INTRODUZIONE
E’ ancora la famiglia Trombetta a calcare la scena ma, allo stesso
tempo, nei personaggi della commedia è facile trovare lo specchio di
una società in continua evoluzione.
Dopo gli anni ‘60 di “ LA FAMIGLIA TROMBETTA “ e i ‘70-80 di “
QUANTU VELENU TANNU LI FILI”,( QUANTO VELENO
PROCURANO I FIGLI) sono proprio i nostri giorni, quelli di fine
millennio che fanno da sfondo all’ultima commedia..
I personaggi vengono travolti da un continuo mutamento della vita
dinanzi a cui si trovano, come tutti, un po’ disorientati..... come in
ritardo rispetto alle tendenze dei tempi che passano.
Se nelle precedenti commedie erano il cambiamento di luogo ( dal Sud
al Nord ) e di stato ( dalla povertà a una ricchezza provvisoria ) a
determinare nuovi stili di vita e nuove culture, ora è lo stesso scorrere
inesorabile degli anni che mette alla prova i valori fondamentali della
famiglia Trombetta.
Come si porranno i personaggi dinanzi a questo nuovo scenario?
Verranno “ corrotti “ dagli eventi, o riusceranno a mantenere intatta
l’unità familiare?
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A BBICCHEZZA, CAUSI RUSSI
(ALLA VECCHIAIA, PANTALONI ROSSI)
Terzo episodio
PERSONAGGI ed INTERPRETI
ANTONIO
COSIMO
TOMMASINA
CARMELINA
VINCENZO
MARIA
ANTONIO
GIAN LUIGI MARIA
FILOMENA
1° LAVORANTE
2° LAVORANTE
PASQUALINA
PASQUALINO
TRAMINZANO
MARGHERITA
nonno
figlio
nuora
figlia di Tommasina
marito di Carmelina
nuora di Tommasina
marito di Maria
figlio di Maria ed Antonio
Lavorante
comare di Tommasina
figlio
di
Pasqualina
intermediario
figlia di nonno Antonio
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La scena è ambientata ai nostri giorni. E’ un grande soggiorno arredato
con divano, poltrone e in un angolo c’è ancora la sartoria della signora
Maria.
In scena c’è Tommasina con suo marito che riprendono il discorso sugli
anni passati. ( in pratica fanno un riassunto delle due commedie
precedenti)
Primo atto
TOMMASINA: Cosimo! Cosa devi fare questa mattina?
COSIMO: Cosa devo fare! Cosa devo fare! Devo fare quello che faccio
tutti i giorni. Devo andare a lavorare ma se ti devo dire la verità non ne
ho proprio voglia.
TOMMASINA: Eh! Cosimo mio! Cosa ci vuoi fare! Purtroppo per
vivere bisogna lavorare.
COSIMO: Lavorare! Si! Si è vero che per vivere bisogna lavorare ma,
con quale spirito si può andare a lavorare in un magazzino
dove una
volta ne ero il padrone ed ora sono solo un dipendente .
TOMMASINA: Senti Cosimo! Non riapriamo questa piaga! Ormai, da
quando abbiamo venduto tutto per pagare i debiti di gioco di Antonio,
dobbiamo accontentarci di vivere alla giornata e, dobbiamo dire grazie al
vecchio, che con la pensione ci da una buona mano perchè con la vita
che si conduce oggi non è facile andare avanti con uno stipendio solo. Su
tua nuora non puoi proprio contarne niente.
COSIMO: E cosa vuoi contarne. Per lavorare lavora e guadagna pure
ma con il marito in galera che le chiede soldi come se si trovasse in un
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albergo di 1° categoria.....
TOMMASINA: Ah! Che figlio disgraziato! Ci ha fatto vendere tutto
per pagare i soui debiti di gioco.
COSIMO: Prima o poi doveva fare quella fine. Con il lavoro ha
sempre avuto un pessimo rapporto.
TOMMASINA:
preso!
Ma se il sangue è quello! Di chi ha preso. Di chi ha
COSIMO: Si! Sta a vedere che ha preso da me!
TOMMASINA: Non sto dicendo che ha preso da te ma di quel
galantuomo di tuo padre. Tutti e due il gioco delle carte ce l’hanno nel
sangue e chi ha questo vizio, prima o poi rimane fregato. Speriamo
almeno che quel bambino non prenda né del padre, né del nonno.
Speriamo che mi sbaglio ma sta uscendo proprio bene perchè, già al
mattino, quando si alza, incomincia a fare guai.
COSIMO: Ma! A me sembra che abbia preso più dalla madre. Io mi
ricordo che l’Antonio nostro, da piccolo, dormiva e dormiva. Questo
sembra che mangia corrente elettrica!
TOMMASINA: Ma Cosimo! Stamattina vuoi andare a lavorare si o no?
Mi sembra che più tempo passa e cchiui rrienni. (e più sei lento)
COSIMO: Tommasina! Guarda che gli anni passano e da quando mi
sono operato ai reni poi, non sono più le spalle di una volta.
TOMMASINA: Beato tuo padre! Ha quasi 85 anni e non soffre di
niente a parte la sclerosi naturalmente. Ma quella ce l’ha dalla nascita.
Cosimo si alza, prende la giacca dall’attaccapanni e si avvia al lavoro.
Tommasina rimane sola in scena. Si alza dalla sedia e si mette a
riordinare un po’ la stanza. Entra furiosamente il bambino, figlio di
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Maria che si chiama Gian Luigi Maria con in mano delle pistole
moderne e spara all’impazzata..
TOMMASINA: Gian Luigi Maria! Stai fermo! Stai zitto perchè se si
sveglia il nonno poi ti sgrida!
BAMBINO:Tanto il nonno non capisce niente! ( il bambino parla in
italiano e tutti i componenti della famiglia si sforzano di parlare con lui
in italiano )
TOMMASINA: Non devi dire queste cose del nonno perchè poi si
arrabbia. Hai capito, Luigi mio?
BAMBINO:Io mi chiamo Gian Luigi Maria!
TOMMASINA: Sini! Sini! Comu cazzu ti chiami chiami! (non mi
interessa, come ti vuoi chiamare chiamare) Basta che non fai il
lazzarone.
Il bambino se ne va via con aria strafottente. Dopo qualche secondo
entra il nonno e con aria arrabbiata dice:
NONNO ANTONIO:
Dov’è quel figlio di...............
TOMMASINA: Zitto! Zitto! Se ti sente sua madre!
Il nonno naturalmente, essendo molto vecchio, è più curvo, un po’ sordo
e più sclerotico.
NONNO ANTONIO: Che zitto e zitto! Sono due ore che mi sta
sparando nel letto e poi non sai cosa mi ha combinato. Stavo dormendo
con la bocca aperta ed ha pensato bene di buttarmi dentro la gomma da
masticare. Sangu li egna! Se ‘ncuddhatu allu
cannanuci e pi’ nu
picca no’ mi faci issiri li uecchi ti fori )(.Imprecazione: Si è incollata la
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gomma in gola e per poco non mi faceva uscire gli occhi dalle orbite )
TOMMASINA: Papà, hai dimendicato che anche quando eri piccolo
tu eri una bella pelle?
Il nonno a queste parole quasi si compiace.
NONNO ANTONIO:
me ne ha date di botte.
Io ero più lazzarone di lui! Mia sorella Lucia
TOMMASINA: Papà basta perchè me l’avrai raccontato già cento
volte.
Tommasina va via e rimane il nonno da solo. Dopo qualche istante ecco
che rientra il bambino, sempre armato e spara al nonno.
NONNO ANTONIO: Avvicinati! Avvicinati ( facendo segno con il
bastone ) che ti do una caramella. Vieni quà che ti do una bella cosa
Gian Luì. Vieni?
Fa ingresso la signora Maria ed è molto nervosa .
MARIA: Nonno! Quando parli al bambino mi devi fare la sacrosanta
cortesia di rivolgerti in italiano. Non voglio che impari questa brutta
lingua che si parla in quest’orrido paese.
NONNO ANTONIO: E perchè, non stavo parlando in italiano? Certo,
quando andavo io a scuola, insegnavano un italiano diverso da quello
che si insegna oggi e poi, l’importante è che mi faccio capire.
MARIA: Non sono daccordo nonno! Mio figlio deve parlare in
italiano perfetto come me e non voglio che impari questo dialetto che lo
parlano solo in Africa. ( rivolgendosi al bambino ). Vieni quì che ti lavo
la faccia!
Prende il bambino ed esce di scena. Il nonno rimane solo ed inizia a
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parlare.
NONNO ANTONIO: Parliamo come all’Africa?!? Sangu lì
egna!(imprecazione ) Sembra che è nata in alt’Italia ed è solo di Brindisi
che,in quanto a dialetto, altro che africano. ( ed elenca alcune parole in
dialetto brindisino )Altro che africano! Quello sembra cinese.
Antipatica era quando l’ho conosciuta e così è rimasta. Mannaggia di
quando diventiamo vecchi che purtroppo bisogna stare con qualcuno
altrimenti, se era viva la buonanima della Cristina mia sarebbe stata tutta
un’altra cosa. Quasi quasi, se trovo una vecchierella che vuole convivere
con me, mi rifaccio una famiglia e buona notte.
Bussano alla porta ed entra Filomena, la lavorante di Maria.
FILOMENA:
Buongiorno, nonno Antonio!
NONNO ANTONIO: Sciuscè! (Figlioccia) Come stai stamattina? E’
un po’ di tempo che non ti vedo bene.
FILOMENA:
Cosa vuoi! Purtroppo gli anni passano e non riesco a
trovare il marito della mia vita. Non è che pretendenti non ci sono, ma
sono tutti con le tasche bucate ed io ne voglio uno che le tasche le abbia
piene. Avevo Pasqualino mio che era tanto buono. Siamo stati fidanzati
dodici anni e mi diceva sempre che un giorno o l’altro, avrebbe fatto
fortuna, poi ha tentato al Nord e, la prima volta che è
venuto
in
vacanza, se n’è venuto sposato ed io, dopo tanti anni, sono rimasta come
una stupida !
NONNO ANTONIO:
Sedotta e abbandonata!
Il nonno elabora un pensiero un po ardito per la sua età
FILOMENA:
Nonno Antonio! Che cosa stai dicendo! Quale
sedotta e sedotta! Solo abbandonata!
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NONNO ANTONIO:
sposarti?
Senti
Filomena!
Ma
tu
vuoi
veramente
FILOMENA:
Si! Si! Mi voglio sposare a tutti i costi! Ormai sono
diventata una mezza zitellona e mi devo decidere.
NONNO ANTONIO: E se io ti offrissi..... Sai, ho un amico che si
vuole sposare. Certo, non è proprio verde verde, però la presenza è
buona e poi, prende una bella pensione.
FILOMENA:
Di invalidità???
NONNO ANTONIO: No! No! Non è invalido! Diciamo che prende la
pensione di vecchiaia e prende quasi due milioni al mese.
