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Campo de’ fiori
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NATALE
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CAMPO DE’ FIORI
FARAI FELICE UN AMICO E PORTERAI NELLA SUA CASA
ATTUALITA’, RICORDI E TRADIZIONI DELLA TUA TERRA.
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Campo de’ fiori
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Il Verbo
infetto
La parola è il mezzo di comunicazione più immediato nell’uomo.
La parola può risultare dolce, persuasiva, perentoria e imperativa, ma spesso, ahimè, è
anche blasfema!
L’uomo, così, fa violenza del linguaggio, e lo sproloquio, il turpiloquio e la bestemmia gli
riempiono la bocca.
La pratica di un comportamento così aberrante viene poi continuamente proposta ed
Sandro Anselmi
ampli
ficata dalla televisione.
La spregiudicatezza del vocabolario, l’azzardo verbale, è il sale di moltissimi programmi TV.
Queste ascese ardite nell’immoralità ci lasciano sconcertati ed esterrefatti.
Non ci sembra vero che il mezzo di informazione più importante possa infestare liberamente le nostre case, violentare le nostre
coscienze e quelle dei nostri figli, alla barba di tutti i responsabili e garanti.
Siamo veramente tutti inermi di fronte ad una simile disfatta e possiamo solo lamentarci e cospargerci il capo di cenere per il nostro
complice silenzio, e per l’inefficienza e l’insufficienza del nostro operato, che fino ad oggi ha permesso il diffondersi di una tale epidemia.
E’ questa una malattia strisciante e viscerale, che presenta un volto nobile e seducente, mascherato da aitanti modelli, bravi presentatori, intelligenti opinionisti, suadenti soubrettes.
Le loro parole sono a volte irripetibili e i loro messaggi inaccettabili ma, ciò nonostante e nonostante tutto, poche voci si levano a
condannare queste bassezze.
Cari amici, diamo noi un segnale positivo rifiutandoci di seguire tali orribili trasmissioni, pubblicizzando la nostra ferma condanna.
Riprendiamo quei ragazzi che per la strada si esprimono con “maniere forti” o bestemmiano, allertiamoli ammonendoli, magari, con
un classico “a regà ?!”, espressione un po’ desueta, ma tanto efficace fino a poco tempo fa.
Allora li avremo salvati dalla dannazione dell’inferno e regalato loro una rinnovata profondità.
Campo de’ fiori
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Intervista a NICOLA PISTOIA
di Sandro Alessi
Nicola Pistoia ritorna a Teatro con “Amore
Mio Asciugami” dopo tanti successi tra cui
ricordiamo, “Uomini sull’Orlo di Una Crisi di
Nervi”, “Muratori”, con un testo adattato e
tradotto con la collaborazione di Ennio
Coltorti.
“Ennio interpreta la commedia insieme a
me e Giuditta Saltarini, la moglie del compianto Renato Rascel. E’ il terzo Schisgal
che metto in scena curandone anche la
regia : un autore americano famoso per
aver scritto Tootsie da cui fu tratto il film
reso famoso da Dustin Hoffman ; un autore particolare, certamente un po’ contraddittorio, complicato ma che riserva sempre
molte sorprese e scatena magia e estro
cercando di scavare nell’intimo dei personaggi i quali, in questa storia, sono due
vecchi amici che si rincontrano mentre
tentano il suicidio gettandosi dal ponte di
Brooklyn. Noi ne abbiamo fatto una trasposizione in Italia, ambientandola in una
qualsiasi città italiana. Proprio da questo
incontro nascono equivoci e colpi di
scena… E’ questo tra l’altro uno spettacolo molto difficile perché alla fine è quasi
una specie di scatola cinese, di matrioska
e nello stesso tempo faticoso che ci fa
sudare. Infatti ogni sera sono fradicio di
sudore e chiedo ad Ennio se è una cosa
normale… E Lui mi risponde di si e mi
ricorda sempre che anche il grande Gigi
Proietti dice che se non si suda in scena
non si trasmette nulla.”
Nicola, come va la storia ?
“Succede che io sono in crisi con mia
moglie e vorrei tanto che lei mi concedesse il divorzio anzi che fosse lei stessa a
chiedermelo, dopo essersi innamorata di
un altro uomo che la coinvolga emotivamente… A questo punto mi viene l’idea di
farle conoscere il mio più caro amico ed al
primo incontro essi si innamorano ed io
purtroppo ci rimango male. Dopo tante
vicissitudini però quando io sono sicuro del
raggiungimento dello scopo alla fine lei
ritorna da me e lascia lui. Diciamo che la
storia ha un lieto fine!”
Molti spettatori si possono immedesimare
in quelli che sono i piccolo tic, le frustra-
foto di scena, da sx Ennio Coltorti, Giuditta Saltarini e Nicola Pistoia
zioni di ogni giorno… “Si è vero e purtroppo mi ci ritrovo anch’io come tanti altri
colleghi ed amici che vengono a vedermi e
che mi raccontano di ritrovarsi in alcune
situazioni anche molto ironiche. In definitiva devo dire che grazie all’ironia graffiante ed intelligente dell’autore è questa
una
commedia
scritta
veramente
bene….con una serie di fuoriscena molto
divertenti !”
“Il Teatro Rossini di Roma da dove inizia
la nostra tournee tra l’altro è una bomboniera , un teatro del ‘600 che nel corso
degli anni è stato rimpicciolito e che si
trova in un angolo della Città Eterna
meraviglioso alle spalle del Pantheon.”
Hai accennato al centro storico di Roma,
ma qual è il tuo rapporto con la nostra
città ? “E’ un rapporto di amore e odio…. a
me piace passeggiare con mia figlia, una
bimba di 10 anni, ma purtroppo ci sono
dei posti dove il degrado impera; io vivo
a Monteverde e lì, sebbene sia una zona
con molto verde, ci sono strade molto
degradate e questo è un male perchè la
città di Roma è meravigliosa ! Possiedo
un cagnolino e quando lo porto a spasso
sono il primo a raccogliere quello che
lascia per strada… ma non tutti sono sensibili su questa cosa.. Io riciclo l’immondizia ma molti non lo fanno…. Sistemo
motorini abbandonati… sono un risolutore
e mi piace partecipare attivamente a tutte
le giornate dedicate all’ ambiente ma purtroppo non tutti i cittadini partecipano e
vedo molta maleducazione e indifferenza
girando per la città”.
Quale rimedio ci potrebbe essere ?
“Per il futuro andrebbe bene che ognuno
di noi si desse da fare per il bene della
città, che non è altro che il prolungamento della nostra casa, dell’ambiente dove
viviamo… e nessuno di noi sarebbe felice
se a casa nostra venissero persone a
sporcarla ! Questo dovrebbe essere un
pensiero da parte di tutti perchè la città è
di tutti ed e importantissimo vivere rispettandola ! E’ questo un invito che faccio a
tutti i lettori di Campo de’ Fiori che saluto
con un abbraccio”
Ringraziamo Nicola Pistoia per la simpatia
e lo attendiamo ad una delle prossime
interpretazioni.
Diamo il benvenuto, sulle pagine di Campo de’ fiori, a Sandro Alessi: storico conduttore - DJ di Radio Roma.
Ha alle spalle una ricca carriera di giornalista con le più prestigiose testate, ed ha intervistato i più importanti
personaggi della cultura e dello spettacolo. Auguri di un proficuo e sereno lavoro dal Direttore e dalla Redazione.
Campo de’ fiori
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I chiudilettera alla conquist
E’ piemontese il più grande co
Il termine erinnofilia – erinnofili –
definisce essenzialmente coloro
che si dedicano
alla raccolta di
bolli o contrassegni non aventi
validità postale,
comprese le marche fiscali.
In Italia i cultori di
di Alfonso Tozzi
questo hobby non
sono moltissimi,
anche se, da qualche tempo, i “ricercatori”
di questo affascinante genere si sono moltiplicati enormemente e la loro attenzione
è rivolta particolarmente alla ricerca dei
vecchi chiudilettera, ossia di quei pezzettini di carta colorata e gommata usati dall’inizio del secolo scorso e durante moltissimi anni, per sigillare la busta che conteneva la lettera.
Come è noto, in origine le lettere erano
costituite da un solo foglio doppio, che
veniva piegato con lo scritto all’interno e,
per tutelarne la segretezza, si usava applicare della ceralacca che ne sigillava i
lembi. Successivamente, la ceralacca
venne sostituita da dischetti di carta rossa
gommata, usati anche dopo l’invenzione
della busta.
L’idea di creare i chiudilettera sarebbe nata
in Gran Bretagna nel 1851, in occasione
della Esposizione Nazionale di Londra in
cui vennero distribuite gratuitamente delle
piccole, graziose figurine policrome come
souvenirs della manifestazione.
La cosa piacque al pubblico cosmopolita
presente, tanto che la Francia, qualche
tempo dopo, in una analoga manifestazione, emulò l’idea e di qui l’uso si diffuse a
macchia d’olio in tutto il mondo.
Da allora ad oggi, un numero incalcolabile
di aziende commerciali, associazioni politiche, sportive, culturali, enti assistenziali e
religiosi, privati, società farmaceutiche e
cinematografiche, hanno stampato milioni
di chiudilettera per i motivi più disparati:
convegni, mostre, fiere a carattere locale e
internazionale, ricorrenze, pubblicità, e per
tanti altri motivi ancora.
Normalmente i chiudilettera vengono
distribuiti gratuitamente, ma esistono
anche esemplari prodotti a scopo di beneficenza, come quelli della Croce Rossa
Italiana, o per gli spastici, o per i sinistrati, i quali vengono ceduti in cambio di un
contributo in denaro.
Lo Stato italiano, quello fascista prima,
quello repubblicano poi, si è servito dei
chiudilettera per finanziare anche opere di
importante e di notevole interesse, sono
un certo interesse pubblico. Il fascismo inigeneralmente di tre tipi: il primo, rotondo,
ziò nel 1931, una poderosa campagna
imita l’antico sigillo di ceralacca ed indica il
pubblicitaria per combattere la tubercoloreparto cui fanno riferimento. Il secondo
si: mise in vendita dei libretti di dieci chiureca lo stemma medioevale. Il terzo nordilettera al costo di una lira; questi libretti
malmente celebra il fondatore del corpo o
erano poi spesso legati a concorsi che
un eroe, o un fatto d’arme, o un fatto
davano diritto a premi. Superfluo aggiunpuramente simbolico.
gere che questi chiudilettera, realizzati con
Notevole importanza storico – collezionistigrafica sempre più accattivante, sono
ca assumono anche i chiudilettera emessi
diventati “famosi” ed oggi vengono molto
nel 1935 – 1936, durante il conflitto etiorichiesti dai collezionisti del settore.
pico, con riferimento alle sanzioni decretaIl periodo di maggiore splendore dei chiute contro l’Italia dalla Società delle
dilettera fu quello della “belle epoque”,
Nazioni: “tutto sia sacrificato per la patria”,
anni nei quali la produzione raggiunse una
“merce italiana: ora e sempre preferitela”,
diffusione incredibile, legata probabilmen“italiani proteggete e preferite sempre l’inte alla eccezionale realizzazione grafica.
dustria nazionale”, solo per citarne alcuni
Ricercati e superstimati sono i chiudilettefra le molte migliaia.
ra di fine ‘800: Esposizione Eucaristica di
La collezione dei chiudilettera, oggi in senMilano (1895), nozze di Vittorio Emanuele
sibile ripresa, ha goduto in passato di
III con Elena Petrovich del Montenegro
grande popolarità: a Bologna venne edito
(1896); Centenario di Donizetti (1897),
L’Iride, una rivista che parlava di erinnofiEsposizione di Como (1899), libretto di 10
lia, mentre in Francia, ad Anger, si pubbliesemplari, stampato dal Partito Socialista
cava Arc En Ciel, ed a Parigi i Lafayette, ed
Italiano per il sequestro del quotidiano
in Germania, ad Itzehoe, venne creata
“L’Avanti” nel 1898, quelli del 1921 emessi
l’associazione Erinnophilie International.
da “L’Ambrosiana” quotidiano milanese
Da noi, autore dell’unico “Catalogo
della sera, in foglietti di 90 esemplari in cui
Descrittivo
dei
Chiudilettera
sono riconoscibili personaggi di rilievo
Commemorativi Italiani” fu il bolognese
della politica, della cultura, dell’arte, delAlfredo Malferrari, collezionista di rara
l’industria e della società milanese.
competenza.
Un esemplare rarissimo di notevole valore
Fra i maggiori collezionisti italiani: Angelo
collezionistico è il chiudilettera emesso
Calcagno di Cogoleto, Ennio Malorzo di
dalle Regie Poste di Milano nel 1933, che
Torino, Lino Capanna di Genova, il quale
veniva ceduto agli utenti delle “sale di
ricerca soltanto chiudilettera patriottici e
scrittura”, sale di cui erano dotati gli uffici
fascisti, Alessandro Ceccotto di Adria,
postali più importanti e dove il pubblico
che si dedica esclusivamente a quelli su
poteva accedere e servirsi di tutto il necesGaribaldi e, il più famoso di tutti Claudio
sario per poter scrivere ed impostare una
Barbero di Dronero, con una raccolta di
lettera o un plico.
oltre 3.000 esemplari suddivisi per epoca e
Apprezzati ed in ascesa di quotazione sul
tematica,
compresi
quelli
emessi
mercato collezionistico i quattro esemplari
dall’Istituto Poligrafico Zecca Stato
emessi a Roma nel 1970 per le manifestaItaliano, nonché emissioni private, foglietzioni filateliche del centenario, nei colori
ti CIFR e diverse storiche rarità.
giallo, azzurro, rosa, arancione, ed altri, relativamente recenti, a causa
della loro scarsa reperibilità.
Un discorso a parte meritano i bellissimi chiudilettera militari emessi un
tempo in maniera massiccia dai corpi di armata,
divisioni, brigate, reggimenti, battaglioni, corpi
speciali, distretti, commissariati, circoli, accademie,
scuole e collegi militari.
Questi chiudilettera che
rappresentano una parte Claudio Barbero - il più grande erinnofilo italiano fra le sue “creature”
Campo de’ fiori
ta del collezionismo minore
ollezionista italiano del settore
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Campo de’ fiori
Roma che se n’è andata: luoghi
Mastro Titta, il boia di Roma
Castel Sant’Angelo
Correva l’anno 1891 allorquando l’Editore
Perini di Roma pubblicava, a dispense, l’opera dal titolo :
“Mastro Titta, il boia di Roma, memorie di
un carnefice scritte da lui stesso”.
A quell’epoca, uno scrittore anonimo che
alcuni individuavano, senza peraltro averne certezza alcuna, nella persona di
Ernesto Mezzabotta, l’autore più prolifico
dell’editore romano, si divertì a scrivere
una versione romanzata interamente tratta dall’autentico taccuino manoscritto del
boia di Roma, ritrovato da tale Alessandro
Ademollo.
Il manoscritto venne stampato per la
prima volta nell’anno 1886 a Città di
Castello a cura dell’Editore Lapi; in questi
scritti emerge la figura di Mastro Titta, al
secolo Giovanni Battista Bugatti nato,
naturalmente, a Roma, nel 1780 boia dello
Stato Pontificio dal 1796 al 1864 che, nel
corso della sua lunga e onorata carriera fu
artefice di cinquecentosedici esecuzioni
capitali, alla fine della quale, Papa Pio IX,
Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846 1878, gli conferì una pensione mensile di
trenta scudi che egli mantenne fino alla
morte, sopraggiunta nel 1869, allorquando
Mastro Titta aveva ottantanove anni.
In considerazione della sua particolare
professione, si può, a posteriori, osservare
come gli ignari genitori non potevano
imporgli nome di battesimo più appropria-
to, ossia quello di San Giovanni Battista.
Ai nostri giorni la figura di Mastro Titta è
tornata di attualità grazie alla commedia
musicale Rugantino di Garinei e Giovanni
per le musiche di Armando Trovatoli,
numerose volte andata in scena al Teatro
Sistina, ma anche grazie all’altrettanto
famoso film Il Marchese del Grillo, magistralmente interpretato da Alberto Sordi e
Paolo Stoppa per la regia di Mario
Monicelli, del quale abbiamo già ampiamente trattato in altra sede.
In Rugantino, uno straordinario Aldo
Fabrizi ha più volte dato vita al personaggio di Mastro Titta, successivamente sostituito da un altrettanto bravo Maurizio
Mattioli, ma in questa commedia musicale
il personaggio viene proposto come un
oste - boia, mentre nella realtà egli esercitava il mestiere di verniciatore di ombrelli,
associando questa attività principale con
quella secondaria, probabilmente molto
più redditizia, di boia al servizio dello Stato
Pontificio.
L’abitazione dell’artigiano - boia e la sua
bottega si trovano nel Rione Borgo sulla
sponda occidentale del Tevere, poco
distante dalla protettiva presenza dei
Palazzi Pontifici, luogo che non abbandona
mai e, in considerazione del fatto che i
parenti di qualche giustiziato possano
attentare alla sua vita, gli è tassativamente vietato entrare in città; a Ponte
Sant’Angelo è legato un detto
romano ancora in uso fra gli
anziani:“…er boia nun passa
ponte…”, allusivo al fatto che
all’esecutore di giustizia era proibito di recarsi in città per qualsivoglia motivo.
Mastro Titta, infatti, lasciava il
Rione Borgo soltanto in occasione delle esecuzioni che venivano
eseguite al centro della città,
generalmente a Piazza del
Popolo, a Piazza di Campo de’
Fiori, a Via de’ Cerchi, ma anche
alla Bocca della Verità, a Ponte
Sant’Angelo, a San Lorenzo ed a
Campo Vaccino; era appunto in
tali occasioni che Mastro Titta,
dopo essersi confessato e comunicato, indossava un mantello
rosso e, presi gli arnesi del
mestiere, “…passava ponte…”
per spostarsi sulla sponda opposta del fiume, era questo l’inequivocabile segnale che una
testa stava per cadere e il popolo accorreva numeroso per assistere all’evento.
