Zac,
Scendi subito:
prendere o lasciare?
La mia casa è tutta sottosopra.
Non è pronta per gli ospiti.
Non è pronta nemmeno per me.
Signore Gesù, perché vuoi entrare?
Che cosa pensi di trovarci?
Non ho nulla di buono da offrirti:
la dispensa è vuota,
i letti sono da rifare,
la polvere è ovunque,
i piatti ancora da lavare.
E io non sono meglio.
Perché vuoi venire
proprio a casa mia?
Sai che non sono un uomo buono.
Sai che non sono un uomo onesto.
Tuttavia, se proprio insisti
e se non hai paura di inciampare
nei miei peccati sparsi sul pavimento,
sappi che sei il benvenuto.
Oggi sarà per me un giorno nuovo.
Oggi non avrò paura di iniziare
le grandi pulizie.
Oggi non avrò vergogna della gente.
Se proprio vuoi,
entra nella mia vita
e fanne qualcosa di meglio.
Siediti pure alla mia tavola.
Io metterò i bicchieri
e tu li riempirai
con il vino buono della salvezza.
per la preghiera e la riflessione personale
ZACCHEO, PRONTO A RISCHIARE?!
Questo libretto che hai tra le mani può essere uno strumento per lasciarti sorprendere un po’ da questa storia …
Usalo come meglio credi: ci sono tanti spunti e domande. Fermati su
quelle che ritieni più importanti per te, oggi.
È diviso in sei tappe: ti consigliamo di impegnarti nel leggerne una a
settimana. Trovi poi qualche preghiera per affidarti la sera a Dio Padre
buono e attendere l’arrivo di Gesù anche nella tua vita di ogni giorno.
Potresti provare a fissare qualche pensiero su un quaderno: quello che
senti vero, quello che ti piace di più, quello che senti lontano da te.
Prova a rileggere il brano, ad immaginarti di entrare in esso, a lasciarti
stupire dalle sue “specialità” e stranezze … chissà cosa ti vorrà suggerire …
Luca 19,1-10
1 Entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Ed ecco un uomo di
nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere
quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché
era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.5 Quando
giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo,
scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». 8 Ma
Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco
quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; 10 il
Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che
era perduto».
SESTA SCENA:
E’ una parola che vale sempre!
“Gesù gli rispose “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché
anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare
e a salvare ciò che era perduto”.”
RACCONTO:
Di nuovo il protagonista è Gesù, che risponde a Zaccheo, ma che in realtà si rivolge a tutti noi! Accogliere Gesù nella vita, “vivere l’avvento” diremmo, vuol
dire pian piano imparare nelle amicizie, in famiglia, a scuola, nel profondo di noi
stessi, diventare in grado di fermarci ad ascoltare gli altri, ad accoglierli e ripartire ogni giorno, rischiando di dover cambiare qualcosa di noi e di metterci in
gioco. Proprio come ha fatto Gesù con Zaccheo! Proprio come ha fatto Zaccheo
dopo aver incontrato Gesù!
SENSO:
Io non so quali siano stati i pensieri di Zaccheo, quando quella notte chiuse la
casa. ma non sono lontano dall’immaginare che avrebbe potuto quella notte
rivolgersi a Dio con la bellissima preghiera del libro della Sapienza (Sap 11,2223), vera anche per ciascuno di noi.
Tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai.
(A. Casati. Incontri con Gesù)
IL SENSO:
Zaccheo ora è per noi un invito a stare vicini alle sofferenze e al dolore del
mondo, senza paura di rimetterci del nostro! Ci invita a volere bene agli altri,
a donare agli altri l’amore ricevuto da Gesù. E tu cosa sei disposto a perdere
per poter ripartire, rispondendo alla chiamata di Gesù? Sei pronto a riconoscere i tuoi errori?
Sfidiamoci nello smettere di guardare solamente a noi stessi, al nostro ombelico e apriamoci senza paura al bene degli altri!
CONSIGLI PER LA PREGHIERA
Cos’è la preghiera? Potremmo definirla in tanti modi. Certo è una delle cose su cui provare a rischiare di più. L’efficacia della preghiera è
data dall’intensità della relazione che stabiliamo con il Signore.