FILOMENA:
E si che quasi quasi mi stai facendo venire un
pensierino tanto, se è vecchio, quanto può campare? E poi la pensione
sua me la passano a me.
( Alle parole: Quanto può campare, il nonno fa le corna di nascosto)
FILOMENA:
Nonno Antonio! E non me lo presenti questo amico
tuo che, se è di buona presenza...... però, guarda che a me, anche se è
un po’ anziano non me ne importa niente, basta però che sia di buona
presenza, che sia un tipo moderno, se poi ha i
capelli lunghi tanto di
guadagnato. Quanto mi piacciono gli uomini con i capelli lunghi non
puoi immaginare, specie quelli che si fanno il codino.
NONNO ANTONIO:
A si?!? Beh! Adesso vediamo!
Entra nuovamente in scena il bambino ed incomincia a sparare da tutte
le parti con il suo fucile elettronico. Il nonno si alza e se ne va ed il
bambino lo insegue. Rimane Filomena. Dopo qualche attimo fa ingresso
un’altra lavorante.
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1° LAVORANTE:
FILOMENA:
1° LAVORANTE:
FILOMENA:
per la testa!
1° LAVORANTE:
Buongiorno Filomena.
Ciao.
Cos’hai Filomena? Ti vedo un po’ arrabbiata!
Che arrabbiata e arrabbiata! Ho proprio i santissimi
E perchè?
FILOMENA:
Perchè. Perchè. Non vedi? Noi ci conosciamo da un
sacco di anni. Tu, Lucia, Antonietta, Maria vi siete tutte sistemate, io
invece sono ancora zitellona con il bidone che mi ha fatto Pasqualino
mio, non me lo dimentico e non me lo dimentico.
1° LAVORANTE:
Non credere Filomena che da sposati si sta
tanto bene. Ci sono i lati positivi ma, se guardi bene, ci sono anche dei
lati negativi. Io, con il bambino, sono sempre impegnata. Questa mattina
per esempio non voleva andare a scuola e sai cosa ho dovuto fare per
convincerlo? Invece dei libri nella cartella ho dovuto mettergli brioche,
patatine e un sacco di altre cose ancora.
Nel frattempo entra la 2° lavorante, prende posto sedendosi vicino
mentre loro continuano la conversazione.
FILOMENA:
Si! Si! Sarà pur vero però, rimanere zitella, sempre
con la voglia di un marito.
2° LAVORANTE:
Di che cosa state parlando?
Nessuna delle due le da retta.
1° LAVORANTE:
Filomena. Non credere che sia sempre bello!
C’è mio
marito che è sempre incollato come una zecca.
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2° LAVORANTE:
Puru
lu
cani
zecchi!.....(Anche il mio cane porta le zecche )
mia
porta
ncerti
LE ALTRE DUE:
Zitta! Zitta! e deciditi a mettere l’apparecchio
che stai diventando completamente sorda .
FILOMENA:
2° LAVORANTE:
E’ meglio avere una zecca che niente proprio!
Ma..... di che cosa state parlando?
TUTTE E DUE, contemporaneamente: Sono cavoli nostri!
1° LAVORANTE:
Stiamo parlando di mariti.
2° LAVORANTE:
Non mi dite! Non mi dite! Anche il mio è come
una zecca e non solo. Madonna quanto è pignolo! E’ vero che è maestro
di scuola ma che debba farlo anche a casa..... figuratevi che
quando
mi rimprovera mi dice: “ Guarda che vedo delle macchie sul pavimento,
se non pulisci bene ti mando in castigo “ oppure “ Oggi la pasta è senza
sale, parlerò con i tuoi genitori che non ti hanno insegnato a cucinare
bene . Senza contare poi che non è mai contento di niente e per il fatto
che vengo quì poi, faccio sempre questioni. “ Che necessità di andare a
lavorare hai “? mi dice. Cosa ne sa lui. Oggi costa tutto caro e, in una
casa per andare bene, dovrebbero lavorare tutti i componenti di una
famiglia. La vita è diventata difficile. Certo, la signora Maria non è che
ci riempie di oro, comunque è sempre un aiuto per la famiglia. Con tutti i
vizi che abbiamo oggi, come si può fare con un solo stipendio?
1° LAVORANTE:
La colpa è della televisione che ci bombarda
con tutte quelle pubblicità e noi, come tante stupide, corriamo a
comprare tutto ciò che vediamo reclamizzare sullo schermo.
2° LAVORANTE:
E’ vero! E’ vero! Però dobbiamo anche
ammettere che trasmettono tanti bei programmi. Prendi per esempio
quella che trasmettono tutti i giorni alle tre la sto seguendo da tre anni ,
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pensa che sono arrivati alla settecentesima puntata e tutti i giorni non
vedo l’ora che inizi . Ormai l’aspetto più del mangiare .
FILOMENA:
Qual’è? Io ne sto seguendo cinque
contemporaneamente
perchè mi piacciono molto e tutti i giorni
salto da un canale all’altro.
1° LAVORANTE:
Eh! Di questi tempi ci dobbiamo abituare ai
salti, soprattutto ai salti mortali. Io invidio tutti quei personaggi che si
vedono in televisione ricchi e sorridenti .
FILOMENA:
proprio
Il povero come fa a ridere? A meno che, non è
fesso.
Fa ingresso la signora Maria e tutte e tre in coro.
LAVORANTI: Buongiorno signora Maria.
SIGNORA MARIA: Buongiorno. Buongiorno. A che punto siamo
con quell’abito? Mi raccomando, che sia rifinito alla perfezione e cercate
di non perdere tempo perchè oggi dovranno venire
a ritirarlo.
TUTTE E TRE LE LAVORANTI insieme: Osci!!! (Oggi)
FILOMENA:
Come facciamo? Non stiamo ancora a niente.
SIGNORA MARIA:
A niente!?!
TUTTE INSIEME:
A niente! A niente!
SIGNORA MARIA:
Certo che ve la prendete comoda.
Insomma, vi rendete conto che la sartoria non è un salotto di
conversazione? Sembra che venite quì solo per passare il tempo. Già
oggi corrono tutti ai negozi per acquistare perchè costa molto meno, se
noi non impieghiamo minor tempo, quanto dovrei farlo
pagare
un
vestito?
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FILOMENA:
E vuol mettere a confronto come lo cuciamo
noi e come sono quelli già confezionati?
TUTTE E TRE INSIEME: E’ tutta un’altra cosa!
SIGNORA MARIA:
Va bene! Va bene! Datevi da fare!
La signora Maria esce di scena.
1° LAVORANTE:
sempre nervosa.
Certo che da quando il marito è in galera, è
2° LAVORANTE:
Se è per questo è sempre stata così.
FILOMENA:
Adesso però è diventata ancora più acida ma le arie
se le da
ugualmente. E’ vero che è sarta fine.....
TUTTE E TRE INSIEME: imitandola “ E’ per questo che ho il
diploma di taglio e cucito “.
Fa ingresso Tommasina.
TOMMASINA: Se vi sente vi fa una lavata di testa che non finisce
più! Lasciatela in pace che ha già tanti problemi.
Suonano alla porta e fa ingresso comare Pasqualina.
PASQUALINA: Comare! Comare!
TOMMASINA: Entra, comare mia. Dove stai andando?
PASQUALINA: Veramente, sto andando all’ufficio postale. Sto
andando
a ritirare un po’ di soldi perchè non bastano mai e, meno
male che
ci sono. Benedetto lui e quando è tornato dall’America! Mi ha riempito il
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libretto postale di dollari e da allora, comare mia, sono guarita.
TOMMASINA: Meno male comare mia che sei guarita. Così è la
vita:c’è chi sta bene e chi sta male. Noi ormai andiamo avanti con la
giornata che riesce a guadagnare Cosimo. E come dobbiamo fare,
non lavora nessun’altro. Maria pensa solo per suo figlio e suo marito.
Meno male che c’è il vecchio che ci da un po’ di aiuto perchè ora, con
gli ultimi aumenti, prende una bella pensione. Comare! Stavo pensando.
Sai, da quando è successo il fatto di Antonio che ha perso tutto con il
gioco delle carte noi, per pagare tutte le spese, ci siamo indebitati fino al
collo. Perchè non ci presti un po’ di soldi? Non devi aver paura perchè
appena ci sarà possibile te li restituiremo con gli interessi.
PASQUALINA: E come faccio comare mia! Sono tutti vincolati! Non
credere che è tanto semplice andare all’Ufficio Postale e
ritirare
dei soldi e poi, non credere quanti ne abbiamo che si, ci sono, ma non al
punto da poterli prestare.
TOMMASINA: Ho capito comare mia! Non ti spiegare più!
PASQUALINA: E poi..... Hai tuo genero che è uno dei più ricchi del
paese.
TOMMASINA: Comare, lascia stare! Ognuno sa i fatti di casa
propria! Ricco! Quale ricco! Quelli, per primo e per secondo mangiano
aria infatti fra un po’ te li vedi arrivare in casa, a mezzogiorno, giusto
giusto al momento di pranzare. Meno male almeno che non hanno da
pagare l’affitto della casa.La masseria andava bene tanti anni fa. Oggi
latte di pecora la gente non ne vuole più perchè dicono che quello nelle
buste è più saporito. Le pecore di oggi mica sanno fare il latte intero,
scremato o parzialmente scremato; quelle lo fanno sempre all’antica ed
ora, il latte all’antica, non piace più.
PASQUALINA: Comare mia! Ora devo proprio andare perchè ho
ancora da rifare i letti e sono indietro anche con la cucina.
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Pasqualina e Tommasina escono entrambe di scena e vi fa rientro
Maria.
SIGNORA MARIA:
A che punto siamo?
LE LAVORANTI, INSIEME: Alla partenza!
SIGNORA MARIA: Datevi da fare per favore e non fatemi fare
brutta figura come è successo per l’ultimo vestito che abbiamo
consegnato. Mi riferisco al vestito della signora Antonia che pendeva
tutto da un lato.
TUTTE E TRE: Quello della Uccia? (nome: Antonia)
SIGNORA MARIA:
Della Uccia! Della Uccia!
TUTTE E TRE: Uh!!!
SIGNORA MARIA:
Che fate! Mi prendete in giro? Dovete sapere
che io sono stata addestrata ad essere una sarta di prima scelta, non per
niente ho studiato in una scuola di grande prestigio ed ho conseguito il “
Diploma di Taglio e Cucito “
TUTTE E TRE: Uh! Signora Maria! E’ venti anni che ce lo dici!
1° LAVORANTE:
potrei uscire?
Senti, signora Maria. E’ mezzogiorno, non
SIGNORA MARIA: Certo! Vai pure! Anzi, andate pure voi, ci
vediamo oggi
pomeriggio.
Le lavoranti vanno via e fanno ingresso Carmelina e suo marito
Vincenzo , figlio della Crocefissa. C’è Maria in scena e guarda
l’orologio.
