Pp sostantivato d’uso eccl relativo alle anime, Curàtolo “curatore” (operaio per agricoltura e allevamenti, termine attestatosi nel siciliano), Curatòre dal lat CURATOR, Curazìa (su modello di Abbazia), Sinecùra dalla locuzione eccl lat SINE CURA senza cura (d’anime), eppoi Curiòso dal lat CURIOSUS in origine diligente col suff quantitativo OSO attestatosi nel significato “prendersi cura di tante cose (che non lo dovrebbero interessare)” cui Curiosàggine, Curiosità e Curiosàre col prefissato Incuriosìre cui Incuròso questo sia “indifferente” sia “negligente”; con i prefissati, Accuràto dal Pp ACCURATUS di ACCURARE operare con cura, connesso con il gr AKRIBES accurato, cui l’astratto AKRIBEIA e l’ital Acrìbia (già nel 1841) “accurata obbedienza alle regole”. Il percorso ital conta Accuratèzza (pref AD allativo), Incùria con Iincurànte e Incurànza (pref IN negativo), Procuràre con un ant Proccuràre cui Procùra e Proccùra, Procuratòre cui Procuratùra e Procuratòrio, Procuraziòne, Trascuràre con Trascuratamènte snm di Affrettatamente, Trascuràbile, Trascurabilità, Trascuràggine, Trascurànza, Trascuràto cui Trascuratèzza (pref TRAS, passato da “al di là” ad un valore di negazione), Sicùro o Secùro da SECURUS (pref SE “a parte”) con i derivati sovente in complanare quali Sicùra, Sicuramènte, Sicurànza o Securànza, Sicuràre o Securàre e con i pref Assicuràre cui il doppio prefissato Rassicuràre o Rassecuràre, Sicurèma “ostentata superiorità” vrs suffissato EMA che indicherebbe “produce (sicurezza)” o “che si pone(sicuro)”, Sicurèzza e Sicurità o Sicurtà o Securità con l’obsoleto Sicurtàde o Sicurtàte “avere cura di sé”, con Securitàrio, Securitizzaziòne, la locuzione Pubblica Sicurezza, il glb ingl Security manager. Termini alieni, gli omologismi Curàro “sorta di veleno estratto da varie piante” di genesi carabica cui Curàrico e Curarìna (suff chimico INA), Curassò attraverso il franc CURACAO “sorta di liquore” dall’omn toponimo delle Antille; eppoi. Il rad KWEI estendendosi in KWEIN, forse in una forma già negativa, ha dato vita al termine composto Inquinàre con Inquinamènto, Inquinànte, Inquinàto e Inquinatòre, da QUINARE insudiciare, non avere cura di… col 315 pref illativo IN. La storicità del Ministero per la riduzione dell’inquinamento, poi passato ad essere indicato Ministero per l’Ambiente appartiene all’Europa, alla Danimarca. Per associazione, occorre citare ora la rad KWYE tranquillo, che messa a confronto con KWEI pena, cruccio, appare giusto in antitesi tramite la sostituzione delle due lettere finali, anzi, forse semplicemente con l’epentesi della y (i). Da questa rad, attraverso il lat QUIESCERE riposare, sono stati coniati Quiète (adottato dal XIV sec) da QUIES QUIETIS con Quietàre o Quetàre, Quietaziòne, Quietèzza, Quietìsmo e Quitìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Quietìstico, Quièto da QUIETUS e Quiescènte dal Ppres QUIESCENS con Quiescènza e Acquièscere dal prefissato ADQUIESCERE, i prefissati Acquietàre o Acquetàre, Inquièto con Inquietùdine, Irrequitèzza, Racquietàre o Racquetàre, in complanare con le varianti Chetàre, Chetichèlla questo esclusivamente nella locuzione Alla chetichella, Chèto e i prefissati Acchetàre (AD allativo) con Acchetamènto e Rachetàre (AD allativo e RI iterativo), eppoi Rèquie da QUIES col pref RE cui Requiàre, l’inv dal lat Requiem primo lemma dell’orazione funebre REQUIEM AETERNAM DONA EIS DOMINE Signore, dona ad essi la pace eterna; lemma alieno Quetzal “sorta di uccello” esot dall’azteco che vale ”dalle piume splendenti”. Tranquìllo è dal lat TRANQUILLUS (pref TRANS, un suff affettivo LLO, e vale oltre la serenità, la quiete con Tranquillamènte, Tranquillànte, Tranquillàre, Tranquillità, Tranquillìzzàre, Tranquillizzànte e sono rad legati ai riti dei sacerdoti indoeur. Quitàre o Quittàre, con Quitaziòne e Quittànza, vale anche “acquietare il creditore” nel saldare il debito, transitato dal franc QUITTER in complanare con Quietànza, Quietanzàre e Quietanzatrìce. Dal ptg MORNA tranquillo, l’ital ha adottato il glb Mòrna “genere musicale” diffuso a Capo Verde. Mornay “sorta di salsa bianca” è invece l’esot franc di nuova adozione (XX sec) relativo all’omn cuoco. Di tutt’altra semantica rispetto a Cheto di Chetare, i due pref omonimi CHETO, l’uno dal gr KHAITE vale chioma, cui Chetodòntidi composto con il gr ODUS dente, Chetognàti col gr GNATHOS mascella, Chetòpodi (col gr PODOS piede, Polichèti questo la Classe di Anellidi, col gr POLYS molti, cui Policheti Sedentari; l’altro è l’ipocoristico di Chetòne dal ted KETON acetone con Chetònico, Chetòsio, i composti Chetoàcido, Chetogènesi con Chetogenètico e Cheògeno, Chetonemìa (con HAIMA sangue), Chetonurìa (col gr URON urina), Chetosteròide e il prefissato Dichetòne (col pref DI “due”) \ Bisogno Corredo Dal devb franc BESOIN da SOIN cura, il lat medv ha coniato BISONIUM, cui Bisògna, Bisognàre, Bisògno, Bisognòso e, col pref, Abbisognàre, Fabbisògno, questo, come Falegname, col pref FA derivato dalla terza persona indicativo pres lat FAT di Fare, che fa bisogno. Dal got GA-REDAN aver cura, il lat medv ha coniato ARREDARE, cui l’ital Arredàre, Arredamènto, Arredatòre, Arrèdo e, mutando il pref, 316 Corredàre, Corredamènto, Corredìno, il devb Corrèdo… da non equivocare con Corredentrice, l’appellativo della Madonna. Eppoi il prefissato Scorredàre (S sottrattivo). OBIETTARE Obiettàre, dal lat EIECTARE, intensivo di EICERE prefissato OB, rispettivamente n’è il nome d’azione OBIECTION, cui Obieziòne, e d’agente OBIECTOR, cui Obiettòre, che stanno per “opposizione” e “oppositore”. La doppia consonante B che accomunerebbe Obiettivo-Obbiettivo e Obiettare-Obbiettare ha sbrigliato due “scuole di pensiero”, una la vorrebbe per vizio dialettale attestatosi, l’altra si richiamerebbe ai modelli Oggetto-Oggettivo (OB IECTUM e OB IECTIVUS), comunque, è corretto ed è di fedeltà alle origini OB evitare il raddoppio. Nella comune accezione odierna, l’Obiettore è colui che si rifiuta di ottemperare al servizio militare obbligatorio e non, ideologicamente pacifista e non-violento. \ Dopo la legge sull’aborto proliferarono i medici obiettori, cosiddetti di coscienza, ma essere obiettore - di coscienza o d’altro - è in odore di parte politica.\ Fino al XX sec, i pacifisti erano comunemente assimilati ai Quaccheri. Il lemma Quàcchero è l’omologismo dall’ingl QUAKER tremante poiché, quali seguaci di G. Fox (1624-1691), sono chiamati a tremare innanzi al verbo divino. Il volg siciliano Quacquaracquà o Quaquaraquà, onomatopeico del verso delle oche, che sta per “spione”, potrebbe essere stato coniato, o almeno sovrapposto al QUAKER tremante, a seguito dell’occupazione inglese risorgimentale, nella certezza mafiosa che colui che fa la spia lo fa perché trema di paura. Il volg napoletano Quaquarchia vale “donna brutta”, nel senso fig ed onomatopeico di Oca, il cui verso è vrs sovrapposto a “racchia”. \ Prefisso TALASSO TASSI - Suffisso TASSI Nel gr, THALASSA è il Mare, al quale l’ital ha attinto per il pref TALASSO, cui Talassobiologìa, Talassocrazìa con Talassòcrate “dominio e domonatore sul mare”, Talassofilìa ( col gr PHILOS amico) o Talassòfita (col gr PHYTON pianta) con Talassòfilo, eppoi Talassografìa con Talassogràfico e Talassògrafo, Talassologìa, Talassoterapìa con Talassoteràpico, Talassòtoco (col gr TOKOS nato) vale per quei pesci, come le anguille, che nascono in mare ma crescono in acque dolci: da non equivocare col verbo gr TARASSO che sta per io metto in movimento, cui Atarassìa snm di Imperturbabilità con Ataràssico (tutti col suff A privativo), i patologici Atassìa “mancanza di coordinamento” con Atàssico, le composizioni Atarassofobìa (pref A privativo) che indica la fobia di poter vivere senza stimoli, insomma di non farcela e Ataxiofobìa la paura del mancato coordinamento muscolare, connessi con la rad di TASSO io ordino, TAKSIS ordine cui Tàxis, il biologico Tàxon quale generico per “Famiglia, Oridine, Specie, …), Tàssa attraverso il lat TAXA imposta, 317 ordinata con Tassàre, Tassatìvo con Tassatività, e Tassaziòne dal lat TAXARE dal gr TASSEIN classificare, ordinare, cui il prefissato in opposizione Detassàre con Detassaziòne, eppoi Soprattàssa con Soprattassàre, il composto Tassàmetro cui l’ipocoristico Tassì ispirato al glb franc Taxì da TAXIMETRE, con Taxìsta, la composizione Taxibus, la locuzione glb ingl Robin Hood Tax “sorta di tassa particolare per i ricchi” adottata in Italia nel 2008 dalla finanziaria del governo Berlusconi che si rifa metaf al personaggio medv Robin Hood il quale rapinava i ricchi per elargire ai poveri; ancora, in locuzione glb ingl, Taxi girl “ragazza quale compagna di ballo, a pagamento”, Taxi sharing “compartecipazione fiscale”. \ Nella storia, i governanti hanno imposto delle tasse talvolta risibili quali Tassa sulla barba in Russia in contrapposizione alla Tassa sui rasoi in Belgio, Tassa sul cappello in Inghilterra, Tassa sulle parrucche in Prussia e a Venezia, Tassa sui passeri in Inghilterra (questa almeno un tentativo a protezione dei volatili), Tassa sulla pioggia a Ravenna (una sorta di imposta sullo scolo delle acque), Tassa sugli stivali in Prussia e Tassa sulle vedove in Spagna (questa per contenere i secondi matrimoni troppo affrettati e quindi sospetti). Una particolare tassa indicata con Avanìa o con l’aferetico Vanìa (XIV sec) era dovuta dai cristiani dell’impero ottomano, lemma vrs connesso con il rad WE(NO). Tàsso questo transitato dal franc TAUX da TAUXER tassare quale devb di Tassare cui, in locuzione bancaria, Tasso d’interesse, Tasso d’interesse variabile e Tasso d’interesse fisso, ed ancora, il linguistico Tassèma 1 su modello di Fonema, Tassìa questo termine botanico per “disposizione” snm di Fillotàssi (col gr PHYLLON foglia) e termine biologico per snm di Tattìsmo, eppoi, ed ogni termine composto col pref-suff TASSI TASSIA ordinamento, cui Tassidermìa con Tassidèrmico e Tassidermìsta; Cronotàssi, il patologico Emitassìa “assenza di movimenti nella metà del corpo” (pref EMI “metà”), Eterotassìa “disposizione anatomica anomala” (pref HETEROS altro) adottato anche in botanica. Attraverso il fran SKOT, l’ital conta l’omologismo Scòtto che vale “tassa”, omn di Scotto da Scottare e Scotto quale variante dell’etnico Scoto. 1 Tassema indica in linguistica il gruppo letterale di un lemma, essenziale per il riconoscimento grammaticale, ma che può subire un mutamento; ad esempio, ATTOR in ATTR (sincope della lettera o) per Scrittore e Scrittrìce. Tassema, grazie sempre all’etim TAKSIS ordine vale ancora linguisticamente quale stretta correlazione tra ordine e significato: ad esempio, la reciprocità in Renzo ama Lucia e Lucia ama Renzo, ma se Renzo non ama più Lucia il Tassema resta unicamente relativo a Lucia .nei riguardi di Renzo, o viceversa. \ Prefissi *OB *OP CONTRA *CONTRO *CON ENANTIO Suffissi e Prefissi OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO OB Il pref OB “di contro, di fronte, opposto, verso (dalla parte di…), anche con valore di “riscontro”, italianizzatosi, tende a scomparire, semplificandosi in O, nei casi di Ostacolàre, Ostàcolo (lat OB STACULUM), Ostàre (lat OB STARE “stare di fronte”) con Ostatìvo, Ostètrica con Ostetrìcia e Ostètrico (lat OB STETRIX, nome d’azione di OB STARE stare di fronte alla 318 partoriente), Ostinàrsi (lat OB STANARE star contro, resistere) con Ostinatèzza, Ostinàto Ostinàto e Ostinaziòne, lka locuzione Nulla osta; termine alieno Osta-òsta “manovra marinaresca” d’etm sconosciuto, vrs connesso con Ostia “apertura”. Il pref OB si ritrova ancora in alcuni termini quali Oberàre con Oberàto (OB AERARIUM “di fronte a debiti verso lo stato”, ovvero, fig “carico di…”), Obiurgàre “rimproverare”, Oblàre (OB LATUS tolto per l’offerta), Oblùngo (OB LONGUS verso la lunghezza piuttosto che la larghezza), il fig Obnubilàre o Onnubilàre “offuscare la mente, i sensi” (OB NUBILUS nuvola, vale verso l’annuvolamento) con Obnubilamènto o Onnubilamènto e Obnubilaziòne, Obnuziàle (termine giuridico vale in occasione delle nozze), Obsolèto (Pp) con Obsolescènte (Ppres) e Obsolescènza (OB SOLESCERE da OB SOLERE fuori dal solito). Il pref OB risale ad un ant OP, sct UP, sopravvissuto in composizioni lemmatiche quali Opposiziòne, Opàco, ripreso dal verbo ger UB-EN esercitare, ma il percorso semantico in aree diverse ne ha fatto talvolta dimenticare l’indicazione originaria; Opale “non chiaro-che rigetta la luce” o Opàlo, infatti, attraverso il franc OPALE, è dal lat OPALUS già gr OPALLIOS di genesi sct UPALAS pietra preziosa, cui Opalescènte, Opalescènza, Opalìna, Opalìno, Opalizzàre. Dal pref OP, il percorso conta Oppilàre con Oppilatìvo e Oppilaziòne dal prefissato lat OPPILARE da PILARE comprimere; conta il lemma Oplìta o Oplìte “soldato dell’Antica Grecia con armatura pesante” cui Oplìtico,il composto Oplitòdromo, i prefissati Enòplio “ritmo poetico o lirico” dalla locuzione gr ENOPLIOS RHYTHMOS ritmo guerriro, Panòplia (col pref gr PAN tutto, indica il complesso delle armi di un’armatura); il soldato, infatti, dà l’idea di una (op)posizione e Oplita viene dal lat HOPLITES derivato dal gr HOPLON armatura pesante. Un termine che riappare, tentando di diffondersi, estendendosi semant in relazione a tutto ciò che può riguardare l’attività militare, è appunto Oplologìa, lo studio (oggettistica, esposizione, museo...) riguardante i militari d’ogni tempo o di un determinato periodo, evento… e l’Oplòlogo. Hoplofobìa è l’avversione per le armi da fuoco (l’unica fobia, forse, che può essere esclusa dal campo patologico). Eppoi il lemma Oppido-òppido dal lat OPIDUM città fortificata sopravvissuto nei toponimi quali Oppido calabro, Oppido Mamertina, questo con il relativo di Mamerto, nome italianizzato del dio osco della guerra. In questo percorso si conterebbe il lat OPILIO OPILIONIS che sta per “pastore”, ma in riferimento al suo spostarsi attraversando i prati (scostandosi dai bordi), donde il fig Opiliòni o Opiliònidi (Ordine di aracnidi) il cui lessema appare connesso con il lat ILIA fianchi Infine, OB è venuto a mutarsi germanizzandosi in UB e raddoppiando sempre la consonante, come in OB AUDIRE cui Obbedire o Ubbidire. CONTRA CONTRO Il pref CONTRA o CONTRO che vale “opposto”, cui Contrariàre e Contràrio, dal lat CONTRAD a sua volta con pref CUM via via variato in COM CO *CON (suff associativo-interdipendenza-intensificativo) e suff d’opposizione TERO svoltosi in TRO, va a comporre invece termini quali 319 Contràda “opposta, vicina”, questo ipocoristico della locuzione lat REGIO CONTRATA la regione di fronte, Contraddìre con Contrraddiziòne, Contrastàre (col verbo Stare) o un ant Contastàre con Contrastànte, Contràsto o un ant Contàsto, Contrastatòre, Contrastìvo, Incontrastàbile, ed una teoria di composti da Contrabbàsso a Controvòglia, passando da Contrattèmpo, Controffensìva… il merid Contròra “ore estive delo meriggio” adibite al riposo. Il pref CO da CUM ha l’omn CO che in matematica e astronomia vale Complemento. Con i pref l’ital conta ancora Incontràre con Incòntro (pref IN illativo che vale istantaneità) e il doppio prefissato Rincontràre (RI IN) e i composti Incontrovèrso, Incontrovertìbile, Scontràre (pref EX che vale una protrazione) cui Scòntro, Scontròso con Scontrosità, ed ancora, con doppio pref, Riscontràre (RI EX) con Riscòntro, Scontrìno questo ellittico da “foglietto di riscontro”, cui Scontrino di cortesia (per oggetti da regalo in cui viene tolto il prezzo), eppoi Surcontràre, nella terminologia del gioco del Bridge, dal glb franc Surcontre da SURCONTRER di SURCONTRE dove SUR vale di più Una sfumatura linguistica vuole il pref CONTRA di valore “avversativocontrariante” e il pref CONTRO quale “annullamento, opposizione, reazione, rinforzo”, pur assimilandosi come in Contrassegno (pref CONTRA) e Contrassegno (pref CONTRO). Dalla storiella che narra di un soldato di nome Sebastiano, al servizio del duca Carlo Emanuele e che avrebbe abbandonato l’uniforme per darsi al banditismo, pare sia nata la locuzione Bastian contrario. ENANTIO Dal gr ENANTIOS opposto. L’ital ha ereditato ENANTIO per composizioni quali Enantiomerìa con Enantiòmero (Chimica- composto con Stereo-isomero), Enantiomòrfo cui Enantiomorfìsmo snm di Chiralità. Enantiopatìa (snm di Allopatia), sistema di cura con rimedi che nel corpo sano producono effetti contrari alla malattia; è il contrario dell’Omeopatìa, la cui terapia provoca sintomi ridotti, ma uguali alla malattia da curare. Enantiosemìa, il fenomeno linguistico, per cui un lemma va ad assumere nel tempo una semant completamente opposta a quella etim ed è il caso di Obliteràre (togliere le lettere, strapparle), che, con le odierne macchine cosiddette obliteratrici ha assunto il significato di “aggiungere le lettere, timbrare”. Eppoi, Enantioselettìvo con Enantioselettività, Enantiotropìa con Enantiòtropo, una proprietà dei cristallini. OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO Ottimo-òttimo, cui Ottimìsmo, Ottomìstico e Ottimìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), dal lat OPTIMUS non ha il pref OB-OP, bensì deriva dal superlativo di OPS ricchezza il cui genitivo è OPIS, simile ad Opera da OPUS OPERIS. Da OPS ricchezza, con il pref CON, il percorso conta ancora Còpia dal lat COPIA abbondanza con Copiòso e Copiosità nel senso di “abbondanza”. In senso