COPERTINA AMW 17 2-05-2011 18:20 Pagina 1 COPERTINA AMW 17 2-05-2011 18:20 Pagina 2 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 1 2 20 Contents 7 Sommario 13 WORTH THE WAIT! AN SF-260 IN CALIFORNIA 2 VALEVA LA PENA ASPETTARE! UN SF-260 IN CALIFORNIA Thomas Frazer COVER PHOTO: The SF-260 of member Thomas Frazer in flight over California IN COPERTINA L'SF-260 del socio Thomas Frazer in volo sulla California MICKEY MOUSE IN US SKIES 7 TOPOLINO VOLA IN AMERICA Gregory Alegi BAREFOOT AND WITH A ROPE AROUND THE NECK SCALZO E CON UNA CORDA AL COLLO Nanni Pomanti AVIATION UPDATE NOTIZIE DAL MONDO DELL’AVIAZIONE 13 20 Editor in Chief / Direttore Responsabile: Giovanni Pasqua Managing Editor / Vice Direttore: Giancarlo Naldi Editorial Services / Consulenza editoriale: The Wing Consulting S.r.l., Via Chiana, 87 - 00198 Roma Layout / Impaginazione: Copyservice, Largo Somalia, 28 - 00199 Roma Photographs and images / Fotografie e immagini: Italian Air Force-Troupe Azzurra, Gregory Alegi, AMW, Giorgio Apostolo, Bill Burdis, Finmeccanica, Thomas Frazer, Luca Fumagalli, Franco Gambarini, Nanni Pomanti, US Navy Printing / Stampa: Litografica Iride, Via della Bufalotta, 224 - 00139 Roma Quarterly professional magazine pubblished by / Rivista professionale trimestrale Pubblicata da: ALENIA AERMACCHI S.p.a. Via P. Foresio, 1 - 21040 Venegono Superiore (Varese) Registered with the Varese Court / Autorizzazione del tribunale di Varese: n.407/14 maggio 1982 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 2 EREDITA’ HERITAGE Thomas Frazer Worth the wait! An SF-260 in California Valeva la pena aspettare! Un SF-260 in California US member Tom Frazer is the proud owner of a former Italian Air Force SF-260. In this story he describes how he crowned his childhood dream of owning a ‘260 and details the avionics upgrade and weight reduction changes made to the aircraft. Tom Frazer, socio del nostro club ed orgoglioso proprietario di un SF-260 un tempo appartenuto all'AM, ci racconta la storia dell'acquisto del suo velivolo e le interessanti trasformazioni interne per aggiornarne l'avionica ed alleggerirne il peso ous airplanes, the images were seared into my 11 year old imagination. There was something about these planes’ elegant and beautiful lines, their military pedigree, and, for lack of a better word, their “Italian-ness” that made them extraordinary and something that I dearly wanted to experience. In the ensuing years, I managed to get my pilots license, go to college, start a family, and run a small business. I was Thomas Frazer sits proudly at the controls of his SF-260, to which he devotes much of his free time. Thomas Frazer posa orgoglioso ai comandi del suo SF-260 al quale dedica molto del suo tempo libero. n October 1975 Flying Magazine published a photo spread on the Waco Meteors, an airshow duo of that time. The article featured two brightly colored, stunning, and aggressive looking planes locked in tight formation with smoke marking their trail. I carefully cut the photos from the magazine and taped them over my desk. After many hours of daydreaming of these exotic, gorge- I 2 MARZO 2011 ell’ottobre 1975, la rivista “Flying” pubblicò un servizio foto sui “Waco Meteors” (Le meteore Waco), una coppia acrobatica del tempo. L’articolo mostrava due aerei dai colori sgargianti, bellissimi, con un aspetto aggressivo, che volavano in una formazione molto stretta, col fumo che marcava la loro scia. Ritagliai con cura le foto dalla rivista e le appesi sopra la N fortunate enough to be able to indulge my passion for flying over the years, owing a couple of single engine planes that I used for business and a couple of sailplanes that were for the joy of being aloft. On the rare occasion that I saw a SF260 on the ramp, I again felt that excitement and fascination. That feeling from my boyhood was still alive! Still, SF260’s were rare as pearls in Peoria and amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 3 mia scrivania. Dopo molte ore passate a fantasticare su questi stupendi, esotici aerei, le immagini si scolpirono nella mia immaginazione di undicenne. Vi era qualche cosa di intrigante nell'eleganza e nella bellissima linea di questi aerei - la loro provenienza militare, e, per mancanza di una parola migliore, la loro “italianità” – che li rendeva straordinari e mi faceva desiderare di provarli ad ogni costo. Negli anni che seguirono riuscii a prendere il brevetto di pilota, andare all’università, mettere su famiglia e diventare titolare di una piccola impresa. Fui abbastanza fortunato da poter assecondare nel corso degli anni la mia passione per il volo, arrivando a possedere un paio di aerei monomotore che usavo per le mie attività di lavoro ed un paio di veleggiatori per la gioia di essere in aria. Nelle rare occasioni in cui incontravo un SF-260 sul piazzale provavo di nuovo quella esaltazione e quel fascino. Quel sentimento della mia infanzia era ancora vivo in me! Tuttavia, gli SF-260 erano rari come perle a Peoria e molto costosi. Acceleriamo velocemente fino al 2010. Il mio Cub stava perdendo un po’ del suo lustro. Con una velocità di crociera di 82 nodi era troppo lento per le distanze che dovevo coprire per i miei viaggi di lavoro. Inoltre, i miei passeggeri si erano stancati di vedere soltanto il retro del mio collo mentre ondeggiavamo in aria. Era venuto il momento di andare in cerca di un altro aereo! Avrei dovuto ricercare aerei più razionali e pratici, ma ha vinto il cuore. A dicembre dell’anno scorso ho acquistato un SF-260AM, numero di costruzione 40019, già utilizzato dall’Aeronautica quite dear. Fast forward to 2010. The Cub I owned was losing some of its luster. With a cruise speed of 82 knots, it was too slow to travel the distances I needed to cover for business trips. In addition, my passengers were sick of looking at the back of my neck as we bounced along. It was time to go airplane shopping! While I should have looked at more “sensible” airplanes, my heart won out. In December of last year I purchased serial number 40-019, a SF 260AM that was a retired Italian Air Force trainer. She is a good example of a late model ‘260. 70 *50 was IRAN’ed 950 hours ago, when she received new wings, an automatic fuel system, and other updates. She was imported by Mike Patlin’s Airpower International and certified as Experimental Exhibition Category by the FAA. Soon after, she was sold to Bill Burdis, and 70*50 started her transformation into a very capable and exceptional example of the SF 260. Bill is a retired US Air Captain, as well as an enthusiastic aviator. He has owned many interesting and rare airplanes, and has a broad knowledge of aviation and aircraft. Believe me, this is the guy you want to buy an airplane from! 70*50 was Bill’s third (!) SF 260 and was prece- Militare italiana come addestratore presso la scuola di Latina con i codici 70-50. Si trattava di un bell’esemplare di ‘260 di tarda produzione. Aveva effettuato la revisione generale 950 ore prima, durante la quale erano state cambiate le ali, era stato equipaggiato con sistema automatico per il carburante, ed aveva subito altri ammodernamenti. Era stato importato dalla Airpower International di Mike Patlin e la FAA lo aveva certificato nella categoria Esibizione/Sperimentale. Poco dopo, con la vendita a Bill Burdis, il 70-50 iniziò a trasformarsi in un eccezionale e performante esemplare di SF-260. Bill è un comandante in pensione della compagnia US Air, ed anche un pilota entusiasta. Ha avuto molti aerei rari ed interessanti, ed ha una grande conoscenza di aviazione e di aeroplani. Credetemi, è proprio la persona dalla quale uno vorrebbe acquistare un aereo! Il 70-50 era il terzo (!) SF-260 di Bill, ed era stato preceduto da un SU26, un Beechcraft bimotore, svariati Cessna Bird Dog, vari aerei acrobatici, ed una manciata di altri fantastici aerei. Bill teneva il SIAI Marchetti nello stesso hangar del suo bestiale caccia YAK-3U. Una foto del cruscotto prima dell'installazione della nuova strumentazione The control panel before being re-equipped with new instruments. AERMACCHI WORLD 3 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 4 EREDITA’ HERITAGE Except for the avionics upgrade, the aircraft remains largely faithful to the original SF-260AM configuration. L'ammodernamento del cruscotto costituisce la principale deviazione rispetto alla configurazione SF.260AM standard che per il resto è stata largamente conservata. ded by a SU 26, a Twin Beech, several Cessna Birddogs, various acro mounts, and a handful of other cool airplanes. The SIAI Marchetti shared hangar space with Bill’s beastly YAK 3U fighter. Bill’s experience with the ‘260 and his other planes came into play when he decided to update the plane to make “flying her as enjoyable as possible.” After 90 hours of flight time, it was time to bring this girl into the 21st century! Bill stripped out the military avionics, antennas and wiring, which saved 150 pounds in useful load. The experimental category certification allowed for modern, non-TSO’ed avionics to be used, saving a huge amount of expense and a bit of weight compared to certified electronics. The rising popularity of homebuilt aircraft has fostered a number of companies that manufacture advanced glass panel avionics. These innovative boxes have capabilities that exceed what was available only a few years, and at a much lower price than before. The panel was reassembled with an Advanced Flight Systems AF-4500 EFIS. This box incorporates an AHRS driven 