Il Valico - c/o S.M.S. Rifredi
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IN..FORMA
Anno 14 - Numero 08
Ottobre 2014
Spedizione in abbonamento postale –70% - Firenze
Registrazione Tribunale di Firenze n° 5120 del 26/11/2001 - Dir. Resp. Iovi Riccardo
Consegnato al CMP Firenze
il 18/09/2014
Gita alle Cascate di Nardis
in Val di Genova (Foto di Adriano Balestri)
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Direttore Responsabile: Iovi Riccardo - Redazione: Bellandi, Gherardini, Balestri, Torelli
A Molveno per la settimana verde
Per me è stata la prima volta di una settimana verde col Valico, essendo
iscritta da non molti anni. Speriamo che non sia anche l’ultima, a causa di
un’incipiente artrosi ai ginocchi; l’ortopedico mi ha consigliato di camminare
senza forzare e, richiesto di maggiore precisione, sorridendo mi ha risposto:
“Non deve camminare coi ginocchi in bocca”. Già prima della sua spiritosa
raccomandazione, nelle passeggiate della settimana verde, mi ero aggregata
al gruppo B dei camminatori “lenti”, rinunciando responsabilmente ad
escursioni molto faticose, non tanto per la situazione dei ginocchi, ma per il
timore che la mancanza di fiato potesse condizionare il gruppetto A, quello
dei “veloci”, costringendo qualcuno a rallentare. Essere di intralcio, anche se
naturalmente nessuno te lo dice apertamente, punge il mio orgoglio, pur
scarso che sia. E’ bene inoltre valutare oggettivamente le proprie forze, in
ogni situazione. Non ho fatto dunque le escursioni più impegnative e so di
aver perso qualcosa di molto bello, soprattutto il Rifugio 12 Apostoli, di cui
altri amici mi avevano parlato: pazienza! Mi dispiacerebbe però dover
rinunciare nel futuro prossimo anche a quello che ho fatto, ma vedremo…..
Certo, in un paese come Molveno, sarebbe comunque piacevole trascorrere
in tutto relax le giornate, perché il posto è bello, curato alla perfezione, e il
lago è una grande risorsa con le sue spiaggette ed i suoi soffici prati a ridosso
delle rive. Infatti tanti erano i bambini con i genitori ed anche coi nonni,
giovanili però! Con qualcuno abbiamo concordato che, quando saremo
proprio vecchie, magari col bastone - speriamo il più tardi possibile - qui si
starebbe proprio bene: due passi e poi sulla panchina o sul prato, ma non in
costume da bagno: Anna Porta sostiene che ad una certa età meglio il burka;
ma Adriano l’ha rimproverata, dicendo che noi donne ci facciamo sempre un
sacco di problemi! Com’è carino Adriano, anche quando è un po’ sbrigativo!
Di Molveno mi sono piaciute anche le dimensioni misurate del paese e dei
suoi edifici, tra i quali alcune case della fine dell’Ottocento restaurate con
gusto, salvandone i caratteri originali. Osservandole, aiutata anche dalle belle
fotografie e dai dipinti ingigantiti del paese agli inizi del Novecento, esposti
sul sagrato della chiesa parrocchiale, ho immaginato come potesse essere il
paese e la vita dei suoi abitanti oltre un secolo fa; vita sicuramente durissima,
ma per chi non l’ha vissuta, quel mondo scomparso suscita in me una sorta di
nostalgia di cose più semplici, di legami più solidi e sinceri. La nostra epoca,
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nell’Occidente caratterizzato dal benessere economico, al quale nessuno di
noi per altro rinuncerebbe, mi appare talvolta così artificiale e superficiale
nelle relazioni che avverto talvolta l’esigenza di allontanarmi da tutto quello
che non è semplice natura: sento il bisogno di spazi privi di case e di gente,
del mare dove non ci siano imbarcazioni lussuose e rumorose, di montagne
dove non si può arrivare col fuoristrada fino a 3000 metri (e se con le nostre
forze non ci si può arrivare più, ci si ferma prima). Certo Molveno ha ogni
genere di comodità, le vie centrali sono piene di negozi, ma almeno non c’è
nessun centro commerciale come ad Andalo dove, nella piazza principale,
sembra di essere in una qualsiasi città. Il nostro albergo, in posizione
panoramica, è stato abbastanza confortevole: la relazione qualità-prezzo mi è
sembrata giusta e poiché il prezzo è stato basso, è chiaro che qualche
problemino non è mancato. Io non avevo la camera “con vista” (ma avendola
mi sarei trattenuta di più a scapito della socialità); nel bagno, per le
