Anno XVIII, num.'6. PUBBLICAZIONE:
Nei giorni di GIOVEDÌ e DOMENICA.
Un numero, centesimi 10.
DIREZIONE:
Tipografia Vannucchi. piazza s. Frediano, Pisa.
AVVERTENZE:
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it-
L'Amministrazione, F.11i Vannucchi, risponde dei
_soli incassi di cui ha emesso ricevuta.
I manoscritti non si restituiscono.
Le lettere non affrancate si respingono.
NOTIZIARIO
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— Nella seduta della camera francese del
14 il sig. Gambetta lesse il progetto per la
revisione della costituzione di cui ecco i punti
principali
l° I senatori inamovibili sarebbero d'ora
in poi eletti dalle due camere, votando separatamente, non dal senato solo.
20 11 corpo elettorale eleggente attualmente i senatori, sarebbe modificato sulla base
di un delegato per 500 elettori legislativi, invece di un delegato per comune.
30 Il principio dello scrutinio di lista per
la elezione dei deputati sarebbe inscritto nella
costituzione.
40 Le attribuzioni finanziarie del senato
sarebbero modificate; e il senato non potrebbe
ristabilire crediti soppressi, ma avrebbe il diritto di controllo.
50 Le preghiere pubbliche alr apertura
delle sessioni sarebbero soppresse.
Gambetta. terminando, domanda alla carriera di esaminare il progetto con la gravità
che richiedono le questioni proposte.
Io ho la convinzione, dice, che negli uffici
vi metterete faccia a faccia con le riforme. Le
discuteremo e mostreremo che si tratta di un
interesse vitale. Non domanderò l' urgenza.
Quando porterete il risultato delle vostre meditazioni vedrete se convenga abbreviare le
formalità.
— Non è solo il re di Baviera che ama
la musica e ne fa. A Londra, in questi giorni,
è stato pubblicato un volume di musica lasciata dal principe Alberto, marito della re
gina Vittoria. È un bel volume di duecento
venti pagine; lo ha messo insieme il signor
Cusins, maestro di musica della regina. La
prima copia fu presentata alla regina Vittoria,
la quale permise che l' opera fosse posta in
vendita.
Vi è, fra gli altri, un pezzo corale Invocazione all'armonia, scritto su parole italiane,
che il Daily-News giudica di grandissimo effetto.
a
re
— La vita che conduce lo czar nel suo
castello di Gatscina è veramente orribile.
Ecco come la raccontano i corrispondenti dei
cilia
di
È noto l'attentato della stufa.
Alessandro III ha l'abitudine di levarsi
da letto di buon'ora. Accosto alla sua camera
da letto si trova una biblioteca, ed è qui che
si reca lo czar per dedicarsi tranquillamente
alla lettura. Nella camera, che serve di biblioteca, si trova una stufa che si accende al di
dentro. Al momento che lo czar esce dal letto
deve venire posto il fuoco nella stufa. Un
corbello C011 legna viene lasciato vicino perché lo czar medesimo usa alimentare il fuoco
nel fornello, aggiungendo nuovi pezzi di combustibile.
Un giorno l'ispettore del castello si reca
in tutta furia dall'aiutante dallo czar per fargli una gravissima rivelazione. Si fece attentamente esaminare le legna preparate e cadutone un pezzo a terra ne uscì un suono
come fosse cavo. Lo si esaminò più attentamente e si trovò difatti che il pezzo era incavato e dentro vi si era nascosta una cartuccia di dinamite.
Furono quindi trovati altri parecchi pezzi
di legno, preparati nella stessa maniera. Se
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451-IONT
19 gennaio 1882.
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GIORNALE POLITICO-AMMINISTRATIVO
UFFICIALE PER GLI ATTI DEI CONSIGLI PROVINCIALE E COMUNALE
non fosse stata scoperta a tempoinsidia,
lo czar era inevitabilmente perduto.
Si può immaginare quale dovesse essere
impressione
prodotta da tale scoperta. Si
la
cercò i n imediatamente del fornitore delle legna
per le stufe per potere porre le mani sugli
autori dell'attentato; ma egli era scomparso
ed alla polizia non è per anco riescito d'impadronirsi di lui.
Dopo la scoperta dell'attentato, lo czar è
dominato più di prima dallo spavento. Persino le più strane fantasie lo impressionano
e trovano in lui credenza. Accanto agli appartamenti di Gatscina si trova una magnifica
serra di cedri ed aranci, ch' era sinora il luogo
prediletto dello czar.
Ora egli più non si arrischia di entrarvi,
perchè una lettera anonima lo avvertì che
sotto quelle fronde e quei cespi fioriti si
celava il periglio. Non si sa che sorta di
pericolo possa essere e si ciarla persino di
probabile avvelenamento dei fiori.
Per tal modo lo spettro del terrore sorge
continuamente colà ove si trova il monarca,
a funestare la sua vita e tramutarla in ore
di sgomento e di tortura.
-
CASSA NAZIONALE
PER LA VECCHIAIA.
Abbiamo già dato un brevissimo
cenno di questa provvida istituzione.
Diamo oggi, attesa la sua importanza,
l' intero progetto del ministero di agricoltura industria e commercio per la
cassa della vecchiaia.
Secondo i prospetti annessi a questo progetto di legge ecco in quale
misura sarebbero liquidate le pensioni:
Un operaio avendo versato una lira
il mese dall' età di 18 ai 50 anni ha
diritto a 45 lire di pensione ed il capitale inscritto in suo favore è di lire
903 e 60 cent.
