anno VI - numero 56 - febbraio 2008 - poste italiane. spedizione in a.p. 70 % d.c. / d.c.i. torino - tassa pagata / taxe perçue / ordinario MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA larivista 56delcinema FEBBRAIO 2008 Alla ricerca della felicità Tutti i film di Louis Malle Segni di vita Werner Herzog e il cinema Crossroads Dave Liebman vs The Whispering Chorus Cult! Lucio Fulci: Sette note in nero Corti d’autore Henri-Georges Clouzot La voce segreta delle parole Il grande cinema in lingua originale “Mercoledì da leoni” di John Milius (1970) Arrivederci, ragazzi di Louis Malle (1987) Il secolo dell’Avvocato Gianni Agnelli, una vita straordinaria Alla ricerca della felicità. Tutti i film di Louis Malle di Aldo Tassone Discendente di una famiglia di ricchi industriali del nord, Louis Malle (classe 1932) si afferma internazionalmente nel 1957-58 con Ascensore per il patibolo e Les amants, due film di successo che hanno anticipato di quasi due anni la Nouvelle Vague, movimento di cui Louis, altoborghese ribelle, non farà mai parte. «La Nouvelle Vague sono io», avrebbe potuto dire, ma a lui le etichette e i clan non sono mai piaciuti, e pagherà cara questa sua tenace indipendenza. Approdato al cinema, non dalla critica ma dalla scuola empirica del documentario (Il mondo del silenzio, 1956, Palma d’oro a Cannes), tutta la vita Louis continuerà ad alternare con successo film di fiction e “cinema diretto”. Irrequieto viaggiatore, curioso di tutto (“non si deve parlare solo di quello che si conosce bene, ma di quello che si ha voglia di conoscere”, ci confidava), a quarantacinque anni, stanco del cartesianismo parigino, Malle decise di espatriare negli Stati Uniti; sarà l’unico tra i grandi registi francesi, dopo Renoir, ad avere una seconda fortunata carriera americana. Coltissimo, estremamente versatile (“politeista”, lo definisce il collaboratore Jean-Claude Carrière), Louis ha il grande merito di non aver mai rifatto due volte lo stesso film (qualità che ha in comune con un altro grande documentarista e sperimentatore, Alain Resnais). Coraggiosamente, e con successo, si è cimentato in tutti i generi: commedie borghesi (Soffio al cuore, Milou a maggio), noir (Ascensore per il patibolo, Atlantic City), film di denuncia politica e sociale (Lacombe Lucien, Arrivederci ragazzi, Alamo Bay), film d’avventura (Viva Maria), film esistenziali (Vita privata, Fuoco fatuo), film letterari (Zazie nel metrò, Le voleur, Vanya sulla 42ª strada), film di conversazione filosofica (My Dinner with André), film “erotici” (Les amants, Pretty Baby, Il danno). Senza trascurare i documentari: Vive le Tour, Calcutta, L’India fantasma (sette ore memorabili), Humain trop humain (il lavoro alla catena di montaggio di una (segue a pag. 2) larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio «Che film, dio mio! Che bellezza, che profondità, poesia, emozione... Mille volte grazie!», scriveva Visconti al regista il 7 novembre 1974 dopo aver visto Lacombe Lucien. Senza averne l’aria, Louis il classico, l’inclassificabile del cinema francese, era anche un grande stilista, e Visconti gliene rende atto in questa bellissima lettera inedita pubblicata nel nostro catalogo fiorentino. «Riusciva a trasformare la sua eleganza innata in una vera grazia; una grazia invisibile, come il suo stile» commenta Volker Schlöndorff, che fu suo assistente dal 1961 al 1965. Le qualità visive di questo narratore eclettico emergono prepotentemente quando si rivede oggi la sua filmografia completa; il successo italiano della retrospettiva fiorentina è una conferma che Malle è anche uno stilista, ed è molto strano (lamentava il suo biografo francese Pierre Billard) che, “su questo grande regista rimasto un po’ troppo in ombra (in Francia almeno), non si siano mai fatti degli studi approfonditi!”. «In Italia mi sono sempre trovato a casa mia, a Venezia ho ricevuto ben cinque premi», ci confidava negli anni Settanta. Non meraviglia che Louis pensasse di girare il suo ultimo film (Marlene Dietrich) proprio in Italia, a Cinecittà, con maestranze tutte italiane. Si era trovato molto bene a Spoleto mentre girava l’ultima parte di Vita privata. Aveva un ottimo ricordo della sua collaborazione (1961) con Ennio Flaiano su un progetto che non andò in porto. “Che simpatica persona e che regista, monsieur Malle!”, ci confidò una volta Flaiano. In Italia aveva sempre goduto di un’ottima stima: ricordo che Zurlini e Brusati ne parlavano con grande stima, sottolineando la raffinata eleganza e il pudore dei suoi film. Recentemente Bellocchio, Avati, Lizzani, i Taviani insistevano sulla “versatilità di questo grande sperimentatore indipendente dalle mode, dotato di uno stile personalissimo”. Louis ripagava ampiamente questa simpatia. Non mi aspettavo però che si sentisse in qualche modo legato allo stile italiano. Rimasi molto colpito quando, nel 1974, parlando di Lacombe Lucien, si lasciò andare a una toccante confessione che proietta una luce nuova su di lui. «Ho sempre avuto un’enorme ammirazione per il grande cinema italiano figlio della pittura e dell’opera lirica. In un certo senso anch’io mi sento a momenti più vicino a questa tradizione visivo-pittorica degli italiani: gli italiani sono tutti figli di Giotto e di Monteverdi... Ho sempre cercato ad esempio di differenziarmi da quella specie di realismo un po’ “laido”, trasandato, che si ritrova in certe opere della Nouvelle Vague francese; insomma i miei riferimenti estetici sono di tipo pittorico-musicale... all’italiana, per così dire». Sapevo che aveva una profondissima conoscenza dell’arte italiana, ebbi modo di accorgermene quando in due occasioni venne a Firenze (in Toscana aveva fatto il suo viaggio di nozze con Candice Bergen, la sua ultima compagna) e mi toccò l’onore di accompagnarlo nei musei: adorava in particolare i primitivi senesi, Tiziano, che considerava il suo pittore classico preferito. Alla ricerca della felicità. Tutti i film di Loui Malle (da pag. 1) La retrospettiva dedicata a Louis Malle è un progetto del festival France Cinéma (diretto da Aldo Tassone) ed è stata curata da Françoise Pieri. fabbrica Citroën), God’s Country, Alla ricerca della felicità (i nuovi immigrati americani). Questa eccezionale varietà di interessi gli attirò qualche diffidenza in patria (i francesi idolatrano il rigore più che la versatilità) ma testimonia invece la ricchezza d’ispirazione di un narratore classico che ha cercato tutta la vita di superarsi. ø primo piano 12-25 febbraio ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ. TUTTI I FILM DI LOUIS MALLE •Louis Malle Crazeologie Francia 1953, 8’, col., v.o. sott.it. Brevissimo film di diploma all’Idhec. Un pannello avverte: “Saggio di resa cinematografica dell’assurdo teatrale e letterario”. Tre fratelli in una stanza. Due fingono di giocare a poker; “Dov’è nostra sorella?” domanda il terzo… Nella stanza accanto c’è una ragazza che sembra dormire, ma si scopre che è solo un manichino. “Era una gag”, annuncia uno dei tre, e propone di ascoltare Crazeology di Charlie Parker, allegramente fatto a pezzi, come nel teatro dell’assurdo alla Ionesco. L’assurdo avrà sempre un’importanza nella filmografia del regista francese. “Malle vuole una comicità che non faccia ridere, e una tragicità che non emozioni, proprio come in Ionesco” (Pierre Billard). Sc.: L. Malle; Int.: Bernard Malle, Nicolas Bataille, Pierre Frag. dalla ringhiera di un terrazzino pende ancora la corda di cui si è servito per entrare nell’ufficio della vittima predestinata. Deciso ad eliminare la prova che potrebbe essergli fatale, Julien cerca di rientrare nella stanza del delitto, ma proprio quando sta salendo al piano dell’ufficio, la corrente elettrica viene a mancare ed lui resta imprigionato all’interno dell’ascensore... Il film è passato alla storia per la straordinaria musica di Miles Davis, che la improvvisò in una notte davanti alle immagini proiettate sullo schermo. Sc.: L. Malle, Roger Nimier, dal romanzo di Noêl Calef; Fot.: Henri Decaë; Int.: Maurice Ronet, Jeanne Moreau, Lino Ventura. di assistere allo spettacolo di cabaret dello zio. Alla fine della giornata la bambina si addormenta e non si accorge neppure del viaggio in metropolitana con cui fanno ritorno a casa. Al termine del suo soggiorno, al binario della stazione, dirà a sua madre “Sono invecchiata!”. Sc.: L. Malle, Jean-Paul Rappeneau; Fot.: Henri Raichi; Int.: Catherine Demongeot, Philippe Noiret, Carla Marlier. MAR 12, h. 21.00, MER 13, h. 16.30 Francia 1958, 88’, b/n, v.o. sott.it. Vie privée Francia/Italia 1962, 103’, col., v.o. sott.it. MER 13, h. 18.50 •Louis Malle Gli amanti Les amants Vive le Tour Francia 1962, 18’, col., v.o. sott.it. Il Tour de France come non l’abbiamo mai visto. Al di là della folla esultante, la pubblicità, il caldo massacrante, la sete, il doping, l’insostenibile fatica dei corridori, emergono i veri protagonisti. Un breve capolavoro inedito in Italia. MER 13, h. 18.30 •Louis Malle •Louis Malle Zazie dans le métro Zazie nel metro Francia 1960, 89’, col., v.o. sott.it. Ascenseur pour l’échafaud Francia 1958, 88’, b/n, v.o. sott.it. Julien Tavernier viene indotto dall’amante Florence, moglie del suo principale, a uccidere il marito che è anche il suo capo. L’uomo prepara minuziosamente il delitto disponendo le cose in modo che la polizia sia indotta a credere ad un suicidio. Tuttavia, una volta compiuto il suo crimine, Julien si accorge che Vita privata •Louis Malle MAR 12, h. 21.00, MER 13, h. 16.30 Ascensore per il patibolo •Louis Malle Jeanne, moglie di Henry, direttore di un giornale di Digione, dopo otto anni di matrimonio soffre per la freddezza del marito e si lascia corteggiare da un campione di polo, Raoul, che un’amica d’infanzia, Maggie, le ha presentato a Parigi. Per mettere alla prova la nascente relazione tra sua moglie e Raoul, Henry invita Raoul e Maggie nella loro casa di Digione. Nel frattempo Jeanne, che sta tornando a casa in auto da Parigi, è coinvolta in un incidente grazie al quale conosce un giovane studioso di archeologia, a cui chiede un passaggio. Anche lui viene invitato a cena e a fermarsi per la notte nella villa di Henry e Jeanne insieme agli altri invitati. Esasperata dal contegno di suo marito e di Raoul, Jeanne diventa l’amante dell’archeologo, col quale partirà la mattina seguente. “La storia minuziosa di un colpo di fulmine, il bruciante contatto di due epidermidi… un film fresco, naturale, sincero” (François Truffaut). Sc.: L. Malle, Louise de Vilmorin, dal romanzo di Dominique Vivant; Fot.: Henri Decaë; Int.: Jeanne Moreau, Alain Cuny, Jean-Marc Bory. Zazie, un’impertinente bambina di dieci anni, trascorre due giorni a Parigi a casa dello zio Gabriel, mentre la madre corre dal suo amante. Zazie, abituata a vivere in provincia, sogna di andare in metrò e così fugge all’alba ma resta delusa quando trova i cancelli chiusi per sciopero. L’incontro con vari personaggi stravaganti scatena le sue argute osservazioni sulla vita e sul mondo che la circonda, con una particolare punta di saggezza verso l’assurdità degli adulti. Tornata sotto il controllo di Gabriel, Zazie visita Parigi prima MER 13, h. 20.30, GIO 14, h. 18.30 2 Jill è una giovane e bella ragazza di Ginevra che passa il suo tempo tra la danza classica e i numerosi flirt. Un giorno parte per Parigi per fare la modella e trova subito fortuna nel mondo del cinema per i suoi film audaci e la vita scandalosa. Quando, un giorno, una cameriera le grida in faccia il suo disprezzo, Jill si rende conto della solitudine e dell’incomprensione a cui l’ha condotta la sua vita d’artista. Allora, in preda a una crisi depressiva, si ostina a non uscire di casa neppure per adempiere i suoi obblighi contrattuali. Quando sembra essersi rimessa, ritrova Fabio, un regista suo amico, di cui è innamorata. Ne diviene l’amante e lo segue a Spoleto, dove l’uomo sta allestendo uno spettacolo. Non tardano le prime incomprensioni perché Fabio si dedica più al suo spettacolo che a lei. La sera della prima, Jill sale sui tetti del palazzo per assistere allo spettacolo ma viene accecata dai flash di un giornalista e perde l’equilibrio. Sc.: L. Malle, Jean-Paul Rappeneau, Jean Ferry, ispirata a Private Life di Noël Coward; Fot.: Henri Decaë; Int.: Brigitte Bardot, Marcello Mastroianni, Dirk Sanders. MER 13, h. 22.15, GIO 14, h. 16.30 •Louis Malle Fuoco fatuo Le feu follet Francia/Italia 1963, 108’, b/n, v.o. sott.it. Gli ultimi due giorni di vita di Alain, un uomo intossicato dall’alcol e stanco della propria inutile esistenza. Gli incontri che ha con alcuni amici gli danno l’esatta sensazione dell’assoluta estraneità esistente tra lui e il prossimo. Dopo essere fuggito esasperato dall’amico Doubourg, che gli consiglia di trovare una qualsiasi sistemazione, Alain incontra larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio Jeanne: un incontro doloroso che gli conferma la sua impotenza di vivere e dal quale ha la percezione precisa della fine imminente. Neanche l’incontro con Solange, una donna bella e generosa, riesce a placare la sua angoscia. Chiuso nella sua stanza, Alain tira fuori una pistola e compie infine il gesto risolutore. “Mi uccido perché i nostri rapporti non erano giusti… Lascerò su di voi una macchia indelebile”, lascia scritto su un biglietto. Le musiche sono Erik Satie. “L’idea del suicidio ossessiona molte più persone di quanto si creda, un mio amico si era ucciso in circostanze analoghe; il film affronta il problema del suicidio dal punto di vista esistenziale” (L. Malle). di una banda di ladri, George apprende tutti i segreti del mestiere e in breve tempo diventa uno specialista dello scasso. Raggiunto da Carlotta, che ha abbandonato il padre per venire a vivere con lui, George riesce a introdursi al fianco della fanciulla nei più eleganti circoli mondani, dove non gli è difficile captare utili informazioni per i suoi colpi. Alla morte del padre di Carlotta, George, scoprendo che il vecchio ha diseredato la fanciulla e ha destinato a scopi benefici le sue sostanze, falsifica il testamento in modo da entrare in possesso di tutta l’eredità. Ormai ricchi, i due giovani potrebbero condurre un’esistenza tranquilla, ma George è insoddisfatto: il furto è diventato per lui una ragione di vita. atteggiamenti ambigui; Laurent legge di nascosto Camus e romanzi sconvenienti, pensa al suicidio e affronta i suoi problemi di adolescente con la guida dei due spregiudicati fratelli, i quali lo inducono a fare la sua prima esperienza con una prostituta. Colpito da una lieve affezione cardiaca, il soffio al cuore, Laurent va per qualche tempo insieme con la madre in una località termale dove si accorge che la donna ha un amante: Jacques. Superato il turbamento per questa scoperta, Laurent diventa il confidente della donna ed è disposto persino alla complicità pur di conservare inalterato quell’affetto che in entrambi