Festa dell' intercultura 2015 Delle scuole partitarie della Fism di Treviso PASSAGGIO IN CINA Appunti di Viaggio Chi è la Fism (federazione italiana scuole materne) Fism Treviso è la federazione che promuove, tutela e assiste le scuole dell’infanzia non statali ed i servizi alla prima infanzia di ispirazione cristiana di Treviso e provincia, gestite da istituzioni parrocchiali, enti morali, IPAB e Associazioni di Genitori di ispirazione cristiana. Le scuole federate, seppur non gestite da comuni o dallo stato, assolvendo a una funzione pubblica e rispettando determinati parametri di qualità, sono scuole paritarie, ai sensi della L. 62/2000 (legge emanata in attuazione dell’art. 33 della Costituzione Italiana). L’attività della Fism e delle scuole federate si ispira ad una visione cristiana dell’uomo, del bambino, del mondo, della vita, della cultura: fa propri i principi contenuti nei documenti internazionali sui diritti dell’infanzia e sanciti dalla Costituzione Italiana, accoglie le direttive e le Indicazioni del Ministero dell’istruzione, opera in piena autonomia, ma in stretta collaborazione con la Chiesa locale e con gli orientamenti della C.E.I. Il testo che guida l’azione programmatica delle insegnanti è il testo delle “INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE” settembre 2012. Dal testo delle Indicazioni 2012 La società negli ultimi anni è cambiata molto guire il suo compito che è essenzialmente inse- velocemente e la scuola ha cercato sempre di gnare a stare al mondo. Quindi cosa insegnare intercettare e anticipare questi cambiamenti. se il mondo cambia velocemente? La scuola si Usando le parole delle Indicazioni 2012: deve impegnare ad“offrire agli studenti occasio- “In un tempo molto breve, abbiamo vissuto il ni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi passaggio da una società relativamente stabile culturali di base; far sì che gli studenti a una società caratterizzata da molteplici cam- acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari biamenti e discontinuità. Questo nuovo scenario per apprendere a selezionare le informazioni; è ambivalente: per ogni persona, per ogni comu- promuovere negli studenti la capacità di elabo- nità, per ogni società si moltiplicano sia i rischi rare metodi e categorie che siano in grado di che le opportunità”. fare da bussola negli itinerari personali; favorire Cambiamenti di diversa natura, ma che hanno l’autonomia di pensiero degli studenti, orientan- messo in discussione e hanno posto interroga- do la propria didattica alla costruzione di saperi tivi seri alla scuola non più oggi unica agenzia a partire da concreti bisogni formativi”. di formazione per le nuove generazioni (“Oggi Educare quindi non è un lavoro semplice, l’apprendimento scolastico è solo una delle tante coinvolge in primis la famiglia, poi la scuola e esperienze di formazione che i bambini e gli tutte le altre agenzie educative locali e non, reali adolescenti vivono e per acquisire competenze e virtuali. specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti Coniugare il tutto è complesso. scolastici”). “Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà La scuola non può né deve rinunciare a perse- che la sfida educativa presenta! Educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, tutte le dimensioni del proprio io, stare bene, es- un modo di essere; per educare bisogna sere rassicurati nella molteplicità del proprio fare uscire da se stessi e stare in mezzo ai gio- e sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale vani, accompagnarli nelle tappe della loro allargato, imparare a conoscersi e ad essere crescita mettendosi al loro fianco. Donate riconosciuti come persona unica e irripetibile. loro speranza, ottimismo per il loro cammino Vuol dire sperimentare diversi