4 MARZO 2011 L’esperienza di Bill sul ‘260 e sugli altri aerei entrò in gioco quando decise di aggiornare l’aereo per “renderne il pilotaggio il più gradevole possibile”. Dopo 90 ore di volo, era venuto il momento di portare questa bella ragazza nel 21° secolo! Bill eliminò tutta l’avionica militare, antenne e cablaggi, recuperando 68 chili di carico utile. La certificazione nella categoria “sperimentale” permise l’utilizzo di un'avionica moderna, non omologata, risparmiando molti soldi ed anche un po’ di peso rispetto all’elettronica certificata. La popolarità crescente degli aerei di costruzione amatoriale ha fatto crescere il numero di ditte produttrici di glass cockpit. Questi pannelli innovativi hanno delle capacità operative ben superiori a quello che era disponibile appena qualche anno fa, ed ad un prezzo di gran lunga inferiore di prima. Il pannello fu riassemblato con un EFIS AF-4500 della Advanced Flight Systems. Questo pannello incorpora un orizzonte artificiale AHRS, visione sintetica, monitoraggio e registrazione completa del motore, un G-Metro ultima artificial horizon, synthetic vision, full engine monitoring and logging, a solid state G-Meter, a HSI that is superimposed over the moving map, fuel computer, weight and balance (with the silhouette of the SF 260!), electronic checklists, and more. Comm 1 is a Garmin GNS430W that receives WAAS signals for precision approaches without an ILS. The Comm 2 is made by ICOM and features a large LED display. A Garmin GTX327 transponder and PS Electronics intercom/audio panel rounds out the radio stack. Because the SF 260 is as much a touring airplane as aerobat, an autopilot was installed. The S-TEC 50 autopilot with GPSS follows the magenta line like it was glued to it. This was a very easy installation, as this system is already approved for the SF 260 and just dropped in. The fuel gauges were retained. amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 5 generazione, un HSI che si sovrappone alla mappa mobile, fuel-computer per il carburante, peso e bilanciamento (con la sagoma dell’SF-260!), check list elettronica e molto altre cose. Il Comm 1 è un Garmin GNS430W in grado di ricevere segnali WAAS per avvicinamenti di precisione senza l’utilizzo di un ILS. Il Comm 2 è costruito dalla ICOM e dispone di un grande display LED. Un transponder Garmin GTX327 ed un pannello intercom/audio della PS Electronics completano la postazione radio. Dato che l’SF260 è un aereo sia da turismo sia acrobatico, è stato installato anche un pilota automatico, l’S-TEC 50, munito di GPSS, in grado di seguire la linea color magenta come se vi fosse inchiodato. La sua installazione è stata facile essendo questo apparato stato approvato per l’uso sull’SF-260 e quindi è entrato perfettamente ad incasso. Gli indicatori del livello di carburante sono rimasti gli stessi. I dati sul carburante erano disponibili anche sul display dell’EFIS, ma si è voluto mantenere questa ridondanza e, tra l’altro, funzionano molto bene. I comandi di The fuel data could have been displayed on the EFIS, but some redundancy was desired, and they do work very well. The flaps and landing gear controls were repositioned to ensure that everything could be operated with the pilot’s left hand, leaving the right hand on the stick. The copilot position features a Dynon EFIS D6, and a Garmin 696 mounted in an AirGizmos dock. The Garmin 696 is an amazing box, with a huge database, satellite weather, and radio. Atop the glare shield is a Zaon XRX collision avoidance system that displays traffic on the EFIS and on the Garmin 696. It works like a charm. Plus it’s fun to tell Center that you have the traffic on the TCAS, like the heavies. Rounding out the restoration was a fresh prop overhaul, and a gorgeous new interior in the factory correct grey vinyl upholstery. The slightly faded orange and flat black paint, marked with a few scratches and blemishes speak to her days as a working girl, teaching tyros how a real airplane should be flown. All the changes and upgrades have made 70 * 50 a very modern and capable airplane, and a heck of a lot of fun! During The SF-260 control panel after the avionics upgrade. The EFIS screen displays weight and balance data, further clarified by the drawings. Il cruscotto dell'SF-260 come si presenta ora dopo l'ammodernamento dell'avionica. Nel riquadro la videata dell'EFIS con i dati sul peso e sul bilanciamento resi più chiari dalle sagome del velivolo. flap e carrello sono stati riposizionati per renderli manovrabili dal pilota con la mano sinistra, lasciando la destra libera per la cloche. La posizione del secondo pilota è dotata di un EFIS Dynon D6, ed un Garmin 696 montato su un attacco AirGizmos. Il Garmin 696 è un apparato fantastico, dotato di una grandissima banca dati, meteorologia satellitare e radio. Collocato sopra il parasole c’è un sistema anticollisione Zaon XRX che mostra il traffico sull’EFIS come pure sul Garmin 696. Funziona che è una meraviglia. E poi è divertente informare il Centro che tu hai il traffico sul TCAS, esattamente come sui grandi velivoli. Il restauro è stato completato con la revisione dell’elica, e degli stupendi interni con il medesimo grigio della tappezzeria in vinile usato dalla SIAI. Il colore arancione un poco spento e la vernice nera opaca, con qualche graffio e qualche ammaccatura la dicono lunga sui suoi giorni passati da al chiodo, insegnando ai principianti come deve essere pilotato un vero aeroplano. Tutte queste modifiche ed aggiornamenti hanno fatto del 70-50 un aereo molto performante e moderno, ed anche molto divertente! Durante il volo di trasferimento invernale dalla Pennsylvania alla California tutte queste nuove apparecchiature sono state ben sfruttate. Il pilota automatico ha funzionato senza il minimo errore, la presentazione digitale dei dati di navigazione, meteo, e del motore ha permesso di attraversare il paese con poche preoccupazioni nonostante il maltempo che ci inseguiva. Dopo i miei primi mesi come proprietario dell’SF-260, provo ancora un piccolo brivido quando apro l’hangar e vedo il mio 70-50 pronto a partire. Dopo 35 anni passati ad immaginare e pregustare che effetto avrebbe fatto pilotarne uno, ci si poteva qualche delusione. È stato esattamente esattamente l’opposto! Sentire il solido “click” degli AERMACCHI WORLD 5 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 6 EREDITA’ HERITAGE our wintertime ferry flight from Pennsylvania to California, all this new equipment put to good use. The autopilot was flawless, and the digital presentation of navigation, weather, and engine data allowed us to fly across the country with few worries, despite the nasty weather that was chasing us. After my first few months of SF 260 ownership, I still get a little thrill when I open the hangar and see 70 * 50 there, ready to go. After 35 years of anticipation and imagining what it would be like to fly one, you would expect some disappointment. Far from it! Feeling the firm click of the MILSPEC toggle switches, tugging the canopy shut, the loud whirring of the fuel pump, all are tactile signals that 6 MARZO 2011 interruttori MILSPEC, chiudere il tettuccio scorrevole, percepire il roteare rumoroso della pompa del carburante, sono tutti segnali concreti che non si tratta di un qualunque monomotore americano. Chi sta leggendo questa rivista ha, con tutta probabilità, una certa familiarità con aerei militari, quindi non intendo ripetere gli elogi per il comportamento eccezionale e per la costruzione molto raffinata del ‘260. Ovviamente l’aereo richiede un pilotaggio più attento di un banale monomotore d’aviazione generale, ma è anche ben più gratificante. Ogni volo è un evento, mai da sottovalutare. Mi ritengo incredibilmente fortunato di essere in grado di avere a disposizione e volare sul 70-50. ■ The SF-260 still carries the original ITAF colour scheme and 70th Wing codes. Il velivolo ha mantenuto la colorazione e la numerazione datagli dal 70° Stormo. this isn’t a normal American single engine plane.If you’re reading this magazine, it is a safe bet that you are familiar with military aircraft, so I won’t reiterate the accolades of its exemplary handling and fine craftsmanship. She’s certainly more demanding than a garden variety General Aviation single, but so much more rewarding. Every flight is an event, and never to be taken for granted. I feel incredibly lucky to be able to own and fly 70*50. ■ amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 7 STORIA HISTORY Gregory Alegi Mickey Mouse in US skies Topolino vola in America In 1921 the US Navy bought three tiny M.16 floatplanes to evaluate their use on submarines and destroyers. Despite their inherent limitations, the Macchis performed well. Nel 1921 la US Navy acquistò tre minuscoli idrovolanti M.16 per sperimentarne l’impiego su sommergibili e cacciatorpediniere. Nonostante i limiti della formula, i Macchi si comportarono bene. lmost a century has elapsed from the original Nieuport-Macchi to today’s Alenia Aermacchi. In this interval, from the Macchi M.5 to the Aermacchi MB-339 many aircraft designed and built in Varese have often been carefully evaluated by the United States armed forces. Only two types, the M.8 and M.16 seaplanes, were actually sold to the USA, where they underwent A al Macchi M.5 all’Aermacchi MB-339, nei quasi cento anni trascorsi dalla nascita di Nieuport-Macchi fino all’odierna Alenia Aermacchi, gli aerei progettati e costruiti a Varese sono stati spesso valutati con attenzione