ha toccato punte di morbosità. Quando Jacques abbandona Carla, il ragazzo si preoccupa di consolarla e, la sera del 14 luglio, dopo ore di ebbrezza festosa, consuma un rapporto incestuoso con lei. Sc.: L. Malle; Fot.: Ricardo Aronovitch; Int.: Lea Massari, Benoit Ferreux, Daniel Gélin. SAB 16, h. 20.15, DOM 17, h. 16.00 •Louis Malle Umano, troppo umano Humain, trop humain Francia 1972, 75’, col., v.o. sott.it. Il ciclo della merce, dalla catena di montaggio al prodotto finito, serve a rappresentare il mondo della fabbrica in contrapposizione al mondo borghese. Gli schiavi dell’industria, resi ebeti dalla ripetizione di gesti, e gli schiavi del consumismo, destinati a sentirsi sempre inappagati. Il tutto senza commento, le immagini dovrebbero parlare da sole. Sc.: L. Malle; Fot.: Étienne Becker, L. Malle. SAB 16, h. 22.30, DOM 17, h. 18.10 •Louis Malle Sc.: L. Malle, dal romanzo di Pierre Drieu; Fot.: Ghislain Cloquet; Int.: Maurice Ronet, Jeanne Moreau, Lena Skerla. Sc.: L. Malle, Jean-Claude Carrière; Fot.: Henri Decaë; Int.: Jean-Paul Belmondo, Geneviève Bujold, Roger Crouzet. GIO 14, h. 20.30, LUN 18. h. 16.00 SAB 16, h. 16.00, DOM 17, h. 20.15 •Louis Malle •Louis Malle Viva Maria! Calcutta Que viva Maria Cognome e nome: Lacombe Lucien Lacombe Lucien Francia 1974, 138’, col., v.o. sott.it. Francia 1969, 105’, v.o. sott.it. Francia/Italia 1965, 120’, col., v.o. sott.it. Figlia di un terrorista irlandese, Maria Fitzgerald O’Malley, rimasta sola e senza risorse a San Miguel, un paesino dell’America Centrale, capita fra alcuni artisti ambulanti nel momento in cui Maria, la “soubrette” del gruppo, piange la compagna di lavoro, suicida per amore. La ragazza irlandese ne prende il posto e, senza volerlo, procura fama e successo al duetto. La vita avventurosa e girovaga piace all’irlandese, che ha modo di sfogare la propria esuberanza sentimentale tra i tanti corteggiatori che trova a ogni tappa. Finché un giorno, coinvolti nella sollevazione di un gruppo di rurali guidati da Flores, tutti i membri della carovana vengono condotti alla presenza del malvagio e potente Don Rodriguez. Salvatesi a stento e liberati compagni e peones, le due Marie guidano il popolo alla riscossa, non senza correre dei rischi. Restituita la libertà alla cittadina di San Miguel, le due Marie varcheranno l’Atlantico per continuare a Parigi la loro carriera di cantanti e ballerine. Sc.: L. Malle, Jean-Claude Carrière; Fot.: Henri Decaë; Int.: Jeanne Moreau, Brigitte Bardot, George Hamilton. Lucien Lacombe, diciassettenne di campagna, si rivolge al maestro per entrare nella Resistenza ma non viene accettato. Mentre fa ritorno alla cittadina dove lavora presso un ospizio, è vittima di un incidente e finisce nell’albergo dove soggiornano il comando della Gestapo e diversi collaborazionisti. Accolto con affetto dal corridore ciclista Aubert, dopo aver abbondantemente bevuto, denuncia il maestro che viene arrestato e torturato. Immesso nella polizia, Lucien prende parte alle azioni di repressione, pur essendone praticamente incosciente. Presentato da Jean-Bernard de Voisins al sarto parigino Albert Horn, un ebreo che si nasconde grazie alla ricattatoria protezione del nobile poliziotto, fa la conoscenza di France e se ne innamora. Horn, schiacciato dagli avvenimenti e perplesso per l’amore di Lucien verso sua figlia, si presenta alla Gestapo e viene deportato. Il ragazzo, dopo aver ucciso il nazista che si presenta per arrestare France e sua nonna, fugge con i due verso la Spagna. Sui Pirenei verrà preso, arrestato e fucilato. Sc.: L. Malle, Patrick Modiano; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.: Pierre Blaise, Jean Bousquet, Renè Bouloc. Calcutta, capitale del Bengala, sviluppatasi sotto la dominazione britannica attorno a un forte militare, è, nel 1970, una metropoli di tre milioni di abitanti, destinati ad arrivare negli anni successivi a venti milioni, soprattutto se continuerà l’incessante flusso di immigrati. Incapace di fornire lavoro e cibo sufficienti per tutti, la città è un immenso formicaio in cui, a fronte di una privilegiata minoranza borghese, erede degli usi e costumi dei dominatori, in condizioni di estrema indigenza, gli “altri” convivono con la miseria, le bidonvilles, i ricoveri per gli affamati, i ghetti per i lebbrosi, ma anche con i loro riti. SAB 16, h. 18.10, DOM 17, h. 22.30 •Louis Malle Soffio al cuore Le souffle au coeur Francia 1971, col., 118’, v.o. sott.it. Luna nera Black Moon Francia/Germania 1975, 100’, col., v.o. sott.it. La giovane Lily, alla guida della sua automobile di notte, prima investe e uccide un tasso che stazionava sul bordo della strada, poi assiste alla fucilazione di alcune soldatesse e si imbatte in un pastore impiccato alla cima di un albero. Alla fine giunge in un castello situato in mezzo al bosco. Vi trova una strana vecchia che parla con un topo e, via radio, con uno sconosciuto; un gatto che suona il pianoforte; un ragazzo muto intento a potare alberi che sanguinano, e sua sorella, dal cui seno si nutre la vecchia; un liocorno parlante e bambini che giocano con un grosso maiale e margherite che piangono se calpestate. Fra i due fratelli scoppia una violenta lite, Lily suona il piano in una stanza piena di bambini, un’aquila penetra nel castello e il muto la decapita; la vecchia scompare; Lily offre il suo seno al liocorno. “Da guardare irrazionalmente come un mito, abbandonandosi all’istinto” (Jean-Claude Carrière). Sc.: L. Malle. Fot.: Sven Nykvist. Int.: Cathryn Harrison, Thérèse Giehse, Joe Dallesandro. MAR 19, h. 20.30, MER 20, h. 16.30 •Louis Malle Place de la République Francia 1974, 94’, v.o. sott.it. Parigi 1974. Nella storica Place de la République, Malle in persona filma e interpella a caso dei passanti originali, che sembrano uscire da un racconto di Queneau. Un film live spinto all’estremo. MAR 19, h. 22.30, MER 20, h. 18.30 •Louis Malle Pretty Baby Usa 1978, 115’, col., v.o. sott.it. Violet è la dodicenne figlia della prostituta Hattie, che lavora nella casa di tolleranza di Nell, situata nel malfamato quartiere di Storyville, a New Orleans. La piccola, abituata a vagare nello squallido ambiente, non possiede una coscienza morale e tende a imitare gli atteggiamenti della madre e delle sue colleghe. Un giorno assiste alla nascita di un fratellino. In seguito nota la presenza, sempre più insistita, del bizzarro Bellocq, un fotografo che ama ritrarre le prostitute e che dalle stesse viene soprannominato ‘papà’. Violet nota anche la predilezione di Bellocq per Hattie e comincia a esserne gelosa. Senza apparenti traumi, la bambina accetta l’asta nella quale si gioca la sua verginità. Quando sua madre si sposa con un cliente e parte, Violet continua sulla strada squallida intrapresa fino a che, per reazione, non si installa nella casa del fotografo che, poi, finisce per abbandonare. Ma siamo nel 1917, anno in cui le case di tolleranza vengono chiuse. Sc.: Polly Platt; Fot.: Sven Nykvist; Int.: Brooke Shields, Keith Carradine, Susan Sarandon. GIO 21, h. 16.00, VEN 22, h. 20.20 •Louis Malle La mia cena con André My Dinner with André Usa 1981, 110’, col., v.o. sott.it. MAR 19, h. 16.30, MER 20, h. 20.30 •Louis Malle Close Up GIO 14, h. 22.30, LUN 17, h. 18.00 •Louis Malle Il ladro di Parigi Le voleur Francia 1967, 120’, col. Parigi, verso la fine del 1800. Per vendicarsi del suo tutore che lo ha derubato del patrimonio e gli ha rifiutato la mano della figlia Carlotta, il giovane George compie il primo furto della sua vita. La perfetta riuscita del colpo e la facilità con la quale è entrato in possesso di una forte somma, inducono il giovane a compiere altre imprese ladresche. Conosciuto un falso abate che è a capo •Louis Malle Il quindicenne Laurent Chevalier, terzogenito di un agiato ginecologo e dell’italiana Carla, frequenta una scuola cattolica dove non mancano preti dagli 3 Francia 1976, col., 26’, v.o. Girato a Los Angeles nel lontano 1976, questo breve film, inedito in Italia, è una singolare confessione intima di Dominique Sanda, attrice preziosa e segreta rivelata da Bresson e cara a Bertolucci. “Indossavo sempre delle maschere diverse prima di incontrare Bresson che mi ha rimesso al posto giusto”. “Bernardo sa che non sono un’estroversa, sente che in me c’è una specie di follia latente... Sono fatta per la notte”. All’accusa di essere molto orgogliosa, Dominique replica: “Pensi che cercare l’assoluto, il sublime, sia orgoglio?”. Le musiche sono di Erik Satie. Wallace Shawn e André Gregory cenano insieme in un ristorante e si raccontano le loro esperienze personali e professionali. Gregory, che fa il regista teatrale a New York, è il più loquace dei due. Shawn ascolta le sue storie con grande interesse ma poi lo mette in difficoltà con domande sempre più incalzanti. Sc.: Andre Gregory, Wallace Shawn; Fot.: Jeri Sopanen; Int.: A. Gregory, W. Shawn, Roy Butler. MAR 19, h. 18.50, MER 20, h. 22.50 GIO 21, h. 18.10, VEN 22, h. 22.30 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio •Louis Malle Atlantic City, USA Atlantic City Usa/Francia, 1980, 104’, col. palese ostilità, soprattutto per ragioni economiche. Il film getta luce su queste tristi vicende, raccontando la storia di Dihn, onesto, allegro e cocciuto Vietnamita, il violento Shang, un americano padrone a sua volta di un magnifico battello da pesca e Glory, amante di Shang e proprietaria del magazzino del pesce ed emporio di Alamo Bay. Sc.: Alice Arlen; Fot.: Curtis Clark; Int.: Ho Ngueyenì, Ed Harris, Amy Madigan. stringe amicizia con uno di loro, Jean Bonnet. Tra Julien e Jean nasce pian piano una profonda amicizia: il primo insegna all’altro trucchi nei giochi e lo inserisce a pieno titolo nel gruppo dei compagni; il secondo, più dotato ed intelligente, gli mostra come sia facile suonare il piano e gli presta degli interessanti libri. Julien capisce che il suo amico Jean non è cattolico come lui, bensì ebreo, e si rende conto di cosa vuol dire essere ebreo e dei pericoli che corrono tutti coloro che lo proteggono. Un giorno arriva una denuncia anonima alla Gestapo che, irrompendo nel collegio, cattura i tre ragazzi ebrei tenuti nascosti. Per Julien è un tragico risveglio che lo porterà tragicamente a comprendere quello che sta accadendo intorno a loro. GIO 21. h. 22.30, LUN 25, h. 16.30 •Louis Malle …E la ricerca della felicità And the Pursuit of Happiness Dave e Chrissie, giovani idealisti in attesa di un figlio, si appropriano di una partita di droga e fuggono ad Atlantic City. I due fuggitivi sperano di trovare alloggio presso Sally, moglie separata di Dave e sorella di Chrissie, e intendono garantirsi una vita serena con la vendita della merce rubata. Sally, però, decisa a divenire croupier nel casinò dove lavora come cameriera, dà rifugio solo alla sorella incinta e non all’ex marito. Dave, invece, trova accoglienza presso Lou, anziano dirimpettaio di Sally. Questi è un bandito mancato che riesce a piazzare la droga senza, tuttavia, impedire che i due killer inviati sulle tracce di Dave lo uccidano. Quando i due assassini aggrediscono anche Sally, allora Lou trova il coraggio di ucciderli e di fuggire con Sally, che però ha scoperto che i soldi di cui dispone Lou sono quelli della droga di suo marito. Quindi lo deruba per andare in Francia. Sc.: John Guare. Fot.: Richard Ciupka; Int.: Burt Lancaster, Susan Sarandon, Michel Piccoli. Usa 1986, 84’, col., v.o. sott.it. Un documentario sulle esperienze vissute da alcuni sudamericani, africani e asiatici immigrati negli Stati Uniti nel corso degli anni Ottanta. Tra loro anche il poeta Derek Walcott e il nicaraguense Generale Samoza. SAB 23, h. 18.00, DOM 24, h. 20.30 •Louis Malle Il danno Damage VEN 22, h. 16.30, LUN 25, h. 22.15 Gran Bretagna 1992, 115’, col. Stephen Fleming, un cinquantenne conservatore inglese, sottosegretario nel governo di Sua Maestà, ha una quieta e gradevole moglie, un figlio giornalista e una splendida casa. Il giorno in cui conosce Anna Barton, la giovane fidanzata del figlio, è immediatamente attratto da lei: è un delirio e una follia poiché gli incontri amorosi con la donna si ripeteranno. Sc.: David Hare, dal romanzo di Josephine Hart; Fot.: Peter Biziou; Int.: Jeremy Irons, Juliette Binoche, Miranda Richardson. •Louis Malle God’s Country Usa 1986, 95’, col., v.o. sott.it. SAB 23, h. 20.20, DOM 24, h. 16.00 •Louis Malle Vanya sulla 42esima strada Sc.: L. Malle. Fot.: Renato Berta. Int.: Gaspard Manesse, Raphael Fejto, Francine Racette. GIO 21, h. 20.30, LUN 25, h. 18.30 SAB 23, h. 16.00, DOM 24, h. 22.30 •Louis Malle •Louis Malle Alamo Bay Milou a maggio Milou en mai Usa 1984, 103’, col. Francia 1989, col., 108’, v.o. sott.it. Il documentario-ritratto di Malle su una piccola comunità agricola del Minnesota. Con sguardo mai derisorio né sentimentale, il regista trova nei semplici abitanti di Glencoe una complessa e vitale dimostrazione del duraturo spirito pionieristico e del Sogno Americano prima di tornare anni dopo a testimoniare l’avanzata del reaganismo. VEN 22, h. 18.10, LUN 25, h. 20.30 Nell’aprile del 1975, finite le ostilità nel Vietnam, circa mezzo milione di Vietnamiti, già alleati degli Americani, si trasferirono negli Stati Uniti. Centomila di essi invasero le coste del Texas, alla ricerca di una vita finalmente pacifica e operosa. Lavoratori tenaci, portatori di una solida cultura, destinati a scontrarsi con diffidenze, rancori e una campagna, si affretta a convocare gli altri eredi. Arrivano dunque suo fratello Georges con l’attraente moglie inglese; Camille, figlia di Milou stesso, con tre irrequieti bambini, nonché Claire, recante al seguito una giovanissima danzatrice cui è morbosamente legata. E con gli arrivi comincia la lotta degli eredi, prontissimi a dividersi, vendendo tutto, le spoglie di Madame Vieuzac, mentre Camille, tanto per non perdere tempo, arraffa uno dei più begli anelli della nonna. “A questo fantastico-satirico apologo campestre sull’Utopia del Maggio, che comincia come La regola del gioco e finisce come L’angelo sterminatore, non si può non voler bene” (T. Kezich). Sc.: L. Malle, Jean-Claude Carriere; Fot.: Renato Berta; Int.: Michel Piccoli, Miou-Miou, Dominique Blanc. •Louis Malle Arrivederci, ragazzi Mentre la radio trasmette incessantemente notiziari da una Parigi in rivolta (è il maggio turbolento del ‘68), nel sud-ovest della Francia muore di infarto la ultraottantenne signora Vieuzac, proprietaria di una bella villa con bosco e vigneti. Il figlio Milou, un sessantenne che da sempre vive là e che adora la Au revoir, les enfants Francia 1987, 104’, col., v.o. sott.it. Nei pressi di Fontainebleau, inverno 1944. Nel collegio tenuto da religiosi, arrivano tre nuovi ragazzi in incognito. Il dodicenne Julien Quentin Usa 1994, 119’, col. Il professor Sieriebryakov, un mediocre accademico, è ospite nella sua casa di campagna, un tempo proprietà della sua prima moglie, per