Lo stesso riservandosi i versamenti
fatti riceve una pensione di 66 lire e
98 centesimi, e se muore, i suoi eredi
hanno diritto a 384 lire.
Da queste cifre resulta che nel caso
il più ordinario, cioè nel primo caso,
la pensione massima alla quale avrebbe diritto un associato versando
due lire al mese durante 32 anni sarebbe di lire 180.
Questa annualità sarebbe sufficiente
per invitare al risparmio? Essa corrisponde a circa un terzo del salario
attuale di un operaio valido e questa
è una presunzione in favore dell'affermativa.
Ecco ora il progetto di cui parliamo:
Art. 1. È istituita una cassa nazionale per
la vecchiaia, con facoltà di acquistare e possedere; essa è autonoma ed è amministrata
dalla cassa dei depositi e prestiti.
Art. 2. Possono inscriversi alla cassa i
cittadini che abbiano raggiunto l'età di anni
18 e che attendano a lavori manuali nelle
industrie manifatturiere od agricole, o prestino servizio ad opera od a giornata.
Art. 3. Il fondo per le pensioni è formato;
a) dai contributi delle persone che si
inscrivono alla cassa;
b) dai due decimi degli utili netti provenienti dalle casse di risparmio ordinarie;
c) dai due decimi degli utili netti delle
casse postali di risparmi o;
d) dai lasciti, dai doni e dalle largizioni
fatte dai privati o dai corpi morali e da ogni
altro provento straordinario, sia a beneficio
di tutti i cittadini inscritti, sia con particolare
designazione.
Art. 4. Le rendite nette della cassa, di cui
alle lettere b, c, d, dell' articolo precedente,
vengono attribuite in parti uguali a tutti gli
inscritti nel ruolo generale , od a quelli a
favore dei quali esistono assegnamenti speciali, e costituiscono le quote annue di concorso della cassa alla formazione delle pensioni.
Art. 5. Il contributo mensile non può essere inferiore a lire una, nè maggiore di lire
quattro, e può essere versato anche in rate
non eguali, purchè ogni versamento non sia
minore di una lira, e la somma annuale delle
rate versate raggiunga lire 12 e non superi
lire 48.
Art. 6. Nel ministero di agricoltura, industria e commercio è istituito un comitato
centrale per gli istituti di previdenza, composto di nove membri , nominati per decreto reale. 11 comitato è presieduto dal mi-
nistro.
In ogni provincia del regno è costituita una
commissione composta di un membro nominato dal governo, uno eletto dal consiglio
provinciale, uno dal consiglio comunale del
capoluogo, e due dalle presidenze delle società di mutuo soccorso, nelle provincie ove
esistono questi sodalizi.
Art. 7. Per essere inscritti alla cassa bi-
sogna:
a) fare un primo versamento di lire 5
in una delle casse postali del regno, su apposito libretto rilasciato da esse ed intestato
alla cassa nazionale per la vecchiaia;
b) presentare domanda alla commissione
provinciale corredata dai documenti che comprovano i requi siti richiesti dall' articolo secondo.
La commissione provinciale pronunzia sull'ammissibilità della domanda. Se questa non
è accolta, la commissione medesima ne dà
avviso al richiedente ed all' ufficio postale per
il rimborso del primo versamento.
Art. 8. Le società di mutuo soccorso che,
per gli statuti o regolamenti propri, distribuiscano o abbiano stabilito di distribuire ai
soci assegni vitalizi, o sussidi per la vecchiaia, hanno facoltà di attribuire alla cassa
nazionale le somme a questo fine accumulate.
Queste somme debbono essere versate nelle
casse di risparmio postali, e debbono essere
inscritte al nome dei soci, quando questi abbiano i requisiti di cui all'art. 2 per la parte
spettante a ciascuno di essi, secondo gli statuti e i regolamenti sociali.
Le somme registrate nei libretti sono considerate come altrettante quote annuali di cui
all' articolo 5, ed in ordine alla tabella A è
accertato il numero degli anni di contributo
a cui esse corrispondono, giusta lo stesso
contributo che i soci si obbligano di corrispondere dopo la loro iscrizione alla cassa
nazionale. Di questo numero di anni è tenuto
ABBUONAMENTI
Anno, L. IO. Semestre, L. 5. Trimestre L. 2,50
(Con aumento delle spese postali per l'estero).
INSERZIONI:
Nel corpo del giornale, cent. 50 per linea o spazio di linea.
Dopo la firma del gerente, cent. 25 cs.
Annunzi commerciali, industriali ec., per la prima
pubblicazione, 5 centesimi ogni centimetro quadrato; per le ristampe successive, non interrotte, si fanno abbuonamenti.
conto, sia per diminuire il periodo di tempo
necessario per conseguire la pensione , si a
per determinare r entità della pensione medesima.
Tutte le altre disposizioni della presente
legge si applicano ai membri della società
di mutuo soccorso così insceitti alla cassa
nazionale.
Art. 9. Hanno diritto a conseguire pensione gl' inscritti che abbiano raggiunta l'età di
anni cinquanta compiuti, o che abbiano contribuito alla cassa nella misura stabilita dal1' art. 5, per un tempo non minore di anni
diciotto.
Art. 10. Dal diritto alla pensione decade
l' inscritto alla cassa che abbia cessato per
due anni dal versamento del contributo, prima di aver raggiunto il limite minimo di
anni 15.
