CON IL PATROCINIO DI
Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì 29 febbraio 2016 - ore 21.00
SERIE «Festival Omaggio a Milano» 2016
LEONIDAS KAVAKOS
Pianista ENRICO PACE
Violinista
CLAUDE DEBUSSY (1862 - 1918)
SONATA N. 3 IN SOL MINORE
Allegro vivo ; Intermède - Fantasque et léger ; Finale - Très animé
KAROL SZYMANOWSKI (1882 – 1937)
MYTHES OP.30
1. La fontana d’Aretusa; 2. Narciso; 3. Driadi e Pan
RICHARD STRAUSS (1864 - 1949)
«DER ROSENKAVALIER» OP. 59: VALZER (arr. Vasa Příhoda)
SONATA IN MI BEMOLLE MAGGIORE OP. 18
Allegro, ma non troppo; Improvisation, Andante cantabile; Finale Andante - Allegro
LEONIDAS KAVAKOS - Ha studiato con Kafantaris, Gingold e Rados; ha vinto,
ventenne, tre importanti premi, il ‘Sibelius’ e il ‘Premio Paganini’ tre anni dopo aver avuto
l’opportunità di essere il protagonista della prima registrazione nella storia, della versione
originale del Concerto per violino di Sibelius (1903/4), che si è aggiudicata un ‘Gramophone
Award’. Ha avuto l’onore di suonare sul celeberrimo violino ‘Il Cannone’ Guarneri del Gesù
appartenuto a Paganini. Kavakos ha collaborato con Wiener Philharmoniker (Eschenbach,
Chailly), Berliner Philharmoniker (Rattle), Orchestra del Concertgebouw (Jansons, Gatti),
London Symphony Orchestra (Gergiev, Rattle), Orchestra del Gewandhaus di Lipsia
(Chailly), Staatskapelle di Dresda, Filarmonica di Monaco di Baviera, Orchestre de Paris,
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Filarmonica della Scala e,
negli Stati Uniti, con la Philadelphia Orchestra, New York Philharmonic, Boston Symphony,
Chicago Symphony e Los Angeles Philharmonic. Nell’attuale stagione sarà in tournée con
London Symphony Orchestra in Spagna, con Bayerischer Rundfunk negli Stati Uniti e
suonerà ai Festival di Verbier, Notti Bianche di San Pietroburgo, Edimburgo, Tanglewood e
Annecy, oltre a presentare il ciclo delle Sonate di Beethoven ai Musikfestspiele di Dresda.
Da alcuni anni Kavakos ha iniziato a dirigere, collaborando con London Symphony
Orchestra, Boston Symphony, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Orchestra del
Maggio Musicale Fiorentino, Wiener Symphoniker e Budapest Festival Orchestra. In questa
stagione torna a dirigere i Wiener Symphoniker, la Chamber Orchestra of Europe,
l’Orchestre Philharmonique de Radio France e, per la prima volta, i Bamberger
Symphoniker, la Danish National Symphony, l’Orchestra Sinfonica della Radio Olandese, la
Filarmonica di Rotterdam e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La sua
prima pubblicazione contenente l'Integrale delle Sonate per violino di Beethoven eseguite
con Enrico Pace è stata premiata come ‘Instrumentalist of the Year’ agli ECHO Klassik
Awards del 2013. La seconda pubblicazione ha previsto, nell'ottobre 2013, il Concerto per
violino di Brahms registrato con il Gewandhausorchester di Lipsia e Riccardo Chailly,
mentre il terzo disco, contenente le Sonate per violino di Brahms eseguite con Yuja Wang, è
stato pubblicato nella primavera 2014. Kavakos è stato premiato come ‘Gramophone Artist
of the Year 2014’. La sua discografia include i Concerti per violino e la Sinfonia n. 39 di
Mozart e il Concerto per violino di Mendelssohn con la Camerata Salzburg (ECHO Klassik
come ‘Best Concerto Recording’ 2009). Nato e cresciuto ad Atene in una famiglia di
musicisti, ha sempre mantenuto uno stretto rapporto con il Paese natale: per quindici anni
ha curato la serie di musica da camera del Megaron di Atene dove hanno suonato
Rostropovich, H. Schiff, Ax, Lugansky, Wang e Capuçon. Negli ultimi due anni ha curato,
sempre ad Atene, una importante masterclass annuale di violino e musica da camera,
attirando violinisti ed ensemble di tutto il mondo e dimostrando il suo forte impegno nella
trasmissione della conoscenza e le tradizioni musicali. Oltre all’interesse sconfinato e
all’incessante impegno rivolti ai diversi stili musicali, Kavakos ha una grande passione per
l’arte della liuteria, da lui considerata un profondo mistero e un segreto tutt’oggi non ancora
svelato. Suona uno Stradivari ‘Abergavenny’ del 1724 ma possiede alcuni violini moderni
realizzati da Florian Leonhard, Peter Greiner, Eero Haahti e David Bague e archetti di
François Xavier Tourte, Dominique Peccatte, Jean Pierre Marie Persois e Joseph Henry. É
ospite regolare di Serate Musicali, per cui ha realizzato anche alcuni cicli cameristici.