Circa il più frequentato luogo di giustizia
possiamo soltanto immaginare quella che
doveva essere Piazza del Popolo prima dell’attuale sistemazione datale dall’architetto
Giuseppe Valadier, (1762 - 1839): da un
lato fienili e granai, e dall’altro una gran
vigna appartenente ai Padri Agostiniani, in
questa piazza il 23 novembre 1825 furono
ghigliottinati i due carbonari Angiolo
Targhini e Leonida Montanari rei di:“…lesa
maestà e ferite con pericolo…” , come
annotò lo stesso boia, una lapide con la
scritta “Per volere del Papa”, posta sulla
parete dell’attuale Caserma dei Carabinieri
già Caserma della Gendarmeria Pontificia,
ricorda il supplizio dei due patrioti.
L’ultima esecuzione in questa piazza
avvenne il 24 gennaio 1826 mediante il
ricorso alla c.d. mazzolatura semplice,
ossia senza squartamento, ai danni di tale
Giuseppe Vincenzo Franconi reo di omicidio e ladrocinio in persona di un prelato.
In queste occasioni, come sopra ricordato,
il popolo romano accorreva numeroso e
persino i bambini venivano condotti dai
loro genitori sul luogo dove era stato innalzato il patibolo perché potessero assistere
al macabro evento. Le cronache dell’epoca
riportano una tipica usanza romana di
come, al momento in cui la scure o la lama
della ghigliottina si abbatteva sul collo del
Campo de’ fiori
i, figure, personaggi
condannato, i padri usassero dare uno
schiaffo al proprio figliolo quale monito
affinché questi potesse ricordare quello
che gli sarebbe potuto capitare se nel
corso degli anni si fosse macchiato di un
grave delitto.
Tutto ciò non poteva di certo sfuggire a
Giuseppe Gioachino Belli che, il 29 settembre 1830, a ricordo dell’impiccagione di
tale Antonio Gamardella, scriveva il sonetto dal titolo
Er ricordo - Er giorno che impiccorno
Gammardella / io m’ero proprio allora
accresimato. / Me pare mò, ch’er zàntolo a
mercato / me pagò un zartapicchio e ‘na
sciammella.
Mi’ padre pijjò ppoi la carrettella, / ma
prima vorze gode l’impiccato: / e me tieneva in arto inalberato / discenno: “Va’ la
forca quant’è bbella!”
Tutt’a un tempo ar pazziente Mastro Titta
/ j’appoggiò un carcio in culo, e ttata a
mmenne / un schiaffone a la guancia de
mandritta.
Pijja me disse, e “aricordete bbene / che
sta fine medema sce sta scritta / pe mmill’antri che ssò mmejjo de tene.
Giovanni Battista Bugatti - Mastro Titta divenne una figura leggendaria al punto
che il suo nome passò ad indicare la figura del boia per antonomasia e la sua celebrità ci dimostra quanto, a quell’epoca, le
esecuzioni capitali fossero una consuetudine; egli era solito riportare sul suo taccuino i nomi dei condannati, la data e il luogo
dell’esecuzione, le motivazioni poste a
base della condanna, oltre che le metodologie adottate. Eseguì decapitazioni con la
scure o con la ghigliottina, impiccagioni e
finanche lo squartamento con la mazza,
pena che venne comminata sino al secondo decennio del XIX secolo a quei criminali che si erano macchiati di delitti particolarmente efferati.
Nella sua lunga e onorata carriera di boia,
le ricordate cinquecentosedici esecuzioni
capitali avvennero a partire dal 1796 fino
al 1864 e Mastro Titta, da autentico professionista quale era, volle redigere per
ognuna di queste un fedele particolareggiato resoconto, tanto che il ricordato
Editore Perini potè pubblicare le sue
memorie alla stregua di un romanzo a
puntate.
Volendo rendere partecipe il lettore circa il
contenuto del resoconto del boia di Roma
ripropongo qui soltanto una parte attinente la prima delle sue esecuzioni, avvenuta,
per impiccagione, a Foligno il 22 marzo
Aldo Fabrizi - “Mastro Titta” nel “Rugantino”
1796. Mastro Titta, che aveva appena
sedici anni, così scriveva: “…esordii nella
carriera di giustiziere di Sua Santità impiccando e squartando a Foligno Nicola
Gentilucci un giovinotto che, tratto dalla
gelosia, aveva ucciso prima un prete e il
suo cocchiere, poi, costretto a buttarsi alla
macchia, grassato due frati…
“…giunto a Foligno incominciai a conoscere le prime difficoltà del mestiere; non trovai alcuno che volesse vendermi il legname necessario per rizzare la forca e dovetti andar di notte a sfondare la porta di un
magazzino per provvedermelo; ma non
per questo mi scoraggiai e in quattr’ore di
lavoro assiduo ebbi preparata la brava
forca e le quattro scale che mi servivano…
“…Nicola Gentilucci frattanto, a due ore di
notte, dopo avergli rasata la barba e datogli a vestire una candida camicia di bucato
e un paio di calzoni nuovi, venne condotto
coi polsi stretti da leggere manette nella
gran Sala Comunale…
“…la compagnia dei Penitenti Bianchi in
abito da cerimonia, col cappuccio calato
sul volto, schierata in due file, dalla parte
all’estremità opposta l’attendeva…
“…l’aiutante del Cancelliere gli presentò
una carta dicendogli: Nicola Gentilucci, io
ti cito a morte per domattina…
L’ultima esecuzione capitale per mano di
Mastro Titta avvenne a Roma in Via de’
Cerchi il 17 agosto 1864 ai danni di tale
Domenico Antonio Demartini, reo di omicidio, ma i luoghi delle esecuzioni per opera
del boia di Roma sono innumerevoli. Egli
esercitò in oltre sessanta città, qui ne
ricordiamo alcune come: Amelia, Foligno,
Camerino, Rieti, Albano, Frosinone,
Fermo, Civitavecchia, Ravenna, Narni,
Spoleto, Norcia, Loreto, Macerata, Firenze,
Frascati, Viterbo.
A Viterbo, Mastro Titta si recò ben venticinque volte per eseguire altrettante ese-
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di Riccardo Consoli
cuzioni capitali; in questa Provincia poi ne
eseguì: cinque a Ronciglione, una a
Monterosi, quattro a Civita Castellana.
Queste ultime riguardano la decapitazione
di: Pietro Bidei avvenuta il primo aprile
1840 - Germano Proietti del 18 ottobre
1855 - Francesco Elisei di 23 anni del 22
dicembre 1857 - Vincenzo Lodovici di 33
anni avvenuta l’8 gennaio 1859.
Le cronache dell’epoca sono ricche di riferimenti a tali eventi e nella Roma ottocentesca alcuni celebri viaggiatori rimasero
profondamente colpiti dalla crudezza delle
scene di esecuzione; Lord Byron per
esempio, che conobbe Mastro Titta allorquando questi si avviava alla duecentesima esecuzione, dopo avere assistito a tre
decapitazioni, nel 1813 così scriveva ad
un suo amico editore di Londra:“…la cerimonia, compresi i preti con la maschera, i
carnefici mezzi nudi, i criminali bendati, il
Cristo nero e il suo stendardo, il patibolo,
le truppe, la lenta processione, lo schizzo
del sangue e l’apparenza spettrale delle
teste esposte, è nel suo insieme più
impressionante dell’agonia inflitta alle vittime delle sentenze inglesi…”
Per parte sua Charles Dickens restò molto
impressionato da una esecuzione avvenuta in Via de’ Cerchi intorno al 1865 e così
commentava:“…uno spettacolo brutto,
sudicio, trascurato, disgustoso che altro
non significava se non un macello, all’infuori del momentaneo interesse per l’unico disgraziato attore…”
Non era da meno Massimo d’Azeglio che,
in una pagina de I miei ricordi, così sintetizzava la barbarie della giustizia praticata
nella Roma di quegli anni:“…in una gabbia
di ferro stava il cranio imbiancato dal sole
e dalle pioggie di un celebre malandrino…”
Nessun problema caro lettore, noi viviamo
in altra epoca!
Il Forte del Sangallo a Civita Castellana
di Carlo Cattani
VAVOOM: IAN (Gillan) “The Mechanic” ...ripara ancora bene !
(2^ parte)
“……ma una sera c’incontrammo,
per fatal combinazion,
perché insieme riparammo,
per la pioggia, in un …….salon !!
A beneficio di chi non avesse seguito il mio
precedente articolo sul n° 31 di CAMPO
DE’ FIORI, ci eravamo lasciati con dei
puntini di sospensione proprio all’inizio
della narrazione del mio incontro “frontale” con IAN GILLAN e i DEEP PURPLE;
l’occasione di questa personale “memoria”
era stata innescata a conclusione dell’articolo di presentazione della recente proposta discografica di IAN GILLAN, cantante
storico dei DEEP PURPLE, il dual cd (cd e
dvd in un sol dischetto) “GILLAN’s
HILL” che esortavo ad acquistare senza
indugi .
Da lì riprendiamo ……… Re-incontrai
(ndr: dopo tanti “incontri su disco” a partire dal 1973) Ian Gillan e quasi tutti i
Deep Purple il 5 settembre 1987, questa volta “a 4 occhi e con le orecchie spianate”, in occasione del loro tour Italiano,
nella formazione “storica”, la cosiddetta
“mark II, aggiornata a “mark V” per il
periodo 84-89 (Gillan-Glover-BlackmorePace-Lord). Il programma del tour prevedeva due date Romane, il 5 e il 6 settembre, nella suggestiva location della scalinata dell’ Eur sotto il museo della Civiltà e
del Lavoro, con special guest gli Svedesi
Pretty Maids, onesto gruppo di heavy
metal dalle sonorità all’Iron Maiden.
Accadde che la sera del 5 lo “special
guest” non fosse ancora arrivato per problemi burocratici insorti alle nostre frontiere; il promoter dell’evento, in accordo con
il management dei “Purple”, fronteggio la
nuova situazione chiamando il gruppo
Romano di heavy epic rock ASTAROTH
(nel 1985 aveva pubblicato il minilp “The
Long Loud Silente” per l’Olandese RaveOn records ….ma parleremo diffusamente
Ian Paice con una amica
Ian Gillan - intervista 5 Settembre 1987
di loro nei prossimi numeri della rivista);
no tutti i Deep Purple ad eccezione di
da parte degli ASTAROTH, tutto era pronRitche Blackmore che intercettai, successito per una breve (40 minuti erano concorvamente, torvo e solitario a curiosar tra le
dati) ma intensa esibizione davanti a
vetrine dei negozietti dell’ Hotel. Più tardi
….10.000 persone ….occhio e croce tanto
seppi che non alloggiava in quell’albergo
dava da pensare il colpo d’occhio sul pubcon gli altri. Era ancora vestito con gli
blico accolto dall’ampia scalinata di marmo
intonsi abiti di scena (mi sembrava il gatto
bianco dell’EUR ma ….un improvviso e
con gli stivali ad essere sincero) ; gli chieprolungato nubifragio accompagnato da
si di poter fare una foto (avevo notizia
un violentissimo vento flagellò quella
della sua riottosità alla cosa) e, gentilmensera Roma. Concerto annullato! Una delute, declino.
sione cocente per tutti ….. pensate per i
La serata fu davvero interessante, con dei
membri degli ASTAROTH ….. praticamente
cordialissimi “4/5 dei Purple”, disponibilis“da rianimare” per il mancato evento!
simi a farsi torchiare per bene da “noi
I Deep Purple rientrarono nel loro taxi pulragazzetti” in marcia “verso il settimo
mann e via in
cielo” per questa
albergo,
lo
nuova
occasione
Sheraton dell’
d’incontro ravvicinaEur,
dove
li
to con i nostri (davattendeva
un
vero) idoli musicali
ricco buffet già
dopo la delusione
allestito per il
della mancata “aper(mancato) dopo
tura” ad un
loro
concerto …. ma
concerto
……...a
il
loro
tour
Roma!
manager,
che
Personalmente,
aveva seguito e
chiesi notizie a Ian
verificato,
a
Gillan sulle sue attiRoger Glover
tutela
dei
vità nel periodo suc“Purple”, tutta la
cessivo alla (1^
situazione nuova creatasi a seguito della
all’epoca) dipartita dalla band e alla sua
rocambolesca sostituzione del contrattualesperienza con i Black Sabbath.
mente previsto
“special guest” Pretty
Sorseggiando da un calice di vetro del
Maids con i nostrani ASTAROTH, invitò la
buon “rosso”, mezzo stordito dai diversi
band Romana, la sua crew e il suo manabicchieri già tracannati, mi spiegò
che
ger (lo scrivente) al “PURPLE Party”.
aveva aperto un’officina – scuderia e
Quella sera in un grande salone riseraveva corso con le moto senza non pochi
vato al piano terra dello Sheraton c’eraproblemi con i diversi management che lo
GILLAN; e poi, giù con i loro hits del
passato e le “nuove produzioni” da
“Perfect Stranger” (album vendutissimo
della reunion del 1984: a detta di molti il
miglior album prodotto in studio dei D.P.) e
da “The house of blue light”. Ci furono giochi di laser in vari momenti dell’esibizione
… finanche Beethoven fu evocato da
potenti raggi laser verdi che proiettavano
al di sopra del palco una sua sagoma come
“fosse intento” a dirigere
l’orchestra
“Purpleliana” … uno spasso per il grande
Ritchie Blackmore intento a dar di “svisate” con la sua Fender Stratocaster sulle
note del celebre tema “Inno alla Gioia” del
grande Ludwig … e quanta gioia mi porta
ancora l’indimenticabile ricordo di quelle
due giornate settembrine!
amministravano: temevano…..(risatina
sarcastica ) …. per la sua incolumità e per
i loro affari sulla “sua pelle “…. .(altra sua
risatina sarcastica ) ….ma i suoi giri di
pista se li era comunque fatti (!), mi assicurava. Sulla questione “Black Sabbath”
mi disse che aveva ricevuto la telefonata
diretta di Tony Iommi che lo aveva invitato a bere al pub ……..si sa come vanno
queste cose e in breve si ritrovo sotto al
tavolo ….quella sera …. e il giorno dopo
con un contratto firmato da rispettare
“blindato” da diverse penali, che confermava la sua presenza nei BLACK SABBATH …ma il disco, “BORN AGAIN” (copertina con fondo viola e un mostriccio rosso
dalle sembianze bambinesche con tanto di
cornette accessoriato di
canini
“Draculiani” e unghie …gialle) non gli era
piaciuto perché missato in “modo troppo
oscuro” …..(ndr: l’episodio dell’incontro
con Tony Iommi è riportato anche sul
recente dual disc GILLAN’s HILL nel
commento che IAN ci rilascia relativamente al brano “Trashed”, traccia di apertura
di “Born Again”); personalmente devo dire
che a distanza di anni, risentendo quel
disco dell’83, il contenuto musicale mi dà
belle vibrazioni: che dire di “Zero the hero”
e della title track “Born Again” su tutte?;
tornando all’incontro con i Deep Purple, ci
furono domande anche per gli altri, ad
esempio per il baffuto – crinuto (allor corvino) Mr Jon Lord che mi raccontò, con
un tono pacato e una voce molto espressiva accompagnata da una certa gestualità, di aver avuto un padre che lo aveva
costretto, da piccolo, allo studio del pianoforte …… ne mimò l’atteggiamento severo e la voce ma poi fece intendere come
la perseveranza del genitore avesse portato dei buoni frutti. Inoltre mi confermò il
suo “grande amore” per la musica classica
e gli studi che continuava a portare avanti
in quel settore nel “tempo libero” dai
“Purple”.
Roger Glover e Ian Paice non si sottrassero alle nostre domandine su “curiosità
varie” ed erano molto vezzeggiati dalle
loro amiche (parrucchiere ?).
Di tutta la serata, che si “allungò” fino a
notte fonda, sono rimaste delle testimonianze fotografiche: alcune immagini
riportate in questo articolo (finora inedite)
ben dimostrano i toni informali appena
rievocati di “quella sera”.
Il 6 settembre il tempo fu clemente e i
DEEP PURPLE furono GRANDI proponendosi in un set micidiale a partire dalla
classica introduzione di “Highway Star” in
crescendo di batteria e cantata per interezza da migliaia di ugole e da IAN
Ian Gillan
Jon Lord
Campo de’ fiori
12
a
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a
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B
STORIA Il paese di
Bassano in Teverina si
estende sulle pendici
dei Monti Cimini che
si rivolgono al fiume
Tevere, per circa
12,10 kmq, ad una
altezza di 304 m sul
livello del mare e con
una popolazione che
di
supera appena i 1100
Ermelinda Benedetti
abitanti.
I primi insediamenti
foto Mauro Topini
preistorici, dopo il
loro abbandono, furono, con tutta probabilità, riedificati dagli Etruschi, che scavarono molteplici grotte da abitare, visibili,
ancora oggi, nella zona più antica del
borgo e migliorarono enormemente questo luogo, se si pensa solo che, tuttora,
un’antica strada, tagliata da loro nel tufo,
permette di raggiungere il paese.
Successivamente i Romani, che avevano
conquistato tutta la zona circostante,
espugnarono il territorio attraverso due
cruente battaglie: la prima nel 309 a.C.,
sotto la guida del console Quinto Fabio
Rulliano e la seconda nel 283 a.C con la
quale sconfissero definitivamente gli
Etruschi ed i Boi Senoni, una popolazione
di origine gallica, che aveva precedentemente occupato il territorio. Secondo una
leggenda, in quell’occasione le acque del
lago Valdimone si tinsero di rosso. Una
volta impossessatisi del luogo, i Romani,
per consolidare l’acquisito dominio sulle
genti etrusche e vigilare sulla navigazione
tiberina, fondarono su queste colline un
castrum, identificato col nome di Castra
Amerinum, stando alla carta topografica
realizzata da Mattei nella seconda metà
del XVII secolo.