dimensioni ristrette, ho battuto spesso ginocchi e gomiti contro i sanitari; la
doccia, più che un getto, mandava uno spruzzo, uno sgocciolio quasi, ma ho
saputo adattarmi. I panini del pranzo a sacco erano un po’…. gommosi, ma a
cena era tutto abbondante, anche se al buffet delle verdure ci siamo spesso
incastrati gli uni negli altri per un’infelice disposizione dei necessari
condimenti. Il vino non era propriamente da enoteca, ma essendo compreso
nel prezzo… D’altronde nessuno vietava di ordinarne una bottiglia di quello
buono, se proprio non ne poteva fare a meno. Per quanto riguarda le
escursioni tutto ok; tempo a parte, per un paio di giorni così piovoso che la
settimana, più che verde, si poteva ribattezzare “grigia”. Ma quest’estate è
andata tutta così. Non rimane che sperare in uno splendido autunno (mentre
scrivo però sembra di essere a novembre, ma è solo il 3 settembre). Tutti i
giorni abbiamo camminato, partendo anche quando il cielo non prometteva
nulla di buono. L’escursione più bella, ma anche la più bagnata, è stata quella
delle cascate del Vallesinella. Nonostante si sia ripartiti dal Rifugio Casinei
tempestivamente, sollecitati da Silvano che come al solito ci dà il ritmo, la
pioggia ci ha colto subito, per cui gli spettacolari salti dell’acqua sono stati
ammirati e fotografati frettolosamente e siamo arrivati al rifugio di partenza
completamente zuppi, dopo una breve sosta forzata presso un ponticello sul
torrente impetuoso, occupato da tre mucche che ci hanno osservato tra il
perplesso e lo stupefatto, continuando però beatamente a ruminare ed a
strusciarsi al parapetto. Altra bella camminata l’abbiamo fatta per
raggiungere la cima della Paganella, dove alcuni non hanno resistito a
gustare tre saporite polentine condite variamente, al posto dei gommosi
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panini. Bellissima da lassù la vista delle cime circostanti, sciupata però da
una selva di ripetitori su un colle vicino al rifugio; ma si sa che se si vuole
telefonare, guardare la TV e navigare dovunque ci si trovi… Al ritorno, nei
prati fioriti e profumati, qua e là spuntava la favolosa accoppiata delle
genziane blu e dei ranuncoli gialli che amano le quote elevate e che perciò
raramente si possono ammirare. Tanti altri momenti sono stati piacevoli in
questa settimana: la breve passeggiata in Val di Genova, la sosta a Pra’
Rodont con la vista sul piccolo ghiacciaio dell’Adamello, il pranzo e la
chiacchierata a Pradel in un pomeriggio soleggiato; ma questo è un articolo,
non un diario, per cui mi fermo qui. Aggiungo una sola cosa: mi piacerebbe,
quando possibile e quando ne vale la pena, che ci soffermassimo qualche
minuto in più durante le passeggiate, non tanto per riprendere fiato, quanto
per osservare con agio quello che abbiamo intorno, per riconoscere un fiore
(tornando dal Rifugio Croz dell’Altissimo ho potuto notare un giglio
martagone perché stavo chiacchierando con Anna Viliani e procedevamo
lentamente) od un albero; per apprezzare le linee di un crinale, il colore di
una roccia. Talvolta mi sembra che prevalga in alcuni il desiderio di arrivare
alla meta e poi ridiscendere velocemente, come per levarsi un pensiero o per
dimostrare a se stessi quanto si è capaci di fare. Forse però il mio è solo un
modo diverso di vivere un’esperienza. Non me ne vogliate per questa
“critica”; io, comunque, cercherò di adeguarmi al ritmo e alla volontà dei più
“anziani” (nel senso di esperti, ovviamente!). Nel gruppo del Valico, infatti,
mi trovo a mio agio e considero tutte le attività proposte stimolanti.
Carla Veronesi
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12 OTTOBRE 2014
LE PIEVI DEL CHIANTI : SAN GIUSTO IN SALCIO E
SAN POLO IN ROSSO
Dislivello: + 200 - 200
Difficoltà:E/F
Partenza: ore 7,15 Puccini - ore 7,30 Sashall
Minimo 25 partecipanti
Tempo (h): 5/6
Referenti:Mazzola
Cellulari: 3398093153
Quota di partecipazione: Adulti € 17,00 - Ragazzi € 10,00
BUS
Uno splendido percorso che prevede la visita
di due bellissime pievi appartenute
all’Abbazia di Coltibuono, in una terra che
fu teatro di lotte per il potere tra le grandi
famiglie dei proprietari di terre e castelli, di
guerre tra Senesi e Fiorentini che, per secoli,
si contesero questo territorio.
