PERIODICO DI SATIRA E BUONUMORE - Anno XV - n. 35 - SETTEMBRE 2012 - Direttore Responsabile: Antonio Galuzzi - Aut. Trib. MN n. 5/97 del 23/05/1997 - COPIA OMAGGIO IL NOTTURNO finalmente riconosciuti i diritti civili dei defunti si torna alle urne PASSA LA RIFORMA ELETTORALE TOMBALE OIL FACTS La benzina è così cara che... La benzina è talmente cara che Munch prima ha fatto il pieno, poi ha dipinto l’urlo. La benzina è talmente cara che i Carabinieri quando si tolgono il berretto spengono la fiamma. (Joe Wine) Il governo precedente sembrava molto più informato sul prezzo alla pompa. (@purtroppo) È come nelle cene di Natale. Diciamo “Caro Carburante” ma in realtà lo odiamo! (@purtroppo) Fosse ancora tra di noi, Marylin Monroe si accontenterebbe di due gocce di V-Power. (Antonio Voceri) Ricordo quando con un euro di benzina riuscivano a darsi fuoco tre disoccupati. (Antonio Galuzzi) Oggi ho messo dieci euro di benzina, ma ho dovuto pulire il vetro del benzinaio. (Francesco Brescia) La spia della benzina ha licenza di uccidere. (Gino Minoli) Se alla stazione di servizio urli al benzinaio: “Capo!”. È vero. (Antonio Voceri) Esso, droga e rock&roll. (Lughino) Ormai alle stazioni di servizio Esso devi dare del Lei. (fdecollibus) La Monnalisa sorrideva perchè il padre faceva il benzinaio. (fdecollibus) “Quasi quasi conviene andare a fare benzina in Svizzera.” L’ho sentito questa mattina al mercato, qui a Catanzaro. (Naima Vela) La spia lampeggia ma io sono ottimista e vedo il serbatoio mezzo pieno. (frandiben) segue a pag. 2 Casini: «Ora si potrà morire democristiani» - Vendola: «Con Casini manco morto!» - Grillo: «Per cadaveri della politica non intendevo questo!» - Bersani: «Primarie aperte anche agli zombie» - Minetti: «Tutti vorranno toccare il mio loculo» - BOSSI: «Riposo in pace» - Berlusconi: «Chiederò il legittimo impedimento per il giudizio universale» - Napolitano: «Alla prima occasione, nominerò i nuovi senatori a morte» - Andreotti: «Finalmente: ero stufo di tirare a campare» C amera e Senato, riuniti in sezione plenaria a Valpurga, hanno approvato all’unanimità la nuova riforma che prevede il diritto elettorale attivo ai defunti, regolamentando anche quello passivo, da tempo di fatto praticato dai maggiori partiti italiani. Si voterà il prossimo 2 di novembre, anche se in commissione Emma Bonino aveva suggerito la notte di Halloween. Grande soddisfazione nei principali istituti geriatrici italiani. La Federazione Italiana Onoranze Funebri si dichiara disponibile a trovare gli strumenti necessari affinché tutti i sepolti (la nuova legge ha stabilito infatti ingenti incentivi per le riesumazioni), senza distinzione di sesso ed etnia, possano assolvere al loro nuovo dovere civico. Dubbi di estensione a tutto l’elettorato defunto sono state invece sollevate dalla F.I.C. (Federazione italiana per la cremazione) e dall’ I.DI. CEN (Istituto dispersione ceneri e cremazione): nelle norme che dovranno regolamentare l’accesso ai seggi elettorali dei loro assistiti si fa cenno solo a scheletri, salme, cadaveri, non menzionando in alcun modo la pratica ormai diffusa d’incenerire i propri cari. In tal senso Pannella, per protesta, ha inscenato una curiosa protesta davanti a Montecitorio, dandosi fuoco. Grillo conferma che non si alleerà con nessun altro schieramento, pur ottenendo l’appoggio di molti comici defunti come Sordi e Bombolo. Tognazzi e Vianello, dopo aver convinto Raffaella Carrà e Pippo Baudo, sembrano orientati a sostenere Antonello Falqui, a capo della lista civica “Studio Uno”. Preoccupa i sostenitori del Movimento 5 Stelle l’allargamento del consenso, secondo i primi sondaggi indipendenti, del Partito Monarchico, accreditato già di un 20%, con Vittorio Emanuele II di Savoia al Nord e Ferdinando I di Borbone al Sud. La comunità islamica italiana, che non ha mai nascosto di mal digerire il Porcellum, teme l’inasprirsi della campagna elettorale, se, come pare, Goffredo di Buglione, ne del fondatore, avrebbe stretto un’alleanza di ferro con Gianfranco Miglio e Carlo Cattaneo. Alessandra Mussolini, preoccupata di giocarsi il proprio ruolo di guida della destra estrema con il nonno, se la cava con un serafico “Sarà un confronto in famiglia”. Giorgio La Malfa e Giuliano Ferrara invece non temono quello con i rispettivi genitori defunti: “Con mio padre non ho mai avuto nulla da spartire” Le gerarchie ecclesiastiche sono concordi infine nel ritenere che l’iniziativa bipartisan ridarà intende candidarsi con una lista xenofoba ispirata alle crociate. L’Assomassaie, favorevole a suo tempo alla reintroduzione del Mattarellum, ha già chiesto agli eredi di Lina Volonghi di poterla candidare, in ticket con Ave Ninchi. Renzi, in previsione delle primarie del Pd, alle quali parteciperanno oltre a Vendola e Bersani, anche Pajetta e Zaccagnini, girerà l’Italia con un carro funebre, per chiedere il consenso dei numerosi defunti d’area cattolica, schierati a sinistra e morti prima dei trent’anni. Gli risponderà Bersani, che punta soprattutto a serrare le file del suo elettorato terminale. In fibrillazione l’area del centrodestra, che ancora non ha deciso se candidare Berlusconi, ancora troppo vivente secondo i sondaggisti del Popolo delle Libertà, per intercettare gusti e aspirazione del nuovo elettorato. A ogni buon conto, l’ex-premier ha già promesso un milione di loculi in più e Alfano ha ingaggiato il regista George A. Romero per girare alcuni spot necrofili, che mirano a ridare fiducia nell’aldiqua alla piccola e media impresa. Bossi gongola all’idea di rimanere il leader, non solo in vita, della Lega, mentre si vocifera che Maroni per rintuzzare la risurrezio- impulso alla pratica dell’indulgenza plenaria, che spingerà le anime dei cattolici impegnati in politica, da sempre maggioritarie all’Inferno, a migrare dal Purgatorio, avaro di soddisfazioni, al Paradiso. Perplessi invece i simpatizzanti di Comunione e Liberazione, che contavano invece di rivendicare, come unica e vincente, la loro leadership d’area all’Inferno. Formigoni al proposito ha ribadito che comunque sia, vivo o morto, non si dimetterà da Presidente della Regione Lombardia. Ettore Carli 2 L’omino degli elettrodomestici cronache il fondo del barile di Teo Guadalupi tempo di crisi È finita l’estate. Finalmente possiamo pensare alla crisi. Prima non si poteva. C’erano le vacanze. Uno non pensa alla crisi durante le vacanze. Non è il momento. Adesso sì, ma non subito. Prima bisogna ripensare ancora un po’ alle vacanze. Riguardare le foto sull’iphone. Andare fuori a cena con gli amici per raccontarsele reciprocamente. Poi pensiamo alla crisi. L’analizziamo. Cerchiamo di capirla. Capirne le cause e le possibili conseguenze. Riempirci la bocca della parola crisi, ma con distacco, come se la cosa non ci riguardasse, perché comunque quest’estate ci siamo proprio divertiti. Accidenti se ci siamo divertiti. Ma c’è la crisi e non va sottovalutata. Anzi. Va assimilata. Come quei kg in più che ti hanno lasciato le vacanze. E improvvisamente, quasi