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SIGNORA MARIA:
Non c’è che dire. Se uno ha da aggiustare
l’orario del suo orologio basta che guarda voi ed è sicuro che quando
siete quì è perchè è mezzogiorno esatto.
VINCENZO:
che si mangia?
Certo che è mezzogiorno. Non è forse quella l’ora
Maria rivolgendosi a Carmelina.
SIGNORA MARIA:
Cosa ne dici Carmelina, mi vuoi anticipare
questo lavoro? Sai, siamo in arretrato con le consegne.
CARMELINA: Daccordo Maria, non ti preoccupare, faccio io.
SIGNORA MARIA:
Io devo andare a prendere il bambino che è
ancora a scuola e sono un po’ in ritardo. Devo fare una bella corsetta
per non farlo rimanere lì da solo altrimenti lo trovo in lacrime, gioia
mia!
Maria scappa via.
VINCENZO:
E lu babbo non è arrivato? (papà)
In quel momento ritorna Tommasina ed avendo ascoltato ciò che diceva
‘Nzino è seccata.
TOMMASINA: Babbu e scemu eti puru, (cretino e scemo è anche)
non basta che ti dà da mangiare.
VINCENZO:
Babbo
Cara suocera! Come si vede che non hai studiato!
vuol dire “ siri “. (papà)
TOMMASINA: Questi giovani di adesso! Volete prendere sempre in
giro! Noi vi mandiamo a scuola e poi voi fate i professori su noi stessi.
VINCENZO:
Cosa stai cucinando oggi? Sento un buon profumino!
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Scommetto che è coniglio alla cacciatora.
TOMMASINA: Per coniglio l’ho comprato. Chissà perchè tutti quelli
che sono appesi nella macelleria sono sempre già puliti e senza testa.
VINCENZO:
Cosa vorresti dire, che sono cani?
CARMELINA: Gatti! Gatti, Vincenzo!
VINCENZO:
Non mi parlate di animali perchè lo sapete che sono
un esperto perchè, tutti gli anni che ho trascorso nella masseria mi hanno
formato. Oggi come oggi la devo a quell’esperienza la posizione che
occupo nella società.
CARMELINA: Zitto! Zitto per favore! Mi hai buttata in una masseria
per farmi fare la signora, dicevi.
VINCENZO:
E perchè, non fai la signora? Tu oggi sei la signora
Campalacasa, moglie del famoso ‘NZINU (Vincenzo)Campalacasa.
CARMELINA: Per famoso, sei famoso! Sei rimasto l’unico massaro
(proprietario di una masseria senza animali ) disoccupato che c’è in
Italia ed era ora che cambiassi mestiere, se vuoi veramente lavorare.
VINCENZO:
Io cambio?!? Ma cosa ti salta in mente. Cosa credi
che il pecoraio lo può fare chiunque?
CARMELINA: Io conosco un sacco di gente che va all’università, per
prendersi la laurea di pecoraio.
VINCENZO:
Tu scherzi!?! Guarda che il mio è un lavoro
altamente specializzato. Hai mai munto le pecore? Fatto il formaggio e la
ricotta? Senza contare poi quando le porti al pascolo caspita. Lì poi
bisogna essere proprio svegli! Già con lo sguardo bisogna dirigerle ,
ecco perché ci vuole la taglia del dirigente per poter esercitare questo
lavoro.
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Fa ingresso il nonno.
NONNO ANTONIO: Dirigente! Dirigente! L’unica cosa che sai
dirigere tu sono le posate che vanno dal piatto alla bocca. Ma di lavoro
non se ne parla proprio!
VINCENZO:
Nonno. Cos’hai da lamentarti? E’ vero che sono
l’ultimo arrivato in questa famiglia ma, non ti dimenticare che anche tu
quì sei un ospite e non ti da il diritto di giudicarmi e ricordati una cosa i
vecchi come te, in genere stanno in uno ospizio.
NONNO ANTONIO: Io in un ospizio?!? Poi ve ne accorgerete, altro
che uno ospizio! Caro Campalacasa ‘Nzino , se non era per questo
vecchio che prende una bella pensione, neanche tu
potevi fare il
dirigente.
E fa il gesto di portare il cibo dal piatto alla bocca.Vincenzo esce di
scena.
CARMELINA: Nonno! Non farci caso! Purtroppo è fatto così. Ormai
lo devo sopportare anch’io e devo dire che la colpa è anche un
po’
vostra perchè non è che non c’erano i ragazzi che mi volevano ma voi,
con il fatto che era figlio della Crocefissa, che era una santa donna, pace
e riposo all’anima sua .... senza contare poi il fatto che sapevate che
aveva un appartamento di case avete insistito perchè lo sposassi. Eh!
Nonno mio! Mica ti puoi mangiare le case! Lui, di altro lavoro che non
è il suo, non ne vuole proprio sapere.
NONNO ANTONIO: E divorzia allora! E’ meglio una santa morte, si
dice, che una lunga malattia perciò, mandalo a quel paese e ti rifai una
vita, Cosa cosa ti manca per trovarti un altro uomo .
CARMELINA: Nonno! Io sarei anche disposta a farlo perchè sono
stufa di questa situazione ma poi, lo sai cosa direbbe la gente. Nei paesi
come il nostro la gente parla e sparla. Anche se siamo in un’epoca dove
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tutto è accaduto e niente potrà accadere , la nostra gente rimane radicata
alle sue vedute .
NONNO ANTONIO: Figlia mia! La gente deve solo farsi i fatti suoi.
E’ più giusto
vivere di fianco ad un uomo a cui non si vuole bene
per far piacere alla gente, o è più giusto vivere al fianco di uno con cui si
sta bene ed avere la gente contro? Figlia mia! La vita è una sola e
bisogna viverla felici. Sai, Carmelina. Ti devo confessare una cosa:
anch’io sto pensando che, per questo poco di vita che mi resta da vivere,
vorrei essere felice.
CARMELINA: E cosa vorresti fare?!?
NONNO ANTONIO:
farò sapere.
Per il momento non posso dirti niente. Poi ti
Nel frattempo suonano alla porta. Carmelina va ad aprire e fa ingresso
il signor TORI SETTICAMISI (Salvatore Settecamicie) ( è un
faccendiere che combina conpravendita matrimoni ecc. ed ha un
appuntamento con il signor Trombetta Antonio .
NONNO ANTONIO: A si Carmelina. Fallo entrare. ( rivolgendosi
poi a Carmelina ) E tu, Carmelina, vai di la perchè dobbiamo discutere
di una faccenda molto privata.
Carmelina esce di scena.
INTERMEDIARIO:
Perchè mi hai chiamato?
NONNO ANTONIO: Ti ho chiamato per una questione un po’
delicata. Diciamo.... che c’è un mio amico che si vuole sposare ed avrei
bisogno di uno che porti le ambasciate.
INTERMEDIARIO:
Va bene. Questo è proprio il mio mestiere,
dovuto alla mia facile parlantina. Se non sbaglio ho combinato anche il
matrimonio di vostra nipote.
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NONNO ANTONIO: Hai combinato un bel casino, altro che
matrimonio. Speriamo almeno che indovini questo.
INTERMEDIARIO:
Spiegami di chi si tratta.
NONNO ANTONIO: E’ una signorina che lavora in questa casa. La
persona interessata non è proprio giovanissimo , ma questo mio amico
non è molto esigente , lui vorrebbe questa signorina più che altro per
compagnia , per vivere gli anni che gli sono rimasti con una compagna
essendo vedovo da quasi quarant’anni.
INTERMEDIARIO:
Va bene. Farò del mio meglio,naturalmente mi
dovrai spiegare tutto quello che mi servirà per poter avvicinare la
ragazza interessata , e discutere anche del mio onorario, perché a quanto
ho capito deve essere un’operazione difficile .
NONNO ANTONIO:
Non è un problema di soldi. Quelli ci sono.
INTERMEDIARIO:
E dimmi, lui chi è?
NONNO ANTONIO: Per forza lo devo dire? Diciamo..... che è un
uomo a cui non manca niente.
INTERMEDIARIO:
Questo è sottointeso. Ci mancherebbe
anche che gli mancasse un braccio o una gamba. Oppure che ne so, che
ci sia troppa differenza di età, perché se ci sono dieci anni di differenza
già storcono il naso, sui quindici diventa improponibile. Ecco perché
prima di fare qualche figura è bene avere tutti i dati . E dimmi lei come è
quanti anni ha.
NONNO ANTONIO: Lei ha circa trentacinque anni ed Io figure……
il mio amico figure non ne ha mai fatte. Qualche cavolata si, ma figure
mai.
INTERMEDIARIO:
Non hai capito. Per figura intendo: Come
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si presenta? E’ un bel giovane? E’ alto, istruito. Insomma, com’è questo
ragazzo?
NONNO ANTONIO: Questa persona la firma la sa mettere. Per bello
è bello.
L’altezza ce l’ha e le forze non gli mancano. Certo, con lui
la ragazza dovrebbe avere un po’ di pazienza.
INTERMEDIARIO:
pazienza?
Per
quale
motivo
dovrebbe
avere
NONNO ANTONIO: E dov’è che non ci vuole pazienza al giorno
d’oggi? A leggere il giornale ci vuole pazienza; guardare la televisione,
ci vuole pazienza; avere a che fare con certe persone ci vuole pazienza, e
che pazienza.
INTERMEDIARIO:
Ho capito! Ho capito! Ma,nel caso
specifico per quale motivo dovrebbe avere pazienza?
NONNO ANTONIO: Perchè, questo mio amico… quando fuma.... la
pipa... fa.... piano piano; quando.... va alla piazza e..... quando viene....
va piano piano.
INTERMEDIARIO:
Ma! Io non capisco!
NONNO ANTONIO: Mi sembra che sei proprio fesso, altro che non
capisci. Ammesso, che quell’amico di cui ti sto parlando fossi ….io, dici
che è possibile combinare questo matrimonio?
INTERMEDIARIO: Tutto è possibile però, devi capire, che i giovani si
sposano con i giovani; gli anziani si sposano con gli anziani ed i
vecchi.....
NONNO ANTONIO: Si sposano con la fessa ti mammata! (cretina
di tua madre ) Dove s’è visto che, uno come me, non si può sposare con
20
una ragazza più giovane di qualche anno?
INTERMEDIARIO:
Quale anno! Di qualche secolo vorrai
dire! Ma tu quanti anni hai se lei ha trentacinque anni tu ne avrai circa
ottanta .
NONNO ANTONIO: Io sono del quindici . Caro Settecamicie io sono
nato sotto i bombardamenti .
Intermediario :Adesso capisco tutti quelli nati sotto i bombardamenti
Hanno difficoltà , sai cosa ti dico diamo un’occhiata a questo depliants
che
sicuramente troverai la donna che fa per te .
( ed inizia a sfogliarlo )
Nonno Antonio : Lampu! (imprecazione) Questa è brutta! ( gira la
pagina )
Questa poi è più brutta della Cristina mia. ( gira ancora le pagine )
Questa ha i baffi.. e…… quest’altra, che cos’ha sul naso? Che cos’è, un
neo o..... un ficodindia ?