fig, quale “riproduzione” il percorso conta l’omnsnm Còpia cui il denm Copiàre e il prefissato Scopiazzàre (S intensivo) con 320 Scopiazzatòre e Scopiazzatùra, Copiatìvo, Copiatòre, Copiatrìce, Copiatùra, Copiòne, Copìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) cui Copisterìa da Copìsta nel senso di “riproduzione”, con i composti Copiacommissiòne, Copiafattùre, Copialèttere eppoi Fotocòpia con Fotocopiàre, Fotocopiàto, Fotocopiatòre, Fotocopiatùra e Fotocopiatrìce questo lo strumento ideato nel 1937 pare da un avvocato che soffriva di artrite alle mani e pertanto in forte difficoltà a trascrivere gli atti. Ottimo, dunque, dal lat OPTIMUM, deviato semant dai superlativi ricchissimo a buonissimo in senso molto lato. L’Ottimizzaziòne è la scelta operata tra un insieme di opzioni, considerata la migliore. L’Ottimo Paretiano è il livello, che prende il nome dal sociologo italiano Pareto, relativo al massimo benessere economico raggiungibile, in assenza di altri apporti di reddito; Vilfredo Pareto, Parigi 1848, Ginevra (Celigny) 1923, un anno prima della sua morte fu nominato senatore. Il termine OPS ridotto a pref OP(I), cui Opìmo (con suff del superlativo, “grasso o pingue”), Opulènto-Opulènza (Opulente è il fem plur spesso erroneamente scritto e parlato al posto di Opulento), va a raddoppiare la consonante iniziale col passaggio in OF e UF cui Officiàre-Ufficiàre (FICERE), Offìcio-Uffìcio, Officiòso-Oficiòso “distinto nei rapporti burocratici” con Officiosità e l’opposto Inofficiòso, Ufficiàle, Ufficializzàre e, come non bastasse, alla lenizione di c in z cui Offìzio-Ofìzio-OfiziòsoUffìzio, Uffiziàle. Il secondo membro OPE di Inòpe (IN negativo) “nonricco” si ritrova in Opi, questa dea romana dell’abbondanza paredra di Saturno, identificata anche con Abbondanza, e in suff ancora nell’onomastica mitologica, Calliope “ricca di bellezza (vocale)” con CALLI bellezza, Partenope ”ricca di purezza” questo il nome gr di una sirena (Parthenope) che aveva dato l’ant toponimo a Napoli, cui Partenopèo con valore di Napoletano; il gr PARTENOS sta dunque per vergine donde Partènio snm di Matricale, Partènio “sorta di lirica corale” dalla locuzione gr TA PARTHENEIA MELE canto delle vergini e i termini composti con PARTENO quali Partenocarpìa cui Partenocàrpico con KARPOS frutto che vale “fruttificazione priva di impollinazione” - come la Banana e che varrebbe quindi Aspermia - e Partenogènesi “fecondazione autonoma”, in opposizione a Anfigonia, con Partenogenètico, Risuona anche nei suff come in Onomatopea (Ved Suff PEA… in Melo…), dal gr POIEIN fare, ragionevolmente legato alla stessa rad di OPUS opera e nulla vieta di assimilare il fare poiein alla sofferenza poine. Penelope, il cui nome potrebbe essere letto “ricca di pretendenti” (circondata da peni), in realtà, occorre guardare non al lat PENEM pene, ma al gr POINE sofferenza, prezzo, dunque, Penelope starebbe per “piena di sofferenze” nell’attesa del marito, il prezzo della sua fedeltà. Secondo un risvolto del mito, però, Penelope non sarebbe stata fedele ad Ulisse: si sarebbe congiunta con un certo Anfinomo di Dulichio dopo aver ospitato nel suo talamo tutti i proci, uno ad uno (per saggiarne le capacità ai fini della scelta?). Allora, la traduzione di Penelope “circondata da peni” non è affatto errata. L’omn suff OPE è tratto da un OPS vista-aspetto il cui genitivo è OPOS, donde Ciclòpe, o un raro Ciclòpo, dal gr KYKLOS cerchio che starebbe per 321 “dall’aspetto di una sola orbita (in fronte)” ma praticamente “con un solo occhio” cui Ciclòpeo o Ciclipèo o Ciclòpio, Ciclopìa “patologia”, Ciclòpico e Ciclipìsmo, Cyclops questo nome scientifico di una sorta di minuscolo crostaceo d’acqua fredda la cui peculiarità è appunto l’avere un unico occhio; Cyclopes è un Genere animale al quale appartiene il Formichiere nano. Il più noto dei ciclopi è Polifemo, personaggio dell’Odissea, onomastico mitologico che dal gr PHEMI io dico prefissato POLI molto varrebbe “loquace- che parla molto” in percorso con Eufemia “dalla buona parola-che parla bene” (pref EU bene-buono). Altro suffissato OPE è Nictalòpe o Nittalòpe da Nictalopìa o Nictalopìa dal gr NYKTALOPS, composto col gr NYKS NYKTOS notte e ALAOS cieco e sta per cieco di notte. OPS vale anche per estensione “aspetto” cui Boòpide dal gr BOOPIS BOOPIDOS composto col genitivo del gr BUS BOOS bove e sta per “grandi occhi” come quelli del bue; da non connettere con il lemma Booleàno questo relativo al matematico G. Boole (1815/1864). L’omn tra OPS richezza e OPS vista farebbe pensare ad una corrispondenza rad, grazie al grande valore assegnato agli occhi dai nostri progenitori, peraltro mai decaduto. Dal tema gr OPHTHALMOS occhio, OPTIKOS vedere, sono pervenuti tutti quei lemmi quali Oftalmìa e Oftàlmico, Oftalmìte con Ofatlmìte (siff medico OTE) eppoi con pref e suff OFTALMO quali Oftalmoblenorrèa, Oftalmologìa con Oftalmològico e Oftalmòlogo, Oftalmometrìa, Oftalmoplegìa, Eftalmoscopìa e Eftalmoscòpio, Oftalmospàsmo, Oftalmostàto, Oftalmòtropo, Oftalmotropometrìa, eppoi Emoftàlmo (sangue nell’occhio), Enofatàlmo (pref EN dentro vale “infossamento”), Esoftàlmo (pref ESO fuori vale “occhio sporgente”), Idroftàlmo (occhio acquoso) o Bufftàlmo (col gr BUS bove vale “occhio bovino”), Lagoftàlmo (col gr LAGOS lepre vale “occhio di lepre”), Macroftàlmo con Macroftalmìa e Microftàlmo con Microftalmìa, Monoftàlmo “un solo occhio” snm di Guercio con Monoftalmìa, Podoftàlmo “sorta di crostaceo con occhi peduncolati”, Xeroftàlmo (col gr KSEROS secco vale “occhio secco”) con Xeroftalmìa; tutti quei lemmi col pref OPTO visibile o col suff OPSIA vistavisione da Optoelettrònica a Optòtipo e Necropsìa, inclusa la locuzione ellittica glb ingl Op art “arte ottica” da OPTICAL, tutti quei lemmi leniti da OPT(O) a OTT, donde Ottica-òttica, Ottico-òttico, Ottìmetro incluso Sinòssi “breve riassunto” dal gr SYNOPSIS sguardo insieme col pref SYN con, cui Sinòttico da SYNOPTIKOS. Per il gr, EPOPTEIA vale vista superiore ossia “la poesia”. L’ital ha attinto direttamente al lat OCULUS dalla rad OKW per Occhioòcchio con Occhiàle, Occhialòne cui Occhialone di Parma “sorta di colombo”, Occhialàio, Occhialerìa, Occhialètto, Occhialìno, questo snm di Occhialetto, microscopio composto su definizione galileana e sorta di uccello, eppoi Occhialùto; i primi occhiali sono datati 1268-1289 già descritti in letteratura, di inventore ignoto. Gli occhiali appaiono storicamente nelle arti figurative con un affresco del 1532 di Tomaso da Modena a Treviso ex convento di S. Nicolò, nel ritratto di Ugo di Provenza 322 intento a scrivere. Il percorso continua con Ochiàccia, Occhiàia meglio al plur Occhiàie snm delle locuzioni Avere le borse sotto gli occhi, Avere le pesche sotto gli occhi, Occhiàre e Occhiàta con l’omn-snm Occhiàta “sorta do pesce” snm di Melanuro, Occhiàto, Occhiatùra, Occhieggiàre, Occhièllo con Occhiellàia, Occhiellàio, Occhiellatrìce e Occhiellatùra, Occhièra, Occhiètto, Occhiolìno, Occhiòne, Occhiùto; più fedele al lat, invece, il termine zoologico Ocèllo “occhio semplice” dal dim lat OCELLUS di OCULUS con Ocellàre e Ocellàto con la locuzione Lucertola ocellata, da non equivocare col termine glb Ocelot o Ozelot “gattopardo americano” di genesi nahuati OCELOTI, attraverso il franc, il cui percorso da OCULUS prosegue con Oculàre, Oculàrio, Oculatèzza e Oculàto, Oculìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Oculìstico, utilizzandone il pref foneticamente adattato OCULO cui Oculifòrme, Oculomotòre, Oculomoziòne, Oculorinìte e suff quali Monòcolo e Binòcolo. L’tal conta ancora le proprie composizioni esplicite quali Occhiazzùrro, Occhiocerùleo o Occhicèrulo e il fig Occhiocòtto “sorta di uccello” e, in locuzione, Occhio della Madonna “sorta di fiore” snm di Nontiscordardimé o Non ti scordar di me, Occhio di falco, Occhio di gatto e Occhio di tigre tutti “sorta di minerale”, Occhio di pavone “sorta di farfalla”, il biblico Occhio per occhio. Dal lat tardo CANTHUS angolo dell’occhio, poi fig solo angolo, dal gr KANTHOS, cui Cànto “angolo-spigolo” (omn di Canto “canoro”) sono pervenuti fig i prefissati avverbi Accànto (AD allatrivo) e Daccànto dalla locuzione Da canto, eppoi Cantìna “angolo di casa” (per la conservazione del vino ed altro) svoltosi in esercizio pubblico, con Cantinèlla “recipiente da cantina” (omn di Cantinella “asta”), Cantinètta, Cantinière, e il prefissato Scantinàto (S intensivo), il generico Cantùccio cui il prefissato Incantucciàrsi (IN illativo), l’accr Cantòne “angolo di strada” (per estensione indica una pietra utilizzata a spigolo di muro) cui Cantonàle, Cantonàta, Cantonièra “mobile a scaffali” (fig anche “meretrice” per il suo stazionamento in un cantone), il volg Cantonè (vigile urbano appostato nei cantoni), Cantonière, un raro Cantonùto, eppoi i prefissati Accantonare con Accantonamènto e Accantonàto, Scantonàre (S intensivo) con Scantonamènto e Scantonatùra; attraverso il franc CANTONNER, Accantonàre e Accantonamènto sono attestati in terminologia militare snm di Accampare, Accquartierare. Il prefissato Decantàre, con Decantatòre (omn di Decantare e Decantatore da Cantare), sta per “sedimentare” (dal cannello del recipiente) con pref DE ablativo (moto da luogo) cui Decantaziòne. Cantòne è ancora una unità amministrativa della Svizzera cui ancora un Cantonàle; etnonimo Svìzzero o Elvètico questo dall’antico popolo degli Helvetii qui stanziatisi. A seguito della decantazione, nel recipiente o nella stiva di una nave può evidenziarsi la presenza di Sentìna, questo un termine privo di connessioni, dal lat inv SENTINA. Cantina, per accezione è il locale dove si conservano i vini ed anche la bottega per la rivendita di vino. 323 In alcune contrade della già Magna Grecia, il vaso da notte (giusto posto in un angolo della casa) è ancora chiamato volg Cantaro-Cantro, termine ereditato dal gr KANTHAROS coppa cui il lat CANTHARUM (se ne trova traccia di produzione tra gli etruschi), che in origine era una tazza in ceramica sacra a Diòniso, da questo i derivati Dionisìaco o Dionìsio, Dionìsie da DIONYSIA (ant festa dedicate al dio), l’onomastico Dionigi “consacrato al dio”. Il nome del pesce Càntaro o Cantarèllo è connesso fig in questo perorso, per la sua forma ovale. Termine equivocabile con l’esot Càntaro “unità ant di misura del peso” dall’ar QINTAR questo omologato però dal gr-bzt KENTENARION già lat CENTENARIUS centinaio. \ Le 17 Contrade di Siena Contrada dell’Aquila - aquilini Contrada del Bruco - brucaioli Contrada della Chiocciola - chiocciolini Contrada del Drago - dragaioli Contrada della Giraffa - giraffini Contrada dell’Istrice - istriciaioli Contrada del Leocorno - leocaioli Contrada della Lupa - lupaioli Contrada del Nicchio - nicchiaioli Contrada dell’Oca - ocaioli Contrada dell’Onda - ondaioli Contrada della Pantera - panterini Contrada della Selva - selvaioli Contrada della Tartuca - tartuchini Contrada della Torre - torraioli Contrada del Valdimontone - montanaioli \ Opera Operaio Copia OPUS OPERIS opera risale al sct APAS opera, cui i derivati Opera-òpera con i poetici Opra-òpra e Ovra-òvra, cui Operàre da OPERARI Operàbile con Operabilità, Operàio o un desueto Operàro da OPIFEX OPIFICIS, Operaìsmo con Operaìsta e Operaìstico, Operàndo, Operànte, Operatìvo dal lat OPERATIVUS con Operatività, Operàto, Operatòre, Operatòrio, Operaziòne dal lat OPERATIO con Operazionàle attraverso l’ingl OPERATIONAL e Operazionìsmo, Operètta con Operettìstico, Operìsta con Operìstico, il lemma biologico Operòne attraverso l’ingl OPERON da OPERATOR operatore, Operòso con Operosità e, in locuzione, Op. cit. abbreviazione di Opera citata, l’inv dal lat Ope legis “per opera (per forza) di legge”, l’ancora inv dal lat Opera omnia “tutte le opere di…” , i prefissati Adoperàre o Adopràre da ADOPERARE (AD allativo), Cooperàre (pref CUM associativo) cui Cooperatìva con Cooperativìsmo e Cooperativìstico, Cooperatività, Cooperatìvo, Cooperatòre e Cooperazioòne. Eppoi, l’ant Opificìna da OPIFEX operaio composto col suff da FACERE fare, con il corrente Officìna con Officinàle nella locuzione Prodotto officinale attestatosi quale “prodotto in farmacia” e Fucìna con aferesi di Of e metaplasmo della i in u cui il denm Fucinàre con Fucinatòre, Fucinatrìce e 324 Fucinatùra; termine alieno Fucìno, questo relativo alla sigla FUCI quale acronimo di Federazione Universitaria Cristiana Italiana. Eppoi Opùscolo dal dim lat OPUSCULUM di OPUS, il composto Opifìcio da OPIFICIUM (col suff da FACERE fare), Uòpo questo dalla locuzione OPUS EST lavoro da fare. \ Scafo Scafandro Schifo Restando in ambito cantina, i longobardi ci hanno lasciato l’omologismo Scàffa “tavole in ripiani”, da SHAF, cui l’ital Scaffàle con Scaffaltùra questo snm del glb ingl Rack (adottato dal 1983); vrs legati alla rad del gr SKAPHOS da SKAPTREIN scavare cui Scàfa, Scàfo, Scafòide snm di Navicolare, Schìfo “piccola imbarcazione” (omn di Schifo “ripugnanza”) cui il volg salentino Schifarieddu “piccolo natante”, il glb ingl Skiff attraverso il franc ESQUIF, eppoi Scafàndro col suff ANDRO uomo; SKAPHOS è connesso con SKAPHE catino, recipiente galleggiante, piccola barca (ecco la relazione con “tavole” le quali galleggiano) cui i composti fig Scafocefalìa con Scafocèfalo, Scafòpodi (col gr POUS PODOS piede) ) “Classe di molluschi” e che nel senso di “recipiente” sarebbe connesso con il lat CAPERE prendere cui ancora Scìfo da SKIPHOS e i composti Scifomedùse e Scifozòi. In percorso fig l’ital conta Scafàre e Scafàto. In connessione il glb ingl Skipper attraverso l’ol SCHIPPER da SCHIP nave, termine di risonanza indoeur e che si ritrova nello scandinavo SKIPA. Schìfo, omografo di Schifo “imbarcazione”, con Schifèzza, è invece dal franc SKIUHJAN aver riguardo, svoltosi in ESCHIF ripugnanza cui Schifàre con un obsoleto Eschifàre, Schifiltà, Schifiltosàggine, Schifiltosità, Schifìo, Schifosità, Schifòso, ma anche Schivàre, o Eschivàre, Schivàta, Schìvo; termini in enantiosemia dall’originale, che dal significato di “scansare per rispetto” è passato a Schivare “scansare” e a Schifare “scansare per ripugnanza”. Prefisso Suffisso ANDRO ANDRIA ANDRO, più usato come pref, è dal gr ANER ANDROS uomo connesso con ANTHROPOS uomo-umanità, donde il maschilista Androcentrìsmo e Androcèntrico (col gr ANER ANDROS uomo “maschio”, vale “Fallocrazia e Fallocratico”), Androcèo (su calco di Gineceo), Andròctono dal gr ANDROKTONOS omicida (uccisore di uomini) da KTEINEIN uccidere cui il preistorico Sauròctono, Androfobìa “paura patologica degli uomini” con Andròfobo, Androgamète, Androgènesi con Andrògeno “ormone sessuale mascolizzante”, Androginìa snm di Ermafroditìsmo con Androgìnico e Andrògino, Andròide (suff OIDE “somiglianza”), Andrologìa e Andròlogo, Andromanìa con Adròmane snm di Ninfomania e Ninfomane. Andròne dal gr ANDRON ANDRONOS “competenza dell’uomo” da ANDROS maschio (area riservata agli uomini separata dal Gineceo riservata alle donne), svoltosi in lat ANDRON ANDRONIS passaggio, gli onomastici Andrea con Andreina dal gr ANDREIA virilità, Alessandro che col gr ALESKO difensore-protettore vale “difensore (o simile) degli uomini” cui l’onomastico Alessio, Leandro dal gr LEIANDROS “uomo delicato” o, secondo altra ricerca, dal lat LORANDRUM cui Oleandro. Eppoi Andropàusa sul modello di Menopàusa, Andròsace (botanica, col gr AKOS 325 rimedio), Androsteròne vale “ormone sesuale” (biologia, con Steroide e suff chimico ONE che vale “chetone”). L’onomastico Cassandra dal gr KASSANDRAS trionfatrice appare come riferito sugli uomini, di omerica memoria cui il sostantivo Cassàndra (inascoltata veggente di sciagure) con l’aggettivo Cassàndrico. In suff, il percorso conta il botanico Diàndro (pref DI “due”) dove il suff ANDRO si traduce straordinariamente nel significato fig di “stame”, in correlazione con Monàndro (pref gr MONOS unico), Tetràndo (suff gr TETRA quattro), Pentàndro (pref PENTA cinque 1) e Poliàndro (suff POLYS molti) questo anche archeologico, Diandrìa (pref DI “due”) “donna coniugata con due uomini”, il termine botanico e zoologico Proteràndro, cui Proterandrìa, col gr PROTEROS anteriore con valore di “ermafrodismo”; fuori percorso Simàndro “sorta di utensile” dal gbz SEMANTRON da SEMAINO io segnalo. Il termine dialettale calabrese, ‘Ndrangheta “cosca mafiosa”, con diffusione glb, pare derivato dal gr ANDRAGATHIA coraggio-lealtà, cui ANDRAGATHOS uomo valoroso, questo connesso con ANDROS uomo che, in una visione maschile della società è simile a Virilità “coraggio” e Virtuosità dal lat VIR uomo. La cosca si divide in famiglie ognuna detta ‘Ndrina e l’appartenente ‘Ndranghetìsta; esiste ancora un ‘Ndranghiti “balordo” nel senso locale di “ladro”. 