w w w . s o u n d l i t i LUCIANO LIGABUE . DALLA - DE GREGORI e t Poste Italiane spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 Dr. Commerciale Business Pesaro In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa di restituzione - Spedizione in a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Pesaro. Contiene I.P B I M E S T R A L E _ D E L L ’ I N T R A T T E N I M E N T O _ P R O F E S S I O N A L E I PROMESSI SPOSI STADI 2010 WORK IN PROGRESS 2010 SAN SIRO SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 - N˚85 lancer 2500 TOUr Proiettore seguipersona Lampada a scarica MSR 2500W SE G38 IRIS MAX OPEN 8° IL O V O NU 11 7 350 Lux 700 Lux 12° ALPHA 1500 50 la forza istintiva della luce IRIS MIN. OPEN 1,7 1 350 Lux 700 Lux 1° 2° 8° 12° 1° 2° 50 IRIS MAX OPEN 11 7 350 Lux 700 Lux 50 IRIS MIN. OPEN Wash LT Wash Costruzione: Corpo in acciaio e alluminio di colore nero e grigio. Alimentatore Separato Distanza di utilizzo: Consigliato per applicazioni di lunga distanza: da 30 a 70 mt. Alimentazione: 220/240V 50/60Hz – Assorbimento 15 Amp. (Alimentatore rifasato elettricamente) Lampada: MSR 2500W - base G38 - 240000 lumen Regolazione lampada: Dotato di sistema di regolazione della posizione della lampada Gruppo ottico: Composto di una parabola, una lente condensatore temperata e 2 lenti, fornito con iride a diaframma Zoom: 1°÷12° Ventilazione: Forzata tramite due ventole assiali collegate all’alimentazione principale Cambiacolori: Per cinque colori ad alta resistenza alle temperature + black out. Dotato di ventola a bassa tensione. Dimmer: Attenuatore della luce meccanico “dimmer” con black out Contaore: Per il controllo delle ore di lavoro (non ripristinabile) Sicurezza: Termofusibile 90°C a ripristino manuale, due microinterruttori di sicurezza sotto il pannello per l’accesso alla lampada, interruttore generale sull’alimentatore separato Stand-by: L’interruttore per l’accensione della lampada è dotato di una posizione intermedia “di riposo” che riduce la luminosità della lampada e la tiene pronta quando la massima luminosità è richiesta. Accessori: Porta gobo, Studio Stand 4, Flight case per Lancer 2500, Flight case per Ballast 2500 Beam 50 Spot HPE 350 Lux 700 Lux Profile 1,7 1 Alpha 1500, agile e potente, lascia alle sue spalle avversari annichiliti dalla sua superiorità. Guarda sotto la pelle e scopri perché questa creatura è un capolavoro senza eguali. In Alpha 1500 troverai velocità, silenzio ed una precisione millimetrica ma soprattutto uno zoom incredibile con messa a fuoco automatica, tanto duttile da passare da 7 a 60 gradi in una frazione di secondo. Clay Paky. Dal 1976 alla ricerca della luce perfetta. PROGRAMMI & SISTEMI LUCE • Via Chitarrara, 830 • 47854 Montecolombo (Rimini) • Italy • Tel. +39 0541 985745 • Fax +39 0541 985739 www.psl.it - [email protected] www.claypaky.it sommario Se sei già abbonato e vuoi semplicemente aggiornare i tuoi dati compila qui sotto con i “vecchi” dati. Ditta nome ................................................................................:........................ news 48 News cognome .................................................................................................... Clark’s Corner ........................................................... indirizzo ..................................................................................................... Phototour Titolare dell’abbonamento COSTO ABBONAMENTO Sound&Lite + Show Book euro 12,00 Schede incomplete, non firmate o poco chiare non verranno registrate I 12,00 Euro valgono per ricevere Sound&Lite fino all’anno 2015 e vanno pagati una volta sola (non una volta all’anno). I versamenti dovranno essere effettuati sul c/c postale n° 000076219096 intestato a Sound&Co. s.a.s Sound&Co. si riserva il diritto di sospendere l’abbonamento senza preavviso e senza nulla dovere, qualora dovessero intervenire nuove regole o nuove leggi sull’editoria. Compila la scheda in stampatello leggibile e inviala insieme alla ricevuta del versamento al numero di INFORMATIVA PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI AI SENSI DEL D.LGS. 196/2003 54 tel .............................................................................................................. fax .............................................................................................................. 60 www ........................................................................................................... la mia attività ............................................................................................. 38 News Aziendali 40 Il personaggio: Massimo Ferranti 42 L’azienda: Studio Due Group 46 Musicultura 48 Heineken Jammin’ Festival 2010 52 Dalla - De Gregori 54 Luciano Ligabue - Stadi 2010 60 on stage .................................................................................................................... I Promessi Sposi a San Siro 76 Nabucco a Masada 82 Chi c’è in Tour 90 tre aziende che mi conoscono................................................................... &studi produzione ultime tre collaborazioni professionali...................................................... DATA ...................................................... FIRMA .................................................... cosa manca o cosa cambierei in Sound&Lite............................................ pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. settembre/ottobre 2010 - n.85 93 21 99 59 19, IV di cop. 109 12, 13 1 63 29 Drei Elettronica Montarbo ETC Event Management Exhibo FBT Grisby Music Ianiro Martin Professional Midas Consoles Italy pag. 37 pag. 87 pag. 24, 25 pag. 41 pag. 5 pag. 45, 97, III di cop. pag. 81 pag. 26, 27 pag. 79 pag. 71 Peroni pag. 75 PSL pag. II di cop. RCF pag. 17 Robe Multimedia pag. 8, 9, 89 RSG pag. 11 Sisme pag. 57 Teclumen pag. 51 Texim pag. 23 Chi c’è in Studio 92 Black Mirror Studios 94 installazioni .................................................................................................................... inserzionisti 2 Amarcord live concert cell ............................................................................................................. Compilando codesto modulo si autorizza il trattamento dei propri dati personali. Sound&Co. Strada della Romagna, 371 61100 - Colombarone (PU) A&DT AEB Industriale All Areas TV Audio Equipment Audio Link Black Mirror Studios Carisch Clay Paky Coemar DOC Servizi 36 &aziende in quale categoria vuole essere posizionato su Showbook Responsabile: Alfio Morelli, Direttore responsabile Spettacoli abusivi - 3 e ultima parte uomini FAX 0721/209081 In conformità con il D.Lgs. no. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, La informiamo che le informazioni che vorrà comunicarci sono raccolte allo scopo di redigere la pubblicazione Showbook e per la gestione degli abbonamenti della rivista Sound&Lite; potranno essere comunicati a quei soggetti cui disposizione di legge danno facoltà di accesso, alle pubbliche autorità competenti e ad operatori del settore in questione. Lei ha possibilità di accedere liberamente ai suoi dati per aggiornarli, modificarli o cancellarli scrivendo al responsabile dell’archivio della società: 34 a provincia .................................................................................................... e-mail ........................................................................................................ 32 Il Pensatore cap ............................................................................................................. città ............................................................................................................ 30 rubriche azienda (solo se titolare) ........................................................................... ........................................................... 6 www.soundlite.it abbonamento Il Tempio di Horus a Edfu 98 Le Gallerie Multimediali 100 76 prodotti Per avere i pdf degli articoli di questo numero, vai sul sito www.soundlite.it e clicca sulla copertina MAC 350 Entour 102 UltraLite - mk3 Hybrid MOTU 104 tecnologia Lo studio moderno - 5a parte 106 Basta la Parola - 1a parte 110 82 www.soundlite.it 3 note editoriali Direttore responsabile Alfio Morelli: [email protected] colophon Direttore artistico Pepi Morgia Caporedattore Giancarlo Messina: [email protected] Consulenza tecnica Michele Viola: [email protected] Redazione Douglas B. Cole: [email protected] Grafica ed impaginazione Liana Fabbri: [email protected] In copertina: Claudio Maioli Hanno collaborato: Livio Argentini, Carlo Carbone, Pino Chiodo, Mike Clark, Claudio Malavasi, Marco Martellini, Giulia Morelli, Louise Stickland. Amministrazione Patrizia Verbeni: [email protected] Stampa Pazzini Editore Direzione, Redazione e Pubblicità: Strada della Romagna, 371 61100 Colombarone – PU Telefono 0721/209079 fax 0721/209081 www.soundlite.it Aut. Trib. di Pesaro n. 402 del 20/07/95 Iscrizione nel ROC n.5450 del 01/07/98 9.000 copie in spedizione a: agenzie di spettacolo, service audio - luci - video, produzioni cinematografiche, produzioni video, artisti, gruppi musicali, studi di registrazione sonora, discoteche, locali notturni, negozi di strumenti musicali, teatri, costruttori, fiere, palasport... Sound&Lite n. 85 settembre /ottobre 2010 La rivista Sound&Lite e il relativo supplemento, Show Book, contengono materiale protetto da copyright e/o soggetto a proprietà riservata. È fatto espresso divieto all’utente di pubblicare o trasmettere tale materiale e di sfruttare i relativi contenuti, per intero o parzialmente, senza il relativo consenso di Sound&Co. Il mancato rispetto di questo avviso comporterà, da parte della suddetta, l’applicazione di tutti i provvedimenti previsti dalla normativa vigente. Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana. 4 settembre/ottobre 2010 - n.85 di Giancarlo Messina [email protected] Cari lettori, sarebbero diverse le cose di cui vorrei parlare con voi, ma il pochissimo spazio dell’editoriale mi consente solo di lanciare qualche argomento. Il primo riguarda una sostituzione piuttosto clamorosa dietro una console importante, cioè quella di Eros Ramazzotti. Infatti il fonico Jon Lemon, personaggio di caratura internazionale, ha ceduto il suo posto al nostro Andrea Corsellini, già al timone dei concerti di Vasco Rossi e Tiziano Ferro. Non sappiamo se Jon abbia deciso di lasciare il tour per altri impegni o per arcani motivi, ma certo la notizia di un italiano dietro l’audio di uno dei nostri artisti più conosciuti all’estero ci ha fatto piacere. Non abbiamo ancora sentito Andrea mixare questo concerto – ci riferiscono di ottimi risultati – ma siamo certi che il nuovo sound niente avrà da invidiare al precedente, anzi. Crediamo certo che in un mercato così globalizzato sia normale rivolgersi a professionisti stranieri, ma siamo anche del tutto convinti che a volte la ricerca del grande nome internazionale sia più funzionale alla bellezza dei credits che non a quella del risultato. “Fu vera gloria?” diceva il Manzoni... però anche lui non si sbilanciava e la lapalissiana risposta la lasciava ai posteri. Altro argomento il nuovo impianto K1 L‑Acoustics: mena di brutto! Sono passati dieci anni dal V‑Dosc, che pure ha segnato un’epoca, e lo step compiuto dall’azienda francese è davvero una nuova sfida per i concorrenti. Usate strutture in alluminio per i vostri concerti? Bene, sappiate che siete fuorilegge e che alla prossima data la commissione potrebbe non farvi fare lo spettacolo. Non è uno scherzo. Provate a leggere cosa scrive a proposito il nostro “Pensatore”. E poi ci sarebbe da parlare degli eventi estivi, “I Promessi sposi” a San Siro, il gran bel ritorno di Liga negli stadi, la reunion Dalla-De Gregori, i cammelli porta flightcase nel deserto del Mar Morto... ma siamo già alla fine. Insomma, non avete altra scelta che leggervi la rivista. news Novità dal mondo Rosco Laboratories MyGobo 2.0 E:Cue Lighting Control Engine MyGobo permette ad utenti iPhone, iPad ed iPod Touch di visualizzare, esaminare e scegliere dal catalogo Rosco oltre 2300 gobo in acciaio o in vetro. L’applicazione offre inoltre la possibilità di raggruppare i prodotti preferiti, di confrontare un prodotto fianco a fianco con un altro, di visualizzarli in rotazione e di mandare liste di prodotti scelti direttamente tramite e-mail. E:Cue presenta il nuovo LCE Lighting Control Engine, un server ad alte prestazioni con installata la suite software E:Cue, progettato per gestire progetti di illuminazione fino a 65.536 canali DMX. È progettato per coordinare tutti gli apparecchi e i proiettori in un unico progetto di illuminazione. Essendo in grado di generare segnali in uscita in protocolli DMX e RDM, e:net, ArtNet e KiNet e avendo la capacità di integrare audio, video e triggering esterno, LCE è una soluzione completa per progetti anche molto complessi. Un monitor XGA touchscreen incorporato permette controllo e monitoraggio con varie interfacce personalizzabili, mentre un software basato su browser web permette il controllo remoto dello show o installazione tramite LAN. LCE incorpora l’intera suite di software E:Cue, e si basa sul sistema operativo Windows 7 Ultimate. Monta due dischi rigidi RAID1 interni da 250 gigabyte e dispone di due uscite DMX su XLR5, due RS232 su D‑Sub9, MIDI, DVI ed audio. Offre ingressi video, DMX, RS232, MIDI e 16 contatti a chiusura. info Rosco: www.rosco.com DELL’INTRATTENIMENTO PROFESSIONALE Electro-Voice EV-Innovation Electro-Voice annuncia diversi nuovi modelli di diffusori della serie EV‑Innovation. Alla linea EVA vengono aggiunti due nuovi subwoofer: EVA1151D, che incorpora un singolo trasduttore DVX3159A da 15” con potenza applicabile di 500 W continui e 2000 W di picco, ed il nuovo EVA2151D, che monta due di questi woofer. Nelle linea EVF arrivano EVF1122D e EVF1152D, rispettivamente con woofer da 12” e da 15”. Montano i nuovi woofer DVX da 500 W continui applicabili ed il nuovo driver a compressione DH7N con magnete al neodimio e diaframma da 3”. Questi modelli sono disponibili con trombe rotabili con sette diversi schemi di dispersione, da 40°x30° a 60°x120°. Fanno parte sempre della linea EVF anche due nuovi diffusori per basse frequenze: EVF2121S con due woofer da 12”, pilotato da 800W continui e in grado di sviluppare 129 dB SPL, ed EVF2151D che monta due woofer da 15”, capace di una risposta che si estende in basso fino a 43 Hz ed in grado di sviluppare 131 dB quando pilotato da 1000 W continui. Alla linea EVH si aggiunge invece il nuovo diffusore fullrange EVH1152D, con un woofer da 15”. Anche questo incorpora il driver a compressione DH7N in configurazione coassiale. Questa cassa è disponibile con sei diversi schemi di dispersione, da 40°x30° a 90°x90° con controllo di direttività fino a 500 Hz. info Texim: tel 0362 923811; www.texim.it info Audio Link: tel. 0521 648723; www.litelink.it Martin MAC 2000 Beam Martin annuncia la disponibilità di un kit opzionale per trasformare qualsiasi MAC 2000 Wash o MAC 2000 Wash XB in versione Beam. Secondo il costruttore, il kit si installa in meno di cinque minuti ed è altrettanto facile e rapida la ri-conversione in uno standard wash. La versione Beam mantiene le caratteristiche della versione wash per quanto riguarda la miscelazione di colore, CTO variabile, la ruota colori, i gobo, dimming lineare, lo strobo e lo zoom 1:3. info Martin Professional: tel. 035 3690911; www.martin.it 6 settembre/ottobre 2010 - n.85 Edirol MVS‑12 Roland Systems Group presenta il nuovo Edirol MVS‑12, un multi-viewer/switcher in grado di raggruppare e visualizzare fino a 12 segnali video in SD su un unico monitor HD o RGB. Va ad aggiungere un ulteriore tassello alla linea di mixer video SD Edirol, tra i quali i già noti V‑440HD, LVS‑800 e V‑8. Il nuovo MVS‑12 si adatta ad applicazioni che richiedono la visualizzazione immediata di più anteprime provenienti da differenti sorgenti video, ad esempio multimonitoring in regie TV, controllo di telecamere in sistemi di sicurezza, espansione di input SD per il mixer V‑1600 o sistemi di multivisione per centri commerciali o centri congressuali. MVS‑12 assegna fino a 12 sorgenti video SD ad un unico display. Ha anche uno switcher a matrice integrato che consente di indirizzare i 12 ingressi video a quattro differenti uscite, come stanze separate, schermi differenti, o a sistemi di webstreaming per trasmissioni in diretta. Dispone di 12 ingressi video composito (SD), uscite multiviewer HDMI ed RGB e quattro impostazioni di multiviewer (divisione dello schermo in 4, 9, 10 e 12). Si possono controllare le impostazioni delle sorgenti attraverso un mouse collegato; l’unità può essere controllata da remoto tramite Ethernet, RS-232C o MIDI. info Roland Systems Group Italy: tel. 011 19710332; www.rolandsystemsgroup.net www.soundlite.it 7 news Robe Light4ce i-Pix BB 2x2 Master Audio serie Xcellence Midas Digital Snakes Robe propone la nuova serie Light4ce, tre nuovi proiettori a LED progettati per integrare o sostituire PAR convenzionali in ogni applicazione. Ognuno di questi proiettori è disponibile in versioni RGB ed RGBW e con quattro modalità operative: attivazione tramite suono, controllo Macro, operazione automatica o controllo tramite 1, 2, 3 o 7 canali DMX. I proiettori incorporano alimentatori di rete universali e le sorgenti luminose vantano una vita media funzionale di 50.000 ore. LEDForce 7 incorpora sette LED RGB da 3 W o sette LED RGBW da 5 W e viene fornito con una lente da 10° o una lente opzionale da 25°. LEDForce 18 utilizza 18 LED RGB da 3 W o 18 LED RGBW da 5 W e monta di fabbrica una lente da 25°. Un kit opzionale è disponibile per la conversione ad una dispersione stretta da 10°. LEDForce 18eXterior è una versione del LEDForce 18 costruita con grado di protezione IP65 per l’utilizzo esterno. BB 2x2 è l’ultimo modello aggiunto alla linea di proiettori a LED dell’inglese i-Pix. Si tratta di un proiettore composto da quattro celle LED, ognuna con lenti intercambiabili. Con una corrente massima richiesta di solo mezzo ampère, BB 2x2 è una scelta molto efficiente per la sostituzione di proiettori al tungsteno. Come BB2 e BB1, BB 2x2 è predisposto per l’alimentazione a batterie e contiene sia il proprio light engine sia le relative interfacce DMX ed RDM. Le lenti disponibili per BB 2x2 sono da 10°, 20°, 35° e 45°. È disponibile il nuovo diffusore autoamplificato X15LT della Master Audio, serie Xcellence, abbinato al subwoofer attivo X-18W. X-15LT incorpora un woofer da 15” al neodimio con bobina da 4” e doppio spider, ed un driver a compressione con diaframma in titanio e bobina da 3”, abbinato ad una tromba a direttività costante 60° x 50° ruotabile. Vanta una risposta in frequenza da 42 Hz a 19 kHz ed una pressione sonora massima di 131 dB SPL. Incorpora un’amplificazione da 1000 W continui in classe D per la sezione bassi e 500 W per la sezione alti. Ha un DSP interno da 48 bit con filtro a 28 bit. Include equalizzatori parametrici, crossover, delay, controllo del guadagno e limiter. Il DSP può essere regolato utilizzando lo schermo LCD ed i controlli incorporati e/o tramite collegamento con PC via Ethernet. Il subwoofer abbinabile X-18W, invece, monta un trasduttore da 18” al neodimio con bobina da 4”, con amplificazione in classe D interna da 1500 W continui. Ha una risposta in frequenza da 30 Hz a 140 Hz e può emettere fino a 128 dB SPL. Seguendo il successo della tecnologia di audio networking sviluppata per le console digitali Midas XL8 e Pro6, Midas ha creato una gamma completa di trasporti digitali stand-alone e prodotti per la distribuzione audio. La gamma include modelli per qualsiasi applicazione e dimensione, caratterizzati da preamplificatori Midas a controllo remoto, minima latenza e perfetto sincronismo in fase della rete. I sistemi variano da soluzioni con 16 ingressi ed 8 uscite fisse fino a 64 ingressi e 64 uscite, con la possibilità di estendere il trasporto fino a 3 km su fibra ottica. I quattro dispositivi diversi comprendono lo splitter a cinque vie analogico/ digitale DL431 che offre 24 ingressi con tre circuiti di preamplificazione indipendenti e separati. I moduli di ingresso e uscita DL351 a 64 canali e DL451 a 24 canali permettono una configurazione flessibile grazie a cinque diverse opzioni di schede in/out, tra cui ingressi microfonici, ingressi e uscite di linea su XLR, TRS o D‑Sub, e connessioni digitali AES3 con sample rate converter e impostazioni di clock indipendenti su ciascuna coppia. I nuovi moduli DL251 e DL252 sono rispettivamente caratterizzati da una configurazione fissa a 48 ingressi / 16 uscite e 48 uscite / 16 ingressi, ad un prezzo conveniente. Ovviamente i sistemi si gestiscono da una console Midas XL8 o PRO, mentre in uso stand-alone il controllo remoto dei preamplificatori è reso possibile da un software dedicato per PC. Tutti i sistemi sono connessi con cavi standard CAT5e, per tratte entro i 100 m, che trasportano l’audio multicanale in formato AES50 e i dati di controllo. Con l’aggiunta del nuovi network bridge Klark Teknik DN9650, i sistemi si possono utilizzare con console digitali che usano altri protocolli audio, rimanendo sempre nel dominio digitale. info i-Pix: www.i-pix.uk.com info Robe Multimedia: tel. 0541 833103; www.robemultimedia.it Crown ComTech DriveCore Crown presenta la nuova serie di amplificatori ComTech, dedicati alle installazioni fisse. I quattro modelli Comtech Drivecore dispongono di 4 o 8 canali, da 75 o 150 W continui ciascuno, tutti alloggiati in chassis da una singola unità rack e di peso inferiore ai 5 kg. Gli amplificatori incorporano la tecnologia Crown DriveCore che promette un’efficienza superiore al 90% senza raffreddamento forzato, circuiti di protezione e antilarsen ed un rapporto segnale/ rumore di 110 dB. info Vtf Audio Professionale: tel. 0863 441511; www.master‑audio.it J_Vista_right_DEF2.pdf 8-04-2009 info Audio Equipment: tel. 039 212221; www.audioequipment.it J_Vista_left_DEF2.pdf 8-04-2009 19:37:05 info Midas Consoles Italy: tel. 0362 923811; www.midasconsoles.it 19:38:15 C M Y CM MY CY CMY K 8 settembre/ottobre 2010 - n.85 www.soundlite.it 9 news Nuovo Mixer Potente e Compatto TiMax Tracker e Carmen all’O2 Quando Raymond Gubbay ha portato l’opera lirica di Bizet Carmen all’enorme arena O2 di Londra per la prima volta, è stato impiegato il TiMax della Out Board per gestire l’audio, come si usa già da dieci anni alla Royal Albert Hall per le altre produzioni di Gubbay. Per una performance di queste dimensioni, è stato considerato particolarmente importante che il pubblico riuscisse a localizzare gli interpreti individuali, così da poter capire il libretto rigorosamente tradotto in inglese. Il sound design è stato affidato a Bobby Aitken che ha consultato Robin Whittaker di Out Board su come si potevano appropriatamente scalare gli impianti solitamente impiegati alla Royal Albert Hall per il rinforzo sonoro. Chris Ekers ha occupato il ruolo di system engineer e PA manager, mentre Jim Douglas di Autograph ha gestito l’installazione del sistema. Il fonico FoH era Paul Stannering. È stato utilizzato TiMax Tracker impiegando sei sensori TT Sensor montati sulle ringhiere dei balconi sopra gli sky box. Il palco rialzato a forma di “S” ed i prosceni abbassati erano divisi in 36 zone. Tracker ha utilizzato la localizzazione degli interpreti in queste zone per controllare i tempi di ritardo di una matrice di 48 canali in un processore TiMax SoundHub. Dodici interpreti principali e due membri del coro indossavano i TT Tag che trasmettono degli impulsi di microonde a banda ultra larga. Questi permettono ai sensori di localizzarli in tre dimensioni con un’accuratezza di 15 cm a 100 m di distanza, utilizzando un’analisi ibrida di angolo d’arrivo e di differenza temporale d’arrivo. Il sistema di diffusione sonora comprendeva trenta array di Meyer UPJ, disposti in coppie adiacenti su supporti alti 1 m intorno al palco. Sono stati disposti in coppie intersecantesi per coprire tutti i posti a sedere nell’anello più basso, massimizzando così l’effetto della localizzazione. Gli anelli più alti sono stati coperti da dodici line array indipendenti Meyer, disposti in modo radiale ed anch’essi focalizzati costantemente dal sistema TiMax sulle zone di localizzazione del palco. Un sistema stereo separato è stato inoltre sospeso sopra la Royal Philharmonic Orchestra, posizionata a 2/3 della profondità del palco, per mantenere fedele la sincronia musicale. Questa produzione di Carmen è stata la prima ad utilizzare il sistema Tracker su un’area così ampia, e sia i TT Tag che i sensori si sono dimostrati perfettamente in grado di gestire la situazione. Una consolle innovativa che trova spazio ovunque Facile da usare e dal sound Incredibile Scheda MADI per Sistemi Venue Avid annuncia la disponibilità di una nuova scheda MADI per i sistemi Venue D‑Show, Profile e Mix Rack. Permette a questi sistemi di integrarsi direttamente in reti MADI 56 o 64 canali, a 24 bit e 48 kHz, tramite cavo o fibra ottica. La nuova versione 2.8.5 del software Venue D‑Show supporta la scheda e dispone di due modalità di utilizzo: MADI input e MADI virtual soundcheck, che permettono all’utente di commutare tra gli ingressi dal palco e gli ingressi MADI per il virtual soundcheck senza re-patch. info Audio Sales: tel. 0521 690290; www.audiosales.it info Avid Italy: tel. 02 5778971; www.avid.it E:Cue VMC Il Video Micro Converter è un apparecchio compatto che converte segnali video DVI verso segnali DMX o e:pix per il controllo di sistemi a LED. Un singolo VMC gestisce segnali video fino a 4096 pixel, ed unità multiple si possono collegare in cascata per la conversione di segnali DVI in controllo di impianti LED fino ad un milione di pixel, con un sistema molto flessibile di pixel mapping. Esistono due versioni di VMC, una che converte DVI in protocollo DMX o ePix ed una che esce solamente in DMX512. All-in-One Elevata qualità Espandibilità engine e trasmissione audio di qualità superiore. 8 In/Out a bordo e 2 porte REAC consentono la connessione di stage box remoti, personal monitors e recording system multitraccia. info Audio Link: tel. 0521 648723; www.litelink.it STAGE UNIT REAC MERGE UNIT TiMax e TiMax Tracker sono distribuiti in Italia da Audio Link: tel. 0521 648723; www.audiolink.it REAC OPTICAL CONVERTER LIVE PERSONAL MIXER 8×8 I/O UNIT 10 NEW 32 canali, uscite L/C/R, 8 Aux, 4 Matrici, 4 DCA, 4 Mute groups, FOH UNIT 40CH I/O MODULAR RACK SPLITTER & POWER DISTRIBUTOR NEW REAC MADI BRIDGE REAC CABLE (100M) WITH REEL settembre/ottobre 2010 - n.85 www.rsgemea.com news Studer Vista 9 Robert Juliat Aledin Tascam HS-P82 La nuova Vista 9, della svizzera Studer, è una console digitale per applicazioni broadcast, produzione, teatro ed installazioni fisse che aggiunge nuove funzionalità ed estende ancora più in alto la gamma Vista. Vista 9 completa l’interfaccia di controllo touch-screen Vistonics degli altri sistemi Vista con nuovi pannelli TFT wide-screen per il metering. La parte superiore degli schermi mostra i canali (da segnali mono a surround 7.1), mentre sulla porzione inferiore è possibile visualizzare l’assegnazione ai bus o l’immagine della composizione surround. In alternativa, una modalità “History” registra eventi come saturazioni nel percorso di ogni canale e li evidenzia in rosso nella visualizzazione della forma d’onda di ogni canale fino a 30 secondi dopo che si sono verificati. Ogni schermo touch-sensitive TFT ad alta risoluzione mostra 10 channel strip, con codificatori rotativi e selettori montati in modo ergonomico direttamente sotto lo schermo. Lo schermo del Control Bay può essere configurato per mostrare fino a 40 meter alla volta, con qualsiasi combinazione di canali in ingresso e bus in uscita. La funzionalità “Faderglow”, già vista nelle console della Soundcraft, fornisce all’operatore una verifica istantanea dello stato di ciascun fader, illuminandolo con uno di otto colori per indicare la funzionalità assegnatagli. La superficie di controllo è liberamente configurabile con i canali d’ingresso o master in qualsiasi punto, secondo le esigenze del singolo utente. Vista 9 include una doppia unità di alimentazione, un doppio sistema di controllo ed un sistema di rete con ridondanza per assicurare la comunicazione con il DSP centrale. La tecnologia di rete Relink permette inoltre a Vista 9 di integrarsi con le altre console e router delle serie Vista e OnAir. Aledin si basa sul sagomatore serie 600SX di Robert Juliat, di cui mantiene le caratteristiche tipiche di ottica e di prestazione. Utilizza una sorgente LED da 85 W, con una vita operativa nominale di 50.000 ore, che consente di risparmiare sui costi di manutenzione e allestire eventi in tutti i luoghi con forniture elettriche limitate, collegando fino a 30 Aledin su un singolo circuito da 16 A. Due temperature colore sono disponibili: 3500 K, a 3000 lm, e 5800 K a 4500 lm. L’alimentazione include un cassetto di ventilazione silenzioso, il dimmer è incorporato e si controlla in modo manuale o tramite uno o due canali DMX e la temperatura colore rimane costante durante la regolazione dell’intensità. Aledin utilizza un sistema a doppio condensatore ottico, include otto coltelli di sagomatura con sistema di bloccaggio ed incorpora una doppia slitta portagobo (per vetro, metallo e plastica) e iris. Tre diversi zoom sono disponibili: 28°÷54°, 16°÷35° e 11°÷26°. Il nuovo Tascam HS‑P82 permette di effettuare registrazioni audio in digitale di alta qualità da otto sorgenti microfoniche su memoria a stato solido. Il suo impiego è decisamente rivolto a cinema, TV e produzioni on location. Gli ingressi microfonici su XLR offrono alimentazione phantom e limitatore analogico, con minuscoli controlli trim sul frontale in posizione retrocessa. Oltre alle otto tracce individuali è possibile registrare anche un mixdown in stereo per l’impiego istantaneo durante l’editing. L’audio viene registrato in formato WAV a fino 192 kHz/24 bit su una coppia di schede Compact Flash. HS‑P82 è in grado di registrare su entrambe le schede simultaneamente per ulteriore sicurezza. I file registrati in formato Broadcast WAV comprendono metadati iXML per una velocissima importazione in quasi tutti i sistemi di editing video o audio, tramite la porta USB 2.0 sul registratore oppure mediante un normale lettore di schede. L’alimentazione di HS‑P82 propone grande versatilità, visto che prevede differenti opzioni come semplici batterie AA, oppure batterie NP, oppure un alimentatore di rete, un ingresso esterno DC oppure un adattatore V‑mount per batterie Endura. Dispone inoltre di un microfono interno utile per denominare le singole inquadrature. Altre funzionalità utili sono un buffer pre-registrazione da 5 secondi, il blocco dei comandi impostabile dal frontale e un segnale di allerta via cuffia. Fornisce un set di ingressi AES/EBU che consente di collegare preamplificatori e convertitori A/D esterni. Sono previsti anche uscita e ingresso con timecode SMPTE per video e word sync. Tutti i controlli sono azionabili dal frontale, grazie ad una interfaccia touch-screen a colori. info Molpass: 051 6874711; www.molpass.it info A&DT: tel. 039 216921; www.adtweb.it info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it 1 REVOLUTION, 4 SOLUTIONS 4Array rivoluziona l’approccio al Line Array. Un solo modulo, compatto e leggero, 4 possibili utilizzi: Array verticale, Stage Monitor, SideFill o Cluster. Caratterizzato da un suono brillante e velocissimo, con dinamica e risposta ai transienti mozzafiato, 4Array non necessita di SubWoofers per le applicazioni vocali. E’ la soluzione più moderna e versatile per le vostre esigenze di amplificazione: un sistema da 4 moduli genera 136dB di SPL massima e si installa in meno di 2 minuti! 