INTERMEDIARIO:
Dai. Dai. Come sei permaloso. Te l’ho
detto. Per te non posso prendere il catalogo delle giovani. Aspetta, ne ho
una che può fare proprio al caso tuo. Mi ha dato la fotocopia della sua
foto proprio stamattina.
Nonno Antonio prende la fotocopia, la guarda bene per un momento, poi
dice:
21
NONNO ANTONIO: Ma..... per chi mi hai preso..... per l’ultimo del
paese?questa sembra che sia la nonna della befana . Adesso ti dico io chi
voglio. Si chiama..... Filomena Scarfaliettu .(soprannome Scaldaletto )
INTERMEDIARIO:
La figlia di..... Salvatore Scarfaliettu
Si! Si! Ora mi viene in mente! Sua madre si sposò che se ne era già
scappata con un altro e, quella ragazza, non si è mai saputo
se è una
scappatur (frutto della relazione) del primo o del secondo marito. E’
proprio per questo motivo che quella ragazza è rimasta zitellona. Nei
nostri paesi si sa che certe colpe prima o poi si pagano, anche se lei non
ha nessuna colpa
NONNO ANTONIO: A me queste cose non interessano proprio. Se la
ragazza mi vuole io me la sposo che sia chiaro io non voglio convivere
io gli do il mio nome se lei accetta diventerà la signora Filomena
Trombetta e non mi interessa proprio niente se è figlia di una
scappatura (relazione) o no.
INTERMEDIARIO:
Cosa ti devo dire! Possiamo pure tentare
però, io voglio
delle garanzie. Quella è giovane e se ha preso dalla
madre è anche un po focosa , mi sono spiegato ? Per esempio: tu hai
detto che,..... quando..... fumi..... la pipa, ci vuole tempo per.....
consumare..... il tabacco; l’importante è che..... almeno..... riesci..... ad
accenderla..... questa pipa???. O hai bisogno di un aiutino…..
NONNO ANTONIO: Non ti preoccupare! Si accende!..... Si
accende!..... E..... una volta che si accende..... diventa come una
focarotta. (catasta di legna che brucia ) e se proprio non dovesse
bruciare ci sono sempre quelle pillole che hanno inventato adesso .
INTERMEDIARIO:
Ma!..... Speriamo!..... perchè io, in tanti
anni di luminosa carriera, non ho mai fatto brutte figure con la
gente.quando do la garanzia di un prodotto quello deve essere .
22
NONNO ANTONIO:
casa sua.
INTERMEDIARIO:
NONNO ANTONIO:
che lavora da noi.
Però, è consigliabile che non vai a parlare a
E dove le parlo?
Magari puoi tentare di parlarle quì dal momento
INTERMEDIARIO:
Va bene. Va bene. Poi studiamo bene i
particolari. Possiamo fissare con lei un appuntamento.
NONNO ANTONIO:
quì.
Si! Si! Vieni quando vuoi! Quella sta sempre
Esce l’intermediario. Il nonno assume un atteggiamento felice poi,
rivolgendo lo sguardo verso il ritratto della defunta moglie.
NONNO ANTONIO: Cara Cristina mia! Tu devi capire! Sono ormai
quarant’anni anni che sono vedovo. Tu mi hai lasciato così, di punto in
bianco ed all’epoca ero ancora verde e qualche occasione l’ho pure
avuta però, come sai, l’ultima..... passeggiata.....me la sono pure
dimenticata ... e speriamo che non faccio figure perché io ho detto che la
pipa ci accende , ma non è che sono tanto sicuro però devo fare l’ultimo
tentativo . Quello che ti posso dire è che in questa casa non ce la faccio
più, quel bambino specialmente mi mette in croce .
Entra in scena il bambino con in mano una pistola ad acqua e lo bagna
tutto poi, tutto soddisfatto corre via. Il nonno rivolgendosi di nuovo
verso il quadro.
NONNO ANTONIO: Cristina! Hai visto? Non ce la faccio proprio
più! Io dico: Invece di mettere suo padre in galera non potevano
metterci lui? Questo viene fuori peggio di suo padre.
Chiama Maria ad alta voce e lei si precipita.
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MARIA: Cosa è successo nonno? Forse quel lazzarone ne ha
combinata una delle sue?
NONNO ANTONIO: Lasciamo perdere quello che ha combinato quel
maleducato. Quello che ti volevo chiedere, se è possibile naturalmente, è
se puoi cucirmi un vestito.
MARIA:
Cosa ne devi fare? Ne hai tanti di vestiti.
NONNO ANTONIO: Si! Se conti anche quelli della prima guerra
mondiale!..... Io ne voglio uno moderno, come si usano adesso.
MARIA:
E che cosa ne devi fare?
NONNO ANTONIO:
importante.
Mi serve per un avvenimento molto urgente ed
MARIA: Nonno! Io, di urgente, non posso fare nulla. Mi devi dare
almeno un anno di tempo.
NONNO ANTONIO: Un anno di tempo?!? E..... se per caso.....
dovessi farmi
un..... abito..... da sposo quanto tempo vuoi?
MARIA:
Almeno tre anni!
NONNO ANTONIO: Tre anni!?! E..... veramente allora che..... la
pipa..... non brucia e..... non fa..... neanche fumo! Ho capito! Ho capito!
Ora vado al negozio e lo prendo confezionato. Ma poi, mi devo
prendere pure.....
E, parlando parlando, esce di scena.
MARIA: Ormai il nonno reagisce sempre meno. Ti fa perdere solo
tempo ed io sono sempre così occupata.
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Suona il campanello. Fa ingresso un uomo. Maria rimane sbalordita.
L’uomo tenta di abbracciarla.
MARIA: Ma cosa ti salta in mente. Ti ho detto tante volte che quì a
casa non devi venire. Se i miei suoceri scoprono il nostro rapporto
chissà cosa succede.
UOMO:
Beh! In fondo la colpa non è completamente tua! Una donna
non può trascorrere una vita aspettando che il marito esca di prigione.
MARIA: Lo so! l’avvocato mi ha assicurato che nella causa d’appello
potrebbero condonargli qualche anno; se ciò non dovesse succedere,
prenderò in considerazione l’idea di chiedere il divorzio e solo allora ne
potremo parlare. Ora vai. Ci sentiamo presto. Ciao. Ciao.
L’uomo va via. Entra quasi subito Tommasina.
TOMMASINA: Maria. Chi era venuto? Ho sentito che parlavi con
qualcuno.
MARIA: Si! Era un cliente che mi ha commissionato la confezione di
un vestito.
TOMMASINA: Senti Maria! Io, non volendo, stavo pulendo proprio
dietro la porta ed ho sentito che vuoi chiedere il divorzio.
MARIA: Mamma! Ancora non c’è niente di certo. Comunque, io
spero che l’avvocato riesca a farlo uscire fuori il più presto possibile
perchè, se deve scontare completamente la pena, diventerò vecchia
aspettandolo.
TOMMASINA: Ma è sempre marito tuo no? Certo è nato un po’ con
la testa
diversa eppure l’educazione gliel’ abbiamo data sempre,
come si deve dare ad un figlio. Quando era piccolo tutte le Domeniche
andava a messa, faceva il chierichetto. E come era contento.Di corsa
andava. Quando c’erano i funerali di qualche povero disgraziato poi,
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correva come il vento perchè a lui piaceva portare la Croce perchè,
quelle poche
volte che gli capitava di portare l’incensorio,
starnutiva per tre giorni di seguito e poi, non l’ho mai sentito dire una
bestemmia, una parolaccia. Anche con gli amici vicino casa, non l’ho
mai visto bisticciare.
MARIA: Mamma! Stai parlando di un bambino! Poi si cresce e si
cambia, purtroppo. Si! E’ vero! Non è stato mai cattivo però il suo
problema è sempre stato un altro: le carte. Quante volte ci ha messo nei
guai con quel suo maledetto vizio. Stiamo pagando ancora i suoi debiti di
gioco perciò, cara mamma, forse non ha mai fatto del male agli altri
ma..... quanto ne ha fatto a noi!!!..... Cosa racconterò di suo padre a mio
figlio? Mamma! Lasciamo perdere! Io aspetterò ancora
un
po’
sperando che torni e che dopo questa esperienza metta veramente la testa
a posto ma, se deve scontare tutta la pena, io andrò via da questa casa e
cercherò di rifarmi una vita.
TOMMASINA: Cosa ti devo dire. Forse non hai tutti i torti. Forse è
veramente come dici tu però, per una madre, un figlio è sempre un figlio.
Quannu nasci ‘nu piccinnu
ti la vita no’ sapi nienti
toppu quarche annu
caccia puru quarche tienti.
La mamma, pi’ lu fiju,
è la crisctiana cchiù ‘ngarbata
però, ci li minti lu tisciutu a mucca,
ti la buschi ‘na calata.
Ma quisctu è nienti.
Quannu si fannu ranni
otunu e girunu
e fannu già li primi tanni
ma pi’ la mamma, no’ su nienti,
cc’è faci faci, cc’è sia sia.
Quiddhu è sempri ‘nu fiju mia!
Po’ bessiri lu prima telinguenti,
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‘nu latru, n’assassinu.
‘Na mamma, ti ‘nu fiju,
si faci puru attiri.
Puru ca chiangi
no’ si faci itiri.
Cce bb’è ggiù diri:
si faci fari ti tuttu
e pi’ nui no’ bb’è certu farabuttu.
La mamma è mamma
Senza spiecazioni
e pi’ la mamma, ‘nu fiju,
rimani sempri ‘nu uagnoni!
Quando nasce un bambino
della vita non sa niente.
Dopo qualche anno
Mette anche qualche dente.
La mamma, per il figlio,
è la persona più garbata
però, se gli metti un dito in bocca,
ti buschi una morsicata.
Ma questo è niente.
Quando si fanno grandi
gira e volta
e combinano già i primi danni
ma per la mamma, non sono niente,
qualsiasi cosa faccia.
Quello è sempre un figlio mio!
Può essere il primo delinquente,
un ladro, un’assassino.
Una madre, da un figlio,
si fa anche menare .
e se piange
non si fa vedere.
Cosa devo dire:
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si fa fare di tutto
e per noi non è certo un farabutto.
La mamma è mamma
in tutte le situazioni
e per la mamma, un figlio,
rimane sempre un ragazzo!
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
La scena è sempre uguale. E’ una Domenica mattina di qualche tempo
dopo.Entra in scena Cosimo con una sola scarpa al piede ed è in cerca
della scarpa che gli manca.
COSIMO: Dentro questa casa ci sono i fantasmi! Come è possibile che,
mi spoglio vicino al letto; mi tolgo le scarpe, le lascio sul tappeto e poi
quando mi alzo trovo una sola scarpa? Ma io so chi è questo fantasma, ci
ccappa allu sctrittu lu sistemu. (se mi capita a tiro lo sistemo)
Si sente da fuori campo il nonno.
