arcimboldo Anno 11 • Numero 1 • Dicembre 2012 Rivista di comunicazione e formazione dell’Istituto d’Istruzione “La Rosa Bianca - Weisse Rose” di Cavalese e Predazzo LA VAL DI FIEMME SI MOBILITA PER L’EMILIA a pagina 30 UNA SCUOLA, DUE SEDI a pagina 3 SONDAGGIO QUANTI CONOSCONO LA ROSA BIANCA? a pagina 14 L’Arcimboldo Anno 11, numero 1, dicembre 2012 Quadrimestrale Registrazione al Tribunale di Trento n. 1176 del 17.04.2003 Una scuola, due sedi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Editore: Istituto di Istruzione “La Rosa Bianca - Weisse Rose” di Cavalese - Via Gandhi, 1 Direttore Responsabile: Michele Zadra Direzione e Redazione docenti: Fabio Dellagiacoma, Franca Vinante Nadia Riparini, Paola Abbruzzo, Patrizia Sacchi Redazione studenti: Alessia Felicetti 3CT, Andrea Pulisci 4ES, Anna Dellagiacoma 5RA, Asia Benedetti 3CT, Carlotta Seber 2RB, Chiara Morandini 3CT, Claudia Cestari 3BS, Daniela Zorzi 3CT, Debora Grandi 2AL, Deborah Cristellon 3BS, Elisa Calligari 1BC, Elisa Vaia 3RA, Emily Molinari 3CT Francesca Borgonovo 2AL, Francesca Vinante 3CT, Giulia Smaniotto 3BS, Giuseppe Milazzo 5DT, Jessica Defrancesco 3RA, Kevin Defrancesco 1BC, Lara Tonini 3RA, Laura Sirigu 3AL, Laura Zanna 3AL, Luana Vinante 4RB, Luna Polato 1BC, Mara Ferrante 3AL, Maria Chiara Bazzanella 2AL, Martina Dellagiacoma 3CT, Martina Vinante 3AL, Martina Zeni 3CT, Roberta Chiocchetti 2RB, Romeo Bellon 4ES, Sabina Sani 5CSS, Sabrina Monsorno 5CSS, Sara Longo 2AL, Sara Segantin 3AL, Silvia Poli 3FSU, Simona Ugolotti 2AL, Valentina Giacomelli 5AL, Valentina Aliprandi 5CSS, Veronica Dellantonio 3CT, Veronica Dellantonio 3CT Revisore di bozze: Gabriella Lanzinger Fotocomposizione: El Sgrif di Mich Severiano • Tesero Stampa: Grafiche Futura Via della Cooperazione, 33 38123 Loc. Mattarello • Trento Proprietà letteraria riservata Istituto di Istruzione Superiore di Cavalese e Predazzo “La Rosa Bianca - Weisse Rose” Via Gandhi, 1 - 38033 Cavalese (Tn) Tel. 0462 341449 - Fax 0462 248071 Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai rispettivi autori che si assumono ogni responsabilità di natura civile e penale. È vietata la riproduzione totale o parziale degli articoli senza la citazione della fonte. [email protected] 2 La spia perfetta? Ce l’hai in tasca ........................4 Sprechen Sie Deutsch? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Job day . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Segnali di fumo, sospiri di vento... ....................... 6 L’indirizzo turistico punta al russo: l’est sbarca nelle nostre valli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Avventure a “Lucca Comics”! Strongmanrun ............................. 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Viaggio premio all’estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Ha senso sfidare la “fortuna”? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Quanti conoscono la Rosa Bianca? ...................... Croce Bianca, volontari protagonisti I nuovi rappresentanti d’istituto! 14 .................... 16 ........................ 17 Dalla fisica al teatro per passione Intervista ad Andrea Brunello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Glam metal, dagli anni ‘80 con furore! . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Doberman, sfatiamo i soliti pregiudizi! . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Pet therapy, un aiuto a quattro zampe . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Il saper vivere di donna Letizia I “fari” nel mare della scuola .......................... 23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Omofobia, soltanto follia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Marco Simoncelli, il supersic del motociclismo italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Alla scoperta dell’Europa ................................ 28 Contribuiamo alla costruzione della palestra per le scuole di Mirandola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Guai e conseguenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 La rubrica della creatività. Pensare, dire, fare... . . . . . 32 Com’è stata questa Deutschland? Esperienze estive all’estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 8 fobie che affliggono noi studenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 UNA SCUOLA, DUE SEDI utti sanno che l'istituto “La Rosa Bianca” ha due sedi. Tutti sanno che queste due sedi sono a Cavalese e a Predazzo. Tutti sanno che tra queste due sedi non c'è molto "feeling". Ma allora, perché nessuno fa qualcosa per cambiare questa situazione? Per noi, il primo passo per risolvere un problema è accorgersi che questo problema esiste: se tutti se ne fregano e continuano ad andare per la propria strada, ovviamente le cose non cambieranno mai. Se, invece, qualcuno inizia a far notare che c'è qualcosa che non va, le possibilità di risolvere il problema aumentano. Per questo, noi abbiamo deciso di parlarne. Abbiamo notato che le due sedi, pur facendo parte di un istituto unico, sono profondamente divise; questo non è affatto positivo, perché invece di collaborare e aiutarsi a vicenda ci ostacoliamo. Siamo consapevoli che la sede di Cavalese è più grande e ha più "peso" (c’è il triplo degli studenti), ma questo non implica che la sede di Predazzo sia meno importante o da scartare. Ovviamente, anche se in entrambe le T scuole ci sono studenti più o meno motivati, studenti che hanno voglia di partecipare attivamente a progetti extrascolastici e studenti non interessati, la sede di Cavalese - appunto, avendo più studenti - ha più possibilità di trovare persone interessate. Tralasciando i progetti specifici per determinati indirizzi di studio, ci siamo accorte che molti altri progetti proposti alla sede di Cavalese non vengono proposti alla sede di Predazzo e, in misura minore, nemmeno viceversa. Ma di chi è la colpa? Per noi è un po' da entrambe le parti: generalizzando molto, la colpa è sia della sede in cui nasce il progetto, che dovrebbe coinvolgere di più gli studenti dell'altra scuola, sia degli stessi studenti che non si lasciano coinvolgere e poi magari si lamentano perché non hanno mai la possibilità di fare qualcosa di diverso dalle solite lezioni. Questo vuole essere un invito a lavorare di più, a lavorare insieme, a collaborare senza pregiudizi, studenti di una sede e dell'altra, per poter migliorare INSIEME la NOSTRA scuola. Emily Molinari, Francesca Vinante, e Veronica Dellantonio, 3CT 3 LA SPIA PERFETTA? CE L’HAI IN TASCA olo a sentire parlare di spionaggio probabilmente sarà venuto in mente anche a voi qualche personaggio in stile "James Bond" intento a cercare le cimici nascoste dagli agenti nemici dietro ogni angolo e in ogni posto immaginabile (e non). Ma ormai queste storie riguardano il passato: al giorno d'oggi la diffusione sempre più capillare di internet sta portando verso la nascita di un nuovo tipo di sorveglianza, che non ha un obiettivo solo, ma decine di migliaia (o milioni): una sorta di "spionaggio di massa" che ha come scopo la raccolta dei dati personali degli utenti della rete. Infatti gran parte dei servizi ai quali ci si iscrive tramite il web immagazzinano informazioni riservate sul nostro conto, che poi sfruttano per gli scopi più disparati, in molti casi ai limiti della legalità. Probabilmente l'esempio più facile da citare è dato da Facebook: il famoso social network raccoglie nei suoi "database" informazioni sui milioni di utenti che lo utilizzano, e le sfrutta per creare una "pubblicità su misura" da somministrare singolarmente ad ogni utente in modo da ricevere il maggior guadagno possibile: se ad un utilizzatore interessa un particolare argomento, gli verrà proposta S 4 una serie di spot riguardanti proprio quell'ambito. Negli ultimi anni inoltre sono arrivati dei nuovi alleati per questi cacciatori di informazioni: gli "smartphone". Infatti attraverso i telefonini di ultima generazione è possibile non solo ricavare i dati forniti personalmente dall'utente, ma conoscere tutte le informazioni che passano attraverso questi dispositivi. Sono di pochi mesi fa le notizie riguardanti vari scandali scoppiati proprio riguardo alla raccolta di dati personali tramite questi prodotti: dai cellulari in grado di tracciare tutti gli spostamenti del proprietario grazie al sistema GPS, a quelli capaci di rilevare ogni singolo tasto premuto sul telefono e trasmetterlo via internet. Così chiunque possieda questi dati è in grado di sapere non solo nome e cognome dell'utilizzatore, ma qualunque contatto lui abbia nella vita pubblica e privata: dai familiari più stretti alle conoscenze più remote. Fortunatamente, benché circolino spesso notizie riguardanti fughe di dati, questa pratica al momento sembra non aver portato danni ai singoli individui. Ma resta comunque un rischio. Voi direste tutto su di voi ad un perfetto sconosciuto? Andrea Pulisci, 4ES SPRECHEN SIE DEUTSCH? n alcune scuole superiori non viene insegnato il tedesco, perché? Perché non viene approfondito anche nel triennio, dato che qui in Trentino siamo quotidianamente a stretto contatto con persone che lo parlano? È alquanto contraddittorio il fatto che si comincino ad insegnare fin dall'asilo, sotto forma di gioco, le prime basi della lingua tedesca per poi arrivare alle superiori e trovarlo solo nel biennio o addirittura scoprire che è assente. È vero, il tedesco è una lingua difficile, con complicate regole grammaticali, ma con un po' di impegno si può riuscire ad apprendere. Da un po’ di tempo è passato in secondo piano nell’insegnamento, forse perché in un mondo ormai globalizzato l’inglese è diventata la lingua per eccellenza, tra l’altro molto più semplice da imparare. L’inglese è applicato ormai quotidianamente in molti settori e, anche oltre confine, è considerato la secon- I da lingua, dopo la lingua madre. Benissimo, ma non dimentichiamo che noi trentini siamo a due passi da chi parla il tedesco. Il Trentino, terra a vocazione soprattutto turistica dovrebbe sapere quanto sia importante mantenere rapporti stretti con gli Stati confinanti, se non altro per interessi economici. Visto che, come si dice, i giovani sono il futuro, diamo loro una possibilità in più, magari proprio insegnando loro il tedesco. Carlotta Seber, 2RB JOB DAY! uest'anno l’UnionCamere ha proposto alla nostra scuola di partecipare, insieme a molte altre scuole di tutta Italia al "Job Day". A settembre si è tenuto un incontro per gli studenti di terza e quarta superiore in cui ci è stato spiegato questo progetto: tutti gli interessati potevano ritirare i questionari per iscriversi e i quindici ragazzi più veloci nel consegnarli sono stati selezionati per partecipare al "Job Day". Nei questionari erano contenute domande specifiche per capire quale tipo di lavoro è più adatto a noi, e la scuola, in base alle nostre risposte, ci ha mandato in diversi luoghi nei quali abbiamo avuto modo di affrontare una giornata nel mondo del lavoro (da qui il nome "Job Day"). Questi sono gli ambienti dove siamo potuti andare per capire cosa vuol dire lavorare: studio di commercialisti, studio di un notaio, uffici nel Comune di Q Predazzo e Fondazione Kessler. Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi che hanno partecipato a questo progetto se ripeterebbero l'esperienza e la risposta è stata positiva: infatti ci hanno detto che anche se una giornata è poco, si capiscono di più i meccanismi del mondo del lavoro e si impara davvero tanto sull'attività scelta... Ma non è finita qui! Dopo aver affrontato questa giornata di lavoro abbiamo preparato tutti una presentazione in "power point" per spiegare la nostra esperienza, ma non in modo noioso, anzi ci è stato chiesto di farlo nel modo più simpatico e leggero possibile. Manuel Morandini e Martina Gilmozzi, che hanno presentato i lavori migliori, avranno la possibilità di andare a Roma per esporre i loro video ai vincitori delle altre scuole che hanno partecipato al progetto. Mara Ferrante, 3AL 5 SEGNALI DI FUMO, SOSPIRI DI VENTO … ll'inizio di quest'anno il piano giovani di zona fiemmese, con l'appoggio e il finanziamento della Provincia, ha organizzato il concorso "non mandare in fumo il tuo week-end" a cui la nostra classe, ora 3AL, ha partecipato insieme ad altre classi delle scuole della valle. L'obiettivo era far capire ai giovani i rischi e le problematiche del fumo attraverso vari lavori e iniziative attuati da noi ragazzi. A pensare adesso a tutte le ore passate a ragionare su cosa e come fare, che progetti portare avanti e quali iniziative sviluppare, sembra quasi impossibile il fatto di essere riuscite a realizzare un'impresa del genere! Abbiamo disegnato due manifesti, preparato un libretto (che presto verrà distribuito nelle scuole), scritto e cantato una canzone, girato un filmato … pomeriggi e pomeriggi di lavoro insieme che ci hanno unite più di quanto si possa immaginare, che ci hanno permesso di conoscerci meglio seguendo la strada di un lavoro volto alla lotta contro il tabagismo giovanile e il fumo in generale, al rispetto della salute e al perseguimento di uno stile di vita sano. Abbiamo passato tanto tempo in compagnia, per la realizzazione di questo progetto che ci entusiasmava sempre più e nel quale credevamo veramente. Ovviamente ci sono stati momenti di difficoltà in cui abbiamo pensato di mollare e momenti in cui il carico di lavoro, unito al peso delle ultime interrogazioni e verifiche dell'anno, sembrava diventare insostenibile, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Non vi dico la nostra gioia quando ci hanno comuni- A cato che avevamo vinto nientemeno che un viaggio in barca a vela! Così siamo partite alla volta di Chioggia, dove ci siamo imbarcate sull'Amanda e la Marada … Nei giorni seguenti abbiamo avuto l'occasione di visitare tutte le isole della laguna veneta, di vedere piazza San Marco allagata alla luce delle stelle, di navigare in mare aperto e di assistere al sorgere dell'alba sulla spiaggia. Abbiamo potuto provare a guidare la barca e prendere il sole a prua intanto che il dondolio delle onde ci cullava, rinfrescandoci ogni tanto con qualche spruzzata di acqua salata, mentre il sole caldo ci scaldava con i suoi raggi dorati e il vento ci scompigliava i capelli … Abbiamo avuto modo di "metterci nei panni dei marinai" per qualche giorno, aiutando gli skipper a manovrare la barca, imparando a fare un sacco di nodi strampalati e a spiegare le vele! È stata un'esperienza nuova ed entusiasmante per tutte, che ci ha fatto divertire, ma allo stesso tempo ci ha permesso di metterci in gioco e soprattutto di rafforzare ulteriormente il nostro spirito di gruppo, vivendo insieme una vacanza un po' particolare e decisamente unica che ci siamo guadagnate con il nostro impegno e il cui ricordo rimarrà per sempre dentro di noi … Quindi …alla prossima avventura!! Mara Ferrante, Sara Segantin, Martina Vinante, Laura Sirigu e Laura Zanna, 3AL 6 L’INDIRIZZO TURISTICO PUNTA AL RUSSO: L’EST SBARCA NELLE NOSTRE VALLI ue anni fa, grazie all'ultima versione della riforma nazionale e provinciale, nacque il nostro indirizzo, quello turistico. Si tratta di un indirizzo rivoluzionario, non prettamente legato all'economia, ma orientato verso il turismo, in particolar modo quello montano, che riguarda le nostre valli. L'obbiettivo che questo indirizzo persegue è quello di formare giovani in grado di saper gestire al meglio agenzie viaggi, alberghi e varie strutture ricettive al fine di soddisfare pienamente la domanda turistica. Viene seguito un percorso diverso rispetto all'indirizzo "marketing" per quanto riguarda l'economia: l'economia aziendale viene sostituita dall'economia turistica, dimezzando le ore che si dedicano ad essa. Questa materia, più discorsiva della precedente, dà meno importanza alla parte matematica, spostando l'attenzione sul turismo e sull'organizzazione dei viaggi e soggiorni. A differenza del classico "ITC" viene data anche maggiore importanza allo studio delle lingue, offrendo D così la possibilità di poter lavorare nell'ambito del turismo. Nel corso del terzo anno, infatti, durante la settimana, vengono destinate tre ore al tedesco, quattro ore all'inglese e quattro al russo. La scelta della lingua russa è stata presa considerando che una parte consistente degli arrivi nelle nostre valli proviene dall'Est europeo. Le lezioni inizialmente sono state un po' complicate, infatti, c'è grande diversità tra il parlato e la scrittura della lingua. Come si sa, il russo adotta l'alfabeto cirillico che comprende lettere totalmente diverse dalle nostre e che hanno una pronuncia, almeno per chi parla altre lingue, piuttosto complicata e bizzarra. Abbiamo avuto una grande fortuna nel trovare un'insegnante eccellente in grado di coinvolgerci nelle lezioni e farci apprezzare fin da subito la lingua. Quest' insegnante, Silvia Pederzolli per motivi personali purtroppo ha dovuto lasciare l'incarico. Fortunatamente il suo posto è stato preso da Elena Ostakhova, la quale è altrettanto qualificata. Essendo di madrelingua non può comprendere fino in fondo quali siano le nostre difficoltà, ma è comunque molto paziente e disponibile. Speriamo che quest'indirizzo ci possa offrire ulteriori opportunità di lavoro e di viaggiare, dandoci così la possibilità di scoprire e apprezzare le numerose culture del nostro meraviglioso mondo. Alessia Felicetti, Chiara Morandini, Daniela Zorzi, Martina Dellagiacoma, 3CT 7 AVVENTURE A er chi non lo sapesse il "Lucca Comics and Games" è una fiera che si svolge a Lucca (Toscana) verso fine ottobre, inizio novembre. È dedicata a fumetti, manga (fumetti giapponesi), videogiochi, giochi di carte e da tavolo, animazione e mondi fantasy e fantascientifici. Ha anche sezioni dedicate alla cultura giapponese e alla musica. È la terza fiera più grande al mondo, dopo il Festival International de la Bande Dessinée d'Angoulême in Francia e il Comiket di Tokyo. Nell'edizione del 2012 hanno partecipato circa 180 000 persone, con una punta di 56.000 visitatori per la terza giornata. La particolarità più suggestiva di questa manifestazione è senza dubbio la sfilata "cosplay". Non tutti forse conoscono questo termine (costum player): sono coloro che si travestono da personaggi di manga, fumetti, videogiochi, film, libri … Il "Lucca Comics and Games", prima di arrivare, sembrava una cosa lontana, quasi leggendaria. Non riuscivamo a crederci: stavamo andando alla terza fiera fumettistica più grande al mondo. Il primo giorno, eravamo tutte esaltate: nemmeno la sveglia alle 4 di mattina ci aveva "sedato". Il viaggio è stato tranquillo (ovviamente si fa per dire: non so quanto possano essere considerate tranquille sette ragazze che nemmeno provavano a tenere a bada la loro emozione), il problema è stato l'arrivo. Riuscire a trovarci tutte è stata un'impresa a dir poco titanica: P 8 il punto di ritrovo era il Japan Palace, una struttura dove all'interno potevi acquistare Action Figure, gadget, parrucche, materiali per il disegno … insomma, di tutto. Fin qui, tutto bene. Il problema era la massa di gente che si era radunata in quel punto: la piazza era completamente piena. C'erano i "cosplayer" circondati dai fotografi, che si aggiustavano trucco e parrucca, che si stavano vestendo perché i camerini erano pieni e strapieni. E poi c'eravamo noi, cinque ragazze di cui quattro in "cosplay" che stavano cercando le altre due. Come punto di riferimento non potevamo prendere il "cosplay" di una delle due: in quella piazza c'erano come minimo 10 "cosplay" identici. Dopo esserci finalmente radunate, la nostra avventura è incominciata. Riuscire a trovare la strada, i primi giorni, era impossibile. I “LUCCA COMICS”! viottoli erano tutti identici, due delle quattro piazzette principali erano sistemate in modo identico e sembrava di essere nello stesso punto. Poi andavi avanti e scoprivi che era piazza Napoleone, non tutta, ma... Bonaparte, questa era una delle classiche risposte/battute che giravano quando chiedevi "è piazza Napoleone?" e non piazza San Romano. Poi magari cercavi di capire dove ti trovavi e puntualmente arrivava il classico "scusa, posso farti una foto?" che mandava all'aria tutto: non fraintendetemi, ciò ti faceva sentir speciale, ma mandava in frantumi tutto il lavoro fatto sulla cartina. Avevamo tutte un senso dell'orientamento pessimo. Un esempio: dovevamo arrivare nel punto dove vendevano manga usati, da collezione, ecc … Prendiamo fuori la cartina, arriviamo dall'altra parte della piaz- za e dopo un quarto d'ora scopriamo di essere state in quel punto tutto il tempo. Insomma, fra divertimenti e gioia, i problemi come questo erano all'ordine del giorno. Ma siamo tutte rimaste sorprese dall'efficienza della sicurezza: in un posto così affollato, pensavi come minimo di doverti tenere il portafoglio nelle mutande. E invece, il portafoglio è stato comodo in borsa e su sette ragazze, nessuna di noi è stata derubata. Pensando che eravamo in 150.000 circa in un centro storico che può ospitare mediamente 80.000 persone … è davvero un buon