http://leonidaskavakos.com/ | https://facebook.com/leonidas.kavakos.violin
SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI
Si ricorda che è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione
ENRICO PACE - Nato a Rimini, ha studiato con Franco Scala al Conservatorio di Pesaro,
dove si è diplomato anche in composizione e direzione d'orchestra. Si è perfezionato
all'Accademia Pianistica Internazionale "Incontri col Maestro” di Imola. Suo prezioso
mentore in seguito è stato il didatta belga Jacques de Tiège. Dopo la vittoria del primo
premio al Concorso Internazionale Franz Liszt di Utrecht nel 1989, Pace si è esibito in tutta
Europa (Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala di Milano, Herkulessaal di
Monaco di Baviera, Philharmonie di Berlino). É stato invitato a suonare ai Festival di
Lucerna, Salisburgo, Edimburgo, La Roque d’Anthéron, Rheingau e al Festival Pianistico di
Brescia e Bergamo. Molto apprezzato come solista, suona con Royal Orchestra del
Concertgebouw, Filarmonica di Monaco, BBC Philharmonic Orchestra, Orchestra
Nazionale di Santa Cecilia, MDR-Sinfonieorchester di Lipsia, Camerata Salzburg, Orchestra
Filarmonica di Varsavia, collaborando con direttori quali: Benzi, Noseda, Kocsis, Kord,
Elder, Foster, Fürst, Robertson, Sinaisky, Skrowaczewski, Weil, Weller e Wit. Agli impegni
solistici affianca un’intensa attività cameristica; ha collaborato con il Quartetto Prometeo, il
Quartetto Keller, la cornista Marie Luise Neunecker, la violinista Liza Fertschman, la
clarinettista Sharon Kam, il violoncellista Daniel Müller Schott e il baritono Matthias
Goerne. Ha preso parte a diversi Festival di Musica da Camera tra cui quelli di Delft, Risør,
Kuhmo, Stresa e Moritzburg. Forma stabilmente un duo pianistico con Igor Roma.
Collabora con il violinista Frank Peter Zimmermann, con il quale suona in Europa, Estremo
Oriente e Sud America; insieme hanno inciso la Sonata n. 2 di Busoni e le sei Sonate per
violino e tastiera BWV 1014-1019 di J.S.Bach. Nel 2013 è uscito un nuovo cd dedicato a
Hindemith. Si esibisce regolarmente in recital con Leonidas Kavakos e il loro progetto
dedicato alle Sonate di Beethoven si è concretizzato in un'incisione integrale che ha ottenuto
il “Premio Abbiati” della critica italiana.