NONNO ANTONIO:
Dov’è? Dov’è quel grandissimo figlio di .....
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Maria!?!
Il nonno entra in scena ed esibisce le scarpe che porta ai piedi: una di
un colore ed una di un altro che poi sarebbe quella di suo figlio Cosimo.
COSIMO: Papà! Ma cosa fai! Allora sei tu che mi prendi le scarpe.
Alla tua età hai ancora voglia di giocare?
NONNO ANTONIO: Che pezzo di fesso che sei! Ma secondo te io
mi vado a divertire a rubare scarpe? Già per me è un problema perchè ad
infilarle ci impiego mezz’ora ed ho fatto anche una fatica a camminare
per andare alla messa delle 6. Meno male che era ancora buio e nessuno
ha potuto vedere la differenza. Ma tu guarda che figure si devono fare
alla mia età! E non basta: quando sono tornato a casa ho appoggiato il
bastone dietro la porta, non mi sono neanche girato dall’altra parte che
già era sparito.
All’improvviso attraversa la scena il bambino con il bastone su una
spalla, come se fosse un fucile e va su e giù.
BAMBINO:
Sono il guardiano del forte e da questa porta non
entrerà nessuno. Il primo indiano che si farà vedere lo ucciderò senza
pietà con questo fucile a raggi platonici.
NONNO ANTONIO: Dammi il bastone che quello, oltre ai raggi
platonici, spara anche colpi di bastone folgoranti.Dai! Vieni e dammi il
bastone.
BAMBINO:
Io non te lo do!
Il bambino esce di scena. Cercando di correre con il suo passo
sofferente il nonno lo insegue.
NONNO ANTONIO: Mannaggia ci ti cacau! Osci lu ssaggi lu
bastoni platonicu. (mannaggia a chi ti ha messo al mondo oggi lo
assaggi il bastone platonico )
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Ed esce di scena mentre fa il suo ingresso Tommasina.
TOMMASINA: Mi sembra che papà sta peggiorando di giorno in
giorno. Con il bambino se la prende!
COSIMO: Cosa vuoi farci! L’età c’è! Lo sai come si dice: Quando si
diventa vecchi si diventa come i bambini. Certo, quel bambino è proprio
una peste e sua madre non vuole che lo si sgridi ma, quando mi capita
allo stretto, qualche lallarone (schiaffone ) glielo dò.
TOMMASINA: Tia poi! (Tu poi ) Sempre bambini sono, no?
COSIMO: Tommasina! Cosa mangiamo oggi?
TOMMASINA: Cosimo. Che cosa vuoi che mangiamo la Domenica:
pasta.
COSIMO: Ma!!!!!
TOMMASINA: Ho capito! Adesso te li vado ad impastare ddho
pizzarieddhi. (pasta fatta in casa , tipica pugliese ) Ora telefono a
Carmelina così la faccio venire un po’ prima per farmi dare una mano.
COSIMO: Si! Si! Chiamala! Falla partecipare a qualche lavoro. Questi
si sono presi il vizio che si presentano a mezzogiorno giusto giusto e poi
tornano subito a casa loro perchè dicono che hanno paura a lasciare per
tanto tempo la casa incustodita caso mai i ladri vanno a fargli visita.
TOMMASINA: Cosimo! Cosa vuoi farci! Fazza Ddiu! (come vuole
Dio) Se lui lavorasse, non ci sarebbe anche questo problema.
COSIMO: Quell’altro guaio dovevamo caricarci. Speriamo almeno che
mio padre campi ancora per molto tempo almeno, con la pensione sua,
riusciamo a portare avanti la baracca.
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TOMMASINA: Campa e campa, quanto può campare ancora? Ha già
ottantacinque anni.
COSIMO: Beh! Non è detto! La nostra è una razza che vive a lungo.
Tu prendi lo zio Cosimo, lo zio Raffaele, la zia Concepita, sono morti
tutti oltre la novantina.
TOMMASINA: Beati loro! Della mia razza sono stati più sfortunati.
Sono quasi tutti morti. E’ rimasta solo la zia Caterina...
COSIMO: Beh! Certo..... la razza tua.....
TOMMASINA: Cc’è cazzu uè dici?!? (cosa diavolo vuoi dire )
COSIMO: Niente! Niente! Come parlo della razza tua, subito ti
accendi. E’ meglio che vada a farmi quattro passi altrimenti oggi chissà
come va a finire.
TOMMASINA: Si! Vai! Vai che è meglio!
Cosimo esce di scena. Sta per uscire anche Tommasina quando sente
suonare il campanello. Fa ingresso la comare Pasqualina.
PASQUALINA: Buongiorno comare Tommasina!
TOMMASINA: Buongiorno! Buongiorno! Desideri qualche cosa?
PASQUALINA: E che devo desiderare comare mia. Grazie a Dio non
mi manca più niente. Sto ancora aspettando che passi a vedere la mia
nuova mobilia.
TOMMASINA: Comare! Con quanto ho da fare io non mi rimane
neanche il tempo per respirare. Sai da quanto tempo ho intenzione di
andare a messa? Penso che dovrò rimandare anche oggi. Senti comare!
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Già te lo avevo chiesto qualche settimana fa. Non è che potresti prestarci
un po’ di soldi? Sai, stiamo pagando un sacco di debiti ed avremmo
bisogno proprio di un prestito, se tu potessi.....
PASQUALINA: Comare mia! Pensi che se potessi non te li darei? Che,
oltre che essere comari, siamo sempre state vicine di casa e ci
conosciamo fino da quando eravamo bambine però i soldi non te li posso
dare perchè li ho all’Ufficio Postale, vincolati, e fino a fine anno non
posso prenderli, io infatti ritiro solo gli interessi.
TOMMASINA: Guarda comare che anch’io ho intenzione di pagarti
gli interessi. Alla fine facciamo il conto e quelli che risultano io te li
pago.
PASQUALINA: Beh! Se è così possiamo anche farlo certo, mi dovresti
dare qualcosa in più rispetto a quello che mi da l’Ufficio Postale in fondo
in fondo, io quei soldi li sposto da dove sono.
TOMMASINA: Sai cosa ti dico comare mia? Vedi di andartene prima
che mi esca dalla bocca qualche santissimo! Proprio a me devi dire
queste cose che, oltre ad essermi comare, mi hai crepato per tutti questi
anni: e una volta per il sale, un’altra volta per la cipolla, e per il vino,
senza contare quanti giorni
ti ho mandato il piatto già pronto perchè
non avevi di che mangiare ed oggi mi vieni a chiedere pure di aumentare
gli interessi su un prestito che ti sto chiedendo proprio perchè non ne
posso fare a meno. Cerca di uscire da questa casa. Ma guarda un po’
dove siamo arrivati!
A spintoni l’accompagna alla porta e continua a parlare da sola.
Ma guarda un po’ dove siamo arrivati! Una fessa di quelle
che
morta di fame fino a ieri, oggi che ha quattro soldi fa l’usuraia.
è
Suonano alla porta la prima volta e non ci fa caso dal momento che è
assorta nei suoi pensieri. Suonano una seconda volta.
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TOMMASINA: Lampu! Ci eti?!? ( Imprecazione chi è ?)
Apre la porta e fanno ingresso le tre lavoranti.
TOMMASINA: E voi, anche di Domenica dovete venire?
1°LAVORANTE:
Signora Tommasina. Secondo lei noi volevamo
venire proprio oggi? E’ stata la signora Maria a pregarci di venire perchè
abbiamo da terminare un vestito che è urgente.
Tommasina esce di scena.
2° LAVORANTE:
E quà, tutto è urgente! Ormai si deve fare. Non
c’è una cosa che non è urgente. Pure mio marito stamattina voleva fatta
una cosa urgente!
LE ALTRE DUE assieme: Cceni!!! Cceni!!!( Cosa , cosa!)
2° LAVORANTE:
Fatevi i cavoli vostri! Un bottone. Voleva che
gli attaccassi un bottone.
LE ALTRE DUE assieme: Ah!!!
FILOMENA:
Voi almeno ogni tanto avete da cucire un bottone io
invece, a casa, non faccio proprio niente.
LE ALTRE DUE:
E ‘nzuriti! (e sposati)
FILOMENA:
Sposati! Sposati! E non lo devi trovare pure. Cosa
credete che è facile? I giovanotti di adesso le vogliono tutte giovani e.....
io che ho una certa età, non mi pensano neanche. Sono ormai trapassata.
LE ALTRE DUE:
Trapassata. Trapassata. Zitellona!
1° LAVORANTE:
Pi’ tosta, si’ tosta! (per anzianotta sei
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anzianotta )
2° LAVORANTE:
Filomena! Ma..... con Pasquale, tu.....
FILOMENA:
Tu che cosa??? Non volete certo gettare allusioni. Io
sono sempre stata una ragazza di sani principi. Perchè, darsi qualche
bacio è peccato?
LE ALTRE DUE:
Noni! (no!)
FILOMENA:
Tenere la mano nella mano è peccato?
LE ALTRE DUE:
Noni! (no)
FILOMENA:
E, se ti tocca la gamba, è peccato?
LE ALTRE DUE:
Noni! (no)
FILOMENA:
E, se la mano scivola?
LE ALTRE DUE:
Menchia!!! (caspita)
FILOMENA:
Non andiamo più avanti. Non vi dico dove siamo
arrivati anche perchè ora sembra che ci sia uno che vuol conoscermi per
scopo matrimonio.
LE ALTRE DUE:
A si! E ci eti? (e chi è?)
FILOMENA:
Non lo so. So solo che è uno che ha qualche anno più
di me ma a me non importa. Basta che sia di buona presenza e che mi
possa mantenere.
LE ALTRE DUE:
Ca comu! (e come no!)
Fa ingresso Maria.
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MARIA: Oh! Meno male che siete venute altrimenti questo vestito
l’avremmo consegnato già a nozze avvenute dello sposo. Mi raccomando
di non saltare i punti perchè all’ultimo vestito che abbiamo consegnato la
cliente si è lamentata perchè si è scucito in più punti.
1° LAVORANTE:
E’ mica colpa nostra se ingrassava giorno per
giorno e poi,
è stata lei a volerlo piuttosto stretto per sembrare
meno grassa.
2° LAVORANTE:
quanto una botte.
Era quanto una cisterna e voleva sembrare
MARIA: Va bene! Va bene! Avete sempre ragione voi. Non vi si può
dire nulla. Un giorno o l’altro mi deciderò a fare tutto da sola.
TUTTE ASSIEME:
MARIA:
ancora.
E quannu!?! (e quando?)
E’ meglio se vado via altrimenti chissà cosa mi farete dire
E va via.
FILOMENA:
2° LAVORANTE:
Madonna mia! Sta diventando sempre più acida.
Forse è la lontananza dal marito.
1° LAVORANTE:
Si! Lontananza! Si sentono certe voci! Sembra
che l’hanno vista con..... come si chiama quello che ha la macchina
decappottabile?
