INTRODUZIONE E’ ancora la famiglia Trombetta a calcare la scena ma, allo stesso tempo, nei personaggi della commedia è facile trovare lo specchio di una società in continua evoluzione. Dopo gli anni ‘60 di “ LA FAMIGLIA TROMBETTA “ e i ‘70-80 di “ QUANTU VELENU TANNU LI FILI”,( QUANTO VELENO PROCURANO I FIGLI) sono proprio i nostri giorni, quelli di fine millennio che fanno da sfondo all’ultima commedia.. I personaggi vengono travolti da un continuo mutamento della vita dinanzi a cui si trovano, come tutti, un po’ disorientati..... come in ritardo rispetto alle tendenze dei tempi che passano. Se nelle precedenti commedie erano il cambiamento di luogo ( dal Sud al Nord ) e di stato ( dalla povertà a una ricchezza provvisoria ) a determinare nuovi stili di vita e nuove culture, ora è lo stesso scorrere inesorabile degli anni che mette alla prova i valori fondamentali della famiglia Trombetta. Come si porranno i personaggi dinanzi a questo nuovo scenario? Verranno “ corrotti “ dagli eventi, o riusceranno a mantenere intatta l’unità familiare? 1 A BBICCHEZZA, CAUSI RUSSI (ALLA VECCHIAIA, PANTALONI ROSSI) Terzo episodio PERSONAGGI ed INTERPRETI ANTONIO COSIMO TOMMASINA CARMELINA VINCENZO MARIA ANTONIO GIAN LUIGI MARIA FILOMENA 1° LAVORANTE 2° LAVORANTE PASQUALINA PASQUALINO TRAMINZANO MARGHERITA nonno figlio nuora figlia di Tommasina marito di Carmelina nuora di Tommasina marito di Maria figlio di Maria ed Antonio Lavorante comare di Tommasina figlio di Pasqualina intermediario figlia di nonno Antonio 2 La scena è ambientata ai nostri giorni. E’ un grande soggiorno arredato con divano, poltrone e in un angolo c’è ancora la sartoria della signora Maria. In scena c’è Tommasina con suo marito che riprendono il discorso sugli anni passati. ( in pratica fanno un riassunto delle due commedie precedenti) Primo atto TOMMASINA: Cosimo! Cosa devi fare questa mattina? COSIMO: Cosa devo fare! Cosa devo fare! Devo fare quello che faccio tutti i giorni. Devo andare a lavorare ma se ti devo dire la verità non ne ho proprio voglia. TOMMASINA: Eh! Cosimo mio! Cosa ci vuoi fare! Purtroppo per vivere bisogna lavorare. COSIMO: Lavorare! Si! Si è vero che per vivere bisogna lavorare ma, con quale spirito si può andare a lavorare in un magazzino dove una volta ne ero il padrone ed ora sono solo un dipendente . TOMMASINA: Senti Cosimo! Non riapriamo questa piaga! Ormai, da quando abbiamo venduto tutto per pagare i debiti di gioco di Antonio, dobbiamo accontentarci di vivere alla giornata e, dobbiamo dire grazie al vecchio, che con la pensione ci da una buona mano perchè con la vita che si conduce oggi non è facile andare avanti con uno stipendio solo. Su tua nuora non puoi proprio contarne niente. COSIMO: E cosa vuoi contarne. Per lavorare lavora e guadagna pure ma con il marito in galera che le chiede soldi come se si trovasse in un 3 albergo di 1° categoria..... TOMMASINA: Ah! Che figlio disgraziato! Ci ha fatto vendere tutto per pagare i soui debiti di gioco. COSIMO: Prima o poi doveva fare quella fine. Con il lavoro ha sempre avuto un pessimo rapporto. TOMMASINA: preso! Ma se il sangue è quello! Di chi ha preso. Di chi ha COSIMO: Si! Sta a vedere che ha preso da me! TOMMASINA: Non sto dicendo che ha preso da te ma di quel galantuomo di tuo padre. Tutti e due il gioco delle carte ce l’hanno nel sangue e chi ha questo vizio, prima o poi rimane fregato. Speriamo almeno che quel bambino non prenda né del padre, né del nonno. Speriamo che mi sbaglio ma sta uscendo proprio bene perchè, già al mattino, quando si alza, incomincia a fare guai. COSIMO: Ma! A me sembra che abbia preso più dalla madre. Io mi ricordo che l’Antonio nostro, da piccolo, dormiva e dormiva. Questo sembra che mangia corrente elettrica! TOMMASINA: Ma Cosimo! Stamattina vuoi andare a lavorare si o no? Mi sembra che più tempo passa e cchiui rrienni. (e più sei lento) COSIMO: Tommasina! Guarda che gli anni passano e da quando mi sono operato ai reni poi, non sono più le spalle di una volta. TOMMASINA: Beato tuo padre! Ha quasi 85 anni e non soffre di niente a parte la sclerosi naturalmente. Ma quella ce l’ha dalla nascita. Cosimo si alza, prende la giacca dall’attaccapanni e si avvia al lavoro. Tommasina rimane sola in scena. Si alza dalla sedia e si mette a riordinare un po’ la stanza. Entra furiosamente il bambino, figlio di 4 Maria che si chiama Gian Luigi Maria con in mano delle pistole moderne e spara all’impazzata.. TOMMASINA: Gian Luigi Maria! Stai fermo! Stai zitto perchè se si sveglia il nonno poi ti sgrida! BAMBINO:Tanto il nonno non capisce niente! ( il bambino parla in italiano e tutti i componenti della famiglia si sforzano di parlare con lui in italiano ) TOMMASINA: Non devi dire queste cose del nonno perchè poi si arrabbia. Hai capito, Luigi mio? BAMBINO:Io mi chiamo Gian Luigi Maria! TOMMASINA: Sini! Sini! Comu cazzu ti chiami chiami! (non mi interessa, come ti vuoi chiamare chiamare) Basta che non fai il lazzarone. Il bambino se ne va via con aria strafottente. Dopo qualche secondo entra il nonno e con aria arrabbiata dice: NONNO ANTONIO: Dov’è quel figlio di............... TOMMASINA: Zitto! Zitto! Se ti sente sua madre! Il nonno naturalmente, essendo molto vecchio, è più curvo, un po’ sordo e più sclerotico. NONNO ANTONIO: Che zitto e zitto! Sono due ore che mi sta sparando nel letto e poi non sai cosa mi ha combinato. Stavo dormendo con la bocca aperta ed ha pensato bene di buttarmi dentro la gomma da masticare. Sangu li egna! Se ‘ncuddhatu allu cannanuci e pi’ nu picca no’ mi faci issiri li uecchi ti fori )(.Imprecazione: Si è incollata la 5 gomma in gola e per poco non mi faceva uscire gli occhi dalle orbite ) TOMMASINA: Papà, hai dimendicato che anche quando eri piccolo tu eri una bella pelle? Il nonno a queste parole quasi si compiace. NONNO ANTONIO: me ne ha date di botte. Io ero più lazzarone di lui! Mia sorella Lucia TOMMASINA: Papà basta perchè me l’avrai raccontato già cento volte. Tommasina va via e rimane il nonno da solo. Dopo qualche istante ecco che rientra il bambino, sempre armato e spara al nonno. NONNO ANTONIO: Avvicinati! Avvicinati ( facendo segno con il bastone ) che ti do una caramella. Vieni quà che ti do una bella cosa Gian Luì. Vieni? Fa ingresso la signora Maria ed è molto nervosa . MARIA: Nonno! Quando parli al bambino mi devi fare la sacrosanta cortesia di rivolgerti in italiano. Non voglio che impari questa brutta lingua che si parla in quest’orrido paese. NONNO ANTONIO: E perchè, non stavo parlando in italiano? Certo, quando andavo io a scuola, insegnavano un italiano diverso da quello che si insegna oggi e poi, l’importante è che mi faccio capire. MARIA: Non sono daccordo nonno! Mio figlio deve parlare in italiano perfetto come me e non voglio che impari questo dialetto che lo parlano solo in Africa. ( rivolgendosi al bambino ). Vieni quì che ti lavo la faccia! Prende il bambino ed esce di scena. Il nonno rimane solo ed inizia a 6 parlare. NONNO ANTONIO: Parliamo come all’Africa?!? Sangu lì egna!(imprecazione ) Sembra che è nata in alt’Italia ed è solo di Brindisi che,in quanto a dialetto, altro che africano. ( ed elenca alcune parole in dialetto brindisino )Altro che africano! Quello sembra cinese. Antipatica era quando l’ho conosciuta e così è rimasta. Mannaggia di quando diventiamo vecchi che purtroppo bisogna stare con qualcuno altrimenti, se era viva la buonanima della Cristina mia sarebbe stata tutta un’altra cosa. Quasi quasi, se trovo una vecchierella che vuole convivere con me, mi rifaccio una famiglia e buona notte. Bussano alla porta ed entra Filomena, la lavorante di Maria. FILOMENA: Buongiorno, nonno Antonio! NONNO ANTONIO: Sciuscè! (Figlioccia) Come stai stamattina? E’ un po’ di tempo che non ti vedo bene. FILOMENA: Cosa vuoi! Purtroppo gli anni passano e non riesco a trovare il marito della mia vita. Non è che pretendenti non ci sono, ma sono tutti con le tasche bucate ed io ne voglio uno che le tasche le abbia piene. Avevo Pasqualino mio che era tanto buono. Siamo stati fidanzati dodici anni e mi diceva sempre che un giorno o l’altro, avrebbe fatto fortuna, poi ha tentato al Nord e, la prima volta che è venuto in vacanza, se n’è venuto sposato ed io, dopo tanti anni, sono rimasta come una stupida ! NONNO ANTONIO: Sedotta e abbandonata! Il nonno elabora un pensiero un po ardito per la sua età FILOMENA: Nonno Antonio! Che cosa stai dicendo! Quale sedotta e sedotta! Solo abbandonata! 