X il mio popolo - Drammatizzazione Tempo Estate Eccezionale ACR 2011 1° giorno: La chiamata di Giosué La scena si svolge al catechismo: sono presenti la/il catechista e alcuni bambini, tra cui i quattro protagonisti. Catechista: Buongiorno ragazzi! Ormai l’anno di catechismo è terminato! Tutti: Olèè, sii, YUuuuuuuu... Catechista: Non era questa la reazione che mi aspettavo, ma comunque capisco perfettamente i vostri desideri di estate, di mare, di vacanza, etc... Un ragazzo: Siamo contenti anche perché è finita la scuola, non ne potevamo più... Un altro ragazzo: A chi lo dici! Sono stato un disastro, a forza di urla dei miei mi si sono rotti i timpani. Catechista: Coraggio, ragazzi, vi aspetta una bellissima estate, riposatevi e divertitevi anche. A proposito, ho pensato di fare un regalo ad alcuni di voi, a due in particolare, per la loro costantissima presenza – praticamente non hanno mai fatto un giorno di assenza a messa, al catechismo e a tutte le iniziative dell’ACR – perché si sono mostrati davvero interessati a Gesù e agli altri. E per questo meritano di vivere un’esperienza incredibile, quasi impossibile, ma reale... ecco, questo splendidissimo gioco, “Terra Promessa.”… “The winners are....” i gemelli Marta e Luca! Marta: Evviva, avviva. Grazie, che gioco stupendo. Ma è nuovo? Non ne ho mai sentito parlare. Catechista: per forza, non esiste ancora. Questa è l’unica copia... Luca: Ma di cosa parla? Catechista: lo scoprirete prestissimo e non ve ne pentirete, ma fate attenzione però, perché potrebbe anche essere molto pericoloso! Marta: Pericoloso? E cosa ci può essere di tanto pericoloso in un gioco? Catechista: Non vi dirò altro… La catechista saluta i ragazzi e l’ora di catechismo finisce. I due protagonisti, Marta e Luca, si recano a casa. Marta: Ascolta, Luca. Ho pensato di invitare Alessia e Mattia per inaugurare il gioco, anche perché c’è scritto che si deve giocare in quattro. Luca: Va bene, prepariamo il tutto intanto... Alessia e Mattia arrivano a casa dei due gemelli. Alessia: Non vediamo l’ora di giocare al nuovo gioco. Com’è che si chiama? Marta: “Terra Promessa” Mattia: La catechista diceva che può essere pericoloso. Bene, mi piace già… Luca: Sì, in effetti, è stata strana come cosa. Perché pericoloso? Alessia: Dai, non perdiamo tempo, iniziamo subito! Marta (leggendo il libretto di istruzioni): Dice di tirare i dadi e, quando apparirà la frase, immediatamente una coppia verrà catapultata in quell’avventura. Ma cosa vuol dire? Boh, tiro per prima io... Marta tira i dadi, sposta la pedina e legge la casella su cui è capitata. Marta (leggendo): “Sarete pesanti, non potrete muovervi, ma una voce dall’alto potrà assistervi. Due uomini importanti, uno giovane e l’altro stanco, vi raggiungeranno al vostro fianco!” La scena si interrompe con la lettura della casella. I due gemelli si ritrovano dentro la scena della chiamata di Giosué, ma non con le sembianze umane… sono diventati due sassi! E assistono prima al dialogo tra Mosé e Giosué, poi a quello tra quest’ultimo e Dio. Marta: O mio Dio, ma dove siamo finiti? Luca: Aaaaahhhhhhhhhh Marta: Ma cosa urli? Che ti prende? Luca: Perché sei un mega sasso? Marta: Cosa? (si volta indietro per guardare il fratello). Ahhhhhhhhh. Pure tu! Ma che sta succedendo? Luca: È stato quel gioco! Mi lancerei contro la catechista in questo momento, per prenderla proprio a sassate... Marta: Non fare lo spiritoso, come facciamo a tornare normali? Luca: Beh, tu non sei stata mai normale, anzi, sei proprio carina così in carne. Marta: Giuro che quando ne usciremo... no, no, è proprio un sogno invece, svegliami, svegliami, svegliami... (facendo un po’ l’esaurita!) Luca: Calmati Marta! Vedrai che troveremo un modo per tornare alla realtà... I due gemelli sentono dei passi… Marta: Shhhhhhhh, hai sentito? Sta arrivando qualcuno, su, nascondiamoci! Luca: Non credo possa essere difficile, guarda come siamo ridotti! Marta: Shh, dai, non dir più nulla... Mosè: (faticando a camminare) Caro mio Osea, il Signore mi ha dato la grazia di sperimentare la sua onnipotenza, prima in Egitto, poi nel Mar Rosso, poi nel deserto, ma credo sia giunta per me l’ora di raggiungerlo, sento che le forze mi stanno abbandonando. Giosuè: Suvvia Mosè, sei sempre stato un uomo forte, nessuno come te, finora, era mai riuscito a condurre una missione così importante e faticosa. Il Signore ti ha riempito di benedizioni, ha visto in te un grande uomo, un grande profeta. Mosè: Ti ringrazio, mio caro, ma credo davvero sia giunta per me la mia ora… Dicendo questo, Mosè muore… Giosuè: Mio Signore, mio Signore, non abbandonare il tuo servo Giosuè! Come sarà possibile condurre adesso il popolo alla Terra Promessa? Si sente un po’ di vento, un frastuono… Dio (voce fuori campo): Osea, Osea! Giosuè: Si, mio Signore! Dio: Mosè, mio servo, è morto. Ora, dunque, attraversa tu questo Giordano, con tutto il popolo, verso la Terra Promessa. Non temere, come sono stato con Mosè, così sarò con te. Sii coraggioso e forte! Non aver paura, perché il Signore tuo Dio è con te, dovunque tu vada. Giosuè: Si, mio Signore, sull’esempio di Mosè, anch’io voglio essere il tuo servo... Dio: D’ora in poi ti chiamerai Giosuè, perché è il Signore la vostra salvezza! Marta: Giosuè? Mosè? Ma dove siamo capitati? Che nomi strani... Luca: Sembra un film! E poi, hai sentito ancora? Una voce potentissima che riempiva tutta la zona... Giosuè lo chiamava mio Signore... Marta: Eh, si, era proprio la voce di Dio... Sono emozionatissimo, ma non riesco a capire nulla... Luca: Guarda, Giosuè se ne sta andando... Cosa facciamo adesso? Non riesco a muovermi. Marta: Per forza, siamo obesi! Durante tutta la scena appena svolta, si vedono sempre i due amici, in una scena a parte che giocano per conto loro. Ma in questo momento tirano i dadi, leggono ad alta voce il numero uscito, spostano la pedina… e la scena si interrompe. 