Si sale verso San Giusto in Salcio (385 metri)
e, con l’occasione, si visita la Pieve in
purissimo stile romanico. Il sentiero ha inizio
a fianco della chiesa e sale, tra boschi e
vigneti, verso l’abitato rurale di Galenda
(485 metri). Da qui si prosegue, sempre in leggera salita fino a trovare la
strada per Poggio San Polo e, superato il piccolo centro abitato,
continueremo a destra per San Polo in Rosso con la splendida pieve
fortificata, ammirando un notevole panorama. Successivamente si scende
nel bosco e, attraversato il Torrente Arbia, si risale verso Bottaccio, poi
Carpineto e quindi Dievole (444 metri), da qui in breve arriviamo a
Vagliagli (503 metri). Attraversato il paese si prosegue in discesa, su strade
bianche che ci riporteranno al punto di partenza dopo aver attraversato la
tenuta dell’Aiola, San Fedele ed aver percorso il bosco di querce e roverelle
ed aver costeggianto di nuovo il Torrente Arbia ed il Fosso delle Filicaie.
Il percorso non presenta particolari difficoltà se non per la discreta
lunghezza.
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NAPOLEONE HA “ FATTO” LA FRANCIGENA DA BERCETO A
PONTREMOLI COME NOI ???
No, Napoleone non ha camminato come noi con zaino e bastoncini
telescopici sulla Francigena, magari ci sarà passato a cavallo e vedendo che
non era in buono stato si è detto: “Uffa, anche qui ci devo pensare io!“.
E detto fatto: il 5 Luglio 1808 emanava un decreto composto da sette articoli
(non 7 slides: Renzi c’ha parecchio da imparare) con cui ordinava di aprire la
Route 213 con inizio immediato e finanziamento di 150.000 franchi (magari
attinti da un’accisa sulla benzina!?!). Ma la maledizione italiana si abbatté
anche su Napoleone perché nel 1815, quando fu sconfitto ed esiliato, della
strada erano stati realizzati solo pochi tratti. Fu una donna (e su questo non
avevamo dubbi) a riavviare i lavori ed a concluderne la costruzione, la
moglie di Napoleone: “Maria Luigia d’Asburgo”. Furono fatti ponti,
terrapieni e muri di contenimento sistemati gli argini dei fossi, messe alcune
fontane e costruite belle case cantoniere.
Noi abbiamo dormito in una di queste case.
Donatella Nencioni
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26 OTTOBRE 2014
MARRADI: A PIEDI CON DINO CAMPANA
ALL’EREMO DI GAMOGNA
Dislivello: + 300 - 300
Difficoltà:E/F
Partenza: ore 7,30 Puccini - ore 7,45 Cure
Minimo 25 partecipanti
Tempo (h): 5
Referenti:Mazzola
Cellulari: 3398093153
Quota di partecipazione: Adulti € 17,00 - Ragazzi € 10,00
BUS
Dal Passo dell'Eremo sulla strada provinciale 74 che collega Marradi a San
Benedetto in Alpe si prende il sentiero CAI 521, si passa davanti all'abitato
delle Canove e, dopo aver superato un reticolato, si sale lungo un irto
sentiero su prato. L'itinerario si snoda ora prevalentemente in boschi di
faggio, secolari castagneti e solo a tratti esce in ampie sellette prative, da una
delle quali appare l'Eremo di Gamogna, che si raggiunge con un breve tratto
finale. Si lascia l'Eremo, passando a fianco di una generosa fontana che la
tradizione vuole sia la stessa descritta da San Giovanni da Lodi, dalla quale,
in occasione di un soggiorno di San Pier Damiano a Gamogna, uscì vino di
ottima qualità invece dell'acqua. Passiamo a fianco del muretto perimetrale
del cimitero dove è stato posto un cippo in memoria di due partigiani
faentini, Bruno Neri e Vittorio Bellenghi. Si prosegue superando due sellette
(in una di queste si incrocia la pista che sale da Ponte della Valle) e si arriva
a Monte Val del Cavo. Si incrocia il sentiero che viene da destra da Pian di
Sopra e si giunge al bivio con il sentiero che sale dalla strada provinciale di
Marradi - S. Benedetto in Alpe. Attraverso un bosco di faggio, con leggero
saliscendi, lungo il crinale, si arriva in una zona prativa a cui fa seguito
un'abetaia. Arrivati a Ca' Gianni (m. 572) si gode una stupenda veduta sulla
sottostante Valle del Lamone. Si giunge così in un canalone (che nei mesi
invernali funge da colatoio) arrivando poi ad una caratteristica pinetina da
cui si vede il ristorante "Le Colombaie". Si continua la discesa raggiungendo
il centro di Marradi (m. 328).
