PREMESSA Questa estate non abbiamo potuto fare delle vere e proprie vacanze ad agosto perchè …. la panza avanza. Sono infatti fra il settimo e l’ottavo mese e per di piu’ abbastanza affaticata dalle due stelline. Inoltre la vacanza vera io e Fabio l’abbiamo fatta in giugno alle Bahamas (n.d.r.:vedi libretto) e poi siamo andati in barca e a Vienna (n.d.r.:vedi libretto). Luglio e i primi giorni di agosto sono volati: abbiamo fatto l‘iscrizione allo Sporting Club e le ‘pischelle’ si divertono un mondo, oltre ad essere nere come delle marocchine; abbiamo l’aria condizionata in casa che ci protegge dalle giornate troppo afose; papà, tornato dal lavoro fa footing (non proprio tutte le sere, ma ha un record da battere) e poi una bella sauna; e quando poi le bimbe vanno a nanna, noi ci facciamo grigliette su grigliette sul nostro terrazzo fiorito. Non si potrebbe pretendere di piu’: ci stiamo proprio godendo la casa nuova e questo bellissimo modo di vivere. Fabio prende due settimane di ferie in agosto: i primi giorni stiamo a casa e poi, il mercoledi’, andiamo a Macugnaga … per far ‘cambiare un po’ aria’ alle bimbe (nonostante Fabio non voglia andare in montagna d’estate). Quindi (quindi perchè sono sicura che ha fatto piovere lui) il giovedi’ diluvia tutto il giorno ed è dura tenere impegnate le bimbe mentre Fabio smanetta sui PC (dobbiamo addirittura accendere il riscaldamento). Il venerdi’ invece è una giornata stupenda e andiamo a fare una passeggiata (in seggiovia) fino al Belvedere. Le bimbe si divertono, e per fortuna anche il papà. A mezzogiorno sosta ai Burchi a mangiare polenta. Il sabato è ancora nuvolo e gironzoliamo per il paese e poi decidiamo di tornare a Milano previsioni sono perchè le brutte. E’ stata proprio solo una piccola parentesi, ma ha ‘spezzato’ le vacanze. Abbiamo mangiato tanto…tutte e tre le sere siamo usciti con le bimbe che ormai al ristorante si comportano come due signorine … soprattutto se c’è da mangiare la pizza. Tornati a casa passiamo tre giorni tranquilli: Fabio si dedica al ‘bricolage’ e fa tanti lavoretti in casa … mentre le bimbe si godono l’aria di vacanza. Nonostante questo tranquillo tran tran, decidiamo comunque di partire per farci qualche giorno da soli: in effetti devo ammettere di essere molto stanca. Sono felice ma le 3 bimbe mi stanno distruggendo la schiena. E con loro in giro, nonostante l’aiuto di Fabio, non riesco a riposare un gran che. Cosi martedi’ 17 Agosto partiamo per Colico dove ci sono ben 4 nonni baby sitter: i bisnonni e i nonni che non vedono l’ora di avere solo per loro le bimbe. MERCOLEDI 18 AGOSTO La prima bozza di programma prevedeva di alzarci presto e partire alle 8 per fare il viaggio con il trenino svizzero da Tirano al Bernina. Messo pero’ il naso fuori dalla finestra torniamo a dormire perche’ tanto diluvia (che estate). Salutiamo a malincuore le bimbe e alle 10 partiamo. Innanzi tutto: colazione al bar. Ho una gran voglia di brioches: questa notte me le sono persino sognate e quindi faccio una mini scorta per il viaggio. Non sappiamo bene dove andare …. Monaco, Svizzera, Alpi. Tiriamo fuori tutte le guide che abbiamo sepolto nelle tasche posteriori dei sedili e ci fermiamo nel piazzale della stazione di Tirano a decidere. Prendiamo gli orari del trenino … ma oggi non è proprio il caso perchè non si vedrebbe nulla del panorama. Decidiamo quindi di fare un giro delle alpi: passare lo Stelvio e andare sulle dolomiti a fare il giro dei 4 passi e fermarci poi al ritorno a fare il trenino (che ormai è un ‘must’). In realtà decido io perchè Fabio mi lascia carta bianca per questa vacanza: posso persino mangiare quello che voglio. Prenotiamo quindi la notte in una locanda di Vilpiana (vicino a Bolzano) e la cena in una trattoria di Bolzano: che organizzazione! Decisa la meta partiamo da Tirano con lo spirito piu’ sollevato. Ci fermiamo a Bormio per un ‘pizzino’. Sono le due e c’è in giro poca gente. Facciamo anche due passi in corso Roma … ma i negozi sono chiusi e non posso comperare nulla. Ripartiamo per il passo dello Stelvio. Il tempo è sempre coperto ma almeno non piove. Fa sempre un grande effetto salire uno dopo l’altro i tornanti in un paesaggio che diventa sempre piu’ brullo. Ricordiamo quando sei anni fa facemmo questa strada durante il nostro il viaggio di nozze … eravamo terrorizzati di rimanere senza benzina: tutti agitati non avevamo visto la spia accendersi e non sapevamo quanta autonomia avremmo avuto. E’ passato cosi’ tanto tempo!! Incontriamo tanti ciclisti che spingono sui pedali, in bici da corsa o in mountain bike impegnatissimi a raggiungere la cima … eppure ce la fanno. Arriviamo al passo e fa freddo: è nuvolo e c’è pure un venticello gelido. I negozianti delle bancarelle di souvenirs con accento tedesco fanno come i napoletani e cercano di venderci a tutti i costi qualcosa. Noi comperiamo solo l’adesivo del passo, e cosi’ faremo per tutti quelli che valicheremo…. Una specie di mini raccolta. Entriamo pure al museo dedicato a Donegani con un po’ di foto vecchie e reperti di guerra. Risaliamo in macchina e scendiamo la valle: al primo bivio giriamo a destra (durante il viaggio di nozze eravamo andati a sinistra versi Resia) nella valle dell’Adige che porta fino a Merano (Val Venosta). Siamo completamente circondati da coltivazioni di mele: mele gialle, mele rosse, mele rosa. Ovunque solo mele. Se ci fermassimo sul bordo della strada potremmo raccoglierne quante vorremmo. Tante case hanno alberi di mele in giardino. Per una come me che adora le mele è una vista incantevole…. Infatti ci fermiamo al primo baracchino lungo la strada e comperiamo 5 kg di mele per me e un pezzo di speck per Fabio. Ammiriamo anche qui i balconi fioriti: ora che anch’io ho un balcone fiorito a casa, noto certe cose e non capisco come facciano a fare crescere una tale quantità di fiori. Che invidia. A Merano prendiamo la circonvallazione e ci dirigiamo verso sud. Usciamo a Vilpiano, frazione di Terlano (qui tutti i paesi finiscono in –ano) dove abbiamo prenotato per questa notte in una pensione. E’ un paesino tipico tirolese, con affreschi sulle piccole case bianche tutte fiorite … e cosi’ è anche il nostro alberghetto. Posteggiamo sotto una vite di uva bianca a fianco di un albero di mele e saliamo in camera. E’ piccola … ma c’è un candido letto bianco con il piumino. In men che non si dica sono sotto al piumino con gli occhi chiusi. Dormo ‘secca’ fino alle 8 mentre Fabio va giu’ nel patio a leggere il giornale. Ci vestiamo ‘da sera’ (si fa per dire, con il pancione che mi ritrovo!) e andiamo a Bolzano. Guido perfettamente Fabio fino all’inizio del centro storico, dove parte via dei portici. E’ la piu’ vecchia via della città e, come si puo’ immaginare ci sono da entrambi i lati lunghi portici pieni di negozi. C’è una bella arietta fresca molto piacevole, poca gente, belle vetrine e noi siamo molto felici. Arriviamo in piazza delle Erbe dove abbiamo prenotato all’Hopfen&Co. È un posto mitico: è una antichissima birreria a piu’ piani dove