ontagna Nostra Notiziario Aveto - Nure N. 1 /2011 Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza Pino Ferrari di Sangarino riceve dal Prefetto di Piacenza la medaglia d’onore riconosciuta ai cittadini italiani deportati nei lager tedeschi. ontagna Nostra Bar Barbara AlAltroviBar Barbara signorilità e cortesia trovi signorilità e cortesia bar barpizzeria pizzeriaeeristorante ristorante Ferriere, 0523 922233 Ferriere,via viaMarconi,1 Marconi, -1Tel. - Tel. 0523 922233 2 ontagna Nostra FERRIERE - Corso Genova, 13 Tel. 0523.922166 - Abit. Tel. 0523.922540 PODENZANO - Piazza Italia, 53 tel. 0523.556790 Cellulare 339.7893311 Si vendono appartamenti oltre che a FERRIERE anche a BETTOLA - PONTEDELLOLIO - PODENZANO - PIACENZA e in località di riviera come CHIAVARI e LAVAGNA 3 ontagna Nostra Ottica del Borgo Via Europa 1, Angolo Via Trieste - Bettola (Pc) Tel. 0523.900042 - Fax 0523.900561 Vi aspettiamo nella nuova sede con le collezioni vista e sole 2007. • Ampio laboratorio di montaggio • Applicazione lenti a contatto • Controllo della efficienza visiva I Nostri Orari: Aperto Tutti i Giorni dalle ore 9,00 alle 12,30 - dalle ore 16,00 alle 19,30 Martedì Giorno di Chiusura - Domenica Mattina Aperto Elettrauto 51° Rizzi Renato di attività Centro vendita e installazione Climatizzatori - Riscaldatori Antifurti - Navigatori satellitari 4 Pontedell’Olio - Via Circonvallazione, 32/34 Editoriale Il vero volto dell’uomo ontagna Nostra Direttore responsabile: Paolo Labati [email protected] Responsabile amministrativo: Don Giuseppe Calamari (0523 922234) Autorizzazione Tribunale Piacenza: n. 39 del 24 marzo 1975 Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza Stampatore: Industrie Grafiche Padane - Guardamiglio (LO) Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza SOMMARIO ricordi del passato.................................................................................... chiesa e mondo................................................................................................... ferriere. ............................................................................................................................ canadello. .................................................................................................................... cerreto rossi......................................................................................................... casaldonato............................................................................................................ gambaro......................................................................................................................... grondone...................................................................................................................... solaro................................................................................................................................. ciregna. ............................................................................................................................. metteglia........................................................................................................................ centenaro..................................................................................................................... rocca..................................................................................................................................... brugneto-curletti-castelcanafurone. ................. Val lardana.............................................................................................................. salsominore............................................................................................................ torrio.................................................................................................................................. retorto-selva-rompeggio-pertuso............................. In copertina Ferrari Pino riceve in Prefettura la medaglia. Le beatitudini sono il cuore del vangelo. E al cuore del vangelo c’è una parola: felicità; volontà di Dio è che l’uomo sia felice. Il pensiero dubita, vuole una prova; ma non c’è prova o garanzia. Solo una nuvola di canto, che chiama e seduce e riaccende la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di non violenza, di sincerità, di solidarietà. Un tutto diverso modo di essere uomini. Poi usciamo di chiesa e ci accorgiamo che per abitare la terra, per abitarla con convinzione, ci siamo scelti il manifesto più difficile, incredibile, stravolgente e contromano che l’uomo possa pensare: beati gli incompresi, i perdenti, gli ostinati a proporsi la giustizia, i bastonati, quelli di cui nessuno si accorge, che non finiranno nei libri di storia, eppure sono i tessitori segreti del meglio, i legislatori sconosciuti del mondo. E un capovolgimento radicale di valori che non concede mezze misure: o Gesù ha sbagliato o ci sbagliamo noi e il nostro mondo. Le nove beatitudini sono nove lineamenti del volto di Gesù. In esse racconta la sua vita, narra del cuore nuovo sognato dai profeti per ogni uomo, dice che così lui ha vissuto: povero, da ricco che era, mite, pacifico, affamato di giustizia, con occhi tanto puri e limpidi da vedere tracce di Dio dovunque e segni di bontà dentro ogni peccatore, perseguitato e misericordioso, perseguitato e crocifisso. Ma poi, proprio per questo, è il Risorto, e il Regno è suo, eredita la terra, è Figlio di Dio, vede Dio, è il Consolato che sa consolare. Buona Pasqua dai vostri Parroci 5 ontagna Nostra ricordi del passato a cura di Paolo Labati Dai Bollettini parrocchiali del tempo. 1951 Abbiamo visitato sette presepi costruiti nelle famiglie. E’ stato giudicato migliore e premiato quello preparato da Mocellin Giuseppe ai Folli. Degni pure di nota quelli delle famiglie Scaramuzza e Cassola 6 gennaio E’ stato pubblicato il nome delle tre nuove massare della Chiesa. Sono: Ferrari Angela, Moia Lucia e Bellucci Anna. Auguriamo loro buon lavoro. Priora resta Labati Monteverde Luigina. 20 gennaio I giovani del Circolo hanno festeggiato il loro patrono, San Sebastiano. Al mattino hanno assistito, in gruppo, alla S. Messa, e alla sera hanno fatto un po’ di festicciola nella loro sede. Festicciola di famiglia, culminata in una cena preparata da loro. Unico incidente: la polenta, per quanto grande, risultò un po’ scarsa, non solo per il formidabile appetito dei soci, ma anche per la formidabile bocca di Giovanni (uno dei cuochi) il quale, a forza di assaggiarla, se ne sbaffò via un buon terzo prima ancora che fosse cotta. Ah, quel Giovanni! Ma sembra che gli amici, per la prossima occasione, pensino di mettergli la museruola… 1961 Novello Sacerdote 6 La vigilia di San Giuseppe verrà consacrato il Rev. Don Amerio Ferrari, figlio del cav. Benvenuto di Centenaro. Il novello Levita è alunno dell’Istituto Cristoforo Colombo fondato da mons. Scalabrini per l’assistenza agli emigrati. Mentre formuliamo i voti di un fecondo lavoro sacerdotale, Gli assicuriamo un particolare ricordo nelle nostre preghiere di questi giorni. Concittadini che si fanno onore Il dott. Luigi Tassi è stato eletto Sindaco di Fiorenzuola. Al giovane e novello Sindaco i più fervidi voti augurali da parte dei Ferrieresi tutti. La giovane Enrica Poggi alunna del Liceo Classico di Piacenza ha ottenuto una delle borse di studio messe a disposizione dalla Famiglia Piasinteina di New York per gli studenti più meritevoli. Tra i dirigenti della Famiglia Piasinteina di New York c’è anche il ferrierese Ramponi Lorenzo. 1971 In pochi giorni, oltre un metro di neve ha creato un vero disagio. Chi ne ha fatto più di tutti le spese, purtroppo, è stato il M. Rev. Don Giovanni Raggi di San Gregorio, che dovendo essere ricoverato d’urgenza all’ospedale per un sopraggiunto malore, ha dovuto essere portato a valle, di notte, dalla “campagnola” dei carabinieri, giunti, dopo non poche peripezie. Molte strade hanno dovuto essere aperte con pale meccaniche perché gli spartineve non ce l’hanno fatta. Il sig. Giovanni Toscani, con la moglie, è rimasto bloccato per qualche giorno nel suo albergo, situato alle pendici del monte Armano. E’ stato liberato con l’aiuto di una ruspa. Rompeggio e Pertuso sono rimasti isolati completamente per quasi una settimana. ontagna Nostra Dai ricordi di Pellegrino Cavanna D urante il periodo della guerra, e precisamente dopo l’otto Settembre 1943, a poco a poco le montagne del nostro Comune furono teatro di episodi bellici alcuni tragici, altri meno ma comunque sempre carichi di tensione, di paure, di ansie. Uno di questi, è il seguente: I Partigiani avevano catturato dei fascisti e li avevano alloggiati nell’Oratorio di Pertuso senza dar loro da mangiare. Le donne del paese, (le resdure) saputo che vi erano dei poveri cristi rinchiusi nell’oratorio, si consultarono e avuto il permesso dai partigiani, presero un lungo bastone (basero), vi infilarono il manico di una grossa pentola (u ramè du furmaiu) e quando fu l’ora di cena, bussarono alla porta di casa di ogni famiglia per raccogliere un po’ di cibo per quei disgraziati, che lontani da casa, dalla famiglia, erano alla mercé di avversari che la sorte aveva fatto incontrare e scontrare. La molla che fece scattare in quelle donne il desiderio di sfamare quei prigionieri fu il pensiero dei loro figli lontani che prigionieri di tedeschi e russi, forse avevano bisogno di una minestra calda così come quei poveri fascisti prigionieri dei partigiani avevano necessità di mangiare, e sopratutto di un trattamento cristiano. Ma ritorniamo al nostro racconto: Alla fine del “GIRO” il pentolone conteneva: minestra di tutti i tipi, polenta, patate, riso, pane bianco, pane di segale e altro ancora. Tutto donato con il cuore. Successivamente questo ‘intruglio” venne allungato con abbondante acqua e fatto ribollire per servire una ciottola di “MINESTRA” a quei figli di mamma che DIO, attraverso le pie donne di Pertuso NON AVEVA ABBANDONATO! Pellegrino Solaro, 28 dicembre 2002: festa per Elisa maggiorenne 7 ontagna Nostra Chiesa e Mondo Perchè la Pasqua viva in noi P 8 asqua, bella parola dal suono pieno e dal semplice significato di “festa”. Pasqua di resurrezione = festa di resurrezione. Resurrezione = rinascita, rialzarsi, rinnovarsi, non lasciarsi sopraffare. Ed ecco la Pasqua, celebrata come Santa Pasqua di resurrezione, diventare un monito per l’uomo. Gesù non chiede festeggiamenti, non è questo che vuole. Vuole amore vero, quello che spontaneamente ascolta per comprendere e non dimentica. Siamo certi di ascoltare e comprendere o non piuttosto di ‘assecondare’ quel che da bambini ci è stato insegnato per aver garantito un posto, se non proprio in Paradiso, almeno in purgatorio? Ci vuole altro! Se Dio ha mandato il proprio figlio sulla terra, “tra gli uomini” per combattere le ingiustizie, a rendersi artefice di una rivoluzione affatto silenziosa ed immobile (se pur pacifica), a pagare con la vita per la stessa: ebbene penso che qualcosa in più dagli uomini si aspetti. Oltre ai festeggiamenti per “la resurrezione del figlio” credo attenda di poter festeggiare “l’insurrezione di ogni figlio” contro le ingiustizie, le ipocrisie, le discriminazioni sociali, economiche, politiche, razziali e religiose, anche della nostra, modellata nei secoli e che purtroppo sento tanto lontana dall’amore che l’ha originata. Quell’Amore era rivolto all’uomo (ad ogni uomo) che allora come oggi è ad immagine e somiglianza di Dio. “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Non può esistere amore per Dio senza attenzione per l’essere umano e la società che è specchio del nostro vivere, delle nostre eventuali mancanze e della nostra indifferenza alle stesse. ‘ Ama il prossimo tuo come te stesso ‘. Prossimo= vicino: il vicino trovato morto in casa dopo settimane o il senza fissa dimora assiderato dormendo in strada o l’immigrato in cerca di una vita migliore ma senza un tetto ne’ un lavoro, o la persona che conosciamo da sempre, che ogni giorno guardiamo ma non vediamo più , disabituati a cogliere i bisogni degli altri, le richieste di aiuto espresse o mute. Più facile sistemare la coscienza con qualche offerta. Più comodo, non sbagliato, ma lontano dall’essere cristiani. Sono portata a pensare ci sia poco da festeggiare e molto da riflettere. Non possiamo desiderare e sperare un mondo migliore senza prenderci l’impegno faticoso del vedere bene in noi e oltre noi stessi. C’è una vecchia canzone di Guccini, cantata anche dal gruppo dei Nomadi, dal titolo - Dio è morto -. A chi come me è convinto che anche la musica possa essere preghiera e incontro ne consiglierei l’ascolto di tanto in tanto. A me piace molto, aiuta a ricordare che il vivere va oltre la nostra piccola e preziosa realtà e che questa non esula dal mondo, vi è immersa. Auguro a noi tutti un’intima pasqua d’insurrezione per condividere appieno il senso della Santa Pasqua di Resurrezione. Alzare la testa e osare la speranza! Paola Carbone ontagna Nostra Libertà religiosa via per la Pace S i concludeva così il messaggio che il Papa Benedetto XVI aveva lanciato per il primo anno per la “giornata mondiale per la Pace”. Per libertà religiosa si intende il diritto – dovere di godere la libertà nel professare la propria religione. E’ un diritto umano fondamentale come il diritto alla vita- casa – lavoro, ecc. E’ un diritto violato in molti stati del mondo, dove una maggioranza crede di avere il diritto di negare la parità dovuta ad ogni essere e così persecuzione, discriminazioni, atti di violenza e indifferenza scatenano guerre, odi e rancori. Ciò non giustifica noi cristiani di fare. Anche i nostri fratelli mussulmani in Italia esigono le loro moschee. Ma i loro governi, dove religione e potere politico sono la stessa cosa impediscono la Chiesa nei loro paese, difficile convivenza, il che non giustifica noi cristiani a fare altrettanto. Nel nostro mondo occidentale tante persone “libertà religiosa” la intendono come libertà dalla religione, libertà dalla fede che loro ritengono essere un peso da scrollarsi di dosso. Diventa così una libertà “senza fede”, a volte contro la fede. Anche questo è un diritto che va rispettato perché non venga sbandierato per negare il sacrosanto diritto di chi vive la fede perché ci crede. Forse il rischio maggiore dei nostri tempi è “l’indifferenza”, non solo sul fatto religioso, l’apatia verso una fede che invece richiede impegno costante e coerenza. Cambio di guardia nella Curia piacentina Cambio della guardia nella nostra Curia piacentina: a mons. Lino Ferrari, quale Vicario generale, è subentrato mons. Giuseppe Illica. Classe 1953, originario di Besenzone, prete dal ’78, mons. Illica dal ’99 è parroco di Castelsangiovanni. Dall’87 al ’99 è stato missionario diocesano in Brasile a Picos. Mons. Lino Ferrari, che ringraziamo per i tanti servizi pastorali svolti nella nostra zona, subentra a mons. Illica nella guida della parrocchia di Castelsangiovanni. Ad entrambi i nostri auguri e le nostre preghiere perchè continuino a svolgere al meglio i nuovi incarichi loro assegnati. 9 ontagna Nostra Padre Amerio Ferrari di Sangarino Giornate di festa nella missione cattolica italiana belga per il cinquantesimo di sacerdozio e di celebrazione della prima Messa P adre Amerio Ferrari, ha festeggiato sabato 19 marzo u.s., nella missione cattolica italiana belga di “La Louvière” i cinquant’anni di sacerdozio. Il religioso centenarese è stato ordinato a Piacenza dal vescovo del tempo mons. Umberto Malchiodi il 18 marzo 1961 ed ha celebrato la prima messa il giorno successivo, festa di San Giuseppe, nella parrocchia cittadina del Corpus Domini. Dal 1996 vive ed opera in Belgio nella Comunità dei Padri Scalabriniani ed è responsabile di “La Louvière” che comprende le chiese di vari distretti. Padre Amerio vive a pochi chilometri da Marcinelle, dove l'8 agosto 1956 il Belgio venne scosso da una tragedia senza precedenti. Un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del 10 Bois du Cazier, causò la morte di 262 persone di dodici diverse nazionalità, soprattutto italiane. Gli Amici della Missione lo hanno festeggiato nel contesto della festa di San Giuseppe. Da Piacenza hanno raggiunto in Belgio padre Amerio alcuni fratelli e altri famigliari per portare al festeggiato il calore e l’affetto della grande famiglia Ferrari e dell’intera comunità dell’alta Valnure. Anche il parroco di Ferriere don Giuseppe Calamari (che attualmente svolge anche il servizio religioso a Centenaro), interpretando il desiderio interparrocchiale ha inviato a padre Amerio un telegramma di felicitazioni. Paolo Labati Belgio, 19 marzo 2011: cinquantesimo - Sangarino, agosto 1986, con i famigliari ontagna Nostra Missionario scalabriniano da 50 anni La sua vita Amerio Ferrari nasce a Centenaro il 13 febbraio 1933 da Benvenuto e Mariani Luigia. A soli 13 giorni di vita viene battezzato nella chiesa della frazione. Fino al 1946 frequenta la scuola a Guerra (che raggiunge ogni giorno a piedi dalla propria abitazione di Sangarino), ne completa gli studi di grado inferiore. Nel settembre dello stesso anno intraprende gli studi nei Seminari di Bassano del Grappa, Rezzato e Cermenate, passando nel 1954 a Crespano del Grappa per il noviziato. Il 20 settembre 1955 emette i primi voti e il 4 ottobre 1958 fa la professione perpetua ricevendo a Piacenza gli ordini minori e maggiori. Il 18 marzo 1961 viene ordinato sacerdote dal vescovo mons. Umberto Malchiodi e il giorno successivo, festa di San Giuseppe, celebra la prima messa nella parrocchia cittadina del Corpus Domini. Infatti in città, nella vicina via Inzani si era trasferita la famiglia. Ritorna nella chiesa dove aveva ricevuto i primi sacramenti e accolto in modo festoso dalla popolazione, attorniato dai genitori, dai fratelli e da tanti parenti, celebra la prima messa a Centenaro il 29 giugno dello stesso anno, festa di San Pietro Apostolo. Seguendo lo spirito e la sua scelta missiona- ria, fu subito destinato in Francia, in qualità di assistente nella missione cattolica italiana a Parigi, nell’11° Dipartimento, in Rue de Montreuil. Sempre con funzioni di assistente passa nel 1964 in Belgio a Marchienne au Pont. Dopo l’anno di aggiornamento trascorso a Roma, nel 1967, ritorna in una nuova parrocchia francese, il primo anno come cappellano poi come parroco a Carrière sur Seine, vicino a Versailles. Vi rimase per 12 anni. Nel 1979 fu nominato parroco dell'altra missione italiana, sempre a Parigi, in Rue Jean Goujon, nella prestigiosa e centralissima sede sui Campi Elisi. Conosce e aiuta tantissimi emigrati della Valnure celebrando matrimoni, battezzando bambini e ascoltando le necessità di ognuno. La chiesa della missione è la “tappa” ufficiale per le autorità italiane che raggiungono la metropoli francese. Nel 1983 (5 e 6 febbraio) partecipa alle cerimonie di gemellaggio fra la comunità dell’alta Valnure con Nogent sur Marne. Dal 1996 opera, come riferito, a Marchienne au Pont (Belgio) quale responsabile della missione cattolica italiana di “La Louviere” e dintorni. Il 4 agosto 2002, a Bobbio, l’Amministrazione Provinciale con l’Associazione “Piacenza nel Mondo” ha premiato padre Amerio, quale “emigrato illustre”. Padre Amerio accolto a Centenaro per la celebrazione della prima Messa. 