Il nome di Bassano in Teverina compare,
per la prima volta, agli inizi del 1000. Il
castello di Bassano, infatti, insieme ad
altre proprietà, fu donato da Matilde di
Canossa a Papa Gregorio VII, nel 1070. A
testimonianza di ciò anche una bolla di
Innocenzo III, risalente al 1212, in cui si
asserisce che, in quella data, tale feudo
apparteneva alla Camera Apostolica già da
molto tempo. Il paese, dunque, si trovò
sempre sotto la protezione della Chiesa, al
riparo dagli attacchi dei potenti comuni
vicini, soprattutto quello di Orte. Tra il
1298 il 1377 venne eretto a comune, ma
sempre e comunque alla dipendenza diretta della Santa Sede. Nel 1437 la diocesi di
Orte, della quale Bassano faceva parte,
venne unita a quella di Civita Castellana.
Nel 1527, Papa Clemente VII donò il feudo
al nobile napoletano Alfonso Lagne, alla
cui morte tornò sotto il governo della
Camera Apostolica. Nel 1559, insieme a
Soriano e Gallese, venne venduto da Pio
IV al Cardinale Cristoforo Madruzzo, al fratello Nicola ed al nipote Fortunato. Un ventennio dopo, il cognato di quest’ultimo,
Cardinale Marco Sittico Altemps, acquistò
il feudo e ordinò la costruzione di un suo
palazzo, ma alla fine del XVI secolo il
feudo venne definitivamente riconsegnato
nelle mani della Camera Apostolica, che se
ne occupò per numerosi altri anni a venire. Nel 1929 il comune di Bassano, piuttosto debole e piccolo, fu appoggiato a quel-
Le guid
lo di Orte, per tornare ad essere autonomo
nel 1959, dopo la Seconda Guerra
Mondiale, durante la quale un treno tedesco pieno di esplosivo venne bombardato
nella stazione bassanese da aerei inglesi,
provocando ingenti danni al centro storico
e costringendo la popolazione ad abbandonarlo.
ITINERARIO TURISTICO Il paese ha
mantenuto la struttura urbanistica
medioevale, realizzata seguendo rigorosamente il principio del borgo costruito attorno al castello. L’imponente Rocca
Farnese, a pianta ottagonale, risale,
infatti, alla fine del XII secolo, benché
riporti modifiche avvenute in epoche successive. Molto interessante da vedere é,
Campo de’ fiori
13
de di Campo de ’ fiori
menti si svolge la Sagra del Cappellaccio.
Presepe vivente Nei giorni del 24, 25,
26 dicembre e 1 e 6 gennaio, una rappresentazione in costumi d’epoca e con più di
cento figuranti, rievoca la nascita di Gesù
Bambino in un’atmosfera realisticamente
ricreata per l’occasione. Ma lo sapevate
che: la coppia sposata da più anni è
quella di Francesco Felici e Valburga
Grotticelli sposati il 12.10.1933; la persona più anziana è Giulia Bernardini nata il
21.06.1910; vi sono 1232 abitanti e 599
famiglie.
inoltre, la Chiesa Collegiata di San
Giovanni Evangelista, edificata nel
1200. Anteriore di quasi due secoli, è la
Chiesa di Santa Maria dei Lumi, in stile
romanico, costruita interamente con blocchi di peperino. È posizionata perfettamente di fronte al portale d’ingresso del
castello ed é affiancata da uno splendido
campanile, costruito, originariamente,
all’interno della cinta muraria che racchiudeva il castello stesso e inglobato nella
torre dell’orologio tra il XVI e il XVII secolo. Due file di sei colonne ciascuna, collegate tra loro da archi a tutto sesto, la divide in tre navate, delle quali quella centrale è rialzata ed é più ampia delle due laterali. L’abside si presenta leggermente sollevato rispetto al resto della pavimentazione e con affreschi realizzati in epoche successive. Degna di essere visitata è anche
la Chiesa di San Biagio, piuttosto deteriorata, ma con numerosi e pregevoli
dipinti.
Di carattere naturalistico paesaggistico è il
Laghetto di Valdimone, ai piedi del centro abitato. Alimentato da sorgenti di
acque solfuree che formano lastre di sali
calcarei galleggianti, aveva, in passato,
dimensioni ragguardevoli, mentre, oggi, é
quasi totalmente prosciugato. Diverse leggende ruotano intorno ad esso, oltre a
quella della battaglia tra Romani ed
Etruschi, sopra citata. Plinio il Giovane lo
considerava un lago sacro o si racconta
che, in una domenica di tanti anni fa, un
aratro trainato da buoi fu ingoiato dal lago
e gli abitanti del luogo interpretarono questo avvenimento misterioso come un castigo divino, perché la domenica é il giorno di
festa dedicato al Signore.
TRADIZIONI E FESTE
Fiera delle
Merci Grande mercato di merci di ogni
genere, nel mese di maggio.
Borgo in festa Mostra di antiquariato e
mercatino medievale che si snodano lungo
le vie del centro. Per l’occasione, i vivaisti
locali con le loro composizioni arricchiscono la manifestazione, che ha luogo nel
mese di giugno.
Bassano estate Giochi, musica e spettacoli di vario genere animano il paese
durante il periodo compreso tra giugno e
agosto.
Festa di San Fidenzio e San Terenzio
Festeggiamenti in onore dei Santi Patroni
con tradizionali riti religiosi, affiancati da
serate musicali. Durante tali festeggia-
14
Campo de’ fiori
“Se il tempo foss
io me lo m
Ne avevo sentito parlare
dei ragazzi del G.I.A.D.
(Giovani italiani anno
2000), avevo visto le
locandine dei loro spettacoli, ma non trovavo il
modo per ammirarli in
scena. Il mio amore per
di
il Musical mi ha spinto
Alessandro Soli
verso il locale dove di
solito si esibiscono :
Il Teatro Bianconi di Carbognano.
L’occasione era ghiotta, infatti replicavano
“Se il tempo fosse un gambero”, che io vidi
negli anni ’80 al teatro Sistina di Roma,
quando uno strepitoso Enrico Montesano
tenne a battesimo l’allora sconosciuta
Nancy Brilli.
Gli ingredienti per un successo ci sono
tutti, oggi come allora, a cominciare dai
testi di Iaia Fiastri e Bernardino Zapponi
con le musiche di Armando Trovajoli. Così
sabato 21 Ottobre u.s. sono entrato per la
prima volta in quella “bomboniera” che il
piccolo paese di Carbognano offre, come
fa lo sposo, agli invitati: Il Teatro Bianconi.
Pochi i posti, ma la visualità e l’acustica
perfetta regalano quanto di meglio a chi
vuol godersi una serata di spettacolo. Ero
curioso però di vedere all’opera questi
ragazzi, pronto a dei paragoni non certo
benevoli verso di loro, che avevano osato
sfidare la compagnia del Sistina.
Invece ho constatato che la loro esibizione
è stata all’altezza di ogni più rosea previsione.
Il “deus ex machina”, nonché regista dello
spettacolo, è Giuseppe Magagnini, spigliato e pirotecnico interprete di Max, diavolo
divenuto autista del principe Poniatowskj,
al quale Francesco Nizi ha dato nei modi e
nel lessico l’impronta tipica del nobile
polacco.
Poi c’è lei, Adelina, una Patrizia Pascale
completa nella mimica e nel canto, nella
quale ho rivisto la giovanissima Nancy
Brilli. Tralascio volutamente la trama di
questo musical, per spronare chi ancora
non lo conosce, ad assistere alle eventuali repliche che saranno rappresentate. Ma
vorrei soffermarmi sugli altri interpreti, in
modo particolare sulle due regine del mercato di “Campo de’ Fiori”, cioè la sora Lalla
fruttarola, madre di Adelina, che ha visto
in Anna Del Negro, un’interprete azzeccata, col suo romanesco, borgataro sì, ma
mai volgare.
Poi sora Cleofe, la pesciarola, chiromante
e cartomante, che tanto mi ha ricordato
nei modi e nell’aspetto, la grandissima Ave
Ninchi dei film anni ’50.
Come non ricordare poi Lucifero, al quale
Emanuele Chiossi ha dato tutta la sua prestanza fisica, tutta la sua forza, per incutere la paura e il rispetto, tipico del re dei
diavoli.
Discorso a parte per la scenografia, che,
mettendo a frutto la tecnica girevole, vista
per la prima volta al Sistina ai tempi di
“Aggiungi un posto a tavola”, ha reso più
agibile il palco del Bianconi, ottimizzando
tutti gli spazi a disposizione.
Perfette le basi musicali, ottime le luci,
ricercati e precisi i costumi anni ’50.
Bravi ragazzi! Vi auguro di andare sempre
avanti, gustando le gioie e superando le
delusioni che man mano incontrerete, ne
sarete ripagati ad ogni calar di sipario,
quando, tutti insieme, mano nella mano vi
inchinerete davanti ad un pubblico plaudente.
Campo de’ fiori
se un gambero”...
mangerei !
15
16
Campo de’ fiori
Scopri l’Arte
di Simona Anatrini
Claudio Giulianelli nasce a Roma nel 1956, frequenta un istituto ad indirizzo chimico, ma la sua passione per l’Arte lo porta ad approfondire la tecnica e lo studio della pittura tramite un’attenta osservazione dell’opera dei maestri, unitamente alla lettura di testi di tecnica pittorica.
I libri sul Caravaggio e sui fiamminghi sono stati i suoi compagni di viaggio quotidiani.
Nel 1992 si trasferisce a Corchiano, paesino di antichissime origini etrusche, ove vive ancora oggi.
Guardare un suo quadro è come iniziare un viaggio verso un qualcosa di nuovo che affascina, ma che nello stesso tempo spaventa
lasciandoci titubanti sulla soglia di un mondo da scoprire.
Si percepisce così all’improvviso un qualcosa che sta oltre, ma che in realtà è sempre stata dentro di noi: un’essenza coperta, soffocata dal quotidiano, che non si svela costantemente, ma latente sopisce in noi e viene fuori solo se stimolata dall’Arte e dai suoi misteri.
Pittore simbolista, Giulianelli pone le sue radici culturali nel mondo medioevale, di cui dipinge l’essenza più nascosta, più iniziatica.
Nella sua pittura dipinge l’amore per il Creato e per la figura femminile, intesa sia come donna materiale che come madre Natura, la
stessa che ti protegge e che ti uccide, di fronte a cui l’Uomo è sempre visto piccolo e spaurito.
Attori dei suoi quadri sono tipi umani diafani e fiabeschi, soprannaturali, che sembrano apparire e scomparire da scorci di palcoscenico, da finestre buie, come proiezioni interiori, abitanti di un mondo senza luogo e senza tempo.
I loro sguardi fissi oltrepassano la dimensione pittorica, invadendo la nostra realtà cercando di instaurare con noi un muto dialogo fatto
di gesti accennati, allusivi, a volte perentori, come a volerci educare sui veri valori o ammonire la nostra incoscienza suggerendoci la
strada giusta da percorrere.
Sono voci della coscienza che prendono forma in abiti antichi e surreali nei loro copri capi da giullari, quasi a prendersi gioco della nostra
fragilità o forse solo per sminuire l’importanza dei messaggi sottesi nei loro sguardi.
Noi uomini dalle vite frenetiche, insicuri di ogni nostro valore, noi che perdiamo di vista l’ovvio ed il vicino per guardare troppo lontano
quasi a voler scappare dalla nostra coscienza, qui, davanti a questi sguardi e fattezze, non possiamo non sentirci penetrati dall’esigenza di soffermarci, di farci guardare da occhi che non sono i nostri, dagli occhi delle ombre che impertinenti e maliziose non aspettano
altro che svelarci quello che è in noi.
E così ci tendono la mano e ci trascinano in un mondo onirico, non esente da tratti inquietanti, che ci riporta al pensiero e ci induce alla
riflessione; il mondo reale con i suoi sogni cerca rifugio nel magico, misterioso, irrazionale notturno bosco della fantasia, come in un
volontario esilio dal mondo della luce.
E’ come un invito per l’Uomo a determinare una dimensione in cui ciascuno si chieda quale travestimento o ruolo stia indossando, se
per convenienza o necessità.
L’arte di Giulianelli dà vita a moti interiori e individuali, esortando la riflessione, chiedendo, pretendendo un attimo di quiete, perché
ci si fermi e si provi a capire.
“….se noi ombre vi abbiamo irritato, non prendetela a male ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia.
Non prendetevela, miei cari signori, perchè questa storia di ogni logica è fuori: noi altro non vi offriamo che un sogno; della vostra indulgenza abbiamo bisogno….”
[William Shakespeare – Sogno di una notte di mezza estate]
Campo de’ fiori
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Claudio Giulianelli
La luna ed io
Può una maschera avere confini
La bella
Il maestro
Vanità di vanità
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Campo de’ fiori
19
Un concerto per Mozart
nel 250° anniversario della sua nascita
territorio.
Anche il Sindaco Giampieri ha avuto parole di grande soddisfazione per la manifestazione ed ha raccontato di essersi trovato, durante le ferie estive, nella Cattedrale
di Praga e di aver pensato che Mozart
aveva visitato, oltre la suddetta, anche la
Cattedrale di Civita Castellana. Il caso ha
voluto che, al suo ritorno nella cittadina
falisca, il Console del TCI, Alessandro
Fortuna, abbia proposto l’istallazione di
una targa celebrativa dell’evento in Piazza
Duomo e che è stata scoperta dopo il concerto.
Sabato 14 Ottobre, su iniziativa promossa
dal Console del Touring Club Italiano, l’avvocato Alessandro Fortuna, ed accolta con
entusiasmo dal Sindaco dottor Massimo
Giampieri, si è svolto un concerto celebrativo per il 250° anniversario della nascita del grande compositore Wolfgang
Amadeus Mozart.
Durante il concerto, il Maestro Fabio
Galadini ha brillantemente introdotto, con
approfondite notizie storiche e musicali, il
viaggio del compositore in Italia e, particolarmente, il suo soggiorno, nel lontano
Luglio 1770, a Civita Castellana e la visita
alla Cattedrale.
Il Maestro Enrico Berluti, si è esibito in un
coinvolgente concerto che si è concluso
con uno stupendo Kyrie Eleison.
L’orchestra “Le Metamorfosi Musicali”,
diretta dal Maestro Piero Caraba, ha poi
eseguito il Divertimento in RE maggiore K
136 ed il Concerto per pianoforte in LA
maggiore K 414.
Quest’ultimo ha avuto come protagonista
il Maestro Enrico Mazzoni.
A conclusione dell’evento, dopo un’entrata
in scena altamente coreografica, il Coro
Polifonico Santa Maria Maggiore, sotto l’ineccepibile direzione di Monsignor
Giuseppe Bellamaria, ha proposto due
vere “chicche” mozartiane: Ave Verum
Corpus e Lacrimosa dal Requiem K 626.
Alla fine del concerto il Vescovo di Civita
Castellana, Sua Eccellenza Divo Zadi, ha
voluto ringraziare gli organizzatori, i musicisti, i coristi ed il numeroso pubblico, invitando tutti a coltivare arte e cultura nel
Come tutte le belle manifestazioni, anche
quella dedicata a Mozart per i 250 anni
dalla nascita ha avuto un mecenate: il
Gruppo Colavene che, con una spiccata
sensibilità artistica, ha sostenuto l’iniziativa musicale.
Il Console del Touring Club Italiano di
Viterbo, Vincenzo Ceniti, organizzatore di
importanti eventi musicali, ha avuto parole di lode per la riuscita della manifestazione e, su invito del Console Fortuna, ha
ringraziato ad una ad una, le numerose
persone che hanno lavorato dietro i riflettori.
il Coro Polifonico Santa Maria Maggiore e l’Orchestra “Le Metamorfosi Musicali”
diretti da Mons. G. Bellamaria - foto M.Topini
Il Sindaco Giampieri scopre la targa dedicata a Mozart alla presenza del Vescovo S.E. Mons.Divo Zadi,
al Console del TCI Avv. Alessandro Fortuna, al Dott. Gianfranco Colamedici - foto M.Topini
Campo de’ fiori
20
il diario dei
Giras
li
questa pagina è dei ragazzi speciali
testimonianze
Mi rintrona
Mi rintrona
quell’urlo nel tempo
la tragedia ormai rivelata
mi riecheggia
quel pianto ribelle
la coscienza del precipizio
del dramma
non capiva
la mia mente bambina
la misura del tavaglio di allora
guardavo
stupefatto la culla
a scorgere un segno inespresso
tentavo
di rivedere un sorriso
sugli affranti volti vostri
e pregavo
il mio Dio traditore
di cancellare un destino segnato
ascoltavo
la sentenza fatale
per quel bimbo parte di me
percepivo
una forza nascente
ribelle al mondo dell’uomo
e leggevo
nel vostro pensiero
il rifiuto della sorte prescritta
e vi vedo
te madre
te padre
e vi vedo
miei più di allora
ora vecchi
ma ancora ribelli
a lottare
per quel bimbo
oggi uomo
figlio vostro
fratello mio
disabile
Brano tratto da
“Intra me”
Poesie di Vanni Poli
Campo de’ fiori
21
BLACK DAHLIA
Usa- Bulgaria, 2006;
genere: drammaticopoliziesco;
regia:
Brian De Palma; sceneggiatura:
Josh
Friedman; interpreti:
Josh
Hartnett,
Scarlett Johansson,
Hilary Swank, Aaron
Eckhart,
Mia
di
Kirshner, Mike Starr,
M.Cristina Caponi
Fiona Shaw; produzione:
Millennium
Films
Inc.,
Signature Pictures; distribuzione: 01
distribution; durata: 121 minuti.
