MisanoPianoFestival Misano Adriatico Gradara XXII Edizione 1 - 10 Agosto 2014 S iamo felici di presentare il cartellone della XXII edizione del MisanoPianoFestival che, varcata la soglia del terzo decennio, torna nei suoi luoghi per accogliere gli amanti della Musica che lo attendono nel calore dell’estate. Quella del Festival è una storia fatta di incantesimi musicali e di applausi scroscianti; una storia fatta di innumerevoli interpretazioni e di tanti protagonisti che hanno saputo far parlare il Pianoforte e raggiungere l’animo dei presenti. Roberto Cappello, Maurizio Zanini, Manila Santini e i maestri del Teatro alla Scala Fabrizio Meloni e Simonide Braconi animeranno ancora una volta con la loro arte la Chiesa di Misano Monte, luogo sacro preposto a tanti racconti musicali. La magia del Castello di Gradara accoglierà le pagine celebri del classicismo mozartiano e beethoveniano eseguite dal duo formato da Augusto Vismara e David Boldrini. Eros in musica, raccontato dall’esperienza di Quirino Principe e dal pianoforte di Denis Zardi, è l’espressione della sinergia di due realtà che da anni caratterizzano l’attività culturale di questa città: il MisanoPianoFestival e La Biblioteca Illuminata, sapientemente diretta da Gustavo Cecchini, si uniscono nel Giardino della Biblioteca comunale in una prestigiosa conclusione delle rispettive stagioni. Grazie alla Città di Misano Adriatico e a Stefano Giannini, suo primo cittadino, che insieme a Franca Foronchi, Sindaco di Gradara, e alle amministrazioni comunali, hanno voluto che la storia del Festival continuasse a segnare ricordi indelebili; un riconoscimento particolare a Don Angelo, perché sotto la cupola della Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo ci permetterà di ascoltare l’eterna ispirazione della Musica. La direzione artistica I concerti si terranno presso Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo di Misano Monte Via Saffi, 8 - Misano Monte Castello di Gradara Gradara - tel. 0541.964115 Giardino della Biblioteca comunale Via Gioachino Rossini, 7 - Misano Adriatico Direzione artistica Associazione Artistico-Musicale Amintore Galli, Rimini Simonetta Pesaresi, Davide Cavalli Comune di Misano Adriatico - Assessorato alla Cultura Biblioteca Comunale: Gustavo Cecchini In collaborazione con Assessorato alla Cultura di Gradara Per informazioni Associazione Artistico-Musicale Amintore Galli - Rimini Assessorato alla Cultura - Misano Adriatico - Biblioteca Comunale: Tel. 0541.618424 Informazioni Accoglienza Turistica: Tel. 0541.615520 Si ringraziano sentitamente Mario e Giuliana Busi Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici di Urbino misanopianofestival.com misanopianofestival MisanoPianoFestival Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, venerdì 1 agosto Roberto Cappello pianoforte musiche di L. van Beethoven, F. Schubert, F. Liszt Gradara, Cortile del Castello, mercoledì 6 agosto Gradara sotto le stelle Augusto Vismara violino David Boldrini pianoforte musiche di D. Cimarosa, W.A. Mozart, L. van Beethoven Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, giovedì 7 agosto Maurizio Zanini pianoforte musiche di F. Schubert, R. Schumann, J. Brahms Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, sabato 9 agosto Fabrizio Meloni clarinetto Simonide Braconi viola Manila Santini pianoforte musiche di W.A. Mozart, R. Schumann, H. Vieuxtemps, F. Poulenc Misano Adriatico, Giardino della Biblioteca comunale, domenica 10 agosto Eros in musica in collaborazione con Ah... l’Amour - le cose dell’amore nell’ambito di Biblioteca Illuminata Quirino Principe Denis Zardi pianoforte musiche di F. Chopin, F. Liszt, Wagner/Liszt, G. Mahler, M. Ravel, A. Scriabin MisanoPianoFestival venerdì 1 Agosto Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15 Roberto Cappello pianoforte Ludwig van Beethoven (1770 -1827) Sonata n. 32 op. 111 in do minore Maestoso - Allegro con brio ed appassionato Arietta. Adagio molto semplice e cantabile Franz Schubert (1797 -1828) Wanderer Fantasie D. 760 Allegro con fuoco ma non troppo Adagio Presto Allegro () Franz Liszt (1811 - 1886) 6 Études d’exécution trascendante Vision Wilde Jagd Ricordanza Allegro, agitato molto Harmonies du soir Chasse-neige Roberto Cappello Una tecnica trascendentale, una raffinatissima sensibilità artistica e spirituale, un costante impegno culturale ed intellettuale nella scelta del repertorio volto ad esaltarne i più alti contenuti, pongono l’arte interpretativa di Roberto Cappello ai vertici del concertismo contemporaneo. Dopo la vittoria, nel 1976, del Premio Ferruccio Busoni di Bolzano, ha iniziato una grande e nobile carriera che lo ha visto acclamato protagonista nelle sale più prestigiose di tutto il mondo, sia nelle vesti di solista, che con orchestra e formazioni da camera. All’intensa e aristocratica attività concertistica, affianca con esemplare rigore ed impegno quella didattica, che prevede numerose master class, seminari e corsi di perfezionamento. In virtù della sua riconosciuta capacità di un giudizio sereno ed obiettivo è costantemente invitato a presiedere le giurie di Concorsi pianistici nazionali ed internazionali. Note al programma Beethoven iniziò a comporre la sua trentaduesima ed ultima Sonata op. 111 nel 1821 e la concluse