1 Il prefisso PENTA “cinque” si ritrova in numerosi termini prefissati quale Pentagràmma che in campo musicale vale “cinque righe” per scrivervi le note e in quello geometrico il pentagono regolare a cinque punte. \ Suffissi *TEMA EMA Prefisso APLO TEMA Tèma è dal gr THEMA ciò che si pone, cui Temàtico, Tematizzàre, il prefissato Anatèma o Anàtema da ANATHEMA “offerta votiva (ciò che si pone)” col pref ANA che del valore di sopra (l’altare) o di nuovo (al dio) è passato semant a “maledizione”, in enantiosemia dumque, cui Anatematìsmo, Anatematizzàre o Anatemizzàre, eppoi Apotèma da APOTHEMA, col pref APO, “che si allontana dal centro” connesso con APOTITHEMI abbasso, Epitèma da EPITHEMA che col pref EPI vale “ciò che sta sopra” in connessione con Pìttima “decotto di vino a mo’ d’impiastro medico” o fig “persona noiosa” (omn di Pittima “sorta di uccello”), in vrs connessione con il volg mer Pittedda (dischetti di pasta) poiché servita condita con la Mustarda questo volg da Mosto, d’uva nera, con suff aumentativo ARDO. EMA Svariati lemmi terminano in EMA; questo suff, in sintesi, omologa alcuni significati dal gr, che essenzialmente indicano produzione o inc lemmatico con THEMA posto, quali Sistèma “prodotto o posto insieme”col pref SIN cui Sistemàre, Sistemàta, Sistemàtica con Sistemàtico, Sistematicamènte, Sistematicità, Sistematìvo, Sistematizzàre, Sistematizzaziòne, Sistemaziòne, Sistèmico, Sistemìsta, Sistemìstica, Sistemìstico e Sistemòne in ambito giochi di probabilità, eppoi Grafèma “prodotto grafico” dal gr GRAPHO scrivo, ovvero “posto in grafia” cui Grafemàtica e Grafemàtico, infine 326 Teorèma “prodotto teorico” o “posto in teoria” con Teoremàtico. In percorso il prefissato Diastemàtico dal gr DIASTEMA intervallo “tra ciò che è posto” col pref DIA al quale si aggiunge A privativo e si ha Adiastemàstico “senza intervallo”. In acronimo si ha GPS che sta per l’ingl GLOBAL POSITIONING cui l’abbreviazione in NAVSTAR GPS, da NAVIGATION SATELLITE TIME AND RANGING GLOBAL GPS. APLO Il pref APLO, dal gr HAPLOOS, vale semplice, singolo in termini quali Aplodònte (con ODUS ODONTOS dente), Aplografìa con Aplògrafo, il genetico Aplòide con Aploidìa (suff OIDE “somiglianza”) eppoi Poliplòide cui Poliplodìa e il suffissato Allopoliplòide (pref gr ALLOS altro) con Allopoliploidìa adottato in Genetica, Aplologìa e Aplològico “articolazione di un suono una sola volta”, Aplotìpo. Il termine Euplòide con Euploidìa con il pref EU vale “di numero multiplo” rispetto al “semplice” Aploide. Da non equivocare con Aplòmb glb dal franc e vale “a piombo” e Aplùstre dal gr APHLASTON che indica una “struttura poppiera”. \ Aplografia Curioso il lemma Aplografia, con Aplografo, che risale ai tempi degli amanuensi e dei copisti, che oggi starebbe per refuso; è l’errore (presunta aggiustatura) di non scrivere due volte e in successione una medesima sillaba in una parola, ove sia prevista, come in Tafofobia, Angelologia, Aplologia, Fenilalalina, Podicipedidi; pertanto, Tafobia, Angelogia, Aplogia, Fenilalina e Podicipedi ne sono gli Aplografi. \ Ghetto Gleba Glutine Vrs, Ghètto deriverebbe dall’isoletta così chiamata, poiché pare ci fosse una fonderia e il metallo purificato dalle scorie diventava “il gheto”. Dovrebbe essere il discendente del lat GLITTUS, che in relazione al terreno vale “buono da utilizzare per la semina” ed estendendone il significato al metallo “buono da utlizzare per...” In percorso, Ghettizzàre, Ghettizzaziòne e un Ghettùme. GLITTUS appartiene al percorso di Ghièva, dal lat GLEBA, cui Glèba, Chiòva o Ghiòva, giunti in omn quale zolla di terra, e Glebòso, con rad indoeur GLEB afferrare una zolla, cui la storica definizione “servi della gleba” e Glòbo “Terra”, cui fig il lat GLOBUS “palla di pasta fritta” e il percorso ital fig o meno Globàle con Globalìsmo, Globalità, Globalizzàre con Globalizzaziòne cui il glb ingl Global con la locuzione contraria No global e il neologismo Glocàle con Glocalizzaziòne che indicherebbe quel fenomeno culturale che vede l’intreccio delle spinte globalizzanti con quelle dei particolarismi (globale e locale). Il percorso prosegue in Globòide (suff OIDE simile), Globòso con Globosità, Globulèso, i composti Globicèfalo “sorta di delfino”, Globifòrme, Globigerìna (con il lat GERERE portare), Globulariàcee (Famiglia di piante), e, in locuzione glb dall’ingl, Global coordinator “termine bancario”, Globe trotter “giramondo” con l’ingl TROTTER trottatore; i vari Glòbulo, Glòbuli con Globulàre, Globulìa e la locuzione Globuli bianchi, Globìna e Globulìna (pref chimico INA) sono relativi al sangue, cui Mioglobìna (col gr 327 MYS muscolo), eppoi i prefissati Conglobàre con Conglobamènto, Conglobaziòne, Inglobàre con Inglobamènto. Il lemma Glòmo quale snm di Gomitolo è dal lat GLOMUS variante di GLOBUS, donde Glòmere o Glomèride “Atropode dei Miriapodi”, Glomèrulo con Glomerulàre, il patologico composto Glomerulonefrìte, il prefissato Paraglòmo (accessorio per cavalli). Lungo questo percorso semantico si conta ancora Glùtine (un prodotto della terra, poiché viene estratto da cereali e semi di leguminose) dal lat GLUTEN GLUTINIS colla, cui Gluòne dal franc GLUE colla (glutine) attraverso l’ingl GLUONE, Glutammàto (con suff chimico ATO) dalla locuzione Acido glutammico con la locuzione Glutammato monosodico, Glutàmmico attraverso l’ingl GLUTAMIC questo composto con AMIC amidico, Glutammìna (suff chimico INA) dalla locuzione Acido glutammico con Glutammìnico snm di Acido glutammico, Glutenìna (suff chimico INA), Glutinàre inv dal lat GLUTINARE, Glutinàto, Glutinòso con Glutinosità, i prefissati Agglutinàre con Agglutinabilità, Agglutinamènto, Agglutinànte, Agglutinìna “sorta di anticorpo” (suff chimico INA), Agglutinògeno “antigene della prima” e Agglutinaziòne 1, Conglutinàre con Conglutinamènto, Conglutinatìvo e Conglutinaziòne, eppoi, sorprendentemente, Ghiòmo (lat GLOMUS viluppo), che sta ancora per “afferrare”, un termine attestatosi in aree celt e ger, cui Conglomeràre con Conglomeràta, Conglomeràtico, Conglomeràtico, Conglomeramènto e Conglomeraziòne, Raggomitolàre e Raggomitolàto (doppio pref RI AD), eppoi Agglomeràre con Agglomeramènto, Agglomerànte, il sostantivoaggettivo Agglomeràto e Agglomeraziòne, tutti nel senso di “afferrarecomprendere” sia semantico che figurato, con la rad indoeur GL-OM-EB prendere una zolla di terra, connessa alla rad GLEB. L’assonanza del termine GLOMUS viluppo-intreccio con CLOMA chioma farebbe pensare ad una connessione fig, o sovrapposizione. Eppoi Sgominàre con Sgominìo che con S intensivo vale “farsi largo a colpi di gomito”. 1 In linguistica, Agglutinaziòne vale l’incollatura ad un tema di diversi elementi, quali arrticoli, prefissi, suffissi, infissi, e che permangono distinguibili. Le lingue del gruppo ugrofinnico, caucasiche (cui l’Inguŝ degli Ingùsci, affine al Ceceno), sono infatti definite Lingue agglutinanti per la ricchezza di questi affissi, rispetto alle lingue monosillabiche o isolanti come il Cinese, alle lingue flessive (desinenze) quali le indoeuropee; ad esempio, da HAZ casa si ottiene HAZAK case dove AK è il suffisso per il plurale, HAZBAN nella casa dove BAN è il suffisso locativo, HAZAKBAN nelle case con l’inserimento sia di AK sia di BAN. Caucàsico è il relativo della Caucasia, coronimo della regione e catena montuosa tra il Mar Nero e il Mar Caspio. L’etrusco può essere considerato una lingua agglutinante e lo si evince con i seguenti esempi tratti da uno studio di R. A. Staccioli; partendo dal nome UNI che vale Giunione, si ha UNIAL di Giunone e UNIALTHI nel (tempio) di Giunone, dove AL vale lo specificativo di e THI il locativo nel-in. In questo percorso è da includere un secondo esempio con il termine LAUTNI che si traduce in liberto e che si volge al fem in LAUTNITHA liberta; da notare che l’uso della vocale a al femminile si sarebbe tramandato nell’ital atttraverso il lat. BIBLIOTECA EMEROTECA BOTTEGA 328 BIBLIOTECA Bibliotèca ci viene in percorso gr da BIBLION libro e THEKE scrigno, cui Bibliotecàrio, Biblioteconomìa “insieme di regole”con Biblioteconomìsta Bìbbia, dal lat BIBLIA già gr TA BIBLIA libri, vale quale collettivo di libri, per accezione snm di Antico Testamento o Vecchio Testamento, cui Bìblico con Biblicamènte, Biblicìsmo, Biblìsta con Biblìstica. \ Secondo G. Galilei, la Bibbia “non dice come vada in cielo (astronomia), ma come si vada in cielo (fede)”. \ Seguono dal gr BIBLION i composti con l’ital BIBLIO quali Bibliobùs (calco di scuolabus), Bibliodiversità, lo zoologico Bibliofagìa con Bibliòfago cui fig “divoratore di libri ovvero assiduo lettore di libri”, Bibliofilìa con Bibliòfilo questo non essenzialmente lettore ma collezionista, Bibliofobìa con Bibliòfobo “paura dei libri (della cultura), Bibliografìa con Bibliogràfico e Bibliògrafo inclusi il doppio composto Biobibliografia e Biobibliogràfico con Biografia, eppoi Biblioiàtrica (col gr IATRIKE da IATRIA cura medica, vale “restauratore di libri”), Bibliolatrìa (con il lat LATRIA ricopiato dal gr LATREIA culto), Bibliologìa con Bibliòlogo, Bibliomanìa con Bibliòmane, Bibliomanzìa Bibliopòla o Bibliòpola (suff dal gr POLEO vendo, vale “libraio”), Biblioterapìa con Biblioterapèuta e Bibloterapèutico. \ Importante derivato dal gr-lat BIBLIA è il composto Bibliografìa, con Bibliogràfico e Bibliògrafo, talvolta chiamata Bibliografia enumerativa o Bibliografia sistematica; è l’insieme compilato d’opere di uno o più autori. Dal XVIII sec la Bibliografia è considerata un’importante branca scientifica. Dallo studio bibliografico, è nata la necessità di una suddivisione in Bibliografia Analìtica (relativo alla stampa e all’aspetto materiale del libro), Bibliografia Descrittiva (descrizione particolareggiata del libro), Bibliografia Critica (applicazione totale dei metodi succitati e delle prove risultanti all'Edizione Critica). L’Edizione Critica equivale al complesso di studi atti a proporre il testo nella sua versione originale, o almeno renderla il più vicino possibile. Una sfumatura semant vuole la Biblioteca quale sito d’elevata dignità rispetto al snm Libreria, comunemente questa una scaffalatura per libri in vendita, per studioli, quando non per semplice arredo.\ \ Cibernetica Dalla Mnemoteca, lo scrigno naturale della memoria dell’uomo, passammo alle Biblioteche degli amanuensi e successivamente alle più agevoli Librerie gutenberghiane. Il processo-progresso prosegue nelle CDteche, con i dischetti FLOPPY e CD-DVD, i quali dovranno pur essere custoditi; allora ritorneremo, chiudendo il circolo, alla Cibertèca (dall’ingl CYBER), la memoria artificiale dell'uomo. Il gr conta KYBERNE pilota, manovratore, svoltosi nell’ingl CYBERNETICS e nell'ital Cibernètica, la scienza che mira a clonare le operazioni del cervello umano tramite marchingegni. Il CD è nato calcolandone la durata corrispondente a quella della Nona di Beethoven. 329 Con il proliferare dei virus nei computer è nato il composto quali Ciberattàcco o Cyberattàcco. Cyberfobìa vale “avversione per i computer”. EMEROTECA Dal gr HEMERA giorno, l’ital conta il pref EMERO per termini quali Emeralopìa con Emeràlopo “mal adattamento alla poca luce” (con OPS sguardo cui i suff OPIA OPO) in opposizione a Nictalopia e Nictalopo. Emerocàllide “sorta di pianta erbacea” delle Liliacee, col gr KALLI bello, Emeròdromo col gr DRAMEIN correre “messaggero che copre la distanza in un giorno”, Emerografìa “ compilazione giornalistica” con Emerogràfico, Emerològio “antico calendario” col gr LOGOS discorso, Emerotèca “collezione di giornali e riviste” attraverso il franc HEMEROTHEQUE, ricalcando la composizione Biblioteca Dalla locuzione gr EPAKTE HEMERA giorno intercalare è stato coniato il termine Epàtta che indica l’età della luna il primo gennaio d’ogni anno, ossia il numero dei giorni trascorsi dall’ultimo Novilunio; numero che è aggiunto all’Anno lunare per renderlo uguale all’Anno solare; la chiesa cattolica se ne serve per calcolare la data della Pasqua e di altre festività mobili. Fuori percorso Emero-èmero (XVI sec) di etim non accertato che vale “sorta di arbusto delle Papilionacee”, col snm Dondolino. Effemerotèca è il snm di Emeroteca. Il lemma ci viene dal lat EPHEMERIS diario, ereditato immutato dal gr con HEMERA giorno e THEKE scrigno, cui EPHEMER(IS)THEKE emeroteca dove il pref corrisponde all’ital EPI con valore di “in, su…” da significato di “un (sol) giorno - su un (sol) giorno”. Anche per Effemeroteca (adottato dal 1908) o Emeroteca (adottato dal 1923) si dovrà ostentare rispetto, diversamente dalla confidenziale edicola. Da EPI sopra e HEMERA giorno nasce il complanare EPHIMEROS “di un solo giorno”, cui il fedele Ephemèra con valore di Effimero, Efèmera o Effìmera dal gr EPHEMEROS (sorta di insetto che vive in un solo giorno) con Efemeroidèi (l’Ordine), Efemèride o Effemèride, il botanico Efèmero, Effìmero (che dura solo un giorno) o un Efìmero. Dalla locuzione PENTEKOSTE HEMERA “cinquantesimo giorno”, dal gr PENTEKONTA cinquanta, si conta Pentecòste, la festività cristiana che ricorda la discesa dello Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Risurrezione, cui il relativo aggettivo Pentecostàle e il sostantivo Pentecostàle “membro di chiese metodiste” attraverso l’ingl PENTECOSTAL, eppoi Pentecostalìsmo; Pentecontòro, dal PENTEKONTORS invece, era la 330 nave gr mossa da cinquanta remi. BOTTEGA Bottèga è il composto di Botte (dal lat tardo BUTTIS vasetto) con THEKE, modellato dal lat APOTHECA già gr APOTHEKE deposito; allora sta per “deposito di vasetti” (anche in vendita). Sull’insegna farmaceutica glb, specie in località turistiche, spicca il termine APOTHEKE. La lenizione sett di c in g, ha mutato Bottèca (Botte-Teca) in Bottega. Il lat però conta APOTHEKA per Bottega, attinto al gr APOTHEKE deposito, composto col pref APO. Per i romani, APOTHEKA indicava comunemente la Cantina. Nel volg mer si ode ancora la voce Putea per Aputea “apoteca” (bottega) con aferesi della A e afonia della c. In percorso, Bottegàio o Bottegàro, Bottegànte, Botteghìno. Nella Roma capitale della Repubblica Italiana, in via delle Botteghe Oscure, c’è sempre stata la sede nazionale del comunismo nostrano; il termine Bottegoscuròlogo, pertanto, indicherebbe, in maniera forzata, l’esperto della politica comunista italiana. In semant popolare, Bottèga indica la Patta dei pantaloni. Dall’ar BAGGARIN questo plur volg di BAQQAL bottegaio, l’ital conta l’omologismo Bagarìno on Bagarinàggio. Snm di Bottega è anche Negòzio, termine questo con una straordinaria composizione lemmatica dal lat NEG OTIUM e sta letteralmente per senza ozio, cui Negoziàre con Negoziàbile e Negoziabilità, Negoziàle e Negozialità, Negozialmènte, il Ppres sostantivato Negoziànte, Negoziàto questo meglio Negoziàti in termini diplomatici, Negoziatòre, Negoziaziòne il reiterativo Rinegoziàre cui Rinegoziaziòne, Rinegoziàto e la locuzione d’attualità Rinegoziazione mutuo; il termine volg veneto Negòssa “sorta di rete da pesca” è fig nel percorso, direttamente dal lat NEGOSSA. Il pref NEG è la variante lenita di NEC, a sua volta ipocoristico di NEQUE, e indica un rifiuto, cui Dinegàre con Diniègo (pref DE conclusivo), la congiunzione negativa *Nè (accento corretto *Né) connessa col gr ME “particella negativa” cui l’ital Meontologìa in termine filosofico “indagine sul non essere o sul nulla in relazione ai loro opposti di essere e di realtà”, eppoi Negàre con un desueto Niegàre, cui Negatìvo, Negaziòne, il sostantivo Nègo o Niègo, i prefissati Abnegàre con Abnegaziòne (pref AB privativo), Denegàre con Denegaziòne, Rinnegàre (pref RI iterativo) con Rinnegamènto, Rinnegàto e Rinnegatòre, Neglìgere (pref NEG e LIGERE non raccogliere) con Negligènza o il fedele Negligènzia da 331 NEGLIGENTIA con il desueto Negghiènza da NEGLIGENTIA con normale caduta della g intervocalica, Negligènte con un Negligentàre, Neglètto da NEGLECTUS con Negleziòne, e il glb franc Negligè (corretto Negligé), eppoi Neghittìto col prefissato Sneghittìto, Neghittòso o Nighittòso con Neghittosità. \ Teca Bacheca Custodia Scrigno Tèca, lat THECA custodia già gr THEKE scrigno, cui il prefissato scientifico Intratecàle; il lemma è utilizzato quale secondo membro nelle composizioni, è incluso in una vasta varietà di lemmi e, in aggiunta ai tradizionali, se ne potrebbero proporre di moderni e di neologismo. Tèca è dunque in snm con Bacheca, Custodia, Scrigno, connessso con il termine gr TATEUKHOS custodia-astuccio per libri cui Pentatèuco “i primi cinque libri della bibbia ebraica”. Il percorso conta Antropotèca, Apotèca, Caciotèca o Caciotèka (termine autarchico, esposizione commerciabile di formaggi), Cartotèca (raccolta di documenti cartacei), CDtèca e Mnemotèca (questo col gr MNEMON memore “tutto ciò che è raccolto memorizzato in appositi ritrovati digitali (esempio, Chip, Key driver); il primo archivio digitale italiano sorge a Firenze nel 2010 in sede RAI, relativo ai beni culturali e artistici. Chirotèca (col gr KHEIR mano vale “protezione della mano”), Cronotèca, Cibertèca, Discotèca cui Discoteca di Stato una istituzione pubblica ital dal 1928 per voci e suoni della memoria storica, Documentotèca, Drivetèca, Emotèca, Fototèca e Aerofototèca, Genotèca, Gipsotèca (dal GYPSOS gesso “collezione d’opere in gesso”, come la Gipsoteca di Antonio Canova a Possagno nel Veneto), Glittotèca “collezione di pietre incise”, Iconotèca, Ipotèca, Lipsanotèca (col gr LEIPSANON reliquia), Litotèca (da gr LITHOS “raccolta di minerali”) con Neo-paleo-litotèca (per i reperti d’epoca), Ludotèca (col gr LUDUS gioco “sala attrezzata per i bambini”), Mediatèca, Necrotèca, Pinacotèca (col gr PINAKS PINAKOS quadro), Protomotèca, Video-cine-musi(ca)-audio-fonocassetto-tèca, Videotèca... eppoi, dal tradizionale Discoteca quale luogo di ritrovo, alcuni gruppi di giovani hanno coniato una sequela di pseudoderivati, ironici, quali Corsoteca, Piazzateca o Piazzettateca, Pizzateca, Pubteca… \ La discoteca storica apparve a Parigi negli anni Cinquanta, col nome di Whisky à gogò, locuzione questa che poi si diffuse in spazio glb negli anni Sessanta, in cui il franc GOGO vale “A iosa”. \ Dal lat GYPSUM già gr GYPSOS l’ital conta Gèsso (Solfato di calcio Idrato) cui Gessàia, Gessàio, Gessaiòlo, Gessàre, Gessàto questo anche fig nella locuzione Abito gessato, Gessatùra, il dim Gessètto, Gessificàre con Gessificaziòne, il sostantivo Gessìno e l’aggettivo Gessòso. Bachèca è l'inc lat di BACA perla con APOTHEKA (Ved terzina); il termine sta ad indicare una cassetta-custodia con coperchio di vetro trasparente; l'associazione con Perla verrebbe dal valore in essa contenuto, semant “una perla - una chicca”. E verrebbe da pensare che il termine Bachelite sia dello stesso percorso tematico, per uno dei suoi aspetti, biancotrasparente, ma non è così; la Bachelìte prende il nome dal suo inventore, il 332 chimico C. H. Baekeland (1863-1944). Custòdia, Custodìre e Custòde hanno origini più nobili: da rad ED-OD entrare in possesso con tema indoeur KEUDH tesoro cui anche Gùscio, questo dal lat volg CUSTJUM, con la variante Gùscia e Guscètto, il prefissato Sgusciàre cui Sgusciàto, Sgusciatrìce, Sgusciatùra e Sgùscio (pref S sottrattivo). \ Il re dell’Arabia Saudita è chiamato il Custode delle Moschee, La Mecca e La Medina.