QUARESIMA 2012
DIOCESI SAVONA-NOLI
PROGRAMMA DIOCESANO 2011-2014
L’EUCARISTIA NUTRE LA COMUNITÀ
ALLA RISCOPERTA DELLA MESSA DOMENICALE
“Non di solo pane vivrà l’uomo …” (Mt. 4,4)
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LA LETTERA DEL VESCOVO
È con vera gioia che mi rivolgo a voi, come già gli scorsi anni, in occasione
della Quaresima, per un momento di contatto che ci aiuti a camminare
insieme.
La Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore
della vita cristiana. È il periodo di impegno spirituale che ci prepara alla
Pasqua, la festa più importante di tutto l’anno liturgico, perché ci ricorda e ci
fa rivivere la Risurrezione del Signore, anticipo e garanzia della nostra futura
risurrezione, ma già autrice della nostra risurrezione quotidiana dal peccato.
La Pasqua è preparata da questo periodo di quaranta giorni ed è seguita da
altri cinquanta giorni, che sono il Tempo Pasquale fino alla Pentecoste; questi
periodi, assieme all’Avvento, sono chiamati tempi forti per il nostro impegno
spirituale ed ecclesiale: sono periodi fecondi nei quali la Chiesa ci dà con
maggiore abbondanza la Parola di Dio, ci esorta ad una vita più conforme al
Vangelo, ci invita ad una maggiore frequenza ai sacramenti, in particolare
quello della confessione, ci aiuta a partecipare a momenti e ricorrenze
particolarmente significativi, che ci fanno rivivere i fatti più importanti della
vita di Gesù.
Questo tempo è propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei
Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che
comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal
silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.
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Queste poche righe vogliono essere un appello affinché tutti prendiamo in
seria considerazione il programma pastorale diocesano che ci stimola a vivere
insieme un progetto di vita cristiana in famiglia, crescendo nella comunità
cristiana con un atteggiamento di corresponsabilità, maturando insieme
attorno
all’Eucaristia. E’
un progetto
che sottolinea
questi
aspetti
fondamentali, senza dei quali non c’è vita cristiana. Viverli e impegnarci
insieme in attività condivise favorisce la nostra comunione e ci fa crescere
come comunità. Come già altre volte, viene inviato del materiale a tutte le
parrocchie: potrà essere un ottimo strumento per questo lavoro condiviso.
Le attività tipiche della quaresima: la preghiera, il digiuno (ricordiamo
particolarmente le due giornate di astinenza e digiuno del mercoledì delle
ceneri e del venerdì santo e l’astinenza dalle carni ogni venerdì di quaresima)
e le opere di carità siano orientate e offerte al Signore con questa intenzione:
che ogni comunità riunita attorno all’ Eucaristia abbia un forte senso di
appartenenza, si coinvolga responsabilmente nella vita della parrocchia, si
lasci interpellare dalla Parola di Dio, cresca nella comunione, viva
concretamente la sua fede iniziando dalla sua famiglia, allarghi i suoi interessi
anche alle altre famiglie, viva concretamente il suo impegno nella società
sapendo che siamo chiamati a condividere i problemi, le ansie, le
preoccupazioni di tutti coloro con i quali abbiamo in comune vita, lavoro,
vicinanza di abitazione, e altro.
Voglio esprimere un caloroso invito a tutta la comunità diocesana:
parrocchie, sacerdoti, religiosi, diaconi, seminaristi, religiose, movimenti,
confraternite, associazioni di qualsiasi genere, affinché possiamo vivere
insieme questi momenti forti per la nostra conversione e per la vitalità della
nostra Chiesa locale.
Nel salutarvi tutti con affetto, vi invio la mia Benedizione.
+ Vittorio Lupi Vescovo
Savona, 2 febbraio 2012 Presentazione del Signore
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PRESENTAZIONE GENERALE
La celebrazione domenicale dell’Eucaristia è il momento culminante della nostra vita
ecclesiale, perché la comunità trova in essa la propria identità, il senso della sua unità e la
forza per il suo cammino (cfr LINEE PASTORALI DIOCESANE 2011-2014).
Il Pane, insieme al vino, è il segno più eloquente di questo cammino.
