2 Campo de’ fiori SI AVVICINA IL NATALE REGALA UN ABBONAMENTO A CAMPO DE’ FIORI FARAI FELICE UN AMICO E PORTERAI NELLA SUA CASA ATTUALITA’, RICORDI E TRADIZIONI DELLA TUA TERRA. Compila e spedisci il coupon che troverai a pagina 56 Campo de’ fiori 3 Il Verbo infetto La parola è il mezzo di comunicazione più immediato nell’uomo. La parola può risultare dolce, persuasiva, perentoria e imperativa, ma spesso, ahimè, è anche blasfema! L’uomo, così, fa violenza del linguaggio, e lo sproloquio, il turpiloquio e la bestemmia gli riempiono la bocca. La pratica di un comportamento così aberrante viene poi continuamente proposta ed Sandro Anselmi ampli ficata dalla televisione. La spregiudicatezza del vocabolario, l’azzardo verbale, è il sale di moltissimi programmi TV. Queste ascese ardite nell’immoralità ci lasciano sconcertati ed esterrefatti. Non ci sembra vero che il mezzo di informazione più importante possa infestare liberamente le nostre case, violentare le nostre coscienze e quelle dei nostri figli, alla barba di tutti i responsabili e garanti. Siamo veramente tutti inermi di fronte ad una simile disfatta e possiamo solo lamentarci e cospargerci il capo di cenere per il nostro complice silenzio, e per l’inefficienza e l’insufficienza del nostro operato, che fino ad oggi ha permesso il diffondersi di una tale epidemia. E’ questa una malattia strisciante e viscerale, che presenta un volto nobile e seducente, mascherato da aitanti modelli, bravi presentatori, intelligenti opinionisti, suadenti soubrettes. Le loro parole sono a volte irripetibili e i loro messaggi inaccettabili ma, ciò nonostante e nonostante tutto, poche voci si levano a condannare queste bassezze. Cari amici, diamo noi un segnale positivo rifiutandoci di seguire tali orribili trasmissioni, pubblicizzando la nostra ferma condanna. Riprendiamo quei ragazzi che per la strada si esprimono con “maniere forti” o bestemmiano, allertiamoli ammonendoli, magari, con un classico “a regà ?!”, espressione un po’ desueta, ma tanto efficace fino a poco tempo fa. Allora li avremo salvati dalla dannazione dell’inferno e regalato loro una rinnovata profondità. Campo de’ fiori 5 Intervista a NICOLA PISTOIA di Sandro Alessi Nicola Pistoia ritorna a Teatro con “Amore Mio Asciugami” dopo tanti successi tra cui ricordiamo, “Uomini sull’Orlo di Una Crisi di Nervi”, “Muratori”, con un testo adattato e tradotto con la collaborazione di Ennio Coltorti. “Ennio interpreta la commedia insieme a me e Giuditta Saltarini, la moglie del compianto Renato Rascel. E’ il terzo Schisgal che metto in scena curandone anche la regia : un autore americano famoso per aver scritto Tootsie da cui fu tratto il film reso famoso da Dustin Hoffman ; un autore particolare, certamente un po’ contraddittorio, complicato ma che riserva sempre molte sorprese e scatena magia e estro cercando di scavare nell’intimo dei personaggi i quali, in questa storia, sono due vecchi amici che si rincontrano mentre tentano il suicidio gettandosi dal ponte di Brooklyn. Noi ne abbiamo fatto una trasposizione in Italia, ambientandola in una qualsiasi città italiana. Proprio da questo incontro nascono equivoci e colpi di scena… E’ questo tra l’altro uno spettacolo molto difficile perché alla fine è quasi una specie di scatola cinese, di matrioska e nello stesso tempo faticoso che ci fa sudare. Infatti ogni sera sono fradicio di sudore e chiedo ad Ennio se è una cosa normale… E Lui mi risponde di si e mi ricorda sempre che anche il grande Gigi Proietti dice che se non si suda in scena non si trasmette nulla.” Nicola, come va la storia ? “Succede che io sono in crisi con mia moglie e vorrei tanto che lei mi concedesse il divorzio anzi che fosse lei stessa a chiedermelo, dopo essersi innamorata di un altro uomo che la coinvolga emotivamente… A questo punto mi viene l’idea di farle conoscere il mio più caro amico ed al primo incontro essi si innamorano ed io purtroppo ci rimango male. Dopo tante vicissitudini però quando io sono sicuro del raggiungimento dello scopo alla fine lei ritorna da me e lascia lui. Diciamo che la storia ha un lieto fine!” Molti spettatori si possono immedesimare in quelli che sono i piccolo tic, le frustra- foto di scena, da sx Ennio Coltorti, Giuditta Saltarini e Nicola Pistoia zioni di ogni giorno… “Si è vero e purtroppo mi ci ritrovo anch’io come tanti altri colleghi ed amici che vengono a vedermi e che mi raccontano di ritrovarsi in alcune situazioni anche molto ironiche. In definitiva devo dire che grazie all’ironia graffiante ed intelligente dell’autore è questa una commedia scritta veramente bene….con una serie di fuoriscena molto divertenti !” “Il Teatro Rossini di Roma da dove inizia la nostra tournee tra l’altro è una bomboniera , un teatro del ‘600 che nel corso degli anni è stato rimpicciolito e che si trova in un angolo della Città Eterna meraviglioso alle spalle del Pantheon.” Hai accennato al centro storico di Roma, ma qual è il tuo rapporto con la nostra città ? “E’ un rapporto di amore e odio…. a me piace passeggiare con mia figlia, una bimba di 10 anni, ma purtroppo ci sono dei posti dove il degrado impera; io vivo a Monteverde e lì, sebbene sia una zona con molto verde, ci sono strade molto degradate e questo è un male perchè la città di Roma è meravigliosa ! Possiedo un cagnolino e quando lo porto a spasso sono il primo a raccogliere quello che lascia per strada… ma non tutti sono sensibili su questa cosa.. Io riciclo l’immondizia ma molti non lo fanno…. Sistemo motorini abbandonati… sono un risolutore e mi piace partecipare attivamente a tutte le giornate dedicate all’ ambiente ma purtroppo non tutti i cittadini partecipano e vedo molta maleducazione e indifferenza girando per la città”. Quale rimedio ci potrebbe essere ? “Per il futuro andrebbe bene che ognuno di noi si desse da fare per il bene della città, che non è altro che il prolungamento della nostra casa, dell’ambiente dove viviamo… e nessuno di noi sarebbe felice se a casa nostra venissero persone a sporcarla ! Questo dovrebbe essere un pensiero da parte di tutti perchè la città è di tutti ed e importantissimo vivere rispettandola ! E’ questo un invito che faccio a tutti i lettori di Campo de’ Fiori che saluto con un abbraccio” Ringraziamo Nicola Pistoia per la simpatia e lo attendiamo ad una delle prossime interpretazioni. Diamo il benvenuto, sulle pagine di Campo de’ fiori, a Sandro Alessi: storico conduttore - DJ di Radio Roma. Ha alle spalle una ricca carriera di giornalista con le più prestigiose testate, ed ha intervistato i più importanti personaggi della cultura e dello spettacolo. Auguri di un proficuo e sereno lavoro dal Direttore e dalla Redazione. Campo de’ fiori 6 I chiudilettera alla conquist E’ piemontese il più grande co Il termine erinnofilia – erinnofili – definisce essenzialmente coloro che si dedicano alla raccolta di bolli o contrassegni non aventi validità postale, comprese le marche fiscali. In Italia i cultori di di Alfonso Tozzi questo hobby non sono moltissimi, anche se, da qualche tempo, i “ricercatori” di questo affascinante genere si sono moltiplicati enormemente e la loro attenzione è rivolta particolarmente alla ricerca dei vecchi chiudilettera, ossia di quei pezzettini di carta colorata e gommata usati dall’inizio del secolo scorso e durante moltissimi anni, per sigillare la busta che conteneva la lettera. Come è noto, in origine le lettere erano costituite da un solo foglio doppio, che veniva piegato con lo scritto all’interno e, per tutelarne la segretezza, si usava applicare della ceralacca che ne sigillava i lembi. Successivamente, la ceralacca venne sostituita da dischetti di carta rossa gommata, usati anche dopo l’invenzione della busta. L’idea di creare i chiudilettera sarebbe nata in Gran Bretagna nel 1851, in occasione della Esposizione Nazionale di Londra in cui vennero distribuite gratuitamente delle piccole, graziose figurine policrome come souvenirs della manifestazione. La cosa piacque al pubblico cosmopolita presente, tanto che la Francia, qualche tempo dopo, in una analoga manifestazione, emulò l’idea e di qui l’uso si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo. Da allora ad oggi, un numero incalcolabile di aziende commerciali, associazioni politiche, sportive, culturali, enti assistenziali e religiosi, privati, società farmaceutiche e cinematografiche, hanno stampato milioni di chiudilettera per i motivi più disparati: convegni, mostre, fiere a carattere locale e internazionale, ricorrenze, pubblicità, e per tanti altri motivi ancora. Normalmente i chiudilettera vengono distribuiti gratuitamente, ma esistono anche esemplari prodotti a scopo di beneficenza, come quelli della Croce Rossa Italiana, o per gli spastici, o per i sinistrati, i quali vengono ceduti in cambio di un contributo in denaro. Lo Stato italiano, quello fascista prima, quello repubblicano poi, si è servito dei chiudilettera per finanziare anche opere di importante e di notevole interesse, sono un certo interesse pubblico. Il fascismo inigeneralmente di tre tipi: il primo, rotondo, ziò nel 1931, una poderosa campagna imita l’antico sigillo di ceralacca ed indica il pubblicitaria per combattere la tubercoloreparto cui fanno riferimento. Il secondo si: mise in vendita dei libretti di dieci chiureca lo stemma medioevale. Il terzo nordilettera al costo di una lira; questi libretti malmente celebra il fondatore del corpo o erano poi spesso legati a concorsi che un eroe, o un fatto d’arme, o un fatto davano diritto a premi. Superfluo aggiunpuramente simbolico. gere che questi chiudilettera, realizzati con Notevole importanza storico – collezionistigrafica sempre più accattivante, sono ca assumono anche i chiudilettera emessi diventati “famosi” ed oggi vengono molto nel 1935 – 1936, durante il conflitto etiorichiesti dai collezionisti del settore. pico, con riferimento alle sanzioni decretaIl periodo di maggiore splendore dei chiute contro l’Italia dalla Società delle dilettera fu quello della “belle epoque”, Nazioni: “tutto sia sacrificato per la patria”, anni nei quali la produzione raggiunse una “merce italiana: ora e sempre preferitela”, diffusione incredibile, legata probabilmen“italiani proteggete e preferite sempre l’inte alla eccezionale realizzazione grafica. dustria nazionale”, solo per citarne alcuni Ricercati e superstimati sono i chiudilettefra le molte migliaia. ra di fine ‘800: Esposizione Eucaristica di La collezione dei chiudilettera, oggi in senMilano (1895), nozze di Vittorio Emanuele sibile ripresa, ha goduto in passato di III con Elena Petrovich del Montenegro grande popolarità: a Bologna venne edito (1896); Centenario di Donizetti (1897), L’Iride, una rivista che parlava di erinnofiEsposizione di Como (1899), libretto di 10 lia, mentre in Francia, ad Anger, si pubbliesemplari, stampato dal Partito Socialista cava Arc En Ciel, ed a Parigi i Lafayette, ed Italiano per il sequestro del quotidiano in Germania, ad Itzehoe, venne creata “L’Avanti” nel 1898, quelli del 1921 emessi l’associazione Erinnophilie International. da “L’Ambrosiana” quotidiano milanese Da noi, autore dell’unico “Catalogo della sera, in foglietti di 90 esemplari in cui Descrittivo dei Chiudilettera sono riconoscibili personaggi di rilievo Commemorativi Italiani” fu il bolognese della politica, della cultura, dell’arte, delAlfredo Malferrari, collezionista di rara l’industria e della società milanese. competenza. Un esemplare rarissimo di notevole valore Fra i maggiori collezionisti italiani: Angelo collezionistico è il chiudilettera emesso Calcagno di Cogoleto, Ennio Malorzo di dalle Regie Poste di Milano nel 1933, che Torino, Lino Capanna di Genova, il quale veniva ceduto agli utenti delle “sale di ricerca soltanto chiudilettera patriottici e scrittura”, sale di cui erano dotati gli uffici fascisti, Alessandro Ceccotto di Adria, postali più importanti e dove il pubblico che si dedica esclusivamente a quelli su poteva accedere e servirsi di tutto il necesGaribaldi e, il più famoso di tutti Claudio sario per poter scrivere ed impostare una Barbero di Dronero, con una raccolta di lettera o un plico. oltre 3.000 esemplari suddivisi per epoca e Apprezzati ed in ascesa di quotazione sul tematica, compresi quelli emessi mercato collezionistico i quattro esemplari dall’Istituto Poligrafico Zecca Stato emessi a Roma nel 1970 per le manifestaItaliano, nonché emissioni private, foglietzioni filateliche del centenario, nei colori ti CIFR e diverse storiche rarità. giallo, azzurro, rosa, arancione, ed altri, relativamente recenti, a causa della loro scarsa reperibilità. Un discorso a parte meritano i bellissimi chiudilettera militari emessi un tempo in maniera massiccia dai corpi di armata, divisioni, brigate, reggimenti, battaglioni, corpi speciali, distretti, commissariati, circoli, accademie, scuole e collegi militari. Questi chiudilettera che rappresentano una parte Claudio Barbero - il più grande erinnofilo italiano fra le sue “creature” Campo de’ fiori ta del collezionismo minore ollezionista italiano del settore 7 8 Campo de’ fiori Roma che se n’è andata: luoghi Mastro Titta, il boia di Roma Castel Sant’Angelo Correva l’anno 1891 allorquando l’Editore Perini di Roma pubblicava, a dispense, l’opera dal titolo : “Mastro Titta, il boia di Roma, memorie di un carnefice scritte da lui stesso”. A quell’epoca, uno scrittore anonimo che alcuni individuavano, senza peraltro averne certezza alcuna, nella persona di Ernesto Mezzabotta, l’autore più prolifico dell’editore romano, si divertì a scrivere una versione romanzata interamente tratta dall’autentico taccuino manoscritto del boia di Roma, ritrovato da tale Alessandro Ademollo. Il manoscritto venne stampato per la prima volta nell’anno 1886 a Città di Castello a cura dell’Editore Lapi; in questi scritti emerge la figura di Mastro Titta, al secolo Giovanni Battista Bugatti nato, naturalmente, a Roma, nel 1780 boia dello Stato Pontificio dal 1796 al 1864 che, nel corso della sua lunga e onorata carriera fu artefice di cinquecentosedici esecuzioni capitali, alla fine della quale, Papa Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846 1878, gli conferì una pensione mensile di trenta scudi che egli mantenne fino alla morte, sopraggiunta nel 1869, allorquando Mastro Titta aveva ottantanove anni. In considerazione della sua particolare professione, si può, a posteriori, osservare come gli ignari genitori non potevano imporgli nome di battesimo più appropria- to, ossia quello di San Giovanni Battista. Ai nostri giorni la figura di Mastro Titta è tornata di attualità grazie alla commedia musicale Rugantino di Garinei e Giovanni per le musiche di Armando Trovatoli, numerose volte andata in scena al Teatro Sistina, ma anche grazie all’altrettanto famoso film Il Marchese del Grillo, magistralmente interpretato da Alberto Sordi e Paolo Stoppa per la regia di Mario Monicelli, del quale abbiamo già ampiamente trattato in altra sede. In Rugantino, uno straordinario Aldo Fabrizi ha più volte dato vita al personaggio di Mastro Titta, successivamente sostituito da un altrettanto bravo Maurizio Mattioli, ma in questa commedia musicale il personaggio viene proposto come un oste - boia, mentre nella realtà egli esercitava il mestiere di verniciatore di ombrelli, associando questa attività principale con quella secondaria, probabilmente molto più redditizia, di boia al servizio dello Stato Pontificio. L’abitazione dell’artigiano - boia e la sua bottega si trovano nel Rione Borgo sulla sponda occidentale del Tevere, poco distante dalla protettiva presenza dei Palazzi Pontifici, luogo che non abbandona mai e, in considerazione del fatto che i parenti di qualche giustiziato possano attentare alla sua vita, gli è tassativamente vietato entrare in città; a Ponte Sant’Angelo è legato un detto romano ancora in uso fra gli anziani:“…er boia nun passa ponte…”, allusivo al fatto che all’esecutore di giustizia era proibito di recarsi in città per qualsivoglia motivo. Mastro Titta, infatti, lasciava il Rione Borgo soltanto in occasione delle esecuzioni che venivano eseguite al centro della città, generalmente a Piazza del Popolo, a Piazza di Campo de’ Fiori, a Via de’ Cerchi, ma anche alla Bocca della Verità, a Ponte Sant’Angelo, a San Lorenzo ed a Campo Vaccino; era appunto in tali occasioni che Mastro Titta, dopo essersi confessato e comunicato, indossava un mantello rosso e, presi gli arnesi del mestiere, “…passava ponte…” per spostarsi sulla sponda opposta del fiume, era questo l’inequivocabile segnale che una testa stava per cadere e il popolo accorreva numeroso per assistere