ruoli e forme di nel mondo. Insegnate a vedere la bellezza identità: quelle di figlio, alunno, compagno, ma- e la bontà della creazione e dell’uomo, che schio o femmina, abitante di un territorio, mem- conserva l’impronta del Creatore. bro di un gruppo, appartenente a una comunità Ma, soprattutto, siate testimoni con la vostra sempre più ampia e plurale, caratterizzata da vita di quello che comunicate.” valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli. (Papa Francesco) Sviluppare l’autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare soddisfazione E la scuola dell’infanzia nello specifico? nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter “La scuola dell’infanzia, statale e paritaria, si esprimere insoddisfazione e frustrazione ela- rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai borando progressivamente risposte e strategie; sei anni di età …. esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare Essa si pone la finalità di promuovere nei bam- alle decisioni esprimendo opinioni, imparando bini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della ad operare scelte e ad assumere comportamenti competenza e li avvia alla cittadinanza … Con- e atteggiamenti sempre più consapevoli. solidare l’identità significa vivere serenamente Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, “ripetere”, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi. Vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura.” Accanto al consolidare l’identità e allo sviluppare l’autonomia c’è l’acquisire competenza e il vivere le prime esperienze di cittadinanza: il sapere, il saper fare non sono disgiunte dal saper essere e dal contesto in cui la scuola è inserita. La scuola non è più chiusa e autoreferenziale, ma è chiamata ad aprirsi alle altre scuole che hanno accolto o accoglieranno i suoi studenti (continuità verticale) e alle famiglie e al territorio (continuità orizzontale). “La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo”. Costruire reti con famiglie e territorio non è faci- Il progetto Service Learning le, ma è vitale per ottenere risultati più efficaci. servizio. Ed è in quest’ottica che si inserisce il service Si può definire il SL quella attività che consente learning. agli studenti di acquisire conoscenze e compe- Il progetto Service Learning tenze impegnandosi attivamente in una attività Il SERVICE LEARNING (SL) O APPREN- che affronta e cerca di risolvere un problema DIMENTO SERVIZIO è una metodologia di reale della comunità. insegnamento che combina lo studio, che È importante non confondere il SL con le avviene all’interno della scuola, con l’impegno in esperienze di volontariato, che hanno senz’altro favore della comunità locale. Affinché si possa un importante valore formativo, ma non sono in parlare effettivamente di SL occorre che questo genere caratterizzate dall’analisi e dall’approfon- legame non sia casuale o sporadico, ma che lo dimento teorico di un problema e dalla ricerca studio sia effettivamente finalizzato a dare un di possibili soluzioni. Il volontario partecipa ad contributo alla soluzione di un problema reale attività sociali che incontrano senz’altro i bisogni della comunità locale. Questo contributo ha un della comunità, ma il suo impegno si limita lato intellettuale – l’approfondimento teorico del all’azione. problema – ed un lato pratico, consistente in Nel SL invece l’azione è preceduta ed ac- attività concrete di servizio sociale. Il SL è un compagnata dallo studio e dalla riflessione e modo diverso di fare scuola. l’accento è posto al tempo stesso sulla comunità Altro elemento fondamentale del SL è il protago- e sul singolo: l’attività deve migliorare la realtà nismo degli studenti: sono chiamati a parteci- sociale, contribuendo alla soluzione di qualcuno pare