dalle forze armate americane per le proprie esigenze. Quelli effettivamente venduti sono stati però solo gli idrovolanti D An unusual photo of designer Alessandro Tonini sitting in the uncovered M.16 landplane. This early prototype lacks the fin introduced on production aircraft. Una singolare immagine dell’Ing. Alessandro Tonini, progettista del velivolo, nell’abitacolo dell’ M-16, non ancora intelato. Da notare sul prototipo l’assenza della deriva che verrà poi messa nei velivoli di serie. AERMACCHI WORLD 7 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 8 STORIA HISTORY The minuscule M.16 weighed a mere 160 kg, which led the press to nickname it “the motorcycle of the sky”. L’M.16 pesava a vuoto solo 160 kg e per tale ragione fu soprannominato dala stampa “la motocicletta del cielo”. M.8 ed M.16, entrambi oggetto di un ciclo sperimentale subito dopo la prima guerra mondiale. Il primo era un idroricognitore piuttosto convenzionale, già usato in guerra da piloti della US Navy sull’Adriatico; il secondo un minuscolo idrovolante con un’aria “da Topolino”, solitamente archiviato con un sorriso a metà tra simpatia e sufficienza. Il progetto dell’M.16 «monoposto sportivo e per allenamento economico» fu elaborato dall’ing. Alessandro Tonini (1885-1932), direttore tecnico dell’allora Nieuport-Macchi, in risposta ad un Concorso per Aeroplani da Turismo bandito dalla Lega Aerea Nazionale (LAN). Per minimizzare i costi di hangaraggio il bando limitava l’apertura alare in sei metri, mentre per contenere i consumi fissava la cilindrata in 3.750 cm3. Vincoli così 8 MARZO 2011 evaluation just after the First World War. The former was a rather conventional reconnaissance seaplane, already used by US Navy pilots over the Adriatic; the latter was a diminutive seaplane with a Mickey Mouse appearance, usually described with a smile half way between curiosity and complacency. The M.16 was designed by Eng. Alessandro Tonini (1885-1932), then Technical Director of Nieuport-Macchi. Described as an «economical single-seat sport plane and trainer», the M.16 was entered in the Touring Aircraft Competition launched by the National Aviation League (LAN). In order to minimize hangarage costs, the rules limited wing span at 6 metres, with engine displacement set at 3.75 litres to reduce fuel consumption. These requirements led to very small aircraft. The M.16 was about four metres long and its empty weight came to just 160 kilograms, justifying the nickname “motorcycle of the sky” bestowed upon it by the press. It had an all-wood structure, with a rigid truss fuselage that eliminated bracing wires and the attendant rigging. The constant-chord biplane wings carried ailerons only on the stretti produssero aerei davvero minimi. L’M.16 era lungo meno di quattro metri ed a vuoto pesava appena 160 kg, giustificando il soprannome di “motocicletta del cielo” subito affibbiatogli dalla stampa. La struttura era interamente in legno, con fusoliera a traliccio rigido (eliminando tiranti e regolazioni) e cellula biplana a corda costante (con alettoni solo sulle semiali inferiori). Il lavoro fu rapidissimo. Il disegno d’assieme (che prevede un motore bicilindrico inglese ABC Gnat da 40 CV) è datato 1° luglio 1919 mentre le prove statiche ebbero luogo a Varese in settembre con un aereo munito di un tricilindrico Anzani da 30 CV. A coefficiente 10 si piegò leggermente un montante, senza però giungere a rottura per mancanza di sufficienti sacchetti per arrivare a 11. È possibile che il primo volo avesse già avuto luogo, ma data, luogo e nome del pilota sembrano perduti. Alle prove concorsuali svoltesi il 5-7 luglio 1920 a Taliedo, l’aeroporto milanese non lontano dall’attuale Linate, giunsero due M.16 con motori Gnat e Anzani, il triplano BredaPensuti e quello Ricci R.6. Quest’ultimo giunse da Napoli all’ultimo momento, mentre tre altri concorrenti – il canard Bergonzi “Ardea”, il triplano Sarri “Vampiro” e un biplano Gabardini – non furono completati in tempo. La classifica vide al primo posto con 82 punti su 90 l’M.16/Anzani pilotato da Giovanni De Briganti, seguito con 80 dal Pensuti pilotato da Ludovico Montegani e con 74 dal Ricci pilotato da Bruno Albertazzi. A questo successo si aggiunsero le vittorie nelle edizioni 1920 e 1921 della Coppa Mapelli per aerei da turismo. Secondo il battagliero settimanale Gazzetta dell’Aviazione, sulla scia del successo nel concorso LAN la Macchi amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 9 lower planes. Work proceeded quickly. The general arrangement drawing, which calls for the British 40 HP ABC Gnat two-cylinder engine, is dated July 1, 1919. Static tests were carried out in Varese in September with an airframe fitted with a 30 HP three-cylinder Anzani. Upon reaching a load factor of 10 a strut bowed slightly, but a lack of sufficient sandbags prevented the test from continuing to 11, where the structure was expected to fail. The aircraft had possibly already flown, but the date, place and name of the pilot are now apparently lost. The LAN competition was held between 5-7 July 1920 at Taliedo, the Milan airfield near the present Linate airport. Macchi brought two M.16s with ABC and Anzani engines, which competed against the Breda-Pensuti triplane and the Ricci R.6, the latter arriving from Naples at the very last moment. Three other airplanes – the Bergonzi “Ardea” canard, the Sarri “Vampiro” triplane and a Gabardini biplane – missed the deadline. Flown by Giovanni De Briganti, the sarebbe riuscita a venderne 12 al governo italiano e oltre 20 negli Stati Uniti. L’ordine italiano è confermato dallo schieramento di una dozzina di M.16 con matricole italiane militari e civili; della vendita in America, invece, non si hanno notizie. Che il piccolo aereo sia venuto all’attenzione delle autorità americane è però indubbio. La US Navy aveva ben compreso le potenzialità dell’abbinamento aereo-nave, che stava perciò sperimentando in tutte le forme possibili. Tra queste vi era la possibilità di imbarcare su sommergibili e cacciatorpediniere un piccolo aereo da rico- ture of a dozen M.16 with Italian military and civil registrations, but nothing is known about the American sales. Despite this, the little plane undoubtedly came to the attention of the US authorities. The US Navy had already understood the potential effectiveness of an airplane-ship team and was therefore experimenting with it in every possible form. This included placing aboard submarines and destroyers small reconnaissance aircraft requiring minimal maintenance, storage space and water deployment and recovery gear. The M.16 floatplane variant offered in 1921 with an Anzani engine fitted the bill gnizione con minime esigenze di manutenzione, stivaggio e attrezzature per la messa in mare ed il recupero. In questa categoria ricadeva perfettamente l’M.16 nella sua versione idrovolante, proposta nel 1921 sempre con motore Anzani. Pubblicizzato dalla ditta come il più piccolo idrovolante del mondo, l’idro fu ottenuto dal prototipo nc. 3051 con la semplice sostituzione di due galleggianti di 2,8 metri di lunghezza al posto delle ruote. Il peso a vuoto perfectly. Advertised by Macchi as the world’s smallest seaplane, the variant was obtained by replacing the wheels of M.16 c/n 3051 with two 2.8 metre floats. The empty weight climbed to 200 kilos and the top speed dropped by 10 kmph, but things remained otherwise pretty much unchanged. The exact route followed for the acquisition is unknown, but it should be recalled that just three years earlier many Americans had gained their wings on various Macchi types at the school on The M.16 could be fitted with a two-cylinder ABC Gnat engine or with the three-cylinder Anzani seen in this photo taken probably at Malpensa airfield. L’M.16 poteva montare un bicilindrico ABC Gnat o un tricilindrico Anzani, come su questo esemplare ripreso probabilmente a Malpensa. Anzani M.16 came in first with 82 points out of 90, trailed by the Pensuti flown by Ludovico Montegani with 80 points and the Ricci flown by Bruno Albertazzi with 74. This success was followed by victories in the 1920 and 1921 editions of the Mapelli Trophy for touring aircraft. According to the fiery Gazzetta dell’Aviazione weekly, the victory in the LAN competition brought Macchi orders for 12 aircraft from the Italian government and over 20 in the United States. The first order is confirmed by the pic- AERMACCHI WORLD 9 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 10 STORIA HISTORY saliva così a 200 chili e la velocità massima scendeva di 10 km/h, ma per il resto non cambiava molto. L’esatto percorso seguito per l’acquisizione è ignoto, ma è bene ricordare che appena tre anni prima molti americani si erano brevettati alla scuola di Bolsena (Viterbo) su vari idro Macchi, per poi prestare servizio operativo a Porto Corsini (Ravenna) sugli idrocaccia M.5 e sugli idroricognitori M.8. Proprio su un M.5 il guardiamarina Charles Hammann aveva lake Bolsena, then proceeding to serve operationally at Porto Corsini, near Ravenna, on M.5 fighter seaplane and M.8 reconnaissance seaplanes. Ensign Charles Hammann flew an M.5 in the action which led his receiving the first Medal of Honor awarded to a US naval aviator and two M.5 had been evaluated in 1917-18 at Hampton Roads Naval Air Station, in Virginia. All this certainly created links which were quickly put to good use when the new requirement cropped up. (Martin MS). Entrambe avevano un motore Lawrance L4 a tre cilindri a Y, ma soprattutto - per