Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 161 15 Luglio 2014 113 Pagine MotoGP Germania Dominio Honda con Marquez e Pedrosa su tutti Articoli e pagelle Periodico elettronico di informazione motociclistica SBK Laguna Seca Le cronache, i commenti e le pagelle del GP vinto da Melandri e Sykes Scarica l’APP del Magazine MX Finlandia Sulla sabbia finlandese Cairoli domina. Doppietta di Herlings nella MX2 | prova super sportiva | Bimota BB3 da Pag. 2 a Pag. 15 PROVA Suzuki Burgman 2014 All’Interno NEWS: Vespa Primavera e Sprint 125 e 150 ABS | Aprilia RS4 Replica 50 e 125 | N. Cereghini racconta gli anni Ottanta. Le “Dakariane” | MOTOGP: Jorge Lorenzo: Marquez più coraggioso, Rossi più intelligente Bimota BB3 PREGI Efficacia ciclistica e potenza DIFETTI Prezzo Prezzo 40.000 € Prova super sportiva La mamma della Superbike L’ultima supersportiva riminese motorizzata BMW si svela sul nuovo tracciato Tazio Nuvolari. La scopriamo potente, leggera e velocissima. E’ la base della superbike che corre ora in deroga. Prezzo da capogiro di Edoardo Licciardello 2 3 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica in perfetta tradizione Bimota indica costruttore (Bimota, appunto), fornitore del motore (BMW) e numero progressivo del progetto che coinvolge i due marchi, non è la prima volta che a Rimini si utilizza un motore bavarese. La prima volta, a fine anni 90, si era trattato di una Supermono spinta dal monocilindrico di derivazione Rotax che equipaggiava la F650, prodotta in pochissimi esemplari utilizzati per lo più nelle competizioni. La seconda BB risale invece solo all’anno scorso, sempre spinta dal motore della S1000RR ma al prototipo, svelato anch’esso ad EICMA come per la BB3, non è stato dato seguito. Stavolta sembra proprio essere la volta buona, tanto che attività agonistica a parte, Bimota ha invitato la stampa al suo BEW – Bimota Experience Weekend – sul nuovo circuito Tazio Nuvolari di Cervesina (PV) per farci provare la versione stradale della sua Superbike, mettendoci a disposizione tutte le figure che hanno contribuito alla rinascita del marchio riminese, dalla proprietà fino ai partner Media I tedeschi si trovano storicamente bene sulla riviera romagnola. Non sarà stata esattamente questa la motivazione che ha spinto i tecnici Bimota a sfornare la nuova superbike partendo dal motore della BMW S1000RR, quanto considerazioni di opportunità e competitività (pare che il fornitore finora considerato “d’elezione” per la Casa riminese non intenda fornirle il suo propulsore più sofisticato ancora per qualche stagione) ma resta significativo notare come il primo costruttore ad impiegare con successo il propulsore tedesco nelle competizioni sia Bimota, una piccola Casa sulle rive dell’Adriatico. Il riferimento è evidentemente alle prestazioni messe in mostra da Ayrton Badovini e Chris Iddon nel Mondiale Superbike, dove la BB3 in 4 Scarica l’APP del Magazine Prove tecnici, per aiutarci a capire meglio come è nata la BB3. Com’è fatta Da un punto di vista tecnico, come già detto, la BB3 propone una nuova declinazione ciclistica del propulsore quadricilindrico della BMW S1000RR: il motore non viene praticamente toccato se non per adeguarne le mappature di accensione ed iniezione al nuovo – compattissimo – impianto di scarico. Non ce ne sarebbe nemmeno ragione, visto il livello prestazionale e di raffinatezza raggiunto dal quattro cilindri di Monaco di Baviera, che nella versione Bimota mantiene anche la gestione elettronica sviluppata dalla Casa madre. Le prestazioni sono invece superiori, perché come dichiara ufficialmente Bimota, l’adeguamento di aspirazione (ora alimentato da una presa d’aria sdoppiata in luogo della singola, centrale, della BMW) e scarico frutta sette cavalli in più rispetto alla S1000RR da cui configurazione EVO ha più volte brillato pur non venendo ufficialmente classificata in attesa del raggiungimento del numero minimo di esemplari per l’omologazione della fiche. Un provvedimento duro ma giusto: non è sicuramente il caso di Bimota, il cui nome è ben noto a tutti gli appassionati, ma creare un precedente avrebbe potuto riaprire le porte ad operazioni di dubbia correttezza (Petronas docet) proprio quando il Mondiale Superbike è vicinissimo a trovare nuovi equilibri ed identità. Peraltro, l’allestimento degli esemplari necessari ad ottenere l’omologazione procede a ritmo serrato, con la cadenza massima concessa dallo scaglionamento della fornitura dei propulsori BMW: in Bimota sono fiduciosi di raggiungere il traguardo attorno alla pausa estiva. Come si evince dall’acronimo BB3, che 5 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica rotori sono di tipo tradizionale, fissati sul mozzo. L’aggravio di peso, compensato dai cerchi forgiati, offre però benefici in termini di durata e regolarità di usura dei dischi. La ciclistica che ne deriva è da vera moto da corsa, come appare subito evidente dai numeri: 179 kg a secco, un interasse contenuto in soli 1430 mm ed un cannotto di sterzo relativamente chiuso, con i suoi 25° di inclinazione. In pista La BB3 – più compatta e leggera della moto da cui mutua il propulsore – propone una posizione di guida un filo più raccolta rispetto alla S1000RR, e anche se il colpo d’occhio è dominato dal cruscotto preso pari pari dalla tedesca – così come i blocchetti al manubrio – basta spostare lo sguardo un po’ più indietro per notare la spettacolare, lavoratissima piastra di deriva (totale 200 a 13.000 giri), con un leggero – e gustosissimo – incupimento del rumore proveniente dall’airbox in piena accelerazione. La gestione elettronica è naturalmente quella BMW (nella versione adottata dalla S1000RR, non dalla HP4) e comprende quindi controllo di trazione, tre diverse mappature per l’erogazione e la risposta all’acceleratore (Rain, Sport e Race), anti-impennata e launch control. Dove invece la BB3 prende le distanze è nel cambio rapido, qui sviluppato dai tecnici Bimota in collaborazione con IRC, partner di primo piano della Casa riminese. La ciclistica – opera di Andrea Acquaviva, autore di tutte le Bimota degli ultimi anni – si distacca invece radicalmente dall’originale, abbandonando il doppio trave in alluminio (che paradossalmente negli anni 80 e 90 era uno dei marchi di fabbrica Bimota) per puntare dritta verso il nuovo corso della Casa riminese: una soluzione mista traliccio in acciaio/piastre laterali in lega, con uno spettacolare forcellone in alluminio ricavato dal pieno che nasce dall’esperienza Bimota in Moto2. Le piastre laterali – anch’esse 6 Prove sterzo che segnala la diversa natura della belva. La sella è forse un po’ più alta rispetto alla BMW, e sicuramente più spiovente sui lati e scivolosa, per facilitare i movimenti laterali del corpo. La contropartita è che si tende a scivolare un po’ di più all’indietro quando si scatenano i cavalli del quadricilindrico bavarese in rettilineo. Il motore è pronto all’avviamento, e non propone differenze percettibili rispetto alla S1000RR: la differenza di potenza, di cui non dubitiamo, è troppo contenuta per essere notata senza un confronto diretto. La maneggevolezza appare invece leggermente superiore già dai primi zig-zag per scaldare le gomme, sensazione che troverà conferma nella guida in pista vera e propria. Il tracciato Nuvolari, praticamente appena completato, offre un grip ancora relativo che ci fa benedire la presenza dell’assistenza elettronica in accelerazione e anche in staccata – soprattutto in fondo ricavate dal pieno, partendo da un blocco d’alluminio di 60 kg di peso – sono una vera e propria opera d’arte, ma quasi tutti i dettagli attirano lo sguardo senza soluzione di continuità. Anche la linea, uscita dalla matita di Enrico Borghesan, è inconfondibilmente Bimota: linee pulite, tese ma senza esagerazioni o spigoli che sforino nel pacchiano. Allo stato dell’arte anche il comparto sospensioni, con forcella e monoammortizzatore del top di gamma Ohlins grazie alla strettissima collaborazione con il gruppo Andreani, che da ora in poi sarà partner unico di Bimota per le unità ammortizzanti. L’impianto frenante – anche in questo caso grazie ad un rapporto a filo doppio con Motorquality, distributore di Brembo – conta su pinze radiali monoblocco GP4RX con comandi ovviamente radiali che lavorano dischi da 320 mm montati su cerchi OZ forgiati in alluminio nelle misure “classiche” 3,50 e 6,00 x 17”, calzanti pneumatici 120/70 e 190 o 200/55. Da notare la differente soluzione adottata rispetto a BMW, che propone i dischi fissati direttamente sui cerchi senza l’interposizione di flangia: qui i 7 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove L’impressione è quella di una moto che si pone a metà strada fra la S1000 e le più compatte e rigide italiane con motore V2 e v4 al lungo rettilineo dei box, dove la BB3 riesce a stendere quasi del tutto la quarta. Proprio in frenata iniziamo con le piacevoli conferme: al di là dell’eccellente potenza, il feeling alla leva è solido e progressivo, niente eccessi di aggressività nella fase iniziale che pinze tanto specialistiche potrebbero lasciar sospettare, ma solo tanta modulabilità che offre fiducia e sicurezza anche nei punti un po’ sconnessi in zona di staccata. Qualche serpeggiamento filtra, ma viene ben tenuto a bada dalla solidità della ciclistica e dal Race ABS BMW, che richiama subito all’ordine il retrotreno. La tenuta di tono è quella che ci si aspetta da un impianto di alto livello: la BB3 non ha prestato il fianco a critiche nemmeno dopo diversi turni con il caldo torrido di questa metà giugno. In impostazione l’avantreno sostiene bene, consentendo di entrare con la confidenza 8 necessaria: l’unico limite viene dal già citato grip ancora approssimativo del tracciato, ma il problema paradossalmente valorizza la comunicativa dell’anteriore Bimota. In percorrenza la BB3 fila dritta e stabile, pur consentendo correzioni di traiettoria con sforzo molto limitato, e in uscita di curva offre una confidenza maggiore rispetto all’ultima iterazione della BMW S1000RR: più equilibrata e leggermente meno nervosa di sterzo, va esattamente dove la puntate senza scuotimenti o emozioni indesiderate. Unico – relativo – problema è la già citata sella che trattiene poco in accelerazione, ma basta lasciarsi scorrere fino al cuscinetto sul codone (evitando di attaccarsi allo sterzo) e contare sulla stabilità della BB3, che non denota tracce di imprecisione direzionale anche alle alte velocità. Il quickshifter IRC, dal canto suo, si rivela più morbido all’azionamento 9 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove rispetto alla controparte BMW, facendo si che la Bimota cambi rapida e precisa. Chi si immaginava una semplice riedizione sartoriale della BMW S1000RR non potrebbe essere più lontano dalla verità, perché il feeling in sella è decisamente diverso. La rigidità della ciclistica – che lascia presagire una minor attitudine stradale rispetto alla BMW – offre una precisione da riferimento: l’impressione è quella di una moto che si pone a metà strada fra la S1000 da cui deriva e le più compatte e rigide italiane con propulsore a V. Il risultato è un mix estremamente gratificante nella guida sportiva, lontano però da certe rigidità estreme di qualche Bimota del passato: la BB3 (in attesa di provarla su un circuito in cui possa scatenare meglio i suoi cavalli) è più accessibile di quanto non ci si aspetti. Senza arrivare a definirla una moto che blandisca il suo pilota valorizzandone i pregi e nascondendone i difetti, chi era 10 11 12 13 Casco X-Lite X-802R Tuta Alpinestars Tech-1R Stivali Alpinestars S-MX Plus Guanti Alpinestars SP-1 SCHEDA TECNICA Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica ABBIGLIAMENTO Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Bimota BB3 € 40.000 Tempi: 4 Cilindri: 4 Cilindrata: 999 cc Disposizione cilindri: in linea Raffreddamento: a liquido Avviamento: E Potenza: 193 cv (141.4 kW) / 13000 giri Coppia: 11.42 kgm (112 Nm) / 9750 giri Marce: 6 Freni: DD-D Misure freni: 320-220 mm Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’ Normativa antinquinamento: Euro 3 Peso: 179 kg Lunghezza: 2040 mm Larghezza: 730 mm Altezza sella: 800 mm Capacità serbatoio: 17 l Segmento: Super Sportive abituato a certi spigoli caratteriali delle più recenti bicilindriche riminesi qui troverà una moto ben più accondiscendente e scorrevole. Il prezzo? Son dolori… Veniamo alle note dolenti: pur non avendo riscontrato reali difetti sulla BB3, tutto il ben di dio che vi abbiamo descritto costa il metaforico occhio della testa. Servono 40.000 euro per aggiudicarsi la più recente delle Superbike riminesi, una cifra che senza dubbio limita la potenziale clientela ad appassionati piuttosto facoltosi. Le Bimota, del resto, non sono mai state economiche, e la BB3 a modo suo è quasi un affare. Una rapida chiacchierata con il personale dell’azienda riminese ci ha confermato come la BB3 venga venduta poco più che in pareggio: la qualità delle lavorazioni e della componentistica adottata, unita alle scarse economie di scala di produzioni tanto limitate, fanno si che il prodotto finito abbia un costo – e quindi un prezzo – ben diverso da mezzi di grande serie. 