Editoriale Un anno di svolta L Sommario a firma, a palazzo Chigi, del Patto per la Logistica, con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quattro ministri, i massimi dirigenti di tutte le forze dell’economia nazionale, suggella un anno importante per l’autotrasporto italiano. Che nel giro di pochi mesi ha ottenuto non soltanto una legge di riforma attesa da trent’anni,ma anche un quadro di riferimento operativo che,anticipando lo stesso Piano nazionale della Logistica,impegna fin da ora tutti i protagonisti a comportamenti e scelte condivise e finalizzate, tutte, al rilancio della competitività del Paese. 1. Il Patto per la Logistica Il metodo è certamente innovativo.In una società complessa come la nostra, il distacco fra elaborazione teorica e attuazione concreta ha spesso segnato il fallimento di soluzioni efficaci e funzionali. Anticipare la fase dell’«accordo» rispetto a quella della «norma» è, dunque, la svolta formale che accompagna il Patto e ne giustifica l’ampiezza di un consenso che è cresciuto giorno dopo giorno, fino a completarsi nelle ore immediatamente precedenti la firma. 2. Libro Bianco della Ue L’Italia chiede modifiche su Alpi e gasolio Partita a Bruxelles la verifica di metà periodo. Ma il sintomo più palese dell’apprezzamento riconosciuto al Patto da ogni parte è nelle parole di una voce e di una testata abitualmente assai critiche nei confronti di tutto ciò che riguarda il Governo. Giuseppe Turani, nella sua rubrica «L’Ottovolante», su «Affari&Finanza» de la Repubblica, ha scritto lunedì 11 luglio, le seguenti,testuali parole:«Silvio Berlusconi aveva promesso in grande stile, nel salotto televisivo di Vespa, un piano per le infrastrutture nazionale che sarebbe arrivato di lì a poco. Per farlo è stata creata una Consulta apposita,presieduta dal sottosegretario ai Trasporti Paolo Uggè (quello che si è gestito tutto il travaglio dello scioglimento delle bisarche). Il compito è stato realizzato, una volta tanto, e la settimana scorsa si sono ritrovati a Roma per la firma ufficiale...». eccetera, eccetera, eccetera. Fa piacere un riconoscimento di questo genere, proprio perché proviene da una voce così rigorosa nei confronti del Governo, da contestare, nello stesso articolo, di aver tenuto la firma del Patto («una cosa in grande») sotto la coltre di uno «stretto riserbo». In realtà l’evento era stato abbondantemente annunciato, anche se qualche quotidiano - compresa la Repubblica - non se ne è accorto o non gli ha dato il peso che gli ha attribuito Turani. Ma non fa nulla. Ciò che ci piace è che «una volta tanto» abbiamo la possibilità di pubblicare un’editoriale quasi tutto scritto da Giuseppe Turani. Potevamo farci scappare l’occasione? ● Un documento firmato da tutti Il presidente del Consiglio e tutti vertici del mondo economico e produttivo hanno sottoscritto il testo a palazzo Chigi. 3. Combinato Sbloccate le procedure per la Cassa Depositi e Prestiti Arrivato l’ok dell’Economia, mentre l’Albo studia il via mare. 4. Sicurezza Al via la nuova campagna Seimila i controlli in sei mesi Un tour in otto città per avvicinare i Tir alla gente. 5. Cronotachigrafo digitale Verso un nuovo rinvio per il nuovo strumento 6. Il Calendario 7. Rassegna stampa di settore Durante il mese di agosto, l’Agenzia della Consulta sospende le pubblicazioni. Il prossimo numero sarà in distribuzione a metà settembre. AgC7 2 IL PATTO DELLA LOGISTICA.1/La firma In un’affollatissima Sala Verde, al terzo piano di palazzo Chigi, la cerimonia della sigla del documento Un Patto firmato da tutti Il documento è stato sottoscritto, oltre che dal Governo, anche da Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Lega Coop, Confcooperative, Confesercenti, Aiscat, Anas, Ferrovie e tanti altri. l 1° luglio è davvero una data positiva per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: due anni fa fu la data di partenza della patente a punti. Quest’anno ha segnato la firma del Patto per la Logistica, l’impegno che Governo e forze produttive del Paese hanno assunto insieme per razionalizzare ed ottimizzare il nostro sistema dei trasporti e rilanciare, attraverso la logistica, il sistema economico del Paese. Nella Sala Verde al terzo piano di palazzo Chigi, si sono dati convegno tutti per la firma del Patto: prima di tutti, il padrone di casa, Silvio Berlusconi, accompagnato dai ministri Domenico Siniscalco (Economia), Pietro Lunardi (Infrastrutture e Trasporti), Altero Matteoli (Ambiente), Enrico La Loggia (Politiche comunitarie), dal sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, e dal sottosegretario alle Infrastrutture e presidente della Consulta per l’Autotrasporto, Paolo Uggè. Sedute di fronte le parti economiche: i presidenti dell’Aiscat, Fabrizio Palenzona, delle Ferrovie, Elio Catania, dell’Anas, Vincenzo Pozzi, la vicepresidente di Confindustria Emma Marcegaglia e poi i rappresentanti di Confcommercio, Assoaereo, Confitarma, Ram, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Lega Coop, Confcooperative, Confesercenti, Assoporti, Confetra, Conftrasporto. Poche parole del presidente del Consiglio hanno aperto un breve giro d’interventi che ha preceduto la firma: «Il Patto per la Logistica che firmiamo quest’oggi», ha sottolineato, «s'inserisce nella linea innovativa che questo Governo ha inteso portare avanti nel settore trasporti». E ha continuato definendo la firma del Patto «una sferzata di ottimismo» per dare all’Italia «un ruolo centrale» come «punto di arrivo in Europa e di smistamento del grande flusso di merci che dalla Cina e dall’Estremo Oriente, attraverso il Canale di Suez, si dirigono sempre più verso l’Europa». Anche Lunardi, dopo Berlusconi, ha sottolineato che «la logistica significa mercato, competitività, libero scambio e rappresenta il vero lievito del Prodotto Interno Lordo». ● I L’intervento del presidente della Consulta Uggè: «Un accordo per la competitività» Il sottosegretario Paolo Uggè, presidente della Consulta per l’Autotrasporto, intervenendo alla firma del Patto per la Logistica ha detto, fra l’altro: «Ancora una volta si evidenzia la positività dell’iniziativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, partendo dall’elemento del confronto, ha saputo rispondere in modo concreto e innovativo alle esigenze di tutti i soggetti presenti sulla