il tazebao
9-6-2006
1
il ta-
GIORNALE AUTOGESTITO
ANNO 3 - NUMERO CINQUE
9-6-2006
Beautiful friend,
the END
Sommario
The Doors
Siamo
lapalissiani.
La scuola è finita ma
un quarto d’ora prima
che finisse era ancora in corso. Questo
numero del tazebao
esce l’ultimo giorno di
scuola, come due
anni fa, perché è stato possibile scriverlo
e impaginarlo soltanto dopo l’archiviazione di tutti gli snervanti compiti compitucci
e interrogatori che
chiudono ogni anno
la scuola.
E quindi abbiamo
rischiato di non uscire. Cioè abbiamo
rischiato di fare la solita schifezza come molte
delle attività che proponiamo nonostante ci
manchi l’esperienza, la capacità organizzativa
e tecnica, la volontà per farle. Pensiamo alla
nostra occupazione: ci siamo uniti al movimento contro la Moratti… che è rimasta. Volevamo
fare di via boncompagni uno spazio aperto… e
ci siamo barricati dentro. Volevamo andare
avanti fino a sabato in assemblea… e già giovedì eravamo la bellezza di 20 persone in tutto.
Oppure guardiamo all’autogestione: creiamo
una didattica alternativa! E poi proponiamo i
corsi di musica house… sviluppiamo le capacità creative degli studenti! Vagando per i corridoi senza un senso preciso… Facciamo una
settimana di autogestione! Senza avere i corsi
nemmeno per due giorni…
Voi non trovate niente di velleitario in tutto ciò?
Io sì. Voi non odiate gli sprechi? Bene, anch’io
detesto vedere le mie energie e il mio tempo
sprecato. Come capita ogni tanto qualche pomeriggio, in cui veniamo convocati, noi quattro
condannati
(eletti?
Non scherziamo), ad
assistere a un Consiglio d’Istituto per sottostare ai vincoli della
burocrazia quando si
deve oppure a trovare
dei sotterfugi per aggirare la burocrazia
quando serve. Vorrei
continuare a parlarne,
ma sento di sprecare
il mio tempo (stiamo
impaginando il giornale di corsa), e sinceramente temo di
annoiarmi e annoiarvi. Passiamo ad altro.
Passiamo a cosa verrà dopo. Prendiamo
un intervallo di tempo, diciamo dal 10 giugno
fino al 10 settembre, e guardiamo a quello. Ah,
mare. Ah, relax. Ah, svago. Altro che ricreazione di 10 minuti in mezzo a 5 ore di lezione. Ci
aspetta un’enorme, interminabile ricreazione di
3 mesi, senza nessuna campanella, senza
nessuna interrogazione il giorno dopo, senza
fare le ore piccole per studiare ma per motivi
ben più nobili (e piacevoli). Dio, che gioia. Proponiamo una riforma: facciamo terminare la
scuola il 25 aprile. Perché per tutti noi, la fine è
una Liberazione: liberazione da qualsiasi scadenza e obbligo immediato che troppo spesso
sentiamo come inutile e che ci fa soffrire.
Il bello è che la scuola, per strano che possa
sembrare, dovrebbe pure avere un senso! È
una cosa incredibile a pensarci, uno non se
l’aspetta dopo che fin da quando aveva 2 anni
è stato obbligato ad andarci in maniera assiomatica. Sì, è questo che è strano, la scuola ha
senso in linea di concetto. Ha senso perché è
ovviamente indispensabile che esista un luogo
(Segue a pagina 8)
Che faticaccia!!! 2
Fabio 3F
Franco Marini e 3
Fausto Bertinotti
Fabio 3F
Lo stato e il fan- 4
tasma
Saverio 5F
Amici di una vita 5
Cristina 2E
Fascismo 6
e comunismo
Daniele 2F
Elogio 6
della follia
Matteo VA
Guardando ai 7
fatti da diverse
fonti storiche
9-6-2006
2
il ta-
Che faticaccia!!!
Che faticaccia queste elezioni. E alla fine…
Coalizione di liste avente come capo BERLUSCONI SILVIO voti n. 18.977.843
Coalizione di liste avente come capo PRODI ROMANO voti n. 19.002.598
… ha vinto la sinistra al fotofinish.
Qualcuno potrebbe dire:”ma questo alla camera, al senato ha vinto il polo”. Verissimo. Con uno scarto anche più
netto. La vittoria però va attribuita all’unione perché la
nostra è una repubblica parlamentare, in cui hanno diritto
al voto tutti coloro che hanno compiuto i 18 anni. Ma poiché solo gli over 25 votano al senato, gli elettori hanno
complessivamente fatto vincere l’unione, i voti di camera
e senato non vanno pertanto sommati. Anzi, la sconfitta
al senato e la vittoria alla camera testimoniano un fatto
importante: la fascia d’età tra i 18 e i 25 anni è orientata
verso sinistra più nettamente di quanto lo sia il resto del
paese, perché i giovani hanno spostato di 2 punti circa il
risultato del senato che premiava la cdl. Siccome è impossibile credere che qualcuno abbia votato l’unione alla
camera e la cdl al senato,questo è un dato inconfutabile.