nella primavera del 1822, anno in cui venne pubblicata. Il primo movimento in do minore si apre con un Maestoso al quale segue l’Allegro con brio ed appassionato: in esso il primo tema è annunciato da una terzina di semicrome in fortissimo e che culmina nello sforzato della sensibile, il suono più commovente della Musica. Le ottave del registro grave riecheggiano nel piano celestiale delle sonorità più alte fino ad essere amplificate da tutte le voci in una fuga maestosa e stupefacente. Un motivo di sette crome (sol - do - si - do - fa - mi b - do), viene poi incessantemente ripreso e sviluppato da entrambe le voci, elevando la tensione drammatica fino allo spasimo. La fuga presto s’interrompe per lasciare spazio al secondo tema che con la sua calma contrasta l’impetuosità del primo personaggio tematico; instancabile riprenderà con tutto il suo vigore facendo intrecciare l’incredibile potenza evocativa delle voci. La Wanderer-Fantasie D. 760 venne composta da Franz Schubert su commissione, quando aveva venticinque anni. Un eccellente pianista, il nobiluomo von Liebenberg, voleva una fantasia brillante in cui affrontare e risolvere tutto ciò che all’epoca faceva parte della moderna tecnica pianistica. “Wanderer” è una parola chiave nella poetica del compositore di Vienna: è il romantico “viandante”, una figura quasi inquietante, paragonabile all’arpista di Goethe. Questa figura mistica attraversa molte delle più importanti composizioni schubertiane. La Wanderer-Fantasie, inizia con animo pieno di coraggio nella luminosità piena della sua tonalità di do maggiore che qui ha lo stesso significato che ha nella Sinfonia e in molte altre grandi opere in do maggiore: è la tonalità aperta, bianca ed è per questo che l’opera si conclude in tono raggiante e positivo. La tonalità di do maggiore è incastonata “fra le tonalità dei bemolli, che appaiono più scure e ombrose, tanto amate da Chopin e da Schumann, e le tonalità dei diesis, preferite da Franck e da Wagner, ma anche da Mozart, che irradiano luce…”. Il secondo movimento in do diesis minore è quasi irreale nel suo dolore, pur oscillando talvolta in tonalità di mi maggiore, “dal profumo di tiglio”. La composizione è composta da quattro movimenti collegati fra loro, su modello dei brani sinfonici classici. Una sola cellula ritmica, tratta dall’omonimo lied Der Wanderer, compare in forma ciclica, in particolare nell’Adagio che rievoca il tema centrale del lied, con le parole “Die Sonne dünkt mich hier so kalt...” (il sole mi pare così freddo). Il finale riprende la tonalità di do maggiore chiudendo un movimento di dimensioni eroiche. Il Finale inizia con un fugato che non si sviluppa, ma che enuncia un tema incredibilmente incisivo, richiamando ancora l’idea di una sinfonia con coro. Liszt scrisse i 12 Études d’exécution trascendante in tre fasi diverse della sua lunga carriera; aveva solo quindici anni quando si cimentò per la prima volta nella composizione di Studi in dodici esercizi per piano op. 1, ancora allievo di Carl Czerny. A quest’ultimo dedicò, in forma di riconoscenza ma in qualche modo anche di autocompiacimento, la versione del 1835: a quel tempo il giovane e affascinante Franz Liszt era osannato dal pubblico che restava esterrefatto dinanzi a tanto strabiliante tecnicismo. Dopo forti critiche riferite all’eccessiva “irraggiungibile” difficoltà degli Studi, si giunse all’ultima versione del 1851, quella che oggi viene eseguita nelle sale da concerto. Se l’uso del termine “trascendentale” inevitabilmente riporta all’idea di un virtuosismo che doveva superare i limiti “immanenti”, il senso più profondo di tale espressione risiede invece nel tentativo tutto lisztiano di fare dell’estremo virtuosismo un mezzo d’espressione nuovo, capace di evocare immagini musicali inedite. Dieci studi hanno un titolo, coerentemente con la musica “a programma” al centro della poetica lisztiana. Gli Studi sono stati eseguiti e registrati da grandi interpreti della storia del Pianoforte: Claudio Arrau, Georges Cziffra, Lazar Berman, Leslie Howard. Con i 12 Studi trascendentali Roberto Cappello, nel 1994 e nel 1995, ha inaugurato le stagioni dei concerti del Teatro alla Scala di Milano e dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo - Misano Monte Claude Maarek Accordatore MisanoPianoFestival mercoledì 6 Agosto Gradara, Cortile del Castello, ore 21.15 Gradara sotto le stelle Augusto Vismara violino David Boldrini pianoforte Domenico Cimarosa (1749 - 1801) 4 Sonate per pianoforte solo Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Variazioni K. 265 “Ah, vous dirai-je, maman” per pianoforte solo Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Sonata n. 32 in si b maggiore K. 454 Largo - Allegro Andante Allegretto per violino e pianoforte Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) Sonata op. 24 n. 5 in fa maggiore “La Primavera” Allegro Adagio molto espressivo Scherzo: Allegro molto Rondò: Allegro ma non troppo per violino e pianoforte Augusto Vismara Augusto Vismara, artista fra i più importanti della scena italiana, prima di dedicare il suo talento alla Direzione d’orchestra ed al Violino ha intrapreso una grande carriera come violista con le più importanti orchestre europee sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli, Luciano