11 ontagna Nostra Padre Nostro e Missione Popolare C 12 ontinua la missione popolare iniziata lo scorso anno per aiutarci a capire il significato del nostro battesimo che ci rende fratelli nel cuore di Gesù il quale ci vuol bene così come siamo: con le nostre debolezze, i nostri fallimenti, le nostre delusioni, le nostre gioie e i nostri dolori. Quest’anno la missione ci invita a riflettere sul significato del PADRE NOSTRO e delle BENEDIZIONI. Quando Gesù ha insegnato il Padre Nostro agli apostoli che Gli avevano chiesto “Signore insegnaci a pregare”, ha pensato anche a noi, presenti nel Suo cuore e nei Suoi disegni fin prima della nostra nascita. PADRE NOSTRO: non solo mio o solo tuo: ma nostro, di persone ugualmente amate che , accomunate dall’Amore dello stesso Padre non devono mai sentirsi sole nell’impegno di credere e vivere il Vangelo anche quando indica scelte scomode, quando chiede di uscire dall’egoismo, dalla chiusura di visioni personali, per aprirci all’altro che merita attenzione, rispetto, amore. La presentazione del Padre Nostro, raccoglie in un libretto un insieme di invocazioni e di benedizioni su tre parti: PADRE NOSTRO - VENGA IL TUO REGNO - LIBERACI DAL MALE. Ogni parte impegna personalmente chi prega in un colloquio con il Signore. La benedizione prima ancora di una richiesta al Padre Nostro esprime un gesto di benevolenza da parte di chi prega: Benediciamo il Padre per i genitori Invochiamo benedizione dal Padre sui genitori Benediciamo il Padre per i testimoni del bene Invochiamo benedizione dal Padre sugli educatori. Benediciamo il Padre per il lavoro Invochiamo benedizione dal Padre su chi cerca lavoro. Le diciotto preghiere sono impostate sul significato della Benedizione, tanto che il libretto è anche chiamato: Libro delle Benedizioni Il verbo benedire, anche nella definizione letterale del vocabolario, assume due significati : uno rivolto all’uomo che “dice e augura bene, loda, esalta, ricorda con amore e gratitudine; l’altro rivolto a Dio “che aiuta, custodisce, elargisce grazie”. Alle preghiere seguono i Salmi per benedire e per ricevere benedizioni, le preghiere per la benedizione della famiglia nella casa e infine l’Angelus in latino e in italiano. Sarebbe bello parlare insieme del Padre nostro per riscoprire il valore di tanti gesti che le nostre mamme facevano senza sapere di benedire: il segno di croce sul bambino appena nato, l’abbraccio con una medaglietta della Madonna infilata nel taschino del figlio che emigrava, che partiva per il servizio militare o della figlia che andava a “servire”. Gesti accompagnati da una lacrima asciugata in fretta, per non rattristare chi partiva, donavano una benedizione. Benedizioni dei padri quando, con lo sguardo sul campo appena seminato, si asciugavano il sudore e accettavano la fatica che procurava il pane quotidiano alla famiglia. Benedizioni per offese e torti ingiusti perdonati, per fatiche donate nell’accettazione silenziosa per la pace in famiglia. Anche la nostra vita è intessuta di tante benedizioni: quelle di persone che si dedicano con amore ad assistere ammalati e anziani, di giovani volontari che salgono sull’ambulanza confortando e benedicendo, di giovani che impegnano le domeniche per valorizzare il nostro territorio nell’incontro con tante persone. Potrei continuare con una lunga lista. ontagna Nostra Dobbiamo incontrarci nelle nostre case, oltre che nelle chiese, per riscoprire insieme le tante benedizioni che doniamo e che riceviamo. “E bello pensare di non avere soltanto un Vangelo da annunciare, ma anche (soprattutto ?) un Vangelo da andare a cercare in giro, dove già c’è, nel fratello che lo vive senza saperlo, nelle persona che impara ad ascoltare senza pretendere di insegnare nulla, nelle relazioni che continuo a costruire e sostenere, nei gesti di carità disinteressata che mi vengono offerti e che provo a restituire” (Dal libro- Mendicanti del Vangelo- di Davide Caldirola.parroco nelle periferia di Milano) Se provassimo anche noi a programmare incontri per scoprire insieme le benedizioni da dare e da ricevere? Sarebbe un modo per riscoprire valori che già possediamo e per portare anche sulla nostra montagna il messaggio della missione. Dina MISSIONE POPOLARE E’ bello sfogliare i vari giornali e vedere articoli sull’apertura del secondo anno di missione popolare. Peccato poche persone sappiano cosa si propone e, di questo, quanto riesca a realizzare. Insomma, ai più appare come qualcosa chiusa su se stessa, più per addetti ai lavori che popolare, quasi astratta. Gesù si isolava ma poi scendeva tra la gente e il suo isolarsi non era un concentrarsi su se stesso e i suoi apostoli, era magari un concentrarsi sulla strada da percorrere tra e per ogni uomo. Non aveva paura. L’impressione è che la Chiesa e con lei molti, troppi cristiani, la paura l’abbiano. Di cosa? Forse di un mondo che non conoscono più? Sarebbe terribile! Il mondo con il suo girare non ha escluso nessuno. Chi è rimasto immobile c’è rimasto per sua scelta, escludendosi volontariamente, consapevolmente o no e nell’estraniarsi, nel non condividere c’è poco di Cristo. Quindi non può essere questo, mi dico. Allora cosa? Forse mancanza di coraggio, forse il soffio dello spirito (che su alcuni soffia veramente forte) arriva troppo debole sulla maggior parte di noi? O forse siamo troppo presi da noi stessi per preoccuparci di cosa soffia, di ascoltare, guardare e pensare come impiegare quel soffio che non deve rinfrescare ma essere vita. Ho letto un titolo “Missione popolare: un atto di coraggio”. Ho pregato il Signore di aiutarmi a comprenderlo, non è servito. Forse anche Lui si sta chiedendo cosa ci sia di coraggioso nel leggere, commentare e riflettere la Sua parola. Forse Lui da tempo si sta anche chiedendo quando gli daremo atto dell’insegnamento ricevuto. Lo hanno capito don Milani, don Bosco, don Camara, don Bello, don Gallo, don Mazzolari, don Scalabrini ( i primi che mi vengono in mente) facendosi carico di ogni problema sociale.Perché solo pochi hanno provato a uscire da se stessi andando verso gli altri? Perché hanno dovuto combattere per fare ciò che avrebbero dovuto essere spinti e sostenuti nel fare. Perché? Il soffio: tenuto a freno, quasi osteggiato! “La luce del mondo, il sale sulla terra” Se si continua così, la luce (ormai flebile) diverrà buio e del sale resterà solo l’amaro. L’amore che Gesù ha portato non era sublimazione ne’ filosofia. Non ha voluto far di noi spirito, ha fatto se stesso carne, ha indicato valori universali per una società umana giusta. Non lo ha fatto tra le mura della sua casa, dove più serviva Lui andava, andava e servi- 13 ontagna Nostra 14 va. Parlava con Dio, pregava e chiedeva il perché delle cose ma agiva nel sociale con un’ampia visione dell’intera umanità. Vorrei tanto che la missione fosse questo: concreta attenzione al mondo, alla città, al paese, alla strada, all’uomo, a tutto ciò che è vita reale: il dono più grande che su questa terra Dio ci ha fatto. Qui siamo e qui dobbiamo servire. Scrolliamo di dosso l’imbracatura stagna e limitante, torniamo all’origine della parola, del soffio, di noi stessi. Cerchiamo gli altri e non aspettiamo di essere cercati, tutti abbiamo bisogno. L’essere umano è fragile in un mondo al quale ha dato un’impronta sbagliata, non a causa delle differenti fedi religiose o dei tanti scandali di vita privata (inezie). Siamo ancora al vitello d’oro e tutti noi si sta a guardare, ma se da uomini dobbiamo pregare o sperare, da cristiani non ci possiamo esimere dall’agire per cambiare le cose. Sono cristiana, profondamente cristiana ma sicuramente non da portare ad esempio. Ammetto di andare a Messa non più di 15-20 volte l’anno e di prendere la Comunione nemmeno la metà di queste. Ammetto di pensare a tante cose che potrei fare ma di fare ben poco, anzi, ammettere queste cose è forse l’unica cosa che faccio. Ma ammettere le proprie mancanze è un atto di dolore dettato dal cuore per sfuggire l’occasione prossima del peccato: il cinismo. E’ un Padre nostro per non cedere alla tentazione: l’indifferenza. Questi sono i veri peccati di oggi, eppure non si denunciano e non turbano, non scandalizzano. La parola solidarietà è stata sminuita, sminuendo così l’uomo e la sua dignità. Solidarietà è farsi carico, è comunanza con altri. Ho la brutta impressione che nel corso dei secoli la Parola abbia perso sempre più il significato originario, se così fosse è di questo dovremmo preoccuparci e parlare. Che a passare più facilmente nella cruna di un ago sia un cammello o una fune (piuttosto che un ricco) cambia poco al senso della frase, allora come ora. Ma non tutto è così. Rileggiamo con l’attenzione sul presente ciò che Gesù disse, è attuale e precorre ancora i tempi, ora come allora. Ma noi, siamo attuali? Se Cristo tornasse sulla terra, oggi come allora verrebbe deriso e considerato un sobillatore. Oggi come allora sarebbe additato come pazzo. Oggi come allora a seguirlo ci sarebbero uomini, ragazzi e donne che hanno abbandonato la propria casa e la famiglia. Tutto questo per Amore, lo stesso che predichiamo da oltre 2000 anni ma probabilmente ancora non abbiamo compreso nella sua pienezza. Giudicheremmo Lui un folle, le donne al seguito “delle poco di buono”, i discepoli adulti “dei disgraziati che hanno abbandonato la famiglia” e i ragazzi “delinquentelli scappati da casa”. Noi che ci dichiariamo cristiani, siamo sicuri di saper amare? Di riconoscerLo nell’essere umano davanti a noi o non piuttosto solo in noi stessi? Oggi come allora è rinnegato, continuamente. Mentre scrivo, a Mirafiori stanno facendo lo spoglio del referendum. Scannamento politico tanto, ma solidarietà? Sembra il problema sia solo loro, loro che veramente sono stati chiamati a un atto di coraggio! Sono poco preparata, in ogni cosa, ma pensavo il Concilio Vaticano II° avesse indicato una strada precisa da percorrere. Cito testualmente: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” – 1319 Tanti laici e tante associazioni da loro costituite s’impegnano con questi stessi princìpi. Laici e anche atei, persone che non vanno a Messa e rifiutano l’Eucarestia ma quale e ontagna Nostra quanta Comunione vivono, che grande insegnamento d’Amore donato, gratuito, a perdere. Lo stesso di Gesù! Esattamente come nella politica, anche nella Chiesa manca coerenza e il risultato non può essere che l’allontanamento da entrambe, con buona e maggior responsabilità della seconda. Non vogliatemene se la coscienza mi ha imposto reazione anziché un silenzio dovuto alla rassegnazione, sarebbe stata complicità e non la può accettare. Paola Carbone Gli alunni delle scuole premiati per i loro presepi I bambini delle scuole locali (Elementari e medie) hanno presentato nel periodo natalizio un loro lavoro consistente nella creazione di sette presepi realizzati con diverse tecniche e materiali. L’occasione di far conoscere questo loro “sforzo” creativo è stata la festa dell’Immacolata Concezione, compatrona di Ferriere e festeggiata lo scorso otto dicembre. In quella occasione i giovani studenti erano accompagnati dal dirigente scolastico Luigi Fogliazza, dalla responsabile della sede di Ferriere Elena Bocciarelli, dalla coordinatrice della scuola ma- terna Maria Luisa Zanellotti e dall’insegnante di religione Arevalo Zaida. I presepi, posti ai piedi dell’altare, sono stati oggetto dell’attenzione e dell’ammirazione dei fedeli e sono rimasti esposti sino a domenica scorsa, vigilia della ripresa dell’attività scolastica. Al termine della Messa le insegnanti Bocciarelli e Zaida, unitamente al parroco don Giuseppe hanno voluto “premiare” i giovani artisti con la consegna di un diploma di merito. Mercoledì 18 maggio 2011 Gita interparrocchiale Alta Valnure Santuario Madonna del Sangue - Val Vigezzo Prenotazioni: Tabaccheria Calamari - Ferriere (0523 922385) - Edicola Roffi - Farini (0523 910180) 15 ontagna Nostra radio libera Spazio dei lettori Montagna, la prospettiva non può essere solo il lupo. 16 L’inverno, con la neve, i suoi silenzi, ci porta a riflettere sulla realtà che ci circonda: ogni anno in questo periodo ci rendiamo conto di quante persone vivono ancora in queste montagne del Comune di Ferriere, di quante case restano chiuse per periodi sempre più lunghi. Sappiamo tutti che l’abbandono della montagna ha avuto inizio parecchi anni fa, ma ora sta dimostrando il suo volto più duro: basta una nevicata abbondante ed il ghiaccio ed aumentano i disagi sia per gli anziani, sia per chi si deve recare al lavoro o a scuola e per tutti coloro che devono raggiungere la città per assistere un famigliare all’ospedale. Tutti conoscono questi problemi, la parte più difficile è proporre e realizzare soluzioni concrete. Fino ad ora ha prevalso la teoria del tirare a campare: aspettare, far finta di niente, prima o poi qualcosa può cambiare qualcuno ci penserà. Ci rendiamo conto che questi atteggiamenti hanno accentuato un forte individualismo, si è perso il senso comune di appartenenza ad un territorio, ciascuno guarda al proprio orticello e (tanti) dei problemi se ne lavano le mani. - L’importante che la strada sia sgombra dalla neve in quei pochi giorno delle feste natalizie. - L’importante che ci sia l’acqua potabile nella settimana di Ferragosto. - L’importante che venga svuotato il cassonetto nella settimana di vacanza. - L’importante che ci siano le feste condensate nei 20 giorni d’agosto. - L’importante che ci siano i funghi nel periodo giusto delle feste. - L’importante che ci sia il bar o il circolo aperto quando interessa. - L’importante che ci siano i negozi, i servizi, il più possibile efficienti nel periodo estivo quando il caldo in pianura diventa insopportabile (anche con il condizionatore). E poi (dopo i primi temporali), verso la fine di agosto, smaltita la sbornia della vacanza, la nostra montagna si svuota, non è più attraente, il paesaggio rimane bellissimo, ma il richiamo della città, delle sue luci, delle sue comodità, dei suoi impegni è molto più forte. Si pensa allora al ritorno dell’anno successivo (sempre che tutto vada bene), sia per la salute, sia per i figli che spesso scelgono mete turistiche più alla moda. In questo contesto è sempre più difficile garantire i servizi sul territorio sia da parte degli imprenditori privati, vedi piccoli negozi, bar, trattorie, artigiani, sia per l’Amministrazione comunale. I costi fissi incidono tutto l’anno (in particolare in inverno), bisogna trovare delle soluzioni: non voglio entrare nella polemica delle pale eoliche, poiché conosco poco la materia, ma in un momento storico come questo in cui ci stiamo avviando verso un sistema di tipo federale, in cui ogni territorio deve cercare di valorizzare le proprie materie prime e potenzialità, bisogna uscire (a mio parere) dal vicolo cieco del no a tutto, per principio, a quello che viene proposto per risolvere almeno in parte i problemi della nostra zona. Tutto deve essere proposto e rea- ontagna Nostra lizzato nel massimo rispetto delle leggi, vanno discusse e trovate le migliori soluzioni; però non si può dire alle persone che ancora credono e che ogni giorno fanno sacrifici per il proprio territorio (siano essi residenti o turisti) che l’unica prospettiva è un territorio dove può rimanere solo il lupo poiché per l’uomo non c’è più prospettiva. La montagna ha valore quando le persone ci possono vivere con dignità integrate con l’ambiente e quindi possono accogliere i turisti con vero senso di ospitalità. Se ciò non sarà possibile continueremo ad invidiare le montagne del Trentino o della Val d’Aosta, dove tutte le potenzialità del territorio (vedi centraline idroelettriche, vedi energie alternative, vedi impianti di risalita, vedi agricoltura biologica) sono valorizzate al meglio per le persone che ci vivono, mentre noi continueremo a guardare il loro progresso come ad un treno che da noi non si fermerà mai. Bergonzi Maria Nora Società Pesca Sportiva “Acque del Comune di Ferriere” L a neonata società di pesca sportiva comunica le date delle due manifestazioni di pesca che grazie alla collaborazione e all’aiuto del Comune di Ferriere, si terranno, il 15 maggio, in Nure , il 27 agosto in Aveto. La società costituita con atto registrato all’ufficio delle entrate dove risulta regolarmente iscritta col nome di S.P.S. “ACQUE DEL COMUNE DI FERRIERE”, è provvista di un regolamento, ed affiliata all’ARCI Pesca. La società è nata grazie ad un gruppo di persone del paese con l’intento di rilanciare il settore pesca nel nostro comune. Oltre alle manifestazioni indicate, la società si sta interessando del vivaio di Canadello, dove Piero, da anni segue la produzione di avannotti. I suoi consigli e la sua esperienza si stanno rivelando preziosissimi e chissà che con l’impegno di tutti non si possa migliorare il silenzioso e considerevole lavoro che Piero ha condotto sino ad ora. La neonata società ha tante idee e voglia di fare, non sarà facile, ma siamo convinti che troveremo validi aiuti. A breve ci saranno le semine di avannotti di trote e se qualcuno volesse dare un’aiuto, ne avremmo solo piacere. La società inizia una campagna di tesseramento per l’anno 2011, indispensabile per sostenere le iniziative programmate e più siamo meglio è. Da parte nostra ci attiveremo per cercare di fare più tessere possibili spiegando quanto fatto e quanto si cercherà di fare. Buona Pesca a Tutti. Il comitato direttivo Per informazioni: Lanfranchi Sergio 331 6419169 17 ontagna Nostra Paolo Barbieri confermato alla guida della Croce Azzurra di Ferriere B en 170 s o n o stati gli iscritti che hanno partecipato alla votazione per il rinnovo del consiglio direttivo della Croce Azzurra di Ferriere. A norma di statuto gli eletti hanno quindi proceduto alla distribuzione delle cariche confermando alla guida dell’associazione il presidente uscente Paolo Barbieri sul cui nome si sono concentrate anche le preferenze di oltre il 93% dei votanti. Alla vice presidenza è stato chiamato Alessandro Mainardi che ha anche il compito di responsabile della qualità dei servizi. Stefano Boeri è nominato Di- rettore tecnico / Responsabile attrezzature sanitarie coadiuvato dal responsabile tecnico Carletto Barbieri. Segretario è Francesco Spotti, vice Francesco Bergonzi che è anche responsabile del vestiario. A Lucia Bocciarelli l’incarico di cassiere-economo; a Lisa Draghi la direzione dei servizi e a Stefano Scaramuzza la responsabilità della sede. L’equipe è completata dal direttore sanitario dottor Simone Bernieri. Sono stati inoltre eletti sindaci revisori dei conti : Alan Candeli (responsabile formazione), Mirko Bergonzi (co-responsabile tecnico), Oscar Bergonzi e Gianni Carini. Evviva i coscritti del 1975! 18 ontagna Nostra “Il Castello di Boli” Svelati gli antichi segreti dell’Alta Valnure nel libro di Claudio Gallini. D alle poche rovine rimaste, l'autore è riuscito a ricostruire l'intera storia di un maniero finora da molti sconosciuto, posto a Boli proprio dove il fiume Nure riceve i due tributari Lavaiana e Lardana. Il libro raccoglie inoltre copie di antichissimi documenti, mappe e atti di sucessione del fortilizio, punto cruciale delle faide e delle lotte famigliari che avvenivano nella Val Nure medievale. Un volume rivolto non soltanto agli appassionati di storia locale, ma anche agli amanti della nostra stupenda vallata. conoscere aspetti storici di questa stupenda parte dell'alta Val Nure che si diparte da casa Cantoniera e sale verso il Lardana" Paolo Labati La Cronaca di Piacenza 19-12-2010 Troverete le altre recensioni complete sul sito: www.coletta.altervista.org "Un libro,scritto più col cuore che con la penna, un documento che con il pretesto di un castello, mette in luce alcuni episodi della storia dell’alta Valnure del 1400 e 1500. Gallini si è preso la gioia di scartabellare, di andare a cercare documenti per offrire un libro che invito a leggere per conoscere la nostra storia, l’ha fatto con la speranza che anche gli enti pubblici si prendano a cuore la ricerca delle nostre origini" Don Gianrico Fornasari, parroco di Groppallo. "Un giovane studioso di Farini, Claudio Gallini, ha riscoperto tracce del Castello o fortilizio di Boli fatto costruire dai Nicelli." Gianfranco Scognamiglio Libertà 19-122010 "Gallini non è la prima volte che si avventura nel passato, già lo scorso anno con il libro "Antico Borgo Coletta" ha voluto far Il volume è disponibile presso le seguenti librerie: FARINI: - Libreria Roffi Antonio, via Roma 36, Farini (PC), Tel. 0523 910180 FERRIERE: - Edicola Calamari Elena, Largo Risorgimento 11, Ferriere (PC), Tel 0523 922385 BETTOLA: - Edicola Malvicini Stefania, P.zza C- Colombo 76, Bettola (PC), Tel 0523 917800 PIACENZA: - Libreria Romagnosi Via Romagnosi 31/33 29100 Piacenza (PC) Tel. 0523338474 [email protected] (Effettua spedizioni). 19 ontagna Nostra Esperienza invernale per i nostri ragazzi delle scuole S i dice spesso: “ Chi trova un amico trova un tesoro” e grandi e piccini, mamme e papà, docenti e amici della scuola primaria e secondaria di Farini e Ferriere, hanno toccato con mano il vero significato dell’amicizia. Nei giorni 14 e 15 febbraio scorso hanno vissuto, guidati dai maestri di sci Fulvio, Massimo, Cesare e Claudio, l’esperienza dello sci sulla pista Prato Cipolla. Con la collaborazione di tutto il gruppo di S. Stefano: dal sindaco, vice sindaco, maestri sciatori, carabinieri, guardie forestali, ragazze della baita, amici degli impianti di risalita e noleggio, personale della pasticceria e dell’albergo, i ragazzi hanno imparato ad amare questo sport che per la maggior parte di loro era no- vità…anche un po’ spaventosa. I due giorni trascorsi fuori casa hanno permesso ai nostri ragazzi di riscoprire, tra le altre cose, anche le ricchezze delle nostre montagne, luogo di divertimento, di iniziative per i giovani e non solo, spinti dalla voglia di “risalire” sulla neve, guidati da quello spirito montanaro della scoperta, dell’avventura, del desiderio e della novità. I ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, il Dirigente Scolastico, le docenti Beatrice Brugnetti ed Elena Bocciarelli e tutti i genitori presenti, si sono stretti tenendosi per mano e con un inno all’amicizia, e dall’alto di Prato Cipolla hanno cantato con gioia, ringraziando tutti i collaboratori e urlando in coro un arrivederci all’anno prossimo!!! Un grazie a chi ha rinnovato l’abbonamento al Bollettino Un grazie a tutti gli abbonati che ci hanno rinnovato la fiducia. Continueremo ad inviare il bollettino a tutti sino a giugno. Con il numero di settembre sospenderemo l’invio a quelli “non in regola”. Ricordiamo, per chi desidera, gli estremi del conto intestato alla Parrocchia di San Giovanni Battista di Ferriere. Numero Conto corrente postale: 6212788 Per bonifico codice IBAN: IT-56-M-07601-12600-000006212788 Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX Italia: € 20,00 - Estero € 30,00 20 N.B. Il versamento in Posta è soltanto per quelli che ricevono dalla posta. ontagna Nostra Sono la tua bandiera, l’Italia, la tua Patria. Onoriamo, come ha fatto tutta la comunità italiana nel giorno del 17 marzo, l’anniversario dell’Unità nazionale con uno scritto, trovato da Lucia Moia Bergonzi e risalente ai tempi della sua fanciullezza. Sono la terra, i monti, i mari, il cielo e tutte le bellezze della natura che ti circondano, l’aria che respiri, il sangue di chi è caduto nell’adempimento di un dovere o nel raggiungimento di un ideale, per permetterti di vivere libero, la zolla che ricopre i tuoi morti, la fede, l’amore, il vibrante entusiasmo dei tuoi avi, la fatica, l’affanno, la gioia di chi studia e di chi produce con la mente e col braccio, il dolore, il sudore e la struggente nostalgia degli emigranti, la tua famiglia, la tua casa ed i tuoi affetti più cari, la speranza, la vita dei tuoi figli. Ricordato a Ferriere l’ex Sindaco Giuseppe Caldini Le parrocchie del territorio di Ferriere hanno ricordato nelle celebrazioni festive di domenica 27 febbraio l’ex Sindaco Giuseppe Caldini, scomparso il 26 febbraio 1991. Nelle messe celebrate nelle diverse parrocchie si è voluto ricordare una persona – come ha sottolineato nel capoluogo il parroco don Giuseppe Calamari – che ha dedicato i 28 anni da primo cittadino, per il bene della sua gente e per il progresso della sua montagna con la tenacia dell’alpino e la generosità della fede. Ha poi sottolineato come tutti ancora oggi ci sentiamo orgogliosi di lui e la sua figura ci è più familiare di quando lo vedevamo andare per le nostre strade o bussare con fiducia alla porta di quelli che potevano. A Cattaragna il ricordo è stato voluto dal locale circolo Anspi presieduto da Gian Luca Cervini. 