scena economica del nostro Paese, non con un’azione normativa, bensì con un accordo di settore condiviso e sottoscritto da tutte le parti interessate. Le scelte politiche del passato, spesso viziate dal vetero-ambientalismo, hanno impedito troppo a lungo l’infrastrutturazione del Paese. Oggi l’impegno del Governo in tal senso è evidente e la logistica diviene l’elemento che consente di gestire la fase di transizione verso il completamento delle opere necessarie. La Consulta, attraverso il Patto della Logistica, ha inteso approcciare le problematiche di settore nel quadro più ampio del sistema economico internazionale per imprimere al nostro sistema la direzione capace di rilanciare la competitività. Le nostre imprese devono poter raggiungere i mercati europei in tempi adeguati, in un quadro di liberalizzazione fondata su certezze favorite da poche e chiare regole. La sfida del tempo, che è alla base della logistica e della competitività, si fonda su alcuni punti fondamentali: infrastrutture, sicurezza, intermodalità, regole e mercato. Porti, aeroporti, piattaforme logistiche, interporti devono essere coordinati e messi a rete per dar vita ad un vero sistema integrato che razionalizzi e allunghi la catena del valore e, insieme, potenzi la rete infrastrutturale del territorio oggi fortemente appesantita dalla congestione al Centro-Nord e da servizi inadeguati al Sud. I due concetti fondanti del Patto sono: crescere e fare sistema. Un impegno che tutti i sottoscrittori condividono ed assumono». AgC7 3 IL PATTO DELLA LOGISTICA.2/Le reazioni Tutti all’unisono i commenti dei soggetti che hanno sottoscritto l’elenco di impegni condivisi Al centro, il rilancio del sistema Sia negli interventi pronunciati a palazzo Chigi, sia nelle reazioni successive, emerge unanime la convinzione che il Patto della Logistica è la strada giusta per agevolare la ripresa economica, attraverso un percorso i cui primi atti si dovranno manifestare già con il prossimo nuovo Dpef. EMMA MARCEGAGLIA, CONFINDUSTRIA FABRIZIO PALENZONA, AISCAT «Piena soddisfazione per la sigla del Patto tra Governo e imprese, con la logistica posta in cima alle priorità strategiche per il rilancio della competitività.La spinta esercitata da Confindustria ha sicuramente agevolato la ripresa di un percorso proposto da tempo: l’impostazione generale del Patto risulta coerente con le indicazioni di Confindustria». In esso vengono tracciate le linee operative di una politica industriale per la logistica,che consideri le infrastrutture «in una logica orientata all’efficacia logistica e alla reale fattibilità degli interventi». L’auspicio della Confindustria è «che questo documento, a partire dalla prossima presentazione del Dpef, trovi piena attuazione in sede legislativa, programmatica e realizzativa». «È giusto criticare il Governo quando è necessario, ma anche riconoscere quando si è di fronte ad un evento importante e oggi questa firma lo è. In 25 anni ho partecipato ad infiniti tavoli di trattativa e discussione sul tema della logistica. Ora con questa firma non abbiamo finito, stiamo finalmente iniziando. E questa è la direzione giusta. Per questo un grazie particolare al sottosegretario Uggè, che ha coordinato con competenza e determinazione questo lavoro. Al ministro Lunardi chiedo che nel nuovo Dpef inserisca un capitolo sulla logistica che, come ormai condiviso da tutti, è il fattore strategico per la crescita e la competitività del Paese. I tempi della concorrenza internazionale, in particolare dei Paesi emergenti, sono diventati strettissimi e incalzanti. Non possiamo più permetterci dei rinvii e questo per il presente ed il futuro di tutti». MAURIZIO BERETTA, CONFINDUSTRIA «È un grande tassello, un elemento importante che segna una forte unità in un settore, la logistica, che Confindustria considera da sempre strategico per la competitività del sistema-Paese». Il Patto «mette al centro i problemi infrastrutturali e i meccanismi infrastrutturali di scambio». È «un documento programmatico importante, che affronta i temi dell’infrastrutturazione, della sicurezza e del sostegno all'intermodalità, individuando meccanismi di selezione concordati per identificare gli interventi prioritari». FRANCO TUMINO, LEGA COOP «Attendiamo ora iniziative concrete da parte del Governo, risorse economiche per realizzare effettivamente gli obiettivi prefissati nonché scelte chiare di regolamentazione in grado di fronteggiare il crescente fenomeno della precarietà e del sommerso. Tuttavia è certamente negativo che un patto strategico di questa portata venga definito a fine legislatura. In sostanza, gli ultimi dieci anni sono stati sostanzialmente perduti rispetto alla soluzione di alcune questioni decisive per la competitività del settore». CONFCOMMERCIO MAURIZIO LONGO, FITA-CNA È «una tappa importante per la definizione di un’agenda di impegni, concreti e condivisi tra Governo e imprese, che sia in grado di rilanciare la competitività del sistema-Paese. Infrastrutture, trasporti e logistica sono infatti il nocciolo duro sul quale agire per determinare crescita aggiuntiva, recupero di quote di export, attrazione di flussi di traffici internazionali, coesione territoriale. Un sistema italiano della logistica più efficiente e competitivo è poi necessario anche per accrescere la produttività dell'intero comparto dei servizi, dalla distribuzione commerciale al turismo». «Ogni sforzo attuato nella direzione di un coordinamento che consenta di fare della logistica un valore aggiunto per il sistema-Paese va valutato positivamente e va considerato una importante base comune per la futura soluzione dei nodi strutturali ed organizzativi del comparto. Per questi motivi l’associazione fa sapere di voler garantire la massima disponibilità per contribuire all’implementazione del Patto, sviluppando in particolare le problematiche relative all’autotrasporto. Problematiche che meritano ulteriori approfondimenti». AgC7 4 IL PATTO DELLA LOGISTICA.3/L’analisi L’analisi del Patto della Logistica in un intervento di Rocco Giordano, coordinatore della Consulta Uno strumento agile e innovativo Il documento si struttura non come normativa, ma come un «accordo» sottoscritto tra i soggetti rilevanti per il sistema logistico italiano. Gli interventi necessari per attuare il Patto sono stimati