) ) ) ) ) ) ) ) ) Calendario 12 ottobre - Valdocco Inizio Corso per Aspiranti Salesiani Cooperatori Rivista di collegamento e formazione dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori della Provincia Piemonte - Valle d’Aosta. 26 ottobre - Valdocco Giornata di studio sulla Famiglia Salesiana 22 novembre - Valdocco Incontro formativo Responsabili Centri Locali 8 dicembre - Immacolata - Cerchio Mariano S. Messa Chiesa di S. Francesco d’Assisi 22-25 gennaio 2009 - Roma Giornate di spiritualità della Famiglia Salesiana. 31 gennaio - Festa di S. Giovanni Bosco S. Messa della Famiglia Salesiana. 8 febbraio - Valdocco Presentazione della Strenna del Rettor Maggiore 7-8 marzo Villa Lascaris - Pianezza (TO) Esercizi spirituali organizzati dalla Provincia ICP 18-19 aprile - Altavilla Esercizi spirituali per famiglie Statuto - Art. 14. Corresponsabili nella missione §1. Il Salesiano Cooperatore si sente responsabile della missione comune e la svolge secondo le proprie competenze e possibilità. Ciascuno è tenuto a partecipare con spirito di iniziativa alle riunioni di programmazione, realizzazione e verifica delle varie attività, alla scelta dei responsabili, e, se chiamato a ricoprire incarichi di responsabilità, s'impegna a svolgerli con fedeltà e spirito di servizio. Regolamento - Art. 7. Corresponsabili nell'azione Perché la corresponsabilità nella missione si traduca in corresponsabilità nell'azione: §1. nell'ambito dell'Associazione gli incarichi, a qualsiasi livello, sono esercitati in spirito di servizio secondo i principi di comunione, di corresponsabilità e di cooperazione; §2. nella diversità delle situazioni e degli impegni, i Salesiani Cooperatori portano all'Associazione il proprio valido contributo. Tutti sono chiamati a partecipare, in vari modi, alla vita dell'Associazione. 16 Non basta sapere le cose, bisogna praticarle. Don Bosco (MB XVII, 630) 1 Anno XII Numero 35 L’angolo della Buona Stampa Mauro Comin Coord. Prov. ICP È ormai passato un anno di attività del Consiglio Provinciale e facendo un piccolo resoconto delle diverse attività ci rendiamo conto che di lavoro ne è stato fatto molto. I Centri Locali visitati dal Consiglio Provinciale sono stati 18. I momenti associativi organizzati sono stati: un turno di Esercizi Spirituali a Muzzano, due incontri formativi per i Consigli Locali, gli incontri di formazione sul PVA, la giornata del rinnovo della Promessa. E si aggiungono anche attività svolte in collaborazione con altre Province come il Workshop delle Famiglie, il Workshop Giovani ed il Pellegrinaggio nei luoghi di don Bosco dei Consigli della Provincia INE. Inoltre sono terminati i corsi di preparazione per Aspiranti con un totale di una settantina di nuove Promesse. Come potete vedere il paniere è ricco ma… Ma si potrebbe fare molto di più! In quest’anno, a fronte di tante belle attività svolte, si è, però, sentita una forte mancanza di “attaccamento” all’Associazione. E’ difficile fare il cambio di mentalità da “attori passivi” a “protagonisti attivi”; è però quello che ci viene chiesto dal Teresio Bosco PVA ed in modo particolare dal Rettor Maggiore. Con le sue parole, qui sotto riportate, dette durante un incontro della Consulta della Famiglia Salesiana svoltosi a Valdocco, si può capire ciò che ci chiede lui stesso. Più si ripensa a, quella che è stata l’origine, in questi cortili dove voi state, che cosa è nato qui, più si capisce che Don Bosco voleva mettere su un Movimento di persone al servizio dei giovani, convinto che per fare qualcosa a favore loro ci voleva, veramente, una grande sinergia. Perciò dobbiamo irrobustire il senso di famiglia ma, dobbiamo nel contempo sempre maturare di più l’idea di operare come Movimento. […] E questo significa una conversione, significa cambiare il nostro registro, significa cambiare la nostra maniera di pensare. Allora, io vi invito, veramente, a capire e sempre meglio quello che Don Bosco voleva… non è che il Rettor Maggiore si stia inventando… La prima convinzione di don Bosco è che c’è una missione universale della Chiesa e che noi operiamo all’interno di essa a favore sempre, nel caso nostro specifico, dei giovani poveri non evangelizzati. La convinzione di Don Bosco era che operare il bene è importante