21 ontagna Nostra 22 Lo scorso 15 Dicembre, ci ha lasciato Giovanni Cavanna di Coletta, “Gianetu da Culëta”. La valle piange un grande uomo, beneamato da tutti, una persona molto speciale. Giovanni era conosciutissimo da Bettola a Ferriere, da Mareto a Pione per la sua attività di commerciante di bestiame e di agricoltore, ma soprattutto per la sua onestà e serietà, un uomo dove la parola data aveva ancora un intenso significato. Giovanni era affezionato alla sua terra, alle sue bestie, soprattutto alla sua cavalla con la quale aveva un rapporto quasi umano, una simbiosi molto particolare; Egli era avverso alle modernità e non era raro incontrarlo fino a poco tempo fa, nei campi adiacenti alla strada con tanto di “rastlòn”, trainato, dalla sua fedele cavalla bardigiana “Stella Dora”. Dopo il lavoro, non mancava mai di ritrovare gli amici all’Osteria dal Piciòn di Boli, da Piero a Le Moline ed un salto anche dalla sorella Lucia a Cantoniera; Un rito sacro che nemmeno le intemperie fermava, dopo le fatiche nei campi, il ritrovo con gli amici davanti un bicchiere di vino rosso. La Valle gli volle riconoscere questi pregi anche durante le celebrazioni in onore di S.Antonio Abate nel 1998 a Groppallo, quando ricevette, in sella alla sua cavalla, la medaglia d’oro come cavaliere della Repubblica. Classe 1915, subì le sevizie dei campi di concentramento in Germania a Landsberg per ben due anni, ma riuscì a tornare tra le braccia della sua amata Maria, scomparsa poi nel 2006. Con la perdita della cara moglie, Giovanni fu costretto a trasferirsi a Piacenza accudito dalle sue tre figlie, ma ogni Domenica tornava sempre alla sua Coletta, davanti alla sua stufa in inverno e sotto al portico in estate. Caro Gianetto, la tua mancanza ha lasciato un grande vuoto, ma siamo sicuri che dalla cima di Groppallo veglierai su tutti noi, come una sentinella, proteggendo i cari e gli amici. Giànetu, rocca da Camulèra U me nòn, Castélfort dà Culëta. Giànetu, rocca da Camulèra, acqua da Buràsca. Cü fasulët in testa, u capèl o con sö la brëtta, l’è séimpar elegànt, un Cavalìer e la so cavàlla. Tutta la valä, u ciàma Giuvàn, da ra Bëtra a Bärdi, da Piòn a e-Frèr. In sal marcà d’invéran cùl pastràn, all’ustària, al càd, coi amìs sincér: Piciòn da Böri, Fràncu ad Casimurèn Gigiòn so parènt e Pinu ad Tugnèn. Dariòn ad fönd, Piròn de Murèn Màriu ad Gaià e Càrlu u maslèn. I bö sütta a lèsa, i tìran cù-u zü Ad nàns, Giànetu con la furca in spàlla. Al pòrta erba mëdga, lègna e rüd, a pàia l’è prònta prù lèt da stàlla. “O Mària sùm che, dàmm una màn, gò un cavàgn ad gallët, tùt bei nustràn”. “Oh Giànetu che bòn, i maiùm ista sira, mè ho fàtt ar pàn, savìss che fadìga”. Pës da Lardàna e spinarö de Ramé vén da tòppia e tànt pàss a pé. U gà mìa ad segréti, l’è una storia vèra, Giuàn l’è un bagàì, una rocca da Camulèra. Claudio Gallini ontagna Nostra Ricordiamo su queste pagine anche anche Cavanna Lorenzo Lorenzo, 66 anni, era conosciuto in tutti i comuni di Farini e Ferriere avendo lavorato per diversi anni con l’impresa Marzaroli di Farini. Era orgoglioso della sua Parrocchia di Boccolo Noce alla quale non faceva mai mancare il suo generoso aiuto e la sua grande disponibilità. Era umile, cordiale e sempre pronto a dare una mano a tutti. Farini: la Befana alla Casa Protetta L ’arrivo della Befana alla Casa Protetta ha chiuso le manifestazioni “natalizie” iniziate il 19 dicembre con la festa degli Auguri. Momento importante per la comunità anche la giornata degli anziani, organizzata questa dall’amministrazione comunale di Farini il lunedì precedente il Natale. In tale occasione erano stati presentati, come già era avvenuto a Ferriere, diversi “presepi” costruiti dai bambini di tutte le scuole del territorio. Nel giorno dell’Epifania a rallegrare la festa e far visita agli ospiti sono stati soprattutto, oltre ai famigliari e agli amministratori, un gruppo di ex alpini che hanno voluto così consolidare la tradizione di iniziare l’anno scambiando gli auguri a tutti i presenti. La giornata è terminata con torte, frittelle e altro preparate dalle volontarie di Farini, dai famigliari degli ospiti e dalla cooper ativa che gestisce la struttura. 23 ontagna Nostra Ferriere Grazie don Giuseppe 24 Sono passati vent’anni, da quando tu, caro don Giuseppe, valicando il Tomarlo, proveniente da Borgotaro, hai fatto il tuo ingresso nella parrocchia di Ferriere. Era un po’ come ritornare alle tue origini, e tutti sappiamo che non è mai facile: anche il vangelo ricorda che nessuno è profeta in patria! Eppure tu sei riuscito ugualmente, e con il bagaglio della tua esperienza vissuta tra il Nure il Brasile e il Taro, ti sei speso in tutti questi anni in un servizio umile e in un impegno quotidiano in favore di questa terra, che è tra le più fragili della nostra diocesi. E così sono stati vent’anni a lottare per i più anziani, per i più deboli, per i più indifesi, vent’anni a testimoniare di essere un fratello per le strade di tutti i giorni. Grazie caro don Giuseppe della tua umanità e della tua amicizia! In questi anni la gente è diminuita, i preti presenti si sono ridotti a poco più di due su tutto il territorio comunale. i bisogni sono aumentati e ogni giorno c’è la necessità che qualcuno testimoni l’amore di Cristo. Don Giuseppe, tu sei sempre stato presente accanto a tutti: ammalati, anziani, giovani, e anche a tutti quei ragazzi di ogni parte del mondo che in questi anni sono passati per Ferriere: una testimonianza, la tua, vissuta in trincea per il bene di tutti! Vogliamo dirti che siamo contenti e orgogliosi di averti tra noi, come guida e pastore delle nostre parrocchie e, anche se gli anni passano e saresti già in età di pensione, noi speriamo che il Signore ti conceda sempre l’energia e la salute per continuare ad essere quella presenza bella e insostituibile per cui ti ammiriamo. Grazie don Giuseppe! ontagna Nostra Buona Pasqua! V ita e morte, principio e fine, nascita e sepoltura, sono dei binomi che ci spiazzano, ma che fanno parte della nostra esistenza. Il messaggio del Natale, dove vita, gioia, pace sembrano le parole d’ordine, subito il giorno dopo si celebra il martirio di Santo Stefano. Il martirio dei Santi innocenti, quasi per ricordarci che sullo sfondo del Natale c’è sempre la Pasqua con il suo mistero di passione, sofferenza, morte e risurrezione. Lo stesso messaggio è ripetuto sette giorni dopo quando Maria e Giuseppe portano il bimbo Gesù al tempio ed il vecchio Simeone ricorda a Maria tutta la sofferenza che le sta dinnanzi quando vedrà quel figlio inchiodato su di una croce “una lancia Maria ti trapasserà il cuore”. E’ il martirio di tutta quella gente che in un modo o nell’altro, dalle piccole cose quotidiane a quelle più dure che la vita ci riserva sono pronti a sacrificarsi nella fedeltà al loro dovere per il bene degli altri. E’ il martirio di tanti ammalati di mali inguardibili, giovani e meno giovani, che si trovano negli ospedali, case protette e I nostri bambini al termine della celebrazione festiva. dei loro famigliari. E’ il martirio di popoli costretti a fuggire come stiamo ora assistendo dalla Libia, Tunisia, Marocco per la guerra, fame e miseria. E’ il martirio di quanti nel mondo lottano e non si arrendono di fronte ad ingiustizie, disuguaglianze, guerre. E’ il martirio di quanti si fanno carico delle croci degli altri! Buona Pasqua a tutti! Lo inchioderemo su una croce Il dramma della vita Oggi si muore perché si uccide in famiglia, dove dovrebbe regnare l’amore. Oggi si muore di fame non per mancanza di beni, ma perché sono nelle mani di pochi e invece ci costruire case, scuole, ospedali, si costruiscono armi. Oggi si muore non perché Dio ha decretato la fine del mondo, ma perché qui sulla terra decretiamo la fine della vita con l’inquinamento. Oggi si muore non perché Dio si è dimenticato di noi, ma perché ci siamo dimenticati di essere fratelli nella diversità. Oggi si muore non perché Dio dal Cielo non guarda più la terra, ma perché l’uomo della terra non guarda più al cielo. Oggi si muore non perché Dio ci fa mancare il suo aiuto, ma perché ci riteniamo autosufficienti e al posto di Dio abbiamo messo il nostro “io”. 25 ontagna Nostra In foto un ricordo del nostro Presepio vivente, la notte di Natale. Nelle vesti di San Giuseppe Davide Calamari, della Madonna Laila Speroni e tra le braccia il loro bambino Jacopo. Orari funzioni Pasquali Giovedì, Venerdì e Sabato settimana Santa: ore 20,30 Domenica di Pasqua: Ore 11 Venerdì 15 aprile, ore 20,30: Via Crucis e confessioni L’esperienza e le capacità di Antonio Barbieri, “Togn di Pomarolo” indispensabili per proficue battute di caccia. 26 ontagna Nostra Vive congratulazioni ad Elena Gavardini e Paolo Sordi, unitisi in matrimonio lo scorso 4 settembre nel Santuario Madonna in Campagna di Gallarate. Testimoni per la sposa: Tiziana Caccialanza e Andrea Gavardini, per lo sposo la sorella Elena e Giovanni Ferrari. Alessia Malchiodi accoglie fra le braccia la sorellina Giada nata lo scorso 26 settembre. Genitori: Giuliano e Graziella Poggioli. 27 ontagna Nostra I nostri bambini Jacopo Calamari di Davide e Laila Speroni ha ricevuto nella nostra chiesa il Battesimo. Padrino: Celso Calamari, madrina: Adriana Agnelli. Annalisa Bergonzi di Francesco e Isabella Garatti, nata a Piacenza il 18 febbraio 2011. A sinistra la piccola Chiara Pontello nata a Piacenza l’11 ottobre 2010, figlia di Fulvo e Sara Grassi. Chiara è arrivata anche a rallegrare la frazione di Boeri. 28 ontagna Nostra Alice Bergonzi di Fabio e Roberta Risoli, battezzata nella chiesa di Carpaneto il 19 dicembre 2010. Padrini: Mauro Bergonzi e Giuliana Amani. A fianco la sorellina Letizia, di 2 anni e mezzo. Stefano Zermani nato il 9 febbraio, arrivato ad allietare i genitori Alberto e Sonia Cassola e la sorellina Francesca. 29 ontagna Nostra Importanti tappe di vita I figli Romano con Stefania, Manuela con Giuliano e i nipoti Nicholas, Alessandro e Lola hanno festeggiato Centa e Michele Scaglia per il loro cinquantesimo di Matrimonio. Importante traguardo anche per Piera Costa Labati che ha superato lo scorso 26 gennaio quota 95! Una buona tappa in vista del secolo! 30 Canadello ontagna Nostra Donna perchè piangi P iangeva Maria. Si era alzata quando era ancora buio, voleva essere al sepolcro il prima possibile per onorare con aromi il corpo di Gesù. Ma quando giunse al sepolcro ecco che la pietra era stata ribaltata. Non ci poteva credere, l’avevano portato via. Non bastava averlo ucciso? Corre via in preda all’angoscia più amara e va a svegliare Pietro e Giovanni “hanno portato via il Signore e non sappiamo dove l’hanno posto – Gv 20,2”. E mentre quelli si precipitano a verificare l’accaduto, Lei raccoglie tutte le forze e torna a quel sepolcro vuoto. Gli apostoli osservano e poi fanno ritorno, Lei rimane in ginocchio con le mani fra i capelli a piangere. Ad un tratto alza lo sguardo a quel sepolcro, vede due angeli in bianche vesti che le dicono “Donna perché piangi?”. La risposta non si fa attendere: “hanno portato via il mio Si- gnore e non so dove l’hanno posto” e loro “perché cerchi tra i morti, che è vivo?”, poi si volta e lì c’è una persona che le fa la stessa domanda “Perché piangi?”. Lei pensando che sia il padrone di quel luogo, dice: “sei stato tu a portare via il Signore e dove l’hai posto?”. Ma quell’uomo la chiama “Maria” a questo punto lo riconosce è Lui “Rabboni”, il maestro, il Salvatore, lo vuole abbracciare ma lui risponde: “non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre mio e Padre vostro, ma va ad annunziare ai miei fratelli che in Galilea mi vedranno, perché la morte non ha potere sul Signore della Vita”. La Pasqua di Cristo Risorto sia la forza nel cammino della nostra vita, anche se tante volte le lacrime scendono dai nostri occhi ad irrorare la terra come la pioggia di primavera. Buona Pasqua! 31 ontagna Nostra Cerreto Rossi 2011, Anno del volontariato S i è chiuso il 2010, l’anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, perché si sosteneva che per costruire la pace bisognasse combattere la povertà; ma i poveri sono aumentati e con la situazione economica mondiale il divario tra ricchi e poveri è sempre più grande. Tanta povera gente che si era fatta un mutuo per costruire la casa, rimasti senza lavoro rischiano di perdere tutto, il tasso di disoccupazione è in continuo aumento. Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Tre europei su dieci fanno volontariato, ossia 100 milioni di europei mettono a disposizione il loro tempo e la loro esperienza per aiutare chi ha bisogno e contribuire allo svilup- 32 po delle proprie comunità. Grazie a Dio nella nostra società molte le forme di volontariato. Il volontariato è azione gratuita e risposta ai bisogni, ma come ricorda la carta dei valori del volontario è qualcosa di più. “I volontari hanno in comune la passione per la causa degli esseri umani e per la costruzione di un mondo migliore”. Un bell’esempio per risvegliare, per chi pensa solo a se stesso, la speranza in una quotidiana condivisione e solidarietà. Come potrebbe andare la nostra società senza l’aiuto di tutte queste forme di assistenza ai vari bisognosi. Pasqua significa vita: un grazie a tutti i volontari delle associazioni che a vario titolo aiutano la vita. "Interpretando il pensiero di don Paolo, pubblichiamo la foto del Battesimo dell'ultima pronipote: ecco Cecilia con mamma Sara e papà Corrado." ontagna Nostra Sant’Antonio proteggici! 33 ontagna Nostra Dall’Alta Valnure alla metropoli lombarda N 34 ell’intento di continuare a far conoscere ai nostri lettori la vita di tanti nostri concittadini impegnati con successo nella vita lavorativa di tutti i giorni in Italia e all’estero, proponiamo ora una giovane della nostra terra: Sara Boeri. Il papà Antonio è di Cassimorenga e la mamma Silvana Manfredi di Solaro: famiglia nata in alta Valnure ed emigrata alla periferia di Milano, nell’interland della grande metropoli per esigenze lavorative e quindi economiche. Entrambi, dall’ambiente “povero” della nostra montagna hanno saputo e dovuto far tesoro della “necessità che aguzza l’ingegno”, predisposizione naturale al successo nella vita trasmessa soprattutto alla figlia Sara. Classe 1979, nata a Milano, Sara si è diplomata all'Istituto Tecnico per il Turismo. Due forti “caratteristiche” hanno però contribuito a formare culturalmente e praticamente la vita della giovane ragazza: una forte vena poetica e una grande passione verso la musica (suona la chitarra con grande maestria e canta) e l’arte in genere. Già in tenera età componeva poesie. Ricordiamo quella composta in occasione della scompar- Sara con la cugina Claudia. sa della nonna materna Ines, “Alla mia nonna”, di cui ne pubblichiamo l’ultima parte. Sara è però anche molto “portata” alla musica e alla chitarra in particolare. Lucio Battisti rappresenta per lei il grande artista e la canzone "I Giardini di Marzo" il pezzo più grande e unico. Talmente grande da consigliarla nella vita pratica e lavorativa di attribuirla quale denominazione al negozio di fiori che la stessa conduce, assieme ai genitori nel centro storico di Corsico. E’ pure attivo il sito internet che trae la denominazione dalla stessa canzone. (www.igiardinidimarzo.it) Più che un negozio, quella di Sara è un'azienda che vanta 40 anni di esperienza nel settore: Silvana e Sara ( floral designer) curano la vendita e realizzano addobbi floreali per ogni occasione ( cerimonie, eventi, manifestazioni, vetrine, decorazioni di interni, ecc..), dedicando particolare cura al colore ed ai dettagli. Papà Antonio si occupa delle consegne in città, nei comuni limitrofi e in Milano, allestisce terrazzi ed esegue piccoli lavori di giardinaggio. Recentemente Sara, ontagna Nostra con spirito poetico e grande vena artistica assieme ad altri operatori, dell’Associazione milanese fioristi hanno addobbato – lo scorso 7 dicembre - la Scala nel giorno della “Prima” per la rappresentazione “Walkiria” di Richard Wagner: 3.000 rose bianche, 3.500 garofani bianchi e verdi, 200 anthurium, 100 ortensie e tanti altri. La provenienza dei fiori era italiana (Sanremo) ed olandese. Addobbo, che fa parte, ormai, della tradizione della “Prima”: si svolge, infatti dal 1985.L’addobbo per la “Walkiria” ha riguardato il palco reale e il foyer (più gli spazi – ristoro. Sara ha partecipato all’allestimento dell’addobbo nelle funzioni di “art director”: un dovuto riconoscimento che premia le sue grandi capacità professionali. In foto alcune immagini del lavoro. Recentemente Sara è stata anche chiamata, insieme ad altre tre colleghe floral designer, al Festival dei fiori di Sanremo, Alla mia nonna .......... Pochi giorni dopo la tua partenza, mi è comparso davanti agli occhi il ritratto di un viso armonioso e sereno. Eri tu, nonna, con un vestito a fiori che tuttora ti accompagna nella tua casa. Mi sembra quasi di sentire un soave profumo. un’importante manifestazione a livello europeo del settore che si svolge annualmente nella città ligure in occasione del Festival della canzone. Sette giorni di totale immersione nel mondo dei fiori e della composizione d’autore. Alla fine una giuria composta dai tre fioristi più quotati del momento ha premiato il gruppo di Sara.....due volte!! Prima per la vetrina dedicata alla canzone italiana e per la rappresentazione dell’Orlando furioso all’interno dello stand. Sara, da giovane sensibile e attaccata al territorio si rivolge spesso a tutti coloro che fin da bambina le hanno trasmesso la passione ed il rispetto per la natura, e oggi, ci sottolinea, sorrido per chi dal cielo sempre ci veglia....ed un grazie al nonno Enrico ed allo zio Pino che nascosti tra le loro care montagne di Solaro e di Cassimorenga, godendo di splendidi panorami, hanno sempre un raggio di sole da regalarci per sopportare la vita nuvolosa della città”. Paolo 35 ontagna Nostra Ricordiamoli Quagliaroli Iolanda ved. Boeri di anni 90 Buon compleanno, nonna! Era il giorno del tuo compleanno. Volevamo fare una torta da mangiare tutti insieme, ma non ci hai aspettato. Dicevi sempre che dovevi andare su: che i tuoi ti aspettavano, e anche se noi volevamo che tu rimanessi ancora sei andata per fare festa con il nonno, gli zii, le zie, il tuo papà, la tua mamma, la Mariettina, tua nipote Teresa e tante persone che abbiamo conosciuto e che ci hanno voluto bene. Avevi la tua età, ma te ne sei andata troppo presto perché noi avevamo ancora bisogno di te, dei tuoi consigli, dei tuoi rimproveri, del tuo aiuto, della tua presenza. Ora sarà tutto diverso, non ci sarà più la luce alla finestra con la tua persona che si affacciava per vedere se stavamo arrivando, non ci sarà più la zuppiera di minestrone fumante che preparavi con tanta cura con le verdure fresche dell’orto e ora, quando arriveremo, troveremo la porta chiusa e il fuoco spento. Ma dentro casa sentiremo ancora la tua voce che ci dice che viene la sera, che c’è da fare da mangiare e che ci sono tutti i lavori da fare. Manchi tanto a tutti noi, ma il nostro affetto sincero non morirà e sarà più forte di qualsiasi abbraccio e più importante di qualsiasi parola. Il tuo ricordo ci sarà di conforto, la tua generosità, il tuo spirito di sacrificio, la tua forza di carattere ci saranno di esempio. Guidaci ancora e insieme a tutti i nostri cari prega il Signore per noi. Grazie nonna e buon compleanno. I tuoi nipoti 36 ontagna Nostra Boeri Cristoforo n. 20.03.1925 – 27.02.2011 “Nel nostro cuore conserviamo vivo e profondo il ricordo di te”. Nato e cresciuto in una numerosa famiglia di Toazzo, Cristoforo sperimentò da giovane il peso della malattia e a nulla valsero le cure e il grande calore umano che la famiglia non lasciò mai a mancare al congiunto. Cristoforo partecipava però alla vita del suo paese, agli avvenimenti tristi e lieti del territorio informandosi attraverso le immancabili visite delle sorelle prima e dei nipoti dopo. E’ ritornato a riposare per sempre nel cimitero di Cerreto, dove nella vicina chiesa Cristoforo ricevette i primi sacramenti della vita. Marzi Alice ved. Palmieri n. 03.08.1921 – m. 18.02.2011 Dio ci ha lasciato il comandamento: “onora il padre e la madre”. In un altro brano della Bibbia ci dice: “chi onora padre e madre espia i peccati e accumula tesori e quando vecchi perdessero il senno di saperli capire e compatire, mentre siamo nel pieno vigore, perché quel giorno può arrivare per tutti noi e così la figlia Margherita con tanto amore, pazienza e bontà ha accompagnato la sua mamma Alice, da quando nel 1997 era morto lo sposo Andrea che tutti ricordiamo come il trebbiatore fiero dei suoi attrezzi e macchine che probabilmente lungo il percorso della trebbiatura che iniziava verso Bobbio per poi salire verso Castelcanafurone, avrà conosciuto Alice con la quale si è formato la famiglia. Famiglia che ha conosciuto la fatica, che ben sapevano da dove proveniva il pane caldo del forno e che l’hanno trasformato in pane di vita quotidiana. Esempi belli che tutti abbiamo conosciuto e di cui dobbiamo farne tesoro. Come sempre, da vicino e lontano, la gente è arrivata alla Chiesa di Cerreto il giorno dei funerali proveniente anche da Milano dove era stata assistita, curata ed amata dalla figlia e dai nipoti. 