Ma chi avrebbe detto mai che la vittoria del centrosinistra
si sarebbe saputa solo alle 3 di notte; i pronostici e i sondaggi davano in netto vantaggio l’unione, e invece si è
trattato di una vittoria di misura con uno scarto :che a
conti fatti è inferiore a un voto ogni 2 sezioni.
Aldilà della pessima figura dalla nexus e degli altri istituti
statistici, emerge che con ogni probabilità la casa delle
libertà ha recuperato molto terreno nelle ultime settimane. Hanno dunque colpito le promesse di Berlusconi di
abolire l’ici sulla prima casa e le tasse sui rifiuti, e dall’altra parte alcune incertezze nel centrosinistra, prontamente sottolineate dagli avversari.
Comunque resta un dato: 19 milioni di voti sono davvero
tanti. Onore al merito anche a Berlusconi che ha lottato
tanto da avere la mente offuscata e non accettare i dati
del suo ministro Pisanu. Si vergogni solo a parlare di
sciopero fiscale: la tassazione può dare fastidio ma è il
fondamento della democrazia e serve a dare servizi a
tutti, non a fare arricchire qualcuno.
Commentiamo, con le nostre personali opinioni, il risultato dei singoli partiti in % :
CDL
FI: 23,71 alla camera e 24,01 al senato. Perde 5 punti
rispetto al 2001 ma guadagna rispetto alle europee. Berlusconi resta quindi il leader del centrodestra, e con i suoi
slogan dell’ultim’ora ha recuperato terreno. Comunque il
suo partito è forte e inorridisco all’idea che una persona
su quattro che vedo in giro ha votato per un partito che
predica l’evasione fiscale e che definisce il comunismo
italiano come la rovina del paese. Ahimè un risultato inaspettatamente molto positivo.
AN: 12,34 alla camera e 12,40 al senato. Quasi stabile
rispetto alle europee ma guadagna un poco rispetto al
2001. Incentrato nella figura carismatica di Gianfranco
fini, che ha comunque dato una pessima prova di sé nella campagna elettorale attaccando gli avversari con violenza nei confronti tv, questo partito porta con sé gli ideali
di una vera destra, discutibile ma pronta a discutere. Me-
nomale che Alleanza nazionale, che nacque come tentativo di camuffare un partito neofascista, in questi anni ha
fatto un passo indietro rinnegando il passato. Onore al
merito. Bisognerebbe informare chi nelle sezioni di azione giovani fa ancora il saluto romano. Purtroppo all’indomani delle elezioni il ruolo del secondo partito dell’opposizione è scarso, ma ci vorrebbero più fini con cui discutere. Un buon risultato.
UDC:6,76 alla camera come al senato. Si muove poco
rispetto alle europee ma va oltre il doppio del risultato del
2001. Messo in disparte Follini perché non abbozza abbastanza al cospetto di Silvio, anche questo partito è
centrato in un leader, Pierferdinando Casini. Con l’amaro
in bocca notiamo che, scagliandosi contro gli avversari,
persino lui nel corso di questa bellicosa campagna elettorale ha perso la sua storica figura di personaggio pacifico
e pacificatore, salvo recuperarla poi nel dopo elezioni,
vedi Ballarò in data 16\5. Questo partito poggia più o meno sul cuscinetto di elettori della vecchia DC e gode della
stima dei moderati di tutte e due le parti, ma a nostro parere l’essere moderati mal si concilia con il filoBerlusconismo. Un risultato più che soddisfacente.
LEGA NORD:4,58 alla camera e 4,48 al senato. Stabile
dalle europee e in lieve aumento dalle precedenti elezioni
politiche. Senza parole. Bossi, Calderoli Castelli: chi più
ne ha più ne metta. Il carroccio che inneggiava al secessionismo e a “Roma ladrona” (quando poi la più alta percentuale di evasori fiscali è in veneto!), ha deciso di mettersi sulla retta via rinnegando i principi autonomisti e
separatisti per una più moderata politica di federalismo,
ma della vecchia politica di Bossi è rimasto poco: non c’è
più la sua figura carismatica, chi può tenere testa a Berlusconi nella lega? A quanto pare nessuno, infatti la lega
si sta sempre più allineando alla politica pro-se di Silvio.
Vorrei proprio sapere chi può aver votato lega nord a
Roma o a Palermo, visto che pure al centro-sud qualche
voto l’ha preso. Bah. Le loro aspettative erano migliori,
ma non possono ritenersi delusi del risultato.