14 15 Suzuki Burgman 2014 Prova scooter Una solida famiglia allargata La famiglia Burgman compie 15 anni. Un’occasione per riparlarne con dei test particolari organizzati dalla specialista Dekra. Una qualità comune ai Burgman è la comodità, unita alla docilità di comportamento, e il 650 conferma le ottime prestazioni di Francesco Paolillo 16 17 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Media I n un’afosa giornata ci ritroviamo al Circuito di San Martino del Lago, o meglio nel paddock del circuito, per festeggiare i quindici anni di Suzuki Burgman, lo scooter che esordì sul suolo italico nel lontano 1998 con il modello 250. Affiancato poi dalle versioni da 400 cc, un anno dopo, per poi fare capolino nelle cilindrate minori con i 125 e 150, arrivati nel 2002 (il 200 è stato presentato nel 2007), anno in cui esordisce anche il maxi 650, un record di cilindrata per il settore degli scooter di quegli anni. Cosa ci fanno degli scooter a San Martino? È presto detto, per il compleanno della Burgman Family, Suzuki Italia con la partecipazione del partner storico Motul, fornitore ufficiale di lubrificanti ma che ha nel suo listino tutta una serie di prodotti specifici 18 nelle manovre a bassa, se non addirittura bassissima velocità. I raggi delle curve da percorrere per affrontare gli slalom, erano volutamente di raggio variabile, caratteristica che ha permesso di apprezzare la precisione dei comandi, in particolare la risposta del gas, che andava modulata millimetricamente, e quella dei freni (dotati di ABS), perfettamente gestibili. Adesso tocca al Burgman 400 per il quale è stato approntato un percorso prova leggermente differente, con una prima parte particolarmente impegnativa, con cambi di direzione in spazi ristretti, e una seconda parte caratterizzata da un allungo con una curva ampia e un’inversione di 180°. Le dimensioni abbondanti del quattrocento non Prove intimoriscono più di tanto, anche perché il bilanciamento e la guidabilità di questo scooter sono davvero eccellenti e lo pongono sul podio virtuale di un eventuale confronto con la concorrenza. Il motore monocilindrico eroga in maniera splendida i 33 cv a disposizione mentre il comfort rimane a livelli d’eccellenza, anche se il contesto della prova non permette di apprezzarlo veramente. Come per il test precedente, apprezziamo la perfetta risposta dei comandi del gas e dei freni, che consentono di manovrare in maniera millimetrica alle basse velocità, aiutati in questo anche da un baricentro particolarmente basso. Le ultime due prove, invece, permetteranno di esplorare territori inconsueti per uno scooter, perché parliamo per le due ruote e per i suoi utilizzatori, e Dekra, che si è occupata di studiare dei percorsi di prova ad hoc per gli scooter nipponici, ci consentirà di saggiare le doti di guida dei maxi scooter Suzuki, e di conseguenza anche le nostre! Dekra è una società tedesca, con sede anche in Italia, che fornisce servizi di revisione dei veicoli, testing, certificazioni e omologazioni, oltre a tutta una serie di corsi guida, chi allora meglio di loro poteva studiare e realizzare un percorso di prova. Nel nostro caso i percorsi approntati sono stati cinque, uno in più delle versioni attuali del Burgman che sono quattro. Iniziamo con due prove di slalom dedicate ai due Burgman di minore cilindrata, il 125 e il 200, che si sono distinti nei test a loro dedicati per l’eccellente agilità e il bilanciamento dei pesi. Baricentro e sella bassi aiutano 19 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove Il 125 e il 200 si sono distinti per l’eccellente agilità e il bilanciamento dei pesi di una prova sul tracciato dedicato ai go-kart, che affronteremo in sella al 400 prima, e al 650 dopo, per poi affrontare in sella a quest’ultimo una prova di accelerazione, per saggiarne le doti di potenza del motore bicilindrico ma soprattutto le capacità del cambio CVT, utilizzabile sia in modalità totalmente automatica sia in quella manuale (con pulsanti di selezione dei rapporti sul blocchetto elettrico di sinistra). Tra i cordoli della pista di go-kart i due Burgman si sono mossi con disinvoltura, il 400 più agile bilanciato, il 650 forte del propulsore più potente, ma soprattutto più performante in uscita di curva. Cavalletti striscianti e luce a terra limitata ci hanno richiamato all’ordine, ricordandoci che eravamo pur sempre in sella a degli scooter che di cordoli nell’utilizzo quotidiano, vedranno solo quelli delle strade pubbliche e delle rotonde. Dedicata al 20 21 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica ABBIGLIAMENTO Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Casco GIVI X.03 Crossover Gilet Motoairbag Giacca Alpinestars Guanti Spidi Scarpe TCX solo 650, la prova di accelerazione ha permesso di saggiare sia le doti del propulsore bicilindrico da 55 cv, sia le qualità del cambio SECVT (Suzuki Electronically-controlled Continuously Variable Transmission), il cambio automatico elettronico progettato da Suzuki, che in modalità manuale ha permesso uno spunto più brillante, anche se in termini di pochi decimi di secondo. Per chiudere in bellezza la giornata dedicata alla famiglia Burgman, gli uomini Suzuki ci confermano che fino al 31 Luglio, per le versioni 400 e 650, sarà compresa nel prezzo l’estensione della garanzia fino a 48 mesi, oltre a un’offerta finanziaria che prevede la dilazione di pagamento per importi da 4.000 a 6.000 euro, in 24 o 36 rate , TAN zero e TAEG massimo del 4,95%. L’estensione di garanzia è comunque disponibile per tutta la gamma Burgman, così come il Pacchetto Manutenzione, previsto anch’esso nell’offerta denominata Suzuki Smile, che consente di bloccare il prezzo dei tagliandi previsti nella manutenzione programmata. 22 23 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine sensore e una ruota fonica – che misura istantaneamente velocità e decelerazione della stessa rispetto a quella del veicolo. Il sensore dialoga con una centralina elettroidraulica che attiva il sistema ABS qualora la ruota deceleri bruscamente, scongiurando il bloccaggio e quindi la perdita di controllo del mezzo, garantendo così stabilità e una frenata efficiente anche su fondi a basso coefficiente d’attrito. Questo sofisticato sistema di sicurezza, sviluppato appositamente per le Vespa “small body”, ha anche il pregio di essere leggerissimo, lasciando così praticamente inalterato il peso in ordine di marcia del veicolo, come da tradizione Vespa tra i più contenuti in assoluto. Il nuovo sistema ABS contribuisce a innalzare il già elevato livello di sicurezza che le nuove Vespa Primavera e Vespa Sprint garantiscono. L’accurata progettazione dei vari News componenti ha permesso di ottenere livelli di rigidezza mai raggiunti senza alcun svantaggio nel peso della struttura. Rispetto a Vespa LX e Vespa S (i modelli che Vespa Primavera e Vespa Sprint hanno rispettivamente sostituito), la rigidezza della scocca aumenta del 36%, mentre quella a flessione longitudinale addirittura del 154%. I vantaggi sono tangibili nella sicurezza e nel piacere di guida su strada. Inoltre Vespa Primavera e Vespa Sprint hanno introdotto un nuovo tipo di sospensione anteriore, la quale prevede un sistema completamente ridisegnato in grado di dimezzare gli attriti di scorrimento, aumentando il comfort di marcia e la capacità di assorbimento delle imperfezioni stradali. A ottimizzare la sicurezza su strada concorrono anche le nuove dimensioni dei cerchi ruota, sia di Vespa Primavera sia di Vespa Sprint. Vespa Primavera e Sprint 125 e 150 ora hanno l’ABS Vespa Primavera 125, 150 e Vespa Sprint 125 sono disponibili ora con il sistema di frenata ABS, per garantire maggiore sicurezza su strada. Vespa introduce per i suoi due modelli anche un nuovo tipo di sospensione anteriore e nuovi cerchi A pochi mesi dall’esordio, Vespa Primavera e Vespa Sprint, sono disponibili anche con sistema di frenata ABS. Sulla versione 125 di Sprint e sulle versioni 125 e 150 di Primavera arriva una ulteriore evoluzione tecnica volta all’incremento della sicurezza. Il bloccaggio della ruota anteriore durante una frenata intensa o a causa di asfalto scivoloso 24 rappresenta, in generale, la più importante situazione di pericolo per conducente e passeggero di moto e scooter. L’adozione del sistema antibloccaggio ABS interviene proprio per scongiurare questo pericolo, rendendo il viaggio sempre piacevole e completamente sicuro. La ruota anteriore di Vespa Primavera ABS e Vespa Sprint ABS è dotata di un sistema rilevamento giri – un 25 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine non hanno davvero nulla da invidiare alle sorelle maxi!» Un peccato, quindi, che i missili degli anni 90 siano ormai solo un lontano ricordo. Nata nel 2011, la piccola RS4 (dove il “4” identifica il propulsore monocilindrico bialbero a quattro tempi per la 125, mentre la 50 continua nonostante il nome identico ad affidarsi al collaudato due tempi) ha saputo conquistarsi rapidamente un’ottima reputazione per il comportamento ciclistico e le prestazioni in generale, come sempre figlie dell’approccio Aprilia che punta a dare il massimo della qualità in termini di sostanza ed accessoristica fin dalle minime cilindrate; non è un caso che la RS4 sia facilmente scambiabile, ad un’occhiata distratta, per la sorella maggiore. Il telaio è il ben noto doppio trave pressofuso in News alluminio, con forcella rovesciata da 41 mm all’avantreno e monoammortizzatore al posteriore su forcellone asimmetrico. L’impianto frenante può contare su un disco in acciaio da 300 mm all’avantreno con pinza radiale a quattro pistoncini, mentre al posteriore lavora un’unità da 220 mm. I cerchi a sei razze da 17” ospitano pneumatici da 100/80 e 130/70. Vera e propria chicca la disponibilità del quickshifter optional AQS, che consente di innestare i rapporti senza l’uso della frizione o la necessità di chiudere il gas come sulle sportive di cilindrata superiore. Aprilia RS4 Replica costa 4.210 euro nella versione 50 e 4.840 euro per la 125. I prezzi sono da intendersi IVA inclusa, franco concessionario. Aprilia RS4 Replica 50 e 125 di Edoardo Licciardello | Nuova versione in livrea racing per le due Aprilia RS4 dedicate a quattordicenni e sedicenni. Ciclistica da moto adulta, colorazioni dedicate a Marco Melandri S i aggiorna l’estetica ma non la già eccellente sostanza per l’Aprilia RS4 (tanto nella versione 50 cc dedicata ai quattordicenni quanto quella 125 per i sedicenni), tenendo fede ad una tradizione che la Casa di Noale ha inaugurato nell’ormai lontano 1988 con l’AF1 125 Reggiani Replica. La livrea della RS presentata in questi giorni ripropone fedelmente linee e colorazioni della Superbike RSV4 in gara questa stagione nel Mondiale con 26 Marco Melandri e Sylvain Guintoli, tributando omaggio ai 52 titoli mondiali Aprilia. Il numero 33 sul cupolino è evidentemente un tributo al ravennate, autore di una bella vittoria proprio ieri sul tracciato di Laguna Seca. «Vedendo le nuove RS4 sono tornato alla mia adolescenza, quando sognavamo di guidare le moto dei grandi campioni» ha commentato Marco. «Sono davvero bellissime, la livrea replica Superbike è spettacolare! Sono piccole solo nella cilindrata, per il resto 27 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica World Ducati Week 2014 la grande festa comincia a misano Dal 18 al 20 luglio andrà in scena il WDW2014 al Misano World Circuit “Marco Simoncelli”. Sessioni in pista con Troy Bayliss, il Monster Wall e la Land of Joy, dedicata al nuovo Scrambler, sono solo alcuni degli eventi di questa edizione. Il programma del raduno mondiale M ancano solo gli ultimi dettagli per il programma ufficiale WDW2014. L’evento, che si svolgerà al Misano World Circuit “Marco Simoncelli” da venerdì 18 a domenica 20 luglio, sarà ricco di appuntamenti di ogni genere. Il programma è in continuo aggiornamento e l’elenco definitivo delle iniziative sarà distribuito ai ducatisti al loro arrivo al Misano World Circuit “Marco 28 Simoncelli”. Proprio per garantire una costante informazione sul programma dell’evento, tutti potranno scaricare gratuitamente, sul proprio dispositivo digitale o Smartphone, la App WDW da wdwprogram.ducati.com, ed essere così sempre aggiornati su quanto accadrà nelle tre giornate WDW sia in pista (grazie alle aree con wi-fi gratuita) che lungo la Riviera. Malgrado le attività in circuito inizino a partire da venerdì, la grande Scarica l’APP del Magazine festa del WDW2014 comincia giovedì sera, con la Notte Rossa che animerà la riviera tra Riccione, Cattolica e Misano. Una serie di iniziative speciali organizzate in onore del WDW2014, dai bar e ristoranti delle località che vedranno la “pacifica invasione” delle migliaia di ducatisti provenienti da ogni parte del mondo. Tra le molte, spontanee, iniziative di benvenuto, giovedì alle 19:30 nel centro di Cattolica (Piazza 1° Maggio), i bagnini locali allestiranno una grande grigliata di pesce azzurro. A partire dal venerdì, l’attenzione si sposterà sul Misano World Circuit “Marco Simoncelli” con sessioni di guida in pista dalle 9:00 fino a mezzogiorno, programma questo che verrà proposto, con gli stessi orari, sia sabato che domenica. Durante la giornata, le attività in circuito vedranno le esibizioni degli stunt rider, il giro d’onore dei piloti Ducati e la presenza in pista di Troy Bayliss, pronto ad ospitare, come passeggeri, i partecipanti al WDW2014 per un giro mozzafiato sulla Ducati biposto 1199 Panigale S. Tra le tante News iniziative che coinvolgeranno le migliaia di ducatisti presenti in circuito, sono previste anche emozioni a quattro ruote, grazie alla Audi & Lamborghini Experience. Una mappa, disponibile per ogni partecipante sin dall’ingresso al WDW2014, permetterà di identificare le varie aree e iniziative presenti all’interno del Misano World Circuit. La Motorcycle Zone con spazi riservati al nuovo Monster 821 e al Monster Wall, oltre alla Superbike Celebration, un’esposizione completa di modelli Superbike prodotti da Ducati che hanno fatto la storia del motociclismo sportivo internazionale negli ultimi decenni, dalla 851 fino all’ultimissima 1199 Superleggera. Sempre in quest’area si trova Travel World, che racconterà fantastici viaggi su strada con particolare attenzione per le imprese in sella alla Multistrada. Qui, i partecipanti scopriranno tutto su grandi viaggiatori come l’indiano Sundeep Gajjar, che per raggiungere l’edizione 2012 del World Ducati Week, percorse oltre 10.000 km in sella alla sua Multistrada 1200 S Touring. Quest’anno, ad 29 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb arrivare in moto da un paese particolarmente lontano, sarà Guga Diaz che, partito dal Brasile alla guida di una Multistrada 1200, raggiungerà Misano per l’apertura della ottava edizione WDW. Una parte dello spazio dedicato ai grandi viaggi sarà anche per Paolo Pirozzi, che nel 2011 percorse oltre 100.000 km, visitando i Ducati Owners Club in tutto il mondo. Un posto d’onore va a due leggende del passato, Giorgio Monetti e Leopoldo Tartarini, che negli anni 1957/1958 fecero il “giro del mondo” su due Ducati 175, impresa assolutamente epica se si considera quando venne compiuta. Si chiamerà “Land of Joy” è sarà un’altra area dedicata a uno dei modelli più attesi, il nuovissimo Scrambler Ducati, il cui arrivo nei Ducati Store è previsto per il 2015. L’universo Scrambler approderà al Misano World Circuit “Marco Simoncelli” con la sua festosa atmosfera da spiaggia, fatta di musica, streetfood, tavole da longboard e un container giallo che permetterà, ai ducatisti presenti al WDW2014, un’esclusiva visione in anteprima del prototipo della nuova moto. Il venerdì 30 sera, a conclusione delle attività in circuito, verrà organizzata una spettacolare parata aperta a tutti i partecipanti al WDW2014 che, in sella alle loro moto, animeranno una grande parata Ducati che, a partire dalle 21:00, lascerà il circuito, formando un lungo corteo che attraverserà varie località, fino ad arrivare a Riccione, dove è previsto lo Scrambler Beach Party, in programma all’Operà, al Marano di Riccione. Musica, spiaggia e tanto divertimento per salutare l’arrivo del nuovo Scrambler Ducati. La Motorcycle Zone si completa con uno spazio dedicato alla Drag Race by Tudor, la gara di accelerazione che, riservata ai piloti Ducati, si svolgerà sul rettilineo di partenza del circuito, venerdì e sabato, a partire dalle 17.45, animando una spettacolare sfida in sella ai nuovi Ducati Diavel Carbon. Il Racing World è dedicato alle attività in pista: qui, i partecipanti al WDW2014, potranno incontrare piloti ufficiali Ducati e team attualmente impegnati nei vari campionati sportivi, potranno visitare le aree Audi e Lamborghini e vedere l’hospitality del Ducati Team MotoGP, presente in circuito Scarica l’APP del Magazine per animare un paddock assolutamente unico e originale. Gli eventi principali includeranno la Paddock Walk che prevede sessioni di autografi con i campioni Ducati, pronti a incontrare nei rispettivi box, ovviamente allestiti in configurazione gara, tutti i partecipanti alla grande kermesse Ducati. Provenienti dai quattro continenti e arrivati fino a Misano per questa grande festa, all’International Village tutti i ducatisti potranno finalmente ritrovarsi insieme. Quest’area ospiterà i Ducati Owners Club di tutto il mondo e le aree di ospitalità delle tante nazioni presenti al WDW2014. L’International Village ospiterà anche l’Heritage Shop, uno dei