SECGQ-06
diocesi
Domenica 5 giugno 2011
«Gli scritti di padre Clemente mi hanno travolto»
DI
CRISTINA CONTI
U
no spirito forte e intraprendente
che è stato esempio di vita. Padre
Clemente Vismara, che verrà
beatificato il prossimo 26 giugno, è
stata una figura importante nella scelta
vocazionale di molti giovani. Tra loro,
c’è padre Angelo Gianola, missionario
in Brasile per quasi 50 anni e ora a
Villa Grugana, casa di formazione e
spiritualità missionaria a Calco
(Lecco). La sua vocazione è nata dalla
lettura delle lettere che padre Vismara
scriveva dai luoghi di missione. «Io non
ho conosciuto personalmente padre
Clemente, sebbene la sua figura e il suo
esempio abbiano coinvolto
profondamente la mia vita. Ero
seminarista al corso filosofico nel
seminario di Venegono.
Nell’entusiasmo dei miei vent’anni,
dicevo a Gesù che volevo donare la mia
vita totalmente, ma in qualcosa di
Padre Angelo Gianola, missionario del Pime
Anche a San Vittore si preparano al grande
evento con un cammino a tappe sulla figura
di suor Enrichetta Alfieri che culminerà con la
Messa in carcere presieduta dal cardinale
bello, grande, eroico. Mi
Padre Angelo Gianola, non possono lasciare
e che
capitarono tra le mani le
missionario in Brasile indifferenti
rimangono impresse
lettere di padre Vismara
nella memoria,
pubblicate su Italia
per 50 anni: una
accompagnando padre
Missionaria», racconta.
vocazione nata con
Angelo durante la sua
Una passione
missione in Brasile.
travolgente, che lo
le lettere di Vismara
«Chiesi di entrare nel
distoglie persino dalle
Pime. Fui destinato alla
attività quotidiane.
missione nel 1949. Sono partito in
«Rubavo il tempo allo studio filosofico,
nave e per 44 anni mi son fatto
mi entusiasmavo sempre più all’ideale
brasiliano, in quel mondo totalmente
vissuto da quel missionario», aggiunge.
diverso, povero, violento - aggiunge
Storie vissute nelle foreste della
padre Gianola -. Però la figura di
Birmania, dove padre Vismara rimase
per 65 anni in un ambiente primitivo,
Vismara ha stimolato, spronato la mia
pericoloso e spesso ostile. Ma anche
attività missionaria, rivolta agli ultimi,
una vita passata ad aiutare il prossimo,
scegliendo come priorità del mio
soprattutto donne e bambini, cercando
lavoro gli esclusi, condividendo le loro
di dare agli indigeni un lavoro
angustie, i problemi e anche le belle
gratificante. Un impegno a
gioie di cui solo la gente semplice
trecentosessanta gradi che lo porterà a
gode». Un impegno quotidiano
trasformarsi in agricoltore, allevatore,
nell’annuncio di Cristo che si
sarto, barbiere, dentista, muratore e
concretizza nell’attenzione agli umili e
addirittura boscaiolo. Esperienze che
ai più poveri. «Il metodo di Vismara
Tettamanzi la mattina del 3 luglio. «Un volto
sveglio... che risveglia!» è il titolo provocatorio
che i cappellani don Alberto Barin e don
Pietro Raimondi hanno dato all’iniziativa
I detenuti in preghiera
per la «loro» beata
DI
GIULIA MONTI
N
ella "rotonda" di San Vittore già troneggia
un grande pannello che raffigura il volto
sorridente di suor Enrichetta Alfieri
annunciandone la beatificazione in piazza Duomo
il prossimo 26 giugno. Anche i detenuti e le
detenute di piazza Filangieri 2 si preparano al
grande evento con un cammino a tappe che
culminerà con la Messa in carcere presieduta dal
cardinal Tettamanzi la mattina del 3 luglio. «Un
volto sveglio... che risveglia!» è il titolo
provocatorio che i cappellani don Alberto Barin e
don Pietro Raimondi hanno dato all’iniziativa.
Oggi infatti distribuiranno a tutti i fedeli di San
Vittore un cartoncino di presentazione del percorso
che li accompagnerà nelle prossime settimane.
Durante l’omelia della domenica infatti il
cappellano parlerà della figura di suor Enrichetta
prendendo spunto dalle beatitudini del Vangelo.