all’evento. Circa il più frequentato luogo di giustizia possiamo soltanto immaginare quella che doveva essere Piazza del Popolo prima dell’attuale sistemazione datale dall’architetto Giuseppe Valadier, (1762 - 1839): da un lato fienili e granai, e dall’altro una gran vigna appartenente ai Padri Agostiniani, in questa piazza il 23 novembre 1825 furono ghigliottinati i due carbonari Angiolo Targhini e Leonida Montanari rei di:“…lesa maestà e ferite con pericolo…” , come annotò lo stesso boia, una lapide con la scritta “Per volere del Papa”, posta sulla parete dell’attuale Caserma dei Carabinieri già Caserma della Gendarmeria Pontificia, ricorda il supplizio dei due patrioti. L’ultima esecuzione in questa piazza avvenne il 24 gennaio 1826 mediante il ricorso alla c.d. mazzolatura semplice, ossia senza squartamento, ai danni di tale Giuseppe Vincenzo Franconi reo di omicidio e ladrocinio in persona di un prelato. In queste occasioni, come sopra ricordato, il popolo romano accorreva numeroso e persino i bambini venivano condotti dai loro genitori sul luogo dove era stato innalzato il patibolo perché potessero assistere al macabro evento. Le cronache dell’epoca riportano una tipica usanza romana di come, al momento in cui la scure o la lama della ghigliottina si abbatteva sul collo del Campo de’ fiori i, figure, personaggi condannato, i padri usassero dare uno schiaffo al proprio figliolo quale monito affinché questi potesse ricordare quello che gli sarebbe potuto capitare se nel corso degli anni si fosse macchiato di un grave delitto. Tutto ciò non poteva di certo sfuggire a Giuseppe Gioachino Belli che, il 29 settembre 1830, a ricordo dell’impiccagione di tale Antonio Gamardella, scriveva il sonetto dal titolo Er ricordo - Er giorno che impiccorno Gammardella / io m’ero proprio allora accresimato. / Me pare mò, ch’er zàntolo a mercato / me pagò un zartapicchio e ‘na sciammella. Mi’ padre pijjò ppoi la carrettella, / ma prima vorze gode l’impiccato: / e me tieneva in arto inalberato / discenno: “Va’ la forca quant’è bbella!” Tutt’a un tempo ar pazziente Mastro Titta / j’appoggiò un carcio in culo, e ttata a mmenne / un schiaffone a la guancia de mandritta. Pijja me disse, e “aricordete bbene / che sta fine medema sce sta scritta / pe mmill’antri che ssò mmejjo de tene. Giovanni Battista Bugatti - Mastro Titta divenne una figura leggendaria al punto che il suo nome passò ad indicare la figura del boia per antonomasia e la sua celebrità ci dimostra quanto, a quell’epoca, le esecuzioni capitali fossero una consuetudine; egli era solito riportare sul suo taccuino i nomi dei condannati, la data e il luogo dell’esecuzione, le motivazioni poste a base della condanna, oltre che le metodologie adottate. Eseguì decapitazioni con la scure o con la ghigliottina, impiccagioni e finanche lo squartamento con la mazza, pena che venne comminata sino al secondo decennio del XIX secolo a quei criminali che si erano macchiati di delitti particolarmente efferati. Nella sua lunga e onorata carriera di boia, le ricordate cinquecentosedici esecuzioni capitali avvennero a partire dal 1796 fino al 1864 e Mastro Titta, da autentico professionista quale era, volle redigere per ognuna di queste un fedele particolareggiato resoconto, tanto che il ricordato Editore Perini potè pubblicare le sue memorie alla stregua di un romanzo a puntate. Volendo rendere partecipe il lettore circa il contenuto del resoconto del boia di Roma ripropongo qui soltanto una parte attinente la prima delle sue esecuzioni, avvenuta, per impiccagione, a Foligno il 22 marzo Aldo Fabrizi - “Mastro Titta” nel “Rugantino” 1796. Mastro Titta, che aveva appena sedici anni, così scriveva: “…esordii nella carriera di giustiziere di Sua Santità impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci un giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso prima un prete e il suo cocchiere, poi, costretto a buttarsi alla macchia, grassato due frati… “…giunto a Foligno incominciai a conoscere le prime difficoltà del mestiere; non trovai alcuno che volesse vendermi il legname necessario per rizzare la forca e dovetti andar di notte a sfondare la porta di un magazzino per provvedermelo; ma non per questo mi scoraggiai e in quattr’ore di lavoro assiduo ebbi preparata la brava forca e le quattro scale che mi servivano… “…Nicola Gentilucci frattanto, a due ore di notte, dopo avergli rasata la barba e datogli a vestire una candida camicia di bucato e un paio di calzoni nuovi, venne condotto coi polsi stretti da leggere manette nella gran Sala Comunale… “…la compagnia dei Penitenti Bianchi in abito da cerimonia, col cappuccio calato sul volto, schierata in due file, dalla parte all’estremità opposta l’attendeva… “…l’aiutante del Cancelliere gli presentò una carta dicendogli: Nicola Gentilucci, io ti cito a morte per domattina… L’ultima esecuzione capitale per mano di Mastro Titta avvenne a Roma in Via de’ Cerchi il 17 agosto 1864 ai danni di tale Domenico Antonio Demartini, reo di omicidio, ma i luoghi delle esecuzioni per opera del boia di Roma sono innumerevoli. Egli esercitò in oltre sessanta città, qui ne ricordiamo alcune come: Amelia, Foligno, Camerino, Rieti, Albano, Frosinone, Fermo, Civitavecchia, Ravenna, Narni, Spoleto, Norcia, Loreto, Macerata, Firenze, Frascati, Viterbo. A Viterbo, Mastro Titta si recò ben venticinque volte per eseguire altrettante ese- 9 di Riccardo Consoli cuzioni capitali; in questa Provincia poi ne eseguì: cinque a Ronciglione, una a Monterosi, quattro a Civita Castellana. Queste ultime riguardano la decapitazione di: Pietro Bidei avvenuta il primo aprile 1840 - Germano Proietti del 18 ottobre 1855 - Francesco Elisei di 23 anni del 22 dicembre 1857 - Vincenzo Lodovici di 33 anni avvenuta l’8 gennaio 1859. Le cronache dell’epoca sono ricche di riferimenti a tali eventi e nella Roma ottocentesca alcuni celebri viaggiatori rimasero profondamente colpiti dalla crudezza delle scene di esecuzione; Lord Byron per esempio, che conobbe Mastro Titta allorquando questi si avviava alla duecentesima esecuzione, dopo avere assistito a tre decapitazioni, nel 1813 così scriveva ad un suo amico editore di Londra:“…la cerimonia, compresi i preti con la maschera, i carnefici mezzi nudi, i criminali bendati, il Cristo nero e il suo stendardo, il patibolo, le truppe, la lenta processione, lo schizzo del sangue e l’apparenza spettrale delle teste esposte, è nel suo insieme più impressionante dell’agonia inflitta alle vittime delle sentenze inglesi…” Per parte sua Charles Dickens restò molto impressionato da una esecuzione avvenuta in Via de’ Cerchi intorno al 1865 e così commentava:“…uno spettacolo brutto, sudicio, trascurato, disgustoso che altro non significava se non un macello, all’infuori del momentaneo interesse per l’unico disgraziato attore…” Non era da meno Massimo d’Azeglio che, in una pagina de I miei ricordi, così sintetizzava la barbarie della giustizia praticata nella Roma di quegli anni:“…in una gabbia di ferro stava il cranio imbiancato dal sole e dalle pioggie di un celebre malandrino…” Nessun problema caro lettore, noi viviamo in altra epoca! Il Forte del Sangallo a Civita Castellana di Carlo Cattani VAVOOM: IAN (Gillan) “The Mechanic” ...ripara ancora bene ! (2^ parte) “……ma una sera c’incontrammo, per fatal combinazion, perché insieme riparammo, per la pioggia, in un …….salon !! A beneficio di chi non avesse seguito il mio precedente articolo sul n° 31 di CAMPO DE’ FIORI, ci eravamo lasciati con dei puntini di sospensione proprio all’inizio della narrazione del mio incontro “frontale” con IAN GILLAN e i DEEP PURPLE; l’occasione di questa personale “memoria” era stata innescata a conclusione dell’articolo di presentazione della recente proposta discografica di IAN GILLAN, cantante storico dei DEEP PURPLE, il dual cd (cd e dvd in un sol dischetto) “GILLAN’s HILL” che esortavo ad acquistare senza indugi . Da lì riprendiamo ……… Re-incontrai (ndr: dopo tanti “incontri su disco” a partire dal 1973) Ian Gillan e quasi tutti i Deep Purple il 5 settembre 1987, questa volta “a 4 occhi e con le orecchie spianate”, in occasione del loro tour Italiano, nella formazione “storica”, la cosiddetta “mark II, aggiornata a “mark V” per il periodo 84-89 (Gillan-Glover-BlackmorePace-Lord). Il programma del tour prevedeva due date Romane, il 5 e il 6 settembre, nella suggestiva location della scalinata dell’ Eur sotto il museo della Civiltà e del Lavoro, con special guest gli Svedesi Pretty Maids, onesto gruppo di heavy metal dalle sonorità all’Iron Maiden. Accadde che la sera del 5 lo “special guest” non fosse ancora arrivato per problemi burocratici insorti alle nostre frontiere; il promoter dell’evento, in accordo con il management dei “Purple”, fronteggio la nuova situazione chiamando il gruppo Romano di heavy epic rock ASTAROTH (nel 1985 aveva pubblicato il minilp “The Long Loud Silente” per l’Olandese RaveOn records ….ma parleremo diffusamente Ian Paice con una amica Ian Gillan - intervista 5 Settembre 1987 di loro nei prossimi numeri della rivista); no tutti i Deep Purple ad eccezione di da parte degli ASTAROTH, tutto era pronRitche Blackmore che intercettai, successito per una breve (40 minuti erano concorvamente, torvo e solitario a curiosar tra le dati) ma intensa esibizione davanti a vetrine dei negozietti dell’ Hotel. Più tardi ….10.000 persone ….occhio e croce tanto seppi che non alloggiava in quell’albergo dava da pensare il colpo d’occhio sul pubcon gli altri. Era ancora vestito con gli blico accolto dall’ampia scalinata di marmo intonsi abiti di scena (mi sembrava il gatto bianco dell’EUR ma ….un improvviso e con gli stivali ad essere sincero) ; gli chieprolungato nubifragio accompagnato da si di poter fare una foto (avevo notizia un violentissimo vento flagellò quella della sua riottosità alla cosa) e, gentilmensera Roma. Concerto annullato! Una delute, declino. sione cocente per tutti ….. pensate per i La serata fu davvero interessante, con dei membri degli ASTAROTH ….. praticamente cordialissimi “4/5 dei Purple”, disponibilis“da rianimare” per il mancato evento! simi a farsi torchiare per bene da “noi I Deep Purple rientrarono nel loro taxi pulragazzetti” in marcia “verso il settimo mann e via in cielo” per questa albergo, lo nuova occasione Sheraton dell’ d’incontro ravvicinaEur, dove li to con i nostri (davattendeva un vero) idoli musicali ricco buffet già dopo la delusione allestito per il della mancata “aper(mancato) dopo tura” ad un loro concerto …. ma concerto ……...a il loro tour Roma! manager, che Personalmente, aveva seguito e chiesi notizie a Ian verificato, a Gillan sulle sue attiRoger Glover tutela dei vità nel periodo suc“Purple”, tutta la cessivo alla (1^ situazione nuova creatasi a seguito della all’epoca) dipartita dalla band e alla sua rocambolesca sostituzione del contrattualesperienza con i Black Sabbath. mente previsto “special guest” Pretty Sorseggiando da un calice di vetro del Maids con i nostrani ASTAROTH, invitò la buon “rosso”, mezzo stordito dai diversi band Romana, la sua crew e il suo manabicchieri già tracannati, mi spiegò che ger (lo scrivente) al “PURPLE Party”. aveva aperto un’officina – scuderia e Quella sera in un grande salone riseraveva corso con le moto senza non pochi vato al piano terra dello Sheraton c’eraproblemi con i diversi management che lo GILLAN; e poi, giù con i loro hits del passato e le “nuove produzioni” da “Perfect Stranger” (album vendutissimo della reunion del 1984: a detta di molti il miglior album prodotto in studio dei D.P.) e da “The house of blue light”. Ci furono giochi di laser in vari momenti dell’esibizione … finanche Beethoven fu evocato da potenti raggi laser verdi che proiettavano al di sopra del palco una sua sagoma come “fosse intento” a dirigere l’orchestra “Purpleliana” … uno spasso per il grande Ritchie Blackmore intento a dar di “svisate” con la sua Fender Stratocaster sulle note del celebre tema “Inno alla Gioia” del grande Ludwig … e quanta gioia mi porta ancora l’indimenticabile ricordo di quelle due giornate settembrine! amministravano: temevano…..(risatina sarcastica ) …. per la sua incolumità e per i loro affari sulla “sua pelle “…. .(altra sua risatina sarcastica ) ….ma i suoi giri di pista se li era comunque fatti (!), mi assicurava. Sulla questione “Black Sabbath” mi disse che aveva ricevuto la telefonata diretta di Tony Iommi che lo aveva invitato a bere al pub ……..si sa come vanno queste cose e in breve si ritrovo sotto al tavolo ….quella sera …. e il giorno dopo con un contratto firmato da rispettare “blindato” da diverse penali, che confermava la sua presenza nei BLACK SABBATH …ma il disco, “BORN AGAIN” (copertina con fondo viola e un mostriccio rosso dalle sembianze bambinesche con tanto di cornette accessoriato di canini “Draculiani” e unghie …gialle) non gli era piaciuto perché missato in “modo troppo oscuro” …..(ndr: l’episodio dell’incontro con Tony Iommi è riportato anche sul recente dual disc GILLAN’s HILL nel commento che IAN ci rilascia relativamente al brano “Trashed”, traccia di apertura di “Born Again”); personalmente devo dire che a distanza di anni, risentendo quel disco dell’83, il contenuto musicale mi dà belle vibrazioni: che dire di “Zero the hero” e della title track “Born Again” su tutte?; tornando all’incontro con i Deep Purple, ci furono domande anche per gli altri, ad esempio per il baffuto – crinuto (allor corvino) Mr Jon Lord che mi raccontò, con un tono pacato e una voce molto espressiva accompagnata da una certa gestualità, di aver avuto un padre che lo aveva costretto, da piccolo, allo studio del pianoforte …… ne mimò l’atteggiamento severo e la voce ma poi fece intendere come la perseveranza del genitore avesse portato dei buoni frutti. Inoltre mi confermò il suo “grande amore” per la musica classica e gli studi che continuava a portare avanti in quel settore nel “tempo libero” dai “Purple”. Roger Glover e Ian Paice non si sottrassero alle nostre domandine su “curiosità varie” ed erano molto vezzeggiati dalle loro amiche (parrucchiere ?). Di tutta la serata, che si “allungò” fino a notte fonda, sono rimaste delle testimonianze fotografiche: alcune immagini riportate in questo articolo (finora inedite) ben dimostrano i toni informali appena rievocati di “quella sera”. Il 6 settembre il tempo fu clemente e i DEEP PURPLE furono GRANDI proponendosi in un set micidiale a partire dalla classica introduzione di “Highway Star” in crescendo di batteria e cantata per interezza da migliaia di ugole e da IAN Ian Gillan Jon Lord Campo de’ fiori 12 a n i ver o n a ass e T in B STORIA Il paese di Bassano in Teverina si estende sulle pendici dei Monti Cimini che si rivolgono al fiume Tevere, per circa 12,10 kmq, ad una altezza di 304 m sul livello del mare e con una popolazione che di supera appena i 1100 Ermelinda Benedetti abitanti. I primi insediamenti foto Mauro Topini preistorici, dopo il loro abbandono, furono, con tutta probabilità, riedificati dagli Etruschi, che scavarono molteplici grotte da abitare, visibili, ancora oggi, nella zona più antica del borgo e migliorarono enormemente questo luogo, se si pensa solo che, tuttora, un’antica strada, tagliata da loro nel tufo, permette di raggiungere il paese. Successivamente i Romani, che avevano conquistato tutta la zona circostante, espugnarono il territorio attraverso due cruente battaglie: la prima nel 309 a.C., sotto la guida del console Quinto Fabio Rulliano e la seconda nel 283 a.C con la quale sconfissero definitivamente gli Etruschi ed i Boi Senoni, una popolazione di origine gallica, che aveva precedentemente occupato il territorio. Secondo una leggenda, in quell’occasione le acque del lago Valdimone si tinsero di rosso. Una volta impossessatisi del luogo, i Romani, per consolidare l’acquisito dominio sulle genti etrusche e vigilare sulla navigazione tiberina, fondarono su queste colline un castrum, identificato col nome di Castra Amerinum, stando alla carta topografica realizzata da Mattei nella seconda metà del XVII secolo. Il nome di Bassano in Teverina compare, per la prima volta, agli inizi del 1000. Il castello di Bassano, infatti, insieme ad altre proprietà, fu donato da Matilde di Canossa a Papa Gregorio VII, nel 1070. A testimonianza di ciò anche una bolla di Innocenzo III, risalente al 1212, in cui si asserisce che, in quella data, tale feudo apparteneva alla Camera Apostolica già da molto tempo. Il paese, dunque, si trovò sempre sotto la protezione della Chiesa, al riparo dagli attacchi dei potenti comuni vicini, soprattutto quello di Orte. Tra il 1298 il 1377 venne eretto a comune, ma