Il tempo di decadenza decorre dal giorno
in cui i versamenti risultano inferiori alla
somma che l' inscritto avrebbe dovuto versare
nella cassa, ragguagliando il contributo alla
ragiono di una lira al mese.
Dentro un anno dalla decadenza l' iscritto
può mettersi in buon giorno, pagando i contributi arretrati cogli interessi composti moratori, computati a semestre.
Decorso l'anno, l' iscritto decade definitivamente dal diritto a pensione, ed è radiato
dai ruoli. Un terzo delle somme versate dal1' iscritto decaduto dal diritto a pensione e rispettivi interessi che gli erano assegnati
vanno ad accrescere il fondo delle pensioni
per gli inabili al lavoro.
L'altra parte rimane in libera proprietà
dell' iscritto, e può essergli restituita secondo
le norme della legge 27 maggio 1875, numeno 2779, serie seconda, sulle casse postali
di risparmio.
Art. I I . L' iscritto che abbia regolarmente
versato il contributo a cui si è obbligato, può
essere ammesso al godimento immediat3 della
pensione, per deliberazione della commissione
provinciale, quando, per caso fortuito da cui
sia stato colpito nell' esercizio del suo mestiere, egli sia diventato assolutamente inabile a qualsiasi lavoro.
Art. 12. Gli iscritti che si trovino nelle
condizioni dell' articolo precedente hanno diritto a speciali quote di concorso che provengono:
a) dal terzo dell'ammontare ritenuto sui
versamenti fatti da chi è decaduto: dal diritto
a pensione;
b) dalle quote di concorso che erano
state assegnate a queste persone, contro le
quali si è pronunciata la decadenza;
e) dai doni, lasciti, largizioni di privati o
da corpi morali, fatti alla cassa con iscopo
di sovvenire tutti gli inabili al lavoro, oppure
quelli soltanto di una determinata circoscrizione di territorio.
Art. 13. Le commissioni provinciali deliberano sulle domande delle persone iscritte por
I ammissione loro al godimento della pensione, e le comunicano al comitato centrale
Pa" gli istituti di previdenza, il quale, in conformità della domanda degli ammessi a pensione, determina la pensione stessa :
,
I. In ordine alla tabella A, nella misura
dei soli interessi, alla ragione di 5 per 100
all'anno, sul capitale accumulato coi versamenti fatti, colle quote di concorso e cogli
interessi composti sulle somme medesime, il
,
capitale rimanendo in proprieta del!' ammesso
a pensione;
2. In ordine alla tabella /?, esaurendo
colla pensione tutti gli interessi accumulati
dei versamenti fatti e delle quote di concorso,
ed aggiungendovi l' interesse del capitale costituito coi versamenti fatti e colle quote di
concorso, il quale rimane in proprietà dell'ammesso a pensione;
3. In ordine alla tabella C, esaurendo
colla pensione le somme versate e rispettivi
interessi, e rilasciando in proprietà dell' ammesso a pensione soltanto l'ammontare delle
quote di concorso ed i loro interessi.
Art. 14. Sulla domanda del!' ammesso a
pensione, il comitato centrale può ordinare
che dalla cassa gli sia liquidato un capitale:
I. In ordine alla tabella A, eguale alla
somma accumulata coi versamenti e coi rispettivi interessi, escluse le quote di concorso
e loro interessi, che restano in proprietà dell' iscritto;
2. In ordine alla tabella D, secondo il
valore, al momento della liquidazione, degli
interessi composti dei versamenti fatti e delle
quote di concorso, calcolati sino al tempo
probabile della morte dell' inscritto, riservando
in proprietà del medesimo i contributi versati e le quote di concorso.
Art. 15. Le somme che rimangono in proprietà dell' inscritto ai termini degli articoli
13 e 14 sono pagabili alla di lui morte agli
aventi diritto. Sono pure pagabili agli aventi
diritto gli interessi di questa somma dal
giorno della liquidazione a quello della morte
dell' inscritto, salvo i casi di cui all'art. 13,
n. 2, e art. 14, n. 2.
Ai medesimi sono pagabili anche le somme corrispondenti ai contributi e agli interessi rispettivi, quando l' inscritto venga a morire prima dell'ammissione a pensione.
Art. 16. Determinata la pensione in base
alle norme dell'articolo 13, o liquidato il capitale secondo l'articolo 14, il comitato centrale ne dà avviso alla cassa dei depositi e
prestiti. Nel primo caso questa provvede, per
mezzo delle casse di risparmio postali, all' emissione di libretti di ,pensione da sostituirsi
a quelli d' inscrizione. Nel secondo, la cassa
medesima provvede al pagamento del capitale coll'emissione di un libretto di risparmio
Art. 17. Nel Icaso di morte di uno degli
inscritti, gli eredi o gli aventi diritto debbono far pervenire al comitato centrale il
libretto d' inscrizione del defunto, accompagnandolo coi documenti necessari a comprovare i diritti alla successione dell'estinto.
Spetta al comitato riconoscere questi diritti ed ordinare la sostituzione del libretto
esistente con un libretto di risparmio della
cassa postale , intestato agli eredi del defunto.
Art. 18. Le decisioni del comitato centrale
sono comunicate ali' interessato e alle rispettive commissioni provinciali.
Contro le decisioni del comitato centrale
relative all'assegnazione delle pensioni e alla
liquidazione del capitale, è ammesso il ricorso
alla corte dei conti. Decorso un mese dalla
data della comunicazione all' interessato cessa
il diritto al ricorso.