\ In franc Guscio si traduce COQUE, cui la locuzione glb A la coque, l’omn Sgusciàre “scappar via” ha un origine onomatopeica cui Sguisciàre con sovrapposizione di Guizzare. Il suff ODE di Custode è identico a quello di Erede e di Mercede, dalla rad ED-OD entrare in possesso. Custode, dunque, vale “in possesso (consegna) del tesoro”, come Mercede “in possesso (paga) della merce”, come Erède questo con un raro aferetico Rèda dal lat HEREDEM e con Rèdo questo attestatosi in “vitello d’allattamento” anche “puledro”, cui *Eredità o Redità (con aferesi della E), Ereditàre o Redàre, Ereditàrio, Ereditièra, che col pref GHERO vuoto, svoltosi in ERO, vale “entrare in possesso di ciò che ne era vuoto”; Reda “erede” è omn di un Rèda inv dal lat REDA O RAEDA carro a quattro ruote d’origine celt, cui REDOLARE andare col carro con il devb Rèdola che in metonimia diventa “viottolo”. Del termine Scrìgno, con un desueto Sgrìgno, dal lat SCRINIUM scatola, s’è persa la rad ed è privo di connessioni, ma se ne potrebbe tentare una con il percorso della rad KREI-KRI discriminare, setacciare, scrimolo; lo scrigno, infatti, non è altro che una raccolta di oggetti discriminati-setacciati per essere custoditi. In percorso il fig Scrignùto con valore di “gobbo – arcuato (naso)” e i dim Scrignètto e Scrignutùzzo Questa rad avrebbe tra l’altro prodotto il termine ol KRIBBEN raschiare cui l’omologismo Gribàna “piccolo bastimento fluviale a fondo piatto”. \ Una riflessione sul rad ED-OD entrare in possesso il cui incipit è omn di ED-D masticare; sorge l’immagine del nostro progenitore delle caverne, che consuma il cibo dopo essersene in qualche maniera impossessato. Non si tratterrebbe quindi di omonimia, ma addirittura di un unico rad di partenza, poi sdoppiatosi, come tanti. \ \ Prefissi ANTROPO ANTRO Antropo-àntropo, dal gr ANTHROPOS uomo (umanità), cui Antròpico, Antropizzàre con Antopizzàto e Antropizzaziòne, i composti Antropocène (col gr KAINOS nuovo-recente – insomma la nostra era dove è l’uomo il protagonista che intende prevalere sulla natura), Antropocentrìsmo e Antropocèntrico (col gr ANTHROPOS uomo (umanità) che vale “uomo al centro dell’universo” in contrapposizione con Teocentrismo, Antropofagìa cui Antropòfago (snm di Cannibalismo e Cannibale) 1, Antropogènesi con Antropogènico e Antropògeno, Antropogeografìa, Antropologìa (studio dell’uomo) cui Antropològico, Antropologìsmo e Antropòlogo, Antropometrìa con Antropomètrico e Antropòmetro, Antroposfèra “parte della Biosfera con preesenza umana”, Antroposofìa (col gr SOPHIA sapienza, dottrina che vede l’uomo protagonista) con Antropòsofo, Antropozòico (era geologica in cui è apparso l’uomo). Da non equivocare col sostantivo Antro-àntro (adottato dal 1374) snm di 333 Caverna e Spelonca (già dal XIII sec) dal lat ANTRUM e dal gr ANTRON cavità naturale (al fianco di un monte). Esiste ancora il termine Atrio-àtrio dal lat ATRIUM cavità, in connessione con (variante di) ANTRIUM, cui Atriàle, il prefissato Atresìa “occlusione anatomica” (con A privativo) da non percorrere con Atrepsìa questo dal gr THREPSIS nutrizione con A privativo; eppoi i composti Atriogràmma, Atrioventricolàre. Atrèplice o Atrìplice, con le varianti Atrèbice, Atrèpice, è dal lat ATRIPLEX “sorta di painta erbacea” altrimenti detta Bietolone, vrs una composizione connessa con ATRUM, poiché appartiene alla Famiglia delle Chenopodiàcee questo con Chenopòdio (il Genere) “a piede d’oca”, termine fig composto col gr KHEN oca e PODOS piede i cui fiori sono globosi (ad atrio) e i frutti sono ad achenio (chiusi) ovvero indeiscenti: il suff è dal lat PLICARE piegare già gr PLEKSIA. \ L’allitterazione gr di ANTRON antro con ANTHROPOS uomo farebbe pensare ad una preistorica associazione rad, dal fatto che il primo era in simbiosi con il secondo, un po’ come Casa e Casalingo, insomma la preistorica stazione degli umani.\ 1 Tra le etnie del Pacifico ricorre un detto, un modo di dire, una frase offensiva, che comprova un passato di cannibalismo “ Ho ancora tra i denti pezzetti della carne di tua madre”. \ Prefisso FAGO Suffisso FAGO FAGIA Oltre a Fàgo quale ipocoristico di Batteriòfago, FAGO è primo membro dal gr PHAGOS PHAGEIN mangiare, cui il lat PHAGUS, l’ital Fagìsmo complanare con Famìsmo, Fagocitàre con Fagocitaziòne, Fagocìta o Fagocìto con Fagocitàsi e Fagocitàrio, col suff CITO o CITA dal gr KYTOS cavità svoltosi in cellula cui Citologìa e Citoplàsma; il gr conta in connessione il botanico KYTINOS “calice” per accezione quale calice del melograno, cui Cìtino “sorta di pianta” snm di Mucchìgnero questo di voce sarda, e Cìtiso “sorta di arbusto”. Il suff CITO ha il suo omn derivante dal lat CITUS veloce Pp di CIERE venire, cui Citòfono. Il composto Fagofobìa indica il fastidio alle assunzioni di cibo, che non dovrebbe raggiungere l’estrema patologia dell’Anoressia. Eppoi Fagosòma in composizione con Cromosoma, il patololgico grave Fagedènico con Fagedenìsmo “sorta di tumore distruttivo” dal composto gr PHAGEDAINA che sta per “piaga che mangia, divora”, ancora il patologico Phagofobìa. Il percorso continua con Esòfago “porta-cibo” col pref gr OISIS “azione del portare” cui Esofagèo, Esofagìsmo, Esofagìte (suff medico ITE), Esofagostomìa (col gr STOMIA bocca), da non associare ai prefissati quale Esoftàlmo questo col gr EKSO fuori e OPHTHALMOS occhio (da ricordare il gruppo gr Ph pron f). Fagòtto dal franc FAGOT involto, è d’etim incerta, cui Fagottìno, fig Fagòtto lo strumento musicale con Fagottìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Controfagòtto, il prefissato Infagottàre; c’è tuttavia da dire che Infagottare da FAGOT può fig valere ingozzare, quindi connesso con Fagocitare nel tema PHAGOS o almeno sovrapposto. Anche per termini quali Faìna in lat FAGINA da FAGUS cui Fainèsco, 334 appaiono connessi con PHAGUS (che nel lat tardo muta ph in f), il primo per il suo consumo alimentare, il secondo per la sua fama di cacciatrice di amimali da cortile. Una sorta di faina è indicata con il temine Foiònico o Foiònco, il quale in alcune contrade ha assunto le forme di una piccola creatura immaginaria, un folletto tra i vari Lauru, Massariol… Il percorso suffissato FAGIA FAGO conta Aerofagìa “mangia-aria” col pref gr AER aria, Afagia “incapacità di ingerire” (A privativo), Cacofagìa “mangiare sostanze ripugnanti” (col gr KAKOS cattivo), Cheilofagìa “il mordersi ripetutamente le labbra” (col gr KHEILOS labbro), il biologico Citofagìa (col gr KYTOS cellula), Coprofagìa con Copròfago “mangiatore di sterco” dal gr KOPROS sterco, la censurata satira di Daniele Luttazzi in TV, Disfagìa (col pref DIS male, disturbo nel mangiare), Geofagìa con Geòfago “spinta patologica a cibarsi di terra, cenere e simili”, Ittiofagìa con Ittiòfago “il cibarsi solo di pesce” (col gr IKHTHYS pesce), Matallofagìa “spinta patologica ad ingerire oggetti mettalici”, Monofagìa “il cibarsi di una sola (quaisiasi) varietà di cibo” in antitesi a Polifagìa con Polìfago “l’ingerire di tutto”, Omofagìa con Omòfago “il rito di mangiare carne cruda”, Onicofagìa con Onicòfago (col pref gr ONYKS unghia italianizzato ONICO da non equivocare col suffisso chimico ONICO) “abitudine di rosicchiarsi le unghie”; eppoi i termini zoologici quali Antòfago (col gr ANTHOS fiore), Autofagìa con Autòfago “provvedere al cibo da soli” (per i cuccioli), Ematofagìa con Ematòfago “il nutrirsi del sangue di altri animali”, Fitofàgìa con Fitòfago “cibarsi di vegetali” in opposizione a Zoofagia e Zoòfago “il cibarsi di altri animali”, Necrofagìa con Necròfago “l’ingerire carogne animali. Fuori percorso di FAGO, dall’idronimo Phasis, fiume nella regione della Colchide, il gr conta PHASIANOS cui il lat PHASIANUS e l’ital Fagiàno (dei Galliformi) con Fagianàia e Fagianèlla eppoi, esplicito dal gr-lat, Fasiànidi (la Famiglia). Da Colchide si ha il relativo Còlchico attestatosi quale pianta erbacea delle Liliacee - cui Colchicìna “alcaloide” - e snm di Freddolina, Zafferano e finanche Bastardo. \ Unghia La voce gr ONYKS avrebbe portato al lat ONYKS tradotto come onice, per la somiglianza, cui l’ital Onice-ònice, donde,in percorso, il patologico Onichìa o Onicòsi, il pref ONICO in termini quali Onicòfori (Gruppo di Metazoi, col gr PHOROS da PHOREIN portare), Onicogrifòsi (col gr GRYPOS piegato-adunco), Onicomicòsi, Onicorrèsi (col gr RESEIS frattura). Per unghia, invece, il lat utilizza UNGULA dim di UNGUIS già ONGWHIS, con passaggio della O in U dovuto al gruppo letterale ng (come in Ungere e Spugna), cui l’ital Unghia-ùnghia con Unghiàta, Unghiàto, Unghiatùra, Unghièlla e Unghièllo, Unghiòlo, l’accr Unghiòne, meglio Unghiòni, Unghiòso, Unghiùto, i desueti Ungola-ùngola e Ungue-ùngue cui il corrente Ungueàle dal lat dotto UNGUEM con le locuzioni Lamina ungueale. Lunula ungueale, Letto ungueale, Unguìcola da UNGUIS col suff dim, Unguicolàti “Gruppo di mammiferi con unghie invece di zoccoli”, 335 Ungucolàto, Ungula-ùugula direttamente dal lat UNGULA cui Ungulàti “Gruppo di Mammiferi cion unghie a zoccolo”, il fig Ungulatùra “taglio con lama”, Ungulìgrado “animale che cammina poggiando le unghie”, eppoi il denm Adunghiàre o Aunghiàre, questo col pref adattato AD, eppoi Unguicolàto da UNGUICULUS (con unghie senza zoccolo) dim di UNGUIS, Ungulàto da UNGULATUS, e le varianti in complanare Ugnaùgna con Ugnàta e Ugnàto, Ugnèlla e Ugnèllo, Ugnàre o Augnàre attestatisi in “tagliare obliquamente”cui Ugnatùra o Augnatùra e Ugnètto, Ugnòlo, Ugnòne. \ Feci Orina L’ital conta molteplici snm di Còpro, questo dal gr KOPROS sterco cui Còpride “sorta di coleottero” e i composti con COPRO quali Coprocultùra, Coprofilìa, Coprofobìa, Coprolalìa con Coprolàlico (dal gr LALIA loquacità), Coprostàsi (dal gr STASIS stabilità vale “ristagno delle feci nel colon”); da non equivocare con termini quali Coprocessòre (pref lat CUM associativo, italianizzato CON e Processore), Coproduttòre (pref CON e Produttore)… Càcca o Càca con Cacàta e Caccòso, il fig Cacaiòla, Cacarèlla e una serie di composizioni quali Cacadùbbi, Cacanìdio, che ci giunge dal lat CACARE, inv nell’ital Cacàre con la variante lenita Cagàre e il prefissato Scacazzàre o Scagazzàre con Scacazzamènto (S intensivo), già documentato in aree celt, gr, arm e slava; suo dim ital è Càccola cui Caccolòso. La Cacca, giacché è la sostanza cattiva espulsa dall’organismo, perché non credere che sia d’identica rad del gr KAKOS cattivo, cui Cachessìa e Cachèttico “cattiva costituzione”, Cacofonìa e Cacofònico “cattiva voce”, Cacografìa “brutta scrittura” in opposizione a Calligrafia, Cacologìa “maldicenza”, Cacomantis “annunciatore di cose cattive” il nome scientifico del Cuculo, il patologico Cacosmìa (col gr OSME odore) “disturbo dell’odorato”. In percorso la composizione Kakorrhaphiofobìa che è la paura di fallire o di essere sconfitti. Il frutto e l’albero Càchi o Càco è l’omologismo dal giapponese KAKI; dato il suo colore, è vrs un’originaria connessione col persiano KHAK polvere, giallo sabbia, cui Càchi “colore coloniale” attraverso l’ingl KHAKI o Kàki fedele al giapponese, e perché, ancora, non credere che Cacca abbia qualche connessione, o sia in sovrapposizione, appunto per il suo aspetto e colore naturale. Altro snm di Cachi “albero-frutto” è Diòspero un adattamento fig da Diòspiro (Genere di piante) questo la composizione con DIOS “Zeus” e PYROS “frumento”. Il Chachi è anche indicato con Mela d’oriente e una sua varietà Kaki di Misilmeri (toponimo siciliano); il frutto è composto da 78,20% d’acqua, il 18 di zucchero, 0,80 di proteine, 0,40 di grassi eppoi Vitamina C, Betocarotene e Potassio. Una tipica giacca di colore Cachi è la Sahariàna, omologismo relativo al deserto del Sahara cui Sahariàno e Sahariàde “tipo umano” con la locuzione Razza saharide meglio da sostituire con Specie saharide; rispettando la genesi locale, si ha Sàhel omologismo dall’ar SAHIL “pianura costierapianura tra savana e deserto” e quindi indica la regione meridionale del 336 Sahara, dall’ar volg SAL già class SA IL, cui l’aggettivo Saheliàno. Caco, dal lat CACUS o CACIUS, è ancora il nome di un mitologico mostro a tre teste sopraffatto da Ercole, la cui sorella aveva nome Caca. Il lemma Cacào, infine, non ha nulla del percorso, poiché è l’omologismo dall’azteco CACAHUATI attraverso lo sp CACAO. \ Gli occidentali bevvero storicamente del cioccolato quando fu offerto da Montezuma, re degli Aztechi, ai Conquistadores una bevanda localmente indicata Acqua amara, ed era cacao diluito. Il merito di aver importato storicamente il cacao in Italia spetterebbe al generale dell’esercito spagnolo Emanuele Filiberto di Savoia detto “Testa di Ferro” (1528/1580), che lo fece conoscere a Torino dove, erede del Ducato di Savoia, ne aveva trasferito la capitale da Chambery. Tra i Maya, addirittura, il Cacao era così considerato che i suoi semi utilizzati quale moneta corrente; 10 semi di cacao, infatti, valeva il prezzo di un coniglio e 100 semi uno schiavo.\ Tornando in ambito giapponese, inoltre, l’ital ne ha tratto l’omologismo Iamatologìa e Iamatòlogo in complanare con Yamatologìa e Yamatòlogo ispirato al lemma YAMA monte ricorrente nella lingua; Nippònico, con Nipponìsmo, è l’omologismo tratto da NIPPON terra del sole, questo la traduzione giapponese del cinese JIHPEN che è l’ellittico di JIHPENKUO paese dove nasce il sole, cui JAPUAN donde l’ital Giappòne con Giapponèse, Giapponeserìa e Giapponesìsmo. Japanofobìa è una patologica paura per i giapponesi. Escremènto, con Escrementìzio ed Escrementòso, è un termine composto dal lat EXCREMENTUM di EXCERNERE che vale ciò che è setacciato fuori, dal gr SKOR SKORIA cui Scòria, meglio Scòrie, con Scoriàceo (suff ACEO) questo dal sapore di forzatura lemmatica su calco di Coriaceo, il composto Scorificàre attraverso il franc SCORIFIER con Scorificàbile e Scorificaziòne; vrs la connessione col termine prefissato Acorìa (A privativo) dal gr AKORIA insaziabilità questo omn di Acorìa “mancanza di pupilla” da KORE pupilla (con A privativo). Fèci con il suo denm Defecàre (lat DE FAECARE) cui Defecànte e Defecaziòne (snm di Deiezione), da tema med FAIK, lat FAEX FAECIS fondo del vino, cui Fèccia, Fecciùme, Feculàceo con Feculènto da Fècola del lat FAECULA amido cui il Sagù o Sàgo ricavato dalle palme, di voce malese attraverso il ptg. Defecaloesiofobìa indica la paura di una defecazione dolorosa. Amido-àmido invece è dal lat AMYLUM già gr AMYLON cui Amidàceo o il più esplicito Amilàceo, Amidatùra e il prefissato Inamidàre con Inamidàto, Inamidatòre e Inamidatùra, il pref AMILO, esplicito dal lat, per composizioni quali Amilòide (suff gr OEIDES simile a), Amilopectìna, Amiloplàsto snm di Leucoplàsto (col gr PLASTOS formato), Amilopsìna (con Pepsina), Amilòsio (suff OSIO attraverso il franc OSE “carboidrato” di GLYCOSE), eppoi il prefissato Isoamìle con Isoamìlico (con ISO uguale e suff chimico ILE sta per “radicale organico alifatico a cinque atomi di carbonio”) Snm di Amido è Apprètto, attraverso il franc APPRET da APPRETER preparare assimilato all’ital prefissato Rappreso, entrambi in percorso dal lat PRENDERE già class PRAEHENDERE prendere, cui Apprettàre con Apprettamènto, Apprettànte, Apprettatòre, Apprettatrìce e Apprettatùra. Il 337 franc conta ancora un DECATIR togliere l’appretto con l’operazione DECATISSAGE cui l’omologismo Decatissàggio con Decatizzàre. Fìmo dal lat FIMUM cui Fimìcolo (insetto) “che vive nel letame” termine poeticamente esteso nel snm di Letame ; il termine lat è vrs connesso col gr PHIMOSIS stringimento, da porre in relazione, da un risvolto metaf, all’orifizio anale. Letàme dal lat LAETANEM concime da LAETUS fertilizzante “che appaga le attese del coltivatore” cui Letamàio, Letamàre e Letamaziòne fig da LAETUS lieto. Mèggia è dal lat volg MEIIA devb da MEIARE urinare, ma attestatosi in snm ad escremento; il volg Mèrda inv dal lat MERDA, cui lo strausato franc MERDE appare infatti in connessione. Derivati Meggiòne “escremento”, Minziòne “orinazione” e Mìngere inv dal lat MINGERE, tutti da rad MEIGH urinare; forse in connessione, fig o