Espressione di un bisogno fondamentale dell’uomo, in quanto elemento
indispensabile al mantenimento e alla conservazione della vita (Es 16), e già presente
nella Pasqua ebraica, viene scelto da Gesù e messo in relazione ai bisogni più
profondi dell’uomo: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e
chi crede in me non avrà più sete». (Gv 6,35). La vera fame dell’uomo è fame di Dio,
della sua Parola che libera e salva e che in Gesù si fa carne per essere da noi
assimilata e donata. Per questo Gesù ci dice: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di
ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4b). Ed ancora: «Prendete e mangiate,
questo è il mio corpo … Fate questo in memoria di me». Ossia, “Fate anche voi quello
che ho fatto io; non solo un rito, ma ciò che questo rito significa e per cui io mi dono:
offrite voi stessi, diventate ‘pane spezzato’ per i fratelli!”. La fame dell’uomo è
soprattutto fame di queste relazioni: con il Padre e con i fratelli per mezzo del
Figlio, grazie all’azione dello Spirito.
È quanto avviene nella “mensa eucaristica”. C’è infatti una sostanziale
differenza tra semplice alimentazione ed il pasto. Alle origini l’Eucaristia era chiamata
“frazione del pane” perché per un cristiano l’Eucaristia non è solo il mangiare del
pane e il bere del vino divenuti corpo e sangue di Cristo, ma il condividere un pasto
simbolico, che accomuna, che riunisce (At 2,46; At 20,7; At 20,11). Come un pasto
simboleggia e sigilla la comunione e l’unità di coloro che vi partecipano, così per i
cristiani è l’Eucaristia. Elemento essenziale della festa umana, il pasto è sorgente di
gioia, di piacere, occasione di scambio e di conversazione.
Tutto questo non accade come per magia, ma per il mistero di ciò che opera
Dio nella vita di chi si dispone ad accogliere l’efficacia di questa sua Parola di salvezza
attraverso innanzitutto la consapevolezza di ciò che dicono i vari momenti rituali.
Perché la nostra fame è anche fame di significati … Per questo pensiamo
indispensabile imparare a conoscere meglio ciò che si celebra.
Il cammino quaresimale ci dà l’occasione di spezzare insieme anche questo pane,
costituito dalla ricchezza dei momenti essenziali del rito con i loro diversi aspetti. In
concreto, per ogni domenica di Quaresima si propone l’approfondimento di 5
parti mediante l’esposizione di un pannello illustrativo su cui ogni domenica,
all’inizio della Messa, con un piccolo rito, si affigge la parola-chiave di ogni singola
riflessione che al termine della Messa viene poi distribuita a tutti.
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ILLUSTRAZIONE DEL MATERIALE
1.
CARTELLONE GENERALE QUARESIMA 2012
♦ Il cartellone (90 x 130) riporta lo slogan della Quaresima 2012.
Necessita di un supporto e va situato in un posto il più visibile
possibile in armonia con tutto ciò che è già presente sul presbiterio.
♦ Il cartellone ha intenzionalmente diversi spazi bianchi da riempire
con l’applicazione di una parola-chiave collegata al momento
eucaristico che si sottolineerà nelle 5 domeniche di Quaresima. I
punti nei quali applicare le cinque parole sono indicati in filigrana.
♦ È opportuno tenere il cartellone sul presbiterio almeno fino a
Pasqua.
2.
LE CINQUE “PAROLE-CHIAVE”
Le cinque parole (una per ogni domenica) sono: Perdono, Ascolto,
Presenza, Comunione, Invio. Sono riprodotte ciascuna su una
striscia di cartoncino da applicare sul cartellone di domenica in
domenica all’inizio della Messa. Sono date insieme al cartellone, ma le
potete anche preparare con le classi di catechismo o con altri gruppi.
3.
LA SCHEDA SETTIMANALE DA DISTRIBUIRE
La scheda, in formato A4 piegato, riporta:
♦ la spiegazione della parte della Messa che si vuole sottolineare,
♦ la proposta di una preghiera che coniuga la Parola del giorno con la
parte della messa sottolineata.
♦ Una doppia facciata vuota, per dar modo a ciascuno di scrivere a
casa ciò che ha ricevuto nella Celebrazione eucaristica. Si inviterà le
persone a tagliare le parti compilate da loro e riportarle in chiesa
nella quinta domenica di Quaresima.