Poliziotti con i sensi di colpa, donne fatali,
attricette mancate, atmosfere notturne e
corpi orrendamente amputati; su tutto ciò
torreggia
un’insegna
altisonante:
Hollywood. Gli elementi per la realizzazione di un classico noir ci sono tutti. Così
dovette pensarla lo scrittore James Ellroy
(autore di L.A Confidential), quando decise di comporre il suo più noto best seller:
The Black Dahlia. Si tratta di una storia
americana a tinte fosche, che ruota intorno all’omidicio della starlette Elizabeth
Short, trovata mutilata il 5 gennaio 1947 a
Los Angeles. Così dovette pensarla, anni
dopo, l’indimenticabile regista italo-americano Brian De Palma. Per il suo ambizioso
progetto, ha reclutato un cast di grande
appeal sul pubblico e, alla 63° Mostra del
Cinema di Venezia, lo ha presentato in
quella prestigiosa vetrina.
La trama del lungometraggio non segue
un percorso rettilineo e, rispetto al romanzo da cui è stato tratto il film, vi sono frequenti omissioni o troppe informazioni,
persino eccessive piste intraprese e poi
smarrite. Ma, per chi è avvezzo a questo
genere cinematografico ciò non dovrebbe
essere una cosa insolita, dopotutto: basti
ricordare come esempio Il grande sonno
con Humphrey Bogart. Cerchiamo di semplificare il plot, a tutto vantaggio dello
spettatore. La vicenda è incentrata intorno
a due ex pugili (Mr. Ice e Mr. Fire) che
hanno abbandonato i guantoni da boxe,
per indossare le uniformi della polizia di
Los Angeles. Fra Lee Blanchard (Aaron
Eckhart) e Bucky Bleichert (Josh Harnett),
i due piedipiatti, nasce una salda amicizia
che li porta a convidere le stesse emozioni
sia sul lavoro, sia nella vita privata. Ma,
molto presto nel cuore e nelle turbe sessuali di Bucky si insidia il desiderio per la
donna del suo socio: la biondissima Kay
(Scarlett Johansson), prostituta dal cuore
buono, definitivamente riabilitata nella
società. Tuttavia, la compagna di
Blanchard non è l’unica femme fatale su
cui il giovane agente Bleichert posa lo
sguardo. Vi è anche un’enigmatica bisessuale di nome Madeleine (Hilary Swank), i
cui delicati tratti somatici rassomigliano
sinistramente alla deceduta Dahlia Nera
(Mia Kirshner). Il resto è mistero. A chi mi
chiedesse un aiuto per districare questa
matassa di eventi torbidi, posso soltanto
dare un unico suggerimento. Ascoltate: un
indizio rilevante potrebbe celarsi dietro i
pochi fotogrammi, inseriti nel film, del lungometraggio muto datato 1928 intitolato
L’uomo che ride; traduzione in immagine
del L’Home qui rit di Vitctor Hugo. Lì si cela
la chiave per accedere alla verità. Buona
fortuna.
Ad un’analisi qualitativa del prodotto filmico, si deve elogiare la confezione patinata
e gli eleganti movimenti della macchina da
presa, con cui De Palma cerca di catturare
l’attenzione dello spettatore. Per fortuna le
sue doti di mettre en scene non sono
andate a scemare neppure con il passare
degli anni, nè soprattutto dopo un insuccesso commerciale e di critica come
Femme Fatale. Si, in Black Dahlia vi sono
delle imperfezioni, dei nei che fanno vacillare la struttura su cui si erge il film e pur-
troppo non lo si può nascondere. Simili
manchevolezze sono reperibili già nell’interpretazione sottotono di alcuni attori.
Primo fra tutti il giovane e immaturo Josh
Harnett. Sorprendente come dopo le scialbe interpretazioni di cui ha fatto prova in
alcuni dei suoi recenti film, come Pearl
Habour o Slevin, la fabbrica dei sogni
Hollywoodiana tenti ancora una volta di
riproporlo sullo schermo. Anche Scarlett
Johansson non è perfettamente a suo agio
nella parte, e lo dimostra: le sue doti attoriali vanno a scemare di sequenza in
sequenza. Peccato. Stupefacente, seppur
limitata a fugaci apparizioni, è invece l’interpretazione dell’ancora poco nota Mia
Kirshner. La sua bellezza, il suo trasparire
atteggiamenti a metà fra una sfacciata
disinibizione e una caduca fragilità la rendono ai nostri occhi l’immagine iconica del
divismo cinematografico anni quaranta.
Un ultimo encomio è da tributare al premio Oscar Dante Ferretti; lo scenografo
italiano che ha saputo ricostruire con inappagabile maestria una credibile Los
Angeles in Bulgaria.
Non siete ancora convinti? Allora eccovi
un’ultima esortazione: andatelo a vedere,
lo vivrete con crescente trepidazione, fino
a quando apparirà la scritta “THE END” e
sarete costretti ad abbandonare la sala.
22
Campo de’ fiori
Sviluppi sulla ferrovia Roma Nord
Dopo la pubblicazione
su Campo de’ Fiori del
mio articolo riguardante
la ferrovia Roma Nord,
non c’è stato giorno in
cui qualche pendolare,
incontrandomi sul treno,
non mi abbia chiesto
novità sullo stato di
di
salute della nostra straDebora Attanasio
da ferrata “preferita” e
su quante speranze ci
fossero di renderla più vicina alle esigenze
delle migliaia di passeggeri che occupano i
suoi vagoni ogni giorno. Posso confermarvi che l’interrogazione parlamentare, frutto della relazione particolareggiata che io
ed altri viaggiatori abbiamo scritto e consegnato al Gruppo Parlamentare dei Verdi,
è stata presentata. Questa ed altre iniziative parallele hanno (finalmente) mosso
un certo interesse intorno all’argomento e
abbiamo visto sui quotidiani free-press
(quelli in omaggio nelle stazioni) diversi
articoli che annuncino l’inizio dei lavori di
ristrutturazione della linea a partire dal
2007, anche se i lettori desidererebbero
maggiori chiarimenti su cosa riguarderanno esattamente queste migliorie. Si è parlato di raddoppio del binario per un lungo
tratto extraurbano, si è parlato della scomparsa della stazione a piazzale Flaminio a
favore di altra zona di Roma. Promettiamo
quindi di interpellare presto i vertici del
Co.tral (al momento sufficientemente
impegnati con la terribile disgrazia di
Piazza Vittorio) e, per il momento, vi
diamo la possibilità di leggere in esclusiva
il testo dell’interrogazione parlamentare
indirizzata ai ministri dei Trasporti e delle
Infrastrutture. Ne approfitto, inoltre, per
raccontare quanto ho trovato bello ed
emozionate, per la prima volta nella mia
vita, scegliere di andare a vedere la Sagra
delle Castagne di Soriano nel Cimino proprio con questo treno, lasciando la macchina a casa e senza essere schiava dei
parcheggi che, durante questa suggestiva
manifestazione alla quale sono molto legata (mia nonna era nativa proprio di
Soriano), sono spesso più lontani della
stazione stessa. Noi, che viviamo in questa
zona, dovremmo essere più consapevoli
della fortuna che abbiamo di avere a
disposizione una fetta di natura quasi
incontaminata, con grosse aree verdi prive
di strutture deturpanti, e vorrei indirizzare
tutti i miei complimenti ai sorianesi, che da
anni sfruttano turisticamente il loro bellissimo paese in modo impeccabile. Detto
ciò, vi rimando alle prossime novità che si
spera arrivino presto.
Camera dei Deputati
Legislatura 15 ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA : 4/00848
presentata da BONELLI ANGELO il 02/08/2006 nella seduta numero 36
Stato iter : IN CORSO
Ministero destinatario :
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE
MINISTERO DEI TRASPORTI
Attuale Delegato a rispondere
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE , data delega 02/08/2006
Termini di classificazione dell’atto secondo lo standard Teseo :
CONCETTUALE :
FERROVIE E TRASPORTI FERROVIARI, LINEE FERROVIARIE
GEO-POLITICO :
ROMA, ROMA - Prov, LAZIO, VITERBO, VITERBO - Prov, LAZIO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00848
presentata da
ANGELO BONELLI
mercoledì 2 agosto 2006 nella seduta n.036
BONELLI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che: lo sviluppo urbanistico e demografico dei comuni attraversati dalla via
Flaminia e del viterbese è in costante, vertiginoso aumento, soprattutto a causa dell’emigrazione dalla città verso la provincia di persone che mantengono i propri interessi a Roma; una maggiore efficienza della tratta snellirebbe l’affluenza di mezzi privati all’interno della città di Roma, con una conseguente riduzione del traffico urbano
e relative emissioni di gas inquinanti; il tratto extraurbano adiacente alla ferrovia è
costituito in gran parte da parchi regionali e suburbani protetti che andrebbero salvaguardati, tra l’altro, anche con lo sviluppo ferroviario per disincentivare l’uso dell’automobile per lo spostamento quotidiano casa-lavoro; purtroppo la qualità del servizio
è decisamente inferiore alle esigenze e si registrano frequentemente forti ritardi e
soppressioni delle corse senza alcun preavviso; nello scorso mese di giugno i disagi
si sono ulteriormente intensificati, con ritardi fra i venti e i quaranta minuti e un numero di soppressioni, tra urbane ed extra urbane, vicino alle venti giornaliere, senza
alcuna informazione nei confronti dell’utenza; al di là dei guasti e dei ritardi va registrata l’inadeguatezza dei mezzi e dell’infrastruttura, con tempi di percorrenza decisamente insufficienti; la linea ferroviaria rappresenta l’unica soluzione davvero praticabile alla crescente domanda di mobilità da e verso la Capitale ed è assolutamente
necessario provvedere al suo ammodernamento -: quali provvedimenti intenda porre
in essere il Governo affinché si realizzi il necessario adeguamento infrastrutturale
della linea ferroviaria Roma-Viterbo, garantendo così un sistema di collegamento efficiente e funzionale che consenta di trasferire una quota significativa di mobilità dalla
strada alla ferrovia, contribuendo così alla riduzione della congestione e dell’inquinamento nella più vasta area metropolitana d’Italia.(4-00848).
Campo de’ fiori
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10° Mini Festival “Città di Viterbo”
Ormai possiamo dirlo forte: la 10° edizione
del Mini Festival “Città di Viterbo” – la cui
finale si è tenuta sabato 4 Novembre al
Teatro San Leonardo di Viterbo – è stata la
più bella ed equilibrata di sempre, con un
livellamento verso l’alto dei partecipanti che
ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alla
proclamazione dei tre vincitori (uno per ogni
categoria).
Alla fine, mai come stavolta, c’erano quindi
tre concorrenti felicissimi e… diciassette da
consolare, dato che pressoché tutti ambivano, legittimamente, almeno al podio.
E sì che già l’essere arrivati in finale è stato
un traguardo mica da ridere…
Tant’è, la giuria – presieduta dal M° Fabio
Barili – ha emesso, con freddezza, lucidità ed
assoluta competenza, i seguenti “verdetti”:
Cat. 6-10 anni:
1° - Piccini Gian Marco (9 anni, Blera), con il
brano “Vorrei avere il becco” (Povia);
2°- Valeri Davide (9 anni, Villa San Giovanni
in Tuscia), con il brano “Fiume Sand Creek”
(F. De Andrè);
3°- Pesci Tamara (7 anni, Marta), con il brano
“Finché la barca va” (O. Berti).
Cat. 11-14 anni:
1°- Anselmi Chiara (12 anni, Villa San
Giovanni in Tuscia), con il brano “Lei ha la
notte” (N. Nicolai);
2°- Burchiani Beatrice (12 anni, Bagnaia),
con il brano “Continua” (Dolcenera);
3°-Piergentili Francesca (12 anni, Corchiano),
con il brano “Le mille bolle blu” (Mina).
Cat. 15-18 anni:
1°- Gabrielli Francesca Romana (17 anni,
Monte Romano), con il brano “Fa’ che non sia
mai” (Eramo e Passavanti);
2°- Brunetti Virginia (17 anni, Piombino), con
il brano “Com’è straordinaria la vita”
(Dolcenera);
3°- Andreoli Mirko (16 anni, Viterbo), con il
brano “Sparirò” (L. Di Risio).
C’è stata, quindi, la conferma di Gian Marco
Piccini nella prima categoria, e l’ulteriore
dimostrazione di bravura da parte della favolosa annata del 1994 nella seconda – non
solo le prime tre! -, composta da notevoli
talenti di cui sentiremo parlare ancora per
molto… almeno ce lo auguriamo!
Tra di loro, Chiara Anselmi è alla sua terza
vittoria nel Mini Festival.
Battaglia all’ultima nota anche nella terza
categoria, che ha visto la “prima volta” di
Francesca Romana Gabrielli davanti a due
nostre “vecchie” conoscenze.
L’organizzazione ha poi assegnato il premio
simpatia a quella forza della natura che è
Alessio Crescenzi, di Civita Castellana, che ha
interpretato in modo sorprendente e divertentissimo il brano “Baratto” (R. Zero).
Le prevedibili polemiche finali sono state solo
la dimostrazione di quanto, ormai, sia sentito
e qualificato il Mini Festival.
La serata è stata presentata, come sempre,
da Pierluigi Alberti – stavolta in compagnia
dell’effervescente show girl Laura Leo – con
la supervisione di Paolo Moricoli.
Particolarmente gradite sono state le presenze di Mauro Rotelli (Assessore Politiche
Giovanili del Comune di Viterbo), Livio
Martini (Assessore alla Cultura del Comune di
Corchiano), Salvatore Zafarana (Vice
Presidente di Viterbo con Amore) ed
Alessandro Mazzoli (Presidente della
Provincia di Viterbo… via SMS per precedenti impegni già presi).
Intermezzi di notevole spessore sono stati
regalati da Laura Leo e Fabio Barili, nonché
da alcune vecchie glorie: Paride Achilli,
Giacomo Cordini, Giordano Ferri ed
Emanuela Ferruzzi.
Poi, all’improvviso, è arrivato anche il “fratello” di Roberto Benigni a fare un po’ di confusione…
Ai primi tre classificati di ogni categoria è
andato il trofeo con l’esclusivo logo del Mini
Festival, mentre i tre vincitori assoluti avranno la possibilità di partecipare, gratuitamente allo stage estivo internazionale offerto da
“Tuscia in Jazz Festival”; avranno, inoltre,
diritto ad usufruire di un soggiorno settimanale, per due adulti e tre bambini, in una
località italiana del catalogo Iper Club, offerto dal sito internet viterbowebtv.info.
Il primo della categoria dei “grandi” potrà,
inoltre, incidere un CD demo in una sala di
registrazione professionale.
Un ampio “special” della finale sarà trasmesso, nei prossimi giorni, da Tele Tuscia Sabina.
Come ormai arcinoto, il 10° Mini Festival
“Città di Viterbo” è un concorso canoro
riservato a ragazzi/e da 6 a 18 anni (divisi in
tre
categorie)
che
l’Associazione
“Omniarts” – in collaborazione con
Corriere di Viterbo, Etrurialand, Il
Messaggero, Melting Pot, Radio Verde e
Totem – organizza con il contributo della
Provincia di Viterbo e dei Comuni di
Viterbo – Politiche Giovanili -,
Corchiano e Montefiascone, e che fa
parte degli eventi di solidarietà portati avanti da “Viterbo con Amore”.
Ringraziamo di cuore gli sponsor che hanno
reso possibile la manifestazione: Flaminia
Ceramiche, Gruppo Servizi Ambientali,
Veteres, P.S.A., Mancini Costruzioni Generali,
Opel Ciminauto, Pizzeria Il Monastero, Porter
Tavern.
… e poi Massimo Luziatelli per le splendide
fotografie!
Arrivederci all’anno prossimo… a meno di
sorprese molto presto!
P. Ass. OMNIARTS
Paolo Moricoli
Gian Marco Piccini
9 anni
1° classificato
cat. 6-10 anni
Chiara Anselmi
12 anni
1° classificata
cat. 11-14 anni
Francesca Romana
17 anni
Gabrielli 1° classificata
cat. 15-18 anni
Albo d’Oro Minifestival
CITTA’ DI VITERBO
ANNO
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
CAT. 6-10 ANNI
Mirko Andreoli (Viterbo)
Giordano Ferri (S.Lorenzo N.)
Alina Deidda (Blera)
Alina Deidda (Blera)
Gessica Tartaglia (Vitorchiano)
Chiara Anselmi (Villa S.Giovanni)
Chiara Anselmi (Villa S.Giovanni)
Beatrice Burchiani (Viterbo)
Gian Marco Piccini (Blera)
Gian Marco Piccini (Blera)
ANNO
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
CAT. 11-14 ANNI
Alessandro Guagliardo (Viterbo)
Antonio Poli (Viterbo)
Giordano Ferri (S.Lorenzo N.)
Anna Tatangelo (Sora)
Francesca Ercoli (Grotte di Castro)
Virginia Brunetti (Piombino)
Virginia Brunetti (Piombino)
Giulia Karimi (Monterosi)
Ilaria Massella (Tarquinia)
Chiara Anselmi (Villa S.Giovanni in T.)
ANNO
2003
2004
2005
2006
CAT 15-18 ANNI
Milena Verzari (Ronciglione)
Emanuela Ferruzzi (Montefiascone)
Giacomo Cordini (Piombino)
Francesca Romana Gabrielli (M.Romano)
01100 Viterbo P.zza Verdi, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: [email protected]
Centro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest - Tel. 0761.390013 e-mail: [email protected]
01030 Vallerano (VT) Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551 e-mail: [email protected]
01033 Civita Castellana (VT) Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951 e-mail: [email protected]
00169 Roma Centro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 - Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988
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Prossima Apertura: Centro Commerciale Torresina - Via di Torresina
63037 Porto D’Ascoli (AP) Centro Commerciale Portogrande - Via Pasubio, 144 - Tel./Fax 0735.753665
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nostri tecnici sono a sua disposizione per eseguire i controlli di riassetto necessari ed effettuare una
completa pulizia ad ultrasuoni.