unirsi spiritualmente perciò Don Bosco non è nell’idea del franco tiratore, cioè quello che per conto proprio fa del bene, per Don Bosco è l’Associazione. Voi sapete che una delle condizioni per diventare membro della Famiglia Salesiana è l’appartenere a un gruppo, cioè, si può essere amico di Don Bosco da singolo, non si può essere membro della Famiglia Salesiana da solo, devo iscrivermi ad un gruppo. E questo, in quanto per don Bosco era importante il fatto dell’unione spirituale e del lavoro operativo di un' Associazione al servizio, concretamente, della Missione. Sono 2 Paolo, il primo missionario Un bel libretto illustrato che fa rivivere passo dopo passo, col caratteristico stile narrativo e giornalistico dell'autore, la vicenda dell'apostolo Paolo, dalla sua appartenenza a una delle tribù d'Israele alla persecuzione dei cristiani, dalla conversione ai viaggi missionari. Per una prima, essenziale conoscenza dell'Apostolo delle genti. Editrice Elledici Giuseppe Buccellato Appunti per una «Storia spirituale» del Sacerdote Giò Bosco Questi Appunti non sono una biografia del santo piemontese. Rappresentano piuttosto un contributo per una migliore conoscenza del vissuto spirituale di Don Bosco nel quadro complessivo della sua vita, della sua produzione letteraria, della sua esperienza apostolica, del progetto di vita cristiana e religiosa proposto alla sua "famiglia". Partendo dagli anni della fanciullezza per giungere alla maturità del santo, il racconto lascia emergere l'importanza data alla preghiera e alla "ritiratezza", le ansie e i sentimenti, i progetti e le realizzazioni, l'amore donato e ricevuto, l'eredità spirituale lasciata ai "suoi". Editrice Elledici 15 Notizie flash... non solo belle, dal Centro di Cumiana C ominciamo da quelle dolorose. In meno di un mese abbiamo perso 4 Salesiane Cooperatrici e la mamma della nostra cara Fely! La carissima Maddalena (85 anni), che due anni fa aveva fatto la Promessa e ci ha lasciato un grande esempio di laboriosità, impegno e amicizia. Il Padre l'ha chiamata a sé improvvisamente due settimane dopo il suo compleanno. Poco tempo dopo si è aggravata la cara Elsa (95 anni) Salesiana Cooperatrice da 27 anni: riservata e serena, da alcuni mesi stanca e inappetente; ricordiamo il suo sorriso buono e fiducioso nelle ultime visite, quando la morsa del male aveva già abbondantemente lasciato il segno. Nel mese di giugno è mancata l'inconfondibile Bil, dall'inizio dell'anno molto sofferente. Amabile (93enne), di nome e di fatto, dal 1991 Salesiana Cooperatrice (anche se nel suo “dna” c'erano già tracce dello spirito salesiano) ci ha rallegrate con le sue barzellette, cioccolate con le torte, insegnato la passione per la vita e la giovinezza dello spirito, trasmesso l'amore per l'Africa. Tutte e tre carissime mamme, nonne, Salesiane Cooperatrici indimenticabili e preziose nella loro familiarità; grande in loro l'amore per Dio, la famiglia, il prossimo. Sempre in questo periodo è mancata all'ospedale di Pinerolo Carmen, una delle prime Cooperatrici di Torino-Sassi (97 anni) che abbiamo conosciuto alla Casa di Riposo di Cumiana; anche lei un esempio luminoso di laica cristiana pienamente abbandonata alla volontà di Dio come Maddalena, Elsa e Bil. Ed ora due notizie “belle”, due messaggi di vita! Il 24 maggio scorso, Carla, responsabile degli affari economici, nonché del Laboratorio del Centro, si è recata ad Adua in Etiopia su invito di Suor Laura Girotto per l'inaugurazione della scuola della Missione Salesiana in collegamento con l'Associazione Amici di Adua (con sede a Centro - FE ) che da dieci anni si occupa di adozioni e aiuto alla popolazione etiope. Il bene vero è silenzioso, concreto, e produce molti frutti; l'ha constatato Carla, insieme a Stefania, uniche piemontesi presenti. Ad Adua si riutilizza tutto ciò che noi buttiamo via! Tanti ancora gli interventi da affrontare! Le serre e le stalle necessitano di tetti di lastre di fibra di vetro per filtrare meglio la luce. Visitano anche l'ospedale, un ambiente che mette a dura prova la sensibilità del visitatore. Alla inaugurazione con tutte le autorità il Sindaco parla della costruzione di una nuova clinica: Suor Laura ha già il progetto per la maternità. Nel nostro Centro