37 ontagna Nostra casaldonato Tempo di potatura S tudi scientifici recenti hanno dimostrato che le piante quando si potano soffrono. Eppure molte piante senza potatura non darebbero frutti gustosi e abbondanti. Esempio tipico è la vite. Gesù nel Vangelo di San Giovanni (15,5) parla di una vite che è Lui ed i tralci siamo noi. Il Padre celeste è l’agricoltore che pota i tralci perché portino più frutto. La vite se potesse parlare direbbe: “come mai lo scorso anno ti ho dato tanti grappoli di uva da questo tralcio e tu mi vieni a tagliare? Non mi vuoi bene? Mi fai piangere! Cosa potrebbe rispondere l’agricoltore. E’ necessario perché tu ne produca di più. Così le varie potature che la vita ci 38 S i è chiuso il 2010, l’anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, perché si sosteneva che per costruire la pace bisognasse combattere la povertà; ma i poveri sono aumentati e con la situazione economica mondiale il divario tra ricchi e poveri è sempre più grande. Tanta povera gente che si era fatta un mutuo per costruire la casa, rimasti senza lavoro rischiano di perdere tutto, il tasso di disoccupazione è in continuo aumento. Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Tre europei su dieci fanno volontariato, ossia 100 milioni di europei mettono a disposizione il loro tempo e la loro esperienza per aiutare chi ha bisogno e contribuire allo svilup- Elisa e Gaia sorridono felici nelle braccia dei nonni Rita e Luigi. ontagna Nostra Il carnevale dei bambini N on voleva avere le pretese di essere una grande sfilata di carri allegorici come quelle che si sono svolte in molti comuni della provincia, non voleva perché non era l’elaborazione artistica di personaggi e scene per apparire: era però – con tanta semplicità e calore umano, il Carnevale dei bambini di Ferriere. Un carro, quello dei Puffi, organizzato dalla scuola di Ferriere e in particolare dalle docenti Elena Bocciarelli, Agnese Santoro, Luigi Rogo, Genoveffa Lumia e Rosaria Russo. Grande merito alle insegnanti della scuola dell’infanzia Russo e Lumia. Il carro allestito ha sfilato per le vie del paese dalle ore 16 con la collaborazione di Emilio Toscani che ha condotto il trattore. La festa si è conclusa nel salone parrocchiale dove le mamme hanno organizzato l’immancabile rinfresco. Un ringraziamento al parroco don Giuseppe sempre attento e disponibile alle esigenze del paese e della comunità. Cesarino di Casaldonato alle prese con il “suo” mondo agricolo. 39 ontagna Nostra Ricordiamoli Bernardi Paolina ved. Calamari n. 02.10.1932 – m. 14.12.2010 Ha trascorso la sua vita nel lavoro dedicandosi totalmente alla sua famiglia. Per lei il lavoro non era un peso, ma fonte di consolazione e motivo di fedeltà agli insegnamenti che aveva ricevuto dai suoi cari a Cattaragna dove era nata e che ha inculcato al figlio Giuseppe, il quale alla morte del papà Dario, non l’ha mai lasciata sola e lei andava fiera di avere un figlio stimato e ben voluto da tutti. Morta a Piacenza, il funerale si è svolto a Casaldonato dove riposa lo sposo Dario, col quale aveva condiviso la vita ai piedi del Carevolo, nella frazione di Caserarso. Purtroppo i nostri paesi si svuotano e i cimiteri si riempiono, ma è anche l’invito che ci rivolge Gesù all’inizio della Quaresima: “ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, ma come la polvere che il vento solleva per trasportare i semi da una pianta all’altra perché producano frutti, così l’anima è trasportata da Dio nel luogo che Lui ha disposto. Bergonzi Alvaro 40 Nato a Casaldonato il 10 novembre 1919. Terzogenito di sei fratelli: Primino caduto in guerra sul fronte greco nel 1943, Agostino, Alvaro, Aldo, Luigi, Florio. I genitori erano, come tutti a Casaldonato, contadini. Il padre Andrea, aveva a carico una numerosa famiglia, costituita da nove persone. All’età di 48 anni, nel 1934, fu stroncato da una polmonite virale bilaterale, malattia a quei tempi, purtroppo, incurabile. Rimasero così sei orfani, privi delle più elementari risorse per la loro crescita e formazione. Paradossalmente la ineluttabile e cruda realtà si trasformò in provvidenziale molla che li spinse alla ricerca di un lavoro, per portare alla madre vedova, qualche spicciolo, indispensabile per il mantenimento dei sei figli. A quei tempi non esisteva né la pensione, né l’assistenza medico sanitaria. Così i sei orfani, pur sempre affiatati e uniti dall’affetto materno, seguirono vie diverse. Alvaro fu il più intraprendente e ontagna Nostra dinamico. All’età di 14 anni ha iniziato la vita lavorativa, facendo il garzoncino presso un’azienda agricola a Pontecurone di Alessandria, ma la sua spiccata intelligenza lo vocava agli studi, così da autodidatta, trascorreva le notti – di giorno doveva lavorare – sui libri avuti in prestito. Sorprendentemente in pochi anni, conseguì, come privatista, la maturità classica presso il prestigioso liceo classico “Vittorio Alfieri” di Torino, riportando la miglior votazione tra tutti i maturandi interni ed esterni, con la media del “9”, in tempi in cui i voti e i giudizi venivano soppesati ed assegnati con “avara manu”. Quindi il suo incontro con la maestra Luisa Maloberti di Colla di Gambaro e assieme coronarono il loro amore e crearono la loro famiglia con Roberto e Barbara vivendo una lunga, serena, armoniosa vita: prima a New York, sempre però con lo sguardo rivolto all’Italia ed in particolare a Milano che Alvaro raggiungeva periodicamente per il conseguimento, presso l’Università Statale, della laurea in giurisprudenza. Successivamente, la sua attività fu irrefrenabile, prima a Mi- lano, poi a Chiavari, dove ha realizzato numerose costruzioni edilizie. Ma il ricordo dei primi anni trascorsi in famiglia a Casaldonato non lo abbandonò mai e, assieme alla sua sposa Luisa, volle condividere la sua fortuna economica con i suoi fratelli, assistendoli e aiutandoli sempre nelle loro necessità. Ma il suo sguardo nostalgico era sempre rivolto a quei terreni – “la pianura” che il padre coltivava e “roncava” sino ad ammalarsi di fatale polmonite. Così Alvaro volle erigervi sopra un duraturo ricordo e monumento, la sua bella villa, circondata dal verde dei campi e dei boschi e soffusa dal ricordo nostalgico dei suoi genitori. Ma la sua più grande soddisfazione è stata quella di veder realizzata la carriera professionale dei figlio Roberto, eletto presidente dell’ordine degli Psicologi di Milano e vedendo la figlia Barbara vicino a lui, sino a raccogliere il suo ultimo respiro, assieme alla sua amata Luisa. A corona della lunga e laboriosa esistenza c’è stato l’abbraccio di tutti gli abitanti di Casaldonato, presenti nella chiesa del paese natio durante la toccante cerimonia religiosa celebrata dal parroco don Giuseppe Calamari, le cui confortevoli e inspirate parole di fede e di speranza non saranno dimenticate da tutti i famigliari che lo ringraziano con sentimenti di profonda stima. In foto Alvaro (a sinistra) con la moglie Luisa ed il fratello Florio. 41 ontagna Nostra gambaro “Tu sei re!” L ’imperatore Pilato chiese a Gesù: “Tu sei re?”, “Lo sono”, rispose Gesù, ma strano modo di regnare: - Senza oro e senza reggia - Nato in una stalla e adagiato sulla paglia - Escluso dall’albergo e accolto dai poveri - Mangia coi peccatori e parla con gli esclusi - Tradito dagli amici - Giudicato e calunniato - Schiaffeggiato e torturato - Su una croce inchiodato - Dalle grandi braccia aperte per accogliere tutti quanti - In una tomba collocato, ma risorto a nuova vita - Qui venuto per amare, servire e salvare. Ma come dice Papa Benedetto XVI: “quando Dio sparisce dall’orizzonte dell’uomo, l’umanità perde l’orientamento e rischia di compiere passi verso la distruzione di se stessa”. Buona Pasqua a tutti! Luca Molinelli nato il 28 Ottobre 2010 di Massimo Molinelli e Silvia Bonfanti e Battezzato a Villò il 13 Marzo 2011 Padrino: Molinelli Giuseppe, madrina: Tinelli Gabriella. 42 ontagna Nostra Matteo e Andrea: due giovani tornati a vivere nel loro paese di Gambaro L ’amore per il proprio paese e... dintorni, la passione e il desiderio di vivere in un mondo “diverso” come si presenta oggi ambientalmente la nostra bella terra di Valnure, sono stati consiglieri per Matteo Scaglia e Andrea Draghi, poco più che ventenni, per tornare a vivere a Gambaro. Geometra il primo e idraulico nell’azienda famigliare il secondo hanno fatto una scelta di vita: hanno lasciato la città, si sono staccati dai genitori, hanno trovato occupazione in due realtà agro-forestali della zona (a Selva e a Pertuso), e nell’ambiente semplice della piccola frazione sviluppano la loro vocazione per una vita all’aria aperta. Li abbiamo incontrati sul sagrato della chiesa dove avevano condotto i loro 10 cavalli (cinque a testa) per l’annuale benedizione di Sant’Antonio. Li abbiamo incontrati, come documentato dalla foto, in una stupenda giornata di sole, in quell’angolo della frazione accanto al maestoso castello Malaspina ora in fase di ristrutturazione, ai piedi del monte Carevolo, in uno scenario veramente unico e invidiabile. Matteo e Andrea, supportati nei fine settimana dai genitori, trascorrono le loro giornate in attività di indubbia valenza economica necessaria per vivere ma anche in attività che rivestono valore sociale e di difesa di un ambiente che rappresenta da sempre il capitale naturale della montagna. Per l’attaccamento alla propria terra, al proprio paese e per conservare le tradizioni del passato, Matteo e Andrea dedicano il loro tempo libero al circolo Anspi della parrocchia impegnandosi per la realizzazione di alcune manifestazioni organizzate durante i mesi estivi. Paolo 43 ontagna Nostra Congratulazioni! Eleonora Gasca, nella foto con la sorella Emanuela, il papà Mario e la mamma Maria Teresa, ha conseguito la Laurea Specialistica in Scambi Internazionali presso la Facoltà di Economia di Torino meritando la valutazione di 110 con Menzione Accademica. La nonna Anna è orgogliosa di lei e lo sarebbe anche il nonno Opilio di Colla, che la protegge dal cielo. I famigliari approfittano dell’occasione per salutare tutti coloro che vogliono loro bene e si ricordano ancora di loro, che da tanto tempo ormai non tornano in queste belle valli. Scaglia Angela in Bruzzi n. 01.01.1929 – 07.12.2010 Cara mamma, hai lasciato un grande vuoto intorno a noi, ma resteranno vivi i valori della vita che con tenacia e fermezza ci hai insegnato e ci hai trasmesso. Infondevi forza e coraggio a tutti, soprattutto ai tuoi cari, fratelli e cugini che anche se abitavano lontano, trovavi sempre il modo di andare a trovarli portando loro conforto e gioia. Continueremo a seguire con forza e determinazione i tuoi insegnamenti. Sarai sempre nei nostri cuori e ti ricorderemo con tanto amore. Anna, Giuseppe, Maria e Luisa 44 Ricordiamo che Angela, nativa di Gambaro si era sposata a Centenaro e la famiglia si stabilì a Scaldasole (Pavia), nel cui cimitero Angela riposa. ontagna Nostra Da Gambaro da Selva a Santo Stefano per ammirare lo “spettacolo” della transumanza. A fianco Emma, Alessia, Silvia e Martina. 45 ontagna Nostra gRONDONE Messa e Preghiera L 46 a messa che ascolto a Grondone, nella chiesa che mi ha accolta bambina ed è stata successivamente testimone di tutte le tappe della mia vita, è per me un’occasione speciale di preghiera. Una preghiera che, nei vari passaggi della liturgia eucaristica, diventa colloquio con il Signore per consegnarGli le mie debolezze, i miei errori, le mie gioie e i miei dolori. Se poi nella messa, con riti di suffragio, sono anche ricordate le persone che hanno pregato con me nella stessa chiesa, davanti allo stesso tabernacolo, che ho avuto così vicino sulle stesse panche da percepire i sospiri delle preghiera, la comunione fra la terra e il cielo diventa quasi palpabile. Per le esperienze vissute insieme, gli insegnamenti ricevuti per guidare il nostro presente, la certezza di una comunione reciproca per quel tanto che i nostri morti hanno portato in cielo e che è rimasto, come consegna a noi sulla terra, la messa dona la certezza di sentirci accompagnati dai nostri santi paesani che ci proteggono da lassù. Durante la messa celebrata in suffragio di mio papà, nell’anniversario della sua morte, quando il sacerdote ha ricordato, pronunciando il loro nomi, i defunti della mia famiglia insieme al nome di Armando Malchiodi, io mi sono profondamente commossa. Nomi pronunciati tante volte nell’intimità dei nostri focolari, nelle stradine del nostro paese, nomi che hanno risposto ai nostri messaggi di gioia e di dolore. Nomi che rappresentano il titolo del libro della loro storia nella quale si intrec- ciano, fino a costruire un grande mosaico, la storia delle nostre famiglie, della nostra parrocchia. In quella domenica il canto finale “Quando busserò alla tua porta” ha portato al mio cuore messaggi nuovi. Un canto che, ascoltato durante i funerali delle persone che mi sono care, nel clima ovattato di incenso e di tristezza, quando anche la luce delle candele e il profumo dei fiori si confondono con l’amarezza delle lacrime, ha sempre intensificato il dolore dell’addio. Quella domenica invece ho provato sensazioni diverse che mi fanno ripetere spesso le strofe del testo col desiderio di scrutare nelle ceste, portate in cielo dai nostri cari, i valori di una vita presentata al Signore. E allora rivedo mani incallite dal lavoro presentare la cesta dell’amore donato nella propria famiglia, nella propria parrocchia, nell’accoglienza al povero che, quando bussava alla porta, mangiava alla nostra tavola e alla sera riposava nel letto lasciato libero dai bambini che si stringevano sotto una stessa coperta sul materasso di cartocci sistemato sul pavimento. Rivedo “piedi stanchi e nudi” interrompere i lavori dei campi per recarsi in chiesa ad ascoltare la messa come un incontro in cui la preghiera comune rendeva condivisa anche la fatica. “Mani bianche e pure” che sgranavano la corona del rosario con tutta la famiglia riunita prima della cena in un appuntamento di preghiera comune che rinsaldava gli affetti e la condivisione. “Piedi stanchi e nudi” di uomini e donne che prolungavano l’orario di lavoro ontagna Nostra per falciare e mietere nel campo del vicino impedito da una malattia, gratificati soltanto dall’amore donato.. . Vite di persone che hanno riempito ceste d’amore donato prima nella quotidianità della loro vita e poi presentate in cielo al Signore con un ricco elenco ricco di amici e di qualche litigio perdonato, se non a parole, senz’altro col desiderio del cuore. Ora il testo del canto, insieme alla serenità di sentirmi inserita nell’elenco delle persone care e degli amici presentati al Signore in ceste d’amore , mi impone anche qualche domanda. Sono cambiati gli stili di vita, sono cambiate le culture, emergono con più incidenza le diversità, ma rimane fermo l’im- pegno per ogni persona di riempire la cesta da presentare al Signore con i valori vissuti in vita. Restano intramontabili i valori dell’onestà, dell’aiuto reciproco, della condivisione, dell’accoglienza, del rispetto che, calati nella cultura contemporanea della scienza, della tecnologia, dell’informazione digitale, assegnano nuove prospettive alle scelte di vita, ma non azzerano il più grande comandamento dell’Amore evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso”. E le strade dell’amore sono infinite occorre cercarle, scoprirle nell’impegno di una continua conversione personale per non presentarci al Signore con le ceste vuote. In foto nonno Santino con le gemelle Beatrice e Sofia Dina 47 ontagna Nostra Ricordiamoli Malchiodi Giovanni (Gianetta) di anni 85 Dopo tanta sofferenza e un mese di ospedale, il 27 febbraio Gianètta ci ha lasciati. Uomo semplice, buono, di sani principi, che ha vissuto interamente la vita sulle sue e nostre montagne. A differenza di altri famigliari che avevano intrapreso la strada dell’emigrazione, lui è rimasto fedele alla sua terra. Grazie papà per il tanto lavoro che hai fatto; non ti accontentavi solo di coltivare le “tue terre”, ma per offrire un futuro più bello ai tuoi figli, hai affrontato ogni giorno anche la fatica di integrare il lavoro a casa con quello di muratore. Grazie papà per averci offerto, assieme alla mamma Gina, una bella casa per regalarci ogni comodità. Purtroppo la partenza prematura di mamma Gina, ci ha un po’ disorientati, ci ha privati tutti dell’indispensabile e utile guida per la vita di tutti i giorni. Abbiamo così dovuto anche noi emigrare cercando di tornare ogni fine settimana per consolarci a vicenda. Grazie papà per tutto quello che hai fatto e per l’amore che ci hai donato; assieme a mamma continuate a volerci bene e a proteggerci dal cielo. Luciana, Giulia e Nuto Celebrazioni Pasquali Venerdì 8 aprile, ore 20: Via Crucis penitenziale dalla scuola al cimitero Venerdì Santo e Sabato Santo: Ore 20 Domenica di Pasqua: Ore 10 48 ontagna Nostra SOLAro Chi vive in città non ha la fortuna di ammirare la neve bianca e un tramonto così bello. Poi scende la notte, ed ecco il nostro paesino illuminato dai lampioni la cui luce riflessa nella neve lo fa diventare un bellissimo presepe Ma c’è ancora bisogno di Dio? I l Papa Benedetto XVI in un suo messaggio del 2006 si domandava: “Ha ancora valore e significato un Salvatore, per l’uomo del terzo millennio che ha raggiunto la Luna, Marte e si dispone a conquistare l’universo? L’uomo che esplora senza limiti e segreti della natura, che naviga nell’oceano virtuale di internet, che ormai si sente sicuro ed autosufficiente del proprio destino, ha bisogno di Dio? Pur essendo stati creati da Dio, abbiamo il potere di rifiutare Dio e per quanto si voglia vivere o rifiutare Dio, nell’intimo dell’essere c’è un bisogno di Lui. E’ vero: noi lo possiamo dimenticare, Lui non ci dimentica. Noi gli possiamo voltare le spalle. Lui non ci volta mai le spalle. Noi lo possiamo bestemmiare. Lui non fa altro che benedirci. Noi lo possiamo rinnegare. Lui non smette di amarci. Noi possiamo camminare lontano da Lui, Lui cammina accanto a noi. Noi possiamo vivere come se non ci fosse, ma è Lui che ci tiene in vita e alla fine di questa vita a chi ci affideremo? Non dovremo dire col ladrone sulla croce: “Signore, ricordati di me nel Tuo Regno”. Buona Pasqua! Dopo l’autunno arriva il tempo della neve: un fiocco tira l’altro e Solaro si copre. La neve scende adagio, senza fretta e piano piano ricopre i tetti, i monti, le strade, i prati e tutto diventa bianco e perfetto. Girando per i prati si vede qua e là qualche traccia di animale e il luccichio della neve, c’è silenzio e quiete e tutto va a rilento. Le giornate sono corte e i tramonti arrivano in fretta. 49 ontagna Nostra M a l’inverno è anche freddo e ghiaccio e non è semplice andare in giro, allora lo si lascia fuori dalla finestra e lo si guarda da un vetro. Le stufe di Solaro, belle vispe e fumanti, rendono qualsiasi casa accogliente e calda, così come la nostra chiesa, che la domenica viene riscaldata da Giuspino, il sacrestano del paese. D’inverno il paese si svuota ma per fortuna ci sono solaresi che non sono scappati e tengono vive le loro stufe. Partendo dall’inizio del paese troviamo: la Rosetta (Manfredi), poi eccoci a casa di Riccù, di fronte a lui Giuspino, seguono Piero e Antonio (Galli), salendo per la strada l’Albina, Antonio (Manfredi), Giacomo (Canepari), la Paolina, la Rosetta (Bongiorni), vicino alla chiesa la Livia, appena sotto Giacomo (Bongiorni), la Nelli e Armando e infine, salendo per la strada principale l’Angiolina e Valdo, la Pierina e Luciano. In tanti torniamo a Solaro durante i weekend e tutti ci ritroviamo per le feste Natalizie a ravvivare il paese con alberi di Natale,decorazioni e chiacchiere, e insieme brindiamo al Nuovo Anno. Poi le feste finiscono ma l’inverno è ancora lungo: il caldo della stufa e il rumore della legna che brucia lo fanno passare e piano piano si vede la primavera. La neve si scioglie e sbocciano i bucaneve e subito seguono le primule, tutti gli anni si ripete questo bellissimo rito. Simona e Paola festeggiano il capodanno 50 ontagna Nostra Ricordiamoli Manfredi Francesca Maria in Garilli n. 17.01.1957 m. 19.02.2011 Angelo blu strappato dal Cielo. Ricordo quando eri piccola e tutti eravamo impegnati ad insegnarti a camminare, a parlare,... addirittura Giovanni e Piero venivano ad aiutare la mamma. Ricordo i pomeriggi al ritorno dall’asilo e l’aria che ci accarezzava profumava di mimosa mista a salsedine. Ricordo i tuoi disegni bellissimi e ricordo le tue mani che creavano i primi modelli con fatica e tanta passione. Ricordo gli anni in cui sei stata con me. Ricordo il giorno del tuo matrimonio ed il giorno in cui sei diventata mamma, il sogno più grande della tua vita. Ricordo il giorno in cui abbiamo ricevuto la brutta notizia. Il mondo ci è crollato addosso, la speranza non ci ha mai abbandonato, ma ti hanno voluta lassù... La gioia di potere stare assieme è stata breve, ci hai insegnato la semplicità e l’amore per la vita che sempre brillava nei tuoi occhi. Ora insieme alla mamma sei il nostro angelo blu, facci sempre sorridere. Tua sorella Silvana. La famiglia esprime un sentito grazie per la grande partecipazione al loro dolore con un grazie speciale a Claudio e Antonella per l’aiuto a sentirsi meno soli in questo e aiutati a sentirci meno soli in questo “distacco” così doloroso e prematuro. 