PERIODICO DI SATIRA E BUONUMORE - Anno XV - n. 35 - SETTEMBRE 2012 - Direttore Responsabile: Antonio Galuzzi - Aut. Trib. MN n. 5/97 del 23/05/1997 - COPIA OMAGGIO
IL NOTTURNO
finalmente riconosciuti i diritti civili dei defunti
si torna alle urne
PASSA LA RIFORMA ELETTORALE TOMBALE
OIL FACTS
La benzina
è così cara che...
La benzina è talmente cara che
Munch prima ha fatto il pieno, poi
ha dipinto l’urlo.
La benzina è talmente cara che i
Carabinieri quando si tolgono il berretto spengono la fiamma. (Joe Wine)
Il governo precedente sembrava
molto più informato sul prezzo alla
pompa. (@purtroppo)
È come nelle cene di Natale. Diciamo
“Caro Carburante” ma in realtà lo
odiamo! (@purtroppo)
Fosse ancora tra di noi, Marylin Monroe si accontenterebbe di due gocce
di V-Power. (Antonio Voceri)
Ricordo quando con un euro di
benzina riuscivano a darsi fuoco tre
disoccupati. (Antonio Galuzzi)
Oggi ho messo dieci euro di benzina, ma ho dovuto pulire il vetro del
benzinaio. (Francesco Brescia)
La spia della benzina ha licenza di
uccidere. (Gino Minoli)
Se alla stazione di servizio urli al
benzinaio: “Capo!”. È vero. (Antonio
Voceri)
Esso, droga e rock&roll. (Lughino)
Ormai alle stazioni di servizio Esso
devi dare del Lei. (fdecollibus)
La Monnalisa sorrideva perchè il padre faceva il benzinaio. (fdecollibus)
“Quasi quasi conviene andare a fare
benzina in Svizzera.” L’ho sentito
questa mattina al mercato, qui a
Catanzaro. (Naima Vela)
La spia lampeggia ma io sono ottimista e vedo il serbatoio mezzo pieno.
(frandiben)
segue a pag. 2
Casini: «Ora si potrà morire democristiani» - Vendola: «Con Casini manco morto!» - Grillo: «Per
cadaveri della politica non intendevo questo!» - Bersani: «Primarie aperte anche agli zombie»
- Minetti: «Tutti vorranno toccare il mio loculo» - BOSSI: «Riposo in pace» - Berlusconi: «Chiederò il legittimo impedimento per il giudizio universale» - Napolitano: «Alla prima occasione,
nominerò i nuovi senatori a morte» - Andreotti: «Finalmente: ero stufo di tirare a campare»
C
amera e Senato, riuniti in
sezione plenaria a Valpurga, hanno approvato
all’unanimità la nuova riforma
che prevede il diritto elettorale
attivo ai defunti, regolamentando
anche quello passivo, da tempo di
fatto praticato dai maggiori partiti
italiani.
Si voterà il prossimo 2 di novembre, anche se in commissione
Emma Bonino aveva suggerito la
notte di Halloween.
Grande soddisfazione nei principali istituti geriatrici italiani. La
Federazione Italiana Onoranze
Funebri si dichiara disponibile a
trovare gli strumenti necessari
affinché tutti i sepolti (la nuova
legge ha stabilito infatti ingenti
incentivi per le riesumazioni),
senza distinzione di sesso ed
etnia, possano assolvere al loro
nuovo dovere civico. Dubbi di
estensione a tutto l’elettorato defunto sono state invece sollevate
dalla F.I.C. (Federazione italiana
per la cremazione) e dall’ I.DI.
CEN (Istituto dispersione ceneri e
cremazione): nelle norme che dovranno regolamentare l’accesso ai
seggi elettorali dei loro assistiti si
fa cenno solo a scheletri, salme,
cadaveri, non menzionando in
alcun modo la pratica ormai diffusa d’incenerire i propri cari. In tal
senso Pannella, per protesta, ha
inscenato una curiosa protesta
davanti a Montecitorio, dandosi
fuoco.
Grillo conferma che non si alleerà con nessun altro schieramento,
pur ottenendo l’appoggio di molti
comici defunti come Sordi e Bombolo. Tognazzi e Vianello, dopo
aver convinto Raffaella Carrà e
Pippo Baudo, sembrano orientati
a sostenere Antonello Falqui, a
capo della lista civica “Studio
Uno”. Preoccupa i sostenitori del
Movimento 5 Stelle l’allargamento
del consenso, secondo i primi
sondaggi indipendenti, del Partito
Monarchico, accreditato già di un
20%, con Vittorio Emanuele II di
Savoia al Nord e Ferdinando I di
Borbone al Sud.
La comunità islamica italiana,
che non ha mai nascosto di mal digerire il Porcellum, teme l’inasprirsi della campagna elettorale, se,
come pare, Goffredo di Buglione,
ne del fondatore, avrebbe stretto
un’alleanza di ferro con Gianfranco Miglio e Carlo Cattaneo.
Alessandra Mussolini, preoccupata di giocarsi il proprio ruolo di
guida della destra estrema con il
nonno, se la cava con un serafico
“Sarà un confronto in famiglia”.
Giorgio La Malfa e Giuliano Ferrara invece non temono quello con i
rispettivi genitori defunti: “Con mio
padre non ho mai avuto nulla da
spartire”
Le gerarchie ecclesiastiche
sono concordi infine nel ritenere
che l’iniziativa bipartisan ridarà
intende candidarsi con una lista
xenofoba ispirata alle crociate.
L’Assomassaie, favorevole a
suo tempo alla reintroduzione
del Mattarellum, ha già chiesto
agli eredi di Lina Volonghi di poterla candidare, in ticket con Ave
Ninchi.
Renzi, in previsione delle primarie del Pd, alle quali parteciperanno oltre a Vendola e Bersani,
anche Pajetta e Zaccagnini, girerà
l’Italia con un carro funebre, per
chiedere il consenso dei numerosi
defunti d’area cattolica, schierati a
sinistra e morti prima dei trent’anni. Gli risponderà Bersani, che
punta soprattutto a serrare le file
del suo elettorato terminale.
In fibrillazione l’area del centrodestra, che ancora non ha deciso
se candidare Berlusconi, ancora
troppo vivente secondo i sondaggisti del Popolo delle Libertà, per
intercettare gusti e aspirazione del
nuovo elettorato. A ogni buon conto, l’ex-premier ha già promesso
un milione di loculi in più e Alfano
ha ingaggiato il regista George A.
Romero per girare alcuni spot necrofili, che mirano a ridare fiducia
nell’aldiqua alla piccola e media
impresa.
Bossi gongola all’idea di rimanere il leader, non solo in vita,
della Lega, mentre si vocifera che
Maroni per rintuzzare la risurrezio-
impulso alla pratica dell’indulgenza plenaria, che spingerà le anime
dei cattolici impegnati in politica,
da sempre maggioritarie all’Inferno, a migrare dal Purgatorio, avaro
di soddisfazioni, al Paradiso.
Perplessi invece i simpatizzanti
di Comunione e Liberazione, che
contavano invece di rivendicare,
come unica e vincente, la loro
leadership d’area all’Inferno. Formigoni al proposito ha ribadito che
comunque sia, vivo o morto, non
si dimetterà da Presidente della
Regione Lombardia.
Ettore Carli
2
L’omino degli elettrodomestici
cronache
il fondo del barile
di Teo Guadalupi
tempo
di crisi
È finita l’estate.
Finalmente possiamo pensare alla crisi. Prima non si
poteva. C’erano le vacanze.
Uno non pensa alla crisi
durante le vacanze. Non è il
momento.
Adesso sì, ma non subito.
Prima bisogna ripensare
ancora un po’ alle vacanze.
Riguardare le foto sull’iphone. Andare fuori a cena con
gli amici per raccontarsele
reciprocamente. Poi pensiamo alla crisi. L’analizziamo.
Cerchiamo di capirla.