scrivere, senza disturbo, un saggio sulla cultura russa. Sono ospiti con lui la sua seconda moglie Elena e il dottor Astrov, medico di casa, incaricato dagli attuali proprietari della tenuta di attendere alla salute dell’illustre professore, il quale si rivela inconcludente e lagnoso, mettendo a dura prova la pazienza della consorte. Intorno a Sieriebryakov s’intrecciano segrete passioni e si consumano drammi nascosti, che neppure sfiorano la sua presuntuosa sufficienza. Sonya, infatti, è innamorata del medico, e lo confida a Elena, ma Elena deve deluderla perché il dottor Astov le è invece indifferente. Infatuato di Elena è lo zio Vanya, che non è affatto ricambiato, mentre le attenzioni di cui il dottor Astrov non fa mistero, la turbano e mettono in crisi il suo matrimonio. L’indifferenza di Elena esaspera lo zio Vanya al punto da fargli commettere un gesto inconsulto: afferrata una pistola, fa partire un paio di colpi, senza tuttavia colpire nessuno, mentre le invettive di lui seminano lo sgomento fra i presenti. Sc.: David Mamet, liberamente tratta da Zio Vania di Anton âechov; Fot.: Declan Quinn; Int.: L. Malle, Julianne Moore, Andre Gregory. SAB 23, h. 22.30, DOM 24, h. 18.10 Fotogrammi Francesco Rosi in mostra a Berlino In occasione dell’Orso d’oro alla carriera, che il 58° Festival di Berlino consegnerà a Francesco Rosi giovedì 14 febbraio, il Museo Nazionale del Cinema e l’Istituto Italiano di Cultura organizzano una mostra fotografica dedicata al regista napoletano. Curata da Lorenzo Codelli, la mostra ripercorre in sintesi la carriera di Rosi, a partire dal vasto archivio personale di Rosi che il Museo Nazionale del Cinema ha acquisito di recente e che è attualmente in corso di inventariazione. La galleria AB Project (Torstrasse 96, Berlin, a pochi passi da Potsdamer Platz, dove si svolge il festival) ospiterà la mostra dall’8 al 23 febbraio. Oltre la visione: il Museo da toccare, il cinema da ascoltare Continuano le proiezioni con servizio di audio-descrizione inserite nella programmazione della multisala Massimo. Nell’ambito della retrospettiva dedicata a Louis Malle, lunedì 25 febbraio alle ore 18.30 in sala 3 sarà proiettato Atlantic City (Usa 1980, 104’) con audio-descrizione per ipovedenti e non vedenti. Prenotazioni cuffie per l’audio-descrizione entro lunedì 18 febbraio. Info: Pieranna Pinna, tel 011.8138531, fax 011.8138530, [email protected] Costi: gratuito per non vedenti e ipovedenti, ridotto per gli accompagnatori (euro 3,50). Incontriamoci al Museo Ritratti al Museo Tutti i sabati, dalle 16.00 alle 19.00, nell’Aula del Tempio del Museo Nazionale del Cinema, è possibile posare per un ritratto realizzato con una delle tecniche tipiche dell’archeologia del cinema: l’anamorfosi, lo zootropio, la stereoscopia o la cronofotografia. Insieme al ritratto nella versione prescelta, verrà consegnata una scheda di approfondimento con indicazioni utili per riprodurre a casa i dispositivi del Museo. La partecipazione è libera per i visitatori muniti di biglietto d’ingresso al Museo, senza prenotazione. 4 Visite Guidate Week-End Tutti i sabati e le domeniche alle 16.00. Visita guidata senza prenotazione: a partire dalla storia degli spettacoli ottici e dalla nascita del cinema, la visita introduce alle diverse fasi di realizzazione del film attraverso i protagonisti e i capolavori della settima arte. Costo a persona: euro 3,00 + biglietto di ingresso ridotto. Visite guidate con interprete Lis Proseguono le visite al Museo con interprete della lingua dei segni italiana. Il prossimo appuntamento è venerdì 1 febbraio alle 18.00. Info: tel. 011 8138.517, [email protected]. Prenotazione obbligatoria: [email protected]. Costo a persona: euro 3,00 + ingresso gratuito. Per informazioni: Museo Nazionale del Cinema – Biglietteria te. 011 8138560/561, [email protected] Corsi di cinema A.I.A.C.E. Riprendono a febbraio i corsi di cinema organizzati da A.I.A.C.E. Torino e rivolti alla cittadinanza. Il programma prevede: Introduzione alla visione cinematografica (5 incontri settimanali di 2 ore ciascuno tenuti da Umberto Mosca, a partire da martedì 19 febbraio, ore 19-21); Ingmar Bergman. L’anima del cinema (5 incontri settimanali di 2 ore ciascuno tenuti da Massimo Quaglia, a partire da mercoledì 20 febbraio, ore 21-23); Germania, anno uno. Rinascita e vitalità del cinema tedesco contemporaneo (5 incontri settimanali di 2 ore ciascuno tenuti da Michele Marangi, a partire da lunedì 18 febbraio, ore 21-23); Libretto rosso. Immagini della Rivoluzione Culturale (5 incontri settimanali di 2 ore ciascuno tenuti da Dario Tomasi, a partire da lunedì 18 febbraio, ore 19-21); Gian Maria Volontè. Icona del “cinema contro” anni Settanta (5 incontri settimanali di 2 ore ciascuno tenuti da Umberto Mosca, a partire da giovedì 14 febbraio, ore 21-23). MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio larivista delcinema Segni di vita. Werner Herzog e il cinema di Werner Herzog * L’idea di alcuni miei film nasce proprio da un paesaggio, come i mulini a vento di Segni di vita: era chiaro che sarebbero stati il centro di tutta la storia. Per altri registi, come Ingmar Bergman, spesso è il volto di una donna a muovere tutto, le sue storie iniziano a svilupparsi intorno a un volto. Nei miei film spesso l’origine profonda è il paesaggio. Non so perché, ma so leggere i paesaggi molto bene, e mi piacciono le persone che sanno interpretare la natura, come il nonno archeologo, che ci trovava sempre qualcosa. Nel mezzo di un vasto campo di ulivi si metteva a scavare e trovava un antico reperto romano, non so come facesse, lo ammiravo molto per questo. Quando viaggio a piedi sono molto bravo a decifrare i paesaggi, devo stare a una certa altitudine, su una montagna per esempio, e da lì riesco a comprendere come è fatta, capisco se, scendendo, la discesa sarà impossibile, e poi so trovare la strada giusta. Anche nello sport mi piacciono i giocatori che sanno leggere la partita, che, pur stando nel mezzo del gioco, sanno che cosa aspettarsi. Nel calcio accade spesso con i difensori, il migliore di tutti era Baresi. Non lo si vedeva mai molto durante la partita, ma lui stava sempre giocando. Quando aveva contro quattro avversari in un attacco a sorpresa, e lui era solo, riusciva a togliere loro la palla perché era in gradi di prevedere quel che avrebbero fatto. Mi piacciono molto i giocatori che sanno valutare bene lo spazio. Ecco perché Baresi è stato il mio eroe per tanto tempo. C’erano giocatori più veloci o più tecnicamente preparati di lui, e nonostante ciò lui era sempre indispensabile, non si poteva lasciarlo in panchina. Quando l’Italia perse i Mondiali contro il Brasile ai rigori, Baresi sbagliò il gol e Baggio tirò troppo alto. Tutti parlarono dell’errore di Baggio, ma anche Baresi sbagliò. Per tornare al nostro discorso, posso dire che non mi perdo mai e quando mi perdo sono momenti davvero destabilizzanti per me. * la dichiarazione di Werner Herzog è tratta dalla conversazione con il regista tedesco riportata integralmente nel volume Segni di vita. Werner Herzog e il cinema di Grazia Paganelli (ed. Il Castoro) che il Museo Nazionale del Cinema ha pubblicato in occasione della manifestazione. Segni di vita. Werner Herzog e il cinema, a cura di Alberto Barbera, Stefano Boni e Grazia Paganelli, è un progetto del Museo Nazionale del Cinema realizzato in partnership con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Teatro Regio Torino, Scuola Holden, Ripley’s Film, con il sostegno di German Films Service + Marketing, Goethe Institut-Turin e con la collaborazione di Werner Herzog Film. La manifestazione, che ha avuto inizio il 16 gennaio, prosegue al Cinema Massimo fino al 10 febbraio. La mostra multimediale, a cura di Alberto Barbera e Grazia Paganelli, realizzata con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che la ospita, si conclude anch’essa il 10 febbraio. ø i protagonisti 2-10 febbraio Rimasta incolume, la ragazza si avventurò a piedi tra le mille insidie della giungla e riuscì a portarsi in salvo. Il film ripercorre quel drammatico viaggio. Sc.: W. Herzog; Fot.: Peter Zeitlinger; Int.: Juliane Köpcke, Moisés Rengito Chavez, Juan Limber Ribera Soto. SEGNI DI VITA. WERNER HERZOG E IL CINEMA SAB 2, h. 18.15, LUN 4, h. 20.30 •Werner Herzog Rescue Dawn •Werner Herzog Usa 2006, 126’, col., v.o. sott.it. Huie’s Sermon Germania 1980, 43’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Le pratiche religiose di una comunità nera nel quartiere di Brooklyn a New York. Il predicatore Huie canta e incita i fedeli che gremiscono la sala a partecipare con entusiasmo. La predica è singolare e il fervore cresce via via che aumenta il ritmo delle parole. Sc.: W. Herzog; Fot.: Thomas Mauch. SAB 2, h. 16.30, LUN 4, h. 21.45 •Werner Herzog God’s Angry Man Germania 1980, 46’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Il film ruota attorno alla figura del dottor Gene Scott, uno dei predicatori televisivi più famosi della California, protagonista di uno show in cui, con il suo temperamento forte e aggressivo, parla della beatudine e spinge gli ascoltatori a versare somme di denaro sul conto corrente della sua chiesa. Alle immagini dello show si alternano una serie di dialoghi con il predicatore che parla di sé e della sua vita privata. Sc.: W. Herzog; Fot.: Thomas Mauch. SAB 2, h. 17.15, LUN 4, h. 22.30 •Werner Herzog Wings of Hope Germania 1999, 65’, col., v.o. sott.it. Copia proveniente da Werner Herzog Film Il film segue la vicenda di Dieter Dengler, che lo stesso Herzog aveva ricostruito nel documentario Little Dieter Needs to Fly. Il film ricostruisce la vicenda di Dieter, soldato di origine tedesca che, per esaudire il suo sogno di volare ed essere pilota, si trasferisce negli Stati Uniti e si arruola. Viene così mandato in missione in Vietnam poco prima che scoppi la guerra, ma quando già è aspra la guerriglia antiamericana. Precipitato con il suo aereo, è fatto prigioniero insieme ad altri americani. Quando finalmente riesce a fuggire, però, si trova a dover affrontare una avventura ancora più pericolosa: sopravvivere alle asprezze della giungla e alla disperata violenza dei suoi nemici. Sc.: W. Herzog, dal suo film Little Dieter Needs to Fly; Fot.: Peter Zeitlinger; Int.: Christian Bale, Steve Zahn, Jeremy Davies. Realizzato per la serie televisiva tedesca Voyages to Hell, il film racconta la storia di Julianes Köpcke, unica sopravvissuta all’incidente aereo in cui un volo della compagna peruviana precipitò nel mezzo della foresta. SAB 2, h. 20.15, LUN 4, h. 16.15 5 MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio •Werner Herzog •Werner Herzog Little Dieter Needs to Fly Cobra Verde Germania/Francia/GranBretagna 1997, 80’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Realizzato per la serie televisiva tedesca Voyages to Hell, il film ripercorre la straordinaria e drammatica avventura di Dieter Dengler, pilota tedesco arruolato nell’aviazione statunitense, che durante una missione in Laos precipitò con il suo aereo, fu catturato e tenuto prigioniero con altri americani. Riuscito a fuggire, dovette affrontare un estenuante fuga attraverso la giungla prima di essere condotto in salvo allo stremo delle sue forze. Sc.: W. Herzog; Fot.: Peter Zeitlinger, Les Blank. Germania 1987, 111’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema larivista delcinema SAB 2, h. 22.30, LUN 4, h. 18.30 •Werner Herzog Ten Thousand Years Older Germania 2001, 10’, col., v.o. sott.it. Copia cortesemente concessa da Ripley’s Film Nel 1981 una tribù nomade ancora sconosciuta, che ha abitato fino a quel momento nelle più remote regioni della foresta pluviale brasiliana, entra improvvisamente in contatto con il mondo “civilizzato”. Un evento che ha causato per loro un salto in avanti di diecimila anni, portandoli quasi all’estinzione. Molti di loro, infatti, sono morti a causa di semplici malattie come il raffreddore, contro le quali non avevano ancora sviluppato gli anticorpi. I figli dei sopravvissuti ora preferiscono parlare portoghese e si vergognano delle loro stesse origini. Il film fa parte del lungometraggio collettivo Ten Minutes Older: the Trumpet. Sc.: W. Herzog; Fot.: Vicente Rios. DOM 3, h. 16.30, VEN 8, h. 22.15 •Werner Herzog Dove sognano le formiche verdi Wo die grünen Ameisen träumen Germania/Australia 1984, 100’, col., v.o. sott.it. Copia proveniente da Kinowelt Francisco Manoel da Silva è un contadino del Sertão brasiliano messo in crisi dalla siccità. Dopo aver ucciso il padrone della miniera in cui lavora, perché non paga i suoi uomini, si aggira vestito da bandito ed è temuto da tutti. Un giorno riesce a bloccare la fuga di uno schiavo di Don Octavio Coutinho che lo ingaggia subito come supervisore dei lavori nella sua sterminata piantagione. Quando, però, Don Octavio scopre che Francisco ha messo incinta le sue tre figlie, lo spedisce in Africa a prendere gli schiavi che servono nei campi. Sbarcato nel continente nero, dapprima Francisco riesce ad ottenere dal re un enorme numero di schiavi, successivamente, però, viene condannato a morte. Liberato dal fratello del re, che chiede il suo aiuto per organizzare la rivolta contro il sovrano, Francisco sembra avere di nuovo in pugno la situazione, fino a quando il nuovo re, che lo aveva nominato vicerè, gli manda un ultimo carico di storpi, mentre in Brasile si vota per istituire il divieto di schiavitù. Sc.: W. Herzog, dal romanzo di Bruce Chatwin. Fot.: Victor Ruzicka; Int.: Klaus Kinski, King Ampaw, José Lewgoy. MER 6, h. 16.00, GIO 7, h. 20.15, SAB 9, h. 16.30 •Werner Herzog La ballata del piccolo soldato Ballade vom kleinen Soldaten Germania 1984, 46’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Nel territorio abitato dagli aborigeni, la Ayers Mining Company sta effettuando ricerche di uranio. Gli aborigeni, però, si oppongono perché le continue esplosioni rischiano di distruggere il luogo che loro considerano sacro da sempre, il luogo in cui le formiche verdi sognano l’origine del mondo. Se verrà distrutto, anche l’uomo finirà per non avere futuro. La società tenta più volte di giungere ad un accordo, arrivano a regalare loro anche un aereo, ma ogni tentativo fallisce perché gli aborigeni non possono cedere a compromessi. Si giunge al processo, nel quale domina la Ayers Mining Company che può, così, riprendere le sue esplosioni. L’unico a non accettare più la situazione è il giovane geologo che ha capito la disperazione di quegli uomini fieri. Abbandonato il suo posto presso la società, si allontana a piedi verso il deserto. Sc.: W. Herzog; Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein; Int.: Bruce Spence, Wandjuk Marika, Roy Marika. DOM 3, h. 16.45, VEN 8, h. 22.30, SAB 9, h. 18.30 •Werner Herzog Il diamante bianco The White Diamond Germania 2004, 88’, col., v.o. sott.it. L’ingegnere aeronautico Graham Dorrington si imbarca