attivamente durante tutto l’apprendimento dei suoi problemi, ma far crescere anche lo stu- Le Fasi del Service Learning dente, consentendogli di acquisire competenze FASE 3. ESECUZIONE essenziali. È la fase dell’azione. Tutto ciò che è stato precedentemente progettato da studenti, inse- Fasi del Service learning gnanti e territorio viene attuato. È il momento FASE 1. SI PRESENTA IL PROBLEMA più delicato del progetto, quello da cui dipende Come insegna l’apprendimento per competenze la sua riuscita o meno. Può essere che ci si si parte da un problema. È molto importante trovi ad affrontare degli imprevisti e che sia che si tratti di un problema reale della comunità, necessario cambiare in corso d’opera, pur senza poiché il SL è finalizzato ad offrire un servizio stravolgere la natura del progetto. effettivo, per quanto modesto possa essere. FASE 4. VALUTAZIONE FASE 2. IL LAVORO DI RIFLESSIONE La fase di valutazione è probabilmente la più Una volta identificato il problema bisogna chie- difficile. Cosa valutare? Gli apprendimenti degli dersi cosa esattamente la scuola può fare per studenti, certo. affrontarlo. In questa fase bisogna considerare Ma anche la loro soddisfazione, così come la le risorse (anche economiche) a disposizione soddisfazione delle persone cui è indirizzato il della scuola ma anche le possibili partnership ed progetto. Quante persone hanno partecipato? il lavoro di rete. Quali realtà a livello locale si oc- L’iniziativa ha avuto qualche eco sulla stampa cupano del problema che ci interessa? Con chi locale? Ha suscitato una qualche forma di dibat- è possibile collaborare? Quale contributo può tito pubblico? venire dall’amministrazione locale? La comples- In tutte le fasi del progetto il coinvolgimento degli sità di questa fase dipende, naturalmente, dal studenti deve essere massimo. Il SL è un’impre- problema che ci si propone di affrontare. sa comune di studenti e docenti al servizio della comunità. Le Fasi del Service Learning Intercultura 2015 “Passaggio in Cina” Appunti di Viaggio Incipit Veneto e soprattutto la provincia di Treviso, dopo anni di emigrazioni, è oggi diventata terra di immigrazione. Lo straniero è percepito in primis come elemento destabilizzante, come un problema e come tutte le cose nuove che non si conoscono fanno paura. Le indicazioni registrano anche il cambiamento sociale che la scuola è chiamata ad affrontare: “Una molteplicità di culture e di lingue sono entrate nella scuola. L’intercultura è già oggi il modello che permette a tutti i bambini e ragazzi il riconoscimento reciproco e dell’identità di ciascuno. A centocinquanta anni dall’Unità, l’Italiano è diventata la lingua comune di chi nasce e cresce in Italia al di là della cittadinanza italiana o straniera. La scuola raccoglie con successo una sfida universale, di apertura verso il mondo, di pratica dell’uguaglianza nel riconoscimento delle differenze”. La festa dell’intercultura nasce nel 2008 con l’intento di valorizzare la diversità come un valore, una risorsa. Di fronte ai cambiamenti epocali a cui si sta assistendo è importante conoscere l’altro e rispettarlo abbandonando pregiudizi e stereotipi che ci condizionano. Nell’arco degli anni si sono evidenziate particolarità e singolarità di diverse culture, facendo un po’ il “giro dei continenti”. I bambini si avvicinano di volta in volta ai popoli usando gli strumenti a loro più congeniali: il gioco, la fantasia ed i cinque sensi. Durante quello che diventa un vero e proprio viaggio di scoperta i bambini e non solo hanno l’opportunità di conoscere fiabe diverse da quelle solitamente lette, imparare canti e danze, assaggiare cibi e bevande nuovi e di giocare con gli animali e i personaggi di quei luoghi lontani. La festa si svolge il 3° venerdì di maggio al parco Egerland di Riese Pio