meno, con la rad base ME di MELG cui Mùngere. Mingherlìno questo termine adottato dal 1500 quale snm di Gracile (questo già dal XIV sec), è un omologismo o meglio un esot vrs connesso fig con questo percorso attraverso il franc MINGRELIN quale dim di MINGRE sventurato. L’infantile onomatopeico Popò con la variante Pupù, anche nel significato di “sedere”. Scàto ancora dal gr SKOR SKATOS sterco di tema SKAT erompereschizzare, utilizzato quale primo membro, cui Scatofilìa, Scatofagìa, Scatofobìa, Scatologìa con Scatològico e lo specifico Scatòlo attraverso il franc SCATOLOGIE, da non equivocare col termine volg mas Scàtolo da Scatola e, ancora, da non equivocare col termine Escatologìa, cui Escatologìco e Escatologìsmo, questo dal gr ESKHATOS ultimo e vale senno del poi. Eppoi, Scìbala dal gr SKYBALON escremento. Stèrco dal lat STERCUS cui Stercoràceo, Stercoràridi (Famiglia di uccelli), Stercoràrio, Sterquilìnio o Sterquilìno “letamaio”, questo inc con INQUILINUS inquilino, Sterculiàcee (Famiglia di piante). Stercùlio era il dio romano della concimazione dei campi. Il long conta STRUNZ sterco, cui l’omologismo sempre ricorrente Strònzo o Strònzolo (già nel XV sec) con un dialettale Strunz che pare fedele all’originale, cui i fig Stronzàggine e Stronzàta. Pseudoetim l’ital conta Stronzàre “diminuire con frode il valore della moneta metallica” attingendo all’ant qualificativo Trònzo ottuso con pref S sottrattivo e Stronzianìte questo Carbonato di stronzio dall’elemento chimico Strònzio (simbolo Sr) dal nome delle miniere scozzese in Stronzian. Infine, Squàcchera “diarrea” con Squaccheràre, Squaccheràto e il fig Squaccheròne (sorta di formaggio), vrs un richiamo volg a Quagliare col pref S intensivo. Gli escrementi di uccelli acquatici su alcune isole e lungo le coste del Cile e del Perù contengono azoto, fosforo e potassio, utili quale concime, e attraverso la voce indigena WANU lo sp ne ha tratto il vocabolo GUANO donde l’omologismo ital Guàno con il percorso Guanìna cui Guanidìna 338 (termini chimici) e Guanièra. Urìna-Urinàre, svoltosi in Orìna-Orinàre, dal lat inv URINA già gr OURON da AUREIN orinare, cui Orinàle o Urinàle, Orinàrio o Urinàrio, Orinatìvo o Urinatìvo, Orinatòio, Orinaziòne o Urinaziòne, Orinòso o Urinòso, Uretère con Ureteràle o Uretèrico e Ureterìte (suff medico ITE), Urètra con Uretràle e Uretrìte, Urèa questo col snm Carbammide, Urico-ùrico, Urònico, il suff URIA e il pref URO, italianizzati dal gr OURIA, in termini composti quali Disurìa (disfunzione, pref gr DIS male), Ematurìa (col pref tratto dal gr HAIMA sangue), Enurèsi (col pref gr EN sopra vale per accezione incontinenza notturna nel letto), Nicturìa (col gr NYKS notte), Pollachiurìa (col gr POLLAKIS molte volte vale urinare più volte) Uremìa, Uricemìa con Uricèmico, Uricosùria o Uricisurìa (cn Urico), Uricotèlico con Uricotelìsmo (col gr TELOS termine), Urinìfero, Urinocoltùra, Urologìa cui Endourologìa (col gr ENDON dentro), Uropoièsi con Uropoiètico, Uroscopìa, Urostomìa (col gr STOMA bocca nel senso di apertura), Urotropìna (con Atropina). Da non equivocare col termine Urìa, questo un ipocoristico dal lat AUGURIA plur di AUGURIUM augurio. Il gr conta il verbo DIUREO io orino svoltosi nel lat DIURESIS e DIURETICUS cui Diurèsi e Diurètico. Snm do Orinale-Urinale è Pitàle, esplicito dal gr PITHARION recipinte da PITHOS, questo un capiente vaso cilindrico per il trasporto di cereali o liquidi \ Feccia Traffico Feccia, dal lat volg FAECJA dal class FAECUS. L’azione di spostare la feccia diventa in lat TRANS FAECARE, cui Trafficàre, Trafficàto, Trafficatòre, Traffichìno, Tràffico, Trafficòne, oggi semant in enantiosemia, poiché può trattarsi di un traffico d’oro; il termine tuttavia à giunto in ital attraverso il prvz TRAFEGAR. \ Lotofagi Il Cachi è anche definito Loto del Giappone, che accresce la confusione sui mitici mangiatori di Lòto, dal lat LOTUS già gr LOTOS, i Lotofàgi narrati da Omero nell’Odissea. In realtà, che cosa avrebbero mangiato per dimenticarsi del mondo; escludendo il Loto giapponese, troppo fuori rotta, potremo elencare il Loto bianco egiziano (questo, secondo gli antiche greci responsabile dell’oblio), il Loto bianco o Sicomoro, Loto falso, Loto indiano o Fior di loto, Loto di S. Andrea… o, addirittura, il Loto dal lat LUTUM semplicemente quale fango; in quest’ultimo caso, allora, si potrebbe pensare ad una sconosciuta sostanza stupefacente, d’aspetto pastoso, consumata allo stato naturale o somministrata frammista ad acqua o, ancora, per mantenerci fedeli alla cronaca, ai fiori di loto cresciuti nel fango inquinato da tale sostanza. TARPEA TARPARE ESTIRPARE TARPEA Roma fu fondata nel 753 aC e il primo nome della roccia capitolina fu Rupe Tarpea. Tarpèa era la figlia di Spurio Tarpeio, comandante la fortezza romana in difesa dagli attacchi sabini guidati da Tito Tazio. Pare che la 339 giovane fosse andata in accampamento nemico per barattare le chiavi della fortezza con un’equa quantità di scudi. Il mito però ostenta il dubbio che Tarpea intendesse in realtà radunare l’esercito nemico (ogni soldato avrebbe dovuto consegnare del proprio, accalcandosi) per favorire una sortita romana. I Sabini subodorarono il tranello e la giustiziarono. I Romani, padre incluso, rimasti ignari del presunto stratagemma di Tarpea, l’avrebbero ricordata come traditrice della patria e, infausta memoria, gettavano dalla Rupe (Tarpea) ogni condannato per tradimento. Da Tarpea l’ital conta Tarpèio e Tarpèo. TARPARE - ESTIRPARE Tarpàre ed Estirpàre vengono entrambi dal lat EXSTIRPARE; questo, essendo transitato dal franc ETRAPER tagliare col falcetto, è rimpatriato in Tarpàre. EXSTIRPARE è il denm con EX estrattivo da STIRPS sterpo o stirpe, cui Estirpare da EXTIRPARE (adottato già nel 1300) con Estirpàbile, Estirpamènto, Estirpatòre, Estiroatùra, Estirpaziàne, l’aferetico Stirpàre strappare gli sterpi o fig strappare dalla stirpe (radiare per tradimento?) con Stirpàtico snm di Legnatico. Di struttura med, è il tema med STIRP tronco, cui l’attestazione in Stèrpe o Stèrpo con Sterpàcchio, Sterpàglia, Sterpàia, Sterpàio, Sterpàme, Sterpàre, Sterpàzzola “uccello degli sterpi” snm di Forabosco e Stiaccino, Sterpèto con un obsoleto Stirpèto, Sterpìgno e Sterpòso dal volg lat STIRPUM svoltosi fig nel “nobile” STIRPS cui Stìrpe, Dal lat STIPES STIPITIS tronco, palo, connesso al tema med STIRP tronco con afonia della lettera r, l’ital conta Stìpite con Stipitàto, il dim Stìpula o Stìpola, in volg diffuso Stòppia, snm di Seccia, e Stoppiòne, dal lat STIPULA residui di tagli da coltura, questo omn di Stìpula da Stipulàre o Stipolàre, dal lat STIPULARI con Stipulànte e Stipulaziòne, vrs in connessione con STIPES dal fatto che una stipula era scritta su tavoletta. Il lemma Stùpa, tipica costruzione buddista, è un omologismo dal sct STUPAH ciuffo di capelli, passato al significato di colmo dal tetto e nulla vieta di pensare, però, che con l’ital Stòppa cascame dal lat STUPPA, già gr STYPPE, del tema STIRP-STIPES-STIPULA, abbiano una rad comune; da Stoppa si contano i derivati Stoppàccio con il fig Stoppàcci, Stoppacciòso, Stoppìno con Stoppinàre, Stoppòso, la loc fig (Come un) pulcino nella stoppa; vrs la connesione col volg Stuppieddo “unità di peso” che italianizzato varrebbe il dim Stoppiello. Una corruzione di Stoppia ha condotto a Stuèllo “tampone per ferite” tramite il dim sett Stovello, cui Stuellàre. I contadini, a fine raccolta, (nella fattispecie mer, del grano) bruciano 340 le stoppie per preparare il terreno alle nuove colture; tale pratica è indicata con Dèbbio dal lat DEBULUM terreno bruciato, cui Debbiàre e Debbiatùra e, in complanare, il prefisssto Addebbiàre con Addebbiamènto e Addebbiatùra, simile alle forme Bacchiare e Abbacchiare. Da T(A)RP-EA a S-TIRP-S ed EX–TIRP-ARE, il percorso semantico pare concepibile se andiamo a pensare a quello estremamente macchinoso di tantissimi vocaboli. Fermo il percorso lat-romano S-TIRP-S EX-TIRP-ARE, il fattaccio di Tarpea, però, potrebbe aver fatto da fonte ispiratoria per la coniazione, o sovrapposizione, del termine Tarpare questo in percorso dal XIV sec. Tarpare, con Tarpatùra, allora, è far volare senza le ali, più ristrettamente tagliare le ali. Il luogo comune vuole la locuzione Tarpare le ali, ma basterebbe in breve il solo verbo Tarpare per esprimere semant l’identica immagine: quell’uccellino, lo hanno tarpato! Pseudoetim il termine Tarpàn omologismo dal russo TARPAN cavallo selvatico. \ Falce Il termine Fàlce è dal lat FALX in connessione fig con il gr PHALKES, cui Falcàre, Falcàstro (suff ASTRO), Falcàta, Falcàto, Falcatùra, Falcètto, Falciàre, Falciatrìce, le locuzioni Falce della morte, Falce lunare e Falce messoria. eppoi Falciòne con un volg toscano Falzone (attrezzo da macellaio), i composti Falcemìa questo termine medico (con EMIA “sangue”) snm di Drepanocitosi e Drepanocitemia, Falcicaricatrìce. Il gr conta uno spec DREPANON falce cui il pref medico DREPANO per lemmi quali Drepanocìta o Drepanocìto con Drepanocìtico (col gr KYTOS cavità svoltosi in cellula), Drepanocitemìa o Depranocitòsi (suff patologico OSI) questi snm di Falcemia. Termine pseudoetim è invece Falcìdia con Falcidiàre, dalla locuzione lat QUARTAM FALCIDIAM quarta parte dell’eredità, norma introdotta dal tribuno della plebe Caio P. Falcidius. Il percorso lat FALX prosegue con il fig Fàlco (per il becco a falce) cui Falconàra (questo anche toponimo marchigiano), Falconàre, l’accr Falcòne (in senso fig anche “antenna-macchina d’assedio-sorta di trave in gergo marinaresco”), i dim Falconèlla o Falconèllo e Falconètto, Falconerìa, Falcònidi (la Famiglia), Falconièra, Falconière, i composti Girifàlco o Girfàlco “sorta di grosso falco” (col franc GIR avvoltoio) e Falconifòrmi (l’Ordine), le locuzioni Falco di palude, Falco grillaio; una sorta di falco è indicato con Ghèppio dal lat AEGYPIUM già gr AIGYPIOS falco, snm del dim Falchètto.Tra i Falconiformi si conta il Còndor o Condòre, voce glb e omologismo attraverso lo sp CONDOR di genesi americana. Il termine Fàlca “piccola tavola ad arco” dal gr PHALKES cui Falchètta, utilizzato nella terminologia marinaresca, è da contare nel percorso in senso fig come il fig Falconètto (pezzo d’artiglieria) da Falcone. 341 Attraverso il prvz TARTANA falcone, vrs connesso fig col ted TART per Lancia-Dardo, l’ital ha adottato l’omologismo Tartàna che sta per “piccolo veliero” (veloce come una lancia e da assimilare a Lancia “piccola imbarcazione”). Con i pref, il percorso conta Defalcàre, o Difalcàre o Diffalcàre, con Defalcamènto, Defalcaziòne e Defàlco dal tardo lat DEFALCARE (DE conclusivo), Sfalciàre con Sfàlcio (S intensivo), Strafalciàre con Strafalciòne (pref STRA “più che…”). Snm di Falco è Sparvièro, omologismo dal prvz ESPARVIER già franc SPARWARI; in lat è MILVUS dal cui derivato MILVIUS è tratto l’onomastico Milva con Milvio. Sorta di falco americano, detto Falco crestato è indicato con Caracarà omologismo di genesi tupi, attraverso lo sp-ptg, col snm Polibòro dal gr POLIBOROS (pref POLYS molto e BOROS che divora) che sta per il lat “Onnivoro”. LAMPO LAMPIONE LAMPONE LAMPO Làmpo, sostantivo devb dal lat tardo LAMPARE, attinto immutato al gr LAMPO splendo connesso con LAMPROS lucente e con EKLAMPSIS lampeggiamento cui il fig Eclampsìa o Eclamsìa “crisi isteriche” con Eclàmptico (pref EK fuori) Il percorso lat di Lampo conta una serie di derivati e composti quali Làmpada o Làmpade o Làmpana e Lampàra, con Lamparàta, o ancora Làmpa attraverso il franc LAMPE cui Lampadàrio, il dim Lampadìna con le locuzioni Lampadina a incandescenza, Lampadina al neon, Lampadina a basso consumo… il primo valido esperimento di accensione di una lampadina risale al 1879, per opera di Edison. In percorso, il composto Lampadedromìa (col gr DRAMEIN correre) snm di Lampadaforìa o Lampadeforìa (col gr PHOREIN portare), l’ant gara greca con atleti che reggevano fiaccole accese; oggi, sopravvive nel folclore, vedi le manifestazioni sciistiche. Eppoi, direttamente da Lampo, Lampàre e il fig Lampànte, Lampeggiàre, Lampeggiamènto, Lampeggiànte, Lampeggiatòre, Lampeggìo, lo sdrucciolo Lampèggio, Lampìridi (Famiglia di insetti) cui la Lucciola, Lampìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) con Lampisterìa, Lamprèda “sorta di pesce dei Petromizonti (col gr LAMPROS lucente) con Lampridifòrmi (l’Ordine) il fig Lampredòtto “abomaso di bovimo macellato”. In connessione fig gli omologismi Lampassàto questo adottato in araldica (attributo di uccelli dalla lingua con smalto particolare, rispetto ai Linguati con smalto diverso) dal franc LAMPAS “sorta di 342 patologia alla bocca” e fig Lampàsso “sorta di tessuto”; poco credibile la connesione del termine marinaresco Lampàzza o Lapàzza d’etim non trovato. Lampùca o Lampùga è una sorta di pesce mediterraneo, ancora vrs connesso fig in questo percorso, snm di Corifèna questo dalla composizione gr KORYS cima-elmo e PHAINO io mostro cui Corifènidi (la Famiglia) e Corifèo dal lat CORYPHAEUS già gr KORYPHAIOS “che mostra istruzioni di competenza di chi è in cima (elmo-autorità)” svoltosi nel senso di Capocoro o Banditore; in percorso etim Còrifa “genere di palme con un ciuffo di foglie in cima”, Corìmbo dal lat CORYMBUS già gr KORYMBOS “infiorescenza allineata” cui il composto botanico Corìmbo-tirso, Corimbo è anche l’ant termine marinaresco per indicare un ornamento delle navi. Allampanàre e Allampàto, sono termini mataforici che stanno rispettivamente per dimagrire e magro come un lumicino. Il termine Clampsìa è direttamente dal gr EKLAMPSIS (pref EK fuori e suff IA d’astrazione), ovvero fig attacco improvviso al quale pare siano connessi, nel contesto tematico rad indoeur, il glb ted Blitz “guerra lampo” attraverso il composto BLITZKRIEG dove KRIEG vale “guerreggiare”, i glb ingl Blinker “strumento per attivare i lampeggianti”, Blizzard “intensa tempesta di neve tipica del NordAmerica e forte vento proveniente dal Polo”, considerato evento eccezionale nella penisola italiana ma che ha drammaticamente subito giuntovi attraverso i Balcani tra gennaio e febbraio del 2012. Attraverso l’ingl FLASH lampo (di luce), l’ital ha adottato il glb Flash con Flashing e fig i composti letterari-cinematografici Flashback “episodi passati” e Flash forward “episodi futuri”, questo con FORWARD avanti. In senso fig, Lampante vale Lapalissiàno, questo ispirato al nome del capitano franc J. Chabannes de La Palice (1470\1525) - pron la palis, nome distorto in La Palisse - la cui caduta fu celebrata in versi ovvi, inconfutabili \...\ prima di morire, era ancora in vita \...\ Nelle abitazioni della Grecia Antica, il Lampadòforo o Lampadèforo era la statua raffigurante un giovane che regge una lampada per illuminare l’ambiente. Tedòforo è invece, per accezione moderna, il portatore della fiaccola olimpica, dal gr DAIDO fiaccola e il suff PHOROS io porto da PHOREUS portatore di PHOREIN portare, in versione latina TAED-FER, cui Foronomìa termine idraulico; termine alieno Foronidèi “Gruppo di animali viventi entro tubi chirinosi da essi prodotti” dal nome della ninfa Io indicata col patronimico Phoronis ossia “figlia di Foroneo” col suff OIDEI (plur 343 di OIDE) che scientificamente ne indica il valore di “Sottordine” come in Lemuroidei. Quale secondo membro delle composizioni Lampadoforo e Tedoforo, in ital appare FORO che, dal gr PHERO, lat FER che porta, da rad BHER, sta per portare in senso durativo, in complanare con FERO come in Apoforèti dal gr APOPHERO porto via, Conìfero “che porta frutti a forma di cono” (abete, pino...), Mistoforo “antico mercenario greco” traducibile in “che porta con sé ciò che gli è dovuto (la paga) per combattere”, Prolìfero “che porta-genera vari organismi”. La locuzione lat ancora attuale Relata refero vale “riporto ciò che mi è stato detto (relazionato)”. Dalla rad BHER sono derivati Farètra dal gr-lat PHARETRA che porta le frecce cui Faretràto, Feràce (suff ACE) dal lat FERACEM che porta nel senso di fecondo cui Feracità o Feracitàde o Feracità, Fèrcolo dal lat FERCULUM vassoio (per portare), Ferentàrio dal lat inv FERENTARIUM “milite con le armi da getto”, Ferètrio dal lat FERETRIUM “che porta i trofei della vittoria” tutti connessi con Feretro; termine alieno Ferecratèo o Ferecràzio, con Ferecràtico, dal la PHERECRATIUM già gr PHEREKRATEIOS “verso poetico grlat”, relativo al poeta Ferecrate (V sec aC). Eppoi l’avverbio Fòrse da FORSIT già locuzione lat FORS SIT destino sia da intendere sorte portata cui Inforsàre (IN illativo), Fortùito “(portato) dal destino”, Forière o Forièro, Furière e Furerìa transitati dal franc FOURRIER approviggionare. Dal termine lat FORS il franc ha coniato FORSENER cui Forsennàre con Forsennatèzza e Forsennàto componendolo con SIN senno e vale “fuori di senno”; da non includere nel percorso Forsterìte (suff ITE per minerali) “minerale di silicio”, omologismo in onore dello scienziato J.Forster (1754/1794). \ Probo La rad BHER portare col pref PRO, erede di un ant indoeur PRO BHU che cresce favorevolmente e sct-vedico PRA BHU eminente, cui il lat PROBARE giudicare buono (approvare) e il percorso ital Pròbo che porta avanti il valore dal lat PROBUS (attestatosi nel snm di Buono), cui Probìviro o Probovìro “uomo onesto” con il lat VIR uomo (al plur Probìviri), la locuzione lat PROBI VIRI uomini probi, e l’opposto