in un viaggio verso le gigantesche cascate del Kaieteur nel cuore della Guyana, con la speranza che la sua creatura gonfiata a elio riesca a sorvolare le cime degli alberi. Ma la sua impresa non è priva di rischi: dodici anni prima, una spedizione simile aveva tentato di sorvolare lo straordinario habitat della foresta pluviale, culminando nella tragedia della morte di Dieter Plage, amico di Dorrington. Tra i protagonisti della spedizione c’è Werner Herzog, che parte con il nuovo prototipo di dirigibile per esplorare il mondo perduto della foresta pluviale incontaminata, uno dei territori meno esplorati del pianeta, filmando e raccontando questa storia eccezionale in uno straordinario documentario-verità Sc.: W. Herzog; Fot.: Henning Brümmer, Klaus Scheurich; Int.: Craham Dorrington, Mark Anthony Yhap, Anthony Melville. Il film è stato commissionato dal Süddeutscher Rundfunk di Stoccarda. Nel febbraio del 1984 Herzog raggiunge in Nicaragua il giornalista francese Denis Reichle per approfondire la situazione di vita e di lotta della tribù dei Misquitos che vive sul lato destro del Rio Coco, in quel tempo impegnata in una sanguinosa lotta contro i sandinisti. L’attenzione di Herzog e di Reichle è concentrata soprattutto sui bambini soldato, addestrati alla guerra fin dall’età di 9 anni e impiegati come veri e propri militari in battaglia. Sc.: W. Herzog; Fot.: Jorge Vignati. DOM 3, h. 18.30, VEN 8, h. 20.30 •Werner Herzog MER 6, h. 18.00, GIO 7, h. 23.50 Grizzly Man •Werner Herzog Usa 2005, 103’, col., v.o. sott.it. Herzog esplora la vita e la morte dell’ambientalista Timothy Treadwell, grande appassionato di orsi grizzly, che ha trascorso, completamente disarmato, ben tredici estati tra gli orsi nel Katmai National Park and Reserve in Alaska, filmando le sue avventure in un ambiente crudele e selvaggio. Nell’ottobre del 2003 i suoi resti e quelli della sua fidanzata Amie Huguenard, furono scoperti nelle vicinanze della loro tenda, divorati da un esemplare adulto. È la prima volta che un orso ha attaccato l’uomo in un parco. Nel film non solo si si cerca di penetrare nei misteri della natura selvaggia, ma anche ne misteri dell’animo umano. Herzog compone il suo film usando i filmati di Treadwell accanto a interviste da lui stesso realizzate. Sc.: W. Herzog; Fot.: Peter Zeitlinger. Echi da un regno oscuro Echos aus einem düsteren Reich Germania 1991, 60’ + 60’, col., v.o. sott.it. Copie provenienti da Werner Herzog Film Documentazione di una serie di incontri realizzati da Werner Herzog nel corso della Viennale del 1991. Alle lezioni condotte da Herzog prendono parte registi, scrittori, artisti. Germania 1990, 91’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Il giornalista sudafricano Michael Goldsmith ci guida attraverso varie testimonianze alla scoperta della figura del dittatore Jean-Bédel Bokassa, dittatore della Repubblica Centro Africana dal 1 gennaio 1966 al 20 settembre 1979. Avendo seguito per il suo giornale l’incoronazione di Bokassa, Goldsmith venne considerato una spia e incarcerato per la sfortunata circostanza che il telex in cui aveva trasmesso il suo reportage risultò incomprensibile e venne ritenuto un messaggio cifrato. Ritornato nei luoghi della sua prigionia, Goldsmith rievoca la violenza del regime attraverso il potere evocativo dei luoghi visitati (le ville del dittatore, il suo giardino zoologico, le prigioni) e le parole di alcuni intervistati (l’ultima moglie Augustine Assemat, le amanti, gli innumerevoli figli, David Dacko, presidente della Repubblica Centro Africana prima e dopo Bokassa, gli avvocati difensori). A queste immagini si alternano materiali di repertorio in cui sono mostrate scene del processo in cui Bokassa venne condannato all’ergastolo per i crimini commessi, foto dei torturati, la sfarzosa cerimonia dell’incoronazione in cui si proclamò imperatore. Sc.: W. Herzog; Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein; Int.: Michael Goldsmith, François Gilbault, Augustine Assemat. DOM 3, h. 22.15, MAR 5, h. 18.15 (terza parte) - MER 6, h. 23.20, GIO 7, h. 18.50 (quarta parte) MER 6, h.18.50, GIO 7, h. 22.10 DOM 3, h. 20.30, MAR 5, h. 16.30 •Werner Herzog Film Lesson n. 3 e 4 6 MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio •Werner Herzog larivista delcinema anche in paese si scatena una sorta di follia collettiva, mentre Hias continua a predire morte e distruzione. Una sera la vetreria va a fuoco, ad averla bruciata è lo stesso padrone che viene rinchiuso nella cella di Hias, colpevole di aver predetto il futuro. Nel finale Hias è di nuovo tra i monti. Sc.: Herbert Achternbusch, W. Herzog, da un racconto di H. Achternbusch; Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein; Int.: Josef Bierbichler, Stefan Güttler, Clemens Scheitz. Invincibile Invincible Gran Bretagna/Germania 2001, 133’, col., v.o. sott.it. Copia cortesemente concessa da Ripley’s Film DOM 10, h. 16.30 •Werner Herzog La ballata di Stroszek Stroszek Germania 1977, 115’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Zishe è un giovane fabbro ebreo polacco di grande sensibilità d’animo e di eccezionale forza fisica che, scoperto da un impresario, si fa convincere ad andare nella Berlino nazista per impersonare l’uomo più forte del mondo. Indossando un buffo costume da barbaro, mette in scena ogni sera il suo spetttacolo nella “casa dell’occulto” del celebre ipnotista danese Hanussen. Pieno di dubbi su quale sia il ruolo che Dio ha riservato per lui nel mondo, Zishe prova a ribellarsi a Hanussen, che appoggia palesemente Hitler anche nel suo intento antisemita. Sc.: W. Herzog; Fot.: Peter Zeitlinger; Int.: Tim Roth, Jouko Ahola, Anna Gourari. Bruno Stroszek, cantastorie ambulante che si esibisce nei cortili delle case di Berlino, esce per l’ennesima volta di prigione. Tornato nel suo appartamento, ritrova tutte le sue cose, la fisarmonica, il pianoforte e il corvo parlante, tenute in ordine dall’amico e vicino di casa Scheitz. Una sera Bruno incontra in un bar la prostituta Eva e, per sottrarla alla violenza dei suoi protettori, decide di ospitarla a casa sua. I protettori della ragazza, però, non si rassegnano e picchiano i due senza riserva. L’unica loro possibilità è la fuga. Accettano, così, la proposta di Scheitz di andare negli Stati Uniti, dove il vecchio ha un nipote che può procurare loro un lavoro. Dopo una parentesi di apparente tranquillità, però, arrivano i guai: Eva torna a prostituirsi per pagare le rate delle molte spese, e poi fugge in Canada. La loro casa viene venduta all’asta e Bruno e Scheitz compiono una grottesca rapina nel negozio di un barbiere. Scheitz viene arrestato subito, mentre Bruno prosegue la sua fuga disperata. Sc.: W. Herzog; Fot.: Thomas Mauch; Int.: Bruno S., Eva Mattes, Clemens Scheitz. MER 6, h. 20.30, GIO 7, h. 16.00 •Werner Herzog Demoni e Cristiani del nuovo Mondo Christ and Demons in New Spain Germania 1999, 35’, col., v.o. sott.it. Copia proveniente da Werner Herzog Film Un film sulla conquista dell’America Latina da parte della Chiesa Cattolica. Attraverso l’analisi delle varie forme di culto, il film traccia una linea coerente mettendo in rilievo quelle che sono le conseguenze di questo colonialismo religioso nella vita della gente di questa parte del mondo. Sc.: W. Herzog; Fot.: Jorge Vignati. DOM 10, h. 18.15 •Werner Herzog MER 6, h. 22.45, GIO 7, h. 18.15 Woyzeck •Werner Herzog Germania 1979, 82’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Wodaabe Germania 1989, 52’, col., v.o. sott.it. Copia proveniente da Werner Herzog Film Tornato in terra d’Africa, Herzog realizza un documentario sul popolo dei Wodaabe, una tribù nomade che vive nel Sahel, a sud del Sahara. Discriminati dai popoli vicini, i Wodaabe si considerano gli esseri umani più belli del mondo, spesso coinvolti in straordinari rituali in cui gli uomini, truccati e vestiti con sfarzo, danzano e cantano per piacere alle donne che li sceglieranno durante la festa in cui si celebra la bellezza e l’amore. Ma i Wodaabe hanno dovuto lasciare il Sahel a causa della terribile siccità che ha investito la regione nel 1984 e gli uomini più belli del mondo hanno trovato rifugio in un’immensa baraccopoli al confine con l’Algeria, dove si sentono come imprigionati e da dove, tuttavia, credono di non riuscire più a muoversi. Sc.: W. Herzog; Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein. VEN 8, h. 16.30, SAB 9, h. 20.30 •Werner Herzog Rintocchi dal profondo Glocken aus der Tiefe Germania 1993, 60’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Nel febbraio del 1993 Herzog è in Siberia per indagare la spiritualtà del popolo russo. In un film diviso in capitoli, il regista ci mostra le forme diverse di sciamanesimo, credenze popolari e superstizioni, ascoltiamo le parole di un predicatore dell’energia cosmica, un guaritore con acque sacralizzate, assistiamo alle cerimonie religiose all’interno delle chiese e alle prediche di un giovane che dice di essere il nuovo Gesù. Infine, un personaggio poetico e senza tempo, fa risuonare le “sue” campane come fossero uno strumento. Si racconta anche della leggenda della città di Kither, sistematicamente e demolita dai Tartari e dagli Unni: i suoi abitanti invocarono Dio per proteggerli e questi inviò un arcangelo che spostò la città in fondo a un lago, dove la gente ha trovato finalmente la pace, cantando inni e suonando le campane della cattedrale. Il film fa parte di una serie di sei film diretti da Jean-Luc Godard, Lina Wertmüller, Peter Bogdanovich, Nobuhiko Ohbayashi e Ken Russell. Sc.: W. Herzog; Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein. In una cittadina tedesca, verso la metà dell’Ottocento, vive il soldato Franz Woyzeck, uomo buono e ingenuo, povero e dotato di una sensibilità profonda, legato alla servetta Maria dalla quale ha avuto un figlio. Per mantenere i due, cerca di incrementare la modestissima paga da soldato semplice facendo il barbiere per il capitano e per altri, e prestandosi agli esperimenti di un medico che lo costringe a nutrirsi solo di piselli per dimostrare l’animalità dell’essere umano. Deriso dai compagni, Woyzeck si confida unicamente con l’amico Andres che, tuttavia, non può offrirgli validi appoggi. Quando scopre che Maria lo tradisce con il tamburomaggiore, cade in grandissima depressione. Affidati tutti i suoi pochi averi ad Andres, compra un vecchio coltelloda un rigattiere, porta con sé Maria sulle rive dello stagno e la uccide. Sc.: W. Herzog, dal dramma di Georg Büchner; Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein; Int.: Klaus Kinski, Eva Mattes, Wolfgang Reichmann. VEN 8, h. 17.30, SAB 9, h. 21.30 •Werner Herzog Pilgrimage Germania 2001, 18’, col., no dial. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Il film rientra in una serie voluta dalla BBC dal titolo “Sound and Film”. Herzog, lavorando fianco a fianco con il musicista John Tavener, realizza un film sulla religione e sulla preghiera. Sc.: W. Herzog: Fot.: Jorge Pacheco. DOM 10, h. 20.30 VEN 8, h. 18.30, SAB 9, h. 22.30 Germania 1974, 110’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Kaspar Hauser vive legato in una specie di prigione senza poter vedere né parlare con nessuno. Trascorre il tempo con poveri giochi di legno, mangiando e dormendo. Un giorno uno sconosciuto lo trascina fuori e gli insegna a camminare e a parlare e poi lo abbandona su una piazza con una lettera in mano destinata alle autorità, perché si prendano cura del trovatello. Dopo un primo momento di confusione, Kaspar viene accolto nella casa del dottor Daumer, che gli insegna a leggere e a scrivere, gli impartisce lezioni di musica, di logica, di morale, dialoga a lungo con lui sorpreso dalle straordinarie capacità di Kaspar. Per due volte, però, Kaspar è aggredito da un uomo misterioso che, al secondo tentativo riesce a ucciderlo. Sc.: W. Herzog: Fot.: Jörg Schmidt-Reitwein; Int.: Bruno S., Walter Ladengast, Brigitte Mira. •Werner Herzog L’enigma di Kaspar Hauser Jeder für sich und Gott gegen alle •Werner Herzog Cuore di vetro Herz Aus Glas Germania 1976, 93’, col., v.o. sott.it. Copia ristampata dal Museo Nazionale del Cinema Nel periodo di passaggio da un’era antica a una moderna, il profeta Hias, che vede nel futuro le immagini della prossima fine del mondo, predice agli abitanti di un paese della foresta bavarese l’incendio della vetreria che dà prosperità a tutti. Nella fabbrica, però, il lavoro è stato fermato perché Mühlbeck, l’inventore della formula del vetro rubino, è morto portando con sé il suo segreto. Il padrone della fabbrica è disperato e, convinto che il segreto del vetro rubino sia il sangue umano, uccide la serva Ludmilla. Nel frattempo DOM 10, h. 22.00 7 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio ø crossroads 15 febbraio Dave Liebman vs The Whispering Chorus Dopo lo straordinario successo delle sonorizzazioni di La Signorina Else (realizzata dai Marlene Kuntz) e di Il fuoco (ad opera dei Giardini di Mirò) – che presto vedranno la luce in Dvd in una nuova collana di RaroVideo - il Museo Nazionale del Cinema propone un nuovo, affascinante progetto, legato questa volta al jazz e al cinema americano. Dave Liebman, uno dei più grandi sassofonisti degli ultimi quarant’anni, improvviserà dal vivo insieme ad alcuni fra i maggiori jazzisti italiani - Furio di Castri (contrabbasso), Fabrizio Sferra (batteria) e Stefano Maccagno (pianoforte) – sulle immagini di The Whispering Chorus di Cecil B. DeMille. Il film, restaurato dalla George Eastman House di Rochester (NY), è uno dei più importanti lungometraggi americani degli anni Dieci, un noir psicologico, ai limiti del morboso, che assume progressivamente i toni del melodramma. Dave Liebman, nato a Brooklyn nel 1946, ha iniziato a suonare alla fine degli anni Sessanta con Pete La Roca, Chick Corea, Dave Holland e Steve Swallow, unendosi poi al gruppo di Elvin Jones. Nel 1972 venne assunto da Miles Davis, col quale registrò i mitici album On the Corner, Big Fun, Dark Magus e Get Up With It. Nel 1977 andò in tour con Chick Corea e successivamente formò il David Liebman Quintet con, fra gli altri, John Scofield e Kenny Kirkland. Nel 1981 formò i Quest, coi quali incise sette album fino al 1991. L’attuale band di Liebman è composta da Vic Juris alla chitarra, Tony Marino al basso e Marko Marcinko alla batteria. L’evento avrà luogo venerdì 15 febbraio alle ore 21.00 presso la Sala Uno del Cinema Massimo. Ingresso intero euro 5,00; ridotto (studenti e tessere Aiace) euro 2,50. ø cult! 5 febbraio LUCIO FULCI: SETTE NOTE IN NERO Una sera dedicata al maestro Lucio Fulci con uno dei suoi film più importanti, che mescola sapientemente l’horror con gli elementi classici del giallo psicologico e che, negli anni Settanta, divenne subito un film di culto per gli appassionati. Fulci, reduce da film memorabili come Una lucertola con la pelle di donna, Sei