Contro le decisioni delle commissioni provinciali l' interessato ha diritto di ricorrere al
comitato centrale, entro un mese dal giorno
in cui furono pronunziate.
Art. 19. Alla fine di ciascun anno le commissioni provinciali compilano i ruoli degli
inscritti sulla base di quelli dell' anno precedente, aggiungendovi gli inscritti dell' anno e
radiando i decaduti.
I ruoli così rettificati debbono essere
trasmessi al comitato centrale.
Art. 20. Il comitato centrale compila il
ruolo generale per mezzo dei ruoli comunicatigli dalle commissioni provinciali, raccoglie in elenchi separati gli inscritti con assegnamenti speciali (art. 3, lett. cl) e gli ammessi a pensione, quelli cui è applicata la
disposizione dell'articolo 14, e quelli che ri-
-
sultano morosi al pagamento dei contributi in
ordine all'art. 10.
Art. 21. Le pensioni non possono sequestrarsi o cedersi, nè sono soggette a ritenuta
per imposta di ricchezza mobile o per qualsiasi altro tributo.
I certificati, atti di notorietà ed altri documenti relativi alla esecuzione della presente
legge, sono esenti dal diritto di bollo e da
ogni altra tassa.
Art. 22. È data facoltà al governo del re
di provvedere alla esecuzione della presente
legge con apposito regolamento da approvarsi
con decreto reale, sentito il parere della corte
dei conti e del consiglio di stato.
CRONACA GIUDIZIARIA
Dinanzi al tribunale correzionale della nostra città incominciò ieri la trattativa della
causa penale già rinviata dall'udienza del 28
dicembre ultimo, contro:
I ° Ottolenghi Raffaello, di Bonaiuto,
Aqui, studente ;
2° Gori Montanelli Giuseppe, di Francesco, di Vicopisano, studente;
30 Santernecchi Scipione, di Giuseppe,
di Livorno, studente; e
40 Possenti Italo, di Angiolo, di Pisa,
studente;
quali al seguito della dimostrazione contro i pellegrini francesi sono imputati e chiamati a rispondere del delitto previsto e punito
dall'art. 206 del codice penale toscano.
Il turno del tribunale è cotnpost o come
nell'udienza sopra citata: il pubblico ministero
è rappresentato dal procuratore del re cavalier Barracano.
Siedono al banco della difesa gli avvocati
cav. prof. Pelosini, cav. Clemente Busi, avvocato Pio Tribolati.
Al banco dei giornalisti sono i rappresentanti dei giornali Capitan Fracassa, Cor.
riere dell Arno, Don Chisciotte, Gazzetta
d'Italia, Gazzetta livornese, Gazzetta piemontese, Epoca, La Lega, La Nazione, Telegrafo, Telefono, Secolo, Vedetta.
Sono presenti alcuni stenografi.
Fatto l' appello nominale dei testimoni il
presidente li divide in due categorie riserbandone per quest' udienza 22 e rinviando i rimanenti all' udienza di domani.
Il cancelliere dà lettura dell'atto di accusa
da noi riprodotto nel primo resoconto che
facemmo di questa causa.
Procedesi dal presidente all' interrogatorio
degl' incolpati.
Ottolenghi senti dire che si voleva fare
una dimostrazione anticlericale contro i pellegrini, i quali avrebbero detto parole ingiuriose
e contrarie all' Italia. Esso andò a casa e non
seppe altro. Lo studente Rocca sentì le parole ingiuriose all' Italia, dicendo facciam preghiere perchè la Francia armata venga a
rendere al papa il suo bel potere.
Arrivò quando la dimostrazione era oi
finita.
Esso non ha organizzato la dimostrazione
niente affatto: dice che non ci furono capi
tutti ci andarono spontaneamente. Sentì dire
che la dimostrazione aveva per scopo di manifestare i principi liberali degli studenti.
Gori Montanelli. Uscito di casa trovò alcuni amici che andavano alla stazione per fare,
come sentì dire, una dimostrazione anticlericale perché i pellegrini avevano dette in duomo
parole ingiuriose all' Italia: si unì agli altri.
Non ha promosso la dimostrazione, nè è stato
in alcuna guisa organizzatore di essa. Esso
non gridò parole ingiuriose ad alcuno. Gli studenti non connessero vie di fatto, sebbene
alcuni dei pellegrini facessero le corna.
Santernecchi. Non organizzò la dimostrazione la quale era in via per la stazione mentre esso era a pranzo. Si unì agli altri e sentì
dire che i pellegrini avevano detto male dell' Italia. Gridò con gli altri parole liberali
come tutti facevano, nè disse parole ingiu-
riose ad alcuno; non tirò sassi, nè emesse
grida contro la Francia. Giunti alla stazione
vide gente nel treno, ma non sa che fossero
i pellegrini perchè non li conosceva. I gesti
ai quali ha accennato il Montanelli erano fatti
dalle persone che erano nel treno.
Possenti. Non ci era alla dimostrazione,
nè sapeva che dovesse aver luogo. Se lo
avesse saputo ci avrebbe preso parte. Ma ha
citato testimoni perchè Vuol sentire come i
testimoni dell'accusa hanno fatto a vederlo.
Si procede alla udizione dei testimoni.
Almasio Romualdo, delegato di P. S. in
Pisa. Era al duomo quando arrivarono i pellegrini: uno di essi disse di pregare per la
Francia peccatrice, e per la beata vergine.