X, e partendo otto anni fa, accoglieva una quindicina di scuole, che con il passare del tempo sono diventate cinquanta. Oramai è divenuto un appuntamento di incontro e di scambio tra scuole, tra bambini, tra famiglie… tra culture. Introduzione Quest’anno è emersa l’esigenza di conosce- primis a fare ricerca, ad organizzare i materiali, a re un’etnia presente così numerosa nel nostro preparare tutto il necessario per l’accoglienza degli territorio ma così poco nota, se non per qualche ospiti alla festa, loro e le loro famiglie. Attraverso la stereotipo. Qualche bambino è tornato a scuola continua comparazione di stili, modalità, tradizioni, dopo le vacanze portando foto e degli strani oggetti sapori ecc., i bambini percorreranno il sentiero (bacchette) e per questo con i bambini abbiamo della conoscenza dell’altro ma anche ri-scoprendo deciso di fare un lavoro di ricerca e di dedicare la la propria identità culturale. nostra tradizionale festa dell’intercultura ad una Il fine del nostro progetto è la realizzazione di tra le culture più antiche di cui si abbia memoria: un libretto, (niente più di un diario di bordo) che quella Cinese. documenti la nostra attività e le scoperte fatte e di Per far questo si sono coinvolte: le famiglie cinesi pubblicarlo per condividere e divulgare il nostro che risiedo nel territorio (la famiglie dei bambini ci- lavoro presentandolo alla comunità ed alla società nesi della nostra scuola), l’amministrazione locale, civile. le associazioni culturali come “Ostrega”, esperti in solo attraverso la reciproca conoscenza ci può dinamiche interculturali e la scuola di arti grafiche essere la vera inclusione e questo è un messaggio “Rosselli” per il supporto grafico. che non ha età! I veri protagonisti sono i bambini, sono loro in Le tappe 1° LA FORMAZIONE Per poter lavorare e “condurre” i bambini nella ricerca, è prima essenziale è formare gli adulti. Per questo motivo, avvalendosi di un’esperta (una mediatrice culturale), le nostre maestre e i nostri genitori si sono ritrovati per imparare. È stato un momento di confronto tra oriente ed occidente, per andare insieme oltre ai consueti stereotipi, presenti in tutte le culture. “È stata un’occasione per riflettere su ciò che davvero si conosce dell’altro, confermando o smentendo proprie e generali convinzioni, approfondendo invece, specificità e ricchezze di ciascuno”. 2° SI PARTE ! IL NOSTRO LUNGO VIAGGIO DIARIO DI BORDO Il 20 di febbraio è arrivato nella nostra scuola un pacco ed una lettera di un amico che arrivavano da lontano. Ciao amici, mi chiamo Xiao ed arrivo da un paese molto grande e molto lontano, da un po’ abito qui vicino, e sto imparando la vostra lingua e le vostre abitudini, alcune sono tanto diverse dalle mie. Volete conoscerle e fare un bel viaggio con me? bini sulla diversità: Oggi vi ho portato un mio vestito, la cosa da “Ma cosa c’è disegnato?” mangiare che mi piace tanto e poi ho mandato “Ma io no capisco cosa vuol dire …” alla vostra scuola un video della mia nonna e le “Mi sembrano le scritte che ci sono dove mio sue amiche che fanno una ginnastica particolare fratello va a fare Karate “ … vedrete come si divertono ! Eravamo curiosi di scoprire il contenuto: cosa ci Se vi va ci sentiamo tra qualche giorno …. poteva stare in un pacco così? Ciao da Xiao Alla fine abbiamo scoperto che all’interno del Da qui la discussione ed il confronto con i bam- pacco c’erano bacchette e abiti tipici. Con l’aiuto dei nostri compagni di classe Cinesi, proviamo ad usare le bacchette ed ad entrare nei panni degli altri, mettendo i vestiti di questi amici. Parte così la nostra esperienza di ricerca-azione, coinvolgendo famiglie cinesi, o solo che sono andate in Cina, per far portare scuola qualunque cosa ci potesse far viaggiare fino alla Grande Muraglia… e così