Campo de’ fiori
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Associazione Nazionale
Marinai d’Italia
Gemellaggio a Civita Castellana
Il Gruppo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Civita Castellana con il
Presidente Contrammiraglio SAN (a) Antonio Peri - foto Alfonso Corazza
Lo scambio di diplomi fra il Presidente dell’ANMI di Civita Castellana
Contrammiraglio SAN (a) Antonio Peri e quello di San Benedetto del Tronto
Cav. Pietro Paciotti - foto Topini
Il Gruppo dell’ “Associazione Nazionale
Marinai d’Italia” (ANMI) di Civita
Castellana, intitolato ad “Alberto Zilli”, giovane marinaio civitonico deceduto in attività operativa durante il secondo conflitto
mondiale, e del quale ha parlato il nostro
collaboratore Enea Cisbani sul n. 22 di
Campo de’ fiori, si è costituito nell’Aprile
2001 raccogliendo iscritti in Civita
Castellana e nelle cittadine vicine, dove
vive un nutrito gruppo di ex marinai.
Nella sua breve storia, il gruppo ha donato alla cittadina di Civita Castellana un
monumento ai Caduti del Mare, ha organizzato varie attività culturali come conferenze su temi storici e marittimi, ha realizzato varie attività ricreativo – culturali
come gite in città d’arte italiane, ha partecipato a numerose manifestazioni a carattere regionale e nazionale dell’ ANMI.
A livello locale ha partecipato a svariati
eventi e ricorrenze apportando, in relazione alle limitate risorse disponibili, il proprio
contributo di presenza ed assistenza (es.
collaborazione con la CRI, con Special
Olympics, etc.).
Ciò ha permesso ad una cittadina dell’entroterra laziale di essere degnamente rappresentata nella grande comunità dei
Marinai d’Italia.
In occasione del 50° anniversario, celebrato nel Giugno 2006, della fondazione del
Gruppo ANMI di Viterbo, a seguito di una
rievocazione di conoscenze comuni, tra cui
l’iscritto all’ ANMI Spartaco Gioacchini,
deceduto alcuni anni fa, il Presidente del
L’omaggio ai caduti in mare - foto Topini
Gruppo ANMI di San Benedetto del Tronto,
Cav. Pietro Paciotti, ha invitato il Gruppo di
Civita Castellana a visitarli a San
Benedetto. Nel corso di questa visita,
avvenuta nel Settembre 2006, il
Presidente di San Benedetto ha ufficialmente proposto al Presidente di Civita
Castellana, Contrammiraglio SAN (a)
Antonio Peri, un gemellaggio tra i due
gruppi da realizzarsi nell’ultima domenica
di Ottobre 2006.
Di fronte a tanto entusiasmo e dimostrazione di amicizia, pur nella consapevolezza
delle difficoltà organizzative che una tale
cerimonia comportava per un gruppo che
vede numerosi iscritti disporre di scarsissimo tempo libero, ed una età generalmente avanzata, il Gruppo di Civita Castellana
ha accettato la proposta che si è concretizzata con una semplice, ma significativa,
cerimonia domenica 29 Ottobre 2006 nella
nostra cittadina.
La cerimonia si è aperta con la benedizione, presso la Chiesa San Giuseppe
Operaio, dell’omaggio floreale offerto dal
Gruppo San Benedetto del Tronto, il quale
è stato poi deposto presso il Monumento
ai Caduti del Mare di Civita Castellana.
Dopo la deposizione sono stati ricordati gli
iscritti all’ANMI deceduti dei due gruppi e a
seguire lo scambio di pergamene attestanti il gemellaggio.
Tutti i partecipanti hanno assistito, dopo
una breve visita turistica di Civita
Castellana, alla Santa Messa officiata presso la Chiesa San Giuseppe Operaio.
Alla cerimonia sono stati invitati il
Presidente
Nazionale
dell’
ANMI,
Ammiraglio di Squadra (r) Silverio Titta, il
Consigliere Nazionale per il Lazio,
Ammiraglio di Divisione (r) Luciano
Bolognesi e il Contrammiraglio (GN) Sergio
Moro.
Inoltre sono stati invitati il Sindaco di
Civita Castellana, i Comandanti della
Compagnia Carabinieri, della Guardia di
Finanza e del Distaccamento della Polizia
Stradale locali.
Sono intervenute rappresentanze dei
gruppi ANMI di Viterbo e Anguillara
Sabazia, dell’Associazione Nazionale
Carabinieri e Bersaglieri di Civita
Castellana, delle Infermiere Volontarie
della Croce Rossa Italiana, unitamente ad
altri ospiti che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.
E’ intervenuta anche la Senatrice Laura
Allegrini che, nello svolgimento del suo
passato incarico a livello regionale, ha
incoraggiato e sostenuto la realizzazione
del monumento ai Caduti del Mare di
Civita Castellana.
Al presidente del gruppo gemellato di San
Benedetto del Tronto è stato donato un
prodotto artistico locale: un piatto in ceramica dipinta a mano dal Maestro d’Arte
Leopoldo Pieri, mentre agli ospiti gemellati sono stati donati piatti con l’immagine
del Forte Sangallo.
Alle autorità dell’ANMI intervenuti sono
stati donati piatti dipinti a mano da artisti
locali.
Campo de’ fiori
26
Una “Fabr
Storie e immagini d
a Ma
Questa volta non ce l’hai fatta, te ne sei
andato il giorno di tutti i Santi.
Hai sofferto, hai combattuto in silenzio,
buono com’eri per indole e carattere.
Sei sempre stato discreto, semplice, essenziale e le tue parole erano sempre pacate e
quasi timide.
A chi ti chiedeva come stessi, rispondevi con
il tuo classico “eccoci qua”, come a dire “ci
siamo ancora”.
Ci hai lasciato senza neanche un lamento,
senza dar fastidio a nessuno, neanche
quando sei dovuto rimanere immobile in
quel letto per mesi e con tutti quei fili attaccati, da non poter muovere neanche il capo.
Ora sei lontano dai rumori e dai frastuoni,
come a te piaceva vivere, sei in un tempo
indefinito, dentro spazi dilatati, ora sei nella
luce onnisciente di Dio e dentro i miei occhi.
Torna l’eco delle risa lontane, quando da
bambini giocavamo insieme a cavalli e cavalieri.
Tu eri il mio cavaliere ed in quelle guerre
innocenti, io mi sfiancavo e correvo a perdifiato per regalarti la vittoria.
Mauro, non voglio confonderti con i miei
mille vecchi ricordi, mi sarai vicino per rivivere, minuto per minuto, tutti gli anni trascorsi insieme.
Tutto fioriva allora, ignari e semplici, belli e
felici.
Ah, quanti sogni infranti e quante cose da
fare, quante sconfitte insieme e quanta
voglia di vivere.
Ora angoscia, sgomento.
La morte è solo un momento improvviso che
lascia il vuoto nel cuore.
Ora ti chiedo conforto e coraggio, per quando cercherò di cacciare la tristezza e la
malinconia.
Pianterò una rosa per te e verrò a curarla ed
annaffiarla finchè Dio vorrà.
Va di fretta la vita.
Sandro
Campo de’ fiori
rica” di ricordi
di Fabrica di Roma
auro
27
Campo de’ fiori
28
Come eravamo
mo?
a
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Ma oggi
27 Settembre 1997. Erano presenti: Alessandro Soli, Marella Cima, Bruna Foresi, Elsa Cima, Luisa Cassieri e Franco, Pina Menichelli, Filomena Toni, Teresa Belloni,
Mascia Mariani, Edoardo Carrisi, Arnaldo Ricci, Maria Benedetti, Danila Rossi, Ivana Panzetti, Antonello Bernardi, Pasquale Mancini, Giuseppe Falchi, Clara
Scavoni, Enrica De Guidi, Giuseppa Papa, Antonio Cristaldi, Ermanno Lemme, Maria Malvina Mosconi, Giovanna Coramusi, Maria Mosconi, Lucia Lucentini,
Adriano Riganelli, Luciana Galizi, Massimo Angeletti e signora, Franco Soli, Ombretta Fantera, Silvana Peri, Aurelio Piermaria, Luciano Coracci, Emanuela
Costantini, Anna Severini, Renzo Andreucci, Elena Camerlengo, Gianna Urbanetti, Piero Basili, Francesco Marini, Giancarlo Bruzziches, Bruno Montoresi, Piero
Pulimanti, Giuseppa Madami, Serafino Scarponi, Piergiorgio Conti, Gina e Maria Mengarelli, Salvatore Panico, Alessandro Ferrami, Claudio Zaghetto, Sandro
Frangioli, Gerry, Carlo Ilarioni, Giancarlo Carloni, Loredana Ciucci, Maria Luisa Vitturini, Paola Bettinelli, Anna Fantera, Nada Primanni, Ida Bufarini, Pietro
Iommi, Massimo Mancini, Franco Masciangelo, Sergio Pescetelli, Luciana Fantera, Fabrizio Accettone, Oscar Federici, Graziella Casadidio, Isa Pistocco, Giuliano
Marcantonini, Domenico Talotta, Ornella Corazza, Marco Manoni, Goirgio Sorighetti, Carlo Beccio, Pietro Ercolini, Ferruccio Fontana, Giuseppe Mereu, Mina
Salvatore, Tommaso Galluzzi, Piera Ciocconi, Evelina Mancini, Carla Anzellini, Mirella Coracci, Miro Millozzi, Giuseppe Conti, Fabio Finesi, Renzo Ciarletti, Adriano
Tocci, Giorgio Flori, Mauro Paolelli, Ivo Cimarra, Domenico Tomei, Alvaro Stamigna.
Dopo i tanti articoli
scritti sull’onda dei
ricordi di noi ragazzi
degli anni ’50, dopo
aver trattato i più svariati argomenti inerenti
l’infanzia e l’adolescenza di una generazione
di
post bellica, che ha visAlessandro Soli
suto la ricostruzione e il
“boom economico” che
ha cambiato il volto dell’Italia, non voglio
correre il rischio di ripetermi.
Allora, partendo dalla mia esperienza personale, spero di far cosa gradita agli affezionati lettori di “Campo de’ fiori”, nell’analizzare, questa volta, non il “Come eravamo”, ma il “Come siamo”.
La mia analisi parte dalle sensazioni provate quando, nel 1997, celebrammo, io e i
miei coetanei, le cosiddette “nozze d’oro
con la vita”, cioè i cinquant’anni.
Fu una vera e propria rimpatriata: il rivedere vecchi amici, qualcuno dopo tanti
anni, chi più, chi meno, cambiato nell’aspetto fisico, ognuno con la sua storia,
ognuno con i suoi ricordi raccontati, magari, con un pizzico di nostalgia, ma tutti
consapevoli di aver raggiunto un traguardo importante.
Oggi, a distanza di dieci anni, deciso a
festeggiare il prossimo anno, perché no
anche i sessanta, sento il bisogno di trasmettervi ciò che ho provato e che provo
tuttora.
Gli antichi romani dicevano che “ognuno è
artefice del proprio destino”, detto saggio,
che mette in primo piano le possibilità
umane, trascurando, però, altri fattori
quali la salute e la fortuna.
Ecco allora che arriva, in contrapposizione,
una affermazione tanto di moda in ambito
scolastico qualche anno fa: “ultimo nella
scuola, primo nella vita”.
Io non sono stato il primo a scuola, ma
nemmeno l’ultimo. Non sono stato il primo
nella vita, ma nemmeno l’ultimo.
Chi mi conosce, può provare a decifrare
questa frase forse un po’ sibillina.
Da parte mia posso dire che in “quella rimpatriata di cinquantenni” c’era veramente
chi si è fatto da solo, divenendo imprenditore o professionista di successo, non
eccellendo negli studi; oppure chi era il
primo della classe e tale è rimasto, consapevole che lo sarà per tutto il resto della
vita.
Una cosa è certa, il sapersi accontentare
non è facile per nessuno, perché il mondo,
a differenza del proverbio, ti dice che se ti
accontenti non godi.
Ma allora chi non ha la salute, forse gode?
E i sentimenti dove li mettiamo?
I valori quali la famiglia, la fede, l’amore
per il prossimo, per me sono tutte cose
che non incrementano il tuo conto in
banca, ma ti arricchiscono dentro e ti
danno una dimensione diversa della vita,
specialmente quando vai con gli anni
verso quella parabola discendente di origine prettamente genetica.
Non sto parlando da “vecchio”, sto solamente sottolineando l’importanza che i
ricordi, siano essi belli o tristi, hanno nella
vita dell’uomo.
Il poterli rammentare e trasmetterli,
magari attraverso i miei articoli, spero
“facciano bene” a tutti indistintamente, ma
specialmente alle nuove generazioni, che
volenti o nolenti (sicuramente non per loro
colpa), tendono a cancellarli dalle loro
menti.
La scuola di danza HONEY
a complet amento dello studio della Danza Classica,
del Passo a Due, della Propedeutica, del Modern Jazz,
del Contempory Jazz, dell’ HIP-HOP
PRESENTA
i nuovi corsi e le nuove discipline che ne arricchiscono i
percorsi didattici di studio:
SBARRA A TERRA e
ACROBATICA
Sbarra a terra
La tecnica della sbarra a terra si è sviluppata negli anni cinquanta grazie all’intuizione e alla genialità di Boris Kniasieff
che, fuggito dalla Russia, si rifugiò dapprima nel Sud della Francia e poi a Ginevra
dove iniziò a lavorare. Il suo obiettivo fu
quello di alleggerire il lavoro del ballerino
per non affaticare inutilmente ed eccessivamente la colonna vertebrale, il sistema
circolatorio, respiratorio e cardiaco.
Kniasieff mise così a punto una serie di
esercizi, basandosi sulla sbarra tradizionale, da svolgere in terra. Tali esercizi furono
sperimentati sul corpo di ballo del Grand
Thèatre de Genève e sui giovanissimi allievi dell’Acadèmie Internazionale de Danse
di Ginevra che dirigeva.
Probabilmente Kniasieff non si rese conto
fino in fondo di ciò che aveva inventato,
come spesso accade ai geni… Ne risultò
che, una volta in piedi, qualsiasi movimento (esercizi o passi) furono sia più facili da
eseguire che di migliore qualità, se lavorati precedentemente in terra.
Questo metodo fu poi ulteriormente rielaborato e perfezionato da altri nomi illustri
quali Zena Rommet e Alex d’Orsay che ne
diffusero la grande utilità non solo a danzatori professionisti ma anche ad atleti ed
appassionati. Il metodo rielaborato ha
anche intenti correttivi della postura, riabilitativi e preventivi delle lesioni muscolari
che così spesso affliggono i danzatori.
La sbarra a terra oggi è una modernissima tecnica con risultati di indubbio valore.
Essa non si sostituisce alla sbarra tradizionale ma ne completa e ne incrementa il
lavoro di tutti i muscoli del corpo, anche di
quelli che vengono spesso poco utilizzati,
dando largo spazio ad esercizi con finalità
terapeutiche. Per ogni esercizio è stata
studiata una respirazione coordinata per
mantenere al giusto livello l’ossigenazione
del sangue durante il movimento e permettere quindi una maggiore tenuta
muscolare.
I benefici sono enormi:
una postura correttamente allineata, un
allungamento muscolare totale, rafforzamento della massa muscolare, il controllo
della respirazione, il coordinamento della
respirazione con la danza, lo sviluppo della
percezione fisica, lo sviluppo della concentrazione e della memoria muscolare del
movimento, il rafforzamento dei legamenti, l’alleggerimento dei muscoli sovraccaricati.
La sbarra a terra è un lavoro molto valido
sotto il profilo didattico, perché consente
di percepire un movimento prima di impararlo. La particolarità risiede nel rapporto
fisico con il pavimento che risulta essere
uno specchio assoluto del movimento
stesso e della morfologia corporale.
Tra le valenze di questa tecnica la totale
assenza del campo visivo. Si è costretti a
percepire il movimento senza guardare se
le gambe e le braccia sono in posizione
corretta…. Cosi , con la ricerca delle giuste
percezioni fisiche, il movimento entra a far
parte delle proprie sensazioni. Allungati
per terra in pronazione o supinazione si
acquisiscono queste magnifiche doti di
percezione che permettono, una volta in
piedi, di ottenere una altissima qualità di
movimento.
La forza di gravità agisce diversamente su
un corpo disteso e su uno in piedi e la tecnica della sbarra a terra, utilizzando questa
differenza, permette di attivare muscoli
molto importanti nel movimento, con
esercizi atti allo sviluppo della muscolatura
della cintura scapolare, del torace, del
bacino, dei muscoli delle cosce, della
muscolatura addominale profonda, con
esercizi atti all’elevazione ed alla velocità
del movimento, con esercizi per il coordinamento tra le diverse parti del corpo nei
movimenti ……Nella ricerca di armonia,
profondità ed intensità tra i movimenti
propri di un danzatore.
La lezione della sbarra a terra è rivolta a
tutti:
nuovi e giovani danzatori ( di tutte le tecniche della danza) che vogliono ottenere il
meglio nel movimento dall’esercizio fisico;
ex danzatori che non si ritrovano nel coltivare passioni diverse dalla danza , che
non hanno soddisfazione nel praticare
sport vari tanto diversi dalle proprio origini per mantenere il proprio fisico;
persone che hanno bisogno di curare patologie della schiena e della postura.
Possibilità di partecipare anche a singole
lezioni
Acrobatica
L’acrobatica richiede raffinate doti di abilità e di destrezza che si inseriscono nella
danza in modo dinamico ed armonioso
rendendola “spettacolare”.
Essa favorisce il controllo del corpo sia in
terra che in aria.
Di grande impegno muscolare l’acrobatica
richiede atti di equilibrio e di statica particolarmente sofisticati.
Vanta origini molto antiche: il suo nome
proviene dal greco arcaico “acrobateo”
(elevarsi sugli arti) e la sua pratica è testimoniata da documenti risalenti all’antico
Egitto.