sempre e comunque alla dipendenza diretta della Santa Sede. Nel 1437 la diocesi di Orte, della quale Bassano faceva parte, venne unita a quella di Civita Castellana. Nel 1527, Papa Clemente VII donò il feudo al nobile napoletano Alfonso Lagne, alla cui morte tornò sotto il governo della Camera Apostolica. Nel 1559, insieme a Soriano e Gallese, venne venduto da Pio IV al Cardinale Cristoforo Madruzzo, al fratello Nicola ed al nipote Fortunato. Un ventennio dopo, il cognato di quest’ultimo, Cardinale Marco Sittico Altemps, acquistò il feudo e ordinò la costruzione di un suo palazzo, ma alla fine del XVI secolo il feudo venne definitivamente riconsegnato nelle mani della Camera Apostolica, che se ne occupò per numerosi altri anni a venire. Nel 1929 il comune di Bassano, piuttosto debole e piccolo, fu appoggiato a quel- Le guid lo di Orte, per tornare ad essere autonomo nel 1959, dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale un treno tedesco pieno di esplosivo venne bombardato nella stazione bassanese da aerei inglesi, provocando ingenti danni al centro storico e costringendo la popolazione ad abbandonarlo. ITINERARIO TURISTICO Il paese ha mantenuto la struttura urbanistica medioevale, realizzata seguendo rigorosamente il principio del borgo costruito attorno al castello. L’imponente Rocca Farnese, a pianta ottagonale, risale, infatti, alla fine del XII secolo, benché riporti modifiche avvenute in epoche successive. Molto interessante da vedere é, Campo de’ fiori 13 de di Campo de ’ fiori menti si svolge la Sagra del Cappellaccio. Presepe vivente Nei giorni del 24, 25, 26 dicembre e 1 e 6 gennaio, una rappresentazione in costumi d’epoca e con più di cento figuranti, rievoca la nascita di Gesù Bambino in un’atmosfera realisticamente ricreata per l’occasione. Ma lo sapevate che: la coppia sposata da più anni è quella di Francesco Felici e Valburga Grotticelli sposati il 12.10.1933; la persona più anziana è Giulia Bernardini nata il 21.06.1910; vi sono 1232 abitanti e 599 famiglie. inoltre, la Chiesa Collegiata di San Giovanni Evangelista, edificata nel 1200. Anteriore di quasi due secoli, è la Chiesa di Santa Maria dei Lumi, in stile romanico, costruita interamente con blocchi di peperino. È posizionata perfettamente di fronte al portale d’ingresso del castello ed é affiancata da uno splendido campanile, costruito, originariamente, all’interno della cinta muraria che racchiudeva il castello stesso e inglobato nella torre dell’orologio tra il XVI e il XVII secolo. Due file di sei colonne ciascuna, collegate tra loro da archi a tutto sesto, la divide in tre navate, delle quali quella centrale è rialzata ed é più ampia delle due laterali. L’abside si presenta leggermente sollevato rispetto al resto della pavimentazione e con affreschi realizzati in epoche successive. Degna di essere visitata è anche la Chiesa di San Biagio, piuttosto deteriorata, ma con numerosi e pregevoli dipinti. Di carattere naturalistico paesaggistico è il Laghetto di Valdimone, ai piedi del centro abitato. Alimentato da sorgenti di acque solfuree che formano lastre di sali calcarei galleggianti, aveva, in passato, dimensioni ragguardevoli, mentre, oggi, é quasi totalmente prosciugato. Diverse leggende ruotano intorno ad esso, oltre a quella della battaglia tra Romani ed Etruschi, sopra citata. Plinio il Giovane lo considerava un lago sacro o si racconta che, in una domenica di tanti anni fa, un aratro trainato da buoi fu ingoiato dal lago e gli abitanti del luogo interpretarono questo avvenimento misterioso come un castigo divino, perché la domenica é il giorno di festa dedicato al Signore. TRADIZIONI E FESTE Fiera delle Merci Grande mercato di merci di ogni genere, nel mese di maggio. Borgo in festa Mostra di antiquariato e mercatino medievale che si snodano lungo le vie del centro. Per l’occasione, i vivaisti locali con le loro composizioni arricchiscono la manifestazione, che ha luogo nel mese di giugno. Bassano estate Giochi, musica e spettacoli di vario genere animano il paese durante il periodo compreso tra giugno e agosto. Festa di San Fidenzio e San Terenzio Festeggiamenti in onore dei Santi Patroni con tradizionali riti religiosi, affiancati da serate musicali. Durante tali festeggia- 14 Campo de’ fiori “Se il tempo foss io me lo m Ne avevo sentito parlare dei ragazzi del G.I.A.D. (Giovani italiani anno 2000), avevo visto le locandine dei loro spettacoli, ma non trovavo il modo per ammirarli in scena. Il mio amore per di il Musical mi ha spinto Alessandro Soli verso il locale dove di solito si esibiscono : Il Teatro Bianconi di Carbognano. L’occasione era ghiotta, infatti replicavano “Se il tempo fosse un gambero”, che io vidi negli anni ’80 al teatro Sistina di Roma, quando uno strepitoso Enrico Montesano tenne a battesimo l’allora sconosciuta Nancy Brilli. Gli ingredienti per un successo ci sono tutti, oggi come allora, a cominciare dai testi di Iaia Fiastri e Bernardino Zapponi con le musiche di Armando Trovajoli. Così sabato 21 Ottobre u.s. sono entrato per la prima volta in quella “bomboniera” che il piccolo paese di Carbognano offre, come fa lo sposo, agli invitati: Il Teatro Bianconi. Pochi i posti, ma la visualità e l’acustica perfetta regalano quanto di meglio a chi vuol godersi una serata di spettacolo. Ero curioso però di vedere all’opera questi ragazzi, pronto a dei paragoni non certo benevoli verso di loro, che avevano osato sfidare la compagnia del Sistina. Invece ho constatato che la loro esibizione è stata all’altezza di ogni più rosea previsione. Il “deus ex machina”, nonché regista dello spettacolo, è Giuseppe Magagnini, spigliato e pirotecnico interprete di Max, diavolo divenuto autista del principe Poniatowskj, al quale Francesco Nizi ha dato nei modi e nel lessico l’impronta tipica del nobile polacco. Poi c’è lei, Adelina, una Patrizia Pascale completa nella mimica e nel canto, nella quale ho rivisto la giovanissima Nancy Brilli. Tralascio volutamente la trama di questo musical, per spronare chi ancora non lo conosce, ad assistere alle eventuali repliche che saranno rappresentate. Ma vorrei soffermarmi sugli altri interpreti, in modo particolare sulle due regine del mercato di “Campo de’ Fiori”, cioè la sora Lalla fruttarola, madre di Adelina, che ha visto in Anna Del Negro, un’interprete azzeccata, col suo romanesco, borgataro sì, ma mai volgare. Poi sora Cleofe, la pesciarola, chiromante e cartomante, che tanto mi ha ricordato nei modi e nell’aspetto, la grandissima Ave Ninchi dei film anni ’50. Come non ricordare poi Lucifero, al quale Emanuele Chiossi ha dato tutta la sua prestanza fisica, tutta la sua forza, per incutere la paura e il rispetto, tipico del re dei diavoli. Discorso a parte per la scenografia, che, mettendo a frutto la tecnica girevole, vista per la prima volta al Sistina ai tempi di “Aggiungi un posto a tavola”, ha reso più agibile il palco del Bianconi, ottimizzando tutti gli spazi a disposizione. Perfette le basi musicali, ottime le luci, ricercati e precisi i costumi anni ’50. Bravi ragazzi! Vi auguro di andare sempre avanti, gustando le gioie e superando le delusioni che man mano incontrerete, ne sarete ripagati ad ogni calar di sipario, quando, tutti insieme, mano nella mano vi inchinerete davanti ad un pubblico plaudente. Campo de’ fiori se un gambero”... mangerei ! 15 16 Campo de’ fiori Scopri l’Arte di Simona Anatrini Claudio Giulianelli nasce a Roma nel 1956, frequenta un istituto ad indirizzo chimico, ma la sua passione per l’Arte lo porta ad approfondire la tecnica e lo studio della pittura tramite un’attenta osservazione dell’opera dei maestri, unitamente alla lettura di testi di tecnica pittorica. I libri sul Caravaggio e sui fiamminghi sono stati i suoi compagni di viaggio quotidiani. Nel 1992 si trasferisce a Corchiano, paesino di antichissime origini etrusche, ove vive ancora oggi. Guardare un suo quadro è come iniziare un viaggio verso un qualcosa di nuovo che affascina, ma che nello stesso tempo spaventa lasciandoci titubanti sulla soglia di un mondo da scoprire. Si percepisce così all’improvviso un qualcosa che sta oltre, ma che in realtà è sempre stata dentro di noi: un’essenza coperta, soffocata dal quotidiano, che non si svela costantemente, ma latente sopisce in noi e viene fuori solo se stimolata dall’Arte e dai suoi misteri. Pittore simbolista, Giulianelli pone le sue radici culturali nel mondo medioevale, di cui dipinge l’essenza più nascosta, più iniziatica. Nella sua pittura dipinge l’amore per il Creato e per la figura femminile, intesa sia come donna materiale che come madre Natura, la stessa che ti protegge e che ti uccide, di fronte a cui l’Uomo è sempre visto piccolo e spaurito. Attori dei suoi quadri sono tipi umani diafani e fiabeschi, soprannaturali, che sembrano apparire e scomparire da scorci di palcoscenico, da finestre buie, come proiezioni interiori, abitanti di un mondo senza luogo e senza tempo. I loro sguardi fissi oltrepassano la dimensione pittorica, invadendo la nostra realtà cercando di instaurare con noi un muto dialogo fatto di gesti accennati, allusivi, a volte perentori, come a volerci educare sui veri valori o ammonire la nostra incoscienza suggerendoci la strada giusta da percorrere. Sono voci della coscienza che prendono forma in abiti antichi e surreali nei loro copri capi da giullari, quasi a prendersi gioco della nostra fragilità o forse solo per sminuire l’importanza dei messaggi sottesi nei loro sguardi. Noi uomini dalle vite frenetiche, insicuri di ogni nostro valore, noi che perdiamo di vista l’ovvio ed il vicino per guardare troppo lontano quasi a voler scappare dalla nostra coscienza, qui, davanti a questi sguardi e fattezze, non possiamo non sentirci penetrati dall’esigenza di soffermarci, di farci guardare da occhi che non sono i nostri, dagli occhi delle ombre che impertinenti e maliziose non aspettano altro che svelarci quello che è in noi. E così ci tendono la mano e ci trascinano in un mondo onirico, non esente da tratti inquietanti, che ci riporta al pensiero e ci induce alla riflessione; il mondo reale con i suoi sogni cerca rifugio nel magico, misterioso, irrazionale notturno bosco della fantasia, come in un volontario esilio dal mondo della luce. E’ come un invito per l’Uomo a determinare una dimensione in cui ciascuno si chieda quale travestimento o ruolo stia indossando, se per convenienza o necessità. L’arte di Giulianelli dà vita a moti interiori e individuali, esortando la riflessione, chiedendo, pretendendo un attimo di quiete, perché ci si fermi e si provi a capire. “….se noi ombre vi abbiamo irritato, non prendetela a male ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia. Non prendetevela, miei cari signori, perchè questa storia di ogni logica è fuori: noi altro non vi offriamo che un sogno; della vostra indulgenza abbiamo bisogno….” [William Shakespeare – Sogno di una notte di mezza estate] Campo de’ fiori 17 Claudio Giulianelli La luna ed io Può una maschera avere confini La bella Il maestro Vanità di vanità www.campodefiori.biz [email protected] Campo de’ fiori 19 Un concerto per Mozart nel 250° anniversario della sua nascita territorio. Anche il Sindaco Giampieri ha avuto parole di grande soddisfazione per la manifestazione ed ha raccontato di essersi trovato, durante le ferie estive, nella Cattedrale di Praga e di aver pensato che Mozart aveva visitato, oltre la suddetta, anche la Cattedrale di Civita Castellana. Il caso ha voluto che, al suo ritorno nella cittadina falisca, il Console del TCI, Alessandro Fortuna, abbia proposto l’istallazione di una targa celebrativa dell’evento in Piazza Duomo e che è stata scoperta dopo il concerto. Sabato 14 Ottobre, su iniziativa promossa dal Console del Touring Club Italiano, l’avvocato Alessandro Fortuna, ed accolta con entusiasmo dal Sindaco dottor Massimo Giampieri, si è svolto un concerto celebrativo per il 250° anniversario della nascita del grande compositore Wolfgang Amadeus Mozart. Durante il concerto, il Maestro Fabio Galadini ha brillantemente introdotto, con approfondite notizie storiche e musicali, il viaggio del compositore in Italia e, particolarmente, il suo soggiorno, nel lontano Luglio 1770, a Civita Castellana e la visita alla Cattedrale. Il Maestro Enrico Berluti, si è esibito in un coinvolgente concerto che si è concluso con uno stupendo Kyrie Eleison. L’orchestra “Le Metamorfosi Musicali”, diretta dal Maestro Piero Caraba, ha poi eseguito il Divertimento in RE maggiore K 136 ed il Concerto per pianoforte in LA maggiore K 414. Quest’ultimo ha avuto come protagonista il Maestro Enrico Mazzoni. A conclusione dell’evento, dopo un’entrata in scena altamente coreografica, il Coro Polifonico Santa Maria Maggiore, sotto l’ineccepibile direzione di Monsignor Giuseppe Bellamaria, ha proposto due vere “chicche” mozartiane: Ave Verum Corpus e Lacrimosa dal Requiem K 626. Alla fine del concerto il Vescovo di Civita Castellana, Sua Eccellenza Divo Zadi, ha voluto ringraziare gli organizzatori, i musicisti, i coristi ed il numeroso pubblico, invitando tutti a coltivare arte e cultura nel Come tutte le belle manifestazioni, anche quella dedicata a Mozart per i 250 anni dalla nascita ha avuto un mecenate: il Gruppo Colavene che, con una spiccata sensibilità artistica, ha sostenuto l’iniziativa musicale. Il Console del Touring Club Italiano di Viterbo, Vincenzo Ceniti, organizzatore di importanti eventi musicali, ha avuto parole di lode per la riuscita della manifestazione e, su invito del Console Fortuna, ha ringraziato ad una ad una, le numerose persone che hanno lavorato dietro i riflettori. il Coro Polifonico Santa Maria Maggiore e l’Orchestra “Le Metamorfosi Musicali” diretti da Mons. G. Bellamaria - foto M.Topini Il Sindaco Giampieri scopre la targa dedicata a Mozart alla presenza del Vescovo S.E. Mons.Divo Zadi, al Console del TCI Avv. Alessandro Fortuna, al Dott. Gianfranco Colamedici - foto M.Topini Campo de’ fiori 20 il diario dei Giras li questa pagina è dei ragazzi speciali testimonianze Mi rintrona Mi rintrona quell’urlo nel tempo la tragedia ormai rivelata mi riecheggia quel pianto ribelle la coscienza del precipizio del dramma non capiva la mia mente bambina la misura del tavaglio di allora guardavo stupefatto la culla a scorgere un segno inespresso tentavo di rivedere un sorriso sugli affranti volti vostri e pregavo il mio Dio traditore di cancellare un destino segnato ascoltavo la sentenza fatale per quel bimbo parte di me percepivo una forza nascente ribelle al mondo dell’uomo e leggevo nel vostro pensiero il rifiuto della sorte prescritta e vi vedo te madre te padre e vi vedo miei più di allora ora vecchi ma ancora ribelli a lottare per quel bimbo oggi uomo figlio vostro fratello mio disabile Brano tratto da “Intra me” Poesie di Vanni Poli Campo de’ fiori 21 BLACK DAHLIA Usa- Bulgaria, 2006; genere: drammaticopoliziesco; regia: Brian De Palma; sceneggiatura: Josh Friedman; interpreti: Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Hilary Swank, Aaron Eckhart, Mia di Kirshner, Mike Starr, M.Cristina Caponi Fiona Shaw; produzione: Millennium Films Inc., Signature Pictures; distribuzione: 01 distribution; durata: 121 minuti. Poliziotti con i sensi di colpa, donne fatali, attricette mancate, atmosfere notturne e corpi orrendamente amputati; su tutto ciò torreggia un’insegna altisonante: Hollywood. Gli elementi per la realizzazione di un classico noir ci sono tutti. Così dovette pensarla lo scrittore James Ellroy (autore di L.A Confidential), quando decise di comporre il suo più noto best seller: The Black Dahlia. Si tratta di una storia americana a tinte fosche, che ruota intorno all’omidicio della starlette Elizabeth Short, trovata mutilata il 5 gennaio 1947 a Los Angeles. Così dovette pensarla, anni dopo, l’indimenticabile regista italo-americano Brian De Palma. Per il suo ambizioso progetto, ha reclutato un cast di grande appeal sul pubblico e, alla 63° Mostra del Cinema di Venezia, lo ha presentato in quella prestigiosa vetrina. La trama del lungometraggio non segue un percorso rettilineo e, rispetto al romanzo da cui è stato tratto il film, vi sono frequenti omissioni o troppe informazioni, persino eccessive piste intraprese e poi smarrite. Ma, per chi è avvezzo a questo genere cinematografico ciò non dovrebbe essere una cosa insolita, dopotutto: basti ricordare come esempio Il grande sonno con Humphrey Bogart. Cerchiamo di semplificare il plot, a tutto vantaggio dello spettatore. La vicenda è incentrata intorno a due ex pugili (Mr. Ice e Mr. Fire) che hanno abbandonato i guantoni da boxe, per indossare le