facilitare le operazioni di smontaggio e rimontaggio – montanti rigidi al posto dei tiranti. Il Lawrance spingeva anche il J.V. Martin K-IV, un minuscolo ricognitore progettato nel 1917 ma riproposto per in versione idrovolante nel 1921 con potenza raddoppiata a 60 CV per compensare il peso e l’ingombro dei galleggianti. Dalla Germania giunse il Caspar U-1, con un motore Siemens The Italian government ordered 12 M.16 landplanes. Schieramento dei 12 velivoli venduti dalla Macchi al Governo italiano. ottenuto la prima Medal of Honor assegnata ad un aviatore di marina, e due M.5 erano stati valutati nel 191718 presso la Naval Air Station di Hampton Roads, in Virginia. Tutto questo aveva certo creato qualche rapporto, rapidamente riannodato di fronte alla nuova esigenza. Contro l’M.16, o più esattamente in parallelo ad esso, la US Navy valutò diversi altri tipi, tutti biplani. Il primo fu progettato direttamente dal Bureau of Aeronautics, il servizio aereo della Marina americana, e costruito da ditte civili in due versioni con struttura in legno (diventando così il Cox-Klemin XS) o in alluminio 10 MARZO 2011 Against the M.16, or more accurately in parallel to it, the US Navy also tested several other types, all biplanes. The first was designed in-house by the Bureau of Aeronautics, the US Navy aviation branch, and then built by commercial firms in all-wood or aluminium versions which became respectively the CoxKlemin XS and Martin MS. Both were powered by a three-cylinder Lawrance L4 engine and had rigid bracing rather than wires in order to simplify assembly and disassembly. The Lawrance also powered the J.V. Martin K-IV, a tiny landplane designed in 1917 which reappeared in 1921 in seaplane form with power doubled to 60 HP to compensate da 60 CV a cinque cilindri e due modernissime ali a sbalzo che eliminavano del tutto i problemi di montaggio e regolazione. Con l’ampiezza già allora tipica dei programmi americani, la US Navy acquistò in tutto 20 esemplari, dei quali sei XS, sei MS, tre K-IV, due U-1 e, appunto, tre M.16 immatricolati da A6004 ad A-6006. Tutti furono concentrati a Hampton Roads – per inciso, lo stesso posto dove nel 1926 Mario De Bernardi avrebbe vinto la Coppa Schneider con il suo M.39 – e sottoposti a prove di vario genere. Come spiegava l’addetto navale amricano a Roma nel novembre 1922, «negli ultimi due anni e mezzo questo aereo si è dimostrato molto efficiente e soddisfacente» pur essendo dubbio se la semplice installazione dei galleggianti potesse permettergli di «prestare servizio efficiente come idrovolante se non in acque calme.» Il giudizio si attagliava in realtà all’intero gruppo di velivoli valutati, nessuno dei quali ebbe alcun seguito pratico. Nonostante la loro periodica ripro- amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 11 I-BAGC was one of the very few M.16 on the Italian register. By 1921 Macchi had built 3090 aircraft, as the construction number on the rear fuselage shows. Uno dei pochi M.16 immatricolati in Italia fu l’I-BAGC, il cui numero di costruzione in coda indica che nel 1921 la Macchi aveva già costruito 3090 velivoli. for the weight and drag of the floats. The Caspar U-1 was acquired from Germany and sported a 60 HP five-cylinder Siemens engine; more importantly, its impressively modern cantilever wings eliminated struts and rigging altogether. American military programmes were already quite large. The US Navy purchased 20 aircraft in all, including six XS, six MS, three K-IV, two U-1 and, indeed, three M.16 that received serials from A6004 to A-6006. All were tested at Hampton Roads (which, by the way, was the same place which in 1926 would see Mario De Bernardi win the Schneider Trophy with his M.39). As the US naval attaché in Rome wrote in November 1922, «during the last two and a half years this machine has proven itself to be very serviceable and satisfactory», although it was «doubtful» whether the mere installation of floats would allow it to «render efficient service as a seaplane except in quiet water». The judgement applied equally well to the entire group of aircraft, none of which found practical use. Although the idea of carrying mini-airplanes on submarines would resurface periodically up to the Second World War, technological limitations and the harsh saltwater environment conspired against them. Among those who disco- posizione fino alla seconda guerra mondiale, i limiti tecnologici e l’estrema difficoltà dell’ambiente marino limitarono infatti a lungo le possibilità dei mini-aerei imbarcati su sommergibili. Lo scoprì, tra gli altri, la Regia Marina quando, nel 1928, pensò di imbarcare aerei sulla classe “Fieramosca”, spingendo la Macchi a realizzare il monoplano M.53. A conferma del fatto che anche in America l’M.16 non si era comportato male, vered this reality was the Italian Navy, which in 1928 sought to carry aircraft on its “Fieramosca” class submarines, leading Macchi to tender its M.53 monoplane. A further indication of the positive impression left by the M.16 came in 1927, when the US Navy purchased a set of M.39 floats for use in assessing the conversion of the Curtiss F6C-4 landplane to floatplane. The biplane flew in Pensacola, but once again failed to enter production. In 1928 the last US Navy Il prototipo 3051 con motore bicilindrico Gnat fu trasformato in idro sostituendo le ruote con due galleggianti di 2,8 m di lunghezza. The Gnat-powered M.16 prototype c/n 3051 was converted into seaplane by replacing the wheels with two 2.8 m floats. AERMACCHI WORLD 11 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 12 STORIA HISTORY L’unico dei tre M.16 americani documentato fotograficamente è l’A-6005, forse ripreso sul fiume Elizabeth, vicino Norfolk. Il motore è un Anzani. A-6005 is the only US Navy M.16 documented photographically, possibily on the Elizabeth River, near Norfolk. Note the Anzani engine. nel 1927 la US Navy acquistò dalla Macchi un paio di galleggianti dell’M.39 per valutarli la trasformazione in idrocaccia del Curtiss F6C-4 terrestre. Il biplano volò a Pensacola, ma anche questa volta senza alcuno sbocco in serie. Nel 1928 l’ultimo dei tre M.16 della US Navy giunse sul registro civile americano, scambiando nel 1928 le marche militari A-6006 con quelle civili C10043. Il proprietario era un certo Robert L.Kincaid di Syracuse, NY. Identificato semplicemente come “Nieuport-Macchi Sport”, un nome che rispecchiava bene la sua vera natura, a questo punto il piccolo aereo sparisce nel nulla. O magari le sue piccole dimensioni lo hanno salvato e in qualche garage o granaio americano attende pazientemente che qualcuno lo venga a riscoprire... ■ M.16 reached the US civil register, leaving its military serial A-6006 to become C10043 with Robert L.Kincaid in Syracuse, NY. This is the last trace left by the “Nieuport-Macchi Sport”, a name that corresponded to the true nature of the little plane which then disappeared into the night. Unless its small size saved it and left it lurking in some American garage or granary, where it patiently waits to be rediscovered... ■ M.16 SEAPL AN E KEY DATA CARATTERISTICHE DELL’M.16 IDRO Lenght/Lunghezza: 4,16 m (floats excluded/gallegg. esclusi) Span/Apertura alare: Height/Altezza: 6,00 m 2,12 m (floats included/gallegg. compresi) Wing area/Superf. alare: 11,3 m2 Empty weight/Peso a vuoto: 200 kg Payload/Carico utile: Max speed/Vel. max: Max endurance/Aut.max: 90 kg 120 km/h 3h 30’ Strength coefficient/ Coeff. di sicurezza: 10,6 Source: Macchi drawing 16000 of 20 April 1921 Fonte: disegno Macchi 16000 del 20 aprile 1921 In questa immagine ripresa alla Schiranna, sul lago di Varese, il “redan” dei galleggianti è nascosto dal carrello di alaggio. In this picture taken at Schiranna, on lake Varese, the cart hides the step on the M.16 floats. 12 MARZO 2011 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 13 RICORDI MEMORIES Nanni Pomanti Barefoot and whit a rope around the neck Scalzo e con una corda al collo Feelings, nostalgia and memories of a former MB-326 student pilot of the 9th Alitalia Pilots’ Course Sensazioni, nostalgie e ricordi goliardici di un Comandante Alitalia del 9° Corso Piloti AZ su MB-326 aster: On Engine starting: On Fuel Booster Pump: On Pull: Inverter standby Throttle: Idle Shut-Off: Lowered Low pressure warning light: Off Fire and overheating light: Off Starter and second counter: Push Thousand one, thousand two, thousand three, thousand four: release starter” “M aster: On Engine starting: On Fuel Booster Pump: ON Pull: Inverter Standby Manetta: Idle Shut-Off: Abbassata Spia Bassa pressione: Spenta Spia incendio e surriscaldamento: Spenta Starter e contasecondi: Push Milleeuno, milleedue, milleetre, milleequattro: rilasciare lo starter” “M And then the classic whining of the jet engine starting until it becomes deafening for the poor Crew chief busily trying to pull the safety pin from the Martin Baker ejection seat. I still remember all An Alitalia MB-326 at the top of a climbing turn. L'MB-326 con i colori dell'Alitalia alla sommità di una virata sfogata AERMACCHI WORLD 13 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 14 RICORDI MEMORIES The Alitalia MB-326D control panel differed from the military variant in having VOR-ILS and VHF radio. Il cruscotto dell'MB-326 Alitalia differiva da quello previsto per la versione militare per la presenza di apparati VOR-ILS e radio in VHF. Ed ecco il classico sibilo del motore a reazione che si mette in moto fino a diventare assordante per il povero Crewchief