In questo numero:
La prima gita…
Tutti in biblioteca!
Visita al Museo di Storia e Arte
La Prefettura e 150 anni dell’Unità
d’Italia
Scuola di giornalismo…
IMPARARE DAL MARE
Il mare non ha punti di riferimento,
Sotto il mare pulsa la vita che non vediamo.
è tutto piatto, uguale.
Le meraviglie del mare stanno sotto la superficie.
Occorrono sofisticati strumenti
Per ammirarlo bisogna tuffarsi sotto.
per sapere dove siamo,
Il mare ci insegna ad immergersi dentro le cose.
verso quale porto stiamo navigando.
Il mare ci obbliga alla saggezza.
Il mare simboleggia l’andare.
Oppure siamo costretti a guardare le stelle.
Il mare ci obbliga al cielo.
In mare tutti gli orizzonti sono identici.
Il mare non lo abitiamo;
Pensi di puntare verso terra e forse stai
dirigendoti al largo. Il mare è ignoto
Il mare ci obbliga a fissare lo sguardo oltre la vita.
Le lezioni del mare sono fondamentali per l’uomo.
Il mare ci obbliga alla Speranza
L ‘uomo non è completo se, almeno nel cuore,
lo attraversiamo per recarci altrove.
non è un marinaio.
(Armando Moore)
Affido a questa poesia i miei più cordiali auguri di una lieta e gioiosa Estate
Madre Enrica
ISTITUTO BEATA VERGINE - Scuola Primaria Paritaria
Via di Scorcola, 7 – TRIESTE
www.istitutobeatavergine.org
LA NOSTRA PRIMA GITA DI FINE ANNO…
– uscita didattica della classe I –
Ecco il resoconto, manoscritto dai bambini, della loro prima gita alla scuola primaria…
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BIBLIOTECA CIVICA QUARANTOTTI GAMBINI
– laboratori didattici della classe seconda –
I VENERDÌ DELLA SCIENZA - L’ARIA - GALILEO GALILEI
Il giorno 20 maggio siamo andati con tutta la classe alla biblioteca 48 Gambini e lì la signorina Marta ci ha
parlato del signor Galileo Galilei… questo signore oltre a buttare giù dalla Luna un martello e una piuma… aveva
buttato giù dalla torre di Pisa una pallina piccola e leggera e una grande e pesante… e così aveva scoperto
molte cose sull’aria… (Giulia)
In questa uscita abbiamo messo in pratica un esperimento: abbiamo costruito un paracadute e lo abbiamo fatto
volare e abbiamo fatto volare una pallina di plastilina. Abbiamo capito che se anche la pallina pesa di meno del
paracadute è caduta prima lei perché l’aria spingeva in su il paracadute rallentando la sua discesa. (Laura
Elena)
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Per costruire il paracadute non ci abbiamo messo tanto e non era neanche difficile.
Avevamo un pezzo di pellicola trasparente quadrato, 2 pezzi di corda e due piccoli pezzetti di plastilina. Abbiamo
legato a x gli angoli della pellicola con la cordicella e poi alla fine abbiamo fatto un peso con la plastilina in
modo che diventasse un paracadute. E’ stato molto bello e interessante. (Marco)
Finito l’esperimento ci hanno lasciati liberi di guardare tutto ciò che c’era nella biblioteca e ci hanno spiegato
che la biblioteca è un luogo dove si possono prendere in prestito i libri o i dvd tenerli per un po’ per poi
restituirli oppure si può andare lì e leggerli direttamente. (Berenice)
Galileo Galilei era un professore di matematica che un giorno andò sulla Luna e siccome lì non c’era l’aria …fece
un paracadute per vedere se pesava di più di una pallina di plastilina. Ha vinto il paracadute. (Margherita)
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VISITA AL MUSEO DI ARTE E STORIA
– esperienza didattica della classe terza –
Una volta usciti da scuola, i bambini manifestano sempre un atteggiamento da esploratori, elettrizzati dalla curiosità di
scoprire nuove realtà, territori in alcuni casi precedentemente percorsi, ma gli stessi passi vengono esperiti diversamente se
accompagnati dal ritmo collettivo creato dalla condivisione.