Per quanto egli potè intendere non disse cose
contrarie all' Italia, nè ricordò il papa, nè
I' Italia. Esclude che fossero dette le parole
ostili all' Italia. Dice di conoscere benissimo
la lingua francese e molte volte ha servito
da interprete. Uscito dal duomo andò alla stazione della ferrovia dove trovò che già i pellegrini prendevano posto nel treno. Mentre si
aspettava la partenza di questo, entrarono
nella stazione molti studenti i quali dopo avere
battute le mani e gridato viva l' Italia si
dettero a fischiare, gridando abbasso i clericali. Nella folla furon proferite le parole pùrci,
assassini, ma non sa a chi con quelle si volesse alludere. Intanto il treno si messe in
movimento e dal gruppo degli studenti partirono manate di ghiaia la quale andò a colpire le carrozze. Non è in grado di dire se
quella radunata sorgesse spontanea; o se fosse
preparata: a quanto udì sarebbe stata organizzata dagli studenti della università e intese
asserire che la organizzassero i signori Gori
e Santernecchi. Alla stazione vide che vi erano
tutti gli accusati compreso il Possenti a cui
parlo.
Possenti. Domanda se se lo è sognato, e
sostiene che alla stazione esso non c' era.
Almasio test. dice che il Possenti aveva
il tabarro scuro.
Possenti sostiene che non solamente era
in casa ma che quando avvenne la dimostrazione esso era a letto.
Almasio test. insiste nel dichiarare che
c' era pure il Possenti. Non può dire che le
parole ingiuriose fossero proferite dagli accusati, e non vide chi lanciò le ghiaie.
Barsali avv. Giuseppe. Era in duomo
quando vi si trovavano i pellegrini, uno dei
quali esortò a pregare per la Francia e per
il papa. Non udì che fossero proferite espressioni ingiuriose verso 1' Italia nè che da alcuno dei pellegrini fossero fatti voti perchè
dalla Francia venga reso al papa il potere
temporale. Accompagnò i pellegrini alla stazione della ferrovia e mentre questi prendevano posto nel treno intese dei fischi, degli
urli, del chiasso, ma non potè ben intendere
quali parole venissero pronunziate. Domandò
poi che cosa fosse stato gridato e senti 'dire
che fu detto abbasso il Vaticano.
Al seguito (li domanda della difesa dice
che in Pisa sono passati più volte molti pellegrini ai quali mai sono stati fatti sgarbi di
sorta. Non sa che fra gli ultimi pellegrini
francesi vi fosse il corrispondente del giornale
l' Univers.
Vescovi Domenico giirlice al tribunale di
Pisa. Vide i pellegrini francesi in duomo: uno
di essi pronunziò un discorso invitando gli
altri a pregare per la Francia peccatrice. Non
sentì parlar dell' Italia, nè far voti perchè
dalla Francia venga reso al papa il potere
temporale. Ignora affatto quanto avvenne alla
stazione.
Magnolfi Enea delegato di P. S. in Pisa.
Non entrò nel duomo, nè sa che cosa vi fosse
detto. Depone sopra i fatti della stazione in
modo identico al testimone Almas io. Non può
assicurare di aver parlato o veduto il signor
Possenti, nè può dire che alcuno degli accusati proferisse parole ingiuriose verso la Francia o i pellegrini, nè sa chi tirasse la ghiaia
contro le carrozze. Non sa che fra i dimostranti vi fossero persone estranee agli sco-
lari, ne è in grado di dire chi avess, organizzato quella dimostrazione. Alla stazione vide
il Gori ma non è certo che vi fosse il Possenti e forse vi era persona che lo somiglia
molto.
A/masio test. richiamato dice che aveva
preso colui che tirava i sassi ; però questi
gli avrebbe dato il nome falso e non è stato
più possibile rintracciarlo; assicura però che
nessuno degli accusati tirò i sassi.
Ciarnpelli Carlo delegato di P. S. in Pisa.
Sulla generalità dei fatti seguiti alla ferrovia
depone in modo conforme ai testimoni Almasio e Magnolfl. Non vide Ottolenghi, nè il
Possenti ma solamente il Gori-Montanelli e
il Santernecchi i quali non proferirono le parole ingiuriose che partivano dal gruppo dei
dimostranti : non sa da chi la dimostrazione
venisse organizzata ed esclude che di questa
facessero parte persone estranee al corpo deali studenti.
La seduta è stata sospesa per un'ora.
Ripreso l'esame dei testimoni sono stati
uditi:
Bartolini lacopo delegato di P. S. Nel
giorno in cui avvenne la dimostrazione era di
servizio alla stazione: sentì gridare viva l'Italia
ma non udì parole ostili alla Francia nè contrarie alle guarentigie. Non vide che alcuno
dei pellegrini facesse le corna; fra i dimostranti, degli accusati non vide altro che il
Gori, ma non intese che esso proferisse parole ingiuriose. La dimostrazione si componeva
nella maggioranza di studenti.
Nistri Federigo delegato di P. S. Parla
della dimostrazione in modo conforme agli
altri testimoni e dice di non aver veduto gli
accusati; soltanto gli pare ci fosse il Gori e
non sa da chi quella dimostrazione fosse organizzata.
Giusti Carlo vice brigadiere dei carabinieri reali. Parla in generale della dimostrazione avvvenuta alla ferrovia, dove fu gridato
viva il re: dice che furono lanciate delle manate di ghiaia ma non sa da chi ; crede però
che questa fosse tirata contro la pubblica
forza e non contro i pellegrini e dice che le
ghiaie non investirono le carrozze del treno.