L’Eremo di Gamogna in antichità era chiamato “Gamugno”, fu fondato da
San Pier Damiani nel 1053, personaggio di primo piano come sacerdote,
uomo di cultura e diplomatico, si fece interprete delle necessità del suo
tempo e aprì la strada del rinnovamento della Chiesa.
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DINO CAMPANA: UN POETA INCOMPRESO
Questa gita vuole essere l’omaggio di un gruppo trekking fiorentino ad un “grande”,
forse l’ultimo dei poeti, che è stato vittima del razzismo verso i diversi (in questo caso
parliamo di un malato psichico). Se qualcuno vuole approfondire la figura di Dino
Campana consiglio senz’altro il bellissimo libro “La notte della cometa” di Sebastiano
Vassalli. Grazie a tutti e buon cammino!
Paola Burberi
Campana nacque a Marradi, in Provincia di Firenze, il 20 agosto 1885, figlio di Giovanni,
insegnante di scuola elementare, uomo per bene ma di carattere debole e remissivo, e di
Francesca Luti, detta Fanny, donna compulsiva e severa. Consegue la maturità nel luglio del
1903 a Carmagnola, rientra al paese e comincia ad avere delle crisi nervose. Campana
espresse il suo "male oscuro" con un irrefrenabile bisogno di fuggire e dedicarsi ad una vita
errabonda. La prima reazione della famiglia e del paese, poi dell'autorità pubblica, fu quella
di considerare le stranezze di Campana come segni lampanti della sua pazzia. Ad ogni sua
fuga, che si realizzava con viaggi in paesi stranieri, seguiva, da parte della polizia (in
conformità con il sistema psichiatrico di allora), il ricovero in manicomio. Inoltre veniva
visto con sospetto per i tratti somatici giudicati “germanici” e per l'impeto con cui discuteva
di poesia e filosofia. Internato per la prima volta nel manicomio di Imola alla fine del 1905,
fugge nel luglio 1906 in Svizzera e Francia. Verrà arrestato a Bardonecchia e ricoverato ad
Imola. Ne uscirà nel 1907, per l'interessamento della famiglia, a cui viene affidato. Nel 1913
si reca a Firenze presentandosi nella redazione della rivista "Lacerba" al Papini ed al Soffici,
suo lontano parente, cui consegna il suo manoscritto dal titolo "Il più lungo giorno". Non
viene preso in considerazione e il tutto va perduto. Dopo qualche mese di attesa Campana
scende da Marradi a Firenze per riprendersi il suo scritto. Papini non lo possiede più e lo
manda dal Soffici che nega di aver mai avuto il libretto. Il giovane, la cui mente è già labile,
si arrabbia e si dispera, poiché gli aveva consegnato l'unica copia che aveva realizzato.
Scrive e implora senza altro risultato che il disprezzo e l'indifferenza di tutto l'ambiente
culturale che gravita intorno alle "Giubbe Rosse". Infine, esasperato, minaccia di venire con
il coltello per farsi giustizia “dell'infame" Soffici ed i suoi soci, che definisce "sciacalli".