Giovedì 10 marzo io e la mia classe siamo andati
al museo di storia ed arte…
Giovedì 10 marzo 2011 siamo andati a fare una
gita al museo. All'inizio abbiamo preso l'autobus e
siamo andati a San Giusto, dove c'era il museo.
Siamo scesi dall'autobus tutti emozionati e ci
chiedevamo cosa avremmo visto di bello. Quando
siamo arrivati davanti al portone, la maestra l'ha
aperto. Siamo scesi dalle scale e siamo usciti in un
giardino. Poi siamo passati attraverso una porta
marrone scura scura, dopo la porta c'erano altre
scale, le abbiamo percorse e siamo arrivati al
primo piano. Quando siamo arrivati al primo
piano, abbiamo cercato una guida perché, se si va
in un museo, bisogna averne una che ti spiega le
cose!
Oggi 10 marzo 2011 siamo andati con tutta la classe a visitare il civico museo di storia ed arte. Prima siamo
andati a prendere l'autobus in piazza della Libertà, siamo saliti e abbiamo chiacchierato, siamo scesi alla
fermata della Cattedrale a San Giusto…
…siamo scesi per una strada fatta di sanpietrini e abbiamo trovato l'entrata del museo…
La presenza nella mente della meta, non riesce a distogliere il nostro sguardo da un portone socchiuso e in questo momento
i tempi si dilatano.
Questa mattina abbiamo preso
l'autobus e siamo andati a vedere la
chiesa di San Giusto…
…Prima di arrivare siamo andati in
Chiesa…
…siamo andati dentro la chiesa e
abbiamo fatto il segno della croce…
…siamo arrivati vicino alla Chiesa di
San Giusto, allora abbiamo deciso di
entrare per ammirarla e fare una
preghiera.
…siamo andati dentro alla chiesa di
San Giusto a fare una preghierina
alla Madonna, abbiamo fatto il segno
della croce e siamo usciti…
…Poi siamo andati a vedere la chiesa
e abbiamo fatto delle preghiere a
Gesù…
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Qualche minuto d'attesa, appena percepibile, aumenta l'attenzione e il desiderio di conoscere.
…Arrivati al museo non riuscivamo a
trovare l'entrata, ma per fortuna l'abbiamo
trovata. Poi la mia maestra ci ha dato un
biglietto d'ingresso e così siamo saliti al
primo piano e ci siamo seduti, mentre
aspettavamo la guida. Io e alcuni amici ci
guardavamo intorno e abbiamo visto
alcune pietre. Dopo un po' la guida è
arrivata e finalmente abbiamo iniziato a
visitare il museo…
…Appena arrivati al museo, ci siamo
seduti su delle panche in una sala,
aspettando che arrivasse la guida. Dopo
cinque minuti d'attesa è arrivata…
…Entrati al museo storico e archeologico
ci siamo tolti la giacca in una saletta dove
c'erano tante pietre preistoriche. Poi è
entrata la guida che ci ha fatto sedere su
dei rettangoli rossi per tre persone,
mentre la maestra e i rappresentanti di
classe si sono accomodati su delle sedie
scricchiolanti…
…Poi siamo andati giù per una discesa
dove, a un certo punto c'era un cancello:
è venuto un signore ad aprirci, siamo
entrati e nel giardino c'erano tanti pezzi di
pietra che assomigliavano a delle colonne
rotte. Siamo entrati in una casetta e
abbiamo percorso una scalinata; è arrivata
la guida che ci ha portati in un stanza,
dove c'erano alcune panchine rosse, come
le mele mature: ci siamo seduti e abbiamo
appoggiato i giubbotti dietro una panchina
che si trovava sotto a una finestra…
…mentre aspettavamo la guida, abbiamo
messo i giubbotti vicino un termosifone e ci
siamo seduti su dei blocchi rossi e
rettangolari. Dopo abbiamo incontrato la
nostra guida, una femmina.
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Tante informazioni che, come un mosaico, ci aiutano a rappresentare l'immagine della vita dei primi uomini. Sono piccole
mani a toccare antichi reperti, strumenti utilizzati dai nostri antenati e l'emozione scaturita non può che essere grande.