Così oggi viene presentato il volto «povero», ma
ricco di fiducia di questa Suora della Carità; il 12
sarà ricordato il suo tratto «mite», cioè non
violento; il 19 quello «misericordioso», quindi
materno (suor Enrichetta veniva chiamata la
«mamma di San Vittore»); il 26 giugno, si parlerà
della «purezza di cuore»; mentre il 3 luglio
l’Arcivescovo presenterà il volto «assetato di
umanità» della nuova beata suor Enrichetta,
«ribelle per amore». Già domenica scorsa, durante
l’omelia, don Alberto ha preannunciato ai detenuti
il cammino che avrebbero compiuto insieme per
conoscere «la suora che dentro questo carcere di
San Vittore ha lavorato per 28 anni». Alla Messa,
animata dal coro della parrocchia di S. Enrico di
San Donato Milanese, don Alberto ha invitato
anche Luisa Bove, presentata ai detenuti come «la
giornalista che porta spesso "fuori" la voce di San
Vittore» e «prima donna ad avere scritto un libro su
suor Enrichetta». La futura beata, ha ricordato il
cappellano, «ha vissuto in un tempo di grande
tumulto e ribellioni, soprattutto negli anni della
guerra, dove ci sono state anche diverse rivolte,
sedate poi dall’esercito». Suor Enrichetta era entrata
in carcere il 24 maggio 1923 dove viveva con la sua
comunità di suore, «ma a sua volta finirà nei guai e
imprigionata al 5° raggio», spiega don Alberto,
«per aver aiutato i detenuti negli anni in cui San
Vittore era occupato da nazisti tedeschi e fascisti
italiani». Dal carcere milanese, ricorda ancora il
cappellano, «partivano i reclusi destinati ai campi
di sterminio di Auschwitz, Mauthausen... dove
finivano nei forni crematori»; mentre a San Vittore
si aggirava tra i raggi con i suoi cani lupo il terribile
caporale Franz che terrorizzava tutti. «L’unica che
riusciva a guardare negli occhi il caporale tedesco -
Suor Enrichetta Alfieri, l’«Angelo di San Vittore», con alcune detenute. Nel riquadro, il cappellano don Alberto Barin
assicura don Alberto - era suor Enrichetta,
considerato un "angelo", dolce e forte, che la forza
del bene la spingeva verso tutti». «Ora la Chiesa
riconosce che questa suora ha vissuto in modo
eroico il Vangelo di Gesù, nonostante le ingiustizie
e i conflitti, mantenendosi forte e coraggiosa. La
sua vita è stata una rivolta, una lotta contro il male
facendo il bene. Suor Enrichetta è la prima persona
beatificata all’interno del carcere e oggi noi
abbiamo una responsabilità», ha detto il
cappellano. «Da San Vittore dobbiamo far uscire un
messaggio per l’Italia, il governo, la Chiesa, le
comunità cristiane... In tutte le carceri italiane si
parlerà di suor Enrichetta Alfieri e anche noi
dobbiamo contribuire a migliorare questa società».
I problemi nelle carceri non c’erano solo ai tempi
di suor Enrichetta, ma anche in questi giorni c’è
«tumulto e agitazione», con «battiture di stoviglie a
San Vittore», ha detto don Alberto. In realtà si sta
protestando in più di 30 istituti di pena in tutta
Italia e i detenuti di Roma hanno detto chiaro:
«Vogliamo diffondere la cultura del rispetto della
dignità umana». «Anche padre Eugenio,
missionario italiano in Bolivia, lotta per la dignità
dei 2 mila detenuti dove fa il cappellano in un
carcere». Domenica scorsa ha celebrato la Messa
con don Alberto e don Pietro confermando la sua
amicizia e assicurando che farà conoscere la figura
di suor Enrichetta anche ai suoi carcerati.
creatore di piccole comunità nei
villaggi, mi ha suggerito come svolgere
una attività missionaria in una
sconfinata periferia e fare sorgere
piccole comunità ecclesiali, in mezzo a
un popolo semplice di operai, che
abbiano come base il Vangelo e
l’impegno con la vita. Ancora oggi vado
leggendo libri che mi fanno conoscere
meglio questa simpatica figura, mi
stimola ancora per vivere la semplicità
di vita e l’entusiasmo giovanile mi
infonde la stessa passione per
l’annuncio del Vangelo ai poveri». Una
dedizione al prossimo che non finisce
mai. Padre Angelo ha fatto sua anche la
frase più famosa di padre Vismara: «Sei
vecchio quando non sei più utile a
nessuno»; sentirsi realizzato fino a 91
anni dandosi da fare per gli altri. E così
oggi novantenne, padre Angelo ha una
perfetta dimestichezza con le nuove
tecnologie e continua a dedicarsi agli
ultimi.
il libro di Luisa Bove
Come la racconta una donna
«S
uor Enrichetta Alfieri. L’angelo di San Vittore» (Paoline, 224 pagine, 14 euro), scritto da
Luisa Bove, con postfazione di Luigi Pagano, Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Lombardia, sarà in libreria nei prossimi giorni. Si tratta di una ricca biografia in 20 capitoli (con una sezione fotografica) di suor Enrichetta delle Suore
della Carità di Santa
Giovanna Antida che ha
dedicato la vita alle detenute di San Vittore.