51 ontagna Nostra ciregna - metteglia Auguri L a primavera bussa alle nostre porte, con il suo tepore e i suoi colori: la vita si risveglia, e la nuova stagione ci ripropone, attraverso la luce e i colori, il mistero della Risurrezione di Cristo che dalla croce giunge fino al Cielo. Egli è Dio, ma è anche nostro Fratello, il primogenito di tutti; è l’immagine di ciascuno, e così noi, a nostra volta, possiamo aver speranza che anche le nostre sofferenze e le nostre croci si aprano sull’orizzonte della vita e della forza divina. Buona Pasqua a tutti, Auguri di serenità e di pace! Campi Scout N 52 egli anni scorsi l’utilizzo del prato di Fontana Marenga per i campi scout si è rivelato molto positivo, per la vivacità portata alle nostre frazioni e più in generale sui nostri monti, altrimenti troppo deserti. Volendo proseguire ed allargare questa esperienza, è ben evidente come la conca di Castelvetto Metteglia sia davvero molto bella e ormai, a parte il taglio dell’erba, pochissimo coltivata. Perciò, nel rispetto dei proprietari e di coloro che vi lavorano per la fienagione, si è pensato di provare ad adibire alcune altre località a campo scout. Al momento se ne sono identificate quattro, che nell’estate speriamo di poter ‘testare’ per vedere se davvero sono adatte. Due sono a Castelvetto, sopra e sotto il paese, e due a Metteglia, vicino alla vecchia fontana, e vicino alla vasca dell’acquedotto. Non sappiamo ancora chi verrà quest’estate e se alla fine le terremo tutte, però i responsabili di alcuni gruppi scout del nord Italia sono già venuti a visitar- le, giudicandole incantevoli. Le necessità principali per un campo sono un prato spazioso per le tende e per i giochi, e una presa d’acqua, per uso alimentare e per lavarsi. Gli scout normalmente hanno l’uso di trascorrere la serata attorno a un fuoco acceso, e talvolta di costruire strutture per il campo, con pali in legno, cosa che non reca disturbo, a patto che il falò sia acceso non direttamente sul prato, ma in un braciere, e che i buchi per i pali vengano riempiti e spianati alla fine del soggiorno, così come si devono assolutamente ricuperare tutti i picchetti usati per fissare tende. Il bilancio di quanto già si è fatto a Fontana Marenga e nei prati sopra a Brugneto è molto buono, e fa ben sperare di poter continuare sulla stessa riga, anche se l’esperienza insegna che, in queste cose, gli imprevisti e i problemi sono sempre dietro l’angolo. ontagna Nostra In ogni caso, per fare un po’ di pubblicità all’iniziativa sono state messe in internet alcune fotografie dei luoghi, in modo che siano visibili da qualunque posto ci si colleghi con un computer (http://www.panoramio.com/user/5250091, e poi usare le etichette segnalate sulla destra della pagina html, in particolare o ‘scout’ oppure i nomi dei luoghi). Al momento si tratta solo di immagini funzionali a far capire la dislocazione dei prati utili agli scout ma, dato il valore dei paesaggi dei nostri monti, speriamo di poter metter anche qualcosa di più suggestivo. Mentre Fontana Marenga è praticamente sul crinale e sul confine tra Ciregna e Metteglia, le quattro nuove postazioni sono tutte sul versante Aveto Trebbia. Nulla però impedisce di identificarne altre sul lato della val Nure, più vicine a Ciregna. Fe l i c i t a z i o n i ai nostri cari Gino e Lena (Elena) Perini che, nella chiesa di Castelcanafurone dove si erano sposati ormai dieci lustri fa, hanno celebrato il 50° del loro matrimonio attorniati da familiari ed amici! 53 ontagna Nostra Ricordiamoli Nelle scorse settimane ci ha lasciato il carissimo Giovanni Mulazzi di Ciregna. Era uno dei ‘vecchi’ del paese, da cui si era allontanato solo in questi ultimi anni, a causa degli acciacchi dell’età. A lui - dedito al lavoro, legatissimo ai familiari, e dalla forte e sobria devozione religiosa – va la stima e la gratitudine, mentre l’amicizia e l’affetto sono tutti per l’Erminia e per i figli, in questo momento così difficile. 54 Il figlio Giordano, che più degli altri ha avuto l’opportunità di vivere accanto a lui soprattutto negli ultimi anni, ricostruisce per noi le tappe salienti della sua vita: Mio papà ha passato gli anni della sua infanzia e della sua adolescenza a Ciregna. Nel 1941, all’età di 21 anni, è partito come militare a Piacenza e lì ha fatto il car per 3 mesi. Allo scoppiare della Guerra è stato portato a Roma, dove hanno formato il battaglione. Successivamente è partito per Reggio Calabria e a Salerno lui e i suoi compagni sono stati minati sul treno. Lui è stato fortunato perché era nelle ultime carrozze che percorsi due km fuori dalle rotaie si sono poi fermate in un fosso. Ha passato i cinque giorni successivi a raccogliere prima i feriti e poi i morti; dopo 3 giorni, in preda ad un forte stato di stanchezza e di debolezza, ha bussato ad una famiglia che l’ha ospitato e gli ha fornito cibo, acqua ed un posto in cui dormire e riposare. Quelli che si sono salvati sono ripartiti dopo un paio di settimane per Reggio Calabria, dove hanno formato un nuovo battaglione. Con grande stupore mio papà scoprì che il suo Capitano era un piacentino. Da Reggio Calabria sono stati condotti a Sciacca per essere poi portati in guerra in Africa. Prima di partire, quando erano schierati, il Capitano voleva formare un aereo di tutti piacentini. Mio papà ha fatto un passo indietro e gli ha detto che voleva proseguire il suo destino e il capitano ha accettato. Quando sono partiti sono stati attaccati dai caccia bombardieri americani; l’unico aereo arrivato in Africa è stato il suo, gli altri sono stati abbattuti. Hanno resistito un paio di settimane a Tunisi e successivamente sono stati catturati dagli Americani, che disposero i prigionieri in fila per due. Anche ontagna Nostra questa volta mio papà è stato fortunato perché gli uomini della sua fila sono stati considerati prigionieri degli americani mentre alcuni sono stati presi dagli inglesi. Da Tunisi l’hanno portato a Casa Blanca in Marocco per poi essere imbarcato in direzione New York. Sulla nave hanno formato le squadre e l’hanno mandato in Arizona, dove è stato nel campo di concentramento per dieci mesi. Passato questo periodo è stato trasferito a St. Francisco, dove è rimasto per 36 mesi. Qui lavorava all’arsenale, faceva le sue otto ore pulendo i fossi e alla sera poteva liberamente uscire andando al cinema o girando per la città. Faceva una vita normale, molto simile a quella di un americano. Il suo desiderio era quello di rimanere in America ma non trovando nessuno disposto a dargli la cittadinanza è stato costretto a tornare in Italia. Mio papà da quel momento in poi ha sempre vissuto a Ciregna, trascorrendo gli ultimi quattro anni a San Giorgio Piacentino. Ha sempre creduto fermamente nell’esistenza di un “SUPREMO” che ogni giorno della sua vita l’ha guidato e protetto, spero che ora sia la’ davanti a Lui a godere della pace eterna. Nel milanese, dove risiedeva con i familiari, si è spenta Ernesta Carini ved. Mulazzi. Originaria di Noce, si era sposata a Ciregna, ed era molto legata alla propria terra natia, ai nostri monti, ai quali ritornava non appena possibile. Vivace ed attiva, era una persona affabile e gentile, e così la ricorderemo, mentre ci sentiamo molto vicini ai familiari, che la hanno curata fino alla fine. Alla fine la malattia ha avuto la meglio sulla forte fibra del nostro carissimo Abramo Rossi di Metteglia. Ci lascia la bella testimonianza di uomo giusto, mite ed equilibrato, nel quale tra l’altro, anche per l’età, si rispecchia molta della storia del nostro paese. Ha speso l’esistenza lavorando su questi monti, curandosi della famiglia e del paese, coltivando la terra e pascolando gli animali, lasciando così a tutti un buon esempio di bontà e saggezza. Panorama da Castelvetto con vista di un futuro campo scout. 55 ontagna Nostra C ari Parrocchiani, vivere la vita di ogni giorno con le gioie ed i dolori è l’avventura che ci accompagna. Come ogni anno la primavera invita la natura a rinnovarsi dopo la neve ed il freddo dell’inverno, così la Pasqua invita ciascuno a lottare per il bene e ci dona la certezza di un altro modo di vita oltre la morte! Cristo è risorto! Sì Pasqua significa cambiamento e anche Centenaro quanti cambiamenti ha già visto. Tutte le frazioni erano piene di gente e nella Parrocchia si potevano contare 9 osterie, 5 negozi, pane e salumi, macelleria, tabaccheria, mulini, fabbro, fotografo, cartoleria, ufficio Postale, posto telefonico, scuola, centralina per luce, vicario foraneo e curato. Ora molte frazioni sono vuote, i mestieri di una volta sono spariti e da ultimo anche il prete residente è venuto meno, ma questo lo abbiamo già visto nelle 18 parrocchie del Comune dove prima c’era il prete residente ed ora è rimasto solo Ferriere e Brugneto. A Centenaro abbiamo la fortuna di avere Dino ben voluto da tutti e che da una CENTENARO vita con la sposa Lena, oltre i lavori di famiglia come tutti, fanno un servizio meraviglioso in Chiesa con l’aiuto di suor Francesca. Con la partenza a settembre di padre Martial, abbiamo cercato di alternarci noi sacerdoti (don Giuseppe, don Ezio, don Roberto, don Gianrico) per assicurare in tutte le parrocchie la messa domenicale ed una domenica al mese la celebrazione della liturgia della parola fatta dai laici. Con l’arrivo dell’estate sarà necessario un prete. Si spera che i superiori, a cui più volte si è fatto presente il problema, prendano provvedimenti. Con la morte di Luigi Maiocchi è venuto a mancare il presidente del consiglio economico, pertanto sarà utile ritrovarsi nel periodo pasquale. C’è poi da vedere il problema canonica, da rifare le canali della chiesa, ecc. La Parrocchia ha chiuso il bilancio 2010 con un attivo di euro 9.500,00 + euro 13.000 investiti in titoli. Sicuro della collaborazione di tutti, vicini e lontani, auguro a tutti Buona Pasqua. Celebrazioni Pasquali Don Giuseppe Giovedì Santo: ore 21,30 Venerdì Santo: ore 15,00 Sabato Santo: ore 21,30 Domenica di Pasqua e Lunedì dell’Angelo: ore 11,00 56 ontagna Nostra Perdonare e chiedere perdono L ’apostolo Pietro aveva chiesto a Gesù: “Signore, quante volte dovrò perdonare a chi pecca contro di me? Fino a sette volte?”. E Gesù: “non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette, ossia sempre” (Mt 18,22). Di fronte al dilagare del male, Gesù propone il perdono senza limiti, il solo che può rompere il cerchio della violenza, che può arginare il disordine e aprire all’umanità un futuro che non sia l’autodistruzione. Perdonare e chiedere perdono: parole facili da dirsi, ma per tutti difficili da vivere. Il perdono non è debolezza, anzi è la vera forza perché costa di più perdonare che tener conto del torto. Perdonare che non è indifferenza ossia “ora si arrangi”, ma è un atto di volontà che consiste nell’accogliere ancora l’altra persona nonostante i torti, il male fatto. Certo non tutti siamo uguali di carattere. C’è chi di fronte ad un torto, un’offesa, un imbroglio o addirittura una uccisione, trova la forza per perdonare. C’è chi dice: “io non perdonerò mai”. Come cristiani chiediamo a Gesù la forza. Lui che ci dice: “non pagate il male con il male, ma con il bene. Pregate per i vostri persecutori”. Così facendo si vive la vera Pasqua che significa appunto passare dal male al bene, dalla morte del peccato alla vita di Cristo Risorto. Chiuso in amicizia e in allegria l’anno 2010! 57 ontagna Nostra Ferrari Giuseppe, “U Pinu di Sangaren” Ferrari Giuseppe, un “fortunato” scampato per miracolo dai campi di concentramento in Germania nel fatidico 1943 e recentemente premiato in Prefettura con medaglia, racconta la sua vita. Giuseppe, per tutti “U Pinu di Sangaren” è nato a Centenaro il 21 gennaio 1924. Cresciuto in famiglia (papà Antonio, mamma Desolina Maloberti di Edifizi di Gambaro), dopo le scuole frequentate nella frazione di Guerra raggiunta ogni giorno a piedi dalla propria abitazione di Sangarino, ha intrapreso l’attività agricola. Piccoli appezzamenti di terreno coltivati con passione e con la necessità di provvedere ai bisogni della famiglia per la vita di tutti i giorni. Del periodo della fanciullezza ricorda con sentimenti di riconoscenza le insegnanti del tempo: le maestre Fontana di Pontedell’Olio e Ida Sbarbori di 58 Ferriere. Il 12 gennaio 1943, non ancora ventenne, perse il papà e il 17 maggio dello stesso anno lascia la propria famiglia per servire la patria. Mesi duri, ci confida Pino, pensare che a casa c’erano la mamma, due sorelle più giovani (Maria e Giacomina) e il fratello Guglielmo (1928), mentre gli altri fratelli Luigi, (classe 1913) e Pietro (classe 1915) stavano già pagando un duro prezzo sociale: Luigi catturato ad Adis Abeba e prigioniero in Kenya, Pietro militare a Montenegro. Un’intera famiglia martoriata dagli orrori della guerra. In queste condizioni psicologiche e reali, Pino lascia la sua casa per iniziare a Cuneo l’avventura di “servire la Patria”. Catturato ad Alba, invece di rientrare a casa per “licenza agricola” concessa dal 12 settembre, due giorni prima, il 10 settembre 1943, insieme ad altri, fu caricato su un treno e attraverso Tren- ontagna Nostra tornato vivo dai campi di concentramento to raggiunse la Germania. Un giorno ed una notte per arrivare a Meppen e da lì essere smistato a Soest (circondario di Dusseldorf). Ricordo, continua Pino che il gruppo era formato da circa 160 persone; di Ferriere con me c’erano Giuseppe Galli di Gambaro e Antonio Quagliaroli di Rompeggio. (Per la cronaca Antonio non è più ritornato a casa). Con le lacrime agli occhi, Pino racconta le condizioni di lavoro e di vita in quella terra e in quel periodo: addetto in una fonderia per l’acciaio. Credo, continua Pino, di essere sopravvissuto perché ero un “montanaro”; mi ammalai e mi ridussi come una larva, soli 38 chili tutto vestito. Il medico decise così di mandarmi a pulire la verdura in cucina. Sono sopravvissuto nutrendomi di bucce di patate. Il resto sono “momenti di vita” che Pino non vuole ne ricordare ne tanto meno raccontare: l’importante che ho avuto la fortuna di ritornare. A casa, a Sangarino, oltre alla famiglia lo aspettava una nuova vita, l’impegno quotidiano nei suoi campi all’aria aperta. In questo sogno per un nuovo futuro, Pino acquistò il primo motore a cingoli arrivato sul comune di Ferriere e l’anno successivo, nel 1957 acquistò pure il primo toro bruno alpino. Nel giugno 1960 a Farini è stato premiato con medaglia d’oro nella prima rassegna bovina di razza bruna alpina. In una visita a Milano al fratello Guglielmo che aveva aperto una drogheria, conobbe Giacomina Trioni (classe 1926) di Brescia (Verola Vecchia) in servizio nell’azienda commerciale: la signora che sposò nel 1966 a San Maurizio al Lambro. La coppia si stabili dapprima a Sangarino e successivamente a Piacenza. Nel 1986, dopo 18 anni di onorato servizio all’Ospedale psichiatrico cittadino (Piazzale Crociate), raggiunta la pensione, Pino e Giacomina ritornano a Sangarino. E ora, non più giovanissimi, e con qualche naturale acciacco di salute, continuano a vivere svolgendo piccoli lavori che rivestono soprattutto carattere di presidio al territorio e di difesa dei valori e bellezze che sono stati un grande capitale della loro vita. Giovedì 27 gennaio Pino, accompagnato dai cugini Pietro e Angelo, ha varcato la porta della Prefettura e accolto in modo gentile e festoso dal nuovo Prefetto Antonino Puglisi e dal personale dell’Ente addetto alla cerimonia, ha ricevuto dalle mani dello stesso rappresentante del Governo la medaglia d’onore riconosciuta dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani deportati e internati nei lager tedeschi, Per la cronaca Pino era l’unico premiato piacentino ancora vivente. Paolo 59 ontagna Nostra 60 Pur in questo tempo di cattività demografica della nostra parrocchia, accentuata a dismisura nei mesi invernali, quando si rasenta una sorta di non gradito isolamento, e nonostante manchi la presenza fissa di un parroco, come abbiamo grazie a Dio sempre avuto (ancora abbiamo viva speranza che ne mandino uno fisso)e ad onor del vero dopo un paio d’anni di diserzione, con l’aiuto di don Giuseppe, di suor Francesca e del nostro Dino, abbiamo organizzato presso il circolo “LA CENTENA” una serata preparatoria alla festa del Nostro Compatrono S. Sebastiano martire, festa dei giovani della parrocchia. Per appunto non più le tre serate che si facevano fino a qualche anno fa, ma per riprendere le belle tradizioni della nostra amata parrocchia è già bastato. Ci siamo così riuniti una cinquantina di giovani e meno giovani, soddisfacendo di più il corpo che lo spirito, e anche fatto qualche segno a briscola in quattro, però la serata ci ha fatto piacevolmente ritrovare, chiacchierare e ci ha confortato il fatto di vedere che la gioventù (e non solo) ci tiene a mantenere vive le belle tradizioni di fede che hanno sempre contraddistinto positivamente la nostra bella parrocchia. Io e Anita ringraziamo tutti per il regalo che è stato fatto a nostro figlio Sebastiano e per le belle parole che i nostri compaesani hanno scritto: non ci aspettavamo questo e veramente i nomi di tutti sono scritti nei nostri cuori. Con la buona volontà, pur dei pochi che si impegnano vorremmo che certe tradizioni fossero riprese e continuate, l’anno prossimo vedremo di migliorare. Guido Preli ontagna Nostra Ricordiamoli Bocciarelli Andrea di anni 73 Andrea era nato, cresciuto e vissuto tutta la vita a Guerra. Apparteneva alla grande famiglia Bocciarelli, il papà Antonio, l’indimenticabile “Tugnarell” che rappresentava per tutta Centenaro e per tutta l’alta Valnure un insostituibile punto di riferimento sociale. La famiglia, quando Andrea era ancora giovane e la sorella Lucia appena nata, perde la mamma: guida naturale per la vita di tutti i giorni. Papà Antonio, con l’aiuto del figlio primogenito “Nanni”, animato da una forte fede e stile di vita che pone la famiglia, il lavoro e la chiesa al centro dei suo essere, affronta e supera le naturali difficoltà. Andrea cresce, collabora all’attività di osteria gestita dalla famiglia, integra il reddito affron- tando lavori stagionali come quello di trebbiatore e con grande disponibilità si pone al servizio di tutta la famiglia. Incontra e sposa il vero “angelo custode” della proprio vita, Pasqualina e con lei intraprende un cammino costellato da eventi lieti come la nascita della figlia Maria e della nipotina - e momenti di dolore. Mite, umile, dotato di spiccata intelligenza pratica diventa esempio di vita cristiana per tutti: la difficoltà della malattia non lo spaventa più di tanto e come ha ricordato don Giuseppe ai suoi funerali, vive in sintonia con il Signore. Lascia a tutti un grande esempio di vita onesta cristianamente vissuta. In tanti hanno partecipato all’ultimo saluto terreno, segno della grande eredità morale che lascia a tutti. Sordi Giuseppina ved. Logli di anni 77 “Una lascrima evapora, un fiore appassisce, una preghiera per lei la raccoglie Iddio” (S.Agostino) In tanti hanno pianto la scomparsa di Giuseppina, donna di fede, cresciuta con principi cristiani, legata al territorio di Centenaro dove le piaceva tornare ogni volta che gli impegni familiari glielo permettevano. D’estate rimaneva fra noi per lunghi periodi ed era sempre disponibile per ogni necessità della gente. Riposa nel nostro cimitero. 61 ontagna Nostra Ricordiamoli Maiocchi Luigi In tanti hanno pianto la scomparsa del caro Luigi, un “signore” che ha vissuto nell’umiltà, nel non apparire, nel servire, nell’essere utile secondo lo spirito cristiano e oserei dire centenarese. Lo incontravamo d’estate alla “Quercia del Gianelli”, intento a pulire e riordinare per la festa, non disdegnava i servizi più umili. 62 Così lo ricordano i figli: Caro papà, siamo noi, i tuoi figli. Ci rivolgiamo a te e alle persone che leggeranno questi pensieri perché è giusto ricordare quello che sei stato per noi e per tanta gente che ti ha stimato e voluto bene. Ti ricordiamo come una persona schiva, di poche parole, che però quando aveva qualcosa di importante da dire poteva parlare per mezz’ore intere senza che nessuno si sentisse di interromperti. E di cosa parlavi? Parlavi dell’onestà, del modo di comportarsi, del modo di essere nonostante le difficoltà della vita che, a volte, lasciano una ferita profonda nel cuore e che si fanno sentire improvvisamente e riaccendono il dolore. Il lavoro è sempre stata la tua priorità perché, padre di famiglia, dovevi portarla avanti e mantenerla in modo dignitoso; il tuo lavoro era la tua pas- sione, minato a volte da persone disoneste che spesso ti hanno intralciato la strada, non permettendoti di continuare a lavorare in serenità, come molti di voi sanno e possono capire. Tu, persona retta e con principi assolutamente fermi ed incorruttibili, persona che non è mai scesa a compromessi, silenzioso, ma con degli slanci di generosità assolutamente grandi e segreti, che neanche noi conoscevamo prima che tu andassi dal Padre: “La mano destra non sa quello che fa la sinistra”. Anche di fronte alla cattiveria, che a volte prende gli uomini, non hai voluto mai piegarti, piuttosto hai lasciato prematuramente, con dolore e rammarico, il tuo tanto amato lavoro, per proteggere la tua famiglia e farci vivere più tranquilli. Tu, sei padre esemplare per i valori che hai scolpito nel nostro cuore e che ci accompagneranno per tutta la vita. Rettitudine, sacrificio, senso della giustizia, sopportazione, passione per il proprio lavoro. A questi valori ti sei sempre affidato. Così sei papà e così sarai sempre. I tuoi figli ontagna Nostra Don Pietro Solari, già parroco a Centenaro dal 1960, che ha conosciuto Luigi, apprezzato le sue qualità di uomo e cristiano impegnato per il bene comune ha voluto partecipare al ricordo di Luigi: Nella vita dell’uomo il morire è certamente il “passo” più importante, quello decisivo! Per il nostro caro Luigi è stato così sicuramente. Sofferente da vari mesi, sempre sereno e gioviale. Il giorno prima della “partenza” si trovava in casa a colloquio con il suo parroco; quando il sacerdote fece per alzarsi, Luigi chiese: “intanto che è qui avrei piacere confessarmi”. Ma Luigi, rispose il parroco, che peccati puoi avere da confessare, ti vedo in chiesa tutti i giorni. Ma Luigi insistette: “avrei piacere confessarmi, non si sa mai...”