Improbo-ìmprobo col pref IN negativo e Rèprobo col pref RE di senso inverso cui Reprobàre o Riprobàre “disapprovare”; ancora, Probàbile “approvazione prudente” con Improbàbile (pref IN negativo), Probabiliorìsmo (teologia morale), Probabilìsmo e Probabilìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Probabilìstico, Probabilità, Probabilmènte, Probità e Improbità (pref IN negativo). Eppoi, con attestazione nel senso di “provare per giudicare buono”, con 344 lenizione della b in v 1, eccetto i sopravvissuti fedeli all’etim quali Probàndo con Probandàto o Probaziòne, Probànte, Probatìvo, Probatòrio l’ital conta, sovente in complanare, Pròva o un desueto Pruòva, Provàbile con Provabilità, Provàre con Provànte, Provàto, Provatùra, Provaziòne, Pròvola questo dim di Prova cui un Provolàre, l’accr Provolòne cui le locuzioni gastronomiche protette Provolone Valpadana e Provolone del monaco (Campania), Provètta questo transitato dal franc EPROUVETTE, i dim Provìno adottato nella cinematografia cui l’evitabile verbo Provinàre, i prefissati Approvàre (pref AD) con Approvaziòne, Comprovàre (pref COM associativo), Disapprovàre (pref DIS negativo), Riprovàre (pref RI ripetitivo) con Riprovàto e Riprovàre o Reprovàre (pref RE di senso inverso vale “disapprovare” insomma Reprobare o Riprobare) cui Riprovàto, Riprovatòre, Riprovatòrio, Riprovaziòne e Riprovèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE. Infine una serie di composizioni quali Provacircùiti, Provapìle, Provatransìstor o Provatransistòri, Provatùbi, Provavàlvole. Da un’attestazione in enantiosemia PROBER riprovevole cui PROBRUM vergogna, da un ant PRO BHEROS ciò che è portato avanti (contro qualcuno), il lat conta il denm IMPROBARE col pref IN illativo, cui l’ital Rimproveràre col devb Rimpròvero rafforzato dal pref RI intensivo, e che pertanto contiene tre pref RI IN PRO alla rad BHER, cui le varianti Rimprocciàre con Rimpròccio o Rimbròccio, Rimbrottàre col devb Rimbròtto. Col pref OB del valore di verso, con la variante originale in OP, infine, il lat conta OPPROBRIUM cui Obbròbrio già Oppròprio con Obbrobriòso e Obbrobriosità che può essere tradotto “ l’essere dalla parte della vergogna”. Dal lat PROBRUM azione riprovevole l’ital conta ancora un obsoleto Esprobràre rimproverare. Termine in complanare è Improperàre con Impropèrio, meglio Impropèri, col perf IN intensivo, dal lat IMPROPERARE rimproverare snm di IMPROBRARE. PROPERARE è il denm di PROPERUS frettoloso. Dalla composizione SUPER e la rad BHER è nato Supèrbo “che si porta sopra”, passato fig nel significato di alterigia “che si crede al di sopra degli altri”, cui Supèrbia, un Supèrbio, Superbìre questo inv dal lat SUPERBIRE denm da SUPERBUS. Da non inserire nel percorso di BHER il termine Probàtico, dal lat PROBATICUS già gr PROBATIKOS da PROBATON pecora, donde la locuzione piscina probatica, dove si lavavano le pecore. Lenizione questa della b in v frequente nel volg mer dove Bacile si muta in Vasile, Bacio in Vaso, Barba con Barbiere in Varva e Varviere. 1 LAMPIONE Lampiòne era il lume contenuto in un involucro di vetro per l’illuminazione stradale, la cui manutenzione spettava al Lampionàio, cui il dim Lampioncìno ovvero portatile come oggi la Lampadina tascabile. Passato poi ad indicare anche il lume delle carrozze. Lampione è la ridenominazione, dal precedente toponimo 345 Fanale, di un’isoletta delle Pelagie, dove la presenza umana è dovuta in concreto al faro. Lampedusa, l’isola maggiore, è così denominata, dal fatto che i pescatori l’avrebbero identificata “isola piena di lampi” (lampi-usa\lampiridi-usa). Una seconda versione, meno credibile, vuole il toponimo dell’isola derivante dal gr LEPASADOS (lat class LOPAS-ADIS) mollusco-ostrica. Il lemma Ostrica-òstrica è dal lat OSTREA derivato dal gr OSTRAKON coccio, cui Ostricàio, Ostricoltùra con Ostricoltòre, eppoi Ostracìsmo (Ved da COST… in Osso…), Ostraco-òstraco con Ostracon (snm italianizzati di OSTRAKON), Ostracòdi (l’Ordine) dal lat OSTRACODA già gr OSTRAKODES, il relativo Ostreàrio, il volg veneto Ostrega-òstrega, pronunciato quale imprecazione al posto del blasfemo Ostia, Ostrèidi (la Famiglia); eppoi Ostro-òstro “porpora” (omn di Ostro “sud”) dal gr OSTREON conchiglia e porpora (dal quale si estrare) cui Inostràre o Innostràre. \ Il Lampione è stato il periodico satirico (prima metà del IX sec) fondato da Carlo Collodi – pseudonimo di Carlo Lorenzini 1826/1890) e fatto chiudere dalla censura del Granducato di Toscana. \ Fanale Torcia Per le auto, si è preferito il termine Fanàle, attingendolo al gr PHANOS lampada cui Fanalàio, Fanalerìa, Fanalìno, Fanalìsta, oppure Faro. Fàro è giunto solo per derivazione toponomastica (Le Sette Meraviglie Ved Sette...). L’identicità iniziale FA dei termini includerebbe una comune rad PHA di luce, che sembra insistere nel gr PHAIDROS splendente cui l’unità do misura dell’illuminamento Phot, nel lat FACULA, dim di FAX-CIS face, torcia cui Fiàccola e in Favilla (Ved Fiamma…), eppoi, in onomastica, Fedra e il mitologico Fetonte, il figlio del Sole, cui Fetònte (Genere di uccelli Pelecaniformi) questo adottato dal 1820. Tòrcia, cui la locuzione Torcia elettrica, con Torcètto, Torcièra e Torcière, infine, è un esot franc attinto a TORCHE, considerato un discendente del lat TORQUERE torcere (Ved Inciso...) e che Torcia abbia a che vedere con il verbo Torcere non pare una forzatura; in ogni caso, nel passato, le torce erano costruite con materiale attorcigliàto e fatte ruotare per segnalazioni codificate. La culla della Torcia elettrica spetta ai Paesi anglosassoni dove fu costruita nel 1896 e chiamata FLASHLIGHT luce lampeggiante, causa l’impossibilità della tecnica di poter allora contare di un flusso ininterrotto di elettricità. I brevetti per una torcia tubolare e affidabile furono assegnati a David Misell dal 1895. Attraverso il franc RIDER, questo dal ted ant RIDAN torcere, l’ital conta l’omologismo prefissato Arridàre (AD allativo) “termine marinaresco” con il sostantivo Arridatòio. LAMPONE Il lemma Lampòne ci viene da una forma sett L’AMPON, con l’articolo saldato per il fenomeno della concrezione, e la vocale e restituita. È di tema med, da AMPOMA - A privativo e POMA(O) 346 non è un pomo nel senso che per la sua minuta dimensione non può essere classificato tra i Pomi, simile a Pometto, Pomodoro, Pomarancia... Attraverso il franc FRAMBOISE lampone, l’ital conta l’esot Framboise “liquore al lampone” e l’omologismo fig Framboèsia “malattia tropicale”. L’identico meccanismo linguistico dell’articolo saldato che avrebbe prodotto i termini Lampasciòne o Lambasciòne o ancora Lambàggiòne “sorta di cipolla selvatica amara” quali tentativi di italianizzarre il volg mer Lampasciuni; vrs dall’inc con Cresciòne (erbacea piccante commestibile) snm di Nasturzio, termine questo dal lat SENECIONEM sotto l’influsso di CRESCERE, cui ancora il dim Sollècciola o Salèggiola o Solèggiola, questo snm di Calderugia e di Senecione. I Lampasciùni, così omologato in lingua, stando alle preferenze, sono dei cipollacci selvatici, della Famiglia dei Muscari, utilizzati cotti in condimento per il loro gustoso sapore amarognolo. Crescione ha lo specifico gr KARDAMON cui il composto Cardamònio o Cardamòne con Amòmo questo dal gr AMOMON “pianta erbacea” delle Zingiberàcee. \ Statua Stàtua dal lat inv STATUA, è il devb da STATUERE deliberare, stabilire, cui Statuàle con l’opposto Antistatuàle, Statualizzàre, Statualizzaziòne, Statuària, Statuàrio e Statuìna, eppoi Statuìre con il Pp ital Statuìto e Statùto fedele al Pp lat STATUTUS con Statutàle e Statutàrio, Statùra inv dal lat STATURA lo stare ritto con Staturàle e, dai risvolti verbali STATUIRESTITUERE, i prefissati Destituìre da DE STITUERE con Destituìto e Destituziòne, Istituìre o l’aferetico Stituìre col proprio Pp Istituìto o Instituìre da IN STITUERE con Istituèndo o Instituèndo, Istitutìvo, Istitùto o Institùto dal Pp lat INSTITUTUM, Istitutòre o Institutòre con Istitutrìce o Institutrìce, Istituziòne o Instituziòne con Istituzionàle, Istituzionalìsmo, Istituzionalizzàre e Istutizionalizzaziòne. Restituìre da RE STITUERE con Restituìbile, Restituìto Restitutìvo, Restitutòre, Restitutòrio e Restituziòne, Sostituìre da SUBSTITUERE con la forma sostantivata Sostitùto fedele al Pp lat SUB STITUTUS e la forma aggettivata Sostituìto dal Pp ital, cui Sostituìbile con Sostituibilità con l’opposto Insostituìbile, eppoi Sostitutìvo, Sostitutòre e Sostituziòne. \ La statua più alta al mondo è di un Budda in Cina, alta 128 metri. \ La rad è l’antichissima STHA fermarsi cui Stàbile con Stabilimènto, Stabilìre, Stabilità, Stabilitùra e Stabilizzaziòne, l’ingl STEADY stabile cui il glb composto Steadicam “strumento per la stabilità della cinepresa questa in ingl CAMERA. i composti e prefissati Astàbile (A privativo), Bistàbile (BIS due volte), Fotostàbile, Instàbile e Instabilità (IN negativo), Destabilizzàre con Destabilizzaziòne, Metastàbile, Monostàbile, Prestabilìre con Prestabilìto, Ristabilìre con Ristabilimènto e Ristabilìto, Termostàbile; Stàbbio (nome di strumento di STARE vale “stalla” e snm di Concime), Stabbiàre, Stabulàre e 347 Stabulaziòne. Stàre, usato anche come snm di Essere, dal lat inv STARE, già gr HISTANAI di HISTEMI io sto, con Instàre o Istàre “insistere” e Stàto questo sostantivato dal Pp STATUS con un obsoleto Sùto, il prefissato Antistàto, Statàle, Statalìsmo e Statalìstico, Statalizzàre con Statalizzaziòne, Statàrio, Stàtico, variante obsoleta Stàdico, dal lat STATICUNM e Staticità con i contrari Astàtico con Asticità (pref A privativo), con un desueto Stàdico; attraverso il franc ETAGE tratto dal lat STATICUM si conta il lemma glb Etagere-étager “mobile a scaffale” snm di Cantoniera. Già gr STATIKOS, il percorso prosegue col prefissato Antistàtico, Stàtica, Staticamènte, Staticìsmo con Staticìsta, Staticità, Statìna (termine chimico, col relativo suff INA), Statìno, Statìsta, Statìstica con Statìstico, Statìvo con un parasnm Statìvo attraverso il ted STATIV sostegno, Statizzàre con Statizzaziòne, Statòre attraverso l’ingl STATOR, l’inv dal lat Status, la locuzione glb lat-ingl Status symbol, la locuzione Status quo con la variante Statu quo “stato attuale” in correlazione con Quo ante “stato precedente” direttamente dalla locuzione lat IN STATU QUO ANTE nelle stato precedente; eppoi un prefissato Enstatìte “minerale” dal gr ENSTATES che si oppone, il pref-suff *STATO dal gr STATES-STATOS di HISTEMI io sto (Ved Cellulosa in Terra…) per composizioni quali Statocìste o Statocìsti (col gr KYSTIS sacco), Statòlito o Statòlite (col suff LITO o LITE) con Statolìtico, Statoreattòre, Statorecettòre o Statocettòre, Statoscòpio. Il termine Arrestàre (omn di Arrestare da Resta) con Arrestamènto, Arrestàto, Arrèsto, Arrestatòio, è dalla composizione lat con doppio pref AD RE col verbo STARE stare. Dal long STADJAN arrestare, l’ital conta l’omologismo Staggìre con valore di “sequestrare-pignorare”. Il lemma fuori percorso Stàtice “sorta di pianta delle Plumbaginàcee, è invece dal lat STATICEM già gr STATIKOS con valore di astringente. La rad indoeur ha prodotto l’ingl TO STAY stare cui il glb Stayer adottato nello sport (ippica e ciclismo). Il percorso STHA fermarsi prosegue con Stantìo (configurato come Restio, Solatio), Stàsi dal gr STASIS stabilità cui il composto Stàsimo “sorta di canto nel coro” dalla locuzione STASIMON MELOS canto sul posto, il prefissato Anàstasi da ANASTASIS resurrezione (pref ANA per opposizione) cui Anastàtica con Anastàtico e l’onomastico Anastasia con Anastasio; il termine Estasi-èstasi, con Estasiàre ed Estàtico, è dal lat ECSTATIS già gr EKSTASIS (stare) fuori della mente, cui la famigerata glb ingl Ecstasy “sorta di droga”. Ancora, Stagiòne lat STATIONEM da STARE cui Stagionàle con Stagionalìsmo (dal XXI sec), Stagionalità e Stagionàre con Stagionàto e Stagionatùra; eppoi Stagionalizzàre col prefissato statistico (DE privativo) Destagionalizzàre cui Destagionalizzaziòne. Stàzzo o Stàzio “fermnata-recinto delle pecore” dal lat STATIO da STATUS fermata, cui Stazzonamènto, Stazzòne, tutti ammodernati in Staziòne con Stazionàle, Stazionamènto, Stazionàre, Stazionarietà, Stazionàto, Stàzio e Stazionàrio, in connessione indoeur on l’ingl STATION postazione cui ancora il composto Staziògrafo. Da Stazzone l’ital conta il fig Stazzonàre “maneggiare male” cui Stazzonàto. Il termine Entàsi dal gr prefissato ENTASIS distensione (EN illativo) appare 348 in connessione. Il termine SEASON stagione vale in area glb “stagione mondana”. La derivazione dei lemmi Stàme cui Stamìgna tessuti dalla rad STHA appare inverosimile, ma occorre rifarsi ad un loro inc lat con NEMEN filo, pertanto risulterebbero STAMEN fili che stanno (fermati); in percorso Staminàle questo termine botanico cui il composto Staminìfero, il suffissato Staminòide, il termine citologico con la locuzione Cellula staminale, omn di Staminàle o Stamenàle “terminologia navale” dal gr STAMIS STAMINOS trave; infine, si conta Etamine-ètamine snm di Stamigna dal lat volg STAMINEA quale fem di STMINEUS fatto di filo attraverso il franc ETAMINE (ètamen), che per accezione indica il filtro con fili di cotone e lino usato in cucina. La rad STHA la rintracciamo nell’ingl STAND e STANDARD, connesso col franc STANDHARD stabile, cui l’esot Stàndard con l’omologismo Standardizzàre con Standardizzaziòne; dall’ingl l’ital ha adottato, quale omologismo politico, Welfare da WELFARE STATE stato di benessere, cui il brutto omologismo Welfarìsmo. \ da “Idolatria e iconoclastia leggera” a firma di Umberto Eco sull’Espresso dell’11 gennaio 2007 \...\ il termine “agalma” significherebbe al tempo stesso statua e, appunto, immagine, ma anche splendore, decoro e quindi bellezza \...\ \ Suff *USO *OSO A IOSA Astratto 2 USO OSO Il suff USO ricorre in alcuni dialetti, per indicare una buona quantità di... pieno di... e, dal lat OSUS come in VITIOSUS vizioso, corrisponderebbe in lingua italiana al suff aggettivante OSO-OSA di Virtuoso “pieno di virtù”, di Famosa “piena di fama”. Nel Salento, la grotta ZINZOLUSA appare dopo un suggestivo passaggio scavato nella scogliera. ZINZULI sono gli stracci in dialetto locale, quindi il toponomastico starebbe per grotta piena di stracci. Infatti, il soffitto appare suggestivamente tappezzato di stracci pendenti. L’ital conta il suff aggettivante OSO-OSA (anche in senso peggiorativo) in moltgeplici termini quali Aftòso da Afta-àfta dal lat APHTAE già gr APHTHAI pustole. Ampollòso fig (per il suo aspetto gonfio) da Ampòlla dal lat AMPULLA dim di ANPHORA anfora, cui Ampollièra, i dim Ampollìna, questo in gergo marinaresco valeva Clessidra, e Ampollìno, Ampollosità. Antimoniòso da Antimònio (elemento chimico) dal lat ANTIMONIUM, cui Antimonìte (suff ITE per minerali) omologato dall’ar AL ITHMID; il lat, però, aveva il proprio termine STIBIUM per Antimonio, cui Stìbio, Stibìna (suff chimico INA), Stibìsmo e l’ ipocoristico Stibnìte dalla composizione dei termini Stibio e Antimonìte ed usato quale snm del primo e del secondo. Ulceròso da Ulcera-ùlcera o Ulcere-ùlcere dal lat ULCUS ULCERIS cui il denm Ulceràre con Ulceratìvo, Ulceràto e Ulceraziòne, il pref Esulceràre da EXULCERARE (EX intensivo) cui Esulceratìvo, Esulceràto, Esulceratòre ed Esulceraziòne, il composto Ulcerògeno. Ardimentòso da Ardìre (questo anche sostantivato) omololgismo dal franc HARDIR già HARDJAN rendere duro, fig da HARD filo ritorto, legaccio, questo connesso rad con l’ingl 349 HARD forte, cui Ardigliòne “punta acuminata per fibbia e amo” snm Barbiglio, Ardimènto, Arditèzza, Arditìsmo, Ardìto e, tanto per comprovare la comune origine indoeur, oltre all’ingl HARD si contano il ger HARDU e HART cui gli onomastici Bernardo “forte come un orso” con BERNO orso, Geraldo con Gerardo e Gherardo “forte nel lanciare” con GER lancia, Riccardo “signore ardito”, con RIKJA signore, e il suo dim Dino; ed ancora Everardo “forte come un cinghiale” attraverso il celt. La versione slava dovrebbe essere VLAD svoltosi in potere cui gli onomastici Vladimiro “famoso per la sua forza (o potenza)” composto con MER famoso, Ladislao da WLADISLAV “potente nella gloria”. Lemma alieno nel percorso, Ardica-àrdica svoltosi dal gr-bzt NARTHEX, etimologia di genesi preindoeu cui l’esplicito Nartèce “vestibolo della chiesa” o “teca per unguenti”. Il termine ingl HARD forte-duro si ritrova in locuzione glb Hard boiled “indurito dall’esperienza” (fig da BOILED bollito), Hard copy “copia rigida”, Hard cover “copertina rigida” (per libro) nel senso di “rilegato”, Hard disc o Hard disk “disco rigido” (nei computer) con Hardware “l’insieme degli oggetti metallici” (da WERE merce), Hard discount “forte sconto”, Hard top “tettuccio rigido”, capote per auto, dove TOP vale sommità. Riprendendo il percorso suffissato OSO (omn di OSO “carboidrato” variante di OSIO tratto da Glucosio), l’ital conta quei termini quale Arseniòso da Arsènico dal lat ARSENICUM già gr ARSENIKON fig da ARSEN maschio a causa delle proprietà energetiche, cui Arseniàto (suff chimico ATO per “sali”), Arsenicàle, Arsenicàto, Arsenicìsmo, Arseniùro (suff chimico URO) e il composto Arsenopirìte. Eppoi Bavòso da Bàva questo da una serie onomatopeica, cui Bavàglio con Sbavagliàre (pref S sottrattivo), il dim Bavaglìno o Bavagliòlo o ancora Bavagliuòlo e il volg