senza rendersene conto, ti accorgi che hanno tolto l’ora legale e che hanno già messo le luminarie di Natale. Accidenti è Natale. Abbiamo perso l’attimo. E mica si può pensare alla crisi sotto Natale. Ci penseremo dopo. Tanto per la crisi c’è sempre tempo. La redazione [email protected] Antonio Galuzzi Antonio Voceri Enrico Alberini Corrado Andreani HANNO COLLABORATO Fabrizio Bolivar - Francesco De Collibus - Corrado Giamboni - Teo Guadalupi - Davide Red Guernelli - Maurizio Lazzati - Alfredo Minutoli - Alberto Patrucco - I Papu (Andrea Appi e Ramiro Besa) - Fabrizio Pescara - Francesco Stefani - Studio Ventisei Un ringraziamento particolare al gruppo Facebook OILFACTS. Stampato in 2.000 copie da Fda Eurostampa di Borgosatollo (BS). Distribuito in omaggio. il ventilatore Faceva caldissimo, mi sono comprato un ventilatore... Sotto casa ho un negozio di elettromestici... Era pieno di ventilatori, ma solo questo era in promozione... C’erano 20 euro di sconto, offerti dal centro fisioterapico la cervicale... L’ho tirato fuori dalla scatola e l’ho subito collegato, il libretto d’istruzioni non l’ho nemmeno aperto: è un ventilatore, non ho bisogno di studiare le istruzioni... servirà mica Einstein per farlo andare? L’ho messo in camera da letto, altezza uomo sdraiato, l’ho acceso... velocità 3... mmm, velocità 6... mmm... ancora non mi dava soddisfazione... L’ho messo al massimo: velocità 28...modalità tramontana... bello fisso... una libidine... un fresco... ero un po’ sudatino... mi sono addormentato beato come un bambino! Poi... verso le 5 del mattino mi sono svegliato... come un anziano... così: già con il collarino... L’idea era quella di spegnere il ventilatore... l’idea... il cervello aveva dato l’ordine a tutti i muscoli di alzarsi... niente... immobile! Che la pala forse fosse un tantino potente... mi era sorto un dubbio, perche’ dopo averlo acceso, le zanzare in camera volavano con il piumino d’oca! Sono rimasto immobile nel letto per 4 ore... un blocco di marmo... poi, verso le 11 sono riuscito a fare mezzo giro su me stesso e buttarmi giù dal letto... Almeno non ero più sulla sua traiettoria del bastardo! Sotto il letto ho fatto amicizia con un ragno... anche lui con il collarino... ci siamo fissati immobili per ore... mi guardava come per dire: «Cretino, quando hai visto che la mole d’aria staccava l’intonaco dai muri... non ti è venuto un dubbio?». Come ho recuperato le forze, sono andato da un professorone... un luminare.... Come sono entrato nello studio mi fa... «Come mai da queste parti?» Avevo il pomeriggio libero, non sapevo cosa fare... in realtà ero indeciso se passare da lei oppure uscire con Angelina Jolie... mi era più comoda questa strada... «Perché, lei conosce Angelina Jolie?». Siii... ci troviamo tutti i 32 del mese per fare sesso estremo! «Non pensavo che Angelina Jolie fosse una da sesso estremo». Dottore... l’apparenza inganna... anche lei non sembra uno laureato in medicina! «Va be’... mi faccia vedere il collo...». È stato di un delicato... una mano di fata... mi ha messo due dita tra le scapole... Mentre sentivo le sue impronte digitali sui polmoni... mi fa... «Le fa male se schiaccio qui?». Perché non prende anche una cartella di Equitalia la arrotola e me la da sui maroni? Dottore, qual è la diagnosi? Cosa devo fare? «Mah... io non le darei niente». Ehhh anch’io non le darei niente... se non fosse per i 200 euro senza fattura che già si è preso... «No, non ha capito, è che non so dove mandarla...». Ehhh, io si! Alfredo Minutoli Il Porsche a metano Porsche a metano è la storia di un giovane ventenne di Rimini: l’estate trascorsa tra il lavoro e le serate con l’amico Rampino, la musica evergreen anni ’80, le ragazze straniere conosciute mentre si lavora in gelateria. Zambo, il personaggio centrale, analizza la società dell’epoca, i valori, gli interessi e i suoi coetanei, ma si pone anche domande sull’universo maschile e femminile. La scrittura è dinamica e divertente: l’autore infatti non solo include vocaboli propri del dialetto riminese ma anche anglicismi scritti come noi italiani normalmente li pronunciamo. Le diverse azioni sono arricchite da riflessioni riguardanti temi che aggiungono serietà ad un romanzo particolarmente giovane e anche un po’ nostalgico. OIL FACTS Ecco perché l’Italia non riesce a cambiare marcia. Costa troppo. Oggi ho fatto il pieno. E la mia sorellina non sembrava troppo triste, quando allontanandomi la guardavo dal retrovisore. (Naima Vela) Oggi è apparso l’arcobaleno, l’ho seguito e mi ha portato dove i folletti tengono il distributore. (fdecollibus) La benzina è così cara che la prossima Via Crucis si fermerà a 14 stazioni di servizio. (Joe Wine) Riflessi del caro benzina sulle professioni: alle prostitute per strada la prestazione più richiesta è spingere. (Antonio Voceri) Ho abbassato il vetro ed il benzinaio mi ha detto: “I signori hanno prenotato?”. (Francesco Brescia) La mia macchina dovrebbe fare 10 km con 1 litro. Appena vinco al superenalotto controllo. (Antonio Galuzzi) di Jambo “Le faccio il pieno?”“No, grazie. Yabadabadoo!”. (Lughino) “Il mio benzinaio è differente”. (Francesco Brescia) La benzina è talmente cara che d’ora in poi i piromani i boschi li allagheranno. (Sonia Minnici) Oggi ho fatto benzina. E vi assicuro che il processo di distillazione è davvero un casino. (Naima Vela) Oggi per servirmi il benzinaio ha aperto la pompa con una sciabola. (fdecollibus) La benzina è aumentata così tanto che i gruppi elettrogeni adesso vanno a corrente. (Stefano Esse) Malviventi armati e mascherati hanno assaltato un furgone portavalori con gli incassi di otto supermercati e sono fuggiti con l’intero pieno di benzina. (Antonio Voceri) Al distributore self-service, fra le immagini delle banconote accettate, c’era il disegno di un rene... (Antonio Galuzzi) La benzina del vicino è sempre più verde. (Enzo Filia) Abbiamo letto per voi di Antonio Voceri e Antonio Galuzzi Anche noi del Notturno siamo voluti venire incontro ai bisogni dei lettori del terzo millennio. Non sempre, nonostante la buona volontà, si ha il tempo di leggere. I nostri tempi sono frenetici e riuscire a risparmiare qualche minuto leggendo il riassunto di un’opera letteraria invece che il testo integrale, può far comodo. Ecco, allora, la nostra rubrichetta “Abbiamo letto per voi...” che oltre al riassunto in stile “Selezione”, si pregia di contenere un minimo di critica letteraria. Buona lettura, o meglio, per guadagnare tempo, buon lettur! attesa, spiritualità e socialità. Dopo attenta lettura, possiamo affermare che le modalità di preparazione del pollo indiano Korma contengono la sintesi dell’uomo e della spiritualità, del mondo, del suo alterego, ossia il paradiso, nelle varie declinazioni che le culture tutte attribuiscono a esso. Un capolavoro da non perdere. UN BIGLIETTO DA VISITA Le istruzioni per la preparazione del Pollo Korma (pre-preparato) Le modalità di preparazione del pollo indiano Korma, sono un fulgido esempio di quella narrativa asiatica