7 NONNO ANTONIO: sposarti? Senti Filomena! Ma tu vuoi veramente FILOMENA: Si! Si! Mi voglio sposare a tutti i costi! Ormai sono diventata una mezza zitellona e mi devo decidere. NONNO ANTONIO: E se io ti offrissi..... Sai, ho un amico che si vuole sposare. Certo, non è proprio verde verde, però la presenza è buona e poi, prende una bella pensione. FILOMENA: Di invalidità??? NONNO ANTONIO: No! No! Non è invalido! Diciamo che prende la pensione di vecchiaia e prende quasi due milioni al mese. FILOMENA: E si che quasi quasi mi stai facendo venire un pensierino tanto, se è vecchio, quanto può campare? E poi la pensione sua me la passano a me. ( Alle parole: Quanto può campare, il nonno fa le corna di nascosto) FILOMENA: Nonno Antonio! E non me lo presenti questo amico tuo che, se è di buona presenza...... però, guarda che a me, anche se è un po’ anziano non me ne importa niente, basta però che sia di buona presenza, che sia un tipo moderno, se poi ha i capelli lunghi tanto di guadagnato. Quanto mi piacciono gli uomini con i capelli lunghi non puoi immaginare, specie quelli che si fanno il codino. NONNO ANTONIO: A si?!? Beh! Adesso vediamo! Entra nuovamente in scena il bambino ed incomincia a sparare da tutte le parti con il suo fucile elettronico. Il nonno si alza e se ne va ed il bambino lo insegue. Rimane Filomena. Dopo qualche attimo fa ingresso un’altra lavorante. 8 1° LAVORANTE: FILOMENA: 1° LAVORANTE: FILOMENA: per la testa! 1° LAVORANTE: Buongiorno Filomena. Ciao. Cos’hai Filomena? Ti vedo un po’ arrabbiata! Che arrabbiata e arrabbiata! Ho proprio i santissimi E perchè? FILOMENA: Perchè. Perchè. Non vedi? Noi ci conosciamo da un sacco di anni. Tu, Lucia, Antonietta, Maria vi siete tutte sistemate, io invece sono ancora zitellona con il bidone che mi ha fatto Pasqualino mio, non me lo dimentico e non me lo dimentico. 1° LAVORANTE: Non credere Filomena che da sposati si sta tanto bene. Ci sono i lati positivi ma, se guardi bene, ci sono anche dei lati negativi. Io, con il bambino, sono sempre impegnata. Questa mattina per esempio non voleva andare a scuola e sai cosa ho dovuto fare per convincerlo? Invece dei libri nella cartella ho dovuto mettergli brioche, patatine e un sacco di altre cose ancora. Nel frattempo entra la 2° lavorante, prende posto sedendosi vicino mentre loro continuano la conversazione. FILOMENA: Si! Si! Sarà pur vero però, rimanere zitella, sempre con la voglia di un marito. 2° LAVORANTE: Di che cosa state parlando? Nessuna delle due le da retta. 1° LAVORANTE: Filomena. Non credere che sia sempre bello! C’è mio marito che è sempre incollato come una zecca. 9 2° LAVORANTE: Puru lu cani zecchi!.....(Anche il mio cane porta le zecche ) mia porta ncerti LE ALTRE DUE: Zitta! Zitta! e deciditi a mettere l’apparecchio che stai diventando completamente sorda . FILOMENA: 2° LAVORANTE: E’ meglio avere una zecca che niente proprio! Ma..... di che cosa state parlando? TUTTE E DUE, contemporaneamente: Sono cavoli nostri! 1° LAVORANTE: Stiamo parlando di mariti. 2° LAVORANTE: Non mi dite! Non mi dite! Anche il mio è come una zecca e non solo. Madonna quanto è pignolo! E’ vero che è maestro di scuola ma che debba farlo anche a casa..... figuratevi che quando mi rimprovera mi dice: “ Guarda che vedo delle macchie sul pavimento, se non pulisci bene ti mando in castigo “ oppure “ Oggi la pasta è senza sale, parlerò con i tuoi genitori che non ti hanno insegnato a cucinare bene . Senza contare poi che non è mai contento di niente e per il fatto che vengo quì poi, faccio sempre questioni. “ Che necessità di andare a lavorare hai “? mi dice. Cosa ne sa lui. Oggi costa tutto caro e, in una casa per andare bene, dovrebbero lavorare tutti i componenti di una famiglia. La vita è diventata difficile. Certo, la signora Maria non è che ci riempie di oro, comunque è sempre un aiuto per la famiglia. Con tutti i vizi che abbiamo oggi, come si può fare con un solo stipendio? 1° LAVORANTE: La colpa è della televisione che ci bombarda con tutte quelle pubblicità e noi, come tante stupide, corriamo a comprare tutto ciò che vediamo reclamizzare sullo schermo. 2° LAVORANTE: E’ vero! E’ vero! Però dobbiamo anche ammettere che trasmettono tanti bei programmi. Prendi per esempio quella che trasmettono tutti i giorni alle tre la sto seguendo da tre anni , 10 pensa che sono arrivati alla settecentesima puntata e tutti i giorni non vedo l’ora che inizi . Ormai l’aspetto più del mangiare . FILOMENA: Qual’è? Io ne sto seguendo cinque contemporaneamente perchè mi piacciono molto e tutti i giorni salto da un canale all’altro. 1° LAVORANTE: Eh! Di questi tempi ci dobbiamo abituare ai salti, soprattutto ai salti mortali. Io invidio tutti quei personaggi che si vedono in televisione ricchi e sorridenti . FILOMENA: proprio Il povero come fa a ridere? A meno che, non è fesso. Fa ingresso la signora Maria e tutte e tre in coro. LAVORANTI: Buongiorno signora Maria. SIGNORA MARIA: Buongiorno. Buongiorno. A che punto siamo con quell’abito? Mi raccomando, che sia rifinito alla perfezione e cercate di non perdere tempo perchè oggi dovranno venire a ritirarlo. TUTTE E TRE LE LAVORANTI insieme: Osci!!! (Oggi) FILOMENA: Come facciamo? Non stiamo ancora a niente. SIGNORA MARIA: A niente!?! TUTTE INSIEME: A niente! A niente! SIGNORA MARIA: Certo che ve la prendete comoda. Insomma, vi rendete conto che la sartoria non è un salotto di conversazione? Sembra che venite quì solo per passare il tempo. Già oggi corrono tutti ai negozi per acquistare perchè costa molto meno, se noi non impieghiamo minor tempo, quanto dovrei farlo pagare un vestito? 11 FILOMENA: E vuol mettere a confronto come lo cuciamo noi e come sono quelli già confezionati? TUTTE E TRE INSIEME: E’ tutta un’altra cosa! SIGNORA MARIA: Va bene! Va bene! Datevi da fare! La signora Maria esce di scena. 1° LAVORANTE: sempre nervosa. Certo che da quando il marito è in galera, è 2° LAVORANTE: Se è per questo è sempre stata così. FILOMENA: Adesso però è diventata ancora più acida ma le arie se le da ugualmente. E’ vero che è sarta fine..... TUTTE E TRE INSIEME: imitandola “ E’ per questo che ho il diploma di taglio e cucito “. Fa ingresso Tommasina. TOMMASINA: Se vi sente vi fa una lavata di testa che non finisce più! Lasciatela in pace che ha già tanti problemi. Suonano alla porta e fa ingresso comare Pasqualina. PASQUALINA: Comare! Comare! TOMMASINA: Entra, comare mia. Dove stai andando? PASQUALINA: Veramente, sto andando all’ufficio postale. Sto andando a ritirare un po’ di soldi perchè non bastano mai e, meno male che ci sono. Benedetto lui e quando è tornato dall’America! Mi ha riempito il 12 libretto postale di dollari e da allora, comare mia, sono guarita. TOMMASINA: Meno male comare mia che sei guarita. Così è la vita:c’è chi sta bene e chi sta male. Noi ormai andiamo avanti con la giornata che riesce a guadagnare Cosimo. E come dobbiamo fare, non lavora nessun’altro. Maria pensa solo per suo figlio e suo marito. Meno male che c’è il vecchio che ci da un po’ di aiuto perchè ora, con gli ultimi aumenti, prende una bella pensione. Comare! Stavo pensando. Sai, da quando è successo il fatto di Antonio che ha perso tutto con il gioco delle carte noi, per pagare tutte le spese, ci siamo indebitati fino al collo. Perchè non ci presti un po’ di soldi? Non devi aver paura perchè appena ci sarà possibile te li restituiremo con gli interessi. PASQUALINA: E come faccio comare mia! Sono tutti vincolati! Non credere che è tanto semplice andare all’Ufficio Postale e ritirare dei soldi e poi, non credere quanti ne abbiamo che si, ci sono, ma non al punto da poterli prestare. TOMMASINA: Ho capito comare mia! Non ti spiegare più! PASQUALINA: E poi..... Hai tuo genero che è uno dei più ricchi del paese. TOMMASINA: Comare, lascia stare! Ognuno sa i fatti di casa propria! Ricco! Quale ricco! Quelli, per primo e per secondo mangiano aria infatti fra un po’ te li vedi arrivare in casa, a mezzogiorno, giusto giusto al momento di pranzare. Meno male almeno che non hanno da pagare l’affitto della casa.La masseria andava bene tanti anni fa. Oggi latte di pecora la gente non ne vuole più perchè dicono che quello nelle buste è più saporito. Le pecore di oggi mica sanno fare il latte intero, scremato o parzialmente scremato; quelle lo fanno sempre all’antica ed ora, il latte all’antica, non piace più. PASQUALINA: Comare mia! Ora devo proprio andare perchè ho ancora da rifare i letti e sono indietro anche con la cucina. 13 Pasqualina e Tommasina escono entrambe di scena e vi fa rientro Maria. SIGNORA MARIA: A che punto siamo? LE LAVORANTI, INSIEME: Alla partenza! SIGNORA MARIA: Datevi da fare per favore e non fatemi fare brutta figura come è successo per l’ultimo vestito che abbiamo consegnato. Mi riferisco al vestito della signora Antonia che pendeva tutto da un lato. TUTTE E TRE: Quello della Uccia? (nome: Antonia) SIGNORA MARIA: Della Uccia! Della Uccia! TUTTE E TRE: Uh!!! SIGNORA MARIA: Che fate! Mi prendete in giro? Dovete sapere che io sono stata addestrata ad essere una sarta di prima scelta, non per niente ho studiato in una scuola di grande prestigio ed ho conseguito il “ Diploma di Taglio e Cucito “ TUTTE E TRE: Uh! Signora Maria! E’ venti anni che ce lo dici! 1° LAVORANTE: potrei uscire? Senti, signora Maria. E’ mezzogiorno, non SIGNORA MARIA: Certo! Vai pure! Anzi, andate pure voi, ci vediamo oggi pomeriggio. Le lavoranti vanno via e fanno ingresso Carmelina e suo marito Vincenzo , figlio della Crocefissa. C’è Maria in scena e guarda l’orologio. 