Capirne le cause e le possibili conseguenze. Riempirci
la bocca della parola crisi, ma
con distacco, come se la cosa
non ci riguardasse, perché
comunque quest’estate ci
siamo proprio divertiti.
Accidenti se ci siamo divertiti. Ma c’è la crisi e non
va sottovalutata. Anzi. Va
assimilata. Come quei kg in
più che ti hanno lasciato le
vacanze.
E improvvisamente, quasi
senza rendersene conto, ti
accorgi che hanno tolto l’ora
legale e che hanno già messo
le luminarie di Natale.
Accidenti è Natale. Abbiamo perso l’attimo. E mica si
può pensare alla crisi sotto
Natale. Ci penseremo dopo.
Tanto per la crisi c’è sempre
tempo.
La redazione
[email protected]
Antonio Galuzzi
Antonio Voceri
Enrico Alberini
Corrado Andreani
HANNO COLLABORATO
Fabrizio Bolivar - Francesco De
Collibus - Corrado Giamboni
- Teo Guadalupi - Davide Red
Guernelli - Maurizio Lazzati
- Alfredo Minutoli - Alberto
Patrucco - I Papu (Andrea Appi e
Ramiro Besa) - Fabrizio Pescara
- Francesco Stefani - Studio
Ventisei
Un ringraziamento particolare
al gruppo Facebook OILFACTS.
Stampato in 2.000 copie da Fda
Eurostampa di Borgosatollo (BS).
Distribuito in omaggio.
il ventilatore
Faceva caldissimo, mi sono comprato un ventilatore...
Sotto casa ho un negozio di elettromestici...
Era pieno di ventilatori, ma solo questo era in promozione... C’erano 20
euro di sconto, offerti dal centro fisioterapico la cervicale...
L’ho tirato fuori dalla scatola e l’ho subito collegato, il libretto
d’istruzioni non l’ho nemmeno aperto: è un ventilatore, non ho
bisogno di studiare le istruzioni... servirà mica Einstein per farlo andare?
L’ho messo in camera da letto, altezza uomo sdraiato, l’ho acceso...
velocità 3... mmm, velocità 6... mmm... ancora non mi dava
soddisfazione... L’ho messo al massimo: velocità 28...modalità
tramontana... bello fisso... una libidine... un fresco... ero un po’ sudatino...
mi sono addormentato beato come un bambino!
Poi... verso le 5 del mattino mi sono svegliato... come un anziano...
così: già con il collarino... L’idea era quella di spegnere il ventilatore...
l’idea... il cervello aveva dato l’ordine a tutti i muscoli di alzarsi... niente...
immobile!
Che la pala forse fosse un tantino potente... mi era sorto un dubbio,
perche’ dopo averlo acceso, le zanzare in camera volavano con il
piumino d’oca!
Sono rimasto immobile nel letto per 4 ore... un blocco di marmo... poi,
verso le 11 sono riuscito a fare mezzo giro su me stesso e buttarmi giù
dal letto...
Almeno non ero più sulla sua traiettoria del bastardo!
Sotto il letto ho fatto amicizia con un ragno... anche lui con il collarino...
ci siamo fissati immobili per ore... mi guardava come per dire: «Cretino,
quando hai visto che la mole d’aria staccava l’intonaco dai muri... non ti
è venuto un dubbio?».
Come ho recuperato le forze, sono andato da un professorone... un
luminare....
Come sono entrato nello studio mi fa...
«Come mai da queste parti?»
Avevo il pomeriggio libero, non sapevo cosa fare... in realtà ero indeciso
se passare da lei oppure uscire con Angelina Jolie... mi era più comoda
questa strada...
«Perché, lei conosce Angelina Jolie?».
Siii... ci troviamo tutti i 32 del mese per fare sesso estremo!
«Non pensavo che Angelina Jolie fosse una da sesso estremo».
Dottore... l’apparenza inganna... anche lei non sembra uno laureato in
medicina!
«Va be’... mi faccia vedere il collo...».
È stato di un delicato... una mano di fata... mi ha messo due dita tra le
scapole... Mentre sentivo le sue impronte digitali sui polmoni... mi fa...
«Le fa male se schiaccio qui?».
Perché non prende anche una cartella di Equitalia la arrotola e me la da
sui maroni?
Dottore, qual è la diagnosi? Cosa devo fare?
«Mah... io non le darei niente».
Ehhh anch’io non le darei niente... se non fosse per i 200 euro senza
fattura che già si è preso...
«No, non ha capito, è che non so dove mandarla...».
Ehhh, io si!
Alfredo Minutoli

Il Porsche
a metano
Porsche a metano è la storia di
un giovane ventenne di Rimini:
l’estate trascorsa tra il lavoro e le
serate con l’amico Rampino, la musica evergreen anni ’80, le ragazze
straniere conosciute mentre si
lavora in gelateria. Zambo, il personaggio centrale, analizza la società
dell’epoca, i valori, gli interessi e i
suoi coetanei, ma si pone anche
domande sull’universo maschile e
femminile. La scrittura è dinamica
e divertente: l’autore infatti non solo
include vocaboli propri del dialetto
riminese ma anche anglicismi scritti
come noi italiani normalmente li pronunciamo. Le diverse azioni sono
arricchite da riflessioni riguardanti
temi che aggiungono serietà ad un
romanzo particolarmente giovane e
anche un po’ nostalgico.
OIL FACTS
Ecco perché
l’Italia
non riesce
a cambiare marcia.
Costa troppo.
Oggi ho fatto il pieno. E la mia sorellina non sembrava troppo triste,
quando allontanandomi la guardavo
dal retrovisore. (Naima Vela)
Oggi è apparso l’arcobaleno, l’ho
seguito e mi ha portato dove i folletti
tengono il distributore. (fdecollibus)
La benzina è così cara che la prossima Via Crucis si fermerà a 14 stazioni
di servizio. (Joe Wine)
Riflessi del caro benzina sulle professioni: alle prostitute per strada la
prestazione più richiesta è spingere.
(Antonio Voceri)
Ho abbassato il vetro ed il benzinaio
mi ha detto: “I signori hanno prenotato?”. (Francesco Brescia)
La mia macchina dovrebbe fare 10
km con 1 litro. Appena vinco al superenalotto controllo. (Antonio Galuzzi)
di Jambo
“Le faccio il pieno?”“No, grazie. Yabadabadoo!”. (Lughino)
“Il mio benzinaio è differente”. (Francesco Brescia)
La benzina è talmente cara che d’ora
in poi i piromani i boschi li allagheranno. (Sonia Minnici)
Oggi ho fatto benzina. E vi assicuro
che il processo di distillazione è davvero un casino. (Naima Vela)
Oggi per servirmi il benzinaio ha
aperto la pompa con una sciabola.
(fdecollibus)
La benzina è aumentata così tanto
che i gruppi elettrogeni adesso vanno a corrente. (Stefano Esse)
Malviventi armati e mascherati hanno assaltato un furgone portavalori
con gli incassi di otto supermercati
e sono fuggiti con l’intero pieno di
benzina. (Antonio Voceri)
Al distributore self-service, fra le
immagini delle banconote accettate,
c’era il disegno di un rene... (Antonio
Galuzzi)
La benzina del vicino è sempre più
verde. (Enzo Filia)
Abbiamo letto per voi
di Antonio Voceri e Antonio Galuzzi
Anche noi del Notturno siamo voluti venire incontro ai
bisogni dei lettori del terzo millennio. Non sempre, nonostante la buona volontà, si ha il tempo di leggere. I nostri
tempi sono frenetici e riuscire a risparmiare qualche
minuto leggendo il riassunto di un’opera letteraria invece
che il testo integrale, può far comodo. Ecco,
allora, la nostra rubrichetta “Abbiamo letto
per voi...” che oltre al riassunto in
stile “Selezione”, si pregia di contenere un minimo di critica letteraria.
Buona lettura, o meglio, per guadagnare tempo, buon lettur!
attesa, spiritualità e socialità.