in 100 miliardi di euro, di cui il 50% è destinato agli interventi ritenuti prioritari. l Patto della Logistica nasce dalla constatazione, verificata negli ultimi mesi dalle relazioni delle maggiori istituzioni ed associazioni economiche del Paese dell’esistenza di alcuni punti di condivisione: a. il nostro Paese necessita di un forte potenziamento del sistema delle infrastrutture; b. per essere competitivo ha bisogno di una forte spinta innovativa nel settore dei trasporti e della logistica. Le stime degli interventi necessari e prioritari per un potenziamento del sistema sono stati quantificati in 100 miliardi di euro, di cui il 50% per interventi prioritari; le posizioni condivise vanno pertanto accompagnate da un impegno a ritrovare risorse finanziarie aggiuntive a quelle disponibili dello Stato. Su tale impegno occorre, inoltre, lavorare affinché tra il mondo delle imprese e quello bancario-finanziario si rafforzi la reciproca fiducia ed una fattiva collaborazione. gendo tutti i settori economici e le istituzioni regionali. Sistema aeroportuale (cargo). Le nostre imprese sono costrette ad utilizzare hub europei, benché abbiamo realizzato Malpensa, che può svolgere anche questo ruolo come aeroporto che funzioni H24. Sistemi ferroviari e intermodalità. Con l’Alta Velocità finalmente può determinarsi la vera occasione per il rilancio del cargo, unitamente agli incentivi per il trasporto combinato stradale e ferroviario. Autostrade del mare. Sono ormai una realtà e le linee di sostegno individuate ne possono fare una reale modalità alternativa nel bacino del Mediterraneo. I Dobbiamo comunque operare tenendo conto delle esigenze delle imprese,rilanciando iniziative di logistica pubblica capaci di migliorare un settore,quello della mobilità, che dagli anni Ottanta chiede di: ● migliorare le condizioni di accessibilità alle grandi aree urbane, anche per i servizi di logistica distributiva; ● riequilibrare il sistema modale sulle grandi direttrici, in particolare per il traffico merci; ● riorganizzare la portualità e l’aeroportualità; ● mettere in sicurezza il sistema dei trasporti; ● migliorare il differenziale negativo nei confronti degli altri Paesi in termini di competitività. La Consulta dell’Autotrasporto con il Patto per la Logistica - un accordo di settore per la competitività del sistema Paese, approvato il 23 marzo scorso - ha indicato le soluzioni a tali problemi, partendo dalla lettura dell’attuale assetto economico-territoriale del Paese, nella logica di una competitività a scala mondiale e assegnando le priorità a: Valichi Alpini. Questo punto già negli anni passati ebbi modo di porlo all’attenzione dell’Unione Europea. Se la burocrazia non avesse ritardato alcune scelte, vedi il Corridoio V, avremmo potuto accorciare i tempi del potenziamento avviato con la Legge Obiettivo. Sistema portuale. In particolare quello deputato ad intercettare e valorizzare gli scambi commerciali con il Far-East. Occorre una volta e per tutte puntare su pochi grandi porti in una logica di sistema territoriale, coinvol- Il Patto è un testo sintetico e operativo, che inquadra le misure possibili per incentivare lo sviluppo della logistica, sia a livello infrastrutturale, sia regolamentare, sia di promozione dell’integrazione tra le diverse fasi della catena. Il suo format è innovativo, in quanto si struttura come «accordo» da sottoscrivere da parte dei soggetti rilevanti per il sistema logistico italiano. E sono certamente innovativi ed anche a forte presa per le imprese che devono operare in una logica di mercato con concetti come: ● il passaggio dall’equilibrio modale a quello territoriale significa iniziare a ragionare e ad impostare politiche in una logica di sistema; ● il passaggio dallo spazio al tempo, significa migliorare la produttività, poiché il tempo accorcia le distanze e consente di operare in una logica di efficienza. La realizzazione del Patto potrà finalmente consentire a tutti i players sulla scena economica del nostro Paese di cogliere al meglio le sfide della competizione globale: ● le imprese disporranno di sistemi di trasporto e logistica reticolari: sono quelle macro-aree che enuncia il ministro Lunardi e che chiede Confindustria; ● i commercianti vedranno migliorata l’accessibilità ai sistemi metropolitani, così che le imprese dei servizi non si sentiranno più «nane», disponendo delle opportunità per crescere in dimensione e qualità dell’offerta; ● i gestori dei servizi di trasporto e logistica potranno disporre di strutture attraverso il cui utilizzo ritrovare quei margini di efficienza economica e di efficacia dei servizi che oggi mancano; ● le imprese di autotrasporto potranno avere certezza di regole e accesso a misure di sostegno per potersi misurare ad armi pari sullo scenario internazionale. Questa è la sfida per rilanciare la competitività del sistema-Paese. ● AgC7 5 IL PATTO DELLA LOGISTICA.4/Le filiere Merci pericolose e rifiuti industriali Distribuzione urbana Definiti gli obiettivi per la sicurezza Necessario l’impegno di tutti i protagonisti I due settori hanno molti nodi in comune. E intanto c’è un primo accordo di massima sulla necessità di studiare il problema analizzando a fondo le direttrici di traffico. roseguono a ritmo sostenuto le attività dei due Gruppi di lavoro «Filiera merci pericolose» e «Filiera rifiuti industriali» che fin dalle prime riunioni hanno concordato di muoversi parallelamente, dal momento che le tematiche dei due settori presentano numerosi aspetti in comune. Al momento, dopo la riunione del 28 giugno, i due Gruppi hanno concentrato la loro attenzione sulle procedure che,in enttrambi i tipi di trasporto,garantiscano la sicurezza, la salvaguardia ambientale e le compatibilità economiche. A questo scopo una prima intesa è stata raggiunta sulla necessità di campionare i flussi del trasporto delle merci pericolose e dei rifiuti industriali, come indagine di base per raggiungere in particolare quattro obiettivi: P 1. migliorare la qualità e la messa in sicurezza dei veicoli e delle merci, proprio attraverso il monitoraggio costante dei flussi delle flotte di veicoli addetti ad entrambi i tipi di trasporto; 2. ridurre i costi d’esercizio delle imprese di trasporto di merci pericolose e rifiuti industriali,proprio come conseguenza del monitoraggio