12 settembre/ottobre 2010 - n.85 Dati riferiti ad un solo modulo Risposta in 70Hz-20KHz Dispersione 100x15° frequenza (+/3db) (HxV) Potenza 240W prog Impedenza 16 Ohm 480 peak nominale SPL 121db prog Connessioni 2 x Speakon 124db peak di ingresso Sensibilità 97dB SPL Finitura Vernice nera (1W/1m) antigraffio Componenti 4x5” Custom Dimensioni 220 mm MidWoofer (LxAxP) 500 mm 4x1” Driver a 250 mm compressione Peso netto 11kg SWAN 12A MONITOR MULTIUSO ULTRALEGGERO Woofer da 12” con bobina mobile da 2,5” Driver a compressione coassiale da 1,44” Amplificatore digitale da 300+50 watt RMS Presets per Stage Monitor/FoH MAX SPL 130 dB PESO 16,50 kg Carisch S.p.A. | Monsound Division Via Canova, 55 | 20020 Lainate (Milano) | Italia Tel: +39 02 939972500 | Fax +39 02 939972501 www.monsound.it | www.m1750.com www.soundlite.it FOUR BRANDS ONE GOAL 13 news Klark Teknik DN9650 e DN9652 QSC Serie CMX Lexicon PCM92 Klark Teknik annuncia due nuovi convertitori di formato che finalmente rendono compatibile il protocollo AES50 con altri protocolli di trasporto di audio multicanale. DN9650 network bridge permette infatti alle interfacce AES50 dei sistemi di mixaggio digitale XL8 e PRO ed al registratore DN9696 di collegarsi alle reti audio multicanale di altri costruttori. I protocolli supportati sono MADI, Audinate Dante, Aviom A‑net, Cirrus Logic Cobranet e Digigram EtherSound, che utilizzano moduli di rete prodotti da Lab X Technologies, Audinate e Cirrus Logic. DN9652, invece, sostituisce l’interfaccia AES50 del DN9650 con uno slot per un secondo modulo di rete. Questo crea un prodotto in grado di convertire tra diversi formati di audio digitale, ad esempio da MADI a Dante o da Cobranet a Ethersound. Entrambi i modelli dispongono di 144 canali di conversione con velocità di campionamento e sincronizzazione indipendente per le due interfacce con Black Burst, Word Clock ed AES3. La configurazione minima del sistema è semplice da effettuare tramite un’interfaccia Ethernet incorporata nell’unità ed un comune browser web. La californiana QSC propone la serie CMX, una nuova linea di amplificatori progettati per rispondere alle esigenze degli integratori di sistemi. Tutti i modelli della serie incorporano trasformatori toroidali ad alta corrente e filtraggio capaci di assicurare riserve d’energia generose, così da garantire la capacità di erogare transienti ad alto livello anche su carichi da 2 ohm. La serie comprende quattro modelli: CMX 300V, CMX 500V e CMX 800V alloggiati in chassis da 2 unità rack, CMX 2000V alloggiato in chassis da 3 unità. Tutti i modelli sono dotati anche di uscite a tensione costante per sistemi di audio distribuito a tensione costante 70 V o 100 V, solo in modalità bridged mono per i due modelli più piccoli ed in mono o stereo per i modelli più potenti. CMX 300V e CMX 500V impiegano stadi d’uscita in classe AB. CMX 300V è in grado di erogare 430 W (EIA 1 kHz, 1% THD) su 2 ohm per canale in modalità bi-canale, 830 W su 4 ohm in modalità bridged, e 600 W su una linea a 70 V. CMX 500V può erogare 700 W su 2 ohm per canale in modalità bi-canale, 1400 W su 4 ohm in modalità bridged, 1200 W su una linea a 70 V e 600 W su una linea a 100 V. I modelli CMX 800V e CMX 2000V utilizzano stadi finali in classe H, rispettivamente con commutazione a due passi e a tre passi. CMX 800V può erogare 1200 W su 2 ohm o 400 W su linee a 70 V per canale, in modalità stereo, o 2400 W su 4 ohm, 2000 W su linea a 70 V o 2300 W su linea a 100 V in bridged mono. CMX 2000V, invece, è in grado di erogare 2500 W su 2 ohm, 2500 W su linee a 70 V o 1000 W su linee a 100 V per canale in modalità stereo, o 5000 W su 4 ohm o su linea a 70 V, o 3600 W su linea a 100 V in modalità bridged. Lexicon PCM92 è un processore di effetti stereo digitale. Dispone di 28 algoritmi, nuovi e classici, di riverbero, delay ed effetti di modulazione Lexicon. Fornisce oltre 700 preset, inclusi alcuni dei classici della libreria di suoni Lexicon. PCM92 offre maggiori possibilità rispetto ai riverberi tradizionali, grazie all’utilizzo dei filtri multimodo nel percorso audio: questo consente una definizione del riverbero più esatta ed accurata, pur mantenendo il suono Lexicon. Su tutti i riverberi si può impostare il parametro “Infinite”, che permette al riverbero di continuare la sua corsa all’infinito, per creare sonorità inusuali ed effetti particolari. L’algoritmo Room di Lexicon offre una flessibilità maggiore rispetto ai riverberi a convoluzione. Nello specifico, le riflessioni possono essere facilmente selezionate, dimensionate ed equalizzate, tutto contemporaneamente al passaggio dell’audio. Possono essere invertite o combinate con un riverbero tradizionale per estendere il tempo di decadimento oppure per aggiungere “liveness” spaziale. PCM92 offre due ingressi e due uscite bilanciati su XLR o su jack da 6,3 mm o due canali AES/EBU in ingresso ed in uscita. Altre interfacce includono MIDI in-out-thru, Ethernet, Word Clock e due connessioni per controlli a pedale. È completamente configurabile e controllabile via PC con HiQnet™ System Architect™. Offre conversione AD/DA a 24 bit fino a 96 kHz, e l’elaborazione interna è a 32‑bit in virgola mobile. Dispone di un display OLED ad alta risoluzione per una facile lettura in qualsiasi condizione di illuminazione. info Midas Consoles Italy: tel. 0362 923811; www.midasconsoles.it Void Audio Trinity X subwoofer Sviluppato come componente sub-bass per il prossimo sistema line array Trinity, Trinity X ha un volume nominale intorno ai 400 litri, con i trasduttori caricati a tromba. Incorpora cinque diverse camere risonanti all’interno: due collegano la doppia tromba ed altre tre comunicano tramite una serie di condotti accordati ed estendono in basso la risposta in frequenza fino ai 30 Hz. Trinity X ha una potenza massima applicabile di 1500 W continui ed è in grado di sviluppare fino a 139 dB SPL di picco. info MPI Electronic: tel. 02 9361101; www.djpoint.net Verse X:SIDER Verse Audio presenta il nuovo sistema completo di diffusione audio X:Sider. X:SIDER 15 è il satellite del sistema ed è stato progettato per formare un array orizzontale appeso o un array in appoggio, dove la copertura è definita in modo preciso dal numero dei satelliti utilizzati. X:SIDER 15 incorpora un woofer da 15” con bobina da 4” e magnete al neodimio, ed un tweeter con uscita da 1,5” con diaframma in titanio e bobina da 3”. Il diffusore ha una banda passante da 57 Hz a 18 kHz, può sviluppare una pressione sonora di 128 dB continui e 134 dB di picco, ed ha una dispersione nativa di 60° x 40°. È possibile assemblare due o tre satelliti per ottenere una copertura orizzontale rispettivamente di 76° o 116°. X:SUB 218 è l’elemento subwoofer del sistema. Monta due trasduttori da 18” con magnete al neodimio e bobina da 4” in configurazione bass reflex. Ha una risposta in frequenza che si estende in basso fino a 35 Hz ed è in grado di sviluppare 138 dB continui e 144 dB di picco. Per agevolarne il trasporto è dotato di carrello sganciabile. X:SIDER 15AMP è stato progettato espressamente per pilotare i satelliti X:SIDER 15. È un amplificatore in classe D, con processore DSP incorporato, capace di erogare 2 x 1050 W su 8 ohm. È contenuto in un modulo rack di mezza larghezza. X:SUB 218AMP, invece, è stato ovviamente progettato per pilotare l’X:SUB 218. Si tratta di un amplificatore in classe D, con processore DSP, capace di erogare 3400 W su 8 ohm. Dotato di interfaccia RS485, il processore all’interno di questi amplificatori può essere controllato da remoto dal software disponibile per tutta la linea di prodotti VERSE. info Verse: tel. 0541 981700; www.verseaudio.com 14 settembre/ottobre 2010 - n.85 info Audio Link: tel. 0521 648723; www.audiolink.it info Audio Equipment: tel. 039 212221; www.audioequipment.it EAW NTS250 subwoofer NTS250 è un subwoofer autoamplificato progettato per l’utilizzo combinato con il line array compatto NTL720, ma che si adatta all’uso con qualsiasi sistema EAW o di altri costruttori. Compatto e leggero, incorpora due trasduttori da 15” ad alta efficienza con magneti al neodimio ed un modulo d’amplificazione da 2000 W in classe D, grazie ai quali è in grado di sviluppare una pressione sonora di 135 dB di picco (calcolato, in spazio intero). L’elettronica a bordo include un sistema di ottimizzazione DSP basato su un processore Sharc da 32 bit e 50 Mflops, con codifica a 48 kHz e 24 bit. Il processore a bordo, oltre a mettere a disposizione dell’utente 190 bande di equalizzazione parametrico, 1200 ms di delay e ±15 dB di controllo del livello, permette l’impostazione di sistemi di due unità in configurazione cardioide o ipercardioide premendo un singolo pulsante. NTS250 supporta segnale analogico o AES/EBU in ingresso, ed è il primo subwoofer di EAW che supporta il network che offre l’accesso alle funzioni di monitoraggio, controllo e allineamento del sistema. L’hardware fornito permette di sospendere NTS250 in array e, con l’aggiunta di hardware opzionale, anche la sospensione sotto l’array. info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it www.soundlite.it 15 news Martin Maxedia 4.2 Mackie SRM1801 Martin Professional annuncia il rilascio di Maxedia 4.2, un balzo in avanti nello sviluppo dei media server Martin. In questa nuova versione del software, sono incluse oltre 40 nuove funzioni: dal motore di ingresso video a latenza ultra-bassa alla nuova interfaccia utente con controlli avanzati. È stata implementata una serie di controlli potenziati per accelerare il flusso di lavoro e creare una migliore esperienza in Maxedia, infatti la nuova interfaccia utente comprende un nuovo schema di colori per facilitare le lunghe ore di programmazione al buio. Maxedia 4.2 è ottimizzato per lavorare con la nuova scheda di acquisizione Maxedia MCC ed abbinato a Maxedia Compact RM consente 20 layer. Tra gli aggiornamenti più importanti segnaliamo gli ingressi HD. Con il rilascio della scheda di acquisizione MCC, infatti, Maxedia 4.2 è ora dotato di un motore di ingresso video potenziato. Grazie alla scelta tra le schede di acquisizione Dual HD-SDI e Dual DVI/VGA, Maxedia si adatta ad applicazioni di broadcast ad alta definizione. La nuova versione è anche predisposta per la proiezione sferica ed include un set completo di strumenti di facile utilizzo con PufferFish o Puffersphere. Maxedia 4.2 incorpora anche funzioni per il Warping 3D a cui è dedicato uno strumento a schermo facile ed intuitivo. La correzione di parallasse permette di controllare ogni sezione in modo indipendente. La sezione di programmazione è stata dotata di nuovi controlli, tra cui quello della riproduzione video con una barra di scrubbing che consente agli utenti di saltare a qualsiasi punto del video, nonché inserire punti di avvio, ingresso e uscita. Inoltre ogni layer è ora dotato di un nuovo set di controlli del colore. È inoltre possibile il framing su ciascun layer per un’ampia gamma di opzioni di montaggio. Ora è anche consentito l’accesso diretto ai parametri. Infine, sono stati aggiunti ben 12 nuovi e utili effetti shader che possono essere applicati a qualsiasi layer/plug-in. A completamento della recentemente aggiornata cassa full-range SRM450v2, Mackie presenta il nuovo subwoofer autoamplificato SRM1801 che incorpora un singolo trasduttore da 18” a lunga escursione. Tra le principali caratteristiche segnaliamo il finale in classe D da 500 W continui e 1000 W di picco con tecnologia proprietaria Fast Recovery, il crossover elettronico di precisione con taglio a 125 Hz, il cabinet in legno con vernice antigraffio e foro per stativo, ed il peso di soli 33 kg. TTL33-A LINE ARRAY ATTIVO Piccolo come un “mini”, meglio di un “compatto”. Tecnologie avanzate, competenza, esperienza, costante impegno e dedizione progettuale ci hanno permesso di ottenere un risultato unico: il TTL33-A. Un modulo line array attivo, ultra compatto, con ampia copertura che fissa un nuovo standard nel settore dell’amplificazione per musica dal vivo e nelle installazioni fisse nei teatri. info Proel: tel. 0861 81241; www.proelgroup.com C M Y PICCOLO COME UN "MINI", MEGLIO DI UN "COMPATTO" CM - Amplificatore switching da 750 Watt - Ampio angolo di copertura, direttività costante - 6 Trasduttori al Neodimio di elevata potenza - Pannello d'ingresso analogico di alta qualità - DSP 96 khz, 32 bit - Soft limiter e protezione RMS - Il massimo della potenza disponibile sul mercato in questa dimensione MECCANICHE AFFIDABILI MY 6 TRASDUTTORI AL NEODIMIO CY CMY K AMPLIFICATORE DIGITALE DA 750 W info Martin Professional: tel. 035 3690911; www.martin.it Midas XL8i Midas annuncia la disponibilità di una nuova configurazione del sistema di mixaggio digitale XL8. XL8i è progettato per rispondere alle richieste del mercato delle installazioni fisse e si differenzia dalla versione Touring per il fatto che viene fornito senza i mic splitter a cinque vie DL431. Questa versione comprende infatti i quattro moduli d’ingresso/uscita DL451, ma preconfigurati con tre schede DL444 che incorporano su connettori D‑Sub otto uscite a livello di linea ed otto ingressi mic o line, sempre con preamplificatori Midas controllabili da remoto. XL8i è comunque utilizzabile in situazioni touring dove non siano richieste le caratteristiche degli splitter a cinque vie DL431. info Midas Consoles Italy: tel. 0362 923811; www.midasconsoles.it HEADQUARTERS: RCF SpA Italy: tel. +39 0522 274 411 e-mail: [email protected] 16 settembre/ottobre 2010 - n.85 RCF UK: tel. 0844 745 1234 e-mail: [email protected] RCF France: tel. +33 1 49 01 02 31 e-mail: [email protected] RCF Germany: tel. +49 2203 925370 e-mail: [email protected] www.rcfaudio.com RCF Spain: tel. +34 91 817 42 66 e-mail: [email protected] RCF USA Inc.: tel. +1 (603) 926-4604 e-mail: [email protected] news JBL PRX600 JBL annuncia la serie di diffusori attivi portatili PRX600. La serie comprende quattro casse full-range e due subwoofer. Tutti i modelli incorporano altoparlanti che utilizzano la tecnologia JBL Differential Drive, limitatori dbx Type IV ed amplificazione Crown in classe D. PRX612M e PRX615M sono diffusori 2 vie che abbinano woofer con magneti al neodimio da 12” e da 15” rispettivamente ad un driver a compressione con magnete al neodimio e diaframma anulare da 1,5” ed una sezione d’amplificazione da 2 x 500 W continui. Questi modelli sono progettati con preset elettronici e con forma fisica adatta per l’utilizzo in sala o come monitor. Sviluppano rispettivamente fino a 134 dB e fino a 135 dB SPL di picco in modalità full-range. PRX625 è un diffusore 2 vie che aggiunge un ulteriore woofer da 15” ed un ulteriore stadio d’amplificazione da 500 W continui all’equipaggiamento del PRX615M. Ha una risposta in frequenza in modalità lineare da 55 Hz a 17,5 kHz (±3 dB), e può produrre una pressione sonora massima di 139 dB di picco. PRX635, invece, si basa sul modello PRX615M ed aggiunge un trasduttore midrange da 6,5” ed un ulteriore canale d’amplificazione da 500 W continui. I due subwoofer, PRX618S e PRX618S‑XLF, utilizzano entrambi trasduttori da 18”, e sono simili nelle loro dimensioni compatte. PRX618S incorpora un amplificatore da 600 W continui ed offre una risposta in frequenza che si estende in basso fino a 50 Hz (‑3 dB) ed una pressione sonora massima di 129 dB ad un metro. PRX618S‑XLF, invece, utilizza un amplificatore da 1000 W continui, scende in frequenza (‑3 dB) fino a 39 Hz ed è in grado di produrre 133 dB SPL. L’elettronica interna comprende ingressi per segnali a livello microfonico o di linea, una sezione DSP con equalizzazione di sistema selezionabile, ed un convertitore A/D di alta qualità. Tutti i modelli sono costruiti in legno multistrato da 18 mm con griglie in acciaio da 1,5 mm e maniglie incorporate. I modelli PRX612M e PRX615M hanno una flangia doppia per stativo da 36 mm, PRX635 e PRX618S hanno una singola flangia per stativo da 36 mm, e PRX618S‑XLF ha una flangia M20 per il palo dedicato al sostegno del satellite. info Audio Equipment: tel. 039 212221; www.audioequipment.it RCF a Maximal 2010 40 DJ di fama internazionale suddivisi su cinque palchi interamente amplificati dalla serie TT+ di RCF hanno intrattenuto migliaia di persone all’Italian Electronic Music Festival Maximal tenutosi il 12 giugno a Novegro, Milano. Il nuovo sistema TT+ Large Venues, composto dai moduli line array TTL55‑A e dai subwoofer TTS56‑A, è stato utilizzato per il palco principale mentre gli altri palchi sono stati dotati di sistemi composti da line array TTL33‑A e TTS28‑A. I monitor da palco coassiali TT25‑SMA sono stati invece utilizzati per tutte le postazioni dei DJ. Nella creazione di questo evento, la cura del suono e di conseguenza la scelta degli impianti audio ha assunto un rilievo fondamentale. Il suono per il Maximal 2010, infatti, non doveva essere solamente potente e in grado di coprire una vasta area, ma anche definito e coinvolgente per trasportare gli spettatori nei differenti mondi creati dai DJ nei vari stage. Fabio Pecis di Airone, il service che ha curato tutta la parte tecnica del festival, spiega: “Con il nuovo sistema Large Venues di RCF siamo riusciti ad ottenere una copertura perfetta di tutta la vasta area del palco principale. La definizione audio che questi diffusori sono in grado di mantenere anche a livelli di pressione sonora molto elevati come quelli richiesti in un festival di musica elettronica è davvero notevole ed è stato un fattore chiave per l’ottima riuscita dello spettacolo”. Il futuro è qui. Un mixer digitale compatto senza compromessi, a prezzo eccezionale. La nuova DiGiCo SD9 rivoluziona quello che ci si può aspettare da un mixer digitale compatto. Insieme al D-Rack la SD9 vi mette a disposizione un sistema integrato completo, con superficie di mixaggio, stage box digitale, ciabatta su CAT5E, la capacità di registrare 56 canali simultaneamente sul vostro software multitracccia preferito o su DAW. Il prezzo ne fa la soluzione perfetta per service, touring band, scuole, centri congressi, teatri e tutta una serie di altre applicazioni che richiedono specifiche di alta classe, grande flessibilità e prestazioni straordinarie. Indipendentemente dal budget. www.digico.biz/sd9 Super FPGA Technology Two Solo Busses Waves Ready I/O Digital Stage Rack 8 Segment Meter Strips Dual D-Rack CAT5E Connectors 15” Wideview Touch LCD Screen MADI I/O for Recording info RCF: tel. 0522 274 411; www.rcf.it 18 settembre/ottobre 2010 - n.85 tel. 0521 648723 - fax 0521 648848 - www.audiolink.it - [email protected] Powerful Tiger SHARCS All-new Flexi Channels news Coemar illumina il Mardan Palace Hotel Gli ambienti deputati agli incontri e alle feste del principesco resort Mardan Palace di Antalya, in Turchia, risplendono grazie ai migliori prodotti della Coemar. Per una migliore armonizzazione con l’architettura dell’albergo, Coemar, dov’era necessario, ha addirittura personalizzato i suoi proiettori, colorandoli d’oro o di bianco a seconda dell’utilizzo. Il palco del jazz bar all’interno della struttura è interamente illuminato da proiettori a LED. Trentasei PinLite LED forniscono infatti l’illuminazione di base, mentre sei teste mobili iWash Led offrono gli effetti luminosi in movimento. Per l’illuminazione del fondale sono stati invece installati dieci StripLite LED con sorgenti RGB. Per rendere unica l’atmosfera della discoteca del resort, il lighting designer ha scelto proiettori di grande potenza, utilizzati normalmente nei grandi concerti in esterno, e li ha fatti personalizzare tutti di bianco. Ha quindi fatto installare 16 iSpot 1200, otto iSpot 575 MB per ulteriori effetti in controluce ed otto Infinity Wash XL. Sono inoltre impiegati sei C4 Strobo. Tutto l’ambiente circostante è illuminato da 580 PCB 3 RGB, LED multicolor alimentati da 50 RegoBox, per dare risalto ai sontuosi particolari delle nicchie e dei privè. Proprio per la polivalenza della Grand Hall, i proiettori Coemar non hanno un’installazione fissa, ma sono scelti a seconda della tipologia di evento da illuminare e della sua dimensione. Quaranta proiettori ParLite LED colorati d’oro e dodici PinLite LED dorati completano l’illuminazione di base. Otto Infinity Wash XL bianchi generano un’eccezionale potenza luminosa, adatta a grandi serate. Per gli effetti luminosi sono a disposizione inoltre dieci ProSpot 250 LX ed otto iSpot eXtreme 6000 dipinti di bianco. L’anfiteatro, interamente in pietra, si trova all’esterno del palazzo. Per illuminare il suo ampio fondale, sono stati allestiti a livello della pedana quattro Panorama Power. Sull’americana sopra il palco, invece, sono installati 110 proiettori Risalto con lente PC e Fresnel per l’illuminazione di base, controllati tramite unità di potenza DigiFactor. A completare l’allestimento, degno di un palco di levatura internazionale, otto teste mobili Infinity Wash XL, otto iSpot 1200, otto iSpot 575 MB, dieci iWash 575 MB e dieci ProSpot 250 LX, in grado di offrire una gran varietà di effetti luminosi e di dare risalto alle performance degli artisti. info Coemar: tel. 376 77521; www.coemar.com Think vertical. DVA. Il primo line array attivo con 3 amplificatori digitali, alimentazione switching full range, PFC, processo audio controllato da DSP e preset di rapida utilizzazione. Grazie alla tecnologia utilizzata, il box in polipropilene rinforzato, il flyware integrato, e l’utilizzo di componenti acustici RCF Precision, abbiamo creato un nuovo standard di line array. Il risultato di una progettazione mirata sono le dimensioni contenute e il peso di soli 13,2 kg. DVA T4 - Modulo Line-Array Attivo DVA S09 - Subwoofer Attivo Modulo line array attivo a 3 vie con trasduttori RCF al Neodimio, amplificatore digitale 420W/RMS. Alimentazione switching con PFC. Subwoofer attivo 15“ con trasduttore RCF al Neodimio, amplificatore digitale Class-D 1000W/RMS Digipro®. DVA S10 - Subwoofer Attivo DVA S20 - Subwoofer Attivo Subwoofer attivo 18“ con trasduttore RCF al Neodimio, amplificatore digitale Class-D 1000W/RMS Digipro®. Subwoofer attivo 2 x 18“ con trasduttori RCF al Neodimio, amplificatore digitale Class-D 2000W/RMS Digipro®. AEB INDUSTRIALE s.r.l. - Via Brodolini, 8 - Crespellano (BO) ITALY - Tel +39 051 969870 - Fax +39 051 969725 [email protected] - www.dbtechnologies.com 20 settembre/ottobre 2010 - n.85 segui dBtechnologies su news Clay Paky Illumina Io Canto “Io canto” è il talent show di Canale 5, andato in onda in diretta dallo studio 20 di Cologno Monzese nei primi mesi del 2010 in prima serata, con la conduzione di Gerry Scotti e la regia di Roberto Cenci. Il programma, basato sulla ricerca di nuovi talenti, ha ospitato bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni dalle ottime doti canore. Per l’occasione, il direttore della fotografia Franco Fratus ha utilizzato oltre 100 corpi mobili Clay Paky. La speciale conformazione del palco e dello studio, l’alternanza fra materiali trasparenti (la parte centrale del palco, le scale d’accesso) e quelli ad alta riflettenza luminosa, l’ampio LEDwall ricurvo sul fondo dello studio e le due enormi colonne luminose, contribuivano a ricreare un’atmosfera di grande magia, in cui i “piccoli artisti” si muovevano con la professionalità già tipiche del mondo adulto. L’operatore luci Andrea Mantovani ci ha dato l’esatta collocazione ed i puntamenti dei proiettori: 45 Alpha Beam 300 lungo l’intero perimetro superiore dello studio, 24 Alpha Spot HPE 700 sul cerchio e sul palco per l’effettistica, 10 Alpha Wash 1200 sul pubblico, 10 Alpha Spot HPE 1200 frontali e controluce sul pubblico e 20 Mini Scan HPE 300 sotto al LEDwall per il controluce degli artisti. info Clay Paky: tel. 035 654311; www.claypaky.it Stark e Buroni riportano la quadriga sul Palazzo dei Congressi Questa importante ed originale realizzazione si aggiunge al percorso artistico di Paolo Buroni, tutto incentrato sul rapporto e l’interazione tra immagine ed architettura, ed è certamente un nuovo ed innovativo esempio di utilizzo dell’immagine al servizio di nuove forme di comunicazione storico-architetturali. Il progetto è nato da uno studio dell’architetto Massimo Paperini che, dopo un approfondito ed attento studio architettonico dell’edificio e degli elaborati originali, ha pensato alla ricostruzione virtuale della quadriga. Infatti nei disegni originari di Libera, sopra la mensola tuttora esistente, doveva essere costruita una quadriga mai realizzata. Da questo studio dell’arch. Paperini e dagli elaborati originali ha preso il via l’opera di Paolo Buroni. L’artista li ha rielaborati graficamente per arrivare, attraverso tecnologie sofisticate, ad una doppia proiezione architetturale che avrà al contempo una funzione sia storica sia decorativa. In questo caso si è scelto di riportare la quadriga non sul basamento ma ai lati dello stesso. La proiezione quindi apparirà ai lati del basamento originale, come un’onirica citazione storico architetturale. Tutte le sere la proiezione sarà visibile dal tramonto del sole in poi grazie ai proiettori dell’italiana Stark, sponsor tecnico dell’installazione. info Stark: tel. 0721 781467; www.stark1200.com 22 settembre/ottobre 2010 - n.85 news Assolto Trotta SGM saluta Aldo Visentin Martin Professional Ether2DMX8 Il 2 luglio, il promoter Claudio Trotta, titolare della Barley Arts, è stato assolto dalle accuse di disturbo della quiete pubblica e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Le accuse riguardavano il concerto di Bruce Springsteen a San Siro del 25 giugno del 2008 che sforò di 22 minuti l’orario della fine prevista, e che superò anche il limite di decibel fissato. Il PM aveva chiesto un mese di arresto per Trotta ma, per il giudice, il fatto non è previsto dalla legge come reato. Il giudice della decima sezione penale di Milano ha trasmesso gli atti di questi procedimenti all’ufficio Settore Politiche ambientali del comune di Milano affinché valuti la sussistenza di un illecito amministrativo in merito al possibile inquinamento acustico causato dai concerti. In un altro processo, lo stesso giorno, lo stesso giudice ha assolto da simili accuse anche Vittorio Quattrone, il promoter che organizzò i concerti di Lenny Kravitz e dei Subsonica a luglio del 2008 all’Arena Civica di Milano. “Sono contento, sicuramente, dell’esito del processo, anche perché arriva in contemporanea all’assoluzione di Vittorio Quattrone per i concerti di Lenny Kravitz e Subsonica all’Arena Civica e a breve distanza da una sentenza simile nei confronti di Emanuele Patti dell’Arci di Milano che usava gli spazi della Cascina Monlué (storico sito meneghino per eventi musicali estivi in prossimità di viale Forlanini), ma questo è solo l’inizio”. La soddisfazione per l’esito positivo del processo non fa perdere di vista a Trotta i diritti della musica per i quali da sempre si batte. “Il risultato ottenuto non cancella una ferita che resta profonda. Durante le udienze sono state dette cose molto gravi: Springsteen, addirittura, è stato accusato di farsi pagare a minuti per concedere bis. La parte civile, oltre alla mia condanna, aveva chiesto anche un risarcimento pro-capite di 3000 euro con provvisionale. Questa è una gravissima mancanza di rispetto non solo nei miei confronti e nei confronti di Springsteen, ma anche – e soprattutto – nei confronti del pubblico che ormai – in una città come Milano che ha velleità di polo culturale non solo italiano ma anche europeo e mondiale – viene considerato solo in quanto elettore e consumatore. Mi piace pensare invece ad un insieme di persone che possono gioire liberamente e godere della vita assistendo ad un bello spettacolo”. È terminata, nel mese di luglio, la collaborazione tra Aldo Visentin ed il reparto Ricerca e Sviluppo di SGM. Visentin ha commentato: “Le conoscenze finora acquisite dall’azienda contribuiranno al proseguimento e raggiungimento degli obiettivi del brand SGM”. L’esperienza e conoscenza della luce e delle tecnologie fanno di Aldo Visentin uno dei migliori professionisti del settore. È infatti anche lighting designer di importanti eventi e di artisti di caratura internazionale e questa scelta gli fornirà la possibilità di focalizzarsi maggiormente proprio sull’attività di lighting designer per lo spettacolo. Tutto lo staff SGM augura a Visentin i migliori successi e lo ringrazia per la professionalità e l’esperienze dimostrate in questi anni. Martin Professional presenta il nuovo Ether2DMX8, un router DMX che converte il protocollo ArtNet in universi DMX in e Out, ma che può servire diverse altre funzioni. Offre conversione da ArtNet a DMX, da DMX ad ArtNet, e può servire come un combinatore DMX, splitter DMX, per lanciare playback o per fornire monitoraggio visivo di una rete DMX, o come commutatore failsafe tra controller principale e backup. Dispone di 10 configurazioni preset di fabbrica, 10 preset utente, 99 cue con fade time, hold time e cue link. Incorpora otto connettori femmina XLR da 5 pin configurabili come ingressi o uscite DMX isolati con foto-accoppiatori. Otto connettori per contatti a chiusura compatibile con ArtNet sono utilizzabili per attivare preset o per avviare il playback. Offre interfacce USB per la creazione di backup, e connettori PS2 per il collegamento di una tastiera e un mouse. Supporta anche il collegamento ad un monitor VGA. L’apparecchio si può gestire in remoto dalla rete, tramite un web browser, e tutte le funzionalità si possono modificare, salvare o caricare da altre unità nella stessa rete. IT_FireIce Ad_Soundlite_Layout 1 2/11/10 1:58 PM Page 1 24 settembre/ottobre 2010 - n.85 info SGM: tel. 0721 476477; www.sgm.it info Martin Professional: tel. 035 3690911; www.martin.it London, UK Tel +44 (0)20 8896 1000 ■ Rome, IT Tel +39 (06) 32 111 683 ■ Holzkirchen, DE Tel +49 (80 24) 47 00-0 ■ www.etcconnect.com www.soundlite.it 25 news nuovo dibattito organizzato dall’associazione nazionale service Incontro ANS affrontati i temi legati alla sicurezza S i è svolto lo scorso 29 giugno presso la sala conferenze del Millen Hotel di Bologna l’incontro-tavola rotonda tra i soci di ANS ed i professionisti e coordinatori della sicurezza. La categoria di questi ultimi era rappresentata da tre riconosciuti e stimati esperti del settore: l’ing Marco Pochintesta, il geom. Salvatore Allegra e il geom. Roberto Delfanti, mentre Massimo Faggiotto ha dovuto dare forfait all’ultimo momento per difficoltà personali. L’incontro è iniziato con il saluto del presidente di ASAL Paolo Plotini, il quale ha ricordato la responsabilità dell’allestitore in materia di sicurezza ed ha sottolineato il fallimento del tentativo di confronto sull’argomento con le istituzioni. È stata poi la volta di Willy Gubellini che, dopo i saluti ed i ringraziamenti ai partecipanti, ha portato all’attenzione di tutti un 26 settembre/ottobre 2010 - n.85 elenco di argomentazioni sotto forma di domande sul tema della sicurezza negli allestimenti, domande alle quali i professionisti presenti hanno cercato di rispondere secondo la loro competenza ed esperienza. Quelle che seguono sono alcune delle argomentazioni/risposte affrontate durante l’incontro: •Circoscrizione dell’area di lavoro per impedire l’accesso a tutti gli estranei. Sarebbe compito del cliente o, se contemplato nell’accordo, del fornitore responsabile dell’allestimento prima dell’inizio di ogni attività. Il problema sorge quando il cliente non se ne occupa ed il fornitore, non incaricato, diventa di fatto l’unica presenza nel “cantiere”. •La definizione di “cantiere” risulta restrittiva e non calzante per quasi tutti gli ambienti di lavoro tipici della nostra professione (stadi, piazze, teatri, palasport, padiglioni fieristici e spazi all’aperto in genere) ma nella maggior parte dei casi è proprio il cantiere edile che viene preso come termine di paragone del luogo dell’allestimento. •Il responsabile della sicurezza del cosiddetto cantiere non può essere pagato dai fornitori dell’allestimento, bensì dal committente in quanto il conflitto di interessi risulterebbe evidente. •A smentire ciò, un associato ha portato come esempio un capitolato per concorrere alla gara d’appalto indetta da un comune del circondario milanese in cui era richiesto espressamente che l’allestitore, tra i suoi incarichi, si occupasse di tutta la sicurezza del cantiere. Questo episodio ha dimostrato che molte volte, soprattutto quando non è incaricato uno studio di produzione, il cliente non possiede un’adeguata cultura in materia di sicurezza e non conosce fino in fondo i suoi doveri, sia come committente sia come persona responsabile del pagamento dell’allestimento. •L’intervento di un socio ha confermato l’ambiguità del termine “cantiere”, e la sua urgenza di ridefinizione: a Rho, uno stand 4 x 4 metri non è considerato cantiere mentre a Bologna qualsiasi stand è considerato un “cantiere mobile”. La necessità di individuare le “differenze” tra il cantiere edile ed i nostri luoghi di lavoro è urgente: occorre quindi ipotizzare e proporre possibilità di modifiche o di adattamento per il futuro. •Riguardo alla documentazione che sempre più deve essere prodotta in occasione di ogni allestimento (e che appesantisce non poco il lavoro del service), il POS (Piano Operativo di Sicurezza) deve essere redatto e scambiato tra service e personale tecnico (cooperative di spettacolo, lavoratori autonomi, ditte individuali, ecc...) e, oltre alle informazioni base, dovrà indicare nel modo migliore le procedure di montaggio, smontaggio e gestione dei materiali impiegati, individuando i rischi connessi e le procedure per evitarli. •La proposta del presidente Paolo Plotini è stata quella di produrre, con la consulenza di 2 o 3 esperti del settore insieme a 2 o 3 aziende, uno o più documenti in cui siano elencati (proposti e poi discussi) argomenti in materia di sicurezza sul lavoro. L’elaborato, solo dopo esser stato verificato, discusso e approvato dai soci, sarà proposto ai committenti/clienti e alle associazioni di categoria alle quali questi sono eventualmente iscritti (AssoMusica, ANCI, ecc.). I documenti così prodotti dovranno servire anche ad informare e creare una cultura all’interno di ANS, quale servizio ai soci, e dovranno in un prossimo futuro diventare parte allegata ai contratti tra le parti. La riunione si è conclusa con l’obiettivo di creare un comitato di lavoro sull’argomento e di confermare un nuovo incontro entro fine luglio. Hanno Partecipato: CSC Allestimenti Federlegno Arredo Staging System Europe SpA Sound&Lite Sts Communication srl Nuovo Service srl Sicurezza & Ambiente srl Nuovo Service srl Nuovo Service srl Euphon Communication SpA Federlegno Arredo/ASAL Giochi Di Luce Servizi srl Imola Audio Scene Aias Volume Plotini Allestimenti srl Fiera Milano Manaly Standeventi Soc. Coop. Manaly Standeventi Soc. Coop. Luca Perreca Stefania Colombo Amedeo Guizzi Alfio Morelli Roberto Clementi Ferdinando Ferri Marco Pochintesta Massimo Cevolani Willy Gubellini Marco Salviati Franco Battaglia Stefano Duchi Gabriele Monducci Roberto Delfanti Lorenzo Leddi Paolo Plotini Salvatore Allegra Leonardo Barcaro Maurizio Carta www.soundlite.it 27 news Best Show 2009 Consegnato ad Eros Ramazzotti I Il 19 luglio, in occasione del concerto presso la Fiera di Bergamo, il direttore della rivista Sound&Lite, Alfio Morelli, ha consegnato ad Eros Ramazzotti il premio “Best Show 2009” per il tour “Ali e Radici”. Il riconoscimento assegnato dalla nostra rivista, alla sua seconda edizione, premia ogni anno la produzione italiana che si è distinta per creatività nell’utilizzo delle tecnologie per lo spettacolo. “Sono molto felice di ricevere questo ‘pesante’ riconoscimento – ha affermato scherzosamente Eros sollevando il nostro mosaico – il mio augurio è che nel futuro ce ne siano degli altri. Un ringraziamento va a tutte le persone che hanno lavorato insieme a me per creare questo show”. Prodotto da Radiorama e Trident Management, con la produzione esecutiva di Lemondandpepper, il tour ha mietuto grandi successi in diversi continenti, dalla Russia alle Americhe, dall’Europa al Medio Oriente, totalizzando oltre 80 concerti in poco meno di un anno. 28 settembre/ottobre 2010 - n.85 Parte del team di lavoro di “Ali e Radici”. news di Mike Clark Clark’s Corner È stata posticipata al 2011 la prima a Broadway del nuovo musical di Andrew Lloyd Weber, Love Never Dies, il seguito dello spettacolo Il Fantasma dell’Opera. Il compositore che ha creato le musiche per spettacoli leggendari come Jesus Christ Superstar, Evita e Cats ha dovuto eliminare viaggi lunghi in aereo in seguito ad un intervento chirurgico per un tumore della prostata, ma alcuni tabloid hanno specu‑ lato sul fatto che potesse dipendere dalle critiche espresse sull’opera dopo il suo debutto londinese. un occhio sulla stampa internazionale Pro Sound News Europe La prima console compatta SD9 della DiGiCo è stata acquistata dal service danese Victory, ed è subito partita in tour con Medina, vincito‑ re delle MTV Europe Music Awards (oltre che di un doppio disco di platino), nelle mani del fonico di palco dell’artista, Nils Lybaek. Il gruppo indie “rock” Sound Dri‑ ver è coinvolto in un’iniziativa per attirare l’attenzione pubblica mondiale sull’istituzione benefica The Smile Train (Il Treno dei Sor‑ risi) a sostegno dei bambini po‑ veri affetti dal labbro leporino e da problemi di palato. L’originale tour del gruppo, intitolato “Cha‑ sing Rainbows”, si propone di fare dei concerti in alcuni dei siti più conosciuti al mondo: sul pon‑ te del porto di Sydney, sulla Gran‑ de Muraglia cinese, sulle cascate del Niagara, all’hotel Burj Al Arab a Dubai e sul Monte Kilimanjaro. Nell’ultima di queste location, il concerto svolto è candidato per essere quello più in alto mai te‑ nuto con alimentazione elettri‑ ca. La Shure è uno degli sponsor principali del tour e per i musicisti ha fornito una serie di sistemi di monitoraggio personale PSM 600 ed un sistema wireless della serie UHF‑R per il vocalist. Waves Audio, l’importante società di sviluppo di plug-in, ha vinto una causa per violazione di copyright contro gli studi di registrazione statunitensi Skyline Recording. In 30 settembre/ottobre 2010 - n.85 una seconda causa, contro Quad Recording Studios, l’impu‑ tato ha ammesso la violazione dei diritti di proprietà intel‑ lettuale e l’utilizzo illegale del software. Guy Weiss, dello studio legale internazionale Adorno & Yoss, ha commenta‑ to dopo il verdetto: “I tribunali sono seriamente impegnati nella protezione dei detentori dei diritti d’autore – siano essi musicisti, cantanti o sviluppatori di software – che per‑ mettono all’industria di mixare e registrare le loro musiche. La legge parla chiaro: gli studi di registrazione sono respon‑ sabili per eventuali violazioni di tali diritti anche da parte dei loro dipendenti, clienti o fornitori indipendenti”. David Cooper ha lasciato il suo posto di direttore vendi‑ te e marketing per Midas e Klark Teknik per fondare la propria società di consulenza, la David Cooper Consulting, che fornirà “servizi commerciali e di gestione di brand a lungo termine per vari produttori di apparecchiature au‑ dio professionali”. Anche se aveva deciso da diversi mesi di volere “essere re‑ sponsabile del proprio destino”, Cooper ha annunciato che i primi clienti della sua neonata società saranno proprio Mi‑ das e Klark Teknik, per i quali curerà la rappresentanza sul mercato asiatico. Negli Stati Uniti, AKG è stata l’ultima società produttrice di sistemi wireless ad annunciare una campagna di rimborsi relativi ai cambiamenti nell’accesso allo spettro di frequen‑ ze da parte degli organizzatori di spettacoli e di eventi. In pratica, i proprietari dei vecchi sistemi a 700 MHz possono restituirli per ricevere un rimborso in contanti (fino a 500 dollari) al momento dell’acquisto di un nuovo sistema “non700 MHz” Lighting & Sound International Il Lighting Designer inglese Durham Marenghi – la mente creativa dietro la progettazione dell’illuminazione di im‑ portanti manifestazioni anche in Italia, come le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici Invernali di Torino nel 2006 e i festeggiamenti a Cinecittà per il suo settantesi‑ mo “compleanno” – ha recentemente annunciato di essere stato nominato progettista dell’illuminazione per I Giochi del Commonwealth che si terranno a Delhi. Installation Europe Dopo avere vinto il primato come location della corsa ip‑ pica più ricca del mondo (Dubai World Cup), l’ippodromo Maydan di Dubai (il più grande del mondo) ha installato, di fianco al suo albero a cinque stelle ed i suoi 1,5 chilometri di tribune in grado di ospitare sessantamila spettatori, uno dei più grandi (e più larghi) sistemi video del mondo. The Sojitz Corporation di Tokyo ha installato uno schermo Mitsubishi Diamond Vision che misura ben 107,52 metri per 10,88 me‑ tri: una superficie totale di 1.169,8 m2, dotata di circa dodici milioni di LED per garantire immagini spettacolari in alta definizione. Lo schermo è attualmente in attesa di registra‑ zione nel Guinness dei Primati. Total Production International Dopo quaranta anni di tour nelle arene e negli stadi di tutto il mondo, Francis Rossi, frontman e chitarrista degli Status Quo (una band con sessanta “hits” al suo attivo ed uno dei gruppi inglesi più longevi di tutti i tempi), ha recentemente intrapreso un breve tour da solista in piccoli locali, come la Manchester Academy 3 (da trecento posti). Per l’occasio‑ ne, Rossi ha deciso di utilizzare un PA fornito dalla Logic Systems, un costruttore inglese di diffusori professionali. La scelta è stata presa dopo che il direttore di produzione del tour ha chiesto alla società di fornire alcuni suoi siste‑ mi come side-fill per le prove. Andy May, fonico FoH anche per Status Quo, è abituato ad usare grandi PA (solitamente Adamson) con i leggendari rockers, ma era già rimasto fa‑ vorevolmente impressionato quando aveva sentito i sistemi della Logic Systems ancora in fase di sviluppo. Sia May che Rossi hanno affermato che non avrebbero potuto scegliere di meglio per la tipologia di locali in questione, e che era‑ no curiosi di sentire anche i sistemi più grandi della socie‑ tà. Chris Scott, fondatore della Logic Systems, ha aggiunto: “Vorremmo tanto fare sentire ad Andy tutta la potenzialità del nostro sistema più grande, Ethos LA/VA. Il VA è suffi‑ cientemente flessibile per l’impiego in ambienti più piccoli, anche se è prevalentemente un line array a lunga gittata, fino