♦ Il momento della consegna della scheda è sempre dopo la
comunione, attraverso alcune persone che passano e distribuiscono.
♦ Nella prima domenica le schede da distribuire sono due: una di
presentazione generale e la seconda specifica della domenica.
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SVOLGIMENTO DEI RITI
Ogni domenica si propone di evidenziare tre momenti:
AFFISSIONE DELLA PAROLA-CHIAVE
Al termine della processione di ingresso e durante il canto iniziale la
parola-chiave viene applicata sul cartellone dal sacerdote che presiede o
da un’altra persona. Dopo il saluto iniziale, il sacerdote presenta brevemente
il significato del percorso quaresimale e del momento rituale che si intende
evidenziare.
RECITA IN COMUNE DELLA PREGHIERA
Dopo la Comunione, quando tutti i fedeli sono ritornati al loro posto, alcuni
incaricati distribuiscono a ciascuno la scheda specifica da portare a casa
(vedi p.5 al n. 3) e per recitare insieme in questo momento la preghiera
suggerita. In alternativa, il sacerdote può invitare a recitarla in famiglia.
RITO SPECIFICO PER OGNI DOMENICA
I Domenica: PERDONO
Incontrarsi e riconoscersi peccatori
Viene evidenziato nell’ATTO PENITENZIALE l’aspetto dell’acclamazione alla
misericordia di Dio su cui si fonda il nostro cammino di conversione.
Il sacerdote può usare queste parole.
Invito all’atto penitenziale
Lasciamoci condurre dallo Spirito Santo sulle orme di Gesù, per abbandonare
i nostri idoli di morte e riscoprire il primato del Signore che dona la vita.
Invocazioni per l’atto penitenziale
- Signore, che dopo il diluvio hai posto nel cielo l’arco dell’alleanza,
manifestaci la grandezza della tua misericordia. Kyrie, eleison (oppure
Signore, pietà).
- Cristo, che ci hai purificati nelle acque del Battesimo, manifestaci la
grandezza della tua misericordia. Christe, eleison (Cristo, pietà).
- Signore, che hai vinto le tentazioni del maligno, manifestaci la grandezza
della tua misericordia. Kyrie, eleison (Signore, pietà).
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II Domenica: ASCOLTO
Ascoltare la Parola
Si suggerisce di valorizzare l’EVANGELIARIO nella processione di ingresso.
Deposto sull’altare spoglio, richiama come la Parola si fa vita per la salvezza
del mondo. È opportuno accompagnare la processione all’ambone con
l’incenso, i ceri in segno di venerazione e di accoglienza della Parola di vita e,
naturalmente, con l’acclamazione al Vangelo.
III Domenica: PRESENZA
Un evento che si riattualizza
Si propone di sottolineare con il canto i tre interventi dell’assemblea durante la
Preghiera eucaristica che, dopo il dialogo iniziale, ruotano attorno al momento
culminante della presenza di Cristo in mezzo a noi: il canto del Santo,
l’acclamazione del Mistero della fede e dell’Amen conclusivo.
IV Domenica: COMUNIONE
Partecipare alla mensa del Signore
Sarebbe significativo distribuire la Comunione sotto le specie del pane e del
vino “al fine di manifestare ai fedeli con maggior chiarezza la pienezza del segno
nel convivio eucaristico” (da Istr. “Redemptionis Sacramentum”). Prima della
benedizione finale occorre ricordare ai fedeli di portare, la domenica
successiva, le parti delle schede su cui hanno indicato il “nutrimento” ricevuto
in ogni Celebrazione eucaristica.
V Domenica: INVIO
Inviati nel nome del Signore
All’Offertorio insieme alle offerte, quale segno di condivisione, vengono
raccolte in un cesto le parti compilate a casa delle schede distribuite durante
il percorso quaresimale, sulle quali ciascuno ha scritto ciò che ha ricevuto
come nutrimento dalle celebrazioni vissute e dalla comunità.
Prima della benedizione finale, si invitano alcuni fedeli già preparati prima, in
rappresentanza delle varie fasce di età, a presentarsi davanti al presbiterio per
accogliere il Mandato di portare nel mondo il nutrimento eucaristico ricevuto,
con questa preghiera: Benedici o Signore questi tuoi figli che si sono
nutriti alla mensa della tua Parola e del tuo Corpo. La ricchezza che
hanno ricevuto da questo tuo pane possa essere condivisa da loro con
tutte le persone che incontreranno sul cammino di ogni giorno. Amen.