abbiamo realizzato 7 adozioni a distanza (5 comunitarie e 2 individuali); Carla ha avuto la gioia di abbracciarne e fotografarne 5 a nome di tutti noi e di poterci raccontare tutto attraverso numerose diapositive. Ed ancora una bella notizia: la nostra carissima delegata Suor Paolina ha compiuto 60 anni di vita consacrata proprio nel suo 80° anno di età! L'abbiamo festeggiata al meglio, pur considerando la pausa vacanze, ben consapevoli della sua materna e preziosa presenza in mezzo a noi. Grazie a tutte le carissime sorelle che - dal cielo e dalla terra - ci rappresentano assai bene!. Adriana Rattazzi Centro Cumiana FMA 14 convinzioni di Don Bosco quelle che sto dicendo, se no, non si capisce perché il Rettor Maggiore da sei anni sta insistendo che dobbiamo, sempre, crescere come Famiglia Salesiana e operare sempre di più come Movimento. E’ un chiaro invito a lavorare ASSIEME per la Missione della Chiesa; questo perché è lo Spirito di Don Bosco che ce lo chiede! Tornando alla nostra realtà associativa, ci aspetta un nuovo anno importante ed impegnativo, dobbiamo affrontarlo con lo “spirito di appartenenza e corresponsabilità” che iI Rettor Maggiore ci ha ricordato. Tutti apparteniamo all’Associazione e tutti dobbiamo essere presenze attive in essa. Un importante momento per la nostra Provincia sarà il periodo da gennaio a marzo 2009, nel quale tutti i Centri Locali saranno chiamati a rinnovare i propri Consigli Locali. Su tale argomento il nostro PVA mette in evidenzia alcuni concetti fondamentali. All’art. 14 dello Statuto ed all’art. 17 del Regolamento c’è un forte richiamo a partecipare attivamente alla vita dell’Associazione con FEDELTA’ e SPIRITO DI SERVIZIO; gli stessi articoli proseguono poi con il sottolineare che a tutti i Salesiani Cooperatori può essere richiesto di offrire, per un tempo determinato, le proprie energie e capacità per un servizio di animazione e di responsabilità. Con questo spirito il Consiglio Provinciale vi chiede di affrontare il prossimo rinnovo dei consigli locali; ognuno si senta responsabile del proprio Centro e, si renda disponibile a svolgere un servizio. Chi invece ha svolto un incarico per lungo tempo, lasci ad altri la possibilità di vivere le stesse esperienze, offrendo però il necessario sostegno a chi inizierà questo nuovo servizio. Vi lascio con questa piccola storiella. 3 “C’erano una volta quattro personaggi: Ognuno, Qualcuno, Ciascuno, Nessuno. C’era un lavoro importante da fare, Ognuno era sicuro che Qualcuno l’avrebbe fatto, Ciascuno l’avrebbe voluto fare ma Nessuno lo fece. Qualcuno si arrabbiò molto, perché era un lavoro di Ognuno; Ognuno pensò che Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno capì che Ognuno non l’avrebbe fatto. Finché Ognuno incolpò Qualcuno perchè Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare. A questo punto della storia entrò un quinto personaggio Tutti. Ognuno, Qualcuno, Ciascuno scoprirono che ignorando Nessuno ed insieme con Tutti avrebbero potuto fare il lavoro bene ed anche con un po’ di piacere!!!!” Proviamoci dunque!!! Auguro a tutti buon inizio d’anno Associativo. Þ Suggestiva cerimonia per la Promessa di dodici Cooperatori Don Sergio Pellini Delegato SDB C arissimi Salesiani Cooperatori e Cooperatrici, colgo l’occasione di questa vostra rivista e del vostro sito per farvi giungere il mio cordiale saluto dopo che mi è stato ufficializzato l’incarico come nuovo delegato della Famiglia Salesiana in questa nostra Ispettoria. Innanzitutto credo che la vostra e la mia gratitudine debba essere manifestata a don Mariano per l’impegno e i sacrifici compiuti in questi anni nell’animazione di questa bella realtà ecclesiale fatta di persone, animate da uno stesso spirito e carisma e che si prodigano, ognuno secondo la propria chiamata e le opportunità che la vita offre loro, a portare i giovani al Signore, sotto la protezione di Maria Ausiliatrice. Grazie don Mariano per la tua costante presenza e assistenza spirituale nonostante le difficoltà di salute che non sempre hanno reso facile il tuo incarico. Grazie perché hai tenuta viva la fiamma della carità e dell’impegno apostolico e ti sei fatto carico di un coordinamento ampio e complesso. Grazie per il passaggio del testimone e per la