a sessanta metri. Con l’aggiunta dei moduli Ethos LA, può arrivare anche a cento metri”. L’estate rimane la stagione per eccellenza dei festival mu‑ sicali, ma stanno crescendo anche quelli invernali. Uno di questi è il Little World Festival a Méribel, un resort invernale francese che offre cinque giorni di sci, snowboard e musica dal vivo ne “l’area sciistica più grande del mondo”. Un altro – “Snowbombing” – si tiene a Mayrhofen, un famoso resort sciistico austriaco. Fra gli artisti live e i DJ all’edizione del 2010 (l’undicesima), De La Soul e Fat Boy Slim. Live Design We Will Rock You e Mamma Mia sono due dei più recen‑ ti e più noti musical basati sui brani di successo di famosi gruppi pop. Normalmente questo tipo di spettacolo è dedicato ad un gruppo (o ad un artista) mol‑ to mainstream, per attirare un pubblico il più ampio possibile. Una recente eccezione a questa tendenza è stato American Idiot, uno show arrivato di recente su Broadway e dedicato al potente suono punk-rock dei Green Day (il titolo è del loro album del 2004, arrivato al primo posto nelle clas‑ sifiche di ben diciannove nazioni, vendendo oltre quattordici milio‑ ni di copie in tutto il mondo). Ad altissimo impatto visivo, lo spetta‑ colo è dotato di una scenografia ad un solo elemento che, oltre ad ispirarsi ad un locale punk stile CBGB&OMFUG (con le pareti tap‑ pezzate di poster ed adesivi), è impiegato anche come superficie per le proiezioni che lo trasforma‑ no in un deposito degli autobus, un ufficio, un ospedale o un ap‑ partamento. I musicisti sono an‑ che sul palco: alcuni appollaiati su dei pianerottoli ed un violoncelli‑ sta trasportato attraverso il palco da una scalinata. I contenuti video sono mandati in onda, tra l’altro, tramite 43 monitor installati nelle pareti del set. Sono impiegati un totale di diciassette Green Hippo Hippotizer, con dodici media ser‑ ver HD V3, tre dei quali per cre‑ are un’unica grande immagine in HD che attraversa tutto il set, proiettata da tre proiettori Barco FLM R20+. Il sedicesimo e dicias‑ settesimo sono rispettivamente un Hippotizer master con software Zookeeper ed un HippoCrittur, che gestisce un singolo proiettore Eiki XT‑5 1Ok per una singola scena. Errata corrige Nell’articolo Wehdat Watan sullo spettacolo di apertu‑ ra del Festival della Tradizione e della Cultura saudita, pubblicato nel n° 84 , l’autore (Mike Clark) ha involon‑ tariamente omesso una parte del testo relativo ad un personaggio che ha avuto un ruolo fondamentale nella produzione: lo scenografo, che ha anche gentilmente fornito una delle sue bozze per la pubblicazione. Il set dello spettacolo è stato infatti concepito e pro‑ gettato da Roberto Caruso, un production designer e art director italiano con una notevole esperienza sia in televisione sia nel cinema. Caruso ha coinvolto e coordinato una serie di società italiane specializzate nella costruzione ed automatizzazione dei vari ele‑ menti della sua scenografia nonché nella creazione dei drammatici effetti speciali. www.soundlite.it 31 phototour Supersport HD Studio M-NET Studio 6, Randburg, Johannesburg Nike “Ballman” Set Designer Michael Gill Installazione AV Unlimited Materiale luci 8 Vari*Lite VRX 400Anolis ArcLink 5 ArcPower 16 x 12 4 ArcPower 144 Robe CitySkape 48 Carlton Center Shopping Mall Johannesburg S.A. Cool Britannia Design Ratcliff Fowler Design Installazione Summit Steel Cape Town International Convention Center Service audio e luci C&S Audio Lighting Designer Alan Muller Donald Clark Operatori luci Darion Garisch Jonathan Green Henning de Villier Materiale luci 1 Avolites Tiger Touch 1 Avolites Pearl Expert 20 Robe ColorSpot 700E AT 12 Robe ColorWash 700E AT 53 Robe LEDForce 18 PAR64 PAR56 World Cup Closing Ceremony Soweto, Johannesburg FIFA World Cup Kick-Off Orlando Stadium, Soweto, Johannesburg Prod. esecutiva Dir. tecnica Service audio Service luci Strutture Scenografia Sound design Lighting design Il Pallone Kia Il pallone di calcio più grande del mondo (secondo Guinness) Johannesburg Service Luci Event Pro Technical Service (S.A.) Materiale Luci 4 Robe CitySkape Xtreme 32 settembre/ottobre 2010 - n.85 Control Room Jim Baggott Gearhouse Audio Britannia Row Gearhouse StageCo SDS Dave Tudor Patrick Woodroffe Produzione VWV Group Service audio/ luci/generatori Gearhouse Proiezioni E/T/C Paris Lighting design Hugh Turner Tim Dunn Resp. proiezioni Ross Aston Prod. videocontenuti VWV Group Contenuti grafici Ministry of Illusion Impianto audio residente 80 E-V PX2122 48 E-V PX2152 22 E-V SX100+ 4 E-V ZX1 24 Dynacord DL800/25T Impianto audio Gearhouse 24 L-Acoustics dV-Dosc 8 L-Acoustics dV-Sub 16 Turbo Sub 21” L-Acoustics LA8 XTA DP 224 XTA DP 226 2 Yamaha PM5D Materiale luci 468 testamobili: Vari*Lite VL3000 Vari*Lite VL3500 Vari*Lite VLX Robe ColorSpot 2500E AT Robe ColorWash 2500E AT Robe REDWash 3•192 4 Strong Gladiator 4 Strong Super Trouper 4 GrandMA Full console Proiezioni 18 Christie Roadster 18K 36 server E/T/C OnlyView re le e d e v i o Se vu licate b b u p o tue fot cile a spedis ite.info l d n u o fo@s in www.soundlite.it 33 pensatore il di Alfio Morelli Attenziò Battagliò! “ALLUMINIO FUORILEGGE” R ecentemente, leggendo un articolo di Cristian Angeli sulla rivista P&S – di cui di seguito riporto uno stralcio – ho avuto un sobbalzo. Riassumendo: in Italia non si possono usare strutture temporanee in alluminio, se non previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Cosa significa? Ho iniziato un veloce giro di telefonate ai tecnici di settore, ai costruttori e agli utilizzatori. Questi ultimi sono caduti dalle nuvole, non ne sapevano assolutamente niente; i tecnici invece non ne volevano parlare, ma tra i denti mi dicevano che era vero, mentre i costruttori cercavano di deviare il discorso per non far trapelare la notizia. Parliamo di norme, come appare chiaro, fatte pensando ai cantieri edili, ed il legislatore non sapeva o non si è accorto che tali regole sono anche rivolte ed applicate agli spettacoli musicali. È notizia di qualche giorno fa, letta su un quotidiano di Lucca, che questa estate uno spettacolo di Fiorello è stato spostato dallo Stadio a Piazza Napoleone, usando una struttura diversa, perché la commissione gli ha contestato l’uso di strutture in alluminio, le stesse usate da anni in giro per la Penisola. E adesso cosa succede? Teoricamente niente, perché si presume che il buon senso di alcuni faccia soprassedere al pasticcio. Certo il problema non è da poco, poiché si vive nell’incertezza: la commissione darà o no l’autorizzazione? C’è anche il rischio che alcuni spettacoli saltino o vengano spostati, e magari qualcuno ci rimetterà anche dei soldi, ma pazienza... Il problema vero, invece, si presenterà qualora qualcuno dovesse farsi male: in quel caso il responsabile passerà dei guai molto molto seri. Questa situazione resterà certamente in vigore fino a tutto il 2010, perché sembra, e dico “sembra”, che questa interpretazione venga cancellata dalla entrata in vigore il 1° gennaio 2011 degli Eurocodici. La situazione normativa (tratto da P&S) Il 1 luglio 2009, in Italia, vi è stato un profondo cambiamento nell’ingegneria civile, essendo entrate ufficialmente in vigore le “Nuove norme tecniche per le costruzioni”, DM 14 gennaio 2008, che definiscono i princìpi per il progetto, l’esecuzione ed il collaudo delle costruzioni, nei 34 settembre/ottobre 2010 - n.85 riguardi delle prestazioni loro richieste in termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità. Esse forniscono, quindi, per tutti gli elementi strutturali, i criteri generali di sicurezza, definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più in generale, trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere. Tali nuove norme sono state poi completate dalla Circolare del Ministero delle Infrastrutture 2 febbraio 2009 n° 617 recante le “Istruzioni per l’applicazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2008”. Nell’introduzione al testo della Circolare è scritto che il nuovo Decreto “rappresenta la più avanzata espressione normativa a tutela della pubblica incolumità nel settore delle costruzioni, secondo un’impostazione coerente con gli Eurocodici e con contenuti all’avanguardia […] impostazione condivisa dal mondo accademico, professionale e produttivo-imprenditoriale”. Alcune settimane fa, mentre studiavo con interesse queste nuove norme tecniche, mi sono accorto che esse, dopo i capitoli che trattano approfonditamente delle costruzioni in acciaio, in cemento armato, in legno e in muratura, riportano il seguente paragrafo: 4.6 COSTRUZIONI DI ALTRI MATERIALI I materiali non tradizionali o non trattati nelle presenti norme tecniche potranno essere utilizzati per la realizzazione di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, autorizzazione che riguarderà l’utilizzo del materiale nelle specifiche tipologie strutturali proposte sulla base di procedure definite dal Servizio Tecnico Centrale. Si intende qui riferirsi a materiali quali (…), leghe di alluminio, leghe di rame, (…), materiali polimerici fibrorinforzati, (…), materiali diversi dall’acciaio con funzione di armatura da c.a. Quindi tutto ciò che non appartiene alla categoria “tecniche e materiali costruttivi tradizionali” viene liquidato dalle Nuove norme tecniche con questo succinto trafiletto, tutt’altro che chiaro. Un’interpretazione Pare quindi che le strutture in leghe di alluminio possano essere utilizzate, in Italia, solo previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Dopo essermi confrontato con alcuni colleghi, ho inoltrato un quesito al Servizio Tecnico Centrale che, in sintesi, non ha ancora chiarito totalmente la situazione. Allo stato attuale, comunque, le norme tecniche vigenti dal 1 luglio 2009 pongono il divieto di utilizzare liberamente le strutture in alluminio; per utilizzare elementi strutturali in alluminio è necessario che i produttori/utilizzatori li abbiano sottoposti ad una procedura di validazione da parte del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con rilascio di apposita autorizzazione all’uso. In assenza di tale autorizzazione si potrebbe incorrere in possibili contestazioni in fase di utilizzo o, peggio, in caso di sinistri. Le Commissioni di Vigilanza, inoltre, potrebbero non accettare l’impiego di strutture realizzate in leghe di alluminio. Personalmente, parlando con altri funzionari del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, mi sono convinto che non era nell’intenzione del Legislatore introdurre una prescrizione così forte, tale da mettere in difficoltà un intero settore economico, ma questo è. Conoscendo bene, per vari altri motivi, le tempistiche con le quali opera lo stesso Ministero che ha scritto il testo, ci sarebbe da chiedersi se una tale prescrizione non avrebbe dovuto essere concertata preliminarmente con le associazioni di categoria, anche perché la Circolare dichiara che la norma è “…condivisa dal mondo professionale e produttivo-imprenditoriale…”, circostanza sulla quale esprimo qualche perplessità. Quesiti aperti I punti oscuri restano molti e dipendono dall’interpretazione, più o meno restrittiva, che si darà alla norma stessa. Tra tutti, ne pongo qui apertamente alcuni che possono essere di interesse in questa sede: - L’Autorizzazione Ministeriale è necessaria per gli “elementi strutturali”, per il “materiale” o per “l’esecuzione dell’opera”? In altre parole, qual è il settore industriale che deve inoltrare l’istanza di autorizzazione al Ministero: il produttore/importatore della materia prima, il trasformatore dell’alluminio in elementi prefabbricati o l’impresa che li assembla? - Posto che l’alluminio è un materiale utilizzabile senza problemi negli altri paesi europei, cosa succederà quando arriverà in Italia un tour internazionale col suo carico di strutture in alluminio pronte per essere installate entro pochi giorni? - Quali sono le reali “responsabilità” connesse ad una eventuale violazione della prescrizione di cui al p.to 4.6 del DM 14/01/2008, considerato che il decreto non prevede a tale proposito alcun tipo di sanzione? Risulta ad oggi che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, consapevole della situazione, abbia attivato un gruppo di lavoro al fine di ovviare ai tanti quesiti. Alla data di chiusura di questo articolo non possediamo altri elementi per chiarire meglio la situazione. Abbiamo però richiesto un incontro presso il Ministero, sul quale vi aggiorneremo presto. www.soundlite.it 35 Claudio Malavasi Il controllo e la repressione degli p a r te a a u l t im ultim Spettacoli Abusivi Procedure autorizzatorie per lo svolgimento di attività di Pubblico Spettacolo e interventi di repressione degli illeciti p a rt e In questo numero accenneremo alla parte del complesso normativo in questione che riguarda i locali e gli spazi utilizzati per manifestazioni ed eventi. Claudio Malavasi direttore generale dell’Unione Terre Verdiane, laureato in economia, è Dottore Commercialista e Revisore Contabile. 36 settembre/ottobre 2010 - n.85 è quella prevista dall’art. 10 della legge 447/95. Le violazioni alle prescrizioni Divieto di fumare Le violazioni alle prescrizioni inserite in tale autorizzazione - licenza di trattenimento pubblico costituiscono illecito penale sanzionato dall’art. 17 comma 1 del Tulps, con la previsione dell’arresto fino a tre mesi o dell’ammenda fino a € 206,00. Ci riferiamo, ad esempio, agli orari o all’ingresso di minori di anni 16 nei locali. Altro ragionamento riguarda la violazione delle prescrizioni inserite in autorizzazione e riguardanti l’agibilità dei locali e la sicurezza (in particolare la capienza); in tale contesto ogni violazione alle stesse è sanzionata penalmente dall’art. 681 c.p. Nei locali destinati al pubblico spettacolo vige il divieto di vendita e di somministrazione ai minori di anni 16 (art. 25 R.D. 24 dicembre 1934, n. 2316). Nei locali è consentito fumare solo se gli stessi sono dotati di sistemi che garantiscono un riciclo di aria tale da rispettare le norme previste dalla legge 575/84. Nel caso di locali senza la deroga del Sindaco occorre che vengano esposti i cartelli del divieto di fumo ai sensi dell’art. 140 del reg. d’esecuzione del Tulps. Sulla G.U. 300/2003 è stato pubblicato il d.P.C.M. 23 dicembre 2003, attuativo dell’art. 51 comma 2 della legge 3/2003, così come modificata dalla legge 306/2003 che introduce il divieto di fumo assoluto. Tale divieto è entrato in vigore nel gennaio 2005 e vieta il fumo anche in tutti i pubblici esercizi. Le prescrizioni in materia di requisiti acustici L’agibilità dei locali Nei numeri precedenti abbiamo iniziato ad analizzare le attività di controllo inerenti al settore del pubblico spettacolo, caratterizzate da un quadro normativo complesso e non organico. Abbiamo scorso le conseguenze dell’entrata in vigore del D.lgs. 507/99, per poi esaminare gli strumenti più comuni per il controllo degli illeciti e le implicazioni previste per organizzatori e personale. ta all’attività sportiva è consentita fino ad un massimo di 20 spettatori ogni 10 m2 di superficie all’uopo destinata. Ai sensi dell’art. 80 del Tulps, si stabilisce il divieto di concedere licenza per l’apertura di un teatro o di un luogo di pubblico spettacolo prima della verifica della Commissione provinciale di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo e del rilascio del conseguente certificato di agibilità; tale mancanza è sanzionata penalmente dall’art. 681 del c.p. L’art. 4 del d.P.R. 311/2001 ridefinisce le procedure per il rilascio dell’autorizzazione per l’agibilità dei locali, in particolare: a)non è più necessario fare uscire la C.P.V.L.P.S. per i locali con capienza inferiore a 200 persone; basterà una relazione tecnica di un professionista abilitato e la Commissione si esprimerà con il proprio parere sulla base della relazione del tecnico; b)è possibile istituire la Commissione comunale di vigilanza con durata triennale; c)è obbligatorio l’intervento della Commissione provinciale quando ci si riferisce ai locali cinematografici o teatrali, agli spettacoli viaggianti di capienza superiore a 1300 spettatori, agli altri locali o impianti con capienza superiore a 5000 spettatori, nonché ai parchi di divertimento ed alle attrezzature di divertimento meccaniche o elettromeccaniche che comportano sollecitazioni fisiche degli spettatori o del pubblico partecipante ai giochi superiori ai livelli indicati con apposito decreto ministeriale. Sulla G.U. del 19 marzo 2001, n. 65, è riportato il d.m. 6 marzo 2001 relativo alla modifica del d.m. 19 agosto 1996, n. 149 - Regola Tecnica di Prevenzione Incendi. L’articolo 2, nel prevedere le disposizioni sull’affollamento dei locali, modifica sostanzialmente il d.m. precedente portando il coefficiente di affollamento per i locali al chiuso da 0,70 persone al m2 a 1,2 persone al m2, equiparandolo così a quello già previsto per i locali all’aperto. Il nuovo parametro consentirà ai locali in possesso di tutti gli altri requisiti di aumentare la propria capienza. Tra le altre novità occorre segnalare che “nei locali non provvisti di posti a sedere fissi è consentito l’impiego temporaneo di sedie purché collegate rigidamente tra loro in file. Ciascuna fila può contenere al massimo 10 sedie in gruppi di 10 file”. Altro punto del decreto riguarda la sistemazione dei posti in piedi in strutture sportive: in caso di utilizzo di impianti sportivi per manifestazioni occasionali a carattere non sportivo, la sistemazione del pubblico in piedi nell’area destina- Il d.P.C.M. 16 aprile 1999, n. 215, Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi, è entrato in vigore il 17 luglio 1999 e prevede che i luoghi di pubblico spettacolo, i luoghi di intrattenimento danzante, i circoli privati, i pubblici esercizi che utilizzano impianti elettroacustici di amplificazione e di diffusione sonora devono rispettare i limiti di rumore imposti da questo d.P.C.M. indipendentemente dal fatto che l’attività si svolga al chiuso o all’aperto. Rimangono esclusi da questi vincoli le manifestazioni e gli spettacoli temporanei o mobili. La sanzione in caso di inottemperanza Articolo pubblicato sul n. 1 di Pubblico&Spettacolo MADE IN ITALY rubriche di o tat t e v e r ob m a i b b A ! e r o il col DESIGN ENDING P PATENT Drei s.n.c. Costruttore e distributore dei prodotti: ® ® disponibili altri modelli e colori Sede: Via D. Visani, 5-7/1 - 48022 Lugo (RA) - 0545 23648 - 0545 32928 - Showroom: Via Prov.le Felisio, 52-56 - 48022 Lugo (RA) www.soundlite.it www.cavicchiluci.com - [email protected] - [email protected] 37 rubriche di Pino Chiodo Mission Impossible N ell’arco dei miei oltre 35 anni di attività professionale, sono naturalmente tanti i ricordi e le emozioni legate a questo lungo viaggio nella musica e per la musica, un viaggio che mi ha portato a girare tutta l’Italia e buona parte del resto del mondo, nei più svariati contesti ambientali. Dai mega-concerti nei grandi spazi aperti come gli stadi o le aree monumentali, ai palasport o alle tensostrutture, ai top club internazionali più esclusivi, ed infine ai Teatri, là dove la musica trova la sua dimensione più intima. Ogni volta come se fosse la prima volta: difficoltà nuove e diverse, realtà e culture diverse, pubblico diverso. L’esperienza ti aiuta, ma l’emozione è sempre la stessa. Dovendo pescare fra i ricordi mi viene in mente uno degli episodi più singolari che io abbia vissuto in tutto questo tempo. Una vicenda divertente ed insieme terrificante, quasi surreale mi verrebbe da dire, certamente indimenticabile. Siamo all’inizio degli anni ’80, per l’esattezza fra il 1982 e il 1983. Si è da poco conclusa una manifestazione inedita realizzata in collaborazione con il Ministero della 38 settembre/ottobre 2010 - n.85 Difesa chiamata “Caserme Aperte” alla quale avevo lavorato come responsabile tecnico. Una scommessa nuova e molto semplice: portare la grande musica pop italiana all’interno delle Caserme di tutta Italia, attraverso una serie di concerti live organizzati con la partecipazione di alcuni fra i più prestigiosi cantautori e interpreti del momento. Il successo di pubblico è grande, così come l’eco positiva della stampa. Il Ministero si convince – parole loro – che sono io l’uomo giusto per portare avanti sotto il profilo tecnico tutti i loro progetti di intrattenimento legati alla cultura musicale e alla comunicazione audiovisiva in genere. Succede così che nel dicembre dell’82 vengo chiamato per progettare ed allestire un sistema audio e luci all’interno di una struttura militare ubicata nel Libano, a pochi chilometri dall’aeroporto di Beirut. La location è situata in prossimità di un territorio di guerra dove le forze armate italiane, insieme agli eserciti di altri paesi, sono impegnate come forze di pace. Perchè installare un sofisticato sistema audio e di luci in quello che, in definitiva, è da considerarsi semplicemente un campo militare? “Perché – spiegano al Ministero – al centro di questa area è stata allestita una mega-tensostruttura nella quale intendiamo organizzare una serie di performance musicali e di eventi per l’intrattenimento dei nostri soldati e di quelli delle altre nazioni presenti nel campo, come noi e con noi impegnate in missione di pace”. Detto, fatto. Alla metà di dicembre, si parte. Il viaggio è organizzato nei minimi dettagli. Gli incaricati del Ministero mi vengono a prendere in macchina alle 3.00 di notte direttamente sotto casa mia a Roma. Si va a Pisa, dove ci aspetta – mi dicono – un aereo speciale che ci porterà a destinazione. Di primo mattino arriviamo nello scalo toscano, mi viene ritirato il passaporto e dopo un’attesa un po’ misteriosa di circa due ore, si decolla con un Hercules C130, un vecchio cargo militare per la verità assai poco confortevole. Rumori assordanti del motore, vibrazioni terrificanti della fusoliera, freddo polare come se fossimo sulla vetta del Cervino. Mi arrangio come posso, proteggendomi con una coperta che gentilmente mi viene offerta e ricorrendo a due batuffoli di cotone per proteggere i timpani. Dopo un’ora di volo accade l’incredibile: l’aereo è già in fase di atterraggio! Ma come è possibile – mi chiedo – che un vecchio Hercules possa volare da Pisa a Beirut in una sola ora neanche fosse un jet supersonico? Ma l’interrogativo viene presto chiarito. Con mio grande stupore all’apertura del portellone si schiudono incredibilmente davanti ai miei occhi delle immagini a me molto familiari, quelle del secondo aeroporto della mia città: Ciampino?! Allora perché portarmi fino a Pisa con quattro ore di macchina, se poi dovevano fare scalo a Roma? Misteri dell’organizzazione militare. Inutile porsi troppe domande. “Dovevamo imbarcare altro personale”, mi viene detto con sorriso di circostanza da uno dei miei accompagnatori. Dopo circa un’ora di attesa, appena saliti a bordo i nuovi passeggeri, si parte finalmente per il Libano. All’interno del velivolo, oltre al rumore di cui dicevo, si gela come in un freezer con tanto di condensa diffusa su tutte le pareti. Del resto, che sarebbe stata un’esperienza molto dura l’avevo capito da un pezzo. Dopo circa otto ore di volo, eccoci all’aeroporto di Beirut. All’arrivo scene da film tipo Salvate il soldato Ryan e Apocalypse Now. Mancavano solo Tom Hanks e Marlon Brando. Marines delle forze di pace che fanno irruzione all’interno del velivolo appena atterrato, ci muniscono di elmetti per proteggerci la testa, ci scortano armati fino all’esterno e ci accompagnano con macchine, mezzi blindati e anche un elicottero che ci controlla dall’alto, fino al campo militare. “È in corso un attacco di guerriglieri proprio all’aeroporto di Beirut” ci spiegano per giustificare le eccezionali misure di protezione e di sicurezza adottate. Mentre procediamo lungo il breve tragitto per raggiungere il campo, si sentono in lontananza i rumori laceranti e concitati delle raffiche di mitra insieme al cupo crepitio di colpi di artiglieria. Si spara, si combatte, si muore, è la guerra. Mai avrei pensato che il mio lavoro mi potesse far vivere una situazione come questa. Arrivato al campo, per motivi di maggiore sicurezza mi consigliano di alloggiare nella tenda della Croce Rossa. È in pratica un’infermeria, una sorta di piccolo ospedale da campo. La notte è fredda, lo scenario non dei più gradevoli. Intorno a me, solo malati e feriti. Una stufa da campo a kerosene resta perennemente accesa, fa troppo freddo. Provo a dormire, sono troppo stanco, ma dopo qualche ora vengo risvegliato da un forte bruciore alla gola: la fiamma della stufa si è spenta, e l’ambiente si sta saturando di fumo. Corro fuori della tenda insieme ad altri che potevano muoversi, e chiediamo aiuto. Il giorno dopo, così come sarà per quelli a seguire, la situazione sembra più tranquilla e quindi con la collaborazione di alcuni militari iniziamo sotto l’enorme tendone centrale del campo il lavoro di allestimento degli impianti di audio e luci, insieme a tutti gli accessori e le infrastrutture necessarie per l’intrattenimento dei militari. È il 23 dicembre quando il lavoro viene ultimato. Piena soddisfazione delle Autorità militari presenti nel campo, ringraziamenti e saluti. Il giorno dopo, vigilia di Natale, finalmente si torna a casa. Vengo accompagnato all’aeroporto di Beirut e mi mettono a disposizione un jet delle linee aeree libanesi. Stavolta andiamo meglio – penso tra me e me – ma mi devo subito ricredere. La fusoliera dell’aereo è piena di ammaccature e scheggiature da proiettile, ma per fortuna è ancora abbastanza integra, comunque in grado di mantenere la portanza del velivolo. Così, senza grandi problemi, si atterra a Ciampino nella notte di Natale. Tiro un sospiro di sollievo. È finita? Macchè. Qualche giorno dopo il Ministero mi richiama e mi dice che il primo gennaio sarei dovuto tornare a Beirut, perché il campo era stato bombardato, i nostri impianti erano stati danneggiati e bisognava quindi effettuare un intervento di ripristino. Letteralmente gelato dalla notizia, provo a declinare l’invito ma non trovo grande disponibilità in questo senso dall’altra parte. Alla fine accetto, ma chiedo e ottengo garanzie da parte del Ministero affinché durante il viaggio e fino al mio ritorno la mia famiglia venga costantemente informata e rassicurata circa la mia incolumità personale. Anche loro infatti, sapendomi impegnato in una zona di guerra, avevano sofferto non poco per la prolungata mancanza di mie notizie. Questa volta il viaggio è più confortevole e meno tormentato. Arrivo a Beirut, vengo accompagnato al campo e vedo che metà della tensostruttura non c’è più, è stata distrutta. Al suo posto c’è un cratere, segno evidente di esplosioni devastanti. In tre giorni riesco, sempre con l’aiuto di alcuni militari sul posto, a rimettere in piedi la struttura e ripristinare gli impianti, e senza altri colpi di scena riparto per l’Italia, questa volta di nuovo a bordo del mitico Hercules C130. All’arrivo, a Roma, mi viene restituito il passaporto sul quale era stato apposto un doppio visto: uno da parte del nostro Ministero della Difesa, l’altro da parte delle Autorità Libanesi con la scritta “Mission”. Certamente una mission che più indimenticabile non si può. www.soundlite.it 39 &aziende uomini Ares Line e Decima Italia Ares Line, leader nella produzione di sedute per ufficio e collettività, e Decima Italia, affermata azienda nella progettazione e realizzazione di impianti scenotecnici, arredamenti acustico decorativi, attrezzature e illuminazione per palcoscenici, impianti audio e video, sfidano la crisi del mercato internazionale scegliendo la strategia dell’aggregazione. L’accordo commerciale prevede per le due aziende la partecipazione congiunta a gare d’appalto e trattative private per realizzare “chiavi in mano” teatri, sale conferenze ed auditorium, sia in Italia che all’estero, coinvolgendo entrambe le strutture commerciali. L’obiettivo comune è di offrire alla propria clientela il valore aggiunto di prodotti e servizi sempre più completi e integrati. Event Management presenta i suoi nuovi studi. Andy Trott: il nuovo presidente di AKG A quasi 40 anni dalla fondazione, Outline rinnova il suo stemma, senza stravolgerlo. Dai primi anni ‘70 Outline ha sempre avuto il suo tratto distintivo – un padiglione auricolare stilizzato – ma lo ha sempre accostato al nome “Outline” scritto per esteso, sulla destra. Dal secondo trimestre 2010, troveremo solamente il padiglione auricolare senza alcuna altra scritta al seguito. Per distinguere un oggetto griffato Outline basterà dunque osservarne il frontale. Il logo (in acciaio) sarà perfettamente incavato nella griglia metallica anteriore dei diffusori – peraltro anch’essa di nuova concezione. Questo processo di rinnovamento sarà graduale e con il tempo interesserà buona parte della gamma corrente e futura. I marchi Soundcraft, Studer e AKG sono ora sotto lo stesso management. Andy Trott, presidente dell’azienda del gruppo Harman dedicata ai mixer, la Soundcraft Studer, con sedi nel Regno Unito e in Svizzera, ha ricevuto l’incarico dalla casa madre di dirigere anche AKG. Trott è considerato l’autore della ‘digitalizzazione’ di Soundcraft Studer da quando entrò nei primi mesi del 2003. Per quanto riguarda l’organizzazione di AKG, i cambiamenti saranno minimi, secondo Trott: “Cercheremo ovviamente di migliorare l’efficienza – spiega il presidente – e di effettuare cambiamenti sensati, ma AKG è già ben organizzata, anche grazie al buon lavoro svolto da Stefan (Gubi, expresidente, uscito da AKG per tornare ad un incarico in telecomunicazioni) negli ultimi quattro anni. Nigel Beaumont, il nostro Vice Presidente delle Operazioni, già si occupa dell’attività di produzione di tutti e tre i marchi da quasi un anno, e il team di marketing, in linea con tutti i marchi di Harman Professional, lavora in gruppo quotidianamente. In questo modo le imprese lavoreranno unite e in modo semplice”. info Outline: tel. 030 3581341; www.outline.it info AKG: www.akg.com info Decima Italia: tel. 049 8701655; www.decimaitalia.com info Ares Line: tel. 0445 314931; www.aresline.com EKO distribuisce Behringer EKO Music Group SpA annuncia che dal 10 giugno 2010 distribuisce in esclusiva per l’Italia i marchi Behringer e Bugera. È un gradito ritorno, in quanto già nella seconda metà degli anni Novanta il Gruppo Eko curò la distribuzione del marchio Behringer. In quegli anni, il marchio ebbe un incredibile successo in Italia e raggiunse livelli di fatturato insperati. Il Product Manager per le linee Behringer e Bugera è il Sig. Federico Filonzi. info EKO: tel. 0733 2271; www.ekomusicgroup.com Outline rinnova il logo Midi Music distribuisce SPL L’azienda torinese Midi Music è stata nominata nuovo distributore per l’Italia di SPL, il marchio tedesco conosciuto per prodotti storici come Vitalizer e Transient Designer e per una gamma di prodotti professionali come preamplificatori microfonici, simulatori di altoparlanti, sommatori, amplificatori per cuffie e diversi prodotti software. Il nuovo accordo di distribuzione è già operativo da giugno. info Midi Music: tel. 011 3185602; www.midimusic.it 40 settembre/ottobre 2010 - n.85 Nuove postazioni di grafica e postproduzione hd. Uffici e Studi di post produzione: via XXV Aprile 68, 20068 Peschiera Borromeo - Milano tel. + 39 02 55 301 866 [email protected] Magazzino: via E. Fermi 12, 26839 Zelo Buon Persico - Lodi tel. e fax +39 02 90 659 623 www.eventmanagement.it EVENT MANAGEMENT tutta la tecnica per l’evento personaggio di Alfio Morelli Massimo Ferranti In questi ultimi tempi stiamo incontrando alcuni personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia del nostro settore. Questa volta siamo andati fino a Roma ad incontrare Massimo Ferranti, figura chiave dell’azienda ABC. I l racconto ha inizio nell’anno ’77, quando, ci rivela Massimo Ferranti, “tutto cominciò durante la scuola, con l’organizzazione di un evento estivo denominato “Estate al Convento Occupato”. In questo convento, durante le vacanze scolastiche, si organizzavano concerti, spettacoli teatrali ed altre manifestazioni artistiche. Chi li ha vissuti ricorda quegli anni, attraversati da un grande fermento giovanile: tutti volevano dire o fare qualcosa. Il livello organizzativo era proprio ai minimi termini: pochi soldi e poca professionalità, compensati però da tanto coinvolgimento e tanto divertimento. A quell’epoca bastava poco per riempire il giorno ed andare a letto soddisfatti, anche se poi, alla fine dei conti, non si era fatto gran che. “Dopo questa prima esperienza fui chiamato come tecnico dal mitico gruppo “Il Rovescio della Medaglia”, con cui feci diversi concerti. L’anno successivo mi proposero di occuparmi del montaggio e dello smontaggio della batteria (oggi 42 settembre/ottobre 2010 - n.85 si chiamano backliner) di Pierluigi Calderoni, batterista del Banco del Mutuo Soccorso. “Feci carriera e fui promosso a responsabile della tastiera e poi delle chitarre. “Erano gli anni in cui Angelo Branduardi stava avendo molto successo anche all’estero – ricorda Massimo – e la sua produzione, sul finire degli anni Settanta, chiamò me e gli altri del team per il tour europeo: venni assunto con il compito di gestire il palco, mentre Willy, mio compagno di stanza, era il fonico, ovviamente insieme a tanti altri tecnici. Facemmo oltre cento date, prevalentemente all’estero. Allora non c’erano delle mansioni ben precise: finito il proprio lavoro bisognava occuparsi dell’organizzazione generale, ed io, assieme al mio amico Watts avevo anche il compito di far rimontare tutto il materiale sul bilico; ricordo che già ai primi pezzi dei bis cominciavamo a movimentare il materiale dal palco per immagazzinarlo sul camion, operazione per cui impiegavamo al massimo 30 minuti”. Quando ti sei messo in proprio? “Dopo qualche tournée, questo ruolo cominciò ad andarmi stretto, così insieme ad altri colleghi fondammo una cooperativa denominata “Cooperativa Scossa”. Il nome ricordava quello del service “La Scossa” creato in quegli anni dai fratelli Zard, Davide e Dori, per gestire alcuni loro artisti. Come ovvio, anche noi lavoravamo prevalentemente per loro. Sempre in quel periodo, ci venne in mente, insieme ad un signore di Modena, il signor Rossi, di costruire un impianto audio denominato “HQ”, che i più vecchi di questo mestiere ancora ricordano: altoparlanti Gauss, finali SAE e processori dbx. Con questo facemmo tante belle tournée, da Branduardi a Pino Daniele, passando per Toni Esposito, Venditti e tanti altri. Come ho detto, allora non avevamo una competenza ben definita: in un tour facevi il backliner, nel successivo montavi l’impianto o le luci, in quello dopo eri direttore di palco. Solo col tempo ognuno acquisì una specializzazione propria e si delinearono sempre di più le professionalità. Quale lato del lavoro ti piaceva maggiormente? Un lavoro che sentivo sempre più mio era quello dell’organizzazione, prima come direttore di palco poi come direttore di produzione. Così arrivò la mia grande opportunità: il primo concerto dei Pink Floyd in Italia, a cui ne seguirono altri. In questo contesto conobbi due personaggi che si rivelarono fondamentali per la mia professione: Robby Williams e Morris Lyda, due direttori di produzione dei Pink Floyd da cui imparai le regole fondamentali di questo lavoro. Dopo quell’esperienza mi venne proposto, ed io accettai, di produrre il tour europeo Il Ladro di Branduardi. Mi occupai della progettazione, della realizzazione e della vendita delle singole date, insomma un servizio “chiavi in mano”, e in un’avventura del genere il modo schematico di ragionare, la disciplina quasi militare e le tante ore di lavoro imparate dagli inglesi furono decisive. Ricordo che con Ciccio De Lazzari, altro mio compagno di viaggio, per uno spettacolo in Toscana non dormimmo per ben 72 ore, una cosa oggi giustamente impensabile. A volte, ripensandoci, mi viene da sorridere: cercavo di adottare gli insegnamenti degli inglesi, che erano certo sacrosanti, ma con la piccola differenza che loro lavoravano con dei budget dieci o venti volte superiori ai nostri e si tro- www.soundlite.it 43 44 settembre/ottobre 2010 - n.85 Scopri la nuova ProMaxX e avrai un ingegnere del suono al tuo fianco! 