Agli stessi viene dato l’incarico di distribuire a tutti all’uscita della chiesa i fogli
raccolti.
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PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA 26 FEBBRAIO
L’ATTO PENITENZIALE
PAROLA-CHIAVE
PERDONO
INCONTRARSI E RICONOSCERSI PECCATORI
La celebrazione eucaristica ha inizio con il canto d’ingresso. Esso ha lo scopo
non solo di accompagnare la processione dei ministri, ma anche di favorire l’unione
dei fedeli e introdurre nel tema del giorno e del tempo. Il riunirsi dei cristiani per la
Messa è già di per sé un gesto importante: ognuno lascia la propria casa, vince il
desiderio di starsene tranquillo, e, soprattutto, vuole incontrare i propri fratelli. Non
si è infatti cristiani da soli. È questo il primo messaggio che possiamo cogliere dai
riti introduttivi: il saluto di chi presiede, l’Atto penitenziale, il Kyrie Eleison, l’inno di
lode, cioè il Gloria (se previsto) e l’orazione colletta. Così infatti si esprime il Messale
Romano: «Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una
comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare
degnamente l’Eucaristia».
Senza dubbio si tratta di “riti che iniziano”, cioè di ‘preliminari’, ma come in
ogni relazione umana, i preliminari, se vissuti bene, sono tutt’altro che superflui per
instaurare un autentico rapporto con l’altro. Per cui arrivare in ritardo, mettersi gli
uni accanto agli altri senza neanche guardarsi come potrebbero fare degli estranei,
isolarsi in un angolo o in fondo alla chiesa, sono tutti comportamenti anomali, in
contrapposizione più o meno profonda con il senso del riunirsi. Pertanto senza una
graduale consapevolezza dell’importanza di questi riti, l’Eucaristia sarebbe in qualche
modo menomata.
L’Atto penitenziale costituisce il momento più significativo di questa prima
parte della Messa. Presente fin dai primi tempi della Chiesa secondo la
testimonianza della Didachè (I sec.) che diceva: “Nel giorno del Signore, riunendovi,
spezzate il pane e rendete grazie dopo avere confessato i vostri peccati perché sia
pura la vostra offerta”, l’Atto penitenziale non intende affatto essere una specie di
esame di coscienza, ma un prendere atto della misericordia infinita di Dio su cui si
fonda il nostro cammino di conversione. Per questo tra le varie modalità previste
suggeriamo per questo tempo di Quaresima quella in cui il sacerdote introduce la
richiesta di perdono (Kyrie eleison) con brevi inserimenti testuali di carattere
cristologico sulla base della parola di Dio del giorno. Si tratta di semplici
acclamazioni a quella misericordia di Dio che si è manifestata in Cristo e che
deve trasparire tra di noi.
Rito da evidenziare: ATTO PENITENZIALE (vedi a pag. 6)
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PREGHIAMO INSIEME DOPO LA COMUNIONE
Signore Gesù,
siamo raccolti in preghiera
in questa prima tappa del cammino quaresimale.
Sebbene il peccato ci abbia fatto vagare lontano,
Tu riproponi la tua Alleanza,
perché nel segno del tuo amore
ritroviamo il senso della nostra fede:
la nostra conversione a te.
Ti ringraziamo perché nell’Eucaristia,
attraverso l’esperienza del tuo perdono,
possiamo stupirci della tua infinita misericordia.
O Signore, fa’ che la Quaresima
sia veramente il tempo
dell’esperienza di te e della tua Parola.
Toglici dal frastuono del mondo
e portaci nel deserto della meditazione,
per ascoltare la tua voce che parla al nostro cuore.
Sgorghino sentimenti di pace, desiderio di bene,
impegno di condivisione e di servizio.