Esistono diversi modi di pregare, essi sono le vie attraverso cui ognuno riesce a porsi nella condizione di incontrare e ascoltare il Signore.
Ci sono, però, alcuni modi distorti, spesso i più comuni, di pensare la
preghiera.
Non è preghiera…
un tot di formule (si fa così…);
contratto da esame (se mi fai superare l’esame prometto che…);
meteopatica (…se mi va!);
La preghiera è…
…il dialogo dell’uomo con Dio ed esprime un rapporto d’affetto e
d’amore.
Ciò che il mondo disprezza, deride, scarta, Tu Signore invece ami.
comprendi e poni al centro delle Tue attenzioni.
La Tua logica, o Dio, non è la logica del mondo:
amare Te vuol dire sporcarsi nel fango della miseria, della povertà.
dell'ingiustizia, per essere “prossimo”
a tutti i poveri che incontro nella vita di ogni giorno.
Ognuno di loro mi ricorda che la ricerca
della giustizia di Dio è mio impegno.
Perdonami, Signore,
perché non ho cercato il Tuo Regno e la sua giustizia.
La tua preghiera diventa sempre più OK se:
ti rende ogni giorno più te stesso nella verità;
ti aiuta ad incontrare gli altri e ad accorgerti dei loro bisogni;
ti aiuta a camminare con Gesù verso Dio Padre, a cercare la sua volontà d’amore per te.
Per vivere un momento di preghiera…
Prova a stare con tutto te stesso in silenzio in un posto che ti aiuta a
concentrarti. Esprimi con poche parole com’è il tuo stato d’animo in
questo momento: ciò che senti e che vuoi dire a Gesù.
Leggi con calma e tranquillità. Non tanto ma quanto ti serve.
Concludi con una preghiera spontanea e un Padre Nostro.
Bastano pochi minuti, ma sufficienti per far entrare di più Cristo nelle
nostre giornate.
PRIMA SCENA:
Lo sguardo dall’alto. Gesù attraversa la città
QUINTA SCENA:
Tutto cambia.
Ha trovato il centro di tutto!
Entrato in Gerico, attraversava la città.
IL RACCONTO:
Gesù e i suoi sono in cammino, stanno compiendo il viaggio deciso dal loro
“maestro”, che ormai è quasi giunto al termine, cioè a Gerusalemme. Gesù ha
ben chiaro che per lui le cose non si stanno mettendo bene, se continua così è
un sicuro condannato a morte, un “dead man walking”. Gerico è l’ultima tappa
prima di salire verso Gerusalemme. La gente ha sentito parlare di quel Gesù che
è il “messia”, il salvatore, e si avvicina per vederlo -o per conoscerlo-, sono curiosi.
IL SENSO:
Entrò nella città e la stava attraversando. Noi ritroviamo qui l’andare di
Gesù per le strade e attraversare la città. C'è un inizio del movimento, ma ci
può essere anche un un fraintendimento del movimento. Nel vangelo incrociamo l'inizio del movimento dei discepoli: "Andarono ... e videro ... erano
circa le quattro del pomeriggio" (Gv 1,39). Inizia il movimento.
Ora Gesù è in Gerico. E entrato. E si intravede nel racconto una città, una
strada, una casa, un albero. Perché Dio non è chissà dove. Una strada, un
albero, una casa. Penso alle nostre strade. E non era una strada transennata
quella di Gerico, transennata perché lui passava. Normale la strada. Normale
l'albero di Gerico. Come i nostri. Con una differenza forse che allora gli alberi
non erano destinati a morte, per invasione di cemento e miopi a di cuore,
come i nostri. E la casa, la casa di Zaccheo? Casa normale. Se ti avvicini sembra di sentire le voci e l'allegria di una festa.
E “stava attraversando” la città. Ancora questo verbo all’imperfetto, quindi
verbo non concluso un verbo che dice azione e che continua.
Gesù continua ad attraversare la nostra città, quella in cui abitiamo.
La strada è luogo dell'imprevisto, non c'è nulla di programmato, c'è la vita
e la vita accade senza previsioni, e se tu sei un tipo programmato, senti disagio. Preferisci i luoghi dove il programma è già stampato, non c'è che da
svolgere un rito già preordinato, senza sorprese né imprevisti.