costante preghie- ra che accompagnerà tutti i cooperatori che hai conosciuto e amato. Un lieto augurio per la tua nuova missione nella comunità della Crocetta. A me ora il compito di conoscervi di più, d’imparare molto da tutti voi e di starvi vicini per servire l’Associazione con il carisma che ci accomuna. Cammineremo insieme in questo anno particolarmente significativo perché esprimeremo la nostra gratitudine al Signore per i primi 150 anni di servizio della Congregazione salesiana e perché dal nostro comune superiore, il Rettor Maggiore don Pascual Chavez, scaturisce l’invito a “ fare della Famiglia Salesiana un vasto movimento di persone per la salvezza dei giovani.” 4 F esta grande per la parrocchia di san Martino Vescovo in Tromello (PV): domenica 8 giugno, durante la Santa Messa delle ore 11, dodici Aspiranti hanno fatto la loro Promessa, diventando Salesiani Cooperatori. A presiedere la solenne celebrazione è stato il Parroco, Don Piero Rossi Borghesano, affiancato per l’occasione dal salesiano don Piermario Majnetti, direttore dell’Istituto san Lorenzo di Novara, alla presenza della comunità parrocchiale e di numerosi membri delle realtà salesiane della Diocesi. La giornata è stata la tappa finale di un cammino durato più di due anni ed iniziato col desiderio di un gruppo di giovani laici, già impegnati nella catechesi e nell'animazione dell'oratorio, e di alcune mamme di approfondire e vivere in modo più pieno lo stile educativo e cristiano di Don Bosco, prezioso retaggio della secolare presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice tenuto vivo dal locale gruppo di Ex-allieve. L’entusiasmo di questi primi “pionieri” ha coinvolto anche quattro studenti del Seminario diocesano, che si sono uniti alla nuova avventura. Agli undici Aspiranti locali si è poi aggiunta Margaret, giovane del novarese, che ha condiviso con loro un breve tratto di cammino e passerà in seguito al Centro di Novara. Il contatto costante col Centro “Immacolata” di Novara (cui il gruppo tromellese continua a far riferimento) e la preziosa disponibilità di Riccardo e di Don Mario Granata , seminarista e Salesiano Cooperatore, hanno reso possibile un intenso percorso formativo con la collaborazione anche del Parroco, che ha messo a disposizione le sue profonde conoscenze in campo liturgico, di don Paolo Bernuzzi, Padre Spirituale del Seminario e di Rita Sartirana, Presidente del gruppo Ex-allieve di Ottobiano. Il Coordinatore Provinciale, Mauro Comin, nel raccogliere le Promesse, ha sottolineato la bellezza del cammino percorso e spronato i nuovi Cooperato- 13 ri a non smettere di cercare sempre nuove vie per portare tutti a quel Cristo al quale hanno consacrato la loro vita. E la sfida sembra essere stata accolta in pieno, in quanto già alcuni interessanti progetti sono in cantiere per quello che sarà il primo anno associativo, tra i quali già si stanno realizzando un blog, un forum e una chat che possano costituire un punto d’incontro e di dialogo per i giovani navigatori della rete. Ad essi va aggiunto il “sogno” di poter ricostituire il Centro Cooperatori di Tromello, chiuso da ormai cinquant’anni, ma che potrebbe ora contare su tredici nuovi germogli, se si contano altri due Salesiani Cooperatori che, da Ottobiano, si sono aggiunti al gruppo degli undici “tromellesi”. Su tutte queste aspirazioni è scesa, a sorpresa, la benedizione speciale del Rettor Maggiore dei Salesiani, portata dai Consiglieri Ispettoriali di Torino. Carlo Cattaneo Il punto di vista di un Amministratore... Animazione alla solidarietà La solidarietà, l'animazione economica, è un aspetto importante e non sempre facile da condividere; così come non lo è sempre l'offrire il proprio servizio al Centro Locale in modo efficace. ... Nel nostro centro non si chiede una sorta di quota di tesseramento come si potrebbe più rapidamente essere spinti a fare; questo perché non si vuole limitare l’essere cooperatori ad un fatto economico. Si punta sulla sensibilità personale e sulla consapevolezza individuale. Tutti sanno quali sono le necessità di sostegno del Centro che possono essere costi quotidiani di fotocopie e telefonate, ai più costosi spostamenti per incontri e riunioni, per sostenere iniziative solidali o progetti