costante dei flussi; 3. migliorare i flussi informativi fra tutti i soggetti coinvolti nella filiera, favorendo una maggiore compatibilità tra i sistemi informativi e tra le strutture organizzative e di coordinamento; 4. individuare, sulla base del monitoraggio dei flussi di traffico, il posizionamento più sicuro per la creazione di aree di sosta ad hoc. ● Troppi soggetti delle aree metropolitane portano a scelte separate e dispersive. Per le soluzioni operative occorre un impegno condiviso. Come per il Patto della Logistica. e prime risultanze dell’analisi delle aree metropolitane avviato dal Gruppo di lavoro «Filiera distribuzione urbana» hanno messo in evidenza che la complessità delle soluzioni individuabili è determinata soprattutto dalla molteplicità dei soggetti istituzionali e rappresentativi che insistono sul territorio. La costante di tale molteplicità è la separatezza sostanziale delle azioni del singolo soggetto rispetto a quelle degli altri, con il risultato di sovrapporre e moltiplicare i flussi di traffico, programmare interventi settoriali, disperdere le risorse in mille rivoli dalla scarsa efficiacia. Prosegue, intanto, l’istruttoria per individuare due aree metropolitane sulle quali incentivare altrettanti «casi-studio» per fissare le principali tipologie di problemi connessi alla distribuzione delle merci in ambito urbano. Ma, proprio a fronte della consapevolezza della molteplicità Il trasporto agroalimentare dei soggetti coinvolti nelle tematiche in questione, si sta profilando per la prospettiva anche un ulteriore ipotesi di procedura, da affiancare ai «casi-studio», proUn quadro generale degli incentivi prio per collegare la componazionali ed europei al trasporto e alla nente di studio ad un’azione più produzione del settore ortofrutticolo diretta e incisiva sul territorio.. sono il primo obiettivo che si è fissato il Si tratta di una procedura analoga Gruppo di lavoro «Filiera agroalimentaa quella che ha portato alla firma re». Nell’ultima riunione, il direttore del Patto della Logsitica, con un generale dell’Autotrasporto di persone e successo di adesioni superiore cose, Clara Ricozzi, ha messo in luce la alle aspettative e che, appunto, sostanziale condivisione da parte dei può essere applicata anche ad rappresentanti del ministero per le una questione come quella della Politiche agricole sulla necessità di distribuzione urbana che ha «comprimere» la catena di distribuzione, bisogno dell’impegno convinto proprio per la natura deperibile dei prodi numerosi soggetti. dotti, che andrebbero concentrati in aree In altre parole, una volta indivispecializzate e in centri di raccolta duate le necessità e le linee operattrezzati (in particolare i prodotti ittiative, i soggetti protagonisti ci), seguendo peraltro anche le indicapotrebbero essere coinvolti, zioni dell’Unione. Bruxelles, infatti, offre anziché da un impianto normatiincentivi sia per l’aggregazione dell’ofvo, da un «accordo condiviso», da ferta, sia (programma marco Polo) per realizzare concretamente ciale imprese che ottimizzino la distribuscuno per la propria parte. ● zione non viaggiando a vuoto. L Prima di tutto censire gli incentivi AgC7 6 IL LIBRO BIANCO DELLA UE Parte la revisione di metà percorso Il questionario sulla situazione interna Alpi e gasolio al centro delle richieste italiane Preoccupazione per i costi tra i più alti d’Europa Facilitare l’attraversamento della catena alpina e armonizzare la tassazione sui carburanti. Ma anche estendere l’attestato del conducente, rafforzare le «autostrade del mare» e la logistica. era l’impegno a rivedere,a metà percorso,il Libro Bianco europeo dei Trasporti, varato nel 2001 da Loyola de Palacio. Il 13 luglio primo appuntamento a Bruxelles (presenti per l’Italia il capo del Dipartimento trasporti terrestri, Amedeo Fumero, e il Direttore generale dell’Autotrasporto di persone e cose, Clara Ricozzi), ha permesso ai Paesi membri di esporre le proprie posizioni. Ecco quelle del Governo italiano. C’ ● Facilitare l’attraversamento delle Alpi. Il Libro Bianco ribadisce la necessità di eliminare le strozzature lungo i grandi assi di traffico, in particolare presso «barriere naturali o alle frontiere». Per di più, nel giugno 1992, la Presidenza del Consiglio dei ministri europei propose di «tener conto delle diversità di situazioni geografiche, regionali, economiche e sociali degli Stati membri». Lo stesso Libro Bianco, inoltre, insiste sulla necessità di «facilitare il varco dei Pirenei», ipotizzando anche un collegamento stradale.In questo quadro - e anche a fronte dei rischi di chiusura di tratti fondamentali come quello del Fréjus - appare sempre più necessaria un’azione per alleviare le conseguenze negative che il sistema alpino crea all’economia italiana, per evitare discriminazioni geografiche, impossibili da superare senza interventi correttivi. ● Rafforzare le «autostrade del mare». Le «autostrade del mare» sono una scelta obbligata: il programma Marco Polo 2, pur potendo essere anche più ambizioso in termini di risorse dedicate, è estremamente positivo. Opzioni di questo tipo vanno rafforzate anche in concorso con azioni a livello nazionale. ● Favorire lo sviluppo della logistica. L’Italia ha varato un Patto per la Logistica che costituisce, in Europa, un esempio di best practice. Ciò dimostra che, se adeguatamente impostate, azioni importanti possono ottenere consensi ad ampio raggio. ● Estendere l’attestato del conducente. L’Unione Europea ha istituito l’attestato del conducente, che però viene rilasciato solo a cittadini extra-Ue. Con l’allargamento dell’Unione (e la possibilità di circolare senza attestato per i conducenti dei nuovi Paesi membri) tale normativa appare insufficiente.