Nell'inverno del 1914, convinto di non poter più recuperare il manoscritto, Campana decide
di riscrivere tutto affidandosi alla memoria ed ai suoi abbozzi; in pochi giorni, lavorando
anche di notte ed a costo di un enorme sforzo mentale, riesce a riscrivere il canzoniere, sia
pure con modifiche ed aggiunte. Nella primavera del 1914 Campana riesce finalmente a
pubblicare, a proprie spese, la raccolta con il titolo, appunto, di "Canti Orfici", riferimento
alla figura mitologica di Orfeo, il primo dei poeti-musicisti. Nello stesso anno conosce
Sibilla Aleramo, l'autrice del romanzo “Una donna” ed inizia con lei un'intensa e tumultuosa
relazione che si interromperà all'inizio del 1917. Nel 1918 viene internato presso l'ospedale
psichiatrico situato nella Villa di Castelpulci, presso Scandicci. Dino Campana muore in
ospedale, sembra per una forma di setticemia, causata dal ferimento con un filo spinato
durante un tentativo di fuga, il 1° marzo 1932; la salma è sepolta nel cimitero di San
Colombano a Scandicci. Nel 1946 le ossa del poeta, in seguito ad una cerimonia alla quale
partecipano numerosi intellettuali dell'epoca, tra i quali Eugenio Montale, Alfonso Gatto,
Carlo Bo, Ottone Rosai, Vasco Pratolini ed altri, vengono collocate all'interno della Chiesa
di S. Salvatore a Badia a Settimo, raggiungendo così la loro dimora attuale. “Mi sono
sempre battuto in condizioni così sfavorevoli che desidererei farlo alla pari. Sono molto
modesto e non vi domando, amici, altro segno che il gesto. Il resto non vi riguarda.”
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VENERDI’ 5 DICEMBRE 2014:
Partenza da Firenze per l’Aeroporto di Roma Fiumicino in pullman privato,
partenza per Malta con volo Alitalia ed arrivo all’Aeroporto di Malta Luqua.
Immediato incontro con la nostra guida locale che ci accompagnerà in questo
viaggio nella sua terra. Partiremo subito per l'escursione "ALLE TRE
CITTA' ". Ci dirigeremo verso la città di SENGLEA che, nonostante non
abbia importanti bellezze da mostrare, è la più bella città di Malta con le sue
scalinate all'ombra, lo scarso traffico, i meravigliosi balconi, le
impressionanti vedute sui dock davanti ai bastioni meridionali e la Basilica
dedicata alla Natività della Vergine dove si trova la statua miracolosa del
Gesù Redentore. Poi sulle mura ecco "la Vedette", una vedetta che reca
scolpiti due occhi e due orecchie quali simboli della vigile attenzione dei
Cavalieri al servizio della Cristianità: da qui potremo ammirare il Porto
Grande dall'alto. Procederemo verso COSPICUA, il cui nome maltese
"Bormla" deriva da "Bir-Mula", "La fonte del Signore", che conserva un bel
centro antico attraversato da strette scalinate. Ultima delle tre città è
VITTORIOSA, con la sua imponente fortificazione, dove percorreremo le
diverse strade strette affiancate da palazzi storici e belle chiese. Prima di
andare in albergo ci fermeremo a Marsaxlokk, il villaggio dei pescatori più
famoso di Malta, situato in un'ampia baia sui cui lati si estendono due lingue
di terra.
Al termine dell'escursione SISTEMAZIONE IN HOTEL 4 STELLE,
cena e pernottamento.
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SABATO 6 DICEMBRE 2014:
Colazione a buffet in hotel e nuovo incontro con la guida maltese.
PRANZO LIBERO. Visita della capitale di LA VALLETTA.
Il nostro tour inizia per le strade movimentate di Valletta, orgogliosa fortezza
che si protende fra i due porti ad oriente ed occidente. Le mura altissime si
stagliano sul mare che luccica di blu al termine di ogni strada ed ogni pietra
racconta una storia d'amore, di morte o di santità. Visiteremo il Museo
Archeologico, che dall'esterno si presenta come un palazzo dalla sfarzosa
facciata risalente alla metà del XVII secolo e che conserva importantissimi
pezzi risalenti al Neolitico (7200-2500 a.C.). Vi sono le grandi sculture dei
Templi di Tarxien e la grande ara sacrificale di Tarxien ma anche le piccole
"Statuette assise", le sculture più famose di Malta (La Venere di Hagar Qim e
le due Sacerdotesse dormienti). Visiteremo i Giardini Barrakka Superiore
(spesso chiamati "Il Belveder d'Italia") che un tempo erano la piazza d'armi
dei Cavalieri ed ancora conservano le arcate che si snodano lungo tutta la sua
lunghezza. Proseguiremo con la visita alla Co-Cattedrale di San Giovanni,
edificio sacro dell'Ordine edificato nel 1573 come donazione del Gran
Maestro Cassière e progettata dall'architetto Girolamo Cassar. La storia della
sua costruzione è piuttosto strana: la cupola progettata non venne mai