ALTRI:In tutto fanno circa il 3% della coalizione sia alla
camera che al senato. Possono ritenersi relativamente
soddisfatti i cosiddetti partitini, la Mussolini e fiamma tricolore lo 0,6 circa cadauno, confermando che i neofascisti sono presenti eccome. Ricordo a tutti i lettori del tazebao che il Fascismo è VIETATO dalla costituzione italiana, perché considerato male assoluto del nostro recente
passato. Ridicoli i neodemocristiani di Rotondi: 0,55% dei
voti, nonostante l’alleanza con i pseudo-socialisti testimoniano un fiasco clamoroso; quando la vera DC era partito
da 35% e il vero PSI da 15%. Sarebbero dovuti andare al
governo da soli? No di certo, ma almeno rappresentare
una parte significativa dell’elettorato. Mazza.
UNIONE
L’ULIVO- Ds e Margherita- : L’ulivo ha preso il 31,27 alla
camera, mentre al senato i DS hanno il 17,50 e la margherita il 10,73. In calo rispetto alle tornate precedenti.
Molto incoraggiante il risultato dell’ulivo alla camera, specie per quanto riguarda il voto giovanile. Innegabile che
al senato ci si aspettava di più: qualche screzio, qualche
parola o precisazione di troppo sono state considerate
elementi di contraddizione e incertezza dagli elettori, che
9-6-2006
il ta-
3
l’hanno palesato alle urne. Meno chiacchiere e dibattiti,
più voti. Un risultato nel complesso deludente.
PDRC:5,84 alla camera e 7,37 al senato. Un divario inquietante. In crescita rispetto alle europee ma pressoché
invariato rispetto al 2001. Il popolo di sinistra da fiducia a
Bertinotti e al suo partito, premiato poi dall’elezione a
presidente della camera. La cosa buona è che non ha
funzionato il tentativo di criminalizzazione del comunismo
in Italia voluto da buona parte della destra e da Berlusconi in particolare. Come se essere comunisti in Italia significasse voler fare la rivoluzione d’ottobre: significa solo
l’appartenere al ramo più radicale della sinistra con una
particolare attenzione a certe tematiche cui non viene
dato spazio sufficiente altrove. Un risultato più che buono
visto il trend generale della sinistra.
INSIEME CON L’UNIONE- Verdi e Comunisti italiani- :
4,17 al senato e separatamente 2,05 per i verdi e 2,32
per i comunisti italiani. Stabili entrambi al confronto con le
tornate precedenti. Ben poco da dire: l’ambientalismo ha
il suo giusto peso al governo con Pecoraro Scanio ministro dell’ambiente e Diliberto ha dato buona prova andando contro corrente, rimasto senza un ministero. Nelle
aspettative i comunisti italiani, qualcosa di meglio speravano i Verdi alla camera.
L’ITALIA DEI VALORI: 2,30 alla camera e 2,89 al senato.
Non tornerà forse mai più il Di Pietro del 4% del 2001,
ma si è ripreso dal 2 secco della pessima alleanza con
Occhetto. Emerso nel panorama politico all’epoca di mani pulite, Di Pietro si è ricavato uno spazio importante
nella sinistra moderata e nella lotta al Berlusconismo anti-magistratura. Più o meno nelle aspettative.
LA ROSA NEL PUGNO:2,60 alla camera e 2,49 al senato. Inedita aggregazione dello Sdi di Boselli e dei Radicali
di Pannella e Bonino, questo partito è di difficile collocazione all’interno del centrosinistra, tra il liberalismo, l’europeismo e il socialismo. La Bonino in questo governo
probabilmente si occuperà dei rapporti con l’Europa, come è giusto che sia. Poteva essere il partito sorpresa di
queste elezioni ma si è fermato più o meno dove lo davano i sondaggi.
ALTRI: Popolari Udeur all’1,40 sia alla camera sia al senato, con Mastella che farà il ministro della giustizia. IL
risultato rientra in quelle che erano le prerogative dei popolari. Nessun ’altro partito ha raggiunto lo 0,5%.
Con 165 voti su una maggioranza di 162 alla terza votazione
(la quarta effettiva poiché una era stata invalidata), è stato eletto presidente del senato Franco Marini, 73 anni, senatore della
margherita.
Nato a San Pio delle Camere (AQ) nel 1933, Franco Marini si
laurea in giurisprudenza ed inizia la sua carriera di sindacalista
nella CISL -secondo maggiore sindacato italiano con circa
4.300.000 iscritti- nella quale ricoprì per sette anni la carica di
segretario generale.Inizia a dedicarsi alla politica nella Democrazia cristiana, sotto il cui simbolo è eletto per la prima volta
alla Camera dei deputati nel 1992.
Protagonista della formazione del Partito popolare italiano, ne
resse la segreteria dal 1997 al 1999, per poi assumerne la presidenza e favorire l'entrata del partito nella Margherita. Abruzzese, si è guadagnato nel corso degli anni l’appellativo di "Lupo
marsicano"come . grande macchina elettorale e organizzatrice.
Sempre moderato ma fermo nelle sue posizioni, si è conquistato col tempo la stima della coalizione e ha scalato la gerarchia
del suo partito, la margherita. Nel suo primo discorso da presidente del senato, ha raccolto molti applausi anche nell’opposizione.