14 SIGNORA MARIA: Non c’è che dire. Se uno ha da aggiustare l’orario del suo orologio basta che guarda voi ed è sicuro che quando siete quì è perchè è mezzogiorno esatto. VINCENZO: che si mangia? Certo che è mezzogiorno. Non è forse quella l’ora Maria rivolgendosi a Carmelina. SIGNORA MARIA: Cosa ne dici Carmelina, mi vuoi anticipare questo lavoro? Sai, siamo in arretrato con le consegne. CARMELINA: Daccordo Maria, non ti preoccupare, faccio io. SIGNORA MARIA: Io devo andare a prendere il bambino che è ancora a scuola e sono un po’ in ritardo. Devo fare una bella corsetta per non farlo rimanere lì da solo altrimenti lo trovo in lacrime, gioia mia! Maria scappa via. VINCENZO: E lu babbo non è arrivato? (papà) In quel momento ritorna Tommasina ed avendo ascoltato ciò che diceva ‘Nzino è seccata. TOMMASINA: Babbu e scemu eti puru, (cretino e scemo è anche) non basta che ti dà da mangiare. VINCENZO: Babbo Cara suocera! Come si vede che non hai studiato! vuol dire “ siri “. (papà) TOMMASINA: Questi giovani di adesso! Volete prendere sempre in giro! Noi vi mandiamo a scuola e poi voi fate i professori su noi stessi. VINCENZO: Cosa stai cucinando oggi? Sento un buon profumino! 15 Scommetto che è coniglio alla cacciatora. TOMMASINA: Per coniglio l’ho comprato. Chissà perchè tutti quelli che sono appesi nella macelleria sono sempre già puliti e senza testa. VINCENZO: Cosa vorresti dire, che sono cani? CARMELINA: Gatti! Gatti, Vincenzo! VINCENZO: Non mi parlate di animali perchè lo sapete che sono un esperto perchè, tutti gli anni che ho trascorso nella masseria mi hanno formato. Oggi come oggi la devo a quell’esperienza la posizione che occupo nella società. CARMELINA: Zitto! Zitto per favore! Mi hai buttata in una masseria per farmi fare la signora, dicevi. VINCENZO: E perchè, non fai la signora? Tu oggi sei la signora Campalacasa, moglie del famoso ‘NZINU (Vincenzo)Campalacasa. CARMELINA: Per famoso, sei famoso! Sei rimasto l’unico massaro (proprietario di una masseria senza animali ) disoccupato che c’è in Italia ed era ora che cambiassi mestiere, se vuoi veramente lavorare. VINCENZO: Io cambio?!? Ma cosa ti salta in mente. Cosa credi che il pecoraio lo può fare chiunque? CARMELINA: Io conosco un sacco di gente che va all’università, per prendersi la laurea di pecoraio. VINCENZO: Tu scherzi!?! Guarda che il mio è un lavoro altamente specializzato. Hai mai munto le pecore? Fatto il formaggio e la ricotta? Senza contare poi quando le porti al pascolo caspita. Lì poi bisogna essere proprio svegli! Già con lo sguardo bisogna dirigerle , ecco perché ci vuole la taglia del dirigente per poter esercitare questo lavoro. 16 Fa ingresso il nonno. NONNO ANTONIO: Dirigente! Dirigente! L’unica cosa che sai dirigere tu sono le posate che vanno dal piatto alla bocca. Ma di lavoro non se ne parla proprio! VINCENZO: Nonno. Cos’hai da lamentarti? E’ vero che sono l’ultimo arrivato in questa famiglia ma, non ti dimenticare che anche tu quì sei un ospite e non ti da il diritto di giudicarmi e ricordati una cosa i vecchi come te, in genere stanno in uno ospizio. NONNO ANTONIO: Io in un ospizio?!? Poi ve ne accorgerete, altro che uno ospizio! Caro Campalacasa ‘Nzino , se non era per questo vecchio che prende una bella pensione, neanche tu potevi fare il dirigente. E fa il gesto di portare il cibo dal piatto alla bocca.Vincenzo esce di scena. CARMELINA: Nonno! Non farci caso! Purtroppo è fatto così. Ormai lo devo sopportare anch’io e devo dire che la colpa è anche un po’ vostra perchè non è che non c’erano i ragazzi che mi volevano ma voi, con il fatto che era figlio della Crocefissa, che era una santa donna, pace e riposo all’anima sua .... senza contare poi il fatto che sapevate che aveva un appartamento di case avete insistito perchè lo sposassi. Eh! Nonno mio! Mica ti puoi mangiare le case! Lui, di altro lavoro che non è il suo, non ne vuole proprio sapere. NONNO ANTONIO: E divorzia allora! E’ meglio una santa morte, si dice, che una lunga malattia perciò, mandalo a quel paese e ti rifai una vita, Cosa cosa ti manca per trovarti un altro uomo . CARMELINA: Nonno! Io sarei anche disposta a farlo perchè sono stufa di questa situazione ma poi, lo sai cosa direbbe la gente. Nei paesi come il nostro la gente parla e sparla. Anche se siamo in un’epoca dove 17 tutto è accaduto e niente potrà accadere , la nostra gente rimane radicata alle sue vedute . NONNO ANTONIO: Figlia mia! La gente deve solo farsi i fatti suoi. E’ più giusto vivere di fianco ad un uomo a cui non si vuole bene per far piacere alla gente, o è più giusto vivere al fianco di uno con cui si sta bene ed avere la gente contro? Figlia mia! La vita è una sola e bisogna viverla felici. Sai, Carmelina. Ti devo confessare una cosa: anch’io sto pensando che, per questo poco di vita che mi resta da vivere, vorrei essere felice. CARMELINA: E cosa vorresti fare?!? NONNO ANTONIO: farò sapere. Per il momento non posso dirti niente. Poi ti Nel frattempo suonano alla porta. Carmelina va ad aprire e fa ingresso il signor TORI SETTICAMISI (Salvatore Settecamicie) ( è un faccendiere che combina conpravendita matrimoni ecc. ed ha un appuntamento con il signor Trombetta Antonio . NONNO ANTONIO: A si Carmelina. Fallo entrare. ( rivolgendosi poi a Carmelina ) E tu, Carmelina, vai di la perchè dobbiamo discutere di una faccenda molto privata. Carmelina esce di scena. INTERMEDIARIO: Perchè mi hai chiamato? NONNO ANTONIO: Ti ho chiamato per una questione un po’ delicata. Diciamo.... che c’è un mio amico che si vuole sposare ed avrei bisogno di uno che porti le ambasciate. INTERMEDIARIO: Va bene. Questo è proprio il mio mestiere, dovuto alla mia facile parlantina. Se non sbaglio ho combinato anche il matrimonio di vostra nipote. 18 NONNO ANTONIO: Hai combinato un bel casino, altro che matrimonio. Speriamo almeno che indovini questo. INTERMEDIARIO: Spiegami di chi si tratta. NONNO ANTONIO: E’ una signorina che lavora in questa casa. La persona interessata non è proprio giovanissimo , ma questo mio amico non è molto esigente , lui vorrebbe questa signorina più che altro per compagnia , per vivere gli anni che gli sono rimasti con una compagna essendo vedovo da quasi quarant’anni. INTERMEDIARIO: Va bene. Farò del mio meglio,naturalmente mi dovrai spiegare tutto quello che mi servirà per poter avvicinare la ragazza interessata , e discutere anche del mio onorario, perché a quanto ho capito deve essere un’operazione difficile . NONNO ANTONIO: Non è un problema di soldi. Quelli ci sono. INTERMEDIARIO: E dimmi, lui chi è? NONNO ANTONIO: Per forza lo devo dire? Diciamo..... che è un uomo a cui non manca niente. INTERMEDIARIO: Questo è sottointeso. Ci mancherebbe anche che gli mancasse un braccio o una gamba. Oppure che ne so, che ci sia troppa differenza di età, perché se ci sono dieci anni di differenza già storcono il naso, sui quindici diventa improponibile. Ecco perché prima di fare qualche figura è bene avere tutti i dati . E dimmi lei come è quanti anni ha. NONNO ANTONIO: Lei ha circa trentacinque anni ed Io figure…… il mio amico figure non ne ha mai fatte. Qualche cavolata si, ma figure mai. INTERMEDIARIO: Non hai capito. Per figura intendo: Come 19 si presenta? E’ un bel giovane? E’ alto, istruito. Insomma, com’è questo ragazzo? NONNO ANTONIO: Questa persona la firma la sa mettere. Per bello è bello. L’altezza ce l’ha e le forze non gli mancano. Certo, con lui la ragazza dovrebbe avere un po’ di pazienza. INTERMEDIARIO: pazienza? Per quale motivo dovrebbe avere NONNO ANTONIO: E dov’è che non ci vuole pazienza al giorno d’oggi? A leggere il giornale ci vuole pazienza; guardare la televisione, ci vuole pazienza; avere a che fare con certe persone ci vuole pazienza, e che pazienza. INTERMEDIARIO: Ho capito! Ho capito! Ma,nel caso specifico per quale motivo dovrebbe avere pazienza? NONNO ANTONIO: Perchè, questo mio amico… quando fuma.... la pipa... fa.... piano piano; quando.... va alla piazza e..... quando viene.... va piano piano. INTERMEDIARIO: Ma! Io non capisco! NONNO ANTONIO: Mi sembra che sei proprio fesso, altro che non capisci. Ammesso, che quell’amico di cui ti sto parlando fossi ….io, dici che è possibile combinare questo matrimonio? INTERMEDIARIO: Tutto è possibile però, devi capire, che i giovani si sposano con i giovani; gli anziani si sposano con gli anziani ed i vecchi..... NONNO ANTONIO: Si sposano con la fessa ti mammata! (cretina di tua madre ) Dove s’è visto che, uno come me, non si può sposare con 20 una ragazza più giovane di qualche anno? INTERMEDIARIO: Quale anno! Di qualche secolo vorrai dire! Ma tu quanti anni hai se lei ha trentacinque anni tu ne avrai circa ottanta . NONNO ANTONIO: Io sono del quindici . Caro Settecamicie io sono nato sotto i bombardamenti . Intermediario :Adesso capisco tutti quelli nati sotto i bombardamenti Hanno difficoltà , sai cosa ti dico diamo un’occhiata a questo depliants che sicuramente troverai la donna che fa per te . ( ed inizia a sfogliarlo ) Nonno Antonio : Lampu! (imprecazione) Questa è brutta! ( gira la pagina ) Questa poi è più brutta della Cristina mia. ( gira ancora le pagine ) Questa ha i baffi.. e…… quest’altra, che cos’ha sul naso? Che cos’è, un neo o..... un ficodindia ? INTERMEDIARIO: Dai. Dai. Come sei permaloso. Te l’ho detto. Per te non posso prendere il catalogo delle giovani. Aspetta, ne ho una che può fare proprio al caso tuo. Mi ha dato la fotocopia della sua foto proprio stamattina. Nonno Antonio prende la fotocopia, la guarda bene per un momento, poi dice: 21 NONNO ANTONIO: Ma..... per chi mi hai preso..... per l’ultimo del paese?questa sembra che sia la nonna della befana . Adesso ti dico io chi voglio. Si chiama..... Filomena Scarfaliettu .