di aiuto per chi è meno fortunato. Siamo convinti, e ci siamo edu- cati a ciò, che ogni centro possa trovare situazioni “creative” per sensibilizzare al dono, proponendo per esempio ad ogni incontro di lasciare una piccola quota (magari detratta da qualcosa di superfluo: sigarette, caffè, una volta in meno al bar….) oppure “inventando” raccolte di fondi con iniziative sempre nuove e coinvolgenti. Nel corso di una gestione l’Amministratore di un centro si trova spesso nella necessità di ideare e stimolare i membri del Centro Locale a nuove iniziative per poter rimpinguare la cassa comune. Alle pareti della sede del nostro centro abbiamo per esempio appeso dei quadretti graziosi in cui si ricorda quanto scritto nel nostro Progetto di Vita Apostolica, che all’art.14 dello Statuto ci dice: “…CIASCUNO è tenuto a partecipare con spirito di iniziativa… “Con responsabilità e senso di appartenenza, ogni Salesiano Cooperatore sostiene l’autonomia economica dell’Associazione perché possa svolgere la sua missione”. Essendo al termine del mio mandato voglio concludere nel modo peggiore, pretendendo scherzosamente- da tutti un più cospicuo aumento della somma che solitamente veniva versata. In questo modo il mio successore potrà iniziare il triennio con una base economica di partenza più solida di quella mia! Sull’esempio di Don Bosco pensiamo a quanto è stato attivo e creativo, pensiamo a quanto spirito di inventiva e iniziativa ha tirato fuori nel cercare i fondi necessari a realizzare il suo sogno e… diamoci una mossa! Giovanni Bergo Amministratore Centro Locale SDB Vercelli 12 Sarà una nuova opportunità che la Provvidenza ci offre per sentirci tutti strumenti nelle mani di Dio per un’impresa non facile e che troverà successo nella misura in cui ci convinceremo che chi fa è Lui e non noi! Voglio semplicemente dire che se non ci formeremo sempre più a livello spirituale con motivazioni vere e forti sarà facile soccombere e cedere ai compromessi o accettare le “mezze misure”. In un tempo qual era quello di don Bosco, non facile e pieno di insidie, il nostro Padre e Maestro aveva avuto una brillante intuizione: il “salesiano esterno”, colui che opera dall’interno del mondo con una fede forte e coinvolgente, da più direzioni, con l’autorevolezza della coerenza e dei fatti ispirati ad un progetto evangelico e riconosciuto dalla Chiesa. E’ per questo che occorre riaffermare l’affidamento a Maria, l’amore e il sostegno al Santo Padre, la predilezione per i giovani più bisognosi, una fervente vita sacramentale ed una coraggiosa ed audace serie di iniziative atte a mantenere viva la fede e difenderla da attacchi insidiosi, con pazienza, carità e giustizia. Nell’avventura di questo secondo millennio a noi l’impegno per riuscire nei nostri propositi lavorando INSIEME, non dimenticando che “l’unione, con Dio e tra noi, fa la forza per migliorare il mondo e le realtà dove ci troviamo ad operare!” Spero di incontrarvi presto nelle varie sedi, di poter contare sulla vostra collaborazione, la vostra passione educativa e il vostro generoso aiuto per la nostra Ispettoria e per la Chiesa. Ringrazio, infine, il nuovo Ispettore, don Stefano Martoglio per avermi accordato la sua fiducia in questa nuova impresa. Arrivederci a presto. Þ “Oltre al pregare, che non deve mancare mai, bisogna operare, intensamente operare, se no si corre alla rovina.” Don Bosco (MB XIV,541) 5 Carissimo don Mariano, Ti scrivo a nome del Consiglio Provinciale e di tutte le Cooperatrici e Cooperatori della Provincia ICP. Queste righe sono poche per esprimere il GRAZIE del tuo lavoro svolto nell’Associazione dei Salesiani Cooperatori. Il periodo di lavoro con questo Consiglio è stato breve, ma di certo hai seminato a piene mani lo “stile” accogliente tipico della Famiglia Salesiana. Grazie per la disponibilità all’ascolto dei singoli. Grazie per la disponibilità a gestire le “cose” di Consiglio condividendo le decisioni con tutti. Grazie per la disponibilità a fare chilometri per andare ad incontrare i centri locali. Grazie per la disponibilità ad incontrarci nei ritagli di tempo più strani pur di risolvere le questioni. Grazie per la disponibilità a fare anche i lavori manuali che a volte noi laici non riuscivamo a fare. Di certo