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Spazio Tre
XVI edizione
Teramo 2 - 27 maggio 2007
Programma
CINEMA
TEATRO
MUSICA
DANZA
Spazio Tre
Regione Abruzzo
Provincia di Teramo
Comune di Teramo
Fondazione della Cassa di Risparmio
della Provincia di Teramo
www.maggiofesteggiante.it
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2007
Ideazione e Direzione artistica
SILVIO ARACLIO
Sezione Cinema Maggio Italiano
Ideazione
FABIO BO - SILVIO ARACLIO - LEONARDO PERSIA
Organizzazione
LEONARDO PERSIA - SILVIO ARACLIO
Sezione Musica Teatro Danza
Ideazione
SILVIO ARACLIO - CARLA PIANTIERI
Organizzazione
CARLA PIANTIERI
Ufficio Stampa
MIRELLA LELLI
Segreteria
MANUELA LAMONICA
Immagine del Maggiofest
STEFANO CANULLI
Progetto grafico e realizzazione catalogo
PIERO ASSENTI
Stampa
EDIGRAFITAL S.P.A.
Documentazione video del Maggiofest
PRODEO SNC
Collaboratori:
Piero Assenti, Vincenzo Castaldo, Simona D’Amico,
Marianna Lamonica, Vincenzo Macedone
Ringraziamenti: Giovanni Minerba (direttore del
Festival Gay di Torino), Luigi Ponziani (direttore
Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico - Teramo),
Karin Annell, Massimo Dottorini, Rita Gambacurta,
Antonio D'Orazio.
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B
envenuti alla sedicesima edizione del Maggiofest! Quest'anno la sezione Cinema del nostro Festival apre con
una preziosa incursione cinematografica dal titolo Demoni & Gay che prende in esame il rapporto tra cinema, letteratura e omosessualità: un esperimento che attraverso dodici film mette a confronto le due scritture con un genere, il cinema gay.
La sezione Cinema continua con Maggio Italiano-Cinema d'autore dedicando la personale di quest'anno a Saverio
Costanzo, un giovane regista che si è imposto prepotentemente all'attenzione del pubblico e della critica attraverso due
film impegnati e fortemente autoriali.
Ancora Cinema con la proiezione in prima nazionale della copia restaurata di Hamlet, film muto del 1920 interpretato dalla grande attrice danese Asta Nielsen. Il film, presentato con successo al Festival di Berlino, sarà accompagnato dal vivo
dalla colonna sonora originale realizzata dal musicista tedesco Michael Riessler e dal duo teramano Lisma Projet (Enrico
Melozzi e Stefano De Angelis).
Per il Teatro il Maggio propone due spettacoli che verranno presentati a Spazio Tre Teatro:una novità italiana, Turbamenti
notturni, scritto e diretto da Riccardo Reim e Mozart e Salieri di Puskin, con il teramano Giacinto Palmarini e Daniele
Salvo che ne cura anche la regia, le musiche dello spettacolo (variazioni su Mozart ) verranno eseguite dal duo teramano
Lisma Project.
E' affidata ad Abbondanza/Bertoni la sezione Danza del Maggio: la Compagnia, tra le più interessanti del panorama italiano, presenterà Polis, uno spettacolo concepito su uno stile di danza di punta di avanguardia di altissima tensione visionaria e onirica.
Maggiofest chiude festosamente con un concerto di piazza diretto da Ambrogio Sparagna & Orchestra Pizzicata:
come nella Notte della Taranta , di cui Sparagna è stato Maestro Concertatore, si potrà danzare al ritmo di balli popolari tra
organetti, chitarre, mandolini e tamburelli.
Infine da non perdere un'incursione del Maggio nell'Arte con l'Installazione/Polittico dell'artista marchigiano Marco
Fulvi nei locali di Torre Bruciata.
Speriamo che il nostro Festival vi appassioni e vi diverta: noi ce l'abbiamo messa tutta!
Il Direttore Artistico
Silvio Araclio
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Calendario
CINEMA · Maggio Italiano
Cinema d’autore SAVERIO COSTANZO
Lunedì 7 maggio
Multisala Smeraldo
Ore 18.00 SALA ROSSA (75’) - Ore 21.15 PRIVATE (90')
Martedì 8 maggio
Multisala Smeraldo
Ore 18.00 PRIVATE (90’) - Ore 21.15 IN MEMORIA DI ME (115’)
a seguire incontro con il regista Saverio Costanzo e il critico Fabio Bo
DEMONI & GAY Letteratura e omosessualità nel Cinema
Sala Polifunzionale della Provincia
Mercoledì 2 maggio
Genet, commediante e martire
Ore 21,00 UN CHANT D'AMOUR (30’) di Jean Genet
Ore 21.30 QUERELLE DE BREST (118’) di Rainer W. Fassbinder
intervengono i critici Fabio Bo e Leonardo Persia
Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico (Sala audiovisivi)
Giovedì 3 maggio
Michael & David: Cunningham e Leavitt
Ore 15,00 UNA CASA ALLA FINE DEL MONDO (120’) di Michael Mayer
Ore 17.00 FOOD OF LOVE (110’) di Ventura Pons
Venerdì 4 maggio
Eros e Thanatos
Ore 15,00 PRIMA CHE SIA NOTTE (125’) di Julian Schnabel
Ore 17.00 PLATA QUEMADA (125’) di Marcelo Piñeyro
Mercoledì 9 maggio
L-World
Ore 15,00 AIMÉE & JAGUAR (126’) di Max Fürberböck
Ore 17.00 L'ALTRA METÀ DELL'AMORE (103’) di Léa Pool
Giovedì 10 maggio
Gioventù bruciata
Ore 15,00 MYSTERIOUS SKIN (99’) di Gregg Araki
Ore 17.00 NOTTI SELVAGGE (126’) di Cyril Collard
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Venerdì 11 maggio
Sex, drugs & rock&roll
Ore 15,00 VELVET GOLDMINE (110’) di Todd Haynes
Ore 17.00 LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE (110’) di Roger Avary
Giovedì 24 maggio
ASTA NIELSEN'S HAMLET film muto di Sven Gade (1920)
colonna sonora originale dal vivo Michael Riessler/Lisma Project
Prima nazionale
Sala Polifunzionale della Provincia Ore 21.15
TEATRO
Lunedì 14 maggio
TURBAMENTI NOTTURNI scritto e diretto da Riccardo Reim
con Manuele Morgese e Armando Pizzuti
Spazio Tre Teatro Ore 21.15
Lunedì 21 maggio
MOZART E SALIERI di A.S. Puskin
con Giacinto Palmarini e Daniele Salvo
regia Daniele Salvo
musiche di Mozart - adattamento e esecuzione Lisma Project
Spazio Tre Teatro Ore 21.15
DANZA
Giovedì 17 Maggio
Compagnia ABBONDANZA/BERTONI
Teatro Comunale
Ore 21.15 - POLIS
MUSICA
Domenica 27 Maggio
AMBROGIO SPARAGNA & ORCHESTRA PIZZICATA
Piazza Sant'Anna
Ore 21.30 - TARANTELLA D'AMORE - Concerto di Balli Popolari & Serenate
Installazione/Polittico di Marco Fulvi
Mercoledì 16/Domenica 27
Torre Bruciata, via Antica Cattedrale Ore 18.00 - 20.00 Teatro Comunale
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CINEMA
Lunedì 7 maggio
ore 18,00
ore 21,15
Martedì 8 maggio
ore 18,00
ore 21,15 - Autore in sala
SAVERIO COSTANZO
Multisala Smeraldo
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Cinema d’autore
SAVERIO
COSTANZO
Convulsa e febbrile oppure sobria e laconica, spia. La macchina da presa bracca e sorveglia, pedina e origlia, si muove affannosa e a scatti (imbracciata a mano) con manovre e
criteri che sembrano mutuate dalle linee guida del “Dogma” di Lars Von Trier (Private) o,
fluida e sdrucciolevole, scivola sui carrelli, s'impunta, solidificata da un pensiero o da un
improvviso raccoglimento, nella fermezza d'un piano fisso (In memoria di me).
Eppure il voyeurismo (intellettuale ma non per questo incorporeo) che pure pare rappresentare l'ipotetico (strategico?) punto di partenza -uno sguardo impassibile e impossibile da
colmare, una tensione virtuosa e virtuale- sprigionato dal cinema di Saverio Costanzo non
è mai pratica invasiva, non è un impertinente elemento ricattatorio che sottende alle storie raccontate, non subordina l'occhio che vede alla materia che plasma.
La guerra -o meglio, la sua dimensione segreta e riservata (parliamo di Private: non
è un caso che “private”, in inglese, voglia dire, allo stesso tempo, “intimo” e “soldato”) e la religione di In memoria di me -o meglio la propaganda fide intesa come
missione o come disciplina, come vocazione o come persuasione- siano solo apparati (e nientemeno che di discipline imponenti) dai quali estrarre una storia individuale, strappare un lembo di veridicità, carpire un'autenticità a misura d'uomo,
ben oltre l'epocale conflitto storico-territoriale, al di là della coscienza misticoconfessionale.
I due film di Costanzo, apparentemente così distanti l'uno dall'altro sia tecnicamente che ideologicamente (guerra/pace, morte/rinascita, il mestiere
delle armi e il mistero della fede), ci appaiono in realtà come un
dittico.
La prima ragione l'abbiamo già evidenziata (il voyeurismo),
la seconda è strutturale, organica, studiata: in entrambi si
filmano luoghi chiusi (casa e chiesa) nei quali il regime
di claustrofobia è indotto, in qualche modo, per necessità o per scelta.
In Private ci troviamo, nostro malgrado, nei territori
circoscritti e circospetti d'un Kammerspiel dove i
personaggi si muovono, agitandosi, nel cuore pulsante d'una tragedia che diventa anche un po'
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BIOFILMOGRAFIA
farsa, dove i conflitti tra le parti in causa (israeliani e palestinesi), lungi dal collidere solo tra loro, deflagrano al loro stesso interno, corrompendosi, compenetrandosi, contraddicendosi. L'occhio di Costanzo non
è affatto trasparente imparzialità visiva ma, a poco a poco, diviene corresponsabile della destabilizzazione, della rovina, delle dinamiche (auto)distruttive: se sono le pareti, i muri o i due piani della casa (la “casa comune”) a porsi come barriere oggettive, è l'anta socchiusa di un
armadio a restituire a tutti coloro che “guardano” (la ragazza palestinese, il regista, lo spettatore e, quando l'epilogo sta per compiersi ma
non per estinguersi virando verso la metafora, anche lo sguardo furtivo
e connivente d'un soldato israeliano) una verità possibile e condivisa, anche se non condivisibile, un'autenticità che abbatte le ipocrisie ideologiche e torna, per un momento, curiosa indiscrezione, simulazione di convivenza, quotidianità.