proprio si vedono le fasi di preparazione della birra (Hpfen & Co.). Noi mangiamo al primo piano delle cose buonissime: io il brodo alla birra e le costolette d’agnello, mentre Fabio i canederli e un divino stinco di maiale. Posto davvero degno di ripassata. Facciamo ancora quattro passi sotto i portici e poi ritorniamo nella nostra camera con i piumini. GIOVEDI’ 19 AGOSTO Io non ho dormito molto bene nonostante Malox, Aulin e VixSinex. Ci alziamo verso le 10 e andiamo a fare colazione: tutto molto casalingo, sia la sala che il cibo. Rifacciamo la borsa e partiamo dopo aver deciso l’itinerario per oggi: il giro dei 4 passi del Sella. Andiamo verso Bolzano e poi saliamo verso Bressanone. Usciamo a Chiusi e andiamo a Ortisei. La giornata si è messa al bello … e la montagna con il sole è proprio bellissima. Ci fermiamo a Selva di Valgardena per fare due passi. Visto che c’è il sole, Fabio decide di regalarmi un bellissimo paio di occhiali di Ferrè che costano un occhio della testa: mai avuto cosi’ belli. Ancora due passi e poi ci fermiamo su una terrazza al sole per uno ‘spuntino’. Incominciamo a vedere il Sella e il Sassolungo. § Dopo Selva andiamo al passo di Gardena (molto verde, con bellissimi prati e tanta gente … evidentemente partono molte passeggiate; non c’è pero’ il cartello!) e poi scendiamo precipitosamente a Corvara. Da qui risaliamo e facciamo il passo di Campolungo (c’è solo un albergo con bar e non sembra molto un passo). Ovunque comunque si vedono tanti impianti. Scendiamo fino ad Arabbia e poi sospendiamo il giro intorno al Sella per fare una puntatina verso Cortina sul passo Falzarego (il piu’ bello, con vista sulle Tofane, sul Cristallo, sull’Antelao). Ci sono negozi di souvenirs che vendono l’inimmaginabile. Torniamo indietro e scendiamo ripidissimamente dietro la Marmolada per poi risalire al Passo Fedaia (laghetto, ghiacciaio, freddo) e riscendere poi a Canazei dove ci fermiamo (tanta gente, molto traffico) e cerchiamo un posto per dormire. Fabio sceglie uno degli alberghi piu’ belli, l’hotel Dolomiti che è anche uno dei piu vecchi, in stile asburgico. L’interno è molto carino anche se la camera è un po’ piccola. Dopo un bel bagno usciamo. Si è messo a piovigginare e tutta la gente che prima intasava la strada è sparita. Finiamo a cenare nel ristorante vicino all’albergo; Fabio lo chiama nutrirsi. Yogurt, nanna VENERDI’ 20 AGOSTO Ho dormito abbastanza bene. Ha piovuto molto questa notte e in questa camera nel sottotetto sembrava quasi di essere in barca. Ci svegliamo per tempo per la colazione e poi prepariamo la borsa. Il tempo sembra bellino … anche se incombono un po’ di nuvole. Oggi dobbiamo innanzi tutto completare il giro del Sella: ci mancano il passo Pordoi e il passo Sella che distano 12 km da Canazei. Prima andiamo al passo Pordoi: è abbastanza alto e aperto, peccato che ci siano anche nubi basse e aria gelida. Siamo quasi tentati di prendere la funivia che porta su una cima del Sella … ma l’arrivo è completamente nascosto dalle nuvole, Dovremmo assolutamente ritornarci con la neve e fare quel muro che scende dal massiccio. Prendiamo anche qui l’adesivo: ormai è iniziata la collezione e questo è il sesto. Infreddoliti risaliamo in macchina e andiamo al Sella. Riusciamo a vedere bene la parete del massiccio mentre saliamo. Incomincia a piovere. Che peccato perchè lo spettacolo ci perde sicuramente tanto. Comperiamo l’adesivo da un montagnino ubriaco che non si era nemmeno accorto che pioveva. Risaliamo in macchina e ritorniamo