nessuno di noi ti dimenticherà. Come salesiani cooperatori ti assicuriamo la nostra preghiera che ti accompagnerà nel nuovo incarico a cui sei chiamato. Ciao don Mariano!! Mauro Comin Coord. Prov. ICP ASC Il punto di vista di una responsabile della Formazione... Basta mettere in comune quel poco che si ha e ce n’è da saziarsi e da avanzarne ceste e ceste… Ma occorre che Gesù dia la sua benedizione” S uor Fabiola, missionaria in Tunisia, un giorno mi aveva folgorata con la sua interpretazione del brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci (vedi per es. Gv 6, 1-15): “Certo che fu un miracolo! Far sì che il ragazzo mettesse in comune i suoi piccoli pani e i pesciolini, anziché tenerseli ben nascosti è un miracolo! E meritava che lo sapessero gli apostoli e lo facessero sapere a tutti: basta mettere in comune quel poco che si ha e ce n’è da saziarsi e da avanzarne ceste e ceste… Ma occorre che Gesù dia la sua benedizione”. Fin qui sr.Fabiola. Ma quel ragazzino, dico io, era certamente un salesiano cooperatore che conosceva bene il Progetto di Vita Apostolica! Suor Laura Gorlato Delegata FMA Partecipare, offrirsi, mettere in comune, vivere “con” è nel DNA del Salesiano COOP (anche Gesù ha preferito vivere non da solo, ma “con” gli apostoli). Art. 8 - …i Salesiani COOP seguono Gesù Cristo, Uomo perfetto, inviato dal Padre a servire gli uomini nel mondo. Si fanno seguaci di Gesù, ascoltano le sue parole che li spingono ad andare nel loro piccolo pezzo di mondo per servire gli uomini (offrendo magari qualche pane e qualche pesce…) Art.13 – … vivono la comunione fraterna … par- tecipano con gioia alla “vita di famiglia” dell’Associazione. Per poter servire, come Gesù ha fatto, occorre vivere insieme e sapere di che cosa c’è bisogno. Tanto più se mi sento in “famiglia” nellAssociazione! Art.14 – Il Salesiano COOP si sente responsabile … partecipare con spirito di iniziativa … Il ragazzino dei pani e dei pesci era o non era un Proviamo a sfogliare insieme e a leggere qua e là il nostro libretto e mi darete ragione. Art.2 - …assumendo un modo specifico di vivere il Vangelo e di partecipare alla missione della Chiesa. Vivere il Vangelo vuol dire seguire Gesù che è la Buona Notizia! 6 Il ruolo del Responsabile della Formazione è una novità, è stato creato con il nuovo Progetto di Vita Apostolica certamente per dare maggior rilievo alla centralità della formazione nel cammino di crescita di ogni Centro Locale, favorendo poi la responsabilità diretta dei Cooperatori nel definire il calendario di formazione. Ognuno di noi è certo dell’importanza della formazione come base per poter essere “luce e lievito nel mondo”. La responsabilità della formazione non deve perciò ricadere solo sulla figura del Responsabile della Formazione o sul Coordinatore del Centro, ma deve coinvolgere tutto il Consiglio Locale, anzi vorrei sottolineare - tutti i cooperatori del centro in quanto ognuno deve avere a cuore la propria formazione e promuovere quella del suo Centro. Compito del Responsabile della Formazione sarà allora il coinvolgimento di tutti i cooperatori nel preparare il programma di formazione annuale aiutando ciascuno a sentirsi protagonista e responsabile della vita del centro locale. Dalla mia esperienza come Responsabile della Formazione nel centro del Reba parrocchia posso dire che, nel definire il calendario degli incontri mensili e dei temi di formazione, abbiamo avuto come riferimento sia il tema suggerito dalla Associazione nazionale, sia il tema annuale proposto dai salesiani, in particolare la Strenna, a questi temi uniamo sempre un incontro di preghiera, una Celebrazione Eucaristica prima di Natale e un Ritiro durante la Quaresima; quest’anno abbiamo accolto la proposta degli esercizi spirituali offerti dalla Provincia. I cooperatori del centro a turno preparano il momento di preghiera e la parte iniziale della formazione come occasione di approfondimento e spunto per il momento di confronto comunitario. Dando uno sguardo al Progetto di Vita Apostolica abbiamo anche un aiuto... La seconda parte dell’art. 7 del Regolamento afferma che tutti sono chiamati a partecipare alla vita dell’associazione ciascuno secondo le proprie caratteristiche, apportando il proprio valido