…La guida ci ha raccontato che esistevano tre periodi storici: paleolitico, chiamato anche età della pietra antica,
mesolitico, chiamato anche età di mezzo della pietra, neolitico, chiamato anche età nuova della pietra. Poi,
mentre ci raccontava come vivevano gli uomini in questi periodi, ci faceva vedere come essi avevano lavorato la
pietra e costruito attrezzi utili per la loro vita. Ho visto così larghe lame, punte di lancia, frecce, pietre scalfite e
ossi strani. La guida ci ha detto anche che l'uomo sapeva cacciare e pescare bene e ci ha dato un foglio dove
erano disegnate delle pietre e noi dovevamo scoprire in quale vetrina erano esposte…
…La cosa che mi è piaciuta di più è stata guardare e
toccare gli oggetti.
…ci ha mostrato su una tabella, i disegni delle pietre
lavorate dall'uomo primitivo: il chopper e l'amigdala
fatte di selce, una pietra dura e resistente, e utilizzate
per cacciare gli animali e per tagliare la carne. Poi ci
ha parlato dei nostri antenati apparsi in Africa milioni
di anni fa: gli australopitechi, seguiti dall'homo
erctus, homo sapiens e infine homo sapiens sapiens.
Mi sono emozionata quando ho toccato un'amigdala,
una freccia e una lama attaccata ad un legno con la
resina, perchè pensavo tutto il tempo che quegli
oggetti erano stati toccati dagli uomini primitivi, tanto
tempo fa. La maggior parte di questi oggetti sono
stati trovati nelle grotte; anche in quelle vicino a
Trieste, come quella dell'Orso. Subito dopo mi sono divertita a fare una ricerca di gruppo, nella quale, con Sara
e Sofia, dovevo riconoscere delle pietre osservando delle tabelle. Poi la guida ci ha parlato del Neolitico, nel
quale è nata l'agricoltura, mentre ci mostrava , protetta in una teca di vetro, una teca usata per macinare il
grano. Il tempo è passato in fretta.
…La guida ci ha parlato dell'era paleolitica, mesolitica e neolitica. Intanto ci ha descritto e mostrato varie pietre
delle diverse ere. Dopo ci ha dato dei fogli in cui c'erano delle indicazioni e il disegno di alcune pietre che noi
dovevamo essere in grado di trovare all'interno delle vetrine…
…ci hanno spiegato come vivevano gli australopitechi, che erano i nostri più lontani predecessori. Poi ci hanno
fatto passare mano per mano alcuni utensili creati dall'Homo habilis, come l'amigdala e il chopper; inoltre ci
hanno spiegato come si utilizzava una freccia a quel tempo. Ho trovato molto interessante quando ci hanno
mostrato i vari tipi di pietre per ottenere per ottenere una lancia, una freccia o un'ascia…
…Quando siamo arrivati, la guida ha iniziato a spiegarci la formazione delle rocce e il loro uso da parte
dell'uomo primitivo, ci ha raccontato come l'uomo lo modellava per ricavarne armi che poi servivano a cacciare.
L'uomo primitivo lavorava in modo molto semplice e, con il passare del tempo, imparava a lavorare sempre più
precisamente; infatti l'uomo dall'era paleolitica all'era neolitica ha subito una grande evoluzione…
…Durante la spiegazione, la guida ci ha dato la possibilità di toccare
pezzi di ceramica, ossa e corna di alcuni animali che risalgono a
migliaia di anni fa. Alla fine del laboratorio didattico, siamo andati a
fare merenda e ci hanno detto che se volevamo potevamo andare nella
stanza accanto, dove proiettavano foto di alcuni luoghi, tra cui la Grotta
Gigante e il Monte Grisa…
…La guida ha iniziato a spiegarci tante cose interessanti e, ad un certo
punto, abbiamo iniziato a passarci alcune pietre, un martello e alcuni
legni. Sulle pietre c'erano scritti dei numeri rossi.
…abbiamo visto molte cose antiche, come ad esempio pietre
scheggiate, una lancia non molto lunga, un martello di pietra e tante altre cose. A descrivere gli oggetti e a
spiegarci la loro storia, c'era una signora che faceva da guida; ci ha raccontato che tutti questi arnesi venivano
utilizzati in vari periodi della storia che sono: Paleolitico, Neolitico, Paleolitico inferiore, Paleolitico medio,
Paleolitico superiore, Mesolitico antico, Mesolitico precedente, Età del bronzo.