CLAUDE DEBUSSY - Sonata n. 3 in sol minore
La Sonata per violino e pianoforte fu composta tra l'estate del 1915 e l'inverno del 1917, quando
Debussy era ammalato già di cancro e si sentiva sempre più isolato, anche per colpa della
guerra mondiale che divampava in Europa. Inizialmente il musicista pensava di scrivere sei
Sonate per vari strumenti, sotto un unico titolo così concepito «Sonates pour divers
instruments, composées par Claude Debussy musicien francais», quasi a sottolineare certe
caratteristiche dell'arte francese, in polemica con la tradizione musicale tedesca e il postwagnerismo. Lo stesso Debussy, in una lettera indirizzata a Stravinsky, aveva dichiarato che
le sei Sonate erano state progettate «secondo la nostra antica forma, che suona familiare al
nostro orecchio senza avere nessuna pretesa di essere una tetralogia». A causa del progredire
del male, il musicista, che subì anche un intervento chirurgico nel dicembre del 1915, potè
portare a conclusione soltanto tre delle sei Sonate e precisamente la Sonata per violoncello e
pianoforte, la Sonata per flauto, viola e arpa e la Sonata per violino e pianoforte, la quale venne eseguita
a Parigi il 5 maggio 1917 con lo stesso Debussy al pianoforte: fu l'ultima commovente
apparizione in pubblico di un artista che ha contribuito ad ampliare e arricchire il linguaggio
musicale nel primo Novecento. La Sonata non ha nulla o quasi della poetica impressionista e
vi si avverte una maggiore plasticità nel disegno melodico e un più marcato senso
chiaroscurale, rispetto alle atmosfere sfumate e pittoricamente evocative della produzione
tipicamente debussyana. Anche se divisa in tre movimenti, la Sonata non segue schemi
classici o romantici, ma utilizza cellule melodiche fondamentali continuamente riproposte e
modificate, secondo il principio della cosiddetta «variazione totale», descrivente una nozione
circolare del tempo musicale. Infatti nel primo movimento (Allegro vivo) non viene
evidenziato un tema vero e proprio, ma piuttosto una ininterrotta variazione dell'inciso
melodico esposto dapprima dal violino e contraddistinto da una successione di terze
collegate fra di loro. L'inciso melodico assume le forme più diverse, sia quando è indicato
dal pianoforte e sia quando assume forma melodicamente variata nel violino. Il secondo
movimento (Intermède. Fantasìque et léger) ha un carattere di improvvisazione, segnata da
eleganti arabeschi del violino; nella parte centrale si avverte il contrasto fra il brillante ritmo
pianistico e i piacevoli effetti timbrici del violino. Non manca un raffinato ésprit
intellettualistico, vagamente ironico, di gusto stravinskiano. Il terzo movimento (Très animé)
si svolge in modo rapsodico e virtuosistico, secondo i canoni del finale della sonata classica:
in esso ritorna il motivo proposto dal violino nel primo tempo, ma con tono più vivace e
scintillante. Lo stesso Debussy definì questo terzo pannello «pieno di vita, quasi gioioso per
un fenomeno di sdoppiamento», come a nascondere la fatica che gli era costata per portarlo
a termine, tra sofferenze angosciose e terribili.
KAROL SZYMANOWSKI - Mythes, op.30
Il Trittico Mythes, ispirato dalle leggende dell’antica Grecia, fu scritto nel marzo (fino al
giugno) del 1915 a Zarudzie (presso Kiev). Mette in essere una tecnica strumentale (per il
violino) che può dirsi nuova, appresa dall’amico violinista Paul Kocanski. Il violino si libra
nel registro acuto con utilizzo di armonici, con “portamenti” (obbligatori e chiaramente
annotati) e con effetti di “strisciando”. Effetti dunque di luminosità sonora, di armonici di
grande complessità e sognanti, che la magia del timbro dello strumento rende possibile ed
esalta. Appaiono anche orizzonti poetici nuovi che, senza perdere quel neo-romanticismo
che contraddistingue la Sonata per violino op. 9, aggiunge ipotesi e possibilità di dramma e di
lirismo, fin qui inediti.
LA FONTANA DI ARETUSA. É la leggenda che ci narra le metamorfosi dell’Esperide
Aretusa, inseguita dal cacciatore Alfeo, che trova rifugio sull’isola di Ortigia mutandosi in
fonte, mentre il mitico cacciatore si cangia in Fiume. Questo si getta nel mare ma non si
fonde in esso. Raggiunge l’Isola per fondersi con l’amata Fonte. Quanto a progetto sonoro,
Szymanowski non parte dal gioiello di Ravel escogitato per due mani pianistiche (Jeux
d’Eau), ma mostra un cammino parallelo, all’ingresso del pianoforte. Di qui la fluidità
straordinaria, nuova tra le due mani del pianoforte, procedendo su scala pentatonica su mi
bemolle, mentre la destra suona sulla tonalità di la minore. Gli intervalli, seconde maggiori e
tritoni, prolungano l’illusione della mancanza di alterazioni. Non vi ha dissonanza (non
risolta in senso stretto), che possa dunque turbare ciò che diviene e ciò che fluisce. La
struttura armonica, nella sua grande complessità, è trattata per dare un’impressione o
illusione dello scorrere d’acque, o di cascata. É un equilibrio (stabile? instabile?) tra i timbri
armonici e un gioco di specchi modali che lambiscono, ora questa, ora quella tonalità, nel
corso del viaggio senza fine. L’intervallo più importante è allora la terza minore, mentre i
due strumenti si scambiano trilli, tremoli e arpeggi. La magia è quella soprannaturale del
flusso senza tregua, del fluire senza posa, della luce, della trasparenza. Si fondono gli echi
infiniti del pianoforte con le vibrazioni misteriose del violino.