risultato! Parlando per esperienza personale, ad un certo punto, c'è stato pure un altro tipo di problema: come spiegare a dei "cosplayer" inglesi la strada per arrivare al Japan Palace se nemmeno tu sai come arrivarci? Semplice, non gliela spieghi. E cosa fai se questi insistono? Tiri fuori la tua cartina. Eravamo nel bel mezzo di una via non segnata, ovvero Via delle Trombe. Come orientarsi? Bel mistero. Mi hanno ringraziata e sono andati in cerca di qualche punto segnato sulla cartina … derubandomi della mia, di cartina. L'esperienza più traumatizzante e allo stesso tempo divertente è stata il secondo giorno, quando per tornare abbiamo dovuto prendere il treno. A fare il biglietto non c'era una vera e propria fila: c'era una massa di persone che si accalcava allo sportello. Stessa cosa per andare al binario: una miriade di 9 persone che cercavano di arrivare al sottopassaggio, che puntualmente era chiuso. Quando (dopo un'ora di agonia) abbiamo raggiunto il binario tre ed è passato il treno, abbiamo scoperto che non andava a Viareggio e che quindi avremmo dovuto aspettare quello successivo. La nostra frustrazione è stata immensa, ma in tutta quella confusione abbiamo fatto conoscenza con un professore che aveva già sperimentato questa cosa. Mentre noi stavamo pensando a un possibile sviluppo della questione alla Hunger Games (sì, ci aspettavamo che solo l'ultimo rimasto sarebbe salito sul treno), lui pensava a uno sviluppo alla Battle Royale (quindi, più o meno ci siamo) oppure al cannibalismo: soluzione drastica ma che avrebbe funzionato sia per il posto che per la fame. Eravamo tutte d'accordo. In treno eravamo tutti ammassati: nessuno poteva passare. Noi eravamo sedute sugli scalini, per poi passare ad essere sedute dove c'erano le porte. Ma abbiamo conosciuto tantissimi altri "cosplayer", che come noi, provavano il treno per la prima volta. Ci siamo tutti ripromessi: "La prossima volta: auto o noleggio pullman". Martina Zeni, 3CT stata veramente un'esperienza indimenticabile, che ci ha permesso di vivere per tre giorni in una sorta di mondo fantastico nel quale volti, immagini, parole, si mischiavano in un magico oceano di colori e sensazioni. Migliaia di persone che ridevano, gridavano, scherzavano … abbiamo incontrato moltissimi ragazzi e ragazze da tutta Italia con i quali abbiamo avuto modo di trascorrere momenti indimenticabili e assolutamente irripetibili! È 10 Una delle cose più belle era incontrare per strada i personaggi del proprio film, videogioco, o fumetto preferito, abbracciare qualcuno solo perché ti era simpatico, fermarsi a chiacchierare lungo la strada con tutti, fare foto ai costumi più belli e farsi fotografare dagli altri "cosplayer" … Una cosa però bisogna dire: al "Lucca Comics and Games" o ci vai in "cosplay" o ti perdi tre quarti del divertimento! E la sera, quando era l'ora di tornare a casa, migliaia di persone accalcate lungo i binari della stazione, ad aspettare i treni che inevitabilmente arrivavano con ore di ritardo e poi tutti schiacciati nei vagoni, senza un centimetro di spazio libero … ancora una volta abbiamo avuto modo di verificare l'efficienza di Trenitalia, per la quale 200.000 persone sono troppo poche per poter scomodare qualche treno in più e risolvere i problemi … c'è però da dire, che il nostro viaggio in treno è stata una delle esperienze più belle: tutti vestiti con costumi coloratissimi, a cantare e ridere nei vagoni e a raccontarsi della giornata appena trascorsa...quando finalmente siamo arrivati è stato tutto un abbracciarsi e salutarsi affettuosamente, sventolando i fazzoletti bianchi e promettendoci che ci saremmo rivisti … Insomma, ne è valsa la pena! E così, sabato sera, quando siamo partiti, è stato con un po' di tristezza che abbiamo salutato le piazze piene di vita e le vie affollate della storica città toscana e i nuovi amici che vi avevamo trovato, ma il nostro non è stato un addio: perché nell'aria aleggia ancora la promessa di un 'arrivederci al 2013' … Sara Segantin, 3AL STRONGMANRUN on più di 2.600 partecipanti, "Strongmanrun" è stato il primo evento del suo genere in Italia; 12 ostacoli, 18 chilometri e tanto sudore (e ancor più divertimento!) hanno messo alla prova uomini e donne da tutta la nazione il 29 settembre 2012 a Rovereto. In questo evento, paragonabile al famoso programma televisivo "Takeshi's Castle", i concorrenti dovevano superare svariati ostacoli, dalla "corsa tra gli pneumatici" allo "snowboard" sulla schiuma, scavalcando, tra una prova e l'altra, muri di balle di fieno. Per sdrammatizzare e non dar peso alla fatica, molte persone si sono travestite, chi da Banda C Bassotti, chi da tigre sexy, chi da Batman e Robin e chi da zombie. Il risultato di tutto questo è stata una giornata passata all'insegna delle risate da parte del pubblico e partecipanti stessi, che hanno dimostrato, oltre a coraggio e sprezzo del pericolo, un modo alternativo di fare sport e di passare una giornata in compagnia. Speriamo che diventi una vera e propria tradizione; per il momento sappiamo solo che "Strongmanrun" avrà luogo anche il prossimo anno a Rovereto. Laura Zanna e Mara Ferrante, 3AL 11 VIAGGIO PREMIO ALL’ESTERO mmaginate una classe di terza ragioneria che, coordinata dalla prof. Baccolo e con l'aiuto dei compagni di una quarta, viaggia alla ricerca della bellezza e della storicità della regione Istriana, stabilendosi a Rovigno per poi dirigersi verso Pola, le Isole Brioni, Moncodogno ed altri luoghi interessanti sia dal punto di vista didattico che da quello puramente turistico. Armati di macchine fotografiche e telecamere, abbiamo documentato l'intero viaggio in un video reportage di pochi minuti, in cui tra un tuffo in piscina ed un tramonto mozzafiato visto dalla spiaggia di Rovigno siamo riusciti ad infilare diverse nozioni storiche, mettendo in luce alcune delle ragioni per cui tutti, prima o poi, dovrebbero visitare l'Istria. Ed è così che l'attuale IV B della quale faccio parte è arrivata fra le otto finaliste per il concorso "Classe Turistica", promosso dal Touring Club Italiano in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, ed è di conseguenza partita per quattro giorni di full-immersion nella storia (ma non solo) a Grado, dal 17 al 20 ottobre. Già dalla prima sera abbiamo avuto modo di ricevere i saluti delle autorità che, nei giorni seguenti, hanno tenuto le brevi conferenze a cui siamo stati invitati ad assistere ed hanno consegnato le targhe alle classi vincenti. La premiazione ha avuto luogo il giorno successivo I al teatro Cristallo di Grado e la mia classe si è aggiudicata il secondo posto per la sezione "Viaggio in Istria Fiume Dalmazia". Siamo stati molto orgogliosi che, fra le oltre 500 classi in gara, la giuria abbia premiato proprio noi e la nostra dedizione nel realizzare il progetto. La stessa giornata è stata dedicata all'escursione nelle città di Grado ed Aquileia, mentre per il penultimo giorno il programma prevedeva una serie di visite guidate in alcuni luoghi storici della Venezia Giulia, come il Sacrario Nazionale di Redipuglia e la Risiera di San Sabba; alcuni di essi erano già stati visitati da noi in occasione nel nostro primo viaggio sul confine orientale italiano ma rimangono senz'altro coinvolgenti emotivamente. Dopo il pranzo a Pirano e la visita al castello di Gorizia ci siamo diretti all'Hotel Internazionale per la cena finale a buffet, seguita da balli scatenati nell'area adibita a discoteca. Sulla strada del rientro, durante l'ultima mattinata, ci siamo fermati per l'ultima tappa a Palmanova, città fortezza in provincia di Udine, dove c'è stato tempo per un caffè e due chiacchiere in compagnia. Durante le giornate passate insieme abbiamo avuto modo di conoscere gli altri ragazzi, che da avversari si sono trasformati in amici, di divertirci, ma anche di apprendere tante cose nuove. Personalmente, ho imparato e ricorderò molto più di quello che sarei riuscita ad assimilare da un paragrafo di storia, anche le date ed i nomi che nelle interrogazioni spesso sono i più difficili da ricordare. Perché si sa, "facendo" si impara molto più che "studiando". La scuola dovrebbe essere fatta di progetti, per cui il mio consiglio è uno solo: Proponete, proponete, proponete! Luana Vinante, 4RB 12 HA SENSO SFIDARE LA “FORTUNA”? fine settembre le classi del triennio dell'indirizzo delle scienze sociali si sono recate a Rovereto per partecipare alla quinta edizione dell'incontro nazionale sull'educazione. Educa quest'anno ha proposto come interrogativo principale:"Cosa farà da grande?" ovvero quale sarà il futuro dei nostri figli, come sarà il loro domani. Bisogna infatti riflettere sul fatto che moltissimo di ciò che loro saranno nel futuro dipende anche da noi, da come siamo e non solo da cosa facciamo. Educa per questo si è posta l'obbiettivo di condividere questo interrogativo e magari di poterlo cambiare in "Cosa sarà da grande?". Tra i vari seminari, incontri e conferenze ci ha colpito il laboratorio formativo "Sfidiamo la sorte" a cura dell'associazione A.M.A. - Auto Mutuo Aiuto Onlus di Trento. Questo progetto ha suscitato in noi molto interesse in quanto era incentrato su una tematica vicina a noi giovani: il gioco d'azzardo. Slot machine, roulette, dadi: numeri e colori sembrano unirsi in combinazioni magiche. Ma è solo apparenza. Dietro ad ogni gioco d'azzardo ci sono precisi calcoli matematici. Sperimentando giochi probabilistici abbiamo potuto sfatare false credenze e avere informazioni corrette e precise sul fenomeno. A Attraverso esempi, le volontarie dell'associazione ci hanno fatto riflettere sul grave problema del gioco d'azzardo già presente da molti anni in Italia. Uno di questi consisteva nell'aprire l'elenco telefonico e puntare il dito a occhi chiusi pensando a un conoscente: ci sono meno probabilità di vincere al “gratta e vinci” che riuscire ad indicare la persona pensata. Inoltre l'associazione, attraverso la visione di un filmato, è riuscita a sensibilizzarci relativamente all'eccessivo spreco di denaro da parte degli italiani dovuto all'utilizzo delle slot machine. Quindi, vale la pena sfidare la fortuna perdendo tempo e soldi che, oggi come oggi, sono fondamentali per la propria vita e per le proprie condizioni di benessere? Valentina Aliprandi, Sabina Sani e Sabrina Monsorno, 5CSS 13 QUANTI CONOSCONO (1) chi è intitolata la nostra scuola? Qual è il significato di questa intitolazione? E quanti indirizzi ha la "Rosa Bianca"? C'è la percezione che non molti in Fiemme e Fassa conoscano le risposte corrette