partono i ... nostri laboratori … Grazie al contributo dell’associazione “Ostrega” abbiamo ascoltato una storia che viene da molto lontano “Un cavallino viveva nella stalla con la madre e non era mai uscito di casa, né si era mai allontanato dal suo fianco protettivo. Un giorno la madre gli disse: - È ora che tu esca e che impari a fare piccoli commissioni per me. Porta questo sacchetto di grano al mulino! Con il sacco sulla groppa, contento di rendersi utile, il puledro si mise a galloppare verso il mulino. Ma dopo un po’ incontro sul suo cammino un fiume gonfio d’acqua che fluiva gorgogliando - Ma cosa devo fare? potrò attraversare? Si fermò incerto sulla riva. Non sapeva a chi chiedere consiglio. Si guardò attorno e vide un vecchio bue che brucava lì accanto. Il cavallino si avvicinò e gli chiese: - Zio, posso attraversare il fiume? - Certo, l’acqua non è profonda, mi arriva appena al ginocchio, vai tranquillo. Il cavallino si mise a galoppare verso il fiume, ma quando stava proprio sulla riva in procinto di attraversare, uno scoiattolo gli si avvicinò saltellando e gli disse tutto agitato: -Non passare, non passare! È pericoloso, rischi di annegare! - Ma il fiume è così profondo? - Chiese il cavallino confuso. - Certo, un amico ieri è annegato - raccontò lo scoiattolo con voce mesta. Il cavallino non sapeva più a chi credere e decise di tornare a casa per chiedere consiglio alla madre. Una favola cinese - Sono tornato perché l’acqua è molto profonda - disse imbarazzato, - non posso attraversare il fiume. - Sei sicuro? Io penso invece che l’acqua sia poco profonda - replicò la madre. - È quello che mi ha detto il vecchio bue, ma lo scoiattolo insiste nel dire che il fiume è pericoloso e che ieri è annegato un suo amico. - Allora l’acqua è profonda o poco profonda? prova a pensare con la tua testa. - Veramente non ci ho pensato. - Figlio mio, non devi ascoltare i consigli senza riflettere con la tua testa. Puoi arrivarci da solo. Il bue è grande e grosso e pensa naturalmente che il fiume sia poco profondo, mentre lo scoiattolo è così piccolo che può annegare anche in una pozzanghera e pensa che sia molto profondo. Dopo aver ascoltato le parole della madre, il cavallino si mise a galoppare verso il fiume sicuro di sé. Quando lo scoiattolo lo vide con le zampe ormai dentro il fiume, gli gridò: - Allora hai deciso di annegare? - Voglio provare ad attraversare. E il cavallino scoprì che l’acqua del fiume non era né poco profonda come aveva detto il bue, né troppo profonda come aveva detto lo scoiattolo. Ma anche danze e divertimento. Noi insegnanti tutto sommato, non siamo cosi lontani. non si è riusciti a trovare molto sulle danze per Non può esserci cucina senza spezie e quindi … bambini. Abbiamo chiesto alle famiglie cinesi e apriamo i nasi… contattato un esperto in sonorità interculturali Nulla si imprime nella memoria olfattiva dei Mirco Castello e insieme abbiamo scoperto nuo- bimbi come il profumo delle spezie, infatti orga- vi suoni e nuovi movimenti. Abbiamo ballato con nizzando sui tavoli spezie di tutti i tipi, ognuno i bimbi … e non solo … la danza del thè, quella ha riconosciuto quelle usate nella cucina di casa del cavallino, ed una benaugurale di inizio anno sua, e davvero ogni cultura ha i suoi aromi pre- sotto il dragone… feriti… ed ecco che Xiao ha subito ritrovato quel- Uhmmmm… tutto questo lavorare e giocare le più familiari : cannella, anice stellato, chiodi di mette appetito! garofano, pepe e chiodi di garofano. Ma … Abbiamo scoperto che per il popolo cinese il thè Anna : “ Beh, anche la mia mamma le sa usare ha una vera e propria ritualità, non è semplice- per far da mangiare” mente assumere una bevanda per dissetarsi. Bjordy: “ E anche la mia usa questa…” Nei nostri laboratori di cucina, con la collabo- Ed anche