che si sta affermando in questi anni, sospesa fra tradizione e modernità, fra pregiudizio anti occidentale e mondializzazione. È una forma letteraria che percorre un crinale estremamente sottile: ora affacciata al dialogo, ora introflessa in una chiusura quasi tetragona. Nel passaggio in cui l’autore invita a estrarre il prodotto dalla scatola prima di infilarlo nel forno, si legge evidente la sfiducia nella capacità di discernimento dei lettori occidentali. E le numerose traduzioni proposte sul packaging, in quasi tutte le lingue europee, fungono da megafono a quello che appare come un chiaro atto d’accusa, rispetto al lento processo di regressione culturale che il Vecchio Continente ha intrapreso da Kant in poi. L’opera si spalanca alla modernità nel capitolo in cui fa riferimento alla cottura nel forno a microonde. Ed è un’apertura per certi versi sconvolgente, quasi iconoclasta, dal momento che spazza via la tradizione e proietta l’intero lavoro nell’oggi più attuale, assecondandone la frenesia e i ritmi, sia sociali sia individuali. Al riguardo, il fulcro è nel passaggio forno a microonde - 700W - quattro minuti. Una sorta di manifesto futurista orientale, propugnatore di una contrazione temporale fatale per ogni dilatazione spirituale evocata da Hermann Hesse in Siddharta. Tanto da renderla, più che superata, addirittura putrescente. Come aggrappato a un pendolo CHI e’ MORTO OGGI? di Alberto Patrucco GIGI MARZULLO La tragica scomparsa di Gigi Marzullo ci pone al cospetto di un ennesimo probabile caso di malasanità. Arrivato al pronto soccorso in condizioni non disperate, il decesso è sopraggiunto immediato e inatteso. Pare che il medico di guardia si sia fatto una domanda: “Ha senso rianimarlo?”. E, prontamente, si sia dato una risposta. Quale? Non si sa. Resta il fatto che il povero Gigi è spirato poco dopo. Interrogativi inquietanti sulla sua fine, dunque, ma anche domande senza risposta sulla sua vita. In particolare, come mai tanto successo? Una spiegazione potrebbe essere che la tivù di questi anni è al livello di una Velina media: è autoreferenziale, sa solo parlare di se stessa. E il paradigma di questa televisione a schermo “piatto” non poteva che essere il compianto Luigi Marzullo detto Gigi, col suo sempiterno tormentone: “Si faccia una domanda, si dia una risposta” e, si potrebbe aggiungere, “Si mandi anche ‘affanculo!”. In venti anni di “Sottovoce”, il quotidiano “gluteo a gluteo” di tarda serata, di cui lo zazzeruto Gigetto era stato ideatore, autore e interprete, non stupiva tanto che facesse sempre le solite premesse e formulasse a chiunque le stesse identiche domande. La cosa davvero sorprendente è che, dopo quattro lustri, doveva ancora leggerle. Il pubblico le sapeva a memoria, le ripeteva nel sonno, in quello stato di ipertrofia scrotale che la trasmissione produceva a partire dalla prima inquadratura sul conduttore, ma vigliacco se a lui entravano in testa. Chicca finale, la sua promozione a responsabile della cultura di RAI 1. Un po’ come prendere un tricheco svenuto e farlo primo ballerino alla Scala. EPITAFFIO: “Sottoterra, un modo per conoscersi, per capirsi…” che oscilla tra futuro e passato, l’autore si volge nuovamente all’indietro proponendo all’improvviso la cottura nel forno tradizionale. Qui si getta un ponte ideale con le origini, come a suggerire che non può esserci domani senza ieri, e si torna ad affermare che il tempo altro non è che un’estensione dell’anima. Per una cottura ideale, infatti, si devono attendere quindici minuti, tornando alla cultura tandoori e a tutto ciò che comporta in termini di Si tratta di un’autobiografia dalla trama abbastanza scontata. In pochi tratti, fin dalle primissime righe, il protagonista è delineato in ogni aspetto. Fa parte di un genere molto comune fra gli scrittori sconosciuti che all’opera prima non faranno mai seguire una conferma delle reali capacità. È una forma letteraria minimalista, che avversa il colpo di scena ma si compiace della nuda esibizione di numeri e dati sensibili che nulla nascondono al lettore; anzi, si può dire che il desiderio è proprio quello di suscitare nel lettore l’interesse al contatto personale, nella vita reale e non cartacea. Per conseguire un particolare effetto di concisione e icasticità, nell’enunciato l’autore ricorre alla figura retorica dell’ellissi. Un errore molto comune in questo genere di scrittura è la mancanza di spessore: nella quasi totalità dei casi non si va oltre la copertina, pochissime volte è presente qualche tratto sul retro ma mai significativo, se non nella localizzazione topografica dell’autore in carne ed ossa. È una letteratura che non vuol essere ricordata come tale ma piuttosto come edonistico status che predilige alle fredde librerie la calda sacralità di un portafogli in pelle o l’ordinata scrivania di generosi magnati. “Ta fàt, che ghèga!” Corrado “Jambo” Giamboni per il 2° anno sbaraglia il Festival degli Scrittori della Bassa Quest’anno è la volta della sezione sms. «Il 2012 è stato molto impegnativo e non ho avuto tempo per scrivere, quindi mi sono messo giù per quattro minuti e ho scritto questo sms con il quale ho vinto» è stato il laconico commento dello scrittore, in partenza per un luogo segreto per conto di Amnesty International. “Diceva vedi ke la 1a volta nn te la scordi tal dighi putei 20 maggio notte dopo la disco giro sul po poi a casa di lui a moglia insomma l’abbiamo fatto anke xché io lo amo xò a un certo punto ttt tremava letto lampadario caduto anke armadio crepe muri io credevo xché era la 1a volta invece TERREMOTO ta fat che ghega” 3 cronache io la vedo così di Francesco De Collibus • In India apre il negozio di abbigliamento “Hitler”: sta tornando di moda. • Presentata la “Popò mobile” che va con gli escrementi. Praticamente un auto blu. • Balduzzi fa ricorso a favore della legge 40: l’embrione deve stare a 500 metri da un videopoker. • Belluno, trovato un topo morto nel cartone del latte. Vani i tentativi di rianimarlo. • Il decreto Balduzzi che colpisce alcol, fumo e gioco d’azzardo, è l’ennesima legge ad personam: non c’è niente contro le puttane. • Tutte le volte che a Berlino hanno vinto i “falchi”, non è finita bene per la Germania. • Silvio: “Se torna Batman, torno anch’io”. Comunque un nemico più concreto del PD. • I talebani decapitano 17 persone perchè ascoltavano musica. Sono arrivati anche lì i neomelodici? • Volevo misurare la mia influenza con Klout ma non riesco a metterlo sotto le ascelle. • E’ morto Neil Armstrong, un autentico eroe americano. Più altri duecento stronzi in Siria. • Nuora di Craxi scippata ad Hammamet: in un commosso ricordo del suocero. • Durante una immersione, Gianfranco Fini ha trovato un’ancora antichissima. Risale al tempi della sua prima legislatura. • Apple vince il processo, suo il brevetto del multitouch e dello scrolling con le mani... la masturbazione non è più gratuita... • Anche oggi respiro. Una chiara violazione del MacBook Air secondo i legali. • La situazione di Lance Armstrong è talmente compromessa che oggi Andrea Agnelli lo ha difeso. • Lance Armstrong privato di tutti i titoli. Ci si rivolgerà a lui chiamandolo “Coso!”