NARCISO. É il figlio di Cefiso e dell’oceanide Litiope, ch’ebbe il castigo degli Dei per aver
rifiutato Eco. Fu sedotto dalla sua stessa immagine nell’acqua e morì per non aver potuto far
propria quell’immagine di cui si era invaghito. Alla destra del suo sepolcro era nato un fiore
ed esso in eterno porta il suo nome. La sinistra intreccia tritono e quarta, giusto laddove un
accordo di dominante vive e si prolunga per effetto del pedale. Tensioni tonali sembrano
sprigionarsi da tali opposti, nella direzione di una bi-tonalità. Allora un nuovo tipo di
intraprendenza si mostra, tra la linea melodica (il violino, più contrappunto a specchio alla
sinistra) e l’accompagnamento, fornendo quest’ultimo alla melodia linfe essenziali. Viene alla
mente lo Scriabine dei Poemi op. 72 e dei Preludi dell’op. 74. Ma, al contrario, in quelle pagine
“testamentarie”, Szymanowski fa divenire senza posa la struttura armonica perché la
melodia modale si appoggi su un polo tonale, qui si maggiore. È l’immagine fatale di
Narciso, che si riflette con chiarezza insospettata su una serie di accordi in si.
DRIADI E PAN. Eccoci dunque all’ultimo numero del Trittico. È un episodio
dell’Odissea. Le Driadi percorrono leggiere le foreste incantate. Il mormorio l’ascoltiamo nei
trilli e nelle alterazioni in quarti di tono. Pan invece, ha con sé l’inseparabile flauto, qui
trasformato in violino, secondo una leggenda sonora di cui Szymanowski è autore e coautore e cui noi, ascoltatori di oggi, diamo collaborazione. Il clima instaurato è non lontano
da quello delle Metopi per pianoforte solo e che risulta contemporaneo. Un polo tonale sul
re, sostiene la costruzione modale di quest’ultimo squarcio di “Poema”. Qualche ambiguità
minore-maggiore consente strutture parallele già utilizzate nei primi due “poemi”. Il
pianoforte intraprende un cammino di dissonanze, laddove il violino si identifica negli
intervalli di settima maggiore: quelli che ritroveremo esaltati con la magnificenza
dell’orchestra, nel Primo Concerto per violino op. 36, che segue il Trittico. Artisti leggendari
del violino: Menhuin, Heifetz, Thibaud, Szering, Szigeti, si fecero tentare dal Trittico e
vollero farlo proprio. Szigeti lo “creò” il 12 novembre del 1921 a Budapest. Il grande Bela
Bartok sedeva al pianoforte!
RICHARD STRAUSS - Der Rosenkavalier op. 59: Valzer (arr. Vasa Příhoda)
Scoperto da Toscanini e virtuoso tra i più naturalmente dotati del secolo, il ceco Vasa
Příhoda (1900 - 1960) ricava questa bella trascrizione di Valzer della commedia “Il cavaliere
della Rosa” di Richard Strauss. Di essa esalta umori viennesi e struggimenti decadentisti,
rinunciando al virtuosismo “ad effetto” per puntare sulle tinte terse dei suoni armonici e su
eleganti colpi d’arco a rimbalzo (accurato e non banale risulta poi l’accompagnamento
pianistico).