E poi la strada è di tutti. Lì non c'è una folla radunata ad hoc, già pilotata ad
ascoltarti o a osannare. Lì tu ci sei, se veramente hai qualcosa da dire, qualcosa che ha un senso. Se no, l'altro se ne va.
(A. Casati. Incontri con Gesù)
“Ma Zaccheo alzatosi disse al Signore: “Ecco Signore io do la metà dei
miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno restituisco quattro volte
tanto”.
IL RACCONTO:
Ora al centro della scena torna di nuovo Zaccheo, ha incontrato e conosciuto
Gesù, è stato chiamato e si è lasciato coinvolgere, ma tale incontro non può lasciare indifferenti, produce una conversione, non solo nelle parole ma anche nei
fatti. Zaccheo viene liberato dalle paure, ora non si nasconde più, esce all’aperto
e riconosce i suoi errori. Quante volte noi, per orgoglio, non riusciamo e non vogliamo riconoscere i nostri peccati, le nostre mancanze in famiglia, con gli amici,
in oratorio ….? Per orgoglio, superbia, paura o vergogna spesso rimaniamo fermi, non vogliamo cambiare o non lo crediamo possibile, un po’ come la folla….
Zaccheo invece coglie l’occasione per ricominciare, per ripartire e riaprirsi al
mondo. Si pente e ripara i torti commessi, non guarda indietro, ha il coraggio di
guardare avanti, e il suo è un pentimento sincero. Egli crede alle proprie potenzialità, crede di poter cambiare, crede che il passato non sia il destino! Ha trovato il segreto della vita e non ha paura di diventare povero (restituisce tantissimo
per ripagare il suo debito, pure troppo, “quattro volte tanto”!) perché ha trovato Colui che lo ha fatto diventare ricco! “Mette mano” al mondo per renderlo
migliore!
Per riflettere …
Noi spesso sogniamo un mondo migliore, più giusto, ci chiediamo perché Dio
permetta certe cose, ma cosa facciamo concretamente per cambiarlo? Quali
impegni, quali grandi sogni, stiamo prendendo nella nostra vita? Prendiamo
sul serio già da ora la nostra formazione e la nostra educazione in grado di
dare il nostro contributo al mondo?
Io non ero lo stesso. Avevo sentito proprio come una voce, una chiamata: ero convinto che dovessi diventare sacerdote. Questa esperienza nella fede è importante. Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare da
Lui a chiedere perdono, ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è
prima! Noi, in spagnolo, abbiamo una parola che spiega bene questo: “Il
Signore sempre ci primerea”, è primo, ci sta aspettando! E questa è proprio una grazia grande: trovare uno che ti sta aspettando. Tu vai peccatore, ma Lui ti sta aspettando per perdonarti. Questa è l’esperienza che i
Profeti di Israele descrivevano dicendo che il Signore è come il fiore di
mandorlo, il primo fiore della Primavera (cfr Ger 1,11-12). Prima che
vengano gli altri fiori, c’è lui: lui che aspetta. Il Signore ci aspetta. E
quando noi Lo cerchiamo, troviamo questa realtà: che è Lui ad aspettarci
per accoglierci, per darci il suo amore. E questo ti porta nel cuore uno
stupore tale che non lo credi, e così va crescendo la fede! Con l’incontro
con una persona, con l’incontro con il Signore. L’importante è l’incontro
con Gesù, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui
che te la dà!
Per riflettere …
Un perdono senza limiti,
senza condizioni, illogico e fuori dal mondo.
Dammi, Signore, la forza e il coraggio
di chi sa andare oltre le offese,
di chi conosce quello che conta veramente
e non si impunta su suo orgoglio.
Insegnami a perdonare oggi, domani e dopodomani.
E poi ancora.
Ti prego Padre,
rendimi capace di riconoscerTi:
apri le mie orecchie ed i miei occhi,
perchè io possa ascoltarti e vederti,
ma, soprattutto, apri il mio cuore,
perchè io sia in grado di sentire il Tuo amore per me,
la Tua presenza ed il Tuo sostegno.
Tu sei qui, di fianco a me:
rendimi capace di esserne certo,
senza chiedere altri segni.
Chi è Gesù per me? Cosa ho sentito dire di lui? Dove penso di poterlo incontrare? Voglio continuare a conoscerlo solo per sentito dire, dai racconti di
altri o vorrei conoscerlo un po’ meglio di persona?
