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Con la testa nel pallone
Migliaia di pagine sul calcio
E’ finito il conto alla rovescia. Dopo quattro anni di attesa torna finalmente l’adrenalina targata
Mundial.
Ancora ci corre un brivido lungo la schiena pensando al viso concentrato di Fabio Grosso che
si appresta a tirare l’ultimo rigore, quello che fece esplodere l’Italia, dal Trentino alla Sicilia, in
un unico urlo collettivo, liberatorio. E felice.
Ora, Sudafrica. Per ingannare l’attesa tra una partita e l’altra, ecco una carrellata di libri. Tutti
con un unico denominatore comune, il pallone.
Partiamo da un libro che, seppur uscito da qualche mese, non può mancare: Ogni maledetta
domenica (minimum fax, 15 euro), curato dal trentatreenne Alessandro Leogrande. Un
insieme di otto piccoli capolavori, qualcuno più qualcuno meno, otto racconti di giovani autori
italiani che fotografano le diverse facce del calcio: dalla domenica di chi “tira” il coro degli
ultras della Cremonese allo stadio Zini al filosofo e poeta Carlo Carabba che dedica il suo
pezzo a Roberto Baggio, uno degli ultimi grandi numeri 10 che l’Italia abbia visto giocare; dal
Balotelli di Francesco Pacifico all’amarezza della vicenda di Gabriele Sandri, il tifoso laziale
ucciso da un proiettile sparato da un agente di polizia fino all’approvazione quasi
incondizionata che i milanisti di sinistra provano per Berlusconi. Solo quando parla di calcio,
però. Insomma, otto racconti che ci fanno riflettere in quel calcio che i sociologi, un po’
pomposamente, chiamano “specchio della società”. Senza dimenticare che minimum fax ha
pubblicato tre anni fa un romanzo, E’ finito il nostro Carnevale, di Fabio Stassi, che
descrive una rincorsa alla caccia della Coppa Rimet (come un tempo si chiamava la Coppa del
mondo): una cavalcata che il protagonista compie negli eventi storici e attraverso i campionati,
da Uruguay 1930 in poi, con un unico obiettivo, rubare la Diosa de la victoria. Passando
attraverso rivoluzioni, guerre, calci di rigore e pallonetti.
Per rimanere sempre nell’ambito del rapporto letteratura-calcio, da segnalare Ho parato un
rigore a Pelé (Giulio Perrone editore, 10 euro), che parte dall’assunto: se il calcio in Italia è il
grande romanzo popolare, chi meglio degli scrittori può raccontarlo? Ecco allora che ci provano
grandi autori: da Gianrico Carofiglio, che racconta come “quando formavano le squadre io
ero sempre fuori”, ad Antonio Tabucchi che ricorda quando giocava ala destra, da Raul
Montanari che dipinge sua mamma come “un’interista feroce”, al napoletano Raffaele La
Capria che confessa di non aver mai tifato per Maradona. Tredici conversazioni con tredici
scrittori che raccontano come il calcio abbia sfiorato o investito la loro vita.
Ma il calcio non è soltanto letteratura, può essere anche matematica. Lo dimostrano Simon
Kuper e Stefan Szymanski, che, nel loro libro Calcionomica (Isbn edizioni, 18 euro)
dimostrano, dati alla mano, come il mondo del pallone sia intrinsecamente legato ai numeri:
classifiche, Fantacalcio, pagelle, risultati. Nel libro tutto ciò che ruota intorno al calcio, aspetti
sociali, politici e sportivi è analizzato tramite cifre. La curiosità? Arsène Wenger, l’allenatore
dell’Arsenal, che, maniaco delle statistiche, conta i chilometri percorsi da ciascun giocatore nel
corso di una partita. Per la cronaca, Szymanski, docente di economia all’Università di Londra,
prevede che la finale dei Mondiali sarà Spagna-Serbia. Lo studioso è arrivato a questa
conclusione prendendo in considerazione la nazionale che negli ultimi dieci anni ha la più alta
media di partite vinte (la Spagna, con il 70%) e quella che esprime il miglior rapporto tra
risultati, risorse economiche e Pil nazionale (la Serbia). Basta aspettare l’11 luglio e vedremo
se la matematica davvero non è un’opinione. Anche se, con tutto il rispetto per la Serbia…
Ma il calcio è anche storia. Basta leggere il libro I Mondiali della vergogna (Alegre, 15 euro)
in cui Pablo Llonto racconta che cosa successe durante i Mondiali 78 in Argentina.
Praticamente di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, paura, corruzione, guerriglia. Un
affresco su come la società argentina riuscì a nascondersi la realtà, sublimandola nella vittoria
finale contro l’Olanda. Mentre centinaia di giovani sparivano, inghiottiti dalla dittatura di Videla.
La storia del campionato del mondo, è tutta raccolta nel libro di Luca e Fabio Casotto, 80
voglia di Mondiale (Urania editoriale, 24,50 euro): dati, cifre, foto e soprattutto tanti tanti
aneddoti. Dalla marcatura “a fiato” della Corea del Sud (grazie all’alimentazione dei giocatori
straordinariamente ricca di aglio e cipolla) all’ormai storica mano de Dios, il gol “manesco” di
Maradona ai danni dell’Inghilterra ai quarti di finale del Mundial 1986 in Messico. Tante storie
che colorano la competizione più bella del mondo da Uruguay 1930 a Sudafrica 2010.
Per arrivare, invece, direttamente in Sudafrica e magari poi ripartire con altre mete in testa,
ecco L’atlante dei Mondiali (Polaris, 16 euro), un libro curioso in cui Federico Pistone e
Alberto Ricci propongono 32 viaggi per sapere tutto sulle 32 nazioni e Nazionali che fino
all’11 luglio ci terranno incollati alla tv. Il libro inaugura la collana Viaggi da manuale e cerca di
raccontare anche quello che le altre guide non dicono.
C’è sempre Mondiali 2010, Il libro ufficiale dei record (Rizzoli, 28 euro), uscito già da
qualche mese, ma curioso da sfogliare adesso, in cui si trovano risposte a domande tipo: chi è
stato ammonito più volte ai Mondiali? quale giocatore ha segnato più gol con la maglia
dell'Italia? chi è stato il calciatore più giovane a vincere la Coppa del Mondo? chi è stato il più
giovane allenatore nella storia dei Mondiali? Per sedare ogni curiosità.
De Agostini propone invece La (molto affollata) mappa dei Mondiali (10 euro), le 118
azioni più belle in tutta la storia dei Mondiali che rivivono su un grande foglio, la mappa
appunto, con un agile libretto allegato che spiega l’azione punto per punto. Come in una
grande battaglia navale a D11 corrisponde la figurina di Marco Tardelli nel suo urlo
memorabile (Italia-Germania 3-1, Spagna 82); a F2 corrisponde la figurina di Pagliuca che
manda un bacio al palo per ringraziarlo di averlo salvato su un tiro del brasiliano Mauro Silva
(Usa 94); a F9 la famigerata testata di Zidane a Materazzi (Germania 2006); ad A7 i
festeggiamenti dell’Italia su cui si chiude il sipario Germania 2006.
Sabrina Miglio - 16/06/2010
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