intento a togliere le spine di sicurezza del Martin Baker. Ricordo ancora tutti i controlli del “Macchino” a memoria. Non ricordo quelli dei velivoli più recenti ma i suoi sì. Il primo amore non si scorda mai. Anche perché avevamo studiato bene la macchina durante la prima fase istruzionale che si svolgeva a Fiumicino. Durante tre mesi di corso intensissimo ci avevano propinato lezioni teoriche, un link trainer generico che verosimilmente poteva essere quello del T-33, il simulatore del Viscount 785 ed il corso macchina dell'MB-326. Poi tutti a Brindisi per la prima fase della selezione al volo. Terminati i controlli dopo la messa in moto che comportavano le prove dell'aerofreno e l'escursione completa dei flap per posizionarli poi in posizione T/O, si doveva portare il motore all'80% per far muovere il velivolo dalla sua posizione statica Si rilasciavano i freni e dopo pochi secondi si portava nuovamente la manetta su idle con frenata di un solo piede per fare una rotazione di 90° e seguire la center line della via di rullaggio. I primi tempi in questa fase ti senti- 14 MARZO 2011 the “Macchino” checks by heart. I don’t remember checklists on more recent planes, but those I do. One never forgets the first love; especially because we had studied the aircraft well during the first phase of instruction which took place at the Alitalia training centre at Fiumicino. During three months of a very intense instruction programme we had been stuffed with theory, with a generic link-trainer (which could easily have been that of the T-33) and the Viscount 785 simulator; and finally the specific MB-326 aircraft course. After that, we all went to Brindisi for the first flight selection phase. Finished with the checks after engine start, which meant trying the speed brake as well as extending the flaps completely before setting them to the Take/Off (T/O) position, we would bring the engine to 80% to make the aircraft roll from its parking position. We would release the brakes and after a few seconds we would again bring the throttle to idle with a single-foot braking action to effect a 90° turn and follow the taxiway centre line. At the beginning of the course at this point you would feel as if driving a monster in size and power. During taxiing you would adjust the kneeboard with the procedures, mentally vi alla guida di un mostro di grandezza e di potenza. In rullaggio aggiustavi il cosciale con le procedure, ripassavi nella tua mente i parametri per le varie manovre che si sarebbero fatte in quota per cercare di non farsi sorprendere impreparati dall'istruttore. Ripensandoci provo una grande nostalgia anche se all'epoca è stato in realtà un periodo stressante per la forte selezione e la mancanza di precedenti esperienze di volo. Ho dovuto far ricorso a tutta la grinta di cui disponevo per poter superare i vari step che man mano si presentavano, il primo dei quali era certamente il decollo da solista. Tutti gli istruttori provenivano dall'Aeronautica Militare, avevano una grande esperienza istruzionale ed erano molto in gamba. Lo posso dire anche oggi dopo aver passato quasi 40 anni in Compagnia come Comandante Istruttore ed Esaminatore. La prima fase addestrativa si concludeva con la 19^ missione. Non era un vero e proprio esame fatto da un esaminatore ma era il tuo stesso istruttore che doveva decidere se farti fare la 20^ missione, che era il primo volo da solista, o rimandarti a casa, cosa questa abbastanza frequente. Infatti, su 45 allievi del mio corso solo 18 hanno terminato il corso conseguendo il fatidico brevetto di 3° grado. In ogni caso si trattava di una grande responsabilità avendo in mano il destino di una persona. Ricordo benissimo la mia 19^ missione. Prima di salire sull’aereo ero un po’ teso poi, appena seduto, non ho più pensato all’esame ma al mio Macchino. Ho sempre avuto la sensazione durante tutti i miei voli su quella macchina, peraltro condivisa da tanti altri, che non ero io amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 15 go over the parameters for the various manoeuvres to be carried out in flight trying to keep the instructor from catching you unprepared. Thinking about it again I feel a great nostalgia even though, at the time, this was a very stressful period because of the tough selection process and the lack of prior flying experience. I had to draw on all the determination I had in me to overcome the various steps which came up, first of which was certainly the solo takeoff. The instructors all came from the Italian Air Force, had vast instructional experience, and were really very good. I still think so today, after almost 40 years with Alitalia, where I became Captain, Senior Instructor and Examiner. The 19th mission concluded the first training phase. It wasn’t really a test with an examiner; rather, your own instructor would decide whether to let you fly the 20th mission (which was actually the first solo flight) or send you home. This happened rather frequently. Nanni Pomanti makes is first solo landing on the Brindisi runway. Primo atterraggio da solista di Nanni Pomanti sulla pista di Brindisi. che pilotavo ma che lei ed io eravamo una cosa unica che volava. Il mio istruttore era Antonio Usai, una persona splendida e un vero signore. Si comportava duramente quando era necessario essere duri e affabilmente negli altri momenti e mi ha insegnato inconsapevolmente anche a fare l’istruttore. Durante la prima parte della missione non ha aperto bocca, sentivo solo qualche “grugnito” come se disapprovasse quello che stavo facendo. Poi mi ha chiesto di fare qualche manovra e ...apriti cielo. Ha cominciato a dirmi che non sapevo fare niente, che le mie manovre erano imperfette e alcune sbagliate. Poi ha preso lui i comandi, è sceso a mille piedi, ha rovesciato l’aereo e mi ha indicato i campi dicendomi : “Vedi quei campi ? Le tue braccia e le tue mani servono lì, non per pilotare un aereo !” Mi ha lasciato i comandi con l’aereo rovesciato e mi ha detto di riportare l’aereo a terra. A questo punto ho rimesso l’aereo dalla posizione inusuale, sono salito di quota per fare l'ingresso standard in circuito e, pensando che per me il corso fosse finito, sono andato all'atterraggio. Arrivato al parcheggio in prossimità del In fact, out of 45 student pilots in my group, only 18 finished the course with the coveted 3rd Degree licence – what we would today call a Commercial Pilot Licence. In any case, the instructor bore a great responsibility and held the fate of a person in his hands. I remember my 19th mission very well. Before climbing aboard the aircraft I was a little tight, then, as soon as I sat down, I forgot about the exam and thought only about my Macchino. During all my flights on that aircraft I had always had the feeling - a feeling shared by all the other students, I might say - that it was not I who piloted, but that the aircraft and I were as one. My instructor was Antonio Usai, a splendid person and a real gentleman. He was very tough when it was necessary to be hard, and affable in other moments, and unknowingly, he also taught me to be an instructor. During the first part of the mission he never opened his mouth, I just could hear him letting out an occasional grunt, as if disapproving of what I was doing. Then he asked me to perform some manoeuvres and… then he unloaded on me. He started to tell me that I could do nothing right, that my manoeuvres were AERMACCHI WORLD 15 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 16 RICORDI MEMORIES Nanni Pomanti, without helmet, with colleague Marco Pellitteri. Both would later become Captains with Alitalia. Nanni Pomanti, senza casco, insieme a Marco Pellitteri che diverrà anche lui comandante nella compagnia di bandiera. nostro hangar, ho spento il motore, ho fatto i controlli e mi sono slacciato le cinture. Mentre stavo per scendere ho sentito la sua voce con un tono molto duro (dal volo rovescio a quel momento non aveva più aperto bocca!) “Dove credi di andare?” mi ha detto. Io ho risposto : “A casa mia a Roma”. E lui: “No! Devi ancora fare il tuo primo volo da solista!”