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…Ad un certo punto la guida ci ha portato delle scatole contenenti pietre e ci ha mostrato un cartellone che
rappresentava l'evoluzione della pietra. Poi abbiamo incominciato a passarci tra le mani pietre legni e corna di
animali. Dopo la guida ci ha dato dei fogli con disegnati delle pietre e noi in gruppo dovevamo cercarle esposte
nelle vetrine…
…ci ha parlato un po', successivamente ci ha mostrato delle pietre che erano bellissime. Tra queste, ci ha fatto
vedere anche lo strumento che serviva per tirare le frecce, ovvero l'arco. Dopo avergli fatto fare il giro di tutta
la classe, ci ha mostrato una pietra che tagliava la carta, era fortissima, più che fortissima strana. Ci ha
mostrato anche i martelli che usavano una volta. Era strano che erano di legno. Infine ci ha distribuito dei fogli.
Con quei fogli bisognava fare un gruppo e cercare un disegno raffigurato. E, dopo averlo trovato, bisognava
dirlo.
…Oggi con la classe siamo andati al museo di archeologia. Al museo abbiamo ascoltato delle informazioni sugli
uomini primitivi e abbiamo toccato e guardato armi e oggetti che si usavano per cacciare, pescare, tagliare e
scavare…
…Prima ci ha parlato della grotta dell'orso, poi ci siamo passati tra noi certe pietre, alcune scheggiate e altre no,
e ci siamo passati anche una freccia, un martello e un'ascia.
Un premio per tanta concentrazione e impegno…
…Pensavo che era già ora di rientrare a scuola, quando la maestra ci ha comunicato che c'era un parco giochi lì
vicino e che avevamo ancora un po' di tempo per correre, giocare e divertirci. Eravamo così felici per questa
sorpresa, che noi femmine della classe abbiamo deciso di farle un regalino fatto con le nostre mani: una rosa
con ramoscelli e pigne. Rientrati a scuola, ero stanca, perché avevamo camminato tanto, ma ero così felice che
non ci facevo caso! Questa è stata una giornata indimenticabile!
…Allora la maestra ha detto che bisognava andare via. Infine, siamo andati in un parco giochi divertentissimo.
La brutta cosa è che siamo dovuti andare via…
…Da lì siamo andati al parco-giochi e io ho giocato con tante cose, tipo con la trave e l'altalena, con il rullo e di
nuovo con l'altalena, poi ci è salita una mia amica e poi sono andata di nuovo io.
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IN VISITA ALLA PREFETTURA
– uscita didattica delle classi quarta A e quarta B –
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, martedì 22 febbraio 2011 siamo andati alla Prefettura di
Trieste. È venuto ad accoglierci il Prefetto in persona.
Ci siamo recati in una sala dove si trovavano molte bandiere, un gentilissimo signore ci ha guidato lungo la
mostra e ci ha raccontato l’origine di tutti i segni illustrati sulle bandiere italiane nel corso degli anni.
Abbiamo mangiato una merenda offerta dal Prefetto in una sala bellissima dove c’era un lampadario fatto di
cristalli lucenti e un tavolo lungo con sopra un candelabro dipinto di bronzo.
Siamo usciti, abbiamo salutato il Prefetto ed il Questore di Trieste e ci siamo recati al Teatro Verdi, in ricordo
del famoso detto “Viva VERDI! - Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia!”.
Alice e Lupo – cl. IV A
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Il 22 febbraio 2011 le classi quarte sono andati a visitare la Prefettura di Trieste!
Essa si trova in Piazza Unità d’Italia.
Per prima cosa siamo entrati nell’ufficio dove lavora il Prefetto. Abbiamo regalato il libretto fatto da noi che
parla dell’Italia, com’era un tempo e chi la governava. Nel libretto avevamo descritto le persone importanti che
hanno difeso la loro Patria: Garibaldi, uomo d’azione, Mazzini, uomo di pensiero e Cavour, uomo molto
intelligente e intellettuale.
Dopo siamo andati a vedere una mostra sulla storia della nostra bandiera guidata da un signore che era pronto
a darci spiegazioni in ogni occasione. Il signore ci ha spiegato perché hanno scelto quei colori e cosa
rappresentassero.