realizzata poiché i Cavalieri, dalla mentalità militare, non volevano
rinunciare ad una traiettoria indisturbata per i cannoni che dai "cavalier", sul
lato dell'entrata verso l'interno, arrivava fino al Forte Sant'Elmo. In seguito la
massiccia volta lunga 58 metri si rivelò troppo pesante per i muri e Cassar
dovette sostenerla con pareti trasversali. E' così che sorsero le sette cappelle
su ogni lato. L'interno è molto sfarzoso ed il pavimento è ricoperto da oltre
quattrocento lapidi con intarsi marmorei che riportano i nomi e gli stemmi
nobiliari dei Cavalieri dell'Ordine qui sepolti. Ci sposteremo poi nella Chiesa
Conventuale dei Cavalieri ricca di sculture e di dipinti. Qui, nell'Oratorio,
ammireremo le due tele di Michelangelo Merisi detto "il Caravaggio": il
"San Girolamo" e "La Decollazione di Giovanni Battista", una delle tele più
straordinarie della pittura europea. Visiteremo la Chiesa dedicata al naufragio
di San Paolo ed il "Palazzo dei Gran Maestri", attuale sede del Parlamento e
del Capo dello Stato di Malta. Proseguiremo poi per MDINA, RABAT e
MOSTA. A RABAT visiteremo la Cappella della Societas Doctrinae
Christianae, la Società fondata da San Gorg Preca, il primo Santo Maltese,
che ne conserva il corpo. Successivamente entreremo nella Grotta di San
Paolo, dove il santo sarebbe stato imprigionato durante la sua permanenza a
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Malta e dove fu celebrata la prima Santa Messa sull'Isola. La Chiesa di San
Paolo, dominata dalla statua dell'Apostolo, è sovrapposta alla Grotta e
costituisce il fulcro della venerazione di San Paolo a Malta: oltretutto questo
tempio presenta una struttura architettonica molto particolare che risale al
1572. Proseguimento per le Catacombe di San Paolo, sotterraneo labirinto di
sepoltura unico per la presenza di cuscini di pietra e "tavole
d’amore” (elementi costituiti da una lastra rotonda ricavata dalla roccia con il
bordo leggermente rialzato: attorno ai tre lati si sviluppa una panca il cui
scopo era quello di accogliere i partecipanti al "banchetto dell'amore" a base
di pane, pesce e vino) quasi inesistenti altrove. Proseguiremo per MDINA,
detta anche "la Città Silenziosa" per la pace che vi regna; nobile e solitaria
ancora oggi, Mdina, l'antica capitale, troneggia sull'altopiano al centro
dell'isola: davanti ad essa si estende un paesaggio agreste e collinare mentre
alle sue spalle si trovano spoglie superfici carsiche. Nelle viuzze di questa
città medievale si ha l'impressione di fare un salto indietro nel tempo e
quando si sentono gli zoccoli di un cavallo sul selciato non potrebbe forse
trattarsi della carrozza del mago Cagliostro, servitore del Gran Maestro Pinto
nel XVII secolo? Ammireremo la grande Piazza San Pawl, totalmente
dominata dalla grandiosa Cattedrale dedicata ai SS. Pietro e Paolo (sorge nel
luogo nel quale San Paolo convertì al Cristianesimo il Governatore Romano
Publio). Al termine visita del Museo della Cattedrale che conserva preziosi
arredi sacri ed una sorprendente collezione di incisioni su rame e legno di
Albrecht Durer! Infine visita alla città di MOSTA ed alla Chiesa dedicata
all'Assunzione della Vergine Maria che è anche chiamata la "Chiesa del
Miracolo" perché nel 1942, durante una funzione religiosa, una bomba
perforò la cupola (la quarta cupola più grande d'Europa) senza esplodere né
ferire i 300 fedeli presenti alla funzione religiosa. L'ordigno è ancora oggi
conservato nella sacrestia. In serata rientro in hotel. Cena e pernottamento in
hotel.
DOMENICA 7 DICEMBRE 2014:
Colazione a buffet in hotel, PRANZO LIBERO. Partenza con la guida
locale per l'escursione dell'intera giornata a GOZO, (l'isola di Calipso),
gemella di Malta. Ci imbarcheremo e, dopo una traversata di circa venti
minuti sul canale di Comino, arriveremo a Gozo. Sebbene tutte le isole
dell'arcipelago si rassomiglino nella loro storia e nel loro sviluppo, Gozo ha
un carattere tutto proprio, è un'isola collinosa più verde e più pittoresca di
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Malta. Durante l'escursione visita dei templi di Ggantija, uno dei più antichi
ed importanti ritrovamenti neolitici dell'arcipelago maltese; la Cittadella che
trae le sue origini dalle fortificazioni arabe a Victoria, capitale di Gozo; la
splendida baia di Xlendi e la "Finestra Azzurra" a Dwejra, un grande arco
naturale frutto di fenomeni carsici sulla sommità del quale si può anche
camminare. Tempo permettendo visiteremo anche il Santuario di Ta’ Pinu,
luogo di preghiera dedicato alla Madonna che s'innalza in mezzo ai campi.