2° giorno: Il passaggio del Mar Rosso I quattro ragazzi si ritrovano tutti insieme nella stanza, dove stavano giocando. Luca è molto agitato e si muove continuamente. Luca: Ho due mani, un naso, due gambe, una bocca… posso muovermi!! Saltare, ballare, cantare… (si tocca il corpo e fa più movimenti possibili) Marta: Ma, dove siamo? Alessia: Siete in camera, dove eravate prima! Mattia: Piuttosto, dove eravate andati? Luca: Posso muovermi! Saltare! Essere un sasso non era proprio il massimo… non potevo muovermi, non potevo correre… E ora posso farlo!!! Marta: Non capisco cosa ci sia capitato… Mattia: Avete tirato il dado, siete capitati su quella casella, avete letto la frase e siete scomparsi! Marta: Ma che scomparsi!! Io non credo a queste cose! Alessia: È successo davvero! Eravate qua, ma da un momento all’altro siete scomparsi nel nulla… Mattia: Dove siete stati? E perché Luca è così agitato? Luca: Agitato io?? Voi non potete neppure immaginare quanto sia bello camminare, muoversi, correre… parlare!! È a dir poco meraviglioso! Marta: Luca ha ragione… Eravamo due sassi! Alessia e Mattia scoppiano a ridere. Alessia: Ahahaha! Dai, non raccontateci delle bugie… Mattia: Avete fatto un corso di magia nelle ultime settimane? Marta: Io non so davvero cosa ci sia capitato… Ma eravamo due sassi. Luca: Due sassi che non si muovono eh! Alessia: Beh, io non ho ma visto due sassi che si muovono… Marta: Cerchiamo di ricordare ciò che ci è successo… e voi non prendeteci per matti! Anche perché voi stessi avete detto che siamo scomparsi… e vi assicuriamo che non abbiamo fatto nessun corso di magia! Dai, Luca, vieni a sederti qua, che cerchiamo di ricostruire ciò che è capitato… Mattia: Voi avete tirato i dadi… Siete capitati su quella casella e… siete scomparsi, nel nulla! Alessia: Abbiamo aspettato un po’, poi abbiamo deciso di provare a tirare noi i dadi, con la speranza di potervi raggiungere… In realtà, siete tornati qua… Luca: Quindi… Noi abbiamo tirato i dadi e siamo finiti dentro al gioco? Wow!! Meglio di quel film… Jumanji! Mattia: Ora però dovete raccontarci di ciò che avete visto e vissuto! Marta: Non mi ricordo di come siamo finiti in quell’altra dimensione… Oppure non è un’altra dimensione… Forse è nel futuro… O nel passato… Alessia: Ma cosa avete visto? Dove eravate? Luca: Eravamo due sassi, immobili!! Mattia: Ancora con questi due sassi… non ci credo! Marta: No, devi crederci. Eravamo davvero due sassi… E abbiamo assistito a scene diverse… Era come se noi potessimo seguire i personaggi, anche se eravamo immobili, inanimati. Luca: C’era uno, che si chiamava Gesù… Alessia: No, vi prego! Abbiamo appena finito catechismo e tu vuoi farmi una lezione anche qua! No, no… Non annoiarmi!! Marta: Ma non era Gesù… Era un nome simile… Giosuè! Luca: Forse hai ragione… Sai, essendo un sasso e non avendo le orecchie, penso di aver capito male! Alessia: Chissà chi è questo Giosué… Mattia: Forse ne abbiamo sentito parlare… a catechismo? Marta: Non lo so… Ma dobbiamo assolutamente sapere chi è stato quest’uomo… Luca: Ho un’idea. Alessia: No, grazie, non ci interessano le tue idee! Luca: Sempre simpatici i miei amici… è un’idea sensata: cerchiamo su Google! Mattia: Ogni tanto dici qualcosa di intelligente! I quattro ragazzi si mettono attorno al pc e navigano su Internet. Alessia: Giosuè… Wikipedia… Marta: Giosué è un personaggio biblico… Il nome deriva dall’ebraico Yehoshua e significa “Dio salva”… Mattia: è nato in Egitto al tempo della schiavitù degli Ebrei… Ha partecipato all’uscita degli Ebrei dall’Egitto sotto il comando di Mosè… Luca: L’abbiamo visto! Stava morendo e Giosué era vicino a lui! Alessia: Ha assistito Mosè e l’ha anche accompagnato nella salita al Monte Sinai… è stato uno dei dodici esploratori che Mosè ha mandato a perlustrare il paese di Canaan… E solo in questa occasione ha preso il nome di Giosué… Prima infatti si chiamava Osea… Marta: Prima di morire, Mosè l’ha designato suo successore e lo ha incaricato di attraversare il fiume e di condurre il popolo alla conquista del paese di Canaan… Alessia, Mattia e Marta: …LA TERRA PROMESSA!! Mattia: Il titolo di questo gioco di società! Luca: Non ho capito nulla! Marta: Come al solito! Allora… Giosué è stato quel personaggio che è venuto dopo Mosè e ha portato il popolo alla Terra Promessa! Alessia: E voi avete vissuto una scena della sua vita… Mattia: Ma se questo gioco si chiama “Terra promessa”, significa che dovremo arrivare a conquistarla anche noi… Marta: Quindi dobbiamo vivere tutto ciò che ha vissuto Giosué fino alla conquista della Terra Promessa? Luca: Bene, ragazzi… vi saluto! Mi sono ricordato di avere un impegno… Alessia: No, Luca! Tu hai cominciato il gioco e tu continui a farlo con noi! Arriveremo fino alla fine, costi quel che costi! Mattia: Con questo pensi che continueremo a viaggiare nel tempo? E a tornare ai tempi di Giosué? Alessia: Non lo so… Proviamo! Mattia legge sopra la casella su cui è capita la pedina… Mattia: “Una corsa all’impazzata verso l’altra sponda; attenzione però a non farti travolgere dall’onda” La scena comincia con Mosè che stende il bastone sul Mar Rosso e divide le acque. In scena ci sono parecchie persone, il popolo di Israele che sta scappando dall’Egitto. C’è molta confusione e molta gente che urla. Personaggio 1: Aiuto! Personaggio 2: Ci stanno raggiungendo! Loro hanno i carri e noi siamo a piedi! Giosué: E davanti a noi c’è solo il mare! Che facciamo? Alessia: Ma che succede? Dove siamo? Mattia: Perché sono tutti così agitati? E dove stiamo correndo? Personaggio 2: Tu pensa a correre! Non vedi che ci stanno inseguendo? Alessia: Ma chi? Da chi stiamo scappando? Personaggio 1: Stiamo scappando dalla terra d’Egitto! Mattia: E quelli lì dietro chi sono? Personaggio 2: Ma come fai a non saperlo? Sono gli Egiziani che ci stanno rincorrendo e tra poco ci uccideranno! Giosué: Non abbiamo via di scampo! Davanti a noi c’è solo il mare! Alessia: Ma guardate quell’uomo! Personaggio 2: È Mosè! I personaggi nella scena si immobilizzano e si rendono conto che Mosè ha steso il braccio sulle acque. Mattia: Cosa sta succedendo? Alessia: Le acque si stanno ritirando! Giosué: C’è un corridoio asciutto! Personaggio 2: Possiamo ancora salvarci! Personaggio 1: Forza, dai, corriamo! Prima che arrivino! Mattia: Dai, dobbiamo andare di corsa e non dobbiamo fermarci! Personaggio 2: Ma gli Egiziani ci seguiranno anche qua! Giosué: Non temere! Tu pensa a correre! Alessia: Guardate qua accanto a noi… Sembra di avere una barriera, uno scudo che ci protegge! Mattia: Noi stiamo correndo in mezzo al mare! Alessia: Sembra di avere due muri d’acqua, a destra e a sinistra! Personaggio 1: Volete salvarvi o contemplare il paesaggio? Correte, se non volete essere raggiunti dagli Egiziani! Mattia: Hey baldona! Pensa a correre, invece di guardare a noi! Alessia: Mattia! Non essere maleducato! Personaggio 2: Non ce la faccio più! Stiamo correndo da troppo tempo! Mi arrendo… rimango qua! Giosué: No, non farlo! Continua a sperare! È faticoso ma ci renderà liberi! Corri! Mattia: Prendi la mia mano, dai! Ti aiuto io! Dopo altre battute per incitare a correre… Personaggio 1: Ci siamo quasi… Vedo la fine del corridoio…Vedo la terra! Mattia: Se guardo indietro, me la faccio sotto a vedere i carri degli Egiziani che corrono così veloci! Alessia: Ma noi siamo quasi salvi… Forza, gli ultimi metri… Personaggio 2: Ecco, ci siamo! Tutti: Evviva!!! Siamo al sicuro!!! Giosué: E gli Egiziani? Come possiamo esultare? Ancora possono raggiungerci!! Mosè stende nuovamente il braccio