Con 337 voti su una maggioranza di 305 (visti gli assenti), alla
terza votazione è stato eletto Presidente della camera dei deputati Fausto Bertinotti,66 anni deputato di rifondazione comunista.
Nato a Milano nel 1940, Fausto Bertinotti scelse di non laurearsi, ma intraprese giovanissimo la carriera di sindacalista, fu
protagonista negli scontri con il governo Tambroni che culminarono nell’autunno caldo del 1969. Da sindacalista, seppure
non avesse grandi abilità diplomatiche nelle trattative, raggiunse la fama quando divenne segretario generale della CGIL –
maggiore sindacato italiano con più di 5.500.000 di iscrittinella regione Piemonte. Politicamente si formò nel ramo socialista della sinistra ma si avvicinò via via al PC e quando nel
1993 Occhetto lo sciolse entrò nella rifondazione comunista, di
cui divenne segretario generale l’anno successivo. La sua rifondazione comunista si ritagliò spazi importanti con l’8% nel
1996. Nel 98 ruppe con cossutta che creò il PDCI. Ora, da deputato, forte della buona affermazione del suo partito alle elezioni, è stato appena eletto presidente della camera, e nel suo
primo discorso , seppure visibilmente emozionato, ha riscosso
una grande approvazione.
In conclusione siamo costretti a riconoscere Berlusconi
come il vincitore morale delle elezioni: era dato per netto
perdente da tempo è infine ha detto la sua fino alle 3 di
notte dell ’11 aprile. Che sonno quella notte. Ultimo monito: la legge elettorale, che si è rivelata pessima e oltretutto autolesionista per il centrodestra, non ha affatto contribuito alla scomparsa dei partitini, che allungano terribilmente le liste elettorali; alla camerali centrodestra aveva
12 simboli differenti, l’unione 13.
MIRKO TREMAGLIA UNO DI NOI!!!!!!
Fabio Perrone III F
9-6-2006
4
il ta-
Lo Stato e il fantasma:
storia di trent’anni d’Italia
Si può considerare una vittoria l’arresto di Bernardo Provenzano? Probabilmente si.
Innanzitutto è accusato dell’omicidio
di centinaia di persone, tra cui anche
Falcone e Borsellino e in più si dice
che al momento dell’arresto fosse
ancora il capo incontrastato della
mafia siciliana.
Inoltre l’arresto è riuscito ha dimostrare che anche i fantasmi prima o
poi vengono catturati, e questo può
essere uno stimolo in più per tutti
quelli che ogni giorno lottano con
questo cancro da cui il Belpaese per
svariate ragioni non ha mai potuto
(voluto?) liberarsi.
Ma dopo alcuni giorni, svanita l’euforia, bisogna riflettere sull’intera faccenda e cercare di fare un po’ di
chiarezza.
Provenzano iniziò la sua latitanza quando era poco più
che trentenne e già allora era un padrino rispettato e temuto con molti omicidi alle spalle.
Era la fine del 1962, quando di lui non si seppe più nulla.
Era sparito, almeno ufficialmente. In realtà , si scoprirà
più tardi, non si allontanò mai nei primi dieci anni dalla
Sicilia, tanto che è stato riscontrato che era solito girare
indisturbato per le vie di Palermo come un cittadino comune.
Poi qualcosa cambiò, lo Stato cominciò ad aprire gli occhi, la mafia non era più una leggenda, era un fenomeno
in continua espansione che, con l’uso della violenza e
delle intimidazioni, aveva il tacito consenso della cittadinanza e delle istituzioni locali.
In quegli anni zio Binu consolidava la sua leadership attraverso omicidi di rivali, alleanze importanti e conoscenze forse migliori. In realtà il suo era un ruolo in qualche
modo di subordine rispetto a quello che tutti consideravano il boss dei boss di Cosa Nostra, Totò Riina.
Provenzano però, a differenza di Riina, di cui era amico
fin dalla più tenera infanzia vissuta in quel di Corleone,
non era un tipo appariscente, il potere non lo aveva inebriato a tal punto da diventare imprudente. Riina era lo
showman, elargiva regali a tutti e viveva in modo esagerato dentro villone hollywoodiane in cui festeggiava a
caviale e champagne la morte dei suoi avversari.
Questo suo stile di vita attirò l’attenzione degli inquirenti
che nel 1993 riuscirono ad arrestarlo, solo in seguito a
ciò l’attenzione di tutti fu rivolta verso Provenzano.
La sua riorganizzazione della mafia procedeva di buon
ritmo ed erano già anni in cui si parlava esplicitamente di
rapporti con importanti esponenti politici.
Ma la commozione suscitata dalla stagione stragista mafiosa, la guerra aperta allo Stato che aveva trasformato la
Sicilia in un campo di battaglia tale da rendere necessario l’intervento dell’esercito, portò ad una svolta nel meto-
do d’indagine e una maggiore libertà
di movimento degli investigatori.