Berio, Christian Thielemann, Peter Maag, Antonio Janigro, Gabriele Ferro, Marcello Panni... È stato Prima Viola al Teatro alla Scala, nell’Orchestra di Santa Cecilia di Roma, al Maggio Musicale Fiorentino e al Teatro La Fenice di Venezia. Molto attivo come camerista, ha effettuato tournèes in Australia, Giappone, Stati Uniti, Europa e Nord Africa con diverse formazioni sia in qualità di violista che come violinista. Ha inciso per Ricordi, Bongiovanni, ESE e per importanti Radio e Televisioni europee. Ha ispirato i maggiori compositori italiani come Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Sandro Gorli, Francesco Pennisi, Ivan Fedele, Federico Incadorna e Franco Donatoni, dei quali ha eseguito opere in prima assoluta a lui dedicate. Con i suggerimenti e l’incoraggiamento di Giuseppe Sinopoli ha intrapreso la carriera di Direttore d’orchestra dedicandosi al repertorio sinfonico ed operistico romantico e del ‘900. David Boldrini Musicista eclettico, David Boldrini alterna l’attività di pianista a quella di direttore, compositore e organista. Si è diplomato con il massimo dei voti e la menzione d’onore presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze in Pianoforte, Organo e Composizione organistica. Nel corso degli anni ha studiato con Lydia Rocchetti, Bruno Canino, Vincenzo Balzani, Paul Badura Skoda e Pier Narciso Masi. In seguito è risultato vincitore assoluto in più di cinquanta Concorsi nazionali ed internazionali. Ha intrapreso la carriera di camerista al fianco di Katia Ricciarelli, Andrea Bocelli, Maria Luigia Borsi, Bruno Canino, Paolo Chiavacci, Ovidiu Balan, Franco Mezzena e si è esibito con le orchestre di Bacau, di Craiova, l’Orchestra del Maggio Musicale Formazione, Lirico Sinfonica del Teatro del Giglio di Lucca e la Viotti Chamber Orchestra. Ospite dei più importanti festivals italiani, si dedica anche al repertorio lirico in qualità di direttore e maestro concertatore. Compositore apprezzato ha al suo attivo diverse opere per pianoforte e orchestra eseguite nelle più importanti stagioni concertistiche. Recentemente ha inciso per l’etichetta Wide Classique, Amadeus e Brilliant Classic. È direttore artistico dell’Associazione Ramimusicali e dell’omonimo Festival. Note al programma Domenico Cimarosa, napoletano di umili origini, fu innanzitutto un compositore di opere buffe; il crescendo del suo successo presso le corti europee culminò nel 1787 con la nomina dell’imperatrice Caterina La Grande a ricoprire il ruolo di maestro di Cappella a San Pietroburgo. Nel 1791, l’anno della morte di Mozart, Cimarosa tornò a Vienna: fu accolto con molti onori e compose la sua opera più importante, Il matrimonio segreto. Molto apprezzato anche da Rossini e da Verdi, scrisse quasi 90 Sonate per clavicembalo o fortepiano, ma solo alcune sono giunte fino a noi. Vennero “restaurate” negli anni settanta da Vincenzo Vitale, maestro della Scuola pianistica napoletana. Il loro stile è raffinato ed equilibrato, caratterizzato da un linguaggio sempre umoristico e vivace. L’influenza dell’opera è evidente e la forma delle Sonate, ancora in un solo movimento, è AABB oppure ABA. È curioso come Delacroix lo preferisse a Mozart e che Goethe creò un’opera, Le avventure teatrali, con musiche di Mozart e Cimarosa. Da Salisburgo Mozart si era trasferito nella capitale asburgica nel 1781 e là si era sposato con Costanza Weber. Il successo e la soddisfazione delle proprie creazioni strumentali non avevano smesso di accompagnarlo. È questo il caso della Sonata in sib maggiore K. 454 per violino e pianoforte che Mozart scrisse per la celebre violinista Regina Strinasacchi, d’origine mantovana, conosciuta nel 1784; in una lettera al padre egli la definiva artista di “molta sensibilità e molto gusto”. La Sonata scritta per la famosa musicista aveva dimensioni ben diverse dalle precedenti, essendo composta per un concerto che non sarebbe più stato destinato agli amatori, ma ad un pubblico cittadino raccoltosi “per sottoscrizione”, cioè per accademia. La sua prima esecuzione è datata 29 Aprile 1784 nel Theater Karnertor di Vienna, alla presenza dell’Imperatore Giuseppe II; Mozart eseguiva al pianoforte il manoscritto ancora incompleto, mentre la violinista italiana, leggeva uno spartito ricevuto dal compositore solo poche ore prima. Il Largo introduttivo del primo movimento è insolitamente maestoso e riprende l’ampiezza di quello delle ultime Sinfonie di Haydn. L’Allegro che ne segue, con il suo tema staccato all’unisono dei due strumenti, ha un carattere felice e luminoso. Nell’Andante Mozart sublima spazi meditativi di una spiritualità anche enigmatica. L’Allegretto finale scioglie i sospiri in un ritmo leggero, offrendo spazi virtuosistici alle qualità della Strinasacchi e ai temi tipici dell’opera buffa. Le 12 Variazioni in do maggiore K. 265, datate 1781/82, sul testo della canzone francese “Ah, vous dirai-je Maman” si appoggiano sapientemente su un tema allora famosissimo, soprattutto ai bambini anglosassoni. Mozart era ormai giunto alla piena maturità e la sua produzione era colma di capolavori. Eppure l’ascolto di questo ciclo lascia la sensazione di una musica infantile, affascinante come sempre è Mozart, ma assolutamente “semplificata”. Il tema scelto è del tutto statico nell’armonia