8 Preset di equalizzazione: 8 speaker in uno! Fatti trascinare dalla potenza dell’amplificatore in classe D e dall’incredibile woofer al neodimio da 14”, un concentrato di energia e punch! studioconti.biz 2010 personaggio vavano a fare degli spettacoli in venue adatte allo scopo, mentre noi ci trovavamo ad organizzare spettacoli nei posti più improbabili, dove mancava tutto e ci dovevamo inventare l’impossibile. Sono passati da allora diversi anni: cosa rimane oggi di quelle esperienze? Durante la mia carriera ho conosciuto tantissima gente che si è avvicinata a questo lavoro, anche se poi molti hanno mollato, preferendo un lavoro più “normale”. Qualche tempo fa ho incontrato per caso un amico che da ragazzo aveva cominciato con me a fare il tecnico; lo ricordavo con un portamento da vero rocker, capelli lunghi, tatuaggi e piercing; l’ho ritrovato come impiegato all’aeroporto di Firenze, logicamente con un look appropriato e parecchio cambiato. Ma mi capita anche di incontrare altri ragazzi, dico ragazzi di allora, impegnati a gestire produzioni di primo piano a livello internazionale, dai Duran Duran ai Genesis o David Bowie. Mi viene in mente un aneddoto che, visto col senno di poi, fa sorridere. Era il 1987, data dei Genesis a San Siro, io ero impegnato come direttore di produzione. Un mio amico tecnico mi chiese un pass che io gli procurai. Alla fine del concerto venne da me il direttore di produzione dei Genesis e mi disse che gli era sparito un Vari*Lite. Tutti cademmo dalle nuvole e io non riuscii a dare alcuna spiegazione, perché in realtà non ne sapevo niente. Solo alcuni anni dopo venni a sapere che era stato il mio amico al quale avevo dato il pass il responsabile del furto: consapevole del valore dell’oggetto che aveva sottratto, lo aveva portato ad un’azienda italiana di luci che, guarda caso, dopo due anni uscì con un prodotto analogo! Tornando alla mia storia, in quel periodo mi dedicavo sempre più alle produzioni, collaborando con Roberto De Luca ai primi Heineken Jammin Festival a Imola, al 1° Maggio a Roma, ecc. Da quelle esperienze mi venne voglia, insieme ad alcuni colleghi, di iniziare una nuova avventura dando vita ad una società denominata “Produzioni”. In quegli anni si stava aprendo un nuovo mercato, quello delle convention, e le aziende cercavano altre aziende che potessero offrire loro servizio e professionalità nell’organizzazione. Cominciammo così con alcuni eventi secondari per poi arrivare ad organizzare spettacoli di primaria importanza, e l’azienda si trasformò di nuovo, diventando ABC srl. Fra le altre cose, nel 2002 fui incaricato di organizzare, alla fine dei giochi olimpici di Salt Lake City, la presentazione delle Olimpiadi di Torino, che si sarebbero tenute quattro anni dopo. Fu una nuova sfida: per organizzare uno spettacolo di sei minuti il mio staff ed io lavorammo intensamente per oltre tre mesi. In seguito a quel lavoro partecipai anche alle Olimpiadi di Torino con altri ruoli, per poi organizzare, qualche settimana dopo, la cerimonia di apertura delle Paraolimpiadi. Un lavoro incredibile! Con un budget decisamente povero riuscimmo a produrre uno spettacolo veramente coinvolgente e in quell’occasione arrivarono anche i complimenti ufficiali dello IOC (Comitato Olimpico Internazionale). Hai un lavoro che ricordi con particolare orgoglio? Sicuramente i Pink Floyd, il più importante, il lavoro che mi diede il la, ma anche l’apertura delle Paraolimpiadi: tutto lo spettacolo doveva partire con il segnale di un telecomando da pochi euro; se non avesse funzionato si sarebbe rovinata tutta la cerimonia di presentazione! Fortunatamente funzionò e tutto lo spettacolo partì. Fu veramente coinvolgente: non ricordo bene, ma per l’emozione e l’improvviso calo di tensione, probabilmente mi misi a piangere. Se Massimo Ferranti non avesse organizzato concerti, cosa avrebbe fatto nella vita? Difficile a dirsi; avevo iniziato l’università nella facoltà di Giurisprudenza. Forse avrei fatto l’avvocato, però pensandoci bene l’avrei vista difficile... non me lo sento nel DNA. Come vedi oggi il mercato degli eventi in Italia? Senza per forza essere negativi, non lo vedo bene. Ultimamente succede sempre più spesso che pur di abbassare i prezzi, si sopperisce con la tecnologia alla mancanza di professionalità e di esperienza, cercando di mischiare le carte in tavola. Questo è un modo per far crescere le nuove aziende nel settore molto rapidamente, ma è un modo di fare molto pericoloso, perché se queste aziende poi non si organizzano in fretta c’è il pericolo che si trovino con i “piedi d’argilla”, affogate dai debiti di materiale acquistato e con molti crediti da riscuotere, e a quel punto le strade sono due: o si chiude o si viene assorbiti. Qual è il tuo sogno nel cassetto? Ne avevo uno: quello di smettere di lavorare una volta finito il lavoro delle Olimpiadi; ma siamo ancora qua a parlarne dopo quattro anni... forse qualcosa non ha funzionato, oppure dovrò aspettare le prossime Olimpiadi organizzate in Italia! Sound engineer on board e Progettaote struite c in italia www.fbt.it [email protected] ProMaxX 14a 600+300W ProMaxX 14 700W ProMaxX 12a 600+300W ProMaxX 12 600W ProMaxX 10a 600+300W ProMaxX 10 400W ProMaxX 15Sa 1200W FBT elettronica SpA 62019 Recanati (MC) - Italy Tel. +39 071 750591 Fax +39 071 7505920 azienda di Studio Due Group A Il nostro girovagare ci porta in questo numero in terra veneta, precisamente a Vidor, in provincia di Treviso, dove ha sede Studio Due Group. Incontriamo i due soci fondatori, Edy Negro e “Ino”, all’anagrafe Angelo Gerlini. 46 Alfio Morelli settembre/ottobre 2010 - n.85 nche in questo caso tutto inizia a metà degli anni ottanta, quando Ino decide di dare vita ad un service audio e luci. Erano gli albori per questo tipo di lavoro, e ognuno si arrangiava con quello che aveva e con quello che sapeva. “Ci sono voluti alcuni anni e tanto sudore – ci racconta Ino – prima di riuscire ad ottenere lavori un po’ più tranquilli e redditizi nel mercato degli allestimenti per fiere. In quegli anni cominciavano ad essere molto usate le strutture americane per fare gli stand e noi, grazie all’amicizia con Giuliano Luvisotto, che al tempo muoveva i primi passi con la sua ditta, la Litec, tentavamo di aprirci una strada nel mercato con le strutture costruite in alluminio. Lui le progettava e le costruiva, noi le usavamo, ed assieme concorrevamo allo sviluppo del prodotto. Nel giro di pochi anni arrivammo ad avere più di 1000 m di strutture d’alluminio in magazzino; probabilmente l’azienda, al tempo come oggi, con più materiale a disposizione. Il mercato fieristico continuava a crescere, e noi eravamo, a Milano, sempre più impegnati su questo fronte. Decidemmo così, tra il ’94 e il ’95, di ritirarci dal mercato dei service musicali, trasformando la nostra azienda in un servizio di solo rental di strutture per altri service. La nostra efficienza e produttività aumentavano col passare del tempo, e arrivammo ad essere un punto di riferi- mento per i nostri clienti che, oltre a noleggiarci sempre più spesso il materiale, ci commissionavano progetti e soluzioni. Nel 2001 abbiamo aperto la prima succursale a Milano per renderci più competitivi, anche da un punto di vista logistico, nelle forniture di servizi su quella piazza. Dopo qualche anno seguirono la filiale di Rimini, grazie alla quale eravamo in grado di controllare più da vicino anche il mercato di Bologna, e quella di Roma. Una tale crescita è stata possibile grazie all’accorpamento delle diverse aziende con cui abbiamo lavorato: SPI, Pro Rent e Multirent, confluite nel tempo in Studio Due Group. “Tornando ai nostri giorni, attualmente nelle varie sedi possiamo contare 18 persone che lavorano internamente in maniera continuativa, più un numero consistente di collaboratori esterni. Per quanto riguarda le varie sedi, a Treviso disponiamo di una struttura di 2000 m2, a Milano di 700 m2, a Rimini di 900 m2 e a Roma di 900 m2, tutte completamente al coperto. Con buona probabilità siamo l’azienda che possiede più tralicci sul territorio italiano; nei nostri magazzini, se dovesse rientrare tutto, ma speriamo che non succeda mai, possiamo contare 20.000 metri di traliccio lineare, 1.400 metri di copertura Libera, più tanto materiale sfuso che fatichiamo a quantificare con precisione, oltre a 600 motori completi di accessori e funi per qualsiasi esigenza. Per poter dare un servizio migliore e più celere siamo equipaggiati, nelle varie sedi, di tre motrici da 9,60 m e nove grossi furgoni. Ma il nostro fiore all’occhiello è l’efficienza del servizio di revisione dei motori: vengono controllati uno per uno ad ogni rientro, con particolare attenzione alle catene, pezzo più critico del sistema. Per essere sempre aggiornati e dare un servizio migliore mandiamo periodicamente alcuni dei nostri tecnici a fare dei corsi di aggiornamento presso la CM, la casa costruttrice dei motori. Nell’ambito della sicurezza ci possiamo vantare di aver ricevuto i complimenti dai tecnici della casa madre per le soluzioni adottate. Abbiamo costruito un’attrezzatura che serve a verificare l’efficienza dei motori: noi la chiamiamo Ghigliottina per l’aspetto, che ricorda molto lo strumento francese, ma l’analogia con questo, ovviamente, finisce qui. Il funzionamento è il seguente: appendiamo il motore sull’attrezzo e poi, tramite una serie di pesi, lo mettiamo sotto torchio simulando uno stress lavorativo allo scopo di verificare la reale efficienza del prodotto. In questo modo siamo sempre sicuri che i motori che distribuiamo a noleggio siano al massimo della loro sicurezza. 1 2 3 4 Studio Due Group s.r.l. Via Paludotti, 13 31020 Vidor (TV) tel. 0423 985194 – fax 0423 989805 www.studioduegroup.it [email protected] 1: Il reparto revisione motori. 2: Un angolo del magazzino. 3: La “Ghigliottina” per la prova motori. 4: Edy Negro (seduto) e Angelo “Ino” Gerlini. www.soundlite.it 47 Live concert Francesca Cecarini Musicultura di Ferreri, Mariangela Gualtieri, Kila, Gad Lerner, Lixandru Ion, Mannarino, Paola Minaccioni, Elliott Murphy, Negrita, Gino Paoli, Gli Stadio e Lina Wertmüller. Tra i 16 finalisti selezionati nel periodo invernale, che con i loro brani inediti hanno l’opportunità di far parte del disco di Musicultura, ne sono stati scelti otto che sono approdati in Arena. Quest’anno i finalisti sono stati: Canemorto, Caraserena, Andrea Epifani, Alessandra Falconieri, Serena Ganci, Humus, Francesca Romana, Terrasonora. Festival della Canzone popolare e d’Autore Scelte artistiche/tecniche La regia teatrale è da sempre firmata da Pepimorgia: “Seguo Musicultura da 21 anni; quest’anno l’abbiamo traghettato verso la piena maturità, in un percorso che va dal piccolo cinema di Recanati all’Arena sferisterio di Macerata dal 2006, proseguito sempre in compagnia del mio amico Piero Cesanelli e di Ezio Nannipieri. Per me è un grande onore essere il regista storico del Festival ed è un impegno che annualmente ci tengo a portare a termine; a prescindere da dove mi trovo, faccio in modo di non mancare all’evento in cui ritrovo amici storici e ne incontro di nuovi”. In venti anni, Musicultura si è affermata come una delle rassegne musicali italiane più dinamiche e innovative, nonché come un contenitore culturale credibile, apprezzato da pubblico e critica. P arte del merito va al suo ideatore e Direttore artistico Piero Cesanelli, che riesce sempre ad avere un cast importante grazie anche al prestigio acquisito dalla manifestazione. Era la fine degli anni ‘80, e la musica si stava trasformando sempre più in un prodotto di consumo, perdendo autenticità e credibilità. L’Italia, dal canto suo, era popolata da concorsi canori in cui il vincitore era di frequente già dall’inizio facilmente individuabile e nei quali era comunque tenuto in scarsa considerazione l’aspetto compositivo. Musicultura prende vita anzitutto da questo, per una necessità culturale e in qualche modo etica. 48 settembre/ottobre 2010 - n.85 Nasce una manifestazione, nasce un festival. La prima edizione del concorso è targata 1990: un sogno che diviene realtà, incoronato dalla fondazione del Comitato Artistico di Garanzia (innovativo segno di rispetto e di tutela per i concorrenti) i cui primi firmatari sono il grande poeta Giorgio Caproni e Fabrizio De Andrè. Conosciuto per tanti anni come “Musicultura – Premio Recanati” il festival è ormai diventato maggiorenne e, anche se nel frattempo ha cambiato location, approdando agli onori dell’Arena Sferisterio di Macerata, non ha mai perso la sua identità, mantenendosi un osservatorio vivo e pulito delle nuove tendenze della canzone popolare e d’autore. In venti anni di vita, il gotha della canzone e della poesia italiana ha portato la propria testimonianza artistica sul palco di Musicultura, contribuendo anche alla visibilità dei giovani vincitori del concorso, tra i quali Simone Cristicchi, Gian Maria Testa, Pacifico, Povia, Avion Travel, Giua, Amalia Grè, Patrizia Laquidara, Momo, Mannarino… Prestigiosi ospiti italiani ed esponenti di spicco della scena musicale e letteraria internazionale hanno trovato nella rassegna le condizioni ideali per offrire il meglio di sé, in un’atmosfera attenta e distesa, spesso dando vita sul palco a collaborazioni e testimonianze artistiche inedite, dal sapore dell’avvenimento unico. Tra i tanti ospiti (oltre 500 artisti nell’arco di venti edizioni) si possono ricordare, a titolo di esempio, Fabrizio De André, Lucio Dalla, Franco Battiato, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Ligabue, Ivano Fossati, Antonello Venditti, Ornella Vanoni, Nicola Piovani, Gianna Nannini e tanti altri. Le serate finali del festival sono state riprese da Media Group di Paolo Massoli e saranno messe in onda da RAI 1 (con uno special di 60 minuti), e da Sky sul canale Live!. Le tre serate sono andate in onda in diretta su RAI Italia Radio con Notturno Italiano e su RAI Radio Uno, che già da prima delle dirette hanno iniziato a promuovere i brani dei finalisti. La XXI edizione si è svolta il 18, 19, 20 giugno all’Arena Sferisterio di Macerata e la sua conduzione è stata affidata a Fabrizio Frizzi. Tra gli ospiti che sono stati presenti sul palco della manifestazione possiamo ricordare, in ordine strettamente alfabetico, Gianni Bonagura, Ennio Cavalli, Filippo Casaccia, Eugenio Finardi, Ginevra di Marco, I Dik Dik, Giusy La direzione tecnica è affidata al suo staff (la sottoscritta insieme ad Alessandro Rabbi e Chiara Patriarca). La scelta del materiale scenografico ed illuminotecnico viene sempre fatta rispettando il contesto storico-artistico in cui si svolge il festival (e ovviamente anche nel tentativo di attenerci alle risorse economiche messe a disposizione con sacrificio dall’organizzazione) per cui lo spirito del nostro progetto è di essere il meno invasivi possibile ma al contempo di dare un effetto musicale importante e versatile, vista la varia tipologia del cast che si esibisce sul palco di Musicultura. Fatte queste considerazioni, abbiamo scelto di valorizzare architettonicamente il Teatro Arena Sferisterio facendo risaltare il colonnato con PAR 64 CP60 e il mattonato del muro retrostante con ACL da 600 W in radenza. La sezione centrale è stata realizzata con la colorazione in tricromia ot- www.soundlite.it 49 Live concert 1 1: (da sx) Agnese e Benedetta (stagiste master in light design, ABAmc), B. Dinia, M. Farconieri, F. Civelli, M. Messi (studente), A. Angelini, A. Rabbi, M. Proia. (in basso) Alice (stagista master), F. Cecarini, C. Patriarca. 2: Toni Soddu, Pepimorgia e Francesca Cecarini. Personale Regia teatrale Project manager/ luci e scenografia Progetto tecnico/ Operatore console luci Direzione artistica/ Immagini schermo LED Pepimorgia Luci/audio/video Capo squadra Resp. palco Resp. dimmer Tecnici Operatore Catalyst Abc srl di Massimo Ferranti Andrea Angelini Massimiliano “Smoglio” Proia Massimo Farcomeni Fabrizio Civelli Bruno Dinia Cristiano Cenci Davide Nistico Juri Corso Marta Serandrea Martino Messi Srdjan Simeunovic Francesca Cecarini Alessandro Rabbi Chiara Patriarca tenuta da diverse sorgenti luminose, in funzione anche dei tre archi, quali Robe REDBlinder, Coemar Panorama, Anolis ArcLine. Un effetto suggestivo è stato creato posizionando cinque Nova Flower della Novalight in modo da lavorare a 360° nel volume del teatro in controluce e frontale, sia sul pubblico che sul muro. Per le apparecchiature finalizzate al palco è stata utilizzata una struttura di truss a vista volutamente asimmetrica, come le inserzioni di vele-tendine (delle tripoline illuminate da barre Ayrton Moduled) alternate con degli schermi LED (MiTrix e MiStrip della Barco), così facendo si è rispettata l’idea di leggerezza e trasparenza lasciando al centro dell’attenzione la musica. Per rendere più rock lo stage, oltre che con spot e wash, l’abbiamo condito con nove ACL 250 W, blinder e super lucciole come parete di fondo al centro del palco, dietro la batteria, per dare ulteriore profondità alla ripresa televisiva. Lo spazio in cui siamo andati ad operare è molto vasto: un boccascena di 40 m davanti ad un muro storico lungo 90 m e alto 20 m. Bisogna anche considerare che, essendo in un teatro all’aperto a pianta semicircolare, le distanze oscillano tra i 40 m e i 60 m (dalla balconata), per cui i prodotti posizionati frontalmente e in controluce devono avere il giusto apporto potenza/qualità; da qui la scelta di utilizzare come contro dall’alto del muro 30 Clay Paky Alpha Beam 300 e serie di ACL 600 W. Anche come frontali abbiamo utilizzato prodotti con apertura del fascio analoga: Clay Paky Alpha Beam 1500 e serie di ACL da 600 W, con cinque seguipersona Robert Juliat Cyrano 2500 W HMI 3°/8°. Il nostro indispensabile operatore al banco Alessandro Rabbi (con noi già dal 2007) ha scelto di utilizzare una console GrandMA Full, sia per una sua scelta lavorativa sia perché in questo spettacolo il tempo di fare delle prove vere e proprie con gli artisti non lo abbiamo mai e, avendo molti quadri 2 da preparare, diventa quasi indispensabile poter anticipare una parte del lavoro di programmazione in modalità off line; tenendo conto delle esigenze delle telecamere, dobbiamo inoltre avere a portata di mano tutta la situazione dei bianchi televisivi. Per quanto riguarda le scelte per il video, oltre ai prodotti Barco già citati, abbiamo scelto di utilizzare come media server il sistema Catalyst così da poter agire in piena libertà nella scelta artistica. Evitando di essere didascalici ma pur sempre figurativi, per ogni artista abbiamo cercato di costruire immagini che esaltassero le trasparenze dei supporti in modo da non essere troppo presenti nell’inquadratura televisiva evitando così delle bruciature incomprensibili; questo compito è stato affidato alla mia collega Chiara Patriarca. Per la diffusione sonora è stato montato un impianto della L‑Acoustics modello ARCS, un sistema line array orizzontale che calza alla perfezione in questo tipo di venue. L’Arena Sferisterio ha una forma semicircolare, con il palco posizionato nella parte lunga (diametro). L’impianto, che ha una diffusione orizzontale di 180°, lavora quindi nel suo ambiente ideale. È formato da due cluster di cinque diffusori per parte che coprono perfettamente tutta la platea e la balconata senza alcuna aggiunta di diffusori per le prime file. Le riprese televisive sono state affidate a Mediagroup Comunication con la regia di Luca Alcini per RAI 1, e Pepimorgia ha seguito la direzione della fotografia. Mi permetto di aggiungere una piccola riflessione personale: è un peccato che ad una reale gara canora italiana non sia dato il giusto spazio televisivo, che non venga cioè trasmessa in orari e date consone. Come Project Manager di Musicultura mi sento di ringraziare la forza lavoro e in particolare gli sponsor tecnici che ci hanno supportato: l’arch. Andrea Biti che certifica le strutture portanti e scenografiche, ABC srl, Sisme che cura l’amplificazione dell’Arena e la Novalight srl, che ci ha fornito gentilmente cinque Nova Flower. Approfitto di questa vetrina per far presente che, come docente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, sezione Light design, ho avuto l’opportunità, grazie all’organizzazione, di far partecipare alla settimana d’allestimento i miei studenti del Master in Light design e del corso statutario. 50 settembre/ottobre 2010 - n.85 Silenzio! Entra in scena il colore! FUSION COLOR 7 FC 7 Led Full color P5II da 3 W Senza ventola di raffreddamento IP20 e IP65 FUSION COLOR 18 FC 18 Led Full color P5II da 3 W Senza ventola di raffreddamento IP20 e IP44 LINEA COLOR 12 FC 12 Led Full color P5II da 3 W Senza ventola di raffreddamento Controllo indipendente dei singoli led IP65 ENTIRELY MADE IN ITALY Casaloldo (MN) italy - Tel. +39 0376 778670 [email protected] - www.teclumen.it Live concert di Giulia Morelli e Alfio Morelli Heineken Jammin’ Festival 2010 Anche quest’anno abbiamo deciso di raggiungere Venezia per ricevere la nostra dose di scarica rock all’aria aperta. Come ogni edizione, i nomi in programma sono allettanti in ogni giornata ed il cartellone ben farcito in un climax che va dalle band emergenti, vincitrici del fortunato contest on line, alle band straniere di discreto successo internazionale, fino ai nomi più altisonanti del panorama musicale che, per parlare di soldi, meriterebbero da soli il prezzo del biglietto. 52 settembre/ottobre 2010 - n.85 L a nostra scelta è ricaduta sulla prima giornata, in cui il caldo e l’umidità devono aver costituito una prova fisica non indifferente, ma credo di parlare a nome di molti se dico che ne è valsa la pena. La situazione non è migliorata al calar delle tenebre, quando un esercito di zanzare incredulo per la consistenza del banchetto si è dato alla pazza gioia; neanche il repellente è riuscito a salvarci completamente dal nostro destino di prede succulente, e a fine giornata è difficile immaginare se i litri bevuti siano stati più quelli di birra o di sangue! Ma lasciamo le lamentele sul caldo e gli insetti agli anziani, mentre noi ci dedichiamo al vero protagonista di questo tour de force di quattro giorni: lo spirito del rock’n’roll, che da Woodstock al 2010 è ancora in grado di unire in una stessa massa calorosa e sudaticcia migliaia di persone. Intorno alle 25.000 in questo primo giorno, distribuite tra il parterre erboso e la collinetta di fronte al palco dove, tutto sommato, tutto quel caldo non si è sentito. Da questa posizione gli artisti sul palco non erano più grandi di una puntina per giradischi, ma siamo stati comunque in grado di goderci ogni smorfia dei cantanti grazie ai tre maxischermi. Noi di Sound&Lite abbiamo varcato la soglia del Parco San Giuliano in tempo per farci trasportare dalla voce suadente di Dolores O’Riordan, leader dei Cranberries, che ci è sembrata piuttosto pacata sul palco, ma sempre carismatica. Un inizio ideale per entrare in sintonia con la serata e prepararci l’umore per quello che sarebbe venuto dopo: la bomba sonora ad orologeria marcata Aerosmith. Non mi soffermo a parlare dell’esibizione dei padrini del rock melodico; aggiungo solo che, dopo averli visti dal vivo, è facile comprendere perché siano in giro da quarant’anni senza che nessuno li abbia mai spodestati dal loro trono. Ma il mio pensiero va oltre l’esibizione da palpitazioni di sabato sera, e si dirige frettoloso verso il nubifragio del secondo giorno di festival. Noi non c’eravamo ma, dando un’occhiata qua e là alle recensioni sui forum, un’idea ce la siamo fatta. Tra lo scontento e il dispiacere per aver fatto tanti chilometri ed esser tornati a casa a mani vuote, anzi, magari con un bel raffreddore se non un principio di congelamento, leggiamo anche qualche commento critico nei confronti dell’organizzazione che, secondo alcuni, non ha gestito la comunicazione in maniera tempestiva, avendo fatto sapere solo a tarda ora che l’esibizione dei Green Day era sospesa e che il pubblico poteva tornare a casa. Ma le recensioni non sono tutte incentrate sulle lamentele, troviamo anche apprezzamenti sulla location che, in condizioni meteorologiche stabili, risulta alquanto suggestiva per merito dello scorcio sulla laguna veneziana, con tanto di super nave da crociera illuminata a giorno che si intravedeva da dietro il palco. Insomma nel dibattito on-line tra la vecchia sede di Imola e questa di Mestre, a quanto pare vittima di una maledizione, i veterani del rock si dividono. A noi non resta che aspettare qualche anno per scoprire le sorti di questo travagliato festival che, confrontato magari con manifestazioni straniere dello stesso genere, può ancora aggiustare qualche cosuccia a livello organizzativo, ma di certo non è inferiore ai concorrenti d’oltralpe per la qualità degli artisti e per l’affluenza di spettatori. La location del parco di San Giuliano di Venezia – in cui si è svolta nei giorni successivi “Electro-Venice”, manifestazione che propone i nomi di spicco della scena electro-house e techno, organizzata sempre da Live Nation – è sicuramente molto adatta a questo tipo di eventi, anzi, ci sarebbe ancora spazio per poter incrementare le iniziative e le strutture ad ulteriore supporto al festival. L’unico problema logistico rilevante ci pare quello dei parcheggi, piuttosto distanti e non supportati da un adeguato servizio di navette. Le aziende che hanno fornito i servizi sono quelle impiegate da anni in questa manifestazione. Audiorent ha fornito l’impianto marcato Clair Brothers: i main erano composti da 20 i-5 e 12 BT‑218 per lato, mentre abbiamo visto in uso per la prima volta delay composti dei nuovi i‑DL, line array progettato dalla Clair specificatamente per applicazioni in linee di ritardo. La romana Limelite ha fornito le luci ed Euphon è stato il fornitore per quanto riguarda il video – tutte aziende di alto livello che hanno svolto con grande efficacia la loro funzione. Dobbiamo anche sottolineare l’ottimo comportamento degli organizzatori verso il pubblico in occasione della sospensione del concerto dei Green Day. Infatti ai possessori del biglietto della domenica è stato concesso di accedere con lo stesso ai concerti di uno dei due giorni successivi o, in alternativa, avere un rimborso parziale di € 25. Certamente, tempo permettendo, le cose sarebbero potute andare meglio, ma d’altra parte di fronte a situazioni così estreme e sfortunate è impossibile evitare dei disagi ad un pubblico così ampio. È comunque andata meglio del 2007, visto che nessuna struttura ha registrato crolli o seri danneggiamenti ed il giorno dopo il festival è potuto ripartire come da programma. Ma anche sulla Laguna c’è qualcuno che pratica il voodoo? 1 e 2: Gli array di delay composti dai nuovi i‑DL, diffusori line array progettati dalla Clair specificatamente per linee di ritardo. Appesi (1), ed appoggiati sui sub BT-218 (2). 1 2 www.soundlite.it 53 Live concert di Giancarlo Messina Dalla - De Gregori Work In Progress 2010 Chi ama ascoltare la musica leggera italiana non può assolutamente perdersi questo concerto che riporta sul palco due dei nostri più grandi autori ed interpreti. Una scaletta per il novanta per cento fatta di grandi successi, che tutti abbiamo non solo ascoltato ma anche cantato almeno una volta. M a attenzione: non si tratta di un amarcord, dello scialbo revival di due artisti che pescano stancamente questo jolly per risalire sulla cresta dell’onda prima della pensione, bensì di un concerto vero, arrangiato e suonato benissimo da un’ottima band, ricca di sfumature sonore affascinanti (e senza sequenze), e con i protagonisti che comunicano una gran voglia di suonare, di divertirsi e far divertire, che, insomma, nonostante gli anni trascorsi hanno ancora parecchio da dire. Non a caso il prestigioso antecedente di 31 anni prima, Banana Republic, non viene mai citato, ed anche la scaletta prevede pochissimi dei brani interpretati allora. 54 settembre/ottobre 2010 - n.85 Anche perché, in questi 31 anni, Lucio e Francesco hanno scritto tantissimi brani e molti grandi successi. Ma soprattutto è cambiata la formula: non ci sono due set, due band e qualche duetto, ma tutto lo spettacolo è condotto insieme, ed è bello vedere come i successi dell’uno assumano nuove sfumature quando sono interpretati dall’altro. Abbiamo voluto scegliere una location importante, l’Arena di Verona, per andare a gustarci il concerto di questo tour estivo e capire come sia stata organizzata la produzione che ha dovuto fondere i due entourage degli artisti. Arriviamo nel pomeriggio: il perimetro dell’Arena è una visione alquanto surreale, con una immensa sfinge egizia che guarda impassibile un tempio giapponese... No, non sono gli effetti del caldo (africano, questo sì) sulla nostra debole psiche, ma le scenografie delle opere liriche momentaneamente sloggiate e posteggiate ovunque ci sia spazio sufficiente. Forse anche a causa di questa complessa logistica, troviamo le operazioni di montaggio piuttosto in ritardo. Così cerchiamo di non dare disturbo ai concitati tecnici e ci andiamo ad idratare in un vicino bar. Il management Quando torniamo, cominciamo subito da un’interessante intervista che i due manager degli artisti, Bruno Sconocchia di Ph.D per Lucio Dalla e Ferdinando Salzano di F&P Group per De Gregori, ci concedono con la consueta disponibilità nei nostri confronti, per la quale certo li ringraziamo. “È una vera co-produzione – ci spiega Bruno – in cui tutto è condiviso; forse Ph.D si è occupata un po’ più della produzione e F&P di distribuzione e marketing, ma in effetti abbiamo condiviso tutto fino in fondo”. La domanda sulla promozione la rivolgiamo quindi a Ferdinando: “Anche la promozione è stata stabilita di comune accordo – ci spiega – usando un metodo un po’ diverso dal solito. Infatti, prima ancora di ogni comunicazione ufficiale, abbiamo lanciato la notizia sul web, attraverso Ticketone, di una data a sorpresa dei due artisti a Nonantola. Usando i nostri database e quello di Ticketone, abbiamo inviato la notizia a 950.000 potenziali acquirenti, cioè persone che avevano acquistato biglietti per concerti live in precedenza. Abbiamo bruciato in due giorni 1.400 biglietti, un segnale importante che ci ha confermato di trovarci non davanti ad un’operazione nostalgica ma ad un vero evento attuale ed importante”. È Bruno a spiegarci che tipo di concerto viene proposto in questa reunion: “Fin dall’inizio gli artisti hanno espresso la precisa volontà di staccarsi totalmente da quello che era stato fatto in passato. Ai tempi di Banana Republic ognuno portava sulla scena il proprio concerto, ed i duetti erano solo su alcuni brani. Oggi invece la scaletta prevede in prevalenza grandi successi scritti proprio in questi 31 anni, che quindi allora nemmeno esistevano, ma, cosa più importante, tutto è condiviso, salvo due canzoni: La Donna Cannone e Caruso. Ci spiegano che la produzione esecutiva è stata affidata ai due responsabili delle rispettive agenzie, cioè Orazio Caratozzolo per F&P ed Enzo Milani per Ph.D che hanno unito il loro lavoro per trasferire sul palco le varie esigenze artistiche. Ma il concerto non è solo musica, anche se in un concerto del genere nessuno si aspetta i fuochi d’artificio. La scelta, a nostro avviso perfetta, è caduta su quella che potremmo definire “una scenografia d’arte”. Infatti l’elemento visivo principale è costituito da alcune opere di Mimmo Paladino – uno dei più noti artisti italiani le cui opere sono esposte nei principali musei del mondo, compreso il Metropolitan Museum di New York – che ne ha elaborate alcune proprio a tema, pensate per la nuova ed insolita superficie “pittorica”: i LED. “Abbiamo colto un suggerimento degli artisti – ci spiega Bruno – entrambi amanti della pittura e dell’arte, nonché amici di Mimmo Paladino. A lui hanno affidato la scenografia nel blocco di concerti primaverili, ed in estate abbiamo trasferito la sua opera su un fondale di LED. Mimmo è rimasto affascinato da questa tecnologia come strumento di espressione artistica, per lui una novità”. “Dopo queste anteprime attraverseremo tutta l’Italia – conclude Ferdinando – e l’estivo si concluderà il 26 settembre a Padova. La cosa bella è che poi ci sarà un seguito, con un nuovo prodotto discografico e probabilmente anco- www.soundlite.it 55 Live concert 2 1 SHURE PSM 900 3 SISTEMA DI MONITORAGGIO PERSONALE IN-EAR Audio Più Puro: la codifica digitale stereo migliorata e l’Audio Reference Companding brevettato da Shure forniscono un audio chiaro e dettagliato. Precisi Filtri RF di Ingresso: rilevano ed eliminano potenziali interferenze RF prima che possano raggiungere il ricevitore. 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Quando si dice “Full Service”. Quando abbiamo finito di ridere a questa battuta di Ferdinando, quanto mai ironico e diretto, ringraziamo i nostri amici ed andiamo a vedere a che punto è la situazione sul palco. Troviamo il datore luci ancora alle prese con i puntamenti ed un Luca Gnudi, direttore di palco, davvero indaffaratissimo. Riesce, nonostante tutto, a dedicarci un po’ di tempo. Ci spiega che il lavoro della produzione è stato diviso fra lui, per Ph.D, e Giovanni Chinnici per la F&P Group che segue soprattutto il coordinamento dei promoter locali. Luca invece si occupa prevalentemente del palco, della band e degli annessi e connessi fino all’arrivo degli artisti. Il monitoraggio sul palco è affidato ad Andrea Salvato mentre Roberto Costa, fonico e bassista di Lucio, cura la sala. La band è stata creata prendendo alcuni elementi fra quella di Lucio e quella di Francesco, mentre alcuni elementi sono turnisti che hanno suonato con entrambi. Il service al lavoro è Alibi Music Service che cura un po’ tutto, dal backline al LED al PA, con le luci di Filippo Rispoli. Il palco prevede quattro americane, più una quinta per lo schermo LED che fa da fondale ed abbellirà ulteriormente le prestigiose location in cui terrà lo spettacolo, dall’Arena di Verona al Teatro Greco di Taormina alla reggia di Venaria. L’audio A darci maggiori informazioni sull’aspetto audio è proprio il fonico Roberto Costa, bassista e sound engineer di Lucio Dalla da oltre 25 anni, sia in studio sia dal vivo. “È un concerto molto complicato – ci spiega – perché ci sono moltissimi microfoni e quindi molti rientri. Per mantenere pulita la fonte, cosa di primaria importanza per il mixaggio, abbiamo dovuto usare i plexiglass, che in effetti io odio, ma stavolta erano indispensabili. Inoltre abbiamo scelto microfoni molto direzionali. Per la voce usiamo un Neumann KM 105 per Lucio, mentre Francesco usa un Sennheiser e945. Un microfono particolare è un fratello del famoso Silver Bullet, usato per l’armonica di Francesco che ha infatti un suono eccezionale. “Tutto il set-up è digitale – aggiunge Roberto – e questo, abbinato al PA straordinario della d&b, serie J, crea un suono molto pulito e preciso, molto hi-fi”. In effetti la situazione sul palco è piuttosto complessa: una fisarmonica microfonata con due DPA in combinazione stereo, clarino, coristi, due tastieristi, una batteria con un tom e due floor tom, un set di percussioni molto ricco, due chitarristi, ma anche slide guitar, mandolino, banjo, ciascuno col proprio amplificatore sul palco. “Con una situazione del THE SOUND OF CONFIDENCE www.sisme.com 56 settembre/ottobre 2010 - n.85 www.shure.it Live concert Equilibrio perfetto genere abbiamo dovuto lavorare molto sulle scene del mixer digitale PM5 Yamaha – ci spiega Roberto – quasi indispensabile per ottenere questa pulizia del suono, anche se il mio cuore, per ragioni anagrafiche, sarebbe analogico. “Inoltre anche sul palco c’è la stessa console con la stessa channel list – aggiunge – e questo rende tutto molto molto più semplice”. Roberto usa poco outboard esterno, soprattutto due D2 XTA stereo per le postazioni di Francesco, Lucio e dei coristi, una macchina che gli consente di comprimere in maniera più chirurgica alcune frequenze particolarmente fastidiose. “D’altra parte i due protagonisti hanno già due voci pazzesche – ci dice Roberto – Francesco ha un Aphex naturale incorporato, mentre la voce di Lucio la conosciamo tutti, ricca di armoniche e già bellissima. Quindi le voci sono le meno impegnative da trattare, basta lasciarle al naturale”. Cosa molto particolare è la totale assenza di sequenze e perfino del click, perché molti brani, soprattutto le canzoni di Francesco, sono guidati da lui, con la band che segue il suo feeling. Andrea Otto Salvato è il fonico di palco, coadiuvato da Wolfang May. Si tratta di un monitoraggio misto fra monitor tradizionali e IEM. Lucio infatti usa un solo IEM, a cui è abituato da anni, mentre Francesco non li vuole nemmeno. Completano gli ascolti sul palco due sidefill piuttosto potenti, in modo da ottenere un suono capace di coinvolgere i musicisti. Roberto infine spende parole di elogio per il service: “Con Alibi lavoro da moltissimo tempo e mi sono trovato benissimo come sempre: sono persone splendide e molto professionali, hanno materiale di prim’ordine e mi mettono nella condizione di fare il meglio che posso. Anche la squadra dei backliner è molto in gamba”. Lo show Il concerto ce lo gustiamo davvero. Musica splendidamente arrangiata e ben suonata, perfettamente mixata e diffusa, con un sound pulitissimo ma che dà una ruspante sensazione di genuinità. Le immagini di Paladino si sposano perfettamente con la musica e con i testi, forse con qualche ripetizione di troppo, mentre le luci, del tutto teatrali, illuminano con discrezione ed intelligenza. Una serata vibrante e divertente, tutt’altro che un revival. Quindi obiettivo raggiunto. Vi presentiamo l’ultimo nato della serie Vi, la rinomata linea di console digitali live Soundcraft. Il nuovo Vi1 mantiene le medesime caratteristiche dei modelli più grandi, la fantastica interfaccia Vistonics ed il leggendario suono Soundcraft, la capacità di mixare fino a 64 canali su 24 bus d’uscita, completo di processori di dinamica BSS ed effetti Lexicon, con ingressi ed uscite a bordo e la possibilità di utilizzare Stage Box MADI opzionali. Tutto in poco più di un metro di larghezza e con un prezzo assolutamente sbalorditivo. Nuovo Soundcraft Vi1, la console digitale live che stavi aspettando. Per maggiori informazioni visita il sito: www.soundcraft.com Audio Equipment s.r.l. Via Don Minzoni, 17 - 20052 Monza (MB) Tel. +39 039 21.22.21 - Fax +39 039 21.40.011 [email protected] - www.audioequipment.it 58 settembre/ottobre 2010 - n.85 Live concert Luciano Ligabue Stadi 2010 Liga 2.0 di Ligabue si rinnova in questo nuovo tour negli stadi. Un successo già dalle prevendite con doppie date all’Olimpico e San Siro e tripla a Torino. 