marchigiano Bavarolo, Bavatùra con Sbavatùra, Bavèlla con Bavellìna, Bavètta di Bava e l’omn Bavètta esot dal dim franc BAVETTE bavaglino, Bavètte “sorta di pasta alimentare”, Bavièra attraverso il franc BAVIERE (parte dell’elmo), il prefissato Sbavàre (pref S intensivo) con Sbavamènto, Sbavàta, Sbavatòre, Sbavatùra, Sbaveggiatùra e Sbavòne; attraverso il veneziano Bauta questo connesso con Bava, l’ital conta Baùtta “sorta di maschera” esteso poi all’intero costume tradizionale con mantello e cappuccio neri. Termini pseudoetim Bavalìte, questo un minerale dal toponimo franc BAVELON, e Bavarèse con Bavàrico e Bàvaro relativi alla Baviera cui ancora Bàvera con Baverìna e Bàvero questi tipico risvolto al collo dell’indumento. Infine, Bulbòso da Bùlbo dal lat BULBUS già gr BOLBOS cipolla cui Bulbàre, Bulbicoltùra, Bulbìfero, Bulbifòrme, Bulbìllo con Bulbillìfero, Bulbocàstano (col gr KASTANON castagna). Fuori percorso Bùlbul o Bul bul “uccello dei Picnonotidi”, omologismo di genesi persiana. A IOSA Il tema Uso-Oso potrebbe essere correlato alla locuzione avverbiale A iosa “in abbondanza” il cui termine Iòsa, d’origine dubbia, troverebbe una risposta quale estratto dall’espressione Dio sa quanto; in ogni caso, la compresenza delle vocali i a appartiene al tema fonosimbolico d’azione 350 ripetuta quali Tic tac, Via vai, Zig zag. La locuzione snm di A iosa è A bizzeffe, il cui termine Bizzèffe è l’omologismo dall’ar BIZZEF molto. ASTRATTO Per Astràtto, dal lat AB TRACTUS tratto da… (dive TRACTUS è vrs da un precedente prefissato TRANS ACTUS), s’intenda il Pp di Astràrre, con gli obsoleti Astràere e Astràggere, da AB TRAHERE, cui Astraènte, Astrattèzza, Astrattìsmo e Astrattìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Astrattìstico, Astrattìvo, Astraziòne; in relazione ad un sostantivo, Astratto vale estratto dal concetto espresso da un verbo, come Canto da Cantare. Il termine Astratto si rintraccia nell’ingl ABSTRACT. Dal lat TRAHERE trarre, vrs connesso col sct SUTRA trattato, e dal suo intensivo TRACTARE, si ha Tràrre cui il Ppres Traènte con Traènza, con un glb ingl Treatment, l’esplicito Trattàre, cui il prefissato Pertrattràre “trattare in maniera esuriente”, con Trattàbile con Trattabilità, Trattamènto, Trattànte, Trattàto con Trattatìsta, Trattatìstica, Trattatìstico, Trattatìva con Trattativìsmo e Trattativìsta, Trattatòre, Trattaziòne e la locuzione glb ingl NORTH-ATLANTIC TREATY ORGANIZATION Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, in acronimo NATO, il Pp aggettivato Tràtto e il sostantivato Tràtto “linea” da TRACTUM con il fem sostantivato Tràtta, adottato quale snm di Cambiale dalla locuzione Cambiale tratta, o Pagherò, cui l’aggettivo e sostantivo bancario Trattàrio o Trassàto questo straordinariamente coniato dal passato remoto sostantivato Tràssi, eppoi utilizzato in locuzione quali Tratta ferroviaria (segmento di percorso anche tranviario, aereo…), Tratta delle bianche e Tratta degli schiavi (commercio umano), eppoi il sostantivo Tràtto fig “linea” Tratto di matita, “segmento solido” Tratto di strada, “porzione-brano” Tratto musicale, “unità temporale” A un tratto, cui Tratteggiàre con Tratteggiamènto, Tratteggiàta, Tratteggiàto, Tratteggiatùra e Trattèggio, il dim Trattìno. Il percorso prosegue con un fig Trattòio “imbuto”, il mezzo meccanico Trattòre nome d’agente o al fem Trattrìce cui Trattorìsta, ancora Trattrìce quale termine matematico, Trattòre “operaio addetto alla lavorazione della seta cui Trattorìa “laboratorio” e Trattùra “operazione”, l’omn Trattòre oste questo transitato dal franc TRAITER trattare cui ancora Trattorìa “esercizio”, Traziòne questo nome d’azione e, con i pref, Attràrre con Attraènte, Attràtto dal Pp ATTRACTUS, Attraziòne, Attràzzo da ACTRACTUM transitato dal franc ATTRAITS e Attrattìvo da ATTRACTIVUS, Bistrattàre con Bistrattàto (pref BIS che vale “malamente” su calco del gr DYS male, svoltosi nel franc MES cui il pref MIS), Contràrre con Contraènte, Contrattàre, Contrattaziòne, Contràttile, Contràtto, Contrattùra nella locuzione medica Contrattura muscolare con il prefissato Decontratturànte snm di Miorilassante, Contraziòne, Detràrre da DETRAHERE con Detraìbile, Detràtto, Detrattòre e Detraziòne (pref DE) con un obsoleto Ditraziòne, Detrattàre o Detrettàre da DETRECTARE, Distràrre o Distraère da DISTRAHERE con Disraènte, Distraìbile e Distraibilità eppoi Distrattamènte, Distràtto, Distrattòre e Distraziòne (pref DIS), Estràrre da EXTRAHERE con Estràtto ed Estraziòne (pref EX fuori), Protràrre e 351 Protraziòne, Retràrre o Ritràrre da RETRAHERE (pref RE indietro) con Retràttile, Retrattilità e Retràtto, Retraziòne o Ritraziòne, Ritràtta snm di Ritirata, Ritrattàre sia “trattare di nuovo” sia “rinnegare” questo dall’intensivo RE TRACTARE e ancora “fare il ritratto” con Ritrattàbile e Ritrattabilità, Retrattaziòne o Ritrattaziòne, Ritrattamènto, Ritràtto e Ritrattìstica, Stràtta con Strattòne (pref S durativo), Stràzio (Ved Brano…), Sottràrre da SUBTRAHERE con Sottraèndo, Sottrattìvo, Sottràtto e Sottraziòne (pref SUB sotto), il composto Maltrattàre con Maltrattamènto e Maltrattatòre. La preposizione Trànne, con valore di “tògline”, è la composizione di Tra’, questa la 2° persona dell’imperativo di Trarre, con la particella enclitica Ne, da un precedente locuzione Tra’ ne. Straziàre è il denm da Strazio dal lat DISTRACTIO, questo nome d’azione da DIS TRAHERE nel significato di tirare verso due direzioni opposte (pref DIS dispersivo), insomma smembrare, cui Straziànte, Straziàto, Straziatòre, Strazièvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE. Da contare ancora Stracciàre, che dalla semant “ridurre in brandellisfilacciare” ha assunto metaf il valore di “lacerare le carni-straziare” ed anche genericamente “cancellare-umiliare”, dal lat DIS TRACTIARE intensivo di DIS TRAHERE ed il suo devb Stràccio, questo sia aggettivo “logoro” sia sostantivo in percorso con Straccerìa, Stracciaiòlo, Stracciamènto, Stracciaròlo, Stracciatèlla, Stracciàto, Stracciatùra, il fig Stracciòne ed un pref STRACCIA-STRACCI in composizioni quali Stracciasàcco, Straccivèndolo (questo col suff VENDOLO “che esercita la vendita” di…). Straccio ha il suo snm – o complanare, Stràzza cui un volg mer Strazzare “stracciare”. Vrs in connessione con l’ingl TRASH rozzo con attestazione in spazzatura, donde la locuzione glb Trash vision “TV (televisione) spzzatura” e in locuzione ital dove TRASH diviene un aggettivo quali Cinema trash, Estetica trash, Letteratura trash. I teorici del trash. Trassàre è stato straordinariamente fatto derivare dal sostantivato Trassi corripondente alla forma retorica del riflessivo verbale “Si trae”, come Prègasi per “Si prega”, Dìcesi per “Si dice”… Anche Trattùro, infine, merita un’analisi, questo è l’ellittico della locuzione lat ITER TRACTORIUM itinerario tracciato, termine inc con Trattoio. Tràccia, infatti, è devb da Tracciàre, questo dal lat volg TRACTJARE mutatosi da TRACTARE, cui l’ingl TRACK con la locuzione sportiva glb Short track “pattinaggio su pista di ghiaccio” con SHORT corto-breve. Il verbo TRACTARE, oltre alla mutazione volg in TRACTJARE, ne ha avuto un’altra in TRAHICARE, cui Traccheggiàre e Tracchèggio, ovvero tirare per le lunghe in complanare con Cùnta “indugio” dal devb di CUNCTARI indugiare da TRACTIARE con cambio di pref TRANS (TRA) in CUM (CON) adattato in CUN. Tratturo avrebbe il snm in Trazzèra che vale infatti “percorso tracciato” dalla corruzione volg di Traccia in Trazza. Nel percorso di Tracciare si contano Tracciàbile, Tracciabilità, Tracciamènto, Tracciànte, Tracciàto, Tracciatòre, Tracciatrìce, e Tracciatura con i composti Traccialìnee e Tracciaspessòri, Ancora, dal lat volg TRAGINARE, durativo di TRAHERE, l’ital conta 352 Trascinàre con Trascinabilità, Trascinamènto, Trascinànte, Trascinatòre, Trascinìo, Trassinàre con Trassinamènto, Tranàre con Tranèllo, il prefissato Strascicàre con Stràscico questo anche “una tecnica di pesca”, l’avverbio Strascicòni, ancora Strascinàre con Strascinàmènto, Strascinìo, Strascìno o Stràscino, il volg pugliese Strascenate “tipiche orecchiette fatte in casa”; eppoi, transitando dal franc TRAINER, Trainàre, con Traìna, Tràino o Traìno (questo anche in volg mer), Trenàggio ed il moderno Trèno (omn di Treno “lamento”) con Trenìno dal devb TRAIN, il glb Entraineuse “da trarre a sé”. Il rad comune indoeur è TRAGH, cui ancora Tràglia “slitta”, snm di Dràglia attraverso il franc DRAILLE o TRAILLE, dal lat TRAGULA questo nome di strumento da TRAHERE, in vrs connessione con il rad TREUD di Strusciare, almeno in riferimento semantico alla base rad comune TR, e i glb ingl Trainer e Training. Attraverso il lat TRAGULA l’ital conta il glb ingl Trawl “rete a strascico” cui TRAWLER “sorta di peschereccio” e Trawler yacht. L’omn Trèno “canto funebre”, con Trenètico e Trenodìa (col gr OIDE canto), è dal lat THRENUM gà gr THRENOS lamento, nel senso fig di “strascico” connesso con il tema cui TRAHICARE tirare per le lunghe. Dallo specifico lat SYRMA strascico, l’ital conta il termine poetico Sìrima con la variante Sìrma che, in una canzone petrarchesca, è la seconda parte della strofa divisa in due ognuna chiamata Volta; la Sirima è collegata alla prima, definita Fronte, da un verso detto Chiave. \ Tratturo Il termine Tratturo, di genesi abruzzese coniato nel XVII secolo, è l’ellittico della locuzione latina Iter tractorium che tradotto vale “Itinerario tracciato”. Un’antica rete viaria italica, quella dei tratturi, che dalle terre laziali ed abruzzesi, ovvero dall’Appennino centrale, toccava il Gargano attraverso la Piana pugliese dove in epoca aragonese sarebbe stato politicamente ritagliato il Tavoliere delle Puglie, compreso dagli idronimi del Fortore e dall’Ofanto, ad uso esclusivo dei pastori per le loro transumanze, ossia per le migrazioni stagionali del bestiame dai pascoli delle piane a quelli montani e viceversa. La Transumanza era detta Mena, così definita nelle regole emanate da Alfonso D’Aragona il 1° agosto del 1447, attraverso l’ordinanza della “Regia Dogana della mena delle pecore in Puglia” istituita a Foggia, unica in Italia e in odore democratico, nata per gli interessi della pastorizia e dei pastori, alla quale nobili e prelati erano sottomessi. Entrava in vigore annualmente dall’8 maggio al 29 settembre ed aveva una vasta competenza territoriale, dalle tenenze di Sulmona e L’Aquila, sino a quelle di Taranto e Catanzaro; considerata strategicamente di eredità feudale, fu soppressa dalla sedicente modernità rivoluzionaria di Napoleone. Date queste ancora oggi sopravvissute fedelmente nelle due commemorazioni annuali dell’Arcangelo Michele sul Gargano, giusto sia quando le greggi sopraggiungevano sul promontorio sia quando ne discendevano, con tutto il loro seguito umano. I tratturi sarebbero stati precursori di un sistema di connessioni stradali, complanari, sovrapposti o in proseguo, avviate nelle contrade italiche dagli etruschi o da altri popoli organizzati, e avrebbero donato prima ai Romani 353 l’opportunità d’adagiarvi le consolari, eppoi ai loro successori barbari comodamente le proprie, quale la Francigena o Francesca (via dei Franchi) alias Romea (via per Roma) cui Romeàggio ”pellegrinaggio sulla Romea”, trasformatasi nel percorso dei pellegrini da tutta Europa, e che giustappunto dal Nord Europa si diramava dopo le Alpi per Santiago de Compostela (Tomba dell’apostolo Giacomo), e da Roma (Tombe degli apostoli Pietro e Paolo), lungo la storica Appia e le sue diramazioni meridionali, andava a toccare Monte Sant’Angelo in Puglia (Spelonca dell’Apparizione dell’Arcangelo Michele) per proseguire, dopo la distruzione a causa di sovvertimenti idrogeologici dell’agevole imbarcadero di Siponto ai piedi del Gargano, verso Brindisi e qui salpare in rotta per la Terra Santa. La costa ionica, per accezione a S. Maria di Leuca, era definita dalla locuzione lat FINIBUS TERRAE alla fine della terra, nel senso che terminava il percorso via terra per iniziare quello via mare. Per quanto riguarda il Gargano, già prima della Francigena, lungo il tracciato dei tratturi si sarebbe ramificata la Via Sacra Langobardorum (dall’ant ger LANGBARDLAND) che da Benevento, capitale del ducato longobardo meridionale, embrione del futuro Regno di Napoli e delle Due Sicilie, rimontava longitudinalmente il Gargano verso la Spleonca dell’Arcangelo, protettore adottato immediatamente dai Longobardi che invasero la Puglia già cristianizzati, dopo le loro vittorie contro i Goti. I tratturi principali larghi 111 mt erano raccordati da percorsi minori detti Tratturèlli, e punteggiati dai Riposi, spazi di massimo 6 Ha, vicino ad un corso d’acqua, adibiti al pascolo ed al ristoro di uomini e bestie, e dalle Poste queste veri e propri ripari notturni, con le Capoposte sorte di luoghi per incontri liturgici collettivi nei giorni festivi e nelle ricorrenze religiose; eppoi c’erano le Locazioni, come quella di Arignano sul Gargano (oggi Rignano), in cui il pastore pagava la Fida a sosta, che nel 1591 era calcolata di 12 ducati ogni cento capi. Lungo i tratturi s’autorizzava unicamente il pascolo in movimento, ovvero erano proibite le fermate, per ovviare alla totale consunzione dell’erba. Tra i Riposi, si ricorda il Saccione, il quale poteva contenere centinaia di migliaia di capi, termine questo connesso con Sacca “rientranza del terreno” fig dal lat SACCUS sacco e con suff accr ONE; i proprietari dei terreni erano dovuti all’ospitalità gratuita, in base alle ordinanze del Tribunale della Dogana, ma in cambio ne ricavavano un ingente concime naturale. Assieme al Pastore, si muovevano il Pastoricchio, l’assistente per i lavori più umili e il Buttero incaricato di menare gli animali di grossa taglia, quali buoi e muli da trasporto. Gli specialisti dell tosatura erano in genere abruzzesi, chiamati Carosatòri da un volg Carosare di rad KER tagliare, in tema con Caruso. L’economia di popolo ne traeva profitti attraverso gli alloggi, le poste, il commercio. MONDO MONDANO MONDEZZA MONDO Dal lat MUNDUM volta celeste esteso a Terra, su calco del gr KOSMOS, il lemma Mòndo è di presumibile origine etrusca, cui 354 Mondiàle, Mondialìsmo, Mondialìstico, Mondializzàre, Mondializzazione. Da Mondo, i composti Mondialìsmo (teoria del federalismo mondiale), Mondovisiòne (via TV), Mondialvisiòne (via Satelliti) e la locuzione Mondo nuovo che nel ‘700 indicava l’invenzione di una scatola “magica” di legno con un foro mediante il quale si potevano osservare delle immagini. In una vrs ant connessione fig, il lemma Mùndio dal lat MUNDIUM, attraverso l’ant ingl e ted MUND mano, protezione, che vale “potere domestico del capo famiglia”, l’onomastica conta Monduàldo o Mundoàldo o ancora Munduàldo dal long MUNDWALT titolare del mundio, Raimondo dal ger RAGINMUND saggia difesa (con RAGAN senno), Rosamunda dal ger ROSAMUND guerriera e per accezione “amazzone”. Dall’ingl WORLD mondo o mondiale (internazionale), l’ambito glb conta WB World Bank “banca mondiale”, WBA World Boxing Association “associazione pugilistica mondiale”, WBC World Boxing Council “consiglio pugilistico mondiale”, WHO World Healt Organization “organizzazione sanità (salute) mondiale”, WMO World Meteorological Organization “organizzazione meteorologica mondiale”, WTO World Trade Organization “organizzazione commercio mondiale”, WWF World Wildlife Fund “fondo per la vita naturale nel mondo” (fondato nel 1961), WWW World Weather Watch “sorveglianza del tempo (meteorologica) mondiale”. \ Il Mondo, ovvero la Terra, oltre ai movimenti di Rotazione intorno a se stessa, di Rivoluzione intorno al sole, compie un movimento di Nutazione, che sta per oscillazione dell’asse di rotazione terrestre e che va a rinnovarsi circa ogni diciotto anni, causato dalle interferenze delle forze lunari e solari; compie ancora un lento moto dell’asse di rotazione intorno ad un secondo asse detto di Precessione, perpendicolari al piano dell’eclittica, tale da disegnare idealmente un cono col vertice che coincide col punto d’intersezione tra i due assi.\ Una locuzione derivata è Mondo Possibile, in altre parole, un mondo, per qualche motivo, diverso dalla storia, ma pur sempre logico. Trasferendo il concetto in termini ristretti, un “mondo possibile” sarebbe oggi la penisola italica se non ci fosse stata l’unificazione risorgimentale e, lo sarebbe la Padania nei sogni dei secessionisti. Un mondo possibile è straordinariamente espresso dalla cinematografia nel film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, con James Stewart e Donna Reed, dove al protagonista viene miracolosamente donata la possibilità di vedere come sarebbe stata la sua città se non fosse mai nato, nel principio che ognuno è protagonista dell’umanità futura. Secondo uno schema di antropologia culturale, il cammino (la storia) dell’uomo parte dalla Religione per toccare via via Scienza, Filosofia, Economia, Politica. Pertanto, il richiamarsi alla religione, come unica fonte culturale, significherebbe regressione.