punti vendita di abbigliamento Ducati che, per l’occasione, presenterà la speciale “Heritage Collection”. Sempre in questa area è previsto il simulatore di impennate Wheelie Simulator, così come gli stand dei numerosi sponsor di questa ottava edizione WDW. Giochi e un originale e coinvolgente “quiz storico” completeranno l’animazione di questa area, dove, sabato alle 11.00, è anche prevista l’elezione di Miss e Mister WDW2014, oltre alla Cerimonia di premiazione dei DOC, in programma per domenica alle 12:00, a cui seguirà la finale della Caccia al tesoro che si svolge all’interno del Circuito. Sia venerdì che sabato sera, presso l’International Village sarà organizzato un Happy Hour per tutti, aspettando le attività del programma serale. La principale attrazione della Custom Area sarà il Tech Village, dove i partecipanti potranno trovare abbigliamento e accessori ufficiali al Ducati Shop e godersi un ottimo espresso al Ducati Café. Al primo piano si troverà l’Outlet Ducati. Sempre la Custom Area, dove saranno organizzate due o tre volte al giorno Gare “Monta/Smonta” aperte a tutti, ospiterà aree tecniche dedicate agli sponsor, dove avranno un ruolo importante e attivo sia Termignoni che Pirelli. Sempre in questa area, domenica mattina intorno alle 11.30, verrà assegnato il premio Ducati Garage Contest. Animazione e ritmo in questa zona WDW2014 sarà garantita dalle esibizioni della Hip Hop Desmo News Dance, previste due volte al giorno da venerdì a domenica. Nell’area Riding Experience, tutti i partecipanti potranno prenotarsi per una prova su strada del nuovo Monster 821. Un’anteprima mondiale assoluta, riservata in esclusiva ai Ducatisti presenti al Misano World Circuit “Marco Simoncelli” dal 18 al 20 luglio per il WDW2014. Sempre in quest’area si potrà partecipare a corsi DRE appositamente studiati per i principianti e orientati alla sicurezza. Qui si potranno inoltre prenotare i WDW Tours per scoprire le affascinanti località nell’entroterra di questa bellissima parte della Romagna, con tappe anche nella Repubblica di San Marino. Il WDW2014 vedrà un sabato sera emozionante e coinvolgente per tutti i partecipanti. In pista sarà allestita una gigantesca Rustida, la spettacolare grigliata che vedrà i bagnini della Riviera trasformarsi in cuochi, pronti a offrire piadina e salsiccia alle migliaia di ducatisti presenti in circuito. Terminata la cena, complice l’oscurità dopo il tramonto, la grande community Ducati potrà godersi lo spettacolo del Racetrack Show, in programma fino a mezzanotte. Acrobazie degli stunt rider, fuochi d’artificio, parata dei piloti, e l’atmosfera della grande festa Desmo. 31 Nico Cereghini racconta gli anni Ottanta Quarta puntata, le “Dakariane” Quarto appuntamento con i fantastici anni Ottanta. Un decennio che ha dato molto alla moto di serie e alle competizioni. Questa puntata è dedicata alle enduro stradali che la Parigi-Dakar ha contribuito a diffondere. Dalle 125 alle grosse bicilindriche 32 33 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine ragazzi degli anni Ottanta. Nell’89 arriverà la Pegaso 125, la moda della Dakar sta calando e si cercano moto più eclettiche e valide sull’asfalto. E poi, restando sulla 125, bisogna ricordare almeno la Garelli e il suo Tiger 125, Ancillotti e Accossato, AIM, la Fantic Motor con il suo RSX dell’83, la Guzzi e la Benelli con i TT, e naturalmente la SWM che come la Gori è purtroppo agli ultimi anni di attività. E al centro c’è già la Honda, questa è la bella MTX-R, che arriva solo nell’86 ma sbanca: è al 95 per 100 una moto italiana, ha un gran motore (è quello della NS-F stradale, addolcito nell’erogazione) e poi ciclistica e plastiche sono su un livello superiore. Ma off-road, negli Ottanta, non è soltanto Dakar. Nel motocross arrivano gli americani, qualcuno vincente nel mondiale e veri dominatori del cross delle Nazioni dall’81 e fino al 1993 addirittura. Danny La U no dei simboli più entusiasmanti degli anni Ottanta è certamente la Parigi-Dakar. L’avventura piace, ci sono programmi televisivi specifici, si sognano grandi viaggi. E quelli che amano il fuoristrada ora hanno un vero mito: migliaia di chilometri nel deserto, la gara off-road più lunga e difficile del mondo. Sulla scia di questo fenomeno, si affermano sul mercato i modelli enduro di ogni cilindrata. E le 125 sono le regine del mercato. E’ la Cagiva che batte tutti sul tempo: la sua WSXT 125, meglio conosciuta come Aletta Rossa, è nell’83 la prima enduro per i sedicenni. Rossa con la sella nera o nera con sella rossa, motore a liquido e lamellare, 15 cavalli, una bella ciclistica e buone finiture. E’ un grande successo, e poi l’evoluzione: con le varie Elefant ispirate alla Dakar e sempre più adatte al fuoristrada, la Cruiser dell’87 con il motore della C9 e il telaio in tubi quadri, la Tamanaco che celebra la livrea dello sponsor sul rally e infine la N90 che anticipa il decennio successivo. Gilera e Aprilia seguono a ruota. La RX 125 è dell’84 e segna una svolta per la casa di Arcore: 34 Anni 80 Porte, ma anche Bailey, Johnson e O’Mara. Ma finalmente un pilota italiano conquista il titolo del cross: è il grande Michele Rinaldi, con la Suzuki RM 125 nell’84; poi sarà Alex Puzar a vincere, la 250 nel ’90. Ha lasciato una traccia importante anche la Gilera 125 bicilindrica da 36 cavalli progettata da Witteveen, che con Perfini sfiorò vittorie mondiali prima dello stop col nuovo regolamento. I piloti più famosi dell’epoca sono Eric Geboers, il primo a fare tripletta nelle tre classi iridate, Jobè, Bayle, Harry Everts, Vekhonen e Strijbos campioni della Cagiva, Parker, Andrè Malherbe e Dave Thorpe. Gente che vince a raffica. E nell’Enduro, che ha perso la sua definizione originale di Regolarità e il mondiale ancora non esiste, i campionati Europei sono dominati dai piloti italiani. Basta dire che la squadra italiana vince quattro volte la tecnologica e di qualità, ha anche il contralbero per il monocilindrico a due tempi e un’ottima ciclistica. Ha diciotto cavalli, va forte, diventa subito il top. Poi arriverà l’Arizona vestita all’africana, la RTX con il telaio in tubi quadri, la ER 125 che sfiora i 22 cavalli nell’87. L’anno dopo, con la FastBike, la Gilera inaugura il genere delle supermotard, però senza quel successo che arriva, invece, per la RC Rally dell’88: potentissima, oltre 24 cavalli, e di grande personalità nella guida off-road. Due anni dopo diventa R1, che chiude il ciclo con le sue linee modaiole e il doppio faro per il cupolino. L’Aprilia invece parte un po’ in ritardo e dal 50: la ET di fine ’83 è la sua prima enduro moderna, seguita dalla Tuareg 50 con il serbatoio grosso da 18 litri. La prima 125 è questa dell’85 e si chiama ETX, ha una bella linea, il telaio in tubi quadri d’acciaio e per la prima volta compare il motore austriaco Rotax, per ora senza valvola allo scarico. Seguono la Tuareg dell’85 con la valvola Rave e il serbatoio grosso, modello che poi diventa Tuareg Wind. Sono 125 bellissime, quelle di Noale, e le colorazioni brillanti e vivaci fanno felici i 35 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Sei Giorni negli anni Ottanta (come del resto capiterà nei Novanta) e i nostri fenomeni si chiamano Perego, Brissoni, Gagni, Signorelli, Muraglia e Passeri, Marinoni, Trulli, Gualdi, Gritti, Taiocchi, Andreini, Croci ed altri ancora. La nostra è una grande scuola che presto darà i suoi frutti anche nella Parigi-Dakar. Il Rally africano va in tivù a metà degli anni Ottanta ma gli appassionati ne parlano già da anni. Dopo i due primi successi di Cyril Neveu con la Yamaha XT, nell’81 era arrivata la fortissima BMW bicilindrica, prima con Hubert Auriol e con il crossista belga Gaston Rahier. L’italiano più famoso era Franco Picco sulla Yamaha. Io ci andai per le reti Mediaset la prima volta nell’86, quando il fondatore Sabine si uccise con l’elicottero e Neveu tornava alla vittoria con la Honda V2. Trovai una gara discussa, piena di contraddizioni, però anche affascinante da raccontare, e ho avuto la fortuna di vivere il primo successo di un italiano, Edi Orioli, e poi la sfida della Cagiva 36 Scarica l’APP del Magazine valvole, questa Parigi-Dakar bianca-rossa con il cupolino. I Giapponesi non stavano a dormire. Noi qui dobbiamo purtroppo trascurare le piccole e medie enduro a due e quattro tempi perché sono tantissime. Ci limiteremo ai modelli di punta e la Honda fu la più sveglia di tutte: dalle prime gloriose monocilindriche XL/XR 500 dell’81 passa presto a progetti ben più ambiziosi: le mono crescono di numero, di cilindrate e di modelli fino alla raffinata XL 600 RM con l’avviamento elettrico dell’87, alla grintosissima XR 600R dell’anno dopo e infine alla 650 Dominator che aprirà una nuova frontiera. E però Honda pensa alla bicilindrica: la prima è questa XLV 750R dell’83, con il motore a V Anni 80 stretto di 45° da quasi 70 cavalli e con il cardano; una moto pesante e scarsa di freni, curata, ma poco diffusa. Poi, nell’87, le due nuove splendide generazioni: quella più stradale della 600 Transalp e quella ben più ricca di personalità dell’Africa Twin, forse la Honda più amata in Italia. Con il motore a V di 52° della Transalp maggiorato a 650, monoalbero raffreddato a liquido e con tre valvole per cilindro. Quasi 190 chili per 180 orari, una guida bellissima, e l’evoluzione a 750 tre anni dopo. Yamaha, che già nel ’76 era uscita con la mitica XT 500, in anticipo su tutti, in una prima fase si accontenta di evolvere questo modello: diventa 550 con la sospensione monocross nell’82, e XT 600 (base che alla fine del decennio la spuntò, sempre con il friulano. Erano tempi speciali, ricchi di entusiasmo e anche di sponsor: noi si arrivò a fare un’ora di programmi orinali al giorno, con una decina di inviati tra giornalisti e cameramen. Chi li fa più, prodotti televisivi così? E sulla spinta della passione arrivano decine di grosse enduro sempre più spettacolari. A cominciare proprio dalla BMW del 1980. La capostipite è lei, la R 80 G ”barra” S, una bicilindrica da 167 chili che pareva troppo grossa per l’off-road, e troppo originale con il forcellone monobraccio e la ruota a sbalzo. Invece si affermò in fretta per i suoi 50 cavalli a 6.500 giri e l’equilibrio generale. Andar forte sulla sabbia non era mai stato così facile. Dell’84 è la versione celebrativa Paris-Dakar con il serbatoio da 32 litri e la sella monoposto, dall’87 fu GS 80 senza la barra e molto più stradale, poi arrivarono le R 800 e 1000 GS con il paralever posteriore e telaio allungato; e dall’89, a chiudere il ciclo del boxer a due 37 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine fatti una bella esperienza con le due tempi SX ed RX, poi con l’Ala Rossa 350 scrambler a quattro tempi dell’82 e più avanti con la T4 350 anche in versione R. La Elefant è anche 650, 350, e salirà a 900 alla fine del decennio per celebrare le imprese di Orioli e De Petri alla Dakar. Vi faccio una confidenza: al primo anno con la Cagiva (1989) Edi, che veniva dalla Honda, era disperato: moto pesante e inguidabile, cambio che si rompeva a ripetizione. Dall’Italia arrivavano di nascosto motori di scorta che venivano imboscati lungo le tappe successive. Orioli finì settimo, però già l’anno dopo, con tutto l’entusiasmo che seppero mettere in campo i fratelloni Castiglioni, la Cagiva trionfava. Naturalmente, anche Aprilia e Gilera si danno da fare. La Gilera Dakota dell’87, 350/500 con il nuovo motore bialbero 4 valvole da 30 e 44 cavalli, è un pezzo pregiato come la Rally 250 a due tempi oppure “Z”, la Ténéré, con 30 litri nel serbatoio) l’anno dopo, in simultanea con la versione TT destinata ai fuoristradisti più preparati, con il motore monoalbero 4 valvole da 45 cavalli, 124 chili di peso e la forcella da 43. Poi, alla fine del decennio, per contrastare l’Africa Twin ecco arrivare la XT 750 Supertenerè, la bicilindrica da 69 cavalli a 7.500 giri, i cilindri paralleli raffreddati a liquido e molto inclinati in avanti come sulla 750 FZ. Bella moto da turismo totale, come si comincia a dire allora, e di grande personalità. Suzuki e Kawasaki restano un po’ indietro. La prima mette in pensione le sue enduro due tempi quando presenta la DR 400 e poi 500, mono 4T e quattro valvole di belle prestazioni ma di scarso appeal. Incontra il successo la DR 600S dell’85, anche in versione Djebel con serbatoio maggiorato a 21 litri: ha 43 cavalli, 38 Anni 80 da 40 cavalli. Dalle Dakota derivano le XRT più rallistiche e con il becco, e nell’89 arriva la famosa RC 600 con la quale Medardo e Mandelli vanno ufficialmente alla Dakar; il modello di serie vanta 47 cavalli, pesa 147 chili e fila a 165. Per l’Aprilia basta dire Tuareg: le due ammiraglie, la 350 e la 600 Wind di fine decennio, sono tra le più belle monocilindriche mai fatte: 33 e 46 cavalli di potenza, 150 e 165 all’ora, linee e colori di riferimento per l’epoca. Anche a Noale c’era una 250 Rally, dall’85: una bella due tempi da ben 45 cavalli e di poco superiore ai 100 chili a secco. Tutto questo per dire solo delle moto principali. E vanno almeno citate, tra le tante altre, le bicilindriche Morini Camel 500 e Kanguro 350, e le Guzzi V35 TT e poi NTX 650 e 750, la SWM monocilindrica XN 350/500, la Beta GS 350. Lo spazio è finito e la quarta puntata degli anni Ottanta finisce qui. Alla prossima! raffreddamento SACS e una bella forcella Kayaba. Nell’88 ecco la DR 750 Big, la più grossa mono del mondo e con due carburatori, 52 cavalli a 6.500 giri, grande autonomia e quel becco particolare. La Kawasaki soltanto nell’84 importa in Italia la sua prima vera enduro, la bella KLR 600 da 42 cavalli, con il motore monoalbero 4 valvole raffreddato a liquido che diventa 650 tre anni più tardi. Disponibile anche in versione economica di 570cc. Ma tra le grosse enduro degli anni Ottanta ci sono anche molte belle moto italiane. Prima tra tutte la Cagiva Elefant che nasce piccola, cresce di cilindrata e arriva al top con la bellissima Elefant 750 dell’87: motore bicilindrico desmo Ducati 748 da 80 cavalli, oltre 180 chilometri orari. Pesante e impegnativa, però molto vicina alle moto ufficiali della Dakar. A Varese si erano 39 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica News Media BMW Motorrad Days 2014 l’incredibile raduno di Garmisch di Francesco Paolillo | Dopo aver festeggiato i 90 anni di storia nel 2013, quest’anno BMW sceglie ancora il palcoscenico di Garmisch per festeggiare i 90 anni dalla prima vittoria, e non solo I Motorrad Days tagliano il traguardo della quattordicesima edizione, e lo fanno continuando la tradizione che li vuole ospiti della bella cittadina bavarese di GarmischPartenkirchen, famosa oltre che per il raduno annuale delle due ruote BMW, anche per essere una rinomata località sciistica. Come tutti gli anni, ci siamo recati a questo splendido raduno in sella esclusivamente a moto BMW, per l’occasione abbiamo selezionato una comoda R 1200 40 GS, che si è dimostrata ancora una volta una moto dai due volti, comoda e parsimoniosa moto da viaggio, divertente e affidabile moto da divertimento, strade permettendo. Il suo comfort e la souplesse di marcia ci hanno aiutato nell’attraversamento dei tratti stradali di Svizzera e Austria, paesi dove i velox e la Polizia sono famosi per la loro spietatezza! L’abbondante cavalleria e la disponibilità di coppia sono