Dopo attenta lettura, possiamo
affermare che le modalità di preparazione del pollo indiano Korma
contengono la sintesi dell’uomo e
della spiritualità, del mondo, del
suo alterego, ossia il paradiso,
nelle varie declinazioni che le culture tutte attribuiscono a esso. Un
capolavoro da non perdere.
UN BIGLIETTO
DA VISITA
Le istruzioni
per la preparazione
del Pollo Korma
(pre-preparato)
Le modalità di preparazione
del pollo indiano Korma, sono un
fulgido esempio di quella narrativa
asiatica che si sta affermando in
questi anni, sospesa fra tradizione
e modernità, fra pregiudizio anti
occidentale e mondializzazione. È
una forma letteraria che percorre
un crinale estremamente sottile:
ora affacciata al dialogo, ora introflessa in una chiusura quasi
tetragona.
Nel passaggio in cui l’autore
invita a estrarre il prodotto dalla
scatola prima di infilarlo nel forno,
si legge evidente la sfiducia nella
capacità di discernimento dei
lettori occidentali. E le numerose
traduzioni proposte sul packaging,
in quasi tutte le lingue europee,
fungono da megafono a quello
che appare come un chiaro atto
d’accusa, rispetto al lento processo di regressione culturale che il
Vecchio Continente ha intrapreso
da Kant in poi.
L’opera si spalanca alla modernità nel capitolo in cui fa riferimento
alla cottura nel forno a microonde.
Ed è un’apertura per certi versi
sconvolgente, quasi iconoclasta,
dal momento che spazza via la
tradizione e proietta l’intero lavoro
nell’oggi più attuale, assecondandone la frenesia e i ritmi, sia sociali
sia individuali. Al riguardo, il fulcro
è nel passaggio forno a microonde
- 700W - quattro minuti. Una sorta
di manifesto futurista orientale,
propugnatore di una contrazione
temporale fatale per ogni dilatazione spirituale evocata da Hermann
Hesse in Siddharta. Tanto da renderla, più che superata, addirittura
putrescente.
Come aggrappato a un pendolo
CHI e’ MORTO OGGI?

di Alberto Patrucco
GIGI MARZULLO
La tragica scomparsa di Gigi Marzullo ci pone al cospetto di un ennesimo
probabile caso di malasanità. Arrivato al pronto soccorso in condizioni non
disperate, il decesso è sopraggiunto immediato e inatteso. Pare che il medico
di guardia si sia fatto una domanda: “Ha senso rianimarlo?”. E, prontamente,
si sia dato una risposta. Quale? Non si sa. Resta il fatto che il povero Gigi è
spirato poco dopo. Interrogativi inquietanti sulla sua fine, dunque, ma anche domande senza risposta sulla sua vita. In particolare, come mai tanto
successo? Una spiegazione potrebbe essere che la tivù di questi anni è al
livello di una Velina media: è autoreferenziale, sa solo parlare di se stessa. E
il paradigma di questa televisione a schermo “piatto” non poteva che essere
il compianto Luigi Marzullo detto Gigi, col suo sempiterno tormentone: “Si
faccia una domanda, si dia una risposta” e, si potrebbe aggiungere, “Si mandi
anche ‘affanculo!”. In venti anni di “Sottovoce”, il quotidiano “gluteo a gluteo”
di tarda serata, di cui lo zazzeruto Gigetto era stato ideatore, autore e interprete, non stupiva tanto che facesse sempre le solite premesse e formulasse
a chiunque le stesse identiche domande. La cosa davvero sorprendente è
che, dopo quattro lustri, doveva ancora
leggerle. Il pubblico le sapeva a memoria,
le ripeteva nel sonno, in quello stato di
ipertrofia scrotale che la trasmissione
produceva a partire dalla prima inquadratura sul conduttore, ma vigliacco se a
lui entravano in testa. Chicca finale, la sua
promozione a responsabile della cultura di
RAI 1. Un po’ come prendere un tricheco
svenuto e farlo primo ballerino alla Scala.
EPITAFFIO:
“Sottoterra,
un modo per conoscersi,
per capirsi…”
che oscilla tra futuro e passato,
l’autore si volge nuovamente all’indietro proponendo all’improvviso la
cottura nel forno tradizionale. Qui si
getta un ponte ideale con le origini,
come a suggerire che non può esserci domani senza ieri, e si torna
ad affermare che il tempo altro non
è che un’estensione dell’anima.
Per una cottura ideale, infatti, si
devono attendere quindici minuti,
tornando alla cultura tandoori e a
tutto ciò che comporta in termini di
Si tratta di un’autobiografia dalla
trama abbastanza scontata. In
pochi tratti, fin dalle primissime
righe, il protagonista è delineato
in ogni aspetto.
Fa parte di un genere molto
comune fra gli scrittori sconosciuti
che all’opera prima non faranno
mai seguire una conferma delle
reali capacità.
È una forma letteraria minimalista, che avversa il colpo di scena
ma si compiace della nuda esibizione di numeri e dati sensibili che
nulla nascondono al lettore; anzi,
si può dire che il desiderio è proprio quello di suscitare nel lettore
l’interesse al contatto personale,
nella vita reale e non cartacea.
Per conseguire un particolare
effetto di concisione e icasticità,
nell’enunciato l’autore ricorre alla
figura retorica dell’ellissi.
Un errore molto comune in
questo genere di scrittura è la
mancanza di spessore: nella quasi
totalità dei casi non si va oltre
la copertina, pochissime volte è
presente qualche tratto sul retro
ma mai significativo, se non nella
localizzazione topografica dell’autore in carne ed ossa.
È una letteratura che non vuol
essere ricordata come tale ma
piuttosto come edonistico status
che predilige alle fredde librerie
la calda sacralità di un portafogli
in pelle o l’ordinata scrivania di
generosi magnati.
“Ta fàt, che ghèga!”
Corrado “Jambo” Giamboni per il 2° anno
sbaraglia il Festival degli Scrittori della Bassa
Quest’anno è la volta della sezione
sms. «Il 2012 è stato molto impegnativo e non ho avuto tempo per
scrivere, quindi mi sono messo giù
per quattro minuti e ho scritto questo
sms con il quale ho vinto» è stato il
laconico commento dello scrittore,
in partenza per un luogo segreto
per conto di Amnesty International.
“Diceva vedi ke la 1a volta nn te
la scordi tal dighi putei 20 maggio
notte dopo la disco giro sul po poi
a casa di lui a moglia insomma
l’abbiamo fatto anke xché io lo
amo xò a un certo punto ttt tremava letto lampadario caduto anke
armadio crepe muri io credevo
xché era la 1a volta invece TERREMOTO ta fat che ghega”
3
cronache
io la vedo
così
di Francesco De Collibus
• In India apre il negozio di
abbigliamento “Hitler”: sta
tornando di moda.
• Presentata la “Popò mobile”
che va con gli escrementi.
Praticamente un auto blu.
• Balduzzi fa ricorso a favore
della legge 40: l’embrione
deve stare a 500 metri da un
videopoker.
• Belluno, trovato un topo
morto nel cartone del latte.
Vani i tentativi di rianimarlo.
• Il decreto Balduzzi che
colpisce alcol, fumo e gioco
d’azzardo, è l’ennesima legge
ad personam: non c’è niente
contro le puttane.
• Tutte le volte che a Berlino
hanno vinto i “falchi”, non è
finita bene per la Germania.
• Silvio: “Se torna Batman,
torno anch’io”. Comunque un
nemico più concreto del PD.
• I talebani decapitano 17
persone perchè ascoltavano
musica. Sono arrivati anche
lì i neomelodici?
• Volevo misurare la mia
influenza con Klout ma non
riesco a metterlo sotto le
ascelle.
• E’ morto Neil Armstrong, un
autentico eroe americano. Più
altri duecento stronzi in Siria.
• Nuora di Craxi scippata ad
Hammamet: in un commosso
ricordo del suocero.
• Durante una immersione,
Gianfranco Fini ha trovato
un’ancora antichissima. Risale al tempi della sua prima
legislatura.
• Apple vince il processo, suo
il brevetto del multitouch e
dello scrolling con le mani...
la masturbazione non è più
gratuita...