Si pensava che la mafia aveva firmato la sua condanna sfidando lo Stato
in campo aperto, che avesse fatto il
passo più lungo della gamba; e invece non fu così. Certamente la Polizia
riscosse importanti successi, ma l’organizzazione era più che mai in vita,
grazie anche al totale controllo degli
appalti immobiliari, delle costruzioni
di infrastrutture, del traffico di droga
e della microcriminalità in generale.
A questo punto Provenzano intuì che
era meglio restare nell’ombra, far
credere che ormai la mafia era stata
battuta, che era morente. La mafia,
così come il suo capo, diveniva un
fantasma.
Sembrava che a tutti questo stesse
bene, chi paragonava la Sicilia alla
patria della mafia era bollato come ignorante, come qualunquista, perchè in fondo in Sicilia non c’era solo quello,
c’era gente che lavorava duramente, c’era il bel mare e il
buon cibo. Tutto vero, però c’era anche la mafia.
Si è calcolato grazie alle rivelazioni dei pentiti che l’organizzazione nell’ultimo decennio abbia fatturato circa dieci
miliardi di euro, non male se pensiamo che Bill Gates,
l’uomo più ricco del mondo, ha un patrimonio personale
di trenta miliardi di dollari.
Lo Stato chiudeva un occhio, poi magari tutti e due. In
fondo era meglio che certe cose rimanessero seppellite
nelle aride colline siciliane, perchè uscite da li, avrebbero
provocato un onda d’urto tale da far crollare metà dei
ministeri della capitale senza contare Camera e Senato.
Berlusconi, nella campagna elettorale 2001 andò in Sicilia e riuscì a parlare di tutto tranne che di mafia, dribblando meglio di un calciatore le domande dei cronisti sull’argomento. Alle elezioni la CDL fece il famoso cappotto, 61
seggi a 0. Incredibile e magari anche un pochino sospetto, ma va bene così, perchè dopotutto il voto (almeno
quella volta) si svolse correttamente.
Insomma, per farla breve le istituzioni, dopo esser state
tacite complici per anni della mafia e dopo ben 43 anni di
latitanza considerano un successo dello Stato la cattura
del super boss, ridotto a mangiare cicoria in un porcile.
“La mafia è stata decapitata” annuncia trionfante Pisanu.
Il Divo Giulio (appellativo coniato dal giornalista Pecorelli,
in seguito morto in circostanze poco chiare, per definire
Andreotti) dice “meglio tardi che mai”, Fassino si congratula pure con gli uscieri della questura di Palermo, ma se
si va in giro per le strade di Palermo o di Corleone la
gente racconta un altra storia. E’ la fine di un ciclo. Ma
ora se ne riapre un altro, sarà pronto lo Stato a ripartire
da capo? La risposta la conosciamo tutti.
Francesco Saverio De Paolis V F
9-6-2006
il ta-
5
“AMICI DI UNA VITA…”
PER LA SOLIDARIETÀ
Mi è capitato di conoscere, per una sfortunata coincidenza, il dottor Francesco Bellezza, chirurgo plastico
dell’ospedale S. Eugenio di Roma. Nel suo reparto ho notato una locandina che pubblicizzava la raccolta
vestiario e materiali vari per una spedizione umanitaria in Africa, promossa dall’organizzazione
WORK IN PROGRESS
Il referente era proprio il dottor Bellezza, presidente dell’associazione. A lui ho
chiesto alcune informazioni e sono sicura di fare una cosa buona divulgandole.
Vuole presentarci l’organizzazione per cui lavora?
“Work in progress è un’associazione ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) che intende sviluppare alcuni progetti in Africa, in particolare in Gambia, Senegal ed Etiopia, portando, oltre a materiali e beni che raccogliamo in Italia, anche il nostro aiuto e la nostra esperienza. Questa associazione è nata grazie agli ideali di amici di una vita,
spinti dal desiderio comune di aiutare queste popolazioni che non hanno niente, e stimolati da mio suocero
(Franco Camporiondo n.d.a.) che attualmente vive a Kartong, villaggio nel sud della Gambia, la base logistica
dell’Associazione.”
Da chi siete finanziati?
“Siamo finanziati …da noi stessi! Con le quote associative e con il contributo di amici, conoscenti e gente o organizzazioni che condividono i nostri obiettivi. Uno dei più importanti sponsor della nostra attività è stata una
banca svizzera, che ha destinato il ricavato di un concerto organizzato al Conservatorio della Svizzera italiana,
con la pianista ucraina Anna Kravtchenko, ai nostri progetti. ”
So che lei ha preso le ferie per andare in Gambia.
“Sì, è vero, ma sacrificare qualche giorno di ferie non mi fa sentire particolarmente un santo!”
Cosa ha trovato in questi paesi? E cosa vuole portare?