. La sezione del testo da 200 parole è stata invece vinta da Rita Mazzon da Padova, con “Mi sciolgo in te”. La vincitrice non compare nella foto perché si è sciolta prima. Caro Direttore, ho telefonato alla mia compagnia telefonica per una cosa. Una voce elettronica mi ha chiesto di digitare la mia data di nascita. Fatto. “La data non è corretta.” Ridigito (lo saprò, o no?). “La data non è corretta”. Adesso dovrò restituire tutti i regali di compleanno... E rimarrò nel dubbio di quando cazzo sono nato. (F.S.) • Guida col braccio fuori dal finestrino ed un camion lo stacca. L’assicurazione non risarcisce: manca il sinistro. • Pussy Riots: le cantanti punk condannate a tre anni di carcere. Sempre meglio che finire come Lindo Ferretti. • L’Ilva di Taranto è come il debito pubblico. Ci intossica da trent’anni ma ce ne accorgiamo solo dopo la confisca. • Goletta verde ha analizzato le acque italiane. Prima era Goletta bianca. 4 mantova 2019 il libro delle idee Un “grande libro” è destinato a raccogliere idee, contributi, spunti e suggerimenti dei mantovani, dei visitatori affezionati, dei turisti di passaggio, degli autori, della gente, riguardo ad un grande progetto culturale per la Città di Mantova, nell’ambito del percorso di candidatura di Mantova a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Il libro, da leggere e da scrivere, è a disposizione di tutti in Piazza Martiri di Belfiore a Mantova, con il seguente programma. Mercoledì 5 settembre 2012 Ore 15.30 Mantova2019: istruzioni per l’uso Cos’è e come funziona: una introduzione al percorso di candidatura Ore 16.00 – 19.00 Idee a raccolta Videointerviste itineranti a cura di Associazione ALEFE Giovedì 6 settembre 2012 Ore 9.00 – 19.00 Idee a raccolta Videointerviste itineranti a cura di Associazione ALEFE Ore 12.00 Come farsi venire un’idea: esercitazioni Connessioni - Come funzionano le idee? Neuroni, analogie e poligoni Accendi la lampadina - Trova l’interruttore giusto per far scattare la tua idea “Huston? Abbiamo un problema!” - Allenamento al problem solving con materiali quotidiani A cura di MASTeR – Laboratorio interattivo permanente Ore 15.30 Mantova2019: istruzioni per l’uso Come contribuire al libro delle idee, al sito, al blog... alla candidatura di Mantova2019 Ore 17.00 Mi è venuta un’idea! (per il 2019) Spazio VIP: Video Interviste a Personalità Scriviamo, blogghiamo, video-intervistiamo: continua la raccolta di idee da raccontare, scrivere o postare per contribuire... alla candidatura Venerdì 7 settembre 2012 Ore 9.00 – 19.00 Idee a raccolta Videointerviste itineranti a cura di Associazione ALEFE Ore 15.30 Mantova2019: istruzioni per l’uso Il tema della candidatura: spunti e parole chiave per mantova2019 Ore 17.00 INDOVINAMANTO Mantova Capitale Europea della Cultura… nel 2019? della cultura? Quizzone a “premi” per saggiare quanto la popolazione locale è culturalmente a norma A cura del Circolo Culturale Il Notturno Sabato 8 settembre 2012 Ore 9.00 – 19.00 Idee a raccolta Videointerviste itineranti a cura di Associazione ALEFE Ore 15.30 Mantova2019: istruzioni per l’uso Un progetto “europeo”: come elaborare una proposta di respiro internazionale Ore 16.00 Come farsi venire un’idea: esercitazioni Connessioni - Come funzionano le idee? Neuroni, analogie e poligoni Accendi la lampadina - Trova l’interruttore giusto per far scattare la tua idea “Huston? Abbiamo un problema!” - Allenamento al problem solving con materiali quotidiani A cura di MASTeR – Laboratorio interattivo permanente Domenica 9 settembre 2012 Ore 9.00 – 19.00 Idee a raccolta Videointerviste itineranti a cura di Associazione ALEFE Ore 15.30 Mantova2019: come la vogliamo noi! La città di Mantova: riscopriamo com’era e com’è, per immaginarla nel futuro Laboratorio artistico dedicato ai bambini (dagli 8 anni) revocato ad armstrong il titolo di primo uomo sulla luna È questo il verdetto-shock della commissione disciplinare della NASA, che ha analizzato l’indagine dell’USADA sulle sostanze dopanti usate dal capitano della Discovery Channel, fin dalla missione dell’Apollo 8. Il titolo sarà assegnato a Edwin Aldrin, compagno di squadra di Armstrong - entrambi nella foto a lato in un raro momento di felicità della coppia - arrivato secondo nella classica “Cape Kennedy – Luna” il 20 luglio 1969, anche se, come Carobbio ha affermato, nei verbali della sua deposizione per lo scandalo del calcio scommesse: “Aldrin non poteva non sapere”. Si teme quindi che anche Aldrin possa essere squalificato. mi per tornare ancora sulla Luna. Ho fatto questo grande errore. Non posso che ripetere che mi dispiace. Non volevo mettere nei guai nessuno. Mi sono informato su internet, anche se qualcuno dice che è impossibile farsi di Epo in assenza di gravità, vi assicuro che su internet è possibile sapere tutto quello che si vuole. Dovevo dire bugie alla mia compagna - ha continuato - e guardavo l’orologio perché sapevo che sarebbe potuto venire il controllo antidoping. Dovevo dirle di non Il titolo allora passerebbe al cosmonauta sovietico Georgi Grechko - nelle foto sopra, da giovane quando partecipò alle prime missioni spaziali e adulto nel classico costume da astronauta vintage - anche se la NASA in questo caso ricorrerebbe al TNAS, per appoggiare la candidatura dello sconosciuto Muhammed Faris - nella foto sotto in una rara immagine di repertorio. Teste fini “Via i terroni, gli extracomunitari e i culattoni. Poi apriremo la caccia tutto l’anno. E basta con questa stronzata delle specie protette. Si potrà sparare a tutti i volatili: merli, storli, scoiattoli, aironi e gufi. Vabbe’, alcuni non saranno buoni da mangiare, ma scagazzano in giro dappertutto. Siamo o no per la salvaguardia del nostro territorio? Inoltre senza uccelli che ci volano sopra le teste ci sarà meno ombra”. Allora? Come sono andato? Benissimo, vinceremo sicuro. Tale padre Sbam! Si spalancò la porta dell’aula insegnanti. Entrò un uomo grasso, con la camicia aperta. Sui peli del petto, un’enorme catena di finto oro. Sull’avambraccio, il tatuaggio di Ibrahimovic. È lei la maestra d’itagliano di mio figlio Silvio? chiese alla signora seduta al tavolo. Sì, sono la prof… Perché ci ha dato la nota? la interruppe. Ma suo figlio si è messo a cantare l’inno del Milan durante la spieg… E allora? Ci doveva dare un premio, mica una nota, gallina interista! Termicamente sensibile Il termometro di casa indicava 22°. Da ottobre ad aprile. Giorno e notte. La caldaia e la stufetta del bagno non ce la facevano più. Ma dai amore, non fa poi così freddo, le diceva lui in mutande e maglietta. Invece si gela! rispondeva lei vestita di lana sotto il piumone. Finalmente un giorno il termometro segnò 23°. E subito vennero banditi riscaldamento, stufetta e piumone. Nello stesso istante lei, mezza nuda, disse al marito Accendi il condizionatore al massimo, soffoco. “Meglio un arabo juventino