qui ci si ritrova tutti insieme seduti razione delle cuoche, abbiamo preparato il riso lungo la stessa via delle spezie … alla cantonese, il tofu, i vermicelli ed il cavolo Le tradizioni brasato, condito da qualche goccia di soia (immancabile nelle ricette cinesi). Tutti gusti particolari, ma che alcuni bambini hanno già assaggiato (“io questo lo mangio quando vado al ristorante”), questo a dimostrare che Ci sono però modalità che sono identificative di Senza quel abbigliamento così confortevole, al una cultura: popolo cinese non sarebbe possibile sperimen- insegn.“Con cosa mangiamo tutto il buon cibo tare l’antica arte del thai chi, quel muoversi si- che abbiamo preparato?” nuoso che mette in contatto con tutto l’universo, Luca: “Ovvio con la forchetta!” in una condivisione di energie. Pare che il thai Xiao: “ Io a casa con i bastoncini!” chi sia svolto al mattino, al sorgere del sole per Insegn. “Ed allora ci proviamo tutti, ma che bella poter meglio assimilare le energie necessarie esperienza ! “ per lo svolgimento delle attività giornaliere. Que- Dopo un po’, visto l’esito non troppo felice… sta strana ginnastica viene eseguita con una Akram: “ Io quando vado in Marocco dai miei musica che aiuta la meditazione. E’ un’arte così nonni mangio con le mani !” speciale che mette in sintonia corpo e mente, … ed ecco : ogni cultura risolve a suo modo … per partire alla grande con la giornata! Ma tradizione è anche l’abbigliamento, e così Rebecca: “Sembra quasi che le mani diventino si riprendono i vestiti arrivati come dono, li nuvole” ammiriamo e cerchiamo Natura di scoprirne di più, ad C’è un animale che più esempio il cappello e di ogni altro ricorda la quell’abbigliamento così Cina: il Panda gigante. comodo … Con i suoi occhioni Tradizioni, natura e .... cerchiati è divenuto anche simbolo del WWF … il Fior di Loto ecco a chi ci ha portato la ricerca sulla flora e la Tra le tante piante conosciute, si è scelto il Fior fauna di un paese grande come la Cina; di Loto, un fiore dai tratti semplici, delicato ma ma la Cina non accoglie solo il gigante “masche- robusto ed in atteggiamento di propensione rato”, ma anche altri affascinanti animali come verso l’alto e di apertura, quasi ad accogliere, l’anatra mandarina, la tigre di Amoy, il cammello assomiglia alle ninfee, ma non lo è, è carnoso bactranius… come le magnolie, ma non lo è … è un fiore tra Yash:” anche dove vivono i miei zii, in India, ci le culture ! sono le tigri, e sono grandi e feroci!” Ed è proprio UN FIORE di LOTO che tutte le Akram:” E dai miei zii ci sono i cammelli” scuole costruiranno e diventerà il dono che le E poi c’è un animale che popola le fantasie di diverse scuole si scambieranno in occasione molti, e che nelle feste Cinesi la fa da padrone, della festa. un animale mitico, ancestrale, che porta con sé paure ma anche buoni auspici: Il dragone ! Unità di Apprendimento: “ Sto bene con gli altri e li conosco” o “ Il villaggio più grande” Traguardi di competenza Sé e l'altro: sviluppa il senso dell'identità personale, ambientali; controlla lʼesecuzione del gesto, valuta il percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, esprimerli in modo sempre più adeguato; riflette, si nella danza confronta e discute con gli adulti e gli altri bambini e Immagini, suoni, colori: comunica, esprime emozioni, comincia a riconoscere la reciprocità di attenzione fra racconta utilizzando le varie possibilità che il linguaggio chi parla e chi ascolta; riconosce i più importanti segni del corpo gli consente; utilizza materiali e strumenti, della sua cultura e del territorio tecniche espressive e creative; segue con curiosità e Corpo e movimento: vive pienamente la propria piacere spettacoli di vario tipo corporeità; prova piacere nel movimento e sperimenta Discorsi e parole: Il