SECONDA SCENA:
Vedere senza farsi (troppo) vedere.
“… ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti per poterlo vedere, salì su
in sicomoro poiché doveva passare di là.”
IL RACCONTO:
Beh, è una scena perlomeno divertente e un po’ strana. Perché Zaccheo voleva
vedere Gesù? Solo curiosità o anche altro? Cosa aveva sentito dire di lui? Zaccheo era un uomo davvero felice nella sua condizione? Ricco sì … ma a prezzo
della libertà, delle relazioni e dell’appartenenza al popolo della salvezza! Zaccheo ha scelto di “vendersi” la parte migliore di sé, le sue relazioni, pur di diventare ricco. Ricco e solo. Non ha futuro, non ha sogni, non ha eredi, ha perso pure
il suo passato, ha solo un misero -se pur ricco- (e angosciante!) presente.
Zaccheo si sarà sentito a suo agio in mezza a tutta quella gente? E’ un bel rischio per lui farsi trovare lì! Chissà quanta gente avrebbe voluto veder morto
quell’infame traditore!
Zaccheo, capo dei pubblicani, esattore delle tasse, odiato da tutti, svolgeva un
lavoro impuro ed è per questo peccatore pubblico. Tutti vedono in lui un delinquente, un infame, traditore del popolo e si è “auto-escluso” dalla storia di salvezza: per lui non c’è più nome! Zaccheo (il suo nome vuol dire “Dio è paziente”!!! Strano, no?) però vuole vedere Gesù, nonostante le sue difficoltà, vuole
cogliere l’occasione! Certo, un po’ si nasconde, forse ha paura, sia della folla ma
anche di se stesso …”Cosa penserà Gesù se mi vedesse in questa condizione di
ricco imbroglione peccatore? Beh, sto un po’ in disparte, guardo senza (troppo)
farmi notare … e poi la gente … la gente che ho tradito, decisamente sarà meglio non farsi troppo vedere …”
Certo che quella era per lui un’occasione unica di riscatto … chissà se sarebbe
mai capitata nella sua vita un’altra possibilità così !!!
IL SENSO:
Pensate se dicessimo che ognuno di noi, al di là delle maschere, anche delle
maschere del ruolo, ognuno di noi è definito da questo verbo: cercare. Ognuno di noi è definito dal verbo cercare quello che veramente è. Tu sei quello
che cerchi. Ed era già avvenuto una cosa incredibile. Che quell’esattore delle
QUARTA SCENA:
Un enorme “spazio bianco”!
L’incontro personale che cambia la vita!
SENSO:
Gesù entra in casa di Zaccheo, lo incontra personalmente; il narratore non
descrive questo momento. Che stranezza! La scena si sposta dalla strada direttamente in casa, durante il banchetto, saltando lo spostamento! Forse
questo manca perché il momento in cui Gesù incontra ciascuno di noi nel profondo è un momento assolutamente personale, per ognuno di noi è un incontro unico, talmente intimo che Luca sceglie di non descriverlo ma è come
se ci invitasse a poterlo vivere anche noi … a diventare noi i protagonisti, ad
accoglierlo in casa nella vita di tutti i giorni.
“Ora tocca a te!” ... sei pronto a scendere dal “tuo sicomoro” per incontrare
Gesù?
L’invito che ci facciamo è di prendere sul serio la venuta di Gesù nella vita di
tutti i giorni! Per tutta la settimana, ogni mattina, prova ad affidare a Lui la
giornata attraverso un tuo momento di preghiera personale, e alla sera, prima di addormentarti, lascia che l’ultimo pensiero torni a Dio, creatore e ricreatore di tutto, anche di te! Gesù rischia tutto per te, per la tua felicità vera!
Lo spirito che già abita in te è il tuo compagno durante le giornate, spirito di
consolazione, di consiglio, di fortezza, di timore di Dio, di scienza e di sapienza, spirito di intelletto!
LA TESTIMONIANZA:
Papa Francesco racconta il suo incontro con Gesù.