e questo limite si manifesta regolarmente nello spiegarsi delle variazioni, senza che l’autore abbia avuto l’esigenza di allontanarsi dallo schema proposto. Sarebbe meglio pensare che queste variazioni siano state composte da un adolescente; in questo caso le ingenuità e lo schematismo diventerebbero una caratteristica facilmente comprensibile e apprezzabile. Ma, essendo Mozart un ragazzo di 25 anni, è facile sospettare che queste scelte tematiche e armoniche, lo abbiano indotto a “simulare” un candore puerile. Questo non è da escludere, essendo Mozart tanto amante dei doppi giochi, consumati tra allegrie e malinconie, da rendere difficile capire il momento in cui si mostra il suo vero volto. La Sonata op. 23 di Beethoven, dedicata al conte Moritz Von Fries, deve la sua denominazione La Primavera all’editore Mollo di Vienna, che la stampò nel 1802. Come nella Sonata Pastorale per pianoforte, scritta nello stesso periodo, il primo ed il quarto sono ampi movimenti di luminosa espressività (Allegro e Rondò) mentre gli altri due sono assai più brevi. Il movimento iniziale, in fa maggiore, si muove con mozartiana freschezza anche nelle tonalità di do maggiore e minore, tanto care a Beethoven, e si conclude con una bellissima coda in cui nel registro grave del pianoforte, l’incipit tematico viene ripreso fino alla conclusione. L’Adagio molto espressivo lascia ancora ampio respiro alla voce intensa del violino per poi “staccare” nettamente con lo Scherzo costruito sull’invenzione geniale di dialoghi ritmici in battere e levare e di un Trio recitato da “…vigorose pennellate tracciate con la velocità di un action painter”. L’Allegro ma non troppo finale racconta un tema principale dal carattere tranquillo che viene ripreso in forma di Rondò quattro volte. Il motivo centrale, muove su energici slanci dei due strumenti, impegnati in difficili progressioni tecniche. Castello di Gradara MisanoPianoFestival giovedì 7 Agosto Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15 Maurizio Zanini pianoforte Robert Schumann (1810 - 1856) Scene infantili op. 15 Da paesi e uomini stranieri, Curiosa istoria, A rincorrersi, Fanciullo che supplica, Quasi felice, Avvenimento importante, Sogno, Al camino, Sul cavallo di legno, Quasi troppo serio, Bau-Bau, Bambino che s’addormenta, Il poeta parla. Franz Schubert (1797 - 1828) Drei Klavierstücke D. 946 () Johannes Brahms (1833 - 1897) Sonata n. 3 op. 5 in fa minore Allegro maestoso Andante espressivo Scherzo: Allegro energico - Trio Intermezzo (Rückblick): Andante molto Finale: Allegro moderato ma rubato Maurizio Zanini Direttore d’orchestra e pianista milanese, Maurizio Zanini si è aggiudicato nel 1986 il Primo Premio al Concorso pianistico internazionale Dino Ciani, ricevendo inoltre l’Oscar internazionale della critica Maschera d’Argento per la musica classica. Successivamente ha beneficiato dei preziosi consigli di Maurizio Pollini. Ha tenuto recitals e concerti con orchestra al Teatro alla Scala di Milano, Barbican Centre di Londra, Sala d’Oro del Musikverein di Vienna, Musikhalle di Amburgo, Gasteig di Monaco di Baviera, Kunsthaus di Lucerna, Maison de Radio France di Parigi, Lincoln Center di New York. Solista con la London Royal Philharmonic Orchestra, Philharmonisches Orchester der Stadt Nürnberg, Philharmonisches Staatsorchester Bremen, Sinfonieorchester Luzern, Orquesta Sinfònica de Córdoba, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Orchestra RAI, ha collaborato con direttori quali Roberto Abbado, Aldo Ceccato, Myun-Whun Chung, Vladimir Delman, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Gerard Korsten, Jerzy Semkow, Alexander Vedernikov, Marcello Viotti. Nel 2000 ha iniziato l’attività direttoriale invitato da Orchestre e Teatri tra cui la Kärntner Sinfonieorchester di Klagenfurt, Orchestra della Svizzera Italiana, Ankara Presidential Symphony, Malta Philharmonic, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro La Fenice di Venezia, Arena di Verona, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Verdi di Trieste, Teatro Ente Concerti di Sassari, Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Teatro Marrucino di Chieti, Cameristi della Scala, Istituzioni Concertistico Orchestrali di Bari, L’Aquila, Lecce, Milano, Padova, Palermo, Parma, Sanremo, collaborando con solisti quali Linda Campanella, Bruno Canino, Robert Cohen, Alain Meunier, Natalia Roman, Ausrine Stundyte, Daniil Trifonov, Lorna Windsor. Nel 2008 ha diretto La Clemenza di Tito al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona (Piccola lezione di grande stile, applaudita per quasi un quarto d’ora - la Repubblica) e nel 2010 Il Barbiere di Siviglia di Paisiello al Teatro Verdi di Sassari (...direzione limpidissima di Maurizio Zanini con tempi e dinamiche attentamente calibrati. La delicata strumentazione è stata curata dal direttore con un’attenzione da concerto sinfonico, e altrettanta attenzione andava ai rapporti con le voci, raggiungendo un equilibrio ottimale. - l’Opera). Nel 2011 ha diretto una nuova produzione del Barbiere di Paisiello al Teatro Marrucino di Chieti e il più celebre Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini all’Emirates Palace Auditorium di Abu Dhabi in tournée con il Teatro La Fenice (Tutto esaurito e standing