Essa richiede equilibrio, forza, concentrazione, coraggio, agilità.
L’allievo impara a rallentare, arrestare o
vincere la caduta del corpo sotto l’azione
della forza di gravità.
Impara ad adattarsi e a reagire allo stimolo prodotto da rotazioni, accelerazioni e
cambi di velocità del corpo che provocano
normalmente una iper stimolazione dei
recettori labirintici.
Impara ad adattarsi a ridotte condizioni di
stabilità causata dalla diminuita base di
appoggio e dalla perdita del baricentro
nelle variazioni delle diverse posizioni del
corpo.
Impara a ruotare intorno agli assi principali del corpo e a ristabilire velocemente il
baricentro per riacquistare equilibrio.
L’acrobatica, esaltando doti e virtuosismi, è
quindi un completamento dell’arte della
danza.
…..Inoltre nella scuola di danza Honey si
possono frequentare alcune delle più affascinanti discipline alternative della danza,
quali :
Tango Argentino, Flamenco, Danza del
Ventre, Salsa – Bachata – Merengue
…..Ed ancora ….. continuano le lezionipremio per le ragazze Honey presso la
Maison de la Danse con il Maestro Denis
Ganio.
Il secondo gruppo composto da
Arianna Silveri, Valeria Conti, Claudia
Mezzanotte, Francesca Fortuna,
Ambra Mariani, ha potuto studiare
con il Maestro Ganio Giovedì 19
Ottobre.
La redazione di Campo de’
Pier
Francesco
Rossi.
Al nostro
grande amore,
auguriamo
Buon
Compleanno
per il suo
primo anno di
vita, con
Tanti auguri di buon compleanaffetto
Ciao, sono Giulia
no alle gemelline Silvia e
mamma
Pampaloni e da 1 anno
Valentina Cioccolini di
Corchiano che hanno compiuto sono la gioia di Laura e Roberta, papà
1 anno il 3 Novembre. Auguri Sergio (mamma e papà) Dante e i nonni.
e di nonni, zii,
dalla mamma Annarita, dal
Tantissimi
e bisnonni
papà Nazareno e dai nonni.
auguri ad
Alessandro
che
il 24
Novembre
festeggia
24 anni.
Con amore
Tantissimi auguri ad
Angelica Maggio che
il 4 Novembre ha
compiuto 2 anni.
Auguri dalla mamma
Marina e dal papà
Luciano.
Tanti auguri di
Buon Compleanno
a Vera Viselli di
Sezze (LT) che il
20 Novembre
ha compiuto
22 anni,
da parte degli amici
Ester
Buon Compleanno a
Noemi Boccacani di
Roma per i 22 anni
che ha festeggiato
il 23 Novembre da
parte di Cristina,
Gloria, Emanuele e
Daniela.
Tanti auguri a noi che il 24
Auguroni a Chiara e Diletta (le mie due scorpioncine) che
Novembre abbiamo festeggiahanno
to il 2° anniversario insieme…
compiuto gli
con la speranza che ne
anni il 12 e
passeremo altrettanti
il 6
stupendi come questi.
Novembre,
Con amore Federica
da nonna
Gabriella, Tantissimi auguri a Benedetta Spiga di
Gallese, che l’ 11 Ottobre 2006 ha
mamma,
conseguito la laurea
papà
in medicina con il voto di 110/lode.
e gli zii.
Auguri da Franca per un
prospero futuro.
fiori si associa agli auguri
Tanti auguri di Buon
Tantissimi auguri a
Compleanno a Michela,
Michael De Iulis che
che ha compiuto gli anni ha compiuto 18 anni il
il 18 Novembre, da
15 Novembre.
Cristina e famiglia
Con tanto amore da
mamma, papà e i nonni.
Buon compleanno a
Fabio Bedini di Fabrica
di Roma che il 7
Novembre ha festeggiato gli anni, dagli zii,
Chiara, Alessio, la
fidanzata Laura,
Cristina e Massimo.
Auguri di Buon
Compleanno a Fabio
Tarantino che ha
compiuto gli anni il 14
Novembre, da mamma,
papà, i nipotini Federico,
Gioia e Paolo, la fidanzata
Elia, i fratelli, il cognato
e la cognata
Tanti cari auguri al
mio piccolo “mostro”
Flaminia Bellizzi,
che il 15 Novembre
ha compiuto 18
anni!!! Auguroni dalla
tua migliore amica
Serena.
Tanti auguri
a Umberto
Miletta che
Tanti auguri a Stefano Bellini ha compiuto
9 anni il 15
per il conseguimento della
Novembre,
laurea in Ingegneria
da Marco,
Elettronica con la votazione di
mamma,
110/110 e Lode, dalla famiglia e
nonna, le
da tutti i parenti. 10/10/2006
sorelle ed il
fratello.
Tanti auguri a nonna Santina che ha
compiuto 85 anni il 26 Novembre,
dalle figlie, i generi, i nipoti e
i pronipoti, e a sua figlia Antonietta
che ha compiuto gli anni
il 16 Novembre.
La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
01/01/2007
Il 12 Ottobre,
Buon 6°
per la gioia di mamma
Alessia e papà Carlo, è anniversario di
fidanzamento,
venuto al mondo il
spero con
piccolo Diego Capozucchi.
tutto il cuore
Tanti auguri da
che passerai
zio Marco e zia Annalisa
altri anni belli
come questi
con me ...
Fernando
Tanti auguri di Buon
Compleanno a
Tanti auguri a
Stefano Scaloni
Andrea Urbani,
di Corchiano che il
che ha compiuto
17 Novembre ha
6 anni il 4
compiuto 18 anni, dalle
Novembre, e al
amiche e gli amici di Corchiano e Civita Castellana.
fratellino
Tantissimi
Michele, che ha
Tanti
auguri di
auguri di compiuto 1 anno a
Buon
Giugno, dalla
Buon
Compleanno Compleanno mamma Monica,
a Federico
il papà Nestore
a
Casaluce,
e dai nonni.
Desiderio
che ha com- Martini, di
Buon Complenno
piuto 2 anni
Civita
a Carlo e a
il 30 Settembre, da mamma Daniela, Castellana,
Floriana
papà Alessandro, nonno Cosimo, nonna
che ha
di Corchiano che
Anita e zio Fabio.
compiuto gli
a Novembre
Tanti auguri a Fabio Lilli di
anni il 23 compiono gli anni.
Corchiano per il suo 18esimo comNovembre, Tantissimi Auguri
pleanno,
dai figli, la
da Sonia,
da papà
moglie e gli
Giancarlo
Carlo,
amici.
e Michele.
mamma
L’ 8 Dicembre
Corinna e la
festeggiano 60 anni di
sorella
matrimonio
Valentina
Giovanni Bellizzi e Maria Dentico.
Per Andreina Marcelli.
Un augurio sincero per una tappa
Auguri per i tuoi 60 anni compiuti,
così importante da tutti i
da chi ti vuole bene; tua sorella
vostri cari che vi amano.
Angelina, tuo
marito, la
mamma, i
figli, il fratello, gli amici
ed i parenti
tutti.
Campo de’ fiori
38
NATI
MATRIMONI
Civita Castellana
Civita Castellana
1/10 Bobboni Lorenzo
5/10 Olteanu Robert Daniele
8/10 Pontes Teixeira de Mesquita Gui./Ed.
8/10 Menichelli Giulia
10/10 Haida Riham
11/10 Beccaccioli Sara
12/10 Capozzucchi Diego
14/10 Padiglioni Danilo
19/10 Francioli Clara
24/10 Crocetti Anna Giulia
25/10 Coloian Denisa Andreea
26/10 Cassanelli Marco
27/10 Bergamaschi Diego
1/11 Lazar Larissa
7/11 Liciarelli Alessandra
7/11 Marchetti Benedetta
14/11 Fattori Leonardo
14/11 Moise Diana Andrea
9/10
Le Rose Luigina
Spaziano Antonio
14/10
Armini Elisabetta
Falchi Franco
21/10
Di Donato Donato
Marchetti Alessia
11/11
Jianu Ionela
Sau Iulian
DECEDUTI
Civita Castellana
9/10 Sciattella Marcello
9/10 Guarrera Giuseppe
10/10 Lupini Otello
11/10 Pallozzi Gismondo
17/10 Molinari Enrico
20/10 Cristaldi Pasqualina
21/10 Mariottini Francesco
21/10 Montanari Luigi
26/10 Talia Teresa
27/10 Lisi Elsa
29/10 Madami Rosa
29/10 Riso Angelo
31/10 Galadini Rosa
6/11 Rinalduzzi Sylva
7/11 Paolelli Mario
11/11 Baldini Maria
12/11 Pannella Nazzarena
Campo de’ fiori
39
Piergiorgio Conti
dal Beat a Bach
di Alessandro Soli
Se vi trovate una domenica a Viterbo e,
visitando la cattedrale S. Lorenzo, udite il
suono imponente emesso dal maestoso
organo a canne, probabilmente conoscerete Piergiorgio Conti, che, seduto alla
tastiera, dà sfogo alla sua innata passione.
Piergiorgio Conti nasce a Civita Castellana
il 3 Febbraio 1947, e l’approccio con la
musica è precoce. A sette anni, sotto la
guida del maestro Madonia, inizia lo studio
della fisarmonica.
Dopo due anni passa al pianoforte con il
maestro Celestino Ceccarelli, già organista
della Cattedrale di Civita Castellana e
direttore della banda musicale cittadina.
L’adolescenza lo vede impegnato nell’altro
suo grande amore : l’atletica leggera (gare
di fondo e mezzofondo).
Nel 1967 sull’onda della emergente musica “beat”, entra a far parte del complesso
“ I Falisci” come tastierista. In quegli anni
si avvale dei consigli dell’amico Carmine
Carrisi, organista del complesso “ I
Faraoni”, e attualmente direttore del
Conservatorio di Bologna.
Nel 1972 inizia da “autodidatta” lo studio
dell’organo a canne, la sua grande passione. Diviene organista della Cattedrale di
Civita Castellana, incarico che svolgerà
fino al 1977, quando lascerà il suo paese
per motivi professionali.
Infatti, laureato in biologia, inizia la sua
carriera lavorativa in vari laboratori come
microbiologo. La conoscenza col maestro
F. Bastianini a Viterbo segnerà la svolta
definitiva e il suggello di questo amore per
l’organo a canne. Infatti nel 1995 diviene
secondo organista presso la Chiesa di S.
Maria della Verità che vede titolare il
Bastianini.
La sua bravura gli vale l’incarico di organista titolare presso l’Abbazia Cistercense di
S. Martino al Cimino, incarico che lascerà
nel 2004, quando il maestro F. Bastianini lo
vuole accanto a sé nella
Cattedrale di Viterbo, come
suo vice. Bastianini diviene
così il suo pigmalione, perché vede in Piergiorgio
quelle qualità, ma soprattutto l’amore per uno strumento così antico e così
difficile.
I loro discorsi vanno indietro nel tempo, ricordando i
numerosi concerti fatti dal
maestro
Ferdinando
Germani, considerato il più
grande organista italiano,
scomparso nel 1998.
Bastianini non è da meno,
titolare della Cattedra di
Lettura della Partitura presso il conservatorio musicale
di Fermo, è organista concertista, molto apprezzato
per il suo stile rigoroso e
romantico al tempo stesso.
Nell’Aprile
del
2000,
accompagna Piergiorgio in
un concerto tenutosi nella
Chiesa di S. Andrea a
Vallerano, in occasione
della benedizione della
Giugno 2004. Organo monumentale della Cattedrale di
nuova campana. Nel 2003
Viterbo, dotato di 2825 canne
nasce
a
Viterbo
l’Associazione Organum e
sia Bastianini che Conti figurano tra i soci
L’organo a canne non è uno strumento che
fondatori. E’ questa una associazione foraccompagna solo le cerimonie liturgiche,
mata da musicisti che sentono la necessicon musiche sacre, esso è uno strumento
tà di divulgare e pubblicizzare l’organo
vivo, che attraverso brani conosciutissimi,
come strumento liturgico e da concerto.
come la “Toccata e Fuga” di Bach ad
E nello stesso tempo sensibilizzare i “mass
esempio, ti trasmette sensazioni irripetibimedia” sull’importanza dei valori storici e
li. Solo allora riesci a capire ciò che muove
sensoriali che questo genere musicale
lo spirito e le mani del nostro concittadino
riesce a dare, non tralasciando il recupero
Piergiorgio Conti, e l’eterno amore che lo
e il restauro degli strumenti sparsi nel
lega a questo strumento unico e inimitabinostro territorio.
le.
40
Campo de’ fiori
Cari amici
la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure.
Conservate gli inserti e... buona lettura
dai vostri Cecilia e Federico
soggetto e testo Sandro Anselmi
MIO
continua sul prossimo numero...
Campo de’ fiori
41
I bambini congolesi durante la loro permanenza a Corchiano, insieme al Sindaco Dott. Battisti Bengasi (a sx)
(foto M.Topini)
Per fare in modo che il progetto umanitario di cooperazione decentrata tra l’Italia, di cui si fanno portavoce l’Ospedale Gaslini di Genova
e la CARITAS di Siena, e l’ospedale pediatrico di Kinciasa, nella Repubblica Democratica del Congo, fondato da una dottoressa italiana
oggi ottantasettenne, ma ancora attiva, e che ospita ben 450 bambini, non si limiti alla raccolta fondi tramite la manifestazione artistico-culturale del Fescennino d’oro, ma abbia un proseguo concreto e visibile a tutti, durante il mese di ottobre i quattro bambini congolesi cardiopatici, che quest’anno sono riusciti a venire in Italia per subire un delicatissimo intervento al cuore, grazie
al quale hanno riacquistato l’altrimenti perduta speranza di un futuro, hanno fatto visita a Corchiano, dove è stata riservata loro una
piacevole accoglienza presso la Sala Consiliare del Comune. I bambini sono nuovamente attesi per il mese di dicembre, quando si fermeranno a Corchiano per un breve soggiorno terapeutico post operatorio, come è ormai possibile da quattro anni a questa parte.
Ermelinda Benedetti
42
La palestra OKINAWA Sporting Club è
tra le scuole di KARATE SHOTOKAN più
rappresentative del Lazio.
Nel corso degli anni è riuscita ad acquisire
un grado di professionalità e di qualità tecnica apprezzati in tutta Italia, e non solo,
grazie al lavoro del suo Direttore Tecnico,
il Maestro Carlo Mercuri, che iniziò la
pratica di questa affascinante arte all’età
di 17 anni e, spinto da una grande passione, cominciò a frequentare diversi corsi di
approfondimento in tutta Italia, venendo
in contatto con alcuni tra i tecnici più bravi
in circolazione, ed ampliò le sue conoscenze nel mondo delle arti marziali dedicandosi anche allo studio del Kendo e dello
Yoseikan Budo. Ma l’opera più significativa
del Maestro è rappresentata dai numerosi
atleti che hanno affollato il dojo e conseguito il grado di cintura nera, e dai molteplici risultati in campo agonistico raggiunti
sia dal vivaio dei bambini, che dagli agonisti che si sono classificati ai primi posti
nelle competizioni nazionali ed internazionali, dando lustro alla qualità dell’insegnamento del Maestro.
Anche se la dimostrazione più bella del
lavoro svolto si può riscontrare nell’affetto
Campo de’ fiori
che tutti gli atleti, che si sono alternati nel
corso di questi trenta anni, continuano a
manifestare.
Ma ora conosciamo meglio gli istruttori
della palestra Okinawa, iniziando proprio
dal Maestro Carlo Mercuri, cintura nera 6°
Dan, docente di spicco in numerose federazioni ed enti sportivi, ed arbitro internazionale.
Da trenta anni si dedica all’insegnamento
del Karate nella palestra Okinawa Sporting
Club, da lui creata.
L’istruttore Roberta Mercuri, cintura nera
3° Dan, insegna da più di 10 anni e pratica il Karate da oltre 20 anni ed è pluri campionessa italiana e campionessa mondiale.
L’istruttore Fabio Mercuri, cintura nera 3°
Dan, pratica da oltre 15 anni, atleta di
notevoli capacità tecniche, ha conquistato
numerosi titoli salendo su podi nazionali.
Il Maestro Mercuri ed i suoi collaboratori,
hanno ideato numerosi corsi di Karate
adatti alle diverse esigenze, perché il
Karate è un’ arte che permette una crescita fisica e spirituale che può durare tutta la
vita.
I corsi attivati presso l’Okinawa Sporting
Club sono:
corso per bambini da 5 a 7 anni; Corso per
ragazzi; corso per adulti agonisti; corso
per adulti amatori.
Per tutti gli over trent’anni che vogliono
intraprendere la pratica del Karate, fino a
Dicembre 2006 le prime due lezioni sono
gratuite.
Cardio kick non è il solito corso di aerobica con calci e pugni. Infatti, grazie alla
grande competenza dell’istruttore, vero
esperto di arti marziali, riuscirete veramente ad apprendere i principi delle arti
marziali, conservando il clima divertente e
spensierato che caratterizza le lezioni di
fitness.
Campo de’ fiori
43
Angelo Pastura
ottant’anni di esperienze in rime simpatiche
È stato un incontro del tutto casuale quello tra me ed il signor Angelo
Pastura, un distinto e simpatico
signore di Orte. Era un giovedì mattina e, presso una nostra amica
comune, mentre lui se ne stava
andando, arrivavo io. Conoscendo
Campo de’fiori, e facendo riferimento in particolare alla mia rubriAngelo Pastura
ca sui poeti, e conoscendo la passione del signor Angelo, questa nostra amica ci presenta e ci lascia scambiare qualche parola. Un po’ imbarazzato di fronte a me, mi confessa di essere un uomo
semplice, senza grandi titoli di studio, mosso da questa
passione, da definirsi, più che altro, dote innata. I suoi
occhi luminosi lasciano intravedere l’orgoglio per ciò che
in questi anni di vita è riuscito a fare spontaneamente,
senza troppa fatica in modo brillante e molto naturale.