Nella Memoria di me la claustrofobia è isola, clausura, spazio mentale, enfasi spirituale
dove il “fuori” è parvenza, quasi un simulacro, la Venezia più assente, astratta e snaturata nella storia del cinema, presagita (quasi fellinianamente) dal passaggio in controluce
d'un bastimento. Il “dentro” è un apparato riprogettato e profanato dalle inquadrature, prima che dalle sue stesse architetture: un atrio, i corridoi, le grandi vetrate, porte dalle quali entrare, uscire e osservare segretamente. Il film introietta al suo interno, quasi a volersene subito sbarazzare, i suoi tributi cinefili (ovviamente Bellocchio, Nel nome del padre di
cui elegantemente evoca anche il titolo, e poi Olmi e Bresson) ma prende le distanze anche dalla traccia di partenza (il romanzo di Furio Monicelli, Lacrime impure) riducendo l'omoerotismo a citazione (quasi) evangelica pur senza rimuovere le plausibili implicazioni, anche carnali. Ma nella apposizione e contrapposizione dei due aspiranti gesuiti, la “mente”
(Christo Jirkov) e il “corpo” (Filippo Timi) e della loro ambiguissima triangolazione con il padre superiore (André Henniche), il percorso e l'elevazione spirituale, la dottrina cattolica, i
fini e i mezzi quasi soccombono rispetto al grande, irrisolto mistero delle coscienze individuali, entrambe assolte dai due (simili, equiparabili) sorrisi tentatori (equivoci, conturbanti) che sigillano il film, proprio quando esso, inesorabilmente, si apre al mondo mostrandocene uno stralcio, un'apparenza.
La terza ragione che accosta tra loro le due opere è, invece, più squisitamente cinematografica. La sovrastruttura “impegnata” e “autoriale”, addirittura filosofica, ostentatamente
metaforica, è percorsa dal fremito idiomatico, abilmente artefatto, sottilmente celato e sleale del genere: il thriller che, al contrario del “giallo” non deve necessariamente spiegare o
razionalizzare. Un thriller dell'anima, per così dire: dove vittime e carnefici s'intralciano e si
confondono ma dove la suspence (la sospensione…) è destinata a restare irrisolta, quasi
che i film ne volessero assorbire completamente stilemi e climax, inghippi e colpi di scena
e intendessero consegnarsi a dei non-finali. Un non-finale che in Private quasi si riavvolge
su se stesso rendendosi grottesco e kafkiano e che nella Memoria di me sbandiera, sadomasochista e riluttante, l'assoluzione plenaria ai suoi tormentati eroi e alle loro “scelte”
definitive, come se, introflettendosi, il film implodesse, lasciando agli spettatori, ormai prigionieri di quelle insondabili ed elusive geometrie, la sensazione di essere più che partecipi, conniventi, più che responsabili storditi.
Fabio Bo
SAVERIO COSTANZO è nato a Roma nel
1975. Si è laureato in sociologia delle comunicazioni ed è stato autore di alcuni
programmi radiofonici e televisivi. Nel
1999 si è trasferito a New York dove ha
iniziato la collaborazione con importanti
documentaristi americani.
Come regista ha realizzato 2 documentari
(Caffè Mille Luci e Sala Rossa). Private era
il suo primo lungometraggio, vincitore di
svariati premi all'estero ed in Italia, il
Pardo d'oro a Locarno 2004 e il David di
Donatello 2005 per nominare i più importanti. Il suo secondo lungometraggio, In
Memoria di me, è stato l'unico film italiano in concorso alla Berlinale 2007.
E' uscito nelle sale in Italia in marzo 2007.
2001 Caffè Mille Luci
2002 Sala Rossa
2004 Private
2007 In Memoria di me
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CINEMA
SALA ROSSA - RED ROOM
Regia, sceneggiatura, fotografia: Saverio Costanzo
Montaggio: Lua Benetti Produzione: : Mario Gianani/Offside
Anno: 2002 Durata: 75'
Codice Rosso: al pronto soccorso significa pericolo di morte. Nella
Sala Rossa un'equipe composta da due medici, uno specializzato
e un infermiere, lavorano per mantenere o riportare in vita. La porta scorrevole è un confine oltre il quale l'emergenza è la normalità, la normalità è l'assurdo e la morte è solo un momento del fluire della vita.
«Questo lavoro è una docu-fiction nata da un'osservazione “partecipante” di cinque mesi all'interno del luogo dove gli assoluti della vita e della morte si relativizzano. I membri delle equipe sono i
protagonisti. Che rapporto hanno con la vita? Quanto riescono a
lasciare dentro la Sala Rossa a fine turno e quanto portano nel privato? Cosa significa lavorare costantemente tra la vita e la morte?
Cosa significa abituarsi alla morte?» (S. Costanzo).
SAVERIO COSTANZO
PRIVATE
Regia: Saverio Costanzo Sceneggiatura: Saverio Costanzo,
Camilla Costanzo, Alessio Cremonini, Sayed Oashua Montaggio:
Francesca Calvelli Musica: Alter Ego Anno: 2004 Durata: 90'
Docente di letteratura inglese in Palestina, Mohammed vive con la
moglie e i cinque figli in una casa situata tra un villaggio palestinese e un insediamento israeliano. L'abitazione finisce per subire
gli attacchi incrociati delle parti in lotta, diventando un sito altamente strategico. L'esercito israeliano decide di occuparla ma, nonostante l'invasione dei soldati israeliani, Mohammed si rifiuta categoricamente di abbandonarla. Fedele ai principi della non
violenza, è convinto che si possa trovare un'intesa.
Niente carri armati, niente kamikaze, niente guerra sbattuta sullo
schermo, ma la vita quotidiana di una famiglia palestinese nei
Territori occupati da Israele, la cui abitazione viene “invasa” da una
pattuglia israeliana che deve tenere la situazione sotto controllo.
Quale situazione? Il film non dice, nel senso che non sta a raccontare come in un saggio storico il perché e il per come, ma riesce a
calarti perfettamente nel clima dell'occupazione israeliana nei
Territori, nella tensione costante che comporta per chi si ritrova a
viverla sia esso israeliano o palestinese, nell'attesa-paura del peggio che può capitare in qualsiasi momento.
La stessa sensazione che si prova quando ci si ritrova lì, ma poi
per mestiere - nel caso del giornalista - devi raccontare “solo” la
politica, o devi ragionare a tutti i costi, senza fermarti più a chiederti come si viva di giorno in giorno dentro quella guerra “che
non è una guerra”, come ha detto il giovane Costanzo, una guerra - diremo noi - che è come l'aria che cammina. Drogati dai telegiornali e tiranneggiati dalla cronaca del sangue, del conflitto israelo-palestinese alle nostre latitudini non si percepisce più questa
dimensione psicologica che è poi la dimensione del quotidiano
per gente comune in Israele/Palestina che non si chiama né
Sharon né Arafat.
Troppo spesso per noi il palestinese o l'israeliano diventano solo
maschere tragiche, che si allontanano da un comune sentire, per
non parlare di quelle posizioni ideologiche dure che tendono a ridurre un conflitto tanto complesso e delicato a una brutta storia
western, con i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. (Marcella
Emiliani, Il Messaggero)
Nasce da qui, da questa coercizione a un dialogo senza dialogo, un rapporto di convivenza in cui la violenza non deborda in
azioni corporali o sanguinarie, ma indossa un vestito psicologico che è una camicia di forza in grado di bloccare polsi e cavi-
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glie. Spazi compartimentati con il righello dello psicodramma,
quindi, per una palazzina che si trasforma in una pentola a pressione. Potrebbe esplodere da un momento all'altro, la tensione
non permette boccate d'aria tante sono le mine vaganti che sembrano scortare i passi dei nostri protagonisti. Come la curiosità
della figlia maggiore di Mohammad che infrange più volte il tabù della scale tra un piano e l'altro per andare a rinchiudersi dentro un armadio e spiare i soldati israeliani. Uno sguardo clandestino che attraverso la feritoia di uno spiraglio umanizza le
uniformi del nemico, sentendole parlare di calcio, musica e relazioni sentimentali. O ancora l'irruzione di un desiderio adolescenziale di vendetta da parte del fratello che scantona dall'esempio pacifico del padre per proiettarsi con l'immaginazione
in un televisore nei panni di un combattente-kamikaze armato
fino ai denti.
Nell'impossibilità di mettere in marcia una comunicazione che
si azzoppa nella troppa vicinanza, soltanto chi avrà l'occhio per
trafugare un piccolo sguardo di complicità nei confronti del nemico riuscirà a trovare l'oasi di una piccola salvezza.
Chiudendosi in un'unica scatola simbolica, il film riesce ad accendere il nervo di una suspense che preme le dita sul conflitto
mediorientale per farlo albergare su un pianerottolo più universale. E gli scossoni d'immagine in stile simil-dogma non possono che remare nella stessa direzione. Riprendendo i corpi da una
distanza ravvicinata, la camera digitale di Costanzo si fa matita
visiva, schiaffeggia l'aria viziosa della casa, sbatte contro le pareti, fruga e si sporca nelle sgranature emotive che vanno a rincorrere i respiri dei protagonisti. Sì, Private è proprio un bel film
e non ci stupirebbe se ce lo ritrovassimo da qualche parte in zona-Pardo. (Lorenzo Buccella, L'Unità).
IN MEMORIA DI ME
Regia e sceneggiatura: Saverio Costanzo Fotografia: Mario
Amura Montaggio: Francesca Calvelli Musica: Alter Ego
Produzione: Offside, Medusa Anno: 2007 Durata: 118'
Interpreti: Christo Jivkov, Filippo Timi, Marco Baliani, André
Hennicke, Fausto Russo Alesi.
Andrea, un giovane di successo che sta attraversando una cri-
si personale, decide di entrare in un monastero gesuita, sito in
un isolotto della laguna veneziana. Qui, durante il processo
di assimilazione dei riti che regolamentano la vita della comunità, ha modo di conoscere Fausto e Zanna, altri due novizi...