uniformi della polizia di Los Angeles. Fra Lee Blanchard (Aaron Eckhart) e Bucky Bleichert (Josh Harnett), i due piedipiatti, nasce una salda amicizia che li porta a convidere le stesse emozioni sia sul lavoro, sia nella vita privata. Ma, molto presto nel cuore e nelle turbe sessuali di Bucky si insidia il desiderio per la donna del suo socio: la biondissima Kay (Scarlett Johansson), prostituta dal cuore buono, definitivamente riabilitata nella società. Tuttavia, la compagna di Blanchard non è l’unica femme fatale su cui il giovane agente Bleichert posa lo sguardo. Vi è anche un’enigmatica bisessuale di nome Madeleine (Hilary Swank), i cui delicati tratti somatici rassomigliano sinistramente alla deceduta Dahlia Nera (Mia Kirshner). Il resto è mistero. A chi mi chiedesse un aiuto per districare questa matassa di eventi torbidi, posso soltanto dare un unico suggerimento. Ascoltate: un indizio rilevante potrebbe celarsi dietro i pochi fotogrammi, inseriti nel film, del lungometraggio muto datato 1928 intitolato L’uomo che ride; traduzione in immagine del L’Home qui rit di Vitctor Hugo. Lì si cela la chiave per accedere alla verità. Buona fortuna. Ad un’analisi qualitativa del prodotto filmico, si deve elogiare la confezione patinata e gli eleganti movimenti della macchina da presa, con cui De Palma cerca di catturare l’attenzione dello spettatore. Per fortuna le sue doti di mettre en scene non sono andate a scemare neppure con il passare degli anni, nè soprattutto dopo un insuccesso commerciale e di critica come Femme Fatale. Si, in Black Dahlia vi sono delle imperfezioni, dei nei che fanno vacillare la struttura su cui si erge il film e pur- troppo non lo si può nascondere. Simili manchevolezze sono reperibili già nell’interpretazione sottotono di alcuni attori. Primo fra tutti il giovane e immaturo Josh Harnett. Sorprendente come dopo le scialbe interpretazioni di cui ha fatto prova in alcuni dei suoi recenti film, come Pearl Habour o Slevin, la fabbrica dei sogni Hollywoodiana tenti ancora una volta di riproporlo sullo schermo. Anche Scarlett Johansson non è perfettamente a suo agio nella parte, e lo dimostra: le sue doti attoriali vanno a scemare di sequenza in sequenza. Peccato. Stupefacente, seppur limitata a fugaci apparizioni, è invece l’interpretazione dell’ancora poco nota Mia Kirshner. La sua bellezza, il suo trasparire atteggiamenti a metà fra una sfacciata disinibizione e una caduca fragilità la rendono ai nostri occhi l’immagine iconica del divismo cinematografico anni quaranta. Un ultimo encomio è da tributare al premio Oscar Dante Ferretti; lo scenografo italiano che ha saputo ricostruire con inappagabile maestria una credibile Los Angeles in Bulgaria. Non siete ancora convinti? Allora eccovi un’ultima esortazione: andatelo a vedere, lo vivrete con crescente trepidazione, fino a quando apparirà la scritta “THE END” e sarete costretti ad abbandonare la sala. 22 Campo de’ fiori Sviluppi sulla ferrovia Roma Nord Dopo la pubblicazione su Campo de’ Fiori del mio articolo riguardante la ferrovia Roma Nord, non c’è stato giorno in cui qualche pendolare, incontrandomi sul treno, non mi abbia chiesto novità sullo stato di di salute della nostra straDebora Attanasio da ferrata “preferita” e su quante speranze ci fossero di renderla più vicina alle esigenze delle migliaia di passeggeri che occupano i suoi vagoni ogni giorno. Posso confermarvi che l’interrogazione parlamentare, frutto della relazione particolareggiata che io ed altri viaggiatori abbiamo scritto e consegnato al Gruppo Parlamentare dei Verdi, è stata presentata. Questa ed altre iniziative parallele hanno (finalmente) mosso un certo interesse intorno all’argomento e abbiamo visto sui quotidiani free-press (quelli in omaggio nelle stazioni) diversi articoli che annuncino l’inizio dei lavori di ristrutturazione della linea a partire dal 2007, anche se i lettori desidererebbero maggiori chiarimenti su cosa riguarderanno esattamente queste migliorie. Si è parlato di raddoppio del binario per un lungo tratto extraurbano, si è parlato della scomparsa della stazione a piazzale Flaminio a favore di altra zona di Roma. Promettiamo quindi di interpellare presto i vertici del Co.tral (al momento sufficientemente impegnati con la terribile disgrazia di Piazza Vittorio) e, per il momento, vi diamo la possibilità di leggere in esclusiva il testo dell’interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture. Ne approfitto, inoltre, per raccontare quanto ho trovato bello ed emozionate, per la prima volta nella mia vita, scegliere di andare a vedere la Sagra delle Castagne di Soriano nel Cimino proprio con questo treno, lasciando la macchina a casa e senza essere schiava dei parcheggi che, durante questa suggestiva manifestazione alla quale sono molto legata (mia nonna era nativa proprio di Soriano), sono spesso più lontani della stazione stessa. Noi, che viviamo in questa zona, dovremmo essere più consapevoli della fortuna che abbiamo di avere a disposizione una fetta di natura quasi incontaminata, con grosse aree verdi prive di strutture deturpanti, e vorrei indirizzare tutti i miei complimenti ai sorianesi, che da anni sfruttano turisticamente il loro bellissimo paese in modo impeccabile. Detto ciò, vi rimando alle prossime novità che si spera arrivino presto. Camera dei Deputati Legislatura 15 ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA : 4/00848 presentata da BONELLI ANGELO il 02/08/2006 nella seduta numero 36 Stato iter : IN CORSO Ministero destinatario : MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE MINISTERO DEI TRASPORTI Attuale Delegato a rispondere MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE , data delega 02/08/2006 Termini di classificazione dell’atto secondo lo standard Teseo : CONCETTUALE : FERROVIE E TRASPORTI FERROVIARI, LINEE FERROVIARIE GEO-POLITICO : ROMA, ROMA - Prov, LAZIO, VITERBO, VITERBO - Prov, LAZIO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00848 presentata da ANGELO BONELLI mercoledì 2 agosto 2006 nella seduta n.036 BONELLI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che: lo sviluppo urbanistico e demografico dei comuni attraversati dalla via Flaminia e del viterbese è in costante, vertiginoso aumento, soprattutto a causa dell’emigrazione dalla città verso la provincia di persone che mantengono i propri interessi a Roma; una maggiore efficienza della tratta snellirebbe l’affluenza di mezzi privati all’interno della città di Roma, con una conseguente riduzione del traffico urbano e relative emissioni di gas inquinanti; il tratto extraurbano adiacente alla ferrovia è costituito in gran parte da parchi regionali e suburbani protetti che andrebbero salvaguardati, tra l’altro, anche con lo sviluppo ferroviario per disincentivare l’uso dell’automobile per lo spostamento quotidiano casa-lavoro; purtroppo la qualità del servizio è decisamente inferiore alle esigenze e si registrano frequentemente forti ritardi e soppressioni delle corse senza alcun preavviso; nello scorso mese di giugno i disagi si sono ulteriormente intensificati, con ritardi fra i venti e i quaranta minuti e un numero di soppressioni, tra urbane ed extra urbane, vicino alle venti giornaliere, senza alcuna informazione nei confronti dell’utenza; al di là dei guasti e dei ritardi va registrata l’inadeguatezza dei mezzi e dell’infrastruttura, con tempi di percorrenza decisamente insufficienti; la linea ferroviaria rappresenta l’unica soluzione davvero praticabile alla crescente domanda di mobilità da e verso la Capitale ed è assolutamente necessario provvedere al suo ammodernamento -: quali provvedimenti intenda porre in essere il Governo affinché si realizzi il necessario adeguamento infrastrutturale della linea ferroviaria Roma-Viterbo, garantendo così un sistema di collegamento efficiente e funzionale che consenta di trasferire una quota significativa di mobilità dalla strada alla ferrovia, contribuendo così alla riduzione della congestione e dell’inquinamento nella più vasta area metropolitana d’Italia.(4-00848). Campo de’ fiori 23 10° Mini Festival “Città di Viterbo” Ormai possiamo dirlo forte: la 10° edizione del Mini Festival “Città di Viterbo” – la cui finale si è tenuta sabato 4 Novembre al Teatro San Leonardo di Viterbo – è stata la più bella ed equilibrata di sempre, con un livellamento verso l’alto dei partecipanti che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alla proclamazione dei tre vincitori (uno per ogni categoria). Alla fine, mai come stavolta, c’erano quindi tre concorrenti felicissimi e… diciassette da consolare, dato che pressoché tutti ambivano, legittimamente, almeno al podio. E sì che già l’essere arrivati in finale è stato un traguardo mica da ridere… Tant’è, la giuria – presieduta dal M° Fabio Barili – ha emesso, con freddezza, lucidità ed assoluta competenza, i seguenti “verdetti”: Cat. 6-10 anni: 1° - Piccini Gian Marco (9 anni, Blera), con il brano “Vorrei avere il becco” (Povia); 2°- Valeri Davide (9 anni, Villa San Giovanni in Tuscia), con il brano “Fiume Sand Creek” (F. De Andrè); 3°- Pesci Tamara (7 anni, Marta), con il brano “Finché la barca va” (O. Berti). Cat. 11-14 anni: 1°- Anselmi Chiara (12 anni, Villa San Giovanni in Tuscia), con il brano “Lei ha la notte” (N. Nicolai); 2°- Burchiani Beatrice (12 anni, Bagnaia), con il brano “Continua” (Dolcenera); 3°-Piergentili Francesca (12 anni, Corchiano), con il brano “Le mille bolle blu” (Mina). Cat. 15-18 anni: 1°- Gabrielli Francesca Romana (17 anni, Monte Romano), con il brano “Fa’ che non sia mai” (Eramo e Passavanti); 2°- Brunetti Virginia (17 anni, Piombino), con il brano “Com’è straordinaria la vita” (Dolcenera); 3°- Andreoli Mirko (16 anni, Viterbo), con il brano “Sparirò” (L. Di Risio). C’è stata, quindi, la conferma di Gian Marco Piccini nella prima categoria, e l’ulteriore dimostrazione di bravura da parte della favolosa annata del 1994 nella seconda – non solo le prime tre! -, composta da notevoli talenti di cui sentiremo parlare ancora per molto… almeno ce lo auguriamo! Tra di loro, Chiara Anselmi è alla sua terza vittoria nel Mini Festival. Battaglia all’ultima nota anche nella terza categoria, che ha visto la “prima volta” di Francesca Romana Gabrielli davanti a due nostre “vecchie” conoscenze. L’organizzazione ha poi assegnato il premio simpatia a quella forza della natura che è Alessio Crescenzi, di Civita Castellana, che ha interpretato in modo sorprendente e divertentissimo il brano “Baratto” (R. Zero). Le prevedibili polemiche finali sono state solo la dimostrazione di quanto, ormai, sia sentito e qualificato il Mini Festival. La serata è stata presentata, come sempre, da Pierluigi Alberti – stavolta in compagnia dell’effervescente show girl Laura Leo – con la supervisione di Paolo Moricoli. Particolarmente gradite sono state le presenze di Mauro Rotelli (Assessore Politiche Giovanili del Comune di Viterbo), Livio Martini (Assessore alla Cultura del Comune di Corchiano), Salvatore Zafarana (Vice Presidente di Viterbo con Amore) ed Alessandro Mazzoli (Presidente della Provincia di Viterbo… via SMS per precedenti impegni già presi). Intermezzi di notevole spessore sono stati regalati da Laura Leo e Fabio Barili, nonché da alcune vecchie glorie: Paride Achilli, Giacomo Cordini, Giordano Ferri ed Emanuela Ferruzzi. Poi, all’improvviso, è arrivato anche il “fratello” di Roberto Benigni a fare un po’ di confusione… Ai primi tre classificati di ogni categoria è andato il trofeo con l’esclusivo logo del Mini Festival, mentre i tre vincitori assoluti avranno la possibilità di partecipare, gratuitamente allo stage estivo internazionale offerto da “Tuscia in Jazz Festival”; avranno, inoltre, diritto ad usufruire di un soggiorno settimanale, per due adulti e tre bambini, in una località italiana del catalogo Iper Club, offerto dal sito internet viterbowebtv.info. Il primo della categoria dei “grandi” potrà, inoltre, incidere un CD demo in una sala di registrazione professionale. Un ampio “special” della finale sarà trasmesso, nei prossimi giorni, da Tele Tuscia Sabina. Come ormai arcinoto, il 10° Mini Festival “Città di Viterbo” è un concorso canoro riservato a ragazzi/e da 6 a 18 anni (divisi in tre categorie) che l’Associazione “Omniarts” – in collaborazione con Corriere di Viterbo, Etrurialand, Il Messaggero, Melting Pot, Radio Verde e Totem – organizza con il contributo della Provincia di Viterbo e dei Comuni di Viterbo – Politiche Giovanili -, Corchiano e Montefiascone, e che fa parte degli eventi di solidarietà portati avanti da “Viterbo con Amore”. Ringraziamo di cuore gli sponsor che hanno reso possibile la manifestazione: Flaminia Ceramiche, Gruppo Servizi Ambientali, Veteres, P.S.A., Mancini Costruzioni Generali, Opel Ciminauto, Pizzeria Il Monastero, Porter Tavern. … e poi Massimo Luziatelli per le splendide fotografie! Arrivederci all’anno prossimo… a meno di sorprese molto presto! P. Ass. OMNIARTS Paolo Moricoli Gian Marco Piccini 9 anni 1° classificato cat. 6-10 anni Chiara Anselmi 12 anni 1° classificata cat. 11-14 anni Francesca Romana 17 anni Gabrielli 1° classificata cat. 15-18 anni Albo d’Oro Minifestival CITTA’ DI VITERBO ANNO 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 CAT. 6-10 ANNI Mirko Andreoli (Viterbo) Giordano Ferri (S.Lorenzo N.) Alina Deidda (Blera) Alina Deidda (Blera) Gessica Tartaglia (Vitorchiano) Chiara Anselmi (Villa S.Giovanni) Chiara Anselmi (Villa S.Giovanni) Beatrice Burchiani (Viterbo) Gian Marco Piccini (Blera) Gian Marco Piccini (Blera) ANNO 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 CAT. 11-14 ANNI Alessandro Guagliardo (Viterbo) Antonio Poli (Viterbo) Giordano Ferri (S.Lorenzo N.) Anna Tatangelo (Sora) Francesca Ercoli (Grotte di Castro) Virginia Brunetti (Piombino) Virginia Brunetti (Piombino) Giulia Karimi (Monterosi) Ilaria Massella (Tarquinia) Chiara Anselmi (Villa S.Giovanni in T.) ANNO 2003 2004 2005 2006 CAT 15-18 ANNI Milena Verzari (Ronciglione) Emanuela Ferruzzi (Montefiascone) Giacomo Cordini (Piombino) Francesca Romana Gabrielli (M.Romano) 01100 Viterbo P.zza Verdi, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: [email protected] Centro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest - Tel. 0761.390013 e-mail: [email protected] 01030 Vallerano (VT) Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551 e-mail: [email protected] 01033 Civita Castellana (VT) Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951 e-mail: [email protected] 00169 Roma Centro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 - Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988 e-mail: [email protected] Prossima Apertura: Centro Commerciale Torresina - Via di Torresina 63037 Porto D’Ascoli (AP) Centro Commerciale Portogrande - Via Pasubio, 144 - Tel./Fax 0735.753665 e-mail: [email protected] Fino a Dic PROM embre OZION I su Occ hiali Monofo e Fotoc cali romatic i Tutti i nostri prodotti, oltre alla garanzia 24 mesi per eventuali difetti di fabricazione, come previsto dalla normativa CE, godono dei Servizi di Assistenza, Garanzia e Privilegi OCCHIALI DA VISTA - SOLE - LENTI A CONTATTO PER GLI OCCHIALI DA VISTA: GARANZIA TOTALE DI RISULTATO Validità: 60 giorni dalla data di emissione. I Suoi occhiali sono stati collaudati dai nostri tecnici di laboratorio: ne garantiamo, pertanto, la qualità e funzionalità. Qualora la loro efficienza non rispondesse alle sue aspettative o necessità, provvederemo, se necessario, alla sostituzione delle lenti oftalmiche e/o della montatura fino a Sua completa soddisfazione. GARANZIA GLOBALE (Lenti + Montatura) Validità: 12 mesi dalla data di emissione. In caso di rottura accidentale e irreparabile degli occhiali, lenti da vista e/o montatura, o danneggiamento che ne alterino la funzionalità, saranno forniti gratuitamente lenti identiche alle precedenti e/o montatura uguale od equivalente. Le componenti danneggiate saranno ritirate. Questo servizio sarà erogato una sola volta entro il periodo di validità. SMARRIMENTO E FURTO Validità: 12 mesi dalla data di emissione. In caso di smarrimento o furto degli occhiali da vista è applicata una riduzione del 50% sui prezzi di listino per l’acquisto di un nuovo paio di occhiali, con caratteristiche uguali od equivalenti. Questo servizio sarà erogato una sola volta entro il periodo di validità. UNDER 18 Validità: 12 mesi dalla data di emissione. La nostra esperienza dimostra che fino all’età di 18 anni l’efficienza visiva varia più rapidamente che negli anni successivi. Per assicurare una costante ed ottimale efficienza visiva, questo servizio offre la sostituzione