sulla luna per primo, che un russo milanista” è quanto avrebbe ammesso Andrea Agnelli, suo malgrado coinvolto in questa triste vicenda, dal gusto un po’ retrò, ma che finalmente squarcia il muro di omertà costruito negli anni intorno alle missioni lunari. ECCO COSA HA DETTO ARMSTRONG SUL DOPING IN CONFERENZA STAMPA “Sinceramente non avrei mai pensato di commentare una positività all’antidoping in una conferenza stampa: come potete immaginare non è facile”. E’ iniziata con queste parole a Cape Canaveral la conferenza stampa di Armstrong, il primo uomo sulla Luna, squalificato per doping. “Oggi sono qui per raccontarvi perché ho deciso di fare questo grande errore. Sarò sincero - ha aggiunto il cosmonauta statunitense, dopo un commovente assolo di tromba sulle note di Blue Moon - spero che anche voi siate più corretti possibile scrivendo quello che dico. Più che dire che ho sbagliato e come ho sbagliato, non posso fare”. “Sono andato in Turchia, qualche giorno prima del lancio del Saturn V da solo, me la sono procurata e sono tornato. Il farmacista mi ha dato quello che 5 antidoping La famosa impronta della ruota della bicicletta di Armstrong all’arrivo della classica “Cape Kennedy-Luna” del 20 luglio 1969 volevo, sono stato là ed è stato un momento bruttissimo, non avevo mai fatto uso di sostanze dopanti. Stare da solo in una navicella spaziale, sapendo cosa stavi per fare, non è stato facile”. E’ quanto ha confessato Armstrong - in lacrime nella foto a destra durante la conferenza stampa - risultato positivo all’Epo in un controllo antidoping a sorpresa a oltre quarant’anni dallo storico allunaggio. “Mi sono fatto da solo - ha aggiunto -, non sono riuscito a dire di no a questa decisione di dopar- Bologna: malore per B.J. Armstrong, cantante dei Green Day. Sarà il periodo. Deco aprire la capsula spaziale, perché sarei risultato positivo. È stato difficilissimo. Il 20 luglio (il giorno del 43° anniversario dalla prima discesa sul campo lunare - n.d.r.), ho fatto l’ultima iniezione”. Immediata la reazione della Ferrero, principale sponsor di Armstrong: “Toglieremo dalle nostre pubblicità ogni riferimento alla Luna”. Keith Moon Alberini Dal letto al divano Arrivò in ufficio nervosa come una tigre, gettò la borsetta sulla scrivania e accese il computer con un pugno. Tutto ok? le chiese la collega. Secondo te? Va bene, ho capito, che malattia ha stavolta tuo marito? Per poco non lo ammazzo, mi fa uscire dai gangheri! Raffreddore? Sì! E per così poco rantola di continuo ciondolando dal letto al divano come un moribondo. Quando fa così lo ucciderei! Giuro che se mi chiede un’altra volta di portargli il telecomando, lo faccio secco. Vie di fuga Davvero fai 50 km in bici? Certo, tutti i sabati. Deve piacerti molto. Ti sbagli, odio la bici, ma pur di star lontano da mia moglie… Rompe il cazzo? Parecchio. Anche la mia, per questo vado al fiume e fingo di pescare. Poi a volte passo in pescheria. E lei non si è mai insospettita? Solo quella volta che ho portato a casa uno scorfano. Comunque sono fortunato perché appena rientro lei va dalla parrucchiera, dall’estetista o in palestra. Anche la mia. Chissà come mai. Chissà. La commissione La commissione lo stava esaminando. Gli chiesero chi avesse scritto La Divina Commedia. Che cazzo ne so, rispose lui. Poi gli fecero una domanda di matematica. Di teorema conosco quello di Marco Ferradini, questo Pit Agora non l’ho mai sentito nominare, disse. Sulla domanda di attualità andò ancora meglio: chi è il presidente degli Stati Uniti d’America? Un negro, rispose. I membri della commissione annuirono soddisfatti. Ora il partito aveva un candidato sindaco all’altezza. MILANO 2015 W di Jambo l’uovo di colombo L a proposta del Ministero dell’Istruzione di aumentare il numero degli scolari italiani per classe, passando da una situazione di aule a una di batterie, con numero ospiti per locale che potrebbe raggiungere le sessanta unità, trova una sua ragion d’essere nel momento in cui si eviti di ragionare in orizzontale e si adotti invece il paradigma verticale. Sessanta alunni occupano lo stesso spazio di trenta in una stessa aula, se sovrapposti. Quella dei banchi a castello si rivelerà così come la soluzione più semplice e innovativa, alla quale finora nessuno era pervenuto: il classico uovo di Colombo. I clienti troveranno spazio sui tradizionali banchi, con la differenza che essi saranno disposti uno sull’altro, ricordando la classica disposizione già domesticamente conosciuta come “a castello”. Ma procediamo con ordine. Nelle scuole italiane i registri hanno posto per soli 30 alunni, ma per i prossimi aa.ss. è previsto un progetto di prolunga cartacea per potenziarne il numero totale sul registro e portarli fino a sessanta, in sintonia con le più aggiornate richieste della “Spending Review”. Nella realtà però ciò è più difficile, perché l’alunno è tridimensionale e non bidimensionale, e lo studente in carne ed ossa è più difficile da collocare. Ma è in arrivo una novità per i prossimi anni scolastici, ossia il banco a due piani, già conosciuto come “Gelmy-desk”, che prevede uno studente sotto e uno sopra. Con questo innovativo arredo (pensato dalla ministra prima che la trombassero), sarà possibile collocare gli studenti uno sopra all’altro, ricalcando appunto il modello dei letti a castello. In tal modo lo studente inferiore avrà il suo banco, sovrastato da un ambaradan dove troverà posto lo studente superiore, che accederà al suo livello tramite scaletta. Si ipotizzano così risolti gli annosi problemi di capienza delle aule italiane, le quali potranno senza problemi contenere fino a 60 alunni cadauna (90 nel caso di ipotetici banchi a tre livelli). Una direttiva emanata dal Ministero ha specificato che le femmine dovranno trovare posto tassativamente sotto e non sopra, causa eventuale presenza gonne o shorts, comportanti potenziale distrazione nei confronti di eventuali studenti maschi, i quali dovranno quindi essere posizionati tassativamente al di sopra. Altra direttiva: è fatto divieto assoluto di mangiare da parte degli studenti delle postazioni superiori, causa rischio sbriciolamento. Ed è altresì fatto divieto di bere. Sarà inoltre proibito, per ovvi motivi di sicurezza, l’accesso ai piani superiori a studenti di peso superiore ai 100 chili (gli obesi in Italia aumentano dell’8 % ogni anno). Momenti critici per lo svolgimento della didattica potranno essere rappresentati dalla ricreazione, nonché dal suono della campanella, durante i quali dovrà essere prevista la tassativa evacuazione degli studenti inferiori prima, seguiti poi da quelli dei livelli superiori. alter non stava più nella pelle. Quel giorno avrebbe saputo se suo figlio sarebbe stato maschio o femmina. È inutile sottolineare il desiderio inconscio di ogni padre italiano: i primi calci a un pallone di cuoio – che dopo qualche anno sarebbe diventato d’oro – le successive conquiste amorose, la generazione che prosegue. Con la femmina diventa tutto più complicato: i mosconi sempre attorno, le