. Che emozione! Ho riallacciato le cinture, ho rimesso in moto e via 16 MARZO 2011 substandard and some were downright wrong. Then he took over the controls, descended to one thousand feet, turned the aircraft belly up and pointed to the fields below saying: “You see those fields? That’s where you can use your hands and arms, not for piloting an airplane!” He then turned the controls back to me with the plane upside down and instructed me to land it. At this point, I brought the plane back from its unusual position, climbed to get into the standard circuit and I landed, thinking that for me the course was over. When I arrived at the parking apron near our hangar, I turned off the engine, ran the checks, and undid my harness. Just as I was getting ready to leave the plane, I heard his voice with a per la 20^ missione. Non che la 20^ fosse una grande cosa. Si trattava di fare un semplice volo in zona di lavoro e di un rientro alla base con il solito circuito, però eravamo da soli, con tutto ciò che questo rappresentava in termini di orgoglio e di eccitazione. ma anche di una certa ansietà. Tutti i rumorini, infatti, si centuplicavano nella nostra mente e diventavano sospetti. Anche le manovre più semplici per precauzione venivano fatte con attenzione ed una grande delicatezza e raramente ci si avventurava in manovre accentuate. Al rientro, dopo i controlli in sottovento (Leva carrello, giù; aerofreno su; visivi carrello, sirena muta; luce spenta; flaps su T/O) si faceva la virata base e, amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 17 very harsh tone (from the time of the up side down flight until now he had not spoken again!) “Where do you think you are going?” He said to me, and I answered:“Home, in Rome”. And he:“No, you still have to make your first solo!” What an emotion! I strapped in again, started the engine, and off I went for the 20th mission. Actually, the 20th was really no big deal. It consisted of a simple flight in the work area and a return to base with the usual circuit, but alone this time, with all that this meant in terms of pride and excitement, as well as a certain amount of anxiety. Every little noise seemed amplified a hundred fold in our mind and would become suspect. As a precaution, even the simplest manoeuvres were performed with a great deal of attention and finesse and rarely would we embark in accentuated manoeuvres. Coming back in, after the downwind checks (landing gear, down; speed brake, up; visual landing gear check, siren mute; light off; flaps T/O), one would perform the base turn and, under the watchful eye of the instructor below, inside the mobile control tower, would get on final approach extending the “Full flaps” and trying to correct for the wind so as to have the proper final approach attitude sotto gli occhi vigili dell'istruttore in biga, si impostava il finale mettendo i “Full flaps” e cercando di correggere bene il vento in modo da presentarsi correttamente in corto e non sbagliare la richiamata. Brindisi fortunatamente aveva, ed ha ancora, due piste angolate (la 14-32 e la 05-23), per cui c'era il vantaggio di volare sempre col vento praticamente frontale. La pista principale era la 32 che comportava l'effettuazione della parte finale del circuito quasi tutta sul mare, senza riferimenti visivi sul terreno. Fondamentale era l'uso del contasecondi che veniva scattato al traverso della testata pista. Ma la nostra salvezza era una petroliera ancorata sul porto (ve ne era sempre una ancorata in quel posto) che coincideva perfettamente con l'inizio della virata base per cui se uno dimenticava di scattare il contasecondi riusciva lo stesso a impostare correttamente la virata base. Un giorno la nave scomparve per quattro giorni e qualcuno dovette rifarsi il circuito per aver sbagliato la virata base e, conseguentemente, impostato male il finale. Il decollo da solista doveva essere assolutamente festeggiato in qualche modo dai colleghi e non poteva passare inosservato. Anziché il bagno forzato nella and not make an error on the flare. Fortunately, Brindisi had, and still has, two angled runways (14-32 and 05-23), giving the advantage of always flying with a headwind. The primary runway was 32, which meant that the final turn was practically all over water, without visual terrain reference points. In this case the use of the stopwatch was essential, started abeam of the runway threshold. But what really saved us was an oil tanker moored in port (there was always one at that dock) and it coincided perfectly with the start of the base turn, so that if one forgot to turn on the stopwatch it was still possible to set up the base turn correctly. Once, the ship was away for four days, and some had to go around again because of a missed base turn, and as a consequence set up final incorrectly. The first solo flight could not go unnoticed; in fact it absolutely had to be celebrated in some way by the colleagues. At the Lecce Air Force Flight School the tradition contemplated a forced bath – i.e., being dunked by colleagues in the fountain of the base. At Brindisi the ritual involved the cutting of hair. The classmates would shave your hair only partially, thereby forcing you to go to a barber to complete the work and come out with a more …dignified appearance, if one can say that. In my case, they cut all the hair on the back of my head and a little on top. As a result, I looked normal from the front and absolutely horrible from the side. But it was a clipping which made us proud, as it meant that we had overcome an important phase in our lives. Eventually it was the turn of Tony Falcone (also now a retired Alitalia Captain), the handsome guy of the course whom we all envied on The training syllabus did not include flying in pairs, which was reserved for impromptu meetings in the skies over Brindisi. Il volo di coppia non era previsto dai programmi istruzionali ed era riservato ad incontri “occasionali” nelle zone di volo brindisine. AERMACCHI WORLD 17 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 18 RICORDI MEMORIES The patch of the 9th Alitalia Pilot Course. Lo stemma del IX corso piloti AZ. fontana della base dove di solito si veniva gettati dai colleghi alla Scuola di volo di Lecce dell'Aeronautica Militare, da noi vi era il rito del taglio dei capelli. I colleghi ti rasavano parzialmente il capo in modo da obbligarti a ricorrere al barbiere per completare l'opera e farti avere un aspetto più ...decoroso, se così si può dire. A me tagliarono i capelli solo sul di dietro e un po' sulla parte superiore in modo che vedendomi dal davanti sembrava che fosse tutto normale mentre di profilo ero orribile. Ma era una tosatura che inorgogliva perché significava che avevamo superato una fase molto importante della nostra vita. Finalmente venne il turno di tosare Tony Falcone (anche lui futuro Comandante di Alitalia ora in pensione), il bello del corso che, avendo più successo con le ragazze, era molto invidiato. Lo scherzo, pertanto, assunse una connotazione completamente differente e ci fruttò un articolo a cinque colonne sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, articolo che conservo ancora tra i ricordi più cari di quel periodo. Rasato alla moicana, denudato, rivestito con un sacco sul quale erano stati praticati dei fori per la testa e le braccia e scritte frasi oscene di cui vi faccio grazia sia sul davanti che sul di dietro, fu portato scalzo e con una corda al collo nella centralissima Piazza Vittoria di Brindisi e lì legato ad un palo. Una cinepresa filmava lo stupore dei passanti che si fermavano a vedere questo strano individuo mentre altri colleghi scattavano foto a tutto spiano. Il il capannello di gente finì con l'attirare l'attenzione di un poliziotto che portò il malcapitato in Questura insieme agli altri allievi senza togliergli il laccio dal collo. Chiarita la situazione, dismesso il saio “francescano” ed indossati gli abiti usuali, ce ne tornammo con Tony in 18 MARZO 2011 account of his great success with girls. The joke on him, therefore, took on a completely different connotation and was the subject of a five-column article in the “Gazzetta del Mezzogiorno” newspaper, an article which I still keep among my best memories of that period of my life. Shaved like a Mohican, stripped and then dressed up in a sack with openings for the head and arms, and obscene phrases (which I will spare you) written on the front and back, he was taken barefoot and with a rope around his neck to Piazza Vittoria, Brindisi’s main square, where he was tied to a post. A movie camera filmed the surprise of the passers-by who stopped to see this strange individual, while other student pilots snapped lots of photos. The gathered crowd finally attracted the attention of a policeman who took the poor fellow to the police station along with the other course members, but without taking the rope from around his neck. After the situation had been explained, the “Franciscan” habit removed and a normal set of clothes put on, we made our way back to the airport with Tony, but not before having received a stern dressing-down by the police officers. Once we passed the 20th mission, the course proceeded rapidly because the entire instructional period had to be com- aeroporto non senza aver subito una ramanzina da parte dei funzionari di Polizia. Superata la 20^ missione il corso procedeva rapidamente perché tutto il periodo istruzionale doveva essere completato entro i 15 mesi e questo grazie anche all'elevata efficienza dei velivoli la cui manutenzione era affidata a valenti tecnici aziendali. Alla 29^ missione c'era l'esame pratico per l'acquisizione del 1° grado ed alla 58^ missione quello di 2° grado. A questo punto si tornava a Fiumicino per un altro periodo di addestramento della durata di 5 mesi che consisteva ancora una volta in lezioni teoriche, nell'attività al link-trainer ed al simulatore del Viscount 785 e si concludeva con l'esame teorico per il 1° e 2° grado. Si tornava quindi a Brindisi per poco più di un mese dove si effettuavano ancora 23 missioni dedicate soprattutto alla navigazione. A differenza del programma della Scuola Volo dell'AM non si faceva né volo di coppia né volo in formazione e l'acrobazia era limitata alla conoscenza delle figura acrobatiche classiche per dimostrare la padronanza del velivolo nelle posizioni inusuali. Va da sé che ogni tanto qualche incontro ravvicinato si verificava per cui la missione veniva conclusa con un po' di acrobazia in coppia nella quale i nostri istruttori erano particolarmente bravi. All'81^ missione si faceva l'esame pratico per il 3° grado. Ma il corso non era ancora finito. Si rientrava ancora una volta al Centro Addestramento Alitalia di Fiumicino dove si facevano altri 3 mesi di lezioni finalizzate all'esame teorico per il 3° grado, l'esame di Ufficiale di rotta di 2^ classe e l'esame di fonia in inglese. Il 9° corso iniziò nel gennaio 1966 e