2° LAVORANTE:
Si! Si! Quello bazzica in paese però è
forestiero. Sembra che è sposato però, i bottoni, se li fa cucire dalla
signora Maria.
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FILOMENA:
Possono essere solo voci.
2° LAVORANTE:
No! No! Quali voci! Li hanno visti intra a ‘nu
sctratoni. (in una strada di campagna)
1° LAVORANTE:
E beh?!? Che anche lei è di carne.
FILOMENA:
Ed io di che cosa sono fatta. Di paglia?
LE ALTRE DUE:
Tia poi!!! (tu poi)
1° LAVORANTE:
Sapete cosa vi dico? Ormai il più l’abbiamo
fatto. Io scappo a casa perchè ho ancora da rifare i letti.
2° LAVORANTE:
Ed io ho lasciato il bambino ancora a letto.
Anche se a casa c’è mio marito, quello subito subito perde la pazienza e
lu futti a mazzati. (e lo picchia )
FILOMENA:
E si! Siccome io non ho mai i letti da rifare; non ho
un marito che mi aspetta vuol dire che a finire il lavoro devo rimanere io.
Le due lavoranti vanno via. Suona il campanello e fa ingresso
l’intermediario.
INTERMEDIARIO:
Buongiorno signorina!
FILOMENA:
Attendete un attimo che vado a chiamare la signora
Tommasina.
INTERMEDIARIO: No. No. Io sono venuto per parlare apposta con
lei. Sa, a casa sua non mi sono osato perchè abita da sola ed è
sconveniente per la sua reputazione.
FILOMENA:
Io, per salvaguardare la mia reputazione, sono arrivata
a questa età ma, fazza Diu.(che faccia dio ) Ma, di cosa mi vuole
parlare?
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INTERMEDIARIO: Come saprete, il mio nome è Tori Setticamisi, e
di mestiere faccio lu traminzanu, (intermediario) dovuto alla mia facile
parlantina. Oggi usano trasmissioni televisive, inserzioni nei giornali ecc.
per fare incontrare due colombi. Io invece uso ancora il metodo antico e
senz’altro più sicuro perché per tutto quello che può accadere io sono
garante e subentra l’onore di chi come me esercita questo lavoro da
quarant’anni , e poi, Traminzani si nasce. Dunque, signorina! C’è un
signore che, da quando vi ha vistaha perso la vista ……
In quel momento entra il nonno con il bastone e lo batte sul pavimento
camminando come fanno i non vedenti. L’intermediario gli si avvicina e
spingendolo verso la porta gli dice.
INTERMEDIARIO: Aspetta! Poi ti dico io quando devi entrare. Tu
stai dietro la porta ed ascolta.
Il nonno esce.
INTERMEDIARIO: Dunque! Dicevo che il mio cliente, da quando
ti ha vista, ha perso la vista.
Rifà ingresso il nonno rifacendo il gesto di un non vedednte con il
bastone
INTERMEDIARIO:
devo dire
No! No! Ti chiamo io! Quante volte te lo
E lo rispedisce fuori.
INTERMEDIARIO: Dunque! Come le stavo dicendo! Quest’uomo è
veramente colpito dalla sua simpatia e dalla sua bellezza tanto che è
diventato……… scemo.
Ritorna in scena il nonnoche si trova spiazzato pensando che
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l’intermediario avrebbe detto nuovamente “cieco”e si ritrova ad imitare
uno scemo e il traminzano lo spinge dinuovo fuori.
INTERMEDIARIO: Devi entrare quando te lo dico io. ( poi rivolto
a Filomena ) Dunque, signorina! Cosa stavo per dirle? Ah! Si! E’ un
uomo di bella presenza; ha qualche anno sulla pelle, però li porta bene.
FILOMENA:
Beh! Io non lo nascondo! Effettivamente ho bisogno
di trovare marito, ormai ho una bella età anch’io ed è ora che pensi al
mio avvenire. Naturalmente non posso pretendere che sia un giovincello
però, che non sia neanche vecchio vecchio.
INTERMEDIARIO: No! Non ti preoccupare! Proprio vecchio
vecchio non è e poi, è ancora sano di sensi.
FILOMENA:
INTERMEDIARIO:
da solo!
FILOMENA:
Sano. Sano..... di tutto???
Garantito! Pensa che ancora si accende la pipa
Beh! Fatemelo conoscere allora.
INTERMEDIARIO: Penso che sia meglio parlare di lui, prima di
conoscerlo. Non vorrei che vi venisse un colpo.
FILOMENA:
imbrogliando?
Come un colpo??? Non è che mi state
Fa ingresso nuovamente il nonno.
NONNO ANTONIO: Non ti preoccupare, non ti sta imbrogliando
proprio nessuno. Questa è una semplice proposta di matrimonio perchè,
io mi voglio sistemare. ( poi si riprende ) Il mio amico, si vuole
sistemare e vedrai che non ti farà mancare niente. L’unica cosa che io ti
chiedo, ( si corregge dinuovo ) che lui ti chiede è..... di avere un po’ di
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pazienza.
FILOMENA:
Pazienza?!? E perchè devo avere pazienza?
NONNO ANTONIO: Perchè! Perchè! Con i bambini non bisogna
avere pazienza? Anche con lui bisogna avere pazienza.
FILOMENA:
Ma che cos’è, scemo per caso?
NONNO ANTONIO: Uè sciuscè! Bata comu
espressione dialettale: figlioccia! Bada come parli)
FILOMENA:
quanti anni ha?
parli!
(tipica
Insomma! Mi volete dire chi è questa persona e
INTERMEDIARIO: Chi è te lo diremo tra poco. Gli anni..... Beh!
Possiamo dire..... che..... ha superato la…… cinquantina.?
NONNO ANTONIO:
Si! Si! La cinquantina li ha superati.
FILOMENA:
Beh! Insomma! Non è che sia proprio di primo pelo
allora..... Ma si! Non importa! Prende almeno una bella pensione?
INTERMEDIARIO: e NONNO ANTONIO insieme: Uh! Prende
proprio una bella pensione.
FILOMENA:
Va bene allora. Ditemi chi è questa benedetta persona.
Come si chiama?
INTERMEDIARIO:
Il suo nome si può dire. Si chiama.....
Il nonno fa per allontanarsi , si sente un poco impacciato nel rivelare
l’identità del del misterioso mandante .
INTERMEDIARIO:
TONI!
39
Il nonno si ferma e chiede all’intermediario.
NONNO ANTONIO:
Ma! Ho cambiato nome?
INTERMEDIARIO: Zitto! Il tuo nome, nei tempi moderni si dice
così.( rivolgendosi poi a Filomena ) Per quanto riguarda la persona che
devi conoscere, è lui. ( il nonno gli fa segno di no e l’intermediario
cambia la sua versione additando il nonno ) Lui……. sa chi è.
NONNO ANTONIO: Si! Si! Io lo so chi è ma è inutile che te lo dico,
magari dopo mangiato lo faccio venire quì a casa mia e te lo faccio
conoscere perciò, se vuoi venire più tardi, avrai modo di conoscerlo di
persona .
Filomena : Va bene ! spero almeno che ne valga la pena perché e pur
vero che voglio sposarmi ma almeno che ne valga la pena . Se è uno un
po anziano pazienza purchè sia una persona distinta che vesta alla moda
e se poi avesse i capelli lunghi sono sicuro che mi farebbe colpo a prima
vista , se poi li ha legati a codino mi fanno proprio impazzire .
Filomena esce di scena dicendo.
FILOMENA: In fondo in fondo se ci avete fatto caso io non sono
proprio da buttare . (mentre esce Ancheggia vistosamente )
INTERMEDIARIO:
Tutt’altro …..Ma perchè non gli hai detto che
eri tu.
Almeno se c’era qualcosa che non andava si chiariva subito e buona
notte . perché come hai sentito quella si aspetta uno anziano, e non
vecchio, vestito come un giovane ruspante e come se non bastasse con
tanto di codino .
NONNO ANTONIO: Tu non preoccuparti quando sarà il momento
vedrai che non mi potrà resistere. Oggi non me la sentivo perché non ero
molto presentabile avevo il vestito di tutti i giorni e non avevo neanche
lo sciampo fatto .
40
INTERMEDIARIO:
dimentichi del mio onorario.
Va bene! L’importante è che non ti
L’intermediario esce di scena.
NONNO ANTONIO: Cosa devo dire adesso alla famiglia? Quelli mi
prendono senz’altro per pazzo però io devo pensare al mio avvenire e
poi, c’è quel mascalzone di ragazzo che qualche giorno mi farà morire
d’infarto perciò, è meglio che cambio aria.
Fanno ingresso Carmelina ed il marito.
TUTTI E DUE: Buongiorno nonno, come stai?
NONNO ANTONIO:
Non c’è male.
CARMELINA: Stamattina sei andato a messa?
NONNO ANTONIO: Si! Sono andato a quella delle sei ma, d’ora in
poi, vado a quella delle nove.
CARMELINA: E perchè?
NONNO ANTONIO: Perchè a quella delle sei ci sono quattro vecchie
e, chi dorme da una parte, chi dorme dall’altra, alla fine mi addormento
pure io e, ogni volta che il sacrestano mi sveglia, non solo è terminata
quella , ma anche quella dopo .
VINCENZO:
Senti nonno! Volevo farti una proposta! Tenendo
conto
che siamo ormai alla fine del secolo ed il degrado dell’agricoltura e
della
zootecnia è ormai preoccupante; la gente è stufa di andare al
supermercato e
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spendere i soldi pensando di comprare prodotti genuini, prodotti che in
realtà
nascono in laboratori di ricerca ed il mercato ormai non conosce più la
genuinità di una volta io avrei l’intenzione di valorizzare i nostri
prodotti
locali. Tu, cosa ne dici?
NONNO ANTONIO: Se avessi parlato con più semplicità forse
qualche cosa l’avrei capita. In poche parole, che cosa vuoi fare?
VINCENZO:
Non voglio fare altro che mettere in funzione la
masseria che noi abbiamo. Comprare un po’ d’animali, produrre e
vendere i nostri stessi prodotti.
NONNO ANTONIO: Non è male l’idea, ma da me che cosa vuoi?
Non è che per
caso vuoi farmi guardare le pecore!?! Figlio mio! Io
ormai non corro più come una volta e anche a fischiare non ci riesco più
perchè mi mancano i denti davanti.
VINCENZO:
No! No! Tu dovresti solo, eventualmente, tirare
fuori..... qualche soldo sai, spese ce ne sono da fare.
NONNO ANTONIO: Io sono daccordo con te che ci sono spese da
fare ma io non posso tirare fuori tanti soldi. Qualche cosa da parte ce
l’ho però, puoi sapere cosa ci riserva il futuro? Magari..... uno
impazzisce..... ci vogliono soldi..... come fa? Comunque, eventualmente
ne parliamo dopo aver mangiato.