a questi quesiti ed anche all'interno della scuola la risposta a queste domande, soprattutto alla seconda, trova qualcuno ancora impreparato. Diamo subito le risposte: l'istituto di istruzione di Cavalese e Predazzo si chiama "Rosa Bianca - Weisse Rose" ed è intitolato alla memoria di un gruppo di studenti tedeschi che nei primi anni quaranta si opposero in modo non violento al nazismo. Gli indirizzi sono in tutto sette: scientifico, linguistico, tecnico-ambientale, sociale, Ipc, tecnologico, ragioneria, turistico. Noi, studentesse della "Rosa Bianca - Weisse Rose" di Cavalese e Predazzo abbiamo deciso di fare una verifica su questi quesiti. Il sondaggio è stato svolto sia durante alcuni pomeriggi, chiedendo alla gente in alcuni paesi delle due valli cosa sapeva del nostro istituto, sia a scuola agli studenti delle prime classi. L'idea di fare un sondaggio, come detto, è partita dal fatto che ci siamo accorte che la maggior parte della A (5) 14 (2) gente non conosce il significato della denominazione attribuita alla nostra scuola e cosa c'è al suo interno. Pensavamo poi che almeno gli studenti di tutte le classi prime conoscessero il significato, ma ci siamo sorprese vedendo alcune risposte trascritte sui moduli raccolti nelle varie classi. In generale tra le prime classi le risposte raccolte sono risultate esatte anche se non sono mancati errori. Le risposte delle persone che abbiamo interpellato nei vari paesi sono state invece spesso sbagliate e addirittura molti non hanno saputo rispondere. Andando nel dettaglio dei dati, il sondaggio nelle prime classi ha coinvolto 180 studenti: 177 di loro hanno saputo dire esattamente che la scuola è intitolata alla "Rosa Bianca" (2). 135 di loro hanno attribuito il significato giusto di questa denominazione (4) con altri 45, un quarto del totale, che hanno dato altre risposte previste dal sondaggio ma errate o hanno scelto il "non so". Va un po' meglio con la domanda sul numero di indirizzi (8), obbiettivamente più impegnativa vista la coesistenza nella scuola di indirizzi classici e nuovi a seguito dell'ennesima riforma, sette, azzeccati da 151 stu(6) LA ROSA BIANCA? (3) denti. Alla domanda finale che chiedeva almeno tre degli indirizzi (6) ne è uscita una classifica che vede al primo posto lo scientifico con 139 voti, al secondo il linguistico con 135, quindi il sociale con 117, tecnologico con 72, ragioneria con 60, turistico con 46, Ipc con 5 e altri con 7. Andando ad analizzare i dati delle interviste realizzate in vari centri, grandi e piccoli, di Fiemme e Fassa, su un campione di un'ottantina di intervistati, oltre i tre quarti del totale, 61 hanno saputo dire che la scuola è intitolata alla "Rosa Bianca" (1) però meno della metà, 31 o il 39%, hanno dimostrato di conoscere il significato esatto (3). Il 64%, 51 intervistati, ha indovinato il numero esatto di indirizzi della scuola (7) e tra gli indirizzi ricordati (5), il linguistico ha avuto 53 voti, lo scientifico 51, il sociale 49, la ragioneria 39, il tecnologico 35, il turistico 12, l'Ipc 11 e altri 3 voti ad altri indirizzi tra i quali classico. Da questi dati esce un quadro assai vario: le prime classi escono abbastanza bene anche se non si può fare a meno di sottolineare che 45 studenti di prima non conoscono il significato di "Rosa Bianca". Per quanto riguarda la gente intervistata nei paesi, è da sottolineare che (7) (4) quasi una persona su quattro ignora il nome della scuola e più della metà, 48 su 79, non ne conosce il significato. Questi dati fanno riflettere su quanto la gente sia veramente poco informata sulle scuole. Cosa fare per far sì che tutti siano informati? Veronica Dellantonio e Asia Benedetti, 3CT Anna Dellagiacoma, 5RA, Valentina Giacomelli, 5AL, Martina Vinante, 3AL , Lara Tonini, 3RA (8) 15 CROCE BIANCA, VOLONTARI PROTAGONISTI a Croce Bianca di Tesero, associazione fiemmese impegnata in attività di soccorso e di assistenza, conta ben novanta volontari e sette dipendenti. Questa associazione possiede sei ambulanze complete di tutte le attrezzature necessarie per il soccorso e un furgoncino che serve per trasportare, tutti i giorni feriali, sacche di sangue e materiali da fare analizzare a Trento o in altri luoghi fuori valle. Quando sentiamo la parola Croce Bianca, la associamo puntualmente alla parola "soccorso", ma la Croce Bianca di Tesero non si occupa solo di questo! Essa, infatti, effettua molti altri servizi come l'assistenza gare, il trasporto di pazienti per visite ed esami fuori valle e l'organizzazione di corsi gratuiti di primo soccorso. Questi ultimi hanno la durata di 4-5 mesi e si svolgono in orario serale per permet- L tere a tutti gli interessati di parteciparvi. Dando un'occhiata ad alcuni dati emerge ad esempio che dal 2005 al 2010 sono in netto aumento (del 200%) ictus o infarti che sempre più spesso non colpiscono solo persone anziane ma anche giovani. Ed ancora in Italia ogni 3 minuti muore una persona per arresto cardiocircolatorio. Si tratta di dati molto allarmanti che confermano una volta di più l'importanza del servizio di soccorso che effettuano organizzazioni come la Croce Bianca. E che richiedono maggiore attenzione anche da parte di ognuno di noi. Un'ambulanza che arriva in ritardo è sempre e solo colpa dell'equipaggio? Oppure abbiamo delle colpe anche noi cittadini che siamo superficiali o ci lasciamo prendere dal panico e diamo 16 informazioni al centralino confuse o del tutto errate? Ognuno deve fare al meglio la propria parte ed è bene in questi momenti critici cercare di mantenere la calma e dare tutte le informazioni possibili per permettere all'ambulanza ed al personale di soccorso di arrivare sul luogo di un incidente o dove si trova una persona colpita da malore nel più breve tempo possibile. Renzo Trapani, coordinatore della Croce Bianca di Tesero che è venuto a scuola per presentare l'associazione, ha sottolineato in modo chiaro tutti questi aspetti e ci ha mostrato come possiamo aiutare una persona che sta soffocando o che è stata colpita da un arresto cardiocircolatorio, ed alcuni di noi hanno potuto provarlo in prima persona su un manichino che solitamente viene usato nei corsi. Certo ci vuole coraggio e autocontrollo, ma il messaggio che è uscito dall'incontro è che ognuno di noi può fare la propria parte per salvare una vita! Lara Tonini, 3RA I NUOVI RAPPRESENTANTI D’ISTITUTO! fine ottobre si sono tenute le elezioni per i nuovi rappresentanti d'istituto degli studenti. Molti pensavano che si sarebbe ricandidato il rappresentate uscente Alessandro Cristellon e invece no! Sulla lista erano presenti due studenti che rappresentavano la sede di Predazzo, Stefano D'Ettorre e Emily Molinari, e tre studenti per la sede di Cavalese, Edoardo Lastei, Annalice Nicolussi e Anastasia Sandri. A sorpresa sono stati eletti i due studenti di Predazzo, Emily e Stefano, e solamente una ragazza di Cavalese, Anastasia. Chissà quanti di voi studenti sono rimasti sbalorditi come noi, da questo strano verdetto! Forse tutto questo porta aria di cambiamento? Abbiamo brevemente intervistato gli eletti: A • Ti aspettavi di essere eletto/a? Stefano: in realtà no, perché pensavo che quelli di Cavalese essendo di più prendessero più voti. Emily: non me lo aspettavo perché sono più giovane degli altri studenti eletti, comunque sono molto felice di aver ricevuto questo incarico. Anastasia: No, perché pensavo che la maggior parte dei voti li ricevesse Eddy. Stefano Emily Anastasia • Cosa farai per gli studenti? Stefano: cercherò di essere all'altezza dei miei predecessori che hanno fatto un buon lavoro, mi muoverò quindi nel segno della continuità, poi non sarò solo perché mi aiuterà Emily. Emily: Voglio riuscire a far partecipare di più gli studenti alla vita scolastica, cercare di invogliarli a migliorare le assemblee di istituto e l'istituto stesso. I rappresentanti cercano di organizzare le cose al meglio,ma per poterle realizzare serve l'interesse degli studenti. Anastasia: Cercherò di creare più dialogo, in modo che le assemblee ed i progetti che proporremo siano frutto delle idee di tutti e non solo di alcune persone. • Qualcosa da dire ai tuoi colleghi studenti? Stefano: Grazie di avermi votato!! Emily: Spero di non deludere nessuno! Ciao a tutti. Anastasia: Non tiratevi indietro, mettetevi in gioco e collaborate! Speriamo che i nuovi rappresentanti siano all'altezza del loro nuovo e difficile compito; rivolgiamo loro un grosso in bocca al lupo e speriamo che questa ventata di novità porti nel nostro istituto tante belle cose positive, anche se la rivalità tra le due sedi, non mancherà di sicuro! Elisa Vaia e Jessica Defrancesco, 3CT, Lara Tonini, 3RA 17 DALLA FISICA AL TEATRO PER PASSIONE Intervista ad Andrea Brunello sempio di come una grande passione va inseguita senza arrendersi mai: Andrea Brunello, che avendo sempre amato la recitazione e il teatro, dopo essersi laureato in fisica, ha fatto della recitazione e del teatro la sua attuale professione. E' lui l'attore-regista di "Un anno sull'altopiano" che le classi del triennio hanno conosciuto venerdì 12 ottobre al teatro di Cavalese e che noi abbiamo avuto l'opportunità di intervistare. Come le è venuta l'idea di questo spettacolo? Qualche anno fa, dovendo fare un altro spettacolo sulla Prima Guerra Mondiale, per documentarmi ho letto diversi libri, tra cui proprio "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu. Ho capito subito che questo libro doveva diventare uno spettacolo perché, oltre ad avermi appassionato moltissimo, mi ha fatto innamorare di Emilio: credo sia una persona esemplare e straordinaria. Ho deciso perciò di portarlo in scena. Qual è il messaggio dello spettacolo? Di messaggi ne ha tantissimi. Sicuramente c'è il messaggio pacifista perché alla fine si capisce che la guerra è soltanto una carneficina inutile. C'è poi anche un messaggio più esistenziale, ovvero che la vita va vissuta fino in fondo qualunque sia la situazione in cui ci troviamo; lo stesso Emilio Lussu è un esempio: durante tutto il racconto ha continuato a far emergere la sua vitalità e la sua energia nonostante le circostanze. Quindi assolutamente mai buttarsi giù, soprattutto nei momenti difficili. E 18 Questo spettacolo è stato pensato per noi giovani? E' stato pensato soprattutto per i giovani perché credo che sia necessario portare ai ragazzi questi messaggi. I media trasmettono questo tipo di informazioni in maniera molto più superficiale e questo è un grande rischio. I giovani devono entrare in contatto con queste vicende per