terminò nel marzo dell'anno successivo. Riguardo il mio libretto di volo di quel periodo mentre scrivo e mi rendo conto che si è trattato di un corso intensissimo amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 19 Head shaving after the first solo. Nanni Pomanti (the first standing from the left) had his hair shaved only on the back of the head. Momento della rasatura dopo il decollo da solista. Nanni Pomanti (il primo a sinistra in piedi) è stato rasato solo nella parte posteriore del capo. pleted in 15 months, and this thanks in part to the high level of readiness of the planes, whose maintenance was being performed by excellent company techs. At the 29th mission there was a practical exam for the 1st Degree Licence, followed by another at the 58th mission for the 2nd Degree Licence (today’s Private Pilot Licence). At this point, we returned to Fiumicino for another five- month training period, which once again consisted of theory, link-trainer activities, and the Viscount 785 simulator, and finished with the theoretical exam for the 1st and 2nd licences. We then went back to Brindisi for a little more than a month where we flew another 23 missions primarily devoted to navigation. In contrast with the Air Force Flying School syllabus we did not fly in pairs nor in formation, and aerobatics were limited to familiarising with basic aerobatic figures to demonstrate complete control of the aircraft in unusual positions. It goes without saying that once in a while we would meet in the air, at which point the mission ended with some aerobatics in pairs, something at which our instructors were particularly good. At the 81st mission we underwent a practical exam for the 3rd Degree Licence; but the course was by no means over. We went back to the Alitalia Training Centre at Fiumicino once again, where we went through three more months of lessons to prepare for the 3rd Degree theoretical exam; the Navigation Officer, 2nd class exam; and the English radio communications exam. The 9th course had begun in January 1966 and ended in March 1967. As I write I am again leafing through my flight log of that period, and I realize that in tutte le sue fasi, una grande cavalcata di 15 mesi fortunatamente intervallata da bellissimi periodi di volo che alla fine riuscivano a portare ad un eccellente livello addestrativo anche coloro che, come me, non avevano precedenti esperienze aviatorie. La mia vita professionale è stata una vita fortunata. Non sono molti coloro che hanno fatto i piloti di linea formandosi su un aviogetto militare civilizzato. Infatti poco dopo l'Alitalia abbandonò questi corsi preferendo cedere i velivoli all'AM e “ritirare” un prodotto finito. Resta il ricordo di quella che io considero una vera e propria epopea e l'esperienza professionale più bella della mia vita anche se ho volato con questa macchina solo 100 ore di volo e fatto 172 atterraggi, come ben riporta il mio fedele libretto, quello in pelle marrone con le scritte in oro per intenderci, che quelli della mia età conoscono bene. ■ it was an extremely intense course in all its phases, a great cavalcade lasting 15 months, fortunately broken up by beautiful flying periods which, in the end, brought up to a high level of competence even those who, like myself, had entered it devoid of all flying experience. My professional life has been a very lucky one. There are not many who have become airline pilots training on a civilianized version of a military jet. In fact, not too much later, Alitalia shut down its Brindisi school, turned over its MB.326D to the Air Force, which in turn provided it with welltrained pilots. What remains is the memory of what I consider a true epic, and the best professional experience of my life, even though I had only 100 flight hours and 172 landings in this plane, dutifully recorded in my faithful logbook, the one with the brown leather cover with gold lettering that pilots of my generation know so well. ■ AERMACCHI WORLD 19 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 20 NOTIZIE DAL MONDO DELL’AVIAZIONE AVIATION UPDATE T-100 ITS introduced at the AETC Symposium Presentato il T-100 all'AETC Symposium ast January, Alenia North America, an Alenia Aeronautica company, illustrated the potential of its T-100 ITS (Integrated Training System) with an interactive presentation at the Air Education and Training Command symposium in San Antonio, Texas. The T-100 is the U.S. variant of the M-346, conceived to meet the requirements of the U.S. Air Force T-X programme which aims at identifying an appropriate aircraft for the training of pilots selected for 4th and 5th generation combat aircraft. The T-100 has been designed keeping in mind the latest “design to cost” and “design to maintain” criteria, incorporating avionics fully representative of the new generation of aircraft. ■ L o scorso gennaio Alenia Nord America, una società di Alenia Aeronautica, ha illustrato le potenzialità del suo T-100 ITS (Integrated Training System) con una presentazione interattiva presso l'Air Education and Training Command symposium di San Antonio (Texas). Il T-100 è la variante statunitense dell'M-346 concepita per soddisfare i requisiti del programma TX della U.S. Air Force teso ad individuare un aereo idoneo per la formazione dei piloti destinati ai velivoli da combattimento di 4a e 5a generazione. Il T-100 è stato disegnato nel rispetto degli ultimi criteri del “design to cost” e del “design to maintain”, con un'avionica pienamente rappresentativa della nuova generazione di velivoli. ■ L T-100 ITS mockup at the Air Education and Training Command symposium in San Antonio (Texas). Simulacro del T-100 ITS all’Air Education and Training Command symposium di San Antonio (Texas). Alenia Aeronautica and Alenia Aermacchi at Idex 2011 Alenia Aeronautica ed Alenia Aermacchi R all'Idex 2011 I n January and February Alenia Aeronautica and Alenia Aermacchi participated together with parent company Finmeccanica - respectively in Aeroindia 2011 and Idex 2011. On display were models of their product range, with particular emphasis on C-27, Eurofighter and the M-346. ■ 20 MARZO 2011 ispettivamente in gennaio e febbraio Alenia Aeronautica ed Alenia Aermacchi ha partecipato all'Aeroindia 2011 e all'Idex 2011, unitamente alla capogruppo Finmeccanica, presentando i modelli dei loro velivoli di successo tra cui C-27, Eurofighter ed M-346.■ amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 21 First Flight of the Italian Air Force T-346A Primo volo del T-346A destinato all’AM he first M-346 aircraft produced for the Italian Air Force had a successful first flight on 31 March. The ITAF has designated the plane as the T-346A. Flown by Chief Test Pilot Quirino Bucci, the aircraft took off at 4 p.m. from Venegono, the home airfield of Alenia Aermacchi. The flight lasted 40 minutes and the T-346A reached a maximum altitude of 15,000 ft., covering the planned flight envelope in terms of speed, angle of attack and load factor. The flight also included manoeuvres to assess aeromechanical handling of the aircraft and systems functionality. ■ T l 31 marzo scorso, il primo velivolo M-346 di serie destinato all’Aeronautica Militare (designato T-346A) ha The first T-346A aircraft built for the Italian Air Force effettuato con successo il suo primo volo. Il decollo è Il primo T-346A destinato all’Aeronautica Militare avvenuto alle ore 16.00, dalla pista di Venegono Superiore, presso gli stabilimenti Alenia Aermacchi, con ai comandi il Capo Pilota Collaudatore Quirino Bucci. Il volo, durante il quale sono state effettuate manovre di verifica del comportamento aeromeccanico e dei sistemi di volo, ha avuto la durata di 40 minuti, raggiungendo la quota di 15.000 piedi e coprendo l’intero inviluppo di volo previsto, in termini di velocità, incidenza e fattore di carico. ■ I “Staff Talks” between Italian and Greek AFS “Staff Talks” tra le Forze Aeree italiana e greca n Italian Air Force delegation, led by Brig. Gen. Giovanni Fantuzzi, Head of the ITAF Staff G-3, travelled to Athens on January 19th to partecipate in the second Italo-Greek “Staff Talks” at the Headquarters of the Greek Air Force. Fantuzzi and his team met with their hosts led by Brig. Gen. Charilaos Lamprou, Chief of the International Affairs Directorate of the Hellenic Air Force General Staff. The talks addressed the status of current cooperative programmes, as well as prospects for future cooperation, including scope of training support for Greek crews on the C-27J simulator located at the National Training Centre in Pisa, and on the next deployment of the M-346 trainer at the Lecce Flight Training School. ■ A na delegazione dell’Aeronautica Militare, guidata dal Capo del III Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica, Gen.B.A. Giovanni Fantuzzi, si è recata il 19 gennaio, presso lo Stato Maggiore Generale dell’Aeronautica Militare Greca ad Atene per la seconda edizione degli “Staff Talks” incontrando la delegazione della locale Forza Aerea guidata dal Brig. Gen. Charilaos Lamprou, Capo del Direttorato Affari Internazionali dell’Hellenic Air Force General Staff. Nel corso dell’incontro sono stati toccati i principali programmi di cooperazione in atto e le prospettive di collaborazione futura, con riferimento anche a forme di supporto nell’addestramento degli equipaggi greci sul simulatore del C-27J in dotazione al National Training Center di Pisa e del futuro ingresso in servizio, presso la Scuola di Volo di Lecce, dell’addestratore M-346. ■ U AERMACCHI WORLD 21 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 22 NOTIZIE DAL MONDO DELL’AVIAZIONE AVIATION UPDATE ithin the framework of the “Airto-Air Talks” between the two Air Forces, an Italian Air Force delegation, headed by Deputy Chief of Staff Lt Gen Maurizio Ludovisi, met on February 7-8 with a delegation from the Israeli Air Force, led by Brig. Gen. Nimrod Sheffer. The meeting addressed the processes of transformation which are taking place in both Air Forces, examining in detail the joint activities of 2010, both in Italy and Israel as well as items of common interest as the new M-346. The Israeli Air Force needs to replace its old TA-4 Skyhawk fleet , and the new Alenia Aermacchi trainer is one of the possible alternatives. ■ W Italy-Israel meeting Incontro Italia-Israele el quadro degli “Air-to-Air Talks” tra le due Forze Aeree, una delegazione dell’Aeronautica Militare guidata dal Sottocapo di Stato Maggiore Gen. S.A. Maurizio Lodovisi si è incontrata il 7 ed 8 febbraio con una delegazione dell’Aeronautica Israeliana guidata da Brig. Gen. Nimrod Sheffer. Nell’occasione sono stati trattati i processi di trasformazione in atto nelle due Aeronautiche approfondendo in particolare le attività congiunte svolte nel 2010 sia in Italia che in Israele. I colloqui hanno riguardato i principali programmi di cooperazione in atto e le tematiche di comune interesse tra cui il nuovo M-346. Infatti l’Aeronautica Israeliana prevede di sostituire la sua linea di vecchi A4 Skyhawk e tra le varie alternative figura anche l’addestratore di Alenia Aermacchi. ■ N n March 25 “Never give up”, the detailed biography of Ermanno Bazzocchi, was presented at Villa Recalcati, the splendid seat of the Varese Province. In a hall crowded with local officials, Aermacchi personnel, test pilots and Bazzocchi family members, Province President Engineer Dario Galli underscored the aeronautical vocation of Varese and its surrounding areas, as well as the tangible support the Province gave the book from the very beginning. Giulio Valdonio, who worked closely with Bazzocchi, traced a deeply penetrating portrait of the father of the Aermacchi MB.326 and the MB.339 trainers who, for half a century, was the company’s charismatic reference figure, also emphasizing his character as innovator and doer. Aviation historian Gregory Alegi underlined the value of the book, particularly in explaining “what-if” scenario which might have seen Aermacchi abandon airplanes for motorcycles. A small display of airplane models designed and built by Bazzocchi during his long career had been set up in the foyer. An excerpt of this book, based largely on unpublished sources made available to authors Paolo Mezzanotte and Sandro Neviani by the Bazzocchi family, was printed in AMW-16. ■ O “Never give up” presented in Varese “Never give up” presentato a Varese stata presentata il 25 marzo a Villa Recalcati, la splendida sede della Provincia di Varese, Never give up, l’ampia biografia di Ermanno Bazzocchi di cui è stato presentato un ampio stralcio su AMW-16. In una sala gremita di autorità locali, personale Aermacchi, piloti collaudatori, familiari di Bazzocchi, l’ing. Dario Galli, presidente della Provincia, ha sottolineato la vocazione aeronautica del territorio varesino e il concreto appoggio dato fin dall’inizio all’iniziativa. L’ing. Giulio Valdonio, stretto collaboratore di Bazzocchi, ha tracciato un penetrante ritratto del padre degli addestratori Aermacchi MB.326 e MB.339, per quasi mezzo secolo carismatica figura di riferimento dell’azienda, ribadendone il carattere di realizzatore. Lo storico aeronautico Gregory Alegi ha sottolineato il valore del libro - basato in gran parte su fonti inedite rese disponibili agli autori Paolo Mezzanotte e Sandro Neviani dalla famiglia Bazzocchi – soprattutto quale chiave per comprendere i possibili futuri alternativi a partire dal settore motociclistico. All’ingresso della sala era stata allestita una piccola esposizione di modelli di aerei studiati e realizzati da Bazzocchi durante la sua lunga carriera. ■ E' 22 MARZO 2011 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 23 n December 2010 the Macchi M.67 seaplane racer was displayed in Milan as a 20th century icon, just as the the avant-garde masterpieces of the new Museo del ‘900 inaugurated by the city administration in the former Arengario building. Finmeccanica, a leading sponsor of the new museum, underscored its role by bringing to Piazza del Duomo three milestones in Italian aviation history: the Ansaldo SVA 10 owned by Alenia Aeronautica, the Bell 47G which marked the debut of Agusta in the helicopter business and – of course – the M.67 Schneider racer. Its present beautiful condition is due to the restoration sponsored by Alenia Aermacchi and MBDA in 2003 for the centennial of the first flight of the Wright brothers. Almost a decade later, the success of the Milan exhibition confirms the fascination exerted by the “red monster” and the reasons for Aermacchi’s pride in its traditions. ■ I A seaplane in the city Un idrocorsa in piazza l Macchi M.67 in piazza come icona del ‘900, insieme alle opere delle avanguardie artistiche racchiuse nel nuovo Museo del ‘900 inaugurato in dicembre a Milano nell’ex Arengario, completamente ristrutturato dal Comune con la partecipazione di Finmeccanica. Un ruolo sottolineato dall’esposizione in piazza del Duomo di tre pietre miliari nella storia dell’industria aeronautica italiana: l’Ansaldo SVA 10 della collezione di Alenia Aeronautica, il Bell 47G con cui Agusta debuttò in campo elicotteristico e, appunto, l’idrocorsa Macchi M.67 della Coppa Schneider. Le sue attuali splendide condizioni si devono al restauro sponsorizzato da Alenia Aermacchi e MBDA per il centenario del volo dei fratelli Wright nel 2003. A quasi The M .67 seaplane between the SVA 10 and Bell 47G in the Finmeccanica pavillion set up in Piazza Duomo in Milan dieci anni di distanza, il successo dell’esposizione milanese conferma il fascino del bolide rosso e le ragioni della sensibilità di L’M.67 tra lo SVA 10 ed il Bell 47G nello stand espositivo Finmeccanica allestito in piazza Duomo a Milano Alenia Aermacchi per le proprie tradizioni. ■ I AERMACCHI WORLD 23 amw 17 6-05-2011 17:56 Pagina 24 NOTIZIE DAL MONDO DELL’AVIAZIONE AVIATION UPDATE l 28 gennaio si è concluso, presso il 61° Stormo di Lecce, il terzo corso LIFT 2010 (Lead In Fighter Training) della durata di sei mesi, strutturato su una settantina di missioni di volo suddivise in una prima fase di abilitazione al velivolo MB-339, una seconda dedicata al ruolo intercettori e una terza terza specifica per il ruolo bombardieri. Il T. Col. Maurizio Colonna, comandante dello Stormo, ed il T. Col. Bruno Levati, comandante del 212° Gruppo SMI (Slow Mover Interceptor), hanno consegnato i diplomi agli otto frequentatori, fra i quali quattro appartenenti all’Aeronautica Militare Greca. ■ I Greek pilots at the LIFT 2010 Course Piloti greci al corso LIFT 2010 he third LIFT 2010 (Lead in Fighter Training) Course, carried out by the 61st Wing at Lecce, ended on January 28.The six-month course is subdivided in a first phase of about seventy flight training missions on the MB-339 aircraft; a second phase dedicated to interceptor roles; and a third specifically for attack roles. Four of the eight attendees were from the Hellenic Air Force. The eight students – including four from the Greek Air Force – received their diplomas from Lt. Col. Maurizio Colonna, commander of the 61st Wing, and Lt. Col. Bruno Levati, commander of the 212th Slow Mover Interceptor (SMI) Group. ■ T Al Fursan aerobatic team begins advanced training Iniziato l'addestramento avanzato della pattuglia acrobatica Al Fursan ast January 28th eight United Arab Emirates pilots completed their basic aerobatic training cycle on the MB-339A aircraft at Rivolto Air Base, the seat of the Italian Air Force “Frecce Tricolori” aerobatic team. The training program, started in June 2010, involved 400 flight hours and required six Italian instructors, all with previous Frecce Tricolori experience. The second phase of advanced training, which has just begun, will last 18 months and will take place in the Emirates with the support of Italian instructors. At the completion of the training cycle, the team, which goes under the name of “Al Fursan”, will present shows with seven aircraft, one of which will be a solo. ■ L l 28 gennaio u.s. otto piloti degli Emirati Arabi Uniti hanno completato il loro ciclo di addestramento acrobatico basico sul velivolo MB-339A presso la base aerea di Rivolto sede delle Frecce Tricolori. Il ciclo addestrativo era iniziato nel giugno 2010 ed ha comportato 400 ore di volo e l'impiego di sei istruttori militari italiani provenienti tutti dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale. La seconda fase di addestramento avanzato, appena inziata, durerà 18 mesi ed avverrà negli Emirati con il supporto di istruttori italiani. Una volta completato il ciclo addestrativo la pattuglia, che si chiama “Al Fursan” si esibirà con 7 velivoli di cui uno solista. ■ I The MB-339A with the livery of Al Fursan acrobatic team L’MB-339A con la livrea della pattuglia acrobatica Al Fursan 24 MARZO 2011 COPERTINA AMW 17 2-05-2011 18:20 Pagina 3 ARE YOU A MACCHI PILOT? DO YOU HAVE ANY FLYING EXPERIENCES TO TELL ABOUT? HAVE YOU GOT ANY PREVIOUSLY UNPUBLISHED PHOTOS TO SHARE? THIS IS JUST THE MAGAZINE YOU WERE LOOKING FOR! [email protected] COPERTINA AMW 17 2-05-2011 18:20 Pagina 4