Gli accenno la mia proposta di pubblicare alcuni dei suoi
componimenti in questa rivista e mi confida timidamente di non aver mai pensato a tanto, di aver fatto leggere le sue poesie solamente ai diretti interessati cui erano
rivolte o a poche persone care, e di riporre i suoi componimenti in un cassetto, che ormai ne contiene circa
settecento.
La sua virtù di creare rime facilmente si manifesta già
da bambino. Terminate le scuole elementari, continua
ad erudirsi da solo, con l’aiuto di un piccolo dizionario,
Il nuovissimo Melzi, fondamento della sua cultura, che
conserva gelosamente come ricordo, nonostante sia
invecchiato dal tempo e, soprattutto, dall’usura.
Addirittura, poco più che adolescente, ricorda di aver
scritto, per un suo amico lontano, una singolare lettera
in versi. Il lavoro in ferrovia e la famiglia lo distolgono,
quasi senza accorgersene, da questa sua passione, nota
anche a tutti i suoi colleghi di lavoro, date le rime
improvvisate che si divertiva a fare durante pranzi in
loro compagnia. Solo dopo la pensione può dedicare
tutto il suo tempo alla poesia, lasciandosi prendere dall’ispirazione per poter scrivere, perfino, due, tre componimenti in fila.
“ Racconto in versi quello che mi è successo nella vita”,
dice. Nel creare i suoi versi, infatti, prende spunto da
esperienze vissute in prima persona, dalle più semplici
e quotidiane, sulle quali sembrerebbe impossibile tirar
fuori una composizione, come ad esempio quella che lo
racconta alle prese con dei ratti di campagna che banchettano con i suoi piccioni, a quelle più intime, profonde e dolorose, che raccontano dei problemi di salute
suoi e di sua moglie, scomparsa da poco tempo, lasciando in lui un vuoto incolmabile, dopo più di 50 anni di
felice matrimonio.
La particolarità sta nel fatto che tutto è visto con la semplicità, la purezza e soprattutto lo spirito allegro che
appartengono tipicamente ad un bambino. Mi verrebbe
quasi di definirlo un cantastorie in quanto nei suoi componimenti è presente quella musicalità, data dalle rime
per lo più baciate o alternate, tipiche di questo genere
di narratori che lo facevano perché rimanessero facilmente impresse nella mente degli ascoltatori.
Ermelinda Benedetti
Il primo incontro con Angelica da parte
mia e di mia moglie
Che simpatico quadro quel mattino
quando Paola, col suo far diligente,
s’accostò a quel candido lettino
ove la sua bimba era dormiente.
Poi, con le dolci movenze di una fata,
sollevò il lenzuolo di quel tanto
da renderci la vista lì appagata
d’una visione che, direi, d’incanto.
Una bimbetta rosea, paffutella,
da definir davvero più che bella!
Ma l’emozione giammai dimenticata
- oltre che vedere il suo bel viso –
Angelica a noi ce l’ha donata
con un tenue, dolcissimo sorriso.
Si! La bimba nel destarsi dal torpore
volse il proprio sguardo tutt’attorno;
poi con graditissimo stupore
espresse col sorriso il suo “buongiorno”.
Dal che c’è da arguir che nella vita
pure l’indole sua sarà squisita.
Le malattie della vecchiaia sono tutte normali
Dottore ! Me fa male ‘sto ginocchio!
Direi che è un po’ più d’un doloretto,
me pare de sentì pure ‘no scrocchio
quanno er mattino m’arzo su dal letto.
Pastu’ ! Penso che tu te ne sia scordato
che è da sessant’anni che si nato !
Pensi d’avello solo tu ‘sto male?
Nessuno te l’ha detto che a ‘st’età
‘sto fenomeno se po’ dì normale
che poi è l’artrosi a dì la verità.
Più tardi ritornai da ‘sto dottore
pe’ un fastidio più che pe’ un dolore.
Ner basso ventre me sentivo un peso
e quanno annavo ar bagno a fa’ pipì
pure se da lo stimolo ero preso
c’era da stenta’ un po’ pe’ falla uscì.
Disse er dottore: Beh ! Nun è che è strano!
La prostata te cresce! Tu si’ anziano!
In seguito me so’ rivisitato
pe’ via d’un occhio che me difettava;
Subito er dottore m’ha spiegato
ch’era la cataratta che calava.
Poi disse: nun pensa’ che siano guai;
Questo è normale pe’ l’età che hai!
Da ‘sti discorsi quale risultato?
Che se te trovi avanti un po’ co’ l’anni
nun te devi senti’ mai allarmato
dato che so’ normali li malanni!
Co’ ‘sto convincimento ner pensiero
te trovi poi seporto ar cimitero.
Campo de’ fiori
44
STRI
CIVITONICI ILLU
I ceramisti di Civita Castellana
di Enea Cisbani
Nella lunga e millenaria storia di Civita
Castellana, i ceramisti occupano un ruolo
di grande rilievo ed importanza storica:
per Civita, “dovevano” esistere e contribuire in modo concreto e fattivo alla sua evoluzione sociale ed economica.
Civita Castellana è ormai un centro industriale di primaria importanza e sede economica nonché amministrativa di aziende
di rilevanza nazionale ed internazionale, in
particolare nel settore igienico-sanitario.
Mentre sulla ceramica antica del periodo
Etrusco-Falisco esiste un’ampia letteratura
specializzata, manca del tutto una corretta
informazione storica e tecnica sulla ceramica civitonica contemporanea, a partire
dal Volpato, il fondatore e l’iniziatore, per
arrivare ai numerosi imprenditori e generazioni di ceramisti che con il duro lavoro
hanno contribuito alla creazione di un
modello economico che è in assoluto un
“unicum” nell’ambito del viterbese, prevalentemente a carattere economico e rurale.
In altri contesti, sia nazionali che internazionali, una corretta informazione sulla
ceramica moderna ha contribuito alla formazione di folte schiere di ceramisti e alla
creazione di nuove forme di produzione
ceramica.
Generazioni di ceramisti, operai – imprenditori – tecnici, di cui non conosciamo i
volti, i nomi e le loro creazioni.
Una conoscenza marginale anche attraverso le rare immagini fotografiche, che la
storia locale ci ha tramandato.
Una notevole carenza di informazione
“storica”, che nel nostro centro porta alla
mancanza di conoscenza di un vasto pubblico di cosa sia effettivamente la ceramica, quali le sue intrinseche capacità economiche e produttive e, inoltre, un motivo
non secondario della situazione critica in
cui versa il distretto industriale di Civita
Castellana.
Stiamo assistendo a un progressivo
abbandono da parte dei giovani delle attività ceramiche artigianali, perché esse
richiedono grossi sacrifici economici e la
rinuncia a quei facili successi che i modelli culturali attuali propongono frequentemente.
Civita Castellana anni ‘40
Felisia Castellucci - operaia della Ceramica Sbordoni
Nel nostro centro, un numero sempre più
esiguo di ceramisti si occupa di attività
ceramiche prettamente artigianali e in particolare il settore “artistico” vive la concreta mancanza di una nicchia di mercato
capace di capire, amare ed apprezzare gli
oggetti da essi prodotti.
Un lavoro che invece di rivolgersi al vasto
pubblico, finisce per indirizzarsi verso una
ristretta cerchia di appassionati e cultori.
Una concreta mancanza di “memoria storica”, che si riflette nella totale assenza di
mostre e concorsi sulla ceramica, momento necessario e fondamentale per concorrere alla formazione e diffusione di nuovi
settori di mercato.
Una crisi, quella attuale, dovuta alla scarsa conoscenza e cultura da parte degli enti
preposti e anche alla totale mancanza di
un pubblico educato ad apprezzare il prodotto ceramico nella sua totalità.
L’evoluzione della ceramica a Civita
Castellana, si sviluppa secondo tre direttrici: la fase “pioneristica” a partire da
Volpato, la fase “artistica” tra il 1900 e il
1940 con la creazione di numerose mani-
fatture a indirizzo artigianale ed artistico e
la fase attuale, con il grande sviluppo conseguente alla fine della seconda guerra
mondiale per arrivare ai nostri giorni.
Un grande sviluppo economico che porta
la firma di tanti ceramisti locali che hanno
contribuito con il loro lavoro alla creazione
di un modello economico senza eguali.
Una “Storia della Ceramica Locale”, che va
analizzata sotto ogni aspetto storico e culturale, e attentamente preservata, a partire dalla conoscenza, anche anagrafica, dei
tanti ceramisti, che hanno dedicato la loro
esistenza e sacrificato, talvolta, gli affetti
familiari, allo sviluppo delle attuali manifatture locali. Grazie a loro siamo passati
dalle primordiali ceramiche, fredde e
anguste, alle moderne e attuali industrie.
Preservare la “memoria storica” è la fase
necessaria per avviare un concreto e rinnovato sviluppo della ceramica, anche artistica, a Civita Castellana.
Un rinnovato sviluppo, a partire da un
interrogativo di fondo: Civita Castellana,
deve continuare a possedere una fiorente
attività ceramica?
Campo de’ fiori
Il più antico forno
di Corchiano
panettieri da tre generazioni
5 Novembre 1959 - la signora Checchina nel suo negozio
Si accettano prenotazioni per ricevimenti e cerimonie varie
45
In Piazza IV Novembre, a Corchiano, esiste, da più di mezzo secolo, un forno, tramandato di generazione in generazione,
fino ad arrivare alla terza.
All’epoca della sua apertura, nei primi anni
‘50, esso non era l’unico a sfornare pane
per gli abitanti dei vicoli del piccolo borgo.
Ne esisteva un altro, che ebbe però vita
breve, lasciando campo libero al forno di
Tobia Sbarra, più moderno, soprattutto per
la nuova tecnica di cottura a vapore, ma
comunque tradizionale.
Detto così, ancora, probabilmente, non
tutti avranno capito di chi sto parlando,
perché quasi nessuno, ad eccezione di
pochissimi, conosceva il proprietario del
forno con il suddetto nome di battesimo,
ma piuttosto con il nome con cui tutti
erano soliti chiamarlo, a partire dai suoi
stessi genitori: Montino, il quale si faceva,
amorevolmente, aiutare dalla moglie
Checchina, sempre gentile e disponibile.
Il lavoro da svolgere come panettiere, in
realtà, a quei tempi, non era molto, poiché
quasi tutte le massaie preparavano il pane
in casa. Il forno, infatti, era, essenzialmente, il luogo dove poter portare a cuocere il
pane, già lievitato, al costo di sole 5 lire
ogni “pagnotta”, nel caso in cui non si
aveva la possibilità di cuocerlo nelle proprie case, benché acquistarlo costasse,
comunque, solo 50 lire al kg, che rapportato ai giorno nostri può sembrare impossibile.
Negli anni ‘70, il panificio viene ereditato
dalla più piccola dei tre figli di Montino e
Checchina, Maria Pia, che aveva iniziato a
lavorare lì già all’età di 12 anni, apprendendo pian piano, dalla scuola di mamma
e papà, tutti i segreti del mestiere, che
avrebbe tramandato, a sua volta, alla
nuova generazione.
Scompare a poco a poco l’abitudine di preparare il pane in casa ed il lavoro di fornai
aumenta enormemente, anche perché il
paese si ingrandisce e la popolazione cresce. Nel frattempo Maria Pia si sposa con
Giacomo, che decide di affiancarla, con
piacere, per tutti questi anni, nel suo lavoro, trasformandolo nella loro vita.
Attualmente, questa longeva attività è
passata di proprietà al maggiore dei loro
figli, Renato, che aveva cominciato ad aiutare i genitori a soli 14 anni, appena terminata la scuola dell’obbligo, e che, tuttora, è supportato dalla loro preziosa collaborazione. L’amore e la passione trasmessi dalla sua famiglia sono dimostrati dalla
creatività attraverso la quale Renato è
riuscito ad inventare nuove ricette: la pizza
di soia, unica nella zona, o i treccioni al
sesamo, una pane leggero a doppia lievitazione naturale.
Il forno è rimasto sempre nel suo luogo
originario, come tale e quale è rimasta la
dose per l’impasto del pane che ogni giorno producono, nonostante siano passati
tutti questi anni. Solo nel 2002 è stato
aperto un nuovo punto vendita nella parte
più nuova del paese. Chissà chi sarà il
futuro erede?
di Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
46
2° Memorial Tortellino
I partecipanti al 2° Memorial Tortellino
Antonia Rossi,
moglie di
Antonio
Fidaleo,
presiede la
cerimonia
di premiazione
il Team “Dust Devils”
Quasi tutti i civitonici si contraddistinguono con un soprannome e Antonio Fidaleo
era conosciuto da tutti come “Tortellino”.
“Tortellino” ha lasciato i suoi cari e i suoi
amici il 31 Luglio 2005, durante una escursione in moto sui monti vicino a Ferentillo
(TR). Insieme al solito gruppo, con la passione del motocross nelle vene, avrebbe
dovuto attraversare sentieri e mulattiere,
fino ad arrivare a Leonessa. Ma dopo
appena 8 Km dalla partenza, “Tortellino”,
voltandosi verso i compagni e con il caratteristico sorriso e fare curioso, ha detto
“Haoo, ma qui se sgomma… io me
ritorno…”. Girata la moto, si è accasciato al suolo e, ancora col sorriso sulle labbra per la frase appena detta, ha lasciato
tutti nello sgomento.
Per ricordare quel grande amico nasce l’idea della Manifestazione “Memorial
Tortellino” che, anche quest’anno, per il
secondo anno consecutivo, ha radunato, il
15 Ottobre, 52 partecipanti , appassionati di cross e enduro, che si sono sfidati,
nella prima fase, fra boschi, sterrati e
guadi, con partenza e ritorno presso l’agriturismo “Le Forre del Treja” e, nella seconda fase, in una prova a cronometro su di
un tragitto appositamente creato.
Alla manifestazione hanno partecipato
anche Marco e Paolo, i figli di “Tortellino”,
Antonio Fidaleo - “Tortellino”
che hanno fatto girare la moto del padre,
una Honda 450 CRF e la moglie, Antonia
Rossi che ha presenziato alla premiazione.
Proprio “Tortellino”, con la sua passione e
il suo entusiasmo, aveva rimesso insieme
un grande gruppo di amici civitonici
appassionati di motocross ed il suo modo
di fare e il suo carisma servivano a questi
da collante. E’ per questo che è nata nel
gruppo l’idea di ricordarlo con una manifestazione e di farlo nella maniera in cui a lui
piaceva tanto, con la speranza che, ogni
anno, i partecipanti possano diventare
sempre più numerosi e con l’augurio di far
nascere nei giovani, la passione per questo sport che, qualche anno fa, accomunava tanti ragazzi a Civita Castellana. Dopo
la manifestazione, nel pomeriggio del 15
Ottobre, alcuni partecipanti alla gara
hanno fatto fare un giro sulle moto ai
bambini presenti, facendo loro provare
l’ebbrezza di una corsa nei boschi. Il Team
“Dust Devils”, tanto sperato da Antonio
Fidaleo, e realizzato dai suoi amici dopo la
sua scomparsa, ha organizzato l’evento e
ringrazia oltre ai partecipanti, anche il
Comune di Civita Castellana che ha dato il
patrocinio alla manifestazione, Carlo
Angeletti, assessore allo sport, e gli sponsor la “Ceramica SIMAS” e la “Ferramenta
Mozzicarelli”.
Campo de’ fiori
SONDAGGI
47
Nasce, con questo numero, una nuova rubrica
dedicata ai sondaggi d’opinione su temi d’attualità.
Il vostro parere, potrete esprimerlo inviando
un sms al numero 329.1971400
o via e-mail all’indirizzo [email protected]
I risultati verranno pubblicati sui numeri successivi
di Campo de’ fiori.
QUESTA VOLTA VI CHIEDIAMO SE:
SIETE FAVOREVOLI O NO
ALL’ INDULTO ?
Campo de’ fiori
48
Civita Castellana
21 Gennaio 1793
Parigi, 21 Gennaio 1793.
Alle ore dieci del mattino, nell’attuale Piazza della Concordia, Luigi XVI, re
di Francia, viene condotto al patibolo, di
fronte al popolo accorso numeroso ad
assistere alla sua esecuzione.
Sale da solo sul palco dell’esecuzione, si
toglie la giubba, mentre il boia e il suo aiutante gli legano le mani.
Viene immobilizzato sulla panca orizzontale e il collo fissato nell’incavo della ghigliottina, pochi istanti prima che si oda il
colpo secco della lama che dovrebbe
tagliare la testa del re.
Ma il boia ha commesso un errore: la lama
cade, ma non recide completamente il
collo di Luigi XVI, che morì con la testa
ancora mezza attaccata.
Civita Castellana, 21 Gennaio 1793.
Mentre Luigi XVI viene giustiziato, la vita a
Civita Castellana scorre tranquillamente e
gli echi delle lotte parigine sono ben lontani e forse sconosciuti alla maggioranza
della popolazione, che non supera i duemila abitanti.
Nel 1798, le truppe di Napoleone
Bonaparte entrano a Civita Castellana e,
dopo l’assedio di Roma con la decadenza
del potere temporale del Papa, il 15
Febbraio dello stesso anno viene sancita la
nascita della Repubblica Romana.
I francesi dominano il nostro
centro fino al 1811.
Proprio in questo periodo, per ragioni ancora
ignote e sconosciute, viene coniata a
Civita Castellana
una
moneta
per ricordare
la morte del
re Luigi XVI.
Di forma circolare,
in
bronzo, ha
un diametro
di cm. 2,3.
Sul recto,
riporta
la
seguente dicitura: “LUD
XVI REX GALLIAE DEFUNCTUS”.
Sul verso, è trascritto: “SOL REGNI ABIIT
D 21 IAN – 1793”.
“Luigi XVI defunto re di
Francia”.