(soprannome Scaldaletto ) INTERMEDIARIO: La figlia di..... Salvatore Scarfaliettu Si! Si! Ora mi viene in mente! Sua madre si sposò che se ne era già scappata con un altro e, quella ragazza, non si è mai saputo se è una scappatur (frutto della relazione) del primo o del secondo marito. E’ proprio per questo motivo che quella ragazza è rimasta zitellona. Nei nostri paesi si sa che certe colpe prima o poi si pagano, anche se lei non ha nessuna colpa NONNO ANTONIO: A me queste cose non interessano proprio. Se la ragazza mi vuole io me la sposo che sia chiaro io non voglio convivere io gli do il mio nome se lei accetta diventerà la signora Filomena Trombetta e non mi interessa proprio niente se è figlia di una scappatura (relazione) o no. INTERMEDIARIO: Cosa ti devo dire! Possiamo pure tentare però, io voglio delle garanzie. Quella è giovane e se ha preso dalla madre è anche un po focosa , mi sono spiegato ? Per esempio: tu hai detto che,..... quando..... fumi..... la pipa, ci vuole tempo per..... consumare..... il tabacco; l’importante è che..... almeno..... riesci..... ad accenderla..... questa pipa???. O hai bisogno di un aiutino….. NONNO ANTONIO: Non ti preoccupare! Si accende!..... Si accende!..... E..... una volta che si accende..... diventa come una focarotta. (catasta di legna che brucia ) e se proprio non dovesse bruciare ci sono sempre quelle pillole che hanno inventato adesso . INTERMEDIARIO: Ma!..... Speriamo!..... perchè io, in tanti anni di luminosa carriera, non ho mai fatto brutte figure con la gente.quando do la garanzia di un prodotto quello deve essere . 22 NONNO ANTONIO: casa sua. INTERMEDIARIO: NONNO ANTONIO: che lavora da noi. Però, è consigliabile che non vai a parlare a E dove le parlo? Magari puoi tentare di parlarle quì dal momento INTERMEDIARIO: Va bene. Va bene. Poi studiamo bene i particolari. Possiamo fissare con lei un appuntamento. NONNO ANTONIO: quì. Si! Si! Vieni quando vuoi! Quella sta sempre Esce l’intermediario. Il nonno assume un atteggiamento felice poi, rivolgendo lo sguardo verso il ritratto della defunta moglie. NONNO ANTONIO: Cara Cristina mia! Tu devi capire! Sono ormai quarant’anni anni che sono vedovo. Tu mi hai lasciato così, di punto in bianco ed all’epoca ero ancora verde e qualche occasione l’ho pure avuta però, come sai, l’ultima..... passeggiata.....me la sono pure dimenticata ... e speriamo che non faccio figure perché io ho detto che la pipa ci accende , ma non è che sono tanto sicuro però devo fare l’ultimo tentativo . Quello che ti posso dire è che in questa casa non ce la faccio più, quel bambino specialmente mi mette in croce . Entra in scena il bambino con in mano una pistola ad acqua e lo bagna tutto poi, tutto soddisfatto corre via. Il nonno rivolgendosi di nuovo verso il quadro. NONNO ANTONIO: Cristina! Hai visto? Non ce la faccio proprio più! Io dico: Invece di mettere suo padre in galera non potevano metterci lui? Questo viene fuori peggio di suo padre. Chiama Maria ad alta voce e lei si precipita. 23 MARIA: Cosa è successo nonno? Forse quel lazzarone ne ha combinata una delle sue? NONNO ANTONIO: Lasciamo perdere quello che ha combinato quel maleducato. Quello che ti volevo chiedere, se è possibile naturalmente, è se puoi cucirmi un vestito. MARIA: Cosa ne devi fare? Ne hai tanti di vestiti. NONNO ANTONIO: Si! Se conti anche quelli della prima guerra mondiale!..... Io ne voglio uno moderno, come si usano adesso. MARIA: E che cosa ne devi fare? NONNO ANTONIO: importante. Mi serve per un avvenimento molto urgente ed MARIA: Nonno! Io, di urgente, non posso fare nulla. Mi devi dare almeno un anno di tempo. NONNO ANTONIO: Un anno di tempo?!? E..... se per caso..... dovessi farmi un..... abito..... da sposo quanto tempo vuoi? MARIA: Almeno tre anni! NONNO ANTONIO: Tre anni!?! E..... veramente allora che..... la pipa..... non brucia e..... non fa..... neanche fumo! Ho capito! Ho capito! Ora vado al negozio e lo prendo confezionato. Ma poi, mi devo prendere pure..... E, parlando parlando, esce di scena. MARIA: Ormai il nonno reagisce sempre meno. Ti fa perdere solo tempo ed io sono sempre così occupata. 24 Suona il campanello. Fa ingresso un uomo. Maria rimane sbalordita. L’uomo tenta di abbracciarla. MARIA: Ma cosa ti salta in mente. Ti ho detto tante volte che quì a casa non devi venire. Se i miei suoceri scoprono il nostro rapporto chissà cosa succede. UOMO: Beh! In fondo la colpa non è completamente tua! Una donna non può trascorrere una vita aspettando che il marito esca di prigione. MARIA: Lo so! l’avvocato mi ha assicurato che nella causa d’appello potrebbero condonargli qualche anno; se ciò non dovesse succedere, prenderò in considerazione l’idea di chiedere il divorzio e solo allora ne potremo parlare. Ora vai. Ci sentiamo presto. Ciao. Ciao. L’uomo va via. Entra quasi subito Tommasina. TOMMASINA: Maria. Chi era venuto? Ho sentito che parlavi con qualcuno. MARIA: Si! Era un cliente che mi ha commissionato la confezione di un vestito. TOMMASINA: Senti Maria! Io, non volendo, stavo pulendo proprio dietro la porta ed ho sentito che vuoi chiedere il divorzio. MARIA: Mamma! Ancora non c’è niente di certo. Comunque, io spero che l’avvocato riesca a farlo uscire fuori il più presto possibile perchè, se deve scontare completamente la pena, diventerò vecchia aspettandolo. TOMMASINA: Ma è sempre marito tuo no? Certo è nato un po’ con la testa diversa eppure l’educazione gliel’ abbiamo data sempre, come si deve dare ad un figlio. Quando era piccolo tutte le Domeniche andava a messa, faceva il chierichetto. E come era contento.Di corsa andava. Quando c’erano i funerali di qualche povero disgraziato poi, 25 correva come il vento perchè a lui piaceva portare la Croce perchè, quelle poche volte che gli capitava di portare l’incensorio, starnutiva per tre giorni di seguito e poi, non l’ho mai sentito dire una bestemmia, una parolaccia. Anche con gli amici vicino casa, non l’ho mai visto bisticciare. MARIA: Mamma! Stai parlando di un bambino! Poi si cresce e si cambia, purtroppo. Si! E’ vero! Non è stato mai cattivo però il suo problema è sempre stato un altro: le carte. Quante volte ci ha messo nei guai con quel suo maledetto vizio. Stiamo pagando ancora i suoi debiti di gioco perciò, cara mamma, forse non ha mai fatto del male agli altri ma..... quanto ne ha fatto a noi!!!..... Cosa racconterò di suo padre a mio figlio? Mamma! Lasciamo perdere! Io aspetterò ancora un po’ sperando che torni e che dopo questa esperienza metta veramente la testa a posto ma, se deve scontare tutta la pena, io andrò via da questa casa e cercherò di rifarmi una vita. TOMMASINA: Cosa ti devo dire. Forse non hai tutti i torti. Forse è veramente come dici tu però, per una madre, un figlio è sempre un figlio. Quannu nasci ‘nu piccinnu ti la vita no’ sapi nienti toppu quarche annu caccia puru quarche tienti. La mamma, pi’ lu fiju, è la crisctiana cchiù ‘ngarbata però, ci li minti lu tisciutu a mucca, ti la buschi ‘na calata. Ma quisctu è nienti. Quannu si fannu ranni otunu e girunu e fannu già li primi tanni ma pi’ la mamma, no’ su nienti, cc’è faci faci, cc’è sia sia. Quiddhu è sempri ‘nu fiju mia! Po’ bessiri lu prima telinguenti, 26 ‘nu latru, n’assassinu. ‘Na mamma, ti ‘nu fiju, si faci puru attiri. Puru ca chiangi no’ si faci itiri. Cce bb’è ggiù diri: si faci fari ti tuttu e pi’ nui no’ bb’è certu farabuttu. La mamma è mamma Senza spiecazioni e pi’ la mamma, ‘nu fiju, rimani sempri ‘nu uagnoni! Quando nasce un bambino della vita non sa niente. Dopo qualche anno Mette anche qualche dente. La mamma, per il figlio, è la persona più garbata però, se gli metti un dito in bocca, ti buschi una morsicata. Ma questo è niente. Quando si fanno grandi gira e volta e combinano già i primi danni ma per la mamma, non sono niente, qualsiasi cosa faccia. Quello è sempre un figlio mio! Può essere il primo delinquente, un ladro, un’assassino. Una madre, da un figlio, si fa anche menare . e se piange non si fa vedere. Cosa devo dire: 27 si fa fare di tutto e per noi non è certo un farabutto. La mamma è mamma in tutte le situazioni e per la mamma, un figlio, rimane sempre un ragazzo! FINE PRIMO ATTO SECONDO ATTO La scena è sempre uguale. E’ una Domenica mattina di qualche tempo dopo.Entra in scena Cosimo con una sola scarpa al piede ed è in cerca della scarpa che gli manca. COSIMO: Dentro questa casa ci sono i fantasmi! Come è possibile che, mi spoglio vicino al letto; mi tolgo le scarpe, le lascio sul tappeto e poi quando mi alzo trovo una sola scarpa? Ma io so chi è questo fantasma, ci ccappa allu sctrittu lu sistemu. (se mi capita a tiro lo sistemo) Si sente da fuori campo il nonno. NONNO ANTONIO: Dov’è? Dov’è quel grandissimo figlio di ..... 