CARMELINA: Andiamo di là che, se la mamma ha bisogno di una
mano,
gliela diamo.
Entra Maria.
MARIA:
Senti nonno! Ti volevo chiedere un favore.
NONNO ANTONIO:
Dimmi Maria. Cosa c’è? Se posso ti aiuto
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volentieri.
MARIA: Tu sai, nonno, che Antonio mi sta costando una fortuna e
non finisco mai di pagare avvocati. Anche se lavoro e guadagno, non
riesco più a pagare i debiti. Il bambino mi costa un occhio della testa; ha
sempre più esigenze, vuole tutto quello che vede e che faccio, glielo
nego?
NONNO ANTONIO: E perchè non glielo puio negare? Dove sta
scritto che un bambino deve avere tutto quello che vuole? Ai miei
tempi.....
MARIA: Nonno! Per favore! Ai tuoi tempi..... Parliamo dell’età della
pietra. Prima c’erano certe esigenze che per quell’epoca potevano
andare
bene. Oggi è tutto diverso.
NONNO ANTONIO: E si! Oggi c’è la televisione che insegna tutto:
cosa dobbiamo mangiare oggi? Accendi la televisione e te lo dicono
loro. Ti dicono con che carne fare il sugo; ti dicono
quale frutta è
migliore; ti dicono con che prodotti devi lavare i piatti o la biancheria;
quali sono i prodotti migliori per una buona stiratura; che è migliore
perfino la carta igienica con trenta piani di morbidezza. Ah! Quanto era
comodo quel sacco..... Va bene! Lasciamo stare! Dimmi. Che cosa vuoi?
MARIA: Nonno! So che hai un gruzzoletto da parte, se..... potessi
prestarmi..... qualche milione?
NONNO ANTONIO: Pure tu!!! E che, sono la Banca d’Italia? Va
bene
Maria, magari ne parliamo dopo mangiato. Ora devo farmi quattro passi
così
mi faccio una fumatina altrimenti se fumo quì, in casa, dite che
impuzzolisco
l’aria.
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Escono entrambi dalla scena e vi fa ingresso Cosimo che chiama a gran
voce Tommasina.
COSIMO: Tommasina! Tommasina!
Tommasina arriva di corsa tutta imbrattata di farina
COSIMO: Tommasina! Sai chi è morto stanotte?
TOMMASINA: No! Chi è morto?
COSIMO: Dì un nome a piacere .
TOMMASINA: Cosimo! Ma che, stiamo giocando? Chi è che è
morto?
COSIMO: E’ morto finalmente, è mo….rto .
Tommasina : Chi è morto l’arciprete ?
Paraisu
aggia
e
recumaterni a tutti li muerti sua! (che abbia il Paradiso e requiem
eterna a tutti i suoi morti) E, come è morto. Come è morto?
COSIMO: Tommasina! Chi è che è morto che centra l’arciprete lo sai
che quello non morirà mai . quello dirà messa a tutti noi . E’ morto!?!
E’ morto massaro Pasquale ho letto i manifesti dieci minuti fa . Aveva
quasi novant’anni. ?lunica cosa che ci frega e che le terre ormai non li
vuole più nessuno . comunque e meglio in mano nostra che in loro
Comu è strana la vita
mo’ ca è muertu
mi sctà bbeni ‘nu sospettu:
e ggiù ‘ndrizzatu o e ggiù fattu mali?
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Quantu odiu!
No è ca puru iou su’ statu senza sali?
Mo’ è facili cu dici: su’ pentitu.
Scurdamini di tuttu e quiddhu ca è statu
è statu.
La vita, pi’ comu passa veloci
era meju tutti quanti nui
cu la passammu an paci!
Come è strana la vita.
Ora che è morto
Mi sta venendo un sospetto:
Ho fatto bene o ho fatto male?
Quanto odio!
Non è per caso che io sono stato unpo’
abbonato?
Ora è facile dire: sono pentito.
Dimendichiamoci di tutto e quello che è
stato è stato.
La vita, per come passa veloce
Era meglio per tutti quanti noi
Che la trascorressimo in pace!
TOMMASINA: Cosimo. Cosa ne dici. Dobbiamo andare ai funerali?
COSIMO: Si. Dobbiamo andare e dobbiamo portare il massimo
rispetto.
D'altronde mi domando se avesse vinto mio padre quella partita a carte
cosa avrebbe fatto di diverso di quello che ha fatto massaro Pasquale
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Si spostano nell’altra stanza in quella da pranzo e dopo un breve
intervallo
ritornano in scena il nonno , Cosimo e suo genero.
COSIMO: Beh! Devo dire che oggi quel sughetto era proprio saporito.
NONNO ANTONIO:
aggiustava tutto.
Si! Proprio il sughetto! Era la carne che
VINCENZO:
Secondo me, cosa ha dato il tocco di classe alla pasta
è stato il pecorino, anche se non era certo come quello che facevo io.
Quello si che era pecorino di pecora e, modestamente, io ero un esperto
nel farlo.
NONNO ANTONIO: Ehi! Basta con la storia che eri un esperto. L’ho
sentita già un mucchio di volte tanto che, se mi dai una busta di latte,
son capace anch’io di fare il formaggio.
COSIMO: Come sia sia, abbiamo fatto un ottimo pranzo ed io non
darei il merito solo alla pasta, alla carne o al formaggio, io dico che mia
moglie ormai è diventata un’autentica esperta di cucina ed i complimenti
bisognerebbe farli a lei.
NONNO ANTONIO:
Adesso però un caffè non guasterebbe proprio.
E il nonno chiama Carmelina ad alta voce. Quando questa arriva.
NONNO ANTONIO:
facessi un caffè?
Carmelina. Non sarebbe una cosa bella se ci
CARMELINA: Si nonno. Se avete un po’ di pazienza, appena termino
di lavare i piatti ve lo preparo.
NONNO ANTONIO:
cognata.
Se tu sei occupata puoi dirglielo anche a tua
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COSIMO: Si fa tardi se pensi di bere il caffè fatto da lei. Già prima non
la potevi comandare da quando poi ha quel bambino, si dedica solo a lui
senza contare che ci tiene a non sciuparsi
NONNO ANTONIO:
Anche quando si lava la faccia usa i guanti!!!
Il nonno si alza e cerca di imitarla come cammina e dicendo la sua frase
più celebre:
NONNO ANTONIO: E poi..... io..... con il mio diploma di taglio e
cucito. Sangu li egna a iddha e a ddo sctai! (che gli venga un accidenti
ovunque si trovi )
In quell’attimo fa ingresso Maria.
MARIA:
Con chi ce l’hai nonno?
Il nonno sobbalza.
NONNO ANTONIO: Stavo parlando di una che conosco io. Maria,
non puoi neanche immaginare quanto è smorfiosa!
MARIA: Caro nonno! Non puoi immaginare quanta gente viene nella
sartoria che si crede chissà chi è. Tutti come me dovevano essere:
semplici e senza superbia. Eppure io , il mio diploma ce l’ho.
E fa cenno al suo diploma incorniciato, messo in bella vista ad una
parete.
NONNO ANTONIO: Lo so. Lo so. Dunque, quando avete finito di
sistemare in cucina, venite tutti di quà perchè oggi devo annunciarvi una
cosa molto importante.
COSIMO: Hai
visto papà come si muore? almeno lui è morto di
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vecchiaia
NONNO ANTONIO: Figlio mio e per questo che la vita finchè c’è e
meglio godersela, ed in virtù di questo fra non molto vi devo comunicare
una cosa molto importante .
VINCENZO:
stamattina.
Nonno. Mi raccomando a quello che ti ho detto
NONNO ANTONIO:
Si. Si. Non ti preoccupare.
MARIA: ( avvicinandosi al nonno ) Nonno. Ti ricordi cosa ti ho chiesto
stamattina
NONNO ANTONIO:
ricordo.
Maria, non ti preoccupare. Mi ricordo. Mi
Arriva il caffè in sala e lo bevono tutti compreso Tommasina e
Carmelina. Una volta terminato di bere il caffè il nonno si accinge a
esporre la sua dichiarazione.
NONNO ANTONIO: Miei cari parenti. Fra non molto verrà quì la
Filomena perchè deve conoscere il suo fidanzato e prossimo marito
TUTTI QUANTI, con meraviglia, in coro: FILOMENA!!!.....
MARIA: Già così ha sempre la testa fra le nuvole, figuriamoci poi se
trova marito. Ma poi, perchè deve venire quà?
NONNO ANTONIO:
Perchè è quì che deve conoscerlo.
TUTTI, in coro:
Ma perchè?!?
NONNO ANTONIO:
quì, in questa casa.
Perchè è un mio amico e devono conoscersi
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Infatti non passa molto tempo che suonano alla porta. E’ Filomena.
FILOMENA:
Buona sera a tutti! Scusatemi se disturbo ma sono
stata invitata perchè devo conoscere una persona.
TUTTI in coro:
Lu sapimu! Lu sapimu! (lo sappiamo)
NONNO ANTONIO: Senti Filomena! Fra poco verrà il pretendente
alla tua mano, anzi andrò a chiamarlo io stesso.
UNO PER VOLTA:
E ci eti!?! (e chi è ?)
Poi TUTTI assieme:
Ci eti!?! (e chi è ?)
NONNO ANTONIO: Non tarderete a conoscerlo. ( poi rivolto a
Filomena ) E tu, Filomena, sei sempre disposta a conoscerlo oppure ti sei
già pentita?
FILOMENA:
No! No! Non sono affatto pentita purchè, ve l’ho già
detto, insomma, sia presentabile perchè, anche se è anziano, che sia
almeno un anziano moderno.
Il nonno esce di scena e si cambia indossando vestiti sgargianti, pieni di
colori Un pantalone rosso fuoco una giacca verde camicia gialla una
cravatta cortissima con un grande nodo tutta a pallini bianchi a sfondo
rosso, e naturalmente per meglio fare colpo indossa una parrucca
legata a codino.
COSIMO: Così, dopo tanti anni, ti sei decisa a prendere marito.
TOMMASINA: Speriamo almeno che sia una brava persona che,
figlia mia, oggi come oggi, sono tutti lazzaroni. Oggi vogliono uscire di
quà e di là ma, quando parli di matrimonio, fanno finta di niente. Dicono
che non si sentono ancora preparati per fare questo passo.
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FILOMENA:
Cara signora Tommasina, non è che io possa guardare
tanto per il sottile e non posso neanche stare tutta la vita così. Se è un po’
più grande di me pazienza. Purtroppo, cosa devo dire? Li egna lampu a
lu Pascalinu? (imprecazione Gli venga un colpo )
VINCENZO:
Avete ragione Filomena! Certo Carmelina non può
dire lo stesso. Lei ha avuto una grande fortuna a trovare uno come me
che l’ho voluta da quando era una ragazzina e l’ho fatta diventare la
signora Carmelina Campalacasa
CARMELINA: Ah! Se potessi tornare indietro! C’era Michele che
si, mi avrebbe fatto diventare una signora, con quel bel posto che ha
trovato al Comune.