(…) non bisogna appiattire in chiave sociologica un film complesso e sfuggente che dà forma a conflitti difficili da rappresentare con immagini di grande rigore e suggestione (lode alla fotografia di Mario Amura e a una colonna sonora molto
presente senza essere invadente). E pensiamo a quel vasto corridoio tirato a lucido su cui sembrano scivolare e perdersi i dubbi dei protagonisti, al mondo esterno concentrato in pochi scorci, al misterioso ectoplasma che una notte appare ad Andrea
(uomo, donna, anima? E chi è la figura inanimata che giace in
infermeria?). Ma soprattutto a quell'inattesa galleria di ritratti
eseguiti da Zanna che in sottofinale sembra condensare le due
strade del film. Da un lato (Andrea), il convento, la parola, la
rinuncia (forse l'ipocrisia). Dall'altro (Zanna) le immagini, delle quali il padre maestro (Marco Baliani) insegnava a diffidare,
dunque le infinite forme dell'esistente, la fuga, la libertà, insomma il mondo. Non è difficile capire a chi vanno le simpatie dell'autore. E' bello che accanto a lui ci sia un pugno di ottimi attori scelti con la libertà e il rigore che ispirano tutto il film.
(Fabio Ferzetti, Il Messaggero).
Un film interessante, raro. Ben fatto, eppure ingannevole. La
religione c'entra poco, anche se il titolo riproduce le parole di
Gesù istitutive dell'Eucarestia («Farete questo in memoria di
me»), anche se la vicenda si svolge in un convento veneziano
che sembra piuttosto un luogo interiore. Un giovane bello e intelligente in cerca di equilibrio partecipa al noviziato, un periodo di esercizi spirituali per la preparazione al sacerdozio. La
storia è suggerita da Le lacrime impure di Furio Monicelli.
Pochissime parole. Ritmi pacati, studio; lavori bassi come lavare il pavimento, severità, pasti accompagnati da musiche leggere. Domande, risposte. «Cosa vuoi diventare?», «Una persona»;
«Perché sei qui?», «Perché ho paura». Insegnamenti simili a quelli impartiti nelle scuole del partito comunista d'un tempo: devi
denunciare i compagni colpevoli, devi imparare a dissimulare
la sofferenza, a non desiderare, a diventare indifferente a tut-
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CINEMA
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SAVERIO COSTANZO
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SAVERIO COSTANZO
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to. Deve aver proprio ragione il regista quando parla di «una
specie di incapacità (sua, della sua generazione), di impossibilità di scegliere in modo definitivo: l'esistenza con una donna, un lavoro, uno stile di vita... alla fine si resta nel limbo di
un'interminabile adolescenza...». Il suo convento così bello,
filmato così bene, sembra piuttosto una comoda prigione volontaria, scelta nel timore di smarrire se stesso in una libertà
disperata. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
Toh, chi si rivede: nei panni del catecumeno Andrea c' è
Christo Jivkov, il condottiero morente di Il mestiere delle armi di Olmi, un autore al quale il film rimanderà spesso. Perfino
nell' espressione stranita e spaurita del protagonista, che può
ricordare l' impiegatino di Il posto. Nel muoversi fra i gesuiti
freddi e cortesi, nell' imbarazzante compagnia di confratelli
che non comunicano, l' impassibile Andrea sembra anche una
sorta di Buster Keaton rivisitato in chiave misticheggiante. In
prima battuta e in primissimo piano, il nostro biascica una
smozzicata confessione sui motivi che l' hanno portato in seminario. Il principale? «Diventare una persona». (…) Di questo film da meditazione, memore anche dei tempi lenti di
Bresson, si assaporano le splendide immagini, la cornice monumentale dell' isola di San Giorgio e i volti indagati dall'
obiettivo. I passi, i rumori delle stoviglie o dei secchi della pulizia sovrastano le parole; e a questo proposito va notato che
nel cinema i silenzi sono più silenziosi che in letteratura, dove hanno bisogno di essere raccontati. In memoria di me è un
film laicamente traboccante di spiritualità quanto vuoto di racconto, dove l' intensità dell' attenzione che pretende (e fino a
un certo punto ottiene) si smorza nel compiacimento dei tempi morti. Al di là della vetrata la vita continua: i bastimenti
transitano, risplendono le luci della città, scoppiano all' improvviso i fuochi artificiali. Ma all' interno i drammi restano
segreti, non detti, l' atmosfera di coercizione sostenuta occasionalmente da meschine forme di spionaggio non suscita pulsioni libertarie o ribellioni alla Jean Vigo. Nel gruppo sonnambolico dei catecumeni qualcuno tentenna, si fa delle
domande, dà la testa nel muro. In tale contesto accelerare il
passo, sbattere le cose, cacciare un urlo è l' unica forma di protesta possibile. Il clima è preconciliare, come se nella Chiesa
dai tempi del romanzo non fosse passato l' ecumenismo di
Papa Giovanni, la ricerca di assoluto è di tipo nombrillistico.
Alla fine, scontenti tutti, dallo spettatore laico al cardinal Ruini:
sono equiparate le scelte di chi se ne va e di chi rimane, di chi
interpreta la fede come missione d' amore o viceversa come
disciplina imposta e accettata, il tutto in forma di obiettività rispettosa quanto inerte. Fra un echeggiare di cori angelici, questo nobile film scava nel mistero dei volti alla ricerca delle anime con il rischio di trovare il Nulla. (Tullio Kezich, Il Corriere
della Sera).
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CINEMA
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ore 21,00
Sala Polifunzionale della Provincia
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Venerdì 4 maggio
Mercoledì 9 maggio
Giovedì 10 maggio
Venerdì 11 maggio
DEMONI & GAY
ore 15,00
Biblioteca Provinciale
Sala audiovisivi
DEMONI
& GAY
E' diventato un genere a sé? Come il western, il thriller, a commedia o il melò?
O più precisamente, proprio come indica l'accezione “moderna” (e politically correct)
nella quale rientra a tutt'oggi, tra le attitudini sessuali, anche l'omosessualità, il cinema gay possiede ormai una for te “identità di genere”?
I film “a tematica” (pessima definizione, tutto sommato: anche i Festival specifici, forse, dovrebbero cominciare a provare a farne a meno) sono ormai una categoria, una
classificazione, un insieme che i generi travalica, riconsidera, percorre.
Happy Together non è forse un melò? Brokeback Mountain non è forse un western?
Cruising non è forse un thriller? In&Out non è forse una commedia?
Per anni, per lustri, per decenni cancellata, censurata, vituperata oppure abilmente sottintesa, evitata o velata (la bibbia che racconta quest'epopea di rimozioni e censure,
Lo schermo velato di Vito
Russo, è ormai un classico
tout cour t della critica), la
“tematica” è letteralmente
esplosa sugli schermi (piccoli e grandi) negli ultimi
vent'anni.
Registi, attori, sceneggiatori, produttori, attori, film si
“dichiarano” omosessuali
senza più problemi, talvolta
traendone anche vantaggi
estetici
e
economici.
Schematizzando fino a rasentare la banalità antropologica possiamo dire che i
gay (e le lesbiche e i transgender) sono balzati, in un
arco di tempo brevissimo,
da malati cronici o immagi-
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I film
nari, da potenziali suicidi, da inguaribili per versi, insomma da reietti senza via di scampo, a simpatici ragazzi della por ta accanto, a cow-boys, a fate ignoranti, a priscille, a
belli e dannati, a oggetti (di consumo) del desiderio collettivo.
La riconquistata (o ricostruita) “identità di genere” ha restituito loro dignità e visibilità,
prestigio e fama. Nel bene e nel male. Con pregi e difetti. Tra alti e bassi. Ossia: ora
possiamo finalmente permetterci il lusso di giudicare i “loro” film come veri e propri
film, non solo come pellicole di genere ma assolvibili o deprecabili in quanto cinema.
Cinema e basta.
Non solo. L'epocale rilettura della storia dell'omosessualità (un revisionismo por tato
avanti in tutti i campi dello scibile soprattutto dalle università americane e dai loro “gay
essays”) ci consente di fare qualche passo in avanti rispetto alle tesi “militanti” e partigiane (seppur impor tantissime) del grande Vito Russo.
E' quello che intende fare, nel suo piccolo, Demoni&Gay, la neonata e preziosa incursione cinematografica del Maggiofest in questi argomenti, naturalmente ben più complessi e ar ticolati di quanto spazi e tempi ci permettano di realizzare. Il nostro intento
è stato proprio quello di lavorare sul “genere” per estrapolarne un cammino sotterraneo, un percorso segreto, l'approccio di un'idea, un'identità per l'appunto: il rappor to
tra cinema, letteratura e omosessualità. Si tratta soltanto di uno spunto che non ha
nessuna intenzione di compendiare o di compensare o di generalizzare. Avremmo potuto individuare altri tragitti, altri approcci, altri “demoni” (intendendo per demoni, com'è
nelle nostre intenzioni, passioni travolgenti, vicissitudini intellettuali) altrettanto interessanti, altrettanto copiose di esempi: la musica, l'ar te, il teatro, la danza, la moda,
la televisione, lo spor t. Semplicemente e modestamente il rappor to tra le due scritture (quella letteraria e quella cinematografica) ci pareva un buon viatico.
Un punto di par tenza? Un inizio? O, più realisticamente, un esperimento.
La modesta proposta propone dunque testi letterari (tra gli altri Genet, Cunningham,
Leavitt) adattati al cinema ed esclude i film che prendono spunto dalle vite degli scrittori (per dire: Capote oppure Mishima o Wittgenstein). E, quasi inevitabilmente, la rassegna debutta -a venticinque anni esatti dal suo concepimento- con una delle migliori
trasposizioni del “genere” che ci siano mai state, il Querelle di Fassbinder tratto dal
(quasi) omonimo Querelle de Brest, romanzo di Jean Genet, il cui manifesto ufficiale,
tanto per completare la “gaytudine” del cerchio, fu realizzato da Andy Warhol. Potrete
confrontare l'“interpretazione” genettiana e il testamento tanto spirituale quanto carnale del grande regista tedesco (e dell'attore protagonista, Brad Davis mor to di Aids
negli anni ottanta) con il suo archetipo, realizzato nel 1950 dallo stesso Genet, Un Chant
d'amour e poi avventurar vi, romanzo dopo romanzo, film dopo film, seduzione dopo seduzione, tra le altre (parziali) offer te che Demoni&Gay suggerisce.
Fabio Bo
Un ringraziamento al dott. Luigi Ponziani, direttore della Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico per aver permesso la proiezione dei film in rassegna nella Sala Audiovisivi.