È opportuno quindi estendere la normativa in materia di attestato del conducente La riunione del 13 luglio a Bruxelles è stata preceduta da un sondaggio compiuto attraverso questionari, rispondendo ai quali i Paesi membri dovevano rappresentare la situazione interna. L’Italia ha risposto ricordando il monitoraggio sui veicoli sloveni che ha dimostrato un incremento di tali vettori del 234,5% dopo l’adesione della Slovenia all’Unione. Ma il punto principale riguarda i costi delle imprese nazionali di autotrasporto, strette tra un fatturato modesto e costi per chilometro più elevati della media europea, con in prima fila il carburante e subito dopo il personale e gli oneri fiscali. Particolare preoccupazione è stata segnalata in merito alla direttiva europea sull’orario di lavoro che rischia di far salire del 23% il costo del personale di guida. anche agli autisti utilizzati per la guida di veicoli nell’ipotesi in cui appartengano ad un Paese membro differente da quello dell’impresa. Meglio ancora, anche se difficile da realizzare, sarebbe l’obbligo dell’attestato per tutti i conducenti impiegati dalle imprese comunitarie. ● Regolamentare meglio il cabotaggio. La nostra normativa, rifacendosi alle direttive europee, ammette in territorio italiano un’attività per non più di 30 giorni, anche non consecutivi, in un arco di 60 giorni consecutivi, con l’obbligo di non essere in Italia, almeno per un giorno al mese.Tale disciplina, che prevede verifiche basate sul «libretto di viaggio», può essere presa ad esempio per una regolamentazione comunitaria sul punto della «temporaneità», in modo da armonizzare la disciplina in maniera più cogente di una semplice interpretazione. ● Insistere per armonizzare le accise. Il Libro Bianco aveva tra i suoi obiettivi anche l’armonizzazione della fiscalità per i carburanti professionali. Ma la direttiva 2003/96 che intendeva ristrutturare la tassazione dei prodotti energetici non ha raggiunto lo scopo, mentre il quadro complessivo è diventato ancor più insoddisfacente con l’allargamento dell’Unione. I margini di manovra dei singoli Paesi sono quindi praticamente inesistenti,mentre le imprese soffrono forti difficoltà dalla rigidità fiscale in una fase di crisi economica. In questa situazione, sono perciò necessarie nuove forti azioni in favore dell’armonizzazione dei costi del carburante, intervenendo appunto sulla componente fiscale. ● AgC7 7 COMBINATO Firmata la convenzione per gli incentivi gomma-rotaia, mentre l’Albo analizza il combinato marittimo Sbloccata Porti e retroporti migliori la Cassa per incentivare il via mare Giunto il parere favorevole dell’Economia per stipulare la convenzione che aprirà ai mutui per il treno-Tir. Il Ministero dell’Economia ha dato parere favorevole alla stipula della convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Cassa Depositi e Prestiti, per la gestione dei fondi relativi al trasporto combinato gomma-rotaia, previsti dall’art. 38 della legge 166/2002. Il via libera dell’Economia Uno studio del Comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori parte dal presupposto che combinato terrestre e marittimo vanno integrati e coordinati, se si vuole ottenere una reale competitività sul «tutto strada». E indica le linee-guida da seguire per migliorare strutture e organizzazione. er spingere le merci dalla strada al mare bisogna lavorare sui porti e sui retroporti. È la conclusione a cui giunge uno studio dell’Albo degli Autotrasportatori, dedicato al combinato via mare. L’indagine parte dal presupposto che combinato terrestre e combinato marittimo debbano essere integrati e coordinati se si vuole ottenere una reale competitività con il «tutto strada» e traccia un’analisi della situazione attuale, segnata da alcune caratteristiche negative: 1. Gli accosti per i traghetti sono usati insieme per merci e passeggeri. 2. Nei terminal traghetti prevalentemente pubblici,agiscono operatori privati senza alcun coordinamento. 3. Spesso l’attracco dei traghetti è situato in aree portuali impegnate anche in altre atività con reciproco disturbo. 4. Il traffico commerciale si mescola con quello passeggeri ed entrambi ricardono su quello cittadino, in particolare nella stagione turistica. P COMPARAZIONE DI COSTI E TEMPI DELLE NUOVE RELAZIONI COSTI MARE MIGLIA Formia/Civitavecchia- Augusta 270 Bari-Augusta 342 Ortona-Pozzallo 450 KM 727 575 897 NON ACC. 408,00 425,00 510,00 ACCOMP. 456,00 475,00 570,00 STRADA(1) 919,00 749,00 452,00 MARE TEMPI (2) STRADA (3) 17 20 25 18 14 22 (1) Somma dei costi variabili e dei costi fissi (2) Comprese le operazioni di sbarco (3) Alla media di 50 km/h e i tempi di sosta è giunto tempestivamente a seguito di un sollecito del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, che segnalava l’urgenza della convenzione per dare corso alla legge. In tempi stretti (il tempo massimo e di due mesi) seguirà l’ultimo atto formale: l’emanazione della circolare ministeriale che fisserà le procedure operative che le imprese dovranno seguire per presentare le domande. Già attualmente esistono relazioni lungo le quali il mare è competitivo rispetto al «tutto strada» ma, per ampliare l’offerta, la ricerca dell’Albo indica una serie di linee di intervento per superare le criticità del sistema. 1. Migliorare la qualità e l’efficacia dei servizi, in particolare le dogane e le manovre ferroviarie, attraverso un coordinamento centralizzato fra tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni. 2. Realizzare infrastrutture di raccordo, separate dalla viabililtà cittadina. 3. Incentivare la progettazione di aree per il controllo elettronico per il monitoraggio rapido delle merci, attraverso scanner. 4. Realizzare un circuito portuale unico, evitando le strozzature e il ricorso alla viabilità esterna. 5. Espansione delle aree portuali, adeguandole funzionalmente alla domanda. 6. Creazione di strutture di supporto per gli autotrasportatori (soste, attese, riposi). 7. Creazione di strutture di supporto orientate all’intermodalità (parchi ferroviari dimensionalmente idonei, connessione diretta con i caselli autostradali, spazi di banchina per il trasbordo mezzi). 