. Il giorno seguente, dopo il pranzo, qualche passo e poi: “Maria Teresa (la sposa) non mi sento bene”, si lascia andare e si spegne. E’ la partenza, o meglio l’Incontro: “Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore!”. Ho conosciuto Luigi a Pasqua del 1960, da quando l’ho incontrato è sempre cresciuta in me stima, fiducia e affetto per lui, così credo sarà stato anche per quanti lo hanno conosciuto. Animo sempre sereno, aperto, gioviale: credo che Luigi non abbia mai alzato la voce, non abbia mai avuto contrasti con alcuno, premuroso, sempre pronto a dare una mano anche se non richiesto. La fonte di tanta bellezza? La fede della Sua famiglia, la pace e la dolcezza di mamma Giuseppina e zia Rosina, la saggeza di papà Giovanni e dello zio Antonio. Si vive bene con Dio dentro di noi, “Dio è Amore”. Questo è l’esempio che Luigi ci lascia! Cassera Rosalia ved. Fugazzi - la “Maestra” di anni 90 Rosalia, la “maestra” non era di Centenaro, ma a questa terra di montagna era legata sentimentalmente avendo sposato Luigi Fugazzi, affermato orafo che secondo lo spirito imprenditoriale caratteristico di tanti compaesani, aveva aperto, con successo, negozi a Milano e a Damaso (Como). Luigi aveva conosciuto Rosalia sul battello del lago di Como, proprio a Damaso, proprio a due passi dove la “maestra” collaborava al ristorante della famiglia. Dopo il matrimonio, la famiglia fu allietata dalla nascita di Salvatore e si stabilirono nella cittadina lombarda. Purtroppo Luigi scomparse in giovane età negli anni sessanta e Rosalia lo volle nel cimitero di quella cittadina per continuare ad averlo vicino. Ora anche lei riposa accanto al marito. 63 ontagna Nostra La giornata del malato L a Chiesa di Rocca nel periodo invernale rimane chiusa, perché anche le case della frazione sono tutte vuote, essendo la totalità degli abitanti emigrati in Francia; ma per la festa della Madonna di Lourdes si spalancano le porte della chiesa per l’arrivo alla messa delle ore 15 della gente proveniente da varie parrocchie che chiede protezione ed aiuto a Maria per sé e per gli ammalati come capita a Lourdes. L’Immacolata Maria ha chiesto a Bernadette “lavati”. E’ l’invito che rivolge a tutti noi peccatori in questo periodo pasquale in cui la Chiesa ci ricorda “confessarsi almeno una volta all’anno” per essere puliti e bianchi come le nostre montagne coperte di neve e per questo diciamo a Maria “prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”. ROCCA Nella malattia O Signore, la malattia ha bussato alla porta della mia vita; mi ha sradicato dal mio lavoro e mi ha trapiantato in un “altro mondo” il mondo dei malati. Un’esperienza dura , Signore, una realtà difficile da accettare. Eppure, Signore, ti ringrazio proprio per questa malattia: mi hai fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà della vita, mi hai liberato da tante illusioni. Ora guardo tutto con occhi diversi: quello che ho e quello che sono non mi appartiene, è un tuo dono. Ho scoperto che cosa vuol dire “dipendere”, aver bisogno di tutto e di tutti, non poter far nulla da solo. Ho provato la solitudine l’angoscia, la disperazione, ma anche l’affetto, l’amore, l’amicizia di tante persone. Signore, anche se mi è difficile, ti dico: sia fatta la tua volontà! Ti offro le mie sofferenze le unisco a quelle di Cristo. Ti prego: benedici tutte le persone che mi assitono e tutti quelli che soffrono con me. E, se vuoi, dona la guarigione a me e agli altri. Rocca attende i suoi emigrati 64 Un augurio sincero alle persone sole ed ammalate. Ai nostri emigrati in Francia e a quanti arriva il bollettino. Buona Pasqua! ontagna Nostra Vita nuova a Rocca Alessia Bocciarelli di Giandomenico Bocciarelli e Katiuscia Lusardi Martina Bocciarelli di Daniele Bocciarelli e Valentina Labati Anno 1963. Da sinistra in alto : Daniele Toni, Emilio Bocciarelli, Gerardo Toni. In basso : Francesca e Anna Maria Bocciarelli, Giuseppe Toni, Antonietta Bocciarelli davanti a un’antico fienile ancora presente. La maggior parte di questa squadra si ritrova con molta gioia tutti gli anni per le ferie nel nostro tanto carissimo paese, con la nuova generazione. 65 ontagna Nostra BRUGNETO-Curletti cASTELCANAFURONE Auguri di Buona Pasqua P asqua è la festa della speranza cristiana, e il suo messaggio è un conforto divino offerto a tutti, soprattutto a chi sta attraversando momenti oscuri e difficili. Come infatti la Risurrezione si origina dal Venerdì santo, così la speranza cristiana affonda le radici nella croce, in tutte le croci che costellano la vita umana. Perciò: auguri di Buona Pasqua a tutti! Auguri che ognuno lasci germogliare dentro di sé questa speranza di vita eterna e piena. Auguri di serenità e di pace: che il Signore ci dia sempre la sua luce e la sua forza! 66 Gli scout a Brugneto ontagna Nostra Lavori in chiesa 1. - La messa in sicurezza urante gli scorsi mesi nella nostra chiesa sono stati approntati i lavori di messa in sicurezza dell’edificio per poterlo utilizzare con tranquillità. Sono perciò state puntellate le quattro cappelline, allo scopo di sostenerne le volte, i cui archi, ormai deformati dalle pressioni dei muri sovrastanti, potrebbero rivelarsi come altrettanti punti di debolezza nelle pareti laterali della navata. Inoltre, all’interno, sono stati protetti con apposite reti i cornicioni e le zone di muro dove l’intonaco appare più ammalorato, allo scopo di evitarne la caduta e il conseguente pericolo per coloro che vi stazionassero sotto. All’esterno invece una speciale cinghia fascia l’intero edificio, correndo su particolari appoggi di legno che ne distribuiscono l’azione sulla muratura. L’effetto contenitivo è simile a quello delle tradizionali catene, che però sarebbe stato impossibile tendere all’interno della chiesa. In questo modo non solo la parete di fondo è stata legata alla facciata, ma anche una piccola scossa sismica dovrebbe D esser assorbita da una tale fasciatura, che avrebbe un effetto ammortizzante, e la cui idea è stata sviluppata dalle tecnologie sperimentate a L’Aquila dopo il terremoto degli anni scorsi. Da questo punto di vista in tutto il territorio piacentino la nostra chiesa costituisce il primo e al momento anche l’unico esempio di tali sistemi di messa in sicurezza. Siamo grati all’ingegner Francesco Scaravaggi, consigliatoci dai Vigili del Fuoco, e ai suoi collaboratori per la capacità con cui ha progettato queste opere e per la sua grande disponibilità (ormai da tempo offre con generosità i suoi servizi alla nostra chiesa). Ugualmente la nostra gratitudine va all’ingegner Riccardo Riccardi, cui è stata affidata la responsabilità di stendere la perizia di idoneità statica, cioè il documento che autorizza l’uso della chiesa. Ambedue i professionisti hanno apprezzato molto le opere eseguite con precisione e ingegno dalle maestranze locali che hanno lavorato nella chiesa, trovandosi tra le mani un compito per molti aspetti inedito e non semplice. Infine un grazie all’architetto Filippo Armani, già autore del progetto complessivo di risistemazione della chiesa, che si è preoccupato di predisporre le carte per la necessaria autorizzazione della competente Sovrintendenza di Parma. 2. – I lavori definitivi Come avrete capito tutte queste opere, per quanto siano costose, sono soltanto temporanee, una semplice messa in 67 ontagna Nostra 68 sicurezza in attesa di una sistemazione effettivamente definitiva, i cui costi sono così elevati da essere del tutto inavvicinabili per la parrocchia. Durante l’inverno però - quando ormai i lavori appena descritti erano già in cantiere da tempo - il sindaco Antonio Agogliati ha affermato di poter reperire tra i fondi dell’otto per mille dello Stato un finanziamento capace di coprire l’intera spesa dei restauri della chiesa che, secondo il conteggio più aggiornato, ammontano a ben 590.000 €. Ci sarebbe, in questo modo, la speranza di disporre di una cifra tanto ingente, e quindi di portare a termine il consolidamento della parrocchiale. Nella prima metà di marzo sono state predisposte tutte le carte necessarie per la domanda, mentre a fine novembre 2011, quando il governo italiano pubblicherà l’elenco delle assegnazioni di questi fondi, sapremo con certezza se si potrà realmente procedere con i lavori. 3. – le offerte, le spese e i conti parrocchiali A seguito di tutto questo impegno, i conti parrocchiali non sono mai stati così in rosso. Quando avremo finito di pagare i professionisti e le maestranze dei lavori di messa in sicurezza ci troveremo pressoché a zero, nonostante le offerte ricevute in questi mesi, la cui situazione è aggiornata mese per mese su un apposito cartello appeso in fondo alla chiesa. Va sottolineato che per poter compilare la richiesta di finanziamento su cui il sindaco si è impegnato ci siamo dovuti rivolgere a due professionisti, l’ingegner Caterina Trintinaglia e l’architetto Filippo Armani, che hanno redatto in gran fretta e con molta disponibilità tutti i documenti richiesti. La notizia del sindaco risale infatti soltanto alla fine di gennaio, mentre il bando scadeva improrogabilmente già a metà marzo, data entro la quale doveva esser pronta tutta la documentazione, compresa la necessaria autorizzazione della Sovrintendenza che ha sede a Parma. Pertanto la possibilità di disporre in futuro del finanziamento, ha al presente un costo calcolabile in alcune migliaia di euro, che potrebbero anche farci ‘andare sotto’ con i conti, data la situazione di emergenza nella quale già ci troviamo. Quindi non smettete di offrire finché non ci sarà la certezza del contributo promesso dal sindaco! ontagna Nostra Benvenuto al piccolo Alessandro Gianelli, nato il 3 dicembre 2010 da papà Riccardo e mamma Cristina Malchiodi, di Brugneto. Sara Carini Laurea in infermieristica 17 novembre 2010: “Le terapie orali in ambito oncologico: progettazione ed attuazione di un opuscolo informatico” 69 ontagna Nostra La Scuola Elementare di Brugneto: ospiti e traversie. E cco i gruppi di scout, quest’anno provenienti da Parma, ospiti durante le vacanze natalizie presso l’ex scuola elementare del paese. Inoltre è stato ospite anche un gruppo di ‘ragazzi di strada’ di Genova, di cui però non abbiamo immagini, e mancano foto anche dei ragazzi che vi hanno trascorso l’ultimo dell’anno. 70 Nei primi giorni di gennaio tale fabbricato - che fin dal 1997 è stato concesso in uso dal Comune alla Parrocchia attraverso regolari convenzioni dapprima di locazione e poi di comodato con lo scopo esplicito di fare ospitalità per gruppi scout e di escursionisti, oltre che per la socializzazione del paese – si è trovato al centro, suo malgrado, di un’aspra polemica che opponendo il sindaco al parroco è diventata facile pasto anche dei quotidiani locali. Da un lato l’improvvisa ed inaspettata richiesta di sgombero immediato da parte dell’Amministrazione comunale per non meglio definiti lavori di urgente ristrutturazione e di messa a norma, che però ad oggi non sono ancora stati specificati. Dall’altro la sorpresa e lo sconcerto della parrocchia, che ha in gestione tale fabbricato da 14 anni senza che mai venisse sollevato alcun tipo di problema, e dopo che i lavori di risistemazione iniziali erano stati eseguiti sotto la direzione dell’ufficio tecnico comunale. Trascorse alcune settimane di forte tensione la sopraggiunta proposta del contributo di 500.000 € avanzata dal sindaco in favore della chiesa di Brugneto sembra aver spostato l’attenzione e spento questa polemica. Al momento però la situazione continua a essere ferma, e la scuola non è in uso in attesa che si definisca esattamente il motivo dell’irregolarità della casa mentre, dopo alcuni sondaggi presso gli uffici competenti, permane una certa apprensione circa l’Ufficio Postale, ospitato nel medesimo fabbricato. ontagna Nostra Concerto beneficienza La parrocchia di Brugneto è grata ai cori di Ferriere Le Verdi Note e Le Ferriere, e al coro San Fermo di Carpaneto che, insieme, nel pomeriggio del 26 dicembre 2010 festa di Santo Stefano, nella parrocchiale di Ferriere hanno tenuto un concerto benefico in favore della nostra chiesa. Un gesto di generosità davvero molto apprezzato. Peccato per l’inclemenza del tempo che ha trattenuto molti in casa, specie nelle frazioni. La festa di S. Antonio a Brugneto D omenica 16 gennaio si è tenuta a Brugneto la tradizionale festa di S. Antonio (protettore degli animali). L’appuntamento annuale è stato organizzato da un gruppo di amici della parrocchia di Brugneto, che hanno l’obbiettivo di valorizzare le tradizioni della montagna che in questo periodo dell’anno offre ai visitatori paesaggi incantati dovuti alle splendide giornate di sole e cielo limpido che hanno reso miti la temperature. In mattinata, durante la Santa Messa, Don Ezio Molinari ha descritto la figura del Santo rammentando la sua opera terrena in rapporto agli animali. Dopo la messa la processione della statua per le vie del paese e la benedizione degli animali intervenuti. Tra i più numerosi segnaliamo i cavalli di razza bardigiana, ma erano presenti anche asinelli, e animali domestici. Gli organizzatori hanno allestito, per l’occasione, gli stand gastro- 71 ontagna Nostra nomici con i prodotti tipici della montagna come tortelli al sugo di funghi e ragù di carne, spiedini, cotechini alla griglia, formaggio fuso sulla piastra e torte di patate. In conclusione il dolce con le crostate fatte in casa. Il tutto condito dall’ottimo servizio dei cuochi: Zanelli Marisa con le figlie Silvia e Nadia Carini, Nuccio e Davide Malchiodi, Domenico Sartori, Pierluigi Malchiodi, Mariarosa Carini, e Giuliano Zerega da Camogli, tutti coordinati da Luigi (Pino) Malchiodi. L’atmosfera di festa è stata riscaldata dall’ottimo vin brulè di Cristina Scaglia e rallegrata dai canti tipici di montagna e dalla musica folcloristica di Andrea Raggi. Il successo della giornata è stato decretato dalla massiccia partecipazione degli allevatori e dagli appassionati locali tra cui: i fratelli Rocca da Ozzola, con Loredano che si è esibito nelle evoluzioni equine di un loro splendido cavallo da sella; Viani Patrizio da Tornarezza con moglie e figlie che hanno scarrozzato i numerosi bambini in sella ai più docili cavalli bardigiani; inoltre Scaglia Giancarlo e Scaglia Renzo da Tornarezza; i fratelli Bertotti e Scaglia Felice da Curletti, Scaglia Giuseppe da Colla di Brugneto e Capucciati Giacomo da Brugneto. Vitelmi Agostino e Scaglia Simona hanno dato il loro contributo in qualità di esperti di cavalli di razza bardigiana illustrandone le caratteristiche ai numerosi visitatori e curiosi. Gli organizzatori ringraziano il Vice Sindaco di Ferriere Malchiodi Giovanni che ha presenziato all’evento insieme all’assessore Scaglia Paolo e rinnovano l’invito al prossimo anno. Celebrazioni Pasquali a Brugneto 72 Giovedì Santo, - Ore 18 Venerdì Santo, Ore 21 Sabato Santo, Ore 21,30 ontagna Nostra La Cassinella a Brugneto e a Colla C ome ogni primo sabato di quaresima, e nonstante il maltempo, si è rinnovata l’antichissima tradizione della ‘Cassinella’, cioè dell’accensione di grandi falò al sopraggiungere del buio, dopo che il grave e lunghissimo suono della ‘corna’ ha riempito la vallata. Una volta lo si faceva alla domenica sera e ogni paese aveva il suo grande fuoco, oggi soltanto le frazioni di Brugneto e Colla riescono a mantenere viva questa bella consuetudine che, come in un rito, termina sempre con una cena insieme nei due paesi. Grazie a tutti coloro che lavorano attorno al fuoco e ai fornelli, e permettono a tutti una serata così suggestiva. 73 ontagna Nostra Ricordiamoli Troppo giovane ma piegato dalla malattia, ci ha lasciato il nostro carissimo Clau- dio Castignoli di Brugneto. E non ci sembra ancora vero, tanto si era abituati a incontrarlo in paese, affaccendato con i suoi cavalli o con la legna da tagliare e portare via, o magari altre volte seduto sulla panca della piazza a chiacchierare, quando non era via, al suo faticoso lavoro sui pozzi di petrolio. A prima vista poteva sembrare un po’ burbero come tutte le persone di montagna, ma in realtà Claudio era una persona sensibile, che nascondeva un cuore d’oro, amante della compagnia e degli amici di cui cercava sempre di circondarsi. E infatti al suo funerale c’eravamo davvero in tantissimi, un segno dell’affetto che lo ha legato a tanti, e del vuoto che adesso tutti sentiamo. "Con grande dolore annunciamo che, a meno di un anno di distanza l'uno dall'altra, Simone e Bernardo Carini (originario di Casella di Brugneto) ci hanno lasciati. La figlia Catherine, i cognati, le cognate e i nipoti più cari, li ricorderanno e li porteranno sempre nel cuore" 74 ontagna Nostra Ricordando Giovanni Zanelli Nonostante le agitazioni del mondo di oggi, la guerra ci sembra lontana dalle nostre case. Non possiamo immaginare come la vita sarebbe se la violenza di un conflitto toccasse i nostri giorni. Fra noi però sono molte le famiglie che con tanto onore conservano preziose e vecchie storie delle quali nonni e bisnonni vanno sempre fieri e amano raccontare. Avventure, piccoli pezzetti di Storia vissuti da ognuno in modo diverso, tutti però rispondono al nome di guerra. Storie che forse avevamo dimenticato ma come spesso accade, il mondo, la nostra terra e anche Dio stesso pensa a farci tornare in mente. Riviviamo eventi che ci sono appartenuti per un periodo, ma che poi si sono persi per strada. Ebbene, un giorno come tanti altri, viene recapitata a casa nostra una lettera diretta a mia mamma e ad altri componenti della mia famiglia, dal comune di Ferriere. La lettera ci informa circa il ritrovamento di una piastrina militare, appartenuta al nostro prozio, Giovanni Zanelli. Di quest’uomo avevo visto solo una foto a casa della zia Angela (sorella di mia nonna Maria), in un quadro pieno di tondini con i volti dei soldati di Ferriere, caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un piccolo volto immerso nella moltitudine dei morti e ora saltato fuori non a caso, ma per tanta gratuita generosità. Ricordo che da piccola mia nonna, e mia mamma poi, ogni tanto tentavano di ricordarci l’albero genealogi- co della nostra famiglia, le varie parentele, i nonni e gli zii lontani, di cui non avevo mai sentito parlare. Uno di questi racconti parlava proprio di Giovanni Zanelli: il più piccolo fra i fratelli di Celeste Zanelli nonno di mia mamma. Un giovane ragazzo che nello splendore dei suoi vent’anni fu reclutato nell’esercito italiano per partecipare alla campagna di Russia durante gli anni 1940-1945. Di quel periodo sfogliato appena sul libro di storia posso solo dire che militarmente fu un’enorme disfatta: i nostri uomini patirono il freddo; e la neve russa vinse la scarsità dei nostri equipaggiamenti. Pochi sarebbero poi tornati, quasi tutti furono dichiarati dispersi o morti. Giovanni fu uno di quelli e non tornò più dai suoi cari. Non arrivò nemmeno la notizia della sua morte. Una vecchia e pallida foto che ritraeva un soldato giovane e pieno di aspettative era quello che rimaneva alla sua famiglia: non un avviso, non una data, nulla si sapeva della sua fine, neanche la fine stessa. Vecchi racconti narrano che il giorno della sua partenza, una giovane, a cui lui si era legato, corse in stazione per annunciare al suo amato di essere incinta. Lui era però già partito e probabilmente mai seppe questa gioia. In quegli anni si poteva essere esonerati dalla leva se si era padri di famiglia. Ecco così che una piccola piastrina ha riportato alla luce questi racconti, forse non troppo lontani. Sì, perché un gruppo di alpini della sezione di Milano in viaggio in Russia nell’estate 2009, si è trovato tra le 75 ontagna Nostra mani piastrine della Seconda Guerra mondiale di soldati morti là, nella lontana regione di Tambov. Questo è accaduto grazie alla gentilezza di un giovane uomo incontrato dopo un improvviso cambio di programma riguardo al percorso della visita guidata. Quest’uomo capì di avere incontrato italiani e colse al volo l’occasione che da tempo aspettava; si sentì in dovere di riconsegnare ai legittimi destinatari ciò che da anni conservava accuratamente in casa sua: vari oggetti risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, tra cui molte piastrine militari. Davvero un gesto di grande generosità totalmente gratuita. Da qui ecco il perché della lettera indirizzata alla nostra famiglia e a tutte le altre famiglie d’Italia che per anni hanno aspettato notizie dei propri familiari dispersi. A compimento di questa bella storia, domenica 