a Canazei. Volevamo farci due passi ancora ma è tutto completamente congestionato da troppe macchine. E poi si è messo a diluviare. Scendiamo ancora e a Vigo di Fassa giriamo nella valle di Carezza. E’ una valle molto verde e con alberi che formano delle vere e proprie foreste. Anche il paese di Carezza a lato del lago, è in realtà un discreto insieme di case che non sembrano formare nemmeno un vero e proprio paese. Non riusciamo comunque a goderci molto la vista sotto la pioggia battente. Continuiamo a scendere verso Bolzano attraverso la valle dell’Ega che è un fiumiciattolo che con tutta quest’acqua è diventato marrone ed è molto carico. Passiamo attraverso un vero e proprio canyon abbastanza lungo, largo tanto da farci stare solo il fiume e la strada. Molto bello ed impressionante. Abbiamo deciso di fermarci a pranzo a Bolzano cosi’ possiamo proteggerci dalla pioggia facendo due passi sotto i portici. E dove potevamo finire se non da Hoften (cioè la birreria dell’altra sera dove Fabio ha lasciato il cuore). Ci prendiamo una grigliata mista in due e l’immancabile birra. Facciamo poi un bel giretto a piedi proprio all’apertura dei negozi e papà fa un regalo a me (portagioie) e uno alle bimbe (misura altezza). Bolzano è proprio carina e poi piena di gente e turisti …. A parte che con questo tempo, se non fai due passi sotto i portici, dove vuoi andare? Risaliamo in macchina e prendiamo la Val di Non che porta al passo della Mendola. Attraversiamo ancora distese e distese di alberi di mele. Io schiaccio un breve pisolino e mi sveglio in cima ad una passo: almeno cosi’ c’è scritto perchè c’è una nebbia tale che non si riesce a vedere assolutamente nulla. Facciamo foto e comperiamo l’adesivo e poi gironzoliamo fra i paioli di rame di un fornito negozio artigianale (ma chi viene fin quassu’ per cercare un paiolo?) Ripartiamo e finalmente possiamo incominciare a sperare in un miglioramento del tempo. La strada è molto lunga e siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia … oltre ad incominciare ad essere un po’ stufi di stare in macchina e a non aver digerito la salsiccetta del pranzo. Passiamo per Vermiglio dove Fabio ha grandi ricordi da scout. Arriviamo finalmente anche in cima al passo del Tonale che risulta molto squallido in estate: ci sono degli orrendi palazzoni e solo la statale che li attraversa. Qualche foto e poi via. Prima di Ponte di Legno tagliamo verso nord per attraversare il passo del Gavia e arrivare a S.Caterina. Saliamo all’interno della valle mentre vediamo dei cartelli terroristici con ‘ci vogliono le catene, non ci sono protezioni, attenzione’. Non capiamo il perchè fino a che, passata l’ultima baita la strada incomincia a restringersi pazzescamente (ci passa solo un auto), spariscono i guard rail e cominciamo a salire con una pendenza che ci costrine spesso a mettere la prima. Quando incontriamo altre (poche) auto che scendono, uno deve fare retromarcia fino a che non trova un pezzetto un po’ piu’ largo. Fa veramente impressione guardare verso il basso, è da vertigini e mette molta paura. Verso i 2000 mt scompaiono i pini e ci sono solo prati verdi. Veramente bello, forse il piu’ bel passo perchè ancora ‘vergine’, quasi una mulattiera asfaltata. In cima c’è un rifugio e un’iscrizione per tutti i ciclisti del giro d’Italia che, roba da matti, si fanno pure ‘sta salita. Scendiamo a S. Caterina e superiamo Bormio. Abbiamo prenotato un’osteria della guida a Sondalo e li’ abbiamo trovato anche l’hotel Rio. Dormiamo a