Nella mia vita c’è stato un giorno molto importante: il 21 settembre del
‘53. Avevo quasi 17 anni. Era il “Giorno dello studente”, per noi il giorno
della Primavera – da voi è il giorno dell’Autunno. Prima di andare alla festa, sono passato nella parrocchia dove andavo, ho trovato un prete, che
non conoscevo,e ho sentito la necessità di confessarmi. Questa è stata
per me un’esperienza di incontro: ho trovato che qualcuno mi aspettava.
Ma non so cosa sia successo, non ricordo, non so proprio perché fosse
quel prete là, che non conoscevo, perché avessi sentito questa voglia di
confessarmi, ma la verità è che qualcuno m’aspettava. Mi stava aspettando da tempo. Dopo la Confessione ho sentito che qualcosa era cambiato.
Quel Messia era veramente una sorpresa: aveva occhi per uno come lui. Lo
capì in casa sua. Tra le tante case di Gerico lui aveva scelto proprio la sua. E ci
stava bene. Capì che lui è la misericordia, la misericordia che ti rimette in piedi e ti invita a camminare. Essere cercati, questa è la grazia! Cercati da Dio,
pensaci! Essere nel suo desiderio, nel suo amore! Essere amati da Dio! La nostra fede non è un do ut des (do per avere in cambio), ma un gratuito amore!
(A. Casati. Incontri con Gesù)
Per riflettere …
Che cosa ho capito davvero di Gesù? Non quello che altri mi hanno detto,
ma quello che sento vero io… Da chi e in quali occasioni mi sento cercato?
tasse fosse in avvistamento sopra un sicomoro. Era l’impossibile. Che cosa ha
di buono uno come Zaccheo? Ha di buono che Dio si ricorda, Dio ha un pensiero su di lui. Anche per lui. Il vangelo non ci spiega perché volesse vedere
Gesù. Voleva vederlo e basta. Zaccheo sale sull’albero. A volte mi chiedo quali sono per noi oggi gli alberi di avvistamento di Gesù. L’albero è sulla strada.
Non ti fa l’interrogatorio. Sali e poi vai. E un po’, tra rami e foglie, ti puoi nascondere. E però c’è l’avvistamento di Gesù.
Cercava di vedere chi era Gesù. Cercare presuppone una curiosità. La
conversione è un fatto non accaduto una sola volta, ma un continuo
cercare. Questa è una sete che ci fa grandi. È l’arte di interrogarsi e di
interrogare. Il nostro ideale non è quello di stare in pace, ma di avere
sete! Zaccheo, uno come noi! Anche noi un giorno potremmo essere
attraversati un giorno dal desiderio di vedere chi è Gesù. Dentro la vita
di ogni giorno, fatta di scartoffie e di soldi, di protezione e di corruzioni, gli era nato il desiderio sorprendente nel cuore. Un desiderio più
profondo di quanto a prima vista potrebbe apparire.
(A. Casati. Incontri con Gesù)
Ascoltare la Tua voce, Signore.
Ma quando? Ma come?
Meglio dire di non sentirla
che ammettere di non volerla ascoltare.
Aiutami a farmi piccolo davanti a Te,
aiutami a farmi prendere per mano.
E seguirti dovunque
tu vorrai condurmi.
Per riflettere
1.
Quante occasioni di bene, di giustizia, si presentano … e insieme quanti limiti, quante scuse mi faccio, quante paure ho! E’ certamente più facile lasciar
passare tutto con superficialità! E poi la pigrizia…vale la pena di impegnarsi
per cose grandi?
Forse proprio imparando pian piano ad affrontare i limiti, le paure, rischiando di persona, mettendoci la faccia … si possono fare cose grandi e belle!
Quale “folla” ostacola il mio desiderio di una vita più autentica, più vera, più
giusta? Su quale “sicomoro” mi devo arrampicare per vedere meglio Gesù?
A chi sto “vendendo” la mia felicità? Sono davvero felice?
2.
Zaccheo si sente inadeguato, un pubblicano così apparentemente sicuro nel
pretendere, così incoerente, solo e insoddisfatto delle sue relazioni, ha tutto
… ma tutto questo non gli basta, vuole qualcosa di più, ha un desiderio più
profondo, in fondo non si sente a posto con sé stesso. Vorrebbe conoscere
Gesù, l’amico di quelli come lui, Lui che può ridare un senso alla sua vita.