7 novembre 2010 ci è stata riconsegnata ufficialmente la piastrina con una celebrazione in presenza degli alpini di Ferriere e delle varie autorità. Una piastrina. Un piccolo pezzetto a doppia lamina di ferro con le incisioni dei dati di Giovanni. Ed è forte anche ciò che può voler significare il ritrovamento di un tale frammento di vita. Ci fa pensare alla nostra esistenza, alla nostra essenza: di quell’umile soldato, uno come tantissimi morti in battaglia, ci rimane un frammento logorato dal tempo e delle scritte. Sì, scritte, parole, quasi a voler ricordare il senso della nostra presenza passeggera su questa Terra. Il corpo si degrada, ma i pensieri, l’anima viva (e quale anima più viva di uno scritto?), il ricordo lascia un segno profondo, un solco, un orma che non si potrà mai disperdere nel freddo della morte. E’ grazie a questi sguardi all’indietro, volti a ritrovare le nostre radici, che possiamo capire l’importanza dell’ascolto di chi queste storie le ha vissute come protagonista. Conoscere la Storia è un bisogno prima che un dovere per vivere il presente con più consapevolezza e senso, ricordandoci che il passato è sale che si scioglie e dà sapore al futuro. Maria Cigognini (Pronipote di Celeste Zanelli) 76 VAL LARDANA ontagna Nostra Pasqua: speranza per il mondo I l Vangelo di Pasqua ci parla di una donna, Maria Maddalena, che piange, piena di smarrimento, come se la morte di Gesù avesse sancito il fallimento di ogni sua speranza. Tuttavia, nel momento in cui gli apostoli di Gesù, per paura, si nascondono, lei si reca alla tomba. Questo gesto esprime non solo il suo lutto, ma anche una attesa, se pure confusa. È l’attesa di un amore, che anche la più grande sofferenza non può del tutto cancellare. Allora, Gesù, il Risorto, le viene incontro. E lo fa in maniera del tutto inattesa, non in modo trionfale, ma così umilmente che lei non lo riconosce e lo scambia per il giardiniere. Gesù la chiama per nome, « Maria », e questo cambia tutto. Maria riconosce nel suo cuore la voce di Gesù. Si volta verso di lui e lo chiama a sua volta: « Rabbouni, Signore. » Una vita nuova comincia in lei, capisce che Gesù è vicino, anche se la sua presenza è adesso differente. Poi il Risorto la invia: « Vai dai miei fratelli, digli che io sono risorto! » La sua vita riceve un senso nuovo, adesso ha un incarico da compiere. Anche noi siamo come Maria Maddalena vicino alla tomba. Come in lei, anche in noi c’è un’attesa, spesso per domande non risolte. L’attesa la viviamo talvolta come una mancanza, un vuoto. La esprimiamo forse con un grido di disperazione oppure, senza parole, con un semplice sospiro. Di questa maniera, il nostro essere comincia ad aprirsi a Dio. È l’attesa, anche se confusa, di una comunione, ed essa già ci permette di vivere la fiducia in Dio. Allora Cristo ci chiama con il nostro nome. Conosce ciascuno di noi, ci conosce personalmente. E ci dice: « Vai verso i miei fratelli e le mie sorelle, dì loro che sono risorto. Diffondi il mio amore con la tua vita.» ……(da Meditazione di frère Alois de Taizé) Don Luciano affiggerà alle chiese di Farini, Montereggio, Moline, San Gregorio e Cassimoreno gli orari per le celebrazioni del Triduo Pasquale e nel frattempo augura Buona Pasqua a tutti i lettori. Cassimoreno: controcorrente “la festa del residenti” D urante l’Estate, si organizzano, tante feste per gli emigrati, è una cosa giusta, perché si riconosce coloro che tutti gli anni, tornano alla loro terra, alle loro origini. Ma è durante l’Inverno che si ha il tempo di meditare e con questo articolo vorrei riconoscere il merito di coloro che sono rimasti, hanno continuato a lavorare la terra, dura, aspra, ripida e avara… gente tosta, sono nati sul ripido e per stare in piedi occorre “equilibrio”. • Quelli che andavano a tagliare l’erba sui monti con la falce (curiata) con un movimento rotatorio e ritmico, non smettevano mai. La sera battevano il ferro sull’uscio di casa creando un suono, un canto, una poesia • Quelli che in Autunno andavano a raccogliere le foglie con le gabbie, per mescolarle al fieno o alla paglia, a seconda delle esigenze. • Quelli che portavano lo stallatico con le gerle negli orti e nei campi, rafforzan- 77 ontagna Nostra 78 do polpacci e polmoni, uno scrittore diceva che “dall’oro non nasce niente, dallo sterco nascono i fiori”. • Quelli che d’Inverno facevano cesti, rastrelli, gabbie, manici, botti, lese ecc. durante l’anno raccoglievano il legno necessario rigorosamente impiegato a seconda delle caratteristiche. Nocciolo per cesti e gerle e manici, acero per i fondi, pale da forno e plantari di zoccoli, frassino per bastoni e denti di rastrello se non erano di carpino o maggiociondolo , faggio per porta denti di rastrello e pattini per slitte, sorbo per i legacci e spallacci ecc. ecc. Nelle lunghe sere d’Inverno dalle mani nodose dei nonni uscivano per magia o per incanto, favolosi giocattoli. • Quelle donne che lavavano le lenzuola nella navazza con la cenere e l’acqua bollente • Quelle che facevano il pane una volta la settimana con forno legna, riscaldato meticolosamente con legno di faggio (che non fa fumo) e di ginepro che da un aroma al pane • Quelle che portavano il pranzo ai loro mariti sui monti e si fermavano con loro a rastrellare fino a sera con rastrelli a denti stretti, perché sui monti l’erba è più fine. • Quelle che accompagnavano a pascolare le vacche e si facevano tutti giorni parecchi chilometri per recuperarle. • Quelle che in Autunno andavano a raccogliere le bacche di ginepro tutto il giorno tornando con le mani forate e doloranti, ma da quelle bacche ricavavano i soldi per i vestiti di tutto l’anno. Potremmo andare avanti per molto…. C’è il racconto di coloro che hanno fatto dell’ attaccamento della loro terra, la ragione di vita. Vorremmo riconoscere il merito a coloro che sono tornati a vivere in montagna, hanno scelto la vita dura, sana dell’allevatore o del taglialegna, perché stanchi della frenesia della città nonostante pochi aiuti delle autorità (spesso irraggiungibili). Vorremmo riconoscere il merito a coloro che sono tornati perché raggiunta l’età della pensione. Uno scrittore friulano diceva: ”le radici stanno dove siamo nati e cresciuti, quelle radici non le tagli, non si rompono son come elastici con un capo legato al campanile e l’altro intorno alla nostra vita, più ti allontani più le corde diventano fini, come corde di violino, passa il vento della memoria e questi elastici mandano suoni di ricordi, a sentirli pensi al paese e diventi debole, molli le mani da dove ti tenevi aggrappato e gli elastici ti trascinano a casa”. Sono tornati a passare la loro vecchiaia in armonia con i loro ricordi e la natura. Vorrei proporre, una grande festa invernale in onore dei residenti, la festa dei ri- ontagna Nostra cordi, la festa degli elastici…a Cassimoreno, uno dei migliori ristoranti della Val Nure (per storia, tradizione e tipicità). Chi legge questo articolo (scritto con semplicità, ma sentito) faccia sapere la sua opinione, ci aiuterà a organizzare e dare una forma all’evento. ACR CASSIMORENO San Gregorio: Auguri e ringraziamenti al Signor Alfredo Moia Anche se in ritardo di un numero, è d’obbligo di ringraziare il Sig. Alfredo Moia per i lavori che ha fatto eseguire nella cascina della chiesa. Abbiamo ora un bel pavimento, le finestre al piano sotto, il marciapiede, il corrimano alla scala, il canale di scarico ed una riva ben ordinata. Questo generoso intervento ha completato i lavori di conservazione eseguiti qualche anno fa dalla parrocchia, ma mai completati per la perenne carenza di fondi. Avremmo dovuto solo ringraziare di cuore Alfredo, ma purtroppo dobbiamo anche augurargli di rimettersi in salute per l’incidente domestico che in gennaio gli ha procurato la rottura del bacino, con la conseguente terribile sofferenza ed il lungo ricovero in clinica. Ci auguriamo che il Signor Moia possa leggere da casa questo numero del giornale, ristabilito nella salute ed in compagnia del carissimo Amerigo. A tutti e due giungano quindi i sentiti ringraziamenti e ed i più fervidi auguri di guarigione e di Buona Pasqua dalla Comunità di San Gregorio. Lo scorso giugno 2010 nella piccola chiesetta di Le Moline, Don Luciano ha unito in matrimonio Paolo Pedrani e Serena Malatesta, figlia di Enrico Malatesta e Silvana Figoni ripettivamente di Le Moline e Montereggio. Il 21 febbraio, da questa unione è nato a Saronno il piccolo Davide con grande gioia dei genitori, nonni e zia Angela. Sicuramente trasmetteremo anche a lui l'amore per le nostre splendide montagne. 79 ontagna Nostra Tre presenze mancheranno alle prossime feste di agosto a San Gregorio: Enzo Monti, classe 1917, papà di Paolo e suocero di 80 Loredana, i solerti amici della nostra Parrocchia, insieme ai cognati Annamaria e Giorgio. Il Signor Enzo fino all’agosto scorso ha trascorso le feste qui da noi con la sua famiglia, dando un fervido esempio di forza e vitalità, anche alla tenera età di 93 anni! Lo ricordiamo nel giardino al fresco, e simpatico commensale alle belle tavolate estive. Se n’è andato silenziosamente, nel suo letto, in novembre, lasciando a noi tutti il ricordo di una carissima persona. A Paolo, Loredana ed a tutta la famiglia le condoglianze della Comunità di San Gregorio. Giorgio Carella: con la moglie Annamaria ed i cognati Paolo e Loredana è stata una presenza così operosa nella nostra parrocchia negli ultimi anni, che sarà impossibile dimenticarlo ogni volta che anche il minimo problema si presenterà ed egli potrà aiutarci solo dal cielo a risolverlo. Giorgio aveva le mani d’oro, la testa fine e soprattutto una discreta, enorme disponibilità a svolgere ogni tipo di intervento, dalla pulizia dei vasi sacri al servizio panini/bar alla festa di agosto. Purtroppo la malattia che l’aveva colpito diversi anni orsono si è risvegliata e l’ha fatto molto soffrire, ma anche l’estate scorsa Giorgio era qui, disponibile come sempre. Annamaria l’ha curato con tanto amore e tanta fede, finché il 21 gennaio scorso il male ha avuto la meglio e Giorgio ha lasciato l’inseparabile moglie, la famiglia e tutti gli amici, noi compresi qui a San Gregorio. Ricorderemo Giorgio e il Sig. Enzo nelle celebrazioni di agosto. Nel frattempo la comunità si stringe ad Annamaria ed alla famiglia tutta, partecipando i sensi delle più sentite condoglianze. La mia cara zia Angela Barzaghi ha trascorso a San Gregorio le sue ultime vacanze. Era ammalata, ma nulla faceva prevedere che il 26 ottobre 2010 ci avrebbe improvvisamente lasciati. Da queste righe voglio ricordare la bella persona che è sempre stata: allegra, cordiale, d’animo buono, amante del canto, una sorella inseparabile per la mia mamma ed una zia affezionata per la mia famiglia. Ora ci guarda dal cielo e noi la pensiamo serena lassù, sempre pronta a regalarci il suo dolcissimo sorriso. Ciao Angi, prega per noi. Giancarla. In febbraio è mancata a Piacenza Dina Rizzi originaria di Proverasso: Don Luciano ha celebrato il funerale a San Gregorio ed ora Dina riposa nel nostro cimitero. Alla famiglia Rizzi - Cavanna le condoglianze della Comunità di San Gregorio. VAL D’AVETO ontagna Nostra Castagnola Cervini Raffaele di Giovanni e Livia Casella ha ricevuto la Prima Comunione lo scorso 5 settembre nella chiesa di Castagnola. In foto Raffaele con i parenti e la sorella Ilaria. 50simo di Matrimonio Maria Calamari e Giacomo Canevari hanno festeggiato il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio. Un traguardo invidiabile, testimone di una lunga vita trascorsa insieme. La celebrazione risale quindi al 19 novembre 1960 a Castagnola, officiata dall'allora parroco don Sandro Civardi, da poco insediato nel villaggio della Valdaveto. "È stato il primo matrimonio che ha celebrato a Castagnola - ricorda Maria. "Come è arrivato in paese, alla sera siamo andati a prendere accordi per il matrimonio". Oggi questi traguardi rivestono un significato molto intenso, non tanto per la lunga vita (Maria, classe 1928 e Giacomo, classe 1922) ma per il lungo percorso di coppia trascorso insieme per mezzo secolo. Quest'ultimo è un valore che oggigiorno sembra sia stato smarrito da tante coppie. La coppia è tutta della Valdaveto, Maria di Castagnola e Giacomo di Orezzoli di Qua, per tanti anni fabbriciere della parrocchia di San Pietro. Pc 81 ontagna Nostra Casella Margherita Margherita era nata a Castagnola il 13 luglio 1926, trascorrendo “a casa” quasi tutta la sua vita. A Castagnola era rimasta orfana dei genitori, dedicando tutto il suo tempo libero alla cura degli suoceri Rosa e Felice, gravemente invalidi in casa. Sposata con Maurizio Casella, la famiglia era stata allietata dalla nascita di tre figli: Maria Rosa (sposata a Ferriere con Bruno Ferrari), Luigi e Vito. Negli anni ottanta con il marito si era trasferita a Sarmadasco rimanendo per tre anni. La coppia, seguendo i due figli si era quindi trasferita a Vigolzone. Non aveva però dimenticato né Ferriere, né la sua Agogliati Bernardo - “Mario” 82 Nato a Salsominore, ha vissuto la vita con intelligenza pratica, sviluppando la propria attività lavorativa partendo dal poco, dal commercio del legname e del carbone, svolto giornalmente dalla Val d’Aveto a Milano. Ha saputo con avvedutezza guardare avanti, capire che la società evolve, ha bisogno di tutto e attrezzarsi per servirla era l’arma vincente per il futuro. Non tardò, proprio per questa sua capacità di essere, passare dai muli al camioncino, dal camion ad affermato impren- casa natia a cui faceva ritorno appena poteva. Dopo la scomparsa del marito Maurizio, il primo giugno 1997, anche per Margherita cominciano gli acciachci dell’età e nonostante la forte fibra e la voglia di vivere, muore a Vigolzone lo scorso 17 gennaio. I figli così la ricordano: “Cara mamma ci hai dato tanto senza mai chiedere. In un attimo te ne sei andata senza un lamento. Ora, la casa senza di te è vuota, ma siamo sicuri che dal cielo, assieme a papà ci proteggerete sempre. Un bacio, i tuoi figli”. ditore dei trasporti. La chiave del suo successo è stata anche la volontà di non abbandonare mai la sua Valdaveto, la volontà e il bisogno di confrontarsi con l’ambiente e con le persone che erano state per lui la guida di tutta una vita. Ebbe anche la fortuna di formarsi una bella famiglia, con la moglie addetta alla cura della stessa e con i figli Romeo ed Antonio (Sindaco di Ferriere) collaboratori nella grande azienda “Agogliati”. cattaragna ontagna Nostra R ieccoci qui! Raccontando l’arrivo dell’autunno e attraversando il nevoso inverno che ci ha accompagnato verso questi primi raggi di sole primaverili. Cattaragna, il piccolo paese arroccato sulla valle che domina ogni giorno il corso del fiume. Già, molto spesso ci si rammenta di questa valle, solo quando il sole estivo rende la vita di pianura un po’ più affannosa, la valle attraversata dal suo vecchio fiume che ogni giorno scava le rocce secolari e che offre un paesaggio quasi incontaminato, sa vivere ogni giorno dell’anno di una vita semplice, che continua ad essere per molti un piccolo “rifugio” dalla vita di ogni giorno, veloce ma così monotona. Questa valle e questi paesi, esistono ogni giorno di ogni anno da davvero molti molti anni, noi non lo dimentichiamo, anzi, nonostante in queste stagioni sia sempre più difficile arrivarci noi ci siamo! Siamo pronti a viverla, siamo pronti a tentare di costruire qualche cosa di nuovo, a programmare nuove stagioni e soprattutto a rispettare quello che ci è stato dato con fatica ed entusiasmo. Quelle strade che uniscono l’ormai decantata “civiltà” alla altrettanto importante “civiltà” montanara, sono sempre più sole, ma noi e, spero sempre più persone, vogliamo mantenerle vive, vogliamo che come sempre hanno fatto, siano il ponte verso un futuro che deve migliorare la condizione di tutti, ma che faccia sì che non ci si dimentichi mai di quello che è stato e di quello che nonostante tutto e tutti, continua ad essere la nostra macchina del tempo e che ci mostra fotografie in bianco e nero che non possono sbiadire!! Bene quest’anno a Cattaragna, abbiamo voluto fortemente rivivere quello che per anni è stata una parte della nostra cultura, la raccolta delle castagne, ma non un po’ al week and per le caldarroste da regalare agli amici come negli scorsi anni, ma come un tempo. Raccogliere insieme castagne per farle seccare e produrre farina. Niente di così nuovo forse se non si prestasse attenzione al fatto che quest’anno, abbiamo voluto farlo un po’più assieme, abbiamo unito giorni di ferie, per trovarci nei boschi a fare una raccolta più o meno proficua, ma sicuramen- 83 ontagna Nostra 84 te molto emozionante, semplicemente perché abbiamo potuto vivere di nuovo il legame che una volta univa ogni famiglia del nostro piccolo paese. Risultato? Beh tanta strada, tanta fatica ma credetemi davvero tante facce serene, soddisfatte e piene di gioia, la gioia di fare ancora qualche cosa che sa unire le persone, nel bosco, nella castagnera, nel mulino e nei pranzi o nelle cene in cui indipendentemente dal cognome o dall’età, siamo stati una famiglia! Chi non prova queste sensazioni, forse, non può capire quanto in realtà sia stata una esperienza UNICA ed INDIMENTICABILE. Grazie a tutti per aver permesso a me e alla mia compagna di poter di nuovo sentire cosa significhi essere parte VIVA di una comunità che definisce davvero il valore dei miei monti e di quello che per me è e sarà sempre la famiglia! Le stagioni non si fermano, è arrivata anche quest’anno la neve copiosa e il freddo, come sempre però, il nostro piccolo circolo, ha saputo unire ancora una volta giovani e meno giovani, persone che timidamente si stanno riavvicinando a questo NOSTRO paese in questa valle che ha voglia davvero di essere riscoperta e amata ogni giorno di più. Cosa aggiungere a questo, solo che la volontà di queste persone che faticosamente vivono qui unita alla voglia di altri di esserci e di fare, non può essere solo un sogno o il sogno di pochi, ma sta diventando una solida e costante ontagna Nostra realtà. In questa visione delle cose Alessandro ed Alessandra, hanno voluto battezzare nella nostra chiesa il piccolo Pietro che saprà vivere con noi e regalare un sorriso in più a questo paese dando nuova linfa ad ognuno di noi! Benvenuto!!!!! Questo è il valore vero di una comunità come la nostra che passa sì attraverso le tante manifestazioni estive del circolo ANSPI, ma anche passa attraverso le grandi cose fatte insieme, sia sotto il sole dell’estate che è passata e che verrà sempre piena di nuove proposte, ma che sa vivere e offrire anche un solo sorriso nei giorni piovosi e un caldo momento in quelli in cui la neve rende tutto davvero più aulico. Alla prossima fotografia di un mondo che c’è!!! Gianluca Cervini 85 ontagna Nostra torrio Buon Anno B uon Anno! Felice Anno! Formuliamo gli auguri che vengono dal cuore, perché, sinceramente, attendiamo per noi e per gli altri un anno buono e felice. Ma, forse, nel profondo, abbiamo la vaga sensazione di scivolare nella retorica, perchè, probabilmente, potremmo non attenderci grandi cose. Così, almeno, dicono gli opinionisti, che ci descrivono sopraffatti da “passioni tristi”, come lo scoraggiamento, la sfiducia, la passività. Se sono queste le caratteristiche del nostro tempo, e pensiamo che il peggio debba ancora venire, allora sarà bene ricorrere alla nostra fede, che ci invita alla speranza, come quando ci siamo scambiati gli auguri di Buon Natale. Ci troviamo rinchiusi in un corpo, com- ponenti di una famiglia, di un ambiente, di una patria, in un’epoca che non abbiamo scelto noi, perché tutto è stato deciso da un misterioso disegno indipendente dalla nostra volontà. Ed è in questa situazione che siamo chiamati a operare e a dare il meglio di noi. Nello scorrere del tempo, sta a noi cogliere le possibilità delle relazioni più opportune, per contribuire, ognuno con le proprie forze, alla costruzione di un mondo migliore. Perciò…. A tutti i soci del Consorzio rurale, a tutti i nostri anziani, ai nostri paesani nel mondo, ai lettori di Montagna Nostra, l’augurio di essere autori di incontri, di soddisfazioni, di realizzazioni per sé e per gli altri, per la famiglia e la comunità. Giancarlo Peroni Presidente Consorzio Rurale di Torrio. Torrio: 31 dicembre 2010 San Silvestro, altitudine m.1100 sul mare, cielo grigio, temperatura 2° +, assenza di vento, ore 20,30 con una trentina i soci ad aspettare l’anno 2011nel nostro Centro di aggregazione “La scuola” circolo ACLI. Oltre al “cenone” preparato dalla nostra Ivana insieme 86 a Maura, Gabriella e Simona, ci hanno allietato l’attesa e il nuovo anno Giuse Olivieri al clarinetto e voce, Dido Macchianti alla chitarra, Giuseppe Celle alla tastiera, con la partecipazione straordinaria di Gianpaolo Rezoali alla fisarmonica. Straordinari i famigliari, che si sono trasformati in “orchestrali” trascinatori… di buon auspicio. Grazie. Buon anno!!! ontagna Nostra Figlio di Torriesi in cucina a Parigi Una storia che dalla Val d’Aveto arriva alla Val-deMarne (Regione Parigina). Inizia con una bisnonna emigrata e tornata da New-York, una mamma che raccoglieva il riso nel Vercellese al tempo di “Riso Amaro” del regista De Santis con Silvana Mangano protagonista. Il papà Guido, panettiere in Grecia come soldato, sotto la bandiera Italiana durante la seconda guerra mondiale. Poi falegname come il nonno e lo zio, specializzato nel restauro di mobili antichi nel quartiere di Notre-Dame a Parigi. È li che a Fabrice gli è stato trasmesso in eredità lo spirito degli artigiani. Dopo