Genet, commediante e martire
UN CHANT D'AMOUR (30’)
di Jean Genet
QUERELLE DE BREST (118’)
di Rainer W. Fassbinder
Michael & David:
Cunningham e Leavitt
UNA CASA ALLA FINE DEL MONDO (95’)
di Michael Mayer
FOOD OF LOVE (110’)
di Ventura Pons
Eros e Thanatos
PRIMA CHE SIA NOTTE (125’)
di Julian Schnabel
PLATA QUEMADA (125’)
di Marcelo Piñeyro
L-World
AIMÉE & JAGUAR (126’)
di Max Fürberböck
L'ALTRA METÀ DELL'AMORE (103’)
di Léa Pool
Gioventù bruciata
MYSTERIOUS SKIN (99’)
di Gregg Araki
NOTTI SELVAGGE (126’)
di Cyril Collard
Sex, drugs & rock&roll
VELVET GOLDMINE (110’)
di Todd Haynes
LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE (110’)
di Roger Avary
libretto maggio
26-04-2007
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CINEMA
UN CHANT D'AMOUR
Regia: Jean Genet Soggetto e sceneggiatura: Jean Genet
Produzione: Nikos Papatakis Anno: Francia, 1950 Durata: 30'
Interpreti: Java, André
Reybaz, Luciene Sénémaud.
Un carcerato si dispera perché non può avere l'uomo imprigionato nella sua cella attigua. L'unica salvezza è
l'immaginazione di un incontro in campagna. E lo sa
bene la guardia, che non può
far altro che usare violenza
per avere piacere.
Interpreti: Brad Davis, Franco Nero, Jeanne Moreau, Laurent
Malet, Gunther Kauffman, Robert van Ackeren.
Delirio sessuale di un marinaio, Querelle, nel villaggio portuale di Brest, dove si lascia andare a molti incontri, la maggior parte dei quail violenti, e azioni turpi, nella speranza di
dare un senso alla propria vita. L'ultimo film di Fassbinder
(uscito dopo la morte del suo autore) è una personalissima riflessione sui rapporti umani dominati solo da violenza e sopraffazione, nei quali anche la sessualità risponde alle stesse
regole e le donne hanno sempre il ruolo di vittime.
QUERELLE DE BREST
DEMONI & GAY
Regia: Rainer Werner Fassbinder Sceneggiatura: Rainer
Werner Fassbinder (dal romanzo omonimo di Jean Genet)
Musiche: Peer Raben Produzione: Dieter Schidor per Planet
Film Gmbh/Gaumont Anno: Germania, 1982 Durata: 118'
UNA CASA ALLA FINE DEL MONDO
Regia: Michael Mayer Sceneggiatura: Michael Cunnigham
(dal suo romanzo omonimo) Musiche: Duncan Sheik
Produzione: John N. Hart jr., Jeffrey Sharp, Tom Huls Anno:
Usa, 2004 Durata: 95'
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Interpreti: Dallas Roberts, RobinWright Penn, Colin Farrell,
Sissy Spacek, Matt Frewer.
Nel 1967 Bobby è un bambino sensibile di nove anni che vive l'atmosfera degli anni Sessanta, sommerso da messaggi di
pace e di amore. Una tragedia inattesa fa sì che Bobby entri
nei primi anni '70 senza una famiglia sua. Sviluppa quindi
un rapporto molto intenso con Jonathan e sua madre, Alice,
che insieme offrono a Bobby un "rifugio sicuro" e un rinnovato senso dell'esistenza. L'amicizia tra Bobby e Jonathan continua fino agli anni '80 a New York. Bobby incontra Clare pittoresca coinquilina di Jonathan. L'orologio biologico di Clare
sta ticchettando rapidamente, altererà per sempre il destino di
Bobby... complicando ulteriormente la sua relazione con
Jonathan.
FOOD OF LOVE - IL VOLTAPAGINE
Regia: Ventura Pons Sceneggiatura: Ventura Pons (dal romanzo Il voltapagine di David Leavitt) Musiche: Carles Cases
Produzione: Ventura Pons Anno: Spagna, 2004 Durata: 110'
Interpreti: Juliet Stevenson, Paul
Rhys, Allan Corduner, Kevin Bishop,
Geraldine McEwan
Paul è un promettente pianista che
viene chiamato dal famoso maestro
Richard Kennington a fargli da voltapagine durante uno dei suoi concerti. I due si rincontrano a Barcellona
dove il giovane allievo trascorreva una vacanza con la madre, traumatizzata dal divorzio con suo marito. Tra i pianisti nasce un amore che li porta a trascorrere molto del loro tempo nella camera di Richard dove amoreggiavano all'insaputa
della madre di Paul. La storia non può durare a lungo perché
il maestro è costretto a ritornare a New York dal suo agente
nonché compagno Joseph. Paul, intanto prova nuove esperienze con altri uomini ma incomincia a notare che la sua dote
artistica va via via scemando. Tutto cambia quando sua madre scopre l'atroce verità sulle perversioni di suo figlio…
PRIMA CHE SIA NOTTE
Regia: Julian Schnabel Sceneggiatura: Lazaro Gomez
Carriles ,Cunningham O'Keefe , Julian Schnabel (dall'omonima autobiografia di Reinaldo Arenas) Musica: Carter Burwell
Anno: Usa, 2000 Durata: 125'
Interpreti: Javier Bardem, Olivier Martinez, Andrea Di Stefano,
Johnny Depp, Sean Penn, Hector Babenco, Jerzy Skolimowski
CINEMA
17:21
CINEMA
26-04-2007
Il film ripercorre la vita di Reinaldo Arenas,
scrittore cubano esule in America, nato nel
1943 e morto a New York nel 1990. La macchina da presa segue la prima infanzia di
Arenas vissuta in assoluta poverta, gli anni
dell'adolescenza segnati dalla rivoluzione
cubana, la persecuzione del regime castrista che lo condanna al carcere per omosessualita, la liberazione insieme ad altri 125.000 cubani nel 1980, l'esilio negli
Stati Uniti e infine il successo mondiale dei suoi racconti, mai
pubblicati in patria.
PLATA QUEMADA
Regia: Marcelo Piñeyro Sceneggiatura: Marcelo Piñeyro,
Marcelo Figueras (dal romanzo omonimo di Ricardo Piglia)
Musica: Jorge Ferrari, Juan Mario Roust, Juan Carlos Macias
Produzione: Diana Frey
Anno: Argentina / Spagna /
Francia / Uruguay, 2000
Durata: 125'
Interpreti: Eduardo Noriega,
Leonardo Sbaraglia, Pablo
Echarri, Leticia Brédice,
Ricardo Bartis
Tratto da un fatto di cronaca
accaduto negli ultimi mesi del
1965. E' la storia di Angel e
Nene, la storia di un amore
due volte clandestino: amore
DEMONI & GAY
libretto maggio
CINEMA
libretto maggio
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tra fuorilegge e omosessuali. Due esseri uniti dall'identità che
reca dolore e la mancanza di ogni speranza. Condannati ad
un amore che hanno terrore di nominare e di riconoscere ma
consapevoli ognuno di loro di avere nell'altro l'unica cosa che
si possieda al mondo.
AIMEE & JAGUAR
Regia: Max Färberböck Sceneggiatura: Max Färberböck,
Roma Munro (dal libro omonimo di Erica Fischer) Musica: Jan
A. P. Kaezmarek Produzione Gunter Rohrbach / Senator Film
Produktion Anno: Germania, 1998 Durata: 123'
Interpreti: Maria Schrader, Juliane Kohler, Johanna Wkalek,
Heike Makatsch, Elizabeth Degen
DEMONI & GAY
1943/1944, durante la battaglia di Berlino. Felice è un'ebrea
coraggiosa che vive sotto falso nome, appartenente ad un'organizzazione segreta. Lilly è una madre di quattro figli. Tra
le due donne nasce uno strano sentimento d'amore che sboccia nonostante il pericolo delle persecuzioni e i bombardamenti notturni.
L'ALTRA META' DELL'AMORE
Regia: Léa Pool Sceneggiatura: Judith
Thompson (dal romanzo The Wives of
Bath di Susan Swan) Musica: Yves
Chamberland
Produzione:
Louis
Laverdier Anno: Canada, 2002 Durata:
98'
Interpreti: Piper Perabo; Jessica Parè;
Mischa Barton; Jackie Burroughs;
Graham Greene
Mouse è una ragazza che viene messa in collegio dal padre
dopo la morte della madre. La ribelle Pauline è alla ricerca
della madre naturale, mentre Tory rincorre costantemente il
bisogno di fare contenti i genitori. Le ultime due sono amanti e tutte e tre vivono nella stessa stanza del college. Il paradisiaco equilibrio improvvisamente si guasta quando le due
amanti vengono sorprese da altre ragazze e la tragedia non
tarda ad arrivare.
MYSTERIOUS SKIN
Regia: Gregg Araki Sceneggiatura: Gregg Araki (dal romanzo omonimo di Scott Heim) Musica: Harold Budd,
Robin Guthri Produzione: Mary Jane Skalski, Jeffrey LevyHinte, Gregg Araki Anno: Usa, 2004 Durata: 99'
Interpreti: Joseph Gordon-Levitt, Brady
Corbett, Micelle Trachtenberg, Bill Sage,
Elisabeth Shue
Molestati da un allenatore di baseball
pedofilo, due ragazzini crescono in modo diverso: Brian Lackey traveste il
trauma immaginando di essere stato
rapito dagli alieni, Neil McCormick si
scopre gay e inizia a prostituirsi.
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NOTTI SELVAGGE
LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE
Regia: Cyril Collard Sceneggiatura: Cyril Collard, Jacques
Fiesw (dal romanzo omonimo di Cyril Collard) Produzione:
Louis Laverdier Anno: USA, 2002 Durata: 125'
Regia: Roger Avary Sceneggiatura: Roger Avary (dal romanzo omonimo di Bret Easton Ellis) Musica: Tomandandy
Produzione: Kingsgate Films / Roger Avary Filmproduktion
Anno: Gb/Usa, 1998 Durata: 110'
Interpreti: Cyril Collard, Romane Bohringer, Carlos Lopez,
Corine Blue, Clémentine Célarié
Jean, un cineoperatore bisessuale trentenne parigino, scopre
di essere sieropositivo.Inizia una relazione con Laura, una
giovane attrice, a cui non rivela la propria sieropositività e con
cui ha rapporti sessuali non protetti.