invece state preziose nei tratti guidati più divertenti e nascosti “agli occhi elettronici”. Tradizione vuole che il viaggio di trasferimento avvenga escludendo totalmente tratti autostradali, cosa che non c’è pesata per niente, anche perché i paesaggi attraversati si sono distinti per bellezza, mentre le strade sono quanto di meglio un motociclista possa desiderare. Milano, Lecco e poi Chiavenna, si entra in Svizzera, e via con il Passo del Maloja. Sosta a Sankt Moritz per un pranzo “leggero”, e poi via per l’Engadina. Curve e tornanti si susseguono, e la nostra Giesse sembrava fatta apposta per divorare questo genere di strada, mentre l’indicatore della benzina è un dispiacere per i distributori, anche tenendo conto di alcuni tratti di strada affrontati in maniera “brillante”, il computer di bordo non ha mai indicato più di 4,6 litri per 100/km, il che significa quasi 22 km/l! Zernez e Val Mustair, ancora curve e saliscendi, natura e panorami che gasano letteralmente lo spirito e gli occhi. Finalmente, o purtroppo sia- mo arrivati a Garmisch-Partenkirchen, dove una distesa di tende e moto ha preso possesso dei pascoli intorno all’area dedicata ai BMW Days. Migliaia di persone (non meno di 40.000), e relative moto, BMW e non, erano pronte a godersi un fine settimana dedicato alla passione motociclistica. Non mancava il maxi tendone che oltre a ospitare il ristorante self-service, ha al centro un palco per la musica live, che complice la birra scesa a fiumi (di acqua si è vista solo quella piovana), ha fatto scatenare il pubblico in danze, a volte discutibili, fino a notte inoltrata. La birra è servita anche per mandare giù chilate di stinco, crauti e arrosti, rigorosamente di maiale, secondo la tradizione della dieta vegana che da queste parti va per la maggiore. Naturalmente non sono mancati gli spettacoli degli stunt, Mattie Griffin per le moto, e Paul Russel “Russ” Swift per le auto, mentre i preparatori e gli accessoristi hanno affollato il villaggio BMW. Demo ride in strada 41 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine News e fuoristrada, hanno permesso di saggiare le prestazioni della gamma BMW Motorrad, mentre gli spettacoli di contorno sono stati davvero tantissimi. Non sono mancate le tensostrutture con l’intera gamma BMW in esposizione, moto da competizione comprese. A tal proposito, si sono festeggiati i 90 anni dalla prima vittoria di una moto BMW, che nel lontano 1924 vinse la gara Monaco-Garmisch (che coincidenza), guidata da Rudolf Schleicher. Anche le cose belle hanno una fine, e così anche questa edizione 2014 dei Motodays è passata. Non ci resta che prenotarci per l’edizione 2015, anche se in Redazione ci sarà da sgomitare un po’. 42 43 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine litri per coprire 100 km, quindi il serbatoio da 30 litri consente in teoria di percorrere 2.000 km senza fare una sosta (chissà quante emozioni in compenso...). Il cambio e il cardano restano quelli della BMW, mentre la quinta marcia è più lunga. Il telaio è stato rinforzato e allargato nella zona anteriore per alloggiare il motore italiano. Il globetrotter tedesco, che a Garmisch gironzolava senza scarpe anche sulla ghiaia, è forse un nostalgico della Wermacht. La moto ha infatti la livrea di un mezzo militare e si mimetizza bene (lo dice lui stesso nel video), persino le due borse in metallo altro non sono che valigie porta News munizioni. La sella è una semplice lastra di acciaio ripiegata, in questo modo diminuisce la distanza da terra e il pilota può zampettare con sicurezza quando affronta i guadi (questa almeno è la sua spiegazione). Manca il classico cavalletto laterale, al suo posto c’è un bastone di legno. Ma la cosa che più ci soprende è il fatto che un mezzo del genere sia omologato e possa girare tranquillamente sulle strade della signora Merkel. Pensate a cosa accadrebbe in Italia, se un giorno montassimo il motore di una motozappa sulla nostra moto. Ci darebbero la galera con fine pena mai. BMW R45 Diesel Lombardini 50 km/l e 2.000 km di autonomia di Andrea Perfetti | Questo giovane globetrotter tedesco sognava una moto diesel che consumasse poco e lo portasse ovunque. Sul mercato non c’era e lui se l’è fatta in casa, trapiantando il motore Lombardini dentro una R45 del 1979. Ha partecipato al raduno di Garmisch Q uesto giovane globetrotter tedesco sognava una moto diesel che consumasse poco e lo portasse ovunque. Sul mercato non c’era e lui se l’è fatta in casa, trapiantando il motore Lombardini dentro una R45 del 1979. Il risultato è sotto i nostri occhi e funziona. La moto è arrivata senza problemi al raduno BMW di Garmisch 44 e, soprattutto, ha portato il giovane in giro per mezza Europa. Il mezzo originario è una BMW R45 del 1979. Il motore boxer 2 valvole raffreddato ad aria lascia il posto al monocilindrico diesel della Lombardini 15LD di 500 cc. Sviluppa solo 12 cavalli a 3.600 giri che consentono alla moto di raggiungere a fatica i 100 km/h. In compenso il consumo è davvero ridicolo: bastano 1,5 45 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Angeles dura 5 ore (dove si arriva in 5 ore da Roma? A Teheran?). Per fare un Coast to Coast in auto, da solo e in automobile, nel 2010 ci ho messo 3 giorni e 1/2. Guidavo una media di 12 ore al giorno e sinceramente arrivato a metà strada già non ne potevo più. Figuratevi cosa sarebbe una tirata del genere in moto, sotto un sole rovente e con decine di ore passate a guidare su strade dritte come fusi e senza niente all’orizzonte... Se siete al vostro primo giro in moto in USA vi consiglio caldamente il nord della California. Volate a San Francisco e tenetela punto centrale della vostra prima esperienza. Il clima in estate può essere fresco o quasi freddo, specialmente nei giorni in cui arriva molta nebbia dall’oceano, ma almeno non fate la sauna. Occhio però perché un detto famoso recita: “Il mio peggior inverno è stato quell’estate a San Francisco”. In inverno le temperature possono On the road scendere leggermente ma diminuisce drasticamente la probabilità di pioggia e nebbia e diventa un piacere guidare verso sud, in direzione Los Angeles. Come itinerario invernale vi consiglio di imboccare la US101 da Half Moon Bay a Santa Cruz per proseguire fino a Monterey. Da lì sarebbe bello passare dalla famosa 17 Mile Drive, ma purtroppo è chiusa alle moto, quindi tirate dritto fino a Carmel, sede di una delle più famose Mission francescane. Da Carmel imboccate la Highway 1 (Camarillo Highway) in direzione sud preparatevi ad una serie di panorami mozzafiato. Consiglio sempre di percorrerla da San Francisco a Los Angeles e non viceversa, perché andando a sud il mare vi resta sulla destra e potete apprezzare ogni singolo metro di percorso. Tenete una macchina fotografica a portata di mano perché vi assicuro vi vorrete fermare un milione di volte! Passato Big Sur continuate fino a Cambria, USA Consigli per una vacanza in moto negli Stati Uniti. Costa Ovest di Pietro Ambrosioni | Dopo tanti preparativi è arrivato il momento di mettersi in viaggio. Siete in Italia, davanti al computer e pronti a decidere la città da cui partire per il vostro giro in moto qui negli USA? Ecco qualche consiglio E ccoci qui, dopo tanti preparativi è arrivato il momento di mettersi in viaggio. Nel senso che siete in Italia, davanti al computer e pronti a decidere la città da cui partire per il vostro giro in moto qui negli USA. Innanzi tutto vi consiglio una buona “dose or reality” come dicono qui. Ovvero tornate con i piedi per terra e rendetevi conto che le distanze da questa parte dell’Atlantico hanno proporzioni 46 del tutto differenti rispetto all’Europa. Prendete una cartina in mano e guardate quante miglia ci sono tra New York ed Atlanta, ad esempio. Sulla mappa non sembrano così lontane, vero? Ok... Rullo di tamburi... Tra New York ed Atlanta, che sono sulla stessa costa, la distanza è la stessa che c’è tra Milano e Copenhagen... ouch! Potrei farvi mille esempi ma il concetto penso vi sia chiaro: non a caso il volo tra New York e Los 47 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine On the road sulla baia (Carquinez Bridge). Da lì attraversate Vallejo e raggiungete Sonoma e la Napa Valley, la zona più famosa dei vini californiani. Ci sono una infinità di vigneti, vinarie, cantine e anche castelli acquistati in Europa e ricostruiti mattone per mattone qui, una cosa incredibile. Proseguite sulla CA29 fino a Clear Lake dove protei prendere la 20 est e raggiungere la I-5. Da qui dovete spararvi un tot di noiosissimi km di autostrada di nuovo fino a Redding e la CA299 per riallacciarvi al giro di prima, ma davvero, non fatevi sfuggire una smotazzata sulla Eureka Way. Questi sono solo alcuni esempi, ovviamente, e concentrati in una zona ristrettissima. Come detto gli USA sono enormi e le possibilità quasi infinite. Settimana prossima vi proporrò un altro bel giro, ma sulla Costa Est. dove c’è una famosa spiaggia/santuario per il leoni marini, dopodiché proseguite fino a passare Cayucos e infine raggiungere Morro Bay. Qui c’è uno stupendo faraglione che domina la vista e anche tanti bei ristoranti ed alberghetti tipici. Da lì voltate ad Est e andate a visitare San Luis Obispo, una perla adagiata tra le colline coperte da vigneti. Le vigne si intensificano man mano che risalite la US101, fino a raggiungere la zona di Paso Robles, uno dei centri principali della produzione del vino californiano. Da Paso Robles vi consiglio di rimanere sulla US101 nord e rientrare a San Francisco. Un altro giro potrebbe essere da San Francisco fino a Lake Tahoe, verso Est. Prendete la I-80 in direzione Sacramento, poi uscite e imboccate la US50 (Lincoln Highway) verso Folsom ed infine Placerville. Da li la strada si restringe e in breve vi trovate ad attraversare la El Dorado National Forest. Proseguite fino ad incrociare la CA89, a poche miglia dalla state line con il Nevada e girate a sinistra per costeggiare il bellissimo Lake Tahoe. La 89 vi riporterà fino alla I-80 da dove potete tornare a SF, oppure proseguire per un giro molto più tosto. Pron48 ti? Invece di riprendere la I-80 proseguite sulla CA89 ed attraversate il Plumas Eureka State Park. Ad un certo punto la CA89 e la CA70 si sovrappongono per un tratto, ma voi proseguite sulla 89. Raggiungete Lake Almanor, dopodiché anche la CA36 si sovrappone per un tratto alla CA89. Rimanete sempre sulla CA89 e svoltate ad ovest solo quando incrociate la CA44, che vi porterà fino a Redding. Redding è un posto di m... lo ammetto. Ma subito ad ovest del triste paesino californiano parte una delle strade più belle che abbia mai percorso in moto, la CA299. Se siete arrivati fin qui è proprio per buttarvi a capofitto tra le curve e tornanti della cosiddetta Eureka Way, che vi accompagnerà attraverso la Sashta_Trinity National Forest fino a raggiungere di nuovo la US101 sulla costa a nord di Eureka. State attenti ai cervi, però!!! Da qui proseguite a sud sulla costa e ritornerete a SF con una ultima, trionfale attraversata del Golden Gate. In alternativa, se non avete tempo a sufficienza per fare la parte di Lake Tahoe, prendete sempre la I-80 in direzione Sacramento ma invece di proseguire uscite sulla CA29 subito dopo il mega ponte 49 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Nico Cereghini Pensa se i Marquez fossero tre Dominerebbero probabilmente tutte le classi del mondiale. Perché qui è evidente che i geni di famiglia sono quelli giusti. E apprezzo anche il padre Julià, sempre presente, ansioso però mai invadente Media C iao a tutti! Meno male che i fratelli Marquez sono soltanto due. Uno in più, e anche la Moto2 diventerebbe un affare di famiglia. A metà giugno festeggiavamo la prima doppietta fraterna, in 65 anni di campionato mondiale velocità non era mai accaduto che due fratelli vincessero due gare nella stessa giornata, e tredici giorni dopo ecco arrivare il bis. Marc che domina la MotoGP, 50 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Alex che scala la Moto3 con sempre maggior sicurezza. La cosa naturalmente mi ha colpito e ho cercato di studiare papà Julià e mamma Roser dentro il box. Non sembrano così diversi dagli altri genitori che ho conosciuto nelle corse, sembrano ansiosi come tutti, il padre ha confessato che il lunedì è uno straccio per la tensione accumulata, eppure hanno prodotto due superfiglioli. Non uno, due. E qui non si tratta di caricare di aspettative il più piccolo, che ha appena fatto i diciotto anni e non ha vinto ancora nulla. E’ il fratello maggiore che lo dice: «Alex è ancora più competitivo di me». La mamma non segue le corse, il papà sì. Sempre presente. La cosa non stupisce più: da quando esiste il fenomeno dei baby-piloti, e le giovani generazioni mettono il casco e appiccicano il numero di gara già a cinque o sei anni, è logico che non possano viaggiare da soli e che provveda papà. E’ lui che talvolta li spinge, oppure semplicemente si adegua perché gli piace. Passione, due soldi, un furgone e tutte le domeniche dedicate alle creature. Per uno che sfonda, o due come nel caso Marquez, ce ne sono centinaia che purtroppo si perdono e magari finiscono per odiare le moto, le corse, e pure papà. Le riflessioni si accavallano. Sicuri che dietro il troppo precoce ritiro di Casey Stoner non ci fosse un padre fissato? Tutta la famiglia Stoner si era trasferita dall’Australia in Inghilterra, disposti a vivere in roulotte per mesi per far correre il ragazzo. Chissà che pressione. E Jorge Lorenzo? Non è stato lui stesso a raccontare che papà gli imponeva ore ed ore di pistina ed era durissimo se non migliorava? Li ho visti personalmente, i papà che tirano schiaffoni sui caschi dei bambini nel minicross quando sbagliano la gara o finiscono per terra. Ma Julià pare aver fatto le cose per bene. Non so se aveva pianificato tutto, so che era un motociclista appassionato, che andava troppo forte su strada e si è fracassato un braccio, che ha fatto i salti mortali per aiutare i figlioli. E lui mi pare del tipo giusto. Quel tipo di padre che c’è ma sta da parte, che non invade gli spazi altrui, che rispetta i ruoli. Come Graziano Rossi, che non manca mai nelle gare europee (in aereo non va), e addirittura non mette piede nel box, come Giordano Capirossi che ancora incontro nel paddock anche se Loris ha smesso di correre da un po’. “Forza dell’abitudine”, mi ha detto. Editoriale Per uno che sfonda, o due come nel caso Marquez, ce ne sono centinaia che purtroppo si perdono e magari finiscono per odiare le moto, le corse, e pure papà 51 SPECIALE motogp gp di germania 52 53 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica slick, imitato dai piloti delle ultime file. Quando è partito il giro di ricognizione, l’asfalto era quasi completamente asciutto, fatta eccezione per la curva numero 12, l’insidiosa sinistra dopo il discesone. Così, mentre Bradl, Petrucci, Hayden e altri quattro piloti si schieravano in griglia, tutti gli altri tornavano ai box per cambiare moto e pneumatici, creando una confusione pazzesca. Non è prevista una regola in un caso così (mai verificatosi prima) e “chi prima arriva meglio alloggia”, nel senso che ha diritto a prendere la posizione più favorevole all’uscita della pit lane. Un gruppone pazzesco che ha preso il via solo quando Bradl e gli altri sono transitati alla prima