sul Mar Rosso… Alessia: Guardate là in fondo! Mattia: Le acque si stanno unendo nuovamente! Personaggio 2: Il corridoio asciutto non c’è più! Personaggio 1: E gli Egiziani vengono sommersi! Giosué: Guardate tutti i loro carri! Alessia: Non riesce a rimanere vivo neppure un soldato! Mattia: Sono tutti annegati! Personaggio 2: …e noi siamo salvi! Il popolo d’Israele esulta. Mattia: Ma ora dobbiamo festeggiare! Data l’ora… direi che possiamo fare un Happy Hour! Che ne dite? Alessia: Non credo che gli Israeliti sappiano cosa sia… Mattia: Allora balliamo un po’… come si chiama quella canzone? Di quest’estate? La danza Kuduro… dai dai, balliamo! Alessia: Non mi sembra il caso… Giosué: Finalmente non siamo più schiavi! Mattia tira fuori dalle tasche il suo Ipod e comincia a ballare, cercando di coinvolgere anche Giosué e gli Israeliti… tutti molto impacciati… Mattia: Dai, Ale! Dammi una mano: sei tu quella che fa danza moderna! Prendi la baldona là in fondo! Alessia: Ma sono tutta sporca, non possiamo fare una festa così! Magari andiamo a casa, mi metto qualcosa di più carino, prendo i trucchi e li porto anche a questi qua… che mi sembra che non si facciano una doccia da tanto tempo… Mattia: Ma vi rendete conto che siete scappati dall’Egitto?? Bisogna festeggiare!!! Giosué: Noi possiamo festeggiare ringraziando il Signore, per averci salvati! Dai unitevi in preghiera con noi… Il popolo di Israele si prende per mano e sta in silenzio… Mattia è in disparte con il suo Ipod… Mentre il popolo sta pregando, i due gemelli, la cui scena è in disparte, tirano i dadi, spostano la pedina e la scena si interrompe 3° giorno: L’unicità della vicinanza di Dio La scena si svolge nella camera dei ragazzi, posta però a lato del “palcoscenico”. In scena ci sono tutti e quattro. I due amici sono sporchi e stanchi. Mattia: Ma dai! Potevate aspettare prima di tirare i dadi! Stavamo per organizzare una superfesta! Alessia: Io prendo i miei vestiti puliti e torno là! Marta: Ma sei impazzita? Dove siete stati? Luca: Siete sporchi e sudati… Marta: Sembrate due morti di fame! Alessia: Non possiamo perderci in chiacchiere! C’è un popolo da condurre verso la Terra Promessa! Mattia: Forza, leggete la prossima casella! Marta (legge ciò che c’è scritto sulla casella): “Non hai più forza, non riesci più ad alzarti, ma dal cielo un prodigio riuscirà a saziarti” Un telo passa davanti alla scena e i due gemelli escono di scena e si preparano per la successiva scena. Alessia: Ecco, ci risiamo! Se ne sono andati… Mattia: Io tirerei subito i dadi, perché non è giusto! Noi ci stavamo divertendo, dopo aver corso e sudato, invece loro ci hanno interrotto proprio sul più bello! Dai, tiriamo i dadi (prende in mano i dadi e finge di tirare). Alessia: No, non facciamolo! Il popolo d’Israele ha bisogno di loro, di noi… Lasciamoli un po’. Chissà in cosa verranno trasformati… Mattia: Per me, in ciò che eravamo anche noi… Alessia: Oppure torneranno ad essere due sassi… Mattia: Lo scopriremo presto! I due amici si mettono a giocare con i videogiochi oppure messaggiano o ascoltano musica. La scena si sposta sui due gemelli… che nel frattempo sono diventati due cactus! Marta: Ehi, ma siamo nel deserto! Luca: E non ci muoviamo!!! Di nuovo!!! Non è giusto che Alessia e Mattia abbiano potuto camminare e addirittura correre! E noi invece dobbiamo sempre rimanere fermi! (mentre parla si agita e tocca Marta) Marta: Fai piano, che mi pungi! Luca: Ti pungo?? Oh no! Siamo pure dei cactus!! Basta! Voglio andarmene!! Non ci sto qua! Marta: Dai, se siamo qua, un motivo ci sarà! Guardati attorno… ci sono tante persone… Luca: Guarda: c’è lo stesso ragazzo che abbiamo visto quando eravamo sassi… come si chiamava? Marta: Giosué! Sì, è vero, è lui! Il popolo d’Israele guidato da Mosè e accompagnato da Giosué comincia a parlare… Personaggio 1: Sono stanco di camminare! Non ne posso più! Ho i piedi che mi fanno male! Personaggio 2: Non ho mai camminato così tanto! E dov’è la Terra Promessa? Dov’è che stiamo andando? Giosué: Forza, portiamo pazienza! Dio è fedele… Personaggio 2: Ma che fedele! Qua è una fregatura! Era meglio rimanere in Egitto! Personaggio 1: Almeno là potevamo mangiare, anche se eravamo schiavi! Invece abbiamo finito le scorte di cibo e ora che facciamo? Personaggio 2: Ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa gente! Personaggio 1: Cosa possiamo mangiare? Ci sono solo cactus (indicando i due gemelli) Luca: Ecco, ci manca solo che diventiamo cibo per questa gente! Personaggio 2: Moriremo tutti! Sarà una strage! Giosué si avvicina a Mosè. Giosué: Mosè, cosa possiamo fare? Le scorte sono finite, il popolo si lamenta… e davvero non abbiamo più cibo. Mosè: Il nostro Dio è fedele… Mosè si allontana e si raccoglie in preghiera. Luca: Ci mancava solo che quello là si mettesse a pregare… e ora qua sono tutti fregati! Ma perché siamo due cactus? Avrei potuto prendere un panino da casa nostra e portarlo a queste povere persone! E ora sta pure arrivando la notte… Come faranno? Marta: Vedrai che Giosuè e Mosè penseranno a qualcosa… o Qualcuno penserà a loro… Dormi! Tutti si addormentano. È notte: potrebbe passare una luna fatta di cartone. Dopo pochi istanti passa un sole: è arrivato il nuovo giorno. Comincia a scendere dall’alto qualcosa di granuloso e bianco. Luca: Ma cos’è questa roba che cade? Sta nevicando per caso? Ecco… ci mancava solo la neve! Marta: Non lamentarti sempre! Il popolo d’Israele si risveglia e si accorge della sostanza che ricopre la terra del deserto. Personaggio 2: Ma che cos’è? Mosè: È il pane che il Signore ci ha dato in cibo! Prendetene per voi e le vostre famiglie! Giosué: Possiamo mangiarne? È davvero cibo per noi? Qualcuno comincia ad assaggiarne… Personaggio 1: Sì! Si mangia! Personaggio 2: Ha il sapore di una focaccia con miele! Personaggio 1: È buona! Personaggio 2: Non moriremo di fame! Giosué: Dio non ci ha abbandonato! Gente, ascoltate: Dio è davvero fedele! Tutti mangiano e gioiscono per la fedeltà di Dio. I due amici, nel frattempo, nella stanza, tirano i dadi… e la scena del deserto si interrompe. La scena si svolge totalmente nella camera dei ragazzi, dove si trovano tutti e quattro, i gemelli e gli amici. Luca: Non è giusto! Avremmo potuto mangiare e invece eravamo due cactus!! Mattia: Ahahah! Prima due sassi e ora due cactus! Che ridere! Marta: Non c’è molto da ridere! Eravamo di fronte a della gente che stava morendo di fame… erano disperati! Alessia: Aspetta un attimo! Prima vi raccontiamo noi ciò che abbiamo vissuto… così forse riusciamo a capire un po’ di più quello che possiamo fare, come possiamo essere d’aiuto a queste persone! Marta: Sì, forse hai ragione… Raccontateci: dove siete stati? Perché eravate tutti