RICHARD STRAUSS - Sonata in mi bemolle maggiore op. 18
Strauss si dedicò alla musica da camera quasi solo negli anni dell'apprendistato giovanile;
la Sonata per violino e pianoforte op.18 è la sua unica Sonata per quest'organico. La composizione
risale al 1887, (l'autore era allora ventitreenne), la pubblicazione è dello stesso anno. Sebbene
sia una composizione giovanile che risente di influenze varie, non ultima quella di Brahms,
Strauss ci mette già molto del suo. Soprattutto una certa insofferenza per le forme classiche
che fa apparire eccentriche certe soluzioni di introduzione ai brani o particolarmente
prolungate alcune esposizioni tematiche. Tipica della Sonata in questione è poi la presenza
di riusciti "effetti" dal notevole impatto uditivo e una certa inclinazione al virtuosismo. Se da
una parte quest'ultimo elemento denota una ricerca di consenso da parte del pubblico
(consenso di cui abbisogna l'autore ancora giovane), dall'altra le soluzioni più effervescenti
vanno d'accordo col carattere esuberante tipico della creatività di Strauss. Il primo
tempo, Allegro, si apre con un motto di carattere orchestrale enunciato dal pianoforte, motto
che dà l'impulso d'entrata al violino, le cui linee melodiche possiedono quel lirismo,
dall'espressione parlante e dall'inclinazione dialogica, che già prefigura gli interessi futuri del
grande operista. Sebbene le modulazioni a tonalità lontane siano presenti già
nell'esposizione, nella successiva sezione dello sviluppo la frammentazione del materiale
tematico raggiunge risultati assai innovativi, soprattutto nella drammaticità a cui riesce a dare
vita la combinazione delle parti. La tensione generata raggiunge livelli talmente alti da farci
desiderare quasi come un bisogno la ripresa. Interessante il trattamento del pianoforte che
spesso disegna macchie sonore e si intromette con sforzati, procedendo in maniera
contrastante rispetto alla fluidità lirica del violino. Di avvolgente fascino la Coda, dove
Strauss riesce a creare momenti di intensa passionalità. Il ritorno del motto iniziale e un
nuovo intervento lirico del violino rende più intima e interessante una conclusione che
rischiava di sfociare in un romanticismo di maniera. Il brano successivo, Improvisation andante cantabile, sembra procedere di sezione lirica in sezione lirica come, appunto,
un'improvvisazione; in realtà possiede una chiara forma tripartita desunta dalla struttura del
lied (A-B-A). Strauss lo pensò adatto a costituire un pezzo singolo per violino e pianoforte e
ne autorizzò successivamente anche l'edizione separata. Tipico del brano è l'intenso lirismo
di cui protagonista assoluto è il violino. Interessante la concitata parte centrale in minore che
funziona da contrasto con la vellutata cantabilità del resto. Il Finale in due tempi, Andante Allegro, riprende lo schema della forma sonata presente nel primo tempo. L'Allegro,
preceduto da un'introduzione lenta, viene anche qui introdotto dal pianoforte (come nel
primo tempo) con un motto chiaramente orchestrale che ricorda l'inizio del poema
sinfonico Don Juan, opera contemporanea alla Sonata. La condotta lirica del violino è qui
maggiormente appassionata rispetto al primo brano, che possiede i tratti di una maggiore
cantabilità. Strauss sceglie in quest'ultimo tempo di sacrificare lo sviluppo e la ripresa a
favore di un prolungato e vigoroso "climax" che permette al violinista di mostrare molte
delle sue capacità tecniche ed espressive. C'è in questo passo il grande uomo di teatro.
Difficile non farsi trasportare da un abbraccio sonoro tanto avvolgente.