curva, con Marquez, anche in questo caso, il più lesto a portarsi al comando del plotone, seguito da Rossi. SEMPRE E SOLO MARQUEZ Nona vittoria per Marquez in un gp dall’avvio complicato di Giovanni Zamagni | Meteo incerto e partenza caotica dalla Pit Lane. Dominio Honda con Marquez e Pedrosa in testa. Terzo Lorenzo davanti a Rossi. Bene Iannone, quinto N ona vittoria consecutiva per Marc Marquez in un podio nuovamente tutto spagnolo (come in Argentina), con Dani Pedrosa secondo e Jorge Lorenzo terzo. Valentino Rossi ha chiuso quarto, Andrea Iannone quinto, Andrea Dovizioso ottavo, Danilo Petrucci 15esimo. Come ad Assen, anzi 54 ancora più complicato, perché le poche gocce di pioggia caduti una ventina prima del via hanno bagnato completamente l’asfalto, che però è andato ad asciugarsi progressivamente, rendendo difficilissime la scelta delle gomme. Tutti i più forti hanno optato per le “rain”, mentre a pochi minuti dal via Stefan Bradl le ha sostituite con le Sembrava una buona occasione per Stefan Bradl, che ha chiuso il primo giro con un vantaggio di circa sette secondi su Marquez e gli altri ufficiali. Ma, incredibilmente – forse aveva l’assetto da bagnato anche se ha optato per le slick? E’ solo un’ipotesi a qualcosa difficile da spiegare – Bradl ha perso secondi a manciate, cedendo il comando al sesto giro a Marquez: Bradl ha chiuso addirittura fuori dalla zona punti, 16esimo anche alla spalle di un coriaceo Danilo Petrucci. Una volta al comando, Marquez è stato braccato da vicino da Pedrosa, bravo a rispondere con un giro veloce a ogni primato del compagno di squadra: fino al 19esimo giro, si è andati avanti con un distacco tra i due di circa 0”5-0”4, fin quando Marc ha deciso che era di cambiare marcia. Al 20esimo passaggio il suo vantaggio è aumentato fino a superare il secondo e a quel punto anche Pedrosa, uno specialista del Sachsenring, dove in passato aveva battuto un certo Casey Stoner, ha dovuto arrendersi alla strapotere di un pilota che sta polverizzando primati su primati. «Abbiamo fatto un buonissimo lavoro nella prima parte del campionato, adesso è arrivato il momento di rilassare un po’ il corpo… E’ stata una gara MotoGP complicata: la tattica giusta era quella di Bradl, ma io ho guardato cosa facevano Rossi e Pedrosa, i miei arrivati diretti in campionato. Loro avevano le “rain” così le ho messo anch’io, loro sono tornati ai box e l’ho fatto anch’io…». Un dominio avvilente il suo per gli avversari, perché Marquez non sembra avere punti deboli, capace di vincere in volata (Qatar, Mugello, Barcellona), in solitario (Austin, Argentina e Jerez), in rimonta dopo un errore (Le Mans) nel casino di un cambio moto e di condizioni di asfalto insidiose (Assen e Sachsenring). LORENZO RITROVATO Al terzo posto un ritrovato Jorge Lorenzo che, questa volta, non ha avuto nessun timore, nonostante l’asfalto all’inizio fosse particolarmente difficile da interpretare. «Era molto difficile guidare con le slick alla 12, in quel punto era facilissimo cadere, commettere un errore. Ogni giro perdevo qualcosa dalle Honda, ma questa non è mai stata una pista favorevole alla Yamaha e a me: qui non ho mai vinto» si compiace Lorenzo, che torna sul podio dopo due GP tutt’altro che facili. Un podio che a Valentino Rossi adesso manca da tre gare: uscito in posizione favorevole dalla corsa box, Valentino non ha saputo spingere forte nei primi giri, venendo quasi subito sorpassato dal compagno di squadra e perdendo parecchi secondi (è finito a 8”877 da Jorge) all’inizio, per poi girare sugli stessi tempi di Lorenzo. Un passo indietro rispetto ai GP precedenti. BRAVO IANNONE Questa volta - è il secondo GP che succede in questa stagione – il miglior pilota Ducati al traguardo è stato Andrea Iannone, bravissimo ad approfittare della confusione nei primi giri. «è un risultato importante, siamo nella direzione giusta: all’inizio ho preso abbastanza rischi, alla 12 entravo abbastanza frenato, dicevo “dai dai dai che sto dentro”…». Solo ottavo Andrea Dovizioso. 55 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine afferma Andrea Dovizioso. E’ il caso di farlo: oggi non è successo nulla, ma non può sempre andare bene. Perché Jorge Lorenzo ha tagliato la linea bianca uscendo dalla corsia box? Andava penalizzato? Risponde Lorenzo: «Purtroppo i freni in carbonio erano freddi e quando sono andato a pinzare non hanno funzionato e sono stato costretto ad andare oltre la riga. Ho subito alzato il braccio e ho fatto passare i 2-3 piloti che avevo inavvertitamente sopravanzato». Per questo, giustamente, non è stato penalizzato. Quando e come Marc Marquez è riuscito a fare la differenza rispetto a Dani Pedrosa? Due i momenti chiave: il sesto giro, quando Marquez è riuscito a superare Bradl, mentre Pedrosa ha dovuto aspettare quello successivo. MotoGP Al settimo passaggio, Marc aveva 0”617 di vantaggio su Dani. Poi, al 20esimo giro, Marquez ha aumentato il ritmo girando in 1’22”055 contro l’1’22”408 di Pedrosa (staccato di 1”036) e al 21esimo Marc ha replicato un 1’22”037 e Dani un 1’22”597: fine dei giochi. «Avevo un po’ di margine giù dalla discesa alla curva 12 e l’ho sfruttato» ha raccontato il fenomeno della HRC. Perché Stefan Bradl ha chiuso addirittura fuori dai punti pur essendo stato l’unico tra i “factory” ad aver montato subito le slick in griglia, chiudendo il primo giro con un vantaggio di 7”722 su Marquez? Il cambio è stato effettuato all’ultimo momento e, quindi, non c’è stato il tempo per modificare anche l’assetto, ma solo per cambiare i dischi freni e l’ammortizzatore posteriore. Così, quando la pista si è asciugata completamente, la sua RC213V è diventata inguidabile. Spunti, considerazioni, domande dopo il GP di Germania di Giovanni Zamagni | Quanto è pericolosa una partenza dalla pit lane? Quando e come Marquez è riuscito a fare la differenza rispetto a Pedrosa? Come mai Bradl è finito così indietro al traguardo? Perché Rossi, alla prima curva, è stato meno deciso degli altri? L a pioggia caduta fino a una ventina di minuti dal via ha creato una situazione anomala: in partenza è stato rispetto il regolamento, è stato fatto tutto nella maniera corretta? Sì, non c’è nulla da eccepire, tutto è stato fatto nella maniera giusta? Ma non è stato troppo pericoloso? Sì, ma questo è un altro discorso. In queste situazioni così particolari, è difficilissimo trovare 56 un “metodo” esente da critiche, ma sicuramente non è il massimo della sicurezza che 14 piloti scattino contemporaneamente dalla corsia dei box, specie in una situazione come questa, con la pista fredda e umida, con i freni in carbonio che non funzionano subito bene, con alcuni piloti che partono dallo schieramento e, quindi, bisogna forzare i tempi per non farli scappare. «La direzione gara ci ha detto che nella prossima safety commission si parlerà di questo aspetto» 57 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP Perché Andrea Dovizioso alla fine del primo giro era solo 19esimo staccato di 11”845 nonostante fosse nelle prime posizioni uscendo dalla pit lane? Risponde Dovizioso: «Il controllo di velocità all’interno della corsia box (60 km/h) si disattiva inserendo la seconda marcia: è un gesto che fai istintivamente solo quando sei uscito dalla pit lane… Quando sono partito, la moto naturalmente si è “piantata”, ma io, non contento, ho insistito in prima marcia e solo quando mi sono reso conto che c’era attivato il controllo di velocità ho inserito la seconda… Peccato, perché ero partito bene e avrei potuto essere davanti o appena dietro a Rossi: avrebbe fatto una certa differenza, anche se, per la verità, sull’asciutto non ne avevo più di tanto». Perché Valentino Rossi, alla prima curva, è stato meno deciso di altri piloti? Risponde Rossi: «La mia gomma anteriore era completamente nuova e quando sono arrivato alla prima non ce la facevo proprio a curvare. Ma sarebbe cambiato poco». 58 59 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP valentino Rossi “Risultato negativo. Sono deluso” di Giovanni Zamagni | Valentino non cerca scuse: “Non ero abbastanza competitivo, speravo di giocarmela con Lorenzo, ma lui era molto più veloce di me”. Su Marquez: “Le può vincere tutte” P Per certi versi è stato il peggior GP della stagione: inevitabile la delusione di Valentino Rossi. «Non è andata esattamente come mi aspettavo! Nel warm up, nonostante fossi stato costretto a utilizzare gomme vecchie ero stato veloce, ma poi è arrivata la pioggia… Anche durante la gara, però, sono stato meno efficace del previsto: sapevo che con le Honda sarebbe stato difficile competere, ma volevo battermi con Lorenzo, giocarmi il podio con lui, invece Jorge è stato molto più veloce di me. Ci ho messo troppo tempo per arrivare al limite e anche quando ho preso il ritmo non ero al suo livello, non potevo andare a prenderlo. La strategia giusta sarebbe stato fare come ad Assen, partire con le slick, ma se lo avessi fatto, 60 sicuramente avrebbe iniziato a piovere… Quando siamo rientrati tutti ai box è stata una situazione piuttosto pericolosa, con 15 piloti spalla contro spalla in una pit lane larga tre metri: non c’era spazio per tutti. Secondo me, la scelta migliore sarebbe stato aspettare una decina di minuti e poi partire tutti dalla griglia…». Nel frattempo, Marquez ha conquistato il nono successo consecutivo… «In alcuni circuiti, la Yamaha non è lontano dalla Honda, tanto che in Qatar, al Mugello e a Barcellona siamo arrivati in volata, ma ha vinto sempre lui… In altre piste, come questa, la Honda è superiore, ma nonostante Pedrosa abbia fatto una gran gara, non è bastato per battere Marquez. Sicuramente sta facendo qualcosa di storico, gli faccio i complimenti: può vincerle tutte». Può battere i tuoi primati? «I record sono fatti per essere battuti, ma se anche ci dovesse riuscire non cambierebbe la mia carriera, non è che cambierebbe qualcosa. Tra l’altro mi è anche simpatico: non ho nessuna invidia per lui». Qual è il bilancio a metà campionato? «Sono salito cinque volte sul podio, ho fatto quattro volte secondo e sono terzo in campionato: dispiace solo non aver ancora vinto, ma ci proverò fino alla fine. Pedrosa non è lontano, il bilancio è abbastanza positivo: ma bisogna cercare di fare meglio». 61 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Presente al Sachsenring, Davide Brivio, team manager della squadra giapponese, spiega perché è meglio confermare il rientro nella prossima stagione. «Dal punto di vista sportivo e tecnico, potrebbe anche essere una buona idea sfruttare il 2015 per lavorare con le Michelin e la nuova centralina, ma abbiamo già posticipato il rientro di un anno, perché nel 2014 non eravamo pronti con l’elettronica e rinviare ancora non sarebbe bello. E, soprattutto, è fondamentale sviluppare la moto e confrontarsi con gli avversari in gara: solo in un GP capisci veramente qual è il tuo livello». Per quanto riguarda i piloti, Brivio, suo malgrado, è costretto ad aspettare le decisioni altrui: la sua squadra ideale sarebbe Andrea Dovizioso (molto elogiato da Davide) con Aleix Espargaro (che però ha un contratto con Forward. Per la verità, anche per il 2014 Espargaro avrebbe avuto un accordo già firmato con il team Martinez…). Il prossimo test della Suzuki è previsto il 22 e il 23 settembre al Mugello. MotoGP LORENZO AMMALIATO DALLA TECNOLOGIA FERRARI Prima di raggiungere il Sachsenring, Jorge Lorenzo ha fatto visita alla Ferrari a Maranello. Ecco le sue impressioni: «Ho un contratto di collaborazione con la Alfa Romeo e così è stato possibile organizzare questa visita: ero curioso di scoprire quanto è grande, quanto è differente rispetto a un reparto corse di una Casa di moto, quante persone ci lavorano… Sicuramente sono rimasto colpito dalla tecnologia, davvero di livello assoluto. Ho parlato un po’ con Fernando Alonso, ma non ho provato il simulatore». MARQUEZ-PEDROSA, STIMA RECIPROCA E’ noto il buon rapporto tra Marc Marquez e Dani Pedrosa – evento piuttosto raro tra compagni di squadra -, confermato una volta di più dalle parole di stima reciproca che i due si sono scambiati GP di Germania Lo sapevate che...? di Giovanni Zamagni | Che HRC testerà a Brno la moto 2015? Che lorenzo è rimasto stupito dalla tecnologia Ferrari? Che Hayden il prossimo anno potrebbe essere solo collaudatore? Quanta elettronica si usa al Sachsenring? G IA’ IN PISTA LA HONDA 2015 Vacanze ritardate per i due piloti HRC: martedì 15, mercoledì 16, giovedì 17 luglio Marc Marquez e Dani Pedrosa gireranno a Brno – pista prova della Honda – per il primo sgrossamento della RC213V in versione 2015. Al momento, non ci sono notizie più dettagliate, ma colpisce come la Casa con la moto più competitiva, sia anche la prima a essere già pronta con la moto per la prossima stagione: 62 come dire, dura per Yamaha (non parliamo poi di Ducati) recuperare lo svantaggio. BRIVIO: «ECCO PERCHE’ E’ GIUSTO CORRERE L’ANNO PROSSIMO» Dopo Assen, avevo espresso l’opinione che per la Suzuki sarebbe stato meglio rinviare il rientro al 2016, quando cambieranno gomme ed elettronica, «i due aspetti più importanti della MotoGP» per dirla con le parole di Valentino Rossi. 