malelingue, l’estraneo che se la sposerà. E come evitare che da grande faccia la velina? Pensa se entrando al bar qualcuno ti dicesse: “Ho visto sul giornale che tua figlia si fa fottere da un calciatore”. No, è decisamente meglio essere il padre del calciatore… Certo, potrebbe anche succedere che tuo figlio calciatore – e pallone d’oro – si faccia fottere da tre travestiti brasiliani… ma questo è un altro paio di maniche. Walter, in ogni caso, a Stefania aveva sempre detto la classica frase di circostanza: “Non importa se maschio o femmina, ciò che conta è che sia sano”. E lo ripeté anche quella mattina, in metropolitana, mentre si recavano all’ospedale di Milano per l’ecografia che avrebbe rivelato il sesso del loro bambino. Durante il viaggio si avvicinò loro una ragazza con fare gentile. «Signora, si segga pure» disse lasciando il posto alla donna incinta. «Grazie per la cortesia» rispose Walter aiutando la moglie ad accomodarsi. «Maschio o femmina?» chiese la ragazza. Un’altra volta quella domanda senza risposta. «Non lo sappiamo ancora» disse Stefania. «Ce lo comunicheranno oggi». La giovane sorrise con sincerità. Poi rivolse la sua attenzione a Walter che, proprio in quel momento, realizzava di essere l’unico uomo su quella carrozza. «Lei non potrebbe stare qui» considerò la giovane. «Infatti» s’insospettì Walter. «Come mai ci sono solo donne?» «Non lo sa? Con l’editto del podestà Salvini le prime due carrozze della metropolitana sono riservate alle donne». Il podestà? Walter non metteva piede a Milano da più di sei anni. Si era trasferito in Svizzera per lavoro e, da allora, non si era interessato granché dei cambiamenti della sua città natale. Era tornato per risistemare l’abitazione dei suoi genitori, perché sarebbe tornato a vivere a Milano di lì a qualche mese. «Mi scusi, non lo sapevo» si giustificò Walter. «Cambierò carrozza alla prossima fermata». Salutò Stefania e si separò da lei con un bacio. Il vagone successivo era poco affollato, c’era addirittura posto per sedersi. Anche qui Walter notò la presenza di sole persone anziane ed ebbe il sospetto che anche quella carrozza fosse riservata, ma preferì fare finta di niente. Superò l’imbarazzo degli sguardi indiscreti fissando un punto a caso nel vuoto. Poi lesse quattro volte la piantina della metropolitana, apprendendo che molti dei nomi delle fermate erano cambiati. Compresa quella in cui doveva scendere. «Chiedo scusa?» domandò all’anziano che aveva accanto. «Non c’è più la fermata Garibaldi?». «Garibaldi?!» reagì l’uomo infuriato. «Per carità! Certo che non c’è più: se deve andare alla stazione occorre scendere alla fermata Alberto da Giussano!». «Scusi tanto. È un po’ di anni che manco da Milano». Il vecchio si calmò, assumendo tuttavia un tono indagatore «Perché, lei non è di qui?». «Lo ero. Adesso vivo in Svizzera». «Svizzera? Allora lei è un non residente… e per giunta extracomunitario!». «Be’… veramente ho ancora il passaporto italiano». «Comunque non può stare qui. Questa carrozza è riservata ai residenti!». Walter un po’ se l’aspettava. Si alzò senza protestare e attese la fermata successiva per cambiare carrozza. «Va bene, prenderò una di quelle in fondo». «No!» lo zittì il vecchio. «Le ultime due sono per i non residenti extracomunitari. Lei deve occupare quella immediatamente prima». Le ultime carrozze erano incredibilmente sovraffollate. Infine teste comparivano dai finestrini abbassati in cerca d’aria, molte delle quali appartenenti a turisti stranieri in visita nella città. Walter salì su quella precedente, nella quale i non residenti comunitari non erano poi meno compressi. Vi trovò di tutto: uomini d’affari bresciani, pendolari di Lodi, muratori bergamaschi e medici mantovani. Prima di scendere comunicò alla moglie, tramite un Sms, che erano arrivati a destinazione. «Maschio o femmina?». Dopo mesi di frustrazioni, Walter e Stefania potevano finalmente dare una risposta a quella domanda. Un’anziana donna che aspettava la metropolitana insieme a loro fu la prima a porgerla. «Maschio» pronunciarono insieme. La soddisfazione di Walter era chiaramente stampata sul suo volto, nonostante provasse a nasconderla in tutti i modi. Ma anche Stefania, in fondo in fondo, voleva un maschietto: e lui lo aveva capito. La signora reagì con eccessivo entusiasmo, lo stesso che avrebbe mostrato se le avessero detto che si trattava di una femminuccia o di un cucciolo di Labrador… Repertorio femminile! Ma in prossimità dell’arrivo del treno tornò immediatamente seria. Come una sentinella si mise a scrutare la coppia di futuri genitori. «Tranquilla, signora» l’anticipò Walter «io prendo una delle carrozze dietro». «Non è per lei» considerò la donna perplessa. «Mi chiedo se, ora che è stato accertato che il bambino è maschio, sua moglie possa salire sulla carrozza riservata soltanto alle donne». Walter rispose con ironia: «Non possiamo mica separarli». La donna non rise. «Be’, in questo caso la signora dovrebbe venire con lei». «Sta scherzando?!». «Non io, caro signore. Adesso non si scherza più… Sottoporrò il caso al CCCP, il Comitato Civico di Cittadinanza Padana». Walter, da buon cittadino svizzero, accettò di rispettare le regole. Preferì tornare in superficie e prendere un taxi. Ne cercò uno in ogni angolo della strada, ma di auto bianche non se ne vedevano. Solo più tardi notò una fila di utilitarie verdi parcheggiate al centro della piazza. «Dipinti di verde siete irriconoscibili» disse Walter salendo sul taxi. «È il colore istituzionale» spiegò il tassista. «Ora tutto ciò che è del Comune è verde: scuole, ospedali, carceri, caserme. Da dove venite?». «Da Lugano» . «Bella la Svizzera? Ci vado spesso a fare benzina». «Verde?» ironizzò Walter. L’autista non rise e proseguì impassibile. «Anche voi in taxi: da qualche tempo sembra che tutti lo preferiscano alla metropolitana. Mah? Sarà per via di tutti questi extracomunitari che ci sono in giro… non se ne può più!». Walter pensò alla sua disavventura, ma preferì non commentare dirottando il discorso verso l’unico argomento su Milano di cui si era parlato in Svizzera. «Ma non doveva esserci l’Expo in questi giorni? Come mai non c’è traffico?». «Ah, l’Expo! Il podestà Salvini ha deciso di annullarlo pochi giorni fa. Ha fatto bene: sa quanti stranieri sarebbero arrivati?». Walter e Stefania decisero che non avrebbero più parlato fino a destinazione. A una domanda, tuttavia, furono costretti a rispondere. «Maschio o femmina?». Si scambiarono una rapida occhiata interrogativa, mentre il tassista li guardava con sospetto dallo specchietto retrovisore. La domanda a cui non vedevano l’ora di rispondere si era adesso trasformata in un incubo. Una risposta sbagliata e sarebbero stati costretti a un’altra dolorosa separazione. «Non lo sappiamo ancora» risposero all’unisono. «Be’…» commentò il tassista. «Maschio o femmina poco importa, quel che conta è che sia sano!». «E no» concluse Walter, «l’importante è che sia milanese!». Fabrizio Pescara • Quando si fa all’amore, è sempre meglio