donne per l’assassino, Non si sevizia un paperino e Reazione a catena, sconfina in atmosfere rarefatte e pregne di tensione, con una storia preziosa per la precisione dei dettagli e per un finale avvincente e ben congegnato. Dopo questo film Fulci approderà all’horror-fantascientifico popolato di zombi, fantasmi e gatti neri, firmando film come Paura nella città dei morti viventi, L’aldilà, Quella villa accanto al cimitero. Prevendita presso la cassa del Cinema Massimo a partire da venerdì 1 febbraio. Info: tel. 011/81.38.520 (lun-ven, h. 9.00-13.00 / 14.00-18.00), [email protected]. www.museocinema.it, www.davidliebman.com •Cecil B. DeMille The Whispering Chorus Usa 1918, 81’, b/n Copia restaurata e conservata dalla George Eastman House John Trimble, un modesto impiegato, desidera per la sua famiglia condizioni di vita più agiate. Per questo sottrae del denaro al suo datore di lavoro, ma viene scoperto. Al fine di evitare l’arresto, fa perdere le proprie tracce e finisce per vivere come un barbone. Un giorno il fiume restituisce il cadavere di uno sconosciuto. John ne assume l’identità trovata sui documenti e fa in modo che la polizia lo consideri morto. Gli anni passano. Sua moglie si risposa con un uomo facoltoso, che è in corsa per diventare governatore. Per uno scherzo del destino, John viene accusato dell’assassinio dell’uomo cui ha rubato l’identità. Durante il processo, John incontra sua madre e le racconta la verità. La donna lo implora di non dire nulla al giudice poiché la sua ex-moglie è incinta del suo nuovo marito, che nel frattempo è stato eletto. L’uomo si lascia così condannare a morte. Sc.: Jeanie MacPherson, dal romanzo di Perley Poore Sheehan; Fot.: Alvin Wyckoff; Int.: Raymond Hatton, Kathlyn Williams, Edythe Chapman. VEN 15, h. 21.00 – Sala Uno del Ducci. Fatte delle ricerche, Virginia scopre il cadavere di Agnese Bignardi, uccisa nel 1972 e murata. La polizia incrimina Francesco, già amante della ragazza scomparsa, e lo arresta. Virginia, indagando proprio a partire dalla visione avuta, con l’aiuto della cognata Gloria, dell’amico parapsicologo Luca Fattori e della segretaria di questi, Paola, indirizza i sospetti su Emilio Rospini, a sua volta amante di Agnese, che sta attraversando un periodo di difficoltà. I nuovi elementi permettono a Virginia di fare scarcerare Francesco, ma tutto si volge a suo danno: il fattaccio sognato, infatti, non era quello già avvenuto ma quello futuro di cui lei sarebbe stata la vittima e il marito il carnefice. ø cinema e teatro 12 febbraio UN ANNO CON 13 LUNE In occasione dello spettacolo Un anno con 13 lune, programmato alla Cavallerizza Reale da martedì 13 febbraio a domenica 2 marzo nell’ambito della stagione del Progetto Rettilario, il Cinema Massimo propone martedì 12 febbraio, alle ore 18.00 (ingr. euro 2,50) il film diretto da Rainer Werner Fassbinder cui lo spettacolo è direttamente ispirato. Dopo il film è previsto l’incontro con il regista dello spettacolo Virginio Liberti, l’attore protagonista Michele Di Mauro e con il traduttore italiano del testo di Fassbinder Roberto Menin. •Lucio Fulci Sette note in nero Italia 1977, 95’, col. Virginia, da soli tre mesi sposata al toscano Francesco Ducci, sin da piccola aveva dimostrato doti istintive di chiaroveggenza percependo il suicidio della mamma a Dover mentre lei si trovava in collegio a Firenze. Ora, mentre ritorna dall’aeroporto dove ha accompagnato il marito in viaggio di lavoro verso Londra, intravede con molti particolari un delitto che sarebbe accaduto nella villa di campagna ø in breve Sc.: Roberto Gianviti, Dardano Sacchetti, L. Fulci; Fot.: Sergio Salvati; Int.: Jennifer O’Neill, Gabriele Ferzetti, Gianni Garko. MAR 5, h. 20.30/22.15 – ingresso euro 3,50 27 febbraio Corti d’autore. Seconda serata: Henri-Georges Clouzot di Gianni Volpi 1955. Clouzot è da tempo amico di Picasso e gli propone di fare un film con lui. Le mystère Picasso fu girato in quell’estate ‘55 negli studi della Victorine di Nizza. A Clouzot interessa mostrare Pablo Picasso al lavoro, non spiegare l’artista. Il mistero che il film indaga quasi in chiave di suspense è quello della creazione, non della biografia. Picasso appare in poche immagini, sempre a torso nudo, forte nonostante i 72 anni, il volto scavato come il bianco e nero che lo ritrae. Ciò che ci viene perlopiù mostrato, a schermo pieno, in trasparenza (grazie a particolari colori, inventati da un grafico americano, ugualmente definiti sul retro e sul verso di un foglio), è la nascita di un quadro, a strati e distruzioni successive. L’arte nel suo farsi, nel suo mutare. Presentato al festival di Cannes 1956, fa sensazione, ottiene il premio speciale della Giuria. André Bazin gli dedica un saggio memorabile (lo si può leggere nella raccolta di Che cos’è il cinema?, Garzanti). Lo definisce un film bergsoniano, per le sue intuizioni sulla durata come parte integrante dell’opera del pittore e per l’uso del tempo nel montaggio cinematografico. Tra cinema e pittura, il film instaura una dialettica che è spesso sfida. Come nella grande sequenza del quadro “a tempo”. Nello chassis della cinepresa di Claude Renoir non è rimasta molta pellicola, Picasso fa un quadro prima che la pellicola finisca. Picasso contro la cinepresa, cioè contro il cinema e l’amico Clouzot. 1948-49. Clouzot è appena uscito dallo scandalo di Il corvo, che ha girato nella Francia occupata del ‘43. Quello che Clouzot dà, è un ritratto al vetriolo di una provincia francese percorsa dai demoni del sospetto e della delazione. Quasi un documento della cancrena morale della vecchia Francia, in cui noi vediamo riflessa l’atmosfera di Vichy. Fu invece, dopo la Liberazione, accusato di spirito di asservimento, e Clouzot fu interdetto per sei mesi dal lavoro. Il clima è in fondo lo stesso in Il ritorno di Jean, un mediometraggio di 26 minuti che sarà inserito nel film a episodi Retour à la vie. Una pensione familiare, all’ora di cena. Piatti miseri, tessera annonaria, piccoli borghesi rancorosi, un medico, infime tresche. C’è tutta la debolezza morale della Francia profonda. È un mondo che infastidisce Jean, un reduce, tornato dal lager sciancato e, dice, impotente a vivere. La guerra è appena finita. Per le strade si spara ancora, si dà la caccia ai tedeschi in fuga. Jean ne trova uno in camera sua, ferito, terrorizzato. Scopre che è stato un torturatore. Lo sottrae ai gendarmi. Lo interroga, vuole capire i meccanismi per cui si arriva a praticare giorno dopo giorno, la tortura come un qualsiasi lavoro d’ufficio. Il tedesco parla di routine del dolore nelle cui spire si sprofonda. Jean si rifiuta a un’idea di patria che organizza l’orrore, che annulla la persona. Poi fa al tedesco un’iniezione di morfina e lo consegna, agonizzante, alla polizia. Tanti temi di Clouzot sono in campo, senza idealismi. Jean è Louis Jouvet in uno dei suoi grandi ruoli, doloroso nei suoi pensieri neri come nel suo incedere claudicante. Con Le retour de Jean, ancora una volta, Clouzot lavora a scardinare l’aspetto ipocrita della realtà. Sino ad approdare a un’affascinante e allora insolita riflessione sulla banalità del male. Un piccolo capolavoro, riscoperto in questi anni. Il Centro Nazionale del Cortometraggio, promosso da Aiace Nazionale e Museo Nazionale del Cinema, presenta Corti d’autore. Ogni mese al cinema Massimo viene programmata una serata nell’ambito della quale vengono riproposti cortometraggi firmati dai maggiori cineasti di ieri e di oggi. L’ appuntamento con i due film di Clouzot avrà luogo presso la sala Tre del Cinema Massimo mercoledì 27 febbraio alle ore 20.30 (ingresso euro 2,50). I film saranno introdotti e commentati da Gianni Volpi. 8 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio Garibaldi al cinema. Immagini del Risorgimento Al fine di accrescere fra i cittadini lo spirito di appartenenza comune all’Italia e all’Europa, la Prefettura di Torino ha istituito il Comitato provinciale per la valorizzazione della cultura della Repubblica nel contesto dell’Unità Europea, il quale, attraverso il coinvolgimento dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino e delle principali istituzioni culturali presenti sul territorio, ha allo studio numerose iniziative che si svilupperanno nel corso del 2008. Una di queste, Garibaldi al cinema. Immagini del Risorgimento, nell’ambito delle celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, è frutto della collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, che ha costruito – grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale - un percorso di film classici, noti e meno noti, ma tutti recentemente restaurati o ristampati. Nel corso della serata inaugurale, che prevede la proiezione di due rari esempi di cinema muto, verranno presentati inoltre i tre cortometraggi di Lamberto Lambertini Gianicolo 1849, Calatafimi 1986 e Caprera 2007. L’anteprima torinese dei lavori di Lambertini è stata organizzata grazie alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’AGI – Agenzia Giornalistica Italia e al Comitato Italia 150. ma improvvisamente è colpito mortalmente. Il piccolo eroe invoca il nome di Garibaldi, si trascina presso di lui, ne bacia la spada e muore tra le braccia del padre. L’edizione restaurata del film è stata recentemente pubblicata nel cofanetto Da La presa di Roma a Il piccolo garibaldino. Risorgimento, Massoneria e Istituzioni: l’immagine della Nazione nel cinema muto (1905-1909), a cura di Mario Musumeci e Sergio Toffetti, Gangemi Editore, Roma 2007. MAR 26, h. 21.00 – ingresso libero •Alberto Degli Abbati I Mille Italia 1912, 50’, b/n Copia restaurata dalla Fondazione Cineteca Italiana, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e la Cineteca D.W. Griffith Accompagnamento dal vivo al pianoforte del Maestro Stefano Maccagno Uno tra i primi film su Giuseppe Garibaldi, in cui la figura dell’eroe dei due mondi è già pervasa dall’alone mitico che lo accompagnerà nel corso del tempo. La storia dei Mille viene trattata nel film alternando i fatti d’arme, riprodotti con fedeltà storica e accurata messa in scena, alla storia d’amore contrastato che coinvolge Corrado, ricco possidente, e la pastorella Rosalia. Il padre di Corrado è contrario all’unione dei due, che hanno anche un figlio, mentre la povera ragazza deve subire le insistenti insidie del capitano borbonico Altieri. Sullo sfondo la grande attesa per l’arrivo di Garibaldi in Sicilia. Fot.: Giovanni Vitrotti; Int.: Mary Cléo Tarlarini, Vitale De Stefano, Oreste Grandi. MAR 26, h. 21.15 – ingresso libero •Alessandro Blasetti GARIBALDI AL CINEMA. IMMAGINI DEL RISORGIMENTO Il piccolo garibaldino Italia 1909, 14’, b/n Copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Accompagnamento dal vivo al pianoforte del Maestro Stefano Maccagno Siamo all’epoca di Garibaldi, quando i petti infiammati da vivo amore patrio accorrono volenterosi in difesa del paese. Anselmo, padre di un giovinetto dodicenne, accorre anch’esso tra le file garibaldine; e il piccolo Augusto, infiammato dallo stesso desiderio, fugge di nascosto da casa e raggiunge il padre arruolato nella gloriosa schiera dei mille. Suona il segnale della battaglia, il piccolo Augusto si slancia tra i suoi commilitoni, Camicie rosse Italia/Francia 1952, 99’, b/n Copia conservata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Divenuta impossibile la difesa di Roma, Garibaldi dichiara di voler continuare la lotta per la libertà repubblicana e l’unità d’Italia. Seguito da 4000 uomini, inizia la marcia attraverso l’Appennino col proposito di giungere a Venezia assediata, che ancora resiste. Ma Borbonici e Austriaci danno la caccia ai volontari e nelle loro stesse file c’è un traditore, Frattini, che lavora per disgregare quel piccolo esercito di valorosi. Molti uomini infatti disertano. Anche il fedelissimo Dueno cede alle suggestioni di Frattini ma, quando avrà capito le sue vere intenzioni, farà giustizia sommaria. Anita, che Garibaldi ha lasciato a Roma perché aspetta un bambino, raggiunge il condottiero ed il suo comportamento coraggioso e fiero è di esempio ai volontari, che la donna riesce a tenere uniti. San Marino offrirà un asilo ai legionari superstiti; ma le condizioni di resa proposte dagli austriaci sono tanto pesanti che Garibaldi preferisce sciogliere la legione e partire di notte per Venezia con Anita e alcuni uomini fidati. Molti garibaldini sono passati per le armi. Anita muore. Garibaldi e Dueno riescono a fuggire, aiutati dai contadini. Sc.: Enzo Biagi, Renzo Renzi, Mario Serandrei, Sandro Bolchi; Fot.: Leonida Barboni, Mario Parapetti, Marco Scarpelli; Int.: Raf Vallone, Anna Magnani, Serge Reggiani. MER 27, h. 18.00 •Luchino Visconti Il Gattopardo A seguire saranno proiettati i cortometraggi Gianicolo 1849 (20’), Calatafimi 1986 (20’), Caprera 2007 (20’) di Lamberto Lambertini. ø storie del cinema 26-28 febbraio •Goffredo Alessandrini 1860 – I Mille di Garibaldi Italia 1934, 81’, b/n Copia conservata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Gli irredentisti siciliani, i “picciotti”, si sono ritirati sugli aspri monti dell’isola, in attesa dell’arrivo del liberatore Garibaldi, dato per imminente. L’attesa si fa drammatica poiché i soldati borbonici, forti della loro superiorità numerica e d’armamento, non danno requie agli insorti. Un loro emissario riesce a raggiungere il continente per sollecitare la progettata spedizione: ma non pochi né lievi sono gli ostacoli che si oppongono all’iniziativa di Garibaldi. Sembra, per un momento, che essa debba essere accantonata, e ciò segnerebbe la fine degli animosi ribelli isolani. Ma il generale rompe finalmente ogni indugio e con i suoi Mille si imbarca a Quarto. Lo sbarco a Marsala e la vittoriosa, rapida avanzata del corpo di volontari, conclude il film. Sc.: A. Blasetti, Emilio Cecchi, Gino Mazzucchi; Fot.: Anchise Brizzi, Giulio De Luca; Int.: Maria Denis, Gianfranco Giachetti, Andrea Checchi. MER 27, h. 16.30 Italia 1963, 205’, col. Copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale 1860, Garibaldi con le sue camicie rosse invadeva la Sicilia. Nonostante lo sconvolgimento politico l’aristocratico Don Fabrizio, Principe di Salina, compie egualmente con la sua famiglia il viaggio annuale verso la residenza di campagna di Donnafugata. Qui il Principe viene a sapere da Padre Pirrone che Concetta, sua figlia, ama Tancredi il nipote prediletto di Don Fabrizio. Ma le speranze di Concetta sfioriscono rapidamente quando appare la figlia del Sindaco, Angelica Sedara. Don Fabrizio si rende conto che questo connubio tra la nuova borghesia e la declinante aristocrazia è uno dei mutamenti che deve essere accettato. Questa intesa verrà consacrata durante un grandioso ballo al termine del quale il principe si allontana meditando, sul significato dei nuovi eventi che richiamano la sua attenzione ad un sofferto bilancio della