Terminata 1' udizione dei testimoni dell'accusa, si procede all'esame di quelli indotti
dalla difesa.
Rocca Vittorio , studente. Si trovò in
duomo mentre ci erano i pellegrini francesi,
uno dei quali, in un discorso, disse che il papa
a Roma non aveva libertà d'azione e che la
Francia presto o tardi gli avrebbe reso il suo
bel potere « La Frctnce lui rendra sa possession charmée». Dice che il discorso fu fatto
ad alta ed intelligibile voce. Vide poi che i
pellegrini si rnessero in ginocchio e pregarono.
Di quanto esso testimone ora afferma ne rilasciò dichiarazione scritta al signor prefetto.
Lodi Achille, studente. Fece parte della
dimostrazione e non vide in questa che il
Gori. Dice la dimostrazione sorse spontanea
nè fu organizzata da alcuno.
Pazzi Francesco, studente. Non prese
parte alla dimostrazione perchè non fece in
tempo : dice che non ci erano nè l'Ottolenghi,
nè il Possenti.
Al seguito di richiesta della difesa dice
che nella scolaresca vi è uno studente, il signor Lapilli, il quale assomiglia moltissimo
al sig. Possenti.
Donati Umberto, studen te. Il Rocca gli
riferì del discorso udito in duomo. Quelle parole fecero impressione nella scolaresca la
quale spontaneamente fece una dimostrazione
anticlericale.
Lami Vittorio, studente. Depone in modo
canale al testimone Donati. Aggiunge che
l'Ottolenghi non faceva parte della dimostrazione la quale aveva per scopo di protestare
contro una restaurazione del potere temporale.
Bellucci Alessandro, studente. TI Rocca
riferì a lui ciò che aveva udito in duomo.
La dimostrazione anticlericale sorse spontanea e di questa non fece parte l' Ottolenghi.
Dalgas Alfredo, studente. Sentì parlare
della dimostrazione contro i pellegrini fran-
ce
in
pe
sti
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zi
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cu
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cesi per le paro!e d:t uno di questi proferi te
in duomo. Mentre esso andava alla ferrovia
per unirsi ai dimostranti trovò che la dimostraz ione era già terminata. L'Ottolenghi non
era alla ferrovia.
Toscanelli Nello, studente. Era alla stazione per la dimostrazione e non intese che
fossero proferite 'parole ingiuriose verso alcuno. Tra i dimostranti vi erano dei ragazzi
e delle persone estranee alla scolaresca. Degli
accusati vide solamente il Gori e il Santernecchi. (Continua).
cri:14111L41011■111111T . 51111.._(tr
- Avendo la giunta municipale
presa cognizione della proposta contenuta nel disegno di legge emendato
dalla commissione parlamentare per le
opere idrauliche di seconda categoria,
deliberò di officiare tra altri S. E. il
ministro dell' interno presidente del consiglio dei ministri, perchè favorisse una
risoluzione che, mentre torna assai
vantaggiosa agli interessi di questo
comune è d'altra parte di pura giustizia.
Ora sappiamo che l'on. Depretis ha
con cortese sollecitudine risposto che
prenderà a cuore gli interessi di questo
comune, raccomandando anche al suo
collega dei lavori pubblici di accogliere
le domande del comune medesimo.
- Il ministero della pubblica istruzione ha ricevuto la commissione per
la tutela della nostra università composta del prefetto, del sindaco, del rettore dell' università stessa e del deputato di questo collegio.
Finora non si conosce il resultato
della conferenza; viene però assicurato
che l'on. ministro non mancò di buone
parole e promesse per l'avvenire dell' ateneo pisano.
a quello dei musei che dovrà andarne
in possesso.
rk
Ristabilitasi in salute la signorina Emma
Nevada hanno avuto luogo al R. teatro nuovo
- palla R. prefettura è stato permesso l'uso delle maschere per tutto
il corrente carnevale osservando le
prescrizioni contenute nel relativo re0 olatnento.
la seconda e la terza rappresentazione del
Fa ust.
La signorina Nevada ha mirabilmente sostenuta la parte di Margherita e non le sono
mancati applausi e chiamate. Bene il signor
Dondi ed il sig. Gnone. L' orchestra si è distinta per la perfetta esecuzione.
Questa sera ha luogo la serata d' onore
della signorina Nevada con la Sonnambula.
Si prevede un concorso straordinario e di cui
un artista così distinta é meritevole.
-
- Il prof. Meneghini, preside anziano, ha inviato per il rettore della
nostra università un telegra mina al
prof. Fausto Lasinio col quale gli commetteva l'onorevole incarico di rappresentare l' università. pisana al solenne
trasporto della salma del compianto
Duprè. Per ragioni di salute il professor Lasinio non potè, con suo grande
dispiacere intervenire, sebbene in cuore
si associasse al lutto universale per
tanta sventura: nè potè, essendo il dispaccio giunto in ora troppo tarda, telegrafare a Pisa in modo che là fossero in tempo a scegliersi altri rappresentanti.
ti sig. Frizzo è una nostra vecchia conoscenza ed ha sempre destato grande entusiasmo nei teatri della nostra città. Esso è
tornato a prodursi al R. teatro Ernesto Rossi
ieri sera con una serie di giuochi della più
alta importanza.
Insieme al sig. Frizzo è il sig. Campi distinto pittore milanese il quale mostra le sue
Ombre da esso prodotte all' Indisposizione
artistica tenuta in Milano nel tempo che fu
aperta l'esposizione nazionale.