60 settembre/ottobre 2010 - n.85 C redo che uno degli aspetti più rischiosi per un ar‑ tista sia quello di rifare troppo a lungo se stesso, proponendo la stessa musica e lo stesso concerto. “Squadra che vince non si cambia” non è insomma, in questo caso, un proverbio sempre adatto (a dire il vero non era adatto nemmeno per la Nazionale di Lippi... ma stendiamo un velo pietoso). Certo cambiare è sempre rischioso e mai facile, per mille mo‑ tivi, non ultimo i rapporti personali che legano team molto affiatati da anni. Eppure, come in una squadra di calcio, a volte occorre cambiare giocatori per ottenere stili e stimoli diversi. Almeno sulla parte creativa. In questi anni Ligabue sta portando avanti un progressivo cambiamento nel suo modo di proporre musica. Niente di radicale, come è giusto che sia, ma, se ben pensiamo, ne‑ gli ultimi due anni ha cambiato produttore artistico, band, lighting designer e regia degli show. Una volontà di rinno‑ vamento piuttosto esplicita. Ed anche coraggiosa. Il risultato è un concerto se non del tutto nuovo certamente molto diverso dai precedenti: insomma sempre Liga, ma in versione 2.0. La novità principale riguarda proprio l’aspetto visivo e sce‑ nografico del concerto, non solo per l’uso della gigantesca superficie di videoLED, oltre 400 m2, ma per la tipologia di utilizzo che ne è stata fatta, secondo un progetto che fonde questa volta davvero in maniera unitaria le luci, le riprese live ed i contributi video, questi ultimi elaborati da ragazzi giovanissimi con un linguaggio estremamente fresco e mol‑ to innovativo. Tutto perfettamente pulsante ed allineato, tramite timecode, con la musica, ovviamente vera protago‑ nista del concerto. Anche sull’aspetto sonoro abbiamo potuto finalmente sen‑ tire in condizioni ideali il nuovo K1 della L‑Acoustics, che davvero impressiona per dinamica e pulizia. Aggiungiamo la customizzazione di buona parte della scenografia – meccanizzata, costruita ad hoc e soprattutto Giancarlo Messina davvero efficace – ed otteniamo tutti gli ingredienti per un grande spettacolo. Dimenticavo il pubblico: uno sta‑ dio pieno di ragazzi entusiasti è sempre l’elemento scenografico più bello. Il management Claudio Maioli Il nostro primo pensiero, appre‑ standoci ad un nuovo concerto di Liga, è: cosa si sarà inventato questa volta Maio? Il suo sipariet‑ to è ormai irrinunciabile, ma dopo aver fatto di tutto, dallo spazza‑ re il palco a dirigere l’Orchestra dell’Arena di Verona, cosa gli re‑ www.soundlite.it 61 Live concert 1 2 1: Claudio Maioli, manager dell’artista e produttore esecutivo. 2: Franco Comanducci, direttore di produzione, ideatore del palcoscenico, nonché co-titolare de La Diligenza. 62 stava da fare? Cantare. Sì, proprio così, infatti il concerto si apre con la sua interpretazione di un mo‑ tivetto che fa fare il coro ad un pubblico caldissimo quanto diver‑ tito e disponibile al gioco. Ma visto che quando non canta Claudio si occupa del manage‑ ment di Ligabue, ci siamo fatti spiegare qualcosa di questo tour. Claudio, da dove siete partiti progettando questo spettacolo? Nell’ultimo tour negli stadi del 2008 – ci risponde durante una chiacchierata nel suo ufficio – avevamo un palco bello di giorno, quando si entrava nello stadio, ma che la sera, da acceso, forse non manteneva tutte le promes‑ se. Per questo tour, al contrario, abbiamo voluto un palco che di giorno fosse quasi anonimo, ma che esplodesse una volta acceso in maniera straordinaria. Abbiamo scelto di puntare sul video, per‑ ché in una situazione da stadio è quello che maggiormente può dare risalto alle idee, e anche per‑ ché ormai noi tutti viviamo im‑ mersi nel mondo delle immagini in movimento. In effetti abbiamo un po’ esagerato, piazzando oltre 400 m2 di video LED, distribuiti in un trittico, dietro ed ai lati del palco. La cosa particolare però è che da qualsiasi parte dello sta‑ dio si guardi, non si ha soluzione di continuità visiva dei tre scher‑ mi, che è come se ne formassero uno unico e davvero gigantesco. Inoltre Franco Comanducci, che mi ha affiancato in questa produzio‑ ne, si è inventato questi “Giros”, posti al centro del palco, un gio‑ chino molto costoso ma che dav‑ vero crea mille diverse possibilità per non rendere mai monotona la scena. Abbiamo una band a mio avviso strepitosa, e tutto lo show pulsa con lei all’unisono, grazie all’uso di un unico timecode. In questi anni avete fatto molti cambiamenti, fino alla gestione delle immagini che da molti anni era affidata a Paolo Gualdi... come mai? Credo che a volte dei cambiamen‑ ti possano essere di giovamento. Abbiamo scelto di provare uno stile nuovo, mettendo in mano la parte visiva a Jò Campana, affian‑ cato da ragazzi nuovi, giovani, che addirittura a volte ci hanno settembre/ottobre 2010 - n.85 spiazzato con le loro proposte, e forse era quello che cer‑ cavamo. Avevamo insomma il bisogno di sperimentare idee nuove, uno stile diverso, ma ovviamente ciò non toglie la bravura e la capacità di Paolo che ha lavorato con noi per tanti anni. Il concerto è prodotto dalla tua azienda, Riservarossa, e distribuito da F&P Group, come accade da tempo. In base a cosa si sceglie il partner con cui lavorare? Si sceglie in base agli obiettivi raggiunti. Fin adesso con Ferdinando Salzano di F&P abbiamo sempre raggiunto quello che ci eravamo prefissi, e da parte loro ho sempre vi‑ sto un’attenzione molto professionale verso ogni sfumatura di questo mestiere, a ciò si aggiunge un bel rapporto d’ami‑ cizia. È insomma un rapporto sano, anche se poi questo è un lavoro in continuo dinamismo, in cui le scelte si fanno di volta in volta. Dieci concerti all’Arena lo scorso anno, adesso migliaia di biglietti già in prevendita e stadi esauriti: come si fa a mantenere livelli così alti? Quando vendi dei biglietti per un concerto vendi la tua sto‑ ria, quello che hai scritto e fatto, le emozioni che tu, come artista, hai saputo dare; ma fra quello che hai fatto c’è an‑ che il rispetto verso il pubblico. Liga ha un rapporto mol‑ to forte con i suoi fan ed un pubblico fantastico e molto corretto. Credo che queste persone si siano accorte che noi abbiamo sempre cercato di dare più di quello che si aspet‑ tavano: anche questa è una produzione molto costosa, su cui non lesiniamo di certo, proprio per fare felice il pubbli‑ co. Ovviamente questo vale un 10%, perché prima di tutto viene l’artista, ma quando la gente torna a casa contenta di come ha speso i propri soldi è molto più probabile che ritor‑ ni la volta dopo. E devo dire che il primo a volere questo è proprio Luciano. La produzione Dopo qualche chiacchiera a microfono spento, approfondia‑ mo gli aspetti legati alla produzione con Franco Comanducci, braccio destro di Claudio nella produzione di questo tour. Franco, mi sa che hai fatto un sacco di cose per questa tournée... In effetti sì, ho curato la produzione con Claudio Maioli, sono direttore di produzione in tour, ho lavorato alla sceno‑ grafia, ho costruito lo special scenotecnico, questi “Giros”, e sono uno dei titolari de La Diligenza, la compagnia di palchi che ha fatto il progetto strutturale e realizzato il palco co‑ perto. Penso possa bastare... Puoi spiegarci cosa sono questi “Giros”? È un’idea che avevo in mente da tempo e che finalmente sono riuscito a realizzare grazie alle risorse messe a disposi‑ zione da Luciano. In pratica lo schermo centrale non è un vero schermo tradizionale, si tratta di colonne trifacciali rotanti, che sui tre lati montano luci, schermo LED e scenografia. Ovviamente, ruotando, cambiano in continuazione e radi‑ calmente l’aspetto della scena. Chi l’ha costruita? La parte strutturale è stata costruita da Teyco, mentre la parte dell’automazione è stata curata da un paio di ditte che si occupano di automazione industriale. Quest’anno ab‑ biamo puntato su un palco meno scenografico alla luce del sole ma potentissimo una volta acceso. Quali aziende hai scelto per le varie forniture? Sono le stesse degli anni passati, con la differenza che la fornitura dei LED è di STS; l’audio è di Nuovo Service, le luci Live concert 3 4 3: “Questi Due”... Marzia Cravini e Simone “Ciccio” Antoniucci. 4: Jò Campana, lighting designer, co-regista dello spettacolo nonché operatore luci. 5-6-7: I tre lati delle strutture “Giros”, uno con i blinder, strobo e testamobili a vista, uno con il telo e uno con i pannelli LED semitrasparenti MiTRIX. sono di Agorà, i gruppi elettroge‑ ni della CME di Chiusi. Di questa produzione potresti parlare per una settimana. Dicci due cose di cui vai particolarmente fiero. Sono davvero fiero della squadra – ci dice Franco dopo breve riflessio‑ ne – e soprattuto dell’emozione del pubblico durante il concerto. Per completare la squadra di produzione, facciamo due chiac‑ chiere con “Questi Qui”, due personaggi bravi quanto simpa‑ tici: Simone “Ciccio” Antoniucci e Marzia Cravini, spesso nei team di lavoro di Franco e non solo. “Le cose da fare in un tour negli stadi sono le stesse di un tour nor‑ male – ci spiega Simone – ma am‑ pliate all’ennesima potenza, vista la quantità delle persone; inoltre la peculiarità di questo spettaco‑ lo è l’alto contenuto tecnologico, che lo rende ancora più comples‑ so da gestire”. “Ci siamo divisi i compiti – prose‑ gue Marzia – io mi occupo della logistica, della crew, trasferimenti, 5 auto, traghetti, alberghi. Il tour è una grossa macchina che si deve trasportare da una città all’altra. Con annessi e con‑ nessi stiamo parlando di circa 150 persone in tour, anche se un artista come Liga ha poi tutta una serie di situazioni che lo seguono e per le quali noi siamo comunque un punto di riferimento, dal merchandising al fans club ai vari gruppi”. “Tecnicamente è la classica produzione da sei giorni – ci dice Simone – uno di pre-allestimento area, tre di allestimento palco, uno di produzione ed uno di smontaggio... e via ver‑ so nuovi orizzonti. E per tutto questo servono circa 200 tur‑ ni lavorativi. Per ovvie necessità di tempistiche lavoriamo con due palchi, così riusciamo a fare anche date ravvicinate. Abbiamo sei bilici di ferro, due generatori e 13 TIR di pro‑ duzione, oltre a 25 automobili. Insomma siamo tantissimi, e vengono tutti qua... probabilmente a vedere Marzia!”. “Vista la mole del lavoro – precisa Marzia – ci siamo almeno sgravati dell’incombenza dei pass, di cui si occupa diretta‑ mente Valerio Capelli, il responsabile della sicurezza; una scelta obbligata, perché i volumi sono enormi e soprattutto è meglio farli rientrare nel lavoro del servizio d’ordine che può gestire in maniera più organica questo aspetto, anche se in grandi stadi come Roma o Milano anche loro si trovano a dover coordinare centinaia di operatori. “Il lavoro è tantissimo ed assorbe tutto l’impegno e l’ener‑ gie disponibili – conclude Marzia – ma lo spettacolo è dav‑ vero molto coinvolgente, ed è bellissimo vedere che tutta l’energia che ci metti trova un perché quando comincia lo show e cala la magia della musica. Ho sempre voglia di an‑ dare a vedere lo spettacolo”. “Infatti a me tocca rimanere in produzione da solo! – Ri‑ batte Ciccio con scherzosa polemica –. Scherzi a parte, sia‑ mo arrivati alle prove di allestimento a Campovolo dopo avere passato ore ed ore su Skype a pianificare tutto, dai chilometri ai viaggi, dai dettagli su chi portava gli estintori fino ai luoghi in cui dormire e quando e dove viaggiare... ol‑ tre 8 settimane di lavoro, anche perché d’estate tutto è più complicato ed è più difficile prenotare alberghi, traghetti e tutto il resto”. La scenografia Approfondiamo invece l’aspetto scenografico intervistando alcuni dei creativi e dei tecnici al lavoro. Cominciamo da Jò Campana. Entrato nel team di Liga già lo scorso anno come lighting designer, durante i concerti 6 7 all’Arena, in questa occasione è stato incaricato di curare non solo le luci, ma tutto l’aspetto visual del concerto, quin‑ di e soprattutto i contributi video, tanto che condivide con Luciano la titolarità della regia dello show. “Abbiamo di fronte un enorme quantitativo di LED MiTRIX della Barco – ci spiega Jò – ed ovviamente le luci ne sono molto condizionate, tanto che in questo caso è più corretto parlare di illuminazione che non di un vero e proprio dise‑ gno luci. Una volta piazzato il video, infatti, non c’erano molte alternative per i corpi illuminanti che ho disposto in grandi quantità sul tetto e sul palco. “Studiando l’aspetto visivo, mi sono ovviamente trovato coinvolto anche nella pianificazione del video, così mi sono contornato di validi collaboratori, capaci di mettere in atto quelle che erano le mie indicazioni di massima. Stiamo par‑ lando di oltre 400 m2 di video, e questo costituisce un gros‑ so rischio, perché una cosa bella è bellissima, ma una brutta è bruttissima! Il mio impegno è stato soprattutto quello di trovare un equilibrio armonico fra lo schermo usato come immagine di servizio, cioè per far vedere quello che accade sul palco a chi è lontano, e le grafiche usate con creatività. Tutto rispettando il mondo musicale di ogni brano, interpre‑ tato di volta in volta da un video differente studiato ad hoc. “L’idea principale è stata quella di usare le immagini delle riprese live non sempre in primo piano, cosa che uccide un po’ tutto il resto, ma di incastonarle nella comunicazione delle grafiche e dei colori delle luci. Questo ha richiesto ov‑ viamente un grande ed attento lavoro di pre-produzione, basato proprio sulla musica, visto che poi tutto il video è in sync con le canzoni”. Quando gli chiediamo come usa le tante cartucce che un palco del genere gli mette a disposizione, “la partenza è soft e centrale – ci risponde – poi si sviluppa verso l’esterno. I primi due brani sono di assaggio, poi, anche grazie all’arrivo di una maggiore oscurità, prendono piede i video, anche se l’idea è quella di non ammazzare lo show col video, ma di mettere questo al servizio delle emozioni e della musica. “Quasi tutto il parco luci è della Clay Paky, poi ho dei MAC 2000 e diversi MiniBig della Zap Technology”. A curare tutto l’aspetto legato alla gestione del timecode delle macchine è “Made”, al secolo Marco De Nardi. “Insie‑ me a Luca Manzoni – ci spiega – abbiamo collegato il palco al Pandora’s che gestisce i video, con la difficoltà principale di gestire dei brani diversi col cambio di timecode. Grazie al sistema adottato, è il tastierista che fa cominciare tutto, con la particolarità che può far partire qualsiasi brano abbia in scaletta, e noi ci agganciamo automaticamente a quello. Questo è molto importante in caso di variazioni della sca‑ letta da un concerto all’altro. Sono perfino riuscito a fare qualche intervento automatizzato anche sulla console di Jò, di solito piuttosto restio, per la sua mentalità live. Tecnica‑ mente il percorso del timecode è questo: il tastierista parte col click, ed una linea di timecode arriva in regia dove viene splittata in sei linee: due per le GrandMA delle luci, due per le GrandMA del video e due per i Pandora’s Box su cui sono montati i video che partono direttamente; dalla GrandMA partono invece tutti i live e gli effetti aggiunti in un secon‑ do momento”. Mikkel Garro Martinsen è invece un giovane freelance che ha elaborato insieme a Jò, Luciano e Maioli i contributi vi‑ deo del concerto: “Questi contributi sono diventati una par‑ 64 settembre/ottobre 2010 - n.85 te molto importante dello show – ci spiega sorridendo – vista la grandezza degli schermi. Sono composti da grafica, foto varie d’archivio, riprese ed immagini televisive. Ho usato After Effect per le elaborazioni grafiche, ma an‑ che Cinema 4D per integrare alcuni elementi tridimensionali, al fine di dare maggior profondità alla sce‑ na. Inoltre grazie al MiTRIX, che permette di illuminarlo da dietro, si ottengono effetti molto interes‑ santi con diverse immagini”. Ad occuparsi della parte più pretta‑ mente tecnica è invece Mauro Marri, al comando di una squadra allarga‑ ta che si occupa di più settori, dalla scenotecnica – soprattutto dei Gi‑ ros – al riggeraggio. “Ci occupiamo dei Giros, che ri‑ chiedono molta cura – ci spiega –. Sono molto imponenti ma anche delicati ed è stato complesso farli viaggiare con tutta la strumen‑ tazione montata a bordo, luci e video. Si tratta di nove torri, com‑ poste da quattro pezzi ciascuno, che vengono smontate in 36 mo‑ duli. Il trasporto avviene con tre bilici: tutto rimane montato ed attaccato alla struttura, ed usia‑ mo un cartone per proteggere i MiTRIX. Sono stati progettati con molta attenzione: c’è un buco nella ralla in cui passano tutti i ca‑ blaggi, ed ogni modulo ha la pro‑ pria interruzione di cavi e viaggia premontato e precablato. Miche‑ le Maglich segue il riggeraggio, Claudio Alvare e Federico Borro‑ ni si occupano di scene e Giros, mentre la movimentazione della pedana e del set è un lavoro per Giorgio Marongiu”. 8 9 10 11 La regia live Nel team di lavoro è stato chiama‑ to anche Cristian Biondani, giova‑ ne regista dalla grandissima espe‑ rienza in ambito musicale, con all’attivo decine e decine di DVD, show e molti lavori per MTV. “Siamo partiti con la precisa in‑ tenzione di provare a non tenere divisi i settori – ci spiega con in‑ confondibile inflessione veneta – cioè luci, contributi e riprese live dovevano formare una cosa uni‑ ca. Ovviamente queste dimensio‑ ni enormi dei video hanno richie‑ sto molto impegno e molta cura, 8: Marco “Made” De Nardi, programmatore GrandMA e supervisione TimeCode. 9: Mikkel Garro Martinsen, ideazione video e contributi grafici. 10: Mauro Marri, responsabile del rigging. 11: Cristian Biondani, regista del video live. www.soundlite.it 65 Live concert SERVIZI DI CONTROLLO Oltre a Luca Guerra, personal dell’artista, Antonio Guglielmo, insieme a Valerio Capelli, si occupa della sicurezza in tour. “Più che sicurezza facciamo controllo – ci spiega Antonio – la sicurezza vera propria spetta alle forze dell’ordine. Noi ci occupiamo dell’ingresso, di accogliere le persone in mondo che non succeda niente. Una volta questo ruolo veniva visto come un lavoro da “buttafuori”, ma negli anni si è evoluto, ci sono dei corsi di formazione che fanno capire quale sia precisamente il nostro compito, quando intervenire ed entro quali limiti. “Io lavoro anche in altri settori, dallo stadio, alla moda, durante le sfilate, e poi naturalmente i concerti, e devo dire che il pubblico dei concerti di Luciano presenta pochissime problematiche, se non la ressa per il primo posto o lo stress legato al caldo durante il pomeriggio, per il resto è un pubblico fantastico, che vuole solo divertirsi e non ci sono mai problemi seri. “C’è un ingegnere della sicurezza che si occupa delle uscite, della sicurezza del palco, Antonio Guglielmo. noi dobbiamo stare accorti agli ingressi, incanalare bene le persone, non lasciare anarchia, controllare che le barriere antipanico siano messe in sicurezza, tutto con l’unico obiettivo di garantire il pubblico: noi siamo al suo servizio. “Nelle varie città lavoriamo sempre con le migliori società, le più professionali, contattate da F&P Group, ma sempre in collaborazione. Chi fornisce i servizi locali conosce già la Valerio Capelli. struttura, e questo facilita le cose. Poi viene fatto un piano di servizio d’ordine in cui vengono assegnati i ruoli, le posizioni, i numeri nei vari settori, ma lavorando con professionisti è tutto molto più semplice. “In caso di tafferuglio interveniamo soltanto per sedare un’eventuale rissa, ma se non ci riusciamo chiamiamo subito le forze dell’ordine, perché noi non abbiamo il compito di mettere le mani addosso a nessuno, il nostro è un lavoro preventivo”. Chiamiamo a dire la sua anche Valerio Capelli, veterano del mestiere. Gli chiediamo come ha visto cambiare nel tempo questa professione: “C’è stata una grande evoluzione – ci risponde Valerio – ed adesso c’è una mentalità giusta. In realtà noi miriamo a salvaguardare il vero protagonista dei concerti, cioè il pubblico, che nel progetto di sicurezza deve essere garantito al massimo. Una cosa che posso aggiungere, dettata dalla mia esperienza, è che chiunque fa sicurezza deve entrare prima o poi nel mondo della produzione per capirne alcuni meccanismi, perché questo permette di risolvere meglio e prima alcuni problemi che possono verificarsi”. perché non potevamo e non vo‑ levamo usarli solo come schermi di servizio. Così abbiamo cercato di incrementare la parte tecnica, usando camere e lenti in HD, sia per le frontali che per quelle a 45°, abbiamo usato una polecam sul palco per dare meno staticità alle riprese, una camera a spalla, diverse microcamere ed altre ca‑ mere che riprendono gli schermi... 66 settembre/ottobre 2010 - n.85 insomma tutto quanto necessario per rendere quanto mai dinamico lo spettacolo. “Durante lo show io poi mixo il tutto insieme ad Angelo Poli: arriva in regia una quantità di roba pazzesca e ci vuole molta concentrazione. A volte sembriamo giocare a twister, quel gioco in cui ci si annodava! Io vengo dalla televisio‑ ne, potenzialmente con milioni di spettatori, ma devo dire che il bello di uno spettacolo come questo è che tutto è immediato, hai davanti 60.000 persone di cui senti subito il feeling, hai un riscontro immediato a quello che mandi sugli schermi. “Abbiamo puntato su cromie, giochi, contributi non banali ma profondi, insomma abbiamo scelto di seguire e cercare un’emozionalità. La responsabilità è grossa: se fai una cosa brutta è bruttissima, ma anche un dettaglio, visualizzato così enorme, può diventare qualcosa di diverso, può dare qualcosa in più. “Luciano è uno che sa molto bene quello che vuole – con‑ clude Cristian – voleva un supporto in più anche nel live e lavoriamo ai contributi da oltre quattro mesi: lui è un visio‑ nario, ha fatto il regista, ha lavorato con l’immagine, quindi è bello lavorare con uno che mentre gli spieghi un’idea la immagina, uno che parla la tua stessa lingua”. V‑Dosc che pure fino a qualche mese fa usavamo con gran‑ de soddisfazione. Infatti i delay ed i side, realizzati con il V‑Dosc, fanno quasi fatica a star dietro al fratello più giova‑ ne usato per il main. “Sul palco – continua Alberto – Remo Scafati usa una DiGi‑ Co SD7; quindi il segnale entra dentro gli splitter Midas, da lì arriva a me in fibra ottica, mentre un’altra mandata dallo splitter va al sistema DiGiCo. In questo modo abbiamo due situazioni del tutto separate, compresi i gain, con lo splitter che dà le phantom per tutti. “Il mio mix è ovviamente improntato molto alla ritmica del‑ le chitarre, con la voce sempre avanti, perché la richiesta è di avere le parole sempre ben comprensibili. La voce di Luciano parte da un microfono EV 510 radio e viene pre‑ amplificata con i pre della console Midas; in pratica non ho outboard, uso solo il Waves sulla voce per tirarla un po’ avanti, per il resto praticamente non ho nessun rack! Come sai tendo a semplificare. Buon audio non Mente “Com’è cambiato il mix con que‑ sto nuovo set-up? Sono riuscito a comprimere poco o niente – ci spiega Alberto – e questo era il mio sogno. Questo impianto in‑ fatti è in grado di ridarmi la dina‑ mica vera della band: se loro spin‑ gono lui spinge, se alzi il master spinge da morire, una specie di macchina senza fine, in cui puoi sempre accelerare... ovviamente entro certi limiti. “L’approccio col nuovo banco è stato inizialmente un po’ diffi‑ cile, perché io sono abituato ad aver molti fader sotto le dita. Ho messo in una vasca fissa la voce Luciano, chitarre, batteria e bas‑ so, mentre il resto lo faccio ruota‑ re, come le tastiere e le poche se‑ quenze. Le vasche qui scorrono in maniera orizzontale, come su un nastro trasportatore, quindi devi preparare tutto bene all’inizio, poi lavori davvero benissimo”. E, dulcis in fundo, passiamo all’audio, davvero notevole. Al timone troviamo Alberto “Mente” Butturini che, almeno per questa volta, non può dirci che “è tutto come l’ultima intervista”, poiché si trova a lavorare con un set-up del tutto diverso dal solito. “A parte il caldo – comincia a spiegarci nei pochi minuti che precedono l’inizio dello show – le novità principali riguarda‑ no il banco ed il PA. Ho infatti scelto di usare un Midas XL8, inizialmente per curiosità, quasi per nostalgia per i vecchi tempi dell’XL4, ma sono rimasto davvero entusiasta del sound. Inoltre ho per il momento abbandonato il tc electro‑ nic System 6000 per tornare al classico 960 della Lexicon. Altra novità di grande rilievo è il PA K1 della L‑Acoustics, davvero impressionante: praticamente suona il doppio del E che si lavori benissimo ce ne sia‑ mo accorti subito, perché ascolta‑ to dalla regia il sound era davvero di grande qualità: perfetto il ba‑ lance degli strumenti, con la voce appena fuori, quel tanto che ba‑ sta per renderla sempre perfetta‑ mente intelligibile sulle chitarre. La grandissima dinamica e la po‑ tenza del K1 sono impressionan‑ ti: se i concorrenti, in questi dieci anni, avevano raggiunto il V‑Dosc oggi hanno una nuova sfida. Il mix 12 12: Alberto “Mente” Butturini, fonico FoH. www.soundlite.it 67 Live concert 13 13: Uno degli array main, composti di 18 L-Acoustics K-1 ognuno. è pulitissimo, sembra quasi di ascoltare un immenso hi-fi. A nostro gusto, ma lo diciamo giusto per disquisire sul sesso degli angeli, in uno stadio ci sarebbe piaciuto ascoltare, con la pancia, dei bassi un po’ più “goduriosi” (non so se rendo il concetto) ma siamo nel campo della pura soggettività. In maniera oggettiva invece dobbiamo rilevare una diffusione ad altissimi livelli. Ma l’intero concerto è da considerasi nella sua totalità bel‑ lissimo. Davvero il video sembra nato con le luci che non fanno mai uno spettacolo a se stante ma sempre in funzione dello show. Grande e potente l’uso dei bianchi sul pubblico, forse un po’ troppo, tanto che per fare lo spiritoso su un brano mi sono anche messo gli occhiali da sole! Ma d’altra parte lo stesso Luciano ci teneva a valorizzare la presenza di un pubblico così fantastico. Davvero splendido il lavoro sui video: i live, spesso ritoc‑ cati in tempo reale, si incorniciano dentro le grafiche preprodotte con uno stile molto dinamico ed effettato che potremmo decisamente definire più televisivo che teatrale. Anche la scelta delle immagini è molto bella, mai didasca‑ lica, con diverse citazioni dal mondo dell’arte, da Pollock a Warhol. Le trasparenze dei MiTRIX, che come sapete scom‑ paiono quando sono “neri”, sono giocate al meglio non solo sui controluce ma sulle stesse immagini, mentre i Giros di Comanducci, con la loro rotazione sempre perfettamente coordinata, creano mille possibilità per la scena, mai ripeti‑ tiva per tutto il concerto. Ma soprattutto, e questa è la cosa più importante, tutto questo riesce nel suo scopo principale, che è quello di am‑ plificare le emozioni della musica, di cui segue ogni palpito all’unisono grazie all’aggancio delle macchine ad un unico timecode. Davvero un bel concerto, da inserire nella categoria “da vedere”. o istribuit stato d grande è , e z iren di certo” rto di F ili l conce Guida al con formazioni ut e d e n “ io in a s a a m n c le , u c on orto In o utte evole c o riportate t di trasp inutili h i g z z ie e p n m o un era ari evitand In esso stadio con i v giusto, utilità. o o s s ll e a r e g ’in ivar e degli ere dall per arr r acced alla struttura. rari dei treni e non e p e h c an rno li o nto giri into ortati tutti g te dopo l’eve tutte le n code o ip e n r o m c e il r i c h lt ino ire fa Franc Erano er deflu lla zona del p s u b e (il speciali una cartina d da PRG lio a s s a o v prom manca al meg lodevole d organizzare ccesso. vie di a un’iniziativa e rientare È stata locale) per o r e t promo so pubblico. ro il nume 68 settembre/ottobre 2010 - n.85 Live concert Personale e Aziende Management/prod. esecutiva con la collaborazione di Distribuito da Ideato da Prodotto da Produttore musicale Regia Palco/progetto scenico Scenografia Contributi video/grafici Regia live Automazione scenotecnici Prog. GrandMA e TimeCode La produzione Direttore di produzione Produzione Servizio di controllo Lighting design Sound engineering Monitor engineering Assistente supporter Allestimento camerini Allestimenti sponsor Casa discografica Ufficio stampa Aziende fornitori Palcoscenico Allestimenti Riservarossa/Claudio Maioli Alberto Cusella F&P Group/Ferdinando Salzano Luciano Ligabue Claudio Maioli Claudio Maioli Corrado Rustici Luciano Ligabue Luciano Ligabue Jò Campana Franco Comanducci Paul Jeffery Franco Comanducci Claudio Maioli Jò Campana Cristian Biondani Mikkel Garro Martinsen Sara Caliumi Francesco Previdi Cristian Biondani Angelo Poli Roberto Paolucci Marco “Made” De Nardi Franco Comanducci Simone Antoniucci Marzia Cravini Francesco Acciari Fabio Colasanti Valerio Capelli Antonio Guglielmo Jò Campana Alberto “Mente” Butturini Remo Scafati Angelo Caselli Laura Fabbri Angela Galasso Alessandra Picierno Matteo Grijuela Gianluca Vascelli Warner Music Italia Massimo Recine Parole e Dintorni Riccardo Vitanza La Diligenza srl La Dirigenza srl Officine Itineranti “Giros” Scenotecnica Costruzioni elettriche Programmazione Teyco srl El.com snc Codematica snc Service luci Service audio Service video Gruppi elettrogeni Catering Merchandising Viaggi Trasporti Agorà srl Nuovo Service srl STS Communication srl Cme srl MaccaroniBros srl 2 Effe Eventi e Merchandising srl Lino Fiocco G.M. Gammund Staff artista Ass. all’artista Assistenza legale Ass. management/sponsor Assistenti alla band Ideazione grafica Assistente management Personale in tour F&P Group 70 settembre/ottobre 2010 - n.85 Marco Ligabue Luca Guerra Patrizio Visco Daniela Bellesia Umberto Zini Paolo Saladini Paolo di Francesco Maurizio Bresciani Elisa Boltraffio Cristian Biondi Riccardo Brambilla Massimo Iacoboni Resp. luci Squadra luci System eng./resp audio Squadra audio Resp. backline Backliner Resp. video Controllo camere Operatore Pandora’s Box Operatori camere Tecnici LED Resp. rigging Rigging/scenografia Resp. generatori Tecnici generatori Resp. catering Squadra catering Merchandising Resp. strutture Palco 1 Allestimento strutture Resp. strutture Palco 2 Allestimento strutture Giuseppe Benzi José Muscarello Serafino Vaccino Daniele Francescone Andrea Basta Simone Bugatti Nicola Caccamo Marco Carancini Daniele De Santis Stefano Franchini Livio Lo Faro Orlando Ghini Emanuele Adriani Nicola Marozzi Silvio Visco Filippo Zecchini Salvatore Fauci Alessandro Fabbri Massimo Dalle Molle Gherardo “Ghery” Tassi Giovanni Vecchi Marcello Cottone Luca Manzoni Federico Favaron Giacomo Ferri Fulvio Raimondi Matteo Rizzetto Daniele D’Onofrio Mirko Lenaz Massimo Negri Stefano Ranalli Antonio Grillo Mauro Marri Federico Borroni Michele Maglich Giorgio Marongiu Claudio Alvarez Massimo Mauriello Alessandro Dal Vecchio Patrizio Fattorini Gianpiero Penna Davide Repizzi Lorenzo “Lollo” Santorsola Alessandro Silvaggi Valentina Crema Grazia Riccò Marco Bellei Alice Faietti Francesco Parente Lorenzo Carnevali Davide Borzacchini Francesco “Francescone” Rompato Gianluigi “Geggio” Capòzzoli Marlon Balladares Gabriele Banfi William Bormetti Gianmarco Criscioli Roberto Croci Simone Gambarin Andrea Lascari Alessandro Muntuori Vincenzo Pecunia Claudio Purchiaroni Giulio Sancin Michele “Metallo” Marini David Giannoni Alin Agapie Marco Barracu Luca Cervi Nicholas Cianfrocca Andrei Cumpanici Gabriele Fantelli Mikail Krasnozhenov Massimo Tindiglia Gionata Verdini Andrea Vindigni on stage di Alfio Morelli I Promessi Sposi a San Siro Per la prima volta un’opera musicale approda a San Siro: una produzione imponente, con tecnologia all’avanguardia, per un pubblico accorso numerosissimo che non poteva pretendere di meglio. Ma torniamo alla nostra sventurata coppia di sposi. Lo spet‑ tacolo è stato prodotto da Europa Europa, con la collabora‑ zione di Euro TV; la riduzione teatrale ed i testi, quindi la re‑ gia, sono di Michele Guardì. Si è trattata di una produzione veramente imponente per gli standard italiani; le fonti, non certe, parlano di cifre che vanno dai cinque agli otto milioni di euro. Oltre a questa serata, è stata dichiarata l’intenzione di replicare lo spettacolo ad Agrigento e al teatro Arcim‑ boldi a Milano, logicamente con una scenografia adattata alla location teatrale. La Rai trasmetterà l’intero spettacolo a settembre in prima serata su Rai Uno, mentre Rai Trade ne produrrà e commercializzerà un CD ed un DVD. Ma la notizia più singolare, che da un certo punto di vista ci fa più piacere, è il fatto che Rai Sat, per merito di una sua troupe che ha seguito tutto l’allestimento, produrrà una quindicina di puntate sul backstage dell’evento. Ciò significa che con All Areas TV abbiamo visto giusto! Lo spettacolo si è svolto la sera del 18 giugno e noi, ov‑ viamente, siamo andati a dare un’occhiata. Appena entrati nello stadio, nel pomeriggio, ci siamo trovati di fronte ad un palco imponente. La struttura usata è quella che Vasco ha portato in giro per l’ultimo tour, l’unica in Italia adatta a questi numeri, posizionata in mezzo al campo da gioco nel lato lungo, con il frontepalco rivolto verso la tribuna centrale. Per posizionare il pubblico, è stato allestito un parterre di qualche migliaio di poltroncine e sono stati uti‑ lizzati il primo ed il secondo anello di un lato dello stadio. L’affluenza stimata è stata di oltre quindicimila persone che, per un’opera classica, non è affatto male. L’audio S aranno ormai abituati i personaggi del Romanzo d’Italia a prendere vita su un palco, ma mai prima d’ora s’erano trovati di fronte ad un pubblico di 15.000 persone. Non a caso a Milano, patria del Manzoni e luogo in cui si svolge buona parte della vicenda narrata nel romanzo. Il Meazza, da sempre sede di appuntamenti sportivi o mu‑ sicali, si concede per una notte all’opera moderna. L’evento è stato fortemente voluto dal Comune di Milano, “capitale ideale della musica”, come la definisce il comunicato stam‑ pa, ancora una volta all’avanguardia grazie a questo evento straordinario. A dire il vero, sulla frase “capitale ideale della musica”, viste le denunce che ultimamente sono state fatte verso gli organizzatori di eventi musicali, ci sarebbe parec‑ chio da ridire. 72 settembre/ottobre 2010 - n.85 Il nostro percorso tecnico inizia da Daniele Tramontani che ci illustra l’allestimento audio, curato dal service Agorà. “La richiesta per questo allestimento – racconta Daniele – mi è giunta a gennaio; fortunatamente in questa location ho un po’ d’esperienza, visti i concerti che ho seguito negli anni, quindi questo spazio non ha più segreti per me. Ma questo allestimento era qualcosa di leggermente diverso rispetto ad un concerto rock: non servivano le pressioni tra‑ dizionali (anche causa di qualche lamentela e denuncia – ndr), ma una buona ripresa delle voci ed un’eccellente diffusione su tutto il pubblico. “Inizialmente – continua Daniele – avevo previsto due clu‑ ster laterali, ad una distanza di circa cinquanta metri, dai quali diffondere l’orchestra, ed un cluster centrale da dove diffondere le voci, ma il progetto mi è stato subito scon‑ sigliato poiché il cluster centrale avrebbe “impallato” le guglie del duomo di Milano della scenografia. Quindi ho dovuto dividere il cluster centrale in due e posizionare i due cluster sempre centralmente ma ad una distanza di 25 metri l’uno dall’altro. Per servire bene i due anelli ho collocato inoltre cinque cluster di delay appesi alla struttura. Ho pre‑ ferito dividere ogni cluster in due sezioni, Up e Down, per poter gestire nel modo migliore la diffusione sul primo e sul secondo anello, visto che si trovavano a distanze diverse. Per tutto il resto ho seguito gli standard dei frontfill per la platea. Per il palco ho usato una novità: un cluster di sidefill in line array orizzontale, lungo oltre trenta metri, formato da diffusori Kobra della K‑Array, piccolissimi ma molto effi‑ cienti, che hanno sostituito i monitor tradizionali e coperto uniformemente lo stage. “Inoltre, per non farci mancare niente e volendoci complicare maggiormente la vita – aggiunge sorridendo Daniele – abbia‑ mo inserito un’innovazione mol‑ to interessante, lo “Stagetracker” (vedi box alla fine del presente articolo – ndr), un sistema che localizza acusticamente l’artista sul palco”. Dal PA passiamo rapidamente alla regia di palco dove incontriamo Andrea Tesini, fonico di palco per l’appunto, il quale ci illustra il suo lavoro. “In questa produzione – ci spiega – lavoro con una regia posiziona‑ ta a fianco del palco con un mi‑ xer D1 della DiGiCo. Controllo la diffusione su tutto il palco e nel backstage, ma soprattutto mi occupo della gestione dei 16 mi‑ crofoni degli artisti, microfonati con degli archetti con capsule DPA 4066 collegati a trasmettitori UR1 con ricevitori di ultima ge‑ nerazione Shure UR4D. I sistemi in-ear monitor sono invece della Sennheiser”. Come mai non avete usato le capsule camuffate sulla fronte o sui capelli, come spesso avviene nella lirica? Da un confronto con il regista Guardì, abbiamo sdoganato que‑ sta soluzione: l’archetto dà più l’idea che l’artista canti dal vivo, e si lega ad un tipo d’immagine a cui anche il pubblico, guardando spesso la TV, è abituato. Da delle prove effettuate, abbiamo inoltre avuto un risultato tecnicamente migliore, sia come presenza di voce che come soglia di larsen. Facciamo qualche domanda anche a Giuseppe Porcelli e Fabio Gaiotta, i due microfonisti. “Noi gestiamo tutte le apparec‑ chiature radio – ci spiegano – sia i radio microfoni e gli IEM sia i Tag del sistema di localizzazione degli artisti. Per svolgere bene questo compito dobbiamo affrontare e risolvere due problemi principali. Il primo è quello delle frequenze, che qui a San Siro è veramente impegnativo, perché non è detto che una volta fatti la scansione e il coordinamento delle frequen‑ ze il lavoro sia terminato: da un momento all’altro può uscire fuo‑ ri dal nulla una nuova frequenza che va ad interferire con le nostre. È capitato alcuni giorni fa durante una prova: un cantante si è avvici‑ nato alla regia facendomi sentire 1 2 3 1: Signore e Signori... al pianoforte, Daniele Tramontani!!! 