propria vita. Sc.: Suso Cecchi D’Amico, Enrico Medioli, L. Visconti, Massimo Franciosa, Pasquale Festa Campanile; Fot.: Giuseppe Rotunno; Int.: Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon. GIO 28, h. 20.30 – ingr. euro 3,50 Prima della proiezione incontro con il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno Nuvole in paradiso. Viaggio nella storia del cinema finlandese La comparsa sulla scena – ormai venticinque anni fa – del regista Aki Kaurismäki ha improvvisamente costretto gli addetti ai lavori di tutto il mondo ad interessarsi di una cinematografia, quella finlandese, che solo episodicamente in passato era riuscita a varcare i confini nazionali. Ad onor del vero, però, in questo quarto di secolo non molto è stato fatto e i classici di questo paese restano in larga misura sconosciuti. Per fare un po’ di luce, Peter von Bagh (direttore del ‘mitico’ Midnight Sun Film Festival e, da alcuni anni, responsabile artistico del Festival Cinema Ritrovato di Bologna) e Guy Borlée (Cineteca del Comune di Bologna) hanno compilato un programma di undici film – tutti provenienti dalla cineteca di Helsinki – che vuole dare conto di un panorama vitalissimo e sempre sorprendente. Si comincia lunedì 18 febbraio alle ore 20.30 con Ombre in paradiso, ‘classico’ di Kaurismäki uscito in Italia soltanto in dvd, e si proseguirà nel corso dei mesi di marzo e aprile con un viaggio a ritroso di straordinario interesse. Nuvole in paradiso. Viaggio nella storia del cinema finlandese, a cura di Guy Borlée e Peter von Bagh, in collaborazione con Merja Makela e Sanna Maria Martin, è una manifestazione promossa dalla Cineteca del Comune di Bologna e dalla Mostra Internazionale del Cinema Libero in collaborazione con Sisuseura - Associazione finlandese dell’Emilia Romagna, Suomen Elokuva-Arkisto - Finnish Film Archive, Museo Nazionale del Cinema, CSC - Cineteca Nazionale, Fondazione Cineteca Italiana. Con il patrocinio di SuomiSeura (Associazione finlandesi all’estero), del Centro Finlandese di Promozione del Turismo e dell’Ambasciata Finlandese a Roma. In memoria di un grande uomo, Markku Peltola Si ringrazia per la preziosa collaborazione Merja Makela, Sanna Maria Martin (Sisuseura / Associazione finlandese dell’Emilia Romagna), Nicoletta Elmi, Luisa Ceretto, Andrea Morini (Cinema Lumière), Paola Cristalli, Valeria Dalle Donne, Alessandro Cavazza, Rossana Mordini, Lucia Principe (Cineteca di Bologna), Satu Laaksonen, Mirkka Maikola (Suomen elokuva-arkisto / Finnish Film Archive), Sickan Park (Ambasciata Finlandese a Roma), Hanna Kjellberg (Otava), Stefano Boni, Grazia Paganelli (Museo Nazionale del Cinema), Sergio Toffetti e Laura Argento (CSC - Cineteca Nazionale), Matteo Pavesi e Enrico Nosei (Fondazione Cineteca Italiana). Per le traduzioni: Carlotta Cristiani, Giulia Cigni, Daniela Mandriota, Maria Pertosa, Serena Agnoletto, Margherita Romagnoli, Melissa Garavini, Emanuela Ronchini, Dante Di Domenico, Raija Auvinen, Marjo Paakkola. In occasione della retrospettiva, la Cineteca del Comune di Bologna pubblica per la prima volta in lingua italiana e in versione aggiornata la monografia di Peter von Bagh Nuvole in paradiso, un’appassionante storia del cinema finlandese dagli anni del muto ai giorni nostri. ø percorsi 18 e 28 febbraio NUVOLE IN PARADISO. VIAGGIO NELLA STORIA DEL CINEMA FINLANDESE •Aki Kaurismäki Ombre in paradiso Varjoja paratiisissa Finlandia 1986, 71’, col., v.o. sott.it. Nikander è un conducente di camion della nettezza urbana. La sua vita scorre monotona e anche a lui sembra che non ci sia la minima possibilità di una scossa o di un cambiamento. Un giorno, però, conosce per caso una cassiera di un supermercato, Ilona, e se ne innamora immediatamente. Nikander le chiede un appuntamento, la ragazza acconsente ma poi lei vuole di più, non è disposta ad accontentarsi. e perciò lo lascia. Dopo qualche tempo, Ilona viene licenziata e, per vendicarsi dei suo datori di lavoro, fugge con la cassa. L’unica persona di cui possa fidarsi e che sia veramente disposta a darle un aiuto disinteressato è proprio Nikander. Ilona va da lui e, insieme, fuggono via. L’uomo però la convince a restituire il denaro e a tornare a casa con lui. La loro storia d’amore sembra decollare ma Ilona lo lascia nuovamente perché ha una relazione con il proprietario di un negozio d’abbigliamento che la assume come commessa. Di nuovo solo, disperato e picchiato da alcuni sconosciuti, Nikander tenta il tutto per 9 tutto e va da Ilona per portarla via. La ragazza acconsente e i due decidono di partire per l’Estonia per ricominciare una nuova vita. Sc.: A. Kaurismäki; Fot.: Timo Salminen; Int.: Matti Pellonpää, Kati Outinen, Sakari Kuosmanen. LUN 18. h. 20.30 – ingresso euro 3,50 Il film sarà presentato dall’attrice protagonista Kati Outinen e dai curatori della rassegna Peter von Bagh e Guy Borlée •Nyrki Tapiovaara Juha Finlandia 1937, 96’, b/n, v.o. sott.it. Juha, anziano, umile e allegro contadino vive con la moglie Marja. Nella loro fattoria lungo il fiume arriva dalla Carelia il ricco playboy Shemeikka che seduce Marja e la porta in città. Triangolo amoroso nel segno delle stagioni, dei sensi di colpa e delle separazioni traumatiche, Juha è un dramma delle passioni dove la natura è poeticamente onnipresente. Alla base del film c’è l’omonimo romanzo, scritto nel 1911 da Juhani Aho. Di Juha esistono quattro versioni cinematografiche, la più recente è quella realizzata da Aki Kaurismäki nel ’99. Sc.: Heikki Aho, Björn Soldan, N. Tapiovaara dal romanzo di Juhani Aho; Fot.: Olavi Gunnari, Björn Soldan; Int.: Irma Seikkula, Hannes Närhi, Walle Saikko. GIO 28, h. 16.30 •Valentin Vaala Surrogato di marito Mieheke Finlandia 1936, 75’, b/n, v.o. sott.it. Irmeli, in cerca di impiego, viene a sapere che si è liberato un posto da segretaria ma scopre che, per poter essere assunta, deve essere sposata. Durante il colloquio, mente sostenendo di aver appena preso marito e, immediatamente dopo, si mette alla ricerca di un uomo disponibile a fingere di essere il suo sposo. Ne trova uno in un ristorante ma la ‘recita’, che sulle prime sembra dover essere breve, continua per molte settimane complicando la vita di entrambi. Sc.: Hilja Valtonen; Fot.: Theodor Luts; Int.: Tuulikki Paananen, Tauno Palo, Uuno Laakso. GIO 28, h. 18.15 MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma febbraio ø seconda visione 11-12 febbraio, 29 febbraio-2 marzo In occasione dell’uscita del film Cous Cous (Premio Speciale della Giuria all’ultima Mostra del cinema di Venezia), il Museo Nazionale del Cinema ripropone i due film precedenti del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche. I suoi film raccontano storie di integrazione e di amicizie, di scontri e di identità, con sguardo sempre rivolto alle origini e una particolare attenzione alle piccole sfumature che separano e uniscono. •Abdellatif Kechiche Tutta colpa di Voltaire La faute à Voltaire Francia 2000, 131’, col. La famiglia Brahimi a Tunisi ha, come al solito, un risveglio movimentato. Le donne preparano i bambini per la scuola e riordinano la casa, il primogenito Jallel, di ventisette anni, va in centro a vendere sui marciapiedi ogni sorta di mercanzia. Quel giorno incontra Mahmoud, un conoscente espulso dalla Germania, che lo spinge ad acquistare un passaggio clandestino nella stiva di un mercantile. Jallel si imbarca per la Francia alla ricerca di un’occasione che lo porti verso il benessere. Con un passaporto falso in tasca, si trova, invece, a condividere la vita e la solidarietà degli esclusi, i miserabili di una ricca larivista delcinema Il secolo dell’Avvocato. Gianni Agnelli, una vita straordinaria capitale europea. Quando, dopo varie avventure, sembra aver trovato un po’ di pace, verrà rimpatriato dalla polizia. Sc.: A. Kechiche; Fot.: Dominique Brenguior, Marie-Emmanuelle Spencer; Int.: Sami Bouajila, Élodie Bouchez, Aure Atika. LUN 11, h. 16.00/18.30/21.00, MAR 12, h. 15.30 •Abdellatif Kechiche La schivata A cinque anni dalla scomparsa, una grande mostra - curata da Marcello Sorgi - di immagini, fotografie e filmati ricorderà Gianni Agnelli, il più importante industriale italiano, il capo di una delle maggiori dinastie imprenditoriali del mondo, tra le poche ad aver attraversato due secoli di storia. La mostra ripercorre la vita di Agnelli sullo sfondo del Novecento, dalla nascita (1921) alla seconda guerra mondiale (che lo video impegnato sul fronte africano e russo, prima di prender parte alla Liberazione al fianco degli americani), al lungo dopoguerra in cui il giovane industriale si confrontò con i grandi temi dell’epoca: il capitalismo e il comunismo, la guerra fredda, il postfascismo, il regime democristiano, il terrorismo, la globalizzazione, le grandi crisi economiche. La vita straordinaria dell’Avvocato è ricostruita in oltre duecento foto dei maggiori fotografi italiani e di alcuni dei più famosi al mondo, da Krieger a Harari, Lina, Liverani, Scalari, Lessing, Newton. Filmati e documenti storici provenienti dagli Archivi Fiat e de La Stampa completano il percorso espositivo. La mostra, che è stata ospitata in prima mondiale a Roma all’interno del Complesso del Vittoriano dal 10 al 30 gennaio, giunge adesso a Torino all’interno del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana, dove sarà inaugurata il 12 febbraio per proseguire sino al 16 marzo. Prodotta e organizzata da Aleart , Progetti d’Immagine, la mostra è sponsorizzata da Fiat Group, sostenuta da Canon e da Omega Fotocronache, con la partecipazione di RAI Radio Televisione Italiana, Rai Teche, Radio Montecarlo, Gruppo Sina Hotels e Arteria. L’esquive Francia 2003, 117’, col. In una cittadina nei sobborghi di Parigi, vive Lydia, una ragazza bella e sognatrice. Dopo essere stata scelta per recitare nello spettacolo di fine anno ispirato al testo “Gioco del caso e dell’amore” di Marivaux, decide di comprare per l’occasione un bellissimo vestito da principessa del Settecento. Lydia sa che è un costume di scena ma non riesce a resistere alla tentazione: lo indossa e con disinvoltura cammina per le strade del suo quartiere come una vera diva. La gente che la vede, anziché prenderla per matta, ne resta incantata, così come Krimo, il bulletto della zona che si innamora di lei al primo sguardo. Alla fine deciderà di accettare una parte nello spettacolo e, grazie alle battute del suo personaggio, riuscirà finalmente ad esprimerle il suo amore. Sc.: Ghalya Lacroix; Fot.: Lubomir Bakchev; Int.: Osman Elkharraz, Sara Forestier, Sabrina Ouazani. VEN 29 febbraio, SAB 1 e DOM 2 marzo, h. 16.00/18.10/20.20/22.30 La voce segreta delle parole Continua a febbraio la rassegna La voce segreta delle parole – Il grande cinema in lingua originale. In programma nella Sala 2 del cinema Massimo quattro film di successo in versione originale con sottotitoli in italiano. Il calendario completo è in distribuzione presso la cassa del Cinema Massimo. Come sempre è possibile organizzare proiezioni mattutine per le scuole. Per informazioni: 011/8138516-517, e-mail: [email protected]. I film di febbraio Nella valle di Elah In the Valley of Elah di Paul Haggis (Usa 2007, 120’), v.o. inglese, sott.it. Giovedì 7 febbraio, h. 20.15/22.30 Factory Girl di George Hickenlooper (Usa 2006, 91’), v.o. inglese, sott.it. Giovedì 14 febbraio, h. 20.30/22.30 The Kingdom di Peter Berg (Usa 2007, 110’), v.o. inglese, sott.it. Giovedì 21 febbraio, h. 20.20/22.30 Il mio amico giardiniere Dialogue avec mon jardinier di Jean Becker (Francia 2007, 110’), v.o. francese, sott.it. Giovedì 28 febbraio, h. 20.20/22.30 Notiziario Associazione Museo Nazionale del Cinema Dopo Edoardo Sanguineti e Guido Ceronetti, un altro importane letterato, Gianni Celati, è stato invitato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema a parlare di cinema. Celati è uno dei più importanti romanzieri italiani contemporanei: le sue opere – pubblicate da Einaudi e Feltrinelli – sono tradotte in tutto il mondo. Traduttore egli stesso di molti scrittori anglosassoni, è anche autore di saggi, regista e sceneggiatore di documentari. Venerdì 1 febbraio alle ore 11.00, presso il DAMS dell’Università degli Studi di Torino, Celati parlerà del suo impegno nel campo del cinema; il pomeriggio, dalle ore 16.00, nella Sala 3 del Cinema Massimo, saranno proiettati - tutti a ingresso libero - i film La vita come viaggio aziendale di Paolo Muran (2007, 52’, di cui Celati ha scritto il testo), Sul 45esimo parallelo (1997, 50’, di Davide Ferrario) e Mondonuovo (2003, 55’, di Davide Ferrario); quest’ultimo sarà preceduto da una breve chiacchierata tra Celati e Ferrario. La sera, alle ore 21.00, Gianni Celati incontrerà il pubblico torinese presentando i tre film di cui ha curato la regia: Strada provinciale delle anime (1991, 60’), Il mondo di Luigi Ghirri (1999, 52’) e Visioni di case che crollano (2002, 56’). Il giorno precedente, giovedì 31 gennaio, alle ore 21.00, avrà luogo un incontro sull’opera letteraria di Gianni Celati presso Il Circolo dei Lettori, Palazzo Graneri della Rocca, via Bogino 9. All’iniziativa hanno collaborato il Museo Nazionale del Cinema, “Dietro la Cinepresa” del DAMS di Torino e Il Circolo dei Lettori. Il secondo grande ospite del mese di febbraio dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema sarà il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno che, tra il 26 ed il 28 febbraio, terrà a Torino un seminario a cura dell’Associazione Cinema Giovani e della Film Commission Torino Piemonte; alle ore 20.30 di giovedì 28 febbraio, presso la sala 3 del Cinema Massimo, Giuseppe Rotunno incontrerà il pubblico torinese introducendo la proiezione de Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, del quale ha firmato la fotografia. Il film di Visconti è inserito nella rassegna curata dal Museo Nazionale del Cinema che rende omaggio a Giuseppe Garibaldi in occasione del 200° anniversario dalla nascita. Nel mese di marzo partirà l’edizione 2008 di Piemonte Movie, ricca di scoppiettanti novità; l’iniziativa, coordinata come sempre da Alessandro Gaido, è realizzata in collaborazione con il Torino Film Festival, la Film Commission Torino Piemonte, il Museo Nazionale del Cinema e l’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Piemonte Movie 2008 si svolgerà dal 1 al 15 marzo, il programma - in via di definizione - sarà pubblicato sul prossimo numero de La rivista del cinema. Per maggiori informazioni: www.piemontemovie.com. Ci teniamo inoltre a ricordare due appuntamenti presso la sala del Cineforum dell’Istituto Sociale (Corso Siracusa 10, Torino), che vedrà coinvolti amici e collaboratori della nostra Associazione, sempre più simile ad una squadra allenata dal mister Walter Novellino, ricca di giovani e promettenti leve per il futuro del Sistema Cinema torinese: giovedì 7 febbraio alle ore 21.00, Silvia Taborelli di Franti Nisi Masa Italia e