sporchi e sudati? Alessia: Quando avete tirato i dadi siamo entrati veramente nella storia del popolo d’Israele! Eravamo in mezzo alla gente, eravamo parte di loro! Erano tutte persone spaventate, che stavano fuggendo dall’Egitto dove erano rimaste schiave per tantissimo tempo! Mattia: E Mosè era riuscito a farli fuggire… L’unico problema erano i soldati egiziani che li stavano inseguendo, anzi, ci stavano inseguendo! Eravamo terrorizzati! Riuscivamo a sentire il loro terrore, anzi, lo provavamo anche noi! Se non correvamo veloci, seguendo Mosè e Giosué, potevamo morire! Il problema arrivò quando di fronte a noi c’era solo il Mar Rosso! Non avevamo imbarcazioni né qualcos’altro che ci potesse essere d’aiuto! Luca: E come avete fatto a salvarvi? Alessia: Mosè ha steso il braccio sopra le acque e si sono divise! Marta: Divise? Come è riuscito un uomo a fare questo? Mattia: Infatti non è stato lui… cioè, lui ci ha messo il braccio, ma è stato Dio a fare tutto! Così siamo riusciti ad attraversarlo e a salvarci, mentre dietro di noi i cavalli e i cavalieri egiziani morivano, sommersi dalle acque! Alessia: Eravamo felicissimi! Non ci sembrava vero! Abbiamo gioito ed esultato… Mattia: …io ho proposto un Happy Hour, ma nessuno mi ha dato retta… Alessia: Certo! Io non avevo il vestito giusto! Marta: Ma ci pensate? Un Dio che riesce a salvare un popolo aprendo le acque del Mar Rosso! Che meraviglia! E quello non è un popolo qualsiasi! È un popolo scelto da Dio stesso! Il popolo d’Israele non aveva una dignità, era ridotto a schiavitù! Ma con il passaggio del Mar Rosso diventa il popolo eletto… è un grandissimo dono che Dio ha fatto, ha scelto il popolo ebreo perché potesse diventare un esempio per tutti! Luca: Ma se sapevano di essere persone scelte, di essere un popolo eletto, perché poi nel deserto hanno detto che non credevano in questo Dio fedele? Mattia: Cos’è successo? Ma sono impazziti? Erano così felici e lodavano così tanto Dio e poi hanno dubitato di Lui? Marta: Sì, hanno dubitato… perché camminavano nel deserto, erano stanchi e affamati, dato che avevano terminato le scorte di cibo. Così hanno iniziato a dubitare, a lamentarsi… pensando che addirittura era meglio stare in Egitto come schiavi! Mattia: Davvero? Hanno detto questo? Alessia: Ma come hanno potuto? Dopo che Dio ha diviso il Mar Rosso! Se ci fossi stata io, li avrei sgridati e avrei ricordato loro tutto ciò che Dio aveva fatto! Marta: State pure tranquilli, perché poi l’hanno capito. O perlomeno Dio gliel’ha fatto capire! Alla mattina Dio ha mandato dal cielo quella che abbiamo sempre chiamato ‘manna’. Tutti potevano mangiare quel grandissimo dono che Dio mandava! Alessia: Che forte questo Dio! Il popolo, al primo ostacolo, si è subito lamentato… ma Dio non si stanca, è sempre lì, a manifestare il Suo amore. Mattia: Certo che noi non siamo poi così lontani dal comportamento del popolo d’Israele! Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci stia vicino, altrimenti perdiamo la fiducia… Luca: Io che adoro il calcio, ad esempio, quando non riesco a fare goal, mi arrabbio e perdo la fiducia… Poi arriva un mio amico, mi dà una botta sulla spalla e a me torna il sorriso… è la stessa cosa! Marta: Ma perché devi sempre dire delle sciocchezze? Non c’entra nulla! Alessia: No, no, ha ragione! Il paragone è lo stesso! Dobbiamo avere fiducia nel Signore anche nelle situazioni difficili della nostra vita! Marta: Dio compie ogni giorno meraviglie per noi… anche per noi divide il Mar Rosso: ci dà sempre una vita nuova! Luca: Basta, sapientoni! Continuiamo il gioco che mi sono appassionato a Giosué e al suo popolo! Forza: leggete la prossima casella! Mattia: “Dieci parole per te possono bastare, se nella via del Signore vuoi camminare”. 4° giorno: L’alleanza d’amore Da realizzarsi, possibilmente, in un luogo in cui ci sia una collinetta. Alessia e Mattia si trovano vicino a Giosuè e ad altri, ai piedi di una collinetta, in cui Mosè riceve le tavole della Legge. Alessia: Stavolta dove siamo finiti? Mattia: Guarda, dopo quello che abbiamo vissuto l’ultima volta, non credo possa esserci di peggio. Ma ti rendi conto? Gli egiziani volevano ucciderci... Alessia: Dai, ce l’abbiamo fatta alla grande, adesso pensiamo a dove siamo finiti. Guarda, c’è di nuovo Giosuè (con intorno un gruppetto di persone), raggiungiamolo! Giosuè: Il nostro caro Mosè è andato sul monte Sinai a parlare con il nostro Signore, che ha già dimostrato di amarci, liberandoci dalla schiavitù d’Egitto, facendoci attraversare il Mar Rosso e farà altri prodigi per noi. Guardate Mosè (lo indica. Mosè ha in mano due grosse tavole), sembra impaurito, cosa gli sta accadendo? Mattia: Sembra che qualcosa di infuocato lo avvolga e poi si posi sulle tavole, come a scrivere qualcosa Alessia: Devi sempre dire cavolate! Giosuè: Invece, no, hai proprio ragione. Sembra quasi un dito infuocato a scrivere sulle tavole, credo di aver capito di cosa si tratti… Mattia: Che succede? Mosè sta morendo? Giosuè: Ma no, ma no, il Signore sta scrivendo qualcosa sulle tavole Alessia: E che cosa? Giosuè: Se lo sapessi non sarei qui a parlarvi, ma a volare nel cielo. Che domande fai? Il Signore è imprevedibile! Mattia: Staremo qui ad aspettare allora e a capire cosa sta succedendo. Alessia: Guardate! Sta venendo giù Mosè: (mostrando in alto le tavole) Ecco, mio popolo, il Signore Dio ci ha fatto dono della sua Legge, che non dobbiamo trasgredire, per essere degni di incontrarlo un giorno. Mattia: Ma sono i Dieci Comandamenti? Mosè: E come fai a saperlo? Chi te l’ha detto? Alessia: (parlando con Mosè) Ha sempre voglia di scherzare lui! (parlando con Mattia) Taci, imbecille, vuoi che ci scoprano? Anch’io le so queste cose, ma taccio. Perché invece non provi ad azzeccarle al catechismo? Lì non ne azzecchi una. Mosè: Miei cari, queste sono leTavole della Legge, i Dieci Comandamenti, che il Signore oggi ci ha donato. Ecco un ulteriore segno del suo amore per noi. Vuole che gli siamo fedeli! Coraggio, il cammino è ancora lungo, scendiamo tra l’altra gente e raccontiamo anche a loro le meraviglie del Signore, ciò che i vostri occhi hanno visto prima. Escono di scena tutti dietro Mosè e Giosué. La scena riprende da dove si era interrotta al mattino. Alessia: Guardate! Mosè, Giosuè! Laggiù, il popolo è in festa! Mattia: Come è possibile? Non hanno ancora la legge, cosa festeggiano? Mosè: Corriamo, non vedo nulla di buono in questo. Giosuè: Che altro guaio avrà combinato il nostro popolo? Mosè: (vedendo un po’ di baldoria che altri personaggi dovranno fare, portando sulle spalle il vitello d’oro) Mio Signore, perdona il tuo popolo che non ha saputo mantenersi fedele al tuo nome, prostrandosi ad adorare un vitello d’oro