“La realtà di questi paesi è molto critica: c’è una grande povertà e una certa sfiducia nel governo. Quello che noi
vogliamo portare è la cultura, aiutandoli soprattutto a ritrovare dignità e l’amor patrio, che attualmente hanno
perso. Organizziamo corsi di aggiornamento; abbiamo preso contatti con l’università del Gambia per impostare
un programma di collaborazione scientifica. Quando andiamo in Africa portiamo materiale, anche sanitario, cercando di organizzare le loro unità. Laggiù ci sono molti problemi soprattutto nel settore radiologico, perché non
hanno energia elettrica a sufficienza.”
Ho avuto modo di vedere il dvd della prima missione nel novembre 2005 e ho avuto l’impressione che nonostante la miseria e la precarietà questa gente sia felice. Sbaglio?
“Sì, sono davvero felici. A volte si pensa che la povertà sia sinonimo di infelicità, ma non è così. Quando siamo
andati, in occasione della prima missione, siamo stati accolti da tutta la gente del villaggio ed hanno organizzato
una vera e propria festa: le donne ballavano con i bambini sulla schiena, accompagnate dalla musica degli uomini. Per la verità ci siamo cimentati nel ballo anche noi! Abbiamo raggiunto il villaggio con le barche e al rientro
ci hanno fatto percorrere un’altra strada perché la stessa gente preparava un’altra festa per l’arrivederci.”
Per concludere vuole mandare un messaggio ai ragazzi di oggi?
“Non credo che noi ‘vecchietti’ siamo in grado di dare messaggi in tema di solidarietà ai giovani, perché sono
molto sensibili a questi argomenti. L’unica cosa che posso suggerire loro è di cercare di finalizzare le loro attenzioni.”
Parlare con Bellezza è stato molto interessante: è una persona piacevole, semplice, che esprime concetti importanti
in maniera diretta e naturale. Da lui ho capito che ognuno di noi può fare tanto per chi non ha niente.
Work in progress può essere raggiunto on-line digitando www.Workinprogressonlus.com. Da questo sito rubo
volentieri un riferimento ad un pensiero nobile di Madre Teresa di Calcutta:
“Tutto quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in
meno.”
Cristina Cassar II E
9-6-2006
il ta-
6
Fascismo e comunismo
Sorge molto spavento oggi in tutti quando si parla sia di
comunismo sia di fascismo e queste due vecchie dittature che risultano oramai sbiadite nella memoria dell’odierna classe politica servono solamente da insulto tra politici
da un banco parlamentare all’altro.
Anche chi rappresenta il partito comunista e chi,come
forza nuova,alternativa sociale e fiamma tricolore,rappresenta i partiti neo-fascisti seppure non lo dice
esplicitamente, è rispettivamente lontano dai veri ideali
dell’ormai epico libretto rosso e dai fascistissimi ideali
quali Credere,Obbedire,Combattere.
Ai nostri giorni di questi due anziani movimenti politici
tanto distanti quanto estremisti resta da una parte una
nostalgica idea di “lotta di classe”, di sostegno al ceto
povero e alla classe operaia e di tanti e tanti altri ideali
oramai fuori luogo così come dall’altra parte restano solamente i goliardici motti e le orgogliosissime canzonette
cantate a mano tesa che divertono (qualcuno) e danno
un fortissimo senso di fierezza ma che poco rientrano
nella realtà dei fatti attuali e dall’attuale posizione economica dell’Italia la quale di certo non potrebbe tornare a
considerare la Vecchia Albione,patria della sterlina, un
nemico ne tanto meno potrebbe ispirarsi ancora agli ideali dell’URSS che ormai appartengono al passato e che
hanno portato in tutta l’Europa Orientale soprattutto dolore e oppressione trascurando la libertà del singolo individuo.
Oggi come oggi queste due dittature in italia,in particolare il fascismo, risultano come dei tabù e nessuno,forse
perché sono ancora troppo vicine, vuole riprendere in
mano i vecchi manuali e capire il perché si sono fatte
delle determinate scelte negli anni passati.Per fare un
esempio oggi l’arte e l’architettura e tutte le grandi opere
Gentili lettori
fatte durante il fascismo non hanno il benché minimo riconoscimento e si cerca sempre di minimizzare gli eventi
avvenuti nell’arco di quei vent’anni mettendo sempre in
risalto quelli negativi esattamente così come quando si
parla di URSS si parla solo dei milioni di morti ma non si
dice mai in quale situazione si trovasse la Russia prima
ancora del comunismo e non si parla della fase ancora
non degenerata di quella crudelissima fase politica ne
tanto meno si parla dei rischi a cui sarebbe andata incontro l’Italia se non avesse aderito agli ideali fascisti che
però la hanno,nell’arco degli anni, portata ad aderire anche al partito nazista.
Quello che dovrebbe esistere oggi,secondo me, non è
più l’antifascismo ne la repulsione nei confronti del comunismo ma molto più semplicemente dovrebbe esservi un
senso di amore per la liberà molto più forte e un totale
anti dittatorialismo,che siano di destra o che siano di sinistra.
Bisogna riconoscere a ogni fazione politica i suoi meriti e
far capire il perché sono avvenute delle disgrazie.