Siamo andati poi in una stanza dove c’erano cibarie varie, infine siamo usciti.
È stato così emozionante!!!
Beatrice G. – cl. IV B
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150 ANNI DELL’ITALIA UNITA
– approfondimento storico delle classi quarta A e quarta B –
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A SCUOLA DI GIORNALISMO
– laboratori didattici e visita a “Il Piccolo” della classe quinta –
Quest’anno abbiamo imparato
come si realizza un giornale: riunioni di redazione, impaginazione, lavori
tipografici, fino alla stampa in rotativa. Abbiamo seguito delle lezioni in classe con dei veri giornalisti che ci
hanno insegnato i trucchi del mestiere e poi siamo stati ospiti al Piccolo.
Questo lavoro ci ha talmente coinvolti ed appassionati che abbiamo indossato i panni del giornalista e abbiamo
scritto alcuni articoli di cronaca su vari fatti accaduti realmente o meno… Siamo così diventati cronisti dell’antica
Roma, dell’antica Grecia, ma ci siamo anche occupati di gossip, immaginando come possano essersi svolti i fatti
al gran ballo di corte del principe che poi ha sposato Cenerentola… Eccoci nella foto che ci ritrae al Piccolo e,
nelle pagine successive, ecco i nostri lavori. Buona lettura!
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L'astuto Ulisse colpisce ancora: Troia distrutta
TRAGICHE IDI DI MARZO
CAVALLO INGANNATORE
CESARE UCCISO CON 23
COLTELLATE IN SENATO
La scelta di far entrare l'enorme statua all'interno delle mura della
città si è rivelata fatale
Tra in congiurati il figlio adottivo del console: "Tu quoque, Brute..."
TROIA - Era solo ieri e ancora si festeggiava la vittoria dei
Troiani sui Greci. "La guerra è finita!" urlavano nelle strade.
Ma la pace è durata ben poco. Nella notte, infatti, Troia è
caduta, grazie a uno stratagemma ideato da Ulisse, il più
astuto dei condottieri greci. Aveva fatto costruire un
gigantesco cavallo di legno e lo aveva fatto abbandonare
vicino alle mura della città assediata. I troiani, credendo
fosse un dono fatto loro dagli dei, aprirono le porte della
città e lo fecero entrare. Terminata la bisboccia e per la
maggior parte in preda al vino, gli abitanti caddero in un
sonno profondo, ma Ulisse aveva fatto nascondere nella
pancia del cavallo i suoi migliori guerrieri, che nella notte
scesero a terra, aprirono le porte della città ai loro compagni
e assieme a loro si impadronirono di Troia. Fu la fine, dopo
tanta eroica resistenza all'assedio. Con ferocia gli uccisero
senza pietà gli abitanti, saccheggiarono i templi, rasero al
suolo le case. Appiccarono un incendio che distrusse tutto.
Poi tornarono da dove erano venuti a bordo delle loro navi.
CONCLUSI I GIOCHI, FINISCE LA TREGUA
OLIMPIA INCORONA FIDELIX
L'atleta di Elide vince l'applauditissima corsa dei carri.
Va a Sparta il titolo del pentathlon
OLIMPIA - Si sono concluse ieri le tradizionali gare
olimpiche, durate quattro giorni durante i quali le sfide sono
state combattute ed appassionanti: di notevole spessore le
gare di lotta, di lancio del giavellotto e di corsa, ma tutte
hanno saputo regalare forti emozioni. Divertente la corsa dei
carri, alla quale hanno partecipato numerosi atleti
provenienti da paesi lontani. Vincitore, ancora una volta,
Fidelix, di Elide.
L'atleta, applaudito da un pubblico molto caloroso, è stato
premiato con una corona d'ulivo e un pentolone d'olio.
Avvincente la competizione di pugilato dove, per la quarta
volta consecutiva, ha vinto Tysandros di Naxos, premiato
invece con un ramo di palma. Il nostro inviato è riuscito a
strappare qualche parola al neo-campione di pentathlon,
Chionis di Sparta, che si è confrontato con gli altri atleti in
cinque specialità: corsa, lancio del giavellotto, lancio del
disco, lotta e salto in lungo: "E' stata una vittoria molto
importante e combattuta perché ho vinto per la mia prima
volta. Mi sono allenato duramente per tre anni e nove mesi
per raggiungere questo obiettivo e devo dire che mi sono
divertito molto. È stata una meravigliosa esperienza”. Cala
ora il sipario sui Giochi e lo spirito olimpico trionfa ancora
dovunque, anche se la popolazione sa che ora dovrà tornare
alla vita di tutti i giorni. Il tempo della tregua è finito, la
guerra può ricominciare. Fra quattro anni l'appuntamento si
rinnoverà.