2: Andrea Tesini, fonico di palco. 2: Giuseppe Porcelli e Fabio Gaiotta, i due microfonisti. www.soundlite.it 73 on stage 4: Alessio Comuzzi, fonico FoH. 5: Franco Angelo Ferrari, direttore della fotografia, per quanto riguarda le riprese, e lighting designer per lo spettacolo. 4 5 74 cosa gli entrava negli IEM: era un programma televisivo! Abbiamo dovuto cambiare frequenza al volo e tutto è stato risolto. Proprio per questo problema abbiamo previsto un monitoraggio sul pal‑ co molto omogeneo, per coprire le eventuali anomalie che potreb‑ bero verificarsi durante lo spet‑ tacolo. La seconda sfida è quella del cambio dei trasmettitori e dei ricevitori sugli artisti, che deve av‑ venire ad ogni cambio di costume, lavoro che ricorda molto da vici‑ no quello dei gommisti ai pit-stop delle gare di Formula 1. Da regia a regia, passiamo a quel‑ la di Alessio Comuzzi, fonico FoH. Non è passato tanto tempo da quando ti abbiamo fatto l’ultima intervista; puoi parlarci delle caratteristiche di questa produzione? In effetti appena finite le date di We Will Rock You mi sono messo subito al lavoro per questa pro‑ duzione. Una parte del lavoro è stata abbastanza semplice, perché abbiamo utilizzato in buona parte lo stesso set up di We Will Rock You per quanto riguarda mixer, multi‑ traccia, radiomicrofoni ecc. Ho in‑ vece dovuto dedicare più tempo settembre/ottobre 2010 - n.85 al nuovo “Stagetracker”, un sistema molto interessante ma che, come tutte le cose nuove, necessita di maggior atten‑ zione per capirne il funzionamento. Hai avuto problemi nel gestire l’orchestra registrata insieme alle voci dal vivo? Assolutamente no! Ho gestito l’orchestra come se fosse dal vivo, avendo sempre tutti i canali sotto controllo, quelli dell’orchestra e quelli delle voci, così da poter intervenire in qualsiasi momento su ogni regolazione. Ho adottato questa soluzione perché l’orchestra registrata a Roma, in un gran‑ de studio, non può certo avere lo stesso suono che avrebbe a San Siro, quindi su certi particolari ho ritenuto di dover intervenire. Mentre per la registrazione del CD e del DVD che cosa hai dovuto fare? Personalmente niente, se non essere sincronizzato con le riprese video. Invece ho registrato in prova le 16 tracce dei cantanti, in modo da essere in grado d’intervenire con il play back di qualsiasi voce in caso di possibili malfunziona‑ menti. Luci e proiezioni Dopo averlo inseguito per un po’ di tempo, riusciamo ad ottenere l’attenzione di Franco Angelo Ferrari, storico diret‑ tore della fotografia del nostro panorama televisivo. Signor Ferrari, che ruolo ha avuto in questa produzione? Ho avuto un doppio ruolo: direttore della fotografia, per quanto riguarda le riprese Rai e il DVD, e lighting designer per lo spettacolo, avendo curato anche tutto il progetto luci. Facendo il progetto, ho dovuto mettere assieme le tre diverse esigenze: teatrale per il pubblico presente, televisiva per le riprese, e video per le riprese destinate al DVD. Prediligo il disegno in cui le sorgenti di luce non siano visibi‑ li, perché la luce deve creare magia. Non a caso sul graticcio on stage 6 8 7 9 10 11 del palco ho usato pochissimo i proiettori, nascondendone diversi all’interno della scenografia per poi creare tre grandi punti dove ho posizionato gran parte delle luci: due torri ai lati del palco con una ventina di proiettori ognuna, ed una postazione con una quarantina di testamobili ed una cinquantina di PAR montati su una struttura posizionata fronte palco e fissata sulla balconata del secondo anello. A completamento della scenografia abbiamo usato sette vi‑ deoproiettori gestiti con il Catalyst: quattro frontepalco da 30.000 lumen e tre all’interno della scenografia da 10.000 lu‑ men. Con questi abbiamo proiettato delle immagini su delle superfici trasparenti della scenografia, che hanno fatto da schermo, ma anche su tutta la scenografia stessa, per poter accentuare ancora di più certi passaggi della storia. dal cinema e ultimamente anche dalla televisione. L’azienda ha deciso di inviare direttamente del suo personale specia‑ lizzato, perché si tratta di un sistema molto sofisticato e per farlo funzionare alla perfezione bisogna averne una cono‑ scenza approfondita. Inoltre, per farlo funzionare al meglio, occorre saperlo montare correttamente: proprio per questo motivo a montare e gestire il sistema siamo solo in tre. gere sia agli scenografi sia a Fran‑ co Ferrari per l’utilizzo delle luci. Stessa cosa dobbiamo dire per la parte acustica: seppur registrata, l’orchestra era acusticamente ben presente e ben amalgamata con le voci dal vivo. Per quanto riguarda il sistema di localizzazione, devo essere sincero: non ho potuto av‑ vertirne l’effetto poiché ho visto lo show dai due anelli, mentre il sistema era stato tarato solo per il parterre. Concludendo, non so se com‑ mercialmente un’operazione del genere abbia senso al di fuori di una produzione RAI: il costo tra i cinque e gli otto milioni di euro è certo un obiettivo ambizioso in termini di incassi se si considera che parliamo di un’opera lirica ma, se mi dovessi sbagliare, sarei ben felice di vederne altre. 9: Uno dei cilindri motorizzati posizionati negli angoli dello stadio per controllare i movimenti della Spidercam. La Spidercam 6: Il truss con 40 testamobili Clay Paky da 1200 W e 45 PAR 64 per i frontali, appeso sopra la tribuna. 7: Uno dei truss luci laterali, con 11 Clay Paky Alpha Profile 1200 ed 11 Martin MAC 2000 Profile. 8: L’array lineare orizzontale dei K-Array Kobra, usati per il monitoraggio sul palco. 76 settembre/ottobre 2010 - n.85 Damian O’Connell è il responsabile della Spidercam, una tecnologia di ripresa video davvero all’avanguardia. Cos’è la Spidercam? La Spidercam è quella telecamera che avrete sicuramente vi‑ sto galleggiare in aria durante le riprese delle partite di cal‑ cio. È una telecamera HD montata su una struttura in grado di fare dei movimenti pan e tilt. I comandi di questa tele‑ camera sono di due tipi: il primo riguarda la ripresa, quindi tutti i comandi della telecamera, il soggetto da riprendere, il fuoco, lo zoom eccetera, operazioni eseguite da un ope‑ ratore specializzato in ripresa; il secondo tipo di comandi è invece eseguito da un secondo operatore e riguarda il mo‑ vimento in 3D della telecamera, movimento che viene fatto tramite un joystick che comanda una serie di apparecchiatu‑ re elettroniche e meccaniche. Meccanicamente come funziona? La struttura su cui è montata la telecamera viene aggan‑ ciata a quattro piccole funi di acciaio, ciascuna delle quali viene convogliata in un cilindro a terra tramite quattro pu‑ legge. Il movimento di questi quattro cilindri, posizionati sui quattro angoli, determina la traslazione sui tre assi della telecamera. Chi è il service? È la ditta stessa che ha sviluppato l’apparecchiatura, la Spidercam GMBH. Ha base in Austria e ha aperto otto diver‑ si uffici: cinque in Europa, due in America e uno a Tokyo. Da questi uffici gestiamo direttamente tutte le richieste che ci vengono fatte. Attualmente abbiamo otto sistemi completi con otto squadre, precisamente quattro montati in quattro campi di calcio in Sud Africa per i Mondiali di calcio, un quin‑ to qui a Milano e altri tre in giro per il mondo. Le richieste arrivano prevalentemente dagli eventi sportivi, ma anche Lo show Non siamo molto abituati a rappresentazioni di questo genere, con produzioni di questo calibro. Per esperienza, quando si mettono assieme diverse scuole non sempre il ri‑ sultato è buono, ma in questo caso, dal mio punto di vista, è stato ottimo, e penso che la stessa cosa abbia pensato il pubblico intervenuto, tra le 15 e le 20 mila persone, magari abituato a rappresentazioni più dimesse in luoghi conside‑ rati più tradizionali e sicuramente più ridotti. La scenogra‑ fia era montata su tre anelli concentrici e, combinando la rotazione delle varie parti, si creavano molte ambientazioni diverse, dal monastero della Monaca di Monza alla Piazza del Duomo di Milano, passando per l’interno di castelli o abitazioni, fino al Lago di Como, tutto completato da video proiezioni ad hoc. Un grosso plauso è sicuramente da rivol‑ 10: Spidercam, Spidercam; does whatever a spider can... 11: Damian O’Connell, il responsabile della Spidercam. www.soundlite.it 77 on stage PLASA2010 12 V I S I T U S A T S T A N D : 1 - F 4 4 TTA Stagetracker In questo spettacolo abbiamo avuto modo di vedere in azione, o meglio sentire, il nuovo Stagetracker, sistema di localizzazione che ci siamo fatti illustrare da Luca Geroli, responsabile del supporto tecnico. 12: Luca Geroli con uno dei trasmettitori per il sistema di localizzazione Stagetracker. 13: Una schermata del software di controllo Tracking Engine. 13 Da quando nei teatri sono stati introdotti sistemi di amplificazione, il problema principale è stato quello di ricreare un effetto naturale delle voci recitanti o cantanti, come se l’amplificazione non ci fosse. Quando sul palco sono presenti più attori/cantanti contemporaneamente, non è semplice distinguere da chi e da quale direzione arriva la voce, poiché il suono proviene staticamente da pochi diffusori (Left, Center, Right) con un effetto uniformante. L’effetto è quindi molto diverso rispetto all’impatto naturale che si avrebbe se l’amplificazione non ci fosse, con la netta percezione della provenienza del suono dai singoli protagonisti, soprattutto quando questi sono in movimento. Il sistema Stagetracker FX permette di ricreare la sensazione naturale di spazialità e provenienza del suono anche con l’utilizzo di sistemi di amplificazione. Come? Per mezzo di un sistema di tracciamento dei vari attori/cantanti: i vari microfoni si “muovono” nello spazio bidimensionale (da destra a sinistra, dal fronte a fondo palco agendo su pan, delay ed attenuazione, in tempo reale ed in maniera automatica) e si indirizzano ai vari diffusori ricreando un impatto sonoro assolutamente realistico. Il cuore del sistema è il software Tracking Engine che permette il settaggio di tutti i parametri di tracciamento, della strategia di diffusione audio ed il monitoraggio delle operazioni durante lo spettacolo. Semplice ed intuitiva, l’interfaccia grafica permette la definizione delle regole di indirizzamento ai vari diffusori per i diversi punti definiti all’interno del palcoscenico. Quando un attore si trova in un determinato luogo, il software calcola in tempo reale l’indirizzamento ai vari diffusori quale risultante delle regole di tutti i punti definiti in base alla distanza dell’attore da ciascuno di essi, ricreando una diffusione del tutto realistica. L’hardware che permette il tracciamento è costituito da un occhio elettronico (possibilmente posto in alto al centro del palco) e da piccole “tags” (trasmettitori grandi quanto una scatola di cerini) indossate dai vari artisti. Le informazioni di localizzazione sono quindi trasmesse dall’occhio al computer che esegue il Tracking Engine per mezzo di una connessione Ethernet standard, e il computer, sempre via Ethernet, impartisce gli ordini alla matrice audio che riceve i segnali dei vari radiomicrofoni dalla console (tipicamente direct out post fader) e invia i vari mix a tutti i diffusori in sala. www.martin.it 78 settembre/ottobre 2010 - n.85 on stage Personale Con il Patrocinio di Prodotto da con la collaborazione di Scenografia Strutture Costumi Calzature Gioielli realizzati da Service luci Comune di Milano Europa Europa di Rita Calabrò Euro TV Produzione Mekane Italstage Company Sartoria Teatrale Tirelli Il Costume Pompei Gerardo Sacco Di and Di Lighting and Truck Service audio Registrazioni orchestra sinfonica e coro polifonico Coordinamento corpo di ballo Pubblicità Grafica Sito e realizzazione del book teatrale Ufficio Stampa Agorà Aziende coinvolte I Promessi Sposi 80 Music Village Forum AGR Associati di Antonio Gnecchi Kinetic di A. Mombelloni Redcell Art Attack Adv Goigest Dal romanzo di Musica, arrangiamenti e armonizzazione corali Scene Costumi Gioielli Coreografie Luci Direzione musicale e collaborazione agli arrangiamenti Coro polifonico Orchestra sinfonica Pianoforte, editing missaggio e consulenza musicale Coordinamento artistico Editing del testo Coordinamento organizzativo e collaborazione alla regia teatrale Orchestrazioni e direzione d’orchestra Regia e riduzione teatrale testo Foto di scena e ritratti Alessandro Manzoni Aiuto scenografo Aiuto regista Aiuto coreografo Aiuto costumista Arredatore Grazia Polito Emanuele Gamba Feliciano Lo Mele Alessandra Chirulli Piero Risani Ezio Di Monte Per Europa Europa Organizzatore artistica per Europroduzione Direttore di produzione Coordinamento Stadio Meazza Produzione Amministrazione Pressbook Assistente ai costumi Gabriella Pavone Francesco Lucia Barbara Bernacchia settembre/ottobre 2010 - n.85 Pippo Flora Luciano Ricceri Alessandro Lai Gerardo Sacco Mauro Astolfi Franco A. Ferrari Gianluca Cucchiara Maria Grazia Fontana Nova Amadeus Sergio Cammariere Giovanna Flora Alessandra Salas Marco Aprea Renato Serio Michele Guardì Tommaso Le Pera Nada Pahor Giuseppe Quinzi David Torrisi Francesca Rubino Cesare Cerulli Valerio Crescentini Gabriele De Vidi Alessandro Semprini Giulia Vacatello Massimo Pietrosanto Onofrio De Cicco Federico Balestri Piero Risani Trucco / parrucchieri / addette ai costumi Truccatori Parrucchieri Addette ai costumi Agenzia Broadway di Giancarlo Turri Vasco Stolzi Antonella Amadei Emanuela Formichella Claudia Spina Gianfranco Cori Ettore Tarquini Vanessa Turri Carlos Alfonzo Nicola Griguoli Evelina Bucchi Alessio Cannetto Orietta Mancini Angela Manduzio Antonella Mozzetta Paola Olini Paula Preda Massimiliano Rezza Luka Turri Operatori al mixer luci Operatore Catalyst Capo elettricista Caposquadra elettricisti Tecnico luci Operatori seguipersona Elettricisti Fabio D’Angelo Marco Gattella Andrea Delli Fiori Roberto Piersanti Roberto Mascitti Francesco Angeloni Maurizio Fontana Laura Tudini Massimiliano Diamanti Roberto Feola Stefano Ferrari Marco Paternò Sound designer Fonico di sala Fonico di palco Microfonista Daniele Tramontani Alessio Camuzzi Andrea Tesis Giuseppe Porcelli Per Music Village Forum Ingegneri suono registrazioni Mixaggi registrazioni Ass. di studio Franco Finetti Davide Palmiotto Simone Mammucari Gabriele Conti Per KINETIC Per ART ATTACK ADV Per REDCELL Federica Fattorusso Claudio Ciatti Flavia Miccio Pasquale Borrielli Andrea Ciulu Daniele Bufalini Personale luci Personale audio Per l’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus Direttore artistico Stefano Sovrani Franco Lazzaro ha realizzato la prima trascrizione musicale on stage di per le luci, azienda consigliata a Lavee da diversi contatti, compreso l’ex-socio Ofer Lapid, attualmente direttore generale del service Gearhouse in Sud Africa. Lavee commenta: “HSL e Britannia Row sono stati dei collaboratori fantastici; dall’organizzazione e consegna fino alle crew sul posto, che sono state altamente professionali e con cui è stato molto divertente lavorare. Tutti erano molto stressati per via delle condizioni ambientali poco confortevoli, ciononostante hanno prodotto risultati spettacolari”. Quando il progetto ha ricevuto il nulla-osta, alla fine del 2009, Lavee ha chiesto ad Elad Mainz di entrare nel progetto come codirettore tecnico, per farne il suo braccio destro nonché per sfruttare la sua capacità di realizzare i programmi. Louise Stickland Nabucco a Masada Per quanto riguarda le produzioni site-specific, poche sono più speciali di questa: questa località sul Mar Morto dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO è il punto più basso della terra ferma, a 400 metri sotto il livello del mare, ai piedi del maestoso ed imponente monte Masada, conosciuto per il suicidio di massa dei ribelli Sicari nel 73 d.C. durante la prima guerra giudaico-romana. C ircondato da distese sconfinate di arido deserto e da un litorale sfuggente, il monte Masada incisivamente inscrive il paesaggio roccioso su questo sfondo, che è zona abitata esclusivamente da serpenti, lucertole e scorpioni e incontaminata dall’uomo ormai da diversi secoli. Produrre l’influente “opera ebrea” di Giuseppe Verdi a Masada è stato a lungo un sogno per Hanna Munitz, la tenace direttrice dell’Israeli Opera. Dopo due anni di discussioni infinite e di estenuanti negoziazioni politiche e l’avvicendamento di quattro registi, e a seguito di un’immensa operazione logistica, quel sogno è diventato realtà. Questa produzione ambiziosa, innovativa e veramente unica è stata il primo evento culturale ad attirare un sostanzio- 82 settembre/ottobre 2010 - n.85 L’allestimento so pubblico internazionale, ed è stata la prima nel paese ad unire i talenti migliori e le risorse locali ed internazionali... nel mezzo del deserto. Oltre al fatto che questa è la prima volta che il sito di Masada viene utilizzato in questo modo, è anche la prima volta che una singola azienda israeliana, Stage Design, con sede a Tel Aviv e a Gerusalemme, ha fornito tutte le specifiche di una produzione tecnica, compresa la costruzione e l’allestimento del sito. Stage Design è capitanata dal carismatico Eyal Lavee, sicuramente un “uomo con un programma”, ma con in più un sorriso birichino ed una determinazione infaticabile. “Planning” – pianificare – era la parola mantra quando, dal nulla, nel bel mezzo del deserto, si è iniziato a costruire un sito di 90.000 m2 che doveva diventare una venue per la lirica internazionale dagli standard altissimi. Certo, un’impresa non da poco. Stage Design lavora da diverso tempo con Munitz, e ha vinto il contratto per fornire l’infrastruttura del sito, dopo aver fornito il materiale per un evento all’aperto allestito per l’Opera l’anno scorso. Lavee si è reso conto dall’inizio che l’enorme impresa logistica di produrre uno spettacolo di quel calibro e con quel profilo, in quelle condizioni, avrebbe richiesto l’interessamento di partner tecnici esterni per svariati aspetti; così ha cercato fornitori per audio e luci a livello internazionale. Era essenziale che i fornitori scelti avessero la giusta attitudine per lavorare nelle condizioni più avverse e non ortodosse insieme alla stessa passione per il progetto... per non parlare del materiale corretto. “Avevo bisogno – spiega Lavee – di persone con esperienza, di giocatori con spirito di squadra che riuscissero a continuare a sorridere nel corso di un allestimento ‘un po’ difficile’. Questi non crescono sugli alberi”! Questi sono arrivati dal service inglese Britannia Row per l’audio, con cui Lavee aveva già lavorato, e dall’inglese HSL A parte l’audio e l’illuminazione, tutto il resto è stato procurato da fornitori israeliani. Stage Design ha fatto tutto il lavoro della costruzione, compreso il palco largo 60 m con una scenografia progettata da Nitzan Rafaeli, dotata di un elevatore idraulico, un labirinto di ingressi ed uscite, tunnel, quick-change ed un’enorme sezione di backstage e camerini. Stage Design ha fornito ed installato anche le tribune, capaci di contenere 6500 persone, di colore adatto ad integrarsi con il paesaggio. Sono stati costruiti anche gli enormi portali – alti 19 m e larghi 24 m – ai fianchi del palco, ed un altro portale alto 19 m in posizione FoH. Non si poteva trascurare il monte Masada come fondale per lo spettacolo, così le imponenti dimensioni dei portali laterali hanno permesso di non nascondere la vista del monte. Ovviamente è stato necessario tenere conto dei calcoli relativi alla tenuta al vento, per cui ognuno dei www.soundlite.it 83 on stage 1 2 3 4 1: La squadra luci di HSL. 2: Il capo squadra di Britannia Row, Josh Lloyd. 3: Elad Mainz, site & technical director. 4: Saffril “Saffi” Dagan, responsabile locale della squadra luci. 84 portali aveva una zavorra di blocchi di cemento ancorati a terra e tre gambe d’alluminio costruite su misura da Total Fabrication in Inghilterra. Stage Design ha costruito tutta la scenografia e ha fornito l’illuminazione per la vasta zona di ricevimento, la sontuosa zona VIP progettata da Giyora Porter, e tutto il resto della costruzione da adibire ad area pubblica e cioè tutti i servizi e le strutture che ci si aspetta di trovare in un elegante teatro lirico: guardaroba, accesso per i disabili, toilette stravaganti, bar, ristoranti e merchandising. Il design del foyer di Porter ha preso come punto di partenza il colore e la sensazione data dal paesaggio e lo stile dell’architettura originale costruita sopra la montagna su ordine di Re Erode il Grande tra il 37 e il 31 a.C. Porter ha creato un’estetica di grande impatto per questa zona di passaggio che saliva piano piano dall’ingresso verso la venue. Tutti i mobili, le piante e gli accessori sono stati forniti da Faza Productions di Tel Aviv. Lavee ha anche installato uno schermo d’acqua largo 30 m, installato su 100 m2 di decking che riciclava 180.000 litri d’acqua. Su questo schermo, in due momenti strategici dell’opera, venivano proiettati prima un effetto di fuoco, e poi effetti d’acqua. La costruzione per il Nabucco è iniziata con cinque mesi di anticipo, utilizzando tre diversi laboratori, e l’allestimento è iniziato sei settimane prima della prima. La produzione è stata soggetta a regolamenti molto rigidi quanto a quel che si poteva e quel che non settembre/ottobre 2010 - n.85 si poteva fare al sito, imposti dalle autorità dei parchi nazionali a tutela della natura. Anche se era necessario eseguire un gran numero di scavi, l’obbiettivo era comunque quello di minimizzare l’impatto ambientale su tutti i 90.000 m2. È stato un progetto molto faticoso per le persone e per le apparecchiature coinvolte. La temperatura diurna si fissava intorno ai 47°, con alte percentuali di umidità, vento, polvere e frequenti tempeste di sabbia... e non era finita lì! Tra le difficoltà incontrate si deve includere il posizionamento delle 60 luci allo Xeno da 5 kW e da 7 kW che il lighting designer Avi “Bambi” Yona Bueno voleva utilizzare per riempire lo spazio lungo i 1700 m tra il palco e la base della montagna retrostante, alta 400 m. Questa zona è un paesaggio terrificante di massi e di sassi, inaccessibile a qualsiasi veicolo ma anche a qualsiasi uomo caricato di peso. Con tutta la tecnologia disponibile sul pianeta, quella più antica si è dimostrata quella più efficace... solo i cammelli avevano la forza e la stabilità necessarie per quest’impresa. Averlo saputo in anticipo è stato il fattore dominante nella scelta dei searchlight allo xeno Panther, scoperti in Cina durante una missione di ricerca insieme a Tim Dunn della Gearhouse, che ha investito negli stessi proiettori per la cerimonia di chiusura del campionato del mondo di calcio. Un cammello medio è in grado di portare un totale di circa 250 kg, e le unità che Stage Design ha acquistato pesano 170 kg nel flight case. Elad Mainz era il prescelto ad occuparsi della logistica, e questo compito comprendeva anche i cammelli. Tramite passaparola, ha saputo di una tribù di beduini che alleva una razza di cammello in grado di portare 400 kg. Mainz ha contrattato per avere proprio queste bestie in modo da spostare carichi bilanciati di due proiettori allo xeno per viaggio. Purtroppo, questi cammelli sono anche famosi per il loro comportamento irascibile. Dice Mainz “È difficile lavorare con questi cammelli, non ci si può fidare sempre di loro”. È stata un’impresa non indifferente ma, lavorando secondo i loro tempi e i loro ritmi, i super cammelli sono riusciti a sistemare i proiettori allo xeno nelle posizioni ottimali. La corrente elettrica necessaria alla produzione è stata fornita da oltre 50 generatori, compresi i backup per tutte le zone principali e sei ai piedi della montagna per alimentare i proiettori allo xeno da 5 kW che la dovevano illuminare. In Israele (come in Italia – ndt) è spesso necessario “conoscere qualcuno” per ottenere risultati, e l’Israeli National Electricity Company per caso ha una linea ad alta tensione a due chilometri ad est del sito della produzione. Sono stati così cortesi da costruire una nuova substation, rendendo disponibile una fornitura di 1000 ampère trifase al sito, usata per alimentare la struttura al FoH e le luci per il lato destro del palco. Le luci Mike Oats, di HSL, dice del progetto: “È stata dall’inizio una sfida incredibile sotto ogni aspetto – non solo riguardo alla logistica – ma questo è stimolante ed è quello che ci piace fare”. Il costruttore ceco Robe ha partecipato in modo molto attivo. Bambi è stato coinvolto nel progetto poco dopo la sua concezione. Lavora come lighting designer da oltre 30 anni, in varie discipline del lighting design (architetturale, live show, ...) in tutto il mondo, ed è senza dubbio il lighting designer israeliano più conosciuto. Mentre si avvicinava la prima data e le sue visioni creative si evolvevano, ha concentrato le sue richieste per l’illuminazione in una serie 5 6 7 di specifiche che, purtroppo, non erano tutte presenti in un singolo prodotto disponibile sul mercato. Esigeva testemobili potenti perché le distanze sul palco erano notevoli, ma i fasci di luce da questi dovevano rimanere contenuti e concentrati. Bambi aveva incontrato il direttore di Robe Josef Valchar alla fiera di Francoforte per parlare di questa esigenza, ed il risultato di quest’incontro è stato la produzione di gobo “shutter” customizzati per il ColorSpot 2500E AT che permettono l’isolamento di aree ben definite. Per mantenere l’intensità dei proiettori sono stati progettati e costruiti dei riflettori dedicati, installati in 84 dei ColorSpot 2500E AT di HSL. Così sono riusciti ad ottenere esattamente i risultati richiesti da Bambi. “Il fatto che Robe era preparato ad arrivare a questo punto per accontentarmi – dice Bambi – mi ha veramente impressionato in positivo”. Naturalmente, il fatto che HSL ha il più grande inventario di proiettori Robe nel Regno Unito ha avuto un po’ di peso nella situazione, ma il triumvirato “luminoso” in questa situazione ha dimostrato la propria flessibilità ed è riuscito a produrre un risultato unico. HSL ha mandato a Masada una delle proprie squadre di serie “A”: Charlotte Stevens, Gabriel Cross, Ian Stevens e Rob “Starkers” Starksfield. Hanno lavorato a stretto contatto con il crew chief locale, il sorridente Saffril “Saffi” Dagan, che Stevens ha descritto come “strabilante”. Prima della spedizione del parco luci in quattro container dall’Inghilterra, Saffi è andato alla sede di HSL per dare il suo contributo alla preparazione. Oltre agli 84 ColorSpot 2500E AT posizionati dappertutto sui portali laterali e al FoH, i primi 24 esemplari dalla linea 10 di produzione del nuovo ColorBeam 2500E AT sono andati direttamente a Masada. Questi ultimi sono stati posizionati sotto il palco, a proiettare fasci stretti e potenti attraverso le griglie inserite nel palco e dirette verso il cielo. Il resto del parco luci era composto di 24 Robe REDWash 3•192 montati su staffe intorno al bordo del palco, 300 PAR ed oltre 200 ETC Source Four – con lenti da 10°, 36° e 50° – disposte dappertutto nei portali. Dodici Martin MAC III Spot erano posizionati ad ogni lato del palco, per animazione e per la copertura del palco. In termini di creatività, era una sfida particolare illuminare l’enorme palco del Nabucco quando l’unica luce dietro era quella proiettata sulla montagna e quella proveniente dai proiettori allo xeno dispersi sui due chilometri di deserto dietro il palco, che comunque si dovevano utilizzare con parsimonia. Bambi faceva i suoi wash di base con i PAR, usava i ColorSpot per i frontali stretti e per gli effetti, e i Source Four per i frontali secondari, per gli special e come sagomatori generali. I REDWash li usava per spalmare coperture intense di colore saturo sul palco, poiché le loro sorgenti LED fornivano una luce di qualità molto contrastante con quella delle sorgenti MSR dei ColorSpot. HSL ha fornito sei seguipersona Robert Juliat Cyrano, completi di gabbie di sospensione appositamente fabbricate per appenderli il più in alto possibile al portale in FoH, come espressamente richiesto da Bambi per avere l’angolo più ripido possibile, al fine di mi- 8 9 5: da sx: Avi Yona Bueno “Bambi”, lighting designer, ed Eyal Lavee, site & technical director per Stage Design. 6: Nitzan Rafaeli, stage set designer. 7: I programmatori luci Alon Cohen (a sx) – che ha anche gestito le luci durante lo spettacolo – e David “Vinni” Vinnick (a dx). 8: Richard Sharrett, FoH sound engineer. 9: Giyora Porter, site & foyer designer. 10: La squadra audio di Britannia Row. www.soundlite.it 85 on stage nimizzare qualsiasi fuoriuscita di luce dietro il palco. Tre strobo Hungaroflash T‑Light Pro erano montati upstage sul portale a stage-right per fornire il fulmine che stordisce Nabucco e lo rende privo di sensi alla fine del secondo atto, quando si dichiara Dio. Essere colpito da Dio non è un effetto da compromettere, così queste bestie (da 80.000 W l’uno) erano alimentate da un generatore dedicato. C’erano anche 24 strobo Martin Atomic Colour 3000 per momenti di strobo meno drammatici. La corrente veniva distribuita tramite degli “hot rack” HSL, quattro 72‑vie e due 24‑vie, un Avolites 48‑vie e due dimmer Avolites ART 2000 da 24 vie. Un sistema DMX wireless di City Theatrical era impiegato per mandare i dati verso i fari allo xeno da 5 kW e 7 kW nel deserto e alla base della montagna, tutti gli altri collegamenti per i dati erano tramite cavo. Bambi ha coinvolto due programmatori assolutamente al top: Alon Cohen e David “Vinni” Vinnick, che hanno usato due console Compulite Vector Red Cross, program- mando i corpi mobili su una e le luci generiche sull’altra, integrando poi entrambi gli show in una console per controllare lo spettacolo e tenendo la seconda come backup. Alon e Vinni hanno fatto una settimana di pre-programmazione sulla suite WYSIWYG dell’Opera a Tel Aviv, per creare delle basi, perché il tempo di programmazione sul posto era molto ristretto. L’Audio La squadra di Britannia Row era capitanata da Josh Lloyd, mentre lo spettacolo è stato mixato da Richard Sharratt, che ha anche specificato l’impianto. L’obiettivo di Sharratt era di riprodurre perfettamente il suono non-amplificato in tutta la venue. Gli appassionati di opera lirica sono manifestamente ostili a qualsiasi evidenza di rinforzo sonoro, così è stato importantissimo stabilire un’immagine naturale in ogni posto del pubblico, nonostante le condizioni meteorologiche poco collaborative. L’impianto, composto da diffusori L‑Acoustics Kudo, è stato progettato da Lloyd dopo una visita al sito in febbraio ed un’altra visita precedente di Bryan Grant, anche lui di Britannia Row. Utilizzando i disegni CAD del posto di Stage Design ed il software Sound Vision di L‑Acoustics, Lloyd è arrivato alla soluzione effettivamente utilizzata. Gli array principali erano formati da 13 Kudo per lato, con sette elementi per lato di outfill, questi ultimi per la parte alta delle tribune a 50 metri dal palco. Gli array di outfill erano appesi con l’elemento in basso a pari altezza di quello degli array principali, anziché essere allineati in alto. La caratteristica del Kudo, che consente di regolare la copertura in orizzontale tramite i K‑Louver, è stata molto importante, e tutti gli elementi utilizzati per Nabucco sono stati imposta- Il sistema Palcoplus comprende ora anche RA18, un ‘arrayable bass cabinet’ (1700 W / 4 ohm) che aumenta ulteriormente la flessibilità di utilizzo e la ricchezza timbrica del sistema. RA18 (qui a lato in demo presso il Concert Sound Arena - Prolight+Sound 2010) permette infatti di incrementare in modo deciso la pressione sonora, generata dal sistema sospeso, nelle ottave più basse, aumentando così la già considerevole dinamica dell'array. È disponibile anche una versione a 8 ohm, 3400 W, con altoparlante in fibra di carbonio. Palcoplus è un prodotto modulare e scalabile che si distingue per una voce inconfondibilmente naturale. Un array di 4 diffusori, ognuno dei quali grande quanto un rack 6u, pesa solo 80 kg, compreso l’hardware per la sospensione e vanta una potenza applicabile di 4000 W. Ogni singolo elemento sviluppa fino a 130 dB SPL, perciò è possibile utilizzare sistemi di dimensioni molto ridotte per la sonorizzazione di spazi relativamente grandi. Grazie ad una dispersione orizzontale di 120°, PalcoPlus fornisce una copertura perfetta anche quando gli array sono sospesi ad altezza ridotta o sono appoggiati a terra. L’unità sub-bass dedicata, RAB1815, utilizza una configurazione a doppio trasduttore che genera una caratteristica polare cardioide. 2 unità bassi vantano una potenza applicabile di 6400 Watt. La gestione del sistema avviene mediante il processore amplificato PLM6800 o mediante il processore LM24 (per chi già possiede gli amplificatori) ed un software proprietario (RACon ). TM Scopri tutte le caratteristiche del sistema collegandoti al sito: www.palcoplus.com oppure contattaci a: 86 settembre/ottobre 2010 - n.85 [email protected] - 051 766437 on stage 11: Vista di uno degli enormi “portali” costruiti ai lati del palco per ospitare il parco luci. 12: Vista da sopra dell’enorme zona di ricevimento allestita con scenografia ed illuminazione in tema con la produzione. ti con dispersione asimmetrica ad 80°, verso il centro del pubblico. Le prime file sono state coperte da quattro array appoggiati di dV‑Dosc, due interni di quattro elementi ognuno e due esterni da tre elementi ognuno. Questi avevano anche la funzione di rifocalizzare l’immagine sonora del palco per i posti non coperti dalla linea di ritardo, che comprendeva otto L‑Acoustics 108 montati su pali individuali a metà della tribuna. Ogni array di dV‑Dosc era appoggiato sopra un dV‑Sub, mentre sotto gli array principali c’erano 16 SB218 per lato. Lloyd, Jerry Wing e Kieran Walsh hanno progettato un preset cardioide appositamente per quest’applicazione degli SB218. Il sistema era pilotato da finali LA8, equalizzato ed allineato da processori Dolby Lake, che a loro volta sono stati gestiti dai tablet remote utilizzando il protocollo audio di rete Dante. Il banco FoH era un Midas XL8, un mixer con cui Lloyd ha lavorato molto e che considera un ottimo apparecchio a livello di suono e di utilizzo. Ha enfatizzato l’importanza di una console completamente trasparente per l’amplificazione di un’orchestra. La regia di palco – dominio di Graham Blake con il suo PM1D – è stata nascosta sotto lo stage, tra i camerini. Il coro da 80 voci aveva disponibili degli IEM, ma erano presenti anche 10 monitor Tur11 88 settembre/ottobre 2010 - n.85 boSound 420 per chi non li avesse graditi. L’obiettivo nel monitoraggio era di mantenere una transizione liscia per il coro e per gli interpreti, e permetter loro di ascoltare correttamente l’orchestra dal fronte palco fino al fondo del palco, una distanza di circa 25 metri. Gli otto interpreti principali erano microfonati con dei DPA 4066 omnidirezionali nascosti nei capelli, con trasmissione radio fornita dai minuscoli bodypack Sennheiser 5215. Degli 80 membri del coro, otto delle voci maschili ed otto delle femminili erano riprese con i DPA perché Sharratt voleva un secondo strato di coro più malleabile. C’erano inoltre diversi microfoni panoramici – una combinazione di microfoni a zona di pressione della Shure e di AKG e dei microfoni a fucile Sennheiser 416 ed 816 – per un totale di 20 canali di coro. Il lavoro non indifferente di seguire i radiomicrofoni è stato svolto dal responsabile della parte RF, Pawel Zakrzewski e dalla microfonista Alison Dale. Inoltre, durante lo spettacolo, Dale aveva il compito di leggere la partitura per dare i cue a Sharratt. La crew di Britannia Row ha dovuto affrontare le stesse sfide fisiche di quella di HSL in termini di spostamenti di attrezzatura, che era possibile esclusivamente con veicoli sul sito, e ha dovuto implementare un regime di manutenzione quotidiana molto serio, per combattere polvere e sabbia. È stato stabilito un rapporto di scambio molto sano tra le diverse crew: l’aspirapolvere industriale dei fonici per il compressore dei “luciari”. Per quanto riguarda le condizioni atmosferiche, l’umidità è stata il problema più temibile ma, fortunatamente, la natura ha dato la sua benedizione allo spettacolo, fornendo una serie di tranquille brezze serali e cielo limpido per gli spettacoli. Masada Magic Mentre la sera dello spettacolo in anteprima per la stampa Hanna Munitz tratteneva il fiato quando l’orchestra suonava i primi accordi, l’incredibile atmosfera del posto e della scenografia sul palco e nelle zone pubbliche veniva intensificata dalla luna piena e da un cielo punteggiato di stelle. È stato un momento d’emozione intensa assistere finalmente alla realizzazione della sua “pazza” idea, quell’idea che in quel momento diventava un evento tangibile in grado di incantare una nazione. Lo spettacolo ha generato così tanto interesse che un run di due serate è stato prolungato fino a sei serate già mesi prima dell’apertura. La capacità della Munitz di rischiare sulla creatività, combinata con l’esperienza tecnica, la perspicacia e la determinazione di una squadra di produzione eccezionale – pronta a pensare lateralmente e ad affrontare sfide molteplici con soluzioni molteplici – hanno reso il Nabucco a Masada un evento di classe mondiale. 