Sappiamo tutti che non è con la repressione che si
“curano” delle idee ma,esattamente al contrario,bisogna
andare alla radice dei problemi che fanno sorgere queste
idee dittatoriali e estirpare il problema ovvero,detto a
chiare lettere, è con l’educazione e con l’istruzione che si
cura l’ignoranza di chi crede ancora nel dittatorialismo.Bisogna far capire,a tutti, che anche in democrazia
si può ottenere ciò che si è fatto durante i dittatorialismo
e soprattutto,come ho gia detto, è necessario trasmettere
amore per la democrazia e per le opinioni degli altri,fascisti o comunisti che siano.
Daniele De ferra II F
ELOGIO DELLA FOLLIA
E’ giunti ormai il momento di comunicarvi una importante
notizia. Un uomo solo (d’altronde meglio che male accompagnato) mi ha appena rivelato che non ci sono più
le mezze stagioni. Questo, sommandosi al riscaldamento
globale del pianeta e all’effetto serra, ha portato al fatto
che l’erba del vicino è sempre più verde. Ma non c’è da
preoccuparsi, in quanto l’erba cresce, il cavallo se la
mangia e quindi campa, come del resto è solita fare la
capra quando sta sopra la panca, non sotto al ponte
(ponente ponte pi tappe tappe ri) di baracca, dove Mimi
scarica rifiuti tossici senza autorizzazione. Ora, di certo il
dottore glieli misurerà 33… gli anni di cristo? Ma no, 33
trentini andarono a trento tutti e 33 trotterellando!! Oppure è cristo che ha moltiplicato per 11 le tre tigri contro le
altre tre!? Mah, la situazione si complica cari lettori, perché 3 potrebbero anche essere i piccoli porcellin, oppure
le galline sul comò che facevano l’amore con la figlia del
dottore, il dottore s’ammalò ambarabà ciccì coccò. Ma le
galline sono vecchie e quindi fanno buon brodo, ma attenti ad esagerare con il lardo perché la gatta potrebbe
andarci tanto da lasciarci lo zampino. E in caso accadesse, si assenterebbe per un po’, e i topi saranno finalmente liberi di ballare. E quindi ditemi con chi andate e vi dirò
chi siete gentili lettori, ma basta che non ve ne andate in
giro giro tondo casca il mondo casca la terra tutti giù per
terra… perché io non vi vengo mica
a raccogliere, la settimana scorsa ho seminato vento
quindi in questo perido sono un pò impegnato a raccogliere tempesta. Speriamo che a furia di raccogliere non
diventi zoppo, in tal caso vi consiglio di non seguirmi perché potrebbero manifestarsi complicazioni al vostro apparato motorio-scheletrico-muscolare ere ire l’acca va a
dormire, e quindi non piglia pesci, ma peggio per lei.
Spero solo che non le capiti a capodanno, altrimenti sarà
costretta a perpetrare questa infruttuosa attività per tutto
il corso della rivoluzione siderea. Speriamo che almeno
dalle stelle non passi alle stalle, sarebbe proprio la beffa,
oltre al danno. Ma chi rompe paga, ameni lettori, ed è
anche caldamente invitato a tenersi i cocci. Quindi ricordate, che can che abbaia non morde, ma non menatelo
per l’aia, si potrebbe anche arrabbiare. Detto questo vi
saluto, vado a mangiarmi un uovo, sempre meglio che
una gallina domani. Un bacione.
Nota:
giusto per puntualizzAre, questo scriTTo non è stato assolUtamente concepito per propagandare o incentIvare
alCuna Sorta organizzAzione illAgale, seTta Satanica o
paninAro abusivo, e soPrattutto non contiene messaggi
subliminali.
Matteo Salvarezza V A
9-6-2006
il ta-
7
Guardando ai fatti
da diverse fonti storiche
Torno sulla Palestina, non per annoiarvi ma per difendere il diritto alla sopravvivenza di un popolo. Non dovremmo
litigare ma aiutarli a trovare una soluzione onorevole. Ringrazio David per aver corretto il mio errore, e ricambio con
alcune precisazioni:
1)Tra dicembre 1947 e aprile 1948, 300.000 palestinesi furono cacciati dalle loro case. Nathan Chofshi, un emigrato
ebreo sin dal 1908, a testimonianza della violenza delle espulsioni scriveva (9/2/1959 sul Jewish Newsletter): “Noi
vecchi coloni ebrei in Palestina abbiamo visto con quali mezzi noi, ebrei, obbligammo gli Arabi a lasciare città e villaggi. Qui c’era un popolo che viveva nella sua terra da 1300 anni, arrivammo noi e trasformammo gli abitanti arabi
in una moltitudine tragica di profughi. Ed ancora abbiamo il coraggio di deriderli e diffamarli. Invece di vergognarci
per ciò che abbiamo fatto e cercare di riparare al male commesso aiutando questi infelici profughi, noi giustifichiamo
le nostre ignobili azioni e cerchiamo, addirittura di farcene una gloria”
2)Il 15/5/1948 gli Stati arabi entrarono in conflitto con Israele per difendere i Palestinesi del territorio assegnato dall’O.N.U. agli arabi, senza mai entrare nel territorio dello Stato Ebraico. (Documento della biblioteca dell’O.N.U. UNX
956.9-A/658; S. Hadawi, Raccolto Amaro, Palestina 1914-1968, ed. East Roma, 1969).