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ROMA - Giulio Cesare, console di Roma e dittatore a vita dal
48 a.C., è stato assassinato da un gruppo di congiurati
durante una seduta in Senato. Era senza la guardia del corpo
composta da soldati ispanici perché proprio poco tempo
prima aveva deciso di abolirla: una beffa del destino. Solo
senatori e cavalieri i suoi accompagnatori.
Alla congiura pare abbiano preso parte più di sessanta
persone, molte delle quali avevano goduto dei favori e della
clemenza della vittima. Sconcertante che a capo degli
attentatori ci sia il figlio adottivo di Cesare, Bruto e il suo
amico Cassio.
Drammatiche le ultime parole del console quando lo ha
riconosciuto tra gli aggressori: “Tu quoque, Brute fili mi!”.
Frase che testimonia il grande dolore e lo stupore di Cesare
nel vedersi tradito proprio dalla persona che più di ogni
altro avrebbe dovuto amarlo e sostenerlo. Ecco le parole di
Flavio, uno dei senatori, intervistato da Giunio, nostro inviato
sul posto: " Stavamo discutendo l'approvazione di una
legge,
quando
alcuni
uomini
si
sono
alzati
contemporaneamente e si sono diretti verso Cesare. Publio
Servilio Casca per primo lo ha colpito alla gola. Il console ha
reagito, ha afferrato il braccio di Casca trapassandolo con lo
stilo. Poi ha cercato di alzarsi in piedi, ma è stato colpito non
so quante volte ancora. Io, insieme ad altri senatori e vari
magistrati ci siamo nascosti. Poi, quando abbiamo capito che
l'aggressione non era rivolta contro di noi, ci siamo
tranquillizzati un po'. Tre schiavi hanno poi deposto il
cadavere su una lettiga e lo hanno riportato a casa”. La
notizia della morte di Cesare si è sparsa velocemente per
Roma, i negozi sono stati chiusi e le strade in poco tempo
sono diventate deserte. La gente si è chiusa in casa. Tutto il
popolo romano ora piange il suo console. Qualcuno grida
già vendetta.
L'aveva smarrita fuggendo a mezzanotte dal castello dove si stava svolgendo
il Gran ballo di Corte
IL PRINCIPE SPOSA CENERENTOLA!
ERA SUA LA SCARPETTA DI CRISTALLO
Il Granduca Monocolao trova all'ultimo tentativo il piedino giusto dopo aver
tentato con tutte le ragazze in età da marito del regno. La ragazza era tenuta in
casa come una serva dalla matrigna lady Tremaine, che ha tentato di piazzare
una delle sue bruttissime figlie
IN UN PAESE LONTANO - Si è svolto l'altra sera il gran ballo
di corte organizzato dal re in onore del principe, suo figlio.
Tutte le ragazze in età da marito del paese vi hanno
partecipato ma il principe è rimasto incantato da una
fanciulla sconosciuta, di rara bellezza e con una grazia
innata. Appena il giovane, in lontananza, l'aveva intravista
rimase talmente colpito, che abbandonò tutti per dirigersi
verso di lei: voleva conoscerla.
Vennero aperte le danze e i due ne approfittarono per
appartarsi in giardino. Trascorsero momenti bellissimi,
intensi, purtroppo brevi.