bambino usa la lingua italiana, sa schemi posturali e motori, li applica nei giochi esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, individuali e di gruppo, anche con lʼuso di piccoli argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni utilizza in differenti situazioni comunicative Evidenze osservabili SE' E L'ALTRO Formula ipotesi e riflessioni sui doveri e verbale, danze, drammatizzazioni, giochi di mimo, sui diritti, sulla giustizia, sulla corretta convivenza, sulle esegue giochi di movimento individuali e di squadra rispettando i compagni, le cose, le regole regole, collabora nel gioco e nel lavoro, portare aiuto, IMMAGINI, SUONI, COLORI: comunica, esprime osservare le regole poste dagli adulti e condivise nel emozioni, racconta utilizzando il linguaggio del gruppo, osserva comportamenti rispettosi e di corpo/materiali e strumenti/tecniche espressive e accoglienza verso i compagni nuovi o portatori di creative, Realizza giochi simbolici, realizza manufatti elementi di diversità per provenienza, condizione, lingua plastici e grafici con accuratezza e utilizzando diverse tecniche manipolative e coloristiche CORPO E MOVIMENTO: Controlla i propri movimenti per evitare rischi per se e per gli altri; osserva compor- DISCORSI E PAROLE: Utilizza in modo pertinente parole e frasi imparate, recita brevi e semplici filastroctamenti atti a prevenire rischi, esprimere intenzionalmente messaggi attraverso il corpo: espressione non che, canta canzoncine imparate a memoria Conoscenze Abilità Partecipare attivamente alle attività, ai giochi (anche di gruppo), 1. IL SE' E L'ALTRO Le Regole fondamentali della convivenza nei gruppi di appartenenza, Usi e costumi di altri Paesi 2. CORPO E MOVIMENTO Il proprio corpo e i suoi bisogni, regole, spazi/ambienti 3. IMMAGINI, SUONI, COLORI Emozioni, strumenti e tecniche espressive/creative, gioco simbolico 4. DISCORSI E PAROLE Lessico di base per la gestione di semplici comunicazioni orali, principi essenziali di organizzazione del discorso alle conversazioni, Manifestare interesse per i membri del gruppo: ascoltare, prestare aiuto, interagire nella comunicazione, nel gioco,nel lavoro, collaborare con i compagni per la realizzazione di un progetto comune; aiutare i compagni più giovani e quelli che manifestano difficoltà o chiedono aiuto; conoscere l'ambiente culturale attraverso l'esperienza di alcune tradizioni e la conoscenza di alcuni beni culturali comunicare, esprimere emozioni, raccontare utilizzando il linguaggio del corpo/materiali e strumenti/tecniche espressive e creative, collaborare con gli altri, partecipare attivamente alle attività e ai giochi ascoltare brani musicali, comunicare, esprimere emozioni, raccontare, esplorare il materiale a disposizione e utilizzarli in modo personale riprodurre filastrocche e canzoncine, comunicare esprimere emozioni, raccontare utilizzando il linguaggio del corpo, materiali e strumenti tecniche espressive e creative O “INSIEME … LA FESTA È PIÙ GRANDE!” o … ( a seconda del tema della scuola ) … Contesto, Indicazioni generali a. Utenti destinatari: L'Unità di apprendimento si rivolge ai bambini di 5 anni delle scuole dellʼinfanzia aderenti al progetto b. Prerequisiti: conoscenza della lingua italiana, conoscenza di oggetti/materiali c. Fase di applicazione: GENNAIO/MAGGIO 2015 d. Tempi: momenti comunitari dove lanciare le attività a tutte i bambini; momenti in sezione per riprendere quanto fatto nei momenti comunitari, momenti di laboratorio dove approfondire e. Esperienze attivate: PRIMA TAPPA: dopo la situazione stimolo in cui il postino cinese consegna la lettera in cui Xiao chiede di voler condividere le sue esperienze, si problematizza con i bambini la situazione e si cercano soluzioni, coinvolgendo nella ricerca di materiali e spunti, lʼintera