valida collaboratrice di Cinemambiente introdurrà Una scomoda verità di Davis Guggenheim, che ha come protagonista il neo Premio Nobel per la Pace Al Gore; il secondo appuntamento invece è fissato per giovedì 21 febbraio, sempre alle ore 21.00, con la proiezione di Still Life di Jia Zhang-Ke, Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del 2006. Il film sarà al centro del consueto dibattito coordinato dalla Dott.sa Clarissa Forte dell’Università degli Studi di Torino e da Luca Marzello, entrambi nuovi soci dell’AMNC, ma soprattutto studiosi e appassionati delle cinematografie orientali. Per chi volesse essere inserito nella mailing list dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema: [email protected]. Per maggiori informazioni: www.amnc.it. 10 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd febbraio MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd febbraio a cura di Silvio Alovisio e Micaela Veronesi come sottolinea Antoine de Baecque nella presentazione al volume dove – citando Truffaut – evidenzia l’aspetto più intimo, più personale di questa pratica, in cui i registi, parlando di sé, si svelano e rivelano aspetti inediti, intimi appunto, della loro personalità e del rapporto con il loro lavoro. E anche la lettura di queste lezioni si rivela un’esperienza intensa e personale; poco importa poi il sapere che spesso - quando parlano di loro stessi i registi amano inventare. I LIBRI DEL MESE •Fabio Rossi Lingua italiana e cinema Roma, Carocci, 2007, 127 p., 10 euro popolare e la sua macchina organizzativa si faceva industria dello spettacolo e dell’intrattenimento, studiosi di varie discipline iniziarono a occuparsi del nuovo medium, anche sondandone gli aspetti oscuri, come i suoi effetti sulla psiche umana. Cio che per esempio sconcerta di più l’autrice di questo libro molto raro è il fatto che al cinema “la folla inconscia si convince alla spicciolata e, quel che è peggio si deturpa l’anima ingenua del bambino”. L’autrice dice infatti di essersi resa conto di persona, assistendo al dialogo tra un bambino e la sua mamma prima dell’inizio di un film, di quanto il cinema riesce a condizionare negativamente l’immaginario dei suoi spettatori più giovani, meno esperti in fatto di morale e quindi più in balia di messaggi contradditori e spesso contrari all’etica comune. Ma chi sono per la scrittrice i “piccoli spostati” del titolo? Sono i giovani spettatori ma sono anche gli attori bambini, per i quali la vita è talmente diversa e sfasata da quella che è la vita dei bambini normali che i rischi per la sua stabilità psiche, ci spiega Cervellati, sono molteplici, e li elenca puntualmente, dedicando a ciascuno un capitolo: danni fisici, pericolose influenze immorali, conseguenze intellettuali… L’autrice si preoccupa dell’alimentazione dei piccoli attori, della loro presunta mancanza di sonno, del loro sviluppo fisico, ma ancora di più è convinta che la loro stabilità psichica e la loro integrità morale siano irrimediabilmente compromesse dall’essere attori. Così si dilunga, nell’ultima parte del libro, in teorie sulle buone prassi per preservare i fanciulli da tali pericoli e illustra metodi pedagogici che oggi ci sembrano ingenui. Tuttavia, Jolanda Cervellati si è occupata di problemi dell’infanzia per il resto della sua carriera ed è diventata poi una esperta di pedagogia molto nota e apprezzata. •Igor Tavilla Ordet di Carl Theodor Dreyer. Il miraggio kierkegaardiano Edizioni ETS, Pisa, 2007, 158. p., 14 euro Volumetto della serie didattica “Le bussole” dell’editore Carocci, questo libro dedicato al rapporto fra la lingua italiana e il cinema affronta un aspetto piuttosto originale, mai molto approfondito, quello dell’uso della lingua, nelle sue varie sfaccettature e con la sua evoluzione, nei film italiani. Dalle elaborate didascalie di Cabiria ai primi dialoghi “sonori” de La canzone dell’amore di Righelli, dall’uso del dialetto che accompagna trasversalmente il cinema dalle origini ai giorni nostri alla creatività linguistica dei film di Fellini, l’uso della lingua denota effettivamente un universo vario, in cui si mescolano molteplici istanze. Da un lato il cinema ha aiutato e risolto in parte il problema della diffusione di una lingua unica, non ancora così radicata agli inizi del Novecento, soprattutto nelle fasce di popolazione meno secolarizzata, dall’altro lato il contributo che il cinema ha dato alla diffusione di alcuni termini delle lingue straniere, inglese e francese soprattutto, che con il dopoguerra e nonostante l’affermazione nel nostro paese della pratica del doppiaggio, hanno lasciato numerose tracce anche di tipo gergale. Il volume affronta il tema della lingua nel cinema in modo cronologico, problematizzandone alcuni aspetti in sintonia con gli intenti didattici con cui è stato pensato. Resta comunque una lettura piacevole e interessante anche per chi voglia semplicemente approfondire l’argomento. •Aa.vv. Lezioni di cinema Milano, Castoro, 2007, 205 p., 20 euro Tra il 1991 e il 2006 al Festival di Cannes diversi registi si sono alternati nel condurre una “Lezione di cinema”, parlando del loro lavoro, dei loro metodi ma anche di loro stessi; di fronte a critici, cinefili, studenti, curiosi e appassionati, anno dopo anno, ciascun regista ha raccontato qualcosa di sé e dei propri film, dialogando con il suo pubblico. Ogni lezione inoltre è stata condotta da un interlocutore esperto (tra cui Michel Ciment, JeanClaude Carrière, Jean Gili), che ha guidato ogni regista nella sua lezione. Raccolte in un unico volume, queste lezioni costituiscono un eccezionale documento sul cinema e in particolare sul lavoro dei registi che vi hanno partecipato, e che ricordiamo in ordine cronologico: Francesco Rosi, Wim Wenders, Bertrand Tavernier, Volker Schlöndorff, André Delvaux, Andrej Koncalovskij, Milos Forman, Youssef Chahine, Theo Angelopulos, Agnès Varda, Wong Kar-wai, Nanni Moretti, Oliver Stone, Stephen Frears, Ousmane Sembene, Sydney Pollack. “Tempo e spazio della parola dei registi che parlano in prima persona”, larivista delcinema Mensile del Museo Nazionale del Cinema Anno VI - Numero 56- febbraio 2008 Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001 Se non ha torto Deleuze quando afferma che da Pascal a Bresson, da Kierkegaard a Dreyer si profila una comune linea di ispirazione sviluppata su una ricca serie di personaggi che esprimono altrettanti modi concreti di esistenza, allora il saggio di Tavilla rappresenta un ulteriore passo in avanti dell’itinerario filosofico che vede il cinema e/o i film ricoprire un posto di rilievo in quella che potremmo chiamare una “fenomenologia dello spettacolo”. Il tema filosofico kierkegaardiano affrontato è l’“assenza di fondamento” per cui la ragione da sola non è sufficiente ad afferrare una verità che non è mai “assoluta” (Hegel). Ciò comporta una riscoperta dell’individuo, del singolo. Il solo criterio possibile è la “scelta”, la “decisione” in opposizione alla categoria hegeliana della necessità. Ordet di Dreyer viene rivisto alla luce di tutto questo che ne è il “naturale” sostrato spirituale. Il confronto non avviene soltanto per contenuti, ma, a partire da essi, si vuole giungere e si giunge a qualcosa di più prezioso che è l’analisi estetica del film, quindi analisi delle inquadrature, del montaggio, della recitazione etc. Ciò rende il saggio robusto e originale. Scrive infatti Tavilla: “In Ordet, Dreyer sembra vincolare l’autonomia espressiva e la mobilità della macchina da presa alle direttrici della narrazione. La componente dinamica della regia pare esaurirsi nei lunghi ed elaborati movimenti di accompagnamento che enfatizzano i personaggi e i loro significativi spostamenti nello spazio. A questo fine Dreyer si avvale di un montaggio interno all’inquadratura, reso efficace da una perfetta coordinazione e complicità tra il movimento dei personaggi e quello della cinepresa”. Ma a ciò si aggiunge dell’altro. L’autore opportunamente ripercorre, nella prima parte del lavoro, la riflessione storico-critica della ricezione italiana (e non solo) del film che evidenzia bene come i dibattiti circa le relazioni che intercorrono tra cinema e filosofia fossero vivi, soprattutto a partire dagli anni cinquanta. Infatti, è proprio in quel momento storico che in Italia questo rapporto si va a intensificare grazie a un ripensamento dell’estetica in virtù delle nuove tendenze della filosofia in chiave fenomenologico-esistenzialistica. Tale dato è ritenuto oggi da chi scrive tutto da riscoprire, da ristudiare e il libro di Tavilla offre un’importante opportunità anche in questo senso. (Domenico Spinosa) IL ROMANZO DEL MESE •Drieu La Rochelle Fuoco fatuo Milano, SE, 2002, 125 p., 14,50 euro. “Tutto era semplice, chiaro, tutto era finito. O piuttosto non c’era stato inizio, non ci sarebbe stata fine. Non c’era che questo momento, eterno. Non c’era nient’altro, assolutamente nient’altro. Ed era il nulla, folgorante”. Il suicidio finale di Alain, protagonista del romanzo Fuoco fatuo (1931), è l’esito ineluttabile di questa rivelazione: la folgorazione del “niente” come unica possibilità di liberazione dal non senso, come sola risposta consapevole alla decadenza e alla mediocrità della vita. Malle nel 1963 recupera coraggiosamente il capolavoro nichilista di un grande scrittore “maledetto” (La Rochelle, fascista convinto, si era suicidato poco dopo la Liberazione) e lo ricolloca in una Parigi indifferente e vacua, segnata dalle inquietudini esistenzialiste e dalla deriva gaullista. Alain non è più un drogato, come nel romanzo, ma un alcoolista, ed è filmato da L’INTROVABILE DEL MESE RARITÀ DALLA BIBLIOTECA DEL MUSEO •Jolanda Cervellati Piccoli spostati San Vito al Tagliamento, Petracco e Paroni,1921, 225p. Tra la fine degli anni Dieci e i primi anni Venti, mentre il cinema stava diventando sempre più Hanno collaborato a questo numero Silvio Alovisio, Vittorio Sclaverani, Aldo Tassone, Micaela Veronesi, Gianni Volpi Ricerche Iconografiche Grazia Paganelli con la collaborazione di Silvio Alovisio, Antonella Angelini, Sonia Del Secco (Biblioteca Internazionale di cinema e fotografia “Mario Gromo”) Promozione e Comunicazione Maria Grazia Girotto Ufficio Stampa Veronica Geraci Direttore Responsabile Alberto Barbera Progetto grafico Carlo Cantono (Atelier abc) Resp. Programmazione e Coord. Redazionale Stefano Boni Grazia Paganelli Stampa Canale Redazione Via Montebello 22 - 10124 Torino Tel. 011.81.38.520 - Fax 011.81.38.530 [email protected] Museo Nazionale del Cinema Fondazione Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia ed immagine Via Montebello 22 - 10124 Torino Tel. 011.81.38.511 - Fax 011.81.38.558 www.museocinema.it Presidente Alessandro Casazza Direttore Alberto Barbera Malle con un’adesione più partecipe, quasi romantica, raggelata tuttavia dal ritmo dilatato delle sequenze, da un bianco e nero gravido di ombre e di freddo, e dalla malinconica rarefazione della musica di Satie. Il risultato è tra i più alti e rigorosi del cinema francese del dopoguerra: l’impossibilità di Alain di toccare sensibilmente la pelle del mondo, di trattenere le cose e le persone diventa, anche grazie a Maurice Ronet (mai più così grande), un lento congedo dello sguardo ontologico e delle sue possibilità conoscitive, la disperata affermazione di un’immagine che può nutrirsi solo della sua fine. IL DVD DEL MESE •Mario Bava Diabolik Italia-Francia, 1968, 96’, col. Negli Stati Uniti il film di Bava, trascurato da pubblico e critica alla sua uscita in Italia, è diventato col tempo un autentico cult. Per almeno vent’anni, ogni sabato a mezzanotte, un cinema di San Francisco ha proiettato Diabolik riempiendo sempre la sala. Ancora nel 1998 i Beastie Boys citano con divertita affezione cinefila sequenze e atmosfere del film nel videoclip di Body Movin’ (incluso nei contenuti speciali del dvd). Ora, dopo molti anni di attesa (dovuta, sembra, al fatto che la Paramount non possedeva i diritti della versione italiana), esce finalmente anche in Italia la pregevole edizione americana del film (comprensiva di alcune riprese eliminate nella copia italiana, tra cui la memorabile sequenza delle docce parallele di Eva e Diabolik): imperdibile, tra i contenuti speciali, il commento al film di John Philip Law, l’attore protagonista, e di Tim Lucas (autore di una recente monumentale monografia su Bava, All the Colors of the Dark, consultabile in biblioteca). L’ottima qualità della copia restituisce pieno smalto alle sperimentazioni cromatiche del regista, capaci di dare un rilievo visionario alle elaborate scenografie di studio e ai geniali effetti speciali “poveri” (un’inconfondibile firma di Bava). Dal punto di vista di chi adora il fumetto delle sorelle Giussani, il film (sia pure liberamente ispirato ad alcuni episodi dei primi anni della serie, apparsa nel 1962) sembra quasi come una sciocca parodia del personaggio: il Diabolik di celluloide non usa le maschere (principale risorsa del Diabolik di carta), sguazza nei dollari, ridacchia come uno psicopatico e usa il mitra, mentre Eva è solo un’icona sexy privata di qualsiasi indizio di materia grigia: il contrasto delude, sopratutto se si considera che negli episodi a fumetti del 1967-1968 i due personaggi erano già in piena maturazione. Ma se si prescinde dal fumetto, il film è un piccolo e giocoso capolavoro kitsch-pop. La pubblicazione è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema (Promozione per la Cultura Cinematografica) Si ringrazia REAR per il contributo alle attività del Museo Asja.biz Clean Planet annulla le emissioni di CO2 prodotte dalla Mole Antonelliana Ringraziamenti A.I.A.C.E., Torino • Bruno Boschetto, Torino • Gianni Celati, Londra • Centre National de la Cinématographie, Paris • Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Roma • Cineteca del Comune di Bologna • Citroën, Roma • Furio di Castri, Torino • Fandango, Roma • Davide Ferrario, Torino • Fondazione Cineteca Italiana, Milano • Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino • France Cinéma, Firenze • George Eastman House, Rochester (NY) • German Films Service + Marketing, Munchen • Goethe Institut, Torino • Groupama Assicurazioni, Roma • Lena Herzog, Los Angeles • Werner Herzog, Los Angeles • Kinowelt, Leipzig • Dave Liebman, Stroudsburg (PA) • Stefano Maccagno, Torino • Ministère des Affaires Étrangères, Paris • MultiServizi, Torino • NeonVideo, Borgo d’Ale (VC) • N.I.P., Torino • Kati Outinen, Helsinki • Pierrot e la Rosa, Bologna • Pyramide Distribution, Paris • Mauro Regis, Torino • Ripley’s Home Video, Roma • Giuseppe Rotunno, Roma • Scuola Holden, Torino • Fabrizio Sferra, Roma • Slow Cinema, Torino • Lucki Stipetic, Munchen • Irma Strehle, Munchen • Suomen Elokuva Arkisto, Helsinki • Teatro Regio, Torino • Peter Von Bagh, Helsinki • Werner Herzog Film, Munchen Cineteca del Museo Nazionale del Cinema / Personale della Multisala Massimo Un ringraziamento particolare a La Stampa – Torino Sette per il contributo alla diffusione della rivista. 