poter vivere la loro vita in modo più consapevole. Ovviamente è comunque uno spettacolo che va bene per tutti, tante volte mi capita di vedere tra il pubblico anche anziani i cui genitori potrebbero aver vissuto queste esperienze in prima persona. Cosa potremo "portare a casa" noi ragazzi? Innanzi tutto avete ascoltato una storia, e già questo è molto; al giorno d'oggi, purtroppo, le storie di un'ora non le racconta più nessuno. In secondo luogo avete conosciuto un uomo, Emilio Lussu, che può insegnare davvero molto ai giovani: credeva in un ideale e gli è sempre rimasto fedele, questo è sicuramente un grande esempio di vita. Inoltre in questo spettacolo c'è moltissima umanità: le persone vivono, muoiono, soffrono, la società ha mille facce e anche questo è un messaggio importante che dovete "portare a casa". A cosa serve parlare di guerra a noi che siamo persone cresciute in un periodo di pace? Perché non vogliamo che arrivi la guerra. Queste realtà non sono poi così lontane da noi. Per esempio adesso in Grecia con la crisi economica sta tornando, sta avvenendo una trasformazione politica dove troviamo un partito di estrema destra che assomiglia molto a quello nazista, addirittura hanno come simboli dei disegni simili alle svastiche. Parlare di queste cose fa sì che la gente sappia e venga a conoscenza dei rischi che corre. Com'è arrivato a fare l'attore? Quale percorso ha intrapreso? Fin da piccolo avevo la passione del teatro, a quindici anni circa ho cominciato a seguire i primi corsi di recitazione. Ho fatto tante cose nella mia vita, tra cui studiare e conseguire una laurea in fisica, ma sono arrivato ad un certo punto dove ho capito che la mia passione doveva diventare la mia professione; perciò ho frequentato delle accademie più specifiche e adesso eccomi qui. Ha altri progetti/spettacoli in mente? Tantissimi. Vi anticipo il prossimo: debutto a metà novembre a Trento. La storia, scritta da me, si baserà sulla scienza e sulla fisica perché, come ho detto prima, sono appunto laureato in fisica. Non sarà proprio la versione finale, ma spiegherà come queste discipline entrano nella vita quotidiana e come chi crede e si basa troppo sul metodo scientifico, a volte, rischia di dimenticare di essere anche un essere umano. Sarà una vera e propria lezione di fisica quantistica, perciò, anche se non ti piace la storia, puoi comunque imparare qualcosa. A chi si ispira per i suoi spettacoli? Mi ispiro a tante figure, non saprei dare dei nomi precisi. Chiaramente ho dei modelli che mi piacciono o che mi sono piaciuti. Alcuni dicono che assomiglio a Marco Paolini, in scena qualche mese fa proprio qui. Mi piace molto Dario Fo e avendo vissuto per molto tempo negli Stati Uniti ho conosciuto anche molti attori lì. Amo tante forme di teatro e quindi ho tante icone di riferimento. Perché i giovani dovrebbero andare a teatro? Perché il teatro è un momento speciale, le cose accadono lì, in quel preciso momento e non succedono più. Il teatro è una comunione, una condivisione tra il pubblico, è un modo per sentirsi parte di una comunità. Ci sono spettacoli che ti rimangono dentro per tutta la vita, non li dimentichi più e ti impartiscono delle grandi lezioni. Qual è il testo scolastico che le piacerebbe portare a teatro? Non ho mai pensato di portare a teatro testi che si studiano a scuola. Magari in futuro potrei portarne in scena uno di Bukowski oppure di alcuni famosi drammaturghi, ma in ogni caso sarebbero personaggi che non vengono studiati a scuola. Giulia Smaniotto e Claudia Cestari, 3BS 19 GLAM METAL, DAGLI egli anni '80, il Sunset Strip di Los Angeles era affollato da musicisti dall'aspetto androgino: tacchi a spillo, trucco pesante, capelli cotonati e glitter. Era la decade del Glam e dello Sleaze Metal, quando tutto sembrava lecito e la trasgressione era cosa di tutti i giorni. I padri di questo di questo movimento musicale sono gruppi divenuti famosi già negli anni '70, come Kiss, Aerosmith, New York Dolls. Lo sviluppo negli anni seguenti ha avuto luogo principalmente in America, dove sono nati gruppi del calibro di Warrant, Poison, Bon Jovi e Mötley Crüe. Questi ultimi sono forse la band più emblematica della scena Glam/Sleaze, famosi per i loro eccessi in tutti i campi. Seppure la cura del proprio aspetto e l'amore per la trasgressione siano le prime caratteristiche a saltare all'occhio, i testi e le melodie non sono certo di importanza secondaria. Il concetto di "Sex, drugs & rock n'roll" è infatti portato all'estremo fra le righe N 20 dei lyrics, in un susseguirsi di strofe e ritornelli tanto orecchiabili da risultare quasi Pop. Nonostante questa propensione alla ribellione però, questi poeti incompresi dell'eccesso hanno composto anche numerose ballad, che forse costituiscono la ragione del loro successo di oggi. D'altronde, chi non conosce "I don't wanna miss a thing" degli Aerosmith o "Bed of roses" dei Bon Jovi. Il glam/sleaze metal ha raggiunto il suo apice proprio nella seconda metà degli anni '80, ma purtroppo il fuoco era destinato a spegnersi presto, per via del Grunge che prese il suo posto, con conseguente spostamento d'interesse delle case discografiche verso band come i Nirvana e i Pearl Jam. Bisogna aspettare i primi anni 2000 per vedere una rinascita della passione per il Glam, che per molti anni era rimasta sepolta sotto dei vinili impolverati e un vecchio chiodo con la toppa dei cari vecchi Crüe. Artefici del risveglio di questo desiderio di cotonarsi i capelli e prendere in mano una chitarra sono stavolta band perlopiù europee, per la precisione scandinave. L'influenza degli anni '80 si nota sia nella musica che nello stile, modernizzato e reso, se possibile, ancor più appariscente. I temi sono sempre quelli della ribellione come insegnano "Riot in everyone" e "Generation wild" dei Crashdïet, svedesi come i loro colleghi Crazy Lixx, Vains of Jenna e Hardcore Superstar. I glamsters italiani abbastanza fortunati da poter andare al famoso Gods of Metal, hanno potuto vedere sullo stesso palco nel giro di un pomeriggio, sleaze nuovo e vecchio, rappresentati rispettivamente dagli Hardcore Superstar e dai Mötley Crüe, in uno spettacolo mozzafiato. Tra il pubblico c'erano anche diversi musicisti con l'ambizione di portare questo genere musicale anche in Italia. Per quanto riguarda la scena glam/sleaze italiana, lasciamo la parola a chi la vive di persona. Abbiamo intervistato due band del nord Italia con il comune desiderio di far conoscere la loro musica nel mondo. Presentatevi: Siamo i Sandness, una band hard rock/sleaze di Rovereto. Siamo nati nel 2008 con il desiderio comune di riportare alla luce il rock degli ANNI ‘80 CON FURORE! 80 con pezzi originali, senza copiare ciò che è già stato fatto. Siamo in quattro, basso, batteria, due chitarre e due voci soliste. Cosa ne pensate della scena sleaze italiana? Purtroppo il nostro è un genere che in Italia è poco seguito; tra l'altro, gli appassionati preferiscono muoversi verso i locali (che raramente richiedono gruppi glam) per sentire musica che già conoscono, piuttosto che per supportare le nuove band. Qual'è stata la vostra esperienza migliore? Sicuramente, per quanto riguarda i live, il nostro mini-tour a Riga (Lettonia) e il Glam Fest in Francia. Ma è stato fantastico anche registrare l'album in uno studio professionale dopo le nostre due demo. Per la prima volta abbiamo lavorato seriamente per avere un prodotto competitivo. Progetti per il futuro. A breve dovrebbe uscire il nostro album "Like An Addiction" e contiamo di rilasciarlo sotto etichetta discografica, stiamo valutando le offerte. Nonostante le nostre possibilità economiche non ci permettano di realizzare tutti i progetti che abbiamo in mente, ci auguriamo anche di poter passare qualche settimana in tour l'estate prossima. siamo aperti anche al sound sleaze moderno. Il nome "Van Nuys" infatti, non è stato scelto a caso, ma deriva da un distretto di Los Angeles, patria del glam, questo perché noi ci proponiamo di far rinascere il genere. Ovviamente il nostro repertorio è composto da pezzi nostri, nati da idee originali. Cosa ne pensate della scena sleaze italiana? Con grande dispiacere dobbiamo ammettere che questo genere in Italia non è molto quotato perché, secondo il nostro parere, esistono troppi pregiudizi sul nostro stile e l'industria musicale tende al commerciale. Nonostante ciò noi siamo pronti a far rialzare lo sleaze in tutta la sua perversione ed immoralità. Qual è stata la vostra esperienza migliore? Oddio, ce ne sono state tante! Citandone una, musicalmente parlando, di recente siamo arrivati sul podio ad un contest di una rivista americana, il che ci ha reso molto orgogliosi. Un'altra esperienza fantastica è stata durante il nostro ultimo live, quando a fine show della gente tra il pubblico è venuta a chiedere delle foto assieme a noi. Amiamo ricevere affetto dalle persone che seguono i nostri concerti! Progetti per il futuro. Il nostro obiettivo principale al momento è finire la composizione dei nuovi pezzi e quindi portarli in studio. Successivamente puntiamo alla pubblicazione del nostro secondo album (Il primo pubblicato si intitola Welcome to Van Nuys) e dell'organizzazione di un tour europeo, sempre in base alle nostre risorse economiche! Speriamo di vedervi "ON THE ROAD", Sinners! Ce la faranno? Noi ci auguriamo di sì! Laura Sirigu, 3AL e Luana Vinante, 4BR Presentatevi: Siamo i Van Nuys, un gruppo glam metal/sleaze e veniamo da Treviso. Il gruppo si è formato tra il 2008 e il 2009 ed è composto da cinque ragazzi: Lacey Lipstyck (18, chitarra solista e cori), Davy Sin (24, voce solista), Kylie Danger (21, batteria e cori), Matt Siki Smoke (18, basso e cori) e Charlie Gunner (25, chitarra ritmica). Siamo stati influenzati maggiormente da gruppi appartenenti al movimento glam degli anni '80, ma 21 DOBERMAN, SFATIAMO I SOLITI PREGIUDIZI! l doberman, razza di cane purosangue di origine tedesca, viene spesso "etichettato" come aggressivo, irrequieto, cane al quale stare a debita distanza, non docile, non socievole. Ma non è per niente così! Questa razza di cane è suscettibile, pacifica e socievole. Inoltre il doberman è molto affettuoso e fedele, è veramente coraggioso: il suo scopo non è quello di attaccare altri cani o persone ma invece difende il suo padrone dai pericoli. Non è nell'indole della razza attaccare qualcosa o qualcuno: il comportamento è anche dovuto all'atteggiamento che ha una persona nei confronti del cane; se viene stuzzicato, esso per forza di cose cerca di difendersi