ovation finale con bis. Tutto il pubblico dell’Emirates Palace Auditorium di Abu Dhabi, un misto di spettatori arabi e occidentali, ha a lungo applaudito il direttore Maurizio Zanini, l’Orchestra e il Coro del Teatro veneziano ed i sei solisti - TMNews). Nel 2013 è tornato sul podio dell’Orchestra della Svizzera Italiana e ha debuttato nella Stagione dell’Arena di Verona con un programma sinfonico/corale. Nel 2014 dirigerà nuovamente l’Orchestra Sinfonica di Bari, Sinfonica Abruzzese, Sinfonica di Lecce, Filarmonica Arturo Toscanini. Note al programma Nell’ambito della sua vasta produzione per pianoforte, Robert Schumann dedicò tanto spazio al mondo dell’infanzia: basti pensare all’Album della gioventù op. 68 del 1848 e, ancor prima, alle Scene infantili op. 15, composte nel 1838. La poetica malinconica di Eusebio, eterno sognatore, e l’instancabile esuberanza di Florestano, due personaggi chiave dell’amato scrittore Richter, sono gli elementi sentimentali che muovono la composizione, creazione di rara ed incantevole bellezza. I Klavierstücke D. 946 di Franz Schubert rispecchiano ancora una volta la volontà del genio romantico di fuggire dal presente con la freschezza di un linguaggio intimamente cameristico. La musica di Schubert è sempre confidenziale e racconta stati d’animo soavi e malinconici; il suo scopo non è quello di enunciare verità o scienze inedite, ma piuttosto quello di esprimere “motivi così belli e compiuti che penetrano nell’anima con quella segreta dolcezza che i tedeschi chiamano Heimlichkeit...”. Questi erano motivi e musiche da condividere con quella cerchia di amici che si incontravano nelle “schubertiadi” viennesi, per ammirare e godere dell’arte sublime del giovane Franz. I tre brani, scritti nella primavera del 1828, nella loro semplicità tecnica, si rivolgono ad un pubblico di dilettanti; la loro espressività è accostabile a quella purissima degli Improvvisi op. 90 e op. 142. La Sonata op. 5 venne composta dal ventenne Johannes dopo averne composte altre due, una in do maggiore e l’altra in fa diesis minore. Dapprima si occupò della stesura dell’Intermezzo e dell’Andante e poi completò l’opera con altri tre movimenti ben più mossi e vigorosi. Pare che Robert Schumann, raggiunto a Düsserldorf da Brahms in tournée, fosse rimasto stupefatto dall’esecuzione di questa Sonata, leggendone le potenzialità sinfoniche; Clara Schumann ne recitò le lodi nel suo diario, definendo il giovane musicista “artista che sembra inviato da Dio”. Subito dopo Schumann promuoverà Brahms nel famoso articolo Vie nuove della sua “Neue Zeitschrift für Musik” di Lipsia, quale massimo esponente della corrente contraria alla “Nuova Scuola tedesca” di Wagner e Liszt. Romantico, prigioniero della forma, per Brahms la Sonata è concepita ancora in forma cameristica, fondandosi su una scrittura contrappuntistica in cui non esistono più beethoveniane contrapposizioni fra personaggi tematici. La Sonata op. 5 è una creazione di grande temperamento e raccoglie, in fieri, tutti i caratteri profondamente appassionati delle opere brahamsiane più mature. L’ampiezza dei suoi cinque movimenti passa da espressioni di grande energia (si pensi allo straripante vigore del tema principale dell’Allegro maestoso in fa minore), a spazi delicati e riflessivi (Intermezzo, Andante espressivo), pennellati talvolta da successioni accordali purissime o da tristi venature molto intime. Il quarto movimento porta il titolo Retrospettiva: ripropone infatti il secondo tempo in una veste più impressionistica. Il finale è una sorta di marcia-scherzo, carica di fantasia e di cupezza; in esso il giovane Brahms si concede citazioni alfabetiche da un cantus firmus fino a confluire in una trionfale coda conclusiva, espressione virtuosistica del suo grande pianismo. Castello di Gradara MisanoPianoFestival sabato 9 Agosto Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15 Frabrizio Meloni clarinetto Simonide Braconi viola Manila Santini pianoforte Henri Vieuxtemps (1820 - 1881) Elegia per viola e pianoforte op. 30 Robert Schumann (1810 - 1856) Adagio e Allegro op. 70 per viola e pianoforte Francis Poulenc (1899 - 1963) Sonata per clarinetto e pianoforte (1962) Allegro tristamente Romanza Allegro con fuoco () Wolgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Trio per clarinetto, viola e pianoforte K 498 in mi b maggiore Andante Minuetto. Trio Rondo. Allegretto Robert Schumann (1810 - 1856) Märchenerzählungen per clarinetto, viola e pianoforte op. 132 in si b maggiore Lebhaft, nicht zu schnell Lebhaft und sehr markirt Ruhiges Tempo, mit zartem Ausdruck Lebhaft, sehr markirt Fabrizio Meloni Primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala dal 1984, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. È vincitore, nel 1986, dei Concorsi internazionali ARD di Monaco e Primavera di Praga. Ha collaborato con solisti di fama internazionale quali Bruno Canino, Alexander Lonquich, Michele Campanella, Heinrich Schiff, Friederich Gulda, Editha Gruberova, il Quartetto Hagen, Myung-Whun Chung, Marco Rizzi, Michael Baremboin, Alfredo Persichilli, Takahiro Yoshikawa, I Solisti della Scala, Il Nuovo Quintetto Italiano, E Bairàv Ensemble, Philip Moll, Riccardo Muti e Daniel Baremboin nelle vesti straordinarie di pianista. Ha tenuto