• Anche oggi respiro. Una
chiara violazione del MacBook
Air secondo i legali.
• La situazione di Lance
Armstrong è talmente compromessa che oggi Andrea
Agnelli lo ha difeso.
• Lance Armstrong privato di
tutti i titoli. Ci si rivolgerà a lui
chiamandolo “Coso!”.
La sezione del testo da 200 parole
è stata invece vinta da Rita Mazzon
da Padova, con “Mi sciolgo in te”. La
vincitrice non compare nella foto
perché si è sciolta prima.
Caro Direttore, ho telefonato alla mia compagnia telefonica per una cosa. Una voce
elettronica mi ha chiesto di digitare la mia
data di nascita. Fatto. “La data non è corretta.” Ridigito (lo saprò, o no?). “La data
non è corretta”. Adesso dovrò restituire
tutti i regali di compleanno... E rimarrò nel
dubbio di quando cazzo sono nato. (F.S.)
• Guida col braccio fuori dal
finestrino ed un camion lo
stacca. L’assicurazione non
risarcisce: manca il sinistro.
• Pussy Riots: le cantanti
punk condannate a tre anni
di carcere. Sempre meglio
che finire come Lindo Ferretti.
• L’Ilva di Taranto è come il
debito pubblico. Ci intossica
da trent’anni ma ce ne accorgiamo solo dopo la confisca.
• Goletta verde ha analizzato
le acque italiane. Prima era
Goletta bianca.
4
mantova 2019
il libro delle idee
Un “grande libro” è destinato a raccogliere idee, contributi,
spunti e suggerimenti dei mantovani, dei visitatori affezionati,
dei turisti di passaggio, degli autori, della gente, riguardo
ad un grande progetto culturale per la Città di Mantova,
nell’ambito del percorso di candidatura di Mantova a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Il libro, da leggere e da
scrivere, è a disposizione di tutti in Piazza Martiri di Belfiore
a Mantova, con il seguente programma.
Mercoledì
5 settembre 2012
Ore 15.30 Mantova2019:
istruzioni per l’uso
Cos’è e come funziona: una
introduzione al percorso di
candidatura
Ore 16.00 – 19.00
Idee a raccolta
Videointerviste itineranti a
cura di Associazione ALEFE
Giovedì
6 settembre 2012
Ore 9.00 – 19.00
Idee a raccolta
Videointerviste itineranti a
cura di Associazione ALEFE
Ore 12.00 Come farsi venire un’idea: esercitazioni
Connessioni - Come funzionano le idee? Neuroni,
analogie e poligoni
Accendi la lampadina - Trova l’interruttore giusto per far
scattare la tua idea
“Huston? Abbiamo un problema!” - Allenamento al
problem solving con materiali quotidiani
A cura di MASTeR – Laboratorio interattivo permanente
Ore 15.30 Mantova2019:
istruzioni per l’uso
Come contribuire al libro delle idee, al sito, al blog... alla
candidatura di Mantova2019
Ore 17.00 Mi è venuta
un’idea! (per il 2019)
Spazio VIP: Video
Interviste a Personalità
Scriviamo, blogghiamo,
video-intervistiamo: continua la raccolta di idee da
raccontare, scrivere o postare per contribuire... alla
candidatura
Venerdì
7 settembre 2012
Ore 9.00 – 19.00
Idee a raccolta
Videointerviste itineranti a
cura di Associazione ALEFE
Ore 15.30 Mantova2019:
istruzioni per l’uso
Il tema della candidatura:
spunti e parole chiave per
mantova2019
Ore 17.00
INDOVINAMANTO
Mantova Capitale Europea
della Cultura… nel 2019?
della cultura?
Quizzone a “premi” per
saggiare quanto la popolazione locale è culturalmente
a norma
A cura del Circolo Culturale
Il Notturno
Sabato
8 settembre 2012
Ore 9.00 – 19.00
Idee a raccolta
Videointerviste itineranti a
cura di Associazione ALEFE
Ore 15.30 Mantova2019:
istruzioni per l’uso
Un progetto “europeo”: come
elaborare una proposta di
respiro internazionale
Ore 16.00 Come farsi venire un’idea: esercitazioni
Connessioni - Come funzionano le idee? Neuroni,
analogie e poligoni
Accendi la lampadina - Trova l’interruttore giusto per far
scattare la tua idea
“Huston? Abbiamo un problema!” - Allenamento al
problem solving con materiali quotidiani
A cura di MASTeR – Laboratorio interattivo permanente
Domenica
9 settembre 2012
Ore 9.00 – 19.00
Idee a raccolta
Videointerviste itineranti a
cura di Associazione ALEFE
Ore 15.30 Mantova2019:
come la vogliamo noi!
La città di Mantova: riscopriamo com’era e com’è, per
immaginarla nel futuro
Laboratorio artistico dedicato
ai bambini (dagli 8 anni)
revocato ad armstrong
il titolo di primo uomo
sulla luna
È questo il verdetto-shock della commissione disciplinare della NASA, che ha analizzato l’indagine
dell’USADA sulle sostanze dopanti usate dal capitano della Discovery Channel, fin dalla missione
dell’Apollo 8.
Il titolo sarà assegnato a Edwin
Aldrin, compagno di squadra di
Armstrong - entrambi nella foto a
lato in un raro momento di felicità
della coppia - arrivato secondo
nella classica “Cape Kennedy –
Luna” il 20 luglio 1969, anche se,
come Carobbio ha affermato,
nei verbali della sua deposizione
per lo scandalo del calcio scommesse: “Aldrin non poteva non
sapere”. Si teme quindi che anche
Aldrin possa essere squalificato.
mi per tornare ancora sulla Luna.
Ho fatto questo grande errore.
Non posso che ripetere che mi
dispiace. Non volevo mettere nei
guai nessuno. Mi sono informato
su internet, anche se qualcuno
dice che è impossibile farsi di Epo
in assenza di gravità, vi assicuro
che su internet è possibile sapere
tutto quello che si vuole. Dovevo
dire bugie alla mia compagna
- ha continuato - e guardavo
l’orologio perché sapevo che
sarebbe potuto venire il controllo
antidoping. Dovevo dirle di non
Il titolo allora passerebbe al
cosmonauta sovietico Georgi
Grechko - nelle foto sopra, da
giovane quando partecipò alle
prime missioni spaziali e adulto
nel classico costume da astronauta vintage - anche se la NASA in
questo caso ricorrerebbe al TNAS,
per appoggiare la candidatura
dello sconosciuto Muhammed
Faris - nella foto sotto in una rara
immagine di repertorio.
Teste fini
“Via i terroni, gli extracomunitari e i
culattoni. Poi apriremo la caccia tutto
l’anno. E basta con questa stronzata
delle specie protette. Si potrà sparare
a tutti i volatili: merli, storli, scoiattoli, aironi e gufi. Vabbe’, alcuni non
saranno buoni da mangiare, ma scagazzano in giro dappertutto. Siamo
o no per la salvaguardia del nostro
territorio? Inoltre senza uccelli che
ci volano sopra le teste ci sarà meno
ombra”. Allora? Come sono andato?
Benissimo, vinceremo sicuro.
Tale padre
Sbam! Si spalancò la porta dell’aula
insegnanti. Entrò un uomo grasso,
con la camicia aperta. Sui peli del
petto, un’enorme catena di finto oro.
Sull’avambraccio, il tatuaggio di Ibrahimovic. È lei la maestra d’itagliano di
mio figlio Silvio? chiese alla signora
seduta al tavolo. Sì, sono la prof…
Perché ci ha dato la nota? la interruppe. Ma suo figlio si è messo a cantare
l’inno del Milan durante la spieg…
E allora? Ci doveva dare un premio,
mica una nota, gallina interista!
Termicamente sensibile
Il termometro di casa indicava 22°.
Da ottobre ad aprile. Giorno e notte.