attaccando, ma questo succede con ogni animale. Il doberman è un giocherellone, è estremamente curioso ed è molto rispettoso. Su questa razza canina ci sono varie dicerie e infondate leggende metropolitane, secondo le quali in questi cani I scatterebbe improvvisamente la pazzia a causa dell'eccessiva crescita del cervello rispetto alla scatola cranica e così facendo il cervello verrebbe schiacciato. Questa razza ha un altissimo livello di addestrabilità; ne abbiamo avuto la conferma in Val di Fiemme nello scorso mese di settembre, precisamente il 15 e il 16 settembre. In queste due giornate si sono svolti i Campionati del Mondo dell'"Internationaler Dobermann Club" a Lago di Tesero. Più di seicento dobermann, provenienti da 36 nazioni, hanno partecipato alle competizioni, divise per varie categorie. Tra i vincitori, due campioni sono italiani. Prima di giudicare un cane in base alla bellezza e le sue capacità, i giudici valutano la socievolezza e la dociltà, toccandolo e accarezzandolo. Cerchiamo di eliminare i pregiudizi verso questa razza: i doberman sono tutt'altro che aggressivi! Martina Vinante, 3AL PET THERAPY, UN AIUTO A QUATTRO ZAMPE a "pet therapy", dall'inglese terapia con gli animali, consiste nel creare un rapporto confidenziale tra una persona e un animale. Questo compito può essere svolto da animali piccoli come le cavie, o da animali più grandi, come i cavalli. I più utilizzati sono comunque i cani, come golden retriever, labrador o piccoli meticci. Si tratta di una terapia che viene utilizzata su pazienti con diverse patologie, che integra, rafforza le terapie tradizionali, ed ha come obbiettivo il miglioramento comportamentale, fisico e psicologico. L 22 Fu lo psichiatra infantile Boris Levinson, ad enunciare per la prima volta (nel 1960) le sue teorie sui benefici della compagnia degli animali. Oggi la "pet therapy" trova un'ampia applicazione in vari settori, tra cui case di riposo, ospedali e comunità di recupero. Accade anche qui in valle, precisamente nella casa di riposo di Tesero, con tre golden retriever, due meticci e una cavia. Gli anziani sono stati molto soddisfatti di questo progetto e si sono affezionati subito agli animali. Roberta Chiocchetti, 2^RB IL SAPER VIVERE DI DONNA LETIZIA l Saper vivere di Donna Letizia è la pietra miliare della buona educazione … del 1960. Direte che è un po' antiquato, ma in realtà è quello preso come riferimento da tutti i successivi libri sul galateo. Ci sono interi capitoli che potrebbero sembrarci insensati, che parlano ad esempio di dove si devono sedere il Capo di Stato o un Principe Ereditario o la sezione dedicata al personale di servizio. Sfogliandolo mi sono imbattuta nello svolgimento "tecnico" della festa: "a mano a mano che arrivano gli invitati, si offre loro da bere coca-cola e spremute di frutta, accompagnate da salatini. Per i più grandi aperitivi (si può arrivare anche al whisky). Dopodiché grammofono (ve l'ho detto, è un libro degli anni '60) e giochi di società fino alle otto e mezzo. Quindi un buffet in piedi e alle dieci e mezzo in punto gli invitati si congedano". Ma ve la immaginate una serata al Mardok così? Sarebbe un incubo! Per non parlare del ritorno a casa: le ragazze devono venir "rilevate" (usa proprio questo termine!) dai genitori o dall'autista, mai da sole e assolutamente non accompagnate de un ragazzo. E il bacio romantico finale da Hollywood? Tanti sogni infranti nei cuori di noi povere fanciulle. E che dire dei 12 comandamenti della buona madre? "Proibisce alla figlia cinematografi e serate a quattr'occhi con un ragazzo"?! "La battaglia del rossetto e dei tacchi alti cessa quando la figlia ha compiuto diciassette anni"?! Per potersi truccare bisogna aspettare quasi la maggiore età? Andateglielo a spiegare alle medie! Altre parti però sono (o dovrebbero essere) in vigore ancora oggi: la madre non apre la corrispondenza dei figli se non in casi estremi e se questi hanno un flirt non deve mostrarsi subito sospettosa e aggressiva, le ragazze non dovrebbero farsi beffa del loro corteggiatore con le amiche (meriterebbero di rimanere single per tutta la vita), i ragazzi a loro volta non dovrebbero I importunare le passanti con apprezzamenti o fischi all'americana, è da cafoni. A tavola bisogna tenere sempre i gomiti accostati al corpo, per non disturbare il vicino di posto, il coltello si impugna con la mano destra, il tovagliolo è disteso sulle ginocchia, non si fa "scarpetta" nel piatto e si deve cercare assolutamente di non sbriciolare e sporcare ovunque. Camminando per strada il ragazzo terrà l'ombrello (in caso di pioggia) e camminerà lungo il lato esterno del marciapiede, lasciando la ragazza all'interno. Per il fumo è d'obbligo chiedere prima a chi vi circonda se dà fastidio, anche se è una zona fumatori. Per finire ho trovato una selezione di frasi infelici: • Chi era la bella signora che ho visto ieri sera in macchina con tuo marito? (sembra una banalità, ma vi assicuro che c'è scritta) • Come mai non eri invitata dalla contessa Snobbani? (eh, sì … il tatto manca in alcune persone) • Con i capelli ossigenati dimostri vent'anni di meno! (perché? Con i capelli normali sembro una vecchietta?) • Cara, come ti dona il lutto! (ovviamente il tuo apprezzamento le sarà di grande conforto! È proprio quello che vorrebbe sentirsi dire in un momento del genere) Ebbene sì, a volte l'etichetta è un po' superata, ma il "bon ton" è ancora utile (soprattutto per le ragazze squattrinate, alla faccia del femminismo =D) e se avete ancora dubbi questo libro potrà toglierveli, o almeno potrete farvi due risate! Silvia Poli, 3FSU 23 I “FARI” NEL MARE iapriamo la stagione di gossip 2012/2013, mostrandovi come non solo il tanto amato "bello" attiri l'attenzione, ma come, al contrario, il fascino del particolare possa catturare più sguardi di quanti voi ne possiate immaginare. Ecco a voi, dunque, i personaggi della scuola che i vostri e nostri occhi hanno notato, coloro che risultano essere "fari" nel mare della massa. R MATTEO SCALET 4a BS Il fascino dell'intellettuale non rimane mai inosservato. Pianista, compositore, ottimo studente; una misteriosità interessante e una compostezza del tutto particolare, fanno di lui un personaggio nuovo e del tutto esclusivo. MOTTO: "Mira alla luna, male che vada cadrai tra le stelle." MATTIA GIACOMUZZI detto TIA 5a DT Rocker dai capelli ribelli e dai jeans che più attillati non si può. Vanta uno schedario completo di nomi, proverbi ed episodi di tutti i "matti" della valle. Da Castello a Moena, nessuno sfugge alla 24 "lista nera" del rocker più stravagante della scuola. MOTTO: "Meio così che descosì." EDOARDO LASTEI detto EDDYBOY 5a IPC Juventino convinto, amante della vita mondana, in valle e non solo, è il PR più ambito della riviera romagnola. Impossibile non notarlo: con le sue cuffie e il suo stile unico non può passare inosservato. Poche ragazze possono resistere alla sua eccentricità, infatti come dice il famoso "proverbio": "Eddyboy ti castiga prima o poi". MOTTO: "In questa vita l'importante è aver guadagnato i chilometri che dovrai fare per raggiungere il mio funerale." DAVIDE SEVERINO detto SHAQ 3a CSU Dietro il fisico imponente da rugbista si nasconde un cuore tenero, un animo gentile e una simpatia genuina; è, infatti, impossibile non lasciarsi contagiare dalla sua sonora risata: battuta pronta e spiccata ironia fanno da carta d'identità al personaggio più "big" della scuola. MOTTO: Non pervenuto. DELLA SCUOLA ANA LUPU 2a FSU Considerata da molti un' "asociale" per via della sua passione per i social network e per il tempo che passa navigando in internet è comunque una ragazza con molti amici. Ama il divertimento e la musica, in particolare l'hardcore. Non dà importanza alle critiche e ai pregiudizi che gli altri hanno nei suoi confronti e, a testa alta, va avanti seguendo la sua strada. MOTTO: "Vivi e lascia vivere." MARIA TERESA SEGAT detta POFFY 3aAL Direste mai che dietro la singolarità del suo abbigliamento si nasconde una ragazza timida e riservata? Il suo stile particolare infatti, non ha lo scopo di attirare gli sguardi altrui, bensì di caratterizzarla e di farla sentire a suo agio. Curiosa può risultare la sua passione per i fumetti, adora inoltre cantare ed ascoltare la musica di ogni genere. MOTTO: "Il sonno è prezioso." SOFIA BRIGADOI 3aFSU Ha deciso di tornare nella sua valle dopo due anni trascorsi a Trento, dove ha frequentato il liceo musicale, luogo che, senza dubbio, ha influenzato la sua passione per la musica rock e per il flauto (non quello delle medie :). L' anima rock che c'è in lei viene sottolineata dall'abbigliamento che, spesso, propone un'ampia varietà di magliette dei suoi gruppi preferiti. MOTTO: "Non accontentarti dell'orizzonte, ma cerca l'infinito." GIULIA PIAZZI detta GIU 4a BS Impossibile passare per i corridoi senza notare l'eccentricità e l'unicità che la contraddistinguono. Frizzante, allegra e con un sorriso sempre stampato in faccia, cerca di differenziarsi anche con l'abbigliamento osando e creando nuovi abbinamenti. I libri e la recitazione sono due delle sue più grandi passioni, ma, come ormai da anni dimostra a tutti i concertoni, il canto è quella che lei preferisce. Senza alcun dubbio quindi, la nostra cantante, ha una personalità fuori dagli schemi. MOTTO: "You are never fully dressed without a smile." Giulia Smaniotto e Claudia Cestari, 3BS 25 OMOFOBIA, SOLTANTO FOLLIA mofobia: ormai quasi tutti avranno sentito parlare di questa "paura". Perché le virgolette? Primo, perché non è una vera paura. Secondo, perché questa paura non sta solo in chi disprezza gli omosessuali, ma anche negli omosessuali stessi. Sono loro che non hanno il coraggio di venire allo scoperto per paura di essere considerati anormali, dei fenomeni da baraccone. Solitamente chi riesce nel cosiddetto "coming out", sono le persone circondate da familiari, amici e compagni con mentalità aperta. Chi invece è stato abituato fin da piccolo alla solita solfa dei "gay anormali" non riesce nemmeno a concepire l'idea di essere innamorato di una persona del suo stesso sesso. Anzi, cerca in tutti i modi di scappare da questa realtà e in futuro c'è una probabilità che diventerà lui stesso una delle persone più accanite contro l'omosessualità. Molti si saranno chiesti: ma cos'è questo "coming out"? Il "coming out" è traducibile in "uscire allo scoperto". Ci sono due diversi tipi di "coming out": quello interiore e quello esteriore. Quello interiore si ha quando una persona comprende di essere attratta