contributo; penso allora che 11 nessuno sia così “povero” da non avere niente da dare e nessuno così “ricco” da non poter ricevere nulla. L’art. 28 dello Statuto definisce il valore dell’appartenenza come una privilegiata esperienza di fede e di comunione ecclesiale nonché un elemento vitale per il sostegno della propria vocazione apostolica: non siamo dunque soli nel cammino di crescita spirituale, ma inseriti in una famiglia che è l’Associazione. Questa appartenenza, conclude l’articolo 28, necessita di segni concreti di presenza e partecipazione attiva alla vita associativa che si concretizza nell’essere presenti agli incontri formativi del proprio centro locale ma anche ad assumersi in prima persona degli incarichi sia a livello locale sia a livello provinciale. La prima parte dell’art. 7 del Regolamento ci specifica il modo di esercitare questi incarichi “in spirito di servizio secondo i principi di comunione, di corresponsabilità e di cooperazione”. Come diceva don Bosco nel redigere il primo Regolamento una cordicella facilmente si spezza ma tante insieme è più difficile; allora sentiamoci “cordicella” ma fortemente unita alle altre. Buon cammino a tutti in don Bosco! Tiziana Sarto Responsabile Formazione Centro Rebaudengo Parrocchia Il punto di vista di una Segretaria... Parliamo del Segretario/a del centro locale. L’art. 21.3 del regolamento indica i compiti relativi a questo incarico: - redigere il verbale delle riunioni; - curare l’aggiornamento e la tenuta della documentazione d’archivio del Consiglio; - comunicare periodicamente l’aggiornamento dei dati al Consiglio provinciale; - collaborare con il Coordinatore nella gestione degli atti giuridici con la Chiesa e con la società civile e nelle comunicazioni interne all’Associazione. Oltre ai compiti assegnati dal PVA, secondo me ne esistono altri non meno importanti, dettati dal cuore. Il segretario/a ideale ha un forte senso di appartenenza all’Associazione ed alla Famiglia Salesiana. Per questo ha molta cura di far pervenire o di portare con sollecitudine ogni notizia del Centro e della Provincia a tutti i cooperatori del centro locale, in particolare ai cooperatori anziani e/o malati che tanto hanno da insegnare e che ora vivono l’Associazione tramite noi, sentendoci vicini ed offrendoci il dono della PREGHIERA. Senso di appartenenza vuol dire anche aver buona cura dell’archivio del Centro locale. Sicuramente ai nostri giovani farà piacere sfogliare i dossier in cui sono racchiusi veri spaccati di vita salesiana vissuta dal centro, con gli avvenimenti lieti e tristi, con i programmi, le foto dei ricordi, le preghiere che alcuni cooperatori hanno dedicato alla nostra Chiesa ed ai Delegati/e che ci hanno accompagnato, la cui presenza aleggia ancore nei nostri cortili. Senso di appartenenza infine significa anche rispondere con gioia alle “chiamate per servizio” che la Provincia può chiedere a ciascuno di noi, senza porci troppi problemi, perché non è un problema lavorare nella “propria casa” a fianco di don Bosco; magari è proprio lui che vuole farci guadagnare quel pezzetto di Paradiso che aggiusta tutto. Costanza Eandi Centro locale San paolo ottimo COOP? Prima ancora che glieli chiedessero (quindi con grande senso di responsabilità), aveva già detto che lui poteva mettere a disposizione quel poco, per cominciare… L’articolo continua: … se chiamato a ricoprire incarichi di responsabilità, s’impegna a svolgerli con fedeltà e spirito di servizio. Sì, perché il miracolo si compie tramite Filippo, Andrea e gli altri che erano “gli apostoli”. Gesù proprio a loro “ordinò di raccogliere i pezzi avanzati”… Che strano concetto ha Gesù delle “cariche” (erano apostoli), delle posizioni prestigiose. Se così loro, certamente anche i COOP! Altra considerazione che mi urge in testa: le cariche non ce le attribuiamo, ci vengono assegnate perché siamo chiamati: Gesù aveva chiamato gli apostoli uno per uno. Così avviene nell’Associazione: ci viene richiesto di offrire servizio di autorità (perché di servizio si tratta). Non facciamo gli umili: non so, non l’ho mai fatto (…una volta bisogna cominciare!), non ho le doti… Guardiamo ancora una volta a coloro che sono stati chiamati personalmente da Gesù: da Pietro, che rinnega, a Tommaso, che dubita; dai fratelli Giacomo e Giovanni (quello buono…), che tramano per essere i primi, a Giuda… Non credo proprio che possiamo campar ragioni per esimerci da dovere del servizio! In ogni associazione, come in quella degli apostoli, è necessario che qualcuno si metta a servizio di tutti. Pietro, Giacomo e Giovanni funzionavano un po’ da gruppo dirigente: sarà come il Consiglio Locale? 