tournée negli Stati Uniti, in Israele con brani dedicati da Luciano Berio e Salvatore Sciarrino, in Giappone, in Sud America, nel Sud Est Asiatico… È Solista principale dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese che ha diretto per la Messa in do minore di Mozart con i cantanti dell’Accademia del Teatro alla Scala. Ha effettuato numerose incisioni discografiche fra le quali il Concerto K. 622 e la Sinfonia Concertante di Mozart per clarinetto e orchestra con l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti; I fiati all’Opera, Pulcherrima Ignota, il Duo-Obliquo, l’Histoire du Soldat di Stavinskij, Il clarinetto nel Jazz e nel ‘900 italiano (dvd), Across Virtuosity, Around Bartok, i Concerti di Jean Françaix, Carl Nielsen e Aaron Copland i Quintetti per clarinetto e archi di Mozart e Brahms. Per Amadeus ha registrato gli inediti di Saverio Mercadante, i Concerti per clarinetto di Donizetti, Mercadante e Rossini, oltre alle due Sonate op. 120 per clarinetto e pianoforte di Brahms con Nazzareno Carusi. Diversi progetti sono stati presentati al Teatro alla Scala. Sky Classica, TV Sat 2000 e la Radio Catalana gli hanno dedicato degli speciali sulla sua figura artistica e sulla produzione discografica. È autore del libro Il Clarinetto, pubblicato da Zecchini Editore. È stato invitato a tenere master class nelle più importanti istituzioni musicali internazionali di Parigi, Lugano, Saragozza, Mosca, New York, Los Angeles, Chicago, Tokyo e Osaka. È docente dei corsi di alto perfezionamento annuali all’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro alla Scala, alla Milano Music Master, all’Associazione Lirico Musicale “Giovani all’opera” di Roma, al Conservatorio Tomadini di Udine e all’Istituto Superiore Achille Peri di Reggio Emilia. Simonide Braconi Simonide Braconi è nato a Roma e si è diplomato con il massimo dei voti presso il Conservatorio di S. Cecilia e successivamente alla Music Hochschule di Freiburg con menzione d’onore, studiando con i maestri Esposito e Kim Kashkashian. Si è perfezionato con Bruno Giuranna all’Accademia Walter Stauffer di Cremona e Yuri Bashmet all’Accademia Chigiana di Siena. È stato premiato in diversi Concorsi internazionali tra cui Colonia e il Lionel Tertis in Inghilterra. Prima viola dell’Orchestre Des Jeunes de la Mediterranèe, membro dell’Orchestra della Comunità europea, ha collaborato in qualità di Prima Viola con l’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia a Roma e nel 1994, a soli 22 anni, è stato prescelto da Riccardo Muti a ricoprire lo stesso ruolo nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Come solista e come camerista ha inciso per Decca, Dynamic, Stradivarius, Vigiesse, Rai, Radio 3, Rete 4, Sky Classica e per le riviste CD Classica, Suonare news e Amadeus. Ha collaborato con artisti quali Salvatore Accardo, Massimo Quarta, Julian Rachlin, Uto Ughi, Isabelle Faust, Pavel Vernikov, Domenico Nordio, Bruno Canino, Jeffrey Swann, Itamar Golan, Andrea Lucchesini, Giuseppe Andaloro, Rocco Filippini, Enrico Dindo, Natalia Gutman, il Trio di Parma, l’Henschel Quartett, Sonia Ganassi… Con l’Orchestra Filarmonica della Scala ha interpretato con successo la Kammermusik n. 5 di Paul Hindemith diretto da Wolfgang Sawallisch e con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini ha interpretato la Sinfonia Concertante di W.A. Mozart diretto da Riccardo Muti. Insieme alle altre prime parti dell’Orchestra del Teatro ha costituito il Quartetto d’archi della Scala effettuando tournèes in tutto il mondo. Membro di giuria in diversi Concorsi internazionali, tra i quali il Concorso di Ginevra, è regolarmente invitato a tenere corsi in importanti istituzioni: Arts Academy di Roma, Festival di Portogruaro, Gubbio Festival, Accademia Tibor Varga a Sion e Accademia Perosi di Biella. Attualmente è docente presso la Milano Music Master. Suona una viola G. Gagliano del 1800 della Fondazione Pro Canale Onlus di Milano. Manila Santini Manila Santini si è diplomata col massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara, sotto la guida di Simonetta Pesaresi. Si è perfezionata con docenti di fama internazionale quali Roberto Cappello, Aquiles Delle Vigne, Alfredo Speranza, Piernarciso Masi e Roberto Szidon frequentando la Sommerakademie del Mozarteum di Salisburgo e la Hogeschool voor Muziek en Dans di Rotterdam presso la quale ha ottenuto il Master Degree con il massimo dei voti. Ha inoltre conseguito il Diploma Accademico di II livello in Discipline Musicali sotto la guida di Roberto Cappello presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. È vincitrice di premi in numerosi Concorsi pianistici nazionali ed internazionali; nel 2004 è stata scelta per partecipare alla fase finale del prestigioso Sydney International Piano Competition of Australia ottenendo il premio speciale del pubblico “Encouragement award”. Nel 2011 è stata vincitrice del terzo premio al Concorso pianistico internazionale Mario Zanfi di Parma, interamente dedicato all’opera di Franz Liszt. Svolge un’intensa attività concertistica sia come solista che come camerista. Si è esibita alla Salle Gothique dello Stadhuis di Bruxelles, la Wiener Saal del Mozarteum di Salisburgo, alla Musik und Tanzfakultat der Hochschule für Musik di Bratislava, al