delle lenti da vista con nuove di potere aggiornato, con una riduzione del 50% sui prezzi di listino. SERVIZIO CORTESIA Validità: 12 mesi dalla data di emissione. Gli occhiali, per mantenere inalterata nel tempo la loro funzionalità, necessitano di controlli periodici. I nostri tecnici sono a sua disposizione per eseguire i controlli di riassetto necessari ed effettuare una completa pulizia ad ultrasuoni. Campo de’ fiori 25 Associazione Nazionale Marinai d’Italia Gemellaggio a Civita Castellana Il Gruppo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Civita Castellana con il Presidente Contrammiraglio SAN (a) Antonio Peri - foto Alfonso Corazza Lo scambio di diplomi fra il Presidente dell’ANMI di Civita Castellana Contrammiraglio SAN (a) Antonio Peri e quello di San Benedetto del Tronto Cav. Pietro Paciotti - foto Topini Il Gruppo dell’ “Associazione Nazionale Marinai d’Italia” (ANMI) di Civita Castellana, intitolato ad “Alberto Zilli”, giovane marinaio civitonico deceduto in attività operativa durante il secondo conflitto mondiale, e del quale ha parlato il nostro collaboratore Enea Cisbani sul n. 22 di Campo de’ fiori, si è costituito nell’Aprile 2001 raccogliendo iscritti in Civita Castellana e nelle cittadine vicine, dove vive un nutrito gruppo di ex marinai. Nella sua breve storia, il gruppo ha donato alla cittadina di Civita Castellana un monumento ai Caduti del Mare, ha organizzato varie attività culturali come conferenze su temi storici e marittimi, ha realizzato varie attività ricreativo – culturali come gite in città d’arte italiane, ha partecipato a numerose manifestazioni a carattere regionale e nazionale dell’ ANMI. A livello locale ha partecipato a svariati eventi e ricorrenze apportando, in relazione alle limitate risorse disponibili, il proprio contributo di presenza ed assistenza (es. collaborazione con la CRI, con Special Olympics, etc.). Ciò ha permesso ad una cittadina dell’entroterra laziale di essere degnamente rappresentata nella grande comunità dei Marinai d’Italia. In occasione del 50° anniversario, celebrato nel Giugno 2006, della fondazione del Gruppo ANMI di Viterbo, a seguito di una rievocazione di conoscenze comuni, tra cui l’iscritto all’ ANMI Spartaco Gioacchini, deceduto alcuni anni fa, il Presidente del L’omaggio ai caduti in mare - foto Topini Gruppo ANMI di San Benedetto del Tronto, Cav. Pietro Paciotti, ha invitato il Gruppo di Civita Castellana a visitarli a San Benedetto. Nel corso di questa visita, avvenuta nel Settembre 2006, il Presidente di San Benedetto ha ufficialmente proposto al Presidente di Civita Castellana, Contrammiraglio SAN (a) Antonio Peri, un gemellaggio tra i due gruppi da realizzarsi nell’ultima domenica di Ottobre 2006. Di fronte a tanto entusiasmo e dimostrazione di amicizia, pur nella consapevolezza delle difficoltà organizzative che una tale cerimonia comportava per un gruppo che vede numerosi iscritti disporre di scarsissimo tempo libero, ed una età generalmente avanzata, il Gruppo di Civita Castellana ha accettato la proposta che si è concretizzata con una semplice, ma significativa, cerimonia domenica 29 Ottobre 2006 nella nostra cittadina. La cerimonia si è aperta con la benedizione, presso la Chiesa San Giuseppe Operaio, dell’omaggio floreale offerto dal Gruppo San Benedetto del Tronto, il quale è stato poi deposto presso il Monumento ai Caduti del Mare di Civita Castellana. Dopo la deposizione sono stati ricordati gli iscritti all’ANMI deceduti dei due gruppi e a seguire lo scambio di pergamene attestanti il gemellaggio. Tutti i partecipanti hanno assistito, dopo una breve visita turistica di Civita Castellana, alla Santa Messa officiata presso la Chiesa San Giuseppe Operaio. Alla cerimonia sono stati invitati il Presidente Nazionale dell’ ANMI, Ammiraglio di Squadra (r) Silverio Titta, il Consigliere Nazionale per il Lazio, Ammiraglio di Divisione (r) Luciano Bolognesi e il Contrammiraglio (GN) Sergio Moro. Inoltre sono stati invitati il Sindaco di Civita Castellana, i Comandanti della Compagnia Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Distaccamento della Polizia Stradale locali. Sono intervenute rappresentanze dei gruppi ANMI di Viterbo e Anguillara Sabazia, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e Bersaglieri di Civita Castellana, delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, unitamente ad altri ospiti che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. E’ intervenuta anche la Senatrice Laura Allegrini che, nello svolgimento del suo passato incarico a livello regionale, ha incoraggiato e sostenuto la realizzazione del monumento ai Caduti del Mare di Civita Castellana. Al presidente del gruppo gemellato di San Benedetto del Tronto è stato donato un prodotto artistico locale: un piatto in ceramica dipinta a mano dal Maestro d’Arte Leopoldo Pieri, mentre agli ospiti gemellati sono stati donati piatti con l’immagine del Forte Sangallo. Alle autorità dell’ANMI intervenuti sono stati donati piatti dipinti a mano da artisti locali. Campo de’ fiori 26 Una “Fabr Storie e immagini d a Ma Questa volta non ce l’hai fatta, te ne sei andato il giorno di tutti i Santi. Hai sofferto, hai combattuto in silenzio, buono com’eri per indole e carattere. Sei sempre stato discreto, semplice, essenziale e le tue parole erano sempre pacate e quasi timide. A chi ti chiedeva come stessi, rispondevi con il tuo classico “eccoci qua”, come a dire “ci siamo ancora”. Ci hai lasciato senza neanche un lamento, senza dar fastidio a nessuno, neanche quando sei dovuto rimanere immobile in quel letto per mesi e con tutti quei fili attaccati, da non poter muovere neanche il capo. Ora sei lontano dai rumori e dai frastuoni, come a te piaceva vivere, sei in un tempo indefinito, dentro spazi dilatati, ora sei nella luce onnisciente di Dio e dentro i miei occhi. Torna l’eco delle risa lontane, quando da bambini giocavamo insieme a cavalli e cavalieri. Tu eri il mio cavaliere ed in quelle guerre innocenti, io mi sfiancavo e correvo a perdifiato per regalarti la vittoria. Mauro, non voglio confonderti con i miei mille vecchi ricordi, mi sarai vicino per rivivere, minuto per minuto, tutti gli anni trascorsi insieme. Tutto fioriva allora, ignari e semplici, belli e felici. Ah, quanti sogni infranti e quante cose da fare, quante sconfitte insieme e quanta voglia di vivere. Ora angoscia, sgomento. La morte è solo un momento improvviso che lascia il vuoto nel cuore. Ora ti chiedo conforto e coraggio, per quando cercherò di cacciare la tristezza e la malinconia. Pianterò una rosa per te e verrò a curarla ed annaffiarla finchè Dio vorrà. Va di fretta la vita. Sandro Campo de’ fiori rica” di ricordi di Fabrica di Roma auro 27 Campo de’ fiori 28 Come eravamo mo? a i s e m o c Ma oggi 27 Settembre 1997. Erano presenti: Alessandro Soli, Marella Cima, Bruna Foresi, Elsa Cima, Luisa Cassieri e Franco, Pina Menichelli, Filomena Toni, Teresa Belloni, Mascia Mariani, Edoardo Carrisi, Arnaldo Ricci, Maria Benedetti, Danila Rossi, Ivana Panzetti, Antonello Bernardi, Pasquale Mancini, Giuseppe Falchi, Clara Scavoni, Enrica De Guidi, Giuseppa Papa, Antonio Cristaldi, Ermanno Lemme, Maria Malvina Mosconi, Giovanna Coramusi, Maria Mosconi, Lucia Lucentini, Adriano Riganelli, Luciana Galizi, Massimo Angeletti e signora, Franco Soli, Ombretta Fantera, Silvana Peri, Aurelio Piermaria, Luciano Coracci, Emanuela Costantini, Anna Severini, Renzo Andreucci, Elena Camerlengo, Gianna Urbanetti, Piero Basili, Francesco Marini, Giancarlo Bruzziches, Bruno Montoresi, Piero Pulimanti, Giuseppa Madami, Serafino Scarponi, Piergiorgio Conti, Gina e Maria Mengarelli, Salvatore Panico, Alessandro Ferrami, Claudio Zaghetto, Sandro Frangioli, Gerry, Carlo Ilarioni, Giancarlo Carloni, Loredana Ciucci, Maria Luisa Vitturini, Paola Bettinelli, Anna Fantera, Nada Primanni, Ida Bufarini, Pietro Iommi, Massimo Mancini, Franco Masciangelo, Sergio Pescetelli, Luciana Fantera, Fabrizio Accettone, Oscar Federici, Graziella Casadidio, Isa Pistocco, Giuliano Marcantonini, Domenico Talotta, Ornella Corazza, Marco Manoni, Goirgio Sorighetti, Carlo Beccio, Pietro Ercolini, Ferruccio Fontana, Giuseppe Mereu, Mina Salvatore, Tommaso Galluzzi, Piera Ciocconi, Evelina Mancini, Carla Anzellini, Mirella Coracci, Miro Millozzi, Giuseppe Conti, Fabio Finesi, Renzo Ciarletti, Adriano Tocci, Giorgio Flori, Mauro Paolelli, Ivo Cimarra, Domenico Tomei, Alvaro Stamigna. Dopo i tanti articoli scritti sull’onda dei ricordi di noi ragazzi degli anni ’50, dopo aver trattato i più svariati argomenti inerenti l’infanzia e l’adolescenza di una generazione di post bellica, che ha visAlessandro Soli suto la ricostruzione e il “boom economico” che ha cambiato il volto dell’Italia, non voglio correre il rischio di ripetermi. Allora, partendo dalla mia esperienza personale, spero di far cosa gradita agli affezionati lettori di “Campo de’ fiori”, nell’analizzare, questa volta, non il “Come eravamo”, ma il “Come siamo”. La mia analisi parte dalle sensazioni provate quando, nel 1997, celebrammo, io e i miei coetanei, le cosiddette “nozze d’oro con la vita”, cioè i cinquant’anni. Fu una vera e propria rimpatriata: il rivedere vecchi amici, qualcuno dopo tanti anni, chi più, chi meno, cambiato nell’aspetto fisico, ognuno con la sua storia, ognuno con i suoi ricordi raccontati, magari, con un pizzico di nostalgia, ma tutti consapevoli di aver raggiunto un traguardo importante. Oggi, a distanza di dieci anni, deciso a festeggiare il prossimo anno, perché no anche i sessanta, sento il bisogno di trasmettervi ciò che ho provato e che provo tuttora. Gli antichi romani dicevano che “ognuno è artefice del proprio destino”, detto saggio, che mette in primo piano le possibilità umane, trascurando, però, altri fattori quali la salute e la fortuna. Ecco allora che arriva, in contrapposizione, una affermazione tanto di moda in ambito scolastico qualche anno fa: “ultimo nella scuola, primo nella vita”. Io non sono stato il primo a scuola, ma nemmeno l’ultimo. Non sono stato il primo nella vita, ma nemmeno l’ultimo. Chi mi conosce, può provare a decifrare questa frase forse un po’ sibillina. Da parte mia posso dire che in “quella rimpatriata di cinquantenni” c’era veramente chi si è fatto da solo, divenendo imprenditore o professionista di successo, non eccellendo negli studi; oppure chi era il primo della classe e tale è rimasto, consapevole che lo sarà per tutto il resto della vita. Una cosa è certa, il sapersi accontentare non è facile per nessuno, perché il mondo, a differenza del proverbio, ti dice che se ti accontenti non godi. Ma allora chi non ha la salute, forse gode? E i sentimenti dove li mettiamo? I valori quali la famiglia, la fede, l’amore per il prossimo, per me sono tutte cose che non incrementano il tuo conto in banca, ma ti arricchiscono dentro e ti danno una dimensione diversa della vita, specialmente quando vai con gli anni verso quella parabola discendente di origine prettamente genetica. Non sto parlando da “vecchio”, sto solamente sottolineando l’importanza che i ricordi, siano essi belli o tristi, hanno nella vita dell’uomo. Il poterli rammentare e trasmetterli, magari attraverso i miei articoli, spero “facciano bene” a tutti indistintamente, ma specialmente alle nuove generazioni, che volenti o nolenti (sicuramente non per loro colpa), tendono a cancellarli dalle loro menti. La scuola di danza HONEY a complet amento dello studio della Danza Classica, del Passo a Due, della Propedeutica, del Modern Jazz, del Contempory Jazz, dell’ HIP-HOP PRESENTA i nuovi corsi e le nuove discipline che ne arricchiscono i percorsi didattici di studio: SBARRA A TERRA e ACROBATICA Sbarra a terra La tecnica della sbarra a terra si è sviluppata negli anni cinquanta grazie all’intuizione e alla genialità di Boris Kniasieff che, fuggito dalla Russia, si rifugiò dapprima nel Sud della Francia e poi a Ginevra dove iniziò a lavorare. Il suo obiettivo fu quello di alleggerire il lavoro del ballerino per non affaticare inutilmente ed eccessivamente la colonna vertebrale, il sistema circolatorio, respiratorio e cardiaco. Kniasieff mise così a punto una serie di esercizi, basandosi sulla sbarra tradizionale, da svolgere in terra. Tali esercizi furono sperimentati sul corpo di ballo del Grand Thèatre de Genève e sui giovanissimi allievi dell’Acadèmie Internazionale de Danse di Ginevra che dirigeva. Probabilmente Kniasieff non si rese conto fino in fondo di ciò che aveva inventato, come spesso accade ai geni… Ne risultò che, una volta in piedi, qualsiasi movimento (esercizi o passi) furono sia più facili da eseguire che di migliore qualità, se lavorati precedentemente in terra. Questo metodo fu poi ulteriormente rielaborato e perfezionato da altri nomi illustri quali Zena Rommet e Alex d’Orsay che ne diffusero la grande utilità non solo a danzatori professionisti ma anche ad atleti ed appassionati. Il metodo rielaborato ha anche intenti correttivi della postura, riabilitativi e preventivi delle lesioni muscolari che così spesso affliggono i danzatori. La sbarra a terra oggi è una modernissima tecnica con risultati di indubbio valore. Essa non si sostituisce alla sbarra tradizionale ma ne completa e ne incrementa il lavoro di tutti i muscoli del corpo, anche di quelli che vengono spesso poco utilizzati, dando largo spazio ad esercizi con finalità terapeutiche. Per ogni esercizio è stata studiata una respirazione coordinata per mantenere al giusto livello l’ossigenazione del sangue durante il movimento e permettere quindi una maggiore tenuta muscolare. I benefici sono enormi: una postura correttamente allineata, un allungamento muscolare totale, rafforzamento della massa muscolare, il controllo della respirazione, il coordinamento della respirazione con la danza, lo sviluppo della percezione fisica, lo sviluppo della concentrazione e della memoria muscolare del movimento, il rafforzamento dei legamenti, l’alleggerimento dei muscoli sovraccaricati. La sbarra a terra è un lavoro molto valido sotto il profilo didattico, perché consente di percepire un movimento prima di impararlo. La particolarità risiede nel rapporto fisico con il pavimento che risulta essere uno specchio assoluto del movimento stesso e della morfologia corporale. Tra le valenze di questa tecnica la totale assenza del campo visivo. Si è costretti a percepire il movimento senza guardare se le gambe e le braccia sono in posizione corretta…. Cosi , con la ricerca delle giuste percezioni fisiche, il movimento entra a far parte delle proprie sensazioni. Allungati per terra in pronazione o supinazione si acquisiscono queste magnifiche doti di percezione che permettono, una volta in piedi, di ottenere una altissima qualità di movimento. La forza di gravità agisce diversamente su un corpo disteso e su uno in piedi e la tecnica della sbarra a terra, utilizzando questa differenza, permette di attivare muscoli molto importanti nel movimento, con esercizi atti allo sviluppo della muscolatura della cintura scapolare, del torace, del bacino, dei muscoli delle cosce, della muscolatura addominale profonda, con esercizi atti all’elevazione ed alla velocità del movimento, con esercizi per il coordinamento tra le diverse parti del corpo nei movimenti ……Nella ricerca di armonia, profondità ed intensità tra i movimenti propri di un danzatore. La lezione della sbarra a terra è rivolta a tutti: nuovi e giovani danzatori ( di tutte le tecniche della danza) che vogliono ottenere il meglio nel movimento dall’esercizio fisico; ex danzatori che non si ritrovano nel coltivare passioni diverse dalla danza , che non hanno soddisfazione nel praticare sport vari tanto diversi dalle proprio origini per mantenere il proprio fisico; persone che hanno bisogno di curare patologie della schiena e della postura. Possibilità di partecipare anche a singole lezioni Acrobatica L’acrobatica richiede raffinate doti di abilità e di destrezza che si inseriscono nella danza in modo dinamico ed armonioso rendendola “spettacolare”. Essa favorisce il controllo del corpo sia in terra che in aria. Di grande impegno muscolare l’acrobatica richiede atti di equilibrio e di statica particolarmente sofisticati. Vanta origini molto antiche: il suo nome proviene dal greco arcaico “acrobateo” (elevarsi sugli arti) e la sua pratica è testimoniata da documenti risalenti all’antico Egitto. Essa richiede equilibrio, forza, concentrazione, coraggio, agilità. L’allievo impara a rallentare, arrestare o vincere la caduta del corpo sotto l’azione della forza di gravità. Impara ad adattarsi e a reagire allo stimolo prodotto da rotazioni, accelerazioni