28 Maria!?! Il nonno entra in scena ed esibisce le scarpe che porta ai piedi: una di un colore ed una di un altro che poi sarebbe quella di suo figlio Cosimo. COSIMO: Papà! Ma cosa fai! Allora sei tu che mi prendi le scarpe. Alla tua età hai ancora voglia di giocare? NONNO ANTONIO: Che pezzo di fesso che sei! Ma secondo te io mi vado a divertire a rubare scarpe? Già per me è un problema perchè ad infilarle ci impiego mezz’ora ed ho fatto anche una fatica a camminare per andare alla messa delle 6. Meno male che era ancora buio e nessuno ha potuto vedere la differenza. Ma tu guarda che figure si devono fare alla mia età! E non basta: quando sono tornato a casa ho appoggiato il bastone dietro la porta, non mi sono neanche girato dall’altra parte che già era sparito. All’improvviso attraversa la scena il bambino con il bastone su una spalla, come se fosse un fucile e va su e giù. BAMBINO: Sono il guardiano del forte e da questa porta non entrerà nessuno. Il primo indiano che si farà vedere lo ucciderò senza pietà con questo fucile a raggi platonici. NONNO ANTONIO: Dammi il bastone che quello, oltre ai raggi platonici, spara anche colpi di bastone folgoranti.Dai! Vieni e dammi il bastone. BAMBINO: Io non te lo do! Il bambino esce di scena. Cercando di correre con il suo passo sofferente il nonno lo insegue. NONNO ANTONIO: Mannaggia ci ti cacau! Osci lu ssaggi lu bastoni platonicu. (mannaggia a chi ti ha messo al mondo oggi lo assaggi il bastone platonico ) 29 Ed esce di scena mentre fa il suo ingresso Tommasina. TOMMASINA: Mi sembra che papà sta peggiorando di giorno in giorno. Con il bambino se la prende! COSIMO: Cosa vuoi farci! L’età c’è! Lo sai come si dice: Quando si diventa vecchi si diventa come i bambini. Certo, quel bambino è proprio una peste e sua madre non vuole che lo si sgridi ma, quando mi capita allo stretto, qualche lallarone (schiaffone ) glielo dò. TOMMASINA: Tia poi! (Tu poi ) Sempre bambini sono, no? COSIMO: Tommasina! Cosa mangiamo oggi? TOMMASINA: Cosimo. Che cosa vuoi che mangiamo la Domenica: pasta. COSIMO: Ma!!!!! TOMMASINA: Ho capito! Adesso te li vado ad impastare ddho pizzarieddhi. (pasta fatta in casa , tipica pugliese ) Ora telefono a Carmelina così la faccio venire un po’ prima per farmi dare una mano. COSIMO: Si! Si! Chiamala! Falla partecipare a qualche lavoro. Questi si sono presi il vizio che si presentano a mezzogiorno giusto giusto e poi tornano subito a casa loro perchè dicono che hanno paura a lasciare per tanto tempo la casa incustodita caso mai i ladri vanno a fargli visita. TOMMASINA: Cosimo! Cosa vuoi farci! Fazza Ddiu! (come vuole Dio) Se lui lavorasse, non ci sarebbe anche questo problema. COSIMO: Quell’altro guaio dovevamo caricarci. Speriamo almeno che mio padre campi ancora per molto tempo almeno, con la pensione sua, riusciamo a portare avanti la baracca. 30 TOMMASINA: Campa e campa, quanto può campare ancora? Ha già ottantacinque anni. COSIMO: Beh! Non è detto! La nostra è una razza che vive a lungo. Tu prendi lo zio Cosimo, lo zio Raffaele, la zia Concepita, sono morti tutti oltre la novantina. TOMMASINA: Beati loro! Della mia razza sono stati più sfortunati. Sono quasi tutti morti. E’ rimasta solo la zia Caterina... COSIMO: Beh! Certo..... la razza tua..... TOMMASINA: Cc’è cazzu uè dici?!? (cosa diavolo vuoi dire ) COSIMO: Niente! Niente! Come parlo della razza tua, subito ti accendi. E’ meglio che vada a farmi quattro passi altrimenti oggi chissà come va a finire. TOMMASINA: Si! Vai! Vai che è meglio! Cosimo esce di scena. Sta per uscire anche Tommasina quando sente suonare il campanello. Fa ingresso la comare Pasqualina. PASQUALINA: Buongiorno comare Tommasina! TOMMASINA: Buongiorno! Buongiorno! Desideri qualche cosa? PASQUALINA: E che devo desiderare comare mia. Grazie a Dio non mi manca più niente. Sto ancora aspettando che passi a vedere la mia nuova mobilia. TOMMASINA: Comare! Con quanto ho da fare io non mi rimane neanche il tempo per respirare. Sai da quanto tempo ho intenzione di andare a messa? Penso che dovrò rimandare anche oggi. Senti comare! 31 Già te lo avevo chiesto qualche settimana fa. Non è che potresti prestarci un po’ di soldi? Sai, stiamo pagando un sacco di debiti ed avremmo bisogno proprio di un prestito, se tu potessi..... PASQUALINA: Comare mia! Pensi che se potessi non te li darei? Che, oltre che essere comari, siamo sempre state vicine di casa e ci conosciamo fino da quando eravamo bambine però i soldi non te li posso dare perchè li ho all’Ufficio Postale, vincolati, e fino a fine anno non posso prenderli, io infatti ritiro solo gli interessi. TOMMASINA: Guarda comare che anch’io ho intenzione di pagarti gli interessi. Alla fine facciamo il conto e quelli che risultano io te li pago. PASQUALINA: Beh! Se è così possiamo anche farlo certo, mi dovresti dare qualcosa in più rispetto a quello che mi da l’Ufficio Postale in fondo in fondo, io quei soldi li sposto da dove sono. TOMMASINA: Sai cosa ti dico comare mia? Vedi di andartene prima che mi esca dalla bocca qualche santissimo! Proprio a me devi dire queste cose che, oltre ad essermi comare, mi hai crepato per tutti questi anni: e una volta per il sale, un’altra volta per la cipolla, e per il vino, senza contare quanti giorni ti ho mandato il piatto già pronto perchè non avevi di che mangiare ed oggi mi vieni a chiedere pure di aumentare gli interessi su un prestito che ti sto chiedendo proprio perchè non ne posso fare a meno. Cerca di uscire da questa casa. Ma guarda un po’ dove siamo arrivati! A spintoni l’accompagna alla porta e continua a parlare da sola. Ma guarda un po’ dove siamo arrivati! Una fessa di quelle che morta di fame fino a ieri, oggi che ha quattro soldi fa l’usuraia. è Suonano alla porta la prima volta e non ci fa caso dal momento che è assorta nei suoi pensieri. Suonano una seconda volta. 32 TOMMASINA: Lampu! Ci eti?!? ( Imprecazione chi è ?) Apre la porta e fanno ingresso le tre lavoranti. TOMMASINA: E voi, anche di Domenica dovete venire? 1°LAVORANTE: Signora Tommasina. Secondo lei noi volevamo venire proprio oggi? E’ stata la signora Maria a pregarci di venire perchè abbiamo da terminare un vestito che è urgente. Tommasina esce di scena. 2° LAVORANTE: E quà, tutto è urgente! Ormai si deve fare. Non c’è una cosa che non è urgente. Pure mio marito stamattina voleva fatta una cosa urgente! LE ALTRE DUE assieme: Cceni!!! Cceni!!!( Cosa , cosa!) 2° LAVORANTE: Fatevi i cavoli vostri! Un bottone. Voleva che gli attaccassi un bottone. LE ALTRE DUE assieme: Ah!!! FILOMENA: Voi almeno ogni tanto avete da cucire un bottone io invece, a casa, non faccio proprio niente. LE ALTRE DUE: E ‘nzuriti! (e sposati) FILOMENA: Sposati! Sposati! E non lo devi trovare pure. Cosa credete che è facile? I giovanotti di adesso le vogliono tutte giovani e..... io che ho una certa età, non mi pensano neanche. Sono ormai trapassata. LE ALTRE DUE: Trapassata. Trapassata. Zitellona! 1° LAVORANTE: Pi’ tosta, si’ tosta! (per anzianotta sei 33 anzianotta ) 2° LAVORANTE: Filomena! Ma..... con Pasquale, tu..... FILOMENA: Tu che cosa??? Non volete certo gettare allusioni. Io sono sempre stata una ragazza di sani principi. Perchè, darsi qualche bacio è peccato? LE ALTRE DUE: Noni! (no!) FILOMENA: Tenere la mano nella mano è peccato? LE ALTRE DUE: Noni! (no) FILOMENA: E, se ti tocca la gamba, è peccato? LE ALTRE DUE: Noni! (no) FILOMENA: E, se la mano scivola? LE ALTRE DUE: Menchia!!! (caspita) FILOMENA: Non andiamo più avanti. Non vi dico dove siamo arrivati anche perchè ora sembra che ci sia uno che vuol conoscermi per scopo matrimonio. LE ALTRE DUE: A si! E ci eti? (e chi è?) FILOMENA: Non lo so. So solo che è uno che ha qualche anno più di me ma a me non importa. Basta che sia di buona presenza e che mi possa mantenere. LE ALTRE DUE: Ca comu! (e come no!) Fa ingresso Maria. 34 MARIA: Oh! Meno male che siete venute altrimenti questo vestito l’avremmo consegnato già a nozze avvenute dello sposo. Mi raccomando di non saltare i punti perchè all’ultimo vestito che abbiamo consegnato la cliente si è lamentata perchè si è scucito in più punti. 1° LAVORANTE: E’ mica colpa nostra se ingrassava giorno per giorno e poi, è stata lei a volerlo piuttosto stretto per sembrare meno grassa. 2° LAVORANTE: quanto una botte. Era quanto una cisterna e voleva sembrare MARIA: Va bene! Va bene! Avete sempre ragione voi. Non vi si può dire nulla. Un giorno o l’altro mi deciderò a fare tutto da sola. TUTTE ASSIEME: MARIA: ancora. E quannu!?! (e quando?) E’ meglio se vado via altrimenti chissà cosa mi farete dire E va via. FILOMENA: 2° LAVORANTE: Madonna mia! Sta diventando sempre più acida. Forse è la lontananza dal marito. 