Sondalo perche’, se domani il tempo è bello, il programma prevede il giro in trenino fino a St. Moritz partendo da Tirano. Ci facciamo una stupenda doccia che spazza via tutta la stanchezza della giornata prima di andare a cena. L’osteria si rivela abbondantemente sopra le aspettative: mangiamo benissimo e ci divertiamo (Fabio riesce a stupire la cameriera per la quantità) SABATO 21 AGOSTO Oggi ci svegliamo presto; non siamo piu’ abituati. Lasciamo Sondalo e, ascoltando il giornale radio in auto a Fabio sembra di andare in ufficio. Nonostante le ‘gufate’ della signora dell’albergo che ha male al ginocchio e diceva che oggi sarebbe stato proprio brutto, il cielo è sereno e cerca proprio di uscire il sole. Per fortuna, perche’ il giro sulle alpi Retiche con il trenino scoperto non è certo fattibile con il tempo brutto. Arriviamo per tempo alla stazione di Tirano e facciamo colazione dopo aver comperato i biglietti del treno. Fabio si arma e si prepara a combattere con uno stormo di ragazzini per poter salire sulle carrozze panoramiche. Riusciamo a sederci all’aperto e ci copriamo il piu’ possibile. Come un orologio svizzero alle 9.05 il trenino parte. Attraversa Tirano e incomincia ad inoltrarsi nella valle svizzera. Prima di Brusio c’è la famosa spirale: il treno fa 360 gradi per salire sul costone della valle. Poi arriva al lago di Poschiavo che, alle 10 di mattina, con un po’ di nebbiolina, e due che fanno canottaggio, da’ proprio un’idea di pace e riposo assoluto. Continuiamo a salire il costone della valle: in prossimità dei tornanti ci sono delle gallerie dentro le quali si perde completamente il senso dell’orientamente oltre ad avere gli urli della comitiva che ci accompagna. Guardando verso valle, c’è una parete ripidissima ricoperta di abeti … ma come hanno fatto a costruire qui i binari e soprattutto a calcolare che il treno sarebbe andato? Arriviamo su una altro altopiano dove c’è solo la stazione: da qui si vede bene dove dobbiamo arrivare: in mezzo alle nuvole che ricoprono il Bernina. Ripartiamo e arriviamo fino al passo: siamo passati dai 400 mt di Tirano ai 2200 mt di ‘Ospizio Bernina’. Qui fa freddo .. e pensare che Fabio ha solo un maglione. Speriamo in bene perchè questo vagone è chiamato anche ‘carrozza bronchite’. Costeggiamo il lago artificiale e poi incominciamo a scendere: Pontresina, Celerina e poi St. Moritz. Arriviamo quasi alle 12 (un po’ in ritardo) ma con un sole mitico. Meglio di cosi’ non poteva andarci. Saliamo nel centro …. E ci facciamo un bellissimo passeo fra le belle vetrine fino a sederci ad un tavolino al sole. Prendiamo il caldo sole e leggiamo il giornale in attesa di un non tanto estivo piatto estivo (50.000 per due padelle di patate). Davvero da sciuri. Facciamo ancora 4 passi e ci prendiamo un gelato prima di ritornare alla stazione a prendere il trenino delle 15.00. Ora, con il sole tutto luccica ed è ancora piu’ bello: facciamo una marea di foto. Anche se il treno ci mette due ore e mezza, devo dire che passano in fretta … persino Fabio che non metterebbe mai piede sul treno non si stufa. Arriviamo felici e contenti a Tirano e torniamo a Colico. Cosi’ si chiude questa dolcissima parentesi, dove non abbiamo fatto assolutamente nulla di particolare ma ci siamo riposati tanto, abbiamo parlato tantissimo e ci siamo ricaricati (soprattutto io) in vista dei prossimi mesi. Devo sinceramente ringraziare Fabio, perchè senza le sue insistenze mi sarei lasciata prendere dalla stanchezza e non sarei mai partita. Un bacio