e cambi di velocità del corpo che provocano normalmente una iper stimolazione dei recettori labirintici. Impara ad adattarsi a ridotte condizioni di stabilità causata dalla diminuita base di appoggio e dalla perdita del baricentro nelle variazioni delle diverse posizioni del corpo. Impara a ruotare intorno agli assi principali del corpo e a ristabilire velocemente il baricentro per riacquistare equilibrio. L’acrobatica, esaltando doti e virtuosismi, è quindi un completamento dell’arte della danza. …..Inoltre nella scuola di danza Honey si possono frequentare alcune delle più affascinanti discipline alternative della danza, quali : Tango Argentino, Flamenco, Danza del Ventre, Salsa – Bachata – Merengue …..Ed ancora ….. continuano le lezionipremio per le ragazze Honey presso la Maison de la Danse con il Maestro Denis Ganio. Il secondo gruppo composto da Arianna Silveri, Valeria Conti, Claudia Mezzanotte, Francesca Fortuna, Ambra Mariani, ha potuto studiare con il Maestro Ganio Giovedì 19 Ottobre. La redazione di Campo de’ Pier Francesco Rossi. Al nostro grande amore, auguriamo Buon Compleanno per il suo primo anno di vita, con Tanti auguri di buon compleanaffetto Ciao, sono Giulia no alle gemelline Silvia e mamma Pampaloni e da 1 anno Valentina Cioccolini di Corchiano che hanno compiuto sono la gioia di Laura e Roberta, papà 1 anno il 3 Novembre. Auguri Sergio (mamma e papà) Dante e i nonni. e di nonni, zii, dalla mamma Annarita, dal Tantissimi e bisnonni papà Nazareno e dai nonni. auguri ad Alessandro che il 24 Novembre festeggia 24 anni. Con amore Tantissimi auguri ad Angelica Maggio che il 4 Novembre ha compiuto 2 anni. Auguri dalla mamma Marina e dal papà Luciano. Tanti auguri di Buon Compleanno a Vera Viselli di Sezze (LT) che il 20 Novembre ha compiuto 22 anni, da parte degli amici Ester Buon Compleanno a Noemi Boccacani di Roma per i 22 anni che ha festeggiato il 23 Novembre da parte di Cristina, Gloria, Emanuele e Daniela. Tanti auguri a noi che il 24 Auguroni a Chiara e Diletta (le mie due scorpioncine) che Novembre abbiamo festeggiahanno to il 2° anniversario insieme… compiuto gli con la speranza che ne anni il 12 e passeremo altrettanti il 6 stupendi come questi. Novembre, Con amore Federica da nonna Gabriella, Tantissimi auguri a Benedetta Spiga di Gallese, che l’ 11 Ottobre 2006 ha mamma, conseguito la laurea papà in medicina con il voto di 110/lode. e gli zii. Auguri da Franca per un prospero futuro. fiori si associa agli auguri Tanti auguri di Buon Tantissimi auguri a Compleanno a Michela, Michael De Iulis che che ha compiuto gli anni ha compiuto 18 anni il il 18 Novembre, da 15 Novembre. Cristina e famiglia Con tanto amore da mamma, papà e i nonni. Buon compleanno a Fabio Bedini di Fabrica di Roma che il 7 Novembre ha festeggiato gli anni, dagli zii, Chiara, Alessio, la fidanzata Laura, Cristina e Massimo. Auguri di Buon Compleanno a Fabio Tarantino che ha compiuto gli anni il 14 Novembre, da mamma, papà, i nipotini Federico, Gioia e Paolo, la fidanzata Elia, i fratelli, il cognato e la cognata Tanti cari auguri al mio piccolo “mostro” Flaminia Bellizzi, che il 15 Novembre ha compiuto 18 anni!!! Auguroni dalla tua migliore amica Serena. Tanti auguri a Umberto Miletta che Tanti auguri a Stefano Bellini ha compiuto 9 anni il 15 per il conseguimento della Novembre, laurea in Ingegneria da Marco, Elettronica con la votazione di mamma, 110/110 e Lode, dalla famiglia e nonna, le da tutti i parenti. 10/10/2006 sorelle ed il fratello. Tanti auguri a nonna Santina che ha compiuto 85 anni il 26 Novembre, dalle figlie, i generi, i nipoti e i pronipoti, e a sua figlia Antonietta che ha compiuto gli anni il 16 Novembre. La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri 01/01/2007 Il 12 Ottobre, Buon 6° per la gioia di mamma Alessia e papà Carlo, è anniversario di fidanzamento, venuto al mondo il spero con piccolo Diego Capozucchi. tutto il cuore Tanti auguri da che passerai zio Marco e zia Annalisa altri anni belli come questi con me ... Fernando Tanti auguri di Buon Compleanno a Tanti auguri a Stefano Scaloni Andrea Urbani, di Corchiano che il che ha compiuto 17 Novembre ha 6 anni il 4 compiuto 18 anni, dalle Novembre, e al amiche e gli amici di Corchiano e Civita Castellana. fratellino Tantissimi Michele, che ha Tanti auguri di auguri di compiuto 1 anno a Buon Giugno, dalla Buon Compleanno Compleanno mamma Monica, a Federico il papà Nestore a Casaluce, e dai nonni. Desiderio che ha com- Martini, di Buon Complenno piuto 2 anni Civita a Carlo e a il 30 Settembre, da mamma Daniela, Castellana, Floriana papà Alessandro, nonno Cosimo, nonna che ha di Corchiano che Anita e zio Fabio. compiuto gli a Novembre Tanti auguri a Fabio Lilli di anni il 23 compiono gli anni. Corchiano per il suo 18esimo comNovembre, Tantissimi Auguri pleanno, dai figli, la da Sonia, da papà moglie e gli Giancarlo Carlo, amici. e Michele. mamma L’ 8 Dicembre Corinna e la festeggiano 60 anni di sorella matrimonio Valentina Giovanni Bellizzi e Maria Dentico. Per Andreina Marcelli. Un augurio sincero per una tappa Auguri per i tuoi 60 anni compiuti, così importante da tutti i da chi ti vuole bene; tua sorella vostri cari che vi amano. Angelina, tuo marito, la mamma, i figli, il fratello, gli amici ed i parenti tutti. Campo de’ fiori 38 NATI MATRIMONI Civita Castellana Civita Castellana 1/10 Bobboni Lorenzo 5/10 Olteanu Robert Daniele 8/10 Pontes Teixeira de Mesquita Gui./Ed. 8/10 Menichelli Giulia 10/10 Haida Riham 11/10 Beccaccioli Sara 12/10 Capozzucchi Diego 14/10 Padiglioni Danilo 19/10 Francioli Clara 24/10 Crocetti Anna Giulia 25/10 Coloian Denisa Andreea 26/10 Cassanelli Marco 27/10 Bergamaschi Diego 1/11 Lazar Larissa 7/11 Liciarelli Alessandra 7/11 Marchetti Benedetta 14/11 Fattori Leonardo 14/11 Moise Diana Andrea 9/10 Le Rose Luigina Spaziano Antonio 14/10 Armini Elisabetta Falchi Franco 21/10 Di Donato Donato Marchetti Alessia 11/11 Jianu Ionela Sau Iulian DECEDUTI Civita Castellana 9/10 Sciattella Marcello 9/10 Guarrera Giuseppe 10/10 Lupini Otello 11/10 Pallozzi Gismondo 17/10 Molinari Enrico 20/10 Cristaldi Pasqualina 21/10 Mariottini Francesco 21/10 Montanari Luigi 26/10 Talia Teresa 27/10 Lisi Elsa 29/10 Madami Rosa 29/10 Riso Angelo 31/10 Galadini Rosa 6/11 Rinalduzzi Sylva 7/11 Paolelli Mario 11/11 Baldini Maria 12/11 Pannella Nazzarena Campo de’ fiori 39 Piergiorgio Conti dal Beat a Bach di Alessandro Soli Se vi trovate una domenica a Viterbo e, visitando la cattedrale S. Lorenzo, udite il suono imponente emesso dal maestoso organo a canne, probabilmente conoscerete Piergiorgio Conti, che, seduto alla tastiera, dà sfogo alla sua innata passione. Piergiorgio Conti nasce a Civita Castellana il 3 Febbraio 1947, e l’approccio con la musica è precoce. A sette anni, sotto la guida del maestro Madonia, inizia lo studio della fisarmonica. Dopo due anni passa al pianoforte con il maestro Celestino Ceccarelli, già organista della Cattedrale di Civita Castellana e direttore della banda musicale cittadina. L’adolescenza lo vede impegnato nell’altro suo grande amore : l’atletica leggera (gare di fondo e mezzofondo). Nel 1967 sull’onda della emergente musica “beat”, entra a far parte del complesso “ I Falisci” come tastierista. In quegli anni si avvale dei consigli dell’amico Carmine Carrisi, organista del complesso “ I Faraoni”, e attualmente direttore del Conservatorio di Bologna. Nel 1972 inizia da “autodidatta” lo studio dell’organo a canne, la sua grande passione. Diviene organista della Cattedrale di Civita Castellana, incarico che svolgerà fino al 1977, quando lascerà il suo paese per motivi professionali. Infatti, laureato in biologia, inizia la sua carriera lavorativa in vari laboratori come microbiologo. La conoscenza col maestro F. Bastianini a Viterbo segnerà la svolta definitiva e il suggello di questo amore per l’organo a canne. Infatti nel 1995 diviene secondo organista presso la Chiesa di S. Maria della Verità che vede titolare il Bastianini. La sua bravura gli vale l’incarico di organista titolare presso l’Abbazia Cistercense di S. Martino al Cimino, incarico che lascerà nel 2004, quando il maestro F. Bastianini lo vuole accanto a sé nella Cattedrale di Viterbo, come suo vice. Bastianini diviene così il suo pigmalione, perché vede in Piergiorgio quelle qualità, ma soprattutto l’amore per uno strumento così antico e così difficile. I loro discorsi vanno indietro nel tempo, ricordando i numerosi concerti fatti dal maestro Ferdinando Germani, considerato il più grande organista italiano, scomparso nel 1998. Bastianini non è da meno, titolare della Cattedra di Lettura della Partitura presso il conservatorio musicale di Fermo, è organista concertista, molto apprezzato per il suo stile rigoroso e romantico al tempo stesso. Nell’Aprile del 2000, accompagna Piergiorgio in un concerto tenutosi nella Chiesa di S. Andrea a Vallerano, in occasione della benedizione della Giugno 2004. Organo monumentale della Cattedrale di nuova campana. Nel 2003 Viterbo, dotato di 2825 canne nasce a Viterbo l’Associazione Organum e sia Bastianini che Conti figurano tra i soci L’organo a canne non è uno strumento che fondatori. E’ questa una associazione foraccompagna solo le cerimonie liturgiche, mata da musicisti che sentono la necessicon musiche sacre, esso è uno strumento tà di divulgare e pubblicizzare l’organo vivo, che attraverso brani conosciutissimi, come strumento liturgico e da concerto. come la “Toccata e Fuga” di Bach ad E nello stesso tempo sensibilizzare i “mass esempio, ti trasmette sensazioni irripetibimedia” sull’importanza dei valori storici e li. Solo allora riesci a capire ciò che muove sensoriali che questo genere musicale lo spirito e le mani del nostro concittadino riesce a dare, non tralasciando il recupero Piergiorgio Conti, e l’eterno amore che lo e il restauro degli strumenti sparsi nel lega a questo strumento unico e inimitabinostro territorio. le. 40 Campo de’ fiori Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e... buona lettura dai vostri Cecilia e Federico soggetto e testo Sandro Anselmi MIO continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 41 I bambini congolesi durante la loro permanenza a Corchiano, insieme al Sindaco Dott. Battisti Bengasi (a sx) (foto M.Topini) Per fare in modo che il progetto umanitario di cooperazione decentrata tra l’Italia, di cui si fanno portavoce l’Ospedale Gaslini di Genova e la CARITAS di Siena, e l’ospedale pediatrico di Kinciasa, nella Repubblica Democratica del Congo, fondato da una dottoressa italiana oggi ottantasettenne, ma ancora attiva, e che ospita ben 450 bambini, non si limiti alla raccolta fondi tramite la manifestazione artistico-culturale del Fescennino d’oro, ma abbia un proseguo concreto e visibile a tutti, durante il mese di ottobre i quattro bambini congolesi cardiopatici, che quest’anno sono riusciti a venire in Italia per subire un delicatissimo intervento al cuore, grazie al quale hanno riacquistato l’altrimenti perduta speranza di un futuro, hanno fatto visita a Corchiano, dove è stata riservata loro una piacevole accoglienza presso la Sala Consiliare del Comune. I bambini sono nuovamente attesi per il mese di dicembre, quando si fermeranno a Corchiano per un breve soggiorno terapeutico post operatorio, come è ormai possibile da quattro anni a questa parte. Ermelinda Benedetti 42 La palestra OKINAWA Sporting Club è tra le scuole di KARATE SHOTOKAN più rappresentative del Lazio. Nel corso degli anni è riuscita ad acquisire un grado di professionalità e di qualità tecnica apprezzati in tutta Italia, e non solo, grazie al lavoro del suo Direttore Tecnico, il Maestro Carlo Mercuri, che iniziò la pratica di questa affascinante arte all’età di 17 anni e, spinto da una grande passione, cominciò a frequentare diversi corsi di approfondimento in tutta Italia, venendo in contatto con alcuni tra i tecnici più bravi in circolazione, ed ampliò le sue conoscenze nel mondo delle arti marziali dedicandosi anche allo studio del Kendo e dello Yoseikan Budo. Ma l’opera più significativa del Maestro è rappresentata dai numerosi atleti che hanno affollato il dojo e conseguito il grado di cintura nera, e dai molteplici risultati in campo agonistico raggiunti sia dal vivaio dei bambini, che dagli agonisti che si sono classificati ai primi posti nelle competizioni nazionali ed internazionali, dando lustro alla qualità dell’insegnamento del Maestro. Anche se la dimostrazione più bella del lavoro svolto si può riscontrare nell’affetto Campo de’ fiori che tutti gli atleti, che si sono alternati nel corso di questi trenta anni, continuano a manifestare. Ma ora conosciamo meglio gli istruttori della palestra Okinawa, iniziando proprio dal Maestro Carlo Mercuri, cintura nera 6° Dan, docente di spicco in numerose federazioni ed enti sportivi, ed arbitro internazionale. Da trenta anni si dedica all’insegnamento del Karate nella palestra Okinawa Sporting Club, da lui creata. L’istruttore Roberta Mercuri, cintura nera 3° Dan, insegna da più di 10 anni e pratica il Karate da oltre 20 anni ed è pluri campionessa italiana e campionessa mondiale. L’istruttore Fabio Mercuri, cintura nera 3° Dan, pratica da oltre 15 anni, atleta di notevoli capacità tecniche, ha conquistato numerosi titoli salendo su podi nazionali. Il Maestro Mercuri ed i suoi collaboratori, hanno ideato numerosi corsi di Karate adatti alle diverse esigenze, perché il Karate è un’ arte che permette una crescita fisica e spirituale che può durare tutta la vita. I corsi attivati presso l’Okinawa Sporting Club sono: corso per bambini da 5 a 7 anni; Corso per ragazzi; corso per adulti agonisti; corso per adulti amatori. Per tutti gli over trent’anni che vogliono intraprendere la pratica del Karate, fino a Dicembre 2006 le prime due lezioni sono gratuite. Cardio kick non è il solito corso di aerobica con calci e pugni. Infatti, grazie alla grande competenza dell’istruttore, vero esperto di arti marziali, riuscirete veramente ad apprendere i principi delle arti marziali, conservando il clima divertente e spensierato che caratterizza le lezioni di fitness. Campo de’ fiori 43 Angelo Pastura ottant’anni di esperienze in rime simpatiche È stato un incontro del tutto casuale quello tra me ed il signor Angelo Pastura, un distinto e simpatico signore di Orte. Era un giovedì mattina e, presso una nostra amica comune, mentre lui se ne stava andando, arrivavo io. Conoscendo Campo de’fiori, e facendo riferimento in particolare alla mia rubriAngelo Pastura ca sui poeti, e conoscendo la passione del signor Angelo, questa nostra amica ci presenta e ci lascia scambiare qualche parola. Un po’ imbarazzato di fronte a me, mi confessa di essere un uomo semplice, senza grandi titoli di studio, mosso da questa passione, da definirsi, più che altro, dote innata. I suoi occhi luminosi lasciano intravedere l’orgoglio per ciò che in questi anni di vita è riuscito a fare spontaneamente, senza troppa fatica in modo brillante e molto naturale. Gli accenno la mia proposta di pubblicare alcuni dei suoi componimenti in questa rivista e mi confida timidamente di non aver mai pensato a tanto, di aver fatto leggere le sue poesie solamente ai diretti interessati cui erano rivolte o a poche persone care, e di riporre i suoi componimenti in un cassetto, che ormai ne contiene circa settecento. La sua virtù di creare rime facilmente si manifesta già da bambino. Terminate le scuole elementari, continua ad erudirsi da solo, con l’aiuto di un piccolo dizionario, Il nuovissimo Melzi, fondamento della sua cultura, che conserva gelosamente come ricordo, nonostante sia invecchiato dal tempo e, soprattutto, dall’usura. Addirittura, poco più che adolescente, ricorda di aver scritto, per un suo amico lontano, una singolare lettera in versi. Il lavoro in ferrovia e la famiglia lo distolgono, quasi senza accorgersene, da questa sua passione, nota anche a tutti i suoi colleghi di lavoro, date le rime improvvisate che si divertiva a fare durante pranzi in loro compagnia. Solo dopo la pensione può dedicare tutto il suo tempo alla poesia, lasciandosi prendere dall’ispirazione per poter scrivere, perfino, due, tre componimenti in fila. “ Racconto in versi quello che mi è successo nella vita”, dice. Nel creare i suoi versi, infatti, prende spunto da esperienze vissute in prima persona, dalle più semplici e quotidiane, sulle quali sembrerebbe impossibile tirar fuori una composizione, come ad esempio quella che lo racconta alle prese con dei ratti di campagna che banchettano con i suoi piccioni, a quelle più intime, profonde e dolorose, che raccontano dei