La caldaia e la stufetta del bagno non
ce la facevano più. Ma dai amore,
non fa poi così freddo, le diceva lui in
mutande e maglietta. Invece si gela!
rispondeva lei vestita di lana sotto
il piumone. Finalmente un giorno il
termometro segnò 23°. E subito vennero banditi riscaldamento, stufetta
e piumone. Nello stesso istante lei,
mezza nuda, disse al marito Accendi
il condizionatore al massimo, soffoco.
“Meglio un arabo juventino sulla
luna per primo, che un russo
milanista” è quanto avrebbe
ammesso Andrea Agnelli, suo
malgrado coinvolto in questa
triste vicenda, dal gusto un po’
retrò, ma che finalmente squarcia
il muro di omertà costruito negli
anni intorno alle missioni lunari.
ECCO COSA HA DETTO
ARMSTRONG
SUL DOPING
IN CONFERENZA STAMPA
“Sinceramente non avrei mai
pensato di commentare una
positività all’antidoping in una
conferenza stampa: come potete immaginare non è facile”.
E’ iniziata con queste parole a
Cape Canaveral la conferenza
stampa di Armstrong, il primo
uomo sulla Luna, squalificato
per doping. “Oggi sono qui per
raccontarvi perché ho deciso di
fare questo grande errore. Sarò
sincero - ha aggiunto il cosmonauta statunitense, dopo un
commovente assolo di tromba
sulle note di Blue Moon - spero
che anche voi siate più corretti
possibile scrivendo quello che
dico. Più che dire che ho sbagliato e come ho sbagliato, non
posso fare”.
“Sono andato in Turchia, qualche giorno prima del lancio del
Saturn V da solo, me la sono
procurata e sono tornato. Il farmacista mi ha dato quello che
5
antidoping
La famosa impronta della ruota della bicicletta di Armstrong all’arrivo
della classica “Cape Kennedy-Luna” del 20 luglio 1969
volevo, sono stato là ed è stato
un momento bruttissimo, non
avevo mai fatto uso di sostanze
dopanti. Stare da solo in una
navicella spaziale, sapendo cosa
stavi per fare, non è stato facile”.
E’ quanto ha confessato Armstrong - in lacrime nella foto a
destra durante la conferenza stampa - risultato positivo all’Epo in un
controllo antidoping a sorpresa
a oltre quarant’anni dallo storico
allunaggio.
“Mi sono fatto da solo - ha aggiunto -, non sono riuscito a dire
di no a questa decisione di dopar-
Bologna: malore per B.J.
Armstrong, cantante dei
Green Day. Sarà il periodo.
Deco
aprire la capsula spaziale, perché
sarei risultato positivo. È stato
difficilissimo. Il 20 luglio (il giorno
del 43° anniversario dalla prima
discesa sul campo lunare - n.d.r.),
ho fatto l’ultima iniezione”.
Immediata la reazione della Ferrero, principale sponsor di Armstrong: “Toglieremo dalle nostre
pubblicità ogni riferimento alla
Luna”.
Keith Moon Alberini
Dal letto al divano
Arrivò in ufficio nervosa come una
tigre, gettò la borsetta sulla scrivania
e accese il computer con un pugno.
Tutto ok? le chiese la collega. Secondo te? Va bene, ho capito, che malattia ha stavolta tuo marito? Per poco
non lo ammazzo, mi fa uscire dai gangheri! Raffreddore? Sì! E per così poco
rantola di continuo ciondolando dal
letto al divano come un moribondo.
Quando fa così lo ucciderei! Giuro che
se mi chiede un’altra volta di portargli
il telecomando, lo faccio secco.
Vie di fuga
Davvero fai 50 km in bici? Certo, tutti
i sabati. Deve piacerti molto. Ti sbagli,
odio la bici, ma pur di star lontano
da mia moglie… Rompe il cazzo?
Parecchio. Anche la mia, per questo
vado al fiume e fingo di pescare. Poi
a volte passo in pescheria. E lei non si
è mai insospettita? Solo quella volta
che ho portato a casa uno scorfano.
Comunque sono fortunato perché
appena rientro lei va dalla parrucchiera, dall’estetista o in palestra. Anche la
mia. Chissà come mai. Chissà.
La commissione
La commissione lo stava esaminando. Gli chiesero chi avesse scritto
La Divina Commedia. Che cazzo
ne so, rispose lui. Poi gli fecero una
domanda di matematica. Di teorema
conosco quello di Marco Ferradini,
questo Pit Agora non l’ho mai sentito
nominare, disse. Sulla domanda di
attualità andò ancora meglio: chi è il
presidente degli Stati Uniti d’America? Un negro, rispose. I membri della
commissione annuirono soddisfatti.
Ora il partito aveva un candidato
sindaco all’altezza.
MILANO 2015
W
di Jambo
l’uovo di colombo
L
a proposta del Ministero
dell’Istruzione di aumentare il
numero degli scolari italiani per
classe, passando da una situazione
di aule a una di batterie, con numero ospiti per locale che potrebbe
raggiungere le sessanta unità,
trova una sua ragion d’essere nel
momento in cui si eviti di ragionare
in orizzontale e si adotti invece il paradigma verticale. Sessanta alunni
occupano lo stesso spazio di trenta
in una stessa aula, se sovrapposti.
Quella dei banchi a castello si rivelerà così come la soluzione più
semplice e innovativa, alla quale
finora nessuno era pervenuto: il
classico uovo di Colombo.
I clienti troveranno spazio sui tradizionali banchi, con la differenza
che essi saranno disposti uno
sull’altro, ricordando la classica
disposizione già domesticamente
conosciuta come “a castello”.
Ma procediamo con ordine. Nelle scuole italiane i registri hanno
posto per soli 30 alunni, ma per
i prossimi aa.ss. è previsto un
progetto di prolunga cartacea per
potenziarne il numero totale sul
registro e portarli fino a sessanta,
in sintonia con le più aggiornate
richieste della “Spending Review”.
Nella realtà però ciò è più difficile,
perché l’alunno è tridimensionale
e non bidimensionale, e lo studente in carne ed ossa è più difficile da
collocare. Ma è in arrivo una novità
per i prossimi anni scolastici, ossia
il banco a due piani, già conosciuto
come “Gelmy-desk”, che prevede
uno studente sotto e uno sopra.
Con questo innovativo arredo
(pensato dalla ministra prima che la
trombassero), sarà possibile collocare gli studenti uno sopra all’altro,
ricalcando appunto il modello dei
letti a castello. In tal modo lo studente inferiore avrà il suo banco,
sovrastato da un ambaradan dove
troverà posto lo studente superiore,
che accederà al suo livello tramite
scaletta. Si ipotizzano così risolti
gli annosi problemi di capienza
delle aule italiane, le quali potranno
senza problemi contenere fino a
60 alunni cadauna (90 nel caso di
ipotetici banchi a tre livelli).
Una direttiva emanata dal Ministero ha specificato che le femmine
dovranno trovare posto tassativamente sotto e non sopra, causa
eventuale presenza gonne o shorts,
comportanti potenziale distrazione
nei confronti di eventuali studenti
maschi, i quali dovranno quindi
essere posizionati tassativamente
al di sopra.
Altra direttiva: è fatto divieto assoluto di mangiare da parte degli
studenti delle postazioni superiori,
causa rischio sbriciolamento. Ed è
altresì fatto divieto di bere.
Sarà inoltre proibito, per ovvi motivi di sicurezza, l’accesso ai piani
superiori a studenti di peso superiore ai 100 chili (gli obesi in Italia
aumentano dell’8 % ogni anno).
Momenti critici per lo svolgimento
della didattica potranno essere
rappresentati dalla ricreazione,
nonché dal suono della campanella,
durante i quali dovrà essere prevista la tassativa evacuazione degli
studenti inferiori prima, seguiti poi
da quelli dei livelli superiori.
alter non stava più nella pelle.
Quel giorno avrebbe saputo
se suo figlio sarebbe stato
maschio o femmina. È inutile sottolineare il desiderio inconscio di ogni padre
italiano: i primi calci a un pallone di
cuoio – che dopo qualche anno sarebbe
diventato d’oro – le successive conquiste
amorose, la generazione che prosegue.