tenere entrambi i cuscini sul letto matrimoniale: uno per appoggiarle la testa e l’altro eventualmente per la faccia. • In buona sostanza con questo metrosexual hanno dato un nome chic a quelle gare che noi facevamo da piccoli col righello. • Purtroppo non ho mai potuto praticare sport per problemi fisici legati prima alla sordità e poi al fegato: quando mi gridavano “acquagym acquagym!” capivo sempre acqua e gin. • Vi siete mai accorti che non esistevano i telecomandi per l’apertura dell’auto prima dell’avvento degli ipermercati? Servono per cercare l’auto nel parcheggio. • Si vede che non sono abituato a ragionare tanto: spremendo le meningi è uscito acido lattico. • E comunque tra i due litiganti io voglio essere il terzo. • Io sono per le partenze intelligenti, per esempio, l’anno scorso sono partito a giugno ma le ferie le avevo ad agosto. • Il mio gatto nero è molto particolare: dice che gli porta sfortuna essere attraversato da un’auto. • Hanno detto che assomiglio a Zuckerberg. Devo decidermi una volta per tutte ad eliminare tutti quegli scontrini che mi gonfiano il portafoglio. • Continua la protesta dei lavoratori del Sulcis, asserragliati a 400 metri di profondità: «Non abbiamo ormai nessuna certezza - sbotta il portavoce dei minatori - se non che anche da qui si sente Radio Maria». • Politici concordi: voto anticipato a ottobre. Tutti a Lourdes. • E’ nato prima il pan carré o la sottiletta? Avete notato che pan carrè e sottiletta hanno stranamente la stessa identica misura? Partiti e sindacati delusi dal piano per la crescita Quindi È buono! deco 6 buoni propositi Beata gioventù 7 i Papu Andrea Appi e Ramiro Besa: i Papu A Eh… R Era per capire… A Massì, faccio fatica a far tutto… quello che facevamo da giovani, sai tutto quello che si fa da giovani, no? R Mangiare, bere e… andare a figa A Mannò, cioè sì… sì ma no… R Deciditi: non si capisce niente di quello che dici! A Sai quand’è che ti senti vecchio? R E’ la seconda volta che me lo chiedi: no, non lo so, io sono giovane A Quando ti accorgi che tutte quelle cose lì, fisiche, non riesci più a farle come prima; io non ci vedo più, mi si è indurito il cristallino, si sono indurite le articolazioni, si son indurite le arterie... R Lo so, lo so che è tutta roba che anche se resta molle non fa nessun male... A Io faccio fatica anche a con- Il miliardario Romney indagato per elusione fiscale... deco A Io sono giovane R Anch’io sono giovane A Io sono giovane; ho appena compiuto 48 anni. R Anch’io ho appena compiuto 48 anni. Però sono più giovane di lui, perché li compio due settimane dopo A Inutile sottolineatura; due settimane sono niente in confronto all’eternità R Sono niente un par di balle; se io so di vivere 2 settimane in più… mi prendo un mese di ferie! A Sono un giovane di 48 anni anche se sarebbe più corretto dire che sono un giovane nonostante abbia 48 anni R No no un attimo: io invece ho detto di essere giovane proprio perché ho 48 anni A Anzi, più che giovane posso dire senza tema di smentita di essere entrato in quella fase della vita che possiamo definire mezza età. R A me le mezze misure non mi son mai piaciute. O sei giovane o non lo sei, e io… lo sei A O meglio ancora, posso dichiarare senza tema di smentita e senza ombra di dubbio di essere il tipo di giovane che ha raggiunto quella gloriosa fase della vita che si chiama maturità! R Io nella maturità non ci vedo niente di glorioso… l’ho conquistata a 18 anni diplomandomi con un punteggio pari al doppio, un bel 36… e da quel giorno ho chiuso per sempre i libri e ho cominciato ad aprire bottiglie di birra. A In conclusione sono un giovane quarantottenne di mezza età, nel pieno della sua maturità psico fisica, che si può senza tema di smentita, senza ombra di dubbio e senza la minima indecisione definire un… non lo so! Non lo so più cosa sono, non ce la faccio più, son disperato! R No no, calma calma; sei un giovane, l’hai detto prima; siamo degli splendidi giovanotti di 48 anni. Abbiamo tutta una vita davanti che ci spalanca le porte! A No, non è vero; ieri mi si sono spalancate le porte dell’urologia; c’ho una prostata come una melanzana! R Ullallà! Ma di quelle lunghe e viola o di quelle bianche e rotonde a grappolo? Perché ci son melanzane e melanzane… A L’hai mai fatta una visita dall’urologo? Hai mai provato l’umiliazione di sentire un dito nel culo? R Il tuo o quello di un altro? A Il tuo il tuo. R Sì ma il tuo dito o il tuo culo? A Il dito del medico nel tuo culo, cazzo! R Eh vabbè dài… si sa come vanno quelle cose; la prima volta è un po’ così, poi ci si fa l’abitudine… Sai com’è, tante volte una botta di “culo” ti cambia la vita, no? A C’è poco da ridere… comincia così la fine, non lo sapevi? R No, se è la fine finisce; se comincia… è l’inizio A No no… la fine del corpo. Sai quando cominci a sentirti vecchio? R No, son giovane, come faccio a saperlo? A Comincia quando non riesci più a fare tutte le cose che facevi prima… io, per esempio, non riesco più a mangiare come prima. Io! Io che fino a pochi anni fa mangiavo tutto! Ah!! Adesso questo mi fa… quello mi dà… ‘sta cosa proprio non riesco a… R A digerirla A Sì… R Ma esattamente cosa? A Non ho capito R Cos’è che non riesci a digerire? A Sta cosa qua, che non riesco più a mangiar di tutto R Quale cibo non digerisci? A Ma che cibo! Non riesco a digerire ‘sto fatto qua, che non riesco più a mangiare come voglio R Non riesci a digerire il fatto che non riesci a digerire ancora non è stato eletto e già applica il programma! tinuare ad andare a sciare, ti rendi conto? R Perfettamente; è per quello che io non ho mai cominciato! A Ho la spalla lussata che mi esce anche solo a indicare una strada R E tu bloccala; ce l’ho anch’io la spalla lussata: se mi chiedono un informazione stradale io faccio: di là! (fa il gesto dell’ombrello). Basta abituarsi, è facile! A Ahhh! Tu sì che sei giovane; non capisci un cazzo proprio come i giovani R E tu sei un suscettibile rompicoglioni proprio come i vecchi. A Non sono suscettibile, capito? Non sono suscettibile, cazzo! Sono realista! Non vedo più un futuro; io non farò e sarò più niente, perché sono già stato e ho già fatto e quel che avrei voluto fare o voluto essere ormai non potrà mai più venir fatto né essere stato R Ehhhh mi parli col congiuntivo imperfetto adesso! Per forza poi la gente ti evita… A Voglio dire che da giovane hai la forza e la voglia di fare… io mi alzavo alle 5 di mattina, lavoravo tutto il giorno e tornavo a casa alle 10 di sera R Ma forse hai esagerato, vedi poi le conseguenze… A Sai perché mi sento vecchio? R Sì: perché mi rifai sempre la stessa domanda A Perché non ho più entusiasmo per niente; i giorni son tutti uguali, anche sul lavoro non mi diverto più… R Vuoi venire con mio cugino a lavorare al catasto? Basta una giornata, eh? Non servono vent’anni! A Sì, vabbè, questo è il solito luogo comune, dài… R Anche in Comune… ho un amico impiegato comunale e dice che è uguale… A E poi, soprattutto, sai perché sono vecchio? R Adesso è evidente: perché