Teatro Municipale di Piacenza, al Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, all’Auditorium Paganini di Parma (Carmina Burana), al Teatro do Campo Alegre a Porto, alla Juriaanse saal al De Doelen di Rotterdam nell’ambito del Festival Gergiev 2003 e dell’Operadagen 2005, al Ridotto del Teatro Regio di Parma nell’ambito del Festival Verdi. Nel 2011 ha preso parte al progetto Liszt the progressive in collaborazione col Conservatorio Joseph Haydn di Eisenstadt. Ha collaborato, nell’ambito del Ravenna Festival, con l’Hamburg Ballet per la prima italiana di Waslav, Hommage aux Ballets Russes, eseguendo musiche di J.S. Bach su coreografie di John Neumeier. La passione per la musica da camera l’ha portata a collaborare con artisti quali Emmanuele Baldini, Simonide Braconi, Francesco Manara, Mario Marzi, Federico Mondelci, Alessandro Serra... Nel 2011 ha eseguito, all’Auditorium del Carmine di Parma, la Nona Sinfonia di Beethoven nella versione per due pianoforti di Franz Liszt, pagina di rara esecuzione. Nel 2014 ha inciso per la casa discografica KNS Classical Chopin Portrait, cd dedicato alla musica per pianoforte solo di Frédéric Chopin. È docente di pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Achille Peri di Reggio Emilia e l’Istituto Musicale Angelo Masini di Forlì. Note al programma Nell’Adagio op. 70, composto originariamente da Robert Schumann per corno, la voce struggente della viola tesse un dialogo soave ed incantato con quella del pianoforte che ne intreccia i sospiri e gli echi, nel racconto di una scrittura finemente polifonica, propria del genio sassone. L’Allegro scioglie l’incantesimo dell’adagio in uno slancio mai rallentato, ancora imperniato sullo scambio, anche vorticoso, dei fraseggi dei due strumenti. L’Elegia op. 30 di Henri Vieuxtemps, compositore belga e virtuoso violinista che Schumann stesso paragonò a Niccolò Paganini, si apre con un tema commovente recitato sugli accordi lentamente ripetuti del pianoforte. Il canto si sposta dalla voce della viola a quella del registro basso della tastiera. Gli accordi pianistici lasciano poi il passo sempre più sciolto e mosso agli arpeggi e alle melodie che si dipanano sulla tastiera, per commentare l’“assolo” quasi operistico della viola. Vieuxtemps, conosciuto soprattutto per i suoi Concerti per violino e orchestra e per aver fondato grandi scuole violinistiche in tutta Europa, nell’Elegia non si lascia mai trascinare da slanci virtuosistici, ma lascia che il canto aperto della viola riveli sentimenti ed ardori propri della grande tradizione romantica ottocentesca. La Sonata per clarinetto e pianoforte di Francis Poulenc è stata scritta dal compositore un anno prima della sua morte; dedicata ad Arthur Honneger, prematuramente scomparso nel 1855 e anch’egli membro del “Gruppo dei Sei”, nei suoi tre movimenti è imperniata su contrasti di caratteri sempre vivacissimi, quasi esasperati. Basti pensare al passaggio dall’ispirata e appassionata Romanza centrale all’Allegro finale, tutto giocato su scambi orientaleggianti e quasi “clowneschi”. I rintocchi ripetuti del pianoforte, siglati dagli ultimi arpeggi del clarinetto, sigillano definitivamente quest’opera che era stata commissionata a Poulenc dal grande clarinettista Benny Goodman e da lui stesso eseguita alla Carnegie Hall di New York, il 10 aprile 1963, con il pianista Leonard Bernstein. Il Trio K. 498 venne composto da Mozart nell’Agosto 1786 e rappresenta un piccolo gioiello cameristico per una formazione, clarinetto, alto e pianoforte, mai ascoltata prima di quel momento. Sarebbe stato Mozart stesso a suonare l’“alto” (la viola) insieme alla sua allieva pianista Fransiska von Jaquin e ad Anton Stadler, clarinettista verso il quale Mozart nutriva grande ammirazione e a cui pensò nella stesura del Concerto e del Quintetto per lo strumento a fiato. Conosciuto come Trio Kegelstatt, pare che il genio di Salisburgo avesse tratto ispirazione dai birilli; nei suoi tre movimenti il Trio si muove sull’equilibrio perfetto dei tre timbri che si fondono elegantemente e senza imbarazzo alcuno. Robert Schumann, nel 1853, l’anno del suo incontro con Brahms, trasse spunto dalla lezione magistrale di Mozart nella stesura del Märchenerzählungen op. 132. Fu la sua ultima opera strumentale da camera e il suo titolo, Racconti fiabeschi, descrive un ciclo di quattro brevi brani, che Schumann dedicò ad Albert Dietrich, suo allievo e collaboratore. I suoi movimenti, Allegro non troppo svelto, Vivace e ben marcato, Calmo con delicata espressione, Allegro molto marcato, lasciano spazio a quelle impressioni che dipingono i tratti dello “Slancio” di Florestano e del “Sogno incantato” di Eusebio, le eterne personificazioni delle anime schumaniane. MisanoPianoFestival Domenica 10 Agosto Misano Adriatico, Giardino della Biblioteca comunale, ore 21.15 Eros in musica in collaborazione con Ah... l’Amour - le cose dell’amore nell’ambito di Biblioteca Illuminata Quirino Principe Denis Zardi pianoforte Frédéric Chopin (1810 - 1849) Barcarolle op. 60 in fa diesis maggiore Richard Wagner (1813 - 1883) = Franz Liszt (1811 - 1886) Isolde’s Liebestod S. 447 Franz Liszt (1811 - 1886) Sonetto del Petrarca n. 104 da Années de pèlerinage. Deuxième année. Italie. S. 161 Gustav Mahler (1860 - 1911) = Denis