Quando la ragazza lo scopre, dapprima lo rifiuta ma poi decide di
continuare il rapporto con lui. Nel
frattempo Jean intreccia anche una
relazione con un giovane di origine
spagnola. La situazione degenera
quando Laura, che si fa sempre più
possessiva, viene fatta ricoverare in
una clinica dalla madre
Interpreti: James Van Der Beek, Shannyn Sossamon, Kip
Pardue, Jessica Biel, Ian Somerhalder, Clifton Collins Jr.,
Thomas Ian Nicholas
CINEMA
libretto maggio
Il Camden College è una piccola università del New England
frequentata da ragazzi ricchi e di buona famiglia. Sesso (molto), amore (poco), droga, noia, festini e molto poco studio caratterizzano la vita di rampolli che, in attesa di affrontare la
vita che i loro genitori gli hanno preparato, passano il tempo
buttandosi via ma soprattutto annoiandosi a morte.
Regia: Todd Haynes Sceneggiatura: Todd Haynes, James
Lyons Musica: Carter Burwell, Radiohead Produzione:
Christine Vachon Anno: Gb/Usa, 1998 Durata: 110'
Interpreti: Ewan McGregor, Jonathan Rhys-Meyer, Tony
Collette, Christian Bale, Eddie Izzard
Nel 1984 il giornalista Americano Arthur Stuart viene incaricato di fare un'inchiesta sull'inglese Brian Slade, idolo del glam
rock, scomparso misteriosamente da
dieci anni dopo aver messo in scena,
durante un concerto, il suo suicidio
artistico: dal passato riemergono così
il complicate matrimonio con Mandy
e il rapporto con la trasgressiva star
rock Curt Wild, intrecciati alle memorie di un'epoca perduta per sempre.
DEMONI & GAY
VELVET GOLDMINE
libretto maggio
26-04-2007
CINEMA
Giovedi 24 maggio
ore 21,15
Sala Polifunzionale
della Provincia
17:21
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Proiezione della versione restaurata · Prima nazionale
Asta Nielsen
HAMLET
Colonna sonora originale eseguita dal vivo
Asta Nielsen HAMLET
Michael Riessler Clarinetto basso , Sax Sopranino
Enrico Melozzi Violoncello e Elettronica
Stefano De Angelis Elettronica e Percussioni
In occasione del 57° Festival del Cinema di Berlino, la ZDF-ARTE in collaborazione con RETRO BERLINALE e Filmmuseum Berlin ha realizzato il restauro di uno dei kolossal di maggior
successo nel panorama del cinema europeo degli anni Venti, “Hamlet”. Protagonista del film
la strepitosa Asta Nielsen, star nordica del cinema muto e personaggio controverso della
storia della cinematografia. L'attrice danese interpreta Amleto, che nella chiave di lettura del
film è una donna segretamente cresciuta come un uomo per salvare il trono di
Danimarca, sublimando in questo stato di continua ambiguità il dilemma shakespeariano .
Per la sonorizzazione della versione restaurata, la BERLINALE ha commissionato al celebre compositore e clarinettista tedesco Michael Riessler la realizzazione delle musiche originale, eseguite poi dal vivo il 10 febbraio 2007,
nell'ambito del Festival del Cinema Di Berlino, durante la proiezione in prima mondiale della versione restaurata del film.
Per la realizzazione delle musiche Riessler ha collaborato con il duo sperimentale teramano “Lisma Project”, formato dal compositore e violoncellista Enrico Melozzi e il Dj e produttore di musica elettronica Stefano De
Angelis, che hanno elaborato elettronicamente la musica di
Riessler e arrangiato il materiale sonoro.
Sonorità antiche e moderne si fondono per rappresentare il
viaggio nelle emozioni e nella fragilità psicologica del(la) protagonista, integrandosi per fettamente nelle atmosfere medievali della scena, pur non limitandosi a compiere un
semplice commento ma andando oltre, fino ad esprimere con la dovuta tragicità i più profondi tormenti di
Amleto. La musica inoltre è fluida, e di fondamentale
impor tanza per la fruizione del film per il pubblico di
oggi, aumentando la tensione emotiva, e trasformando un film rivolto ad un pubblico di 85 anni fa, in un
autentica opera senza tempo.
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CINEMA
HAMLET
Regia: Svend Gade, Heinz Schall
Sceneggiatura: Erwin Gepard Fotografia: Kurt Courant,
Axel Graatkjaer Scenografia: Svend Gade Costumi: Hugo
Baruch, L. Verch Produzione: Art-Film Origine: Germania,
1920 Durata: 10'
Il re di Danimarca è alla guerra. Quando la regina dà alla luce una bambina, giunge la notizia che il re è morto in combattimento. Per motivi dinastici, la regina e la nutrice mentono sul
sesso dell'erede: affermano che è nato un maschio, il suo nome
è Amleto. Ma il re era solo stato ferito; quando ritorna, decide
di non smentire la moglie e Amleto viene allevato come un maschio. Anni dopo, il re viene ucciso dal fratello Claudio, ambizioso e innamorato della regina Gertrude. I due si sposano;
Amleto, che continua a vivere travestita da uomo, sospetta un
complotto. Una notte Amleto sente una voce provenire dalla
tomba del padre e scopre così come il re è stato ucciso. Per scoprire la verità, corteggia Ofelia, mentre in realtà è innamorata
del compagno di studi Orazio. A sua volta Orazio è innamorato di Ofelia. Mandato in Norvegia da Claudio, al suo ritorno
Amleto compie la sua vendetta e viene a sua volta ucciso. Mentre
è morente, Orazio lo soccorre e solo allora si accorge che il suo
amico era una donna.
Fin dal muto, furono consentite tutte le variazioni sulla tragedia
di Amleto. Per esempio, un Amleto donna, non solo nella versione con Sarah Bernhardt del 1900 (in cui la divina si limitava
a offrire la propria interpretazione di un personaggio maschile),
ma soprattutto in quella con Asta Nielsen del 1920, diretta in
Germania da Svend Gade. Asta Nielsen lo volle fortemente, mise in gioco tutto il peso del suo divismo internazionale (era al-
Asta Nielsen HAMLET
Interpreti: Asta Nielsen (Amleto), Eduard Winterstein (Claudio),
Heinz Stieda (Orazio), Hans Junkermann (Polonio), Mathilde
Brandt (Gertrude), Lilly Jacobsson (Ofelia), Anton von Verdier
(Laerte), Paul Conradi (il fantasma), Fritz Achterberg
(Fortebraccio)
Asta Nielsen HAMLET
CINEMA
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lora una delle star più popolari del cinema europeo), lo produsse. C'era all'origine, pare, un'antica leggenda danese, sommersa
nei secoli dalla forza e dalla popolarità della versione di
Shakespeare, secondo la quale Amleto nasce femmina ma, per
ragioni di stato e di trono, viene cresciuta come maschio. Alle nevrosi familiari e sessuali più che evidenti nel testo shakespeariano si sovrappone una vertiginosa, modernissima ambiguità affettiva: Amleto ama Orazio, che a sua volta ama Amleto ma non lo
sa, perché non sa che l'amico è una donna; e Ofelia, una fräulein
torreggiante e civettuola, viene corteggiata da Amleto con evidente fastidio e per esclusivi scopi strategici. La Nielsen (il cui fisico
asciutto e il cui volto affilato aderiscono perfettamente a un'idea
odierna di androginia) con un'ironia non sempre sotterranea e
una sovrana nonchalance tratteggia una figura che fonde languore femminile e razionalità maschile, una donna appassionata ma
anche una fine intellettuale. Quello che si celebra non è affatto
un dramma edipico ed è solo in parte una tragedia della vendetta; è soprattutto il trionfo di un'amicizia “virile”, di una complicità affettiva che sfuma nell'amore. (Emanuela Martini, Un Amleto
per tutte le stagioni, in Isabella Imperiali (a cura di), Shakespeare
al cinema, Bulzoni, Roma 2000).
Tra gli anni '10 e i '20, il cinema ha già i suoi divi e così Otello
(1922, D. Buchowetzky) viene interpretato da Emil Jannings, dipinto di scuro e non ancora grasso come nell'Angelo azzurro, e
La bisbetica domata è affidata prima a Henny Porten da Lubitsch,
e poi ai “mitici” Mary Pickford e Douglas Fairbanks (The Taming
of the Shrew 1929, di Sam Taylor), mentre una vamp come Theda
Bara si cimenta, negli anni '10, nel ruolo per lei indubbiamente
incongruo di Giulietta. Il caso più singolare è tuttavia rappresentato da un Amleto interpretato nel 1920 da Asta Nielsen, un'attrice dall'aspetto abbastanza asciutto da essere chiamata a vestire i
panni del famoso principe: in quella performance transessuale
che rischia a tratti di sembrare una parodia della Dodicesima notte, che la Nielsen sia brava e convincente è cosa che interessa
molto meno che vederla cimentarsi in un ruolo maschile. Lo stesso sta per accadere del resto, prima del voltafaccia finale, in Nel
bel mezzo di un gelido inverno di Branagh, quando la sorella dell'apparentemente rinunciatario protagonista si accinge a indossare lei i panni di Amleto, parzialmente giustificata dalla contemporanea performance di un attore gay nei panni di Gertrude,
proprio come ai vecchi tempi elisabettiani. La finzione non ha limiti che il teatro e il cinema, ciascuno con i propri trucchi, non
possano valicare.
Giorgio Cremonini, Shakespare Must Go On in Emanuela Martini
(a cura di), Ombre che camminano, Lindau, Torino 1998.
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MICHAEL RIESSLER Nato nel 1957 a Ulm, Riessler inizia la carriera facendosi un'altra reputazione nel campo della musica contemporanea, collaborando con Mauricio Kagel, Vinko Globokar, John Cage, Steve Reich,
Karlheinz Stockhausen. Ma al tempo stesso si esibisce sia come solista, sia
al fianco di personalità quali David Byrne, Carla Bley, Michael Gibbs. A partire dal 1991, allestisce progetti a proprio nome, spesso utilizzando musicisti francesi. Un ambiente che si è del tutto affrancato dalla soggezione ai
modelli americani, e che al contrario ama esplorare i confini fra i generi, incorporando spesso elementi dalle musiche etniche europee. Riessler arricchisce questa tavolozza di un proprio contributo, inserendovi influenze medioevali, orientali e mediterranee ben riconoscibili. Riceve nel 1992 il premio SWF Jazz Award. Nello stesso anno riceve il German Record
Review per il disco Heloise, opera commissionata dalle Donaueschinger Musiktage. La sua
discografia è molto varia, ricordiamo Le dances des buffons, Le Boucher des silences,
Momentum Mobile, Honig und asche ,ecc.