piuttosto che il tuo nome. Giosuè: Mosè, ma perché devono combinare sempre pasticci? Non hanno ancora creduto alla potenza del Signore? Al suo amore per noi? Alla sua alleanza? Perché hanno il cuore indurito? Alessia: Sono stati troppo tempo senza vederti, Mosè, e per questo hanno creduto che il Tuo Dio fosse falso! Mosè: Il mio Dio? È il Dio di tutti, di tutti i popoli della terra. Ho attraversato da solo il Mar Rosso? Ho visto solo io morire i primogeniti dell’Egitto? Tutto il popolo era con me, ed ora, guardali, come se nulla fosse accaduto. Si sono dati agli dei pagani. Giosuè: Mosè, andiamo verso loro e richiamiamoli all’adorazione dell’unico e vero Signore, Colui che già ha dimostrato di essere il Dio con noi. Mattia: Si, dai, andiamo anche noi e diciamo che sono proprio dei defic… Alessia: Mattia! Mattia: Ops… volevo dire: andiamo anche noi per far capire che Dio li perdonerà… Dai, corriamo! Mosè: (giunti dove si svolgeva la festa) Cosa state facendo? Avete dimenticato il Signore? Ma come vi viene in mente? Siete impazziti? Uno del popolo: Pensavamo che ci avessi abbandonato, insieme al tuo Dio. Giosuè: Ma dovete ancora capirlo? È il nostro Dio, è il Dio di tutti. Uno del popolo: Avevamo paura, eravamo confusi e così abbiamo raccolto i nostri gioielli e fusi con l’oro per costruirci un vitello da adorare. Mattia: Ecco da chi hanno copiato il tapiro quelli di Striscia la notizia… Giosué: Perfetto, proprio quello che ci voleva. Coraggio, distruggetelo immediatamente. Alessia: Hai capito come sono andate le cose? Dio si mostra sempre fedele a noi e noi, pensa un po’, non corrispondiamo sempre al suo amore. Mattia: Quindi la nostra catechista non si inventa le cose!! Ce l’ha sempre detto! Però a casa è difficile da capire… Alessia: Già… hai ragione, a casa è più difficile da capire. Lei ci dice sempre che durante la Messa, Dio ci dona sempre Suo Figlio, il più grande di tutti i segni del Suo amore… Mattia: Mi sento un po’ in colpa… è da tanti anni che vado a catechismo, ma mai prima d’ora avevo capito queste cose! Dovremmo fare più spesso gite di questo genere… I due gemelli tirano i dadi e spostano la pedina… E leggono: “Piccole piccole, quasi invisibili, furbe e veloci , entrano in luoghi impossibili”. 5° giorno: Il dialogo con Dio Luca e Marta si ritrovano ai tempi di Giosué, nelle vesti di due… formiche! Luca: Chissà cosa ci riservi il gioco questa volta, quale avventura dovremo affrontare. Marta: O mio Dio, ma non è possibile! Hai visto cosa sei? Luca: In effetti cercavo di capire perché tutto fosse così enorme, il problema è che noi siamo troppo piccoli. Marta: Piccole, direi…mi spieghi perché dobbiamo essere così sfigati? Luca: Perché Alessia e Mattia sono sempre normali? Marta: Beh, normali mica tanto! Cosa intendi? Luca: Che loro sono sempre degli uomini, mentre noi siamo passati dalle pietre, ai cactus e ora a cosa diavolo siamo? Marta: Siamo delle formiche, non vedi? Luca: Io le odio, non le lascio mai vivere un secondo in più quando me le trovo tra i piedi, mi diverto a spiaccicarle. Marta: Ecco, vedilo come un segno dal cielo. Pensa se tu dovessi fare la stessa fine. Luca: Che meraviglia! Ecco il gruppo con Giosuè e Mosè, raggiungiamolo e vediamo un po’ di capire cosa succede. Marta: Stiamo attenti, però, non voglio ridurmi ad una poltiglia… Marta e Luca lentamente si avvicinano al gruppo… Mosè: Miei cari (rivolto al gruppo), il Signore mi ha chiesto di parlare con Lui, perciò adesso mi allontanerò e raggiungerò quella tenda, perché è lì che lo incontrerò. Giosuè: Caro Mosè, che il Signore ti benedica, perché tu possa portare a noi la Sua parola di salvezza. Mosè si allontana verso la tenda…. Giosuè: Ecco, miei cari, vedete quella nube raggiungere la tenda? Il Signore si sta manifestando, è nella nube la sua presenza. Uno del popolo: Giosuè, ma come è possibile? Uno del popolo: Infatti, è una cosa spaventosa! Giosuè: Spaventoso? Voi non avete neppure idea di cosa stia vivendo Mosè in quest’istante, essere avvolti dalla presenza di Dio…è un andare quasi in estasi. Che darei per potermici avvicinare! Luca: A noi non è mica impossibile! Marta: Già, Luca, nessuno ci vedrà, nemmeno Mosè… Luca: Dimentichi un particolare… Dio lo soprà! Marta: Andiamo, non possiamo perderci un evento così importante. Ricordi?è pure raccontato nella Bibbia. Luca e Marta si recano alla tenda… Mosè: Signore, grazie per la tua presenza e per l’amore che dimostri per il tuo popolo e per la fedeltà che, anche a me, tuo umile servo, continui a portare. Il tuo popolo ti ha appena tradito col vitello d’oro, ma tu non sei stato cattivo con noi. Dio (voce fuori campo): mio servo Mosè, io amo il mio popolo! Ti ho convocato perché tu possa dire che io voglio esservi amico. I due amici, Mattia e Alessia, da casa, tirano i dadi… I quattro ragazzi si ritrovano nella camera, davanti al gioco di società… Marta: Sempre di corsa, di corsa, e ancora di corsa. Luca: Questa volta eravamo delle formiche, vi rendete conto? Marta: Con la paura di essere calpestati, ridotti in pus come niente. Luca: Ma anche questa volta i nostri eroi sono tornati sani e salvi. Marta: E’ vero, ed abbiamo assistito anche a qualcosa di veramente straordinario. Il vantaggio dell’essere delle formiche ci ha permesso di entrare laddove gli uomini non potevano. Luca: Già, nella tenda dell’incontro tra Mosè e il Signore. Che meraviglia! Alessia: Ma dai, super… raccontateci un po’. Mattia: L’incontro tra Mosè e il Signore? Volete dire nella famosa tenda dell’accoglienza? Luca: Proprio così, amico mio. È stato qualcosa di veramente commovente. Marta: Prima una nube fittissima ha avvolto la tenda e Giosuè diceva che si trattava proprio del Signore. Luca: Poi, piccoli come eravamo, siamo riusciti ad entrare nella tenda per vedere cosa stava succedendo. E Mosè parlava con Dio, in intimità. Marta: Ciò che il Signore desidera di più da noi è proprio che ci rapportiamo con Lui in grande intimità, come amici. Luca: E’ proprio così, vedevamo Mosè con un velo di grande felicità sul volto, proprio perché era a diretto contatto con Dio. Alessia: In questi anni di catechismo, forse, non ho mai pienamente compreso questo aspetto. Mattia: Tu in realtà non hai mai capito nulla! A parte lo scherzo, diteci, diteci, cosa provava Mosè? Marta: Difficile a dirsi. Era sereno, alllegro, gioioso, felice… era come se si sentisse protetto dal Signore, come se non avesse paura di nulla. Luca: Io ho visto Mosè davvero sereno, preso completamente da questo dialogo. Alessia: Ma che meraviglia! E pensare che il Signore ci ama così tanto da cercare proprio questi momenti di grande amicizia con noi, e noi che facciamo? Nemmeno lo calcoliamo a volte. Mattia: A me capita, la sera, prima di