8. Creazione di piattaforme logistiche nelle aree retroportuali. ● AgC7 8 SICUREZZA.1 La seconda campagna per la Sicurezza stradale Gli strumenti della campagna Un tour in otto città per avvicinare i Tir alla gente Anche un minifilm racconterà la vita sui Tir Una conferenza stampa il prossimo 27 luglio illustrerà tutti i dettagli di un’iniziativa che punta a coinvolgere i cittadini, facendo conoscere meglio i problemi della categoria e i vantaggi che essa porta alla comunità. artirà con il prossimo autunno la 2a campagna per la Sicurezza stradale «Siamo tutti sulla stessa strada - TIRispetto», su iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, anche attraverso la Consulta dell’Autotrasporto e con la collaborazione di Aiscat,Anas, Iveco e Mercedes. I dettagli della campagna saranno illustrati il prossimo 27 luglio nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha annunciato la propria partecipazione anche il ministro Pietro Lunardi. In quella sede sarà possibile conoscere tutti i particolari di una campagna che, confermando la linea dell’iniziativa realizzata nel 2001, ribadirà il concetto della «convivenza» tra i diversi utenti della strada e punterà a sensibilizzare una reciproca conoscenza dei problemi di ciascuna categoria di guidatori. Ma questa volta ci sarà qualcosa di più, per aumentare il coinvolgimento della popolazione e far conoscere meglio sul territorio i camion, i vantaggi che portano ai cittadini, le difficoltà da cui sono afflitti: alcuni veicoli Iveco e Mercedes, opportunamente allestiti con pannelli che riporteranno lo slogan e il logo della campagna, compiranno un tour lungo alcuni mesi nelle otto principali città italiane (Torino, Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Catania), dove contemporaneamente alla presenza dei veicoli saranno organizzati eventi e dibattiti sui temi della Sicurezza stradale e del trasporto delle merci. Contemporaneamente sarà avviata la realizzazione di una banca dati degli incidenti stradali che vedono coinvolti veicoli industriali e commerciali, utilizzando i dati provenienti da tutte le fonti disponibilli (Istat, Polizia stradale, Enti locali), in modo da ottenere il quadro più completo possibile della situazione. Sarà questo database il punto di partenza di un monitoraggio costante dal quale ricavare le indicazioni sui nodi di criticità (i cosiddetti «punti neri») e individuare le soluzioni per ridurre in concreto i rischi di incidentalità. ● P Ci sarà anche un breve video (più un minifilm che uno spot) nella campagna che dal prossimo ottobre cercherà di far capire agli italiani come lavorano i camionisti e quanti siano utili alla società. Lo ha realizzato Vittorio Moroni, un giovane regista emergente («Tu devi essere il lupo») andando a ripercorrere, insieme a due veri camionisti, altrettante tratte scelte fra quelle più «battute» dal trasporto delle merci su gomma. Si tratta di un modo più diretto e raccontato di dare uno spessore ad un mondo che troppo spesso è considerato negativamente dagli altri utenti della strada che ne vedono soltanto le apparenze esteriori, a cominciare dalle dimensioni che sono la principale, ma immotivata fonte di paura per gli automobilisti. I dati della Polizia stradale per il 2004 Solo il 7% degli incidenti coinvolge i pesanti Solo 11.553 incidenti dei 158.226 rilevati dalla Polizia stradale e dai Carabinieri hanno registrato il «coinvolgimento» di un veicolo commerciale: una percentuale del INCIDENTI STRADALI 2004 (rilevazioni di Polizia stadale e Carabinieri) Incidenti 158.226 di cui mortali con feriti con danni a cose Morti Feriti 3.341 75.829 79.829 3.737 112.170 Con veicoli commerciali oltre 3,5 t. coinvolti Con veicoli merci pericolose coinvolti Con autobus coinvolti 11.553 278 673 7,2%, che tuttavia sarà corretta al ribasso quando a questi primi dati si aggiungeranno quelli delle Polizie municipali, dove gli incidenti con i Tir, per ragioni obiettive, sono assai di meno. AgC7 9 SICUREZZA.2 Bilancio di metà anno per le verifiche dei CMR Le aree più «irregolari» Oltre 6 mila controlli nei primi sei mesi A Firenze più rischi, ma i nodi sono sui porti Sei mesi di controlli consentono anche una prima verifica delle aree dove si registrano maggiormente le irregolarità. Nella tabella qui sotto sono indicate le zone (classificate secondo l’area coperta dal Carro Mobile di Revisione di competenza) dove le irregolarità hanno superato il 50% delle verifiche. Le irregolarità tecniche riscontrate sono nettamente al di sotto del 50% e tendono a diminuire, ma i tre quarti di quelle gravi sono di extracomunitari. Si attestano al 10% le irregolarità amministrative. oono stati più di 6 mila i controlli effettuati nei primi sei mesi dell’anno dai Carri Mobili di Revisione, accompagnati dalle «pattuglie miste» del Dipartimento Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e della Polizia stradale, con una media di oltre mille verifiche al mese (1.024,5 per gli amanti delle statistiche), con un netto incremento del trend che nei primi mesi dell’anno era intorno ai 700 controlli. Sostanzialmente confermato in questi sei mesi il trend che si può riassumere in alcuni punti: 1. le irregolarità amministrative superano di poco il 10% del totale dei controlli, grazie soprattutto ai veicoli comunitari; 2. le irregolarità tecniche (le più incidenti sulla sicurezza del veicolo) sono nettamente inferiori al 50% e tendono a diminuire; 3. le irregolarità tecniche gravi riscontrate sui veicoli extracomunitari sono di gran lunga superiori (72,7%) a quelle dei mezzi comunitari (57,6%) e italiani (57,7%); 4. nonostante la causalità dei controlli, i veicoli non italiani sottoposti a verifica sono stati quasi un quarto del totale (24,5%), una quota nettamente superiore a quel 18% che si stima essere la loro presenza in Italia. ● S I CONTROLLI NEI NODI PIÙ SENSIBILI Tot. Reg. % Irr. % 1 Firenze 174 55 32% 119 68% 2 Catania 163 60 37% 103 63% 3 Bari 568 227 40% 119 60% 4 Rovigo 345 138 40% 207 60% 5 Genova 1.206 504 42% 702 58% 6 Trieste 181 80 44% 101 56% 369 179 49% 190 51% 7 Lecco La percentuale più alta di irregolarità si registra nella zona di Firenze, un’area a forte industrializzazione diffusa, dove si incrociano le direttrici di traffico Nord-Sud, con gli svincoli verso i porti del Tirreno centrale. E sono sempre le aree portuali o retroportuali a seguire Firenze in questa speciale classifica, che vede solo al 7° posto con una quota di irregolarità solo di poco superiore alla metà dei controlli, la zona di Lecco, dove i «nodi sensibili» riguardano in particolare i transiti alpini, sull’asse tra Italia e Centro Europa. CONTROLLI SU VEICOLI COMMERCIALI (oltre 3,5 tonn.) - PERIODO GENNAIO-GIUGNO 2005 CONTROLLI AMMINISTRATIVI VEICOLI NAZIONALI CONTROLLI TECNICI IRREGOLARITÀ IRREGOLARI LIEVI GRAVI CONTROLLATI REGOLARI IRREGOLARI REGOLARI 4.642 4.069 573 2.397 2.245 950 87,7 12,3 51,6 48,4 20,5 27,9 42,3 57,7 216 % sul totale del controlli % sul totale delle irregolarità tecniche COMUNITARI 1.026 % sul totale del controlli 945 81 651 375 159 92,1 7,9 