problemi di salute suoi e di sua moglie, scomparsa da poco tempo, lasciando in lui un vuoto incolmabile, dopo più di 50 anni di felice matrimonio. La particolarità sta nel fatto che tutto è visto con la semplicità, la purezza e soprattutto lo spirito allegro che appartengono tipicamente ad un bambino. Mi verrebbe quasi di definirlo un cantastorie in quanto nei suoi componimenti è presente quella musicalità, data dalle rime per lo più baciate o alternate, tipiche di questo genere di narratori che lo facevano perché rimanessero facilmente impresse nella mente degli ascoltatori. Ermelinda Benedetti Il primo incontro con Angelica da parte mia e di mia moglie Che simpatico quadro quel mattino quando Paola, col suo far diligente, s’accostò a quel candido lettino ove la sua bimba era dormiente. Poi, con le dolci movenze di una fata, sollevò il lenzuolo di quel tanto da renderci la vista lì appagata d’una visione che, direi, d’incanto. Una bimbetta rosea, paffutella, da definir davvero più che bella! Ma l’emozione giammai dimenticata - oltre che vedere il suo bel viso – Angelica a noi ce l’ha donata con un tenue, dolcissimo sorriso. Si! La bimba nel destarsi dal torpore volse il proprio sguardo tutt’attorno; poi con graditissimo stupore espresse col sorriso il suo “buongiorno”. Dal che c’è da arguir che nella vita pure l’indole sua sarà squisita. Le malattie della vecchiaia sono tutte normali Dottore ! Me fa male ‘sto ginocchio! Direi che è un po’ più d’un doloretto, me pare de sentì pure ‘no scrocchio quanno er mattino m’arzo su dal letto. Pastu’ ! Penso che tu te ne sia scordato che è da sessant’anni che si nato ! Pensi d’avello solo tu ‘sto male? Nessuno te l’ha detto che a ‘st’età ‘sto fenomeno se po’ dì normale che poi è l’artrosi a dì la verità. Più tardi ritornai da ‘sto dottore pe’ un fastidio più che pe’ un dolore. Ner basso ventre me sentivo un peso e quanno annavo ar bagno a fa’ pipì pure se da lo stimolo ero preso c’era da stenta’ un po’ pe’ falla uscì. Disse er dottore: Beh ! Nun è che è strano! La prostata te cresce! Tu si’ anziano! In seguito me so’ rivisitato pe’ via d’un occhio che me difettava; Subito er dottore m’ha spiegato ch’era la cataratta che calava. Poi disse: nun pensa’ che siano guai; Questo è normale pe’ l’età che hai! Da ‘sti discorsi quale risultato? Che se te trovi avanti un po’ co’ l’anni nun te devi senti’ mai allarmato dato che so’ normali li malanni! Co’ ‘sto convincimento ner pensiero te trovi poi seporto ar cimitero. Campo de’ fiori 44 STRI CIVITONICI ILLU I ceramisti di Civita Castellana di Enea Cisbani Nella lunga e millenaria storia di Civita Castellana, i ceramisti occupano un ruolo di grande rilievo ed importanza storica: per Civita, “dovevano” esistere e contribuire in modo concreto e fattivo alla sua evoluzione sociale ed economica. Civita Castellana è ormai un centro industriale di primaria importanza e sede economica nonché amministrativa di aziende di rilevanza nazionale ed internazionale, in particolare nel settore igienico-sanitario. Mentre sulla ceramica antica del periodo Etrusco-Falisco esiste un’ampia letteratura specializzata, manca del tutto una corretta informazione storica e tecnica sulla ceramica civitonica contemporanea, a partire dal Volpato, il fondatore e l’iniziatore, per arrivare ai numerosi imprenditori e generazioni di ceramisti che con il duro lavoro hanno contribuito alla creazione di un modello economico che è in assoluto un “unicum” nell’ambito del viterbese, prevalentemente a carattere economico e rurale. In altri contesti, sia nazionali che internazionali, una corretta informazione sulla ceramica moderna ha contribuito alla formazione di folte schiere di ceramisti e alla creazione di nuove forme di produzione ceramica. Generazioni di ceramisti, operai – imprenditori – tecnici, di cui non conosciamo i volti, i nomi e le loro creazioni. Una conoscenza marginale anche attraverso le rare immagini fotografiche, che la storia locale ci ha tramandato. Una notevole carenza di informazione “storica”, che nel nostro centro porta alla mancanza di conoscenza di un vasto pubblico di cosa sia effettivamente la ceramica, quali le sue intrinseche capacità economiche e produttive e, inoltre, un motivo non secondario della situazione critica in cui versa il distretto industriale di Civita Castellana. Stiamo assistendo a un progressivo abbandono da parte dei giovani delle attività ceramiche artigianali, perché esse richiedono grossi sacrifici economici e la rinuncia a quei facili successi che i modelli culturali attuali propongono frequentemente. Civita Castellana anni ‘40 Felisia Castellucci - operaia della Ceramica Sbordoni Nel nostro centro, un numero sempre più esiguo di ceramisti si occupa di attività ceramiche prettamente artigianali e in particolare il settore “artistico” vive la concreta mancanza di una nicchia di mercato capace di capire, amare ed apprezzare gli oggetti da essi prodotti. Un lavoro che invece di rivolgersi al vasto pubblico, finisce per indirizzarsi verso una ristretta cerchia di appassionati e cultori. Una concreta mancanza di “memoria storica”, che si riflette nella totale assenza di mostre e concorsi sulla ceramica, momento necessario e fondamentale per concorrere alla formazione e diffusione di nuovi settori di mercato. Una crisi, quella attuale, dovuta alla scarsa conoscenza e cultura da parte degli enti preposti e anche alla totale mancanza di un pubblico educato ad apprezzare il prodotto ceramico nella sua totalità. L’evoluzione della ceramica a Civita Castellana, si sviluppa secondo tre direttrici: la fase “pioneristica” a partire da Volpato, la fase “artistica” tra il 1900 e il 1940 con la creazione di numerose mani- fatture a indirizzo artigianale ed artistico e la fase attuale, con il grande sviluppo conseguente alla fine della seconda guerra mondiale per arrivare ai nostri giorni. Un grande sviluppo economico che porta la firma di tanti ceramisti locali che hanno contribuito con il loro lavoro alla creazione di un modello economico senza eguali. Una “Storia della Ceramica Locale”, che va analizzata sotto ogni aspetto storico e culturale, e attentamente preservata, a partire dalla conoscenza, anche anagrafica, dei tanti ceramisti, che hanno dedicato la loro esistenza e sacrificato, talvolta, gli affetti familiari, allo sviluppo delle attuali manifatture locali. Grazie a loro siamo passati dalle primordiali ceramiche, fredde e anguste, alle moderne e attuali industrie. Preservare la “memoria storica” è la fase necessaria per avviare un concreto e rinnovato sviluppo della ceramica, anche artistica, a Civita Castellana. Un rinnovato sviluppo, a partire da un interrogativo di fondo: Civita Castellana, deve continuare a possedere una fiorente attività ceramica? Campo de’ fiori Il più antico forno di Corchiano panettieri da tre generazioni 5 Novembre 1959 - la signora Checchina nel suo negozio Si accettano prenotazioni per ricevimenti e cerimonie varie 45 In Piazza IV Novembre, a Corchiano, esiste, da più di mezzo secolo, un forno, tramandato di generazione in generazione, fino ad arrivare alla terza. All’epoca della sua apertura, nei primi anni ‘50, esso non era l’unico a sfornare pane per gli abitanti dei vicoli del piccolo borgo. Ne esisteva un altro, che ebbe però vita breve, lasciando campo libero al forno di Tobia Sbarra, più moderno, soprattutto per la nuova tecnica di cottura a vapore, ma comunque tradizionale. Detto così, ancora, probabilmente, non tutti avranno capito di chi sto parlando, perché quasi nessuno, ad eccezione di pochissimi, conosceva il proprietario del forno con il suddetto nome di battesimo, ma piuttosto con il nome con cui tutti erano soliti chiamarlo, a partire dai suoi stessi genitori: Montino, il quale si faceva, amorevolmente, aiutare dalla moglie Checchina, sempre gentile e disponibile. Il lavoro da svolgere come panettiere, in realtà, a quei tempi, non era molto, poiché quasi tutte le massaie preparavano il pane in casa. Il forno, infatti, era, essenzialmente, il luogo dove poter portare a cuocere il pane, già lievitato, al costo di sole 5 lire ogni “pagnotta”, nel caso in cui non si aveva la possibilità di cuocerlo nelle proprie case, benché acquistarlo costasse, comunque, solo 50 lire al kg, che rapportato ai giorno nostri può sembrare impossibile. Negli anni ‘70, il panificio viene ereditato dalla più piccola dei tre figli di Montino e Checchina, Maria Pia, che aveva iniziato a lavorare lì già all’età di 12 anni, apprendendo pian piano, dalla scuola di mamma e papà, tutti i segreti del mestiere, che avrebbe tramandato, a sua volta, alla nuova generazione. Scompare a poco a poco l’abitudine di preparare il pane in casa ed il lavoro di fornai aumenta enormemente, anche perché il paese si ingrandisce e la popolazione cresce. Nel frattempo Maria Pia si sposa con Giacomo, che decide di affiancarla, con piacere, per tutti questi anni, nel suo lavoro, trasformandolo nella loro vita. Attualmente, questa longeva attività è passata di proprietà al maggiore dei loro figli, Renato, che aveva cominciato ad aiutare i genitori a soli 14 anni, appena terminata la scuola dell’obbligo, e che, tuttora, è supportato dalla loro preziosa collaborazione. L’amore e la passione trasmessi dalla sua famiglia sono dimostrati dalla creatività attraverso la quale Renato è riuscito ad inventare nuove ricette: la pizza di soia, unica nella zona, o i treccioni al sesamo, una pane leggero a doppia lievitazione naturale. Il forno è rimasto sempre nel suo luogo originario, come tale e quale è rimasta la dose per l’impasto del pane che ogni giorno producono, nonostante siano passati tutti questi anni. Solo nel 2002 è stato aperto un nuovo punto vendita nella parte più nuova del paese. Chissà chi sarà il futuro erede? di Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 46 2° Memorial Tortellino I partecipanti al 2° Memorial Tortellino Antonia Rossi, moglie di Antonio Fidaleo, presiede la cerimonia di premiazione il Team “Dust Devils” Quasi tutti i civitonici si contraddistinguono con un soprannome e Antonio Fidaleo era conosciuto da tutti come “Tortellino”. “Tortellino” ha lasciato i suoi cari e i suoi amici il 31 Luglio 2005, durante una escursione in moto sui monti vicino a Ferentillo (TR). Insieme al solito gruppo, con la passione del motocross nelle vene, avrebbe dovuto attraversare sentieri e mulattiere, fino ad arrivare a Leonessa. Ma dopo appena 8 Km dalla partenza, “Tortellino”, voltandosi verso i compagni e con il caratteristico sorriso e fare curioso, ha detto “Haoo, ma qui se sgomma… io me ritorno…”. Girata la moto, si è accasciato al suolo e, ancora col sorriso sulle labbra per la frase appena detta, ha lasciato tutti nello sgomento. Per ricordare quel grande amico nasce l’idea della Manifestazione “Memorial Tortellino” che, anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, ha radunato, il 15 Ottobre, 52 partecipanti , appassionati di cross e enduro, che si sono sfidati, nella prima fase, fra boschi, sterrati e guadi, con partenza e ritorno presso l’agriturismo “Le Forre del Treja” e, nella seconda fase, in una prova a cronometro su di un tragitto appositamente creato. Alla manifestazione hanno partecipato anche Marco e Paolo, i figli di “Tortellino”, Antonio Fidaleo - “Tortellino” che hanno fatto girare la moto del padre, una Honda 450 CRF e la moglie, Antonia Rossi che ha presenziato alla premiazione. Proprio “Tortellino”, con la sua passione e il suo entusiasmo, aveva rimesso insieme un grande gruppo di amici civitonici appassionati di motocross ed il suo modo di fare e il suo carisma servivano a questi da collante. E’ per questo che è nata nel gruppo l’idea di ricordarlo con una manifestazione e di farlo nella maniera in cui a lui piaceva tanto, con la speranza che, ogni anno, i partecipanti possano diventare sempre più numerosi e con l’augurio di far nascere nei giovani, la passione per questo sport che, qualche anno fa, accomunava tanti ragazzi a Civita Castellana. Dopo la manifestazione, nel pomeriggio del 15 Ottobre, alcuni partecipanti alla gara hanno fatto fare un giro sulle moto ai bambini presenti, facendo loro provare l’ebbrezza di una corsa nei boschi. Il Team “Dust Devils”, tanto sperato da Antonio Fidaleo, e realizzato dai suoi amici dopo la sua scomparsa, ha organizzato l’evento e ringrazia oltre ai partecipanti, anche il Comune di Civita Castellana che ha dato il patrocinio alla manifestazione, Carlo Angeletti, assessore allo sport, e gli sponsor la “Ceramica SIMAS” e la “Ferramenta Mozzicarelli”. Campo de’ fiori SONDAGGI 47 Nasce, con questo numero, una nuova rubrica dedicata ai sondaggi d’opinione su temi d’attualità. Il vostro parere, potrete esprimerlo inviando un sms al numero 329.1971400 o via e-mail all’indirizzo [email protected] I risultati verranno pubblicati sui numeri successivi di Campo de’ fiori. QUESTA VOLTA VI CHIEDIAMO SE: SIETE FAVOREVOLI O NO ALL’ INDULTO ? Campo de’ fiori 48 Civita Castellana 21 Gennaio 1793 Parigi, 21 Gennaio 1793. Alle ore dieci del mattino, nell’attuale Piazza della Concordia, Luigi XVI, re di Francia, viene condotto al patibolo, di fronte al popolo accorso numeroso ad assistere alla sua esecuzione. Sale da solo sul palco dell’esecuzione, si toglie la giubba, mentre il boia e il suo aiutante gli legano le mani. Viene immobilizzato sulla panca orizzontale e il collo fissato nell’incavo della ghigliottina, pochi istanti prima che si oda il colpo secco della lama che dovrebbe tagliare la testa del re. Ma il boia ha commesso un errore: la lama cade, ma non recide completamente il collo di Luigi XVI, che morì con la testa ancora mezza attaccata. Civita Castellana, 21 Gennaio 1793. Mentre Luigi XVI viene giustiziato, la vita a Civita Castellana scorre tranquillamente e gli echi delle lotte parigine sono ben lontani e forse sconosciuti alla maggioranza della popolazione, che non supera i duemila abitanti. Nel 1798, le truppe di Napoleone Bonaparte entrano a Civita Castellana e, dopo l’assedio di Roma con la decadenza del potere temporale del Papa, il 15 Febbraio dello stesso anno viene sancita la nascita della Repubblica Romana. I francesi dominano il nostro centro fino al 1811. Proprio in questo periodo, per ragioni ancora ignote e sconosciute, viene coniata a Civita Castellana una moneta per ricordare la morte del re Luigi XVI. Di forma circolare, in bronzo, ha un diametro di cm. 2,3. Sul recto, riporta la seguente dicitura: “LUD XVI REX GALLIAE DEFUNCTUS”. Sul verso, è trascritto: “SOL REGNI ABIIT D 21 IAN – 1793”. “Luigi XVI defunto re di Francia”. “Il sole del regno non abita più qui – giorno 21 Gennaio 1793”. Recita, così la moneta. Di particolare interesse artistico e formale, la raffigurazione dell’effigie del re, visto di profilo, secondo un modello iconografico tipico della numismatica di età romana. Non sappiamo se tale moneta è stata coniata in più esemplari o se effettivamente prodotta fuori Civita Castellana e qui portata successivamente per celebrare l’anniversario della morte del re di Francia Luigi XVI. Se è stata realizzata durante il periodo della dominazione francese, da qualche nostalgico e “realista”, è lecito dubitare sulla lealtà rivoluzionaria dei suoi componenti preposti all’amministrazione del centro. Risulta, comunque, un autentico mistero: non si conoscono i committenti, né l’ignoto incisore. Luigi XVI nasce a Versailles il 23 Agosto 1754. Nel 1770 sposa Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa d’Austria. La manifesta debolezza caratteriale e la totale incapacità di tenere testa alla nobiltà, contraria alle riforma economiche e sociali, portarono al collasso finanziario dello Stato francese. Nel 1788, alla vigilia della Rivoluzione Francese, la situazione economica è irrimediabilmente compromessa, tanto da portare alla sollevazione del popolo francese, attanagliato da una grave crisi economica. Il 14 Luglio 1789, scoppia la rivoluzione. Il 21 Giugno 1791, Luigi XVI fugge con tutta la sua famiglia. Arrestato, viene ricondotto a Parigi, una città indignata e in fermento per il comportamento del suo re, che aveva chiesto aiuto a potenze straniere al fine di aver salva la vita. Il 20 Gennaio 1793, il Tribunale Rivoluzionario emette il suo verdetto definito: condanna a morte sulla ghigliottina. All’alba del 21 Gennaio 1793, di fronte a imponenti misure di sicurezza, il popolo parigino assiste ai preparativi dell’esecuzione: il patibolo è completamente circondato dalle truppe rivoluzionarie per reprimere eventuali sommosse popolari. Ma non accade nulla. Luigi XVI muore alle ore 10. A mille chilometri di distanza, una moneta viene coniata per ricordare l’avvenimento. Enea Cisbani Campo de’ fiori L’angolo ... cin cin 49 di Letizia Chilelli L’Intensità Olfattiva Continuiamo il nostro percorso attraverso il vocabolario del vino. Ci occuperemo in questo numero dell’esame olfattivo in cui viene presa in considerazione l’INTENSITA’ OLFATTIVA ovvero l’intensità dei profumi nel nostro bicchiere. Gli aggettivi per la descrizione sono: -Carente -Poco Intenso -Abbastanza Intenso -Intenso -Molto Intenso CARENTE Si usa per un vino in cui sono pochissime o quasi assenti le sensazioni odorose percepibili dall’olfatto. POCO INTENSO Vino con scarse sensazioni odorose percepite. ABBASTANZA INTENSO Vino con sensazioni odorose discretamente percettibili, delicate e fini. Si cominciano ad avvertire alcune note caratteristiche “del bicchiere”. INTENSO Qui le sensazioni odorose si avvertono in maniera PER PERSONALIZZARE IL netta, l’articolazione dei VOSTRO ALBERO vari sentori si avverte in maniera decisa. MOLTO INTENSO Le sensazioni odorose in questo vino sono particolarmente intense e avvolgenti. I sentori sono netti e riconoscibili. SPECIALI CORSI DI NATALE Ci occupiamo ora della PERSISTENZA OLFATTIVA, ovvero, per quanto tempo il profumo del nostro vino ci resta nel naso? Gli aggettivi sono. -Carente -Poco Persistente -Abbastanza Persistente -Persistente -Molto Persistente CARENTE Lo si dice di un vino con scarsissima successione di profumi, cosa che rende il ricordo “del bicchiere” nullo. POCO PERSISTENTE Vino con scarsa successione di profumi, che svanisce in pochi istanti. Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] ABBASTANZA PERSISTENTE Vino con una sufficiente successione di profumi, che non si esauriscono in pochi secondi. PERSISTENTE Vino con articolata successione di profumi che resta durevole nel “nostro naso”. MOLTO PERSISTENTE Vino con un insieme ricco di profumi, la cui successione risulta prolungata e complessa che sembra non esaurirsi se non in tempi lunghi. Altra valutazione è quella della QUALITA’ OLFATTIVA che rappresenta il riepilogo del giudizio formulato per quello che riguarda l’intensità e la persistenza delle sostanze odorose. Si prende in esame la qualità del vino scomponendola in finezza, franchezza, gradevolezza e tipicità, facendo riferimento, ovviamente alle percezioni e alle loro sfumature presenti nel nostro bicchiere. Si definisce il vino con i seguenti aggettivi: -Comune -Poco Fine -Abbastanza Fine -Fine -Eccellente COMUNE Si definisce in questo modo un vino dal profumo scadente e privo di qualsiasi nota positiva. POCO FINE In questo caso, il vino ha un profumo mediocre. ABBASTANZA FINE Vino con profumazione gradevole e fine. FINE Vino con profumazione gradevole, distinta, franca ed equilibrata. ECCELENTE Profumo distinto,con gradevolezza e franchezza di spicco che rendono il vino di classe, personalità e tipicità. 50 Campo de’ fiori Album d Civita Castellana - anno scolastico 1965 - foto della Signora Antonella Pizzuto 1999 campo sportivo a Roma - Acqua Acetosa partita di calcio tra Fabrica di Roma e sindacalisti della CGIL (segretario Cofferati) Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere dei ricordi Campo de’ fiori Asilo di Civita Castellana anno 1984-85 Civita Castellana 5 Maggio 1965 Famiglia Antonio Baldi e Argentina Callimaci con i figli Altenore, Italia, Raffaele, Leda, Fabiola, Torquato, Maria e Ottavia e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 51 52 Centro di Diagnosi e Terapia Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica, Psicopedagogica Via Tasso 6/A - Civita Castellana (VT) T. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284 Il primo ingresso nella scuola è importante non solo per i bambini ma anche per i genitori. L’inizio della scuola può essere considerato un vero e proprio rito di passaggio dalla sfera familiare a quella sociale: il bambino, per la prima volta in a cura della Dott.ssa Eleonora Tabarrini maniera continuativa Psicologa e strutturata, entra in Psicofisiologa clinica contatto con un sistema sociale, educativo, normativo e relazionale completamente diverso da quello conosciuto. Fino a quel momento la famiglia è stata per lui la sua base sicura (Bowlby, 1988), una piattaforma stabile ed accogliente, fatta di regole e, soprattutto, di relazioni che, se gestite in maniera “sufficientemente buona”, lo avranno portato ad avere fiducia in sé stesso ma anche nel mondo che lo circonda e che lo aspetta fuori dalla sfera parentale. I primi distacchi dalle figure di attaccamento sono quasi sempre difficili e scatenano normalmente ansia, pianti, reazioni avversive e proteste di vario genere che, solitamente, tendono a rientrare e a scomparire nel giro di pochi giorni, man mano che i figli ed i genitori si abituano e si adattano alla nuova situazione. In questa fase delicata, infatti, anche il genitore si trova spesso a fare i conti con le proprie ansie nell’affidare il figlio a persone sicuramente competenti, ma il più delle volte estranee; peggio ancora quando il genitore diffida apertamente di uno o più insegnati. Tali ansie vengono comunque trasmesse al Campo de’ fiori GENITORI E FIGLI: quando il distacco diventa impossibile bambino, senza bisogno di usare le parole; egli è infatti molto più attento e ricettivo verso i nostri canali non verbali (tono della voce, postura, rigidità muscolari, gesti). Tali canali, come tutti sanno, sono per la maggior parte involontari e difficilmente controllabili ed è allora importante, in questi casi, che il genitore possa chiarire la situazione chiedendo consiglio ad una persona esperta. Quando il disagio del bambino riguardo alla separazione da casa o dalle figure a cui egli è maggiormente attaccato è eccessivo, ricorrente e si protrae per più di qualche settimana, potremmo essere di fronte ad un vero e proprio Disturbo d’Ansia di Separazione. Quando il bambino presenta questa sindrome, manifesta una sofferenza sproporzionata con ansia, pianto, collera, tristezza, apatia, ritiro sociale prima, durante o dopo la separazione; spesso ha bisogno di sapere dove si trovino le figure di riferimento ed utilizza strategie per stare in contatto con loro (telefonate, messaggi) o per ritrovarle (per esempio dice bugie per tornare a casa o è assorbito da fantasie di ricongiungimento). Spesso può essere assorbito da preoccupazioni non realistiche o fare incubi su incidenti o malattie che possano accadere ai suoi genitori o a sé stesso, oppure teme o sogna che possa smarrirsi e non essere più ritrovato, rapito, ecc.; spesso evita ogni spostamento autonomo (i compiti o i giochi a casa degli amici, gli sport, le commissioni) e mostra un comportamento “appiccicoso” (“è la mia ombra”, dicono spesso i genitori). Compaiono frequentemente difficoltà al momento di andare a letto: il bambino si rifiuta di dormire da solo e pretende di stare nel lettone o insiste per non essere lasciato solo; compaiono spesso lamentele fisiche e sintomi somatici come mal di testa, dolori di stomaco, nausea, vomito e, in alcuni casi, nei bambini più grandi o nei ragazzi, svenimenti, vertigini, palpitazioni al momento o al pensiero della separazione. Il Disturbo d’Ansia di Separazione è un disagio importante che può compromettere il normale adattamento scolastico e sociale del bambino; deve essere preso in carico con un intervento psicologico che spesso si avvale dell’aiuto dei genitori. Se non individuato o trascurato i disagi, con periodi di esacerbazione e remissione, possono persistere per molti anni e perfino consolidarsi nell’età adulta trasformandosi in un altro disturbo d’ansia (ad esempio attacchi di panico, fobie, disturbi ossessivi e compulsivi). Per ulteriori informazioni e per chiarimenti sugli approcci terapeutici del Centro telefonare al num 0761 517522 o inviare una e-mail a [email protected] oppure visitare il sito http://www.centroceral.com Campo de’ fiori Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi 03 08 10 17 24 25 26 31 Dicembre Dicembre Dicembre Dicembre Dicembre Dicembre Dicembre Dicembre Farmacia Farmacia Farmacia Farmacia Farmacia Farmacia Farmacia Farmacia Municipale 2 Via Ferretti, Farmacia Sassacci Municipale 1 Via S. Felicissima Municipale 1 Via S. Felicissima Filizzola Via di Corte Municipale 2 Via Ferretti, Farmacia Sassacci Municipale 1 Via S. Felicissima Municipale 1 Via S. Felicissima Municipale 1 Via S. Felicissima Farmacie di Corchiano e Fabrica aperte nei giorni festivi 03 Dicembre Farmacia Minelli di Corchiano 24 Dicembre Farmacia Minelli di Corchiano 25 - 26 - 31 Dicembre Farmacia Liberati di Fabrica di Roma Turni Benzinai Civita Castellana Domeniche di Dicembre 03 Dicembre API Via Flaminia Borghetto - API Via Corchiano 08 Dicembre API Via Flaminia Borghetto - AGIP Via Belvedere Faleri 10 Dicembre SHELL Via Flaminia - TAMOIL Via Falisca 17 Dicembre ESSO Via Flaminia - AGIP Via Terni 24 Dicembre TAMOIL Via Flaminia e IP Variante Nepesina - ERG Via Nepesina e ENERGAS Via Terni 25 Dicembre SHELL Via Flaminia - API Via Corchiano 26 Dicembre ESSO Via Flaminia - TAMOIL Via Falisca 31 Dicembre ESSO Via Flaminia - TOTAL Via Terni 53 54 Campo de’ fiori Album d 1935 - scuola elementare di Carbognano con la maestra Iomira Orlandi - foto del Sig. Mario Ruzzi 1929 - asilo di Carbognano presso le suore del Preziosissimo Sangure - foto del Sig. Mario Ruzzi Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubb Campo de’ fiori dei ricordi Carbognano anni ‘40 - Armida Palmieri, Teresina Sciamanna e Paola Giovannini Carbognano - Cresima nel 1955 blicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite. 55 Campo de’ fiori 56 Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) www.campodefiori.biz www.campodefiorionline.it www.accademiainternazionaleditalia.it ATTENZIONE ci è stato segnalato, da alcuni operatori commerciali di essere stati contattati per l’inserzione pubblicitaria delle loro attività su Campo dè fiori, da persone a noi sconosciute. Comunichiamo pertanto che le persone incaricate a qualsiasi titolo, da Campo dè fiori, dovranno essere munite di autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata dal direttore e contenente i dati anagrafici dell’incaricato stesso. L’incaricato dovra inoltre esibire un documento di riconoscimento. Campo dè fiori è la più grande vetrina per i tuoi affari. La pubblicità su Campo dè fiori arriva e “porta bene” ed entra nelle case di milioni di lettori. TEL. 0761/513117 [email protected] Sede, Direzione e Redazione: Piazza della Liberazione n° 2 - 01033 Civita Castellana (VT) SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome___ ____ ____________________ Cognome_______________________________________data di nascita_______________ Città________________________Prov._______Via____________________________________________Telefono_________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome_______________________________________data di nascita______________ Città________________________Prov._______Via____________________________________________Telefono_________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Indovina L’Artista Di lato è riportato il particolare di un famoso quadro. Sai dire chi l’ha dipinto? I primi tre che indovineranno e si recheranno presso la redazione, riceveranno un simpatico omaggio offerto dal Centro Parati Selli. Campo de’ fiori 57 La rubrica dei perchè Perchè la bandiera inglese è così ? Forse fra le bandiere europee, quella inglese è la più elaborata dal punto di vista grafico e contemporaneamente la più conosciuta in Europa e nel mondo; le ragioni di tutto questo sono ovvie. Innanzitutto, siamo ormai abituati a chiamare erroneamente Inghilterra lo stato che in realtà ha il nome ufficiale di Gran Bretagna. Lo stato della Gran Bretagna è stato costituito dalla unione di quattro nazioni (Union Jack oppure Union Flag); l’Inghilterra, la Scozia, il Galles e l’Irlanda. Analizzando le tre bandiere della Scozia dell’Irlanda e dell’Inghilterra si capisce che, quella adottata dalla gran Bretagna è semplicemente la sovrapposizione delle tre; vedere le figure a lato. Non appare la bandiera del Galles, perché quando fu costituito lo stato della Gran Bretagna, il Galles era già unito alla Inghilterra, avendo precedentemente adottato la bandiera di quest’ultima. di Arnaldo Ricci Bandiera d’Inghilterra Croce di San Giorgio, Santo Patrono d’Inghilterra Bandiera di Scozia Croce di Sant’Andrea Santo Patrono della Scozia Bandiera d’Irlanda Croce di San Patrizio Santo Patrono dell’Irlanda BANDIERE DAL MONDO Sapresti dirci a quale nazione appartiene questa bandiera? Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione in redazione, riceverà un simpatico omaggio offerto dalla gioielleria PONTE VECCHIO Bandiera di Gran Bretagna Il personaggio misterioso Nella foto di fianco è riportata la foto di una famosa attrice. Sapresti dire chi è? I primi 5 che, indovinando, ne daranno comunicazione in redazione, riceveranno un simpatico omaggio offerto dalla profumeria Paolo e Concetta. [email protected] www.campodefiori.biz 58 Campo de’ fiori Annunci LAVORO -CERCO badante per donna anziana a Fabrica di Roma. Tel. 0761.513117 -MAMMA non fumatrice ex impiegata, referenziata, cerca lavoro come baby sitter nelle zone di: Civita Castellana, Rignano Flaminio, Sant’Oreste, Morlupo e Castelnuovo di Porto. Si garantisce esperienza e la massima serietà. T. 347.1172714 -Sono una mamma da 2 mesi e cerco lavoro come baby-sitter solo in casa mia. Massima disponibilità per gli orari. Ho 30 anni, seria ed affidabile, sono di Fabrica di Roma. 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Tel....................................................................Firma................................................................ Campo de’ fiori 61 Album dei ricordi Civita Castellana 8 Novembre 1963 - Foto della Signora Giuliana Valeri Civita Castellana 15 Maggio 1963 - prima elementare - Foto del Signor Piero Pacelli Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite. Campo de’ fiori 62 Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 e-mail : [email protected] Da 35 anni al vostro servizio Pubblicizza una selezione di offerte immobiliari AFFITTO a Civita Castellana capannone di mq 500 circa interamente a norma, con piazzale recintato di mq 3000 circa. Posizione isolata. 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Ciao Mauro ERRATA CORRIGE Sul n. 31 di campo de’ fiori, articolo “Assen Peikov e la statua di Ava Gardner”, è stato erroneamente detto che la cottura della statua è avvenuta presso la Ceramica Sbordoni. In effetti questa, pur essendo stata realizzata presso la suddetta ceramica, ha subito il processo di cottura presso la Ceramica Marcantoni, che all’epoca disponeva di forni più grandi. Lo Studio Legale dell’ Avv. Aldo Piras Patrocinante in Cassazione ha stipulato una convenzione con Campo de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno diritto a n. 3 consulenze gratuite. Per informazioni rivolgersi in redazione Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene e nei migliori locali di Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Campo de’ fiori Periodico Sociale di Arte, Cultura ed Attualità edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) c/c postale n.42315580 Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri € 25,00 Estero: 12 numeri € 60,00 Segretaria di Redazione e Coord: Cristina Evangelisti Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 42315580 intestato all’Associazione Impaginazione e Accademia Grafica: Internazionale Cristina D’Italia. Evangelisti L’abbonamento andrà in corso dal Consulente primo numero Editoriale: raggiungibile e Enrico De Santis può avere inizio in Reg.Trib. VT n. 351 qualsiasi momento del 2/6/89 dell’anno ed avrà, comunque, validità per 12 numeri. Stampa: Tipolitografia Garanzia di A.Spada riservatezza per gli abbonati La realizzazione di questo giornale e la Si garantisce la stesura degli articoli massima riservatezza sono liberi e gratuiti dei dati forniti ed impegnano dagli abbonati e la esclusivamente possibilità di chi li firma. richiederne graTesti, foto, lettere e tuitamente la retdisegni, anche se tifica o la non pubblicati, non cancellazione scrisaranno restituiti vendo all’editore. se non dopo Le informazioni preventiva ed custodite nello esplicita richiesta da archivio di Campo parte di chi li de’ fiori verranno fornisce. utilizzate al solo I diritti di riproduzioscopo di inviare ne e di pubblicazioagli abbonati il ne, anche giornale e gli parziale, sono allegati, anche riservati pubblicitari (legge in tutti i paesi. 675/96 tutela dati personali).