COSIMO: A proposito. Domani dovremo andare a fargli le nostre
condoglianze per la morte di suo padre, Massaro Pasquale.
Suona il campanello e fa ingresso l’intermediario.
INTERMEDIARIO: Buona sera. Vedo che siete già tutti riuniti per
questo avvenimento importante.
Dov’è il signor Antonio
Trombetta?
TOMMASINA: E di là. Ora viene perchè ci deve presentare il
pretendente di questa signorina.
INTERMEDIARIO: Si! Si! Sono io che ho combinato questo
incontro. L’unica cosa che vi chiedo è di mantenere la calma. ( poi si
affaccia alla porta e chiama: Signor Trombetta. Potete far entrare il
vostro amico.
Fa ingresso il nonno con un look del tutto nuovo: parrucchino di capelli
lunghi legati dietro; vestito dai colori sgargianti e con un walkman in
mano e cuffiette alle orecchie. Cosimo si rivolge meravigliato
all’intermediario e con stupore chiede.
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COSIMO:
Ci eti?!? (chi è?)
L’intermediario accenna un sorriso e non risponde poi, tutti i presenti
sulla scena:
TUTTI:
Ci eti? Ci eti?!? (Chi è?)
Il nonno si toglie le cuffie dalle orecchie ed inizia a parlare.
NONNO ANTONIO:
Scaldaletto)
Cara Filomena
Scarfaliettu . (soprannome:
Al riconoscer della voce Cosimo esclama:
COSIMO: Oimmè! Sirma eti! ( ma questo è mio padre )
Almeno tre, di quelli che sono in scena, in sequenza:
Sirda eti! (tuo padre è!)
TUTTI:
Sirda eti! (tuo pdre è!)
TOMMASINA: Ma..... che cos’è..... carnevale?
Toccato da quest’affermazione della nuora si rende conto di quanto egli
sia apparso ridicolo
NONNO ANTONIO: Ma quale carnevale! A questo punto il nonno si
toglie la parrucca e si gratta la testa poi, rivolgendosi a Filomena:
Cara signorini Filomena
come vedete sono entrato anch’io in scena.
Tu ti immaginavi che so, un giovane
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spasimante
invece eccolo quà, sto vecchio deficiente.
Sicuramente sei rimasta assai delusa
e forse non vorrai mai essere mia sposa
ma cosa vuoi, alla mia età, poco si riflette
certo, avessi qualche anno in meno: 66 , 67.
Io però un tentativo lo dovevo fare
anche se come un pappagallo dovevo
apparire!
INTERMEDIARIO:
Io i soldi li voglio egualmente !
NONNO ANTONIO: Cittu! Faccia ti fessu! (Zitto! Faccia di
cretino!)
E’ vero che mi hai consiggliato una della mia
età : ma a me non piacevano .
Cara signorina Filumena
puru iou eggiù trasutu intra a la scena.
Tia ti immaginai ca era ‘nu giovini spasimanti
inveci ecculu qquai, sctu ecchiu deficienti.
Sicuramenti si’ rimascta delusa
e bbai raggioni ci no’ uè dienti sposa
cc’è buei, all’età mia, picca si rifletti,
certu ci tinia quarche annu ti menu: 66 , 67.
Iou però, ‘nu tentativu l’era fari
puru ca comu ‘nu pappacallu m’era bbisctiri.
Cara signorina Filomena
come vedete sono entrato anch’io in scena.
Tu ti immaginavi che so, un giovane
spasimante
Invece eccolo qua, sto vecchio deficiente.
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Sicuramente sei rimasta assai delusa
e forse non vorrai mai essere mia sposa
ma cosa vuoi, alla mia età, poco si riflette
certo, avessi qualche anno in meno: 66, 67.
Io però un tentativo lo dovevo fare
anche se come un pappagallo dovevo vestirmi !
INTERMEDIARIO:
voglio ugualmente)
Iou, li sordi, li oiu lo stessu. (io i soldi li
NONNO ANTONIO: Cittu! Cittu! Facci ti fessa!
E’ veru ca me cunzijatu pi’ una ti la mia età
ma a mia no’ mi piacinnu e bulia quiscta qquà.
Filumena. No’ parlari. E ggiù capitu.
Cc’è bb’è ca si po’ diri, a ‘nu ecchiu rimbambitu?
Zitto! Zitto! Faccia da cretino!
E’ vero che mi hai consigliato una della mia età
ma a me non piace, io voglio questa qua.
Ma Filomena. Non darmi nessuna risposta. Ho già capito
Che cosa si può dire, ad un vecchio rimbambito?
FILOMENA:
Nonno Antonio! Io ti ringrazio per il tuo gesto. Per
qualche ora mi hai fatto vivere momenti felici e poi, anche se ora so che
eri tu,
mi fa piacere lo stesso. Una donna quando viene ammirata da un uomo è
sempre lusingata e non è certo in virtù degli anni che ha.
Suonano alla porta ed entra una Ragazzina .
BAMBINA:
Buona sera! E’ questa la famiglia Trombetta? Io
vengo da Torinoe mi chiamo Margherita . Mia madre mi ha raccontato,
prima di morire, che mio padre è un signore meridionale e vive in questo
paese.
E’ un certo Trombetta e sono sicura che, se questa è la
53
famiglia Trombetta che un po’ di anni fa è stata a Torino, quì, in questa
sala, c’è mio padre. Mia madre si chiamava Carla. Chi di voi ha
conosciuto una persona con questo nome?
Tutti si guardano e nessuno risponde.
TOMMASINA: Ecco chi era la signora che mi aveva scritto
facendomi sapere che era nata Margherita! Il colpevole faccia un passo
avanti!
Tutti fanno un passo indietro ed il nonno rimane da solo, in mezzo alla
sala. A quel punto non può più né negare, né tirarsi indietro così si
avvicina allaragazzina .
NONNO ANTONIO: Figlia mia! Forse tu non volevi un papà come
me, vecchio e mezzo scemo anzi, tutto scemo. Quando ho conosciuto tua
madre ero ancora più scemo di adesso ma, come si dice: a tutte le età si
perdono i sensi e
questa è la prova: vedi come sono vestito?
Comu ‘nu babbu! (come un cretino) Figlia mia! Adesso tu non sarai
più sola. Hai trovato una nuova famiglia! “ La famiglia Trombetta “
Sempre che loro sono daccordo.....Li , i giardini pubblici sono pieni di
donne e uomini anziani tutti in cerca di una persona con cui parlare per
uscire dalla solituidine delle loro piccole case situate in enormi alveari .
E’ li che ho conosciuto questa signora molto più giovane di me ,che
viveva sola senza nessuno al mondo in una giungla di cemento e da un
atto di tenerezza è oggi so che è nato un fiore “ Margherita “
Si rivolge al figlio e alla nuora.
TOMMASINA: Papà! Come si dice: dove si sta in trenta si sta anche
in trent’uno.
COSIMO: E poi, papà. Guarda come ci assomiglia!
TUTTI I PRESENTI: E’ vero!
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NONNO ANTONIO:
Per forza! Che se è mia figlia!!!
Suonano alla porta ed entra comare Pasqualina.
PASQUALINA: Comare mia. Io ti volevo chiedere scusa per oggi ed
in merito a questo mio figlio vi vuole dire qualche cosa.
Entra in scena il figlio di Pasqualina.
PASQUALINO: Buona sera a tutti e scusate se interrompo la vostra
conversazione. Se permettete volevo dire qualcosa. So che avete fatto
più
volte richiesta di un prestito a mia madre e puntualmente lei ha sempre
rifiutato, forse spinta da un briciolo di avidità perciò, vi chiedo scusa.
Capisco tutte le vostre vicissitudini e, se avete bisogno di denaro, siamo
a
vostra completa disposizione. Ce lo restituirete quando potrete.
COSIMO: Grazie! Grazie ma forse non ne avremo più bisogno perchè
oggi ci sono stati dei nuovi sviluppi. Come tutti saprete, è morto Massaro
Pasquale e tutte le terre che ci aveva preso quando mio padre le perse
giocando a carte con lui ora ritorneranno in nostro possesso per via della
clausola che c’era sul contratto.
FILOMENA:
Insomma. Chi è rimasta come una fessa qua sono solo
io che non ho dormito tutta la notte per l’ansia di conoscere questo
spasimante ed un’altra volta ancora prima di fidanzarmi, sono stata
abbandonata. Il nonno ha trovato una figlia; voi avrete le vostre terre ed
io invece, non avrò mai un marito.
PASQUALINO: Se permettete, signorina. Visto che siamo in tema. Io
è da molto tempo che con discrezione vi osservo e vi ammiro e, se non
mi sono fatto avanti fin’ora è solo per la mia dannata timidezza. Io so
tutto di voi: so che cercate un marito e che sia un uomo che abbia soldi.
Bene, io qualche dollaro da parte ce l’ho e, se ritenete che possa andare
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per voi, sarei onorato e felice di chiedere la vostra mano. Purchè tu non
voglia solo i dollari!?!
FILOMENA:
Lo sai che mi sei già simpatico? Come ti chiami?
PASQUALINO: Io mi chiamo Pasqualino!
TUTTI I PRESENTI: Menchia!!!.... (Cavolo!!!).
INTERMEDIARIO:
Ma, a me, i soldi chi li da?
NONNO ANTONIO: Stavolta, caro Tori Setticamisi non ti buschi
niente perchè quel matrimonio non lo hai combinato tu. Tu, come al
solito, stavi per fare un’altro casino.
Il nonno poi si rivolge al pubblico.
NONNO ANTONIO: Ormai questa storia sta per finire. Manca solo
un protagonista di questa vicenda ma fra poco potrà entrare. Spero che
tutti quanti abbiamo imparato qualcosa. La cultura di un uomo può anche
evolversi, ma non bisogna dimenticare le radici. Non possiamo
dimenticare chi siamo stati.Più volte, in quest’ultimi trent’anni, siamo
caduti e poi rialzati. A volte ci è mancata l’umiltà; a volte la fortuna; a
volte la saggezza. Oggi è un giorno fortunato. Questo è il giorno in cui ci
siamo rimessi nuovamente in piedi e continueremo così, spero per
sempre.Tutti da questa storia abbiamo capito qualcosa e non spetta a me
dire cosa. Voi sicuramente avrete inteso. Manca solo un tassello a questa
storia. ( girandosi verso la porta )
Entra pure.
Fa ingresso il nipote Antonio e, con le mani alzate.
ANTONIO:
Salve a tutti! Sono nuovamente a casa e vi prometto
che,d’ora in poi, mi metterò a lavorare seriamente.
TUTTI:
Speriamo!!!.....
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NONNO ANTONIO: Voi ci credete??? Ma! Cosa devo dire! Nel
bene e nel male, questa è la famiglia TROMBETTA!!!
F I N E
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INTRODUZIONE - Vito Stridi