Malati e ministri consolazione Nel 1852 le suore Dorotee erano entrate nell'ospedale di Treviso che perciò risulta il primo ad avere la presenza delle suore Dorotee. Preparate per un servizio Non c’era nessuna preparazione nel mondo della sanità, per coloro che seguivano i malati! Nel 1876 il Farina venne a conoscenza di una pubblicazione francese per le infermiere, ne curò la traduzione e la ristampa e la dedicò alle sue suore perché fosse il loro vademecum. Scrive il Farina nella dedica: Vi dono un bel libretto, abbiatelo caro e dopo quello delle Preghiere e delle Regole, sia il gioiello più prezioso ch'io possa darvi o che voi possiate avere. Il Farina non guarda al ricco o al povero, ma all'uomo che soffre: lì egli vede un'anima amata da Gesù, "un'anima redenta da Gesù". Per essa contagia di santo amore le sue figlie, inviandole sia a domicilio, sia nelle strutture ospedaliere. Alle sue suore con sollecitudine paterna raccomanda: "Carità più che materna", "Carità eroica", "Carità evangelica". "Voi guardando il bene del corpo sapete provvedere con avveduta insinuazione anche quella dell'anima" (Lett. n° 66, "Sempre con voi). Virtù da coltivare nello stare vicino a chi soffre Ha il cuore di una madre, il sangue freddo di un medico, la pazienza di un santo. - E' una persona sensibile e ordinata, delicata e prudente. - Sa consolare, dissimulare, incoraggiare, rallegrare a tempo opportuno. - Sa essere discreta serbando in cuore le confidenze che riceve. L'infermiera esercita quindi: lo spirito di fede che fa comprendere e gustare le soavi parole del Salvatore: "Quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a Me". - Giovanni Antonio, uomo di carità e compassione amorevole LA SUA SCHEDA BIOGRAFICA Giovanni Antonio Farina nacque l'11 gennaio 1803 a Gambellara. A tre anni venne affidato dai genitori allo zio paterno, sacerdote veramente di Dio, uomo di scienza, di pietà e di carità, che gli fu maestro e guida… A 14 anni, nel 1817 entrò nel Seminario vescovile di Vicenza. Al primo anno di seminario sua madre venne colpita dalla cecità; al termine del secondo anno di teologia morì improvvisamente suo padre. Destinato all'insegnamento in Seminario, continuò nello stesso tempo gli studi ecclesiastici, prestando anche la sua opera nella popolosa parrocchia di San Pietro a contatto con tanta povertà morale e materiale. Nel 1836 diede vita all'Istituto delle Suore Maestre di santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, istituto destinato inizialmente all'istruzione e all'educazione delle fanciulle più povere ma apertosi, poco a poco, al campo dell'assistenza in tutte le sue forme. Nessun dolore, nessuna miseria umana passò accanto al Vescovo Farina senza che egli si chinasse per tentare di alleviarla. Fu dapprima Vescovo di Treviso, dove diffuse l'opera di assistenza da lui istituita, poi Vescovo di Vicenza dove svolse con energia, intelligenza lungimirante, raro equilibrio e immenso amore per il prossimo la sua opera pastorale, frutto naturale di quella carità che ardeva nel suo cuore. Morì il 4 marzo 1888, quando aveva da poco compiuto 85 anni. L'amore eroico che Mons. Farina propose alle sue suore, fu vissuto in pienezza particolarmente da Suor Bertilla Boscardin, un'umile suora infermiera nata il 6 ottobre del 1888, anno in cui moriva il Padre Fondatore. LA SUA DIMENSIONE SPIRITUALE NUTRITA DELLA PAROLA E NELL'EUCARISTIA. Canto: “ La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Così inizia l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Questo appello di papa Francesco lo troviamo nel vissuto nel Beato Farina già ai suoi tempi. I contenuti delle sue omelie e le omelie alle sue Suore, sono ricche di frasi latine della sacra Scrittura, con accanto le citazioni corrispondenti alla Bibbia… Altre volte non cita direttamente la Parola di Dio, ma usa concetti, espressioni o immagini che si richiamano chiaramente ad altrettanti passi della Sacra Scrittura. ( Dalla positio vol 2 pag. 1246-47). Canto: Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la vivono ogni giorno. - La tua Parola ha creato l’universo, tutta la terra ci parla di te, Signore. Rit. - La tua Parola si è fatta uno di noi: mostraci il tuo volto, Signore. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,34-35.40) "Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi… …Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a Me". Pensando agli ammalati preghiamo assieme: Rit. Com’era innamorato il Farina della Santissima Eucaristia! “ Se mangerete la carne di Gesù – diceva ai fedeli – voi dimorerete in Lui ed Egli in voi e Gesù diverrà, più di quanto possiate credere, il dominatore assoluto delle vostre anime” ( da: Lo spirito dell’Istituto pag.96). Attenzione a chi è nella sofferenza Fin da giovane sacerdote, "i pochi momenti che altri avrebbe dedicato allo svago necessario, egli passava visitando i malati, consolando come meglio poteva le loro sofferenze. Appena eletto vescovo di Treviso, una della sue prime visite fu agli ammalati dell’ospedale…” ( da : Profezia caritativa e pastoralità pag.176). “ Trovando insufficiente la presenza di un solo sacerdote addetto alla cura spirituale, il vescovo constatò subito che non era sufficiente l’opera svolta da un solo cappellano… Egli si offrì come cappellano esercitando per primo il turno di un giorno e una notte, e mantenne questo ufficio anche quando si unirono a lui altri sacerdoti” ( da: I. vol. della Positio pag.111). Questa è davvero una testimonianza di carità della dimensione pastoralecaritativa dell’Uomo di carità. Signore, accogli le preghiere e i lamenti di coloro che soffrono e di quanti si adoperano per alleviarne il dolore. Tu che hai percorso la via del calvario e hai trasformato la croce in segno di amore e di speranza conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati. Dona loro: la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe attese il coraggio necessario per affrontare le avversità la fiducia per credere in ciò che è possibile la saggezza per accettare ciò che è rimasto irrisolto la fede per confidare nella tua Provvidenza. Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari perché siano presenze umane e umanizzanti e strumenti della tua guarigione. Benedici quanti nelle nostre comunità si adoperano per accompagnare i malati perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana e si accostino con umiltà al mistero del dolore. Aiutaci Signore a ricordarci che non siamo nati felici o infelici, ma che impariamo ad essere sereni a seconda dell'atteggiamento che assumiamo dinanzi alle prove della vita. Guidaci, Signore, a fidarci di Te e ad affidarci a Te. Amen.