63 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito commentando il rinnovo del contratto di Dani. «Ho sempre detto che mi trovo bene con lui, insieme lavoriamo nel modo giusto: è importante fare altri due anni insieme. Dani è molto sensibile e dà le indicazioni giuste per lo sviluppo: credo che la HRC abbia una squadra forte» dice il campione del mondo. «Marc è un grande talento, abbiamo un buon rapporto: siamo una buona squadra» è il sigillo di Pedrosa. VALVOLE PNEUMATICHE PER LA HONDA OPEN La Honda RCV1000R – per certi versi l’unica “vera” Open in pista – patisce soprattutto per la mancanza di cavalli e così la HRC ha deciso, da tempo, di intervenire: nel 2015 l’attuale motore verrà sostituito dal quattro cilindri a valvole pneumatiche. Un bel passo in avanti e il pilota tra quelli in sella a una RCV1000R più avanti in classifica potrà già disporre del nuovo 64 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica propulsore a partire dal GP del Giappone, quindi per le ultime quattro gare della stagione. Piccolo particolare: bisogna pagare… Nel 2015, la nuova RCV1000R costerà 1 milione e 750.000 euro, quindi 500.000 euro in più dell’attuale. HAYDEN, FUTURO INCERTO A proposito di Honda “Open”, Nicky Hayden ha un contratto con il team Martinez anche per il 2015, ma il suo futuro rimane incerto per le condizioni del polso destro, già operato in questa stagione. Nicky continua a correre senza lamentarsi troppo, ma la realtà è che le sue condizioni fisiche sono piuttosto preoccupanti: l’intenzione della HRC è di proporgli un ruolo da collaudatore per portare avanti lo sviluppo della moto con le Michelin e la nuova centralina unica, con la possibilità di sostituire un pilota Honda in caso di infortunio. Per quanto riguarda il team Martinez, si sta lavorando per un ritorno di Alvaro Bautista (iridato 2006 in 125 proprio con la squadra dell’ex pilota spagnolo). LA TELEVISIONE PRIMA DI TUTTO Con l’arrivo delle TV a pagamento è ormai scontro totale tra i giornalisti televisivi e tutti gli altri. L’apoteosi era stata raggiunta nella strettissima sala conferenza del Mugello, dove un giornalista italiano, che con il dovuto anticipo si era assicurato un posto in prima fila, venne “invitato” a spostarsi per lasciare la sedia all’inviata di Movistar TV, la televisione spagnola che da quest’anno trasmette il motociclismo. Da allora, c’è sempre un posto riservato per Movistar a fianco di Nick Harris, l’intervistatore ufficiale della Dorna e il giornalista di Movistar ha sempre il diritto a fare la prima domanda. Non solo. Purtroppo accade sempre più spesso che un pilota sia costretto a interrompere qualsiasi discorso per soddisfare MotoGP le richieste delle TV a pagamento: nello specifico, venerdì pomeriggio, nella conferenza all’interno dell’hospitality HRC, Marc Marquez ha potuto rispondere a solo due domande dei giornalisti, perché doveva consegnare in diretta una sua foto autografata, sempre a qualcuno di Movistar TV. Evviva. CRUTCHLOW SI LAMENTA, SPOSTATO L’INCONTRO CON I GIORNALISTI Rimaniamo in tema. All’inizio dell’anno, gli addetti stampa delle squadre organizzano gli orari delle interviste ai propri piloti in modo che non ci siano sovrapposizione. Qualche esempio: Jorge Lorenzo incontra i giornalisti alle 15.45, Marc Marquez alle 16, Dani Pedrosa alle 16.15, Valentino Rossi alle 16.30, Andrea Dovizioso alle 16.40, Cal Crutchlow alle 16.50. Il tutto avviene all’interno di ciascuna hospitality, con uno schema 65 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito simile: prima il pilota risponde alle domande in inglese, poi nella sua lingua madre. Naturalmente, perché non ci siano sovrapposizioni, tutti devono rispettare gli orari, ma non sempre è possibile e, in particolare, è capitato spesso che Rossi si sovrapponesse a Dovizioso, un po’ per il cronico ritardo di Valentino, ma, soprattutto, perché lui è quello che si dilunga di più nelle risposte. Poco male, perché mentre gli italiani (e spagnoli) finivano con Valentino, gli inglesi facevano le loro domande a Dovizioso e tutto procedeva tutto sommato bene. Unico inconveniente, con Andrea si sforavano spesso le 16.50 e Crutchlow, sempre puntualissimo, era costretto ad aspettare qualche minuto. Così Cal si è lamentato con l’addetto stampa della Ducati che ha avuto la buona idea di invertire i due piloti con il risultato che italiani e spagnoli non riescono più a parlare con Crutchlow. Mah… QUANTA ELETTRONICA AL SACHSENRING? In una pista come quella del Sachsenring si usa 66 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica più o meno elettronica? Risponde Andrea Dovizioso. «L’elettronica si usa tantissimo in ogni condizione e in qualsiasi tracciato, ma qui ancora di più. In particolare noi piloti della Ducati, perché le tarature elettroniche sono una conseguenza del comportamento della moto: la Desmosedici fatica a girare e su una pista dove si sta a lungo sull’angolo, il posteriore tende a scivolare sempre di più e quindi bisogna intervenire in qualche modo. Anche se non è facile, perché qui la scivolata è progressiva, mentre certi controlli subentrano solo quando succede qualcosa di aggressivo». IL TRUCCO DI MIKA KALLIO In uscita dall’ultima curva, una ripida sinistra in salita, la moto tende ad alleggerirsi sull’avantreno: per ovviare a questo inconveniente, Mika Kallio, appena raddrizzava la moto, staccava la mano sinistra ponendolo sulla testa di uno stelo, per tenere “schiacciata” la sua Kalex. Un “trucchetto” che ha dato buoni risultati. MotoGP CONFRONTO DIRETTO Dopo nove GP, vediamo come è andata tra compagni di squadra (o tra piloti con la stessa moto). Marquez/Pedrosa: in prova 8 a 1, in gara 9 a 0. Rossi/Lorenzo: in prova 1 a 9, in gara 6 a 3. Dovizioso/Iannone: in prova 5 a 4, in gara 7 a 2. Espargaro(P)/Smith: in prova 3 a 6, in gara 4 a 4. Bradl/Bautista: in prova 8 a 1, in gara 3 a 5. Redding/Hayden: in prova 4 a 5, in gara 5 a 4. DUCATI, TEMPI LUNGHI PER LA NUOVA MOTO L’ingegnere Gigi Dall’Igna conferma a più riprese che il motore 2015 sarà sempre a 90°, «ma molto più piccolo», ma, purtroppo, pare che il progetto sia molto in ritardo e non si vedrà in pista nemmeno a Valencia dopo il GP, nei tradizionali test di fine stagione. Questo significa che bisognerà aspettare almeno fino a febbraio, a Sepang, con pochissimo tempo a disposizione. Con la speranza, naturalmente, di essere smentiti… 67 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb GRESINI PROMUOVE REDDING Non c’è niente di ufficiale, ma dalle parole di Fausto Gresini sembra che sarà Scott Redding a sostituire Alvaro Bautista, il cui rendimento è ben al di sotto delle aspettative. «Fino adesso Alvaro è stato troppo altalenante, mentre Scott è un ragazzo giovane che merita la possibilità di salire su una moto competitiva». Abbastanza chiaro… UNA PASSIONE DIFFICILE DA SPIEGARE 89.401 spettatori la domenica, ben 209.408 bei tre giorni: al Sachsenring c’è sempre un sacco di gente. Perché? Nemmeno Stefan Bradl ha la risposta. «In Germania la MotoGP non ha tanto seguito, non è troppo popolare, ma qui c’è una passione incredibile e, per certi versi, inspiegabile». 68 MILLER, CHI TE LO FA FARE? Jack Miller, il bravissimo e talentuoso pilota della Moto3, vincitore di 4 GP e capoclassifica iridato, piace molto alla Honda, che ha addirittura valutato l’ipotesi di portarlo direttamente in MotoGP «E’ un’ipotesi affascinante, ma difficile da realizzare» ha detto il Team Principal della HRC. Marc Marquez e Valentino Rossi, però, gli sconsigliano il passaggio. «Di solito, prima di arrivare in MotoGP si fa esperienza cadendo in Moto3 e Moto2» ha detto Marc. «Passare dalla Moto3 alla MotoGP mi sembra un salto troppo grande. E Miller è molto giovane, chi glielo fa fare» ha ribadito Valentino. IO L’AVEVO DETTO Andrea Iannone: «Questa è la pista più difficile per noi, sarà impossibile fare bene». Andrea è ben contento di essersi sbagliato: al Sachsenring ha ottenuto il suo miglior risultato in MotoGP. 69 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica MotoGP aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Le pagelle del GP di Germania di Giovanni Zamagni | Dieci a Marquez, scontato ma mai banale; 8 a Lorenzo e Pedrosa; 6 a Rossi; 7,5 a Iannone che ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera; 6,5 ad Aleix Espargaro, veloce e costante 10 MARC MARQUEZ Il suo successo ormai è scontato, ma mai banale. Come ad Assen, un po’ di pioggia ha scombussolato i piani, ma il fenomeno della Honda prima ha deciso saggiamente di “marcare a uomo” Rossi e Pedrosa, optando per la stessa scelta di gomme, poi, nel primo giro con le slick è stato pronto a portarsi davanti a tutti, primo tra i piloti partiti dalla pit lane. Poi, quando decide di fare la differenza la fa con estrema facilità. Disarmante. 70 8 DANI PEDROSA Al Sachsenring, in passato, in pochi sono riusciti a stargli davanti, ma con quel demonio a fianco c’è poco da fare. Ha guidato bene, non ha sbagliato nulla (al di là di due cadute in prova, una per Marc), ha anche spinto in condizioni piuttosto insidiose. In altre parole, ha fatto il massimo che può. Ma non basta. 8 JORGE LORENZO In condizioni di asciutto avrebbe forse potuto anche giocarsi il secondo posto, ma la sua è stata una gara particolarmente positiva, considerando il precedente di Assen. In molti sono convinti che sia proprio Jorge l’unico ad avere la possibilità di battere Marquez, ma per riuscirci adesso deve essere competitivo con costanza, non sporadicamente. In attesa della verifica: ben tornato! 6 VALENTINO ROSSI Sotto certi aspetti, è stata la peggiore gara della stagione, la prima veramente inferiore al compagno di squadra, che gli ha rifilato quasi nove secondi: decisamente troppi. Per tutto il fine settimana, ha un po’ “litigato” con la sua M1: ha fatto un passo indietro, ma ci può stare. 7,5 ANDREA IANNONE Ha ottenuto il suo miglior risultato della carriera in MotoGP in una gara tutt’altro che semplice, guidando forte, rischiando al momento giusto e controllando nel finale. Bravo davvero ed essere al centro dell’attenzione del progetto Ducati lo carica e gli dà maggiore sicurezza. Galvanizzato. 6,5 ALEIX ESPARGARO Ancora una volta ha fatto bene il suo lavoro, anche se ha preso paga da una Ducati. Si è regolarizzato molto nelle prestazioni: adesso, non solo è veloce, ma anche costante. 6 POL ESPARGARO Prende ancora una volta paga da suo fratello con una moto teoricamente superiore (quella di Pol): certo, un debuttante in queste condizioni è particolarmente penalizzato. 5 ANDREA DOVIZIOSO Un fine settimana negativo sia in prova sia in gara. «Queste occasioni di “confusione” per noi sono oro, dovevo sfruttarle al meglio» ha 71 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito MotoGP Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica MotoGP Sachsenring Classifica Del Gran Premio detto Andrea, apparso particolarmente demotivato: nonostante sia migliorata, la situazione in Ducati rimane piuttosto deprimente. 4 ALVARO BAUTISTA Ormai il suo rendimento si è standardizzato in qualsiasi condizione. Purtroppo verso il basso. 5 CAL CRUTCHLOW Fino al penultimo giro è rimasto in scia a Dovizioso: un piccolissimo passo avanti. 7 DANILO PETRUCCI Ha fatto la giusta scelta di gomme, facendo anche due giri in seconda posizione: poi, inevitabilmente è stato risucchiato, ma considerando anche le condizioni della sua mano, merita un elogio. 5 STEFAN BRADL In prova è andato fortissimo, in gara ha fatto la scelta giusta, ma la messa a punto della sua 72 moto l’ha trascinato nel baratro. Un’occasione persa. 4 Classifica Generale Pos. Pilota Punti Pos. Pilota Punti 1 Marc MARQUEZ 25 1 Marc MARQUEZ 225 2 Dani PEDROSA 20 2 Dani PEDROSA 148 3 Jorge LORENZO 16 3 Valentino ROSSI 141 4 Valentino ROSSI 13 4 Andrea DOVIZIOSO 99 5 Andrea IANNONE 11 5 Jorge LORENZO 97 6 Aleix ESPARGARO 10 6 Aleix ESPARGARO 77 7 Pol ESPARGARO 9 7 Pol ESPARGARO 67 8 Andrea DOVIZIOSO 8 8 Andrea IANNONE 62 9 Alvaro BAUTISTA 7 9 Stefan BRADL 56 10 Cal CRUTCHLOW 6 10 Alvaro BAUTISTA 50 BRADLEY SMITH Lui dice che ha dimostrato di meritare una moto competitiva anche per il 2015, ma i risultati gli danno torto. In tre giorni è finito a terra cinque volte, distruggendo M1 a ripetizione, per la gioia di Erve Ponchral. Disastroso. 9 HONDA RC213V Ancora una volta nettamente superiore: tre moto in prima fila in qualifica, primo e secondo in gara. Super tecnologica. 8 YAMAHA M1 Sull’asciutto, Lorenzo dice che se la sarebbe giocata: è inferiore alla rivale, ma non lontanissima. 5 DUCATI GP14 Sono sempre i piloti a metterci una pezza. 73 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Jorge Lorenzo “Marquez più coraggioso, Rossi più intelligente” MotoGP Media di Giovanni Zamagni | Jorge Lorenzo risponde alle domande dei lettori di Moto.it. “Sono in difficoltà in percorrenza curva e accelerazione”. Su Valentino: “E’ il miglior compagno che si possa avere: se lo batti, fai qualcosa di grande” I Il momento è difficilissimo, tra i peggiori (se non il peggiore) della sua carriera, ma Jorge Lorenzo ci mette sempre la faccia «Sono fatto così» sottolinea con una punta di orgoglio: l’intervista con le domande dei lettori di Moto.it era stata programmata da tempo, ma dopo quanto successo ad Assen, temevo che potesse essere annullata. Non ci sarebbe stato niente di male, ma Lorenzo ha voluto rispettare gli impegni presi: grazie Jorge, da parte di tutti gli appassionati di Moto. it! Tantissime le domande arrivate: sul tavolo davanti a lui decine di “pizzini”, estratti a sorte dal campione della Yamaha, che, li ha letti e riletti attentamente prima di rispondere, riflessivo come sempre. Con 74 poco tempo a disposizione (circa 20 minuti), quelle selezionate non sono tante, anche perché Lorenzo è piacevolmente analitico e completo nelle sue sentenze. Come sempre, la prima domanda è mia. Jorge, nel motociclismo conta di più il talento, il coraggio o la tecnica? «Sono tre qualità fondamentali per essere un pilota forte, non c’è niente di più importante. Tra le tre, non ce n’è una più determinante delle altre. A volte, può capitare che uno si senta più o meno coraggioso, su questo aspetto incidono tanti elementi, come, per esempio, se ti sei infortunato e non te la senti di rischiare. Il talento, invece, è sempre quello, anche se, a volte, viene giudicato in base ai risultati: se vai forte dicono che ne hai tantissimo, se vai “piano” che ne hai pochissimo. Ma la verità è che il talento non cambia in base ai risultati ed è quello che ti permette di imparare alla svelta». Via, si parte con le domande dei lettori 1) Stefano Visentin: Usi la moto nella vita di tutti i giorni? Quale/i? Quale moto ti piacerebbe avere? «Ho la fortuna che la Yamaha mi dà qualche moto, anche se, per la verità, non le uso molto per strada. Nel mio garage c’è una R1, un TMAX, qualche moto da cross e da SM per allenarmi. La R1 è sicuramente la più sportiva, aggressiva e potente e, quindi, più vicina alla 75 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito mia M1. In strada, però, preferisco andare in auto, perché in moto non so come andare piano per la strada: io sono un professionista, un pilota, a me viene naturale andare forte. Per questo preferisco muovermi in auto». 2) Andrea Audisio: Innanzitutto volevo farti i complimenti per la sincerità e il coraggio che hai avuto nell’ammettere che la tua prestazione ad Assen è stata dettata dalla paura che avevi senza cercare altre scusanti (…) Per uscire 76 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica da questa situazione stai più cercando di adattare la moto alle tue caratteristiche di guida o, viceversa, stai anche cercando di modificare il tuo modo di guidare (…) per le nuove Bridgestone? Ci vuole solo tempo è o necessario di uno step da parte di Yamaha o Bridgestone? Complimenti. «Fino adesso, nel 2014, è mancato qualcosa, non solo un aspetto specifico. Rispetto alla Honda, nel 2013, soffrivamo di più il consumo di benzina e per adattarsi al nuovo regolamento che prevede 20 litri invece di 21, in Yamaha hanno dovuto lavorare molto sul motore ed è cambiata l’erogazione: adesso è più brusco e nervoso, non ha più la stessa guidabilità. Inoltre, la Bridgestone ha introdotte delle gomme con la carcassa più dura: la conseguenza è un minore grip alla massimo inclinazione e nella prima parte di accelerazione la moto si muove molto, più di prima. I miei punti forti sono sempre stati proprio la percorrenza di curva e l’accelerazione, ma avendo perso qualcosa proprio lì, non sono più efficace come nel 2013. Non solo: il nuovo cambio seamless ha richiesto un po’ di adattamento nell’uso della frizione e il rendimento di Marquez è migliorato rispetto all’anno scorso. Tutti questi aspetti messi insieme fanno la differenza. La Yamaha è sempre un’ottima moto, con la quale si può vincere, come sta dimostrando Rossi a 35 anni, spesso in lotta per la prima posizione, ma se non sei a posto al 100% tutto diventa più difficile. Ma non sono lontano: al Mugello me la sono giocata fino al traguardo, a Barcellona sono stato competitivo fino a pochi giri dal termine, ad Assen, nel warm up, avevo fatto lo stesso tempo di Marquez… Insomma, manca pochissimo per svoltare». Jorge, mi riallaccio alla prima parte della domanda di Andrea: ad Assen sarebbe stato più semplice rimanere sul vago, invece non hai avuto paura di ammettere le tue… paure. Non è una cosa usuale per un pilota... «Io sono così, dico sempre la verità e questo fa sì che la gente mi creda, sa sempre il MotoGP motivo se non faccio bene. Se la moto ha avuto dei problemi, lo dico tranquillamente, anche se poi la Casa non è molto contenta, ma se la colpa è mia lo ammetto senza problemi. Bisogna dire la verità: può fare strano sentire dire da un pilota che ha paura, ma io sono così». 