Con la femmina diventa tutto più complicato: i mosconi sempre attorno, le
malelingue, l’estraneo che se la sposerà.
E come evitare che da grande faccia la
velina? Pensa se entrando al bar qualcuno ti dicesse: “Ho visto sul giornale che
tua figlia si fa fottere da un calciatore”.
No, è decisamente meglio essere il padre
del calciatore… Certo, potrebbe anche
succedere che tuo figlio calciatore – e
pallone d’oro – si faccia fottere da tre
travestiti brasiliani… ma questo è un
altro paio di maniche.
Walter, in ogni caso, a Stefania aveva
sempre detto la classica frase di circostanza: “Non importa se maschio o
femmina, ciò che conta è che sia sano”. E
lo ripeté anche quella mattina, in metropolitana, mentre si recavano all’ospedale
di Milano per l’ecografia che avrebbe
rivelato il sesso del loro bambino.
Durante il viaggio si avvicinò loro una
ragazza con fare gentile.
«Signora, si segga pure» disse lasciando il posto alla donna incinta.
«Grazie per la cortesia» rispose Walter
aiutando la moglie ad accomodarsi.
«Maschio o femmina?» chiese la
ragazza.
Un’altra volta quella domanda senza
risposta. «Non lo sappiamo ancora» disse
Stefania. «Ce lo comunicheranno oggi».
La giovane sorrise con sincerità. Poi
rivolse la sua attenzione a Walter che,
proprio in quel momento, realizzava di
essere l’unico uomo su quella carrozza.
«Lei non potrebbe stare qui» considerò
la giovane.
«Infatti» s’insospettì Walter. «Come
mai ci sono solo donne?»
«Non lo sa? Con l’editto del podestà
Salvini le prime due carrozze della metropolitana sono riservate alle donne».
Il podestà? Walter non metteva piede a
Milano da più di sei anni. Si era trasferito
in Svizzera per lavoro e, da allora, non si
era interessato granché dei cambiamenti
della sua città natale. Era tornato per
risistemare l’abitazione dei suoi genitori,
perché sarebbe tornato a vivere a Milano
di lì a qualche mese.
«Mi scusi, non lo sapevo» si giustificò
Walter. «Cambierò carrozza alla prossima fermata».
Salutò Stefania e si separò da lei con
un bacio. Il vagone successivo era poco
affollato, c’era addirittura posto per
sedersi. Anche qui Walter notò la presenza di sole persone anziane ed ebbe il
sospetto che anche quella carrozza fosse
riservata, ma preferì fare finta di niente.
Superò l’imbarazzo degli sguardi indiscreti fissando un punto a caso nel vuoto.
Poi lesse quattro volte la piantina della
metropolitana, apprendendo che molti
dei nomi delle fermate erano cambiati.
Compresa quella in cui doveva scendere.
«Chiedo scusa?» domandò all’anziano
che aveva accanto. «Non c’è più la fermata Garibaldi?».
«Garibaldi?!» reagì l’uomo infuriato.
«Per carità! Certo che non c’è più: se
deve andare alla stazione occorre scendere alla fermata Alberto da Giussano!».
«Scusi tanto. È un po’ di anni che
manco da Milano».
Il vecchio si calmò, assumendo tuttavia un tono indagatore «Perché, lei non
è di qui?».
«Lo ero. Adesso vivo in Svizzera».
«Svizzera? Allora lei è un non residente… e per giunta extracomunitario!».
«Be’… veramente ho ancora il passaporto italiano».
«Comunque non può stare qui. Questa
carrozza è riservata ai residenti!».
Walter un po’ se l’aspettava. Si alzò
senza protestare e attese la fermata successiva per cambiare carrozza. «Va bene,
prenderò una di quelle in fondo».
«No!» lo zittì il vecchio. «Le ultime
due sono per i non residenti extracomunitari. Lei deve occupare quella immediatamente prima».
Le ultime carrozze erano incredibilmente sovraffollate. Infine teste comparivano dai finestrini abbassati in cerca
d’aria, molte delle quali appartenenti a
turisti stranieri in visita nella città. Walter
salì su quella precedente, nella quale
i non residenti comunitari non erano
poi meno compressi. Vi trovò di tutto:
uomini d’affari bresciani, pendolari di
Lodi, muratori bergamaschi e medici
mantovani. Prima di scendere comunicò
alla moglie, tramite un Sms, che erano
arrivati a destinazione.
«Maschio o femmina?».
Dopo mesi di frustrazioni, Walter e
Stefania potevano finalmente dare una
risposta a quella domanda. Un’anziana
donna che aspettava la metropolitana
insieme a loro fu la prima a porgerla.
«Maschio» pronunciarono insieme.
La soddisfazione di Walter era chiaramente stampata sul suo volto, nonostante
provasse a nasconderla in tutti i modi.
Ma anche Stefania, in fondo in fondo,
voleva un maschietto: e lui lo aveva
capito.
La signora reagì con eccessivo entusiasmo, lo stesso che avrebbe mostrato
se le avessero detto che si trattava di
una femminuccia o di un cucciolo di
Labrador… Repertorio femminile! Ma
in prossimità dell’arrivo del treno tornò
immediatamente seria. Come una sentinella si mise a scrutare la coppia di futuri
genitori.
«Tranquilla, signora» l’anticipò Walter
«io prendo una delle carrozze dietro».
«Non è per lei» considerò la donna
perplessa. «Mi chiedo se, ora che è stato
accertato che il bambino è maschio, sua
moglie possa salire sulla carrozza riservata soltanto alle donne».
Walter rispose con ironia: «Non possiamo mica separarli».
La donna non rise. «Be’, in questo caso
la signora dovrebbe venire con lei».
«Sta scherzando?!».
«Non io, caro signore. Adesso non
si scherza più… Sottoporrò il caso al
CCCP, il Comitato Civico di Cittadinanza Padana».
Walter, da buon cittadino svizzero,
accettò di rispettare le regole. Preferì
tornare in superficie e prendere un taxi.
Ne cercò uno in ogni angolo della strada,
ma di auto bianche non se ne vedevano.
Solo più tardi notò una fila di utilitarie
verdi parcheggiate al centro della piazza.
«Dipinti di verde siete irriconoscibili»
disse Walter salendo sul taxi.
«È il colore istituzionale» spiegò il tassista. «Ora tutto ciò che è del Comune è
verde: scuole, ospedali, carceri, caserme.
Da dove venite?».
«Da Lugano» .
«Bella la Svizzera? Ci vado spesso a
fare benzina».
«Verde?» ironizzò Walter.
L’autista non rise e proseguì impassibile. «Anche voi in taxi: da qualche
tempo sembra che tutti lo preferiscano
alla metropolitana. Mah? Sarà per via di
tutti questi extracomunitari che ci sono
in giro… non se ne può più!».
Walter pensò alla sua disavventura,
ma preferì non commentare dirottando
il discorso verso l’unico argomento su
Milano di cui si era parlato in Svizzera.
«Ma non doveva esserci l’Expo in questi giorni? Come mai non c’è traffico?».
«Ah, l’Expo! Il podestà Salvini ha
deciso di annullarlo pochi giorni fa. Ha
fatto bene: sa quanti stranieri sarebbero
arrivati?».
Walter e Stefania decisero che non
avrebbero più parlato fino a destinazione.
A una domanda, tuttavia, furono costretti
a rispondere.
«Maschio o femmina?».
Si scambiarono una rapida occhiata interrogativa, mentre il tassista li guardava
con sospetto dallo specchietto retrovisore. La domanda a cui non vedevano l’ora
di rispondere si era adesso trasformata in
un incubo. Una risposta sbagliata e sarebbero stati costretti a un’altra dolorosa
separazione.
«Non lo sappiamo ancora» risposero
all’unisono.
«Be’…» commentò il tassista. «Maschio o femmina poco importa, quel che
conta è che sia sano!».
«E no» concluse Walter, «l’importante
è che sia milanese!».