andare a letto… Alessia: Di essere avvolto nella nube della tua stupidità? Mattia: Ma no, fammi finire, simpaticona… (facendole una smorfia) mi capita di sentire vicino il Signore quando prego prima di andare a letto e mi addormento sempre in modo sereno. Luca: E’ lo stesso tipo di sensazione che abbiamo visto in Mosè. Quando stiamo alla presenza del Signore, siamo proprio in grande serenità. Alessia: Mi impegnerò, allora, a pregare di più, perché anche io voglio incontrare il Signore. Mattia: Non esiste, però, solo la preghiera per incontrarlo. Certo, rimane senza dubbio l’occasione più preziosa, ma non dimenticare che puoi incontrare il Signore ogni giorno, quando ti impegni perché trionfi sempre il bene. Marta: Parole sagge, anch’io, però, voglio impegnarmi di più nella preghiera. Luca: Suvvia, adesso leggiamo cosa ci riserva questa volta il gioco. Ormai, possiamo dire di essere anche responsabili di questa missione. Alessia: (leggendo la scritta) Ancora insieme per qualcosa che vale, una grande casa di preghiera è proprio speciale. Ciascuno farà parte di questa costruzione, dimostrando di voler vivere anche questa missione. 6° giorno: La costruzione del Santuario Alessia e Mattia sono due personaggi del popolo d’Israele, il quale è radunato davanti a Mosè, che sta parlando… Mattia: E ora dove siamo? Mi sto stancando di questi continui viaggi avanti e indietro… Ci si può eliminare da questo gioco? Alessia: Ti vuoi eliminare proprio ora? Dopo le avventure che abbiamo vissuto e che hanno vissuto anche Luca e Marta? Mattia: No, mi sono appassionato in realtà… Ma credevo che potessimo stare tutti e quattro insieme, invece veniamo catapultati qua, nella storia di Giosué solo a coppie… E mi tocca sempre stare con te! Alessia: Grazie, eh! Sei davvero un amico! Eppure sono io a scuola che ti faccio copiare durante le verifiche, se non ti ricordi! E quando non sai i compiti per il giorno dopo, cioè tutti i giorni, chiami me! Ma forse non ne hai più bisogno! Mattia: Dai non prendertela per questo: sei solo un po’ noiosa, non fai mai battute… Insomma: sei troppo perfetta! Alessia: Basta, allora me ne vado! Mattia: E dove vai? Non torniamo indietro finché Marta e Luca non tirano i dadi! Alessia: Vorrà dire che aspetterò con ansia quel momento! Giosué: Shhh! Non vedete che stiamo ascoltando Mosè! A voi non interessa? Dai, muovetevi: venite qua! Mattia: Non fare la permalosa! Penseremo dopo al fatto che sei innamorata di me… Alessia: Innamorata di te? Ma sei impazzito?? Giosué: Avete finito?! Alessia e Mattia raggiungono gli altri che sono attorno a Mosè che sta parlando… Mosè: Il Signore ha ordinato di fare queste cose: dovete lavorare per sei giorni, ma il sabato non lavorate, perché è un giorno di riposo, consacrato al Signore… Mattia (rivolto a Giosué): Cioè, io dovrei andare a scuola tutti i giorni, anche la domenica e riposarmi solo il sabato? Io non ci penso proprio! Una bella proposta sarebbe quella di consacrare al Signore tutti i giorni, no? Senza scuola… questo potrebbe proporci! Giosué: Dai, continua ad ascoltare Mosè… Mosè: Prendete da ciò che avete un’offerta al Signore: oro, argento, bronzo, stoffe di color violaceo, porporino, lino fino, pelo di capra, pelli di delfino… Mattia (ad alta voce): Pelli di delfino?? Ma siete impazziti? I delfini li lasciate stare!! Alessia: Scusate, è un animalista! (rivolto a Mattia) Sei fuori di testa?? Non so se hai capito chi è quello! È Mosè! Uomo scelto da Dio! E sta parlando al popolo d’Israele di ciò che gli ha detto Dio… quindi taci! Mosè: Chiunque è abile in mezzo a voi venga ad esegua ciò che il Signore ha ordinato. Per la costruzione del Santuario, servirà il tabernacolo, la sua tenda e la sua copertura, i suoi fermagli, i suoi assi, le sue traverse, le sue colonne e le sue basi, l’arca, le sue stanghe, l’altare, l’incenso... La gente si disperde, cercando qualcosa da portare come offerta. I personaggi quindi escono di scena, prendono degli oggetti, come gioielli, pelli… qualsiasi cosa sia a disposizione. Anche Alessia e Mattia cercano qualcosa da portare. Alessia (si toglie un braccialetto che ha al polso): Ecco, io porterò questo… è poco, ma almeno so che in quel Santuario ci sarà anche qualcosa di mio. E tu, Mattia, cosa porti? Mattia (cercando nelle tasche): Vediamo un po’ cos’ho in tasca… Una moneta da 10 cent… una graffetta… le chiavi di casa… una foglia… un tappo di una penna… un temperino… una gomma… un righello… Alessia: Non so cosa ti possa servire avere in tasca tutte queste cose, ma sicuramente qualcosa servirà per il Santuario… Mattia: Certamente! I 10 cent! Come prima offerta per le candele, no? Alessia: Sei irrecuperabile! Mentre i due amici fingono di continuare a parlare tra loro e portano le offerte in un cesto posto davanti al luogo dove dovrà essere eretto il Santuario, due uomini si avvicinano: sono Besaleel e Ooliab. Giosué si avvicina a loro. Giosué: Il Signore ti ha chiamato per nome, Besaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda. Ti ha riempito di Spirito di Dio, per darti sapienza, intelligenza e conoscenza per ogni sorta di lavori. Anche a te, Ooliab, figlio di Aisamac, della tribù di Dan, il Signore ha dato il dono di insegnare. Voi potrete concepire lavori d’arte. Besaleel: Ma io sono solo un umile artigiano, so a malapena fare il mio lavoro e per di più senza grosse pretese… Come posso io essere utile per la realizzazione di una così imponente e importante costruzione? Ooliab: E anche il mio piccolo contributo, come potrà essere utile per un lavoro di così grande valore? Giosué: Il Signore vi ha scelti e, assieme agli altri uomini abili del popolo, costruirete la tenda del convegno, l’arca per la testimonianza… Besaleel: Va bene. Darò il mio aiuto, facendo quello che so fare… Ooliab: E lo faremo nel miglior modo possibile! Giosué: Il Signore, sono certo, vi ricompenserà! Mosè: Besaleel, Ooliab… e voi tutti uomini abili, prendete le offerte per il servizio al Santuario e cominciate la costruzione da Dio richiesta! I due gemelli, Marta e Luca (sempre in scena, però in casa a giocare con la Play o a fare qualcos’altro), tirano i dadi, ma stranamente… …non fanno tornare i due amici, ma anche loro vengono trasportati ai tempi di Giosué… Luca: Ma come è possibile? Perché anche noi siamo qua e non sono invece tornati Ale e Mattia? Marta: Non ne ho la più pallida idea… Ma saranno sicuramente qua anche loro, quindi ci conviene cercarli! Luca e Marta cercano i loro amici, quando… Giosué: I lavori sono già cominciati! Voi dove eravate finiti? Marta: In realtà noi… Luca: Lavori? Io non sono la persona giusta per fare un lavoro… Giosué: Forza, andiamo! Giosué accompagna Luca e Marta dal resto del popolo d’Israele che, con