Allo scoccare della mezzanotte la ragazza (che ora
sappiamo chiamarsi Cenerentola) scappò via terrorizzata,
precipitandosi correndo giù per le scale, senza curarsi di
raccogliere una scarpetta che le si era sfilata. Poi salì su una
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carrozza (era fatata) che la portò via dal castello a gran
velocità. Dopo mezzanotte la carrozza, rotto l'incantesino,
sarebbe tronata a essere una zucca e i suoi begli abiti
sarebbero spariti, e lei sarebbe rimasta vestita dei poveri
cenci che le avevano dato in casa. La ricerca scattò subito
ma senza esito, si era persa ogni traccia. La mattina
seguente, verso le 6.30, il granduca Monocolao annunciò
con un editto una notizia straordinaria: "La donna che
riuscirà a calzare la scarpetta di cristallo trovata ieri sera sulle
scale del castello diventerà la moglie del principe". Si
presentarono molte dame, e provarono, provarono, ma
nessuna riuscì nell'intento. Sfilarono tutte le ragazze del
regno in età da marito. Niente. Il granduca era ormai
rassegnato, aveva fallito il suo compito. Proprio mentre
stava per rinunciare, sentì abbaiare un cane: notò così una
casetta che non aveva ancora visitato. Entrò e si trovò
davanti le figlie di una certa lady Tramaine che, con un
comportamento prepotente e maleducato, cercarono di
convincere il vassallo del principe che il loro piedone, grosso
e sgraziato, sarebbe potuto entrare nella minuscola
scarpina. La prova, ovviamente, fallì, con il solo risultato di
far infuriare Monocolao. Stava per andarsene sbattendo la
porta, quando venne fermato sulla soglia da una graziosa e
leggiadra fanciulla che gli chiese se anche lei avesse potuto
provare la scarpetta. In casa era trattata come una serva e
allora, in preda all'ira, lady Tramaine (che poi si scoprirà
essere la matrigna cattiva di Cenerentola) fece uno
sgambetto a Monocolao che inciampò e mandò in frantumi il
delicato oggetto di cristallo. Proprio mentre tutto sembrava
finito, Cenerentola tirò con grazia fuori dal grembiule l'altra
scarpetta. Il Granduca, sorpreso, fece sedere la ragazza e
provò ancora una volta il gesto che aveva a lungo tentato
invano: calzava a pennello, era perfetta per quel piedino. Al
colmo della gioia, corse a dare la notizia al suo principe. Le
campane cominciarono a suonare a festa per annunciare il
matrimonio con Cenerentola.
E noi, ovviamente, auguriamo loro di vivere per sempre
insieme felici e contenti.
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Rientra sano e salvo il primo astronauta della storia dopo un'orbita
di un'ora e 48 minuti attorno al pianeta
«POEHALI»! SI VA!
Gagarin: "Da lassù la Terra è blu e senza confini"
BAIKONNUR - Ieri, 12 aprile 1961, è stata una giornata storica
per l'uomo. Alle ore 9.07 di Mosca, la navicella spaziale
Vostok 1 si è alzata in volo con a bordo il colonnello Jurij
Alezsejevich Gagarin che, a soli 27 anni, viaggiando ad una
velocità di 27.400 km/h, ha varcato i confini della Terra
entrando in orbita e compiendo un giro attorno ad essa in
un'ora e 48 minuti.
Durante il volo Gagarin non aveva il controllo della navicella,
che era guidata attraverso un computer dalla base tramite
comandi radio. Il primo astronauta della storia aveva a
disposizione solo un semplice cruscotto con una mappa
della Terra (sulla quale poteva conoscere la sua posizione),
una radio, ventuno spie e tre contatori. Dopo 108 minuti di
volo Gagarin ha concluso il suo viaggio. Espulso dalla
capsula, è atterrato con il paracadute davanti agli occhi
stupefatti di una contadina, Anna Takhatarova, che stava
lavorando nei campi assieme alla piccola figlia. Possiamo
immaginare la faccia della donna, che ha visto scendere dal
cielo qualcosa che nessuno mai aveva visto al mondo, una
figura grande come un uomo in tuta arancione e casco
metallico. Non poteva sapere che si trattava di un
astronauta e lo prese per un marziano venuto da altri mondi.
Ecco le prime parole di Gagarin al microfono dei nostri
inviati: ”Da lassù la Terra è bellissima, blu, senza frontiere né
confini!”.
Un'impresa storica questa del nuovo eroe mondiale, che
apre le strade ad altre future missioni spaziali.
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A.S. 2010/11
ISTANTANEE DI FINE ANNO SCOLASTICO…
– alcune immagini che ci immortalano negli ultimi giorni di scuola –
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giugno 2011 - Istituto Beata Vergine