Fabrizio Pescara
• Quando si fa all’amore, è sempre
meglio tenere entrambi i cuscini sul
letto matrimoniale: uno per appoggiarle
la testa e l’altro eventualmente per la
faccia.
• In buona sostanza con questo metrosexual hanno dato un nome chic a
quelle gare che noi facevamo da piccoli
col righello.
• Purtroppo non ho mai potuto praticare
sport per problemi fisici legati prima
alla sordità e poi al fegato: quando
mi gridavano “acquagym acquagym!”
capivo sempre acqua e gin.
• Vi siete mai accorti che non esistevano
i telecomandi per l’apertura dell’auto
prima dell’avvento degli ipermercati?
Servono per cercare l’auto nel parcheggio.
• Si vede che non sono abituato a ragionare tanto: spremendo le meningi
è uscito acido lattico.
• E comunque tra i due litiganti io voglio
essere il terzo.
• Io sono per le partenze intelligenti,
per esempio, l’anno scorso sono partito
a giugno ma le ferie le avevo ad agosto.
• Il mio gatto nero è molto particolare:
dice che gli porta sfortuna essere attraversato da un’auto.
• Hanno detto che assomiglio a Zuckerberg. Devo decidermi una volta per tutte
ad eliminare tutti quegli scontrini che
mi gonfiano il portafoglio.
• Continua la protesta dei lavoratori
del Sulcis, asserragliati a 400 metri
di profondità: «Non abbiamo ormai
nessuna certezza - sbotta il portavoce
dei minatori - se non che anche da qui
si sente Radio Maria».
• Politici concordi: voto anticipato a
ottobre. Tutti a Lourdes.
• E’ nato prima il pan carré o la sottiletta? Avete notato che pan carrè e
sottiletta hanno stranamente la stessa
identica misura?
Partiti e sindacati
delusi
dal piano
per la crescita
Quindi
È buono!
deco
6
buoni propositi
Beata gioventù
7
i Papu
Andrea Appi e Ramiro Besa: i Papu
A Eh…
R Era per capire…
A Massì, faccio fatica a far tutto…
quello che facevamo da giovani, sai
tutto quello che si fa da giovani, no?
R Mangiare, bere e… andare a
figa
A Mannò, cioè sì… sì ma no…
R Deciditi: non si capisce niente
di quello che dici!
A Sai quand’è che ti senti vecchio?
R E’ la seconda volta che me lo
chiedi: no, non lo so, io sono giovane
A Quando ti accorgi che tutte
quelle cose lì, fisiche, non riesci più
a farle come prima; io non ci vedo
più, mi si è indurito il cristallino, si
sono indurite le articolazioni, si son
indurite le arterie...
R Lo so, lo so che è tutta roba che
anche se resta molle non fa nessun
male...
A Io faccio fatica anche a con-
Il miliardario
Romney indagato
per elusione
fiscale...
deco
A Io sono giovane
R Anch’io sono giovane
A Io sono giovane; ho appena
compiuto 48 anni.
R Anch’io ho appena compiuto
48 anni. Però sono più giovane di
lui, perché li compio due settimane
dopo
A Inutile sottolineatura; due
settimane sono niente in confronto
all’eternità
R Sono niente un par di balle; se
io so di vivere 2 settimane in più…
mi prendo un mese di ferie!
A Sono un giovane di 48 anni anche se sarebbe più corretto dire che
sono un giovane nonostante abbia
48 anni
R No no un attimo: io invece ho
detto di essere giovane proprio perché ho 48 anni
A Anzi, più che giovane posso
dire senza tema di smentita di essere
entrato in quella fase della vita che
possiamo definire mezza età.
R A me le mezze misure non mi
son mai piaciute. O sei giovane o non
lo sei, e io… lo sei
A O meglio ancora, posso dichiarare senza tema di smentita e senza
ombra di dubbio di essere il tipo di
giovane che ha raggiunto quella
gloriosa fase della vita che si chiama
maturità!
R Io nella maturità non ci vedo
niente di glorioso… l’ho conquistata a 18 anni diplomandomi con
un punteggio pari al doppio, un bel
36… e da quel giorno ho chiuso per
sempre i libri e ho cominciato ad
aprire bottiglie di birra.
A In conclusione sono un giovane
quarantottenne di mezza età, nel
pieno della sua maturità psico fisica,
che si può senza tema di smentita,
senza ombra di dubbio e senza la
minima indecisione definire un…
non lo so! Non lo so più cosa sono,
non ce la faccio più, son disperato!
R No no, calma calma; sei un
giovane, l’hai detto prima; siamo
degli splendidi giovanotti di 48 anni.
Abbiamo tutta una vita davanti che
ci spalanca le porte!
A No, non è vero; ieri mi si sono
spalancate le porte dell’urologia;
c’ho una prostata come una melanzana!
R Ullallà! Ma di quelle lunghe e
viola o di quelle bianche e rotonde a
grappolo? Perché ci son melanzane
e melanzane…
A L’hai mai fatta una visita dall’urologo? Hai mai provato l’umiliazione
di sentire un dito nel culo?
R Il tuo o quello di un altro?
A Il tuo il tuo.
R Sì ma il tuo dito o il tuo culo?
A Il dito del medico nel tuo culo,
cazzo!
R Eh vabbè dài… si sa come vanno quelle cose; la prima volta è un
po’ così, poi ci si fa l’abitudine… Sai
com’è, tante volte una botta di “culo”
ti cambia la vita, no?
A C’è poco da ridere… comincia
così la fine, non lo sapevi?
R No, se è la fine finisce; se comincia… è l’inizio
A No no… la fine del corpo. Sai
quando cominci a sentirti vecchio?
R No, son giovane, come faccio a
saperlo?
A Comincia quando non riesci
più a fare tutte le cose che facevi
prima… io, per esempio, non riesco
più a mangiare come prima. Io! Io che
fino a pochi anni fa mangiavo tutto!
Ah!! Adesso questo mi fa… quello mi
dà… ‘sta cosa proprio non riesco a…
R A digerirla
A Sì…
R Ma esattamente cosa?
A Non ho capito
R Cos’è che non riesci a digerire?
A Sta cosa qua, che non riesco più
a mangiar di tutto
R Quale cibo non digerisci?
A Ma che cibo! Non riesco a digerire ‘sto fatto qua, che non riesco più
a mangiare come voglio
R Non riesci a digerire il fatto che
non riesci a digerire
ancora non è
stato eletto
e già applica
il programma!
tinuare ad andare a sciare, ti rendi
conto?
R Perfettamente; è per quello che
io non ho mai cominciato!
A Ho la spalla lussata che mi esce
anche solo a indicare una strada
R E tu bloccala; ce l’ho anch’io
la spalla lussata: se mi chiedono un
informazione stradale io faccio: di
là! (fa il gesto dell’ombrello). Basta
abituarsi, è facile!
A Ahhh! Tu sì che sei giovane;
non capisci un cazzo proprio come
i giovani
R E tu sei un suscettibile rompicoglioni proprio come i vecchi.
A Non sono suscettibile, capito?
Non sono suscettibile, cazzo! Sono
realista! Non vedo più un futuro; io
non farò e sarò più niente, perché
sono già stato e ho già fatto e quel
che avrei voluto fare o voluto essere
ormai non potrà mai più venir fatto
né essere stato
R Ehhhh mi parli col congiuntivo
imperfetto adesso! Per forza poi la
gente ti evita…
A Voglio dire che da giovane hai la
forza e la voglia di fare… io mi alzavo
alle 5 di mattina, lavoravo tutto il
giorno e tornavo a casa alle 10 di sera
R Ma forse hai esagerato, vedi poi
le conseguenze…
A Sai perché mi sento vecchio?
R Sì: perché mi rifai sempre la
stessa domanda
A Perché non ho più entusiasmo
per niente; i giorni son tutti uguali,
anche sul lavoro non mi diverto
più…
R Vuoi venire con mio cugino a lavorare al catasto? Basta una giornata,
eh? Non servono vent’anni!