ripeti sempre le stesse domande A Sono vecchio perché non riesco neanche più ad innamorarmi! R Ma basta abituarsi; se una volta la tua donna ideale era una gnocca adesso sarà una badante A No, basta; basta… Lasciami stare… Non puoi convincermi. Sono stanco; ormai sento di non avere più nessuna chances per cambiare le cose… R Mi spaventi… ho paura… non posso pensare che fra due settimane potrei essere come te adesso A Non ho più traguardi; il mio traguardo ormai è la strada che mi resta da percorrere R Ecco, adesso andiamo che magari ti porto a comprare un paio di scarpe nuove, così almeno cammini comodo A Sono un vecchio e i vecchi non han bisogno di scarpe nuove per cominciare una nuova strada R Ma ste puttanate le hai scritte lì o ti vengono fuori così? A Quando si è vecchi, il futuro è solo il respiro successivo R Ma lo sai che Leopardi in confronto a te era un buontempone? A Andiamo via, aiutami per favore… R Serve un bastone o ce la fai da solo? A Sorreggimi tu, ho bisogno di sicurezze… R A me le chiedi, che son un precario!!! di Jambo dialoghi di Antonio Galuzzi Così non va – disse il preside all’insegnante dalle mani unte – devi cambiare registro! *** Il commercialista dell’obeso guardò le cifre: erano state gonfiate. *** Il bagnino alla signora incontentabile: è arrivata all’ultima spiaggia *** La moglie dell’idraulico chiese il divorzio quando lui le chiuse i rubinetti. *** Il boia timoroso nascose la testa nella sabbia. *** Parlai a Laura col cuore in mano. Lei svenne per l’impressione. *** La luce al lampione: io mi sono rotta, vado. Tranquilla, ti faccio io da palo. *** Rincorreva Black in corte con un bastone: stava menando il can per l’aia. *** Il pugile al macellaio: «Vorrei sapere se ha del fegato, brutto pezzo di merda!» *** Il nuovo acquisto brasiliano della squadra di calcio era egoista. Il giornale titolò: non passa lo straniero. *** Il barbiere lasciava sempre il lavoro a metà e per questo era molto criticato, ma lui se ne faceva un baffo. *** La sarta attendeva per cucire l’orlo. L’uomo gridò alla moglie: «Insomma, chi è che porta i pantaloni?». Non ottenendo risposta, andò lui. *** Oggi il telecomando lo tengo io. Così, tanto per cambiare. *** Il pezzetto di stoffa se la tirava. Sono un campione, diceva. *** Gli allievi della scuola agraria furono promossi sul campo. *** Portava continuamente al viso dei fiammiferi accesi. Tentava di accendere la candela al naso. *** D’inverno giocava a carte contro la sua dentiera: il più delle volte batteva i denti. *** Quel legume era proprio sfortunato: capitavano tutte a fagiolo. *** «Hiiiii» gridava lui cavalcando una scopa. «Quaqua» diceva lei muovendo le braccia. Poi lui allungò una mano. Lei lo fermò subito: «Non fare il maiale». *** L’assassino scansafatiche dopo aver infierito sul cadavere se ne stava lì, con le mani in mano… *** La ballerina non voleva farsi sentire e abbandonò la scena in punta di piedi. *** Gli esibizionisti si salutarono. E chi s’è visto, s’è visto. *** Dal suo corpo zampillò sangue di tutti i colori: aveva una vena creativa. *** La pianta grassa aspettava all’altare e intanto stava sulle spine. Anamnesi Familiare Il nuovo libro di Corrado Andreani sarà presentato a Mantova, presso la Libreria Di Pellegrini sabato 6 ottobre 2012 alle ore 18 “Anamnesi familiare” è il nome del questionario adottato dai medici certificatori, come il protagonista dottor Sfiller, ufficiale medico in pensione, medico del lavoro e membro della commissione per l’idoneità alla patente di guida. Attorno all’anamnesi ruota tutto il racconto: cambiamenti radicali proprio della consanguineità danno vita a una girandola di situazioni ironiche e paradossali; vecchi conflitti sono riaperti, realtà e fantasia s’intrecciano in una vorticosa catarsi finale, dove tutti i personaggi convergono per dar vita alla scena conclusiva, come se fosse un’opera teatrale. La storia è ambientata tra Mantova (al Circolo di Presidio) e San Casciano in Val di Pesa (in una Ormai le sagre della porchetta sono finite deco hanno tolto la scorta a calderoli “Casa Comune” di figli dei fiori rivoluzionari). L’ambiente militare, quello politico comunale e quello dei locali di ritrovo sono vissuti in profondità, scandagliati con ironia e malizia, alla ricerca delle contraddizioni che danno spessore alla narrazione. La storia risorgimentale fa capolino fra le pagine del racconto: si narra la vicenda della “Cassa di Guerra”, un tesoro mai ritrovato che la leggenda vuole nascosto nel palazzo del “Circolo”, dove nel 1848 aveva sede lo stato maggiore di Radetzky prima della sconfitta della battaglia di Curtatone e Montanara. La lezione del maestro del genere Tom Sharpe è decisamente assimilata. italia È in uscita il nuovo libro di Walter Veltroni. Grazie ad Activia. usa Mitt Romney è stato talmente convincente che alla fine i repubblicani hanno candidato la sedia. tibet Visto il costo della benzina, d’ora in poi i bonzi protesteranno stendendosi al sole senza protezione. PROSSIMAMENTE AL “GIALLOZUCCA” Arriverà l’autunno, con le sue foglie gialle, il pallido sole giallo sorgente fra i fumi gialli della zona industriale (e quelli non sono tipicamente di stagione, ahimè), e ci stiamo preparando a un menù tipicamente “Giallo… zucca”. Lo chef, che a furia di impastare tortelli, gli son venute le mani gialle, fa il misterioso, ma non sarà difficile scoprire le sue pensate, come trovare l’assassino di un giallo! Più semplicemente ci sta preparando un menù colorato di giallo e di zucca, che vi sveliamo in anteprima (*) Antipasto Saltarei con zucca fritta Primo Risotto mantecato alla zucca con salciccia oppure minestra di zucca Pigliarai la zucca rifatta nel brodo, acciò sia più saporosa, passata per setaccio; pigliarai oncie sei di mandorle peste nel mortaro, le stempererai con un bicchiere di latte passato per stamigna, mettendo la zucca al fuoco con brodo grasso di cappone, e quando la zucca sarà vicino alla cottura, le metterai quattro rossi d’ova ed il succo di quattro naranci e sarà gustosa (dalla ricetta di un certo STEFANI, cuoco del ‘600 alla corte dei Gonzaga) oppure ovviamente i famigerati tortelli di zucca Secondo Fiori di zucca giallo-oro (pare una ricetta brasiliana, ma indagheremo meglio), ripiene di ogni bendiddio che Dio solo sa Dolce Zuccotto (non c’entra, ma non si voleva esagerare con la zucca, pur volendo mantenere le assonanze) Il tutto accompagnato da un vino bianco… ohps… dal colore giallo-paglierino! Maurizio Lazzati (*) la somministrazione prolungata può dar luogo a febbre gialla. Oggi ho incontrato la figlia quattordicenne di un amico. Mi ha detto “Ciao”, anzichè “La aiuto ad attraversare?”. Tagliarsi i peli del naso va sempre bene. Ti ringiovanisce. (F.S.) Corso Vittorio Emanuele II, 57 MANTOVA - Tel. 338 798 50 25 Via Grazioli 12 Mantova Corte dei Sogliari, 4 Mantova Tel/Fax 0376.222817 www.giallozucca.it chiuso domenica sera e lunedì da martedì a venerdì colazioni di lavoro Piazza Mantegna Mantova 0376.324286 Piazza Broletto, 8 Mantova 0376.365303