63,5 36,5 15,5 21,1 42,4 57,6 184 % sul totale delle irregolarità tecniche EXTRACOMUNITARI 479 % sul totale del controlli 414 65 226 253 69 86,4 13,6 47,2 52,8 14,4 38,4 27,3 72,7 1.695 % sul totale delle irregolarità tecniche TOTALE % sul totale del controlli % sul totale delle irregolarità tecniche 6.147 1.295 5.428 719 3.274 2.873 1.178 88,3 11,7 53,3 46,7 19,2 27,6 41.0 59,0 AgC7 10 CRONOTACHIGRAFO DIGITALE Attesa una comunicazione ufficiale della Commissione La richiesta di Iru, Acea e Cecra Verso un nuovo rinvio Gli operatori chiedono dell’obbligo di installazione un anno di proroga Solo tre dei 25 Stati membri sono pronti alla consegna delle card. L’Italia tra i Paesi più avanti nelle procedure. Ma il rinvio al 31 dicembre riguarderebbe solo le sanzioni e non modifica formlamente la data ufficiale di partenza. i profila un nuovo rinvio per il cronotachigrafo digitale,dopo quello che ne aveva procrastinato l’obbligo di un anno, fino al prossimo 5 agosto.La data fissata dall’Unione europea non sarà modificata, ma verrebbe concessa una proroga di fatto al 1° gennaio 2006,sospendendo le sanzioni fino a quella data. La decisione è stata presa unilateralmente dalla Commisione europea, ma con il consenso degli Stati membri e sarà oggetto di una prossima ocmunicazione ufficiale. La scelta, peraltro, era considerata inevitabile, dal momento che solo tre dei 25 Paesi comunitari sono in regola per rilasciare le carte necessarie a far funzionare gli apparecchi. Secondo l’Iru,la situazione nei singoli Paesi membri sarebbe migliore, ma comunque non sufficiente a giustificare la conferma della data. Ecco il quadro fornito dall’associazione: S ● Legislazione nazionale: 12 su 25 non pronti 15 su 25 non pronti ● Carte per tachigrafo: 17 su 25 non pronti ● Officine autorizzate: L’Italia, dal canto suo, anche se ancora non ha completato le procedure, non è tra i Paesi più in ritardo e le Camere di Commercio, alle quali il Ministero per le Attività Produttive, ha assegnato questo compito, potrebbero essere in grado di distribuire le card entro la scadenza prevista. Il nuovo rinvio, tuttavia, potrebbe aprire la strada a richieste di ulteriori proroghe da parte di enti o associazioni di categoria. Proprio per questo la Commissione sospenderebbe le sanzioni per qualche mese, confermando però nel 5 agosto la data a partire dalla quale tutti i veicoli di nuova immatricolazione adibiti al trasporto merci su strada (superiori alle 3,5 tonn.) e di viaggiatori (oltre le nove persone) avranno l’obbligo di essere dotati del nuovo tipo di tachigrafo.Va ricordato che per gli automezzi merci superiori alle 12 tonn. e per quelli adibiti al trasporto di persone superiori alle 10 tonn. immatricolati dopo il 1° gennaio 1966, l’installazione sarà effettuata al momento della sostituzione dell’apparecchio. ● L’Unione internazionale dei Trasporti stradali (Iru), l’Associazione dei costruttori europei di automobili (Acea), il Consiglio europeo della distribuzione e riparazione automobili (Cecra), hanno chiesto alla Commissione europea di prendere atto che la maggior parte degli Stati membri dell’UE non sarà pronta ad applicare il tachigrafo digitale entro la data prefissata al 5 agosto 2005. Iru, Acea e Cecra hanno invitato, pertanto, il commissario ai Trasporti, Jacques Barrot, ad intervenire per favorire: 1. l’obbligo del tachigrafo digitale, come proposto dal Parlamento europeo (il 5 agosto 2006 per i nuovi veicoli ed il 5 agosto 2007 per le nuove immatricolazioni); 2. l’introduzione volontaria del tachigrafo digitale il 5 agosto 2005, accompagnata da una moratoria riguardante tutti i Paesi in cui circolano veicoli immatricolati nell’UE. Questa moratoria dovrebbe restare in vigore fino a che tutte le misure necessarie saranno state attuate. Come funziona il nuovo strumento Quattro carte di colore diverso per chi viaggia e chi controlla Sono quattro le «card» dotate di microchip che dovranno essere distribuite dalle Camere di Commercio ai vari soggetti coinvolti, per far funzionare il sistema del cronotachigrafo digitale. 1. Carta bianca. È quella del conducente: registra tutte le attività dell’autista per un periodo di 28 giorni. 2. Carta gialla. È quella dell’azienda: permette di leggere i dati registrati nella memoria del cronotachigrafo. 3. Carta blu. È in possesso dell’autorità di controllo e permette anch’essa di controllare i dati registrati sull’apparecchio. 4. Carta rossa. È la carta dell’officina: viene utilizzata per la verifica e la manutenzione dello strumento. AgC7 11 QUI BRUXELLES Tutto politico il programma del semestre di Presidenza britannica Trasporto combinato.1 Anche Londra punterà sui pedaggi e sul nodo dell’orario di lavoro Aiuti autorizzati al ferro-Tir in Belgio L’agenda annunciata dal primo ministro Tony Blair non presenta novità dal punto di vista trasportistico: si continuerà a cercare un accordo sui punti rimasti irrisolti. Ma le difficoltà non mancano, soprattutto sui tempi di guida e di riposo, affidati ormai al Comitato di Conciliazione. Il semestre di Presidenza britannica dell’Unione europea sarà improntato ad una visione politica della difficile fase che l’Unone sta attraversando,piuttosto che a temi pur rilevanti ma di carattere tecnico. Per questo il programma dei prossimi sei mesi vede pochi impegni in agenda per il settore trasporti e, soprattutto, registra la prosecuzione degli impegni che la precedente presidenza lussemburghese non è riuscita a chiudere, anche perché su tutti e tre i temi si sono determinati tensioni tra le posizioni diverse espresse dalla Commissione, dal Consiglio dei Ministri e dal Parlamento europeo. 1. Tariffazione stradale La proposta di sottoporre a pedaggio le principali strade di collegamento europee, le cosiddette TEN (Trans European Network) per i veicoli commerciali pesanti, fu avanzata nel 2001 dal Libro Bianco dei Trasporti della vice presidente Loyola de Palacio, per finanziare la manutenzione gravando sui veicoli pesanti che usurano di più le strade. Di fatto era una sorta di compensazione per i Paesi «centrali», proprietari delle strade attraversate dal traffico commerciale, a carico dei Paesi «perifierici»: un quadro che l’allargamento a 25 dell’Unione ha reso più complesso. La Commissione, alla ricerca di un compromesso, vuol destinare gli introiti direttamente al settore trasporti (per infrastrutture alternative alla strada, ad esempio), mentre il Consiglio chiede mano libera per il riutilizzo dei pedaggi. Ulteriore mediazione quella tentata dal Parlamento europeo che vorrebbe lasciare ai singoli Stati la facoltà di optare per una delle due soluzioni. 