comunità, comprese associazioni e amministrazione. Condividendo con tutti gli attori il racconto di Xiao. SECONDA TAPPA : avendo a disposizione materiale di vario tipo, dare senso al tutto ed iniziare a dividerlo nei vari laboratori esperienziali del gusto (cucina), dellʼolfatto (le spezie), del tatto (i massaggi) , dellʼudito (musiche e ritmi) della vista (arte e scrittura) ed attività di drammatizzazione sia con la storia di Xiao, magari anche con le ombre cinesi. TERZA TAPPA organizzare lʼesperienza e documentarla con tutti gli attori coinvolti, iniziando a preparare il “Quaderno di viaggio “ ed il dono che verrà scambiato alla festa dellʼintercultura con le altre scuole coinvolte. QUARTA TAPPA condividere e divulgare lo strumento elaborato con i bambini, presentandolo alla comunità ed alla società civile. f. Prodotti: festa dellʼintercultura, trascrizione di frammenti di conversazione con i bambini; danza del Dragone, il costume cinese costruito con materiale di riciclo, il riso dellʼamicizia. Ecc… g. Metodologia: attiva di ricerca-azione, scoperta, ludica, co-costruttiva h. Risorse Umane: quelle interne sono le insegnanti, la coordinatrice e il resto del personale che lavora nell'ambiente scolastico; quelle esterne saranno un mediatore culturale che si occuperà dei momenti formativi dedicati agli adulti coinvolti nel periodo precedente alla festa, i genitori (cinesi e non solo), il gruppo alpini per la realizzazione della festa, lʼamministrazione comunale. i. Strumenti e Materiali: canzone “la danza del dragone”, favole cinesi, cartelloni, colori, materiale di riciclo, sussidi multimediali; l. Valutazione ciascuna insegnante, allʼinterno della sezione: - Periodicamente lʼinsegnante verificherà gli apprendimenti attraverso le conversazioni di gruppo in momenti formali e non; - Osservazione degli elaborati prodotti dal bambino e del gioco. PIANO DI LAVORO UDA FASI ATTIVITÀ 1 2 3 4 Problematizzare: uno strano postino (vestito da Cinese) arriva a scuola con un pacco misterioso. Contiene una lettera di un bambino Xiao, un mappamondo, un album di foto, un cd e un libro di favole del suo paese Acquisire: LA CINA ”: scopriamo chi abita la Cina, persone animali e vegetazione attraverso le favole e le musiche di Xiao Consolidare e integrare: Prepariamo il nostro costume con materiale di riciclo e impariamo la danza del dragone Generalizzare: la festa con tutti i bambini della provincia occasione per conoscersi e per condividere i prodotti realizzati nelle singole scuole. La cucina cinese. Per riassumere 3° la GRANDE FESTA CON TUTTI I BAMBINI le cose fino a DELLE ALTRE SCUOLE qui scoperte, Si lavora con grandi e piccini da qualche mese arriva l’amica per arrivare all’accoglienza degli amici che Lan Lan, che fa arrivano da tutta la provincia, e portano con sintesi di scrit- loro “vagoni” di diversità ! sarà un momento tura, calcolo, per giocare insieme e per condividere le nostre il significato di scoperte tra noi e non solo, sarà un’occasione buon auspicio per mamme e papà di conoscersi e fare nuove del Dragone amicizie, sarà un’opportunità per insegnanti di (simbolo dell’im- diverse scuole per fare rete, sarà una giornata peratore) e della speciale per le associazioni del nostro paese Fenice (mitico che ci aiuteranno ad accogliere tutti e a fare uccello simbolo festa. Insomma sarà un momento magico: dell’Imperatrice) 4* QUESTO DIARIO DI BORDO CHE ANCHE TU STAI LEGGENDO. Adesso anche tu conosci un pezzetto di mondo in più! La grande festa Testi: dott.Lorella Crema, Scuola dell’Infanzia M.O. Masaccio di Poggiana di Riese Pio X Progetto Grafico a cura della classe IVA - Indirizzo Grafica - Liceo Artistico “C. Rosselli” di Castelfranco Veneto Grafica ed impaginazione: Chiara Signor; fotografie: Chiara Signor, Laura Serragliio e Monica Sgarbossa