12 chi c’è in tour Artista Agenzia Service Audio Fon.FoH Fon.Mon. P.A. Monitor Mix.FoH Mix.Mon Serv. Luci Light Des. Imp. luci Mix Luci Africa Unite Estragon Mescal Big Talu Music Service Simone Squillario Pol Lagorio Martin / Lab.gruppen Martin LE 12 J AMEK SR 6000 Digidesign SC48 Big Talu MS Lorenzo Pasquali Robe 700 / Coemar 575 / Par, ACL Avolites Pearl 2008 Alessandra Amoroso International Music & Arts Lombardi srl Giammario Lussana Massimo Casagrande Adamson Y10+Axis 218 / Lab.gruppen FP6400;FP3400 IEM Sennheiser ew300G3 Yamaha PM5D-RH Yamaha PM5D-RH Lombardi srl Alpha Spot e Beam 700 / Massimo Tomasino CP Coemar Infinity XL wash GrandMA Light Maurizio Battista AB Management Idea Music Service Alessandro Catrucci Axiom 3210 / PowerSoft Proel Edge 15 CXP Yamaha 01 V Idea Music Service Paolo De Asmundis Coemar Compulite Spark 4D Baustelle Talu Music Big Fish Casasonica Big Service Marco Tagliola Martin W8 LC / Lab.gruppen Martin W8 / IEM Venue Profile Mix Rack 48 Big Talu Music Service Giorgia Lovato Robe 700 / Coemar 575 Par ACL Avolites Expert Titan3 Arturo Brachetti Live Nation / Murciano Iniziative Imput Studio Nicola Pugliese d&b Q1 / d&b D12 d&b Max / Aviom Venue Profile Imput Studio Steve Gray Martin MAC 700 Avolites Pearl Carmen Consoli On The Road Blackout Gianluca Vaccaro Butterfly Hi-pack/Subtech Outline H.A.R.D. 218 SP/Mantas Downfill 212 NET SP e 115 SP Coemar iWash / SGM Giotto Spot Jands Vista Simone Bonetto Venue Profile Mix Rack 48 Venue Profile Venue SC48 Blackout Luigi Lombardi Venue Profile Yamaha PM1D Lombardi srl Alpha Beam e Spot 700 / Massimiliano Fusco CP Coemar Infinty XL Service video Idea Music Service Gigi D’Alessio Live Nation Lombardi srl Roberto Rosu Marco Dellatorre Adamson Y10 / Axis 218 / Sennheiser G3 / Lab.gruppen FP6400 K-array FP3400 Cristiano De Andrè Ph.D Milano Music Service Giancarlo Pierozzi Vincenzo “Cina” Cinone EV XLC / EV P3000 SPX / Sennheiser IEM Yamaha PM5D Yamaha PM5D Milano Music Service Pepi Morgia Coemar iSpot/iWash 575, PARLED / DWE Compulite Sparktop 4D Elio e Le Storie Tese International Music / Hukapan Sonique srl Rodolfo “Foffo” Bianchi Gianluca Cavalini JBL Vertec 4888 / Sub Edge 21 Edge Midas XL3 Yamaha PM5D RH Sonique srl Luca Casadei Vari*Lite / Martin / Coemar SGM Regia 2048 Elisa “Heart Tour” F&P Group Nuovo Service srl Marco Monforte Erick Anderson L-Acoustics V-DOSC / LA8 IEM Sennheiser DiGiCo D5 DiGiCo SD8 Nuovo Service srl Mamo Pozzoli Martin / Clay Paky / Chromlech GrandMA Loredana Errore Live Nation Idea Musica Service Congedi Vincenzo Luongo Emanuele Martin W8 LM / Powersoft Martin LE1200 Yamaha M7CL Yamaha M7CL Idea Musica Service Domenico Ragosta Dreamlight 575/1200 Compulite Spark Dennis Fantina Lorenzo Paolucci Fashion Eventi Andrea Aiello Gianfranco Pappalardo Proel HK Audio Yamaha LS9 Yamaha LS9 Fashion Eventi Stefano Centrangolo Martin SGM Scan Control TCA Fiorello Live Tour Agorà Pierfrancesco “Hugo” Tempesta Massimo Manunza L-Acoustics V-Dosc / LA8 Clair DiGiCo SD7 DiGiCo D5 Musical Box Rent Marcello Jazzetti Vari*Lite / Coemar GrandMA STS Communications Max Giusti AB Management Idea Musica Service Alessandro Catrucci Paolo Zanier Axiom / Powersoft Edge 15CXP DiGiCo SD8 DiGiCo SD8 Idea Musica Service Doriano Dreamlight 575/1200 Compulite Spark 4D Idea Musica Service Irene Grandi Live Nation Imput Studio Marco Monforte Luca Morson d&b J / d&b D12 Sennheiser ew 300G2 DiGiCo D5 DiGiCo D7 Imput Studio Adriano Sanson Coemar Infinity XL Spot e Wash / Martin MAC 700 Avolites Pearl Expert Titan Event Management Festersound Cristian Porcu Stefano Calabrese X-Treme JBL512M Soundcraft Si3 Soundcraft si2 Festersound Davide Fadda DTS XR300 Beam Avolites Pearl 2004 Axiom AX3201P / Edge 21 / d&b Max / RCF TT DiGiCo D5 Sonique srl Andrea Arlotti Vari*Lite / Martin / Coemar Avolites Pearl 2008 Giochi di Luce srl DFM SErvice Cefalù Istentales Euphon Communication GrandMA Proiezioni di STS J-AX Barley Arts / Best Sound Sonique srl Alessandro Arturi Kalamu Scirokku DFM Service Cefalù Francesco De Marco Musotto Antonio RCF TTS28 / Bose RCF TT25SMA Soundcraft MH2 Allen&Heath GL4000 DFM Service Cefalù Musotto Antonio II Prolights / PSL / Coemar SGM Fausto Leali Mithos Agency Rental Company Enrico Landi Franco Polichetti JBL Vertec 4887ADP / 4880ADP / Crown JBL SRX 712 Soundcraft Si3 Soundcraft Si3 Professional Service Gerardo Liguori SGM / Griven SGM Regia 2048 Live Luciano Ligabue Riserva Rossa Nuovo Service Alberto Butturini Remo Scafati L-Acoustics K-1 / LA8 Sennheiser ew300 G3 Midas XL8 DiGiCo SD7 Agorà Jò Campana Clay Paky / Zap / Martin / Coemar GrandMA Full Lillo & Greg AB Management Idea Music Service Fabio Caratelli Martin W8LM / Powersoft Proel Edge 15CXP Yamaha LS9 Idea Music Serivce Fabio Persia Dream Light 250/575/1200 Compulite Spark Marco Masini Mamadue Magic Service Ugo Prato Sesto Luciani / Lucio RCF TT33A / b&o Capotosto Shure PSM 600 / Sennheiser ew300 Allen&Heath iLive T112 Allen&Heath iLive Magic Service T112 Massimo Tomasino Coemar extreme / Prolights / Alex Di Gennaro Beam Compulite Spark 4D Silvia Mezzanotte Colorsound Power Sound Carmine Pagano Andrea Aiello Adamson Y10 / Lab.gruppen JBL PRX 512/ Sennheiser IEM Soundcraft Si3 Yamaha LS9-32 Francesco De Rosa Martin MAC 550 Compulite Spark 4D Modena City Ramblers Estragon Mescal Big Talu Music Service Guido “Talu” Costamagna Graziano “Uazza” Cernoia Martin W8 / Lab.gruppen Martin LE 12 J Soundcraft 8000 40ch “Super Vintage” Soundcraft 8000 Big Talu MS 40 – 16 Monitor Davide Conti Robe 700 / Coemar 575 / Par, ACL Avolites Tiger Fabrizio Moro Trident Management Lombardi Service Massimo Barbieri Albino D'Amato Adamson / Lab.gruppen Meyer Yamaha PM5D Yamaha PM5D Termoli Live Salvo Piscione Martin, CS4, ModuLED,PAR, ETC Compulite Spark 4D Noemi Progetti Italiani Lombardi Srl Willi Antico Adamson Spektrix+ Axis T21 / Lab.gruppen FP6400; FP3400 Adamson / Sennheiser IEM Yamaha PM5D‑RH Yamaha PM5D‑RH Omega Service Massimo Tomasino/ Robe Spot 700 / Coemar Francesco Loria Wash 575 Grand MA 2 Ultra Light Francesco Renga F&P Group Mister X Service Maurizio Maggi Nicolò Antonietti Martin W8 LC / Lab.gruppen Sennheiser IEM Venue D-Show Profile Venue D-Show Profile Mister X Service Marco Elia Martin MAC 700 Avolites Pearl Expert Donatella Rettore Studio Live Movement Art Roberto Martino Marco Della Monica Meyer MSL4-DS4-650PUPA Meyer Allen&Heath ML4000 Allen&Heath GL4000 Movement Art Cosimo D’Avico Coemar/Robe/ETC SGM 2048 Valerio Scanu Live Nation DG Systems Simone Saccomandi Francesco Di Leo Montarbo PalcoPlus Montarbo Spot 2500T Yamaha PM5D Midas Siena DG Systems Roberto Giansante SGM Spot 400; Wash 1200 Avolites Pearl 2008 Davide Van de Sfroos Groove Company New Sound Service Federico Bianchi Cristiano Sanzeri Martin W8 / Lab.gruppem PLM10000 Martin DiGiCo SD8 DiGiCo SD8 New Sound Service Marco Rossetti Robe / Clay Paky GrandMA Le Vibrazioni Barley Arts / Nuove Sonique srl Frequenze Federico Navazio Daniele Falletta d&b audiotechnik C4 / Infra B2 d&b Audiotechnik Max / Shure PSM 900 Midas H2000 Yamaha M7CL Sonique srl Andrea Carlotto SGM / Martin / Coemar Avolites Pearl 2008 Manuela Villa Vie Musicali Sesto Luciani Cesare Meyer Sound RCF Four Pro 412 Tascam DM4800 Allen&Heath GL2800 M Magic Service Alex Di Gennaro Prolights 200 / Martin MAC 600 SGM Pilot 3000 Magic Service Emanuele Cano Power Sound STS Power Sound Inviateci le schede dei vostri tour per vederle pubblicate in questa pagina 90 settembre/ottobre 2010 - n.85 www.soundlite.it 91 chi c’è in studio Studio Artista Studio Maia Astrolabio (tras. radio) Yastaradio Verdiano Vera Verdiano Vera Verosounds Studio Banda Elastica Pellizza Daniele Lucca Fabio Barovero Artesuono Recording Stefano Battaglia Trio ECM Records Manfred Eicher Stefano Amerio Naïve Recording B.O.ther Naïve Francesco De Benedittis Edoardo Michelori Imputlevel Studio Buena Vista Social Club Massimo Scattolin Claudio Zambenedetti XLandStudio The Casuals XLand Franchin Franchin Artesuono Recording Felice Clemente 5tet Crocevia di Suoni Felice Clemente Stefano Amerio Officine Meccaniche Lu Colombo M.L.C. Sergio Secondiano Sacchi Giuseppe Salvadori Metropolis DIgital Michele Cortese Lucio Fabbri Alessandro Marcantoni Studio Maia Covo di Nord Est–vari Maia Records Verdiano Vera Marco Consigliere Artesuono Recording Sam Crockatt Loop Records Sam Crockatt Stefano Amerio XLandStudio Dolcetti Esseciemme Franchin; Rojatti Franchin; Rojatti Officine Meccaniche Ego Kid A.C. Ego Kid Taketo Gohara Mulino Recording Emma Universal Fabrizio Barbacci Paolo Alerta Artesuono Recording Laura Furci indipendente Laura Furci Stefano Amerio Studio Maia Goad Black Widow Pino Pintabona Giorgio Massaro Artesuono Recording Jakarè indie Jakarè Stefano Amerio Studio Maia Liguria Selection (prog TV) Maia Records Verdiano Vera Giorgio Massaro Naïve Recording Roberto Livraghi Egea Roberto Livraghi Edoardo Michelori XLandStudio Lucignolo Franchin Franchin Mastering.it/VBG Malamente indie Donato Ruggiero Marco Maffei Officine Meccaniche MGCD Cramps Tommaso Colliva Artesuono Recording Sandy Muller indipendente Claudio Pezzotta Stefano Amerio Naïve Recording Frida Neri Naïve Francesco De Benedittis Edoardo Michelori Studio Maia Nuova Idea Black Widow Pino Pintabona Verdiano Vera Artesuono Recording Mauro Ottolini Sousaphonix Cam Jazz Ermanno Basso Stefano Amerio Artesuono Recording Raffaello Pareti 4tet Suono Records Paolo Corciulo Stefano Amerio Artesuono Recording Gennaro Cosmo Parlato Carosello Records 3eSessanta Stefano Amerio Studio Maia Walter Pradel Maia Records Verdiano Vera Giorgio Massaro Studio Maia Red Phoenix Blues Maia Records Verdiano Vera Giorgio Massaro Mastering.it/VBG Ritchie Plays to the Moon RPTTM Riccardo Croce Marco Maffei Studio Maia Casa Discografica Produttore Rumori di Fondo (tras. radio) Yastaradio Verdiano Vera Fonico Verdiano Vera Artesuono Recording Dino Saluzzi & Friends ECM Records Manfred Eicher Stefano Amerio Officine Meccaniche El Santo Movimenti Prod. Pasquale De Fina Antonioi Cupertino Metropolis Digital SensoXTe CMP Luca Venturi Alessandro Marcantoni XLandStudio Seventh Sense Franchin Franchin Metropolis Digital Laura Trent Eros Cristiani Alessandro Marcantoni Metropolis Digital Pia Tuccitto NAR Int. Lucio Fabbri Alessandro Marcantoni Artesuono Recording Marcin Wasilewski Trio ECM Records Manfred Eicher Stefano Amerio Invitiamo tutti gli studi professionali ad inviarci le schede con i loro lavori così da rendere questa rubrica più completa ed interessante 92 settembre/ottobre 2010 - n.85 opticalCON sistemi di connessione a fibra ottica I tuoi grandi eventi Live meritano la perfezione tecnologica nelle connessioni e cablaggi, il sistema opticalCON-QUAD, facilita il setup grazie allo sviluppo dei sistemi di cablatura e connessione in fibra ottica dalle performance eccellenti 2 channel cable opticalCON DUE equipe connection opticalCON breackout box + powerMONITOR Equipment connection opticalCON DUO 4 channel cable opticalCON DUO 1 RU Panel + powerMONITOR Amp Rack Sound Rack Video Rack DMX Rack opticalCON QUAD Point-to-Point connection opticalCON QUAD 1 RU Panel + powerMONITOR X-treme cable, ultra robust, double jacket, cut proof X-treme cable, ultra robust double jacket, cut proof opticalCON QUAD 3 RU Panel FOH Sound system opticalCON QUAD Point-to-Point connection FOH Video/Lighting Sound system Video InterCom; Data DMX «I connettori dimostrano di essere davvero affidabili rispetto a quelli utilizzati in passato. Infatti hanno resistito perfettamente ad un tornado durante un evento all'aperto tenutosi in Italia». «Questo sistema è fantastico. Non ha mai avuto problemi». Cyril Bême Operations Director, Solotech Howard Page, senior director of engineering, Clair Brothers Analog & Digital Technology s.r.l. Via Solferino, 54 - 20052 Monza (MB) Tel. +39 039 21.69.21 - Fax +39 039 21.03.506 [email protected] - www.adtweb.it opticalCON QUAD Point-to-Point connection &studi produzione Black Mirror Studios di Alfio Morelli Uno studio full digital a Udine A Incuriositi dalle voci che davano per imminente l’apertura di uno studio di registrazione a Udine, con un investimento importante ed una tecnologia totalmente in dominio digitale ai massimi livelli, abbiamo chiesto di poter dare una sbirciata. 94 settembre/ottobre 2010 - n.85 d attenderci troviamo Filippo Travani, titolare della struttura. Entrati nella reception, veniamo accolti da un ambiente molto moderno, essenziale e curatissimo: nulla è lasciato al caso, caratteristica a dire il vero di tutta la struttura. Filippo ci accompagna nel suo luminosissimo ufficio dove comincia la nostra intervista. Perché ti è venuta la voglia di aprire uno studio proprio ad Udine, fuori dai mercati tradizionali della musica? Credo occorra una piccola premessa: sono un forte appassionato di musica e già da tempo mi diletto a strimpellare qualche strumento. Per questo ho voluto cimentarmi in un lavoro che mi coinvolgesse emotivamente. Come succede abbastanza spesso, il lavoro dei miei genitori forse non mi gratificava come la musica, quindi ho voluto realizzare il mio sogno. Abbiamo iniziato a prendere in considerazione la possibilità di fare un piccolo studiolo sotto casa, ma poi, per un insieme di circostanze e di buon senso, si è deciso di dare un’occhiata al di fuori. Abbiamo individuato un primo spazio di cento metri quadri ma, poiché la trattativa non è andata a buon fine, abbiamo optato per un secondo spazio di trecento metri quadri; fallita anche questa seconda trattativa, si è consolidata la terza possibilità: uno spazio di seicento metri quadri... e qui, finalmente, ci siamo fermati! Perché proprio a Udine? Perché io abito qui e non mi voglio spostare dalla mia città. Inoltre una ricerca di mercato ha valutato che tutto sommato siamo abbastanza centrali, considerando anche i paesi confinanti con l’Italia, quindi possiamo pensare di lavorare su un mercato internazionale. I primi sette mesi di lavoro dello studio come sono andati? Coerentemente con le tue aspettative? I primi risultati sono stati anche più lusinghieri. All’inizio dell’anno siamo partiti alla grande con Howie B – il produttore scozzese degli U2 che ha lavorato anche con Bjork, Tricky, Elisa – è giunto a Udine assieme a Ben Thackeray, sound engineer di Radiohead e Coldplay, per registrare ai BlackMirror il nuovo album dei NYLO, la band partita dal Friuli Venezia Giulia e approdata in Inghilterra l’anno scorso. A giugno Cristiano Godano, cantante dei Marlene Kuntz, ha eseguito da noi la sessione di registrazione delle voci del nuovo album, una decina di brani in uscita all’inizio del 2011. Accanto a lui c’era ancora Howie B che per la seconda volta in 5 mesi ha scelto i nostri studi per il proprio lavoro. Howie B, oltre a seguire la registrazione della voce dei Marlene Kuntz, ha eseguito i mixaggi dei brani, lavorando al fianco di Francesco Donadello, fonico residente. Nel mezzo abbiamo fatto dei lavori di doppiaggio e degli spot con voci note di questo settore ed anche qualche registrazione nell’ambito della musica classica. Ora sto cercando di sviluppare i contatti con l’estero, soprattutto Francia ed Inghilterra. Ci puoi spiegare la tipologia di questo studio? Possiamo dividere lo studio in tre parti, ognuna separata dalle altre; per entrare in ognuna serve un badge personalizzato che dà accesso solo a quella specifica zona. Dalla reception si può accedere a tutti gli uffici dello studio, mentre dall’ingresso si può accedere ad una zona relax che comprende una zona entertainment ed una zona cucina. Sempre dalla sala reception si entra in un secondo spazio che comprende due sale: una sala prove polivalente – che si può trasformare in una sala prove per balletti o in una sala da ripresa – ed una sala di posa, in cui trovano posto delle attrezzature fotografiche e da ripresa video; quest’ultima ha l’obiettivo di offrire ad una produzione interessata un servizio completo per le foto del disco o delle riprese video. Procedendo, si arriva nella terza zona: gli studi. Qui troviamo due regie, la sala grande da ripresa e tre piccole salette o booth. All’interno della sala grande c’è anche a disposizione un gran piano Fazioli, oltre ad una grande quantità di strumenti, amplificatori ed accessori. Ma con una struttura del genere, qual è il vostro mercato di riferimento? Siamo partiti solo da alcuni mesi e per il momento stiamo iniziando a lavorare con il mercato italiano, anche se, come detto, sono già stati fatti un paio di lavori con artisti internazionali. È però già pronto uno studio di comunicazione e marketing rivolto al mercato internazionale. Parte importante della nostra mission, inoltre, è quella di lavorare con la musica emergente e magari di produrre qualche artista valido. 1 1: Il titolare Filippo Travani. regia principale, alla quale si affacciano la seconda regia e tre salette per la ripresa degli strumenti o della voce. A questa struttura principale, tramite una patchbay, sono collegate anche le due sale di prova e di posa che, per qualsiasi evenienza, sono utilizzabili per le riprese audio. Il tutto gira intorno al mixer, un Euphonix System 5 con 56 fader, top di gamma del marchio californiano. Il main monitoring è realizzato con delle PCM BB5 XBD, mentre come near fill e surround monitoring abbiamo le PCM AML1. Utilizziamo Pro Tools|HD, ma abbiamo anche soluzioni per coloro che amano il nastro. Completa il tutto una lista di outboard di altissimo livello. Finita la gradevole chiacchierata, Filippo ci accompagna in regia; qui facciamo conoscenza con Francesco Donadello, fonico residente dello studio con il quale approfondiamo l’aspetto tecnico, anche alla luce delle competenze specifiche che Donadello ha potuto apprendere grazie ad un trainer tecnico con Richard Morson della Euphonix Puoi spiegarci tecnicamente com’è sviluppato lo studio? È molto ampio, più della metà dello spazio totale a disposizione. La parte più significativa è la sala di ripresa con la www.soundlite.it 95 &studi produzione Scheda Tecnica 2 La regia STUDIO A. Quindi si può dire che è uno studio completamente digitale? Esattamente, proprio come progetto iniziale ci siamo posti questo obiettivo, qualsiasi operazione di acquisizione di trattamento e trasporto del segnale doveva essere fatta in dominio digitale. Poi, se qualcuno desidera, ci sono anche molte apparecchiature o outboard in dominio analogico o addirittura vintage. Nella sala macchine, per registrare o immagazzinare i dati, abbiamo un sistema della Studio Network Solution che noi chiamiamo per semplicità Evo: è un sistema in cui vengono registrate tutte le tracce audio, ha una capacità di 9 TB e all’interno ci sono cinque dischi uguali che registrano in raid qualsiasi cosa gli mandiamo, è quasi impossibile che con questo sistema si perdano delle informazioni. Gli stessi sistemi vengono usati dalle banche, e questo ci dà una discreta tranquillità. Trovo molto curato e confortevole anche l’ambiente. La vivibilità dello studio è molto curata, l’illuminazione poi in modo quasi maniacale, in special modo nella regia. Come luce d’ambiente è stata utilizzata un’illuminazione a LED multicolor che ogni venticinque minuti, con una dissolvenza impercettibile, varia il colore di base, per non creare quella monotonia di un ambiente dove si è costretti a passare molte ore della giornata. Un secondo tipo di illuminazione si è ottenuto creando due finti lucernai con all’interno delle luci fluorescenti particolari che, collegate ad un programma dedicato, simulano la 2 Studio A Console Euphonix System 5 56 faders 168 input channels 16 Mix/Bus group busses 24 auxiliary busses 6 assignable bus processors Registrazione Pro Tools|HD4 128 in/out Main monitoring PMC BB5-XBD with Bryston amplifiers Surround Monitoring 5.1 PMC AML1 and SB100 with Bluesky Bass Management Synchronizer Colin Broad RM-6 HD Outboard 1 1 2 2 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Manley Massive Passive EQ Manley Vox Box Empirical Labs Distressor EL-8M Empirical Labs LiL FreQ Chandler LTD1 Chandler Zener Limiter Universal Audio LA2A Teletronix Tube-Tech CL-2 Dual Comp. Tube-Tech PE-1C Prog. Eq Millenia Media HV-3D SSL Xlogic Delta Link MADI HD Mutec Iclock Mutec ID Audioscope 2813E Effects Lexicon 960LD Eventide H8000FW T.C. Electronic System 6000 Studio B Control Surface Euphonix System 5MC 24 faders Recorder Pro Tools|HD3 24 in/out Main Monitoring Dynaudio AIR 25 Surround Monitoring 5.1 PMC AML1 and SB100 with Bluesky Bass Management Outboard 2 1 2 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 Empirical Labs Distressor EL-8M Empirical Labs Fatso Chandler LTD1 Chandler - TG Channel Universal Audio LA2A Teletronix API 3124 4ch Mic Pre Manley - Vox Box Manley Dual Mono Mic Pre Manley Massive Passive Eq Daking Mic Pre 4 Lucid 88192 Converters Mutec Iclock Mutec ID Audioscope 2813E Microphones 96 settembre/ottobre 2010 - n.85 2 Neumann U87 8 Neumann KM184 1 Neumann M149 2 AKG C414 2 AKG D112 3 AKG C451B 2 Royer Labs R122 2 Studio Project C3 7 Senneheiser MD421II 12Shure SM57 2 Shure Beta 52A 2 Elation KM202 1 1 2 1 Elation KM502 Violet Design Pearl Violet Design Junior Blue Blueberry Others Universal Audio Solo 110 D/I Daking Mic Pre One D/I Little Labs PCP Distro Digitech 2112 Digitech GSP 1101 Digitech Whammy Line 6 Pod XT PRO Rocktron xpression ADA MB1 Jim Dunlop Cry Baby Boss MT-2 Boss CE-5 Boss RV-5 Boss DD-6 Tascam DVRA 1000 Fatar VMK 188 Plus Alesis ADAT Aviom Personal mixers Grado SR325is AKG K141MK II Sony MDR 7506 NTI AL1 Acousticlize Equation RP22X r Plug-in/software Antares Autotune Pro Tools Structure Pro Tools Classic Bundle Compressor Pro Tools Pultec Bundle Pro Tools TL Every Phase Pro Tools TL Space Pro Tools Ampfarm Pro Tools d2/d3 Pro Tools Neyrinck Sound Code for Dolby Digital Sony Oxford Elite Bundle Waves L3 Waves Renaissance Max Bundle Celemony Melodyne East West Symphonic Orchestra Complete Access Indingo Apple Logic 8 DTS encoders 3 luce del sole, dal crepuscolo all’imbrunire. Questo tipo di illuminazione può avere due funzioni: per gli artisti nostrani non fa perdere la percezione del tempo che passa, o addirittura, per gli artisti di oltre oceano, si può programmare l’illuminazione con il loro fuso orario! Molta cura è stata data all’areazione dei vari ambienti: sono stati usati sette impianti singoli per poter gestire separatamente la climatizzazione in ogni ambiente; nella sala centrale, ad esempio, l’impianto rimane sempre acceso, per mantenere temperatura ed umidità costanti, necessari al gran piano della Fazioli. Altra chicca è un trasformatore/inverter in grado di modificare la nostra alimentazione da 220 V/50 Hz in 110 V a 60 Hz, cosa che dà la possibilità a qualche artista di usare le sue attrezzature anche se queste dovessero avere un’alimentazione diversa dalla nostra. 4 Uscendo dallo studio, sicuramente ci rimane l’impressione di una struttura ai massimi livelli, sia per l’attrezzatura sia per la vivibilità. Certo Udine è un po’ inconsueta rispetto ai tradizionali circuiti della musica, ma qui è facile trovare delle strutture ricettive accoglienti, ottimi alberghi con centri benessere, una cucina tipica curata e il gusto dell’accoglienza. La logistica è premiata da un’autostrada ben collegata con il resto d’Italia e anche con gli altri paesi europei. Giusto: da aggiungere anche due aeroporti internazionali, quello di Trieste a mezz’ora di strada e quello di Venezia, a meno di un’ora. Insomma i numeri ci sono tutti. Buon lavoro! 3 I rack degli outboard. 4: La sala macchine. Photo/Video/Storage Canon EOS-1Ds Mark III Canon EF 24 mm f/1.4L II USM Canon EF 50 mm f 1.2L USM Canon EF 85 mm f/1.2L USM Canon EF 200 mm f/2 L IS USM Sony HVR-V1P Sony J-30 Digi Beta player Sony PVW2800P Betacam editor Avid Mojo Adobe Photoshop Adobe Illustrator Apple Final Cut Storage/Backup/Sharing Studio Network Solutions Evo 9 TB storage Digidelivery ServLT A disposizione ci sono 45 chitarre e bassi (Gibson, Fender, Jackson, B.C. Rich, Gretsch, Dean, ESP, PRS, Parker, Martin, Ovation, Adamas e Warwick), una ventina di amplificatori (Mesa, Marshall, Fender, Vox, EVH, Bogner, Trace Elliot e Ampeg) e tastiere/ synth Korg, Alesis e Roland. www.soundlite.it 97 installazioni LA TV CHE PRIMA NON C’ERA Il Tempio di Horus a Edfu richiamato in vita da proiettori Christie Q uando nel 2002 l’azienda Horizon for Trading & Contracting organizzò per la prima volta uno spettacolo di suoni e luci per turisti nell’area delle piramidi di Giza, il responsabile tecnico Wael Gouda non immaginava che a questa prima manifestazione sarebbero seguiti altri cinque spettacoli di questo tipo in prossimità di importanti templi dislocati lungo il corso del Nilo. 98 settembre/ottobre 2010 - n.85 Dopo lo spettacolo delle piramidi, Horizon mise in atto altre produzioni simili, soprattutto nel tratto tra Luxor e Assuan, come quelle presso i templi di Philae vicino ad Assuan, nell’area del tempio di Karnak a Luxor, ad Abu Simbel. Giugno 2010 ha visto l’avvio dell’evento più ambizioso tra quelli fino ad ora realizzati: lo spettacolo presso il tempio di Horus ad Edfu per il quale sono previste fra l’altro proiezioni di grande formato realizzate con l’aiuto di quattro Christie Roadster S+20K. La proiezione è indirizzata sulla porta principale del tempio, da una distanza di 70 m. Questo spettacolo rappresenta l’evento culminante di un’attrazione per turisti in tre tappe. Rispetto ai precedenti spettacoli di suoni e luci, l’evento di Edfu segna un grosso passo avanti. La performance viene presentata tre volte ogni sera. Horizon dovette prima concorrere con aziende francesi e spagnole per aggiudicarsi l’ordine della Misr Company for Sound and Light (un’azienda di proprietà del governo egiziano). Una volta ottenuto l’ordine, si trattava di prendere in esame degli apparecchi che fossero in grado di fornire il tipo e la qualità di proiezione richiesti. Phil Lord, consulente commerciale di Christie per l’Africa, fu presto sul posto dove effettuò le presentazioni e dimostrazioni del sistema per Horizon e la Misr Company nonché per Casa Magica, i direttori artistici dello spettacolo. Gli S+20K fecero registrare dei risultati così buoni da far desistere Horizon dall’idea di affidarsi ad ancora più potenti proiettori da 30.000 lumen. Spiega Lord: “I direttori artistici furono molto soddisfatti del fatto che le caratteristiche dei proiettori Christie risultassero molto adatte a questo tipo di applicazione e a noi bastò addirittura impiegare due 20K montati l’uno sull’altro, mentre alle lampade fu sufficiente appena il 60% della loro piena prestazione. Una situazione del genere permette non solo di risparmiare elettricità ma anche di garantire una piena ridondanza in caso di guasti o disturbi”. I 20K sono montati su piloni ad un’altezza di circa 21 m e alloggiati in casse termoregolate di 2 x 2 metri. Grazie a queste casse isolate e climatizzate in cui sono alloggiati i proiettori, è stato possibile ovviare al rischio di penetrazione di sabbia, polvere e calore. In riferimento a quest’ultimo fattore, si pensi che in queste zone le temperature durante il girono (cioè proprio quando i proiettori vengono riposti) possono arrivare anche a 45° C. Lo spettacolo stesso offre un’esperienza forte, nella quale il patrimonio culturale e storico presente sulla scena originale viene interpretato in forma artistica integrando architettura, immagini, luce, musica e parlato sotto la guida dell’equipe di creativi. Sorgenti di immagini di alta qualità vengono mischiate l’una nell’altra e sugli schermi vengono visualizzate delle speciali fotografie. Lo show dura in tutto 37 minuti (di cui gli ultimi 16 sono dedicati ad una gigantesca proiezione sull’attico del tempio di circa 12 m x 12 m). Lo spettacolo audiovisivo ripropone l’edificazione del tempio e riproduce una giornata tipica della vita di un abitante del tempio, dall’alba al tramonto. Viene poi ripercorsa la mitologia di Iside, Osiride, Horus e Seth. Il materiale è registrato con strumenti digitali – il parlato e la musica vengono regolarmente aggiornati – e viene mandato ai proiettori tramite fibra ottica da un media player AV Stumpfl con software Wings Platinum 4. Il sistema di controllo elettronico dello show invia inoltre segnali DMX all’impianto luci, che utilizza apparecchi Martin Professional e Griven. La colonna sonora è invece diffusa da un impianto sonoro Meyer. A questo straordinario spettacolo notturno potranno assistere oltre 1000 persone che avranno anche la possibilità di usufruire per via auricolare, con apposite cuffie, di un servizio multilingue, decisamente una nuova dimensione rispetto alle visite guidate durante il giorno. Il TG NEWS ogni settimana pubblica in video le notizie del mercato dello show business. Inoltre su www.allareas.tv puoi vedere le interviste tecniche ed i video dei migliori concerti italiani. AllAreasTV s.r.l. Via Comandini 5/A - 47841 Cattolica (RN) [email protected] installazioni di Mike Clark Le Gallerie Multimediali Per il secondo anno consecutivo, la Fondazione Museo storico del Trentino ha allestito “Storicamente ABC”, una mostra che si terrà per un anno in un luogo a dir poco insolito: la doppia galleria stradale in disuso a Piazza Piedicastello (Trento). L a galleria “bianca” è dedicata alla didattica, alla formazione, all’approfondimento, con documentazione stampata ed in formato digitale disponibile per la consultazione da parte dei visitatori, mentre la galleria “nera” adiacente ospita un’installazione audiovisiva estremamente originale, suddivisa in due sezioni. La prima offre un viaggio attraverso le lettere dell’alfabeto, ognuna della quali 100 settembre/ottobre 2010 - n.85 rappresenta un evento importante nella storia del territorio: dalla “A” della dichiarazione dell’area come Regione Autonoma fino alla “Z”, per il disastro di Zambana e la ricostruzione della città. Il gruppo di lavoro dietro questo originale progetto comprendeva la società coordinatrice, la FilmWork, casa di produzione indipendente trentina fondata nel 1988 e socio fondatore dell’Associazione Italiana Documentaristi. Le sue produzioni si trovano al Paul Getty Trust di Los Angeles, al Museo Metropolitano di New York e all’Università di Toronto e di recente ha iniziato a lavorare sullo sviluppo di progetti Web TV. Il curatore della galleria nera, Jeffrey T. Schnapp, è stato direttore del Stanford Humanities Lab dalla sua fondazione nel 2000 (co-direttore dal 2005) ed è docente di Letteratura Comparativa Francese e Italiana e di Studi Tedeschi all’Università di Stanford. Gli altri membri del gruppo sono l’architetto Elisabetta Terragni e Gruppe Gut di Bolzano, responsabile per la parte grafica. Il progetto multimediale è stato creato ed installato da FilmWork, le apparecchiature per l’illuminazione fornite da Evolight di Mantova ed il materiale AV è stato fornito ed installato da Videoerre. FilmWork, che ha lanciato l’idea delle gallerie per l’edizione del 2008, ha deciso con Schnapp di dare un ruolo importante all’illuminazione, per distinguere l’edizione 2009/2010 da quella precedente, nella quale protagonista era stato il video, e perciò ha coinvolto il lighting designer Mariano DeTassis. Lo stesso Mariano ci spiega: “La Fondazione voleva una mostra che parlasse del Trentino attraverso oggetti, video e testimonianze, usando dei lemmi catalogati in ordine alfabetico, ognuno rappresentato da un’enorme lettera, da un totem con la spiegazione letteraria e da due storie: una versione ‘macro’, proiettata sul pavimento da un proiettore Sanyo da 3000 ANSI lumen, ed una ‘micro’, visualizzata su due monitor sulla parete della galleria – uno ad altezza normale e l’altro per i visitatori in sedie a rotelle e per i bambini. Il mio compito era di illuminare in modo omogeneo ogni singola zona, facendo convivere la luce, il video e l’atmosfera della galleria buia. Ho incontrato molteplici difficoltà, poiché la luce doveva illuminare ma senza riflettere, doveva sagomare le enormi lettere (3,5 m x l,7 m), ricche di particolari e disegni, e doveva dare un senso di marcia, stabilendo un confine tra le zone e creando una suggestione cromatica visiva. Un altro problema da tenere in considerazione era la durata della mostra: un anno”. DeTassis ha subito scartato l’idea di un’illuminazione museale tradizionale, soprattutto per l’inquinamento luminoso, che avrebbe sporcato con le riflessioni delle enormi lettere bianche l’atmosfera della galleria, creando un enorme stanzone con tanta luce, e non un tunnel magico come voleva il committente. Dopo un’attenta analisi del luogo e molteplici sopralluoghi assieme ai grafici e ai curatori, ha optato per avere le lettere stampate su carta lucida ed i totem costruiti in policarbonato trasparente opaco. “Per avere la migliore resa dalle luci – spiega Mariano – avevo pensato a lampade Wood per le lettere e Strip LED RGB per i totem, per ovviare a tutti i problemi riscontrati. I Wood illuminavano le lettere senza sporcare l’ambiente circostante, agendo sul principio di catturare la luce dal bianco, di dare forma all’oggetto senza fare capire la provenienza della luce, svelando ogni piccolo particolare; ma soprattutto l’atmosfera rimaneva buia, sognante”. DeTassis è riuscito a convincere i suoi clienti che questa tipologia di lampada non fosse adatta solamente a creare effetti nei locali notturni, ma che rappresentava anche l’elemento primario del teatro nero di Praga e dei primi light show dei futuristi come Enrico Prampolini. Le Strip LED RGB permettevano di illuminare dall’interno i totem, dando una pennellata di colore a tutta la superficie e creando dei banchi cromatici che disegnavano lo spazio. Il LED dava anche sicurezza sulla durata e sul risparmio, sia energetico che sulla manutenzione. Il lighting designer ha creato le scene luminose con una console GrandMA (Light), passandole poi su una DMX Pen Live, per avere una gestione semplice e sicura. Conclude: “Ho scelto Evolight di Mantova per i prodotti LED e UV e la DMX Pen, perché l’ho sempre considerata un’ottima realtà italiana con prodotti belli e funzionali. Le lampade Wood sono state installate sulla volta della galleria a gruppi di tre per ogni lettera, ed i LED sono stati inseriti in una serie di lampade da tavolo, acquistate per illuminare gli oggetti sull’altro lato della galleria, dove una serie di monitor proiettava altri video prodotti dalla FilmWork”. A differenza della prima zona, quest’area è anche dotata di un impianto di diffusione audio, e la VideoErre ha fatto una scelta interessante per riprodurre le colonne sonore dei video messe in onda dai trenta monitor. Spiega in fondatore Roberto Rizzato: “Il suono si propaga sulle pareti, aumentato dalla volta del soffitto in maniera continua e riverberante, quindi le casse dovevano essere estremamente direttive, anche perché si doveva evitare di creare disturbi fra le varie postazioni. Progettati precisamente per questo tipo di impiego, grazie alla loro grande direttività, i diffusori attivi Sound Shower SSH-60X20 della Panphonics erano ideali”. Tre strati di tripolina, appesi all’entrata della galleria, assicurano che la luce naturale rimanga tutta all’esterno, mantenendo intatta l’atmosfera magica delle gallerie. L’installazione ha vinto un premio della Columbia University di NY, come “perfetto riutilizzo creativo di un area in disuso”. prodotto di Douglas Cole MAC 350 Entour Spot Motorizzato a LED Ci troviamo di nuovo a parlare di un testamobile a LED che si propone come una vera alternativa ai proiettori che utilizzano le sorgenti tradizionali a scarica o ad