3)Gli egiziani reclamavano la nazionalizzazione del canale di Suez da tempo giacché il debito contratto dal governo
egiziano per la costruzione dello stesso, con le banche francesi e inglesi era già estinto (V. Lutski, Storia Moderna
dei Paesi Arabi, ed. Utet).
La vittima numero 18 (In memoria degli operai massacrati al ritorno dai campi M.Darwish scriveva)
Un tempo l’uliveto era verde,
era…, e il cielo
una selva azzurra…, un tempo, amore mio.
Cosa li ha mutati questa sera?
Hanno fermato l’auto degli operai in curva,
erano calmi
e ci hanno fatto girare ad est…, erano calmi.
Il mio cuore, un tempo, era un uccello azzurro…, oh nido
del mio amore.
Avevo i tuoi fazzoletti, erano candidi, amore mio.
Cosa li ha macchiati questa sera?
Non capisco, amore mio!
Hanno fermato l’auto degli operai al centro della strada,
erano calmi
e ci hanno fatto girare ad est…, erano calmi.
Da me avrai ogni cosa,
la luce e l’ombra,
la fede e quello che vorrai
un giardino di fichi e di ulivi.
Verrò da te come ogni notte,
in sogno, entrerò dalla finestra, e ti lancerò un gelsomino.
Non me ne volere se ho tardato un poco:
mi hanno fermato.
L’uliveto era ancora verde,
era, amore mio.
Cinquanta vittime al tramonto lo hanno trasformato
in una pozza scarlatta…
Cinquanta vittime,
oh amor mio: non me ne volere:
mi hanno ucciso… mi hanno ucciso…mi hanno ucciso….
Federico Bobbio II G
9-6-2006
il ta-
8
dove ognuno possa formarsi. Ha senso perché è ovvio che ognuno si debba formare, volente o nolente. Non ha più
senso quando nessuno lo avverte, come adesso. È giusto che qualcuno si chieda “Perché io devo imparare il latino/
la biologia/la fisica/la storia dell’arte etc. etc.? Non mi servirà mai!”, ma questa domanda non può rimanere senza
risposta dalla scuola, altrimenti lo studente deve darsi una risposta da sé, e spesso non la si trova, scadendo ovviamente in forme di rifiuto. E tanto meno si può dare una risposta che richiami alla scuola stessa o alle istituzioni statali, perché portano soltanto a un problema più grande, cui è ancora più difficile - e pericoloso - dare risposte.
Non è possibile che la scuola venga vissuta, che si vada bene o male, come un luogo di condanna, di sofferenza e
miseria. Non perché non possa esserlo, ma perché dal momento che vi passiamo un terzo della nostra giornata
dobbiamo imparare a non soffrirne, ma a viverla in pace. Altrimenti facciamo del male soltanto a noi stessi, e a chi ci
sta intorno che inevitabilmente viene toccato dal nostro stato d’animo.
Adesso siamo liberi, comunque. Dalle ore 11 di questo giorno non dovremo più studiare scolasticamente per un bel
pezzo, e questo non ci rende che felici. Oh già, dimenticavo chi ha l’esame. Per loro questo discorso non vale, per
loro lo studio continua. E dovranno sostenere un esame di tre prove tre giorni di fila, grazie alla furbata di datare il
referendum 26 giugno quando nelle scuole si svolge la terza prova, che di conseguenza è stata anticipata. In bocca
al lupo a tutti loro, anche se mi riesce difficile non invidiarli considerando che da settembre per loro non ricomincerà
come tutti gli anni.
A proposito, è d’uopo che mi scusi: sto diventando prolisso e retorico. Allora vi saluto, a tutti quanti dico arrivederci a
settembre e auguro, da parte della redazione
BUONE VACANZE A TUTTI
Alessandro Manacorda IV A
CONCERTO 10 GIUGNO 2006 - SCALETTA
ORE 9: TERZI & CO.
ORE 9.15: R.H.C.Perrons
ORE 9.25: COVER AC/DC - 5F
HEAVY METAL ANCHE A TE!!!
il tazebao è diretto da Alessandro Calandri IV H
Redattori di questo numero: Matteo Salvarezza V A, Francesco Saverio De Paolis V
F, Alessandro Manacorda IV A, Fabio Perrone III F, Cristina Cassar II E, Federico
Bobbio II G,
Altro record: cinque uscite!!
Ha collaborato a questo numero: dott. Francesco Bellezza
Per informazioni, domande o richieste: [email protected]
USCITO IN DATA 9 giugno 2006 - TIRATURA 600 COPIE
Scarica

Scarica il file pdf