10 7 Continua tu, caro COOP, a rileggere gli articoli del PVA sotto l’impulso di sr. Fabiola; scoprirai cose vere, vive, di famiglia … Mi pare che la suora missionaria abbia innescato un’interconnessione strana tra i miei neuroni. Sono sicura che Gesù sa com’è fatto il cuore dell’uomo, e quindi anche quello di un COOP, che vive a servizio dei giovani, come sognavano don Bosco e Madre Mazzarello. Per questo tu, COOP, di qualsiasi centro, di qualunque età (vanno bene tutte) saprai assumere le responsabilità che la tua Associazione ti chiederà per il bene di tutti (non escluso il tuo!). Una caro saluto Þ “Per essere vero operaio evangelico, bisogna non perder tempo ma lavorare.” Don Bosco (MB XII, 630) Il punto di vista di una Coordinatrice... Mi è capitato più volte nella mia vita, nell’ambito lavorativo e non, che alcune persone mi abbiano proposto incarichi o affidato compiti; il primo pensiero è stato: “Ecco un altro impegno!”; poi però mi sono accorta che quelle persone vedevano oltre il mio piccolo mondo e mi dimostravano stima, e allora mi sono fidata! Soprattutto quelle proposte erano un grande dono che mi veniva fatto; in quel momento Qualcuno mi offriva la possibilità di rispondere con coraggio ad una chiamata. Accettare un impegno è sì una responsabilità, ma nell’adempiere al servizio si impara, ci si misura con se stessi e in rela- zione agli altri e si cresce. Preparare un incontro di preghiera è per me un momento di preghiera! Preparare una riflessione è per me un momento di meditazione! Nella vita di ogni giorno le occupazioni sono tante, le difficoltà si sommano alla stanchezza e a volte all’indifferenza di chi ti sta intorno, ma poi c’è qualcosa che ti spinge ad andare avanti, a continuare a credere che ciò che sto facendo serve a qualcuno ma soprattutto a me! Certamente capita a tutti, almeno qualche volta, di giungere a sera con la mente confusa e il cuore affannato. Forse quel giorno abbiamo corso dietro a tante occupazioni; probabilmente abbiamo anche incontrato tanta gente, che ci ha confidato i suoi crucci; o magari abbiamo dedicato la giornata alla nostra famiglia. Eppure un bel giorno quell'uomo trovò un tesoro, e la sua vita cambiò. Aveva scoperto qualcosa di unico e di essenziale, qualcosa di grande e di meraviglioso, invisibile agli occhi. Allo stesso modo – e soltanto in questo modo – anche noi potremo gustare la pienezza della gioia, perché non saranno le nostre tante occupazioni a renderci felici e neppure l'incontro con gli altri ci realizzerà appieno, come neanche la nostra famiglia risponderà del tutto alle nostre attese. Soltanto se sapremo scoprire anche noi qualcosa di unico e di essenziale, qualcosa di grande e di meraviglioso. "Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo: un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra il campo". "Pieno di gioia" è l'uomo della parabola; a differenza di noi, che siamo invece pieni di occupazioni e di preoccupazioni. Ma, in realtà, anche quell'uomo – prima – era così: anche quell'uomo aveva la mente confusa e il cuore affannato, proprio come accade ad ogni uomo e ad ogni donna di questo mondo. 8 9 Così fece il giovane re Salomone, che non chiese a Dio salute, ricchezza o potenza, ma domandò un cuore docile, e imparò così a governare il suo popolo. Così fece soprattutto Gesù, che non chiese al Padre tranquillità, onore e gloria, ma si affidò alla sua volontà, e riuscì in tal modo a vincere addirittura la morte. Così possiamo fare noi, se consegniamo la nostra vita al Vangelo di Gesù. Allora anche noi troveremo il tesoro nascosto: e pure le nostre tante occupazioni, il nostro incontro con gli altri, la nostra stessa famiglia assumeranno un volto nuovo, inatteso, carico di promesse. E finalmente accadrà anche a noi di gustare la pienezza della gioia. GraziaTardio Centro Locale Rebaudengo Parrocchia