Amen
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SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA 04 MARZO
LA PAROLA DI DIO
PAROLA-CHIAVE
ASCOLTO
ASCOLTARE LA PAROLA
Alla radice di quell’unica alleanza che Dio ha voluto realizzare in due tempi,
prima con Mosè e poi in Cristo, c’è un unico verbo che risuona continuamente:
«Ascolta Israele ...» (cfr Dt 4-6.9.20.27…). «Questo è il figlio mio, l’amato:
ascoltatelo!» (Mc 9,7). L’ascolto è l’atteggiamento essenziale del credente. È il
primo e fondamentale gesto liturgico: non un atteggiamento passivo, ma
partecipazione attiva interiore ed esteriore che porta all’accoglienza consapevole
di ciò che è stato proclamato per metterlo in pratica. Nella Liturgia della Parola
l’ascolto trova la sua collocazione più significativa. Non si tratta di un momento di
meditazione e di catechesi, ma è il dialogo di Dio con il suo popolo, è preghiera
nel significato più alto di questo termine: esperienza di Dio che parla!
Le prime letture domenicali sono scelte sempre in funzione del Vangelo, in
esse è possibile ascoltare quasi tutte le pagine più importanti dell’Antico
Testamento. Con il salmo responsoriale, sempre strettamente legato alla lettura
che lo precede, si offre all’assemblea la possibilità di esprimere la propria reazione
all’ascolto della Parola. Anzi, è la stessa Parola ascoltata che si fa preghiera
attraverso quei salmi che fanno memoria delle grandi azioni di Dio e della sua
fedeltà. Potremmo dire che è Dio stesso che ci mette nel cuore e sulle labbra le
parole da dire a Lui. Il salmo è un testo poetico destinato al canto e, pertanto,
questa sua natura va conservata, ma perché il versetto del salmo (sintesi della
Parola) cantato da tutta l’assemblea favorisce l’unanimità e aiuta il ricordo
(= portare al cuore) della parola stessa.
La seconda lettura, tratta dalle Lettere apostoliche o dall’Apocalisse, passa in
rassegna tutte le pagine più significative di questi testi biblici, ancora poco
conosciuti dalla maggioranza dei cristiani.
Naturalmente la lettura del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della
Parola. La tradizione liturgica fin dai primi secoli prepara e accompagna questo
momento con una tale ritualità da costituire in qualche modo una celebrazione
quasi autonoma all’interno della Messa: la processione con l’evangeliario, l’incenso, i
candelieri, il bacio, la benedizione … Ma è soprattutto con l’Acclamazione al
Vangelo, grido di gioia, di festa, di accoglienza entusiasmante che tutta
l’assemblea, e non il solo gruppo dei cantori, manifesta nel canto la propria fede.
Rito da evidenziare: INGRESSO CON L’EVANGELIARIO (vedi a p. 7)
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PREGHIAMO INSIEME DOPO LA COMUNIONE
Signore Gesù,
continua il nostro cammino quaresimale:
dal deserto della tentazione
siamo portati sul monte della Trasfigurazione.
Vuoi farci intravedere la gioia perfetta
riservata a quanti sanno vivere
nell’ascolto operoso della tua Parola
che anche oggi ci hai donato,
nella fiducia totale in te,
nell’impegno esigente del servizio ai fratelli.
Troppe volte, Signore,
ci sentiamo stanchi per il cammino troppo duro,
sfiduciati perché non vediamo i frutti del nostro impegno,
rinunciatari perché le tue esigenze sono alte
rispetto alle proposte del mondo.
Donaci la forza di continuare nella fedeltà,
come Abramo che ha sperato contro ogni speranza.
La nostra risposta fedele e convinta
si faccia esperienza viva della tua presenza.
La tenacia nel nostro cammino quaresimale
ci conduca a riscoprire, nella gioia,
il valore del dono totale di te nella nostra vita. Amen
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TERZA DOMENICA DI QUARESIMA 11 MARZO
LA PREGHIERA EUCARISTICA
PAROLA-CHIAVE
PRESENZA
UN EVENTO CHE SI RIATTUALIZZA
“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro” (Mt
18,20). Cristo è sempre presente nella sua chiesa. Ma in modo speciale è presente
nel sacrificio della Messa, sia nell’assemblea che celebra sia nella persona del
ministro che lo rappresenta, sia in modo mirabile nelle specie del pane e del vino
che divengono realmente il suo corpo e il suo sangue. Questa trasformazione
accade per l’intervento dello Spirito Santo implorato dal sacerdote a nome di tutta
l’assemblea in forza di ciò che ha fatto e detto Gesù nell’ultima sua cena, quando si è
offerto vittima per la nostra salvezza. “Fate questo in memoria di me” … Non si tratta
di un semplice ricordo di un avvenimento del passato, ma della rinnovata
attualizzazione del mistero della salvezza (la morte e risurrezione di Cristo) che viene
offerta a tutti coloro che, condividendo quel pane (il suo corpo donato), intendono
accogliere il senso di tale dono: offrire la propria esistenza concreta “come sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio …” (Rom 12,1).