Lo si può paragonare a Lourdes, anche se meno famoso, perché nel 1883 la
contadina gozitana Carmela Grima dichiarò di aver sentito la voce della
Madonna mentre si trovava nella cappella qui esistente. A seguito delle molte
guarigioni miracolose avvenute, nel 1920 iniziarono i lavori di costruzione
del Santuario. Al termine delle visite avremo del tempo libero per
passeggiare e magari per acquistare qualche prodotto dell’artigianato di
Gozo, celebre per i suoi capi in lana e per i pizzi al tombolo lavorati a mano.
In serata rientro in hotel per la cena ed il pernottamento.
LUNEDI’ 8 DICEMBRE 2014:
Colazione a buffet in hotel.
Breve tempo a disposizione e trasferimento in aeroporto con pullman privato.
In tarda mattinata volo Alitalia per Roma Fiumicino ed in serata rientro a
Firenze con pullman privato.
IL COSTO DELLA GITA, BASATO SUL NUMERO DEI
PARTECIPANTI, COMPRENDE.:
Trasferimento da Firenze a Roma Fiumicino e ritorno con bus privato;
Volo aereo da Roma Fiumicino a Malta e ritorno con Alitalia;
I trasferimenti in arrivo ed in partenza con bus privato a Malta;
Il trattamento di mezza pensione con bevande in hotel 4 stelle.
Due intere giornate più una mezza giornata di visite con guida;
Il traghetto da Malta a Gozo e ritorno;
La presenza di un accompagnatore per tutta la durata del viaggio;
L'assicurazione R.C.T.
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LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE NON COMPRENDE :
Gli ingressi ovunque richiesti; i pasti del mezzogiorno;
le mance, i facchinaggi, gli extra in genere e comunque tutto
quanto non espressamente citato nella precedente voce
"la quota comprende".
REFERENTE: Mazzola Roberto.
Per ulteriori dettagli e informazioni:
339 8093153 - 055 414748 il martedì dopo le 21,30
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: 430 EURO
Quota di iscrizione: EURO 200,00
da pagare entro Martedì 30 Settembre.
Saldo quota di partecipazione entro Martedì 11 Novembre.
Inizio iscrizioni Martedì 9 Settembre 2014
Gita organizzata con la collaborazione tecnica di:
“SENZA CONFINI TRAVEL AGENCY S.R.L.”
LA COMMISSIONE TREKKING INIZIERA’ A PREPARARE, NEL MESE DI SETTEMBRE
Il PROGRAMMA ESCURSIONI 2015.
SE HAI DELLE PROPOSTE MANDACI LA
DESCRIZIONE DEL PERCORSO AL NOSTRO
INDIRIZZO:
[email protected]
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9 NOVEMBRE 2014
LA VALLE DELLA SIEVE:
DA PONTASSIEVE ALLA RUFINA
Dislivello: + 480 - 480
Difficoltà:E/F
Partenza: ore 8,00 Puccini - ore 8,15 Cure
Minimo 25 partecipanti
Tempo (h): 4/5
Referenti:Nardoni
Cellulari: 3398093153
Quota di partecipazione: Adulti € 17,00 - Ragazzi € 10,00
BUS
Il poggio di Bardellone con i suoi 495 metri si accosta a nord a Pontassieve,
era la porta per dirigersi verso il Monte Giovi e Borgo San Lorenzo. Il nostro
itinerario prevede invece di girare intorno agli antichi luoghi della zona dove
si trovavano avamposti di avvistamento, castelli e pievi.
Ci incamminiamo in salita lungo la via del Capitano, immergendosi, dopo
aver percorso un primo tratto panoramico, su tutta la Val di Sieve, in un
bosco misto che ci accompagna con i suoi suggestivi colori autunnali e i suoi
profumi fino alla cima del Poggio di Bardellone. Sempre in mezzo al bosco
si prosegue per mulattiere e strade bianche fino alla chiesa di Montefiesole e
alle rovine dell'omonimo castello ormai nascoste tra la vegetazione. Dopo
una breve sosta proseguiamo lungo una ripida discesa fino a raggiungere
Pievecchia, tristemente famosa per una cruenta rappresaglia nazifascista
avvenuta nel 1944. Da qui, sempre in quota rispetto alla valle della Sieve,
percorriamo il sentiero, spesso interrotto da interessanti costruzioni, che ci
porta fino a Montebonello e poi a Rufina da dove prendiamo il nostro bus.