\ \ Atlante Atleta Secondo la mitologia gr-lat, il Mondo era sorretto dal titano Atlante, in gr ATLAS, cui l’idea di chiamare Atlànte la raccolta delle carte geografiche; Atlànte è anche la prima vertebra cervicale. Il termine Atlèta, cui Atlètica con Atlètico e Atletìsmo, pur associabile alla 355 possanza di Atlante, non pare connesso rad a questo, poiché è dal lat ATHLETA dal gr ATHLON gara cui ATHLETES lottatore e il percorso ital prefissato Bìathlon o Bìatlon “doppia disciplina” con Biathlèta o Biatlèta, i correlativi Trìathlon o Trìatlon (pref TRIA tre) “tre discipline” che comprende il Salto in alto, il Getto del peso e Corsa piana di 100 iarde, cui Triatlèta, la disciplina Pèntathlon (pref PENTA cinque) o Pèntatlon e Pèntatlo “cinque discipline”, che comprende Salto, Lancio del giavellotto, Lancio del disco e Lotta, cui Pentathlèta o Pentatlèta, eppoi Eptathlonèptathlon o Eptatlon-àptatlon “sette discipline” con Eptatlèta, infine Dècathlon o Dècatlon o ancora Dècatlo “dieci discipline” con Decathlonèta o Decatlonèta e Decatlèta. MONDANO È il derivato da MUNDUM, dunque “cosa del mondo”. Il Mondàno e la Mondàna appartengono fatalmente al mondo, cui Mondanità. Mòndo, insomma, svoltosi fig in toeletta o pulito in quanto rivestito, sempre d’incerta origine etrusca, cui l’opposto Immòndo (pref IN negativo). Sa di misterioso intendimento la poetica immagine “mondata a festa”. Mondo, quale pianeta assimilato a Mondo pulito, rivestito richiamerebbe l’idea di un pianeta rivestito (riordinato dal Caos) di natura vegetale ed animale, la Creazione insomma. Mondìna è per accezione la Mondarìso, derivato da Mondo pulito col suff INO di chi esercita il mestiere. \ Caos Gas Nafta Benzina Ammoniaca Vitamina Dal gr KHAOS “baratro-fenditura” il lat aveva ricalcato CHAOS cui l’ital Càos già Caòsse; omologato in “massa informe”, vrs dalle esalazioni naturali di alcune fenditure terrestri, il chimico J.B. Van Helmont (1577-1644) coniò il termine Gaz attestatosi in Gas dal toscano Gasse. In percorso, Gasàre o Gassàre con Gasàto o Gassàto, e Gassatùra, Gasièra su calco di Petroliera e Gasièro cui la locuzione Terminal gasiero, Gasìsta o Gassìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Gassòsa o Gazzòsa, Gasòso o Gassòso o ancora Gazòso e i composti quali Gasbetòn (Gas e Beton), Gascromatografìa con Gascromatògrafo, Gascromatogràmma, Gasdinàmica, Gasdòtto, Gasificàre o Gassificàre con Gasificaziòne o Gassificaziòne e Gassificatòre con Rigassificatòre, Gasògeno o Gassògeno o ancora Gazògeno, Gasolìna o Gazolìna attraverso l’ingl GASOLINE (con il lat OLEUM olio), Gasòlio (Gas e Petrolio) attraverso l’ingl GASOIL snm di Nafta e Diesel, Gasometrìa o Gassometrìa o Gazometrìa con Gasomètrico e Gasòmetro o Gassomètrico con Gazomètrico e Gassòmetro con Gazòmetro. \ Il primo, storico gasdotto è cinese, costruito nell’antichità con canne di bambù, allo scopo di trasferire l’aria di fuoco (così allora lo identificavano) per usi domestici. \ Fuori percorso Gasìndio o Gasìndo, dal lat medv GASINDIUM seguito eppoi vassallo d’origine long, l’omologismo Gasp! quale interiezione dall’ingl TO GASP respirare a bocca aperta, il marinaresco Gàssa di voce genovese che sta per “nodo”, l’acronimo GAS che sta per Guardare 356 Ascoltare Sentire, una formula da tecnica di soccorso. Gasolio (adottato dal 1942) è il snm moderno di Nàfta (già dal XIV sec) questo dal gr NAPHTHA bitume transitato praticamente indenne dal lat NAPHTA e dal franc NAPHTE, cui Naftalène, Naftàlico, Naftalìna, Naftenàto, Naftène, Naftènico, Naftìle, Nàftolo e i composti quali Naftilammìna (Naftalina e Ammina), Naftochinòne (Naftalene e Chinone); altro snm è Diesel (dal 1931) dal nome del suo inventore R. Diesel (18581913), Chinòne è un composto chimico in percorso da Chìna (XVI sec) “Genere di piante delle Rubiacee” (snm di Cincona) attinto allo sp QUINA-QUINA in eredità dalla lingua precolombiana quechua, cui Chinidìna, Chinìna, Chinìno, Chinolìna, Chinolìnico. China ha gli omn in China “pendio” e China “doppio cinque” in un gioco delle carte, entrambi dal XIVsec, eppoi China “inchiostro” dalla fine del ‘600. Il lemma Benzìna, con Benzinàio o Benzinàro, sembrerebbe un omologismo dal franc BENZINE, in realtà, l’origine è dall’ar LUBAN GIAWI incenso di Giava, tradotto nel lat medv in BENZOE da un primitivo BENZOINO, cui una variante sett Belzuìno; in percorso Benzène con Benzènico, Benzenòide, Benzedìna con Benzedìnico, Benzìle cui il perf BENZIL con Benzìlico cui Acido benzilico, Benzòe con Benzòico cui Acido benzoico già Sal volatile, Benzoìle, Benzòlo, il composto Ossibenzoàto (con Ossigeno), il pref BENZ o BENZO per composizioni quali Benzaldèide (col suff ALDEIDE), Benzedrìna (marchio registrato 1967- suff chimico INA), Benzecarbossìlico, Benzendiòlo (suff DI da DIS “due volte” e OLO alcol), eppoi Benzoàto (suff chimico ATO), Benzodiazepìna (suff Di da DIS due volte e AZO azoto ), Benzolìsmo, Benzopirène (col gr PYR fuoco e suff chimico ENE), Benzopiridìna snm di Chinolina. Benzoìno o Belzoìno o Belzuìno con le varianti Belgioìno o Belgiuìno, è una sorta di albero delle Ebenacee di voce ar IUBAN GAWI e che dà il nome alla sostanza balsamica dal quale si ricava; ed è anche un composto aromatico dalloa Benzaldeide. Ammìna o Amìna, o ancora l’alterazione Immìna e Imìna, col composto Diammìna o Diamìna (DI da DIS “due volte), è dal franc AMINE, un composto organico la cui molecola deriva da quella dell’AMMONIAQUE; comunque il termine deriva dal nome di Giove Ammone nel cui tempio in Libia si raccoglieva detto composto. Nel percorso si conta il composto Scopolamìna con il nome del botanico G. A. Scopoli (1893), un alcaloide delle Solanacee utilizzato quale ipnotico e sedativo, pertanto quale “macchina della verità”. Il percorso ital conta Ammonìaca e Ammidàsi o Amidàsi, Ammìde o Amìde o ancora Immìde e Imìde coi composti Imminoàcido, Imidazòlo (con AZO di Azoto 1 e OLO di Alcol), Ammìdico o Amìdico, Amminàre, Ammìnico o 357 Amìnico, Amminaziòne o Aminaziòne, Ammònio con Ammonizzaziòne e Ammonòlisi, il pref AMMINO o AMINO per composizioni quali (qui è preferito il percorso AMMINO) Amminoàcido con Amminoacìdico, Amminoàlcol, Ammimoglicosìde, Amminoplàsto (col gr PLASTOS formato), Amminosìde (doppio suff OSIO da Glucosio e IDE chimico), Amminozùcchero e Transaminàsi questo un esame specifico del sangue con Amina, il pref TRANS e il suff chimico ASI su calco di Diastasi; da non equivocare col termine Ammenìcolo o Amminìcolo, dal lat ADMINICULUM palo-appiglio cui Ammenicolàre o Amminicolàre e Ammenicolòne o Amminicolòne questo snm di Cavilloso, ovvero, fig “che cerca ogni appiglio”, e col termine Ammonìti (Ordine di molluschi) termine ispirato alla divinità Ammone dalle corna d’ariete. Le venti unità costituenti le proteine, indicati in Alfa-amminoacidi, sono elencate in Alanina, Arginina, Asparagina, Acido aspartico, Cisteina, Acido glutammico, Glutammina, Glicina, Istidina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina (composto con Meti/le/-TIO-INA), Fenilalanina, Prolìna “molecola chirale”, Serina, Treonìna (Tetrosio e suff INA - cui Tretòsio dal gr TETRA quattro e suff OSIO carboidrato “moleca con quattro atomi di carbonio”), Triptofano, Tirosina e Valina (Valerianico e suff INA). Dal termine Ammoniaca in composizione con Vita e il suff INA (per medicinale) è nato il termine Vitamìna cui Vitamìnico, Vitaminizzàre con Vitaminizzaziòne, Vitaminologìa, Vitaminòsi per composizioni quali Ipervitaminòsi e Ipovitaminòsi (pref IPER sopra e IPO sotto e suff medico OSI ); si rifletta un po’ su quest’ultimi due termini, strutturati addirittura con ben quattro monemi: Vita, Ammoniaca e i suff INA e Izzare il primo, con Vita, Ammoniaca e i suff INA e LOGIA il secondo. 1 Azòto dal gr AZOTIKOS che non genera vita attraverso il franc AZOTE, cui Azotàre, Azotàto, Azotatùra, i pref Azotemìa (con HAIMA sangue), Azotobattèrio, Azotofissatòre, Azotoiprìte o Azotiprìte (con Iprìte composto organico dal toponimo belga Ypres), Azoturìa (col gr URON urina), Azotùro (suff chimico URO) snm di Nitruro. Eppoi Azìna, con Azinico, è il derivato di AZO questo pref che sta per Azoto cui Azòico (omn di Azòico dal gr ZOE vita), Azònio (con Ammonio), Azocolorònte, Azocompòsto. Eppoi il prefissato Triazìna (tre atomi di azoto) con la corruzione in Atrazìna, e ancora Tiazìna (un atomo col pref TIO zolfo), Diazìna (due atomi). Fuori percorso nAzòlla “felce acquatica” dalla composizione gr AZEIN seccare e OLLYNAI perdere \ Caos e Kali Connesso al gr KATA giù-verso il basso, la lingua italiana ha assunto a morfema peggiorativo-rafforzativo il gruppo letterale CA, il quale, nel considerarlo omologo di un suono primordiale tipo KA, sarebbe stato prefissato ad un secondo suono coevo, questo più tardi attestatosi nel greco HEOS aurora; pertanto, l’esito del composito lemmatico varrebbe “l’alba del disordine”, rintracciabile via via a ritroso nell’italiano Caos, nel lat CHAOS, nel greco KHAOS. Inoltre, il greco HEOS è connesso con OS di Bocca, questa l’origine naturale delle parole, e la dea indiana Kali è accreditata, tramite la sua lingua anatomica, come l’artefice dell’universo (donde una sorta di omologazione nel Fiat lux occidentale); anche qui, nell’agionimo ind, riappare quel 358 preistorico suono KA, che sarebbe sopravvissuto a prefisso per una composizione lemmatica indoeuropea con valore del disordine. Kali, infatti, che corrisponde in sct a la Nera, sposa del dio Shiva, il suo alter ego, è la personificazione di una buia e spaventosa era terrestre (caotica), questa non solo primordiale ma anche da venire, nel significato omologistico dell’apocalisse biblica, dove i peccatori saranno puniti. Un’arcaica radice universale, dunque comune in Caos e Kali, dal vagito ancora ben remoto dai particolarismi delle articolazioni linguistiche che avrebbero portato all’indoeuropeo, oppure una coincidenza sillabica o semplicemente un gioco di parole; sta al lettore in che cosa credere, a seconda s’è ricercatore, scettico, enigmologo. MONDEZZA Mondèzza, col gemello Mondìzia o Mundìzia, dal lat MUNDITIA derivato di MUNDUS pulito - ha assunto un significato completamente contrario all’originale, pertanto vale “ciò che è stato asportato per mondare” e si è imposto in snm con ImmondèzzaImmondìzia cui Immondezzàio, da Immondo “non pulito”. In effetti, ciò che si asporta è l’Immondizia, ciò che rimane è Mondezza “pulizia”. Mondezza o Mondizia è anche purità di sentimenti. Nel romanesco, infatti, la traslazione di Immondizia in MondiziaMondezza si è svolta in opposizione al significato proprio (enantiosemìa), attraverso il valore di “ciò che si porta via facendo pulizia” ed ha prodotto un inquinamento linguistico-nazionale. È un percorso, questo di Mondezza, sicuramente non ancora irreversibile, dunque da riaccompagnare verso la correttezza grammaticale e semant. Il lat conta uno specifico FALUPPA immondizia cui l’ital Falòppa con la variante Fallòppa “bozzolo scadente-seta di scarsa qualità” con il snm in Terzanella, metaf nel senso di “bugiardo”. \ Rifiuto Spazzatura Passeggiata Spavento Rifiùto, col plur Rifiùti, è la composizione del verbo lat FUTARE battere con il pref RE dietro, influenzato dall’ital Fiutare; in associazione a Rifiuti troviamo sovente il termine Smaltimènto, questo dal got SMALTJAN rendere liquido, cui Smaltìre, vrs connesso col franc SMALT cui Smàlto, Smaltàre, Smaltìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). L’ital Fiutàre, cui Fiùto, a sua volta, è l’inc del lat FLATARE (FLARE) soffiare con FLUITARE (da FLUERE fluire). RE-FUTARE, allora, sta per ribattere, rigettare, ossia, Rifiutàre; da non equivocare con Rifiutàre (omn) composto col pref RI iterativo, che vale per Fiutare di nuovo. Nel percorso FUTARE, con altri pref, troviamo Confutàre e Cofutaziòne con Refutàre e Refutaziòne quali snm, e Inconfutàbile. Snm di Rifiuti è Pattùme (suff UME collettivizzante), cui Pattumièra, è dal lat PACTUS compatto, Pp di PANGERE piantare, conficcare (Ved Sciti in Picca...) 359 Altro snm è Spazzatùra un termine in derivazione semiesplicita da un tema med PATTA sporcizia; il verbo Spazzàre, con Spazzìno, è fig dal lat SPATIARI passeggiare, relativo a SPATIUM suolo, pavimento, cui Spàzio questo anche “infinito” cone Spàzzo. Semant, il verbo ha acquisito il senso di “muoversi nello spazzo per pulirlo”, modificandosi dal termine Passeggiàre, cui Passèggio, che si è legato a PASSUS, Pp lat di PANDERE (da non equivocare con PASSUS Pp di PATI patire). Il percorso di Spazio conta Spaziàle, Spazialìsmo con Spazialìsta, Spazialità, Spazializzàre con Spazializzaziòne, Spaziamènto, Spaziàre, Spaziatòre, Spazieggiàre con Spazieggiartùra, il composto futuristico Spaziopòrto (per viaggi spaziali a scopo turistico o altro) Dall’ingl SPACE infinito si contano la locuzione glb Space shuttle, dove SHUTTLE navetta (in connessione fig col verbo TO SHUT chiudere, pertanto vale “veicolo spaziale chiuso, sigillato”), e il glb Spacelab quale ellittico di SPACE LABORATORY Laboratorio spaziale; eppoi Space cleaning “sgombero-svuotamento” con CLEAN pulire e Open space “ambiente ad ampio spazio” dove OPEN vale aperto rintracciabile ancora in Open end “fondo d’investimento aperto”, adottata anche in terminologia tessile, dove END è fine-termine, innumerevoli volte letto in THE END sugli schermi cinematografici e televisivi sull’ultomo fotogramma dei film stranieri. \ “Non abbiamo bisogno della spazzatura sociale europea !” gridava il reverendo Richard, alla fine del secolo, negli Stati Uniti d’America, dall’alto del suo pulpito, preoccupato - è dir poco - per il persistente arrivo d’immigrati dall’Europa: inglesi, irlandesi, tedeschi, francesi e poi italiani, greci, spagnoli... popoli che hanno invece contribuito a rendere ricca e potente tutta la nazione. “Non abbiamo bisogno della spazzatura sociale extracomunitaria!” è il grido impaurito - plagiati da una certa politica - dei reverendi di casa europea. Domani, nel terzo millennio, anche l’Europa ringrazierà questi popoli, per aver evitato al vecchio continente il collasso economico e generazionale \ Da PASSUS, oltre a Passeggiare e Passeggio, l’ital conta Passàre attraverso il franc PASSER cui Passàbile con Passabilmènte, l’esot Passage, Passaggère o Passaggière attraverso il franc PASSAGIER gabelliere, Passàggio attraverso il franc PASSAGE, Passamènto, Passànte, Passàta, Passatèlla, Passatèlli, Passatìsmo e Passatìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Passàto, Passatòia e Passatòio, Passatòre (ant Traghettatore) cui il mitico Passator cortese (il brigante romagnolo Stefano Pelloni del XIX sec), Passatrìce (macchina utensile), Passatùra, il glb franc Passe (pron pas), Passeggèro con le varianti Passaggèro, Passeggièro, Passeggière e Passeggère (inc col franc PASSAGER), Passeggiamènto, Passeggiàta, Passeggiatòre e Passeggiatrìce (eufemismo che sta per prostituta), Passeggìno, Passerèlla 1 (dal franc PASSERELLE), Pàssera, cui la locuzione Passera scopaiola, e Pàssero dal lat PASSEREM (l’uccello in relazione al suo passaggio) cui Passeràcei o Passerifòrmi (Ordine di uccelli) al quale appartiene la Famiglia tropicale dei Cotìngidi questo dal lat COTINGIDAE di genesi tupi, vi appartiene anche il Tanàgra d’etim tupi TANGARD ma attraverso il ptg TANGARAK; da non equivocare con l’omn Tanàgra o 360 Tànagra “particolare statuetta archeologica” ritrovata in Tanagra (Beozia). Il percorso prosegue con l’omn Pàssera “sorta di pesce dei Pleuronettiformi simile alla sogliola snm di Linguata”, Passeràio, Passerìna (erba infestante fig da Passero) con l’omn fig volg Passerìna (vulva), Passerìo e Passeròtto; eppoi Passerìno, Passètta (termine tessile) attraverso il franc PASSETTE, Passètto, l’esot Passeur, Pàssi (dal documento ingl PASS, italianizzato svolgendolo al congiuntivo di Passare), l’avverbio Pàssim inv dal lat PASSIM qua e là, Passìno, Passìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Passismo non linguistico), Pàsso e i prefissati quali Compassàre, Compàsso e Compassatòre (ant Agrimensore), l’iterativo Ripassàre cui Ripassàta, Ripassatòre, Ripassatrìce, Ripassatùra e Ripàsso, Sorpassàre e Sorpàsso (col pref SOR), Trapassàre, Trapassàto (questo anche tempo verbale) e Trapàsso per accezione nel senso di “morire ” ovvero “passare oltre la vita”. Attraverso il franc si conta il noto En passant “di sfuggita”da PASSER passare. Passàto vale anche “trascorso” cui la locuzione Uva passa che vale “uva non più matura” ossia che ha passato, è andata oltre la maturazione; da questo il relativo Passìto dall locuzione Vino passito. L’incredibile però accade adottando letteralmente, in ossequio alla glb, il termine ingl BYPASS da passaggio (con BY presso) cui il bruttissimo semiomologismo Bypassàre e Bypassàto che sta per “aggirare, sostituire” con un errato omologismo in Bipàsso (omn del Bipasso col pref BIS due volte); un congegno utilizzato storicamente da M. DeBakey, fra l’altro ideatore del Roller pomp “pompa arrotolante” questo partecipe del macchianrio cuore-polmone, deceduto nel luglio del 2008 all’età di 99 anni. Passàre vale anche “togliere le impurità filtrando” ma in senso lato assume il significato di “ridurre in poltiglia, in crema”. Dal verbo Passare, l’ital conta un PASSA utilizzato in composizioni quali Passacàglia o Passagàllo brutti esot dallo sp PASACALLE “danza passante per le strade” con PASAR passare e CALLE strada, Passacàrte, Passacatàna, Passacàvo, Passacrassàna “sorta di pera invernale" questo omologismo dal composto franc PASSECRASSANE con PASSE che oltrepassa (la stagione della consueta maturazione) è una corruzione del toponimo Crazann