Questo momento centrale e culminante dell’intera celebrazione è inserito nel
contesto della Preghiera eucaristica che costituisce l’elemento originario della
Messa. Spesso si ha l’errata convinzione che questo momento riguardi
esclusivamente il sacerdote che presiede, ma non è così. “Il significato di questa
preghiera è che tutta l’assemblea dei fedeli si unisca insieme con Cristo nel
magnificare le grandi opere di Dio e nell’offrire il sacrificio”. Per questo sono previsti
dal rito non pochi interventi dell’assemblea che andrebbero messi maggiormente in
evidenza, ad esempio con il canto.
Li elenchiamo. Il dialogo iniziale: il nostro orientamento al Padre (“In alto i
nostri cuori …”). Il Santo, con il quale si dà pienezza di verità alle parole del Prefazio
(prima parte della Preghiera) che esorta a cantare “uniti agli angeli e ai santi”.
L’Acclamazione del “Mistero della Fede” cui si proclama il mistero pasquale:
morte, risurrezione di Cristo e la sua ultima venuta nella gloria … Infine il canto
dell’Amen, in risposta all’acclamazione trinitaria del sacerdote che accompagna il
gesto dell’elevazione del Corpo e Sangue di Cristo al termine della Preghiera
eucaristica.
Rito da evidenziare:
INTERVENTI DELL’ASSEMBLEA NELLA PREGHIERA EUCARISTICA (vedi a p. 7)
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PREGHIAMO INSIEME DOPO LA COMUNIONE
Signore Gesù,
ti ringraziamo per il grande dono della tua presenza,
nei segni del pane e del vino che ti abbiamo offerto.
Attraverso questi segni
tu continui ad operare in mezzo a noi
la tua missione di salvezza.
Dona a tutti noi di lasciarci illuminare
dalla sapienza della croce,
perché solo alla luce della tua vita crocifissa,
la legge diventa amabile,
le esigenze del Vangelo si manifestano desiderate,
il chiaro invito a prendere la nostra croce
si attua nel gioioso impegno di seguire te,
che sei il crocifisso per amore.
O Signore, in questo cammino quaresimale
donaci la forza necessaria
per superare resistenze, assenze e superficialità.
Rendici convinti che, amando la legge del tuo amore,
potremo celebrare la pienezza della tua presenza
che ci offrirai nella gioia della tua Pasqua. Amen
DOMENICA PROSSIMA 18 MARZO
Appuntamento per tutti, convocati dal nostro Vescovo, per la
Festa di Nostra Signora di Misericordia - Patrona della diocesi
Chiediamo cortesemente di comunicare gli orari ai fedeli
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QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA 18 MARZO
LA COMUNIONE PAROLA-CHIAVE COMUNIONE
PARTECIPARE ALLA MENSA DEL SIGNORE
La Comunione eucaristica è l’atto culminante che giustifica tutta la
celebrazione della Messa. Non è un’opinione; l’ha detto Gesù: «Prendete e
mangiate … Prendete e bevete ...». Gesù, ancora una volta, ha parlato al
plurale rivolgendosi ai suoi discepoli seduti a mensa con Lui.
Il primo aspetto che va sottolineato pertanto è questo: la Comunione
non è un fatto solo personale e devozionale, ma espressione di un gesto
comunitario e la processione dei fedeli vuole evidenziare proprio questo
carattere. Il canto alla Comunione dovrà mettere in luce questa realtà,
favorendo innanzitutto la ‘comunione dei cuori’ di chi va a ‘nutrirsi dell’unico
pane’.
Il secondo aspetto è indicato nella formula stessa: “Il Corpo di Cristo.