Le ombre del sig. Campi fecero decisamente furore e siamo certi che eguale incontro avranno anco tra noi.
Noi non possiamo parlare oggi di questo
trattenimento di cui avremo luogo d' occuparci.
- Dalla direzione generale delle
poste riceviamo il seguente avviso relativo al divieto di includere lettere o
scritti nei pacchi postali.
« Si ricorda al pubblico che l' art. 1° della
della legge 10 luglio 1881, n. 288, serie terza,
stabilisce che i pacchi postali non possono
contenere lettere o scritti che abbiano il carattere di corrispondenza, salvo le indicazioni
che si riferiscono strettamente all' invio dei
pacchi stessi.
«Qualora quindi, all'atto dell'apertura negli
ufizi di posta dei pacchi in arrivo, giusta
l'autorizzazione fatta dallo articolo 23 del regolamento per l'esecuzione della legge suaccennata, si ritrovassero lettere o scritti in
contravvenzione, i pacchi stessi, a mente delIlarticolo 10 della citata legge, verranno aravati di una sopratassa pari al decuplo
tassa delle lettere o degli scritti non affrancati e indebitamente spediti, sopratassa che
non sarà mai inferiore a lire cinque ».
Asili infantili di carità
in Pisa.
-- La società toscana di scienze
nella sua ultima adunanza tenuta in
Pisa si occupò dell'elefante preistorico
trovato negli scavi del cantiere dei signori Orlando in Livorno, sotto il livello del mare.
L'adunanza stessa ebbe per iscopo
di studiare i resti dell'elefante medesimo.
I pezzi raccolti vennero diligentemente esaminati e da questi apparisce
che l'animale doveva essere di smisurata grandezza.
Il chiarissimo prof. Meneghini non
esitò ad attribuire simili avanzi al genere elephans anticus.
11 terreno in cui fu scoperto era un
deposito fangoso e terroso, sovrapposto
alla sabbia gialla, riferibile all' epoca
quaternaria come dimostrano alcune
conchiglie raccolte insieme con quei
frammenti e alcuni resti vegetali non
determinabili per il loro stato di cattiva conservazione.
A proposito di questi avanzi è sorta
contesa tra il municipio di Livorno
che li reclama pel museo dell' istituto
tecnico livornese e la nostra università pel suo museo di storia naturale.
Tale contesa verrà decisa dal ministero della pubblica istruzione, ed intanto quei fossili sono ancora nel cantiere Orlando e vi resteranno finchè
il ministero della marina da cui dipende dia il permesso di consegnarli
Nota di sottoscrizioni per l' esenzione dalle
visite del capo ce anno.
Riporto L. 290,50
Minati Geltrude 2,Dini cav. prof. Ulisse deputato al
2,parlamento . . . 5,Guidi contessa Giulia . . . Moschini cav. avv. Antonio.
2,Gioli cav. Ranieri
Pacini Giuseppe ... 1,50
Papanti-Mancini Elena
L. 307, (Continua)
OSSERVATORIO METEORICO della scuola
superiore di agraria della R. università di Pisa.
Il barometro è ridotto a O' e al mare.
Altezza della stazione sul livello del mare: metri 10.
Umidità
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2. g
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Vento
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3°9 772,02
11°8 778,32
4 03 780,91
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6,05 60
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1°7 781,56
10 0 1 781,54
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3,97 76 ESE
5,73 61
NO
4,49 82 OSO
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9 poni.
1°5 784,97
11°6 782,58
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4,09 79
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14'8 780,70
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Gennaio 14
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Temperatura mass.
.5
ant.
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9 pom.
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4,02 62 NOO
5,86 48 • E
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17
15
16
15°3
12°3
13 0 5
-2°1 -2°2 - 0°8
STATO DEL CIELO.
Gennaio 14. Sereno.
Gennaio 15. Sereno.
Gennaio 16. Sereno nelle prime ore del mattino.
parzialnien te coperto di strati nel resto della giornata.
Gennaio 17. Sereno.
ATTI GrIUDIZIARII
Sunto degli atti legali inseriti nel n. 4
(13 gennaio) del Supplemento al foglio periodico della R. prefettura di Pisa.
- Dovendosi procedere all' appalto dei
lavori da eseguirsi nel piano terreno della
casa di custodia in Pisa per render capace la
casa stessa di un maggior numero di detenuti
si rende noto che il 28 gennaio 1882 nel
locale della R. prefettura di Pisa si procederà all' incanto per l'appalto dei lavori suddetti in base al prezzo d' asta di L. 28,115.
Il termine utile per presentare offerte di ribasso sul prezzo deliberato, scade il 12 febbraio 1882.
- Il di 21 febbraio 1882 avanti il tribunale civile di Pisa avrà luogo l' incanto per
la vendita dell' immobile espropriato in danno
del dott. FederigolLombard di Pisa, consistente in uno stabile ad uso d' istituto igienico, con tutti suoi annessi, posto in Pisa
via Fibonacci e via Manzoni. L' incanto si apre
al prezzo di L. 4392,60.