ENRICO MELOZZI (Teramo, 1977), compositore e violoncellista.
Musicista poliedrico, spazia dall'attività di compositore a quella di
concertista, muovendosi agilmente tra diversi generi e stili, dalla
musica antica al jazz, dalla musica contemporanea alle più particolari forme di improvvisazione. Dopo il diploma in violoncello ottenuto con il massimo dei voti, si dedica alla materia compositiva,
dapprima in Germania, dove diventa assistente di Michael Riessler,
celebre compositore e virtuoso del clarinetto. Successivamente a
Roma, dove tuttora vive, si dedica allo studio della composizione con Luis Bacalov al
Centro Sperimentale di Cinematografia, e lavora alla realizzazione di colonne sonore per
il piccolo e grande schermo. Sia come strumentista che come arrangiatore e compositore, ha lavorato per Paolo Fresu, Sabine Mayer, Michel Portal, Maxence Larrieau, Pierre
Charial, e Terry Bozzio. Nel 2003 fonda il “Lisma Project”, un duo sperimentale di musica elettro-acustica, con Stefano De Angelis DJ, batterista e programmatore.
STEFANO DE ANGELIS (Teramo, 1979) Creativo e Dj abruzzese, si laurea alla European School of Economics di Londra
nella facoltà di Communication & Media, realizzando il video
sperimentale "Autopoiesis". Rimane a Londra per diversi anni,
dove lavora per MTV Italia e diventa un Dj emergente della scena Techno inglese con il nome di 66 K. Tornato in Italia, si esibisce come Dj nell' orchestra del DIMI in trasmissioni televisive e come solista in concerti di musica contemporanea
collaborando con solisti come Michael Riessler, Stefano Di Battista, Giuseppe Nova
, Ricky Portera ed Ellade Bandini.
Esordisce come autore, regista e produttore realizzando con Enrico Melozzi il
Concept Show “LISMA VIVE” trasmesso su Raidoc, per poi curare la regia delle voci radiofoniche del concerto multimediale di Enrico Melozzi “Oliver Twist”. Ha fondato insieme ad Enrico Melozzi l'associazione culturale LISMA ARTE e il duo LISMA project, realizzando colonne sonore per il cinema, per la televisione, per la
radio, per il web e per il teatro oltre alla sonorizzazione di mostre ed istallazioni
artistiche.
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TEATRO
Lunedi 14 maggio
ore 21,15
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TURBAMENTI
NOTTURNI
Spazio Tre Teatro
Uno spettacolo scritto e diretto da
RICCARDO REIM
con
TURBAMENTI NOTTURNI
Manuele Morgese
Armando Pizzuti
musiche originali di
Massimo Bizzarri e Pino Marcucci
Scenotecnica Teatro Zeta
Costumi Nicoletta Nicolaj
Disegno luci Michele Teonesto
Produzione Teatro dell'Orologio in collaborazione con Teatro Zeta
Un angolo solitario affogato nel degrado di una periferia, due barboni,
la notte. Parole, grida, strane risate, imprevedibili tenerezze, oscenità, singhiozzi. Il buio sembra arricciolare le parole riducendole a puro suono, deformarne la logica, farsi tacito complice di discorsi
'altri', creare inquietanti filigrane appena visibili sotto la realtà
spicciola del quotidiano decantato in fiaba irreale e orrorifica. Violenza gratuita, paura, disperazione, sporcizia, umori e sangue: il delirio urbano rende minacciosamente
tangibile una solitudine che potrebbe impallidire
solo davanti alla morte. Ed ecco, per l'appunto, un delitto consumato come una macabra barzelletta. La notte assiste, impassibile e muta, trasformando
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RICCARDO REIM Scrittore, regista, attore,
Riccardo Reim esordisce giovanissimo (1972) con
la pièce Ragazzo e ragazzo per la regia di Dacia
Maraini. Seguono altri testi che lo vedono sempre
impegnato nel duplice ruolo di autore e attore: L'uomo di sabbia,
(regia di Tinto Brass), Bello l'amore mio che se ne andò in marina
(regia di Salvatore Saperi). Nel 1974 ottiene un grosso successo personale interpretando Venere (testo e regia di Dacia Maraini); nel
1978 Aldo Trionfo lo sceglie come protagonista del suo Lady
Edoardo - Giochi segreti dell'Edoardo II di Marlowe. Nel 1980 scrive a quattro mani con il grande Copi la farsa-fumetto Tango-charter. Da metà degli anni '80 Reim inizia decisamente a privilegiare l'attività registica,
con sofistiche riletture (ed elaborazioni da materiali letterari) di testi spesso rari o dimenticati. L'attività generale di scrittura (strettamente legata a
quella registica) procede in spettacoli come Frau Sacher-Masoch (1991, premio IDI), Vita, peccati e redenzione di Virginia Maria de Leyva monaca di Monza (1992), I mignotti (1997), tratto dall'omonimo libro-inchiesta curato insieme ad Antonio Veneziani, che suscita un vero e proprio caso;
Marquis de Sade, vierge et martyr (con Pino Micol), Caminito (2005).
Nel 2003 è uno dei protagonisti, accanto a Carmen Maura, del film Assassini dei giorni di festa di Damiano Damiani. Recentemente si è cimentato
con grande successo nel campo della danza, riscrivendo per l'Ente Nazionale del Balletto Balletto di Roma il libretto dello Schiaccianoci, per la coreografia di Mario Piazza, con Andrè De La Roche.
Ha pubblicato numerosi libri di saggistica, teatro e narrativa. È presente con racconti e poesie in numerosissime antologie italiane e straniere.
MANUELE MORGESE Diplomato presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica dello
Stabile di Napoli . Ha lavorato con Tato Russo, Anna Mazzamauro, Giuseppe Patroni Griffi,
Sebastiano Lo Monaco, Riccardo Reim ecc.
Ha preso parte a fiction televisive per la RAI e Canale 5.
Alterna la sua attività di attore con quella di regista. E' direttore artistico della Compagnia Teatrozeta, e co-direttore del Piccolo Teatro Studio de L'Aquila, sede di Teatri
Possibili L'Aquila.
ARMANDO PIZZUTI Attore protagonista di Notte Prima degli esami e Notte prima degli esami oggi (nel ruolo di
Santilli-il secchione) per la regia di Fausto Brizzi, in teatro ha lavorato con Leo Gullotta ne L'uomo, la bestia e la Virtù
di Pirandello per la regia di Fabio Grosso .
TURBAMENTI NOTTURNI
l'incubo in consolante sicurezza, ogni possibile realtà in puerile finzione. Il cerchio si spezza proprio lì dove dovrebbe chiudersi. Niente
strade prefissate. Si ricomincia dal punto di partenza - che poi magari potrebbe essere quello di arrivo.
“Dicono che è la morte a uccidere, ma non è vero. Sono noia e indifferenza a uccidere”: ha perfettamente ragione Iggy Pop
libretto maggio
26-04-2007
TEATRO
Lunedì 21 maggio
ore 21,15
Spazio Tre Teatro
17:21
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MOZART
e SALIERI
di A.S.Puškin
con
Daniele Salvo
Giacinto Palmarini
variazioni da Mozart eseguite dal vivo da
Lisma Project:
Enrico Melozzi violoncello
Stefano De Angelis elettronica
MOZART e SALIERI
regia
Daniele Salvo
organizzazione e amministrazione Melania Giglio
produzione Fahrenheit 451 Teatro
Nel corso di una gravissima epidemia di peste, il grande poeta e drammaturgo Alexander Puškin si
ritirò nella campagna di Boldino, nei pressi di Mosca, dove lo zio possedeva una grande tenuta in stato di semi-abbandono. Lì rimase bloccato per quasi un mese, senza poter ritornare in città, a causa
dello stato di emergenza sanitaria in cui versava Mosca.
In quella campagna, cupa e malata, Puškin scrisse “Le piccole tragedie”.
Si tratta di ciclo di opere che analizza la questione del peccato nell'essere umano : l'eccesso di invidia, l'eccesso di lussuria, l'eccesso d'amore, l'avarizia, il concetto di “ubris”, l'uomo
che travalica i limiti morali ed etici imposti da Dio. Opera straordinaria di questo ciclo è “Mozart
e Salieri”.
È la storia di due geni, concepita durante una notte di bufera nella steppa: il grande Mozart, vacuo, frivolo, superficiale,ma assolutamente geniale e Antonio Salieri, grande compositore,freddo, tecnico, matematico, perennemente insoddisfatto,maestro di corte alle prese con l'invidia
per il giovane Mozart.
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26-04-2007
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Si analizza qui l'ultimo giorno di vita di Wolfgang Amadeus Mozart, avvelenato a morte, sostiene Puškin, da Antonio Salieri nel corso di un pranzo tra
amici.
Lo spettacolo mette in luce il rapporto tra i due compositori, la loro grande amicizia e stima, il loro reciproco scambio continuo, il senso misterioso
del talento,il senso di impotenza di Salieri di fronte al genio assoluto, l'arte sublime della musica mozartiana.
Salieri si vanta di aver fatto un servizio all'umanità eliminando Mozart, perché uomo troppo stupido e superficiale, “indegno” del proprio talento, che
lui, da grande musicista, sostiene di aver compreso sino in fondo e riconosciuto. Mozart, dal canto suo, si mostra come un fanciullo ingenuo e inconsapevole,fragile,vittima del proprio genio, sempre troppo ilare e smodatamente allegro, appassionato di corteggiamento femminile, turbato da oscuri presagi notturni, da quando gli fu commissionato, da un ignoto, un “Requiem”. Proprio quel Requiem sarà il suo ultimo lavoro.
Dal letto di morte, qualche giorno dopo, non prima di aver convocato una decina di musicisti al suo capezzale, canterà tutte le parti del suo Requiem
a memoria, incantando tutti i presenti e rendendosi immortale agli occhi del mondo. Al suo funerale però,in una giornata di tempesta e pioggia incredibile, nessuno sarà accanto al feretro: solo il suo cane lo seguirà sino al cimitero, dove il suo corpo verrà gettato in una fossa comune e non sarà
mai più ritrovato.
La bufera puskiniana, inesorabile, con i suoi equivoci, i suoi inganni e smarrimenti, disorienta gli uomini e cambia definitivamente i loro destini, anche quelli degli uomini più illuminati.