Amen”. Si tratta di una professione di fede, anzi la più importante all’interno
della Messa, in quanto la Comunione ne è il vertice. Rispondendo: “Sì, è vero,
è proprio il corpo di Cristo” (questo diciamo con l’Amen) non si vuole solo
riconoscere la presenza reale di Cristo nel segno del pane, ma anche la
nostra disponibilità ad essere membra del suo Corpo, perché attraverso di
noi possa continuare ad essere ancora visibile al mondo.
Infine non va dimenticato il fatto che la Comunione è un dono che si
riceve. A partire del gesto di Gesù che durante l’ultima cena porge Egli
stesso il pane e il calice ai suoi discepoli, così nella Chiesa è sempre rimasta
la prassi che la Comunione si riceva da un ministro. In altri termini, è Cristo
che continua liberamente a far dono di sé, non possiamo noi pretenderlo …
Rito da evidenziare: COMUNIONE SOTTO LE DUE SPECIE (vedi a p. 7)
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PREGHIAMO INSIEME DOPO LA COMUNIONE
Signore Gesù,
continuando il cammino verso la Pasqua,
siamo invitati a guardare la tua persona
crocifissa al legno della croce.
Tu sei sorgente di vita,
speranza di novità, promessa di risurrezione.
Signore, ci risulta difficile contemplarti,
perché ci sentiamo stranieri nei tuoi confronti.
Ci siamo allontanati troppo da Te.
Abbiamo infranto i legami di amore che tu,
con grande pazienza,
sei andato intessendo di giorno in giorno.
Anche oggi ti sei fatto per noi pane spezzato,
perché nutrendoci di Te
possiamo vivere da fratelli
e così testimoniare il tuo amore:
per questo ti ringraziamo.
Fa’ che tutti noi sappiamo volgere lo sguardo verso Te.
O Signore, donaci la certezza che,
solo contemplando la tua croce,
potremo riconoscere i tuoi lineamenti di risorto. Amen
DOMENICA PROSSIMA 25 MARZO
RACCOLTA FONDI “PERCHÉ NON MANCHI IL PANE”
per aiutare coloro che stanno vivendo problematiche lavorative e per
sostenere il Laboratorio Formativo al lavoro gestito dalla Fondazione
Diocesana ComunitàServizi onlus per persone emarginate. (Vedi pag. 18)
RICORDARE ALLE PERSONE DI PORTARE ALLA MESSA DI DOMENICA
PROSSIMA i fogli compilati nelle scorse settimane.
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QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA 25 MARZO
IL CONGEDO
PAROLA-CHIAVE
INVIO
INVIATI NEL NOME DEL SIGNORE
L’icona eucaristica di Emmaus ci presenta i due discepoli che, entrati
stanchi nella locanda, dopo aver spezzato il pane con il Risorto e, incuranti
dell’ora ormai tarda, ritornano immediatamente sui loro passi per portare la
“bella notizia” agli altri … È, forse, l’immagine più eloquente per esprimere ed
aiutarci a vivere l’atto finale della Messa. I riti conclusivi, pur nella loro
sobrietà, sono in questo senso tutt’altro che superflui. Il loro scopo infatti è
quello di sollecitarci a portare nella vita ciò che si è celebrato attraverso i
segni sacramentali.
Andando per ordine, troviamo innanzitutto la purificazione dei vasi
sacri (patena, pisside, calice) che è opportuno, quando ciò sia possibile, fare
in un luogo a parte, e non sull’altare, per favorire il silenzio previsto dopo la
Comunione. Questo silenzio, infatti, costituisce un vero e proprio gesto
rituale, cioè compiuto insieme, sacerdoti e fedeli, come atto liturgico: è il
momento in cui tutti ci si pone davanti al mistero celebrato per rendere
grazie e diventare maggiormente consapevoli del dono ricevuto. Sentimenti
di ciascuno che possono sfociare, come è previsto, in un canto di
ringraziamento di tutta l’assemblea e che il presidente raccoglie
nell’orazione finale “affinché la partecipazione ai divini misteri porti frutti di
giustizia e di carità nella vita presente e salvezza eterna in quella futura”. Solo
dopo questa preghiera si possono dare eventuali avvisi alla comunità.
Si giunge così alla benedizione finale e al congedo. Nella liturgia il
congedo, di sua natura, è sempre anche un invio. Pertanto comporta quasi
spontaneamente anche una ‘benedizione’, cioè l’invocazione della luce e
della forza che viene dall’alto per portare a termine la missione ricevuta.