aver esercitato l’addetto stampa in una casa discografica, ha svolto quasi tutta la carriera alla FNAC. Fabrice Masera, musicista, animatore radiofonico ed anche Dj a Parigi ha voluto far conoscere la cucina regionale, particolarmente quella emiliana– romagnola, alla televisione nazionale di France 3 nella trasmissione di Julie Andrieu “CÔTÉ CUISINE”, comparabile alla nostra “prova del cuoco” su Rai 1 condotta da Antonella Clerici, Va in onda tutti i giorni della settimana, tranne il mercoledì, alle ore 11.10. Ha condiviso e fatto conoscere a milioni di telespettatori la sua ricetta dei “pisarei” con funghi porcini e sugo di pomodoro vivace (elaborando la ricetta domenicale della sua mamma Luisa Peroni), inoltre “tatin” di pomodori (torta rovesciata), uove chinesi al tè, cappa santa, oeufs molletes (uova fondenti)… La gastronomia francese è appena stata iscritta nel patrimonio mondiale e immateriale dell’umanità. Ecco che Fabrizio è diventato un testimone della tradizione culinaria del nostro territorio e di Torrio in particolare. Video delle trasmissioni e ricette sul sito: http://programmes.france3.fr/tout-a-cote/cote-cuisine 87 ontagna Nostra TORRIO “la Giornata del Migrante” I n occasione della giornata del migrante, Papa Benedetto XVI ha inviato un messaggio da leggere in tutte le diocesi, perché l’accoglienza non si riduca a semplice dovere ospitale, che metta in buona pace quanti, direttamente o meno, sono coinvolti nel fenomeno epocale delle migrazioni. Sul tema si parla, si discute, si litiga. Anche troppo. E’ diventato terreno di scontro e di intrattenimenti cosidetti culturali. Sono tutti bravi, generosi, informati. Sono tutti democratici, corretti politicamente. Tutti hanno i diritti. La retorica è la cornice, lo sfondo, il sottofondo, la caratteristica dominante: è, infatti, l’arte del parlare. Non rientrando, tuttavia, nelle finalità della nostra rivista un riesame critico delle situazioni attuali, vogliamo, invece, ricordare con fierezza i tempi duri di un passato di povertà, che costringeva anche i figli di Torrio e del nostro territorio a cercare altrove quelle pos- 88 Torriesi in Argentina (Rosario 1905) sibilità di sopravvivenza che non sempre la montagna riusciva a offrire. Dai racconti antichi, possiamo immaginare i nostri conterranei, appena sbarcati in Francia, in Argentina, negli Stati Uniti, con i loro bagagli essenziali, che non avrebbero mai sostituito il mondo che avevano lasciato: Montagna Nostra è quel mondo, ma di tanti anni fa. Le loro storie non somigliano a quelle di oggi: se esisteva, il volontariato era sporadico e disorganizzato, l’ospitalità non era un dovere perentorio, l’alfabetizzazione era appena sufficiente a captare quelle sonorità che potevano, anche lontanamente, richiamare qualche vibrazione del loro dialetto, forse in Francia, in Argentina…ma negli USA dev’essere stata dura! Intanto, le case lasciate, con dentro tutte le tracce della quotidianità faticosa, offese dall’abbandono, si lasciavano aggredire dal tempo e abitare dai ghiri. Come canta la nostra poetessa Anna Maria. Gianna R. Famiglia di Benvenuto Masera - Parigi anni 30/40 ontagna Nostra Nogent sur Marne: Zia, cos’è la frana... Testimonianze in corrispondenza N egli anni Sessanta, la vecchia zia Maria, presso la quale alloggiavo d’estate, mi annunciò che a Torrio c’era la “frana”. Le chiesi cosa significasse. La zia, un po’ turbata, mi spiegò che le due frazioni “Case di Sotto” e “Case di Sopra” (dove stava lei) erano costruite su un terreno che piano scivolava verso la valle. La Regione e lo Stato si impegnarono ad aiutare gli abitanti di quelle zone, pronti a costruire una casa nuova nella parte alta del paese chiamata “Casetta”, dopo avere abbandonato la vecchia abitazione, che, un giorno o l’altro, sarebbe diventata pericolante. La notizia di quella minaccia e la prospettiva di lasciare la vecchia casa (anche se modesta e priva di comodità) fu fonte di tormento. In quell’epoca, “Case di Sopra” fungeva da Centro, come testimoniano le due Osterie, luoghi di incontro, dove, oltre a bersi un bicchiere di vino, gli uomini parlavano di politica, del tempo, delle bestie, della semina e del raccolto (e, ci scommetto, anche di donne!) fumandosi la sigaretta di tabacco forte. Era solo proibito sputare per terra e bestemmiare, come indicava un cartello affisso sul muro, quindi era permesso cantare in coro e la gente del paese non si faceva molto pregare per intonare “La strada nel bosco” o “La chiesetta alpina”. Qualche appassionato si metteva la mano a conchiglia sull’orecchio e tutti cantavano con fervore. Ogni voce si univa alle altre e tutte insieme ne formavano una sola, creando una perfetta e commovente armonia. Fu quindi uno strazio doversi rassegnare all’idea che, prima o poi, le due osterie sarebbero sparite e la popolazione di Torrio si sarebbe concentrata nella parte alta del paese, dove non esisteva quella possibilità di vita sociale. Negli anni successivi, gli abitanti di “case di Sotto” abbandonarono le loro abitazioni e, in seguito, anche “Case di Sopra” progressivamente si spopolò. Rimanendo nelle due frazioni Sopra e Sotto c’era troppo pericolo che le case andassero sottosopra! L’abbandono delle due frazioni fu una vera fortuna per i topi e per i ghiri che presero possesso delle vecchie abitazioni; ancora oggi ci fanno festa, godendo di uno spazio tutto loro, con cucina e a volte con fornetto! Molti Torriesi, ormai stabiliti nelle città, tornano oggi in paese per il fine settimana o nel periodo estivo. Intorno alla chiesa, cioè vicino a San Pietro, dove il terreno è “sicuro” sono intanto sorte case nuove e moderne. Quindi, simbolicamente, a rifletterci su, vuol dire che, con la frana, San Pietro, più che mai, ha assunto la sua missione di protettore del paese. Non ti pare zia? Anna Maria Brovelli Masera La frana di Torrio vista da Vicosoprano 89 ontagna Nostra Felicitazioni Matrimonio in San Pietro a Torrio, dopo l’ultimo matrimonio del 2006. Nel limpido sabato del 4 settembre 2010 si è rinnovata a Torrio la “festa”. Nella foto di Giancarlo l’orgoglioso papà Giorgio Rezzoagli conduce all’altare la bellissima figlia Elisa. Ad aspettarla lo sposo Piero. La solenne cerimonia e stata celebrata dal parroco Don Ferdinando Cherubin. Nella foto il felicissimo nonno Luciano Masera con il nipote Leonardo (Genova 18/8/2009). Alla nonna Gemma e ai genitori Elisa e Stefano gli auguri dei soci del Consorzio rurale di Torrio e di Montagna Nostra. 90 ontagna Nostra Donna Piera Malaspina nativa di Ottone e il Grande Ufficiale della Repubblica Giovanni Calamari nativo di Boschi Valdaveto hanno recentemente celebrato il loro mezzo secolo di matrimonio. Quando nel 1961 si sposarono nella Chiesa parrocchiale di Ottone ebbero la benedizione del Beato Giovanni XXIII ed ora quella di Benedetto XVI. Anche la nostra Redazione partecipa alla gioia della famiglia Calamari – Malaspina per l’importante tappa di vita coniugale raggiunta. Ricordiamoli Rezzoagli Maria Aurelia Masera Ettore Venerdì 14 gennaio ha concluso la sua esistenza terrena presso la casa di riposo”Arcobaleno” di Castiglione Chiavarese, dove da diversi anni si era ritirata, Maria Rezzoagli figlia di Burtella dei Sargenti. Quartogenita di 7 tra fratelli e sorelle era nata a Torrio 89 anni fa. Ancora adolescente si era trasferita con la famiglia ad Ertola di Rezzoaglio. Per tanti anni aveva prestato servizio domestico in città presso famiglie benestanti sacrificandosi in silenzio nell’umile servizio. Donna di fede e di preghiera lascia a noi l’esempio di una vita cristiana intensamente vissuta. I funerali si sono tenuti a Rezzoaglio. R.R. Ettore Masera di Benvenuto ed Irma era nato a Torrio nel 1928. Nato insieme ad una sorellina gemella che purtroppo non sopravvisse ma che lasciò in lui un ricordo indelebile di quel legame. A Torrio aveva vissuto la sua infanzia. Emigrato in Francia a Parigi con la famiglia vi ha vissuto per diversi anni fino a quando, per la passione per i viaggi si trasferì in Cile. Qui si formò la sua prima famiglia da cui nacque Rosamaria, tuttora in Cile. Tornò poi in Francia dove conobbe a Quimberlé in Bretagna, Irene Scolan che sposò. Ettore tornava a Torrio d’estate per ritrovarsi con il mondo della sua infanzia. Conserviamo di lui l'immagine di un uomo dinamico, che amava la vita, il canto, la danza, sempre curioso di arricchire le sue conoscenze. Fabrice Masera 91 ontagna Nostra RETORTO-SELVA ROMPEGGIO-PERTUSO Buona Pasqua O gni anno che passa aumenta la difficoltà a celebrare una Pasqua che ci riporti a credere e sperare nella bellezza della vita; a superare la sfiducia che è prodotta in noi ogni volta che il male, le guerre, l’odio, le calamità, la morte, assumono il volto e le immagini che in questi tempi, grazie anche ai mezzi di comunicazione, ci vengono proposte da ogni angolo del mondo. Del resto non è da oggi che andiamo incontro alla Pasqua senza entusiasmo di fede, e senza quella speranza che ci fa guardare con fiducia verso lo sbocciare di una nuova primavera. Sinceramente ci chiediamo se riusciremo ancora a ritrovare, in noi per primi, quei sentimenti che ci entusiasmavano alle celebrazioni pasquali di un tempo; e se gusteremo ancora l’atmosfera di quegli anni, o meglio la poesia dei vari momenti della Pasqua del Signore, tanto nelle liturgie che rendevano perfino l’aria “santa” in quei giorni della settimana prima di Pasqua, che nelle tradizioni sia di cucina che delle varie feste e processioni che li caratterizzavano. E’ per questo che ritengo utile rispolverare qualche poesia che ci aiuti a ridare a questi giorni qualcosa ancora dei sentimenti perduti. Gesù 92 E Gesù rivedeva, oltre il Giordano, campagne sotto il mietitor rimorte, il suo giorno non molto era lontano. E stettero le donne in sulle porte delle case, dicendo: Ave, Profeta! Egli pensava al giorno di sua morte. Egli si assise, all'ombra d'una mèta di grano, e disse: Se non è chi celi sotterra il seme, non sarà chi mieta. Egli parlava di granai ne' Cieli: e voi, fanciulli, intorno lui correste con nelle teste brune aridi steli. Egli stringeva al seno quelle teste brune; e Cefa parlò: Se costì siedi, temo per l'inconsutile tua veste; Egli abbracciava i suoi piccoli eredi: -Il figlio Giuda bisbigliò veloced'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra 'piedi: Barabba ha nome il padre suo, che in croce morirà.Ma il Profeta, alzando gli occhi -No-, mormorò con l'ombra nella voce, e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi. Giovanni Pascoli ontagna Nostra Dal prossimo anno anche a Rompeggio il Circolo ANSPI Sull’ultimo numero di Montagna nostra riportavamo una delle delibere prese nell’Assemblea parrocchiale del giorno dei santi: alla domanda “Nel portico adiacente la casa di Carlino possiamo ricavare la sede del gruppo-feste che è da considerarsi la pro-loco del paese?” La risposta fu: “Qualche difficoltà in più incontrerà la realizzazione della proposta, pure approvata da tutti, di destinare il cascinale a sede della pro-loco in quanto si dovranno prima verificare bene progetti e costi dei lavori di sistemazione.” C’erano quindi diverse perplessità, ma dopo aver preso atto che con la chiusura del bar (per fortuna rinviata per ora ancora di un anno) il paese ri- marrebbe senza luoghi di incontro e di ristoro, col rischio di una desolazione, abbiamo preso la decisione di costituire un Circolo ANSPI (in realtà una sede distaccata di quello di Selva) e di partire per la ristrutturazione del cascinale per ricavarne gli ambienti necessari: la salabar, anzitutto, i servizi, una cucina e il grande salone per le feste. I progetti sono stati fatti dall’architetto Moresi e presentati nelle dovute sedi; ora si tratta di realizzarli facendo conto in parte sul lascito di Carlino (e a lui sarà dedicata la sede) ma anche sui volontari che avranno l’occasione di dimostrare il loro attaccamento alla comunità, contribuendo a non lasciarla morire! PASQUA 2011 22 aprile Venerdì Santo, ore 16,00 Via Crucis (nelle chiese dove è possibile) 23 aprile Sabato Santo - chiese aperte tutto il giorno per la visita personale al sepolcro 24 aprile Domenica di Pasqua ore 10,00 a Rompeggio - ore 11,15 a Retorto - ore 17,00 a Pertuso Se chiuderà il bar di Rompeggio, che ultimamente era allietato dal sorriso di Anna Maria, dovremo impegnarci un po’ tutti perché non venga a mancare quel servizio tanto necessario per la comunità soprattutto nei mesi estivi. 93 ontagna Nostra Bilanci parrocchiali Anche per l’anno 2010 abbiamo consegnato in Curia i resoconti di cassa per tenere negli archivi diocesani la documentazione relativa ad Entrate ed Uscite dei Bilanci parrocchiali. Ecco in sintesi la situazione delle nostre casse: Rompeggio Entrate: Offerte in Chiesa 1.600,00 Incerti (funerali) 800,00 Bened. case 650,00 Altre offerte 270,00 Da Parrocchia Fiorenzuola 2010 1.033,00 Messe libere (ai funerali) 750,00 Missioni e Caritas 200,00 Feste 280,00 Totale Entrate 5.583,00 Uscite: Custodia e pulizia 700,00 Manut. ordinaria 300,00 Tasse e Assicurazioni 600,00 Consumi generali 1.360,00 Spese culto 400,00 Messe libere 750,00 Missioni e Caritas 200,00 Totale uscite 4.310,00 Il Bilancio dell’anno presenta dunque un disavanzo attivo di + € 1.273,00 Siccome al 31 dicembre 2009 la cassa chiudeva con un attivo di al 31 dicembre 2010 la cassa chiude con un attivo di + + € € 882,00 2.155,00 Pertuso Entrate Offerte in Chiesa e varie Missioni e caritas Benedizione case Totale Entrate 625,00 80,00 550,00 1.255,00 Uscite Missioni e caritas Spese generali Totale Uscite L’anno chiude con un attivo di Il 31 dicembre 2009 avevamo chiuso con un attivo di Pertanto al 31 dicembre 2010 la cassa chiude con un attivo di 80,00 800,00 880,00 + € 375,00 + € 1.440,00 + € 1.815,00 Rompeggio prolifica In foto una cucciolata di 8 “segugi dell’appennino” nati il 20 Febbraio. La mamma si chiama Luna. Il proprietario è Alessandro Ferrari. 94 ontagna Nostra Retorto Entrate: Offerte in Chiesa 1.497,00 Altre offerte da famiglie 800,00 Benedizione case 730,00 Incerti (funerali ecc.) 415,00 Iniziative varie 750,00 D famiglia N.N. 500,00 Messe libere 220,00 Missioni - Caritas 150,00 Totale Entrate 6.062,00 Uscite: Tasse e Assicurazione Consumi generali Spese culto Manut. ordinaria Manut, campane Acquisto gazebi Missioni - Caritas Messe libere Totale Uscite 550,00 2.100,00 250,00 200,00 55,00 440,00 150,00 220,00 3.965,00 Il Bilancio dell’anno presenta dunque un disavanzo attivo di + € 1.097,00 Siccome al 31 dicembre del 2009 c’era un passivo di - € 8.248,00 al 31 dicembre 2010 la cassa vede ridotto il passivo a - € 7.151,00 Selva Entrate Ospiti in canonica Offerte in Chiesa Altre Offerte Benediz. case Attività Circolo ANSPI Da famiglia N.N. Affitto pascolo 2009 Missioni e caritas Totale Entrate 2.000,00 2.004,00 200,00 1.180,00 12.000,00 1.000,00 500,00 200.00 19.084,00 Uscite Spese culto ( stampe ecc.) Acquisto gazebi Tasse - assic. e varie Consumi (gas, luce,ecc.) Missioni e caritas Totale Uscite L’anno chiude con un attivo di Al 31 dicembre 2009 avevamo ancora un passivo di Pertanto al 31 dicembre 2010 siamo passati in attivo di Finalmente il passivo (che al 31 dicembre 2007 era di € 22.380.00), anno per anno, si è estinto e ora possiamo finalmente partire per realizzare i progetti di miglioria dell’Oratorio. E questo, non finirò mai di ricordarlo, grazie ai volontari dell’ANSPI, ai quali la Parrocchia dovrà dedicare un monumento (ovviamente il più tardi possibile!). + € - € +€ 289,00 2.000,00 550,00 3.900,00 200,00 6.939,00 12. 145,00 5. 524,00 6. 621,00 CAMPANE DI PASQUA Campane di Pasqua festose che a gloria quest'oggi cantate, oh voci vicine e lontane che Cristo risorto annunciate, ci dite con voci serene: "Fratelli, vogliatevi bene! Tendete la mano al fratello, aprite la braccia al perdono; nel giorno del Cristo risorto ognuno risorga più buono!" E sopra la terra fiorita, cantate, oh campane sonore, ch'è bella, ch'è buona la vita, se schiude la porta all'amore Anonimo 95 ontagna Nostra Vive congratulazioni a Celso e Piera L a comunità di Rompeggio - Pertuso partecipa alla gioia della famiglia Farinotti - Cavanna per l’importante tappa di vita raggiunta: insieme da cinquant’anni. Era infatti il 10 novembre 1960 quando nella loro cheisa di Rompeggio Piera Cavanna di Pertuso e Celso Farinotti di Rompeggio si sono giurati “eterno amore” davanti all’allora parroco don Giuseppe Schiavi e così finora è stato. Mezzo secolo vissuto assieme con grande disponibilità verso tutte le necessità religiose, sociali ed economiche del territorio. Un “simbolo” di cui tutti dobbiamo essere fieri e grati. e a Silvio Quagliaroli A 96 nalogamente a Piacenza, anche Genova, il giorno 27 gennaio scorso, ha reso omaggio agli ex internati nei Lager Nazisti. Con una cerimonia solenne nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, si è svolta la cerimonia di consegna della medaglia d’onore ai ssoggetti interessati. Fra i premiati Silvio Quagliaroli, nato a Rocconi il 12 febbraio 1923. Vive congratulazioni da parte di tutti noi, soprattutto per essere ritornato, salvo, a casa propria! Militare nei Granatieri di Sardegna, Silvio si trovava a Roma l’8 setembre 1943, giorno dell’annuncio dell’armistizio e mentre tentava il ritorno a casa veniva catturato dai soldati tedeschi a Reggio Emilia e portato in Germania nel campo di concentramento di Custrin Stamlager e poi trasferito nel campo di lavoro di Eberlavo. Durante i 26 mesi di prigionia, molti, ci racconta Silvio, sono stati gli episodi di crudeltà, ma anche di umanità vissuti. Uno su tutti, quando ormai incolonnato con altri e destinato al forno crematorio, a causa della febbre alta, venivo notato da un medico russo e portato nell’infermeria per essere curato. Alla fine della guerra, dopo altri 6 mesi trascorsi in Prussia, al comando dei soldati russi, finalmente il ritorno a casa. Sposato con Mira Trasino, piemontese, Silvio ha gestito per anni un tipico negozio di farinata a Genova in Via del Molo, zona Angiporto. ontagna Nostra a Laura che sulle note dei Beatles ha incantato Magenta Nella serata dell' 8 Dicembre 2010 cantando, in qualità di prima solista accompagnata dall'orchestra "Giovanile Totem", diretta dal suo Maestro Andrea Raffanini. Per lei è stato un onore partecipare allo spettacolo musicale " Immagine Love" Il cui ricavato per l'occasione del Santo Natale verrà devoluto in beneficenza alla società ONUS di Magenta per l'acquisto di un importante macchinario che servirà a curare le persone in ospedale." e alla piccola Jeanne la figlia di Beatrice Benazzi che da Parigi ha trascorso la sua estate da noi cominciando ad apprezzare le bellezze della terra natia dei nonni materni. 97 ontagna Nostra PASQUA Ogni anno nasci e muori Poi risorgi Cristo Dio padre e figlio Mio fratello Sei qui tra noi Presenza di speranza In mezzo a quest’incendio D’odio infame, di guerre fatte E irrimediabilmente perse. Ma come un fiore Che rinasce sempre Anche là tra le croci In mezzo ai sassi Tra i rovi d’una vita Esasperata Sento il nuovo profumo D’un amore E sul cammino Verso un’altra meta Sembra più tollerabile Il calvario. Luciano Somma Dall’obiettivo fotografico di Carlio Margini, alcuni momenti della vita a Selva di tutti i giorni. 98 ontagna Nostra Ricordiamoli Lina Ponzini di anni 90 Il 2 marzo 2011 è deceduta a Genova, dove viveva, Lina Ponzini vedova Devoti, originaria di Pertuso, dove era nata il 23 giugno 1920. Dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, è tornata a riposare nel cimitero di Rompeggio. Marina Quagliaroli di Rocconi, ricorda i genitori scomparsi con una foto degli anni felici Cara mamma, è già passato più di un anno da quando te ne sei andata, ma dentro di me ci sono ancora tanta tristezza e tanto vuoto che, completamente, non si colmerà mai perché insieme a te e a papà se n’è andata anche una parte del mio cuore. La forza e la serenità con cui ho cercato, in passato, di superare i momenti difficili, non mi sono state di particolare aiuto quando ho dovuto affrontare le vostre malattie e soprattutto accettare di perdervi perché queste sono state, senza dubbio, le esperienze più dolorose della mia vita. L’unica consolazione è sapere che ora state bene, ancora insieme e finalmente lontani da medici e ospedali. Anche se, fisicamente, non siete più con noi, io so di poter contare sempre su di voi. Per questo vi chiedo di proteggere sempre le gioie più grandi della mia e della vostra vita: Valeriano e Gianmarco. Grazie mamma, grazie papà per tutto quello che avete fatto per noi e per l’amore immenso che ci avete regalato. Se fosse possibile ritornare indietro nel tempo vorrei rivivere il giorno in cui è stata scattata questa foto: San Terenziano del 1983, noi tre insieme quando eravamo ancora felici e le feste avevano ancora il sapore delle feste… Vi vorrò sempre un mondo di bene, un abbraccio forte forte, Marina 99 ontagna Nostra Pertuso aspetta l’estate 100 ontagna Nostra 101 ontagna Nostra Bergonzi Romano Materiali edili - Sabbia - Ghiaia - Manufatti in cemento Caminetti - Pavimenti e rivestimenti. Ferramenta per l’edilizia - Tubi PVC e PP Consegna a domicilio Trasporto con gru 102 Via Torino, 1 - 29024 FERRIERE - Tel. 0523 922240 ontagna Nostra Via S. Nicola, 18 - 29024 Ferriere (PC) tel. e fax 0523-758208 cell. 348-5507630 Antichi sapori di montagna Alla riscoperta degli antichi sapori che la gente aveva ormai dimenticato. Una scommessa contro tutte le avversità dell’Alta Valnure. La qualità è la nostra passione! 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