Besaleel e Ooliab è al lavoro. Anche Alessia e Mattia sono al lavoro, ma i quattro amici non si vedono, per il momento… Ci sono quindi due scene separate… Giosué esce di scena. Personaggio 1: Forza, tu (indicando Luca), prendi quei cinque teli di lino fino, di filo color violaceo e aiutami a legarli… Luca: Sicuro che dobbiamo legarne solo cinque? E non sei o sette? Besaleel: Certo! I teli in tutto sono dieci e vanno uniti cinque e cinque, con 50 lacci… Marta: E come fanno a stare su? Cosa ce ne facciamo di due teli? Besaleel: Vengono uniti con 50 fermagli d’oro… e questo grande telo servirà per ricoprire il tabernacolo. Poco lontano… Personaggio 2: Quegli assi di legno d’acacia hanno due incastri paralleli e serviranno per il tabernacolo… Alessia: (toccando dei veli) Ma che belli questi veli? Servono come copricapi? Ooliab: Serviranno come tende per l’ingresso. Mattia: Ma tutto viene rivestito d’oro? Ooliab: Certamente! Stiamo preparando la migliore tenda che ci sia mai stata prima! Si ritorna alla scena di Besaleel… Besaleel: (con in mano un pezzo di legno) Vedete, questo è legno d’acacia, che serve per l’arca e viene rivestito dentro e fuori di puro oro… Dai, iniziate voi… Marta: Noi? Ma ne siamo capaci? Besaleel: Se lo volete, siete capaci di fare tutto ciò che c’è da fare… Giosué rientra in scena con un candelabro in mano e si dirige verso il gruppetto con Besaleel… Giosué: Complimenti, Besaleel! Hai fatto un candelabro perfetto! Con il tuo martello fai grandi cose… E ora cosa stai facendo? Besaleel (con in mano un martello e un pezzo d’oro): Sto facendo due cherubini, con le ali spiegate in alto e la faccia rivolta l’uno verso l’altro… Giosué aiuta Besaleel. Ooliab e Alessia e Mattia si dedicano ai paramenti sacri… Ooliab: Prendiamo questa stoffa… Alessia e Mattia aiutano Ooliab… Ooliab: Dobbiamo fare dei paramenti sacri per Aronne. Sapete che cos’è un efrod? Mattia: Un nuovo personaggio de “Il Signore degli anelli”? Ooliab: Di cosa? Alessia: No, lo lasci perdere… Non sappiamo cosa sia… Ooliab: E’ un abito di lino grezzo per il sacerdote, per Aronne. Dobbiamo fare un pezzo unico… Alessia (prendendo in mano una striscia di stoffa): E con questa? Facciamo una cintura? Ooliab: Bravissima! È proprio ciò che dobbiamo fare! Entra in scena Mosè e, mentre guarda il lavoro che si sta facendo… Mosè: Questo è davvero ciò che ha chiesto il Signore… 7° giorno: L’esplorazione della terra In scena ci sono Giosué, i quattro nostri amici e qualche persona del popolo. I due gemelli non si sono ancora accorti della presenza dei due amici… Giosué: Popolo d’Israele! Ormai Mosè è morto e il Signore mi ha parlato! Mi ha detto di non avere paura, di essere forte e coraggioso… Attraverseremo il Giordano, con tutto il popolo e andremo nella terra che il Signore ci ha preparato! Non dobbiamo avere paura perché il Signore, nostro Dio, sarà con noi dovunque andremo! Ora, sceglierò due di voi per andare ad esplorare la terra… Giosué si guarda intorno… Giosué: Tu (indicando Luca) e tu (indicando Mattia)… Mattia e Luca si guardano… Mattia: Hey! Ma cosa ci fai qua anche tu? Luca: Tu cosa ci fai qua? Abbiamo tirato i dadi e siamo entrati anche noi nella scena… Ma voi siete arrivati ora? Perché noi abbiamo aiutato a costruire il santuario… Mattia: Anche noi l’abbiamo fatto! Ma come è possibile? Giosué: Basta con le chiacchiere! Avete una missione da compiere: andate, esaminate il paese e Gerico! Giosué e gli altri personaggi del popolo si allontanano e in scena rimangono i quattro amici. Alessia: Io non rimango qua! Marta: Neppure io! Veniamo con voi! Alessia: Anche se non facciamo parte del progetto di Giosué… dato che siete voi le spie… Ma noi vi sosterremo! Marta: Promettiamo di non interferire con la vostra missione. Staremo in silenzio! Luca: Ok, andiamo! I personaggi escono di scena e passa un cartello: “Dopo un po’ di cammino…”. E rientrano i quattro personaggi che stanno per bussare alla porta di Raab, prostituta di Gerico, che vive vicino alle mura della città. (Le spie, secondo la Bibbia, sono due. Ma non potevamo escludere le due protagoniste femmine, così accompagneranno le due spie, ma senza parlare). Mattia: Bussiamo! La donna apre la porta e loro si fiondano dentro. Raab: Ma chi siete? Luca: Facci entrare, per favore! Mattia: Offrici ospitalità! Raab: Non ci sono problemi, ma chi siete? Luca: Ci ha mandato Giosué… noi siamo del popolo d’Israele. Stiamo esplorando il territorio… Raab: Siete spie, quindi… Mattia: In poche parole sì. Giosué ha scelto me e il mio amico per conoscere il territorio… Luca: Ma tu chi sei? Raccontaci di te… Raab: Mi chiamo Raab. Sono una grande peccatrice, sono emarginata da tutti, perché faccio un brutto lavoro… sono una prostituta. Ma sono contenta di poter fare qualcosa per voi… Forse il Signore mi vuole dare un’altra possibilità… Luca: Il Signore è così buono che anche se hai fatto tanti errori, ti ricompenserà… e ti darà una nuova vita! Raab: Dai rimanete qua qualche giorno, vi offrò la mia accoglienza! Mattia: Ti ringraziamo davvero tanto! I personaggi escono di scena e passa un cartello: “Dopo qualche giorno…”. Rientrano solo i quattro protagonisti, con dei binocoli con cui guardano attorno a loro. Dopo poco, Raab entra di corsa… Raab: Dovete nascondervi! Il re di Gerico è venuto a sapere che voi siete qua, in casa mia, e sono appena arrivati dei soldati a cercarvi! Ho detto loro che sì, siete passati, ma che, quando si stava per chiudere la porta della città, siete usciti. Ora vi stanno cercando… Luca: Cosa possiamo fare? Dove andiamo? Mattia: Siamo fregati! Raab: No! Potete nascondervi nella mia terrazza! Vedete quegli steli di lino ammucchiati? Nascondetevi lì sotto! Mattia: Grazie, Raab! Luca: Il Signore ti ricompenserà di certo! I nostri quattro amici si nascondono sotto gli steli di lino… e la scena si conclude. La scena si svolge nello stesso luogo, a casa di Raab… Raab è in disparte, mentre i quattro dialogano tra loro… Mattia: Forse dovremmo tornare a casa e riferire a Giosué ciò che siamo venuti ad esplorare… Alessia: Certo! …per poi tornare qua con tutto il popolo d’Israele! Luca: E finalmente tutto il popolo arriverà alla Terra Promessa! Marta: Potremo dire che siamo stati nella Terra Promessa, quella che Dio ha preparato per noi! Mattia: Certo che questa donna sta rischiando la sua vita per aiutarci! Luca: E ha fatto sbagliare strada alle guardie del re, dicendo che noi eravamo già scappati! Alessia: Sicuramente questa è una nuova possibilità che Dio le sta dando… Raab si avvicina… Raab: Io so quello che Dio ha operato per il popolo d’Israele, come ha aperto per voi il Mar Rosso… Sono molto preoccupata, per gli abitanti di Gerico, ma ho fede nel Dio d’Israele. Tutti