- Il di 24 febbraio 1882 avanti il detto
tribunale avrà pure luogo l'incanto per la vendita dei beni escussi in danno del sig. Francesco Pratesi di Usigliano e cioè: 1° una casa
con terra annessa situata nel comune di Lari
in popolo di Usigliano, luogo detto - Le
Cascine - composta di num. I 1 stanze, forno
ed altri annessi ; 2° altro appezzamento di
terra, lavorativa, vitata, fruttata, sui quale si
trova il mulino di due stanze con loggia, rota
idraulica, posta nel citato popolo e comune,
luogo detto - Malanotti ; 3° un mulino a
ritrecino con gora a due palmenti, composto
di stanza con loggetta, porcile, posto in popolo e comune suddetto, luogo denominato
- al mulino - con piccolo pezzo di terra,
lavorativa, vitata; il tutto per il prezzo di
L. 5118. Si rende noto altresì che fu dichiarato aperto il giudizio di graduazione dei ereditori di Francesco Pratesi, e venne ordinato
ai medesimi di depositare nella cancelleria del
tribunale le loro domande di collocazione coi
relativi documenti nel termine di 30 giorni
dalla pubblicazione del bando.
-
- Il di 24 gennaio 1882 avanti il tribunale civile di Pisa avrà luogo un nuovo incanto con lo sbasso del 40 per cento sopra i
beni escussi dal sig. avv. Gambini in proprio
e per conto del sig. dott. Raffaello Giusti in
pregiudizio del signor Alberto Peruzzi di Livorno, e cosi per L. 1620,48.
Prezzi delle grasce vendute in Pisa
nel mercato del di 18 gennaio 1882.
N B. 1 prezzi segnati nella 1.a colonna sono
relativi ai generi venduti in partita fuori daaio, e per
ogni ettolitro.
I prezzi se!znati nella 2.a colonna riguardano i
ge,leri venduti in dettaglio (laido compreso, e per ogni
rttnlitro.
L. e C. L. e C.
Grano gentile rosso 1.a qualità 23,95 23,95
Detto di 2.a . . . . . . 23,30 23,30
Detto mazzocchio 1.a q. nuovo 22,60 22,60
Detto 2.a ..... • . 21,90 21,90
Detto di Maremma il quintale da
. . . 28,00 a 28,50
»
Detto Romagna es. . 28,25 a 29,25
Segale nuovo
»
17»,10
Vecce schiette
»
16,45
Orzo nostrale
»
13,70
Fave nostra' i
»
1171:6105
Avena di Maremma, morella. »
Detta mista o bianca . .
10,95
Granturco di 1.a q. .
. 15,00 15,40
Detto di 2.a . . . .
. 14,85 15,00
Riso I.a q. il quintale .
.
»
55,00
c.h i. DFettiouocilii
ag
»
48,00
bianchi g.ro. ssi l .a q »3341,,2500
Detti mezzani »
Detti tondini
»
21,90
Detti coll' occhio
» ì»
Lupini
»
»
Saggina . * .
• • • •
»
»
O
q. per ogni ett. . 135,00 146,00
Detto di 2.a 126,00 137,00
Detto da lumi 95,00 106,00
Vino del Piano di Pisa 1.a
q. ogni ettolitro nuovo.
28,40 34,95
Detto 2.1 22,95 29,50
Fieno I a q. il quintale .
6,50
»
Detto di 2.a
8,00»
Paglia, il quintale . • • 3,00
»
Detta a manne il quintale.
4,00»
Pane 1.a q• il chilogrammo •»
0,45
Detto di 2.a . .
»
0,39
Detto di 3.a .
»
0,30
.
PASQUALE FINALI,
gerente resp.
AVVISO DI CONCORSO
Il Sindaco del Comune di Terricciola
Rende noto che a tutto il dì 15 febbraio I 882
è aperto pubblico concorso per la nomina del
titolare alla condotta medico-chirurgica di
questo capoluogo comunitativo coli' annuo assegno di L. 1800 pagabili in rate mensili
posticipate. Gli oneri relativi, fra i quali quello
della cavalcatura, a carico del titolare, sono
descritti in apposito capitolato che trovasi
ostensibile presso questa segreteria municipale, come pure i diritti a maggiori guadagni,
oltre lo stipendio, che, solo gli affitti coi coloni, permettevano al titolare precedente di
realizzare annualmente circa a 40 sacchi di
grano.
Terricciola, dal municipio
li 14 gennaio 1882.
Il sindaco
Il segretario
L. Nomis.
ETTORE DELLA PACE
_A_ VVIS C)
Gran vendita volontaria.
La mattina di glovedi "230 gennaio corrente, e giorni successivi, a ore 10
antimerid., sarà venduta al pubblico incanto
una Raccolta di sessanta Quadri antichi in
tela, ed in tavola di vani autori classici: Tiziano, Lorenzo di Credi, Carlo
Dolci, Fuirino, Van Loon, di Scuola
Romana, Bolognese, Veneziana, Fiorentina,
Francese, Fiamminga, e di altri vani ignoti
autori.
La detta vendita sarà eseguita in Pisa, via
della Faggiola, a pian terreno dello stabile di
proprietà del signor Bussagli segnato di n. I.
L'incaricato Ranieri Castroni
Pubblico sti»2CItOre.
NB. I Quadri suddetti potranno essere
esaminati nei giorni 23, 24 e 25 gennaio corrente dalle ore 10 antimer. alle 2 pomer.
Si affitta un quartiere, via
Cavour, al 3° piano dello stabile Bagnani.
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raccomandata.
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sua efficacia a due bicchieri circa di
quella della Torretta.
centimetri 75, spessore centimetri 3. Sago!
mato da tre lati.
Dirigersi per informazioni alla direzione
del giornale La Provincia di Pisa.
LE
-
311.7
liti la 193`
..,
•17.,
111111EZ
Pisa, Tip. Vannucchi, 1882.
Scarica

Anno XVIII, num.`6. 19 gennaio 1882. le