Mercoledì 2 marzo 2016 - ore 18.00 (Palazzo Sormani - Sala del Grechetto – Via Francesco Sforza, 7 - Milano)
«LA SCALA DI PEREIRA»
ENRICO GIRARDI dialoga con
ALEXANDER PEREIRA
Sovrintendente del Teatro alla Scala
Introduce HANS FAZZARI
INGRESSO LIBERO-PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: [email protected] | 02 29408039
PROSSIMI CONCERTI
Lunedì 7 marzo 2016– ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 1; ORFEO 1; F1)
«After Horowitz» Pianista FREDDY KEMPF
L. v. BEETHOVEN Sonata in re maggiore n.15 op.28 "Pastorale" - F. CHOPIN Polonaise in do minore op. 40 n. 2
- Polonaise in fa diesis minore op. 44 - P.I. CIAIKOVSKI Grande Sonata in sol maggiore op. 37
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Lunedì 14 marzo 2016– ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 1; F1)
Pianista LOUIS LORTIE
Programma da definire
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Martedì 15 marzo 2016 – ore 21.00 (Teatro Dal Verme)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 2; ORFEO 2; F2)
Pf. VLADIMIR ASHKENAZY - Cl DIMITRI ASHKENAZY - Vla ADA MEINICH
R. SCHUMANN Tre Romanze op. 94 per clarinetto e pianoforte - R. CLARKE Preludio, Allegro e Pastorale per
clarinetto e viola - N. W. GADE Fantasistykker per clarinetto e pianoforte - D. SHOSTAKOVICH Sonata op. 147
Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI»
2014/2015201 2022001122013/2014ICALI»
Presidente Onorario
Roberto Fedi
Ugo Friedmann
***
Camilla Guarneri
Soci Fondatori
Miriam Lanzani
Carla Biancardi
Mario Lodigiani
Franco Cesa Bianchi
Paolo Lodigiani
Giuseppe Ferreri
Amelia Mazzeo
Emilia Lodigiani
Maria Candida Morosini
Enrico Lodigiani
Rainera e Mario Morpurgo
Luisa Longhi
Ede Palmieri
Stefania Montani
Tinetta Piontelli
Gianfelice Rocca
Adriana Ragazzi Ferrari
Luca Valtolina
Giovanna e Antonio Riva
Amici Benemeriti
Elisabetta Riva
Alvise Braga Illa
Luisa Robba
Pepi Cima
Alessandro Silva
Fondazione Rocca
Maria Giacinta Talluto
Thierry le Tourneur d’Ison Roberto Tremi
Società del Giardino
Maria Luisa Vaccari
Amici
Marco Valtolina
Giovanni Astrua Testori Beatrice Wehrlin
Maria Enrica Bonatti
Soci
Luigi Bordoni
Antonio Belloni
Luigi Crosti
Beatrice Bergamasco
Hans Fazzari
Eugenio Bergamasco
Umberto e Giovanna
Bertelè
Elisabetta Biancardi
Mimma Bianchi
Valeria Bonfante
Isabella Bossi Fedrigotti
Maria Brambilla Marmont
Giuliana Carabelli
Giancarlo Cason
Piera Cattaneo
Maya Eisner
Federico ed Elisabetta
Falck
Carlo e Anna Ferrari
Luisa Ferrario
Anna Ferrelli
Maria Teresa Fontana
Matilde Garelli
Felicia Giagnotti
Giuseppe Gislon
Maria Clotilde Gislon
Fernanda Giulini
Marcello e Michela
Gustapane
Ferruccio Hurle
Vincenzo Jorio
Giuliana e Vittorio Leoni
Giuseppe Lipari
Maria Giovanna Lodigiani
Eva Malchiodi
Lucia ed Enrico Morbelli
Luisa Consuelo Motolese
Josef Oskar
Denise Petriccione
Rosemarie Pfaffli
Raffaella Quadri
Anna Maria Ravagnan
Giustiniana Schweinberger
Paola e Angelo Sganzerla
Franca Soavi
Andrea Susmel
Giuseppe Tedone
Adelia Torti
Graziella Villa
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di
Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca
Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Carlo Sangalli
Fondazione Cariplo
Luigi Venegoni
Giuseppe Ferreri
Banca Popolare di Milano
Camera di Commercio di
Milano
Publitalia
*****
Diana Bracco
Martha Argerich
Marina Berlusconi
Cecilia Falck
Vera e Fernanda Giulini
Emilia Lodigiani
Maria Grazia Mazzocchi
Conservatorio G. Verdi Milano
Francesca Colombo
Stefania Montani
Cristina Muti
Simonetta Puccini
Rosanna Sangalli
Elisso Virsaladze
Juana Zayas
Flavia De Zigno
Bianca Hoepli
*****
Carlo Maria Badini
Alberto Falck
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Leonardo Mondadori
Giuseppe Lodigiani
Giancarlo Dal Verme
Tino Buazzelli
Peter Ustinov
Franco Ferrara
Franco Mannino
Carlo Zecchi
Shura Cherkassky
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Violinista LEONIDAS KAVAKOS Pianista ENRICO