qua pensano che riusciranno a difendersi, ma so bene che nulla è impossibile a Dio! Mattia: Lo sappiamo bene che nulla è impossibile a Dio… L’abbiamo scoperto in questi giorni… Raab: Dato che vi ho aiutati, spero che tratterete con bontà la casa di mio padre. Datemi un segno sicuro per cui salverete la vita a me, a mio padre, ai miei fratelli e alle mie sorelle… Luca: Siamo pronti a dare la vita per voi… se non dite di noi alla gente. Mattia: Ma come facciamo ad uscire? E se ci vedono? Luca: E poi ci rincorrono… e ci torturano… ci prendono per le gambe, ci legano… ci tagliano a pezzi e vendono i nostri organi… Raab: Cosa? Mattia: Lo scusi, vede molti film horror… Raab: Cosa vede? Non capisco… Mattia: Nulla, nulla… stavamo dicendo: come facciamo ad uscire? Raab: (prende in mano una fune) Vi calerete dalla finestra con questa fune… Luca: Grazie, davvero, della tua accoglienza… Raab: Ora andate verso i monti e rimanete nascosti per tre giorni finché non ritornano dentro la città i vostri inseguitori. Mattia: Ok, ora possiamo andare… grazie ancora! Raab: Aspettate un attimo! Ma quando entrerete con tutto il popolo, come farete a non ucciderci? Come potrete riconoscere la mia casa? Voi ucciderete tutti… ma non ucciderete noi… come ci riconoscerete? Datemi un segno, qualcosa da attaccare alla finestra… Mattia (tirando fuori gli oggetti dalle tasche): Vediamo un po’ cos’ho in tasca… Una moneta da 10 cent… una graffetta… le chiavi di casa… una foglia… un tappo di una penna… un temperino… una gomma… un righello… Luca: Ma sono cose inutili… Mattia: No, ho trovato!! Mi è rimasto un pezzo di stoffa dalla costruzione del santuario… Luca: Una cordicella scarlatta è perfetta! Mattia: Quando entreremo nella città, attaccherai alla finestra questa cordicella di filo rosso… Luca: Radunerai tutta la tua famiglia in casa. Noi ti risparmieremo… Mattia: Ma prometti di non parlare di noi… Raab: Non lo farò! Questa cordicella rappresenta la mia fiducia e la mia speranza in Dio! 8° giorno: La conquista di Gerico In scena ci sono Giosué, alcuni personaggi del popolo d’Israele e i nostri quattro protagonisti… Giosuè: Coraggio miei cari, andiamo alla conquista di Gerico. Il Signore sta ancora guidando il nostro popolo, non temiamo, questa sarà la nostra dimora d’ora in poi. Mattia: Guarda Giosuè, la città è già abbattuta, come è possibile? Giosuè: Vedete, miei cari, ancora una volta il Signore si è mostrato favorevole, è come se avesse combattuto per noi, ci dona questa terra, che noi ora abiteremo. Alessia: Dio ci è stato sempre vicino e noi non sempre gli abbiamo creduto, ma oggi non potremo più dubitare di lui. Troppi segni ci sono stati dati dall’alto, noi sempre increduli, ma il Signore ci è stato sempre fedele. Luca: Ci ha sempre amato immensamente, poveri sciocchi che siamo stati, a dubitare di lui, a non credere nella sua potenza contro i nostri nemici. Ora non più. I nostri cuori sono a Lui spalancati. Marta: Perdonaci, Signore, se non ti siamo sempre stati fedeli, se non sempre siamo stati meritevoli del tuo amore Giosué: Non temete, cari amici, il Signore sa quanto siamo deboli e fragili, per questo perdona i nostri errori, sempre, ogni volta che glielo chiediamo. Dio ci ama, ci ha voluti liberare dalla schiavitù, guidarci attraverso le tante difficoltà del deserto e, nonostante le nostre infedeltà, ci è stato sempre fedele e sempre lo sarà! Adesso, miei cari, conquistate la città, trovatevi una dimora in essa! Il popolo comincia a sparpagliarsi, invece i nostri amici rimangono perplessi… Mattia: Ma adesso come faremo a tornare a casa? Alessia: Credo che la nostra missione sia finita, eppure siamo ancora qui. Non ditemi che rimarremo qui per sempre… Luca: Non credo, qualcosa dovrà pur capitare, se siamo tutti qui un motivo ci sarà. Marta: Credo invece che la nostra missione sia proprio finita. Ma non capisco perché siamo ancora qui. Alessia: E’ qui che rimarremo. Non voglio, voglio tornare indietro. Marta: Calmati, questo non è il momenti di agitarsi, abbiamo sopportato di peggio, non credi? Alessia: Si, è vero, ma come faremo a tornare? Luca: Forse non è ancora finita! Mattia: Pensiamoci un attimo, il gioco si chiama “Terra promessa” e mi sembra che questa Gerico sia proprio la famosa terra del popolo di Israele; allora, cosa ci facciamo ancora? Luca: Boh… attendiamo ancora……. Alessia: (urlando) Cosaaaaaaaaa? Resteremo qui per sempreeeee??? Marta: Ma la smetti, come sei messa? Luca: Infatti, non rendere le cose più difficili di quanto già sono. Vediamo un po’. Mattia: Ci vuole un altro segno, mi sa! La scena si svolge in camera dei ragazzi… che al momento è vuota. Passa la mamma dei due gemelli, spazzando o spolverando, vicino al gioco e, involontariamente, muove un dado. I quattro amici, allora, si ritrovano a casa… Marta: Cosa è successo? Luca: Vedi? Bisognava solo aspettare, anziché urlare come un’isterica Alessia: Voi non capite come mi sono sentita! Mattia: Lo capiamo, eccome: eri una pazza! Marta: Ormai quel che è stato è stato. L’importante è che siamo tornati sani e salvi. Luca: Guardate, il gioco… le quattro pedine sono tutte sulla casella di arrivo, “Terra Promessa”. Mattia: Vuol dire che lo abbiamo completato? Alessia: Abbiamo concluso la nostra missione? Meno male, non avrei saputo continuare! Marta: Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? È stata un’avventura meravigliosa, ma ci pensate? Noi, nel popolo di Israele!! Luca: Tutto il nostro viaggio è servito per una cosa davvero importante: recuperare il rapporto con il Signore, capirlo meglio e d’ora in poi viverlo profondamente. Mattia: Proprio così. Abbiamo rischiato anche la vita, ma in compenso abbiamo appreso che il Signore non ci abbandona mai… Marta: Voi? Rischiato la vita? E noi allora? Eravamo prima dei sassi, poi cactus, poi formiche, sempre più sfigati praticamente… Luca: io mi sono stra-divertito! Marta: Sì, perché tu sei autolesionista! Mattia: Ma smettetela, sempre a litigare voi due. Guardate il buono che ne è stato. Il Signore è sempre stato vicino a noi. Alessia: Questo è vero, abbiamo avuto la fortuna di vederlo proprio quasi con i nostri occhi, di vederlo agire in prima persona per salvare il popolo di Israele, ed anche noi. Luca: Lui continua a salvarci, sempre. Marta: Ci ha, poi, dato il segno più grande, quello di mandare suo Figlio Gesù, sempre per noi, per dimostrarci ancora quanto ci ama. Mattia: Tanto e a tutti, nessuno escluso. Marta: (indicando suo fratello) Anche verso lui? Luca: (facendo una smorfia) Hmmmmmmm Marta: Davvero allora il Signore è grande, per sopportarlo! Io non ce la faccio. Luca: Pensa a me, che sofferenza! Non sei una palla al piede, ma un bolide! Marta: Adesso ti picchio….. Luca: Ahahah!