1° LAVORANTE: Si! Lontananza! Si sentono certe voci! Sembra che l’hanno vista con..... come si chiama quello che ha la macchina decappottabile? 2° LAVORANTE: Si! Si! Quello bazzica in paese però è forestiero. Sembra che è sposato però, i bottoni, se li fa cucire dalla signora Maria. 35 FILOMENA: Possono essere solo voci. 2° LAVORANTE: No! No! Quali voci! Li hanno visti intra a ‘nu sctratoni. (in una strada di campagna) 1° LAVORANTE: E beh?!? Che anche lei è di carne. FILOMENA: Ed io di che cosa sono fatta. Di paglia? LE ALTRE DUE: Tia poi!!! (tu poi) 1° LAVORANTE: Sapete cosa vi dico? Ormai il più l’abbiamo fatto. Io scappo a casa perchè ho ancora da rifare i letti. 2° LAVORANTE: Ed io ho lasciato il bambino ancora a letto. Anche se a casa c’è mio marito, quello subito subito perde la pazienza e lu futti a mazzati. (e lo picchia ) FILOMENA: E si! Siccome io non ho mai i letti da rifare; non ho un marito che mi aspetta vuol dire che a finire il lavoro devo rimanere io. Le due lavoranti vanno via. Suona il campanello e fa ingresso l’intermediario. INTERMEDIARIO: Buongiorno signorina! FILOMENA: Attendete un attimo che vado a chiamare la signora Tommasina. INTERMEDIARIO: No. No. Io sono venuto per parlare apposta con lei. Sa, a casa sua non mi sono osato perchè abita da sola ed è sconveniente per la sua reputazione. FILOMENA: Io, per salvaguardare la mia reputazione, sono arrivata a questa età ma, fazza Diu.(che faccia dio ) Ma, di cosa mi vuole parlare? 36 INTERMEDIARIO: Come saprete, il mio nome è Tori Setticamisi, e di mestiere faccio lu traminzanu, (intermediario) dovuto alla mia facile parlantina. Oggi usano trasmissioni televisive, inserzioni nei giornali ecc. per fare incontrare due colombi. Io invece uso ancora il metodo antico e senz’altro più sicuro perché per tutto quello che può accadere io sono garante e subentra l’onore di chi come me esercita questo lavoro da quarant’anni , e poi, Traminzani si nasce. Dunque, signorina! C’è un signore che, da quando vi ha vistaha perso la vista …… In quel momento entra il nonno con il bastone e lo batte sul pavimento camminando come fanno i non vedenti. L’intermediario gli si avvicina e spingendolo verso la porta gli dice. INTERMEDIARIO: Aspetta! Poi ti dico io quando devi entrare. Tu stai dietro la porta ed ascolta. Il nonno esce. INTERMEDIARIO: Dunque! Dicevo che il mio cliente, da quando ti ha vista, ha perso la vista. Rifà ingresso il nonno rifacendo il gesto di un non vedednte con il bastone INTERMEDIARIO: devo dire No! No! Ti chiamo io! Quante volte te lo E lo rispedisce fuori. INTERMEDIARIO: Dunque! Come le stavo dicendo! Quest’uomo è veramente colpito dalla sua simpatia e dalla sua bellezza tanto che è diventato……… scemo. Ritorna in scena il nonnoche si trova spiazzato pensando che 37 l’intermediario avrebbe detto nuovamente “cieco”e si ritrova ad imitare uno scemo e il traminzano lo spinge dinuovo fuori. INTERMEDIARIO: Devi entrare quando te lo dico io. ( poi rivolto a Filomena ) Dunque, signorina! Cosa stavo per dirle? Ah! Si! E’ un uomo di bella presenza; ha qualche anno sulla pelle, però li porta bene. FILOMENA: Beh! Io non lo nascondo! Effettivamente ho bisogno di trovare marito, ormai ho una bella età anch’io ed è ora che pensi al mio avvenire. Naturalmente non posso pretendere che sia un giovincello però, che non sia neanche vecchio vecchio. INTERMEDIARIO: No! Non ti preoccupare! Proprio vecchio vecchio non è e poi, è ancora sano di sensi. FILOMENA: INTERMEDIARIO: da solo! FILOMENA: Sano. Sano..... di tutto??? Garantito! Pensa che ancora si accende la pipa Beh! Fatemelo conoscere allora. INTERMEDIARIO: Penso che sia meglio parlare di lui, prima di conoscerlo. Non vorrei che vi venisse un colpo. FILOMENA: imbrogliando? Come un colpo??? Non è che mi state Fa ingresso nuovamente il nonno. NONNO ANTONIO: Non ti preoccupare, non ti sta imbrogliando proprio nessuno. Questa è una semplice proposta di matrimonio perchè, io mi voglio sistemare. ( poi si riprende ) Il mio amico, si vuole sistemare e vedrai che non ti farà mancare niente. L’unica cosa che io ti chiedo, ( si corregge dinuovo ) che lui ti chiede è..... di avere un po’ di 38 pazienza. FILOMENA: Pazienza?!? E perchè devo avere pazienza? NONNO ANTONIO: Perchè! Perchè! Con i bambini non bisogna avere pazienza? Anche con lui bisogna avere pazienza. FILOMENA: Ma che cos’è, scemo per caso? NONNO ANTONIO: Uè sciuscè! Bata comu espressione dialettale: figlioccia! Bada come parli) FILOMENA: quanti anni ha? parli! (tipica Insomma! Mi volete dire chi è questa persona e INTERMEDIARIO: Chi è te lo diremo tra poco. Gli anni..... Beh! Possiamo dire..... che..... ha superato la…… cinquantina.? NONNO ANTONIO: Si! Si! La cinquantina li ha superati. FILOMENA: Beh! Insomma! Non è che sia proprio di primo pelo allora..... Ma si! Non importa! Prende almeno una bella pensione? INTERMEDIARIO: e NONNO ANTONIO insieme: Uh! Prende proprio una bella pensione. FILOMENA: Va bene allora. Ditemi chi è questa benedetta persona. Come si chiama? INTERMEDIARIO: Il suo nome si può dire. Si chiama..... Il nonno fa per allontanarsi , si sente un poco impacciato nel rivelare l’identità del del misterioso mandante . INTERMEDIARIO: TONI! 39 Il nonno si ferma e chiede all’intermediario. NONNO ANTONIO: Ma! Ho cambiato nome? INTERMEDIARIO: Zitto! Il tuo nome, nei tempi moderni si dice così.( rivolgendosi poi a Filomena ) Per quanto riguarda la persona che devi conoscere, è lui. ( il nonno gli fa segno di no e l’intermediario cambia la sua versione additando il nonno ) Lui……. sa chi è. NONNO ANTONIO: Si! Si! Io lo so chi è ma è inutile che te lo dico, magari dopo mangiato lo faccio venire quì a casa mia e te lo faccio conoscere perciò, se vuoi venire più tardi, avrai modo di conoscerlo di persona . Filomena : Va bene ! spero almeno che ne valga la pena perché e pur vero che voglio sposarmi ma almeno che ne valga la pena . Se è uno un po anziano pazienza purchè sia una persona distinta che vesta alla moda e se poi avesse i capelli lunghi sono sicuro che mi farebbe colpo a prima vista , se poi li ha legati a codino mi fanno proprio impazzire . Filomena esce di scena dicendo. FILOMENA: In fondo in fondo se ci avete fatto caso io non sono proprio da buttare . (mentre esce Ancheggia vistosamente ) INTERMEDIARIO: Tutt’altro …..Ma perchè non gli hai detto che eri tu. Almeno se c’era qualcosa che non andava si chiariva subito e buona notte . perché come hai sentito quella si aspetta uno anziano, e non vecchio, vestito come un giovane ruspante e come se non bastasse con tanto di codino . NONNO ANTONIO: Tu non preoccuparti quando sarà il momento vedrai che non mi potrà resistere. Oggi non me la sentivo perché non ero molto presentabile avevo il vestito di tutti i giorni e non avevo neanche lo sciampo fatto . 40 INTERMEDIARIO: dimentichi del mio onorario. Va bene! L’importante è che non ti L’intermediario esce di scena. NONNO ANTONIO: Cosa devo dire adesso alla famiglia? Quelli mi prendono senz’altro per pazzo però io devo pensare al mio avvenire e poi, c’è quel mascalzone di ragazzo che qualche giorno mi farà morire d’infarto perciò, è meglio che cambio aria. Fanno ingresso Carmelina ed il marito. TUTTI E DUE: Buongiorno nonno, come stai? NONNO ANTONIO: Non c’è male. CARMELINA: Stamattina sei andato a messa? NONNO ANTONIO: Si! Sono andato a quella delle sei ma, d’ora in poi, vado a quella delle nove. CARMELINA: E perchè? NONNO ANTONIO: Perchè a quella delle sei ci sono quattro vecchie e, chi dorme da una parte, chi dorme dall’altra, alla fine mi addormento pure io e, ogni volta che il sacrestano mi sveglia, non solo è terminata quella , ma anche quella dopo . VINCENZO: Senti nonno! Volevo farti una proposta! Tenendo conto che siamo ormai alla fine del secolo ed il degrado dell’agricoltura e della zootecnia è ormai preoccupante; la gente è stufa di andare al supermercato e 41 spendere i soldi pensando di comprare prodotti genuini, prodotti che in realtà nascono in laboratori di ricerca ed il mercato ormai non conosce più la genuinità di una volta io avrei l’intenzione di valorizzare i nostri prodotti locali. Tu, cosa ne dici? NONNO ANTONIO: Se avessi parlato con più semplicità forse qualche cosa l’avrei capita. In poche parole, che cosa vuoi fare? VINCENZO: Non voglio fare altro che mettere in funzione la masseria che noi abbiamo. Comprare un po’ d’animali, produrre e vendere i nostri stessi prodotti. NONNO ANTONIO: Non è male l’idea, ma da me che cosa vuoi? Non è che per caso vuoi farmi guardare le pecore!?! Figlio mio! Io ormai non corro più come una volta e anche a fischiare non ci riesco più perchè mi mancano i denti davanti. VINCENZO: No! No! Tu dovresti solo, eventualmente, tirare fuori..... qualche soldo sai, spese ce ne sono da fare. NONNO ANTONIO: Io sono daccordo con te che ci sono spese da fare ma io non posso tirare fuori tanti soldi. Qualche cosa da parte ce l’ho però, puoi sapere cosa ci