2. Orario di guida e di riposo Tutto aperto anche per le modifiche dell’orario di guida e di riposo. La questione, anzi, rischia di creare un bello scompiglio tra le istituzioni europee, con la Commissione e il Consiglio dei ministeri dei Trasporti che vorrebbero una normativa più elastica, lasciano maggiori margini di flessibilità alle imprese, e il Parlamento che ha approvato una risoluzione legislativa più rigida, respingendo le posizioni delle altre due istituzioni. Il conflitto è ormai aperto e la soluzione è stata demandata, come prevedono le norme comunitarie in caso di contrasto fra i vari organi, al Comitato di Conciliazione, cui spetterà la decisione definitiva. Il Comitato è stato convocato per il 29 dicembre in prima istanza e per il 6 dicembre in seconda. 3. Patente europea La questione non tocca direttamente l’autotrasporto se non per un punto relativo all’età dei conducenti. In fase di predisposizione della direttiva, che ancora una volta non ha superato l’esame del Consiglio dei ministri del 27 e 28 giugno scorsi, l’Italia aveva proposto di introdurre l’esame annuale della patente al superamento dei 65 anni.La norma,una volta recepita,avrebbe consentito agli autisti italiani di continuare a circolare (purché, ovviamente, in buone condizioni di salute) fino ai 70 anni, così come avviene nel resto d’Europa. La Germania, tuttavia, ha bloccato l’emendamento ritenendolo limitativo rispetto alla situazione attuale. Risultato: se la direttiva non subirà modifiche, gli autisti stranieri potranno circolare in Italia anche oltre i 65 anni e quelli italiani no. ● La Commissione ha autorizzato il Belgio a riconoscere un regime di aiuti al trasporto combinato sulla base di un budget di 30 milioni/anno per tre anni, legato all’obiettivo di mantenere alla rotaia il traffico attuale e di aumentarlo del 20% in tre anni, sulle tratte superiori ai 51 Km. Trasporto combinato.2 Accordo qualità tra Uirr e Uic La Uirr (Unione delle imprese che effettuano trasporti combinati strada-rotaia) e la Uic (Associazione delle ferrovie europee) hanno siglato un accordo per aumentare la qualità del servizio del trasporto combinato internazionale che ancora oggi è bassa. Dall’autunno verranno monitorati gli assi e l’utilizzo dei treni completi. Progetti infrastrutturali Presto la nomina dei coordinatori Sono in fase di nomina i cinque coordinatori dei grandi progetti infrastrutturali della rete europea. Per quanto riguarda l’Italia ed in particolare la rete Nord-Sud (con il Brennero) ed il corridoio V (che comprende il tunnel Torino-Lione) sono stati prescelti rispettivamente gli ex commissari ai Trasporti Karel Van Miert e Lojola de Palacio. AgC7 12 & Scadenze Eventi •Mercoledì 27 luglio. Conferenza stampa di presentazione della 2a Campagna per la Sicurezza stradale «Siamo tutti sulla stessa strada - TIRispetto». È prevista la partecipazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi. •Venerdì 5 agosto. Scadono i termini nell’Unione europea per l’introduzione obbligatoria del cronotachigrafo. Bruxelles ha tuttavia deciso di sospendere ogni sanzione fino alla fine dell’anno per dare tempo ai Paesi ritardatari di mettersi in regola. •Venerdì 13 settembre. Apertura, a Vienna, della IEEE - Conference on ITS,salone mondiale dei Sistemi intelligenti di trasporto. •Venerdì 23 settembre. Si apre,presso la fiera di Napoli,Meditertrans,Mostra Mediterranea dei Trasporti, logistica e intermodalità. Si chiude il 25 settembre. •Lunedì 26 settembre. Apertura, a Pechino, della 3a Conferenza Euro-Asiatica sul trasporto stradale. Organizzata dall’Iru e dal ministero delle Comunicazioni cinese, si prevede la partecipazione di 30 ministri dei Trasporti dei due continenti. Rassegna stampa di settore Luglio 2005 Quasi tutte le pubblicazione del settore dell’autotrasporto merci pubblicano in questo periodo un numero doppio che copre i mesi di luglio-agosto, consentendo una sospensione per la pausa estiva. Ciò comporta anche un ritardo della pubblicazione che è la ragione per la quale in questa rassegna stampa non compaiono alcune testate. da IL SOLE 24 ORE TRASPORTI • Rinviato a gennao il cronotachigrafo digitale da TUTTOTRASPORTI • • • • • • • Tariffe, dopo il caso bisarche. Chi urla vince Termine ultimo per chi vuole fare causa Più che un aumento è una presa in giro Dopo l’incidente del Frejus. Squali all’attacco Il «crono» digitale slitta al 2006 Congresso Fai. Fin che la barca va... Arrivano i soldi, era ora da PROFESSIONE CAMIONISTA • L’Europa favorevole al trasporto su mare • Il combinato si sblocca da HP TRASPORTI • Sussurri e grida: Fermo macchina da VADO E TORNO • Li chiamano acconto, ma sono elemosina • Non si esce dal tunnel se va a fuoco •Venerdì 4 novembre. Apertura, alla Fiera di da UOMINI E TRASPORTI •Giovedì 26 gennaio 2006. Si apre, alla Fiera da VIE&TRASPORTI Rimini, dello Smavi, Salone dei Trasporti con le novità dei veicoli commerciali e degli allestimenti. Chiude domenica 6. di Verona, Expotransport, salone Biennale delle tecnologie per l’innovazione, la sicurezza e l’ambiente nei trasporti. Chiude domenica 29. •Giovedì 8 marzo 2006. Apertura, a Parigi, Villepinte, del SITL - Salone internazionale del trasporto e della Logistica, la più importante esposizione europea del settore. •Martedì 14 marzo 2006. Si apre a Dubai, il 30 Congresso mondiale dell’Iru (Unione internazionale dei trasporti su strada). L’assemblea si concude giovedì 16 marzo. • Editoriale: Logistica pubblica e privata • Una corsa ad handicap • A patto che sia logistica • Patto della Logistica: è il momento delle scelte • Attraverso il confine, sì, ma con fatica da TRASPORTARE OGGI • Una luce in fondo al tunnel • La voce della Consulta da INTERTRUCK NEWS • I retroscena della vicenda bisarche • Ancora una volta è guerra tra poveri • Le reazioni da EUROMERCI • «Voglio una Confetra forte e ben visibile» Realizzazione editoriale C&C service srl via Alberto Caroncini, 23 - 00197 - Roma tel. 06.80.81.727 - fax 06.622.76.167 e-mail: [email protected]