da persone del suo stesso sesso e riesce a conviverci, mentre quello esteriore si ha quando una persona si sente abbastanza sicura e riesce a comunicarlo apertamente alla società. Ci vuole coraggio e forza perché, a maggioranza, la società è ancora legata al pensiero "Essere gay è una malattia" o "è contro natura". Però, ormai, anche il mondo dello spettacolo è influenzato da O 26 persone omosessuali come ad esempio Freddy Mercury, Adam Lambert, Alessandro Cecchi Paone, Elton John, Lady Gaga, Cynthia Nixon, Angelina Jolie (bisessuale dichiarata, ebbe una relazione con l'attrice Jenny Shimizu) e Tiziano Ferro. C'è chi considera l'omosessualità una scelta personale, ma purtroppo per loro, non lo è. È la genetica a determinare il nostro orientamento. Michael Bailey, esperto di orientamento sessuale alla Northwestern University (USA) ha condotto delle ricerche, utilizzando dei gemelli monovulari (che possiedono lo stesso patrimonio genetico) e i risultati sono questi: se un gemello monovulare risulta omosessuale, nel 52% dei casi lo è anche l'altro. Quindi, in conclusione, ritengo che questo sia un pregiudizio come tanti altri: durante gli anni ne abbiamo superati parecchi (citandone uno, chi era mancino o aveva i capelli rossi era la reincarnazione del demonio), perché non superare anche questo? Martina Zeni, 3CT MARCO SIMONCELLI, IL SUPERSIC DEL MOTOCICLISMO ITALIANO ato a Cattolica il 20 gennaio 1987, Sic ha cominciato a correre a 7 anni con le minimoto nella sua città e a 12 anni è stato proclamato campione italiano. Nel 2002 ha debuttato nel Motomondiale nella classe 125 durante il Gran Premio della Repubblica Ceca con il team Aprilia. Nel 2004 a Jerez ha vinto per la prima volta nella sua carriera e l'anno dopo ha concluso la stagione al quinto posto, questo risultato gli ha permesso di passare alla classe 250. Nel 2009 dopo tre stagioni non molto fruttuose è arrivato terzo nel campionato mondiale, dopo aver riportato svariate vittorie tra cui quella nel Gran Premio di Francia. L'anno seguente è passato alla classe MotoGP con la Honda Gresini del team San Carlo, e solo nel 2011 ha vinto la sua prima gara del MotoGP sulla pista della Repubblica Ceca. Il 23 ottobre 2011 durante il Gran Premio della Malesia, è rimasto vittima di un incidente mortale. Sulla curva 11 del circuito si Sepang, correndo il secondo giro, Marco ha perso il controllo della sua Honda e, nel tentativo di rimanere in sella, ha tagliato trasversalmente la pista, venendo investito dai piloti che lo seguivano, Colin Edwards e Valentino Rossi, che non hanno avuto modo di evitarlo; l'impatto è stato talmente violento da sfilargli il casco. È morto in seguito ai traumi riportati alla testa, al collo e al torace. I funerali sono stati celebrati il 27 ottobre 2011 e la sua morte ha avuto una grande risonanza nel mondo sportivo e non, il CONI ha proclamato un minuto di silenzio in suo onore mentre Il Milan, squadra di cui era tifoso, ha giocato la partita di campionato successiva con il lutto al braccio. Molti piloti della formula 1 lo hanno ricordato apponendo sui caschi il numero 58, quello della suo moto che non ha lasciato nemmeno durante la cerimonia funebre; infatti la famiglia ha voluto entrambe le sue due moto la Gilera RSA 250, con la quale ha corso due mondiali, e la sua Gresini numero 58 che l'ha accompagnato durante l'ultima gara della sua vita in chiesa. N Il Motomondiale lo ha invece ricordato prima del Gran Premio della Comunità Valenciana, ultimo appuntamento della stagione, quando i piloti di tutte le classi, oltre ad apporre il numero 58 su caschi, tute e moto, hanno effettuato insieme un giro di pista commemorativo dietro alla Honda di Simoncelli. A richiesta di tifosi e appassionati il Misano World Circuit è stato intitolato alla sua memoria, inoltre a suo nome è stata aperta una Onlus che segue dei progetti umanitari soprattutto a favore dei giovani e dei bambini promuovendo l'importanza dello sport nella società; ad esempio al momento si può acquistare in edicola il calendario con le foto realizzate dai suoi fans, il ricavato del quale servirà a costruire una casa di accoglienza a Coriano. Per poter costruire questa casa-famiglia, la fondazione "Marco Simoncelli" ha messo all'asta l'Honda di Supersic, che è stata aggiudicata a Carmelo Ezpeleta. Nonostante l'asta si fosse chiusa attorno ai 50.000 euro, il vincitore ha deciso di versarne 58.000 e come ulteriore gesto di stima ed affetto ha pensato di donare la moto alla famiglia del grande Sic. Vogliamo concludere dicendo che anche se troviamo molti ricordi di Marco Simoncelli, nessuno di essi si trova nel posto dove vorremmo che fosse, ovvero a correre sul circuito e vogliamo dedicargli la frase che molti dei suoi tifosi gli hanno rivolto dopo la sua morte ovvero: "Adesso vai ad insegnare agli angeli come si piega". Sara Longo e Debora Grandi, 2AL 27 ALLA SCOPERTA DELL’EUROPA lla fine di settembre si è tenuto, in collaborazione con il Piano giovani di zona, un viaggio a Bruxelles. Si è trattato della tappa conclusiva di un lungo percorso volto alla scoperta della Comunità europea, proposto dal "tavolino" giovani della Val di Fiemme. Eravamo un gruppo di ventuno ragazzi e ragazze, accompagnati dall'assessore delle politiche giovanili di Panchià, Cinzia Giacomuzzi. Dopo un breve viaggio in aereo siamo arrivati alla "capitale d'Europa", Bruxelles, che fin dal primo momento ci ha lasciato senza fiato con la sua monumentale bellezza e la sua vivacità. In quei giorni abbiamo avuto modo di visitare il Parlamentarium, dove attraverso immagini, video e giochi interattivi, viene raccontata passo per passo la storia dell'Unione Europea, la sede della nostra Euroregione dove abbiamo incontrato il direttore dell'ufficio della PAT che ci ha aggiornato sull'attuale situazione europea e la sede dell'OLAF (Office A 28 Européen de Lutte Anti-Fraude) dove il presidente Nicola Falcione ci ha spiegato come esso si occupa della lotta contro la corruzione e la frode nella Comunità Europea. La seconda sera siamo stati invitati da Giovanni Kessler alla presentazione del romanzo "la Collina del Vento" di Carmine Abate, (vincitore del premio Campiello 2012) e in seguito abbiamo partecipato ad un rinfresco serale. Infine ci è stata data l'occasione di incontrare Giovanna Sartori, giovane stagista trentina presso l'ufficio PAT che ci ha parlato della sua esperienza. Insomma, un lungo percorso attraverso alcune delle più importanti istituzioni europee, che ci ha permesso di conoscere meglio la Comunità Europea e la situazione dell'Europa attuale. Non sono certo mancati i momenti di svago e noi non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di visitare Bruxelles … Dopo un primo tour della città a bordo di un tipico autobus turistico ci siamo recati alla Minieuropa, dove abbiamo viaggiato in pochi passi dalla Grecia alla Francia, dall'Inghilterra alla Svizzera e dal Belgio all'Italia … Siamo poi saliti sull'Atomium, il simbolo per eccellenza di Bruxelles, costruito nel 1958 per l'esposizione universale. Completamente edificato in acciaio ha un'altezza complessiva di 102 metri e rappresenta un cristallo di ferro. Inutile dire che, arrivati in cima, il panorama è veramente eccezionale! Non potevamo certo dimenticare, in un viaggio in Belgio, di assaggiare la sua cioccolata tipica! Così siamo stati al "Planète Chocolat", una delle più prestigiose cioccolaterie europee e abbiamo fatto un'indimenticabile indigestione di delizioso cioccolato: bianco, nero, al latte, veramente sensazionale! L'ultimo giorno, prima di salutare la capitale belga ci siamo recati al mercatino delle pulci che si tiene ogni settimana in città. Veramente uno spettacolo stupefacente: centinaia di oggetti di ogni genere (da vestiti a letti a baldacchino, da cucchiaini d'argento a libri, da zanne d'elefante a orologi antichi, da collane a vecchie statue, …) che ricoprivano un'intera piazza di colori e forme variegate. Sembrava di essere nella caverna di Alì Babà. È stato così che dopo cinque giorni di avventure siamo tornati all'immenso aeroporto di Bruxelles, con ancora il gusto della cioccolata in bocca e forse un po' più di consapevolezza su quello che succede intorno a noi e una conoscenza più approfondita di un'organizzazione importante come l'Unione Europea, ma anche con le vivide immagini di una città che nasconde profondi segreti e stupefacenti meraviglie … Sara Segantin, 3AL 29 CONTRIBUIAMO ALLA COSTRUZIONE DELLA PALESTRA PER LE SCUOLE DI MIRANDOLA rano da poco passate le quattro del mattino, il 20 maggio 2012, quando una forte scossa di terremoto con epicentro a Finale Emilia ha fatto tremare, per circa venti secondi, tutta l'Emilia Romagna facendosi avvertire in tutto il Nord e in parte del Centro Italia. Questa è stata la prima di una serie di scosse che, nei successivi 15 giorni, hanno colpito la parte settentrionale d'Italia provocando ingentissimi danni sia a Finale Emilia sia nei comuni circostanti. Sono partite subito, oltre a misure da parte del governo, anche molte azioni di solidarietà di diverse entità politiche come l'Unione Europea, di stati, come Francia, Grecia e altri, e di connazionali, tra i quali regioni, associazioni umanitarie ed anche esponenti del mondo dello spettacolo. Tutto ciò finalizzato alla raccolta di denaro necessario per ricostruire gli edifici distrutti o pericolanti e per supportare la popolazione terremotata, obbligata a vivere in tendopoli e rimasta priva di strutture pubbliche o private, necessarie per una vita degna di essere considerata tale. Tra queste azioni di solidarietà si distingue quella promossa dal Comitato Trentino della Federazione Italiana Sport Ghiaccio, volta alla ricostruzione di uno È 30 degli impianti sportivi danneggiati a Mirandola, comuni tra i più colpiti dal terremoto. I promotori, dopo aver constatato di persona la gravità della situazione nella quale si trovano i comuni vicini all'epicentro, tra i quali, appunto, Mirandola, hanno deciso di attivare una collaborazione con la società sportiva locale "Polisportiva Pico" promettendo loro, di concerto con il comune, di contribuire alla costruzione della nuova palestra delle scuole medie. La palestra, che verrà ubicata nello spazio antistante le scuole medie Montanari, avrà una superficie di circa 1.500 mq e un altezza sufficiente per garantire lo svolgimento di molteplici attività sportive, oltre ai normali programmi scolastici. Si presenterà, inoltre, come una struttura in legno progettata rispettando tutte le norme antisismiche