riserva il futuro? Magari..... uno impazzisce..... ci vogliono soldi..... come fa? Comunque, eventualmente ne parliamo dopo aver mangiato. CARMELINA: Andiamo di là che, se la mamma ha bisogno di una mano, gliela diamo. Entra Maria. MARIA: Senti nonno! Ti volevo chiedere un favore. NONNO ANTONIO: Dimmi Maria. Cosa c’è? Se posso ti aiuto 42 volentieri. MARIA: Tu sai, nonno, che Antonio mi sta costando una fortuna e non finisco mai di pagare avvocati. Anche se lavoro e guadagno, non riesco più a pagare i debiti. Il bambino mi costa un occhio della testa; ha sempre più esigenze, vuole tutto quello che vede e che faccio, glielo nego? NONNO ANTONIO: E perchè non glielo puio negare? Dove sta scritto che un bambino deve avere tutto quello che vuole? Ai miei tempi..... MARIA: Nonno! Per favore! Ai tuoi tempi..... Parliamo dell’età della pietra. Prima c’erano certe esigenze che per quell’epoca potevano andare bene. Oggi è tutto diverso. NONNO ANTONIO: E si! Oggi c’è la televisione che insegna tutto: cosa dobbiamo mangiare oggi? Accendi la televisione e te lo dicono loro. Ti dicono con che carne fare il sugo; ti dicono quale frutta è migliore; ti dicono con che prodotti devi lavare i piatti o la biancheria; quali sono i prodotti migliori per una buona stiratura; che è migliore perfino la carta igienica con trenta piani di morbidezza. Ah! Quanto era comodo quel sacco..... Va bene! Lasciamo stare! Dimmi. Che cosa vuoi? MARIA: Nonno! So che hai un gruzzoletto da parte, se..... potessi prestarmi..... qualche milione? NONNO ANTONIO: Pure tu!!! E che, sono la Banca d’Italia? Va bene Maria, magari ne parliamo dopo mangiato. Ora devo farmi quattro passi così mi faccio una fumatina altrimenti se fumo quì, in casa, dite che impuzzolisco l’aria. 43 Escono entrambi dalla scena e vi fa ingresso Cosimo che chiama a gran voce Tommasina. COSIMO: Tommasina! Tommasina! Tommasina arriva di corsa tutta imbrattata di farina COSIMO: Tommasina! Sai chi è morto stanotte? TOMMASINA: No! Chi è morto? COSIMO: Dì un nome a piacere . TOMMASINA: Cosimo! Ma che, stiamo giocando? Chi è che è morto? COSIMO: E’ morto finalmente, è mo….rto . Tommasina : Chi è morto l’arciprete ? Paraisu aggia e recumaterni a tutti li muerti sua! (che abbia il Paradiso e requiem eterna a tutti i suoi morti) E, come è morto. Come è morto? COSIMO: Tommasina! Chi è che è morto che centra l’arciprete lo sai che quello non morirà mai . quello dirà messa a tutti noi . E’ morto!?! E’ morto massaro Pasquale ho letto i manifesti dieci minuti fa . Aveva quasi novant’anni. ?lunica cosa che ci frega e che le terre ormai non li vuole più nessuno . comunque e meglio in mano nostra che in loro Comu è strana la vita mo’ ca è muertu mi sctà bbeni ‘nu sospettu: e ggiù ‘ndrizzatu o e ggiù fattu mali? 44 Quantu odiu! No è ca puru iou su’ statu senza sali? Mo’ è facili cu dici: su’ pentitu. Scurdamini di tuttu e quiddhu ca è statu è statu. La vita, pi’ comu passa veloci era meju tutti quanti nui cu la passammu an paci! Come è strana la vita. Ora che è morto Mi sta venendo un sospetto: Ho fatto bene o ho fatto male? Quanto odio! Non è per caso che io sono stato unpo’ abbonato? Ora è facile dire: sono pentito. Dimendichiamoci di tutto e quello che è stato è stato. La vita, per come passa veloce Era meglio per tutti quanti noi Che la trascorressimo in pace! TOMMASINA: Cosimo. Cosa ne dici. Dobbiamo andare ai funerali? COSIMO: Si. Dobbiamo andare e dobbiamo portare il massimo rispetto. D'altronde mi domando se avesse vinto mio padre quella partita a carte cosa avrebbe fatto di diverso di quello che ha fatto massaro Pasquale 45 Si spostano nell’altra stanza in quella da pranzo e dopo un breve intervallo ritornano in scena il nonno , Cosimo e suo genero. COSIMO: Beh! Devo dire che oggi quel sughetto era proprio saporito. NONNO ANTONIO: aggiustava tutto. Si! Proprio il sughetto! Era la carne che VINCENZO: Secondo me, cosa ha dato il tocco di classe alla pasta è stato il pecorino, anche se non era certo come quello che facevo io. Quello si che era pecorino di pecora e, modestamente, io ero un esperto nel farlo. NONNO ANTONIO: Ehi! Basta con la storia che eri un esperto. L’ho sentita già un mucchio di volte tanto che, se mi dai una busta di latte, son capace anch’io di fare il formaggio. COSIMO: Come sia sia, abbiamo fatto un ottimo pranzo ed io non darei il merito solo alla pasta, alla carne o al formaggio, io dico che mia moglie ormai è diventata un’autentica esperta di cucina ed i complimenti bisognerebbe farli a lei. NONNO ANTONIO: Adesso però un caffè non guasterebbe proprio. E il nonno chiama Carmelina ad alta voce. Quando questa arriva. NONNO ANTONIO: facessi un caffè? Carmelina. Non sarebbe una cosa bella se ci CARMELINA: Si nonno. Se avete un po’ di pazienza, appena termino di lavare i piatti ve lo preparo. NONNO ANTONIO: cognata. Se tu sei occupata puoi dirglielo anche a tua 46 COSIMO: Si fa tardi se pensi di bere il caffè fatto da lei. Già prima non la potevi comandare da quando poi ha quel bambino, si dedica solo a lui senza contare che ci tiene a non sciuparsi NONNO ANTONIO: Anche quando si lava la faccia usa i guanti!!! Il nonno si alza e cerca di imitarla come cammina e dicendo la sua frase più celebre: NONNO ANTONIO: E poi..... io..... con il mio diploma di taglio e cucito. Sangu li egna a iddha e a ddo sctai! (che gli venga un accidenti ovunque si trovi ) In quell’attimo fa ingresso Maria. MARIA: Con chi ce l’hai nonno? Il nonno sobbalza. NONNO ANTONIO: Stavo parlando di una che conosco io. Maria, non puoi neanche immaginare quanto è smorfiosa! MARIA: Caro nonno! Non puoi immaginare quanta gente viene nella sartoria che si crede chissà chi è. Tutti come me dovevano essere: semplici e senza superbia. Eppure io , il mio diploma ce l’ho. E fa cenno al suo diploma incorniciato, messo in bella vista ad una parete. NONNO ANTONIO: Lo so. Lo so. Dunque, quando avete finito di sistemare in cucina, venite tutti di quà perchè oggi devo annunciarvi una cosa molto importante. COSIMO: Hai visto papà come si muore? almeno lui è morto di 47 vecchiaia NONNO ANTONIO: Figlio mio e per questo che la vita finchè c’è e meglio godersela, ed in virtù di questo fra non molto vi devo comunicare una cosa molto importante . VINCENZO: stamattina. Nonno. Mi raccomando a quello che ti ho detto NONNO ANTONIO: Si. Si. Non ti preoccupare. MARIA: ( avvicinandosi al nonno ) Nonno. Ti ricordi cosa ti ho chiesto stamattina NONNO ANTONIO: ricordo. Maria, non ti preoccupare. Mi ricordo. Mi Arriva il caffè in sala e lo bevono tutti compreso Tommasina e Carmelina. Una volta terminato di bere il caffè il nonno si accinge a esporre la sua dichiarazione. NONNO ANTONIO: Miei cari parenti. Fra non molto verrà quì la Filomena perchè deve conoscere il suo fidanzato e prossimo marito TUTTI QUANTI, con meraviglia, in coro: FILOMENA!!!..... MARIA: Già così ha sempre la testa fra le nuvole, figuriamoci poi se trova marito. Ma poi, perchè deve venire quà? NONNO ANTONIO: Perchè è quì che deve conoscerlo. TUTTI, in coro: Ma perchè?!? NONNO ANTONIO: quì, in questa casa. Perchè è un mio amico e devono conoscersi 48 Infatti non passa molto tempo che suonano alla porta. E’ Filomena. FILOMENA: Buona sera a tutti! Scusatemi se disturbo ma sono stata invitata perchè devo conoscere una persona. TUTTI in coro: Lu sapimu! Lu sapimu! (lo sappiamo) NONNO ANTONIO: Senti Filomena! Fra poco verrà il pretendente alla tua mano, anzi andrò a chiamarlo io stesso. UNO PER VOLTA: E ci eti!?! (e chi è ?) Poi TUTTI assieme: Ci eti!?! (e chi è ?) NONNO ANTONIO: Non tarderete a conoscerlo. ( poi rivolto a Filomena ) E tu, Filomena, sei sempre disposta a conoscerlo oppure ti sei già pentita? FILOMENA: No! No! Non sono affatto pentita purchè, ve l’ho già detto, insomma, sia presentabile perchè, anche se è anziano, che sia almeno un anziano moderno. Il nonno esce di scena e si cambia indossando vestiti sgargianti, pieni di colori Un pantalone rosso fuoco una giacca verde camicia gialla una cravatta cortissima con un grande nodo tutta a pallini bianchi a sfondo rosso, e naturalmente per meglio fare colpo indossa una parrucca legata a codino. COSIMO: Così, dopo tanti anni, ti sei decisa a prendere marito. TOMMASINA: Speriamo almeno che sia una brava persona che, figlia mia, oggi come oggi, sono tutti lazzaroni. Oggi vogliono uscire di quà e di là ma, quando parli di matrimonio, fanno finta di niente. Dicono che non si sentono ancora preparati per fare questo passo. 