incandescenza. Martin Professional segue una strada completamente diversa da quelle che abbiamo visto intraprendere ad altri costruttori per adattare una sorgente LED agli utilizzi più comuni dei testamobili. I l mercato negli ultimi cinque anni si è praticamente satura‑ to con cambiacolori a LED fissi o motorizzati di ogni forma e dimensione, ma una tipologia di prodotto molto utilizzata in una varietà di applicazioni, ovvero il sagomatore, non ha ancora trova‑ to un degno sostituto a tecnolo‑ gia LED. La problematica di base nell’im‑ piegare i LED in un proiettore ol‑ tre una certa potenza è dovuta al fatto che le sorgenti LED disponi‑ bili sul mercato non sono state in grado, fino ad ora, di compattare una grande luminosità (in con‑ fronto ad una lampada HID) in una singola sorgente puntiforme. Per quanto riguarda quello che è generalmente considerato il pun‑ to forte dei LED – cioè la sintesi additiva dei colori e la conseguen‑ te elevata efficienza durante la generazione di colori saturi – la dispersione delle sorgenti è IL problema da superare, visto che è causa dello sgradevole fenome‑ 102 settembre/ottobre 2010 - n.85 I sette LED sono assemblati in un array inclinato, ed il fascio luminoso viene poi focalizzato attraverso sette lenti TIR (To‑ tal Internal Reflection). Il sistema ottico del MAC 350 Entour comprende quattro brevetti in corso. All’uscita del proiettore è installata una lente semplice (sen‑ za funzione di zoom) che fornisce una dispersione fissa di 25° (cutoff). Una caratteristica interessante della diffusione luminosa di questo proiettore è che la parte centrale del fascio che mantiene oltre il 50% dell’illuminamento massi‑ mo nominale si avvicina ai due terzi del diametro del fascio intero. In pratica la combinazione di sorgenti ed ottica for‑ nisce una distribuzione della luce all’interno del fascio con un “hot-spot” relativamente grande ed un decadimento ra‑ pido verso l’esterno. Effetti e colore no delle ombre con l’alone colorato. Grandi passi sono stati fatti nell’ultimo paio d’anni per eliminare questo difetto: i proiettori che utilizzano i LED più comuni a bassa potenza cominciano a montare LED RGB o RGBW dietro la stessa len‑ te anziché in vari moduli separati per i colori primari, men‑ tre nei proiettori più avanzati sistemi ancora più complessi ed efficaci forniscono una miscelazione omogenea (sacrifi‑ cando un po’ d’efficienza) prima dell’uscita dal proiettore. Così, il mondo sta vedendo i primi proiettori wash a LED veramente in grado di offrire caratteristiche simili in termini di potenza ed apparenza a quelle delle luci a scarica, con i vantaggi nell’efficienza (con luce colorata) e nella durata della sorgente. Quello che deve offrire un sagomatore, invece, è molto di‑ verso. La sintesi del colore ha in questi proiettori una priori‑ tà più bassa, basti pensare che, nella categoria di spot mo‑ torizzati da 300, i prodotti più popolari hanno più o meno la stessa capacità di colore di un seguipersona: una ruota colori con sei, sette od otto filtri. La priorità dello spot mo‑ torizzato è invece la capacità di generare un fascio poten‑ te, uniforme e definito con il massimo controllo di forma e larghezza, oltre alla capacità di gestire i gobo. Il primo costruttore internazionale a tentare il matrimonio dei LED con lo spot motorizzato è Martin Professional. La sorgente Il nuovo MAC 350 Entour è uno spot nella classe dei 300 W che utilizza come sorgente sette moduli LED Phlatlight CBT‑90‑W della Luminus Devices. Ognuno di questi moduli ospita su un PCB con cuore di rame un singolo LED bianco da 3 mm x 3 mm con termoresistenza di controllo, ed è in grado di produrre fino a 1100 lm di luce bianca con tempe‑ ratura colore di 6500 K ed un CRI di 70. Per l’utilizzo in televisione, i driver delle sorgenti hanno una frequenza di modulazione dei dimmer abbastanza elevata per evitare il flicker. Ci siamo abituati, fin ora, a vedere proiettori con sorgenti a LED RGB utilizzati principalmente come cambiacolori per wash, cyc o flood. È quindi una novità parlare di un testa‑ mobile a LED con una ruota colori. MAC 350 Entour è fino in fondo un sagomatore, progettato per essere potente e defi‑ nito, mentre l’aspetto del colore è in questo caso secondario. Il proiettore incorpora comunque una ruota colori con otto filtri dicroici intercambiabili più l’open. È anche in grado di proiettare un fascio di diversi colori separati, e di cambiare colori con continuità, random o seguendo la musica. Per il controllo del fascio, MAC 350 Entour incorpora un iris motorizzato ed una ruota con sei gobo rotanti più l’open. L’iris è predisposto anche per la generazione d’effetti pul‑ santi. I gobo sono indicizzati e capaci, tra l’altro, di rotazio‑ ne continua, scrolling e shake. Il dimming di questo faro, come praticamente per tutti i proiettori a LED, è una fun‑ zione completamente elettronica da 0% a 100%, con quat‑ tro diverse curve di progressione. È capace di generare un effetto stroboscopico (sempre, ovviamente, elettronico) con impulso regolare, casuale e burst. Controllo MAC 350 Entour può operare in modalità stand-alone, come master o slave in gruppi sincronizzati, o con controllo DMX. Per l’uso in modalità stand-alone ha una memoria di 100 scene e si possono utilizzare dieci diversi programmi di pan/ tilt e dieci programmi d’effetti, tutti con la modalità chase (con l’inizio scaglionato). I programmi si possono anche, ov‑ viamente, triggerare tramite DMX. Per il controllo tramite DMX, MAC 350 Entour occupa 12 o 15 canali (dipende dalla modalità), con pan e tilt controllabili in modalità tracking o vector. Pan, tilt e l’indicizzazione dei gobo rotanti sono controllati a 16 bit. La rotazione massima è di 540° in pan e di 257° in tilt. Caratteristiche fisiche ed elettriche Per la categoria di potenza, MAC 350 Entour è un proiettore abbastanza compatto – è alto solo 471 mm con la testa in posizione verticale – e pesa solo 16 chilogrammi. La costru‑ zione è in linea con il resto della linea Martin: uno chassis in lega d’alluminio, con “carrozzeria” in materiale composi‑ to rinforzato in fibra. Assorbe una potenza di 430 W totali (massimi) ed ha un’efficienza elettro-luminosa del 55%, ov‑ vero può erogare un flusso luminoso di 18,6 lm/W. In condi‑ zione standby, richiede solo 18 W. L’alimentatore a commu‑ tazione è autoranging e può operare con condizioni di rete di 100-130/200-240 V AC a 50 o 60 Hz. Il modulo Phlatlight CBT‑90 della Luminus Devices. MAC 350 Entour utilizza sette di questi moduli. Conclusione MAC 350 Entour segnala l’inizio di una nuova fase nella tendenza del mercato verso l’utilizzo del‑ le sorgenti a LED. Con l’avvento delle nuove sorgenti (in partico‑ lare queste della Luminus Devices, che sembrano anticipare un po’ il mercato), i LED stanno arrivando rapidamente ad essere più con‑ venienti sotto ogni punto di vista rispetto alle lampade tradizionali. Anche le ultime controindicazioni stanno crollando, grazie ai pro‑ gressi fatti nei vari settori dell’il‑ luminazione. Questo proiettore non sfrutta tutti i vantaggi della tecnologia LED: nella generazio‑ ne dei colori utilizza filtri dicroici, che ne diminuiscono l’efficienza proprio come qualsiasi altro pro‑ iettore con lampada a scarica. Dov’è il vantaggio principale, al‑ lora? A parte avere una tempera‑ tura colore nativa meno “fredda” delle lampade a scarica – che tra l’altro non varia con l’età della sorgente – il principale punto di forza del MAC 350 Entour è nel‑ la manutenzione. Le lampade a scarica da 300 W di comune im‑ piego in questo tipo di proietto‑ re hanno una vita operativa tipi‑ ca di 750 ore, mentre le sorgenti utilizzate da questo proiettore hanno una vita operativa (fino al decadimento al 70% della lumi‑ nosità nominale) di 60.000 ore. Inoltre, al contrario della lampa‑ da a scarica, con il dimmer chiuso la sorgente a LED è effettivamen‑ te spenta, evitando di riversare calore sui componenti interni, di conseguenza prolungandone la vita operativa. MAC 350 Entour presenta diverse doti attraenti, ma sicuramente questa caratteri‑ stica centra una delle priorità del mercato, in particolare nel casi di allestimenti permanenti o a lungo termine come in teatri, studi tele‑ visivi, discoteche, ecc. Martin Professional Italy Via Delle Canovine, 46 24126 Bergamo BG tel. 035 3690911 – fax 035 362093 www.martin.it - [email protected] www.soundlite.it 103 prodotto di Michele Viola UltraLite-mk3 Hybrid MOTU U ltralite‑mk3 Hybrid è la più compatta e versatile interfaccia audio per com‑ puter attualmente nel ca‑ talogo MOTU. Permette il collega‑ mento FireWire o USB, ha a bordo un mixer ed un motore effetti e vanta appieno il suono e l’affida‑ bilità caratteristici del marchio. Il termine “Hybrid” nel nome del prodotto si riferisce proprio alla possibilità di collegamento Fi‑ reWire o USB2. Permette di gesti‑ re fino ad otto ingressi analogici (di cui due con pre microfonico), dieci uscite analogiche, ingresso e uscita stereo digitali SPDIF ed un’uscita stereo per le cuffie, con conversione AD e DA a 24 bit e sample rate fino a 192 kHz (96 kHz sui connettori digitali SPDIF). Ultralite-mk3 può anche funziona‑ re in modalità stand-alone, ovvero senza computer, come interfaccia/ mixer tra i suoi 10 ingressi e le sue 14 uscite tutti indipendenti, oltre all’ingresso ed all’uscita MIDI. Gli ingressi e le uscite sono con‑ nessi ai 14 bus (7 stereo) del mixer interno. Monitoraggio, routing ed elaborazione del segnale sono comunque gestiti dal DSP interno (32 bit a virgola mobile), senza gravare sul processore del compu‑ ter connesso. Tra le opzioni di processo del se‑ gnale, oltre all’effetto di rever‑ bero fino a 60 s, c’è l’equalizza‑ zione parametrica a sette bande e due forme di compressione, convenzionale e Leveler, un’accu‑ 104 settembre/ottobre 2010 - n.85 rata simulazione del rinomato compressore ottico LA‑2A di Universal Audio. I segnali in ingresso al computer possono essere registrati wet (cioè con gli effetti applicati), dry (ovvero senza effetti), o anche dry ma con l’ascolto wet nei monitor (per i musicisti durante una registrazione, ad esempio). Dopo aver programmato via software il mixer on-board, come già accennato, è possibile scollegare l’interfaccia Ultralite‑mk3 dal computer ed utilizzarla come mixer stand-alone. Tutti i parametri, compresi gli eventuali effetti, sono comunque re‑ golabili utilizzando il pannello LCD frontale retroilluminato. Lo stesso pannello LCD offre anche la possibilità di monitorare tutti i livelli di ingresso e di uscita contemporaneamente. La scheda e il software di gestione sono progettati per fun‑ zionare sia con PC Windows sia con Mac, ed è possibile uti‑ lizzare con essa il software audio preferito dall’utente, via driver WDM / ASIO / Core Audio. È comunque incluso anche il software workstation AudioDesk per Macintosh che offre la possibilità di registrazione ed editing a 24 bit con mixing, processing e mastering a 32 bit. Hybrid FireWire/USB2 L’interfaccia audio UltraLite‑mk3 Hybrid è equipaggiata con un connettore FireWire A (400 Mbit/s) e con un connettore USB2 ad alta velocità (480 Mbit/s), ed è possibile utilizzare una qualunque delle due porte per interfacciare il dispositi‑ vo al computer. Ciò permette la massima flessibilità di utiliz‑ zo: se disponete di un computer senza interfaccia FireWire potete connettere comunque UltraLite‑mk3 attraverso la sua porta USB2. Se invece il vostro computer dispone sia di FireWire sia di USB2, allora la scelta può dipendere dal nu‑ mero e dal tipo di altre periferiche connesse, o dalla dispo‑ nibilità di alimentazione sul bus. UltraLite‑mk3 Hybrid, in‑ fatti, può essere alimentata direttamente dal bus FireWire; utilizzando USB2, invece, sarà necessario utilizzare l’alimen‑ tatore incluso, dato che lo standard USB2 non prevede suffi‑ ciente potenza sul bus per l’alimentazione della scheda. Il plug per l’alimentazione esterna accetta tensioni da 8 V a 18 V DC (12 W) adattandosi automaticamente alla polarità (tip + o –). Un alimentatore da rete adatto, in ogni caso, è incluso nella confezione. Come tutte le interfacce audio FireWire di MOTU, anche questa è pienamente compatibile con FireWire 800 (pur continuando a funzionare, ovviamente, a 400 Mb/s); tutto quello che serve per connettere UltraLite‑mk3 Hybrid ad un nuovo Mac dotato di FireWire 800 è un cavetto 400‑800. DSP meter all’interno del softwa‑ re di gestione mostra graficamen‑ te la quantità di risorse occupate in ogni momento. Connessioni audio Il software CueMix FX, fornito in versioni per sistema operativo Mac e Windows, permette di ac‑ cedere a tutti i parametri e le im‑ postazioni della scheda. L’interfaccia grafica del software comprende tre “tab” che offrono l’accesso rispettivamente a ingres‑ si, mix bus e uscite. Un pulsan‑ te “Focus” su ogni canale o bus permette di accedere all’editing grafico di equalizzazione parame‑ trica, compressione e altri effetti. Ciascuna strip di canale mostra un’anteprima grafica di curve di equalizzazione, impostazioni del compressore ed altri parametri specifici del canale. C’è anche una sezione per il talkback. Tra gli strumenti di analisi avanza‑ ta del segnale, il software mette a disposizione un display FFT real time a schermo intero, spettro‑ gramma, oscilloscopio, grafico X‑Y e analisi di fase in coordina‑ te rettangolari o polari. Questi strumenti permettono di vedere, oltre ad ascoltare, l’effetto delle regolazioni sul canale. È anche possibile combinare lo spettro‑ gramma con il display FFT e la cur‑ va di equalizzazione nella stessa schermata. CueMix FX può operare contem‑ poraneamente al software audio preferito per la registrazione e l’editing, e può essere control‑ lato, ad esempio, da una super‑ ficie di controllo esterna come Mackie Control, Mackie HUI o Baby HUI. UltraLite‑mk3 Hybrid comprende due connettori Mic/Instr di tipo Combo XLR/TRS, equipaggiati con preamplificatori di qua‑ lità elevata. Ciascuno dei due ingressi XLR, uno sul pannello frontale ed un altro sul retro, permette l’alimentazione phan‑ tom a 48 V ed un attenuatore PAD a tre posizioni (OFF / ‑18 dB / ‑36 dB), entrambi individuali ed attivabili digitalmente. I preamplificatori offrono fino a 60 dB di guadagno analo‑ gico, con controllo digitale, in un range di 24 dB per passi di 1 dB tramite due encoder rotativi sul frontale. Muovendo l’encoder, il guadagno sarà visibile sul quadrante LCD in for‑ ma numerica e anche in forma di barra grafica. Come già notato in altri dispositivi dotati di pre analogici con controllo digitale, il movimento dell’encoder con il vo‑ lume alzato risulta piuttosto rumoroso; quindi è meglio non modificare i guadagni durante una registrazione. Anche tutti gli altri ingressi analogici, sei jack da 1/4” TRS sul pannello posteriore, utilizzano lo stesso concetto per la regolazione del guadagno analogico con controllo digitale. Grazie a quest’ultimo tutti i guadagni sono memorizzabili sul computer insieme al resto della configurazione. Il pomello del volume sul pannello frontale controlla sia il livello dell’uscita cuffie sia, premendolo come un pulsante, il volume master in uscita dai connettori Main sul retro. Lo stesso controllo può essere programmato per controllare qualunque combinazione di uscite, analogiche e/o digitali; ad esempio, può controllare il livello di uscita master per un intero mix surround 5.1 o 7.1. UltraLite-mk3 permette di configurare fino a sette mix ste‑ reo indipendenti, ciascuno assegnato ad una qualunque coppia di uscite analogiche o digitali. È possibile, ad esem‑ pio, impostare mix differenti per il main e per l’uscita cuffie, mentre altri due bus possono essere dedicati ad altrettanti loop send/return verso unità di reverbero esterne o altri di‑ spositivi outboard. Ciascun mix può contenere combinazio‑ ni differenti di tutti gli ingressi, analogici e digitali. L’architettura DSP permette di applicare EQ e compressione ad ogni ingresso e uscita (fino a 58 canali), con sufficienti risorse per almeno una banda di EQ parametrico e compres‑ sione su ogni canale, a 48 kHz. In ogni caso, le risorse DSP disponibili sono allocate dinamicamente ed un appropriato CueMix FX software BACKLINE ® MOTU Ultralite-mk3 Hybrid è distribuito da: Backline srl Via dell’Aprica, 16 - 20158 Milano tel. 02 69015709 - Fax 02 69015645 www.backline.it www.soundlite.it 105 tecnologia di Livio Argentini 1 2 grado di avere contemporaneamente sotto controllo il livello di tutti i canali. Il movimento di rotazione della testa è comunque sempre da evitare perchè falsa completamente l’immagine sonora. È doveroso notare che questo fenomeno di affaticamento si è ridotto, anche se non eliminato, quando si è deciso di abbandonare gli storici VU Meter a lancetta a favore dei display luminosi a LED. Come prima caratteristica questi display sono sviluppati in altezza per cui, essendo più stretti, permettono di ridurre la lunghezza della torretta e quindi l’angolo di visuale e le relative rotazioni della testa. La seconda, molto più importante, riguarda il colore e la luminosità. I classici VU a lancetta ci danno un’indicazione solo se guardati direttamente. Se stiamo osservando i VU dei primi canali (a sinistra) e nel frattempo quelli degli ultimi canali (a destra) sono a fondo scala non abbiamo alcun modo di vederlo. Al contrario i VU a LED, essendo luminosi e cambiando di colore, sono in grado di fornirci una indicazione, o quantomeno un segnale di allarme, anche se non osservati in modo diretto. Come detto prima, è vero che l’angolo di visuale utile è meno di 45°, ma il nostro occhio è in grado di percepire variazioni di movimento e specialmente di colore con un angolo di circa 120°. Un discorso a parte va fatto per i display a gas, molto in voga anni addietro. Questi, pur avendo un aspetto molto serio, riposante e professionale, oltre ad essere molto costosi, praticamente non forniscono alcun vantaggio perché, pur essendo precisi, sono abbastanza ingombranti e non possono fornire quel brusco cambio di colore classico e molto utile dei display a LED. Ci sono altri due parametri, interconnessi tra di loro, da prendere in esame: dinamica e precisione. I meter a lancetta (sia VU che Peak) sono in grado di fornire un’elevatissima precisione nelle misure di livello ma, essendo meccanici, sono assolutamente non affidabili dal punto di vista della dinamica. I VU di alta classe (molto pochi e sempre più rari) dispongono di una dinamica controllata in modo meccanico, ma sono molto costosi ed è risaputo che i costi della meccanica di precisione, al contrario di quella elettronica, sono destinati ad una crescita esponenziale. Al contrario dei VU, i Peak Meter non possono avere una risposta dinamica sufficientemente rapida, tanto è vero che spesso sono integrati da speciali amplificatori di controllo, e comunque non sono molto affidabili. I display a LED/gas non avendo parti meccaniche in movimento, dispongono di controllo puramente elettronico che può 3 LEFT SPEAKER RIGHT SPEAKER 280 cm 110° te ar Lo Studio Moderno p 5 120 cm ar p 45° te Realizzazione dello studio di registrazione Dopo aver installato, spero nel modo migliore, gli altoparlanti pensiamo finalmente al cuore del nostro studio, il mixer. 106 settembre/ottobre 2010 - n.85 C ominceremo studiando il nostro mixer dal punto di vista ergonomico. Come scritto negli articoli precedenti, in uno studio moderno è importante avere un mixer molto compatto, un po’ per ragioni di spazio ma ancora di più per facilità di manipolazione. La parte più ingombrante – e che dal punto di vista dell’acustica ci crea i maggiori problemi – è sempre stata la torretta VU Meter. Con i classici mixer analogici ci eravamo abituati a vedere delle enormi torrette piene di VU Meter, classici a lancetta oppure a LED o a gas. Ma queste enormi torrette, se vogliamo molto coreografiche e belle da vedere, sono anche pratiche nel normale utilizzo quotidiano? Diciamo decisamente “no”. In figura 1 vediamo la vista in pianta di un mixer classico. Prendiamo come esempio un mixer a 48 canali che avrà una misura indicativa media di 120 x 280 cm. Considerando che la torretta avrà una profondità media di 20 o 25 cm, la distanza tra gli strumenti e gli occhi del fonico sarà di circa 100 cm. Sempre in figura 1 vediamo che l’angolo visivo necessario per vedere tutti gli strumenti è di circa 100°. Poiché il campo visibile utile dei nostri occhi non raggiunge i 45°, per controllare tutti gli strumenti dovremo effettuare una rotazione (tra occhi e testa) di circa 65°. Questa è un’operazione decisamente faticosa ed inoltre non saremo mai in 100 cm MIXER SOUND ENGINEER venire gestito a piacimento ma, come contropartita, lavorando a step, non forniscono molta precisione riguardo ai livelli. Alcuni mixer, specialmente quelli con display a LED di scarsa precisione, hanno adottato una soluzione molto semplice ed utile: hanno inserito nel mixer un valido VU meter a lancetta collegandolo in patchbay. Questa soluzione permette di avere uno strumento di riferimento per le calibrazioni e consente al fonico di controllare (tramite la patchbay) il livello in qualunque punto del mixer. Per quanto riguarda la precisione è necessario avere chiaro un concetto: la precisione ci serve quando si fa un allineamento delle varie macchine, ma quando si lavora (registrazione, editing, mixaggio ecc) si deve controllare un segnale modulato ed in questo caso la precisione è un fatto completamente aleatorio e superfluo. La visualizzazione di una modulazione deve essere considerata solamente un aiuto; sarà compito del fonico saper integrare la percezione acustica con quella visiva e da qui trarre una giusta media. www.soundlite.it 107 tecnologia 4 5 LCD MONITOR 15° LEFT SPEAKER 250 cm RIGHT SPEAKER 280 13° 120 110 cm 100 MONITOR MIXER 75 cm MIXER SOUND ENGINEER 6 Fino a qui, abbiamo analizzato vantaggi e svantaggi dei vari sistemi di controllo della modulazione, ma quale utilizzeremo sul nostro mixer? Nessuno di questi. Non è che vogliamo essere anticonformisti a tutti i costi, ma ci siamo posti come obiettivo sia di eliminare la torretta, per i motivi già spiegati, sia di progettare un sistema moderno, valido e soprattutto ergonomico. Un sistema di questo tipo lo avevo già installato sui miei mixer negli anni ‘70 con ottimi risultati, si chiamava “VU Scan”. Questo sistema era composto da una elettronica (a quei tempi analogica) e da due monitor video. Sul primo monitor erano visualizzati sotto forma di barre verticali i livelli relativi ai canali e sul secondo i livelli dei master, monitor, aux, PFL ecc. (figura 2). Logicamente i tempi e la tecnologia sono cambiati. Oggi si può fare uso di un’elettronica digitale molto più versatile e precisa e di un monitor flat di grandi dimensioni (figura 3 – cortesia Chromatec). 108 settembre/ottobre 2010 - n.85 Quali sono i vantaggi? cominciamo dal lato tecnologico. Un’elettronica digitale, essendo un vero e proprio computer, può venire configurata via software in modo elementare e questo ci permette di utilizzare una stessa elettronica per qualsiasi numero di canali, master, aux ecc. Questo contribuisce ad abbattere i costi. È possibile configurare i colori, la scala, la dinamica, la memoria di picco ecc. Inoltre la precisione è molto elevata, anche dell’ordine del decimo di dB. Dal punto di vista ergonomico, possiamo utilizzare un monitor anche da 50 pollici o maggiore (oggi a costi molto accessibili) e posizionarlo sulla parete di fronte al mixer, dove non crea problemi di acustica. Come possiamo vedere nelle figure 4 e 5 l’angolo di visualizzazione sarà molto ridotto, dell’ordine di 10/15 gradi, in modo da non affaticare con rotazioni della testa, inoltre avendo a disposizione un enorme numero di canali, potremo tenere sotto controllo tutto il nostro studio (figura 6 – cortesia Chromatec). Un’altra possibilità di questo sistema, certamente da non sottovaluare, consiste nel poter commutare il nostro monitor come analizzatore di spettro e come monitor di controllo per il programma di registrazione digitale, eliminando dalla sala di regia molte parti ingombranti e spesso dannose all’acustica. tecnologia di Carlo Carbone p È, infatti, notorio che gli uffici dell’ambiente siano “ricettori” dove dormono o comunque vivono persone, specie in orari notturni dalle 22:00 in poi. te ar p Basta la Parola ar te Per chi guardava con sufficienza e anche un po’ di critica coloro che si attardavano nei meandri di semantica, linguistica e semiologia, è arrivato il momento di cospargere la testa di cenere e pentirsi di tutte le nefandezze pensate. I n questo fine luglio si è completata la parabola, tutta milanese, dei fatti curiosi che cambiano la parola. Tre i fatti: delibera della Giunta comunale a regolamentazione dei concerti; processo a ClaudioTrotta e Vittorio Quattrone; la religione, se messa in scena con un impianto di 13 cluster di diffusori tali che i Depeche Mode direbbero “chissà se mai potremo permetterceli?”, davanti a 40.000 persone, non è spettacolo. E tutto in una stagione! Prologo L’inizio è stato subito forte: l’approvazione del regolamento comunale di Milano in cui, per brevità, si riportano solo i fatti più divertenti omettendo quelli gravi perché oggetto di un futuro (speriamo) tavolo tra Assomusica e l’Amministrazione. Tra questi primeggia l’art. 6 comma 2: 6 Rilascio delle autorizzazioni in deroga per le manifestazioni di pubblico spettacolo (concerti e spettacoli) ... b) Nel provvedimento di autorizzazione, l’Amministrazione Comunale può prescrivere, anche su proposta di ARPA Lombardia, l’adozione 110 settembre/ottobre 2010 - n.85 In realtà il provvedimento, nato per semplificare, ha invece ingarbugliato una situazione semplice. Sospetto che la realtà sia altrettanto semplice. Nell’amministrazione affaristica di Milano i concerti sono di interesse solo di una persona, l’assessore Giovanni Terzi, che fa una fatica immane a trasferire in giunta cose ovvie: 1 concerto = 70.000 persone, prego moltiplicare per il numero di concerti. Ma dove dormiranno e dove mangeranno e quale prestigio porta tutto questo alla città sono domande oscure, remote nella coscienza dell’amministratore medio quanto politicamente evanescenti o meglio trasparenti. Come dire: sono giochi da ragazzi, vuoi mettere edilizia e expo che, se non possono essere definite con aggettivi come trasparenti, sicuramente sono di grande peso per il terreno e per le tasche di pochi! Secondo round di specifici accorgimenti atti a ridurre l’impatto acustico sugli ambienti di vita circostante (quali: la localizzazione del palco, l’orientamento delle sorgenti sonore, la tipologia degli strumenti musicali, ecc). Questo è interpretabile solo come desiderio di partecipare ad ogni costo da parte dei nostri amministratori, desiderio tale da trascinarli in qualche eccesso semantico. Ma non scherza neppure, in fatto di divertimento, l’individuazione del recettore maggiormente esposto dove fare le verifiche di inquinamento durante le manifestazioni in Piazza del Duomo: 12 Ricettori a) Per i siti sottoelencati vengono individuati i seguenti ricettori: Stadio “G. Meazza” Stabile di Via Dessiè 15/A (5° piano) Civica ARENA Viale Elvezia 10-10/a, 12-18 e Via Legnano 18-20-22 Piazza Duomo Piazza Duomo 21 (Uffici al 4° piano dell’Amministrazione affaccianti Piazza Duomo) Cascina Monluè Via Monluè civici 76-77 Piazza del Cannone Viale Gadio, primi civici e Piazza Castello civico 16 Via Beltrami tutti i civici con finestre su Largo Beltrami Velodromo “VIGORELLI” Stabili di Via Savonarola e Via Giovanni da Procida Arco della Pace Piazza Sempione civici 2-3-4-5-6-8 Ottagono interno Galleria “Vittorio Emanuele” Balcone su galleria dell’Hotel Piazza Duca d’Aosta Piazza Duca d’Aosta 10-12 (Hotel Gallia, Mini Hotel Aosta) e Via Vittor Pisani civici 12 e 13 Area circostante MM1 “Lampugnano” Via Carlo Osma 5 Fabbrica del Vapore Via Messina civico 20 e Via Procaccini civico 3 Piazza Santo Stefano Tutti i civici con finestre sulla piazza Piazza Sant’Eustorgio Tutti i civici con finestre sulla piazza Piazza Leonardo Da Vinci Tutti i civici con finestre sulla piazza Cassina ANNA Tutti i civici posti in prossimità dell’area Sull’assoluzione di Claudio Trotta e Vittorio Quattrone dai processi che li hanno visti protagonisti per lo sforamento degli orari di termine della manifestazione dei concerti di Springsteen per Trotta e Kravitz e Subsonica per Quattrone, a cui si aggiungevano, nell’ipotesi del PM, aggravanti quali: “inquinamento acustico”, “guadagni illeciti conseguenti allo sforamento” ed altri che francamente non ricordo a memoria. Non è stata ancora pubblicata la motivazione, per cui si discute solo del fatto. L’accusa voleva una condanna esemplare e il giudice ha assolto con la motivazione semanticamente più ineccepibile: “reato non previsto nel codice penale”. Perché allora il processo? Altro quesito di remota e oscura risposta. Paginate di relazioni colte, rilievi di dubbia liceità effettuati da ARPA con macchinette automatiche, un accanimento che fa dubitare delle proprie idee e vacillare la fede nella giustizia... per cosa? Niente. Non proprio. Di seguito riporto un estratto dalla mia relazione, redatta in merito all’uso delle centraline di registrazione del suono quando utilizzate per i concerti. Ciò per far sì che in casi analoghi si possano utilizzare le stesse ragioni apprezzate in questa sede di giudizio. Invalidità delle misure in assenza di personale a presidio misure dal 14 al 18 luglio 2008 e misura del 26 luglio 2008 La misura del rumore ambientale deve essere effettuata, secondo la regola tecnica, alla presenza del tecnico rilevatore che ne attesta le condizioni generali e quelle effettive di funzionamento dell’apparecchiatura. In tal senso il D.M.A. 16 marzo 1998 “Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico” fornisce alcune indicazioni essenziali per la regolarità della misura. Art. 2: Strumentazione di misura 3 La strumentazione e/o la catena di misura, prima e dopo ogni ciclo di misura, deve essere controllata con un calibratore di classe 1, secondo la norma IEC 942/1988. Le misure fonometriche eseguite sono valide se le calibrazioni effettuate prima e dopo ogni ciclo di misura, differiscono al massimo di 0,5 dB Ciò significa che misure effettuate con apparecchiature lasciate in funzione giorno dopo giorno, in continuo, non hanno possibilità di essere controllate prima e dopo il fenomeno indagato specie se a carattere occasionale come effettivamente è uno spettacolo dal vivo, comportando quindi la forte probabilità di acquisizione di dati non realistici. Durante le sessioni di misura la catena deve essere calibrata prima e dopo la rilevazione del fenomeno poiché si potrebbero verificare, ad esempio, sbalzi di corrente o altre anomalie elettriche che andrebbero a modificare gli equilibri su cui si basa la traduzione della pressione in segnale elettrico. Umidità, polveri e altri eventi occasionali, anche della durata di poche ore, possono comportare una modifica spesso rilevante del numero misurato. È per questa variabilità, scientificamente conosciuta, della catena di misura che la norma impone la calibrazione prima e dopo la misura del fenomeno indagato, nonché la presenza del tecnico. Allegato A: Definizioni ... 3 Sorgente specifica: sorgente sonora selettivamente identificabile che costituisce la causa del potenziale inquinamento acustico Ovvero: la mancanza di registrazioni o del valore testimoniale dell’operatore tecnico impedisce di ricondurre in maniera indiscutibile quello che il grafico suggerisce come livello di rumore alla sorgente effettivamente oggetto di studio. In particolare si fa notare che in molte manifestazioni, nei pressi dell’area si posizionano venditori ambulanti di generi alimentari che utilizzano impianti di amplificazione a livelli spesso localmente superiori alla stessa sorgente del concerto. Da tenere in debita considerazione debbono altresì essere i rumori provenienti dall’abitato: televisioni o apparecchi sonori, apparecchiature in funzione discontinua che non possono esser criterizzati in assenza di personale capace di distinguere www.soundlite.it 111 tecnologia e quindi di applicare le correzioni del caso alla misura o quantomeno segnalarne l’esistenza. Non è un caso che lo stesso decreto rafforzi l’importanza di valutare correttamente il fenomeno fornendo un’ulteriore specifica sui tempi di valutazione: 1 Tempo di riferimento (TR ): rappresenta il periodo della giornata all’interno del quale si eseguono le misure. La durata della giornata è articolata in due tempi di riferimento: quello diurno compreso tra le h 6:00 e le h 22:00 e quello notturno compreso tra le h 22:00 e le h 6:00. 2 Tempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo compreso in TR nel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendono valutare. 3 Tempo di misura (TM ): all’interno di ciascun tempo di osservazione, si individuano uno o più tempi di misura (TM ) di durata pari o minore del tempo di osservazione, in funzione delle caratteristiche di variabilità del rumore ed in modo tale che la misura sia rappresentativa del fenomeno. f) conclusioni; g) modello, tipo, dinamica e risposta in frequenza nel caso di utilizzo di un sistema di registrazione o riproduzione; h) elenco nominativo degli osservatori che hanno presenziato alla misurazione; i) identificativo e firma leggibile del tecnico competente che ha eseguito le misure. Nella relazione di misura il legislatore impone che l’esecutore/i delle misure siano nominalmente presenti nel report, assumendone così la completa identità. Nel nostro caso questo passo è palesemente disatteso ed anzi, per stessa ammissione tratta dal report inviato, la misura era eseguita in assenza di personale. Il valore e l’importanza che il presidio assume nella verifica dei livelli è espressamente indicata dallo stesso Dott. Piuri nella sua testimonianza dell’11 febbraio, riportata nella figura a fianco, che conferma la puntualità di una misura presidiata rispetto a quella priva di verifica dei fenomeni. Allegato B: Norme tecniche per l’esecuzione delle misure 1 Generalità Prima dell’inizio delle misure è indispensabile acquisire tutte le informazioni che possono condizionare la scelta del metodo, dei tempi e delle variazioni sia dell’emissione sonora delle sorgenti che della loro propagazione. Devono essere rilevati tutti i dati che conducono ad una descrizione delle sorgenti che influiscono sul rumore ambientale nelle zone interessate dall’indagine. Se individuabili, occorre indicare le maggiori sorgenti, la variabilità della loro emissione sonora, la presenza di componenti tonali e/o impulsive e/o di bassa frequenza. Si richiama quanto anzidetto. Qua l’attenzione del legislatore è evidente: impedire attribuzioni indebite e/o valutazioni affrettate e non complete. 4 Il microfono da campo libero deve essere orientato verso la sorgente di rumore; nel caso in cui la sorgente non sia localizzabile o siano presenti più sorgenti deve essere usato un microfono per incidenza casuale. Il microfono deve essere montato su apposito sostegno e collegato al fonometro con cavo di lunghezza tale da consentire agli operatori di porsi alla distanza non inferiore a 3 m dal microfono stesso. La presenza di personale nell’ipotesi suddetta è data per certa e la norma deve garantire che la presenza non disturbi i risultati della misura. Allegato D: Presentazione dei risultati I risultati dei rilevamenti devono essere trascritti in un rapporto che contenga almeno i seguenti dati: a) data, luogo, ora del rilevamento e descrizione delle condizioni meteorologiche, velocità e direzione del vento; b) tempo di riferimento, di osservazione e di misura; c) catena di misura completa, precisando la strumentazione impiegata e relativo grado di precisione, e del certificato di verifica della taratura; d) livelli di rumore rilevati; e) classe di destinazione d’uso alla quale appartiene il luogo di misura; 112 settembre/ottobre 2010 - n.85 Si evidenzia, pertanto, l’inconsistenza di valore delle misure sopradette, in conseguenza alla mancanza del requisito essenziale della presenza del personale così come dichiarato nei report di misura redatti dai tecnici ARPA ivi compreso quello del 26 luglio 2008 (pag 4 del documento prot. n. 111354 del 4 agosto 2008). In merito alla stessa manifestazione, concerto dei REM, si richiamano le dichiarazioni conclusive sul livello del rumore durante le prove: … • Le prove della manifestazione hanno prodotto il superamento del livello equivalente d’immissione previsto, pari a 68 dB(A), valutato secondo le indicazioni contenute nell’autorizzazione in deroga, sia per la sessione di venerdì 25 luglio (18:00 - 20:00), sia per la sessione di sabato 26 luglio (15:00 - 17:00). Si osserva tuttavia che per la sessione di venerdì 25 luglio, nel tracciato grafico sopra riportato non si ha evidenza di attività musicale nell’intervallo considerato. D’altra parte, il clima acustico della zona è compatibile con livelli acustici residui compresi tra 68 e 70 dB(A). Per motivi di spazio, siamo purtroppo costretti ad interrompere bruscamente qui il discorso per riprenderlo nel prossimo numero.