Lo spettacolo, è concepito in due parti: la prima riguarda la storia dell'ultima giornata della vita di Mozart (interpretato da Daniele Salvo) e il suo avvelenamento da parte di Salieri (interpretato da Giacinto Palmarini), con alcuni temi mozartiani molto noti (nell'esecuzione di grandi orchestre austriache), evocati nel corso del testo di Puškin. La seconda parte consiste nell'esecuzione di alcune variazioni mozartiane ad opera del gruppo musicale
Lisma Project, di Enrico Melozzi e Stefano De Angelis, artisti di Teramo.
Il lavoro ha debuttato al Teatro Goldoni di Venezia, con il patrocinio delle città di Vienna e di Venezia e la partecipazione dell'Orchestra della Fondazione
Cini di Venezia e del Coro“Santa Cecilia” di Padova, diretti dal Maestro viennese Peter Guth, nell'esecuzione del Requiem mozartiano.
DANIELE SALVO Diplomato alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi. Segue corsi di Perfezionamento con lo stesso Ronconi e con Mario Martone e presso la Royal Shakespeare Company di
Stratford Upon Avon (Unione Teatri d'Europa). Collabora da circa 16 anni con Luca Ronconi come attore (in
ruoli da protagonista ne I fratelli Karamazov di Dostoevskij, Teorema e Pilade di P.P.Pasolini, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di C.E.Gadda, Il sogno di Strinberg etc.) e come regista collaboratore ed
assistente. Sempre in ruoli di primo piano ha lavorato poi come attore e regista collaboratore con: Jacques
Lassalle, Jean Pierre Vincent e Micha Van Hoecke. Dal 1999, con l'Associazione Fahrenheit 451 Teatro,
ha realizzato importanti lavori come Regista. Ricordiamo: Evgenij Onegin di Puškin (Teatro Stabile di
Torino), I sognatori di Majakovskij,Esenin, Pasternak, Cvaetaeva (Europa 2000), Mozart e Salieri di Puškin
(Teatro Goldoni di Venezia)… Ha poi curato la regia di diversi eventi teatrali e recital con noti attori tra
cui : Luca Zingaretti, Paola Cortellesi , Omero Antonutti, Ugo Pagliai e Paola Gassman, Giuseppe
Cederna, Massimo Popolizio, Maddalena Crippa, Massimo Venturiello, Laura Marinoni…
GIACINTO PALMARINI Nato a Teramo. Diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica “Silvio d'Amico”. Ha
lavorato in numerosi spettacoli da protagonista con registi quali Maurizio Scaparro (Don Giovanni, cantato…, Romeo e Giulietta), Luca Ronconi (Lo specchio del diavolo, Troilo e Cressida) Lorenzo Salveti , Peppe
Barra , Marco Maltauro. In cinema ha interpretato ruoli di primo piano in film d'autore: Le intermittenze del cuore di Fabio Carpi, Pontormo di Giovanni Fago, Fuoco su di me di Lamberto Lambertini. E'
stato inoltre protagonista nel film di Francesco Apolloni La verità, vi prego, sull'amore ed ha partecipato al film per la televisione Il giovane Casanova di Giacomo Battiato. In radio è stato protagonista in diversi radiodrammi per la regia di Lorenzo Salveti. Ha lavorato con l'Associazione Culturale
Fahrenheit 451 in : Evgenj Onegin di Puškin, I sognatori di Majakovskij, Esenin, Pasternak,Cvaetaeva,
e da ultimo Mozart e Salieri di Puškin, per la regia di Daniele Salvo.
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DANZA
Giovedi 17 maggio
ore 21,15
Teatro Comunale
17:21
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Compagnia
ABBONDANZA
BERTONI
Polis
di MICHELE ABBONDANZA e ANTONELLA BERTONI
ABBONDANZA/BERTONI
con MATTEO REZA AZCHIRVANI, ELEONORA CHIOCCHINI, DIEGO INVERNIZZI,
LORENZO LUTTERI, CHIARA MICHELINI,TOMMASO MONZA, ANTONELLA BERTONI,
MICHELE ABBONDANZA
La Compagnia di danza Abbondanza/Bertoni perfora l'acme intollerabile del ghiaccio umano verso gli esclusi con l'ardore rovente della pietas totale.
Con la terza fase del ciclo Ho male all'altro, dopo Alcesti e
Medea, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con altri sei
compagni arrivano a un livello di spettacolo di teatro-danza altissimo, denso, rivoluzionario, storico. Lo si è visto al
CRT dal 4 al 6/11 e si intitola Polis: una polis arcaica alle origini dell'uomo e, nel contempo,
comunità odierna e denudata da fine
del mondo, escatologica. Al centro
della nuda scena c'è uno stretto capanno d'assi ligneo di m 3 x 1 x 2.
Dal buio totale per estenuanti minuti
avanzano braccia, poi sempre lentissimamente larve umane in poco lume:
sette umanoidi emergono dal brodo primordiale. A sinistra in primo piano come
spazio irradiante la consolle del coreografo-regista Abbondanza, addetto alla musica
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musiche da Albinoni, Chopin, Verdi
elaborazioni musicali Mauro Casappa
scene e luci Lucio Diana
testi da Michelstaedter
costumi realizzati in collaborazione con Rizzi sartoria
direzione tecnica Enrico Peco
organizzazione Luisa Costa
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
coproduzione Festival Oriente Occidente
ABBONDANZA/BERTONI
DANZA
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e perno incardinante del collettivo. I sette in costume maschile atemporale - sotto il quale, scopriremo, ci sono anche tre donne - cercano, brancolando a tentacoli terribilmente titubanti e febbrili e abbrancando spazio e incrociandosi meccanicamente, un ubi consistam. E hanno bisogno di lui, Michele, che ogni tanto corregge un piede mal posto di uno irrigidito in modo
obliquo o rende contiguo un altro al vicino per annodare il gruppo in connessione armonica (o minore asperità).
Nella non-narratività di uno stile di danza di punta di avanguardia (almeno in Italia) in cui il corpo è usato totalmente come
strumento espressivo - “luogo di rappresentazioni, credenze e sistemi simbolici” (Corbin) -, senz'accorgercene siamo catapultati in una temperie d'altissima tensione visionaria, onirica. È un “transfert” impegnativo in un altro pianeta - coinvolgente in
toto per attenzione intellettiva ed empito emotivo - dove questi quasi-umani arrancano quali ragni o scimmioni, tastano l'aria,
tentano di raddrizzare la struttura scheletrica, protendono la testa in tentativi di urlo-mugghio invocativi, si uniscono due o tre
in arrotolamenti e divincolamenti, in sopraffazioni e giochi. Michele interviene e l'energica potenziante musica di Albinoni solennizza l'aspetto rituale in dolente malinconia e intride noi tutti in un pathos metafisico. Stacca velocemente col buio le scene e dirige con ipnotica decisione da vero sciamano nel faticoso processo umano: verso la polis dove coesistere… (Leonardo
Filaseta)
Note di lavoro Ho male all'altro
“Attraverso spunti di ispirazione mitologica sono nate le prime due par ti (Alcesti e Medea) seguendo una concezione di
espansione anche numerica dell'agnello sacrificale. C'è una vittima nell'immolarsi di Alcesti, due nel sacrificio del bene più
grande, i figli, in Medea. La coppia diventata famiglia, assume in Polis l'impatto iconografico di un popolo. Opera corporale di figure gesticolanti e pose. Parola che diventa scrittura vocale. Nella sequenza delle immagini potrà essere riconoscibile di volta in volta un mito, motore dell'azione ma non necessariamente protagonista. Il conseguente ed eventuale contenuto tragico più che venire rappresentato, sarà pretesto per la definizione di forme tragiche in un intento né decorativo
né illustrativo.
Ogni personaggio por terà diverse umanità attraverso la sua maschera fisica ed acustica in un processo drammatico di pressione sulla forma verso l'informe, verso una nuova potenziale bellezza”.
COMPAGNIA DI DANZA ABBONDANZA/BERTONI Dall'esperienza veneziana di Carolyn Carlson,
Michele Abbondanza (co-fondatore del gruppo Sosta Palmizi e insegnante alla Scuola di Teatro del Piccolo
di Milano) e Antonella Bertoni arrivano a maturare un proprio linguaggio dando inizio ad un forte sodalizio artistico nonché ad un'unione didattica e scenica. È dei primi anni Novanta la creazione del duo La nascita degli inganni al Festival Drodesera. I successivi lavori - Terramara ('91), Pabbaja-abbandono della
casa ('94) e Spartacus ('95) - decretano il successo della giovane coppia. Michele e Antonella prendono
presto le distanze dall'illustre maestra per dar vita, in Italia, a un personalissimo teatro danza dal segno minimalista ed espressivo sui temi della quotidianità.
Nel '97, con i registi Letizia Quintavalla e Bruno Stori creano Romanzo d'infanzia, spettacolo per ragazzi
vincitore del premio ETI-Stregagatto.
Su invito dell'Istituto Nazionale per il Dramma Antico curano i movimenti scenici dell'Edipo Re con la regia
di Roberto Guicciardini (XL ciclo di rappresentazioni classiche - Teatro Greco - Siracusa). Nel 2000 prende
forma la trilogia Ho male all'altro, che sfocerà in una trilogia di lavori sul tema del sacrificio per amore costituita dagli spettacoli Alcesti, Medea, Polis (creazione per otto interpreti in prima nazionale al Festival
Oriente Occidente di Rovereto - ed. 2005).
Nel 2006 debutta al Crt - Teatro dell'Arte di Milano Try, primo assolo della Compagnia, interpretato da
Antonella Bertoni.
Nell'estate dello stesso anno, in collaborazione con la regista Serena Sinigaglia, presentano Beati i miti al
Festival Castel dei Mondi di Andria (BA) e al Mittelfest di Cividale (UD). M. Abbondanza e A. Bertoni studiano e praticano lo zen di cui
rimane profonda traccia nelle loro creazioni e nella loro costante attività di formazione.
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SPAZIO
TRE
ASSOCIAZIONE CULTURALE
Corsi di teatro:
recitazione, dizione, impostazione della voce
Scuola di teatro per ragazzi (8-14 anni)
Seminari di educazione teatrale nelle scuole
Produzione spettacoli
Organizzazione rassegne
SPAZIO TRE TEATRO
Via Cona, 101 · 64100 Teramo
Tel/Fax 0861.247547
e-mail: [email protected]
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MUSICA
Domenica 27 maggio
ore 21,15
Piazza S.Anna
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AMBROGIO
SPARAGNA
& Orchestra Pizzicata
Tarantella d'Amore
AMBROGIO SPARAGNA
Concerto di Balli Popolari & Serenate
Ambrogio Sparagna, Maestro Concer tatore de La Notte della Taranta, in Tarantella d'Amore è
uno spettacolo dedicato al reper torio di serenate ed in par ticolare ai balli popolari dell'Italia
centro-meridionale: saltarello, ballarella, pizzica, tammurriata e soprattutto tarantella, matrice di tante tradizioni musicali delle nostre regioni.