“Il sole del regno non abita più qui –
giorno 21 Gennaio 1793”.
Recita, così la moneta.
Di particolare interesse artistico e formale,
la raffigurazione dell’effigie del re, visto di
profilo, secondo un modello iconografico
tipico della numismatica di età romana.
Non sappiamo se tale moneta è stata
coniata in più esemplari o se effettivamente prodotta fuori Civita
Castellana e qui portata successivamente per celebrare l’anniversario della morte del re di
Francia Luigi XVI.
Se è stata realizzata durante il periodo della dominazione francese, da qualche nostalgico e “realista”, è lecito dubitare
sulla lealtà rivoluzionaria
dei suoi componenti preposti all’amministrazione
del centro.
Risulta, comunque, un
autentico mistero: non si
conoscono i committenti, né
l’ignoto incisore.
Luigi XVI nasce a Versailles il 23
Agosto 1754.
Nel 1770 sposa Maria Antonietta,
figlia di Maria Teresa d’Austria.
La manifesta debolezza caratteriale e la
totale incapacità di tenere testa alla nobiltà, contraria alle riforma economiche e
sociali, portarono al collasso finanziario
dello Stato francese.
Nel 1788, alla vigilia della Rivoluzione
Francese, la situazione economica è irrimediabilmente compromessa, tanto da
portare alla sollevazione del popolo francese, attanagliato da una grave crisi economica.
Il 14 Luglio 1789, scoppia la rivoluzione.
Il 21 Giugno 1791, Luigi XVI fugge con
tutta la sua famiglia.
Arrestato, viene ricondotto a Parigi, una
città indignata e in fermento per il comportamento del suo re, che aveva chiesto
aiuto a potenze straniere al fine di aver
salva la vita.
Il 20 Gennaio 1793, il Tribunale
Rivoluzionario emette il suo verdetto definito: condanna a morte sulla ghigliottina.
All’alba del 21 Gennaio 1793, di fronte a
imponenti misure di sicurezza, il popolo
parigino assiste ai preparativi dell’esecuzione: il patibolo è completamente circondato dalle truppe rivoluzionarie per reprimere eventuali sommosse popolari.
Ma non accade nulla.
Luigi XVI muore alle ore 10.
A mille chilometri di distanza, una moneta
viene coniata per ricordare l’avvenimento.
Enea Cisbani
Campo de’ fiori
L’angolo ... cin cin
49
di Letizia Chilelli
L’Intensità Olfattiva
Continuiamo il nostro percorso attraverso
il vocabolario del vino.
Ci occuperemo in questo numero dell’esame olfattivo in cui viene presa in considerazione l’INTENSITA’ OLFATTIVA ovvero
l’intensità dei profumi nel nostro bicchiere.
Gli aggettivi per la descrizione sono:
-Carente
-Poco Intenso
-Abbastanza Intenso
-Intenso
-Molto Intenso
CARENTE
Si usa per un vino in cui sono pochissime
o quasi assenti le sensazioni odorose percepibili dall’olfatto.
POCO INTENSO
Vino con scarse sensazioni odorose percepite.
ABBASTANZA INTENSO
Vino con sensazioni odorose discretamente percettibili, delicate e fini. Si cominciano
ad avvertire alcune note caratteristiche
“del bicchiere”.
INTENSO
Qui le sensazioni odorose
si avvertono in maniera
PER PERSONALIZZARE IL
netta, l’articolazione dei
VOSTRO ALBERO
vari sentori si avverte in
maniera decisa.
MOLTO INTENSO
Le sensazioni odorose in
questo vino sono particolarmente intense e avvolgenti.
I sentori sono netti e riconoscibili.
SPECIALI CORSI DI NATALE
Ci occupiamo ora della
PERSISTENZA OLFATTIVA,
ovvero, per quanto tempo
il profumo del nostro vino
ci resta nel naso?
Gli aggettivi sono.
-Carente
-Poco Persistente
-Abbastanza Persistente
-Persistente
-Molto Persistente
CARENTE
Lo si dice di un vino con
scarsissima successione di
profumi, cosa che rende il
ricordo “del bicchiere”
nullo.
POCO PERSISTENTE
Vino con scarsa successione di profumi, che svanisce
in pochi istanti.
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ABBASTANZA PERSISTENTE
Vino con una sufficiente successione di
profumi, che non si esauriscono in pochi
secondi.
PERSISTENTE
Vino con articolata successione di profumi
che resta durevole nel “nostro naso”.
MOLTO PERSISTENTE
Vino con un insieme ricco di profumi, la cui
successione risulta prolungata e complessa che sembra non esaurirsi se non in
tempi lunghi.
Altra valutazione è quella della QUALITA’
OLFATTIVA che rappresenta il riepilogo del
giudizio formulato per quello che riguarda
l’intensità e la persistenza delle sostanze
odorose.
Si prende in esame la qualità del vino
scomponendola in finezza, franchezza,
gradevolezza e tipicità, facendo riferimento, ovviamente alle percezioni e alle loro
sfumature presenti nel nostro bicchiere.
Si definisce il vino con i seguenti aggettivi:
-Comune
-Poco Fine
-Abbastanza Fine
-Fine
-Eccellente
COMUNE
Si definisce in questo modo un vino dal
profumo scadente e privo di qualsiasi nota
positiva.
POCO FINE
In questo caso, il vino ha un profumo
mediocre.
ABBASTANZA FINE
Vino con profumazione gradevole e fine.
FINE
Vino con profumazione gradevole, distinta,
franca ed equilibrata.
ECCELENTE
Profumo distinto,con gradevolezza e franchezza di spicco che rendono il vino di
classe, personalità e tipicità.
50
Campo de’ fiori
Album d
Civita Castellana - anno scolastico 1965 - foto della Signora Antonella Pizzuto
1999 campo sportivo a Roma - Acqua Acetosa
partita di calcio tra Fabrica di Roma e sindacalisti della CGIL (segretario Cofferati)
Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere
dei ricordi
Campo de’ fiori
Asilo di Civita Castellana anno 1984-85
Civita
Castellana 5
Maggio
1965 Famiglia
Antonio
Baldi e
Argentina
Callimaci
con i figli
Altenore,
Italia,
Raffaele,
Leda,
Fabiola,
Torquato,
Maria e
Ottavia
e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite.
51
52
Centro di Diagnosi e Terapia
Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,
Psicopedagogica
Via Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)
T. 0761.517522
Cell. 335.6984281-284
Il primo ingresso
nella scuola è importante non solo per i
bambini ma anche
per i genitori.
L’inizio della scuola
può essere considerato un vero e proprio
rito di passaggio dalla
sfera familiare a quella sociale: il bambino,
per la prima volta in
a cura della Dott.ssa
Eleonora Tabarrini
maniera continuativa
Psicologa
e strutturata, entra in
Psicofisiologa clinica
contatto con un sistema sociale, educativo, normativo e relazionale completamente
diverso da quello conosciuto.
Fino a quel momento la famiglia è stata per
lui la sua base sicura (Bowlby, 1988), una
piattaforma stabile ed accogliente, fatta di
regole e, soprattutto, di relazioni che, se
gestite in maniera “sufficientemente
buona”, lo avranno portato ad avere fiducia
in sé stesso ma anche nel mondo che lo circonda e che lo aspetta fuori dalla sfera
parentale.
I primi distacchi dalle figure di attaccamento sono quasi sempre difficili e scatenano
normalmente ansia, pianti, reazioni avversive e proteste di vario genere che, solitamente, tendono a rientrare e a scomparire
nel giro di pochi giorni, man mano che i
figli ed i genitori si abituano e si adattano
alla nuova situazione.
In questa fase delicata, infatti, anche il
genitore si trova spesso a fare i conti con le
proprie ansie nell’affidare il figlio a persone
sicuramente competenti, ma il più delle
volte estranee; peggio ancora quando il
genitore diffida apertamente di uno o più
insegnati.
Tali ansie vengono comunque trasmesse al
Campo de’ fiori
GENITORI E FIGLI:
quando il distacco diventa impossibile
bambino, senza bisogno di usare le parole; egli è infatti molto più attento e ricettivo verso i nostri canali non verbali (tono
della voce, postura, rigidità muscolari,
gesti). Tali canali, come tutti sanno, sono
per la maggior parte involontari e difficilmente controllabili ed è allora importante,
in questi casi, che il genitore possa chiarire la situazione chiedendo consiglio ad una
persona esperta.
Quando il disagio del bambino riguardo
alla separazione da casa o dalle figure a
cui egli è maggiormente attaccato è eccessivo, ricorrente e si protrae per più di qualche settimana, potremmo essere di fronte
ad un vero e proprio Disturbo d’Ansia di
Separazione.
Quando il bambino presenta questa sindrome, manifesta una sofferenza sproporzionata con ansia, pianto, collera, tristezza, apatia, ritiro sociale prima, durante o
dopo la separazione; spesso ha bisogno di
sapere dove si trovino le figure di riferimento ed utilizza strategie per stare in
contatto con loro (telefonate, messaggi) o
per ritrovarle (per esempio dice bugie per
tornare a casa o è assorbito da fantasie di
ricongiungimento).
Spesso può essere assorbito da preoccupazioni non realistiche o fare incubi su
incidenti o malattie che possano accadere
ai suoi genitori o a sé stesso, oppure teme
o sogna che possa smarrirsi e non essere
più ritrovato, rapito, ecc.; spesso evita
ogni spostamento autonomo (i compiti o i
giochi a casa degli amici, gli sport, le commissioni) e mostra un comportamento
“appiccicoso” (“è la mia ombra”, dicono
spesso i genitori).
Compaiono frequentemente difficoltà al
momento di andare a letto: il bambino si
rifiuta di dormire da solo e pretende di
stare nel lettone o insiste per non essere
lasciato solo; compaiono spesso lamentele
fisiche e sintomi somatici come mal di
testa, dolori di stomaco, nausea, vomito e,
in alcuni casi, nei bambini più grandi o nei
ragazzi, svenimenti, vertigini, palpitazioni
al momento o al pensiero della separazione.
Il Disturbo d’Ansia di Separazione è un
disagio importante che può compromettere il normale adattamento scolastico e
sociale del bambino; deve essere preso in
carico con un intervento psicologico che
spesso si avvale dell’aiuto dei genitori. Se
non individuato o trascurato i disagi, con
periodi di esacerbazione e remissione,
possono persistere per molti anni e perfino consolidarsi nell’età adulta trasformandosi in un altro disturbo d’ansia (ad esempio attacchi di panico, fobie, disturbi
ossessivi e compulsivi).
Per ulteriori informazioni e per chiarimenti
sugli approcci terapeutici del Centro telefonare al num 0761 517522 o inviare una
e-mail a [email protected] oppure
visitare il sito http://www.centroceral.com
Campo de’ fiori
Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi
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Dicembre
Dicembre
Dicembre
Dicembre
Dicembre
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Dicembre
Farmacia
Farmacia
Farmacia
Farmacia
Farmacia
Farmacia
Farmacia
Farmacia
Municipale 2 Via Ferretti, Farmacia Sassacci
Municipale 1 Via S. Felicissima
Municipale 1 Via S. Felicissima
Filizzola Via di Corte
Municipale 2 Via Ferretti, Farmacia Sassacci
Municipale 1 Via S. Felicissima
Municipale 1 Via S. Felicissima
Municipale 1 Via S. Felicissima
Farmacie di Corchiano e Fabrica aperte nei giorni festivi
03 Dicembre Farmacia Minelli di Corchiano
24 Dicembre Farmacia Minelli di Corchiano
25 - 26 - 31 Dicembre Farmacia Liberati di Fabrica di Roma
Turni Benzinai Civita Castellana Domeniche di Dicembre
03 Dicembre API Via Flaminia Borghetto - API Via Corchiano
08 Dicembre API Via Flaminia Borghetto - AGIP Via Belvedere Faleri
10 Dicembre SHELL Via Flaminia - TAMOIL Via Falisca
17 Dicembre ESSO Via Flaminia - AGIP Via Terni
24 Dicembre TAMOIL Via Flaminia e IP Variante Nepesina - ERG Via Nepesina e
ENERGAS Via Terni
25 Dicembre SHELL Via Flaminia - API Via Corchiano
26 Dicembre ESSO Via Flaminia - TAMOIL Via Falisca
31 Dicembre ESSO Via Flaminia - TOTAL Via Terni
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Campo de’ fiori
Album d
1935 - scuola elementare di Carbognano con la maestra Iomira Orlandi - foto del Sig. Mario Ruzzi
1929 - asilo di Carbognano presso le suore del Preziosissimo Sangure - foto del Sig. Mario Ruzzi
Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubb
Campo de’ fiori
dei ricordi
Carbognano anni ‘40 - Armida Palmieri, Teresina Sciamanna e Paola Giovannini
Carbognano - Cresima nel 1955
blicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite.
55
Campo de’ fiori
56
Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.)
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Indovina L’Artista
Di lato è riportato il
particolare di un famoso
quadro.
Sai dire chi l’ha dipinto?
I primi tre che indovineranno e si recheranno presso
la redazione, riceveranno
un simpatico omaggio
offerto dal
Centro Parati Selli.
Campo de’ fiori
57
La rubrica dei perchè
Perchè la bandiera inglese è così ?
Forse fra le bandiere
europee, quella inglese
è la più elaborata dal
punto di vista grafico e contemporaneamente la più conosciuta in Europa e nel
mondo; le ragioni di tutto questo sono
ovvie.
Innanzitutto, siamo ormai abituati a chiamare erroneamente Inghilterra lo stato
che in realtà ha il nome ufficiale di Gran
Bretagna.
Lo stato della Gran Bretagna è stato costituito dalla unione di quattro nazioni (Union
Jack oppure Union Flag); l’Inghilterra, la
Scozia, il Galles e l’Irlanda.
Analizzando le tre bandiere della Scozia
dell’Irlanda e dell’Inghilterra si capisce
che, quella adottata dalla gran Bretagna è
semplicemente la sovrapposizione delle
tre; vedere le figure a lato.
Non appare la bandiera del Galles, perché
quando fu costituito lo stato della Gran
Bretagna, il Galles era già unito alla
Inghilterra, avendo precedentemente
adottato la bandiera di quest’ultima.
di Arnaldo Ricci
Bandiera d’Inghilterra
Croce di San Giorgio,
Santo Patrono d’Inghilterra
Bandiera di Scozia
Croce di Sant’Andrea
Santo Patrono della Scozia
Bandiera d’Irlanda
Croce di San Patrizio
Santo Patrono dell’Irlanda
BANDIERE DAL MONDO
Sapresti dirci a quale nazione appartiene questa bandiera? Il primo che indovinerà e ne
darà comunicazione in redazione, riceverà un
simpatico omaggio offerto dalla gioielleria
PONTE VECCHIO
Bandiera di Gran Bretagna
Il personaggio misterioso
Nella foto di fianco è
riportata la foto di una
famosa attrice.
Sapresti dire chi è?
I primi 5 che, indovinando, ne daranno comunicazione in redazione, riceveranno un simpatico omaggio offerto dalla profumeria Paolo e Concetta.
[email protected]
www.campodefiori.biz
58
Campo de’ fiori
Annunci
LAVORO
-CERCO badante per donna anziana a Fabrica di
Roma. Tel. 0761.513117
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Civita Castellana, Rignano Flaminio, Sant’Oreste,
Morlupo e Castelnuovo di Porto. Si garantisce esperienza e la massima serietà. T. 347.1172714
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come baby-sitter solo in casa mia. Massima disponibilità per gli orari. Ho 30 anni, seria ed affidabile,
sono di Fabrica di Roma. Tel. 333.9993602
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studenti di scuole superiori.
T. 0761.514835 o.p. - Cell. 339.4110751
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studenti delle scuole medie inferiori e superiori, di
italiano, storia, geografia, storia dell’arte, francese
e inglese. Anche tesina per esami universitari e di
maturità. Tel. 338.1032635
-RAGAZZA DI 32 anni, con esperienza, cerca
lavoro come barista e/o commessa. Italiana.
Massima serietà. Tel. 393.4952681
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Castellana e dintorni. T. 320.0382107
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Turistico con la votazione di 94/100, impartisce
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Civita Castellana. Tel. 0761.515179 Cell.
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sitter, pulizie domestiche, assistenza anziani ad
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enne, cercano lavoro come lavapiatti, giardinieri,
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lavoro. Max serietà T. 340.7924731 - 3283514147
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o negozio. Stefania T. 0761.587926 - 328.0928316
(abito a Faleria).
-LAUREATO impartisce a domicilio ripetizioni di
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superiori. T. 320.7945653 o.p.
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Fabrica di Roma
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4000 con progetto approvato per
bifamiliare.
Bucalossi pagata.
Dato inizio lavori
Campo de’ fiori
63
Nel Cuore
La redazione ed i collaboratori di
Campo de’ fiori
si stringono al dolore del direttore
Sandro Anselmi,
per la dipartita del fratello
Mauro
partecipe attivo alla crescita e alla diffusione
della nostra testata,
alla quale credeva fermamente
e con passione.
Ciao Mauro
ERRATA CORRIGE
Sul n. 31 di campo de’ fiori, articolo “Assen Peikov e la statua di Ava
Gardner”, è stato erroneamente detto che la cottura della statua è
avvenuta presso la Ceramica Sbordoni.
In effetti questa, pur essendo stata realizzata presso la suddetta
ceramica, ha subito il processo di cottura presso la Ceramica
Marcantoni, che all’epoca disponeva di forni più grandi.
Lo Studio Legale dell’ Avv. Aldo Piras
Patrocinante in Cassazione
ha stipulato una convenzione con
Campo de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno diritto
a n. 3 consulenze gratuite.
Per informazioni rivolgersi in redazione
Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina,
Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola,
Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese,
Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto,
Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale
Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San
Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio,
Fregene e nei migliori locali di Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura,
dello sport e dello spettacolo.
Campo de’ fiori
Periodico Sociale di
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