Zardi (1974) Adagietto dalla Sinfonia n. 5 in do diesis minore Maurice Ravel (1875 - 1937) Ondine da Gaspard de la nuit Alexander Scriabin (1872 - 1915) Sonata n. 3 op. 23 in fa diesis minore Drammatico, Allegretto Andante, Presto con fuoco Quirino Principe Quirino Principe, nato a Gorizia martedì 19 novembre 1935, laureato in filosofia a Padova nel 1956, già ufficiale di artiglieria da montagna, ha insegnato nei Licei Classici, poi nei corsi superiori di Musicologia del Conservatorio di Milano, all’Università di Trieste (Storia della musica moderna e contemporanea, 2000/2005), all’Università di Roma Tre (Filosofia della musica, 2005/2011). Attualmente insegna Drammaturgia musicale, Librettologia, Metrica e retorica nell’Accademia per l’Opera di Verona. Fra i suoi libri: Mahler (1983), Strauss (1989), L’opera tedesca 1830 - 1918 (2004), Musica (2010), Wagner e noi: Lohengrin (2012), L’umano atterrito dal soprannaturale: Tannhäuser (2013). Ha pubblicato Il libro dei cinque sentieri (poesie, 1973, Premio “Sebeto” 1974); in forma interamente poetica sono i suoi testi teatrali Speculum mundi (2007, musica di Mario Pagotto), Sull’onda del Danubio verso Oriente (2008, musiche di Johannes Brahms), Sul mare amaro dell’amore (2008, musica di Silvia Colasanti), L’acqua, il mondo e l’oltremondo (2011, musica di Quirino Principe), tutti rappresentati, con lui stesso come voce recitante. Altre sue poesie sono raccolte in volumi antologici. Poesie di Quirino Principe sono state messe in musica da Bruno Bettinelli, Marlena Kessick, Sonia Bo, Massimo Di Gesu. Autore d’innumerevoli saggi e testi teatrali, traduttore di testi poetici e di molta narrativa dal tedesco e da altre lingue, ha ricevuto il Premio “Ervino Pocar” 1991 per la traduzione dal tedesco; il Premio Imola 2007 per la critica musicale, il Premio “Città di Gorizia” 2005, il Premio per la diffusione della cultura della Regione Friuli Venezia Giulia (2008), il Premio “Frascati” per la filosofia (2010), il Premio “Friulani della Diaspora” 2012. Quirino Principe è lo storico curatore (1970) dell’edizione italiana del Signore degli Anelli di John Ronald Reuel Tolkien. Dal 1992, collabora ininterrottamente al supplemento culturale del Sole 24 Ore. Ha ricevuto nel 1996, dal presidente della Repubblica d’Austria, la Croce d’Onore di 1a Classe “litteris et artibus”. Nel 2009, è stato nominato dal Presidente della Repubblica Italiana cavaliere per meriti culturali e artistici. Da sempre, conduce una battaglia senza tregua per il conseguimento di tre obiettivi: l’introduzione della musica come insegnamento obbligatorio e curricolare in tutti gli ordini e gradi dell’ordinamento scolastico italiano; la promozione della lingua e della cultura italiana contro l’abuso idiota di forestierismi e soprattutto di anglicismi e l’ammonimento a studiare le lingue classiche, greca e latina, come irrinunciabili strumenti di memoria storica e d’identità occidentale e laica; l’affermazione intransigente e assoluta della laicità nelle istituzioni e nella legislazione dello Stato italiano contro ogni pretesa o velleità confessionale. Denis Zardi Pianista e compositore, divide la sua attività artistica fra il solismo e la musica da camera. Ha suonato per le più importanti società di concerti in Italia, Europa, Stati Uniti e Sud America. Ha collaborato con prestigiose orchestre come la Camerata Musicale di Pisa, la Francesco Durante di Napoli e l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto. Allievo di Mauro Minguzzi si è diplomato col massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore al Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Si è perfezionato con Alfredo Speranza, Pier Narciso Masi e successivamente all’Accademia pianistica Incontri col Maestro di Imola sotto la guida di Franco Scala. Nel 2003 ha conseguito il biennio di specializzazione presso il Conservatorio Europeo di Rotterdam nella classe di Aquiles delle Vigne diplomandosi col massimo dei voti. Ha studiato composizione con Cesare Augusto Grandi e Adriano Guarnieri al Conservatorio Gian Battista Martini di Bologna. Tra le sue composizioni: i 24 Preludi e le tre Sonate per pianoforte, la Suite per pianoforte a quattro mani, il Trio per violino, violoncello e pianoforte, Baroccontemporaneo per violino e clavicembalo, il quartetto Recitarsuonando per flauto, violino, violoncello e chitarra. Come pianista solista ha vinto oltre 20 primi premi in Concorsi nazionali ed internazionali distinguendosi per le esecuzioni di Rachmaninov e Schumann. Ha partecipato al Gilmore International Keyboard Festival negli Stati Uniti esibendosi in diversi concerti e seguendo le lezioni di Russel Shermann e Gary Graffman. Con la Giovane Orchestra Sinfonica di Rotterdam ha eseguito il Prometeo di Alexander Scriabin nell’ambito del Gergiev Festival. Importante il sodalizio artistico con il violinista Roberto Noferini e il violoncellista Andrea Noferini con i quali svolge una brillante attività concertistica esplorando tutto il repertorio da camera. Incide per la ATOPOS di Arezzo e per la Tactus di Bologna. È docente di Pianoforte alla Scuola di musica Giuseppe Sarti di Faenza e alla Scuola di musica F.lli Malerbi di Lugo. Molti suoi allievi hanno vinto primi premi in Concorsi nazionali ed internazionali.