Il percorso non presenta particolari difficoltà se non per la discreta
lunghezza.
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I GRADI DI DIFFICOLTÀ
Con lo scopo di semplificare la comprensione delle sigle che identificano i gradi di difficoltà indicati nelle varie
escursioni, si riportano qui di seguito le scale delle difficoltà individuate dall’associazione nazionale Guide Alpine:
T = TURISTICO
Itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi abbastanza brevi e ben evidenti.
Sono escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica.
E = ESCURSIONISTICO
Itinerari che si svolgono su sentieri in genere segnalati, ma di maggior impegno fisico e di orientamento. Si snodano su
terreno vario (boschi, pascoli, ghiaioni, ecc.). Possono esservi brevi tratti con neve, facili e non pericolosi in caso di
scivolata.
Sono escursioni che possono svolgersi su pendii ripidi, anche con brevi tratti esposti. Questi sono però abbastanza
protetti o attrezzati e non richiedono l’uso di attrezzatura alpinistica.
Questi itinerari richiedono una certa abitudine a camminare in montagna, sia come allenamento che come capacità
d’orientamento. Occorre avere un equipaggiamento adeguato. Costituiscono la maggioranza dei percorsi escursionistici
che si snodano in montagna.
EE = ESCURSIONISTI ESPERTI
Itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna. Possono
essere sentieri o anche labili tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e scivolosi, ghiaioni
e brevi nevai superabili senza l’uso di attrezzatura alpinistica.
Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica.
Occorre inoltre avere un equipaggiamento ed attrezzatura adeguati, oltre ad un buon senso d’orientamento.
EEA = ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURA ALPINISTICA
Itinerari che richiedono l’uso di attrezzatura da ferrata (cordini, imbracatura, dissipatore, casco, ecc.). Possono essere
sentieri attrezzati o vere e proprie vie ferrate. Si rende necessario saper utilizzare in sicurezza l’equipaggiamento tecnico
e avere una certa abitudine all’esposizione e ai terreni alpinistici.
LA FATICA
Su ciascun itinerario proposto è indicata, con le sigle “F” (poco faticoso), “FF” (faticoso), “FFF” (molto faticoso), la
fatica necessaria per percorrerlo.
Questa valutazione viene assegnata da chi ha proposto l’escursione, prendendo in considerazione i dislivelli, il tempo di
percorrenza ed il tipo di terreno. Ciascun partecipante dovrà considerare questa valutazione puramente approssimativa
e valutare, in base al proprio allenamento, la possibilità di partecipazione.
Auguri ai soci nati in
questo mese
15
CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ 2014
Mezzo
12 - 01
Anello di Tavarnuzze
26 - 01
Deserto dell’Accona
09 - 02
Ciaspolata
23 - 02
Al mare di Castiglioncello
09 - 03
Anello di Fossola
23 - 03
Sassi di Roccamalatina
06 - 04
Lago di Corbara
21 - 04
Trekking cittadino a Bologna
Sulla costiera amalfitana
01/04 - 05
18 - 05
Baccellata con gita
25 - 05
Gita ragazzi autogestita
Via Francigena
01/02 - 06
15 - 06
Mandrioli
29 - 06
Lago Santo Modenese
06/13 - 07
Settimana verde a Molveno
01/07 - 09
Tour del Monte Bianco
14 - 09
Monte Prado
28 - 09
Grondilice (Alpi Apuane)
12 - 10
Le Pievi del Chianti
26 - 10
Marradi
09 - 11
Valle della Sieve
16 - 11
Ballottata
23 - 11
Passo della Futa - Roncobilaccio
Isola di Malta
05/08 - 12
Pungitopo
21 - 12
mezzi propri
bus
nave
16
treno
aereo
Le attività di un giorno programmate con Bus saranno effettuate solo al raggiungimento dei
25 partecipanti. Altre soluzioni possono essere proposte dal Capogita, come l’utilizzo dei
mezzi propri o l’aumento del costo della gita.
ESCURSIONISMO ADULTI E RAGAZZI
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