11 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA IL CALENDARIO DEI FILM programma febbraio VENERDÌ 1 FEBBRAIO ° h. 16.00 La vita come viaggio aziendale di P. Muran (I 2007, 52’) segue Sul 45esimo parallelo di D. Ferrario (I 1997, 50’) segue Mondonuovo di D. Ferrario (I 2003, 55’) Prima di Mondonuovo, incontro con Gianni Celati e Davide Ferrario h. 21.00 Strada provinciale delle anime di G. Celati (I 1991, 60’) segue Il mondo di Luigi Ghirri di G. Celati (I 1999, 52’) segue Visioni di case che crollano di G. Celati (I 2002, 56’) Prima delle proiezioni, incontro con Gianni Celati ° DOMENICA 10 FEBBRAIO GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO h. 16.30 h. 18.15 h. 20.30 h. 22.00 h. 16.00 h. 18.10 h. 20.30 h. 22.30 Cuore di vetro di W. Herzog (G 1976, 93’, v.o. sott.it.) La ballata di Stroszek di W. Herzog (G 1977, 115’, v.o. sott.it.) Woyzeck di W. Herzog (G 1979, 82’, v.o. sott.it.) L’enigma di Kaspar Hauser di W. Herzog (G 1974, 110’, v.o. sott.it.) LUNEDÌ 11 FEBBRAIO h. 16.30 segue h. 18.15 h. 20.15 h. 22.30 Huie’s Sermon di W. Herzog (G 1980, 43’, v.o. sott.it.) God’s Angry Man di W. Herzog (G 1980, 46’, v.o. sott.it.) Wings of Hope di W. Herzog (G 1999, 65’, v.o. sott.it.) Rescue Dawn di W. Herzog (Usa 2006, 126’, v.o. sott.it.) Little Dieter Needs to Fly di W. Herzog (G/F/Gb 1997, 80’, v.o. sott.it.) h. 20.20/22.30 – Sala Due The Kingdom di P. Berg (Usa 2007, 110’, v.o. sott.it.) VENERDÌ 22 FEBBRAIO h. 15.30 Tutta colpa di Voltaire di A. Kechiche (F 2000, 131’) h. 18.00 Un anno con 13 lune di R.W. Fassbinder (G 1978, 124’) Al termine incontro con Virginio Liberti, Michele Di Mauro e Roberto Menin h. 21.00 Crazeologie di L. Malle (F 1953, 8’, v.o. sott.it.)§ segue Ascensore per il patibolo di L. Malle (F 1958, 88’, v.o. sott.it.) Le proiezioni saranno precedute da un incontro con Aldo Tassone * DOMENICA 3 FEBBRAIO MERCOLEDÌ 13 FEBBRAIO h. 16.30 Ten Thousand Years Older di W. Herzog (G 2001, 10’, v.o. sott.it.) segue Dove sognano le formiche verdi di W. Herzog (G/Aus 1984, 100’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il diamante bianco di W. Herzog (G 2004, 88’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Grizzly Man di W. Herzog (Usa 2005, 103’, v.o. sott.it.) segue Film Lesson n.3 di W. Herzog (G 1991, 60’, v.o. sott.it.) h. 16.30 segue h. 18.30 segue h. 20.30 h. 22.15 LUNEDÌ 4 FEBBRAIO GIOVEDÌ 14 FEBBRAIO h. 16.15 h. 18.30 h. 20.30 h. 21.45 segue h. 16.30 h. 18.30 h. 20.30 h. 22.30 Rescue Dawn di W. Herzog (Usa 2006, 126’, v.o. sott.it.) Little Dieter Needs to Fly di W. Herzog (G/F/Gb 1997, 80’, v.o. sott.it.) Wings of Hope di W. Herzog (G 1999, 65’, v.o. sott.it.) Huie’s Sermon di W. Herzog (G 1980, 43’, v.o. sott.it.) God’s Angry Man di W. Herzog (G 1980, 46’, v.o. sott.it.) * h. 16.00/18.30/21.00 Tutta colpa di Voltaire di A. Kechiche (F 2000, 131’) MARTEDÌ 12 FEBBRAIO SABATO 2 FEBBRAIO Pretty Baby di L. Malle (Usa 1978, 115’, v.o. sott.it.) La mia cena con André di L. Malle (Usa 1981, 110’, v.o. sott.it.) Atlantic City, USA di L. Malle (Usa/F 1980, 104’) Alamo Bay di L. Malle (Usa 1984, 103’) Crazeologie di L. Malle (F 1953, 8’, v.o. sott.it.) Ascensore per il patibolo di L. Malle (F 1958, 88’, v.o. sott.it.) Vive le Tour di L. Malle (F 1962, 18’, v.o. sott.it.) Zazie nel metrò di L. Malle (F 1960, 89’, v.o. sott.it.) Gli amanti di L. Malle (F 1958, 90’, v.o. sott.it.) Vita privata di L. Malle (F/I 1962, 103’, v.o. sott.it.) * h. 16.30 h. 18.10 h. 20.20 h. 22.30 * …e la ricerca della felicità di L. Malle (Usa 1986, 84’, v.o. sott.it.) God’s Country di L. Malle (Usa 1986, 95’, v.o. sott.it.) Pretty Baby di L. Malle (Usa 1978, 115’, v.o. sott.it.) La mia cena con André di L. Malle (Usa 1981, 110’, v.o. sott.it.) * * SABATO 23 FEBBRAIO h. 16.00 h. 18.00 h. 20.20 h. 22.30 Arrivederci ragazzi di L. Malle (F/G 1987, 104’, v.o. sott.it.) Milou a maggio di L. Malle (F 1989, 108’, v.o. sott.it.) Il danno di L. Malle (Gb 1992, 115’) Vanya sulla 42esima strada di L. Malle (Usa 1994, 119’) DOMENICA 24 FEBBRAIO h. 16.00 h. 18.10 h. 20.30 h. 22.30 Il danno di L. Malle (Gb 1992, 115’) Vanya sulla 42esima strada di L. Malle (Usa 1994, 119’) Milou a maggio di L. Malle (F 1989, 108’, v.o. sott.it.) Arrivederci ragazzi di L. Malle (F/G 1987, 104’, v.o. sott.it.) LUNEDÌ 25 FEBBRAIO Vita privata di L. Malle (F/I 1962, 103’, v.o. sott.it.) Gli amanti di L. Malle (F 1958, 90’, v.o. sott.it.) Fuoco fatuo di L. Malle (F/I 1963, 108’, v.o. sott.it.) Viva Maria! di L. Malle (F/I 1965, 120’, v.o. sott.it.) h. 16.30 h. 18.30 h. 20.30 h. 22.15 Alamo Bay di L. Malle (Usa 1984, 103’) Atlantic City, USA di L. Malle (Usa/F 1980, 104’) God’s Country di L. Malle (Usa 1986, 95’, v.o. sott.it.) …e la ricerca della felicità di L. Malle (Usa 1986, 84’, v.o. sott.it.) * h. 20.30/22.30 – Sala Due Factory Girl di G. Hickenlooper (Usa 2006, 91’, v.o. sott.it.) MARTEDÌ 5 FEBBRAIO MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO h. 16.00 h. 18.00 segue h. 20.30 segue segue Cobra Verde di W. Herzog (G 1987, 111’, v.o. sott.it.) La ballata del piccolo soldato di W. Herzog (G 1984, 46’, v.o. sott.it.) Echi da un regno oscuro di W. Herzog (G 1990, 91’, v.o. sott.it.) Invincibile di W. Herzog (Gb/G 2001, 133’, v.o. sott.it.) Demoni e Cristiani del nuovo Mondo di W. Herzog (G 1999, 35’, v.o. sott.it.) Film Lesson n. 4 di W. Herzog (G 1991, 60’, v.o. sott.it.) VENERDÌ 15 FEBBRAIO h. 21.00 – Sala Uno The Whispering Chorus di C.B. DeMille (Usa 1918, 81’, did.or. sott.it.)# Accompagnamento musicale dal vivo eseguito da Dave Liebman (sax), Furio di Castri (contrabbasso), Stefano Maccagno (pianoforte), Fabrizio Sferra (batteria) h. 16.00 h. 18.10 h. 20.15 h. 22.30 h. 16.00 Invincibile di W. Herzog (Gb/G 2001, 133’, v.o. sott.it.) segue Demoni e Cristiani del nuovo Mondo di W. Herzog (G 1999, 35’, v.o. sott.it.) segue Film Lesson n. 4 di W. Herzog (G 1991, 60’, v.o. sott.it.) h. 20.15 Cobra Verde di W. Herzog (G 1987, 111’, v.o. sott.it.) h. 22.15 Echi da un regno oscuro di W. Herzog (G 1990, 91’, v.o. sott.it.) segue La ballata del piccolo soldato di W. Herzog (G 1984, 46’, v.o.sott.it.) h. 20.15/22.30 – Sala Due Nella valle di Elah di P. Haggis (Usa 2007, 120’, v.o. sott.it.) h. 16.00 h. 18.10 h. 20.15 h. 22.30 Il ladro di Parigi di L. Malle (F 1967, 120’) Calcutta di L. Malle (F 1969, 105’, v.o. sott.it.) Soffio al cuore di L. Malle (F 1971, 118’, v.o. sott.it.) Umano troppo umano di L. Malle (F 1972, 75’, v.o. sott.it.) * Soffio al cuore di L. Malle (F 1971, 118’, v.o. sott.it.) Umano troppo umano di L. Malle (F 1972, 75’, v.o. sott.it.) Il ladro di Parigi di L. Malle (F 1967, 120’) Calcutta di L. Malle (F 1969, 105’, v.o. sott.it.) * * LUNEDÌ 18 FEBBRAIO h. 16.00 Fuoco fatuo di L. Malle (F/I 1963, 108’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Viva Maria! di L. Malle (F/I 1965, 120’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Ombre in paradiso di A. Kaurismäki (Fin 1986, 71’, v.o. sott.it.)§ Il film sarà presentato dall’attrice Kati Outinen e dai curatori della rassegna Peter Von Bagh e Guy Borlée h. 16.30 1860 – I Mille di Garibaldi di A. Blasetti (I 1934, 81’) h. 18.00 Camicie rosse di G. Alessandrini (I/F 1952, 99’) h. 20.30 Le retour de Jean di H-G. Clouzot (F 1949, 26’) segue Le mystère Picasso di H-G. Clouzot (F 1956, 78’) I film saranno presentati da Gianni Volpi * GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO h. 16.30 Juha di N. Tapiovaara (Fin 1937, 96’, v.o. sott.it.) h. 18.15 Surrogato di marito di V. Vaala (Fin 1936, 75’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Il Gattopardo di L. Visconti (I 1963, 205’)§ Prima del film, incontro con il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno h. 20.20/22.30 – Sala Due Il mio amico giardiniere di J. Becker (F 2007, 110’, v.o. sott.it.) DA VENERDÌ 29 FEBBRAIO A DOMENICA 2 MARZO h. 16.00/18.10/20.20/22.30 Wodaabe di W. Herzog (G 1989, 52’, v.o. sott.it.) Rintocchi dal profondo di W. Herzog (G 1993, 60’, v.o. sott.it.) Pilgrimage di W. Herzog (G 2001, 18’) Il diamante bianco di W. Herzog (G 2004, 88’, v.o. sott.it.) Ten Thousand Years Older di W. Herzog (G/Gb 2001, 10’, v.o. sott.it.) Dove sognano le formiche verdi di W. Herzog (G/Aus 1984, 100’, v.o. sott.it.) ° h. 22.00 – Sala Uno Gianicolo 1849 di L. Lambertini (I 2007, 20’) segue Calatafimi 1860 di L. Lambertini (I 2007, 20’) segue Caprera 2007 di L. Lambertini (I 2007, 20’) MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO * VENERDÌ 8 FEBBRAIO La schivata di A. Kechiche (F 2003, 117’) MARTEDÌ 19 FEBBRAIO h. 16.30 segue h. 20.30 h. 22.30 Cognome e nome: Lacombe Lucien di L. Malle (F 1974, 138’, v.o. sott.it.) Close Up di L. Malle (F 1976, 26’, v.o. sott.it.) Luna nera di L. Malle (F/G 1975, 100’, v.o. sott.it.) Place de la République di L. Malle (F 1974, 94’, v.o. sott.it.) * h. 17.30/22.30 – Sala Uno Daratt – La stagione del perdono di M-S. Haroun (Ciad 2006, 95’, v.o. sott.it.) ° SABATO 9 FEBBRAIO MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO h. 16.30 Cobra Verde di W. Herzog (G. 1987, 111’, v.o. sott. it.) h. 18.30 Dove sognano le formiche verdi di W. Herzog (G/Aus 1984, 100’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Wodaabe di W. Herzog (G 1989, 52’, v.o. sott.it.) segue Rintocchi dal profondo di W. Herzog (G 1993, 60’, v.o. sott.it.) segue Pilgrimage di W. Herzog (G 2001, 18’) h. 16.30 h. 18.30 h. 20.30 segue Gli Eventi del Mese Info INCONTRO CON GIANNI CELATI Venerdì 1 febbraio, h. 21.00 Sala Tre – Ingresso libero ° h. 21.00 – Sala Uno Il piccolo garibaldino (I 1909, 14’) segue I Mille di A. Degli Abbati (I 1912, 50’) Accompagnamento dal vivo al pianoforte eseguito dal M° Stefano Maccagno ° ° SABATO 16 FEBBRAIO DOMENICA 17 FEBBRAIO GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO h. 16.30 segue segue h. 20.30 h. 22.15 segue * MARTEDÌ 26 FEBBRAIO h. 16.30 Grizzly Man di W. Herzog (Usa 2005, 103’, v.o. sott.it.) segue Film Lesson n.3 di W. Herzog (G 1991, 60’, v.o. sott.it.) h. 20.30/22.15 Sette note in nero di L. Fulci (I 1977, 95’)§ KATI OUTINEN PRESENTA OMBRE IN PARADISO Lunedì 18 febbraio, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso euro 3,50 CULT! – SETTE NOTE IN NERO DI LUCIO FULCI Martedì 5 febbraio, h. 20.30/22.15 Sala Tre – Ingresso euro 3,50 IL RESTAURO DE I MILLE Martedì 26 febbraio, h. 21.00 Sala Uno – Ingresso libero ALDO TASSONE PRESENTA ASCENSORE PER IL PATIBOLO Martedì 12 febbraio, h. 21.00 Sala Tre – Ingresso euro 3,50 CORTI D’AUTORE HENRI-GEORGES CLOUZOT Mercoledì 27 febbraio, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso euro 2,50 DAVE LIEBMAN VS THE WHISPERING CHORUS Venerdì 15 febbraio, h. 21.00 Sala Uno – Ingresso int. euro 5,00, rid. euro 2,50 GIUSEPPE ROTUNNO PRESENTA IL GATTOPARDO Giovedì 28 febbraio, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso euro 3,50 Luna nera di L. Malle (F/G 1975, 100’, v.o. sott.it.) Place de la République di L. Malle (F 1974, 94’, v.o. sott.it.) Cognome e nome: Lacombe Lucien di L. Malle (F 1974, 138’, v.o. sott.it.) Close Up di L. Malle (F 1976, 26’, v.o. sott.it.) MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA Mole Antonelliana Via Montebello 20, Torino - Tel 011.81.38.511 mar. mer. gio. ven. dom. 9.00 - 20.00 sab. 9.00 - 23.00, lun. chiuso Biglietti Intero € 6,50 / ridotto € 5,00 (visitatori over 65 e studenti universitari fino a 26 anni, gruppi di almeno 15 persone con prenotazione obbligatoria, militari e forze di polizia, convenzioni). Ingresso ridotto € 2,00 giovani e scuole, ragazzi da 6 a 18 anni. Ingresso gratuito ragazzi fino a 5 anni, categorie professionali e personale per motivi di funzione, abbonamento Musei Torino+Piemonte Card, portatori di handicap e accompagnatore. * Week-end al Museo Visite guidate senza prenotazione Tutti i sabati e le domeniche ore 16.00 € 3,00 a persona + ingresso ridotto. Visite guidate su prenotazione Gruppi (max 25 pers.): Visita in italiano: euro 70,00 + biglietto di ingresso Visita adulti in altra lingua (inglese, francese, tedesco, spagnolo): euro 80,00 + biglietto d’ingresso. Visita per le Scuole € 60,00 + biglietto d’ingresso. Visite fisse weekend – visite in LIS € 3,00 a persona Prenotazione obbligatoria: Tel. 011.81.38.564/565 Orario: mar. - gio.: 9.00 - 16.30, lun. e ven.: 9.00 - 14.00 ingresso libero ingresso euro 2,50 § ingresso intero euro 3,50 # ingresso int. euro 5,00/rid. euro 2,50 °* Museo + Ascensore Panoramico Biglietti Intero € 8,00 Ingresso ridotto € 4,50 giovani e scuole, ragazzi da 11 a 18 anni. Biglietto ridotto € 6,50 (visitatori over 65, studenti universitari fino a 26 anni, gruppi di almeno 15 persone con prenotazione obbligatoria Museo, militari e forze di polizia). Ingresso gratuito ragazzi fino a 5 anni, categorie professionali e personale per motivi di funzione, Torino+Piemonte Card, portatori di handicap e accompagnatore. CINEMA MASSIMO Via Verdi 18 - Torino - Tel. 011 81.38.574 Sale 1 e 2 Intero € 6,50 Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18 e studenti universitari € 4,50 Anziani over 60 € 3,00 Abbonamento sale 1 e 2 (5 ingr.) € 20,00 Sala 3 Intero € 5,00 Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18 e studenti universitari (spett. serali) € 3,50 Anziani over 60 e studenti universitari (spett. pomeridiani) € 2,50 Abbonamento sala 3 (10 ingr.) € 30,00 BIBLIOTECA Via San Pietro in Vincoli 28 - Torino Tel. 011 81.38.590-591-592 Fax 011 52.14.784 [email protected] Orari di apertura: lun. - ven. 9.00 - 13.00 mar. - gio. 9.00 - 13.00, 13.30 - 17.30 mer. chiuso MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA Fondazione Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia ed immagine Via Montebello 22 - 10124 Torino Tel. 011 81.38.511 - Fax 011 81.38.558 [email protected] Nome e cognome: Io sottoscritto, estensore della presente richiesta, dichiaro di prendere atto dell’informativa fornitami dalla Fondazione ai sensi dell’art.10 della Legge 675/1996 ed acconsento liberamente, ai fini e per gli effetti di quanto previsto dall’art.11, comma 1° della Legge 675/1996 al trattamento dei dati forniti alla Fondazione, alla comunicazione e diffusione degli stessi ai sensi ed effetti di quanto disposto dall’art.20 della Legge 675/1996, per lo svolgimento di tutte le operazioni connesse alla preparazione e spedizione del programma. Dichiaro altresì di essere a conoscenza dei diritti riconosciutomi dall’art.13 della Legge 675/1996. Indirizzo (via, città, provincia, c.a.p.): Data e firma: Volete ricevere via mail o per posta informazioni e inviti alle serate organizzate dal Museo Nazionale del Cinema? Compilate questo modulo e consegnatelo alla cassa del Cinema Massimo oppure speditelo a Museo Nazionale del Cinema – Programmazione, via Montebello 22, 10124 Torino. E-mail: Età e professione: