- Palazzo Giacomelli - SABATO 17 DICEMBRE 2011 ore 17.00 Il Complesso d’Archi del Friuli e del Veneto presenta Staimi atenz, staimi a sintì musica e canti per il tempo dell’Avvento PROGRAMMA Arcangelo Corelli (1653 –1713) Concerto op. 6, n. 8 in sol minore Fatto per la notte di Natale Vivace – Grave Allegro Adagio – Allegro – Adagio Vivace Allegro – Pastorale – Largo Giuseppe Tartini (1692 – 1770) Sonata in la maggiore Pastorale Grave Allegro Francesco Manfredini (1884 – 1762) Concerto op. 3, n. 12 Pastorale per il S.S. Natale Largo - Allegro C ANTI TRADIZIONALI FRIULANI FR IULANI Anonimo Puer natus Staimi atenz, staimi a sintì Oreste Rosso (1911 – 2001) Il garofulut In cîl no je une stele Suspîr da l’anime Eseguono: Guido Freschi Tiziano Michielin Albero Ciaffaglione Riccardo Toffoli Maria Moreale Laura Toffoli violino violino viola violoncello violoncello soprano STAIMI ATENZ, STAIMI A SINTÌ Staimi atenz, staimi a sintì Al’orazion che ûs ai da dì Quant che nascè l’nestri Signôr Nascè une stele di grant splendôr Calà dal cîl un agnul biel E duc’ disevin che l’è Gabriel Vês di savè c’al è nassût Il Salvatôr in forme di frut Dulà c’al è no lu savês In t’une stalute lu ciatarês In te citât di Betelen In t’une gripie su un pôc di fen Ciantìn, sunìn di viulin Fasingi une danze a di chest fantulin Ciantìn, sunìn di sivilot Lis maraveis di cheste gran gnot Al è nassût il Redentôr Che l’ha di murì par tanc’ di lôr. Risalgono al XVI secolo alcuni canti di questua chiamati Canti della stella che si svolgevano durante il periodo natalizio. Ancora oggi questa tradizione è viva nell’Italia del Nord e commemora il ritorno della luce nel buio della notte invernale, simbolo per i cristiani della nascita di Cristo. Tradizionale della Carnia è il canto Puer natus eseguito in chiesa durante la liturgia natalizia e usato dai cantori adulti e bambini che la sera del 31 dicembre vanno di casa in casa, muniti di una stella di carta colorata collocata in cima ad un’asta che viene fatta ruotare per mezzo di una manovella, a raccogliere la questa. Anche Staimi atenz, staimi a sintì è un canto della tradizione carnica, è il racconto della Notte Santa e dei prodigi che accompagnano la nascita di Gesù. Probabilmente deriva da un’antica Sacra Rappresentazione in quanto ricalca uno schema narrativo e si conclude con l’invito alla danza; è accompagnata da strumenti popolari quali il violin e il sivilot (violino e zufolo). Il garofulu e In cil no je une stele sono due canti mariani tradizionali provenienti dalla bassa friulana che riecheggiano le antiche nenie natalizie. Molti canti mariani sono nati dalla devozione popolare e cantati durante novene, processioni, rogazioni e la festa del Perdon. Arcangelo Corelli (1653 – 1713) Violinista e compositore è considerato uno dei più importanti musicisti dell’epoca barocca, fondamentale è il suo contributo allo sviluppo alla forma musicale del “concerto grosso”. Studia a Bologna dove fa parte della Accademia Filarmonica, quindi si trasferisce a Roma dove dal 1679 è violinista presso il Teatro Capranica ed ha fra i suoi protettori i cardinali Benedetto Pamphilij, Pietro Ottoboni e Cristina di Svezia. Dà nuovo impulso alla forma musicale con la Sonata a tre di cui pubblicò quattro raccolte suddivise fra Sonate da chiesa e Sonate da camera. Fra le 12 Sonate per violino opera 5 spicca il brano La Follia. Il Concerto Fatto per la notte di Natale fa parte dei 12 concerti opera 6 composti nel 1714. Francesco Manfredini (1680 – 1748) Violinista e compositore studia con Giuseppe Torelli, è violinista a Ferrara, a San Petronio, a Bologna e alla corte di Monaco. Nel 1727 si stabilisce a Pistoia dove assume l’incarico di Maestro di Cappella del Duomo. Compone oratori e tre raccolte di musica strumentale. La Pastorale per il S.S. Natale fa parte dei 12 concerti grossi per archi e basso continuo. Giuseppe Tartini (Pirano d’Istria 1692 – Padova 1770) Nativo di Pirano d’Istria, ricevette le prime lezioni di musica al collegio dei “ Padri delle scuole” a Capodistria; studiò poi giurisprudenza a Padova, dove si fece notare anche come abile spadaccino in numerosi duelli. Lasciata Padova, in seguito ad un matrimonio contrastato con una damigella a cui dava lezioni, fuggì a Roma e poi in un convento ad Assisi, dove affinò l’arte del violino. In seguito fece parte dell’orchestra del teatro di Ancona, qui elaborò anche il “Trattato di musica secondo la vera Scienza dell’armonia”, nel quale spiega il fenomeno del “terzo suono”. A Padova fu primo violino dell’orchestra della Basilica del Santo. La sonata in la maggiore “Pastorale” è particolare per l’uso della scordatura del violino.L’uso delle note doppie del violino e la nota.