3) Andrea Pernumian: Chi non vorresti avere come avversario nell’ultimo giro di un GP tra Marquez e Rossi? In altre parole: chi ritieni più forte tra i due nello scontro diretto? «Difficile rispondere. 77 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica curva e l’accelerazione: se per qualche motivo non riesco a sfruttare queste qualità, sono più in difficoltà. Per quanto riguarda la SBK, in questo momento la MotoGP è il campionato più importante e credo di avere ancora tempo per fare bene qui, vincere delle gare o altri mondiali. Ma mai dire mai, potrebbe essere un’altra sfida. Sicuramente, però, non nell’immediato futuro». Entrambi sono grandi “staccatori”: a parità di moto sarebbe difficile dire chi è più temibile nell’ultimo giro. Da una parte, Marc è molto giovane e non ha paura di cadere, dall’altra Valentino, con 20 anni in più e più infortuni, ha più paura, ma è molto furbo ed è uno che frena fortissimo. In questo momento, però, la Honda è superiore in staccata e, di conseguenza, 78 Marquez è più temibile e difficile da battere. In sintesi: Rossi è più intelligente e ha grande agilità mentale, Marquez ha più coraggio». 4) Gabrilele Ginesi: Come mai al Mugello sei stato così competitivo? Sembrava di vedere una gara del 2013! Poi di nuovo nel baratro: è davvero tutta colpa delle gomme? Che progetti hai per il futuro? Ti interessa la SBK? «Al Mugello la gomma è rimasta costante dall’inizio alla fine, la M1 non si muoveva, invece a Barcellona, per esempio, dopo due giri non era più stabile e per questo siamo stati costretti a togliere potenza, con conseguenza sulle prestazioni. Come ho già spiegato prima, i miei punti forti sono il passo in 5) Franci.99: Jorge, pensi che avere Valentino Rossi in squadra per altri due anni sia costruttivo per la tua carriera e per lo sviluppo della M1o preferiresti avere un altro compagno di squadra? Se sì, chi? «Non c’è compagno di squadra migliore di Valentino Rossi: è forte, veloce, è considerato come uno de più grandi piloti della storia. Se riesci a batterlo, il tuo valore aumenta, il merito è più grande che sconfiggere un altro avversario. Valentino è sensibile e ha molta esperienza: sa dare le giuste indicazioni. Io e lui assieme rappresentiamo un valore aggiunto per Yamaha per lo sviluppo: se al tuo fianco c’è un pilota meno sensibile o che dà indicazioni molto differenti, per la Casa diventa tutto più difficile». 6) Luana Viroli: Quanto è importante il rapporto con i tuoi tifosi in questo periodo della carriera? (Luana aveva fatto MotoGP una serie di domande, ma non potendo rispondere a tutte per mancanza di tempo, Jorge ha scelto questa, nda) «I tifosi sono la parte più importante dello sport: senza di loro, non ci sarebbero le gare, le Case non investirebbero tanti soldi per provare a vincere. Chi tifa per te è fondamentale, devi sempre avere una grande considerazione degli appassionati, anche nei momenti difficili, anche se sei di cattivo umore o stanco, devi renderti conto che quel preciso istante è probabilmente l’unico che un appassionato ha per stare vicino al suo idolo. Anche noi siamo uomini e non robot, può capitare di non essere dell’umore giusto, ma devi sempre ricordarti che per lui quel momento è speciale e forse irripetibile» Il tempo a disposizione purtroppo è finito: manca solo l’ultima, sempre la stessa, come da tradizione. Qual è la domanda alla quale non ne puoi più di rispondere? «Quella sul futuro, cosa farai l’anno prossimo. Dà fastidio e non puoi mai dare una riposta precisa». Jorge scende dalla saletta all’interno dell’hospitality Yamaha nella quale ci ha accolto e va alla conferenza stampa con tutti i giornalisti: dura una quindicina di minuti, durante i quali si parla solo di “mercato piloti”. Per la felicità di Lorenzo. 79 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP Pedrosa ha firmato con HRC per altre due stagioni Honda Racing Corporation ha comunicato di aver firmato l’accordo con Dani Pedrosa. Il pilota spagnolo rimarrà nel team ufficiale Honda per altri due anni, fino alla fine del 2016 H onda Racing Corporation ha comunicato di aver firmato l’accordo con Dani Pedrosa. Il pilota spagnolo rimarrà nel team ufficiale Honda per altri due anni, fino alla fine del 2016. Dani, che attualmente si trova terzo nel Campionato del Mondo - a pari punti con il secondo posto Rossi - ha firmato il contratto con la Honda. Pedrosa gareggia con la Casa alata dal suo debutto nel Campionato del Mondo, dal 2001 e con Honda ha vinto tre titoli mondiali (2003 in 125cc, 2004 e 2005 in 250cc). Ha debuttato in MotoGP nel 2006 nel Repsol Honda Team, conquistando il titolo di Rookie of the Year e la quinta posizione in campionato. 80 81 SPECIALE superbike gp degli stati uniti 82 83 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica marco Melandri si impone in Gara 1 a Laguna Seca Scarica l’APP del Magazine aveva dato l’impressione di poter stare con i primi, ma all’ottavo giro ha sbagliato l’ingresso al cavatappi e la sua gara è in pratica finita li. Anzi nell’ultimo giro Davide ha dovuto guardarsi alle spalle, per salvaguardare il suo quarto posto da un volitivo Elias. Lo spagnolo del team Red Devils Roma dopo essersi liberato della coppia Honda formata da Rea ed Haslam, che hanno chiuso nell’ordine, è arrivato vicinissimo a Giugliano, ma ha chiuso al quinto posto. Rea avrebbe potuto fare una gara ben diversa se non fosse stato autore di un lungo nel corso del quinto giro. Un errore che gli è costato caro, in quanto Johnny ha impiegato poi il resto della gara per raggiungere e superare Haslam e raccogliere una sesta posizione che gli lascia senza dubbio molto amaro in bocca. Dietro alle due CBR troviamo la Suzuki di Lowes ottavo, mentre l’altra Suzuki di Laverty è ben presto uscita di scena a causa di problemi tecnici che hanno tarpato le ali al nordirlandese. Solo nono Baz che evidentemente non digerisce la pista californiana ed ha terminato la gara con poco meno di tre secondi di vantaggio sulla Kawasaki di Salom, primo delle EVO davanti a Superbike Canepa che ancora una volta si deve arrendere allo spagnolo dopo averlo superato nelle prove. Terzo delle EVO Sylvain Barrier. Dopo un avvio cauto il francese della BMW si è lanciato in una rimonta che lo ha portato a chiudere dodicesimo a soli due secondi dalla Ducati di Canepa. Dietro a Barrier ha tagliato il traguardo Iddon, ma la tredicesima posizione è andata invece a Staring, in quanto come sappiamo le Bimota non prendono punti. Badovini invece si è dovuto ritirare dopo una decina di giri per problemi alla sua BB3. Vanno a punti anche la EVO di Guarnoni e la MV di Camier. L’inglese era partito molto forte, ma ha dovuto cedere il passo ai suoi avversari, raccogliendo comunque un punto mondiale. Nessun punto invece per Andreozzi, sedicesimo. Oltre a Davies e a Laverty non hanno visto la bandiera a scacchi la wild card Pegram, , Yates e Sebestyen, quest’ultimo caduto senza conseguenze. In classifica non cambia molto. Guintoli rosicchia 4 punti a Sykes (ora sono i 39 punti che il francese deve recuperare) Rea ha soffiato il terzo posto a Baz mentre Melandri è ora a 83 punti dall’inglese della Kawasaki. di Carlo Baldi |Grande gara del pilota italiano che non dà scampo a Guintoli e si aggiudica la prima manche. Sykes non tiene il passo delle Aprilia ed è terzo. Quarto Giugliano. Salom primo delle EVO D opo l’eccezionale prestazione di ieri in Superpole, gli occhi di tutti erano puntati su Tom Sykes ed il timore era che l’inglese della Kawasaki se ne andasse via, ammazzando subito la gara. Invece ad imporre il proprio ritmo è stato Marco Melandri che è andato in teta sin dal primo giro e non ha lasciato scampo ai suoi avversari, dominando questa prima manche americana. Solo Guintoli con l’altra Aprilia ha tenuto il suo passo sino a pochi giri dalla fine, ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca ed accontentarsi della seconda piazza. Un irriconoscibile Sykes non ha 84 mai insidiato le due moto della casa di Noale e dopo aver fatto fatica a restare nella loro scia, nel corso del sedicesimo giro si è dovuto arrendere allo strapotere Aprilia. Nei primi giri anche Davies aveva dato l’impressione di poter stare con le Aprilia, ma una brutta caduta nel corso del quarto giro lo ha tolto dalla gara. Chaz ha battuto la testa ed è stato portato al Centro Medico dove però i medici non hanno riscontrato nessun problema fisico e quindi Davids prenderà regolarmente il via in gara due. Il suo compagno di squadra Davide Giugliano ha terminato in quarta posizione. Inizialmente l’italiano della Ducati 85 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica tom Sykes si aggiudica Gara 2 a Laguna Seca fra le bandiere rosse di Carlo Baldi | In una gara costellata di incidenti, con due bandiere rosse e tre partenze, Sykes riesce ad avere la meglio su Guintoli e Rea. Cadono Melandri, Giugliano, Barrier e Lowes. Salom ancora primo delle EVO C osì come era già successo lo scorso anno a Laguna Seca (ma in gara uno), anche questa seconda gara sulla pista californiana è stata interrotta per ben due volte dalle bandiere rosse ed anche questa volta alla fine la vittoria è andata a Sykes, che sul podio ha fatto festa per aver 86 acciuffato un successo insperato, soprattutto dopo che in gara uno le Aprilia avevano dimostrato di poter dominare. Due bandiere rosse e tre partenze. La prima veniva esposta nel corso dell’undicesimo giro, quando Lowes entrava in contatto con Baz all’ingresso del cavatappi e volava addosso agli airfence, procurandosi una Scarica l’APP del Magazine contusione al piede sinistro, ma per fortuna nessuna frattura. Sino a quel momento Sykes stava facendo la lepre, ma le due Aprilia gli erano alle calcagna. Poco più indietro un terzetto composto da Laverty, Giugliano ed Elias. Dopo una pausa di un quarto d’ora circa, nuova procedura di partenza per una gara ridotta a soli sette giri, con la griglia che riprendeva le posizioni dei piloti al momento dell’interruzione. I primi giri di questa seconda manche vedevano in testa Melandri, seguito da Sykes, Guintoli, Rea, Elias, Laverty e Giugliano. Questa corsa però durava pochissimo, in quanto al termine del terzo giro, Barrier cadeva proprio dopo la curva che immette sul rettilineo dei box. Una caduta strana, dalla dinamica incomprensibile e non ripresa dalle telecamere del circuito, se non nella fase finale, quando però il francese della BMW era già a terra e scivolava con la sua moto verso il muretto dei box. Tutti con il fiato sospeso e momenti di paura nel vedere lo sfortunato Sylvain portato via dall’ambulanza verso il centro medico del circuito. Dopo l’incidente di Phillip Island ed il ben più grave incidente automobilistico di metà marzo, si pensava che Barrier avesse ormai saldato il suo debito nei confronti della Dea bendata, ma purtroppo non era così. Al momento attuale i controlli ai quali è stato sottoposto il pilota francese hanno rivelato “solamente” una lussazione e frattura dell’articolazione subtalare del piede sinistro. In parole povere una frattura del tallone. Sono in corso ulteriori controlli, che speriamo diano tutti esito negativo e speriamo di rivedere Sylvain tornare presto in pista. Risistemata la zona dell’incidente, la Direzione di gara decideva per una nuova partenza e confermava i sette giri precedenti. Questa volta a prendere le redini del comando era Melandri, davanti a Sykes e ad un Elias partito come un missile dalla seconda fila. Dietro allo spagnolo Guintoli, Rea e Giugliano. Il francese dell’Aprilia superava Elias prima della fine del primo giro, mentre il suo compagno di squadra allungava e sembrava avviato ad una seconda vittoria. Purtroppo per lui invece, Marco Superbike scivolava nella curva che immette sul rettilineo d’arrivo al terzo passaggio, dando via libera e Sykes. A contrastare l’inglese della Kawasaki restavano il solito Guintoli e Davide Giugliano che però subito dopo la scivolata di Melandri, nell’affrontare l’ingresso del cavatappi e nel tentativo di superare il leader della gara, arrivava leggermente lungo, toccava il cordolo e cadeva: la sua moto scollinava e restava in mezzo alla pista, miracolosamente evitata da tutti gli altri piloti che se la ritrovavano davanti, al termine della famosa discesa. Mancavano solo tre giri al termine e Guintoli non riusciva ad avvicinarsi al campione del mondo, che tagliava per primo il traguardo davanti al francese e a Rea, che aveva avuto la meglio su Laverty ed Elias, rispettivamente quarto e quinto. Solo diciassette i piloti al traguardo. Sesto posto per un anonimo Baz che riusciva a precedere Haslam e la Kawasaki EVO di Salom, ottavo e primo della sua categoria. In realtà l’ottava e la nona posizione erano state conquistate da Badovini e Iddon, come sempre prontamente cancellati dalla classifica a fine gara, a causa della mancata omologazione delle loro Bimota. Il nono posto, suo miglior risultato stagionale, andava quindi ad Andreozzi, bravo a precedere la MV di Camier e le due Kawasaki EVO del team Grillini, condotte da Staring e Morais. A punti anche la wild card Pegram e l’ungherese Rizmayer. Chiudono la classifica la EBR di May e la Honda CBR di Ulrich. Oltre ai già citati Melandri e Giugliano, nemmeno Canepa ha visto la bandiera a scacchi, a causa del ritiro avvenuto subito dopo la terza partenza e dovuto alla rottura della frizione della sua Panigale. Da notare che non ha preso il via in gara due l’inglese Chaz Davies, che non ha ricevuto il benestare per scendere in pista da parte dei solerti medici del centro medico di Laguna, che lo hanno visitato dopo la sua caduta di gara uno, nella quale il pilota della Ducati aveva battuto la testa sull’asfalto. Nemmeno Yates è partito in gara due, a causa dell’ennesimo problema tecnico alla sua EBR 1190 RX. 87 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine nella quale Sykes, abituato alle Superpole ed ai giri veloci, va a nozze. Rispetto a Portimao la classifica cambia di poco, con l’inglese della Kawasaki che torna a casa con un punto in più di vantaggio sul suo avversario principale, che resta Guintoli. Avrebbe potuto essere la giornata di Melandri, eccezionale in gara uno, ma scivolato poi in gara due. Marco non può più sperare nel titolo mondiale e quindi punta al successo di tappa, ma non vorremmo che alla fine facesse il gioco di Sykes, portando via punti al suo compagno di squadra. Biaggi vinse un titolo mondiale anche grazie ad un (giusto) gioco di squadra, mentre negli ultimi due anni la mancanza di ordini di scuderia non ha fatto che avvantaggiare Sykes, che è comunque già forte di suo e non ha bisogno di aiuti. Deludente weekend per la Ducati che sperava nella costanza di Davies e nel talento e nella Superbike voglia di vittoria di Giugliano, ma che torna a casa solo con il quarto posto di Davide in gara uno. Pochino. Tra guasti e cadute si sono riviste le Suzuki nelle parti alte della classifica, ma mai in lotta per la vittoria, mentre le Honda raccolgono molti punti ed un podio nella roulette di gara due, ma i problemi (elettronica) della CBR 1000 non sono stati ancora risolti e Rea non sempre può togliere le castagne dal fuoco. La MV ha dovuto momentaneamente cambiare il proprio pilota, ma ovviamente non sono cambiati i risultati, a conferma che questa F4 non può essere competitiva nel mondiale Superbike e quindi aspettiamo la nuova F4 in versione 2015. La Kawasaki domina anche la classifica della EVO, dove Salom ha un vantaggio di 37 punti su Canepa, unico antagonista dello spagnolo per il titolo, nonostante che a Laguna Seca Niccolò abbia dovuto tornare Le pagelle di Laguna Seca di Carlo Baldi | Melandi 7,5, perfetto in Gara1 ma incompiuto; 8,5 a Sykes che pare inarrestabile; 8 a Guintoli, super costante nei risultati; 6 a Giugliano cade nel momento sbagliato: 5 a Baz, rimandato a settembre L a pista di Laguna Seca è senza dubbio la più spettacolare tra quelle incluse nel calendario del mondiale Superbike, ma non si può negare che non sia il massimo della sicurezza. Così come l’anno scorso (gara uno) anche quest’anno una delle due manche è stata interrotta dalle bandiere rosse a causa di cadute ed incidenti. E’ sempre difficile sposare la spettacolarità con la sicurezza, ma senza dubbio la seconda è più importante della prima. Con questo non vogliamo gettare la croce addosso alla pista californiana, ma di certo il 88 livello di sicurezza di Laguna non è dei più elevati. Per fortuna però il bollettino medico è meno preoccupante di quanto si temesse. Lo sfortunatissimo Barrier si è fratturato il tallone sinistro, Lowes ha solo una forte contusione ad un piede e Davies, dopo aver preso una brutta botta in testa, si è ripreso subito ed è stato tenuto a riposo in gara due solo a scopo precauzionale. E’ andata bene. Anche quest’anno all’Aprilia non riesce la doppietta e ancora a causa delle bandiere rosse e delle tre partenze, per una gara che si è risolta in uno sprint di soli sette giri. Una situazione 89 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito prematuramente al suo box (frizione) per la settima volta in diciotto gare. L’assurdo calendario della Superbike ci regala ora una pausa di quasi due mesi. Per rivedere in pista le derivate dalla serie dovremo attendere i primi di Settembre, quando a Jerez si disputerà il decimo round di questo mondiale 2015. E chissà forse per quella data la Dorna ci farà anche sapere quante gare mancano alla fine. 7,5 Marco Melandri Come al solito non brilla in Superpole, ma poi è perfetto in gara uno, dove ci mostra come avrebbe potuto essere questo campionato se Marco avesse trovato prima il feeling giusto con la RSV4. Nella seconda manche litiga con il cambio, si innervosisce e cade, gettando al vento una possibile doppietta. Incompiuto. 90 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica 8,5 Tom Sykes Fantastica Superpole quella di Tom che annichilisce i suoi avversari. In gara però la musica cambia. Lui ci prova nella prima manche, ma sbaglia subito al cavatappi e poi deve seguire le Aprilia da lontano. Il caos nella seconda manche riduce la gara ad uno sprint di pochi giri che Sykes già l’anno scorso dimostrò di gradire molto. Sul podio esulta perché conquista l’ottava vittoria, il tredicesimo podio stagionale e può andare in vacanza con un punto in più di vantaggio su Guintoli, dopo aver corso su di una pista favorevole alle Aprilia. Inarrestabile. 8 Sylvain Guintoli Che martello. Tre volte secondo, in Superpole come in gara. Nella prima manche non osa attaccare il suo compagno di squadra (dopo quanto accaduto a Portimao) lanciato verso il successo e nella seconda non fa in tempo a riprendere Sykes. Ma Sylvain c’è sempre, da sempre il massimo, non commette errori ed è l’unico dal quale Sykes deve guardarsi nella lotta per il titolo. 6 Davide Giugliano Ancora una volta cade nel momento sbagliato, quando sta per raccogliere un grande risultato. In gara uno è limitato da problemi ai freni ed è bravo a chiudere quarto. Nella seconda rimonta rabbiosamente sino ad arrivare alle spalle di Sykes. Ci prova all’entrata del cavatappi, ma tocca il cordolo e scivola. Peccato. 6,5 Jonathan Rea Nella sua prima volta a Laguna, Superbike Johnny va male in Superpole, è lontano dalle Aprilia nella prima manche e vince un terzo posto nella roulette della seconda. Non ci siamo. Ha trovato una grande costanza di rendimento (è l’unico assieme a Guintoli ad essere andato a punti in tutte le gare) ma la Honda non è competitiva come Kawasaki ed Aprilia e lui spreca il suo talento. 7 Toni Elias La pista californiana gli piace e la conosce bene. Parte sempre come un missile, ma poi si innervosisce, anche perché la sua RSV4 privata non è ancora come lui vorrebbe. Ma il team sta lavorando forte, Toni ci mette sempre l’anima ed è sempre più vicino ai primi. In gara due non ha più le gomme per resistere a Rea e a Laverty e per conquistare il suo primo podio in Superbike. 91 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Superbike sconti. Sino ad ora ha concluso tutte le gare e solo la pioggia di Portimao lo ha lasciato senza punti. Il titolo se lo merita tutto. 10 Sylvain Barrier La fortuna gli ha proprio voltato le spalle. Dopo tutto quello che ha dovuto passare in questa stagione, Sylvain stava finalmente assaporando la gioia di correre e raccoglieva ottimi risultati. Vederlo sbattere contro il muretto e poi fermo a terra, soccorso dai medici, ci ha stretto il cuore. Alla fine però la diagnosi parla di una frattura del tallone guaribile in due mesi. Quanto basta per arrivare a settembre e rivederlo a Jerez sulla sua BMW. Forza Sylvain! 5 Loris Baz Laguna è una pista molto particolare. O la ami o la odi. Lui in prova la odia e non ci capisce molto. Poi in gara emerge la sua rabbia agonistica, ma nono e sesto non sono risultati soddisfacenti per chi guida una Kawasaki ufficiale. Rimandato a settembre. 5 Alex Lowes Giovane ed irruento, sbaglia un po troppo spesso. Maluccio in Superpole, in gara vede il traguardo solamente nella prima gara, ma è ottavo. Nella seconda prova a stendere Baz all’ingresso del cavatappi, ma il francese sta in piedi e lui invece per poco non si frattura un piede. Power is nothing without (brain) control. 6 N.G. 6 7,5 Eugene Laverty Chi si rivede. Sesto in Superpole, Laverty potrebbe far bene su una delle piste che preferisce, ma la sua Suzuki lo tradisce nella prima manche e nella seconda va vicino al podio con un quarto posto, che però non cambia una stagione anonima assolutamente per un pilota della sua caratura. Leon Haslam Guintoli è tre volte secondo e lui è tre volte settimo, in Superpole e nelle due gare. Leon ci mette l’anima, ma con una moto con la quale fa fatica anche Rea non si possono fare miracoli. 92 Chaz Davies Bravo e veloce in Superpole ed in prova, ma in gara, quando è atteso tra i protagonisti, cade subito. Per fortuna il suo casco lavora bene e lui vuole correre, ma non convince i dottori che lo fermano per gara due. Protagonista mancato. David Salom E’ il Guintoli della EVO (ed è un complimento). Porta sempre a casa il risultato e anche in California è il primo della sua categoria. Lascia le prove a Canepa, ma poi in gara non fa 93 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Superbike Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica SBK Portimao Classifica Gara 1 Classifica Gara 2 Pos. Pilota Punti Pos. Pilota Punti 1 Melandri 25 1 Sykes 25 2 Guintoli 20 2 Guintoli 20 3 Sykes 16 3 Rea 16 4 Giugliano 13 4 Laverty 13 5 Elias 11 5 Elias 11 6 Rea 10 6 Baz 10 7 Haslam 9 7 Guintoli 9 8 Lowes 8 8 Salom 8 9 Baz 7 9 Andreozzi 7 10 Salom 6 10 Camier 6 Classifica Generale 94 Pos. Pilota Punti 1 SYKES 325 2 GUINTOLI 281 3 REA 261 4 BAZ 253 5 MELANDRI 217 6 DAVIES 159 7 GIUGLIANO 153 8 Elias 137 9 Laverty 134 10 HASLAM 133 95 SPECIALE motocross gp di FINLANDIA 96 97 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica continuità sul podio che durava da undici GP con una semplice scivolata nelle prime battute di gara che lo ha costretto a rientrare momentaneamente ai box per riparare i danni alla moto ed è poi rimontato sino al decimo posto. La seconda piazza è quindi andata a Steven Frossard, anche a lui a rischio nella seconda manche quando gli si è spenta la moto mentre era secondo anche se poi è riuscita ad accenderla e a chiudere la gara senza perdere posizioni. Il francese della Kawasaki, che mancava dal podio dal 2011, ha preceduto Kevin Strijbos messo a dura prova da un notevole calo fisico e da una partenza in ultima posizione, e Van Horebeek. Con due noni posto David Philippaerts si è assicurato un altro ottavo posto, mentre Davide Guarneri in giornata no per un forte imbarazzo di stomaco non è riuscito a fare meglio di quindicesimo. MX2 La nona vittoria consecutiva ha invece portato Motocross Jeffrey Herlings ad un passo dal suo terzo titolo MX2, che potrebbe già finalizzarsi nella prossima tappa della Repubblica Ceca. L’ufficiale KTM, che sulla veloce sabbia finlandese pareva facesse un altro sport rispetto ai suoi avversari tanto da infliggere in ogni manche distacchi abissali ai suoi inseguitori, si è lasciato alle spalle Tim Gajser, al suo quarto podio stagionale, e il compagno di squadra Jordi Tixier che la prossima stagione con buona probabilità correrà con i colori della Kawasaki CLS; sedicesimo Ivo Monticelli. Europeo 300 La penultima prova dell’Europeo 300 è andata a Samuele Bernardini sempre più lanciato verso il titolo grazie ai trentaquattro punti di vantaggio che ha accumulato su Marco Maddii questa volta piazzatosi terzo. Sesto invece Michele Cervellin nella 250 e quinto Gianluca Facchetti nella 85. Guarda tutte le classifiche Doppietta di Cairoli e Herlings sulla sabbia Finlandese di Massimo Zanzani | Sulla sabbia finlandese Cairoli domina e conquista anche il GP davanti a Frossard e Strijbos.Nella MX2 doppietta di Herlings, completano il podio di giornata Gajser e Tixier L e condizioni pesanti della pista e la notevole umidità che hanno reso particolarmente estenuante la tredicesima tappa Mondiale non hanno distolto Antonio Cairoli dalla sua missione che sta concretizzandosi a passi da gigante. La sua quinta doppietta stagionale, giunta di seguito a quella della Svezia, lo ha portato infatti ad avere 62 punti vantaggio su Jeremy Van Horebeek 98 e soprattutto la consapevolezza di procedere nel migliore dei modi. Assente Clement Desalle per i problemi alla schiena riportati a Uddevalla, e con l’ufficiale Yamaha meno preciso del solito, Tony ha mandato in porto una delle sue giornate esemplari in cui in entrambe le manche si è volatilizzato sin dalla partenza. Van Horebeek invece nella prima manche ha ottenuto un buon secondo posto, ma nella successiva ha spezzato la sua 99 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross tony Cairoli Un risultato importante anche per il campionato di Massimo Zanzani | Una doppietta che porta il campione messinese a oltre sessanta punti di distanza dagli inseguitori. “Era il momento di spingere, il momento di portare a casa punti importanti” ha dichiarato U n’altra doppietta. «Sì, siamo molto contenti, soprattutto per il campionato. Era il momento di spingere, il momento di portare a casa punti importanti. Manca poco alla fine del campionato, quindi era importante per me prendere un po’ di distanza dagli inseguitori. Qui abbiamo fatto una bella 100 gara, su una pista molto difficile, molto bucata e molto tecnica: una delle più dure del campionato». Hai più di 60 punti sugli inseguitori. Sei più tranquillo? «Non ho ancora pensato al campionato, però i punti sono importanti ed è importante portarne a casa sempre più degli altri. Mancano ancora tante gare ma cercheremo di fare il massimo». Non sbagli una partenza dopo i problemi di sorpassi che hai avuto. «Sì, abbiamo lavorato tantissimo sulla partenza, è importante continuare così, perché le piste di oggi hanno poche linee per sorpassare». 101 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb thomas Traversini “Cairoli al Motocross delle Nazioni correrà in MX2” di Massimo Zanzani | Il CT della FMI ha presentato la squadra Azzurra che parteciperà al MX delle Nazioni. La grande sorpresa è che Cairoli gareggerà nella MX2. Abbiamo intervistato Traversini che ci spiega perché I l Commissario Tecnico FMI Thomas Traversini, ha presentato la Squadra Nazionale (Cairoli, Guarneri e Philippaerts) che difenderà i colori della Maglia Azzurra al Motocross delle Nazioni 2014, in programma a Kegums (Lettonia) il prossimo 28 settembre. La clamorosa novità è rappresentata da Tony Cairoli (KTM) che correrà nella MX2. In questo modo il sette volte Campione del Mondo e attuale leader della classifica 2014 della MXGP, dimostra coraggio e disponibilità, mettendosi a disposizione della Squadra Nazionale. Gli altri componenti della Maglia Azzurra saranno così divisi: David Philippaerts (Yamaha) in MX Open e Davide Guarneri (TM) in MXGP. L’inserimento di Cairoli in MX2 offre alla compagine azzurra nuovi equilibri e la possibilità di puntare davvero in alto in questa prestigiosa competizione per squadre Nazionali. 102 THOMAS TRAVERSINI «I piloti sono chiaramente Antonio Cairoli, David Philippaerts e Davide Guarneri. La novità è la scelta – presa tutti insieme – di far correre Tony nella MX2. Lui è motivato a farlo per raggiungere un risultato di squadra e sinceramente questo ci dà una grossa carica per il Nazioni». Per quale motivo si è scelto di inserire Cairoli in MX2? «Per una serie di motivi. Abbiamo anche studiato le statistiche degli ultimi dieci anni e abbiamo visto che le squadre che hanno vinto il Nazioni (a parte un anno in America e in Francia, hanno sempre portato risultati in MX2 dal quarto all’ottavo posto. Chiaramente in questo momento Antonio è quello più accreditato a portare questo risultato. Sulla carta abbiamo una squadra che può puntare a qualsiasi gradino del podio». Cairoli ha anche una moto ufficiale che si adatta anche meglio a un risultato di alto livello. «Sì e questo è un altro motivo per cui è stata fatta questa scelta. Il questo momento i migliori tre piloti che abbiamo corrono tutti in MXGP, quindi uno dei tre doveva scendere in MX2 e Tony che corre per KTM ha una moto all’avanguardia e sviluppata, visto che ha un compagno di squadra che corre tutte le domeniche in quella classe». David invece nella Open «La MX Open corre la seconda e la terza manche quindi il pilota recupera meno, la pista è più rovinata. Lui è il guerriero quindi si presta bene a fare le ultime due manche». Una squadra che punta a quali risultati? «Puntiamo a qualsiasi posizione del podio e a migliorare il risultato dello scorso anno. Puntare alla vittoria, sulla carta, non è un’utopia». 103 Le foto più belle del GP di Svezia Un GP dominato da Tony Cairoli che replica la tattica di gara di Maggiora e raggiunge le 70 vittorie in carriera. Ecco gli scatti che raccontano il week end di gare a Uddevalla dentro e fuori dalla pista di Massimo Zanzani 104 105 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 106 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 107 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross Media 108 109 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 110 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 111 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross Editore: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. 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