La storia di questa religiosa, unica nel suo genere, è raccontata attraverso il ricordo di
tante persone che
l’hanno conosciuta e
hanno testimoniato al
processo per la sua beatificazione: detenuti, agenti, gente comune, sacerdoti,
suore... Tra i tanti spiccano personaggi illustri come il giornalista Indro Montanelli, il conduttore televisivo Mike Bongiorno e il
fondatore dell’Istituto "La Casa"
don Paolo Liggeri, arrestati e incarcerati a San Vittore durante la
guerra. Ognuno di loro ha ricordato la piccola e coraggiosa suora che ha compiuto nei loro confronti gesti indimenticabili.
«Suor Enrichetta - dice Luigi Pagano - ha saputo vedere oltre, superando la retorica», d’altra parte «i santi o i beati sono quelli che
si sporcano le mani, che si impegnano direttamente».
Nel 1939 suor Enrichetta diventerà superiora della comunità re-
ligiosa a San Vittore e dovrà spesso affrontare il Comando tedesco
che durante la guerra occuperà
l’Istituto di pena. In quegli anni
aiuterà ebrei e detenuti politici
per impedirne la carcerazione e
deportazione nei campi di concentramento nazisti. Accusata di
spionaggio, suor Enrichetta verrà
poi arrestata e rinchiusa in una
cella nei sotterranei di San Vittore.
Sarà condannata alla
fucilazione, ma grazie
all’intervento del cardinale Schuster verrà
graziata e internata in
una struttura che ospitava persone con problemi psichici. In seguito tornerà al "suo"
amato carcere per assistere ancora uomini
e donne reclusi. Il coraggio, la fede, la determinazione,
il senso della giustizia, la bontà
saranno i tratti distintivi di ogni
sua azione. Suor Enrichetta sarà
amata e stimata non solo da detenuti, agenti, avvocati, giudici,
ma da tutta Milano (la folla ai suoi
funerali lo confermò) e dai tanti
italiani che l’avevano conosciuta
attraverso i giornali.
Quello di Luisa Bove è un libro avvincente che oltre a far conoscere i tratti spirituali e umani della
«Mamma di San Vittore» o
dell’«Angelo di San Vittore», come veniva chiamata suor Enrichetta, permette di capire qualcosa di più della difficile realtà
del carcere di eri e forse anche di
oggi. (G.M.)
Beatificazioni, le informazioni utili per partecipare
Q
uando e dove sarà celebrata la beatificazione?
La beatificazione si terrà domenica 26 giugno, in piazza
Duomo a Milano, alle 10. Officerà la funzione il cardinale Dionigi Tettamanzi. Sarà presente il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, delegato
del Papa.
Sono previste veglie in preparazione alla cerimonia?
La beatificazione sarà preceduta, sabato 25 giugno alla sera,
da tre veglie, una per ciascun beato: nella basilica di San Nicolò a Lecco preghiera per don Serafino presieduta dal vicario generale della Diocesi, mons. Carlo Redaelli; nella chiesa
parrocchiale di Agrate Brianza, alle 21, preghiera per padre
Clemente Vismara, presieduta dal vescovo ausiliare mons. Luigi Stucchi; nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano, alle 21,
preghiera per suor Enrichetta Alfieri presieduta dal vescovo
ausiliare e vicario per la città, mons. Erminio De Scalzi.
Chi può partecipare alla funzione?
Tutti i fedeli che ne fanno richiesta in tempo utile.
Cosa fare per partecipare alla funzione?
Per accedere alla piazza il giorno della beatificazione è necessario avere con sé un apposito biglietto (gratuito) e arrivare entro le 9.30, orario di chiusura degli accessi.
Come richiedere il biglietto?
Per accedere alla piazza occorre munirsi di biglietto. È possi-
bile prenotarlo inviando una mail a [email protected]. Il biglietto per la partecipazione è totalmente
gratuito. Le prenotazioni sono già aperte e i biglietti prenotati potranno essere ritirati a partire dal 20 giugno presso la
Curia arcivescovile.
Perché è necessario il biglietto?
Per motivi di sicurezza, per regolare l’accesso alla piazza, per
evitare confusione, per permettere a tutti di partecipare al meglio alla celebrazione, senza disagi.
Come sarà divisa la piazza?
Piazza Duomo sarà divisa in settori, alcuni con posti a sedere
e altri in piedi, ciascuno corrispondente a un diverso biglietto. I posti a sedere saranno assegnati a chi prima si prenota.
E chi non ha il biglietto?
Chi non è in possesso del biglietto non potrà accedere a piazza Duomo, ma sarà fermato ai punti d’accesso posti nelle vie
limitrofe al Duomo. Per ragioni di sicurezza il servizio d’ordine dovrà essere intransigente.