e verrà realizzata da aziende della Val di Fiemme con materiali nostrani. L'obiettivo è quello di attivare una raccolta fondi in grado di raggiungere la somma necessaria per fornire almeno la copertura della struttura, escludendo quindi arredi, allestimento degli interni e tutta la parte infrastrutturale relativa a opere di platea e fondazione in cemento armato, che saranno a carico del Comune di Mirandola. Da una prima sommaria ana- lisi dei costi si può affermare che la somma da racimolare oscilla tra i 450.000 e i 500.000 euro. Sarà con la collaborazionedi noi studenti de "La Rosa Bianca" e di coloro che daranno il proprio contributo nel resto della valle, che riusciremo a raggiungere una somma indubbiamente impegnativa, ma la cosa non si prospetta impossibile. Provate a immaginare i visi felici e spensierati dei ragazzi che assisteranno, grazie al nostro aiuto, alla realizzazione della loro palestra. Questo è un progetto che ha l'unico scopo di unire coloro che credono nella parola "solidarietà" e che pensano che aiutare molti ragazzi a vivere un'esistenza serena sia non solo importante ma essenziale per la nostra società. Diverse "casette-salvadanaio", peraltro prodotte da una società emiliana, verrano collocate in ogni classe subito dopo la prima assemblea d'istituto, durante la quale verrà presentato in dettaglio questo progetto di solidarietà, e sarà, tramite questi salvadanai, che potrete esprimere la vostra, spero generosa, offerta. Conto su di voi circa la vostra magnanimità e bontà per dare un importante segnale di vicinanza ai ragazzi della nostra età, o poco più piccoli, a ricondurre un vita normale dopo questi terribili terremoti. Romeo Bellon, 4ES Referente del progetto per la scuola secondaria di secondo grado La Rosa Bianca GUAI E CONSEGUENZE UN PO’ DI GOLIARDIA RIIIIN!! Suona la sveglia. Una faccia assonnata spunta dal letto maledicendo quel 12 settembre, quel giorno che ha dato inizio a un nuovo anno scolastico e ai risvegli "all'alba". Di malavoglia, con lo zaino in spalla, tutti escono di casa e si ritrovano davanti a quel cancello con gli stessi sguardi assonnati e la stessa "voglia" di cominciare a studiare. Ecco, suona la campanella della prima ora dando così inizio alla lezione; il prof entra in classe e inizia a spiegare quella cosa che di noioso ha anche il nome, lasciando così la possibilità all'ultima fila di D lasciarsi andare ai ricordi. Ricordi di risate e scherzi fatti con gli amici, tra sghignazzi e richiami. C'è chi per esempio si fa una risata pensando ai compagni dell'anno scorso, che, mentre un prof spiegava, giocavano a colpire con una pallina la cartina geografica, così che in classe si sentivano urla di gioia o di rabbia per il bersaglio più o meno importante centrato. Già, c'è chi ha una buona mira e chi invece ce l'ha pessima, fatto sta che comunque la geografia l'hanno imparata tutti! Qualcuno pensa invece a quell'altra lezione durante la quale il prof aveva sbuffato e subito dopo urlato un "Insomma, ragazzi! Che confusione!" e gli alunni avevano risposto cantando "Sarà perché ti amooo!" C'è poi chi ride pensando a quella nota di un altro prof con scritto "sua figlia si schianta contro il muro con la scusa di cercare il binario 9¾". Elisa Calligari, Kevin Defrancesco e Luna Polato, 1B 31 LA RUBRICA DELLA CREATIVITÀ PENSARE, DIRE, FARE... pesso ci sono, nascosti tra i ragazzi, dei talenti e delle passioni per quanto riguarda la musica, lo sport o il canto. Però ci sono anche giovani che amano disegnare qualsiasi cosa, fotografare ogni soggetto possibile e scrivere poesie che toccano ogni argomento, dal più dolce e divertente al più crudo, triste e violento. Da quest'anno abbiamo pensato di dare a questi giovani uno spazio di totale libertà espressiva, creando questa rubrica. Quindi, se avete disegni, foto o poesie saremmo liete di pubblicarli su questa rubrica nel prossimo numero. Se volete partecipare e/o desiderate maggiori informazioni,rivolgetevi a: Maria Chiara Bazzanella, Francesca Borgonovo, Simona Ugolotti e Debora Grandi in 2AL Ecco alcuni disegni che ci hanno consegnato dei nostri compagni di scuola. S Luca Darman, 2ES Francesca Borgonovo, 2AL Francesca Borgonovo, 2AL Francesca Borgonovo, 2AL 32 Alessia Sieff, 4AL Maria Sole Vinante, 3° Arte Stefano Brunel, 1BS Simone Ugolotti, 2AL Francesco Daffini, 2AL Maria Chiara Bazzanella, 2AL Debora Grandi, 2AL 33 COM’È STATA QUESTA DEUTSCHLAND? ESPERIENZE ESTIVE ALL’ESTERO niziamo col porci una semplice domanda, che sta alla base di tutto e della quale non tutti conoscono la risposta corretta: cosa comporta andare all'estero d'estate? Beh, sono probabilmente riusciti a trovare la risposta alcuni ragazzi della "Rosa Bianca", che quest'estate hanno deciso di trascorrere due particolari settimane all'estero, in Germania; una cosa nuova per la maggior parte di loro, che nonostante ciò, hanno deciso di affrontare. I motivi riguardanti questa scelta sono stati circa gli stessi da parte di tutti i ragazzi, in altre parole i vantaggi che quest'esperienza avrebbe portato in seguito, come un migliore apprendimento e perfezionamento della lingua, la vita all'interno di una famiglia nuova che si collega al concetto di autonomia e un modo per avere dei contatti con una cultura diversa e con persone del tutto nuove. Sono stati appunto questi due ultimi punti che hanno "stuzzicato" la curiosità di questi studenti e che li avrebbero poi spinti ad allontanarsi dalle solite "abitudini estive". Nel corso di queste due settimane, i ragazzi hanno potuto fare nuove esperienze, conoscenze e soprattutto provare cose nuove, dalle più banali a quelle più elaborate. I commenti sono stati tutti positivi, infatti questo soggiorno all'estero ha riscosso un grande successo. Tramite i commenti che ci sono stati dati direttamente dagli interessati è risultato che questo viaggio è stata un'esperienza fantastica e la maggior parte di loro la rifarebbe e la consiglierebbe a tutti. Una cosa comune è stato l'entusiasmo della vita I 34 all'interno delle famiglie tedesche, accoglienti e piene di sorprese. Stare in famiglia ha aiutato noi tutti ad apprendere come ci si comporta in modo adeguato fuori casa e in grandi città e, ovviamente, ad apprendere al meglio la lingua. Hanno colpito molto i modi di pensare diversi dai nostri e la cultura originale della Germania, anch'essa molto differente; sembra che qualcuno la preferisca addirittura alla nostra. Comunque, a quanto sembra, possono essere collegate a quest'argomento anche le varie visite alle città e ai monumenti; i ragazzi ne sono rimasti stupiti e ritengono di essere tornati a casa con un "bagaglio di conoscenze" più ricco e vasto. Per quanto riguarda la scuola le lezioni non sono state molto pesanti, anzi, gli studenti si sono divertiti, in particolare grazie agli insegnanti che sono stati considerati validi e di alto livello. Un dettaglio importante arriva dal diverso modo di considerare la lingua tedesca dopo il soggiorno: alcuni infatti hanno affermato di essersi accorti che il tedesco, forse per la sua particolare difficoltà di apprendimento, è spesso sottovalutato. Fortunatamente si sono ricreduti dopo essersi resi conto di saper vivere e di fare da sé nella vita quotidiana anche avendo a disposizione solamente questa lingua straniera. In conclusione, sono rimasti tutti molto soddisfatti di questa vacanza-studio, l'organizzazione è stata buona e soprattutto molti sarebbero disposti a ripetere l'esperienza l'anno prossimo. Francesca Borgonovo, Maria Chiara Bazzanella e Simona Ugolotti, 2AL 8 FOBIE CHE AFFLIGGONO NOI STUDENTI 1. ARITMOFOBIA O NUMEROFOBIA, la paura dei numeri e della matematica. Esistono delle sottocategorie di questa paura: la tetrafobia (paura del numero 4, diffusa soprattutto in oriente poiché sia in cinese che giapponese che coreano è simile alla parola morte), la triscadefobia (la paura del numero 13, diffusa in occidente. In certi paesi è collegata al venerdì, in altri al martedì), la paura del numero 17 (diffusa in Italia, probabilmente ha origine latina poiché anagrammando le lettere usate per scriverlo XVII, si ottiene VIXI, ovvero "ho vissuto", simbolo di morte) e la famosa hexakosioihexekontahexafobia (la paura del numero 666, associato a Satana). 2. BIBLIOFOBIA, la paura dei libri. A chi non viene quando vede il carico di studio per il giorno seguente! 3. XENOGLOSOFOBIA, la paura delle lingue straniere. È simile alla xenofobia, la paura e l'odio per gli stranieri. Nasce spesso quando uno pensa di non sapere adeguatamente la lingua in questione o quando la sente parlare intorno a sé, ma non riesce a capirla. Anche questa ha varie sottocategorie tre cui la deutschfobia (paura del tedesco e della cultura tedesca), l'anglofobia (paura dell'inglese e della cultura inglese) e la francofobia (paura del francese e della cultura francese). 4. SOFOFOBIA O EPISTEMOPHOBIA, la paura della conoscenza. Esistono pochissime notizie su questa fobia ed è una della più rare al mondo, come la bibliofobia. Essa indica principalmente la paura di conosce- re cose nuove, di imparare. 5. ERGOFOBIA O ERGASIOFOBIA, la paura del lavoro. È la somma della paura di fallire nei compiti assegnati e di socializzare coi colleghi e consiste in un’ansia smisurata a svolgere determinati incarichi. Essa può essere paragonata alla testofobia, la paura di sostenere test e verifiche. 6. ANGROFOBIA, la paura di avere fame e non avere nulla da mangiare. Sembra che molti studenti ne soffrano, pensando a quanto mangiano durante le ore di scuola. Questa fobia induce a portare sempre con sé del cibo da sgranocchiare. 7. LOGOFOBIA, la paura delle parole e del loro significato. Spesso si usano perifrasi per sostituire il termine temuto. Esistono diverse sottocategorie: l'Hipopotomonstrosesquipedaliofobia (la paura delle parole lunghe; piuttosto ironica, vista la lunghezza della parola stessa, perciò è conosciuta anche come squipedaliofobia) e l'Hellenologofobia (la paura dei termini greci o delle complesse terminologie scientifiche). 8. DIDASCALEINOFOBIA O SCOLIONOFOBIA, paura della scuola. Come poteva mancare! Si manifesta soprattutto nei bambini più piccoli ed è collegata alla paura di lasciare i genitori o i luoghi sicuri, come casa propria. I sintomi principali sono malesseri vari (come mal di pancia e di testa), attacchi di rabbia quando ci si vede costretti ad entrare in classe e insicurezza. Spesso sparisce con l'adolescenza, ma a volte persiste anche durante l'età adulta, provocando crisi di panico e ansia. Silvia Poli, 3FSU 35