A Sì, vabbè, questo è il solito luogo comune, dài…
R Anche in Comune… ho un
amico impiegato comunale e dice
che è uguale…
A E poi, soprattutto, sai perché
sono vecchio?
R Adesso è evidente: perché ripeti
sempre le stesse domande
A Sono vecchio perché non riesco
neanche più ad innamorarmi!
R Ma basta abituarsi; se una volta
la tua donna ideale era una gnocca
adesso sarà una badante
A No, basta; basta… Lasciami
stare… Non puoi convincermi. Sono
stanco; ormai sento di non avere più
nessuna chances per cambiare le
cose…
R Mi spaventi… ho paura… non
posso pensare che fra due settimane
potrei essere come te adesso
A Non ho più traguardi; il mio
traguardo ormai è la strada che mi
resta da percorrere
R Ecco, adesso andiamo che magari ti porto a comprare un paio di
scarpe nuove, così almeno cammini
comodo
A Sono un vecchio e i vecchi non
han bisogno di scarpe nuove per
cominciare una nuova strada
R Ma ste puttanate le hai scritte lì
o ti vengono fuori così?
A Quando si è vecchi, il futuro è
solo il respiro successivo
R Ma lo sai che Leopardi in confronto a te era un buontempone?
A Andiamo via, aiutami per favore…
R Serve un bastone o ce la fai da
solo?
A Sorreggimi tu, ho bisogno di
sicurezze…
R A me le chiedi, che son un precario!!!
di Jambo
dialoghi
di Antonio Galuzzi
Così non va – disse il preside all’insegnante dalle mani unte – devi
cambiare registro!
***
Il commercialista dell’obeso guardò
le cifre: erano state gonfiate.
***
Il bagnino alla signora incontentabile: è arrivata all’ultima spiaggia
***
La moglie dell’idraulico chiese
il divorzio quando lui le chiuse i
rubinetti.
***
Il boia timoroso nascose la testa
nella sabbia.
***
Parlai a Laura col cuore in mano.
Lei svenne per l’impressione.
***
La luce al lampione: io mi sono
rotta, vado. Tranquilla, ti faccio io
da palo.
***
Rincorreva Black in corte con un
bastone: stava menando il can per
l’aia.
***
Il pugile al macellaio: «Vorrei sapere se ha del fegato, brutto pezzo
di merda!»
***
Il nuovo acquisto brasiliano della
squadra di calcio era egoista. Il
giornale titolò: non passa lo straniero.
***
Il barbiere lasciava sempre il lavoro
a metà e per questo era molto criticato, ma lui se ne faceva un baffo.
***
La sarta attendeva per cucire l’orlo.
L’uomo gridò alla moglie: «Insomma, chi è che porta i pantaloni?».
Non ottenendo risposta, andò lui.
***
Oggi il telecomando lo tengo io.
Così, tanto per cambiare.
***
Il pezzetto di stoffa se la tirava.
Sono un campione, diceva.
***
Gli allievi della scuola agraria furono promossi sul campo.
***
Portava continuamente al viso
dei fiammiferi accesi. Tentava di
accendere la candela al naso.
***
D’inverno giocava a carte contro
la sua dentiera: il più delle volte
batteva i denti.
***
Quel legume era proprio sfortunato: capitavano tutte a fagiolo.
***
«Hiiiii» gridava lui cavalcando una
scopa. «Quaqua» diceva lei muovendo le braccia. Poi lui allungò
una mano. Lei lo fermò subito:
«Non fare il maiale».
***
L’assassino scansafatiche dopo aver
infierito sul cadavere se ne stava lì,
con le mani in mano…
***
La ballerina non voleva farsi sentire
e abbandonò la scena in punta di
piedi.
***
Gli esibizionisti si salutarono. E chi
s’è visto, s’è visto.
***
Dal suo corpo zampillò sangue
di tutti i colori: aveva una vena
creativa.
***
La pianta grassa aspettava all’altare
e intanto stava sulle spine.
Anamnesi Familiare
Il nuovo libro di Corrado Andreani sarà presentato a Mantova,
presso la Libreria Di Pellegrini sabato 6 ottobre 2012 alle ore 18
“Anamnesi familiare” è il nome
del questionario adottato dai
medici certificatori, come il protagonista dottor Sfiller, ufficiale
medico in pensione, medico del
lavoro e membro della commissione per l’idoneità alla patente
di guida.
Attorno all’anamnesi ruota
tutto il racconto: cambiamenti
radicali proprio della consanguineità danno vita a una girandola
di situazioni ironiche e paradossali; vecchi conflitti sono riaperti,
realtà e fantasia s’intrecciano in
una vorticosa catarsi finale, dove
tutti i personaggi convergono
per dar vita alla scena conclusiva,
come se fosse un’opera teatrale.
La storia è ambientata tra Mantova (al Circolo di Presidio) e San
Casciano in Val di Pesa (in una
Ormai le sagre
della porchetta
sono finite
deco
hanno tolto
la scorta
a calderoli
“Casa Comune” di figli dei fiori
rivoluzionari).
L’ambiente militare, quello
politico comunale e quello dei
locali di ritrovo sono vissuti in
profondità, scandagliati con
ironia e malizia, alla ricerca delle
contraddizioni che danno spessore alla narrazione.
La storia risorgimentale fa capolino fra le pagine del racconto:
si narra la vicenda della “Cassa di
Guerra”, un tesoro mai ritrovato
che la leggenda vuole nascosto
nel palazzo del “Circolo”, dove
nel 1848 aveva sede lo stato
maggiore di Radetzky prima
della sconfitta della battaglia di
Curtatone e Montanara.
La lezione del maestro del genere Tom Sharpe è decisamente
assimilata.
italia
È in uscita il nuovo libro di Walter Veltroni. Grazie ad Activia.
usa
Mitt Romney è stato talmente
convincente che alla fine i repubblicani hanno candidato
la sedia.
tibet
Visto il costo della benzina,
d’ora in poi i bonzi protesteranno stendendosi al sole senza
protezione.
PROSSIMAMENTE AL “GIALLOZUCCA”
Arriverà l’autunno, con le sue foglie gialle, il pallido sole
giallo sorgente fra i fumi gialli della zona industriale (e
quelli non sono tipicamente di stagione, ahimè), e ci stiamo preparando a un menù tipicamente “Giallo… zucca”.
Lo chef, che a furia di impastare tortelli, gli son venute le
mani gialle, fa il misterioso, ma non sarà difficile scoprire
le sue pensate, come trovare l’assassino di un giallo! Più
semplicemente ci sta preparando un menù colorato di
giallo e di zucca, che vi sveliamo in anteprima (*)
Antipasto
Saltarei con zucca fritta
Primo
Risotto mantecato alla zucca con salciccia oppure
minestra di zucca
Pigliarai la zucca rifatta nel brodo, acciò sia più saporosa,
passata per setaccio; pigliarai oncie sei di mandorle peste
nel mortaro, le stempererai con un bicchiere di latte passato
per stamigna, mettendo la zucca al fuoco con brodo grasso
di cappone, e quando la zucca sarà vicino alla cottura, le
metterai quattro rossi d’ova ed il succo di quattro naranci e
sarà gustosa (dalla ricetta di un certo STEFANI, cuoco del
‘600 alla corte dei Gonzaga)
oppure ovviamente i famigerati tortelli di zucca
Secondo
Fiori di zucca giallo-oro (pare una ricetta brasiliana, ma
indagheremo meglio), ripiene di ogni bendiddio che
Dio solo sa
Dolce
Zuccotto (non c’entra, ma non si voleva esagerare con
la zucca, pur volendo mantenere le assonanze)
Il tutto accompagnato da un vino bianco… ohps… dal
colore giallo-paglierino!
Maurizio Lazzati
(*) la somministrazione prolungata può dar luogo a
febbre gialla.
Oggi ho incontrato la figlia quattordicenne di un amico. Mi ha detto “Ciao”, anzichè “La aiuto ad attraversare?”. Tagliarsi i peli del naso va sempre bene. Ti ringiovanisce. (F.S.)
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