Infine, con una delle varie formule di congedo (es. “Nel nome del Signore,
andate in pace ...”), l’assemblea si scioglie perché “ognuno ritorni alle sue
occupazioni lodando e benedicendo il Signore”.
Rito da evidenziare: PREGHIERA DEL MANDATO (vedi a p. 7)
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PREGHIAMO INSIEME DOPO LA COMUNIONE
Signore Gesù,
in questo incontro di grazia
ci hai annunciato la tua glorificazione,
nel segno della vita donata
e della morte vissuta
come offerta per la vita del mondo.
Il tuo modo di pensare, Signore,
è diverso dalle affermazioni troppo sicure degli uomini,
che amano cercare il senso del vivere
e la logica del convivere
nel prestigio e nella forza.
Tu, invece, ci richiami al dono disinteressato,
al morire perché gli altri risorgano,
all’offerta che non aspetta tornaconto,
al riconoscersi nel seme che marcisce sottoterra,
perché nel mondo rifiorisca una vita nuova.
O Signore, donaci in questi giorni,
la forza e il desiderio di guardare alla tua Croce,
per leggere su quel legno
la storia del tuo amore
e la proposta della nostra vocazione:
portare nella vita di ogni giorno
ciò che ora abbiamo celebrato nella fede. Amen
MERCOLEDÌ SANTO 4 APRILE
Appuntamento per tutti, convocati dal nostro Vescovo in Cattedrale,
per la SANTA MESSA CRISMALE
Chiediamo cortesemente di comunicare gli orari ai fedeli
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DOMENICA 25 MARZO
GIORNATA DIOCESANA DI RACCOLTA FONDI
“PERCHÉ NON MANCHI IL PANE”
PER AIUTARE COLORO CHE STANNO VIVENDO PROBLEMATICHE
LAVORATIVE
Vi comunichiamo alcuni dati dell’anno 2011 che la Caritas Diocesana sta
ancora elaborando, legati alle persone con problematiche lavorative che si
sono rivolte alla rete dei Centri di Ascolto parrocchiali della nostra Diocesi.
680 persone con problematiche lavorative, di cui 350 donne e 330 uomini.
Per 110 di queste (77 donne e 33 uomini), gli operatori del Centro Ascolto
Diocesano e del Centro Ascolto dell’Unità pastorale di S. Francesco e di
S. Lorenzo sono intervenuti operativamente.
PER SOSTENERE IL LABORATORIO FORMATIVO AL LAVORO PER
PERSONE EMARGINATE GESTITO DALLA FONDAZIONE DIOCESANA
COMUNITÀSERVIZI
La sede operativa è a Valle di Vado (SV), Via Caviglia, 25 c/o Parrocchia
N.S. Regina della Pace. Telefono: 019.807258 – 3460159781
Orario di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.00
Il Laboratorio ha lo scopo di far riscoprire alle persone con disagio sociale le
condizioni adeguate per un impegno lavorativo. Attraverso attività manuali,
questo servizio si concretizza in percorsi formativi finalizzati a recuperare le
competenze delle persone, autostima, capacità relazionale, rispetto
dell'orario, acquisizione di conoscenze per una maggiore qualificazione.
PER LE DONAZIONI
* Bonifico a Fondazione Diocesana ComunitàServizi
causale RACCOLTA QUARESIMA 2012
IBAN IT66 D063 1010 6030 0000 0860 580
* direttamente presso gli Uffici della Caritas in via Mistrangelo 1 a Savona
dalle 9.00 alle 12.00 dal lunedì al venerdì
* direttamente presso la Curia diocesana in Piazza Vescovato a Savona
dalle 9.30 alle 12.00 dal lunedì al venerdì
18
INDICE
Lettera del Vescovo
pag. 2
Presentazione
4
Illustrazione del materiale
5
Svolgimento dei riti
6
I Domenica di Quaresima
8
II Domenica di Quaresima
10
III Domenica di Quaresima
12
IV Domenica di Quaresima
14
V Domenica di Quaresima
16
Raccolta Fondi “Perché non manchi il pane”
18
19
Stampa BN Marconi Genova
www.diocesisavona.it
20
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Libretto Percorso eucaristico Quaresima 2012 x i parroci