49 FILOMENA: Cara signora Tommasina, non è che io possa guardare tanto per il sottile e non posso neanche stare tutta la vita così. Se è un po’ più grande di me pazienza. Purtroppo, cosa devo dire? Li egna lampu a lu Pascalinu? (imprecazione Gli venga un colpo ) VINCENZO: Avete ragione Filomena! Certo Carmelina non può dire lo stesso. Lei ha avuto una grande fortuna a trovare uno come me che l’ho voluta da quando era una ragazzina e l’ho fatta diventare la signora Carmelina Campalacasa CARMELINA: Ah! Se potessi tornare indietro! C’era Michele che si, mi avrebbe fatto diventare una signora, con quel bel posto che ha trovato al Comune. COSIMO: A proposito. Domani dovremo andare a fargli le nostre condoglianze per la morte di suo padre, Massaro Pasquale. Suona il campanello e fa ingresso l’intermediario. INTERMEDIARIO: Buona sera. Vedo che siete già tutti riuniti per questo avvenimento importante. Dov’è il signor Antonio Trombetta? TOMMASINA: E di là. Ora viene perchè ci deve presentare il pretendente di questa signorina. INTERMEDIARIO: Si! Si! Sono io che ho combinato questo incontro. L’unica cosa che vi chiedo è di mantenere la calma. ( poi si affaccia alla porta e chiama: Signor Trombetta. Potete far entrare il vostro amico. Fa ingresso il nonno con un look del tutto nuovo: parrucchino di capelli lunghi legati dietro; vestito dai colori sgargianti e con un walkman in mano e cuffiette alle orecchie. Cosimo si rivolge meravigliato all’intermediario e con stupore chiede. 50 COSIMO: Ci eti?!? (chi è?) L’intermediario accenna un sorriso e non risponde poi, tutti i presenti sulla scena: TUTTI: Ci eti? Ci eti?!? (Chi è?) Il nonno si toglie le cuffie dalle orecchie ed inizia a parlare. NONNO ANTONIO: Scaldaletto) Cara Filomena Scarfaliettu . (soprannome: Al riconoscer della voce Cosimo esclama: COSIMO: Oimmè! Sirma eti! ( ma questo è mio padre ) Almeno tre, di quelli che sono in scena, in sequenza: Sirda eti! (tuo padre è!) TUTTI: Sirda eti! (tuo pdre è!) TOMMASINA: Ma..... che cos’è..... carnevale? Toccato da quest’affermazione della nuora si rende conto di quanto egli sia apparso ridicolo NONNO ANTONIO: Ma quale carnevale! A questo punto il nonno si toglie la parrucca e si gratta la testa poi, rivolgendosi a Filomena: Cara signorini Filomena come vedete sono entrato anch’io in scena. Tu ti immaginavi che so, un giovane 51 spasimante invece eccolo quà, sto vecchio deficiente. Sicuramente sei rimasta assai delusa e forse non vorrai mai essere mia sposa ma cosa vuoi, alla mia età, poco si riflette certo, avessi qualche anno in meno: 66 , 67. Io però un tentativo lo dovevo fare anche se come un pappagallo dovevo apparire! INTERMEDIARIO: Io i soldi li voglio egualmente ! NONNO ANTONIO: Cittu! Faccia ti fessu! (Zitto! Faccia di cretino!) E’ vero che mi hai consiggliato una della mia età : ma a me non piacevano . Cara signorina Filumena puru iou eggiù trasutu intra a la scena. Tia ti immaginai ca era ‘nu giovini spasimanti inveci ecculu qquai, sctu ecchiu deficienti. Sicuramenti si’ rimascta delusa e bbai raggioni ci no’ uè dienti sposa cc’è buei, all’età mia, picca si rifletti, certu ci tinia quarche annu ti menu: 66 , 67. Iou però, ‘nu tentativu l’era fari puru ca comu ‘nu pappacallu m’era bbisctiri. Cara signorina Filomena come vedete sono entrato anch’io in scena. Tu ti immaginavi che so, un giovane spasimante Invece eccolo qua, sto vecchio deficiente. 52 Sicuramente sei rimasta assai delusa e forse non vorrai mai essere mia sposa ma cosa vuoi, alla mia età, poco si riflette certo, avessi qualche anno in meno: 66, 67. Io però un tentativo lo dovevo fare anche se come un pappagallo dovevo vestirmi ! INTERMEDIARIO: voglio ugualmente) Iou, li sordi, li oiu lo stessu. (io i soldi li NONNO ANTONIO: Cittu! Cittu! Facci ti fessa! E’ veru ca me cunzijatu pi’ una ti la mia età ma a mia no’ mi piacinnu e bulia quiscta qquà. Filumena. No’ parlari. E ggiù capitu. Cc’è bb’è ca si po’ diri, a ‘nu ecchiu rimbambitu? Zitto! Zitto! Faccia da cretino! E’ vero che mi hai consigliato una della mia età ma a me non piace, io voglio questa qua. Ma Filomena. Non darmi nessuna risposta. Ho già capito Che cosa si può dire, ad un vecchio rimbambito? FILOMENA: Nonno Antonio! Io ti ringrazio per il tuo gesto. Per qualche ora mi hai fatto vivere momenti felici e poi, anche se ora so che eri tu, mi fa piacere lo stesso. Una donna quando viene ammirata da un uomo è sempre lusingata e non è certo in virtù degli anni che ha. Suonano alla porta ed entra una Ragazzina . BAMBINA: Buona sera! E’ questa la famiglia Trombetta? Io vengo da Torinoe mi chiamo Margherita . Mia madre mi ha raccontato, prima di morire, che mio padre è un signore meridionale e vive in questo paese. E’ un certo Trombetta e sono sicura che, se questa è la 53 famiglia Trombetta che un po’ di anni fa è stata a Torino, quì, in questa sala, c’è mio padre. Mia madre si chiamava Carla. Chi di voi ha conosciuto una persona con questo nome? Tutti si guardano e nessuno risponde. TOMMASINA: Ecco chi era la signora che mi aveva scritto facendomi sapere che era nata Margherita! Il colpevole faccia un passo avanti! Tutti fanno un passo indietro ed il nonno rimane da solo, in mezzo alla sala. A quel punto non può più né negare, né tirarsi indietro così si avvicina allaragazzina . NONNO ANTONIO: Figlia mia! Forse tu non volevi un papà come me, vecchio e mezzo scemo anzi, tutto scemo. Quando ho conosciuto tua madre ero ancora più scemo di adesso ma, come si dice: a tutte le età si perdono i sensi e questa è la prova: vedi come sono vestito? Comu ‘nu babbu! (come un cretino) Figlia mia! Adesso tu non sarai più sola. Hai trovato una nuova famiglia! “ La famiglia Trombetta “ Sempre che loro sono daccordo.....Li , i giardini pubblici sono pieni di donne e uomini anziani tutti in cerca di una persona con cui parlare per uscire dalla solituidine delle loro piccole case situate in enormi alveari . E’ li che ho conosciuto questa signora molto più giovane di me ,che viveva sola senza nessuno al mondo in una giungla di cemento e da un atto di tenerezza è oggi so che è nato un fiore “ Margherita “ Si rivolge al figlio e alla nuora. TOMMASINA: Papà! Come si dice: dove si sta in trenta si sta anche in trent’uno. COSIMO: E poi, papà. Guarda come ci assomiglia! TUTTI I PRESENTI: E’ vero! 54 NONNO ANTONIO: Per forza! Che se è mia figlia!!! Suonano alla porta ed entra comare Pasqualina. PASQUALINA: Comare mia. Io ti volevo chiedere scusa per oggi ed in merito a questo mio figlio vi vuole dire qualche cosa. Entra in scena il figlio di Pasqualina. PASQUALINO: Buona sera a tutti e scusate se interrompo la vostra conversazione. Se permettete volevo dire qualcosa. So che avete fatto più volte richiesta di un prestito a mia madre e puntualmente lei ha sempre rifiutato, forse spinta da un briciolo di avidità perciò, vi chiedo scusa. Capisco tutte le vostre vicissitudini e, se avete bisogno di denaro, siamo a vostra completa disposizione. Ce lo restituirete quando potrete. COSIMO: Grazie! Grazie ma forse non ne avremo più bisogno perchè oggi ci sono stati dei nuovi sviluppi. Come tutti saprete, è morto Massaro Pasquale e tutte le terre che ci aveva preso quando mio padre le perse giocando a carte con lui ora ritorneranno in nostro possesso per via della clausola che c’era sul contratto. FILOMENA: Insomma. Chi è rimasta come una fessa qua sono solo io che non ho dormito tutta la notte per l’ansia di conoscere questo spasimante ed un’altra volta ancora prima di fidanzarmi, sono stata abbandonata. Il nonno ha trovato una figlia; voi avrete le vostre terre ed io invece, non avrò mai un marito. PASQUALINO: Se permettete, signorina. Visto che siamo in tema. Io è da molto tempo che con discrezione vi osservo e vi ammiro e, se non mi sono fatto avanti fin’ora è solo per la mia dannata timidezza. Io so tutto di voi: so che cercate un marito e che sia un uomo che abbia soldi. Bene, io qualche dollaro da parte ce l’ho e, se ritenete che possa andare 55 per voi, sarei onorato e felice di chiedere la vostra mano. Purchè tu non voglia solo i dollari!?! FILOMENA: Lo sai che mi sei già simpatico? Come ti chiami? PASQUALINO: Io mi chiamo Pasqualino! TUTTI I PRESENTI: Menchia!!!.... (Cavolo!!!). INTERMEDIARIO: Ma, a me, i soldi chi li da? NONNO ANTONIO: Stavolta, caro Tori Setticamisi non ti buschi niente perchè quel matrimonio non lo hai combinato tu. Tu, come al solito, stavi per fare un’altro casino. Il nonno poi si rivolge al pubblico. NONNO ANTONIO: Ormai questa storia sta per finire. Manca solo un protagonista di questa vicenda ma fra poco potrà entrare. Spero che tutti quanti abbiamo imparato qualcosa. La cultura di un uomo può anche evolversi, ma non bisogna dimenticare le radici. Non possiamo dimenticare chi siamo stati.Più volte, in quest’ultimi trent’anni, siamo caduti e poi rialzati. A volte ci è mancata l’umiltà; a volte la fortuna; a volte la saggezza. Oggi è un giorno fortunato. Questo è il giorno in cui ci siamo rimessi nuovamente in piedi e continueremo così, spero per sempre.Tutti da questa storia abbiamo capito qualcosa e non spetta a me dire cosa. Voi sicuramente avrete inteso. Manca solo un tassello a questa storia. ( girandosi verso la porta ) Entra pure. Fa ingresso il nipote Antonio e, con le mani alzate. ANTONIO: Salve a tutti! Sono nuovamente a casa e vi prometto che,d’ora in poi, mi metterò a lavorare seriamente. TUTTI: Speriamo!!!..... 56 NONNO ANTONIO: Voi ci credete??? Ma! Cosa devo dire! Nel bene e nel male, questa è la famiglia TROMBETTA!!! F I N E 57