E chi non può recarsi in piazza Duomo?
Chi è impossibilitato a recarsi in piazza Duomo può seguire
la funzione in diretta su RaiUno, su Telenova e sul sito
www.chiesadimilano.it
Per altre informazioni si può telefonare ai numeri
02.8556403 o 02.8556329.
La città di Lecco si mobilita per don Morazzone
DI
MARCELLO VILLANI
L
a festa per la beatificazione di don
Serafino Morazzone è quasi pronta, nel
Decanato di Lecco e, più in generale, in
tutto il territorio lecchese. Don Serafino
Morazzone, il buon curato di Chiuso, sarà
beatificato domenica 26 giugno in piazza
Duomo a Milano. Ma per i lecchesi, il
programma delle iniziative è già molto ricco.
L’ultimo appuntamento di preghiera è stato
l’incontro di preparazione alla beatificazione,
sulla figura del beato Pagano, svoltosi lo
scorso 25 maggio. Sabato 25 giugno alle 21,
in Basilica di San Nicolò, si terrà la veglia di
preghiera presieduta dal vicario generale
monsignor Carlo Redaelli. Domenica 26
giugno la beatificazione. Alle 7.30 è prevista
la partenza da Lecco con autobus o mezzi
privati; alle 10, in piazza Duomo a Milano
solenne pontificale di beatificazione; alle 18,
nella chiesetta del beato Serafino a Chiuso di
Lecco celebrazione dei Vespri solenni,
presieduti dal vicario episcopale monsignor
Bruno Molinari. Alle 21 sul lungolago
cittadino tradizionale benedizione del lago
con le urne di san Nicolò e del beato
Serafino. Lunedì 27 giugno alle 20.30, nella
chiesa parrocchiale di Chiuso, prima Santa
Messa solenne in onore del beato Serafino,
presieduta dal cardinal Tettamanzi. A seguire,
processione con l’urna del Beato fino alla
chiesetta del beato Serafino. Per prendere
parte alla cerimonia di beatificazione del 26
giugno è necessario iscriversi e munirsi di
pass. Per questo motivo è utile dare il proprio
nome direttamente ai tre punti di iscrizione:
Libreria San Nicolò (tel. 0341.364074),
Centro La Fonte di Maggianico (tel.
0341.220092, lunedì-venerdì 15-18.30),
Segreteria parrocchiale di Maggianico-Chiuso
(tel. 0341.420050, lunedì e giovedì 9.3011.45). L’iscrizione comprende il pass per
piazza Duomo, il viaggio in autobus e il kit
della beatificazione (libretto, cappellino,
zainetto, bottiglietta d’acqua). Il costo è di
15 euro, mentre è di 8 euro nel caso in cui si
utilizzino mezzi propri per andare a Milano.
Per i bambini più piccoli, dalla quinta
elementare in giù, l’iscrizione è interamente
gratuita. Tuttavia don Adriano Bertocchi,
parroco della Comunità pastorale di
Sant’Andrea (Maggianico) e Santa Maria
Assunta (Chiuso), non è pienamente
soddisfatto delle prenotazioni finora giunte
ai centri di raccolta: «Sono solo 500 contro le
mille che avevamo previsto - commenta con
un po’ di amarezza -. La scadenza delle
iscrizioni doveva essere quella di oggi, invece
si continuerà finchè si potrà. Spero che non
si accalchino tutti negli ultimi giorni perché
sarebbe un problema organizzarli». Don
Adriano ricorda la Veglia del 25 giugno e la
processione del Corpus Domini tre giorni
prima che avrà una sottolineatura
importante su questa beatificazione. Ma
rimane un po’ deluso dalla risposta dei
fedeli: «Al di là di tutto c’è chi ci ha creduto
molto a questa beatificazione e ha dato una
risposta buona, anzi direi ottima. È una
minoranza, però. Perché la fede è quella che
è e chi non ha fede non sa, non partecipa,
non avverte. Eventi come questo sono legati
al livello di fede e quindi le cifre sono quelle
che sono. Poi tra i credenti c’è chi non
avverte come sua questa figura e non
partecipa». C’è anche un fattore
"campanilistico" da tenere presente secondo
il parroco di Sant’Andrea e Santa Maria
Assunta: «Non si può dire che la devozione
del beato Serafino sia di tutta la città di
Lecco. Ci sono fedeli soprattutto di Chiuso e
Maggianico che si sono dati da fare, ma
sicuramente non raggiungiamo neanche in
questo caso una cifra vicina ai partecipanti
alla vita ecclesiale della comunità pastorale.
Basti pensare che siamo in 500 e Maggianico
e Chiuso hanno 5.300 abitanti».
Il manifesto per il beato Serafino
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I detenuti in preghiera per la «loro» beata