Forse anche tu ti senti insoddisfatto delle tue relazioni, della vita, hai paura
del futuro … puoi aver tutto quello che vuoi, eppure tutto questo non da la
felicità, c’è un disagio profondo che si muove “dal dentro”, “dal profondo”,
“non ti senti a posto”, proprio come Zaccheo. Lui ha saputo cogliere
l’occasione di un passaggio irripetibile, ha osato, ha rischiato nella speranza
di cambiare la sua vita. Zaccheo non esita pure a rendersi ridicolo, arrampicandosi su un albero. Sceglie però un albero, il sicomoro, con le foglie particolarmente fitte, così che possa vedere senza essere (troppo) visto.
Non ti capita mai di voler fare qualcosa che senti profondamente giusto, ma
hai paura di farti coinvolgere troppo? Anche con Gesù, forse riconosci che
esiste, che hai bisogno di Lui, che Gli vuoi bene, vorresti conoscerlo meglio …
ma poi? E’ più sicuro tenere le distanze da Lui …
O Signore, unica mia speranza, ascolta la mia preghiera:
non permettere che per stanchezza lasci di cercare il tuo volto.
Concedimi la forza di cercare te, che mi hai fatto il dono di trovarti
e mi hai dato la speranza di avvicinarmi a te sempre di più.
Il mio impegno e la mia fragilità sono davanti a te, Signore:
rafforza il mio impegno, guarisci la mia fragilità.
“O Dio, vieni in mio aiuto, perché non mi dimentichi mai di te
e viva sempre alla tua presenza.
Fa, o Signore, Dio mio, che io ti conosca sempre di più
e ti ami con tutto il cuore.”
TERZA SCENA:
Gesù guarda e tocca.
“Quando giunse sul luogo Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo
scendi subito perché oggi mi devo fermare a casa tua”. In fretta scese e
lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò tutti mormoravano: “É andato ad
alloggiare da un peccatore.”
IL RACCONTO:
Tra tutti Gesù guarda proprio là, in mezzo a quelle foglie, sceglie Zaccheo, si
prende cura in modo particolare di lui. Si mette al servizio della sua vita, ri-schia
la sua vita per la sua vita! Già altre volte aveva rischiato la vita per aver guarito
qualcuno … ricordi? Nel tempio, l’uomo dalla mano inaridita …
Gesù ci racconta che Dio funziona in maniera contraria rispetto alle nostre aspettative! Non ti chiede di essere servito ma è Lui che si mette al tuo servizio! Si
prende cura di te personalmente, ti “chiama” (chissà cosa vorrà dire questa cosa…), ti invita a scendere dall’albero, dal piedistallo in cui tutti un po’ ci troviamo per andare con Lui e Lui solo!
Gesù ci racconta il vero “modo di essere e funzionare di Dio Padre”. Io come immagino sia Dio? Giudice? Padre-Padrone? Essere invisibile? Come immagino la
sua chiamata nella tua vita? Come ti sta (già) chiamando? Cosa ti sta (già) chiedendo di fare? Lo senti vicino o lontano? Sei pronto/a a metterti in gioco, a rispondere, o continui a giocare a nascondino sul sicomoro? Ti lasci coinvolgere,
per esempio, quando ti viene chiesto di prenderti delle responsabilità in oratorio
o speri sempre che sia qualcun altro a prenderle al tuo posto?
Gesù si ferma nella casa di Zaccheo, condivide con lui l’intimità, senza dare ascolto alle maldicenze e ai pettegolezzi, non si preoccupa di quello che gli altri
possono pensare di lui, si preoccupa solo dell’uomo che ha davanti. E Zaccheo
risponde scendendo in fretta e accogliendolo con gioia, la gioia di chi ha scoperto un tesoro preziosissimo per cui vale la pena di lasciare tutto per esso!
SENSO:
Zaccheo ha trovato, o meglio, ha intravisto chi mai fosse, quale fosse Gesù?
Lo ha capito dall’alto dell’albero e lo ha capito nella casa. Capì chi era Gesù.
Sull’albero capì che Dio lo cerchi, ma la grazia delle grazie è che tu stesso sei
cercato da Dio. Dall’alto dell’albero si accorge dello sguardo di Gesù, uno
sguardo per lui. Pensava di essere lui a cercarlo, si accorse di essere cercato.
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