Al centro della scena Sparagna che guida l'Orchestra, mescola
gli strumenti, lancia sguardi severi ai musicisti, li fa ballare e
correre, li fa muovere “a ritmo” e suonare a menadito.
Il Maestro suona, canta e balla ma gioca anche con il
pubblico, gli fa battere le mani, sorridere e fischiare una melodia, cantare un ritornello e sorridere
per un numero ad effetto.
Una vera e propria festa che riesce ad animare la
piazza e la fa saltare al ritmo terzinato dei nostri
balli popolari tra organetti, chitarre, mandolini e
tamburelli.
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AMBROGIO SPARAGNA Ambrogio
Sparagna, figlio di musicisti tradizionali
di
Maranola
(LT),
studia
Etnomusicologia all'Università di Roma
con Diego Carpitella con cui realizza numerose campagne di rilevamento sulla
musica popolare dell'Italia centrale e
meridionale.
Nel 1976 dà vita alla prima scuola di musica popolare in Italia, presso il Circolo
"Gianni Bosio" di Roma dove fonda nel
1984 la "Bosio Big Band", l'originale orchestra di organetti con cui mette in scena nel 1988
Trillillì-Storie di magici organetti ed altre meraviglie, opera folk che utilizza la favola musicale come espediente narrativo.
Nel 1992, su commissione del Festival Mediterraneo-Musica di Ravello, compone l'opera
Giofà-Il servo del Re (edita dalla BMG) e nel 1993 la cantata Voci all'Aria per RadioTre RAI.
Nel 1995 pubblica l'album Invito (BMG) proposto in importanti avvenimenti spettacolari e
compone l'opera La via dei Romei, commissionata da Europe Jazz Network e selezionata dalla RAI per il Grand Prix Italia, edizione '96. La via dei Romei è anche il titolo dell'album di recente pubblicazione (BMG).
Su commissione del Comune di Recanati ha recentemente composto e rappresentato Un canto s'udìa pe li sentieri, opera liberamente ispirata alle liriche leopardiane in occasione del
Bicentenario dell'artista.
Sparagna ha avuto modo di collaborare con artisti del calibro di Lucio Dalla, Teresa De Sio,
Angelo Branduardi e, nell'ultimo periodo, Francesco De Gregori.
Nel 2004-2005-2006 è Maestro Concertatore del festival “La Notte della Taranta” di cui dirige
l'Orchestra.
ORCHESTRA PIZZICATA L'Orchestra Pizzicata, diretta da Ambrogio Sparagna, è un'originale ensemble di organetti e percussioni tradizionali che propone un repertorio di composizioni d'autore e di balli popolari delle diverse regioni dell'Italia.
Il gruppo vanta una ampia e qualificata esperienza, in Italia e all'estero, di spettacolarizzazioni di quartieri,
piazze, paesi attraverso interventi musicali e teatrali
che hanno sempre catturato l'attenzione e la partecipazione del
pubblico.
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Mostra/Installazione
da Mercoledì 16 maggio
a Domenica 27 maggio
ore 18,00/ore 20,00
Torre Bruciata
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Marco Fulvi
Polittico
musiche Gianluigi Carlone
installazione video Edelweiss
Cinaglia
MARCO FULVI
Elenco persone ritratte
Fila in alto
Piera Degli Esposti, Gabriella Agostinelli, Edelweiss Cinaglia, Ivana Manni, Vincenzo Moretti, Sergio
Velluti, Tiziana Fulvi, Carlo Macri (Banda Osiris), Valeria Mutschlechner.
Fila al centro
Paolo De Bernardin, Gabriella Vagnoni, Gianluigi Carlone (Banda Osiris), Maria Dolores Tempera
Pagnoni, Martino Fulvi, Silvio Araclio, Jean-Christophe Potuin, Luigina Divisi, Miguel Malafronte.
Fila in basso
Lucio Silvestri, Sandro Berti (Banda Osiris), Grazia D'Angelo, Bruno Plebani, Marco Fulvi, Riad Khalil,
Roberto Carlone (Banda Osiris), Piera Fulvi, Francesco Petrucci.
MARCO FULVI Vive e lavora a Grottammare (AP), esordisce con la mostra Pastelli di cui hanno parlato
Tiziana Alberti, Enrica Loggi, Luciano Marucci. Espone tale mostra alla libreria Edison di Firenze, alla stamperia dell'Arancia di Grottammare, al Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno. Segue la mostra-convegno Il
narcisismo composta da autoritratti dipinti negli anni con varie tecniche (sala Kursal Grottammare). Dopo
aver approfondito ed acquisito l'antica tecnica della tempera all'uovo su tavola, si dedica allo studio del ritratto, arrivando così alla realizzazione del POLITTICO un'opera che rivisita il concetto medievale della
coralità.
GIANLUIGI CARLONE Del gruppo musicale teatrale Banda Osiris alterna il lavoro di attore con quello
di compositore per musiche da film, tra cui L'imbalsamatore e Primo amore di Matteo Garrone, con il quale ha vinto l'Orso d'argento al festival internazionale di Berlino (2004) e il David di Donatello.
Ha composto poi la colonna sonora del film di Kim Rossi Stuart Anche libero va bene e del film di Francesca
Comencini A casa nostra.
EDELWEISS CINAGLIA Vive e lavora a S. Benedetto del Tronto (AP). Si occupa di video e documentari
da venticinque anni.
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1994 - GIUSEPPE PICCIONI
1995 - DANIELE LUCHETTI
1996 - MARIO MARTONE
ROBERTA TORRE
ARCIPELAGO (Antonietta De Lillo, Antonio Rezza, Cosimo Alemà, Fabio
Caramaschi, Stefano Saveriano, Ilaria Freccia, Giovanni Martinelli, Paolo
Bragaglia, Beniamino Catena)
1997 - FRANCESCA ARCHIBUGI
FABIO SEGATORI
ARCIPELAGO (Guido Chiesa, Maurizio Dell'Orso, Giancarlo Bocchi,
Antonio Meucci, Giancarlo Rolandi, Stefano Bessoni)
1998 - PAPPI CORSICATO
GUIDO CHIESA
ARCIPELAGO (Gianluca Sodaro, Rolando Stefanelli, Enrico Salimbeni,
Giulio Laurenti)
VIDEA (Cristina Vuolo)
1999 - PAOLO VIRZI'
EROS PUGLIELLI
ARCIPELAGO (Fluid Video Crew, Vincenzo Scuccimarra, Enrico Pitzianti,
Laura Muscardin, Stefano Corazziari)
VIDEA (Alessandro Nico Savino e Simona Piattella)
2000 - DAVIDE FERRARIO
DANIELE SEGRE
TONINO VALERII
2001 - FERZAN OZPETEK
LUCIANO EMMER
VideA (Marco Chiarini)
2002 - CRISTINA COMENCINI
GILLO PONTECORVO
VideA (Riccardo Forti)
ALBO D’ORO
Sezione Cinema MAGGIO ITALIANO
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2003 - MIMMO CALOPRESTI
FRANCA VALERI
ARCIPELAGO (Emanuele Crialese, Camille D'Arcimoles, Alessandra Stabile, Frizzi Maniglio, Alessia Lucchetta,
Tommaso Lipari, Simone Massi, Daniele Lunghini, Diego Zuelli)
VideA (Francesco Calandra)
2004 - SILVIO SOLDINI
VideA (Giovanna Di Lello)
2005 - MATTEO GARRONE
VideA (Massimo Martelli - Stefano Odoardi)
PIER PAOLO PASOLINI
2006 - PAOLO SORRENTINO
EDOARDO WINSPEARE
VideA (Dino Viani)
Sezione Danza
1996 Concerto d'Europa
LILIANA COSI e MARINEL STEFANESCU
1997 Mediterranea
BALLETTO DI TOSCANA
Albo d’oro
Gran Gala del Maggio per la Danza
ORIELLA DORELLA, ANITA MAGYARI, MICHELE VILLANOVA
1999 Indiscipline
KATAKLÒ
2000 La Lupa
LUCIANA SAVIGNANO
2001 Arie di corte e Pavane - Souvenir di Isadora Duncan
CARLA FRACCI
2002 Coreografia europea
ATERBALLETTO
Patchwork
COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA
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2003 Vento (nelle costellazioni silenziose)
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI DANZA
Gee Andy! (Il mondo dell'artista mito della Pop Art Andy Warhol)
BALLETTO TEATRO DI TORINO
2004
Gli Scordati
GIORGIO ROSSI - ASSOCIAZIONE SOSTA PALMIZI
Catalogo Tangueros
NUEVA COMPAÑIA TANGUEROS
2005
Aterballetto Suite
ATERBALLETTO
2006 Duende; Camuflage-Venus
SPELLBOUND DANCE COMPANY
Grazie Rudy · Galà Rudolf Nureyev
MAXIMILIANO GUERRA
La sezione Teatro ha ospitato, tra gli altri: i Teatri indipendenti d'Abruzzo (Spazio Tre, Florian, Drammateatro, Piccolo Teatro del Me-Ti,
Teatro dei colori, L'Arte del Teatro, Lanciavicchio, L'Uovo), Teatro Stabile d’Abruzzo, Peppe Barra, Piera Degli Esposti, Walter Maestosi,
Grazia Scuccimarra, Cosimo Cinieri, Lorenzo Salveti, Paola Pitagora, Dacia Maraini, Koreja, Maria Inversi.
Albo d’oro
La sezione Musica del Maggiofest ha ospitato, tra gli altri: Wim Mertens, Roger Eno, Harmonia, Nccp (Nuova compagnia di canto popolare), Nada, Rita Marcotulli, Javier Girotto, Piccola Orchestra Avion Travel, Quintorigo, Peppe Barra, Madreblu, Ominostanco, Quartetto
Euphoria, Franco Piersanti, Germano Mazzocchetti, Banda Osiris, Raiz, Officina Zoè.
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Finito di stampare nel mese di aprile 2007
Paper’s World s.r.l. - Teramo
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